libro1 - Storiastoriepn.it
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Gian Luigi Bettoli<br />
La costruzione del Part<strong>it</strong>o<br />
Socialista<br />
nel Friuli occidentale<br />
dalla fine del diciannovesimo<br />
secolo<br />
alla d<strong>it</strong>tatura fascista.<br />
La pianura. La pedemontana fra<br />
Livenza e Cellina.<br />
Parte prima:<br />
dalla crisi di fine secolo alla Grande Guerra.
2<br />
Indice<br />
Prefazione di Arduino Agnelli<br />
1. Prologo. Pordenone, 1928<br />
2. Obiettivi e metodo della ricerca. Fonti utilizzate<br />
pagina 6<br />
pagina 8<br />
2.1 - Alla ricerca di una storia del socialismo friulano.<br />
pagina 20<br />
pagina 20<br />
2.2 - Fonti utilizzate pagina 36<br />
2.2.1 - Fonti archivistiche<br />
2.2.2 - Fonti a stampa<br />
2.2.3 - Cr<strong>it</strong>eri utilizzati nella trascrizione delle fonti<br />
pagina 36<br />
pagina 36<br />
pagina 43<br />
pagina 45<br />
3.1 - Il terr<strong>it</strong>orio friulano: una piccola patria senza confini pagina 45<br />
3.2 - Una terra amara pagina 48<br />
3.3 - La fuga pagina<br />
3.4 - Il porto delle fabbriche pagina 37<br />
pagina 47<br />
4.1 - Le origini del socialismo nel Friuli Occidentale pagina 47<br />
4.1.1 - Prime presenze. Gli ultimi anni dell’Ottocento pagina 47<br />
4.1.2 - L’organizzazione degli agenti pagina 49<br />
4.1.3 - La debole democrazia pordenonese<br />
4.1.4 - La formazione del part<strong>it</strong>o socialista<br />
pagina 51<br />
pagina 53<br />
4.1.5 - Primi comizi socialisti pagina 58<br />
4.1.6 - Per la legge Turati-Kuliscioff contro il lavoro notturno di donne e fanciulli pagina 60<br />
4.1.7 - La nasc<strong>it</strong>a dell’organizzazione sindacale socialista<br />
4.1.8 - “Una sezione v<strong>it</strong>ale oltre ogni aspettativa”<br />
4.1.9 - Riformisti vs. rivoluzionari a Pordenone: polemiche senza esclusione di colpi<br />
pagina 62<br />
pagina 64<br />
pagina 66<br />
4.1.10 - Blocco popolare e programma minimo socialista<br />
4.1.11 - La prima Giunta democratica<br />
4.1.12 - La secessione pordenonese dalla federazione socialista<br />
pagina 74<br />
pagina 76<br />
pagina 80<br />
4.1.13 - Le prime lotte sindacali<br />
4.1.14 - Dai garibaldini al socialismo<br />
4.1.15 - Chiese infette, preti immorali, possessioni diaboliche: l’anticlericalismo socialista<br />
4.1.16 - La mobil<strong>it</strong>azione per l’iscrizione nelle liste elettorali<br />
pagina 85<br />
pagina 87<br />
pagina 91<br />
pagina 101<br />
4.2 - La Giunta Galeazzi pagina 107<br />
4.2.1 - Il vescovo Isola invia don Lozer a Torre pagina 107<br />
4.2.2 - Breve intermezzo moderato<br />
4.2.3 - Il Primo Maggio<br />
4.2.4 - Pane municipale o pane cooperativo?<br />
4.2.5- La prima volta dei socialisti come lista elettorale autonoma<br />
4.2.6 - Breve v<strong>it</strong>a di un Consiglio Comunale<br />
4.2.7 - Vis<strong>it</strong>e reali e massacri di lavoratori<br />
4.2.8 - Pordenone svolta a sinistra<br />
4.2.9 - I primi atti della Giunta radicale<br />
pagina 109<br />
pagina 110<br />
pagina 112<br />
pagina 114<br />
pagina 118<br />
pagina 120<br />
pagina 123<br />
pagina 128<br />
4.2.10 - L’inchiesta sulla gestione dell’ospedale<br />
4.2.11 - Il congresso socialista di Tolmezzo (28 gennaio 1906)<br />
4.2.12- Dalle Società Operaie alle Cooperative<br />
4.2.13 - Si lavora allo sviluppo di Pordenone<br />
pagina 133<br />
pagina 136<br />
pagina 146<br />
pagina 150<br />
4.2.14 - Il comune di Pordenone sostiene lo sciopero del Cotonificio Amman pagina 152<br />
4.2.15 - Case, scuole, ospedale<br />
4.2.16 - In difesa dei lavoratori comunali, i socialisti mettono in crisi la maggioranza<br />
4.2.17 - Facciamo come in Francia<br />
pagina 154<br />
pagina 157<br />
pagina 161<br />
4.2.18 - La ricostruzione del bilancio comunale<br />
4.2.19 - Tragico epilogo dello sciopero degli edili<br />
pagina 164<br />
pagina 168<br />
4.2.20 - Dal centenario di Garibaldi al Venti Settembre<br />
4.2.21 - “Il vecchio borgo feudale va perdendo la sua mediovale fisonomia”<br />
4.2.22 - Sindacalismo rivoluzionario e riformismo a confronto<br />
4.2.23 - L’indebolimento del part<strong>it</strong>o<br />
4.2.24 - Fra commercianti e mil<strong>it</strong>ari<br />
pagina 174<br />
pagina 176<br />
pagina 181<br />
pagina 185<br />
pagina 188<br />
4.2.25 - Il lavatoio di Torre<br />
4.3 - R<strong>it</strong>orno all’opposizione<br />
4.3.1. - Le consultazioni parziali<br />
4.3.2 - L’interregno<br />
4.3.3 - I socialisti di fronte alla crisi della prima sinistra cristiana<br />
pagina 191<br />
pagina 195<br />
pagina 195<br />
pagina 197<br />
pagina 200<br />
4.3.4 - Le elezioni pol<strong>it</strong>iche del marzo 1909<br />
4.3.5. - La sconf<strong>it</strong>ta<br />
4.3.6 - Successi di don Lozer a Torre e ripresa della propaganda socialista<br />
pagina 203<br />
pagina 206<br />
pagina 210<br />
4.3.7 - Il comune al servizio degli speculatori pagina 213<br />
4.3.8 - L’offesa clericale ad Enea Ellero<br />
4.3.9 - La prima candidatura socialista al Consiglio Provinciale<br />
4.3.10 - Vallenoncello: la sinistra all’attacco del feudo dei Cattaneo<br />
pagina 217<br />
pagina 218<br />
pagina 222<br />
4.3.11- Roveredo in Piano: la rivolta per le scuole fa vincere la sinistra pagina 224<br />
3. Il terr<strong>it</strong>orio. Il Friuli di fine Ottocento<br />
4. Il sole radioso dell’avvenire. Pordenone, la piccola Manchester
4.3.12- Torre: la costruzione della Casa del Popolo<br />
4.3.13 - Un’amministrazione senza testa<br />
pagina 226<br />
pagina 231<br />
4.3.14 - Lo sfacelo: la Giunta Querini pagina 233<br />
4.3.15 - Crisi e ripresa del socialismo pordenonese<br />
4.3.16 - Una questione di terreni edificabili<br />
4.3.17 - La lotta contro l’alcoolismo<br />
pagina 236<br />
pagina 240<br />
pagina 244<br />
4.3.18 - Al di là del Livenza: Sacile. La Giunta De Martini-Fornasotto pagina 252<br />
4.3.19 - La cost<strong>it</strong>uzione del circolo del Psi pagina 260<br />
4.3.20 - Il congresso operaio provinciale pagina 267<br />
4.3.21 - La pol<strong>it</strong>ica scolastica dei socialisti pagina 270<br />
4.3.22 - Un part<strong>it</strong>o di maestri pagina 276<br />
4.3.23 - La cost<strong>it</strong>uzione dell’Unione mandamentale socialista<br />
4.4 - Guerre imperialiste e spostamento a sinistra del Psi<br />
4.4.1 - Debole opposizione all’aggressione alla Libia<br />
4.3.2 - Di nuovo l’ospedale<br />
4.4.3 - Magie contabili<br />
4.4.4 - Primo Maggio rivoluzionario<br />
4.4.5 - L’occupazione mil<strong>it</strong>are<br />
4.4.6- Il primo convegno collegiale socialista<br />
4.4.7 - Si riorganizzano gli operai edili<br />
4.4.8 - La campagna elettorale per Ellero<br />
pagina 282<br />
pagina 284<br />
pagina 284<br />
pagina 254<br />
pagina 260<br />
pagina 263<br />
pagina 265<br />
pagina 267<br />
pagina 301<br />
pagina 274<br />
4.4.9 - Il fallimento della Cassa Rurale di Cordenons pagina 316<br />
4.4.10 - L’Amministrazione Comunale cambia linea pagina 318<br />
4.4.11 - Per lo sviluppo dei collegamenti ferroviari e stradali di Pordenone<br />
4.4.12 - Il secondo congresso socialista collegiale<br />
pagina 321<br />
pagina 330<br />
4.4.13 - Nella pedemontana: l’organizzazione degli emigranti pagina 299<br />
4.4.14 - Montereale: le battaglie di Domenico Fassetta pagina 337<br />
4.4.15 - Crisi operaia e sciopero delle tess<strong>it</strong>rici di Rorai Grande pagina 348<br />
4.4.16 - Prata: la lunga guerra con don Concina (e il dottor Ebhardt) pagina 344<br />
4.4.17 - L’ombra del confl<strong>it</strong>to mondiale e della rivoluzione si stende sulle elezioni<br />
amministrative<br />
pagina 318<br />
4.4.18- Un socialista al Consiglio Provinciale pagina 320<br />
4.4.19 - Sarajevo e dintorni pagina 323<br />
4.4.20 - Il Psi e la guerra mondiale pagina 388<br />
4.4.21 - Fra intransigenza neutralista e pol<strong>it</strong>ica dei blocchi popolari pagina 370<br />
4.4.22 - Caneva: i socialisti conquistano il comune per assicurare la condotta medica piena pagina 375<br />
4.4.23 - Campagna elettorale di guerra, voto di pace pagina 381<br />
4.4.24 - Primi nel dare l’esempio, anche in trincea pagina 385<br />
4.4.25 - Campane a martello pagina 386<br />
4.4.26 - Organizzare gli operai o i contadini? pagina 396<br />
4.4.27 - A Pordenone durante la guerra pagina 401<br />
4.4.28 - Nonostante la guerra: la Giunta socialista di Caneva pagina 405<br />
4.4.29 - I socialisti sopravvivono agli austriaci, non al r<strong>it</strong>orno di Chiaradia pagina 411<br />
Appendice documentaria pagina 436<br />
1. Dati del censimento industriale 1911 a Pordenone pagina<br />
436<br />
2. I bambini nelle fornaci pagina<br />
436<br />
3. L’organizzazione degli emigranti nel Friuli pagina<br />
416<br />
4. Lettere da Pordenone pagina<br />
416<br />
5. Il socialismo friulano nel 1894 pagina 5<br />
6. Per l’organizzazione operaia in Friuli pagina 5<br />
7. La farmacia servizio municipale pagina 6<br />
8. Le Camere di lavoro pagina 6<br />
9. La conferenza di Ellero dell’8 dicembre 1901 pagina 7<br />
10. In difesa di Enrico Ferri pagina 8<br />
11. Il contradd<strong>it</strong>torio fra Ellero ed i sindacalisti clericali pagina 8<br />
12. Conferenza di Cesare Sarfatti pagina 9<br />
13. Il Primo Maggio del 1902 pagina 9<br />
14. Socialismo per sport e socialismo vero pagina 9<br />
15. La risposta di Luigi Scottà pagina 10<br />
16. Programma dell’amministrazione democratica guidata da Antonio Polese pagina 12<br />
17. Sui rapporti fra socialisti, radicali e repubblicani pagina 13<br />
18. La polemica fra Gino Rosso e la Federazione Provinciale Socialista pagina<br />
444<br />
19. I socialisti per il 50° dell’insurrezione di Navarons pagina 14<br />
20. Le commemorazioni di Marziano Ciotti a Montereale pagina 15<br />
21. Gli spir<strong>it</strong>ati di Clauzetto, intervista col prof. Antonini pagina 16<br />
22. Le suore negli Ospedali pagina 19<br />
23. I socialisti e le elezioni pagina 19<br />
24. L’inaugurazione della sede socialista di Pordenone pagina 23<br />
25. Il Primo Maggio 1905 pagina 24<br />
26. La prima candidatura autonoma dei socialisti a Pordenone pagina 25<br />
27. La v<strong>it</strong>toria delle “mosche socialiste” pagina 26<br />
28. Il comizio di Maria Goia a Pordenone pagina 27<br />
3
4<br />
29. Il discorso di Ellero per il Venti Settembre 1905 ad Udine pagina 27<br />
30. Un corteo di donne a Pordenone pagina 27<br />
31. La v<strong>it</strong>toria radicale e socialista al comune di Pordenone pagina 28<br />
32. Consiglieri comunali di Pordenone eletti nel novembre 1905 pagina<br />
460<br />
33. Lettera della Lega Muratori di Pordenone del 19 dicembre 1905 e risposta dell’ass.<br />
pagina<br />
Zannerio<br />
460<br />
34. La relazione di Guido Rosso sull’ospedale pagina 31<br />
35. Il comizio di solidarietà con la Russia del 21 gennaio 1906 pagina 34<br />
36. Articoli di Giuseppe Ricchieri pagina 34<br />
37. Prima del Congresso. Lega, coscienza socialista, voto pagina 41<br />
38. I socialisti e le Società Operaie pagina 43<br />
39. Manifesto del sindaco Galeazzi a sostegno dello sciopero del Cotonificio Amman pagina 48<br />
40. Il comizio di Ellero e Rosso ad Udine per gli operai del Cotonificio Amman in sciopero pagina 49<br />
41. Enrico Ferri a Pordenone pagina 51<br />
42. La condizione delle scuole a Pordenone pagina 54<br />
43. I socialisti rispondono a Galeazzi pagina 55<br />
44. L’assassinio Toffoletti pagina 55<br />
45. Oppressione padronale e violenza operaia: le prime lotte sindacali a Pordenone pagina 55<br />
46. Le celebrazioni per il centenario di Giuseppe Garibaldi pagina 57<br />
47. Per il Venti Settembre 1907 pagina 58<br />
48. La s<strong>it</strong>uazione del Psi pordenonese nel gennaio 1908 pagina 60<br />
49. Il Psi contro la mil<strong>it</strong>arizzazione di Pordenone pagina 61<br />
50. Il Primo Maggio 1908 a Pordenone pagina 62<br />
51. I socialisti fanno il bilancio della Giunta Galeazzi pagina 63<br />
52. Enrico Fornasotto sul terremoto di Sicilia e Calabria del 1908 pagina 65<br />
53. Il manifesto per la candidatura Policreti alla Camera dei Deputati nel 1909 pagina 66<br />
54. Risultati elettorali socialisti dal 1895 al 1913 in Friuli pagina 66<br />
55. I consiglieri comunali eletti a Pordenone il 1° maggio 1909 pagina 66<br />
56. La contrastata celebrazione dello sbarco dei Mille a Marsala pagina 66<br />
57. Le elezioni provinciali del 1909 nel mandamento di Pordenone pagina 68<br />
58. La conferenza di Antonio Mazza alla Casa del Popolo di Torre pagina 68<br />
59. Una lettera di Ilario Fantuzzi a propos<strong>it</strong>o della Casa del Popolo di Torre pagina 68<br />
60. Le elezioni parziali del luglio 1911 a Pordenone pagina 69<br />
61. A propos<strong>it</strong>o di lotta antialcoolica pagina 69<br />
62. I risultati delle elezioni parziali del giugno 1905 per il comune di Sacile pagina<br />
484<br />
63. Le dimissioni della Giunta Bellav<strong>it</strong>is nel settembre 1906 pagina<br />
485<br />
64. La diffusione de Il Lavoratore Friulano - 1911/1912 pagina<br />
485<br />
65. 1° maggio 1912: don Lozer aggredisce Degan e Da Corte pagina 73<br />
66. Un “duello” fra Gino Rosso ed il tenente Cagni pagina 76<br />
67. Circolare di convocazione del congresso socialista di Tolmezzo del 5 gennaio 1913 pagina 76<br />
68. L’ultimatum della federazione provinciale ai socialisti pordenonesi pagina<br />
507<br />
69. Congresso collegiale dei socialisti di Pordenone pagina<br />
508<br />
70. Comizio di Ellero del 10 maggio 1913 pagina 81<br />
71. Il convegno di Sacile pagina 82<br />
72. Lettera aperta a certi miei avversari di colore diverso pagina 82<br />
73. Socialismo e Chiesa (Replica a don Giordani) pagina 83<br />
74. Il programma elettorale pol<strong>it</strong>ico del 1913 pagina 84<br />
75. Il risultato elettorale pol<strong>it</strong>ico del 1913 pagina 84<br />
76. La mozione socialista al Consiglio Provinciale per il rinvio del voto all’inverno pagina 85<br />
77. II. convegno collegiale socialista di Pordenone pagina 86<br />
78. Le iscrizioni al Segretariato dell’Emigrazione pagina 87<br />
79. Ellero rifiuta la delega al Congresso di Ancona pagina 88<br />
80. Il manifesto per il Primo Maggio 1914 pagina 89<br />
81. Il memoriale delle tess<strong>it</strong>rici di Rorai nello sciopero del maggio 1914 pagina 89<br />
82. Le elezioni provinciali nel mandamento di Pordenone il 14 giugno 1914 pagina 90<br />
83. Le elezioni comunali di Pordenone del 14 giugno 1914 pagina 90<br />
84. Per la strada di Mezzomonte pagina 91<br />
85. I radicali contro Piemonte e Cosattini pagina<br />
474<br />
86. Il Consiglio Comunale eletto l’8 novembre 1914 ad Aviano pagina<br />
478<br />
87. Interrogazione di Ellero al Consiglio Provinciale pagina<br />
481<br />
88. Sull’opposizione cattolica alla guerra pagina<br />
481<br />
89. La conferenza di Lerda pagina<br />
482<br />
90. I consiglieri comunali eletti a Pordenone il 7 febbraio 1915 pagina<br />
566<br />
91. Il discorso inaugurale del consigliere anziano Ellero pagina<br />
483
92. Il comizio contro la guerra alla Casa del Popolo di Orsago pagina<br />
483<br />
93. Per il rifornimento dei cotonifici pagina<br />
486<br />
94. Ai coscr<strong>it</strong>ti socialisti. Come devono far propaganda pagina<br />
490<br />
95. Il referendum su pace e guerra nel manicomio di San Servolo a Venezia pagina<br />
502<br />
96. I capi socialisti di Torre ai tempi della guerra pagina<br />
483<br />
5
6<br />
Il 29 novembre 1914<br />
i socialisti conquistano l’Amministrazione Comunale di Caneva.<br />
Nella seduta del 18 luglio 1915<br />
Giovanni Dabbà,<br />
richiamato in guerra insieme ad altri sei consiglieri comunali socialisti,<br />
è già morto.<br />
Queste due date<br />
così vicine<br />
simbolizzano il minuscolo r<strong>it</strong>aglio di tempo<br />
concesso ai rappresentanti dei lavoratori<br />
per tentare di costruire in molti dei nostri comuni<br />
un futuro diverso di libertà ed uguaglianza.<br />
Che rimane,<br />
a dispetto delle conquiste garant<strong>it</strong>eci dal loro lavoro pol<strong>it</strong>ico<br />
e da quello di tante altre e tanti altri che li hanno segu<strong>it</strong>i,<br />
un obiettivo ancora molto lontano.
Prefazione<br />
Non è molto frequente nei nostri studi l’attenzione al momento originario d’un<br />
part<strong>it</strong>o, alle caratteristiche delle sue formazioni iniziali ed al loro sviluppo successivo, ai<br />
successi ed alle sconf<strong>it</strong>te che hanno caratterizzato la battaglia pol<strong>it</strong>ica ingaggiata. Ancor<br />
meno frequente è il dedicarsi ad un’area circoscr<strong>it</strong>ta come quella dell’attuale provincia di<br />
Pordenone, avendo cura tra l’altro di distinguere tra pianura e pedemontana fra Licenza<br />
e Cellina, con la messa in evidenza di problemi specifici che le caratterizzano, non senza<br />
dimenticare che il Friuli occidentale è pur sempre una parte del Friuli, con tante<br />
caratteristiche comuni, con i problemi di tutta l’Italia postun<strong>it</strong>aria, di tutta l’Europa tra<br />
Ottocento e Novecento.<br />
Pur nel fiorire di studi pregevoli sul part<strong>it</strong>o socialista in particolare e sul<br />
movimento operaio in generale, non c’è stato quel volgersi al momento genetico, che è<br />
tratto inconfondibile degli indirizzi storicistici prevalenti in questo amb<strong>it</strong>o di studi<br />
almeno in Italia. Non s’è molto allargato l’interesse che pareva si sviluppasse una<br />
cinquantina d’anni fa con opere come l’esemplare Le origini del socialismo fiorentino<br />
(1860-1880) di Elio Conti (Roma, Edizioni Rinasc<strong>it</strong>a, 1950). Se si prende in esame la<br />
Collana Società e cultura, promossa dalla Fondazione Filippo Turati ed ed<strong>it</strong>a da Piero<br />
Laca<strong>it</strong>a, il benemer<strong>it</strong>o ed<strong>it</strong>ore di Manduria, che negli ultimi dieci anni si è segnalata come<br />
la più vivace in questo amb<strong>it</strong>o di studi, si nota che, dei 27 volumi pubblicati tra il 1993<br />
ed oggi, solo due si volgono ai primi anni, Uomini rossi di Romagna. Gli anni della<br />
Fondazione del PSI (1892) di AA.VV., a cura di Dino Mengozzi (1994) e Socialismo<br />
adriatico di Marina Cattaruzza (1998).<br />
Gian Luigi Bettoli, fin dal secondo cap<strong>it</strong>olo del suo libro, mette in evidenza il<br />
punto di prospettiva specifico scelto per la sua ricerca, che si distingue da tutta la ricca<br />
letteratura sul Pordenonese a nostra disposizione e che non nasconde il preciso<br />
propos<strong>it</strong>o di mettere in evidenza questioni che non sono in primo piano nelle altre opere<br />
e, per conseguenza, pur nei loro mer<strong>it</strong>i, ci consentono di arrivare solo ad un livello di<br />
conoscenza minore. Con la scelta del proprio punto di partenza, Bettoli muove da quelle<br />
che sono le prime autentiche lotte operaie, da quella che è la prima presenza socialista<br />
nelle amministrazioni comunali, dalle prime affermazioni in associazioni di categoria,<br />
anche se non operaie, come la Società Agenti di Pordenone, cioè la società di mutuo<br />
soccorso degli impiegati, commessi ed agenti di commercio, dalle successive presenze tra<br />
cotonieri, metallurgici ed edili. Egli non trascura ovviamente le opere in cui prevalente è<br />
il profilo dell’organizzazione industriale, ma il suo sforzo è volto a recuperare il profilo<br />
smarr<strong>it</strong>o di quei protagonisti di una stagione di organizzazione e di lotta, su cui -<br />
stranamente e per deformazioni di carattere ideologico - non si è voluto tener desta la<br />
memoria.ricerche d’archivio e paziente lettura di giornali fanno riemergere i nomi di tanti<br />
protagonisti, sin qui dimenticati, ma il cui contributo indirettamente risulta anche negli<br />
scr<strong>it</strong>ti di chi non li ha voluti ricordare.<br />
Bettoli, nella sua paziente ricerca, ripercorre le varie tappe del cammino<br />
socialista: la conquista, già prima dl 1900, della presidenza del Magazzino cooperativo di<br />
consumo di Torre da parte di Ilario Fantuzzi, primo consigliere municipale pordenonese,<br />
che, se in sede comunale spicca solo per iniziative lim<strong>it</strong>ate, mostra invece buone capac<strong>it</strong>à<br />
di gestione economica in un’impresa cooperativa che rimane in mani socialiste per un<br />
quarto di secolo, nonostante le battaglie coi cattolici di don Giuseppe Lozer, non<br />
dimentica le aspre polemiche fra Luigi Fedrigo, uno dei fondatori della sezione di<br />
Pordenone, trasfer<strong>it</strong>o però a Mortegliano e membro dell’esecutivo della sezione socialista<br />
di Udine, ed i fratelli Guido (futuro sindaco di Pordenone) e Gino Rosso ed il futuro<br />
deputato Giuseppe Ellero, accusati di riformismo di impronta radicale. In effetti i primi<br />
comizi di Giuseppe Ellero nel 1901, riguardano il dir<strong>it</strong>to di voto e la battaglia per il<br />
suffragio universale, il primo, e la questione sociale e le classi lavoratrici il secondo. Il 25<br />
febbraio 1902 viene indetto un comizio contro il lavoro notturno delle donne e dei<br />
fanciulli. Non si tratta di manifestazioni isolate: Bettoli mette bene in luce come la<br />
manifestazione contro il lavoro notturno è una delle duecentocinquanta organizzate in<br />
tutt’Italia a sostegno della proposta di legge presentata alla Camera dei deputati dal<br />
gruppo parlamentare socialista ed elaborata da Filippo Turati ed Anna Kuliscioff.<br />
Si opera nella linea d’un riformismo ben preciso, quello di indirizzo socialista,<br />
attento ai problemi del lavoro e nella piena aderenza ad una realtà locale in cui<br />
emergono le lavoratrici tessili, tra le quali la penetrazione incomincia ad essere notevole.<br />
Ci si attesta in segu<strong>it</strong>o in una posizione volta ad impedire il contrasto tra riformisti e<br />
7
ivoluzionari sulla base del riconoscimento della divers<strong>it</strong>à delle fasi in cui i diversi metodi<br />
devono prevalere, ma i tratti della sezione pordenonese sono precisi fin dall’inizio tanto<br />
da portare ad una rottura di qualche anno con la federazione provinciale, il rientro nella<br />
quale avviene con la formazione del nuovo nucleo dirigente intorno a Giovanni Cosattini<br />
e ad Ernesto Piemonte, sensibile a tutte le suggestioni del mondo dell’emigrazione, dai<br />
problemi irrisolti che costringono ad essa fino all’apprendimento all’estero di nuovi<br />
metodi di lotta e nuove forme d’organizzazione.<br />
Pur nell’amb<strong>it</strong>o di questa linea, favor<strong>it</strong>a anche da una nuova maggioranza al<br />
Comune di Pordenone, non mancano tuttavia episodi in cui la lotta di classe si rende più<br />
dura quando nel marzo 1907 lo sciopero per l’aumento delle retribuzioni ai lavoratori<br />
dell’edilizia, conclusosi con un accordo accolto da 12 impresari su 14, vede dissentire da<br />
quest’ultimo il Cotonificio Amman, i cui dirigenti ricorrono al crumiraggio con personale<br />
prima adib<strong>it</strong>o a lavori agricoli, non edili, cui seguono scioperi spontanei non approvati<br />
dai lavoratori organizzati e fonte così di divisione. Si crea un clima di violenza che<br />
culmina con l’assassinio dell’ing. Antonio Toffoletti, direttore dei lavori di costruzione<br />
d’un nuovo reparto del Cotonificio Amman. Se ne approf<strong>it</strong>ta per una campagna di<br />
colpevolizzazione dei socialisti e per l’indebolimento in comune del sindaco Galeazzi e<br />
della sua giunta.<br />
Il necessario r<strong>it</strong>orno all’opposizione mostra dapprima i segni della crisi, poi quelli<br />
della ripresa, con l’attenzione a problemi specifici, dagli ospedali alle scuole, alla<br />
costruzione di case del popolo. Dal capoluogo Bettoli si sposta al di là del Livenza, per<br />
seguire i progressi del part<strong>it</strong>o a Sacile, a Cordenons, a Montereale, a Prata fino alla<br />
conquista del comune di Caneva, mentre già si profila l’ombra della guerra mondiale. Il<br />
panorama che si presenta mette in luce un part<strong>it</strong>o attento a saldare lavoratori industriali<br />
e lavoratori agricoli nelle organizzazioni loro proprie ed in quelle comuni, le cooperative,<br />
in cui possono convergere. Si formano buoni quadri amministrativi in grado di dar forma<br />
ad una sorta di socialismo municipale. Si capisce che quelli del centro più importante,<br />
dal loro municipio, fissino lo sguardo per cogliere quelle che sono le forze in gioco, con<br />
cui dovranno misurarsi con la conquista del comune di Pordenone il 31 ottobre 1920.<br />
Secondo Bettoli, già nel quarto cap<strong>it</strong>olo, quello su Pordenone piccola Manchester,<br />
i socialisti affrontano la questione dell’illuminazione pubblica con grande diffidenza nei<br />
confronti dell’impresa mirante alla costruzione degli impianti idroelettrici del Cellina più<br />
che alla forn<strong>it</strong>ura di servizi alle amministrazioni locali. Non solo espressione di buon<br />
socialismo municipale, quindi, ma precisa strategia per lo sviluppo dell’intera Destra<br />
Tagliamento è quello che dà la fisionomia del gruppo dirigente socialista di Pordenone, al<br />
tempo stesso rigino nello “scontro con la grande industria monopolistica e con il cap<strong>it</strong>ale<br />
finanziario”, mentre non fa mancare l’apprezzamento alle esigenze dell’industria locale,<br />
pronta al reinvestimento dei prof<strong>it</strong>ti nel terr<strong>it</strong>orio ed all’elevazione del trattamento delle<br />
maestranze.<br />
Queste linee restano anche nel momento dell’ “assalto al cielo” (cap<strong>it</strong>olo settimo).<br />
E’ sicuramente molto importante l’impatto della grande guerra, della ricostruzione delle<br />
terre liberate, del nuovo modo d’intendere la rivoluzione, dopo il successo di quella<br />
dell’ottobre 1917 e non si cesserà mai di lodare gli scavi archivistici di Bettoli sia per il<br />
periodo bellico sia per la conquista di tante nuove amministrazioni nel dopoguerra. A<br />
quel che si viene a sapere dagli archivi comunali si aggiunge la paziente lettura dei<br />
giornali dell’epoca (con precisa attenzione volta anche ai nomi dei sottoscr<strong>it</strong>tori: emerge<br />
così la fedeltà di tanti mil<strong>it</strong>anti, così come la costante presenza di certe famiglie). La<br />
futura provincia emerge coi suoi problemi, dalla bonifica dei Camolli a quella dei<br />
magredi, dalla lotta contro l’emigrazione alle opere pubbliche (la ferrovia Pordenone-<br />
Aviano, il porto sul Noncello, la costruzione di scuole). C’è la scissione di Livorno senza<br />
conseguenze sull’amministrazione comunale, la quale, v<strong>it</strong>tima delle violenze fasciste del<br />
10-11 maggio 1921, viene commissariata, ma r<strong>it</strong>orna alle rappresentanze elettive il<br />
successivo 20 ottobre. Bettoli fa pensare anche ad una ripartizione di comp<strong>it</strong>i fra<br />
socialisti e comunisti in un momento di particolare difficoltà. La strategia, però, resta<br />
quella di Rosso ed Ellero, con il loro “complesso di opere infrastrutturali pubbliche:<br />
ferroviarie, fluviali, energetiche”. A questo punto, pur nella costanza dell’apprezzamento,<br />
Bettoli arretra e in Rosso ed Ellero vene “i figli migliori della borghesia pordenonese,<br />
democratica e progressista” o addir<strong>it</strong>tura “gli ultimi esponenti del paternalismo<br />
illuminato”. Se però il loro programma consiste nel “creare le precondizioni per uno<br />
sviluppo industriale e commerciale autonomo di Pordenone, se a questo si accompagna<br />
la penetrazione nelle campagne con il grande sviluppo delle opere di bonifica e della<br />
cooperazione agricola, il disegno non sembra proprio di carattere paternalistico, per<br />
quanto illuminato, e se pure non privo di contatti con precisi interessi borghesi mostra di<br />
8
volerli comporre in un preciso progetto di riformismo socialista. Bettoli, che giustamente<br />
si chiede se a Pordenone ci sia mai stata una giunta comunale avanzata come quella del<br />
1920-1922, può anche chiedersi se ci sia stato un progetto di riformismo socialista così<br />
preciso e fornire analoga risposta. A questa strategia si oppone la linea di Pisenti, ma il<br />
suo riproporzionamento è un altro dei mer<strong>it</strong>i della ricerca di Bettoli, che si conclude con<br />
il consolidamento del regime fascista, non senza il bellissimo prologo Pordenone 1928 ed<br />
i suggestivi accenni alle erronee impostazioni della campagna elettorale amministrativa<br />
del 1946. Sono spunti per la continuazione del lavoro? Me lo auguro. 1<br />
Arduino Agnelli<br />
1 Questo lavoro è stato presentato come tesi di laurea in Storia presso la Facoltà di lettere e filosofia<br />
dell’Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Trieste nell’anno accademico 2001-2002, relatore il prof. Arduino Agnelli,<br />
correlatrice la prof. Anna Maria Vinci. Assegnata la votazione di 110 su 110 e lode, la Commissione ha<br />
auspicato una rapida pubblicazione della tesi (che qui viene presentata con alcune ulteriori modifiche e<br />
puntualizzazioni), che però, per il relatore, è qualcosa di più, è il lavoro di una v<strong>it</strong>a.<br />
9
10<br />
Cap<strong>it</strong>olo 1.<br />
Prologo.<br />
Pordenone, 1928.<br />
Sabato 4 febbraio 1928, ore 8.15.<br />
Un rappresentante del sindacato fascista illustra alle operaie del Cotonificio<br />
Veneziano di Rorai Grande l’accordo stabil<strong>it</strong>o con la proprietà. E’ in gioco la<br />
quadruplicazione del carico di lavoro delle tess<strong>it</strong>rici, che dovranno passare da due telai<br />
(con un’aiutante) a quattro (da sole). Sono previsti 1250 licenziamenti nei cotonifici. Non<br />
sembra che l’esponente fascista sia stato particolarmente convincente: le operaie<br />
scendono in sciopero e si avviano in corteo verso Pordenone.<br />
Alle 9.00 inizia lo sciopero al Cotonificio di Torre: le operaie vengono espulse dallo<br />
stabilimento ed anch’esse si mettono in marcia verso il capoluogo. Dopo le 10.00 lo<br />
sciopero inizia anche a Borgomeduna, lo stabilimento più vicino alla c<strong>it</strong>tà. Parte un terzo<br />
corteo.<br />
Alla fine dell’anno precedente la maggioranza della proprietà del Cotonificio<br />
Veneziano (presente con tre stabilimenti a Pordenone ed uno nel vicino comune di<br />
Fiume 2 ) è passata ai fratelli Brunner di Trieste, che concentrano nelle loro mani sei<br />
stabilimenti nel Veneto, oltre ai due nel Goriziano di loro esclusiva proprietà. Essi<br />
scelgono una pol<strong>it</strong>ica di ristrutturazione di tipo squis<strong>it</strong>amente finanziario, puntando a<br />
trasferire le produzioni verso gli stabilimenti goriziani ed all’estero, ev<strong>it</strong>ando quindi di<br />
ricorrere ad investimenti per ammodernare il macchinario vetusto. Questa linea prevede<br />
la pesante riduzione della manodopera e l’aumento dello sfruttamento.<br />
Nel dicembre 1927 ci sono stati 1300 licenziamenti negli stabilimenti tessili<br />
pordenonesi. I lavoratori anziani sono stati affidati alla car<strong>it</strong>à pubblica, passando<br />
direttamente dal lavoro all’ospizio, pressoché a totale carico del comune. I salari vengono<br />
abbassati del 25%. A gennaio si ipotizzano altre 2400 sospensioni a Torre e<br />
Borgomeduna e la trasformazione di 1200 sospensioni precedenti in licenziamenti a<br />
Rorai Grande. Praticamente si tratta della liquidazione del Cotonificio Veneziano a<br />
Pordenone e della fame per la popolazione della c<strong>it</strong>tà.<br />
Le autor<strong>it</strong>à pubbliche, preoccupate ma supine di fronte alla pol<strong>it</strong>ica dei Brunner,<br />
rafforzano la presenza della forza pubblica sul terr<strong>it</strong>orio, temendo disordini. Il 12 gennaio<br />
c’è il primo telegramma proveniente direttamente dal capo del governo, Sua Eccellenza<br />
Ben<strong>it</strong>o Mussolini. Il prefetto suggerisce al podestà di organizzare cucine economiche per i<br />
disoccupati, ma le autor<strong>it</strong>à mil<strong>it</strong>ari locali si dichiarano incapaci di soddisfare le esigenze,<br />
calcolate in 6.000 pasti per volta.<br />
Il 18 gennaio c’è l’accordo fra il sindacato fascista ed il Cotonificio Veneziano:<br />
saranno licenziate 1250 operaie, fatti alcuni ammodernamenti e riassunti 400 operai. 3<br />
Quel giorno c’è il primo sciopero a Torre, che coinvolge 280 tess<strong>it</strong>rici. L’azienda<br />
2 Fino al 1911 è questa la denominazione del comune, a volte defin<strong>it</strong>o nelle fonti Fiume di Pordenone. Da<br />
quell’anno assume la denominazione di Fiume Veneto. Cfr.: TOURING CLUB ITALIANO, Annuario generale dei<br />
comuni e delle frazioni d’Italia, Milano, 1980, pag. 435.<br />
3 Le donne sono le prime a far le spese della deindustrializzazione pordenonese, in ossequio alla mental<strong>it</strong>à<br />
oscurantista che le vuole relegare nel focolare domestico, prive di contrattual<strong>it</strong>à sociale e capac<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica. Non<br />
si tratta di un aspetto caratteristico solo dell’ideologia fascista, che anzi recupera la parte più tradizionalista del<br />
pensiero cattolico. Solo pochi anni prima, proprio il parroco di Torre don Lozer aveva scr<strong>it</strong>to sul suo<br />
settimanale: Notiamo che parecchi ottimi giovani sono disoccupati e purtroppo rileviamo che si continua<br />
nella tendenza di preferire loro le signorine. Ve ne sono di buone, modeste, ma, fatte le deb<strong>it</strong>e eccezioni,<br />
parecchie consumano lo stipendio nelle scarpette bianche, nelle calzette di seta traforate ecc. e sono,<br />
causa l’immodesto vestire, una continua provocazione; scorazzano da un ufficio all’altro, da un tavolo<br />
all’altro, con una disinvoltura incredibile e così poco o nulla producono. Troppo spesso fanno perdere il<br />
decoro e la sever<strong>it</strong>à dell’ambiente. Si mandino a casa queste signorine ad imparare i lavori domestici e si<br />
occupino i giovani che non sanno come sbarcare il lunario. E’ questione di serietà, di convenienza, di<br />
giustizia e di previdenza sociale. Il Popolo, n. 24 o 25, del 18 o 25 giugno 1922, pag. 3, DISOCCUPATI.<br />
Ma negli anni successivi, sotto l’infuriare della crisi economica mondiale, saranno invece le donne a rimanere<br />
occupate, grazie alla pol<strong>it</strong>ica della discriminazione salariale per genere che le rende più convenienti, mentre la<br />
popolazione maschile languirà nella disoccupazione e nell’impossibil<strong>it</strong>à di emigrare: cfr. la testimonianza di<br />
PASQUOTTI, Evelina, La bambola di Francia, romanzo autobiografico ined<strong>it</strong>o, s.l. (Pordenone) e s.d., testo<br />
dattilografato.
programma per i primi di febbraio la continuazione dell’esperimento a Borgomeduna e<br />
Rorai Grande. Ma il 4 febbraio inizia invece il più lungo e compatto sciopero dei tessili nel<br />
periodo fascista 4 , fin<strong>it</strong>o con la ripresa del lavoro solo il 3 marzo successivo, esattamente<br />
un mese dopo.<br />
Il corteo proveniente da Rorai Grande<br />
viene attaccato dalla polizia e dai fascisti e disperso.<br />
Ai pestaggi seguono gli arresti. Ma il corteo di Torre sfonda gli sbarramenti,<br />
usando le pietre del selciato. Duemila dimostranti entrano in c<strong>it</strong>tà, vanno alla sede del<br />
sindacato fascista e poi al carcere, dove rivendicano la liberazione degli arrestati.<br />
Lo sciopero continua nonostante la repressione e l’attacco frontale da parte del<br />
potere pol<strong>it</strong>ico. Il carcere scoppia, parte delle operaie arrestate viene trasfer<strong>it</strong>a ad Udine.<br />
I quartieri operai della periferia vengono posti sotto stato d’assedio già da domenica 5<br />
febbraio. I comunisti diffondono nei quartieri la loro stampa clandestina ed organizzano<br />
perfino un comizio pubblico. I fascisti operano per isolare la lotta, premono sui<br />
commercianti perché non concedano cred<strong>it</strong>o agli scioperanti, censurano totalmente la<br />
stampa affinché non filtrino notizie fuori c<strong>it</strong>tà. Sottoscrizioni clandestine cercano di<br />
sostenere i più poveri fra gli scioperanti.<br />
Il prefetto - per ordine del capo del governo - fa proclamare la serrata del<br />
Cotonificio ed il licenziamento di tutte le operaie, in violazione delle stesse leggi sul<br />
lavoro varate dal fascismo. Così scrive Mussolini al prefetto di Udine: E’ necessario<br />
stroncare ag<strong>it</strong>azione inconsulta a Pordenone, Regime, in faccende del genere, non ammette<br />
deviazioni o indulgenze, come ha dimostrato schiantando la resistenza passiva di Molinella e<br />
m<strong>it</strong>o relativo. Proceda quindi ad ottenere, e, al caso, imporre: 1) chiusura di tutti gli<br />
stabilimenti; 2) il licenziamento di tutte le operaie; 3) alla loro selezione oculata; 4)<br />
all’arresto delle più riottose operaie. 5<br />
E’ di grande significato il riferimento a Molinella, roccaforte socialista nella bassa<br />
bolognese. In questo centro agricolo di medie dimensioni (secondo Salvemini all’epoca gli<br />
ab<strong>it</strong>anti erano 15.000, cioè poco meno di Pordenone) il movimento socialista, che ebbe il<br />
suo apostolo in Giuseppe Massarenti, era riusc<strong>it</strong>o a trasformare una realtà di contadini<br />
poveri affl<strong>it</strong>ti dalla miseria più terribile. In tre decenni l’organizzazione sindacale dei<br />
braccianti e dei mezzadri, la costruzione di una complessa struttura cooperativistica e la<br />
conquista dell’Amministrazione Comunale avevano trasformato Molinella in un modello<br />
del nuovo potere socialista. 6<br />
4 DEGAN, Teresina, Industria tessile e lotte operaie a Pordenone, 1840-1954, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la<br />
Storia del Movimento di Liberazione, 1981, pag. 134. Per Mario Lizzero oggi (lo) possiamo ben considerare tra<br />
i più grandi di tutti gli anni della clandestin<strong>it</strong>à durante la d<strong>it</strong>tatura fascista. Cfr.: LIZZERO, Mario,<br />
Scioperano i tessili di Pordenone, in: Il prezzo della libertà. Episodi di lotta antifascista, Roma, ANPPIA, 1958,<br />
pag. 133; lo stesso giudizio è riportato in: id., Gloriose battaglie antifasciste, Pordenone, Federazione<br />
Comunista, 1958, pag. 17. I due testi coevi di Lizzero sono praticamente identici, con alcune piccole divers<strong>it</strong>à<br />
non significative.<br />
Lizzero indica la data di sabato 3 febbraio per l’inizio dello sciopero, mentre Degan la fissa a sabato 4: una<br />
nostra verifica ci porta a sostenere la correttezza della seconda datazione: cfr. CAPPELLI, A., Cronologia,<br />
cronografia e calendario perpetuo, Milano, Hoepli, 1983, pag. 70.<br />
5 Telegramma n. 068075 del Capo del Governo al prefetto di Udine, 7 febbraio 1928, in ASU, Busta 9, fascicolo<br />
32: “Pordenone. Cotonificio Veneziano. Licenziamento operai 1917-29”, riportato da: DEGAN, Teresina,<br />
Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 139-140.<br />
6 Giuseppe Massarenti non è diventato uno dei martiri ufficiali dell’Italia antifascista in quanto il fascismo, nei<br />
suoi confronti, sarà più moderno di quanto fosse in quegli anni con pistole, manganelli ed olio di ricino. L’ormai<br />
vecchio dirigente socialista, provato dalla distruzione del movimento da lui diretto e colp<strong>it</strong>o dalle persecuzioni, è<br />
ridotto sul lastrico e costretto a trascinare una v<strong>it</strong>a di stenti finché il regime trova modo di internarlo in un<br />
ospedale psichiatrico, con una diagnosi di... mania di persecuzione da parte del fascismo! Il grave è che<br />
Massarenti morirà nel 1950 senza che l’Italia repubblicana gli renda giustizia: nello stesso modo - d’altronde -<br />
in cui centinaia di migliaia di persone sono state espropriate della propria esistenza dalla mostruosa ist<strong>it</strong>uzione<br />
psichiatrica. Cfr. la biografia in: DAL PONT, Adriano, e ZOCCHI, Lino (a cura di), Pionieri dell’Italia<br />
democratica. V<strong>it</strong>a e scr<strong>it</strong>ti di combattenti antifascisti, Roma, Associazione Nazionale Persegu<strong>it</strong>ati Pol<strong>it</strong>ici Italiani<br />
Antifascisti, 1966, pagg. 159-167.<br />
L’eliminazione degli oppos<strong>it</strong>ori mediante l’internamento psichiatrico, poco o nulla studiata in Italia, sembra<br />
essere stata utilizzata dal fascismo in modo significativo. In tal senso ha rifer<strong>it</strong>o in un recente convegno (Le<br />
carte di Ippocrate. Gli archivi per la san<strong>it</strong>à nel Friuli Venezia Giulia, Trieste-Udine 25-26 marzo 2003) il direttore<br />
dell’Archivio di Stato di Rovigo Luigi Contegiacomo, nella sua relazione Carte da legale: il caso Polesano,<br />
dedicata al lavoro di riordino dell’archivio dell’Ospedale Psichiatrico di quella c<strong>it</strong>tà. L’incrocio fra varie cartelle<br />
cliniche e gli indici del Casellario Pol<strong>it</strong>ico Centrale ha permesso di individuare fra gli internati svariati<br />
oppos<strong>it</strong>ori pol<strong>it</strong>ici antifascisti, confermando in tal modo indicazioni già pervenute allo stesso studioso dai<br />
colleghi impegnati in analoghe ricerche nel Ferrarese.<br />
Un caso esemplare è inoltre quello di Argo Secondari, il fondatore del movimento degli Ard<strong>it</strong>i del Popolo, che il<br />
fascismo non vorrà far uscire dal manicomio, nonostante le richieste dei familiari emigrati negli Usa di poterlo<br />
11
Dal 1922 su Molinella si abbatte la violenza del fascismo, cui i socialisti<br />
rispondono con l’ag<strong>it</strong>azione nonviolenta. La resistenza dura in modo ammirevole per anni<br />
nonostante gli omicidii, le bastonature, la discriminazione dei lavoratori che non cedono<br />
al regime, la distruzione di ogni struttura costru<strong>it</strong>a in decenni di lotte. Paragonare quindi<br />
- da parte di Mussolini - la lotta delle tessili del Cotonificio Veneziano al m<strong>it</strong>o di Molinella<br />
ha un significato che esalta e dà dimensione nazionale al ruolo pol<strong>it</strong>ico di opposizione<br />
attribu<strong>it</strong>o al movimento operaio pordenonese.<br />
A metà febbraio tra i Brunner ed il sindacato fascista è pronto un accordo, che<br />
prevede la ripresa del lavoro per tutte le operaie. Le tendenze produttive internazionali<br />
stanno ridando fiato all’industria tessile ed ai padroni interessa chiudere al più presto la<br />
vertenza. Ma la questione è pol<strong>it</strong>ica, come dimostra ad abundantiam il ripetuto intervento<br />
del capo del fascismo nella vertenza. Il regime interviene per bloccare l’accordo, che<br />
significherebbe la v<strong>it</strong>toria delle operaie.<br />
Le dimensioni assunte dalla lotta degli operai pordenonesi sono - per questa<br />
piccola c<strong>it</strong>tà ed il suo lim<strong>it</strong>ato terr<strong>it</strong>orio - debordanti ed inconsuete per l’Italietta fascista.<br />
Lo saranno certamente agli occhi di un osservatore degli inizi del Ventunesimo Secolo:<br />
difficilmente chi sarà nato a partire dagli anni Settanta potrà aver partecipato od anche<br />
solo visto movimenti sociali di massa, escluse forse le repentine fiammate delle<br />
minoranze pacifiste oppure qualche manifestazione dei centri sociali. Ma anche in questi<br />
ultimi casi, difficilmente si tratterà a livello locale di poco più di qualche centinaio di<br />
persone, anche se represse con uno schieramento di mezzi che ne testimonierà la<br />
potenziale pericolos<strong>it</strong>à per un sistema più debole di quanto voglia apparire. Per vedere le<br />
masse - quelle delle sterminate manifestazioni contro la globalizzazione - bisognerà<br />
spostarsi nella dimensione di manifestazioni ormai internazionali.<br />
Ma la lotta del 1928 è imponente anche per quel contesto storico. Nel caso di cui<br />
riferiamo, studiato da Teresina Degan nel suo libro sulla classe operaia tessile<br />
pordenonese 7 , si sta parlando della dura e lunga lotta che coinvolge circa 7.000 operai<br />
(che per il 70% erano donne) dei cotonifici della c<strong>it</strong>tà, cioè quasi tutta la massa operaia<br />
pordenonese, valutata in 10.000 un<strong>it</strong>à su circa 30.000 ab<strong>it</strong>anti di Pordenone, Cordenons<br />
e Fiume.<br />
E poi c’è un altro motivo: da sei anni l’Italia geme sotto il fascismo, cioè la prima<br />
moderna esperienza di d<strong>it</strong>tatura reazionaria di massa. Una d<strong>it</strong>tatura che ha sciolto nel<br />
sangue le organizzazioni pol<strong>it</strong>iche, sindacali e cooperative del movimento dei lavoratori,<br />
eliminato alla radice le ist<strong>it</strong>uzioni democratiche ed inciso profondamente sulla realtà<br />
sociale. Inciso profondamente significa la riduzione dei posti di lavoro aumentando in<br />
modo selvaggio la produttiv<strong>it</strong>à operaia, riducendo nello stesso momento paghe e dir<strong>it</strong>ti<br />
sociali.<br />
Proprio per questo motivo non si può che guardare con rispetto al lungo sciopero<br />
dei tessili di Pordenone del 1928. La potenzial<strong>it</strong>à dell’episodio è dimostrata già dal fatto<br />
che ad esso dedica più volte la sua diretta attenzione Mussolini. Allo sciopero sono<br />
dedicati inoltre articoli da parte della stampa clandestina comunista dell’epoca: l’Un<strong>it</strong>à e<br />
Stato Operaio.<br />
12<br />
Incontriamo alcune vecchie conoscenze: un fascista...<br />
Durante lo sciopero riappaiono alcuni protagonisti della storia, non solo locale,<br />
del lungo primo dopoguerra, quando per qualche tempo erano stati in discussione gli<br />
equilibri di classe del nostro paese ed era percepibile un rovesciamento della prospettiva<br />
accogliere presso di loro: cfr. ROSSI, Marco, Ard<strong>it</strong>i, non gendarmi! Dall’ard<strong>it</strong>ismo di guerra agli ard<strong>it</strong>i del popolo<br />
1917-1922, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 1997.<br />
Alla resistenza del popolo di Molinella contro la violenza fascista hanno dedicato contributi Gaetano Salvemini -<br />
il quale utilizza anche le corrispondenze di due giornalisti inglesi che erano stati diretti testimoni e loro stessi<br />
v<strong>it</strong>time delle persecuzioni - ed Alessandro Levi, che sottolinea soprattutto la grande coesione sociale della<br />
resistenza nonviolenta dei confederali, frutto della coscienza degli enormi progressi che avevano portato in<br />
pochi decenni i contadini molinellesi - grazie al socialismo - dalla miseria più nera alla costruzione di un<br />
significativo benessere basato sull’organizzazione cooperativistica. Cfr. SALVEMINI, Gaetano, Molinella, in: DAL<br />
PONT, Adriano, e ZOCCHI, Lino, c<strong>it</strong>., pagg. 171-180; LEVI, Alessandro, Una giornata a Molinella, s.d., in: id.,<br />
Scr<strong>it</strong>ti minori storici e pol<strong>it</strong>ici, Padova, Cedam, 1957, pagg. 655-664.<br />
Il fascismo pordenonese contribuisce precocemente agli attacchi a Molinella nel 1920 con la presenza del<br />
giovane Francesco Pisenti, che ha già anticipato il fratello maggiore Piero nell’adesione allo squadrismo, con il<br />
quale è evidentemente venuto in contatto nella c<strong>it</strong>tà di Bologna ove studia: cfr. APR, busta Pisenti avv. Piero,<br />
nota dattiloscr<strong>it</strong>ta dell’avv. Francesco Pisenti del 25 gennaio 1936.<br />
7 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 128-148. Queste brevi righe sono basate sulla sua narrazione<br />
dello sciopero.
storica. Per un biennio, dopo la guerra, era stato possibile - forse - che i poteri fossero<br />
ridistribu<strong>it</strong>i e che i grandi sacrifici imposti al popolo <strong>it</strong>aliano venissero almeno in parte<br />
risarc<strong>it</strong>i. Poi la prospettiva fu rapidamente richiusa nel sangue da una reazione<br />
cap<strong>it</strong>alistica che avrebbe cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il modello in Europa per vent’anni.<br />
Ma la storia non procede per cesure irrimediabili, e spesso quello che sembrava<br />
sepolto per sempre riemerge in modo inaspettato. Lo sciopero dei cotonifici è certo<br />
un’amara sorpresa per qualcuno che forse pensava di essersi lasciato per sempre alle<br />
spalle la lotta di classe.<br />
Appena iniziato lo sciopero, Mussolini scrive questo telegramma: Ag<strong>it</strong>azione<br />
operaie Pordenone comincia ad essere sospetta perché est assolutamente ingiustificata.<br />
Dato nullismo part<strong>it</strong>o et sua azione nella patria dell’onorevole Pisenti, dato insufficienza<br />
organizzazioni sindacali inv<strong>it</strong>o S.V. a prendere tutte le misure perché questo gioco che dura<br />
ormai troppo tempo e non ha giustificazione abbia a cessare. 8<br />
Già, nella “patria” dell’on. Piero Pisenti, uomo degli agrari e degli industriali<br />
monopolisti e massimo dirigente del fascismo friulano, l’influenza del regime appare<br />
drammaticamente lim<strong>it</strong>ata. Viene messo in discussione il risultato della violenta presa<br />
del potere ai danni delle espressioni pol<strong>it</strong>iche delle masse popolari, che - rimaste<br />
estranee ed ostili al regime - sono ora capaci di r<strong>it</strong>ornare coraggiosamente alla lotta<br />
contro di esso.<br />
Pisenti è un tipico esponente di quella borghesia liberale che ha scelto il fascismo<br />
come strumento per bloccare la strada ai part<strong>it</strong>i di massa, socialisti e popolari, usando<br />
spregiudicatamente la violenza armata per restaurare il potere di classe. Da consumato<br />
pol<strong>it</strong>ico, durante la guerra non si era certo precip<strong>it</strong>ato al fronte, alieno evidentemente da<br />
quell’entusiasmo interventista che aveva invece colp<strong>it</strong>o, spesso sinceramente, anche<br />
molti esponenti della sinistra. Dopo aver affrontato socialisti e popolari nelle elezioni<br />
amministrative del 1920 con il blocco formato dal suo Part<strong>it</strong>o del Lavoro, dai combattenti<br />
e dai socialisti riformisti (imbarcando in un’unica lista tutta la vecchia classe dirigente e<br />
recuperando spazio rispetto al disastroso risultato delle elezioni pol<strong>it</strong>iche dell’anno<br />
precedente) Pisenti confluisce nel part<strong>it</strong>o fascista. E’ dapprima alto commissario del Pnf<br />
per il Friuli: gli alti commissari sono una nuova figura decisa dal Gran Consiglio del<br />
fascismo il 13 gennaio 1923, scegliendo fra i più importanti ras locali per controllare<br />
gruppi di provincie o intere regioni. 9<br />
Pisenti è poi protagonista della sperimentazione di un ulteriore passaggio<br />
dell’ist<strong>it</strong>uzionalizzazione del part<strong>it</strong>o nello Stato, con la sua nomina a prefetto di Udine nel<br />
maggio successivo. Ma qui Pisenti - secondo Lyttelton - dimostra i lim<strong>it</strong>i dei quadri del<br />
part<strong>it</strong>o nella gestione della cosa pubblica, entrando in confl<strong>it</strong>to sia con l’Arcivescovado<br />
che con esponenti fiancheggiatori del regime. L’intolleranza del capo fascista si alimenta<br />
dell’anticlericalismo di fondo della classe dirigente <strong>it</strong>aliana e della polemica nazionalistica<br />
contro la Chiesa austriacante, a sua volta elemento strumentale dell’attacco al clero di<br />
lingua slovena e croata delle nuove province orientali. L’esperimento ha termine solo<br />
dopo pochi mesi, nel dicembre 1923 10 . Nel breve volgere di un anno si consuma la fase<br />
ascendente della carriera di questo brillante esponente del regime, che l’anno successivo<br />
entra nel Parlamento nazionale per restarvi per tutta la durata del fascismo 11 .<br />
Il suo ruolo di rappresentanza degli interessi borghesi lo aveva messo al centro di<br />
feroci polemiche da parte dell’ala “dura” del movimento, che era riusc<strong>it</strong>a<br />
successivamente ad ottenere la sua temporanea espulsione dal part<strong>it</strong>o fascista fra il<br />
1926 ed il 1927 12 . Gli altri esponenti dei ceti tradizionali, inser<strong>it</strong>isi nel fascismo per<br />
garantire il perpetuarsi della stabil<strong>it</strong>à sociale e del loro potere, potranno ben presto<br />
riemergere, Pisenti no: sarà lui a pagare in qualche modo per il suo ruolo di capo troppo<br />
schierato nei contrasti interni 13 . Ma ciò non gli impedisce il permanere nelle ist<strong>it</strong>uzioni<br />
8 Mussolini al prefetto, telegramma in cifra, n. 037270, ore 12.30 di domenica 5 febbraio 1928, c<strong>it</strong>ato in:<br />
DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 137.<br />
9 LYTTELTON, Adrian, La conquista del potere. Il fascismo dal 1919 al 1929. Roma-Bari, Laterza, 1974, pag.<br />
266. Ras è la terminologia usata per definire i caporioni fascisti locali, mutuata dalla denominazione etiopica<br />
dei nobili feudatari che tanto filo da torcere avevano dato all’Italia durante i tentativi di conquista dell’era<br />
crispina e che altrettanto ne daranno pochi anni dopo (aiutati anche da qualche inviato del Pci), nonostante le<br />
nubi di ypr<strong>it</strong>e gettate dall’aviazione <strong>it</strong>aliana.<br />
10 LYTTELTON, Adrian, c<strong>it</strong>., pagg. 267-269.<br />
11 Il Parlamento <strong>it</strong>aliano. Storia parlamentare pol<strong>it</strong>ica dell’Italia 1861-1988, Milano, Nuova CEI, 1988, voll. 11° e<br />
12°; RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a Montec<strong>it</strong>orio dal 1919 alla Cost<strong>it</strong>uente, 2 volumi,<br />
Trieste, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, 1983, 2° volume, pagg. 561-572.<br />
12 LYTTELTON, Adrian, c<strong>it</strong>., pagg. 445-446; RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a Montec<strong>it</strong>orio<br />
dal 1919 alla Cost<strong>it</strong>uente, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 563-566.<br />
13 LEONARDUZZI, Andrea, Il fascismo locale in Friuli: problemi e prospettive, in: Luigi Ganapini (a cura di), La<br />
storiografia sul fascismo locale nell’Italia nordorientale, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di<br />
13
del fascismo ed il repentino riemergere nel 1943-45 come ministro della giustizia della<br />
Repubblica sociale <strong>it</strong>aliana, lo stato vassallo del nazismo nel Nord Italia.<br />
Ma soprattutto - per quanto ci interessa - le vicende successive di Pisenti non<br />
oscurano, ma anzi esaltano i primi passi della sua carriera pol<strong>it</strong>ica, iniziata nel Part<strong>it</strong>o<br />
del Lavoro e nella commissione padronale degli agrari che fronteggiava i rappresentanti<br />
delle leghe contadine, come vice dell’avianese Antonio Cristofori, agrario ed esponente<br />
del radicalismo (la stessa formazione pol<strong>it</strong>ica da cui proviene anche lui). L’impegno<br />
sinceramente reazionario del Pisenti è portato avanti con coerenza, assumendo come<br />
obiettivo - da sconfiggere senza condizioni - il movimento popolare e le sue espressioni,<br />
in particolare la Giunta rossa di Pordenone sulla quale rovescia roventi polemiche. 14<br />
La stessa prevalenza di personale pol<strong>it</strong>ico del Pordenonese alla testa della<br />
federazione fascista friulana (dopo Pisenti, Nicolò De Carli nel 1924-1925 e poi<br />
nuovamente nel 1926 ed il conte Arturo Cattaneo nel 1928-1929) testimonia il livello<br />
dello scontro di classe nel Friuli occidentale nel primo dopoguerra, qual<strong>it</strong>ativamente<br />
differente dalla s<strong>it</strong>uazione nel resto della provincia, maggiormente segnata dalla<br />
continu<strong>it</strong>à delle forze pol<strong>it</strong>iche tradizionali 15 .<br />
14<br />
...un muratore...<br />
Ad un rappresentante “perdente” della fazione al potere, corrisponde la capac<strong>it</strong>à<br />
di mobil<strong>it</strong>azione della giovane organizzazione clandestina che per vent’anni<br />
rappresenterà l’avanguardia dell’antifascismo. L’ag<strong>it</strong>azione dimostra la presenza del<br />
Part<strong>it</strong>o Comunista d’Italia clandestino, capace anche di uscire allo scoperto come nel<br />
caso del comizio del 6 marzo del segretario provinciale di Udine Giacinto Calligaris. Il<br />
Pcd’i esce con la sua struttura intatta dalla lotta del Cotonificio Veneziano. Solo nel 1931<br />
il regime riuscirà a scoprirne le fila ed a farne condannare dal Tribunale Speciale tredici<br />
esponenti, quasi tutti impegnati nello sciopero del 1928 e pronti a farne scoppiare un<br />
altro nel 1932. 16<br />
Alla testa della rete clandestina comunista ai tempi dello sciopero c’è Ernesto<br />
Oliva, muratore, eletto nel 1920 al Consiglio Comunale di Pordenone nella v<strong>it</strong>toriosa lista<br />
socialista. Suo e di Calligaris è l’articolo sullo sciopero riportato da l’Un<strong>it</strong>à clandestina e<br />
Liberazione, 1990, pag. 37; FABBRO, Mario, Fascismo e lotta pol<strong>it</strong>ica in Friuli (1920-26), Venezia/Padova,<br />
Marsilio, 1974, pag. 197.<br />
14 Sul ruolo pol<strong>it</strong>ico del Pisenti nel primo dopoguerra cfr.: FABBRO, Mario, c<strong>it</strong>.; PREZIOSI, Anna Maria,<br />
Borghesia e fascismo in Friuli negli anni 1920-22, Roma, Bonacci, 1980.<br />
Il nob. avv. dott. Antonio Cristofori fu Marco è nato ad Aviano il 19.11.1877: ASU-APU, busta 22, fascicolo 7,<br />
1914, Eleggibil<strong>it</strong>à dei Consiglieri. Ricorsi. Deputazione Provinciale di Udine, prot. n. 6430 del 10.11.1914.<br />
Sul Cristofori si veda: RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a Montec<strong>it</strong>orio dal 1919 alla<br />
Cost<strong>it</strong>uente, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 267-273. A propos<strong>it</strong>o di histoire de longue durée è significativo segnalare<br />
quanto appare dal confronto fra RINALDI, pagg. 267-268 e GARGIULO, Roberto, Mamma li turchi. La grande<br />
scorreria del 1499 in Friuli, Pordenone, Biblioteca dell’Immagine, 1998, pagg. 193-198. Come Gargiulo<br />
riannoda i fili della discendenza familiare fra una giovane rap<strong>it</strong>a dai turchi nel 1499 ad Aviano e padre Marco,<br />
incaricato vaticano per la mobil<strong>it</strong>azione della cristian<strong>it</strong>à nella crociata contro l’Impero turco alla fine del<br />
Seicento, noi ci permettiamo di riannodare e sottolineare i fili della funzione conservatrice della piccola nobiltà,<br />
fra il cappuccino onorato all’ingresso della omonima cripta asburgica ed il suo discendente organizzatore degli<br />
agrari friulani contro i contadini.<br />
15 LEONARDUZZI, Andrea, c<strong>it</strong>., pagg. 35-36; FABBRO, Mario, c<strong>it</strong>., pag. 191.<br />
16 Sentenza n. 68 del 23-11-1931, Pres. Tringali - Rel. Buccafurri.<br />
Nel 1930-31 l’organizzazione comunista di Pordenone è articolata su quattro settori. L’attiv<strong>it</strong>à è svolta<br />
specialmente negli stabilimenti industriali c<strong>it</strong>tadini. (Reati contestati: Cost<strong>it</strong>uzione del PCI,<br />
appartenenza allo stesso e propaganda)<br />
cognome e nome comune data di nasc<strong>it</strong>a mestiere condanna: anni e mesi:<br />
Bet Giuseppe Fiume V. (Ud) 26-7-1898 bracciante 4 -<br />
Boccalon Guido Pasiano (Ud) 5-4-1901 bracciante 7 -<br />
Bortoluzzi Aldo Pordenone (Ud) 11-6-1902 p<strong>it</strong>tore 3 -<br />
Carli V<strong>it</strong>torio Pordenone (Ud) 20-10-1894 calzolaio 3 -<br />
Durigon Achille Pordenone (Ud) 3-4-1913 manovale 6 3<br />
Fantuzzi Guido Pordenone (Ud) 24-6-1911 tintore 1 6<br />
Gassarelli Giuseppe Pordenone (Ud) 12-7-1889 bracciante 2 -<br />
Lucchese Fioravante Brugnera (Ud) 6-12-1903 rappresentante assolto<br />
Morassut Antonio Pordenone (Ud) 20-11-1911 operaio 1 6<br />
Palazzin Giobatta Pordenone (Ud) 30-11-1897 falegname 5 -<br />
Romanet Tranquillo Pordenone (Ud) 4-6-1911 macellario 1 6<br />
Scalon Angelo S. V<strong>it</strong>o T. (Ud) 29-9-1879 falegname 5 -<br />
Vendramini Eugenio Pordenone (Ud) 20-3-1902 muratore 5 -<br />
Cfr. DAL PONT, Adriano, LEONETTI, Alfonso, MAIELLO, Pasquale, ZOCCHI, Lino, Aula IV, tutti i processi del<br />
Tribunale Speciale fascista, Roma, Associazione nazionale persegu<strong>it</strong>ati pol<strong>it</strong>ici <strong>it</strong>aliani antifascisti, 1962, pag.<br />
206.
diffuso a Pordenone. Sua è la barca con la quale Calligaris sfugge alla polizia il 6 marzo<br />
attraversando il Noncello. 17<br />
Lo r<strong>it</strong>roveremo nel 1931, delegato al quarto congresso del Part<strong>it</strong>o comunista<br />
tenutosi in esilio a Colonia. Un intervento significativo, secondo Paolo Spriano: A volte ci<br />
si prospetta problemi che parrebbero caratteristici dei primordi del movimento operaio se il<br />
fatto che da anni ed anni ogni espressione e organizzazione libera delle masse sia soppressa<br />
non ponesse la necess<strong>it</strong>à di una propaganda come quella che cinquant’anni prima fecero tra<br />
le masse gli anarchici o i socialisti. Un delegato dice: “Come si va tra i contadini? Penetrare<br />
tra i contadini è un problema particolare. Essi sono legati al prete. A lui si rivolgono per ogni<br />
cosa. I compagni, quando vanno ad un villaggio, debbono conoscere le ab<strong>it</strong>udini dei<br />
contadini e studiarne la psicologia; solo così un lavoro coordinato può riuscire. Bisogna dire<br />
che il prete è d’accordo con il padrone, che la formula ‘Beati i poveri’ è un trucco per tenerlo<br />
asserv<strong>it</strong>o al padrone.” 18<br />
Al termine del congresso Oliva sarà chiamato a far parte del com<strong>it</strong>ato centrale del<br />
part<strong>it</strong>o, un organismo assai ristretto, ben lontano dalle pletoriche dimensioni richieste<br />
dalla partecipazione di facciata cui ci si ab<strong>it</strong>uerà verso la fine del secolo. Insegu<strong>it</strong>o da un<br />
mandato di cattura per organizzazione comunista emesso nella primavera del 1931 (la<br />
sua posizione era stata stralciata per lat<strong>it</strong>anza dal processo al Tribunale Speciale contro<br />
l’organizzazione comunista pordenonese), rientra in Italia per lavorare nel Centro interno<br />
del part<strong>it</strong>o e qui viene arrestato a Genova insieme al responsabile, il muggesano Luigi<br />
Frausin, il 12 marzo del 1932, in una operazione che porterà allo smantellamento del<br />
Centro. Nel 1933 il Tribunale Speciale gli comminerà 5 anni di carcere, da scontare nel<br />
pen<strong>it</strong>enziario di Castelfranco Emilia. 19<br />
Il segu<strong>it</strong>o, contrariamente a quello dei romanzi, non sarà eroico. La moglie, a sua<br />
insaputa, chiede al Duce la grazia. Liberato il 7 febbraio 1934 per il condono di tre anni<br />
di reclusione, Ernesto Oliva rimane macchiato dal sospetto d’infamia, è isolato dai<br />
compagni, tagliato fuori dall’attiv<strong>it</strong>à del part<strong>it</strong>o soggetta alle inflessibili regole della<br />
clandestin<strong>it</strong>à. Ancora vigilato nel 1942, vive nella costante attesa di essere<br />
preventivamente arrestato, ogni qualvolta qualche gerarca del fascismo vis<strong>it</strong>i Pordenone.<br />
Durante la lotta di liberazione si nasconde continuamente, per ev<strong>it</strong>are di essere catturato<br />
dai nazi-fascisti. Solo dopo la caduta del fascismo Oliva r<strong>it</strong>ornerà a mil<strong>it</strong>are nel part<strong>it</strong>o<br />
comunista. 20<br />
...un nobile.<br />
Durante gli scontri del 4 febbraio viene fer<strong>it</strong>o anche il podestà fascista conte<br />
Arturo Cattaneo: non v<strong>it</strong>tima delle nerbate delle sue camicie nere, ma della rabbia<br />
operaia. Egli, con altri esponenti del fascismo locale, firma successivamente un<br />
inascoltato manifesto che chiarisce bene il ruolo del regime al servizio del padronato:<br />
Operai cotonieri di Pordenone, quanto avete commesso è stolido, vergognoso, indegno.<br />
Stolido perché diretto a danneggiare voi stessi e le vostre famiglie: vergognoso perché<br />
compiuto contro il regime e le sue sane e oneste leggi: indegno perché avete risposto con<br />
atti e manifestazioni che ricordano un passato volgare e disonorato, al generoso<br />
interessamento delle autor<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>iche e sindacali e dello stesso capo del Governo il cui<br />
17 LIZZERO, Mario, Gloriose battaglie antifasciste, c<strong>it</strong>., pagg. 16-17.<br />
18 Dal’intervento di Antonio (Ernesto Oliva), Archivio del Part<strong>it</strong>o Comunista, 918/60, tratto da: SPRIANO, Paolo,<br />
Storia del Part<strong>it</strong>o comunista <strong>it</strong>aliano, Torino, Einaudi, 1978, volume secondo, Gli anni della clandestin<strong>it</strong>à, pag.<br />
318.<br />
19 SPRIANO, Paolo, Storia del Part<strong>it</strong>o comunista <strong>it</strong>aliano, c<strong>it</strong>., pagg. 322, 353 e 406.<br />
Sentenza n. 23 del 20-9-1933, Pres. Le Metre - Rel. Buccafurri.<br />
Nel marzo 1932 viene scoperto a Milano il Centro interno del Part<strong>it</strong>o comunista. Frausin, arrestato a<br />
Genova, se ne assume l’intera responsabil<strong>it</strong>à. Gli altri imputati, mun<strong>it</strong>i di falsi documenti, sono<br />
presentati e giudicati come funzionari dello stesso part<strong>it</strong>o i quali si recavano spesso all’estero, donde<br />
r<strong>it</strong>ornavano con direttive e materiale vario: 16 accusati vengono prosciolti per amnistia. (Cost<strong>it</strong>uzione<br />
del PCI)<br />
cognome e nome comune data di nasc<strong>it</strong>a mestiere condanna ad anni:<br />
Frausin Luigi Muggia (Ts) 21-6-1898 carpentiere 12<br />
Succio Carmelina Santhià (Vc) 27-5-1901 non indicato 8<br />
Macchia Umberto Bologna 6-10-1904 operaio 12<br />
Oliva Ernesto Pordenone (Ud) 30-11-1896 muratore 5<br />
Marcucci Cesare Falerone (Ap) 23-9-1906 studente 12<br />
Mazzoleni Virgilio Introbio (Co) 27-2-1897 rappresentante 6<br />
Cfr. DAL PONT, Adriano, LEONETTI, Alfonso, MAIELLO, Pasquale, ZOCCHI, Lino, c<strong>it</strong>., pagg. 246-247; ed<br />
inoltre, per gli altri dati: DAL PONT, Adriano, CAROLINI, Simonetta, MARTUCCI, Luciana, PIANA, Cristina,<br />
RICCO’, Liliana, c<strong>it</strong>. Ernesto Oliva era nato a Pordenone il 30 novembre 1896 ed aveva conservato la residenza<br />
in c<strong>it</strong>tà.<br />
20 Testimonianza di Mario Bettoli, che ha conosciuto da giovane Ernesto Oliva, ab<strong>it</strong>ante nel suo stesso quartiere<br />
(Borgomeduna) dopo la scarcerazione.<br />
15
tempestivo interessamento aveva imped<strong>it</strong>o la chiusura degli stabilimenti del Cotonificio<br />
Veneziano. Se tale provvedimento venisse oggi attuato dai dirigenti della Amministrazione<br />
Brunner, ciò sarebbe soltanto per vostra colpa. L’insano contegno da voi tenuto non può<br />
avere giustificazione alcuna. Lo sciopero è reato; tutti voi siete pertanto fuori della legge e<br />
contro il regime e le sue forze, non solo, ma anche contro tutte le camicie nere che per il<br />
loro onore e fede giurata non possono avere con voi nessuna solidarietà. Il nostro mon<strong>it</strong>o<br />
severo è rivolto soprattutto contro coloro che, avversari irriducibili del fascismo, nemici<br />
quindi del vostro stesso benessere e della tranquill<strong>it</strong>à, hanno compiuto opera di sobillazione<br />
e di inc<strong>it</strong>amento. Intanto voi, operai cotonieri di Pordenone, ascoltate ed esegu<strong>it</strong>e l’unico<br />
ordine che il fascismo vi può dare: riprendere immediatamente con disciplina e tranquill<strong>it</strong>à<br />
il lavoro. Ogni questione ed ogni eventuale dir<strong>it</strong>to saranno esaminati dalle autor<strong>it</strong>à<br />
competenti, a tenore della legge vigente sull’ordinamento sindacale corporativo.<br />
f.to Traverso - Segretario del Sindacato Fascista<br />
f.to Perotti - Segretario federale<br />
co. A. Cattaneo - Podestà<br />
Valenzuela - Segretario pol<strong>it</strong>ico. 21<br />
Nessun pol<strong>it</strong>ico eletto democraticamente si azzarderebbe ad usare un linguaggio<br />
del genere. In un futuro lontano simili sfuriate saranno sol<strong>it</strong>amente rivolte alla propria<br />
base organizzativa da un capo pesantemente sconf<strong>it</strong>to nelle elezioni e saranno un<br />
cosmetico per repentini cambiamenti di linea oppure per la totale assenza di essa. In<br />
questi tempi invece il linguaggio tradisce esplic<strong>it</strong>amente il senso del dominio di classe<br />
eserc<strong>it</strong>ato su una massa totalmente espropriata dei dir<strong>it</strong>ti e della propria voce.<br />
Il conte Cattaneo, nel corso delle faide del fascismo friulano della metà degli anni<br />
‘20, era stato espulso insieme al conte De Puppi (altro esponente dell’aristocrazia agraria)<br />
contemporaneamente alla sospensione del Pisenti, del commissario prefettizio del<br />
comune di Udine Luigi Spezzotti (pure lui industriale tessile) e del presidente della<br />
commissione reale per l’amministrazione della provincia conte Gino di Caporiacco. Tutti<br />
esponenti della vecchia classe dirigente radicale o moderata, invisi e mal sopportati dalle<br />
camicie nere “della prima ora”.<br />
Ma la loro esclusione dalle file del part<strong>it</strong>o era durata poco ed il pisentiano conte<br />
Arturo Cattaneo potrà, nonostante o forse proprio per la provenienza dal duro fronte di<br />
lotta di Pordenone, occupare lo scranno di segretario federale udinese proprio<br />
dall’ottobre 1928 al settembre 1929. 22<br />
16<br />
Solo sei anni prima.<br />
Nell’estate 1922, al vertice del comune di Pordenone non sedeva un nobile<br />
proprietario terriero nominato dal regime fascista ma un sindaco democraticamente<br />
eletto con il voto del 70% dei c<strong>it</strong>tadini. Anche se quelle donne che producevano in<br />
massima parte la ricchezza della c<strong>it</strong>tà erano escluse dai dir<strong>it</strong>ti pol<strong>it</strong>ici, il voto del centro<br />
operaio tessile, della “piccola Manchester” del Friuli era stato riversato sulla lista<br />
socialista. Così dal novembre 1920 all’agosto 1922 l’avvocato Guido Rosso era giunto allo<br />
scranno di sindaco, l’unico mai espresso dal movimento operaio nella c<strong>it</strong>tà sulle rive del<br />
Noncello. Rosso non fu un pol<strong>it</strong>icante pronto ad approf<strong>it</strong>tare del momento favorevole per<br />
fare carriera, anche se qualche ombra fu talvolta gettata su di lui dagli avversari.<br />
Avvocato patrocinatore degli operai davanti ai tribunali nelle continue cause per<br />
difendere i loro interessi individuali e collettivi, era stato dai primi anni del secolo alla<br />
testa della propaganda del part<strong>it</strong>o e dell’organizzazione sindacale insieme al collega<br />
Giuseppe Ellero, assessore comunale e, dal 1921 al 1924, primo deputato socialista<br />
pordenonese.<br />
Nello stesso biennio nero in cui montava la reazione fascista, a Vallenoncello,<br />
allora comune autonomo ed oggi solo frazione di Pordenone, il conte Cattaneo ed i suoi<br />
uomini dovevano assaporare la polvere dell’opposizione ad una Giunta, pure socialista,<br />
eletta dai contadini di quel piccolo centro. L’affronto fu così duro da costare forse la v<strong>it</strong>a<br />
a quel comune, assorb<strong>it</strong>o nel 1930 dal ben più prestigioso feudo di Pordenone. 23<br />
21 Copia dattiloscr<strong>it</strong>ta presso ASU, Busta 9, fascicolo 32: “Pordenone. Cotonificio Veneziano. Licenziamento<br />
operai 1917-29”, e originale a stampa presso l’archivio del comune di Pordenone; riportato da: DEGAN,<br />
Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 136-137.<br />
22 LEONARDUZZI, Andrea, c<strong>it</strong>., pagg. 33-36.<br />
23 La famiglia Cattaneo era stata rappresentata con continu<strong>it</strong>à nell’Amministrazione Comunale di Pordenone,<br />
fin dall’epoca asburgica, in mezzo ad un folto gruppo di proprietari terrieri di origine nobiliare. Riccardo<br />
Cattaneo esprimeva nel 1895 contro le spese comunali per l’istruzione tecnica le preoccupazioni dell’ala più<br />
conservatrice del ceto dirigente dell’epoca, di cui ... era forse l’esponente più in vista e di maggiore peso<br />
pol<strong>it</strong>ico. Cfr. MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone dall’Un<strong>it</strong>à alla fine dell’ottocento, Brescia, Paideia,<br />
1983, pagg. 137-138, ed inoltre le tabelle a pagg. 216, 222-224. Sul ruolo dei Cattaneo nelle amministrazioni<br />
dei primi due decenni del Novecento, si vedano i cap<strong>it</strong>oli successivi.
Mai vendetta di classe fu più chiara del passaggio dei poteri a Pordenone. Mai la<br />
forza degli opposti schieramenti di classe poté così direttamente commisurarsi nella<br />
conquista delle massime cariche c<strong>it</strong>tadine. Alle operaie licenziate ed arrestate non<br />
rimaneva neanche più la possibil<strong>it</strong>à di utilizzare il patrocinio di quei compagni che erano<br />
stati anche i loro storici avvocati. 24<br />
La brace della storia cova sotto la cenere.<br />
Nel Friuli a cavallo fra la fine degli anni Venti ed i primi anni Trenta opera la rete<br />
clandestina del Part<strong>it</strong>o Comunista. Pesano le assenze degli emigrati e di chi è caduto<br />
nella lotta antifascista, come i due capi comunisti di Torre, Pietro Sartor (costretto a<br />
rifugiarsi in Belgio, dove dirigerà Il Riscatto, giornale dell’antifascismo <strong>it</strong>aliano in quel<br />
paese; morirà nel 1926 in un incidente) e Tranquillo Moras, ucciso dai fascisti in un<br />
agguato a Pordenone nel 1921.<br />
Mentre dirigenti e mil<strong>it</strong>anti socialisti si immergono nelle profond<strong>it</strong>à carsiche della<br />
resistenza passiva al regime, altri continuano la lotta sindacale, come si vede nel 1928.<br />
Tra i dirigenti che organizzano lo sciopero troviamo Luigi Molmenti e Umberto Santin,<br />
che erano stati consiglieri comunali dal 1920 al 1922. 25 Santin aveva sub<strong>it</strong>o ader<strong>it</strong>o al<br />
part<strong>it</strong>o comunista, mentre Molmenti era rimasto nel Psi.<br />
Una nuova generazione di mil<strong>it</strong>anti operai ha preso il suo posto nella dura azione<br />
illegale comunista, accelerata dopo la “svolta” staliniana del Pci e la decisione di<br />
riportare in Italia il baricentro della propria azione pol<strong>it</strong>ica nella ottimistica quanto<br />
effimera prospettiva che la crisi economica del 1929 metta in ginocchio defin<strong>it</strong>ivamente il<br />
regime insieme con tutto il cap<strong>it</strong>alismo. Nei cinque processi contro i comunisti friulani<br />
dell’ottobre 1934 troviamo una grande presenza di attivisti di Spilimbergo, Castelnovo e<br />
Sequals: si tratta (insieme a Pinzano, confinante con questi tre comuni) di alcuni dei<br />
centri dell’altra area del Friuli occidentale che, nel primo ventennio del secolo, ha visto<br />
una significativa presenza del movimento socialista, che in alcuni momenti ha anche<br />
assunto il controllo delle amministrazioni locali. Le persone sono cambiate, le date di<br />
nasc<strong>it</strong>a testimoniano del passaggio di consegne fra generazioni, nuovi dirigenti emergono<br />
ormai, come Luigi Bortolussi 26 e Mario Lizzero: ma la coincidenza testimonia della<br />
permanenza sotterranea delle tendenze di lungo periodo. 27<br />
24 Quando questi lavoratori licenziati in tronco e senza rest<strong>it</strong>uzione del libretto di lavoro si recarono da<br />
un avvocato per farsi difendere questi disse loro che preferiva regalare a ciascuno di essi 50 lire purché<br />
non tornassero da lui per timore di essere mandato al confino dai fascisti! Cfr. LIZZERO, Mario, Gloriose<br />
battaglie antifasciste, c<strong>it</strong>., pag. 20. Vista l’assenza da Pordenone di Giuseppe Ellero, che aveva dovuto<br />
trasferirsi a Milano dopo la v<strong>it</strong>toria del fascismo, tale episodio può forse riferirsi a Guido Rosso, che però è pure<br />
egli in esilio a Venezia (c<strong>it</strong>tà per altro più facilmente raggiungibile in treno da Pordenone) oppure a qualcuno<br />
degli avvocati radicali rimasti liberi da legami con il fascismo.<br />
25 LIZZERO, Mario, Gloriose battaglie antifasciste, c<strong>it</strong>., pag. 14.<br />
26 Su Luigi Bortolussi, dirigente del part<strong>it</strong>o comunista originario di Lestans e comandante partigiano, cfr.<br />
LIZZERO, Mario, Luigi Bortolussi “Marco” una v<strong>it</strong>a per la libertà, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del<br />
Movimento di Liberazione, s.d. (ma probabilmente 1986).<br />
27 Sentenza n. 38 del 10-10-1934, Pres. Gauttieri - Rel. Buccafurri<br />
La federazione comunista di Udine nel 1932-33 sviluppa la propria attiv<strong>it</strong>à nei principali centri della<br />
provincia. La sentenza ammette la “pericolos<strong>it</strong>à del vasto movimento che, grazie a circostanze locali<br />
favorevoli, era riusc<strong>it</strong>o a penetrare nelle organizzazioni fasciste, corrompendo giovani inesperti”. Parte<br />
degli arrestati sono prosciolti in istruttoria, gli altri rinviati a giudizio suddivisi in 5 gruppi di cui questo<br />
è il primo. (Cost<strong>it</strong>uzione del PCI, appartenenza allo stesso, propaganda)<br />
cognome e nome comune data di nasc<strong>it</strong>a mestiere condanna ad anni:<br />
Feruglio Beniamino Feletto (Ud) 26-10-1894 geometra 9<br />
Mirolo Angelo Spilimbergo (Ud) 6-10-1908 fabbro 9<br />
Peressini Leone Spilimbergo (Ud) 2-9-1907 falegname 8<br />
Fr<strong>it</strong>z Amedeo Spilimbergo (Ud) 13-5-1909 fabbro 8<br />
Battistella Alfredo Spilimbergo (Ud) 24-5-1915 bracciante 4<br />
Fagotto Antonio Spilimbergo (Ud) 14-4-1909 barbiere 4<br />
De Marchi Ottavio Spilimbergo (Ud) 5-4-1913 p<strong>it</strong>tore 4<br />
Codogno Paolo Spilimbergo (Ud) 26-3-1913 bracciante 3<br />
Cimarosti Luigi Spilimbergo (Ud) 8-11-1906 bracciante 3<br />
Battistella Renato Spilimbergo (Ud) 24-11-1909 manovale 3<br />
Giacomello Germano Spilimbergo (Ud) 10-10-1910 falegname 3<br />
Fracasso Ciro Spilimbergo (Ud) 9-6-1883 muratore 3<br />
Sarcinelli Alfredo Spilimbergo (Ud) 18-9-1909 falegname 3<br />
Zavagno Pietro Spilimbergo (Ud) 1-4-1909 bracciante 4<br />
Sedran Antonio Spilimbergo (Ud) 6-10-1913 operaio 3<br />
Nocent Guglielmo Spilimbergo (Ud) 11-10-1912 bracciante 3<br />
Codogno Alfeo Spilimbergo (Ud) 25-2-1914 mosaicista 3<br />
Martinuzzi Archimede Spilimbergo (Ud) 27-6-1908 barbiere 4<br />
17
Ma anche i “vecchi” dirigenti sono ancora all’opera. E dimostrano con la loro<br />
azione quel legame inestricabile fra il piccolo mondo delle c<strong>it</strong>tadine friulane ed il grande<br />
mondo della Storia. Umberto De Gottardo, muratore e dirigente sindacale, consigliere<br />
comunale e provinciale socialista di Pordenone dal 1920, diventato assessore nel 1921 in<br />
segu<strong>it</strong>o alle dimissioni di due assessori passati al neocost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o Pcd’i 28 è fra i volontari<br />
antifascisti che accorrono in Spagna per combattere nelle Brigate Internazionali che<br />
difendono la repubblica dalle truppe golpiste di Franco. Sempre in Spagna, ad Albacete<br />
nel 1937, cade Piero Pasquotti di Torre, nipote di quell’Enrico Marzot che aveva ceduto il<br />
ruolo di assessore proprio a De Gottardo. 29<br />
In quegli anni un giovane comunista torinese, Emilio Guarnaschelli, esule a<br />
Mosca dopo la fuga dall’Italia e l’espulsione dal Belgio, entra nella spirale della<br />
repressione staliniana che l’annienterà insieme alla grande maggioranza dei bolscevichi<br />
ed a tanti comunisti stranieri rifugiatisi in Unione Sovietica. 30 Guarnaschelli non ha<br />
Troiani Pietro Pagnacco (Ud) 15-8-1909 tipografo assolto<br />
Liva Eugenio Spilimbergo (Ud) 24-4-1900 fabbro 3<br />
Sovran Alessandro Spilimbergo (Ud) 8-6-1903 bracciante 3<br />
(...)<br />
Sentenza n. 41 del 19-10-1934, Pres. Gauttieri - Rel. Buccafurri<br />
Quarto gruppo dei comunisti friulani. Vedi sentenze nn. 38-39-40. (Cost<strong>it</strong>uzione del PCI, appartenenza<br />
allo stesso, propaganda)<br />
cognome e nome comune data di nasc<strong>it</strong>a mestiere condanna ad anni:<br />
Tonelli Dante Castelnuovo (Ud) 5-10-1907 muratore 7<br />
Colautti Emilio Castelnuovo (Ud) 13-9-1910 muratore 2<br />
Muzzatti Domenico Castelnuovo (Ud) 13-12-1902 muratore 3<br />
Bortolussi Luigi Sequals (Ud) 22-7-1902 arrotino 7<br />
Beltrame Natalia Sequals (Ud) 25-12-1906 casalinga assolta<br />
Rossi Pietro Sequals (Ud) 29-10-1909 cementista 3<br />
(...)<br />
Cfr. DAL PONT, Adriano, LEONETTI, Alfonso, MAIELLO, Pasquale, ZOCCHI, Lino, c<strong>it</strong>., pagg.264-267.<br />
28 Cfr. verbale del Consiglio Comunale di Pordenone del 14 aprile 1921: surroga degli assessori Luigi Brusadin<br />
ed Enrico Marzot, in segu<strong>it</strong>o alla cost<strong>it</strong>uzione del gruppo consiliare autonomo comunista, con Umberto De<br />
Gottardo e Francesco Ortiga.<br />
29 DEGAN, Teresina, La resistenza nella destra Tagliamento, in : XXX anniversario della Liberazione, Pordenone<br />
Destra Tagliamento, 25 aprile 1945-1975, Pordenone, Com<strong>it</strong>ato Provinciale ANPI, 1975, pag. 55; PUPPINI,<br />
Marco, In Spagna per la libertà. Antifascisti friulani, giuliani e istriani nella guerra civile spagnola 1936/39,<br />
Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 1986, pagg. 198, 149, 196 e 338.<br />
Umberto De Gottardo, nato a Venezia il 22 luglio 1887. Residenza all’estero, muratore, comunista. Assessore<br />
comunale socialista di Pordenone nel dopoguerra, espatriato nel 1922, nel 1931 iscr<strong>it</strong>to in Rubrica di Frontiera<br />
per attiv<strong>it</strong>à antifascista in Francia. Nel 1937 si arruola nelle formazioni antifranchiste in Spagna (Brigata<br />
Garibaldi). Rientra in Francia nel febbraio 1939, internato (Argélès, Gurs), poi nelle compagnie di lavoratori al<br />
fronte francese. Pierino Pasquotti, nato a Pordenone il 27 giugno 1911, residenza all’estero, operaio, socialista.<br />
Emigrato nel 1930. Iscr<strong>it</strong>to in Rubrica di Frontiera per attiv<strong>it</strong>à antifascista in Francia. Nell’ottobre 1936 si<br />
arruola nelle formazioni antifranchiste in Spagna. Ufficiale, caporeparto in una fabbrica di esplosivi, morto il 29<br />
luglio 1937 per malattia contratta sul lavoro. Cfr.: DAL PONT, Adriano, CAROLINI, Simonetta, MARTUCCI,<br />
Luciana, PIANA, Cristina, RICCO’, Liliana, Antifascisti nel casellario pol<strong>it</strong>ico centrale, 19 volumi, Roma,<br />
Quaderni dell’Anppia, 1988-1995. Sempre nella stessa opera non si riscontra la schedatura di Enrico Marzot,<br />
pure emigrato pol<strong>it</strong>ico socialista in Francia.<br />
Nel suo consistente lavoro di ricerca, Puppini commette degli errori a propos<strong>it</strong>o di De Gottardo. Probabilmente<br />
sulla base di un equivoco dovuto alla confusione fra Umberto ed il padre Emanuele, Puppini sdoppia De<br />
Gottardo in due diverse persone, non accorgendosi delle coincidenze (ambedue operano ad esempio nella san<strong>it</strong>à<br />
della Brigata internazionale “Garibaldi”). Il risultato paradossale è che il presunto Emanuele, di cui non<br />
risultano neanche i relativi documenti anagrafici o polizieschi, è inser<strong>it</strong>o fra i combattenti effettivi, mentre<br />
Umberto è classificato fra i nominativi incerti, combattenti forse originari del Friuli, della Venezia Giulia o<br />
dell’Istria o la cui partecipazione alla guerra civile non sembra sufficientemente provata. E’ erronea<br />
inoltre la notizia che De Gottardo dopo la guerra si sarebbe fermato in Francia: come vedremo fra poco, De<br />
Gottardo non solo rientrerà, ma avrà un ruolo di dirigente sindacale degli edili. Si tratta di uno dei tanti casi di<br />
damnatio memoriae dei dirigenti socialisti di prima del fascismo.<br />
In realtà la confusione attorno ad Emanuele/Umberto r<strong>it</strong>orna anche in altre persone. Gualtiera Pasquotti nella<br />
sua testimonianza attribuisce ambedue i nomi all’esponente socialista, quando riferisce di come lui,<br />
casualmente presente ad Albacete, assista ai funerali di suo fratello Piero e poi ne riferisca all’antico compagno<br />
Enrico Marzot, zio del caduto. Cfr.: STEFFE’, Bruno (a cura di), La famiglia Pasquotti di Pordenone. Il prezzo<br />
della coerenza agli ideali democratici, in: Quaderni di storia. Cose nostre, cose di tutti, Pordenone, Ist<strong>it</strong>uto<br />
Provinciale per la Storia del Movimento di Liberazione e dell’Età contemporanea, n. 12, 2002, pag. 35.<br />
Dal 1950 al 1957 (anno della morte) Umberto De Gottardo convive con la madre di Bruno Pascutto. Bruno,<br />
allora ragazzo, successivamente per decenni funzionario della federazione di Pordenone del Part<strong>it</strong>o Comunista<br />
ed oggi dirigente del Sindacato Pensionati della Cgil, ricorda che probabilmente Emanuele era stato anche il<br />
nome di battaglia di Umberto nella lotta antifascista. Sempre Bruno Pascutto ricorda come Umberto,<br />
capomastro edile, abbia continuato fino alla fine la sua attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica, mil<strong>it</strong>ando sempre nel Part<strong>it</strong>o<br />
Comunista.<br />
30 Secondo Jean Elleinstein su ventisei membri t<strong>it</strong>olari del com<strong>it</strong>ato centrale eletto al XV congresso del part<strong>it</strong>o<br />
bolscevico, quand’era ancor vivo Lenin, diciassette saranno condannati a morte, assassinati, costretti al<br />
suicidio o deportati. Lo stesso dicasi per sei membri del Pol<strong>it</strong>buro del 1922 su dieci, per otto su tredici di quello<br />
del 1924, per nove su diciassette di quello del 1927: in totale venti su trentuno eletti al Pol<strong>it</strong>buro fra il 1918 ed<br />
18
probabilmente mai visto Pordenone né il Friuli, ma il destino lo unisce alla giovanissima<br />
Nella Masutti, figlia di Costante, esule a Mosca con la famiglia con il nome di battaglia di<br />
Pëtr I. Garatti. 31 Nella lo segue nell’esilio a Pinega, un villaggio dell’estremo nord nella<br />
regione di Arkhangelsk, vicino al Circolo polare artico e cerca dopo il successivo arresto<br />
di salvarlo dalla morte, di cui avrà notizia solo durante la guerra. 32 Fra gli oltre cento<br />
comunisti <strong>it</strong>aliani v<strong>it</strong>time della repressione staliniana, alcuni sono friulani o giuliani,<br />
come Luigi Fattori di Udine, Vattovaz di Capodistria, Germano Romanutti di Udine,<br />
Nicolò Martini di Pordenone e Luigi Caligaris di Trieste, la prima v<strong>it</strong>tima <strong>it</strong>aliana del<br />
terrore staliniano. Un articolo di Caligaris sulla s<strong>it</strong>uazione sovietica era stato pubblicato<br />
con lo pseudonimo di Siciliano da Il Popolo d’Italia con un commento personale di<br />
Mussolini. Caligaris sarà v<strong>it</strong>tima delle grandi purghe successive all’assassinio di Kirov<br />
insieme con Ezio Biondini (nome di battaglia Merini), con il quale aveva avuto rapporti di<br />
amicizia Emilio Guarnaschelli. 33<br />
Il suocero di Guarnaschelli, Costante Masutti, nel primo dopoguerra si era<br />
distinto non solo come dirigente sindacale degli edili e consigliere comunale socialista di<br />
Pordenone, ma anche per le sue gesta di ex ard<strong>it</strong>o di guerra, impegnato in avventurosi<br />
scontri con i fascisti. Di lui, oltre alla notizia della sua presenza nella Mosca degli anni<br />
‘30, non ci rimane che un r<strong>it</strong>ratto poco lusinghiero. Egli è accusato da Guarnaschelli di<br />
aver fatto pressioni di ogni tipo sulla figlia per impedirle di raggiungerlo a Pinega e forse<br />
anche di essere stato l’autore della denuncia nei suoi confronti. Difficile valutare quanto<br />
la responsabil<strong>it</strong>à paterna su una figlia appena sedicenne ed il conformismo dell’esule<br />
comunista nella Mosca di quegli anni, dove ognuno deve guardarsi da tutti, e forse più di<br />
ogni altro dai compagni vicini, abbiano contribu<strong>it</strong>o al suo atteggiamento. 34<br />
Comunque sia, nell’immediato dopoguerra Costante Masutti è a Pordenone, attivo<br />
nel Fronte Popolare. Ma non è più nel part<strong>it</strong>o comunista, bensì in quello socialista<br />
finché, dopo alcune delle sue turbolenze, che lo portano ad affrontare i propagandisti dei<br />
Com<strong>it</strong>ati civici clericali anche durante il culto cattolico e che gli provocano un processo,<br />
viene convinto a r<strong>it</strong>ornare in Francia per ev<strong>it</strong>are ulteriori tensioni. Il mondo è piccolo<br />
anche prima che venga inventata la globalizzazione: e così si r<strong>it</strong>rovano il socialista Guido<br />
Rosso come suo avvocato difensore ed Ernesto Oliva, rientrato nel Pci, che lo convince ad<br />
abbandonare il campo. 35<br />
E’ possibile ipotizzare che l’esperienza della figlia e del suo compagno abbiano<br />
influ<strong>it</strong>o sulle sue opinioni pol<strong>it</strong>iche? Altri passaggi incrociati si sono verificati in quei<br />
decenni: se Masutti passa al Pcd’i, ma è socialista nel secondo dopoguerra, il contrario<br />
avviene per De Gottardo. Quanto ad Enrico Marzot, Evelina Pasquotti, sua nipote e<br />
sorella di Pierino, anni fa mi rivelò con stupore di averlo sempre conosciuto come<br />
socialista, e di non aver mai saputo di una sua appartenenza al Pcd’i (vista la<br />
pol<strong>it</strong>icizzazione della famiglia, non è ipotizzabile pensare a qualche trascuratezza<br />
nell’informazione: ed infatti successivamente anche la sorella Gualtiera mi ha<br />
confermato la stessa informazione di Evelina). Ho posto nel passato la questione a<br />
Teresina Degan, la quale mi ha proposto la seguente ipotesi: chi era stato a Mosca aveva<br />
il 1935 scompariranno a causa della repressione staliniana. Cfr. ELLEINSTEIN, Jean, Storia del fenomeno<br />
staliniano, Roma, Ed<strong>it</strong>ori Riun<strong>it</strong>i, 1975, pagg. 129-131. Guarnaschelli morirà nel 1939 in circostanze incerte,<br />
dopo essere stato internato nel 1936 nel distretto minerario della Kolyma, ove milioni di persone furono<br />
costrette fino agli anni ‘50 alla deportazione in condizioni di lavoro e di sopravvivenza inumane. Cfr.:<br />
GUARNASCHELLI, Emilio, Una piccola pietra, Milano, Garzanti, 1982, pagg. 287-291. Sulle condizioni di<br />
detenzione e sfruttamento nella Kolyma, cfr. la testimonianza di SALAMOV, Varlam, Kolyma. Racconti dai lager<br />
staliniani, Roma, Savelli, 1978, recentemente ristampato da Einaudi in forma ampliata.<br />
31 GUARNASCHELLI, Emilio, c<strong>it</strong>., pagg. 104 e 187.<br />
32 GUARNASCHELLI, Emilio, c<strong>it</strong>. E’ grazie a Mario, fratello di Emilio, che le lettere inviate alla famiglia in Italia<br />
hanno potuto essere conservate, fino alla pubblicazione a cura di Nella.<br />
33 SPRIANO, Paolo, Storia del Part<strong>it</strong>o comunista <strong>it</strong>aliano, c<strong>it</strong>., terzo volume, pagg. 241-245. GUARNASCHELLI,<br />
Emilio, c<strong>it</strong>., pagg. 96-97.<br />
La pubblicazione dell’epistolario di Guarnaschelli permette di correggere le informazioni di Spriano che lo<br />
riguardano: è un “senza part<strong>it</strong>o” solo nel senso che attorno a lui - soprattutto per gli ingiusti sospetti<br />
riguardanti il fratello - si crea un vuoto nella comun<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliana a Mosca; inoltre il suo calvario va ben oltre il<br />
carcere di Arkhangelsk in cui viene rinchiuso per alcuni giorni.<br />
Kirov, segretario del part<strong>it</strong>o comunista di Leningrado, viene ucciso il 1° dicembre 1934, probabilmente per<br />
conto di Stalin, che usa questo omicidio come pretesto per scatenare la grande repressione contro i suoi<br />
oppos<strong>it</strong>ori. Secondo Jean Elleinstein, dopo il XVII congresso del Pcus, tenutosi nei mesi precedenti, Kirov era<br />
assurto a possibile alternativa a Stalin, in un clima di r<strong>it</strong>rovata un<strong>it</strong>à del part<strong>it</strong>o di fronte al pericolo cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />
dal montare del fascismo internazionale. Cfr. ELLEINSTEIN, Jean, c<strong>it</strong>., pagg. 111 e segg.<br />
34 Emilio giudica molto duramente il padre di Nella, e non sempre ha torto. A difesa di quest’uomo, si<br />
può dire che il suo comportamento era dovuto alla preoccupazione di salvaguardare la famiglia e la<br />
propria v<strong>it</strong>a, in quel periodo difficile, dando prove di attaccamento alla linea del part<strong>it</strong>o. Cfr.<br />
GUARNASCHELLI, Emilio, c<strong>it</strong>., nota di Nella Masutti a pag. 200.<br />
35 Testimonianza di Mario Bettoli.<br />
19
piegato poi verso i socialisti per la delusione nei confronti di quell’esperienza; chi al<br />
contrario era emigrato in Francia era stato maggiormente coinvolto nella lotta<br />
antifascista egemonizzata dai comunisti.<br />
Credo si tratti di un’ipotesi interpretativa condivisibile, anche se il ventaglio delle<br />
scelte possibili, nel crogiuolo delle divisioni e degli scontri nel movimento operaio<br />
internazionale, è probabilmente ancora più articolato. Se Marzot ed il nipote Piero<br />
Pasquotti in Francia svolgono il loro lavoro pol<strong>it</strong>ico nella Sfio (Section Française de<br />
l’International Ouvrière, cioè il part<strong>it</strong>o socialista francese), è sempre in quel paese che<br />
Achille Durigon di Torre, condannato nel 1931 per ricost<strong>it</strong>uzione del Pcd’i insieme con il<br />
nucleo comunista pordenonese, con l’accusa specifica di aver issato la bandiera rossa<br />
sul campanile il 1° maggio di quell’anno, aderirà verso la metà degli anni Trenta<br />
all’anarchismo. Durigon tuttavia non combatterà in Spagna con le colonne anarchiche,<br />
ma nel Battaglione Garibaldi delle Brigate Internazionali, dalle quali si allontanerà solo<br />
nel 1937 in polemica con la repressione attuata dal governo repubblicano verso le<br />
organizzazioni anarchiche e della sinistra comunista non stalinista. 36<br />
20<br />
Epilogo: 25 marzo 1946.<br />
Nelle prime elezioni libere per ridare a Pordenone la nuova Amministrazione<br />
Comunale, il 60% circa degli elettori danno il loro voto ai part<strong>it</strong>i della sinistra, Pci,<br />
Psiup 37 e Part<strong>it</strong>o d’Azione. Vince comunque la Democrazia Cristiana, visto che la sinistra<br />
si presenta divisa per la scelta settaria del Pci, che rifiuta di appoggiare la proposta<br />
socialista di ricandidare a sindaco l’avv. Rosso 38 .<br />
Una scelta gravida di conseguenze, che consegna il governo della c<strong>it</strong>tà alle forze<br />
conservatrici: prima la Democrazia Cristiana e, negli anni ‘90, la Lega Nord. Si dimostra<br />
anz<strong>it</strong>empo l’incapac<strong>it</strong>à comunista di conquistare quella egemonia pol<strong>it</strong>ica che i socialisti<br />
avevano costru<strong>it</strong>o prima del fascismo. Un lim<strong>it</strong>e, quello dei comunisti pordenonesi<br />
(dovuto probabilmente alla orgogliosa coscienza del ruolo trainante avuto in vent’anni di<br />
lotta clandestina e nella lotta armata contro il fascismo) che costa loro la<br />
neutralizzazione di una grande capac<strong>it</strong>à organizzativa sul piano sindacale e li relega ad<br />
un ruolo pol<strong>it</strong>ico di secondaria importanza nei decenni successivi. Certo a Pordenone<br />
non c’è traccia di quel Togliatti che esprime la sua valutazione pos<strong>it</strong>iva sul programma di<br />
ricostruzione dell’Italia elaborato dal riformista Turati un quarto di secolo prima, dopo la<br />
grande guerra. 39<br />
Ma il clamoroso errore del 1946 non può nascondere un fatto di cap<strong>it</strong>ale<br />
importanza, quello centrale per la “storia di lungo periodo”, clamoroso al di sotto della<br />
sottile crosta degli avvenimenti. Si tratta della permanenza del consenso - dovuto<br />
soprattutto alla presenza della classe operaia tessile - alle forze di sinistra, pressoché<br />
intatto dopo più di vent’anni di d<strong>it</strong>tatura. Un altro elemento di permanenza è quello<br />
segnato dalla presenza di gran parte degli esponenti più prestigiosi dell’amministrazione<br />
socialista del 1920 nelle liste della sinistra del 1946. I comunisti candidano al numero 5<br />
36 PUPPINI, Marco, scheda relativa ad Achille Durigon, in: ***, Dizionario biografico degli anarchici <strong>it</strong>aliani, Pisa,<br />
Biblioteca Franco Serantini, in corso di pubblicazione (in corso di pubblicazione). Ringrazio il prof. Puppini per<br />
avermi permesso la lettura della scheda in anteprima.<br />
37 Part<strong>it</strong>o Socialista Italiano di Un<strong>it</strong>à Proletaria è la denominazione del part<strong>it</strong>o sorto durante la lotta antifascista<br />
dall’unificazione dei vari gruppi socialisti clandestini. Lo stesso nome ripreso poi nel 1964 dai socialisti che<br />
rifiuteranno il centrosinistra di Nenni e Moro, rimanendo all’opposizione e poi confluendo in maggioranza nel<br />
Pci nel 1972 o rafforzando la diaspora della nuova sinistra extraparlamentare.<br />
38 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 173-174; BOSARI, Otello, La società pordenonese tra guerra e<br />
dopoguerra. Problemi economici e lotte del lavoro, in: ***, Il Pordenonese dalla Resistenza alla Repubblica,<br />
Pordenone, Ist<strong>it</strong>uto Provinciale di Storia del Movimento di Liberazione e dell’Età Contemporanea, 2000, pagg.<br />
192-193.<br />
39 Il 26 giugno 1920 Filippo Turati pronuncia (a t<strong>it</strong>olo personale, senza il consenso degli organi dirigenti del Psi)<br />
il suo discorso passato alla storia con il t<strong>it</strong>olo Rifare l’Italia, t<strong>it</strong>olo con il quale esso fu pubblicato in opuscolo<br />
dalla Lega nazionale delle cooperative. Cfr. il testo in: TURATI, Filippo, Socialismo e riformismo nella storia<br />
d’Italia (a cura di Franco Livolsi), Milano, Feltrinelli, 1979, pagg. 359-406. Secondo Luigi Cortesi, il Turati<br />
pronunciò un ampio discorso nel quale confluiva, si può dire, tutta la elaborazione ventennale di un<br />
riformismo giunto ormai alla sua matur<strong>it</strong>à, alla sua massima coscienza dei problemi nazionali; problemi<br />
ai quali urgeva che si desse soluzione da parte di un governo “laburista” (...) la cui maggiore nov<strong>it</strong>à stava<br />
nel carattere globale e organico di piano ricostruttivo che, partendo dalla s<strong>it</strong>uazione di classe e dalle<br />
condizioni economiche e giuridiche vigenti, e forzando lo sviluppo produttivo nell’interesse della<br />
comun<strong>it</strong>à nazionale, doveva rappresentare una tappa nel processo della democrazia in Italia. Il piano<br />
turatiano, che prevedeva un intervento sistematico dello Stato attraverso organismi decentrati regionali,<br />
susc<strong>it</strong>ò grande impressione. (...) Ancora nel 1945, al quinto congresso del Part<strong>it</strong>o comunista <strong>it</strong>aliano,<br />
Palmiro Togliatti lo c<strong>it</strong>ò come esempio valido nel quadro dei problemi della ricost<strong>it</strong>uzione e<br />
riorganizzazione economica del secondo dopoguerra. Cfr.: CORTESI, Luigi, Le origini del PCI, Roma-Bari,<br />
Laterza, 1973, pagg. 237-238.
