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Anno II° - n. 11 Novembre 2006<br />

Rassegna stampa dai mass m<strong>ed</strong>ia regionali<br />

L’impressione che se ne trae è che i<br />

piatti della b<strong>il</strong>ancia della Giustizia si<br />

siano fortemente sb<strong>il</strong>anciati!<br />

Euro 1,55


Voci dal Sud 2 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Voci dal Sud<br />

... ai quattro venti<br />

Periodico indipendente di Attualità, Storia<br />

e Cultura<br />

Rassegna stampa dai mass m<strong>ed</strong>ia regionali<br />

Reg. Tribunale di Palmi<br />

nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005<br />

Fromo Editore - Rosarno (RC)<br />

casella postale 77<br />

c.da Sella Badia 9 - 89025 ROSARNO<br />

tel. 333 6793434 - fax 0966 713165<br />

Indirizzo Internet www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

e-ma<strong>il</strong>: vocidalsud@yahoo.it<br />

Direttore responsab<strong>il</strong>e <strong>ed</strong> <strong>ed</strong>itoriale<br />

Franz Rodi-Morabito<br />

Responsab<strong>il</strong>e r<strong>ed</strong>azione,<br />

Patrizia Rodi-Morabito<br />

Compos. telematica, immissione internet, foto<br />

Mariasole Dalmonte e Michele Guardo<br />

Edizione telematica<br />

__________________<br />

ABBONAMENTI (momentaneamente Omaggio)<br />

ordinario euro 15.50<br />

sostenitore euro 26.00<br />

enti/associazioni euro 26.00<br />

Amici Voci dal Sud euro 52.00<br />

Versamento tramite:<br />

Conto Bancoposta n.19810555<br />

ABI 07601 CAB 16300<br />

intestato a: Fracesco Rodi-Morabito (RC)<br />

PUBBLICITA’ - Tariffe<br />

modulo cmq 36 b/neuro 13*<br />

modulo cmq 64 b/neuro 26*<br />

modulo cmq 128 b/n euro 39*<br />

1/2 pagina interna b/n euro 52*<br />

Pagina intera interna euro 100*<br />

* A colori + 20%<br />

(I prezzi si intendono <strong>per</strong> ciascuna uscita)<br />

Altri moduli o posizioni di rigore<br />

(1.a <strong>ed</strong> ultima pagina, ecc.): da convenire.<br />

Le inserzioni appaiono su Internet e su<br />

eventuale <strong>ed</strong>izione cartacea<br />

Tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito a meno di diverso<br />

accordo. Testi, foto <strong>ed</strong> altro, anche se non pubblicati, non vengono<br />

restituiti e divengo proprietà dell’<strong>ed</strong>itore che potrà ut<strong>il</strong>izzarli anche<br />

su altre testate senza ulteriore consenso.<br />

I pezzi firmati sono riconducib<strong>il</strong>i <strong>per</strong> la responsab<strong>il</strong>ità sia civ<strong>il</strong>e<br />

che penale al firmatario dell’articolo.<br />

L’Editore <strong>ed</strong> <strong>il</strong> Direttore vengono così liberati da qualsiasi<br />

coinvolgimento.<br />

Foro competente: Palmi


Voci dal Sud 3 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

S o m m a r i o<br />

Novembre 2006<br />

pag. 4 - Editoriale: Libertà a senso unico<br />

pag. 5 - Le donne emancipate non solo sotto le lenzuola<br />

pag. 6 - «E’ stato uno sbaglio, questa sentenza sarà seppellita con ignominia». La Cassazione fa marcia<br />

indietro<br />

pag. 7 - Due Comuni “adottano” l’ex cartiera <strong>per</strong> ospitare gli extracomunitari<br />

pag. 8 - Si progetta lo “sbarco” dei rifiuti campani a Gioia Tauro<br />

pag 9 - Quel gigante che sbuffa veleni - Dalle canne fumarie dell’inceneritore una nuvola nera invade<br />

la Piana. Guasto o routine?<br />

pag. 10 - “Scusate, non ne sapevo nulla!”<br />

pag. 11 - Indulto, quando la legge non è uguale <strong>per</strong> tutti<br />

pag. 12 - Drogra, tamponi rubati, parlamentari coinvolti - E’ scandalo, ma <strong>per</strong>chè?<br />

pag. 14 - Lisa Caputo, una figlia oltre le nuvole<br />

pag. 16 - Il gatto? Vada nel portabagagli! (storia di ordinaria inciv<strong>il</strong>tà)<br />

pag. 17 - Rosarno , treni e stazione ferroviaria - ancora successi<br />

pag. 18 - Calabria, ancora “buonasanità”!<br />

pag.19 - Buonasanità: «E’ finito nella Piana <strong>il</strong> mio lungo calvario»<br />

pag. 20 - E’ la radio, la più amata !<br />

pag. 21 - Chiusura delle giornate micologiche<br />

pag. 22 - Anche in Calabria arriva <strong>il</strong> “satanismo”!<br />

pag. 22 - Riti blasfemi e messe nere nei cimiteri<br />

pag. 24 - Hemingway: Foschi i suoi trascorsi di guerra?<br />

pag. 25 - Programmi e prospettive <strong>per</strong> i beni culturali <strong>ed</strong> archeologici del comune di Rosarno<br />

pag. 26 - I siti archeologici di Oppido Mamertina e le loro grandi potenzialità<br />

pag. 28 - Avvistato un “ufo” nella Valle dei Templi<br />

Agricoltura<br />

pag. 29 - Il regno degli olivi piu’ grandi del mondo<br />

pag. 31 - Tratta di ulivi secolari estirpati al sud e trapiantati “ornamentali” al nord<br />

pag. 32 - Nasce in Calabria l’ Associazione Coltivatori Uliveti Storici (A.C.U.S.)<br />

pag. 33 - Gestione della “metcalfa pruinosa“ negli oliveti della Calabria<br />

Il Cafè degli amanti -<br />

pag. 35 - Gaetano Gr<strong>il</strong>lea - Un poeta in vernacolo<br />

pag. 36 - Mimmo Cannizzaro mette nel carniere dei suoi successi anche un Premio Europeo<br />

pag. 37 - Sono morta<br />

pag. 39 - Come...quando...fuori...piove... (racconto scritto a molte mani)<br />

pag. 43 - “O NONNO “<br />

Vignettopoli<br />

pag. 44 - Si è spenta la voce della nostra coscienza : Oriana<br />

pag. 45 - “MA ADESSO IO” COMPIE DIECI ANNI<br />

pag. 46 - P<strong>ed</strong>of<strong>il</strong>ia? no grazie!<br />

pag. 47 - QUESTI NOSTRI…”FANTASMI”


Voci dal Sud 4 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Editoriale<br />

Libertà a senso unico<br />

Franz Rodi-Morabito<br />

Voglio tornare sull’argomento “Libertà” che sembra essere appannaggio di alcuni e<br />

preclusa ad altri.<br />

E’ di questi giorni la virulenta polemica fra <strong>il</strong> mondo musulmano <strong>ed</strong> <strong>il</strong> Papa che in un<br />

suo discorso tenuto in Germania, ha pronucniato parole che a suo intendimento erano di<br />

pace e fratellanza fra i popoli e le religioni, mentre è stato interpretato (quanto<br />

capziosamente?) in maniera diversa da una parte del mondo islamico.<br />

Io non voglio entrare nel nocciolo della faccenda, ma solo o<strong>per</strong>are alcune considerazioni di base.<br />

Purtroppo quasi tutti i giorni ci giunge notizia di una Chiesa Cristiana profanata, di un Sacerdote<br />

trucidato anche sull’altare mentre celebra Messa, di Suore violentate e/o uccise.<br />

Assistiamo così a qualche manifestazione verbale di dissenso, a qualche articolo di disappunto, a<br />

qualche fleb<strong>il</strong>e protesta del mondo occidentale.<br />

Succ<strong>ed</strong>e poi che qualche sciocco disegni vignette contro Maometto, che qualche imponderato le<br />

indossi e le esibisca, che qualcuno “scopra” che fra gli affreschi di una Chiesa una figura che<br />

“potrebbe” essere allusiva in maniera negativa.<br />

Imm<strong>ed</strong>iatamente scattano le reazioni virulente e feroci da parte di alcune frange che si scatenano<br />

procurando distruzione e morte, anche di <strong>per</strong>sone incolevoli o, <strong>per</strong>lomeno, colpevoli solamente di<br />

professare la Religione Cristiana.<br />

A questo punto ci si attenderebbe che qualcuno alzasse la propria voce <strong>per</strong> far sentire <strong>il</strong> proprio<br />

dissenso (non con violenza <strong>per</strong>chè mai violenza ha portato alla pace), <strong>per</strong> difendere <strong>il</strong> proprio<br />

diritto inconfutab<strong>il</strong>e di cr<strong>ed</strong>ere in qualcosa di diverso da ciò che cr<strong>ed</strong>ono gli islamici (con pieno<br />

diritto e meritandosi rispetto).<br />

La domanda che ci poniamo è <strong>per</strong>chè <strong>il</strong> mondo occidentale è appecoronato nei confronti del<br />

mondo orientale? Perchè nessuno osa far notare che mentre in occidente si fanno costruire le Moschee<br />

nei loro Paesi la Chiesa Cristiana è in condizione di semi clanestinità, o, <strong>per</strong>lomeno, in<br />

sommessa esistenza?<br />

Qualcuno sul forum di ViviCentro, nostro gemellato, ha avanzata l’idea che avendo l’occidente<br />

investito ingenti somme in quei paesi, si tema di mettere a repentaglio le somme e gli impianti colà<br />

realizzati.<br />

Ma questo sarebbe un difendere gli interessi nazionali e continentali (Europa) oppure i propri<br />

interessi?<br />

Io non sono un competente della materia, ma mi sembra che <strong>il</strong> Papa, ammesso che abbia sbagliato<br />

(forse avrebbe dovuto essere un poco più prudente e/o chiaro?) ha chiarito <strong>il</strong> significato del suo<br />

discorso, ha anche invitato i rappresentanti del mondo islamico a Castelgrandolfo <strong>per</strong> chiarire di<br />

<strong>per</strong>sona, senza affidarsi ad interm<strong>ed</strong>iari, e <strong>per</strong> rinnovare <strong>il</strong> messaggio di unione e di pacifica convivenza<br />

dei vari Cr<strong>ed</strong>o.<br />

Tuttavia, sembra, che la cosa non abbia calmato gli animi, non abbia pienamente soddisfatto gli<br />

interlocutori, non abbia in fin dei conti portato a casa <strong>il</strong> risultato s<strong>per</strong>ato.<br />

Chi<strong>ed</strong>ono a gran voce che <strong>il</strong> Papa chi<strong>ed</strong>a pubblicamente scusa, che si genufletta, che si um<strong>il</strong>i!<br />

Non mi pare di ricordare che un Capo di stato ci abbia mai chiesto scusa um<strong>il</strong>iandosi e sottomettendosi<br />

moralmente <strong>per</strong> un qualche evento avvenuto contro di noi (ultima la sortita di Puschin!).<br />

Ed allora <strong>il</strong> dubbio nasce im<strong>per</strong>ioso ... non sarà lana caprina? non stiamo assistendo alla versione<br />

moderna della favola “Il lupo e l’agnello”?<br />

Ma <strong>per</strong>chè noi dovremmo assumere <strong>il</strong> ruolo di agnelli e gli altri di lupi? questo è un interrogativo<br />

che meriterebbe risposta da parte dei Capi islamici e musulmani.


Voci dal Sud 5 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Il dubbio: siamo nel 2006 oppure nel 1006?<br />

Le donne emancipate<br />

non solo sotto le lenzuola<br />

La risposta di Angela Di Rienzo, Commissaria Pari Opportunità della<br />

Provincia di Vibo Valentia<br />

fromor<br />

Sarà la nostra età che purtroppo non è più verde, sarà <strong>il</strong> fatto che nella nostra vita ci siamo imbattuti, incontrati e<br />

scontrati con m<strong>il</strong>le situazioni, m<strong>il</strong>le teorie le più disparate <strong>ed</strong> assurde, ma non riusciamo a “scandalizzarci” più <strong>per</strong><br />

niente, o quasi niente!<br />

Abbiamo <strong>per</strong>so, purtroppo, <strong>il</strong> sano gusto di indignarci e di scandalizzarci <strong>per</strong> discorsi strampalati e consideriamo<br />

questo nuovo nostro “status” un impoverimento del nostro spirito.<br />

Tuttavia, e con enorme nostra meraviglia (e piacere ritrovato), abbiamo letto su “Il Quotidiano”, prestigioso giornale<br />

regionale, una lettera in risposta all’avv. Calvetta, da parte di Angela Di Rienzo, che ci ha fatto sussultare e<br />

ritrovare <strong>il</strong> dolce sapore della meraviglia come una volta spesso ci capitava.<br />

Tuttavia ci è sorto l’atroce dubbio che, <strong>per</strong> un errore di datazione, noi non siamo in pieno anno 2006, bensì nel<br />

1006 ... quando ancora “le donne avevano la coda” ! Ve la riportiamo integralmente s<strong>per</strong>ando di farvi sussultare <strong>ed</strong><br />

augurandoci che l’articolo de hoc sia stato mal espresso dallo stesore avv. Calvetta, cui la Di Rienzo allude, altrimenti<br />

avremmo ben poco <strong>per</strong> essere felici di essere uomini dal momento che <strong>per</strong> noi umini <strong>il</strong> tempo si è fermato al 1000!<br />

“Apprezzo molto l’idea della collaborazione con <strong>il</strong><br />

Quotidiano dell’avv. Domenico Calvetta, che pure stimo<br />

molto. Ed è proprio in sintonia con questa manifestazione<br />

di stima che ritengo doveroso esprimere le sensazioni<br />

che a me sono derivate dalla lettura del suo<br />

articolo. Non potrei incontrarlo e non avergli prima<br />

manifestato tutto <strong>il</strong> mio disappunto <strong>per</strong> ciò che ho letto.<br />

Rispetto molto, infatti, la libertà di pensiero e di<br />

espressione ma rispetto in maniera altrettanto estrema<br />

<strong>il</strong> tumulto impetuoso che mi <strong>per</strong>vade allorché dissento<br />

dalle modalità di trattazione di alcuni temi a me molto<br />

vicini, nei quali cr<strong>ed</strong>o molto e <strong>per</strong> i quali m<strong>il</strong>ioni di donne<br />

hanno combattuto. Scrivo, <strong>per</strong>tanto, di getto, solo<br />

<strong>per</strong> dare voce ad un cuore e ad una mente, i miei, che<br />

non condividono l’esaltazione di questo “nuovo <strong>ed</strong> impetuoso<br />

vento dell’est” che, <strong>per</strong> dirla con le stesse parole<br />

dell’estensore dell’intervento, “spazza via le scorie<br />

di una mentalità obsoleta”. L’espressione mi offende,<br />

mi um<strong>il</strong>ia e nel contempo mi indigna, ritenendo che la<br />

mentalità mia e di quella della quasi totalità delle donne<br />

calabresi sia ben lungi dal potersi ritenere obsoleta,<br />

meritevole di spiacevoli e negative qualificazioni <strong>per</strong><br />

<strong>il</strong> sol fatto (ciò è quello che dalla riflessione si evince)<br />

di non abbandonarsi indifferentemente alle più variegate<br />

relazioni sessuali, magari anche con uomini sposati.<br />

Nè ritengo che l’emancipazione femmin<strong>il</strong>e sia da<br />

ricongiungersi, così semplicisticamente, all’esigenza di<br />

“pensare, di comportarsi e di essere considerate come<br />

un uomo”: e ciò, soprattutto e/o esclusivamente in campo<br />

sessuale, visto l’unico argomento e le uniche allusioni<br />

trattate in articolo. Ciò che abbiamo sempre<br />

auspicato e sempre continueremo a <strong>per</strong>seguire è che,<br />

nel rispetto dell’identità femmin<strong>il</strong>e e della diversità dei<br />

sessi, vi siano <strong>per</strong> le donne le stesse condizioni costituzionali,<br />

giuridiche, sociali, etiche che vi sono <strong>per</strong> gli<br />

uomini e che tutti gli aspetti del vivere associato siano<br />

caratterizzati da assenza di subalternità e dipendenza<br />

in capo al genere femmin<strong>il</strong>e. Questo è ciò che vogliamo<br />

e non certo “poter pensare come gli uomini” e come gli<br />

uomini poter farfalleggiare, ut<strong>il</strong>izzando la nostra<br />

sessualità anche a scapito di altre donne, mogli, compagne<br />

e figlie di famiglia. Non è trovare amanti a piè<br />

sospinto, sposati e non, che costituisce obiettivo della<br />

emancipazione femmin<strong>il</strong>e e fa di chi, come me, come noi<br />

donne calabresi che a ciò non ci abbandoniamo, donne<br />

dalla “mentalità obsoleta”, donne a Tuo dire “ancora<br />

frenate <strong>ed</strong> inibite da fattori religiosi, sociali e fam<strong>il</strong>iari”,<br />

donne non emancipate, al contrario di quelle dell’est.<br />

E mi offende che Tu abbia mutuato la sintesi del<br />

Tuo discorso, dalla nota comune delle risposte delle<br />

donne dell’ est: loro hanno riferito, a Tuo dire, che le<br />

donne italiane”..... fanno tutto quello che facciamo noi,<br />

ma di nascosto....”. alludendo, evidentemente, a relazioni<br />

poco sbandierab<strong>il</strong>i <strong>per</strong> la sussistenza di contemporanei<br />

legami affettivi; Tu, dal canto Tuo, sintetizzi <strong>il</strong><br />

quadro rappresentato dicendo che esiste un’emancipazione<br />

alla luce del sole (donne dell’est), <strong>ed</strong> un’emancipazione<br />

esercitata nell’ombra (donne calabresi), così<br />

confermando che <strong>per</strong> Te emancipazione significa solo<br />

spupazzamento sessuale <strong>ed</strong> indistinto, quello che noi,<br />

donne calabresi, eserciteremmo sì, ma nell’ombra, <strong>per</strong><br />

via dei retaggi culturali che, appunto, non ci consentono<br />

di adeguatamente emanciparci, stando al passo con<br />

le donne dell’Est. S<strong>per</strong>o, avv. Calvetta., di aver travisato<br />

<strong>il</strong> Tuo articolo, di non aver attribuito ad esso - <strong>per</strong><br />

mio limite - <strong>il</strong> significato che Tu volevi emergesse, <strong>per</strong>ché,<br />

altrimenti, ove cosi non fosse, ove ciò che io ho<br />

colto dovesse corrispondere al Tuo sentire, beh... la<br />

sensazione è di estrema amarezza e di avv<strong>il</strong>imento! Tanto<br />

Ti dovevo, mi dovevo e dovevo a quelle donne che<br />

come me la pensano.


Voci dal Sud 6 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Violenze alle donne e ruolo delle istituzioni<br />

«E’ stato uno sbaglio, questa sentenza sarà<br />

seppellita con ignominia»<br />

La Suprema Corte di Cassazione fa autocritica!<br />

Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Vibo Valentia<br />

(<strong>il</strong> Quotidiano)<br />

Oggi attraversiamo una fase contraddittoria, in cui sembra<br />

manifestarsi una larga e violenta “reazione” contraria<br />

al mutamento prodotto dalla rivoluzione femmin<strong>il</strong>e.<br />

La violenza fisica contro le donne può essere interpretata<br />

in termini di continuità, osservando <strong>il</strong> <strong>per</strong>manere di<br />

un’antica attitudine masch<strong>il</strong>e che forse <strong>per</strong> la prima volta<br />

viene sottoposta a una critica sociale così alta, ma anche<br />

in termini di novità, come una “risposta” nel quotidiano<br />

alle mutate relazioni tra i sessi.<br />

La recente cronaca italiana ci ha offerto alcuni casi<br />

drammatici, eclatanti che rivelano anche modi diversi di<br />

accanirsi sul corpo e sulla mente femmin<strong>il</strong>e.<br />

Una ragazza incinta viene seppellita viva dall’amante,<br />

che non vuole affrontare <strong>il</strong> probab<strong>il</strong>e scandalo.<br />

Un fratello insegue e uccide la sorella, rea di non aver<br />

obb<strong>ed</strong>ito al diktat matrimoniale della famiglia.<br />

Un immigrato pakistano uccide la figlia, aiutato da altri<br />

parenti maschi, <strong>per</strong>ché non segue i costumi sessuali etnici<br />

e religiosi della comunità.<br />

In alcune città si susseguono episodi di stupro da parte<br />

di giovani immigrati ma anche di maschi italiani.<br />

Sono italiani gli stupratori di una ragazza lesbica a Torre<br />

del Lago.<br />

Italiano l’assassino che a Parma ha ucciso con otto coltellate<br />

la ex fidanzata, che <strong>per</strong>seguitava da qualche anno.<br />

Ultimo caso di una lunga scia di delitti commessi in<br />

questi ultimi anni in Italia da uomini contro le ex mogli o<br />

fidanzate, o contro compagne in procinto di lasciarli.<br />

A Roma da qualche mese, è polemica, forte, univoca,<br />

trasversale a tutti gli schieramenti politici, <strong>il</strong> mondo civ<strong>il</strong>e<br />

e gli es<strong>per</strong>ti, contro la sentenza dei giudici della Terza<br />

Sezione penale della Cassazione <strong>per</strong> i quali lo stupro<br />

di una minorenne è meno grave se la ragazzina ha<br />

già avuto rapporti sessuali. Insomma, se non è vergine<br />

<strong>il</strong> “danno è più lieve”.<br />

Un verdetto choc, che imm<strong>ed</strong>iatamente scatena reazioni<br />

di stupore e di condanna molto dure, finché in serata arriva<br />

anche una presa di distanza della stessa Corte di<br />

Cassazione: «E’ stato uno sbaglio, questa sentenza sarà<br />

seppellita con ignominia».<br />

Ed ora la parola ad associazioni: «La violenza contro<br />

le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini.<br />

Assistiamo a un ritorno quotidiano della violenza<br />

esercitata da uomini sulle donne. Con dati allarmanti<br />

anche nei paesi “evoluti” dell’Occidente democratico.<br />

Violenze che vanno dalle forme più barbare dell’omicidio<br />

e dello stupro, delle <strong>per</strong>cosse, alla costrizione e<br />

alla negazione della libertà negli ambiti fam<strong>il</strong>iari, sino<br />

alle manifestazioni di disprezzo del corpo femmin<strong>il</strong>e».<br />

«Una recente ricerca del Consiglio d’Europa afferma<br />

che l’aggressività masch<strong>il</strong>e è la prima causa di morte violenta<br />

e di invalidita’ <strong>per</strong>manente <strong>per</strong> le donne in tutto <strong>il</strong><br />

mondo.<br />

E tale violenza si consuma soprattutto tra le pareti domestiche.<br />

Siamo di fronte a una recrudescenza quantitativa di queste<br />

violenze?<br />

Oppure a un aumento delle denunce da parte delle donne?<br />

Resta <strong>il</strong> fatto che esiste ormai un’opinione pubblica e<br />

un senso comune, che non tollera più queste manifestazioni<br />

estreme della sessualità e della prevaricazione masch<strong>il</strong>e.<br />

La condizione della donna torna in modo frequente<br />

nelle polemiche sullo “scontro di civ<strong>il</strong>ta”» che sarebbe<br />

in atto nel mondo. Noi pensiamo che la logica della guerra<br />

e dello “scontro di civ<strong>il</strong>ta” può essere vinta solo con un<br />

“cambio di civ<strong>il</strong>ta” fondato in tutto <strong>il</strong> mondo su una nuova<br />

qualità del rapporto tra gli uomini e le donne.<br />

Si è parlato dell’esigenza di un maggiore ruolo delle<br />

istituzioni pubbliche, sino alla costituzione come parti<br />

civ<strong>il</strong>i degli enti locali e dello stato nei processi <strong>per</strong> violenze<br />

contro le donne.<br />

Si è <strong>per</strong>sino messo sotto accusa un ipotetico “s<strong>il</strong>enzio<br />

del femminismo” di fronte alla moltiplicazione dei casi<br />

di violenza.<br />

Chi lavora nella scuola e nei servizi sociali sul territorio<br />

denuncia poi una situazione spesso molto critica nei<br />

comportamenti degli adolescenti maschi, piu’ inclini delle<br />

loro coetanee femmine a comportamenti violenti, individuali<br />

e di gruppo. Forse <strong>il</strong> tramonto delle vecchie relazioni<br />

tra i sessi basate su una indiscussa supremazia masch<strong>il</strong>e<br />

provoca una crisi e uno spaesamento negli uomini<br />

che richi<strong>ed</strong>ono una nuova capacità di riflessione, di<br />

autocoscienza, una ricerca approfondita sulle dinamiche<br />

della propria sessualità e sulla natura delle relazioni con<br />

le donne e con gli altri uomini. Bisogna quindi lavorare<br />

sugli adolescenti, così che la Commissione Pari Opportunità<br />

della Provincia di Vibo Valentia proporrà<br />

agli Istituti Su<strong>per</strong>iori un programma di dibattiti e<br />

cineforum in cui è inserito anche questo tema, <strong>per</strong>ché solo<br />

i ragazzi possono cambiare una società come la nostra<br />

che non è immune da violenze.


Voci dal Sud 7 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Le Amministrazioni comunali di Rosarno e San Ferdinando affrontano<br />

<strong>il</strong> problema degli extracomunitari da sistemare nella “Piana”<br />

Due Comuni “adottano” l’ex cartiera<br />

Esiste anche un grave problema legale essendo questi extracomunitari<br />

<strong>il</strong>legali e non possono, quindi, nemmeno lavorare <strong>per</strong> sostentarsi<br />

ROSARNO - È’ un esercito di dis<strong>per</strong>ati quello che si<br />

riversa ogni anno nella Piana, alla ricerca di un lavoro<br />

“qualsiasi”. Nel <strong>per</strong>iodo della raccolta degli agrumi solo<br />

a Rosarno se ne contano circa 4000.<br />

Per sfuggire alla miseria dei Paesi d’origine sono costretti<br />

ad una vita d’inferno, anche nei tuguri più squallidi.<br />

Sono gli immigrati irregolari (comunitari <strong>ed</strong><br />

extracomunitari) condannati a vivere ai margini, senza<br />

tutele legali, quasi totalmente avulsi dal contesto sociale<br />

e civ<strong>il</strong>e. Ci sono quelli che cercano di mimetizzarsi<br />

nelle campagne, altri invece occupano case e stab<strong>il</strong>i abbandonati<br />

o in disuso, nel centro e nelle <strong>per</strong>iferie. Per<br />

un verso sono considerati “corpi estranei”, presenze fastidiose<br />

da respingere, <strong>per</strong> l’altro risultano indispensab<strong>il</strong>i<br />

<strong>per</strong> far sopravvivere l’asfittica economia locale.<br />

Senza questa manodo<strong>per</strong>a a disposizione, l’agricoltura,<br />

già messa in ginocchio da endemici fattori di crisi,<br />

quali la contrazione dei mercati e la difficoltà a sostenere<br />

i ritmi della competitività a livello mondiale, andrebbe<br />

incontro al fallimento totale.<br />

Gli unici ad occuparsi di loro sono le associazioni del<br />

volontariato laico e cattolico. A Rosarno le Caritas parrocchiali<br />

e i M<strong>ed</strong>ici senza Frontiere.<br />

Proprio grazie all’incontro in Municipio con la responsab<strong>il</strong>e<br />

di questi ultimi, Francesca Zuccaro, che fa presente<br />

le condizioni di estrema miseria di tanti infelici, <strong>il</strong> sindaco<br />

Carlo Martelli comprende che «è finito <strong>il</strong> tempo in<br />

cui si possono chiudere gli occhi e nascondere dietro l’ipocrisia<br />

delle parole» e si convince a riprendere una proposta<br />

lanciata dal Consiglio comunale del 23 dicembre 2004,<br />

all’indomani del brutale assassinio avvenuto in piazza<br />

Valarioti del giovane trentenne ucraino, Ihor Blyui, e cioè,<br />

«la realizzazione a Rosarno di un Centro di Aggregazione<br />

Sociale a favore degli extracomunitari e dei lavoratori<br />

provenienti dai Paesi dell’est europeo, che costituisca un<br />

punto di riferimento destinato ad attività di promozione<br />

socio-culturale e finalizzato alla realizzazione delle diverse<br />

forme di aggregazione sociale da offrire ai tantissimi<br />

immigrati stagionali, all’interno del quale possano trovare<br />

spazi da vivere all’insegna della socializzazione e della<br />

creatività, nonché del sostegno agli stessi <strong>per</strong> l’inserimento<br />

nel campo del lavoro e delle attività produttive» (Delibera<br />

di Consiglio Comunale del 23.12.2004).<br />

«Assieme al sindaco di San Ferdinando, Franco Barbieri,<br />

ho avviato un <strong>per</strong>corso – dichiara Martelli in consiglio<br />

comunale – <strong>per</strong> cercare di ottenere dal giudice delle<br />

esecuzioni un immob<strong>il</strong>e pignorato, una vecchia cartiera,<br />

ubicata nelle adiacenze della seconda area industriale del<br />

Porto, ricovero da inferno di centinaia di extracomunitari,<br />

più volte mandati via dalle Forze dell’ordine».<br />

Giuseppe Lacquaniti<br />

(Gazzetta del Sud)<br />

È in quella cartiera dimessa <strong>ed</strong> abbandonata che i due<br />

comuni deliberano di realizzare, se possib<strong>il</strong>e, un Centro<br />

di Aggregazione Sociale.<br />

«Le problematiche emerse sono tali da far tremare le<br />

vene e i polsi – confessa Martelli -, <strong>per</strong> cui è necessario<br />

convogliare l’impegno di enti pubblici e privati <strong>per</strong> portare<br />

a definizione una iniziativa che non ha l’uguale in<br />

Calabria, attraverso la firma di un Protocollo d’Intesa, che<br />

v<strong>ed</strong>rà assieme i comuni di Rosarno e San Ferdinando, <strong>il</strong><br />

