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Anno II° - n. 11 Novembre 2006<br />
Rassegna stampa dai mass m<strong>ed</strong>ia regionali<br />
L’impressione che se ne trae è che i<br />
piatti della b<strong>il</strong>ancia della Giustizia si<br />
siano fortemente sb<strong>il</strong>anciati!<br />
Euro 1,55
Voci dal Sud 2 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
Voci dal Sud<br />
... ai quattro venti<br />
Periodico indipendente di Attualità, Storia<br />
e Cultura<br />
Rassegna stampa dai mass m<strong>ed</strong>ia regionali<br />
Reg. Tribunale di Palmi<br />
nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005<br />
Fromo Editore - Rosarno (RC)<br />
casella postale 77<br />
c.da Sella Badia 9 - 89025 ROSARNO<br />
tel. 333 6793434 - fax 0966 713165<br />
Indirizzo Internet www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
e-ma<strong>il</strong>: vocidalsud@yahoo.it<br />
Direttore responsab<strong>il</strong>e <strong>ed</strong> <strong>ed</strong>itoriale<br />
Franz Rodi-Morabito<br />
Responsab<strong>il</strong>e r<strong>ed</strong>azione,<br />
Patrizia Rodi-Morabito<br />
Compos. telematica, immissione internet, foto<br />
Mariasole Dalmonte e Michele Guardo<br />
Edizione telematica<br />
__________________<br />
ABBONAMENTI (momentaneamente Omaggio)<br />
ordinario euro 15.50<br />
sostenitore euro 26.00<br />
enti/associazioni euro 26.00<br />
Amici Voci dal Sud euro 52.00<br />
Versamento tramite:<br />
Conto Bancoposta n.19810555<br />
ABI 07601 CAB 16300<br />
intestato a: Fracesco Rodi-Morabito (RC)<br />
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modulo cmq 36 b/neuro 13*<br />
modulo cmq 64 b/neuro 26*<br />
modulo cmq 128 b/n euro 39*<br />
1/2 pagina interna b/n euro 52*<br />
Pagina intera interna euro 100*<br />
* A colori + 20%<br />
(I prezzi si intendono <strong>per</strong> ciascuna uscita)<br />
Altri moduli o posizioni di rigore<br />
(1.a <strong>ed</strong> ultima pagina, ecc.): da convenire.<br />
Le inserzioni appaiono su Internet e su<br />
eventuale <strong>ed</strong>izione cartacea<br />
Tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito a meno di diverso<br />
accordo. Testi, foto <strong>ed</strong> altro, anche se non pubblicati, non vengono<br />
restituiti e divengo proprietà dell’<strong>ed</strong>itore che potrà ut<strong>il</strong>izzarli anche<br />
su altre testate senza ulteriore consenso.<br />
I pezzi firmati sono riconducib<strong>il</strong>i <strong>per</strong> la responsab<strong>il</strong>ità sia civ<strong>il</strong>e<br />
che penale al firmatario dell’articolo.<br />
L’Editore <strong>ed</strong> <strong>il</strong> Direttore vengono così liberati da qualsiasi<br />
coinvolgimento.<br />
Foro competente: Palmi
Voci dal Sud 3 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
S o m m a r i o<br />
Novembre 2006<br />
pag. 4 - Editoriale: Libertà a senso unico<br />
pag. 5 - Le donne emancipate non solo sotto le lenzuola<br />
pag. 6 - «E’ stato uno sbaglio, questa sentenza sarà seppellita con ignominia». La Cassazione fa marcia<br />
indietro<br />
pag. 7 - Due Comuni “adottano” l’ex cartiera <strong>per</strong> ospitare gli extracomunitari<br />
pag. 8 - Si progetta lo “sbarco” dei rifiuti campani a Gioia Tauro<br />
pag 9 - Quel gigante che sbuffa veleni - Dalle canne fumarie dell’inceneritore una nuvola nera invade<br />
la Piana. Guasto o routine?<br />
pag. 10 - “Scusate, non ne sapevo nulla!”<br />
pag. 11 - Indulto, quando la legge non è uguale <strong>per</strong> tutti<br />
pag. 12 - Drogra, tamponi rubati, parlamentari coinvolti - E’ scandalo, ma <strong>per</strong>chè?<br />
pag. 14 - Lisa Caputo, una figlia oltre le nuvole<br />
pag. 16 - Il gatto? Vada nel portabagagli! (storia di ordinaria inciv<strong>il</strong>tà)<br />
pag. 17 - Rosarno , treni e stazione ferroviaria - ancora successi<br />
pag. 18 - Calabria, ancora “buonasanità”!<br />
pag.19 - Buonasanità: «E’ finito nella Piana <strong>il</strong> mio lungo calvario»<br />
pag. 20 - E’ la radio, la più amata !<br />
pag. 21 - Chiusura delle giornate micologiche<br />
pag. 22 - Anche in Calabria arriva <strong>il</strong> “satanismo”!<br />
pag. 22 - Riti blasfemi e messe nere nei cimiteri<br />
pag. 24 - Hemingway: Foschi i suoi trascorsi di guerra?<br />
pag. 25 - Programmi e prospettive <strong>per</strong> i beni culturali <strong>ed</strong> archeologici del comune di Rosarno<br />
pag. 26 - I siti archeologici di Oppido Mamertina e le loro grandi potenzialità<br />
pag. 28 - Avvistato un “ufo” nella Valle dei Templi<br />
Agricoltura<br />
pag. 29 - Il regno degli olivi piu’ grandi del mondo<br />
pag. 31 - Tratta di ulivi secolari estirpati al sud e trapiantati “ornamentali” al nord<br />
pag. 32 - Nasce in Calabria l’ Associazione Coltivatori Uliveti Storici (A.C.U.S.)<br />
pag. 33 - Gestione della “metcalfa pruinosa“ negli oliveti della Calabria<br />
Il Cafè degli amanti -<br />
pag. 35 - Gaetano Gr<strong>il</strong>lea - Un poeta in vernacolo<br />
pag. 36 - Mimmo Cannizzaro mette nel carniere dei suoi successi anche un Premio Europeo<br />
pag. 37 - Sono morta<br />
pag. 39 - Come...quando...fuori...piove... (racconto scritto a molte mani)<br />
pag. 43 - “O NONNO “<br />
Vignettopoli<br />
pag. 44 - Si è spenta la voce della nostra coscienza : Oriana<br />
pag. 45 - “MA ADESSO IO” COMPIE DIECI ANNI<br />
pag. 46 - P<strong>ed</strong>of<strong>il</strong>ia? no grazie!<br />
pag. 47 - QUESTI NOSTRI…”FANTASMI”
Voci dal Sud 4 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
Editoriale<br />
Libertà a senso unico<br />
Franz Rodi-Morabito<br />
Voglio tornare sull’argomento “Libertà” che sembra essere appannaggio di alcuni e<br />
preclusa ad altri.<br />
E’ di questi giorni la virulenta polemica fra <strong>il</strong> mondo musulmano <strong>ed</strong> <strong>il</strong> Papa che in un<br />
suo discorso tenuto in Germania, ha pronucniato parole che a suo intendimento erano di<br />
pace e fratellanza fra i popoli e le religioni, mentre è stato interpretato (quanto<br />
capziosamente?) in maniera diversa da una parte del mondo islamico.<br />
Io non voglio entrare nel nocciolo della faccenda, ma solo o<strong>per</strong>are alcune considerazioni di base.<br />
Purtroppo quasi tutti i giorni ci giunge notizia di una Chiesa Cristiana profanata, di un Sacerdote<br />
trucidato anche sull’altare mentre celebra Messa, di Suore violentate e/o uccise.<br />
Assistiamo così a qualche manifestazione verbale di dissenso, a qualche articolo di disappunto, a<br />
qualche fleb<strong>il</strong>e protesta del mondo occidentale.<br />
Succ<strong>ed</strong>e poi che qualche sciocco disegni vignette contro Maometto, che qualche imponderato le<br />
indossi e le esibisca, che qualcuno “scopra” che fra gli affreschi di una Chiesa una figura che<br />
“potrebbe” essere allusiva in maniera negativa.<br />
Imm<strong>ed</strong>iatamente scattano le reazioni virulente e feroci da parte di alcune frange che si scatenano<br />
procurando distruzione e morte, anche di <strong>per</strong>sone incolevoli o, <strong>per</strong>lomeno, colpevoli solamente di<br />
professare la Religione Cristiana.<br />
A questo punto ci si attenderebbe che qualcuno alzasse la propria voce <strong>per</strong> far sentire <strong>il</strong> proprio<br />
dissenso (non con violenza <strong>per</strong>chè mai violenza ha portato alla pace), <strong>per</strong> difendere <strong>il</strong> proprio<br />
diritto inconfutab<strong>il</strong>e di cr<strong>ed</strong>ere in qualcosa di diverso da ciò che cr<strong>ed</strong>ono gli islamici (con pieno<br />
diritto e meritandosi rispetto).<br />
La domanda che ci poniamo è <strong>per</strong>chè <strong>il</strong> mondo occidentale è appecoronato nei confronti del<br />
mondo orientale? Perchè nessuno osa far notare che mentre in occidente si fanno costruire le Moschee<br />
nei loro Paesi la Chiesa Cristiana è in condizione di semi clanestinità, o, <strong>per</strong>lomeno, in<br />
sommessa esistenza?<br />
Qualcuno sul forum di ViviCentro, nostro gemellato, ha avanzata l’idea che avendo l’occidente<br />
investito ingenti somme in quei paesi, si tema di mettere a repentaglio le somme e gli impianti colà<br />
realizzati.<br />
Ma questo sarebbe un difendere gli interessi nazionali e continentali (Europa) oppure i propri<br />
interessi?<br />
Io non sono un competente della materia, ma mi sembra che <strong>il</strong> Papa, ammesso che abbia sbagliato<br />
(forse avrebbe dovuto essere un poco più prudente e/o chiaro?) ha chiarito <strong>il</strong> significato del suo<br />
discorso, ha anche invitato i rappresentanti del mondo islamico a Castelgrandolfo <strong>per</strong> chiarire di<br />
<strong>per</strong>sona, senza affidarsi ad interm<strong>ed</strong>iari, e <strong>per</strong> rinnovare <strong>il</strong> messaggio di unione e di pacifica convivenza<br />
dei vari Cr<strong>ed</strong>o.<br />
Tuttavia, sembra, che la cosa non abbia calmato gli animi, non abbia pienamente soddisfatto gli<br />
interlocutori, non abbia in fin dei conti portato a casa <strong>il</strong> risultato s<strong>per</strong>ato.<br />
Chi<strong>ed</strong>ono a gran voce che <strong>il</strong> Papa chi<strong>ed</strong>a pubblicamente scusa, che si genufletta, che si um<strong>il</strong>i!<br />
Non mi pare di ricordare che un Capo di stato ci abbia mai chiesto scusa um<strong>il</strong>iandosi e sottomettendosi<br />
moralmente <strong>per</strong> un qualche evento avvenuto contro di noi (ultima la sortita di Puschin!).<br />
Ed allora <strong>il</strong> dubbio nasce im<strong>per</strong>ioso ... non sarà lana caprina? non stiamo assistendo alla versione<br />
moderna della favola “Il lupo e l’agnello”?<br />
Ma <strong>per</strong>chè noi dovremmo assumere <strong>il</strong> ruolo di agnelli e gli altri di lupi? questo è un interrogativo<br />
che meriterebbe risposta da parte dei Capi islamici e musulmani.
Voci dal Sud 5 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
Il dubbio: siamo nel 2006 oppure nel 1006?<br />
Le donne emancipate<br />
non solo sotto le lenzuola<br />
La risposta di Angela Di Rienzo, Commissaria Pari Opportunità della<br />
Provincia di Vibo Valentia<br />
fromor<br />
Sarà la nostra età che purtroppo non è più verde, sarà <strong>il</strong> fatto che nella nostra vita ci siamo imbattuti, incontrati e<br />
scontrati con m<strong>il</strong>le situazioni, m<strong>il</strong>le teorie le più disparate <strong>ed</strong> assurde, ma non riusciamo a “scandalizzarci” più <strong>per</strong><br />
niente, o quasi niente!<br />
Abbiamo <strong>per</strong>so, purtroppo, <strong>il</strong> sano gusto di indignarci e di scandalizzarci <strong>per</strong> discorsi strampalati e consideriamo<br />
questo nuovo nostro “status” un impoverimento del nostro spirito.<br />
Tuttavia, e con enorme nostra meraviglia (e piacere ritrovato), abbiamo letto su “Il Quotidiano”, prestigioso giornale<br />
regionale, una lettera in risposta all’avv. Calvetta, da parte di Angela Di Rienzo, che ci ha fatto sussultare e<br />
ritrovare <strong>il</strong> dolce sapore della meraviglia come una volta spesso ci capitava.<br />
Tuttavia ci è sorto l’atroce dubbio che, <strong>per</strong> un errore di datazione, noi non siamo in pieno anno 2006, bensì nel<br />
1006 ... quando ancora “le donne avevano la coda” ! Ve la riportiamo integralmente s<strong>per</strong>ando di farvi sussultare <strong>ed</strong><br />
augurandoci che l’articolo de hoc sia stato mal espresso dallo stesore avv. Calvetta, cui la Di Rienzo allude, altrimenti<br />
avremmo ben poco <strong>per</strong> essere felici di essere uomini dal momento che <strong>per</strong> noi umini <strong>il</strong> tempo si è fermato al 1000!<br />
“Apprezzo molto l’idea della collaborazione con <strong>il</strong><br />
Quotidiano dell’avv. Domenico Calvetta, che pure stimo<br />
molto. Ed è proprio in sintonia con questa manifestazione<br />
di stima che ritengo doveroso esprimere le sensazioni<br />
che a me sono derivate dalla lettura del suo<br />
articolo. Non potrei incontrarlo e non avergli prima<br />
manifestato tutto <strong>il</strong> mio disappunto <strong>per</strong> ciò che ho letto.<br />
Rispetto molto, infatti, la libertà di pensiero e di<br />
espressione ma rispetto in maniera altrettanto estrema<br />
<strong>il</strong> tumulto impetuoso che mi <strong>per</strong>vade allorché dissento<br />
dalle modalità di trattazione di alcuni temi a me molto<br />
vicini, nei quali cr<strong>ed</strong>o molto e <strong>per</strong> i quali m<strong>il</strong>ioni di donne<br />
hanno combattuto. Scrivo, <strong>per</strong>tanto, di getto, solo<br />
<strong>per</strong> dare voce ad un cuore e ad una mente, i miei, che<br />
non condividono l’esaltazione di questo “nuovo <strong>ed</strong> impetuoso<br />
vento dell’est” che, <strong>per</strong> dirla con le stesse parole<br />
dell’estensore dell’intervento, “spazza via le scorie<br />
di una mentalità obsoleta”. L’espressione mi offende,<br />
mi um<strong>il</strong>ia e nel contempo mi indigna, ritenendo che la<br />
mentalità mia e di quella della quasi totalità delle donne<br />
calabresi sia ben lungi dal potersi ritenere obsoleta,<br />
meritevole di spiacevoli e negative qualificazioni <strong>per</strong><br />
<strong>il</strong> sol fatto (ciò è quello che dalla riflessione si evince)<br />
di non abbandonarsi indifferentemente alle più variegate<br />
relazioni sessuali, magari anche con uomini sposati.<br />
Nè ritengo che l’emancipazione femmin<strong>il</strong>e sia da<br />
ricongiungersi, così semplicisticamente, all’esigenza di<br />
“pensare, di comportarsi e di essere considerate come<br />
un uomo”: e ciò, soprattutto e/o esclusivamente in campo<br />
sessuale, visto l’unico argomento e le uniche allusioni<br />
trattate in articolo. Ciò che abbiamo sempre<br />
auspicato e sempre continueremo a <strong>per</strong>seguire è che,<br />
nel rispetto dell’identità femmin<strong>il</strong>e e della diversità dei<br />
sessi, vi siano <strong>per</strong> le donne le stesse condizioni costituzionali,<br />
giuridiche, sociali, etiche che vi sono <strong>per</strong> gli<br />
uomini e che tutti gli aspetti del vivere associato siano<br />
caratterizzati da assenza di subalternità e dipendenza<br />
in capo al genere femmin<strong>il</strong>e. Questo è ciò che vogliamo<br />
e non certo “poter pensare come gli uomini” e come gli<br />
uomini poter farfalleggiare, ut<strong>il</strong>izzando la nostra<br />
sessualità anche a scapito di altre donne, mogli, compagne<br />
e figlie di famiglia. Non è trovare amanti a piè<br />
sospinto, sposati e non, che costituisce obiettivo della<br />
emancipazione femmin<strong>il</strong>e e fa di chi, come me, come noi<br />
donne calabresi che a ciò non ci abbandoniamo, donne<br />
dalla “mentalità obsoleta”, donne a Tuo dire “ancora<br />
frenate <strong>ed</strong> inibite da fattori religiosi, sociali e fam<strong>il</strong>iari”,<br />
donne non emancipate, al contrario di quelle dell’est.<br />
E mi offende che Tu abbia mutuato la sintesi del<br />
Tuo discorso, dalla nota comune delle risposte delle<br />
donne dell’ est: loro hanno riferito, a Tuo dire, che le<br />
donne italiane”..... fanno tutto quello che facciamo noi,<br />
ma di nascosto....”. alludendo, evidentemente, a relazioni<br />
poco sbandierab<strong>il</strong>i <strong>per</strong> la sussistenza di contemporanei<br />
legami affettivi; Tu, dal canto Tuo, sintetizzi <strong>il</strong><br />
quadro rappresentato dicendo che esiste un’emancipazione<br />
alla luce del sole (donne dell’est), <strong>ed</strong> un’emancipazione<br />
esercitata nell’ombra (donne calabresi), così<br />
confermando che <strong>per</strong> Te emancipazione significa solo<br />
spupazzamento sessuale <strong>ed</strong> indistinto, quello che noi,<br />
donne calabresi, eserciteremmo sì, ma nell’ombra, <strong>per</strong><br />
via dei retaggi culturali che, appunto, non ci consentono<br />
di adeguatamente emanciparci, stando al passo con<br />
le donne dell’Est. S<strong>per</strong>o, avv. Calvetta., di aver travisato<br />
<strong>il</strong> Tuo articolo, di non aver attribuito ad esso - <strong>per</strong><br />
mio limite - <strong>il</strong> significato che Tu volevi emergesse, <strong>per</strong>ché,<br />
altrimenti, ove cosi non fosse, ove ciò che io ho<br />
colto dovesse corrispondere al Tuo sentire, beh... la<br />
sensazione è di estrema amarezza e di avv<strong>il</strong>imento! Tanto<br />
Ti dovevo, mi dovevo e dovevo a quelle donne che<br />
come me la pensano.
Voci dal Sud 6 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
Violenze alle donne e ruolo delle istituzioni<br />
«E’ stato uno sbaglio, questa sentenza sarà<br />
seppellita con ignominia»<br />
La Suprema Corte di Cassazione fa autocritica!<br />
Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Vibo Valentia<br />
(<strong>il</strong> Quotidiano)<br />
Oggi attraversiamo una fase contraddittoria, in cui sembra<br />
manifestarsi una larga e violenta “reazione” contraria<br />
al mutamento prodotto dalla rivoluzione femmin<strong>il</strong>e.<br />
La violenza fisica contro le donne può essere interpretata<br />
in termini di continuità, osservando <strong>il</strong> <strong>per</strong>manere di<br />
un’antica attitudine masch<strong>il</strong>e che forse <strong>per</strong> la prima volta<br />
viene sottoposta a una critica sociale così alta, ma anche<br />
in termini di novità, come una “risposta” nel quotidiano<br />
alle mutate relazioni tra i sessi.<br />
La recente cronaca italiana ci ha offerto alcuni casi<br />
drammatici, eclatanti che rivelano anche modi diversi di<br />
accanirsi sul corpo e sulla mente femmin<strong>il</strong>e.<br />
Una ragazza incinta viene seppellita viva dall’amante,<br />
che non vuole affrontare <strong>il</strong> probab<strong>il</strong>e scandalo.<br />
Un fratello insegue e uccide la sorella, rea di non aver<br />
obb<strong>ed</strong>ito al diktat matrimoniale della famiglia.<br />
Un immigrato pakistano uccide la figlia, aiutato da altri<br />
parenti maschi, <strong>per</strong>ché non segue i costumi sessuali etnici<br />
e religiosi della comunità.<br />
In alcune città si susseguono episodi di stupro da parte<br />
di giovani immigrati ma anche di maschi italiani.<br />
Sono italiani gli stupratori di una ragazza lesbica a Torre<br />
del Lago.<br />
Italiano l’assassino che a Parma ha ucciso con otto coltellate<br />
la ex fidanzata, che <strong>per</strong>seguitava da qualche anno.<br />
Ultimo caso di una lunga scia di delitti commessi in<br />
questi ultimi anni in Italia da uomini contro le ex mogli o<br />
fidanzate, o contro compagne in procinto di lasciarli.<br />
A Roma da qualche mese, è polemica, forte, univoca,<br />
trasversale a tutti gli schieramenti politici, <strong>il</strong> mondo civ<strong>il</strong>e<br />
e gli es<strong>per</strong>ti, contro la sentenza dei giudici della Terza<br />
Sezione penale della Cassazione <strong>per</strong> i quali lo stupro<br />
di una minorenne è meno grave se la ragazzina ha<br />
già avuto rapporti sessuali. Insomma, se non è vergine<br />
<strong>il</strong> “danno è più lieve”.<br />
Un verdetto choc, che imm<strong>ed</strong>iatamente scatena reazioni<br />
di stupore e di condanna molto dure, finché in serata arriva<br />
anche una presa di distanza della stessa Corte di<br />
Cassazione: «E’ stato uno sbaglio, questa sentenza sarà<br />
seppellita con ignominia».<br />
Ed ora la parola ad associazioni: «La violenza contro<br />
le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini.<br />
Assistiamo a un ritorno quotidiano della violenza<br />
esercitata da uomini sulle donne. Con dati allarmanti<br />
anche nei paesi “evoluti” dell’Occidente democratico.<br />
Violenze che vanno dalle forme più barbare dell’omicidio<br />
e dello stupro, delle <strong>per</strong>cosse, alla costrizione e<br />
alla negazione della libertà negli ambiti fam<strong>il</strong>iari, sino<br />
alle manifestazioni di disprezzo del corpo femmin<strong>il</strong>e».<br />
«Una recente ricerca del Consiglio d’Europa afferma<br />
che l’aggressività masch<strong>il</strong>e è la prima causa di morte violenta<br />
e di invalidita’ <strong>per</strong>manente <strong>per</strong> le donne in tutto <strong>il</strong><br />
mondo.<br />
E tale violenza si consuma soprattutto tra le pareti domestiche.<br />
Siamo di fronte a una recrudescenza quantitativa di queste<br />
violenze?<br />
Oppure a un aumento delle denunce da parte delle donne?<br />
Resta <strong>il</strong> fatto che esiste ormai un’opinione pubblica e<br />
un senso comune, che non tollera più queste manifestazioni<br />
estreme della sessualità e della prevaricazione masch<strong>il</strong>e.<br />
La condizione della donna torna in modo frequente<br />
nelle polemiche sullo “scontro di civ<strong>il</strong>ta”» che sarebbe<br />
in atto nel mondo. Noi pensiamo che la logica della guerra<br />
e dello “scontro di civ<strong>il</strong>ta” può essere vinta solo con un<br />
“cambio di civ<strong>il</strong>ta” fondato in tutto <strong>il</strong> mondo su una nuova<br />
qualità del rapporto tra gli uomini e le donne.<br />
Si è parlato dell’esigenza di un maggiore ruolo delle<br />
istituzioni pubbliche, sino alla costituzione come parti<br />
civ<strong>il</strong>i degli enti locali e dello stato nei processi <strong>per</strong> violenze<br />
contro le donne.<br />
Si è <strong>per</strong>sino messo sotto accusa un ipotetico “s<strong>il</strong>enzio<br />
del femminismo” di fronte alla moltiplicazione dei casi<br />
di violenza.<br />
Chi lavora nella scuola e nei servizi sociali sul territorio<br />
denuncia poi una situazione spesso molto critica nei<br />
comportamenti degli adolescenti maschi, piu’ inclini delle<br />
loro coetanee femmine a comportamenti violenti, individuali<br />
e di gruppo. Forse <strong>il</strong> tramonto delle vecchie relazioni<br />
tra i sessi basate su una indiscussa supremazia masch<strong>il</strong>e<br />
provoca una crisi e uno spaesamento negli uomini<br />
che richi<strong>ed</strong>ono una nuova capacità di riflessione, di<br />
autocoscienza, una ricerca approfondita sulle dinamiche<br />
della propria sessualità e sulla natura delle relazioni con<br />
le donne e con gli altri uomini. Bisogna quindi lavorare<br />
sugli adolescenti, così che la Commissione Pari Opportunità<br />
della Provincia di Vibo Valentia proporrà<br />
agli Istituti Su<strong>per</strong>iori un programma di dibattiti e<br />
cineforum in cui è inserito anche questo tema, <strong>per</strong>ché solo<br />
i ragazzi possono cambiare una società come la nostra<br />
che non è immune da violenze.
