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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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Finalmente il Consiglio dei ministri degli esteri del 16 e 17 dicembre 1985 licenziò un testo finale<br />

che prevedeva, sulla scorta delle indicazioni pressanti del Parlamento Europeo, che i progetti dei<br />

due previsti trattati fossero fusi nel progetto di un unico trattato, a cui perciò fu dato il nome di Atto<br />

unico europeo, contenente sia le modifiche istituzionali ai trattati comunitari (necessarie alla realizzazione<br />

del mercato interno e delle nuove politiche comunitarie), sia le norme intese a creare una<br />

politica estera e di sicurezza comune.<br />

Con l’inizio del nuovo anno, il 1° gennaio 1986, la Spagna e il Portogallo entrarono effettivamente<br />

nella Comunità Europea, che divenne con ciò l’Europa dei Dodici, caratterizzata dalla massima espansione<br />

della CE sia nell’Ovest, sia nel Sud del continente. Inoltre, a partire da questa data, gli<br />

Stati membri iniziarono a rilasciare le prime patenti di guida europee.<br />

II. L’Atto unico europeo<br />

Dopo la risoluzione, “forzatamente” positiva, del PE del 16 gennaio 1986 “sulla posizione del Parlamento<br />

Europeo sull’Atto unico approvato il 16 e 17 dicembre 1985 dalla Conferenza intergovernativa”<br />

(relatore: Altiero Spinelli), 85 l’“Atto unico europeo” venne infine firmato a Lussemburgo il<br />

17 febbraio 1986 da nove Stati membri e all’Aja il 28 febbraio 1986 dagli altri tre (Danimarca, Italia<br />

e Grecia). 86<br />

2. Nota che l’opera della Conferenza Intergovernativa e le conclusioni raggiunte dal Consiglio europeo hanno definito<br />

la maggior parte dei problemi centrali della politica comunitaria che devono essere affrontati (creazione di un’area libera<br />

da frontiere interne, la capacità monetaria della Comunità, la coesione economica e sociale, la ricerca e lo sviluppo<br />

tecnologico, l’ambiente e la politica sociale);<br />

3. Nota che il Consiglio ha imboccato la strada della riforma, ma che, nella loro forma presente, le conclusioni rimangono<br />

incomplete e non consentono di conseguire gli obiettivi statuiti nel mandato della Conferenza, in particolare dal<br />

momento che, a causa dell’ambiguità di qualche testo, c’è, da un lato, ancora incertezza quanto allo stabilimento<br />

dell’area europea entro il 1992, in altri campi i poteri della Comunità sono definiti in termini restrittivi, la questione della<br />

riforma del sistema finanziario comunitario, in particolare quella dell’associazione del Parlamento Europeo in materia<br />

di entrate comunitarie, è completamente ignorata, e, dall’altro lato, le modifiche proposte al processo decisionale non<br />

offrono le garanzie necessarie quanto a efficacia e al suo carattere democratico;<br />

4. Ritiene che, in un tempo di disoccupazione e di squilibrio tra le regioni, non può essere ottenuta una genuina unione<br />

di popoli, a meno che non sia data una dimensione sociale all’area europea definita dal Consiglio europeo e a meno che<br />

non sia rafforzata la coesione di quest’area europea, mostrando solidarietà con i Paesi e le regioni meno sviluppate;<br />

5. Nota che il progetto di trattato sulla cooperazione con riguardo alla politica estera si è limitato a confermare ciò che<br />

già esiste e lascia aperto il problema dell’unità dei trattati; […]”.<br />

85 Quante riserve e quanta amarezza ci fossero nel Parlamento Europeo di fronte all’Atto unico, lo si può cogliere<br />

nell’ultimo discorso parlamentare in aula di Spinelli, pronunciato proprio in quell’occasione: “Onorevoli colleghi,<br />

quando votammo il progetto di Trattato per l’Unione, vi ho ricordato l’apologo hemingwayano del vecchio pescatore<br />

che cattura il più gran pesce della sua vita, lo vede divorare dai pescecani e arriva al porto con la sola lisca del pesce.<br />

Anche noi siamo ormai arrivati al porto e anche a noi, del gran pesce, resta solo la lisca. Il parlamento non deve per<br />

questo motivo né rassegnarsi, né rinunziare. Dobbiamo prepararci a uscire ancora una volta e presto in mare aperto,<br />

predisponendo i migliori mezzi per catturare il pesce e per proteggerlo dai pescecani.” (cfr. A. Spinelli, Discorsi al Parlamento<br />

Europeo 1976-1986, a cura di P.V. Dastoli, Bologna, Il Mulino, 1987, p. 373). Di conseguenza Spinelli presentava<br />

il 24 gennaio 1986 e illustrava all’inizio di febbraio 1986 alla Commissione affari istituzionali del PE la sua nuova<br />

strategia ovvero il piano Spinelli: il Parlamento Europeo avrebbe dovuto redigere, approvare e trasmettere direttamente<br />

ai governi degli Stati membri un testo di mandato costituente per lo stesso PE, che questi ultimi avrebbero sottoposto ad<br />

altrettanti referendum popolari nazionali in occasione delle elezioni del PE del 1989; in caso di esito positivo il PE si<br />

sarebbe trasformato nel giugno 1989 nell’Assemblea Costituente Europea, che avrebbe redatto la Costituzione<br />

dell’Unione Europea, che i governi degli Stati membri avrebbero sottoposto ad altrettante ratifiche parlamentari nazionali.<br />

Anche in questo caso dunque veniva evitato ogni riferimento al Consiglio europeo. Ma era anche emersa una novità<br />

di dimensione stellare: l’idea della “Costituzione Europea”, che avrebbe dominato sempre più il dibattito politico europeo<br />

per i successivi ventuno anni, sino a uscire dal suo orizzonte il 23 giugno 2007.<br />

86 Il differimento, deciso dai tre Stati membri, della loro firma fu dato dal fatto che il Parlamento danese aveva respinto<br />

il 21 gennaio 1986 il progetto di trattato, determinando con ciò una situazione politica che induceva i governi dei tre<br />

Stati a rinviare la propria firma. Tuttavia un successivo referendum popolare danese, prontamente convocato dal governo<br />

e svoltosi il 27 febbraio 1986, approvava invece l’Atto unico europeo, determinando l’immediata firma di esso anche<br />

da parte dei governi dei tre Stati membri. Per quanto riguarda l’Italia, il ritardo nell’avvenuta firma era stato determinato<br />

dalla risoluzione del Senato della Repubblica, che, in data 29 gennaio 1986, manifestava tutte le proprie riserve, con-

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