Consorzio Piana Sicura – che ci supporterà<br />

finanziariamente -, i M<strong>ed</strong>ici senza frontiere, l’Associazione<br />

Libera di don Ciotti e don De Masi, la Comunità<br />

Incontro di don Gelmini, le Caritas parrocchiali, l’Asl 10,<br />

supportata dal Volontariato M<strong>ed</strong>ici Laici e Cattolici».<br />

«Una strada piena di spine – prosegue <strong>il</strong> sindaco – <strong>per</strong>ché<br />

si tratta di dare assistenza a migliaia di <strong>per</strong>sone, di cui<br />

va alleviata la condizione di estremo bisogno in cui vivono».<br />

I comuni di Rosarno e San Ferdinando hanno già deliberato<br />

di impegnare la somma di 20.000 euro ciascuno<br />

<strong>per</strong> un primo intervento di bonifica all’interno <strong>ed</strong> all’esterno<br />

dell’ex cartiera. «Il passo successivo – spiega Martelli<br />

– dovrà essere quello di partecipare <strong>il</strong> 4 maggio del<br />

2007 all’asta pubblica <strong>per</strong> tentare di acquistare l’immob<strong>il</strong>e,<br />

s<strong>per</strong>ando che <strong>il</strong> Consorzio Piana Sicura sia in grado<br />

di finanziare l’o<strong>per</strong>azione, proc<strong>ed</strong>endo alla richiesta, indirizzata<br />

al Ministero dell’Interno, <strong>per</strong> la realizzazione di<br />

un progetto organico di ristrutturazione e riqualificazione<br />

dell’intera fabbrica. A ciò si aggiunga che le spese iniziali<br />

<strong>per</strong> far partire <strong>il</strong> Centro ammontano a circa 200.000 euro».<br />

Il sindaco Carlo Martelli: si tratta di dare assistenza a<br />

migliaia di <strong>per</strong>sone <strong>per</strong> alleviarne i disagi


Voci dal Sud 8 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Si progetta lo “sbarco” dei rifiuti<br />

campani a Gioia Tauro<br />

35.000 tonnellate accumulate tra Napoli e provincia<br />

a Gioia Tauro sempre più probab<strong>il</strong>e luogo di “distruzione”<br />

GIOIA TAURO - Quante possib<strong>il</strong>ità ci sono che una<br />

cospicua parte di quelle 35 m<strong>il</strong>a tonnellate di rifiuti accumulate<br />

tra Napoli e provincia arrivino a Gioia Tauro,<br />

dopo essere stati trattati in un impianto di compostaggio?<br />

Tante. La ragione? Semplice: i rifiuti, dopo <strong>il</strong> loro trattamento,<br />

cioè dopo la fase di separazione tra la parte umida<br />

e quella secca e la conseguente trasformazione in balle<br />

di Cdr (Combustib<strong>il</strong>e da rifiuto) hanno necessità di<br />

essere bruciati in un termovalorizzatore. E poiché quello<br />

di Acerra , l’unico previsto in Campania deve essere<br />

ancora completato, le possib<strong>il</strong>ità che <strong>il</strong> Cdr prodotto in<br />

Campania arrivi a Gioia Tauro dove sorge l’unico<br />

termovalorizzatore del mezzogiorno d’Italia sono alte.<br />

Un’ipotesi questa che non è stata smentita da nessuno né<br />

in Calabria, né in Campania e, soprattutto, nemmeno da<br />

parte del commissario straordinario <strong>per</strong> l’Emergenza<br />

Ambientale della Campania, <strong>il</strong> capo della Protezione Civ<strong>il</strong>e<br />

Guido Bertolaso. Della possib<strong>il</strong>ità che una parte dei<br />

rifiuti possano essere trasferiti in Calabria se n’è discusso<br />

durante uno dei tanti incontri che si stano tenendo a<br />

Napoli. Non solo, sembra che nei giorni scorsi di questa<br />

possib<strong>il</strong>ità siano stati interessati anche <strong>il</strong> presidente della<br />

Regione Calabria, Agazio Loiero, e lo stesso assessore<br />

regionale all’Ambiente Tommasi, i quali avrebbero partecipato<br />

ad una riunione a Roma che si è svolta al Ministero<br />

dell’Ambiente e durante la quale sembra non si sia affrontata<br />

solo la nomina del successore di Alfiero, ma anche<br />

della possib<strong>il</strong>ità che le regioni meridionali, compresa la<br />

Calabria, possano farsi carico dell’emergenza campana.<br />

La notizia, che comunque deve essere confermata, è f<strong>il</strong>trata<br />

ufficialmente dagli ambienti che seguono con particolare<br />

attenzione l’evolversi della vicenda del raddoppio<br />

del termovalorizzatore di Gioia Tauro. “Abbiamo appreso<br />

della missione romana di Loiero e di Tommasi - ha dichiarato<br />

<strong>il</strong> segretario comprensoriale della Cg<strong>il</strong> di Gioia<br />

Tauro Pasquale Larosa - e dei temi che sono stati affrontati,<br />

compresa quella dell’eventuale trasferimento in<br />

Calabria di migliaia di tonnellate di Cdr diretti all’inceneritore<br />

di Gioia Tauro. Una notizia che in qualche modo<br />

è stata confermata anche dallo stesso Bertolaso. Secondo<br />

noi - continua l’esponente sindacale che coordina <strong>il</strong><br />

movimento anti-raddoppio insieme alle associazioni<br />

ambientaliste <strong>ed</strong> ai sindaci della Piana - si tratta, se tutto<br />

ciò verrà confermato, di un’ennesima um<strong>il</strong>iazione <strong>ed</strong> offesa<br />

nei confronti della Piana di Gioia Tauro e dei suoi<br />

cittadini. Inoltre, avvalora tutto quello che in questi mesi<br />

abbiamo sostenuto con insistenza e cioè che <strong>il</strong> raddoppio<br />

del termovalorizzatore non sarebbe servito solo bruciare<br />

i rifiuti prodotti in Calabria, ma anche quelli delle altre<br />

di MICHELE ALBANESE<br />

(Il quotidiano)<br />

regioni meridionali. Ciò verrebbe confermato anche dalla<br />

recente presa di posizione del ministro dell’Ambiente<br />

Pecoraro Scanio, <strong>il</strong> quale proprio nei giorni scorsi ha bloccato<br />

tutte le proc<strong>ed</strong>ure <strong>per</strong> la realizzazione dei quattro<br />

termovalorizzatore previsti in Sic<strong>il</strong>ia”. Per Larosa “è strano<br />

che <strong>il</strong> ministro blocchi la fase finale del ciclo di<br />

smaltimento dei rifiuti in Sic<strong>il</strong>ia e invece, non blocchi <strong>il</strong><br />

raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro <strong>per</strong> motivi<br />

analoghi e altrettanto gravi, come l’assenza della Valutazione<br />

di Impatto Ambientale sulla prima linea già in<br />

funzione”. L’eventuale arrivo di rifiuti a Gioia Tauro non<br />

potrà, dunque, non essere letta come un’ennesima provocazione<br />

<strong>per</strong> un territorio che è stato scelto come unico<br />

sito <strong>per</strong> lo smaltimento dei rifiuti regionale e<br />

interregionale. “Ci opporremmo con tutte le nostre forze<br />

- annuncia Larosa - <strong>per</strong> imp<strong>ed</strong>ire uno scempio ambientale<br />

di proporzioni gigantesche che compromette non solo<br />

le risorse naturalistiche <strong>ed</strong> ambientali del territorio ma<br />

anche la salute dei cittadini ma anche lo sv<strong>il</strong>uppo del porto<br />

e dell’area industriale adiacente. Avevamo già programmato<br />

<strong>per</strong> la fine di ottobre una grande manifestazione <strong>per</strong><br />

ribadire <strong>il</strong> diritto del territorio a scegliere la sua vocazione<br />

di sv<strong>il</strong>uppo e <strong>per</strong> porre concretamente all’attenzione<br />

del governo regionale e nazionale la complessa,<br />

emblematica e inquietante situazione nella quale sta <strong>per</strong><br />

essere avvolta la Piana di Gioia Tauro. Le notizie di questi<br />

giorni renderanno ancor più tenace la mob<strong>il</strong>itazione di<br />

decine di migliaia di cittadini . Nella Piana - ricorda Larosa<br />

- oltre al raddoppio del termovalorizzatore, delle centrali<br />

a metano e del rigassificatore si stanno concentrando tutta<br />

una serie di impianti altamente inquinanti che <strong>il</strong> territorio<br />

non potrà certamente sopportare.”


Voci dal Sud 9 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Quel gigante<br />

che sbuffa veleni<br />

GIAOIA TAURO - Rosarno (quartiere Bosco) Non<br />

appena le ombre della sera scendono e rinfrescano l’ambiente<br />

dall’afa di caldo ancora estivo, <strong>il</strong> polmone del gigante<br />

di cemento comincia ad eruttare colonne di fumo.<br />

La ciminiera del termovalorizzatore erutta quasi come un<br />

piccolo vulcano che brucia tonnellate di rifiuti.<br />

La bocca del forno alla sera è pronta ad ingurgitare<br />

quantitativi sempre più grandi degli scarti prodotti dall’uomo.<br />

I camion tutti a doppio cabinato dalle targhe incomprensib<strong>il</strong>i<br />

si mettono in f<strong>il</strong>a. Arrivano dopo aver <strong>per</strong>corso<br />

centinaia di ch<strong>il</strong>ometri. Valicano <strong>il</strong> cancello dell’impianto<br />

di contradada Cicerna ordinati<br />

come formiche e dopo aver depositato i<br />

loro carichi riprendono la strada del ritorno<br />

<strong>per</strong> poi <strong>caricare</strong> nuovi rifiuti e ripartire<br />

alla volta di Gioia Tauro. Lo smaltimento<br />

dei rifiuti della regione compie qui nella<br />

Piana <strong>il</strong> suo viaggio finale.<br />

Il termovalorizzatore di Gioia Tauro è rimasto<br />

l’unico in Calabria. Dell’altro, che<br />

doveva essere realizzato in provincia di<br />

Cosenza non se ne parla più. Mentre la Piana<br />

continua ad interrogarsi <strong>per</strong>ché è stata<br />

scelta <strong>per</strong> realizzare <strong>il</strong> raddoppio dell’impianto<br />

in sostituzione di Bisignano e soprattutto<br />

<strong>per</strong>ché non sia stata effettuata<br />

nessuna Valutazione di Impatto Ambientale<br />

ufficiale da parte del Ministero dell’Ambiente<br />

sulla prima linea già in funzione. I cittadini<br />

della zona continuano a chi<strong>ed</strong>ersi chi controlla le emissioni<br />

dell’inceneritore di rifiuti e se <strong>il</strong> f<strong>il</strong>tro collocato<br />

alla ciminiera del forno sia quella che offre le maggiori<br />

garanzie sulla loro salute, non mancano coloro che avanzano<br />

dubbi sul corretto funzionamento dell’impianto. “E’<br />

strano - dice Antonella, abitante di Contrada Bosco di<br />

Rosarno, una delle donne che nei giorni scorsi ci ha chiamati<br />

<strong>per</strong> esprimere le sue preoccupazioni sull’eventuale<br />

arrivo dei rifiuti anche dalla Campania -, che nessuno capisca<br />

i rischi che corriamo respirando le polveri, la diossina<br />

, i furani (scarti dei metalli pesanti, ndr) che emana <strong>il</strong><br />

t e r m o v a l o r i z z a t o r e .<br />

”Abbiamo s<strong>per</strong>ato invano che l’assessore regionale all’ambiente<br />

venisse qui a sentire gli odori nauseabondi - le fa<br />

eco la signora Maria, una donna avanti negli anni con alle<br />

spalle <strong>numero</strong>se battaglie <strong>per</strong> <strong>il</strong> lavoro - <strong>per</strong> capire le nostre<br />

difficoltà e <strong>per</strong> darci assicurazioni sul corretto funzionamento<br />

di questo inceneritore di rifiuti”. Francesca<br />

è una delle giovani donne che di<strong>ed</strong>e vita al Comitato Civico<br />

<strong>ed</strong> è lei a lanciare un appello alle istituzioni locali <strong>ed</strong><br />

al Prefetto di Reggio Calabria: “Avevano promesso che<br />

una volta entrato in funzione <strong>il</strong> termovalorizzatore ci<br />

avrebbero informato se i livelli di inquinamento fossero<br />

m. a.<br />

(Il Quotidiano)<br />

nella norma e nel rispetto limiti fossati dalla legge . Sappiamo<br />

che sono state istallate delle centraline di<br />

rivelamento ma non sappiamo cosa queste ultime rivelano.<br />

Abbiamo chiesto in Comune se hanno informazioni e<br />

ci hanno detto di non sa<strong>per</strong>e nulla. A distanza di mesi dall’entrata<br />

in funzione dell’impianto noi cittadini che viviamo<br />

in queste zone vicine al termovalorizzatore non abbiamo<br />

<strong>il</strong> diritto di sa<strong>per</strong>e quello che accade”.<br />

Il polmone del gigante ricomincia a fumare, come tutte<br />

le sere. Quali sostanze nasconde quel fumo nessuno lo<br />

sa. Ed è quello che questa gente vuole sa<strong>per</strong>e.<br />

Dalle canne<br />

fumarie<br />

dell’inceneritore<br />

una nuvola nera<br />

invade la Piana.<br />

Guasto o<br />

routine?


Voci dal Sud 10 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

“Scusate, non ne sapevo nulla!”<br />

Nel <strong>numero</strong> scorso abbiamo riportata la notizia che le<br />

OGR (Officine Grandi Riparazioni) di Saline di Reggio<br />

Calabria stavano <strong>per</strong> essere dismesse e gli impianti stavano<br />

<strong>per</strong> essere messi all’asta.<br />

Un durissimo colpo all’economia calabrese <strong>ed</strong> alla cr<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>ità<br />

della regione.<br />

Imm<strong>ed</strong>iata la reazione dei Sindacati e di alcune forze<br />

politiche che si sono rivolte al Ministro dei Trasporti,<br />

professore Bianchi (già Rettore dell’università di Reggio<br />

Calabria e recentemente assegnatario del Premio<br />

“Reggino distinto” che ha accettato dichiarandosi ormai<br />

“calabrese di adozione”).<br />

L’asta viene bloccata, rientra tutto, ma sconcertante è<br />

stata la risposta data dal Ministro: “Non ne sapevo nulla,<br />

non ero stato informato”.-<br />

L’episodio, e soprattutto la risposta, ci ha fatto tornare<br />

in mente un altro episodio.<br />

Ricorderete che circa un annetto addietro abbiamo pubblicato<br />

una serie di articoli relativamente alla costruzione<br />

di un inceneritore nella contrada Lamia di Gioia Tauro.<br />

Una ubicazione assurda se si considera che la Lamia è<br />

un fiore all’occhiello <strong>per</strong> gli agrumeti e gli uliveti<br />

calabresi; che la Lamia è contigua alla contrada “Bosco<br />

di Rosarno” ove sono ubicati i più bell’<br />

agrumenti di Clementine e alberi di ulivo secolari<br />

tanto da essere protetti dalla legge.<br />

Inoltre da considerare che ormai la contrada “Bosco”<br />

(parte in territorio di Rosarno e parte di Gioia<br />

Tauro) è ormai diventa una “città giardino” con belle<br />

v<strong>il</strong>le, scuole, chiesa, as<strong>il</strong>i. Insomma una Rosarno-<br />

2 e Gioia Tauro-2.<br />

In più l’inceneritore è sorto proprio al centro<br />

della “Piana” che è zona ad altissima vocazione agricola<br />

e turistica essendo alle spalle della costa che<br />

da Palmi va fino a Nicotera.<br />

All’epoca, ma a costruzione ormai avanzatissima<br />

(fu inaugurato poco tempo dopo) molte le manifestazioni<br />

di protesta dei cittadini con nascita di virulenti<br />

“comitati spontanei”.<br />

Uno di questi Comitati di protesta contro l’inceneritore<br />

(e contro <strong>il</strong> paventato raddoppio degli impianti) ha<br />

visto come esponente di spicco l’ex Sindaco di Gioia<br />

Tauro.<br />

Per inciso, e facendo un passo indietro, va ricordato<br />

che la scelta del sito ove ubicare l’impianto era stato<br />

o<strong>per</strong>ato da quattro Sindaci della zona di omologa appartenenza<br />

politica, fra cui proprio l’ormai ex Sindaco di<br />

Gioia, lo stesso che oggi capeggia <strong>il</strong> Comitato contro<br />

l’inceneritore.<br />

Chiaramente la cosa ha molto meravigliato <strong>ed</strong> in una<br />

pubblica assemblea tenutesi presso l’Auditorium di<br />

Rosarno, dalla platea qualcuno ha rinfacciato all’ex Sindaco,<br />

ormai dall’altra parte delle barricate, l’avere scelto<br />

<strong>il</strong> luogo <strong>ed</strong> avere concesse le autorizzazioni necessarie<br />

<strong>per</strong> la realizzazione dell’o<strong>per</strong>a.<br />

La candida risposta del Sindaco fu: “Io non ne sapevo<br />

Atremon<br />

niente, magari mi hanno fatto firmare <strong>ed</strong> io l’ho fatto<br />

senza accorgermene”.-<br />

Ma ... giungiamo ai giorni nostri <strong>ed</strong> ascoltiamo la voce<br />

del nostro Presidente del Consiglio che dalla lontana Cina<br />

ci dice “Della faccenda Telecom non se so nulla, non<br />

sono stato informato”.-<br />

Ma signoriiiii, andiamo! Non avete una scusa migliore<br />

che <strong>per</strong>lomento, oltre che danneggiarli, non um<strong>il</strong>i l’intelligenza<br />

dei cittadini?<br />

Come potete s<strong>per</strong>are di essere cr<strong>ed</strong>uti?<br />

Ci chi<strong>ed</strong>iamo se siete veramente convinti che ogni<br />

bagianata possa essere bevuta dagli italiani oppure è tale<br />

<strong>il</strong> disprezzo che ve ne infischiate se i cittadini ci cr<strong>ed</strong>eranno<br />

o meno.<br />

Ci sarebbe un’altra ipotesi, ma la scartiamo <strong>per</strong>chè sarebbe<br />

molto lesiva dell’onorab<strong>il</strong>ità del Ministro, del Sindaco,<br />

Del Presidente del Consiglio, tutte <strong>per</strong>sone rispettab<strong>il</strong>i<br />

nella vita privata e ben conosciute come <strong>per</strong>sone<br />

serie e determinate.<br />

L’ipotesi scartata è: ma allora siete dei re travicello<br />

e tutto avviene senza che voi ne siate informati?<br />

Vi sembra possib<strong>il</strong>e che la enorme struttura<br />

dell’inceneritore di Gioia Tauro sia sorta senza che le<br />

Autorità se ne accorgessero?


Voci dal Sud 11 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

L e g a l i a<br />

Indulto, quando la legge<br />

non è uguale <strong>per</strong> tutti<br />

COSENZA – Un classico esempio di come la<br />

legge possa essere applicata in modo diseguale.<br />

Adottando “due pesi e due misure”.<br />

A favore di alcuni e a svantaggio di altri.<br />

Con la conseguenza di mettere in pratica scelte gravi e<br />

censurab<strong>il</strong>i, tanto sul piano della tutela dei diritti soggettivi<br />

che della sostanza giuridica.<br />

Si presterebbe a questo tipo di valutazione, secondo <strong>il</strong><br />

leader del movimento “Diritti Civ<strong>il</strong>i”, Franco Corbelli,<br />

e creerebbe soprattutto una vistosa contraddizione con <strong>il</strong><br />

caso dell’ex terrorista S<strong>il</strong>via Baraldini, la sentenza emessa<br />

nei giorni scorsi dalla Corte di Appello di Catanzaro,<br />

che ha rigettato l’istanza del detenuto Francesco V., 54<br />

anni, in carcere in Calabria <strong>per</strong> scontare un cumulo di pena<br />

(due anni e 5 mesi), relativo ad alcuni reati commessi all’estero.<br />

I giudici di secondo grado hanno ritenuto inapplicab<strong>il</strong>e,<br />

nei confronti di Francesco V. la legge sull’indulto, approvata<br />

la scorsa estate dal parlamento italiano.<br />

Ciò in quanto, viene evidenziato nella sentenza della<br />

Corte d’Appello di Catanzaro, <strong>il</strong> provv<strong>ed</strong>imento di clemenza,<br />

di cui hanno beneficiato molti detenuti in questi<br />

mesi, non può essere applicato <strong>per</strong> i reati commessi fuori<br />

del nostro Paese e successivamente riconosciuti, come<br />

previsto dalla Convenzione di Strasburgo del 21 marzo<br />

1983 e dalla legge 257 del 1989.<br />

E’ proprio di fronte a questi precisi riferimenti che<br />

Corbelli sfoga tutta la sua rabbia: «E’ una sentenza ingiusta<br />

- afferma - che crea una clamorosa e inammissib<strong>il</strong>e<br />

differenza tra <strong>il</strong> trattamento riservato all’ex terrorista<br />

S<strong>il</strong>via Baraldini e questo sfortunato detenuto, <strong>il</strong><br />

quale, tra l’altro, ha una figlia, che non riesce a v<strong>ed</strong>ere,<br />

gravemente ammalata e bisognosa di cure urgenti».<br />

Il leader del Movimento “Diritti Civ<strong>il</strong>i” ha chiesto l’intervento<br />

del Presidente della Repubblica, del Csm e<br />

del Ministro della Giustizia: «Voglio sa<strong>per</strong>e <strong>per</strong>chè <strong>il</strong><br />

“muro” della Convenzione di Strasburgo <strong>per</strong> qualcuno<br />

è invalicab<strong>il</strong>e, <strong>per</strong> altri no; come sia possib<strong>il</strong>e che<br />

una legge venga applicata in un modo <strong>per</strong> un <strong>per</strong>sonaggio<br />

“eccellente” e non valga, al contrario, <strong>per</strong> un<br />

povero cristo».<br />

Francesco V., si dice convinto Corbelli, ha diritto a lasciare<br />

<strong>il</strong> carcere: «Voglio s<strong>per</strong>are che si sia trattato di<br />

un errore - commenta <strong>il</strong> leader di “Diritti Civ<strong>il</strong>i” - <strong>per</strong>chè,<br />

diversamente, avremmo di fronte un caso di una gravità<br />

inaudita.<br />

Dovendo infatti scontare meno di tre anni (esattamente<br />

2 anni e 5 mesi) avrebbe dovuto essere scarcerato<br />

un minuto dopo l’approvazione dell’indulto».<br />

Francesco Kostner<br />

(Gazzetta del Sud)<br />

Franco Corbelli<br />

S<strong>il</strong>via Baraldini


Voci dal Sud 12 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Drogra, tamponi rubati,<br />

parlamentari coinvolti<br />

E’ scandalo, ma <strong>per</strong>chè?<br />

Un vero “sasso nel pollaio”<br />

la notizia che l’<br />

equipe della trasmissione<br />

“Le Jene” avrebbero mandato<br />

on line una trasmissione<br />

con cui volevano indicare<br />

agli italiani che <strong>il</strong><br />

30% dei parlamentari italiani<br />

fanno uso di droghe.<br />

Anche io mi sono ritrovato<br />

avv<strong>il</strong>uppato nel rigetto<br />

generale <strong>per</strong> cui ho<br />

scritto imm<strong>ed</strong>iatamente un<br />

articolo (che ho poi cancellato<br />

alla luce di alcune<br />

considerzioni che faremo<br />

di seguito) nonchè molti<br />

msg sui vari forums nazionali.<br />

Indubbiamente molto discutib<strong>il</strong>e<br />

<strong>il</strong> metodo seguito<br />

dai miei colleghi <strong>per</strong><br />

reallizzare <strong>il</strong> servizio (ne è<br />

stata vietata la trasmissione<br />

dal Garante delle comunicazioni).-<br />

Tuttavia diamo a “Le<br />

Jene” <strong>il</strong> merito di aver<br />

gettatto <strong>il</strong> sasso nello stagno<br />

<strong>ed</strong> aver fatto sì che le<br />

nestre impigrite menti si<br />

crogiolassero con noizie<br />

varie o di gossip.<br />

Queste le mie<br />

conserazioni che, giuste o<br />

sbagliate che siano, hanno<br />

diritto alla luce.<br />

Chi sono i m<strong>il</strong>le Onorevoli?<br />

sono semplicemente<br />

m<strong>il</strong>le <strong>per</strong>sone +/- comuni<br />

prese “a campione” fra 70<br />

Franz Rodi-Morabito<br />

m<strong>il</strong>ioni di italiani.<br />

In base a quali principi?<br />

mistero! si suppone fossero<br />

uomini di partito, uomi-<br />

ni f<strong>ed</strong>eli, <strong>per</strong>sone ab<strong>il</strong>i nel<br />

tramestare carte e<br />

carticelle, <strong>per</strong>sone con un<br />

buon seguito elettorale,<br />

gente che comunque, a chi<br />

doveva sceglierle, ispirava<br />

fiducia.<br />

Si è guardato all’epoca<br />

se fossero dei grogati? se<br />

fossero affetti da lebbra?<br />

se soffrissero di<br />

emorroidi? ... nient’affatto,<br />

questi erano risvolti assolutamente<br />

inefficaci ai fini<br />

elettorali.<br />

“I M<strong>il</strong>le” una volta eletti<br />

vengono sottoposti a verifiche,<br />

in varie forme e da<br />

parte di vari Organi come<br />

la Commissione Elettorale<br />

presso i Tribunali regionali,<br />

dalla Commissione Parlamento,<br />

se ne verifica sul<br />

piano legale l’eleggib<strong>il</strong>ità,<br />

e ... sul piano piano<br />

patrimoniale.<br />

Niente tende invece a<br />

verficiare l’immunità da<br />

dal vizio droga, alcool,<br />

gioco d’azzardo ecc.<br />

Alla fine eccoli qui questi<br />

signori che “<strong>il</strong> popolo<br />

sovrano” ha mandato a<br />

rappresentarlo pur senza<br />

conoscerlo (mi chi<strong>ed</strong>o se<br />

qualcuno di voi si rivolgerebbe<br />

ad uno sconosciuto<br />

passante <strong>per</strong> consegnarli<br />

una somma e pregarlo di<br />

sp<strong>ed</strong>ire <strong>per</strong> suo con un vaglia!).<br />

Ma torniamo all’Italia e<br />

la Legge sulla droga.<br />

Una serie di passaggi<br />

(molto nebulosi agli italiani<br />

che li hanno interpretato<br />

sono come “to ut des”) ha<br />

portato ad una Legge che<br />

produce effetti contraddittori<br />

<strong>ed</strong> immette/induce al<br />

reato).<br />

E’ possib<strong>il</strong>e detenere<br />

“piccole quantità” di droghe<br />

<strong>per</strong> “uso <strong>per</strong>sonale”.<br />

Ma tornando a monte;<br />

poichè in Italia sembra che<br />

<strong>il</strong> 50% della popolazio sia<br />

drogata (palesamente e di<br />

nascosto) come si può cr<strong>ed</strong>ere<br />

che i nostri “M<strong>il</strong>le”<br />

sia fuori da questa <strong>per</strong>centuale?<br />

chiaro che ritroveremo<br />

la <strong>per</strong>centuale rappresentata<br />

anche fra i Parlamentari<br />

Altra considerazione:<br />

Ad essere autorizzati a


Voci dal Sud 13 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

detenere la droga <strong>per</strong> uso<br />

<strong>per</strong>sonale, quindi non<br />

punib<strong>il</strong>i, sono coloro che<br />

la detengono , non i venditori,<br />

gli spacciatori, i<br />

pushers che sono invece<br />

colpiti da dure leggi <strong>per</strong><br />

quanto concerne <strong>il</strong> possesso<br />

<strong>per</strong> arne ut<strong>il</strong>e e la vendita<br />

al drogato tanto da essere<br />

considerti “fuor<strong>il</strong>egge”.<br />

Poichè a me non risulta<br />

che ancora la droga sia stata<br />

liberalizzata e venduta in<br />

appositi spazi assieme ai<br />

m<strong>ed</strong>icamenti da banco nei<br />

su<strong>per</strong> market, mi chi<strong>ed</strong>o<br />

colui che vuole acquistare<br />

la droga “<strong>per</strong> uso <strong>per</strong>sonale”<br />

a chi si rivolge? all’<strong>ed</strong>icola?<br />

al salumiere?<br />

Chiaramente lo fa rivolgendosi<br />

a questi signori<br />

consideratri dalla Legge<br />

Italia “fuor<strong>il</strong>egge”.<br />

Se io incontrassi un latitante<br />

e me ne accompagnassi,<br />

o peggio, istaurassi un<br />

negozio di compravendita<br />

con lui sono imm<strong>ed</strong>iatamente<br />

rinetuto “colpevole<br />

di reato di favoreggiamento<br />

<strong>per</strong>sonale, <strong>per</strong> cui<br />

sarei <strong>per</strong>seguito alla Legge<br />

che DEVE condannarmi.<br />

Tornado agli Onorevoli<br />

diciamo allora che dovendo<br />

acquistare la propria<br />

“quantità <strong>per</strong>sonale” essi<br />

“delinquono” una o più<br />

volte al mese? o danno incarico<br />

ad un loro “attachè”<br />

, facendolo delinque e configurandosi<br />

<strong>per</strong> l’Onorevole<br />

l’ “istigazione a delinquere”<br />

(ancora peggio!!).<br />

Ovviamente a nessuno fa<br />

piacere sa<strong>per</strong>e che lo Stato<br />

cui è affidato <strong>il</strong> suo lavoro,<br />

la sua vita, la sua fa-<br />

miglia, sia gestito da <strong>per</strong>sone<br />

d<strong>ed</strong>ite alle droghe, ma<br />

pensate, e ditemi come vi<br />

sentite, quando queste<br />

“mancanze” sono alla base<br />

di altre attività della nostra<br />

vita fisica giornalmente.<br />

Il terrore scatta, e ti gela<br />

le gambe, invece quando<br />

prendimo in osservazioni<br />

altri uomini che hanno in<br />

mano le nostre vite i maniere<br />

reale e materiale.<br />

Quando si r<strong>il</strong>ascia una licenza<br />

di guida <strong>per</strong><br />

autopulmanns di linea si richi<strong>ed</strong>e<br />

la dichiarazione di<br />

non essere ut<strong>il</strong>izzatore di<br />

droghe ..., una licenza di<br />

guidatore di treni (oggi anche<br />

veloci e velocissimi),<br />

quando si r<strong>il</strong>ascia una licenza<br />

di Taxi, un guidatore<br />

del Metrò, di trams di autobus<br />

urbano può bastare<br />

l’artocertificazione in base<br />

a cui <strong>il</strong> M<strong>ed</strong>ico, dopo, attesta<br />

l’idoneità del soggetto<br />

a quelle mazioni.<br />

A dire <strong>il</strong> vero non so se<br />

oggi si o<strong>per</strong>ano controlli<br />

diretti sui soggetti, ma può<br />

bastare? Ciacuno può iniziare<br />

a consumar droghe <strong>ed</strong><br />

alcool dopo l’assunzione.<br />

In controlli debbono essere<br />

a scadenze ravvicinate<br />

e senza preavviso (basta<br />

un tampocino, ricordate?).<br />

A questi controlli vanno<br />

sottoposti tutti colora che<br />

hanno nelle mani migliaia<br />

di vite umane fra cui debbono<br />

esserci i politici<br />

<strong>per</strong>chè, sapete, sarà un vezzo,<br />

ma io gli uomini che<br />

guidano <strong>il</strong> destino mio, della<br />

mia famiglia, del mio lavoro<br />

... li voglio<br />

quantomeno puliti!<br />

Ormai la<br />

droga<br />

è anche<br />

nelle<br />

scuole<br />

ove, pare,<br />

che si inzi<br />

a 13/14<br />

anni


Voci dal Sud 14 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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Lisa Caputo, una figlia<br />