Voci dal Sud 7 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
Le Amministrazioni comunali di Rosarno e San Ferdinando affrontano<br />
<strong>il</strong> problema degli extracomunitari da sistemare nella “Piana”<br />
Due Comuni “adottano” l’ex cartiera<br />
Esiste anche un grave problema legale essendo questi extracomunitari<br />
<strong>il</strong>legali e non possono, quindi, nemmeno lavorare <strong>per</strong> sostentarsi<br />
ROSARNO - È’ un esercito di dis<strong>per</strong>ati quello che si<br />
riversa ogni anno nella Piana, alla ricerca di un lavoro<br />
“qualsiasi”. Nel <strong>per</strong>iodo della raccolta degli agrumi solo<br />
a Rosarno se ne contano circa 4000.<br />
Per sfuggire alla miseria dei Paesi d’origine sono costretti<br />
ad una vita d’inferno, anche nei tuguri più squallidi.<br />
Sono gli immigrati irregolari (comunitari <strong>ed</strong><br />
extracomunitari) condannati a vivere ai margini, senza<br />
tutele legali, quasi totalmente avulsi dal contesto sociale<br />
e civ<strong>il</strong>e. Ci sono quelli che cercano di mimetizzarsi<br />
nelle campagne, altri invece occupano case e stab<strong>il</strong>i abbandonati<br />
o in disuso, nel centro e nelle <strong>per</strong>iferie. Per<br />
un verso sono considerati “corpi estranei”, presenze fastidiose<br />
da respingere, <strong>per</strong> l’altro risultano indispensab<strong>il</strong>i<br />
<strong>per</strong> far sopravvivere l’asfittica economia locale.<br />
Senza questa manodo<strong>per</strong>a a disposizione, l’agricoltura,<br />
già messa in ginocchio da endemici fattori di crisi,<br />
quali la contrazione dei mercati e la difficoltà a sostenere<br />
i ritmi della competitività a livello mondiale, andrebbe<br />
incontro al fallimento totale.<br />
Gli unici ad occuparsi di loro sono le associazioni del<br />
volontariato laico e cattolico. A Rosarno le Caritas parrocchiali<br />
e i M<strong>ed</strong>ici senza Frontiere.<br />
Proprio grazie all’incontro in Municipio con la responsab<strong>il</strong>e<br />
di questi ultimi, Francesca Zuccaro, che fa presente<br />
le condizioni di estrema miseria di tanti infelici, <strong>il</strong> sindaco<br />
Carlo Martelli comprende che «è finito <strong>il</strong> tempo in<br />
cui si possono chiudere gli occhi e nascondere dietro l’ipocrisia<br />
delle parole» e si convince a riprendere una proposta<br />
lanciata dal Consiglio comunale del 23 dicembre 2004,<br />
all’indomani del brutale assassinio avvenuto in piazza<br />
Valarioti del giovane trentenne ucraino, Ihor Blyui, e cioè,<br />
«la realizzazione a Rosarno di un Centro di Aggregazione<br />
Sociale a favore degli extracomunitari e dei lavoratori<br />
provenienti dai Paesi dell’est europeo, che costituisca un<br />
punto di riferimento destinato ad attività di promozione<br />
socio-culturale e finalizzato alla realizzazione delle diverse<br />
forme di aggregazione sociale da offrire ai tantissimi<br />
immigrati stagionali, all’interno del quale possano trovare<br />
spazi da vivere all’insegna della socializzazione e della<br />
creatività, nonché del sostegno agli stessi <strong>per</strong> l’inserimento<br />
nel campo del lavoro e delle attività produttive» (Delibera<br />
di Consiglio Comunale del 23.12.2004).<br />
«Assieme al sindaco di San Ferdinando, Franco Barbieri,<br />
ho avviato un <strong>per</strong>corso – dichiara Martelli in consiglio<br />
comunale – <strong>per</strong> cercare di ottenere dal giudice delle<br />
esecuzioni un immob<strong>il</strong>e pignorato, una vecchia cartiera,<br />
ubicata nelle adiacenze della seconda area industriale del<br />
Porto, ricovero da inferno di centinaia di extracomunitari,<br />
più volte mandati via dalle Forze dell’ordine».<br />
Giuseppe Lacquaniti<br />
(Gazzetta del Sud)<br />
È in quella cartiera dimessa <strong>ed</strong> abbandonata che i due<br />
comuni deliberano di realizzare, se possib<strong>il</strong>e, un Centro<br />
di Aggregazione Sociale.<br />
«Le problematiche emerse sono tali da far tremare le<br />
vene e i polsi – confessa Martelli -, <strong>per</strong> cui è necessario<br />
convogliare l’impegno di enti pubblici e privati <strong>per</strong> portare<br />
a definizione una iniziativa che non ha l’uguale in<br />
Calabria, attraverso la firma di un Protocollo d’Intesa, che<br />
v<strong>ed</strong>rà assieme i comuni di Rosarno e San Ferdinando, <strong>il</strong><br />
Consorzio Piana Sicura – che ci supporterà<br />
finanziariamente -, i M<strong>ed</strong>ici senza frontiere, l’Associazione<br />
Libera di don Ciotti e don De Masi, la Comunità<br />
Incontro di don Gelmini, le Caritas parrocchiali, l’Asl 10,<br />
supportata dal Volontariato M<strong>ed</strong>ici Laici e Cattolici».<br />
«Una strada piena di spine – prosegue <strong>il</strong> sindaco – <strong>per</strong>ché<br />
si tratta di dare assistenza a migliaia di <strong>per</strong>sone, di cui<br />
va alleviata la condizione di estremo bisogno in cui vivono».<br />
I comuni di Rosarno e San Ferdinando hanno già deliberato<br />
di impegnare la somma di 20.000 euro ciascuno<br />
<strong>per</strong> un primo intervento di bonifica all’interno <strong>ed</strong> all’esterno<br />
dell’ex cartiera. «Il passo successivo – spiega Martelli<br />
– dovrà essere quello di partecipare <strong>il</strong> 4 maggio del<br />
2007 all’asta pubblica <strong>per</strong> tentare di acquistare l’immob<strong>il</strong>e,<br />
s<strong>per</strong>ando che <strong>il</strong> Consorzio Piana Sicura sia in grado<br />
di finanziare l’o<strong>per</strong>azione, proc<strong>ed</strong>endo alla richiesta, indirizzata<br />
al Ministero dell’Interno, <strong>per</strong> la realizzazione di<br />
un progetto organico di ristrutturazione e riqualificazione<br />
dell’intera fabbrica. A ciò si aggiunga che le spese iniziali<br />
<strong>per</strong> far partire <strong>il</strong> Centro ammontano a circa 200.000 euro».<br />
Il sindaco Carlo Martelli: si tratta di dare assistenza a<br />
migliaia di <strong>per</strong>sone <strong>per</strong> alleviarne i disagi
Voci dal Sud 8 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Si progetta lo “sbarco” dei rifiuti<br />
campani a Gioia Tauro<br />
35.000 tonnellate accumulate tra Napoli e provincia<br />
a Gioia Tauro sempre più probab<strong>il</strong>e luogo di “distruzione”<br />
GIOIA TAURO - Quante possib<strong>il</strong>ità ci sono che una<br />
cospicua parte di quelle 35 m<strong>il</strong>a tonnellate di rifiuti accumulate<br />
tra Napoli e provincia arrivino a Gioia Tauro,<br />
dopo essere stati trattati in un impianto di compostaggio?<br />
Tante. La ragione? Semplice: i rifiuti, dopo <strong>il</strong> loro trattamento,<br />
cioè dopo la fase di separazione tra la parte umida<br />
e quella secca e la conseguente trasformazione in balle<br />
di Cdr (Combustib<strong>il</strong>e da rifiuto) hanno necessità di<br />
essere bruciati in un termovalorizzatore. E poiché quello<br />
di Acerra , l’unico previsto in Campania deve essere<br />
ancora completato, le possib<strong>il</strong>ità che <strong>il</strong> Cdr prodotto in<br />
Campania arrivi a Gioia Tauro dove sorge l’unico<br />
termovalorizzatore del mezzogiorno d’Italia sono alte.<br />
Un’ipotesi questa che non è stata smentita da nessuno né<br />
in Calabria, né in Campania e, soprattutto, nemmeno da<br />
parte del commissario straordinario <strong>per</strong> l’Emergenza<br />
Ambientale della Campania, <strong>il</strong> capo della Protezione Civ<strong>il</strong>e<br />
Guido Bertolaso. Della possib<strong>il</strong>ità che una parte dei<br />
rifiuti possano essere trasferiti in Calabria se n’è discusso<br />
durante uno dei tanti incontri che si stano tenendo a<br />
Napoli. Non solo, sembra che nei giorni scorsi di questa<br />
possib<strong>il</strong>ità siano stati interessati anche <strong>il</strong> presidente della<br />
Regione Calabria, Agazio Loiero, e lo stesso assessore<br />
regionale all’Ambiente Tommasi, i quali avrebbero partecipato<br />
ad una riunione a Roma che si è svolta al Ministero<br />
dell’Ambiente e durante la quale sembra non si sia affrontata<br />
solo la nomina del successore di Alfiero, ma anche<br />
della possib<strong>il</strong>ità che le regioni meridionali, compresa la<br />
Calabria, possano farsi carico dell’emergenza campana.<br />
La notizia, che comunque deve essere confermata, è f<strong>il</strong>trata<br />
ufficialmente dagli ambienti che seguono con particolare<br />
attenzione l’evolversi della vicenda del raddoppio<br />
del termovalorizzatore di Gioia Tauro. “Abbiamo appreso<br />
della missione romana di Loiero e di Tommasi - ha dichiarato<br />
<strong>il</strong> segretario comprensoriale della Cg<strong>il</strong> di Gioia<br />
Tauro Pasquale Larosa - e dei temi che sono stati affrontati,<br />
compresa quella dell’eventuale trasferimento in<br />
Calabria di migliaia di tonnellate di Cdr diretti all’inceneritore<br />
di Gioia Tauro. Una notizia che in qualche modo<br />
è stata confermata anche dallo stesso Bertolaso. Secondo<br />
noi - continua l’esponente sindacale che coordina <strong>il</strong><br />
movimento anti-raddoppio insieme alle associazioni<br />
ambientaliste <strong>ed</strong> ai sindaci della Piana - si tratta, se tutto<br />
ciò verrà confermato, di un’ennesima um<strong>il</strong>iazione <strong>ed</strong> offesa<br />
nei confronti della Piana di Gioia Tauro e dei suoi<br />
cittadini. Inoltre, avvalora tutto quello che in questi mesi<br />
abbiamo sostenuto con insistenza e cioè che <strong>il</strong> raddoppio<br />
del termovalorizzatore non sarebbe servito solo bruciare<br />
i rifiuti prodotti in Calabria, ma anche quelli delle altre<br />
di MICHELE ALBANESE<br />
(Il quotidiano)<br />
regioni meridionali. Ciò verrebbe confermato anche dalla<br />
recente presa di posizione del ministro dell’Ambiente<br />
Pecoraro Scanio, <strong>il</strong> quale proprio nei giorni scorsi ha bloccato<br />
tutte le proc<strong>ed</strong>ure <strong>per</strong> la realizzazione dei quattro<br />
termovalorizzatore previsti in Sic<strong>il</strong>ia”. Per Larosa “è strano<br />
che <strong>il</strong> ministro blocchi la fase finale del ciclo di<br />
smaltimento dei rifiuti in Sic<strong>il</strong>ia e invece, non blocchi <strong>il</strong><br />
raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro <strong>per</strong> motivi<br />
analoghi e altrettanto gravi, come l’assenza della Valutazione<br />
di Impatto Ambientale sulla prima linea già in<br />
funzione”. L’eventuale arrivo di rifiuti a Gioia Tauro non<br />
potrà, dunque, non essere letta come un’ennesima provocazione<br />
<strong>per</strong> un territorio che è stato scelto come unico<br />
sito <strong>per</strong> lo smaltimento dei rifiuti regionale e<br />
interregionale. “Ci opporremmo con tutte le nostre forze<br />
- annuncia Larosa - <strong>per</strong> imp<strong>ed</strong>ire uno scempio ambientale<br />
di proporzioni gigantesche che compromette non solo<br />
le risorse naturalistiche <strong>ed</strong> ambientali del territorio ma<br />
anche la salute dei cittadini ma anche lo sv<strong>il</strong>uppo del porto<br />
e dell’area industriale adiacente. Avevamo già programmato<br />
<strong>per</strong> la fine di ottobre una grande manifestazione <strong>per</strong><br />
ribadire <strong>il</strong> diritto del territorio a scegliere la sua vocazione<br />
di sv<strong>il</strong>uppo e <strong>per</strong> porre concretamente all’attenzione<br />
del governo regionale e nazionale la complessa,<br />
emblematica e inquietante situazione nella quale sta <strong>per</strong><br />
essere avvolta la Piana di Gioia Tauro. Le notizie di questi<br />
giorni renderanno ancor più tenace la mob<strong>il</strong>itazione di<br />
decine di migliaia di cittadini . Nella Piana - ricorda Larosa<br />
- oltre al raddoppio del termovalorizzatore, delle centrali<br />
a metano e del rigassificatore si stanno concentrando tutta<br />
una serie di impianti altamente inquinanti che <strong>il</strong> territorio<br />
non potrà certamente sopportare.”
Voci dal Sud 9 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Quel gigante<br />
che sbuffa veleni<br />
GIAOIA TAURO - Rosarno (quartiere Bosco) Non<br />
appena le ombre della sera scendono e rinfrescano l’ambiente<br />
dall’afa di caldo ancora estivo, <strong>il</strong> polmone del gigante<br />
di cemento comincia ad eruttare colonne di fumo.<br />
La ciminiera del termovalorizzatore erutta quasi come un<br />
piccolo vulcano che brucia tonnellate di rifiuti.<br />
La bocca del forno alla sera è pronta ad ingurgitare<br />
quantitativi sempre più grandi degli scarti prodotti dall’uomo.<br />
I camion tutti a doppio cabinato dalle targhe incomprensib<strong>il</strong>i<br />
si mettono in f<strong>il</strong>a. Arrivano dopo aver <strong>per</strong>corso<br />
centinaia di ch<strong>il</strong>ometri. Valicano <strong>il</strong> cancello dell’impianto<br />
di contradada Cicerna ordinati<br />
come formiche e dopo aver depositato i<br />
loro carichi riprendono la strada del ritorno<br />
<strong>per</strong> poi <strong>caricare</strong> nuovi rifiuti e ripartire<br />
alla volta di Gioia Tauro. Lo smaltimento<br />
dei rifiuti della regione compie qui nella<br />
Piana <strong>il</strong> suo viaggio finale.<br />
Il termovalorizzatore di Gioia Tauro è rimasto<br />
l’unico in Calabria. Dell’altro, che<br />
doveva essere realizzato in provincia di<br />
Cosenza non se ne parla più. Mentre la Piana<br />
continua ad interrogarsi <strong>per</strong>ché è stata<br />
scelta <strong>per</strong> realizzare <strong>il</strong> raddoppio dell’impianto<br />
in sostituzione di Bisignano e soprattutto<br />
<strong>per</strong>ché non sia stata effettuata<br />
nessuna Valutazione di Impatto Ambientale<br />
ufficiale da parte del Ministero dell’Ambiente<br />
sulla prima linea già in funzione. I cittadini<br />
della zona continuano a chi<strong>ed</strong>ersi chi controlla le emissioni<br />
dell’inceneritore di rifiuti e se <strong>il</strong> f<strong>il</strong>tro collocato<br />
alla ciminiera del forno sia quella che offre le maggiori<br />
garanzie sulla loro salute, non mancano coloro che avanzano<br />
dubbi sul corretto funzionamento dell’impianto. “E’<br />
strano - dice Antonella, abitante di Contrada Bosco di<br />
Rosarno, una delle donne che nei giorni scorsi ci ha chiamati<br />
<strong>per</strong> esprimere le sue preoccupazioni sull’eventuale<br />
arrivo dei rifiuti anche dalla Campania -, che nessuno capisca<br />
i rischi che corriamo respirando le polveri, la diossina<br />
, i furani (scarti dei metalli pesanti, ndr) che emana <strong>il</strong><br />
t e r m o v a l o r i z z a t o r e .<br />
”Abbiamo s<strong>per</strong>ato invano che l’assessore regionale all’ambiente<br />
venisse qui a sentire gli odori nauseabondi - le fa<br />
eco la signora Maria, una donna avanti negli anni con alle<br />
spalle <strong>numero</strong>se battaglie <strong>per</strong> <strong>il</strong> lavoro - <strong>per</strong> capire le nostre<br />
difficoltà e <strong>per</strong> darci assicurazioni sul corretto funzionamento<br />
di questo inceneritore di rifiuti”. Francesca<br />
è una delle giovani donne che di<strong>ed</strong>e vita al Comitato Civico<br />
<strong>ed</strong> è lei a lanciare un appello alle istituzioni locali <strong>ed</strong><br />
al Prefetto di Reggio Calabria: “Avevano promesso che<br />
una volta entrato in funzione <strong>il</strong> termovalorizzatore ci<br />
avrebbero informato se i livelli di inquinamento fossero<br />
m. a.<br />
(Il Quotidiano)<br />
nella norma e nel rispetto limiti fossati dalla legge . Sappiamo<br />
che sono state istallate delle centraline di<br />
rivelamento ma non sappiamo cosa queste ultime rivelano.<br />
Abbiamo chiesto in Comune se hanno informazioni e<br />
ci hanno detto di non sa<strong>per</strong>e nulla. A distanza di mesi dall’entrata<br />
in funzione dell’impianto noi cittadini che viviamo<br />
in queste zone vicine al termovalorizzatore non abbiamo<br />
<strong>il</strong> diritto di sa<strong>per</strong>e quello che accade”.<br />
Il polmone del gigante ricomincia a fumare, come tutte<br />
le sere. Quali sostanze nasconde quel fumo nessuno lo<br />
sa. Ed è quello che questa gente vuole sa<strong>per</strong>e.<br />
Dalle canne<br />
fumarie<br />
dell’inceneritore<br />
una nuvola nera<br />
invade la Piana.<br />
Guasto o<br />
routine?
Voci dal Sud 10 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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“Scusate, non ne sapevo nulla!”<br />
Nel <strong>numero</strong> scorso abbiamo riportata la notizia che le<br />
OGR (Officine Grandi Riparazioni) di Saline di Reggio<br />
Calabria stavano <strong>per</strong> essere dismesse e gli impianti stavano<br />
<strong>per</strong> essere messi all’asta.<br />
Un durissimo colpo all’economia calabrese <strong>ed</strong> alla cr<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>ità<br />
della regione.<br />
Imm<strong>ed</strong>iata la reazione dei Sindacati e di alcune forze<br />
politiche che si sono rivolte al Ministro dei Trasporti,<br />
professore Bianchi (già Rettore dell’università di Reggio<br />
Calabria e recentemente assegnatario del Premio<br />
“Reggino distinto” che ha accettato dichiarandosi ormai<br />
“calabrese di adozione”).<br />
L’asta viene bloccata, rientra tutto, ma sconcertante è<br />
stata la risposta data dal Ministro: “Non ne sapevo nulla,<br />
non ero stato informato”.-<br />
L’episodio, e soprattutto la risposta, ci ha fatto tornare<br />
in mente un altro episodio.<br />
Ricorderete che circa un annetto addietro abbiamo pubblicato<br />
una serie di articoli relativamente alla costruzione<br />
di un inceneritore nella contrada Lamia di Gioia Tauro.<br />
Una ubicazione assurda se si considera che la Lamia è<br />
un fiore all’occhiello <strong>per</strong> gli agrumeti e gli uliveti<br />
calabresi; che la Lamia è contigua alla contrada “Bosco<br />
di Rosarno” ove sono ubicati i più bell’<br />
agrumenti di Clementine e alberi di ulivo secolari<br />
tanto da essere protetti dalla legge.<br />
Inoltre da considerare che ormai la contrada “Bosco”<br />
(parte in territorio di Rosarno e parte di Gioia<br />
Tauro) è ormai diventa una “città giardino” con belle<br />
v<strong>il</strong>le, scuole, chiesa, as<strong>il</strong>i. Insomma una Rosarno-<br />
2 e Gioia Tauro-2.<br />
In più l’inceneritore è sorto proprio al centro<br />
della “Piana” che è zona ad altissima vocazione agricola<br />
e turistica essendo alle spalle della costa che<br />
da Palmi va fino a Nicotera.<br />
All’epoca, ma a costruzione ormai avanzatissima<br />
(fu inaugurato poco tempo dopo) molte le manifestazioni<br />
di protesta dei cittadini con nascita di virulenti<br />
“comitati spontanei”.<br />
Uno di questi Comitati di protesta contro l’inceneritore<br />
(e contro <strong>il</strong> paventato raddoppio degli impianti) ha<br />
visto come esponente di spicco l’ex Sindaco di Gioia<br />
Tauro.<br />
Per inciso, e facendo un passo indietro, va ricordato<br />
che la scelta del sito ove ubicare l’impianto era stato<br />
o<strong>per</strong>ato da quattro Sindaci della zona di omologa appartenenza<br />
politica, fra cui proprio l’ormai ex Sindaco di<br />
Gioia, lo stesso che oggi capeggia <strong>il</strong> Comitato contro<br />
l’inceneritore.<br />
Chiaramente la cosa ha molto meravigliato <strong>ed</strong> in una<br />
pubblica assemblea tenutesi presso l’Auditorium di<br />
Rosarno, dalla platea qualcuno ha rinfacciato all’ex Sindaco,<br />
ormai dall’altra parte delle barricate, l’avere scelto<br />
<strong>il</strong> luogo <strong>ed</strong> avere concesse le autorizzazioni necessarie<br />
<strong>per</strong> la realizzazione dell’o<strong>per</strong>a.<br />
La candida risposta del Sindaco fu: “Io non ne sapevo<br />
Atremon<br />
niente, magari mi hanno fatto firmare <strong>ed</strong> io l’ho fatto<br />
senza accorgermene”.-<br />
Ma ... giungiamo ai giorni nostri <strong>ed</strong> ascoltiamo la voce<br />
del nostro Presidente del Consiglio che dalla lontana Cina<br />
ci dice “Della faccenda Telecom non se so nulla, non<br />
sono stato informato”.-<br />
Ma signoriiiii, andiamo! Non avete una scusa migliore<br />
che <strong>per</strong>lomento, oltre che danneggiarli, non um<strong>il</strong>i l’intelligenza<br />
dei cittadini?<br />
Come potete s<strong>per</strong>are di essere cr<strong>ed</strong>uti?<br />
Ci chi<strong>ed</strong>iamo se siete veramente convinti che ogni<br />
bagianata possa essere bevuta dagli italiani oppure è tale<br />
<strong>il</strong> disprezzo che ve ne infischiate se i cittadini ci cr<strong>ed</strong>eranno<br />
o meno.<br />
Ci sarebbe un’altra ipotesi, ma la scartiamo <strong>per</strong>chè sarebbe<br />
molto lesiva dell’onorab<strong>il</strong>ità del Ministro, del Sindaco,<br />
Del Presidente del Consiglio, tutte <strong>per</strong>sone rispettab<strong>il</strong>i<br />
nella vita privata e ben conosciute come <strong>per</strong>sone<br />
serie e determinate.<br />
L’ipotesi scartata è: ma allora siete dei re travicello<br />
e tutto avviene senza che voi ne siate informati?<br />
Vi sembra possib<strong>il</strong>e che la enorme struttura<br />
dell’inceneritore di Gioia Tauro sia sorta senza che le<br />
Autorità se ne accorgessero?
Voci dal Sud 11 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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L e g a l i a<br />
Indulto, quando la legge<br />
non è uguale <strong>per</strong> tutti<br />
COSENZA – Un classico esempio di come la<br />
legge possa essere applicata in modo diseguale.<br />
Adottando “due pesi e due misure”.<br />
A favore di alcuni e a svantaggio di altri.<br />
Con la conseguenza di mettere in pratica scelte gravi e<br />
censurab<strong>il</strong>i, tanto sul piano della tutela dei diritti soggettivi<br />
che della sostanza giuridica.<br />
Si presterebbe a questo tipo di valutazione, secondo <strong>il</strong><br />
leader del movimento “Diritti Civ<strong>il</strong>i”, Franco Corbelli,<br />
e creerebbe soprattutto una vistosa contraddizione con <strong>il</strong><br />
caso dell’ex terrorista S<strong>il</strong>via Baraldini, la sentenza emessa<br />
nei giorni scorsi dalla Corte di Appello di Catanzaro,<br />
che ha rigettato l’istanza del detenuto Francesco V., 54<br />
anni, in carcere in Calabria <strong>per</strong> scontare un cumulo di pena<br />
(due anni e 5 mesi), relativo ad alcuni reati commessi all’estero.<br />
I giudici di secondo grado hanno ritenuto inapplicab<strong>il</strong>e,<br />
nei confronti di Francesco V. la legge sull’indulto, approvata<br />
la scorsa estate dal parlamento italiano.<br />
Ciò in quanto, viene evidenziato nella sentenza della<br />
Corte d’Appello di Catanzaro, <strong>il</strong> provv<strong>ed</strong>imento di clemenza,<br />
di cui hanno beneficiato molti detenuti in questi<br />
mesi, non può essere applicato <strong>per</strong> i reati commessi fuori<br />
del nostro Paese e successivamente riconosciuti, come<br />
previsto dalla Convenzione di Strasburgo del 21 marzo<br />
1983 e dalla legge 257 del 1989.<br />
E’ proprio di fronte a questi precisi riferimenti che<br />
Corbelli sfoga tutta la sua rabbia: «E’ una sentenza ingiusta<br />
- afferma - che crea una clamorosa e inammissib<strong>il</strong>e<br />
differenza tra <strong>il</strong> trattamento riservato all’ex terrorista<br />
S<strong>il</strong>via Baraldini e questo sfortunato detenuto, <strong>il</strong><br />
quale, tra l’altro, ha una figlia, che non riesce a v<strong>ed</strong>ere,<br />
gravemente ammalata e bisognosa di cure urgenti».<br />
Il leader del Movimento “Diritti Civ<strong>il</strong>i” ha chiesto l’intervento<br />
del Presidente della Repubblica, del Csm e<br />
del Ministro della Giustizia: «Voglio sa<strong>per</strong>e <strong>per</strong>chè <strong>il</strong><br />
“muro” della Convenzione di Strasburgo <strong>per</strong> qualcuno<br />
è invalicab<strong>il</strong>e, <strong>per</strong> altri no; come sia possib<strong>il</strong>e che<br />
una legge venga applicata in un modo <strong>per</strong> un <strong>per</strong>sonaggio<br />
“eccellente” e non valga, al contrario, <strong>per</strong> un<br />
povero cristo».<br />
Francesco V., si dice convinto Corbelli, ha diritto a lasciare<br />
<strong>il</strong> carcere: «Voglio s<strong>per</strong>are che si sia trattato di<br />
un errore - commenta <strong>il</strong> leader di “Diritti Civ<strong>il</strong>i” - <strong>per</strong>chè,<br />
diversamente, avremmo di fronte un caso di una gravità<br />
inaudita.<br />
Dovendo infatti scontare meno di tre anni (esattamente<br />
2 anni e 5 mesi) avrebbe dovuto essere scarcerato<br />
un minuto dopo l’approvazione dell’indulto».<br />
Francesco Kostner<br />
(Gazzetta del Sud)<br />
Franco Corbelli<br />
S<strong>il</strong>via Baraldini
Voci dal Sud 12 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Drogra, tamponi rubati,<br />
parlamentari coinvolti<br />
E’ scandalo, ma <strong>per</strong>chè?<br />
Un vero “sasso nel pollaio”<br />
la notizia che l’<br />
equipe della trasmissione<br />
“Le Jene” avrebbero mandato<br />
on line una trasmissione<br />
con cui volevano indicare<br />
agli italiani che <strong>il</strong><br />
30% dei parlamentari italiani<br />
fanno uso di droghe.<br />
Anche io mi sono ritrovato<br />
avv<strong>il</strong>uppato nel rigetto<br />
generale <strong>per</strong> cui ho<br />
scritto imm<strong>ed</strong>iatamente un<br />
articolo (che ho poi cancellato<br />
alla luce di alcune<br />
considerzioni che faremo<br />
di seguito) nonchè molti<br />
msg sui vari forums nazionali.<br />
Indubbiamente molto discutib<strong>il</strong>e<br />
<strong>il</strong> metodo seguito<br />
dai miei colleghi <strong>per</strong><br />
reallizzare <strong>il</strong> servizio (ne è<br />
stata vietata la trasmissione<br />
dal Garante delle comunicazioni).-<br />
Tuttavia diamo a “Le<br />
Jene” <strong>il</strong> merito di aver<br />
gettatto <strong>il</strong> sasso nello stagno<br />
<strong>ed</strong> aver fatto sì che le<br />
nestre impigrite menti si<br />
crogiolassero con noizie<br />
varie o di gossip.<br />
Queste le mie<br />
conserazioni che, giuste o<br />
sbagliate che siano, hanno<br />
diritto alla luce.<br />
Chi sono i m<strong>il</strong>le Onorevoli?<br />
sono semplicemente<br />
m<strong>il</strong>le <strong>per</strong>sone +/- comuni<br />
prese “a campione” fra 70<br />
Franz Rodi-Morabito<br />
m<strong>il</strong>ioni di italiani.<br />
In base a quali principi?<br />
mistero! si suppone fossero<br />
uomini di partito, uomi-<br />
ni f<strong>ed</strong>eli, <strong>per</strong>sone ab<strong>il</strong>i nel<br />
tramestare carte e<br />
carticelle, <strong>per</strong>sone con un<br />
buon seguito elettorale,<br />
gente che comunque, a chi<br />
doveva sceglierle, ispirava<br />
fiducia.<br />
Si è guardato all’epoca<br />
se fossero dei grogati? se<br />
fossero affetti da lebbra?<br />
se soffrissero di<br />
emorroidi? ... nient’affatto,<br />
questi erano risvolti assolutamente<br />
inefficaci ai fini<br />
elettorali.<br />
“I M<strong>il</strong>le” una volta eletti<br />
vengono sottoposti a verifiche,<br />
in varie forme e da<br />
parte di vari Organi come<br />
la Commissione Elettorale<br />
presso i Tribunali regionali,<br />
dalla Commissione Parlamento,<br />
se ne verifica sul<br />
piano legale l’eleggib<strong>il</strong>ità,<br />
e ... sul piano piano<br />
patrimoniale.<br />
Niente tende invece a<br />
verficiare l’immunità da<br />
dal vizio droga, alcool,<br />
gioco d’azzardo ecc.<br />
Alla fine eccoli qui questi<br />
signori che “<strong>il</strong> popolo<br />
sovrano” ha mandato a<br />
rappresentarlo pur senza<br />
conoscerlo (mi chi<strong>ed</strong>o se<br />
qualcuno di voi si rivolgerebbe<br />
ad uno sconosciuto<br />
passante <strong>per</strong> consegnarli<br />
una somma e pregarlo di<br />
sp<strong>ed</strong>ire <strong>per</strong> suo con un vaglia!).<br />
Ma torniamo all’Italia e<br />
la Legge sulla droga.<br />
Una serie di passaggi<br />
(molto nebulosi agli italiani<br />
che li hanno interpretato<br />
sono come “to ut des”) ha<br />
portato ad una Legge che<br />
produce effetti contraddittori<br />
<strong>ed</strong> immette/induce al<br />
reato).<br />
E’ possib<strong>il</strong>e detenere<br />
“piccole quantità” di droghe<br />
<strong>per</strong> “uso <strong>per</strong>sonale”.<br />
Ma tornando a monte;<br />
poichè in Italia sembra che<br />
<strong>il</strong> 50% della popolazio sia<br />
drogata (palesamente e di<br />
nascosto) come si può cr<strong>ed</strong>ere<br />
che i nostri “M<strong>il</strong>le”<br />
sia fuori da questa <strong>per</strong>centuale?<br />
chiaro che ritroveremo<br />
la <strong>per</strong>centuale rappresentata<br />
anche fra i Parlamentari<br />
