27.05.2013 Views

cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

dell'Unione europea”) 94 e dell’11 dicembre 1986 (“sull’Atto unico europeo”, relatore: Luis Planas<br />

Puchades 95 ), di fatto solo l’Italia continuò a rispondere positivamente agli appelli del PE: dopo la<br />

ratifica parlamentare dell’Atto unico europeo, avvenuta con la legge del 23 dicembre 1986 n. 909, il<br />

governo italiano, all’atto del deposito dello strumento di ratifica il 30 dicembre 1986, ripresentava,<br />

infatti, una dichiarazione nettamente negativa su tale nuovo trattato, sostenendo la necessità di realizzare<br />

al più presto le indicazioni provenienti dal Parlamento Europeo per la realizzazione di istituzioni<br />

più democratiche e per la creazione dell’Unione Europea. 96<br />

Al termine del lungo processo delle ratifiche nazionali l’Atto unico europeo entrava in vigore il 1°<br />

luglio 1987. Ciò dava nuovo slancio alle iniziative miranti alla creazione del mercato interno, nonché<br />

a realizzare le necessarie azioni in tutti gli altri settori previsti dal nuovo trattato, impegnando<br />

notevolmente le istituzioni europee nei mesi e negli anni successivi.<br />

In particolare il Consiglio europeo di Hannover del 27-28 giugno 1988 decideva di estendere<br />

l’obiettivo, previsto dall’Atto unico, del rafforzamento della “capacità monetaria” europea a quello,<br />

rinnovato, di una compiuta unificazione economica e monetaria, quale naturale e necessario sviluppo<br />

del previsto mercato unico, e delegava un apposito Comitato, guidato dallo stesso presidente della<br />

Commissione europea, Jacques Delors, a studiare le tappe della realizzazione di essa.<br />

Ricollegandosi, peraltro, pure al programma sull’Europa del popolo, il Consiglio europeo di Hannover<br />

sottolineava l’importanza della rimozione degli ostacoli al libero movimento delle persone,<br />

nonché il bisogno di intensificare e ampliare la cooperazione tra le amministrazioni nazionali, in<br />

stretta collaborazione con la Commissione, al fine di assicurare misure effettive per combattere il<br />

terrorismo, l’abuso di droga e il crimine organizzato. Per la prima volta questa preoccupazione veniva<br />

fatta comparire come parte integrante del programma sull’Europa del popolo, con la conseguente<br />

prospettiva del varo di un terzo “pilastro” dell’integrazione europea, costituito da una “politica<br />

interna” comune.<br />

Nel frattempo continuava, peraltro, la instancabile denuncia, da parte del Parlamento Europeo, dei<br />

limiti intrinseci dell’Atto unico europeo (di fatto tutto teso alla realizzazione del solo mercato interno),<br />

con il conseguente rilascio, nello stesso giorno (17 luglio 1988), di ben tre risoluzioni parlamentari<br />

fortemente critiche e “rivoluzionarie”, sul “costo della “non-Europa”” (in termini sociali),<br />

sul “deficit democratico” e sulle “procedure per consultare i cittadini europei sull’unificazione politica<br />

europea”. In particolare l’ultima di esse dava l’avvio all’esecuzione del piano Spinelli, che sarà<br />

destinato, peraltro, a realizzarsi in un solo Stato membro ossia in Italia.<br />

Successivamente l’azione del Parlamento Europeo si indirizzò anche verso una costruzione più decisamente<br />

marcata della nuova dimensione della democrazia europea ossia della dimensione “regionale”.<br />

Con la risoluzione del 18 novembre 1988 “sulla politica regionale della Comunità e sul<br />

ruolo delle regioni” e l’acclusa “Carta della Comunità per la regionalizzazione” il Parlamento Europeo<br />

nella risoluzione stabiliva: 1) la politica regionale della Comunità ha sinora mancato di determinare<br />

un avvicinamento graduale delle disparità tra le regioni della Comunità; 2) le prossime tappe<br />

dell’integrazione europea (il mercato unico e la cooperazione monetaria) richiedono un rinnovato<br />

progresso verso la coesione economica e sociale; 3) i cambiamenti proposti alla politica regionale<br />

della Comunità; 4) la regionalizzazione nella Comunità come fattore di sviluppo e di coesione economica,<br />

della democratizzazione dell’integrazione della Comunità e dell’esaltazione di caratteristiche<br />

culturali (regionali); 5) tra le osservazioni finali, un appello agli Stati membri “a regionalizzare<br />

94<br />

Pochi giorni dopo, il 29 ottobre 1986, il Comitato affari istituzionali del PE decideva di portare avanti il piano Spinelli.<br />

95<br />

Luis Planas Puchades è stato membro spagnolo del PE nel gruppo del PSE dal 1986 al 1993.<br />

96<br />

Tale dichiarazione del governo italiano sarà poi resa nota, dopo l’entrata in vigore dell’Atto unico europeo, dal Comunicato<br />

del Ministero degli affari esteri pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 16 luglio 1987 n. 164, dove si affermava<br />

p.e.: “L’atto unico europeo non rappresenta, dunque, l’attuazione di quella riforma organica della Comunità europea<br />

per la quale il Governo italiano si è adoperato e che era stato auspicato dal Parlamento nazionale, in linea con le indicazioni<br />

fornite dall’Assemblea di Strasburgo.”, e in conclusione si affermava: “Infine, il Governo italiano fa presente che<br />

svolgerà ogni possibile azione volta a sensibilizzare i cittadini, i partiti, i movimenti di opinione sui problemi<br />

dell’Unione europea e sulle iniziative idonee a realizzarla.”

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!