oltre le nuvole<br />

di pino bruno<br />

(Il Quotidiano)<br />

Lisa Caputo Nowak - più volte protagonista<br />

sulle colonne del Quotidiano della<br />

Calabria che l’ha seguita prima, durante e<br />

dopo la missione STS-121 dello Shuttle<br />

Discovery del luglio scorso, ritorna a far<br />

parlare di sé.<br />

Questa volta, ad occuparsi della astronauta<br />

italo-americana, in occasione della consegna<br />

del riconoscimento assegnatole dal<br />

GEI (Gruppo Esponenti Italiani) di New<br />

York, sono stati <strong>il</strong> Corriere della Sera, nella<br />

sua <strong>ed</strong>izione online, con una breve intervista<br />

di Alessandra Farkas, e America Oggi<br />

con un articolo di Riccardo Chioni.<br />

In particolare, nell’articolo del Corsera<br />

pubblicato qualche giorno fa la Nowak racconta<br />

la sua es<strong>per</strong>ienza spaziale durata 306<br />

ore, 37 minuti e 54 secondi sulla navicella<br />

Discovery.<br />

Lisa Caputo Nowak, nell’intervista, dice<br />

a chiare lettere che si sente italiana al 100%<br />

e che ha tifato Italia nell’ultimo campionato<br />

del mondo, mentre era a bordo della<br />

Discovery.<br />

In Italia, Lisa ci vorrebbe venire al più<br />

presto, <strong>per</strong> visitare - dichiara - «i miei tanti<br />

parenti che vivono sparsi tra Aiello<br />

Calabro, Lucca, Catanzaro, Padova e<br />

Randazzo».<br />

Proprio da Aiello Calabro, un paesino<br />

collinare del basso Tirreno cosentino, discende<br />

la famiglia paterna dei Caputo.<br />

Era <strong>il</strong> 1913, quando <strong>il</strong> nonno di Lisa, Antonio<br />

Gensimone, all’età di appena di 5<br />

anni, era partito dal piccolo paesino<br />

calabrese con i genitori Rosario e Cristina<br />

Bruni, alla volta degli States.<br />

Da allora, i Caputo si sono stab<strong>il</strong>iti nel<br />

Maryland, nella città di Rockev<strong>il</strong>le, a 20<br />

minuti di macchina da Washington, dove<br />

vivono attualmente i genitori di Lisa, la madre<br />

Jane Bonaventura, che è di origini sic<strong>il</strong>iane,<br />

<strong>ed</strong> <strong>il</strong> padre Alfr<strong>ed</strong>.<br />

Lisa ora è diventata un ottimo ingegnere<br />

aerospaziale.<br />

Un mestiere carico di grandi responsab<strong>il</strong>ità<br />

che tuttavia riesce a conc<strong>il</strong>iare con quello<br />

di moglie (è sposata con Richard Nowak)<br />

e soprattutto di mamma di tre figli<br />

(Alexander, Katrina e Alyssa).<br />

Dal 1996 lavora alla Nasa presso <strong>il</strong><br />

Johnson Space Center di Huston, una es<strong>per</strong>ienza<br />

che l’ha portata ad essere inserita<br />

nella recente missione del Discovery Shuttle<br />

alla Stazione Orbitante Internazionale, nell’ambito<br />

della quale l’astronauta italo-americana<br />

è stata specialista di missione con <strong>il</strong><br />

compito di guidare <strong>il</strong> braccio robotico <strong>per</strong> i<br />

lavori esterni alla navicella spaziale.<br />

Intanto, ad Aiello Calabro, luogo di origine<br />

del ramo Caputo, fervono i preparativi<br />

<strong>per</strong> organizzare una futura visita dell’astronauta<br />

alla quale sarà data la cittadinanza<br />

onoraria, probab<strong>il</strong>mente nella primavera del<br />

prossimo anno.<br />

Conosciamo i genitori di Lisa Caputo<br />

Nowak, Jane e Alfr<strong>ed</strong> Caputo, attraverso le<br />

ema<strong>il</strong> che ci scambiamo <strong>per</strong>iodicamente.<br />

A loro abbiamo rivolto alcune domande.<br />

Dopo gli incidenti del Columbia e del<br />

Challenger, come avete vissuto questa es<strong>per</strong>ienza<br />

di Lisa, prima e durante la missione<br />

STS-121?<br />

«I nostri timori, prima e durante la missione<br />

del Discovery (dal 4 al 17 luglio scorsi,<br />

nda), sono stati più o meno sim<strong>il</strong>i a quelli<br />

che, nel corso della vita di nostra figlia,<br />

abbiamo provato altre volte.<br />

Come quando da piccola provava a fare<br />

qualcosa di nuovo in cui avrebbe potuto<br />

farsi male.<br />

Naturalmente, nessuno di questi eventi si<br />

può confrontare con <strong>il</strong> lancio nello spazio,<br />

ma la risolutezza della Nasa nel correggere<br />

gli errori del passato <strong>ed</strong> evitare ogni tipo


Voci dal Sud 15 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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di rischio <strong>per</strong> gli astronauti ci ha dato la<br />

giusta tranqu<strong>il</strong>lità».<br />

Quali sono stati i vostri pensieri e le vostre<br />

sensazioni durante la missione?<br />

«Chi ha guardato i video mandati in onda<br />

dalla Nasa, o letto le interviste,<br />

ha potuto rendersi conto del forte<br />

entusiasmo di Lisa.<br />

Si trattava della realizzazione<br />

del sogno della sua vita.<br />

I nostri sentimenti, nel condividere<br />

questo suo successo, sono<br />

stati di orgoglio e amore».<br />

Mentre a Cape Canaveral si<br />

aspettava <strong>il</strong> momento del lancio,<br />

eravate insieme ai genitori degli<br />

altri astronauti. Come avete vissuto<br />

questa es<strong>per</strong>ienza?<br />

«I genitori e le famiglie di tutti<br />

gli astronauti sono uniti da un<br />

particolare legame.<br />

In quella occasione, abbiamo<br />

condiviso un’indescrivib<strong>il</strong>e sentimento<br />

di comprensione e solidarietà<br />

che ci ha rasserenato».<br />

Signor Caputo, avete avuto<br />

modo di parlare con vostra figlia<br />

nel mentre era in orbita?<br />

«Siamo stati incollati agli<br />

schermi della Nasa Tv che trasmetteva<br />

le immagini dello<br />

Shuttle <strong>per</strong> tutto <strong>il</strong> tempo. A Huston, mia<br />

moglie Jane, assieme al marito di Lisa<br />

Richard <strong>ed</strong> i bambini, ha avuto la possib<strong>il</strong>ità<br />

di una breve teleconferenza. Inoltre, potevamo<br />

regolarmente mandare e ricevere<br />

ema<strong>il</strong>. La possib<strong>il</strong>ità di avere un continuo<br />

contatto con lei ci ha molto rassicurati».<br />

Verrete presto a visitare l’Italia e la<br />

Calabria e la Sic<strong>il</strong>ia, regioni d’origine della<br />

vostra famiglia?<br />

«In Italia siamo stati una volta nel 1993.<br />

Ma abbiamo visitato <strong>il</strong> nord e del sud conosciamo<br />

solo Sorrento e Capri.<br />

Jane <strong>ed</strong> io saremo a Roma la prossima primavera,<br />

dal 18 al 25 marzo. Sarà l’occasione<br />

giusta <strong>per</strong> prolungare la nostra <strong>per</strong>manenza<br />

e visitare le città natali dei nostri<br />

nonni e genitori».<br />

Lisa Caputo Nowak è nata nel 1963, si è<br />

laureata nel 1981 alla High School di<br />

Rockv<strong>il</strong>le, nel Maryland.<br />

Ha conseguito un bachelor in scienza e<br />

ingegneria aerospaziale all’Accademia<br />

navale degli Stati Uniti nel 1985; mentre<br />

nel 1992, ha ottenuto un master in<br />

scienza nella costruzione aeronautica e<br />

di assistente tecnico aeronautico <strong>ed</strong><br />

astronautico alla scuola postlaurea<br />

navale degli Stati Uniti.<br />

Dal 1996 lavora alla Nasa presso <strong>il</strong><br />

Johnson Space Center, una es<strong>per</strong>ienza<br />

molto importante che l’ha portata ad<br />

essere inserita nella missione del<br />

Discovery Shuttle.


Voci dal Sud 16 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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Il gatto? Vada nel portabagagli<br />

Ci riteniamo ancora un popolo civ<strong>il</strong>e?<br />

Esposto-denuncia contro autolinea<br />

La signora Beatrice Tomaino ci ha fatto <strong>per</strong>venire<br />

un esposto-denuncia inviato alla Procura<br />

di Roma e al ministero delle Infrastrutture.<br />

«Io sottoscritta Beatrice Tomaino, nata a<br />

Rosolini (Siracusa) <strong>il</strong> 7 febbraio 1943, residente<br />

in Roma via Castel di Leva n. 254, espongo quanto<br />

segue:<br />

- <strong>il</strong> giorno 5 settembre 2006 verso le 6 del<br />

mattino dovendo rientrare a Roma dalle ferie<br />

estive trascorse presso la località calabrese di<br />

Riace Marina, mi recavo alla fermata degli autobus»<br />

di una ditta privata «sulla S.S. 106<br />

(Jonica), in attesa dell’automezzo che svolge servizio<br />

di linea Reggio Calabria-Roma e sul quale<br />

avevo prenotato telefonicamente due posti, <strong>per</strong><br />

me e <strong>il</strong> mio gatto appositamente custodito in una<br />

gabbietta;<br />

«- al momento di salire a bordo dell’autobus<br />

l’autista, con mia grande sorpresa e sconcerto,<br />

mi invitava a riporre la gabbietta con <strong>il</strong> gatto nel<br />

portabagagli, ovvero al chiuso, in assenza di luce<br />

e aria, nonché a una tem<strong>per</strong>atura oltremodo insopportab<strong>il</strong>e<br />

<strong>per</strong> qualsiasi essere vivente, tantopiù<br />

<strong>per</strong> degli animali domestici così delicati come i<br />

gatti;<br />

«- alle mie proteste l’autista e <strong>il</strong> bigliettaio rispondevano,<br />

con toni sarcastici, asserendo che<br />

loro erano “allergici ai gatti” e che comunque<br />

era prassi» della ditta «trasportare gli animali<br />

domestici nel portabagagli dell’autobus, alla stregua<br />

di qualsiasi valigia o borsa da viaggio;<br />

«- a seguito dell’atteggiamento fisico e delle<br />

espressioni verbali sempre più minacciose dell’autista<br />

e del bigliettaio, mi v<strong>ed</strong>evo costretta ad<br />

abbandonare <strong>il</strong> proposito di salire sull’automezzo,<br />

con tutti i conseguenti disagi di una tale situazione<br />

così incresciosa. Per quanto sopra esposto,<br />

la sottoscritta chi<strong>ed</strong>e di accertare se la c.d.<br />

prassi» della ditta «di trasportare gli animali domestici<br />

dei viaggiatori nel portabagagli dei propri<br />

automezzi di linea non integri <strong>il</strong> reato di cui<br />

all’art. 544 ter c.p. e di punire l’eventuale colpevole».<br />

(da “Gazzetta del Sud” )<br />

No, non è <strong>il</strong> nostro<br />

amato “Mirt<strong>il</strong>lo”<br />

ma somiglia in<br />

maniera<br />

impressionante<br />

alla gattina che<br />

<strong>per</strong> 14 anni ha<br />

vissuto con noi<br />

facendoci<br />

cambiare le nostre<br />

abitudini di vita<br />

fromor


Voci dal Sud 17 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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Rosarno , treni e stazione<br />

ferroviaria<br />

Il comitato cittadino spontaneo scrive all’Amministrazione<br />

«Stazione, non c’è tempo da <strong>per</strong>dere»<br />

ROSARNO – «Datevi da fare con tutte le vostre energie<br />

<strong>per</strong> rendere funzionali al massimo le infrastrutture<br />

stradali di servizio alla stazione ferroviaria di Rosarno,<br />

specie in vista della fine del 2007, quando entrerà in funzione<br />

la bretella di collegamento diretto con <strong>il</strong> Porto di<br />

Gioia Tauro».<br />

È questo <strong>il</strong> senso dell’appello rivolto, tramite lettera,<br />

al sindaco Carlo Martelli, al presidente del Consiglio<br />

Rositano e a tutti i capigruppo del Consiglio comunale,<br />

dal presidente del “Comitato cittadino <strong>per</strong> lo<br />

sv<strong>il</strong>uppo e la valorizzazione della stazione ferroviaria<br />

di Rosarno” Gaetano Spataro, che invita i destinatari<br />

ad una comune riflessione <strong>per</strong> dibattere i più importanti<br />

problemi riguardanti lo scalo cittadino al fine di una loro<br />

sp<strong>ed</strong>ita soluzione.<br />

Spataro sottolinea l’importanza dell’imminente a<strong>per</strong>tura<br />

della nuova strada di collegamento tra <strong>il</strong> piazzale<br />

stazione e la Statale 18, <strong>per</strong> la quale ha tribolato <strong>per</strong> anni,<br />

assieme all’allora sindaco Lavorato, «<strong>per</strong> ottenere dalle<br />

ferrovie la concessione dell’attraversamento dello scalo<br />

merci», avvenuta <strong>per</strong> interessamento dell’ing. Teof<strong>il</strong>o,<br />

direttore delle Infrastrutture <strong>per</strong> <strong>il</strong> Centrosud, «che puntualmente<br />

ha mantenuto gli impegni assunti».<br />

Per tale strada di collegamento – che è stata finanziata<br />

con 400.000 euro del b<strong>il</strong>ancio comunale nel 2004 dall’amministrazione<br />

Saccomanno <strong>ed</strong> appaltata nel settembre<br />

2005 – <strong>il</strong> presidente del Comitato civico lamenta <strong>il</strong><br />

fatto che, ancor prima di essere a<strong>per</strong>ta al traffico (i lavori<br />

sono stati interrotti <strong>per</strong> consentire la costruzione di un<br />

piazzale <strong>per</strong> <strong>il</strong> posteggio delle macchine), risulta «ormai<br />

insufficiente <strong>per</strong> le esigenze cui andrà incontro, <strong>per</strong>ché<br />

troppo stretta».<br />

Spataro propone <strong>per</strong>tanto all’Amministrazione comunale<br />

«se vuole essere coerente con i tempi e costruire la<br />

strada del futuro di prev<strong>ed</strong>ere, nel b<strong>il</strong>ancio del 2007,<br />

lo stanziamento della somma <strong>per</strong> la costruzione di una<br />

nuova corsia, adiacente a quella esistente» che, posta<br />

in collegamento anche con via Industria, consentirebbe<br />

l’alleggerimento del traffico sulla statale 18.<br />

L’amministrazione comunale – conclude Spataro –<br />

“non deve distrarsi nemmeno un istante”, se vuole essere<br />

pronta <strong>per</strong> la fine del 2007, quando sarà ristrutturata<br />

la stazione e la bretella Rosarno-San Ferdinando Marittima<br />

(come da impegni assunti tra la Regione Calabria<br />

e le Ferrovie) consentirà <strong>il</strong> collegamento con <strong>il</strong> Porto di<br />

Gioia, a beneficio anche dei tanti lavoratori che potranno<br />

usufruire di una navetta, disponib<strong>il</strong>e in qualsiasi momento,<br />

collegata con la stazione del porto (lo scalo di<br />

Rosarno), nella quale fermano i treni in ambo le direzioni».<br />

Giuseppe Lacquaniti<br />

(Gazzetta del Sud)<br />

Intanto giunge gradita la notizia che dal prossimo orario<br />

invernale che andrà in vigore i primi di dicembre prossimo,<br />

una nuova coppia di treni (Reggio Calabria-Bari via<br />

Paola Cosenza e viceversa) avrà la sua fermata regolare<br />

nella stazione di Rosarno.<br />

L’ultra moderno e<br />

funzionale interno<br />

della Stazione di<br />

Rosarno che <strong>per</strong> merito<br />

del Comitato<br />

spontaneo cittadino<br />

guidato <strong>ed</strong> animato dal<br />

prof. Spataro, passò da<br />

“disab<strong>il</strong>itata” a<br />

stazione di grande<br />

importanza


Voci dal Sud 18 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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Calabria, ancora<br />

“buonasanità”!<br />

Ricostruito <strong>il</strong> bulbo oculare a un giovanissimo paziente<br />

Soddisfazione all’Unità o<strong>per</strong>ativa di oculistica diretta dal prof. Leone<br />

Antonio Condò<br />

(Gazzetta del Sud)<br />

LOCRI - All’Unità o<strong>per</strong>ativa<br />

di oculistica dell’osp<strong>ed</strong>ale, diretta<br />

dal primario Francesco<br />

Leone, si è brindato all’eccellente<br />

risultato ottenuto dopo un<br />

complicatissimo intervento chirurgico<br />

effettuato su un<br />

dodicenne cui è stato ricostruito<br />

<strong>il</strong> bulbo oculare seriamente<br />

compromesso dopo un incidente<br />

occorsogli durante le vacanze<br />

pasquali quando, nel raccogliere<br />

un pallone, <strong>il</strong> malcapitato<br />

si è procurato una ferita penetrante<br />

del bulbo con interessamento<br />

della cornea, del cristallino,<br />

dell’iride e della sclera.<br />

«Un eccellente risultato -<br />

spiega <strong>il</strong> primario Leone - ottenuto<br />

grazie alla preziosissima<br />

collaborazione del prof. Pasquale<br />

Vadalà, di origini<br />

calabresi, direttore m<strong>ed</strong>ico all’osp<strong>ed</strong>ale<br />

“Bambino Gesù” di<br />

Roma, uno dei pochissimi centri<br />

italiani di chirurgia<br />

oculistica p<strong>ed</strong>iatrica, <strong>ed</strong> alla<br />

sensib<strong>il</strong>ità <strong>ed</strong> imm<strong>ed</strong>iata disponib<strong>il</strong>ità<br />

della Commissione<br />

straordinaria della nostra<br />

Azienda (questore Antonio De<br />

Luca, presidente, Ezio Pierotti<br />

e Massimo Nicolò, componenti,<br />

n.d.c.) cui non è mancata la<br />

collaborazione dei direttori sanitari<br />

Michela Macrì (<strong>per</strong><br />

l’Azienda) <strong>ed</strong> Antonio Previte<br />

(<strong>per</strong> <strong>il</strong> presidio), del direttore<br />

del Dipartimento emergenza urgenza<br />

accettazione, Leandro<br />

Branca, e del direttore amministrativo<br />

Vincenzo Scuderi».<br />

Un’intesa <strong>per</strong>fetta tra le varie<br />

strutture, da quella sanitaria a<br />

quella amministrativa,<br />

una<br />

macchina ben<br />

funzionante i<br />

cui effetti non<br />

si sono fatti attendere.<br />

Il giovanissimo<br />

paziente,<br />

subito dopo<br />

l’incidente<br />

era stato efficacementecurato<br />

all’Unità o<strong>per</strong>ativa di oculistica<br />

di Locri; a distanza di tre<br />

mesi, considerati i risultati anatomo-funzionali<br />

ottenuti con le<br />

indagini strumentali eseguiti da<br />

un’affiatatissima equipe di cui fa<br />

parte anche Elisabetta Errigo -<br />

es<strong>per</strong>ta in ecografia oculare – si<br />

è proc<strong>ed</strong>uto alla ricostruzione<br />

del segmento anteriore dell’occhio.<br />

«Il caso presentava notevole<br />

gravità, <strong>per</strong>ché l’atto chirurgico<br />

interessava molte delle strutture<br />

dell’occhio - spiega <strong>il</strong> prof.<br />

Vadalà - ma insieme al collega<br />

Leone abbiamo ritenuto possib<strong>il</strong>e<br />

un certo recu<strong>per</strong>o della<br />

funzionalità visiva e siamo intervenuti.<br />

Pertanto, trapanata la cornea<br />

<strong>per</strong> eliminare <strong>il</strong> leucoma (macchia)<br />

corneale, abbiamo eliminato<br />

tutto <strong>il</strong> tessuto fibrotico<br />

che si sostituiva all’iride.<br />

Abbiamo asportato la<br />

cataratta traumatica <strong>ed</strong> abbiamo<br />

impiantato un cristallino<br />

artificiale a fissazione<br />

sclerale; infine abbiamo trapiantato<br />

la cornea.<br />

Ottime le s<strong>per</strong>anze sul futuro<br />

recu<strong>per</strong>o della vista».<br />

Determinante la professionalità<br />

degli anestesisti (Putortì),<br />

afferenti al Dea, e «di tutti i miei<br />

collaboratori della sala o<strong>per</strong>atoria<br />

e del reparto che mi seguono<br />

con passione <strong>ed</strong> es<strong>per</strong>ienza<br />

nel lavoro quotidiano»,<br />

dice <strong>il</strong> primario Leone <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />

quale certi risultati si ottengono<br />

solo se ognuno cr<strong>ed</strong>e nel lavoro<br />

di squadra.<br />

Un particolare “grazie” rivolge<br />

al prof. Vadalà, «sempre disponib<strong>il</strong>e,<br />

soprattutto quando c’è<br />

da intervenire nella sua terra».<br />

Comprensib<strong>il</strong>e gratitudine<br />

verso tutti, «dal <strong>per</strong>sonale aus<strong>il</strong>iario<br />

a quello m<strong>ed</strong>ico e param<strong>ed</strong>ico»<br />

da parte della signora<br />

Carmela, mamma del piccolo<br />

paziente, che dice di avare «incontrato<br />

<strong>per</strong>sone splendide<br />

grazie alle quali <strong>il</strong> mio bambino<br />

tornerà normale».<br />

Nella sanità della Locride avviene<br />

anche questo, <strong>per</strong> fortuna!


Voci dal Sud 19 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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«E’ finito nella Piana <strong>il</strong> mio<br />

lungo calvario»<br />

La testimonianza di un uomo colpito da “Pemfigo vulgaris”<br />

e salvo grazie a un m<strong>ed</strong>ico dell’Asl 10<br />

CITTANOVA - Sono uno dei tanti emigrati calabresi<br />

che da oltre 15 anni si è trasferito da Cittanova a Genova<br />

<strong>per</strong> ragioni di lavoro.<br />

In questi anni, spesso ho incontrato molti concittadini<br />

che giungono a Genova in cerca di quelle cure che non<br />

riescono a trovare nelle realtà Meridionali.<br />

Il mio caso potrebbe essere l’eccezione che conferma<br />

la regola, ma ritengo che così non sia, anche <strong>per</strong>ché dalla<br />

mia es<strong>per</strong>ienza, ho avuto modo di v<strong>ed</strong>ere altre <strong>per</strong>sone<br />

soddisfatte dei servizi offerti dalla sanità pubblica<br />

calabrese.<br />

Tutto ha inizio nel mese di Dicembre 2005, con un banale<br />

mal di gola che mi causava una accentuata rauc<strong>ed</strong>ine.<br />

Dopo un mese circa, mi sono comparsi dei<br />

rigonfiamenti rotondeggianti sul cuoio capelluto con fuoriuscita<br />

di un liquido verdognolo maleodorante.<br />

Allarmatomi da queste manifestazioni, mi sono sottoposto<br />

a visita specialistica presso l’Orl e Dermatologi,<br />

sia in strutture private che Pubbliche.<br />

Puntualmente mi veniva prescritta una terapia da seguire<br />

a casa, spesso a base di antibiotici, ma tutte le volte<br />

non facevo altro che registrare soltanto un lieve miglioramento<br />

che durava due o tre giorni, <strong>per</strong> poi ritornare a<br />

soffrire terrib<strong>il</strong>mente i sintomi della malattia.<br />

Per ben due volte sono stato costretto a recarmi al pronto<br />

soccorso dell’osp<strong>ed</strong>ale e anche in queste occasioni,<br />

mi venivano somministrati dei farmaci e venivo dimesso.<br />

Questo calvario è durato fino al mese di Luglio quando,<br />

assieme ai miei figli e mia Moglie, abbiamo deciso di<br />

ritornare al mio paese natio, Cittanova, <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo di<br />

ferie.<br />

Mi trovavo in una condizione veramente disastrosa, avevo<br />

<strong>per</strong>so 20 ch<strong>il</strong>i di peso corporeo e non riuscivo a<br />

deglutire a causa delle <strong>numero</strong>se ulcere che continuavano<br />

ad essere presenti sia sul palato che in gola la notte era<br />

un inferno e <strong>il</strong> sonno era diventato un ricordo molto lontano.<br />

Dietro consiglio del M<strong>ed</strong>ico di famiglia dei miei fam<strong>il</strong>iari,<br />

la Dr.ssa Caterina Iamundo, mi sono rivolto ad un<br />

M<strong>ed</strong>ico specialista in dermatologia, <strong>il</strong> Dr. Giuseppe<br />

Ribuffo, che lavora presso l’Osp<strong>ed</strong>ale di Polistena.<br />

Sin dal primo momento è riuscito ad inquadrare la malattia<br />

e senza alcun ombra di dubbio mi ha detto che si<br />

trattava di una patologia autoimmune denominata<br />

“Pemfigo Vulgaris”; una grave malattia che richi<strong>ed</strong>eva<br />

una lunga cura (almeno sei mesi), con una terapia<br />

farmacologia associata a una forte dose di cortisone.<br />

Ho iniziato la cura con quattro flebo giornaliere <strong>per</strong><br />

combattere lo stato di disidratazione in cui mi trovavo e,<br />

Vincenzo Scionti<br />

(Il Quotidiano)<br />

giorno dopo giorno ho ritrovato la voglia di vivere.<br />

Mi sentivo rinascere, incominciavo a deglutire e riuscivo<br />

<strong>per</strong>sino a consumare qualche pasto.<br />

Trascorsi i primi trenta giorni, seguito puntigliosamente<br />

dal Dr. Ribuffo, anche telefonicamente e in orari non usuali,<br />

ho ripreso a vivere in condizioni quasi normali.<br />

Oggi, continuo la cura a Genova, presso l’Istituto<br />

Dermatologico Universitario, dove hanno confermato la<br />

terapia che sto facendo ma, <strong>per</strong>sonalmente non finirò mai<br />

di ringraziare <strong>il</strong> Dr. Ribuffo che, nonostante i pochi mezzi<br />

a disposizione, è riuscito a salvarmi la vita facendomi<br />

rinascere <strong>per</strong> la seconda volta.<br />

Questo caso emblematico, a mio modo di v<strong>ed</strong>ere, dimostra<br />

che anche in Calabria lavorano professionisti seri<br />

e adeguatamente preparati che a volte lavorano in s<strong>il</strong>enzio<br />

e aspettano che qualche gestione attenta ai bisogni<br />

dei cittadini si accorga di loro e li valorizzi nella giusta<br />

misura, anche <strong>per</strong>ché i viaggi della s<strong>per</strong>anza dei meridionali,<br />

quasi sempre vengono gestiti <strong>ed</strong> affrontati da M<strong>ed</strong>ici<br />

meridionali che si sono affermati e vivono al nord Italia.<br />

S<strong>per</strong>o che <strong>il</strong> mio vissuto, possa essere ut<strong>il</strong>e a far capire<br />

che non è vero che solo al nord si risolvono i problemi di<br />

salute, nel mio caso, sono stato salvato in una stanzetta<br />

dell’Osp<strong>ed</strong>ale di Polistena da un professionista che ha<br />

dimostrato di su<strong>per</strong>are tutti quegli specialisti che in una<br />

città come Genova non sono riusciti a fare una diagnosi<br />

giusta.<br />

GLI EPISODI CHE<br />

ANDIAMO<br />

PUBBLICANDO DA<br />

TEMPO DIMOSTRANO<br />

CHE “BUONASANITA” E<br />

“MALASANITA” SONO<br />

OVUNQUE<br />

IN CALABRIA ESIMI<br />

PROFESSIONISTI<br />

LAVORANO NELL’OMBRA<br />

OTTENENDO<br />

RISULTATI ECCELSI !