Altra considerazione:<br />
Ad essere autorizzati a
Voci dal Sud 13 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
detenere la droga <strong>per</strong> uso<br />
<strong>per</strong>sonale, quindi non<br />
punib<strong>il</strong>i, sono coloro che<br />
la detengono , non i venditori,<br />
gli spacciatori, i<br />
pushers che sono invece<br />
colpiti da dure leggi <strong>per</strong><br />
quanto concerne <strong>il</strong> possesso<br />
<strong>per</strong> arne ut<strong>il</strong>e e la vendita<br />
al drogato tanto da essere<br />
considerti “fuor<strong>il</strong>egge”.<br />
Poichè a me non risulta<br />
che ancora la droga sia stata<br />
liberalizzata e venduta in<br />
appositi spazi assieme ai<br />
m<strong>ed</strong>icamenti da banco nei<br />
su<strong>per</strong> market, mi chi<strong>ed</strong>o<br />
colui che vuole acquistare<br />
la droga “<strong>per</strong> uso <strong>per</strong>sonale”<br />
a chi si rivolge? all’<strong>ed</strong>icola?<br />
al salumiere?<br />
Chiaramente lo fa rivolgendosi<br />
a questi signori<br />
consideratri dalla Legge<br />
Italia “fuor<strong>il</strong>egge”.<br />
Se io incontrassi un latitante<br />
e me ne accompagnassi,<br />
o peggio, istaurassi un<br />
negozio di compravendita<br />
con lui sono imm<strong>ed</strong>iatamente<br />
rinetuto “colpevole<br />
di reato di favoreggiamento<br />
<strong>per</strong>sonale, <strong>per</strong> cui<br />
sarei <strong>per</strong>seguito alla Legge<br />
che DEVE condannarmi.<br />
Tornado agli Onorevoli<br />
diciamo allora che dovendo<br />
acquistare la propria<br />
“quantità <strong>per</strong>sonale” essi<br />
“delinquono” una o più<br />
volte al mese? o danno incarico<br />
ad un loro “attachè”<br />
, facendolo delinque e configurandosi<br />
<strong>per</strong> l’Onorevole<br />
l’ “istigazione a delinquere”<br />
(ancora peggio!!).<br />
Ovviamente a nessuno fa<br />
piacere sa<strong>per</strong>e che lo Stato<br />
cui è affidato <strong>il</strong> suo lavoro,<br />
la sua vita, la sua fa-<br />
miglia, sia gestito da <strong>per</strong>sone<br />
d<strong>ed</strong>ite alle droghe, ma<br />
pensate, e ditemi come vi<br />
sentite, quando queste<br />
“mancanze” sono alla base<br />
di altre attività della nostra<br />
vita fisica giornalmente.<br />
Il terrore scatta, e ti gela<br />
le gambe, invece quando<br />
prendimo in osservazioni<br />
altri uomini che hanno in<br />
mano le nostre vite i maniere<br />
reale e materiale.<br />
Quando si r<strong>il</strong>ascia una licenza<br />
di guida <strong>per</strong><br />
autopulmanns di linea si richi<strong>ed</strong>e<br />
la dichiarazione di<br />
non essere ut<strong>il</strong>izzatore di<br />
droghe ..., una licenza di<br />
guidatore di treni (oggi anche<br />
veloci e velocissimi),<br />
quando si r<strong>il</strong>ascia una licenza<br />
di Taxi, un guidatore<br />
del Metrò, di trams di autobus<br />
urbano può bastare<br />
l’artocertificazione in base<br />
a cui <strong>il</strong> M<strong>ed</strong>ico, dopo, attesta<br />
l’idoneità del soggetto<br />
a quelle mazioni.<br />
A dire <strong>il</strong> vero non so se<br />
oggi si o<strong>per</strong>ano controlli<br />
diretti sui soggetti, ma può<br />
bastare? Ciacuno può iniziare<br />
a consumar droghe <strong>ed</strong><br />
alcool dopo l’assunzione.<br />
In controlli debbono essere<br />
a scadenze ravvicinate<br />
e senza preavviso (basta<br />
un tampocino, ricordate?).<br />
A questi controlli vanno<br />
sottoposti tutti colora che<br />
hanno nelle mani migliaia<br />
di vite umane fra cui debbono<br />
esserci i politici<br />
<strong>per</strong>chè, sapete, sarà un vezzo,<br />
ma io gli uomini che<br />
guidano <strong>il</strong> destino mio, della<br />
mia famiglia, del mio lavoro<br />
... li voglio<br />
quantomeno puliti!<br />
Ormai la<br />
droga<br />
è anche<br />
nelle<br />
scuole<br />
ove, pare,<br />
che si inzi<br />
a 13/14<br />
anni
Voci dal Sud 14 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Lisa Caputo, una figlia<br />
oltre le nuvole<br />
di pino bruno<br />
(Il Quotidiano)<br />
Lisa Caputo Nowak - più volte protagonista<br />
sulle colonne del Quotidiano della<br />
Calabria che l’ha seguita prima, durante e<br />
dopo la missione STS-121 dello Shuttle<br />
Discovery del luglio scorso, ritorna a far<br />
parlare di sé.<br />
Questa volta, ad occuparsi della astronauta<br />
italo-americana, in occasione della consegna<br />
del riconoscimento assegnatole dal<br />
GEI (Gruppo Esponenti Italiani) di New<br />
York, sono stati <strong>il</strong> Corriere della Sera, nella<br />
sua <strong>ed</strong>izione online, con una breve intervista<br />
di Alessandra Farkas, e America Oggi<br />
con un articolo di Riccardo Chioni.<br />
In particolare, nell’articolo del Corsera<br />
pubblicato qualche giorno fa la Nowak racconta<br />
la sua es<strong>per</strong>ienza spaziale durata 306<br />
ore, 37 minuti e 54 secondi sulla navicella<br />
Discovery.<br />
Lisa Caputo Nowak, nell’intervista, dice<br />
a chiare lettere che si sente italiana al 100%<br />
e che ha tifato Italia nell’ultimo campionato<br />
del mondo, mentre era a bordo della<br />
Discovery.<br />
In Italia, Lisa ci vorrebbe venire al più<br />
presto, <strong>per</strong> visitare - dichiara - «i miei tanti<br />
parenti che vivono sparsi tra Aiello<br />
Calabro, Lucca, Catanzaro, Padova e<br />
Randazzo».<br />
Proprio da Aiello Calabro, un paesino<br />
collinare del basso Tirreno cosentino, discende<br />
la famiglia paterna dei Caputo.<br />
Era <strong>il</strong> 1913, quando <strong>il</strong> nonno di Lisa, Antonio<br />
Gensimone, all’età di appena di 5<br />
anni, era partito dal piccolo paesino<br />
calabrese con i genitori Rosario e Cristina<br />
Bruni, alla volta degli States.<br />
Da allora, i Caputo si sono stab<strong>il</strong>iti nel<br />
Maryland, nella città di Rockev<strong>il</strong>le, a 20<br />
minuti di macchina da Washington, dove<br />
vivono attualmente i genitori di Lisa, la madre<br />
Jane Bonaventura, che è di origini sic<strong>il</strong>iane,<br />
<strong>ed</strong> <strong>il</strong> padre Alfr<strong>ed</strong>.<br />
Lisa ora è diventata un ottimo ingegnere<br />
aerospaziale.<br />
Un mestiere carico di grandi responsab<strong>il</strong>ità<br />
che tuttavia riesce a conc<strong>il</strong>iare con quello<br />
di moglie (è sposata con Richard Nowak)<br />
e soprattutto di mamma di tre figli<br />
(Alexander, Katrina e Alyssa).<br />
Dal 1996 lavora alla Nasa presso <strong>il</strong><br />
Johnson Space Center di Huston, una es<strong>per</strong>ienza<br />
che l’ha portata ad essere inserita<br />
nella recente missione del Discovery Shuttle<br />
alla Stazione Orbitante Internazionale, nell’ambito<br />
della quale l’astronauta italo-americana<br />
è stata specialista di missione con <strong>il</strong><br />
compito di guidare <strong>il</strong> braccio robotico <strong>per</strong> i<br />
lavori esterni alla navicella spaziale.<br />
Intanto, ad Aiello Calabro, luogo di origine<br />
del ramo Caputo, fervono i preparativi<br />
<strong>per</strong> organizzare una futura visita dell’astronauta<br />
alla quale sarà data la cittadinanza<br />
onoraria, probab<strong>il</strong>mente nella primavera del<br />
prossimo anno.<br />
Conosciamo i genitori di Lisa Caputo<br />
Nowak, Jane e Alfr<strong>ed</strong> Caputo, attraverso le<br />
ema<strong>il</strong> che ci scambiamo <strong>per</strong>iodicamente.<br />
A loro abbiamo rivolto alcune domande.<br />
Dopo gli incidenti del Columbia e del<br />
Challenger, come avete vissuto questa es<strong>per</strong>ienza<br />
di Lisa, prima e durante la missione<br />
STS-121?<br />
«I nostri timori, prima e durante la missione<br />
del Discovery (dal 4 al 17 luglio scorsi,<br />
nda), sono stati più o meno sim<strong>il</strong>i a quelli<br />
che, nel corso della vita di nostra figlia,<br />
abbiamo provato altre volte.<br />
Come quando da piccola provava a fare<br />
qualcosa di nuovo in cui avrebbe potuto<br />
farsi male.<br />
Naturalmente, nessuno di questi eventi si<br />
può confrontare con <strong>il</strong> lancio nello spazio,<br />
ma la risolutezza della Nasa nel correggere<br />
gli errori del passato <strong>ed</strong> evitare ogni tipo
Voci dal Sud 15 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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di rischio <strong>per</strong> gli astronauti ci ha dato la<br />
giusta tranqu<strong>il</strong>lità».<br />
Quali sono stati i vostri pensieri e le vostre<br />
sensazioni durante la missione?<br />
«Chi ha guardato i video mandati in onda<br />
dalla Nasa, o letto le interviste,<br />
ha potuto rendersi conto del forte<br />
entusiasmo di Lisa.<br />
Si trattava della realizzazione<br />
del sogno della sua vita.<br />
I nostri sentimenti, nel condividere<br />
questo suo successo, sono<br />
stati di orgoglio e amore».<br />
Mentre a Cape Canaveral si<br />
aspettava <strong>il</strong> momento del lancio,<br />
eravate insieme ai genitori degli<br />
altri astronauti. Come avete vissuto<br />
questa es<strong>per</strong>ienza?<br />
«I genitori e le famiglie di tutti<br />
gli astronauti sono uniti da un<br />
particolare legame.<br />
In quella occasione, abbiamo<br />
condiviso un’indescrivib<strong>il</strong>e sentimento<br />
di comprensione e solidarietà<br />
che ci ha rasserenato».<br />
Signor Caputo, avete avuto<br />
modo di parlare con vostra figlia<br />
nel mentre era in orbita?<br />
«Siamo stati incollati agli<br />
schermi della Nasa Tv che trasmetteva<br />
le immagini dello<br />
Shuttle <strong>per</strong> tutto <strong>il</strong> tempo. A Huston, mia<br />
moglie Jane, assieme al marito di Lisa<br />
Richard <strong>ed</strong> i bambini, ha avuto la possib<strong>il</strong>ità<br />
di una breve teleconferenza. Inoltre, potevamo<br />
regolarmente mandare e ricevere<br />
ema<strong>il</strong>. La possib<strong>il</strong>ità di avere un continuo<br />
contatto con lei ci ha molto rassicurati».<br />
Verrete presto a visitare l’Italia e la<br />
Calabria e la Sic<strong>il</strong>ia, regioni d’origine della<br />
vostra famiglia?<br />
«In Italia siamo stati una volta nel 1993.<br />
Ma abbiamo visitato <strong>il</strong> nord e del sud conosciamo<br />
solo Sorrento e Capri.<br />
Jane <strong>ed</strong> io saremo a Roma la prossima primavera,<br />
dal 18 al 25 marzo. Sarà l’occasione<br />
giusta <strong>per</strong> prolungare la nostra <strong>per</strong>manenza<br />
e visitare le città natali dei nostri<br />
nonni e genitori».<br />
Lisa Caputo Nowak è nata nel 1963, si è<br />
laureata nel 1981 alla High School di<br />
Rockv<strong>il</strong>le, nel Maryland.<br />
Ha conseguito un bachelor in scienza e<br />
ingegneria aerospaziale all’Accademia<br />
navale degli Stati Uniti nel 1985; mentre<br />
nel 1992, ha ottenuto un master in<br />
scienza nella costruzione aeronautica e<br />
di assistente tecnico aeronautico <strong>ed</strong><br />
astronautico alla scuola postlaurea<br />
navale degli Stati Uniti.<br />
Dal 1996 lavora alla Nasa presso <strong>il</strong><br />
Johnson Space Center, una es<strong>per</strong>ienza<br />
molto importante che l’ha portata ad<br />
essere inserita nella missione del<br />
Discovery Shuttle.
Voci dal Sud 16 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Il gatto? Vada nel portabagagli<br />
Ci riteniamo ancora un popolo civ<strong>il</strong>e?<br />
Esposto-denuncia contro autolinea<br />
La signora Beatrice Tomaino ci ha fatto <strong>per</strong>venire<br />
un esposto-denuncia inviato alla Procura<br />
di Roma e al ministero delle Infrastrutture.<br />
«Io sottoscritta Beatrice Tomaino, nata a<br />
Rosolini (Siracusa) <strong>il</strong> 7 febbraio 1943, residente<br />
in Roma via Castel di Leva n. 254, espongo quanto<br />
segue:<br />
- <strong>il</strong> giorno 5 settembre 2006 verso le 6 del<br />
mattino dovendo rientrare a Roma dalle ferie<br />
estive trascorse presso la località calabrese di<br />
Riace Marina, mi recavo alla fermata degli autobus»<br />
di una ditta privata «sulla S.S. 106<br />
(Jonica), in attesa dell’automezzo che svolge servizio<br />
di linea Reggio Calabria-Roma e sul quale<br />
avevo prenotato telefonicamente due posti, <strong>per</strong><br />
me e <strong>il</strong> mio gatto appositamente custodito in una<br />
gabbietta;<br />
«- al momento di salire a bordo dell’autobus<br />
l’autista, con mia grande sorpresa e sconcerto,<br />
mi invitava a riporre la gabbietta con <strong>il</strong> gatto nel<br />
portabagagli, ovvero al chiuso, in assenza di luce<br />
e aria, nonché a una tem<strong>per</strong>atura oltremodo insopportab<strong>il</strong>e<br />
<strong>per</strong> qualsiasi essere vivente, tantopiù<br />
<strong>per</strong> degli animali domestici così delicati come i<br />
gatti;<br />
«- alle mie proteste l’autista e <strong>il</strong> bigliettaio rispondevano,<br />
con toni sarcastici, asserendo che<br />
loro erano “allergici ai gatti” e che comunque<br />
era prassi» della ditta «trasportare gli animali<br />
domestici nel portabagagli dell’autobus, alla stregua<br />
di qualsiasi valigia o borsa da viaggio;<br />
«- a seguito dell’atteggiamento fisico e delle<br />
espressioni verbali sempre più minacciose dell’autista<br />
e del bigliettaio, mi v<strong>ed</strong>evo costretta ad<br />
abbandonare <strong>il</strong> proposito di salire sull’automezzo,<br />
con tutti i conseguenti disagi di una tale situazione<br />
così incresciosa. Per quanto sopra esposto,<br />
la sottoscritta chi<strong>ed</strong>e di accertare se la c.d.<br />
prassi» della ditta «di trasportare gli animali domestici<br />
dei viaggiatori nel portabagagli dei propri<br />
automezzi di linea non integri <strong>il</strong> reato di cui<br />
all’art. 544 ter c.p. e di punire l’eventuale colpevole».<br />
(da “Gazzetta del Sud” )<br />
No, non è <strong>il</strong> nostro<br />
amato “Mirt<strong>il</strong>lo”<br />
ma somiglia in<br />
maniera<br />
impressionante<br />
alla gattina che<br />
<strong>per</strong> 14 anni ha<br />
vissuto con noi<br />
facendoci<br />
cambiare le nostre<br />
abitudini di vita<br />
fromor
Voci dal Sud 17 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Rosarno , treni e stazione<br />
ferroviaria<br />
Il comitato cittadino spontaneo scrive all’Amministrazione<br />
«Stazione, non c’è tempo da <strong>per</strong>dere»<br />
ROSARNO – «Datevi da fare con tutte le vostre energie<br />
<strong>per</strong> rendere funzionali al massimo le infrastrutture<br />
stradali di servizio alla stazione ferroviaria di Rosarno,<br />
specie in vista della fine del 2007, quando entrerà in funzione<br />
la bretella di collegamento diretto con <strong>il</strong> Porto di<br />
Gioia Tauro».<br />
È questo <strong>il</strong> senso dell’appello rivolto, tramite lettera,<br />
al sindaco Carlo Martelli, al presidente del Consiglio<br />
Rositano e a tutti i capigruppo del Consiglio comunale,<br />
dal presidente del “Comitato cittadino <strong>per</strong> lo<br />
sv<strong>il</strong>uppo e la valorizzazione della stazione ferroviaria<br />
di Rosarno” Gaetano Spataro, che invita i destinatari<br />
ad una comune riflessione <strong>per</strong> dibattere i più importanti<br />
problemi riguardanti lo scalo cittadino al fine di una loro<br />
sp<strong>ed</strong>ita soluzione.<br />
Spataro sottolinea l’importanza dell’imminente a<strong>per</strong>tura<br />
della nuova strada di collegamento tra <strong>il</strong> piazzale<br />
stazione e la Statale 18, <strong>per</strong> la quale ha tribolato <strong>per</strong> anni,<br />
assieme all’allora sindaco Lavorato, «<strong>per</strong> ottenere dalle<br />
ferrovie la concessione dell’attraversamento dello scalo<br />
merci», avvenuta <strong>per</strong> interessamento dell’ing. Teof<strong>il</strong>o,<br />
direttore delle Infrastrutture <strong>per</strong> <strong>il</strong> Centrosud, «che puntualmente<br />
ha mantenuto gli impegni assunti».<br />
Per tale strada di collegamento – che è stata finanziata<br />
con 400.000 euro del b<strong>il</strong>ancio comunale nel 2004 dall’amministrazione<br />
Saccomanno <strong>ed</strong> appaltata nel settembre<br />
2005 – <strong>il</strong> presidente del Comitato civico lamenta <strong>il</strong><br />
fatto che, ancor prima di essere a<strong>per</strong>ta al traffico (i lavori<br />
sono stati interrotti <strong>per</strong> consentire la costruzione di un<br />
piazzale <strong>per</strong> <strong>il</strong> posteggio delle macchine), risulta «ormai<br />
insufficiente <strong>per</strong> le esigenze cui andrà incontro, <strong>per</strong>ché<br />
troppo stretta».<br />
Spataro propone <strong>per</strong>tanto all’Amministrazione comunale<br />
«se vuole essere coerente con i tempi e costruire la<br />
strada del futuro di prev<strong>ed</strong>ere, nel b<strong>il</strong>ancio del 2007,<br />
lo stanziamento della somma <strong>per</strong> la costruzione di una<br />
nuova corsia, adiacente a quella esistente» che, posta<br />
in collegamento anche con via Industria, consentirebbe<br />
l’alleggerimento del traffico sulla statale 18.<br />
L’amministrazione comunale – conclude Spataro –<br />
“non deve distrarsi nemmeno un istante”, se vuole essere<br />
pronta <strong>per</strong> la fine del 2007, quando sarà ristrutturata<br />
la stazione e la bretella Rosarno-San Ferdinando Marittima<br />
(come da impegni assunti tra la Regione Calabria<br />
e le Ferrovie) consentirà <strong>il</strong> collegamento con <strong>il</strong> Porto di<br />
Gioia, a beneficio anche dei tanti lavoratori che potranno<br />
usufruire di una navetta, disponib<strong>il</strong>e in qualsiasi momento,<br />
collegata con la stazione del porto (lo scalo di<br />
Rosarno), nella quale fermano i treni in ambo le direzioni».<br />
Giuseppe Lacquaniti<br />
(Gazzetta del Sud)<br />
Intanto giunge gradita la notizia che dal prossimo orario<br />
invernale che andrà in vigore i primi di dicembre prossimo,<br />
una nuova coppia di treni (Reggio Calabria-Bari via<br />
Paola Cosenza e viceversa) avrà la sua fermata regolare<br />
nella stazione di Rosarno.<br />
L’ultra moderno e<br />
funzionale interno<br />
della Stazione di<br />
Rosarno che <strong>per</strong> merito<br />
del Comitato<br />
spontaneo cittadino<br />
guidato <strong>ed</strong> animato dal<br />
prof. Spataro, passò da<br />
“disab<strong>il</strong>itata” a<br />
stazione di grande<br />
importanza
Voci dal Sud 18 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Calabria, ancora<br />
“buonasanità”!<br />
Ricostruito <strong>il</strong> bulbo oculare a un giovanissimo paziente<br />
Soddisfazione all’Unità o<strong>per</strong>ativa di oculistica diretta dal prof. Leone<br />
Antonio Condò<br />
(Gazzetta del Sud)<br />
LOCRI - All’Unità o<strong>per</strong>ativa<br />
di oculistica dell’osp<strong>ed</strong>ale, diretta<br />
dal primario Francesco<br />
Leone, si è brindato all’eccellente<br />
risultato ottenuto dopo un<br />
complicatissimo intervento chirurgico<br />
effettuato su un<br />
dodicenne cui è stato ricostruito<br />
<strong>il</strong> bulbo oculare seriamente<br />
compromesso dopo un incidente<br />
occorsogli durante le vacanze<br />
pasquali quando, nel raccogliere<br />
un pallone, <strong>il</strong> malcapitato<br />
si è procurato una ferita penetrante<br />
del bulbo con interessamento<br />
della cornea, del cristallino,<br />
dell’iride e della sclera.<br />
«Un eccellente risultato -<br />
spiega <strong>il</strong> primario Leone - ottenuto<br />
grazie alla preziosissima<br />
collaborazione del prof. Pasquale<br />
Vadalà, di origini<br />
calabresi, direttore m<strong>ed</strong>ico all’osp<strong>ed</strong>ale<br />
“Bambino Gesù” di<br />
Roma, uno dei pochissimi centri<br />
italiani di chirurgia<br />
oculistica p<strong>ed</strong>iatrica, <strong>ed</strong> alla<br />
sensib<strong>il</strong>ità <strong>ed</strong> imm<strong>ed</strong>iata disponib<strong>il</strong>ità<br />
della Commissione<br />
straordinaria della nostra<br />
Azienda (questore Antonio De<br />
Luca, presidente, Ezio Pierotti<br />
e Massimo Nicolò, componenti,<br />
n.d.c.) cui non è mancata la<br />
collaborazione dei direttori sanitari<br />
Michela Macrì (<strong>per</strong><br />
l’Azienda) <strong>ed</strong> Antonio Previte<br />
(<strong>per</strong> <strong>il</strong> presidio), del direttore<br />
del Dipartimento emergenza urgenza<br />
accettazione, Leandro<br />
Branca, e del direttore amministrativo<br />
Vincenzo Scuderi».<br />
Un’intesa <strong>per</strong>fetta tra le varie<br />
strutture, da quella sanitaria a<br />
quella amministrativa,<br />
una<br />
macchina ben<br />
funzionante i<br />
cui effetti non<br />
si sono fatti attendere.<br />
Il giovanissimo<br />
paziente,<br />
subito dopo<br />
l’incidente<br />
era stato efficacementecurato<br />
all’Unità o<strong>per</strong>ativa di oculistica<br />
di Locri; a distanza di tre<br />
mesi, considerati i risultati anatomo-funzionali<br />
ottenuti con le<br />
indagini strumentali eseguiti da<br />
un’affiatatissima equipe di cui fa<br />
parte anche Elisabetta Errigo -<br />
es<strong>per</strong>ta in ecografia oculare – si<br />
è proc<strong>ed</strong>uto alla ricostruzione<br />
del segmento anteriore dell’occhio.<br />
«Il caso presentava notevole<br />
gravità, <strong>per</strong>ché l’atto chirurgico<br />
interessava molte delle strutture<br />
dell’occhio - spiega <strong>il</strong> prof.<br />
Vadalà - ma insieme al collega<br />
Leone abbiamo ritenuto possib<strong>il</strong>e<br />
un certo recu<strong>per</strong>o della<br />
funzionalità visiva e siamo intervenuti.<br />
Pertanto, trapanata la cornea<br />
<strong>per</strong> eliminare <strong>il</strong> leucoma (macchia)<br />
corneale, abbiamo eliminato<br />
tutto <strong>il</strong> tessuto fibrotico<br />
che si sostituiva all’iride.<br />
Abbiamo asportato la<br />
cataratta traumatica <strong>ed</strong> abbiamo<br />
impiantato un cristallino<br />
artificiale a fissazione<br />
sclerale; infine abbiamo trapiantato<br />
la cornea.<br />
Ottime le s<strong>per</strong>anze sul futuro<br />
recu<strong>per</strong>o della vista».<br />
Determinante la professionalità<br />
degli anestesisti (Putortì),<br />
afferenti al Dea, e «di tutti i miei<br />
collaboratori della sala o<strong>per</strong>atoria<br />
e del reparto che mi seguono<br />
con passione <strong>ed</strong> es<strong>per</strong>ienza<br />
nel lavoro quotidiano»,<br />
dice <strong>il</strong> primario Leone <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />
quale certi risultati si ottengono<br />
solo se ognuno cr<strong>ed</strong>e nel lavoro<br />
di squadra.<br />
Un particolare “grazie” rivolge<br />
al prof. Vadalà, «sempre disponib<strong>il</strong>e,<br />
soprattutto quando c’è<br />
da intervenire nella sua terra».<br />
Comprensib<strong>il</strong>e gratitudine<br />
verso tutti, «dal <strong>per</strong>sonale aus<strong>il</strong>iario<br />
a quello m<strong>ed</strong>ico e param<strong>ed</strong>ico»<br />
da parte della signora<br />
Carmela, mamma del piccolo<br />
paziente, che dice di avare «incontrato<br />
<strong>per</strong>sone splendide<br />
grazie alle quali <strong>il</strong> mio bambino<br />
tornerà normale».<br />
Nella sanità della Locride avviene<br />
anche questo, <strong>per</strong> fortuna!
Voci dal Sud 19 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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«E’ finito nella Piana <strong>il</strong> mio<br />
lungo calvario»<br />
La testimonianza di un uomo colpito da “Pemfigo vulgaris”<br />
e salvo grazie a un m<strong>ed</strong>ico dell’Asl 10<br />
CITTANOVA - Sono uno dei tanti emigrati calabresi<br />
che da oltre 15 anni si è trasferito da Cittanova a Genova<br />
<strong>per</strong> ragioni di lavoro.<br />
In questi anni, spesso ho incontrato molti concittadini<br />
che giungono a Genova in cerca di quelle cure che non<br />
riescono a trovare nelle realtà Meridionali.<br />
Il mio caso potrebbe essere l’eccezione che conferma<br />
la regola, ma ritengo che così non sia, anche <strong>per</strong>ché dalla<br />
mia es<strong>per</strong>ienza, ho avuto modo di v<strong>ed</strong>ere altre <strong>per</strong>sone<br />
soddisfatte dei servizi offerti dalla sanità pubblica<br />
calabrese.<br />
Tutto ha inizio nel mese di Dicembre 2005, con un banale<br />
mal di gola che mi causava una accentuata rauc<strong>ed</strong>ine.<br />
Dopo un mese circa, mi sono comparsi dei<br />
rigonfiamenti rotondeggianti sul cuoio capelluto con fuoriuscita<br />
di un liquido verdognolo maleodorante.<br />
Allarmatomi da queste manifestazioni, mi sono sottoposto<br />
a visita specialistica presso l’Orl e Dermatologi,<br />
sia in strutture private che Pubbliche.<br />
Puntualmente mi veniva prescritta una terapia da seguire<br />
a casa, spesso a base di antibiotici, ma tutte le volte<br />
non facevo altro che registrare soltanto un lieve miglioramento<br />
che durava due o tre giorni, <strong>per</strong> poi ritornare a<br />
soffrire terrib<strong>il</strong>mente i sintomi della malattia.<br />
Per ben due volte sono stato costretto a recarmi al pronto<br />
soccorso dell’osp<strong>ed</strong>ale e anche in queste occasioni,<br />
mi venivano somministrati dei farmaci e venivo dimesso.<br />
Questo calvario è durato fino al mese di Luglio quando,<br />
assieme ai miei figli e mia Moglie, abbiamo deciso di<br />
ritornare al mio paese natio, Cittanova, <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo di<br />
ferie.<br />
Mi trovavo in una condizione veramente disastrosa, avevo<br />
<strong>per</strong>so 20 ch<strong>il</strong>i di peso corporeo e non riuscivo a<br />
deglutire a causa delle <strong>numero</strong>se ulcere che continuavano<br />
ad essere presenti sia sul palato che in gola la notte era<br />
un inferno e <strong>il</strong> sonno era diventato un ricordo molto lontano.<br />
Dietro consiglio del M<strong>ed</strong>ico di famiglia dei miei fam<strong>il</strong>iari,<br />
la Dr.ssa Caterina Iamundo, mi sono rivolto ad un<br />
M<strong>ed</strong>ico specialista in dermatologia, <strong>il</strong> Dr. Giuseppe<br />
Ribuffo, che lavora presso l’Osp<strong>ed</strong>ale di Polistena.<br />
Sin dal primo momento è riuscito ad inquadrare la malattia<br />
e senza alcun ombra di dubbio mi ha detto che si<br />
trattava di una patologia autoimmune denominata<br />
“Pemfigo Vulgaris”; una grave malattia che richi<strong>ed</strong>eva<br />
una lunga cura (almeno sei mesi), con una terapia<br />
farmacologia associata a una forte dose di cortisone.<br />
Ho iniziato la cura con quattro flebo giornaliere <strong>per</strong><br />
combattere lo stato di disidratazione in cui mi trovavo e,<br />
Vincenzo Scionti<br />
(Il Quotidiano)<br />
giorno dopo giorno ho ritrovato la voglia di vivere.<br />
Mi sentivo rinascere, incominciavo a deglutire e riuscivo<br />
<strong>per</strong>sino a consumare qualche pasto.<br />
Trascorsi i primi trenta giorni, seguito puntigliosamente<br />
dal Dr. Ribuffo, anche telefonicamente e in orari non usuali,<br />
ho ripreso a vivere in condizioni quasi normali.<br />
Oggi, continuo la cura a Genova, presso l’Istituto<br />
Dermatologico Universitario, dove hanno confermato la<br />
terapia che sto facendo ma, <strong>per</strong>sonalmente non finirò mai<br />
di ringraziare <strong>il</strong> Dr. Ribuffo che, nonostante i pochi mezzi<br />
a disposizione, è riuscito a salvarmi la vita facendomi<br />
rinascere <strong>per</strong> la seconda volta.<br />
Questo caso emblematico, a mio modo di v<strong>ed</strong>ere, dimostra<br />
che anche in Calabria lavorano professionisti seri<br />
e adeguatamente preparati che a volte lavorano in s<strong>il</strong>enzio<br />
e aspettano che qualche gestione attenta ai bisogni<br />
dei cittadini si accorga di loro e li valorizzi nella giusta<br />
misura, anche <strong>per</strong>ché i viaggi della s<strong>per</strong>anza dei meridionali,<br />
quasi sempre vengono gestiti <strong>ed</strong> affrontati da M<strong>ed</strong>ici<br />
meridionali che si sono affermati e vivono al nord Italia.<br />
S<strong>per</strong>o che <strong>il</strong> mio vissuto, possa essere ut<strong>il</strong>e a far capire<br />
che non è vero che solo al nord si risolvono i problemi di<br />
salute, nel mio caso, sono stato salvato in una stanzetta<br />
dell’Osp<strong>ed</strong>ale di Polistena da un professionista che ha<br />
dimostrato di su<strong>per</strong>are tutti quegli specialisti che in una<br />
città come Genova non sono riusciti a fare una diagnosi<br />
giusta.<br />
GLI EPISODI CHE<br />
ANDIAMO<br />
PUBBLICANDO DA<br />
TEMPO DIMOSTRANO<br />
CHE “BUONASANITA” E<br />
“MALASANITA” SONO<br />
OVUNQUE<br />
IN CALABRIA ESIMI<br />
PROFESSIONISTI<br />
LAVORANO NELL’OMBRA<br />
OTTENENDO<br />
RISULTATI ECCELSI !