della lista - come indipendente - Ernesto Oliva, defin<strong>it</strong>o come ex combattente, capo<br />
mastro muratore, vecchio antifascista, organizzatore sindacale edile, tacendo però del suo<br />
ruolo di dirigente nazionale in una fase della v<strong>it</strong>a del Pci clandestino. Al numero 11, in<br />
tal caso come iscr<strong>it</strong>to, candidano Umberto De Gottardo, defin<strong>it</strong>o vecchio combattente<br />
antifascista, persegu<strong>it</strong>ato dal Fascismo, emigrato in Francia, organizzatore sindacale edile.<br />
Non viene in alcun modo accennato al loro ruolo di ex amministratori comunali prima<br />
del fascismo, quasi questo t<strong>it</strong>olo non avesse alcun mer<strong>it</strong>o o peggio susc<strong>it</strong>asse imbarazzo,<br />
a differenza della qualificazione come attuale prosindaco di un altro candidato. 40<br />
Ma è l’esame del Il Lavoratore Friulano del 1946 che provoca la maggiore sorpresa,<br />
smentendo fra l’altro un pezzo di quella che viene defin<strong>it</strong>a come la “tradizione<br />
comunista”, che dà Ellero per r<strong>it</strong>iratosi a v<strong>it</strong>a privata dopo la v<strong>it</strong>toria del regime e fino<br />
alla morte, avvenuta nel 1950 (segnalando anche un tentativo di conciliazione con il<br />
regime). 41 La lista socialista non porta solo come candidato sindaco Guido Rosso, ma<br />
colloca sub<strong>it</strong>o dopo di lui gli assessori del 1920 Giuseppe Ellero e Romano Sacilotto; al<br />
sesto posto segue, dopo due rappresentanti delle principali frazioni, l’altro loro collega<br />
Vincenzo Degan. Già la collocazione sembra escludere un ruolo puramente simbolico<br />
della presenza di questi antichi protagonisti: ed infatti r<strong>it</strong>roviamo in quei giorni - come ai<br />
vecchi tempi - Ellero e Rosso a rappresentare il socialismo pordenonese nelle iniziative<br />
pubbliche, ad esempio in un cinema della c<strong>it</strong>tà in contradd<strong>it</strong>torio con un giovane<br />
esponente della Democrazia Cristiana:<br />
Domenica sul tema: Passato e presente - dovevano parlare l’avv. Tonetti di Venezia e<br />
l’avv. Ellero pel part<strong>it</strong>o socialista. L’avv. Tonetti per impedimenti dell’ultima ora non poté<br />
presenziare. Svolse largamente e chiaramente il tema l’avv. Ellero il quale, in particolare,<br />
mise in rilievo le conseguenze della guerra, le responsabil<strong>it</strong>à della guerra stessa e i doveri<br />
della pace e spiegò chi siamo e che cosa vogliamo noi socialisti. Il numeroso pubblico<br />
accorso anche dai paesi vicini ha spesso applaud<strong>it</strong>o l’oratore. Aperto il contradd<strong>it</strong>torio prese<br />
la parola l’avv. Montini della Democrazia cristiana il quale, dopo aver elogiato l’oratore che<br />
lo aveva preceduto per la bontà delle cose esposte e per lo spir<strong>it</strong>o sereno usato, credette<br />
affermare il disaccordo della democrazia cristiana sulla pretesa della laic<strong>it</strong>à dello Stato e<br />
delle difficoltà poste da questo per l’insegnamento religioso nelle scuole e fondò il suo<br />
assunto sostenendo che essendo la maggioranza degli <strong>it</strong>aliani cattolici si impone che lo<br />
Stato sia confessionale e l’insegnamento nelle scuole sia quello della religione cattolica.<br />
L’avv. Rosso che presiedeva il Comizio ribatté trionfalmente tra l’unanime consenso del<br />
pubblico che solo la laic<strong>it</strong>à garantisce la libertà di coscienza e di fede di tutti, non la<br />
confessional<strong>it</strong>à. La maggioranza degli <strong>it</strong>aliani, è vero, è cattolica, ma anche senza andar<br />
molto oltre, non è detto che tutti i cattolici la pensino come l’avv. Montini e i presenti al<br />
Comizio, anche se cattolici, hanno detto chiaramente il loro dissenso. 42<br />
Nei giorni successivi, Rosso ed Ellero svolgono comizi a Torre, a Vallenoncello ed<br />
a Borgomeduna. 43 Le elezioni sono perse e sono poi i socialisti a doversi difendere dalle<br />
accuse comuniste, espresse per il tram<strong>it</strong>e de Il Lavoratore di Trieste, di settarismo e<br />
deprecabile puntiglio. La risposta socialista è di grande moderazione, ev<strong>it</strong>ando di cadere<br />
nella spirale polemica.<br />
Il giudizio storico e pol<strong>it</strong>ico nella sinistra pordenonese è unanime nel condannare<br />
l’organizzazione comunista c<strong>it</strong>tadina, allora diretta da un personaggio importante nella<br />
storia regionale come il segretario della sezione Giovanni Padovan, il Vanni commissario<br />
pol<strong>it</strong>ico della divisione Garibaldi-Natisone. 44 Ma forse questo giudizio si è mantenuto ad<br />
un livello superficiale, condizionato dalla contingenza pol<strong>it</strong>ica e non ha saputo guardare<br />
a fondo nelle modificazioni molecolari avvenute nel corpo di quel movimento operaio che<br />
40 PARTITO COMUNISTA ITALIANO, Sezione di Pordenone, Programma per le elezioni comunali amministrative<br />
1946, Pordenone, Cosarini, 1946, pagg. 6-7.<br />
41 ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, Il movimento operaio <strong>it</strong>aliano. Dizionario biografico. 1853/1943,<br />
Roma, Ed<strong>it</strong>ori Riun<strong>it</strong>i, 1975-1979, secondo volume, pag. 261; RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia<br />
Giulia a Montec<strong>it</strong>orio dal 1919 alla Cost<strong>it</strong>uente, c<strong>it</strong>., primo volume, pag. 316. Ad usare l’espressione di: profilo<br />
su Ellero, curato dai comunisti è Rinaldi: ma questa maniera di esprimersi, più che di una vera e propria<br />
espressione formale da parte di esponenti del Pci, è rivelatrice del settarismo clericale dello stesso autore.<br />
Invece nell’opera sugli antifascisti nel Casellario Pol<strong>it</strong>ico Centrale troviamo il seguente profilo di Ellero: nato il 9<br />
luglio 1879, residente a Milano, avvocato, ex deputato socialista; attivo dal secolo scorso, deputato socialista<br />
nel dopoguerra; nel 1926 diffidato e iscr<strong>it</strong>to nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze.<br />
Cfr.: DAL PONT, Adriano, CAROLINI, Simonetta, MARTUCCI, Luciana, PIANA, Cristina, RICCO’, Liliana, c<strong>it</strong>.<br />
Ellero muore l’11 giugno 1950, dedicando gli ultimi anni di v<strong>it</strong>a ad atti di car<strong>it</strong>à cristiana (dati desunti<br />
dall’iscrizione sulla tomba di famiglia).<br />
42 LF, n. 9 del 2 marzo 1946, pag. 4, Comizio al “Roma”. L’avv. Gustavo Montini sarà sindaco di Pordenone a<br />
cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70 e poi senatore della Democrazia Cristiana.<br />
43 LF, n. 13 del 30 marzo 1946, pag. 2, Pordenone, Ultime battute.<br />
44 LF, n. 14 del 6 aprile 1946, pag. 4, Pordenone, Per la ver<strong>it</strong>à. PARTITO COMUNISTA ITALIANO, c<strong>it</strong>., pagg. 8-<br />
9. Quanto a Il Lavoratore, l’annata relativa non era consultabile (per restauro e microfilmatura) al momento in<br />
cui ho compiuto la ricerca.<br />
21
certo, quant<strong>it</strong>ativamente, si era ripresentato all’appuntamento della Resistenza e della<br />
Repubblica con gli stessi numeri di vent’anni prima.<br />
La ripresentazione del gruppo dirigente socialista prefascista non è un caso<br />
lim<strong>it</strong>ato solo alla realtà c<strong>it</strong>tadina di Pordenone. Guido Rosso e Giuseppe Ellero sono<br />
anche i due candidati pordenonesi nella lista del Psiup per la elezione dell’Assemblea<br />
Cost<strong>it</strong>uente ed i risultati - che non li vedono eletti - riproducono la stessa “gerarchia” di<br />
consenso nella base del part<strong>it</strong>o dei primi decenni del secolo: 2829 voti per Ellero e 2029<br />
per Rosso. Le loro candidature, insieme con quelle di Sacilotto e Degan al comune di<br />
Pordenone, fanno parte di un contesto in cui il Psiup ripresenta in lista i suoi precedenti<br />
parlamentari ed amministratori. Ecco infatti nella testa di lista per la cost<strong>it</strong>uente,<br />
nell’ordine, gli ex deputati Giovanni Cosattini al primo posto, Ernesto Piemonte al terzo<br />
ed Ellero al quarto.<br />
La scelta “continuista” viene rafforzata non solo dalla candidatura ed elezione dei<br />
friulani Cosattini e Piemonte, oltre a Gino Pieri, ma dall’elezione dell’ex deputato feltrino<br />
Oberdan Vigna, collocato solo all’ottavo posto in lista, posposto rispetto al candidato<br />
bellunese principale Giovanni Zadra, collocato sub<strong>it</strong>o dopo il capolista. Con la sola<br />
eccezione di Pieri i deputati socialisti provengono dalle file degli eletti nel 1919 o del<br />
1921: mancano solo il feltrino Luigi Basso, r<strong>it</strong>iratosi dall’attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica durante il<br />
fascismo, il bellunese Giusto Santin, deceduto pochi mesi prima e T<strong>it</strong>o Zaniboni che,<br />
oltre a vivere da sempre fuori dalla regione, è fuori del part<strong>it</strong>o, nella da lui fondata<br />
Unione socialdemocratica <strong>it</strong>aliana. 45<br />
La mancata elezione del solo Ellero, fra gli ex deputati ricandidati, potrebbe<br />
essere un sintomo di indebolimento del socialismo pordenonese, che marca localmente<br />
una singolare s<strong>it</strong>uazione di relativa debolezza elettorale rispetto ai comunisti,<br />
contrariamente alla s<strong>it</strong>uazione friulana, dove il Psiup ottiene un risultato di gran lunga<br />
prevalente. E’ altrettanto vero che la precedente divisione della sinistra, che ha portato<br />
alla perd<strong>it</strong>a del comune, contribuisce sul piano c<strong>it</strong>tadino ad un certo riequilibrio fra i due<br />
part<strong>it</strong>i, in cui però a prevalere non è tanto la cresc<strong>it</strong>a socialista, quanto il crollo<br />
comunista, in un quadro in cui la sinistra complessivamente comincia a veder eroso il<br />
proprio consenso. 46<br />
Questi episodi della storia del secondo dopoguerra in realtà ci danno una<br />
sfaccettatura molto più accentuata della evoluzione dei quadri del movimento dei<br />
lavoratori prima, durante e dopo la d<strong>it</strong>tatura fascista. Forse varrebbe la pena analizzare<br />
più approfond<strong>it</strong>amente la direzione di ricerca indicata in tal senso da Marco Puppini a<br />
propos<strong>it</strong>o dell’evoluzione del movimento operaio carnico 47 . Credo ci si debba domandare<br />
cioè se e quanto, durante l’epoca fascista, si sia approfond<strong>it</strong>o lo iato fra la parte operaia e<br />
rivoluzionaria del movimento da un lato, conflu<strong>it</strong>a nel Part<strong>it</strong>o comunista ed impegnata<br />
nella lotta clandestina, nell’organizzazione dell’emigrazione pol<strong>it</strong>ica e nella lotta armata<br />
in Spagna, Francia ed infine in Italia dopo l’estate 1943 e - dall’altro - la parte borghese e<br />
riformista, rimasta fedele al vecchio socialismo ma socialmente integrata nel sistema e<br />
appiatt<strong>it</strong>a, se non nell’adesione al regime, in una passiva accettazione della s<strong>it</strong>uazione<br />
esistente. Anche sul piano internazionale si sono potute rilevare divaricazioni fra<br />
l’esperienza maturata dai gruppi operanti nell’emigrazione e quelli sopravvissuti o<br />
ricostru<strong>it</strong>i all’interno: il rientro dall’estero porta ad uno scontro con la realtà del<br />
45 BERTUZZI, Gian Carlo, Friuli 1946. Il primo anno di pace. Alla riscoperta del voto, Gorizia, Libreria Ed<strong>it</strong>rice<br />
Goriziana, 1999, pag. 199; RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a Montec<strong>it</strong>orio dal 1919 alla<br />
Cost<strong>it</strong>uente, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 68 e 158 e vol. secondo, pagg. 617 e 776. Sia Rinaldi che Rosada, da cui<br />
Rinaldi dipende, non indicano la data di morte di Luigi Basso: cfr. ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso,<br />
c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 201-203 (biografia a cura di A. Rosada).<br />
46 Il risultato friulano del 2 giugno 1946 per la Cost<strong>it</strong>uente è il seguente: Psiup 137.055 voti, Pci 60.509 voti e<br />
due eletti, di cui uno nel Collegio Unico Nazionale (Dc 200.845 voti e sei eletti). A Pordenone il risultato per le<br />
stesse elezioni è: Psiup 3617, Pci 3636 (Dc 4732). Il risultato delle precedenti comunali del 24 marzo era stato:<br />
Psiup 3313, Pci 4285 (Dc 4664). Cfr. BERTUZZI, c<strong>it</strong>., pagg. 96 e 123; DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>.,<br />
pag. 174. I comunisti hanno come candidato il segretario della Camera del Lavoro Emilio Fabretti (collocato<br />
all’ultimo posto nella lista) mentre il loro dirigente di maggior prestigio nel Friuli occidentale è espresso dalla<br />
zona spilimberghese: si tratta di Luigi Bortolussi di Lestans: cfr. BERTUZZI, c<strong>it</strong>., pag. 119. Il loro risultato in<br />
termini di preferenze è irrilevante rispetto ai due candidati socialisti: 560 voti Fabretti e 214 Bortolussi, ma va<br />
considerata anche la maggiore concentrazione delle preferenze della lista comunista su un numero più ristretto<br />
di candidati di punta, a differenza della lista socialista dove ben nove candidati su dodici ottengono oltre<br />
duemila voti individuali. Cfr. RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a Montec<strong>it</strong>orio dal 1919 alla<br />
Cost<strong>it</strong>uente, c<strong>it</strong>., primo volume, pag. 68.<br />
47 PUPPINI, Marco, Movimento operaio ed emigrazione in Carnia e Canal del Ferro dai primi del ‘900 alla<br />
Resistenza, in: Qualestoria, anno X, n. 3, Trieste, Ist<strong>it</strong>uto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione,<br />
Dicembre 1982, pagg. 83-119.<br />
22
conformismo, della diversa veloc<strong>it</strong>à dello sviluppo, del diverso radicamento sociale<br />
realizzato da chi è rimasto sul terr<strong>it</strong>orio. 48<br />
Pordenone ha una dinamica certamente diversa dalla Carnia, anche per il più<br />
debole ruolo della cooperazione, che in quella realtà funge da tram<strong>it</strong>e per la promozione<br />
sociale e l’integrazione nella classe dirigente dei vecchi dirigenti riformisti, che scelgono<br />
nel 1947 la scissione socialdemocratica di Saragat e governeranno insieme con la Dc nei<br />
decenni successivi. A Pordenone, anche grazie al tessuto industriale ed al radicamento<br />
del part<strong>it</strong>o nella classe operaia, il Psi rimarrà maggior<strong>it</strong>ario rispetto ai socialdemocratici,<br />
che assumeranno un ruolo prevalente solo nel mandamento di Spilimbergo, dove anche<br />
in questo dopoguerra si conserverà una dinamica pol<strong>it</strong>ica più vicina alla Carnia che alla<br />
pianura.<br />
L’indicazione di Puppini può però aiutare forse a capire meglio una dinamica<br />
sociale altrimenti difficilmente comprensibile. Non solo nel caso di Ellero, ma anche in<br />
quello del feltrino Vigna riscontriamo una vera o supposta adesione (o tentata adesione)<br />
al regime fascista. Per Ellero si tratta solo di notizie di approcci segnalati in fonte<br />
poliziesca, da prendere come sempre con grande cautela, soprattutto quando abbiamo a<br />
che fare con le pratiche della polizia segreta di un regime total<strong>it</strong>ario. 49 Per Vigna, oltre<br />
alle fonti poliziesche, che segnalano per altro precisi atti di adesione, rimane un giudizio<br />
storico preciso. 50<br />
In ambedue i casi però abbiamo poi notizie decisamente in controtendenza: Vigna<br />
rieletto alla Cost<strong>it</strong>uente nel 1946 viene defin<strong>it</strong>o in una biografia ufficiale uno dei maggiori<br />
esponenti del Socialismo clandestino durante il ventennio fascista 51 . Per Ellero vale non<br />
solo quanto abbiamo appena rifer<strong>it</strong>o a propos<strong>it</strong>o della sua attiv<strong>it</strong>à nel 1946, ma anche<br />
quanto detto dal deputato socialista Umberto Zanfagnini in occasione della sua<br />
commemorazione funebre svoltasi alla Camera dei Deputati il 13 giugno 1950: Tuttavia<br />
l’onorevole Ellero non serbò mai rancore ad alcuno. D’animo generoso, tutto e a tutti<br />
perdonò. E durante la cospirazione collaborò attivamente con le forze della resistenza per la<br />
lotta di liberazione. Dopo la liberazione egli visse appartato dalla v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica, schivo e<br />
modesto come era, ma tuttavia sempre, in ogni occasione, manifestando quella sua<br />
irresistibile inclinazione ideale verso le classi umili, verso le classi lavoratrici.<br />
Abbiamo quindi la definizione di un percorso coerente, ma di un ruolo ormai<br />
passato in secondo piano nell’impegno pol<strong>it</strong>ico, prestato ancora in momenti significativi<br />
anche negli ultimi anni di v<strong>it</strong>a ma senza più lo spir<strong>it</strong>o propulsivo del dirigente tutto<br />
votato ad una battaglia per la conquista del potere, come negli oltre due decenni all’inizio<br />
del secolo. Una definizione storica onorevole, ma in gran parte volta al passato, cui si<br />
associa lo stesso gruppo parlamentare comunista per bocca dell’on. Stuani: Ogni fiaccola<br />
che si spegne, ogni uomo che, passato al di là, ebbe a lottare favore delle classi lavoratrici,<br />
non può lasciare insensibili i part<strong>it</strong>i che seguono la strada ch’essi hanno per tanto tempo<br />
segu<strong>it</strong>a. 52<br />
Fra questi ormai anziani esponenti del vecchio socialismo prefascista e le più<br />
giovani generazioni forgiatesi nella fornace della “grande guerra dei trent’anni” del<br />
Ventesimo Secolo c’è, più che continu<strong>it</strong>à storica, un abisso forse ancor più antropologico<br />
che pol<strong>it</strong>ico. Non è un caso che l’egemonia socialista della Pordenone prefascista sia<br />
stata interrotta da un Part<strong>it</strong>o comunista diretto da un dirigente di scuola jugoslava. Il<br />
sogno di un’alba radiosa di socialismo e di progresso, determinata dalle leggi pos<strong>it</strong>ive<br />
48 Nel caso greco, che può cost<strong>it</strong>uire una s<strong>it</strong>uazione lim<strong>it</strong>e a tal propos<strong>it</strong>o, si arriverà alla cost<strong>it</strong>uzione di due<br />
part<strong>it</strong>i comunisti, uno dei quali esplic<strong>it</strong>a nella sua denominazione il carattere di part<strong>it</strong>o “dell’interno” in<br />
contrapposizione all’altro, costru<strong>it</strong>o sulla base dei quadri precedentemente in esilio nei paesi del blocco<br />
sovietico. Ma la frattura fra quadri pol<strong>it</strong>ici maturati sotto la d<strong>it</strong>tatura e nell’emigrazione è apparsa evidente in<br />
quasi tutte le altre esperienze segu<strong>it</strong>e alla caduta di regimi d<strong>it</strong>tatoriali o coloniali: c<strong>it</strong>iamo solo a t<strong>it</strong>olo di<br />
esempio i casi spagnolo e portoghese, per la prima tipologia (con l’emergere di un’egemonia socialista<br />
contrastante con la prevalente presenza comunista nell’opposizione alle d<strong>it</strong>tature di Franco e Salazar) e quelli<br />
dell’Algeria e della Palestina per la seconda, con l’eliminazione del primo dirigente espresso dal Fronte di<br />
Liberazione Nazionale a capo del nuovo paese indipendente - Ahmed Ben Bella - sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un dirigente della<br />
resistenza mil<strong>it</strong>are interna, Boumedienne, e con gli stridenti contrasti fra il vertice dell’Autor<strong>it</strong>à Nazionale<br />
Palestinese formatosi in esilio ed i dirigenti cresciuti a capo dell’Intifada nei terr<strong>it</strong>ori occupati. In quest’ultimo<br />
caso va segnalato un fenomeno significativo per il suo parallelismo con le vicende friulane del primo<br />
dopoguerra: il rientro di dirigenti della resistenza legati alla proprietà terriera, latori di una pretesa di<br />
riscossione degli aff<strong>it</strong>ti non versati dai contadini rimasti sotto l’occupazione israeliana.<br />
49 ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., secondo volume,pagg. 260-261.<br />
50 RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a Montec<strong>it</strong>orio dal 1919 alla Cost<strong>it</strong>uente, c<strong>it</strong>., secondo<br />
volume, pag.757; GUARNIERI, Silvio, Storia minore, Verona, Bertani, 1986.<br />
51 RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a Montec<strong>it</strong>orio dal 1919 alla Cost<strong>it</strong>uente, c<strong>it</strong>., secondo<br />
volume, pag.757.<br />
52 CAMERA DEI DEPUTATI, Atti Parlamentari, Seduta pomeridiana del 13 giugno 1950. Ringrazio il dott.<br />
Michele Del Ben, che ha effettuato la ricerca dei discorsi commemorativi in occasione della morte di Giuseppe<br />
Ellero presso la Biblioteca della Camera dei Deputati.<br />
23
dell’economia e della ragione umana, si era infranto nel luglio del 1914, per lasciare il<br />
posto ad una pol<strong>it</strong>ica obbligata ad assumere le necess<strong>it</strong>à e le regole della guerra. Di<br />
questa rottura storica rimane una significativa testimonianza nelle Storie ferraresi di<br />
Giorgio Bassani e specialmente nei racconti Gli ultimi anni di Clelia Trotti e Gli occhiali<br />
d’oro. Tra i protagonisti troviamo Mauro Bottecchiari, avvocato e deputato socialista<br />
prima del fascismo. Egli, oratore alla manifestazione in onore della defunta compagna,<br />
era ormai, dal punto di vista della pol<strong>it</strong>ica, quello che si dice un uomo fin<strong>it</strong>o (“Un riformista<br />
alla Turati!”, si era cominciato a definirlo con ironia, da parte comunista).<br />
L’on. Bottecchiari aveva conservato le sue idee, mascherandole però sotto un<br />
riserbo di facciata: se nelle passeggiate in montagna in compagnia del nipote cantava a<br />
squarciagola Bandiera rossa, allo stesso raccomandava però di far carriera<br />
nell’organizzazione univers<strong>it</strong>aria fascista, per non compromettere lui. La ver<strong>it</strong>à era (...)<br />
che nemmeno lui, l’on. Bottecchiari, era riusc<strong>it</strong>o a passare senza danno, senza corrompere il<br />
suo carattere, la sua dr<strong>it</strong>ta e fiera gioventù, sotto il torchio di quei decenni, dal ‘15 al ‘40,<br />
che avevano visto la degenerazione progressiva di ogni cosa. Nulla, oh nulla - e il socialismo<br />
col rimanente - si era in realtà potuto conservare puro, intatto!<br />
Mentre Clelia Trotti, la vecchia rivoluzionaria che aveva conosciuto i capi storici<br />
del socialismo <strong>it</strong>aliano, viveva in una condizione di isolamento e frustrazione, l’on.<br />
Bottecchiari, invece, sebbene non avesse mai accettato la tessera del Fascio, si era inser<strong>it</strong>o<br />
pienamente nella società dei suoi anni maturi, giungendo addir<strong>it</strong>tura a far parte del consiglio<br />
di amministrazione della Cassa Agricola, e ciò senza che alcuno se ne lamentasse o<br />
scandalizzasse. Anche in quest’ultimo particolare la figura dell’avvocato socialista ricorda<br />
il ruolo svolto dai colleghi pordenonesi, come Rosso direttore di banca negli anni della<br />
prima guerra mondiale od Ellero, il cui padre era stato anche amministratore di un<br />
ist<strong>it</strong>uto di cred<strong>it</strong>o. L’intenzione di Bottecchiari di rivendicare la sua alter<strong>it</strong>à morale al<br />
regime, senza però rischiare di cadere sotto i colpi della repressione, ricorda<br />
quell’avvocato (forse socialista) che nel 1928 aveva rifiutato di difendere i compagni<br />
operai licenziati al termine dello sciopero dei cotonifici pordenonesi.<br />
I tempi ormai hanno superato sia la maestra rivoluzionaria che il cauto avvocato:<br />
e se Bruno Lattes, il giovane intellettuale ebreo che si era avvicinato al socialismo, trae<br />
ispirazione per il suo impegno non dal marxismo ma dall’idealismo crociano, il nipote di<br />
Bottecchiari passa dai successi fra gli univers<strong>it</strong>ari fascisti alla Resistenza, diventando un<br />
dirigente comunista. 53<br />
24<br />
Il nastro (della storia) si riavvolge a r<strong>it</strong>roso.<br />
Alla ricerca di un pezzo di storia delle origini della sinistra pordenonese è<br />
dedicato questo lavoro. Un lavoro che necessariamente non può lim<strong>it</strong>arsi agli anni di<br />
fuoco del primo dopoguerra, su cui si sono parzialmente concentrati gli studi svolti<br />
finora, ma che cerca di scavare nelle radici di una forza - il movimento socialista - che fin<br />
dai primi anni del secolo riesce ad emergere come il part<strong>it</strong>o di maggioranza relativa nel<br />
capoluogo del Friuli occidentale ed in molti dei terr<strong>it</strong>ori circostanti.<br />
L’esame del lavoro delle amministrazioni dal 1920 al 1923, da cui era part<strong>it</strong>a<br />
questa ricerca, non ha potuto fare a meno di andare a r<strong>it</strong>roso, seguendo le tracce rimaste<br />
delle precedenti esperienze degli amministratori socialisti negli anni precedenti alla<br />
guerra e poi ancora fino agli ultimi anni dell’Ottocento, quando appaiono le prime tracce<br />
del socialismo friulano. Si è così giunti a “scoprire” una realtà completamente<br />
dimenticata di esperienze di organizzazione ed anche di governo amministrativo.<br />
Esperienze talvolta emerse improvvisamente, come a San V<strong>it</strong>o al Tagliamento proprio nei<br />
primi anni di esistenza del Psi, per poi sparire nel nulla.<br />
Sulla base di questa ricerca si possono retrodatare le prime esperienze di<br />
amministrazioni friulane con una componente socialista al primo decennio del<br />
Novecento. Finora in questo periodo si conosceva solo la partecipazione di un assessore<br />
socialista alla Giunta popolare del comune di Udine guidata dai radicali di Girardini: oggi<br />
si possono affiancare a questa esperienza quelle, insediate proprio nella parte<br />
occidentale della provincia, di Barcis, Pinzano al Tagliamento, Sequals, Montereale<br />
Cellina, Roveredo in Piano e Sacile, oltre all’appoggio socialista alle tre giunte radicali a<br />
Pordenone dell’anteguerra ed alla Giunta socialista che governa Caneva dal 1915 al<br />
1919.<br />
53 BASSANI, Giorgio, Le storie ferraresi, Torino, Einaudi, 1961, pagg. 105, 138-173 e 294-299.
Cap<strong>it</strong>olo 2.<br />
Obiettivi e metodo della ricerca.<br />
Fonti utilizzate.<br />
2.1 - Alla ricerca di una storia del socialismo<br />
friulano.<br />
Il socialismo friulano non ha ancora trovato la/il sua/o storica/o. Invano si cerca<br />
un testo paragonabile a quelli dedicati da Tiziano Tess<strong>it</strong>ori alla storia del movimento<br />
cattolico e del Part<strong>it</strong>o Popolare in Friuli. Probabilmente già questo fatto è un indicatore<br />
del diverso radicamento sociale e dell’egemonia realizzata dai pol<strong>it</strong>ici cattolici nel nostro<br />
terr<strong>it</strong>orio, rispetto alle diverse componenti del movimento operaio, anche se bisogna<br />
sub<strong>it</strong>o avvertire che Tess<strong>it</strong>ori in realtà si è occupato del terr<strong>it</strong>orio del Friuli ad est del<br />
Tagliamento, rimanendo nell’amb<strong>it</strong>o del movimento cattolico dell’arcidiocesi di Udine. 54<br />
Disomogenea è invece la produzione sul movimento cattolico nella diocesi di<br />
Concordia-Pordenone, che ruota attorno ad alcune figure, soprattutto di sacerdoti, senza<br />
che sia stata finora prodotta un’opera d’insieme. Soprattutto hanno fatto testo fin dagli<br />
anni ‘60 le opere di don Giuseppe Lozer, parroco per molti anni di Torre, alla cui<br />
biografia è dedicato il libro di Flavio Mariuzzo; Vannes Chiandotto ha dedicato la sua<br />
attiv<strong>it</strong>à a ricostruire la biografia, oltre che di don Lozer, anche del vescovo di Concordia<br />
Francesco Isola, del cardinale Celso Costantini, di don Annibale Giordani e di don<br />
Concina, al quale è stato dedicato inoltre un convegno, le cui relazioni sono state<br />
riprodotte in volume. Sempre Chiandotto ha scr<strong>it</strong>to sull’on. Marco Ciriani, cui è stato<br />
dedicato il volume di Roberto Meneghetti, il quale ha voluto rivalutarne l’opera, ponendo<br />
forse però troppa enfasi (per un comprensibile eccesso polemico nei confronti della<br />
svalutazione del deputato democristiano di Spilimbergo venuta da parte cattolica) sul<br />
suo finale approccio nel socialismo riformista, per altro logica conclusione di un coerente<br />
percorso di democratico, che voleva dire innanz<strong>it</strong>utto - il termine va sottolineato e non<br />
confuso con quello sincretico e diverso assunto nel dopoguerra dalla seconda<br />
Democrazia Cristiana - vicinanza con la sinistra interclassista di origine repubblicana,<br />
risorgimentale ed, inev<strong>it</strong>abilmente, patriottica, interventista e financo anticlericale (pur<br />
non essendo irreligiosa). 55<br />
54 TESSITORI, Tiziano, Storia del movimento cattolico in Friuli, 1858-1917, Udine, Del Bianco, 1964; id., Storia<br />
del Part<strong>it</strong>o Popolare in Friuli, 1919-1925, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1972.<br />
55 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1960; (LOZER, Giuseppe), Torre di<br />
Pordenone. Memorie storiche e cronache recenti (A cura di un pubblicista), Pordenone, Cosarini, 1963; LOZER,<br />
Giuseppe, Piccole memorie, 1893-1967, Pordenone, Arti Grafiche Fratelli Cosarini, 1967; CHIANDOTTO,<br />
Vannes, Stato e Chiesa nel Friuli occidentale, 1900-1920, Pordenone, Cooperativa Culturale “G. Lozer”, 1981;<br />
CHIANDOTTO, Vannes, Profili di sacerdoti pordenonesi, in: FRILLI, Franco (a cura di), Pordenone e il suo<br />
terr<strong>it</strong>orio. Note storiche su aspetti economici e sociali, Pordenone, Camera di Commercio Industria Artigianato e<br />
Agricoltura, 1992, pagg. 181-196; ***, L’opera sociale pol<strong>it</strong>ica e pastorale di Giovanni Maria Concina, Prata,<br />
Centro Iniziative Culturali, 1989; MARIUZZO, Flavio, Cattolicesimo democratico e Modernismo tra Livenza e<br />
Tagliamento. Mons. Giuseppe Lozer (1880-1974), Pordenone, La Voce, 1999; MENEGHETTI, Roberto, Marco<br />
Ciriani “per il popolo e per la libertà”, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 1985.<br />
Significativo per capire i legami reciproci fra le correnti democratico-cristiane e la democrazia radicale è un<br />
romanzo fantapol<strong>it</strong>ico: COMANDANTE X**; La guerra d’Europa (1921-1923), Genova, L.E.A.R., 1912. Dietro lo<br />
pseudonimo, secondo la segnalazione del quotidiano radicale Il Paese, si nasconde un alto ufficiale, che per i<br />
suoi interessi in campo navale ed aereonautico è probabilmente proveniente da questi settori. Egli è pure<br />
simpatizzante - oltre che dei radicali - della parte riformista del socialismo (quella che verrà espulsa dal part<strong>it</strong>o<br />
nel luglio 1912), che viene vista come la base di un nuovo part<strong>it</strong>o laburista sganciato dal Psi internazionalista.<br />
Il modernismo cattolico, la democrazia cristiana e l’organizzazione del movimento contadino - che nei primi<br />
anni Dieci è portata avanti dai preti aderenti a questo settore ecclesiale e pol<strong>it</strong>ico - sono visti come una parte<br />
della battaglia più generale che vede contrapposte le nazioni democratiche a guida progressista contro la<br />
reazione internazionale, che riunisce gli Imperi Centrali (Austria-Ungheria e Germania) con il dispotismo russo,<br />
quello turco ed una Chiesa cattolica guidata da un papa viennese, ovviamente austriacante oltre che<br />
intollerante sul piano religioso e sociale. La v<strong>it</strong>toria delle nazioni democratiche sarà parallela a quella dei<br />
modernisti nella chiesa, con l’elezione di un loro esponente a nuovo papa e la riunificazione della cristian<strong>it</strong>à<br />
europea, superando la rottura della Riforma, ormai divenuta priva di significato per il rovesciamento avvenuto<br />
nella gerarchia cattolica. Interventismo democratico e riforma, religiosa e pol<strong>it</strong>ica, della chiesa, sono quindi<br />
elementi molto vicini, anche se minor<strong>it</strong>ari in campo cattolico: l’atteggiamento di Ciriani è quindi molto meno<br />
incomprensibile di come l’ha voluto dipingere la storiografia cattolica, e ciò contribuisce a spiegare il suo (pur<br />
isolato sul piano locale) successo pol<strong>it</strong>ico prima e dopo la guerra.<br />
25
Se il livello storiografico delle opere di Tiziano Tess<strong>it</strong>ori è indub<strong>it</strong>abile 56 , un<br />
discorso a parte va fatto su quel ben strano documento che sono le memorie di don<br />
Giuseppe Lozer. Testimonianza di una v<strong>it</strong>a quanto mai attiva, se pensiamo al suo lavoro<br />
ecclesiale e soprattutto di organizzatore pol<strong>it</strong>ico, sindacale e cooperativistico dei cattolici<br />
di Torre, di Pordenone e della diocesi; alla Cassa operaia di cred<strong>it</strong>o, volta soprattutto alla<br />
realizzazione di case operaie (poi Banca cooperativa operativa di Torre, ora conflu<strong>it</strong>a<br />
infine nel gruppo Intesa); all’Unione cooperativa di consumo (oggi parte delle Cooperative<br />
Operaie di Trieste); al mulino ed al forno cooperativo; alla Tipografia sociale cooperativa<br />
di Portogruaro; alla Società di assicurazione bovini, alla Cooperativa dell’ago ed alle tante<br />
altre idee concep<strong>it</strong>e e non realizzate dal vulcanico sacerdote, come la Cooperativa case<br />
popolari e la farmacia cooperativa. 57<br />
Ma d’altra parte esse sono anche la testimonianza di un’avversione quasi<br />
patologica, di uno scontro viscerale con i socialisti che dominano Torre e che l’anziano<br />
parroco non riesce a razionalizzare neanche nel distacco dei suoi ottant’anni, finendo per<br />
descrivere i socialisti, gli anarchici (ai quali però non accenna se non come stato d’animo<br />
più che come presenza organizzata) ed i comunisti di Torre come una massa di bruti,<br />
incapaci di realizzare alcunché ma solo di polemizzare ed ostacolare, mentre lui - da solo<br />
- si dà da fare per il paese, mer<strong>it</strong>andosi fra l’altro con questo atteggiamento il nomignolo<br />
di Fatutto dal socialista maestro Enrico Pasquotti, corrispondente de Il Lavoratore<br />
Friulano. 58 Sotto questo aspetto la testimonianza di Lozer appare, più che parziale ed<br />
ingenerosa (e viziata da un protagonismo a dir poco presuntuosamente egocentrico) poco<br />
attendibile dal punto di vista storico, e non riesce a dare una descrizione, pur di parte,<br />
intellettualmente onesta delle vicende pol<strong>it</strong>iche di quegli anni. Purtuttavia i libri delle sue<br />
memorie cost<strong>it</strong>uiscono una rara testimonianza dei primi anni del Ventesimo Secolo, e la<br />
messe di notizie in essi contenute, per quanto autocelebrative e per molti aspetti<br />
autogiustificatorie, sono utili - se incrociate con le altre tratte dalla stampa e dagli<br />
archivi - per la ricostruzione storica, per quanto esse non vadano mai prese in modo<br />
acr<strong>it</strong>ico. Quanto a smentire molte delle sue autoattribuzioni, come vedremo in segu<strong>it</strong>o,<br />
basta avere la pazienza di andare a leggere i documenti.<br />
Appare quindi discutibile il giudizio di Silvio Lanaro, nella presentazione del<br />
volume di Flavio Mariuzzo su don Lozer, defin<strong>it</strong>o testimone privilegiato - e abbastanza raro<br />
- di una storia tanto lunga quanto accidentata. D’altronde ormai sembra che si sia formata<br />
una consolidata vulgata sulle vicende pordenonesi a cavallo fra Ottocento e Novecento:<br />
come dimostra (con una certa disattenzione per quanto narrato per altro in libri c<strong>it</strong>ati in<br />
altre pagine, come quello principale di Degan) la Lozer-dipendenza di un recente saggio<br />
Tornando a Ciriani, completamente decontestualizzate (e quindi prive di senso) sono le affermazioni contenute<br />
in: TELLIA, Bruno, Evoluzione delle classi sociali e comportamento pol<strong>it</strong>ico nel Friuli Occidentale, in: FRILLI,<br />
Franco (a cura di), c<strong>it</strong>., pag. 131, che afferma per ben due volte: Si gettò allora a capof<strong>it</strong>to nel Fascio e ne fu<br />
uno dei membri più attivi e combattivi e a conclusione di una evoluzione pol<strong>it</strong>ica che, spesso part<strong>it</strong>a da<br />
posizioni radicali e di convinta adesione al liberalismo, approdò, forse anche per le stesse condizioni<br />
storiche dell’Italia del tempo, a posizione nazionaliste e accettò la logica del Fascismo. Laddove non è<br />
dato capire che il primo fascio è quello “parlamentare interventista” del 1917-1918, mentre il secondo è il<br />
Blocco promosso da Giol<strong>it</strong>ti nel quale c’erano anche i fascisti, ma - sicuramente nel caso della lista presentata<br />
per il collegio Udine-Belluno - in posizione marginale rispetto agli esponenti della classe dirigente democraticoliberale,<br />
come Girardini, Gasparotto e Ciriani. La mancanza di tali avvertenze produce un giudizio pol<strong>it</strong>ico su<br />
Ciriani (poi passato ad un netto antifascismo, così come Gasparotto) assai distante dal suo vero percorso<br />
pol<strong>it</strong>ico. Nello stesso studio, sono sbagliate di almeno un decennio tutte le date relative a Giuseppe Ellero (cfr.<br />
pag. 132). Si tratta di un buon esempio di come le opere di compilazione, se non sottoposte ad una ferrea<br />
verifica delle fonti secondarie, producano il dilagare di errori e confusioni.<br />
56 Anche se don Aldo Moretti, nel recensire nel 1973 le due principali opere di Tess<strong>it</strong>ori (di cui lodava comunque<br />
la grande capac<strong>it</strong>à di lavorare sulla documentazione con distacco, precisione ed eleganza), avvertiva a propos<strong>it</strong>o<br />
della Storia del Part<strong>it</strong>o Popolare in Friuli che la storia qui, in uno che vi ha partecipato, diventa<br />
memorialistica, con i lim<strong>it</strong>i che inev<strong>it</strong>abilmente ne derivano. Giudizio quanto mai cauto, soprattutto<br />
quando Tess<strong>it</strong>ori affronta con malcelata reticenza la fase finale del suo impegno pol<strong>it</strong>ico e l’abbandono del Ppi<br />
per ripiegare nell’attiv<strong>it</strong>à privata di avvocato al momento della v<strong>it</strong>toria del fascismo: cfr. MORETTI, Aldo,<br />
recensioni a Tiziano Tess<strong>it</strong>ori: Storia del movimento cattolico in Friuli e Storia del Part<strong>it</strong>o Popolare in Friuli, in:<br />
Storia Contemporanea in Friuli, anno III, n. 4, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di<br />
Liberazione, 1973 , pagg. 190-199 e 211-212.<br />
Una rottura tempestiva, quella del giovane dirigente popolare, che porterà il Commissario pol<strong>it</strong>ico fascista<br />
Pisenti a proporre il 24 febbraio 1923 la sua eventuale nomina nella Commissione reale che sost<strong>it</strong>uirà<br />
l’Amministrazione Provinciale popolare di Udine: indicherei quale rappresentante dei popolari l’on. Tess<strong>it</strong>ori<br />
che trovasi in dissidio coi dirigenti del part<strong>it</strong>o friulano. Cfr. FABBRO, Mario, Fascismo e lotta pol<strong>it</strong>ica in<br />
Friuli (1920-26), Venezia/Padova, Marsilio, 1974, pag. 157, nota 26).<br />
57 Sulle principali iniziative cooperativistiche di don Lozer, cfr.: LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>.,<br />
pagg. 30-39.<br />
58 Testimonianze della figlia Gualtiera Pasquotti e di Teresina Degan.<br />
26
di Luciana Morassi sulla storia del Friuli. 59 Parte della fortuna storiografica di don Lozer<br />
deriva da un’operazione ideologica interna alla storiografia comunista regionale, che ha<br />
assunto - nella fase a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘80 - la vicenda delle leghe contadine<br />
bianche del primo dopoguerra (lette attraverso i lavori di Tess<strong>it</strong>ori, Mizzau e del parroco<br />
di Torre, nonché della stampa del movimento sindacale popolare) come il precedente<br />
storico diretto della sinistra cattolica e del dialogo fra questa ed i comunisti. Non a caso<br />
gli autori principali di questa interpretazione “di sinistra” del sindacalismo popolare sono<br />
Stelio Spadaro - che si impegnerà come principale propagandista del Pci regionale del<br />
dialogo fra comunisti e cattolici - ed un dirigente del Pci proveniente dall’esperienza di<br />
dirigente dei giovani democristiani come Giuseppe Mariuz. 60<br />
Una nota filologica: i tre libri dell’ex parroco di Torre coprono un arco di sette<br />
anni, dal 1960 al 1967, ma - a dimostrazione di una v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à da vero animale pol<strong>it</strong>ico -<br />
don Lozer, pur confermando la sua impostazione di fondo, dimostra di sapersi adeguare<br />
duttilmente all’evoluzione della pol<strong>it</strong>ica nazionale. Così - mentre rimane da una parte<br />
l’acredine per la curia diocesana incapace di remunerare adeguatamente i suoi servigi e<br />
dall’altra quella per la popolazione di Torre che nell’arco di più di mezzo secolo rimane in<br />
maggioranza comunista e socialista, quasi solo per fargli dispetto - il suo atteggiamento<br />
segue l’evoluzione della pol<strong>it</strong>ica del primo centrosinistra, arrivando nel libro del 1967 a<br />
rendere nota una quasi incredibile e comica corrispondenza in cui il sacerdote, che si<br />
palesa sosten<strong>it</strong>ore del laburismo inglese, viene chiamato dal segretario socialdemocratico<br />
Giuseppe Saragat compagno. Ma non si tratta certo solo di opportunismo: a quasi<br />
novant’anni don Lozer pubblica anche i documenti di una polemica da lui sostenuta<br />
contro la Democrazia Cristiana pordenonese sullo scandalo di una casa per anziani<br />
costru<strong>it</strong>a nelle bassure vicine alle banchine del vecchio porto sul Noncello, opera<br />
giustamente sommersa, se non fosse bastata la provvidenziale alluvione del 1965, da<br />
quella ancor più imponente del 1966. 61<br />
E’ però importante sottolineare un fatto: Tess<strong>it</strong>ori ad Udine e don Lozer a<br />
Pordenone erano, dopo la prima guerra mondiale, i massimi dirigenti del movimento<br />
delle leghe bianche, ed è sulle loro per altro ineguali testimonianze che si basano in gran<br />
parte le ricostruzioni storiche sui primi decenni del secolo in Friuli. Non può che<br />
derivarne un’immagine depurata e selezionata, in cui il ruolo della sinistra viene visto<br />
strumentalmente, come può essere descr<strong>it</strong>to da chi è stato implicato fino alla fine, con<br />
grande energia in ambedue i casi, nella lotta pol<strong>it</strong>ica contro la sinistra. Se poi<br />
aggiungiamo l’acrimonia di don Lozer, la sintesi che se ne deriva è che socialisti e<br />
comunisti hanno fatto solo inutile confusione, disturbando chi stava lavorando<br />
costruttivamente per la collettiv<strong>it</strong>à: una semplificazione inaccettabile, falsa prima ancora<br />
che tendenziosa. Cosa troviamo dall’altra parte?<br />
Le ricerche compiute sul movimento operaio, socialista e comunista, si<br />
concentrano su due periodi precisi, di grande importanza ma indubbiamente parziali: il<br />
periodo dopo la prima guerra mondiale e quello della resistenza antifascista e del<br />
secondo dopoguerra. Nel primo caso il periodo considerato è anche di breve durata,<br />
legato a tematiche “classiche” negli anni in cui le ricerche sono state realizzate: il<br />
“biennio rosso” 1919-1920, l’instaurazione del regime fascista, le influenze della<br />
rivoluzione russa d’ottobre. E’ un quadro ben diverso da quello che troviamo a propos<strong>it</strong>o<br />
della storia del movimento operaio nella Venezia Giulia, ove abbiamo a disposizione non<br />
solo ricerche riguardanti la storia pol<strong>it</strong>ica 62 (con testi che vanno oltre la dimensione dei<br />
59 MARIUZZO, Flavio, c<strong>it</strong>., pag. 7; MORASSI, Luciana, Il Friuli, una provincia ai margini (1814-1914), in: FINZI,<br />
Roberto, MAGRIS, Claudio e MICCOLI, Giovanni, Il Friuli-Venezia Giulia, Torino, Einaudi, 2002 , pagg. 85-87.<br />
60 SPADARO, Stelio, Leghe bianche e lotte contadine in Friuli (1919-1920), in: ISTITUTO DI STORIA<br />
MEDIOEVALE E MODERNA DELLA FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA DELL’UNIVERSITA’ DI TRIESTE,<br />
Fascismo - guerra - resistenza. Lotte pol<strong>it</strong>iche e sociali nel Friuli-Venezia Giulia 1918-1945, Trieste, Libreria<br />
Internazionale “Italo Svevo”, 1969, pagg. 165-213; MARIUZ, Giuseppe, Leghe bianche e rosse in un’area rurale<br />
friulana. Irruenza e declino delle lotte di massa nel Sanv<strong>it</strong>ese 1919-20, in Storia Contemporanea in Friuli, anno<br />
XVIII, n. 19, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 1988, pagg. 67-104.<br />
61 Provvidenziale, ben s’intende, solo per chi vuole capire. Dopo quella data, la casa per anziani è stata<br />
abbandonata ed è diventata il padiglione interrato della nuova fiera di Pordenone; ma attorno è cresciuto in<br />
forma selvaggia un quartiere che è stato completamente sommerso appena il fiume ha deciso nuovamente di<br />
uscire dagli argini nel 2002. Ovviamente, come all’epoca di don Lozer, qualcuno ci avrà guadagnato.<br />
62 AGNELLI, Arduino, Socialismo triestino, Austria e Italia, in: VALIANI, Leo e WANDRUSZKA, Adam, Il<br />
movimento operaio e socialista in Italia e in Germania dal 1870 al 1920, Bologna, il Mulino, 1978; APIH, Elio, Il<br />
socialismo <strong>it</strong>aliano in Austria. Saggi, Udine, Del Bianco, 1991; CATTARUZZA, Marina, Il socialismo <strong>it</strong>aliano in<br />
Austria: alcune riflessioni, in: id., Trieste nell’Ottocento. le trasformazioni di una società civile, Udine, Del<br />
Bianco, 1995; id., Socialismo adriatico. La socialdemocrazia di lingua <strong>it</strong>aliana nei terr<strong>it</strong>ori costieri della<br />
Monarchia asburgica: 1888-1915, Manduria, Laca<strong>it</strong>a, 1998; MASERATI, Ennio, Il movimento operaio a Trieste<br />
dalle origini alla prima guerra mondiale, Milano, Giuffrè, 1973; ***, 1902-1982, La lotta dei fuochisti, Trieste,<br />
27
due part<strong>it</strong>i “storici” della sinistra novecentesca, per considerare anche il movimento<br />
anarchico ed i filoni di socialismo non ufficiale 63 ) ma anche ricerche nel campo della<br />
storia sociale 64 .<br />
Ricerche sul periodo a cavallo fra il Diciannovesimo ed il Ventesimo Secolo sui<br />
vari aspetti dell’evoluzione del movimento operaio (emigrazione, cooperativismo, case del<br />
popolo, resistenza, non lim<strong>it</strong>andosi solo ai due part<strong>it</strong>i storici della sinistra ma anche<br />
ricostruendo l’importante contributo dell’anarchismo) sono state realizzate solo riguardo<br />
ad un terr<strong>it</strong>orio particolare del Friuli, la Carnia. 65<br />
Il pordenonese emerge, all’interno del terr<strong>it</strong>orio friulano, per la sua particolare<br />
connotazione di polo dell’industria tessile cotoniera. Si tratta dell’unica zona di moderno<br />
sviluppo industriale, caratterizzata dalla produzione di massa e da un proletariato<br />
prevalentemente impiegato in grandi fabbriche. Ciò differenzia l’area circostante il<br />
capoluogo del Friuli occidentale dalla struttura prevalentemente agricola del resto della<br />
provincia e dalle stesse caratteristiche arretrate del proletariato friulano (edilizia,<br />
industria serica ed emigrazione stagionale). Hanno fatto da precursori alcuni studi più<br />
lontani di Mario Lizzero, dedicati ai due episodi principali della resistenza al fascismo a<br />
Pordenone: le Barricate di Torre del 1921 e lo sciopero dei cotonifici del 1928. 66<br />
Un punto di partenza fondamentale per lo studio della storia del movimento<br />
operaio pordenonese è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dal libro di Teresina Degan Industria tessile e lotte<br />
operaie a Pordenone 1840-1954. 67 Debbo confessare che lo è stato anche personalmente:<br />
proprio in occasione della presentazione di quel libro all’aula magna del centro studi di<br />
Pordenone, ormai molti anni fa, sentii uno dei relatori, il prof. Luciano Bonanni,<br />
lamentare come non fosse ancora stata scr<strong>it</strong>ta la storia dell’Amministrazione Comunale<br />
socialista di Pordenone nel primo dopoguerra. Degan fa la storia del movimento operaio<br />
tessile pordenonese, lasciando sullo sfondo le vicende dei part<strong>it</strong>i, delle organizzazioni<br />
sindacali e cooperative, delle amministrazioni locali. Tutti questi aspetti emergono quasi<br />
ad ogni pagina e viene rimarcato come il movimento operaio trovi la sua forza nel<br />
collegamento fra la partecipazione cosciente e spontanea delle masse e la capac<strong>it</strong>à di<br />
mobil<strong>it</strong>azione e di educazione delle organizzazioni pol<strong>it</strong>iche e sindacali.<br />
Ma le protagoniste (perché di una manodopera in stragrande maggioranza<br />
femminile si tratta) sono le donne che per oltre un secolo costruiscono con le loro mani<br />
la realtà industriale di Pordenone - nei grandi stabilimenti tessili di Torre, Rorai Grande<br />
e Borgomeduna - e dei vicini comuni di Fiume e di Cordenons. Una realtà industriale che<br />
cost<strong>it</strong>uisce il substrato su cui si sviluppa nella seconda metà del Novecento la grande<br />
industria manifatturiera del Friuli occidentale, con al suo centro la multinazionale degli<br />
elettrodomestici Zanussi Rex (oggi ormai solo un elemento terminale della svedese<br />
Electrolux, per incapac<strong>it</strong>à della proprietà precedente e per la colpevole subordinazione<br />
della pol<strong>it</strong>ica regionale alla logica della mondializzazione cap<strong>it</strong>alistica: ma anche qui si<br />
CGIL Friuli-Venezia Giulia, 1982; PIEMONTESE, Giuseppe, Il movimento operaio a Trieste, Roma, Ed<strong>it</strong>ori<br />
Riun<strong>it</strong>i, 1974; SEMA, Paolo, La lotta in Istria 1890-1945. Il movimento socialista e il Part<strong>it</strong>o Comunista Italiano.<br />
La sezione di Pirano, Trieste, Cluet, 1971. Si tratta di testi di autori <strong>it</strong>aliani, in massima parte rifer<strong>it</strong>i alla<br />
componente <strong>it</strong>aliana del movimento operaio giuliano: la mia infima conoscenza delle lingue slovena e serbocroata<br />
mi rende inaccessibile attualmente la letteratura relativa al movimento operaio nelle sue componenti<br />
nazionali slovena e croata.<br />
63 MASERATI, Ennio, Il sindacalismo autonomista triestino degli anni 1909-1914, Udine, Del Bianco, 1965;<br />
MASERATI, Ennio, Gli anarchici a Trieste durante il dominio asburgico, Milano, Giuffrè, 1977; TOMMASINI,<br />
Umberto (a cura di Claudio Venza), L’anarchico triestino, Milano, Edizioni Antistato, 1984.<br />
64 APIH, Elio e SILVESTRI, Claudio, Le Cooperative Operaie di Trieste, Istria e Friuli, Trieste, Cooperative<br />
Operaie, 1976; CATTARUZZA, Marina, La formazione del proletariato urbano. Immigrati, operai di mestiere,<br />
donne a Trieste dalla metà del secolo XIX alla prima guerra mondiale, Torino, Musolini, 1979; id., “Confl<strong>it</strong>to<br />
organizzato” e “azione diretta”: gli scioperi nei cantieri navali di Amburgo e Trieste (1880-1914), in: id., Trieste<br />
nell’Ottocento, c<strong>it</strong>.; DE ROSA, Diana, Sviluppo della c<strong>it</strong>tà e movimento operaio tra la fine dell’Ottocento e il<br />
principio del Novecento a Trieste, Trieste, Cluet, 1979; DE ROSA, Diana, ROSSI, Marina e RANCHI, Sergio,<br />
Pagine per l’80° della F.I.O.M. Terr<strong>it</strong>orio, ambiente, fabbrica, Trieste, 1850-1900. Origine e sviluppo<br />
dell’organizzazione dei metallurgici a Trieste 1900-1919, a Monfalcone 1908-1918, Trieste, Ist<strong>it</strong>uto regionale<br />
studi e ricerche della C.G.I.L. del Friuli-Venezia Giulia, 1981.<br />
65 Fra gli altri lavori, cfr.: RENZULLI, Aldo Gabriele, Economia e società in Carnia fra 800 e 900. Dibatt<strong>it</strong>o<br />
pol<strong>it</strong>ico e origini del socialismo, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 1978;<br />
VENZA, Claudio, PUPPINI, Marco, GAGLIANI, Donatella, “Compagno tante cose vorrei dirti...”. Il funerale di<br />
Giovanni Casali, anarchico. Prato Carnico 1933, Udine, Centro Ed<strong>it</strong>oriale Friulano, 1983; PUPPINI, Laura,<br />
Cooperare per vivere. V<strong>it</strong>torio Cella e le cooperative carniche. 1906-1938, Tolmezzo, Gruppo “Gli ultimi”, 1988;<br />
PUPPINI, Marco, Movimento operaio ed emigrazione, c<strong>it</strong>., pagg. 83-119.<br />
66 LIZZERO, Mario, Gloriose battaglie antifasciste,c<strong>it</strong>.; id., Scioperano i tessili di Pordenone, c<strong>it</strong>., pagg. 130-135<br />
(i due testi presentano poche secondarie differenze fra loro).<br />
67 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., 1981.<br />
28
tratta di una tendenza storica di lungo periodo, come dimostrano le stesse vicende del<br />
tessile a partire dalle sue più lontane origini 68 ).<br />
Degan dà voce ad una classe operaia femminile altamente professionale, che per<br />
decenni si dimostra all’avanguardia pol<strong>it</strong>ica e sociale, a dispetto della discriminazione<br />
economica (salari più bassi della manodopera maschile dal 20 al 40% ancora nel<br />
secondo dopoguerra 69 ) e pol<strong>it</strong>ica (esclusione dal suffragio fino alle elezioni per<br />
l’Assemblea Cost<strong>it</strong>uente nel 1946). Ed a dispetto di chi temeva che il suffragio delle<br />
donne andasse a pro della destra, è dalle operaie tessili che nel secondo dopoguerra<br />
viene la gran parte dei voti ai part<strong>it</strong>i di sinistra. 70 Si tratta di un testo in cui alla ricerca<br />
compiuta sui documenti d’archivio ed alla lettura di quella vera miniera di informazioni<br />
sul movimento socialista che è il settimanale Il Lavoratore Friulano, si sommano le voci<br />
della storia orale, delle protagoniste e dei protagonisti di quelle lotte, conosciuti<br />
direttamente in una comune mil<strong>it</strong>anza pol<strong>it</strong>ica e molte volte legati da vincoli familiari ed<br />
affettivi 71 .<br />
Ne deriva un vivo affresco di un’intera epoca, che nulla concede alla<br />
memorialistica od al localismo. Si tratta invece di un tentativo riusc<strong>it</strong>o di microstoria, in<br />
cui l’aspetto locale viene inser<strong>it</strong>o coerentemente nella “grande” storia, quella dello<br />
sviluppo dell’economia industriale <strong>it</strong>aliana e di quello contemporaneo del movimento<br />
operaio nazionale e delle conquiste di civiltà democratica cui esso ha dato un contributo<br />
fondamentale. Questa ricerca riesce inoltre a dare spessore e dimensione fisica ad un<br />
ambiente - quello delle borgate operaie sviluppatesi dall’ambiente rurale della periferia di<br />
Pordenone - in cui i protagonisti di quelle lotte si potevano ancora incontrare vent’anni fa<br />
per le vie c<strong>it</strong>tadine, spesso ancora coinvolti in un impegno sociale e pol<strong>it</strong>ico che è stato<br />
per loro il filo conduttore di un’intera esistenza.<br />
Purtroppo oggi è ormai impossibile raccogliere direttamente le loro testimonianze<br />
relative agli anni dall’inizio del secolo al primo dopoguerra ed all’esperienza di governo<br />
amministrativo socialista di una parte importante del Friuli Occidentale. Si tratta di una<br />
perd<strong>it</strong>a di memoria inestimabile, che viene solo parzialmente colmata dalla<br />
documentazione giornalistica e d’archivio o suppl<strong>it</strong>a da alcune testimonianze dei<br />
discendenti o dei protagonisti di vicende successive, che hanno avuto la fortuna di<br />
conoscere chi operò in quest’epoca e di raccogliere le testimonianze della loro memoria.<br />
Purtroppo però queste testimonianze sono generalmente carenti e denunciano una<br />
mancata trasmissione delle conoscenze che impoverisce ancora di più l’immagine di<br />
quegli anni.<br />
Prima del libro di Degan, nel 1973 il circolo Gramsci di Pordenone aveva<br />
pubblicato un libro con il t<strong>it</strong>olo La roccaforte del socialismo 72 . Ne era autore il presidente<br />
del circolo Roberto Barraco, giovane attivista del Pci: egli volle far uscire in forma<br />
anonima (a testimonianza di una grande modestia personale e di una moral<strong>it</strong>à propria di<br />
epoche ormai sideralmente lontane) la sua tesi di laurea su Il pordenonese negli anni<br />
Venti. Sono stato personalmente testimone della scettica miopia con la quale il libro fu<br />
accolto da alcuni degli stessi dirigenti della federazione comunista di quei tempi. Non si<br />
68 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 132-191. Mi riferisco in particolare al passaggio del controllo<br />
del Cotonificio Veneziano dalle precedenti proprietà ai triestini fratelli Brunner nel 1927, e successivamente -<br />
per il tram<strong>it</strong>e dell’IRI - nel 1935 al gruppo veneziano di Volpi, Cini e Gaggia, per finire (nel senso reale del<br />
termine, con la liquidazione dell’industria tessile pordenonese a più riprese fra gli anni ‘50 e ‘70) con la Snia<br />
Viscosa, cresciuta come società monopolistica nel settore delle fibre tessili sintetiche durante il periodo dell’<br />
“autarchia” fascista, successivamente entrata nell’orb<strong>it</strong>a della Fiat e dedicatasi a molteplici produzioni, dalla<br />
chimica all’industria mil<strong>it</strong>are. Ma più in generale la stessa nasc<strong>it</strong>a dell’industria cotoniera a Pordenone è il<br />
frutto di investimenti di cap<strong>it</strong>alisti stranieri.<br />
69 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 175. Viene rilevato come la realtà pordenonese - da sempre<br />
organizzata dai sindacati di sinistra, la Federazione Arti Tessili e poi la Fiot, antenate della Filtea-Cgil dei giorni<br />
nostri - si presentasse in modo più avanzato anche contrattualmente rispetto alle realtà del Veneto e della<br />
Lombardia - ove al contrario prevaleva la corrente sindacale di orientamento cattolico.<br />
70 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 178.<br />
71 Teresina Degan è figlia di Vincenzo Degan, tipografo ed esponente di primo piano del socialismo<br />
pordenonese, consigliere comunale a Pordenone dal 1906 ed assessore nella Giunta socialista del 1920-1922.<br />
Ma è anche nipote di Rachele Redigo Da Corte, scr<strong>it</strong>turale nella Filatura di Torre e mil<strong>it</strong>ante pol<strong>it</strong>ica e sindacale<br />
e di Lucio Da Corte, fondatore e primo presidente della Società “Casa del Popolo” di Torre (vedi i documenti n.<br />
5148 Rep. e Reg./n. 3629 Fasc. Archivio Notarile Distrettuale di Udine, “Casa del Popolo” Torre di Pordenone<br />
(...) Cost<strong>it</strong>uzione di Società e n. 2596 di Fasc. e n. 3815 di Rep. - atto di compravend<strong>it</strong>a del terreno su cui è<br />
s<strong>it</strong>a la Casa del Popolo). E’ inoltre cugina di Alma Da Corte, delegata della Commissione Interna dello<br />
stabilimento di Torre licenziata per rappresaglia antisindacale nel 1954 e poi per lunghi anni sindacalista<br />
presso l’Inca-Cgil di Pordenone. Ma la stessa Degan è stata dirigente di primo piano del Pci dal secondo<br />
dopoguerra al 1969 e del sindacato (fondatrice e prima segretaria della Cgil-Scuola provinciale).<br />
72 (BARRACO, Roberto), Il pordenonese negli anni venti: la roccaforte del socialismo, Pordenone, Circolo A.<br />
Gramsci, 1973.<br />
29
trattava del primo, ma del più organico tentativo di dare dign<strong>it</strong>à storica a vicende ormai<br />
quasi del tutto dimenticate. Non è un caso lo scetticismo che ebbi occasione di<br />
conoscere: era la ragionevole risposta di chi - non importa se direttamente o meno -<br />
aveva fall<strong>it</strong>o il confronto con l’esperienza di quella gloriosa stagione soffocata dal<br />
fascismo ed aveva tutto l’interesse a nascondere dietro ad una arrogante supponenza<br />
l’ignoranza e l’incomprensione della storia del movimento operaio pordenonese.<br />
Il mer<strong>it</strong>o del libro di Barraco non può ev<strong>it</strong>are comunque di sottolineare come la<br />
sua impostazione, tipica dei primi anni ‘70, tendesse più a liquidare il riformismo<br />
dell’azione degli amministratori comunali socialisti che a sottolineare l’importanza del<br />
loro impegno e delle loro realizzazioni. La sua attenzione è dedicata soprattutto alle<br />
vicende sindacali e pol<strong>it</strong>iche che portano alla fondazione del Pcd’I nel Pordenonese ed il<br />
resto del movimento socialista viene ridotto ad uno sfondo di cui risalta solo<br />
l’immobilismo e l’incapac<strong>it</strong>à di comprendere il cambio di fase occorso dopo la grande<br />
guerra. Tutto viene ridotto ad inerte riformismo oppure al settario spir<strong>it</strong>o minor<strong>it</strong>ario dei<br />
primi comunisti, facendo (implic<strong>it</strong>amente, perché non lo c<strong>it</strong>a) risaltare il canone classico<br />
della storiografia comunista, cioè l’autocr<strong>it</strong>ica gramsciana e togliattiana successiva alla<br />
sconf<strong>it</strong>ta e la implacabile demolizione dell’esperienza dei primi anni di direzione<br />
bordighiana del part<strong>it</strong>o.<br />
Proprio in tal senso, come traduzione storiografica della pol<strong>it</strong>ica comunista verso i<br />
cattolici negli anni del centrosinistra, va valutato anche il giudizio sui cattolici, da<br />
leggersi più come ricerca in don Lozer e don Concina degli antesignani della sinistra<br />
cristiana che come messa a punto del giudizio sui dirigenti di un movimento che hanno<br />
avuto una storia di forte contrapposizione e concorrenzial<strong>it</strong>à con i socialisti: da tal punto<br />
di vista appaiono rivelatrici le poche cruciali c<strong>it</strong>azioni di Guido Miglioli, l’esponente più a<br />
sinistra del Ppi. L’opera delle amministrazioni comunali socialiste viene cancellata come<br />
inutile e di secondaria importanza, senza neanche darsi la briga di soppesarne alcuni<br />
cruciali opere: il protagonista vero della narrazione è il “fantasma della rivoluzione”, che<br />
nessuno si prende la briga di interpretare sul serio, se si escludono i pochi ard<strong>it</strong>i del<br />
popolo che compiono la loro eroica e disperata opera in una fase ormai di riflusso.<br />
E’ nelle ultime pagine di Barraco che si può rilevare il lim<strong>it</strong>e di uno studio<br />
approfond<strong>it</strong>o su uno scorcio di tempo tanto importante ma così breve: quando si chiude<br />
ogni ragionamento sulla presenza storica del socialismo pordenonese con il passaggio<br />
della maggioranza dei suoi dirigenti e dello stesso settimanale del part<strong>it</strong>o friulano nelle<br />
file del Psui, osservando anzi che per questo motivo non si può più ricavare dalle pagine<br />
de Il Lavoratore Friulano alcuna notizia utile a tale indagine. Orbene, se le notizie utili sul<br />
movimento dei lavoratori sono ridotte, non si deve al cambio di tendenza dei protagonisti<br />
(che rimane anzi la stessa, proprio con il rimanere fedeli ad una tradizione che si r<strong>it</strong>iene<br />
meglio rappresentata dal part<strong>it</strong>o dove si trasferisce quasi tutta la dirigenza storica del<br />
Psi) ma al fatto che il giornale nei suoi ultimi tre anni di v<strong>it</strong>a deve sopravvivere sotto una<br />
d<strong>it</strong>tatura che restringe progressivamente le sue maglie ed impone di lim<strong>it</strong>are<br />
l’informazione sull’attiv<strong>it</strong>à del part<strong>it</strong>o, per proteggerne l’operativ<strong>it</strong>à residua. Lo si vede<br />
proprio con la ripresa di attiv<strong>it</strong>à nei mesi di movimento successivi all’assassinio da parte<br />
di Matteotti e con lo spegnersi a suon di crescenti sequestri alla fine del 1925.<br />
E poi, come possiamo scordare che proprio il Psui non è solo il part<strong>it</strong>o del vecchio<br />
Turati e dei suoi compagni ma quello di Matteotti, che diventa il fulcro dell’opposizione<br />
antifascista, con la pressante denuncia del suo segretario ma anche con il suo<br />
perspicace prospettare la necess<strong>it</strong>à di opporsi a questo nuovo fenomeno di d<strong>it</strong>tatura<br />
reazionaria di massa con ogni mezzo necessario. Una battaglia alla quale Ellero, dal suo<br />
esilio milanese, partecipa attivamente eserc<strong>it</strong>ando la sua funzione di deputato e di<br />
propagandista a livello nazionale fino almeno al 1924. A guidare il Psui, che appare il<br />
vero part<strong>it</strong>o socialista storico, mentre il residuo Psi appare depotenziato dalla raffica di<br />
scissioni successive, sta quel segretario che, con più lungimiranza di ogni altro dirigente<br />
del socialismo <strong>it</strong>aliano aveva abbandonato il congresso socialista di Livorno nel gennaio<br />
1921: quello che doveva essere il relatore per la destra riformista preferisce recarsi<br />
sub<strong>it</strong>o a Ferrara attaccata dai fascisti, scortato da una guardia del corpo di mil<strong>it</strong>anti del<br />
cost<strong>it</strong>uendo Part<strong>it</strong>o comunista: un’intuizione storica purtroppo isolata, troppo avanzata<br />
per un dibatt<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico che non riusciva allora a comprendere il mutamento di fase<br />
storica. 73<br />
73 SANTOMASSIMO, Gianpasquale, Un pol<strong>it</strong>ico, oltre il m<strong>it</strong>o del Martire, in Il manifesto, 18 luglio 2000.<br />
Secondo Santomassimo, di Matteotti è accred<strong>it</strong>ata generalmente una immagine irenica di martire, mentre il<br />
deputato socialista veneto era stato uno dei pochi favorevoli all’insurrezione popolare contro la guerra nel 1915,<br />
r<strong>it</strong>enendo debole la linea del “non aderire né sabotare”, ed il primo esponente della sinistra <strong>it</strong>aliana a capire il<br />
carattere innovatore ed eversore del fascismo e la necess<strong>it</strong>à di sbarrarvi la strada anche con l’uso della<br />
30
Infine, l’impostazione storiografica ideologicamente datata del libro è rivelata dal<br />
chiudere ogni attenzione sulla storia del socialismo (fenomeno pol<strong>it</strong>ico ormai sorpassato)<br />
per acquisire in toto una central<strong>it</strong>à del Pcd’i tutt’altro che consolidata: tanto è vero che<br />
più di vent’anni dopo, a democrazia restaurata grazie soprattutto al sacrificio<br />
preponderante dei congiurati e dei partigiani comunisti, il rapporto fra socialisti e<br />
comunisti si ripresenta a Pordenone come molto equilibrato, a riprova di un indubbio<br />
radicamento “di lungo periodo” in una realtà che giustamente (e non in modo ingenuo e<br />
sprovveduto, come affermava Barraco) i socialisti avevano descr<strong>it</strong>to così: Pordenone<br />
proletaria subisce la s<strong>it</strong>uazione, ma non muta. Il fascismo è fenomeno agricolo e non<br />
industriale. E Pordenone è c<strong>it</strong>tà industriale. 74.<br />
Al termine della parabola, un recente studio 75 riaffronta i primi anni Venti nel<br />
Pordenonese riprendendo paradossalmente il giudizio di Barraco ma rovesciandolo: le<br />
giunte socialiste fallirono, perché non riuscirono a risolvere i danni creati dalla catastrofe<br />
bellica e quindi non impedirono l’emigrazione di massa. Un giudizio incongruo, per chi<br />
ha potuto governare per meno di due anni, scontrandosi con il boicottaggio delle<br />
ist<strong>it</strong>uzioni della monarchia, mentre montava la reazione armata del fascismo. Beninteso,<br />
il lavoro di Pillot e Camisa è uno studio ampio e ben documentato, che fornisce<br />
abbondante materiale tratto dagli archivi comunali e soprattutto dall’Archivio Centrale<br />
dello Stato. Ma complessivamente il loro lavoro sembra risentire del minimalismo aideologico<br />
degli anni Novanta, rinuncia a voler indicare una chiave di lettura del<br />
quadriennio postbellico, producendo (anche per la divisione in filoni tematici, non<br />
sempre ben ricollegati) un’impressione di giustapposizione di movimenti e fenomeni di<br />
cui si rischia di perdere la ragion d’essere.<br />
Per certi aspetti la chiave di lettura è invece ben delineata dalla documentazione<br />
allegata, che sembra gli autori siano stati riluttanti a portare alle sue estreme<br />
conseguenze: come quando i documenti provano in maniera ineccepibile la corre<strong>it</strong>à delle<br />
ist<strong>it</strong>uzioni dello Stato nella campagna di violenze fasciste. In generale (ed ovviamente il<br />
bilancio dell’esperienza socialista del dopoguerra ne risente in modo fortissimo), oltre che<br />
per la mancanza di quello sguardo retrospettivo che ne avrebbe esaltato l’importanza,<br />
pecca in questa per altro importante opera la mancanza di un collegamento con la realtà<br />
della cresc<strong>it</strong>a del fascismo e della conquista mil<strong>it</strong>are del terr<strong>it</strong>orio da parte degli<br />
squadristi. Vari fenomeni studiati dai due autori sfuggono alla comprensione del lettore<br />
proprio perché, astraendo dal quadro pol<strong>it</strong>ico generale, diviene impossibile capire il<br />
ripiegamento di un movimento sottoposto ad una pressione violenta inus<strong>it</strong>ata ed<br />
imprevista, ma anche la forza di una persistenza, che riemergerà prepotentemente alla<br />
fine degli anni Venti e negli anni Trenta a Pordenone e ci riconsegnerà vent’anni dopo la<br />
sinistra in c<strong>it</strong>tà praticamente intatta nella sua forza.<br />
Il difetto di questi studi è di lim<strong>it</strong>arsi ad uno scorcio di tempo estremamente<br />
ridotto, che ha una sua indubbia significativ<strong>it</strong>à per la rottura intervenuta con la guerra,<br />
e che si conclude con la prima esperienza europea di reazione total<strong>it</strong>aria della borghesia.<br />
Non si sono però studiate le precondizioni di questo breve scorcio di tempo, mancano<br />
completamente studi sulla realtà antecedente del Pordenonese, che viene narrata in<br />
forma cronachistica da Vendramino Candiani fino ai primi anni del Ventesimo Secolo,<br />
analizzata solo da alcune opere a carattere socio economico (per primi Musolla e Mio)<br />
oppure dedicate alla s<strong>it</strong>uazione durante la grande guerra (Chiaradia, Gaspardo e Corni,<br />
con ben diverso spessore anal<strong>it</strong>ico: la prima di queste due opere è praticamente un<br />
sommario opuscolo celebrativo).<br />
La sola opera di ampio respiro dedicata alla storia del movimento operaio e<br />
socialista pordenonese è quella di Teresina Degan. In generale, pur tenendo conto di<br />
alcune opere usc<strong>it</strong>e successivamente, vale ancora, e soprattutto per la storia del<br />
movimento socialista, il giudizio espresso da Gustavo Corni nel 1992: l’area della destra<br />
Tagliamento mi pare sia stata finora negletta dalla ricerca storica. A parte una pregevole e<br />
violenza. Un giudizio simile è quello di Piero Gobetti, per il quale Matteotti è l’innovatore che supera i lim<strong>it</strong>i del<br />
socialismo <strong>it</strong>aliano, combattendo da un lato il riformismo bloccardo, quietista, radicaloide e massonico,<br />
disposto ad ogni compromesso, e dall’altro il sovversivismo sindacalista-rivoluzionario, con tutte le sue pulsioni<br />
di carrierismo piccolo-borghese che avrebbero portato tanti suoi esponenti all’adesione al fascismo, cfr.:<br />
GOBETTI, Piero, Per Matteotti. Un r<strong>it</strong>ratto, Genova, Il melangolo, 1994.<br />
74 (BARRACO, Roberto), c<strong>it</strong>., pagg. 134; 138 e 143; LF, n. 49 del 9 dicembre 1922, pag. 4 , NOTE BREVI.<br />
75 PILLOT, Pier Paolo e CAMISA, Livio, Il primo dopoguerra nel Friuli Occidentale (1919-1923), Pordenone,<br />
Concordia Sette, 1997. I due autori riprendono le stesse tematiche nei saggi monografici: CAMISA, Livio, Lotta<br />
pol<strong>it</strong>ica nel Friuli occidentale tra il 1919 e il 1923 e: PILLOT Pier Paolo, Fascismo e squadrismo nel<br />
Pordenonese del primo dopoguerra, in: CORNI, Gustavo (a cura di), Il Friuli, storia e società, terzo volume,<br />
1914-1925, La crisi dello Stato liberale, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione,<br />
2000, pagg. 221-262.<br />
31
ecente tesi di laurea, la letteratura a cui attingere è quasi inesistente, mentre invece<br />
soprattutto il periodo postbellico è stato studiato più intensamente. Paradossalmente però<br />
lo stesso autore sembra subire i lim<strong>it</strong>i posti dalla disattenzione storiografica segnalata,<br />
nel momento in cui descrive il carattere di cattedrale nel deserto dell’industrializzazione<br />
cotoniera pordenonese, senza coglierne il valore di precondizione per l’impetuoso<br />
sviluppo successivo, che fa della futura provincia occidentale la principale realtà<br />
industriale della regione. Mi permetto inoltre di obiettare non solo nei confronti di una<br />
scorrettezza (come il paragone inadeguato con le realtà dell’industrializzazione<br />
assolutamente parass<strong>it</strong>aria prodotta dagli incentivi governativi, in particolare - ma non<br />
solo - nel Mezzogiorno d’Italia) ma anche del non rilevare l’intreccio cruciale per la storia<br />
sociale dell’area da noi considerata. Qui infatti si sommano la professionalizzazione ed il<br />
cambio di mental<strong>it</strong>à indotti dall’industrializzazione tessile con l’altro substrato<br />
fondamentale, quello della professionalizzazione e del cambio di mental<strong>it</strong>à indotti<br />
dall’emigrazione di intere generazioni di lavoratori provenienti dal settore agricolo e<br />
trasformati, attraverso questa esperienza, prima in operai professionali nei vari settori<br />
dell’edilizia e successivamente dei settori manifatturieri. E’ dalla sovrapposizione fra<br />
queste due realtà che nasce una realtà di sviluppo industriale che, a differenza della<br />
maggior parte del terr<strong>it</strong>orio friulano, preesiste alla ricostruzione successiva al terremoto<br />
del 1976. 76<br />
Sempre Teresina Degan e Giuseppe Mariuz hanno studiato i movimenti contadini<br />
nella Bassa Pordenonese del primo dopoguerra, soprattutto l’episodio del Soviet di<br />
Pravisdomini, iniziativa nata dall’amministrazione socialista eletta in quel comune sulla<br />
base della spinta delle leghe contadine rosse. Mariuz purtroppo si ferma al primo<br />
biennio, quello connotato dai primi movimenti di protesta per la disoccupazione e<br />
dall’estendersi dell’esperienza delle leghe bianche, non studiando il biennio successivo,<br />
quando si rafforza la presenza del movimento socialista non solo fra gli operai ma anche<br />
fra i contadini, conquistando due amministrazioni contadine molto significative come<br />
Cordovado e Pravisdomini ed avviando l’esperienza di una cooperativa agricola<br />
mandamentale. 77<br />
Sigfrido Cescut ha studiato l’esperienza del movimento operaio ad Aviano in<br />
alcune opere. La prima, rimasta allo stadio di dattiloscr<strong>it</strong>to, cost<strong>it</strong>uisce un pregevole<br />
lavoro di ricerca basato su fonti documentaristiche (gli archivi del comune di Aviano e<br />
del Tribunale di Pordenone), giornalistiche e su una testimonianza preziosa: quella di<br />
uno dei primi mil<strong>it</strong>anti anarchici del comune, emigrante già nei primi anni del<br />
Novecento, Luigi Tassan Solet 78 mediata dal figlio minore Giordano, già attivo nel primo<br />
dopoguerra e successivamente responsabile del Pci avianese durante la Resistenza. Si<br />
tratta di un organico ed equilibrato lavoro fondato su fonti orali che, incrociate con<br />
quelle documentarie, ci danno un’immagine vivissima di un percorso molto significativo,<br />
attraverso la grande emigrazione, la guerra, le durissime lotte che l’hanno preceduta e<br />
segu<strong>it</strong>a ed infine la sconf<strong>it</strong>ta. Purtroppo questo lavoro non ha mai trovato un ed<strong>it</strong>ore, ma<br />
Cescut ha rielaborato parte del materiale, inserendolo insieme a quello degli archivi<br />
societari in due lavori sulla cooperazione di consumo e l’associazionismo nell’Avianese e<br />
nei comuni vicini. 79<br />
Otello Bosari ha lavorato invece sulle precondizioni storiche, ricercando le radici<br />
del moderatismo pol<strong>it</strong>ico friulano nell’epoca veneta ed asburgica, giungendo fino ai<br />
decenni dell’unificazione nazionale ma fermandosi sostanzialmente prima del cost<strong>it</strong>uirsi<br />
delle organizzazioni operaie e socialiste (con l’eccezione di uno studio sul primo<br />
dopoguerra). Anche in questo caso bisogna lamentare la mancanza di una pubblicazione<br />
adeguata, vista la lim<strong>it</strong>ata diffusione delle riviste degli Ist<strong>it</strong>uti di Storia del Movimento di<br />
Liberazione e la stessa dispersione dei saggi nell’arco di più annate. Il materiale<br />
presentato da Bosari è vasto ed importante, ma risente a mio avviso del fatto di voler<br />
dimostrare una tesi preconfezionata, tipica d’altronde dell’area comunista: quella sulla<br />
tendenza moderata di lungo periodo del mondo pol<strong>it</strong>ico e sociale friulano. Mentre la<br />
76 CORNI, Gustavo, Il Friuli Occidentale nell’anno dell’occupazione austro-germanica 1917-1918, Pordenone,<br />
Concordia Sette, 1992, pag. 10. Corni conferma il suo giudizio cinque anni dopo, nella prefazione a: PILLOT,<br />
Pier Paolo e CAMISA, Livio, c<strong>it</strong>., pag. 11.<br />
77 DEGAN, Teresina, Il Soviet di Pravisdomini, in Storia contemporanea in Friuli, anno V, n. 6, Udine, Ist<strong>it</strong>uto<br />
Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 1975; MARIUZ, Giuseppe, Leghe bianche e rosse in<br />
un’area rurale friulana. Irruenza e declino delle lotte di massa nel Sanv<strong>it</strong>ese 1919-20, in Storia Contemporanea<br />
in Friuli, anno XVIII, n. 19, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 1988.<br />
78 1867-1948: cfr. CESCUT, Sigfrido, Una storia avianese e una piccola cronaca, dattiloscr<strong>it</strong>to ined<strong>it</strong>o, senza<br />
data, ma probabilmente 1983, pag. 3.<br />
79 CESCUT, Sigfrido, Una storia avianese, c<strong>it</strong>.; id., Cooperative ad Aviano, Roveredo in Piano, Montereale, Palse,<br />
Trieste, La Cronaca, 1998; id., Somprado e “La Sompradese”. Solidarietà nel borgo, Roveredo, Risma, 2002.<br />
32
maggior parte delle opere sulla sinistra pordenonese si lim<strong>it</strong>a a segmenti temporali<br />
ristrettissimi e legati sostanzialmente ai due dopoguerra ed alla Resistenza antifascista,<br />
il lavoro di Bosari sembra peccare di un eccesso di anticipo, non affrontando il periodo in<br />
cui si accumula il massimo di tensione verso l’innovazione sociale, economica e pol<strong>it</strong>ica:<br />
una fase in cui la sinistra, radicale e socialista, è protagonista di primo piano ed assume<br />
una funzione egemone per tutto il primo quarto di secolo in c<strong>it</strong>tà ma anche in tutta l’area<br />
circostante. Il lim<strong>it</strong>e principale di questi studi così puntuali ed approfond<strong>it</strong>i è proprio<br />
questo: di aver dato per scontato che l’unica progettual<strong>it</strong>à sia stata quella delle classi<br />
dirigenti, mentre invece c’è stata anche una progettual<strong>it</strong>à delle classi lavoratrici,<br />
attraverso le loro rappresentanze pol<strong>it</strong>iche. Quello che ha imped<strong>it</strong>o di andare oltre è stata<br />
una sconf<strong>it</strong>ta: non una sconf<strong>it</strong>ta pol<strong>it</strong>ica, ma una vera e propria sconf<strong>it</strong>ta mil<strong>it</strong>are, in cui<br />
la violenza ha sbarrato con tutta la sua forza la strada ad un’ipotesi di sviluppo<br />
alternativa. 80<br />
Recentemente Teresina Degan ha pubblicato uno studio sugli Ard<strong>it</strong>i del Popolo (la<br />
milizia armata cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a per contrastare lo squadrismo fascista) nel Pordenonese,<br />
basandosi soprattutto sugli atti del processo segu<strong>it</strong>o alla repressione dell’organizzazione<br />
locale. E’ stata così colmata una lacuna delle ricerche, che recentemente hanno riportato<br />
in primo piano l’esperienza di quella parte dell’ard<strong>it</strong>ismo, del volontarismo di guerra e del<br />
dannunzianesimo che non hanno accettato la scelta del fascismo ed hanno cercato di<br />
contrapporvisi, fra la diffidenza ed il settarismo delle principali forze pol<strong>it</strong>iche della<br />
sinistra. Se Marco Rossi non aveva forn<strong>it</strong>o dati relativi alla presenza degli Ard<strong>it</strong>i del<br />
Popolo nel Friuli, Eros Francescangeli ha forn<strong>it</strong>o alcune notizie sintetiche<br />
sull’organizzazione pordenonese, pubblicando anche un elenco degli iscr<strong>it</strong>ti. 81<br />
Uno studio praticamente sconosciuto è quello che, in un’opera collettiva di storia<br />
locale, ha dedicato Ermanno Contelli ai primi anni del socialismo sacilese. Basato<br />
soprattutto su materiale giornalistico, proprio per questo non arriva a coprire le due<br />
esperienze amministrative socialiste a Sacile, impersonate da Enrico Fornasotto prima<br />
come assessore insieme al sindaco Valentino De Martini (simpatizzante e poi iscr<strong>it</strong>to al<br />
Psi) nei primissimi anni del secolo e poi come commissario governativo dopo la guerra<br />
mondiale. Contelli riprende tutto il percorso dell’attiv<strong>it</strong>à socialista dal 1909 alla guerra di<br />
Libia, ma lo inquadra talvolta con un approccio cronachistico, senza cogliere sempre il<br />
significato di iniziative e prese di posizione che hanno alle loro spalle una serie<br />
complessa di ragioni. Notizie sull’attiv<strong>it</strong>à amministrativa degli esponenti socialisti (e poi,<br />
dopo il fascismo, repubblicani e comunisti) sacilesi sono forn<strong>it</strong>e da Elvi China in un testo<br />
dedicato alle amministrazioni comunali della c<strong>it</strong>tà nel Ventesimo Secolo, mentre una<br />
recente opera pubblicata dalla Pro Loco sacilese (pur fornendo spunti e notizie sulla v<strong>it</strong>a<br />
c<strong>it</strong>tadina) si mantiene ad un superficiale livello cronachistico. 82<br />
Tutti questi studi sono stati dedicati prevalentemente al Pordenonese,<br />
trascurando l’area montana. Colma almeno parzialmente questa lacuna un recente<br />
studio di Luigi Antonini Canterin, dedicato alle Società Operaie nello Spilimberghese,<br />
dove si trovano vari riferimenti all’organizzazione socialista nella zona. 83<br />
Manca però per quest’area, così come in generale per il socialismo friulano (con la<br />
lodevole eccezione della produzione relativa alla Carnia) un’opera di insieme. Per avere<br />
80 BOSARI, Otello, Trasformazioni e innovazioni nell’area compresa tra Livenza e Tagliamento tra la fine delle<br />
guerre napoleoniche e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, in Qualestoria, Bollettino dell’Ist<strong>it</strong>uto Regionale<br />
per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, anno XII, n. 1, Trieste, marzo 1984; id.,<br />
Dalla caduta della Repubblica di S. Marco alla Restaurazione: le radici del moderatismo nella Destra<br />
Tagliamento, in Qualestoria, anno XII, n. 3, dicembre 1985; id., Le vicende dell’epoca risorgimentale tra Livenza<br />
e Tagliamento: dai movimenti degli anni ‘40 alla liberazione regia del ‘66, in Qualestoria, anno XIV, n. 3,<br />
novembre 1986; id., L’immagine e l’influenza della rivoluzione d’ottobre in Friuli, in Qualestoria, anno XVI, n. 3,<br />
dicembre 1988.<br />
Purtroppo uno studio di Bosari sulla storia del movimento sindacale pordenonese - commissionatogli<br />
dall’Amministrazione Provinciale di Pordenone - oltre a non essere stato pubblicato è andato disperso. Alla data<br />
di oggi non sono riusc<strong>it</strong>o a reperire una copia del dattiloscr<strong>it</strong>to, che non risulta conservata ed archiviata.<br />
81 DEGAN, Teresina, Gli Ard<strong>it</strong>i del popolo nel Pordenonese, in Storia contemporanea in Friuli, anno XXX, n. 31,<br />
Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 2001; ROSSI, Marco, Ard<strong>it</strong>i, non gendarmi!<br />
Dall’ard<strong>it</strong>ismo di guerra agli ard<strong>it</strong>i del popolo 1917-1922, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 1997;<br />
FRANCESCANGELI, Eros, Ard<strong>it</strong>i del Popolo. Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922),<br />
Roma, Odradek, 2000, in particolare pagg. 218-219 e 281.<br />
82 CONTELLI, Ermanno, Confl<strong>it</strong>ti fra clericali e anticlericali a Sacile nell’età giol<strong>it</strong>tiana, in: ***, Sacile, storia<br />
ambiente uomini, Sacile, Amministrazione Comunale, 1983, pagg. 169-212; CHINA, Elvi, Gli amministratori del<br />
comune di Sacile del XX secolo, Sacile, Amministrazione comunale, 2001; BALLIANA, Maria, Cronache sacilesi<br />
1900-1950, Sacile, Associazione Pro Sacile, 2001.<br />
83 ANTONINI CANTERIN, Luigi, Come un frutto spontaneo della libertà. Società operaie, Scuole di disegno e<br />
Cooperative nel distretto di Spilimbergo (1866-1917), San Giorgio della Richinvelda, Banca di Cred<strong>it</strong>o<br />
Cooperativo di San Giorgio e Meduno, 2000.<br />
33
un’opera che delinei almeno parzialmente la storia del socialismo friulano nel suo<br />
complesso occorre riferirsi alla biografia dedicata al suo maggiore esponente. 84<br />
Complessivamente l’attenzione degli storici, rivolta parzialmente al primo dopoguerra,<br />
appare concentrata soprattutto sulla successiva fase della Resistenza, lasciando scoperta<br />
la ricerca sulle origini del movimento operaio in provincia. Quello che appare è la<br />
mancanza di una analisi storica convincente, svincolata dal prevalere delle tendenze<br />
pol<strong>it</strong>iche del momento, e che collochi nella giusta luce una esperienza che, per quanto<br />
breve, non è stata marginale e rappresenta il coerente sviluppo di una progettual<strong>it</strong>à le<br />
cui ipotesi mantengono la loro funzione al di là della contingenza storica che le ha<br />
soffocate.<br />
La storiografia locale non ha generalmente dato voce alla presenza del forte<br />
movimento socialista pordenonese, con alcune eccezioni: ma le notizie sembrano<br />
lim<strong>it</strong>arsi all’insorgenza ciclica delle lotte negli stabilimenti tessili ed al protagonismo dei<br />
due principali dirigenti socialisti pordenonesi (Guido Rosso e Giuseppe Ellero), non<br />
riportando la compless<strong>it</strong>à dei movimenti, delle iniziative e delle stesse persone che le<br />
hanno costru<strong>it</strong>e. 85 Vano cercare notizie su qualcuno dei protagonisti della storia del<br />
socialismo pordenonese in un dizionario enciclopedico dei personaggi del Friuli<br />
occidentale pubblicato recentemente. Pur nell’amb<strong>it</strong>o di un’opera particolarmente ampia,<br />
uno solo dei protagonisti del nostro lavoro emerge, grazie ai suoi t<strong>it</strong>oli accademici:<br />
Giuseppe Ricchieri, del quale si ricorda la sua attiv<strong>it</strong>à di commentatore del quotidiano<br />
l’Avanti!, senza per altro ricordare che si trattava della principale voce del socialismo<br />
<strong>it</strong>aliano. 86<br />
Un’ultima considerazione riguarda il ruolo della storia del socialismo del Friuli<br />
occidentale all’interno della più generale storia del socialismo <strong>it</strong>aliano. Vano sarebbe<br />
cercare riferimenti alle sue esperienze ed ai suoi dirigenti nelle opere pubblicate a tal<br />
propos<strong>it</strong>o. Di decenni di storia di lotte pol<strong>it</strong>iche e sindacali anche di grande rilevanza<br />
nulla praticamente rimane al di fuori di un contesto puramente locale. Ripensiamo allo<br />
scetticismo riscontrato all’apparizione di libri come quello di Barraco, riflettiamo sulla<br />
sistematica distruzione degli archivi del movimento operaio pordenonese da parte di<br />
quegli stessi dirigenti che avrebbero dovuto conservarli. Non possiamo che pensare come<br />
la prima responsabile di questa damnatio memoriae sia stata non tanto una miopia<br />
imputabile ai dirigenti dell’epoca prefascista, quanto quella dei loro epigoni: non ci si può<br />
stupire del ruolo di secondo piano cui li ha votati la storia più recente.<br />
Solo pochi richiami ci riportano a questa storia ormai passata alle nostre spalle:<br />
con grande stupore si viene ascoltati quando ci si richiama ad un’età così lontana da<br />
sembrare mai esist<strong>it</strong>a, costellata da dure lotte di migliaia di operai e contadini, da<br />
amministrazioni espresse e al servizio dei lavoratori ed anche da episodi di attiva<br />
resistenza armata alla controrivoluzione fascista. Nel dizionario di Andreucci e Detti<br />
troviamo la biografia di Giuseppe Ellero (evidentemente cens<strong>it</strong>o per il suo ruolo di<br />
parlamentare): in essa gli viene attribu<strong>it</strong>a la carica di consigliere comunale di Udine e<br />
non di Pordenone. Origine di questo errore è forse il dizionario dei parlamentari di<br />
Malatesta, ove si afferma che egli sarebbe stato assessore e consigliere provinciale di<br />
Udine. 87 Questo errore viene con tutta evidenza ripreso anche da Paolo Alatri nella sua<br />
biografia di Giovanni Cosattini. 88<br />
Ma Ellero viene anche confuso con un suo omonimo e predecessore, il grande<br />
giurista Pietro Ellero: ciò avviene in tre casi, tutti riguardanti il suo ruolo di preparatore<br />
(insieme con il deputato socialista mantovano - ma eletto ad Udine - T<strong>it</strong>o Zaniboni e con<br />
Giovanni Bacci, componente della direzione del part<strong>it</strong>o) del “patto di pacificazione” fra<br />
84 ALATRI, Paolo, Giovanni Cosattini (1878-1954). Una v<strong>it</strong>a per il Socialismo e la Libertà, Tricesimo, Aviani,<br />
1994.<br />
85 Cfr. ad esempio: CHIARADIA, Giosuè, Pordenone 1915-18, Pordenone, Pro Pordenone, 1968, pag. 14;<br />
GASPARDO, Paolo, Pordenone nella Grande Guerra. Il Friuli Occidentale dall’un<strong>it</strong>à d’Italia al 1918, Fiume<br />
Veneto, Società Operaia di Mutuo Soccorso ed istruzione di Pordenone, 1991.<br />
86 ANGELILLO, Pietro (a cura di), Mille protagonisti per 12 secoli nel Friuli occidentale, Pordenone, Ed<strong>it</strong>Adria,<br />
2000, pag. 407.<br />
87 ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 260-261; MALATESTA, Alberto,<br />
Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, 3 volumi, Milano, Enciclopedia Biografica Bibliografia Italiana,<br />
Ist<strong>it</strong>uto Ed<strong>it</strong>oriale Italiano Bernardo Carlo Tosi, 1940-1941, primo volume, pagg. 385 e 386. La definizione è<br />
una semplificazione della realtà: egli al momento dell’elezione al Parlamento era assessore comunale di<br />
Pordenone e consigliere provinciale di Udine. E’ ovvio che, andando a r<strong>it</strong>roso, si potrebbe scoprire come questa<br />
erronea semplificazione fosse stata tratta da una delle fonti di Malatesta, c<strong>it</strong>ate in calce all’articolo relativo ad<br />
Ellero.<br />
88 ALATRI, Paolo, c<strong>it</strong>., pag. 45.<br />
34
socialisti e fascisti sottoscr<strong>it</strong>to da Ben<strong>it</strong>o Mussolini dopo l’impressione dei fatti di<br />
Sarzana. 89<br />
In realtà un rapporto fra Pietro Ellero ed il socialismo pordenonese, se c’era stato,<br />
era stato molto alla lontana: forse per ragioni familiari, sicuramente per la mil<strong>it</strong>anza<br />
nella sinistra risorgimentale, comune a Pietro e ad Enea, padre di Giuseppe. 90<br />
Più che la concreta opera pol<strong>it</strong>ica di Pietro Ellero, che si svolse all’interno degli<br />
schemi del mondo pol<strong>it</strong>ico tradizionale dell’Italia sabauda, quello che in qualche modo ha<br />
avvicinato sui generis questo giurista al socialismo è stata proprio la sua riflessione<br />
teorica, che lo ha reso un tipico esponente del cosiddetto “socialismo della cattedra”. Si<br />
trattava di un fenomeno, di pretta origine tedesca, in cui l’elaborazione teorica non<br />
veniva messa a disposizione di un movimento sociale antagonista volto a rovesciare<br />
radicalmente i rapporti di classe, ma nasceva invece dall’esigenza di indicare la necess<strong>it</strong>à<br />
di radicali riforme per salvare il sistema borghese dall’esplosione che si vedeva profilare<br />
all’orizzonte. Negli anni Settanta dell’Ottocento lo stato <strong>it</strong>aliano un<strong>it</strong>ario si va assestando<br />
sulla base di una gestione moderata, in cui la Destra e la Sinistra storica vanno<br />
confondendosi. Mentre in Italia doveva ancora compiersi il Risorgimento nazionale,<br />
l’Associazione Internazionale dei Lavoratori era sorta nel 1864, con un salto di qual<strong>it</strong>à<br />
nell’organizzazione del movimento operaio europeo. Il nuovo decennio sorgeva con la<br />
liberazione della Roma papalina, ma sul piano europeo prevaleva di gran lunga<br />
l’emozione prodotta dalla Comune di Parigi (primo esperimento di governo autonomo<br />
della classe operaia) e dalla sua selvaggia repressione da parte del governo francese. E’ in<br />
questo contesto che Ellero mette in discussione nelle sue opere un ordinamento giuridico<br />
che è eretto a tutela di una minoranza privilegiata. Se non viene posto un correttivo alla<br />
distorsione del sistema borghese, questo esploderà per l’incontenibile ribellione delle<br />
masse.<br />
Nel 1978, nel pieno di quegli “anni di piombo” in cui una minoranza di magistrati<br />
si trovò a battersi contro il proliferare della legislazione emergenziale elaborata contro il<br />
terrorismo ed a difendere i principi dell’ordinamento giuridico e gli spazi di espressione<br />
dei dir<strong>it</strong>ti civili e sociali, uno di essi, Vincenzo Accattatis, iniziò proprio con una antologia<br />
di brani, tratti prevalentemente da La tirannide borghese di Ellero, una collana presso<br />
Feltrinelli int<strong>it</strong>olata significativamente Il socialismo giuridico. 91 Accattatis, si domandava<br />
quanto era possibile utilizzare un pensiero come quello di Ellero, contenente tanto<br />
89 Il Parlamento <strong>it</strong>aliano. Storia parlamentare pol<strong>it</strong>ica dell’Italia 1861-1988, Milano, Nuova CEI, 1988, vol. 10°<br />
(1920-1922. La crisi dello stato liberale), pag. 15: si tratta dell’articolo Sarzana, 21 luglio 1921. I carabinieri<br />
fermano i fascisti redatto da Aldo Mola. L’episodio di Sarzana, in cui eccezionalmente un eroico ufficiale dei<br />
carabinieri impedì una scorribanda fascista ordinando ai suoi agenti di sparare e provocando la sanguinosa<br />
fuga degli squadristi, sembrò materializzare una possibile reazione dello Stato a difesa della democrazia.<br />
Mussolini approf<strong>it</strong>tò dello spiraglio offertogli dai socialisti per lasciar calmare le acque, per poi riprendere la sua<br />
strategia poco più tardi. PEDONE, Franco (a cura di), Il Part<strong>it</strong>o Socialista Italiano nei suoi Congressi, Milano,<br />
Edizioni Avanti!, 1959-1963, terzo volume, pagg. 174 e 317; NENNI, Pietro, Storia di quattro anni. 1919-1922.<br />
Crisi del dopoguerra e avvento del fascismo al potere, Milano, Sugarco, 1976, pag. 164: ma l’errore in questo<br />
caso è probabilmente imputabile al curatore, poiché Nenni c<strong>it</strong>a sempre Ellero solo con il cognome: cfr. inoltre<br />
id., La lotta di classe in Italia, Milano, Sugarco, 1987, pag. 197, nota 2.<br />
90 Pietro Ellero (nato a Pordenone l’8 ottobre 1833 e morto a Roma il 1° febbraio 1933) era stato costretto<br />
all’esilio per le persecuzioni delle autor<strong>it</strong>à asburgiche segu<strong>it</strong>e ad un suo libro contro la pena di morte. Dopo<br />
aver insegnato all’Accademia di Milano ed all’Univers<strong>it</strong>à di Bologna, il giovane giurista r<strong>it</strong>ornò a Pordenone nel<br />
1866, ove fu eletto parlamentare della c<strong>it</strong>tà appena annessa al regno nelle prime consultazioni tenutesi il 25<br />
novembre 1866. Ellero fu uno dei due deputati friulani espressi dalla Sinistra storica del “Circolo popolare”.<br />
Essi erano contrapposti ai moderati filogovernativi che raccolsero gli altri sette seggi. In quelle prime elezioni<br />
Ellero batté con 232 voti Galvani, esponente della sinistra liberale, che ne ottenne 160. Fu rieletto alle elezioni<br />
pol<strong>it</strong>iche del 10 marzo 1867 con 239 voti contro i 188 del Galvani, ma questa volta Ellero appoggiava il governo.<br />
Tuttavia, durante questo suo secondo mandato Ellero entrò in una fase di cr<strong>it</strong>ica nei confronti del nuovo ordine<br />
borghese e si dimise per dedicarsi alla ricerca teorica ed a proposte di riforma sociale. In realtà, dopo questa<br />
fase, corrispondente agli anni Settanta, egli accettò più tardi alte magistrature e fu anche senatore del regno a<br />
partire dal 1889. Cfr. STELLA, Aldo, Un secolo di storia friulana (1866-1966), Udine, Del Bianco, 1967, pagg.<br />
19-20; MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., primo volume, pag. 386.<br />
Anche al Senato Ellero continuò la sua opera volta ad innovare le ist<strong>it</strong>uzioni: fu autore fra l’altro di una<br />
proposta di riforma di quel ramo del Parlamento: cfr. Il Parlamento <strong>it</strong>aliano, vol. 10°, c<strong>it</strong>., pag. 56: articolo<br />
redatto da Carlo Ghisalberti, Il problema della riforma del Senato regio nell’Italia liberale; ACCATTATIS,<br />
Vincenzo, introduzione a: ELLERO, Pietro, La tirannide borghese, Milano, Feltrinelli, 1978, pagg. 11-16.<br />
Alla fine la sua posizione si involse nell’antisem<strong>it</strong>ismo, come il Labriola nel nazionalismo. Anche qui c’è un<br />
parallelo curioso con il percorso di un esponente del socialismo teorico, anche se in questo caso si trattava di<br />
un interprete coerente (almeno fino a quel punto) del marxismo. Cfr. Luigi Bulferetti, redattore dell’articolo Le<br />
radici pos<strong>it</strong>ivistiche della cultura pol<strong>it</strong>ica <strong>it</strong>aliana, in: Il Parlamento <strong>it</strong>aliano, c<strong>it</strong>., vol. 8° (1909/1914. Da<br />
Giol<strong>it</strong>ti a Salandra), 1990. Su Pietro Ellero cfr. inoltre: RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio<br />
nell’età liberale 1866-1919. Profili biografici, Udine, La Nuova Base, 1979, pagg. 221-225.<br />
Secondo Teresina Degan Pietro ed Enea Ellero sarebbero stati cugini.<br />
91 ACCATTATIS, Vincenzo, c<strong>it</strong>., pagg. 11-16.<br />
35
aspetti di radicale cr<strong>it</strong>ica sociale quanto aspetti di pensiero schiettamente reazionario: la<br />
risposta stava innanz<strong>it</strong>utto nel considerarlo come un esponente tipico della crisi del suo<br />
tempo. Ma in tale contesto ne metteva in risalto l’importante contributo per il sorgere di<br />
una pol<strong>it</strong>ica riformistica, quella che avrebbe portato al giol<strong>it</strong>tismo, ma anche, sul piano<br />
teorico, di un pos<strong>it</strong>ivismo sociologico attento alle condizioni di sfruttamento e di<br />
emarginazione della società moderna, su un piano molto più avanzato delle ricerche di<br />
Lombroso e di Ferri. Il famoso criminologo ed il suo discepolo sostennero<br />
un’interpretazione della realtà basata sull’ered<strong>it</strong>arietà delle tare individuali e sulla loro<br />
identificazione basata su cr<strong>it</strong>eri di analisi antropologica: così si assolveva la borghesia<br />
dalle sue responsabil<strong>it</strong>à e dalla necess<strong>it</strong>à di realizzare una pol<strong>it</strong>ica sociale che andasse<br />
ad incidere sulle cause profonde delle disuguaglianze sociali. Per questo orientamento i<br />
lombrosiani furono gratificati di un successo che mette in rilievo il carattere di<br />
giustificazione di classe delle loro teorie. E proprio il ruolo importante che Lombroso e<br />
soprattutto Ferri ebbero nelle file del Psi nei decenni successivi ci fa intravedere quali<br />
debolezze teoriche percorressero le file di un part<strong>it</strong>o il cui marxismo era assai dubbio,<br />
sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un crogiolo ove confluivano bensì il pos<strong>it</strong>ivismo scientistico più acr<strong>it</strong>ico<br />
un<strong>it</strong>o a pietismo ed a retorica populistica romantica. Queste tare teoriche avrebbero<br />
scontato tutto il loro peso quando - giunti al momento del confronto di classe decisivo,<br />
alla fine dell’età giol<strong>it</strong>tiana - il socialismo <strong>it</strong>aliano concesse la sua struttura organizzativa<br />
e l’insieme del movimento operaio e contadino all’avversario di classe come agnello<br />
sacrificale. Un’interpretazione decisamente meno pos<strong>it</strong>iva del pensiero di Pietro Ellero è<br />
invece stata data da Silvio Lanaro, che giudica esagerata la definizione di “socialismo<br />
giuridico” usata a tal propos<strong>it</strong>o da Accattatis e sottolinea i caratteri nostalgici ed<br />
antimoderni del giurista pordenonese, la cui concezione della democrazia è più vicina ai<br />
modelli di società agraria antica che alle correnti di pensiero radicali contemporanee. 92<br />
Senza nulla concedere ad una connotazione di tipo socialistico del pensiero di<br />
Ellero, Michels (che di “socialismo della cattedra” doveva saperne qualcosa, vista la sua<br />
provenienza dall’ambiente accademico germanico) lo indicava invece come il fondatore<br />
della scuola riformistica antisocialista in Italia, riconoscendo che, per le sue idee spinte e<br />
schiettamente riformatrici svolte in seno alla classe borghese, era pure alieno da ogni<br />
pregiudizio contro gli umili. E Galante Garrone lo definisce senz’altro teorico radicale<br />
bolognese. 93<br />
Una confusione fra Giuseppe Ellero ed il padre Enea appare anche in uno studio<br />
di Roberto Meneghetti. In esso Enea viene infatti indicato come un esponente socialista<br />
comunale, insieme a Guido Rosso, indicato correttamente come sindaco della c<strong>it</strong>tà nel<br />
passato. 94 E’ invece evidente come il ruolo di amministratore di Enea vada disgiunto da<br />
quello svolto effettivamente da Giuseppe fra il 1906 ed il 1922 per il Psi. Enea fu per<br />
altro sicuramente coinvolto nelle violenze fasciste rivolte al figlio nei terribili anni del<br />
primo dopoguerra, ma fu pure direttamente fatto segno ad un’aggressione mentre<br />
leggeva in un locale pubblico La Giustizia, quotidiano del Psui, durante i primi anni del<br />
regime fascista: una sua vicinanza e solidarietà con il socialismo friulano è quindi da<br />
non escludere. Va ricordato inoltre che nel 1932, in occasione del suo funerale, fu<br />
rifiutata la presenza delle bandiere fasciste. 95 Pure nel contesto di una recente mostra<br />
presso il Museo della C<strong>it</strong>tà di Udine si fa confusione fra Giuseppe Ellero ed il padre, nel<br />
cui profilo biografico (inser<strong>it</strong>o fra quelli dei garibaldini friulani) viene inser<strong>it</strong>a la notizia<br />
dell’elezione al Parlamento, che riguarda invece proprio il figlio socialista. 96 Infine va<br />
segnalata la facile confusione fra Giuseppe Ellero e l’omonimo sacerdote e letterato<br />
friulano, per esempio rintracciabile nell’indice del libro di Giuseppe Del Bianco La guerra<br />
e il Friuli (e probabilmente imputabile, in questo caso, al curatore). 97<br />
Giuseppe Ellero appare anche nell’opera di Spartaco Cannarsa dedicata ai<br />
parlamentari socialisti nel primo dopoguerra. Ovviamente assente dal primo volume,<br />
vista la mancata elezione nel 1919, egli ha una breve c<strong>it</strong>azione nel secondo, a propos<strong>it</strong>o<br />
di una dichiarazione del presidente del consiglio Ivanoe Bonomi sul “patto di<br />
92 LANARO, Silvio, Nazione e lavoro. Saggio sulla cultura borghese in Italia, 1870-1925, Venezia, Marsilio,<br />
1980, pagg. 89-94.<br />
93 MICHELS, Roberto, Proletariato e borghesia nel movimento socialista <strong>it</strong>aliano, Roma-Milano, Bocca, 1908,<br />
pag. 154; id., Storia cr<strong>it</strong>ica del movimento socialista <strong>it</strong>aliano, Firenze, Ed<strong>it</strong>rice “La Voce”, 1926, pag. 367;<br />
GALANTE GARRONE, Alessandro, I radicali in Italia (1849-1925), Milano, Garzanti, 1978, pag. 132.<br />
94 MENEGHETTI, Roberto, La Banca Popolare di Pordenone dal 1919 al 1939, in: Storia Contemporanea in Friuli,<br />
anno XXVI, n. 27, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 1996, pag. 164.<br />
95 Testimonianza di Teresina Degan.<br />
96 Guardare la Storia. Risorgimento e Grande Guerra in fotografia, Udine, Museo della C<strong>it</strong>tà, maggio-giugno<br />
2001.<br />
97 DEL BIANCO, Giuseppe, La guerra e il Friuli, Udine, Del Bianco, 2001, volume quarto, indice dei nomi.<br />
36
pacificazione” con i fascisti: Circa il “delicato momento” che attraversa la pol<strong>it</strong>ica interna<br />
per le violenze che generano altre violenze, il presidente del consiglio parla anche di una<br />
nobile iniziativa presa da alcuni parlamentari alla quale partecipano i socialisti Zaniboni ed<br />
Ellero. Essa ha lo scopo di “addivenire ad un accordo che ponga fine alle azioni violente e<br />
riconduca i movimenti sociali nell’ordinato svolgimento delle loro attiv<strong>it</strong>à normali”. Non<br />
troviamo invece notizia alcuna a propos<strong>it</strong>o della sua proposta legislativa di riforma dei<br />
monti di pietà approvata in sede di commissione, accennata invece da Malatesta e quindi<br />
da Rinaldi. 98<br />
Gli unici altri esponenti del socialismo pordenonese ad apparire su opere di storia<br />
con respiro nazionale sono Ernesto Oliva e (probabilmente) Guido Rosso. Ernesto Oliva<br />
compare nella Storia del Part<strong>it</strong>o Comunista Italiano di Spriano, più sopra c<strong>it</strong>ata, a<br />
propos<strong>it</strong>o della sua esperienza di componente del com<strong>it</strong>ato centrale e del centro interno<br />
del part<strong>it</strong>o. Guido Rosso (in realtà si c<strong>it</strong>a solo un Rosso, delegato di Pordenone) appare<br />
nel resoconto del XVIII congresso nazionale del part<strong>it</strong>o socialista, tenutosi a Milano dal<br />
10 al 15 ottobre 1921. Rosso interviene sulla relazione della Direzione, presentata da<br />
Bacci a nome della maggioranza massimalista: disse di r<strong>it</strong>enere che, essendo la Direzione<br />
un organo esecutivo, bastasse soltanto prendere atto della relazione: il Congresso avrebbe<br />
enunciato i suoi principi e dato il suo giudizio sulla Direzione in conseguenza della<br />
discussione degli altri commi. 99<br />
Quello che appare a tutti gli effetti come il principale protagonista della<br />
cost<strong>it</strong>uzione nel 1921 del neonato Part<strong>it</strong>o Comunista d’Italia nel Pordenonese, Pietro<br />
Sartor, viene c<strong>it</strong>ato da Antonio Gramsci in una lettera del 23 dicembre 1923, inviata da<br />
Vienna ad Umberto Terracini, a Mosca come rappresentante del Pcd’i presso<br />
l’Internazionale Comunista. Sartor viene c<strong>it</strong>ato fra gli allievi della Scuola Internazionale<br />
di Pietrogrado per i compagni stranieri, che ha iniziato le sue attiv<strong>it</strong>à proprio quel mese.<br />
Nei confronti del comunista pordenonese, come di altri due compagni per i quali era<br />
stato richiesto da Gramsci che fosse conservato lo stipendio che ricevevano<br />
precedentemente a Mosca, il direttore della scuola assicura che avrebbe fatto di tutto, nei<br />
lim<strong>it</strong>i delle possibil<strong>it</strong>à finanziarie, per fare quanto si domandava e che la disposizione<br />
sarebbe stata estesa al Sartor data la sua qual<strong>it</strong>à di ex ufficiale. Ma Spriano, nella nota<br />
introduttiva alla lettera, non riconosce Sartor, di cui afferma: Sartor (forse pseudonimo) è<br />
un compagno della provincia di Udine. Eppure nel 1966 era ancor vivo ed attivo (per<br />
quanto emarginato nel ruolo di presidente della Commissione centrale di controllo del<br />
part<strong>it</strong>o) l’udinese Mauro Scoccimarro, dirigente di primo piano del Pci che Spriano non<br />
poteva non aver incontrato, e che avrebbe potuto certamente ricordargli (e forse l’avrà<br />
fatto, anche se non ce ne resta traccia) chi fosse stato il suo antico compagno di lotte! 100<br />
Infine un riferimento ad un esponente socialista originario di Pordenone è<br />
riscontrabile nel dizionario di Andreucci e Detti e nella Storia cr<strong>it</strong>ica del movimento<br />
socialista <strong>it</strong>aliano di Michels: si tratta di Giuseppe Ricchieri. 101 Ricchieri era nato il 3<br />
settembre 1861 a Fiume da una famiglia della nobiltà pordenonese, anche se del t<strong>it</strong>olo di<br />
conte, che gli competeva per gli augusti natali, Egli mai si valse nei rapporti sociali. 102<br />
Allievo di Giovanni Marinelli, fu professore di geografia prima in ist<strong>it</strong>uti tecnici e poi nelle<br />
univers<strong>it</strong>à di Palermo, Messina e Milano. Si occupò di vari aspetti della materia,<br />
promuovendo la ricerca sul campo, anche se raggiunse il massimo dell’impegno,<br />
nazionale ed internazionale, su questioni legate alla normalizzazione della terminologia<br />
cartografica ed oceanografica. Legato alla sua scelta interventista, sia relativa alla guerra<br />
98 CANNARSA, Spartaco, Il socialismo in Parlamento. XXV^ legislatura: 1.XII.1919-7.IV.1921. Il biennio rosso<br />
1919-1921, Napoli, Raimondi, 1958; id., Il socialismo in Parlamento. Il biennio nero. XXVI^ legislatura:<br />
11.VI.1921-10.XII.1923. La conquista fascista del potere, Roma, Jasillo, 1965, pag. 114; MALATESTA, Alberto,<br />
Ministri, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 385 e 386; RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a<br />
Montec<strong>it</strong>orio dal 1919 alla Cost<strong>it</strong>uente, c<strong>it</strong>., primo volume, pag. 186.<br />
99 PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., terzo volume, pagg. 180 e 181. R<strong>it</strong>engo che si possa attribuire la personal<strong>it</strong>à del<br />
delegato a Guido, allora sindaco di Pordenone, per il ruolo pubblico ricoperto all’epoca: proprio in quei giorni<br />
aveva termine il commissariamento dell’Amministrazione Comunale socialista, imposto nei giorni di maggio con<br />
l’occupazione fascista della c<strong>it</strong>tà.<br />
100 GRAMSCI, Antonio, Carteggio 1923. Documenti ined<strong>it</strong>i sulla formazione del gruppo dirigente comunista (a<br />
cura di Paolo Spriano), in: Rinasc<strong>it</strong>a, Roma, n. 4, anno 23, di sabato 22 gennaio 1966, pag. 24. Su Mauro<br />
Scoccimarro, cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., quarto volume, pagg. 577-587 (nota a cura di<br />
A. Agosti).<br />
101 ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., quarto volume, pagg. 343-344 (nota a cura di M.G. Rosada);<br />
MICHELS, Roberto, Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pag. 193. Cfr. inoltre: BENEDETTI, Andrea, Storia di Pordenone,<br />
Pordenone, “Il Noncello”, 1964, pag. 301; LANDINI, Piero, La v<strong>it</strong>a e l’opera di Giuseppe Ricchieri, in: Il Noncello,<br />
n. 11, Pordenone, secondo semestre 1958, pagg. 41-50.<br />
102 LANDINI, Piero, c<strong>it</strong>., pag. 41.<br />
37
contro la Libia che alla guerra mondiale 103 , fu il suo impegno di studio nell’amb<strong>it</strong>o della<br />
geografia coloniale, nella quale per altro mantenne posizioni non accesamente<br />
nazionalistiche, vicine a quelle di Salvemini con la cui L’Un<strong>it</strong>à collaborò dal 1912 al<br />
1915. Il suo impegno di educatore ed organizzatore socialista si espresse nella<br />
Federazione nazionale insegnanti scuola media (Fnism), di cui diresse il periodico,<br />
nell’Univers<strong>it</strong>à popolare di Milano e dell’Unione <strong>it</strong>aliana per le opere di educazione<br />
popolare (Uniep). Il suo impegno per popolarizzare l’attiv<strong>it</strong>à scientifica si concretizzò<br />
anche attraverso la collaborazione con il Corriere della Sera e l’Avanti! Fu anche<br />
impegnato direttamente dal part<strong>it</strong>o socialista nel campo pol<strong>it</strong>ico a Milano: candidato (non<br />
eletto) alle elezioni parlamentari del 1909 e del 1919, sedette in Consiglio Comunale dal<br />
1908 al 1912. Più avanti troveremo traccia di un suo intervento a Pordenone per il Primo<br />
Maggio 1908, rivolto soprattutto agli insegnanti delle scuole e significativamente dedicato<br />
all’azione educativa di Edmondo De Amicis.<br />
Non a caso Michels elenca Ricchieri nella lunga serie di docenti univers<strong>it</strong>ari che<br />
ricoprivano cariche di primo piano nel Psi: la presenza di esponenti dei ceti medio-alti (in<br />
questo caso di un appartenente alla vecchia aristocrazia) era di gran lunga prevalente sui<br />
quadri veramente operai e contadini. Partendo da tutt’altre preoccupazioni Landini, che<br />
scrive su un periodico di cultura locale di impostazione quanto mai tradizionale,<br />
sottolinea il coinvolgimento sociale di questo intellettuale, chè il Nostro, come tante tra le<br />
migliori intelligenze del Paese, da Edmondo De Amicis ad Arturo Graf, aveva sent<strong>it</strong>o<br />
l’esigenza morale della rinasc<strong>it</strong>a civile e materiale del popolo, quasi come una dottrina di<br />
v<strong>it</strong>a e di redenzione. Ricchieri rimane in contatto con l’ambiente socialista friulano,<br />
seguendolo tram<strong>it</strong>e l’abbonamento a Il Lavoratore Friulano 104 e con alcune collaborazioni,<br />
che vengono qui riportate in appendice.<br />
Questo studio è nato inizialmente con l’obiettivo di ricostruire la storia delle<br />
undici amministrazioni comunali socialiste elette nell’ottobre del 1920 nel Friuli<br />
occidentale. Un episodio quasi m<strong>it</strong>ico, perso in una memoria lontana ed inser<strong>it</strong>o in una<br />
fase rivoluzionaria presto spenta da un’ondata reazionaria senza precedenti. Talmente<br />
perso che di alcune amministrazioni, come quella di Fontanafredda e quella di<br />
Cordovado, non si trovava la più insignificante notizia. Durante lo studio è emersa la<br />
preesistenza di esperienze amministrative precedenti da parte di esponenti del Psi e la<br />
stessa esistenza di gestioni comunali socialiste nell’area, di cui non era rimasta alcuna<br />
memoria.<br />
La ricerca è così andata a r<strong>it</strong>roso, giungendo fino all’ultimo decennio del<br />
Diciannovesimo Secolo, quando si segnalano le prime presenze socialiste in alcuni<br />
comuni del Friuli occidentale, come Pordenone e San V<strong>it</strong>o al Tagliamento. Da esse non<br />
consegue necessariamente un’organizzazione stabile del part<strong>it</strong>o che per esempio - nel<br />
caso di San V<strong>it</strong>o al Tagliamento - sparisce negli anni successivi. Fin dai primi anni del<br />
Ventesimo Secolo i socialisti appaiono insediati in alcune amministrazioni comunali, sia<br />
nel terr<strong>it</strong>orio pedemontano (Pinzano e Sequals nell’area spilimberghese e Barcis e<br />
Montereale in Val Cellina) sia in quello di pianura (Sacile). Primi insediamenti che si<br />
articolano e mutano con il passare degli anni, coinvolgendo Pordenone - dove i socialisti<br />
appoggiano dall’esterno una Giunta radicale già nei primissimi anni del secolo -<br />
Roveredo in Piano e Frisanco e perdendo invece alcune delle posizioni acquis<strong>it</strong>e<br />
precedentemente. Se la lettura dei primi settimanali socialisti stampati ad Udine mi ha<br />
forn<strong>it</strong>o queste prime informazioni, alcune conferme sono venute successivamente dalla<br />
lettura del quotidiano socialista stampato a Venezia, Il Giornaletto, che mi ha permesso di<br />
accertare l’effettiva adesione al socialismo di esponenti come Enrico Fornasotto a Sacile,<br />
Domenico Fassetta a Montereale ed Evaristo Bettoli a Lestans fin dal 1905-1906:<br />
persone che sulla stampa socialista friulana appariranno solo più tardi, nel caso di<br />
Fassetta nel 1907 ma in quello di Fornasotto solo nel 1909. Sempre su Il Giornaletto ho<br />
potuto r<strong>it</strong>rovare alcune notizie sull’attiv<strong>it</strong>à della sezione socialista di Barcis,<br />
rappresentata in Giunta dall’assessore anziano G.B. Bet, anche se in questo caso le<br />
successive notizie su Il Lavoratore Friulano mi avevano già permesso di retrodatare<br />
l’adesione al Psi di questo circolo.<br />
La stessa scelta geografica faceva riferimento ad un terr<strong>it</strong>orio disomogeneo, un<strong>it</strong>o<br />
solo dalla comune appartenenza all’area occidentale del Friuli e da quella successiva alla<br />
provincia di Pordenone: in realtà il procedere dell’analisi ha portato a mettere in evidenza<br />
103 Mi permetto di mettere in dubbio l’interventismo di Ricchieri, almeno per quanto riguarda l’avventura libica.<br />
A sostegno di questa mia obiezione ai suoi biografi sta il saggio sull’economia libica pubblicato in appendice,<br />
una vera e propria demolizione delle tesi ufficiali relative ai benefici della colonizzazione e dello sfruttamento<br />
delle reti commerciali dell’acquis<strong>it</strong>a nuova colonia.<br />
104 LF, n. 366 del 7 ottobre 1911, pag. 4, Piccola posta.<br />
38
ealtà sociali e pol<strong>it</strong>iche diverse che si trovano a svilupparsi autonomamente. L’area<br />
spilimberghese appare più omogenea a quelle montane dell’alto Friuli, con un’analoga<br />
s<strong>it</strong>uazione di piccola proprietà contadina che produce un consistente fenomeno<br />
migratorio, la formazione di una classe operaia specializzata nelle varie branche del<br />
settore edile ed una organizzazione di classe legata prevalentemente a questi fenomeni. I<br />
centri dello Spilimberghese guardano all’esperienza carnica ed al centro udinese del<br />
part<strong>it</strong>o e non a caso il portabandiera nelle iniziative elettorali è il dirigente provinciale ed<br />
organizzatore degli emigranti Giovanni Cosattini.<br />
L’area pordenonese si organizza invece attorno al grande nucleo di industrie<br />
tessili s<strong>it</strong>uate nella c<strong>it</strong>tà e nell’immediata periferia. Si tratta di una realtà sindacale<br />
femminile, che però viene frustrata in una società nella quale ai condizionamenti<br />
tradizionali si aggiunge l’esclusione delle donne dal processo elettorale. Anche qui, come<br />
in tutto il Friuli occidentale, non emerge o viene messa in rilievo una sola figura di<br />
dirigente pol<strong>it</strong>ica o sindacale socialista: il che è veramente impressionante, vista non solo<br />
la presenza diffusa di stabilimenti di produzione serica, molti dei quali di piccole<br />
dimensioni ed a carattere stagionale, ma proprio il massiccio insediamento cotoniero<br />
pordenonese, forn<strong>it</strong>o di numerosa e stabile manodopera specializzata. E pensare che De<br />
Amicis aveva scelto come protagonista femminile del Primo maggio proprio una attivista<br />
socialista di origini misteriose, ma che si presumeva fosse friulana: Maria Zara,<br />
premurosa organizzatrice e soccorr<strong>it</strong>rice delle sartine e delle realtà più sfruttate del<br />
proletariato torinese (ed ovviamente maestra, con alle spalle la classica storia di<br />