Voci dal Sud 20 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

E’ la radio, la più amata !<br />

( Ansa )<br />

La radio e’ <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ia piu’ diffuso<br />

al mondo, ma anche quello a cui gli<br />

italiani sono piu’ legati e, in alcuni<br />

momenti della giornata, assume un<br />

ruolo particolare, come di notte: in<br />

m<strong>ed</strong>ia un Italiano su cinque rimane<br />

in ascolto fino a mezzanotte, ma anche<br />

a notte fonda <strong>il</strong> popolo degli<br />

ascoltatori é sintonizzato, con 5 m<strong>il</strong>ioni<br />

di ascoltatori che si registrano<br />

tra le 23 e le 3.<br />

Le ragioni di questo successo by<br />

night sono le emozioni e le sensazioni<br />

che la radio riesce a suscitare,<br />

soprattutto nelle ore notturne<br />

(57%).<br />

Intima (46%), in grado di trasmettere<br />

calore (41%), ma anche<br />

liberatoria e sensuale (35%): questi<br />

sono solo alcune delle emozioni che<br />

si associano alla radio notturna di<br />

cui sono e sono state protagoniste<br />

alcune delle voci piu’ amate dal pubblico<br />

<strong>ed</strong> entrate nel mito, come<br />

emerge da uno studio promosso dal<br />

Tivoli Radio Watch, osservatorio internazionale<br />

sul mondo della radio,<br />

sui suoi protagonisti e sugli ascoltatori.<br />

Lo studio, condotto in occasione<br />

del 100esimo anniversario della nascita<br />

dell’entertainment radiofonico,<br />

e’ stato realizzato in base all’analisi<br />

dei dati di ascolto della radio nelle<br />

fasce notturne e accompagnato da<br />

60 interviste a psicologi <strong>ed</strong> es<strong>per</strong>ti<br />

che hanno condotto 4 focus con<br />

uomini e donne che ascoltano abitualmente<br />

la radio. Ecco allora <strong>il</strong><br />

panorama degli appassionati della<br />

radio by night: in primo luogo i giovani<br />

adulti (tra i 18 e i 34 anni), le<br />

diverse reti si contendono l’attenzione<br />

di 2 m<strong>il</strong>ioni 600 m<strong>il</strong>a di loro.<br />

Al secondo posto tra gli<br />

affezionati ci sono gli adulti (dai 35<br />

ai 64 anni) che in m<strong>ed</strong>ia sono 1 m<strong>il</strong>ione<br />

400 m<strong>il</strong>a. Si tratta in prevalenza<br />

di un pubblico masch<strong>il</strong>e (circa<br />

3 m<strong>il</strong>ioni gli ascoltatori della radio<br />

notturna), anche se sono quasi<br />

2 m<strong>il</strong>ioni le donne che ascoltano la<br />

radio tra la mezzanotte e le 6 di<br />

mattina.<br />

Il successo si deve al fatto che la<br />

radio puo’ essere<br />

ascoltata in<br />

ogni luogo e<br />

mentre si sta<br />

facendo altro,<br />

(41%). In<br />

realta’ <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />

57% la chiave<br />

del successo va<br />

ricercata nelle<br />

emozioni e nelle<br />

sensazioni<br />

che riesce a suscitare.<br />

E di questo l’elemento fondamentale<br />

e’ la voce dei conduttori (53%),<br />

molto piu di musica (25%) o informazione<br />

(17%).<br />

Quello che emerge e lo stretto rapporto<br />

che si crea tra l’ascoltatore e<br />

la voce della radio di notte (61%).<br />

Tra gli elementi che emergono nel<br />

rapporto tra la radio notturna e<br />

l’ascoltatore, c’é <strong>il</strong> senso di intimita’<br />

(46%). Non solo, questo rapporto<br />

che si instaura con la voce crea un<br />

forte calore <strong>ed</strong> empatia (41%).<br />

L’assenza di immagini unito al potere<br />

evocativo della voce, poi, ne<br />

fa un vero e proprio strumento<br />

liberatorio (38%).<br />

Non a caso la radio riesce ad essere<br />

molto piu’ trasgressiva di qualsiasi<br />

altro m<strong>ed</strong>ia e sono in molti,<br />

<strong>per</strong> <strong>il</strong> 35% degli es<strong>per</strong>ti, a giudicarla<br />

sensuale, ma c’e anche chi la vive<br />

c o m e<br />

consolatoria<br />

(29%).<br />

Tutti elementi<br />

che si aggiungono<br />

a quelle che sono<br />

le caratteristiche<br />

che vengono normalmenteassociate<br />

alla radio,<br />

come la compagnia<br />

(48%), <strong>il</strong> divertimento<br />

(43%)<br />

e <strong>il</strong> relax (39%).


Voci dal Sud 21 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

ARSSA CESA N° 7 PIANA DI GIOIA TAURO ROSARNO<br />

Chiusura delle giornate<br />

micologiche<br />

Giffone –La Sagra del fungo di<br />

Giffone, ha chiuso i battenti con le iniziative<br />

d<strong>ed</strong>icate alla gastronomia.<br />

L’interessante due giorni d<strong>ed</strong>icata alla<br />

micologia, è stata prec<strong>ed</strong>uta sabato 21 ottobre,<br />

nell’Oratorio San Bartolomeo, da<br />

un convegno organizzato dall’Associazione<br />

Culturale e Micologica<br />

Giffonese, i cui lavori sono stati coordinati<br />

dal giornalista Umberto di St<strong>il</strong>o.<br />

Il convegno è stato a<strong>per</strong>to dal Sindaco<br />

di Giffone e Presidente dell’Associazione,<br />

Antonio Albanese, che ha salutato e<br />

ringraziato i presenti <strong>per</strong> la partecipazione.<br />

Per l’Università M<strong>ed</strong>iterranea di Reggio<br />

Calabria sono intervenuti <strong>il</strong> Prof. Giuseppe<br />

Bombino del Dipartimento di<br />

Scienze e Tecnologie Agroforestali e<br />

Ambientali <strong>ed</strong> <strong>il</strong> Prof. Giuliano<br />

Menguzzato docente di Selvicultura, che<br />

hanno <strong>il</strong>lustrato un programma di miglioramento<br />

microambientale <strong>per</strong> aumentare la produzione<br />

micologica.<br />

Il micologo Dr. Vittorio Capocasale <strong>ed</strong> Eugenio<br />

Porcelli vicepresidente della Conf<strong>ed</strong>erazione<br />

Micologica Calabrese, hanno parlato di tossicologia<br />

e più in dettaglio degli aspetti tossicologici ancora<br />

poco studiati, quali l’avvelenamento da accumulo.<br />

La direttrice didattica, Dr.ssa Concetta Manduci,<br />

ha posto l’attenzione su scuola e valorizzazione del<br />

territorio.<br />

Nel suo intervento <strong>il</strong> geologo Prof. Giuseppe<br />

Mandaglio ha fatto <strong>il</strong> punto sullo “stato dell’arte”<br />

della “Sagra di Giffone” a quindici anni dal suo<br />

esordio, dal tanto già intrapreso alle prospettive future.<br />

Il Dott. Antonino T<strong>ed</strong>esco responsab<strong>il</strong>e del SIAN<br />

A.S. 10 di Palmi ha <strong>il</strong>lustrato le tecniche che ogni<br />

buon raccoglitore di funghi deve seguire.<br />

La Dr.ssa Pia Rispoli, divulgatore agricolo<br />

dell’ARSSA, ha infine esposto i progetti avviati <strong>per</strong><br />

la valorizzazione commerciale dei funghi di Giffone.<br />

Durante la giornata, è stata presentata la fiaba<br />

Rosario Franco<br />

“La leggenda dei funghi colorati”, con l’intervento<br />

dell’autrice Perla Panetta e della giornalista Isabella<br />

Lo Schiavo e sono stati premiati gli alunni<br />

vincitori del concorso: “I funghi velenosi: imparare<br />

a riconoscerli <strong>per</strong> evitare di consumarli”.<br />

Il convegno, a cui hanno partecipato <strong>numero</strong>se<br />

<strong>per</strong>sonalità del mondo politico e culturale, si è concluso<br />

con l’intervento della Dr.ssa Marcella Palermo,<br />

dell’Ispettorato micologico A.S. 10 di Palmi e<br />

socia dell’Ass. Cult. e Mic. Giffonese, che ha trattato<br />

<strong>il</strong> tema della tossicità dei funghi spontanei <strong>ed</strong><br />

ha auspicato una maggiore sinergia tra gli o<strong>per</strong>atori<br />

pubblici e privati, <strong>per</strong> meglio individuare strategie<br />

volte allo sv<strong>il</strong>uppo integrato del territorio.<br />

Molte sono state le iniziative a cornice dell’attività<br />

convegnistica.<br />

Le scuole giffonesi hanno allietato la giornata con<br />

musiche e poesie.<br />

Sono state offerte le specialità gastronomiche a<br />

base di funghi preparate dalla Scuola Alberghiera di<br />

Polistena tra musiche e coreografie offerte dal gruppo<br />

folcloristico locale.


Voci dal Sud 22 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Anche in Calabria arriva <strong>il</strong><br />

“satanismo”!<br />

Denuncia del Vescovo contro le sette sataniche<br />

COSENZA – Diaboliche sette.<br />

L’arcivescovo Salvatore Nunnari<br />

non riesce a celare le sue preoccupazioni.<br />

Osserva la sala affollata di giornalisti,<br />

prende la parola, ringrazia i carabinieri<br />

<strong>per</strong> quanto fatto, ma appare<br />

turbato.<br />

L’o<strong>per</strong>azione che ha restituito alla<br />

chiesa calabrese i “bambinelli” rubati<br />

ad agosto gli ha ridato fiducia e<br />

s<strong>per</strong>anza ma, purtroppo, all’orizzonte,<br />

si prof<strong>il</strong>a un ben più inquietante<br />

problema.<br />

Dietro l’apparente paciosità della<br />

provincia cosentina, cresce, infatti,<br />

strisciante e <strong>per</strong>icoloso, un altro oscuro<br />

fenomeno: <strong>il</strong> satanismo.<br />

L’alto Prelato ne accenna nel suo<br />

discorso facendo riferimento alla celebrazione<br />

di messe nere e al furto di<br />

ostie consacrate.<br />

Poi si stoppa. Volutamente. Il tema<br />

è delicato.<br />

Dopo la conferenza stampa, <strong>per</strong>ò,<br />

chiarisce alla Gazzetta le ragioni delle<br />

sue preoccupazioni.<br />

«Il furto dei “bambinelli – afferma<br />

mons. Salvatore Nunnari – è o<strong>per</strong>a<br />

di ladri che hanno agito su commissione.<br />

Ladri ben individuati dai carabinieri.<br />

Io, in questo momento, sono seriamente<br />

preoccupato da gravi episodi<br />

ancora più inquietanti dei furti<br />

sacr<strong>il</strong>eghi.<br />

Mi riferisco a vicende che si sono<br />

registrate a Cosenza e nel Paolano.<br />

Vicende che ci confermano l’esistenza<br />

di scenari fino a pochi mesi<br />

addietro solo ipotizzati».<br />

Di che si tratta?<br />

«Mi riferisco al satanismo che<br />

sembra aver preso pi<strong>ed</strong>e in terra<br />

calabria.<br />

Il ripetuto furto di ostie è <strong>il</strong> primo<br />

segnale che abbiamo registrato.<br />

Alla sacr<strong>il</strong>ega profanazione<br />

dell’Eucarestia sono purtroppo se-<br />

Arcangelo Badolati<br />

(Gazzetta del Sud)<br />

guiti altri fatti ancora più preoccupanti».<br />

Per esempio?<br />

«Abbiamo trovato delle strane<br />

tracce nelle cappelle di due diversi<br />

cimiteri, riferib<strong>il</strong>i alla celebrazione<br />

di messe nere.<br />

Tracce accompagnate da atti<br />

vandalici compiuti contro arr<strong>ed</strong>i sacri.<br />

Non mi faccia dire altro».<br />

Avete raccolto testimonianze dirette<br />

di gente coinvolta in riti diabolici?<br />

«Ho avuto, non nel segreto della<br />

confessione, testimonianza diretta<br />

del fenomeno da <strong>per</strong>sona affidab<strong>il</strong>e,<br />

seria e cr<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>e.<br />

È accaduto proprio nei giorni<br />

scorsi».<br />

L’Arcivescovo non aggiunge altro.<br />

Mons. Salvatore Nunnari è un uomo<br />

abituato al s<strong>il</strong>enzio e alla preghiera.<br />

Il fatto che abbia deciso di svelare<br />

pubblicamente le sue preoccupazioni<br />

lascia <strong>per</strong>ò intuire la vastità che <strong>il</strong> fenomeno<br />

del satanismo sta assumendo.<br />

Riti blasfemi<br />

e messe<br />

nere<br />

nei cimiteri<br />

Lo spettro del maligno. Incalzato e<br />

m<strong>ed</strong>iaticamente esorcizzato dall’arcivescovo<br />

Salvatore Nunnari. Il presule<br />

ha pubblicamente svelato l’esistenza<br />

di riti blasfemi compiuti all’interno<br />

di cappelle cimiteriali, riferendo pure<br />

d’aver <strong>per</strong>sonalmente raccolto la testimonianza<br />

di un uomo che fornirebbe<br />

un inquietante quadro sull’oscuro<br />

mondo delle sette. Quando un religioso<br />

della statura di mons. Nunnari decide<br />

di rom<strong>per</strong>e <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio su un tema<br />

così delicato, significa che <strong>il</strong> fenomeno<br />

del satanismo ha ormai assunto<br />

dimensioni preoccupanti. Furti<br />

sacr<strong>il</strong>eghi, tombe profanate, tracce di<br />

messe nere, strane processioni<br />

d’incappucciati che evocano sabba<br />

notturni, scritte inneggianti al demonio<br />

sulla su<strong>per</strong>strada s<strong>il</strong>ana: l’ombra<br />

del Male sembra in effetti allungarsi<br />

sinistramente da un capo all’altro del<br />

Cosentino. Gli ultimi gravi episodi<br />

sono avvenuti a Paola e Crosia dove<br />

sono state rubate, nottetempo, nell’agosto<br />

scorso, le ostie consacrate<br />

custodite in due diverse chiese. Quattro<br />

mesi prima a Trenta, nella Pres<strong>il</strong>a,<br />

qualcuno aveva fatto un’analoga irruzione<br />

in una struttura religiosa rubando<br />

le pissidi con le ostie e bevendo,<br />

in segno di spregio, <strong>il</strong> vino usato <strong>per</strong><br />

celebrare la Eucarestia. Una parrocchia<br />

di San Giovanni in Fiore, lo scorso<br />

anno, ha invece affisso nella<br />

bacheca un <strong>numero</strong> verde “antisetta”<br />

(800. 228.866) dopo che nella città<br />

s<strong>il</strong>ana s’erano verificati preoccupanti<br />

episodi. Nella nostra provincia <strong>il</strong> fenomeno<br />

del satanismo appare dunque<br />

più diffuso di quanto si possa immaginare.<br />

È tuttavia possib<strong>il</strong>e tentare di<br />

ricostruire una mappa della presenza<br />

degli adoratori del principe delle tenebre<br />

solo esaminando le<br />

segnalazioni di casi “sospetti” che si<br />

sono verificati negli ultimi anni. Partiamo<br />

proprio dal capoluogo bruzio.<br />

Nell’apr<strong>il</strong>e del 1999 venne compiuto<br />

un atto sacr<strong>il</strong>ego in danno di una chiesa<br />

di Cosenza. Qualcuno, dopo essersi<br />

introdotto in pieno giorno nella<br />

parrocchia di San Pietro e Paolo in<br />

via XXIV maggio, pose in essere, <strong>per</strong><br />

la terza volta in pochi mesi, un gesto<br />

blasfemo. Bruciando la tovaglia dell’altare<br />

e un libro di scritture sacre. A<br />

metà degli anni ’90, invece, tracce di<br />

messe nere vennero trovate in un vecchio<br />

<strong>ed</strong>ificio di Cerisano, ai pi<strong>ed</strong>i di<br />

Monte Cocuzzo, nelle campagne di<br />

Montalto Uffugo, a Pianette di Rovito<br />

continua pagina successiva


Voci dal Sud 23<br />

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Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

e a Bonifati. Nella primavera del 2003 gliato dai latrati del suo cane: «Sem-<br />

atti vandalici di indubbia interpretabrava una processione», raccontò <strong>il</strong><br />

zione, furono invece compiuti in una testimone, «portavano dei lumini ac-<br />

necropoli di Terranova da Sibari. I diacesi e bestemmiando si dirigevano<br />

bolici vandali bruciarono corr<strong>ed</strong>i verso la cava dei “Galli”». Nelle set-<br />

funerari e resti umani. Ancor più gratimanesuccesve quanto accaduto, più o meno nello sive, lungo la<br />

stesso <strong>per</strong>iodo, a Cassano. Dove una su<strong>per</strong>strada<br />

cappella cimiteriale, risalente ai pri- 107, comparvemi<br />

dell’Ottocento, fu violata, le tomro croci rovebe<br />

profanate e le ossa degli scheletri sciate color<br />

disseppellite e buttate alla rinfusa tra porpora e sim-<br />

le lapidi. Con lo scempio aggiuntivo b o l i<br />

dei teschi co<strong>per</strong>ti da escrementi. Il 14 alfanumerici<br />

apr<strong>il</strong>e del ’99, sempre a Cassano, re- inneggianti al<br />

sti umani vennero rinvenuti dentro una demonio. Sul<br />

busta di plastica, in località “Madon- satanismo è<br />

na delle Grazie”. Vicino, tracce evi- tornata a condenti<br />

di un falò. Nell’ultimo anno centrars<strong>il</strong>’at- sono giunte segnalazioni inquietanti tenzion<strong>ed</strong>el- da tre zone della provincia: l’opinionepub- Castrov<strong>il</strong>lari, Belv<strong>ed</strong>ere Marittimo e blica regionale<br />

San Giovanni in Fiore. Partiamo dal- dopo la strage<br />

l’area del Pollino dove <strong>il</strong> ritrovamen- di Caraffa coto<br />

di resti umani, nel corso d’un instata la vita, nei<br />

tervento <strong>per</strong> lo spegnimento d’un in- mesi scorsi, a<br />

cendio boschivo, <strong>il</strong> 25 agosto 2004, un infermiere,<br />

in contrada “Calcinaia”, nel comune alla moglie <strong>ed</strong><br />

di Morano Calabro, ha spinto gli stessi ai suoi due fi-<br />

inquirenti a ritenere concreta la posgli. L’autore del<br />

sib<strong>il</strong>ità della presenza d’una congre- quadruplice<br />

ga di satanisti. Un’ipotesi corrobora- omicidio è stata<br />

dalla mancata identificazione del to trovato in<br />

cadavere, orrendamente mut<strong>il</strong>ato, e da possesso di un<br />

altri episodi che nell’arco di pochis- “contratto” stisimo<br />

tempo hanno mirato la quiete pulato col dia-<br />

delle popolazioni di quella zona. volo. Un “pat-<br />

Qualche mese prima, infatti, erano to” con<br />

stati ritrovati, all’interno d’una Belzebù siglato<br />

chiesetta sconsacrata di Saracena, in uno zoppi-<br />

tracce di sacrifici animali e di riti in cante italiano e<br />

onore del principe del male. La ma- ricavato probagistratura<br />

di Paola ha, invece, a<strong>per</strong>to b<strong>il</strong>mente da un<br />

un fascicolo dopo <strong>il</strong> furto della sito Internet. Al<br />

pisside contenente ostie consacrate, di là del valore<br />

avvenuto nell’autunno 2004 all’inter- del documento,<br />

no della chiesetta del Rosario a Bel- la vicenda ha riv<strong>ed</strong>ere<br />

Marittimo. Un fatto che era portato alla<br />

stato anticipato da un’altra inquietan- memoria colte<br />

sco<strong>per</strong>ta avvenuta a Cirella dove riti lettiva <strong>il</strong> rito<br />

satanici e messe nere, sarebbero sta- esercistico<br />

te prec<strong>ed</strong>ute da profanazione di cimi- casareccio duteri<br />

e trafugamento di tombe. A San rante <strong>il</strong> quale, a<br />

Giovanni in Fiore, <strong>il</strong> satanismo è di- metà degli anni<br />

ventato un “caso” esploso prepoten- ’90, venne uccisa una neonata a<br />

temente nell’estate di due anni addie- Polistena e l’omicidio di un<br />

tro col furto di ostie consacrate dalla ventottenne compiuto a San Pietro di<br />

chiesa dei frati Cappuccini. Qualche Amantea da una setta pseudo religio-<br />

tempo dopo, di notte, un gruppo sa nel 1988. Fati terrib<strong>il</strong>i definiti<br />

d’incappucciati venne intercettato,<br />

quasi <strong>per</strong> caso, da un allevatore sve-<br />

giudiziariamente.


Voci dal Sud 24 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Hemingway: Foschi i suoi<br />

trascorsi di guerra?<br />

Un libro t<strong>ed</strong>esco rivela presunti crimini o<strong>per</strong>ati dall’uomo di cultura<br />

e getta l’ ombra del dubbio<br />

Ernest Hemingway si<br />

sarebbe macchiato di<br />

crimini di guerra durante<br />

la Seconda Guerra<br />

Mondiale, uccidendo<br />

122 prigionieri t<strong>ed</strong>eschi.<br />

La rivelazione è contenuta<br />

in un libro scritto<br />

da un giornalista del<br />

settimanale «Focus»,<br />

Rainer Schmitz, di cui <strong>il</strong><br />

quotidiano «B<strong>il</strong>d» ha<br />

pubblicato alcuni estratti.<br />

Nel libro («Che ne è<br />

stato del teschio di<br />

Sch<strong>il</strong>ler? Tutto ciò che<br />

non sapete sulla letteratura»)<br />

<strong>il</strong> giornalista rivela <strong>il</strong> contenuto di alcune<br />

lettere scritte da Hemingway, tra cui quella inviata<br />

<strong>il</strong> 27 agosto 1947 al suo <strong>ed</strong>itore Charles<br />

Scribner, in cui raccontava le sue es<strong>per</strong>ienze di<br />

guerra. In essa l’autore de «Il vecchio e <strong>il</strong> mare»<br />

scrive: «Una volta ho fatto fuori un crucco delle<br />

SS particolarmente insolente. Quando gli dissi<br />

che lo avrei ammazzato, <strong>il</strong> tizio rispose: “Non mi<br />

ucciderai, <strong>per</strong>ché hai paura e <strong>per</strong>ché appartieni<br />

ad una razza degenerata di bastardi. Inoltre ciò è<br />

contrario alla convenzione di Ginevra”.<br />

“Ti sbagli, fratello, gli risposi, e gli sparai rapidamente<br />

tre colpi al ventre, poi quando cadde<br />

sulle ginocchia gli sparai in testa. Il cervello gli<br />

è uscì dalla bocca o dal naso, cr<strong>ed</strong>o”.<br />

«Oltre ad aver incarnato <strong>il</strong> prototipo del<br />

macho», commenta la «B<strong>il</strong>d», «Hemingway è stato<br />

anche un v<strong>il</strong>e k<strong>il</strong>ler, che in guerra ha abbattuto<br />

dei soldati indifesi?».<br />

In un altro passaggio del libro viene citata la<br />

lettera che Hemingway scrisse <strong>il</strong> 2 giugno 1950<br />

da Arthur Mizener, professore universitario di<br />

di Guido Zeiss<br />

(Gazzetta del Sud)<br />

letteratura americana<br />

della Cornell<br />

University, nello Stato<br />

di New York, in cui<br />

affermò di aver ucciso<br />

122 t<strong>ed</strong>eschi.<br />

Lo scrittore americano,<br />

vincitore di un<br />

premio Nobel raccontò<br />

che uno di questi<br />

aveva tentato di fuggire<br />

in bicicletta <strong>ed</strong> aveva<br />

non più di 17 anni,<br />

«quasi l’età di mio figlio<br />

Patrick», nato nel<br />

1928. Il giovanissimo<br />

t<strong>ed</strong>esco fu colpito alle<br />

spalle da un proiett<strong>il</strong>e<br />

calibro 30, sparato<br />

con <strong>il</strong> fuc<strong>il</strong>e di ordinanza M1 delle truppe americane.<br />

Anche in una lettera dal fronte alla sua futura<br />

moglie, Mary Welsh, Hemingway raccontò che<br />

«qui è tutto molto carino e divertente, molti morti,<br />

bottino t<strong>ed</strong>esco, molte sparatorie e un sacco di<br />

battaglie».<br />

Il fatto che nessun testimone delle esecuzioni<br />

di cui lo scrittore si attribuì la paternità si sia<br />

mai fatto vivo, fa chi<strong>ed</strong>ere al giornale se<br />

«Hemingway voleva solo fare lo smargiasso o<br />

se è stato davvero un k<strong>il</strong>ler, come egli stesso si<br />

descrive».<br />

Durante le o<strong>per</strong>azioni della Seconda Guerra<br />

Mondiale Ernest Hemingway fu al seguito di una<br />

divisione di fanteria americana con <strong>il</strong> grado di<br />

ufficiale e lavorò <strong>per</strong> <strong>il</strong> servizio segreto americano<br />

Oss, dal quale sarebbe poi nata la Cia.<br />

Lo scrittore, che tra le altre cose era un grande<br />

cacciatore e collezionista di armi, si tolse la vita<br />

<strong>il</strong> 2 luglio 1961 sparandosi con un fuc<strong>il</strong>e da caccia<br />

della sua casa di Ketschum, nell’Idaho.


Voci dal Sud 25 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

A r c h e o l o g i a<br />

Programmi e prospettive <strong>per</strong> i beni culturali<br />

<strong>ed</strong> archeologici del comune di Rosarno<br />

È convinto che “…solo conoscendo<br />

e rispettando <strong>il</strong> passato si può meglio<br />

programmare <strong>il</strong> futuro…”, l’assessore<br />

alla cultura del Comune di Rosarno<br />

Cosimo Ferrarini.<br />

Questa premessa induce a d<strong>ed</strong>icare<br />

una particolare attenzione alla nostra<br />

storia <strong>ed</strong> alle testimonianze del nostro passato, <strong>ed</strong><br />

è ciò che la giovane amministrazione Martelli intende<br />

fare, così come ci ha confermato l’assessore<br />

Ferrarini in una recente intervista durante la<br />

quale ha fatto <strong>il</strong> punto sui programmi della Giunta<br />

Comunale nell’ambito dei beni archeologici e culturali.<br />

L’intenzione è quella di ampliare l’offerta culturale<br />

e di continuare, valorizzare <strong>ed</strong> incrementare i<br />

progetti della prec<strong>ed</strong>ente amministrazione in ordine,<br />

non solo alla conservazione, ma anche alla promozione<br />

del patrimonio culturale rosarnese, con<br />

specifico riferimento al parco archeologico, al<br />

museo di M<strong>ed</strong>ma, al <strong>per</strong>corso della memoria <strong>ed</strong><br />

alla scuola di specializzazione.<br />

In particolare, riguardo al museo di M<strong>ed</strong>ma, l’assessore<br />

ha reso noto che di recente è stato fatto <strong>il</strong><br />

punto della situazione tra <strong>il</strong> vice sindaco di Rosarno,<br />

Gaetano Rao, l’assessore provinciale alla cultura<br />

Larosa <strong>ed</strong> i rappresentanti della ditta che ha ultimato<br />

i lavori di sistemazione dei locali.<br />

Si attende a breve la comunicazione della Soprintendenza<br />

archeologica di Reggio Calabria<br />

<strong>per</strong> l’a<strong>per</strong>tura del museo, che ospiterà anche gli uffici<br />

dei dipendenti locali della stessa Soprintendenza,<br />

in atto sistemati in una s<strong>ed</strong>e d’emergenza.<br />

Abbiamo appreso inoltre che è intenzione dell’amministrazione<br />

istituire una sezione del museo<br />

d<strong>ed</strong>icata all’arte nella preistoria, l’allestimento, che<br />

prev<strong>ed</strong>e anche la ricostruzione di un v<strong>il</strong>laggio primitivo,<br />

sarà curato dal rosarnese Lino Licari, guida<br />

del C.A.I. <strong>ed</strong> appassionato di preistoria.<br />

Sta proc<strong>ed</strong>endo altresì <strong>il</strong> programma di lavori <strong>per</strong><br />

la sistemazione del parco archeologico; è stato infatti<br />

di recente approvato, su proposta del competente<br />

assessorato (LL. PP.), <strong>il</strong> preliminare di progetto<br />

<strong>per</strong> la realizzazione, con i fondi PIT, della<br />

recinzione e dell’impianto di videosorveglianza.<br />

È questo, a nostro avviso, un passo importante<br />

Incontro con l’assessore Cosimo Ferrarini<br />

gianluca sapio<br />

L’assessore alla Cultura del Comune di Rosarno,<br />

Cosimo Ferrarini<br />

che consentirà di tutelare meglio <strong>il</strong> territorio del parco<br />

e gli immob<strong>il</strong>i in esso ospitati, sottraendoli agli<br />

atti vandalici che, purtroppo, anche di recente si<br />

sono verificati.<br />

Altro progetto importante che qualifica culturalmente<br />

l’intera città di Rosarno è quello, già intrapreso<br />

e portato avanti dalle due prec<strong>ed</strong>enti amministrazioni,<br />

che riguarda l’istituzione della Scuola<br />

di Specializzazione in archeologia.<br />

Di recente sono stati ultimati i lavori nei locali<br />

che ospiteranno la scuola e quanto prima l’Amministrazione<br />

Comunale promuoverà una conferenza<br />

di servizio, alla quale prenderanno parte, l’Università<br />

M<strong>ed</strong>iterranea di Reggio Calabria, l’Amministrazione<br />

Provinciale e la Soprintendenza<br />

<strong>per</strong> i Beni Archeologici, <strong>per</strong> definire le modalità<br />

<strong>ed</strong> i tempi di a<strong>per</strong>tura della Scuola.<br />

La realizzazione di tutti i progetti in ordine ai Beni<br />

Culturali ha, secondo l’assessore Ferrarini, “…come<br />

obbiettivo la crescita armonica della città e presuppone<br />

rapporti di stretta e proficua collaborazione<br />

con la Soprintendenza <strong>per</strong> i Beni<br />

Archeologici”.<br />

Le premesse appaiono soddisfacenti, ma certo<br />

rimane molto cammino da <strong>per</strong>correre <strong>per</strong> “…promuovere<br />

– conclude l’Assessore – la crescita culturale<br />

di Rosarno e cercare una giusta sintesi fra<br />

conservazione e sv<strong>il</strong>uppo”.