Voci dal Sud 20 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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E’ la radio, la più amata !<br />
( Ansa )<br />
La radio e’ <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ia piu’ diffuso<br />
al mondo, ma anche quello a cui gli<br />
italiani sono piu’ legati e, in alcuni<br />
momenti della giornata, assume un<br />
ruolo particolare, come di notte: in<br />
m<strong>ed</strong>ia un Italiano su cinque rimane<br />
in ascolto fino a mezzanotte, ma anche<br />
a notte fonda <strong>il</strong> popolo degli<br />
ascoltatori é sintonizzato, con 5 m<strong>il</strong>ioni<br />
di ascoltatori che si registrano<br />
tra le 23 e le 3.<br />
Le ragioni di questo successo by<br />
night sono le emozioni e le sensazioni<br />
che la radio riesce a suscitare,<br />
soprattutto nelle ore notturne<br />
(57%).<br />
Intima (46%), in grado di trasmettere<br />
calore (41%), ma anche<br />
liberatoria e sensuale (35%): questi<br />
sono solo alcune delle emozioni che<br />
si associano alla radio notturna di<br />
cui sono e sono state protagoniste<br />
alcune delle voci piu’ amate dal pubblico<br />
<strong>ed</strong> entrate nel mito, come<br />
emerge da uno studio promosso dal<br />
Tivoli Radio Watch, osservatorio internazionale<br />
sul mondo della radio,<br />
sui suoi protagonisti e sugli ascoltatori.<br />
Lo studio, condotto in occasione<br />
del 100esimo anniversario della nascita<br />
dell’entertainment radiofonico,<br />
e’ stato realizzato in base all’analisi<br />
dei dati di ascolto della radio nelle<br />
fasce notturne e accompagnato da<br />
60 interviste a psicologi <strong>ed</strong> es<strong>per</strong>ti<br />
che hanno condotto 4 focus con<br />
uomini e donne che ascoltano abitualmente<br />
la radio. Ecco allora <strong>il</strong><br />
panorama degli appassionati della<br />
radio by night: in primo luogo i giovani<br />
adulti (tra i 18 e i 34 anni), le<br />
diverse reti si contendono l’attenzione<br />
di 2 m<strong>il</strong>ioni 600 m<strong>il</strong>a di loro.<br />
Al secondo posto tra gli<br />
affezionati ci sono gli adulti (dai 35<br />
ai 64 anni) che in m<strong>ed</strong>ia sono 1 m<strong>il</strong>ione<br />
400 m<strong>il</strong>a. Si tratta in prevalenza<br />
di un pubblico masch<strong>il</strong>e (circa<br />
3 m<strong>il</strong>ioni gli ascoltatori della radio<br />
notturna), anche se sono quasi<br />
2 m<strong>il</strong>ioni le donne che ascoltano la<br />
radio tra la mezzanotte e le 6 di<br />
mattina.<br />
Il successo si deve al fatto che la<br />
radio puo’ essere<br />
ascoltata in<br />
ogni luogo e<br />
mentre si sta<br />
facendo altro,<br />
(41%). In<br />
realta’ <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />
57% la chiave<br />
del successo va<br />
ricercata nelle<br />
emozioni e nelle<br />
sensazioni<br />
che riesce a suscitare.<br />
E di questo l’elemento fondamentale<br />
e’ la voce dei conduttori (53%),<br />
molto piu di musica (25%) o informazione<br />
(17%).<br />
Quello che emerge e lo stretto rapporto<br />
che si crea tra l’ascoltatore e<br />
la voce della radio di notte (61%).<br />
Tra gli elementi che emergono nel<br />
rapporto tra la radio notturna e<br />
l’ascoltatore, c’é <strong>il</strong> senso di intimita’<br />
(46%). Non solo, questo rapporto<br />
che si instaura con la voce crea un<br />
forte calore <strong>ed</strong> empatia (41%).<br />
L’assenza di immagini unito al potere<br />
evocativo della voce, poi, ne<br />
fa un vero e proprio strumento<br />
liberatorio (38%).<br />
Non a caso la radio riesce ad essere<br />
molto piu’ trasgressiva di qualsiasi<br />
altro m<strong>ed</strong>ia e sono in molti,<br />
<strong>per</strong> <strong>il</strong> 35% degli es<strong>per</strong>ti, a giudicarla<br />
sensuale, ma c’e anche chi la vive<br />
c o m e<br />
consolatoria<br />
(29%).<br />
Tutti elementi<br />
che si aggiungono<br />
a quelle che sono<br />
le caratteristiche<br />
che vengono normalmenteassociate<br />
alla radio,<br />
come la compagnia<br />
(48%), <strong>il</strong> divertimento<br />
(43%)<br />
e <strong>il</strong> relax (39%).
Voci dal Sud 21 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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ARSSA CESA N° 7 PIANA DI GIOIA TAURO ROSARNO<br />
Chiusura delle giornate<br />
micologiche<br />
Giffone –La Sagra del fungo di<br />
Giffone, ha chiuso i battenti con le iniziative<br />
d<strong>ed</strong>icate alla gastronomia.<br />
L’interessante due giorni d<strong>ed</strong>icata alla<br />
micologia, è stata prec<strong>ed</strong>uta sabato 21 ottobre,<br />
nell’Oratorio San Bartolomeo, da<br />
un convegno organizzato dall’Associazione<br />
Culturale e Micologica<br />
Giffonese, i cui lavori sono stati coordinati<br />
dal giornalista Umberto di St<strong>il</strong>o.<br />
Il convegno è stato a<strong>per</strong>to dal Sindaco<br />
di Giffone e Presidente dell’Associazione,<br />
Antonio Albanese, che ha salutato e<br />
ringraziato i presenti <strong>per</strong> la partecipazione.<br />
Per l’Università M<strong>ed</strong>iterranea di Reggio<br />
Calabria sono intervenuti <strong>il</strong> Prof. Giuseppe<br />
Bombino del Dipartimento di<br />
Scienze e Tecnologie Agroforestali e<br />
Ambientali <strong>ed</strong> <strong>il</strong> Prof. Giuliano<br />
Menguzzato docente di Selvicultura, che<br />
hanno <strong>il</strong>lustrato un programma di miglioramento<br />
microambientale <strong>per</strong> aumentare la produzione<br />
micologica.<br />
Il micologo Dr. Vittorio Capocasale <strong>ed</strong> Eugenio<br />
Porcelli vicepresidente della Conf<strong>ed</strong>erazione<br />
Micologica Calabrese, hanno parlato di tossicologia<br />
e più in dettaglio degli aspetti tossicologici ancora<br />
poco studiati, quali l’avvelenamento da accumulo.<br />
La direttrice didattica, Dr.ssa Concetta Manduci,<br />
ha posto l’attenzione su scuola e valorizzazione del<br />
territorio.<br />
Nel suo intervento <strong>il</strong> geologo Prof. Giuseppe<br />
Mandaglio ha fatto <strong>il</strong> punto sullo “stato dell’arte”<br />
della “Sagra di Giffone” a quindici anni dal suo<br />
esordio, dal tanto già intrapreso alle prospettive future.<br />
Il Dott. Antonino T<strong>ed</strong>esco responsab<strong>il</strong>e del SIAN<br />
A.S. 10 di Palmi ha <strong>il</strong>lustrato le tecniche che ogni<br />
buon raccoglitore di funghi deve seguire.<br />
La Dr.ssa Pia Rispoli, divulgatore agricolo<br />
dell’ARSSA, ha infine esposto i progetti avviati <strong>per</strong><br />
la valorizzazione commerciale dei funghi di Giffone.<br />
Durante la giornata, è stata presentata la fiaba<br />
Rosario Franco<br />
“La leggenda dei funghi colorati”, con l’intervento<br />
dell’autrice Perla Panetta e della giornalista Isabella<br />
Lo Schiavo e sono stati premiati gli alunni<br />
vincitori del concorso: “I funghi velenosi: imparare<br />
a riconoscerli <strong>per</strong> evitare di consumarli”.<br />
Il convegno, a cui hanno partecipato <strong>numero</strong>se<br />
<strong>per</strong>sonalità del mondo politico e culturale, si è concluso<br />
con l’intervento della Dr.ssa Marcella Palermo,<br />
dell’Ispettorato micologico A.S. 10 di Palmi e<br />
socia dell’Ass. Cult. e Mic. Giffonese, che ha trattato<br />
<strong>il</strong> tema della tossicità dei funghi spontanei <strong>ed</strong><br />
ha auspicato una maggiore sinergia tra gli o<strong>per</strong>atori<br />
pubblici e privati, <strong>per</strong> meglio individuare strategie<br />
volte allo sv<strong>il</strong>uppo integrato del territorio.<br />
Molte sono state le iniziative a cornice dell’attività<br />
convegnistica.<br />
Le scuole giffonesi hanno allietato la giornata con<br />
musiche e poesie.<br />
Sono state offerte le specialità gastronomiche a<br />
base di funghi preparate dalla Scuola Alberghiera di<br />
Polistena tra musiche e coreografie offerte dal gruppo<br />
folcloristico locale.
Voci dal Sud 22 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Anche in Calabria arriva <strong>il</strong><br />
“satanismo”!<br />
Denuncia del Vescovo contro le sette sataniche<br />
COSENZA – Diaboliche sette.<br />
L’arcivescovo Salvatore Nunnari<br />
non riesce a celare le sue preoccupazioni.<br />
Osserva la sala affollata di giornalisti,<br />
prende la parola, ringrazia i carabinieri<br />
<strong>per</strong> quanto fatto, ma appare<br />
turbato.<br />
L’o<strong>per</strong>azione che ha restituito alla<br />
chiesa calabrese i “bambinelli” rubati<br />
ad agosto gli ha ridato fiducia e<br />
s<strong>per</strong>anza ma, purtroppo, all’orizzonte,<br />
si prof<strong>il</strong>a un ben più inquietante<br />
problema.<br />
Dietro l’apparente paciosità della<br />
provincia cosentina, cresce, infatti,<br />
strisciante e <strong>per</strong>icoloso, un altro oscuro<br />
fenomeno: <strong>il</strong> satanismo.<br />
L’alto Prelato ne accenna nel suo<br />
discorso facendo riferimento alla celebrazione<br />
di messe nere e al furto di<br />
ostie consacrate.<br />
Poi si stoppa. Volutamente. Il tema<br />
è delicato.<br />
Dopo la conferenza stampa, <strong>per</strong>ò,<br />
chiarisce alla Gazzetta le ragioni delle<br />
sue preoccupazioni.<br />
«Il furto dei “bambinelli – afferma<br />
mons. Salvatore Nunnari – è o<strong>per</strong>a<br />
di ladri che hanno agito su commissione.<br />
Ladri ben individuati dai carabinieri.<br />
Io, in questo momento, sono seriamente<br />
preoccupato da gravi episodi<br />
ancora più inquietanti dei furti<br />
sacr<strong>il</strong>eghi.<br />
Mi riferisco a vicende che si sono<br />
registrate a Cosenza e nel Paolano.<br />
Vicende che ci confermano l’esistenza<br />
di scenari fino a pochi mesi<br />
addietro solo ipotizzati».<br />
Di che si tratta?<br />
«Mi riferisco al satanismo che<br />
sembra aver preso pi<strong>ed</strong>e in terra<br />
calabria.<br />
Il ripetuto furto di ostie è <strong>il</strong> primo<br />
segnale che abbiamo registrato.<br />
Alla sacr<strong>il</strong>ega profanazione<br />
dell’Eucarestia sono purtroppo se-<br />
Arcangelo Badolati<br />
(Gazzetta del Sud)<br />
guiti altri fatti ancora più preoccupanti».<br />
Per esempio?<br />
«Abbiamo trovato delle strane<br />
tracce nelle cappelle di due diversi<br />
cimiteri, riferib<strong>il</strong>i alla celebrazione<br />
di messe nere.<br />
Tracce accompagnate da atti<br />
vandalici compiuti contro arr<strong>ed</strong>i sacri.<br />
Non mi faccia dire altro».<br />
Avete raccolto testimonianze dirette<br />
di gente coinvolta in riti diabolici?<br />
«Ho avuto, non nel segreto della<br />
confessione, testimonianza diretta<br />
del fenomeno da <strong>per</strong>sona affidab<strong>il</strong>e,<br />
seria e cr<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>e.<br />
È accaduto proprio nei giorni<br />
scorsi».<br />
L’Arcivescovo non aggiunge altro.<br />
Mons. Salvatore Nunnari è un uomo<br />
abituato al s<strong>il</strong>enzio e alla preghiera.<br />
Il fatto che abbia deciso di svelare<br />
pubblicamente le sue preoccupazioni<br />
lascia <strong>per</strong>ò intuire la vastità che <strong>il</strong> fenomeno<br />
del satanismo sta assumendo.<br />
Riti blasfemi<br />
e messe<br />
nere<br />
nei cimiteri<br />
Lo spettro del maligno. Incalzato e<br />
m<strong>ed</strong>iaticamente esorcizzato dall’arcivescovo<br />
Salvatore Nunnari. Il presule<br />
ha pubblicamente svelato l’esistenza<br />
di riti blasfemi compiuti all’interno<br />
di cappelle cimiteriali, riferendo pure<br />
d’aver <strong>per</strong>sonalmente raccolto la testimonianza<br />
di un uomo che fornirebbe<br />
un inquietante quadro sull’oscuro<br />
mondo delle sette. Quando un religioso<br />
della statura di mons. Nunnari decide<br />
di rom<strong>per</strong>e <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio su un tema<br />
così delicato, significa che <strong>il</strong> fenomeno<br />
del satanismo ha ormai assunto<br />
dimensioni preoccupanti. Furti<br />
sacr<strong>il</strong>eghi, tombe profanate, tracce di<br />
messe nere, strane processioni<br />
d’incappucciati che evocano sabba<br />
notturni, scritte inneggianti al demonio<br />
sulla su<strong>per</strong>strada s<strong>il</strong>ana: l’ombra<br />
del Male sembra in effetti allungarsi<br />
sinistramente da un capo all’altro del<br />
Cosentino. Gli ultimi gravi episodi<br />
sono avvenuti a Paola e Crosia dove<br />
sono state rubate, nottetempo, nell’agosto<br />
scorso, le ostie consacrate<br />
custodite in due diverse chiese. Quattro<br />
mesi prima a Trenta, nella Pres<strong>il</strong>a,<br />
qualcuno aveva fatto un’analoga irruzione<br />
in una struttura religiosa rubando<br />
le pissidi con le ostie e bevendo,<br />
in segno di spregio, <strong>il</strong> vino usato <strong>per</strong><br />
celebrare la Eucarestia. Una parrocchia<br />
di San Giovanni in Fiore, lo scorso<br />
anno, ha invece affisso nella<br />
bacheca un <strong>numero</strong> verde “antisetta”<br />
(800. 228.866) dopo che nella città<br />
s<strong>il</strong>ana s’erano verificati preoccupanti<br />
episodi. Nella nostra provincia <strong>il</strong> fenomeno<br />
del satanismo appare dunque<br />
più diffuso di quanto si possa immaginare.<br />
È tuttavia possib<strong>il</strong>e tentare di<br />
ricostruire una mappa della presenza<br />
degli adoratori del principe delle tenebre<br />
solo esaminando le<br />
segnalazioni di casi “sospetti” che si<br />
sono verificati negli ultimi anni. Partiamo<br />
proprio dal capoluogo bruzio.<br />
Nell’apr<strong>il</strong>e del 1999 venne compiuto<br />
un atto sacr<strong>il</strong>ego in danno di una chiesa<br />
di Cosenza. Qualcuno, dopo essersi<br />
introdotto in pieno giorno nella<br />
parrocchia di San Pietro e Paolo in<br />
via XXIV maggio, pose in essere, <strong>per</strong><br />
la terza volta in pochi mesi, un gesto<br />
blasfemo. Bruciando la tovaglia dell’altare<br />
e un libro di scritture sacre. A<br />
metà degli anni ’90, invece, tracce di<br />
messe nere vennero trovate in un vecchio<br />
<strong>ed</strong>ificio di Cerisano, ai pi<strong>ed</strong>i di<br />
Monte Cocuzzo, nelle campagne di<br />
Montalto Uffugo, a Pianette di Rovito<br />
continua pagina successiva
Voci dal Sud 23<br />
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Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
e a Bonifati. Nella primavera del 2003 gliato dai latrati del suo cane: «Sem-<br />
atti vandalici di indubbia interpretabrava una processione», raccontò <strong>il</strong><br />
zione, furono invece compiuti in una testimone, «portavano dei lumini ac-<br />
necropoli di Terranova da Sibari. I diacesi e bestemmiando si dirigevano<br />
bolici vandali bruciarono corr<strong>ed</strong>i verso la cava dei “Galli”». Nelle set-<br />
funerari e resti umani. Ancor più gratimanesuccesve quanto accaduto, più o meno nello sive, lungo la<br />
stesso <strong>per</strong>iodo, a Cassano. Dove una su<strong>per</strong>strada<br />
cappella cimiteriale, risalente ai pri- 107, comparvemi<br />
dell’Ottocento, fu violata, le tomro croci rovebe<br />
profanate e le ossa degli scheletri sciate color<br />
disseppellite e buttate alla rinfusa tra porpora e sim-<br />
le lapidi. Con lo scempio aggiuntivo b o l i<br />
dei teschi co<strong>per</strong>ti da escrementi. Il 14 alfanumerici<br />
apr<strong>il</strong>e del ’99, sempre a Cassano, re- inneggianti al<br />
sti umani vennero rinvenuti dentro una demonio. Sul<br />
busta di plastica, in località “Madon- satanismo è<br />
na delle Grazie”. Vicino, tracce evi- tornata a condenti<br />
di un falò. Nell’ultimo anno centrars<strong>il</strong>’at- sono giunte segnalazioni inquietanti tenzion<strong>ed</strong>el- da tre zone della provincia: l’opinionepub- Castrov<strong>il</strong>lari, Belv<strong>ed</strong>ere Marittimo e blica regionale<br />
San Giovanni in Fiore. Partiamo dal- dopo la strage<br />
l’area del Pollino dove <strong>il</strong> ritrovamen- di Caraffa coto<br />
di resti umani, nel corso d’un instata la vita, nei<br />
tervento <strong>per</strong> lo spegnimento d’un in- mesi scorsi, a<br />
cendio boschivo, <strong>il</strong> 25 agosto 2004, un infermiere,<br />
in contrada “Calcinaia”, nel comune alla moglie <strong>ed</strong><br />
di Morano Calabro, ha spinto gli stessi ai suoi due fi-<br />
inquirenti a ritenere concreta la posgli. L’autore del<br />
sib<strong>il</strong>ità della presenza d’una congre- quadruplice<br />
ga di satanisti. Un’ipotesi corrobora- omicidio è stata<br />
dalla mancata identificazione del to trovato in<br />
cadavere, orrendamente mut<strong>il</strong>ato, e da possesso di un<br />
altri episodi che nell’arco di pochis- “contratto” stisimo<br />
tempo hanno mirato la quiete pulato col dia-<br />
delle popolazioni di quella zona. volo. Un “pat-<br />
Qualche mese prima, infatti, erano to” con<br />
stati ritrovati, all’interno d’una Belzebù siglato<br />
chiesetta sconsacrata di Saracena, in uno zoppi-<br />
tracce di sacrifici animali e di riti in cante italiano e<br />
onore del principe del male. La ma- ricavato probagistratura<br />
di Paola ha, invece, a<strong>per</strong>to b<strong>il</strong>mente da un<br />
un fascicolo dopo <strong>il</strong> furto della sito Internet. Al<br />
pisside contenente ostie consacrate, di là del valore<br />
avvenuto nell’autunno 2004 all’inter- del documento,<br />
no della chiesetta del Rosario a Bel- la vicenda ha riv<strong>ed</strong>ere<br />
Marittimo. Un fatto che era portato alla<br />
stato anticipato da un’altra inquietan- memoria colte<br />
sco<strong>per</strong>ta avvenuta a Cirella dove riti lettiva <strong>il</strong> rito<br />
satanici e messe nere, sarebbero sta- esercistico<br />
te prec<strong>ed</strong>ute da profanazione di cimi- casareccio duteri<br />
e trafugamento di tombe. A San rante <strong>il</strong> quale, a<br />
Giovanni in Fiore, <strong>il</strong> satanismo è di- metà degli anni<br />
ventato un “caso” esploso prepoten- ’90, venne uccisa una neonata a<br />
temente nell’estate di due anni addie- Polistena e l’omicidio di un<br />
tro col furto di ostie consacrate dalla ventottenne compiuto a San Pietro di<br />
chiesa dei frati Cappuccini. Qualche Amantea da una setta pseudo religio-<br />
tempo dopo, di notte, un gruppo sa nel 1988. Fati terrib<strong>il</strong>i definiti<br />
d’incappucciati venne intercettato,<br />
quasi <strong>per</strong> caso, da un allevatore sve-<br />
giudiziariamente.
Voci dal Sud 24 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Hemingway: Foschi i suoi<br />
trascorsi di guerra?<br />
Un libro t<strong>ed</strong>esco rivela presunti crimini o<strong>per</strong>ati dall’uomo di cultura<br />
e getta l’ ombra del dubbio<br />
Ernest Hemingway si<br />
sarebbe macchiato di<br />
crimini di guerra durante<br />
la Seconda Guerra<br />
Mondiale, uccidendo<br />
122 prigionieri t<strong>ed</strong>eschi.<br />
La rivelazione è contenuta<br />
in un libro scritto<br />
da un giornalista del<br />
settimanale «Focus»,<br />
Rainer Schmitz, di cui <strong>il</strong><br />
quotidiano «B<strong>il</strong>d» ha<br />
pubblicato alcuni estratti.<br />
Nel libro («Che ne è<br />
stato del teschio di<br />
Sch<strong>il</strong>ler? Tutto ciò che<br />
non sapete sulla letteratura»)<br />
<strong>il</strong> giornalista rivela <strong>il</strong> contenuto di alcune<br />
lettere scritte da Hemingway, tra cui quella inviata<br />
<strong>il</strong> 27 agosto 1947 al suo <strong>ed</strong>itore Charles<br />
Scribner, in cui raccontava le sue es<strong>per</strong>ienze di<br />
guerra. In essa l’autore de «Il vecchio e <strong>il</strong> mare»<br />
scrive: «Una volta ho fatto fuori un crucco delle<br />
SS particolarmente insolente. Quando gli dissi<br />
che lo avrei ammazzato, <strong>il</strong> tizio rispose: “Non mi<br />
ucciderai, <strong>per</strong>ché hai paura e <strong>per</strong>ché appartieni<br />
ad una razza degenerata di bastardi. Inoltre ciò è<br />
contrario alla convenzione di Ginevra”.<br />
“Ti sbagli, fratello, gli risposi, e gli sparai rapidamente<br />
tre colpi al ventre, poi quando cadde<br />
sulle ginocchia gli sparai in testa. Il cervello gli<br />
è uscì dalla bocca o dal naso, cr<strong>ed</strong>o”.<br />
«Oltre ad aver incarnato <strong>il</strong> prototipo del<br />
macho», commenta la «B<strong>il</strong>d», «Hemingway è stato<br />
anche un v<strong>il</strong>e k<strong>il</strong>ler, che in guerra ha abbattuto<br />
dei soldati indifesi?».<br />
In un altro passaggio del libro viene citata la<br />
lettera che Hemingway scrisse <strong>il</strong> 2 giugno 1950<br />
da Arthur Mizener, professore universitario di<br />
di Guido Zeiss<br />
(Gazzetta del Sud)<br />
letteratura americana<br />
della Cornell<br />
University, nello Stato<br />
di New York, in cui<br />
affermò di aver ucciso<br />
122 t<strong>ed</strong>eschi.<br />
Lo scrittore americano,<br />
vincitore di un<br />
premio Nobel raccontò<br />
che uno di questi<br />
aveva tentato di fuggire<br />
in bicicletta <strong>ed</strong> aveva<br />
non più di 17 anni,<br />
«quasi l’età di mio figlio<br />
Patrick», nato nel<br />
1928. Il giovanissimo<br />
t<strong>ed</strong>esco fu colpito alle<br />
spalle da un proiett<strong>il</strong>e<br />
calibro 30, sparato<br />
con <strong>il</strong> fuc<strong>il</strong>e di ordinanza M1 delle truppe americane.<br />
Anche in una lettera dal fronte alla sua futura<br />
moglie, Mary Welsh, Hemingway raccontò che<br />
«qui è tutto molto carino e divertente, molti morti,<br />
bottino t<strong>ed</strong>esco, molte sparatorie e un sacco di<br />
battaglie».<br />
Il fatto che nessun testimone delle esecuzioni<br />
di cui lo scrittore si attribuì la paternità si sia<br />
mai fatto vivo, fa chi<strong>ed</strong>ere al giornale se<br />
«Hemingway voleva solo fare lo smargiasso o<br />
se è stato davvero un k<strong>il</strong>ler, come egli stesso si<br />
descrive».<br />
Durante le o<strong>per</strong>azioni della Seconda Guerra<br />
Mondiale Ernest Hemingway fu al seguito di una<br />
divisione di fanteria americana con <strong>il</strong> grado di<br />
ufficiale e lavorò <strong>per</strong> <strong>il</strong> servizio segreto americano<br />
Oss, dal quale sarebbe poi nata la Cia.<br />
Lo scrittore, che tra le altre cose era un grande<br />
cacciatore e collezionista di armi, si tolse la vita<br />
<strong>il</strong> 2 luglio 1961 sparandosi con un fuc<strong>il</strong>e da caccia<br />
della sua casa di Ketschum, nell’Idaho.
Voci dal Sud 25 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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A r c h e o l o g i a<br />
Programmi e prospettive <strong>per</strong> i beni culturali<br />
<strong>ed</strong> archeologici del comune di Rosarno<br />
È convinto che “…solo conoscendo<br />
e rispettando <strong>il</strong> passato si può meglio<br />
programmare <strong>il</strong> futuro…”, l’assessore<br />
alla cultura del Comune di Rosarno<br />
Cosimo Ferrarini.<br />
Questa premessa induce a d<strong>ed</strong>icare<br />
una particolare attenzione alla nostra<br />
storia <strong>ed</strong> alle testimonianze del nostro passato, <strong>ed</strong><br />
è ciò che la giovane amministrazione Martelli intende<br />
fare, così come ci ha confermato l’assessore<br />
Ferrarini in una recente intervista durante la<br />
quale ha fatto <strong>il</strong> punto sui programmi della Giunta<br />
Comunale nell’ambito dei beni archeologici e culturali.<br />
L’intenzione è quella di ampliare l’offerta culturale<br />
e di continuare, valorizzare <strong>ed</strong> incrementare i<br />
progetti della prec<strong>ed</strong>ente amministrazione in ordine,<br />
non solo alla conservazione, ma anche alla promozione<br />
del patrimonio culturale rosarnese, con<br />
specifico riferimento al parco archeologico, al<br />
museo di M<strong>ed</strong>ma, al <strong>per</strong>corso della memoria <strong>ed</strong><br />
alla scuola di specializzazione.<br />
In particolare, riguardo al museo di M<strong>ed</strong>ma, l’assessore<br />
ha reso noto che di recente è stato fatto <strong>il</strong><br />
punto della situazione tra <strong>il</strong> vice sindaco di Rosarno,<br />
Gaetano Rao, l’assessore provinciale alla cultura<br />
Larosa <strong>ed</strong> i rappresentanti della ditta che ha ultimato<br />
i lavori di sistemazione dei locali.<br />
Si attende a breve la comunicazione della Soprintendenza<br />
archeologica di Reggio Calabria<br />
<strong>per</strong> l’a<strong>per</strong>tura del museo, che ospiterà anche gli uffici<br />
dei dipendenti locali della stessa Soprintendenza,<br />
in atto sistemati in una s<strong>ed</strong>e d’emergenza.<br />
Abbiamo appreso inoltre che è intenzione dell’amministrazione<br />
istituire una sezione del museo<br />
d<strong>ed</strong>icata all’arte nella preistoria, l’allestimento, che<br />
prev<strong>ed</strong>e anche la ricostruzione di un v<strong>il</strong>laggio primitivo,<br />
sarà curato dal rosarnese Lino Licari, guida<br />
del C.A.I. <strong>ed</strong> appassionato di preistoria.<br />
Sta proc<strong>ed</strong>endo altresì <strong>il</strong> programma di lavori <strong>per</strong><br />
la sistemazione del parco archeologico; è stato infatti<br />
di recente approvato, su proposta del competente<br />
assessorato (LL. PP.), <strong>il</strong> preliminare di progetto<br />
<strong>per</strong> la realizzazione, con i fondi PIT, della<br />
recinzione e dell’impianto di videosorveglianza.<br />
È questo, a nostro avviso, un passo importante<br />
Incontro con l’assessore Cosimo Ferrarini<br />
gianluca sapio<br />
L’assessore alla Cultura del Comune di Rosarno,<br />
Cosimo Ferrarini<br />
che consentirà di tutelare meglio <strong>il</strong> territorio del parco<br />
e gli immob<strong>il</strong>i in esso ospitati, sottraendoli agli<br />
atti vandalici che, purtroppo, anche di recente si<br />
sono verificati.<br />
Altro progetto importante che qualifica culturalmente<br />
l’intera città di Rosarno è quello, già intrapreso<br />
e portato avanti dalle due prec<strong>ed</strong>enti amministrazioni,<br />
che riguarda l’istituzione della Scuola<br />
di Specializzazione in archeologia.<br />
Di recente sono stati ultimati i lavori nei locali<br />
che ospiteranno la scuola e quanto prima l’Amministrazione<br />
Comunale promuoverà una conferenza<br />
di servizio, alla quale prenderanno parte, l’Università<br />
M<strong>ed</strong>iterranea di Reggio Calabria, l’Amministrazione<br />
Provinciale e la Soprintendenza<br />
<strong>per</strong> i Beni Archeologici, <strong>per</strong> definire le modalità<br />
<strong>ed</strong> i tempi di a<strong>per</strong>tura della Scuola.<br />
La realizzazione di tutti i progetti in ordine ai Beni<br />
Culturali ha, secondo l’assessore Ferrarini, “…come<br />
obbiettivo la crescita armonica della città e presuppone<br />
rapporti di stretta e proficua collaborazione<br />
con la Soprintendenza <strong>per</strong> i Beni<br />
Archeologici”.<br />
Le premesse appaiono soddisfacenti, ma certo<br />
rimane molto cammino da <strong>per</strong>correre <strong>per</strong> “…promuovere<br />
– conclude l’Assessore – la crescita culturale<br />
di Rosarno e cercare una giusta sintesi fra<br />
conservazione e sv<strong>il</strong>uppo”.