persecuzioni da parte dei potenti e fuga dal paese ove insegnava). 105<br />
Il part<strong>it</strong>o pordenonese, che per anni appare isolato in una plaga dominata dai<br />
proprietari terrieri e dai clericali, si riunisce attorno ad alcuni giovani professionisti e<br />
quadri di origine operaia, soprattutto cotonieri ed edili, capaci di dar v<strong>it</strong>a ad una intensa<br />
e radicata esperienza pol<strong>it</strong>ica, sindacale e cooperativa, che diventerà presto maggior<strong>it</strong>aria<br />
in c<strong>it</strong>tà. La presenza socialista si articola in una fase successiva anche nei centri vicini,<br />
non solo quelli ove si è sviluppata l’industria come Cordenons ma anche altri a carattere<br />
prevalentemente agricolo, anche qui con l’ausilio dell’organizzazione degli operai<br />
migranti, come a Prata. Il Sanv<strong>it</strong>ese, dove appare inizialmente un primo nucleo socialista<br />
alla fine del Diciannovesimo Secolo, non vede consolidarsi l’organizzazione e rimane per<br />
decenni una sorta di “buco nero” ove sembrano sussistere solo singoli compagni isolati: e<br />
questa zona oltrepassa i lim<strong>it</strong>i del mandamento, per comprendere un vasto collegio<br />
elettorale a sud e ad est di Pordenone, il cui confine occidentale è rappresentato dal<br />
Meduna, che scende da Zoppola fino a Pasiano. Un caso a parte rappresenta Sacile, dove<br />
i socialisti fanno parte dell’amministrazione già nel primo decennio del secolo, per poi<br />
espandersi nei centri vicini: ma le informazioni da Sacile iniziano a giungerci solo in<br />
un’epoca più tarda, a partire dal 1909 quando si cost<strong>it</strong>uisce la sezione, e solo alla fine di<br />
quell’anno essa aderisce alla federazione provinciale di Udine.<br />
Ho quindi fatto la scelta di espandere il campo del mio studio dall’analisi delle<br />
vicende legate alla mera esperienza amministrativa degli eletti socialisti a una<br />
ricostruzione allargata alle vicende della costruzione del Psi nei comuni del Friuli<br />
occidentale. Questa scelta ha implicato l’opportun<strong>it</strong>à di cogliere - insieme ai dati<br />
organizzativi ed al dibatt<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico ed ideologico fra i socialisti - anche elementi di una<br />
storia sociale locale che possono inquadrare meglio il sorgere e l’operare del part<strong>it</strong>o nel<br />
suo terr<strong>it</strong>orio di insediamento. Ho cioè cercato di unire la storia pol<strong>it</strong>ica con quella<br />
amministrativa, trovando in questo nesso la possibil<strong>it</strong>à di far parlare aspetti importanti<br />
della storia sociale. In tal modo la storia locale oltrepassa i lim<strong>it</strong>i angusti della cronaca,<br />
per verificare l’effettivo legame fra le vicende delle comun<strong>it</strong>à terr<strong>it</strong>oriali con quelle<br />
nazionali ed internazionali. Pur verificando che talvolta ripercorrevo strade già segnate,<br />
ho potuto approfondirle, verificarne il significato e talvolta darvi un nuovo senso. Avendo<br />
alle spalle un lavoro come quello di Degan - che ha ricostru<strong>it</strong>o in modo egregio il<br />
percorso storico della classe operaia tessile pordenonese, unendone la storia pol<strong>it</strong>ica con<br />
quella sociale e delle tecniche produttive - e dovendo fare delle scelte su un terr<strong>it</strong>orio di<br />
ricerca vastissimo, ho quindi stralciato tutto questo aspetto dalla mia ricerca, che - per<br />
la parte relativa a Pordenone - non potrebbe essere completamente comprensibile senza<br />
la conoscenza della sua opera. Solo in alcuni casi, per la loro central<strong>it</strong>à nelle vicende del<br />
periodo, sono tornato su alcuni momenti della lotta dei cotonieri; in qualche altro caso<br />
ho portato nuovi materiali relativi ad episodi di lotta finora trascurati o sconosciuti.<br />
Il mio lavoro di ricerca si è scontrato contro alcuni lim<strong>it</strong>i importanti: il primo è la<br />
carenza di studi sulla storia del Pordenonese in quest’epoca, che mi ha costretto ad un<br />
105 DE AMICIS, Edmondo, Primo maggio, Milano, Garzanti, 1980, pag. 114 .<br />
39
notevole lavoro di ricostruzione e di interpretazione di infin<strong>it</strong>e vicende locali. Proprio<br />
questa carenza di studi, in particolare sul movimento operaio e contadino, e la vera e<br />
propria assenza di memoria a propos<strong>it</strong>o delle vicende che stavo studiando mi ha convinto<br />
dell’util<strong>it</strong>à del lavoro che stavo facendo, anche se non posso frenare il rammarico per non<br />
aver svolto questo lavoro - come avrei voluto - quando molti protagonisti di queste<br />
vicende erano ancora in v<strong>it</strong>a. Man mano che la ricerca proseguiva, apparivano percorsi<br />
storici coerenti, lotte e conquiste sociali che hanno lasciato traccia nella società,<br />
personaggi storici “minori” a tutto tondo. Pochissimi ricordano nomi come Giuseppe<br />
Ellero, Guido Rosso, Ernesto Oliva, Costante Masutti, Umberto De Gottardo, Pietro<br />
Sartor e Tranquillo Moras: ma chi ha conservato più la memoria dell’esistenza di<br />
Giovanni Bet di Barcis, di Gio Batta Toffolo di Fanna, di Giovanni Sguerzi e Plinio Longo<br />
di Pinzano, di Guido Antonini di Travesio, di Enrico Fornasotto di Sacile, di Evaristo<br />
Bettoli di Lestans, di Guido Sedran ed Ezio Cantarutti di Spilimbergo, di Domenico<br />
Fassetta di Montereale, di Abele Selva di Maniago, di Domenico Messedaglia di Prata, di<br />
Orazio Infanti di San V<strong>it</strong>o, di Zefferino Saldan di Fontanafredda, di Guglielmo Fruttarol e<br />
Luigi Bot di Cordovado, di Gio Batta Scussat di Budoia, di Antonio Pessot di Caneva e di<br />
tanti altri ancora? Come si è potuto perdere traccia del dottor Alfredo Russi, l’impavido<br />
medico condotto la cui presenza corrisponde con il radicarsi del Psi prima a Prata, poi a<br />
Brugnera ed infine a Caneva, per concludersi durante la guerra e la profuganza con<br />
un’incredibile vicenda di persecuzione da parte dei maggiorenti locali capeggiati dall’on.<br />
Chiaradia? O il lavoro del direttore didattico di Sacile Giovanni Rapuzzi? Si provi, salvo<br />
eccezioni, a cercare nelle opere di storia locale qualche accenno ad uno di loro! Solo a<br />
Spilimbergo, grazie ad una continu<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica fra il sindaco socialista del 1920 (e del<br />
1945) Ezio Cantarutti ed il presidente attuale della Scuola per il Mosaico, ho potuto con<br />
sorpresa trovare sulla porta di un’aula dell’ist<strong>it</strong>uto - int<strong>it</strong>olata proprio a Cantarutti - una<br />
sua scheda biografica non reticente. Ma quasi nessuno, quando si trova di fronte alle<br />
vecchie ed imponenti scuole elementari di Pordenone, Sacile o Maniago o a tante opere<br />
pubbliche (dalla Scuola del Mosaico al ponte sul Tagliamento fra Spilimbergo e Dignano,<br />
dalla bonifica dei magredi di Cordenons a quella vastissima dei Camolli, fino al tratto<br />
della strada della Valcellina che raggiunse Barcis) sa di trovarsi di fronte a dei veri e<br />
propri monumenti alla storia del movimento operaio friulano.<br />
Purtroppo la distanza degli eventi non permette più l’utilizzo della ricerca di storia<br />
orale, che sola avrebbe potuto permettere di ricostruire ed interpretare tanti aspetti di un<br />
dibatt<strong>it</strong>o che si può ormai solo intuire e ricostruire per via indiziaria. Ci rimangono solo<br />
le fonti scr<strong>it</strong>te, con i loro lim<strong>it</strong>i e le loro parzial<strong>it</strong>à. Fonti scr<strong>it</strong>te che hanno soprattutto<br />
origini giornalistiche, mancando quasi totalmente quella memorialistica che - anche in<br />
questo caso - è stata redatta soprattutto dalla parte cattolica, come le varie opere<br />
autobiografiche lasciateci da don Giuseppe Lozer. Tutto sembra spar<strong>it</strong>o, destinato a<br />
venire perso per sempre con la memoria degli ultimi compagni più anziani che ricordano<br />
ancora qualcosa. Ed anche loro ormai ricordano solo una parte lim<strong>it</strong>ata di questa storia:<br />
si badi bene, sono già informazioni di seconda mano, trasmesse spesso oralmente, come<br />
quando - parlando con alcuni partigiani di uno dei paesi studiati - essi mi hanno<br />
confermato di aver conosciuto i protagonisti di queste vicende... solo che loro,<br />
ultraottantenni, li hanno conosciuti quand’erano bambini! Ecco così che emerge una<br />
immagine monca, edulcorata e non sempre corrispondente al vero della realtà storica.<br />
Ci sono delle responsabil<strong>it</strong>à storiche, oggettive e soggettive, per questo fatto. La<br />
connotazione operaia della sinistra friulana ed in particolare pordenonese, il suo<br />
esprimere più quadri sindacali e cooperativistici che pol<strong>it</strong>ici ha influ<strong>it</strong>o certamente sulla<br />
sua incapac<strong>it</strong>à di produrre una propria cultura, a differenza del mondo cattolico che ha<br />
messo le sue migliori energie, di giovani studiosi ma anche di pol<strong>it</strong>ici di grande rilievo,<br />
nel tracciare la propria storia. Sono arrivato alla conclusione personale che il<br />
disinteresse per la ricerca delle radici della propria storia trova spiegazione<br />
nell’atteggiamento comunista di negazione dell’esperienza socialista prebellica, giudicata<br />
oggettivamente fallimentare per la sua incapac<strong>it</strong>à di scegliere se fare le riforme o la<br />
rivoluzione: ma da questo punto di vista non si è cap<strong>it</strong>a certamente la lezione,<br />
rigorosamente marxista, di Antonio Gramsci che ha dedicato le sue migliori energie<br />
intellettuali a cercare proprio le ragioni di quella sconf<strong>it</strong>ta, che non aveva salvato proprio<br />
nessuno nella sinistra <strong>it</strong>aliana. Appare strano che il lavoro di ricerca non sia emerso<br />
neanche dalle file di un Part<strong>it</strong>o socialista che ha conservato per decenni, anche nel<br />
secondo dopoguerra, un suo insediamento popolare di rilevanti dimensioni, prima di<br />
iniziare la modificazione genetica del centrosinistra: ma le vicende di questi ultimi anni,<br />
con il crollo del blocco sovietico ed anche della volontà di tanti attivisti di sinistra di<br />
continuare il loro impegno ci può illuminare sullo scarso entusiasmo con cui chi, prima<br />
40
del fascismo, aveva avuto a portata di mano il cambiamento e se lo era visto sottrarre in<br />
modo così crudele, può voler comunicare la sua esperienza. La lontananza dai centri di<br />
ricerca accademici e dagli stessi Ist<strong>it</strong>uti di Storia del Movimento di Liberazione ha<br />
completato il quadro.<br />
Giocoforza bisogna affidarsi ai testi dei giornali ed ai documenti ufficiali, in buona<br />
parte ancora da verificare. Fonte principale per una storia che è in gran parte vissuta<br />
dall’interno (anche emotivamente per un ricercatore che ha fatto la scelta di essere tanto<br />
schierato sul piano della lotta di classe, quanto di cercare di essere equilibrato nel<br />
dipanare i singoli fili della complicata matassa del movimento operaio nelle sue varie<br />
componenti) è stato il settimanale del Psi provinciale, Il Lavoratore Friulano con i suoi<br />
antecedenti. Da questa fonte è stata ricavata una massa enorme di notizie, che però<br />
appaiono spesso frammentate, sia per il carattere di commento pol<strong>it</strong>ico del giornale - che<br />
evidentemente rinvia all’informazione della stampa quotidiana - sia per la discontinu<strong>it</strong>à<br />
delle corrispondenze. Ho voluto colmare una lacuna scontata dalle ricerche finora svolte,<br />
andandomi a leggere anche quell’anno e mezzo del settimanale non conservato ad Udine,<br />
ma presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze.<br />
Come appare evidente dallo studio sistematico delle corrispondenze dalle varie<br />
local<strong>it</strong>à, e dai pochi dati sulla diffusione, la presenza socialista non corrisponde sempre<br />
alla pubblicazione di notizie. Spesso, soprattutto per i paesi della montagna ma anche<br />
per quelli di pianura ove l’emigrazione è diffusa, come ad esempio Roveredo in Piano, le<br />
corrispondenze delle sezioni socialiste risentono della stagional<strong>it</strong>à migratoria e sono<br />
concentrate nel periodo invernale. Ma spesso risentono di altre variabili, degli alti e bassi<br />
dell’impegno del part<strong>it</strong>o, della stessa capac<strong>it</strong>à scr<strong>it</strong>toria degli iscr<strong>it</strong>ti e dei dirigenti,<br />
oppure molto più semplicemente dell’interesse e dell’ab<strong>it</strong>udine a comunicare per mezzo<br />
della stampa di part<strong>it</strong>o. Ecco perciò che da alcune sezioni abbiamo abbondante, anche<br />
se spesso poco utile, materiale, mentre da altre abbiamo solo rare notizie, pur<br />
confermando queste una continu<strong>it</strong>à di lavoro e di risultati inoppugnabile.<br />
Gli stessi dati della diffusione del giornale socialista non ci possono aiutare in via<br />
assoluta a capire come questo strumento sia un indicatore certo della presenza<br />
socialista: il giornale, soprattutto attraverso il dato delle provenienze delle sottoscrizioni e<br />
della piccola corrispondenza che passa direttamente in stampa, è per metà delle copie<br />
diffuso in Carnia, ed in realtà è sped<strong>it</strong>o - più che nei paesi - nelle local<strong>it</strong>à di emigrazione,<br />
dalle quali si intesse un f<strong>it</strong>to scambio di comunicazioni, di messaggi, anche solo di saluti,<br />
che tiene un<strong>it</strong>a un’organizzazione che risente della lunghezza delle distanze e della<br />
mediazione delle organizzazioni sindacali e pol<strong>it</strong>iche straniere, con le quali si entra in<br />
relazione ed alle quali ci si appoggia. Alcune organizzazioni viceversa, specie quella<br />
pordenonese, sono poco attente al reperimento delle risorse economiche per il<br />
settimanale friulano e fanno pochi abbonamenti, preferendo invece la diffusione diretta<br />
fatta dagli attivisti o attraverso le rivend<strong>it</strong>e. Questo dato ad esempio diventa totale nel<br />
caso dell’organizzazione sacilese, che almeno per alcuni anni opera senza neanche<br />
fornire una sola notizia sulle pagine de Il Lavoratore Friulano. Altri sono quindi gli<br />
indicatori da considerare, ed in primo luogo andrebbe verificata, per esempio, la<br />
corrispondenza dalle local<strong>it</strong>à del Friuli occidentale di organi di stampa socialisti<br />
nazionali, come l’Avanti! per il quale fu corrispondente Giuseppe Ellero. 106 Si tenga conto<br />
che talvolta notizie redatte da corrispondenti socialisti sono riportate dal settimanale<br />
radicale udinese Il Paese che, lo abbiamo visto sia nel caso di Pordenone che in quello di<br />
Spilimbergo, diventa il luogo ove vengono anche osp<strong>it</strong>ate opinioni “dissidenti” rispetto a<br />
quelle di un’altra componente dell’organizzazione del part<strong>it</strong>o locale, che utilizza il<br />
settimanale ufficiale del part<strong>it</strong>o provinciale. Inoltre le stesse fonti giornalistiche di part<strong>it</strong>o<br />
risentono della “specializzazione” di chi vi scrive, che non necessariamente<br />
corrispondente con tutta la dirigenza reale del movimento socialista. Non abbiamo una<br />
sola testimonianza scr<strong>it</strong>ta del pensiero di molti compagni, dei quali conosciamo il ruolo<br />
ufficiale ed il riconoscimento dato da costanti risultati elettorali o da altrettanto costanti<br />
incarichi nell’organizzazione sindacale e cooperativa. Meno ancora abbiamo<br />
testimonianza di altri compagni che, non avendo avuto incarichi ufficiali, spariscono<br />
nelle nebbie dell’oblio. Ma in ogni caso dalla lettura delle pagine de Il Lavoratore Friulano<br />
emerge uno sguardo da un’angolazione diversa sulla storia locale friulana che, quando<br />
non riesca ancora a darci una visione a tutto tondo delle vicende considerate, ci indica<br />
una diversa scala di prior<strong>it</strong>à, un’attenzione concentrata su elementi e spunti poco<br />
considerati o interpretati in una chiave “continuista” e finora poco o per nulla attenta<br />
alle contraddizioni sociali ed alla v<strong>it</strong>a delle classi subalterne. Una v<strong>it</strong>a fatta di difficoltà<br />
106 ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., secondo volume, pag. 261.<br />
41
ed oppressione, di tradizioni e cultura, ma anche di una volontà di riscatto che spesso<br />
sfocia non solo nell’emigrazione e nella rivolta ma anche nell’organizzazione pol<strong>it</strong>ica<br />
antagonista.<br />
Il bisogno di un confronto con la realtà esterna al part<strong>it</strong>o fa nascere la necess<strong>it</strong>à<br />
di verificare altre fonti, che - per la mole del lavoro realizzato - non hanno potuto essere<br />
studiate con la sistematic<strong>it</strong>à necessaria. Quotidiani locali e periodici (quelli dei principali<br />
avversari del movimento socialista, cioè i cattolici o clericali) sono stati utilizzati solo<br />
marginalmente per verificare alcune notizie in particolari occasioni: lo studio sistematico,<br />
trascurato in questa sede, sarebbe quanto mai opportuno per arricchire un quadro che<br />
così si presenta in modo parziale, privo di quella poliedric<strong>it</strong>à di approcci visuali che è<br />
necessaria per un lavoro di sintesi. E soprattutto, in un lavoro che molte volte si basa<br />
più su sintomi o indizi che su rischiaranti narrazioni, da uno spoglio sistematico<br />
possono giungere, se non molti rovesciamenti dell’analisi, consistenti integrazioni ed<br />
arricchimenti. Debbo però usare un’avvertenza: i saggi compiuti su vari quotidiani o<br />
periodici di area liberale o cattolica relativamente a certe epoche od episodi sono stati<br />
spesso deludenti, per la mancanza totale o la povertà di notizie, oppure per il settarismo<br />
con il quale vengono liquidate le vicende del movimento operaio e delle sue formazioni<br />
pol<strong>it</strong>iche. Lungi dal rappresentare fonti “indipendenti”, gli organi di stampa borghesi si<br />
mostrano spesso meno puntuali e particolareggiati della stessa stampa socialista, o<br />
giungono a dare versioni fortemente partigiane degli episodi trattati. Un buon esempio di<br />
quanto vengo sostenendo è la verifica degli episodi squadristici nel Friuli occidentale,<br />
come escono dalla cronologia compilata da Mimmo Franzinelli sulla base della fonte<br />
quasi esclusiva del Corriere della Sera, che finisce per riproporre quasi senza eccezioni la<br />
versione fascista. 107 Il lavoro sulle fonti di stampa esterne al movimento socialista ed alla<br />
sinistra in genere andrà quindi fatta, ovviamente, ma coscienti del fatto che le poche<br />
importanti notizie che se ne ricaveranno saranno tratte con una fatica ben superiore a<br />
quella usata per Il Lavoratore Friulano e gli altri giornali socialisti.<br />
Ho invece scelto di confrontare quanto riportato dalla stampa socialista con lo<br />
studio sistematico (almeno per Pordenone, se non per tutto il Friuli occidentale) del<br />
settimanale e poi quotidiano udinese Il Paese. Anche in questo caso, per completare la<br />
lettura della stampa di sinistra sarebbe necessario leggere anche il predecessore Il Friuli<br />
e l’altro quotidiano radicale veneto diffuso nel Pordenonese, Il Gazzettino di Venezia. 108<br />
Francamente le dimensioni del lavoro svolto mi hanno imped<strong>it</strong>o di fare anche questo<br />
sforzo: infatti la lettura del settimanale socialista (e poi de Il Paese) mi ha impegnato con<br />
un’attenzione più da filologo o da storico quant<strong>it</strong>ativo che da redattore di una sintesi:<br />
cercando di confrontare quasi ogni minima notizia locale, sottoscrizione di abbonamento,<br />
comunicazione organizzativa, in modo da ricostruire - attraverso il confronto nominativo<br />
- i collegamenti, i percorsi (anche di v<strong>it</strong>a, per esempio da un paese all’altro per gli<br />
emigranti) fino a disegnare almeno una parte delle maglie della complessa tela<br />
dell’organizzazione socialista. La stessa procedura, nel dopoguerra, ho segu<strong>it</strong>o per la<br />
stampa comunista, trans<strong>it</strong>ata dall’udinese Il Comunista Friulano al goriziano Spartaco ed<br />
infine al triestino Il Lavoratore. Inoltre, per la fase precedente alla guerra mondiale, la<br />
lettura del periodico del Segretariato dell’emigrazione, L’Emigrante, ha forn<strong>it</strong>o dati<br />
sull’organizzazione delle sezioni del Segretariato nei vari comuni, permettendo di<br />
integrare in modo significativo il lavoro di costruzione del movimento socialista in molte<br />
realtà (anche se questo aspetto sarà sensibilmente più palpabile per la realtà dello<br />
Spilimberghese e del Maniaghese).<br />
Ho quindi fatto un lavoro che si colloca in una fase intermedia rispetto<br />
all’obiettivo finale di costruire una storia del socialismo friulano: ho diviso - dopo una<br />
prima lunga fase di ricerca - il terr<strong>it</strong>orio del Friuli occidentale in due un<strong>it</strong>à distinte,<br />
grosso modo la metà settentrionale e quella meridionale, decidendo di proseguire poi la<br />
ricerca in questa prima fase solo per la parte meridionale con baricentro Pordenone; ho<br />
contemporaneamente scelto di studiare ad un livello di relativo approfondimento tutto<br />
un terr<strong>it</strong>orio e non di lim<strong>it</strong>armi ad approfondire fino in fondo l’esperienza pordenonese.<br />
L’obiettivo di questa mia scelta è evidente: quello di poter fornire un’immagine<br />
abbastanza approssimata della diffusione del socialismo ad un livello zonale, che<br />
permette anche di meglio capire le dinamiche pol<strong>it</strong>iche e sociali che permettono al part<strong>it</strong>o<br />
107 FRANZINELLI, Mimmo, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano,<br />
Mondadori, 2003, pagg. 277-403.<br />
108 Il Gazzettino sorse nel 1887 come giornale della democrazia veneta sotto la direzione di Gianpietro<br />
Talamini, raggiungendo una significativa diffusione grazie al taglio popolare della sua informazione ed al<br />
radicamento nelle varie provincie venete e nel Friuli con redazioni locali. Cfr.: ***, Cent’anni di Gazzettino:<br />
1887-1987, Venezia, Il Gazzettino, supplemento del 20 marzo 1987.<br />
42
pordenonese di allargare la sua presenza nel mondo contadino. Costruendo la realtà di<br />
una zona abbastanza estesa, pari a quella di quattro mandamenti con un insediamento<br />
misto agricolo-industriale-commerciale, ho individuato una tipologia che può essere<br />
replicata ulteriormente, confrontandola con quella di altre zone, come quella già<br />
realizzata per quanto riguarda la Carnia.<br />
Lo studio degli archivi municipali ha forn<strong>it</strong>o materiale per capire la dimensione ed<br />
i reali interessi del lavoro svolto dagli amministratori socialisti. Ma anche in questo caso<br />
altri materiali archivistici andrebbero consultati e studiati: a partire dagli archivi degli<br />
organi di controllo prefettizi, utili per integrare le notizie provenienti dalle<br />
amministrazioni locali (indispensabili per quelle, come Barcis, dove gli archivi sono stati<br />
completamente distrutti) e dagli organi di polizia e dagli archivi parrocchiali, per<br />
arricchire le informazioni relative all’attiv<strong>it</strong>à delle organizzazioni del part<strong>it</strong>o, viste da<br />
parte degli oculatissimi e preoccupati avversari. Purtroppo l’archivio della Prefettura di<br />
Udine relativo a questo periodo è stato quasi completamente disperso, per cui il passo<br />
successivo non può che essere quello di studiare il materiale dell’Archivio Centrale dello<br />
Stato, che però, per l’ampiezza cronologica e terr<strong>it</strong>oriale dell’area considerata, non poteva<br />
essere un obiettivo realizzabile in questa fase.<br />
Gli stessi archivi comunali, ed in particolare quello di Pordenone, nettamente<br />
prevalente sia per l’abbondanza di materiale che per l’ordine della disposizione del<br />
materiale (che, non catalogato, è però disposto in modo incommensurabilmente più<br />
fruibile di molti altri archivi comunali purtroppo soggetti a processi di spoliazione e<br />
distruzione significativi, che recenti riordini hanno potuto solo in parte recuperare),<br />
possono essere basi di partenza per altre ricerche settoriali, sia nel campo della storia<br />
sociale, economica e pol<strong>it</strong>ica, che di quella delle singole iniziative ed opere pubbliche: per<br />
esempio a partire dai fascicoli separati dedicati alla sistemazione dell’abbattuta porta<br />
della Bossina, ai lavori per il porto fluviale sul Noncello ed alla stessa ferrovia<br />
Pordenone-Aviano, di cui ho esaminato solo il materiale disponibile nel corrispondente<br />
cartolario avianese. Un altro terr<strong>it</strong>orio da studiare con sistematic<strong>it</strong>à sono - anche grazie<br />
al depos<strong>it</strong>o di una parte della documentazione, oltre che presso l’archivio del Tribunale<br />
conservato presso l’Archivio di Stato di Pordenone, presso gli archivi comunali - le<br />
vicende della varie società cooperative.<br />
Ma anche gli archivi privati rimangono un terr<strong>it</strong>orio da scoprire: se è stato<br />
studiato da Anna Maria Preziosi l’archivio privato di Piero Pisenti, se ho potuto studiare<br />
proprio la cartella lasciata da Guido Rosso e dedicata allo stesso capo locale del<br />
fascismo, è da scoprire quanto possa rimanere degli archivi privati dei tanti protagonisti<br />
di queste vicende: se è probabile che maggiore materiale ancora rimanga potenzialmente<br />
presso gli eredi delle famiglie maggiori di origine nobiliare o borghese, non è del tutto da<br />
escludere che documentazione utile, anche se di minori dimensioni (ma non è mai detto!)<br />
rimanga presso i discendenti dei mil<strong>it</strong>anti pol<strong>it</strong>ici di base. Non è del tutto da escludere<br />
che in qualche archivio privato sia possibile reperire almeno in minima parte copia della<br />
documentazione che in passato era disponibile presso i part<strong>it</strong>i di sinistra e la Camera del<br />
Lavoro e che poi è andata dispersa o distrutta sia per scelte scellerate di dirigenti sia per<br />
l’improvviso scioglimento dei part<strong>it</strong>i socialista e comunista all’inizio degli anni Novanta.<br />
Altre fonti che non mi risultato essere state finora studiate, escluso alcuni casi<br />
eccezionali, sono gli archivi delle maggiori aziende industriali pordenonesi (anche se le<br />
loro sedi principali dovrebbero quasi sempre essere collocate in altre c<strong>it</strong>tà, come ad<br />
esempio Milano o Venezia); ma, per la storia pol<strong>it</strong>ica, sociale ed economica, è importante<br />
anche la documentazione processuale conservata presso l’archivio del Tribunale, dove<br />
chi - come Sigfrido Cescut - ha studiato approfond<strong>it</strong>amente alcune realtà cooperative<br />
come quelle dell’Avianese ha potuto trovare adeguato materiale al propos<strong>it</strong>o. Si pensi che<br />
dopo la prima guerra mondiale le realtà cooperative di lavoro e di consumo sorte nel<br />
terr<strong>it</strong>orio friulano sono state numerose in ogni comune del terr<strong>it</strong>orio, rappresentando,<br />
anche quando fall<strong>it</strong>e nel successivo periodo di reazione fascista, un’importante realtà<br />
associativa, parte importante del movimento pol<strong>it</strong>ico e sindacale socialista e cattolico. Le<br />
fonti giudiziarie sono poi importanti - come dimostrato da vari autori (Degan, Cescut,<br />
Pillot e Camisa) - per la ricostruzione di molte vicende, specialmente quando queste sono<br />
sfociate in episodi di confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à o violenza.<br />
Mi rendo conto di avere comunque accumulato un volume di materiale piuttosto<br />
ampio, rispetto alla media ab<strong>it</strong>uale: ma l’ho fatto lucidamente e con determinazione, con<br />
l’obiettivo di fornire una documentazione altrimenti difficilmente accessibile e<br />
ordinariamente poco conosciuta. Ho riprodotto integralmente alcuni materiali in<br />
appendice, evidenziando invece quelli che r<strong>it</strong>enevo importanti solo a livello di c<strong>it</strong>azioni<br />
nel testo discorsivo. Nella scelta di riprodurre il materiale, ho escluso in linea di massima<br />
43
quanto è già stato pubblicato ed è quindi reperibile facilmente in altre sedi, con<br />
l’eccezione di alcuni documenti che a mio avviso sono stati pubblicati non integralmente<br />
in sintesi che non ne rendono appieno il significato. Tuttavia, non avendo potuto<br />
compiere un lavoro assolutamente completo, sono grandemente insoddisfatto, anche se<br />
le verifiche fatte mi inducono a r<strong>it</strong>enere abbastanza attendibili le conclusioni cui sono<br />
giunto. R<strong>it</strong>engo d’altra parte di aver fatto un lavoro di scavo che ha messo allo scoperto<br />
le vaste fondamenta di un edificio importante e dimenticato della nostra storia. Una<br />
storia fatta da pochi intellettuali e mil<strong>it</strong>anti pol<strong>it</strong>ici di professione e da tante persone<br />
umili: muratori, tess<strong>it</strong>ori, agenti di commercio, contadini, esercenti, uomini e donne,<br />
anche se la scr<strong>it</strong>tura è stata monopolio maschile. Una storia dal basso, anche se una<br />
storia tradizionalmente pol<strong>it</strong>ica. Una storia che mer<strong>it</strong>erebbe di essere prosegu<strong>it</strong>a e<br />
completata, seguendo le biografie di molti di questi “mil<strong>it</strong>anti pol<strong>it</strong>ici di base”, utilizzando<br />
qui sì i residui strumenti della storia orale (i ricordi certo ormai rarefatti o<br />
potenzialmente reticenti dei discendenti), ma anche il materiale documentario, quello<br />
anagrafico e quello poliziesco per ricostruire attraverso dei percorsi individuali i più<br />
generali percorsi dei loro compagni di lavoro e di avventure. Ma anche solo fare giustizia<br />
alla memoria di questi ignorati protagonisti della storia del movimento operaio mer<strong>it</strong>a<br />
questa fatica: si pensi che solo Tranquillo Moras e Pietro Sartor, a causa del loro<br />
martirio, sono ricordati nell’int<strong>it</strong>olazione di due vie a Torre di Pordenone e che la stessa<br />
lapide a loro dedicata attende di essere rimessa al suo posto sulla facciata della Casa del<br />
Popolo restaurata dopo il terremoto del 1976.<br />
Dallo studio che ho realizzato emerge un quadro ricco ed articolato. Emerge una<br />
forza sociale che si muove fin dalle sue origini con una grande energia per opporsi alle<br />
condizioni di arretratezza che costringono le masse operaie e contadine a condizioni di<br />
sfruttamento e di abbruttimento insopportabili. Una realtà che sa di dover essere anche<br />
un momento educativo, che non può avere prospettive sul piano delle conquiste<br />
economiche e pol<strong>it</strong>iche se non lavora sulle precondizioni culturali, e che quindi pone<br />
come centrale il problema del settore educativo, sia esso quello pubblico o quello<br />
autogest<strong>it</strong>o delle Società Operaie e delle Scuole Popolari. Il sindacato serve per<br />
conquistare condizioni di v<strong>it</strong>a dign<strong>it</strong>ose ma anche e soprattutto come scuola di<br />
movimento, come esercizio della propria forza. La cooperazione serve per conquistare<br />
migliori salari, ma soprattutto come scuola per l’autogestione, per sperimentare qui e<br />
sub<strong>it</strong>o la società futura. La pol<strong>it</strong>ica serve come immediata prospettiva di conquista del<br />
potere, per piegarlo alle necess<strong>it</strong>à delle classi lavoratrici. Ne emerge il quadro di un<br />
riformismo assai poco moderato, che pensa di conquistare con l’esercizio degli strumenti<br />
della democrazia liberale il dir<strong>it</strong>to ad edificare la società socialista nell’arco di un breve<br />
periodo di tempo. Non il riformismo che segue come il gregge destinato al macello le<br />
proprie borghesie nazionali verso il grande cratere della guerra mondiale, ma un<br />
riformismo che pensa che sia possibile, qui ed ora, cambiare le regole del gioco.<br />
Un part<strong>it</strong>o di operai, che si muove nell’ambiente ostile di una società contadina<br />
arretrata, dove i poteri reali - quasi assoluti - sono quasi sempre quelli dell’antico<br />
feudatario e del prete. Ma un part<strong>it</strong>o di operai che hanno da poco cessato di essere<br />
contadini, di operai-contadini emigranti, espressione di una classe operaia in fieri che<br />
polemizza frontalmente con il mondo di provenienza, ma non se ne dimentica e che nel<br />
1920 si vede votare non solo dai centri operai urbani o dalle zone di emigrazione<br />
(Pordenone, Maniago, Cordenons, Pinzano, Barcis, Aviano) ma anche da tradizionali<br />
paesi contadini (Pravisdomini, Cordovado, Fontanafredda, Vallenoncello). Un part<strong>it</strong>o che<br />
nei suoi programmi è capace non solo di teorizzare il futuro potere operaio, ma di<br />
indicare soluzioni credibili, pol<strong>it</strong>icamente spendibili per una regione arretrata, con pochi<br />
centri industriali, dove la maggior parte dei lavoratori è costretta all’alternativa fra un<br />
lavoro dei campi poverissimo e sfruttato e l’emigrazione. Proposte di infrastrutture che<br />
delineano la possibil<strong>it</strong>à di inserire il Friuli nelle strutture economiche internazionali, e di<br />
creare un nucleo amministrativo autonomo nella parte occidentale della provincia,<br />
attorno a Pordenone.<br />
In realtà il quadro non è omogeneo né privo di contraddizioni: fra il monol<strong>it</strong>ismo<br />
riformistico impersonato dagli Ellero, dai Rosso, dai Fornasotto, dai Cosattini, dal<br />
“part<strong>it</strong>o degli avvocati” insomma e l’organizzazione mil<strong>it</strong>are del Part<strong>it</strong>o comunista<br />
clandestino durante la d<strong>it</strong>tatura fascista non ci sono solo la guerra mondiale, la fine<br />
dell’Internazionale socialista e la Rivoluzione d’Ottobre, ma anche il dibatt<strong>it</strong>o reale che<br />
emerge nel corpo del Psi friulano, esplic<strong>it</strong>amente ma spesso anche fra le righe, lacerando<br />
un quadro di unanim<strong>it</strong>à poco credibile.<br />
Dal punto di vista metodologico r<strong>it</strong>engo che il mio studio abbia fatto un passo<br />
indietro rispetto a quello di Teresina Degan sulla classe operaia tessile. Un passo<br />
44
indietro necessario a colmare un vuoto. Lo studio di Degan è maggiormente attento del<br />
mio alla storia sociale del movimento operaio: ma r<strong>it</strong>engo che in una fase di scavo spesso<br />
pionieristico sia necessario individuare alcune prior<strong>it</strong>à ed ho quindi r<strong>it</strong>enuto urgente<br />
enucleare la dimensione fortemente pol<strong>it</strong>ica ed etica dell’organizzarsi di consistenti<br />
gruppi di lavoratori friulani nell’amb<strong>it</strong>o del Part<strong>it</strong>o Socialista Italiano e delle<br />
organizzazioni ad esso collegate. La storia sociale è in qualche modo sottostante,<br />
percepibile nel dibatt<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico e soprattutto in quello sull’organizzazione sindacale:<br />
anche qui gli spunti possono essere estremamente interessanti, e dovrebbero essere<br />
sviluppati, sia utilizzando dati quant<strong>it</strong>ativi, sia mettendo insieme tutte le testimonianze<br />
reperibili (anche qui la storia orale è praticamente inutilizzabile, ma possono essere<br />
utilizzati materiali fotografici, memorialistica, anche le stesse testimonianze<br />
giornalistiche che, ad esempio nel caso del settimanale socialista, sono spesso molto<br />
interessanti e rivelatrici di un’immagine tutt’altro che oleografica del mondo tradizionale<br />
friulano in via di disgregazione).<br />
R<strong>it</strong>engo infine che emergano alcuni dati relativi alla storia sociale del movimento<br />
operaio friulano che mer<strong>it</strong>erebbero un maggiore scavo. Ad esempio, la stratificazione<br />
sociale che si forma, a partire dal passaggio dalla piccola proprietà agricola al lavoro<br />
edile, nelle sue varie branche. Un lavoro industriale specializzato, che non perde però il<br />
legame con la terra, ma anzi lo rafforza fin dalle origini, con l’investimento nella proprietà<br />
fondiaria delle risorse accumulate, come ha dimostrato già nella sua tesi di laurea<br />
Giovanni Cosattini. 109 La connotazione del proletariato emigrante friulano è<br />
probabilmente alle origini di quella particolare forma di moderatismo sociale che ha<br />
cooptato le classi lavoratrici in quello più generale della classi dirigenti: ben lungi<br />
dall’essere prive di mezzi e di legami con la terra, le famiglie operaie friulane hanno<br />
mantenuto e rafforzato il rapporto proprietario con questa e contemporaneamente hanno<br />
coniugato una forte professional<strong>it</strong>à industriale con una missione personale e collettiva<br />
volta più all’accumulazione di beni che al rovesciamento dei rapporti sociali.<br />
Particolarmente significativi mi paiono quei casi, che col passare degli anni divengono<br />
sempre più numerosi a cavallo fra il primo ed il secondo decennio del Ventesimo Secolo,<br />
in cui alla espressione di fede pol<strong>it</strong>ica socialista si accompagna un ruolo di direzione<br />
delle attiv<strong>it</strong>à di appalto che accetta pienamente le regole dello sfruttamento cap<strong>it</strong>alistico:<br />
ruolo che per altro corrisponde sul piano individuale a quello che sul piano più ampio<br />
delle relazioni sociali rappresenta il collaborazionismo di fatto della cooperazione di<br />
lavoro allo sforzo di preparazione bellica e che avrà poi come conclusione “logica”<br />
l’accordo di collaborazione con il fascismo per salvare la cooperazione carnica. 110 Su un<br />
altro piano, non diversamente significativo è l’atteggiamento di quei gruppi di lavoratori<br />
che, mischiando antichi ribellismi contadini e nomadismi operai, preferiscono l’azione<br />
diretta (come l’abbandono del cantiere di lavoro per cercare un altro appaltatore) alla<br />
pratica dell’azione organizzata e rivendicativa sul piano sindacale.<br />
Un settore che sarebbe da approfondire in tal senso è quello dei flussi di<br />
emigrazione della manodopera friulana, scomposti per local<strong>it</strong>à di provenienza, in modo<br />
da individuare i comportamenti concreti, i luoghi e le occasioni di acculturazione pol<strong>it</strong>ica<br />
ed i successivi destini dei nuclei di migranti pol<strong>it</strong>icamente attivi. Ad esempio: che cosa ne<br />
è stato dei nuclei socialisti di Fanna oppure della Val Tramontina? Quanto di questa<br />
esperienza - che l’emigrazione ha sradicato probabilmente dai terr<strong>it</strong>ori di origine senza<br />
quasi lasciare traccia - si è trasfuso nei luoghi di emigrazione? Fantasticando: quanto del<br />
socialismo friulano rimane a Montpellier nel Vermont? ... c’entrerà mica con il fatto che lì<br />
- quasi un secolo dopo - sarà eletto l’unico parlamentare che si proclama socialista nel<br />
parlamento statun<strong>it</strong>ense? Ho scelto di fornire consistente materiale documentario, per<br />
toglierlo dall’oblio e, almeno in poche copie, riprodurlo e collocarlo dove possa essere a<br />
disposizione di chi voglia continuare questo lavoro di scavo oppure voglia approfondire le<br />
sue conoscenze anche solo lim<strong>it</strong>atamente alla propria comun<strong>it</strong>à.<br />
Nel raccogliere il materiale ho anche voluto mettere in rilievo i linguaggi, gli stili,<br />
le argomentazioni dei protagonisti di questa storia, che rappresentano anche un<br />
importante processo di alfabetizzazione e di acculturazione di masse popolari fino allora<br />
escluse dalla pol<strong>it</strong>ica e dalla storia ufficiale. Ho fatto un lavoro per certi aspetti<br />
defatigante, che non ha certo la pretesa di essere un best seller. Già sarebbe invidiabile<br />
l’obiettivo dei “venticinque lettori” di manzoniana memoria. Ma, smembrato e riprodotto<br />
109 COSATTINI, Giovanni, L’emigrazione temporanea del Friuli, Trieste-Udine, Direzione Regionale del Lavoro,<br />
Assistenza Sociale ed Emigrazione della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, 1983.<br />
110 Sul compromesso che porta nel 1923 la cooperazione carnica di ispirazione socialista all’interno del<br />
Sindacato <strong>it</strong>aliano delle Cooperative di ispirazione fascista (ed il Consorzio carnico delle Cooperative all’interno<br />
dell’Ist<strong>it</strong>uto <strong>it</strong>aliano di emigrazione), cfr.: FABBRO, Mario, c<strong>it</strong>., pagg. 121 e 160, nota 64.<br />
45
local<strong>it</strong>à per local<strong>it</strong>à, può diventare stimolo per una riflessione ed una possibile ricerca<br />
per una storia locale non tradizionale e non oleografica, in qualche modo una sorta di<br />
abbozzo di una “controstoria”. Come ho già provato a fare con poche persone in piccole<br />
local<strong>it</strong>à, un’occasione per r<strong>it</strong>rovare le proprie radici, per sapere da dove veniamo, per<br />
riscoprire pregi ed errori, sofferenze e cocciuta quotidiana passione di tanti come noi. Di<br />
tanti come me che pensano che gli individui non hanno la forza né la capac<strong>it</strong>à soggettiva<br />
di fare la storia, ma che essa viene in qualche modo influenzata, e talvolta cambiata di<br />
percorso dalle faticose ed instabili coalizioni che uniscono tanti insignificanti esseri<br />
umani.<br />
46
2.2 - Fonti utilizzate.<br />
La fonte prevalente su cui si è basata questa ricerca sono i quattro settimanali<br />
che si sono succeduti come organo informativo del Psi della provincia di Udine. Tale<br />
scelta ha alla sua base principalmente due motivi. Il primo è la mancanza di archivi<br />
personali o pubblici conosciuti, che ci permettano di conoscere la v<strong>it</strong>a del part<strong>it</strong>o, le<br />
scelte personali, i dibatt<strong>it</strong>i, i contrasti di linea pol<strong>it</strong>ica e di interessi, le passioni degli<br />
uomini e delle donne che hanno dato v<strong>it</strong>a al socialismo pordenonese e più in generale del<br />
terr<strong>it</strong>orio del Friuli occidentale. Escluse lodevoli eccezioni, non ci sono stati tramandati<br />
carteggi, raccolte di documenti personali, memorie, analisi di questo periodo. Tutto è<br />
stato distrutto, e chi si è avventurato in passato alla ricerca di materiale che potesse<br />
documentare quest’epoca ha dovuto r<strong>it</strong>rarsi deluso.<br />
Unica (non poco importante) testimonianza documentaria, in qualche modo<br />
interna al Psi ed alle organizzazioni economiche ad esso collegate, di tutta l’epopea del<br />
socialismo prefascista è rimasto l’atto di proprietà della Casa del Popolo di Torre,<br />
depos<strong>it</strong>ato presso un notaio prima dell’instaurarsi della d<strong>it</strong>tatura fascista: è stato grazie<br />
a questo atto di previdenza che, dopo la Liberazione nel 1945, è stato possibile per i<br />
leg<strong>it</strong>timi proprietari r<strong>it</strong>ornare a gestire quell’edificio che era costato tanti sacrifici. Tutto il<br />
resto è stato distrutto, non solo dalla violenza fascista ma anche dal disinteresse e<br />
dall’incuria personale. A Pordenone non esistono archivi storici dei part<strong>it</strong>i della sinistra,<br />
né del sindacato. Lo stesso archivio della Casa del Popolo, che pur custodisce alcuni<br />
fascicoli di documentazione di qualche interesse, è stato ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o recentemente.<br />
Il Lavoratore Friulano, insieme ai suoi predecessori, rimane l’unica voce<br />
disponibile dei socialisti friulani, con prese di posizioni e rendiconti di attiv<strong>it</strong>à che, se<br />
non completi, sono indubbiamente vasti ed articolati per molti comuni della provincia;<br />
non tutti i compagni attivi e le sezioni locali usano questo strumento, ma la compless<strong>it</strong>à<br />
delle voci del socialismo friulano (per quanto filtrate dal dominante riformismo di<br />
Cosattini e compagni) ci è stata tramandata attraverso questa fonte, ove spesso<br />
compaiono lettere, prese di posizione e sunti di discorsi pubblici.<br />
Si tratta di una fonte che, nel caso di Pordenone, è scr<strong>it</strong>ta da poche persone, visto<br />
che il corrispondente ufficiale del settimanale rimane per quasi tutta la nostra epoca<br />
Gino Rosso 111 , al quale si affiancano altri compagni di un gruppo ristretto di Pordenone<br />
ed uno o più corrispondenti da Torre. La frazione non ha una sua realtà organizzativa di<br />
part<strong>it</strong>o formalmente distinta dal capoluogo ma gode di forza, riconoscimento ed<br />
autorevolezza grazie alla Lega di miglioramento dei tessili dei suoi due stabilimenti<br />
cotonieri, tali da mantenere la propria voce autonoma, oltre che una rappresentativ<strong>it</strong>à<br />
anche elettorale.<br />
Il secondo motivo è perché proprio il giornale è il principale strumento di lavoro<br />
dei socialisti friulani, l’argomento di cui più si discute nei congressi provinciali, la voce di<br />
gran lunga prevalente dell’impegno economico del part<strong>it</strong>o. E’ il giornale a cost<strong>it</strong>uire il<br />
tessuto connettivo del Psi friulano, che non ha suoi propagandisti stipendiati, e che si<br />
regge su un gruppo dirigente principalmente attivo nel settore dell’emigrazione, l’unica<br />
realtà in grado di reggere una struttura efficiente e funzionale come il Segretariato<br />
dell’Emigrazione. La stessa Camera del Lavoro è una struttura prevalentemente udinese,<br />
che talvolta interviene anche nelle vertenze sindacali della provincia. Anche in tali casi<br />
non vediamo comparire dei quadri sindacali autonomi, che la debole realtà operaia<br />
friulana non riesce ad esprimere ed a mantenere, ma i dirigenti socialisti degli emigranti,<br />
di nuovo i Cosattini, i Piemonte ed i Vuattolo. La stampa socialista friulana cost<strong>it</strong>uisce<br />
quindi l’unica fonte diretta rimastaci per conoscere, se non la cronaca dei singoli fatti<br />
(che certo può essere ricostru<strong>it</strong>a con migliore oggettiv<strong>it</strong>à grazie ad altre fonti), il<br />
crescendo dell’iniziativa organizzata dei socialisti, i momenti di arresto, e soprattutto per<br />
capirne il dibatt<strong>it</strong>o, per percepirne l’ideologia dei protagonisti, le loro affin<strong>it</strong>à ed<br />
idiosincrasie, il loro rapporto con un mondo pol<strong>it</strong>ico che si sta trasformando dai ristrette<br />
dibatt<strong>it</strong>i nelle él<strong>it</strong>es dell’Italia postrisorgimentale al ben più vasto confronto pubblico<br />
della pol<strong>it</strong>ica di massa.<br />
Attraverso lo strumento della stampa socialista ho inoltre affrontato un aspetto<br />
finora trascurato della pol<strong>it</strong>ica socialista friulana (e triestina): i reciproci rapporti ed<br />
attenzioni fra le due componenti del movimento operaio, collocate di qua e di là del<br />
confine statale fra il Regno d’Italia e l’Impero austroungarico. Come si vedrà nella sezione<br />
collocata all’inizio del secondo volume, i resoconti del dibatt<strong>it</strong>o e dell’azione pol<strong>it</strong>ica della<br />
111 Ugo Gino Rosso, nato il 22 febbraio 1879 e morto il 29 marzo 1952.<br />
47
sezione adriatica di lingua <strong>it</strong>aliana della socialdemocrazia austriaca dimostrano una<br />
grande attenzione per le vicende triestine. Il sostegno (che non verrà mai meno) dei<br />
socialisti friulani ai loro confratelli triestini dura e si articola attorno alla difesa<br />
dell’internazionalismo socialista ed al contemporaneo apprezzamento per la loro pol<strong>it</strong>ica<br />
di valorizzazione della cultura <strong>it</strong>aliana fra le masse popolari. Parimenti, l’attenzione per il<br />
socialismo triestino viene vista con un atteggiamento involutivo da parte della stampa<br />
radicale friulana, che passa dal fermo sostegno nei primi anni del secolo al<br />
fiancheggiamento della campagna antisocialista degli ambienti liberalnazionali, anche<br />
grazie a singole prese di posizione di dirigenti socialisti <strong>it</strong>aliani schierati in polemica con<br />
il gruppo dirigente riun<strong>it</strong>o attorno a Valentino P<strong>it</strong>toni. Questa grande attenzione si<br />
rovescia, nel dopoguerra, nella strutturazione di reti di comunicazione pol<strong>it</strong>ica un<strong>it</strong>arie<br />
fra la Venezia Giulia ed il Friuli e con la diffusione della stampa quotidiana triestina nei<br />
principali centri del socialismo friulano, altro aspetto finora mai considerato dalla ricerca<br />
storica.<br />
2.2.1 - Fonti archivistiche.<br />
• Archivi del Comune di Pordenone e di Vallenoncello (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o:<br />
ACPn). Vi sono conservati i registri delle deliberazioni del Consiglio Comunale, quelli<br />
della Giunta Municipale e del Commissario Prefettizio. Presso questo archivio era<br />
conservato ancora nel 1982-1983 l’analogo materiale proveniente dall’accorpato<br />
comune di Vallenoncello. E’ stato in quell’epoca che ho studiato i registri dei verbali<br />
delle deliberazioni di Consiglio Comunale e Giunta Municipale di Vallenoncello: ora<br />
l’archivio di quel comune è stato trasfer<strong>it</strong>o all’Archivio di Stato di Pordenone. Il<br />
materiale è di diversa qual<strong>it</strong>à: la presenza di personale più qualificato ha prodotto, nel<br />
caso di Pordenone, verbali redatti in modo chiaro e professionale, mentre nel comune<br />
rurale di Vallenoncello i verbali sono sommari ed anche il tratto calligrafico è di minor<br />
pregio. L’archivio comunale di Pordenone ha sub<strong>it</strong>o in questo ventennio vari traslochi,<br />
dalla soff<strong>it</strong>ta del Museo Civico di Palazzo Ricchieri ad una serie di locali del municipio<br />
ed ora, contemporaneamente alla mia ultima fase di studio (debbo ringraziare il<br />
personale responsabile per avermi permesso l’accesso a parte del materiale nelle<br />
difficili condizioni del trasloco), è stato trasfer<strong>it</strong>o nello scantinato del Centro per<br />
anziani di Via Piave a Torre. Per una scelta di economia del mio lavoro, ho studiato<br />
soprattutto i verbali dei consigli comunali del periodo 1898-1922 e quelli della Giunta<br />
municipale del 1920-1922. Alcuni fascicoli separati sono dedicati alle principali opere<br />
pubbliche, fra le quali uno riguardante l’abbattimento della porta della Bossina, due il<br />
porto del Noncello e tre la ferrovia Pordenone-Aviano.<br />
• Archivio della Casa del Popolo di Torre di Pordenone. Vi sono conservate le<br />
fotocopie dei documenti riguardanti l’origine legale della Società (successivamente<br />
trasformata in Associazione) omonima. Gli originali sono conservati nell’Archivio<br />
Distrettuale Notarile di Udine, sotto i n. 5148 Rep. e Reg./n. 3629 Fasc. “Casa del<br />
Popolo” Torre di Pordenone (...) Cost<strong>it</strong>uzione di Società; n. 2596 di Fasc. e n. 3815 di<br />
Rep. - atto di compravend<strong>it</strong>a del terreno su cui è s<strong>it</strong>a la Casa del Popolo. 112<br />
• Archivio di Stato di Udine. L’archivio della Prefettura vi è stato trasfer<strong>it</strong>o nel 1970.<br />
E’ gravemente carente, in quanto non esiste più la documentazione della Prefettura<br />
<strong>it</strong>aliana dall’Un<strong>it</strong>à al 1922, che è andata totalmente dispersa. Secondo l’indice del<br />
fondo, essa dovrebbe essere andata perduta durante la seconda guerra mondiale. Per<br />
il periodo dal 1923 in poi è conservato solo il materiale del gabinetto di Prefettura,<br />
quindi una parte ben lim<strong>it</strong>ata dell’archivio dell’ente: contiene materiale sullo stato dei<br />
part<strong>it</strong>i dal 1925. Presso l’Archivio di Stato è depos<strong>it</strong>ato l’archivio dell’Amministrazione<br />
112 Presso la Casa del Popolo sono conservate inoltre due corpose cartelle sopravvissute alla dispersione<br />
sistematica dell’archivio della Federazione del Pci di Pordenone. L’archivio del Pci, così come quello della<br />
Camera del Lavoro della Cgil provinciale, è stato progressivamente disperso da dirigenti insipienti, incapaci di<br />
capire il grande valore documentario del materiale raccolto. I documenti recuperati sono risalenti<br />
prevalentemente ai primi anni ‘50 e sono relativi alla gestione dei quadri del part<strong>it</strong>o nel Friuli occidentale:<br />
cartelle con biografie ed autobiografie di dirigenti provinciali e di sezione, carte relative alla proposta di<br />
partecipazione ed alla frequenza di corsi della scuola di part<strong>it</strong>o, carte relative a provvedimenti disciplinari. Tale<br />
documentazione non è stata finora studiata, e si presta ad una utile analisi (oltre che delle biografie di alcuni<br />
dirigenti della resistenza e del movimento sindacale del secondo dopoguerra) della realtà comunista di quel<br />
terr<strong>it</strong>orio, intrecciabile con le testimonianze di molti dei protagonisti chiamati in causa. Nell’archivio privato<br />
dell’attuale presidente dell’Associazione Casa del Popolo è inoltre conservato tutto l’archivio della Federazione<br />
del Psiup di Pordenone, dal 1964 al 1972; oltre al materiale cartaceo ed alla raccolta della stampa nazionale del<br />
part<strong>it</strong>o, è disponibile anche una raccolta di materiale cinematografico a carattere documentaristico.<br />
48
Provinciale di Udine (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: ASU-APU), che è stato utilizzato per<br />
ricavare notizie sugli amministratori eletti dai mandamenti del Friuli occidentale e<br />
sugli amministratori provinciali socialisti, ed in particolare per ricostruire l’attiv<strong>it</strong>à di<br />
quelli eletti a Pordenone (Giuseppe Ellero nel 1914, ed il gruppo di cinque consiglieri<br />
eletti nel mandamento di Pordenone nel 1920). Non vi sono conservati archivi di<br />
amministrazioni comunali del Friuli occidentale.<br />
• Archivio del Comune di Aviano (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: ACA). L’archivio è stato<br />
recentemente riordinato ed è conservato in moderni conten<strong>it</strong>ori collocati presso la<br />
Biblioteca Comunale. In occasione della catalogazione è stato redatto un indice<br />
anal<strong>it</strong>ico. A causa delle vicende dell’occupazione austro-tedesca del 1917-18 è andato<br />
disperso l’archivio corrente relativo agli anni della guerra ed a quelli precedenti,<br />
mentre è quasi tutto salvo quello di depos<strong>it</strong>o. Sono cioè dispersi gli atti dell’ultimo<br />
decennio compresi i registri di contabil<strong>it</strong>à e delle deliberazioni. 113 Nell’archivio c’è una<br />
doppia serie di cartelle (le quattordici categorie previste dall’ordinamento degli archivi<br />
comunali, più una serie di fascicoli impropriamente defin<strong>it</strong>i separati dal punto di vista<br />
del linguaggio archivistico) nelle quali la documentazione si completa. 114 Nelle cartelle<br />
relative alla gestione del commissariato di Firenze del 1917-1918 (1516, Carteggio<br />
sede provvisoria del comune in Firenze e 2483, Fascicoli separati) è presente<br />
materiale d’archivio relativo ai comuni di Montereale Cellina e di San Quirino, riun<strong>it</strong>i<br />
sotto lo stesso commissario mandamentale. Un fascicolo separato è dedicato alla<br />
costruzione della ferrovia Pordenone-Aviano.<br />
• Archivio del Comune di Caneva (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: ACCa). L’archivio è<br />
conservato presso un magazzino comunale, ma in locali separati, adeguati alla<br />
conservazione se non alla consultazione. La documentazione contenuta nell’archivio<br />
comunale è andata in gran parte distrutta a causa dell’occupazione austrotedesca del<br />
1917 115 , con l’eccezione dei registri delle deliberazioni del Consiglio Comunale e della<br />
Giunta, che si sono in gran parte conservati per il periodo studiato.<br />
• Archivio del Comune di Cordenons (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: ACCn). Ho potuto<br />
consultare i registri contenenti i verbali delle sedute del Consiglio Comunale e della<br />
Giunta. L’archivio non è ordinato e non è dotato né di personale specificamente<br />
adib<strong>it</strong>o alla sua conservazione e fruizione, né di personale che ne conosca la<br />
consistenza e perfino la collocazione.<br />
• Archivio del Comune di Cordovado (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: ACCv). L’archivio,<br />
conservato presso la sede municipale, è stato riordinato alcuni anni fa ed è dotato di<br />
un indice. Sono conservati i registri delle deliberazioni del Consiglio Comunale e della<br />
Giunta a partire dal 1919. La documentazione, organizzata per categorie, è invece<br />
molto carente a causa dello stato di disordine in cui versava l’archivio<br />
precedentemente.<br />
• Archivio del Comune di Fontanafredda (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: ACF). L’archivio è<br />
conservato presso un magazzino comunale, ma - nonostante la collocazione infelice -<br />
è completo ed in buon stato di conservazione.<br />
• Archivio del Comune di Montereale Valcellina (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: ACM). Il<br />
municipio di Montereale Valcellina è traslocato nella nuova sede negli anni Ottanta: in<br />
quell’occasione si è provveduto ad effettuare il trasloco ed inventario dell’archivio, che<br />
però non è reperibile. La memoria storica sulla disposizione dei fondi è purtroppo<br />
andata persa con la morte della archivista; sono però conservati gli inventari relativi<br />
ai passaggi di consegna amministrativi, il più recente dei quali è del 1974. Vi sono<br />
indicati come conservati tutti gli atti amministrativi a partire dal 1922; la raccolta<br />
delle delibere consiliari dal 1895 e quelle municipali dal 1923; i protocolli dal 1925.<br />
Un precedente inventario del 1966 elenca anche la documentazione relativa a beni e<br />
contratti comunali dal 1868, quella relativa alle opere pubbliche dal 1883, pratiche<br />
diverse dal 1870, gli atti dell’Eca dal 1921 e quelli contabili del comune dal 1926. In<br />
113 ACA, bb. 959, 1914 e 962, 1915, f. Categoria I Amministrazione; le notizie sulla dispersione dell’archivio di<br />
Aviano sono contenute in: b. 966, 1919, f. Categoria I Amministrazione, 2.3, Informazioni sui danni arrecati<br />
all’archivio municipale dal nemico durante l’occupazione: minuta della risposta del sindaco di Aviano<br />
Wassermann del 24 marzo 1919 alla richiesta di notizie del sottoprefetto di Pordenone, prot. n. 678 del 22<br />
marzo 1919.<br />
114 Alla serie considerata delle cartelle 959 e segg. (che contengono le categorie dell’archivio comunale dal 1914<br />
in poi, normalmente suddivise in due o tre raccogl<strong>it</strong>ori per anno) corrispondono le cartelle dei “fascicoli<br />
separati” dalla 2483 in poi (la prima corrispondente al quinquennio 1915-1919) dove il materiale è eterogeneo,<br />
ma talvolta cost<strong>it</strong>uente elemento della stessa corrispondenza contenuta nelle cartelle della serie “principale”,<br />
con la quale dovrà quindi essere letto contestualmente per ricostruire i carteggi completi.<br />
115 Cfr.: ACCa, Registro delle deliberazioni della Giunta municipale dal 10 maggio 1917 al novembre 1924, fogli<br />
13-16, seduta del 25 gennaio 1919.<br />
49
ealtà ho reper<strong>it</strong>o i registri delle delibere della Giunta municipale di un periodo<br />
antecente a quello sopra indicato, e precisamente a partire dal 1903. Fra i registri del<br />
Consiglio Comunale, manca quello degli anni 1900-1902. 116<br />
• Archivio del Comune di Sacile (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: ACS). L’archivio è collocato<br />
presso la biblioteca civica ed è in via di riordino. Purtroppo il materiale non è<br />
completo, mancando sia i registri dei consigli comunali sia i fascicoli di varie categorie<br />
relative ad alcune annate. Un fascicolo separato comprende la documentazione<br />
relativa alla bonifica dei Camolli.<br />
• Archivio privato avv. Antonio Rosso (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: APR). Presso lo<br />
studio in Pordenone sono conservati alcuni documenti personali di Guido Rosso,<br />
come i passaporti ed il diploma di laurea. Sono conservati i carteggi fra Guido Rosso e<br />
Francesco Cargnelutti e documenti relativi a Piero Pisenti, dalle polemiche del<br />
dopoguerra a documenti sulle vicende dell’esponente fascista fino al processo<br />
avvenuto dopo la Liberazione. Sono inoltre conservati alcuni opuscoli dei quali mi è<br />
stata gentilmente concessa la fotocopiatura: per la precisione due copie (indirizzate<br />
con autografo a Guido ed a Gino Rosso) della conferenza Il Pensiero Sociale di<br />
Edmondo De Amicis tenuta da Giuseppe Ricchieri a Milano e pubblicata nel 1908 e la<br />
relazione di V<strong>it</strong>torio Gottardi su Il movimento socialista nel Veneto, pronunciata al<br />
secondo congresso socialista veneto e successivamente stampata nel 1894. 117 In<br />
epoca successiva è stata depos<strong>it</strong>ata nell’archivio una cartella (17 maggio 1921 -<br />
devastazione fascista dello studio Rosso), consegnata dal sig. Fausto Gubian, cultore<br />
della storia degli antichi insediamenti aviatorii pordenonesi, contenente in fotocopia la<br />
documentazione quasi completa degli atti processuali relativi alle vicende<br />
dell’invasione fascista della c<strong>it</strong>tà nel maggio 1921. La documentazione processuale<br />
(depos<strong>it</strong>ato presso l’Archivio di Stato di Pordenone) è stata già utilizzata e<br />
parzialmente riprodotta da Pillot e Camisa; fra gli altri documenti ined<strong>it</strong>i va segnalata<br />
in particolare una cartografia per<strong>it</strong>ale dell’ab<strong>it</strong>ato di Torre con la collocazione delle<br />
barricate erette dagli antifascisti.<br />
• Archivio privato prof. Teresina Degan. Presso l’ab<strong>it</strong>azione in Pordenone sono<br />
conservati alcuni libri di proprietà di Vincenzo Degan, particolarmente interessanti<br />
per capire la formazione di un amministratore pubblico e dirigente pol<strong>it</strong>ico-sindacale<br />
di schietta estrazione operaia: fra essi in particolare spiccavano le opere di Francesco<br />
Saverio N<strong>it</strong>ti. Molti libri erano stati mascherati con copertine f<strong>it</strong>tizie per sfuggire<br />
meglio alle perquisizioni fasciste; successivamente gran parte di essi sono stati persi,<br />
dopo essere stati consegnati ad altri persone non “pol<strong>it</strong>icamente sospette” per meglio<br />
proteggerli dai sequestri. Oltre ai libri, per tutto il ventennio era rimasto nascosto in<br />
casa Degan il r<strong>it</strong>ratto di Carlo Marx che precedentemente ornava la sala della Casa<br />
del Popolo di Torre: r<strong>it</strong>ratto scomparso nel dopoguerra, dopo averlo ricollocato nello<br />
stesso edificio. 118 I libri che non sono andati dispersi spaziano dai testi di formazione<br />
nel campo del dir<strong>it</strong>to amministrativo alla manualistica cooperativistica, ad opere<br />
filosofiche e storiche soprattutto di scuola socialista. 119 E’ inoltre conservata una<br />
busta con le fotocopie del settimanale comunista friulano Spartaco (cfr. voce relativa<br />
nella successiva sezione).<br />
2.2.2 - Fonti a stampa.<br />
50<br />
QUOTIDIANI E PERIODICI:<br />
116 ACM, b. 9 - Verbali di consegna - Passaggi d'Amministrazione, f. Inventario archivio comunale: inventario<br />
dattiloscr<strong>it</strong>to del 20 ottobre 1966; indicazioni generiche archivio comunale, dattiloscr<strong>it</strong>to del 15 ottobre 1974.<br />
117 RICCHIERI, Giuseppe, Il Pensiero Sociale di Edmondo De Amicis, Pavia, La “Seminagione laica” Ed<strong>it</strong>rice,<br />
1908; GOTTARDI, V<strong>it</strong>torio, Il movimento socialista nel Veneto, Relazione detta al II.° Congresso Socialista<br />
Veneto (Legnago 3 giugno 1894), Este, Tipografia Sociale, 1894.<br />
118 Si tratta del r<strong>it</strong>ratto riprodotto nella fotografia a pag. 206 in: DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>.<br />
119 Segnalo in particolare: PICCARELLI rag. Alfredo, Manuale per le piccole cooperative di consumo, IV ed.,<br />
Milano, Lega nazionale delle cooperative <strong>it</strong>aliane, 1908; MEZZANOTTE, C., Municipalizzazione dei servizi<br />
pubbici, Milano, Hoepli, 1905; LORIA, Achille, L’evoluzione economica, Milano, Federazione <strong>it</strong>aliana delle<br />
biblioteche popolari, Paravia, s.d.; BONETTI dott. Paolo, Macchine e salari, Milano, Biblioteca della Univers<strong>it</strong>à<br />
Popolare Milanese e della Federazione Italiana delle Biblioteche Popolari, 1912; GRAZIANI prof. A., Le entrate e<br />
le spese dello Stato, Milano, Biblioteca della Univers<strong>it</strong>à Popolare Milanese e della Federazione Italiana delle<br />
Biblioteche Popolari, s.d.; CUNEO, avv. Adolfo, Appalti di opere pubbliche, Milano, Hoepli, 1914; PELIZZARO,<br />
Trasporti - Tariffe e reclami ferroviari, Milano, Hoepli, 1913; CASTIGLIONI, dott. L., Manuale della beneficenza,<br />
Milano, Hoepli, 1901.
• L’Avvenire, Giornale Socialista del Friuli. Settimanale, esce di sabato dal n. 1 del<br />
24 giugno al n. 5 del 22 luglio 1893. Il direttore è Pietro Barbui. L’ultimo numero<br />
non dà alcuna motivazione della successiva chiusura, anzi riporta un’ampia<br />
inserzione pubblic<strong>it</strong>aria in cui si inv<strong>it</strong>a a sottoscrivere abbonamenti per il giornale.<br />
Edizione a stampa presso la Biblioteca Comunale “V. Joppi” di Udine.<br />
• L’Operaio, Giornale socialista. Settimanale, esce il sabato, dal n. 1 del 15 agosto al<br />
n. 11 di sabato/domenica 24/25 ottobre 1896. Direttore è Demetrio Canal, che si<br />
definisce operaio in un articolo: è un artigiano calzolaio, la pubblic<strong>it</strong>à della sua<br />
attiv<strong>it</strong>à compare sul giornale. Edizione a stampa presso la Biblioteca Comunale “V.<br />
Joppi” di Udine. 120<br />
• L’Evo Nuovo (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: EN), settimanale, usciva la domenica e<br />
veniva chiuso in tipografia presumibilmente il giovedì. 121 Organo dei socialisti<br />
friulani dal primo numero del 15 dicembre 1901, poi Organo delle Sezioni<br />
Socialiste Friulane dal n. 20 del 1° maggio 1902 e, dopo il secondo congresso<br />
socialista provinciale, Organo della Federazione Socialista Friulana ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a a<br />
partire dal n. 52 del 7 dicembre 1902. Le pubblicazioni stabili hanno termine con il<br />
n. 66 del 22 marzo 1903. C’è una ripresa con tre numeri, dal 67 al 69 (dal 18 al 26<br />
giugno 1904), per la campagna elettorale comunale e provinciale: in quel caso il<br />
settimanale uscì con la denominazione Organo dei Socialisti del Friuli. Edizione a<br />
stampa presso la Biblioteca Comunale “V. Joppi” di Udine.<br />
• Il Lavoratore Friulano, Periodico settimanale socialista (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o:<br />
LF). 122 Iniziò le pubblicazioni a partire dal numero uno del 26 novembre 1904,<br />
ed<strong>it</strong>o dalla sezione di Udine del Part<strong>it</strong>o Socialista Italiano. 123 Inizialmente la<br />
tiratura del settimanale era di duemila copie; sei mesi dopo essa era cresciuta a<br />
quattromila. 124 Divenne organo della federazione socialista provinciale nel 1906. 125<br />
Il settimanale usciva di sabato, e veniva chiuso in tipografia presumibilmente il<br />
giovedì precedente. 126 In alcune rare occasioni la periodic<strong>it</strong>à risulta variata, con<br />
l’edizione spostata ad altra giornata nella settimana; il giornale aveva di sol<strong>it</strong>o un<br />
numero speciale il 1° maggio. In speciali occasioni veniva aumentata la frequenza<br />
delle edizioni, come ad esempio la frequenza quotidiana durante il processo per i<br />
fatti di Pordenone del 1907. Dal gennaio 1906 il settimanale ingrandisce il formato<br />
ed esce in due edizioni, una per la c<strong>it</strong>tà ed una per la provincia. 127 Con tale<br />
ampliamento è possibile dedicare due colonne alla sezione socialista di Pordenone:<br />
inser<strong>it</strong>e nella rubrica Dalla provincia sono t<strong>it</strong>olate a grande formato Pordenone<br />
socialista e contengono corrispondenze dalla c<strong>it</strong>tà e dalle frazioni e comuni della<br />
zona cotoniera: Torre, Rorai Grande, Cordenons e Fiume. 128 Nel 1907 il settimanale<br />
era diffuso, nel Friuli occidentale, in rivend<strong>it</strong>e di Pordenone, Torre (presso il circolo<br />
socialista), Spilimbergo, ed inoltre a Barcis, Fanna, e Montereale Cellina, e poteva<br />
120 Abbiamo il rammarico di dover annunciare che, con questo numero ci è d’uopo sospendere le<br />
pubblicazioni. Ne è causa la mancanza improvvisa della tipografia (di cui si vedono colp<strong>it</strong>i i compagni<br />
che ne erano conduttori), sulla quale avevamo fatto assegnamento sino a fin d’anno. Non è ancor detta,<br />
in vero, l’ultima parola; ma anziché esser sorpresi a mezzo lavoro, senza averne potuto dar cenno ai<br />
lettori, preferiamo far sosta oggi, per riprendere la via fra non molto, in condizioni migliorate e sicure.<br />
Sorto per iniziativa individuale di alcuni volonterosi, sostenuto più che altro col sacrificio di due<br />
compagni tipografi, ora che, incontrato il favore del pubblico, accennava a vivere di v<strong>it</strong>a propria, e noi<br />
vedevamo avvicinarsi il momento nel quale l’avremmo potuto offrire al part<strong>it</strong>o come un tutto organico e<br />
v<strong>it</strong>ale, “L’Operaio” si deve rassegnare ad abbandonare, per il momento, il campo di lotta nella quale era<br />
entrato pieno di baldo entusiasmo. Confessiamo sinceramente che ce ne duole di molto. Ci conforta solo<br />
la certezza di poter dire agli amici e lettori: a fra poco. La Redazione.<br />
L’Operaio, n. 11 del 24/25 ottobre 1896, pag. 1, AGLI AMICI E AI LETTORI. In realtà la pausa durò cinque<br />
anni, fino all’usc<strong>it</strong>a de L’Evo Nuovo.<br />
121 Ai corrispondenti. Si avvisano i corrispondenti di inviare i testi entro il giovedì: EN, nn. 11 del 20<br />
aprile 1902, pag. 4 (Piccola posta - “Luigi Scottà “ - Pordenone - spediste troppo tardi per essere<br />
pubblicato (...) - Dovete spedire a tempo, non più tardi del mercoledì e 53 del 14 dicembre 1902.<br />
122 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 63: Il 26 novembre 1904, i socialisti friulani possono<br />
contare su un nuovo settimanale, Il Lavoratore Friulano, battagliero organo di stampa che riesce a<br />
fornirci un’immagine vivacissima del movimento socialista in Friuli attraverso notizie, documenti, brani<br />
e sunti di discorsi, dai quali si ricava un’idea ben precisa della consistenza e dell’azione socialista oltre<br />
che del pensiero e della formazione culturale e pol<strong>it</strong>ica dei socialisti dell’epoca.<br />
123 Cfr. l’ed<strong>it</strong>oriale de: LF, anno I, n. 1 del 26 novembre 1904.<br />
124 LF, nn. 2 del 3 dicembre 1904 e 28 del 3 giugno 1905 (nella pagina dedicata alla pubblic<strong>it</strong>à).<br />
125 LF, n. 63 del 3 febbraio 1906, pag. 2, IV Congresso provinciale socialista. La chiusura.<br />
126 Si pregano caldamente tutti i corrispondenti della provincia a voler inviare i loro scr<strong>it</strong>ti mai più tardi<br />
del mercoledì. Quelli che giungeranno il giovedì saranno irremissibilmente rimandati. Cfr.: LF, n. 100 del<br />
20 ottobre 1906.<br />
127 LF, nn. 51 dell’11 novembre 1905, Il “Lavoratore” col I gennaio e 57 del 23 dicembre 1905.<br />
128 LF, n. 59 del 6 gennaio 1906.<br />
51
52<br />
complessivamente contare su cinquemila lettori. 129 Nel 1909 la cronaca locale<br />
presentata nella rubrica Dal Friuli Socialista viene raccolta in cap<strong>it</strong>oletti che<br />
raggruppano le corrispondenze dalle varie zone. Prevale come materiale la Carnia,<br />
divisa per vallate (Dall’Alto But, Canal del Ferro, Canal di Gorto, Carnia: quest’ultima<br />
voce per Tolmezzo e la Val Tagliamento). Le altre zone hanno per t<strong>it</strong>olo: Sacile (che<br />
appare ex novo delineandosi sub<strong>it</strong>o come una zona con una sua autonomia),<br />
Pordenone, Dallo Spilimberghese, Dalle Rive del Natisone e, per tutta la zona del<br />
Friuli centrale, dal Gemonese alla Bassa ivi compreso il Sanv<strong>it</strong>ese, l’eloquente La<br />
Vandea alla riscossa. 130 Sempre nel 1909 viene annunciata una lim<strong>it</strong>azione nelle<br />
corrispondenze, per costringere le realtà più deboli ad incrementare la diffusione<br />
del settimanale: si annuncia che verranno cestinati gli articoli che - in mancanza di<br />
una pubblica rivend<strong>it</strong>a che diffonda il giornale stabilmente - non siano<br />
accompagnati dal versamento di una lira, corrispondente al pagamento di venti<br />
copie del giornale. Questa lim<strong>it</strong>azione vale non solo per la provincia, ma anche per<br />
le corrispondenze che giungono dall’estero. 131 Nella primavera del 1910 il com<strong>it</strong>ato<br />
di redazione, constatata la poca discrezione dei corrispondenti di provincia i quali con<br />
i loro lunghi articoli soffocano ed ammazzano il giornale, delibera di non concedere<br />
più di tre quarti di colonna alle corrispondenze da Tolmezzo, Sacile, Pordenone e<br />
Spilimbergo (effettivamente, per i tre comuni da noi esaminati, pletoriche e ded<strong>it</strong>e a<br />
lunghe polemiche contro i parroci del luogo, piuttosto che all’esposizione di fatti) e<br />
di lim<strong>it</strong>are quelle da tutti gli altri comuni ad un solo lato di cartolina postale. 132<br />
Questa lim<strong>it</strong>azione in realtà non avrà conseguenze operative se non lim<strong>it</strong>atamente.<br />
A partire dal 27 settembre 1910 vede la luce una nuova rubrica zonale, Dal<br />
Maniaghese, che raggruppa le corrispondenze dalla zona, finora ricomprese in<br />
quelle Dallo Spilimberghese. 133 A partire dal febbraio 1911 è ingrand<strong>it</strong>o il formato, e<br />
dal n. 371 del 12 novembre esce di domenica. 134 Alla fine di quell’anno il nuovo<br />
amministratore valuta che gli abbonati sono 1201, di cui esattamente la metà<br />
concentrati in Carnia: ma va considerata anche la vend<strong>it</strong>a diretta (defic<strong>it</strong>aria per<br />
l’amministrazione), che conta per esempio duecentocinquanta copie settimanali nel<br />
solo collegio di Pordenone. Un anno dopo questi dati appariranno sovrastimati<br />
all’amministratore, accortosi che centinaia di abbonamenti erano in realtà scaduti<br />
da anni: l’aumento dalla minor cifra di 1190 a 1278 rivela quindi una cresc<strong>it</strong>a ben<br />
più consistente. 135 Nel luglio 1912 appare per la prima volta la rubrica LETTERE<br />
SLAVE, con la cost<strong>it</strong>uzione del Gruppo socialista della Slavia <strong>it</strong>aliana a San Pietro al<br />
Natisone. 136 Il Lavoratore Friulano viene sospeso, come tutta la stampa socialista<br />
dell’area di guerra, dopo il numero del 29 maggio 1915 e riappare il 12 luglio 1919:<br />
esce sempre di sabato, anche se per qualche tempo l’usc<strong>it</strong>a sarà spostata a<br />
domenica. Dal maggio 1921 il settimanale socialista friulano inizia anche a dare<br />
spazio a corrispondenze DAL GORIZIANO, in modo da coprire la realtà socialista del<br />
Friuli orientale ex asburgico. 137 Con il 1923, dopo l’instaurazione della d<strong>it</strong>tatura<br />
fascista, diminuiscono drasticamente le cronache pol<strong>it</strong>iche locali, mentre appaiono<br />
serie di trafiletti di cronaca nera locale, assolutamente inconsuete per il<br />
settimanale degli anni precedenti. Sempre a partire dallo stesso periodo le<br />
sottoscrizioni a favore del giornale e del part<strong>it</strong>o iniziano ad apparire sempre più<br />
spesso anonime. Nel 1925 il giornale viene sequestrato più volte e ciò costringe a<br />
ripubblicare gran parte del materiale sul numero successivo (la biblioteca conserva<br />
i numeri sequestrati) 138 . L’ultimo numero è il 45 del 7 novembre 1925. Il<br />
settimanale riprenderà per qualche anno le sue pubblicazioni dopo la liberazione<br />
nel 1945. Edizione a stampa e microfilmata presso la Biblioteca Comunale “V.<br />
Joppi” di Udine. Mancano i numeri dal gennaio 1914 alla soppressione per la<br />
129 LF, nn. 142 del 10 agosto 1907, riquadro a pag. 4 e 148 del 20 settembre 1907, PICCOLA POSTA.<br />
130 LF, n. 236 del 10 aprile 1909 e seguenti.<br />
131 LF, n. 260 del 25 settembre1909, inserzione a pag. 2.<br />
132 LF, n. 283 del 5 marzo 1910, pag. 2, Ai corrispondenti.<br />
133 LF, n. 308 del 27 agosto 1910, pag. 2.<br />
134 LF, n. 330 del 28 gennaio 1911, pag. 1, L’ingrandimento del Giornale.<br />
135 LF, nn. 370 del 4 novembre 1911, pag. 2, Per il LAVORATORE. Aumentiamo gli abbonati, firmato<br />
L’Amministratore e 415 del 15 settembre 1912, pag. 1, Federazione Provinciale Socialista Friulana.<br />
Statistica della diffusione del “Lavoratore” e delle Sezioni socialiste. Cfr. inoltre l’appendice 2.<br />
136 LF, n. 407 del 21 luglio 1912, pag. 2, LETTERE SLAVE. Cost<strong>it</strong>uzione del gruppo socialista della Slavia<br />
<strong>it</strong>aliana.<br />
137 LF, n. 19 dell’8 maggio 1921, pag. 4, DAL GORIZIANO.<br />
138 Sono registrati e numerati i sequestri, sempre sul numero successivo: i nn. 16 (2° sequestro), 17 (3°), 24<br />
(4°), 25 (5°), 30 (6°), 32 (7°), 35 (8°).
proclamazione della zona di guerra, che ho reper<strong>it</strong>o presso l’emeroteca della<br />
Biblioteca Nazionale di Firenze. 139<br />
• L’Emigrante, Bollettino Bimestrale del Segretariato dell’Emigrazione di Udine (sigla<br />
utilizzata di segu<strong>it</strong>o: E), anno I, n. 1, Udine, marzo 1903: si tratta di un bimestrale,<br />
di cui si conserva solo questo primo numero. Riprende poi come Bollettino del<br />
Segretariato dell’Emigrazione di Udine, dal n. 2, anno I, Udine, 10 ottobre 1906,<br />
con cadenza approssimativamente mensile (la numerazione fa supporre che questo<br />
sia effettivamente il secondo numero, seguente al primo di tre anni avanti). Cambia<br />
denominazione in: Bollettino dei Segretariati dell’Emigrazione di Udine e Belluno<br />
dal n. 11, anno III, del 25 novembre 1908. La cambia nuovamente in: Bollettino dei<br />
Segretariati dell’Emigrazione di Udine, Belluno e V<strong>it</strong>torio dal n. 12, anno IV, del<br />
dicembre 1909 ed infine in: Bollettino dei Segretariati dell’Emigrazione di Udine,<br />
Belluno e Treviso dal n. 4, anno VIII, del 1913. Sotto la testata, fin dal secondo<br />
numero, appare il motto: Con la fratellanza il benessere, Col benessere la redenzione<br />
morale, Coll’organizzazione la dign<strong>it</strong>à del lavoro, Coi doveri e coi dir<strong>it</strong>ti la giustizia.<br />
Dal n. 4 del 1912 il periodico non indica più il mese di edizione, dato che le<br />
pratiche d’ufficio implicano un carico di lavoro variabile a seconda delle mensil<strong>it</strong>à e<br />
costringono ad usc<strong>it</strong>e r<strong>it</strong>ardate anche di due mesi. Si uscirà quindi esplic<strong>it</strong>amente<br />
quand’è possibile, pur conservando dodici numeri all’anno. Dal n. 9 del 1913 i<br />
numeri sono però timbrati, con datazioni di molto sfasate rispetto al numero<br />
d’ordine a stampa. Le corrispondenze dalle sezioni locali sono raccolte nella rubrica<br />
VOCI DI CASA e sono frequenti nel periodo di permanenza invernale, fino all’inverno<br />
1911-12: dopo esse spariscono quasi completamente. Il periodico, come annuncia<br />
una manchette sottostante al t<strong>it</strong>olo, viene inviato gratu<strong>it</strong>amente a tutti gli iscr<strong>it</strong>ti.<br />
Edizione a stampa presso la Biblioteca Comunale “V. Joppi” di Udine.<br />
• IL GIORNALETTO – GAZZETTINO DEL POPOLO. Sono conservati gli anni 1905 e<br />
1906 presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, nella sede centrale. La raccolta<br />
inizia con il n. 1 di domenica 1 gennaio 1905, anno III. Esce a Venezia, S.<br />
Canciano, Palazzo Perusini, 5590 a, e conta succursali a Belluno, Padova, Rovigo,<br />
Treviso, Udine, Verona e Vicenza. 140 Gli abbonati sarebbero parecchie migliaia. 141<br />
Se si eccettua la prima pagina, talvolta dedicata a fatti di pol<strong>it</strong>ica interna ed<br />
internazionale (ad esempio, fin dall’inizio del 1905, la guerra russo-nipponica, la<br />
rivoluzione in Russia e lo sciopero ferroviario; in agosto il massacro di<br />
Grammichele; il mese successivo il grande terremoto dell’8 settembre in Calabria) il<br />
giornale, di orientamento democratico anche se vi compaiono talvolta notizie sul<br />
Psi, è dedicato prevalentemente alla cronaca, locale e soprattutto nera. Nella<br />
cronaca della provincia di Udine, che appare quasi quotidianamente, sono<br />
frequenti le notizie riguardanti la Camera del Lavoro c<strong>it</strong>tadina. Dal 1° novembre<br />
1905 il giornale muta la sua intestazione in: IL GIORNALETTO – QUOTIDIANO DEL<br />
VENETO SOCIALISTA. Con quel numero, che riprende la numerazione a partire dal<br />
n. 1 dell’anno I, assume le funzioni di direttore Francesco Ciccotti che apre il<br />
quotidiano con un suo ed<strong>it</strong>oriale. 142 Il Giornaletto esce - promosso da Elia Musatti -<br />
a Venezia come quotidiano socialista, in alternativa a Il Gazzettino. 143 Cambia il<br />
carattere del quotidiano che, oltre a darsi un’impostazione chiaramente socialista,<br />
presta maggiore attenzione alle tematiche pol<strong>it</strong>iche e sociali. Per circa un mese non<br />
si hanno notizie dal Friuli; le corrispondenze riprendono a fine novembre,<br />
inizialmente solo dalla c<strong>it</strong>tà e successivamente dalla provincia, a dimostrazione<br />
139 Ho avuto la ventura di studiarli proprio nelle ultime giornate di apertura al pubblico della sezione staccata,<br />
collocata negli splendidi ed accoglienti ambienti ricavati nei bastioni di Forte Belvedere. Dalla fine dell’estate<br />
del 2002 è stata decisa la chiusura al pubblico dell’emeroteca, con una inspiegabile decisione che ha deviato gli<br />
studiosi nella già satura sede centrale, allungando a dismisura i tempi di consegna del materiale a stampa,<br />
prima usufruibile praticamente “in tempo reale”.<br />
140 Il primo numero si presenta Ai lettori, agli amici, ai corrispondenti, ai rivend<strong>it</strong>ori, a tutti coloro che ci<br />
amano, che ci seguono e che ci aiutano, e che furono e sono tanta parte del successo trionfale del<br />
Giornaletto. (…) Volevamo dare alla nostra Regione un giornale schiettamente democratico che<br />
rispecchiasse la v<strong>it</strong>a popolare del Veneto, che fosse l’eco dei lavoratori e che offrisse al pubblico con la<br />
minima spesa un notiziario completo e sollec<strong>it</strong>o degli avvenimenti. Possiamo dirlo con leg<strong>it</strong>timo orgoglio<br />
di aver raggiunto lo scopo e di averlo anzi superato, perché coi nostri sacrifici e col favore del pubblico<br />
che gli ha dato una diffusione immensa, abbiamo fatto del Giornaletto uno strumento di previdenza, di<br />
cui non ci è esempio nella storia del giornalismo <strong>it</strong>aliano. Forti del successo nell’anno che oggi<br />
incomincia, continueremo nell’opera intrapresa lavorando e preparando al pubblico nuove sorprese e<br />
nuovi vantaggi.<br />
141 G, n. 4 di mercoledì 4 gennaio 1905, pag. 1, AI NUOVI ABBONATI.<br />
142 G, n. 1 di mercoledì 1 novembre 1905, pag. 1.<br />
143 Cfr. ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso,c<strong>it</strong>., terzo volume, pag. 626.<br />
53
54<br />
forse di una difficoltà a mantenere le relazioni con il/i corrispondente/i in<br />
provincia. Nel marzo ed aprile del 1906 su Il Giornaletto ci sono quotidiane<br />
corrispondenze sullo sciopero di Fiume di Pordenone, sia in cronaca locale che in<br />
quella di Udine, con talvolta richiami in prima pagina. Nel maggio-giugno 1906 Il<br />
Giornaletto viene defin<strong>it</strong>o organo dei socialisti rivoluzionari, in occasione<br />
dell’appello agli elettori popolari a rieleggere il deputato socialista bellunese<br />
Antonio Perera. 144 L’ultimo numero è il 312 di giovedì 13 settembre 1906, nel quale<br />
il direttore si congeda. Dichiara che, dopo aver rilevato l’anno precedente la<br />
s<strong>it</strong>uazione disastrosa del quotidiano, non si è riusc<strong>it</strong>i a risanarla, avendo a tutt’oggi<br />
rinnovato solo 700 dei 1400 abbonamenti. Negli ultimi mesi le corrispondenze dal<br />
Friuli sono molto rarefatte, e quasi solo provenienti dal capoluogo.<br />
• Il Paese, Organo della Democrazia Friulana (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: P),<br />
settimanale, esce per la prima volta il 21 marzo 1896 (sabato) in Udine. Nei primi<br />
anni è quasi esclusivamente un giornale c<strong>it</strong>tadino, con pochissima cronaca dalla<br />
provincia, rarissima da Pordenone, per il resto soprattutto da San Daniele, San<br />
V<strong>it</strong>o al Tagliamento, Cividale, Palmanova e da altri comuni del Friuli centrale. Le<br />
corrispondenze da Pordenone diventano regolari a partire dalle elezioni<br />
amministrative del 1899, pur mantenendo un andamento discontinuo per tutta la<br />
durata del giornale. Spesso le corrispondenze sono firmate, esplic<strong>it</strong>amente o con<br />
pseudonimi, da esponenti socialisti pordenonesi, per cui le opinioni del giornale<br />
sembrano essere comuni ai due part<strong>it</strong>i: anzi, negli anni in cui si sta formando, il<br />
gruppo dirigente del Psi pordenonese sembra utilizzare quest’organo di stampa per<br />
la propria comunicazione. Dopo le elezioni pol<strong>it</strong>iche del 1904 Il Paese conclude le<br />
pubblicazioni con il numero del 31 dicembre 1904, r<strong>it</strong>enendo fin<strong>it</strong>a la sua funzione,<br />
di fronte alle divisioni nel movimento democratico ed alla presenza di un<br />
quotidiano della stessa area pol<strong>it</strong>ica, Il Friuli. Le pubblicazioni riprendono con il 18<br />
ottobre 1905 come quotidiano, per fronteggiare il passaggio nel campo avverso<br />
proprio de Il Friuli; la cronaca da Pordenone riprende con il numero successivo.<br />
Con il passare degli anni, attraverso la lettura del settimanale e poi quotidiano<br />
radicale, si osserva il progressivo spostamento a destra di quel part<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico: dai<br />
primi anni nei quali, nel clima dei Blocchi Popolari, il giornale dà espressione ed è<br />
finanziato anche dalle prime presenze socialiste 145 e dà informazioni sull’attiv<strong>it</strong>à<br />
della Camera del Lavoro (la rubrica si int<strong>it</strong>ola Movimento Operaio) alla<br />
propaganda mil<strong>it</strong>arista ed irredentista a favore del riarmo al confine orientale fino<br />
alla feroce polemica interventista ed antisocialista. Ma ancora nel 1908 troviamo<br />
articoli di due esponenti socialisti come Felice Momigliano ed Enrico Fornasotto. Il<br />
Paese si congeda dai lettori con l’ultimo numero del 5 giugno 1915. Ormai da<br />
alcuni giorni le quattro pagine tradizionali si sono ridotte a due, ed iniziano a<br />
presentarsi gli spazi bianchi imposti dalla censura mil<strong>it</strong>are. I due redattori partono<br />
per la guerra, l’uno richiamato e l’altro volontario. Non c’è più spazio per battaglie<br />
civili quando a pochi chilometri c’è da combattere una ben diversa guerra. 146<br />
Edizione a stampa presso la Biblioteca Comunale “V. Joppi” di Udine, praticamente<br />
completa (con l’esclusione dei primi dieci mesi del 1914).<br />
• Il Comunista Friulano, settimanale delle federazioni di Udine e Gorizia del Part<strong>it</strong>o<br />
Comunista d’Italia. Vengono pubblicati cinque numeri, dal 24 aprile al 22 maggio<br />
1921, per essere poi sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da Spartaco. Edizione a stampa presso la Biblioteca<br />
Comunale “V. Joppi” di Udine.<br />
• Spartaco, Organo del Part<strong>it</strong>o Comunista d’Italia - Federazioni di Gorizia-Udine-<br />
Belluno. Riproduzioni dagli originali presso la Biblioteca Comunale di Gorizia,<br />
nell’archivio privato della prof. Teresina Degan. Si tratta di tutti i 14 numeri del<br />
settimanale comunista usc<strong>it</strong>o dal 16 giugno al 20 settembre 1921. Esce<br />
inizialmente il giovedì, poi il venerdì, a Gorizia, stampato dalla tipografia Narodna<br />
144 Dimessosi insieme agli altri deputati socialisti per protesta contro gli eccidi di lavoratori, Perera non verrà<br />
rieletto per pochi voti e sarà un’eccezione di fronte alla generale rielezione dei suoi compagni: P, nn. 113 di<br />
martedì 15 maggio 1906, pag. 3, I rivoluzionari bellunesi fanno appello ai “microbi borghesi” e 130 di<br />
lunedì 4 giugno 1906, pag. 1, Le elezioni di ieri nei collegi socialisti.<br />
Su Antonio Perera, deputato socialista eletto a Belluno nel 1904, sappiamo solo che è avvocato: cfr.<br />
MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., secondo volume, pag. 305.<br />
145 Nel n. 51 del 6 marzo 1897, a pag. 3, appare l’inserzione pubblic<strong>it</strong>aria del socialista Libero Grassi, già<br />
premiata Sartoria Grassi e Corbelli, rivend<strong>it</strong>a di abbigliamento. Si trova pure inser<strong>it</strong>o un volantino del Psi,<br />
stampato il 12.3.1897 alla Tipografia Cooperativa di Udine, per sostenere la candidatura al Parlamento di<br />
Ruggero Panebianco. Nel n. 293 del 3 agosto 1901, appare a pag. 3 la pubblic<strong>it</strong>à del laboratorio fotografico di<br />
Luigi Pignat, altro fondatore del Psi udinese.<br />
146 P, n. 132 di sabato 5 giugno 1915, pag. 2, COMMIATO.
Tiskarna ed è diretto da Giuseppe Tuntar, deputato comunista di Gorizia. Nel<br />
primo numero si precisa che Spartaco è la continuazione de Il Comunista Friulano.<br />
Cessa per la scelta di concentrare tutte le energie del part<strong>it</strong>o sul quotidiano Il<br />
Lavoratore di Trieste. 147<br />
• Il Lavoratore, Organo della Federazione Socialista della Venezia Giulia.<br />
Quotidiano, inizia da martedì 15 giugno 1920 le corrispondenze Dalla provincia di<br />
Udine (non vanno confuse, come nel caso de Il Lavoratore Socialista, con quelle dal<br />
Friuli, dedicate invece all’area del Monfalconese, del Goriziano e del Cervignanese).<br />
Le corrispondenze - prevalentemente da Udine e dalla Carnia, mentre non ci sono<br />
notizie da Pordenone - per alcune settimane sono quasi quotidiane; in luglio non<br />
appaiono e poi riprendono discontinuamente dal 24 settembre. Dopo la distruzione<br />
della sede del quotidiano da parte fascista 148 , giungono innumerevoli sottoscrizioni<br />
per la ricostruzione da Trieste, divise fra le varie categorie di lavoratori, molte dagli<br />
equipaggi delle navi mercantili, ma tantissime provengono anche da ogni parte<br />
d’Italia. Fra le prime (fra le non molte dal Friuli) il 27 ottobre c’è quella della<br />
Sezione socialista di Torre per il nostro giornale. Giovedì 4 novembre sottoscrivono<br />
15 lire gli operai del reparto fonderia delle officine Genio di Pordenone (si tratta<br />
probabilmente delle officine Licinio). Mercoledì 16 novembre due sottoscrizioni<br />
sono versate dopo le conferenze di Felice Marchi: 14 lire da San V<strong>it</strong>o al<br />
Tagliamento, 16 dai contadini di Cordovado (che hanno appena conquistato<br />
l’Amministrazione Comunale). Giovedì 11 novembre versa 150 lire la Cooperativa di<br />
Lavoro “La Spilimberghese” di Spilimbergo. Il 4 dicembre giungono a mezzo di A.<br />
Cipolat 15 lire dalla maggioranza dei consiglieri comunali avianesi, riun<strong>it</strong>i per<br />
formare la sezione socialista; mercoledì 12 gennaio 1921 71,88 lire dalla Lega di<br />
Resistenza di Roveredo in Piano. Le sottoscrizioni, più che le rare corrispondenze,<br />
testimoniano della diffusione del quotidiano in Friuli ed anche nel suo terr<strong>it</strong>orio<br />
occidentale, presumibilmente in abbinamento con Il Lavoratore Friulano, con una<br />
specializzazione fra i due giornali: il quotidiano per il notiziario nazionale ed<br />
internazionale ed il settimanale per quello provinciale e locale. Ai primi di febbraio<br />
Il Lavoratore viene occupato dai comunisti, risultati maggior<strong>it</strong>ari nella federazione<br />
triestina del Psi; pochi giorni dopo, il 10, il quotidiano viene nuovamente bruciato<br />
dai fascisti. Riprenderà il 10 settembre, come Organo del Part<strong>it</strong>o Comunista d’Italia,<br />
con cronache Dalle Tre Venezie, prevalentemente provenienti dalle provincie di<br />
Venezia (oltre che dal capoluogo, dal Portogruarese), Udine, Belluno, Treviso,<br />
Vicenza, dall’ex Friuli austriaco, dall’Istria e talvolta da Fiume. Dal Friuli<br />
occidentale, le non frequenti corrispondenze giungono soprattutto da Pordenone e<br />
dallo Spilimberghese. Nel 1922 le corrispondenze dal Triveneto diventano più rare,<br />
prevalentemente da Portogruaro, Venezia e Vicenza. Mancano taluni numeri di<br />
quell’annata (da domenica 29 ottobre a mercoledì 6 dicembre), così come risulta<br />
introvabile il periodo dal gennaio al luglio 1923, nel quale il quotidiano triestino<br />
rimane l’unico organo di informazione nazionale del Pcd’i durante l’imperversare<br />
della repressione del nuovo governo fascista (che infine porterà anche alla sua<br />
sospensione). E’ conservato invece il giornale che torna ad uscire a partire dal 15<br />
marzo 1924 come Il Lavoratore. Settimanale dell’Un<strong>it</strong>à Proletaria, organo un<strong>it</strong>ario<br />
del Pcd’i e della corrente terzinternazionalista (“terzina”) del Psi. In questo periodo<br />
sono rare le cronache e le sottoscrizioni dal Friuli (si tratta quasi sempre di Udine),<br />
mentre provengono da Trieste, Istria e Friuli orientale e Fiume. Dal n. 24 del 23<br />
agosto 1924 il giornale diventa Settimanale del Part<strong>it</strong>o Comunista d’Italia per<br />
l’unificazione fra le due organizzazioni pol<strong>it</strong>iche ed<strong>it</strong>rici. Alle sottoscrizioni Pro<br />
Lavoratore si aggiungono durante il corso dell’anno, dopo il del<strong>it</strong>to Matteotti, quella<br />
per un monumento ai caduti proletari a Trieste e poi quella per il Soccorso Rosso<br />
Internazionale (a favore degli emigrati persegu<strong>it</strong>ati pol<strong>it</strong>ici e degli arrestati). A<br />
partire dai primi mesi del 1925 ci sono stabili cronache dall’Udinese (pur non<br />
essendoci sottoscrizioni dal Friuli), ma cominciano anche ad uscire numeri di solo<br />
due facciate. In aprile-maggio per un mese, e poi da luglio a novembre mancano<br />
147 Spartaco, nn. 1 del 16 giugno 1921, pag. 2 e 12 del 20 settembre 1921, pag. 1. Le altre notizie sono<br />
trascr<strong>it</strong>te dal frontespizio della busta di fotocopie conservate presso l’archivio privato della prof. Teresina<br />
Degan.<br />
148 La prima incursione fascista nella sede del quotidiano, con la distruzione della redazione e gravi danni alla<br />
tipografia, avviene il 14 ottobre; le pubblicazioni possono essere riprese solo una settimana dopo. Cfr.:<br />
PIEMONTESE, Giuseppe, c<strong>it</strong>., pagg. 390-393. Piemontese si contraddice e, dopo aver detto che la sospensione<br />
del giornale dura una settimana, fissa la ripresa al 9 novembre, il che è palesemente sbagliato visto che il<br />
giornale - effettivamente . riprende nella seconda metà di ottobre.<br />
55
56<br />
vari numeri del giornale (probabilmente sequestrati) e non ci sono corrispondenze<br />
dal Friuli. L’ultimo numero ad uscire è il n. 94 del 14 novembre. Edizione<br />
microfilmata presso la Biblioteca Civica di Trieste. 149<br />
• Il Lavoratore Socialista, Organo della Federazione Socialista della Venezia Giulia.<br />
Quotidiano, riporta saltuariamente poche notizie dalla provincia di Udine: quelle<br />
per il Pordenonese sono pressoché corrispondenti agli articoli de Il Lavoratore<br />
Friulano. Anche in questo caso è però accertata la diffusione in provincia di Udine,<br />
sia per la pubblicazione di inserzioni pubblic<strong>it</strong>arie (quella per la convocazione<br />
dell’assemblea del 7 agosto 1921 della Cooperativa Mandamentale di Lavoro di San<br />
V<strong>it</strong>o al Tagliamento 150 ), sia per l’indicazione esplic<strong>it</strong>a dei luoghi di diffusione nel<br />
1922: Ampezzo, Cividale, San Daniele, Palmanova, Tolmezzo, Tricesimo, Udine (in<br />
3 edicole), nessuno dei quali però è s<strong>it</strong>uato nel Friuli occidentale. 151 Edizione a<br />
stampa presso la Biblioteca Civica di Trieste: sono conservati i giornali dal 1° luglio<br />
1921 al 31 maggio 1922.<br />
• Il Tagliamento, esce dal 1871 fino all’invasione austro-tedesca del 1917 (conclude<br />
le sue usc<strong>it</strong>e con il n. 36 di quell’anno). Periodico settimanale (nel 1911); Periodico<br />
settimanale - organo del Friuli Occidentale (nel 1914), esce il sabato. Edizione<br />
microfilmata presso la Biblioteca Civica di Pordenone (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o:<br />
T). 152<br />
• Il Giornale di Udine, quotidiano pol<strong>it</strong>ico del mattino, presso la Biblioteca Civica<br />
“V. Joppi” di Udine (sigla utilizzata di segu<strong>it</strong>o: GU). Nasce nel 1866, fondato da<br />
Pacifico Valussi immediatamente dopo il r<strong>it</strong>orno ad Udine dall’esilio lombardo (egli<br />
è senza dubbio la figura più alta e completa espressa dal Friuli nell’ultimo secolo sul<br />
piano pol<strong>it</strong>ico 153), come espressione di quegli ambienti udinesi che si rifanno alla<br />
Destra liberale governativa, in contrapposizione agli ambienti della Sinistra che<br />
troveranno espressione nell’altro quotidiano “La voce del popolo” 154 .<br />
• La Patria del Friuli, presso la Biblioteca Civica “V. Joppi” di Udine in microfilm e<br />
cd rom; presso la Biblioteca Civica di Pordenone in cartaceo (sigla utilizzata di<br />
segu<strong>it</strong>o: PdF), quotidiano udinese che inizia le sue pubblicazioni l’8 ottobre 1877<br />
come espressione locale della Sinistra storica, fondato e diretto da Camillo<br />
Giussani e poi, dagli inizi del ‘900 di Domenico Del Bianco, mantenendosi sempre<br />
nell’area moderata. 155<br />
• Il Popolo, organo dei popolari della Destra Tagliamento, inizia le pubblicazioni nel<br />
gennaio 1922. Era stato preceduto da un periodico con lo stesso t<strong>it</strong>olo (ed il<br />
sottot<strong>it</strong>olo settimanale per gl’interessi morali ed economici delle nostre popolazioni)<br />
nel 1913, per la campagna elettorale di Marco Ciriani nel collegio di Spilimbergo, e<br />
da La Concordia, che aveva cessato le pubblicazioni nel 1917 con l’occupazione<br />
austro-tedesca. Con le leggi eccezionali del fascismo, il giornale passa alla Diocesi<br />
di Concordia. Diretto da G.B. Biavaschi, avvocato e deputato popolare al<br />
Parlamento, ex direttore dell’Ufficio Provinciale del Lavoro. Edizione a stampa di cui<br />
manca la prima pagina del n. 1 presso la redazione dello stesso settimanale, in<br />
Curia vescovile a Pordenone.<br />
• Il Friuli, quotidiano dei popolari friulani. Esce ad Udine dal 1919 al 1925 Edizione<br />
microfilmata presso la Biblioteca Civica “V. Joppi” di Udine.<br />
• Il Lavoro, Organo settimanale della Democrazia Friulana. Anche questo è un<br />
periodico di carattere essenzialmente elettorale, in questo caso rivolto alle<br />
amministrative dell’autunno 1920. E’ realizzato dal Part<strong>it</strong>o del Lavoro, sorto nel<br />
149 Su Il Lavoratore in questo periodo, cfr inoltre: RANCHI, Sergio, ROSSI, Marina, COLLI, Mario, Il Lavoratore.<br />
Ricerche e testimonianze su novant’anni di storia di un giornale, Trieste, Dedolibri, 1986, pagg. 35-55.<br />
150 Il Lavoratore Socialista di venerdì 29 luglio 1921.<br />
151 Il Lavoratore Socialista di domenica 19 marzo 1922, pag. 4, Dov’è in vend<strong>it</strong>a il nostro giornale.<br />
152 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 88: Nel 1910 Il Tagliamento, settimanale finanziato dagli<br />
industriali tessili (...); pag. 89, riferendosi alle elezioni amministrative del 1911: (...) e la rappresentanza del<br />
part<strong>it</strong>o socialista aumentò in suffragi ed eletti; con malcelato disappunto del settimanale Il Tagliamento<br />
che ormai godeva anche dei finanziamenti degli industriali tessili.<br />
Cfr. inoltre: LF, n. 25 del 13 maggio 1905, Impressioni... borghesi: Questo foglio di carta, sussidiato, come<br />
si sa, dagli industriali, è, anche per la circostanza, divenuto il ricettacolo di tutte le immondezze con le<br />
quali certi malviventi della pol<strong>it</strong>ica pare vogliano, anche per miserrimo livore personale, inzaccherare le<br />
figure socialiste.<br />
153 TESSITORI, Tiziano, Albori di v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica in Friuli (1866-1867), Udine, Arti Grafiche Friulane, 1956, pag.<br />
13.<br />
154 TESSITORI, Tiziano, Albori di v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica in Friuli, c<strong>it</strong>., 1956.<br />
155 RINALDI, Carlo, Il giornalismo pol<strong>it</strong>ico friulano dall’un<strong>it</strong>à d’Italia alla resistenza, Udine, Com<strong>it</strong>ato per la<br />
preparazione e realizzazione ed<strong>it</strong>oriale e stampa della storia del giornalismo friulano dall’un<strong>it</strong>à d’Italia al<br />
fascismo, 1986.
primo dopoguerra per aggregare lo schieramento della democrazia radicale<br />
friulana. Sedici numeri dal 4 ottobre 1920 all’8 febbraio 1921. A fianco del t<strong>it</strong>olo<br />
vengono pubblicate delle manchettes con violenti slogan antisocialisti. Edizione a<br />
stampa presso la Biblioteca Comunale “V. Joppi” di Udine.<br />
• Il Popolo Friulano, settimanale, esce in Udine il sabato a partire dal luglio 1924.<br />
E’ diretto dall’on. Arturo Ravazzolo e da Giuseppe Castelletti. Singoli numeri e<br />
r<strong>it</strong>agli nell’archivio privato di Guido Rosso.<br />
• Il Giornale del Veneto, Quotidiano fascista, esce come nuova serie de L’Eco del<br />
Piave. Viene pubblicato a Treviso sotto la direzione dell’On. Giuseppe Olivi, e nel<br />
marzo 1926 è al quinto anno di edizioni. Singoli numeri e r<strong>it</strong>agli nell’archivio<br />
privato di Guido Rosso.<br />
• Vedetta Fascista, Quotidiano ufficiale del Fascismo Vicentino, ed<strong>it</strong>o a Vicenza,<br />
fondato e diretto da Alberto Garelli. Nel 1928 siamo al terzo anno di edizione.<br />
Singoli numeri e r<strong>it</strong>agli nell’archivio privato di Guido Rosso.<br />
• Il Regime Fascista, Fondatore: ROBERTO FARINACCI, ed<strong>it</strong>o a Cremona. Nel 1944 è<br />
al trentesimo anno di edizione (ha probabilmente rilevato una precedente testata).<br />
Singoli numeri e r<strong>it</strong>agli nell’archivio privato di Guido Rosso.<br />
• Libertà, quotidiano d’informazioni della provincia di Udine, quotidiano antifascista<br />
ed<strong>it</strong>o ad Udine, esce in tre edizioni diversificate nelle cronache locali, provenienti<br />
dal Friuli occidentale, da quello centro-meridionale e da quello settentrionale. Il<br />
quotidiano era usc<strong>it</strong>o per la prima il 2 maggio 1945, il giorno dopo la liberazione di<br />
Udine, ed<strong>it</strong>o dal Cln e diretto dal vecchio giornalista socialista Felice Feruglio;<br />
cesserà le pubblicazioni alla fine del 1946. 156 Singoli numeri e r<strong>it</strong>agli nell’archivio<br />
privato di Guido Rosso; edizione microfilmata presso la Biblioteca Comunale “V.<br />
Joppi” di Udine.<br />
• L’Arno 2000, settimanale di pol<strong>it</strong>ica e cultura, ed<strong>it</strong>o a Firenze. Singoli numeri e<br />
r<strong>it</strong>agli nell’archivio privato di Guido Rosso.<br />
LIBRI, OPUSCOLI ED ARTICOLI DI DIRIGENTI SOCIALISTI<br />
La Biblioteca Comunale “V. Joppi” di Udine, grazie probabilmente alla direzione<br />
di Felice Momigliano nei primi anni del Ventesimo Secolo, è dotata di una notevole<br />
disponibil<strong>it</strong>à di testi prodotti da esponenti del Psi nazionale dell’epoca. Opuscoli, ma<br />
anche testi pol<strong>it</strong>ici e letterari, come pure un manuale di grande spessore (non solo<br />
materiale) come quello sulle municipalizzazioni di Giovanni Montemartini. A questi si<br />
aggiungono pubblicazioni di varia provenienza sulla s<strong>it</strong>uazione migratoria del Friuli e<br />
sulle condizioni della provincia nel primo dopoguerra. Per alcuni autori anche di<br />
interesse più locale è conservata l’antica schedatura dei loro articoli sui quotidiani o<br />
periodici locali, per esempio nel caso del sacilese Enrico Fornasotto. Una parte minore di<br />
materiale è stato possibile reperire presso la Biblioteca Civica di Trieste.<br />
Di una serie di altri testi sull’azione del Psi, in particolare nelle pubbliche<br />
amministrazioni, è stata possibile la consultazione grazie al prest<strong>it</strong>o interbibliotecario,<br />
attraverso la cortese e disponibile collaborazione del personale della Biblioteca Civica di<br />
Pordenone che ha provveduto pazientemente a procurarlo nelle più disperse biblioteche<br />
della Penisola.<br />
2.2.3 - Cr<strong>it</strong>eri utilizzati nella trascrizione delle<br />
fonti.<br />
I passi tratti dalle fonti, o le c<strong>it</strong>azioni integrali da testi riportati nella bibliografia,<br />
sono riprodotti in grassetto. I passi evidenziati in corsivo negli originali sono riprodotti -<br />
per mantenere il fine di evidenziarli - in grassetto corsivo. Viene normalmente utilizzato il<br />
corsivo per le denominazioni degli organi di informazione od i t<strong>it</strong>oli di libri, poesie,<br />
canzoni o musiche, nonché per i termini di origine diversa dalla lingua <strong>it</strong>aliana, con<br />
l’esclusione di quelli ormai ab<strong>it</strong>udinalmente inser<strong>it</strong>i nella pratica del nostro linguaggio.<br />
I testi originali sono stati trascr<strong>it</strong>ti esattamente come li ho trovati, senza<br />
apportarvi correzioni, conservandone gli usi linguistici tipici dell’epoca e le eventuali<br />
comuni improprietà di linguaggio ed usi erronei o datati nell’ortografia: particolarmente<br />
156 RINALDI, Carlo, Il giornalismo pol<strong>it</strong>ico, c<strong>it</strong>., pagg. 453-454, nota di Giorgio Zardi su Resistenza e stampa in<br />
Friuli.<br />
57
l’uso della virgola fra soggetto e predicato della frase, oppure il mancato raddoppio della<br />
consonante nelle parole composte (anche se molte sono state raddoppiate dalla<br />
correzione automatica dei computers portatili utilizzati). Una eccezione è quella relativa<br />
all’uso improprio di accenti fonici gravi ed acuti, in certi periodi reso inoltre non<br />
distinguibile dall’uso di caratteri tipografici dotati di un accento perfettamente verticale.<br />
In linea di massima ho riscontrato negli originali un uso quasi esclusivo dell’accento<br />
grave. Un’altra eccezione è la trascrizione di alcune local<strong>it</strong>à, che vengono rese in termini<br />
differenti a seconda delle epoche: ad esempio all’inizio del Novecento due frazioni<br />
cotoniere di Pordenone vengono trascr<strong>it</strong>te come Roraigrande e Borgo Meduna, mentre un<br />
secolo dopo, ai nostri giorni, succede esattamente il contrario, con l’acquisizione della<br />
grafia di Rorai Grande e di Borgomeduna: ho scelto di mantenere la prima versione solo<br />
nel riportare i testi originali.<br />
Mi sono lim<strong>it</strong>ato a correggere quelli che ho r<strong>it</strong>enuto refusi tipografici, la cui<br />
conservazione avrebbe solo testimoniato della maggiore o minore attenzione, ma anche<br />
credo della frettolos<strong>it</strong>à e dei carichi di lavoro dei tipografi impegnati nella composizione.<br />
L’aumento dei refusi in occasioni come quelle dei resoconti elettorali evidenzia l’emergere<br />
già agli inizi del secolo di quella bramosia dello “stare sulla notizia” che ai nostri giorni<br />
porta al martellare di notizie inutili, ripetute od inesistenti pur di non rischiare di<br />
arrivare pochi istanti dopo i mezzi di comunicazione di massa concorrenti. Ho solo<br />
inser<strong>it</strong>o, sempre evidenziandole fra parentesi, rare integrazioni in parole monche, il cui<br />
significato sarebbe stato reso altrimenti incomprensibile. Lo stesso cr<strong>it</strong>erio ho utilizzato<br />
per le fonti archivistiche, per i refusi dei redattori, ma anche per le evidenti<br />
sgrammaticature degli amministratori, sindacalisti e cooperatori socialisti, dei quali<br />
emerge la grande volontà di esprimersi insieme con le difficoltà degli autodidatti: in<br />
questo caso le correzioni, sempre lim<strong>it</strong>ate al minimo indispensabile, vogliono essere<br />
anche un omaggio a persone capaci di grandi doti anal<strong>it</strong>iche ed operative, pur nel lim<strong>it</strong>e<br />
di una non pienissima padronanza della lingua.<br />
Ho fatto il massimo per trascrivere esattamente le parole tratte da testi che, per la<br />
consunzione degli originali o per la cattiva resa dei microfilm e delle fotocopie, sono oggi<br />
di difficile lettura. Ho anche cercato di individuare la collocazione geografica dei luoghi di<br />
emigrazione, dai quali giungevano corrispondenze o sottoscrizioni: ma in molti casi,<br />
credo soprattutto a causa dell’imprecisione originaria di testi scr<strong>it</strong>ti generalmente a<br />
mano, con grafie incerte ed utilizzando la mat<strong>it</strong>a copiativa al posto dell’inchiostro 157 , non<br />
è stato possibile individuarli correttamente; inoltre va tenuto conto che spesso i luoghi di<br />
emigrazione, per esempio dei fornaciai, erano local<strong>it</strong>à di minore importanza non<br />
rintracciabili su una carta geografica a grande scala. Debbo inoltre scusarmi per il fatto<br />
che il mio computer non contiene un programma con i caratteri di scr<strong>it</strong>tura necessari per<br />
rendere le particolar<strong>it</strong>à consonantiche delle lingue slave, cosa per la quale spesso lettere<br />
come “c” ed “s” sono trascr<strong>it</strong>te senza i dovuti accenti. Faccio infine ammenda fin d’ora<br />
per eventuali errori dovuti alla mia disattenzione in sede di controllo del testo.<br />
Un’ultima precisazione, di carattere esclusivamente filologico ma necessaria di<br />
una spiegazione per molte persone che potrebbero intenderla come un utilizzo ideologico<br />
o poco riguardoso di un termine che ricorre con frequenza nella prima parte del testo. Ho<br />
usato il termine “clericale”, al posto di quello di “cattolico”, non senza incertezze e<br />
ripensamenti, scegliendo comunque di utilizzare l’espressione che mi sembra la più<br />
corretta per indicare il movimento pol<strong>it</strong>ico cattolico prebellico ed utilizzata anche da un<br />
esponente pol<strong>it</strong>ico cattolico di prima grandezza come Tiziano Tess<strong>it</strong>ori nella sua opera<br />
dedicata alla Storia del movimento cattolico in Friuli. Credo infatti che, lungi dal diminuire<br />
l’importanza del movimento cattolico nella storia nazionale e locale vada ricordato - sulla<br />
base del lavoro di Arturo Carlo Jemolo - che cattolici erano anche quasi tutti i dirigenti<br />
dell’Italia liberale, ad iniziare da Cavour, pur essendo essi avversari del papato romano e<br />
di quei pol<strong>it</strong>ici ad essi rimasti fedeli. Per questo la dizione “clericali”, lungi dal voler<br />
essere un giudizio di valore, sta semplicemente a rappresentare quella parte dello<br />
schieramento pol<strong>it</strong>ico che rimane fedele alla Chiesa cattolica e ne segue le direttive,<br />
dapprima in una rigorosa astensione e poi nella lunga marcia di avvicinamento alle<br />
attiv<strong>it</strong>à del nuovo stato nazionale <strong>it</strong>aliano. In tal senso viene utilizzata qui un’espressione<br />
che nel linguaggio del Ventunesimo Secolo ha ormai acquis<strong>it</strong>o un forte significato<br />
polemico, ma che in questo contesto serve semplicemente a ricordare che non tutti i<br />
pol<strong>it</strong>ici cattolici si identificavano con la linea impressa dal Vaticano, ma anzi molti se ne<br />
157 Forni di Sotto - Ti preghiamo a voler scrivere a penna con inchiostro nero: la scr<strong>it</strong>tura a mat<strong>it</strong>a, sia<br />
pur copiativa, riesce spesso di difficile lettura. Cfr.: LF, n. 276 del 15 gennaio 1910, pag. 4, PICCOLA<br />
POSTA.<br />
58
distanziavano, sia quei clerico-liberali che maggiormente accentuavano la loro<br />
espressione di fede ed erano sensibili al recepimento di alcune richieste confessionali da<br />
parte dello Stato - di cui erano parte convinta - che quei liberali e democratico-radicali<br />
fedeli invece ad una rigorosa distinzione di funzioni fra Stato e Chiesa. Anche tra i<br />
socialisti, infine, nonostante la chiusura all’adesione di chiunque manifestasse una fede<br />
religiosa, possiamo intuire la presenza di persone che privatamente professano la propria<br />
fede cattolica, come si potrà rilevare nel caso del più importante esponente del<br />
socialismo pordenonese, Giuseppe Ellero.<br />
Non potrei infine concludere questo resoconto del programma di lavoro realizzato,<br />
senza aver rivolto un profondo ringraziamento alla mia compagna Cristina Zidarich, per<br />
la partecipazione e la solidarietà con cui lo ha segu<strong>it</strong>o in questi anni, contribuendovi con<br />
le sue puntuali osservazioni e con il paziente lavoro di correzione dei testi.<br />
59
60<br />
Cap<strong>it</strong>olo 3.<br />
Il Friuli di fine Ottocento.<br />
3.1 - Il terr<strong>it</strong>orio friulano: una piccola patria<br />
senza confini.<br />
Il miraggio dell’isolamento.<br />
Percorrendo la pianura friulana, in una ventosa mattina d’inverno, si ha una<br />
strana sensazione, quasi di trovarsi all’interno di un piccolo mondo chiuso e<br />
autosufficiente. Il teatro formato dalle Alpi e Prealpi Carniche e Giulie chiude l’orizzonte<br />
a settentrione senza soluzione di continu<strong>it</strong>à. Alle spalle il mare.<br />
Forse questo sguardo ha cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o l’origine di un’illusione, cullata di generazione<br />
in generazione, ed alimentata nella ideologia conservatrice del Friuli come comun<strong>it</strong>à<br />
primordiale, continuamente messa alla prova da interventi esterni che hanno tentato<br />
invano di modificarne gli equilibri immutabili. 158 Di bessôi, da soli, i friulani sarebbero<br />
usc<strong>it</strong>i indenni da tutte le tempeste della storia, ed anche della geografia. L’ultima volta<br />
accadde dopo il terremoto del 1976, quando qualche giornalista venuto da fuori si<br />
azzardò a profetizzare il passaggio “dalle tende al deserto”, mentre ne scaturì invece un<br />
intervento modello rispetto alle altre esperienze nazionali, precedenti e successive. Ma se<br />
il volano della ricostruzione e dello sviluppo era stata certamente l’azione delle ist<strong>it</strong>uzioni<br />
di governo locale, tutto ciò sarebbe stato impossibile senza il sostanzioso intervento<br />
economico nazionale. 159<br />
In realtà quello sguardo invernale è un miraggio, tanto fuggevole quanto<br />
ingannatore. A ben pensarci, già l’origine fisica ne disvela l’inganno. Non è friulano,<br />
quell’impersonale tecnico di scena che periodicamente solleva il sipario di sottili polveri e<br />
vapori. Non è neanche originario di quella Trieste che i casi imprevedibili della storia<br />
hanno regalato al Friuli come inev<strong>it</strong>abile e poco amato capoluogo di regione.<br />
La bora, quel soffio di vento tanto breve quanto violento, è l’avvertimento che il<br />
subcontinente balcanico, il sud-est dell’Europa, regala periodicamente ad un mondo<br />
marino e med<strong>it</strong>erraneo troppo spesso dimentico ed incline ad occultare una realtà tanto<br />
vicina quanto rimossa.<br />
Se torniamo a poggiare più attentamente il nostro sguardo, potremo vedere i<br />
particolari che ci aiuteranno a disvelare l’inganno.<br />
Davanti a noi l’asta del Tagliamento divide idealmente l’orizzonte in due metà<br />
asimmetriche. Ad occidente l’arco delle Prealpi Carniche, dominato dal massiccio del<br />
Cavallo, termina con l’estrema propaggine del Cansiglio: la terra dei Cimbri sopravvissuti<br />
ai soldati di Mario, l’antico bosco da remi della Serenissima. In realtà non si tratta di un<br />
termine, ma della vicina ed imponente sottolineatura posta alla fuga più lontana delle<br />
Prealpi Bellunesi, fino all’orizzonte brumoso in cui alla sera, dopo il Grappa ed i Lessini,<br />
il sole s’immerge nelle acque del Garda.<br />
Quella che appariva superficialmente la cerniera occidentale del piccolo mondo è<br />
in realtà una prua, infilata nel mare della pianura veneta, estrema propaggine della<br />
grande pianura alluvionale creata fra Alpi ed Appennini dal Po e dai suoi affluenti. E la<br />
piana del Friuli altro non è che la sua più orientale prosecuzione, con le stesse<br />
caratteristiche di formazione, ed alcune particolar<strong>it</strong>à che ne narrano la difficoltà - per il<br />
genere umano - a portare avanti per generazioni una esistenza più stentata che altrove.<br />
158 Il “culto della friulan<strong>it</strong>à” fu dapprima defin<strong>it</strong>o, proprio nel primo dopoguerra, dalla Società Filologica<br />
Friulana sorta nel 1919, con l’obiettivo di conservare il patrimonio culturale locale in un momento di profonde<br />
trasformazioni pol<strong>it</strong>iche e sociali. Su tale impostazione non ebbe difficoltà ad inserirsi il fascismo, con<br />
un’attiv<strong>it</strong>à di valorizzazione delle tradizioni locali in funzione di organizzazione del consenso e di mantenimento<br />
della stabil<strong>it</strong>à sociale. E’ proprio dai dirigenti della Filologica di quegli anni - come lo storico, giurista e senatore<br />
fascista Pier Silverio Leicht che la presiedette dal 1925 - che viene l’affermazione della funzione nazionale ed<br />
antislava della conservazione delle tradizioni, aggregate attorno alla figura del friulano lavoratore e soldato,<br />
baluardo dei rapporti sociali tradizionali all’interno e della compagine nazionale di origine latina di fronte al<br />
mondo slavo. Confronta: LEONARDUZZI, Andrea, c<strong>it</strong>., pagg. 43-46.<br />
159 Per le caratteristiche dell’intervento di ricostruzione, che è arrivato a risultati paradossali, sia in termini di<br />
sovracostruzione di insediamenti produttivi che di patrimonio ab<strong>it</strong>ativo, cfr.: FABBRO, Sandro (a cura di),<br />
1976-1986 La ricostruzione del Friuli, Udine, IRES, 1986. Per una valutazione sulla realtà del Friuli<br />
terremotato, cfr. GEIPEL, Robert, Friuli. Aspetti sociogeografici di una catastrofe sismica, Milano, Angeli, 1979.