Voci dal Sud 26 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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I siti archeologici di Oppido Mamertina<br />

e le loro grandi potenzialità<br />

In una conferenza recentemente tenutasi nel comune pianigiano<br />

<strong>il</strong>lustrate le nuove sco<strong>per</strong>te archeologiche e la nascita della<br />

“Conf<strong>ed</strong>erazione dei Comuni Italici”.<br />

Quello che in questi ultimi anni è stato esplorato<br />

sotto gli ulivi delle contrade di Torre<br />

C<strong>il</strong>lea e di Torre Inferrata nel comune di<br />

Oppido Mamertina (RC) è un notevole patrimonio<br />

non solo archeologico, ma anche ambientale<br />

<strong>ed</strong> antropologico; questo è indubbiamente<br />

<strong>il</strong> dato più significativo emerso dalla<br />

conferenza tenutasi <strong>il</strong> 5 ottobre scorso nel palazzo<br />

Gr<strong>il</strong>lo di Oppido Mamertina, nella quale,<br />

alla presenza di <strong>numero</strong>se autorità, sono<br />

stati presentati i risultati delle ultime campagne<br />

di scavo effettuate sul territorio dagli<br />

archeologi della Scuola di Specializzazione<br />

dell’ Università di Matera.<br />

Hanno preso parte alla conferenza <strong>il</strong> sindaco<br />

di Oppido dott. G. Rugolo; l’archeologa<br />

della Soprintendenza <strong>per</strong> i Beni<br />

Archeologici nonché responsab<strong>il</strong>e di zona R.<br />

Agostino; l’archeologa M. Sica direttore degli<br />

scavi e docente presso la Scuola di<br />

Specializzazione di Matera, alla quale è spettato<br />

<strong>il</strong> compito di <strong>il</strong>lustrare le recenti sco<strong>per</strong>te<br />

e l’assessore provinciale ai Beni Culturali<br />

dott. A. Larosa. Non è invece potuto<br />

intervenire, a causa di altri impegni <strong>il</strong> soprintendente<br />

regionale P.G. Guzzo.<br />

La conferenza di Oppido è stata anche l’occasione<br />

<strong>per</strong> <strong>il</strong>lustrare ai cittadini <strong>ed</strong> alla stampa<br />

una nuova iniziativa intrapresa dai comuni<br />

di Oppido Mamertina e Palmi, <strong>per</strong> la provincia<br />

di Reggio Calabria e di quelli di Tortora<br />

e di Santa Maria del C<strong>ed</strong>ro <strong>per</strong> la provincia<br />

di Cosenza, ossia la costituzione di una “Conf<strong>ed</strong>erazione<br />

dei Comuni Italici” volta alla<br />

risco<strong>per</strong>ta <strong>ed</strong> alla valorizzazione del patrimonio<br />

culturale <strong>ed</strong> archeologico, a questo proposito<br />

erano presenti in sala anche i sindaci<br />

di Palmi e di S. Maria del C<strong>ed</strong>ro.<br />

“Noi riteniamo che l’archeologia possa essere<br />

<strong>il</strong> nostro futuro <strong>ed</strong> assieme ad essa si possano<br />

pianificare nuovi e significativi progetti<br />

assieme agli altri comuni della Conf<strong>ed</strong>erazio-<br />

gianluca sapio<br />

ne…”, queste la parole del sindaco di Oppido,<br />

che nel suo intervento ha anche reso noto che<br />

la locale Amministrazione del comune reggino<br />

sta <strong>per</strong> realizzare, m<strong>ed</strong>iante i fondi APQ, un<br />

primo parco archeologico in c.da Mella.<br />

Riguardo alla nascita di una Conf<strong>ed</strong>erazione<br />

di comuni italici si è espressa favorevolmente<br />

anche l’archeologa della Soprintendenza<br />

e responsab<strong>il</strong>e di zona R.Agostino: “Dalla<br />

stretta vicinanza culturale con l’area lucana<br />

gravitante attorno al bacino del fiume Lao è<br />

nata l’idea della Conf<strong>ed</strong>erazione, <strong>per</strong> noi è un<br />

ottima prospettiva avere la possib<strong>il</strong>ità di studiare<br />

assieme l’area Lucana e quella Brettia<br />

su<strong>per</strong>ando suddivisioni ormai vecchie... importante<br />

poi - sottolinea ancora la Agostino -<br />

è che <strong>il</strong> pubblico v<strong>ed</strong>a qualcosa di concreto e<br />

che si senta sul territorio la presenza politica”.<br />

Protagonisti della serata sono stati comunque<br />

i siti fino ad oggi esplorati nel comune di<br />

Oppido, nelle contrade di Torre C<strong>il</strong>lea, Torre<br />

Inferrata e Castellace ; in particolare quest’ultima<br />

ha restituito nuovi dati riferib<strong>il</strong>i al V sec.<br />

a.C. su un area di indigeni italici circondati<br />

dalla presenza greca (i locresi verso N <strong>ed</strong> E<br />

<strong>ed</strong> i reggini a S); è stato possib<strong>il</strong>e raccogliere


Voci dal Sud 27 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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in questi anni di scavi nuovi dati sulla viab<strong>il</strong>ità,<br />

sull’urbanistica, sulla toponomastica e la<br />

lingua (ritrovamento di bolli Brettii) ma anche<br />

sullo studio del sostrato naturale e culturale<br />

(archeo etnologia). “Il patrimonio a disposizione<br />

è notevolissimo anche sotto l’aspetto<br />

etnologico e naturale”, questo<br />

è stato uno dei motivi principali<br />

sottolineati da<br />

R.Agostino <strong>per</strong> cui i siti di<br />

Oppido rivestono grande interesse<br />

<strong>ed</strong> a tale proposito è stata<br />

preannunciata un’imminente<br />

pubblicazione, curata dalle archeologhe<br />

M.Sica e R.<br />

Agostino, che riguarderà in<br />

specifico i nuovi ritrovamenti da loc.<br />

Castellace, c.da Mella e loc. Palazzo.<br />

I siti scavati quest’anno si trovano in un’area<br />

a ramificazione molto stretta di corsi d’acqua,<br />

nei pressi di uno dei mitici “sette fiumi”<br />

ricordati dalle fonti antiche (forse <strong>il</strong> Pecoli),<br />

si è trattato, come sottolineato dall’archeologa<br />

M. Sica, di “…una delle rare occasioni in<br />

cui è stato possib<strong>il</strong>e esplorare un sito di abitato,<br />

una necropoli <strong>ed</strong> un santuario fra loro<br />

connessi” – ha ancora sottolineato la Sica che<br />

– “Castellace (con i suoi siti) è importante<br />

<strong>per</strong>ché ha dimostrato una continuità di vita dal<br />

XII al III sec. a.C. e <strong>per</strong>mette di colmare le<br />

lacune cronologiche degli altri siti Brettii di<br />

Taureana e di c.da Mella”. Dalle ricerche a<br />

Castellace, nelle necropoli di torre Inferrata:<br />

è stato possib<strong>il</strong>e riportare in luce tra la ceramica<br />

arcaica soprattutto re<strong>per</strong>ti di provenienza<br />

egea (micenea), punte di lancia bronzee provenienti<br />

dall’Epiro; è stato possib<strong>il</strong>e ricostruire<br />

le tombe di IV sec. a C. che erano ipogee<br />

<strong>ed</strong> a camera costruita; <strong>ed</strong> è stato confermato<br />

che <strong>il</strong> santuario di “Eracle reggino”, nel quale<br />

in passato era stata ritrovata una lamina in<br />

bronzo iscritta di V sec. a.C., non venne <strong>ed</strong>ificato<br />

dai greci calcidesi di Reggio dal momento<br />

che, già da età alto arcaica, quest’area<br />

di Calabria a S del fiume Petrace non era greca.<br />

Nel sito di Torre C<strong>il</strong>lea erano invece stati<br />

ritrovati già in passato i resti di un abitato le<br />

cui strutture più antiche risalgono alla fine del<br />

VI sec. a.C., in particolare alcune porzioni di<br />

strutture e di canalizzazioni prospicienti una<br />

strada larga 6 m realizzata con un acciottolato<br />

accuratissimo battuto e legato solo con terra.<br />

Queste ultime strutture sono poi parzialmente<br />

co<strong>per</strong>te da altre strutture di un abitato del IV<br />

sec. a.C. del quale quest’anno è stato portato<br />

in luce anche un incrocio fra due arterie stradali.<br />

Tra i re<strong>per</strong>ti ritrovati oltre a<br />

<strong>numero</strong>sissimi frammenti di ceramica<br />

a vernice nera e di grossi<br />

recipienti (pithoi), uno dei<br />

quali decorato sulla spalla, di<br />

anfore, di pesi da telaio, sono<br />

stati ritrovati quest’anno <strong>numero</strong>si<br />

re<strong>per</strong>ti protostorici, fra cui<br />

frammenti di lamelle in selce<br />

rossa, che sono quasi certamente indice della<br />

presenza di un abitato di molto prec<strong>ed</strong>ente alle<br />

strutture fino ad oggi portate in luce.<br />

Numerose sono anche state le monete ritrovate<br />

nel sito, una in particolare ha suscitato<br />

l’attenzione degli studiosi dal momento che<br />

costituirebbe un vero e proprio unicum, si tratta<br />

di una moneta di V sec. a.C. recante sul<br />

rovescio le lettere ME e <strong>per</strong>tanto, secondo<br />

l’es<strong>per</strong>ta numismatica dell’Università di<br />

Matera G.Gargano, proveniente dalla città greca<br />

di M<strong>ed</strong>ma e valida solo <strong>per</strong> un brevissimo<br />

lasso di tempo.<br />

La grande quantità di nuovi ritrovamenti<br />

provenienti dai siti di Oppido ha notevolmente<br />

colpito anche l’assessore provinciale ai Beni<br />

Culturali A. Larosa che dopo aver confermato<br />

che “Le risorse di Oppido meritano anzitutto<br />

attenzione, sostegno e vicinanza” ha indicato<br />

la direzione verso la quale <strong>il</strong> suo assessorato<br />

intende o<strong>per</strong>are ricordando che “è<br />

più proficuo proc<strong>ed</strong>ere un passo <strong>per</strong> volta,<br />

tentare di far si che questo patrimonio archeologico<br />

diventi anzitutto un patrimonio di tutti….<br />

Il b<strong>il</strong>ancio della provincia – ha concluso<br />

l’assessore Larosa – è in grado di proc<strong>ed</strong>ere,<br />

con l’aus<strong>il</strong>io degli archeologi, con piccoli<br />

ma significativi interventi. È <strong>per</strong>tanto necessario<br />

fare squadra fra amministratori locali,<br />

Soprintendenza e Provincia, dal momento<br />

che è proprio in questa direzione che va<br />

l’idea della Conf<strong>ed</strong>erazione dei Comuni<br />

Italici”.


Voci dal Sud 28 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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Avvistato un “ufo”<br />

nella Valle dei Templi<br />

AGRIGENTO - Un’enorme palla di luce di<br />

diversi colori, <strong>per</strong> ore ferma in mezzo al cielo,<br />

ha suscitato la curiosità di un ristoratore<br />

agrigentino che, telecamera alla mano, la scorsa<br />

notte, ha f<strong>il</strong>mato le immagini dello strano oggetto<br />

avvistato nella zona della Valle dei Templi.<br />

Il video verrà trasmesso questa sera dall’emittente<br />

locale Televideo Agrigento che manderà<br />

in onda la singolare ripresa nell’<strong>ed</strong>izione del notiziario<br />

delle 20.<br />

“E’ un f<strong>il</strong>mato straordinario - commenta Antonio<br />

Vanadia, ambientalista appassionato di<br />

ufologia - <strong>ed</strong> a mio avviso siamo davanti a quello<br />

che gli studiosi classificano come incontro<br />

ravvicinato del I° tipo”.<br />

Tutto è cominciato intorno all’una.<br />

Il ristoratore, Gian Paolo Guarraci, era in auto<br />

con la moglie e tornava verso casa. E’ stata la<br />

donna a notare, <strong>per</strong> prima la strana luce. “Era un<br />

oggetto enorme - racconta Guarraci - e dal nucleo<br />

centrale si sprigionava un’aura circolare<br />

che cambiava colore: sembrava pulsare”.<br />

L’oggetto sarebbe rimasto fermo sempre nello<br />

stesso punto <strong>per</strong> circa due ore. Arrivato a casa <strong>il</strong><br />

ristoratore ha cominciato a riprenderne le immagini<br />

e questa mattina ha deciso di mostrarle agli<br />

o<strong>per</strong>atori di Tva. “Sono assolutamente certo -<br />

dice Vanadia - che non si tratti di un fulmine<br />

globulare: <strong>il</strong> cielo era assolutamente terso. Posso<br />

escludere anche che fosse un meteorite: la<br />

luce era immob<strong>il</strong>e mentre i meteoriti si muovono<br />

a fortissima velocità”.<br />

E l’immob<strong>il</strong>ità dell’oggetto induce l’ambientalista<br />

anche ad escludere che si sia trattato di un<br />

elicottero o di un aereo.<br />

“Dal nucleo - commenta - si sprigionava una<br />

luce di diversi colori: azzurra, violetta, rosa <strong>il</strong><br />

che ci imp<strong>ed</strong>isce di ritenere fosse una stella”.<br />

Il video, nei prossimi giorni, verrà visionato<br />

anche dagli es<strong>per</strong>ti sic<strong>il</strong>iani del Centro Ufologico<br />

non nuovi a sim<strong>il</strong>i es<strong>per</strong>ienze.<br />

“Solo nel 2005 - spiega Vito Di Stefano, rappresentante<br />

del Cun - gli avvistamenti sospetti<br />

( Gazzetta del Sud )<br />

in Sic<strong>il</strong>ia sono stati 30, tutti pubblicati e ben<br />

documentati sul notiziario specializzato dell’associazione”.<br />

Ed è stato proprio Di Stefano, nell’estate del<br />

2005, a esaminare un altro strano video, girato a<br />

Canicattì, sempre nella provincia di Agrigento.<br />

Un giovane o<strong>per</strong>atore di un’emittente privata,<br />

Europa Tv riprese un oggetto non identificato. “Lo<br />

abbiamo studiato <strong>per</strong> sei mesi - dice Di Stefano<br />

, matematico che collabora col Cun insieme ad<br />

astrofisici <strong>ed</strong> astronomi - e abbiamo escluso che<br />

si trattasse di un pianeta”.<br />

L’avvistamento fu seguito da un altro strano fenomeno.<br />

A Delia, centro della provincia di Caltanissetta<br />

che si trova a pochi ch<strong>il</strong>ometri da Canicattì, nottetempo,<br />

in un campo di grano, apparvero strani<br />

disegni circolari.<br />

“Crop circle”, li chiamano gli es<strong>per</strong>ti della<br />

materia: in Sic<strong>il</strong>ia finora non se ne erano mai visti.<br />

Uno sim<strong>il</strong>e era stato segnalato, sempre di notte,<br />

a maggio del 2005 in provincia di Lucca.<br />

Immagini delle figure circolari vennero inviate<br />

al Cun che raccomandò <strong>il</strong> proprietario del campo<br />

di non vendere <strong>il</strong> grano ricavato dalle spighe<br />

che si trovavano ai margini del cerchio. “In casi<br />

sim<strong>il</strong>i - dice Di Stefano - occorre essere molto<br />

attenti <strong>per</strong>ché i burloni e i mitomani sono più di<br />

quel che si sospetta”.


A g r i c o l t u r a<br />

Voci dal Sud 29 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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Piana di Rosarno - Gioia Tauro<br />

Il regno degli olivi<br />

piu’ grandi del mondo<br />

La Piana di Rosarno - Gioia<br />

Tauro che abbraccia sia <strong>il</strong> territorio<br />

degli omonimi comuni che<br />

quello di altri 32 Paesi, è fortemente<br />

caratterizzata dalla presenza<br />

della coltura dell’olivo,<br />

che in questo territorio cresce<br />

con enorme vigore soprattutto con le varietà<br />

locali, “Sinopolese” <strong>ed</strong><br />

“Ottobratica”, e segna in maniera<br />

inconfondib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> paesaggio rurale.<br />

Il 70% del territorio pari a circa 30.000<br />

ettari, con oltre 2.342.000 piante di olivo<br />

è interessato da questa attività produttiva<br />

e che incide profondamente sull’economia<br />

dell’intera zona.<br />

Qui l’olivicoltura rappresenta una sorta<br />

di “monumento ambientale” che molto contribuisce<br />

alla caratterizzazione e alla<br />

valorizzazione del territorio agrario circostante.<br />

Per la notevole importanza economica e<br />

sociale poss<strong>ed</strong>uta, la coltura dell’olivo è<br />

costantemente al centro dell’attenzione da<br />

parte degli olivicoltori, di politici, economisti<br />

e studiosi di scienze agronomiche,<br />

ambientali, sociali, antropologiche, geografiche,<br />

con la constatazione univoca che<br />

si è creato, nel corso dei secoli, in questo<br />

territorio, un sistema olivicolo che, <strong>per</strong> le<br />

caratteristiche morfologiche e ambientali<br />

non comuni, possiamo dire che è unico al<br />

mondo.<br />

Enormi pachidermi vegetali, con imponenti<br />

strutture arboree identificano <strong>il</strong> misterioso<br />

fascino dei luoghi.<br />

La maestosità degli alberi, con <strong>il</strong> verde<br />

argentato delle foglie e i grandi tronchi intrecciati<br />

che si coniugano in maniera indissolub<strong>il</strong>e<br />

alla morfologia del territorio<br />

dove, nel corso dei m<strong>il</strong>lenni le varietà di<br />

olivo si sono differenziate <strong>ed</strong> evolute, hanno<br />

spinto <strong>numero</strong>si studiosi ad occuparsi<br />

di questo sorprendente areale, crogiuolo<br />

di storia, cultura, arte, tradizioni che si<br />

fondono in un tutt’uno con l’ambiente in<br />

cui l’olivo si erge a protettore, diventando,<br />

geloso custode di secolari segreti.<br />

Non è possib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire con buona pre-<br />

Rosario Franco<br />

cisione l’origine del “bosco degli ulivi”,<br />

è fattib<strong>il</strong>e invece determinarne l’evoluzione<br />

subita nel corso del tempo, a seguito<br />

della quale oggi si ha nella Piana la presenza<br />

di due areali:<br />

- la bassa Piana, fino all’altezza di 320<br />

metri s.l.m.;<br />

- la parte collinare della Piana, fino ai<br />

bordi del Parco Nazionale<br />

dell’Aspromonte, a circa 600 metri di quota,<br />

dove gli olivi hanno un indubbio grande<br />

significato ambientale e storico su terreni<br />

terrazzati o in pendenza.<br />

In queste zone <strong>il</strong> paesaggio olivicolo ha<br />

un carattere <strong>per</strong> molti versi unico, che gli<br />

è conferito dalla eccezionale età delle<br />

piante e, insieme, dalla fittezza della co<strong>per</strong>tura<br />

vegetale; l’associazione di questi<br />

due fattori dà luogo a veri e propri boschi<br />

di ulivi, nei quali si riscontrano alberi con<br />

altezze imponenti (15-20 metri) e sezione<br />

al tronco di notevole su<strong>per</strong>ficie, estesa<br />

fino a 13 m 2 .<br />

Una delle massime espressioni della<br />

maestosità delle piante è possib<strong>il</strong>e trovarla<br />

nell’azienda Guerrisi, nel Comune di<br />

Cittanova qui, in questo luogo meraviglioso<br />

<strong>ed</strong> incantato, esiste una pianta che ha<br />

una ragguardevole circonferenza del tronco<br />

di ben 16 metri, e un’altezza della chioma<br />

che sfiora i 30 metri.<br />

Tutto <strong>il</strong> territorio si presenta come una<br />

grande estensione monocolturale <strong>ed</strong> è <strong>il</strong><br />

frutto di una lenta o<strong>per</strong>a di bonifica da<br />

parte dell’uomo, che nel tempo ha conquistato<br />

ad un’agricoltura produttiva un ter-


Voci dal Sud 30 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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ritorio inospitale.<br />

Olivi secolari, più o meno antichi, sono<br />

presenti in tutti i comuni della Piana, anche<br />

in quelli non spiccatamente olivicoli.<br />

Essi hanno resistito, grazie anche alla<br />

longevità della specie a molte delle calamità<br />

naturali che nel corso della storia<br />

si sono succ<strong>ed</strong>ute in questa zona.<br />

Per alcuni di questi oliveti la funzione<br />

dovrebbe essere complementare o alternativa<br />

alla funzione produttiva.<br />

E’ necessario avviare delle iniziative<br />

necessarie <strong>per</strong> la conservazione degli<br />

“olivi ultrasecolari” e del relativo paesaggio<br />

rurale, inserendoli possib<strong>il</strong>mente<br />

in un circolo virtuoso di sv<strong>il</strong>uppo, legato<br />

all’attivazione di tutte le componenti sociali,<br />

economiche e culturali che coinvolgono<br />

<strong>il</strong> sistema produttivo e culturale<br />

calabrese.<br />

Per queste piante è necessario studiare<br />

interventi tecnici tesi ad agevolare le o<strong>per</strong>azioni<br />

colturali <strong>ed</strong> a incrementare la produzione,<br />

salvaguardando l’integrità delle<br />

piante.<br />

Idonei sono anche gli interventi di restauro<br />

e messa in sicurezza degli alberi<br />

monumentali.<br />

Si dovrebbero sostenere le funzioni non<br />

produttive dell’olivicoltura da tutelare sostenendo<br />

e riconoscendo <strong>il</strong> ruolo degli<br />

agricoltori che con <strong>il</strong> loro lavoro, proteggono<br />

beni e valori che possono diventare<br />

di interesse collettivo.<br />

Per gli oliveti secolari della Piana di<br />

Rosarno-Gioia Tauro, è opportuno avviare<br />

una indagine sul territorio, una valutazione<br />

della loro diversità, tipicità, integrità,<br />

rarità fino a disporre di un inventario<br />

dei paesaggi attraverso <strong>il</strong> quale sia<br />

possib<strong>il</strong>e individuare quali devono essere<br />

conservati come “paesaggio museo”,<br />

testimonianze viventi della civ<strong>il</strong>tà<br />

olivicola calabrese, quali invece vanno<br />

guidati nella loro evoluzione tecnica mantenendo<br />

quella multifunzionalità produttiva,<br />

ambientale e culturale che è propria<br />

della loro storia e quali debbano essere<br />

riconvertiti.<br />

Il paesaggio olivicolo della Piana di<br />

Rosarno - Gioia Tauro, come elemento<br />

originale <strong>ed</strong> unico, può rappresentare <strong>per</strong><br />

gli olivicoltori un valore economico, basta<br />

sa<strong>per</strong>lo legare ad interessi commerciali,<br />

alle tradizioni locali e alle volontà<br />

politiche, situazioni indispensab<strong>il</strong>i <strong>per</strong><br />

costruire un futuro <strong>per</strong> questo patrimonio.


A g r i c o l t u r a<br />

Voci dal Sud 31 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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Nuovo business ai danni dell’ecosistema<br />

Tratta di ulivi secolari<br />

L’economia della Piana rischia di indebolirsi<br />

POLISTENA - Sembra sia ormai diventata<br />

una moda che serve ad abbellire le v<strong>il</strong>le<br />

del Nord Italia.<br />

Di cosa si tratta? Certamente di un nuovo<br />

business: la tratta degli alberi di ulivo secolari<br />

che vengono sdradicati dalla terra<br />

calabrese <strong>per</strong> essere impiantati nelle ricche v<strong>il</strong>le del nord<br />

Italia.<br />

Una tratta di alberi (che in alcuni casi risultano essere,<br />

addirittura, monumentali) che dalle regioni del Sud vengono<br />

rimossi <strong>per</strong> essere poi sp<strong>ed</strong>iti a fare bella mostra di<br />

se nei centri commerciali del Nord-Est, nelle v<strong>il</strong>le del<br />

Nord Italia e dell’Europa centrale.<br />

I prezzi? Si va dai trem<strong>il</strong>a fino ai diecim<strong>il</strong>a euro <strong>per</strong><br />

albero.<br />

Il problema serio è <strong>per</strong>ò quello che riguarda la ri<strong>per</strong>cussione<br />

economica sul territorio.<br />

Il crescente asporto di piante si ri<strong>per</strong>cuote in maniera<br />

negativa sull’economia dato che m<strong>il</strong>ioni di alberi presenti<br />

sul territorio vengono quotidianamente lavorati da migliaia<br />

di aziende agricole, soprattutto <strong>per</strong> produrre olio<br />

da tavola.<br />

La legislazione vigente a tutela delle piante secolari<br />

appare comunque scarsa.<br />

Il commercio di alberi d’ulivo avviene nonostante le<br />

normative vigenti che tutelano queste piante: attualmente,<br />

l’unica legge in vigore è quella del 1961, la n. 145 che<br />

rende possib<strong>il</strong>e lo spiantamento tramite una semplice autorizzazione<br />

r<strong>il</strong>asciata dall’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura.<br />

Per lunghi anni i produttori si sono attenuti a questa<br />

norma, ma ora, forse a causa dei magri guadagni e della<br />

grossissima concorrenza dei paesi del bacino del M<strong>ed</strong>iterraneo<br />

produttori di olio, hanno deciso, poco a poco, di<br />

disfarsene.<br />

Il fenomeno coinvolgerebbe la Calabria e la Puglia.<br />

Anche nella Piana di Rosarno/Gioia Tauro, territorio<br />

con un suo unicum specifico delle colture olivicole<br />

sembra essere interessata a questo fenomeno.<br />

Ufficialmente nessuna reazione sembra emergere nella<br />

nostra Regione e <strong>per</strong> questo sarebbe bene che anche<br />

dalla Calabria arrivasse un segnale di attenzione e di controllo<br />

come già dallo scorso anno accade in Puglia dove<br />

sono nati <strong>numero</strong>si Comitati <strong>ed</strong> Associazioni con lo scopo<br />

di fermare questa continua “ruberia” di preziosi alberi<br />

di ulivo.<br />

L’unico segnale arrivato dalla Calabria è da Amantea<br />

dove <strong>il</strong> Wwf ha documentato lo scorso anno un continuo<br />

traffico di Tir carichi di ulivi diretti verso <strong>il</strong> Nord.<br />

di FRANCESCO PAPASIDERO<br />

(Il Quotidiano)<br />

Un altro aspetto negativo di tutta questa vicenda è anche<br />

quello legato all’estinzione di alcune specie.<br />

Pare che <strong>il</strong> continuo sradicamento di questi alberi, nel<br />

giro di breve tempo, porterà alla totale cancellazione di<br />

alcune specie di ulivo (n.d.r. cultivar autoctone) che risultano<br />

essere abbastanza rari.<br />

Dulcis in fundo, <strong>il</strong> continuo abbattimento di questi alberi<br />

a lungo andare creerà delle paurose “voragini”, come<br />

dimostrano alcuni spazi vuoti che si scorgono <strong>per</strong>correndo<br />

l’autostrada Salerno- Reggio Calabria, provocando una<br />

sorta di “impoverimento” del paesaggio e deturpandone<br />

la bellezza.<br />

n.d.r. - In effetti la normativa riportata<br />

dal collega Papasidero tenterebbe<br />

di porre un freno al fenomeno.<br />

Tuttavia è stata concepita, more<br />

solito, in fretta e con molta disattenzione<br />

dal momento che <strong>per</strong>mette<br />

una potatura molto decisa delle piante<br />

(qui detta alla “barese”) che lascia<br />

libera scelta sul modus di intervenire<br />

sulla pianta in fasse di<br />

potatura.<br />

Questa può si realizza con <strong>il</strong> taglio<br />

completo del fusto a circa 1,50 / 2<br />

metri dal piano di campagna, lasciando<br />

quindi intonsa la radice <strong>ed</strong> un solo<br />

ramo che <strong>per</strong>metta alla pianta <strong>il</strong> ciclo<br />

vitale e la fotosintesi clorof<strong>il</strong>liana.<br />

“Normalmente” questa imposizione<br />

viene rispettata, ma dopo un annetto,<br />

a bocce ferme, la pianta viene<br />

estirpata e mandata al nord Italia<br />

come pianta di ornamentale.