Voci dal Sud 26 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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I siti archeologici di Oppido Mamertina<br />
e le loro grandi potenzialità<br />
In una conferenza recentemente tenutasi nel comune pianigiano<br />
<strong>il</strong>lustrate le nuove sco<strong>per</strong>te archeologiche e la nascita della<br />
“Conf<strong>ed</strong>erazione dei Comuni Italici”.<br />
Quello che in questi ultimi anni è stato esplorato<br />
sotto gli ulivi delle contrade di Torre<br />
C<strong>il</strong>lea e di Torre Inferrata nel comune di<br />
Oppido Mamertina (RC) è un notevole patrimonio<br />
non solo archeologico, ma anche ambientale<br />
<strong>ed</strong> antropologico; questo è indubbiamente<br />
<strong>il</strong> dato più significativo emerso dalla<br />
conferenza tenutasi <strong>il</strong> 5 ottobre scorso nel palazzo<br />
Gr<strong>il</strong>lo di Oppido Mamertina, nella quale,<br />
alla presenza di <strong>numero</strong>se autorità, sono<br />
stati presentati i risultati delle ultime campagne<br />
di scavo effettuate sul territorio dagli<br />
archeologi della Scuola di Specializzazione<br />
dell’ Università di Matera.<br />
Hanno preso parte alla conferenza <strong>il</strong> sindaco<br />
di Oppido dott. G. Rugolo; l’archeologa<br />
della Soprintendenza <strong>per</strong> i Beni<br />
Archeologici nonché responsab<strong>il</strong>e di zona R.<br />
Agostino; l’archeologa M. Sica direttore degli<br />
scavi e docente presso la Scuola di<br />
Specializzazione di Matera, alla quale è spettato<br />
<strong>il</strong> compito di <strong>il</strong>lustrare le recenti sco<strong>per</strong>te<br />
e l’assessore provinciale ai Beni Culturali<br />
dott. A. Larosa. Non è invece potuto<br />
intervenire, a causa di altri impegni <strong>il</strong> soprintendente<br />
regionale P.G. Guzzo.<br />
La conferenza di Oppido è stata anche l’occasione<br />
<strong>per</strong> <strong>il</strong>lustrare ai cittadini <strong>ed</strong> alla stampa<br />
una nuova iniziativa intrapresa dai comuni<br />
di Oppido Mamertina e Palmi, <strong>per</strong> la provincia<br />
di Reggio Calabria e di quelli di Tortora<br />
e di Santa Maria del C<strong>ed</strong>ro <strong>per</strong> la provincia<br />
di Cosenza, ossia la costituzione di una “Conf<strong>ed</strong>erazione<br />
dei Comuni Italici” volta alla<br />
risco<strong>per</strong>ta <strong>ed</strong> alla valorizzazione del patrimonio<br />
culturale <strong>ed</strong> archeologico, a questo proposito<br />
erano presenti in sala anche i sindaci<br />
di Palmi e di S. Maria del C<strong>ed</strong>ro.<br />
“Noi riteniamo che l’archeologia possa essere<br />
<strong>il</strong> nostro futuro <strong>ed</strong> assieme ad essa si possano<br />
pianificare nuovi e significativi progetti<br />
assieme agli altri comuni della Conf<strong>ed</strong>erazio-<br />
gianluca sapio<br />
ne…”, queste la parole del sindaco di Oppido,<br />
che nel suo intervento ha anche reso noto che<br />
la locale Amministrazione del comune reggino<br />
sta <strong>per</strong> realizzare, m<strong>ed</strong>iante i fondi APQ, un<br />
primo parco archeologico in c.da Mella.<br />
Riguardo alla nascita di una Conf<strong>ed</strong>erazione<br />
di comuni italici si è espressa favorevolmente<br />
anche l’archeologa della Soprintendenza<br />
e responsab<strong>il</strong>e di zona R.Agostino: “Dalla<br />
stretta vicinanza culturale con l’area lucana<br />
gravitante attorno al bacino del fiume Lao è<br />
nata l’idea della Conf<strong>ed</strong>erazione, <strong>per</strong> noi è un<br />
ottima prospettiva avere la possib<strong>il</strong>ità di studiare<br />
assieme l’area Lucana e quella Brettia<br />
su<strong>per</strong>ando suddivisioni ormai vecchie... importante<br />
poi - sottolinea ancora la Agostino -<br />
è che <strong>il</strong> pubblico v<strong>ed</strong>a qualcosa di concreto e<br />
che si senta sul territorio la presenza politica”.<br />
Protagonisti della serata sono stati comunque<br />
i siti fino ad oggi esplorati nel comune di<br />
Oppido, nelle contrade di Torre C<strong>il</strong>lea, Torre<br />
Inferrata e Castellace ; in particolare quest’ultima<br />
ha restituito nuovi dati riferib<strong>il</strong>i al V sec.<br />
a.C. su un area di indigeni italici circondati<br />
dalla presenza greca (i locresi verso N <strong>ed</strong> E<br />
<strong>ed</strong> i reggini a S); è stato possib<strong>il</strong>e raccogliere
Voci dal Sud 27 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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in questi anni di scavi nuovi dati sulla viab<strong>il</strong>ità,<br />
sull’urbanistica, sulla toponomastica e la<br />
lingua (ritrovamento di bolli Brettii) ma anche<br />
sullo studio del sostrato naturale e culturale<br />
(archeo etnologia). “Il patrimonio a disposizione<br />
è notevolissimo anche sotto l’aspetto<br />
etnologico e naturale”, questo<br />
è stato uno dei motivi principali<br />
sottolineati da<br />
R.Agostino <strong>per</strong> cui i siti di<br />
Oppido rivestono grande interesse<br />
<strong>ed</strong> a tale proposito è stata<br />
preannunciata un’imminente<br />
pubblicazione, curata dalle archeologhe<br />
M.Sica e R.<br />
Agostino, che riguarderà in<br />
specifico i nuovi ritrovamenti da loc.<br />
Castellace, c.da Mella e loc. Palazzo.<br />
I siti scavati quest’anno si trovano in un’area<br />
a ramificazione molto stretta di corsi d’acqua,<br />
nei pressi di uno dei mitici “sette fiumi”<br />
ricordati dalle fonti antiche (forse <strong>il</strong> Pecoli),<br />
si è trattato, come sottolineato dall’archeologa<br />
M. Sica, di “…una delle rare occasioni in<br />
cui è stato possib<strong>il</strong>e esplorare un sito di abitato,<br />
una necropoli <strong>ed</strong> un santuario fra loro<br />
connessi” – ha ancora sottolineato la Sica che<br />
– “Castellace (con i suoi siti) è importante<br />
<strong>per</strong>ché ha dimostrato una continuità di vita dal<br />
XII al III sec. a.C. e <strong>per</strong>mette di colmare le<br />
lacune cronologiche degli altri siti Brettii di<br />
Taureana e di c.da Mella”. Dalle ricerche a<br />
Castellace, nelle necropoli di torre Inferrata:<br />
è stato possib<strong>il</strong>e riportare in luce tra la ceramica<br />
arcaica soprattutto re<strong>per</strong>ti di provenienza<br />
egea (micenea), punte di lancia bronzee provenienti<br />
dall’Epiro; è stato possib<strong>il</strong>e ricostruire<br />
le tombe di IV sec. a C. che erano ipogee<br />
<strong>ed</strong> a camera costruita; <strong>ed</strong> è stato confermato<br />
che <strong>il</strong> santuario di “Eracle reggino”, nel quale<br />
in passato era stata ritrovata una lamina in<br />
bronzo iscritta di V sec. a.C., non venne <strong>ed</strong>ificato<br />
dai greci calcidesi di Reggio dal momento<br />
che, già da età alto arcaica, quest’area<br />
di Calabria a S del fiume Petrace non era greca.<br />
Nel sito di Torre C<strong>il</strong>lea erano invece stati<br />
ritrovati già in passato i resti di un abitato le<br />
cui strutture più antiche risalgono alla fine del<br />
VI sec. a.C., in particolare alcune porzioni di<br />
strutture e di canalizzazioni prospicienti una<br />
strada larga 6 m realizzata con un acciottolato<br />
accuratissimo battuto e legato solo con terra.<br />
Queste ultime strutture sono poi parzialmente<br />
co<strong>per</strong>te da altre strutture di un abitato del IV<br />
sec. a.C. del quale quest’anno è stato portato<br />
in luce anche un incrocio fra due arterie stradali.<br />
Tra i re<strong>per</strong>ti ritrovati oltre a<br />
<strong>numero</strong>sissimi frammenti di ceramica<br />
a vernice nera e di grossi<br />
recipienti (pithoi), uno dei<br />
quali decorato sulla spalla, di<br />
anfore, di pesi da telaio, sono<br />
stati ritrovati quest’anno <strong>numero</strong>si<br />
re<strong>per</strong>ti protostorici, fra cui<br />
frammenti di lamelle in selce<br />
rossa, che sono quasi certamente indice della<br />
presenza di un abitato di molto prec<strong>ed</strong>ente alle<br />
strutture fino ad oggi portate in luce.<br />
Numerose sono anche state le monete ritrovate<br />
nel sito, una in particolare ha suscitato<br />
l’attenzione degli studiosi dal momento che<br />
costituirebbe un vero e proprio unicum, si tratta<br />
di una moneta di V sec. a.C. recante sul<br />
rovescio le lettere ME e <strong>per</strong>tanto, secondo<br />
l’es<strong>per</strong>ta numismatica dell’Università di<br />
Matera G.Gargano, proveniente dalla città greca<br />
di M<strong>ed</strong>ma e valida solo <strong>per</strong> un brevissimo<br />
lasso di tempo.<br />
La grande quantità di nuovi ritrovamenti<br />
provenienti dai siti di Oppido ha notevolmente<br />
colpito anche l’assessore provinciale ai Beni<br />
Culturali A. Larosa che dopo aver confermato<br />
che “Le risorse di Oppido meritano anzitutto<br />
attenzione, sostegno e vicinanza” ha indicato<br />
la direzione verso la quale <strong>il</strong> suo assessorato<br />
intende o<strong>per</strong>are ricordando che “è<br />
più proficuo proc<strong>ed</strong>ere un passo <strong>per</strong> volta,<br />
tentare di far si che questo patrimonio archeologico<br />
diventi anzitutto un patrimonio di tutti….<br />
Il b<strong>il</strong>ancio della provincia – ha concluso<br />
l’assessore Larosa – è in grado di proc<strong>ed</strong>ere,<br />
con l’aus<strong>il</strong>io degli archeologi, con piccoli<br />
ma significativi interventi. È <strong>per</strong>tanto necessario<br />
fare squadra fra amministratori locali,<br />
Soprintendenza e Provincia, dal momento<br />
che è proprio in questa direzione che va<br />
l’idea della Conf<strong>ed</strong>erazione dei Comuni<br />
Italici”.
Voci dal Sud 28 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Avvistato un “ufo”<br />
nella Valle dei Templi<br />
AGRIGENTO - Un’enorme palla di luce di<br />
diversi colori, <strong>per</strong> ore ferma in mezzo al cielo,<br />
ha suscitato la curiosità di un ristoratore<br />
agrigentino che, telecamera alla mano, la scorsa<br />
notte, ha f<strong>il</strong>mato le immagini dello strano oggetto<br />
avvistato nella zona della Valle dei Templi.<br />
Il video verrà trasmesso questa sera dall’emittente<br />
locale Televideo Agrigento che manderà<br />
in onda la singolare ripresa nell’<strong>ed</strong>izione del notiziario<br />
delle 20.<br />
“E’ un f<strong>il</strong>mato straordinario - commenta Antonio<br />
Vanadia, ambientalista appassionato di<br />
ufologia - <strong>ed</strong> a mio avviso siamo davanti a quello<br />
che gli studiosi classificano come incontro<br />
ravvicinato del I° tipo”.<br />
Tutto è cominciato intorno all’una.<br />
Il ristoratore, Gian Paolo Guarraci, era in auto<br />
con la moglie e tornava verso casa. E’ stata la<br />
donna a notare, <strong>per</strong> prima la strana luce. “Era un<br />
oggetto enorme - racconta Guarraci - e dal nucleo<br />
centrale si sprigionava un’aura circolare<br />
che cambiava colore: sembrava pulsare”.<br />
L’oggetto sarebbe rimasto fermo sempre nello<br />
stesso punto <strong>per</strong> circa due ore. Arrivato a casa <strong>il</strong><br />
ristoratore ha cominciato a riprenderne le immagini<br />
e questa mattina ha deciso di mostrarle agli<br />
o<strong>per</strong>atori di Tva. “Sono assolutamente certo -<br />
dice Vanadia - che non si tratti di un fulmine<br />
globulare: <strong>il</strong> cielo era assolutamente terso. Posso<br />
escludere anche che fosse un meteorite: la<br />
luce era immob<strong>il</strong>e mentre i meteoriti si muovono<br />
a fortissima velocità”.<br />
E l’immob<strong>il</strong>ità dell’oggetto induce l’ambientalista<br />
anche ad escludere che si sia trattato di un<br />
elicottero o di un aereo.<br />
“Dal nucleo - commenta - si sprigionava una<br />
luce di diversi colori: azzurra, violetta, rosa <strong>il</strong><br />
che ci imp<strong>ed</strong>isce di ritenere fosse una stella”.<br />
Il video, nei prossimi giorni, verrà visionato<br />
anche dagli es<strong>per</strong>ti sic<strong>il</strong>iani del Centro Ufologico<br />
non nuovi a sim<strong>il</strong>i es<strong>per</strong>ienze.<br />
“Solo nel 2005 - spiega Vito Di Stefano, rappresentante<br />
del Cun - gli avvistamenti sospetti<br />
( Gazzetta del Sud )<br />
in Sic<strong>il</strong>ia sono stati 30, tutti pubblicati e ben<br />
documentati sul notiziario specializzato dell’associazione”.<br />
Ed è stato proprio Di Stefano, nell’estate del<br />
2005, a esaminare un altro strano video, girato a<br />
Canicattì, sempre nella provincia di Agrigento.<br />
Un giovane o<strong>per</strong>atore di un’emittente privata,<br />
Europa Tv riprese un oggetto non identificato. “Lo<br />
abbiamo studiato <strong>per</strong> sei mesi - dice Di Stefano<br />
, matematico che collabora col Cun insieme ad<br />
astrofisici <strong>ed</strong> astronomi - e abbiamo escluso che<br />
si trattasse di un pianeta”.<br />
L’avvistamento fu seguito da un altro strano fenomeno.<br />
A Delia, centro della provincia di Caltanissetta<br />
che si trova a pochi ch<strong>il</strong>ometri da Canicattì, nottetempo,<br />
in un campo di grano, apparvero strani<br />
disegni circolari.<br />
“Crop circle”, li chiamano gli es<strong>per</strong>ti della<br />
materia: in Sic<strong>il</strong>ia finora non se ne erano mai visti.<br />
Uno sim<strong>il</strong>e era stato segnalato, sempre di notte,<br />
a maggio del 2005 in provincia di Lucca.<br />
Immagini delle figure circolari vennero inviate<br />
al Cun che raccomandò <strong>il</strong> proprietario del campo<br />
di non vendere <strong>il</strong> grano ricavato dalle spighe<br />
che si trovavano ai margini del cerchio. “In casi<br />
sim<strong>il</strong>i - dice Di Stefano - occorre essere molto<br />
attenti <strong>per</strong>ché i burloni e i mitomani sono più di<br />
quel che si sospetta”.
A g r i c o l t u r a<br />
Voci dal Sud 29 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Piana di Rosarno - Gioia Tauro<br />
Il regno degli olivi<br />
piu’ grandi del mondo<br />
La Piana di Rosarno - Gioia<br />
Tauro che abbraccia sia <strong>il</strong> territorio<br />
degli omonimi comuni che<br />
quello di altri 32 Paesi, è fortemente<br />
caratterizzata dalla presenza<br />
della coltura dell’olivo,<br />
che in questo territorio cresce<br />
con enorme vigore soprattutto con le varietà<br />
locali, “Sinopolese” <strong>ed</strong><br />
“Ottobratica”, e segna in maniera<br />
inconfondib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> paesaggio rurale.<br />
Il 70% del territorio pari a circa 30.000<br />
ettari, con oltre 2.342.000 piante di olivo<br />
è interessato da questa attività produttiva<br />
e che incide profondamente sull’economia<br />
dell’intera zona.<br />
Qui l’olivicoltura rappresenta una sorta<br />
di “monumento ambientale” che molto contribuisce<br />
alla caratterizzazione e alla<br />
valorizzazione del territorio agrario circostante.<br />
Per la notevole importanza economica e<br />
sociale poss<strong>ed</strong>uta, la coltura dell’olivo è<br />
costantemente al centro dell’attenzione da<br />
parte degli olivicoltori, di politici, economisti<br />
e studiosi di scienze agronomiche,<br />
ambientali, sociali, antropologiche, geografiche,<br />
con la constatazione univoca che<br />
si è creato, nel corso dei secoli, in questo<br />
territorio, un sistema olivicolo che, <strong>per</strong> le<br />
caratteristiche morfologiche e ambientali<br />
non comuni, possiamo dire che è unico al<br />
mondo.<br />
Enormi pachidermi vegetali, con imponenti<br />
strutture arboree identificano <strong>il</strong> misterioso<br />
fascino dei luoghi.<br />
La maestosità degli alberi, con <strong>il</strong> verde<br />
argentato delle foglie e i grandi tronchi intrecciati<br />
che si coniugano in maniera indissolub<strong>il</strong>e<br />
alla morfologia del territorio<br />
dove, nel corso dei m<strong>il</strong>lenni le varietà di<br />
olivo si sono differenziate <strong>ed</strong> evolute, hanno<br />
spinto <strong>numero</strong>si studiosi ad occuparsi<br />
di questo sorprendente areale, crogiuolo<br />
di storia, cultura, arte, tradizioni che si<br />
fondono in un tutt’uno con l’ambiente in<br />
cui l’olivo si erge a protettore, diventando,<br />
geloso custode di secolari segreti.<br />
Non è possib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire con buona pre-<br />
Rosario Franco<br />
cisione l’origine del “bosco degli ulivi”,<br />
è fattib<strong>il</strong>e invece determinarne l’evoluzione<br />
subita nel corso del tempo, a seguito<br />
della quale oggi si ha nella Piana la presenza<br />
di due areali:<br />
- la bassa Piana, fino all’altezza di 320<br />
metri s.l.m.;<br />
- la parte collinare della Piana, fino ai<br />
bordi del Parco Nazionale<br />
dell’Aspromonte, a circa 600 metri di quota,<br />
dove gli olivi hanno un indubbio grande<br />
significato ambientale e storico su terreni<br />
terrazzati o in pendenza.<br />
In queste zone <strong>il</strong> paesaggio olivicolo ha<br />
un carattere <strong>per</strong> molti versi unico, che gli<br />
è conferito dalla eccezionale età delle<br />
piante e, insieme, dalla fittezza della co<strong>per</strong>tura<br />
vegetale; l’associazione di questi<br />
due fattori dà luogo a veri e propri boschi<br />
di ulivi, nei quali si riscontrano alberi con<br />
altezze imponenti (15-20 metri) e sezione<br />
al tronco di notevole su<strong>per</strong>ficie, estesa<br />
fino a 13 m 2 .<br />
Una delle massime espressioni della<br />
maestosità delle piante è possib<strong>il</strong>e trovarla<br />
nell’azienda Guerrisi, nel Comune di<br />
Cittanova qui, in questo luogo meraviglioso<br />
<strong>ed</strong> incantato, esiste una pianta che ha<br />
una ragguardevole circonferenza del tronco<br />
di ben 16 metri, e un’altezza della chioma<br />
che sfiora i 30 metri.<br />
Tutto <strong>il</strong> territorio si presenta come una<br />
grande estensione monocolturale <strong>ed</strong> è <strong>il</strong><br />
frutto di una lenta o<strong>per</strong>a di bonifica da<br />
parte dell’uomo, che nel tempo ha conquistato<br />
ad un’agricoltura produttiva un ter-
Voci dal Sud 30 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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ritorio inospitale.<br />
Olivi secolari, più o meno antichi, sono<br />
presenti in tutti i comuni della Piana, anche<br />
in quelli non spiccatamente olivicoli.<br />
Essi hanno resistito, grazie anche alla<br />
longevità della specie a molte delle calamità<br />
naturali che nel corso della storia<br />
si sono succ<strong>ed</strong>ute in questa zona.<br />
Per alcuni di questi oliveti la funzione<br />
dovrebbe essere complementare o alternativa<br />
alla funzione produttiva.<br />
E’ necessario avviare delle iniziative<br />
necessarie <strong>per</strong> la conservazione degli<br />
“olivi ultrasecolari” e del relativo paesaggio<br />
rurale, inserendoli possib<strong>il</strong>mente<br />
in un circolo virtuoso di sv<strong>il</strong>uppo, legato<br />
all’attivazione di tutte le componenti sociali,<br />
economiche e culturali che coinvolgono<br />
<strong>il</strong> sistema produttivo e culturale<br />
calabrese.<br />
Per queste piante è necessario studiare<br />
interventi tecnici tesi ad agevolare le o<strong>per</strong>azioni<br />
colturali <strong>ed</strong> a incrementare la produzione,<br />
salvaguardando l’integrità delle<br />
piante.<br />
Idonei sono anche gli interventi di restauro<br />
e messa in sicurezza degli alberi<br />
monumentali.<br />
Si dovrebbero sostenere le funzioni non<br />
produttive dell’olivicoltura da tutelare sostenendo<br />
e riconoscendo <strong>il</strong> ruolo degli<br />
agricoltori che con <strong>il</strong> loro lavoro, proteggono<br />
beni e valori che possono diventare<br />
di interesse collettivo.<br />
Per gli oliveti secolari della Piana di<br />
Rosarno-Gioia Tauro, è opportuno avviare<br />
una indagine sul territorio, una valutazione<br />
della loro diversità, tipicità, integrità,<br />
rarità fino a disporre di un inventario<br />
dei paesaggi attraverso <strong>il</strong> quale sia<br />
possib<strong>il</strong>e individuare quali devono essere<br />
conservati come “paesaggio museo”,<br />
testimonianze viventi della civ<strong>il</strong>tà<br />
olivicola calabrese, quali invece vanno<br />
guidati nella loro evoluzione tecnica mantenendo<br />
quella multifunzionalità produttiva,<br />
ambientale e culturale che è propria<br />
della loro storia e quali debbano essere<br />
riconvertiti.<br />
Il paesaggio olivicolo della Piana di<br />
Rosarno - Gioia Tauro, come elemento<br />
originale <strong>ed</strong> unico, può rappresentare <strong>per</strong><br />
gli olivicoltori un valore economico, basta<br />
sa<strong>per</strong>lo legare ad interessi commerciali,<br />
alle tradizioni locali e alle volontà<br />
politiche, situazioni indispensab<strong>il</strong>i <strong>per</strong><br />
costruire un futuro <strong>per</strong> questo patrimonio.
A g r i c o l t u r a<br />
Voci dal Sud 31 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Nuovo business ai danni dell’ecosistema<br />
Tratta di ulivi secolari<br />
L’economia della Piana rischia di indebolirsi<br />
POLISTENA - Sembra sia ormai diventata<br />
una moda che serve ad abbellire le v<strong>il</strong>le<br />
del Nord Italia.<br />
Di cosa si tratta? Certamente di un nuovo<br />
business: la tratta degli alberi di ulivo secolari<br />
che vengono sdradicati dalla terra<br />
calabrese <strong>per</strong> essere impiantati nelle ricche v<strong>il</strong>le del nord<br />
Italia.<br />
Una tratta di alberi (che in alcuni casi risultano essere,<br />
addirittura, monumentali) che dalle regioni del Sud vengono<br />
rimossi <strong>per</strong> essere poi sp<strong>ed</strong>iti a fare bella mostra di<br />
se nei centri commerciali del Nord-Est, nelle v<strong>il</strong>le del<br />
Nord Italia e dell’Europa centrale.<br />
I prezzi? Si va dai trem<strong>il</strong>a fino ai diecim<strong>il</strong>a euro <strong>per</strong><br />
albero.<br />
Il problema serio è <strong>per</strong>ò quello che riguarda la ri<strong>per</strong>cussione<br />
economica sul territorio.<br />
Il crescente asporto di piante si ri<strong>per</strong>cuote in maniera<br />
negativa sull’economia dato che m<strong>il</strong>ioni di alberi presenti<br />
sul territorio vengono quotidianamente lavorati da migliaia<br />
di aziende agricole, soprattutto <strong>per</strong> produrre olio<br />
da tavola.<br />
La legislazione vigente a tutela delle piante secolari<br />
appare comunque scarsa.<br />
Il commercio di alberi d’ulivo avviene nonostante le<br />
normative vigenti che tutelano queste piante: attualmente,<br />
l’unica legge in vigore è quella del 1961, la n. 145 che<br />
rende possib<strong>il</strong>e lo spiantamento tramite una semplice autorizzazione<br />
r<strong>il</strong>asciata dall’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura.<br />
Per lunghi anni i produttori si sono attenuti a questa<br />
norma, ma ora, forse a causa dei magri guadagni e della<br />
grossissima concorrenza dei paesi del bacino del M<strong>ed</strong>iterraneo<br />
produttori di olio, hanno deciso, poco a poco, di<br />
disfarsene.<br />
Il fenomeno coinvolgerebbe la Calabria e la Puglia.<br />
Anche nella Piana di Rosarno/Gioia Tauro, territorio<br />
con un suo unicum specifico delle colture olivicole<br />
sembra essere interessata a questo fenomeno.<br />
Ufficialmente nessuna reazione sembra emergere nella<br />
nostra Regione e <strong>per</strong> questo sarebbe bene che anche<br />
dalla Calabria arrivasse un segnale di attenzione e di controllo<br />
come già dallo scorso anno accade in Puglia dove<br />
sono nati <strong>numero</strong>si Comitati <strong>ed</strong> Associazioni con lo scopo<br />
di fermare questa continua “ruberia” di preziosi alberi<br />
di ulivo.<br />
L’unico segnale arrivato dalla Calabria è da Amantea<br />
dove <strong>il</strong> Wwf ha documentato lo scorso anno un continuo<br />
traffico di Tir carichi di ulivi diretti verso <strong>il</strong> Nord.<br />
di FRANCESCO PAPASIDERO<br />
(Il Quotidiano)<br />
Un altro aspetto negativo di tutta questa vicenda è anche<br />
quello legato all’estinzione di alcune specie.<br />
Pare che <strong>il</strong> continuo sradicamento di questi alberi, nel<br />
giro di breve tempo, porterà alla totale cancellazione di<br />
alcune specie di ulivo (n.d.r. cultivar autoctone) che risultano<br />
essere abbastanza rari.<br />
Dulcis in fundo, <strong>il</strong> continuo abbattimento di questi alberi<br />
a lungo andare creerà delle paurose “voragini”, come<br />
dimostrano alcuni spazi vuoti che si scorgono <strong>per</strong>correndo<br />
l’autostrada Salerno- Reggio Calabria, provocando una<br />
sorta di “impoverimento” del paesaggio e deturpandone<br />
la bellezza.<br />
n.d.r. - In effetti la normativa riportata<br />
dal collega Papasidero tenterebbe<br />
di porre un freno al fenomeno.<br />
Tuttavia è stata concepita, more<br />
solito, in fretta e con molta disattenzione<br />
dal momento che <strong>per</strong>mette<br />
una potatura molto decisa delle piante<br />
(qui detta alla “barese”) che lascia<br />
libera scelta sul modus di intervenire<br />
sulla pianta in fasse di<br />
potatura.<br />
Questa può si realizza con <strong>il</strong> taglio<br />
completo del fusto a circa 1,50 / 2<br />
metri dal piano di campagna, lasciando<br />
quindi intonsa la radice <strong>ed</strong> un solo<br />
ramo che <strong>per</strong>metta alla pianta <strong>il</strong> ciclo<br />
vitale e la fotosintesi clorof<strong>il</strong>liana.<br />
“Normalmente” questa imposizione<br />
viene rispettata, ma dopo un annetto,<br />
a bocce ferme, la pianta viene<br />
estirpata e mandata al nord Italia<br />
come pianta di ornamentale.