Ad oriente la riviera delle Prealpi Giulie è immediatamente dominata dalla<br />
retrostante catena alpina, con il Canin a torreggiare. Man mano che il nostro sguardo<br />
volge a sud, la linea dell’orizzonte si abbassa, fino a poggiarsi sulle lievi ondulazioni<br />
dell’altipiano carsico e su quelle ancor minori dell’Istria.<br />
Anche ad oriente la sensazione superficiale è di un confine chiuso, rafforzata dal<br />
precip<strong>it</strong>are dei monti nel mare. Ma proprio dietro le vette più alte si nascondono comodi<br />
passi alpini. Poco più a nord di Venzone il Tagliamento abbandona l’ultima sede (la più<br />
orientale) che ha deciso di occupare nella sua lunga storia (molto più lunga di quella<br />
degli uomini) per dirigersi improvvisamente a sud. 160<br />
Ad est, il torrente Fella segna quello che la storia dei commerci umani ha<br />
chiamato il Canal del Ferro: la soglia attraverso cui accedere all’Europa centrale, per chi<br />
venga dal Med<strong>it</strong>erraneo ed attraverso il lungo Adriatico approdi nei porti collocati a<br />
ridosso delle lagune venete. Lagune che, da Caorle a Marano a Grado, sono state dalla<br />
fine del dominio romano il terreno permeabile fra la campagna friulana ed il mondo<br />
med<strong>it</strong>erraneo, con quei pochi chilometri di acque basse stagnanti che fino all’inizio del<br />
Quindicesimo Secolo segnavano il confine fra il Friuli ed il mondo bizantino e poi veneto.<br />
Ma per la stessa soglia, quella di Saifn<strong>it</strong>z o di Camporosso, si può scendere non<br />
solo dal nord al sud, ma anche dall’est ad ovest. Questo facile spartiacque divide il<br />
bacino orografico del Tagliamento, le cui acque confluiscono nell’Adriatico, da quello del<br />
Danubio, che qui giunge grazie alle sue lunghe propaggini della Drava e della Sava.<br />
Ed il punto di confine, pur in quella stretta valle, può essere quanto mai sottile,<br />
come lo era quello sul torrente Pontebbana che segnava i pochi metri tra la Pontebba<br />
<strong>it</strong>aliana e la Ponthafel (Ponte a Fella) tedesca. Non a caso i patriarchi di Aquileia avevano<br />
costru<strong>it</strong>o una strategica fortezza a Chiusaforte (la Scluse, un nome che non ha bisogno<br />
di spiegazione 161 ), poco più a valle, e lì avevano potuto dimostrare il loro valore le cernide<br />
contadine friulane ai tempi della guerra di Cambrai. 162<br />
Poco più a sud di Saifn<strong>it</strong>z/Camporosso, il passo di Raibl/Predil conduce alla<br />
lunga valle dell’Isonzo, che divide le Giulie (Alpi da Prealpi) e si affaccia nella pianura<br />
friulana a Gorizia, segnando un altro luogo secolare di percorsi e di traffici. E proprio a<br />
Gorizia l’Isonzo (Soca per gli sloveni) riceve sulla sua sinistra, dall’oriente, il<br />
Vipava/Vipacco, il quale nasce ai piedi della facile sella sotto il monte Nanos/Re. Se nel<br />
Quattrocento i Turchi potevano aggirare con facil<strong>it</strong>à la “muraglia” costru<strong>it</strong>a dai veneziani<br />
sull’Isonzo, nei secoli successivi la ciclopica fortezza di Palmanova rimase a guardare<br />
l’attiguo fragile confine con il Friuli imperiale con la stessa util<strong>it</strong>à di una cattedrale nel<br />
deserto.<br />
E poi, più giù, il Carso, l’Istria protesa nell’Adriatico, le insenature del Quarnero...<br />
Non c’è da stupirsi che dalla notte dei tempi questa sia stata una zona piuttosto<br />
160 MARINELLI, Giovanni (a cura di), Guida della Carnia (bacino superiore del Tagliamento), Udine, Società<br />
Alpina Friulana, 1898 (ristampa Modena, L<strong>it</strong>ografia Dini, 1981), pag. 54.<br />
161 Ma una spiegazione è stata necessaria per un docente della Scuola di Paleografia e Diplomatica dell’Archivio<br />
di Stato di Venezia, che ho avuto la ventura di frequentare alcuni anni fa. Per il docente, un luogo indicato in<br />
un documento (credo a memoria proveniente dall’Abbazia di Moggio) come Clugia sarebbe stato un toponimo di<br />
incerte origini. Parimenti sarebbero stati di origini altrettanto incerte termini emergenti in altri documenti di<br />
ambiente friulano, magari nella grafia con cui sono usati ancor oggi, come ad esempio beàrz (terreno erboso e<br />
chiuso attiguo alla casa). Per suffragare la mia risent<strong>it</strong>a identificazione della local<strong>it</strong>à ho dovuto successivamente<br />
relazionare, basandomi sul Dizionario del Pirona e sul Dizionario Toponomastico del Friuli-Venezia Giulia del<br />
Frau, con il triste risultato di sentirmi dire che presso quell’Archivio di Stato non avevano un dizionario friulano<br />
a disposizione. Magra consolazione è stato il sapere che stessa sorte era riservata alla documentazione<br />
proveniente da area croata, serba, montenegrina ed albanese: come è triste il destino di carte conservate e<br />
“studiate” da chi pensa che il latino ed il paleogreco esauriscano le molteplici favelle della nostra torre di<br />
Babele! Unico punto a favore dell’Archivio: l’assunzione illis temporibus di una ricercatrice con conoscenza della<br />
lingua turca, per studiare almeno la documentazione proveniente da Costantinopoli. Chissà se nel frattempo<br />
qualcosa si è mosso per permettere una dign<strong>it</strong>osa interpretazione della documentazione proveniente dal nostro<br />
terr<strong>it</strong>orio?<br />
162 In realtà i contadini friulani, come sicuramente i loro confratelli di ogni altra parte, non avevano nessuna<br />
intenzione di dimostrare il loro valore, troppo occupati com’erano a trascinare una dura esistenza sui solchi<br />
della loro avara terra. Ed inoltre non erano né addestrati, né adeguatamente armati, ed il loro destino era<br />
segnato di fronte ai più agguerr<strong>it</strong>i invasori stranieri. Di fronte a disastri compiuti dagli eserc<strong>it</strong>i stranieri che<br />
spesso facevano terra bruciata come i Turchi alla fine del Quindicesimo Secolo, le truppe regolari badavano a<br />
salvare se stesse, e lasciavano i miliziani e le popolazioni alla mercé degli invasori, salvo gravare pesantemente<br />
sui contadini con i loro acquartieramenti e con le imposizioni e corvées per la costruzione delle opere difensive,<br />
come nel caso delle gigantesche opere per costruire la fortezza di Palmanova alla fine del Sedicesimo Secolo. Ma<br />
la Repubblica di Venezia era riusc<strong>it</strong>a evidentemente a dimostrare la sua differenza con i feudatari di<br />
terraferma, se più episodi testimoniano di una capac<strong>it</strong>à di resistenza e di una fede che ben difficilmente, a<br />
quell’epoca, potrebbero essere attribu<strong>it</strong>i a “spir<strong>it</strong>o nazionale”. Cfr.: LANE, Frederic C., Storia di Venezia, Torino,<br />
Einaudi, 1978, pag. 287; MANIACCO, T<strong>it</strong>o, Storia del Friuli, Roma, Newton Compton, 1985, pagg. 93-99;<br />
GARGIULO, Roberto, c<strong>it</strong>., pagg. 123-124.<br />
61
frequentata, e non servivano certo le opere fortificate per impedire il passaggio ad<br />
alcuno.<br />
62<br />
Un’ident<strong>it</strong>à stratificata.<br />
Gli stessi longobardi, sfiancati dalle invasioni degli Ávari, e desiderosi<br />
probabilmente di consolidare il modus vivendi con i loro turbolenti alleati slavi,<br />
concessero a questi ultimi di insediarsi nelle vallate delle Alpi Giulie. Un insediamento<br />
giunto dall’alto medioevo ai nostri giorni in termini pressoché immutati, e che connota<br />
tutti i lembi orientali del Friuli, scendendo da nord verso sud, dalla windica Val Canale<br />
conquistata nel 1918 alla Val Raccolana, dalla Val di Resia alle Valli del Torre e del<br />
Natisone, a quelle dell’Isonzo, del Vipacco, al Carso ed alla c<strong>it</strong>tà di Trieste.<br />
Ancora agli albori del nostro secolo parlavano in gran parte sloveno le c<strong>it</strong>tà ai<br />
piedi dalla Riviera Giulia, da Gemona a Tarcento a Cividale, secondo una testimonianza<br />
non sospetta come quella della Guida delle Giulie curata da Olinto Marinelli per la<br />
Società Alpina Friulana. Poi l’assimilazione culturale, l’emigrazione, lo spopolamento<br />
delle zone montane e l’inurbamento hanno mutato questa s<strong>it</strong>uazione, rendendo le<br />
c<strong>it</strong>tadine pedemontane friulanofone e relegando la presenza slovena alle comun<strong>it</strong>à di<br />
montagna. Un fenomeno tipico non solamente degli sloveni, ma comune a tutte le società<br />
tradizionali di fronte alla modernizzazione.<br />
Altre comun<strong>it</strong>à slovene avevano perso da secoli la loro ident<strong>it</strong>à, per la loro<br />
strutturazione ad énclaves nel terr<strong>it</strong>orio di lingua ladina. Queste comun<strong>it</strong>à erano state<br />
chiamate dai Patriarchi di Aquileia ad insediarsi in quell’area che, a partire dal Decimo<br />
Secolo, venne defin<strong>it</strong>a Vastata Hungarorum per la totale distruzione portata dalle<br />
invasioni ungare nel Friuli centrale. La loro presenza rimane però testimoniata da<br />
numerosi toponimi di evidente origine slava, dal Palmarino al Codroipese e su fino allo<br />
Spilimberghese, non senza eccezioni che raggiungono Cordenons e Sacile. Solo il<br />
settarismo di un pol<strong>it</strong>ico tanto ottusamente anticomunista quanto ignorante poteva<br />
arrivare alla fine del Ventesimo Secolo per vedere nel riconoscimento di questo fenomeno<br />
storico un elemento di propaganda “slavocomunista”. 163<br />
Diversa permanenza hanno avuto invece alcune comun<strong>it</strong>à tedescofone grazie al<br />
loro insediamento in isolate aree montane. Così sono giunte al nostro secolo, con le<br />
parlate che trovano la loro codificazione fra l’età antica ed il medioevo, i Cimbri giunti<br />
due secoli fa nel bosco del Cansiglio e le comun<strong>it</strong>à tedesche di Sappada/Plodn, ai confini<br />
del terr<strong>it</strong>orio friulano ma amministrativamente in Veneto, di Sauris/Zahre e di Timau in<br />
Carnia. 164 Nel Tarvisiano invece la comun<strong>it</strong>à tedesca è stata assoggettata in gran parte<br />
alla “pulizia etnica” <strong>it</strong>aliana dopo la prima guerra mondiale. 165<br />
Anche nel caso delle popolazioni germaniche, quelle giunte alla nostra epoca sono<br />
solo una parte di quelle che si sono precedentemente insediate nel terr<strong>it</strong>orio friulano,<br />
attraverso le grandi migrazioni alla fine dell’Impero romano. La toponomastica ci<br />
soccorre fornendoci denominazioni che testimoniano dell’insediamento dei Goti e<br />
successivamente dei Longobardi. Più tardi, il dominio tedesco del Patriarcato di Aquileia,<br />
fino al Tredicesimo Secolo, ha portato all’insediamento di famiglie feudali attorno ai cui<br />
castelli si sono sviluppati centri che ancor oggi rivelano la loro origine.<br />
Ma prima ancora, i Celti ed i Romani avevano impresso la loro orma sul terr<strong>it</strong>orio<br />
(basti pensare alla centuriazione delle aree agricole da parte dei coloni romani) e prima di<br />
essi altri popoli vi avevano ab<strong>it</strong>ato.<br />
Come in ogni altra realtà, il popolamento umano non è un fatto originario ed<br />
omogeneo, ma tiene conto delle migrazioni dei popoli, della loro economia e del suo<br />
rapporto con il terr<strong>it</strong>orio di insediamento, dei rapporti di dominio che si instaurano e di<br />
una disposizione urbanistica che deriva da tutti questi fattori e vi si connette.<br />
163 Gli Ungari, uno di quei fenomeni di grandi migrazioni e conquiste che affliggono la fine dell’era carolingia,<br />
avevano prodotto con le loro rapide incursioni la desertificazione di intere aree agricole poco difese ai confini<br />
orientali dell’impero, in Germania ed in Italia: cfr. BARRACLOUGH, Geoffrey, Il crogiolo dell’Europa. Da Carlo<br />
Magno all’anno Mille, Bari, Laterza, 1978, pagg. 83-86. FÉO di BEÀN (Alfeo Mizzau), Note semiserie, Beano<br />
slovena?, in La Panarie, rivista friulana, Udine, nn. 33-34, dicembre 1967, pag. 38. Per le notizie sulla<br />
toponomastica, oltre al FRAU, Giovanni, Dizionario toponomastico del Friuli-Venezia Giulia, Udine, Ist<strong>it</strong>uto per<br />
l’Enciclopedia del Friuli-Venezia Giulia, 1978, cfr. le notizie contenute nei principali testi di storia del Friuli.<br />
164 SPADA, Guido e TONIELLO, Vladimiro, Il Cansiglio, Bologna, Tamari, 1988, pagg. 120-130. MARINELLI,<br />
Giovanni (a cura di), Guida della Carnia, c<strong>it</strong>., pagg. 121-126.<br />
165 PENNAZZATO Alessandro, Kanaltal-Valcanale: dall’amministrazione austriaca a quella <strong>it</strong>aliana (novembre<br />
1918-ottobre 1922), in Qualestoria, anno XXV, n. 2, Trieste, Ist<strong>it</strong>uto Regionale per la Storia del Movimento di<br />
Liberazione, Dicembre 1997, pagg. 3-59.
Il crogiolo di popoli che millenni di storia ha creato è costantemente in movimento<br />
e vano è il tentativo di rinchiuderlo in angusti confini. La polemica autonomistica talvolta<br />
rivolta contro le borghesie c<strong>it</strong>tadine che, innanz<strong>it</strong>utto ad Udine e Pordenone, avrebbero<br />
espresso il loro dominio anche nazionale scegliendo come lingua franca prima il veneto e<br />
poi l’<strong>it</strong>aliano, è vana di fronte alle modal<strong>it</strong>à di una globalizzazione che macina ogni<br />
differenza per omogeneizzarla nei circu<strong>it</strong>i del mercato.<br />
L’unica risposta credibile, capace di unire le insopprimibili divers<strong>it</strong>à dei caratteri<br />
individuali con una prospettiva universale, è stata scr<strong>it</strong>ta più di un secolo e mezzo fa, e<br />
non a caso stava anche nella testata del settimanale socialista friulano ad esprimere la<br />
fede internazionalista anche qui, ai bordi della faglia che divide e unisce stati e civiltà:<br />
Proletari di tutti i paesi, un<strong>it</strong>evi! 166<br />
3.2 - Una terra amara.<br />
Il Veneto, e con esso il Friuli, entrarono a far parte del Regno d’Italia con la terza<br />
guerra d’indipendenza, nel luglio 1866. Da quell’anno fino al 1923 la provincia di Udine<br />
comprendeva i terr<strong>it</strong>ori delle attuali provincie di Udine e di Pordenone, con l’esclusione<br />
delle parti orientali allora appartenenti all’Impero austro-ungarico: l’attuale lembo nordorientale<br />
(oltre il torrente Pontebbana, allora nella Carinzia austriaca) e quello<br />
sudorientale (il terr<strong>it</strong>orio del Friuli imperiale attorno alla c<strong>it</strong>tadina di Cervignano). 167<br />
Il terr<strong>it</strong>orio della Contea Principesca di Gorizia e Gradisca (con 2918 kmq. e<br />
260.749 ab<strong>it</strong>anti cens<strong>it</strong>i il 31 dicembre 1910, per il 59% sloveni, per il 34% <strong>it</strong>aliani<br />
collocati prevalentemente nella sua parte occidentale) era rimasto tutto nell’Impero<br />
asburgico. 168<br />
Fino alla prima guerra mondiale il termine Friuli non stava ad indicare una<br />
regione, ma solo una provincia, per quanto monca di alcune aree friulanofone: oltre a<br />
quella del Friuli imperiale, quella sudoccidentale del Portogruarese, inser<strong>it</strong>a nella<br />
provincia di Venezia nel 1818. 169 All’epoca il termine regione non aveva lo stesso<br />
significato odierno, ma indicava solo una realtà storico-culturale, portato della s<strong>it</strong>uazione<br />
dell’Italia preun<strong>it</strong>aria. A differenza della provincia, ente con una sua precisa realtà<br />
ist<strong>it</strong>uzionale, la regione avrà riconoscimento solo con la Cost<strong>it</strong>uzione della Repubblica<br />
<strong>it</strong>aliana, nel secondo dopoguerra. 170<br />
Il terr<strong>it</strong>orio della Provincia di Udine si presenta in forma atomizzata, con una<br />
prevalenza dei centri piccoli e medi, ed un numero lim<strong>it</strong>ato di c<strong>it</strong>tadine soprattutto con<br />
funzione di tipo commerciale e di servizio. L’attiv<strong>it</strong>à principale (in coerenza con la<br />
s<strong>it</strong>uazione nazionale del tempo) è quella dell’agricoltura, con forti sacche di arretratezza e<br />
di emigrazione storica, soprattutto nell’area montana.<br />
L’unione all’Italia viene vissuta in Friuli senza quelle manifestazioni calorose<br />
d’entusiasmo che erano state tributate altrove dalle genti venete. Secondo lo Stella<br />
l’atteggiamento prevalente fu di apatia ed incertezza, sia per i timori di una<br />
controffensiva austriaca con le truppe liberatesi in segu<strong>it</strong>o all’armistizio fra l’Impero<br />
166 MARX, Karl ed ENGELS, Friedrich, Manifesto del part<strong>it</strong>o comunista, Roma, Liberazione, 1998, pag. 48.<br />
167 Nel 1923 fu ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a la Provincia del Friuli, che annetteva al terr<strong>it</strong>orio precedentemente facente capo ad<br />
Udine gran parte della provincia di Gorizia. L’obiettivo di questa operazione era quello di diluire in una così<br />
vasta provincia la popolazione slovena che prevaleva nel terr<strong>it</strong>orio goriziano. Ciò produsse le perpless<strong>it</strong>à del<br />
socialista Ernesto Piemonte già nel 1921 in un dibatt<strong>it</strong>o al Consiglio Provinciale, quando la proposta di<br />
allargamento del terr<strong>it</strong>orio fu formulata dal presidente popolare Agostino Candolini. La Provincia del Friuli fu<br />
nuovamente divisa nel 1927, lasciando in quell’occasione ad Udine i mandamenti di Tarvisio e Cervignano. Cfr.<br />
COLA, Gaetano, Cento anni di opere pubbliche in Friuli, Udine, Del Bianco, 1967, pag. 82 e cartina allegata.<br />
168 La Contea, il cui terr<strong>it</strong>orio iniziava sub<strong>it</strong>o a sud-est di Palmanova, era divisa amministrativamente in cinque<br />
distretti pol<strong>it</strong>ici più un comune autonomo, Gorizia. I distretti erano quelli della “zona di Gorizia”, di Gradisca, di<br />
Monfalcone, di Tolmino e di Sesana. Il distretto di Gorizia comprendeva i mandamenti o distretti giudiziali di<br />
Gorizia, Aidussina e Canale; quello di Gradisca i mandamenti di Gradisca e Cormons, quello di Monfalcone i<br />
mandamenti di Monfalcone e Cervignano; quello di Tolmino i mandamenti di Tolmino, Caporetto, Plezzo e<br />
Circhina; quello di Sesana i mandamenti di Sesana e Comeno. Cfr.: JACUMIN, Renato, Le lotte contadine nel<br />
Friuli orientale, 1891/1923, Udine, Doretti, 1974, pag. 23; MEDEOT, Camillo, I cattolici del Friuli orientale nel<br />
primo dopoguerra, Gorizia, Quaderno di “Iniziativa isontina”, 1972, pagg. 16-17.<br />
169 MORASSI, Luciana, Il Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 7.<br />
170 L’articolo 131 della Cost<strong>it</strong>uzione prevedeva l’ist<strong>it</strong>uzione di 19 regioni, portate successivamente a 20 con la<br />
Legge Cost<strong>it</strong>uzionale 27 dicembre 1963, n. 3, che sdoppiò la regione Abruzzo e Molise. Cinque regioni, secondo<br />
l’art. 116 Cost., sono a statuto speciale, adottato con legge cost<strong>it</strong>uzionale, e fra queste è annoverata la Regione<br />
Autonoma Friuli-Venezia Giulia, il cui statuto è stato emanato con Legge Cost<strong>it</strong>uzionale 31 gennaio 1963, n. 1.<br />
L’attuazione delle quindici regioni a statuto ordinario e di quella autonoma del Friuli-Venezia Giulia fu<br />
r<strong>it</strong>ardata, rispettivamente, fino al 1970 ed al 1964, a causa delle fortissime resistenze centralistiche dello stato<br />
<strong>it</strong>aliano. Confronta: BARILE, Paolo, Ist<strong>it</strong>uzioni di dir<strong>it</strong>to pubblico, Padova, Cedam, 1975, pagg. 98-101 e 390 e<br />
segg.<br />
63
asburgico e la Prussia, sia per lo stretto legame fra l’aristocrazia locale e la nobiltà<br />
imperiale. Nelle campagne non si manifestava dovunque nemmeno simpatia all’eserc<strong>it</strong>o<br />
liberatore, anzi trasparivano talvolta sintomi quasi di ostil<strong>it</strong>à. Le masse contadine<br />
rimanevano estranee e nel basso Friuli si segnalavano molestie nei confronti delle truppe<br />
<strong>it</strong>aliane, mentre gli ex gendarmi austriaci potevano circolare indisturbati: anche se vale<br />
la pena notare che gli episodi ricordati dallo Stella hanno luogo in local<strong>it</strong>à (Strassoldo,<br />
Cervignano, Joannis ed Aiello) che con il trattato di pace dell’ottobre successivo<br />
rimarranno nel terr<strong>it</strong>orio imperiale. Coerente con l’atteggiamento della nobiltà e delle<br />
masse contadine fu quello del clero, schierato a lungo su posizioni di estrane<strong>it</strong>à od<br />
opposizione al nuovo regime, con poche eccezioni. 171<br />
Solo una minoranza di borghesi ed aristocratici aveva partecipato alla<br />
cospirazione risorgimentale. Fra questi il commissario regio Quintino Sella reclutò i<br />
deputati della Congregazione Provinciale, con l’esclusione dei repubblicani del Part<strong>it</strong>o<br />
d’Azione, fra i quali si contavano emigrati pol<strong>it</strong>ici r<strong>it</strong>ornati nella regione nelle file<br />
dell’eserc<strong>it</strong>o <strong>it</strong>aliano. Insieme alla cost<strong>it</strong>uzione delle Società Operaie altre iniziative si<br />
rivolgevano all’edificazione dei ceti c<strong>it</strong>tadini, come l’incremento delle attiv<strong>it</strong>à di istruzione<br />
elementare e tecnica, l’apertura di ist<strong>it</strong>uti di cred<strong>it</strong>o e l’avvio della progettazione di opere<br />
pubbliche, come il canale Ledra e la ferrovia pontebbana. Intanto i contadini erano<br />
lasciati alla mercé degli usurai, gravati da vincoli feudali da cui sarebbero stati affrancati<br />
solo nel 1870 e dalla subordinazione ad una proprietà chiusa all’innovazione: veramente<br />
l’iniziativa del nuovo ceto dirigente friulano cominciava a manifestare gravi deficienze e<br />
r<strong>it</strong>ornavano a galla (come aveva temuto il Sella) i nobili austriacanti, che abbastanza<br />
facilmente si accordavano con l’esiguo ceto dirigente borghese e imponevano i loro propos<strong>it</strong>i<br />
di tenace conservatorismo e quindi la salvaguardia dei loro interessi, mentre si andava<br />
delineando una divisione profonda fra la stragrande maggioranza dei diseredati esclusi dalla<br />
v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica e il paese legale dei “galantuomini”. 172 Una s<strong>it</strong>uazione che corrispondeva alla<br />
generale condizione di esclusione delle masse contadine dal processo di unificazione<br />
nazionale <strong>it</strong>aliana. Esse venivano tenute al di fuori della pol<strong>it</strong>ica, in condizioni di<br />
arretratezza, in coerenza con la costruzione del Regno, basata sull’alleanza fra il potere<br />
economico del nord Italia industrializzato e l’aristocrazia meridionale detentrice di grandi<br />
proprietà fondiarie a conduzione quasi servile. In fondo proprio negli anni precedenti<br />
aveva avuto luogo la sanguinosa guerra di conquista del sud, combattuta dalle truppe<br />
del regio eserc<strong>it</strong>o contro il ribellismo contadino, con ben maggior dispendio di energie e<br />
di sangue di quanto non fosse costata l’impresa garibaldina del 1860; alla fine del<br />
decennio anche al nord la gran massa dei diseredati esprimeva con i tumulti contro la<br />
tassa sul macinato la sua rivolta contro l’oppressione. 173<br />
La concorrenza delle manifatture industriali lombarde ed i dazi doganali con<br />
l’Austria misero in ginocchio la tess<strong>it</strong>ura a mano e l’industria del cuoio. Ma è in<br />
quest’epoca che si nota una cresc<strong>it</strong>a della capac<strong>it</strong>à produttiva dei cotonifici di Torre e<br />
Rorai Grande, frazioni del comune di Pordenone, delle cinque cartiere Galvani e della<br />
171 STELLA, Aldo, c<strong>it</strong>., pag. 9-10.<br />
(Garibaldi) aveva spesso visto con i suoi stessi occhi come i contadini si rallegrassero quando gli<br />
austriaci rioccupavano un luogo dopo un breve interludio di “liberazione” nazionale. Checché dicessero<br />
gli storici patriottardi d’Italia, l’amministrazione austriaca, priva di immaginazione ma efficiente e<br />
onesta, trattava con una sua giustizia rude ma almeno non con ottusa ingiustizia. Cfr.: MACK SMITH,<br />
Denis, Garibaldi, Roma-Bari, Laterza, 1973, pag. 190. Come contrappunto a questa analisi dello scr<strong>it</strong>tore<br />
br<strong>it</strong>annico, che rischia di far cadere nell’errore di giudicare con eccessiva benevolenza la pol<strong>it</strong>ica sociale<br />
asburgica verso le masse contadine, si confrontino gli scr<strong>it</strong>ti del socialista sloveno Ivan Cankar: Martin Kacur.<br />
Biografia di un idealista, Milano, Mondadori, 1981, e soprattutto Il servo Jernej e il suo dir<strong>it</strong>to, Milano, Feltrinelli,<br />
1977. In essi l’immagine oleografica e nostalgica della M<strong>it</strong>teleuropa asburgica viene smontata, con la<br />
descrizione delle pesanti condizioni di sfruttamento del proletariato agricolo, oppresso in modo inumano e<br />
controllato dalla pesante cappa del clericalismo, che impedisce ogni concreta forma di opposizione, la emargina<br />
e la porta allo scacco inev<strong>it</strong>abile. Era stata questa anche l’intenzione dichiarata dall’ed<strong>it</strong>ore, in un’epoca di<br />
grande esplosione (ed anche di vera e propria moda) della “cultura m<strong>it</strong>teleuropea”. Come rec<strong>it</strong>a infatti il retro di<br />
copertina de Il servo Jernej e il suo dir<strong>it</strong>to: Dov’è il Castello di Kafka? E dove la Vienna di Musil e di Roth?<br />
Ed è mai esist<strong>it</strong>a la Trieste di Svevo? La van<strong>it</strong>à di cercarli sembra ormai manifesta: quei luoghi, quelle<br />
implacabili dissoluzioni, ormai possiamo avvertirli nelle nostre giunture: e chi li voglia rivis<strong>it</strong>are nel<br />
mondo, basta ormai che si rechi all’edicola. Ma la grande letteratura m<strong>it</strong>teleuropea non ci dà solo le<br />
disperazioni di un’epoca di decadenza che continua ad essere la nostra: sul suo versante slavo ci<br />
consegna - con Cankar e poi con Hasek - un altro versante del mondo, che è quello della rivolta e ci<br />
appartiene quanto l’oppressione.<br />
172 STELLA, Aldo, c<strong>it</strong>., pagg. 21-22.<br />
173 Il blocco aristocratico-borghese nulla avrebbe avuto da guadagnare dal precedente regime: Il nuovo regno<br />
d’Italia, d’altro canto, rappresentava non solo un fisco più esoso ma, ancor peggio, i proprietari terrieri e<br />
i padroni. Erano queste le sole persone, appartenenti alle classi più alte, che avessero di che lagnarsi<br />
dell’Austria sul terreno pratico: le stesse persone che dopo il ‘60 avevano monopolizzato il governo e<br />
costru<strong>it</strong>o poi una m<strong>it</strong>ologia patriottica atta a raddolcire e giustificare retrospettivamente il movimento<br />
di liberazione nazionale. Cfr.: MACK SMITH, Denis, c<strong>it</strong>., pag. 190.<br />
64
fornace di Rivarotta di Pasiano: è opportuno sottolineare come queste iniziative<br />
industriali si s<strong>it</strong>uassero tutte nel terr<strong>it</strong>orio del Friuli occidentale, e più particolarmente<br />
nell’immediato circondario del suo centro principale. La massa della disoccupazione e<br />
della sottoccupazione, da cui provenivano gli emigranti, era il derivato della condizione<br />
arretrata dell’agricoltura, concentrata nelle mani di pochi proprietari nelle zone più<br />
produttive, ed eccessivamente frazionata in montagna. Ad aggravare la condizione di<br />
braccianti e piccoli f<strong>it</strong>tavoli, costretti a lavorare per salari irrisori nelle terre dei signori, e<br />
sottoposti ai vincoli feudali, c’erano le malattie del gelso e della v<strong>it</strong>e: la crisi della<br />
produzione serica, enologica, e la messa fuori mercato della tess<strong>it</strong>ura a mano rendevano<br />
impossibile sopravvivere solo con i miseri salari o con i prodotti dei campi. Le nuove<br />
tassazioni sul sale e sul macinato si aggiungevano a tali carichi, con il risultato di<br />
rendere impossibile una corretta minima alimentazione. Dalla sottoalimentazione<br />
derivavano la pellagra ed altre malattie affini. L’intervento delle amministrazioni locali<br />
non poteva aver luogo, dando sollievo a tale s<strong>it</strong>uazione in termini di assistenza e di<br />
promozione di opere pubbliche, data la condizione defic<strong>it</strong>aria dei bilanci, gravati dalle<br />
requisizioni austriache del 1866, non indennizzate dal nuovo governo <strong>it</strong>aliano.<br />
Il 20 aprile 1869 - a soli tre anni dall’unificazione del Friuli con l’Italia - è il<br />
quotidiano moderato Giornale di Udine a dar voce al malcontento popolare, constatando<br />
quanto fossero numerosi gli emigranti friulani che partivano “deridendo il goerno nazionale<br />
ed esaltando i grandi lavori dell’Austria, della quale si erano illusi di non dover più aver<br />
bisogno. 174 E’ in questi anni dunque che la tradizionale emigrazione temporanea si<br />
trasforma parzialmente in emigrazione defin<strong>it</strong>iva. Si tratta di contadini provenienti<br />
soprattutto dalla fascia pedemontana orientale, che vendono i loro appezzamenti; si<br />
tratta inoltre di operai specializzati, che partono non più solo verso il centro Europa, ma<br />
si recano oltre Atlantico. L’emigrazione porta ad acuire le tensioni sociali: essa produce<br />
rivendicazioni tendenti ad aumentare i salari fra chi rimane, provocando la richiesta da<br />
parte degli agrari di una legislazione che lim<strong>it</strong>i il dir<strong>it</strong>to di emigrare. La campagna degli<br />
agrari contro l’emigrazione e l’industrializzazione (vera e propria rivendicazione del loro<br />
dir<strong>it</strong>to proprietario su esseri umani considerati come schiavi) non conosce frontiere: a<br />
Pordenone, constatato ipocr<strong>it</strong>amente che: “la maggior parte dei nostri contadini mandano i<br />
figli nelle fabbriche e sono tante braccia tolte all’agricoltura per l’avid<strong>it</strong>à di poca paga<br />
giornaliera” si richiede di “proibire ai contadini l’abbandonare il lavoro della terra per<br />
andare o mandare i loro figli ad intisichire negli stabilmenti industriali”; nel Friuli<br />
austriaco i contadini che scappano, magari di nascosto, vendendo i pochi beni, vengono<br />
terrorizzati con i drammatici (ed interessati) réportages della stampa locale sulla v<strong>it</strong>a<br />
durissima che li attende in America e sono insultati come peccatori desiderosi di v<strong>it</strong>a<br />
facile: per rivolgere infine l’odio di classe verso i contadini rimasti, sempre meno<br />
“flessibili”. 175<br />
Ma infine l’emigrazione produce anche - grazie a chi rientra dai paesi più<br />
progred<strong>it</strong>i - un rifiuto del paternalismo tradizionale e la diffusione delle idee radicali e<br />
socialiste, anche se esse sono ancora per lungo tempo fenomeni minor<strong>it</strong>ari (ed esclusi<br />
dal voto, stante la lim<strong>it</strong>atezza della platea elettorale prodotta da meccanismi cens<strong>it</strong>ari).<br />
L’emigrazione comincia a far comprendere quale sia la differenza, non solo di classe, ma<br />
quasi fra diverse specie biologiche, che attraversa la società tradizionale: in occasione<br />
dell’Inchiesta agraria Jacini del 1879, dei rapporti fra contadini e proprietari si dice che:<br />
“sono quelli fra servo e padrone”, o ancora che le relazioni tra le due parti “sono subordinate<br />
all’esigenza del bisogno, delle tradizioni, e della superstizione, che tracciano una linea di<br />
demarcazione tra il possidente ed il nullatenente”. Una differenza - quella fra i “civili”, e<br />
gli altri - che vige nella disponibil<strong>it</strong>à o meno di beni e di denaro liquido,<br />
nell’alimentazione (con il popolo che sopravvive al lim<strong>it</strong>e dell’indigenza, che si trasforma<br />
in vera e propria fame ad ogni carestia o crisi economica), nelle ab<strong>it</strong>azioni, nella<br />
scolarizzazione, nella salute, nell’aspettativa di v<strong>it</strong>a. Anche l’abbigliamento è legato<br />
all’economia rurale basata sull’autoconsumo e quindi caratterizzata da scarsa disponibil<strong>it</strong>à<br />
di denaro liquido: i contadini indossano infatti rozzi ab<strong>it</strong>i di tela canapa che essi stessi<br />
lavorano in famiglia e raccolgono dai loro terreni, calzano galosce o zoccoli nell’inverno e<br />
nelle altre stagioni vanno a piedi nudi. 176 Secondo le testimonianze raccolte a Prata,<br />
ancora nei primi decenni del Novecento, nelle famiglie agricole patriarcali è il<br />
capofamiglia che, una volta all’anno, provvederà all’acquisto dei vest<strong>it</strong>i per tutti i suoi<br />
174 STELLA, Aldo, c<strong>it</strong>., pag. 21.<br />
175 MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pag. 79; BENVENUTI, Silvano, Da “peccatori” a “depravati”.<br />
Note sull’emigrazione dalla provincia di Gorizia (1878-1891), in: Qualestoria, anno X, n. 3, Trieste, Ist<strong>it</strong>uto<br />
Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione, Dicembre 1982, pagg. 51-70.<br />
176 MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pagg. 80-82.<br />
65
numerosi familiari. 177 L’ abbigliamento dei lavoratori, come appare nelle foto dell’epoca,<br />
non è quello multicolore tramandato dal retrogrado folklore localistico e moderato 178 :<br />
come ben dimostra una vignetta de Il Lavoratore del 1922, le divisioni di classe sono ben<br />
esemplificate dallo stridente contrasto fra la signora borghese con il suo ab<strong>it</strong>o alla moda,<br />
intenta ad occupare il tempo con frivolezze e la sua serva, infagottata in poveri ab<strong>it</strong>i e<br />
carica di figli e di lavoro. 179<br />
Nei decenni immediatamente successivi si ha una fase di evoluzione<br />
nell’agricoltura, grazie ad alcuni fattori, come l’affrancamento dai vincoli feudali, la<br />
realizzazione, per iniziativa del comune di Udine, del canale Ledra, che produce una<br />
prima irrigazione di gran parte del Friuli centrale ed alcune bonifiche, e lo sviluppo del<br />
settore del cred<strong>it</strong>o locale, che potrà reinvestire sul terr<strong>it</strong>orio quei risparmi che prima<br />
venivano esportati nelle regioni più sviluppate del paese. A tali miglioramenti corrispose<br />
la nasc<strong>it</strong>a, grazie all’energia del canale Ledra, del polo industriale udinese: anche in<br />
questo caso, come in quello pordenonese, si ha un intervento promozionale<br />
preponderante di cap<strong>it</strong>alisti e tecnici stranieri. Questo complesso di progressi sul piano<br />
agricolo ed industriale contenne, se non poté ridurre, il fenomeno migratorio. Sempre in<br />
quest’epoca si colloca la realizzazione di alcune importanti opere infrastrutturali: la<br />
ferrovia Pontebbana completata nel 1879, quella da Udine a Cividale del 1886 e quella<br />
da Udine a Portogruaro nel 1889.<br />
E via discorrendo: se si leggono i resoconti di Stella, Cola, Grinovero e<br />
Parmeggiani, elaborati per le celebrazioni del centenario dell’unione del Friuli all’Italia,<br />
troveremo un lungo elenco di realizzazioni. Di non poco conto, se contiamo che<br />
Pordenone ed Udine giungono alla scadenza della prima guerra mondiale<br />
rappresentando due delle principali realtà industriali del Veneto. Ma intanto la maggior<br />
parte della popolazione friulana langue sul filo della possibil<strong>it</strong>à minima di sopravvivenza.<br />
Leggendo il libro di don Eugenio Blanchini sulle condizioni dei contadini si rimane<br />
impressionati dalle sue continue grida di dolore per le bestiali condizioni di sfruttamento<br />
in cui versano piccoli proprietari, mezzadri e salariati agricoli. La dieta che si possono<br />
concedere i contadini è fatta di polenta e radicchio, e - soprattutto nei terr<strong>it</strong>ori della<br />
Bassa dove si è maggiormente sviluppata la “moderna azienda cap<strong>it</strong>alistica” (termine<br />
sommamente ipocr<strong>it</strong>a, visto le conseguenze) l’alimentazione con mais di bassa qual<strong>it</strong>à<br />
provoca il diffondersi di un morbo micidiale come la pellagra, che preoccupa le autor<strong>it</strong>à<br />
san<strong>it</strong>arie ma non certo i proprietari. Peggio ancora per le donne slovene che scendono<br />
nell’Udinese dalla Benecija/Valli del Natisone e spesso muoiono di fame al termine delle<br />
durissime giornate di lavoro come braccianti stagionali. Afferma proprio Blanchini,<br />
dando un giudizio durissimo sulla troppe volte lodata - dagli storici - pol<strong>it</strong>ica<br />
dell’Associazione agraria friulana: collo svolgimento economico degli abbienti non si curò<br />
parimenti del miglioramento morale e sociale del lavoratore della terra. Alcuni grandi<br />
proprietari che decantavano i grandi e veri progressi dell’agricoltura in Friuli, richiesti se si<br />
occupavano anche della condizione del piccolo proprietario, del colono e del salariato;<br />
risposero: non occorre pensarci, stanno anche troppo bene. 180<br />
Chi sono questi proprietari? Sono quasi sempre gli stessi che siedono sui banchi<br />
del Parlamento a nome dei collegi friulani od in altre cariche pol<strong>it</strong>iche di primaria<br />
importanza: quando un radicale difensore dei contadini come Luigi Domenico Galeazzi<br />
riesce ad arrivare al seggio nel 1892 a San V<strong>it</strong>o, l’elezione non viene successivamente<br />
riconfermata, per sost<strong>it</strong>uirlo con un più affidabile rappresentante della grande proprietà.<br />
Non solo i moderati, ma anche esponenti storici della democrazia radicale, come quel<br />
Domenico Pecile che viene inviato dal padre a sperimentare nuove pratiche colturali a<br />
San Giorgio della Richinvelda e che sarà sindaco di Udine e presidente dell’Associazione<br />
agraria friulana per oltre vent’anni. E quando nel dopoguerra Pecile non sarà abbastanza<br />
duro nei confronti dell’insorgenza contadina, ci saranno altri suoi ex compagni di part<strong>it</strong>o,<br />
come Cristofori e Pisenti, a superarlo a destra con una scissione dell’Agraria. 181<br />
177 ***, L’opera sociale pol<strong>it</strong>ica e pastorale di Giovanni Maria Concina, Prata, Centro Iniziative Culturali, 1989.<br />
178 Stile La sentinella della patria, film passatista dell’ex socialista tarcentino Chino Ermacora. L’ “invenzione<br />
della tradizione” è un fenomeno finalizzato a leg<strong>it</strong>timare costruzioni ideologiche, come ident<strong>it</strong>à di nazione e<br />
senso di comun<strong>it</strong>à, attraverso la ricostruzione della memoria storica. Talvolta essa avviene con processi di<br />
immobilizzazione di pratiche collettive che invece erano in corso di progressiva modifica; talaltra, come nel caso<br />
dei kilts scozzesi, sono una vera e propria invenzione industriale: cfr. HOBSBAWM, Eric J., RANGER, Terence,<br />
L’invenzione della tradizione, Torino, Einaudi, 1987.<br />
179 Il Lavoratore, venerdì 12 maggio 1922, pag. 1, vignetta La divisione dei còmp<strong>it</strong>i nella società borghese.<br />
180 BLANCHINI, Eugenio, La proprietà agraria ed i bisogni economici e sociali degli agricoltori nel Friuli <strong>it</strong>aliano.<br />
Edizione corretta ed accresciuta, Udine, Tipografia del patronato, 1900, pagg. 71-72.<br />
181 Cfr. la biografia di Domenico Pecile in: MARCHETTI, Giuseppe, Il Friuli. Uomini e tempi, Udine, Camera di<br />
Commercio Industria e Agricoltura, 1959, pagg. 622-627.<br />
66
3.3 - La fuga.<br />
Nel 1905 la provincia di Udine dà il più consistente contingente di emigranti fra le<br />
province <strong>it</strong>aliane. E sono meno di 39.000. Nel 1876 erano meno di 18.000, a fronte di<br />
solo 139 transoceanici (e quindi presumibilmente emigranti stabili). Nel 1914 saranno<br />
72.000 temporanei ed 8.000 transoceanici. 182<br />
Le ragioni dell’emigrazione sono tante: come ha ben sintetizzato Saskia Sassen si<br />
tratta di un fenomeno tutt’altro che irrazionale e spontaneo, ma che si struttura sul<br />
lungo periodo secondo strategie di miglioramento delle condizioni dei vari gruppi<br />
umani. 183 E nessuno come i friulani conosce i trag<strong>it</strong>ti che attraversano l’Europa, anche<br />
se con il passare degli anni l’emigrazione ha cambiato cicli stagionali e mestieri. Ma<br />
comunque si tratta di un’emigrazione particolare, che relega ai margini le grandi ondate<br />
migratorie che fanno scappare masse di contadini meridionali e veneti in cerca di fortuna<br />
oltre Atlantico. Ci vorrà la guerra alle porte e la chiusura degli sbocchi emigratori<br />
regalata dalla guerra di Libia e dallo scatenamento delle guerre balcaniche per far<br />
impennare l’emigrazione transoceanica, prima di essere sped<strong>it</strong>i al fronte per far calcinare<br />
le proprie ossa in qualche pietraia carsica. La strategia dei friulani è quella<br />
dell’emigrazione temporanea nel terr<strong>it</strong>orio dell’Europa centrale, un’area che si espanderà<br />
progressivamente nei Balcani e nell’est, fino alla Siberia dove c’è da costruire<br />
l’interminabile ferrovia che conduce al Pacifico. Si parte in primavera e si r<strong>it</strong>orna per<br />
Natale.<br />
Perché si emigra ce lo dice uno scienziato, lo psichiatra Giuseppe Antonini. A<br />
Cavazzo Carnico la pellagra è in diminuzione dove vi è un miglioramento economico e si<br />
mangi meglio. I colp<strong>it</strong>i sono tutti contadini. L’emigrato non viene mai colp<strong>it</strong>o da pellagra. La<br />
gente che non si muove da casa sono i colp<strong>it</strong>i. A Corno di Rosazzo la trasformazione<br />
alimentare colla diffusione del pane in relazione alle migliorate condizioni economiche, è<br />
quella che determina la diminuzione della pellagra, perché tutte le famiglie qui hanno la<br />
lavorazione industriale delle seggiole impagliate. Mangiano pure carne. A Maiano sono più<br />
colp<strong>it</strong>e le femmine; i maschi, che emigrano, lo sono meno. A Pinzano si nota una maggiore<br />
frequenza nelle donne che non emigrano, e che quindi mangiano sempre polenta o quasi<br />
sempre. A Pasiano di Pordenone l’alimentazione è molto migliorata per introduzione del<br />
consumo del pane e non per importazione di estero. L’agricoltura va trasformandosi (...)<br />
Emigrazione temporanea, stabile quali nulla. 184<br />
E’ questo che spinge i contadini a prendere la valigia ed a partire per l’estero.<br />
Innanz<strong>it</strong>utto quelli che hanno una più lunga tradizione migratoria, i piccoli proprietari di<br />
una montagna connotata dal frazionamento delle piccolissime aziende agricole, che un<br />
tempo alternavano l’emigrazione al lavoro dei campi, mentre ora invertendo il ciclo<br />
stagionale specializzano i ruoli familiari, lasciando le coltivazioni alle donne e<br />
trasformandosi progressivamente in operai edili. A seconda dei paesi, sono operai<br />
forestali se della Valcellina, terrazzieri e mosaicisti a Sequals, Fanna o Spilimbergo,<br />
muratori in Val d’Arzino e via discorrendo. L’emigrazione tende a stabilizzare una sua<br />
quota all’estero, quella che comincia a trasformarsi in impresa consolidando il ruolo<br />
iniziale di arruolatori nei paesi di partenza. Invece in pianura sono mezzadri che non si<br />
sono visti rinnovare il contratto a San Martino 185 , o braccianti senza terra, che formano<br />
un meno tradizionale e più debole proletariato di fornaciai. E’ un giovane studente di<br />
182 Divisi per provincia gli emigranti della provincia di Udine (38,859) tengono il primo posto. Vengono<br />
poscia Caserta (27,846), Palermo (26,345), Novara (23,210), Torino 20,729. Cfr.: LF, n. 79 del 25 maggio<br />
1906, pag. 1, L’emigrazione nel 1905; cfr. inoltre: MORASSI, Luciana, Il Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 129.<br />
183 SASSEN, Saskia, Migranti, coloni, rifugiati. Dall’emigrazione di massa alla fortezza Europa, Milano,1999.<br />
Feltrinelli.<br />
184 ANTONINI, Giuseppe, Escursioni pellagrologiche nel Friuli. Estratto dalla Rivista Pellagrologica Italiana,<br />
Udine, Del Bianco, 1912, pagg. 6-9.<br />
185 Secondo Alfeo Mizzau, le disdette imponevano ai mezzadri il rilascio della terra, secondo l’usanza<br />
friulana, per San Pietro e ai f<strong>it</strong>tavoli per San Martino. San Pietro è il 29 giugno, mentre San Martino è l’11<br />
novembre. Cfr.: MIZZAU, Alfeo, c<strong>it</strong>., pagg. 39 e 58. Diversa però appare la normativa consuetudinaria<br />
codificata: nel caso dell’aff<strong>it</strong>to misto friulano, valgono l’art. 14 (L’anno agrario comincia l’11 novembre (San<br />
Martino) e la disdetta deve essere data entro il 10 maggio. Normalmente i contratti sono stipulati di<br />
anno in anno e sono tac<strong>it</strong>amente rinnovabili. La tolleranza per il rilascio dei fondi è normalmente di 8<br />
giorni.) e l’art. 15 (Qualora il bestiame sia forn<strong>it</strong>o dal locatore e questi non percepisca aff<strong>it</strong>to per i prati, la<br />
riconsegna della stalla, fienile, prati e di una camera, avviene al 29 giugno.) Le due scadenze farebbero<br />
quindi riferimento non ad una diversa tipologia di conduzione, ma alle diverse attiv<strong>it</strong>à produttive (coltivazioni<br />
oppure bestiame e foraggio). Cfr.: CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA E AGRICOLTURA - UDINE, Raccolta<br />
ufficiale degli usi e consuetudini agrari e commerciali in vigore nella provincia di Udine, Udine, Del Bianco,<br />
1963, pag. 12.<br />
67
giurisprudenza che diventerà un grande dirigente socialista, Giovanni Cosattini, a<br />
studiare il fenomeno (rilevando innanz<strong>it</strong>utto come sia trascurato dalla letteratura<br />
scientifica nazionale sull’emigrazione) fornendo con la sua tesi di laurea un documento<br />
così importante da mer<strong>it</strong>argli un posto di relatore ad un convegno nazionale dei geografi<br />
<strong>it</strong>aliani. Una tesi che spiegherà quello che ben sanno gli agrari, che in ogni modo si sono<br />
sempre opposti all’emigrazione dei loro contadini: la voglia di miglioramento della piccola<br />
proprietà montana, che alimenta principalmente l’emigrazione temporanea, e la fame dei<br />
sotàns, i più poveri fra i contadini della pianura, destinati allo sfruttamento nelle fornaci<br />
ed all’emigrazione permanente oltreoceano. 186<br />
Cosattini riprende da don Blanchini l’analisi della condizione agraria friulana,<br />
substrato principale delle oscillazioni e specializzazioni dell’emigrazione temporanea<br />
friulana. Una montagna coltivata da una piccola proprietà non autosufficiente, dove<br />
l’emigrazione specializzata porta al reinvestimento nel consolidamento della piccola<br />
proprietà, con l’effetto boomerang della cresc<strong>it</strong>a incontrollata dei prezzi immobiliari,<br />
soprattutto in Carnia, a tutto favore della rend<strong>it</strong>a fondiaria. Più a sud, dopo la zona<br />
collinare, intermedia anche dal punto di vista della conduzione agraria, troviamo una<br />
regione piana, da Sacile a Palmanova, fertile e coltivata a latifondo, con una gestione in<br />
alcuni casi in economia, in altri a mezzadria oppure attraverso grandi aff<strong>it</strong>tuari: vi<br />
troviamo patti colonici ancora gravati (...) di regalie, di onoranze, di prestazioni d’opera<br />
gratu<strong>it</strong>e o retribu<strong>it</strong>e da infimi salari: uno o due uomini d’obbligo per lavorare la terra tenuta<br />
in economia dal padrone. Questi vincoli di natura feudale sono così pesanti da legare il<br />
contadino alla terra, a rischio della perd<strong>it</strong>a dei suoi prodotti, e da lim<strong>it</strong>are le possibil<strong>it</strong>à<br />
gestionali teoricamente garant<strong>it</strong>e dalla mezzadria (che è il sistema di conduzione<br />
prevalente nel Pordenonese, mentre nell’Udinese è prevalente la colonìa forma mista a<br />
denaro ed in natura).<br />
Le conduzioni in economia sono garant<strong>it</strong>e dai lavoratori salariati: i sottani ed i<br />
boari. Il sottano è il vero salariato giornaliero: riceve in locazione dal proprietario<br />
l’ab<strong>it</strong>azione e un campo (mq. 3500) dal quale ricava se le cose procedono bene la polenta per<br />
l’annata; corrisponde per l’una e per l’altro per lo più un centinaio circa di lire a t<strong>it</strong>olo<br />
d’aff<strong>it</strong>to, obbliga inoltre sè ed uno o due membri della propria famiglia a recarsi a lavorare al<br />
servizio del proprietario per tutta la durata della locazione, quando questi ne abbia bisogno,<br />
verso un salario infimo, che qualche volta non tocca neppure una lira, e nel quale viene<br />
persino trattenuta una quota ad estinzione anticipata dell’aff<strong>it</strong>to da pagarsi. Ogni famiglia di<br />
sottani alleva un suino che rappresenta per loro quasi una cassa di risparmio, cui è<br />
necessario ogni giorno deporre una quota; venduto alla fine d’anno serve a pagare al<br />
proprietario il residuo aff<strong>it</strong>to. L’inosservanza a questo stato di schiav<strong>it</strong>ù; il sottrarsi a questo<br />
lavoro obbligato provoca lo sfratto dalla case e qualche volta persino la necess<strong>it</strong>à di<br />
abbandonare il paese per l’impossibil<strong>it</strong>à di trovare una ab<strong>it</strong>azione, il monopolio delle quali è<br />
in mano ai proprietari. La condizione di questi lavoratori è infelicissima: aggiogati, come<br />
sono, al carro della grande proprietà, non solo hanno preclusa la via a qualsiasi movimento,<br />
e sono costretti per i medesimi salari a lavori normalmente molto più retribu<strong>it</strong>i (falciatura,<br />
miet<strong>it</strong>ura, ecc.), ma sono persino imped<strong>it</strong>i a dare l’opera propria ove sono offerti salari<br />
maggiori. Presso a poco eguale è lo stato dei “boari” (...) I sottani e boari vivono di polenta e<br />
un po’ di latte al mattino, minestra di fagioli a mezzodì, alla sera “radicchio” mal cond<strong>it</strong>o,<br />
qualche volta un pezzetto di formaggio o pesce salato; costoro dànno il maggiore<br />
contingente alla pellagra. 187<br />
Ma la fuga non è indolore. Lo dimostra lo sfruttamento inumano dei minori<br />
friulani nelle fornaci austriache, descr<strong>it</strong>to da corrispondenze come quella inviata dalla<br />
c<strong>it</strong>tà bavarese di Straubing del 6 maggio 1907. Ma non sono solo i minori ad essere la<br />
carne da cannone di un’attiv<strong>it</strong>à che sfianca, e che non a caso drena proprio la<br />
manodopera più debole, come narra a più riprese Lodovico Zanini. 188 Lo dimostrano i<br />
dati relativi all’alcoolismo, che sost<strong>it</strong>uisce (ed in alcuni casi nella bassa pianura si<br />
somma) alla pellagra come endemia sociale. Inoltre un altro dato drammatico si lega<br />
all’emigrazione temporanea, che interessa una popolazione quasi completamente<br />
maschile: durante il triennio 1882-1884 la provincia di Udine ha il record <strong>it</strong>aliano dei<br />
morti di sifilide, con 12,4 per 10.000 ab<strong>it</strong>anti contro una media nazionale dell’1,8%.<br />
Sull’altro lato, quello della popolazione femminile rimasta a casa, grava non solo<br />
una maggiore esposizione alla pellagra, rilevata dalle inchieste di Antonini: nei paesi<br />
186 MICELLI, Francesco, Emigrazione friulana (1815-1915). Liberali e geografi, socialisti e cattolici a confronto,<br />
in: Qualestoria, anno X, n. 3, Trieste, Ist<strong>it</strong>uto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione, Dicembre<br />
1982, pagg. 5-38; id., “L’emigrazione temporanea del Friuli” di G. Cosattini, in: COSATTINI, Giovanni, c<strong>it</strong>.<br />
187 COSATTINI, Giovanni, c<strong>it</strong>., pagg. 77-85.<br />
188 LF, n. 129 dell’11 maggio 1907, pagg. 1-2, IN TERRA D’ESILIO. I bambini nelle fornaci (cfr. il testo in<br />
appendice); ZANINI, Lodovico, Emigrazione temporanea friulana, Udine, Tipografia Sociale, 1909; id., Sulle vie<br />
dell’emigrazione (I fornaciai friulani - Scene dal vero), Udine, Tipografia Sociale, 1911.<br />
68
montani, di emigrazione maggiore e più antica, la donna che rimane chiusa al paese natale,<br />
che non ha aperto l’intelletto viaggiando mezza Eutopa, che non sa guadagnare ed<br />
accrescere il piccolo patrimonio, che per lunga tradizione fu sempre tenuta in uno stato di<br />
subordinazione, non sa vincere un certo sentimento di umiliazione, di inferior<strong>it</strong>à di fronte<br />
all’uomo che considera non come uguale, ma quals come signore (il gno parôn). Da questa<br />
disgregazione infiltrasi nei vincoli famigliari una certa quale idifferenza, come tra estranei,<br />
che affievolisce ogni slancio, che ammorza ogni sentimento. La degradazione della<br />
condizione della donna non è solo morale e san<strong>it</strong>aria, ma globalmente antropologica,<br />
causa le condizioni di sfruttamento di chi deve rimanere a reggere la famiglia e le attiv<strong>it</strong>à<br />
agricole: Nella parte elevata del friuli la proprietà infin<strong>it</strong>esima non potrebbe permettersi il<br />
lusso di salariare altri lavoratori in sost<strong>it</strong>uzione degli emigranti e la coltura dei campi si<br />
riversa sulle spalle dei vecchi, ma in special modo su quelle ben più forti delle donne. Esse<br />
fanno a braccia la solcatura del suolo, la erpicatura, la seminagione, trasportano mediante la<br />
gerla le legna, il concime, i prodotti dei campi. Su loro grava il trasporto del fieno sovente da<br />
enormi distanze; quando non può essere fatto sulle vie con le sl<strong>it</strong>te deve essere esegu<strong>it</strong>o,<br />
secondo le diverse usanze, in ispalla od in testa. Ormai è anche divenuto comp<strong>it</strong>o quasi<br />
esclusivo delle donne la grave fatica dello sfalcio. Tutti questi lavori rovinano ed<br />
invecchiano precocemente questi poveri esseri, guastano loro le delicate funzioni della<br />
matern<strong>it</strong>à producendo deformazioni del bacino e parti generalmente laboriosi, nei quali<br />
molto frequente occorre l’opera dell’ostetrico. 189<br />
Ed infine l’altra vergogna dei friulani: il crumiraggio, endemico, con squadre che<br />
partono direttamente dal paese per fare il più infame dei mestieri, e percorrono tutto il<br />
continente recandosi da un luogo all’altro per rompere gli scioperi. Una vergogna ma<br />
anche un pericolo per il movimento operaio, tanto che il sindacato edile tedesco decide di<br />
fare un settimanale per gli operai <strong>it</strong>aliani, e di finanziarne l’organizzazione sindacale fino<br />
in patria. Si costruisce un sistema di comunicazione internazionale, che mette insieme le<br />
notizie in Germania e le fa arrivare fino nei paesi d’origine in Italia, dove d’inverno poi<br />
giungono per lunghi giri di propaganda i sindacalisti bilingui del sindacato tedesco (lo<br />
svizzero-livornese Valär, 190 il triestino Podgornik e Luigi Bossi 191 ) insieme ai sindacalisti<br />
della Federazione edile di Torino ed ai funzionari di un’ist<strong>it</strong>uzione modello per il<br />
socialismo <strong>it</strong>aliano: il Segretariato dell’Emigrazione di Udine. Con il passare degli anni<br />
cominceremo poi a trovare sindacalisti friulani, diventati dirigenti nei paesi di<br />
emigrazione: come Antonio Bellina che organizza i segantini in Carinzia, ed il dirigente<br />
cividalese dei fornaciai Augustino Vuattolo, dal 1913 reggente il Segretariato Operaio di<br />
Berna. 192<br />
I grandi risultati dei socialisti friulani nell’organizzazione dei lavoratori emigranti<br />
sono messi in rilievo da un articolo, pubblicato in due puntate su Il Lavoratore Friulano<br />
nel dicembre del 1908. L’autore è Oddino Morgari, il segretario nazionale del part<strong>it</strong>o. 193<br />
189 COSATTINI, Giovanni, c<strong>it</strong>., pagg. 95-97.<br />
190 Giovanni Valär è relatore al convegno dei Segretariati laici dell’Emigrazione che si tiene nel novembre 1909<br />
(rappresenta il Segretariato operaio svizzero) ed all’XI Congresso degli Emigranti friulani che si tiene ad Artegna<br />
nel 1911, dove può constatare i successi realizzati nella lotta al crumiraggio friulano all’estero, lodando il<br />
contegno dei friulani durante la grande serrata tedesca. E’ anche l’autore dell’Almanacco dell’Emigrante<br />
Friulano, pubblicazione di oltre trecento pagine, in cui oltre all’Almanacco dell’Uman<strong>it</strong>aria si fornisce un’aggiunta<br />
di cinquanta pagine in cui sono descr<strong>it</strong>te le ist<strong>it</strong>uzioni proletarie del Friuli. Cfr.: E, anno IV, n. 11, novembre<br />
1909, Il Terzo Convegno dei Segretariati laici dell’Emigrazione, anno V, n. 12, dicembre 1910,<br />
L’almanacco dell’Emigrante Friulano, anno VI, n. 2, febbraio 1911, L’XI Congresso degli Emigranti<br />
Friulani. La chiusura e PERCHE’?<br />
191 D’accordo con la Federazione Edilizia Italiana e le Federazioni Murarie di Germania e Svizzera, il<br />
Segretariato di Belluno organizza cicli di conferenze con il propagandista Luigi Bossi, residente a Mannheim in<br />
Germania e con Podgornik, direttore dell’Operaio Italiano di Amburgo. Cfr.: E, annoIV, n. 12, dicembe 1909,<br />
Segretariato dell’Emigrazione di Belluno. Propaganda invernale, anno V, n. 1, gennaio 1910, Segretariato<br />
dell’Emigrazione di Belluno. Propaganda invernale e n. 2, febbraio 1910, Per gli edili organizzati.<br />
192 Su Antonio Bellina, cfr. più oltre il paragrafo 5.3; su Augusto Vuattolo, cfr.: PUPPINI, Marco, Movimento<br />
operaio ed emigrazione, c<strong>it</strong>., pag. 92.<br />
193 Il torinese Oddino Morgari è uno degli esponenti principali del Psi, dalla fondazione agli anni d’esilio durante<br />
il regime fascista. Deputato ininterrottamente dal 1897 al 1924, percorse l’Italia per estendere con la sua<br />
azione organizzativa e di propaganda l’influenza del socialismo: lo troveremo anche fra i propagandisti recatisi<br />
in Friuli per svolgervi delle conferenze. Convinto di dover realizzare le aspirazioni democratiche e radicali<br />
del Risorgimento e di poterle tradurre in campo economico in un collettivismo non soffocatore delle<br />
libertà personali, per lui il socialismo sorgeva dallo spontaneo moto evolutivo della società grazie ai<br />
continui successi delle forze proletarie e della forza dei loro ist<strong>it</strong>uti. (...) egli personificò i valori del<br />
socialismo così come erano percep<strong>it</strong>i dalle grandi masse, per le quali erano incomprensibili, oltre che<br />
nocive, le divisioni del part<strong>it</strong>o e nelle quali forte era l’avversione al clericalismo e alla monarchia. Sarà<br />
interprete di primo piano di quell’integralismo che svolse una funzione di coesione nei primi anni del nuovo<br />
secolo, nel part<strong>it</strong>o diviso dalla contesa fra riformisti e sindacalisti rivoluzionari. Svolse il ruolo di diplomatico del<br />
socialismo <strong>it</strong>aliano. Traccia del suo giovanile mazzinianesimo, e di quelle correnti risorgimentali che<br />
influenzarono molta parte della sinistra <strong>it</strong>aliana favorendone l’interventismo (ma non il suo!) fu la<br />
partecipazione nel 1903 all’insurrezione macedone contro i turchi. Fondamentale fu il suo lavoro durante la<br />
prima guerra mondiale, volto a riorganizzare i contatti fra le varie componenti dell’opposizione socialista<br />
69
Egli compie una rassegna dei risultati ottenuti con il lavoro del Segretariato<br />
dell’Emigrazione di Udine, ist<strong>it</strong>uzione che viene fatta risaltare come una struttura di<br />
eccellenza del socialismo <strong>it</strong>aliano ed internazionale. Nel 1909, presentando i lavori del<br />
nono congresso degli emigranti friulani di Tarcento, si potrà affermare che non a torto la<br />
stampa di ogni colore e le personal<strong>it</strong>à più spiccate di ogni part<strong>it</strong>o lo hanno classificato primo<br />
fra gli Ist<strong>it</strong>uti congeneri sorti ed affermatisi in Italia. 194 Nel giro di pochi anni il lavoro dei<br />
socialisti friulani ha prodotto una vera e propria modifica epocale nella condizione degli<br />
emigranti della regione sparsi per l’Europa centrale. Morgari sottolinea come la provincia<br />
di Udine, un<strong>it</strong>a a quella contigua di Belluno, fornisce il maggior contingente di<br />
emigrazione temporanea <strong>it</strong>aliana. Pur notando una flessione del numero dei lavoratori<br />
emigranti nel 1906 rispetto ai dati di fine secolo, corregge le cifre ufficiali con l’ausilio dei<br />
documenti di viaggio ferroviari, valutandola a circa sessantamila un<strong>it</strong>à l’anno, pari ad<br />
oltre un quarto della popolazione attiva maschile superiore ai dodici anni. Morgari<br />
sottolinea una particolar<strong>it</strong>à assoluta del Segretariato di Udine rispetto alle altre<br />
ist<strong>it</strong>uzioni per i lavoratori emigranti: in questo caso l’organizzazione di classe è<br />
nettamente prevalente rispetto alla caratterizzazione assistenziale degli altri enti, anche<br />
quelli socialisti. Questo nonostante l’evidente sostegno degli enti pubblici della provincia,<br />
e l’adesione di tanti esponenti del ceto pol<strong>it</strong>ico liberale e democratico al Segretariato,<br />
attraverso la partecipazione ai suoi organismi dirigenti.<br />
Il Segretariato ha dovuto ricalibrare il proprio programma, rispetto alle idee<br />
iniziali. All’approfondimento derivante dall’esperienza fatta si assomma la necess<strong>it</strong>à di<br />
rinunciare all’obiettivo di operare il collocamento degli emigranti, sost<strong>it</strong>uendo tale<br />
funzione con la collaborazione strutturale con gli organismi del movimento operaio dei<br />
paesi di emigrazione. In tal modo il Segretariato ha assunto anche una funzione<br />
importantissima nell’indirizzare i destini dello scontro di classe in quei paesi. Questa<br />
grande capac<strong>it</strong>à organizzativa e di orientamento degli emigranti è il risultato della lotta<br />
condotta senza quartiere contro il crumiraggio. Una lotta che ha permesso di estinguere<br />
e rovesciare il fenomeno in una nuova coscienza dei lavoratori, nell’arco di neanche un<br />
decennio. L’organizzazione sindacale si accompagna nel Segretariato a molteplici<br />
funzioni di assistenza e di contenzioso legale, che hanno assicurato a questa ist<strong>it</strong>uzione<br />
operaia una grande autorevolezza nei rapporti con i pubblici poteri nei vari paesi.<br />
Nell’opera del Segretariato si inserisce inoltre quella funzione di moralizzazione della<br />
classe operaia che è tipica di tutta l’azione educativa del movimento socialista.<br />
La struttura organizzativa del Segretariato si è evoluta dal totale volontariato dei<br />
primi anni ad uno staff di cinque impiegati, cui va aggiunto un consulente legale. Gli<br />
iscr<strong>it</strong>ti sono passati dai 322 del 1901-1902 ai circa 4800 del 1908, con trentacinque<br />
sezioni in Italia e due all’estero (Villach e Sofia). La struttura organizzativa è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da<br />
circa 70 corrispondenti; un bollettino - L’Emigrante - viene inviato gratu<strong>it</strong>amente in<br />
6.000 copie. Le pratiche legali svolte annualmente sono state, nel 1907, 204 per la parte<br />
infortunistica e 370 per gli altri contenziosi. Concludendo questa rassegna, Morgari<br />
sottolinea come il lavoro dei socialisti abbia costretto i cattolici a copiare le loro<br />
strutture, ist<strong>it</strong>uendo il Segretariato del popolo, e stampando il Piccolo crociato, rivolto agli<br />
emigranti. 195 Pure la diocesi di Concordia, consumato il tentativo di penetrazione nel<br />
Segretariato dell’emigrazione laico in occasione del congresso di Spilimbergo, 196<br />
cost<strong>it</strong>uirà nel 1907 il Segretariato di emigrazione cattolico per dare risposte assistenziali<br />
agli emigranti. 197<br />
In effetti, come si chiede Giovanni Miccoli, per trent’anni i cattolici friulani non<br />
sono intervenuti relativamente al fenomeno dell’emigrazione, cominciando a darvi<br />
risposte - prevalentemente sul terreno ecclesiale e missionario - solo con l’inizio del<br />
nuovo secolo. Isolata appare inzialmente la ricerca di don Eugenio Blanchini sulle cause<br />
dell’emigrazione: a sollec<strong>it</strong>are l’attenzione del clero cattolico sono innanz<strong>it</strong>utto i pericoli<br />
pacifista che culmina nei convegni di Zimmerwald e Kienthal, e poi a fianco della rivoluzione russa e di quella<br />
ungherese, cui prese direttamente parte nel 1919.<br />
Il sostegno alle rivoluzioni comuniste non modificò il suo carattere di socialista gradualista; che lo portò nel<br />
1922 ad aderire al Part<strong>it</strong>o Socialista Un<strong>it</strong>ario. Cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., terzo volume,<br />
pagg. 582-586, biografia a cura di G. Sapelli.<br />
194 LF, n. 225 del 6 febbraio 1909, pag. 1, IL IX CONGRESSO DEGLI EMIGRANTI FRIULANI A TARCENTO.<br />
195 LF, nn. 217 del 12 dicembre 1908, pagg. 1 e 2, e 218 del l9 dicembre 1908, pag. 1, L’organizzazione degli<br />
emigranti nel Friuli. Cfr il testo in appendice.<br />
196 Si tiene il 21 febbraio 1906: cfr. i resoconti in: LF, n. 62 del 27 gennaio 1906, pag. 2, Il VI Congresso degli<br />
emigranti del Friuli e PdF, n. 19 del 22 gennaio 1906, pagg. 1 e 2, Il VI Congresso degli Emigranti tenutosi<br />
a Spilimbergo.<br />
197 Sul Segretariato d’emigrazione cattolico, detto di Casarsa - dal luogo della prima assemblea - e poi di<br />
Pordenone, cfr.: LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1960, pagg. 46-51.<br />
70
di scristianizzazione degli emigranti, i fenomeni di devianza provocati dai lunghi periodi<br />
di permanenza all’estero e - più in generale - le tendenze alla modernizzazione riportate<br />
in patria dai più moderni paesi nel nord Europa, fra le quali destava ovviamente<br />
preoccupazione l’adesione al socialismo. Gli emigrati all’estero rischiavano di perdere la<br />
religione: è sulla base di tale constatazione che il clero friulano cominciò ad interessarsi più<br />
puntualmente di loro. Ma tale interessamento comportò anche, attraverso l’inizio di<br />
periodici viaggi all’estero, per vis<strong>it</strong>are gli emigrati sui luoghi di lavoro, la presa di coscienza<br />
delle condizioni durissime in cui essi venivano a trovarsi, e quindi, in molti di quei preti, la<br />
richiesta di un impegno che fosse anche di organizzazione economico-sociale, di<br />
rivendicazione e tutela della loro dign<strong>it</strong>à umana di lavoratori. La presa di coscienza delle<br />
condizioni di v<strong>it</strong>a nell’emigrazione sollec<strong>it</strong>ano una nuova forma di impegno sociale del<br />
clero, che superi la stagnante pratica ecclesiale tradizionale che gli è finora consueta. 198<br />
Il lavoro di organizzazione sociale dei cattolici si sviluppa quindi nelle campagne,<br />
soprattutto con il nuovo secolo, con la creazione di casse rurali per sostenere il cred<strong>it</strong>o<br />
alla piccola proprietà, di mutue per l’acquisto e l’assicurazione del bestiame, di<br />
assicurazioni contro i danni della grandine, di latterie sociali cooperative o turnarie, di<br />
cantine sociali, società operaie confessionali e cooperative di consumo. 199<br />
L’attiv<strong>it</strong>à da Udine tende ad espandersi nelle province contermini: l’8 settembre<br />
1909 si cost<strong>it</strong>uisce, promosso da Società Operaia, Uman<strong>it</strong>aria e comune di V<strong>it</strong>torio, un<br />
Segretariato d’Emigrazione a V<strong>it</strong>torio Veneto, in rapporto alla notevole emigrazione<br />
dell’Alto Trevigiano, paragonabile a quella di Friuli e Bellunese. Sono presenti l’on.<br />
Cabrini ed i Segretariati di Belluno ed Udine. 200 E tre anni dopo nasce il Segretariato<br />
dell’Emigrazione della provincia di Treviso, grazie allo sforzo dell’Ufficio centrale dei<br />
Segretariati laici e della Società di Mutuo Soccorso “Giuseppe Garibaldi” di Treviso. Il<br />
Comune, nonostante la scarsa emigrazione, sostiene la cost<strong>it</strong>uzione con il rilevantissimo<br />
contributo di mille lire annue. 201<br />
3.4 - Il porto delle fabbriche.<br />
Ad ovest del Tagliamento la s<strong>it</strong>uazione geografica è diversa da quella del cuore del<br />
Friuli, grav<strong>it</strong>ante su Udine. La parte settentrionale del Friuli occidentale, corrispondente<br />
a circa i due quinti di quel terr<strong>it</strong>orio, è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da aspre montagne calcaree, nelle quali<br />
i fiumi hanno tracciato profondi e scoscesi canaloni simili alle scogliere: da oriente ad<br />
occidente, dopo la valle del Tagliamento, l’unica con ampie dimensioni anche se fra<br />
Pinzano e Ragogna deve incanalarsi nell’imbuto costru<strong>it</strong>o dal sollevamento del Monte di<br />
Ragogna, contiamo la valle dell’Arzino, quella più piccola del Cosa, dominata dal balcone<br />
su cui sorge Clauzetto, e poi le valli del Meduna, del Colvera e la più lunga ed<br />
accidentata, quella del Cellina. Nella parte più orientale ed in quella più occidentale della<br />
pedemontana (con l’eccezione dell’area compresa - al centro - fra il Meduna ed il Cellina)<br />
troviamo dei raggruppamenti di colline di origine morenica, frutto dei ghiacciai che<br />
scendevano dall’alto dei massicci prealpini nell’era glaciale.<br />
I torrenti prealpini hanno prodotto nel corso delle ere geologiche un fenomeno di<br />
erosione imponente, che ha ricoperto l’alta pianura con un profondo strato di aride<br />
ghiaie, che occupa quasi metà del terr<strong>it</strong>orio pianeggiante trasformandolo in un deserto<br />
sassoso, nel quale i fiumi assumono un regime torrentizio e per gran parte dell’anno<br />
spariscono sotto il suolo. Chiunque possa osservare questo terr<strong>it</strong>orio dall’alto, oppure su<br />
una cartina sufficientemente precisa, può notare le profonde fer<strong>it</strong>e che percorrono il<br />
centro della provincia, zona disab<strong>it</strong>ata e non a caso destinata fin dai tempi dell’Austria a<br />
luoghi di eserc<strong>it</strong>azione mil<strong>it</strong>are. 202 Questi terreni rimarranno spopolati ed incolti fino<br />
all’era fascista, quando gli interessi congiunti degli agrari e dell’industria idroelettrica<br />
inizieranno a trasformare le valli prealpine in una serie di invasi artificiali, dai quali<br />
ricavare energia elettrica per gli usi industriali ed acqua per l’irrigazione. Una pol<strong>it</strong>ica<br />
prosegu<strong>it</strong>a senza soluzione di continu<strong>it</strong>à, dagli stessi uomini e dalle stesse aziende, sotto<br />
i successivi governi democristiani e di centrosinistra.<br />
Sotto, infine, la pianura irrigua. Improvvisamente le acque irrompono da polle che<br />
attraversano il terr<strong>it</strong>orio da est ad ovest, quasi sulla stessa linea, percorrendo una<br />
198 MICCOLI, Giovanni, Clero friulano ed emigrazione. Note preliminari, in: Qualestoria, anno X, n. 3, Trieste,<br />
Ist<strong>it</strong>uto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione, Dicembre 1982, pagg. 71-82.<br />
199 Sull’immane sforzo di organizzazione del mondo contadino da parte cattolica, rinvio alle opere già c<strong>it</strong>ate sulla<br />
storia del movimento cattolico in Friuli.<br />
200 E, anno IV, n. 9, settembre 1909, Un Segretariato d’Emigrazione a V<strong>it</strong>torio.<br />
201 E, anno VII, n. 5, 1912, IL SEGRETARIATO DI TREVISO.<br />
202 GASPARDO, Paolo, c<strong>it</strong>., pagg. 3-5.<br />
71
pianura che quasi fino al mare non corre il rischio di impaludarsi. Fino alle lagune a<br />
valle di Portogruaro, quelle che isolavano verso il mare Caorle ed una sottile striscia di<br />
lidi, anche questi ricongiunti parzialmente dalle bonifiche svoltesi successivamente<br />
all’epoca che stiamo studiando. Sulla linea delle risorgive sorgono la gran parte dei centri<br />
ab<strong>it</strong>ati e qui corre l’antica strada maestra, che da Sacile passa a nord di Pordenone per<br />
poi raggiungere Valvasone oppure, più a nord, Pinzano, ed in quelle due local<strong>it</strong>à guadare<br />
il Tagliamento in direzione di Udine o del nord, finché i francesi non costruiscono (e<br />
l’Austria non completa nel 1816) la nuova strada regia postale da Treviso ad Udine che<br />
passa per Pordenone e supera il Tagliamento a Casarsa (il primo esempio di moderna<br />
viabil<strong>it</strong>à carrozzabile nella regione da essa attraversata). E’ nell’epoca delle guerre<br />
napoleoniche che vengono costru<strong>it</strong>i i primi, provvisori, ponti sui fiumi friulani, prima<br />
varcati solo attraverso guadi od attraversamenti in barca. Passaggi pericolosi per il<br />
regime torrentizio dei corsi d’acqua, soggetti inoltre a periodiche esondazioni, che spesso<br />
ne mutano il corso stesso: a metà del secolo gli austriaci inizieranno i lavori di<br />
arginatura del Tagliamento. Nel 1855 viene inaugurata la ferrovia da Treviso a Casarsa,<br />
tronco della Ferrovia Meridionale che - entrata in funzione nel 1860 - collega Milano a<br />
Venezia, Trieste, Lubiana e Vienna. Inoltre, nei primi anni ‘20, si pone il problema del<br />
riatto del canale della nuova Dogana sul Noncello a Pordenone, anche se solo nel<br />
decennio successivo ci interverrà effettivamente necessario ai traffici fluviali. 203<br />
E’ la ferrovia che, insieme all’abbondanza di acque e di manodopera a basso costo<br />
e ad un clima maledettamente umido per gli umani ma provvidenziale per la lavorazione<br />
del cotone, fa la fortuna di Pordenone. Qualche storico più tradizionale come Giosuè<br />
Chiaradia (e Paolo Gaspardo con lui) attribuisce alla dominazione austriaca la colpa<br />
dell’arretratezza friulana, come se mezzo secolo di dominio straniero abbia potuto far<br />
peggio di quasi quattro secoli di sonnolenta dominazione di un patriziato veneziano che<br />
ha ricoverato in rimessa le sue navi per mischiarsi in queste terre con l’antica feudal<strong>it</strong>à<br />
patriarchina. 204 Se l’Austria riconsegna all’Italia la questione dello scioglimento dei feudi,<br />
che ostacolano più gli interessi della borghesia che quelli dei contadini (che a causa della<br />
tassa sul macinato del 1869 - creatura del loro “liberatore” dagli austriaci Quintino Sella<br />
- si trovano così oppressi da scappare in massa, dopo un generalizzato tentativo di<br />
rivolta sub<strong>it</strong>o represso dalle nuove autor<strong>it</strong>à “connazionali”) in compenso costruisce<br />
strade, ponti e ferrovie, infrastrutture essenziali per lo sviluppo. 205<br />
Pordenone è arrivata all’Ottocento quasi con la stessa topografia del borgo<br />
medioevale. Una lunga via principale ad andamento sinuoso (il futuro Corso V<strong>it</strong>torio<br />
Emanuele) con i suoi portici rinascimentali e calli laterali: proprio calli, come a Venezia.<br />
Ma fino al 1508 la c<strong>it</strong>tà è stata un dominio asburgico 206 , porto fluviale di collegamento<br />
fra la strada per il nord (quella che passa per la stretta di Pinzano) e le lagune,<br />
raggiungibili tram<strong>it</strong>e il Noncello, affluente del Meduna ed infine del Livenza. Pordenone è<br />
collocata su un basso colle aggirato dal fiume, ma anche circondata da due rogge che<br />
quasi si toccano a settentrione (dove c’è la Piazzetta di Sopra, la futura Piazzetta Cavour),<br />
per poi scartare l’una verso est e l’altra verso ovest, ricongiungendosi infine a sud vicino<br />
al fiume, nei pressi dell’antico porto. Fuori dalla c<strong>it</strong>tà murata si sono sviluppati solo<br />
alcuni borghi ed una antica industria mol<strong>it</strong>oria, laniera cartaria e metallurgica che da<br />
secoli sfrutta l’energia idraulica delle rogge e dei molti laghi che vi sono stati costru<strong>it</strong>i<br />
con sbarramenti artificiali. Insediamenti industriali e corsi d’acqua seguono gli stessi<br />
percorsi circondando la c<strong>it</strong>tà e popolandone i dintorni. 207 Ma si tratta comunque di un<br />
piccolo centro, più piccolo della ricca cap<strong>it</strong>ale degli agrari del Friuli occidentale, San V<strong>it</strong>o<br />
al Tagliamento, che secondo Cesare Gottardo è il cuore di questa regione agraria con la<br />
vicina Portogruaro: peccato che gli austriaci abbiano ceduto il vicino mandamento a<br />
Venezia creando un confine artificiale. 208<br />
Ormai la Contrada Maggiore ha assorb<strong>it</strong>o organicamente come un suo diretto<br />
prolungamento il Borgo San Giovanni, quello che verrà ribattezzato Corso Garibaldi, che<br />
203 BOSARI, Otello, Trasformazioni e innovazioni nell’area compresa tra Livenza e Tagliamento, c<strong>it</strong>.<br />
204 Tanti anni fa, all’Archivio di Stato di Venezia, durante una rara vis<strong>it</strong>a guidata alle stanze degli antichi<br />
depos<strong>it</strong>i documentali, l’insegnante di archivistica, arrivata alla stanza dei documenti riguardanti i feudi,<br />
sentenziò senza appello: “qui ci sta solo il Friuli”.<br />
205 Sulla costruzione della rete infrastrutturale dei trasporti nel periodo austriaco, cfr. le già c<strong>it</strong>ate opere di<br />
Bosari pubblicate su Qualestoria.<br />
206 Ignorato dai più, il simbolo della c<strong>it</strong>tà, nella dizione tedesca di Porthenau, è visibile fra quelli dei tanti<br />
possessi degli Asburgo dipinti all’interno della cattedrale di San V<strong>it</strong>o nel castello di Praga.<br />
207 CRIPPA, Flavio e Mattozzi, Ivo, Comune di Pordenone. Archeologia industriale a Pordenone. Acqua e<br />
fabbriche dal XV al XX secolo, Udine, Del Bianco, bozze 1999.<br />
208 GOTTARDO, Cesare, Agricoltura ed agricoltori nella pianura occidentale tra ‘800 e ‘900, in: FRILLI, Franco,<br />
c<strong>it</strong>., pagg. 27-51.<br />
72
si differenzia dalla più antica matrice per la mancanza di portici e delle tante calli<br />
laterali. Altri borghi si erano gradualmente sviluppati attorno alla c<strong>it</strong>tà, parte essendo<br />
assorb<strong>it</strong>i da nuove vie che saranno in futuro gli assi centrali della nuova c<strong>it</strong>tà, parte<br />
diventando le matrici di nuove frazioni. Il Borgo San Giacomo viene ridisegnato prima<br />
dall’installazione, agli inizi dell’Ottocento, della Ceramica Galvani e poi dal tracciato<br />
ferroviario e della nuova via che dalla Piazzetta di Sopra conduce alla nuova stazione<br />
ferroviaria austriaca (sarà la Via Mazzini) 209 ; il Borgo Colonna (attraversato dalla via per<br />
Torre che sarà dedicata al dirigente radicale Felice Cavallotti) e il Borgo Meduna, appena<br />
oltre il Noncello in direzione di Udine e legato nel suo futuro all’insediamento del grande<br />
Cotonificio Amman, nelle bassure create dal fiume fra la c<strong>it</strong>tà e la borgata. 210<br />
Fuori della c<strong>it</strong>tà, con una loro storia a volte più antica, stanno le due frazioni di<br />
Rorai Grande (ad ovest, sulla via per Treviso) e di Torre (a nordest, sul Noncello, dove<br />
una volta stava il primo porto, poi abbandonato per costruire il Portus Naonis, cioè<br />
proprio Pordenone). Se a Torre è riservato fino all’Ottocento il destino di piccolo borgo di<br />
pescatori, Rorai è invece luogo di molteplici insediamenti industriali, grazie<br />
all’abbondanza delle acque sulle quali progressivamente vengono creati sbarramenti<br />
artificiali, creando quel paesaggio lacustre che ne connota il terr<strong>it</strong>orio. 211<br />
Sono gli austriaci a regalare lo sviluppo a Pordenone, dove alla fine degli anni ‘30<br />
dell’Ottocento iniziano ad insediarsi due stabilimenti cotonieri a Torre (una filatura ed<br />
una tintoria), che saranno segu<strong>it</strong>i da una tess<strong>it</strong>ura a Rorai Grande e, trent’anni dopo, da<br />
altri due stabilimenti a Pordenone (anche se tutti i pordenonesi dicono Borgomeduna,<br />
dal borgo che guarda il cotonificio dall’altra parte del Noncello) ed a Fiume Veneto, ed<br />
agli inizi del nuovo secolo da un altro a Cordenons. Gli industriali vengono da Trieste o<br />
dalla Lombardia, ma sono spesso svizzeri e tedeschi e con loro portano maestranze<br />
specializzate per insegnare ai pordenonesi. Che imparano presto il mestiere e non<br />
gradiscono quanto accade dopo che, negli anni ‘80 e ‘90 rispettivamente, muoiono prima<br />
Giovanni Battista Locatelli che dirige i cotonifici di Torre e Rorai e poi Emilio Wepfer che<br />
dirige quelli di Pordenone e Fiume: con loro muore il paternalismo illuminato. Dopo, non<br />
importa da dove vengano i dirigenti: più spesso sono tedeschi, che si faranno maledire in<br />
tutti i modi, ma neanche i lombardi, che con il nuovo secolo porterà il nuovo direttore di<br />
Rorai Zanini, saranno maggiormente apprezzati. Finiscono i tempi d’oro del rapporto fra<br />
fabbriche e c<strong>it</strong>tà e spunta l’alba della lotta di classe e, inev<strong>it</strong>abilmente, del socialismo. 212<br />
L’insediamento dell’industria cotoniera a Pordenone viene facil<strong>it</strong>ato (quanto a<br />
disponibil<strong>it</strong>à e professional<strong>it</strong>à della manodopera) dalla preesistenza diffusa di industrie<br />
tessili: dai molti antichi mulini per la lavorazione della lana insediati sulle rogge c<strong>it</strong>tadine<br />
e dalla diffusa e sviluppata industria serica che, pur mantenendo il suo carattere<br />
sussidiario delle produzioni agricole, offre una notevole occupazione: nel periodo dal<br />
1907 al 1913 sono circa 5.000 i posti di lavoro nei 40 stabilimenti in provincia, con un<br />
numero di giornate lavorative annue oscillante fra le 250 e le 270, praticamente pari a<br />
quelle dell’industria cotoniera. Diversa è la stabil<strong>it</strong>à occupazionale degli stabilimenti per<br />
209 Quale fosse l’area di Borgo San Giacomo è indicato dalla delibera presa nel 1911 dalla Commissione del<br />
Censimento insieme alla Giunta Comunale, con la quale si fissano le nuove denominazioni delle vie: la Via S.<br />
Antonio diventa Via Antonio Marsure e le quattro nuove vie sorte in local<strong>it</strong>à ex Anselmi S. Giacomo saranno<br />
chiamate: Via Selvatico, Via Molinari, Via Gio. Batta Damiani e Via Vendramino Candiani. Cfr.: P, n. 114 di<br />
lunedì 15 maggio 1911, pag. 2, Nuova denominazione di alcune vie.<br />
210 Sullo sviluppo urbano di Pordenone, cfr.: PRADELLA, Giuseppe, La c<strong>it</strong>tà di Pordenone. Breve storia del suo<br />
sviluppo urbano, in: ***, Il centenario della Società Operaia di Mutuo Soccorso e Istruzione, Pordenone, 1866-<br />
1966, Pordenone, Grafiche F.lli Cosarini, 1967, pagg. 173-190; per le trasformazioni nel periodo austriaco cfr.<br />
inoltre: GASPARDO, Paolo, c<strong>it</strong>., pagg. 5-8.<br />
211 Sugli insediamenti industriali a Rorai, cfr.: CRIPPA, Flavio e Mattozzi, Ivo, c<strong>it</strong>.<br />
212 A Pordenone la premiata Filatura, Tess<strong>it</strong>ura e Tintoria cotoni (Stabilimenti di Torre e Rora), in quel<br />
periodo eccezionalmente gest<strong>it</strong>a da imprend<strong>it</strong>ori locali e diretta da Giovanni Antonio Locatelli, si<br />
sforzava, riuscendovi, di esorcizzare il pericolo dello sciopero attraverso le consuete forme<br />
paternalistiche del tutto simili a quelle che rendevano famoso Alessandro Rossi: scuole di fabbrica per i<br />
figli dei dipendenti, vend<strong>it</strong>a di prodotti di prima necess<strong>it</strong>à, legna e granoturco a prezzi contenuti e<br />
persino distribuzione di dadi da brodo e bevande al tamarindo. Cfr.: DEGAN, Teresina, Industria tessile,<br />
c<strong>it</strong>., pagg. 34-35 e 42. Durante la crisi dell’industria cotoniera provocata dalla guerra di secessione negli Usa<br />
(1861-1865) Locatelli utilizza anticipazioni sui agli operai, incentivi per l’emigrazione ed organizza<br />
direttamente, come azienda, lavori pubblici per fornire occupazione alternativa: cfr. MIO, Luigi, Industria e<br />
società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pagg. 91-92.<br />
La posizione di Locatelli e degli industriali “stranieri”, più attenta al mantenimento della pace sociale, differisce<br />
da quella dei loro colleghi indigeni, come il liberista Valentino Galvani, che invece si oppone ad un qualsiasi<br />
ruolo dell’ente comunale nelle attiv<strong>it</strong>à assistenziali. Queste vanno lasciate alle associazioni private, poiché<br />
l’intervento pubblico aumenterebbe il numero dei poveri. Indubbiamente gli industriali cotonieri debbono<br />
affrontare problematiche più complesse rispetto ai proprietari delle piccole manifatture c<strong>it</strong>tadine: ma in questa<br />
prima fase il loro ruolo appare più progressista, mentre successivamente i ruoli tenderanno a rovesciarsi. Cfr.:<br />
MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pag. 123.<br />
73
l’ammasso dei bozzoli, che, pur essendo anch’essi 40 in Friuli, danno invece<br />
un’occupazione minima di solo 75 giornate lavorative annue, per circa 1.400 occupati.<br />
Delle 40 filande friulane, 15 sono nel Friuli occidentale: 1 a Budoia, 2 a Caneva, 1 a<br />
Chions, 1 a Cordenons, 1 a Maniago, 4 a Pordenone, 1 a Prata, 1 a Sacile, 2 a San V<strong>it</strong>o<br />
ed 1 a Spilimbergo; dei 40 ammassi bozzoli, 9 sono collocati ad ovest del Tagliamento.<br />
Quella della seta è un’industria tradizionale per il Friuli, legata soprattutto al<br />
fatto che i bozzoli sono il primo prodotto agricolo dell’annata, oltre a dare una rend<strong>it</strong>a che si<br />
considera superiore ancora a quella di qualsiasi altra cultura agraria, forniscono il contadino<br />
di danaro nel periodo che ha maggior bisogno per far fronte ad impegni pressanti di<br />
provviste e bisogni diversi. L’industria serica con le sue filande è di fatto un polmone<br />
indispensabile per la v<strong>it</strong>a dei contadini friulani. Il carattere tradizionale e<br />
l’interconnessione con le attiv<strong>it</strong>à agrarie di quest’industria, a differenza di quella<br />
cotoniera, ne influenzano le condizioni di lavoro e la nasc<strong>it</strong>a dell’organizzazione<br />
sindacale: solo negli anni immediatamente precedenti alla guerra mondiale finalmente si<br />
cominceranno ad ottenere condizioni di lavoro meno vessatorie delle 15-16 ore<br />
consecutive, dopo le dure lotte, spesse spontanee, delle filandine, come nei casi segnalati<br />
a Cordenons ed a San V<strong>it</strong>o al Tagliamento. 213<br />
L’industria cotoniera invece è un’industria inser<strong>it</strong>a dall’esterno nel contesto<br />
friulano: gli stabilimenti del genere - e il Friuli ne conta 7 con 250,330 fusi installati - sono<br />
certamente, per le loro condizioni costruttive, sia dal lato tecnico che dal lato igienico, i<br />
migliori nel loro complesso che vanti l’Europa. Quella del cotone è forse l’industria meglio<br />
organizzata sotto tutti gli aspetti, ciò che si deve alla signoril<strong>it</strong>à degli impianti, alla<br />
cost<strong>it</strong>uzione dei cap<strong>it</strong>ali impiegati, alla cultura e competenza di coloro che ne reggono le<br />
sorti. Gli stabilimenti per la filatura del cotone della provincia di Udine sono forse fra i<br />
migliori esistenti in Italia. Gli stabilimenti cotonieri - a differenza della filande, con le<br />
quali spesso gli studiosi superficialmente li confondono - cost<strong>it</strong>uiscono un settore ad alta<br />
intens<strong>it</strong>à di cap<strong>it</strong>ali, utilizzano tecnologie avanzate e sono inser<strong>it</strong>i in un circu<strong>it</strong>o<br />
produttivo e commerciale internazionale. L’ispettore del lavoro Picotti lamenta come<br />
l’abbondanza di manodopera femminile friulana si accompagni ad un legame con i campi<br />
che rende insofferenti per il lavoro di fabbrica e fa r<strong>it</strong>ornare presto in famiglia; ma - dopo<br />
aver affrontato il nodo della crisi che colpisce il settore all’inizio degli anni ‘10 - nota<br />
come questa abbia creato effettivamente problemi non nell’Udinese 214 , ma soprattutto<br />
nel Pordenonese, dove si è formata una popolazione industriale: ad ulteriore conferma,<br />
anche se implic<strong>it</strong>a, della diversa formazione della classe operaia pordenonese. Gli operai<br />
occupati nella filatura in provincia sono circa 4000, mentre nella tess<strong>it</strong>ura sono in calo<br />
dai 1451 del 1911-1912 ai 1151-1160 del biennio successivo. 215<br />
Complessivamente, l’industria tessile, di cui Pordenone con il suo hinterland è il<br />
fulcro, conta per oltre la metà dell’occupazione industriale del Friuli, calcolata da Picotti<br />
a 27.165 operai (4.500 dei quali però: i 2.651 fornaciai, oltre ai lavoranti degli ammassi<br />
di bozzoli, hanno un’occupazione che non copre tutto l’anno). Il mandamento di<br />
Pordenone, con i suoi 7.412 occupati e 108 stabilimenti industriali, supera quello di<br />
Udine (dove si sta svolgendo una industrializzazione nel settore siderurgico, tessile ed<br />
elettrico) che conta 6.137 operai, ma dispersi nella più arretrata realtà rappresentata da<br />
ben 267 stabilimenti. Complessivamente, la provincia di Udine, per quanto ancora<br />
prevalentemente agricola, deve alle concentrazioni industriali delle sue due principali<br />
c<strong>it</strong>tà il quindicesimo posto nella graduatoria nazionale quanto ad industrializzazione ed<br />
un posto oscillante fra il primo ed il secondo nel Veneto - a dispetto dei tanti<br />
commentatori concentrati soprattutto sui fattori del mancato decollo industriale<br />
friulano. 216 Un decollo che sarà azzoppato soprattutto da una scelta pol<strong>it</strong>ica sciagurata:<br />
213 PICOTTI, Guido, c<strong>it</strong>., pagg. 16-17, 40-47 e 66-67.<br />
214 Dove, grazie all’energia del canale Ledra-Tagliamento, sono sorti gli stabilimenti di filatura del Cotonificio<br />
Udinese a Torreano di Martignacco nel 1884 ed all’Ancona nel 1888. Essi (diretti da uno svizzero del Canton<br />
Ticino) nel 1890 sono la principale azienda udinese con 670 operai, cui vanno aggiunti i due stabilimenti di<br />
tess<strong>it</strong>ura di Marco Volpe e di Luigi Spezzotti con 370 operai. Cfr.: STELLA, Aldo, c<strong>it</strong>., pag. 28; TESSITORI, Luigi,<br />
I processi di modernizzazione e la realtà urbana in Friuli, in: ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL<br />
MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI-VENEZIA GIULIA, Friuli e Venezia Giulia. Storia del ‘900, Gorizia,<br />
Libreria Ed<strong>it</strong>rice Goriziana, 1997, pagg. 71-72.<br />
215 PICOTTI, Guido, c<strong>it</strong>., pagg. 47-52.<br />
216 PICOTTI, Guido, c<strong>it</strong>., pagg. 10, 12, 16-17; MORASSI, Luciana, Il Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 121 (che sottolinea<br />
soprattutto il ruolo del settore siderurgico nello sviluppo industriale del polo udinese); per Udine: TESSITORI,<br />
Luigi, c<strong>it</strong>., pagg. 70-73; STELLA, Aldo, c<strong>it</strong>., pag. 28, che oltre agli stabilimenti cotonieri ricorda le Ferriere, sorte<br />
nel 1882 con cap<strong>it</strong>ali austriaci ed un direttore norvegese.<br />
Secondo Luigi Mio, che si basa però sui dati del censimento del 1911 senza integrarli con quelli successivi di<br />
Picotti, che li corregge nel 1914 tenendo conto della crisi del settore cotoniero e non calcola la piccola azienda<br />
artigianale (non sottoposta al suo controllo ispettivo), Pordenone è, con 6.272 occupati, il sesto centro<br />
industriale del Veneto dopo, nell’ordine, Venezia, Verona, Padova, Vicenza e Udine; per quanto riguarda i<br />
74
quella di combattere una guerra che si svolgerà sul terr<strong>it</strong>orio provinciale e ne abbatterà<br />
quasi tutto il suo patrimonio industriale. 217<br />
Vari studiosi (Musolla e, sulla sua traccia, Mio) hanno sottolineato il sostanziale<br />
ruolo coloniale del cap<strong>it</strong>ale esterno nei confronti di Pordenone: una posizione che sarà<br />
esplic<strong>it</strong>ata a Pordenone proprio dal dirigente socialista Enrico Ferri e ribad<strong>it</strong>a dagli stessi<br />
socialisti pordenonesi, quando avranno occasione di apprezzare la ben diversa<br />
disponibil<strong>it</strong>à del cap<strong>it</strong>ale locale, ad esempio quello dei Galvani, industriali del settore<br />
cartario e della ceramica. Uno studio recente di archeologia industriale 218 ha però avuto<br />
occasione di sottolineare il vasto ed articolato substrato industriale di Pordenone, che da<br />
secoli contava una diffusa industria in vari settori. Ed infatti, nonostante la prevalenza<br />
del settore cotoniero, altre industrie sorgono in c<strong>it</strong>tà o negli immediati paraggi a cavallo<br />
fra Otto e Novecento, grazie ad un sistema di comunicazioni che può contare su due<br />
linee di trasporto, ferroviaria e fluviale. L’industria alimentare conta ben due birrerie,<br />
uno stabilimento di produzione di concimi sorge vicino al porto a Vallenoncello, varie<br />
industrie nascono come indotto dei cotonifici, nel settore del legno, della meccanica e<br />
dell’edilizia: proprio a Torre sorge la grande fornace Vuga, ma delle forn<strong>it</strong>ure dei<br />
cotonifici si avvantaggiano stabilimenti che avranno una lunga storia nella v<strong>it</strong>a<br />
industriale della c<strong>it</strong>tà, come le officine meccaniche Savio (macchine tessili), l’industria<br />
Zanette nel settore del legno (per la produzione di fusi in metallo, rocchetti, sporle in<br />
legno ed altri accessori, acquistati dai cotonifici fino alla fine dell’Ottocento in Inghilterra<br />
o nel Milanese) e le officine metallurgiche Licinio (per altro votate principalmente alla<br />
produzione di macchine agricole, altra esigenza primaria per lo sviluppo dell’economia<br />
locale). 219 I cotonifici sono pieni di operai tessili, ma anche di meccanici 220 e di edili, che<br />
fluttuano fra gli stabilimenti pordenonesi e - a seconda delle epoche e dei salari -<br />
l’emigrazione, che cost<strong>it</strong>uisce una dura necess<strong>it</strong>à ma anche, talvolta, una possibil<strong>it</strong>à di<br />
affermazione e di libertà sociale, che permette di non soggiacere alle regole salariali dello<br />
stabilimento industriale. Per Parmeggiani sarà la crisi del tessile negli anni ‘50 del<br />
Novecento a liberare le energie per lo sviluppo dell’industria meccanica (che nel Friuli<br />
occidentale significa in primo luogo la Zanussi) e di quella edilizia (che trascinerà con se<br />
un altro polo dell’industria pordenonese: quello del mobile). Ma come tutte le soluzioni<br />
troppo evidenti quella di Parmeggiani appare una semplificazione, riproponendo il ruolo<br />
della classe operaia pordenonese come eserc<strong>it</strong>o di riserva di manodopera non qualificata:<br />
certo la produzione seriale della manifattura tayloristica non richiede una grande<br />
cavalli dinamici impiegati esso è preceduto di poco da Venezia, mentre denuncia valori quasi uguali a<br />
Vicenza e Udine e superiori a centri come Verona, Padova, o Treviso. Ove si consideri, infine, il rapporto<br />
tra numero di imprese e occupati, il quale fornisce la dimensione media delle aziende, Pordenone si<br />
colloca invece al primo posto; in questo momento esso risulta aver nettamente e defin<strong>it</strong>ivamente<br />
sopravvanzato il centro laniero di Schio con il quale condivideva, al momento dell’Un<strong>it</strong>à, il prima<br />
industriale nel Veneto. Nel 1915 il cap<strong>it</strong>ale sociale delle tre aziende cotoniere Amman, Makò e<br />
Cotonificio Veneziano (il quale comprende anche gli impianti di Venezia e Verona) ammonta<br />
complessivamente a 13.400.000 lire (per aver un metro di paragone si tenga presente che la Fiat aveva<br />
allora un cap<strong>it</strong>ale sociale di 17 miglioni di lire). Cfr.: MIO, Luigi, Il processo di industrializzazione del<br />
Pordenonese (1839-1954), in: FRILLI, Franco, c<strong>it</strong>., pagg. 65-66.<br />
217 Secondo Parmeggiani, le distruzioni sarabno tali da riportare indietro di più di trent’anni lo sviluppo<br />
industriale della provincia. Cfr.: PARMEGGIANI, Nico, Gli stadi dello sviluppo industriale nella provincia di<br />
Udine. Ricognizione storica dal primo Ottocento ad oggi, Udine, Del Bianco, 1966, pag. 88.<br />
218 CRIPPA, Flavio e Mattozzi, Ivo, c<strong>it</strong>. Lo studio di Crippa e Mattozzi ha una storia tutta sua: questa originale<br />
ricerca sul grande passato industriale di Pordenone è stato a sua volta oggetto delle attenzioni tutt’altro che<br />
riguardose del penultimo sindaco della c<strong>it</strong>tà, il leghista Alfredo Pasini. Costui, oltre ad essere esponente del più<br />
gretto spir<strong>it</strong>o reazionario, appartiene ad una delle famiglie che hanno edificato recentemente un complesso<br />
edilizio - in zona esondabile - al posto dell’antica cartiera Lustig, poi diventata il pastificio Tomadini (occultando<br />
inoltre ai c<strong>it</strong>tadini la piena visione del bell’abside gotico del duomo concattedrale). Pasini, vincolato<br />
contrattualmente, ha disposto che del libro dei due studiosi, che dovrebbe essere conosciuto<br />
approfond<strong>it</strong>amente da tutti gli operatori culturali ed educativi c<strong>it</strong>tadini, fossero stampate solo pochissime copie,<br />
dal costo inaccessibile: per fortuna la nuova amministrazione comunale si sta indirizzando in senso totalmente<br />
diverso. Ho potuto leggere il testo in bozza grazie alla gentilezza dell’allora consigliere comunale del Prc Michele<br />
Negro, che ringrazio.<br />
219 Sulle officine Savio e l’industria Zanette, cfr.: CRIPPA, Flavio e Mattozzi, Ivo, c<strong>it</strong>., pagg. 147-148 e 150; sulle<br />
officine Licinio, fondate dall’ing. Aristide Zenari, cfr.: GASPARDO, Paolo, c<strong>it</strong>., pag. 56. Agli inizi del Ventunesimo<br />
Secolo le Officine Savio - passate per successive crisi e passaggi di proprietà dal privato alla gestione pubblica a<br />
quella nuovamente privata - cost<strong>it</strong>uiranno ancora il più grande stabilimento di produzione meccanotessile del<br />
mondo, mentre le Officine Licinio si saranno trasformate progressivamente nelle Officine Bertoja per la<br />
produzione di rimorchi per autocarri; le industrie Zanette (diventate uno stabilimento specializzato nella<br />
produzione di serramenti in legno) saranno destinate invece a scomparire, dopo una crisi negli anni<br />
Settanto/Ottanta legata anche a interventi speculativi sull’area di insediamento urbano dell’originario<br />
stabilimento, destino simile a quello della Ceramica Galvani.<br />
220 Nel 1868 ai tre stabilimenti di filatura, tintoria e tess<strong>it</strong>ura di Torre e Rorai era stata aggiunta un’officina<br />
meccanica, a sua volta in grado di produrre macchine tessili per i propri stabilimenti e per quelli di Schio<br />
- 16 r<strong>it</strong>orc<strong>it</strong>rici - e di Treviso. Cfr.: DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 22.<br />
75
specializzazione, ma nei cotonifici lavoravano in maggioranza donne ed alla Zanussi<br />
uomini... Più corretta e condivisibile appare la sua indicazione che - alla radice dello<br />
sviluppo dell’industria meccanica - ci sia proprio quella realtà di piccola e media impresa<br />
sorta proprio all’ombra dei cotonifici, insieme alle professional<strong>it</strong>à liberate dai grandi<br />
licenziamenti degli anni Cinquanta. E forse, pensando proprio al settore dell’edilizia,<br />
bisognerebbe interrogarsi più a fondo su una cultura industriale ricca e complessa,<br />
formatasi in patria e (grazie ad un’emigrazione ciclica come quella temporanea) anche<br />
all’estero. 221<br />
Una particolar<strong>it</strong>à tutta locale dell’industrializzazione pordenonese è quella<br />
dell’industria elettrica, anche se qui si r<strong>it</strong>rovano gli elementi ricorrenti appena accennati:<br />
capac<strong>it</strong>à imprend<strong>it</strong>oriali locali che si sommano ad una carenza di risorse finanziarie ed<br />
all’intervento di cap<strong>it</strong>ali esterni. La dovizia di risorse idriche è fondamentale per uno<br />
sviluppo pionieristico della nuova industria che produce a livello internazionale la<br />
seconda rivoluzione industriale: l’elettrificazione. A pochi anni dalle scoperte scientifiche<br />
che rendono possibile la trasmissione a distanza dell’energia elettrica, Pordenone è una<br />
delle prime c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>aliane a disporre di un impianto di produzione e distribuzione<br />
dell’illuminazione pubblica e privata, nel 1888. E’ qui che si vede meglio come la<br />
precedente fase industriale “indigena” cost<strong>it</strong>uisce una delle precondizioni fondamentali<br />
per il grande sviluppo di fine ‘800-inizi ‘900: è proprio dalla trasformazione dei vecchi<br />
impianti di battiferro, battirame, molini con funzioni alimentari o da follatura laniera che<br />
le industrie cotoniere e le altre minori ricavano l’energia elettrica per i loro impianti. In<br />
una seconda fase, le industrie tessili costruiscono i loro imponenti impianti, anche con<br />
grandi opere di ingegneria idraulica, come la derivazione da parte del Cotonificio Amman<br />
di canali dal Meduna a Pordenone e la realizzazione dell’invaso artificiale della Burida. 222<br />
Più importante ancora è la dimensione che assume l’industria idroelettrica<br />
pordenonese con i primi anni del Novecento, soprattutto grazie all’impegno progettuale di<br />
alcuni tecnici legati anche da vincoli di parentela: si tratta degli ingegneri Luigi Salice (il<br />
progettista dell’impianto della Burida) e dei nipoti Antonio P<strong>it</strong>ter ed Aristide Zenari<br />
(acquis<strong>it</strong>o per il matrimonio con una sorella di P<strong>it</strong>ter; ma di Zenari va ricordato anche<br />
che è nipote diretto del grande pedagogista purliliese Aristide Gabelli, provved<strong>it</strong>ore<br />
generale del Ministero della Pubblica Istruzione, del quale riceve il sostegno durante gli<br />
studi). Questo gruppo di progettisti, insieme inizialmente a finanziatori pordenonesi ma<br />
poi soprattutto veneziani (il gruppo che fa capo al conte Papadopoli, legato anche<br />
all’industria cotoniera pordenonese), idea - sul modello dell’impianto di Paderno d’Adda<br />
che darà energia all’industria milanese - un impianto sul Cellina, destinato ad<br />
alimentare l’illuminazione e l’industria veneziana e, in seconda battuta, friulana. Le linee<br />
di trasmissione dell’impianto, con gli 87 km. da Malnisio a Venezia (oltre alle diramazioni<br />
ed all’altra linea da Giais ad Udine) rappresentano una delle realizzazioni di avanguardia<br />
dell’industria <strong>it</strong>aliana. E’ grazie alle imponenti realizzazioni idroelettriche sul Cellina nel<br />
primo decennio del Novecento (una diga nella forra fra Montereale e Barcis, che dà<br />
energia alle centrali di Malnisio, Giais e Partidor, anche se quest’ultima centrale verrà<br />
inaugurata solo nel 1919) che è possibile il vero e proprio salto in avanti dell’industria<br />
pordenonese. Secondo Giosuè Chiaradia, tale espansione del settore idroelettrico ad opera<br />
dell’imprend<strong>it</strong>oria per lo più pordenonese, che aveva portato in un trentennio alla<br />
costruzione di circa 25 centrali di varia grandezza, tra le quali alcune d’importanza storica,<br />
fu concausa dell’evidente rivoluzione industriale della zona, in cui spiccano, accanto ad una<br />
decina di aziende del settore tessile, alle storiche cartiere, alle ceramiche vecchie e nuove,<br />
anche le prime industrie metallurgiche e metalmeccaniche, del settore alimentare, del<br />
legno, della chimica, prefigurando così, a inizio del secolo, le caratteristiche del futuro<br />
sviluppo: dalle 2.500 un<strong>it</strong>à del 1885, l’operaiato pordenonese era sal<strong>it</strong>o alle 5.600 del<br />
1911. 223<br />
221 PARMEGGIANI, Nico, Gli stadi dello sviluppo industriale nella provincia di Udine. Ricognizione storica dal<br />
primo Ottocento ad oggi, Udine, Del Bianco, 1966, pagg. 125 e segg.<br />
222 Per la localizzazione e caratteristiche degli impianti, cfr.: CRIPPA, Flavio e Mattozzi, Ivo, c<strong>it</strong>.; per l’Amman in<br />
particolare: BIGATTON, Walter, LUTMAN, Guido, BORDUGO, Maurizio, Storia del Cotonificio Veneziano.<br />
L’industria pordenonese Amman-Wepfer tra Ottocento e Novecento, Pordenone, Biblioteca dell’Immagina, 1994;<br />
per la storia dell’industria elettrica nel Pordenonese: CHIARADIA, Giosuè, Un secolo di attiv<strong>it</strong>à idroelettriche,<br />
in: FRILLI, Franco, c<strong>it</strong>., pagg. 71-89.<br />
223 CHIARADIA, Giosuè, Un secolo di attiv<strong>it</strong>à idroelettriche, c<strong>it</strong>., pagg. 77-81.<br />
I dati del censimento riportati dalla stampa sono inferiori di circa seicento un<strong>it</strong>à (cfr.: P, n. 174 di lunedì 25<br />
luglio 1911, pag. 1, I risultati del censimento industriale), ma bisogna anche considerare gli elementi<br />
congiunturali, in quanto causa la crisi cotoniera il numero degli operai nei grandi stabilimenti è<br />
sensibilmente diminu<strong>it</strong>o. Lo sviluppo del Pordenonese in questa fase di industrializzazione è confermato dai<br />
dati demografici, che rilevano come gli ab<strong>it</strong>anti del Friuli sono in grande cresc<strong>it</strong>a: dai 514.370 ab<strong>it</strong>anti del 1901<br />
ai 726.611 odierni. L’incremento più rilevante, addir<strong>it</strong>tura superiore in cifra assoluta a quello del più popoloso<br />
distretto di Udine, si concentra nel distretto di Pordenone, che passa da 76.330 ab<strong>it</strong>anti a 97.001. Cfr.: P, n.<br />
76
L’industrializzazione riduce il tributo pordenonese all’emigrazione e crea anzi<br />
un’immigrazione: anzi - secondo Mio - soprattutto una pendolar<strong>it</strong>à, dalla c<strong>it</strong>tà verso le<br />
borgate cotoniere e dal contado verso Pordenone. Ciò pone problemi nuovi: una rete di<br />
trasporti adeguata sia per i lavoratori che per le merci; una s<strong>it</strong>uazione sociale nuova ed<br />
esplosiva, con la cresc<strong>it</strong>a geometrica della popolazione delle borgate e fortissime tensioni;<br />
fenomeni nuovi, come la concentrazione di centinaia di giovani donne in pensionati<br />
gest<strong>it</strong>i dalle industrie e da personale religioso 224 ; livelli di nociv<strong>it</strong>à nuovi, dovuti al lavoro<br />
di fabbrica ed alle malattie sociali che ne derivano, dalla tubercolosi all’alcoolismo.<br />
Neanche la fuga dalla campagna verso il lavoro di fabbrica è senza costi.<br />
In particolare eccezionale è la s<strong>it</strong>uazione che si crea a Torre, che diventa in breve<br />
tempo una moderna c<strong>it</strong>tà-fabbrica, in segu<strong>it</strong>o alla costruzione nel 1840 del quarto<br />
stabilimento cotoniero in Italia. 225 Torre, ancora feudo di meno di cinquecento persone<br />
fino al 1810, nel 1872 ha raggiunto 1580 ab<strong>it</strong>anti, destinati a divenire 2710 all’inizio del<br />
Novecento. Ne deriva una paurosa crisi ab<strong>it</strong>ativa: pur essendo quintuplicate le ab<strong>it</strong>azioni<br />
dal 1839 al 1874, nel 1884 la disponibil<strong>it</strong>à è di 155 alloggi per 256 famiglie (nello stesso<br />
periodo, nel borgo gemello di Rorai Grande, la s<strong>it</strong>uazione è di 103 ab<strong>it</strong>azioni per 169<br />
famiglie)! 226 La c<strong>it</strong>tà-fabbrica è una realtà di aggregazione di un proletariato inurbatosi in<br />
local<strong>it</strong>à completamente dipendenti da uno stabilimento industriale, che non si integrano<br />
con un preesistente retroterra contadino od artigianale e dove la fabbrica cost<strong>it</strong>uisce il<br />
principale centro di aggragazione e di promozione dell’attiv<strong>it</strong>à sociale e pol<strong>it</strong>ica. Si tratta<br />
di realtà dove avranno un ruolo fondamentale le realtà sindacaliste rivoluzionarie, per<br />
quanto queste eserc<strong>it</strong>eranno vari livelli di mediazione con il socialismo riformista, sia sul<br />
terreno elettorale che su quello propriamente sindacale, come sarà proprio nel caso di<br />
Torre. Qui il socialismo avrà sempre una direzione di stampo operaio, a differenza di quel<br />
mix di intellettuali, piccolo borghesi ed operai qualificati di piccole aziende che connoterà<br />
gli altri centri storici del socialismo del Friuli occidentale, ad iniziare da Pordenone. 227<br />
Sul piano ist<strong>it</strong>uzionale l’industrializzazione produce come effetto la richiesta di un<br />
ruolo più importante per la c<strong>it</strong>tà: già nel 1872, sei anni dopo l’annessione all’Italia, il<br />
neonato settimanale liberale Il Tagliamento rivendica la cost<strong>it</strong>uzione di una provincia<br />
autonoma del Friuli occidentale, alla quale sia riun<strong>it</strong>o anche il mandamento di<br />
Portogruaro. I distretti della destra Tagliamento lamentavano che Udine avesse accaparrato<br />
tutte le opere pubbliche più importanti, mentre si era negato a Pordenone un modesto<br />
sussidio per l’ist<strong>it</strong>uzione di una scuola tecnico-secondaria in quella c<strong>it</strong>tà. 228 D’altronde,<br />
l’ambizione ad una sanzione del ruolo centrale di Pordenone era già stato sottolineata,<br />
alla fine del Sedicesimo Secolo, dalla trattativa fra il comune ed il vescovo Matteo I<br />
Sanudo per trasferire la sede vescovile da Portogruaro alle rive del Noncello, arenatasi<br />
probabilmente per gli eccessivi gravami imposti dalla presenza della corte concordiese. 229<br />
Ambedue le aspirazioni diverranno infine realtà, ma solo nella seconda metà del<br />
Ventesimo Secolo, tardiva sanzione del ruolo acquis<strong>it</strong>o dall’antico porto fluviale,<br />
diventato nel frattempo la cap<strong>it</strong>ale <strong>it</strong>aliana dell’industria degli elettrodomestici.<br />
204 di martedì 29 agosto 1911, pag. 1, IL CENSIMENTO PROVINCIALE GENERALE: Centomila ab<strong>it</strong>anti di<br />
aumento.<br />
224 I pensionati femminili dei cotonifici diventano in tal modo, oltre ad un importante servizio sociale, un<br />
temibile strumento di controllo, delle vere e proprie ist<strong>it</strong>uzioni totali. Le operaie non sono libere, in caso di<br />
sciopero subiscono pressioni dalle religiose, ma l’utilizzo dello stesso tempo di non lavoro è condizionato alla<br />
concessione di quest’ultime. L’8 settembre 1902, essendosi alcune operaie recate a ballare, sono sospese per<br />
otto giorni dal lavoro dalle suore, pena ridotta alla metà dall’intervento della direzione aziendale! Cfr.: DEGAN,<br />
Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 62-63.<br />
225 CHIARADIA, Giosuè, Appunti per una storia del sindacalismo nel Friuli pordenonese, in: FRILLI, Franco (a<br />
cura di), Pordenone e il suo terr<strong>it</strong>orio. Note storiche su aspetti economici e sociali, Pordenone, Camera di<br />
Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, 1992, pag. 197.<br />
226 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 44-46.<br />
227 Per la definizione di c<strong>it</strong>tà-fabbrica, cfr.: DEGL’INNOCENTI, Maurizio, Geografia e ist<strong>it</strong>uzioni del socialismo<br />
<strong>it</strong>aliano, Napoli, Guida, 1984, pagg. 182-183 .<br />
228 RINALDI, Carlo, Il giornalismo pol<strong>it</strong>ico, c<strong>it</strong>., pag. 95; il giudizio di Tiziano Tess<strong>it</strong>ori (Friuli 1866: uomini e<br />
problemi, pagg; 147-148) è riportato da: STELLA, Aldo, c<strong>it</strong>., pag. 35, nota 7.<br />
229 CHIANDOTTO, Vannes, Stato e Chiesa nel Friuli occidentale, c<strong>it</strong>., pagg. 14-15.<br />
77
Cap<strong>it</strong>olo 4.<br />
Il sole radioso dell’avvenire.<br />
Pordenone, la piccola Manchester.<br />
4.1 - Le origini del socialismo nel Friuli<br />
occidentale.<br />
4.1.1 - Prime presenze. Gli ultimi anni<br />