Voci dal Sud 32 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

L’albero che “assiste” alla Storia - Ulivo, pianta pluricentenaria!<br />

Nasce in Calabria<br />

l’ Associazione Coltivatori Uliveti<br />

Storici (A.C.U.S.)<br />

Per iniziativa di un gruppo di ulivicoltori è stata costituita<br />

l’ “Associazione Coltivatori Ulivi Storici”,<br />

(A.C.U.S.) con s<strong>ed</strong>e in Delianuova (Reggio Cal.) .-<br />

A dare vita al nuovo sodalizio sono stati <strong>il</strong> dott<br />

Saverio Greco ( in nome proprio e quale Presidente<br />

della Coo<strong>per</strong>ativa Delia), <strong>il</strong> marchese Pier Luigi<br />

Taccone, <strong>il</strong> conte Franz Rodi-Morabito, <strong>il</strong> professore<br />

Domenico Gioffrè docente titolare della catt<strong>ed</strong>ra<br />

di arborologia presso l’ Università di Reggio Calabria,<br />

<strong>il</strong> rag. Giuseppe Guadagnino, l’avv. Francesco<br />

Ciani, <strong>il</strong> dott. Pasquale Carbone.<br />

Lo scopo che l’ Associazione si prefigge è sopratutto<br />

quello di salvaguardare questo enorme patrimonio storico<br />

che la Calabria, unica al Mondo, può vantare.<br />

Infatti solamente in questa fascia tirrenicaaspromontana<br />

della Calabria esistono piante di tali dimensioni<br />

da essere considerate alla stregua di vere e<br />

proprie querce e che costituiscono così un vero e proprio<br />

Museo Naturale all’a<strong>per</strong>to.-<br />

Motivo di orgoglio è anche derivante dalla coscienza<br />

che queste stesse piante esistevano, producevano<br />

<strong>ed</strong> erano fonte di vita e di benessere anche quando in<br />

Francia si faceva la Rivoluzione, anche quando Napoleone<br />

scorazzava <strong>per</strong> l’Europa con le sue truppe,<br />

anche quando Garibaldi attraversava lo “stivale” <strong>per</strong><br />

realizzare l’ Unità d’ Italia, <strong>ed</strong> alla loro ombra vi si<br />

accampò con i suoi soldati.-<br />

L’ ulivo è <strong>per</strong> sua natura una pianta molto generosa,<br />

resistente alle calamità naturali <strong>ed</strong> oltremodo longeva,<br />

<strong>per</strong> cui nella loro lunghissima vita sono state<br />

testimoni mute degli eventi di parecchie generazioni.<br />

Ma in quesa zona, unica al Mondo dicevamo, la<br />

natura ha voluto fare di più! ha concesso un<br />

gigantismo inconsueto che incute rispetto e genera<br />

amore in chi da esse trae ancòra fonte di vita <strong>ed</strong> fra<br />

coloro che le ammirano estasiati dalla loro maestosità.<br />

Quelle stesse piante che hanno assistito <strong>per</strong> lunghi<br />

secoli allo svolgersi della storia, ancora oggi continuano<br />

a produrre ricchezza <strong>per</strong> le popolazioni del territorio<br />

e diffondere “salute” attraverso un prodotto sano<br />

e nutriente, che costituisce la base della dieta m<strong>ed</strong>iterranea:<br />

l’ olio di uliva.<br />

di Atremon<br />

(articolo a suo tempo pubblicato da “La Città del Sole”)<br />

Era ineluttab<strong>il</strong>e, quindi, che agricoltori sani <strong>ed</strong> appassionati<br />

quali sono i fondatori di questa Associazione,<br />

ne sentissero l’orgoglio e pensassero a qualcosa<br />

che le possa curare con devozione (come si curano<br />

tutti i Patriarchi!) e le difenda, <strong>per</strong> quanto possib<strong>il</strong>e,<br />

dall’ insulto del tempo, e, cosa molto più diffic<strong>il</strong>e, da<br />

quello dell’uomo !<br />

Ulivo plurisecolare ancora in piena produzione nella<br />

“Tenuta Badia” di Rosarno (RC) nel luogo ove<br />

sorgeva l’ultimo monatero Bas<strong>il</strong>iano della Calabria<br />

Gigantismo delle piante nella stessa proprietà


A g r i c o l t u r a<br />

Voci dal Sud 33 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

Gestione della “metcalfa pruinosa“<br />

negli oliveti della Calabria<br />

Dr. Rosario Franco (Divulgatore Agricolo Specializzato in Olivicoltura ARSSA – Calabria)<br />

Dr. Rosario De Leo (Divulgatore Agricolo Polivalente ARSSA - Calabria)<br />

Dr. Luigi Scolaro (Presidente Associazione Agronomi Calabria)<br />

Dr. Santino Luppino (Responsab<strong>il</strong>e QC& International Service Regione Calabria)<br />

L’ insetto Metcalfa<br />

pruinosa (say) di origine<br />

americana, giunto in<br />

Italia intorno al 1980,<br />

negli ultimi anni si è<br />

ins<strong>ed</strong>iato e moltiplicato<br />

intensamente anche in<br />

Calabria, risultando particolarmente<br />

dannoso grazie alla sua polifagia<br />

e all’assenza di antagonisti naturali.<br />

La sua rapida diffusione nei frutteti<br />

<strong>ed</strong> oliveti calabresi a partire dal<br />

1999, anno della sua prima massiccia<br />

segnalazione in Regione, ha allarmato<br />

molti o<strong>per</strong>atori del settore.<br />

La presenza del parassita ha determinato<br />

un progressivo squ<strong>il</strong>ibrio<br />

degli ecosistemi locali, soprattutto<br />

in alcuni comprensori agricoli a<br />

fortissima vocazione olivicola<br />

come la piana di Rosarno-Gioia<br />

Tauro e di Lamezia Terme.<br />

Da una stima effettuata sul territorio,<br />

si è desunto che <strong>il</strong> danno complessivo<br />

provocato dall’ins<strong>ed</strong>iamento<br />

del patogeno ammonta a oltre<br />

2.500.000,00 di Euro all’anno, a<br />

cui bisogna aggiungere l’inestimab<strong>il</strong>e<br />

manomissione dell’ ambiente<br />

dovuta all’uso indiscriminato di<br />

prodotti chimici ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> la<br />

lotta al parassita.<br />

La scelta di puntare sulla lotta<br />

chimica non è stata la soluzione più<br />

conveniente, ne quella risolutiva; la<br />

co<strong>per</strong>tura di cera e melata prodotta<br />

dall’insetto, rende innocua l’attività<br />

dei fitofarmaci ut<strong>il</strong>izzati, inoltre<br />

la spiccata “polifagia” del parassita<br />

costringe gli o<strong>per</strong>atori agricoli<br />

a trattare con una vasta gamma di<br />

prodotti chimici, provocando solo<br />

effetti negativi sulla struttura e sulla<br />

funzione degli ecosistemi.<br />

Questa particolare e negativa situazione,<br />

ha spinto alcune organizzazioni<br />

di produttori (Interpiana,<br />

Conasco, Apor, Arpo, Assoprol), ad<br />

avviare nel 2004, proseguito poi<br />

nel 2005, un progetto di lotta biologica<br />

contro <strong>il</strong> parassita.<br />

L’iniziativa,<br />

prev<strong>ed</strong>eva l’abbattimento<br />

del<br />

flatide m<strong>ed</strong>iante<br />

l’introduzione e<br />

la diffusione del<br />

suo più efficace<br />

antagonista naturale,l’imenottero<br />

di origine<br />

nordamericana,<br />

Neodryinus<br />

typhlocybae<br />

(Ashmead)<br />

completamente<br />

assente nelle aree interessate.<br />

E’ stato messo a punto un programma<br />

di lotta biologica classica,<br />

caratterizzato da una logica territoriale<br />

<strong>ed</strong> una serie poliennale di interventi<br />

così sintetizzab<strong>il</strong>i:<br />

1. introduzione del driinide;<br />

2. verifica dell’ins<strong>ed</strong>iamento;<br />

3. trasferimento delle conoscenze<br />

su scala locale;<br />

4. valutazione delle prospettive<br />

di controllo della metcalfa;<br />

5. progressiva diffusione del<br />

driinide su tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

Programma delle attività.<br />

Il programma del progetto, ha riportato<br />

sotto un’unica regia le attività<br />

di introduzione e diffusione del<br />

driinide. L’azione ha interessato<br />

zone di remota colonizzazione di<br />

Metcalfa pruinosa come la piana di<br />

Rosarno-Gioia Tauro e zone dove la<br />

diffusione del flatide è più recente.<br />

M<strong>ed</strong>iante sopralluoghi preliminari,<br />

sono state valutate e selezionate<br />

30 aree di lancio avendo cura di accertare<br />

la presenza dell’ospite naturale<br />

di Metcalfa pruinosa. In questi<br />

siti, sono stati introdotti tra la<br />

fine di maggio e l’inizio di giugno,<br />

popolazioni di Neodrynus<br />

typhlocybae con 200-300 individui<br />

di cui minimo 100 femmine.<br />

Ogni singolo lancio, è stato suddiviso<br />

in due sottounità, consistenti<br />

in involucri di rete rigida a prova di<br />

pr<strong>ed</strong>atori, che sono state agganciate<br />

alla vegetazione. La divisione in<br />

due, ha evitato una eccessiva concentrazione<br />

delle femmine del<br />

drinide in un unico punto che poteva<br />

determinare una competizione<br />

intraspecifica e, in qualche modo,<br />

un calo di fecondità o comunque, di<br />

attività.<br />

Dopo i primi monitoraggi delle<br />

aree p<strong>il</strong>ota, si è proseguito con altri<br />

lanci allo scopo di costruire una<br />

rete più o meno omogenea di ins<strong>ed</strong>iamento<br />

dell’antagonista sul territorio<br />

interessato dagli attacchi di<br />

Metcalfa.<br />

Nel corso dell’estate, sono state<br />

effettuate le osservazioni in campo<br />

necessarie <strong>per</strong> accertare l’attività<br />

delle popolazioni introdotte, mentre<br />

nel mese di ottobre, è stato effettuato<br />

un lavoro di monitoraggio.<br />

Agli agricoltori che hanno aderito<br />

al programma, nelle aree di intervento<br />

è stato imposto di:<br />

1. Non effettuare trattamenti<br />

antiparassitari.<br />

2. Non eseguire alcuna lavorazione<br />

del terreno.<br />

3. Non effettuare diserbi.<br />

5. Non consentire <strong>il</strong> pascolo di<br />

animali.<br />

6. Consentire l’accesso nei fondi<br />

interessati al r<strong>il</strong>evamento dei dati<br />

s<strong>per</strong>imentali solo ai tecnici inca-


Voci dal Sud 34 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

ricati.<br />

dove questo è completa-<br />

7. Non manomettere<br />

mente assente, considera-<br />

l’integrità delle cassetto<br />

anche l’origine non<br />

te del lancio.<br />

endemica del<br />

8. Non spostare l’ori-<br />

parassitoide. Il costo <strong>per</strong><br />

ginaria collocazione del<br />

ogni lancio, che com-<br />

lancio.<br />

prende due cassette che<br />

Risultati ottenuti<br />

contengono circa 300 in-<br />

Poiché spesso <strong>per</strong><br />

dividui di N. typhlocybae,<br />

motivi diversi la presen-<br />

è di circa 1500 •. Con<br />

za del bozzolo viene ri-<br />

ogni lancio, che viene fatlevata<br />

a distanze elevate,<br />

to a circa un km di distan-<br />

anche su<strong>per</strong>iore ai 100<br />

za uno dall’altro, si copro-<br />

metri, è stato stab<strong>il</strong>ito<br />

no m<strong>ed</strong>iamente su<strong>per</strong>fici<br />

che <strong>il</strong> metodo <strong>per</strong> <strong>il</strong> ri-<br />

da 5 / 6 ha. L’ampiezza dellevamento<br />

dei dati più significati- poiché lo scopo dei lanci, che è la su<strong>per</strong>ficie è legata alle condiziovo<br />

in questa circostanza era quello comunque l’introduzione della speni morfologiche dell’area da tratta-<br />

del <strong>numero</strong> di involucri ritrovati, incie, in vari modi è stato conseguire.dipendentemente dal tempo, distanto. Dal monitoraggio condotto nei Naturalmente, nella diffusione<br />

za e tecnici impiegati.<br />

diversi siti sulla piana di Rosarno- del driinide, è necessario trovare<br />

Pertanto <strong>il</strong> livello di parassitiz- Gioia Tauro, è emerso un ottimo ri- siti idonei (oliveti in cui non si fanzazione<br />

da parte del Neodryinus sultato di adattamento del no trattamenti, siepi, piccoli bo-<br />

typhlocybae è stato espresso nel se- parassitoide di M. pruinosa alle schetti, ecc.). Non è possib<strong>il</strong>e fare<br />

guente modo:<br />

condizioni ambientali della un confronto economico tra i trat-<br />

ASSENTE : NESSUN BOZZO- Calabria.<br />

tamenti tradizionali e <strong>il</strong> metodo<br />

LO TROVATO<br />

L’obiettivo del progetto, che era proposto in prec<strong>ed</strong>enza. Va comun-<br />

SCARSA : TROVATI 1 o 2 BOZ- quello di abbassare le popolazioni que precisato che nel lungo <strong>per</strong>io-<br />

ZOLI<br />

di M. pruinosa, attraverso la lotta do e su ampie su<strong>per</strong>fici, l’introdu-<br />

BUONA : TROVATI DA 3 a 10 biologica, evidenzia sicuramente zione del N. typholocybae <strong>per</strong>met-<br />

BOZZOLI<br />

buone premesse anche se gli effette agli agricoltori di contenere la<br />

OTTIMA :TROVATI OLTRE 10 ti benefici risulteranno d<strong>il</strong>azionati diffusione della M. pruinosa limi-<br />

BOZZOLI<br />

nel tempo e dipenderanno soprattando i costi e salvaguardando,<br />

In tutte le aree monitorate, sono tutto dall’intensificazione su tutto contestualmente, in modo signifi-<br />

stati riscontrati i segni dell’attività <strong>il</strong> territorio interessato al problecativo tutto l’ecosistema.<br />

del drinide attraverso <strong>il</strong> ritrovamenma, del <strong>numero</strong> di lanci del paras- Conclusioni<br />

to di forme giovan<strong>il</strong>i di metcalfa sitoide in modo tale da consentir- La lotta biologica con l’aus<strong>il</strong>iare<br />

parassitizzate (bubboni) o di larve gli di diffondersi al pari del suo N. typholocybae, potrebbe nel<br />

del driinide (bozzoli), con un livel- ospite. Il giudizio generale è quin- prossimo futuro risolvere <strong>il</strong> problelo<br />

di parassitizzazione su<strong>per</strong>iore a di da ritenersi molto positivo. In ma di questo patogeno, soprattutto<br />

20. E’ emersa una certa correlazio- termine di sv<strong>il</strong>uppo futuro occor- contenendo drasticamente l’ut<strong>il</strong>izne<br />

tra l’attività del N. typhlocybae rerà proseguire con le osservaziozo eccessivo degli insetticidi.<br />

osservata e la tipologia dell’area. ni nelle aree di lancio <strong>per</strong> appurare Nemmeno l’elevata polifagia di<br />

Dove <strong>il</strong> tipo di vegetazione <strong>ed</strong> <strong>il</strong> l’avvenuto ins<strong>ed</strong>iamento del driini- Metcalfa pruinosa deve spaventare<br />

microclima ha determinato una pr<strong>ed</strong>e. Parallelamente dove necessario, più del dovuto; anzi, tra le piante<br />

senza abbondante e più stab<strong>il</strong>e del- occorrerà intervenire con l’introdu- ospiti ce ne sono molte che non<br />

la Metcalfa (presenza elevata di forzione del driinide soprattutto nelle avendo interesse agrario, non venme<br />

giovan<strong>il</strong>i e adulte), <strong>il</strong> driinide ha aree a maggior diffusione di gono trattate e costituiscono quin-<br />

manifestato un’attività maggiore Metcalfa od in quelle dove <strong>il</strong> parasdi un prezioso serbatoio di organi-<br />

(su<strong>per</strong>iore a 50, di cui <strong>il</strong> 45% di sita si è ins<strong>ed</strong>iato più recentemensmi ut<strong>il</strong>i o di potenziale manteni-<br />

Bubboni e <strong>il</strong> 55% di Bozzoli), al te.mento<br />

dell’imenottero introdotto.<br />

contrario quando le infestazioni Convenienza economica Il flatide è dunque un parassita con<br />

sono ridotte, <strong>il</strong> driinide segue la Relativamente ai costi da soste- cui bisogna imparare a convivere<br />

rarefazione del suo ospite e tende nere con questo sistema di lotta, va più o meno pacificamente, combat-<br />

probab<strong>il</strong>mente a dis<strong>per</strong>dere la sua specificato che <strong>il</strong> proc<strong>ed</strong>imento tendolo solo con tecniche biologi-<br />

azione (su<strong>per</strong>iore a 20 di cui <strong>il</strong> 40% trova rispondenza efficace su che, senza intraprendere lotte dra-<br />

di Bubboni e <strong>il</strong> 60% di Bozzoli). comprensori territoriali abbastanza stiche che non portano ad alcun van-<br />

Nelle aree con particolari vasti. Va anche detto che l’azione, taggio ne <strong>per</strong> l’uomo, ne <strong>per</strong> l’am-<br />

conformazioni territoriali, dove i oltre ad una salvaguardia biente.<br />

r<strong>il</strong>ievi numerici sono risultati rela- dell’ecosistema, è anche finalizzativamente<br />

bassi (fino a 10), i risulta all’introduzione del nemico natati<br />

non sono da giudicare negativi, turale della Metcalfa in territori


Voci dal Sud 35 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />

Gaetano Gr<strong>il</strong>lea<br />

Un delicato poeta in vernacolo di cui Rosarno<br />

si gloria e ne porta vanto<br />

fromor<br />

Per volontà dei figli Antonio, Francesco<br />

<strong>ed</strong> Enzo ha visto la luce postumo, <strong>per</strong><br />

i tipi di Jonica-Trebisacce, una raccolta<br />

di poesie in vernacolo scritte dal Poeta<br />

rosarnese, Gaetano Gr<strong>il</strong>lea.<br />

Una raccolta toccante di spaccati di vita<br />

quotidiana ingent<strong>il</strong>ito dalla prefazione del<br />

prof. Pino Lacquaniti.<br />

Ma chi era <strong>il</strong> Poeta di cui ci onoriamo<br />

essere compaesani?<br />

Gaetano Gr<strong>il</strong>lea nasce a Rosarno <strong>il</strong> 26 apr<strong>il</strong>e 1917,<br />

da Vincenzo e Concetta De Salvo.<br />

In tenerissima età <strong>per</strong>de <strong>il</strong> padre, morto nella prima<br />

guerra mondiale.<br />

Gli anni diffic<strong>il</strong>i della sua infanzia gli consentono<br />

di completare solo la scuola elementare, ma la sua<br />

grandissima voglia di sa<strong>per</strong>e, lo stimola a frequentare<br />

famiglie in possesso di prestigiose biblioteche, dove<br />

arricchisce la sua cultura.<br />

Durante <strong>il</strong> secondo conflitto mondiale, richiamato<br />

alle armi, viene catturato e deportato dai T<strong>ed</strong>eschi in<br />

vari campi di prigionia nei Balcani.<br />

Impiegato comunale dal 1947, dirige l’ Ufficio Elettorale<br />

rosarnese <strong>per</strong> 26 anni.<br />

in occasione degli eventi politici locali e nazionali<br />

del 1946 pubblica i poemetti Votamu pe’ Giordanu,<br />

P’ ‘e votazzioni cumunali i Rosarni, Repubblica o Monarchia?<br />

Di seguito pubblica <strong>numero</strong>si componimenti in vernacolo<br />

<strong>ed</strong> in lingua su diversi giornali e prestigiose<br />

riviste, tra le quali in particolare la storica e colta<br />

“Calabria Letteraria “.<br />

Partecipa a varie rassegne di poesie dialettali, ottenendo<br />

prestigiosi riconoscimenti e premi.<br />

Muore a Trebisacce (CS) <strong>il</strong> 6 agosto 1993, all’età di<br />

76 anni.<br />

MI NSONNAI A’ MMAMA<br />

E mi parìa ca ‘a mamma i F<strong>il</strong>aricu<br />

a mmama ( nt’a putigha ) nci spiava:<br />

“Donna Cuncetta avìstiu<br />

“lìttara i vostru figghiu?<br />

E chi! Non sacciu nenti Donna Rosa,<br />

non sacciu cchiù com’àju pemm’a pigghiu:<br />

Avi tridici misi chi aspettu ncarchi cosa,<br />

jornu pe jornu spiu a Vrigoruzzu,<br />

ma idhu guarda, jiza i pinnolara e carmu mi<br />

rispundi:<br />

No, non c’è nenti ‘onna Cuncetta cara.<br />

Cu’ sa com’ora comu è chi s’a passà,<br />

cu’ sapi se moriu<br />

e comu u tempu passa, o Donna Rosa,<br />

di cchiù jeu mi picciu.<br />

‘A testa m<strong>il</strong>a sbattu mura mura,<br />

penzu ca i l’àutra guerra<br />

pàisa non tornau<br />

e mo stu figghiu pe sta guerra mpama<br />

cu’ sapi undi minau.<br />

O Donna Rosa, su malata e vecchia,<br />

mi resta pocu tempu di campari<br />

e mi pari ca moru<br />

senza m’u vìu tornari.<br />

“Vu’ chi diciti Donna Cuncettuzza?<br />

“Quali penseri strani vi frùscianu la testa?<br />

“S<strong>per</strong>amu a la Divina Providenza,<br />

“pregamu a Santantoni,<br />

“tenimu fidi, ànimu e pacenza<br />

“e vu’ viditi ca Gaitanu torna.<br />

“M’u dici u cori, sentu la prisenza!<br />

E ngià! Mi ncoraggiati Donna Rosa,<br />

ma nta stu cori i mamma<br />

chi nc’è? Dis<strong>per</strong>azzioni!<br />

E mannaja li guerri e cu’ li voli!<br />

Mannaja cu’ ndi faci mu campamu<br />

affritti e scunsulati.<br />

Jeu paci cchiù no nd’àju,<br />

jeu cchiù non mi cunortu,<br />

i soru soi non pàrranu ca puru idhi pènsanu<br />

ca se no scrivi è mortu.<br />

Gesù! Fammi la grazzia:<br />

na vota sula ancora vidiri lu vorrìa<br />

e poi, se mi fai mòriri,<br />

cuntenta morarrìa.<br />

da Esseg-Delic (Ungheria), ottobre 1944


Voci dal Sud 36 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />

Laboratorio Teatrale ‘76<br />

Mimmo Cannizzaro<br />

mette nel carniere dei suoi successi<br />

anche un Premio Europeo<br />

Francesco Condoluci<br />

(Il Quotidiano)<br />

ROSARNO - E’ un trentennale davvero indimenticab<strong>il</strong>e quello del ‘Laboratorio Teatrale ‘76”, la<br />

compagnia di teatro amatoriale di Rosarno che nell’anno in cui ricorrono i suoi primi 30’ anni di<br />

attività, sta facendo letteralmente incetta di premi e riconoscirnenti in tutta Italia.<br />

Per gli attori provenienti<br />

dal gruppo teatrale nato<br />

nel 1976 all’interno dello<br />

storico “Centro di Promozione<br />

Culturale” di<br />

Rosarno (dove si sono formati<br />

anche i promotori dell’altra compagnia<br />

locale (La Nuova Compagnia di Teatro<br />

Popolare), questo è davvero un anno<br />

costellato di successi che non sembrano<br />

conoscere confini: da Bolzano alla Toscana,<br />

da Caltanissetta alla Calabria, l’apprezzamento<br />

<strong>per</strong> l’arte recitativa e la verve comica<br />

del Laboratorio Thatrale ‘76, non .<br />

smette infatti di mietere consensi.<br />

Mattatore di questa stagione “dorata”,<br />

passata in tournèe su e giù <strong>per</strong> lo Stivale,<br />

è senza dubbio Mimmo Cannizzaro, uno<br />

degli attori del nucleo fondatore del<br />

Laboratoriò Thatrale ‘76, uno che, come<br />

affenna <strong>il</strong> presidente della compagnia,<br />

Carlo Capria, «ha rappresentato e rappresenta<br />

degnamente la piu genuina realtà artistica<br />

rosarnese».<br />

Il suo talento naturale <strong>per</strong> la comm<strong>ed</strong>ia<br />

br<strong>il</strong>lante, la sua punica espressiva da vero<br />

istrione del palcoscenico, ne hanno fatto<br />

negli anni un caratterista di razza capace<br />

di mettere d’accordo aficionados del teatro<br />

amatoriale e giurie di ogni parte d’Italia.<br />

Nella recente rassegna europea di Montagnana, inprovincia di Arezzo (promossa dall’Unione Italiana Libero Teatro),<br />

nella quale <strong>il</strong> Laboratorio Teatrale ‘76 ha partecipato rappresentando br<strong>il</strong>llantemente la comm<strong>ed</strong>ia “Confetti,<br />

champagne e ... becchini”, Cannizzaro, con <strong>il</strong> suo <strong>per</strong>sonaggio di “Razio Fuicapuzza”, si è su<strong>per</strong>ato, esibendo una<br />

<strong>per</strong>formance comica che alla fine gli è valsa l’attribuzione del prestiposo Premio Europeo di Teatro Popolare “ Il<br />

Giogo” come miglior attore non protagonista.<br />

Per Cannizzaro un successo <strong>per</strong>sonale, che Impreziosisce quelli già ottenuti In passato dalla sua compagnia a<br />

Laives (Bolzano) e in <strong>numero</strong>se altre kermesse calabresi e sic<strong>il</strong>iane e che è stato bissato, proprio nel mese di<br />

settembre, dalla conquista di un altro premio come migliore “attore carattenista”, questa volta a Caltanissetta,<br />

nell’ambito della rassegna teatrale “Michele Abbate”.<br />

La compagnia si infine presenata a Rosarno, dove <strong>il</strong> Laboratorio Teatrale ‘76 ha riproposto in piazza ““Confetti,<br />

champagne e;. .becchini”.<br />

Cannizzaro e la sua compagnia hanno suggellato <strong>il</strong> trentennale davanti al pubblico di casa loro, presentando anche<br />

i premi conquistati in questa irripetib<strong>il</strong>e stagione.