Voci dal Sud 32 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
www.sos<strong>ed</strong>.it<br />
L’albero che “assiste” alla Storia - Ulivo, pianta pluricentenaria!<br />
Nasce in Calabria<br />
l’ Associazione Coltivatori Uliveti<br />
Storici (A.C.U.S.)<br />
Per iniziativa di un gruppo di ulivicoltori è stata costituita<br />
l’ “Associazione Coltivatori Ulivi Storici”,<br />
(A.C.U.S.) con s<strong>ed</strong>e in Delianuova (Reggio Cal.) .-<br />
A dare vita al nuovo sodalizio sono stati <strong>il</strong> dott<br />
Saverio Greco ( in nome proprio e quale Presidente<br />
della Coo<strong>per</strong>ativa Delia), <strong>il</strong> marchese Pier Luigi<br />
Taccone, <strong>il</strong> conte Franz Rodi-Morabito, <strong>il</strong> professore<br />
Domenico Gioffrè docente titolare della catt<strong>ed</strong>ra<br />
di arborologia presso l’ Università di Reggio Calabria,<br />
<strong>il</strong> rag. Giuseppe Guadagnino, l’avv. Francesco<br />
Ciani, <strong>il</strong> dott. Pasquale Carbone.<br />
Lo scopo che l’ Associazione si prefigge è sopratutto<br />
quello di salvaguardare questo enorme patrimonio storico<br />
che la Calabria, unica al Mondo, può vantare.<br />
Infatti solamente in questa fascia tirrenicaaspromontana<br />
della Calabria esistono piante di tali dimensioni<br />
da essere considerate alla stregua di vere e<br />
proprie querce e che costituiscono così un vero e proprio<br />
Museo Naturale all’a<strong>per</strong>to.-<br />
Motivo di orgoglio è anche derivante dalla coscienza<br />
che queste stesse piante esistevano, producevano<br />
<strong>ed</strong> erano fonte di vita e di benessere anche quando in<br />
Francia si faceva la Rivoluzione, anche quando Napoleone<br />
scorazzava <strong>per</strong> l’Europa con le sue truppe,<br />
anche quando Garibaldi attraversava lo “stivale” <strong>per</strong><br />
realizzare l’ Unità d’ Italia, <strong>ed</strong> alla loro ombra vi si<br />
accampò con i suoi soldati.-<br />
L’ ulivo è <strong>per</strong> sua natura una pianta molto generosa,<br />
resistente alle calamità naturali <strong>ed</strong> oltremodo longeva,<br />
<strong>per</strong> cui nella loro lunghissima vita sono state<br />
testimoni mute degli eventi di parecchie generazioni.<br />
Ma in quesa zona, unica al Mondo dicevamo, la<br />
natura ha voluto fare di più! ha concesso un<br />
gigantismo inconsueto che incute rispetto e genera<br />
amore in chi da esse trae ancòra fonte di vita <strong>ed</strong> fra<br />
coloro che le ammirano estasiati dalla loro maestosità.<br />
Quelle stesse piante che hanno assistito <strong>per</strong> lunghi<br />
secoli allo svolgersi della storia, ancora oggi continuano<br />
a produrre ricchezza <strong>per</strong> le popolazioni del territorio<br />
e diffondere “salute” attraverso un prodotto sano<br />
e nutriente, che costituisce la base della dieta m<strong>ed</strong>iterranea:<br />
l’ olio di uliva.<br />
di Atremon<br />
(articolo a suo tempo pubblicato da “La Città del Sole”)<br />
Era ineluttab<strong>il</strong>e, quindi, che agricoltori sani <strong>ed</strong> appassionati<br />
quali sono i fondatori di questa Associazione,<br />
ne sentissero l’orgoglio e pensassero a qualcosa<br />
che le possa curare con devozione (come si curano<br />
tutti i Patriarchi!) e le difenda, <strong>per</strong> quanto possib<strong>il</strong>e,<br />
dall’ insulto del tempo, e, cosa molto più diffic<strong>il</strong>e, da<br />
quello dell’uomo !<br />
Ulivo plurisecolare ancora in piena produzione nella<br />
“Tenuta Badia” di Rosarno (RC) nel luogo ove<br />
sorgeva l’ultimo monatero Bas<strong>il</strong>iano della Calabria<br />
Gigantismo delle piante nella stessa proprietà
A g r i c o l t u r a<br />
Voci dal Sud 33 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Gestione della “metcalfa pruinosa“<br />
negli oliveti della Calabria<br />
Dr. Rosario Franco (Divulgatore Agricolo Specializzato in Olivicoltura ARSSA – Calabria)<br />
Dr. Rosario De Leo (Divulgatore Agricolo Polivalente ARSSA - Calabria)<br />
Dr. Luigi Scolaro (Presidente Associazione Agronomi Calabria)<br />
Dr. Santino Luppino (Responsab<strong>il</strong>e QC& International Service Regione Calabria)<br />
L’ insetto Metcalfa<br />
pruinosa (say) di origine<br />
americana, giunto in<br />
Italia intorno al 1980,<br />
negli ultimi anni si è<br />
ins<strong>ed</strong>iato e moltiplicato<br />
intensamente anche in<br />
Calabria, risultando particolarmente<br />
dannoso grazie alla sua polifagia<br />
e all’assenza di antagonisti naturali.<br />
La sua rapida diffusione nei frutteti<br />
<strong>ed</strong> oliveti calabresi a partire dal<br />
1999, anno della sua prima massiccia<br />
segnalazione in Regione, ha allarmato<br />
molti o<strong>per</strong>atori del settore.<br />
La presenza del parassita ha determinato<br />
un progressivo squ<strong>il</strong>ibrio<br />
degli ecosistemi locali, soprattutto<br />
in alcuni comprensori agricoli a<br />
fortissima vocazione olivicola<br />
come la piana di Rosarno-Gioia<br />
Tauro e di Lamezia Terme.<br />
Da una stima effettuata sul territorio,<br />
si è desunto che <strong>il</strong> danno complessivo<br />
provocato dall’ins<strong>ed</strong>iamento<br />
del patogeno ammonta a oltre<br />
2.500.000,00 di Euro all’anno, a<br />
cui bisogna aggiungere l’inestimab<strong>il</strong>e<br />
manomissione dell’ ambiente<br />
dovuta all’uso indiscriminato di<br />
prodotti chimici ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> la<br />
lotta al parassita.<br />
La scelta di puntare sulla lotta<br />
chimica non è stata la soluzione più<br />
conveniente, ne quella risolutiva; la<br />
co<strong>per</strong>tura di cera e melata prodotta<br />
dall’insetto, rende innocua l’attività<br />
dei fitofarmaci ut<strong>il</strong>izzati, inoltre<br />
la spiccata “polifagia” del parassita<br />
costringe gli o<strong>per</strong>atori agricoli<br />
a trattare con una vasta gamma di<br />
prodotti chimici, provocando solo<br />
effetti negativi sulla struttura e sulla<br />
funzione degli ecosistemi.<br />
Questa particolare e negativa situazione,<br />
ha spinto alcune organizzazioni<br />
di produttori (Interpiana,<br />
Conasco, Apor, Arpo, Assoprol), ad<br />
avviare nel 2004, proseguito poi<br />
nel 2005, un progetto di lotta biologica<br />
contro <strong>il</strong> parassita.<br />
L’iniziativa,<br />
prev<strong>ed</strong>eva l’abbattimento<br />
del<br />
flatide m<strong>ed</strong>iante<br />
l’introduzione e<br />
la diffusione del<br />
suo più efficace<br />
antagonista naturale,l’imenottero<br />
di origine<br />
nordamericana,<br />
Neodryinus<br />
typhlocybae<br />
(Ashmead)<br />
completamente<br />
assente nelle aree interessate.<br />
E’ stato messo a punto un programma<br />
di lotta biologica classica,<br />
caratterizzato da una logica territoriale<br />
<strong>ed</strong> una serie poliennale di interventi<br />
così sintetizzab<strong>il</strong>i:<br />
1. introduzione del driinide;<br />
2. verifica dell’ins<strong>ed</strong>iamento;<br />
3. trasferimento delle conoscenze<br />
su scala locale;<br />
4. valutazione delle prospettive<br />
di controllo della metcalfa;<br />
5. progressiva diffusione del<br />
driinide su tutto <strong>il</strong> territorio.<br />
Programma delle attività.<br />
Il programma del progetto, ha riportato<br />
sotto un’unica regia le attività<br />
di introduzione e diffusione del<br />
driinide. L’azione ha interessato<br />
zone di remota colonizzazione di<br />
Metcalfa pruinosa come la piana di<br />
Rosarno-Gioia Tauro e zone dove la<br />
diffusione del flatide è più recente.<br />
M<strong>ed</strong>iante sopralluoghi preliminari,<br />
sono state valutate e selezionate<br />
30 aree di lancio avendo cura di accertare<br />
la presenza dell’ospite naturale<br />
di Metcalfa pruinosa. In questi<br />
siti, sono stati introdotti tra la<br />
fine di maggio e l’inizio di giugno,<br />
popolazioni di Neodrynus<br />
typhlocybae con 200-300 individui<br />
di cui minimo 100 femmine.<br />
Ogni singolo lancio, è stato suddiviso<br />
in due sottounità, consistenti<br />
in involucri di rete rigida a prova di<br />
pr<strong>ed</strong>atori, che sono state agganciate<br />
alla vegetazione. La divisione in<br />
due, ha evitato una eccessiva concentrazione<br />
delle femmine del<br />
drinide in un unico punto che poteva<br />
determinare una competizione<br />
intraspecifica e, in qualche modo,<br />
un calo di fecondità o comunque, di<br />
attività.<br />
Dopo i primi monitoraggi delle<br />
aree p<strong>il</strong>ota, si è proseguito con altri<br />
lanci allo scopo di costruire una<br />
rete più o meno omogenea di ins<strong>ed</strong>iamento<br />
dell’antagonista sul territorio<br />
interessato dagli attacchi di<br />
Metcalfa.<br />
Nel corso dell’estate, sono state<br />
effettuate le osservazioni in campo<br />
necessarie <strong>per</strong> accertare l’attività<br />
delle popolazioni introdotte, mentre<br />
nel mese di ottobre, è stato effettuato<br />
un lavoro di monitoraggio.<br />
Agli agricoltori che hanno aderito<br />
al programma, nelle aree di intervento<br />
è stato imposto di:<br />
1. Non effettuare trattamenti<br />
antiparassitari.<br />
2. Non eseguire alcuna lavorazione<br />
del terreno.<br />
3. Non effettuare diserbi.<br />
5. Non consentire <strong>il</strong> pascolo di<br />
animali.<br />
6. Consentire l’accesso nei fondi<br />
interessati al r<strong>il</strong>evamento dei dati<br />
s<strong>per</strong>imentali solo ai tecnici inca-
Voci dal Sud 34 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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ricati.<br />
dove questo è completa-<br />
7. Non manomettere<br />
mente assente, considera-<br />
l’integrità delle cassetto<br />
anche l’origine non<br />
te del lancio.<br />
endemica del<br />
8. Non spostare l’ori-<br />
parassitoide. Il costo <strong>per</strong><br />
ginaria collocazione del<br />
ogni lancio, che com-<br />
lancio.<br />
prende due cassette che<br />
Risultati ottenuti<br />
contengono circa 300 in-<br />
Poiché spesso <strong>per</strong><br />
dividui di N. typhlocybae,<br />
motivi diversi la presen-<br />
è di circa 1500 •. Con<br />
za del bozzolo viene ri-<br />
ogni lancio, che viene fatlevata<br />
a distanze elevate,<br />
to a circa un km di distan-<br />
anche su<strong>per</strong>iore ai 100<br />
za uno dall’altro, si copro-<br />
metri, è stato stab<strong>il</strong>ito<br />
no m<strong>ed</strong>iamente su<strong>per</strong>fici<br />
che <strong>il</strong> metodo <strong>per</strong> <strong>il</strong> ri-<br />
da 5 / 6 ha. L’ampiezza dellevamento<br />
dei dati più significati- poiché lo scopo dei lanci, che è la su<strong>per</strong>ficie è legata alle condiziovo<br />
in questa circostanza era quello comunque l’introduzione della speni morfologiche dell’area da tratta-<br />
del <strong>numero</strong> di involucri ritrovati, incie, in vari modi è stato conseguire.dipendentemente dal tempo, distanto. Dal monitoraggio condotto nei Naturalmente, nella diffusione<br />
za e tecnici impiegati.<br />
diversi siti sulla piana di Rosarno- del driinide, è necessario trovare<br />
Pertanto <strong>il</strong> livello di parassitiz- Gioia Tauro, è emerso un ottimo ri- siti idonei (oliveti in cui non si fanzazione<br />
da parte del Neodryinus sultato di adattamento del no trattamenti, siepi, piccoli bo-<br />
typhlocybae è stato espresso nel se- parassitoide di M. pruinosa alle schetti, ecc.). Non è possib<strong>il</strong>e fare<br />
guente modo:<br />
condizioni ambientali della un confronto economico tra i trat-<br />
ASSENTE : NESSUN BOZZO- Calabria.<br />
tamenti tradizionali e <strong>il</strong> metodo<br />
LO TROVATO<br />
L’obiettivo del progetto, che era proposto in prec<strong>ed</strong>enza. Va comun-<br />
SCARSA : TROVATI 1 o 2 BOZ- quello di abbassare le popolazioni que precisato che nel lungo <strong>per</strong>io-<br />
ZOLI<br />
di M. pruinosa, attraverso la lotta do e su ampie su<strong>per</strong>fici, l’introdu-<br />
BUONA : TROVATI DA 3 a 10 biologica, evidenzia sicuramente zione del N. typholocybae <strong>per</strong>met-<br />
BOZZOLI<br />
buone premesse anche se gli effette agli agricoltori di contenere la<br />
OTTIMA :TROVATI OLTRE 10 ti benefici risulteranno d<strong>il</strong>azionati diffusione della M. pruinosa limi-<br />
BOZZOLI<br />
nel tempo e dipenderanno soprattando i costi e salvaguardando,<br />
In tutte le aree monitorate, sono tutto dall’intensificazione su tutto contestualmente, in modo signifi-<br />
stati riscontrati i segni dell’attività <strong>il</strong> territorio interessato al problecativo tutto l’ecosistema.<br />
del drinide attraverso <strong>il</strong> ritrovamenma, del <strong>numero</strong> di lanci del paras- Conclusioni<br />
to di forme giovan<strong>il</strong>i di metcalfa sitoide in modo tale da consentir- La lotta biologica con l’aus<strong>il</strong>iare<br />
parassitizzate (bubboni) o di larve gli di diffondersi al pari del suo N. typholocybae, potrebbe nel<br />
del driinide (bozzoli), con un livel- ospite. Il giudizio generale è quin- prossimo futuro risolvere <strong>il</strong> problelo<br />
di parassitizzazione su<strong>per</strong>iore a di da ritenersi molto positivo. In ma di questo patogeno, soprattutto<br />
20. E’ emersa una certa correlazio- termine di sv<strong>il</strong>uppo futuro occor- contenendo drasticamente l’ut<strong>il</strong>izne<br />
tra l’attività del N. typhlocybae rerà proseguire con le osservaziozo eccessivo degli insetticidi.<br />
osservata e la tipologia dell’area. ni nelle aree di lancio <strong>per</strong> appurare Nemmeno l’elevata polifagia di<br />
Dove <strong>il</strong> tipo di vegetazione <strong>ed</strong> <strong>il</strong> l’avvenuto ins<strong>ed</strong>iamento del driini- Metcalfa pruinosa deve spaventare<br />
microclima ha determinato una pr<strong>ed</strong>e. Parallelamente dove necessario, più del dovuto; anzi, tra le piante<br />
senza abbondante e più stab<strong>il</strong>e del- occorrerà intervenire con l’introdu- ospiti ce ne sono molte che non<br />
la Metcalfa (presenza elevata di forzione del driinide soprattutto nelle avendo interesse agrario, non venme<br />
giovan<strong>il</strong>i e adulte), <strong>il</strong> driinide ha aree a maggior diffusione di gono trattate e costituiscono quin-<br />
manifestato un’attività maggiore Metcalfa od in quelle dove <strong>il</strong> parasdi un prezioso serbatoio di organi-<br />
(su<strong>per</strong>iore a 50, di cui <strong>il</strong> 45% di sita si è ins<strong>ed</strong>iato più recentemensmi ut<strong>il</strong>i o di potenziale manteni-<br />
Bubboni e <strong>il</strong> 55% di Bozzoli), al te.mento<br />
dell’imenottero introdotto.<br />
contrario quando le infestazioni Convenienza economica Il flatide è dunque un parassita con<br />
sono ridotte, <strong>il</strong> driinide segue la Relativamente ai costi da soste- cui bisogna imparare a convivere<br />
rarefazione del suo ospite e tende nere con questo sistema di lotta, va più o meno pacificamente, combat-<br />
probab<strong>il</strong>mente a dis<strong>per</strong>dere la sua specificato che <strong>il</strong> proc<strong>ed</strong>imento tendolo solo con tecniche biologi-<br />
azione (su<strong>per</strong>iore a 20 di cui <strong>il</strong> 40% trova rispondenza efficace su che, senza intraprendere lotte dra-<br />
di Bubboni e <strong>il</strong> 60% di Bozzoli). comprensori territoriali abbastanza stiche che non portano ad alcun van-<br />
Nelle aree con particolari vasti. Va anche detto che l’azione, taggio ne <strong>per</strong> l’uomo, ne <strong>per</strong> l’am-<br />
conformazioni territoriali, dove i oltre ad una salvaguardia biente.<br />
r<strong>il</strong>ievi numerici sono risultati rela- dell’ecosistema, è anche finalizzativamente<br />
bassi (fino a 10), i risulta all’introduzione del nemico natati<br />
non sono da giudicare negativi, turale della Metcalfa in territori
Voci dal Sud 35 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />
Gaetano Gr<strong>il</strong>lea<br />
Un delicato poeta in vernacolo di cui Rosarno<br />
si gloria e ne porta vanto<br />
fromor<br />
Per volontà dei figli Antonio, Francesco<br />
<strong>ed</strong> Enzo ha visto la luce postumo, <strong>per</strong><br />
i tipi di Jonica-Trebisacce, una raccolta<br />
di poesie in vernacolo scritte dal Poeta<br />
rosarnese, Gaetano Gr<strong>il</strong>lea.<br />
Una raccolta toccante di spaccati di vita<br />
quotidiana ingent<strong>il</strong>ito dalla prefazione del<br />
prof. Pino Lacquaniti.<br />
Ma chi era <strong>il</strong> Poeta di cui ci onoriamo<br />
essere compaesani?<br />
Gaetano Gr<strong>il</strong>lea nasce a Rosarno <strong>il</strong> 26 apr<strong>il</strong>e 1917,<br />
da Vincenzo e Concetta De Salvo.<br />
In tenerissima età <strong>per</strong>de <strong>il</strong> padre, morto nella prima<br />
guerra mondiale.<br />
Gli anni diffic<strong>il</strong>i della sua infanzia gli consentono<br />
di completare solo la scuola elementare, ma la sua<br />
grandissima voglia di sa<strong>per</strong>e, lo stimola a frequentare<br />
famiglie in possesso di prestigiose biblioteche, dove<br />
arricchisce la sua cultura.<br />
Durante <strong>il</strong> secondo conflitto mondiale, richiamato<br />
alle armi, viene catturato e deportato dai T<strong>ed</strong>eschi in<br />
vari campi di prigionia nei Balcani.<br />
Impiegato comunale dal 1947, dirige l’ Ufficio Elettorale<br />
rosarnese <strong>per</strong> 26 anni.<br />
in occasione degli eventi politici locali e nazionali<br />
del 1946 pubblica i poemetti Votamu pe’ Giordanu,<br />
P’ ‘e votazzioni cumunali i Rosarni, Repubblica o Monarchia?<br />
Di seguito pubblica <strong>numero</strong>si componimenti in vernacolo<br />
<strong>ed</strong> in lingua su diversi giornali e prestigiose<br />
riviste, tra le quali in particolare la storica e colta<br />
“Calabria Letteraria “.<br />
Partecipa a varie rassegne di poesie dialettali, ottenendo<br />
prestigiosi riconoscimenti e premi.<br />
Muore a Trebisacce (CS) <strong>il</strong> 6 agosto 1993, all’età di<br />
76 anni.<br />
MI NSONNAI A’ MMAMA<br />
E mi parìa ca ‘a mamma i F<strong>il</strong>aricu<br />
a mmama ( nt’a putigha ) nci spiava:<br />
“Donna Cuncetta avìstiu<br />
“lìttara i vostru figghiu?<br />
E chi! Non sacciu nenti Donna Rosa,<br />
non sacciu cchiù com’àju pemm’a pigghiu:<br />
Avi tridici misi chi aspettu ncarchi cosa,<br />
jornu pe jornu spiu a Vrigoruzzu,<br />
ma idhu guarda, jiza i pinnolara e carmu mi<br />
rispundi:<br />
No, non c’è nenti ‘onna Cuncetta cara.<br />
Cu’ sa com’ora comu è chi s’a passà,<br />
cu’ sapi se moriu<br />
e comu u tempu passa, o Donna Rosa,<br />
di cchiù jeu mi picciu.<br />
‘A testa m<strong>il</strong>a sbattu mura mura,<br />
penzu ca i l’àutra guerra<br />
pàisa non tornau<br />
e mo stu figghiu pe sta guerra mpama<br />
cu’ sapi undi minau.<br />
O Donna Rosa, su malata e vecchia,<br />
mi resta pocu tempu di campari<br />
e mi pari ca moru<br />
senza m’u vìu tornari.<br />
“Vu’ chi diciti Donna Cuncettuzza?<br />
“Quali penseri strani vi frùscianu la testa?<br />
“S<strong>per</strong>amu a la Divina Providenza,<br />
“pregamu a Santantoni,<br />
“tenimu fidi, ànimu e pacenza<br />
“e vu’ viditi ca Gaitanu torna.<br />
“M’u dici u cori, sentu la prisenza!<br />
E ngià! Mi ncoraggiati Donna Rosa,<br />
ma nta stu cori i mamma<br />
chi nc’è? Dis<strong>per</strong>azzioni!<br />
E mannaja li guerri e cu’ li voli!<br />
Mannaja cu’ ndi faci mu campamu<br />
affritti e scunsulati.<br />
Jeu paci cchiù no nd’àju,<br />
jeu cchiù non mi cunortu,<br />
i soru soi non pàrranu ca puru idhi pènsanu<br />
ca se no scrivi è mortu.<br />
Gesù! Fammi la grazzia:<br />
na vota sula ancora vidiri lu vorrìa<br />
e poi, se mi fai mòriri,<br />
cuntenta morarrìa.<br />
da Esseg-Delic (Ungheria), ottobre 1944
Voci dal Sud 36 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />
Laboratorio Teatrale ‘76<br />
Mimmo Cannizzaro<br />
mette nel carniere dei suoi successi<br />
anche un Premio Europeo<br />
Francesco Condoluci<br />
(Il Quotidiano)<br />
ROSARNO - E’ un trentennale davvero indimenticab<strong>il</strong>e quello del ‘Laboratorio Teatrale ‘76”, la<br />
compagnia di teatro amatoriale di Rosarno che nell’anno in cui ricorrono i suoi primi 30’ anni di<br />
attività, sta facendo letteralmente incetta di premi e riconoscirnenti in tutta Italia.<br />
Per gli attori provenienti<br />
dal gruppo teatrale nato<br />
nel 1976 all’interno dello<br />
storico “Centro di Promozione<br />
Culturale” di<br />
Rosarno (dove si sono formati<br />
anche i promotori dell’altra compagnia<br />
locale (La Nuova Compagnia di Teatro<br />
Popolare), questo è davvero un anno<br />
costellato di successi che non sembrano<br />
conoscere confini: da Bolzano alla Toscana,<br />
da Caltanissetta alla Calabria, l’apprezzamento<br />
<strong>per</strong> l’arte recitativa e la verve comica<br />
del Laboratorio Thatrale ‘76, non .<br />
smette infatti di mietere consensi.<br />
Mattatore di questa stagione “dorata”,<br />
passata in tournèe su e giù <strong>per</strong> lo Stivale,<br />
è senza dubbio Mimmo Cannizzaro, uno<br />
degli attori del nucleo fondatore del<br />
Laboratoriò Thatrale ‘76, uno che, come<br />
affenna <strong>il</strong> presidente della compagnia,<br />
Carlo Capria, «ha rappresentato e rappresenta<br />
degnamente la piu genuina realtà artistica<br />
rosarnese».<br />
Il suo talento naturale <strong>per</strong> la comm<strong>ed</strong>ia<br />
br<strong>il</strong>lante, la sua punica espressiva da vero<br />
istrione del palcoscenico, ne hanno fatto<br />
negli anni un caratterista di razza capace<br />
di mettere d’accordo aficionados del teatro<br />
amatoriale e giurie di ogni parte d’Italia.<br />
Nella recente rassegna europea di Montagnana, inprovincia di Arezzo (promossa dall’Unione Italiana Libero Teatro),<br />
nella quale <strong>il</strong> Laboratorio Teatrale ‘76 ha partecipato rappresentando br<strong>il</strong>llantemente la comm<strong>ed</strong>ia “Confetti,<br />
champagne e ... becchini”, Cannizzaro, con <strong>il</strong> suo <strong>per</strong>sonaggio di “Razio Fuicapuzza”, si è su<strong>per</strong>ato, esibendo una<br />
<strong>per</strong>formance comica che alla fine gli è valsa l’attribuzione del prestiposo Premio Europeo di Teatro Popolare “ Il<br />
Giogo” come miglior attore non protagonista.<br />
Per Cannizzaro un successo <strong>per</strong>sonale, che Impreziosisce quelli già ottenuti In passato dalla sua compagnia a<br />
Laives (Bolzano) e in <strong>numero</strong>se altre kermesse calabresi e sic<strong>il</strong>iane e che è stato bissato, proprio nel mese di<br />
settembre, dalla conquista di un altro premio come migliore “attore carattenista”, questa volta a Caltanissetta,<br />
nell’ambito della rassegna teatrale “Michele Abbate”.<br />
La compagnia si infine presenata a Rosarno, dove <strong>il</strong> Laboratorio Teatrale ‘76 ha riproposto in piazza ““Confetti,<br />
champagne e;. .becchini”.<br />
Cannizzaro e la sua compagnia hanno suggellato <strong>il</strong> trentennale davanti al pubblico di casa loro, presentando anche<br />
i premi conquistati in questa irripetib<strong>il</strong>e stagione.