dell’Ottocento.<br />
Secondo Mario Lizzero il primo nucleo socialista organizzato pordenonese nasce a<br />
Torre, in segu<strong>it</strong>o ad un forte movimento rivendicativo, nel 1886. 230 Ma questo riferimento<br />
ad un episodio di lotta operaia non produce immediatamente un gruppo esplic<strong>it</strong>amente<br />
ricollegantesi alle prime organizzazioni del socialismo <strong>it</strong>aliano; d’altro lato, proprio negli<br />
anni successivi si collocano le origini della cooperazione socialista con la cost<strong>it</strong>uzione del<br />
Magazzino Cooperativo di consumo nella frazione cotoniera. Quanto alla vicina c<strong>it</strong>tà,<br />
secondo la testimonianza dei primi esponenti del Psi pordenonese agli inizi del nuovo<br />
secolo, la loro attiv<strong>it</strong>à non aveva ancora avuto inizio nel 1890. 231<br />
I primi segni di attenzione per il socialismo - ma non ancora di collegamenti<br />
organizzati - nella Pordenone di fine secolo sono di poco posteriori alla fondazione del Psi<br />
a Genova nel 1892. Nel 1893 esce il primo giornale socialista friulano, L’Avvenire. Ed<strong>it</strong>o<br />
ad Udine, giunge nelle due principali c<strong>it</strong>tà del Friuli occidentale, Pordenone e San V<strong>it</strong>o al<br />
Tagliamento, diffuso in ambienti operai già influenzati dal pensiero socialista, anche se<br />
immediatamente contigui alla democrazia radicale. Sulle sue pagina appaiono in<br />
sequenza ravvicinata due lettere, testimonianza di una prima volontà di organizzarsi<br />
nell’ambiente operaio, ma anche di un vuoto ancora tutto da colmare. La prima lettera<br />
tende a marcare una presa di distanza dal radicalismo locale, i cui esponenti avrebbero<br />
fatto la scelta opportunistica di badare al tornaconto personale, lasciando i lavoratori<br />
privi di una rappresentanza pol<strong>it</strong>ica. Il corrispondente confessa comunque di aver deciso<br />
più a livello emotivo che sul piano di una scelta pol<strong>it</strong>ica maturata con cognizione di<br />
causa. 232<br />
Nel numero successivo un’altra lettera riprende il discorso. Anche in questo caso<br />
si esprime una voglia di fare, non ancora una realtà organizzata: ne è una testimonianza<br />
la risposta redazionale a questa seconda pubblicazione: Il sig. E.F. farebbe cosa molto<br />
grata e molto bella ad aiutarci nella lotta, la quale purtroppo di giorno in giorno diventa più<br />
ardua, più acerba; e se non fosse l’ardenza delle convinzioni che ci sostenga e ci conforti,<br />
verrebbe quasi la matta voglia di disertare il campo. Quante delusioni, quanti abbandoni!<br />
Aiutiamoci dunque. Ma il giornale non basta. Bisogna che ognuno si muova, si ag<strong>it</strong>i nella<br />
propria sfera e cerchi la propaganda in tutte le guise. E’ così che potremo presto o tardi<br />
organizzarci in part<strong>it</strong>o: oggi non siamo che soldati dispersi per quanto animosi: lo intendano<br />
i compagni della provincia. 233<br />
230 Si tratta dei due lunghi e duri scioperi dei cotonifici di Rorai Grande (12-25 settembre 1887, per un<br />
aumento della retribuzione del cottimo) e di Torre (19-29 novembre successivi, per ottenere il regolamento di<br />
fabbrica): cfr. DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 50-54 e MIO, Luigi, Industria e società a<br />
Pordenone, c<strong>it</strong>., pagg. 97-100.<br />
231 LIZZERO, Mario, Gloriose battaglie antifasciste, c<strong>it</strong>., pag. 3; LF, n. 129 dell’11 maggio 1907, Discutiamo<br />
(siglato P.); n. 155 dell’8.11.1907, pag. 2 MENTRE SI INIZIA IL PROCESSO PER IL DRAMMA DI<br />
PORDENONE. L’ambiente di Pordenone (cfr. testo in appendice) e n. 16 del 22 aprile 1922, pag. 4, TORRE DI<br />
PORDENONE. Cose della Cooperativa Sociale.<br />
232 L’Avvenire, n. 3 dell’8 luglio 1893, pag. 3, Dalla Provincia. Cfr. il testo in appendice.<br />
233 L’Avvenire, n. 4 del 15 luglio 1893, pag. 3., articolo firmato Enrico F. Cfr. il testo in appendice.<br />
Allegata all’articolo una poesia ci fornisce una dura descrizione delle condizioni di v<strong>it</strong>a ferine cui era ridotta la<br />
classe lavoratrice friulana: in essa risuonano gli stessi toni crudi delle testimonianze lasciateci dagli osservatori<br />
degli effetti della rivoluzione industriale sul proletariato europeo, come le r<strong>it</strong>roviamo richiamate in: DOLLÉANS,<br />
Édouard, Storia del movimento operaio, 3 volumi, Firenze, Sansoni, 1977, vol. I, parti prima e seconda; o in:<br />
MARCUS, Steven, Engels, Manchester e la classe lavoratrice, Torino, Einaudi, 1980, per le testimonianze, oltre<br />
che del lavoro engelsiano, della letteratura coeva (soprattutto di Dickens); cfr. inoltre il testo classico di:<br />
ENGELS, Friedrich, La s<strong>it</strong>uazione della classe operaia in Inghilterra, Roma, Ed<strong>it</strong>ori Riun<strong>it</strong>i, 1972. Cfr. inoltre,<br />
per osservatori <strong>it</strong>aliani degli effetti della rivoluzione industriale sulle condizioni della classe operaia: DE<br />
78
Questi primi contatti non producono però una strutturata organizzazione: V<strong>it</strong>torio<br />
Gottardi nel 1894, nella sua relazione al secondo congresso socialista veneto, segnala<br />
solo la presenza di un primo nucleo nella Udine che ha appena visto la v<strong>it</strong>toria del<br />
radicale Girardini, mentre nulla gli risulta a Pordenone. E che la conoscenza della realtà<br />
pordenonese sia, oltre che di seconda mano, insufficiente, lo dimostra il fatto che,<br />
mentre segnala lotte sindacali dei settori delle setaiole delle filande e dei tipografi<br />
friulani, egli nega la presenza in provincia di nuclei di grande industria. 234<br />
La s<strong>it</strong>uazione non è cambiata due anni dopo, quando il successivo periodico<br />
socialista, L’Operaio, usc<strong>it</strong>o nel 1896, non riporta in alcun modo notizie da Pordenone<br />
(mentre continuano i rapporti con San V<strong>it</strong>o). Evidentemente i contatti erano venuti<br />
meno, oppure più probabilmente erano rimasti al livello della semplice simpatia,<br />
operando nelle s<strong>it</strong>uazioni locali all’interno delle reti organizzative delle forze della sinistra<br />
borghese. 235 Ma il pericolo del socialismo è sent<strong>it</strong>o dai rappresentanti delle ist<strong>it</strong>uzioni, se<br />
il 5 agosto 1895, in occasione dell’inaugurazione della Casa di Riposo in Piazza della<br />
Motta, il prefetto di Udine si trova a pronunciare un duro discorso contro le nuove idee<br />
della lotta di classe e del collettivismo. 236 Ed infatti se in Friuli si contano, fra il 1878 ed<br />
AMICIS, Edmondo, Primo maggio, c<strong>it</strong>. e MERLI, Stefano, Proletariato di fabbrica e cap<strong>it</strong>alismo industriale,<br />
Firenze, La Nuova Italia, 1976.<br />
234 GOTTARDI, V<strong>it</strong>torio, c<strong>it</strong>., pagg. 13 e 14 (cfr. testo in appendice).<br />
Le modal<strong>it</strong>à di redazione del suo resoconto della presenza socialista in Regione sono così riassunte da Gottardi:<br />
io mi sono umilmente rivolto a tutti i compagni, a me noti, delle varie provincie. Ma rispondere alle<br />
lettere, che si ricevono, non è di tutti, e pochissimi risposero alle mie. Quindi, dopo aver notato come le<br />
informazioni ch’egli riporta al congresso sono incomplete, riferisce: In tutto il Veneto vi sono ventidue Circoli<br />
aderenti al part<strong>it</strong>o: altri ve ne sono che al part<strong>it</strong>o non aderirono, ma in complesso, bisogna bene<br />
confessarlo, di socialisti ve ne hanno pochini. Cfr. GOTTARDI, c<strong>it</strong>., pagg. 5 e 6.<br />
V<strong>it</strong>torio Gottardi nasce a Treviso nel 1860. E’ insegnante negli ist<strong>it</strong>uti tecnici e direttore didattico, fino a<br />
quando viene dest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dall’incarico nel 1898 per le prime accuse pol<strong>it</strong>iche (è iscr<strong>it</strong>to al Psi dalla fondazione):<br />
da quel momento si dedica al giornalismo ed all’organizzazione di part<strong>it</strong>o, contribuendo all’organizzazione dei<br />
circoli socialisti in Veneto e soprattutto in Polesine. Dopo aver ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o nel 1900 la sezione socialista<br />
trevigiana, sciolta dopo i moti del 1898, ed essere stato eletto consigliere comunale e provinciale, si trasferisce<br />
a Milano, ove è chiamato da Filippo Turati a far parte della commissione per la refezione scolastica c<strong>it</strong>tadina.<br />
Gottardi, dopo la prevalenza l’anno successivo dei rivoluzionari nel Psi milanese, fa parte della sezione<br />
socialista autonoma promossa dai riformisti. Nel 1914 diventerà assessore all’istruzione primaria<br />
nell’amministrazione comunale socialista guidata da Caldara, per poi abbandonare nel dopoguerra l’attiv<strong>it</strong>à<br />
pol<strong>it</strong>ica, anche a causa della salute malferma. Morirà a Treviso nel 1939. Cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI,<br />
Tommaso, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 533-534 (scheda a cura di S. Caretti).<br />
235 Quali fossero le modal<strong>it</strong>à di organizzazione del Psi è indicato in una nota riportata sul nuovo settimanale:<br />
Come si procede alla formazione dei gruppi socialisti? E’ questa la domanda che molti Compagni della<br />
Provincia ci hanno rivolta. In un modo semplicissimo, rispondiamo noi. Unico mezzo la buona volontà.<br />
Colui che si sente socialista, deve sentire anche la necess<strong>it</strong>à che tutti gli altri divengano socialisti.<br />
Impieghi quindi ogni mezzo per convincere quanti più è possibile alle proprie idee, e quando in un<br />
singolo paese, in un singolo villaggio, in una singola borgata ne avrà convinti due o tre, dopo quanto<br />
lavoro, dopo quanto tempo non importa, con l’aiuto loro cerchi di convincerne tanti altri da raggiungere<br />
complessivamente almeno il numero di 10. Raggiunto questo numero il Gruppo è formato, vi sia o non vi<br />
sia una sede fissa per le sue riunioni, le riunioni, possono tenersi anche passeggiando per i campi.<br />
Cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o così il Gruppo (Sezione del Part<strong>it</strong>o), esso deve fare adesione al Part<strong>it</strong>o socialista del<br />
Lavoratori <strong>it</strong>aliani, spedendo l’adesione collettiva all’Ufficio esecutivo centrale del Part<strong>it</strong>o medesimo (S.<br />
Pietro all’Orto N. 16 Milano), con l’indicazione del numero (non è necessario il cognome) dei suoi<br />
componenti, e con versamento della metà almeno delle contribuzioni, che per ciascun aderente sono di<br />
cent. 10 mensili, e anche di più per quelli che lo possono. La metà delle contribuzioni minime mese per<br />
mese si continua a spedirla all’Ufficio esecutivo centrale, come pure mese per mese, si notifica all’Ufficio<br />
medesimo ogni successivo mutamento nel numero dei socii. Finché non riesca possibile la formazione<br />
del Gruppo, perché non ancora raggiunto il numero di 10, le adesioni e le contribuzioni si manderanno<br />
alla Sezione più vicina (Circolo elettorale di Udine), a cui si considerano appartenenti gli aderenti.<br />
Cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un certo numero di Gruppi si procederà a fondare la Federazione. Ciò premesso, un saluto ai<br />
Compagni della provincia e l’augurio che il loro lavoro riesca grandemente proficuo alla propaganda ed<br />
all’organizzazione del Part<strong>it</strong>o. Cfr.: L’Operaio, n. 6, sabato e domenica 19/20 settembre 1896, Ai Compagni<br />
della Provincia. COME SI COSTITUISCONO I GRUPPI.<br />
236 Ecco una di quelle opere che sono preordinate ad affrettare l’ora delle armonie sociali, val quanto dire<br />
a ravvicinare in fraterno accordo le classi della Società per modo che tutte dal più al meno abbiano a<br />
risentirne i benefici dell’umano consorzio, per modo che i più favor<strong>it</strong>i dalla sorte aiutino a salire coloro<br />
che lo furono meno, per modo, insomma, che la plebe assurga a dign<strong>it</strong>à di popolo anziché, come<br />
vorrebbero taluni, abbassare il popolo a livello di plebe. Quando si vedrà attuato con vero amore il<br />
precetto di Cristo, il quale non disse mai ai poveretti: andate a prendervi con la violenza la roba dei<br />
ricchi, ma disse invece ai ricchi “quod superest dividatur”. Io credo per fermo che le classi lavoratrici,<br />
ora suggestionate con maggior o minor buona fede, ma suggestionate sempre, si sentiranno meno<br />
disposte a proseguire ideali di realizzazione impossibile e che in ogni caso non condurrebbero se non alla<br />
distribuzione di una gran parte del patrimonio creato dalla sapienza, dalla industria e dalla attiv<strong>it</strong>à di<br />
tante generazioni e da gettare il resto nella nebbiosa ed infeconda palude del collettivismo. E poiché<br />
sono a Pordenone, mi piace ricordare la sentenza di un vostro illustre compatriota, non certo sospetto di<br />
soverchia tenerezza per la borghesia, il quale scrisse che la sognata liquidazione sociale, se mai dovesse<br />
avverarsi, non sarebbe una liquidazione di ricchezze, ma una liquidazione di miseria...” Cfr.: NANNI, Nico,<br />
L’assistenza dall’Un<strong>it</strong>à d’Italia alla seconda guerra mondiale, in: COMIN, F., NANNI, N., CASETTA A., PERFETTI<br />
79
il 1900, 116 giorni di sciopero, 38 si sono svolti a Pordenone, nel corso di 7 scioperi<br />
consecutivi. 237<br />
I socialisti come forza organizzata appaiono però più tardi, nella fase di crisi<br />
dell’offensiva reazionaria dell’ultimo decennio del secolo. Durante le pesanti repressioni<br />
antipopolari dei ministeri guidati da Crispi, Di Rudinì ed infine dal generale Pelloux, i<br />
socialisti hanno sub<strong>it</strong>o colpi pesanti, e l’organizzazione socialista è stata letteralmente<br />
messa al bando in ampie zone del paese. Solo piccoli gruppi socialisti sono sopravvissuti<br />
in quel periodo, ed è probabile che il Veneto ed il Friuli in esso compreso non avessero<br />
fatto eccezione. Alla vigilia dell’VIII congresso del Psi, tenutosi a Roma nel settembre<br />
1900, il Veneto contava 30 sezioni complessivamente, a fronte delle oltre<br />
centoventicinque dell’Emilia (dove non si era attuato lo stato d’assedio), delle oltre cento<br />
della Lombardia (che vi erano invece state sottoposte): ma va rilevato che l’organizzazione<br />
sindacale e socialista veneta era soprattutto forte nelle zone di ag<strong>it</strong>azione bracciantile del<br />
Polesine. Alla ricost<strong>it</strong>uzione del part<strong>it</strong>o ed allo sviluppo del movimento popolare avevano<br />
dato grande stimolo i risultati delle elezioni amministrative del giugno-luglio 1899, nelle<br />
quali il blocco popolare (formato da socialisti, repubblicani e radicali) aveva segnato a<br />
proprio vantaggio il successo di Milano. 238<br />
Ed è proprio in quella occasione di rivinc<strong>it</strong>a elettorale delle sinistre riun<strong>it</strong>e nei<br />
Blocchi Popolari, secondo Luigi Mio, che nelle elezioni amministrative del luglio 1899, con<br />
l’apporto determinante degli elettori di Torre, i primi esponenti del part<strong>it</strong>o socialista fanno<br />
il loro ingresso nel consiglio comunale c<strong>it</strong>tadino; tra i neo-consiglieri troviamo quell’Ilario<br />
Fantuzzi che sarà presidente proprio del magazzino cooperativo nei primi anni del secolo. 239<br />
L’elezione del Fantuzzi, presidente del Magazzino Cooperativo di consumo di<br />
Torre, dimostrerebbe la capac<strong>it</strong>à dei socialisti di acquisire la gestione di strutture<br />
economiche di fondamentale importanza per la condizione operaia, e di usarle come<br />
trampolino per la conquista del potere pol<strong>it</strong>ico. La conquista della gestione del Magazzino<br />
viene descr<strong>it</strong>ta dall’eterno concorrente/antagonista dei socialisti a Torre, il parroco ed<br />
organizzatore sindacale cattolico don Giuseppe Lozer: il Magazzino Cooperativo locale,<br />
(era) amministrato da socialisti. (...) L’art. 2 dello Statuto del Magazzino Cooperativo<br />
prescriveva che la Società doveva rimanere estranea a part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici. Eppure era infeudata<br />
al Part<strong>it</strong>o Socialista. Socialisti sì, ma cattolici no! La bandiera del Magazzino Cooperativo era<br />
stata benedetta nel 1895 sotto la prima amministrazione non socialista; (...). 240 A Torre di<br />
Pordenone venne aperto fin dal 1894 un Magazzino Cooperativo di spaccio alimentari, vino,<br />
carne, legna in uno stabile del Cotonificio Veneziano, ceduto poi gratu<strong>it</strong>amente, in posto<br />
centrale, dove oggi c’è l’Oratorio dei ragazzi e l’ab<strong>it</strong>azione del Cappellano. Nei primi anni fu<br />
amministrato da persone equilibrate, rispettose, non part<strong>it</strong>anti. Ma dal 1900 fino al 1929,<br />
quando venne chiuso per fallimento, divenne il centro della propaganda socialista. Non era<br />
un socialismo democratico, laburista col quale per me sarebbe stato ben facile accordarmi,<br />
ma un socialismo fazioso, settario, antireligioso, e dopo la prima guerra sfociato nel<br />
comunismo. Basti dire che quando passava la processione del venerdì santo, si teneva aperto<br />
lo spaccio, si vociferava e si affettava carne insaccata per fare dispetto. Due volte, al<br />
passaggio della processione del Corpus Domini, da una finestra del locale si gettarono sul<br />
baldacchino dei calcinacci. Bravate banali, provocazioni idiote, che poi furono scontate con<br />
un fallimento disastroso. 241<br />
T., Storia dell’assistenza a Pordenone dal 1440 ad oggi, Pordenone, Eca, 1980, pagg. 182-183 e 246, nota 7.<br />
Nanni non individua l’illustre compatriota, che potrebbe ben essere Pietro Ellero.<br />
Già nel 1887 La Patria del Friuli segnalava che da tra o quattro anni anche in Friuli si osa parlare di<br />
socialismo. Anche se non sappiamo chi avesse organizzato la manifestazione, nel 1893 viene celebrato, forse<br />
la prima volta, il Primo Maggio a Pordenone (ove non aveva avuto alcun riscontro nel suo primo anno di<br />
convocazione mondiale, il 1890), anche se Il Tagliamento si rilassava visto che: tutto si lim<strong>it</strong>ò a platoniche<br />
conferenze per propugnare principalmente le otto ore di lavoro e ad amichevoli bicchierate. Cfr.: DEGAN,<br />
Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 59-60.<br />
237 18 giorni di sciopero si contano a Palmanova (un solo sciopero), 16 ad Udine, nel corso di 7 scioperi, 13 a<br />
Maniago (anche in questo caso per uno sciopero solo): cfr.: CHIARADIA, Giosuè, Appunti per una storia del<br />
sindacalismo nel Friuli pordenonese, c<strong>it</strong>., pag. 198.<br />
238 TREVISANI, Giulio, Storia del movimento operaio <strong>it</strong>aliano, 3 volumi, Milano, Edizioni Avanti! e<br />
successivamente Edizioni del Gallo, 1958-1965, secondo volume, pag. 306 e terzo volume, pagg. 20, 21 e 27.<br />
239 MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pag. 106.<br />
240 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg. 24 e 25.<br />
241 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg. 32 e seguenti.<br />
E’ un notevole esempio di ipocrisia il racconto che fa don Lozer del fallimento del Magazzino cooperativo,<br />
diventato nel dopoguerra Cooperativa sociale. Innanz<strong>it</strong>utto Lozer tace del boicottaggio fascista nei confronti<br />
delle ist<strong>it</strong>uzioni superst<strong>it</strong>i del movimento operaio, soprattutto le cooperative, visto che i part<strong>it</strong>i e le<br />
organizzazioni sindacali erano stati sciolti da tempo. La soddisfazione del parroco per la caduta degli storici<br />
avversari era evidentemente predominante sul comune sentimento di opposizione al fascismo.<br />
Ma quello che soprattutto a Lozer preme sottolineare è la sua v<strong>it</strong>toria, materializzatasi con l’acquisizione dei<br />
beni della cooperativa avversaria, azione spacciata per car<strong>it</strong>à cristiana. E i locali e i terreni della Cooperativa<br />
socialista che mi ha respinto da socio nel settembre del 1903, sono divenuti nel 1935 mia proprietà che<br />
80
Secondo la memoria storica del Psi pordenonese, invece, la guida socialista sul<br />
Magazzino cooperativo di Torre coincide con la sua stessa creazione, guidata da Ilario<br />
Fantuzzi. Nel 1909, quando don Lozer riesce a disarcionare Fantuzzi dal seggio consiliare<br />
in comune, si ricorda com’egli abbia guidato la creazione della cooperativa da quindici<br />
anni, cioè proprio dal 1894. Risulta poi dagli atti che il Magazzino Cooperativo fra Operai<br />
ed Addetti agli Stabilimenti del Cotonificio Veneziano e Braccianti nella frazione di Torre di<br />
Pordenone nasce come Società anonima cooperativa di consumo cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a con atto 15<br />
agosto 1903 – Autorizzata con Decreto del R. Tribunale Civile e Penale di Pordenone 17<br />
aprile 1904, secondo la documentazione conservata agli atti del comune di Pordenone,<br />
con presidente Fantuzzi. Con buona pace di don Lozer, ci sono state due successive<br />
società, l’una sorta il 25 marzo 1893 promossa dal Cotonificio Veneziano in una logica<br />
paternalistica nella quale l’azienda industriale poteva controllare i consumi dei lavoratori<br />
ed eventualmente ricattarli in caso di sciopero (come succederà nello sciopero del 1906<br />
del Cotonificio Amman), l’altra sorta nel 1903, segno dell’ emancipazione degli operai<br />
socialisti, della quale essi hanno sempre mantenuto il controllo fino all’avvento del<br />
fascismo. Diversa sarà invece la storia della cooperativa degli operai del Cotonificio<br />
Amman, come avremo occasione di vedere successivamente. 242<br />
L’esistenza di esperienze cooperative, come quella socialista di Torre oppure<br />
quelle di Lestans o dei ferrovieri di Udine, viene scand<strong>it</strong>a da fasi successive di<br />
scioglimenti e di nuove cost<strong>it</strong>uzioni legali, dovuti prevalentemente a fenomeni che<br />
allontanano dalla loro sede la gran parte dei soci cost<strong>it</strong>utori e che soprattutto ne hanno<br />
reso impossibile il funzionamento, a causa della penuria di merci e del denaro per<br />
acquistarle: è questo il motivo per il quale dopo la prima guerra mondiale troviamo<br />
ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e (magari con un nuovo nome, come a Torre) cooperative che avevano avuto<br />
una loro florida e consistente attiv<strong>it</strong>à nel passato. 243<br />
4.1.2 - L’organizzazione degli agenti.<br />
La prima vera notizia che testimonii di un’attiv<strong>it</strong>à organizzata socialista a<br />
Pordenone appare nell’ottobre 1900, e non riguarda, contrariamente a quanto ci si<br />
potrebbe aspettare, gli operai cotonieri. Si tratta di una lettera di Luigi Scottà e Gino<br />
Rosso, che chiedono osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à al settimanale radicale Il Paese per rispondere ad un<br />
commento de Il Tagliamento sulle vicende della Società Agenti, cioè della società di<br />
mutuo soccorso cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a autonomamente dagli impiegati, commessi ed agenti di<br />
commercio. Il 16 settembre i due (defin<strong>it</strong>i dal settimanale liberale tutti gli imberbi “non<br />
ancora maturi di senso”) sono stati eletti consiglieri nelle elezioni parziali. Ma la direzione<br />
della Società, pur essendo il consiglio già eletto, col pretesto di una modifica statutaria<br />
che porta il numero dei consiglieri da 15 a 18, decide di convocare per il 9 ottobre nuove<br />
elezioni generali, alle quali si presenta una lista di seguaci del circolo monarchico (che si<br />
era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o in quel periodo, promosso da Riccardo Etro 244 ) con qualche nome nostro.<br />
ho poi donato alla Chiesa parrocchiale di Torre con destinazione a ricreatorio della gioventù e ab<strong>it</strong>azione<br />
del Cappellano. Non possiamo che considerare queste bassezze come una grave caduta di stile, che purtroppo<br />
non ha lasciato indenne un personaggio complesso ed importante come don Giuseppe Lozer.<br />
Per tentare di ricostruire qualcosa di simile a quanto è accaduto, mi pare opportuno c<strong>it</strong>are quanto un<br />
giornalista del Manchester Guardian ebbe a scrivere da Molinella a propos<strong>it</strong>o della distruzione delle cooperative<br />
di quel famoso centro del riformismo socialista emiliano da parte dei fascisti: è cominciata un’altra campagna<br />
di violenze per impedire ai contadini di coltivare la terra. Il 22 marzo due spedizioni pun<strong>it</strong>ive armate<br />
vis<strong>it</strong>arono due poderi, ove i contadini che rimanevano fedeli alle cooperative lavoravano. Bastonarono<br />
uomini e donne e anche una giovinetta di quindici anni. Frattanto il commissario governativo<br />
continuava le vend<strong>it</strong>e all’asta di tutto quanto apparteneva alle cooperative, senza alcun consenso dei<br />
soci. Il 25 marzo furono venduti i bovi della “Cooperativa Agricola” ai bottegai e ai proprietari terrieri,<br />
che li rivendettero con un prof<strong>it</strong>to enorme. Il caso della proprietà Spada dà un’idea di ciò che succede.<br />
Questa terra è stata tolta alla cooperativa che l’aveva in aff<strong>it</strong>to ed è stata affidata ai dirigenti fascisti,<br />
che alla loro volta l’hanno subaff<strong>it</strong>tata agli operai affamati ad un prezzo enorme. (...) Corrispondenza di<br />
Mr. Waterfield, sul Manchester Guardian del 5 aprile 1923, c<strong>it</strong>ata da: SALVEMINI, Gaetano, Molinella, in:<br />
Adriano Dal Pont e Lino Zocchi, c<strong>it</strong>., pag. 175.<br />
242 LF, nn. 252 del 31 luglio 1909, pag. 4 e 252 del 31 luglio 1909, pag. 4, Cambiamento di Luna; DEGAN,<br />
Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 69-70. Cfr.: ACPn, b. 1905 Referato I, fasc. 6, Amministrativo. Avevo<br />
potuto precedentemente visionare la trascrizione dell’atto cost<strong>it</strong>utivo, grazie agli appunti cortesemente fattimi<br />
leggere da Teresina Degan.<br />
243 Cfr. invece, per un caso emblematico di esperienza cooperativa che riesce ad eserc<strong>it</strong>are un ruolo<br />
importantissimo, anche se ridotto, di sostegno delle condizioni di v<strong>it</strong>a della popolazione, le Cooperative Operaie<br />
di Trieste (anche se va sottolineato come il ruolo e la sopravvivenza stessa della cooperazione in questo caso è<br />
frutto di un accordo con le autor<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>iche): PIEMONTESE, Giuseppe, c<strong>it</strong>.<br />
244 X. firma da Pordenone un articolo sulla prima pagina de Il Paese, dedicato al congresso dei monarchici<br />
moderati - riaggregatisi dopo il regicidio di Monza - che si sta svolgendo in quei giorni. La sua opinione è che<br />
non ci si possa aspettare nulla da quest’aggregazione che ha basi solo parlamentari, senza riferimenti reali nel<br />
81
I monarchici, che accusano gli antagonisti di voler pol<strong>it</strong>icizzare la previdenza,<br />
riescono a sconfiggerli. Ma sono proprio i monarchici a strumentalizzare la Società,<br />
astenendosi dalla cerimonia di commemorazione del capo radicale Felice Cavallotti, ma<br />
facendo al contrario atto di omaggio ad Umberto I dopo la sua uccisione e facendo<br />
benedire dai preti la bandiera del sodalizio. 245<br />
Scottà e Rosso dichiarano di mirare con la loro azione ad un indirizzo morale ed<br />
economico differente dall’attuale, proprio perché portatori di idee pol<strong>it</strong>iche diverse, così<br />
come diversa è la gestione di un’Amministrazione Comunale se essa è diretta da<br />
monarchici oppure da radicali. Questo non significa voler trasformare la società<br />
mutualistica in uno strumento di part<strong>it</strong>o, quanto piuttosto innovarne la direzione, per<br />
offrire condizioni migliori ai lavoratori associati, rompendo con l’egoistica gestione degli<br />
attuali amministratori. 246<br />
Due settimane dopo Scottà e Rosso sono costretti a replicare nuovamente alla<br />
polemica del Tagliamento del 6 ottobre. Si rifiuta l’accusa di aver mai denigrato Giuseppe<br />
Mazzini, che si dichiara invece di rispettare profondamente.<br />
Il pensiero nostro è questo: Il principio pol<strong>it</strong>ico informa l’indirizzo economico,<br />
r<strong>it</strong>orna quindi utile farne manifestazione nelle associazioni operaie per determinare una<br />
corrente, che sia consentanea alle esigenze dei tempi, e aggiungiamo ancora che i sodalizi<br />
essendo parte importante di un organismo civile, debbono interessarsi alle questioni<br />
pol<strong>it</strong>iche che hanno rapporto collo sviluppo economico.<br />
Ai monarchici che r<strong>it</strong>engono necessario iscrivere soci onorari e contribuenti,<br />
stimolando l’intervento paternalistico dei proprietari a pro dei lavoratori, si replica che i<br />
lavoratori debbono provvedere da soli al miglioramento delle loro condizioni, fra le quali<br />
figura l’ottenimento di un sussidio ben più consistente di quello minimo ora garant<strong>it</strong>o ai<br />
soci disoccupati. Si richiede la retribuzione delle cariche sociali come di ogni altro lavoro,<br />
mentre da destra si difende la gratu<strong>it</strong>à; si vuole la cost<strong>it</strong>uzione di cooperative moderne,<br />
osteggiate dai monarchici: questi sono i contenuti pol<strong>it</strong>ici che contrappongono i due<br />
schieramenti. 247<br />
Il lavoro dei due giovani socialisti, nonostante la sconf<strong>it</strong>ta momentanea, porta a<br />
risultati evidenti, tanto che il 24 marzo 1901, quando a Pordenone si tiene la<br />
commemorazione di Umberto I, fatta dall’on. Pascolato, ex ministro e deputato di<br />
Spilimbergo, la Cooperativa di Torre e la Società Agenti non partecipano all’iniziativa,<br />
vista la sua caratterizzazione monarchica. I monarchici quindi, visto il venir meno del<br />
sostegno di quegli stessi dirigenti della Società Agenti appoggiati al momento del voto da<br />
Il Tagliamento, girano per i negozi per raccogliere firme su una mozione di protesta, che<br />
raccoglie però solo 28 firme su 200 soci. La domenica successiva i radicali organizzano<br />
una conferenza di risposta, in cui l’avv. Carlo Policreti, presentato dall’avv. Galeazzi,<br />
paese, e che propone un programma basato sul radicale Patto di Roma misto con il programma minimo<br />
socialista ed una fede cieca nell’autor<strong>it</strong>à cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a. Ben altre speranze possono essere riposte nel programma di<br />
riforme di Zanardelli e Giol<strong>it</strong>ti, e nella sinistra liberale che, indebol<strong>it</strong>a dalle continue trasmigrazioni, è però<br />
risorta insieme ai part<strong>it</strong>i popolari nella difesa delle libertà statutarie, a dimostrazione di una sua reale ragion<br />
d’essere nelle forze economiche. E’ significativo che i riferimenti dell’articolo siano in buona parte ripresi dalla<br />
socialista Cr<strong>it</strong>ica Sociale, dalla quale si traggono c<strong>it</strong>azioni di Vilfredo Pareto e di Filippo Turati.<br />
P, n. 268 del 9 febbraio 1901, pag. 1, UN CONGRESSO, articolo siglato X. Questa sigla viene usata sol<strong>it</strong>amente<br />
anche per altri articoli (così come le similari xy od y) ma in questo caso vale l’esplic<strong>it</strong>a indicazione di Pordenone.<br />
Si tratta in particolare della stessa sigla che, a partire dai mesi successivi,utilizzerà Gino Rosso per anni sui<br />
socialisti Evo Nuovo e Il Lavoratore Friulano.<br />
245 La campagna per celebrare Cavallotti era iniziata a Pordenone nell’ottobre 1899, con la richiesta di<br />
collocazione di una lapide in ricordo del capo radicale; il delegato di PS era intervenuto impedendo la<br />
pubblicazione di due manifesti democratici. Si cost<strong>it</strong>uisce un com<strong>it</strong>ato presieduto da Galeazzi. Domenica 6<br />
maggio 1900 viene inaugurata la lapide sotto la loggia municipale con una partecipata manifestazione<br />
pubblica. P, nn. 194 del 7 ottobre 1899, pag. 2, Non amano che si onori la virtù, 198 del 4 novembre 1899,<br />
pag. 2, Pro Cavallotti e 225 del 12 maggio 1900, pag. 2, PORDENONE A CAVALLOTTI.<br />
Vendramino Candiani, possidente e primo sindaco della Pordenone <strong>it</strong>aliana, così commenta l’episodio con<br />
malcelato fastidio nelle ultime pagine della sua cronaca (datando l’inaugurazione due mesi prima): A cura di<br />
alcuni c<strong>it</strong>tadini viene murata sotto la loggia comunale una lapide, con medaglione, a Felice Cavallotti,<br />
lavoro dello scultore pordenonese Luigi De Paoli. Senza nulla togliere ai mer<strong>it</strong>i del Cavallotti, sia come<br />
soldato, che come poeta e filantropo, si è deplorato da moltissimi che si sia voluto ricordare lui con un<br />
medaglione sotto la civica loggia, prima di erigere una degna memoria a Camillo Benso di Cavour che fu,<br />
con V<strong>it</strong>torio Emanuele e Giuseppe Garibaldi, l’iniziatore dell’un<strong>it</strong>à d’Italia. Si protestò anche in Consiglio<br />
comunale, dicendosi che Pordenone, eminentemente patriottica, non doveva macchiarsi di fronte alla<br />
storia con simile atto d’ingrat<strong>it</strong>udine. Ma a nulla valse e la cosa passò auspice la Giunta munipale.<br />
CANDIANI, Vendramino, Pordenone. Ricordi cronistorici dall’origine del Friuli a tutto il 1900, Torrebelvicino<br />
(Vi), Mario Stavolta, 1976, pagg. 194-195.<br />
246 P, n. 252 del 20 ottobre 1900, pagg. 1 e 2, Una doverosa risposta al “Tagliamento”, lettera firmata da<br />
Luigi Scottà e Basso (recte: Rosso) Gino.<br />
247 P, n.254 del 3 novembre 1900, pag. 2, Un’ultima risposta, firmata per il Com<strong>it</strong>ato Luigi Scottà e Rosso<br />
Gino.<br />
82
eplica punto per punto ai monarchici. Lunedì 8 un’altra iniziativa è la pubblica lettura,<br />
da parte dell’ispettore scolastico V<strong>it</strong>torio Segala, della Canzone a Garibaldi di<br />
D’Annunzio. In ambedue le iniziative i monarchici sono assenti o si sottraggono al<br />
contradd<strong>it</strong>torio. 248<br />
Domenica 27 luglio 1901 si tiene un comizio per il lavoro festivo degli agenti.<br />
Hanno ader<strong>it</strong>o l’Associazione del riposo festivo di Venezia, gli agenti di commercio di<br />
Codroipo, Gemona e San V<strong>it</strong>o, gli onorevoli Girardini e Pascolato, e la Federazione<br />
<strong>it</strong>aliana di Milano, rappresentata dall’avv. Gasparotto. Il presidente G. Tommasella passa<br />
la parola all’avv. Cavarzerani, che fa la storia di questo movimento che viene senz’altro<br />
defin<strong>it</strong>o operaio. Il primo periodo è stato quello delle trattative che si dimostrano un<br />
mezzo inefficace; il secondo quello della pressione degli agenti, organizzati in<br />
associazioni, sul Parlamento per approvare la legge per il riposo festivo. Facendo<br />
riferimento alle esperienze del movimento operaio internazionale, ricorda come solo in<br />
Italia non si sia ottenuta questa conquista, e fa riferimento al concetto di libertà di<br />
Robespierre ed a Mazzini. Dopo l’intervento del sindaco di Sacile, che pur aderendo al<br />
comizio difende l’ordine del giorno negativo della Camera di Commercio di Udine<br />
(sment<strong>it</strong>o dall’industriale Galvani che afferma che quell’ordine del giorno contradd<strong>it</strong>torio<br />
non era mai stato discusso nell’assemblea dell’organismo) e dell’avv. Gasparotto, c’è una<br />
sorpresa.<br />
A questo punto dal pubblico si sente una voce: “domando la parola”. E’ un giovane<br />
che vuol parlare. Egli legge su di alcune cartelle. Il suo discorso improntato al vero concetto<br />
marxista della lotta di classe susc<strong>it</strong>a vive approvazioni da parte degli operai. Fa in brevi<br />
periodi la storia dell’ag<strong>it</strong>azione per il riposo domenicale in Pordenone; segue lo sviluppo<br />
della grande industria e tocca di sfugg<strong>it</strong>a le sue tristi conseguenze. Ricorda la legge del<br />
lavoro sulle donne e sui fanciulli, ha un plauso ed un commento sugli ultimi scioperi,<br />
difende il riposo festivo chiamando “pietose finzioni” le ab<strong>it</strong>udini dei clienti messe avanti<br />
dai padroni e termina, dopo aver notate le influenze dell’eccessivo lavoro con un vivace<br />
appello alla organizzazione internazionale dei lavoratori. Il discorso completamente<br />
differente dagli altri ha ottenuto l’applauso di molti, il riso imbecille di qualche forcaiolo e di<br />
qualche rifiuto di caserma. L’oratore è Luigi Scottà, agente presso la d<strong>it</strong>ta Asquini. 249<br />
Per la prima volta forse nella storia di Pordenone, in un’assemblea pubblica<br />
composta di esponenti liberali e prevalentemente radicali, è risuonata la voce del<br />
socialismo. Il Tagliamento storpia e falsifica l’intervento di Scottà, insinuando che il<br />
tremebondo oratore, alla sua prima esperienza, abbia letto un discorso non suo, e che<br />
fosse il corrispondente de Il Paese, alla presidenza del comizio, ad ispirarlo con lo<br />
sguardo complice. 250<br />
Nel successivo mese di settembre trionfano infine nelle elezioni parziali della<br />
Società agenti i “sovversivi”, i rivoluzionari combattuti l’anno precedente da Il<br />
Tagliamento. Si tratta di Gino Rosso, Luigi Scottà e Antonio Croato, indicati come<br />
socialisti, di Pietro Garbin, radicale e di Ugo Pasini. La sinistra vince pure nella votazione<br />
per i sindaci. Dall’assemblea fu votato il seguente ordine del giorno presentato dal socio<br />
Scottà in riguardo alla benedizione di una bandiera fatta per poter entrare in chiesa:<br />
“L’assemblea visto il contegno della Direzione che senza il suo consenso o quello del<br />
consiglio faceva benedire un’emblema, non sormontato da Mercurio, de<strong>it</strong>à pagana, non<br />
riconosciuta e non riconoscibile dalle autor<strong>it</strong>à ecclesiastiche, r<strong>it</strong>iene come vessillo sociale<br />
soltanto quello che fu dal voto dell’assemblea reso simbolo del sodalizio.” Sull’avvenimento<br />
polemizza il Giornale di Udine, che non avendo argomentazioni più serie fa notare che<br />
qualcuno dei candidati si è votato da solo. 251<br />
4.1.3 - La debole democrazia pordenonese.<br />
Vincenzo Policreti è sindaco fino a mercoledì 24 agosto 1898, quando vengono<br />
approvate le sue dimissioni a causa del trasferimento a Genova per motivi familiari e<br />
professionali; mercoledì 28 giugno 1899 alle ore 10 si tiene l’ultimo Consiglio Comunale<br />
248 P, nn. 275 del 30 marzo 1901, pag. 1, La commemorazione dell’on. Pascolato a Pordenone e pag. 3,<br />
Conferenza pol<strong>it</strong>ica, 276 del 6 aprile 1901, pag. 3, Con le pive nel sacco e Conferenza Policreti e 277 del 13<br />
aprile 1901, pag. 3, Lettura della Canzone di Garibaldi.<br />
Il prof. V<strong>it</strong>torio Segala, che per vari anni fu apprezzatissimo Regio Ispettore Scolastico nel nostro Friuli,<br />
inizia dal dicembre 1909 a collaborare regolarmente con Il Paese. Cfr.: P, n. 293 di venerdì 10 dicembre 1909,<br />
pag. 1, Nuovi orizzonti di educazione femminile.<br />
249 P, n. 293 del 3 agosto 1901, pag. 3, Il Comizio di Domenica.<br />
250 P, n. 294 del 10 agosto 1901, pagg. 2 e 3, Strascichi del comizio.<br />
251 P, nn. 301 del 7 settembre 1901, pag. 3, Alla società agenti e 302 del 14 settembre 1901, pag. 3, Sulle<br />
elezioni della Società agenti.<br />
83
sotto la presidenza del suo successore, il co. cav. Pompeo Ricchieri (sono assessori<br />
Antonio Polese e Domenico Spernari). 252<br />
E’ in questa fase, in occasione delle elezioni amministrative, che il settimanale<br />
radicale udinese Il Paese inizia le sue corrispondenze regolari da Pordenone. Esse,<br />
quando non sono dedicate alle cronache più strettamente pol<strong>it</strong>iche, parlano soprattutto<br />
di istruzione, illuminazione pubblica, delle condizioni dei lavoratori dei cotonifici, di<br />
quella delle strade, dell’igiene pubblica, spesso in polemica scon gli articoli del<br />
settimanale moderato Il Tagliamento. Duro il giudizio su come la c<strong>it</strong>tà è stata<br />
amministrata finora: In questo Municipio non è mai brillato un pensiero moderno. Si son<br />
governati alla vecchia, con obbedienza infin<strong>it</strong>a ai superiori, con riguardo ai bilanci senza<br />
comprenderli, senza studiarli, lasciandoli ingrossare malgrado ogni spir<strong>it</strong>o di spilorceria. 253<br />
Ma le colpe non sono solo degli avversari: secondo le corrispondenze del<br />
settimanale radicale al part<strong>it</strong>o popolare pordenonese manca energia. I suoi capi, deboli<br />
di nervi, si riuniscono solo il venerdì sera prima delle elezioni per decidere che fare e<br />
stampare il materiale propagandistico, quando ormai i moderati e soprattutto i clericali<br />
hanno già vinto. I clerico-moderati conquistano infatti maggioranza e minoranza,<br />
nonostante che i democratici abbiano preso 180 voti su 500. Le elezioni non si svolgono<br />
certo in un clima di grande libertà: il delegato di Ps sequestra i volantini dei socialisti che<br />
si presentano per la prima volta alle elezioni comunali ad un contadino,<br />
minacciandolo. 254<br />
Invece i democratici, guidati da Alessandro Rosso, stravincono nel vicino comune<br />
di San Quirino, sconfiggendo i clerico-moderati. Si tratta di un risultato significativo,<br />
anche se non sappiamo se si sia trattato di elezioni generali o parziali, poiché avviene in<br />
una realtà completamente rurale, dove i democratici sono guidati al successo da uno dei<br />
loro esponenti emergenti, schierato su posizioni anticlericali e progressiste e padre di<br />
due giovani fondatori del Psi pordenese. 255<br />
La prima seduta del nuovo Consiglio Comunale si tiene mercoledì 26 luglio sotto<br />
la presidenza dell’assessore Polese (il sindaco è assente giustificato e dimissionario), e vi<br />
partecipa, fra i nuovi consiglieri, il socialista Ilario Fantuzzi. I clericali avrebbero prefer<strong>it</strong>o<br />
eleggere a sindaco l’oste Giovanni Toffolo, ma viene invece rieletto Pompeo Ricchieri,<br />
252 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume VIII, 1894-1900, pagg. 397-398 e 501-507.<br />
Policreti, possidente ed avvocato, è stato sindaco per pochi mesi, succedendo ad Antonio Querini, pure lui<br />
possidente ed avvocato, sindaco dal 1894. Solo dal luglio 1895 il Consiglio Comunale di Pordenone aveva<br />
potuto eleggere direttamente il sindaco, che prima era di nomina regia. Il conte Pompeo Ricchieri è possidente e<br />
mil<strong>it</strong>are; Antonio Polese è farmacista e Domenico Spernari assicuratore. Cfr.: MIO, Luigi, Industria e società a<br />
Pordenone, c<strong>it</strong>., pagg. 212 e 216 e CANDIANI, Vendramino, c<strong>it</strong>., pag. 194.<br />
253 P, n. 185 del 5 agosto 1899, pag. 2, La nuova amministrazione comunale.<br />
254 P, n. 182 del 15 luglio 1899, pagg. 2-3, Elezioni amministrative ed E ora un aneddotino, ripreso nel n.<br />
183 del 22 luglio 1899, pag. 3, Ancora delle elezioni amministrative.<br />
255 P, n. 183 del 22 luglio 1899, pag. 3, V<strong>it</strong>toria democratica.<br />
Sarebbe interessante studiare le vicende di questa piccola realtà, dove pochi anni dopo, nel gennaio 1906, la<br />
popolazione insorge contro il fatto di essere costretta a bere acqua inquinata che produce epidemie mortali ed<br />
interra l’unico pozzo del paese riservato ai benestanti. La rivolta viene repressa con l’afflusso di truppe da<br />
Sacile. Cfr. DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 71.<br />
In che rapporto sta la ribellione contadina sanquirinese (il problema dell’approvvigionamento idrico, dello scavo<br />
di pozzi e della tutela dell’igiene pubblica r<strong>it</strong>orna periodicamente nella v<strong>it</strong>a locale di tutti i comuni interessati<br />
dall’azione socialista) con la presenza democratica riscontrata già alla fine del Diciannovesimo Secolo? Secondo<br />
Otello Bosari, si tratterebbe di un esempio di come le componenti organizzate socialiste e cattoliche<br />
rappresentano solo una parte del mondo del lavoro che resta tendenzialmente isolata in una società che<br />
si caratterizza per la passiva accettazione della s<strong>it</strong>uazione, per le correnti di fuga come l’emigrazione,<br />
per la sommossa che scoppia di tanto in tanto e che nessuna forza pol<strong>it</strong>ica si propone di raccogliere per<br />
tradurre in un organico programma di rinnovamento. Cfr.: BOSARI, Otello, Dalla caduta della Repubblica di<br />
S. Marco alla Restaurazione, c<strong>it</strong>., pag. 9.<br />
Ma questo esempio, per altro bisognoso di un approfondimento per capire gli accadimenti del settennio che<br />
intercorre fra i due fatti, come quelli pure segnalati di Roveredo del 1910 (rivolta contro l’amministrazione<br />
clericale per la questione della scuola) e di Pravisdomini del 1914 (rivolta agraria contro la speculazione sui<br />
grani) porterebbero a concludere in senso diametralmente opposto a quello di Bosari. A Roveredo nel 1910 la<br />
rivolta segue ad una campagna di stampa socialista contro l’Amministrazione Comunale, che porta al<br />
rovesciamento elettorale e ad una maggioranza progressista (cfr. il successivo cap<strong>it</strong>olo su Roveredo); l’episodio<br />
di Pravisdomini fa parte di un ciclo di rivolte popolari che scoppiano in tutto il Friuli occidentale, sommando<br />
l’ag<strong>it</strong>azione degli emigranti rientrati e disoccupati ed il problema del carov<strong>it</strong>a, rivolte che per quanto spontanee<br />
vedono una presenza significativa degli attivisti del Psi (non a caso a Pravisdomini, dove fino a quel momento<br />
non si era segnalata alcuna presenza socialista, nel dopoguerra il movimento contadino sarà egemonizzato<br />
dalle leghe rosse e nel 1920 sarà eletta una Giunta socialista: cfr. i cap<strong>it</strong>oli su Aviano e Pravisdomini). Più che<br />
di episodi di arcaismo privi di sbocco pol<strong>it</strong>ico, essi sembrano denotare invece un collegamento fra le forme di<br />
esplosione del ribellismo contadino e la nasc<strong>it</strong>a di moderne forze pol<strong>it</strong>iche progressiste nelle campagne friulane,<br />
in stretto contatto (i radicali di San Quirino ed i socialisti di Roveredo e Pravisdomini) con il polo operaio<br />
urbano di Pordenone.<br />
Alessandro Rosso, nato l’11 agosto 1843 e morto il 28 aprile 1919.<br />
84
insieme agli assessori effettivi (dopo varie votazioni ed il ballottaggio ne sono eletti solo<br />
tre su quattro) dottor V<strong>it</strong>torio Marini, Giuseppe De Mattia, Giovanni Battista Poletti, ed i<br />
supplenti Antonio Faulin e Fortunato Silvestri. Entra fra gli assessori il clericale De<br />
Mattia (secondo Il Paese sarebbe stato eletto anche un altro assessore clericale, l’ing.<br />
D’Harmant 256 ). Ma già nella successiva seduta di mercoledì 16 agosto si presentano<br />
dimissionari il sindaco e gli assessori Poletti, Faulin e Silvestri e la Giunta rimane<br />
composta da due clericali intransigenti e da un moderato; il sindaco non viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />
perché nuovamente il consiglio non riesce ad esprimere la maggioranza necessaria. Solo<br />
il 23 agosto viene eletto sindaco l’avv. V<strong>it</strong>torio Marini, con solo 11 voti. 257<br />
Nelle successive quattro sedute (si tengono sempre il mercoledì alle 10 e finiscono<br />
verso l’ora di pranzo) Fantuzzi è assente. E’ presente invece in modo discontinuo alle<br />
sedute successive, pur prendendo raramente la parola, a partire da quella del 18 ottobre:<br />
ed in questa seduta, su proposta del consigliere Pietro Tomasella viene deliberato che<br />
d’ora in poi il Consiglio Comunale sia convocato in serata alle ore 20, proposta acconta<br />
con 15 favorevoli e dieci contrari: fra l’altro lo spostamento di orari imporrà che la sala<br />
sia dotata di un impianto di illuminazione elettrica. Ma, dopo poche sedute di<br />
sperimentazione, alcune delle quali sono andate deserte, sono i consiglieri Ellero e Polese<br />
a proporre di r<strong>it</strong>ornare all’antico regime, proposta che viene votata all’unanim<strong>it</strong>à, quindi<br />
anche da Fantuzzi, nonostante ciò - trattandosi di un r<strong>it</strong>orno ad un orario lavorativo,<br />
vada in senso contrario a quelli che dovrebbero essere gli interessi di un rappresentante<br />
della classe operaia. In qualsiasi caso, le assenze di Fantuzzi sono prevalentemente non<br />
giustificate, senza apprezzabili differenze fra le sedute serali e quelle diurne. 258<br />
Nella seduta dell’8 novembre il cons. Fantuzzi raccomanda sia provveduto al riatto<br />
della strada detta Vialuz a Torre. Il Sindaco dà formale assicurazione che si provvederà fra<br />
non molto; dichiara anzi di aver risposto in tali sensi al primo firmatario di una istanza<br />
rivolta a tale scopo al Municipio nel corrente mese dai frazionisti. Si tratta di un tipico<br />
intervento di Fantuzzi, che anche nelle tornate amministrative nelle quali sarà rieletto in<br />
segu<strong>it</strong>o concentra i suoi interventi sulle esigenze del suo quartiere, lasciando ad altri<br />
consiglieri gli interventi pol<strong>it</strong>ici di più ampio respiro.<br />
Sub<strong>it</strong>o dopo si passa alla discussione sulla proposta del consigliere Faulin “che il<br />
Consiglio si pronunci per appello nominale per un voto favorevole per l’amnistia ai<br />
condannati pol<strong>it</strong>ici del Maggio 1898 e ciò per dimostrare noi pure un atto uman<strong>it</strong>ario già<br />
deliberato da centinaia di Consigli Comunali di qualunque importanza del Regno compresi i<br />
nostri vicini di Sacile ed Aviano.” Il Sindaco dichiara pure che liberando coloro che languono<br />
in carcere si compie un atto uman<strong>it</strong>ario, e noi confidiamo nella Grazia Sovrana. Il<br />
Consigliere Polese al quale si associa il Consigliere Ellero fa plauso alla proposta Faulin e<br />
dice di associarsi pienamente al voto dell’Italia intera per la liberazione dei condannati<br />
pol<strong>it</strong>ici per i fatti del Maggio 1898. Il Consigliere Cattaneo dichiara di astenersi dal votare,<br />
quando non sa cosa vota, non essendo formulato un ordine del giorno con proposte concrete.<br />
Votano quindi a favore i ventuno consiglieri presenti, con Riccardo Cattaneo isolato nella<br />
sua posizione reazionaria di astensione, solo nel rifiutare un atto di riconciliazione che fa<br />
giustizia delle v<strong>it</strong>time della repressione antipopolare di un anno prima. 259<br />
Ben diverso era stato il pronunciamento dell’anno precedente (era il 7 dicembre<br />
1898) quando il sindaco Ricchieri appoggiato dalla maggioranza dei consiglieri (ed in<br />
particolare dagli interventi dei consiglieri cav. Eugenio Zuletti, cav. Luigi Cossetti, ing.<br />
Antonio d’Harmant e dall’assessore avv. Gustavo Monti 260 ) non aveva messo in<br />
256L’ing. nob. Francois D’Harmant, genero di Vendramino Candiani, dipendente della Società Veneta, aveva<br />
lavorato per essa a Londra e pure ad Essen presso le Acciaierie Krupp. Dopo aver abbandonato la professione<br />
ed essere r<strong>it</strong>ornato a Pordenone, è per qualche tempo assessore comunale. A Roma fece parte dell’Associazione<br />
della stampa e vi pronunciò delle conferenze sul danni dei disboscamenti. Scrisse anche, con lo pseudonimo<br />
Syrius, sulla Patria del Friuli. Cattolico convinto fu un fiero ant<strong>it</strong>emporalista un ardente patriotta. In<br />
pol<strong>it</strong>ica mil<strong>it</strong>ò nel campo moderato. Morirà a 67 anni nel 1905. G, n. 15 di domenica 15 gennaio 1905, pag.<br />
3, DA PORDENONE: La morte del nob. d’Armant.<br />
257 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume VIII, 1894-1900, pagg. 507-520; P, nn. 184 del 29<br />
luglio 1899, pag. 2, Il nuovo Consiglio comunale, 185 del 5 agosto 1899, pag. 2, La nuova amministrazione<br />
comunale, 186 del 12 agosto 1899, pag. 2, L’amministrazione comunale, 187 del 19 agosto 1899, pag. 2, Per<br />
la elezione del sindaco e di tre assessori e 189 del 2 settembre 1899, pag. 2, Abbiamo il Pontefice.<br />
L’avv. V<strong>it</strong>torio Marini è da circa vent’anni giudice conciliatore del comune di Pordenone, e da lunghi anni è<br />
presidente della Congregazione di Car<strong>it</strong>à e dell’asilo infantile. E’ stato sindaco ed assessore del comune: cfr. P,<br />
n. 224 di mercoledì 10 settembre 1913, pag. 1, Nuovi cavalieri. Giuseppe De Mattia è tappezziere, Giovanni<br />
Battista Poletti possidente ed Antonio D’Harmant possidente ed ingegnere: cfr. MIO, Luigi, Industria e società a<br />
Pordenone, c<strong>it</strong>., pag. 212.<br />
258 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume VIII, 1894-1900, pagg. 512-541 e 573-574.<br />
259 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume VIII, 1894-1900, pagg. 546-547.<br />
260 Eugenio Zuletti è possidente e mil<strong>it</strong>are, Luigi Cossetti commerciante ed il deputato locale Gustavo Monti<br />
possidente ed avvocato: cfr. MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pag. 212.<br />
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discussione l’ordine del giorno per l’amnistia proposto dal consigliere Enea Ellero, ed<br />
aveva fatto invece votare un plauso alle parole del Re Umberto che affermava che il suo<br />
cuore anela l’istante in cui potrà far uso del dir<strong>it</strong>to che gli dà lo Statuto, rest<strong>it</strong>uendo alle<br />
loro famiglie quegli sconsigliati che illusi da fallaci speranze, fatte ad essi balenare da una<br />
propaganda antipatriottica, dovettero essere colp<strong>it</strong>i dalle leggi; ma anche si volge al suo<br />
popolo fidente e sicuro che vorrà confortare il Governo nell’Opera Santa e desiderata di<br />
risanare le numerose piaghe, non ancora rimarginate. Tutto il consiglio si era alzato per<br />
approvare quest’ordine del giorno sindacale, lasciando solo Ellero a protestare; e pure un<br />
ordine del giorno di mediazione del consigliere Domenico Veroi era poi stato accantonato.<br />
La delibera presa dal Consiglio Comunale nel 1899 è quindi una specie di cartina di<br />
tornasole di come siano cambiati gli equilibri pol<strong>it</strong>ici in Consiglio Comunale, dalla destra<br />
reazionaria alla sinistra liberaldemocratica. 261<br />
Fantuzzi approva anche il bilancio preventivo per l’esercizio 1900, nella seduta<br />
del consiglio di mercoledì 20 dicembre 1899, riun<strong>it</strong>a alle ore 20: a differenza dei voti sulle<br />
questioni amministrative, che di sol<strong>it</strong>o sono all’unanim<strong>it</strong>à o quasi, in questo caso il voto<br />
divide il consiglio. Sono favorevoli: il sindaco V<strong>it</strong>torio Marini, gli assessori Gaetano<br />
Cremonese, Basilio Frattina, Giuseppe Gaspardo, Sante Tomadini e Giuseppe De Mattia<br />
ed i consiglieri Gio Batta Botrè, Enea Ellero, Giovanni Toffoli e Pietro Tomasella (oltre a<br />
Fantuzzi); contrari: Riccardo Cattaneo, Luigi De Carli, Antonio Polese, Pompeo Ricchieri,<br />
Damiano Roviglio 262 , Fortunato Silvestri, Domenico Spernari, Domenico Veroi ed Eugenio<br />
Zuletti. Una maggioranza risicata quindi, in cui il consigliere socialista poteva<br />
permettersi pure di essere l’ago della bilancia. 263<br />
Nelle elezioni del giugno 1900, che chiudono la fase reazionaria della pol<strong>it</strong>ica<br />
<strong>it</strong>aliana, le forze dell’estrema sinistra si presentano un<strong>it</strong>e a quelle della sinistra liberale<br />
con cui hanno combattuto insieme la battaglia contro il tentativo liberticida del governo<br />
Pelloux. Alcune delle candidature comuni dimostrano l’ampio spettro di questo<br />
schieramento: a Cividale viene presentato candidato il socialista Guido Podrecca, a<br />
Pordenone il deputato liberale uscente Gustavo Monti (lo stesso che nel 1898 aveva<br />
votato contro la proposta di Enea Ellero per l’amnistia), a Spilimbergo il deputato liberale<br />
anconetano Teodoro Bonacci 264 , a San V<strong>it</strong>o al Tagliamento l’ex deputato radicale Luigi<br />
Domenico Galeazzi. 265<br />
In quelle elezioni l’estrema sinistra trionfa, passando da 67 a 95 seggi; pochi<br />
giorni dopo Umberto I, il monarca responsabile dei massacri di Milano del 1898 ed<br />
ispiratore di quegli anni di repressione antidemocratica viene giustiziato a Monza<br />
dall’anarchico Gaetano Bresci. Si tratta di un episodio controverso, affrontato con<br />
comprensibile difficoltà dal Psi: ma il regicidio, lungi dall’essere compreso nella tendenza<br />
terroristica di una parte minor<strong>it</strong>aria dell’anarchismo (amplificata a dismisura<br />
dall’ideologia dominante, fino a farla diventare la caratteristica di un movimento pol<strong>it</strong>ico<br />
con basi ed una pratica pol<strong>it</strong>ica democratica estesa) assume una sua valenza pol<strong>it</strong>ica e<br />
morale predominante, come bene ha scr<strong>it</strong>to Gaetano Arfè: E’ il caso di dire che il gesto di<br />
Gaetano Bresci, l’attentatore fortunato di Umberto I, ha, oltre a una sua logica ideale, una<br />
sua ragione pol<strong>it</strong>ica, che soltanto l’estrema sindacalista-rivoluzionaria seppe a suo tempo<br />
apprezzare. Non è il colpo, di tipo terroristico, all’uomo simbolo, ma la punizione, conforme<br />
ai principî dell’individualista etica libertaria, dell’ispiratore e responsabile di repressioni<br />
sanguinose e ingiustificate. La condanna popolare di un metodo di governo basato sugli stati<br />
d’assedio e sulle cannonate non poteva esser formulata con più drammatica e convincente<br />
eloquenza. 266<br />
Ed infatti il regicidio, lungi dall’aprire una nuova stagione repressiva, sblocca la<br />
s<strong>it</strong>uazione di stallo segu<strong>it</strong>a alle elezioni, nella quale Umberto I aveva confer<strong>it</strong>o l’incarico<br />
governativo all’anziano Saracco, aprendosi ora la strada ai ministeri di Zanardelli e<br />
Giol<strong>it</strong>ti. Conformemente invece al giudizio cauto della maggioranza del socialismo<br />
<strong>it</strong>aliano, Ilario Fantuzzi non si distingue dall’unanime voto di durissima condanna del<br />
regicidio espresso dal Consiglio Comunale di Pordenone: Il Consiglio, plaudendo alle<br />
261 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume VIII, 1894-1900, pagg. 438-440.<br />
262 Il cav. uff. ing. Damiano Roviglio è componente della Deputazione Provinciale dal 1882 e ne sarà presidente<br />
dal 1907. Nato nel settembre 1841, laureatosi a Padova nel 1865, è per vent’anni ingegnere comunale a<br />
Pordenone ed in altri comuni del mandamento. Morirà nel febbraio 1912: P, n. 46 di sabato 24 febbraio 1912,<br />
pag. 2, LA MORTE DEL CAV. UFF. ROVIGLIO.<br />
263 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume VIII, 1894-1900, pagg. 557-563.<br />
Basilio Frattina è medico chirurgo, Giuseppe Gaspardo commerciante, Sante Tomadini commerciante, Gio<br />
Batta Botrè commerciante, Giovanni Toffoli sarto, Riccardo Cattaneo possidente e Domenico Veroi farmacista:<br />
cfr. MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pag. 212. Damiano Roviglio è ingegnere.<br />
264 Su Teodorico Bonacci cfr.: MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., pag. 127.<br />
265 P, n. 229 del 30 maggio 1900, I CANDIDATI DELL’OPPOSIZIONE IN FRIULI.<br />
266 ARFE’, Gaetano, Storia del socialismo <strong>it</strong>aliano (1892-1926), Torino, Einaudi, 1965, pag. 50.<br />
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patriottiche espressioni di immenso cordoglio pronunciate dal Rappresentante del Governo e<br />
dal Sindaco, si associa nello stigmatizzare l’esecrando del<strong>it</strong>to, facendo voti che la infame<br />
setta dal cui seno nascono questi vigliacchi assassini, disonore d’Italia e del mondo civile,<br />
sia distrutta, ed incarica il Sindaco a farsi interprete dei sentimenti di esecrazione<br />
dell’intero Consiglio, che in segno di immenso lutto toglie la seduta. (…) 267<br />
Lunedì 20 ottobre 1900 vengono chiamati a far parte della Commissione<br />
elettorale comunale per il biennio 1901-1902 due socialisti fra i quattro supplenti: Guido<br />
Rosso con cinque suffragi alla prima votazione (anche gli altri eletti ne ricevono al<br />
massimo altrettanti, per il probabile meccanismo del voto frazionato fra i consiglieri su<br />
una sola preferenza), mentre Fantuzzi viene eletto con 19 voti alla seconda votazione per<br />
l’unico seggio rimasto. 268<br />
In sede di esame del bilancio del 1901, nelle sedute del 24 gennaio e del 4<br />
febbraio 1901 si modificano i rapporti di forza in consiglio. Una seduta del consiglio è<br />
andata deserta (l’assenteismo dei consiglieri deriva dal fatto che taluno non vuole uscire<br />
di sera, mentre altri invece se ne sta a casa di giorno, dimostrando una strutturale<br />
apatia) e per due volte consecutive la Giunta non riesce a far approvare le spese<br />
facoltative, sotto l’attacco dei consiglieri di opposizione che l’accusano di voler portare il<br />
comune alla bancarotta con il defic<strong>it</strong> di bilancio. 269<br />
Secondo Il Paese, la crisi dell’Amministrazione Comunale di Pordenone è dovuta<br />
alla mancanza di ben delineati part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici, capaci di rappresentare gli interessi delle<br />
diverse classi sociali. Si è cercato di sfiduciare l’attuale Giunta, responsabile di un defic<strong>it</strong><br />
di seimila lire previsto per il 1901, ma i democratici (che si presentano in ordine sparso)<br />
si confondono con i clericali e con i moderati, e non si giunge ad alcuna decisione,<br />
mancando una vera e propria opposizione: perciò non sono credibili le richieste di<br />
cambiamento amministrativo, essendo stati tutti solidali con il passato indirizzo, ed<br />
avendo votato lo stesso bilancio articolo per articolo (opponendosi solo al voto<br />
complessivo per motivi procedurali). 270<br />
Nella seconda seduta di bilancio anche Fantuzzi vota contro le proposte giuntali.<br />
Ciò porta alle dimissioni della Giunta il 15 febbraio 1901, ma con un numero di<br />
consiglieri così ridotto che non è possibile passare alla nomina del sindaco, mentre<br />
Marini stesso viene eletto assessore effettivo; ma sia lui che Enea Ellero si dimettono<br />
sub<strong>it</strong>o. Il rovesciamento di fronte è completo, ed ai liberaldemocratici appoggiati dal<br />
primo consigliere socialista si sost<strong>it</strong>uisce la destra: il comune viene diretto come facente<br />
funzioni dall’assessore Riccardo Cattaneo, cui si affiancano gli assessori Domenico Veroi,<br />
Domenico Spernari, Luigi De Carli, Eugenio Zuletti e Giuseppe Salsilli. 271<br />
Dopo svariate riunioni in cui è assente, Fantuzzi dà le dimissioni per motivi<br />
personali, anche se questo gesto può lasciar trasparire la fine di un ruolo, legato a quella<br />
nuova anche se incerta maggioranza ch’egli aveva contribu<strong>it</strong>o a far vivere fino al voto sul<br />
bilancio. 272 Nella seduta di mercoledì 17 luglio 1901 il consiglio, letta la lettera di<br />
dimissioni di Ilario Fantuzzi, unanime delibera di far pratiche presso il dimissionario<br />
perché non insista. Il voto non ha alcun es<strong>it</strong>o, e nella seduta del 15 gennaio 1902 il<br />
prosindaco avverte che, fatte nuove pratiche per sapere se Fantuzzi intenda confermare o<br />
no le dimissioni (le due minute sindacali indirizzate a Fantuzzi sono datate 18 luglio e 14<br />
267 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume VIII, 1894-1900, pagg. 603-607.<br />
Effettivamente la s<strong>it</strong>uazione dev’essere particolarmente difficile per i socialisti, impedendo loro una posizione<br />
(ammesso che fosse condivisa) più coraggiosa: oltre a cogliere l’occasione per denominare viale Umberto I<br />
quel tratto della strada provinciale che dal piazzale XX Settembre mette alla villa Amman (si tratta<br />
dell’attuale Viale Franco Martelli, int<strong>it</strong>olato ad un eroe della Resistenza pordenonese) le autor<strong>it</strong>à convocato il 9<br />
agosto alle nove un imponente corteo, composto di circa cinquemila persone (...) per recarsi al duomo ad<br />
assistere alle solenni esequie per Umberto I. CANDIANI, Vendramino, c<strong>it</strong>., pagg. 195-196.<br />
268 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume VIII, 1894-1900, pagg. 631-632.<br />
269 P, n. 263 del 5 gennaio 1901, pag. 3, Consiglio comunale.<br />
270 P, n. 266 del 2 febbraio 1901, pag. 3, Cronaca municipale, articolo siglato X.<br />
271 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 7-34.<br />
Giuseppe Salsilli è impiegato: cfr. MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pag. 212.<br />
272 La lettera di dimissioni: Stanteché le mie continue occupazioni non mi permettono che assolutamente<br />
delle ripetute assenze egli mi trovo nella dolorosa condizione di dover rassegnare un mandato che non<br />
potrei più oltre mantenere senza venire meno alle esigenze che lo stesso richiede. Dato ciò prego la<br />
S.V.Ill. di voler benignamente accogliere le mie dimissioni da Consigliere Comunale e presentandole allo<br />
stesso esprimere in seno ad esso il rincrescimento di dovermi dallo stesso staccare mentre mi resterà<br />
grato il ricordo del poco tempo che vi ebbi l’onore di farme parte. Coi sensi della mia profonda<br />
osservanza mi protesto di V.S.Ill. Devotissimo Fantuzzi Ilario, Torre di Pordenone 28 maggio 1901.<br />
ACPn, b. 1902 Referato I, fasc. 13, consigli comunali ordinari e straordinari, estratto del processo verbale della<br />
seduta del 15 gennaio 1902.<br />
87
dicembre) e non avendo lo stesso neanche dato risposta, non rimane che approvare le<br />
dimissioni. 273<br />
In quest’ultima fase della v<strong>it</strong>a amministrativa comunale la questione che più<br />
interessa i socialisti è quella dell’illuminazione pubblica. La forn<strong>it</strong>ura della corrente è<br />
discontinua, a causa sia di imperizia che di risparmi effettuati sulle spese per la rete.<br />
Dalle pagine de Il Paese i socialisti pordenonesi inv<strong>it</strong>ano i consiglieri democratici ad<br />
intervenire con interrogazioni. Tempo dopo, si prende atto che un’altra d<strong>it</strong>ta, la Andrea<br />
Galvani, si offre per realizzare un impianto, con la prospettiva per i consumatori di un<br />
ribasso dei prezzi e di una forn<strong>it</strong>ura di energia finalmente adeguata. Ma poi la nuova<br />
d<strong>it</strong>ta, pur avendo un numero sufficiente di prenotazioni di negozianti, non avvia il<br />
servizio, probabilmente cedendo alle pressioni della concorrenza. 274<br />
E’ interessante questa polemica socialista contro una gruppo industriale che farà<br />
molta strada a Pordenone, fino a finanziare la corsa verso il potere del futuro capo<br />
fascista pordenonese e friulano Piero Pisenti. Secondo Giosuè Chiaradia - che scrive una<br />
storia dell’industria idroelettrica pordenonese sottolineandone le grandi caratteristiche<br />
imprend<strong>it</strong>oriali ma non affrontandone gli importanti risvolti pol<strong>it</strong>ici e sociali -<br />
l’affidamento a partire dal 1° maggio 1899 della forn<strong>it</strong>ura di energia per l’illuminazione<br />
pubblica e privata di Pordenone alla nuova Società per la produzione e distribuzione di<br />
energia elettrica, fondata solo l’anno prima il 28 settembre proprio in funzione di rilevare<br />
l’appalto assegnato dieci anni prima ad un’altra d<strong>it</strong>ta, la Società Anonima per Imprese<br />
Pubbliche, ha probabilmente la funzione di rastrellare risorse finanziarie per avviare<br />
l’impresa principale del gruppo: gli impianti idroelettrici del Cellina. L’operazione viene<br />
realizzata tecnicamente dal nuovo socio del gruppo industriale e finanziario che ha<br />
cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o nel 1897 la Società del Cellina: l’ing. Aristide Zenari. 275 Ma non tutto fila liscio:<br />
probabilmente gli impianti realizzati in local<strong>it</strong>à Partidor vicino a San Leonardo di<br />
Montereale per fornire elettric<strong>it</strong>à a Pordenone ed a Spilimbergo non sono così perfetti<br />
come ci viene detto dalla storia ufficiale; o forse più probabilmente i nuovi imprend<strong>it</strong>ori<br />
più che all’illuminazione di Pordenone sono interessati alla massima accumulazione<br />
delle grandi risorse finanziarie occorrenti per questa industria in rapida espansione.<br />
Si tratta di una delle caratteristiche costanti della pol<strong>it</strong>ica socialista pordenonese<br />
dall’inizio alla fine del periodo considerato in questo studio. Lo scontro con la grande<br />
industria monopolistica e con il cap<strong>it</strong>ale finanziario corrisponde alla preferenza ed al<br />
sostanziale apprezzamento per la realtà e le esigenze dell’industria locale. Avversari<br />
feroci dei socialisti sono lo società nazionali ed internazionali proprietarie dei cotonifici e<br />
dell’industria elettrica, mentre ad ogni piè sospinto da parte socialista si sottolinea<br />
(anche con l’autorevole avallo di un dirigente di primaria importanza del part<strong>it</strong>o<br />
nazionale come Enrico Ferri) come sia l’industria radicata locale a cost<strong>it</strong>uirne il fattore<br />
determinante di sviluppo, con il reinvestimento nel terr<strong>it</strong>orio dei prof<strong>it</strong>ti sia sotto<br />
l’aspetto della fiscal<strong>it</strong>à che sotto quello degli investimenti sociali e di un trattamento della<br />
manodopera indubbiamente migliore. Non sarà un caso se, vent’anni dopo, troveremo<br />
proprio la proprietà del Cotonificio Veneziano e quella della Società del Cellina/Sade<br />
impegnate insieme agli agrari ed alle strutture dello Stato nel sostegno economico e<br />
pol<strong>it</strong>ico alla reazione fascista. La pol<strong>it</strong>ica di sviluppo del Pordenonese preconizzata dal<br />
Psi non era mai stata concep<strong>it</strong>a a loro esclusivo favore; la sconf<strong>it</strong>ta del socialismo - al<br />
contrario - frustra qualsiasi ipotesi autonoma di sviluppo economico e sociale del Friuli<br />
occidentale.<br />
4.1.4 - La formazione del part<strong>it</strong>o socialista.<br />
Il 15 dicembre 1901 esce il primo numero de L’Evo Nuovo. Con questo terzo<br />
settimanale il socialismo friulano inizia a darsi un organo di stampa regolare che<br />
proseguirà, dopo un momento di difficoltà nel 1903-4 in cui a L’Evo Nuovo subentrerà Il<br />
Lavoratore Friulano e dopo la sospensione imposta dal governo durante la guerra<br />
mondiale, fino al defin<strong>it</strong>ivo instaurarsi della d<strong>it</strong>tatura fascista.<br />
La sconf<strong>it</strong>ta del tentativo reazionario di fine secolo permette il pieno dispiegarsi<br />
del movimento socialista, il quale può iniziare ad operare con le sue ist<strong>it</strong>uzioni<br />
economiche, pol<strong>it</strong>iche e culturali. Non si tratta di un percorso privo di ostacoli, ché anzi<br />
273 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 49 e 88.<br />
274 P, nn. 263 del 5 gennaio 1901, pag. 3, Luce elettrica, 271 del 2 marzo 1901, pag, 1, Dalla carestia<br />
all’abbondanza, articolo siglato s. (Scottà?) e 314 del 7 dicembre 1901, pag. 3, Voci che corrono, articolo<br />
firmato Argo: sotto questo pseudonimo successivamente si rivelerà Giuseppe Ellero.<br />
275 CHIARADIA, Giosuè, Un secolo di attiv<strong>it</strong>à idroelettriche, c<strong>it</strong>., pagg. 72-79.<br />
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la repressione agisce stabilmente e con rigore sui socialisti: ma solo la sospensione totale<br />
della v<strong>it</strong>a democratica (come avverrà nel periodo bellico e poi con la d<strong>it</strong>tatura) potrà<br />
ormai opporsi alla cresc<strong>it</strong>a del movimento operaio.<br />
Obiettivi e s<strong>it</strong>uazione del movimento socialista friulano sono descr<strong>it</strong>ti da un<br />
articolo pubblicato in prima pagina del primo numero de L’Evo Nuovo. 276 Tutto o quasi<br />
tutto è ancora da costruire. L’organizzazione socialista non è radicata, ed il lim<strong>it</strong>e<br />
maggiore si riscontra (e lo si riscontrerà fino alla guerra) fra le masse contadine, la<br />
stragrande maggioranza degli ab<strong>it</strong>anti di una regione ove non attecchisce la grande<br />
industria. La presenza pol<strong>it</strong>ica è lim<strong>it</strong>ata al momento del confronto elettorale, ma ciò non<br />
è r<strong>it</strong>enuto un momento di formazione della coscienza di classe, anzi può rivelarsi sintomo<br />
di debolezza, portando a risultati esigui o alla confluenza (in posizione subordinata) nelle<br />
coalizioni con la democrazia borghese.<br />
E’ necessario costruire l’organizzazione economica-sindacale, per dare ossatura al<br />
movimento pol<strong>it</strong>ico. Il sindacato non viene visto solo come strumento per migliorare la<br />
condizione di v<strong>it</strong>a materiale del proletariato, ma come un vero e proprio luogo di<br />
educazione e di creazione di quella coscienza di classe che è la base per l’azione pol<strong>it</strong>ica.<br />
Educazione non solamente intesa nel senso risorgimentale e riformista della promozione<br />
di ist<strong>it</strong>uzioni volte all’acculturazione parascolastica di operai e contadini, ma anche e<br />
forse soprattutto come forma di ascesi, di capac<strong>it</strong>à di conquistare quella disciplina che è<br />
indispensabile per reggere ai sacrifici della lotta di classe.<br />
Tale acculturazione ha luogo attraverso la costruzione di una struttura di<br />
rappresentanza e contrattazione collettiva, che superi il tradizionale ist<strong>it</strong>uto della<br />
beneficenza, la quale si propone invece solo di lenire le sofferenze dell’indigenza, senza<br />
operare per il cambiamento delle condizioni di sfruttamento ed oppressione sociale. La<br />
costruzione delle strutture del movimento socialista è quindi vista coerentemente come<br />
un tutt’uno, dal momento economico a quello pol<strong>it</strong>ico, ma forse il punto di forza di<br />
questo progetto è proprio la sua dimensione culturale ed antropologica. L’obiettivo non è<br />
tanto monetizzare alcuni pur indispensabili risultati economico-sociali, ma è puntare<br />
alla costruzione di una diversa dign<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a umana, attraverso un’attiv<strong>it</strong>à il cui<br />
primo valore è proprio quello educativo.<br />
A differenza di quanto oggi comunemente si pensa, sulla base di una tradizione<br />
ideologica consolidata della sinistra <strong>it</strong>aliana, l’organizzazione economico-sindacale dei<br />
lavoratori non impedisce che i socialisti friulani delle origini concepiscano anche la<br />
necess<strong>it</strong>à di venire in soccorso dei diseredati attraverso l’organizzazione dell’intervento<br />
car<strong>it</strong>atevole. Sempre nel primo numero de L’Evo Nuovo, nell’articolo Due ist<strong>it</strong>uzioni 277<br />
dedicato ad analizzare il diverso contesto storico ed il ruolo pol<strong>it</strong>ico dell’organizzazione<br />
sindacale e di quella car<strong>it</strong>ativa, l’articolista (siglato g.h.) argomenta che, qualora sia<br />
necessario sopperire alle deficienze strutturali della società verso chi sia privo di mezzi,<br />
allora dev’essere l’organizzazione economica a provvedere. L’azione car<strong>it</strong>ativa delle<br />
Camere del Lavoro, pur non essendo quella principale per la quale esse sono sorte, serve<br />
a togliere gli indigenti da una condizione di sudd<strong>it</strong>anza nei confronti delle ist<strong>it</strong>uzioni di<br />
car<strong>it</strong>à, e contemporaneamente a completare sul piano dell’immediatezza quel concetto di<br />
“solidarietà sociale” che è la final<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica per la quale il movimento socialista si batte<br />
per risolvere i problemi della previdenza pensionistica e dell’assistenza di malattia.<br />
Si tratta di una posizione molto più pragmatica e completa di quella che con il<br />
passare degli anni si affermerà come l’ideologia del movimento operaio <strong>it</strong>aliano di origine<br />
socialista, che passa dal privilegiare l’azione pol<strong>it</strong>ico-economica al renderla esclusivo<br />
terreno di azione. Tale riduzione della propria sfera di intervento è facilmente spiegabile<br />
nell’amb<strong>it</strong>o dell’acquisizione di una serie di conquiste pol<strong>it</strong>iche nel campo delle garanzie<br />
previdenziali e delle strutture dello stato sociale: ma lasciare l’azione di assistenza ai<br />
poveri ed agli emarginati alle ist<strong>it</strong>uzioni religiose, porta a perdere capac<strong>it</strong>à di risposta sul<br />
breve periodo verso gli strati più deboli di lavoratori, e conseguentemente radicamento<br />
popolare.<br />
Al contrario, la maggiore duttil<strong>it</strong>à della linea sostenuta dai socialisti alle origini<br />
permette loro di collegare l’attiv<strong>it</strong>à quotidiana al disegno di interventi programmatici da<br />
proporre alle amministrazioni. E’ in tale amb<strong>it</strong>o che troviamo fin dai primi numeri de<br />
L’Evo Nuovo la proposta alla neoeletta Giunta comunale udinese espressa dal Blocco dei<br />
part<strong>it</strong>i popolari 278 , di ist<strong>it</strong>uire una farmacia comunale per far fronte ai bisogni dei<br />
276 EN, n. 1 del 15 dicembre 1901, pag. 1, ORGANIZZAZIONE OPERAIA. Cfr. il testo in appendice.<br />
277 EN, n. 1 del 15 dicembre 1901, pag. 1, La farmacia servizio municipale. Cfr. il testo in appendice.<br />
278 La comune azione di resistenza contro la svolta reazionaria di fine secolo compatta le tre forze della sinistra:<br />
socialisti, radicali e repubblicani. Nasce così la pol<strong>it</strong>ica dei Blocchi Popolari, che conquistano molte importanti<br />
89
lavoratori ammalati. La farmacia municipale dovrebbe distribuire i farmaci essenziali<br />
gratu<strong>it</strong>amente ai poveri ed a prezzo di costo ai nullatenenti (cioè a quei lavoratori che -<br />
pur non essendo ridotti al livello estremo di povertà - sono proprietari solo della loro<br />
forza-lavoro: i veri e propri proletari marxiani), per interrompere il ciclo vizioso per cui<br />
l’operaio ev<strong>it</strong>a fin che può di acquistare farmaci per curarsi per non sottrarsi parti di<br />
redd<strong>it</strong>o essenziali, salvo poi entrare nella spirale di interventi assistenziali o car<strong>it</strong>ativi<br />
tardivi che non fanno che peggiorare la sua condizione di salute e quella economica della<br />
famiglia. La farmacia comunale è quindi un elemento di riequilibrio di classe nel campo<br />
san<strong>it</strong>ario, dove i farmaci, le cure climatiche e termali e financo i bagni di mare sono lussi<br />
riservati alle classi benestanti. Da parte socialista ci si associa alla proposta, ricordando<br />
come sia già stata fatta propria dal part<strong>it</strong>o nella precedente amministrazione, quando<br />
sedeva all’opposizione. 279<br />
Domenica 20 gennaio 1901 alle 14.30 si tiene ad Udine, presso la Sala Cecchini,<br />
la riunione per cost<strong>it</strong>uire il Segretariato dell’Emigrazione, l’ist<strong>it</strong>uzione di gran lunga più<br />
importante e rappresentantiva del socialismo friulano fino alla Guerra Mondiale. Ampio<br />
lo spettro degli inv<strong>it</strong>ati, che non si lim<strong>it</strong>a ad aderenti e simpatizzanti al part<strong>it</strong>o ma è<br />
aperto a tutte le realtà ist<strong>it</strong>uzionali ed associative della provincia, secondo un’intelligente<br />
pol<strong>it</strong>ica di apertura. Partecipano circa millecinquecento operai e contadini emigranti. Il<br />
com<strong>it</strong>ato provvisorio è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dal geometra Arturo Trani, dall’impiegato Attilio De Poli,<br />
dal meccanico Ivone Moro e dal modellatore Erminio Quaini. Trani, socialista e segretario<br />
del com<strong>it</strong>ato, ringrazia i parlamentari Rondani (socialista 280 ), Girardini e Caratti (radicali<br />
udinesi) per l’appoggio prestato, e c<strong>it</strong>a l’adesione di circa cinquanta comuni friulani ed il<br />
rifiuto maleducato della sola Società Operaia di Cividale. Propone come presidente<br />
dell’assemblea il giovane avvocato Emilio Driussi, pure lui socialista.<br />
Driussi parla dell’organizzazione degli emigranti come rimedio alla loro attuale<br />
condizione. De Poli svolge un’elaborata relazione sul lavoro preparatorio e sulla<br />
condizione degli emigranti, ed accenna in particolare a quella dei fanciulli, rinviando a<br />
quanto rifer<strong>it</strong>o a tal propos<strong>it</strong>o dal rag. Luigi Spezzotti della Dante Alighieri. Propone che il<br />
Segretariato dell’Emigrazione sia quella Camera del Lavoro che gli emigranti non hanno<br />
potuto trovare in Friuli per la mancanza di forti industrie ed organizzazioni operaie.<br />
L’operaio Mauro propone una lista di undici nomi per il Com<strong>it</strong>ato esecutivo, che il dott.<br />
Costante Galletti precisa è stata concordata precedentemente. Si apre un dibatt<strong>it</strong>o, in cui<br />
Spezzotti (che sa di essere fra gli undici) propone di allargare la lista ad altri quattro<br />
nomi (il presidente della Dante Alighieri, il sen. Morpurgo, il prof. Musoni e l’avv.<br />
Giuseppe Comelli) e Caratti e Girardini propongono di coinvolgere tutti i parlamentari<br />
friulani. Driussi obietta che i due deputati radicali sono stati inclusi perché già<br />
conosciuti dagli operai, che soffrirebbero per la presenza di tutta la schiera dei<br />
parlamentari ed infine l’assemblea dopo ulteriore dibatt<strong>it</strong>o, in cui i promotori<br />
sottolineano l’apol<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à della lista proposta, approva quasi all’unanim<strong>it</strong>à il numero di<br />
undici componenti, che sono: l’avv. Umberto Caratti deputato di Gemona-Tarcento, l’ing.<br />
Enrico Cudugnello, Attilio De Poli, Attilio Feruglio operaio ferriere, l’avv. Giuseppe<br />
Girardini deputato di Udine, Ivone Moro, il prof. Domenico Pecile consigliere provinciale,<br />
Michele Peressini consigliere comunale, Erminio Quaini, Luigi Spezzotti ed Arturo Trani.<br />
281<br />
In quegli stessi giorni Il Tagliamento lancia una denuncia contro il diffondersi<br />
della propaganda socialista a Pordenone e nelle campagne vicine. Il Tagliamento di<br />
sabato scrive: “Per le nostre campagne scorrazzano da qualche tempo alcuni giovanotti, i<br />
amministrazioni comunali. Udine è tra queste, ed i socialisti amministrano insieme al part<strong>it</strong>o radicale, guidato<br />
dall’avv. Giuseppe Girardini, con quattro consiglieri comunali ed un assessore, Luigi Pignat.<br />
279 EN, n. 3 del 29 dicembre 1901, articolo firmato dott. Petrus.<br />
280 Dino Rondani, avvocato e mil<strong>it</strong>ante socialista già dal 1892, viene condannato a 16 anni di carcere per i moti<br />
di Milano del 1898, e costretto all’esilio a New York, dove dirige Il proletario. E’ eletto deputato nella XX<br />
legislatura (1897) a Cossato (No), ma la sua elezione viene annullata per non aver egli ancora compiuto i<br />
trent’anni. Rieletto nella XXI legislatura nel 1900, ciò gli permette il rientro in Italia, dove sarà poi rieletto a<br />
Cossato e Novara in tutte le successive legislature fino alla XXVI (terminata nel 1924) prendendo poi la via<br />
dell’esilio antifascista. Sarà segretario del Part<strong>it</strong>o socialista e direttore dell’Ufficio d’emigrazione della Società<br />
Uman<strong>it</strong>aria di Milano. Cfr. MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., terzo volume, pag. 76. Ho r<strong>it</strong>enuto di correggere<br />
l’evidente errore relativo all’elezione che permise il rientro in Italia di Rondani: non poteva essere la XX<br />
legislatura (antecedente alla condanna e comunque invalidata) ma solo la successiva.<br />
281 Possono intervenirvi i rappresentanti dei comuni e della provincia, i soci delle associazioni agrarie ed<br />
operaie e quelli della Dante Alighieri, forn<strong>it</strong>i di tessera, gli emigranti mun<strong>it</strong>i di una carta del sindaco del<br />
loro paese, che accerti questa loro condizione. Il com<strong>it</strong>ato provvisorio diramò inoltre parecchie centinaia<br />
di inv<strong>it</strong>i ai c<strong>it</strong>tadini che possono interessarsi di tale importantissima questione. La stampa pure è<br />
inv<strong>it</strong>ata ad intervenire all’adunanza. IlPaese, nn. 265 del 19 gennaio 1901, pag. 1, Segretariato<br />
dell’emigrazione e 266 del 26 gennaio 1901, pag. 2, Per il Segretariato dell’emigrazione.<br />
90
quali si studiano di far conoscere le nuove teorie del socialismo con la distribuzione gratu<strong>it</strong>a<br />
di opuscoli e giornaletti. Per fortuna non è ancora perduto il buon senso fra i nostri operai e<br />
la gente di campagna, da temere che i sermoni dei nuovi e falsi apostoli facciano breccia<br />
sull’animo loro, tuttavia mettiamo in guardia tutti contro l’opera perniciosa di codesti<br />
impostori, i quali spesso, ingannando la buona fede altrui, sperano di fare la loro fortuna” (?)<br />
Ecco qui. I socialisti si sentono onorati da simili giudizi, la cui patern<strong>it</strong>à è a loro ben nota; e<br />
in segno di riconoscenza, son pronti ad aprire una pubblica sottoscrizione perché s’insegni<br />
lo scrivere <strong>it</strong>aliano a certi liberali in economia, in pol<strong>it</strong>ica ed anche in… grammatica! 282<br />
Per capire quale sia il senso della denuncia del settimanale moderato, in quello<br />
stesso numero Il Tagliamento plaude ai carabinieri di Feletto Umberto che hanno<br />
denunciato i socialisti perché facevano propaganda e cantavano l’Inno dei lavoratori. La<br />
repressione di sì grave misfatto si deve fare, perché rappresenta un’aspirazione degli umili,<br />
un nuovo ideale di giustizia! Ancora la settimana successiva si polemizza con Il<br />
Tagliamento che sostiene come la delinquenza derivi da due ragioni: la mancanza di<br />
educazione ed il pervertimento morale della gioventù con la diffusione di massime<br />
pericolose. Evidentemente il settimanale, impegnato nell’aizzare la caccia al socialista,<br />
dimentica i crimini dei borghesi educati. 283<br />
Dal marzo 1901 iniziano ad apparire articoli sulla Camera del Lavoro, di cui si<br />
promuove la cost<strong>it</strong>uzione. La Camera del Lavoro, che nascerà ad Udine, è un obiettivo<br />
anche per i socialisti pordenonesi, che sentono la necess<strong>it</strong>à di avere uno strumento di<br />
unificazione sul terr<strong>it</strong>orio dei singoli organismi operai in cui finora è stata suddivisa<br />
l’iniziativa delle diverse categorie professionali: leghe di miglioramento, società di mutuo<br />
soccorso, uffici di collocamento ecc. Questo strumento, sul modello francese delle Borse<br />
di lavoro, ha iniziato ad operare nelle principali c<strong>it</strong>tà industriali <strong>it</strong>aliane a partire dal<br />
1988 sotto il nome di Camere del Lavoro. Legata alla cost<strong>it</strong>uzione della Camera del<br />
Lavoro sorge la rivendicazione del suo finanziamento da parte delle ammministrazioni<br />
comunali popolari: non solo per dovere di solidarietà, ma perché i molteplici comp<strong>it</strong>i di<br />
questi organismi (dalla formazione professionale alla gestione del mercato del lavoro,<br />
dalla vigilanza allo studio delle condizioni lavorative) sono parte dei comp<strong>it</strong>i<br />
dell’amministrazione locale moderna, e favoriscono il contenimento delle spinte<br />
ribellistiche dei lavoratori con il loro corredo di sanguinose repressioni poliziesche. 284<br />
Precedentemente la proposta della Camera del Lavoro era stata avanzata nel<br />
primo Congresso operaio provinciale del 1896 dal pordenonese avvocato Policreti (dal<br />
testo di Gabriele dovrebbe trattarsi del sindaco di Pordenone Vincenzo). Ma siamo ancora<br />
in un contesto di filantropia borghese (i veri rappresentanti operai sono una minoranza<br />
in questa assise) e la stessa proposta di Policreti era stata vivacemente cr<strong>it</strong>icata dai<br />
socialisti perché, più che un organismo sindacale, si trattava di un ufficio di assistenza<br />
legale per gli emigranti, per di più sostanzialmente subordinato all’auspicato sostegno<br />
economico dello Stato. Sarà andando oltre questo livello di assistenzialismo che dal<br />
mondo delle Società Operaie ed in particolare da quella della repubblicana San Daniele<br />
si muoveranno i primi passi per arrivare alla cost<strong>it</strong>uzione nel 1899 della prima vera<br />
Camera del Lavoro operaia friulana, che sarà il Segretariato dell’emigrazione, segu<strong>it</strong>o<br />
solo tre anni dopo dalla cost<strong>it</strong>uzione della CdL di Udine. 285<br />
Dopo alcuni mesi di vuoto nelle corrispondenze, il 13 luglio si interviene sul<br />
dibatt<strong>it</strong>o interno alla Società Operaia a propos<strong>it</strong>o delle case operaie. L’esperienza inglese<br />
e svizzera, realizzata dai comuni o da società private, è di costruire ab<strong>it</strong>azioni igieniche<br />
concesse con due sistemi: un f<strong>it</strong>to annuo corrispondente al tasso d’interesse del 5-6%<br />
oppure il pagamento di una quota che serve a riscattare l’ab<strong>it</strong>azione. Si prende posizione<br />
a favore della prima soluzione, ma si r<strong>it</strong>iene che la Società Operaia debba lasciare ai<br />
privati tale impresa, per dedicarsi invece all’iniziativa pol<strong>it</strong>ica per il rispetto della legge<br />
san<strong>it</strong>aria e alla cost<strong>it</strong>uzione di una cooperativa farmaceutica. Quale sia il livello di<br />
sensibil<strong>it</strong>à sociale degli industriali pordenonesi in propos<strong>it</strong>o è rivelato dal fatto che - ad<br />
una riunione sull’argomento indetta dalla Società Operaia - si presentano, oltre al<br />
sindaco, solo i Galvani. 286<br />
282 P, n. 265 del 19 gennaio 1901, pag. 3, Propaganda socialista.<br />
283 P, nn. 265 del 19 gennaio 1901, pag. 3, Soddisfazioni sintomatiche e 266 del 26 gennaio 1901, pag. 3,<br />
Teoriche da sacristia.<br />
284 P, nn. 274 del 23 marzo 1901, pag. 3, Che cos’è la Camera del lavoro?, 277 del 13 aprile 1901, pag. 1, LA<br />
CAMERA DEL LAVORO, e 297 del 28 agosto 1901, pag. 1, LE CAMERE DI LAVORO, siglato x., Pordenone,<br />
agosto 1901. Cfr. il testo di quest’ultimo articolo in appendice.<br />
285 RENZULLI, Aldo Gabriele, c<strong>it</strong>., pagg. 219-220, ripreso da: MARIGLIANO, Enzo, Figli dell’officina siam figli<br />
della terra, Storia del movimento sindacale in Friuli-Venezia Giulia, Pordenone, Biblioteca dell’immagine, 1998,<br />
pagg. 20-21.<br />
286 P, nn. 290 del 13 luglio 1901, pag. 3, Case operaie e 311 del 16 novembre 1901, pag. 3, Case operaie,<br />
articolo siglato Y.<br />
91
La questione delle case popolari verrà sviscerata in una serie di ben quattro<br />
articoli dedicati l’anno successivo dal L’Evo Nuovo. (...) nei nostri tempi di uman<strong>it</strong>à e di<br />
uguaglianza civile, è un anacronismo l’assistere ancora alla erezione di monumenti insigni a<br />
gloria dell’arte e dello spir<strong>it</strong>o, là stesso dove si vedono uomini vivere in caverne o tuguri, o<br />
peggio ancora in capanne costru<strong>it</strong>e sul nudo suolo. La precarietà degli alloggi ha<br />
drammatiche conseguenze sul piano della salute e dell’educazione, minando il fisico<br />
della popolazione, spingendo gli uomini all’osteria, i fanciulli nella strada e le donne alla<br />
disperazione. Le varie esperienze fatte all’estero, soprattutto in Francia ed in Inghilterra,<br />
prevedono lo sventramento dei vecchi quartieri caratterizzati da case malsane s<strong>it</strong>e in<br />
strette stradine, per sost<strong>it</strong>uirli con ab<strong>it</strong>azioni di alcune stanze ed un piccolo giardino, s<strong>it</strong>e<br />
in nuove larghe strade e dotate di acqua corrente e di latrine e talvolta di lavatoi collettivi<br />
e servizi per l’infanzia.<br />
Queste esperienze sono invece rare in Italia, ove manca completamente una<br />
legislazione in materia: si c<strong>it</strong>ano gli esempi delle case realizzate a Venezia con il<br />
contributo della Cassa di Risparmio e del comune e di quelle realizzate a Schio<br />
dall’industriale Alessandro Rossi. Non si esige da parte socialista un intervento pubblico<br />
diretto, semmai una pol<strong>it</strong>ica di gravami fiscali sulla proprietà di case inab<strong>it</strong>abili e di<br />
sgravi a favore delle iniziative private e di quelle comunali per costruire case operaie. Il<br />
giovane part<strong>it</strong>o socialista non può che apprezzare questi nobili tentativi, mentre incombe ad<br />
esso l’obbligo di impiegare tutte le sue forze, tutta la sua costanza e volontà per provocare<br />
dal governo una legge che dia al proletariato le migliori garanzie e le più ampie facil<strong>it</strong>azioni<br />
atte a generalizzare il benefizio della casa a basso prezzo. Condizione per il quale è stabilire<br />
una proporzione equa con i salari operai, per impedire il sovraffollamento di ab<strong>it</strong>azioni e<br />
l’aff<strong>it</strong>to di alloggi inadeguati, dove manca calore, luce, aria ed igiene, con il risultato<br />
finale che la mortal<strong>it</strong>à fra le classi popolari è praticamente il doppio di quella dei<br />
benestanti, e quella dei bambini è anche superiore.<br />
Ma nonostante queste affermazioni, la pol<strong>it</strong>ica della casa viene relegata, nel caso<br />
pordenonese, alle iniziative della Società Operaia, senza diventare argomento di battaglia<br />
pol<strong>it</strong>ica nelle amministrazioni locali. Fa eccezioni la pol<strong>it</strong>ica persegu<strong>it</strong>a<br />
dall’amministrazione De Martini-Fornasotto a Sacile pochi anni dopo e quella realizzata,<br />
dopo la conquista del comune di Pordenone da parte del Psi nel dopoguerra. 287 Con un<br />
articolo a propos<strong>it</strong>o della disastrata s<strong>it</strong>uazione di una famiglia ove una vedova vive in<br />
condizioni impossibili di miseria insieme coi figli, alcuni dei quali handicappati, iniziano<br />
le corrispondenze dalla frazione operaia di Torre, che affiancheranno quelle dal<br />
capoluogo, prima sul settimanale radicale e poi su quelli socialisti friulani. Gli articoli su<br />
questo caso spingono le autor<strong>it</strong>à ad agire e susc<strong>it</strong>ano l’isterica polemica de Il<br />
Tagliamento. 288<br />
4.1.5 - Primi comizi socialisti.<br />
Domenica 8 dicembre 1901 alle 14 Il Paese annuncia una conferenza del signor<br />
Giuseppe Ellero nel salone della “Stella d’oro” in Corso Garibaldi 289 , sul tema Del dir<strong>it</strong>to di<br />
voto e della sua util<strong>it</strong>à, con numeroso concorso di pubblico. Una settimana dopo, la<br />
cronaca della prima iniziativa pubblica del Psi pordenonese di cui abbiamo notizia<br />
tram<strong>it</strong>e la stampa socialista appare proprio sul primo numero de L’Evo Nuovo. La sezione<br />
locale del part<strong>it</strong>o è già cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a, come risulta dall’augurio rivolto al nuovo settimanale, e<br />
conta su circa sessanta iscr<strong>it</strong>ti. 290<br />
287 EN, nn. 23 del 18 maggio 1902, 24 del 25 maggio 1902, 25 dell’1 giugno 1902 e 26 dell’8 giugno 1902, La<br />
quistione delle case operaie. L’argomento viene ripreso solo sette anni dopo, in occasione degli articoli<br />
dedicati da Il Lavoratore Friulano, nei nn. 270 del 4.12.1909, pag. 1, 271 dell’11.12.1909, pag. 1 e 275<br />
dell’8.1.1910, pag. 2 a propos<strong>it</strong>o del Primo congresso nazionale per le case popolari, indetto dalla Lega<br />
Nazionale delle Cooperative.<br />
288 P, nn. 292 del 27 luglio 1901, pag. 3, Da Torre. Una famiglia sventurata, 294 del 10 agosto 1901, pag. 3,<br />
Da Torre. Per l’uman<strong>it</strong>à e per l’igiene e 295 del 17 agosto 1901, pag. 3, Da Torre. Per l’igiene e l’uman<strong>it</strong>à,<br />
corrispondenze sempre siglate dalla X. che nasconde Gino Rosso.<br />
289 Si tratta dell’Albergo Stella d’oro: cfr. CECUTTI, Daniela (a cura di), Pordenone de ‘na volta, Colognola ai<br />
Colli, Edizioni La libreria di Demetra, 2000, pag. 32. Nel 1874 era stato inoltre inaugurato il moderno Teatro<br />
alla Stella, di proprietà di Enea Ellero, che però va perduto in un incendio nel 1880: cfr. CANDIANI,<br />
Vendramino, c<strong>it</strong>., pagg. 170 e 174.<br />
290 P, nn. 314 del 7 dicembre 1901, pag. 3, Conferenza, firmato Argo e EN, n. 1 del 15 dicembre 1901, pagg. 2 e<br />
3, Pordenone e CONFERENZA DI GIUS. ELLERO, articolo firmato F.B. Cfr. il resoconto della conferenza in<br />
appendice. Il numero degli iscr<strong>it</strong>ti è indicato in: CHIARADIA, Giosuè, Appunti per una storia del sindacalismo<br />
nel Friuli pordenonese, c<strong>it</strong>., pag. 201.<br />
92
Il Psi si presenta quindi alla c<strong>it</strong>tadinanza nella persona del suo giovane<br />
propagandista Giuseppe Ellero, allora ancora studente ventiduenne all’univers<strong>it</strong>à di<br />
Genova. Ellero era nato il 9 luglio 1879 e questa conferenza dev’essere il suo primo<br />
significativo atto pol<strong>it</strong>ico. 291 Il suo intervento è dedicato all’ag<strong>it</strong>azione per ottenere il<br />
suffragio universale, arma per la conquista del potere da parte della classe operaia, ma<br />
anche alla polemica con il deputato Monti (che non ha mai voluto interloquire con gli<br />
operai) e con l’indirizzo moderato della Società Operaia.<br />
I socialisti non si presentano da soli: sono amichevolmente presentati<br />
dall’esponente più in vista dei radicali, l’avv. Galeazzi, in piena assonanza con la pol<strong>it</strong>ica<br />
dei Blocchi Popolari. Ellero pone sul tappeto gli elementi distintivi della presentazione<br />
autonoma dei socialisti come forza pol<strong>it</strong>ica: l’azione autonoma della classe operaia per la<br />
conquista dei propri dir<strong>it</strong>ti, l’opposizione alla classe pol<strong>it</strong>ica locale ed alle rappresentanze<br />
ad essa asserv<strong>it</strong>e del movimento operaio tradizionale. Centrale fin dal t<strong>it</strong>olo della<br />
conferenza l’indicazione del voto come strumento per la conquista dei pubblici poteri.<br />
Non poteva mancare, in questo quadro, una sottolineatura del fatto che i socialisti<br />
avevano eletto due deputati operai al parlamento nazionale. L’elezione del verniciatore<br />
Pietro Chiesa a Sampierdarena (a Genova, proprio dove Ellero studiava in quegli anni) e<br />
dell’intagliatore Rinaldo Rigola, il futuro segretario della Confederazione Generale del<br />
Lavoro, in quella Biella così somigliante a Pordenone per lo sviluppo industriale tessile,<br />
fu un avvenimento, prima ancora che per il mondo pol<strong>it</strong>ico <strong>it</strong>aliano così él<strong>it</strong>ario e<br />
classista, per lo stesso gruppo parlamentare socialista, espressione dei ceti professionali<br />
ed intellettuali. 292<br />
291 Dopo l’elezione al Consiglio Provinciale il neoconsigliere socialista presenta i seguenti dati: Ellero Giuseppe<br />
di Enea, nato a Pordenone il 9 luglio 1879, ab<strong>it</strong>ante in Via Marsure. Cfr.: ASU-APU, busta 22, fascicolo 7,<br />
1914, Eleggibil<strong>it</strong>à dei Consiglieri. Ricorsi. Deputazione provinciale di Udine, prot. n. 3736/4116 del<br />
6.7.1914.<br />
RINALDI, Carlo, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a Montec<strong>it</strong>orio dal 1919 alla Cost<strong>it</strong>uente, c<strong>it</strong>., primo<br />
volume, pagg. 313-317 e ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., secondo volume, pag. 260. Malatesta<br />
colloca invece erroneamente l’anno di nasc<strong>it</strong>a al 1877: cfr. MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., primo volume,<br />
pagg. 385-386.<br />
Ne LF, n. 469 del 28 settembre 1913, pag. 2, Collegio di Pordenone-Sacile. Una dichiarazione di Giuseppe<br />
Ellero egli stesso dichiara di fare pol<strong>it</strong>ica da dodici anni. L’adesione di Ellero al socialismo viene datata<br />
improbabilmente dal Malatesta al 1892, mentre (con maggiore rispondenza all’età anagrafica, oltre che ai tempi<br />
storici) nella breve biografia riportata in occasione della candidatura per le elezioni del 1924 si afferma che da<br />
oltre 25 anni fa parte delle file socialiste. Cfr. LF, n. 11 del 15 marzo 1924, pag. 1. Ellero avrebbe quindi<br />
potuto aderire al Psi durante gli anni dell’Univers<strong>it</strong>à, a Pordenone o più probabilmente a Genova: si potrebbe<br />
ipotizzare un suo collegamento con quegli ambienti che partecipano, nell’aprile 1897, al congresso socialista<br />
univers<strong>it</strong>ario <strong>it</strong>aliano, al quale presenziò pure una rappresentanza degli studenti socialisti dell’ateneo genovese:<br />
cfr. : MICHELS, Roberto, Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pag. 187.<br />
292 A questo aspetto dedica grande attenzione: MICHELS, Roberto, Proletariato e borghesia, c<strong>it</strong>., pagg. 327-330<br />
e id., Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pagg. 287 e segg. Nel primo dei due libri Michels definisce Biella “dai camini all’opera<br />
fumanti”, la Manchester d’Italia definizione speculare a quella tradizionale di Pordenone “Manchester del<br />
Friuli”: cfr. pag. 103.<br />
In realtà Chiesa e Rigola non erano stati i primi operai ad essere eletti nel parlamento <strong>it</strong>aliano: prima e<br />
contemporaneamente a loro c’erano stati altri tre casi di deputati di condizione operaia, ma Nulla, fuorché<br />
l’origine, li distingueva dai loro colleghi del Parlamento. I tre erano il fond<strong>it</strong>ore di caratteri Antonio Maffi,<br />
eletto a Milano nel 1882 da una coalizione fra il Part<strong>it</strong>o Operaio Italiano e la democrazia borghese, che aderì poi<br />
in parlamento al gruppo repubblicano tradendo l’esclusivismo operaista del part<strong>it</strong>o che lo aveva espresso;<br />
Valentino Armirotti, eletto nel 1886 a Genova (pure poi aderente alla democrazia borghese); il repubblicano<br />
Pietro Zavattari, dirigente del servizio di facchinaggio della stazione di Milano, cui è possibile aggiungere l’ex<br />
giardiniere diventato appaltatore Ferdinando Cesaroni eletto a Perugia nello stesso 1900 come deputato<br />
governativo, che non si vergognava di sottolineare la propria bassa origine sociale, poi riscattata dall’essere<br />
diventato un milionario. Cfr. MICHELS, R., Proletariato e borghesia, c<strong>it</strong>., pagg. 328-329 e id., Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>.,<br />
pagg. 89 e 287-288. Parzialmente diverso il giudizio che si ricava dalle biografie del Malatesta. Maffi, eletto per<br />
tre legislature a Milano I e poi a Massa e Carrara, è indicato come appartenente al gruppo radicale e viene<br />
segnalato per aver attaccato Crispi in Parlamento nel 1890 (per il divieto opposto alla festa del 1° maggio) e per<br />
aver pubblicato una monografia su Venticinque anni di cooperazione in Italia nel 1911. Antonio Maffi invia<br />
l’adesione, a nome della Lega Nazionale delle Cooperative, al Nono Congresso degli emigranti friulani del 1909:<br />
cfr. LF, n. 225 del 6 febbraio 1909, pag. 1, IL IX CONGRESSO DEGLI EMIGRANTI FRIULANI A TARCENTO.<br />
Valentino Armirotti, eletto per due legislature a Sampierdarena (il collegio che sarà poi di Pietro Chiesa),<br />
volontario garibaldino ed amministratore di una cooperativa nella sua c<strong>it</strong>tà, viene indicato sedere all’estrema<br />
sinistra, ove avrebbe cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con Maffi il cosiddetto part<strong>it</strong>o operaio. Pietro Giuseppe Zavattari, deputato<br />
repubblicano di Milano IV nel 1895, era capo dei facchini della dogana di Milano. Cfr. MALATESTA, Alberto,<br />
Ministri, c<strong>it</strong>., secondo volume, pag. 128; vol. I, pag. 55; vol. III, pag. 248.<br />
Sui primi deputati operai, cfr. inoltre: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 87-88<br />
per Armirotti (biografia a cura di G. Perillo, che ne ricostruisce soprattutto il lavoro nel campo della mutual<strong>it</strong>à e<br />
della cooperazione, suo terreno di impegno anche a Montec<strong>it</strong>orio dal 1886 al 1892, quando con il r<strong>it</strong>orno al<br />
collegio uninominale fu battuto dal candidato governativo) e vol. terzo, pagg. 207-208 per Maffi (biografia a cura<br />
di G. Arcangeli, nella quale si sottolinea il pensiero interclassista e sostanzialmente moderato dell’operaio<br />
milanese, che però cost<strong>it</strong>uisce un pragmatico elemento di collegamento fra gli ambienti socialisti e quelli<br />
repubblicani e, dopo aver dato un suo controverso contributo alla fase cost<strong>it</strong>utiva del Psi, non prende parte alla<br />
93
Il 29 dicembre, alle 14.30 al Salone Coiazzi, Ellero tiene una seconda conferenza,<br />
dedicata a “La questione sociale e le classi lavoratrici”. Il commento del settimanale<br />
radicale è che speriamo ancora che altri, in segu<strong>it</strong>o, im<strong>it</strong>ino ed assecondino l’operos<strong>it</strong>à del<br />
nostro giovane conc<strong>it</strong>tadino. Era ben ora che qualcuno si muovesse! Solo il giorno prima è<br />
usc<strong>it</strong>o un articolo in difesa dell’operato del gruppo parlamentare socialista, nel quale si<br />
difende la battaglia ostruzionistica di un anno prima ed il capo socialista Enrico Ferri<br />
dalle persecuzioni cui è sottoposto dalla maggioranza parlamentare soprattutto a causa<br />
delle sue denunce contro la corruzione. 293<br />
4.1.6 - Per la legge Turati-Kuliscioff contro il<br />
lavoro notturno di donne e fanciulli.<br />
Domenica 23 febbraio 1902 al salone Coiazzi ha luogo il comizio contro il lavoro<br />
notturno di donne e fanciulli. Il salone presentava l’aspetto delle grandi occasioni tanto era<br />
affollato. Parlarono Gino Rosso a nome del circolo socialista di Pordenone, l’avv. Carlo<br />
Policreti presidente, il sig. Scottà, il sig. Grassi di Udine ed il sig. Giuseppe Ellero, tutti<br />
applaud<strong>it</strong>i. Il comizio riuscì veramente splendido e solenne e si svolse con tranquill<strong>it</strong>à e<br />
senza il ben che minimo incidente. Mai prima d’ora una più bella manifestazione aveva<br />
avuto luogo tra noi e va data lode al circolo socialista che pur disponendo di poche forze ha<br />
fatto sì che Pordenone operaia, unica in Friuli, non restasse passiva ed indifferente di fronte<br />
ad un problema che per importanza e per la sua leg<strong>it</strong>tim<strong>it</strong>à andando al dissopra di ogni<br />
part<strong>it</strong>o dovrebbe esser accettato da tutti coloro che hanno un cuore umano. Se poi la stampa<br />
reazionaria ha voluto in tale occasione bamboleggiare, forse colla speranza di scemare<br />
l’importanza dell’avvenimento, ha proprio fatto un torto a sé stessa, perché le idee buone<br />
andranno sempre avanti e le immondizie saranno sempre rigettate. 294<br />
Tale manifestazione fa parte delle duecentocinquanta organizzate<br />
contemporaneamente dal Part<strong>it</strong>o Socialista Italiano, dalle Camere di Lavoro e dalle<br />
Federazioni di mestieri a sostegno della proposta di legge presentata dal gruppo<br />
parlamentare socialista (ed elaborata da Filippo Turati ed Anna Kuliscioff) per<br />
regolamentare il lavoro delle donne e dei fanciulli. La proposta di legge socialista viene<br />
diffusamente illustrata in un paginone de L’Evo Nuovo del 23 febbraio, il giorno della<br />
manifestazione. Al parlamento sono in esame tre progetti di legge, e quello socialista non<br />
verrà probabilmente discusso perché r<strong>it</strong>enuto rovinosa per l’industria dalle classi<br />
dirigenti <strong>it</strong>aliane, e quindi non verrà approvato dai due rami del parlamento, perché la<br />
maggioranza appartiene alle classi padronali borghesi, le quali con i denti difenderanno i loro<br />
egoistici interessi.<br />
Al padronato <strong>it</strong>aliano, timoroso di perdere le sue posizioni sul mercato europeo, i<br />
socialisti rispondono ricordando il monopolio formato dai cartelli industriali ed agrari<br />
nazionali per sostenere i prezzi interni. Al contrario, l’Inghilterra, paese leader<br />
dell’industrializzazione europea, fornisce ai propri lavoratori la maggiore tutela e le<br />
migliori retribuzioni, sostenendo l’esportazione dei propri prodotti grazie alla loro<br />
migliore qual<strong>it</strong>à, derivante direttamente da condizioni di lavoro più adeguate.<br />
Nell’Inghilterra industrializzata, a partire dal 1802 fino al 1878 ben quindici leggi hanno<br />
regolato successivamente il lavoro delle donne e dei fanciulli, arrivando con l’ultimo<br />
testo, unificatore della legislazione precedente, alla giornata lavorativa di dieci ore per<br />
tutti ed all’abolizione del lavoro notturno e festivo delle donne e dei fanciulli. Negli anni<br />
successivi è stata pure introdotta la giornata lavorativa di otto ore. 295<br />
v<strong>it</strong>a del nuovo part<strong>it</strong>o e si dedica soprattutto alla promozione del movimento cooperativo nazionale, del cui<br />
mensile è redattore).<br />
La presenza di deputati operai è cosa diversa da quella di deputati di orientamento socialista, che viene<br />
segnalata fin dai primi anni di v<strong>it</strong>a parlamentare un<strong>it</strong>aria, anche in questo caso indipendentemente dalla<br />
cost<strong>it</strong>uzione di un vero e proprio part<strong>it</strong>o socialista. Cfr. MICHELS, R., Proletariato e borghesia, c<strong>it</strong>., pagg. 90-92,<br />
ove si ricordano, oltre a due parlamentari ed intellettuali teoricamente socialisti ma non mil<strong>it</strong>anti, come il<br />
milanese Giuseppe Ferrari (che però poi accettò le ist<strong>it</strong>uzioni monarchiche) ed il pisano Giuseppe Montanelli, i<br />
due deputati che - pur essendo eletti da una coalizione democratica e non svolgendo alcuna attiv<strong>it</strong>à socialista<br />
in Parlamento - aderirono all’Internazionale <strong>it</strong>aliana: il medico siciliano Saverio Friscia ed il patriota napoletano<br />
Giuseppe Fanelli, eletti nel 1870. Solo con il 1882 coalizioni popolari portano in Parlamento deputati che<br />
contribuiranno a costruire il Psi, in primo luogo un altro ex dirigente dell’Internazionale, l’imolese Andrea<br />
Costa.<br />
293 P, n. 317 del 28 dicembre 1901, Conferenza, articolo firmato Argo e La volpe perde il pelo, ma non il<br />
vizio. Cfr. il testo di questo secondo articolo in appendice.<br />
294 P, n. 326 dell’1 marzo 1902, pag. 3, Comizio.<br />
295 Questa valutazione pos<strong>it</strong>iva della s<strong>it</strong>uazione inglese, ovviamente comprensibile sotto il profilo<br />
dell’argomentare propagandistico, prescindeva da due importanti considerazioni. La prima era che quanto stava<br />
accadendo in Italia era la ripetizione di una s<strong>it</strong>uazione di supersfruttamento che il proletariato inglese aveva<br />
vissuto per primo al tempo della rivoluzione industriale. La seconda considerazione riguardava l’attual<strong>it</strong>à: le<br />
94
All’opposto, in Italia nessuna legge regola il lavoro delle donne, e due leggi solo<br />
molto parzialmente quello dei fanciulli: una del 1873 che vieta l’impiego dei minori di 18<br />
