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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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▪ la proposta direttiva del Consiglio relativa all’obbligo dei vettori di comunicare i dati relativi alle persone trasportate,<br />

in vista di una rapida conclusione su detta misura;<br />

▪ l’adozione del progetto di strategia per la cooperazione doganale e del relativo piano di lavoro entro il maggio 2004 e<br />

la successiva attuazione, con urgenza, di misure per combattere il terrorismo.<br />

Il Consiglio europeo incarica inoltre il Consiglio di adottare entro il 2004 le proposte della Commissione sull'introduzione<br />

di dati biometrici nei passaporti e nei visti ai fini della messa a punto della specifica tecnica che la Commissione<br />

dovrà adottare entro lo stesso termine.<br />

In vista dell'ulteriore sviluppo di tali misure, il Consiglio europeo incarica il Consiglio di portare avanti, sulla scorta di<br />

una proposta della Commissione, i lavori sulla creazione entro il 2005 di un sistema integrato per lo scambio di informazioni<br />

sui passaporti rubati o smarriti, utilizzando il SIS e la base dati dell'Interpol.<br />

Invita inoltre la Commissione a presentare entro il giugno 2004 una proposta relativa ad un approccio comune dell'UE<br />

all'uso dei dati dei passeggeri ai fini della sicurezza delle frontiere e dei trasporti aerei e per altre finalità di contrasto.”<br />

Approvate le “linee direttrici dell’UE per un’impostazione comune nella lotta contro il terrorismo”,<br />

il Consiglio europeo precisava poi gli “obiettivi strategici di un piano d’azione dell’UE riveduto per<br />

la lotta contro il terrorismo”, individuandoli negli obiettivi seguenti:<br />

1) “aumentare il consenso internazionale e potenziare gli sforzi internazionali per combattere il terrorismo”<br />

2) “limitare l’accesso dei terroristi alle risorse finanziarie e ad altre risorse economiche”<br />

3) “massimizzare la capacità degli organi dell'UE e degli Stati membri in materia d'individuazione, indagine e perseguimento<br />

dei terroristi e di prevenzione degli attentati terroristici”<br />

4) “proteggere la sicurezza dei trasporti internazionali e assicurare sistemi efficaci di controllo alle frontiere”<br />

5) “potenziare la capacità dell’Unione Europea e degli Stati membri di far fronte alle conseguenze di un attentato terroristico”<br />

6) “affrontare i fattori che favoriscono il sostegno al terrorismo e il reclutamento nelle sue fila” (anche elaborando e attuando<br />

“una strategia intesa a promuovere la comprensione transculturale e interreligiosa tra l’Europa e il mondo islamico”)<br />

7) “focalizzare le azioni nel quadro delle relazioni esterne dell’UE sui Paesi terzi prioritari, di cui occorre rafforzare la<br />

capacità antiterrorismo o l’impegno a combattere il terrorismo”<br />

Il Consiglio europeo insisteva soprattutto nell’imperativo di “condivisione dell’intelligence”, nella<br />

necessità di “impedire il finanziamento del terrorismo”, nonché nella creazione di “misure a difesa<br />

dei trasporti pubblici e della popolazione”, nello sviluppo della “cooperazione internazionale”, nel<br />

rafforzamento della “cooperazione con gli Stati Uniti e con i partner”, nell’”istituzione della figura<br />

di coordinatore antiterrorismo” e nell’attenzione all’”evoluzione futura” del fenomeno.<br />

La seconda sessione di lavoro del Consiglio europeo, del 26 marzo 2004, dedicata all’ordine del<br />

giorno previsto ovvero allo sviluppo della strategia di Lisbona, era preceduta da un nuovo intervento<br />

del presidente del PE, Pat Cox, che presentava un’analisi quanto mai chiara, impietosa e allarmante:<br />

- “Il compito principale di questo Consiglio europeo consiste nell’esigenza di colmare il difetto di risultati ottenuti, esigenza<br />

quanto mai palese all’interno dell’Agenda di Lisbona, la cui scarsa attuazione ci sta conducendo a un calo di<br />

credibilità in merito a tutto il nostro operato.<br />

[…] La definizione di obiettivi ambiziosi e di termini per il loro conseguimento è parte integrante della metodologia europea,<br />

in quanto stimola la partecipazione dei cittadini e consente di accrescerne la fiducia. […] Per conseguire gli obiettivi<br />

dell’Agenda di Lisbona, […] è necessario il sostegno degli Stati membri e un apporto utile, non un ostacolo,<br />

da parte di Bruxelles. Si tratta di una campagna europea, condotta su fronti di battaglia nazionali. L’atteggiamento degli<br />

Stati membri deve ora coincidere con le nostre ambizioni europee.<br />

Siamo al quarto anno di un programma decennale e tutte le analisi conducono allo stesso punto: non stiamo rispettando<br />

il programma.<br />

[…] Il problema è evidenziato da due indicatori fondamentali, la crescita economica e l’aumento dell’occupazione. I<br />

cittadini ci pongono giustamente delle domande. Per quale motivo, nonostante le proporzioni del nostro mercato interno,<br />

approssimativamente una volta e mezza più vasto di quello americano, e il numero maggiore di scambi commerciali<br />

a livello mondiale, otteniamo costantemente prestazioni inferiori rispetto agli Stati Uniti? Per quale ragione, nonostante<br />

la presenza di un mercato unico sorretto da una valuta comune, dobbiamo attendere la ripresa dell’economia americana<br />

per venir fuori dalla stagnazione?<br />

E’ naturale che i nostri elettori si interessino alle modalità dei cambiamenti e all’erosione delle garanzie occupazionali<br />

tradizionali e delle altre conquiste sociali. Gli Stati membri e lo stesso Consiglio dovrebbero intervenire con decisione<br />

per spiegare che la prosperità a lungo termine dell’Europa si fonda sulla creazione di posti di lavoro, non sul loro

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