Voci dal Sud 37 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />
Il giorno della mia morte mi vestiranno<br />
bene, quasi come una sposa<br />
o come uno di quelle squallide donnine<br />
altolocate che sporcano le giornate<br />
di sole con la loro inut<strong>il</strong>e presenza.<br />
Qualcuno pettinerà i miei capelli,<br />
coprendoli d’un velo di pizzo<br />
nero, come odiosamente s’usa dalle<br />
mie parti, a dare al mio volto pallido<br />
e inerme le sembianze di un manichino<br />
da vetrina, di quelli orrib<strong>il</strong>i,<br />
mut<strong>il</strong>ati dei loro arti su<strong>per</strong>flui, che<br />
tanto mi spaventavano da bambina e che spesso<br />
mi apparivano in sogno a rubarmi la quiete della<br />
mia giovane età.<br />
Attorno me solo gente annoiata, quasi assente.<br />
Un funerale è sempre una bella seccatura, bisogna<br />
vestirsi sobri, portare con disinvoltura una<br />
faccia di rito, facendo attenzione a che non sembri<br />
tale, salutare quell’odioso parente che ti sta<br />
proprio lì, appeso come una zecca ad un testicolo<br />
e vorresti tanto che ci fosse lui dentro la cassa<br />
al posto mio.<br />
Grazie del pensiero!<br />
Poi c’è la Messa, altra rottura di scatole, con<br />
tanto di panegirici letti da qualche amica retorica.<br />
Lo so stai s<strong>per</strong>ando che sia breve, senza tanti<br />
fronzoli, tanto si sa io ero una senza Dio, niente<br />
affatto comunista, piuttosto una sorta di anarchica<br />
<strong>per</strong>enne, che viveva <strong>il</strong> suo tempo a rincorrere<br />
sogni, a fumare senza ritegno e poi avevo quel<br />
vizietto da invertebrati di scrivere poesie e storie<br />
strampalate.<br />
Siamo seri: <strong>il</strong> momento lo impone.<br />
Certo che è comodo stare distesi, quando tutti<br />
sono in pi<strong>ed</strong>i; è un’altra prospettiva, si possono<br />
cogliere frammenti di espressioni che viceversa<br />
sfuggirebbero.<br />
Per esempio quella lì con <strong>il</strong> naso rosso che si<br />
sistema la gonna stropicciata è la mia vecchia<br />
zia zitella, non troppo acida <strong>per</strong> la verità, ma rompiscatole<br />
proprio fino all’inverosim<strong>il</strong>e.<br />
Non ha fatto mai mistero di tenermi in gran<br />
Sono morta<br />
di Carmen Cafaro<br />
conto, peccato che, durante la mia pur breve vita,<br />
non sia mai riuscita a dimostramelo appieno, specie<br />
quando, in tempi non sospetti, a me serviva<br />
solo una parola buona, ma tant’è….!<br />
Laggiù, seminascosto da una colonna della navata<br />
laterale c’è un uomo: mi stupisce v<strong>ed</strong>erlo<br />
qui in questo frangente.<br />
E’ Stefano, una di quelle <strong>per</strong>sone <strong>per</strong> cui sia<br />
valsa la pena vivere una relazione, non fosse altro<br />
<strong>per</strong> i bei momenti che mi ha regalato, <strong>ed</strong> è<br />
l’unico che piange veramente con sentimento.<br />
Toh … c’è anche Elena, elegantissima come<br />
non mai, ma sempre tremendamente sexy, in quel<br />
fasciante tubino nero che ha indossato <strong>per</strong> l’occ<br />
a s i o n e .<br />
Mi spiace che abbia fatto tanto ch<strong>il</strong>ometri, <strong>per</strong><br />
assistere a questa sceneggiata, così come mi<br />
spiace v<strong>ed</strong>erla affranta, dal momento che non serve<br />
assolutamente a nulla struggersi <strong>per</strong> una donna<br />
di poco conto come me.<br />
C’è un nugolo di colleghe, venute apposta con<br />
un <strong>per</strong>messo orario concesso loro da quell’imbec<strong>il</strong>le<br />
di Preside che dirige la mia scuola; la<br />
più provata è Francesca, non ne avevo dubbi.<br />
Pensate che lei scoppiava in lacrime, quando,<br />
nei nostri viaggi <strong>per</strong> andare a scuola, la t<strong>ed</strong>iavo<br />
con i miei racconti di vita e finanche quando le<br />
concessi di leggere i miei scritti, in un fr<strong>ed</strong>do<br />
pomeriggio d’apr<strong>il</strong>e.<br />
Che volete, la sensib<strong>il</strong>ità umana, specie quella<br />
femmin<strong>il</strong>e, non ha confini, né giustificazioni di<br />
sorta, ... ma tant’è …!<br />
E’ che non riesco a muovermi diamine, altrimenti<br />
salterei su e me la stringerei forte forte al<br />
petto, asciugando le sue lacrime, con questo velo<br />
orrib<strong>il</strong>e che mi hanno poggiato sulla testa.<br />
Ho sempre odiato i foulards, i cappelli e qualsiasi<br />
forma di copricapo, come pure i <strong>per</strong>izoma,<br />
che sicuramente ti fanno tanto sexy in talune circostanze,<br />
ma che danno una noia del diavolo,<br />
quando si ficcano nell’incavatura dei glutei, imp<strong>ed</strong>endoti<br />
di ravanare alla meno peggio, in cerca<br />
d’un attimo di requie.<br />
Le mie figlie son lì, composte e tristi, quasi<br />
adombrate nei loro pensieri; certo non sono stata<br />
una gran madre, <strong>per</strong>lomeno nell’accezione più
Voci dal Sud 38 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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classica del termine, ma cr<strong>ed</strong>o d’aver trasmesso<br />
loro, almeno alle ultime due, la mia voglia di libertà,<br />
la mia indipendenza da tutte le dipendenze<br />
di questo schifo di mondo; ho sempre cercato di<br />
essere <strong>per</strong> loro un’ amica più che una madre rompiscatole,<br />
anche se a volte, ma non cr<strong>ed</strong>o proprio<br />
di esserci riuscita.<br />
Vivete, figliole mie e portate avanti le mie idee,<br />
la mia voglia di cavalcare <strong>il</strong> mondo, la mia fantasia<br />
latente che mi ha sempre messo nei casini,<br />
<strong>per</strong>ché vivere di sogni è <strong>il</strong> peggiore dei delitti,<br />
ma è l’unica libertà che ci è concesso avere, l’unico<br />
rifugio dove potersi nascondere al lordume<br />
della realtà.<br />
Però che bel pezzo di giovanotto ha Lor<strong>ed</strong>ana<br />
accanto, certo non poteva smentirsi, anche in un<br />
momento, sempre impeccab<strong>il</strong>e <strong>ed</strong> al centro dell’attenzione;<br />
che dolce che è!<br />
C’è anche <strong>il</strong> mio ex marito, assieme a quell’ammasso<br />
di lardo che è sua sorella: sembra<br />
davvero affranto, poverino, peccato che non sia<br />
mai riuscito a farmi capire quanto m’amasse.<br />
Ieri sera un manigoldo in camice bianco mi ha<br />
sparato delle sorte di tappi, affinché non iniziassi<br />
a <strong>per</strong>dere dei liquidi indesiderati e<br />
maleodoranti: è stato l’ultimo affronto di una vita<br />
vissuta nel tentativo di schivare le cattiverie di<br />
un’umanità disumana che vive solo <strong>per</strong> la gioia<br />
di dare dolore, di ferire, di colpire a piene mani<br />
nelle parti più basse, lasciando solchi nell’anima<br />
che mai potranno essere rico<strong>per</strong>ti e nascosti.<br />
Io volevo essere cremata, così da non marcire<br />
inut<strong>il</strong>mente, invece sono tutti qui che mi guardano<br />
curiosi, che mi scrutano fin dentro l’anima e<br />
già sento nei loro s<strong>il</strong>enti pensieri, la solita stupida<br />
frase di circostanza: “Era tanto giovane, che<br />
peccato!”.<br />
Vi piace la morte? Non importa le sembianze<br />
che ha!<br />
Potrei essere io o un’altra disgraziata la cosa<br />
non cambierebbe!<br />
Quello che mi da più fastidio è quel sorrisetto<br />
da idiota che mi hanno stampato sul volto, mi sembra<br />
rassomigli ad una di quelle maschere tristi<br />
che si v<strong>ed</strong>ono nei negozi di Venezia, così bianche,<br />
così inut<strong>il</strong>i, così dis<strong>per</strong>atamente tristi.<br />
Forse volevano darmi un <strong>il</strong>lusione di serenità,<br />
o forse crearsi un alibi <strong>per</strong> le loro coscienze di<br />
peccatori, fatto sta che mi hanno trasformato in<br />
un burattino da esposizione.<br />
Per fortuna è arrivato <strong>il</strong> prete, si v<strong>ed</strong>e che ha<br />
premura di chiudere questa pratica <strong>il</strong> più velocemente<br />
possib<strong>il</strong>e, non gli sono mai andata a genio,<br />
<strong>per</strong> via delle mie scelte discutib<strong>il</strong>i, ma almeno la<br />
cosa era reciproca.<br />
Non lo ascolto mentre parla, non me ne frega<br />
niente di quello che dice, delle sue<br />
farneticazioni sul Paradiso, sulla r<strong>ed</strong>enzione,<br />
sulla remissione dei miei peccati, non v<strong>ed</strong>o l’ora<br />
che finisca e che se ne vada ad diavolo anche lui.<br />
Ecco ora due beccamorti hanno preso <strong>il</strong> pesante<br />
co<strong>per</strong>chio di legno e tra poco mi chiuderanno<br />
dentro questa prigione eterna, dove lentamente<br />
mi dissolverò nel nulla, ben nascosta dal<br />
mondo traslucido e patinato, nel quale <strong>il</strong> resto<br />
dell’umanità continuerà a vivere indisturbata la<br />
sua misera vita, nell’<strong>il</strong>lusione che mai<br />
toccherà loro subire quest’ultima um<strong>il</strong>iazione<br />
terrena.<br />
Da dove sono v<strong>ed</strong>o i miei monti, v<strong>ed</strong>o i grandi<br />
prati soleggiati della mia infanzia, <strong>per</strong>cepisco<br />
ancora gli odori di pane casereccio che <strong>il</strong> vecchio<br />
forno al centro storico sforna in quantità industriali,<br />
odo le voci amiche delle campane che<br />
suonano al mio passaggio e riempire di musica e<br />
poesia la mia mente.<br />
Un ultimo sguardo e poi tutto si fa nero e<br />
s<strong>il</strong>enzioso, ora sì che sono morta davvero.
Voci dal Sud 39 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />
Come...quando...<br />
fuori...piove...<br />
di Carmen Cafaro - Lucabalducci - Ceci1959 - Cleo - F<strong>ed</strong>ro - Ishtar - Mitla - Odrey - Parsifal<br />
Un racconto scritto a più mani <strong>ed</strong> in via telematica <strong>per</strong> ViviCentro,<br />
ordinato da Carmen Cafaro e Lucabalducci<br />
Camminavo sotto la pioggia, lentamente,<br />
lasciando che le gocce mi entrassero<br />
addirittura nelle orecchie, infastidendomi<br />
ovattando <strong>il</strong> suono delle auto…<br />
”...Dov’è la saggezza oggi? La serenità?...”<br />
Le orecchie mi fischiavano come quel<br />
treno che partiva.<br />
Non passerà mai più quel treno.<br />
Era la mia vita senza quel treno che v<strong>ed</strong>evo allontanarsi.<br />
Nessun passeggero. Neanche una tinta.<br />
Solo odore di ferro, di falce, di unto, che si allontanavano<br />
<strong>per</strong> sempre.<br />
Non era nostalgia che sentivo, né rimpianto.<br />
Era qualcosa di più crudele, secco.<br />
Camminavo in quella stazione come su alti trampoli e<br />
<strong>il</strong> viso bianco da clown.<br />
Guardavo beffandomi con un sorriso dis<strong>per</strong>ato.<br />
La testa: un’ape che ronza.<br />
La carcassa metallica si staccava con lentezza.<br />
V<strong>ed</strong>evo e riconoscevo una parte di me sui s<strong>ed</strong><strong>il</strong>i.<br />
Mi guardava senza sguardo, espressione, vita.<br />
Volteggiava, toccando tutt’intorno, spingendo <strong>per</strong> uscire.<br />
Cercava di esistere, sopravvivere, tornare da me.<br />
Ho sempre amato quel ritaglio di me: è inebriante, un<br />
mio talento autentico.<br />
Ma <strong>il</strong> treno si allontanava e non sapevo correre con quei<br />
trampoli e non sapevo camminare senza.<br />
Potevo solo ridere con un ghigno da pagliaccio orrendo,<br />
sprezzando le mie lacrime che non potevano lavare <strong>il</strong><br />
trucco sgraziato, ma lo cementavano.<br />
Lacrime che corrodono la pelle.<br />
Donna rett<strong>il</strong>e, scorticata.<br />
Con la mia pelle, ho rivestito quel vagone di treno che<br />
si allontanava lentamente. Lo guardavo sparire. Esso, evaporando<br />
nella pioggia, si colorava.<br />
Ogni volta che mi trovo in una stazione, quel treno,<br />
quelle stesse sensazioni, come oggi qui, stessi pensieri<br />
di allora, stesse emozioni.<br />
E piove…odio la pioggia!<br />
Quella sensazione di umido che ti si appiccica alla pelle,<br />
d’estate dopo solo un’ora di pioggia, o <strong>il</strong> fr<strong>ed</strong>do che ti<br />
penetra nelle ossa, d’inverno quando fa troppo fr<strong>ed</strong>do <strong>per</strong><br />
nevicare.<br />
La malinconia che ti prende, quando guardi fuori dalla<br />
finestra e v<strong>ed</strong>i gocce e fumo rimbalzare sull’asfalto; solo<br />
gli idioti e i poeti traggono ispirazione da gocce d’acqua.<br />
D’acqua poi, tutta la porcheria che liberiamo nell’aria si<br />
racchiude in quelle particelle di H2O.<br />
Mi sento particolarmente cinica stamattina, s<strong>ed</strong>uta in<br />
questo bar, in questa piccola stazione, ad attendere che<br />
quella nuvola “fantozziana” si levi dai pi<strong>ed</strong>i.<br />
Devo <strong>per</strong> forza andare in quello studio legale, in una<br />
città che nemmeno conosco, lo devo a me stessa.<br />
E non accenna a smettere.<br />
Osservo la strada: tutti che corrono verso i taxi e le<br />
fermate degli autobus.<br />
“Aiutooo, la pioggia”mormoro, con ironia.<br />
E quella chi è?<br />
Che strana donna! Rimane immob<strong>il</strong>e, ferma, in mezzo<br />
alla strada.<br />
Ma che è stordita? La osservo bene, almeno cerco, la<br />
mia miopia m’imp<strong>ed</strong>isce di focalizzare i volti.<br />
Accidenti, ma è giovanissima, avrà al massimo dodici<br />
anni.<br />
E’ tutta bagnata poverina.<br />
Che avrà da fissarmi?<br />
Non sono fatti miei, e poi piove non ho voglia di uscire<br />
da questo buco-riparo.<br />
Eppure c’è qualcosa in lei, mi pare quasi di conoscerla.<br />
Non è possib<strong>il</strong>e, assomiglia tanto a mia mamma da giovane,<br />
in una di quelle fotografie in bianco e nero che ogni<br />
tanto guarda con malinconia.<br />
E’ incr<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>e.<br />
Se solo smettesse di fissarmi.<br />
E poi…<br />
Accidenti a me, <strong>per</strong>ché sento questo bisogno di raggiungerla?<br />
Meglio andare a v<strong>ed</strong>ere, magari sta male, ha bisogno d’<br />
aiuto.<br />
Uscirò, nonostante la pioggia … pago <strong>il</strong> cappuccino<br />
<strong>ed</strong> esco dal bar.<br />
La ragazza non c’è più; ecco, lo sapevo!
Voci dal Sud 40 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Raggiungo <strong>il</strong> marciapi<strong>ed</strong>e, mi guardo intorno … mal<strong>ed</strong>etta<br />
pioggia!<br />
Dove sono? In osp<strong>ed</strong>ale? Che succ<strong>ed</strong>e? Non ricordo<br />
nulla.<br />
O forse si … ricordo che camminavo sotto la<br />
pioggia, lentamente, lasciando che le gocce mi entrassero<br />
addirittura nelle orecchie, infastidendomi, ovattando<br />
<strong>il</strong> suono delle auto...!<br />
Capelli appiattiti sulle guance, senza più traccia della<br />
massa dei miei ricci, <strong>il</strong> trucco sciolto su tutto <strong>il</strong> viso, lo<br />
sguardo fisso davanti a me.<br />
Avanzavo a fatica, come un automa, ogni passo più pesante<br />
del prec<strong>ed</strong>ente, sembrava che <strong>il</strong> mio im<strong>per</strong>meab<strong>il</strong>e<br />
bagnato mi ancorasse al marciapi<strong>ed</strong>e.<br />
Avvertivo vagamente, oltre la nebbia che avvolgeva i<br />
miei pensieri, i passanti che mi sfioravano, che mi urtavano<br />
con i loro ombrelli, tutti diretti verso le loro mete, le<br />
loro case, le loro famiglie, ma non li v<strong>ed</strong>evo.<br />
Un ragazzo che passava al mio fianco mi urtò con <strong>il</strong><br />
suo zaino, distogliendomi dal mio torpore.<br />
Adesso ero lì, ferma su quel marciapi<strong>ed</strong>e, bagnata all’inverosim<strong>il</strong>e,<br />
senza né la voglia, né la forza di muovermi.<br />
Sola, negli occhi l’immagine di un documento legale<br />
vecchio e sgualcito che l’inserviente della casa di riposo,<br />
dove mio padre era morto aveva provv<strong>ed</strong>uto a sp<strong>ed</strong>irmi,<br />
insieme alle sue poche cose.<br />
In testa una sola parola, che mi martellava dentro, tanto<br />
da farmi male: ADOTTATA!<br />
Adesso comincio a ricordare ...<br />
Poco prima ero s<strong>ed</strong>uta al tavolino del bar della stazione<br />
aspettando che smettesse di piovere e cercando, <strong>per</strong><br />
un poco, di concentrare la mia attenzione su qualcosa d’altro<br />
che non fosse l’appuntamento con <strong>il</strong> notaio, che da<br />
sempre aveva curato gli affari di mio padre e, vista l’amicizia<br />
che li legava, avrebbe saputo darmi spiegazioni.<br />
Piano piano, i ricordi diventano più nitidi, mi era sembrato<br />
di v<strong>ed</strong>ere una ragazzina sotto la pioggia che mi fissava,<br />
sembrava avesse bisogno d’aiuto, ricordo di avere<br />
pensato che assomigliasse a mia mamma da adolescente.<br />
Mia mamma, no la donna che mi ha cresciuto, che sicuramente<br />
mi ha voluto bene come una madre ... ma adesso<br />
lo so, non era la mia vera madre.<br />
No, non assomigliava a mia madre, ma allora <strong>per</strong>ché mi<br />
sembrava di conoscerla, di averla già vista? Dove l’ho vista?<br />
Che fosse un ricordo legato al <strong>per</strong>iodo prima della<br />
mia adozione?<br />
Dovevo essere piccola, quando mi hanno adottato, ma<br />
quanti anni avevo?<br />
Si dice che una madre sia colei che ti cresce, principio<br />
fondamentale dell’<strong>ed</strong>ucazione, ma dell’etica?<br />
Scoprire così tardi che mamma ha un senso piuttosto<br />
che un altro?<br />
V<strong>ed</strong>o ovunque donne incinte, mi reca quasi fastidio v<strong>ed</strong>erle,<br />
<strong>per</strong>ché mi rendo conto che la donna che ho guardato<br />
<strong>per</strong> anni negli occhi, a cui ho affidato la mia vita non mi<br />
ha mai portato dentro di è, ma solo con sé.<br />
La differenza, a parte linguistica è certamente di concetto<br />
e pragmatica.<br />
Già … come lessi da qualche parte “ mamma di pan-<br />
cia “ e “ mamma di cuore”.<br />
L’avevo sentito una sera, quando i miei genitori adottivi<br />
stavano litigando, <strong>per</strong> l’ennesima volta, dopo ch’ero andata<br />
di là a dormire.<br />
Non avevo resistito oltre e m’ero messa ad origliare<br />
… così, scoprii la verità!<br />
Sa<strong>per</strong>e d’avere un qualche parte nel mondo una “ mamma<br />
di pancia “ non serviva, a questo punto, a placare la<br />
strana sensazione d’irrequietezza che mi portavo addosso<br />
da una vita, <strong>per</strong>ciò fu fac<strong>il</strong>e addentrarmi in un guazzabuglio<br />
di strade contorte, sudice, fors’anche scomode, in<br />
cui <strong>il</strong> mio inconscio s’avventurava ogni giorno.<br />
Fu così che la stazione diventò <strong>il</strong> punto strategico d’osservazione:<br />
donne bianche, d’ogni colore e d’ogni foggia<br />
abbigliate, donne in carriera, donne smunte, donne isteriche,<br />
donne…<br />
Un rumore forte, metallico, inaspettato si trasforma in<br />
un bagliore che poi lentamente si attenua <strong>ed</strong> appaiono i<br />
contorni di ciò che mi circonda: un giardino, <strong>il</strong> mio giardino,<br />
le piante, un tavolino in rattan, <strong>il</strong> mio cuore batte<br />
forte <strong>per</strong> lo spavento e, disorientata, capisco che stavo<br />
dormendo e sognando.<br />
Un altro colpo, come <strong>il</strong> prec<strong>ed</strong>ente, ma ora mi è più<br />
fam<strong>il</strong>iare, è Lapo, <strong>il</strong> figlio dei vicini che uccide la noia,<br />
calciando la palla sulla porta del garage; accidenti a lui,<br />
<strong>per</strong>ò, è cosi dolce e così solo, e poi così simpatico, quando<br />
passa sotto la siepe e viene a giocare con me, facendomi<br />
dimenticare gli acciacchi delle mie stanche ossa.<br />
Una figura in controluce, s<strong>ed</strong>uta su una poltroncina è<br />
parzialmente nascosta da un gran foglio di carta, un giornale,<br />
ma la riconosco fac<strong>il</strong>mente dalla solita gonna<br />
plissettata, mia madre, o meglio, <strong>per</strong> precisione, colei che<br />
nella mia vita si è proposta come tale.<br />
Espiro lentamente, tranqu<strong>il</strong>lizzando <strong>il</strong> battito del cuore,<br />
e cerco di recu<strong>per</strong>are le immagini del sogno che stanno<br />
evaporando, ma non mi è diffic<strong>il</strong>e, poiché <strong>il</strong> sogno è<br />
spesso quello: la stazione, <strong>il</strong> treno, la bimba, le madri, <strong>il</strong><br />
rut<strong>il</strong>are delle sensazioni.<br />
Ma, come sempre, qualcosa stona: non è <strong>il</strong> mio linguaggio,<br />
non sono i miei colori e le figure non mi assomigliano,<br />
io mi sento diversa <strong>ed</strong>, inoltre, c’è una sorta di<br />
ricordo confuso che sfocato mi appare, come un’indecifrab<strong>il</strong>e<br />
sensazione, in cui mi pare che colei che mi allattava<br />
non desiderasse separarsi da me.<br />
Bah! tanti anni in questa famiglia devono aver confuso i<br />
miei riferimenti istintivi.<br />
Mi stiro con un rumoroso sbadiglio, allungandomi sino<br />
a toccare entrambi i braccioli del divanetto in midollino<br />
su cui stavo dormendo <strong>ed</strong> <strong>il</strong> mio movimento attrae l’attenzione<br />
della figura leggente, che esordisce con un ampio<br />
sorriso <strong>ed</strong> un tono cant<strong>il</strong>enante <strong>ed</strong> acuto: “ Finalmente<br />
ti sei svegliata bambolina. Hai sete? Ti ho versato poco<br />
fa dell’acqua fresca, dai vieni dalla mamma a farti fare<br />
le coccole “.<br />
Terminato <strong>il</strong> lungo sbadiglio, torno a rannicchiarmi, e<br />
lei: “ Dai pigrona, levati da lì, che stanno arrivando<br />
alcuni amici “.<br />
So che insisterà, <strong>per</strong>ciò mi muovo e, con un goffo balzo,<br />
atterro sul prato e mi avvio verso la mia piccola<br />
dependance.