anni nelle professioni girovaghe, e una del 1886 che vieta l’impiego nelle industrie, cave e<br />
miniere dei minori di 9 anni, età elevata a 10 nel caso di lavori sotterranei. Ormai solo<br />
l’Italia permette in Europa il lavoro di fanciulli di età tanto ridotta. I risultati delle<br />
carenze legislative <strong>it</strong>aliane sono gravissimi: Principalmente il deperimento fisico e morale<br />
della classe lavoratrice. Questa, esaur<strong>it</strong>a dall’eccessivo lavoro, senza la possibil<strong>it</strong>à di<br />
procurarsi sufficiente nutrizione, ab<strong>it</strong>ando case insalubri ove le più elementari prescrizioni<br />
d’igiene non sono attuabili, ha facil<strong>it</strong>à ad ammalare e presenta una resistenza minima alla<br />
malattia. Altra conseguenza d’un lavoro eccessivo, fatto in locale chiuso, ove gli operai sono<br />
talvolta troppo agglomerati, respirando aria viziata anche dalla esalazione delle materie che<br />
lavorano, è il diffondersi della rach<strong>it</strong>ide, della scrofola, della clorosi, della anemia, della<br />
tubercolosi, malattie tutte che fanno v<strong>it</strong>time innumerevoli, specialmente fra i fanciulli e le<br />
donne. (...) Per la donna, nella quale l’organismo è più delicato e soggetto a disturbi speciali<br />
muliebri, l’accrescere delle sue sofferenze fisiche è assai maggiore, specialmente quando<br />
essa è gestante. Alla donna, o incinta o puerpera, non viene usato nessun riguardo<br />
nell’industria nostra. E da ciò aborti frequenti, parti irregolari e l’avviarsi ad un precoce<br />
invecchiamento. In queste condizioni di esistenza la donna trasmette alla sua creatura ben<br />
poca robustezza fisica. Nel 1900 sono morti in Italia 207,520 bimbi minori di un anno, dei<br />
quali 20,298 illeg<strong>it</strong>timi. Si capisce a che classe questi ultimi appartenevano. Si calcola che<br />
su 1000 bambini morti nel primo mese di v<strong>it</strong>a, 550 muoiono per vizi congen<strong>it</strong>i e più<br />
specialmente per debolezza di conformazione, conseguenza sicura dell’eccessivo lavoro della<br />
madre in istato di gravidanza. (...)<br />
Quali sono i punti fondanti della proposta socialista? Il progetto presentato dal<br />
gruppo parlamentare socialista eleva a 15 anni il lim<strong>it</strong>e d’età per l’ammissione al lavoro,<br />
fatto obbligo allo Stato ed ai Comuni di aprire scuole professionali e complementari, e<br />
interdire il lavoro notturno, insalubre e pericoloso ai minorenni fino ai 20 anni di età. (...)<br />
Con di più, se lo Stato e i Comuni avranno il dovere di ist<strong>it</strong>uire le scuole professionali, i<br />
candidati assunti saranno già operai capaci del loro lavoro e i prodotti saranno più<br />
perfetti. 296<br />
Quali fossero le condizioni di v<strong>it</strong>a dei fanciulli rinchiusi fin da tenera età nelle<br />
fabbriche c<strong>it</strong>tadine è ben indicato da Luigi Mio. Nell’industria tessile, assunti fin dai sette<br />
anni di età, hanno l’incarico di nettare le macchine, mentre sono in movimento, e<br />
g<strong>it</strong>tandosi carponi, tratto tratto vi si sdrajano sotto, per compiere la pol<strong>it</strong>ura. In generale<br />
sono squallidi d’aspetto e laceri nel vestimento. Gli orari ancora nel 1904 sono di undici<br />
ore e mezza al giorno (orario per altro minimo!), da svolgersi in ambienti con una<br />
fortissima umid<strong>it</strong>à mista al pulviscolo proveniente dalle lavorazioni, che rende<br />
generalizzate le malattie respiratorie. A ciò vanno aggiunte spesso ore di cammino, al<br />
buio in strade sterrate o per sentieri spesso allagati dalle pioggie o guadando fiumi. Nelle<br />
fornaci e nella ceramica debbono correre tutto il giorno per portare i materiali prodotti,<br />
sopportando carichi gravosi. In cartiera fanno le praticanti operaie bambine di cinque<br />
anni. 297<br />
Al comizio di Pordenone prendono parte quasi tutti i capi locali che guideranno il<br />
part<strong>it</strong>o socialista fino al fascismo. Apre il comizio Gino Rosso (non appare ancora<br />
pubblicamente in questa fase il fratello Guido, che assurgerà ad un ruolo di primo piano<br />
fra i socialisti pordenonesi nel periodo immediatamente successivo, probabilmente al<br />
rientro da Genova dopo la laurea ottenuta nell’estate di quell’anno 298 ) il quale annuncia<br />
la ricost<strong>it</strong>uzione del Circolo socialista di Pordenone, il quale evidentemente nel frattempo<br />
si era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o e successivamente sciolto. L’argomento della giornata viene sviscerato<br />
dagli interventi di Luigi Scottà e di Giuseppe Ellero. Ma alla affollatissima manifestazione<br />
partecipano i rappresentanti delle altre forze alleate ai socialisti: parecchie Società<br />
Operaie e Circoli socialisti, fra i quali viene indicato quello di Udine, e perfino l’on. Monti.<br />
condizioni di (relativa) garanzia conquistate dagli operai inglesi erano inser<strong>it</strong>e in un contesto di tipo<br />
imperialistico, in cui la principale potenza mondiale dell’epoca basava il suo benessere – parzialmente<br />
redistribu<strong>it</strong>o a favore delle classi inferiori - sullo sfruttamento delle popolazioni di un immenso impero<br />
coloniale.<br />
296 EN, n. 11 del 23 febbraio 1902.<br />
297 MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pagg. 83-87. La c<strong>it</strong>azione è tratta da: ERRERA, A. , Storia e<br />
statistica delle industrie venete e accenni al loro avvenire, Venezia, Antonelli, 1871; le notizie sull’orario nel<br />
1904 sono tratte da: LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pag. 13; quelle sulle fornaci da: ZANINI,<br />
Lodovico, Sulle vie dell’emigrazione, c<strong>it</strong>., che parla estesamente del brutale sfruttamento dei bambini emigranti<br />
da parte dei loro connazionali più anziani (talvolta solo di pochi anni), ma riporta una condizione esattamente<br />
riprodotta nelle fornaci <strong>it</strong>aliane.<br />
298 Guido Rosso (nato il 10 novembre 1877 e morto il 17 agosto 1966) si laurea a Genova in giurisprudenza il 31<br />
luglio 1902: cfr. il diploma di laura conservato nello studio del nipote Antonio. La notizia della sua laurea è data<br />
anche da: P, n. 346 del 19 luglio 1902, pag. 3, Laurea.<br />
95
Presiede il radicale avv. Carlo Policreti, il quale introduce gli oratori e legge l’ordine del<br />
giorno socialista, approvato all’unanim<strong>it</strong>à. 299<br />
La Società Operaia di Pordenone non aderisce però all’iniziativa, così come<br />
successivamente rifiuterà di concedere la propria sala per una riunione di operai<br />
metallurgici che vanno a cost<strong>it</strong>uire una sotto-sezione della Lega di miglioramento fra<br />
metallurgici ed affini di Udine e provincia. Tale atteggiamento di chiusura verrà<br />
stigmatizzato da una polemica nei numeri successivi de L’Evo Nuovo, che afferma<br />
sarcasticamente: La missione della nostra società è di adoperarsi per le commemorazioni di<br />
Umberto I non certo quella di venire in aiuto agli operai. La mancata adesione al comizio<br />
“Pro legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli” e il rifiuto dato giorni sono alla domanda<br />
della sala bastano per farne prova. L’occasione è propizia per porre il problema della reale<br />
corrispondenza fra le final<strong>it</strong>à della Società e la presenza operaia minor<strong>it</strong>aria e<br />
pol<strong>it</strong>icamente subordinata nel suo seno: Deploriamo che un consigliere (operaio) abbia<br />
approvato il rifiuto; sta ora ai suoi compagni dargli una lezione per mancata solidarietà e per<br />
aver trad<strong>it</strong>o la loro causa. 300<br />
Il consigliere chiamato in causa, Antonio Fedrigo, invia una lettera al settimanale<br />
socialista, cui si replica augurandosi nuovamente che l’assemblea dei suoi compagni<br />
operai sia severa. In questa nota si coglie l’occasione per puntualizzare il pensiero<br />
socialista sulle società operaie: Nella missione della Società Operaia siamo di opinione<br />
diversa, noi crediamo che le società operaie devono modificarsi continuamente come va<br />
sempre modificandosi la società e quindi da semplici società assicuratrici sulle malattie<br />
debbano ora pensare anche al miglioramento morale, intellettuale ed economico della loro<br />
classe (...) 301<br />
La polemica, che come abbiamo visto ha avuto luogo fin dalla prima usc<strong>it</strong>a<br />
pubblica del Psi nel dicembre precedente, ha un obiettivo ben preciso: ai primi di marzo<br />
si svolge il consiglio della Società Operaia per l’elezione del presidente. A dispetto delle<br />
ultime elezioni, nelle quali i reazionari sono risultati vinc<strong>it</strong>ori, il presidente uscente<br />
Marcolina riceve pochi voti, non raggiungendo il quorum minimo di 18 su 24 consiglieri.<br />
Per rimediare allo smacco, la destra modifica furbescamente lo statuto e provvede così a<br />
rieleggere il suo candidato: ma, sulla base delle procedure ricostru<strong>it</strong>e grazie ai ricordi<br />
degli avvocati Enea Ellero e Carlo Policreti, il Tribunale annulla sia le modifiche che<br />
l’elezione. Domenica 1 giugno la nuova assemblea per la modifica dello statuto verrà<br />
vinta dai popolari. 302<br />
Infine il 28 settembre, dopo una dura lotta combattuta all’interno della Società<br />
Operaia, si va alle elezioni generali per il rinnovo del consiglio, cui i popolari si<br />
presentano con una lista completa di 24 nomi in ordine alfabetico, il primo dei quali è il<br />
radicale Francesco Asquini: nella lista figura anche il tipografo socialista Vincenzo Degan<br />
(scr<strong>it</strong>to De Gan). I moderati, che sono sempre stati i factotum del Sodalizio, scelgono<br />
l’astensionismo, e la lista di sinistra ottiene una v<strong>it</strong>toria schiacciante raccogliendo, a<br />
seconda delle candidature, dai 271 ai 283 voti su 295 votanti totali. Viene eletto<br />
presidente Francesco Asquini. 303<br />
4.1.7 - La nasc<strong>it</strong>a dell’organizzazione sindacale<br />
socialista.<br />
299 EN, n. 12 del 2 marzo 1902. Policreti nob. dott. Carlo fu Alessandro, nato a Pordenone il 29 giugno 1865 e<br />
residente in Aviano. Cfr.: ASU, Archivio dell’Amministrazione Provinciale, busta 24, fascicolo s.n., Aviano<br />
1920, Deputazione Provinciale di Udine, prot. 12987 del 27.10.1920.<br />
Carlo Policreti eserc<strong>it</strong>a le sue doppie funzioni pol<strong>it</strong>iche, permessegli dalla legislazione in quanto possidente, in<br />
ambedue i comuni di Pordenone ed Aviano. Se a Pordenone emergerà progressivamente come la personal<strong>it</strong>à<br />
pol<strong>it</strong>ica preminente nell’amb<strong>it</strong>o del radicalismo c<strong>it</strong>tadino, mancando l’elezione alla Camera dei Deputati nel<br />
1909 ed essendo eletto sindaco nel 1914, ad Aviano egli sarà per tutti i lunghi anni fino al dopoguerra<br />
amministratore comunale e, per un anno, sindaco del comune pedemontano, cost<strong>it</strong>uendo con l’avvocato<br />
Antonio Cristofori la coppia predominante sulla v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica locale di Aviano e del mandamento.<br />
300 EN, n. 22 dell’11 maggio 1902, Pordenone, Società Operaia. Corrispondenza firmata: Guato.<br />
301 EN, n. 25 dell’1 giugno 1902, Da Pordenone. COSE VECCHIE. Corrispondenza siglata: G. In segu<strong>it</strong>o alla<br />
pubblicazione sul Il Tagliamento di una nuova lettera polemica di Antonio Fedrigo, che richiede di sapere chi sia<br />
l’articolista socialista che lo accusa, la risposta viene firmata per esteso rivelando il corrispondente da<br />
Pordenone del settimanale che si nasconde dietro la sigla G.: si tratta di Gino Rosso. Cfr. EN, n. 27 del 15<br />
giugno 1902, Da Pordenone. Cose vecchie.<br />
302 P, nn. 327 dell’8 marzo 1902, pag. 2, Cose amene!, 328 del 15 marzo 1902, pag. 3, Le smanie e le gesta di<br />
un presidente, 332 del 12 aprile 1902, pag. 3, Rieletto e… sbalzato e 340 del 7 giugno 1902, pag. 3, Società<br />
operaia.<br />
303 P, nn. 356 del 27 settembre 1902, pag. 3, Società Operaia, 357del 4 ottobre 1902, pag. 3, Savi<br />
ammonimenti e 378 del 28 febbraio 1903, pag. 3, Società Operaia.<br />
96
Pochi giorni dopo, domenica 16 marzo, Giuseppe Ellero è protagonista di un duro<br />
scontro - avvenuto sempre alla Sala Coiazzi - con i propagandisti delle leghe cattoliche<br />
professionali, che intendono organizzarsi anche a Pordenone. Il corrispondente socialista<br />
osserva come poco o nulla nelle relazioni (due oratori sono venuti da Milano, il dott.<br />
Arcari ed il sig. Cavazzoni, ed il dott. Brosadola da Cividale) siano dedicate al tema della<br />
riunione, ed invece si concentrino sul programma democratico-cristiano e sulla dottrina<br />
cattolica. Si rileva la partecipazione di numerose contadine e contadini, di parecchie<br />
signore e di qualche socialista, quasi a voler sottolineare l’estrane<strong>it</strong>à del movimento<br />
clericale in una c<strong>it</strong>tà che da decenni ha assunto una forte connotazione industriale ed<br />
operaia.<br />
Il resoconto del contradd<strong>it</strong>torio è un buon esempio dello scontro frontale fra<br />
l’organizzazione socialista e quella clericale, ambedue volte ad organizzare le masse<br />
lavoratrici, ma divise in modo stridente dall’ideologia e soprattutto dalla prospettiva della<br />
lotta di classe, centrale per i socialisti e rifiutata nettamente dal movimento clericale. Lo<br />
stile stesso dei dibatt<strong>it</strong>i, con il comizio degli oratori e la possibil<strong>it</strong>à di contradd<strong>it</strong>torio,<br />
programmaticamente ammesso o non ammesso nelle modal<strong>it</strong>à di convocazione del<br />
comizio stesso, è tale da permettere l’esplicarsi di polemiche vigorose, dando la parola<br />
agli avversari pol<strong>it</strong>ici. Per primo è l’ispettore scolastico prof. Segala a polemizzare con gli<br />
oratori che gli tolgono la parola; dopo un primo intervento di Ellero contro il presidente<br />
dell’assemblea De Mattia, che vorrebbe ev<strong>it</strong>are il promesso contradd<strong>it</strong>torio, questo può<br />
finalmente iniziare e lo stesso Ellero successivamente interviene.<br />
Il pubblico che aveva un po’ poco civilmente rumoreggiato, si va calmando e l’Ellero<br />
può parlare senza incidenti per più di 1/4 d’ora. Fa delle obbiezioni e rivolge delle domande<br />
agli avversari rilevando sopra tutto che non sa spiegarsi come le leghe cattoliche sieno ben<br />
viste dai cap<strong>it</strong>alisti e quelle socialiste sieno da essi condannate. Io non vedo che una via<br />
d’usc<strong>it</strong>a, dice lui; noi tuteliamo gli interessi dei lavoratori che sono in opposizione a quelli<br />
dei padroni e siamo da essi bersagliati: voi che non lo siete, anzi siete i loro amici, non<br />
potete certo dire di voler giovare al proletariato se non vi adattate ad avere la botte piena e<br />
la serva ubbriaca. (...) Vedendo che non si voleva rispondere alle obbiezioni nostre e che si<br />
continuava a fare l’apologia della chiesa ricordando tutto il buono e tacendo tutto il marcio,<br />
l’Ellero che aveva spesso interrotti i contradd<strong>it</strong>tori, a un certo punto grida: Tutto questo sta<br />
bene, ma abbiate anche il coraggio di ricordarvi una delle vostre pagine nere è l’Inquisizione!<br />
Queste parole cap<strong>it</strong>arono loro addosso come un fulmine a ciel sereno e sbalestrati e traf<strong>it</strong>ti<br />
nel cuore dichiararono di non più proseguire e sciolsero il Comizio tra gli applausi dei<br />
clericali e le proteste degli avversari. 304<br />
La domenica successiva (23 marzo) Ellero parla a Torre sul tema Organizzazione<br />
operaia e leghe di resistenza. Essa conterà 1.500 operai iscr<strong>it</strong>ti, pari al 20% di tutti gli<br />
iscr<strong>it</strong>ti alla Federazione Arti Tessili <strong>it</strong>aliana. 305 Viene annunciata anche la convocazione<br />
di un comizio pro-divorzio. 306 Lunedì 31 marzo (è il lunedì dopo Pasqua) parla al Coiazzi,<br />
sempre chiamato dal circolo socialista, il prof. Cesare Sarfatti di Venezia. Tema del<br />
comizio è ancora Organizzazione e leghe di resistenza. La presenza a Pordenone dei<br />
coniugi Sarfatti è occasione per il quotidiano clericale friulano per vom<strong>it</strong>are un osceno e<br />
vergognoso linguaggio antigiudaico che ben qualifica l’oscurantismo di quegli ambienti<br />
reazionari: ovviamente la cronaca clericale si basa sui ben informati “si dice” di chi sa di<br />
parlare senza aver nulla ascoltato. 307<br />
304 EN, n. 15 del 23 marzo 1902, DA PORDENONE. Comizio PRIVATO di clericali. Cfr. inoltre il resoconto del<br />
contradd<strong>it</strong>torio riportato da Il Paese, n. 329 del 22 marzo 1902, pag. 3, Convegno di clericali, riprodotto in<br />
appendice.<br />
Secondo don Lozer, si tratta di una delle iniziative originarie del sindacalismo cattolico nel Pordenonese: primi<br />
propagandisti del sindacato cattolico sono stati nel 1900 Muzio Scevola di Milano, che dà v<strong>it</strong>a all’Unione del<br />
Lavoro di Pordenone, e nel 1901 e 1902 Stefano Cavazzoni e Paolo Arcani che tengono conferenze, oltre che in<br />
c<strong>it</strong>tà, a Maniago ed a Portogruaro. Cfr.: LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg. 7 ed 8.<br />
305 Il numero degli iscr<strong>it</strong>ti è indicato da: DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 66.<br />
306 P, n. 329 del 22 marzo 1902, pag. 3, Conferenza, articolo firmato Argo: tutti gli articoli de Il Paese, dalla fine<br />
del 1901, sono firmati con questo pseudonimo, sotto il quale vengono pubblicate lunghe e argomentate<br />
polemiche contro la gestione de Il Tagliamento. In occasione di una dichiarazione di scuse a don Edoardo<br />
Marcuzzi, per ottenerne la remissione di querela, Argo ci si palesa come Giuseppe Ellero: cfr.: P, nn. 371 del 10<br />
gennaio 1903, pag. 3, Dichiarazione e 372 del 17 gennaio 1903, pag. 3, Vertenza chiusa e Dichiarazione; EN,<br />
n. 15 del 23 marzo 1902, DA PORDENONE. Conferenza.<br />
307 P, n. 331 del 5 aprile 1902, pag. 3, Conferenza. Cfr. il resoconto in appendice. Cfr. inoltre: CONTELLI,<br />
Ermanno, c<strong>it</strong>., pag. 176.<br />
Avvocato, Sarfatti interviene al congresso di Roma del Psi nel 1900, proponendo con Enrico Ferri e Labriola un<br />
ordine del giorno sull’Avanti! ed intervenendo successivamente anche nel dibatt<strong>it</strong>o sulla stampa periodica<br />
socialista locale. Al congresso di Imola del 1902 è fra i promotori di un ordine del giorno sulla condizione dei<br />
lavoratori dello spettacolo. Nelle elezioni pol<strong>it</strong>iche del 1913 è eletto deputato per il collegio di Oleggio (provincia<br />
di Novara), ma l’elezione è annullata. L’anno successivo partecipa attivamente al congresso di Ancona. Cfr.:<br />
PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 216, 243 e 248 e: MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., terzo<br />
volume, pag. 267. In: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., terzo volume, pag. 626, Sarfatti è indicato<br />
97
Il Primo Maggio 1902 è occasione per un’altra manifestazione socialista. Per<br />
iniziativa della Sezione Socialista Pordenonese, ieri sera alle ore 20.30 nel vasto salone della<br />
Stella d’Oro ebbe luogo un pubblico comizio. L’aspetto della sala era imponente: sul mezzo<br />
della parete di fronte, contornato da alloro spiccava maestoso un grande r<strong>it</strong>ratto di Carlo<br />
Marx con la scr<strong>it</strong>ta Proletari di tutti i paesi un<strong>it</strong>evi. Un migliaio di operai gremiva la sala<br />
dando così un significato visibile della grande strada che l’idea nuova si è fatta nella<br />
coscienza proletaria. Apre il comizio il compagno Ellero che dopo aver reso un mer<strong>it</strong>ato<br />
elogio al nostro conc<strong>it</strong>tadino A. Pignatelli per l’opera sua nell’eseguire il r<strong>it</strong>ratto del grande<br />
Maestro, inv<strong>it</strong>a l’assemblea ad eleggersi il proprio presidente che viene proclamato nel nome<br />
del nostro comp. Rosso Gino. Ha quindi la parola il comp. Scottà che con frase elegante e<br />
interrotto spesso da fragorosi applausi parla sul significato della festa. Segue il comp. Ellero<br />
trattando l’arduo tema del divorzio. Parla della legge presentata da Berenini e Borciani 308 e<br />
con arguta frase dimostra come e perché i clericali ci combattono. Alla fine, come durante la<br />
conferenza è salutato da applausi. nessuno domanda la parola e viene messo ai voti l’ordine<br />
del giorno del Part. Social. che viene approvato all’unanim<strong>it</strong>à. Durante tutto il tempo del<br />
Comizio le filandiere dipendenti dal forcaiolo sig. Zacoli nel loro cortile attaccato alla sala<br />
cantano e urlano. Il fatto non ha bisogno di commenti. L’imponente Comizio d’ieri sera è la<br />
più bella risposta che il proletariato Pordenonese poteva dare alle clandestine riunioni dei<br />
clericali dove unico argomento è combattere (parola illeggibile). 309<br />
Effettivamente l’azione di organizzazione sindacale procede con sistematic<strong>it</strong>à a<br />
Pordenone. In maggio i socialisti polemizzano con il sindaco, conte Cattaneo, perché da<br />
oltre due mesi non risponde ad un memoriale dell’Unione Agenti, che rivendica il dir<strong>it</strong>to<br />
ad una mezza giornata di riposo settimanale (oltre la domenica), contravvenendo alla<br />
promessa di occuparsi della questione. Domenica 19 maggio ha luogo un imponente<br />
comizio “Pro riposo settimanale” indetto dalla Società Agenti e dall’Unione Agenti:<br />
presiede Tomasella e parla Bosetti di Udine. I democristiani presenti dissentono dal<br />
termine riposo settimanale, in quanto concepiscono solo il riposo nei giorni festivi per<br />
partecipare ai culti cattolici. Ma il riposo di domenica non è possibile per tutti, al fine di<br />
garantire i servizi pubblici, mentre la richiesta di una giornata di riposo può essere<br />
soddisfatta solo ottenendola anche per altri giorni della settimana. E’ così che l’ordine del<br />
giorno alternativo proposto dal clericale De Mattia viene bocciato con solo sei voti<br />
favorevoli, mentre è approvato quasi all’unanim<strong>it</strong>à quello proposto dai socialisti Gino<br />
Rosso e Crovato. 310<br />
Negli stessi giorni si giunge alla cost<strong>it</strong>uzione di una numerosa sotto Sezione della<br />
Lega di miglioramento e resistenza fra metallurgici ed affini di Udine e provincia. 311<br />
4.1.8 - “Una sezione v<strong>it</strong>ale oltre ogni aspettativa”.<br />
Lo stato del Part<strong>it</strong>o socialista in Friuli è oggetto di un lungo resoconto riportato su<br />
Il Lavoratore Friulano. La cresc<strong>it</strong>a del part<strong>it</strong>o nell’anno appena trascorso viene defin<strong>it</strong>a<br />
una marcia forzata, col passaggio dalle tre sezioni del 1901 (Prato Carnico, Feletto<br />
Umberto ed Udine) a tredici: fra esse solo due sono nel Friuli occidentale, Pordenone e<br />
Pasiano. Il 20 aprile precedente si è tenuto il primo modesto convegno, in cui fu<br />
fra i tre autori della ricostruzione della federazione socialista veneziana, avvenuta nel gennaio del 1900 attorno<br />
all’avvocato Elia Musatti, dopo lo scioglimento da parte dell’autor<strong>it</strong>à pubblica nel 1898. Nel terzo vol. I della<br />
stessa opera, a pag. 217, lo si c<strong>it</strong>a fra i dirigenti del socialismo milanese che nel 1914 espressero simpatia nei<br />
confronti delle “democrazie occidentali”. Sarfatti è un cognome di origine israel<strong>it</strong>ica, diffuso nelle comun<strong>it</strong>à della<br />
Toscana e dell’Italia settentrionale, fra le quali in particolare proprio Venezia. Cfr.: DE FELICE, Emidio,<br />
Dizionario dei cognomi <strong>it</strong>aliani, Moncalieri, Il Gazzettino, 1996, pagg. 224-225. L’origine israel<strong>it</strong>ica, così come la<br />
laurea in giurisprudenza, collegano Cesare Sarfatti ad Elia Musatti, che era anche figlio del presidente della<br />
comun<strong>it</strong>à ebraica veneziana.<br />
Sarfatti e la moglie Margher<strong>it</strong>a per il tram<strong>it</strong>e dell’interventismo entreranno nell’orb<strong>it</strong>a mussoliniana, e<br />
Margher<strong>it</strong>a diventerà, oltre che giornalista de Il Popolo d’Italia e biografa, una delle ispiratrici del capo fascista.<br />
Cfr.: ROSSI, Cesare, Mussolini com’era. Radioscopia dell’ex-d<strong>it</strong>tatore, Roma, Ruffolo, 1947, tra le altre le pagg.<br />
59-60 e 213.<br />
308 Ambedue professori univers<strong>it</strong>ari di giurisprudenza, a Parma ed a Modena, i due deputati socialisti sono i<br />
presentatori di una proposta di legge per l’ist<strong>it</strong>uzione del divorzio, alla presentazione della quale conseguì una<br />
campagna di iniziative pubbliche organizzate dal Psi.<br />
309 EN, n. 21 del 4 maggio 1902. PORDENONE. Comizio per festeggiare il 1 Maggio Cfr. inoltre in appendice il<br />
resoconto del Primo Maggio 1902 in: P, n. 335 del 3 maggio 1902, pag. 3, I.° Maggio.<br />
310 EN, nn. 22 dell’11 maggio 1902, Pordenone. Riposo festivo, 25 dell’1 giugno 1902, Da Pordenone.<br />
Comizio pel riposo settimanale e 29 del 29 giugno 1902, Da Pordenone. Cose vecchie e P, n. 340 del 7<br />
giugno 1902, pag. 3, Comizio.<br />
L’ag<strong>it</strong>azione per il riposo festivo è in questi anni un punto di forza delle rivendicazioni socialiste, tanto da<br />
costringere gli stessi cattolici (per i quali il riposo domenicale è anche un importante precetto religioso) a<br />
rincorrere con difficoltà gli avversari. Cfr.: TESSITORI, Tiziano, Storia del movimento cattolico, c<strong>it</strong>., pag. 192.<br />
311 EN, n. 22 dell’11 maggio 1902, Pordenone. Società Operaia e Una seconda lega operaia.<br />
98
decretato di promuovere la Federazione Socialista Friulana, la cui nasc<strong>it</strong>a vera e propria<br />
sarebbe poi avvenuta nell’autunno successivo.<br />
Solo le tre sezioni più antiche, e quella di Pordenone, mer<strong>it</strong>ano un relazione<br />
puntuale sulle loro attiv<strong>it</strong>à, mentre il corrispondente deve dichiarare che: Le altre Sezioni<br />
sia per la loro breve v<strong>it</strong>a sia per mancanza di propagandisti, non hanno potuto dar segni di<br />
manifesta v<strong>it</strong>a pubblica e di organizzazione economica, all’infuori di quella di Torreano di<br />
Cividale che seppe fondare una Cooperativa di Consumo.<br />
L’attenzione dedicata alle quattro sezioni più importanti è indicativa della pratica<br />
pol<strong>it</strong>ica e delle condizioni in cui si trovavano ad operare i primi nuclei socialisti friulani.<br />
La prima e la più forte è la “matrice” del socialismo in Carnia, segnata dalla presenza<br />
stagionale degli emigranti, che d’inverno riportano in paese gli insegnamenti tratti dal<br />
socialismo d’Oltralpe. I socialisti di Prato Carnico si distinguono, con le loro attiv<strong>it</strong>à<br />
culturali e con la capac<strong>it</strong>à di prosel<strong>it</strong>ismo pol<strong>it</strong>ico, dalla condizione di abbruttimento in<br />
cui la forzata inattiv<strong>it</strong>à stagionale ed il duro effetto dello sradicamento dal paese gettano<br />
tanti dei loro compagni di peregrinazione.<br />
In queste poche righe sembra di toccare con mano il clima delle lunghe<br />
discussioni invernali nelle stalle, al caldo procurato dagli animali, in cui il verbo dei<br />
padri del socialismo tedesco filtra fra familiari e vicini attraverso il racconto degli operai<br />
emigranti stagionali. Quel clima che contraddistingue un altro terr<strong>it</strong>orio al confine<br />
dell’Impero asburgico, l’Altipiano di Asiago, con un destino di povera economia di<br />
montagna e di emigrazione stagionale simile alla Carnia, che Mario Rigoni Stern ha<br />
saputo ricreare in Storia di Tönle, un romanzo che, come tutta la sua narrativa, deve<br />
molto all’autobiografia ed alla storia orale tramandatasi fra le generazioni di montanari<br />
dei Sette Comuni. 312<br />
La Sezione di Prato Carnico, la più numerosa della Provincia, non può dar manifesti<br />
segni di v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à pubblica, giacché i suoi componenti sono quasi tutti emigranti. Questi bravi<br />
montanari quando nell’inverno fanno r<strong>it</strong>orno al paese natio, ogni sera anziché abbruttirsi<br />
all’osteria si raccolgono nel loro Circolo e colà si istruiscono e s’ammaestrano, non<br />
dimenticandosi, quando ad essi è possibile, di fare nei paesi vicini quella propaganda<br />
spicciola la quale ha procurato tali radici del socialismo in Carnia, al punto di essere il<br />
collegio dell’on. Valle 313 il più pol<strong>it</strong>icamente pronto a sost<strong>it</strong>uire un rappresentante inutile.<br />
L’orgoglio per la cresc<strong>it</strong>a culturale del proletariato prodotta dall’organizzazione<br />
socialista si r<strong>it</strong>rova anche nel resoconto relativo alla sezione di Feletto Umberto, e nel<br />
rifiuto della criminalizzazione cui è sottoposta da parte della destra conservatrice. Fuori<br />
da ogni ribellismo plebeo, i socialisti rivendicano anzi la loro forza organizzata, la<br />
completa alfabetizzazione dei loro numerosi iscr<strong>it</strong>ti, la loro ripulsa di quei fenomeni di<br />
delinquenza pauperistica (prodotta dallo sfruttamento cap<strong>it</strong>alistico) da cui il movimento<br />
operaio vuole emanciparsi. Interessante appare lo sforzo di organizzazione socialista fra i<br />
contadini.<br />
La Sezione di Feletto Umberto è quella Sezione più presa di mira dal giornalismo e<br />
conservatorismo reazionario. I socialisti di Feletto sono add<strong>it</strong>ati dagli avversari come uno<br />
spauracchio. Qualunque fatto del<strong>it</strong>tuoso che avvenga nei dintorni di Feletto è attribu<strong>it</strong>o ai<br />
socialisti Felettani. Fortunatamente i socialisti di Feletto iscr<strong>it</strong>ti al part<strong>it</strong>o sono persone<br />
oneste e coscienti, e la reazione nelle sue malign<strong>it</strong>adi viene debellata. Gli iscr<strong>it</strong>ti alla<br />
Sezione di Feletto sono 178, tutti elettori pol<strong>it</strong>ici e amministrativi, il che vuol dire nessun<br />
analfabeta, mentre il rimanente della popolazione dà il 32 per cento di analfabeti. Questo<br />
parallelo sull’istruzione dà anche il grado della capac<strong>it</strong>à a delinquere. La Sezione di Feletto<br />
oltre ad essere pol<strong>it</strong>icamente cosciente, è avviata su buone basi per l’organizzazione<br />
economica. In essa per la prima volta in Friuli si studiò il Patto colonico e l’ist<strong>it</strong>uzione delle<br />
leghe di miglioramento fra contadini. In essa vi stanno organizzando le tess<strong>it</strong>rici e le filatrici<br />
per ascriverle alla Camera di Lavoro Provinciale.<br />
Anche nel capoluogo di provincia la ricca attiv<strong>it</strong>à della sezione socialista, che<br />
conta quattro consiglieri ed un assessore nella maggioranza popolare guidata dal<br />
deputato radicale Giuseppe Girardini 314 , deve scontrarsi con la repressione poliziesca.<br />
La Sezione di Udine per la sua azione esplicata nello scorcio di un anno di tempo,<br />
può andare orgogliosa. Primo fatto pubblico a segnalarsi fù il Comizio per i fatti di Berra 315.<br />
312 RIGONI STERN, Mario, Storia di Tönle, Torino, Einaudi, 1980.<br />
313 Gregorio Valle, medico, promotore dell’insegnamento della ginnastica e delle attiv<strong>it</strong>à dei vigili del fuoco, è<br />
deputato del collegio di Tolmezzo dal 1892 al 1913. Liberale ministeriale, sarà quasi sconf<strong>it</strong>to dal socialista<br />
Spinotti nel 1909, quando solo il sostegno del voto clericale al secondo turno gli permetterà di prevalere. Cfr.<br />
RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 413-416; MALATESTA, Alberto,<br />
Ministri, c<strong>it</strong>., terzo volume, pag. 218.<br />
314 Giuseppe Girardini è il capo incontrastato dei radicali udinesi dell’età prefascista. Più volte deputato, e<br />
ministro nel primo dopoguerra, aveva iniziato la sua carriera pol<strong>it</strong>ica assumendo il ruolo di protagonista del<br />
risveglio operaio udinese. MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., secondo volume, pag. 44; RINALDI, Carlo, I<br />
Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 263-270.<br />
99
Oratore di quel Comizio fu il valente compagno Cesare Sarfatti di Venezia, il quale sebbene<br />
avesse sobrietà e chiarezza di parola, ebbe la gloria di farsi spesso interrompere dall’autor<strong>it</strong>à,<br />
la quale concluse con sciogliere il comizio. Nelle elezioni amministrative, mercè la lega dei<br />
part<strong>it</strong>i popolari, il part<strong>it</strong>o nostro è rappresentato al patrio consiglio da quattro compagni.<br />
Mediante l’opera zelante e paziente dei nostri bravi compagni propagandisti, avemmo la<br />
ventura di fondare in Udine parecchie leghe di miglioramento, primeggiando fra tutte quella<br />
dei metallurgici. Quella poi che va distinta ancora si è quella delle setaiuole. Nella<br />
circostanza della fondazione di quella lega nella nostra c<strong>it</strong>tà si notò un fatto nuovo per gli<br />
annali della v<strong>it</strong>a pubblica. Margher<strong>it</strong>a Grassini Sarfatti 316 fù la prima donna che parlò nella<br />
nostra c<strong>it</strong>tà in pubblico e per un’organizzazione proletaria. Alla dotta e colta compagna va<br />
tributato l’affetto delle lavoratrici Udinesi. Altre organizzazioni operaie si sono fondate in<br />
Udine nel corso di un anno, come la Cooperativa Muratori, la Cooperativa dei lavoratori del<br />
Legno. Ed in ultimo avemmo la ventura di veder sorgere la gran madre di tutte le<br />
organizzazioni operaie: La Camera del Lavoro. (...)<br />
Siamo infine giunti a considerare Pordenone. Si tratta dell’unica sezione sorta nel<br />
corso dell’ultimo anno che sia arrivata a mer<strong>it</strong>are un particolare resoconto. Segni<br />
caratteristici dei primordi dell’organizzazione socialista pordenonese sono quelli che<br />
abbiamo potuto apprezzare e che continueremo a verificare negli anni futuri, fino<br />
all’instaurazione della d<strong>it</strong>tatura fascista: una grande capac<strong>it</strong>à propagandistica e di<br />
organizzazione sindacale fra le operaie tessili, nonostante la concorrenza del sindacato<br />
cattolico.<br />
La Sezione di Pordenone forte di un buon numero d’intelligenti e capaci compagni,<br />
per il suo breve periodo di v<strong>it</strong>a si è dimostrata v<strong>it</strong>ale al di sopra di ogni aspettativa. In primo<br />
sostenne aspre polemiche coi clericali. Nel giorno poi 23 febbraio, giorno dedicato dal part<strong>it</strong>o<br />
socialista al plebisc<strong>it</strong>o per la legge sul lavoro delle donne e fanciulli, sola fra tutte le Sezioni<br />
del Friuli, ha tenuto pubblico Comizio in favore di detta legge, Comizio riesc<strong>it</strong>o<br />
imponentissimo. I nostri bravi compagni Pordenonesi hanno poi saputo tenere fronte in un<br />
contradd<strong>it</strong>torio a democratici-cristiani raccolti in privato comizio; al che ne seguì una<br />
efficace Conferenza pubblica (oratore Cesare Sarfatti) sulle Leghe di miglioramento,<br />
conferenza che distrugge l’opera preparatoria e deleteria dei democratici-cristiani. Altre<br />
conferenze pubbliche ebbero luogo a Torre per le quali in quel di Pordenone vanno<br />
formandosi le Leghe di miglioramento. 317<br />
4.1.9 - Riformisti vs. rivoluzionari a Pordenone:<br />
polemiche senza esclusione di colpi.<br />
Nell’agosto del 1901 una breve nota su Il Paese lancia una grave accusa contro la<br />
direzione del circolo socialista pordenonese. Mi si dice che la direzione del locale Circolo<br />
socialista, per tutelare l’interesse di un socio (!!??) abbia portato il 7 agosto lo statuto<br />
regolamento all’ufficio di Pubblica sicurezza per… approvazione. Il fatto per le sane<br />
coscienze socialiste non ha bisogno di commenti. 318<br />
Passano lunghi mesi senza che ci siano reazioni pubbliche, fino a che, il primo<br />
giugno 1902, quattro brevi righe chiudono la corrispondenza da Pordenone. A prima<br />
vista quelle poche parole sibilline non lasciano ancora capire che si tratterà di una<br />
polemica che distruggerà per un lungo periodo il rapporto fra la nuova e promettente<br />
sezione pordenonese e la neocost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a federazione socialista friulana: Qualche compagno<br />
dice che a Pordenone “si fa il socialismo per sport”. Se crede ciò sia, siamo a disposizione<br />
loro per dimostrare il contrario. 319<br />
315 Il 27 giugno 1901 a Berra Ferrarese tre persone furono uccise e 23 fer<strong>it</strong>e in un’eccidio commesso da un<br />
reparto di soldati contro degli scioperanti. Fu, per alcuni anni, l’unico episodio isolato di repressione mil<strong>it</strong>are<br />
delle ag<strong>it</strong>azioni nella pianura padana, cui purtroppo corrisposero i numerosi eccidi dell’età giol<strong>it</strong>tiana contro i<br />
lavoratori del Sud. Cfr. CANDELORO, Giorgio, Storia dell’Italia moderna, undici volumi: vol. VII, La crisi di fine<br />
secolo e l’età giol<strong>it</strong>tiana, 1896-1914, Milano, Feltrinelli, 1981, pag. 138.<br />
316 Margher<strong>it</strong>a Sarfatti interviene con forza nel 1914 sull’Avanti! per opporsi all’introduzione di una tassa<br />
governativa sul biglietto del cinematografo, considerato avvedutamente come la vera forma di arte fruibile dalle<br />
classi popolari, altrimenti estranee alle modal<strong>it</strong>à più tradizionali di trasmissione del sapere come le Univers<strong>it</strong>à<br />
Popolari. Cfr.: RIDOLFI, Maurizio, Il PSI e la nasc<strong>it</strong>a del part<strong>it</strong>o di massa. 1892-1922, Roma-Bari, Laterza,<br />
1992, pagg. 240-241. In: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., quinto volume, pag. 280 è c<strong>it</strong>ata per il<br />
suo lavoro di redattrice di un periodico femminile e per la presa di posizione a favore dell’intervento nella<br />
guerra mondiale.<br />
317 EN, n. 21 del 4 maggio 1902, Il movimento socialista IN FRIULI.<br />
318 P, n. 295 del 17 agosto 1901, pag. 3, Per la storia.<br />
319 EN, n. 25 dell’1 giugno 1902, Da Pordenone, siglata G.<br />
100
Il capo del Part<strong>it</strong>o Popolare friulano (e, nel secondo dopoguerra, della Democrazia<br />
Cristiana) Tiziano Tess<strong>it</strong>ori dedicherà a questa polemica uno spazio particolare nel suo<br />
studio sugli Albori del socialismo in Friuli. 320<br />
Ecco il resoconto della polemica forn<strong>it</strong>o da Tess<strong>it</strong>ori: I poli più sensibili al verbo<br />
socialista furono Udine, Pordenone e la Carnia: le due c<strong>it</strong>tà perché centri di attiv<strong>it</strong>à<br />
industriale, la Carnia per effetto della emigrazione. Dalle due c<strong>it</strong>tà il socialismo traboccò nei<br />
borghi all’intorno, che assai per tempo divennero focolai socialisti. A Pordenone erano<br />
animatori del part<strong>it</strong>o Alessandro Rosso, i suoi due figli Gino e Guido e Giuseppe Ellero, i cui<br />
metodi di propaganda pare non fossero esenti da cr<strong>it</strong>iche. Troviamo infatti che, essendo<br />
comparso sul Paese uno scr<strong>it</strong>to nel quale Gino Rosso attribuiva a sè e al fratello il mer<strong>it</strong>o<br />
dell’organizzazione socialista, insorse il geometra Luigi Fedrigo, vecchio dirigente della<br />
sezione pordenonese, scrivendo che, da quando i Rosso s’erano impadron<strong>it</strong>i della sezione, a<br />
Pordenone si faceva del socialismo per sport, in quanto lo si faceva consistere in una<br />
successione di comizi con discorsi “ispirati al riformismo che è movimento radicale, che<br />
affievolisce la lotta di classe che è movimento socialista”. Il Fedrigo però esortava i<br />
socialisti di Pordenone a liberarsi dei Rosso, il cui ideale è, scriveva, per Guido la<br />
candidatura pol<strong>it</strong>ica e per Gino un qualche incarico nel comune. “Senza dedicarsi ad<br />
abbindolare le masse, concludeva, essi hanno sufficiente occupazione, sotto la direzione del<br />
padre, ad aumentare l’estensione di quelle campagne sulle quali il viandante, passando nelle<br />
notti placide, sente ancora il pianto ed il lamento di molte povere famiglie ridotte sul<br />
lastrico. 321 Queste frasi furono r<strong>it</strong>enute ingiuriose, per cui il signor Alessandro Rosso si<br />
querelava accordando la facoltà della prova dei fatti. La causa però non ebbe luogo,<br />
essendosi le parti rappacificate e il Fedrigo assolto per intervenuta remissione di querela. 322<br />
L’Evo nuovo, nel pubblicare la notizia della querela, dichiarava chiusa per conto suo la<br />
questione, che definiva un po’ sbrigativamente “una diatriba personale”. A noi sembra cada a<br />
propos<strong>it</strong>o una considerazione, che forse il lettore ha già fatto per conto suo, ed è che i<br />
socialisti d’allora erano, nella polemica tra loro, d’una spregiudicata franchezza, la quale,<br />
anche se facile a scivolare nell’attacco personale, è pur sempre un segno di onestà<br />
pol<strong>it</strong>ica. 323<br />
Lo spazio dedicato dal Tess<strong>it</strong>ori si giustifica con le dimensioni spropos<strong>it</strong>ate che<br />
questa polemica assume sul settimanale socialista friulano. Essa occupa intere pagine,<br />
uno spazio che nella stampa socialista locale è dedicato di sol<strong>it</strong>o, e comunque raramente,<br />
alla pubblicazione di servizi sulle più importanti tematiche di rilevanza nazionale, a testi<br />
ideologici oppure ai resoconti congressuali. E’ chiaro che questa polemica dev’essere la<br />
spia di uno scontro pol<strong>it</strong>ico che usa la vicenda pordenonese come pretesto, e che quindi<br />
va studiata attentamente, anche per cogliere alcune inesattezze contenute nel testo del<br />
Tess<strong>it</strong>ori che potrebbero trarre in inganno nella lettura della s<strong>it</strong>uazione locale. Prime fra<br />
le quali la mancanza di quell’articolo de Il Paese che avrebbe fatto inviperire Fedrigo, e<br />
che ci risulta non esistere, mentre è sicuramente vero l’entusiasmo del gruppo di<br />
organizzatori socialisti (Gino Rosso, Luigi Scottà e Giuseppe Ellero) per la grande mole di<br />
lavoro sviluppata ed i primi risultati ottenuti in quei mesi.<br />
Fedrigo, protagonista della controversia, non ab<strong>it</strong>a in quel momento a Pordenone.<br />
Egli anzi sigla le sue corrispondenze da Mortegliano, con l’acronimo F.g.L., ed è<br />
componente dell’esecutivo della sezione socialista di Udine e della commissione<br />
incaricata dal primo congresso socialista friulano della redazione dello statuto della<br />
federazione provinciale. 324 Ma dalle polemiche che seguiranno si può rilevare come il<br />
Fedrigo avesse precedentemente operato a Pordenone, dovendosene allontanare per<br />
320 TESSITORI, Tiziano, Albori del socialismo in Friuli, in Memorie storiche forogiuliesi, vol. XLVII, Cividale,<br />
Deputazione di storia patria per il Friuli, 1966, pagg. 11-49.<br />
321 EN, 22 giugno 1902, c<strong>it</strong>ato da: TESSITORI, Tiziano, Albori del socialismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 40. Con tale<br />
frase il Fedrigo intende probabilmente far riferimento all’attiv<strong>it</strong>à, svolta da Alessandro Rosso, di agente privato<br />
dei duchi Ottoboni: cfr. MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pag. 211. Alessandro Rosso era agente<br />
della famiglia romana Vaselli, proprietaria di vaste estensioni di terreno a Pordenone, corrispondenti all’area a<br />
nord dell’attuale Viale Marconi che comprende il comando della Divisione “Ariete” ed il Centro Studi, secondo il<br />
pronipote Antonio Rosso.<br />
322 Sentenza 27 novembre 1902, n. 526, in Archivio del tribunale di Udine, c<strong>it</strong>ata da: TESSITORI, Tiziano,<br />
Albori del socialismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 40.<br />
323 TESSITORI, Tiziano, Albori del socialismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pagg. 40-41. Obiettivo polemico di quest’ultima<br />
affermazione sembra, più che una valutazione approfond<strong>it</strong>a sulla storia del socialismo, l’atteggiamento<br />
spregiudicato dimostrato soprattutto dai nuovi dirigenti emergenti del Psi nell’epoca del primo Centrosinistra,<br />
nella quale si troverà a scrivere Tess<strong>it</strong>ori.<br />
324 EN, n. 49 del 16 novembre 1902. A mo’ di ed<strong>it</strong>oriale compare un appello di convocazione del II. congresso<br />
provinciale socialista friulano, stilato dalla Commissione Esecutiva della Sezione del Psi di Udine. Lo firmano:<br />
G. Ciani, L. Fedrigo, L. Grassi. Id., n. 53 del 14 dicembre 1902, II° CONGRESSO SOCIALISTA FRIULANO:<br />
Grassi Libero, Fedrigo geom. Luigi e Mazzolini Giovanni sono indicati come componenti della commissione per<br />
la redazione dello statuto.<br />
101
problemi di lavoro. Secondo Teresina Degan, Luigi Fedrigo è originario della frazione<br />
pordenonese di Rorai Grande. 325<br />
Ad una settimana dalle poche righe giunte da Pordenone, proprio in cronaca di<br />
Mortegliano appare la risposta di Fedrigo: forse è l’articolo, nell’amb<strong>it</strong>o di questa lunga<br />
polemica, in cui possiamo maggiormente cogliere lo sforzo di dare un contenuto ideale<br />
allo scontro. 326 La contrapposizione tra la posizione riformista e quella rivoluzionaria<br />
appare trasposta anche nel dibatt<strong>it</strong>o interno al socialismo pordenonese. 327 Da una parte<br />
l’esigenza ben rappresentata da Fedrigo di creare le pre-condizioni formative della<br />
coscienza di classe, attraverso la propaganda ideologica e la formazione di un nucleo<br />
pol<strong>it</strong>ico chiaramente socialista; dall’altra il sorgere della pratica riformista, che unisce<br />
organizzazione economica e sindacale, rivendicazione pol<strong>it</strong>ico-legislativa e una pratica<br />
un<strong>it</strong>aria del movimento di massa, che cerca di aggregare gli altri settori popolari non<br />
socialisti.<br />
Sono le posizioni che si vanno sviluppando progressivamente nel percorso dal 6°<br />
congresso socialista di Roma del 1900 all’8° di Bologna del 1904, con il passaggio<br />
intermedio realizzato con il 7° congresso tenutosi ad Imola nel 1902. In questi momenti<br />
riformismo e sindacalismo rivoluzionario si delineano e confrontano, pur con le<br />
ambigu<strong>it</strong>à inser<strong>it</strong>e nello scontro dalla presenza del centrismo apparentemente<br />
rivoluzionario del Ferri. 328<br />
I riformisti riescono a far approvare all’unanim<strong>it</strong>à dal congresso di Roma il<br />
“programma minimo” del part<strong>it</strong>o, il quale (...) deve accogliere: 1°) tutte le riforme e tutte le<br />
ist<strong>it</strong>uzioni che giovano ad infondere nel proletariato il senso e la coscienza di classe e ad<br />
ab<strong>it</strong>uarlo alla libera ed efficace espressione pol<strong>it</strong>ica de’ suoi interessi; 2°) tutte le riforme e<br />
tutte le ist<strong>it</strong>uzioni che ponendo un argine allo sfruttamento cap<strong>it</strong>alistico, elevano le<br />
condizioni economiche e morali del proletariato e lo iniziano all’amministrazione ed al<br />
governo della cosa pubblica, secondo leggi che siano emanazione della sua classe; 3°) tutti i<br />
provvedimenti, infine, che, anche per altre vie, innalzano il valore e le condizioni del<br />
proletariato come classe, nei rapporti della capac<strong>it</strong>à intellettuale e del vigore morale e fisico,<br />
o che provvedano i mezzi finanziari, necessari alle riforme che più direttamente lo<br />
interessano. 329<br />
Il programma prevede un vasto arco di riforme di tipo ist<strong>it</strong>uzionale, come il<br />
suffragio universale, l’ampliamento delle libertà democratiche, la par<strong>it</strong>à fra i sessi, la<br />
neutral<strong>it</strong>à dello stato nei confl<strong>it</strong>ti di lavoro, una pol<strong>it</strong>ica mil<strong>it</strong>are di tipo rigorosamente<br />
difensivo e non coloniale, la laic<strong>it</strong>à dello stato ed il decentramento pol<strong>it</strong>ico ed<br />
amministrativo. Sul piano sociale è previsto un ampio spettro di iniziative rivolte alla<br />
tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli, all’abolizione di massima del lavoro notturno,<br />
alla conquista di un riposo settimanale di almeno 36 ore, all’ist<strong>it</strong>uzione di ispettori del<br />
lavoro espressi dai lavoratori, alla tutela dei lavoratori in caso di malattia, infortunio,<br />
matern<strong>it</strong>à, invalid<strong>it</strong>à e pensionamento, alla riforma dei patti colonici ed alla libertà e<br />
difesa dell’emigrazione proletaria, alla nazionalizzazione delle industrie dei trasporti ed<br />
estrattiva, alla concessione dei lavori pubblici - a par<strong>it</strong>à di condizioni - alle cooperative di<br />
lavoro.<br />
Vengono inoltre richiesti l’ampliamento dell’istruzione obbligatoria, laica e<br />
gratu<strong>it</strong>a, fino alla quinta classe elementare, l’istruzione complementare e professionale,<br />
pure obbligatoria e gratu<strong>it</strong>a per altri quattro anni, sussidi agli scolari bisognosi, il<br />
miglioramento e l’uguaglianza delle condizioni dei maestri e maestre (va sottolineata<br />
questa singolare anticipazione del linguaggio pol<strong>it</strong>ically correct di genere oggi diffuso in<br />
vari contesti, fra cui quello della contrattualistica collettiva dei rapporti di lavoro).<br />
Ci si prefigge inoltre lo sviluppo dell’igiene pubblica, la redenzione delle terre<br />
incolte, la lotta contro le malattie professionali; la trasformazione delle ist<strong>it</strong>uzioni<br />
assistenziali e la riforma tributaria: punti fondanti di essa erano l’abolizione dei tassi<br />
325 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 60.<br />
326 EN, n. 26 dell’8 giugno 1902, Socialismo per sport e Socialismo vero, articolo siglato F.g.L. Cfr. il testo in<br />
appendice.<br />
327 La stessa formulazione che accompagna lo scoppiare della polemica, quel socialismo per sport<br />
contrapposto a quello vero, è una spia che rivela l’aggancio al dibatt<strong>it</strong>o nazionale. Era stato il riformista<br />
Giovanni Zibordi, in un articolo su L’Avanti! a tacciare per la prima volta di sportsmen del socialismo gli<br />
imborghes<strong>it</strong>i eroi accorsi nel part<strong>it</strong>o a causa della linea rivoluzionaria. Colpa dei rivoluzionari era il<br />
contrapporre in un rigido bipolarismo classista i part<strong>it</strong>i borghesi a quello proletario, favorendo così un<br />
ingrossamento artificiale e patologico del Part<strong>it</strong>o socialista. Cfr. MICHELS, Roberto, Proletariato e<br />
borghesia, c<strong>it</strong>., pag. 335.<br />
328 TREVISANI, Giulio, c<strong>it</strong>., terzo volume, pagg. 27-30 e 52-55. PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 102-<br />
172; secondo volume, pagg. 5-39. Per un giudizio, particolarmente negativo sul ruolo del Ferri, cfr. ARFE’,<br />
Gaetano, c<strong>it</strong>., pagg. 114-115.<br />
329 PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg.140-141.<br />
102
protezionistici sul grano e sui generi di consumo popolari, l’abolizione del dazio sul<br />
consumo e della tassazione indiretta, l’imposta diretta progressiva sui redd<strong>it</strong>i e le<br />
successioni, la tassazione dei redd<strong>it</strong>i societari, la soppressione o riduzione delle spese<br />
improduttive, in particolare quelle relative all’eserc<strong>it</strong>o, all’ist<strong>it</strong>uto monarchico ed alla<br />
burocrazia, lo stabilimento di un massimo e di un minimo retributivo per gli impiegati<br />
dello stato, e la riduzione degli interessi del deb<strong>it</strong>o pubblico. 330<br />
Parte del programma minimo socialista trova accoglimento nella pol<strong>it</strong>ica dei<br />
governi di Zanardelli e Giol<strong>it</strong>ti, che si reggono grazie all’appoggio parlamentare della<br />
sinistra popolare, ed anche del gruppo parlamentare socialista, in evidente posizione<br />
dialettica con il grande movimento popolare che si dispiega nel primo quadriennio del<br />
secolo. In opposizione alla pol<strong>it</strong>ica giol<strong>it</strong>tiana ed al sostegno riformista, la sinistra<br />
rivoluzionaria di stampo soreliano 331 , ancora interna al part<strong>it</strong>o, si presenta in quegli anni<br />
con una posizione fortemente antagonista, che può ben essere condensata con l’ordine<br />
del giorno minor<strong>it</strong>ario presentato da Arturo Labriola al congresso di Bologna:<br />
(...) 2) Considerando ancora che qualunque attiv<strong>it</strong>à riformatrice in regime borghese,<br />
anche se determinata dalla pressione proletaria ed anche se parzialmente utile ai lavoratori -<br />
appunto perché è un caso di confluenza degli interessi proletari con quelli cap<strong>it</strong>alistici - è<br />
sempre imperfetta e non intacca mai il meccanismo fondamentale della produzione<br />
cap<strong>it</strong>alistica; Il Congresso afferma che l’attuazione delle riforme deve essere lasciata ai<br />
governi borghesi senza alcuna collaborazione parlamentare e nessun compromesso da parte<br />
del proletariato, il cui ufficio è dichiarare, provocare e controllare l’esecuzione di quelle<br />
riforme, che manifestamente rappresentano la conquista di posizioni più vantaggiose per lo<br />
sviluppo della lotta di classe contro il cap<strong>it</strong>alismo; (...) 4) Considerando, infine, che mentre<br />
l’azione parlamentare del Part<strong>it</strong>o culmina nell’opera di ag<strong>it</strong>azione, nella abil<strong>it</strong>azione del<br />
proletariato alla gestione dei pubblici affari e nel controllo sopra gli atti del Governo, il<br />
Part<strong>it</strong>o stesso r<strong>it</strong>iene che non sarà nei parlamenti risoluta non pure l’abolizione della<br />
proprietà cap<strong>it</strong>alistica, ma neanche realizzate tutte quelle anteriori conquiste pol<strong>it</strong>iche ed<br />
economiche che sono all’infuori della cost<strong>it</strong>uzione <strong>it</strong>aliana; il Congresso riafferma di non<br />
rinunziare ad alcuno dei mezzi di attacco e difesa contro il Governo e di riservarsi anche<br />
l’uso della violenza nei casi in cui fosse necessario. 332<br />
Questi passi della mozione del capo sindacalista rivoluzionario del 1904<br />
sembrano corrispondere letteralmente alle parole della nota in calce all’articolo di<br />
Fedrigo. Comp<strong>it</strong>o del part<strong>it</strong>o operaio non è quello di chiedere riforme, ma semmai di<br />
ottenerle con la forza del suo movimento, ove l’organizzazione sindacale è ben indirizzata<br />
da una compatta formazione ideologica.<br />
Se l’elemento contradd<strong>it</strong>torio del Labriola è quello della minaccia del ricorso<br />
all’uso della violenza (quando semmai il problema è come ev<strong>it</strong>are la sanguinosa violenza<br />
antipopolare delle ist<strong>it</strong>uzioni, continuata anche sotto i governi guidati da Giol<strong>it</strong>ti), la<br />
debolezza del ragionamento del Fedrigo è la contrapposizione fra la propaganda<br />
socialista da lui propugnata e quella praticata dai suoi avversari interni. Come viene<br />
osservato in un successivo scr<strong>it</strong>to di Giuseppe Ellero in occasione del congresso<br />
socialista di Tolmezzo del 1906 333 , la pratica pol<strong>it</strong>ica che unisce l’organizzazione delle<br />
leghe di resistenza alla costruzione di una coscienza di classe e quindi al rafforzamento<br />
del Part<strong>it</strong>o socialista ha una sua forte credibil<strong>it</strong>à, in quanto permette di unire le masse<br />
lavoratrici, partendo da obiettivi immediati e credibili, per portarle all’acquisizione di una<br />
proposta pol<strong>it</strong>ica complessiva. Questo tipo di pratica pol<strong>it</strong>ica ci appare come più<br />
realistica e convincente, mentre il discorso del Fedrigo rischia di apparire come poco<br />
realistico e parolaio.<br />
Il tipo di propaganda proposto da Fedrigo sembra addir<strong>it</strong>tura avere i caratteri<br />
dello spir<strong>it</strong>o carismatico e consolatorio della propaganda religiosa settaria, convinto della<br />
intrinseca superior<strong>it</strong>à ed attrattiva del pensiero socialista e della capac<strong>it</strong>à di cogliere<br />
l’adesione dei lavoratori vessati ed avvil<strong>it</strong>i dalle condizioni di sfruttamento. Questo lim<strong>it</strong>e<br />
di prospettiva lo fa scivolare gradualmente nella bassa polemica personalistica,<br />
330 Per il testo integrale del “programma minimo” ed il dibatt<strong>it</strong>o relativo, cfr. PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., primo<br />
volume, pagg. 139-145.<br />
331 Contro questo comune apparentamento dei sindacalisti rivoluzionari con il pensiero di Sorel protesta il<br />
Dolléans - fedele al suo assunto per cui sono i teorici (non solo Sorel, ma anche i maggiori, come Marx e<br />
Bakunin) a trarre ispirazione non solo dai movimenti sociali, ma dalle stesse elaborazioni dei singoli mil<strong>it</strong>anti<br />
operai: Si è voluto scorgere nelle tendenze del sindacalismo rivoluzionario l’influenza eserc<strong>it</strong>ata in modo<br />
diretto o indiretto, addir<strong>it</strong>tura per interposta persona, Georges Sorel, dal bergsonismo. (...) Anche se<br />
Georges Sorel s’incontrava con alcuni mil<strong>it</strong>anti, nessuno leggeva i suoi scr<strong>it</strong>ti. (...) Al contrario il<br />
sindacalismo operaio ha influenzato alcuni scr<strong>it</strong>tori, in particolare Georges Sorel, che hanno cercato a<br />
posteriori di ridurre a sistema la pratica operaia. Cfr.: DOLLÉANS, Édouard, c<strong>it</strong>., vol. secondo, pag. 108.<br />
332 PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 34 e 35.<br />
333 LF, n. 61 del 20 gennaio 1906, pagg. 1 e 2,Prima del Congresso. Lega, coscienza socialista, voto. Cfr. il<br />
testo in appendice.<br />
103
contrapponendo la “buona” propaganda degli oratori esterni alla “cattiva” di quelli<br />
conc<strong>it</strong>tadini, di cui si cr<strong>it</strong>icano la tendenza narcisistica ed autogratificatoria che deriva<br />
dall’essersi esposti nelle iniziative pubbliche.<br />
Questo abbassarsi dello stile polemico si accompagna con il rifiuto di considerare<br />
come centrale per l’azione socialista l’indizione di iniziative di massa (coinvolgenti le altre<br />
forze pol<strong>it</strong>iche) sulle tematiche legate alle campagne nazionali del part<strong>it</strong>o socialista. Per<br />
Fedrigo la coscientizzazione delle masse lavoratrici deve precedere l’ag<strong>it</strong>azione, per non<br />
far nascere attraverso quest’ultima una confusione generica fra la sinistra di classe e<br />
quella borghese: e con questo liquida una serie di iniziative che pur era stata giudicata<br />
in modo assai lusinghiero dal settimanale socialista friulano.<br />
La conclusione dell’articolo, basata su un puro attacco personale ai suoi avversari<br />
interni, dà la stura ad una feroce polemica. Nel numero successivo de L’Evo Nuovo<br />
risponde G., il quale nello stesso numero, in altro articolo, si è palesato come Gino<br />
Rosso. Rosso rifiuta di entrare nel mer<strong>it</strong>o delle obiezioni di tipo teorico, per attaccare<br />
duramente e personalmente Fedrigo, affermando che il suo obiettivo è solo gettare<br />
discred<strong>it</strong>o sulla sezione socialista pordenonese. L’articolo quindi passa ad elencare le<br />
iniziative promosse dalla nuova sezione socialista: in tale amb<strong>it</strong>o possiamo conoscere<br />
alcune notizie sulla v<strong>it</strong>a della sezione, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>asi il 16 febbraio di quest’anno, dopo che<br />
quella “vecchia” si era sciolta solo otto giorni prima. Obiettivo di Rosso è non tanto<br />
contestare la linea generale del ragionamento di Fedrigo, quanto di respingere con la<br />
prova dei fatti le accuse, mettendo in rilievo la grande mole di lavoro compiuto.<br />
(...) Onde affermare pubblicamente la nostra personal<strong>it</strong>à abbiamo indetto un pubblico<br />
comizio “pro lavoro delle donne e dei fanciulli” tenendosi strettamente a quanto aveva<br />
deliberato la direzione del Part<strong>it</strong>o. Ci siamo occupati della formazione della lega stovigliai 334,<br />
abbiamo lavorato (informi il comp. Biondini) per una Sezione della lega metallurgica Veneta,<br />
parlò per nostro incarico il comp. Cesare Sarfatti sul tema “le Leghe Operaie”, il 1 Maggio<br />
abbiamo indetto un pubblico comizio trattando i temi: la nostra festa, il divorzio ed abbiamo<br />
svolto ed ottenuta l’unanime approvazione dell’ordine del giorno della direzione del part<strong>it</strong>o<br />
riguardante le spese mil<strong>it</strong>ari e l’impresa di Tripoli. Non sarebbe bisogno dire che abbiamo<br />
fatta propaganda personale distribu<strong>it</strong>o opuscoli, giornali e promosse in seno al circolo<br />
interessantissime discussioni su temi sociali. Questa in soccinto l’opera nostra, senza tener<br />
conto del nostro interessamento per l’Unione Agenti (informi il cons. Cadel) pel riposo<br />
settimanale e per la Locale Società Operaia. (...) 335<br />
La conclusione purtroppo aggrava il carattere personalistico del confronto, con<br />
l’accusa a Fedrigo di pavid<strong>it</strong>à di fronte agli avversari pol<strong>it</strong>ici, di incoerenza ideologica ed<br />
anche di aver consegnato al delegato di P.S. lo statuto della sezione socialista. Ad una<br />
settimana di distanza ecco la seconda replica di Fedrigo, da cui la direzione prende le<br />
distanze con una postilla, in cui si avverte che l’articolo s’intende come comunicato. Ciò<br />
nonostante essa occupa oltre una facciata delle quattro complessive del settimanale, a<br />
riprova che una polemica di tal fatta ha comunque uno spazio assai importante per la<br />
v<strong>it</strong>a del giovane Psi friulano. 336<br />
Nel n. 26 dell’ “Evo Nuovo” esponeva su questo argomento la mia opinione pura e<br />
semplice come in me esiste, convinto che nel nostro Friuli si sciupi tempo prezioso in un<br />
affaccendarsi che, mentre può avere parvenza di ag<strong>it</strong>azione nel senso socialista, riducendo le<br />
nostre aspirazioni ad un accomodamento riformista, conduce la nostra attiv<strong>it</strong>à nel campo<br />
prettamente radicale e nulla impreme alle coscienze di quel fuoco rivoluzionario che è<br />
anima e v<strong>it</strong>a della lotta di classe. (...) Ero convinto ancora che la causa di questo procedere a<br />
sghembo dell’ag<strong>it</strong>azione che si manifesta nella nostra provincia, sia la cieca fede che<br />
l’operaio nostro (per natura privo di iniziativa e bonario) ripone in quei pochi borghesi che<br />
per moda e pei loro fini personali si danno a predicare Socialismo, ed i quali, sebbene per<br />
cattivarsi la stima degli operai combattono taluni interessi della classe borghese, sono però<br />
sollec<strong>it</strong>i a far cambiar direzione al movimento socialista quando questo, seguendo la via<br />
dir<strong>it</strong>ta, va ad urtare contro i loro propri interessi privati. Perciò il mio articolo non era<br />
diretto contro alcuna persona essendo esso puramente obbiettivo: non capisco quindi perché<br />
il signor Gino Rosso abbia voluto prenderselo tutto per se.<br />
A conferma delle proprie tesi, Fedrigo c<strong>it</strong>a il fascicolo VII de Il Socialismo,<br />
contenente un articolo del più famoso esponente della sinistra socialista del tempo,<br />
Enrico Ferri, di cui la rivista è espressione. Ferri è c<strong>it</strong>ato come interprete corretto di<br />
Marx: affermazione che la dice lunga su quanto poco sia conosciuto il pensiero del<br />
filosofo tedesco di cui Ferri, come narrò Benedetto Croce, dichiarava di aver fatto la sua<br />
“educazione scientifica al socialismo” nientemeno che sulle opere del Loria, e teneva<br />
334 Si tratta degli operai della Ceramica Galvani: nello stesso numero del settimanale un articolo è dedicato<br />
all’insostenibile s<strong>it</strong>uazione degli operai cottimisti di quello stabilimento. EN, n. 27 del 15 giugno 1902,<br />
Galvanizzando.<br />
335 EN, n. 27 del 15 giugno 1902, Socialismo per sport.<br />
336 EN, n. 28 del 22 giugno 1902, Socialismo per sport e Socialismo vero.<br />
104
nell’univers<strong>it</strong>à di Roma un corso di sociologia, consigliando agli scolari di “non leggere Marx<br />
perché lui non ci aveva cap<strong>it</strong>o nulla” e lo considerava affatto superato. 337<br />
Da questo rifarsi all’autor<strong>it</strong>à di Ferri, Fedrigo argomenta che l’elenco delle attiv<strong>it</strong>à<br />
svolte dalla sezione socialista, lungi dallo smentire la sua analisi, la rafforza, e qui giunge<br />
quello sprezzante giudizio sui comizi ispirati al riformismo di stampo radicale,<br />
contrapposti alla lotta di classe, sopra riportato nel passo c<strong>it</strong>ato del Tess<strong>it</strong>ori. Fedrigo<br />
non soddisfa le nostre curios<strong>it</strong>à di stampo teorico: dopo il richiamo a Ferri, egli indulge<br />
nella contestazione puntuale di ogni affermazione del Rosso, utile per noi nel riferire<br />
alcuni aspetti della precedente attiv<strong>it</strong>à del socialismo pordenonese. Secondo Fedrigo, la<br />
diffusione della stampa socialista a Pordenone è nulla, e lo stesso Gino Rosso fa<br />
pubblicare i suoi scr<strong>it</strong>ti sul giornale radicale Il Paese. La nasc<strong>it</strong>a delle leghe di resistenza<br />
è stata preparata da un anno di attiv<strong>it</strong>à di propaganda fatta attraverso la stampa, in<br />
particolare di stampo anticlericale, contro i democratici cristiani. Questa polemica<br />
adunque, in unione alla attiva propaganda spicciola ed alla distribuzione di opuscoli e<br />
giornali, preparò le coscienze in modo che l’11 Agosto, quando io partii di là, si stava già<br />
studiando la maniera di dar v<strong>it</strong>a a qualcuna delle Leghe ora sorte, riconoscendo che<br />
l’ambiente era già preparato.<br />
Fedrigo è assente da Pordenone da quasi un anno, quindi. Ma secondo lui il<br />
risultato dell’azione attuale era stato preparato prima, da una sezione che era in gran<br />
parte la stessa di oggi, salvo il rientro e la “presa del potere” da parte dei fratelli Gino e<br />
Guido Rosso 338 e di Scottà, i quali nel passato sarebbero stati fuori della sezione e di<br />
essa e del part<strong>it</strong>o sarebbero stati accan<strong>it</strong>i avversari: ma poi però Fedrigo stesso riferisce<br />
del ricorso degli stessi alle sedi di Udine e di Treviso per contestare la gestione della<br />
sezione pordenonese. Precedentemente alla rottura polemica, probabilmente questi<br />
giovani borghesi avvicinatisi al socialismo avevano condiviso anche momenti della v<strong>it</strong>a<br />
personale, come l’andare a caccia insieme: alcuni episodi ci fanno pensare però ad una<br />
divers<strong>it</strong>à di condizioni di origine ed a contrasti personali nati da ambizioni, gelosie e<br />
frustrazioni.<br />
Fedrigo aveva avuto delle difficoltà in segu<strong>it</strong>o ad una malattia che gli aveva<br />
imped<strong>it</strong>o di lavorare per dieci mesi nel 1901, costringendolo anche a ricorrere alla caccia<br />
non più per sport, ma per i bisogni della famiglia, il cui redd<strong>it</strong>o era modesto. Il suo<br />
accusare gli avversari interni di non volersi confondere con l’ambiente operaio, e di vivere<br />
con una ricchezza derivante anche dallo sfruttamento dei lavoratori contrasta con un<br />
piccolo particolare che dimostra il suo temperamento da parvenu: i suoi articoli sono<br />
siglati sempre FgL, che per esteso, come in questo articolo, diventa l’indubbiamente<br />
piccolo-borghese Fedrigo Geom. Luigi. Ma anche nella famiglia di Alessandro Rosso, uno<br />
dei due figli, Gino, aveva terminato la sua istruzione al primo anno dell’ist<strong>it</strong>uto tecnico,<br />
per svolgere poi l’attiv<strong>it</strong>à di agente di commercio: ed il Fedrigo non si scorda di<br />
rinfacciarglielo.<br />
Un episodio, quello del contradd<strong>it</strong>torio mai avvenuto con i democratici cristiani<br />
pordenonesi, ci illumina su un lim<strong>it</strong>e ed un cruccio, trasformati dal Fedrigo in acrimonia<br />
contro i suoi più eloquenti compagni, a propos<strong>it</strong>o dei comizi. Egli, non avendo mai svolto<br />
un intervento in pubblico, e sapendo di trovarsi di fronte ad oratori preparati della parte<br />
avversaria, aveva ceduto il ruolo ad un altro compagno (il trevigiano Cleanto Boscolo 339 ).<br />
Poi però sarebbero stati i democratici cristiani a non dar corso all’iniziativa.<br />
337 TREVISANI, Giulio, c<strong>it</strong>., terzo volume, pagg. 23 e 24.<br />
338 Guido Rosso daterà successivamente la sua adesione al socialismo al 1895, quand’era un giovane studente:<br />
E pertanto oggi, come quando 26 anni or sono prescelsi la mia fede pol<strong>it</strong>ica (...): cfr. LF, n. 43 del 22<br />
ottobre 1921, pag. 4, Una lettera del Sindaco ai compagni di Pordenone. Contro le sterili violenze, per il<br />
Socialismo.<br />
339 Cleanto Boscolo è il più autorevole tra i fondatori del part<strong>it</strong>o socialista trevigiano. I socialisti trevigiani<br />
saranno protagonisti, insieme ai demoradicali ed ai repubblicani, della conquista dell’amministrazione c<strong>it</strong>tadina<br />
da parte del blocco popolare, che durerà dal 1910 al 1914. Interventista momentaneamente vicino alle<br />
posizioni mussoliniane, Boscolo nel 1919 sarà candidato al parlamento nella lista del Blocco democratico e<br />
dei combattenti guidata dal repubblicano Bergamo. Nel 1925 sarà ancora autore, con il repubblicano Adriano<br />
Arcani (deputato subentrato nel 1922 al posto del decaduto Guido Bergamo) ed il popolare Corazzin del foglio<br />
antifascista Non mollare. Cfr.: VANZETTO, Livio, Profilo dei fratelli Bergamo, in: id. (a cura di), L’anomalia laica.<br />
Biografia e autobiografia di Mario e Guido Bergamo, Verona, Ist<strong>it</strong>uto per la Storia della Resistenza e della<br />
Società Contemporanea della Marca Trevigiana/Cierre, 1994, pagg.16, 27 e 76, nota 174.<br />
Un Boscolo è il primo firmatario, nel 1902 al congresso del Psi di Imola, di due ordini del giorno, uno sulla<br />
condizione dei contadini meridionali ed uno che impegna la nuova direzione del part<strong>it</strong>o ad interventi di difesa<br />
del proletariato emigrante, in particolare consigliando l’intesa con le organizzazioni economiche, secondo il<br />
deliberato del congresso regionale veneto di Castelfranco. Questo secondo ordine del giorno è sottoscr<strong>it</strong>to anche<br />
da Cabrini e Podrecca, ma pure da Grassi (Libero, di Udine?) e da uno Scotti che può essere probabilmente<br />
Luigi Scottà di Pordenone: i due sono infatti presenti al congresso di Imola: (è l’unico caso in cui ambedue<br />
siano indicati come presenti ad un congresso del Psi). Al congresso di Firenze del 1908 Boscolo interviene nel<br />
dibatt<strong>it</strong>o sulla gestione finanziaria dell’Avanti! Al congresso di Milano del 1910 relaziona a nome della<br />
105
Quanto all’aver dato il regolamento della sezione al delegato di P.S., Fedrigo<br />
afferma di averlo fatto dopo aver consultato la sezione, la quale all’unanim<strong>it</strong>à acconsentì<br />
al fatto che lui ed il segretario Busetto lo consegnassero. Fedrigo afferma che in tal modo<br />
i socialisti dimostravano di non aver nulla da nascondere, e d’altra parte questo poteva<br />
ev<strong>it</strong>are maggiori noie agli appartenenti alla sezione; d’altronde tale comportamento era<br />
stato segu<strong>it</strong>o anche dai cost<strong>it</strong>uenti la sezione di Goricizza (frazione di Codroipo) i quali<br />
avevano compiuto un analogo atto presso il sindaco, inteso come ufficiale di P.S. In<br />
conclusione, Fedrigo rivolge agli iscr<strong>it</strong>ti alla sezione l’appello ad espellere i fratelli Rosso,<br />
con le argomentazioni pure sopra contenute nel passo riportato dal Tess<strong>it</strong>ori.<br />
La polemica continua nel numero successivo, dove innanz<strong>it</strong>utto troviamo un<br />
significativo trafiletto, di cui Alessandro Rosso richiede la pubblicazione ai sensi della<br />
legge sulla stampa, per annunciare di aver sporto querela contro il giornale. 340 Alla<br />
pubblicazione obbligata della querela del padre di Gino e Guido Rosso, ed ad una<br />
facciata e mezza compilata da Gino Rosso e da Luigi Scottà, corrisponde una nota<br />
redazionale, con cui si dichiara chiusa questa polemica incontrollata: Con questo grazie<br />
del compagno Scottà s’intende chiusa questa diatriba personale, perché per quanto gli scr<strong>it</strong>ti<br />
siano stati accettati come comunicati, pure il gerente del giornale dovrà andare al banco<br />
dell’infamia ed è bene risparmiarlo per migliori e più efficaci occasioni.<br />
Da parte nostra, ci permettiamo di osservare come, più che quella sincer<strong>it</strong>à nel<br />
confronto interno che in qualche modo sembra riconoscere Tess<strong>it</strong>ori, questa polemica<br />
appaia come una palese dimostrazione di spir<strong>it</strong>o minor<strong>it</strong>ario, di incapac<strong>it</strong>à di trasporre<br />
sul piano della dialettica pol<strong>it</strong>ica contrasti personali e battibecchi paesani. Emergono<br />
inoltre le difficoltà di una borghesia intellettuale, le cui aspettative di cresc<strong>it</strong>a sociale si<br />
accompagnano a problemi seri nel gestire la quotidian<strong>it</strong>à: esse rendono difficile realizzare<br />
una piena coerenza fra la teoria e l’azione, e minano i rapporti personali fra gli attivisti,<br />
approfondendo la divers<strong>it</strong>à di approcci pol<strong>it</strong>ici. Quale migliore dimostrazione di come i<br />
fenomeni pol<strong>it</strong>ici e sociali più generali debbano adattarsi alle piccolezze dell’agire<br />
umano?<br />
I lim<strong>it</strong>i della maturazione del socialismo friulano dell’epoca ci vengono dati anche<br />
dal crescendo rossiniano di questa polemica, cui nessuno riesce a dare una<br />
composizione od una moderazione, trasformando il settimanale del part<strong>it</strong>o in un cortile<br />
in cui volano gli stracci. D’altra parte, come ha avuto occasione di affermare Teresina<br />
Degan, ciò non impedisce l’adesione della classe operaia pordenonese al movimento<br />
socialista e alle leghe di resistenza dei tessili. 341 Il flusso del movimento di emancipazione<br />
delle classi lavoratrici sa andare ben oltre i lim<strong>it</strong>i dei dirigenti che si propongono di<br />
guidarlo.<br />
Dall’ultimo intervento di Gino Rosso possiamo ricavare alcune ulteriori notizie sul<br />
primo anno di v<strong>it</strong>a della sezione del Psi pordenonese. La sezione si sarebbe indebol<strong>it</strong>a per<br />
la defezione di numerosi iscr<strong>it</strong>ti, in polemica con la gestione Fedrigo. Rosso e gli altri<br />
dissidenti vennero inv<strong>it</strong>ati alla riunione della vecchia sezione del 9 febbraio, ove -<br />
presente Fedrigo - anche i vecchi soci ne avrebbero contestato la gestione del part<strong>it</strong>o.<br />
Rosso inoltre contesta l’essere qualificato come redattore de Il Paese, mentre afferma di<br />
essere usc<strong>it</strong>o dalla sezione socialista quando questa stava per allearsi con i moderati<br />
nelle elezioni della Società Operaia. 342<br />
L’intervento di Luigi Scottà ha invece il mer<strong>it</strong>o di riportare nuovamente il dibatt<strong>it</strong>o<br />
nel solco della pol<strong>it</strong>ica. Si tratta di un lungo ma interessante documento, testimonianza<br />
della formazione teorica ed anche di una certa capac<strong>it</strong>à dialettica di un esponente<br />
socialista di estrazione operaia: il quale ha anche la capac<strong>it</strong>à, mancata ad altri, di<br />
mantenere finalmente la polemica ad un livello dign<strong>it</strong>oso di confronto. Scottà propone le<br />
ragioni di un riformismo gradualista, che opera attraverso una strategia di<br />
organizzazione sindacale e di conquista delle riforme, e non ha difficoltà ad usare a<br />
favore del suo ragionamento gli stessi passi di Ferri che erano stati c<strong>it</strong>ati da Fedrigo.<br />
Ferri non viene in tal caso preso a riferimento come capo di una corrente sulla proposta<br />
della quale dividersi, ma come autor<strong>it</strong>à morale alla quale riferirsi per giustificare le<br />
proprie posizioni. L’ambigu<strong>it</strong>à del dirigente socialista, al pari della fama goduta a quel<br />
tempo, emerge anche da questa ambivalenza, per la quale egli può essere utilizzato a<br />
favore dell’una e dell’altra tesi.<br />
commissione per la verifica dei poteri. Cfr.: PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>. primo volume, pag. 171, vol. II, pagg. 95 e<br />
143 e vol. III, indice dei nomi.<br />
340 EN, n. 29 del 29 giugno 1902, L’EVO QUERELATO.<br />
341 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 61.<br />
342 EN, n. 29 del 29 giugno 1902, Socialismo per Sport. Carte in tavola.<br />
106
Il gradualismo riformista si ricollega nelle parole di Scottà alla tradizione della<br />
nonviolenza: Far conoscere le aspirazioni, il pensiero della classe dominata alla classe<br />
dominatrice è, dicevano i socialisti stessi, rendere meno feroce, meno sanguinosa, di<br />
conseguenza più civile, la lotta fra cap<strong>it</strong>ale e lavoro. Vale la pena di sottolineare questo<br />
inciso, di pretto carattere illuministico: tale formulazione è diventata nel Novecento un<br />
punto di riferimento obbligato per ogni forma di azione diretta nonviolenta. L’azione deve<br />
essere coerente con gli enunciati teorici che ne stanno a fondamento, negando ogni<br />
forma di pensiero strumentale, per il quale “il fine giustifichi i mezzi”. L’esplic<strong>it</strong>azione dei<br />
propri bisogni e dei propri obiettivi ha il mer<strong>it</strong>o di riconoscere il proprio avversario, di<br />
umanizzarlo, di cercare di ridurre la violenza dello scontro per trasformarlo in tensione<br />
dialettica, ed in quanto tale di far emergere la forza delle proprie rivendicazioni attraverso<br />
la costruzione di un consenso sempre più vasto ed aggregante, che sottrae al potere la<br />
sua leg<strong>it</strong>tim<strong>it</strong>à. 343<br />
A questo punto giunge la stoccata alle debolezze operative di Fedrigo: Scottà<br />
mena un duro fendente polemico contro il suo opportunismo, riprendendo le accuse già<br />
sollevate da Rosso ed attaccando il suo continuo appello ai socialisti lavoratori manuali<br />
contro quelli di estrazione intellettuale. A questo propos<strong>it</strong>o, dopo aver osservato che la<br />
ver<strong>it</strong>à non è monopolio dell’operaio, egli ricorda come i principali pensatori socialisti siano<br />
intellettuali di origine borghese, ed il movimento operaio abbia tutta l’util<strong>it</strong>à ad<br />
accoglierli per rafforzare le sue capac<strong>it</strong>à. 344<br />
Con questo articolo ha per ora termine la polemica, anche se sul successivo<br />
numero de L’Evo Nuovo viene ripubblicata la lettera di Alessandro Rosso, con un<br />
commento dal quale apprendiamo che lo stesso si era recato fino alla redazione, tutelato<br />
dall’avv. Levi. In altro spazio si dà notizia del ricevimento di un altro articolo di Fedrigo, e<br />
dell’indicazione da parte sua dell’Avv. Mario Bertacioli, incaricato, se del caso, di sporgere<br />
querela in confronto dei fratelli Rosso e di Luigi Scottà di Pordenone. 345 Più avanti, il 19<br />
ottobre, compare una breve nota di Gino Rosso, in cui fra le altre cose egli precisa: Mio<br />
fratello Guido, portato in scena dal sig. Fedrigo g. Luigi con la cortesia che tutti<br />
ricorderanno, non ha preso parte alla polemica né fu querelato. In realtà la polemica agisce<br />
343 Il potere di ogni governante e di ogni regime è vulnerabile, non è eterno ed è dipendente da<br />
determinati fattori sociali (...) Ognuno di questi fatti è a sua volta strettamente legato a (o direttamente<br />
dipendente da) un certo grado di collaborazione, sottomissione, obbedienza ed assistenza che chi<br />
governa riesce ad ottenere da parte di chi gli è sottoposto (...) Se il r<strong>it</strong>iro dell’accettazione, della<br />
sottomissione e del proprio contributo riesce ad essere continuato anche di fronte alla reazione del<br />
governante, allora la fine del regime è vicina. Quindi ogni governo è dipendente, per la sua posizione e<br />
per il potere pol<strong>it</strong>ico che eserc<strong>it</strong>a, dall’obbedienza, dalla sottomissione e dalla collaborazione dei suoi<br />
sottoposti. Tutto questo non vale solo all’interno dei confini nazionali ma, con alcune varianti, anche nei<br />
casi di tentate invasioni straniere o di occupazioni. La teoria che il potere deriva dalla violenza, e che la<br />
v<strong>it</strong>toria va a chi riesce a sviluppare la maggiore violenza è quindi falsa. Ciò che diventa invece di<br />
primaria importanza è la volontà di sfida e di resistenza. (...) Cfr.: SALIO, Nanni (a cura di), Difesa armata o<br />
difesa popolare nonviolenta? Quaderni di “Azione Nonviolenta” n. 1, Perugia, Edizioni del Movimento<br />
Nonviolento, 1983, pagg. 23 e 24.<br />
In realtà i socialisti riformisti <strong>it</strong>aliani sono lontani da una convincente compiutezza di pensiero nonviolento,<br />
come il Satyagraha gandhiano. Quello che li differenzia è la nozione di confl<strong>it</strong>to, visto nel loro caso (sotto<br />
l’influsso di un marxismo corrotto dallo scientismo pos<strong>it</strong>ivistico) come un processo evolutivo derivante dallo<br />
sviluppo inesorabile delle forze produttive, a differenza del pensiero nonviolento più coerente, che ha ben<br />
presente la necess<strong>it</strong>à della mobil<strong>it</strong>azione rivoluzionaria delle masse, finalizzata a rovesciare i rapporti di potere.<br />
Il pensiero nonviolento non è peraltro estraneo ai pensatori socialisti dell’epoca. Frequenti sono i riferimenti<br />
contenuti sulle pagine dei settimanali socialisti friulani allo scr<strong>it</strong>tore e filosofo russo Leone Tolstoi, al quale è<br />
stato anche dedicato un libro da Felice Momigliano: cfr. MOMIGLIANO, Felice, Leone Tolstoi, Roma, Formiggini,<br />
1924. Momigliano, nato a Mondovì il 27 maggio 1866 e morto a Roma il 6 aprile 1924 è all’inizio del secolo probibliotecario<br />
della Biblioteca Civica di Udine - come risulta da una scheda della stessa - ed attivo con<br />
conferenze e pubblicazioni nell’ambiente socialista e democratico friulano. Proveniente da quell’ambiente<br />
intellettuale ed accademico torinese che nel decennio precedente ha dato una grande spinta alla costruzione<br />
del movimento socialista (cfr.: SPRIANO, Paolo, Storia di Torino operaia e socialista. Da De Amicis a Gramsci,<br />
Torino, Einaudi, 1972, che lo c<strong>it</strong>a fra i discepoli di De Amicis, Graf, Lombroso ed altri alle pagg. 38 e 45),<br />
Momigliano si allontanerà dal Friuli alla fine del 1908, per trasferimento a Prato: cfr. LF, n. 217 del 12<br />
dicembre 1908, pag. 2, Il saluto degli operai al prof. Momigliano. Una serie di articoli di Felice Momigliano,<br />
apparsi su Il Lavoratore Friulano all’epoca in cui inizia il riarmo <strong>it</strong>aliano al confine orientale, sono stati raccolti e<br />
pubblicati in: MOMIGLIANO, Felice, La pace e la questione sociale (Saggi di etica sociale), Milano, V<strong>it</strong>a<br />
internazionale, 1908.<br />
Un articolo di Leone Tolstoi contro l’uso della violenza nei confl<strong>it</strong>ti sociali appare su LF n. 6 del 31 dicembre<br />
1904, con il t<strong>it</strong>olo: A chi abbisogna la violenza. Alcuni brani di Tolstoi a carattere antimil<strong>it</strong>arista sono inser<strong>it</strong>i<br />
nella pagina polemica dedicata al sequestro del numero 17 de LF per vilipendio delle ist<strong>it</strong>uzioni dello stato: LF,<br />
n. 18 del 25 marzo 1905, pag. 1, “La scuola della nazione” (dalla Radice del male); Il giuramento del soldato<br />
(dai Doveri del soldato); Voi non ucciderete (Ai soldati).<br />
344 EN, n. 29 del 29 giugno 1902, UN DISCIPLINATORE... INDISCIPLINATO. Cfr. il testo in appendice.<br />
345 EN, n. 30 del 6 luglio 1902, L’EVO QUERELATO e Per una polemica.<br />
107
nel profondo dei rapporti fra i socialisti pordenonesi e la federazione provinciale, come<br />
potremo osservare di lì a poco. 346<br />
L’esame della documentazione ci permette infine di correggere Tess<strong>it</strong>ori, laddove<br />
indica fra i fondatori del part<strong>it</strong>o socialista a Pordenone Alessandro Rosso. Egli figura<br />
nella polemica solo come padre di Gino e di suo fratello Guido, oggetto dei violenti strali<br />
di Fedrigo, ma è in realtà un esponente di primo piano della democrazia radicale<br />
c<strong>it</strong>tadina. 347<br />
E’ interessante rilevare come tre fra i principali dirigenti del socialismo<br />
pordenonese siano eredi di due importanti esponenti della classe pol<strong>it</strong>ica locale<br />
dell’epoca liberale. Enea Ellero, avvocato ed agente di una Banca, padre di Giuseppe, era<br />
stato eletto consigliere comunale già nel 1866, ed era stato il più assiduo fra i sindaci ed<br />
assessori effettivi dal 1867 al 1898, totalizzando 15 anni ed 8 mesi in carica, oltre che fra<br />
i consiglieri comunali, con 279 sedute cui era stato presente. Alessandro Rosso, agente<br />
privato dei duchi Ottoboni e padre di Guido e Gino, pur eletto più tardi e non risultando<br />
mai eletto nelle giunte nel Diciannovesimo Secolo, è comunque il settimo consigliere<br />
comunale per presenze dal 1867 al 1898, con 144 sedute. 348<br />
Tra i gen<strong>it</strong>ori, esponenti fra i più progressisti della Pordenone liberale ed i figli<br />
Giuseppe e Guido, che saranno i due rappresentanti ist<strong>it</strong>uzionali socialisti più<br />
importanti nei vent’anni successivi, avviene un passaggio di testimone praticamente<br />
automatico. Il cambiamento pol<strong>it</strong>ico avviene non solo sul piano dello sl<strong>it</strong>tamento su<br />
posizioni più avanzate, ma anche su quello di una sostanziale continu<strong>it</strong>à familiare, pur<br />
all’interno di un contesto sociale completamente rovesciato: se i padri operano in una<br />
pol<strong>it</strong>ica esclusivamente riservata ad aristocratici e borghesi, i figli sono inser<strong>it</strong>i in un<br />
gruppo dirigente in cui erano presenti, misti a professionisti, impiegati pubblici e privati<br />
e commercianti, prevalentemente operai professionali sindacalizzati.<br />
La netta posizione assunta sul piano pol<strong>it</strong>ico non impedisce ai giovani dirigenti<br />
socialisti borghesi di Pordenone di vivere pienamente il ruolo loro assegnato dalla<br />
collocazione originaria di classe. Ecco allora Gino Rosso, corrispondente de Il Lavoratore<br />
Friulano, partecipare come socio, indicato con la professione di possidente nel 1921, alle<br />
assemblee della Banca Popolare Cooperativa di Pordenone ed il fratello eserc<strong>it</strong>are le<br />
funzioni di consigliere di amministrazione nonché di direttore della stessa durante la<br />
profuganza segu<strong>it</strong>a all’occupazione austrotedesca del 1917-1918 e nel primissimo<br />
dopoguerra. Il doppio ruolo, di esponente socialista di primo piano e di amministratore<br />
della Banca non impedirà a Guido Rosso di intervenire polemicamente negli organi<br />
societari; d’altra parte il consigliere di amministrazione che si opporrà fermamente al<br />
finanziamento del Fascio pordenonese nel novembre 1922 potrà rimanere nel consiglio<br />
della stessa banca fino al 1938: la collocazione di classe gli consente di mantenere una<br />
relativa agibil<strong>it</strong>à, che era materialmente imped<strong>it</strong>a ai quadri di origine operaia. 349<br />
Le cr<strong>it</strong>iche di Fedrigo appaiono ingenerose, anche se si conferma quella<br />
prevalenza di quadri di origine borghese, votati soprattutto all’insegnamento ed<br />
all’esercizio delle professioni intellettuali, che connota tutto il socialismo <strong>it</strong>aliano. Il<br />
prevalere di elementi di origine borghese e piccolo-borghese è un aspetto rilevante anche<br />
per la formazione dei gruppi dirigenti delle altre realtà del Friuli occidentale in cui<br />
emerge con particolare forza il socialismo: ciò vale per Spilimbergo, i cui principali<br />
esponenti socialisti sono Guido Sedran, proprietario di un laboratorio di sartoria ed Ezio<br />
Cantarutti, impiegato, e nella cui Giunta eletta nel 1920 saranno prevalenti<br />
commercianti, artigiani e professionisti; per Maniago, il cui sindaco dal 1920 al 1923<br />
346 EN, n. 45 del 19 ottobre 1902. DA PORDENONE.<br />
347 Alessandro Rosso, forse anche per questo legame personale, ma sicuramente per una precisa posizione<br />
duramente anticlericale, riceve più volte l’apprezzamento dei socialisti. Il suo ruolo di primaria importanza nel<br />
part<strong>it</strong>o radicale ci è testimoniato da una permanenza nel Consiglio Comunale pordenonese che giunge fino alla<br />
prima guerra mondiale, e dall’affiancamento diretto al sindaco Galeazzi nella testimonianza di don Giuseppe<br />
Lozer sull’amministrazione popolare eletta nel dicembre 1905:<br />
Amministrazione Galeazzi-Rosso. Scuola per tignosi. L’Amministrazione Comunale nei primi anni in cui<br />
mi trovava a Torre era liberale radicale di sinistra. Mi ricordo che quando in Municipio incontrava<br />
l’assessore ai lavori pubblici, Alessandro Rosso, uomo di grande cr<strong>it</strong>erio e pratic<strong>it</strong>à, mi diceva: non posso<br />
vedere i preti, faccio eccezione per lei. E mi faceva montare sul suo birroccino quando veniva a Torre per<br />
controllare con me i bisogni della frazione o qualche lavoro in corso. Il Sindaco on. avv. Galeazzi mi<br />
voleva bene; comprendeva la mia s<strong>it</strong>uazione, le difficoltà anche economiche in cui versava. Due volte<br />
all’anno mi dava una offerta generosa per la celebrazione di Messe a suffragio dell’anima di sua moglie<br />
che tanto aveva amato e amava ancora. (...) Approf<strong>it</strong>tava di questi buoni rapporti per ottenere qualche<br />
aiuto per i miei parrocchiani, o dalla Congregazione di car<strong>it</strong>à o per ricoveri in Ospedale a carico del<br />
Comune. (...) Cfr. LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg. 26-27.<br />
348 MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pagg. 58-59 e 206-211.<br />
349 MENEGHETTI, Roberto, La Banca Popolare di Pordenone dal 1919 al 1939, c<strong>it</strong>., pagg. 160, 163-167.<br />
108
sarà pure l’artigiano orafo Abele Selva, per Sacile dove il Psi avrà come suo principale<br />
esponente dall’inizio del secolo fino al dopoguerra l’avvocato Enrico Fornasotto. Altrove<br />
saranno medici o farmacisti, come il dottor Plinio Longo e Gio Maria Zannier a Pinzano,<br />
oppure maestri elementari, come Enrico Pasquotti e Pietro Sartor a Torre, oppure libraicartolai<br />
come Giuseppe Malattia della Vallata (che però appare più un fiancheggiatore<br />
dei socialisti che un loro attivista) a Barcis e Romano Sacilotto a Pordenone. Si conferma<br />
anche in sede locale la forte presenza di quadri borghesi nelle file del socialismo, cui ha<br />
dedicato gran parte della sua fatica anal<strong>it</strong>ica e polemica Robert Michels, ma ciò non<br />
impedisce quella altrettanto importante ed a volte prevalente di quadri di origine operaia<br />
e contadina o di impiegati e piccoli esercenti della medesima estrazione che spesso<br />
assumeranno ruoli di primo piano. 350<br />
4.1.10 - Blocco popolare e programma minimo<br />
socialista.<br />
Nel luglio del 1902 i socialisti si sono presentati un<strong>it</strong>i ai radicali alle elezioni per i<br />
due posti di consigliere provinciale nel collegio di Udine. La scelta un<strong>it</strong>aria è giustificata<br />
dalla necess<strong>it</strong>à di battere la destra entrando in quel consesso, in modo da consolidare la<br />
v<strong>it</strong>toria dell’anno precedente al comune. In mancanza di documenti che ci facciano<br />
conoscere il dibatt<strong>it</strong>o nella sezione pordenonese sulle alleanze elettorali, quello svoltosi<br />
ad Udine ci può aiutare a comprendere gli orientamenti allora maggior<strong>it</strong>ari nel part<strong>it</strong>o.<br />
La tendenza moderata e gradualista dei socialisti udinesi appare compatta<br />
nell’argomentare la necess<strong>it</strong>à un<strong>it</strong>aria e l’esigenza di saper aspettare il maturarsi dei<br />
tempi contro ogni volontarismo pol<strong>it</strong>ico. Il riformismo si nutre di una fiducia acr<strong>it</strong>ica<br />
nell’ineluttabil<strong>it</strong>à del corso progressivo della storia. Il marxismo viene privato della sua<br />
carica anal<strong>it</strong>ica rivoluzionaria: esso è ridotto ad una scuola pos<strong>it</strong>ivistica.<br />
Non a caso si c<strong>it</strong>a il sociologo Guglielmo Ferrero a propos<strong>it</strong>o della sconf<strong>it</strong>ta sub<strong>it</strong>a<br />
a Napoli. Ferrero, rispetto al naturalismo della scuola torinese di Lombroso, ha un<br />
orientamento più evoluzionistico, esclude un ruolo socialmente efficace del movimento<br />
operaio ed ipotizza il raggiungimento del socialismo attraverso l’evoluzione naturale del<br />
sistema cap<strong>it</strong>alistico. 351<br />
“ (...) Ora un gran vizio dei nostri part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici - i popolari non esclusi - è quello di<br />
stancarsi presto di tutte le lotte che richiedono una propaganda lunga e di cui non si veda,<br />
in pochi mesi, il risultato. Che cosa si può sperare di conchiudere, se al primo insuccesso si<br />
abbandona ogni cosa? Perciò è necessario che noi ci educhiamo a vincere ogni fretta ed ogni<br />
volubil<strong>it</strong>à. Bisogna in altre parole saper aspettare; e tollerare con animo sereno e sicura<br />
fiducia le piccole sconf<strong>it</strong>te parziali di cui è seminata la via della v<strong>it</strong>toria. Le camorre più<br />
rapaci o meno, più svergognate o meno che spadroneggiano e tormentano il pubblico nei vari<br />
paesi, e che si sono formate a poco a poco in tanti anni, non si possono sradicare in pochi<br />
giorni. Coloro che appican guerra con quelle, debbono essere pronti ad una lotta lunga e<br />
ostinata, in cui sconf<strong>it</strong>te e v<strong>it</strong>torie si alterneranno, sinché la lotta sarà defin<strong>it</strong>ivamente<br />
risoluta in loro favore dal sicuro successo finale. Il nostro dovere di socialista è di<br />
perseverare nella propaganda e nella lotta, di imparare, cioè, quella grande virtù dei popoli<br />
civili che è la tenacia.” Se la lega dei part<strong>it</strong>i popolari non riesciva a rimaner un<strong>it</strong>a, certo la<br />
v<strong>it</strong>toria era della reazione, e ben precisa Ferrero “che bisogna saper aspettare”. (...) La<br />
necess<strong>it</strong>à dell’unione dei Part<strong>it</strong>i popolari in ogni lotta elettorale in cui s’impegni, coi suoi<br />
uomini, il principio di resistenza allo svolgimento dell’idea democratica, permane. La<br />
reazione si ammanta di forme nuove e diverse; cede all’ambiente mutato, ma attende<br />
l’occasione propizia per riprendere il dominio dove lo ha perduto per rafforzarlo dove lo<br />
tiene ancora. Cacciata dalla rappresentanza pol<strong>it</strong>ica, cacciata da quella comunale, si rifugiò<br />
nel Consiglio provinciale che pur tanto può pesare e pesa sul libero esplicarsi di tutto un<br />
ordine di reclamate riforme.(...) 352<br />
350 MICHELS, Roberto, Proletariato e borghesia, c<strong>it</strong>.; id., Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>..<br />
351 Guglielmo Ferrero, antropologo criminale, aveva lavorato inizialmente con Lombroso a Torino, scegliendo<br />
successivamente un approccio scientifico di tipo storico e sociologico, che oltrepassava il dogmatismo del<br />
maestro (un esempio è il rifiuto della spiegazione naturalistica del crimine pol<strong>it</strong>ico, per inquadrare tale<br />
fenomeno nelle sue origini storiche e pol<strong>it</strong>iche). Il suo è un approccio pragmatico, volto a porre il problema di<br />
riforme ist<strong>it</strong>uzionali, in primo luogo di quella della giustizia, combattendo la vocazione reazionaria del<br />
liberalismo <strong>it</strong>aliano, il cui centro è da lui individuato nel groviglio di relazioni intrecciate fra la monarchia e gli<br />
interessi parass<strong>it</strong>ari. Aveva ader<strong>it</strong>o al Psi a Torino al momento della cost<strong>it</strong>uzione del part<strong>it</strong>o e sub<strong>it</strong>o una<br />
condanna per la sua attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica nel 1894 ma, dopo l’esilio segu<strong>it</strong>o alla reazione crispina contro il neonato<br />
Psi, mil<strong>it</strong>a nelle file radicali. Cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 336-<br />
339.<br />
352 EN, n. 30 del 6 luglio 1902, appello agli elettori firmato: IL COMITATO della Lega dei Part<strong>it</strong>i Popolari.<br />
109
I popolari ottengono una piena v<strong>it</strong>toria, eleggendo il sindaco radicale Michele<br />
Perissini, con 1199 voti ed il socialista Arturo Trani con 1030, contro gli sconf<strong>it</strong>ti conte<br />
Antonino di Prampero con 748 voti e conte Andrea Gloppero con 600. 353<br />
La v<strong>it</strong>toria elettorale del blocco popolare ad Udine cade nel periodo di discussione<br />
preparatoria del congresso socialista che si terrà ad Imola in settembre, dove verrà<br />
bocciata la proposta di pol<strong>it</strong>ica intransigente di Enrico Ferri, per approvare un ordine del<br />
giorno riformista in cui ci si riserva di decidere caso per caso sulle alleanze elettorali. A<br />
queste tematiche è dedicato l’ed<strong>it</strong>oriale de L’Evo Nuovo del 20 luglio. 354 Anche in questo<br />
caso la scelta è quella di un realistico gradualismo, che vede l’alleanza con la sinistra<br />
borghese come un dato di fatto dettato dall’opportun<strong>it</strong>à, rinviando ad una fase di<br />
maggiore cresc<strong>it</strong>a del part<strong>it</strong>o la presentazione autonoma.<br />
Dopo un preambolo di tipo ideologico, in cui si distingue fra la sinistra di classe e<br />
quella borghese e si prende atto dell’impossibil<strong>it</strong>à di unire le forze con gli anarchici che<br />
rifiutano il metodo elettorale, si giunge ad individuare le ragioni storiche dell’alleanza con<br />
repubblicani e radicali, imposta dalla reazione di fine secolo. Vengono liquidate da una<br />
parte la tattica intransigente, minor<strong>it</strong>aria nel part<strong>it</strong>o ed insensibile alle dure contingenze<br />
pol<strong>it</strong>iche dettate dall’ondata reazionaria, e quelle di cedimento opportunistico e<br />
subordinato a radicali e repubblicani, che portano a perdere il fine ultimo del movimento<br />
socialista. La soluzione prefer<strong>it</strong>a è quella di un’alleanza in cui i socialisti sono elemento<br />
di proposizione, stimolo e controllo, attraverso l’utilizzo del loro programma minimo.<br />
Programma minimo che è l’unico proponibile oggi, poiché il programma massimo è<br />
necessariamente rinviato ad un altro quadro storico: corollario di questa affermazione è<br />
il rifiuto reciso di ogni possibil<strong>it</strong>à di azione rivoluzionaria violenta contro l’attuale quadro<br />
sociale, la cui realtà cost<strong>it</strong>uzionale è assunta in forma esplic<strong>it</strong>amente legal<strong>it</strong>aria.<br />
Così si fa a Pordenone nel 1902 e nel 1905, permettendo la nasc<strong>it</strong>a di una Giunta<br />
democratico-radicale. Sulla tattica e le due opposte tendenze nel part<strong>it</strong>o, la riformista e<br />
la rivoluzionaria, la sezione udinese è in realtà divisa, tanto da non poter deliberare in<br />
vista del congresso nella riunione del 26 agosto 1902. Secondo il resoconto de L’Evo<br />
Nuovo, i compagni si erano r<strong>it</strong>rovati d’accordo nell’esprimere una posizione sincretica,<br />
rivelata da un avviso contenuto nello stesso numero del giornale: Compagni! Inviate i<br />
rappresentanti delle vostre Sezioni a sostenere nel Congresso di Imola le seguenti idee: La<br />
tendenza riformista non esclude la tendenza rivoluzionaria; in ambo i casi il part<strong>it</strong>o<br />
socialista deve usare una tattica intransigente. 355<br />
La posizione confusa emersa dal congresso, con una confluenza di fatto dei<br />
rivoluzionari sotto il programma riformista, è già anticipata dal clima vissuto alla base.<br />
Elemento determinante della discussione è il confronto delle varie esperienze, con i<br />
rivoluzionari ad osservare come il Ferri sottolineasse la deludente prova del governo<br />
popolare di Milano, ed i riformisti quella soddisfacente di Padova. 356<br />
L’8 settembre comunque il settimanale - in cronaca c<strong>it</strong>tadina - avverte che quasi<br />
tutti i circoli socialisti della provincia, con la sola eccezione di quello di Goricizza di<br />
Codroipo, hanno optato per la tattica transigente, pur sapendo che il risultato<br />
congressuale andrà in senso esattamente opposto. Ma, dopo lo svolgimento del<br />
congresso, apprendiamo che la maggioranza dei rappresentanti delle sezioni presenti al<br />
congresso nazionale si sono espressi invece per gli intransigenti, con la posizione<br />
estrema del circolo di Mortegliano (è il circolo il cui corrispondente è Fedrigo). 357<br />
Il congresso però, con l’approvazione dell’ordine del giorno presentato da Ivanoe<br />
Bonomi, ha una conclusione un<strong>it</strong>aria, che vede i rivoluzionari confluire in un<br />
embrassons-nous generale su una piattaforma che, dietro le ambigu<strong>it</strong>à, è schiettamente<br />
riformista: Il Congresso dichiara che (...) non è compatibile l’esistenza di due tendenze<br />
distinte, basate sopra differenze sostanziali e afferma che l’azione del Part<strong>it</strong>o è riformista<br />
perché rivoluzionaria, è rivoluzionaria perché riformista ossia l’azione del part<strong>it</strong>o è<br />
semplicemente socialista (...).<br />
La sconf<strong>it</strong>ta delle velle<strong>it</strong>à rivoluzionarie è sanc<strong>it</strong>a dal passaggio che approva la<br />
pol<strong>it</strong>ica del Gruppo Parlamentare Socialista a sostegno del governo Zanardelli-Giol<strong>it</strong>ti: E’<br />
riconoscendo che per quanto sia deplorevole l’azione oscillante e spesso illiberale del<br />
presente Gabinetto, l’appoggio datogli dal nostro gruppo parlamentare riuscì a tutelare lo<br />
sviluppo dell’organizzazione proletaria contro un possibile r<strong>it</strong>orno della reazione, il<br />
353 EN, supplemento del n. 30. Ambedue gli eletti popolari sono professionisti.<br />
354 EN, n. 32 del 20 luglio 1902, pag. 1, Affin<strong>it</strong>à ed alleanza, firmato L’Infame. Cfr. il testo in appendice.<br />
355 EN, n. 38 del 31 agosto 1902. Sottolineatura nell’originale. Di segu<strong>it</strong>o viene annunciata la cost<strong>it</strong>uzione, dopo<br />
il congresso, della Federazione socialista friulana.<br />
356 EN, n. 38 del 31 agosto 1902, Per il congresso di Imola. Le due tendenze.<br />
357 EN, n. 39 dell’8 settembre 1902, Pel congresso d’Imola e n. 40 del 15 settembre 1902, pag. 1, Il Congresso<br />
d’Imola. Impressioni e commenti e Al Friuli.<br />
110
Congresso approva l’opera del Gruppo parlamentare socialista, e lo inv<strong>it</strong>a a conservare la più<br />
assoluta libertà d’azione nelle questioni parlamentari di fronte al governo ed agli altri<br />
part<strong>it</strong>i, ricordando che tutte le coalizioni con part<strong>it</strong>i di classe non proletaria sono di<br />
necess<strong>it</strong>à contingenti e trans<strong>it</strong>orie e debbono essere strette per ragioni di vantaggio evidente<br />
del part<strong>it</strong>o, e con la coscienza della loro sicura e fatale rescindibil<strong>it</strong>à nell’avvenire (...). 358<br />
La distinzione dalla sinistra borghese non è più che una clausola stilistica,<br />
rispetto al vero risultato pol<strong>it</strong>ico del congresso: la sinistra non è riusc<strong>it</strong>a a mettere in<br />
discussione l’alleanza fra i riformisti ed i liberali giol<strong>it</strong>tiani, ed è stata anzi costretta a<br />
confermare la libertà d’azione al gruppo parlamentare. Il risultato del congresso rovescia<br />
quindi le posizioni. La v<strong>it</strong>toria è andata ai riformisti, mentre quasi tutte le sezioni<br />
friulane avevano votato per l’ordine del giorno di Enrico Ferri: Goricizza, Udine, Prato<br />
Carnico e Mortegliano. 359<br />
L’ed<strong>it</strong>oriale de L’Evo Nuovo, diversamente dalla cronaca udinese di una settimana prima,<br />
è pure schierato con gli intransigenti: Al congresso d’Imola prevalse la tattica opposta a<br />
quella da noi propugnata. (...) Soltanto quel forte atleta della Ver<strong>it</strong>à che è l’on. Ferri tentò di<br />
togliere la benda agli illusi. A Imola l’astuto Giol<strong>it</strong>ti lasciava fare; ma a Candela il piombo<br />
borghese squarciava il petto dei lavoratori. Noi non abbiamo intenzione di far carriera nel<br />
campo socialista; quindi non crediamo dign<strong>it</strong>oso il curvare la schiena dinanzi alla<br />
maggioranza turatiana. Il socialismo addomesticato è una superfetazione borghese, la quale<br />
non ha neppure una lontana parentela col vero socialismo. (...)<br />
Ecco che ad un certo punto il ragionamento scivola dal piano pol<strong>it</strong>ico alla<br />
polemica correntizia, secondo uno schema da “teoria del complotto” tipico non solo della<br />
paranoia persecutoria dei perdenti, ma soprattutto di quella di chi perde senza riuscire<br />
ad intravedere delle prospettive per il futuro. Evidentemente la sconf<strong>it</strong>ta congressuale<br />
era Giunta inaspettata: ma c’è qualcosa dello stile che ci riporta a quell’altrimenti<br />
assurda polemica pordenonese che tanto risalto aveva avuto sulle pagine dello stesso<br />
settimanale: (...) L’impressione dei nostri delegati intransigenti è questa: che a Imola il<br />
part<strong>it</strong>o socialista era rappresentato non da socialisti, ma dai borghesi. Questa osservazione<br />
fu fatta anche dal “Corriere della Sera”. I transigenti brigarono moltissimo per piegare le<br />
Sezioni ai loro voleri, valendosi di mezzi essenzialmente borghesi. Questa asserzione la<br />
facciamo colla sicurezza di poter produrre la prova dei fatti. Molti circoli socialisti furono<br />
indotti a votare per la transigenza da borghesucci amici di questo o quel caporione della<br />
setta turatiana. A Imola i transigenti, con a capo Prampolini, si dimostrarono<br />
intollerantissimi. (...)<br />
Ed improvvisamente un inciso ci fa r<strong>it</strong>ornare indietro nel tempo: Vorremmo dire<br />
altre cose, ma attendiamo la pubblicazione dell’ottima rivista di Enrico Ferri “Il Socialismo”.<br />
(...) Confrontiamolo con quest’altro brano: Scriveva il mio articolo prima ancora di avere<br />
avuto tempo di leggere il fascicolo VII della rivista “Il Socialismo” e perciò temendo che<br />
quello che aveva scr<strong>it</strong>to fosse alquanto peregrino (...) Due giorni più tardi potei leggere il su<br />
c<strong>it</strong>ato fascicolo e perciò ora, trovando perfettamente rispecchiata la mia opinione<br />
nell’articolo “Il metodo rivoluzionario” di Enrico Ferri, posso dire che non sono il solo a<br />
propugnare questa idea (...). 360 Si tratta di un inciso contenuto in una delle sfuriate<br />
polemiche di Fedrigo contro la nuova direzione della sezione pordenonese. Non è<br />
necessariamente la prova che Fedrigo sia anche l’estensore dell’ed<strong>it</strong>oriale del 15<br />
settembre: quello che conta è che possiamo riscontrare una comunanza di sentimenti e<br />
di espressioni, che vede l’avversario interno confondersi con il nemico di classe, ed<br />
avversa i giovani intellettuali borghesi entrati nel part<strong>it</strong>o come elementi della sua<br />
corruzione. La corruzione nelle file del part<strong>it</strong>o non è solo portato di un’alterazione di tipo<br />
sociologico della purezza di classe del part<strong>it</strong>o dei lavoratori, ma è il risultato di una<br />
alleanza fra la destra interna e le forze borghesi esterne, il governo di Zanardelli e<br />
Giol<strong>it</strong>ti, i radicali ed i repubblicani. Per questo lo scontro fra le tendenze non è visto come<br />
una normale dialettica pol<strong>it</strong>ica, ma come una discriminante: i borghesi introdottisi nel<br />
part<strong>it</strong>o debbono esserne cacciati: ecco il senso della lotta avvenuta nella sezione di<br />
Pordenone. La fede nel capo rivoluzionario Enrico Ferri è così netta da esplic<strong>it</strong>are<br />
ripetutamente l’attesa del verbo da lui proveniente come momento di orientamento o di<br />
conferma delle proprie prese di posizione.<br />
Tutta giocata sul piano difensivo, la linea del dopo congresso: Compagni<br />
intransigenti! A Imola fu assicurata l’un<strong>it</strong>à del nostro Part<strong>it</strong>o per l’abnegazione della<br />
minoranza rivoluzionaria. A noi ora rimane un comp<strong>it</strong>o ancor glorioso: salvare il socialismo.<br />
D’altronde, il compromesso fra le tendenze non ha modificato la s<strong>it</strong>uazione interna: Le<br />
conseguenze del voto. Il voto di Imola lascia nel part<strong>it</strong>o le cose come prima. E’ poco<br />
358 EN, n. 42 del 28 settembre 1902, ORDINE DEL GIORNO Approvato dal Congresso di Imola.<br />
359 EN, n. 40 del 15 settembre 1902, pag. 1, Il Congresso d’Imola. Impressioni e commenti.<br />
360 EN, nn. 40 del 15 settembre 1902, pag. 1, Il Congresso d’Imola. Impressioni e commenti e 28 del 22<br />
giugno 1902, Socialismo per sport e Socialismo vero.<br />
111
probabile che il gruppo parlamentare socialista continui a concedere i suoi voti all’attuale<br />
ministro. Concessa l’autonomia, i Circoli Socialisti sono liberi di allearsi o no ai radicali. 361<br />
La reazione al risultato congressuale ha un tono diverso nella cronaca di<br />
Pordenone rispetto a quella provinciale. La sezione di Pordenone, rappresentata da Luigi<br />
Scottà, ha votato contro l’ordine del giorno Ferri, così come quella di Feletto Umberto<br />
rappresentata da Libero Grassi. 362 L’afflato un<strong>it</strong>ario ne risulta accentuato, pur nella<br />
sottolineatura che ci sono state diverse scelte fra gli iscr<strong>it</strong>ti: Il congresso d’Imola ha<br />
deluso tutte le speranze della stampa gialla e nera. E’ stata una nuova e grande<br />
affermazione dell’Ideale socialista, e attraverso a fiumi d’eloquenza ha mostrato al civile<br />
la “forza del pensiero”. E noi, a qualunque tendenza appartenemmo, un<strong>it</strong>i da un solo<br />
ideale di fratellanza e d’amore facciamo eco al grido del congresso: Viva il socialismo. 363<br />
4.1.11 - La prima Giunta democratica.<br />
In quei giorni la tattica del blocco popolare è risultata v<strong>it</strong>toriosa anche a<br />
Pordenone, dove però gli alleati procedono da soli, senza l’apporto di candidati socialisti.<br />
Il Psi non si sente ancora preparato per presentarsi autonomamente alle elezioni: si<br />