Voci dal Sud 37 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />

Il giorno della mia morte mi vestiranno<br />

bene, quasi come una sposa<br />

o come uno di quelle squallide donnine<br />

altolocate che sporcano le giornate<br />

di sole con la loro inut<strong>il</strong>e presenza.<br />

Qualcuno pettinerà i miei capelli,<br />

coprendoli d’un velo di pizzo<br />

nero, come odiosamente s’usa dalle<br />

mie parti, a dare al mio volto pallido<br />

e inerme le sembianze di un manichino<br />

da vetrina, di quelli orrib<strong>il</strong>i,<br />

mut<strong>il</strong>ati dei loro arti su<strong>per</strong>flui, che<br />

tanto mi spaventavano da bambina e che spesso<br />

mi apparivano in sogno a rubarmi la quiete della<br />

mia giovane età.<br />

Attorno me solo gente annoiata, quasi assente.<br />

Un funerale è sempre una bella seccatura, bisogna<br />

vestirsi sobri, portare con disinvoltura una<br />

faccia di rito, facendo attenzione a che non sembri<br />

tale, salutare quell’odioso parente che ti sta<br />

proprio lì, appeso come una zecca ad un testicolo<br />

e vorresti tanto che ci fosse lui dentro la cassa<br />

al posto mio.<br />

Grazie del pensiero!<br />

Poi c’è la Messa, altra rottura di scatole, con<br />

tanto di panegirici letti da qualche amica retorica.<br />

Lo so stai s<strong>per</strong>ando che sia breve, senza tanti<br />

fronzoli, tanto si sa io ero una senza Dio, niente<br />

affatto comunista, piuttosto una sorta di anarchica<br />

<strong>per</strong>enne, che viveva <strong>il</strong> suo tempo a rincorrere<br />

sogni, a fumare senza ritegno e poi avevo quel<br />

vizietto da invertebrati di scrivere poesie e storie<br />

strampalate.<br />

Siamo seri: <strong>il</strong> momento lo impone.<br />

Certo che è comodo stare distesi, quando tutti<br />

sono in pi<strong>ed</strong>i; è un’altra prospettiva, si possono<br />

cogliere frammenti di espressioni che viceversa<br />

sfuggirebbero.<br />

Per esempio quella lì con <strong>il</strong> naso rosso che si<br />

sistema la gonna stropicciata è la mia vecchia<br />

zia zitella, non troppo acida <strong>per</strong> la verità, ma rompiscatole<br />

proprio fino all’inverosim<strong>il</strong>e.<br />

Non ha fatto mai mistero di tenermi in gran<br />

Sono morta<br />

di Carmen Cafaro<br />

conto, peccato che, durante la mia pur breve vita,<br />

non sia mai riuscita a dimostramelo appieno, specie<br />

quando, in tempi non sospetti, a me serviva<br />

solo una parola buona, ma tant’è….!<br />

Laggiù, seminascosto da una colonna della navata<br />

laterale c’è un uomo: mi stupisce v<strong>ed</strong>erlo<br />

qui in questo frangente.<br />

E’ Stefano, una di quelle <strong>per</strong>sone <strong>per</strong> cui sia<br />

valsa la pena vivere una relazione, non fosse altro<br />

<strong>per</strong> i bei momenti che mi ha regalato, <strong>ed</strong> è<br />

l’unico che piange veramente con sentimento.<br />

Toh … c’è anche Elena, elegantissima come<br />

non mai, ma sempre tremendamente sexy, in quel<br />

fasciante tubino nero che ha indossato <strong>per</strong> l’occ<br />

a s i o n e .<br />

Mi spiace che abbia fatto tanto ch<strong>il</strong>ometri, <strong>per</strong><br />

assistere a questa sceneggiata, così come mi<br />

spiace v<strong>ed</strong>erla affranta, dal momento che non serve<br />

assolutamente a nulla struggersi <strong>per</strong> una donna<br />

di poco conto come me.<br />

C’è un nugolo di colleghe, venute apposta con<br />

un <strong>per</strong>messo orario concesso loro da quell’imbec<strong>il</strong>le<br />

di Preside che dirige la mia scuola; la<br />

più provata è Francesca, non ne avevo dubbi.<br />

Pensate che lei scoppiava in lacrime, quando,<br />

nei nostri viaggi <strong>per</strong> andare a scuola, la t<strong>ed</strong>iavo<br />

con i miei racconti di vita e finanche quando le<br />

concessi di leggere i miei scritti, in un fr<strong>ed</strong>do<br />

pomeriggio d’apr<strong>il</strong>e.<br />

Che volete, la sensib<strong>il</strong>ità umana, specie quella<br />

femmin<strong>il</strong>e, non ha confini, né giustificazioni di<br />

sorta, ... ma tant’è …!<br />

E’ che non riesco a muovermi diamine, altrimenti<br />

salterei su e me la stringerei forte forte al<br />

petto, asciugando le sue lacrime, con questo velo<br />

orrib<strong>il</strong>e che mi hanno poggiato sulla testa.<br />

Ho sempre odiato i foulards, i cappelli e qualsiasi<br />

forma di copricapo, come pure i <strong>per</strong>izoma,<br />

che sicuramente ti fanno tanto sexy in talune circostanze,<br />

ma che danno una noia del diavolo,<br />

quando si ficcano nell’incavatura dei glutei, imp<strong>ed</strong>endoti<br />

di ravanare alla meno peggio, in cerca<br />

d’un attimo di requie.<br />

Le mie figlie son lì, composte e tristi, quasi<br />

adombrate nei loro pensieri; certo non sono stata<br />

una gran madre, <strong>per</strong>lomeno nell’accezione più


Voci dal Sud 38 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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classica del termine, ma cr<strong>ed</strong>o d’aver trasmesso<br />

loro, almeno alle ultime due, la mia voglia di libertà,<br />

la mia indipendenza da tutte le dipendenze<br />

di questo schifo di mondo; ho sempre cercato di<br />

essere <strong>per</strong> loro un’ amica più che una madre rompiscatole,<br />

anche se a volte, ma non cr<strong>ed</strong>o proprio<br />

di esserci riuscita.<br />

Vivete, figliole mie e portate avanti le mie idee,<br />

la mia voglia di cavalcare <strong>il</strong> mondo, la mia fantasia<br />

latente che mi ha sempre messo nei casini,<br />

<strong>per</strong>ché vivere di sogni è <strong>il</strong> peggiore dei delitti,<br />

ma è l’unica libertà che ci è concesso avere, l’unico<br />

rifugio dove potersi nascondere al lordume<br />

della realtà.<br />

Però che bel pezzo di giovanotto ha Lor<strong>ed</strong>ana<br />

accanto, certo non poteva smentirsi, anche in un<br />

momento, sempre impeccab<strong>il</strong>e <strong>ed</strong> al centro dell’attenzione;<br />

che dolce che è!<br />

C’è anche <strong>il</strong> mio ex marito, assieme a quell’ammasso<br />

di lardo che è sua sorella: sembra<br />

davvero affranto, poverino, peccato che non sia<br />

mai riuscito a farmi capire quanto m’amasse.<br />

Ieri sera un manigoldo in camice bianco mi ha<br />

sparato delle sorte di tappi, affinché non iniziassi<br />

a <strong>per</strong>dere dei liquidi indesiderati e<br />

maleodoranti: è stato l’ultimo affronto di una vita<br />

vissuta nel tentativo di schivare le cattiverie di<br />

un’umanità disumana che vive solo <strong>per</strong> la gioia<br />

di dare dolore, di ferire, di colpire a piene mani<br />

nelle parti più basse, lasciando solchi nell’anima<br />

che mai potranno essere rico<strong>per</strong>ti e nascosti.<br />

Io volevo essere cremata, così da non marcire<br />

inut<strong>il</strong>mente, invece sono tutti qui che mi guardano<br />

curiosi, che mi scrutano fin dentro l’anima e<br />

già sento nei loro s<strong>il</strong>enti pensieri, la solita stupida<br />

frase di circostanza: “Era tanto giovane, che<br />

peccato!”.<br />

Vi piace la morte? Non importa le sembianze<br />

che ha!<br />

Potrei essere io o un’altra disgraziata la cosa<br />

non cambierebbe!<br />

Quello che mi da più fastidio è quel sorrisetto<br />

da idiota che mi hanno stampato sul volto, mi sembra<br />

rassomigli ad una di quelle maschere tristi<br />

che si v<strong>ed</strong>ono nei negozi di Venezia, così bianche,<br />

così inut<strong>il</strong>i, così dis<strong>per</strong>atamente tristi.<br />

Forse volevano darmi un <strong>il</strong>lusione di serenità,<br />

o forse crearsi un alibi <strong>per</strong> le loro coscienze di<br />

peccatori, fatto sta che mi hanno trasformato in<br />

un burattino da esposizione.<br />

Per fortuna è arrivato <strong>il</strong> prete, si v<strong>ed</strong>e che ha<br />

premura di chiudere questa pratica <strong>il</strong> più velocemente<br />

possib<strong>il</strong>e, non gli sono mai andata a genio,<br />

<strong>per</strong> via delle mie scelte discutib<strong>il</strong>i, ma almeno la<br />

cosa era reciproca.<br />

Non lo ascolto mentre parla, non me ne frega<br />

niente di quello che dice, delle sue<br />

farneticazioni sul Paradiso, sulla r<strong>ed</strong>enzione,<br />

sulla remissione dei miei peccati, non v<strong>ed</strong>o l’ora<br />

che finisca e che se ne vada ad diavolo anche lui.<br />

Ecco ora due beccamorti hanno preso <strong>il</strong> pesante<br />

co<strong>per</strong>chio di legno e tra poco mi chiuderanno<br />

dentro questa prigione eterna, dove lentamente<br />

mi dissolverò nel nulla, ben nascosta dal<br />

mondo traslucido e patinato, nel quale <strong>il</strong> resto<br />

dell’umanità continuerà a vivere indisturbata la<br />

sua misera vita, nell’<strong>il</strong>lusione che mai<br />

toccherà loro subire quest’ultima um<strong>il</strong>iazione<br />

terrena.<br />

Da dove sono v<strong>ed</strong>o i miei monti, v<strong>ed</strong>o i grandi<br />

prati soleggiati della mia infanzia, <strong>per</strong>cepisco<br />

ancora gli odori di pane casereccio che <strong>il</strong> vecchio<br />

forno al centro storico sforna in quantità industriali,<br />

odo le voci amiche delle campane che<br />

suonano al mio passaggio e riempire di musica e<br />

poesia la mia mente.<br />

Un ultimo sguardo e poi tutto si fa nero e<br />

s<strong>il</strong>enzioso, ora sì che sono morta davvero.


Voci dal Sud 39 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />

Come...quando...<br />

fuori...piove...<br />

di Carmen Cafaro - Lucabalducci - Ceci1959 - Cleo - F<strong>ed</strong>ro - Ishtar - Mitla - Odrey - Parsifal<br />

Un racconto scritto a più mani <strong>ed</strong> in via telematica <strong>per</strong> ViviCentro,<br />

ordinato da Carmen Cafaro e Lucabalducci<br />

Camminavo sotto la pioggia, lentamente,<br />

lasciando che le gocce mi entrassero<br />

addirittura nelle orecchie, infastidendomi<br />

ovattando <strong>il</strong> suono delle auto…<br />

”...Dov’è la saggezza oggi? La serenità?...”<br />

Le orecchie mi fischiavano come quel<br />

treno che partiva.<br />

Non passerà mai più quel treno.<br />

Era la mia vita senza quel treno che v<strong>ed</strong>evo allontanarsi.<br />

Nessun passeggero. Neanche una tinta.<br />

Solo odore di ferro, di falce, di unto, che si allontanavano<br />

<strong>per</strong> sempre.<br />

Non era nostalgia che sentivo, né rimpianto.<br />

Era qualcosa di più crudele, secco.<br />

Camminavo in quella stazione come su alti trampoli e<br />

<strong>il</strong> viso bianco da clown.<br />

Guardavo beffandomi con un sorriso dis<strong>per</strong>ato.<br />

La testa: un’ape che ronza.<br />

La carcassa metallica si staccava con lentezza.<br />

V<strong>ed</strong>evo e riconoscevo una parte di me sui s<strong>ed</strong><strong>il</strong>i.<br />

Mi guardava senza sguardo, espressione, vita.<br />

Volteggiava, toccando tutt’intorno, spingendo <strong>per</strong> uscire.<br />

Cercava di esistere, sopravvivere, tornare da me.<br />

Ho sempre amato quel ritaglio di me: è inebriante, un<br />

mio talento autentico.<br />

Ma <strong>il</strong> treno si allontanava e non sapevo correre con quei<br />

trampoli e non sapevo camminare senza.<br />

Potevo solo ridere con un ghigno da pagliaccio orrendo,<br />

sprezzando le mie lacrime che non potevano lavare <strong>il</strong><br />

trucco sgraziato, ma lo cementavano.<br />

Lacrime che corrodono la pelle.<br />

Donna rett<strong>il</strong>e, scorticata.<br />

Con la mia pelle, ho rivestito quel vagone di treno che<br />

si allontanava lentamente. Lo guardavo sparire. Esso, evaporando<br />

nella pioggia, si colorava.<br />

Ogni volta che mi trovo in una stazione, quel treno,<br />

quelle stesse sensazioni, come oggi qui, stessi pensieri<br />

di allora, stesse emozioni.<br />

E piove…odio la pioggia!<br />

Quella sensazione di umido che ti si appiccica alla pelle,<br />

d’estate dopo solo un’ora di pioggia, o <strong>il</strong> fr<strong>ed</strong>do che ti<br />

penetra nelle ossa, d’inverno quando fa troppo fr<strong>ed</strong>do <strong>per</strong><br />

nevicare.<br />

La malinconia che ti prende, quando guardi fuori dalla<br />

finestra e v<strong>ed</strong>i gocce e fumo rimbalzare sull’asfalto; solo<br />

gli idioti e i poeti traggono ispirazione da gocce d’acqua.<br />

D’acqua poi, tutta la porcheria che liberiamo nell’aria si<br />

racchiude in quelle particelle di H2O.<br />

Mi sento particolarmente cinica stamattina, s<strong>ed</strong>uta in<br />

questo bar, in questa piccola stazione, ad attendere che<br />

quella nuvola “fantozziana” si levi dai pi<strong>ed</strong>i.<br />

Devo <strong>per</strong> forza andare in quello studio legale, in una<br />

città che nemmeno conosco, lo devo a me stessa.<br />

E non accenna a smettere.<br />

Osservo la strada: tutti che corrono verso i taxi e le<br />

fermate degli autobus.<br />

“Aiutooo, la pioggia”mormoro, con ironia.<br />

E quella chi è?<br />

Che strana donna! Rimane immob<strong>il</strong>e, ferma, in mezzo<br />

alla strada.<br />

Ma che è stordita? La osservo bene, almeno cerco, la<br />

mia miopia m’imp<strong>ed</strong>isce di focalizzare i volti.<br />

Accidenti, ma è giovanissima, avrà al massimo dodici<br />

anni.<br />

E’ tutta bagnata poverina.<br />

Che avrà da fissarmi?<br />

Non sono fatti miei, e poi piove non ho voglia di uscire<br />

da questo buco-riparo.<br />

Eppure c’è qualcosa in lei, mi pare quasi di conoscerla.<br />

Non è possib<strong>il</strong>e, assomiglia tanto a mia mamma da giovane,<br />

in una di quelle fotografie in bianco e nero che ogni<br />

tanto guarda con malinconia.<br />

E’ incr<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>e.<br />

Se solo smettesse di fissarmi.<br />

E poi…<br />

Accidenti a me, <strong>per</strong>ché sento questo bisogno di raggiungerla?<br />

Meglio andare a v<strong>ed</strong>ere, magari sta male, ha bisogno d’<br />

aiuto.<br />

Uscirò, nonostante la pioggia … pago <strong>il</strong> cappuccino<br />

<strong>ed</strong> esco dal bar.<br />

La ragazza non c’è più; ecco, lo sapevo!


Voci dal Sud 40 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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Raggiungo <strong>il</strong> marciapi<strong>ed</strong>e, mi guardo intorno … mal<strong>ed</strong>etta<br />

pioggia!<br />

Dove sono? In osp<strong>ed</strong>ale? Che succ<strong>ed</strong>e? Non ricordo<br />

nulla.<br />

O forse si … ricordo che camminavo sotto la<br />

pioggia, lentamente, lasciando che le gocce mi entrassero<br />

addirittura nelle orecchie, infastidendomi, ovattando<br />

<strong>il</strong> suono delle auto...!<br />

Capelli appiattiti sulle guance, senza più traccia della<br />

massa dei miei ricci, <strong>il</strong> trucco sciolto su tutto <strong>il</strong> viso, lo<br />

sguardo fisso davanti a me.<br />

Avanzavo a fatica, come un automa, ogni passo più pesante<br />

del prec<strong>ed</strong>ente, sembrava che <strong>il</strong> mio im<strong>per</strong>meab<strong>il</strong>e<br />

bagnato mi ancorasse al marciapi<strong>ed</strong>e.<br />

Avvertivo vagamente, oltre la nebbia che avvolgeva i<br />

miei pensieri, i passanti che mi sfioravano, che mi urtavano<br />

con i loro ombrelli, tutti diretti verso le loro mete, le<br />

loro case, le loro famiglie, ma non li v<strong>ed</strong>evo.<br />

Un ragazzo che passava al mio fianco mi urtò con <strong>il</strong><br />

suo zaino, distogliendomi dal mio torpore.<br />

Adesso ero lì, ferma su quel marciapi<strong>ed</strong>e, bagnata all’inverosim<strong>il</strong>e,<br />

senza né la voglia, né la forza di muovermi.<br />

Sola, negli occhi l’immagine di un documento legale<br />

vecchio e sgualcito che l’inserviente della casa di riposo,<br />

dove mio padre era morto aveva provv<strong>ed</strong>uto a sp<strong>ed</strong>irmi,<br />

insieme alle sue poche cose.<br />

In testa una sola parola, che mi martellava dentro, tanto<br />

da farmi male: ADOTTATA!<br />

Adesso comincio a ricordare ...<br />

Poco prima ero s<strong>ed</strong>uta al tavolino del bar della stazione<br />

aspettando che smettesse di piovere e cercando, <strong>per</strong><br />

un poco, di concentrare la mia attenzione su qualcosa d’altro<br />

che non fosse l’appuntamento con <strong>il</strong> notaio, che da<br />

sempre aveva curato gli affari di mio padre e, vista l’amicizia<br />

che li legava, avrebbe saputo darmi spiegazioni.<br />

Piano piano, i ricordi diventano più nitidi, mi era sembrato<br />

di v<strong>ed</strong>ere una ragazzina sotto la pioggia che mi fissava,<br />

sembrava avesse bisogno d’aiuto, ricordo di avere<br />

pensato che assomigliasse a mia mamma da adolescente.<br />

Mia mamma, no la donna che mi ha cresciuto, che sicuramente<br />

mi ha voluto bene come una madre ... ma adesso<br />

lo so, non era la mia vera madre.<br />

No, non assomigliava a mia madre, ma allora <strong>per</strong>ché mi<br />

sembrava di conoscerla, di averla già vista? Dove l’ho vista?<br />

Che fosse un ricordo legato al <strong>per</strong>iodo prima della<br />

mia adozione?<br />

Dovevo essere piccola, quando mi hanno adottato, ma<br />

quanti anni avevo?<br />

Si dice che una madre sia colei che ti cresce, principio<br />

fondamentale dell’<strong>ed</strong>ucazione, ma dell’etica?<br />

Scoprire così tardi che mamma ha un senso piuttosto<br />

che un altro?<br />

V<strong>ed</strong>o ovunque donne incinte, mi reca quasi fastidio v<strong>ed</strong>erle,<br />

<strong>per</strong>ché mi rendo conto che la donna che ho guardato<br />

<strong>per</strong> anni negli occhi, a cui ho affidato la mia vita non mi<br />

ha mai portato dentro di è, ma solo con sé.<br />

La differenza, a parte linguistica è certamente di concetto<br />

e pragmatica.<br />

Già … come lessi da qualche parte “ mamma di pan-<br />

cia “ e “ mamma di cuore”.<br />

L’avevo sentito una sera, quando i miei genitori adottivi<br />

stavano litigando, <strong>per</strong> l’ennesima volta, dopo ch’ero andata<br />

di là a dormire.<br />

Non avevo resistito oltre e m’ero messa ad origliare<br />

… così, scoprii la verità!<br />

Sa<strong>per</strong>e d’avere un qualche parte nel mondo una “ mamma<br />

di pancia “ non serviva, a questo punto, a placare la<br />

strana sensazione d’irrequietezza che mi portavo addosso<br />

da una vita, <strong>per</strong>ciò fu fac<strong>il</strong>e addentrarmi in un guazzabuglio<br />

di strade contorte, sudice, fors’anche scomode, in<br />

cui <strong>il</strong> mio inconscio s’avventurava ogni giorno.<br />

Fu così che la stazione diventò <strong>il</strong> punto strategico d’osservazione:<br />

donne bianche, d’ogni colore e d’ogni foggia<br />

abbigliate, donne in carriera, donne smunte, donne isteriche,<br />

donne…<br />

Un rumore forte, metallico, inaspettato si trasforma in<br />

un bagliore che poi lentamente si attenua <strong>ed</strong> appaiono i<br />

contorni di ciò che mi circonda: un giardino, <strong>il</strong> mio giardino,<br />

le piante, un tavolino in rattan, <strong>il</strong> mio cuore batte<br />

forte <strong>per</strong> lo spavento e, disorientata, capisco che stavo<br />

dormendo e sognando.<br />

Un altro colpo, come <strong>il</strong> prec<strong>ed</strong>ente, ma ora mi è più<br />

fam<strong>il</strong>iare, è Lapo, <strong>il</strong> figlio dei vicini che uccide la noia,<br />

calciando la palla sulla porta del garage; accidenti a lui,<br />

<strong>per</strong>ò, è cosi dolce e così solo, e poi così simpatico, quando<br />

passa sotto la siepe e viene a giocare con me, facendomi<br />

dimenticare gli acciacchi delle mie stanche ossa.<br />

Una figura in controluce, s<strong>ed</strong>uta su una poltroncina è<br />

parzialmente nascosta da un gran foglio di carta, un giornale,<br />

ma la riconosco fac<strong>il</strong>mente dalla solita gonna<br />

plissettata, mia madre, o meglio, <strong>per</strong> precisione, colei che<br />

nella mia vita si è proposta come tale.<br />

Espiro lentamente, tranqu<strong>il</strong>lizzando <strong>il</strong> battito del cuore,<br />

e cerco di recu<strong>per</strong>are le immagini del sogno che stanno<br />

evaporando, ma non mi è diffic<strong>il</strong>e, poiché <strong>il</strong> sogno è<br />

spesso quello: la stazione, <strong>il</strong> treno, la bimba, le madri, <strong>il</strong><br />

rut<strong>il</strong>are delle sensazioni.<br />

Ma, come sempre, qualcosa stona: non è <strong>il</strong> mio linguaggio,<br />

non sono i miei colori e le figure non mi assomigliano,<br />

io mi sento diversa <strong>ed</strong>, inoltre, c’è una sorta di<br />

ricordo confuso che sfocato mi appare, come un’indecifrab<strong>il</strong>e<br />

sensazione, in cui mi pare che colei che mi allattava<br />

non desiderasse separarsi da me.<br />

Bah! tanti anni in questa famiglia devono aver confuso i<br />

miei riferimenti istintivi.<br />

Mi stiro con un rumoroso sbadiglio, allungandomi sino<br />

a toccare entrambi i braccioli del divanetto in midollino<br />

su cui stavo dormendo <strong>ed</strong> <strong>il</strong> mio movimento attrae l’attenzione<br />

della figura leggente, che esordisce con un ampio<br />

sorriso <strong>ed</strong> un tono cant<strong>il</strong>enante <strong>ed</strong> acuto: “ Finalmente<br />

ti sei svegliata bambolina. Hai sete? Ti ho versato poco<br />

fa dell’acqua fresca, dai vieni dalla mamma a farti fare<br />

le coccole “.<br />

Terminato <strong>il</strong> lungo sbadiglio, torno a rannicchiarmi, e<br />

lei: “ Dai pigrona, levati da lì, che stanno arrivando<br />

alcuni amici “.<br />

So che insisterà, <strong>per</strong>ciò mi muovo e, con un goffo balzo,<br />

atterro sul prato e mi avvio verso la mia piccola<br />

dependance.


Voci dal Sud 41<br />

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Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

Lungo <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso, tengo <strong>il</strong> naso basso, <strong>per</strong> meglio co- mondo che sembra trasudare odio e violenza da tutti i pori.<br />

gliere <strong>il</strong> fresco piacere dell’erba tagliata di fresco, ma Per dirmi che sì, un mondo nuovo è ancora possib<strong>il</strong>e;<br />

con gli occhi fisso, come sempre, quegli strani segni ver- che possiamo fregare <strong>il</strong> tempo.<br />

gati sopra l’entrata della mia casetta, che non so leggere, Affondo la spada in un nemico invisib<strong>il</strong>e, poi la ritrag-<br />

ma di cui, negli anni, ho imparato <strong>il</strong> significato. go e, secondo uno schema vecchio ormai di secoli, inver-<br />

Prima di entrare, risollevo la testa e le mie lunghe orecto la presa e l’affondo alle mie spalle.<br />

chie dal pelo fulvo smettono di trascinarsi nell’erba umi- Mia figlia ha Dolly in braccio e mi guarda divertita e<br />

da e penso alla scritta sulla porta: Dolly, ma che cazzo di anche un po’ <strong>per</strong>plessa, come fa sempre, quando mi v<strong>ed</strong>e<br />

nome.<br />

praticare questi esercizi.<br />

“ Dolly, Dolly…>”<br />

Le sorrido e lei mi sorride di rimando.<br />

La voce della mia bambina è allegra e tintinnante, men- “Cristo, quanto mi ricorda mia moglie” penso…<br />

tre chiama la sua f<strong>ed</strong>ele compagna, non più cucciola. Mi asciugo <strong>il</strong> sudore dalla fronte e interrompo l’eserci-<br />

Anche lei non è più esattamente una bambina, e piano zio.<br />

piano sta uscendo dal goffo bozzolo dell’infanzia, <strong>per</strong> tra- Aveva ragione mia moglie, eh si…più guardo mia fisformarsi<br />

in una giovane creatura che, scommetto, farà glia, più penso: “Sì, insieme possiamo fregarlo, quel ba-<br />

battere forte <strong>il</strong> cuore di tanti suoi coetanei.<br />

stardo di tempo! “.<br />

Cerco di non pensare al giorno, in cui mi porterà a Lapo irrompe, correndo; quasi inciampa nel tubo di<br />

casa <strong>il</strong> primo “morosino”, o addirittura <strong>il</strong> fidanzato “uf- gomma che ut<strong>il</strong>izzo <strong>per</strong> innaffiare le rose bianche, così<br />

ficiale”.<br />

tanto amate da mia moglie.<br />

Dio, che rabbia!<br />

“Ciao Anna. Ti va di venire con me a pescare? Ti ho<br />

Non tanto <strong>per</strong> freudiane compensazioni, secondo le quali procurato la canna di bambù identica a quella che hai<br />

<strong>per</strong> un maschio è impossib<strong>il</strong>e diventare davvero amico di visto ieri nel negozio”.<br />

uno che va a letto con tua figlia, quanto <strong>per</strong> una realtà ben Mia figlia si gira lanciandomi uno sguardo dipinto: ir-<br />

più fr<strong>ed</strong>da e crudele: se mia figlia sta diventando grande, resistib<strong>il</strong>e fregio.<br />

io, <strong>per</strong> contro, sto invecchiando!<br />

Impossib<strong>il</strong>e resisterle.<br />

Me ne accorgo quasi in ogni momento, in ogni movi- Camminano vicini, ridono e chiacchierano <strong>ed</strong> io sento<br />

mento.<br />

che già mi hanno precluso <strong>il</strong> loro mondo barocco e so-<br />

Praticare <strong>il</strong> Tai-Chi mi dà qualche sollievo, ma mi renspeso.do benissimo conto del leggero sforzo che mi costa re- Per loro è fac<strong>il</strong>e vivere con entusiasmo.<br />

stare in equ<strong>il</strong>ibrio su una gamba, durante certi esercizi o Trasudano gioia <strong>per</strong> un insetto insolito o un’esca dal piu-<br />

del mimimo tremito della mano che regge la spada in almino arancio.<br />

tri.<br />

Il loro rumore si attutisce, man mano si allontanano,<br />

Solo due anni fa non lo <strong>per</strong>cepivo, al contrario di ades- fin quando <strong>il</strong> colore intenso del prato si gonfia e li inso.ghiotte.<br />

Guarda <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o della lama, come trema.<br />

La mia mente torbida fino a quel momento, si fa più<br />

Im<strong>per</strong>cettib<strong>il</strong>mente, dirai tu.<br />

leggera.<br />

A me pare <strong>il</strong> tremito d’un ubriaco, invece.<br />

Anna abita nella mia pelle, ogni giorno sceglie in quale<br />

Tutti sintomi tipici, di un’unica diagnosi, che già mi fece poro.<br />

<strong>il</strong> barbiere del mio paesino, quando mi trovò <strong>il</strong> primo ca- Mi ha salvato!<br />

pello bianco, qualche anno fa.<br />

Ero diventato come una bottiglia di plastica, imprigio-<br />

“Ragazzo, non sei fatto di ferro nemmeno tu”, mi avenata in un gorgo naturale a lato di un torrente impetuoso,<br />

va detto, con un sorriso ingenuo, ignaro di come sarebbe imbrigliato da lunghe dita scheletriche che mi tiravano<br />

cambiata la mia vita nell’arco di due anni e delle trag<strong>ed</strong>ie sotto, mi liberavano, poi, ancora giù.<br />

che avrei dovuto affrontare.<br />

Anna, mia figlia…la bimba che, con occhi tramortiti,<br />

La spada si muove decisa e sib<strong>il</strong>a fendendo l’aria e, mi dice sorridendo “Fortuna che ho te”, mi ha<br />

mentre le mie gambe cercano di adeguarsi alla velocità resuscitato.<br />

delle mie braccia, riv<strong>ed</strong>o <strong>il</strong> carabiniere che mi suona alla Dolly abbaia ...<br />

porta e che mi dà la notizia che lui non avrebbe mai voluto “Tesoro, eccomi” mi precipito “Tutto bene?”.<br />

dare e che io non avrei mai voluto sentire.<br />

“Papà, papà, abbracciami, ho fatto un sogno terri-<br />

“Sono desolato, ma c’è stato un incidente sulla A21. b<strong>il</strong>e”<br />

Sua moglie…”.<br />

”Mio miele sono qui accanto a te, non avere paura”.<br />

Un ringhio mi esce dalla bocca, mentre la spada dise- L’uomo con un gesto morbido spostò i capelli grigi e<br />

gna arabeschi, destinati a tenere a bada i fantasmi che già capricciosi che lasciavano trasparire la dolorosa<br />

si affollano alla mia mente.<br />

incontrollab<strong>il</strong>ità del tempo, liberando la bella fronte alta,<br />

“Dolly, Dolly!”: la voce di mia figlia, spezza l‘incan- inequivocab<strong>il</strong>e segno di un DNA profondo e complesso e<br />

tesimo.<br />

con voce rassicurante le parlò come solo un padre può<br />

La mia bambina, leggera e fresca, come la schiuma del fare: “Ti ho mai parlato di Dolly? Per un attimo ho cre-<br />

mare o le nuvole del cielo, l’unica che mi ha dato e contiduto ... piccola, io sono accorso <strong>per</strong>ché tu ... non so come<br />

nua a darmi la forza.<br />

dirtelo ... Tu stavi abbaiando”.<br />

Vorrei che ci fosse ancora mia moglie, al mio fianco, Da quando sei nata registro ogni tuo movimento, ogni<br />

<strong>per</strong> aiutarmi nel diffic<strong>il</strong>e compito di <strong>ed</strong>ucarla, in questo tuo gemito, ogni tuo risolino <strong>per</strong>ché tu sei la mia musica,