Voci dal Sud 41<br />
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Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
Lungo <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso, tengo <strong>il</strong> naso basso, <strong>per</strong> meglio co- mondo che sembra trasudare odio e violenza da tutti i pori.<br />
gliere <strong>il</strong> fresco piacere dell’erba tagliata di fresco, ma Per dirmi che sì, un mondo nuovo è ancora possib<strong>il</strong>e;<br />
con gli occhi fisso, come sempre, quegli strani segni ver- che possiamo fregare <strong>il</strong> tempo.<br />
gati sopra l’entrata della mia casetta, che non so leggere, Affondo la spada in un nemico invisib<strong>il</strong>e, poi la ritrag-<br />
ma di cui, negli anni, ho imparato <strong>il</strong> significato. go e, secondo uno schema vecchio ormai di secoli, inver-<br />
Prima di entrare, risollevo la testa e le mie lunghe orecto la presa e l’affondo alle mie spalle.<br />
chie dal pelo fulvo smettono di trascinarsi nell’erba umi- Mia figlia ha Dolly in braccio e mi guarda divertita e<br />
da e penso alla scritta sulla porta: Dolly, ma che cazzo di anche un po’ <strong>per</strong>plessa, come fa sempre, quando mi v<strong>ed</strong>e<br />
nome.<br />
praticare questi esercizi.<br />
“ Dolly, Dolly…>”<br />
Le sorrido e lei mi sorride di rimando.<br />
La voce della mia bambina è allegra e tintinnante, men- “Cristo, quanto mi ricorda mia moglie” penso…<br />
tre chiama la sua f<strong>ed</strong>ele compagna, non più cucciola. Mi asciugo <strong>il</strong> sudore dalla fronte e interrompo l’eserci-<br />
Anche lei non è più esattamente una bambina, e piano zio.<br />
piano sta uscendo dal goffo bozzolo dell’infanzia, <strong>per</strong> tra- Aveva ragione mia moglie, eh si…più guardo mia fisformarsi<br />
in una giovane creatura che, scommetto, farà glia, più penso: “Sì, insieme possiamo fregarlo, quel ba-<br />
battere forte <strong>il</strong> cuore di tanti suoi coetanei.<br />
stardo di tempo! “.<br />
Cerco di non pensare al giorno, in cui mi porterà a Lapo irrompe, correndo; quasi inciampa nel tubo di<br />
casa <strong>il</strong> primo “morosino”, o addirittura <strong>il</strong> fidanzato “uf- gomma che ut<strong>il</strong>izzo <strong>per</strong> innaffiare le rose bianche, così<br />
ficiale”.<br />
tanto amate da mia moglie.<br />
Dio, che rabbia!<br />
“Ciao Anna. Ti va di venire con me a pescare? Ti ho<br />
Non tanto <strong>per</strong> freudiane compensazioni, secondo le quali procurato la canna di bambù identica a quella che hai<br />
<strong>per</strong> un maschio è impossib<strong>il</strong>e diventare davvero amico di visto ieri nel negozio”.<br />
uno che va a letto con tua figlia, quanto <strong>per</strong> una realtà ben Mia figlia si gira lanciandomi uno sguardo dipinto: ir-<br />
più fr<strong>ed</strong>da e crudele: se mia figlia sta diventando grande, resistib<strong>il</strong>e fregio.<br />
io, <strong>per</strong> contro, sto invecchiando!<br />
Impossib<strong>il</strong>e resisterle.<br />
Me ne accorgo quasi in ogni momento, in ogni movi- Camminano vicini, ridono e chiacchierano <strong>ed</strong> io sento<br />
mento.<br />
che già mi hanno precluso <strong>il</strong> loro mondo barocco e so-<br />
Praticare <strong>il</strong> Tai-Chi mi dà qualche sollievo, ma mi renspeso.do benissimo conto del leggero sforzo che mi costa re- Per loro è fac<strong>il</strong>e vivere con entusiasmo.<br />
stare in equ<strong>il</strong>ibrio su una gamba, durante certi esercizi o Trasudano gioia <strong>per</strong> un insetto insolito o un’esca dal piu-<br />
del mimimo tremito della mano che regge la spada in almino arancio.<br />
tri.<br />
Il loro rumore si attutisce, man mano si allontanano,<br />
Solo due anni fa non lo <strong>per</strong>cepivo, al contrario di ades- fin quando <strong>il</strong> colore intenso del prato si gonfia e li inso.ghiotte.<br />
Guarda <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o della lama, come trema.<br />
La mia mente torbida fino a quel momento, si fa più<br />
Im<strong>per</strong>cettib<strong>il</strong>mente, dirai tu.<br />
leggera.<br />
A me pare <strong>il</strong> tremito d’un ubriaco, invece.<br />
Anna abita nella mia pelle, ogni giorno sceglie in quale<br />
Tutti sintomi tipici, di un’unica diagnosi, che già mi fece poro.<br />
<strong>il</strong> barbiere del mio paesino, quando mi trovò <strong>il</strong> primo ca- Mi ha salvato!<br />
pello bianco, qualche anno fa.<br />
Ero diventato come una bottiglia di plastica, imprigio-<br />
“Ragazzo, non sei fatto di ferro nemmeno tu”, mi avenata in un gorgo naturale a lato di un torrente impetuoso,<br />
va detto, con un sorriso ingenuo, ignaro di come sarebbe imbrigliato da lunghe dita scheletriche che mi tiravano<br />
cambiata la mia vita nell’arco di due anni e delle trag<strong>ed</strong>ie sotto, mi liberavano, poi, ancora giù.<br />
che avrei dovuto affrontare.<br />
Anna, mia figlia…la bimba che, con occhi tramortiti,<br />
La spada si muove decisa e sib<strong>il</strong>a fendendo l’aria e, mi dice sorridendo “Fortuna che ho te”, mi ha<br />
mentre le mie gambe cercano di adeguarsi alla velocità resuscitato.<br />
delle mie braccia, riv<strong>ed</strong>o <strong>il</strong> carabiniere che mi suona alla Dolly abbaia ...<br />
porta e che mi dà la notizia che lui non avrebbe mai voluto “Tesoro, eccomi” mi precipito “Tutto bene?”.<br />
dare e che io non avrei mai voluto sentire.<br />
“Papà, papà, abbracciami, ho fatto un sogno terri-<br />
“Sono desolato, ma c’è stato un incidente sulla A21. b<strong>il</strong>e”<br />
Sua moglie…”.<br />
”Mio miele sono qui accanto a te, non avere paura”.<br />
Un ringhio mi esce dalla bocca, mentre la spada dise- L’uomo con un gesto morbido spostò i capelli grigi e<br />
gna arabeschi, destinati a tenere a bada i fantasmi che già capricciosi che lasciavano trasparire la dolorosa<br />
si affollano alla mia mente.<br />
incontrollab<strong>il</strong>ità del tempo, liberando la bella fronte alta,<br />
“Dolly, Dolly!”: la voce di mia figlia, spezza l‘incan- inequivocab<strong>il</strong>e segno di un DNA profondo e complesso e<br />
tesimo.<br />
con voce rassicurante le parlò come solo un padre può<br />
La mia bambina, leggera e fresca, come la schiuma del fare: “Ti ho mai parlato di Dolly? Per un attimo ho cre-<br />
mare o le nuvole del cielo, l’unica che mi ha dato e contiduto ... piccola, io sono accorso <strong>per</strong>ché tu ... non so come<br />
nua a darmi la forza.<br />
dirtelo ... Tu stavi abbaiando”.<br />
Vorrei che ci fosse ancora mia moglie, al mio fianco, Da quando sei nata registro ogni tuo movimento, ogni<br />
<strong>per</strong> aiutarmi nel diffic<strong>il</strong>e compito di <strong>ed</strong>ucarla, in questo tuo gemito, ogni tuo risolino <strong>per</strong>ché tu sei la mia musica,
Voci dal Sud 42 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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la mia letteratura, la mia arte...Poco fa, sentendoti abbadotta chissà dove se la voce di un giovane uomo non si<br />
iare <strong>per</strong>ò ho capito! Tu sei molto di più e del tuo bau bau fosse frapposta, un po’ inopportuna:<br />
m’<strong>il</strong>lumino.<br />
“Venga signora, da questa parte, … quando nascerà,<br />
Tu figlia adorata sei Dolly, la mia cagnolina morta sot- maschio o femmina?” chiese l’infermiere, facendole seto<br />
le rotaie di un treno ad alta velocità.<br />
gno di entrare nella seconda stanza sulla sinistra.<br />
Oh mia amata, <strong>per</strong>sa e ritrovata.<br />
Non aveva voluto v<strong>ed</strong>erla, nemmeno quando quel pic-<br />
Adesso è tutto chiaro, eccetto ... sono assalito da un colo capino riccioluto era uscito dal suo ventre ..., così<br />
pensiero intruso: se tu sei un cane, io chi sono? l’avevano portata via in tutta fretta, alla nursery, dove un’ad-<br />
Dal corridoio arrivano i rumori di gente che corre, che detta del Tribunale dei minori, già allertata da giorni, com-<br />
coordina e che ordina. Il rumore si avvicina, una chiave p<strong>il</strong>ava una serie di moduli, <strong>per</strong> l’affido.<br />
gira, una volta, due, tre e la porta si spalanca.<br />
Perché quella strana sensazione di ansia, nel raggiun-<br />
Tre uomini vestiti di bianco irrompono senza chi<strong>ed</strong>ere gere lo studio legale?<br />
<strong>per</strong>messo e da lì a poco comincia un nuovo sogno. Tutto sommato si trattava di sbrigare una pratica buro-<br />
Elettroshock ...<br />
cratica, almeno così le aveva detto al telefono <strong>il</strong> notaio, <strong>il</strong><br />
Ancora i muscoli infuriati <strong>per</strong> l’affronto, l’abuso Dottor De Magistris.<br />
terapeutico: elettroshock ...<br />
Lapo De Magistris, br<strong>il</strong>lante cinquantenne romano, se-<br />
Camici bianchi mi afferrano, mi legano … sghignazdeva dietro la sua scrivania di c<strong>il</strong>iegio, immerso nella letzo,<br />
temporali nelle vene … la carne si arriccia, i pensieri tura d’un atto di compravendita, quando <strong>il</strong> cicalino<br />
cuociono, mulinellano.<br />
dell’interfono lo interruppe: “La signorina che stava<br />
Riv<strong>ed</strong>o la macchina accartocciata in autostrada ... l’inu- aspettando, è in sala d’attesa, la faccio accomodare?”<br />
t<strong>il</strong>ità del risveglio all’interno del mio oscuro e fetido poz- gli disse la sua segretaria.<br />
zo ... la carrozza del treno, dentro la ragione, la passione “Certo, due minuti e la faccia entrare”, rispose lui,<br />
la voglia di vivere che lievitando si allontanano... quasi seccato.<br />
mia madre che mi accarezza e mi abbandona regalandomi Quando la ragazza entrò nello studio, lui era girato di<br />
<strong>per</strong> sempre la paura di essere amato … fiumi di <strong>per</strong>sone spalle, intento a rimettere a posto alcune carte nel mobi-<br />
estranee mi sorridono.<br />
le dietro la scrivania.<br />
Tutto gira, turbinante tornado dissonante.<br />
Impallidì improvvisamente: stessi lineamenti, d’una in-<br />
Mi sento ardere, non oppongo resistenza … nebbia, poi tensità sconcertante.<br />
alba.<br />
Lei dovette accorgersene, dal momento che rimase in<br />
Qualcosa si rifugia nella mia mano: ciniglia soffice, pi<strong>ed</strong>i sulla porta, senza osare avvicinarsi alle due morbide<br />
delicata, fresca, ma calda … limpida, dissetante. poltroncine in pelle scura.<br />
Spalanca la sua fronte al mio sguardo.<br />
Lapo si ricompose, sebbene, quello che le si parava<br />
“Ciao Anna” … tutto torna a scorrere.<br />
dinanzi agli occhi sembrava <strong>il</strong> fotogramma d’una pellico-<br />
Squ<strong>il</strong>la <strong>il</strong> telefono; <strong>il</strong> sussulto notturno anticipa di pola in bianco e nero, come un f<strong>il</strong>m già visto.<br />
chi secondi la corsa affannata verso la cornetta: “Pron- Riv<strong>ed</strong>eva con la mente Anna, le sue corse al fiume, suo<br />
to…”<br />
padre, i versi di Dolly … quanti anni erano passati? Venti<br />
Anna avanza goffamente lungo <strong>il</strong> corridoio dell’ospe- … no, forse venticinque…<br />
dale.<br />
“Che stupido, ho la data di nascita dinanzi, sul te-<br />
Non è la prima volta che un’emergenza la rovescia giù stamento”, pensò, cercando di dare <strong>il</strong> giusto tono alla<br />
dal letto, ma la pancia informe si è ingrossata a dismisura voce, frammezzata d’una emozione vibrante <strong>ed</strong><br />
dall’ultima volta.<br />
inequivocab<strong>il</strong>e.<br />
Un mese, manca soltanto un mese alla nascita della loro Le lesse <strong>il</strong> testamento, spiegandole i passi da fare, <strong>per</strong><br />
bambina e non era così che aveva immaginato l’attesa. entrare in possesso dell’er<strong>ed</strong>ità, nonché tutti gli<br />
A dire <strong>il</strong> vero aveva immaginato tutto diversamente o adempimenti da assolvere, in caso di accettazione.<br />
forse non aveva immaginato abbastanza, altrimenti si sa- La ragazza sembrava non ascoltarlo affatto, presa corebbe<br />
fermata prima.<br />
m’era a guardare <strong>il</strong> suo sguardo e i suoi capelli e, in veri-<br />
Quanto prima?<br />
tà, <strong>il</strong> notaio pareva anche averlo notato.<br />
La risposta appena abbozzata si ferma bruscamente da- “Sa, signorina, che conoscevo la sua famiglia?” disvanti<br />
al piccolo specchio accanto alla porta di servizio se lui, tentando di sviare <strong>il</strong> discorso, che pareva non inte-<br />
antistante le scale di sicurezza.<br />
ressarla affatto.<br />
I solchi scuri sotto gli occhi lasciano intrav<strong>ed</strong>ere le Non aveva bisogno d’ascoltare altro … aveva detto al<br />
tracce inequivocab<strong>il</strong>i di una bellezza che non si lascerà De Magistris, che intendeva rinunciare all’er<strong>ed</strong>ità … che<br />
sopraffare fac<strong>il</strong>mente.<br />
sciocca eh? Eppure quella cifra le avrebbe garantito un<br />
Non aveva mai preso troppo sul serio <strong>il</strong> suo aspetto futuro dignitoso <strong>per</strong> <strong>il</strong> resto della vita e, di fronte alla se-<br />
fisico.<br />
quela di leggi e norme che lui le aveva sciorinato, aveva<br />
Aveva giocato di tanto in tanto godendo, divertita e sor- frettolosamente liquidato la situazione, manifestando la<br />
presa, dell’effetto che provocavano sugli uomini quelle sua volontà di devolvere l’intera somma, in beneficenza.<br />
fattezze im<strong>per</strong>fette ma ab<strong>il</strong>mente assemblate.<br />
Uscii fuori e pioveva … camminavo sotto la pioggia,<br />
Nulla di più: non era mai stata disposta a puntare su lentamente, lasciando che le gocce mi entrassero addirit-<br />
qualcosa che non poteva controllare.<br />
tura nelle orecchie, infastidendomi ovattando <strong>il</strong> suono<br />
La mente disegna un sorriso ironico e l’avrebbe con- delle auto…
Voci dal Sud 43 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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<strong>il</strong> Cafè degli Amanti<br />
white_sharck71 su Vivicentro riporta la delicata poesia di<br />
Vincenzo Giandomanico che noi ospitiamo con vivo piacere<br />
“O NONNO “<br />
Avisse arapì ll’uocchie, oj mamma<br />
mia!<br />
Vita passata mia .... pare nu suonno!<br />
Aiere cu’’e guagliune ‘nmiez’a via,<br />
oggie nu viecchio e otto vote nonno<br />
Io quanno parlo ‘e Te mamma mia<br />
cara ritorno n’ata vota piccer<strong>il</strong>lo<br />
e dint’o suonno quanno Tu m’appareveco<br />
ca Tu faie ‘a nonna all’angiul<strong>il</strong>le<br />
Io quanno stongo ‘nmiez’ a sti nepu<br />
te oj mamma t”e vulesso fà v<strong>ed</strong>è<br />
so accussì belle e nu’ ll’he cunusciute,<br />
comme vurrio ca stisse ‘nziem’a<br />
mmè<br />
P”a casa songhe otto palummielle!<br />
Pe n’attimo nun trovene arricietto<br />
ll’urdimo nato me fà o’ cianciusiello<br />
quann’o pàzzeo ruciulea p”o lietto<br />
Pe mmè so comm’a tante pazzielle<br />
e spisso tutte ‘nzieme pazziamme<br />
m’ha ditto aiere ‘o chiù strappuliatielle:<br />
O no’, ma pure tu tenive ‘a<br />
mamma?<br />
Io nun l’aggiu risposto, m’ha guardato<br />
e tale e quale comm’ ‘ a dduje<br />
cumpagne cu’ ‘e ddoje braccelle forte<br />
m’abbracciato e pò m’ha ditto:<br />
O no’, ma pecchè chiagne !?
Voci dal Sud 44 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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Firenze - Una voce critica forte,<br />
la voce della coscienza del mondo,<br />
spesso scomoda, si è spenta!<br />
Al di là del dispiacere di averla<br />
<strong>per</strong>sa, come scrittrice e giornalista,<br />
non posso non riconoscerle <strong>il</strong> merito<br />
di aver messo in “ombra” gli uomini<br />
tutti, <strong>ed</strong> andare controcorrente<br />
con i suoi scritti, dimostrando una<br />
volta di più la capacità innata che è<br />
propria di tutte donne, che quando<br />
vogliono sono capaci di affrontare<br />
gli ostacoli peggiori che la vita dissemina<br />
sul loro cammino.<br />
Non poteva che essere una donna<br />
a tracciare questo significativo<br />
<strong>per</strong>corso.<br />
Nonostante non fossi d’accordo<br />
sul fatto che la volevano Senatrice<br />
a vita, <strong>per</strong>chè ho sempre sentito la<br />
cosa strumentale e non lo trovassi<br />
giusto nei<br />
confronti di una bella <strong>per</strong>sona, profonda<br />
e al contempo con una mente<br />
analitica e attenta ai fatti della vita<br />
e del mondo.<br />
Devo confessare che la sua vivacità<br />
intellettuale, <strong>il</strong> sa<strong>per</strong>e ogni cosa<br />
su tutto, <strong>il</strong> non aver paura di niente<br />
... continua ad affascinarmi.<br />
La paura Lei sapeva bene cos’era,<br />
non parlava mai <strong>per</strong> sentito<br />
dire, ma raccontava e urlava di<br />
quelle paure che gli uomini avrebbero<br />
dovuto sopportare e che si sarebbero<br />
fatte avanti, un giorno dopo<br />
l’altro, senza<br />
che nessuno ne arginasse la piena<br />
del terrore.<br />
Purtroppo, mi sono resa conto<br />
che la gente, prende sempre fischi<br />
<strong>per</strong> fiaschi e non capisce mai! Leg-<br />
Queste pagine fanno parte del gemellaggio fra la Fromo<br />
Editore di Rosarno e le Edizioni Damiano di V<strong>il</strong>la Verucchio<br />
(Rimini). Articoli, firme e foto appartengono alla rivista<br />
Vignettopoli <strong>ed</strong>ita dalla Editrice Damiano<br />
http://www.<strong>ed</strong>izionidamiano.net/<br />
Si è spenta la voce della nostra<br />
coscienza : Oriana<br />
Nicoletta Damiano<br />
ge, ma pensa ad altro, guarda, ma<br />
v<strong>ed</strong>e ciò che gli altri ti vogliono<br />
far v<strong>ed</strong>ere.<br />
Tu uomo, tu che di Lei hai dato<br />
un lapidale giudizio nel riceverne<br />
la notizia del suo decesso, non hai<br />
capito un tubo ... ma non ti preoccupare,<br />
siamo in molti in tua<br />
compagnia, a nuotare in questa magnifica<br />
ignoranza.<br />
Un giorno, anche se troppo tardi,<br />
ci sveglieremo,<br />
ma come dico ... sarà troppo tardi!<br />
... <strong>per</strong>chè quando cominceremo a<br />
ragionare con la nostra testa e<br />
finalmente a capire cosa ci voleva<br />
dire Oriana Fallaci, a leggere i suoi<br />
scritti con la mente scevra da padroni<br />
indotti, quando finalmente<br />
avremo ripulito <strong>il</strong> cervello di tutte<br />
quelle scorie che appesantiscono di<br />
stupidità la testa, <strong>ed</strong> insudiciano<br />
occhi e cuore ... non sapremo più a<br />
chi dirlo! ... ma non ci saremo più<br />
nemmeno noi<br />
a sparare parole.<br />
Oggi <strong>per</strong>diamo una figura esemplare<br />
nel mondo del giornalismo,<br />
ma anche una grande donna, e le<br />
Donne, Noi donne, <strong>per</strong>dono molto<br />
con la sua scomparsa; gli uomini<br />
invece, dovrebbero riflettere su di<br />
L e i ,<br />
in questa società che si sono impacchettati<br />
ad immagine e somiglianza,<br />
dove vince chi corre di più:<br />
da una responsab<strong>il</strong>ità, da una sfida,<br />
da una scopata, da un amore.<br />
“La società degli uomini in<br />
fuga” che fino ad arrivare ai più<br />
alti vertici, giocano ancora con le<br />
vite di tutti e se ne fregano della<br />
nostra.<br />
Cara Oriana, come giornalista<br />
<strong>per</strong>do <strong>per</strong>sonalmente un punto interessante<br />
di riferimento <strong>ed</strong> una<br />
voce vera, limpida, chiara. Oggi la<br />
nostra categoria dovrebbe essere a<br />
lutto stretto, <strong>per</strong>chè di giornalisti<br />
così, com’eri tu, mi spiace dirlo, ma<br />
non ne sono più.<br />
Si faranno in quattro <strong>per</strong> esprimere<br />
i loro dolore davanti alle telecamere,<br />
mentre dietro la schiena ti<br />
combattevano e disapprovavano.<br />
Ci sarà la corsa alla lacrima, a chi<br />
le spara più grosse, <strong>ed</strong> ancora una<br />
volta, dovrai da lassù assistere all’ennesima<br />
rappresentazione teatrale<br />
di ipocriti con l’abito scuro e occhiali<br />
neri.<br />
Hai fatto bene a lasciarci in s<strong>il</strong>enzio,<br />
ti eri già sgolata anche troppo,<br />
ma sai “non c’è peggior sordo di<br />
chi non vuol sentire!”.<br />
Che la tua nuova strada sia meno<br />
pesante di quella che hai dovuto<br />
sopportare in vita.<br />
Buon viaggio cittadina del mondo<br />
e grande donna da me, una piccola<br />
ignorante che sopravvive facendo<br />
la scribacchina.
Voci dal Sud 45 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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dal mondo di Vignettopoli<br />
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Edizioni Damiano - V<strong>il</strong>la<br />
Verucchio (RN) Italy<br />
Scaduti i termini <strong>per</strong> partecipare al concorso letterario nazionale<br />
di scrittura femmin<strong>il</strong>e<br />
“MA ADESSO IO”<br />
COMPIE DIECI ANNI<br />
Faenza - Scaduti i termini <strong>per</strong> partecipare al concorso<br />
letterario nazionale di scrittura femmin<strong>il</strong>e<br />
“MA ADESSO IO” COMPIE DIECI ANNI<br />
Presidente della giuria è la scrittrice e giornalista Lisa<br />
Bellocchi.<br />
Le o<strong>per</strong>e vanno presentate entro <strong>il</strong> 31 ottobre 2006<br />
Il concorso letterario nazionale di scrittura femmin<strong>il</strong>e<br />
“Ma adesso io” compie dieci anni. La manifestazione<br />
è promossa dall’assessorato alle Pari Opportunità<br />
del Comune di Faenza, d’intesa con gli assessorati<br />
alle Pari Opportunità dei Comuni dell’area<br />
faentina (Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese,<br />
Riolo Terme e Solarolo), in collaborazione con<br />
l’associazione Nuovi Materiali, la società <strong>ed</strong>itrice “Il<br />
Ponte Vecchio” di Cesena, <strong>il</strong> settimanale faentino<br />
Sette Sere e con <strong>il</strong> contributo dell’Ufficio provinciale<br />
della Consigliera di Parità, della Provincia di Ravenna,<br />
della Regione Em<strong>il</strong>ia Romagna, di Legacoop, di<br />
Casacooptre e della Coo<strong>per</strong>ativa Zerocento.<br />
La macchina organizzativa della decima <strong>ed</strong>izione<br />
di “Ma adesso io” è partita proprio in questi giorni.<br />
Al concorso possono partecipare tutte le donne che<br />
hanno compiuto <strong>il</strong> s<strong>ed</strong>icesimo anno d’età, ovunque<br />
residenti. Tre le sezioni previste: Poesia, Narrativa<br />
(racconti, romanzi brevi) e Memorialistica (testimonianze<br />
e diari). La partecipazione al concorso è gratuita.<br />
Le partecipanti dovranno inviare le loro o<strong>per</strong>e<br />
(testi in<strong>ed</strong>iti, a tema libero e in lingua italiana), in<br />
quattro copie <strong>per</strong> la sezione Poesia, in sette <strong>per</strong> le<br />
sezioni Narrativa e Memorialistica, entro <strong>il</strong> 31 ottobre<br />
2006 alla segreteria del Concorso di scrittura femmin<strong>il</strong>e<br />
- assessorato Pari Opportunità del Comune di<br />
Faenza (piazza del Popolo, 31).<br />
E’ consentita la partecipazione a una sola sezione.<br />
Non sono inoltre ammesse al concorso le vincitrici<br />
dell’<strong>ed</strong>izione prec<strong>ed</strong>ente.<br />
Per la sezione Poesia si possono inviare da un minimo<br />
di tre a un massimo di cinque poesie; <strong>per</strong> la sezione<br />
Narrativa i testi dovranno essere al massimo di 100<br />
cartelle; 50 cartelle, infine, <strong>per</strong> la sezione<br />
Memorialistica. Le cartelle devono essere contenute<br />
nei limiti di trenta righe <strong>per</strong> sessanta battute l’una.<br />
Gli elaborati saranno valutati da una giuria nominata<br />
dall’Amministrazione comunale e presi<strong>ed</strong>uta que-<br />
st’anno dalla scrittrice e giornalista Lisa Bellocchi, di<br />
cui faranno parte esponenti qualificati del mondo della<br />
cultura.<br />
Per ciascuna sezione la giuria sceglierà un’o<strong>per</strong>a<br />
vincitrice e una rosa di o<strong>per</strong>e segnalate. Alle o<strong>per</strong>e<br />
vincitrici andrà un premio di m<strong>il</strong>le euro.<br />
E’ inoltre previsto un premio speciale <strong>per</strong> ogni sezione<br />
– <strong>il</strong> premio “Migliore O<strong>per</strong>a” – del valore di 500<br />
euro, riservato alle scrittrici residenti nel territorio<br />
faentino (Faenza e comuni del comprensorio).<br />
Le o<strong>per</strong>e vincitrici e quelle segnalate di ciascuna<br />
sezione saranno presentate pubblicamente domenica<br />
11 marzo 2007, in occasione delle manifestazioni dell’8<br />
marzo, Giornata Internazionale della Donna.<br />
Per ulteriori informazioni sul concorso rivolgersi all’assessorato<br />
alle Pari Opportunità del Comune di<br />
Faenza (tel. 329.1715499; fax 0546.691679; e-ma<strong>il</strong>:<br />
maadessoio@racine.ra.it), dal lun<strong>ed</strong>ì al venerdì, dalle<br />
ore 12.00 alle 14.00; <strong>il</strong> mart<strong>ed</strong>ì e giov<strong>ed</strong>ì anche <strong>il</strong> pomeriggio,<br />
dalle 14.30 alle 16.30.<br />
MARILY
Voci dal Sud 46 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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dal mondo di Vignettopoli<br />
L’Istituto degli Innocenti manifesta la propria preoccupazione<br />
<strong>per</strong> quanto sta avvenendo in Olanda dove un<br />
gruppo f<strong>il</strong>o p<strong>ed</strong>of<strong>il</strong>o potrà partecipare alle prossime elezioni.<br />
In forza del proprio impegno plurisecolare a fianco<br />
dell’infanzia e dell’adolescenza l’Istituto degli Innocenti<br />
sollecita <strong>il</strong> Governo italiano a farsi promotore in s<strong>ed</strong>e<br />
europea di un’iniziativa di denuncia di questa vicenda, richiamando<br />
i membri dell’ Unione all’applicazione e al rispetto<br />
delle norme e dei principi della convenzione ONU<br />
del 1989.<br />
A tutte le associazioni, alle realtà e ai cittadini che si<br />
battono <strong>per</strong> promuovere una cultura favorevole all’infanzia,<br />
l’Istituto chi<strong>ed</strong>e di aderire <strong>per</strong> sostenere questo appello.<br />
Nonostante l’opinione pubblica olandese <strong>ed</strong> europea,<br />
almeno in alcuni suoi settori, abbia condannato fortemente<br />
le gravi posizioni f<strong>il</strong>o p<strong>ed</strong>of<strong>il</strong>e del neo costituito partito<br />
NVD ( Carità, Libertà e Diversità), <strong>il</strong> Tribunale dell’Aja<br />
ne ha stab<strong>il</strong>ito l’ammissib<strong>il</strong>ità alle elezioni di novembre.<br />
Fra le proposte del NVD ci sono l’abbassamento dell’età<br />
del consenso sessuale da 16 a 12 anni, con conseguente<br />
possib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> i minori di partecipare a f<strong>il</strong>m pornografici<br />
e anche prostituirsi, la depenalizzazione del<br />
possesso di pornografia infant<strong>il</strong>e, la libera trasmissione<br />
di f<strong>il</strong>m pornografici, anche di giorno, sui canali televisivi,<br />
tranne quelli violenti, comunque proiettab<strong>il</strong>i nelle ore<br />
notturne.<br />
Questi sono alcuni dei capisaldi di un programma che<br />
intende far diventare comportamenti normali e leciti una<br />
insieme di atti che, solo grazie a decenni di impegno e di<br />
mob<strong>il</strong>itazione civ<strong>il</strong>e, sono stati finalmente riconosciuti<br />
quali crimini contro la <strong>per</strong>sona, da <strong>per</strong>seguire a livello<br />
nazionale e internazionale.<br />
Il fondatore e i sostenitori di NVD ut<strong>il</strong>izzano<br />
argomentazioni tipiche di chi commette abusi sessuali su<br />
bambini e bambine <strong>per</strong> giustificare la loro scelta: “le nostre<br />
proposte vogliono ampliare i diritti dei minori all’amore<br />
e alla sessualità; vogliamo lacerare <strong>il</strong> velo<br />
dell’ipocrisia, vogliamo favorire l’<strong>ed</strong>ucazione sessuale<br />
dei minori”.<br />
Dietro pretese democratiche e progressiste si vuole<br />
invece legittimare lo sfruttamento sessuale di bambini e<br />
bambine, negando i gravi e drammatici effetti a breve e<br />
lungo termine che gli abusi sessuali producono sui piccoli,<br />
e <strong>il</strong> fatto che tra un adulto e un bambino che ne<br />
subisce gli atti sessuali non potrà mai esserci un rapporto<br />
di parità.<br />
Il Tribunale dell’Aja ha motivato la propria decisione<br />
di ammettere alle elezioni <strong>il</strong> NVD anche <strong>per</strong> non l<strong>ed</strong>ere<br />
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Verucchio (RN) Italy<br />
Appello al Governo italiano <strong>per</strong>ché la Convenzione ONU sui diritti del<br />
fanciullo venga rispettata in tutti i Paesi membri dell’Unione<br />
P<strong>ed</strong>of<strong>il</strong>ia? no grazie!<br />
<strong>il</strong> diritto alla libertà di espressione.<br />
Ma come viene garantita quella di bambini e bambine?<br />
Sono stati ascoltati? Quale attuazione reale ha in tutta<br />
Europa <strong>il</strong> loro diritto all’ascolto e alla partecipazione?<br />
Il mondo degli adulti deve impegnarsi, oggi, a garantire<br />
la libertà e la possib<strong>il</strong>ità di espressione dei bambini e delle<br />
bambine, non di chi si approfitta della loro posizione<br />
di dipendenza e di mancanza di parola <strong>per</strong> rivendicare la<br />
libertà di abusare di loro.<br />
Ciò che è avvenuto è particolarmente inquietante <strong>per</strong>ché<br />
viola i principi normativi contenuti in convenzioni,<br />
protocolli e dichiarazioni sui diritti dell’infanzia e contro<br />
l’abuso e lo sfruttamento sessuale di bambini e bambine,<br />
che sono stati sottoscritti e ratificati anche dall’Olanda,<br />
in primis tra tutti la Convenzione Onu dei sui diritti<br />
del fanciullo.<br />
In questo atto, promulgato a New York nel 1989, gli<br />
Stati si impegnano ad adottare misure legislative, amministrative,<br />
sociali <strong>ed</strong> <strong>ed</strong>ucative <strong>per</strong> tutelare i soggetti minorenni<br />
contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di<br />
brutalità fisiche, compresa la violenza sessuale (art.19),<br />
e ad assumere a livello nazionale, b<strong>il</strong>aterale e mult<strong>il</strong>aterale<br />
ogni iniziativa ut<strong>il</strong>e a imp<strong>ed</strong>ire che i bambini siano incitati<br />
o costretti a d<strong>ed</strong>icarsi a una attività sessuale <strong>il</strong>legale,<br />
sfruttati a fini di prostituzione, di altre pratiche sessuali<br />
<strong>il</strong>legali o della produzione di spettacoli o di materiale a<br />
carattere pornografico (art.34).<br />
Poiché <strong>per</strong> <strong>il</strong> diritto italiano gli atti sessuali con minorenni,<br />
la p<strong>ed</strong>opornografia e la prostituzione minor<strong>il</strong>e costituiscono<br />
reato le proposte del Ndv potrebbero essere<br />
considerate come “istigazione a delinquere” (art. 414<br />
c.p.).<br />
La propaganda fatta dal nuovo partito olandese potrebbe<br />
integrare tale fattispecie di reato <strong>per</strong>ché chi istiga a<br />
commettere uno o più reati viene condannato con pene<br />
detentive e/o pecuniarie a seconda dei casi e le richieste<br />
del NDV integrano comportamenti idonei a provocare la<br />
commissione di reati ai danni di bambini e bambine.<br />
da l’Istituto Degli Innoncenti<br />
girato a voi tutti<br />
dall’<strong>ed</strong>itore Nicoletta Damiano<br />
Per aderire inviare una ma<strong>il</strong> a:<br />
r<strong>ed</strong>azione@istitutodeglinnocenti.it<br />
Tel. +39 055 2037331, 324, 220<br />
www.istitutodeglinnocenti.it
Voci dal Sud 47 Anno II° nr. 11 Novembre 2006<br />
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dal mondo di Vignettopoli<br />
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Edizioni Damiano - V<strong>il</strong>la<br />
Verucchio (RN) Italy<br />
QUESTI NOSTRI…”FANTASMI”<br />
Virtuali, remoti, sociali, storici - Edizioni Damiano di Nicoletta Damiano<br />
Ci cr<strong>ed</strong>ete ai fantasmi? ...... In questa raccolta della scrittrice m<strong>il</strong>anese ne potete trovare di ogni tipo e <strong>per</strong> ogni<br />
gusto. Fantasmi dell’entroterra romagnolo: ricco di storia e di castelli, ognuno con la sua “presenza”....ma i fantasmi<br />
non sono solo di tipo storico o legati a leggende popolari, infatti, Nicoletta Damiano, ne ha trovati alcuni, che vivono<br />
<strong>per</strong>ennemente con noi... I fantasmi “sociali”, meccanismi in grado di convincerci che non siamo chi siamo e che<br />
riceviamo nel momento in cui si lancia <strong>il</strong> primo vagito. I fantasmi “virtuali”, i miti o gli idoli cui vorremmo assomigliare<br />
<strong>per</strong> un’ansia di piacere, che non ci appartiene ma che viene alimentata, giorno dopo giorno dai m<strong>ed</strong>ia. I fantasmi<br />
“remoti”, quelli che appartengono solo a noi e che incarnano le nostre paure più profonde e che talvolta emergono,<br />
producendo risultati, devastanti...Cr<strong>ed</strong>eteci ai fantasmi. Ogni giorno, senza sa<strong>per</strong>lo conviviamo con lo spettro di<br />
qualcuno <strong>ed</strong> in questa intrigante e variegata sequela di <strong>per</strong>sonaggi, da Azzurrina a Mar<strong>il</strong>yn Monroe, da Cagliostro a<br />
Berlusconi... Un’investigazione tra i Misteri “dentro e fuori di noi” e che appartengono da sempre ad ogni popolo,<br />
antico e moderno.<br />
Questi nostri fantasmi e l’approfondimento dei fantasmi storici che aleggiano sulla nostra vita li potete approfondire<br />
nel volume <strong>ed</strong>ito dall’<strong>ed</strong>itrice Damiano nel volume<br />
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