sceglie perciò di proporre ai democratici il loro appoggio, se questi sostengono il<br />
programma minimo socialista. Ciò permette la v<strong>it</strong>toria della lista democratica sugli<br />
avversari moderati coalizzati con i clericali. Il successo viene decantato come un risultato<br />
della cresc<strong>it</strong>a della coscienza del proletariato pordenonese e come l’occasione per<br />
Pordenone per sedere accanto ad Udine, culla della democrazia girardiniana. Lunedì 29<br />
settembre si insedia il nuovo sindaco democratico Antonio Polese. 364<br />
Domenica ebbimo le elezioni e la v<strong>it</strong>toria arrise completamente alla lega dei part<strong>it</strong>i<br />
popolari. Entrano nel patrio consiglio una forte maggioranza di radicali e repubblicani. Non<br />
vi entra nessuna voce del part<strong>it</strong>o socialista. Ma ciò non guasta. Con l’evento al potere dei<br />
democratici anche a Pordenone saranno possibili quelle riforme che stanno nel programma<br />
minimo socialista, che è programma comune della Lega dei part<strong>it</strong>i popolari. Così fra breve i<br />
nuovi padri coscr<strong>it</strong>ti dovranno occuparsi della refezione scolastica, dell’autonomia, e delle<br />
case operaie, delle quote minime ai dipendenti del comune, dei sussidi alle organizzazioni<br />
dei lavoratori. Pordenone deve seguire la corrente dei tempi; ed è naturale che così avvenga<br />
perché galvanizzare un’industre e laboriosa popolazione, chiamata tale quando torna<br />
comodo accarezzarla, equivale arrestare il progresso.<br />
La v<strong>it</strong>toria della sinistra a Pordenone è però contrapposta a quella nel collegio per<br />
le provinciali, a differenza del caso di Udine. La sinistra c<strong>it</strong>tadina ed operaia non riesce<br />
ad eserc<strong>it</strong>are una egemonia nella periferia contadina, ove tornano a prevalere i liberali<br />
(con la rielezione dei tre consiglieri uscenti nob. cav. dott. Giovanni Querini, di Pasiano,<br />
cav. avv. nob. Gustavo Monti e uff. ing. Damiano Roviglio 365 )e l’unico candidato radicale<br />
è sconf<strong>it</strong>to. Per le elezioni provinciali non si ebbero nov<strong>it</strong>à. Quel tentativo nel nome di<br />
Galeazzi non fu che un esperimento impratico. E qui il corpo elettorale pordenonese ha torto<br />
di non aversi affiatato con il rimanente del corpo elettorale provinciale, perché in questa<br />
occasione l’elezioni dei consiglieri della provincia hanno una importanza di serio interesse.<br />
Si tratta di dare tutto un nuovo indirizzo all’amministrazione provinciale, e ciò sulle basi del<br />
programma minimo socialista. Voi socialisti di Udine l’avete intu<strong>it</strong>a, e giustamente avete<br />
saputo improntare il vostro programma, ma qui a Pordenone vi è prefer<strong>it</strong>o essere localizzati,<br />
e le elezioni provinciali furono considerate come un’appendice. Peccato di questa<br />
interpretazione perché il part<strong>it</strong>o socialista ove è organizzato deve mirare alla conquista dei<br />
pubblici poteri, o quanto mai avviarsi a quella conquista con programmi suoi. 366<br />
361 EN, n. 40 del 15 settembre 1902, pag. 1, Il Congresso d’Imola.<br />
362 EN, n. 41 del 15 settembre 1902, pag. 3, I voti dei friulani al congresso di Imola. Lo stesso Grassi ha<br />
rappresentato la sezione di Udine, che si è astenuta. I rappresentanti di Torreano di Cividale e di Basaldella di<br />
Campoformido non erano presenti al momento del voto. Ha votato a favore la sezione di Goricizza, ed i due<br />
presenti a t<strong>it</strong>olo personale: Giuseppe Giorgessi di Prato Carnico e Domenico Paolini di Udine. Da questa<br />
rilevazione esce messa in discussione l’affermazione - più sopra riportata - a propos<strong>it</strong>o dello schierarsi della<br />
maggioranza delle sezioni friulane a favore della sinistra rivoluzionaria.<br />
Basaldella appare sempre scr<strong>it</strong>ta Basandella (con grafia più vicina al nome friulano) nei testi dei settimanali<br />
socialisti dell’epoca.<br />
363 EN, n. 41 del 15 settembre 1902, PORDENONE. Dopo il Congresso.<br />
364 P, nn. 343 del 28 giugno 1902, pag. 3, Elezioni, 346 del 19 luglio 1902, pag. 3, La v<strong>it</strong>toria della<br />
democrazia pordenonese , 357del 4 ottobre 1902, pag. 3, Al Comune, articolo firmato Linx, pseudonimo<br />
utilizzato a partire dall’estate 1902 dal corrispondente pordenonese e 371 del 10 gennaio 1903, pag. 3, lettera<br />
di G. Ellero.<br />
365 ASU-APU, busta 22, fascicolo 1, 1904-1911, Rinnovo Consiglio Provinciale. Deputazione provinciale di<br />
Udine, prot. n. 1692 del 10.3.1905, n. 3130 del 5.6.1905, n. 6504 del 18.12.1905, prot. n. 3212 del 2.10.1910;<br />
Amministrazione Provinciale di Udine, estratti dei verbali delle deliberazioni del Consiglio Provinciale di Udine,<br />
prot. n. 5053 del 20.1.1908, prot. n. 6061 del 30.1.1911.<br />
366 EN, n. 32 del 20 luglio 1902, V<strong>it</strong>toria dei popolari.<br />
112
E’ leg<strong>it</strong>timo il dubbio sulla forza reale del Part<strong>it</strong>o Socialista nella c<strong>it</strong>tà, e su quali<br />
effetti possano essere stati prodotti dalla recente distruttiva polemica pubblica che lo ha<br />
lacerato. 367<br />
L’ultima seduta dell’amministrazione Cattaneo si era tenuta mercoledì 20 agosto<br />
1902. Nelle elezioni comunali parziali vengono eletti i seguenti 19 consiglieri comunali:<br />
Domenico Veroi con 533 voti, Ermenegildo Zannerio con 519, Antonio Polese con 410,<br />
avv. Carlo Policreti con 395, Pietro Tomasella con 390, avv. Enea Ellero con 386, avv.<br />
Antonio Locatelli con 379, Francesco Asquini con 378, Giovanni V<strong>it</strong>torio De Marco con<br />
373, Alessandro Rosso con 368, Italico Tubero con 359, Carlo Maroder con 347,<br />
Umberto Santarossa con 341, Giuseppe Fantuzzi con 340, Carlo Zampoli con 337,<br />
V<strong>it</strong>torio De Luca fu Giacomo con 296, co. cav. dott. Basilio Frattina con 285, Tiziano<br />
Poletti con 284 e Gino Tamai con 274. 368<br />
Mercoledì 2 settembre 1902 si insedia il nuovo Consiglio. Vengono eletti sindaco<br />
Antonio Polese ed assessori Luigi De Carli, Ermenegildo Zannerio, Francesco Asquini e<br />
Carlo Policreti, oltre ai supplenti avv. Antonio Locatelli e Gio V<strong>it</strong>torio De Marco 369 . Già nel<br />
secondo Consiglio Comunale dell’amministrazione lunedì 29 settembre 1902 ci si trova a<br />
prendere atto delle dimissioni dell’assessore De Carli, con una polemica fra Tomasella<br />
che vorrebbe farlo recedere ed Alessandro Rosso che invece insiste per la presa d’atto<br />
delle dimissioni, che vengono accolte. 370<br />
Il programma della nuova amministrazione popolare viene presentato nella<br />
seduta lunedì 29 settembre 1902 dal sindaco. E’ un caso piuttosto raro di<br />
verbalizzazione di un atto di tale natura nei resoconti delle deliberazioni del Consiglio<br />
Comunale di Pordenone, e lo è a maggior ragione per la forza delle proposte di natura<br />
progressista della Giunta Polese, che risentono esplic<strong>it</strong>amente delle rivendicazioni del<br />
Psi.<br />
La prior<strong>it</strong>à è questione igienico-san<strong>it</strong>aria: è necessario por mano alla<br />
ristrutturazione del servizio san<strong>it</strong>ario così come a quella delle ab<strong>it</strong>azioni, delle strade,<br />
delle fognature e del rifornimento idrico. Si rileva la fatiscenza delle case pordenonesi e si<br />
indica la via della costruzione di case operaie grazie all’iniziativa intrapresa dalla Società<br />
Operaia. Per quanto riguarda l’istruzione, si sostiene un’educazione laica dalla quale<br />
siano esclusi i cattolici temporalisti e l’iniziativa del Patronato Scolastico per fornire un<br />
pasto e gli indumenti agli alunni poveri. Si appoggia la proposta di legge per la<br />
municipalizzazione dei servizi pubblici, pur rinviando a dopo la sua approvazione le<br />
iniziative concrete dell’Amministrazione Comunale. La cost<strong>it</strong>uzione di una Camera del<br />
Lavoro a Pordenone è fissata come una prior<strong>it</strong>à, per fornire alla classe operaia quello<br />
strumento che per gli industriali ed i commercianti è la Camera di Commercio. Infine si<br />
conferma l’intendimento di utilizzare il referendum come strumento di democrazia<br />
diretta per decidere su singole questioni. 371<br />
In particolare sulla questione della municipalizzazione dei servizi pubblici, Il<br />
Lavoratore Friulano interviene in dicembre, per ricordare il percorso della legge in<br />
discussione, che dovrebbe dare la facoltà ai comuni di attuare la municipalizzazione e<br />
stabilisce gli aiuti che potranno essere chiesti allo Stato per finanziare le delibere, ad<br />
esempio utilizzando la Cassa Depos<strong>it</strong>i e Prest<strong>it</strong>i con prest<strong>it</strong>i obbligatori a tassi agevolati.<br />
367 L Dopo la polemica fra Fedrigo, Rosso e Scottà varie sigle bizzarre firmano le corrispondenze da Pordenone,<br />
in questo caso Non-ce-lo, il 17 agosto e l’8 settembre Nix (queste ultime sono divagazioni di tipo generale,<br />
senza alcuna attinenza con le problematiche locali), altre successivamente, come Lui(...) il 15 settembre<br />
(potrebbe essere Luigi Scottà: è a lui che si risponde nella Piccola posta più tardi, per lamentare la tardiva<br />
spedizione di una corrispondenza). Cfr. EN, N. 53 del 14 dicembre 1902.<br />
A questo alternarsi di pseudonimi corrisponde qualche nota redazionale che lamenta la scarsa leggibil<strong>it</strong>à degli<br />
stessi: il logoramento del rapporto sembra essersi trascinato al lim<strong>it</strong>e. Il 15 settembre si rileva nella Piccola<br />
posta che è necessario che la sezione di Pordenone indichi chi sia il corrispondente, poiché spesso giungono in<br />
redazione articoli da diverse fonti. Cfr. EN, n. 40 del 15 settembre 1902, pag.3, Piccola posta.<br />
In quest’epoca in compenso ci sono delle corrispondenze (che poi s’interromperanno per non riprendere più) dal<br />
vicino comune di Azzano Decimo. Le corrispondenze sono siglate F.L. Cfr. EN, n. 41 del 15 settembre 1902,<br />
pag.3, Piccola posta. Quasi dieci anni dopo, nel 1911, quando l’amministrazione de LF compierà un<br />
rilevamento degli abbonamenti in provincia (cfr. appendice) ad Azzano risulta esserci un solo abbonato, che nei<br />
mesi successivi apprenderemo essere Arcangelo Ferro: cfr. LF, n. 394 del 24 aprile 1912, pag. 4, PICCOLA<br />
POSTA.<br />
368 ACPn, b. 1902 Referato I, fasc. 13, Consigli Comunali Ordinari e Straordinari, Manifesto di proclamazione di<br />
19 consiglieri comunali del 14 luglio 1902.<br />
369 Giovanni V<strong>it</strong>torio De Marco è il direttore tecnico della D<strong>it</strong>ta Andrea Galvani; oltre ad essere assessore<br />
comunale con la Giunta Galeazzi, ricopre la carica di presidente della Società Agenti, della Cucina Economica,<br />
delle Case Operai e della Commissione della Scuola di disegno. Morirà nel febbraio 1912: P, n. 44 di giovedì 22<br />
febbraio 1912, pag. 2, Morte improvvisa.<br />
370 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904.<br />
371 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 126-129.<br />
113
Per servizi pubblici s’intendono la fabbricazione del pane (forni), il servizio di trasporto<br />
(tram) l’illuminazione (gas od officina elettrica) la distribuzione dell’acqua (acquedotti) dei<br />
medicinali (farmacia) e i bagni, le ab<strong>it</strong>azioni operaie ecc. La municipalizzazione permetterà<br />
di recuperare risorse economiche per la collettiv<strong>it</strong>à eliminando la speculazione privata<br />
che talvolta ha carattere camorristico, come denunciato nella clamorosa battaglia dei<br />
socialisti rivoluzionari napoletani guidati da Arturo Labriola ed Enrico Leone. 372<br />
Non abbiamo notizie precise sulla presenza di consiglieri socialisti<br />
nell’amministrazione popolare, a causa della carenza delle fonti giornalistiche studiate in<br />
quel periodo, ma segnaliamo la presenza di un altro Fantuzzi di Torre, Giuseppe, la cui<br />
partecipazione è più puntuale di quella di Ilario ed i cui interventi, più frequenti di quelli<br />
del predecessore, sono consonanti con le aspirazioni del movimento socialista. Fra i<br />
primi atti della Giunta Polese troviamo la nomina della Commissione Elettorale<br />
Comunale per il biennio 1903-1904: vengono eletti Giuseppe Ellero con 5 voti, Angelo<br />
Gaspardo fu Angelo con 4, Pietro Tomasella con 4 e Domenico Veroi con 4. La presenza<br />
socialista in maggioranza è dimostrata dalla posizione di primo eletto di Ellero ed emerge<br />
anche fra i supplenti, ove viene eletto al primo scrutinio, insieme ad Antonino Caretta<br />
con 8 voti ed a Giuseppe Gaspardo con 5, Gino Rosso (con 3) mentre alla seconda<br />
votazione è eletto Gio Batta Puppin con 12. 373<br />
Giuseppe Fantuzzi è fra i cinque membri della Commissione per l’applicazione<br />
della tassa d’esercizio nominata nel consiglio di mercoledì 5 novembre 1902. 374<br />
Sempre Giuseppe Fantuzzi presenta varie interpellanze al sindaco, cui Polese<br />
risponde nella seduta di mercoledì 5 novembre 1902, dichiarandole accolte tutte in linea<br />
di massima. Fantuzzi insiste per sapere perché il sig. Cernuschi si sia dimesso da<br />
membro della Congregazione di Car<strong>it</strong>à; il sindaco afferma che il motivo è stato il bisogno<br />
di seguire le sue occupazioni, mentre Fantuzzi replica che si è dimesso invece perché<br />
furono rifiutate le medicine ad un povero; ciò ch’egli deplora vivacemente. Domanda la<br />
ragione dello sfratto dall’ospedale del fanciullo Bottecchia. Il Sindaco e l’Ass. Policreti danno<br />
dettagliate spiegazioni; ma il Cons. Fantuzzi non resta soddisfatto. Poco prima era stato il<br />
consigliere Alessandro Rosso ad interpellare la Giunta a propos<strong>it</strong>o della polemica, sulle<br />
pagine de Il Tagliamento, fra il direttore dell’ospedale ed il dottor D’Andrea che aveva<br />
cr<strong>it</strong>icato la gestione dell’ist<strong>it</strong>uto. 375<br />
372 EN, n. 53 del 14 dicembre 1902, La municipalizzazione dei pubblici servizi.<br />
La legge sulla municipalizzazione sarà infine quella del 29 marzo 1903 e sarà, secondo il futuro sindaco<br />
socialista di Milano Caldara, intesa a dare norma giuridica a quello che in fatto era già praticato dai<br />
Comuni. E, invero, per l’art. 162 della Legge comunale e provinciale allora vigente (...) i Comuni<br />
potevano eserc<strong>it</strong>are dei pubblici servizî in economia. Molti Comuni avevano usato su larga scala di<br />
questa facoltà, e avevano anche perfezionata l’organizzazione amministrativa di questi servizî<br />
municipali, adottando anche il sistema del bilancio accantonato, che fu come l’embrione del nuovo<br />
ordinamento. La Legge del 1903 - pure conservando coll’art. 16 l’esercizio in economia per i servizî di<br />
poca importanza, oppure non aventi un prevalente carattere industriale - ha introdotto per i servizî<br />
municipalizzati il principio dell’azienda speciale, con amministrazione e bilancio autonomi, sebbene la<br />
Commissione amministratrice e il Direttore delle Aziende debbano essere nominati e il bilancio e i conti<br />
approvati dal Consiglio comunale. Una legge che rimarrà praticamente immutata fino alla fine del secolo.<br />
Cfr.: CALDARA, Emilio, Il Comune e la sua amministrazione, Milano, Federazione Italiana delle Biblioteche<br />
Popolari, s.d. (1912 secondo T. Detti - vedi nota successiva - ma nella copia consultata si tratta di una edizione<br />
posteriore al 1913, visti i riferimenti legislativi c<strong>it</strong>ati), pagg. 97-101.<br />
L’avvocato Emilio Caldara (1867-1942) è attivo nel Psi fin dagli anni della sua cost<strong>it</strong>uzione, ed a partire dal<br />
1899, quando viene eletto consigliere comunale a Milano, segue con particolare attenzione i problemi<br />
amministrativi. Prova ne sia, oltre alla collaborazione con riviste come Autonomia comunale ed il Comune<br />
moderno, organo della Lega dei comuni socialisti, il c<strong>it</strong>ato libro, che cost<strong>it</strong>uisce un agile manuale per gli<br />
amministratori comunali, ottimale per i lavoratori eletti a quelle funzioni dal Psi. La fama di Caldara è legata<br />
soprattutto alla sua esperienza di sindaco socialista di Milano dal 1914 al 1920, quando, a costo di infrangere<br />
la rigorosa opposizione del part<strong>it</strong>o alla guerra, sviluppò una potente opera di riforma fiscale, municipalizzazione<br />
dei servizi, sostegno scolastico, alimentare ed assistenziale alle famiglie e rafforzamento delle organizzazioni<br />
sindacali dei lavoratori: un operato che valse a trasformare effettivamente il comune di Milano “in<br />
strumento di propulsione delle rivendicazioni proletarie e in un organo poderoso di sempre maggiori<br />
funzioni collettive” , e non fu estraneo neppure alla grande affermazione socialista del dopoguerra. Più<br />
volte in rotta con il part<strong>it</strong>o per le sue prese di posizione di attivo sostegno allo sforzo bellico, alla fine del 1914<br />
condivise la pol<strong>it</strong>ica di “neutralismo attivo” di Mussolini, con il quale mantenne un rapporto di stima<br />
ricambiato. Deputato dal 1921, Caldare aderì al Psu e, dopo lo scioglimento di questo nel 1925 a causa<br />
dell’attentato di T<strong>it</strong>o Zaniboni a Mussolini, al Part<strong>it</strong>o Socialista dei Lavoratori Italiani. Nel 1934 fu autore con<br />
altri esponenti del socialismo milanese di un tentativo di riavvicinamento al fascismo. Cfr.: ANDREUCCI,<br />
Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 456-461, scheda redatta da T. Detti; ROSSI, Cesare, c<strong>it</strong>.,<br />
pag. 240.<br />
373 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, seduta del Consiglio Comunale di<br />
lunedì 29 settembre 1902, pag. 132.<br />
374 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, ad esempio pagg. 124, 131 e segg.;<br />
pag . 140.<br />
375 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg.136 e 137.<br />
114
Nella seduta di martedì 9 dicembre 1902 il cons. Fantuzzi chiede perché da tanto<br />
tempo non si pubblica il calmiere sul pane, e raccomanda che si studi la municipalizzazione<br />
di esso, come si è fatto a Catania. Il sindaco avverte che conviene attendere la<br />
promulgazione della legge discussa in questi giorni al Parlamento. E proprio Catania è<br />
diventata il punto di riferimento, non solo nazionale ma anche europeo, della pol<strong>it</strong>ica<br />
socialista di municipalizzazione del servizio di panificazione. 376<br />
La presenza di Fantuzzi durerà pochi mesi: il 16 marzo 1903 egli invia la sua<br />
lettera di dimissioni al sindaco, richiedendo di essere cancellato dai ruoli della tassa<br />
famiglia in quanto si è trasfer<strong>it</strong>o a Varallo Sesia. Richiede però di mantenere la residenza<br />
a Pordenone, sia per potervi eserc<strong>it</strong>are il voto pol<strong>it</strong>ico, sia per l’eventual<strong>it</strong>à di r<strong>it</strong>ornarvi,<br />
mantenendo in c<strong>it</strong>tà molteplici interessi. 377<br />
Enea Ellero propone, in occasione del dibatt<strong>it</strong>o sulle modifiche all’appalto della<br />
pubblica illuminazione elettrica della c<strong>it</strong>tà, la municipalizzazione del servizio e<br />
l’assunzione a carico della d<strong>it</strong>ta Amman della spesa della lampada del ponte del molino<br />
Pagotto, poiché di quella strada si servono soprattutto i dipendenti del cotonificio di<br />
Borgo Meduna. I punti luce attualmente in servizio in c<strong>it</strong>tà sono solo nove; la d<strong>it</strong>ta<br />
propone di passare da nove lampade ad arco ad un numero doppio di lampade ad<br />
incandescenza da trentadue candele, e di aggiungere altri dieci impianti da sedici<br />
candele, da individuare da parte dell’Amministrazione Comunale. 378<br />
Il bilancio preventivo per il 1903 vede una s<strong>it</strong>uazione ancora in fase di rodaggio,<br />
che viene così commentata dall’assessore Policreti replicando ai cr<strong>it</strong>ici: l’opposizione sorta<br />
dalle diverse parti ha forse una base personale per creare imbarazzi alla Giunta. Si accusa la<br />
Giunta di avere promesso e non mantenuto, i conservatori certo non mancano alle<br />
promesse, perché non ne fanno. La Giunta ha fatto qualche cosa; in corso d’anno farà molto<br />
di più. Il bilancio attuale è di transizione. Nella discussione il cons. Fantuzzi raccomanda<br />
che si provveda alla illuminazione elettrica di Torre e che si mandino le guardie<br />
municipali anche nella frazione. Inoltre dichiara di r<strong>it</strong>enere superfluo il contributo alla<br />
banda, mentre sarebbe meglio erogare quella somma alla Camera di lavoro. Invece il cons.<br />
Tamai vorrebbe che il sussidio fosse elevato a £. 1000. Il Sindaco dichiara che per la Camera<br />
di lavoro verrà qui ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a una succursale, ed il Comune non mancherà di venirle in aiuto; e<br />
che se la banda corrisponderà all’aspettativa, si potrà fare anche più di quello ch’è<br />
preventivato. 379<br />
Nelle sedute successive, dal 20 dicembre 1902 al 9 maggio 1903,<br />
l’amministrazione provvede ad un aumento generalizzato delle retribuzioni delle categorie<br />
più basse di dipendenti comunali, come operai custodi e maestri (per i quali l’aumento è<br />
del 10%) ed ist<strong>it</strong>uisce una commissione per la riforma della pianta organica. In quella<br />
occasione è il clericale De Mattia a proporre alla Giunta, c<strong>it</strong>ando l’esempio di Schio pure<br />
amministrata dai popolari, la deliberazione del riposo festivo per i dipendenti<br />
comunali. 380<br />
Per finanziare i lavori pubblici, e specialmente per la viabil<strong>it</strong>à interna alla c<strong>it</strong>tà, la<br />
Giunta propone la deliberazione di una serie di aumenti fiscali, in particolare la tassa<br />
d’esercizio e rivend<strong>it</strong>a e quella di famiglia, salvo elevare successivamente alla bisogna<br />
anche la sovraimposta fondiaria. Mentre l’aumento della tassa d’esercizio viene votato<br />
all’unanim<strong>it</strong>à, ci sono opposizioni (anche se nel voto si lim<strong>it</strong>ano a due voti contro<br />
quindici) a quello della tassa di famiglia che ha un’impostazione defin<strong>it</strong>a da Policreti<br />
come progressiva e che colpisce soprattutto le poche grandi famiglie, mentre c’è una<br />
riduzione per i redd<strong>it</strong>i più bassi (che iniziano dalle 1000 lire di agiatezza o rend<strong>it</strong>a<br />
presunta). 381<br />
Sabato 9 maggio 1903 viene int<strong>it</strong>olata a Felice Cavallotti una via, quella che<br />
attraversa il Borgo Colonna. Il repubblicanesimo si era precedentemente espresso anche<br />
nelle parole dell’assessore Francesco Asquini, che nel dicembre precedente aveva<br />
376 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pag. 144.<br />
377 ACPn, b. 1903 Referato I, fasc. 13, Consigli Comunali Ordinari e Straordinari, Estratto del Processo Verbale<br />
della seduta tenutasi il 9 maggio 1903, lettera autografa di dimissioni; Atti del Consiglio Comunale di<br />
Pordenone, volume IX, 1901-1904, pag. 170.<br />
378 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904,seduta del Consiglio Comunale di<br />
mercoledì 5 novembre1902, pagg. 140 e 141.<br />
379 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg.146-148.<br />
380 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg.155-176; P, n. 369 del 27<br />
dicembre 1902, pag. 3, Consiglio Comunale.<br />
381 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, Consiglio Comunale di sabato 23<br />
maggio 1903, pagg.183-186.<br />
115
commemorato Guglielmo Oberdan. Nella stessa seduta viene votato un ordine del giorno<br />
di Enea Ellero che auspica la legge sul divorzio e sulla ricerca della patern<strong>it</strong>à. 382<br />
Sabato 16 maggio 1903 viene votato il sostegno alla Camera del Lavoro di Udine<br />
per la fondazione di una succursale in Pordenone. La Camera del Lavoro chiede locali<br />
sufficienti ed un sussidio di mille lire: la Giunta, non avendo un locale di proprietà<br />
comunale, propone di lim<strong>it</strong>arsi ad un contributo economico di cinquecento lire. Si<br />
dissocia l’ex assessore De Carli, che contesta il finanziamento di un’ist<strong>it</strong>uzione di classe,<br />
mentre avrebbe prefer<strong>it</strong>o la cost<strong>it</strong>uzione di un Ufficio comunale del lavoro, con i<br />
rappresentanti sia dei lavoratori che dei datori di lavoro. Il consigliere Marini vorrebbe da<br />
una parte che fosse ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a una Camera del Lavoro autonoma da Udine, ma dall’altra<br />
propone che il sussidio venga versato alla Congregazione di Car<strong>it</strong>à che non ha<br />
abbastanza soldi per aiutare i poveri. Di questi due discorsi si dichiara stup<strong>it</strong>o il<br />
consigliere Italico Tubero, che afferma che essi non sono a contatto con gli operai. L’ass.<br />
Policreti avrebbe prefer<strong>it</strong>a un’opposizione aperta. Osserva come si possa raggiungere il bene<br />
generale, facendo il bene anche di una sola classe. Si hanno tanti precedenti qui ed altrove<br />
di contributi per spese di lusso, che non ridondano a beneficio della general<strong>it</strong>à. Oggi si fa per<br />
una classe, domani per un’altra. Ricorda che il comune concorre per le case operaie, e per la<br />
refezione scolastica. Gli uffici municipali del lavoro non danno ancora seri affidamenti. Per<br />
ora si deve accontentarsi di una succursale, che in segu<strong>it</strong>o può diventare autonoma. Il<br />
popolo domanda meno beneficenza e più mezzi per vivere. Lo scopo delle Camere del Lavoro<br />
è santo perché esse non solo sono moderatrici nelle controversie, ma si occupano anche del<br />
collocamento in caso di disoccupazione, e qui l’emigrazione è forte. Spera che in avvenire si<br />
possa raddoppiare il sussidio. Dopo le repliche di De Carli e di Marini, Il cons. Ellero<br />
avverte che gli uffici municipali del lavoro non attechirono. Si regge soltanto quello di<br />
Brescia ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dai clericali. Le Camere del Lavoro sono ist<strong>it</strong>uzioni provinciali, con<br />
succursali nei centri più importanti, e sono oltremodo utili all’operaio, che ha bisogno di<br />
essere soccorso moralmente. Da parte clericale interviene il consigliere De Mattia, che<br />
ricorda l’esistenza di uffici del lavoro apart<strong>it</strong>ici, che hanno dato buona prova all’estero,<br />
anche a Monza ed a Bergamo, ed afferma che – contrariamente a quanto dichiarato dalla<br />
Giunta – le Camere del Lavoro sono invece schierate pol<strong>it</strong>icamente. Il Sindaco avverte che<br />
la Camera di Udine, anche nei recenti nostri scioperi, ha fatto tutt’altro che cattiva prova; e<br />
quindi la Giunta si sente ancora più forte nel sostenere la sua proposta, certa che non<br />
saranno denari sprecati. Ma la proposta di sussidio alla Camera del Lavoro non viene<br />
approvata, perché pur ottenendo 13 voti contro 9 non raggiunge il numero di voti<br />
prescr<strong>it</strong>to dalla legge. Votano favorevoli Asquini, De Luca, De Marco, Ellero, Frattina,<br />
Maroder, Policreti, Rosso, Santarossa, Tomasella, Tubero e Zannerio; contrari<br />
Cremonese, De Carli, De Mattia, Marini, Poletti, Silvestri, Tamai, Tomadini e Veroi. 383<br />
Se non viene votato il sostegno alla cost<strong>it</strong>uenda Camera del Lavoro di Pordenone,<br />
il comune di Pordenone si schiera a favore di quella che fino alla guerra è la più grande<br />
ist<strong>it</strong>uzione operaia del Friuli, intervenendo al Terzo Congresso degli emigranti del Friuli,<br />
tenutosi ad Udine nella Sala Cecchini il 18 gennaio 1903. Vi partecipano come delegati,<br />
oltre a Francesco Asquini in veste di assessore comunale di Pordenone e ad una<br />
rappresentanza della Società Operaia (ci lim<strong>it</strong>iamo a segnalare le rappresentanze dal<br />
Friuli occidentale): Francesco Rupolo e Angelo Cesa di Caneva (Vallegher), Angelo Cinat<br />
di Casarsa, Baroncelli Genserico di Montereale, Angelo Zaro di Polcenigo, il prof.<br />
Domenico Pecile di San Giorgio della Richinvelda e Janich Francesco di Provesano, il<br />
dott. Plateo di San Quirino, Giuseppe Liva di Lestans, Giovanni Petovel di Castions di<br />
Zoppola ed Angelo Filipuzzi di Orcenico Superiore di Zoppola. Sui 322 iscr<strong>it</strong>ti per il 1902,<br />
1 è ad Arba ed 1 a Pinzano, sui 390 a tutto gennaio 1903, 14 sono di Caneva, 1 di<br />
Castelnovo, 26 di Pinzano, 14 di Polcenigo, 70 di Sequals. 384<br />
Il consigliere Rosso propone nella stessa seduta che siano radiate dal bilancio<br />
comunale le spese di culto, in applicazione della legge 14 luglio 1887. Policreti si associa,<br />
r<strong>it</strong>enendo che debba essere mantenuta solo la spesa per il parroco di San Giorgio, che è<br />
antecedente alla approvazione della legge, mentre le altre spese dovranno gravare sul<br />
fondo culti. Sempre Policreti dichiara che non si può garantire che non si creino<br />
contenziosi legali, visti i discordanti pareri legali, e ripete che la proposta soppressione non<br />
è un atto di ostil<strong>it</strong>à verso il clero, il quale nulla perderà: è puramente questione di<br />
competenza (…). La proposta viene approvata con 16 favorevoli e sei contrari. 385<br />
382 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 172-173; P, n 369del 27<br />
dicembre 1902, pag. 3, Consiglio Comunale.<br />
383 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 179-180.<br />
384 E, anno I, n. 1, marzo 1903, pag. 2-17, TERZO CONGRESSO DEGLI EMIGRANTI DEL FRIULI (si tratta del<br />
primo numero de L’Emigrante, bollettino del Segretariato).<br />
385 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 181-182.<br />
116
L’avv. Enea Ellero è nominato ad ispettore dell’ospedale, dove non essendo stato<br />
eletto il dott. Cossetti l’amministrazione annuncia le dimissioni: si tratta del primo<br />
confl<strong>it</strong>to fra la maggioranza comunale e la corrotta gestione dell’opera pia, che esploderà<br />
negli anni successivi sotto l’amministrazione Galeazzi. Ma se i clericali sono attaccati<br />
frontalmente ed i moderati non vogliono che in Consiglio Comunale si faccia pol<strong>it</strong>ica, i<br />
socialisti protestano per parte loro perché l’Amministrazione Comunale non stanzia un<br />
sussidio agli stovigliai per sovvenzionarli in occasione del loro sciopero né contribuisce a<br />
favore della Camera del Lavoro. 386<br />
Nella seduta del Consiglio Comunale di sabato 29 agosto 1903 il consiglio<br />
nomina, con 14 voti contro 4, una maestra supplente stabile diversa dalla persona<br />
proposta dalla Giunta. Sulla nomina della maestra supplente è Policreti a presentare la<br />
candidatura della maestra Ildegonda Marchi da Venezia, prima classificata nella<br />
graduatoria fatta dal Consiglio Scolastico Provinciale, ed a porre su tale proposta la<br />
questione di fiducia. Ma il consiglio vota a grande maggioranza (votano contro la<br />
proposta di Policreti anche alcuni assessori) la seconda in graduatoria, la maestra<br />
Candida Petris di Pordenone. Come emerge dal dibatt<strong>it</strong>o e dall’intervento di Policreti,<br />
questa questione, tutt’altro che pol<strong>it</strong>ica, nasconde la cresc<strong>it</strong>a di lacerazioni interne alla<br />
compagine amministrativa. Policreti dà immediatamente le dimissioni ed abbandona<br />
l’aula.<br />
Nella successiva seduta di sabato 12 settembre 1903 la Giunta si presenta<br />
dimissionaria r<strong>it</strong>enendo che il voto consiliare sia stato un’ingiustizia. Nel dibatt<strong>it</strong>o l’ex<br />
sindaco Marini obietta che avrebbe cap<strong>it</strong>o le dimissioni su un atto pol<strong>it</strong>ico come il<br />
sussidio alla Camera del Lavoro, ma non in questo caso. Policreti r<strong>it</strong>iene che la non<br />
conferma della t<strong>it</strong>olare equivalga al suo licenziamento, e lo r<strong>it</strong>iene un’ingiustizia. Ellero<br />
propone un ordine del giorno in cui si inv<strong>it</strong>a la Giunta a r<strong>it</strong>irare le dimissioni, che viene<br />
bocciato con 9 voti contro 6 e l’astensione dei sei dimissionari. Si procede a varie<br />
votazioni per l’elezione della nuova Giunta, in quella seduta ed in quelle di giovedì 24<br />
settembre e di lunedì 5 ottobre, che non danno es<strong>it</strong>o per l’astensione dei consiglieri o per<br />
la non accettazione degli eletti. La maestra Marchi viene comunque nominata, nell’ultima<br />
seduta, al posto di una collega dimissionaria nelle scuole di Torre, nonostante che molti<br />
frazionisti ed il consigliere clericale De Mattia sostengano invece la sig.ra Civran. 387<br />
4.1.12 - La secessione pordenonese dalla<br />
federazione socialista.<br />
Il 28 settembre 1902 esce su L’Evo Nuovo la proposta di cost<strong>it</strong>uzione della<br />
Federazione Socialista Friulana, di cui si propone una bozza di statuto. La Federazione -<br />
rec<strong>it</strong>a l’articolo secondo - riassume gli uffici e l’azione collettiva delle Sezioni aderenti e si<br />
propone di dare un indirizzo costante ed uniforme all’azione pol<strong>it</strong>ica ed economica in Friuli.<br />
Nell’introduzione ci si ricollega alle recenti vicende congressuali: Pubblichiamo inoltre<br />
l’ordine del giorno Bonomi approvato al Congresso d’Imola, perché si comprenda<br />
l’importanza delle circoscrizioni provinciali. Per il Veneto le circoscrizioni Provinciali<br />
cost<strong>it</strong>uiscono il primo organo dopo la Direzione del Part<strong>it</strong>o, giacché il congresso di<br />
Castelfranco stabilì che sia sciolta la circoscrizione Regionale Veneta, demandando ogni<br />
potere alle Federazioni Provinciali. (...) 388<br />
Qual è l’importanza attribu<strong>it</strong>a alle circoscrizioni provinciali? Ecco il passaggio<br />
relativo dell’ordine del giorno Bonomi: Il Congresso quindi (...) conferma - per le eventuali<br />
alleanze coi part<strong>it</strong>i popolari - la tattica votata al Congresso di Roma per l’autonomia delle<br />
sezioni, con quei temperamenti che i congressi regionali o provinciali fossero per fissare a<br />
reprimere manifestazioni evidentemente aberranti del socialismo (...). 389<br />
La cost<strong>it</strong>uzione della federazione provinciale del part<strong>it</strong>o è dunque la scadenza in<br />
cui sarà possibile rimettere in discussione la tattica delle alleanze sul piano<br />
amministrativo, come era preannunciato nell’articolo del 15 settembre sopra c<strong>it</strong>ato: la<br />
sconf<strong>it</strong>ta della sinistra rivoluzionaria al congresso può essere rovesciata sul piano locale,<br />
tenendo conto dei rapporti di forza r<strong>it</strong>enuti pos<strong>it</strong>ivi. Ma faremmo torto ai padri<br />
fondatori del socialismo friulano se volessimo ridurre solo a questo intendimento<br />
l’ispirazione con la quale viene promosso il congresso. Il giorno 23 novembre avrà luogo in<br />
Udine nella sede del locale Circolo socialista Vicolo Raddi, il II. Convegno Socialista<br />
386 P, nn. 389 del 16 maggio 1903, pag. 3, Consiglio Comunale e 393 del 13 giugno 1903, pag. 3, Strascichi.<br />
387 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 206-217.<br />
388 EN, n. 42 del 28 settembre 1902, Federazione Socialista Friulana.<br />
389 EN, n. 42 del 28 settembre 1902, ORDINE DEL GIORNO Approvato dal Congresso di Imola.<br />
117
Friulano. Le domande per r<strong>it</strong>irare le tessere affine di poter intervenire al Convegno devono<br />
essere rivolte alla Sezione di Udine, inviando L. 0.50 per le rappresentanze delle sezioni e L.<br />
0.25 per le adesioni personali. Le sezioni potranno avere un rappresentante ogni 30 soci<br />
iscr<strong>it</strong>ti alla Sezione. Il voto deliberativo verrà demandato ai soli rappresentanti di esse. I<br />
compagni non organizzati e gli aderenti potranno partecipare alle discussioni ma non<br />
avranno dir<strong>it</strong>to di voto. Il Convegno socialista Friulano ha per iscopo di sciogliere il voto<br />
sanzionato nella riunione delle Sezioni Friulane avvenuto il 29 aprile ul. pas. In quella<br />
tornata fu stabil<strong>it</strong>o di cost<strong>it</strong>uire la Federazione socialista Friulana. La Federazione<br />
Provinciale, dopo la Direzione del Part<strong>it</strong>o, cost<strong>it</strong>uisce il nostro massimo organo, e si<br />
sost<strong>it</strong>uisce ad essa in tutti i movimenti, disposizioni ed attuazioni d’indole locale, sia<br />
nell’azione pol<strong>it</strong>ica come nell’organizzazione economica, connettendovi il Collegio arb<strong>it</strong>rale,<br />
autorizzato a sciogliere e definire tutte quelle vertenze d’indole delicata o personale, le quali<br />
non possono trovar sede nelle sezioni del luogo. La Sezione di Udine fà quindi caldo appello<br />
alle consorelle della provincia affine si predispongano a discutere lo Statuto della<br />
Federazione (...) come proposto dalla commissione incaricata per la sua compilazione, onde<br />
portar ad esso quei sani intendimenti atti a rendere coordinata e previdente una ist<strong>it</strong>uzione<br />
di part<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico-economico. L’ordine del giorno sarà: I. discussione ed approvazione dello<br />
Statuto della Federazione Socialista Friulana; II. proposte delle Sezioni o dei compagni non<br />
organizzati. (...) 390<br />
Il numero del 23 novembre si apre con un manifesto ai congressisti, firmato dalla<br />
commissione esecutiva della sezione udinese. (...)Voi sapete che lo sviluppo dell’Ideale<br />
nella nostra provincia è quasi al suo inizio. Ne necess<strong>it</strong>a quindi una propaganda assidua,<br />
disseminata ovunque a luce meridiana, perché essa è forza irresistibile. Voi sapete ancora<br />
che un’assieme d’impellenti problemi posti per lo studio dai programmi del nostro part<strong>it</strong>o,<br />
specie primo quello dell’emigrazione temporanea, sono appena sfiorati. Se è vero che ove<br />
l’Idea è già progred<strong>it</strong>a, venne colà squarciata la plumbea volta medioevale, voluta e<br />
mantenuta dalle classi opulente, che ancora abbruttisce il lavoratore, è dovere, imperioso<br />
dovere d’ogni socialista, il quale senta la dign<strong>it</strong>à dell’essere suo, di adoperarsi e di ag<strong>it</strong>arsi,<br />
affine questa vasta provincia chiamata forte (d’emigrazione e di pellagra) cammini<br />
coll’evolversi dei tempi e non ultima rimanga nella marcia ascendente del proletariato. E<br />
perciò onde intraprendere un’opera di feconda preparazione è necessario che tutti i<br />
socialisti coscienti intervengano al II Congresso delle Sezioni socialiste friulane. (...) 391<br />
La convocazione del congresso cost<strong>it</strong>utivo della federazione provinciale è<br />
occasione per un intervento di Libero Grassi, in cui si fa il punto della s<strong>it</strong>uazione del<br />
socialismo friulano: (...) Noi Socialisti Friulani giungiamo tardi con la nostra organizzazione<br />
provinciale; giungiamo tardi perché sin oggi non fummo ab<strong>it</strong>uati a nessuna grande<br />
organizzazione e perché le nostre Sezioni sono nate or ora, ed incerte. Nel 1901 il Friuli<br />
contava tre sole Sezioni Socialiste, nel 1902 a tutto oggi ne conta 15. Dalla primavera ne<br />
sono sorte quindi altre due, e nel Friuli occidentale a Pordenone e Pasiano si è venuta<br />
affiancando Pinzano al Tagliamento 392 . Quale sia la consistenza delle sezioni è dato dal<br />
numero dei delegati, assegnato sulla base del quoziente di 30 iscr<strong>it</strong>ti (non è indicato se<br />
pieno o arrotondato ad una significativa frazione): Pasiano ha un delegato, Pordenone e<br />
Pinzano due per ciascuna sezione.<br />
Donde si sprigionò questo sub<strong>it</strong>aneo moto d’organizzazione? Donde nacque questa<br />
necess<strong>it</strong>à germogliata d’improvviso? Dall’emigrazione continentale per una parte, dalla<br />
propaganda di questi ultimi tempi per l’altra ed infine per il sorgere del periodico locale<br />
socialista, il quale si propose scopo precipuo, di formare la Federazione provinciale. Questa<br />
sola può esser guida ad un’azione uniforme e costante nell’indirizzo dei bisogni localmente<br />
sent<strong>it</strong>i. Con la Federazione tutto è possibile: la preparazione statistica dell’emigrazione,<br />
vicenda predominante nella v<strong>it</strong>a del lavoratore friulano; studio dei bisogni locali degli operai<br />
agricoli; ag<strong>it</strong>azione e movimento per gli operai industri; propaganda ufficiale e spicciola nei<br />
paesi refrattari all’Ideale od inesplorati; azione pol<strong>it</strong>ica pronta corretta incorruttibile, nel<br />
momento del bisogno. (...) 393<br />
Il congresso si svolge alla presenza di circa duecento compagni (comprese alcune<br />
donne, sottolinea il resoconto de L’Evo Nuovo), per la durata di sei ore. Vi sono presenti le<br />
sezioni della Carnia e della Sinistra Tagliamento: Basaldella, Feletto, Goricizza, Maiano,<br />
Mortegliano, Palmanova, Udine e Chiusaforte, mentre hanno mandato la loro adesione<br />
390 EN, n. 46 del 26 ottobre 1902. Congresso Socialista Friulano.<br />
391 EN, n. 50 del 23 novembre 1902, pag. 1.<br />
392 La sezione di Pinzano al Tagliamento è la prima a nascere nell’area delle Prealpi Carniche, grazie soprattutto<br />
all’azione del muratore emigrante Giovanni Sguerzi, che dedica i suoi periodi di presenza invernale a cost<strong>it</strong>uire<br />
progressivamente l’organizzazione del Psi in tutti i paesi vicini e risulta attivo come dirigente del part<strong>it</strong>o fino agli<br />
anni immediatamente precedenti la guerra. A Pinzano opera inoltre, fin dal decennio precedente, il medico<br />
condotto Plinio Longo, altro dirigente fondamentale del socialismo friulano, presente con i suoi lunghi e spesso<br />
originali interventi sulla stampa settimanale e promotore di iniziative sociali come il Forno di Pinzano. Solo<br />
dopo il congresso degli emigranti tenuto dal Segretariato dell’emigrazione a Spilimbergo nel 1906, si cost<strong>it</strong>uisce<br />
anche nel centro principale dell’area la sezione socialista, mentre un gruppo del Psi era già esistente a Lestans<br />
(frazione di Sequals) grazie all’iniziativa del negoziante ed assessore comunale Evaristo Bettoli.<br />
393 EN, n. 50 del 23 novembre 1902. II. Congresso Socialista Friulano. AI CONGRESSISTI.<br />
118
Ampezzo e Prato Carnico. Sono assenti tutte e tre le sezioni del Friuli Occidentale,<br />
seppur con modal<strong>it</strong>à e probabilmente ragioni diverse: Prata di Pordenone ha ader<strong>it</strong>o a<br />
mezzo lettera, così come Pinzano al Tagliamento, che ha delegato il compagno Edoardo<br />
Biondini, delegato di Udine. Unica e sola non aderente al Congresso è la Sezione di<br />
Pordenone che ha inviato un ordine del giorno in cui sostiene non essere necessaria la<br />
cost<strong>it</strong>uzione della Federazione. 394 Il totale complessivo è di tredici sezioni, minore di due<br />
rispetto alla lettera di convocazione di Libero Grassi sopra c<strong>it</strong>ata: probabilmente<br />
possiamo ascrivere questa incongruenza al fatto che in due realtà il gruppo socialista sia<br />
ancora in formazione e magari - a causa dell’emigrazione stagionale - impossibil<strong>it</strong>ato a<br />
garantire la presenza di suoi rappresentanti.<br />
Il congresso viene introdotto da Libero Grassi, direttore de L’Evo Nuovo, il quale<br />
svolge anche la relazione a nome della commissione incaricata dal primo congresso di<br />
redigere la bozza di statuto. (...) Si dilungò per dimostrare la necess<strong>it</strong>à che le forze<br />
socialiste sparse su tutto il Friuli siano riun<strong>it</strong>e nella Federazione Socialista Friulana; biasima<br />
di conseguenza la Sezione di Pordenone non aderente, e legge, a tale propos<strong>it</strong>o l’ordine del<br />
giorno Lerda approvato al Congresso di Imola ed inc<strong>it</strong>ante alla cost<strong>it</strong>uzione delle Federazioni<br />
provinciali. 395<br />
Successivamente Grassi, essendo parte in causa, cede la parola a Luigi Fedrigo<br />
per la relazione sulla stampa, il quale propone che L’Evo Nuovo diventi organo ufficiale<br />
della nuova federazione provinciale. La conduzione del settimanale socialista friulano,<br />
intrecciata con la discussione dell’articolo decimo della proposta di statuto, è l’occasione<br />
per una lunga polemica, in cui al gruppo dirigente provinciale uscente si contrappone il<br />
giovane avvocato udinese Giovanni Cosattini, che negli anni seguenti emergerà come<br />
l’esponente di gran lunga più autorevole del socialismo friulano. La questione non è<br />
assolutamente di ordine procedurale: come la conduzione del settimanale rimanda alla<br />
linea pol<strong>it</strong>ica del part<strong>it</strong>o, l’articolo decimo definisce la funzione pol<strong>it</strong>ica della federazione,<br />
contrapponendo una proposta centralistica ad un’altra, che lascia ampia autonomia alle<br />
organizzazioni di base: X. La Federazione inoltre cost<strong>it</strong>uisce l’ente giuridico per tutte le<br />
Sezioni della provincia imprescindibilmente confederate dal loro sorgere, ed in essa<br />
troveranno sede tutte quelle controversie che non potrebbero essere risolte dalle sezioni<br />
stesse. 396<br />
All’inizio del dibatt<strong>it</strong>o interviene Buttazzoni, il quale propone sub<strong>it</strong>o di sospendere<br />
la discussione sullo statuto e di rinviarla ad una commissione, soprattutto perché<br />
l’articolo decimo restringe la libertà delle Sezioni obbligandole a federarsi fino dal loro<br />
nascere e condurrà alla condizione che le poche Sezioni attualmente esistenti impongono la<br />
loro volontà alle molte che ancora debbono sorgere, in modo che si avrà la minoranza che<br />
comanda alla maggioranza. Edoardo Biondini, delegato della sezione di Udine, respinse<br />
quindi la proposta di sospensiva del Buttazzoni perché altrimenti con II.o Congresso si<br />
sarebbe venuti alle stesse conclusioni del I.o il che sarebbe stato dannoso essendo necessaria<br />
la stabile cost<strong>it</strong>uzione della Federazione per mettere un po’ di disciplina al movimento<br />
socialista della nostra provincia. R<strong>it</strong>enne anche dannosa la sospensiva pel fatto che sarebbe<br />
stata fatale per L’Evo Nuovo il quale fino a qui fu utile e benefico (...). Il compagno Cosattini<br />
espresse il parere che la Commissione Federale non possa ingerirsi sul movimento<br />
economico delle singole Sezioni, pel quale movimento è necessario lasciare alle Sezioni ogni<br />
autonomia affinché possano destreggiarsi coi part<strong>it</strong>i affini onde far sorgere le associazioni:<br />
concluse dicendo che r<strong>it</strong>iene comp<strong>it</strong>o della Commissione Federale coordinare il movimento<br />
socialista e non imporre alcun indirizzo. 397<br />
Il carattere tutto pol<strong>it</strong>ico, e per nulla organizzativo del confronto congressuale è<br />
evidente. Dietro alla diversa caratterizzazione della federazione provinciale emergono le<br />
due tendenze pol<strong>it</strong>iche socialiste. La prima, quella centralizzatrice, si propone di<br />
omogeneizzare il corpo del part<strong>it</strong>o, sulla base di una linea pol<strong>it</strong>ica di autonomia<br />
nell’organizzazione economica e nella presenza elettorale. La seconda linea, quella che<br />
invece vorrebbe privilegiare l’autonomia delle sezioni, rivendica al contrario la libertà di<br />
scelta a livello locale, in modo da permettere le alleanze con le altre forze della sinistra,<br />
394 Il resoconto della seduta congressuale occupa le pagine di alcuni numeri consecutivi de EN: dal n. 53 del 14<br />
dicembre 1902 al n. 56 del 4 gennaio 1903, II° CONGRESSO SOCIALISTA FRIULANO. La sezione di Prata è<br />
probabilmente la stessa precedentemente indicata come quella di Pasiano. Essendo i due comuni contigui, si<br />
trattava di una svista oppure di una presenza socialista che abbracciava ambedue i comuni? Negli anni<br />
successivi non avremo mai notizie di una sezione di Pasiano (ove il Psi si organizza solo nel dopoguerra), mentre<br />
è attiva la sezione di Prata, che coltiva contatti nella frazione pasianese di Cecchini.<br />
395 EN del n. 53 del 14 dicembre 1902, II° CONGRESSO SOCIALISTA FRIULANO. Lerda, sosten<strong>it</strong>ore della<br />
mozione congressuale rivoluzionaria, è il relatore previsto dall’ordine del giorno congressuale per<br />
l’organizzazione pol<strong>it</strong>ica: purtroppo Pedone non riporta il testo della mozione richiamata, né il dibatt<strong>it</strong>o<br />
sull’argomento. Cfr. PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 158 e segg.<br />
396 EN, n. 46 del 26 ottobre 1902. Congresso Socialista Friulano. Statuto della Federazione.<br />
397 EN, n. 54 del 21 dicembre 1902. II° CONGRESSO SOCIALISTA FRIULANO.<br />
119
nell’organizzazione economica e nella formazione di liste elettorali del blocco popolare.<br />
L’assenza della sezione pordenonese, sintomo senz’altro di una rottura ormai consumata<br />
anche sul piano umano con il gruppo dirigente della cost<strong>it</strong>uenda federazione, rivela un<br />
netto schieramento con la linea rappresentata nel congresso soprattutto da Giovanni<br />
Cosattini. Interviene invece a favore della centralizzazione a livello di federazione il<br />
rappresentante triestino Petronio, proprio sulla base dell’esperienza realizzata dalla<br />
socialdemocrazia austriaca del L<strong>it</strong>orale.<br />
La sospensiva non viene approvata e si passa alla discussione dello statuto, i cui<br />
articoli sono tutti approvati, anche se con maggioranze di diversa portata, talvolta vicine<br />
all’unanim<strong>it</strong>à ma a volte risicate. Dall’esame delle votazioni sugli articoli, sembra essersi<br />
realizzata una votazione più articolata su questioni di carattere organizzativo (quali<br />
sezioni deputare a formare il direttivo provinciale), mentre più compatto è il risultato<br />
sulle questioni a carattere pol<strong>it</strong>ico.<br />
Il culmine dello scontro si ebbe sull’articolo undicesimo, che sancisce come: XI. Il<br />
giornale “Evo Nuovo” sarà organo ufficiale della Federazione. 398 (...) Ebbe per primo la parola<br />
il compagno Cosattini il quale disse che L’Evo Nuovo si poteva chiamare organo della<br />
Federazione prima di esaminare se esso fosse degno o no di essere scelto per tale ufficio.<br />
Disse che per sua opinione L’Evo Nuovo era macchiato fin dal suo nascere e che questo si<br />
poteva documentare come pure si poteva provare che non ha serv<strong>it</strong>o ai bisogni dei socialisti<br />
perché servì a tutto meno che alla propaganda. Soggiunse che r<strong>it</strong>eneva utile la morte dell’<br />
“Evo Nuovo” e la sost<strong>it</strong>uzione di esso con un altro organo, e di essere dispiacente di dover<br />
agire contro quanto disse un compagno d’oltre confine, ma riconosceva necessario mettere<br />
in discussione quel giornale pel quale, buoni compagni si erano rifiutati di collaborare e la<br />
necess<strong>it</strong>à di cercare la cagione onde tale giornale è tenuto in così basso concetto, cagione<br />
nella quale non è del tutto estraneo il direttore. Chiese con quali fondi abbia vissuto L’ “Evo<br />
Nuovo” e disse che tale giornale ha due macchie una di redazione e l’altra di avere serv<strong>it</strong>o<br />
per uso e consumo di chi lo dirigeva, appoggiò queste sue asserzioni a dei fatti. Chiuse<br />
dicendo che tale giornale non ha apportato alcun bene, ma anzi fu dannoso e che il<br />
diffondersi dell’idea socialista nella nostra provincia non la si deve all’ “Evo Nuovo”, ma<br />
bensì alla cresciuta libertà.<br />
(...) Il compagno Biondini pose la domanda del come si può far penetrare nelle masse<br />
l’idea socialista senza il concorso del giornale. Dedusse quindi che l’ “Evo Nuovo” fu<br />
benefico portando anche in esempio il movimento che detto giornale impresse in Pinzano al<br />
Tagliamento. (...) Il compagno Cadel fece presente che se il giornale era nato macchiato non<br />
si doveva aspettare di dirlo soltanto ora; domandò se senza il giornale l’ “Evo Nuovo”<br />
sarebbero sorte tante Sezioni nella nostra provincia; disse essere non esatta l’asserzione del<br />
Cosattini circa il rifiuto di collaborazione per parte di buoni socialisti intellettuali e c<strong>it</strong>a in<br />
sostegno la offerta per parte del prof. M..... di prestar l’opera sua. 399 Disse che si<br />
meravigliava che il Cosattini domandasse con quali fondi fino ad ora abbia vissuto il<br />
giornale, perché il Cosattini sapeva che l’ “Evo Nuovo” aveva vissuto con l’obolo di tutti i<br />
socialisti della provincia; fece osservare che se nel suo contenuto il giornale rispecchiò<br />
qualche volta l’acredine delle questioni personali, la colpa di ciò dovevasi addeb<strong>it</strong>are al<br />
direttore essendo che un giornale è buono o cattivo a seconda che si vuole; concludeva<br />
quindi che se L’ “Evo Nuovo” aveva delle pecche si poteva sempre trovare il medico che lo<br />
risanasse. Riprese poscia dicendo che le questioni personali da oltre 2 anni sono sempre<br />
esist<strong>it</strong>e ad Udine e che quindi non è l’ “Evo Nuovo” la causa di esse, ma bensì l’impuro<br />
ambiente (...). 400<br />
La discussione si svolge ancora a lungo, con la polemica avv<strong>it</strong>ata attorno ai colpi<br />
bassi rivolti da Cosattini e respinti da altri intervenuti, fra cui il direttore del settimanale<br />
Grassi. La posizione sol<strong>it</strong>aria di Cosattini è da lui stesso riconosciuta, quando in un<br />
successivo intervento: Disse ancora che se col far notare che egli non aveva detto in<br />
antecedenza quanto ebbe a dire del L’Evo Nuovo, si volesse tacciarlo di vigliaccheria,<br />
respingeva l’insulto perché egli era là solo a lottare contro tutti ed a sostenere con sincer<strong>it</strong>à<br />
quanto opinava. (...). Anche l’articolo undicesimo dello statuto è approvato quasi<br />
all’unanim<strong>it</strong>à, esclusi due voti. L’ultimo adempimento congressuale è l’elezione del<br />
consiglio direttivo della neocost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a federazione, formato, come da statuto, da compagni<br />
parzialmente di Udine e parzialmente di altre sezioni vicine: Fedrigo geom. Luigi, Trani<br />
geom. Arturo, Cadel Luigi, Durli Adamo, Costantini Luigi e Molinis Enrico, affiancati dal<br />
com<strong>it</strong>ato dei revisori cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da Vendruscolo Demetrio, Pignat Luigi e Fac(c)hini<br />
Napoleone. 401<br />
398 EN, n. 46 del 26 ottobre 1902. Congresso Socialista Friulano. Statuto della Federazione.<br />
399 Si tratta probabilmente del prof. Felice Momigliano.<br />
400 EN, n. 55 del 28 dicembre 1902. II° CONGRESSO SOCIALISTA FRIULANO.<br />
401 EN, nn. 55 del 28 dicembre 1902 e 56 del 4 gennaio 1903. II° CONGRESSO SOCIALISTA FRIULANO.<br />
Adamo Durli è delegato della sezione di Palmanova, Luigi Fedrigo appartiene alla sezione di Mortegliano, Luigi<br />
Cadel e Luigi Costantini sono delegati della sezione di Udine: cfr. EN, nn. 53 del 14 dicembre 1902 e n. 55 del<br />
28 dicembre 1902. Dalla lista dei candidati per le elezioni comunali e provinciali di Udine del 1904 possiamo<br />
120
Non ci si può stupire che i socialisti pordenonesi abbiano fatto la scelta di non<br />
affrontare lo scontro in un congresso in cui la loro posizione sarebbe apparsa nettamente<br />
minor<strong>it</strong>aria. Certo lo stesso atteggiamento - permesso dai fatti ad una realtà<br />
geograficamente lontana dal capoluogo provinciale - non è possibile per Cosattini, che<br />
proprio ad Udine opera.<br />
Nel periodo antecedente al congresso, nonostante il venir meno delle regolari<br />
corrispondenze da Pordenone, il settimanale socialista sembra ancora sostenere l’azione<br />
di quella sezione, come quando il 26 ottobre si annuncia che domenica a Pordenone si<br />
cost<strong>it</strong>uisce la Lega di resistenza fra i lavoranti del legno. La redazione commenta in modo<br />
incoraggiante: Dal canto nostro non possiamo fare a meno di esprimere, come altre volte<br />
l’abbiamo fatto, il nostro pieno plauso ai bravi compagni di Pordenone. L’opera da essi<br />
intrapresa e sempre felicemente prosegu<strong>it</strong>a, è la dimostrazione solenne e la risposta formale<br />
che il Socialismo diviene anche per l’azione delle forze operanti. 402<br />
Ma la mancata partecipazione della Sezione di Pordenone è oggetto - oltre alla<br />
viva censura espressa nelle cronache del secondo congresso provinciale - di una<br />
polemica che corre parallela al resoconto della riunione sulle colonne de L’Evo Nuovo.<br />
Secondo Gino Rosso la sezione pordenonese si sarebbe sottratta all’impegno a cost<strong>it</strong>uire<br />
la federazione già in occasione del primo congresso provinciale socialista, il 20 aprile<br />
antecedente. E’ significativo questo retrodatare da parte di Rosso l’inizio della rottura:<br />
proprio nei mesi successivi al primo congresso aveva infatti avuto luogo la polemica fra<br />
la vecchia e la nuova leadership socialista pordenonese sulle pagine de L’Evo Nuovo. Il<br />
gruppo dirigente provinciale nega tale giustificazione dell’assenza al secondo congresso,<br />
r<strong>it</strong>enendola pretestuosa. E tale posizione viene ribad<strong>it</strong>a la settimana successiva: “Gino<br />
Rosso” - Pordenone - Crediamo chiusa la polemica anche perché i verbali dei congressi e<br />
delle adunanze per qualche cosa si fanno. Del resto, la Federazione e la Sezione di<br />
Pordenone avranno in segu<strong>it</strong>o certamente occasione di riparlarne in propos<strong>it</strong>o. 403<br />
Non si tratta di un modo di dire: pochi giorni dopo, nel resoconto della prima<br />
riunione del consiglio direttivo della federazione, con il quale viene pubblicato il testo<br />
dello statuto approvato dal congresso, si rende noto l’ordine del giorno della successiva<br />
riunione del 10 gennaio 1903, in cui figurano al terzo punto la discussione sulla<br />
questione Fedrigo-Rosso, ed al quarto sul contegno della Sezione di Pordenone. 404<br />
La “questione pordenonese” viene infine portata alla discussione del terzo<br />
congresso socialista friulano, convocato domenica primo marzo 1903 a Palmanova, come<br />
deciso nel precedente congresso. Sono rappresentate le sezioni di Udine, Palmanova,<br />
Chiusaforte, Raccolana, Prato Carnico, Paluzza, Ampezzo-Oltris, Tolmezzo, Fusea,<br />
Feletto Umberto e Mortegliano. Mandarono la propria adesione le sezioni di Goricizza,<br />
Maiano ed Enemonzo. A quel congresso partecipa, dal Friuli Occidentale, solo la sezione<br />
di Pinzano al Tagliamento. Si sono quindi aggiunte delle nuove sezioni nell’intervallo fra<br />
il secondo ed il terzo congresso, visto che quelle presenti od aderenti sono quindici. Ad<br />
esse va aggiunta Pordenone; non abbiamo per altro notizie relative alla sezione di<br />
Pasiano/Prata.<br />
La discussione lascia trasparire, pur nella sintetica arid<strong>it</strong>à del resoconto, un<br />
cambiamento di fase in atto nel socialismo friulano. Fedrigo legge la relazione a nome del<br />
consiglio direttivo della Federazione, rilevando lo scarso ed apatico concorso delle Sezioni<br />
federate. Sono passati solo tre mesi dal precedente congresso! Ancora più significativa è<br />
la discussione a propos<strong>it</strong>o del settimanale della federazione, che si conclude con la<br />
decisione di nominare una commissione di cinque componenti (uno dei quali è Cosattini,<br />
mentre manca fra essi il direttore de L’Evo Nuovo Grassi) con il comp<strong>it</strong>o di dare un nuovo<br />
indirizzo al giornale ed eventualmente cambiarne anche il nome. Nonostante la decisione<br />
sia quella di continuare comunque le pubblicazioni, ne escono ancora solo due numeri,<br />
per poi riprendere brevemente le pubblicazioni per tre settimane nel giugno 1904 per le<br />
elezioni udinesi. Solo nel novembre 1904 uscirà il nuovo settimanale, Il Lavoratore<br />
Friulano.<br />
Ma è sul piano pol<strong>it</strong>ico che il congresso mostra il più consistente salto di qual<strong>it</strong>à,<br />
con la discussione del programma di iniziative rivolte ai lavoratori emigranti ed ai<br />
trarre la professione di alcuni di essi: oltre a Luigi Fedrigo, geometra, Demetrio Vendruscolo è un operaio<br />
ferroviario e Napoleone Facchini un tappezziere. Altri candidati a quelle elezioni amministrative, alcuni dei<br />
quali sono stati delegati e dirigenti presenti al secondo congresso, sono Giovanni Battista Trani (p<strong>it</strong>tore),<br />
Domenico Paolini (giardiniere), Amedeo Libero Grassi (possidente) ed Emilio Miani, (tipografo): cfr. EN, n. 69 del<br />
26 giugno 1904.<br />
402 EN, n. 46 del 26 ottobre 1902, DA PORDENONE.<br />
403 EN, nn. 53 del 14 dicembre 1902, Rettifica a rettifica (cfr. il testo in appendice) e 54 del 21 dicembre 1902,<br />
PICCOLA POSTA.<br />
404 EN, n. 57 dell’11 gennaio 1903, NOTIZIE DI PARTITO. FEDERAZIONE SOCIALISTA FRIULANA.<br />
121
contadini e con la decisione di presentarsi autonomamente alle elezioni pol<strong>it</strong>iche.<br />
Nell’ordine del giorno sull’organizzazione pol<strong>it</strong>ica ed economica e sulla propaganda,<br />
proposto dai relatori Grassi, Molinis e Pinfari, rilevato: (...) I. che il movimento socialista<br />
nel Friuli va estendendosi; 2. la necess<strong>it</strong>à di affermarsi in ogni collegio con candidature<br />
socialiste atte a sviluppare la coscienza socialista; (... si) delibera che la Federazione<br />
socialista friulana provveda al disciplinamento di questo movimento socialista curandolo in<br />
tutto e per tutto con un attivo lavoro di propaganda, demandando l’opportun<strong>it</strong>à di vagliare<br />
la posizione di ciascun collegio a tempo opportuno all’infuori di Tolmezzo e Cividale ove sin<br />
d’ora si delibera porre candidature prettamente socialiste.<br />
Dopo le discussioni precedenti, il terzo congresso sembra darci l’immagine di un<br />
part<strong>it</strong>o che inizia a crescere ed a radicarsi, acquisendo la capac<strong>it</strong>à di fare pol<strong>it</strong>ica e di<br />
produrre i primi segmenti di un’organizzazione di classe capace di dare spessore alle<br />
proprie rivendicazioni. Anche questa volta il direttivo poggia sulle forze socialiste<br />
dell’udinese, con la nomina di Cadel, Cosattini, Costantini, Fedrigo, Arturo e Gio. Batta<br />
Trani.<br />
Di Pordenone si parla al termine del congresso, fra le Comunicazioni: (...) il<br />
Consiglio della Federazione a mezzo del relatore Costantini sottopone al Congresso la<br />
questione della Sezione di Pordenone che non intende aderire alla Federazione inv<strong>it</strong>ando<br />
pure il Congresso ad occuparsi della vertenza tuttora insoluta, in seno alla stessa Sezione di<br />
Pordenone fra i compagni Rosso e Fedrigo. Dopo breve discussione si votò il seguente ordine<br />
del giorno: “Il III. Congresso socialista friulano delibera di incaricare il compagno on.<br />
Rondani perché faccia pratiche con la Sezione di Pordenone inv<strong>it</strong>andola ad uniformarsi ai<br />
deliberati dei congressi e aderire alla Federazione socialista friulana. Delibera inoltre che la<br />
vertenza Rosso-Fedrigo debba essere inappellabilmente risolta da una commissione di tre<br />
membri fin d’ora designati nelle persone dei compagni: Barbui, Fantini e Rocchetti. A sede<br />
del prossimo Congresso venne acclamato “Tolmezzo”. 405<br />
Il quarto congresso si terrà a Tolmezzo solo tre anni dopo. Un tempo assai lungo,<br />
nel quale il socialismo friulano porrà solide radici alla sua azione, presentandosi con una<br />
forza molto maggiore che nei tre congressi tenutisi nel suo primo anno di v<strong>it</strong>a, grazie allo<br />
spazio pol<strong>it</strong>ico ottenuto nella nuova età giol<strong>it</strong>tiana succeduta alle dure lotte della fine<br />
dell’Ottocento. Non sappiamo quale sia stato il ruolo ed il risultato immediato della<br />
mediazione affidata ad un esponente di primo piano del Psi come l’on. Rondani. L’unica<br />
cosa certa è che - mentre a Pordenone si sarà affermata solidamente la nuova dirigenza<br />
formata dai due giovani avvocati Guido Rosso e Giuseppe Ellero - non avremo più notizie<br />
riguardanti Luigi Fedrigo, né a Pordenone né a altrove. 406 Ma i sintomi di un forte<br />
cambiamento della compagine socialista provinciale emergono con forza dalle pieghe del<br />
resoconto congressuale. Lo sviluppo per certi aspetti tumultuoso del movimento<br />
socialista di quegli anni permetterà di mettere in secondo piano polemiche legate ad una<br />
esperienza ancora minor<strong>it</strong>aria.<br />
A Tolmezzo la Sezione pordenonese sarà presente, inser<strong>it</strong>a nella nuova realtà<br />
della federazione provinciale a pieno t<strong>it</strong>olo, con un protagonismo di primo piano che solo<br />
a tratti lascia trasparire le ombre di quelle polemiche delle origini. Ma nel frattempo<br />
maturerà un nuovo gruppo dirigente, consolidatosi nell’immane lavoro di organizzazione<br />
degli emigranti attorno al Segretariato dell’Emigrazione diretto da Giovanni Cosattini, cui<br />
si affianca in quegli anni Ernesto Piemonte. Di quella cresc<strong>it</strong>a del socialismo friulano<br />
l’esperienza pordenonese, con l’organizzazione delle migliaia di operaie ed operai tessili<br />
del polo cotoniero, sarà uno dei punti di forza.<br />
4.1.13 - Le prime lotte sindacali.<br />
A partire dagli ultimi mesi del 1902 l’attiv<strong>it</strong>à propagandistica, e soprattutto di<br />
organizzazione sindacale dei socialisti pordenonesi si è sviluppata con intens<strong>it</strong>à. Al<br />
termine di mesi in cui si sono sussegu<strong>it</strong>e ag<strong>it</strong>azioni dei cotonieri e dei fornai e si stanno<br />
organizzando gli stovigliai, i muratori ed i falegnami, lunedì 1° dicembre alle 20.30 alla<br />
sala Coiazzi Carolina Annoni da Milano parla sul tema Organizzazioni operaie. La<br />
conferenza viene ripetuta nelle serate successive: a Cordenons martedì 2 ed a Torre<br />
mercoledì 3 in serata. Le iniziative sono finalizzate alla creazione della Camera del lavoro,<br />
405 EN, n. 56 del 4 gennaio 1903, per la riconvocazione al termine del secondo congresso; l’ordine del giorno del<br />
terzo congresso è riportato in apertura del n. 63 del 28 febbraio 1903, a pag. 1; il resoconto della seduta è<br />
riportato nel n. 64 del 7 marzo 1903, a pag. 1, 3° CONGRESSO SOCIALISTA FRIULANO.<br />
406 Luigi Fedrigo rientrerà negli anni successivi a Pordenone, evidentemente senza riprendere l’attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica<br />
pubblica, ma continuando a frequentare l’ambiente dei socialisti pordenonesi, fra i quali Vincenzo Degan:<br />
testimonianza di Teresina Degan. Dopo Caporetto, sarà profugo a Mosciano S. Angelo, in provincia di Teramo,<br />
presso la Regia Delegazione antifilosserica: cfr. GASPARDO, Paolo, c<strong>it</strong>., pag. 390.<br />
122
per la quale si attende il finanziamento da parte della Giunta democratica pordenonese<br />
presieduta da Antonio Polese.<br />
Dopo un lungo periodo di sopore, Pordenone operaia si ridesta a v<strong>it</strong>a nuova. (…) Così<br />
potrà sorgere tra breve anche tra noi una sezione della Camera del lavoro di Udine che<br />
sappiamo ha già iniziate pratiche col nostro Comune per ottenere un sussidio ed un locale<br />
che certamente verranno accordati. Ovunque la Annoni parla ad un folto pubblico (a<br />
Pordenone millecinquecento persone, numerose anche nella Cordenons che fino a quel<br />
momento è stata una specie di rocca feudale, dove fino ad ora il popolo fu mistificato dai<br />
signorotti e dal clero, mentre a Torre deve addir<strong>it</strong>tura parlare, nonostante la stagione, nel<br />
cortile delle scuole perché la sala predisposta non riesce a contenere tutto il pubblico. I<br />
clericali, che non si sono presentati al contradd<strong>it</strong>torio con la Annoni, replicano con una<br />
loro conferenza al Coiazzi domenica 7 dicembre: si presenta invece da loro Guido Rosso,<br />
che interviene per contestare scientificamente la dottrina clericale, ottenendo il risultato<br />
che l’oratore si eclissa e, di fronte ad altre richieste di intervento, la conferenza viene<br />
chiusa senza replicare. 407<br />
Domenica 21 dicembre si tiene sotto la loggia comunale un comizio socialista in<br />
risposta ai clericali, che hanno avuto coraggio di polemizzare con la Annoni solo dopo<br />
che ella è part<strong>it</strong>a da Pordenone. Presiede Luigi Scottà e parlano Giuseppe Ellero e Guido<br />
Rosso. Il comizio si prolunga per due ore senza che nessun clericale accetti il<br />
contradd<strong>it</strong>torio. 408<br />
Tutte questa attiv<strong>it</strong>à, se non porteranno alla cost<strong>it</strong>uzione della Camera del<br />
Lavoro, per le lacerazioni della Giunta democratica che di lì a poco cadrà, rafforzano il<br />
part<strong>it</strong>o, che all’inizio del 1903 sembra aver superato defin<strong>it</strong>ivamente la crisi che lo aveva<br />
dilaniato l’anno prima, grazie al consolidamento di un nuovo gruppo dirigente. In questa<br />
fase di grande attivismo propagandistico e di organizzazione sindacale nelle varie<br />
categorie (in particolare degli stovigliai della Ceramica Galvani), si ricost<strong>it</strong>uisce il circolo<br />
del Psi.<br />
Dopo un anno dalla sua ricost<strong>it</strong>uzione e diremo pure anche dalla sua rigenerazione, il<br />
locale Circolo Socialista che spiegò in così breve lasso di tempo tanta energia e azione<br />
feconda in pro delle nostre classi operaie, nella passata settimana inaugurò la sua sede<br />
sociale. Presente un numeroso ud<strong>it</strong>orio, il segretario fece il resoconto finanziario e spiegò<br />
l’azione pol<strong>it</strong>ica-economica del circolo stesso. Quindi si passò alla nomina della direzione e<br />
delle commissioni per la propaganda economica-pol<strong>it</strong>ica. Fu stabil<strong>it</strong>o per di più che almeno<br />
due volte per settimana sieno tenute delle conferenze serali sui principali temi d’attual<strong>it</strong>à,<br />
nonché sia provveduto alla dispensa di opuscoli, giornali ed altro. Dato questo stato di cose<br />
il consiglio direttivo che nulla tralascerà pel buon funzionamento del sodalizio, c’incarica di<br />
far caldo appello a tutti i soci perché vogliano cooperare allo sviluppo ed alla v<strong>it</strong>a del circolo,<br />
sia intervenendo alle adunanze serali, sia inv<strong>it</strong>ando tutti coloro che hanno comune l’idea a<br />
non tardare ad iscriversi ricordando che nell’unione sta la forza. Intanto ci si riferisce che<br />
parecchi giovanetti hanno anch’essi inaugurato un loro circolo, sezione giovani, e a loro<br />
pure auguriamo buona fortuna. (…) 409<br />
Lunedì 22 marzo 1903 si svolge dalle 20 alle 23 una conferenza di Ellero a<br />
Cordenons, con il risultato che i quattro preti presenti, inviati a fare il contradd<strong>it</strong>torio<br />
perché pensavano che parlasse l’on. Rondani, vengono conquistati dalle parole<br />
dell’oratore e si r<strong>it</strong>irano senza polemizzare. Guido Rosso commemora Carlo Marx al<br />
circolo socialista, mentre Ellero parla contro le spese mil<strong>it</strong>ari; domenica 29 alle 14.30 al<br />
Coiazzi Ellero parla sul tema Evoluzione e fattore economico. 410<br />
Le ultime corrispondenze da Pordenone de Il Paese sono del 27 giugno 1903: da<br />
quel momento sparisce ogni collaborazione, per la ver<strong>it</strong>à insieme a quasi tutte le<br />
corrispondenze dalla provincia, pur mantenendo il settimanale una viva attenzione per il<br />
dibatt<strong>it</strong>o socialista nazionale. Purtroppo la mancanza contemporanea del giornale<br />
radicale e di quello socialista ci priva di notizie di prima mano sull’attiv<strong>it</strong>à socialista di<br />
questi anni. Ma questa breve pausa (che penso potrebbe essere utilmente ricostru<strong>it</strong>a con<br />
l’utilizzo di altre fonti, soprattutto i quotidiani democratici Il Friuli ed Il Gazzettino) ci<br />
permette di affrontare alcune questioni legate alle origini ed a specifici aspetti del<br />
socialismo, locale e non solo.<br />
4.1.14 - Dai garibaldini al socialismo.<br />
407 P, nn. 365del 29 novembre 1902, pag. 3, Organizzazione e Conferenze pubbliche, 366 del 6 dicembre<br />
1902, pag. 3, Conferenze e 367del 13 dicembre 1902, pag. 3, Con le pive nel sacco e 370 del 3 gennaio 1903,<br />
pag. 3, Organizzazione.<br />
408 P, n. 369del 27 dicembre 1902, pag. 3, Comizio e 370 del 3 gennaio 1903, pag. 3, Censure.<br />
409 P, n. 380 dell’11 marzo 1903, pag. 3, Circolo Socialista.<br />
410 P, n. 382 del 28marzo 1903, pag. 3, Fughe pretesche, Al Circolo socialista e Conferenza al Coiazzi.<br />
123
Uno stretto rapporto lega le origini del socialismo alla componente democratica<br />
del movimento risorgimentale. Lo stesso Garibaldi aveva espresso la sua adesione, certo<br />
ispirata da un egual<strong>it</strong>arismo romantico scevro da ogni connotazione classistica, alla<br />
Associazione Internazionale dei Lavoratori, ed il suo sostegno esplic<strong>it</strong>o alla Comune di<br />
Parigi del 1871. Dalle file dei garibaldini provenivano nuclei originari dell’Internazionale<br />
in Italia. Ma il dire “garibaldini” era come dire il fior fiore morale della gioventù<br />
univers<strong>it</strong>aria d’allora, che era sempre stata pronta a lasciare la scuola per il campo di<br />
battaglia, ogni volta che ci fosse da combattere per un ideale. Questi giovani patrioti<br />
univers<strong>it</strong>ari si affratellavano cogli operai, e per un momento parve che essi stessero per<br />
guadagnare al socialismo tutto quanto il proletariato <strong>it</strong>aliano. 411<br />
La derivazione diretta dal movimento garibaldino risorgimentale era comune ai<br />
socialisti, così come ai repubblicani ed ai radicali che da questi si erano distaccati fin dal<br />
Risorgimento facendo cadere la pregiudiziale antimonarchica. 412 Sintomo di tale comune<br />
origine era un fortissimo anticlericalismo, espressione dell’opposizione ad una ist<strong>it</strong>uzione<br />
concep<strong>it</strong>a come baluardo della reazione, legata attraverso la figura del Papa-re ad uno<br />
dei regimi reazionari più v<strong>it</strong>uperati, che aveva permesso di mantenere l’Italia divisa ed<br />
asserv<strong>it</strong>a allo straniero.<br />
Ma, se l’anticlericalismo - legato alla rivendicazione di Roma ancora sotto il giogo<br />
dei papi fino al 1870, ed al timore di manovre cattoliche per la restaurazione del potere<br />
temporale dei papi nei decenni successivi - non si lim<strong>it</strong>a solo alla sinistra ma comprende<br />
una parte della classe dirigente liberale, un altro aspetto della pol<strong>it</strong>ica del Part<strong>it</strong>o<br />
d’Azione risorgimentale era diventato nel frattempo elemento di divisione fra i socialisti e<br />
la sinistra radicale e repubblicana ed avrebbe portato con il passare degli anni ad una<br />
frattura drammatica. Si tratta dell’irredentismo, della lotta all’Austria occupante il<br />
Veneto e più tardi ancora il Trentino e la Venezia Giulia. Sul piano della pol<strong>it</strong>ica estera,<br />
più ancora che su quello della pol<strong>it</strong>ica sociale, si consumerà progressivamente la frattura<br />
crescente fra le due diverse componenti della sinistra post-risorgimentale, con il rapido<br />
sl<strong>it</strong>tamento della maggior parte delle componenti irredentistiche (cui si uniranno vari<br />
settori dissidenti dello stesso socialismo) dalla sinistra alla destra dello schieramento<br />
pol<strong>it</strong>ico nazionale.<br />
Nel 1908, in piena pol<strong>it</strong>ica di riarmo <strong>it</strong>aliano e di tensione con l’alleato impero<br />
asburgico, i socialisti pordenonesi si opporranno all’installazione di una caserma della<br />
cavalleria in c<strong>it</strong>tà. Essi contrapporranno, al patriottismo che unisce i radicali (dei quali<br />
avevano appoggiato l’amministrazione nel triennio precedente) alla destra liberale e<br />
clericale, una diversa concezione del Risorgimento nazionale: Una volta patriottismo<br />
voleva dire qualche cosa di diverso, ma allora erano gli scamiciati, i filibustieri, la piazza, i<br />
rivoluzionari i patrioti. Oggi la musica è cambiata. I patrioti sono coloro che hanno dorm<strong>it</strong>o<br />
e sacramentato contro i fautori del risorgimento <strong>it</strong>aliano ed ora, gridano, portando il<br />
tricolore: “Viva papa e re”. 413<br />
Mentre i socialisti sceglieranno di schierarsi su posizioni coerentemente<br />
internazionaliste e pacifiste, pagando il prezzo di successive scissioni ed abbandoni,<br />
radicali e repubblicani diventeranno gli elementi di punta dell’irredentismo, fino alla<br />
scelta dell’interventismo nella Grande Guerra. Una scelta tutt’altro che improvvisa, se<br />
leggiamo con attenzione lo sl<strong>it</strong>tamento bellicistico del quotidiano radicale Il Paese già<br />
nella seconda metà del primo decennio del Novecento, con una progressiva attenzione<br />
per i problemi del riarmo e della difesa del confine orientale dalla minaccia<br />
austroungarica, e con il passaggio dall’iniziale simpatia per i socialisti triestini di lingua<br />
<strong>it</strong>aliana allo spazio dato ai loro più feroci e strumentali cr<strong>it</strong>ici, meglio se provenienti dal<br />
mondo socialista.<br />
A conferma del forte legame con il movimento risorgimentale - pur nel quadro di<br />
una impostazione internazionalista - sta il fatto che sullo stesso piano della Chiesa<br />
Cattolica altri due regimi sono spesso considerati sinonimi di stato poliziesco ed<br />
oppressivo, e non a caso sono le bestie nere della reazione post-napoleonica europea.<br />
Sono la monarchia asburgica, con un chiaro riferimento al passato, più che all’Austria-<br />
Ungheria contemporanea segnata dalla forte presenza della socialdemocrazia e,<br />
soprattutto dopo la repressione della rivoluzione del 1905, la Russia zarista.<br />
Anche nel richiamarsi alle tradizioni anticlericali i socialisti trovano modo di<br />
differenziarsi non solo dai pol<strong>it</strong>ici liberali conservatori, ma anche dai radicali.<br />
411 MICHELS, Roberto, Proletariato e borghesia, c<strong>it</strong>., pag. 60.<br />
412 Per la storia della sinistra radicale <strong>it</strong>aliana, da Agostino Bertani alla guerra mondiale, cfr.: GALANTE<br />
GARRONE, Alessandro, c<strong>it</strong>.<br />
413 LF, n. 205 del 19 settembre 1908, Pordenone Socialista, I clericali pel proletariato.<br />
124
Ripetutamente, con insistenza, nelle argomentazioni del settimanale socialista friulano<br />
troviamo polemiche nei confronti di quei massoni ed anticlericali che raggiungono<br />
compromessi con la parte pol<strong>it</strong>ica clericale in nome dei comuni interessi di classe.<br />
Non si tratta solo della polemica antimassonica in cui si era impegnata la sinistra<br />
rivoluzionaria, con chiare final<strong>it</strong>à di lotta pol<strong>it</strong>ica interna contro i riformisti ed il loro<br />
legame con la sinistra borghese, e che giungerà, dopo molteplici referendum interni al<br />
part<strong>it</strong>o e pronunciamenti congressuali, alla dichiarazione di incompatibil<strong>it</strong>à fra<br />
appartenenza alla massoneria ed al Psi nel congresso di Ancona nel 1914, ai tempi della<br />
dirigenza rivoluzionaria di Mussolini direttore de L’Avanti! Già nel 1905, nel referendum<br />
che si tiene nel Psi sull’appartenenza alla massoneria, si riscontra un es<strong>it</strong>o fortemente<br />
negativo: 10075 votanti (contro 852 no e 849 astenuti) r<strong>it</strong>engono che “appartenere alla<br />
massoneria cost<strong>it</strong>uisce una causa di compromissione nell’ordine sociale, pol<strong>it</strong>ico, morale”,<br />
mentre 9136 (contro 1165 no e 1438 astenuti) r<strong>it</strong>engono che “segu<strong>it</strong>are ad appartenere<br />
alla massoneria cost<strong>it</strong>uisca per un socialista caso di indegn<strong>it</strong>à morale e pol<strong>it</strong>ica che porti<br />
l’espulsione dal part<strong>it</strong>o”. 414<br />
I socialisti - anche quelli indubbiamente impegnati in una pratica pol<strong>it</strong>ica di tipo<br />
riformistico - sembrano rimpiangere il tempo in cui le logge massoniche erano un luogo<br />
di lotta pol<strong>it</strong>ica coerente, fase ormai superata dagli opportunismi dei contemporanei. Ad<br />
esempio, commentando l’espulsione dei massoni dall’associazione francese del Libero<br />
Pensiero, si osserva che nessuno può negare la importantissima funzione storica compiuta<br />
da questa tenebrosa setta: nel risorgimento <strong>it</strong>aliano ha avuto una parte preponderante; ma<br />
oggi con i tempi mutati è divenuta un’associazione di mutuo soccorso che si giova di tutti i<br />
mezzi per far trionfare unicamente i suoi affiliati. E, dopo aver paragonato la massoneria<br />
al filisteismo gesu<strong>it</strong>ico, se ne denunciano i tentacoli (forse sopravvalutati, ma neanche<br />
tanto, viste le non lontane trame della Loggia “coperta” P2 in Italia) che pervaderebbero i<br />
vari gangli della struttura amministrativa nazionale. 415<br />
Spesso questi richiami ai bei tempi antichi della massoneria vengono da<br />
Giuseppe Ellero, che di un esponente garibaldino e massone pordenonese è figlio: Enea<br />
Ellero viene infatti indicato come uno dei Fratelli fondatori nel 1901 di un triangolo<br />
massonico a Pordenone, dipendente dalla Loggia di Udine. 416<br />
Il legame con l’esperienza della lotta per l’un<strong>it</strong>à nazionale è fortissimo in un<br />
intellettuale di grandissima importanza per i primi anni del socialismo <strong>it</strong>aliano, Edmondo<br />
De Amicis. Nel suo libro più famoso il Risorgimento nazionale assurge ad epopea di un<br />
intero popolo, e viene ricollegato all’azione per la costruzione delle strutture civili<br />
dell’Italia ormai un<strong>it</strong>a, in primo luogo quell’istruzione che viene vista come uno dei fulcri<br />
dell’azione per emancipare i lavoratori. Non può stupire come l’ist<strong>it</strong>uzione mil<strong>it</strong>are e<br />
quella monarchica vengano presentate dal De Amicis del Cuore come un momento<br />
centrale per il nuovo Stato: esse possono anzi venir collegate con gli appelli degli anni<br />
successivi sulla stampa socialista per l’organizzazione dei lavoratori e la partecipazione<br />
al voto, in una logica evoluzionistica per la quale l’unificazione nazionale era stata il<br />
passaggio fondamentale per permettere lo sviluppo di quelle ist<strong>it</strong>uzioni che potevano<br />
consentire il pieno dispiegarsi delle potenzial<strong>it</strong>à delle masse lavoratrici: il Risorgimento<br />
come rivoluzione borghese <strong>it</strong>aliana, come De Amicis afferma nelle pagine del Primo<br />
Maggio, una rivoluzione nazionale che giustifica la lotta armata per l’indipendenza,<br />
anche se soffusa di pietas per i combattenti dei due schieramenti, v<strong>it</strong>time innocenti della<br />
violenza ma anche precursori, nei loro piccoli grandi gesti, del rifiuto di combattere<br />
espresso coscientemente dall’internazionalismo pacifista. 417<br />
Il legame con la democrazia risorgimentale assume a volte anche caratteri di tipo<br />
personale, dimostrati dalla vera e propria discendenza fra garibaldini e protagonisti del<br />
414 P, n. 2 di giovedì 19 ottobre 1905, pag. 1, I socialisti e la massoneria. L’es<strong>it</strong>o del “referendum”.<br />
415 LF, n. 81 del 9 giugno 1906, La massoneria ed il libero pensiero.<br />
416 CELOTTI, Antonio, La massoneria in Friuli. Prime ricerche sulla sua esistenza ed influenza, Udine, Del<br />
Bianco, 1982, pag. 55.<br />
417 DE AMICIS, Edmondo, Cuore, Milano, Piccoli, 1989; id., Primo maggio, c<strong>it</strong>.; id., Lotte civili, Milano, Treves,<br />
1910, pagg. 305-307 (Un episodio della battaglia di Custoza).<br />
L’opera maggiore di De Amicis è spesso sottovalutata ingiustamente mentre oggi può ben apparire come un<br />
vero e proprio monumento ad una scuola pubblica laica, strumento di unificazione nazionale e di<br />
emancipazione delle masse popolari, che sono le vere protagoniste del romanzo. Ma è soprattutto la lettura di<br />
Primo Maggio che ci consegna uno scr<strong>it</strong>tore capace di descrivere con crudezza il contrasto, sociale ed ideologico,<br />
fra un proletariato sfruttato bestialmente ed una borghesia tronfia nel suo desiderio di proseguire il dominio e<br />
terrorizzata dall’emergere delle nuove istanze di classe. De Amicis non disdegna neanche (anche se questo non<br />
può che nuocere alla scorrevolezza di un romanzo) il confronto con il dibatt<strong>it</strong>o teorico del socialismo, mettendo<br />
vivacemente a confronto un gradualismo molto meno pos<strong>it</strong>ivistico e più marxista degli stessi dirigenti del Psi e -<br />
d’altro canto - le ideal<strong>it</strong>à dell’anarchismo, verso il quale sembra essere attratto (solidale con Alberto Bianchini,<br />
il suo protagonista) in probabile polemica con il gradualismo riformista trionfante nel Psi.<br />
125
primo socialismo. Enea Ellero (1840-1932), il padre di Giuseppe, giovane avvocato attivo<br />
fra i primi promotori del socialismo pordenonese è un tipico esponente della borghesia<br />
risorgimentale. Enea, volontario garibaldino nei “Cacciatori delle Alpi” durante la<br />
seconda guerra d’indipendenza nel 1859, è uno dei tre pordenonesi che presero parte<br />
all’impresa dei Mille nel 1860, con il grado di sottotenente. Successivamente partecipò al<br />
tentativo garibaldino in Aspromonte nel 1862, e fu infine volontario anche nella terza<br />
guerra d’indipendenza nel 1866 418 .<br />
Anche il padre di Guido Antonini, il maestro che propaganda l’idea socialista a<br />
Travesio e nei comuni lim<strong>it</strong>rofi con una dura battaglia a favore della scuola pubblica e<br />
dell’istruzione degli emigranti, era stato un ufficiale garibaldino. Giacomo Antonini, la cui<br />
morte il 30 marzo 1911 verrà commemorata con grande rilievo da Il Lavoratore Friulano,<br />
era uno studente quando accorse nel Sud fra i garibaldini, con i quali combatté la<br />
battaglia del Volturno; r<strong>it</strong>ornò a Travesio dopo aver anche combattuto la guerra contro il<br />
brigantaggio, ricevendo ben tre decorazioni mil<strong>it</strong>ari. Successivamente, occupato nella<br />
farmacia di famiglia, è anche amministratore del paese. 419<br />
Prosdocimo Sedran, padre di Guido, uno dei fondatori del socialismo a<br />
Spilimbergo, era stato combattente garibaldino nella campagna del Trentino nel 1866<br />
(ma secondo Il Paese del 1859): sarto di professione e maestro dell’arte nel paese, è per<br />
quasi cinque anni assessore comunale, per un anno prosindaco, per molto tempo<br />
vicepresidente della Società Operaia ed al momento della morte, nel 1908, sarà<br />
consigliere dell’ospedale. Il funerale, svoltosi in forma religiosa per volere della vedova,<br />
avverrà con un folto concorso di autor<strong>it</strong>à e di pubblico, ed alle proteste del parroco per la<br />
presenza della camicia rossa sulla bara, la reazione sarà secca: giunti alla porta del<br />
Duomo la fiammante camicia fu levata e consegnata ad un reduce e ciò – lo disse un<br />
Garibaldino – per non profanarla portandola in chiesa! 420<br />
A differenza del deamicisiamo Alberto Bianchini, questi giovani borghesi, come i<br />
fratelli Rosso figli di un esponente della dura sinistra radicale, non dovranno pagar cara<br />
la loro adesione al socialismo, che anzi sembra quasi rappresentare un passaggio<br />
naturale dalla democrazia radicale risorgimentale alla sinistra operaia. De Amicis<br />
ambienta la tragica vicenda dell’ insegnante Bianchini (anche lui figlio di un pubblico<br />
impiegato di idee risorgimentali) nel fuoco della reazione borghese contro il nascente<br />
socialismo del decennio precedente, ed Alberto soccomberà davanti al fuoco dei soldati,<br />
ma soprattutto a causa dell’ostracismo di una borghesia gretta ed intollerante; Ellero, i<br />
Rosso, Antonini, Sedran e gli altri loro compagni invece, pur dovendo affrontare<br />
polemiche durissime, un lavoro immane di organizzazione pol<strong>it</strong>ica, sindacale e culturale,<br />
potranno contare su una solidarietà anche familiare che non li isolerà dal loro ambiente,<br />
nel quale cost<strong>it</strong>uiranno anzi l’anello di giunzione fra borghesia illuminata e nuovo<br />
movimento operaio e contadino. Fino a che, però, dovranno cedere ad una reazione ben<br />
più strutturata di quella della destra liberale di fine Ottocento: esemplare la solidarietà<br />
nell’affrontare le angherie squadriste fra gli Ellero padre e figlio, ormai un<strong>it</strong>i da una<br />
comune mil<strong>it</strong>anza antifascista.<br />
Una traccia di un’altra parentela importante che documenta il passaggio quasi<br />
naturale dal movimento garibaldino al socialismo è quella testimoniata dalla<br />
sottoscrizione a favore de Il Lavoratore Friulano da parte di Paolina Andreuzzi, figlia di<br />
Antonio, medico e soprattutto capo del tentativo cospirativo mazziniano che ebbe come<br />
sbocco il moto insurrezionale di Navarons del 1864. 421<br />
418 BENEDETTI, Andrea, c<strong>it</strong>., pagg. 437,438, 441 e 443.<br />
419 LF, n. 340 del 7 aprile 1911, pag. 2.<br />
420 LF, n. 216 del 5 dicembre 1908, SPILIMBERGO. Il lutto di un Compagno. I funerali e P, n. 276 di martedì<br />
1 dicembre 1908, pag. 1, I funerali del reduce Sedran. Un incidente per la camicia rossa.<br />
421 Meduno (Navarons): Paolina Andreuzzi per incoraggiare la santa lotta del Lavoratore...L. 2.25: LF, n. 21<br />
del 5 aprile 1905.<br />
Antonio Andreuzzi, medico di San Daniele, dopo un anno di preparativi mazziniani per un’insurrezione da far<br />
scoppiare contemporaneamente sulle montagne della regione veneta (in contemporanea con la lotta in atto in<br />
Polonia) per provocare il successivo intervento <strong>it</strong>aliano, decise con pochi fedeli di dar luogo all’azione all’inizio<br />
dell’autunno, anche per il rischio imminente che tutti i preparativi rivoluzionari fossero scoperti dalla polizia<br />
austriaca.<br />
Il moto ebbe il suo centro organizzatore in Navarons, frazione di Meduno arroccata sulla riva destra della Val<br />
Meduna, vicina a Tramonti ed alla Val Colvera: nel paese d’origine di Andreuzzi la popolazione aveva<br />
collaborato fattivamente all’insurrezione armata, dimostrando una solidarietà assoluta nella preparazione<br />
mil<strong>it</strong>are clandestina e poi al momento della sollevazione. Ma i paesi e le c<strong>it</strong>tadine circostanti non aderirono alla<br />
rivolta, e - come del resto nella gran parte dei precedenti moti mazziniani ed in quelli successivi anarchici che<br />
percorsero l’Italia ottocentesca - il collegamento e la sincronizzazione fra i vari gruppi insurrezionali in Friuli e<br />
Veneto furono disastrosi.<br />
Tuttavia l’azione armata di poche decine di insorti fra Val Meduna e Val Cellina fu tale da provocare l’intervento<br />
di spropos<strong>it</strong>ate forze armate austriache e soprattutto un’ondata di attenzione per la vicenda del Veneto<br />
126
Quarant’anni dopo la rivolta di Navarons, l’esempio di Andreuzzi e degli altri<br />
garibaldini friulani che erano stati alla testa dell’insurrezione (uno dei quali, Piero<br />
Passudetti, era stato sindaco di Meduno dopo il 1866 422 ) è ancor vivo nella tradizione<br />
della sinistra friulana. San Daniele è considerata ancora una roccaforte garibaldina e di<br />
sinistra, con aspetti di violenta intolleranza anticlericale come dimostra un episodio del<br />
1902. 423 A San Daniele, dal 1892 al 1913 viene eletto stabilmente Riccardo Luzzatto,<br />
deputato repubblicano che era stato il più giovane fra i Mille di Garibaldi nel 1860. 424<br />
Ma il richiamo al passato non poteva bastare più, senza fare il salto nella lotta<br />
sociale, pena la sconf<strong>it</strong>ta di un’ideal<strong>it</strong>à ormai vissuta come superata dai tempi e priva di<br />
significato. Ecco come Il Lavoratore Friulano commentava nel 1905 la sconf<strong>it</strong>ta elettorale<br />
democratica di San Daniele: Il così detto movimento democratico della famosa rocca di S.<br />
Daniele è andato a finire domenica sotto lo schiacciante peso dell’alleanza clerico - liberale.<br />
Nello stesso capoluogo, si è avuto - fenomeno nuovo e significante - un incremento di voti<br />
della coalizione conservatrice, la quale pareggiò addir<strong>it</strong>tura e paralizzò i democratici. Di<br />
questo fatto non ci sembra mer<strong>it</strong>evole rilevare le cause occasionali, sopra tutto le sfiducie<br />
personali, recanti anch’esse un sensibile contributo al risultato disastroso. Più utile e più<br />
serio è invece coglierne la causa vera e profonda: la decrep<strong>it</strong>ezza e la insufficienza della<br />
ricetta popolare, la quale non può più pretendere, mun<strong>it</strong>a com’è delle sole formule del<br />
patriottismo e dell’anticlericalismo da parata, di opporsi alle forze che il liberalismo ed il<br />
prete, ormai alleati, trovano numerose e potenti nel denso strato dei ceti campestri<br />
assoggettati da un secolare abbandono al dominio confessionale. Il quarantotto, il generoso<br />
retaggio della generazione di Andreuzzi, il 20 settembre, i canoni del radicalismo verbale,<br />
non bastano più. Tutto ciò forma un edificio di discreta apparenza, il quale però privo di<br />
solid<strong>it</strong>à e di buone fondamenta, deve cadere al primo urto. La forza, la consistenza, il<br />
contenuto sano e v<strong>it</strong>ale dell’azione rigeneratrice devono trarsi dalla masse, le quali ormai<br />
non possono essere chiamate a vera v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica se non col diretto e tangibile miraggio di<br />
quelle conquiste economiche e sociali, che sole formano la essenza concreta della loro<br />
ragione di muoversi e di progredire. 425<br />
Nel 1914 la commemorazione degli Andreuzzi per il cinquantennale<br />
dell’insurrezione di Navarons sarà occasione di una vera e propria offensiva socialista: a<br />
Spilimbergo viene affisso dalla sezione del Psi un duro manifesto che grida all’oltraggio,<br />
cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla direzione clericale dell’Amministrazione Comunale e della Società<br />
Operaia. Non sono solo i clericali ad unirsi alla commemorazione degli Andreuzzi: più in<br />
generale sono gli stessi ambienti monarchici a far propria la manifestazione. Nelle parole<br />
a commento di questa s<strong>it</strong>uazione, si trova un nuovo richiamo a quella fossilizzazione<br />
delle commemorazioni che, in altra epoca, ha colp<strong>it</strong>o anche la gran parte delle<br />
celebrazioni della Resistenza antifascista: destino comune del primo e del secondo<br />
Risorgimento è stato quello di essere stati progressivamente anestetizzati, privati del loro<br />
valore antagonista e classista, sussunti nella logica moderata delle classi dirigenti del<br />
paese. I socialisti organizzano le loro controcelebrazioni, nelle quali si fanno forti<br />
dell’opinione dell’altro, più famoso figlio di Antonio Andreuzzi, Silvio, pure lui<br />
compartecipe dell’insurrezione del 1864 e morto solo due anni prima, esplic<strong>it</strong>o<br />
sosten<strong>it</strong>ore del socialismo: Il socialismo ha fatto e farà tanto bene all’uman<strong>it</strong>à se i<br />
socialisti sapranno mantenersi un<strong>it</strong>i e di carattere nella democrazia. Il socialismo è uno<br />
studio di cattedra severo paziente, che segu<strong>it</strong>erà a dare sempre benefici degni”. 426<br />
dominato dall’Austria. Per quanto isolata inoltre, la rivolta di Navarons era un episodio significativo del legame<br />
fra gli intellettuali del Part<strong>it</strong>o d’Azione ed un autentico insediamento popolare, per quanto di dimensioni<br />
lim<strong>it</strong>ate a quel piccolo paese montano, ai collaboratori dei paesi vicini ed al nucleo mazziniano di San Daniele.<br />
Sul moto di Navarons cfr.: BARATTIN, Dino, Mazzini a Navarons, I moti friulani del 1864, San Daniele, Libraria,<br />
1996; a pag. 22 l’indicazione dei nomi degli figli di Antonio Andreuzzi. Il testo di Barattin è stato recentemente<br />
ried<strong>it</strong>o, con alcune nuove appendici documentarie: id, La squadra e il compasso. Antonio Andreuzzi e i moti di<br />
Navarons del 1864, Spilimbergo, Cooperativa STAF, 2000.<br />
422 BARATTIN, Dino, Mazzini a Navarons, c<strong>it</strong>., pag. 114.<br />
423 EN, n. 26 dell’8 giugno 1902, Da S. Daniele: Martedì sera don Edoardo Marcuzzi fu portato in trionfo, a<br />
suon di cassettoni di latta, fischi e grida di: (“) Abbasso i preti! Polizia dei sacchi di carbone! Abbasso la<br />
veste talare! Viva Giordano Bruno! Evviva Garibaldi!” L’infelice denigratore di Giuseppe Garibaldi partì<br />
mercoledì mattina mogio, mogio. S. Daniele tradizionalmente garibaldino è stanco della propaganda anti<strong>it</strong>aliana<br />
di certe “mediocr<strong>it</strong>à intriganti” in veste talare.<br />
424 Riccardo è il più anziano di una notevole serie di tre fratelli, tutti parlamentari di area radicale. RINALDI,<br />
Carlo, I Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 146 e 289-293. Su Arturo ed Attilio<br />
(deputati eletti a Montevarchi) e Riccardo Luzzatto cfr.: MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., volume secondo,<br />
pagg. 122-23. A sua volta, testimoniando la continu<strong>it</strong>à delle ideal<strong>it</strong>à familiari, un nipote di Riccardo, Lucio<br />
Luzzatto, è stato uno dei più importanti dirigenti socialisti <strong>it</strong>aliani durante la clandestin<strong>it</strong>à antifascista e la<br />
successiva Repubblica.<br />
425 LF, n. 49 del 28 ottobre 1905. La batosta di San Daniele.<br />
426 LF, n. 507 del 31 maggio 1914, pag. 2, SPILIMBERGO. Un manifesto espressivo e pag. 3, PROFANAZIONI<br />
MONARCHICHE. Le cerimonie di Navarons e Nella Repubblica di Navarons (cfr. i testi in appendice); sugli<br />
ultimi anni di Silvio Andreuzzi cfr.: BARATTIN, Dino, Mazzini a Navarons, c<strong>it</strong>., pag. 116, anche se l’autore non<br />
fa cenno e non ha trovato alcuna traccia di contatti di Silvio o degli altri familiari con il socialismo (colloquio<br />
127
Sempre alla insurrezione di Navarons sono legate le prime iniziative di cui siamo<br />
a conoscenza a Montereale Cellina. Nel 1907, in occasione delle manifestazioni per il<br />
centenario della nasc<strong>it</strong>a di Garibaldi, in quel paese la minoranza consiliare ed in<br />
particolare l’ex assessore socialista Domenico Fassetta propone di commemorare la<br />
figura del maggiore garibaldino di origine gradiscana Marziano Ciotti, che aveva<br />
partecipato con Andreuzzi al moto del 1864. 427 I socialisti daranno ovunque grande<br />
risalto al centenario della nasc<strong>it</strong>a di Garibaldi, organizzando in tutte le realtà in cui sono<br />
presenti pubbliche manifestazioni. Le celebrazioni di Garibaldi in questo caso coincidono<br />
con l’imminente ventennale del suicidio di Marziano Ciotti, che - come gli stessi<br />
Andreuzzi - aveva passato gli ultimi anni della sua esistenza in povertà, segno di un<br />
rigore morale che aveva contraddistinto gli esponenti più rigorosi della sinistra<br />
risorgimentale. Il suicidio di Ciotti aveva coinciso con quello precedente di un altro<br />
protagonista dell’insurrezione, Giovanni Battista Cella, a testimonianza della delusione e<br />
della mancanza di prospettive, sopravvenute alla chiusura moderata e monarchica della<br />
vicenda risorgimentale. 428<br />
Pure partecipe della cospirazione del 1864 fu il carnico Gio Batta Marioni,<br />
combattente garibaldino anche nel 1866 e 1867 e poi ininterrottamente attivo nella sua<br />
zona d’origine con vari incarichi di segretario di Enti e di amministratore della Società<br />
Operaia, e che negli ultimi anni di v<strong>it</strong>a si iscrive al Part<strong>it</strong>o Socialista. 429<br />
La delusione e l’emarginazione di questi protagonisti del risorgimento nazionale<br />
viene collegata dai socialisti alla battaglia dell’oggi. L’Italia che è usc<strong>it</strong>a dalla v<strong>it</strong>toria del<br />
disegno sabaudo di annessione degli stati pre-un<strong>it</strong>ari alla monarchia franco-piemontese<br />
non è quella desiderata dai tanti che hanno cospirato, pat<strong>it</strong>o e combattuto per un più<br />
nobile progetto di liberazione del popolo <strong>it</strong>aliano, come degli altri popoli europei. Del<br />
progetto mazziniano possiamo oggi ben cogliere il lim<strong>it</strong>e di fondo, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla nobile<br />
ma ingenua credenza in una comune battaglia, democratica sul piano interno e par<strong>it</strong>aria<br />
su quello internazionale, per l’emancipazione nazionale dei popoli. In questo secolo<br />
abbiamo provato in varie fasi il cozzo dei nazionalismi ed i disastri delle “semplificazioni<br />
etniche” in aree molto più complesse ed eterogenee di quelle dell’Europa occidentale:<br />
l’errore di Mazzini e dei suoi seguaci era stato quello di aver voluto applicare ad un<br />
contesto molto più ampio quello che era il quadro di un settore particolare del nostro<br />
continente (ma anche l’Europa occidentale è Giunta ad un contesto di omogene<strong>it</strong>à<br />
nazionale solo a prezzo di processi violenti durati secoli e secoli, di cui rimangono molte<br />
questioni irrisolte e s<strong>it</strong>uazioni di vero e proprio colonialismo interno, come quello che<br />
riguarda l’Irlanda del Nord ed Euzkadi) Per i socialisti il movimento democratico<br />
risorgimentale è un punto di riferimento che non contraddice la loro prospettiva<br />
internazionalista: da questo punto di vista essi possono coerentemente far propria ed<br />
inverare l’ideologia mazziniana, che vede il processo di liberazione di un singolo popolo<br />
come tassello della liberazione di tutti, supportandolo con un’azione di rinnovamento<br />
sociale collegata a livello transnazionale fra i lavoratori di vari paesi, secondo i principi<br />
dell’Internazionale. 430<br />
personale con l’autore). Pure il necrologio commemorativo del 1913 sul settimanale socialista però non porta<br />
richiami diretti all’adesione al socialismo di Silvio Andreuzzi, pur sottolineandone l’avversione per la deriva<br />
moderata della costruzione postrisorgimentale: La bandiera rossa del socialismo si piega ed onora l’eroe, il<br />
cospiratore e il c<strong>it</strong>tadino. Il c<strong>it</strong>tadino soprattutto che ebbe costanti efrementi due palp<strong>it</strong>i di avversione:<br />
contro l’oscurantismo clericale e contro il piemontesimo - lo definiva così! - che tarpò le ali alla nuova<br />
Italia e in mezzo secolo e riuscì a corrompere tre generazioni. Cfr.: LF, n. 408 del 28 luglio 1912, Cronaca<br />
C<strong>it</strong>tadina. Silvio Andreuzzi.<br />
427 LF, nn. 136 del 29 giugno 1907, MONTEREALE CELLINA. Cose del Comune, 137 del 6 luglio 1907,<br />
MONTEREALE CELLINA, Consiglio Comunale, 140 del 27 luglio 1907, MONTEREALE CELLINA, Onoranze<br />
Garibaldine, 142 del 10 agosto 1907, MONTEREALE CELLINA, Feste Garibaldine. Cfr. i testi in appendice.<br />
428 BARATTIN, Dino, Mazzini a Navarons, c<strong>it</strong>., pag. 114.<br />
429 LF, n. 386 del 25 febbraio 1912, pag. 2, In memoria di Gio.Batta Marioni (sunto della commemorazione<br />
fatta da Riccardo Spinotti).<br />
430 Sui valori del nazionalismo democratico, per esempio in Mazzini, cfr.: CHABOD, Federico, L’idea di nazione,<br />
Roma-Bari, Laterza, 1974. Di questa corrente storica saranno in senso lato eredi la proposta pol<strong>it</strong>ica del<br />
presidente americano Wilson durante e dopo la prima guerra mondiale, e lo stesso pensiero sulle nazional<strong>it</strong>à<br />
dei dirigenti della socialdemocrazia rivoluzionaria sovietica Lenin e Stalin (e così la loro proposta pol<strong>it</strong>ica negli<br />
anni successivi alla Rivoluzione d’ottobre): cfr.: CARR, Edward Hallet, La rivoluzione bolscevica 1917-1923,<br />
Torino, Einaudi, 1964, pagg. 247-416. Per i dirigenti bolscevichi, così come per il comunismo internazionale del<br />
Ventesimo secolo, il nazionalismo rimane una forza pol<strong>it</strong>ica rivoluzionaria da utilizzare in senso antimperialista.<br />
Al contrario le contraddizioni del nazionalismo sono messe in risalto da: TOYNBEE, Arnold Joseph, Il mondo e<br />
l'occidente, con una nota di Luciano CANFORA, Palermo, Sellerio, 1992. Si tratta di un testo che, pur vecchio<br />
di quarant'anni al momento della traduzione <strong>it</strong>aliana (sono conferenze tenute per conto della Bbc e poi<br />
riprodotte dalla Oxford Univers<strong>it</strong>y Press) è ricco di stimoli e si collega straordinariamente con la riflessione del<br />
pacifismo e dell'ecologismo contemporaneo. Pur considerando alcune valutazioni pol<strong>it</strong>iche transeunti, ci<br />
troviamo di fronte ad un'analisi di grande attual<strong>it</strong>à, che affronta - anche se con qualche lim<strong>it</strong>e - il problema del<br />
128
L’adesione al movimento risorgimentale si percepisce non solo nell’ideologia dei<br />
dirigenti del Psi, ma anche attraverso segnali che giungono dalla base: ad esempio nel<br />
1910 troviamo fra le sottoscrizioni pubblicate da Il Lavoratore Friulano quella di Gustavo<br />
Orlando di Palmanova, in occasione dell’anniversario della morte del fratello Giuseppe,<br />
avvelenato dai nemici nel castello di Celano l’11 gennaio 1861 durante la campagna per<br />
la repressione del brigantaggio meridionale. E’ notevole questo caso di commemorazione<br />
in cui manca ogni riferimento cr<strong>it</strong>ico a quelle ragioni di profondo disagio sociale che,<br />
circa quarant’anni prima, erano state colte e denunciate dal capo radicale e garibaldino<br />
Agostino Bertani. 431<br />
4.1.15 - Chiese infette, preti immorali,<br />
possessioni diaboliche: l’anticlericalismo<br />
socialista.<br />
E’ difficile dare oggi un giudizio equilibrato su un aspetto del pensiero socialista<br />
in gran parte legato a questo preciso momento storico, come l’anticlericalismo. Tess<strong>it</strong>ori,<br />
nel suo studio sulle origini del socialismo in Friuli, dedica le sue pagine conclusive a<br />
questo fenomeno, dandovi forte enfasi. L’atteggiamento anticlericale della classe pol<strong>it</strong>ica<br />
postrisorgimentale viene vissuto da parte degli esponenti pol<strong>it</strong>ici cattolici come una<br />
forma di violenta aggressiv<strong>it</strong>à e l’anticlericalismo dei socialisti è un elemento senza il<br />
quale (essi) non sarebbero riconoscibili.” 432 Egli nega l’opinione dei socialisti d’allora di<br />
possedere una speciale forma di anticlericalismo di classe, distinto da quello filosofico<br />
borghese e massonico. Nota semmai come tale fenomeno sia una moda caratterizzante<br />
l’epoca, cui i socialisti friulani non possono sottrarsi. Vale sempre la pena di sottolineare<br />
il preciso momento storico in cui lo studio di Tess<strong>it</strong>ori viene redatto, e cioè la fase iniziale<br />
della collaborazione di governo fra la Democrazia Cristiana di Aldo Moro ed il Part<strong>it</strong>o<br />
Socialista Italiano di Pietro Nenni: una fase non solo di accordo pol<strong>it</strong>ico per governare lo<br />
sviluppo neocap<strong>it</strong>alistico, ma anche di forte confronto programmatico sul futuro del<br />
paese fra due componenti storiche della democrazia <strong>it</strong>aliana.<br />
Affrontare oggi la tematica dell’anticlericalismo socialista senza prendere in<br />
considerazione la fase di formazione dell’un<strong>it</strong>à nazionale <strong>it</strong>aliana - laddove questo<br />
fenomeno trova le sue origini storiche - potrebbe indurre a giudicarlo solo come un<br />
fenomeno deteriore, plebeo e intollerante. Certo, dell’esperienza del movimento operaio<br />
socialista l’anticlericalismo rappresenterà l’aspetto più fortemente datato e storicamente<br />
superato, ma non per questo si è obbligati ad accettare quella specie di vulgata (tipica del<br />
pensiero comunista del secondo dopoguerra e di quell’interpretazione che va dalla lettura<br />
“patriottica-un<strong>it</strong>aria” della Resistenza antifascista al “compromesso storico” degli anni<br />
Settanta) per la quale la divisione fra sinistra e cattolici avrebbe imped<strong>it</strong>o la via delle<br />
riforme dopo la prima guerra mondiale ed aperto la strada all’avvento del fascismo. Il<br />
primo dato di realtà dell’analisi storica dovrebbe sempre essere quello che parte dalla<br />
ricerca delle cause e radici dei fenomeni e non dalla loro negazione come se si trattasse<br />
di inutili (ed in questo caso pure assai ingombranti) aporie. 433<br />
nazionalismo inquadrandolo nell'amb<strong>it</strong>o degli effetti della conquista del mondo da parte dell'Occidente. Lo<br />
stesso t<strong>it</strong>olo, con il Mondo che viene messo al centro dell'attenzione posponendovi un Occidente che la grande<br />
maggioranza delle persone nel Nord - ancor oggi - considera il centro di ogni innovazione spir<strong>it</strong>uale e materiale<br />
dell'uman<strong>it</strong>à, è rivelatore di un approccio nuovo. Per Toynbee il nazionalismo e la produzione di nuove strutture<br />
statuali, per esempio nell’Europa centro-orientale, ha prodotto disastri, con la suddivisione terr<strong>it</strong>oriale violenta<br />
di popolazioni che avevano convissuto per secoli, sovrapponendo differenze culturali e linguistiche con la<br />
stratificazione sociale ed un rapporti di interdipendenza reciproca. Sul pensiero di Toynbee, cfr.:<br />
SANTOMASSIMO, Gianpasquale, Toynbee e l'Occidente, in Passato e presente, Rivista di storia contemporanea,<br />
Firenze, Giunti, n. 28, gennaio/aprile 1993. Per un approccio diverso, che affronta la stessa tematica,<br />
lim<strong>it</strong>atamente all’Europea centrale dopo il crollo dell’impero asburgico alla fine della prima guerra mondiale, in<br />
termini di gestibil<strong>it</strong>à del problema nazionale attraverso la tecnica diplomatica, BIBO’, Istvàn, Miseria dei piccoli<br />
Stati dell’Europa orientale, Bologna, il Mulino, 1994.<br />
431 LF, n. 276 del 15 gennaio 1910, pag. 1, SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE. Sul giudizio di Bertani sul<br />
brigantaggio, cfr.: GALANTE GARRONE, Alessandro, c<strong>it</strong>., pag. 119.<br />
432 TESSITORI, Tiziano, Albori del socialismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pagg. 47-49.<br />
433 Lungi dal voler retrodatare esperienze storiche recenti, è con un senso di (relativo) sollievo che si può oggi<br />
guardare alle violente polemiche anticlericali del passato, al termine di questo ultimo mezzo secolo che è stato<br />
segnato anche dall’esperienza ecclesiale e pol<strong>it</strong>ica avviata con il Concilio Vaticano II, con il movimento delle<br />
comun<strong>it</strong>à di base (ridottosi al minimo in Europa, ma ben presente nel sud del mondo) e del dissenso cattolico,<br />
con il dialogo e l’impegno spesso comune fra movimenti cristiani e sinistra di fronte alle minacce alla<br />