Voci dal Sud 42 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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la mia letteratura, la mia arte...Poco fa, sentendoti abbadotta chissà dove se la voce di un giovane uomo non si<br />

iare <strong>per</strong>ò ho capito! Tu sei molto di più e del tuo bau bau fosse frapposta, un po’ inopportuna:<br />

m’<strong>il</strong>lumino.<br />

“Venga signora, da questa parte, … quando nascerà,<br />

Tu figlia adorata sei Dolly, la mia cagnolina morta sot- maschio o femmina?” chiese l’infermiere, facendole seto<br />

le rotaie di un treno ad alta velocità.<br />

gno di entrare nella seconda stanza sulla sinistra.<br />

Oh mia amata, <strong>per</strong>sa e ritrovata.<br />

Non aveva voluto v<strong>ed</strong>erla, nemmeno quando quel pic-<br />

Adesso è tutto chiaro, eccetto ... sono assalito da un colo capino riccioluto era uscito dal suo ventre ..., così<br />

pensiero intruso: se tu sei un cane, io chi sono? l’avevano portata via in tutta fretta, alla nursery, dove un’ad-<br />

Dal corridoio arrivano i rumori di gente che corre, che detta del Tribunale dei minori, già allertata da giorni, com-<br />

coordina e che ordina. Il rumore si avvicina, una chiave p<strong>il</strong>ava una serie di moduli, <strong>per</strong> l’affido.<br />

gira, una volta, due, tre e la porta si spalanca.<br />

Perché quella strana sensazione di ansia, nel raggiun-<br />

Tre uomini vestiti di bianco irrompono senza chi<strong>ed</strong>ere gere lo studio legale?<br />

<strong>per</strong>messo e da lì a poco comincia un nuovo sogno. Tutto sommato si trattava di sbrigare una pratica buro-<br />

Elettroshock ...<br />

cratica, almeno così le aveva detto al telefono <strong>il</strong> notaio, <strong>il</strong><br />

Ancora i muscoli infuriati <strong>per</strong> l’affronto, l’abuso Dottor De Magistris.<br />

terapeutico: elettroshock ...<br />

Lapo De Magistris, br<strong>il</strong>lante cinquantenne romano, se-<br />

Camici bianchi mi afferrano, mi legano … sghignazdeva dietro la sua scrivania di c<strong>il</strong>iegio, immerso nella letzo,<br />

temporali nelle vene … la carne si arriccia, i pensieri tura d’un atto di compravendita, quando <strong>il</strong> cicalino<br />

cuociono, mulinellano.<br />

dell’interfono lo interruppe: “La signorina che stava<br />

Riv<strong>ed</strong>o la macchina accartocciata in autostrada ... l’inu- aspettando, è in sala d’attesa, la faccio accomodare?”<br />

t<strong>il</strong>ità del risveglio all’interno del mio oscuro e fetido poz- gli disse la sua segretaria.<br />

zo ... la carrozza del treno, dentro la ragione, la passione “Certo, due minuti e la faccia entrare”, rispose lui,<br />

la voglia di vivere che lievitando si allontanano... quasi seccato.<br />

mia madre che mi accarezza e mi abbandona regalandomi Quando la ragazza entrò nello studio, lui era girato di<br />

<strong>per</strong> sempre la paura di essere amato … fiumi di <strong>per</strong>sone spalle, intento a rimettere a posto alcune carte nel mobi-<br />

estranee mi sorridono.<br />

le dietro la scrivania.<br />

Tutto gira, turbinante tornado dissonante.<br />

Impallidì improvvisamente: stessi lineamenti, d’una in-<br />

Mi sento ardere, non oppongo resistenza … nebbia, poi tensità sconcertante.<br />

alba.<br />

Lei dovette accorgersene, dal momento che rimase in<br />

Qualcosa si rifugia nella mia mano: ciniglia soffice, pi<strong>ed</strong>i sulla porta, senza osare avvicinarsi alle due morbide<br />

delicata, fresca, ma calda … limpida, dissetante. poltroncine in pelle scura.<br />

Spalanca la sua fronte al mio sguardo.<br />

Lapo si ricompose, sebbene, quello che le si parava<br />

“Ciao Anna” … tutto torna a scorrere.<br />

dinanzi agli occhi sembrava <strong>il</strong> fotogramma d’una pellico-<br />

Squ<strong>il</strong>la <strong>il</strong> telefono; <strong>il</strong> sussulto notturno anticipa di pola in bianco e nero, come un f<strong>il</strong>m già visto.<br />

chi secondi la corsa affannata verso la cornetta: “Pron- Riv<strong>ed</strong>eva con la mente Anna, le sue corse al fiume, suo<br />

to…”<br />

padre, i versi di Dolly … quanti anni erano passati? Venti<br />

Anna avanza goffamente lungo <strong>il</strong> corridoio dell’ospe- … no, forse venticinque…<br />

dale.<br />

“Che stupido, ho la data di nascita dinanzi, sul te-<br />

Non è la prima volta che un’emergenza la rovescia giù stamento”, pensò, cercando di dare <strong>il</strong> giusto tono alla<br />

dal letto, ma la pancia informe si è ingrossata a dismisura voce, frammezzata d’una emozione vibrante <strong>ed</strong><br />

dall’ultima volta.<br />

inequivocab<strong>il</strong>e.<br />

Un mese, manca soltanto un mese alla nascita della loro Le lesse <strong>il</strong> testamento, spiegandole i passi da fare, <strong>per</strong><br />

bambina e non era così che aveva immaginato l’attesa. entrare in possesso dell’er<strong>ed</strong>ità, nonché tutti gli<br />

A dire <strong>il</strong> vero aveva immaginato tutto diversamente o adempimenti da assolvere, in caso di accettazione.<br />

forse non aveva immaginato abbastanza, altrimenti si sa- La ragazza sembrava non ascoltarlo affatto, presa corebbe<br />

fermata prima.<br />

m’era a guardare <strong>il</strong> suo sguardo e i suoi capelli e, in veri-<br />

Quanto prima?<br />

tà, <strong>il</strong> notaio pareva anche averlo notato.<br />

La risposta appena abbozzata si ferma bruscamente da- “Sa, signorina, che conoscevo la sua famiglia?” disvanti<br />

al piccolo specchio accanto alla porta di servizio se lui, tentando di sviare <strong>il</strong> discorso, che pareva non inte-<br />

antistante le scale di sicurezza.<br />

ressarla affatto.<br />

I solchi scuri sotto gli occhi lasciano intrav<strong>ed</strong>ere le Non aveva bisogno d’ascoltare altro … aveva detto al<br />

tracce inequivocab<strong>il</strong>i di una bellezza che non si lascerà De Magistris, che intendeva rinunciare all’er<strong>ed</strong>ità … che<br />

sopraffare fac<strong>il</strong>mente.<br />

sciocca eh? Eppure quella cifra le avrebbe garantito un<br />

Non aveva mai preso troppo sul serio <strong>il</strong> suo aspetto futuro dignitoso <strong>per</strong> <strong>il</strong> resto della vita e, di fronte alla se-<br />

fisico.<br />

quela di leggi e norme che lui le aveva sciorinato, aveva<br />

Aveva giocato di tanto in tanto godendo, divertita e sor- frettolosamente liquidato la situazione, manifestando la<br />

presa, dell’effetto che provocavano sugli uomini quelle sua volontà di devolvere l’intera somma, in beneficenza.<br />

fattezze im<strong>per</strong>fette ma ab<strong>il</strong>mente assemblate.<br />

Uscii fuori e pioveva … camminavo sotto la pioggia,<br />

Nulla di più: non era mai stata disposta a puntare su lentamente, lasciando che le gocce mi entrassero addirit-<br />

qualcosa che non poteva controllare.<br />

tura nelle orecchie, infastidendomi ovattando <strong>il</strong> suono<br />

La mente disegna un sorriso ironico e l’avrebbe con- delle auto…


Voci dal Sud 43 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />

white_sharck71 su Vivicentro riporta la delicata poesia di<br />

Vincenzo Giandomanico che noi ospitiamo con vivo piacere<br />

“O NONNO “<br />

Avisse arapì ll’uocchie, oj mamma<br />

mia!<br />

Vita passata mia .... pare nu suonno!<br />

Aiere cu’’e guagliune ‘nmiez’a via,<br />

oggie nu viecchio e otto vote nonno<br />

Io quanno parlo ‘e Te mamma mia<br />

cara ritorno n’ata vota piccer<strong>il</strong>lo<br />

e dint’o suonno quanno Tu m’appareveco<br />

ca Tu faie ‘a nonna all’angiul<strong>il</strong>le<br />

Io quanno stongo ‘nmiez’ a sti nepu<br />

te oj mamma t”e vulesso fà v<strong>ed</strong>è<br />

so accussì belle e nu’ ll’he cunusciute,<br />

comme vurrio ca stisse ‘nziem’a<br />

mmè<br />

P”a casa songhe otto palummielle!<br />

Pe n’attimo nun trovene arricietto<br />

ll’urdimo nato me fà o’ cianciusiello<br />

quann’o pàzzeo ruciulea p”o lietto<br />

Pe mmè so comm’a tante pazzielle<br />

e spisso tutte ‘nzieme pazziamme<br />

m’ha ditto aiere ‘o chiù strappuliatielle:<br />

O no’, ma pure tu tenive ‘a<br />

mamma?<br />

Io nun l’aggiu risposto, m’ha guardato<br />

e tale e quale comm’ ‘ a dduje<br />

cumpagne cu’ ‘e ddoje braccelle forte<br />

m’abbracciato e pò m’ha ditto:<br />

O no’, ma pecchè chiagne !?


Voci dal Sud 44 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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Firenze - Una voce critica forte,<br />

la voce della coscienza del mondo,<br />

spesso scomoda, si è spenta!<br />

Al di là del dispiacere di averla<br />

<strong>per</strong>sa, come scrittrice e giornalista,<br />

non posso non riconoscerle <strong>il</strong> merito<br />

di aver messo in “ombra” gli uomini<br />

tutti, <strong>ed</strong> andare controcorrente<br />

con i suoi scritti, dimostrando una<br />

volta di più la capacità innata che è<br />

propria di tutte donne, che quando<br />

vogliono sono capaci di affrontare<br />

gli ostacoli peggiori che la vita dissemina<br />

sul loro cammino.<br />

Non poteva che essere una donna<br />

a tracciare questo significativo<br />

<strong>per</strong>corso.<br />

Nonostante non fossi d’accordo<br />

sul fatto che la volevano Senatrice<br />

a vita, <strong>per</strong>chè ho sempre sentito la<br />

cosa strumentale e non lo trovassi<br />

giusto nei<br />

confronti di una bella <strong>per</strong>sona, profonda<br />

e al contempo con una mente<br />

analitica e attenta ai fatti della vita<br />

e del mondo.<br />

Devo confessare che la sua vivacità<br />

intellettuale, <strong>il</strong> sa<strong>per</strong>e ogni cosa<br />

su tutto, <strong>il</strong> non aver paura di niente<br />

... continua ad affascinarmi.<br />

La paura Lei sapeva bene cos’era,<br />

non parlava mai <strong>per</strong> sentito<br />

dire, ma raccontava e urlava di<br />

quelle paure che gli uomini avrebbero<br />

dovuto sopportare e che si sarebbero<br />

fatte avanti, un giorno dopo<br />

l’altro, senza<br />

che nessuno ne arginasse la piena<br />

del terrore.<br />

Purtroppo, mi sono resa conto<br />

che la gente, prende sempre fischi<br />

<strong>per</strong> fiaschi e non capisce mai! Leg-<br />

Queste pagine fanno parte del gemellaggio fra la Fromo<br />

Editore di Rosarno e le Edizioni Damiano di V<strong>il</strong>la Verucchio<br />

(Rimini). Articoli, firme e foto appartengono alla rivista<br />

Vignettopoli <strong>ed</strong>ita dalla Editrice Damiano<br />

http://www.<strong>ed</strong>izionidamiano.net/<br />

Si è spenta la voce della nostra<br />

coscienza : Oriana<br />

Nicoletta Damiano<br />

ge, ma pensa ad altro, guarda, ma<br />

v<strong>ed</strong>e ciò che gli altri ti vogliono<br />

far v<strong>ed</strong>ere.<br />

Tu uomo, tu che di Lei hai dato<br />

un lapidale giudizio nel riceverne<br />

la notizia del suo decesso, non hai<br />

capito un tubo ... ma non ti preoccupare,<br />

siamo in molti in tua<br />

compagnia, a nuotare in questa magnifica<br />

ignoranza.<br />

Un giorno, anche se troppo tardi,<br />

ci sveglieremo,<br />

ma come dico ... sarà troppo tardi!<br />

... <strong>per</strong>chè quando cominceremo a<br />

ragionare con la nostra testa e<br />

finalmente a capire cosa ci voleva<br />

dire Oriana Fallaci, a leggere i suoi<br />

scritti con la mente scevra da padroni<br />

indotti, quando finalmente<br />

avremo ripulito <strong>il</strong> cervello di tutte<br />

quelle scorie che appesantiscono di<br />

stupidità la testa, <strong>ed</strong> insudiciano<br />

occhi e cuore ... non sapremo più a<br />

chi dirlo! ... ma non ci saremo più<br />

nemmeno noi<br />

a sparare parole.<br />

Oggi <strong>per</strong>diamo una figura esemplare<br />

nel mondo del giornalismo,<br />

ma anche una grande donna, e le<br />

Donne, Noi donne, <strong>per</strong>dono molto<br />

con la sua scomparsa; gli uomini<br />

invece, dovrebbero riflettere su di<br />

L e i ,<br />

in questa società che si sono impacchettati<br />

ad immagine e somiglianza,<br />

dove vince chi corre di più:<br />

da una responsab<strong>il</strong>ità, da una sfida,<br />

da una scopata, da un amore.<br />

“La società degli uomini in<br />

fuga” che fino ad arrivare ai più<br />

alti vertici, giocano ancora con le<br />

vite di tutti e se ne fregano della<br />

nostra.<br />

Cara Oriana, come giornalista<br />

<strong>per</strong>do <strong>per</strong>sonalmente un punto interessante<br />

di riferimento <strong>ed</strong> una<br />

voce vera, limpida, chiara. Oggi la<br />

nostra categoria dovrebbe essere a<br />

lutto stretto, <strong>per</strong>chè di giornalisti<br />

così, com’eri tu, mi spiace dirlo, ma<br />

non ne sono più.<br />

Si faranno in quattro <strong>per</strong> esprimere<br />

i loro dolore davanti alle telecamere,<br />

mentre dietro la schiena ti<br />

combattevano e disapprovavano.<br />

Ci sarà la corsa alla lacrima, a chi<br />

le spara più grosse, <strong>ed</strong> ancora una<br />

volta, dovrai da lassù assistere all’ennesima<br />

rappresentazione teatrale<br />

di ipocriti con l’abito scuro e occhiali<br />

neri.<br />

Hai fatto bene a lasciarci in s<strong>il</strong>enzio,<br />

ti eri già sgolata anche troppo,<br />

ma sai “non c’è peggior sordo di<br />

chi non vuol sentire!”.<br />

Che la tua nuova strada sia meno<br />

pesante di quella che hai dovuto<br />

sopportare in vita.<br />

Buon viaggio cittadina del mondo<br />

e grande donna da me, una piccola<br />

ignorante che sopravvive facendo<br />

la scribacchina.


Voci dal Sud 45 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

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dal mondo di Vignettopoli<br />

http://www.<strong>ed</strong>izionidamiano.net/<br />

Edizioni Damiano - V<strong>il</strong>la<br />

Verucchio (RN) Italy<br />

Scaduti i termini <strong>per</strong> partecipare al concorso letterario nazionale<br />

di scrittura femmin<strong>il</strong>e<br />

“MA ADESSO IO”<br />

COMPIE DIECI ANNI<br />

Faenza - Scaduti i termini <strong>per</strong> partecipare al concorso<br />

letterario nazionale di scrittura femmin<strong>il</strong>e<br />

“MA ADESSO IO” COMPIE DIECI ANNI<br />

Presidente della giuria è la scrittrice e giornalista Lisa<br />

Bellocchi.<br />

Le o<strong>per</strong>e vanno presentate entro <strong>il</strong> 31 ottobre 2006<br />

Il concorso letterario nazionale di scrittura femmin<strong>il</strong>e<br />

“Ma adesso io” compie dieci anni. La manifestazione<br />

è promossa dall’assessorato alle Pari Opportunità<br />

del Comune di Faenza, d’intesa con gli assessorati<br />

alle Pari Opportunità dei Comuni dell’area<br />

faentina (Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese,<br />

Riolo Terme e Solarolo), in collaborazione con<br />

l’associazione Nuovi Materiali, la società <strong>ed</strong>itrice “Il<br />

Ponte Vecchio” di Cesena, <strong>il</strong> settimanale faentino<br />

Sette Sere e con <strong>il</strong> contributo dell’Ufficio provinciale<br />

della Consigliera di Parità, della Provincia di Ravenna,<br />

della Regione Em<strong>il</strong>ia Romagna, di Legacoop, di<br />

Casacooptre e della Coo<strong>per</strong>ativa Zerocento.<br />

La macchina organizzativa della decima <strong>ed</strong>izione<br />

di “Ma adesso io” è partita proprio in questi giorni.<br />

Al concorso possono partecipare tutte le donne che<br />

hanno compiuto <strong>il</strong> s<strong>ed</strong>icesimo anno d’età, ovunque<br />

residenti. Tre le sezioni previste: Poesia, Narrativa<br />

(racconti, romanzi brevi) e Memorialistica (testimonianze<br />

e diari). La partecipazione al concorso è gratuita.<br />

Le partecipanti dovranno inviare le loro o<strong>per</strong>e<br />

(testi in<strong>ed</strong>iti, a tema libero e in lingua italiana), in<br />

quattro copie <strong>per</strong> la sezione Poesia, in sette <strong>per</strong> le<br />

sezioni Narrativa e Memorialistica, entro <strong>il</strong> 31 ottobre<br />

2006 alla segreteria del Concorso di scrittura femmin<strong>il</strong>e<br />

- assessorato Pari Opportunità del Comune di<br />

Faenza (piazza del Popolo, 31).<br />

E’ consentita la partecipazione a una sola sezione.<br />

Non sono inoltre ammesse al concorso le vincitrici<br />

dell’<strong>ed</strong>izione prec<strong>ed</strong>ente.<br />

Per la sezione Poesia si possono inviare da un minimo<br />

di tre a un massimo di cinque poesie; <strong>per</strong> la sezione<br />

Narrativa i testi dovranno essere al massimo di 100<br />

cartelle; 50 cartelle, infine, <strong>per</strong> la sezione<br />

Memorialistica. Le cartelle devono essere contenute<br />

nei limiti di trenta righe <strong>per</strong> sessanta battute l’una.<br />

Gli elaborati saranno valutati da una giuria nominata<br />

dall’Amministrazione comunale e presi<strong>ed</strong>uta que-<br />

st’anno dalla scrittrice e giornalista Lisa Bellocchi, di<br />

cui faranno parte esponenti qualificati del mondo della<br />

cultura.<br />

Per ciascuna sezione la giuria sceglierà un’o<strong>per</strong>a<br />

vincitrice e una rosa di o<strong>per</strong>e segnalate. Alle o<strong>per</strong>e<br />

vincitrici andrà un premio di m<strong>il</strong>le euro.<br />

E’ inoltre previsto un premio speciale <strong>per</strong> ogni sezione<br />

– <strong>il</strong> premio “Migliore O<strong>per</strong>a” – del valore di 500<br />

euro, riservato alle scrittrici residenti nel territorio<br />

faentino (Faenza e comuni del comprensorio).<br />

Le o<strong>per</strong>e vincitrici e quelle segnalate di ciascuna<br />

sezione saranno presentate pubblicamente domenica<br />

11 marzo 2007, in occasione delle manifestazioni dell’8<br />

marzo, Giornata Internazionale della Donna.<br />

Per ulteriori informazioni sul concorso rivolgersi all’assessorato<br />

alle Pari Opportunità del Comune di<br />

Faenza (tel. 329.1715499; fax 0546.691679; e-ma<strong>il</strong>:<br />

maadessoio@racine.ra.it), dal lun<strong>ed</strong>ì al venerdì, dalle<br />

ore 12.00 alle 14.00; <strong>il</strong> mart<strong>ed</strong>ì e giov<strong>ed</strong>ì anche <strong>il</strong> pomeriggio,<br />

dalle 14.30 alle 16.30.<br />

MARILY


Voci dal Sud 46 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

dal mondo di Vignettopoli<br />

L’Istituto degli Innocenti manifesta la propria preoccupazione<br />

<strong>per</strong> quanto sta avvenendo in Olanda dove un<br />

gruppo f<strong>il</strong>o p<strong>ed</strong>of<strong>il</strong>o potrà partecipare alle prossime elezioni.<br />

In forza del proprio impegno plurisecolare a fianco<br />

dell’infanzia e dell’adolescenza l’Istituto degli Innocenti<br />

sollecita <strong>il</strong> Governo italiano a farsi promotore in s<strong>ed</strong>e<br />

europea di un’iniziativa di denuncia di questa vicenda, richiamando<br />

i membri dell’ Unione all’applicazione e al rispetto<br />

delle norme e dei principi della convenzione ONU<br />

del 1989.<br />

A tutte le associazioni, alle realtà e ai cittadini che si<br />

battono <strong>per</strong> promuovere una cultura favorevole all’infanzia,<br />

l’Istituto chi<strong>ed</strong>e di aderire <strong>per</strong> sostenere questo appello.<br />

Nonostante l’opinione pubblica olandese <strong>ed</strong> europea,<br />

almeno in alcuni suoi settori, abbia condannato fortemente<br />

le gravi posizioni f<strong>il</strong>o p<strong>ed</strong>of<strong>il</strong>e del neo costituito partito<br />

NVD ( Carità, Libertà e Diversità), <strong>il</strong> Tribunale dell’Aja<br />

ne ha stab<strong>il</strong>ito l’ammissib<strong>il</strong>ità alle elezioni di novembre.<br />

Fra le proposte del NVD ci sono l’abbassamento dell’età<br />

del consenso sessuale da 16 a 12 anni, con conseguente<br />

possib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> i minori di partecipare a f<strong>il</strong>m pornografici<br />

e anche prostituirsi, la depenalizzazione del<br />

possesso di pornografia infant<strong>il</strong>e, la libera trasmissione<br />

di f<strong>il</strong>m pornografici, anche di giorno, sui canali televisivi,<br />

tranne quelli violenti, comunque proiettab<strong>il</strong>i nelle ore<br />

notturne.<br />

Questi sono alcuni dei capisaldi di un programma che<br />

intende far diventare comportamenti normali e leciti una<br />

insieme di atti che, solo grazie a decenni di impegno e di<br />

mob<strong>il</strong>itazione civ<strong>il</strong>e, sono stati finalmente riconosciuti<br />

quali crimini contro la <strong>per</strong>sona, da <strong>per</strong>seguire a livello<br />

nazionale e internazionale.<br />

Il fondatore e i sostenitori di NVD ut<strong>il</strong>izzano<br />

argomentazioni tipiche di chi commette abusi sessuali su<br />

bambini e bambine <strong>per</strong> giustificare la loro scelta: “le nostre<br />

proposte vogliono ampliare i diritti dei minori all’amore<br />

e alla sessualità; vogliamo lacerare <strong>il</strong> velo<br />

dell’ipocrisia, vogliamo favorire l’<strong>ed</strong>ucazione sessuale<br />

dei minori”.<br />

Dietro pretese democratiche e progressiste si vuole<br />

invece legittimare lo sfruttamento sessuale di bambini e<br />

bambine, negando i gravi e drammatici effetti a breve e<br />

lungo termine che gli abusi sessuali producono sui piccoli,<br />

e <strong>il</strong> fatto che tra un adulto e un bambino che ne<br />

subisce gli atti sessuali non potrà mai esserci un rapporto<br />

di parità.<br />

Il Tribunale dell’Aja ha motivato la propria decisione<br />

di ammettere alle elezioni <strong>il</strong> NVD anche <strong>per</strong> non l<strong>ed</strong>ere<br />

http://www.<strong>ed</strong>izionidamiano.net/<br />

Edizioni Damiano - V<strong>il</strong>la<br />

Verucchio (RN) Italy<br />

Appello al Governo italiano <strong>per</strong>ché la Convenzione ONU sui diritti del<br />

fanciullo venga rispettata in tutti i Paesi membri dell’Unione<br />

P<strong>ed</strong>of<strong>il</strong>ia? no grazie!<br />

<strong>il</strong> diritto alla libertà di espressione.<br />

Ma come viene garantita quella di bambini e bambine?<br />

Sono stati ascoltati? Quale attuazione reale ha in tutta<br />

Europa <strong>il</strong> loro diritto all’ascolto e alla partecipazione?<br />

Il mondo degli adulti deve impegnarsi, oggi, a garantire<br />

la libertà e la possib<strong>il</strong>ità di espressione dei bambini e delle<br />

bambine, non di chi si approfitta della loro posizione<br />

di dipendenza e di mancanza di parola <strong>per</strong> rivendicare la<br />

libertà di abusare di loro.<br />

Ciò che è avvenuto è particolarmente inquietante <strong>per</strong>ché<br />

viola i principi normativi contenuti in convenzioni,<br />

protocolli e dichiarazioni sui diritti dell’infanzia e contro<br />

l’abuso e lo sfruttamento sessuale di bambini e bambine,<br />

che sono stati sottoscritti e ratificati anche dall’Olanda,<br />

in primis tra tutti la Convenzione Onu dei sui diritti<br />

del fanciullo.<br />

In questo atto, promulgato a New York nel 1989, gli<br />

Stati si impegnano ad adottare misure legislative, amministrative,<br />

sociali <strong>ed</strong> <strong>ed</strong>ucative <strong>per</strong> tutelare i soggetti minorenni<br />

contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di<br />

brutalità fisiche, compresa la violenza sessuale (art.19),<br />

e ad assumere a livello nazionale, b<strong>il</strong>aterale e mult<strong>il</strong>aterale<br />

ogni iniziativa ut<strong>il</strong>e a imp<strong>ed</strong>ire che i bambini siano incitati<br />

o costretti a d<strong>ed</strong>icarsi a una attività sessuale <strong>il</strong>legale,<br />

sfruttati a fini di prostituzione, di altre pratiche sessuali<br />

<strong>il</strong>legali o della produzione di spettacoli o di materiale a<br />

carattere pornografico (art.34).<br />

Poiché <strong>per</strong> <strong>il</strong> diritto italiano gli atti sessuali con minorenni,<br />

la p<strong>ed</strong>opornografia e la prostituzione minor<strong>il</strong>e costituiscono<br />

reato le proposte del Ndv potrebbero essere<br />

considerate come “istigazione a delinquere” (art. 414<br />

c.p.).<br />

La propaganda fatta dal nuovo partito olandese potrebbe<br />

integrare tale fattispecie di reato <strong>per</strong>ché chi istiga a<br />

commettere uno o più reati viene condannato con pene<br />

detentive e/o pecuniarie a seconda dei casi e le richieste<br />

del NDV integrano comportamenti idonei a provocare la<br />

commissione di reati ai danni di bambini e bambine.<br />

da l’Istituto Degli Innoncenti<br />

girato a voi tutti<br />

dall’<strong>ed</strong>itore Nicoletta Damiano<br />

Per aderire inviare una ma<strong>il</strong> a:<br />

r<strong>ed</strong>azione@istitutodeglinnocenti.it<br />

Tel. +39 055 2037331, 324, 220<br />

www.istitutodeglinnocenti.it


Voci dal Sud 47 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />

www.sos<strong>ed</strong>.it<br />

dal mondo di Vignettopoli<br />

http://www.<strong>ed</strong>izionidamiano.net/<br />

Edizioni Damiano - V<strong>il</strong>la<br />

Verucchio (RN) Italy<br />

QUESTI NOSTRI…”FANTASMI”<br />

Virtuali, remoti, sociali, storici - Edizioni Damiano di Nicoletta Damiano<br />

Ci cr<strong>ed</strong>ete ai fantasmi? ...... In questa raccolta della scrittrice m<strong>il</strong>anese ne potete trovare di ogni tipo e <strong>per</strong> ogni<br />

gusto. Fantasmi dell’entroterra romagnolo: ricco di storia e di castelli, ognuno con la sua “presenza”....ma i fantasmi<br />

non sono solo di tipo storico o legati a leggende popolari, infatti, Nicoletta Damiano, ne ha trovati alcuni, che vivono<br />

<strong>per</strong>ennemente con noi... I fantasmi “sociali”, meccanismi in grado di convincerci che non siamo chi siamo e che<br />

riceviamo nel momento in cui si lancia <strong>il</strong> primo vagito. I fantasmi “virtuali”, i miti o gli idoli cui vorremmo assomigliare<br />

<strong>per</strong> un’ansia di piacere, che non ci appartiene ma che viene alimentata, giorno dopo giorno dai m<strong>ed</strong>ia. I fantasmi<br />

“remoti”, quelli che appartengono solo a noi e che incarnano le nostre paure più profonde e che talvolta emergono,<br />

producendo risultati, devastanti...Cr<strong>ed</strong>eteci ai fantasmi. Ogni giorno, senza sa<strong>per</strong>lo conviviamo con lo spettro di<br />

qualcuno <strong>ed</strong> in questa intrigante e variegata sequela di <strong>per</strong>sonaggi, da Azzurrina a Mar<strong>il</strong>yn Monroe, da Cagliostro a<br />

Berlusconi... Un’investigazione tra i Misteri “dentro e fuori di noi” e che appartengono da sempre ad ogni popolo,<br />

antico e moderno.<br />

Questi nostri fantasmi e l’approfondimento dei fantasmi storici che aleggiano sulla nostra vita li potete approfondire<br />

nel volume <strong>ed</strong>ito dall’<strong>ed</strong>itrice Damiano nel volume<br />

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