sopravvivenza del pianeta da parte della macchina bellica e dello sfruttamento selvaggio dell’ambiente. Sul<br />
129
E’ a partire dal contesto ideologico risorgimentale <strong>it</strong>aliano che si spiega la radicale<br />
contrapposizione fra il movimento socialista e quello cattolico, che rendono inconciliabili<br />
il solidarismo interclassista di questi ultimi con le diverse correnti del movimento<br />
operaio, siano esse quelle rivoluzionarie di stampo anarchico, sindacalista rivoluzionario,<br />
massimalista e comunista oppure quelle gradualistiche di stampo riformistico. Al<br />
riguardo dei cospiratori risorgimentali friulani, alcuni anche originariamente legati<br />
all’associazionismo cattolico, Stella (d’accordo in questo con Tess<strong>it</strong>ori e Rinaldi) afferma<br />
che l’anticlericalismo divenne atteggiamento comune di uomini d’indirizzo pol<strong>it</strong>ico ben<br />
diverso e quasi per un cinquantennio la classe dirigente friulana ostentò la sua<br />
contrapposizione al clero e alla S. Sede. Un anticlericalismo provocato anche da prese di<br />
posizione di fortissima chiusura alla nuova realtà dello stato un<strong>it</strong>ario <strong>it</strong>aliano, come<br />
nell’atteggiamento dell’arcivescovo di Udine Andrea Casasola, che provocherà nel marzo<br />
1867 un vero e proprio assalto al palazzo della curia (ispirandosi alla stessa equazione<br />
clericale=austriacante, lo stesso accadrà al vescovo Isola a Portogruaro, anche in questo<br />
caso non certo da parte di folle sovversive, ma di bande ispirate dal deputato moderato<br />
locale, ch’era stato eletto anche con il sostegno dei voti clericali). Scrive Tess<strong>it</strong>ori a<br />
propos<strong>it</strong>o dei primi mesi di dibatt<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico nel Friuli un<strong>it</strong>o all’Italia: Ma il problema che<br />
allora dominava su tutti gli altri era quello dei rapporti tra la Chiesa e lo Stato. (...) E poiché<br />
all’epoca di cui parliamo era ormai arrivato al pettine il problema centrale del<br />
completamento dell’un<strong>it</strong>à d’Italia con l’ccupazione di Roma, cui opponeva l’ultima più<br />
accan<strong>it</strong>a resistenza il mondo cattolico, non è a meravigliare se tutti i part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici si<br />
trovassero d’accordo nella lotta contro la Chiesa e gli uomini di Chiesa e se tale lotta<br />
assumesse, specialmente in provincia e nella quotidiana polemica dei fogli e foglietti locali,<br />
toni accesissimi e atteggiamenti scamiciati che talvolta degeneravano in vera e propria<br />
violenza. Nasceva così l’anticlericalismo destinato a durare, in Italia, per alcuni decenni, e in<br />
questa nostra Udine a dominare quasi indisturbato sino a non molti anni addietro sotto la<br />
guida della Massoneria. 434<br />
Mi preme sottolineare quest’aspetto rilevante della cultura pol<strong>it</strong>ica del movimento<br />
risorgimentale e della nuova Italia nel periodo compreso fra l’unificazione nazionale e<br />
l’avvento della d<strong>it</strong>tatura fascista. L’anticlericalismo permea lo spir<strong>it</strong>o di él<strong>it</strong>es pol<strong>it</strong>iche<br />
composte di proprietari, che si muovono al di fuori di un controllo ist<strong>it</strong>uzionale da parte<br />
delle grandi masse contadine, escluse dal processo elettorale. Él<strong>it</strong>es proprietarie che non<br />
sono necessariamente a-cattoliche (anzi ordinariamente conservano un forte legame con<br />
la religione tradizionale, salvo eccezioni nelle loro correnti più progressiste) ma che<br />
basano il loro potere economico anche sull’espropriazione dei beni ecclesiastici e<br />
comunali, uno dei fondamenti della rivoluzione industriale e borghese dell’età moderna,<br />
ed hanno un comune nemico nella Chiesa-proprietaria terriera ma anche nella Chiesaportavoce<br />
delle masse contadine. E’ la contraddizione che si trovano di fronte i<br />
rivoluzionari, borghesi o socialisti, sotto forma di rivolte contadine tendenzialmente<br />
clericali e monarchiche, dove si difendono insieme storici privilegi ma anche altrettanto<br />
materiali condizioni di sopravvivenza: la rivolta vandeana della fine del Settecento ne è il<br />
piano nazionale questo ha portato allo spostamento di organizzazioni di origine cattolica (come le Acli e la Cisl)<br />
dalla loro originaria collocazione moderata ed alla partecipazione di sempre più numerose schiere di credenti<br />
alla v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica della sinistra.<br />
In questi decenni inoltre, oltre alla reciproca apertura fra fedi cristiane e movimenti di sinistra, abbiamo<br />
assist<strong>it</strong>o a qualcosa di più, come l’esperienza di contaminazione fra cristianesimo e marxismo della teologia<br />
della liberazione, che ha fortemente influenzato anche strutture ist<strong>it</strong>uzionali della chiesa cattolica, come alcuni<br />
episcopati sudamericani, con un radicamento tale da essere in parte sopravvissuta alla reazione anticonciliare<br />
di Papa Wojtila. Dalla teologia della liberazione sono anche sorte esperienze pol<strong>it</strong>iche, come negli anni ‘70 il<br />
movimento dei cristiani per il socialismo, mentre si è potuto assistere all’apparire di esperimenti socialisti<br />
segnati da forme di sincretismo fra il socialismo europeo, la filosofia dei paesi del Terzo Mondo e l’umanesimo<br />
cristiano.<br />
Ecco ad esempio come lo scomparso Julius Nyerere - leader dell’indipendenza della Tanzania e suo presidente<br />
dal 1961 al 1985, nonché teorico del “socialismo africano” - risponde nel 1980 ad un’intervista dell’allora<br />
direttore di Nigrizia Alessandro Zanotelli: Vogliamo usare la nostra indipendenza per costruire una società<br />
egual<strong>it</strong>aria. L’Africa sta spingendo in questa direzione e le persone dinamiche nel continente stanno<br />
lavorando per questo tipo di società. E la chiesa in questo cammino deve lottare per la giustizia. La<br />
chiesa, che durante il periodo coloniale si è identificata con il potere cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o, non dovrebbe mai<br />
vergognarsi di operare per la giustizia nel Terzo mondo. Io sono cattolico e quello in cui credo in campo<br />
sociale e pol<strong>it</strong>ico non va contro la mia fede religiosa, non è una contraddizione. Anzi è possibile che la<br />
mia fede dia maggiore profond<strong>it</strong>à alle mie scelte come uomo pol<strong>it</strong>ico. Questo brano dell’intervista è stato<br />
riportato in un articolo dell’attuale direttore di Nigrizia, rivista dei Missionari Comboniani: cfr. BASELLA, Gino,<br />
Il volto del socialismo africano, Liberazione, venerdì 15 ottobre 1999.<br />
434 STELLA, Aldo, c<strong>it</strong>., pag. 13.; RINALDI, Carlo, Il giornalismo pol<strong>it</strong>ico, c<strong>it</strong>.; TESSITORI, Tiziano, Albori di v<strong>it</strong>a<br />
pol<strong>it</strong>ica in Friuli, c<strong>it</strong>., pagg. 23 e 31-36; MORASSI, Luciana, Il Friuli, c<strong>it</strong>., pagg. 43-44. Sull’episodio<br />
dell’aggressione a mons. Isola, cfr.: CHIANDOTTO, Vannes, Stato e Chiesa nel Friuli occidentale, c<strong>it</strong>., pagg. 142<br />
e segg.<br />
130
paradigma, ma l’Italia del brigantaggio dopo la conquista sabauda del sud non è da<br />
meno.<br />
L’anticlericalismo storico, nato dal movimento razionalistico ed illuministico che a<br />
sua volta trova le sue radici in un lungo percorso che attraverso il dissenso religioso<br />
passa per la Riforma protestante e poi fuoriesce dal campo teologico per negarlo, trae<br />
origine dalla contrapposizione fra il movimento per l’un<strong>it</strong>à nazionale e l’atteggiamento<br />
maggior<strong>it</strong>ario del clero, legato ad un papa che fino al 1870 è il monarca assoluto dello<br />
Stato pontificio, baluardo della reazione ed alleato privilegiato delle principali potenze<br />
straniere che agiscono sulla scena <strong>it</strong>aliana: la Francia di Napoleone III, intervenuta<br />
mil<strong>it</strong>armente per ben due volte a sostegno di Pio IX (contro la Repubblica Romana nel<br />
1849 e contro la spedizione garibaldina del 1867), e soprattutto l’Impero asburgico,<br />
potenza egemone sulla penisola ed occupante diretta della Lombardia fino al 1859, del<br />
Veneto e Friuli fino al 1866 ed ancora di terr<strong>it</strong>ori di lingua <strong>it</strong>aliana come il Trentino, la<br />
parte sudorientale del Friuli con le contee di Gorizia e Gradisca, nonché il grande porto<br />
imperiale di Trieste e la costa <strong>it</strong>alofona dell’Istria ed in parte della Dalmazia. Ma da<br />
sempre, soprattutto dai tempi della grande Rivoluzione esportata in Italia ed in Europa<br />
dagli eserc<strong>it</strong>i napoleonici, la Chiesa è la reazione per antonomasia, contrapposta a tutti i<br />
nuovi fermenti ideali ed alle riforme sociali e pol<strong>it</strong>iche. Non si può capire<br />
l’anticlericalismo senza rendersi conto che la Chiesa cattolica è la bestia nera di qualsiasi<br />
movimento intellettuale e sociale innovatore, il fin troppo facile obiettivo di chiunque<br />
voglia sovvertire le ist<strong>it</strong>uzioni tradizionali... ahimé per cadere in più moderne e non meno<br />
pesanti forme di sfruttamento di classe: ma questa è un’altra storia; più pregnante ai fini<br />
del nostro ragionamento è il concreto contegno reazionario della curia di un papa che nel<br />
1848 aveva “trad<strong>it</strong>o” la causa del Risorgimento nazionale, e che usava contro le<br />
popolazioni del suo regno le truppe mercenarie per selvagge repressioni, come quella<br />
contro Perugia nel giugno 1859. 435<br />
L’anticlericalismo abbraccia da una parte l’él<strong>it</strong>e pol<strong>it</strong>ica liberale - in tutte le sue<br />
correnti, fino ad arrivare al radicalismo ed ai repubblicani - e quasi naturalmente<br />
permea gli esponenti del nascente movimento operaio classista di matrice anarchica e<br />
socialista. Esso contrappone tutte queste correnti - sia quelle dell’él<strong>it</strong>e aristocratica e<br />
borghese, sia quelle che danno espressione pol<strong>it</strong>ica al nascente proletariato industriale -<br />
a gran parte delle masse contadine, che trovano prevalentemente rappresentanza nel<br />
quadro dell’organizzazione sociale e pol<strong>it</strong>ica cattolica. In realtà l’atteggiamento dei<br />
contadini è più articolato: il proletariato agricolo dà al socialismo <strong>it</strong>aliano una<br />
connotazione di part<strong>it</strong>o contadino quasi unica nel panorama della Seconda<br />
Internazionale, arrivando a rappresentare circa la metà degli iscr<strong>it</strong>ti. 436<br />
Non si spiega altrimenti quella conventio ad excludendum della cultura<br />
risorgimentale che vede le masse cattoliche poste al di fuori della v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica nazionale,<br />
al massimo utili come una riserva di voti e di consenso da utilizzare di volta in volta<br />
contro le correnti rinnovatrici del paese: tale è la pol<strong>it</strong>ica liberale, in particolare a partire<br />
dalle seconda fase dell’esperienza giol<strong>it</strong>tiana, dopo lo sciopero generale del 1904, e poi<br />
del regime fascista, che si consoliderà con il concordato del 1929 patteggiando<br />
esplic<strong>it</strong>amente la concessione di privilegi alla Chiesa cattolica in cambio del sostegno alla<br />
d<strong>it</strong>tatura. Ma in realtà come vedremo nelle pagine successive, questi saranno gli es<strong>it</strong>i di<br />
una pol<strong>it</strong>ica intrapresa già negli anni precedenti.<br />
D’altra parte non si può che riconoscere la strumental<strong>it</strong>à dell’atteggiamento della<br />
Santa Sede, pronta a sacrificare sull’altare delle concessioni di potere il sostegno ai<br />
movimenti sociali e pol<strong>it</strong>ici cattolici, siano essi il Part<strong>it</strong>o Popolare in Italia o la<br />
Zentrumspartei in Germania, oppure a quegli esponenti del basso clero che più<br />
direttamente si sono impegnati nella promozione di un movimento sindacale e<br />
cooperativistico cristiano. A conferma di questo giudizio va c<strong>it</strong>ato, a distanza di soli<br />
quattro anni dal concordato con l’Italia fascista, l’altro stipulato tempestivamente fra la<br />
Chiesa cattolica ed il regime h<strong>it</strong>leriano appena sal<strong>it</strong>o al potere in Germania il 20 luglio<br />
1933. Le trattative preparatorie del concordato tedesco-vaticano hanno sviluppo proprio<br />
435 PORTELLI, Sandro, I papalini a Perugia, Il manifesto, 6 gennaio 2001, pag. 18.<br />
436 CAROCCI, Giampiero, Storia d’Italia dall’Un<strong>it</strong>à ad oggi, Milano, Feltrinelli, 1978, pag. 69. Il Michels riporta<br />
dati percentuali di gran lunga più bassi, relativamente ad una statistica su 33.686 iscr<strong>it</strong>ti al part<strong>it</strong>o: le varie<br />
categorie di lavoratori della terra assommavano a poco più del 21% degli iscr<strong>it</strong>ti. Ma gli iscr<strong>it</strong>ti al part<strong>it</strong>o sono<br />
solo una parte degli organizzati socialisti, fra i quali vanno compresi gli aderenti al sindacato ed alla potente<br />
Federterra (Federazione delle Leghe dei lavoratori della Terra, sorta nel 1903, che alle sue origini contava<br />
320.000 iscr<strong>it</strong>ti. La forza dei socialisti è rappresentata soprattutto dai braccianti padani, mentre l’analisi della<br />
piccola proprietà come una struttura economica arretrata impedisce al part<strong>it</strong>o di consolidare la sua presenza in<br />
quel settore, che invece è un punto di forza del movimento cattolico. Cfr. MICHELS, Roberto, Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>.,<br />
pagg. 284-286 e 347-366.<br />
131
nei primi mesi della d<strong>it</strong>tatura, contemporaneamente all’attenuazione delle cr<strong>it</strong>iche al<br />
nazismo da parte dell’episcopato cattolico tedesco. Inoltre l’impegno che gli ecclesiastici si<br />
sarebbero astenuti dal prendere parte ad attiv<strong>it</strong>à in organizzazioni e part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici garantiva<br />
il regime nazista contro ogni velle<strong>it</strong>à di sussistenza della Zentrumspartei. 437<br />
L’anticlericalismo diventa quindi un ostacolo ideologico insuperabile fra i<br />
movimenti di massa che con il Ventesimo Secolo scardinano il sistema pol<strong>it</strong>ico él<strong>it</strong>ario<br />
dell’Italia liberale. Fedeli al senso comune della pol<strong>it</strong>ica risorgimentale rimangono i<br />
socialisti, i cui quadri pol<strong>it</strong>ici intellettuali ed ist<strong>it</strong>uzionali escono dal mondo delle<br />
professioni, e spesso sono direttamente eredi delle ideal<strong>it</strong>à del movimento per l’un<strong>it</strong>à<br />
nazionale. Se l’anticlericalismo socialista viene attivato dalle manovre trasformistiche di<br />
Giol<strong>it</strong>ti per ottenere il sostegno elettorale cattolico, ad un livello più profondo i socialisti<br />
vogliono essere i più coerenti interpreti di una discriminante risorgimentale che<br />
assomiglia in modo impressionante alla discriminante antifascista della seconda metà<br />
del Novecento: anche in questo caso i settori centrali dello schieramento pol<strong>it</strong>ico non<br />
possono negarla in assoluto, pur adottandola in modo incoerente ed opportunistico.<br />
Gli esempi di pesante propaganda anticlericale c<strong>it</strong>ati a testimonianza da Tess<strong>it</strong>ori<br />
si riferiscono peraltro alla proposta di legge dei deputati socialisti Berenini e Borciani per<br />
l’introduzione del divorzio, ed anche in questo caso l’autore pensa più al dibatt<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico<br />
dei suoi anni, che porterà all’approvazione della legge in materia nel 1970. Non è<br />
condivisibile il suo taglio strumentale, la definizione di moda a propos<strong>it</strong>o<br />
dell’anticlericalismo, per poi farlo scivolare con noncuranza a connotare questa proposta<br />
socialista in materia di dir<strong>it</strong>to di famiglia: e certo i passi di giornali socialisti c<strong>it</strong>ati non<br />
sono tali da risultare adeguati allo spir<strong>it</strong>o emancipazionistico del part<strong>it</strong>o di Anna<br />
Kuliscioff: Gli emissari del confessionale, tuonava (dal contesto si evince che il soggetto<br />
sarebbe l’on. Rondani, di fronte all’ud<strong>it</strong>orio di ruvidi montanari di Prato Carnico) andranno<br />
raccogliendo firme contro. Operai! Mettete in guardia le vostre donne; fate valere la vostra<br />
autor<strong>it</strong>à di mar<strong>it</strong>i; cacciateli dalle vostre case, affinché non si dica che il Friuli cosciente e<br />
libero sia schiavo della sagrestia! Tra parentesi, la vicenda della proposta socialista sul<br />
divorzio, come nota Michels, è abbastanza marginale nel dibatt<strong>it</strong>o del part<strong>it</strong>o, e verrà<br />
presto accantonata in quanto r<strong>it</strong>enuta piccolo-borghese, impraticabile per chi sopravvive<br />
con un redd<strong>it</strong>o minimo e secondaria da un part<strong>it</strong>o la cui base operaia e bracciantile non<br />
può certo permettersi di far naufragare l’unico legame sociale che la trattiene dal baratro<br />
della totale emarginazione. 438<br />
Le prese di posizione anticlericali da parte dei socialisti sono semplicemente<br />
innumerevoli. Esse avvengono sotto forma di denuncia di singoli episodi, di<br />
pubblicazione di brani o di articoli ispirati al pensiero anticlericale, sotto forma di<br />
polemiche continue con i religiosi più attivi, che possono durare per anni ed anni di<br />
segu<strong>it</strong>o senza vera soluzione di continu<strong>it</strong>à. Gli scandali nelle ist<strong>it</strong>uzioni cattoliche<br />
vengono rinfacciati senza pietà. Bestia nera delle cr<strong>it</strong>iche socialiste è la filosofia di<br />
Sant’Alfonso dei Liguori, invocato ad lib<strong>it</strong>um per il relativismo della sua casistica ad uso<br />
dei confessori, presentata come un libro osceno mediante ampie c<strong>it</strong>azioni delle minuziose<br />
descrizioni degli atti sessuali lec<strong>it</strong>i ed illec<strong>it</strong>i che essa conteneva. Quasi tutti i<br />
commentatori r<strong>it</strong>engono l’attacco de l’Asino ai costumi clericali come esagerato: un<br />
secolo dopo, in segu<strong>it</strong>o all’esplosione di uno scandalo di dimensioni epocali nella Chiesa<br />
cattolica statun<strong>it</strong>ense, sarebbe più difficile essere tanto sicuri di questo giudizio, che per<br />
altro si fa carico (anche se in modo distorto) delle sofferenze di un universo di uomini e<br />
donne deprivati della loro sessual<strong>it</strong>à per assicurare un migliore controllo sulle loro<br />
esistenze e, tram<strong>it</strong>e loro, come ha giustamente intu<strong>it</strong>o Podrecca, un controllo dei<br />
comportamenti intimi di masse enormi di persone a mezzo della confessione<br />
auricolare. 439<br />
Solo raramente emergono voci in dissenso, come l’intervento del delegato di<br />
Pinzano, Plinio Longo, nel congresso provinciale socialista del 1906. Longo non si<br />
lim<strong>it</strong>erà ad un’usc<strong>it</strong>a estemporanea: l’attivissimo medico, uno degli esponenti più attivi e<br />
produttivi del socialismo friulano, scatenerà fortissime polemiche nel 1912-1913 prima<br />
sulle pagine de Il Lavoratore Friulano (avendo come principale antagonista il dirigente<br />
socialista spilimberghese Ezio Cantarutti) e poi al congresso provinciale socialista del 5<br />
gennaio 1913. Ma le sue posizioni rimarranno isolate: il Psi friulano continuerà a<br />
proclamarsi anticlericale, anche se nelle campagne alcuni sacerdoti, appoggiati<br />
437 COLLOTTI, Enzo, La Germania nazista, Torino, Einaudi, 1978, pag. 86.<br />
438 EN, 5 e 12 gennaio 1902, c<strong>it</strong>ato da: TESSITORI, Tiziano, Albori del socialismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 48.<br />
439 CANDELORO, Giorgio (presentazione di), I temi, le battaglie e gli smarrimenti di una rivista “popolare”, in:<br />
PODRECCA, Guido e GALANTARA, Gabriele, L’Asino, Milano, Feltrinelli, 1970, pag. XIII.<br />
132
discretamente dalla curia di Portogruaro che li protegge perfino dagli strali di Pio X,<br />
iniziano ad organizzare i piccoli proprietari ed i mezzadri contro gli agrari.<br />
Solo più tardi l’anticlericalismo inizierà ad essere vissuto con fastidio da mil<strong>it</strong>anti<br />
socialisti e probabilmente solo in gruppi intellettuali ristretti. Ecco ad esempio come<br />
Angelo Tasca riflette sull’ambiente dei giovani socialisti, all’inizio degli anni ‘10: Eravamo<br />
ancora impregnati di pos<strong>it</strong>ivismo, da cui ci staccavano a poco a poco, oltre qualche lettura<br />
personale, “La Voce” e “L’Un<strong>it</strong>à”. Nel triplice tributo pagato a Darwin, a Spencer, a Marx,<br />
quest’ultimo ci scap<strong>it</strong>ava. Il pos<strong>it</strong>ivismo aveva infier<strong>it</strong>o nel mondo socialista, e se ne erano<br />
emancipati appena i sindacalisti rivoluzionari della scuola soreliana e l’inquieto dilettante<br />
Mussolini. Ma già nuovi tempi e nuove tendenze maturavano. Questo bisogno di una cultura<br />
più seria, benché ancor male armato, si univa al bisogno di una coscienza più esigente pei<br />
doveri del mil<strong>it</strong>ante. Ne ricorderò due manifestazioni. Eravamo quasi tutti, compreso<br />
Bordiga, ostili all’anticlericalismo di tipo podrecchiano, a cui si riduceva troppo spesso il<br />
socialismo locale e i nostri gruppi giovanili giunsero a votare, a un congresso nazionale, un<br />
ordine del giorno, accettato a grande maggioranza, che consigliava il boicottaggio dell’<br />
“Asino”. 440 Non è un caso che proprio in quel tipo di ambiente abbia avuto il suo inizio la<br />
riflessione di Antonio Gramsci, così cr<strong>it</strong>ica sulle modal<strong>it</strong>à di formazione dello stato<br />
<strong>it</strong>aliano un<strong>it</strong>ario e sull’esclusione delle masse contadine, anche attraverso la<br />
discriminazione anticattolica. Ma si tratta di posizioni che, anche quando diventeranno<br />
lentamente la linea ufficiale del Pci, soprattutto con la riflessione togliattiana (parallela<br />
agli sviluppi conciliari del papato giovanneo), non riusciranno ad avere ragione del<br />
profondo, viscerale, anticlericalismo della base dei part<strong>it</strong>i della sinistra, che si attenuerà<br />
solo con una serie di passaggi generazionali.<br />
La lettura dei periodici socialisti è un vero e proprio zibaldone<br />
dell’anticlericalismo, anzi potremmo forse avere in certi momenti il dubbio che la<br />
polemica contro la Chiesa cattolica e le sue espressioni locali sia prevalente sulla<br />
propaganda economica e sindacale di classe. Per i socialisti ciò non è un aspetto<br />
contradd<strong>it</strong>torio, in quanto il clericalismo veniva vissuto come la vera e propria<br />
espressione suprema del dominio di classe borghese. Ecco ad esempio due passi,<br />
esemplificativi della immensa congerie che ci è cap<strong>it</strong>ato di esaminare, ma più esplic<strong>it</strong>i<br />
della maggioranza, di sol<strong>it</strong>o abbassata sul piano della polemica personale e paesana. In<br />
essi appare chiaro come l’attacco rivolto ai sacerdoti sia una diretta conseguenza del loro<br />
lavoro di sostegno al potere delle classi dominanti, ai danni dei lavoratori: Un solo e<br />
sincero consiglio agli elettori che domenica eserc<strong>it</strong>eranno il loro dir<strong>it</strong>to di c<strong>it</strong>tadini: Votate<br />
secondo coscienza e non lasciatevi imbrogliare con vane e stolte promesse da coloro che<br />
nell’ombra della sacristia lavorano nascostamente per impedire ogni ascensione proletaria.<br />
Pensate che il prete è il peggior nemico dei lavoratori e che è sempre alleato ai padroni che<br />
vivono solo a patto di sfruttare il prossimo. 441 SE I PRETI non combattessero il socialismo e<br />
i socialisti, noi ci occuperemmo delle nostre questioni, di proprietà, di salario, di onoranze,<br />
di aff<strong>it</strong>ti, di orari, ecc. e non parleremmo mai dei preti. Ma siccome i preti - per fare<br />
l’interesse dei padroni - ci combattono accan<strong>it</strong>amente, e in mancanza di buone ragioni ci<br />
calunniano peggio che se fossero poliziotti, noi dobbiamo pure difenderci e spiegare per<br />
quali ragioni di borsa i preti fanno guerra alle dottrine socialiste, mentre - se fossero<br />
veramente seguaci di Cristo - dovrebbero difenderle. 442<br />
E’ questo uno degli aspetti della propaganda anticlericale socialista, il più netto e<br />
quello che ci permette anche di apprezzare significative verifiche a contrario: spesso, sia<br />
sulla stampa ma ancora più spesso negli attivi degli amministratori pubblici socialisti, si<br />
può notare un atteggiamento benevolo quando non di vero e proprio sostegno a quei<br />
sacerdoti che, al contrario, lim<strong>it</strong>andosi alla cura d’anime sono benvoluti da tutta la<br />
popolazione e non svolgono un ruolo di stampella per il potere. In realtà la polemica non<br />
è mai specchio di ridicole beghe, come si potrebbe immaginare sotto l’influenza del<br />
modello guareschiano di Peppone e don Camillo, creato nel secondo dopoguerra: essa è<br />
semmai l’espressione superficiale e pirotecnica di un duro scontro, su due piani che si<br />
incrociano inestricabilmente. Da un lato il movimento di classe ispirato dai socialisti, che<br />
si scontra con il collaborazionismo sociale e pol<strong>it</strong>ico dei sacerdoti e delle organizzazioni<br />
clericali, che rifiutano lo scontro di classe e predicano la conciliazione d’interessi fra<br />
proprietari e lavoratori sulla base di una dottrina sociale della Chiesa che accarezza<br />
l’utopia regressiva della corporazione medioevale; dall’altro lo sforzo organizzativo dei<br />
clericali, sullo stesso piano ed in concorrenza con i socialisti, per dare forza alle masse<br />
popolari, soprattutto contadine, che ottiene risultati che vanno molto al di là degli stessi<br />
lim<strong>it</strong>i dottrinali e che, nel dopoguerra, produrranno una vera e propria rivolta<br />
generalizzata dai caratteri spesso violenti.<br />
440 TASCA, Angelo, I primi dieci anni del PCI, Bari, Laterza, 1971, pag. 86.<br />
441 LF, n. 109 del 22 dicembre 1906, MAGNANO. Elezioni amministrative.<br />
442 LF, n. 26 del 20 maggio 1905, pag. 1.<br />
133
Certo, la polemica anticlericale si nutre anche di un altro elemento: l’aspirazione<br />
ad un cristianesimo depurato dall’incrostazione del potere clericale, la vera e propria<br />
rivendicazione di un “Cristo socialista” che stride con la frequente segnalazione di tutte<br />
le debolezze e, quando si possono individuare, le nefandezze compiute dagli appartenenti<br />
alla Chiesa cattolica: dalla corruzione dei minori alle donne dei preti, dall’alcoolismo<br />
all’affarismo fino all’approf<strong>it</strong>tarsi della credul<strong>it</strong>à popolare, particolarmente con<br />
l’organizzazione di r<strong>it</strong>i propiziatori in occasione di sicc<strong>it</strong>à. Questa rivendicazione di una<br />
cristian<strong>it</strong>à “originaria”, elemento di liberazione e non di asservimento degli oppressi, si<br />
accompagna all’espressione di un’incredul<strong>it</strong>à che è spesso irrisione per un sistema di<br />
pratiche ipocr<strong>it</strong>e legate all’arretratezza culturale del popolo, ma anche attivo elemento di<br />
riproduzione di questa dipendenza. Fra i tantissimi, ecco un esempio particolarmente<br />
curioso di denuncia di questa “doppia moral<strong>it</strong>à”: In occasione della processione per la<br />
madonna “ausilium cristianorum” ne è successa una che val la spesa di raccontare. Ad un<br />
certo punto la processione rimase senza preti perché avendo essi constatato che le pecore<br />
sapevano camminare da sè r<strong>it</strong>ennero più opportuno r<strong>it</strong>irarsi da Genio a berne un bicchiere di<br />
quel buono e a far una part<strong>it</strong>a alle carte. Solo fece magra figura il cappellano di Manazzons<br />
perché dichiarò di non saper giuocare onde furono molteplici i lazzi e le risate matte che alle<br />
sue spalle i suoi colleghi in tonsura fecero. Nulla abbiamo da opporre all’allegria pretina,<br />
finché trovano i minchioni che credono ai miracoli ai dogmi, alle processioni fanno<br />
benissimo i preti a spassarsela e godersela: onorare dio in Laet<strong>it</strong>ia! 443<br />
Un esempio, in area pordenonese, di tale tipo di polemica anticlericale socialista è<br />
quello che esplode in più occasioni nei confronti del parroco di Torre don Giuseppe<br />
Lozer, capo dell’organizzazione sindacale cattolica. La polemica nei suoi confronti dura<br />
dalle origini del socialismo pordenonese fino alla d<strong>it</strong>tatura fascista ed è continua,<br />
distruttiva e ricambiata dal sanguigno don Lozer sullo stesso piano nei giornali cattolici<br />
nei quali egli scrive. A por termine alla polemica fra i socialisti ed il parroco di Torre è<br />
solo il ventennio fascista con la sua persecuzione, che colpisce quasi parimenti gli<br />
antichi contendenti. E’ così che troviamo, al termine della lunga carriera di don Lozer, un<br />
atto di omaggio significativo che suggella il suo lungo e confl<strong>it</strong>tuale rapporto con gli<br />
esponenti del movimento operaio pordenonese. Si tratta della dedica del suo libro Piccole<br />
Memorie 444 : non a caso, come per il saggio di Tess<strong>it</strong>ori dell’anno prima, tale tributo alla<br />
memoria dei suoi antichi antagonisti, si inserisce nel contesto del primo centrosinistra.<br />
Ed è ai capi del socialismo pordenonese - indubbiamente quelli che lo hanno segnato per<br />
il periodo più lungo dalla fondazione alla repressione da parte della d<strong>it</strong>tatura - che il<br />
libro è dedicato, ev<strong>it</strong>ando però ogni riferimento ai molti dirigenti sindacali che hanno<br />
invece scelto nel primo dopoguerra il comunismo, anche ai due martiri Tranquillo Moras<br />
e Pietro Sartor che pur sono assurti a simbolo della prima resistenza nel Pordenonese,<br />
quella che il 10-11 maggio 1921 oppone in armi gli operai di Torre e volontari di tutto il<br />
Friuli occidentale alle bande fasciste.<br />
Spesso l’anticlericalismo dei socialisti si vena di esplic<strong>it</strong>a propaganda ateistica,<br />
talvolta di forme di teismo razionalista: ma non assume in generale un carattere di<br />
campagna di scristianizzazione, mantenendo il suo ruolo pol<strong>it</strong>ico di attacco alla struttura<br />
di potere cattolica. Questo aspetto appare confermato dall’atteggiamento nei confronti<br />
delle minoranze religiose, mai coinvolte nel giudizio negativo riservato alla Chiesa<br />
cattolica e semmai oggetto di espressioni solidali ed attente quando non di vera e propria<br />
simpatia. E’ anche questo un portato della storia precedente, che ha visto le minoranze<br />
religiose <strong>it</strong>aliane (ebrei e protestanti) persegu<strong>it</strong>ate crudelmente, mentre viceversa il loro<br />
ruolo nei movimenti rivoluzionari e nel risorgimento nazionale è stato estremamente<br />
superiore alla loro reale presenza numerica. Isocialisti appaiono spesso sostenere le<br />
iniziative delle chiese non cattoliche, e viceversa condannare fermamente gli atti di<br />
intolleranza religiosa cui gli esponenti clericali si lasciano andare. Eccone un esempio<br />
che riguarda proprio Pordenone: Alcuni satell<strong>it</strong>i di S. M. Chiesa la sera di Natale chissà con<br />
quali e per quali ispirazioni se la presero colla Chiesa Evangelica e con atti teppistici di<br />
vandalismo contro la stessa infuriarono consumando vari danneggiamenti. Conosciuti gli<br />
autori furono denunciati e staremo vedere se i magistrati cristianamente cattolici che non<br />
hanno dato ascolto ad altre denuncie in mer<strong>it</strong>o a storni di intro<strong>it</strong>i di cattoliche pesche di<br />
beneficenza faranno il loro dovere. 445<br />
443 LF, n. 381 del 21 gennaio 1912, pag. 4, FORGARIA. Onoriamo dio in laet<strong>it</strong>ia.<br />
Sul Cristo socialista, cfr.: NESTI, Arnaldo, “Gesù socialista”. Una tradizione popolare <strong>it</strong>aliana (1880-1920),<br />
Torino, Claudiana, 1974. In allegato Nesti pubblica un’antologia di testi tratti da giornali socialisti toscani che<br />
corrisponde in gran parte con quella che si potrebbe trarre dalle pagine di quelli friulani.<br />
444 Alla cara memoria di Romano Sacilotto Ilario Fantuzzi on. avv. Giuseppe Ellero e avv. Guido Rosso<br />
dopo acerbi contrasti ideologici divenuti miei amici. Pordenone, agosto 1967. LOZER, Giuseppe, Piccole<br />
memorie, c<strong>it</strong>.<br />
445 LF, n. 168 del 4 gennaio 1908, Sfregio cattolico.<br />
134
Altri casi riguardano Sacile: quando, durante una serie di celebrazioni indette<br />
dalle associazioni cattoliche locali, il protestante Tranquillo Hoc, preso atto di essere<br />
l’unico in tutta Sacile a chiamarsi con quel nome, diffida i sacerdoti ed il capo della<br />
gioventù cattolica a togliere dalla bandiera appena inaugurata la parola hoc, tessuta a<br />
caratteri dorati nella frase in hoc signo vinces. Non crediamo che questo buffo episodio<br />
sottintenda un atteggiamento irrisorio nei confronti dell’altra confessione cristiana:<br />
l’arroganza della principale religione <strong>it</strong>aliana arriva al punto che, quando tre anni dopo si<br />
svolgono i funerali di un maresciallo pur’egli di fede protestante, parroco e cappellano si<br />
tengono ben calato in testa il cappello in segno di spregio. L’intolleranza clericale è anche<br />
data dal sostanziale allinearsi del clero sulle posizioni della gerarchia, lasciando ai<br />
margini e sostanzialmente espellendo dal seno della Chiesa i preti ed i laici fedeli ed<br />
impegnati nelle nuove ist<strong>it</strong>uzioni nazionali: ne è una sol<strong>it</strong>aria testimonianza l’esperienza<br />
del parroco di Pignano di Ragogna don Giovanni Vogrig, che riesce anche a produrre per<br />
un decennio un settimanale autonomo dalla gerarchia cattolica. 446<br />
Le prese di posizione in cui si solidarizza con la Chiesa battista pordenonese ed i<br />
protestanti sacilesi (dei quali non conosciamo a quale Chiesa appartengano<br />
precisamente) apre uno squarcio su un aspetto poco conosciuto: quello del rapporto fra<br />
protestantesimo e socialismo. Un mese dopo, sempre su Il Lavoratore Friulano troviamo<br />
un trafiletto significativo, che segue guarda caso quello dedicato alle molestie sessuali di<br />
un prete cattolico: I vescovi e i pastori protestanti riconoscono che l’ideale dei socialisti è<br />
assai migliore e assai più cristiano di quello dei nemici del socialismo. Il reverendo Trial è<br />
giunto a dire persino che i pastori i quali chiamano utopistiche le idee dei socialisti non<br />
sono dei veri cristiani. 447<br />
Il Michels nel suo libro del 1908 affronta il problema della presenza delle religioni<br />
minor<strong>it</strong>arie nel movimento socialista <strong>it</strong>aliano, escludendo - a differenza della Germania -<br />
qualsiasi significativo rapporto fra socialismo e presenza protestante, mentre c’è un<br />
grande protagonismo di c<strong>it</strong>tadini di origine ebraica, molti dei quali sono dirigenti del<br />
part<strong>it</strong>o. I protestanti vengono presentati come un ambiente prevalentemente borghese,<br />
connotato da atteggiamenti ideali chiusi. Tuttavia, tredici anni più tardi, Michels<br />
riprende l’indicazione - precedentemente da lui sottovalutata - di Ivanoe Bonomi e di<br />
Carlo Vezzani a propos<strong>it</strong>o del movimento proletario nel Mantovano, secondo la quale le<br />
facili conversioni al protestantesimo sono da considerarsi fra gli indicatori dell’elevazione<br />
morale dei contadini in segu<strong>it</strong>o all’espandersi del socialismo. 448<br />
Ben diverso quadro è quello affrontato da uno storico di fede socialista e valdese<br />
come Giorgio Spini in un saggio del 1968. In esso si dà conto, in una rassegna che passa<br />
in esame la s<strong>it</strong>uazione di quasi tutte le regioni <strong>it</strong>aliane, dello sviluppo di movimenti<br />
protestanti di base, parallelamente alle fasi dello sviluppo di quelli popolari nell’era<br />
liberale. Le chiese protestanti fioriscono in una coincidenza significativa con le epoche<br />
principali di sviluppo del movimento socialista, come nei primi anni del secolo e nel<br />
primo dopoguerra, e rifluiscono nelle fasi di reazione pol<strong>it</strong>ica. Il loro radicamento è<br />
popolare, sono presenti soprattutto in realtà contadine e spesso la loro presenza si<br />
interseca con la costruzione del part<strong>it</strong>o socialista e più tardi di quello comunista. 449<br />
La presenza di chiese protestanti viene ostacolata da forti reazioni, sia da parte<br />
delle autor<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>iche che religiose, con un susseguirsi di vessazioni, minacce e violenze<br />
che è implic<strong>it</strong>o riconoscimento del valore di emancipazione cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o, specialmente nelle<br />
comun<strong>it</strong>à contadine, da una scelta di fede eterodossa, rispetto ad una Chiesa schierata a<br />
fianco del potere cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o. Due fatti possono essere sottolineati: le comun<strong>it</strong>à<br />
evangeliche realizzano direttamente proprie ist<strong>it</strong>uzioni scolastiche, aperte a tutti, per<br />
permettere la lettura diretta dei testi cristiani. A questa azione di istruzione popolare,<br />
che colma le gravi lacune della scuola pubblica, si aggiunge una pratica ecclesiale che<br />
promuove il protagonismo dei fedeli, che debbono - nelle realtà lontane dalle c<strong>it</strong>tà -<br />
autogestirsi le comun<strong>it</strong>à anche nella predicazione e nei culti. Ma questi fatti non<br />
446 LF, nn. 345 del 13 maggio1911, pag. 4, La protesta del signor Hoc, 354 del 15 luglio 1911, pag. 4, Perizia<br />
cattolica apostolica romana e 355 del 21 luglio 1911, pag. 4, Sempre della perizia cattolica-apostolicaromana:<br />
quello che fa in realtà perdere le staffe ai cattolici locali è la denuncia socialista del tentativo,<br />
compiuto grazie alla perizia del conte ing. Bellav<strong>it</strong>is, di dimezzare il valore del Salone Ruffo, per non dover<br />
pagare le imposte, il tutto mentre la parrocchia continua ad espandere i suoi impianti sui terreni comunali<br />
adiacenti. CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pag. 174. Sull’esperienza di don Vogrig e dell’Esaminatore Friulano cfr.:<br />
RINALDI, Carlo, Il giornalismo pol<strong>it</strong>ico, c<strong>it</strong>., pagg. 165-183.<br />
447 LF, n. 65 del 17 febbraio 1906, pag. 3, LE GESTA DI UN PRETE; il trafiletto c<strong>it</strong>ato è senza t<strong>it</strong>olo, articolo<br />
firmato F. S. Nirn.<br />
448 MICHELS, Roberto, Proletariato e borghesia, c<strong>it</strong>., pagg. 186-190; id., Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pag. 373.<br />
449 SPINI, Giorgio, Movimenti evangelici nell’Italia contemporanea, Rivista Storica Italiana, annata LXXX,<br />
settembre 1968, pagg. 463-498.<br />
135
cancellano una debolezza strutturale delle chiese evangeliche, che faticano a radicarsi<br />
nel terr<strong>it</strong>orio sia per le difficoltà intrinseche (i matrimoni misti, la resistenza delle<br />
credenze tradizionali) che per quelle organizzative, sia per la maggiore pregnanza<br />
dell’ag<strong>it</strong>azione socialista, più diretta e radicale sul piano sociale e capace - soprattutto<br />
tram<strong>it</strong>e i grandi dirigenti del bracciantato padano (Bissolati, Massarenti, Badaloni e -<br />
primo fra tutti - il reggiano Prampolini) - di far proprio il linguaggio evangelico senza<br />
impegnarsi su quello ecclesiale. 450<br />
Di questa dura lotta dà testimonianza, per quanto riguarda il terr<strong>it</strong>orio friulano<br />
che non è stato toccato dallo studio di Spini, la storia della comun<strong>it</strong>à valdese di Tramonti<br />
di Sopra realizzata da Christian Pradolin. 451 Anche in questa realtà per lunghi anni la<br />
predicazione evangelica viene ostacolata dai potenti del paese, che riescono a sopprimere<br />
ad esempio la scuola elementare volontaristicamente realizzata dal fondatore della<br />
comun<strong>it</strong>à Gio Batta Facchin. Protagonisti della repressione, che giungerà alle violenze<br />
fisiche ed a provocazioni che porteranno all’arresto di esponenti della Chiesa valdese,<br />
sono gli amministratori comunali dell’epoca, guidati dal sindaco che è anche il maggiore<br />
proprietario del paese. Il ricatto sui contadini protestanti da parte dei proprietari è anche<br />
in questo caso una costante sul piano nazionale. Dal testo di Pradolin non emerge in<br />
questo caso una contigu<strong>it</strong>à fra la comun<strong>it</strong>à valdese tramontina e la sinistra pol<strong>it</strong>ica, se<br />
non in un’epoca più tarda: dalla Resistenza, nella quale il valdese Luciano Pradolin,<br />
azionista, comanda il locale reparto partigiano “Osoppo”, agli anni Settanta in cui alcuni<br />
giovani, come Christian, saranno attivi nella sinistra ed un simpatizzante della<br />
comun<strong>it</strong>à, Giovanni Urban, sarà sindaco comunista dal 1980 al 1985.<br />
Un episodio, non riproposto nello studio e che mi è stato rifer<strong>it</strong>o dall’autore, rivela<br />
comunque un diverso approccio alla pol<strong>it</strong>ica nella comun<strong>it</strong>à valdese: è quello di uno dei<br />
primi esponenti socialisti locali che chiede l’intervento di un amministratore comunale,<br />
questa volta valdese, per por termine alle persecuzioni nei suoi confronti. Va infine<br />
tenuto conto ancora una volta di una contigu<strong>it</strong>à significativa: la vicinanza fra Tramonti e<br />
Navarons non è solo geografica, ma viene segnalata l’apertura culturale dei repubblicani<br />
di quella local<strong>it</strong>à, che leggono le pubblicazioni evangeliche, anche se rimangono liberi<br />
pensatori. 452 Ancora una volta si intrecciano i diversi percorsi di emancipazione culturale<br />
delle masse dell’Italia moderna.<br />
La contigu<strong>it</strong>à fra sviluppo del movimento socialista e dei fenomeni di eterodossia<br />
religiosa ha inoltre altri aspetti: il più famoso è il lazzarettismo, tipico movimento di tipo<br />
millenaristico che trova le sue radici nelle plebi diseredate del Monte Amiata. Come ha<br />
ben cap<strong>it</strong>o Hobsbawm, i movimenti utopistici riescono a captare quel bisogno di forte<br />
ideal<strong>it</strong>à senza il quale le strategie rivoluzionarie non hanno possibil<strong>it</strong>à alcuna di<br />
successo, pur avendo superiori capac<strong>it</strong>à anal<strong>it</strong>iche e di proposta progettuale. Nella loro<br />
ricerca di radicamento storico, i socialisti stessi individuano in alcune eresie medioevali<br />
o nei settori radicali della riforma protestante i precursori più antichi delle istanze<br />
egual<strong>it</strong>arie e comunistiche. E’ così che i socialisti erigono nel 1907 un monumento a fra<br />
Dolcino sul monte Rubello, in Valsesia, ove l’eretico egual<strong>it</strong>ario ed i suoi seguaci avevano<br />
sub<strong>it</strong>o un anno di assedio da parte delle forze dei vescovi di Novara e Vercelli fra il 1306<br />
ed il 1307. Il recupero in chiave socialista di fra Dolcino corrisponde anche ad una<br />
diffusione dell’ideologia del Cristo socialista, di cui si diffondono i r<strong>it</strong>ratti nelle famiglie,<br />
ed è una forma di collegamento teorico cui corrispondono anche l’interesse di esponenti<br />
“alti” del marxismo, come Friedrich Engels ed Ernst Bloch che riflettono sull’ala radicale<br />
della Riforma protestante. 453<br />
450 MANZOTTI, Fernando, Dall’evangelismo valdese alla propaganda socialista nella pianura padana, estratto<br />
da: Atti e memorie della Accademia di lettere, scienze e arti di Modena, 5a serie, volume 15°, Modena, Società<br />
tipografica ed<strong>it</strong>rice modenese, 1957, pagg. 98-108.<br />
451 PRADOLIN, Alessio Christian, Una fiaccola di fede evangelica, Tramonti di Sopra, Chiesa Evangelica<br />
Valdese, 1997.<br />
452 PRADOLIN, Alessio Christian, c<strong>it</strong>., pag. 48.<br />
453 Cfr.: OTTONE, Carlo, L’altra religione, e: Quando il giornale satirico “L’Asino” si occupò di fra Dolcino, in:<br />
MORNESE, Corrado e BURATTI, Gustavo (a cura di), Fra Dolcino e gli Apostolici tra eresia, rivolta e roghi,<br />
Roma, DeriveApprodi, 2000, pagg. 205-222 e la recensione di: ILLUMINATI, Augusto, Maestro di guerriglia, in Il<br />
Manifesto, Roma, 1° ottobre 2000, pagina 13. Su Dolcino, oltre al volume appena c<strong>it</strong>ato (che contiene anche un<br />
breve contributo sui r<strong>it</strong>ratti del Cristo socialista reper<strong>it</strong>i nell’area dell’antica predicazione dolciniana e del<br />
movimento di recupero socialista di inizi ‘900: DELMASTRO, Piero e FAPPANI, Aldo, pagg. 223-224), cfr.:<br />
MANTEUFFEL, Tadeusz, Nasc<strong>it</strong>a dell’eresia, Firenze, Sansoni, 1986, pagg. 97-117; sul recupero marxistico del<br />
principale esponente della riforma radicale, Thomas Münzer, cfr. ENGELS, Friedrich, La guerra dei contadini,<br />
Milano, Feltrinelli, s.d. (si tratta della ristampa dell’edizione romana di Mongini, 1904); BLOCH, Ernst, Thomas<br />
Münzer teologo della rivoluzione, Milano, Feltrinelli, 1980. Su Davide Lazzaretti, il nonviolento “Messia del<br />
Monte Amiata” ucciso dalla forza pubblica per la sua capac<strong>it</strong>à di mobil<strong>it</strong>azione popolare, cfr. HOBSBAWM, Eric<br />
J., I ribelli, Torino, Einaudi, 1974,pagg. 75-94.<br />
136
Sarà però un altro aspetto a predominare e addir<strong>it</strong>tura a rafforzare la propaganda<br />
socialista: ad onta del giudizio fortemente negativo dei giovani socialisti torinesi<br />
testimoniato da Tasca, il settimanale l’Asino, ben lungi dal rappresentare un ostacolo per<br />
lo sviluppo del Psi ne è uno dei veri e propri volani. Si tratta di un periodico<br />
modernissimo per l’epoca, costru<strong>it</strong>o tutto su un linguaggio facile come quello della satira,<br />
basato sugli efficaci disegni di Gabriele Galantara, che possono essere letti anche dagli<br />
analfabeti (così come, sul primo vero quotidiano di massa nazionale, l’Avanti!, quelli di<br />
Scalarini), che si avvale anche, primo in Italia, della stampa a colori: prima della guerra il<br />
settimanale arriverà a distribuire fino a 100.000 copie, un’enorm<strong>it</strong>à. Non stupisce di<br />
trovarlo, con grande orrore di don Lozer, nelle mani dei ragazzini di Torre: in realtà<br />
l’Asino è proprio lo strumento di lotta che ci vuole per i socialisti, diretto, privo di<br />
scrupoli e di difficoltà teoriche, dal linguaggio facile, piano ed educativo, perfetto per<br />
rivolgersi ad una plebe appena superficialmente scolarizzata. Ed il prete, con i suoi<br />
difetti, la sua retorica e le sue incoerenze è l’obiettivo polemico perfetto, addir<strong>it</strong>tura<br />
migliore del cap<strong>it</strong>alista. 454<br />
Va però esaminato un altro aspetto della “questione anticlericalismo”, quello che<br />
rende meno bizzarra e più comprensibile tutta questa vicenda, riconducendola all’interno<br />
dei canoni interpretativi dell’opinione pubblica nazionale. Sul piano teorico il pensiero<br />
anticlericale dei socialisti è il portato del predominante pos<strong>it</strong>ivismo scientista, che porta<br />
a vedere il pensiero religioso come un residuo del passato oscurantismo e di una<br />
condizione in qualche modo prim<strong>it</strong>iva e premoderna. In tale contesto vanno inser<strong>it</strong>i gli<br />
articoli para-scientifici in cui si cerca di definire alcune forme di devozione e pratiche<br />
religiose sotto categorie di tipo medico, siano esse viste sotto l’aspetto psichiatrico o sotto<br />
quello igienistico.<br />
Particolarmente sconcertanti possono apparire passi come il seguente, in cui la<br />
frequentazione dei luoghi di culto cattolici viene sconsigliata per motivi igienici. Non<br />
andate in chiesa, buona gente! E voi compagni socialisti d’ogni gradazione, insegnate,<br />
ripetete alla buona gente che in chiesa non si deve andare per cento e una ragioni. Non si<br />
deve andare, perché le beghine sputano molto e non avendo respirato aria buona, perché<br />
passano la loro v<strong>it</strong>a nei luoghi chiusi, all’ombra dei confessionali, accanto ai pretoni che<br />
respirano grosso, hanno i polmoni pieni di infezioni. Non si deve andare in chiesa perché<br />
l’aria delle chiese è chiusa e i sacrestani lucidano le colonne ma non conoscono l’igiene e sui<br />
cornicioni, nei frastagli delle cornici resta la polvere dei padri, dei padri, dei padri, tutte le<br />
disseccate esalazioni di venti generazioni di gente non sana. Le chiese sono vecchie ed<br />
escludono il sole. Eppoi l’incenso ecc<strong>it</strong>a e sopisce, a seconda delle fibre, affolla il<br />
cervelluccio delle fanciulle prossime ad essere donne, di fantasie molle e vaporose, che<br />
montano e fanno ardere e turbano e stimolano le personcine impuberi agli abbandoni<br />
spasmodici della sol<strong>it</strong>udine, che par mistica ed è erotica. Non si deve andar in chiesa, perché<br />
la chiesa è scuola di voluttà, cupe e nascoste, luogo di inc<strong>it</strong>amento a sogni febbrili e<br />
corrodenti; perché il confessionale è l’ordigno che attira le creature dolci ed ignare, le<br />
avvince, le domina, ne soffoca le nascenti energie libere, e le denuda pavide innanzi agli<br />
occhi voraci e sotto le mani adunche del sacerdote tac<strong>it</strong>o sverginatore del mestiere, al<strong>it</strong>o<br />
che avvizzisce, vampiro che succhia, voce che avvelena, forza che distrugge. E li attrae<br />
l’organo ammaliatore che suade la disperazione e stringe le anime nel sudario atroce del<br />
disprezzo della v<strong>it</strong>a. E li possiede lo scintillio dei ceri con cui i sacerdoti illudono gli occhi<br />
che non possono sopportare la luce. In chiesa è umido, in chiesa non c’è salute fisica, senza<br />
la quale quella morale è impossibile. 455<br />
In realtà l’articolo qui presentato è tutto escluso che un ridicolo esempio di<br />
pregiudizio antireligioso. Anzi, dimostra che in qualche modo da parte socialista si<br />
utilizzano strumentalmente elementi di un dibatt<strong>it</strong>o scientifico serio, presente negli<br />
ambienti scientifici e che ha qualche influenza anche all’interno della Chiesa cattolica.<br />
Un altro contributo di questo tipo, questa volta dedicato più specificamente alla pol<strong>it</strong>ica<br />
san<strong>it</strong>aria, tratta della presenza delle suore negli ospedali, r<strong>it</strong>enuta poco professionale e di<br />
impedimento al lavoro del personale infermieristico, e dei problemi igienici legati al loro<br />
particolare abbigliamento. 456<br />
454 Cfr.: CANDELORO, Giorgio, in: L’Asino, c<strong>it</strong>., pagg. VII-XVIII; NERI, Guido D., Galantara. Il morso dell’Asino,<br />
Milano, Feltrinelli, 1980.<br />
455 LF, n. 72 del 7 aprile 1906, pag. 1, Non andate in chiesa!, articolo siglato X.<br />
456 Siamo negli anni in cui il paradigma igienistico batteriologico e contagionista, grazie soprattutto alle ricerche<br />
di Koch sui bacilli del colera e della tubercolosi, scalza le teorie più antiche ed antiscientifiche. E’ in questo<br />
clima che viene messo in discussione il fatto che le acquasantiere e le grate dei confessionali siano vere e<br />
proprie colture batteriche, che la scarsa pulizia delle chiese per la diffusione di polveri e sputi e la promiscu<strong>it</strong>à<br />
con ammalati e marginali (soprattutto in periodi epidemici) aggravi la diffusione di questi flagelli. Contro queste<br />
ipotesi si ribellano i gesu<strong>it</strong>i della Civiltà Cattolica, opponendosi alle moderne teorie batteriologiche in quanto si<br />
paventa un loro utilizzo antireligioso.<br />
E’ proprio uno studioso <strong>it</strong>aliano, Francesco Abba, a svolgere nel 1898 la prima vera ricerca epidemiologica su<br />
luoghi di culto, con risultati allarmanti che producono un dibatt<strong>it</strong>o sulle modal<strong>it</strong>à di culto e sulla stessa<br />
137
E che dire dell’orrorifica descrizione zoliana della brodaglia immonda in cui si<br />
immergono i malconci pellegrini approdati alla grotta di Lourdes, a causa della tirchieria<br />
dei gestori religiosi che lesinano nei cambi dell’acqua? Solo l’onestà intellettuale del<br />
grande scr<strong>it</strong>tore può far replicare (ma ad un medico, per quanto convert<strong>it</strong>o!) che la<br />
temperatura dell’acqua è tale da garantire senz’altro l’antisettic<strong>it</strong>à di quell’apparente<br />
brodo di coltura, suffragata da un’adeguata verifica epidemiologica. Stiamo parlando di<br />
un testo, quello dedicato alla campagna di fervore religioso organizzata attorno ai<br />
miracoli di Lourdes da un clero simpatizzante dell’ancien régime e bistrattato dalla<br />
repubblica francese, utilizzato e raccomandato dalla propaganda socialista proprio negli<br />
anni più duri della battaglia anticlericale <strong>it</strong>aliana. 457<br />
Una conferma di queste attenzioni igienistiche sottostanti all’anticlericalismo<br />
viene da una testimonianza raccolta nel comune di Castelnovo del Friuli, e databile<br />
all’incirca al primo dopoguerra (anno presunto il 1921): il nonno del testimone<br />
r<strong>it</strong>ornando a casa apprende dalla moglie che la porta è stata benedetta dal parroco; come<br />
reazione stacca la porta dai cardini, scende sul greto del fiume Cosa e la lava<br />
accuratamente. Questo episodio, ormai decontestualizzato e privo del suo significato<br />
originario, diventa solo un atto di spregio alla Chiesa cattolica: ma le sue origini sono<br />
sicuramente da ricercare nella campagna contro le infezioni batteriche prodotte<br />
dall’acqua santa. 458<br />
L’anticlericalismo socialista si alimenta di continui riferimenti alla quotidian<strong>it</strong>à, e<br />
sottolinea continuamente la scelta del matrimonio civile ed il rifiuto di somministrare i<br />
sacramenti ai figli. Sono ripetute le notizie attorno alla celebrazione di matrimoni civili,<br />
che vengono c<strong>it</strong>ati come comportamenti esemplari da parte dei compagni e delle<br />
compagne. Al contrario, non si riscontrano nell’area friulana riferimenti a quelle forme di<br />
rovesciamento totale dell’ist<strong>it</strong>uzione familiare che portano alla leg<strong>it</strong>timazione socialista di<br />
libere unioni e dei figli da esse nati. Solo una volta si dà notizia di un caso di eutanasia,<br />
ma esso è così singolare da non poter cost<strong>it</strong>uire un esempio di morale eterodossa: si<br />
tratta del duplice suicidio di una delle figlie di Carlo Marx e di suo mar<strong>it</strong>o, uno dei<br />
principali esponenti del socialismo francese. Anzi, i socialisti friulani pubblicano la<br />
lettera di commiato dei suicidi pur prendendo cautamente le distanze da questa<br />
scelta. 459<br />
In vari casi il ruolo del capofamiglia emerge spesso con un’aura di autor<strong>it</strong>arismo<br />
maschile tradizionale, a fronte dell’atteggiamento delle donne meno risoluto ed ancora<br />
influenzato dalla Chiesa cattolica. Ne è un significativo esempio - fra le tante - questa<br />
lettera da Torre, pubblicata da Il Lavoratore Friulano: Il sottoscr<strong>it</strong>to non intende<br />
riconoscere nessun lavacro battesimale, né schiaffi vescovili impart<strong>it</strong>i ai suoi figli, mentre<br />
costruzione degli edifici ad esso adib<strong>it</strong>i. Fra l’altro, Abba rileva la minor adeguatezza igienica delle chiese<br />
cattoliche rispetto ai luoghi di culto di altre religioni. Proprio sul finire del primo decennio del Ventesimo Secolo<br />
padre Agostino Gemelli inizia la sua azione di recupero della moderna igienistica, capendo come l’opposizione<br />
precedente della chiesa cattolica alle moderne teorie scientifiche sia una posizione insensata e proponendo<br />
forme più razionali di gestione dell’igiene nei luoghi di culto, in modo da ridurre l’esposizione alle cr<strong>it</strong>iche<br />
anticlericali.<br />
Cfr.: DE GIORGI, Fulvio, I batteri e l’acqua santa. L’igiene nelle chiese ai primi del ‘900, in: Contemporanea,<br />
Bologna, anno II, n. 3, luglio 1999, pagg. 435-461.<br />
LF, n. 254 del 14 agosto 1909, pag. 1, Le suore negli Ospedali. Cfr. il testo in appendice.<br />
457 ZOLA, Emilio, Lourdes, Torino, Sten, 1923, pagg. 148 e 165.<br />
Quest’opera di Zola è significativa anche per la grande delicatezza con la quale viene investigato il mondo delle<br />
suggestioni e dei fenomeni psicosomatici che sottostà al clima di fervore religioso della resistenza clericale<br />
francese ai provvedimenti del governo radicale, e per il rispetto con il quale è trattato il duro travaglio dei<br />
religiosi più aperti e dilaniati dalle contraddizioni.<br />
458 Testimonianza di Massimo Cozzi; la datazione presunta è di Querino Bullian, uno dei massimi dirigenti della<br />
Resistenza nell’area di Castelnovo.<br />
459 MICHELS, Roberto, Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pagg. 373-374.<br />
Esempio estremo della fede nella vicina realizzazione dell’idea socialista, e contemporaneamente di una nuova<br />
etica laica è la morte di Paul Lafargue, dirigente del socialismo francese e genero di Carlo Marx, e di sua moglie<br />
Vera. I due si suicidano con un’iniezione sottocutanea di cianuro di potassio, scegliendo di sottrarsi alla<br />
decadenza della vecchiaia e rivendicando il dir<strong>it</strong>to all’eutanasia come scelta volontaria di interruzione della v<strong>it</strong>a.<br />
“Sano di corpo e di spir<strong>it</strong>o, io mi uccido prima che la vecchiezza spietata mi tolga ad una (ad) una le<br />
gioie ed i piaceri della v<strong>it</strong>a e mi spogli delle mie forze fisiche ed intellettuali, paralizzando la mia<br />
energia, spezzando la mia volontà, facendo di me un peso inutile a me stesso ed agli altri. Da parecchi<br />
anni mi ero promesso di non oltrepassare i 70 anni. Avevo fissato la data precisa della mia partenza dalla<br />
v<strong>it</strong>a ed avevo prestabil<strong>it</strong>o il modo con cui mettere in atto la mia intenzione: una iniezione ipodermica di<br />
cianuro di potassio. Io muoio, adunque, colla gioia suprema che in un avvenire prossimo trionferà la<br />
causa alla quale mi sono consacrato da 45 anni. Viva il comunismo! Viva il socialismo internazionale!”<br />
Cfr.: LF, n. 374 del 3 dicembre 1911, pag. 2, Paolo Lafargue e sua moglie suicidi.<br />
Come non possiamo oggi mettere a confronto la sicurezza di Lafargue nel compiere questo duro gesto con la<br />
vera e propria epidemia di crisi psicologiche e di suicidii che colpisce gli internazionalisti triestini al momento<br />
dello scoppio della guerra mondiale? Eppure solo poco più di tre anni dividono questi diversi momenti.<br />
138
egli si trovava emigrante, essendo frutto ciò di superstizioni volgari. In ogni scr<strong>it</strong>to diretto<br />
alla famiglia sempre raccomandava di tenere i suoi figli lontani dalla chiesa, come da un<br />
male contagioso; perciò inv<strong>it</strong>a l’incaricato di cancellare pure dagli inutili registri della<br />
chiesa, l’intiera sua famiglia la quale dichiara lealmente di avere ag<strong>it</strong>o contro la volontà<br />
dello scrivente e di essere stata v<strong>it</strong>tima delle superstizioni altrui. In realtà a Pordenone<br />
erano proprio le donne il centro del movimento sindacale e socialista, ed anche in questo<br />
caso la “virile” espressione sopra ricordata non rende loro giustizia! 460<br />
V<strong>it</strong>time insieme con le donne dei pregiudizi anticlericali sono i contadini. Robert<br />
Linhart ha ricostru<strong>it</strong>o il vero e proprio pregiudizio anticontadino del socialismo<br />
bolscevico russo, di cui è il massimo protagonista Maksim Gorkij. 461 Non si tratta certo<br />
di un atteggiamento tipico del socialismo bolscevico russo: esso alligna anche in quello<br />
friulano, che fa pur parte di quello che si può definire il più grande part<strong>it</strong>o socialista<br />
contadino d’Europa. Contano in questo atteggiamento la lontananza dai centri<br />
bracciantili della pianura padana, e la presenza di una realtà di piccola proprietà,<br />
mezzadria e colonia, meno immediatamente identificantisi con le proposte di tipo<br />
collettivistico. Conta soprattutto il fatto che - a fronte di questo mondo contadino,<br />
estraneo al movimento di un<strong>it</strong>à nazionale ed allo stato liberale e che esprime i suoi<br />
quadri sociali e pol<strong>it</strong>ici in un clero che del rifiuto del Risorgimento ha fatto la sua<br />
bandiera, accusato spesso di austriacantismo - i socialisti tradiscono la loro origine<br />
c<strong>it</strong>tadina e borghese, totalmente organica con la tradizione risorgimentale. Guarda caso<br />
le polemiche più sprezzanti contro la base contadina delle iniziative clericali sono quelle<br />
che vengono espresse dai socialisti di centri come Pordenone, Sacile e Spilimbergo: un<br />
atteggiamento a volte razzista, del tutto contradd<strong>it</strong>torio con la professione di fede<br />
nell’emancipazione dei lavoratori, e che colpisce i più poveri ed oppressi. Se a Pordenone<br />
questo atteggiamento viene superato da una vera e propria “andata al popolo” che nel<br />
secondo decennio porta alla conquista del contado grazie soprattutto alla mediazione<br />
degli emigranti, anello di congiunzione fra la piccola proprietà agraria ed il mondo<br />
dell’industria, negli altri due centri, connotati dall’assenza di una vera classe operaia<br />
industriale e con gruppi dirigenti socialisti di origine quasi esclusivamente borghese,<br />
esso perdura più stabilmente. Ad esempio polemizzando con don Annibale Giordani, i<br />
socialisti spilimberghesi affermano: Se sent<strong>it</strong>e il bisogno di giustificare la vostra opera<br />
pubblica fatelo pure; ma mai in privato, mai in casa vostra e fra poveri contadini che nulla<br />
comprendono se non l’inferno e il paradiso che a loro andate giornalmente minacciando e<br />
promettendo. Oppure, cr<strong>it</strong>icando gli amministratori clericali guidati da Marco Ciriani, li si<br />
accusa che non intendano di abbandonare la carica loro affidata dai benpensanti, dagli<br />
elettori coscienti... del contado. 462<br />
In tal modo - pur con eccezioni, quando si prende atto talvolta della penetrazione<br />
delle idee socialiste anche fra i contadini - si tende a contrapporre ad artigiani e<br />
lavoratori industriali questi lavoratori che appaiono distanti, sconosciuti, chiusi in un<br />
mondo tradizionale ed arretrato da cui emergono solo per affollare le iniziative clericali,<br />
per dare gambe a latterie sociali, cooperative e casse rurali e per influire sul voto con la<br />
loro crescente iscrizione alle liste elettorali organizzata dal clero, che fa pesare sulla<br />
bilancia dei risultati il peso della loro massa maggior<strong>it</strong>aria. Un mondo in cui la<br />
superstizione e l’ignoranza permettono ancora ai preti di utilizzare la minaccia di<br />
punizioni divine per ogni violazione delle disposizioni della Chiesa, siano esse in materia<br />
di pratiche di culto oppure di versamenti per il sostentamento del clero. E spesso l’abuso<br />
della credul<strong>it</strong>à popolare diventa occasione per spregiudicate speculazioni alle spalle dei<br />
poveri contadini, venduti come schiavi sul mercato internazionale del lavoro in violazione<br />
di quei divieti delle autor<strong>it</strong>à che talvolta cercano di ev<strong>it</strong>are l’emigrazione in quei paesi ove<br />
non esiste alcuna forma di tutela dei loro dir<strong>it</strong>ti. 463<br />
460 LF, n. 183 del 18 aprile 1908, TORRE. Acqua lustrale e schiaffi Vescovili, non riconosciuti!, lettera di<br />
P<strong>it</strong>on Paolo di A.Un altro esempio scelto a caso è quello contenuto nelle sottoscrizioni di un gruppo di<br />
socialisti di Barcis: cfr. LF, n. 330 del 28 gennaio 1911, pag. 4, Sottoscrizione permanente: Gasperini Gildo<br />
saluta il battagliero Lavoratore 1, salut. i socialisti di Barcis sperando che in breve risorga la Sezione<br />
Socialista 2, sperando che la moglie sia convinta di aborrire il prete 1, protestando contro quei bigotti<br />
che forzarono la moglie a battezzare la bambina contro la mia volontà 50, nel bosco suona la sveglia la<br />
mattina di buon’ora in nome di dio e della madonna 1, contento che i boscaiuoli si svegliano 1, salut. il<br />
comp. Gasperini a Vicenza 50 (...).<br />
461 LINHART, Robert, Lenin i contadini e Taylor, Roma, Coines, 1977, pagg. 33-84.<br />
462 LF, nn. 279 del 5 febbraio 1910, pag. 2, SPILIMBERGO. Il bisogno di giustificarsi! e 300 del 2 luglio 1910,<br />
pag. 1, SPILIMBERGO, “Sì!”... Provvisori!!!..., articolo firmato Ivos.<br />
463 Sul ricorrente refrain clericale sulle vendette divine nei confronti dei socialisti e di chi non conferisce il<br />
quartese alla parrocchia, cfr.: LF, nn. 332 dell’11 febbraio 1911, BRUGNERA. Sotto i preti e 341 del 15 aprile<br />
1911, pag. 2, Bravo Antonini!<br />
Su un esempio di mercato illegale delle braccia, dal Veneto al Brasile per il tram<strong>it</strong>e del porto austriaco di<br />
Trieste, stroncato dai carabinieri ed organizzato fra l’altro da due sacerdoti e coordinato dal parroco di Rorai<br />
139
Un esempio particolarmente interessante dell’atteggiamento pos<strong>it</strong>ivistico rispetto<br />
agli aspetti più clamorosi di superstizione interni al fenomeno religioso è il reportage<br />
sugli “spir<strong>it</strong>ati di Clauzetto”, episodio di isteria religiosa di massa di cui si è attualmente<br />
persa la memoria, e che viene introdotto da una lunga intervista con il prof. Giuseppe<br />
Antonini, primario psichiatra del manicomio di Udine, le cui opinioni sono considerate<br />
con attenzione dagli ambienti socialisti. 464<br />
Durante la sagra del “Perdono” turbe di poveri contadini isterici, nevrastenici<br />
pellagrosi e dementi, provenienti dalla Carniola, da Lubiana e da diversi paesi del Friuli,<br />
dopo essersi soffermati ovunque c’è un tempio per pregare e fare strane pen<strong>it</strong>enze, arrivano<br />
a Clauzetto dove si conserva, secondo l’impostura clericale, una reliquia col sangue di Gesù<br />
Cristo, che ha la virtù di cacciare lo ”spir<strong>it</strong> abolic” che possiede quei poveri corpi. I<br />
convenuti a Clauzetto partecipano ad una serie di r<strong>it</strong>i di esorcismo, ed una folla di<br />
vend<strong>it</strong>ori e ciarlatani si approf<strong>it</strong>ta di loro. Le offerte alla chiesa si sprecano, ed i socialisti<br />
richiedono di vietare tale manifestazione e di affidare i pazienti agli psichiatri. 465<br />
Per il settimanale socialista l’occasione forn<strong>it</strong>a dal confronto con il prof. Antonini<br />
è ghiotta: essa permette di sommare al pos<strong>it</strong>ivismo anticlericale le informazioni tratte da<br />
una nuova scienza, quella psichiatrica, che è in via di rafforzamento e che ottiene proprio<br />
in questi anni una leg<strong>it</strong>timazione del proprio status accademico attraverso la nuova legge<br />
psichiatrica. Si tratta, più che del confronto fra due paradigmi scientifici, del tentativo<br />
ingenuo di rafforzare reciprocamente due deboli scientismi, attraverso la loro speculare<br />
giustapposizione. Ma il portavoce della psichiatria, scienza medica sui generis, più<br />
funzionale a garantire l’ordine pubblico e l’esclusione sociale dei marginali e degli inutili<br />
al processo produttivo moderno, si presenta su un piano di alto livello, che spiazza<br />
l’ingenua speranza dell’intervistatore. E’ semmai quest’ultimo a dover cercare di<br />
arrampicarsi sugli specchi, in cerca di un facile consenso alle sue domande a tesi, che<br />
tarda a giungere. In realtà l’analisi di Antonini non può essere facilmente incasellata nei<br />
due periodi del cappello introduttivo. Dopo essersi tenuto sulle generali, l’intervistatore<br />
cerca di portare il discorso sul piano della propaganda anticlericale. Ma lo psichiatra non<br />
accetta di farsi strumentalizzare ed intreccia la psicologia sociale con quella che oggi<br />
definiremmo antropologia culturale comparata.<br />
Il discorso si è rovesciato: lo psichiatra trascina il socialismo fra le esperienze<br />
irrazionali, omologandolo proprio con quei fenomeni a carattere m<strong>it</strong>ico e religioso contro i<br />
quali era stato inv<strong>it</strong>ato a testimoniare. Ovvia la presa di distanza, quasi con orrore, del<br />
redattore de Il Lavoratore Friulano. La via d’usc<strong>it</strong>a non è più sul terreno del socialismo<br />
scientifico, ma su quello della psichiatria, la psichiatria scienza del contenimento. Il<br />
redattore conclude provocando Antonini a dichiarare la necess<strong>it</strong>à di forme di<br />
Grande di Pordenone, don Celestino Scalabi cfr.: LF, nn. 332 dell’11 febbraio 1911, pag. 4, MONTEREALE<br />
CELLINA, 340 del 7 aprile 1911, pag. 4, La condanna di due sacerdoti e 348 del 3 giugno 1911, pag. 4,<br />
Parroci assolti. Due sacerdoti saranno poi assolti, ma ne sfugge alla giustizia un terzo riparando all’estero.<br />
Forse ad un caso analogo ci si riferisce in occasione del rientro da Genova di un gruppo di emigranti<br />
transoceanici respinti perché ingannati da un sacerdote: cfr. LF, n. 336 dell’11 marzo1911, PORDENONE.<br />
Prete ingannatore.<br />
464 Il prof. Antonini è il tecnico che in quegli anni ispira la costruzione, da parte dell’Amministrazione<br />
Provinciale, del manicomio di Udine, inaugurato nel 1904. Le amministrazioni provinciali avevano acquis<strong>it</strong>o con<br />
legge del 1874 la competenza relativa ai “mentecatti” ed “alienati mentali”. La nuova ist<strong>it</strong>uzione andava a<br />
sost<strong>it</strong>uire l’ospedale civile, ove erano ricoverati in parte i pazienti psichiatrici (in gran parte affetti da patologie<br />
correlate alla pellagra ed all’alcool) al centro di un sistema manicomiale che aveva prodotto nel terr<strong>it</strong>orio<br />
friulano varie succursali già attivate nei decenni precedenti.<br />
Tuttavia, a dispetto dell’impostazione chiaramente restr<strong>it</strong>tiva della legge psichiatrica del 1904 (quella che<br />
sarebbe rimasta in vigore fino alla riforma del 1978) il nuovo manicomio sorge - per mer<strong>it</strong>o di Antonini e del<br />
progettista, l’ingegnere provinciale G.B. Cantarutti - come una struttura avanzata a livello europeo, ispirata al<br />
principio delle “porte aperte” e della “non coercizione”, con una dotazione di personale più ampia di quella<br />
tradizionale e senza cinte murarie. Non è poi stato un caso che il nuovo manicomio si fosse realizzato<br />
proprio nel periodo in cui a Udine governava una giunta progressista, e in campo nazionale la psichiatria<br />
aveva raggiunto una sufficiente credibil<strong>it</strong>à di scienza al servizio dell’ordine sociale. Cfr.: SCOPELLITI,<br />
Letterio, Manicomio addio, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1997, pagg. 33-36; COLA, Gaetano, c<strong>it</strong>., pagg. 57-59.<br />
La pratica dei decenni successivi, in questo come in altri ist<strong>it</strong>uti psichiatrici sorti in quella fase di (relativo)<br />
rinnovamento, si allineerà al metodo di esclusione sociale e segregazione che ha connotato l’ist<strong>it</strong>uzione totale<br />
psichiatrica fino alle esperienze di Gorizia e Trieste di Franco Basaglia ed alla successiva riforma a queste<br />
ispirata. Un destino regressivo interno alla stessa ideologia psichiatrica pos<strong>it</strong>ivistica che lo ha fatto nascere,<br />
mascherando pratiche di esclusione sociale attraverso un’utopia normalizzatrice, rivolta comunque solo ad una<br />
minoranza dei pazienti.<br />
L’ospedale psichiatrico di Udine sarà uno degli ultimi ad essere coinvolto nel processo di riforma e continuerà<br />
ad accogliere pazienti fino al settembre 1994, in palese dispregio della legge 180 del 1978, che vieta nuovi<br />
internamenti a partire da quell’anno. Cfr.: NOVELLO, Mario, Superare il Manicomio, presentazione di: Soggetto<br />
e ist<strong>it</strong>uzione: l’ered<strong>it</strong>à di Franco Basaglia, allegato a “L’Ippogrifo”, Pordenone, 1999.<br />
465 LF, n. 80 del 2.6.1906, pagg. 1 e 2, LE IMPRESSIONI del nostro inviato speciale. Corrispondenza firmata<br />
Ario. Cfr. il testo in appendice.<br />
140
contenimento di queste manifestazioni, per il pericolo di suggestioni epidemiche. Quello<br />
che era iniziato come un percorso di liberazione dell’uman<strong>it</strong>à dalle catene della<br />
superstizione si trasforma nell’ipotesi di provvedimenti contro la libertà di manifestazione<br />
del culto delle plebi cattoliche. 466<br />
Il riferimento di Antonini agli anarchici come categoria della psichiatria, derivato<br />
da Lombroso, eminenza del pos<strong>it</strong>ivismo dell’epoca, che ha dedicato loro uno dei suoi libri<br />
di criminologia, conclude un dialogo assai rivelatore dello spir<strong>it</strong>o dell’epoca. E’ tutto un<br />
mondo scientifico che scava nelle credenze popolari, le scruta con la lente con cui<br />
l’entomologo osserva i più minuscoli animali, le cataloga nel nuovo enciclopedismo<br />
psichiatrico sotto forma di fenomeni di psicologia sociale ed individuale per proporre<br />
rimedi che sono sociali ma molto più spesso medici e, nella logica dell’età, repressivi.<br />
L’interrogante socialista non ha motivi per essere soddisfatto delle risposte del prof.<br />
Antonini. Quest’ultimo ha affermato le ragioni della sua professione, fino alla lucida<br />
rivendicazione della necess<strong>it</strong>à di porre sotto la tutela della scienza medica fenomeni<br />
ancora compresi sotto il dominio del religioso. Ma contemporaneamente Antonini - pur<br />
con i lim<strong>it</strong>i del paradigma psichiatrico - è molto più avanti nell’analisi del fenomeno<br />
dell’isteria religiosa di quanto siano capaci di fare i socialisti pos<strong>it</strong>ivisti. Non è ancora<br />
giunto il momento in cui nel campo delle scienze sociali i ricercatori affronteranno<br />
laicamente lo studio delle culture utilizzando creativamente la dialettica marxista come<br />
strumento per analizzare realtà complesse, non semplificabili attraverso una lettura<br />
superficiale come quella del pos<strong>it</strong>ivismo.<br />
Mezzo secolo più tardi il fondatore dell’antropologia strutturale, Claude Lévi-<br />
Strauss, darà una ben più ricca lettura del socialismo scientifico nel quadro del pensiero<br />
sociale moderno. La lettura di Marx mi aveva tanto più entusiasmato in quanto era la prima<br />
volta che prendevo contatto, attraverso quel grande pensiero, con la corrente filosofica che<br />
va da Kant a Hegel; un mondo mi si rivelava. Da allora questo entusiasmo non si è mai<br />
affievol<strong>it</strong>o e di rado mi accingo a risolvere un problema di sociologia o di etnologia senza<br />
prima aver vivificato la mia riflessione con la lettura di qualche pagina del 18 Brumaio di<br />
Luigi Bonaparte o della Cr<strong>it</strong>ica dell’economia pol<strong>it</strong>ica. Non si tratta d’altronde di sapere se<br />
Marx ha giustamente previsto il tale o il talaltro sviluppo della storia. D’accordo con<br />
Rousseau, e in una forma che mi pare decisiva, Marx ha insegnato che la scienza sociale non<br />
si edifica sul piano degli avvenimenti, così come la fisica non è fondata sui dati della<br />
sensibil<strong>it</strong>à: lo scopo è di costruire un modello, di studiare le sue proprietà e le sue diverse<br />
reazioni in laboratorio, per applicare poi quanto si è osservato all’interpretazione di ciò che<br />
avviene empiricamente e che può essere molto lontano dalle previsioni. A un diverso livello<br />
della realtà, il marxismo mi sembrava procedesse allo stesso modo della geologia e della<br />
psicanalisi intesa nel senso che il suo fondatore le aveva dato: tutti e tre dimostrano che<br />
comprendere vuol dire ridurre un tipo di realtà ad un altro; che la realtà vera non è mai la<br />
più manifesta: e che la natura del vero traspare già nella cura che mette a nascondersi. In<br />
ogni caso si pone lo stesso problema, quello del rapporto fra il sensibile e il razionale, e lo<br />
scopo persegu<strong>it</strong>o è lo stesso: una specie di “super-razionalismo” mirante a integrare il primo<br />
col secondo senza nulla sacrificare delle sue proprietà. 467<br />
Ma i tempi non sono maturi e vige ancora lo spir<strong>it</strong>o di quei medici, come<br />
Fernando Franzolini, che hanno gest<strong>it</strong>o decenni prima la vicenda delle “indemoniate di<br />
Verzegnis”. Una vicenda non a caso collegata nella sua origine al Perdono di Clauzetto, e<br />
risolta con un’impostazione tipica della medicina pos<strong>it</strong>ivistica. Il dottor Franzolini,<br />
primario dell’ospedale civile di Udine, non è un propagandista socialista, ma<br />
semplicemente uno scienziato che deve gestire un’emergenza sociale che è diventata un<br />
pericolo per l’ordine pubblico: ed egli punta il suo indice, oltre che sulla suggestione nata<br />
negli esorcismi clauzettani, sulla scelta austriaca, nell’epoca di reazione pol<strong>it</strong>ica<br />
immediatamente precedente al 1866, di rest<strong>it</strong>uire ai preti la possibil<strong>it</strong>à di esorcizzare<br />
nelle chiese gli ossessi: ora anche di cotali inferm<strong>it</strong>à non verrà segnato il termine finché<br />
durerà l’ignoranza nel popolo e finché tornerà conto ai preti di mantenere la stolta fede nella<br />
efficacia degli esorcismi, di cui si sottolinea l’effetto nefasto di consolidamento delle<br />
psicosi.<br />
La risposta del san<strong>it</strong>ario è pesante sul piano repressivo, individuando nelle<br />
ist<strong>it</strong>uzioni religiose il nemico da battere: dopo aver raccomandato di vigilare perché i<br />
locali sacerdoti non trascendano, nel catechizzare, dalla religione al fanatismo, dalle pie<br />
pratiche alle demenze ascetiche, egli dà le seguenti indicazioni di lavoro: I mezzi di prima<br />
necess<strong>it</strong>à e d’urgenza da porre in pratica consistono nel vietare assolutamente le<br />
esorcizzazioni di ogni foggia e grado, l’intervento del sacerdote essendo da tutti gli alienisti<br />
r<strong>it</strong>enuto dannoso, siccome quello che crede egli stesso alla ossessione ed ai castighi<br />
466 LF, n. 80 del 2.6.1906, pag. 1, GLI SPIRITATI DI CLAUZETTO, INTERVISTA COL PROF. ANTONINI. Cfr. il<br />
testo in appendice.<br />
467 LEVI-STRAUSS, Claude, Tristi tropici, Milano, Est, 1996, pagg. 55-56.<br />
141
dell’infermo e suole per consuetudine più facilmente spaventare le timide fantasie che<br />
tranquillarle, mantenendo inoltre vive nelle pazienti quelle idee che sono appunto ciò che di<br />
più patologico esiste in esse. Necess<strong>it</strong>a vietare efficacemente i pellegrinaggi a Clauzetto, in<br />
quel vergognoso avanzo di medio-evo, v<strong>it</strong>upero dell’odierna civiltà dell’Italia e del Friuli<br />
nostro, sentina di fanatiche brutture, martello e mercato della più ignominiosa e della più<br />
miserevole ignoranza. La conclusione è praticamente la mil<strong>it</strong>arizzazione del paese, la<br />
riduzione delle pratiche cultuali, l’intervento coatto di ricovero delle ammalate, misure<br />
che lo stesso san<strong>it</strong>ario r<strong>it</strong>iene che forse rasenteranno l’eccezional<strong>it</strong>à e sforzeranno i giusti<br />
lim<strong>it</strong>i delle nostre libere ist<strong>it</strong>uzioni. 468<br />
Queste pratiche, che comprensibilmente vedono una resistenza passiva da parte<br />
della popolazione e degli stessi amministratori locali, prevedono una repressione ed una<br />
mil<strong>it</strong>arizzazione del terr<strong>it</strong>orio, un intervento di tipo giacobino dell’autor<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica che<br />
vede solidali nella teoria e nella pratica i san<strong>it</strong>ari ed i governanti della nuova Italia<br />
liberale con le forze dell’opposizione di sinistra, che invece sul piano pol<strong>it</strong>ico si<br />
contrappongono alla violazione delle libertà (pol<strong>it</strong>iche e sociali) con ben altro vigore. Ed è<br />
proprio con la repressione che l’autor<strong>it</strong>à pone fine al Perdono di Clauzetto: L’indecente<br />
gazzarra dell’anno scorso e che fu ampliamente descr<strong>it</strong>ta dai giornali udinesi, ieri<br />
fortunatamente non s’è ripetuta. (…) La sagra di ieri fu molto animata: è la gran fiera ove<br />
accorrono in massa le popolazioni dei paesi vicini; V<strong>it</strong>o d’Asio, Anduins, Forgaria, Castel<br />
Nuovo, Travesio ecc., ma specialmente è il santuario ove accorrono i popoli della Schiavonia,<br />
dell’Istria e dell’Illirico per scioglier voti o per farsi esorcizzare se malati. Anche quest’anno<br />
si vedevano adagiati al nord della chiesa poveri malati in uno stato che destava pietà; la tisi,<br />
l’epilessia e la tubercolosi avevan fatto strage su quei miseri corpi i quali si credevano invasi<br />
dallo spir<strong>it</strong>o maligno.<br />
Ma quest’anno incombe sulle attiv<strong>it</strong>à di esorcismo la vigilanza del commissario<br />
straordinario nel comune dott. Petracco, del brigadiere e dei carabinieri e delle guardie<br />
forestali, che arrestano un esorcizzatore di Nimis, facendo così fuggire tutti gli altri<br />
maghi e fattucchiere; in segu<strong>it</strong>o alla vigilanza dell’autor<strong>it</strong>à, non riuscirono a far bere ai<br />
pazienti nemmeno la tradizionale e abbondante acqua santa. Le disposizioni prese dalle<br />
autor<strong>it</strong>à riuscirono di pieno gradimento agli ab<strong>it</strong>anti di Clauzetto i quali ieri deploravano<br />
quelle barbarie declinandone le responsabil<strong>it</strong>à e vergognandosi che al loro paese si facciano<br />
simile sozzure. E se invece di protestare, prendessero un… bastone e con metodi persuasivi,<br />
chi sa se gioverebbe per persuadere quegli spir<strong>it</strong>ati a non tornare più!! 469<br />
Concludendo questo breve resoconto sull’anticlericalismo socialista, mi pare di<br />
dover sottolineare come esso sia ben comprensibile nell’amb<strong>it</strong>o di un movimento di idee<br />
che trova radici esplic<strong>it</strong>amente dichiarate nell’illuminismo e quindi in quel filone di libero<br />
pensiero che sorge innanz<strong>it</strong>utto per rivendicare il dir<strong>it</strong>to ad una riflessione filosofica e<br />
scientifica indipendente dai dogmi della religione e del pensiero pol<strong>it</strong>ico. Questa tendenza<br />
filosofica, che idealmente si ricollega all’indietro alla ricerca del pensiero classico,<br />
individua nella religione cattolica non tanto un lim<strong>it</strong>e culturale, quanto un vero e proprio<br />
avversario pol<strong>it</strong>ico, sorto violentemente sulle ceneri del pensiero antico del quale ha<br />
distrutto gran parte del patrimonio, contribuendo ad un arretramento culturale durato<br />
per centinaia d’anni (fino a quando tram<strong>it</strong>e commentatori arabi ed ebrei quello stesso<br />
pensiero riemerge, accolto da censure e persecuzioni, sul finire del medioevo).<br />
Chi si oppone per secoli al monopolio dell’ortodossia ideologica cattolica lo fa in<br />
nome della contestazione di questo ostacolo insormontabile allo sviluppo della ricerca e<br />
pure come elemento di contestazione di un potere pol<strong>it</strong>ico ed economico che opprime la<br />
società intera, attraverso le decime ed il grande possesso fondiario ecclesiastico. Le<br />
contestazioni non si erano quasi mai mantenute sul terreno del dibatt<strong>it</strong>o teorico, ma<br />
erano praticamente sempre sfociate in forti interventi repressivi che - in un ciclo di<br />
crociate contro gli eretici e di guerre di religione - avevano insanguinato l’Europa dal<br />
Tredicesimo al Diciassettesimo Secolo.<br />
Ecco quindi che, pur valutando l’anticlericalismo socialista come un elemento<br />
pol<strong>it</strong>ico transeunte e non privo di aspetti negativi, esso va compreso come il prodotto<br />
inev<strong>it</strong>abile di una storia della mental<strong>it</strong>à che ha visto per secoli e secoli schierati su<br />
opposti fronti Chiesa cattolica e movimenti innovatori, sia sul piano scientifico-filosofico<br />
che su quello pol<strong>it</strong>ico-sociale. E le stesse vicende rivoluzionarie della Francia e<br />
dell’Europa della fine del Diciannovesimo Secolo avevano visto la Chiesa ancora una<br />
volta fortemente schierata dalla parte della reazione. Come farà papa Giovanni Paolo II<br />
condannando i preti dirigenti del movimento sandinista in Nicaragua, analoga condanna<br />
si era abbattuta sul clero che inizialmente aveva ader<strong>it</strong>o alla rivoluzione del 1789,<br />
468 FRANZOLINI, Fernando, L’epidemia di istero-demonopatie in Verzegnis, Reggio nell’Emilia, Tipografia<br />
Calderini, 1879, pagg. 35-36, 39, 86-87 ed 89-101.<br />
469 P, n. 115 di mercoledì 15 maggio 1907, pag. 1, Clauzetto. Maghi e fattucchiere sgominati.<br />
142
prendendo decisamente la difesa della monarchia (e dei propri - della Chiesa - dir<strong>it</strong>ti<br />
feudali!). Dall’altra parte rimaneva, isolato anche esistenzialmente, il povero prete<br />
repubblicano Jacques Roux a capeggiare i settori popolari più estremi della Parigi<br />
rivoluzionaria, ripercorrendo il destino delle rivolte egual<strong>it</strong>arie degli eretici medievali. Ma<br />
ormai si tratta di un’altra storia che inizia, quella del socialismo moderno, e lo scontro<br />
non vede più contrapposti Chiesa ufficiale e chierici dissenzienti, ma un potere ed<br />
un’opposizione laici, rappresentanti due classi sociali in lotta. Il “prete rosso” non<br />
predica un’interpretazione delle sacre scr<strong>it</strong>ture, ma accusa coraggiosamente i<br />
convenzionali borghesi di aver ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un regime sociale peggiore, per il popolo, di quello<br />
pat<strong>it</strong>o sotto la monarchia e spinge perché la pol<strong>it</strong>ica rivoluzionaria svolti radicalmente a<br />
sinistra. 470<br />
In questa lotta contemporanea i socialisti si trovano ad affrontare la Chiesa<br />
cattolica come un avversario non solo oggettivo, ma dichiarato. Non faremmo giustizia<br />
alla loro intelligenza (pensiamo che alcuni di loro, come Giuseppe Ellero, condividono<br />
con i loro padri liberali risorgimentali, ad iniziare da Cavour, una fede di credenti vissuta<br />
con un distacco terreno ispirato ad un riserbo intimo che chiameremmo giansenista sul<br />
piano della fede e che Jemolo definisce giurisdizionalista su quello della pol<strong>it</strong>ica<br />
ecclesiastica 471 ) se - considerato il complesso contesto in cui si estrinseca la polemica<br />
anticlericale del socialismo <strong>it</strong>aliano - ignorassimo (come fanno spesso gli studiosi di<br />
storia locale) l’esplic<strong>it</strong>a dichiarazione di antagonismo del movimento pol<strong>it</strong>ico clericale<br />
verso il socialismo. Non lo riaffermano solo, nelle loro opere successive Tess<strong>it</strong>ori e Lozer:<br />
lo dichiarano a chiare lettere alcuni degli interpreti principali della pol<strong>it</strong>ica clericale di<br />
quegli anni.<br />
All’alba del secolo don Eugenio Blanchini, allievo di quel Toniolo che predica la<br />
ricomposizione corporativa dei contrapposti interessi di classe, dichiara esplic<strong>it</strong>amente<br />
che i cattolici vanno delineando in nome della democrazia cristiana, come opera di salute<br />
sociale, in mezzo al pericolo presente del proletariato ed ai disegni avvenire della<br />
democrazia socialistica. (...) La ricomposizione insomma dell’ordine sociale e cristiano per<br />
mezzo del popolo non sembra in questo stesso momento storico difficile. Ma a due<br />
condizioni però: - in prima, che i cattolici predichino alto ai proletari, che accanto alla<br />
democrazia socialistica, illusoria, iniqua, impossibile, vi ha una democrazia cristianocattolica<br />
possibile, ragionevole, storica, adatta a tutte le loro leg<strong>it</strong>time aspirazioni; (...) - E la<br />
terza condizione dalle altre due presupposta è che i cattolici operosi sieno convinti esser<br />
giunta l’ora di contrapporre con santo ardimento al grido di Carlo Marx l’intimazione:<br />
proletari di tutto il mondo, un<strong>it</strong>evi in Cristo, sotto il vessillo della Chiesa.<br />
Si badi bene: quella che non si può tollerare non è tanto l’ideologia classista, sono<br />
proprio le energie incontenibili del popolo, che solo la Chiesa cattolica può cercare di<br />
regolamentare: nessun miglioramento varrà a frenare gli eccessi del futuro popolo<br />
impreparato, più della religione. (...) Perciò i socialisti, che lo sanno, sono nemici dichiarati<br />
di ogni religione. Senza la ver<strong>it</strong>à della religione ogni miglioramento sarà esca a nuove<br />
pretese sino a ledere la giustizia, perché il popolo, che è logico, posti i principii, trae le<br />
conseguenze inesorabilmente, e le trarrà fino alla più feroce anarchia quando non saprà<br />
spiegare colla religione della vera Chiesa perché al mondo uno ha da patire e sudare e<br />
restar misero, e l’altro godersi gli agi della v<strong>it</strong>a senza aver mai né lavorato né risparmiato.<br />
Ma affinché non venga meno questo spir<strong>it</strong>o di religione e continui ad assicurare la pace<br />
futura nei campi ci vorrebbe l’esempio del proprietario, il quale invece lascia a desiderare<br />
perché procura di tener chiusa la sua religione in casa, e troppo viva sente la ripugnanza di<br />
abbassarsi fino a stringere francamente, con spir<strong>it</strong>o di fratellanza religiosa e cristiana, la<br />
mano incall<strong>it</strong>a e rozza dello spregiato contadino. Blanchini, a conferma del fatto che non<br />
sta vendendo merce di contrabbando, presenta i risultati elettorali della Germania,<br />
mettendo a confronto i länder cattolici con quelli protestanti, concludendone che nelle<br />
contrade in cui la religione cattolica mantiene storicamente radicata la sua influenza<br />
470 Su Jacques Roux, cfr.: MARKOV, Walter, Jacques Roux e Karl Marx: come gli Enragés entrarono nella Sacra<br />
famiglia, Roma, Studi Storici, n. 1, anno VI, 1965, pagg. 41-54; id., La collera del prete rosso, Roma, Studi<br />
Storici, n. 4, anno VI, 1965, pagg. 629-649; MATHIEZ, Albert, Carov<strong>it</strong>a e lotte sociali sotto il Terrore, Torino,<br />
Einaudi, 1949: il discorso alla Convenzione di Jacques Roux è alle pagg. 223-232.<br />
Un’antologia di testi di Roux e di altri capi del movimento degli Arrabbiati è in: GROPPI, Angela (a cura di), T.<br />
Leclerc J. Roux J. Varlet. Gli Arrabbiati, Roma, Ed<strong>it</strong>ori Riun<strong>it</strong>i, 1976. Questo movimento, articolato e cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />
da gruppi di sanculotti radicali, aveva una significativa presenza di donne, attraverso il Club delle c<strong>it</strong>tadine<br />
rivoluzionarie repubblicane guidato da Claire Lacombe, contro le quali si appuntò la repressione<br />
antifemminista dei giacobini di Robespierre: cfr. MICHELET, Jules, Le donne della Rivoluzione, Milano,<br />
Bompiani, 1978, pagg. 65-67.<br />
Sui movimenti pauperistici ereticali, cfr.: MANTEUFFEL, Tadeusz,c<strong>it</strong>.<br />
471 Cfr. soprattutto i primi cap<strong>it</strong>oli di: JEMOLO, Arturo Carlo, Chiesa e stato in Italia dalla unificazione ai giorni<br />
nostri, Torino, Einaudi, 1977.<br />
143
educatrice e moralizzante, la marcia del socialismo cost<strong>it</strong>uisce press’a poco una equazione<br />
collo zero. 472<br />
Se, dopo la lettura di Blanchini (che inserisce queste argomentazioni in un libro<br />
dove descrive crudamente la condizione di bestiale sfruttamento dei contadini friulani da<br />
parte degli agrari, opera per altro apprezzata dal giovane Cosattini nella sua tesi<br />
sull’emigrazione temporanea) viene il dubbio che Marx si sia contenuto quando affermò<br />
che “la religione è l’oppio dei popoli”, cosa dire del più facondo propagandista della<br />
diocesi di Concordia, don Annibale Giordani? In questo caso abbiamo a che fare proprio<br />
con un opuscolo (don Annibale, oltre a dirigere La Concordia, si dedica anche alla<br />
produzione di questi strumenti di facile diffusione popolare, che usa ad esempio quando<br />
organizza le contestazioni degli avversari, come contro l’ex confratello e nume ispiratore<br />
Romolo Murri a Sacile anni dopo) dedicato ad hoc alla propaganda antisocialista.<br />
L’opuscolo narra un dibatt<strong>it</strong>o fantastico fra il direttore del giornale del Psi<br />
provinciale ed un contradd<strong>it</strong>tore clericale, che si svolge di fronte ad una platea di<br />
emigranti rientrati per il riposo invernale. Non si fatica a scorgere il luogo possibile in<br />
uno di quei paesi dello Spilimberghese dove il Psi mette per primo forti radici, con gli<br />
interventi di Cosattini cui si contrappone (quando non direttamente Giordani) il suo<br />
allievo prediletto Marco Ciriani, adombrato dal personaggio del contradd<strong>it</strong>tore avvocato<br />
Marco Orloni. Ovviamente i socialisti sono fatti apparire solo come antireligiosi, anche<br />
perché quando essi presentano le loro rivendicazioni pos<strong>it</strong>ive allora essi non agiscono da<br />
socialisti, ma sono senza volerlo seguaci della dottrina cattolica. La nostra Religione ha<br />
sempre predicato contro le ingiustizie ed ha sempre preso le difese del debole, del povero<br />
dell’operaio, ma, se prendiamo l’uomo come oggi esiste, cioè con le sue passioni e - peggio<br />
ancora - se lo prendiamo come lo forma il Socialismo con le sue dottrine, il socialismo è<br />
niente altro che un sogno mostruoso. E via discorrendo sull’alternativa fra l’anarchia del<br />
r<strong>it</strong>orno allo stato ferino oppure il controllo total<strong>it</strong>ario dello Stato su una popolazione<br />
espropriata non solo dei suoi miseri beni e proprietà, ma soprattutto del desiderio di<br />
ottenerli.<br />
Ovviamente l’allievo di don Giordani trionfa alla fine del dibatt<strong>it</strong>o, aprendo la via<br />
alla costruzione di prospere ist<strong>it</strong>uzioni sociali clericali. Nella realtà sarà una storia un po’<br />
più complicata. 473<br />
4.1.16 - La mobil<strong>it</strong>azione per l’iscrizione nelle<br />
liste elettorali.<br />
L’iscrizione dei lavoratori nelle liste elettorali è una costante dell’azione socialista,<br />
testimoniata dai continui appelli rivolti a mezzo dei quattro settimanali sussegu<strong>it</strong>isi a<br />
partire dal 1893. Particolarmente martellante appare sulle pagine de L’Evo Nuovo e de Il<br />
Lavoratore Friulano, nei quali gli appelli all’iscrizione nelle liste compaiono insieme con<br />
istruzioni tecniche rivolte agli attivisti.<br />
Il prototipo delle istruzioni su come si organizzi l’iscrizione nelle liste elettorali lo<br />
si trova già nel 1896 sulle pagine de L’Operaio. Si tratta di una lunga e precisa<br />
descrizione delle procedure da seguire, che r<strong>it</strong>roveremo in forma più ampia ma di poco<br />
difforme su L’Evo Nuovo del 26 giugno 1904. 474<br />
Le iscrizioni elettorali devono cost<strong>it</strong>uire la preoccupazione immediata di tutti i<br />
compagni, di tutti i Circoli Socialisti perché tutti i lavoratori siano elettori. Quando siamo<br />
alla vigilia della lotta elettorale, tutti vorrebbero essere elettori e quelli che non possono<br />
votare imprecano contro il comune e contro il governo. I nostri Circoli Socialisti dovrebbero<br />
aprire sub<strong>it</strong>o delle scuole elettorali per coloro che sanno un po’ leggere e scrivere ed i<br />
compagni più intelligenti saranno i maestri. Insomma bisogna lavorare con pazienza e con<br />
amore per il proletariato, cost<strong>it</strong>uendo in seno ai Circoli appos<strong>it</strong>i com<strong>it</strong>ati che non abbiano<br />
altro incarico fuorché questo. Compagni lavoriamo con alacr<strong>it</strong>à e con tenacia se vogliamo<br />
camminare al fianco di molte c<strong>it</strong>tà mandando al parlamento in breve tempo dei deputati del<br />
nostro part<strong>it</strong>o. 475<br />
I lavoratori debbono essere stimolati all’iscrizione in quanto essi non accedono<br />
automaticamente all’elettorato come c<strong>it</strong>tadini - come avverrà con la concessione del<br />
suffragio universale maschile nel 1913 - ma attraverso un’azione soggettiva, basata sulla<br />
capac<strong>it</strong>à derivante da un certo livello di scolarizzazione o dall’aver svolto il servizio<br />
472 BLANCHINI, Eugenio, c<strong>it</strong>., pagg. 98-99, 102-103 e 109-110.<br />
473 GIORDANI, Annibale, Il socialismo. Due parole alla buona, San V<strong>it</strong>o al Tagliamento, Scuola Tipografica del<br />
Collegio Pio X, 1906,<br />
474 L’Operaio, n. 10 di sab./dom. 17/18 ottobre 1896, pag. 2, LAVORATORI. Iscrivetevi nelle liste elettorali.<br />
475 EN, n. 48 del 9 novembre 1902, articolo siglato P.D.<br />
144
mil<strong>it</strong>are, o sul censo. Uno degli aspetti più stridenti della discriminazione cens<strong>it</strong>aria è la<br />
permanenza del dir<strong>it</strong>to dei possidenti di votare ed essere eletti in ognuno dei comuni in<br />
cui pagano il minimo di imposte fissato dalla legge elettorale. E’ quindi necessario<br />
espletare delle pratiche per l’iscrizione nelle liste elettorali, pratiche che hanno termine<br />
ogni anno con il 31 dicembre. Nelle indicazioni per gli attivisti sono rammentati<br />
precisamente i requis<strong>it</strong>i per l’iscrizione e le modal<strong>it</strong>à di presentazione delle domande e di<br />
documentazione delle stesse.<br />
Questo tipo di attiv<strong>it</strong>à era la base per la costruzione di una f<strong>it</strong>ta rete di<br />
partecipazione popolare alla v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica. Una partecipazione resa possibile da una<br />
azione didattica e formativa completa, in cui agli attivisti vengono date informazioni di<br />
prima mano in modo da insegnar loro a padroneggiare le norme e le procedure. L’inv<strong>it</strong>o<br />
finale a creare un contenzioso legale nei confronti di chi avesse violato le norme è il<br />
completamento dell’attiv<strong>it</strong>à di organizzazione elettorale socialista, con il quale si inv<strong>it</strong>a<br />
alla mobil<strong>it</strong>azione ed alla lotta contro tutte quelle forze che osino opporsi ai dir<strong>it</strong>ti<br />
elettorali delle masse. 476<br />
Ma il settimanale socialista non si lim<strong>it</strong>a a proporre per esteso questa completa<br />
normativa. In un successivo articolo inv<strong>it</strong>a a procurarsi la manualistica prodotta dal<br />
part<strong>it</strong>o in materia elettorale. E’ questo un fenomeno continuato fino ad anni recentissimi<br />
presso i part<strong>it</strong>i popolari <strong>it</strong>aliani, questa volta non per l’iscrizione nelle liste elettorali, ma<br />
per la verifica delle modal<strong>it</strong>à di voto, in particolare con opuscoli messi a disposizione<br />
degli attivisti di base chiamati a fare gli scrutatori ed i rappresentanti di lista. 477<br />
Lo stesso tipo di informazioni vengono riproposte di lì a poco in forma diretta,<br />
attraverso una drammatizzazione, in modo da riuscire più assimilabili. L’uso cosciente<br />
dello strumento del dialogo per raggiungere anche le persone più semplici viene<br />
rafforzato da espressioni popolari, e da terminologie dialettali, come ad esempio la parola<br />
“franchi” usata al posto di lire. 478<br />
Ed ecco che in occasione dei tre numeri elettorali con cui L’Evo Nuovo risorge<br />
brevemente nel 1904, infarc<strong>it</strong>i di appelli al voto, proprio sotto il t<strong>it</strong>olo troviamo ripetuto<br />
un passo dell’immancabile Edmondo De Amicis: L’atto di deporre la scheda nell’urna che<br />
ti par così inutile, ha un così grande valore, che per avere il dir<strong>it</strong>to di compierlo si sparsero<br />
torrenti di sangue. Compiamolo, se non per noi, per i nostri figli, perché se noi non lo<br />
faremo, essi non lo faranno, e troveranno la società quale noi l’abbiamo trovata. Votiamo pei<br />
nostri compagni, se non altro per far vedere che non è vero che noi andiamo a votare come<br />
un branco di serv<strong>it</strong>ori, che abbiamo coscienza pei nostri interessi, senso d’alterezza, volontà,<br />
fiducia nell’avvenire. Credete che facendovi questa esortazione non vi parlo soltanto come<br />
socialista, ma come c<strong>it</strong>tadino, che vuole la dign<strong>it</strong>à, la prosper<strong>it</strong>à, la forza del paese, dov’egli<br />
è nato e ch’egli ama, dign<strong>it</strong>à, prosper<strong>it</strong>à, forza, che sono vuote parole dove le classi<br />
lavoratrici non lottano per salire. 479<br />
L’ultimo numero de L’Evo Nuovo riproduce anche un vero e proprio manuale,<br />
questa volta per l’elettore. E’ un’occasione per conoscere modal<strong>it</strong>à di voto<br />
significativamente difformi da quelle che saranno adottate nei decenni dell’Italia<br />
repubblicana. Si tratta di una modal<strong>it</strong>à di voto che reputeremmo indubbiamente<br />
complicata anche in questi tempi di alfabetizzazione di massa. I candidati devono essere<br />
indicati in modo oltremodo completo e preciso; le schede sono distribu<strong>it</strong>e dai vari part<strong>it</strong>i<br />
e possono essere consegnate all’elettore fino ad un momento prima del voto. Il<br />
condizionamento del voto, che arriva fino all’interno del seggio, viene aumentato<br />
476 EN, n. 49 del 16 novembre 1902, pagg. 1 e 2; cfr. inoltre LF, nn. 3 del 10 dicembre 1904, FATEVI<br />
ELETTORI!, 5 del 24 dicembre 1904, 54 del 2 dicembre 1905, Operai, fatevi elettori!, 58 del 30 dicembre<br />
1905, Fatevi elettori. Cfr. il testo in appendice.<br />
477 C<strong>it</strong>tadini volete combattere?<br />
Armatevi del voto. Le leghe e le camere sono buone. Gli scioperi talvolta danno frutti. L’ag<strong>it</strong>azione<br />
contro le spese improduttive finirà alla lunga per diminuire di un decimo. La nostra propaganda e<br />
l’organizzazione dei circoli sono pure eccellenti; ma se i nostri deputati continuarono a restare, come<br />
oggi sono, 30 su 508, ossia 1 contro 17, si caveranno ben pochi ragni dal buco.<br />
Proletari e amici del proletariato: Fatevi elettori! e aiutate i conoscenti a farsi anch’essi elettori.<br />
Il novembre e il dicembre d’ogni anno sono i mesi più adatti. E ormai ci siamo. Approf<strong>it</strong>tatene!<br />
Procuratevi l’opuscolo: “Manualetto dell’elettore socialista” - centesimi 10 - presso la “Libreria socialista<br />
<strong>it</strong>aliana,” Piazza Montec<strong>it</strong>orio, 127, Roma. Contiene le norme per le iscrizioni elettorali. Oppure l’altro:<br />
“Come si diventa elettori in Italia,” cent. 2, presso l’ed<strong>it</strong>ore G. Nerbini, Firenze (...). Studiate queste<br />
norme e insegnatele ai compagni.<br />
I circoli socialisti, le camere, le leghe, le mutue, le cooperative aprano il loro ufficio d’iscrizioni<br />
elettorali, destinandovi un compagno pratico di queste norme.<br />
Fatti e non chiacchiere! Non lamentate i mali se rifiutate di procurarvi il rimedio perché vi costa un<br />
poco di disturbo. Chi vuole il fine deve volere i mezzi. Fatevi elettori! Armatevi!<br />
EN, n. 51 del 30 novembre 1902.<br />
478 EN, n. 52 del 7 dicembre 1902, FATEVI ELETTORI. Cfr. il testo in appendice.<br />
479 EN, nn. 67-68-69 del 18-24-26 giugno 1904, pag. 1.<br />
145
dall’esistenza di urne di vetro, non certo atte a garantire la segretezza dell’espressione<br />
della volontà dell’elettore. Le modal<strong>it</strong>à di riconoscimento, che un secolo dopo saranno<br />
garant<strong>it</strong>e da un documento d’ident<strong>it</strong>à idoneo, dipendono dalla conoscenza diretta, certo<br />
più facile in centri di piccole dimensioni, ma di difficile gestione nelle realtà urbane. Il<br />
risultato elettorale può essere garant<strong>it</strong>o solo da un grande sforzo organizzativo, che non<br />
può che coinvolgere una notevole quant<strong>it</strong>à di persone. 480<br />
L’attiv<strong>it</strong>à di propaganda per l’iscrizione nelle liste elettorali è una costante nelle<br />
corrispondenze da Pordenone, che si sommano in modo significativo a quelle di tipo<br />
provinciale, dimostrando una particolare attenzione per la conquista dei poteri locali.<br />
Insieme con Pordenone, la frazione di Torre è indubbiamente un punto di riferimento<br />
ideale per i socialisti di tutta la provincia friulana, come testimonia un trafiletto de Il<br />
Lavoratore Friulano (posto nella parte generale nel settimanale): Fra gli operai di “Torre di<br />
Pordenone” la coscienza dell’organizzazione è così viva e diffusa che colui che non è iscr<strong>it</strong>to<br />
alla lega è considerato un imbecille e colui che essendovi inscr<strong>it</strong>to non è in regola coi<br />
pagamenti è r<strong>it</strong>enuto quasi un delinquente. 481<br />
Ecco quindi alcuni degli appelli all’iscrizione elettorale che si trovano nelle<br />
corrispondenze da quella frazione pordenonese: A cura del locale Circolo Socialista ogni<br />
domenica dalle ore 8 alle 11 nella sede della lega si troverà una appos<strong>it</strong>a commissione<br />
incaricata di dare istruzioni e ricevere le domande e documenti per le iscrizioni elettorali.<br />
Ulteriori indicazioni giungono nell’ottobre del 1905, quando i socialisti pordenonesi si<br />
stanno organizzando per le elezioni comunali: Quasi tutte le sere al circolo Socialista a<br />
Pordenone c’è un compagno che dà norme per le iscrizioni elettorali, non solo ma riceve<br />
certificati ed esperisce pratiche per trasferimento di domicilio. Ogni buon socialista però<br />
deve cercare di scuotere la indolenza dei c<strong>it</strong>tadini giovani e spingerli a procurarsi i<br />
certificati opportuni. Non costa un soldo, non si deve consumare che un’oretta. Direttore<br />
scolastico, impiegati del municipio, Tribunale tutti sono obbligati a rilasciare i certificati<br />
senza esigere un baiocco. Alla Domenica mattina gli operai possono fare questa modesta<br />
operazione. I soldati venuti ieri in congedo dieno il certificato del comandante il reggimento<br />
a noi che basta quell’attestato per aver ad essere elettori. Dopo questo periodo, l’appello<br />
all’iscrizione alle liste elettorali viene ripetuto con minor frequenza, per la prima volta<br />
dopo un anno e successivamente solo nel marzo del 1908. 482<br />
Un aspetto importante della lotta per il dir<strong>it</strong>to di voto dei lavoratori è collegato alla<br />
s<strong>it</strong>uazione di emigrazione stagionale di massa dei friulani. Gli emigranti stagionali<br />
soggiornano nei loro paesi solo pochi mesi d’inverno, per poi recarsi nuovamente<br />
all’estero. Votare in primavera vuol dire quindi escludere i lavoratori emigranti - cioè la<br />
grande maggioranza della popolazione di molte local<strong>it</strong>à - dal voto e consegnare le<br />
amministrazioni locali ad un infimo numero di benestanti, visto che le donne, in gran<br />
parte rimaste a casa per dedicarsi ai figli ed ai lavori agricoli, non votano.<br />
In una corrispondenza da Latisana si accenna alla scarsa protezione accordata dalle<br />
autor<strong>it</strong>à municipali a poveri emigranti sfruttati e truffati indegnamente. Eguali lagnanze<br />
giungono continuamente ora da questo ora da quel Comune del Friuli, giacché la maggior<br />
parte dei Comuni sono retti da persone che poco o nulla si curano degli emigranti. E questo<br />
perché? Perché le elezioni sono fatte quando gli emigranti si trovano all’estero e quindi essi<br />
nulla pesano sulla bilancia della cosa pubblica. Due anni fa fu approvata una legge per la<br />
quale le elezioni amministrative devono esser fatte nell’inverno nei comuni che dànno un<br />
forte contingente all’emigrazione. Si muovano dunque gli emigranti friulani per ottenere<br />
l’applicazione della legge! 483<br />
Anche in questo caso la questione elettorale si trasforma in azione concreta, volta<br />
ad approf<strong>it</strong>tare delle riforme legislative per trarne tutto lo spazio proficuo per il lavoro<br />
pol<strong>it</strong>ico. L’organizzazione si lega alla conoscenza degli strumenti normativi, fornendo<br />
indicazioni di lavoro e modulistica per passare all’azione concreta. 484<br />
480 EN, n. 69 del 26 giugno 1904, NORME PER VOTARE. Cfr. il testo in appendice.<br />
481 Ad esempio LF, n. 49 del 28 ottobre 1905, pag. 1, Operai, fatevi elettori!; LF, n. 49 del 28 ottobre 1905,<br />
pag. 2.<br />
482 LF, nn. 1 del 26 novembre 1904, TORRE - Fatevi elettori (si tratta del primo numero del settimanale, che<br />
esce nella giornata di sabato. La Lega è sicuramente quella di resistenza dei cotonieri), 47 del 14 ottobre 1905,<br />
TORRE. Iscrizioni elettorali, 109 del 22 dicembre 1906, Fatevi elettori e 178 del 14 marzo 1908, Pordenone<br />
Socialista, Esame per l’elettorato.<br />
483 LF, n. 6 del 31 dicembre 1904, Le elezioni nell’inverno.<br />
484 LF, n. 9 del 21 gennaio 1905, pag. 2, IN TERRA D’ESILIO. Le elezioni amministrative nei mesi invernali.<br />
Cfr. il testo in appendice.<br />
Appare significativo il fatto che a relatore della legge c<strong>it</strong>ata fosse stato chiamato il deputato radicale Umberto<br />
Caratti, eletto a Gemona nel 1901. Il nobile avvocato dovette portare in quella sede, oltre alla sensibil<strong>it</strong>à<br />
progressista della parte pol<strong>it</strong>ica che egli rappresentava, la conoscenza delle condizioni particolari del collegio di<br />
cui era espressione.<br />
Sul mandato parlamentare di Caratti, cfr.: MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 206-207;<br />
RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 115-120.<br />
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Una sezione attiva e sempre presente sul settimanale socialista con le sue<br />
corrispondenze come Pinzano al Tagliamento interviene sul problema. E’ già un anno che<br />
il comune di Pinzano con l’adesione di quelli di Forgaria e V<strong>it</strong>o d’Asio ha domandato alla<br />
Giunta provinciale amministrativa sia stabil<strong>it</strong>a la proroga delle elezioni amministrative al<br />
mese di dicembre. Sino ad ora ancora non fu presa alcuna deliberazione. Si potrebbe sapere<br />
perché ci si dorma sopra? Si spera forse che i nostri emigranti se ne abbiano a dimenticare?<br />
Porteremo la questione in consiglio comunale e nella Società Operaia. 485<br />
La conquista sanc<strong>it</strong>a per legge non viene messa a dura prova solo dall’inerzia<br />
amministrativa, ma anche in pericolo a causa di nuove proposte governative. La riforma<br />
della legge comunale e provinciale presentata dal ministero tende a modificare l’art. 56 della<br />
legge attuale nel senso che “le elezioni amministrative abbiano luogo nei mesi di giugno,<br />
luglio e agosto”. Detto articolo era stato modificato dalla legge 27 dec. 1902 la quale<br />
disponeva che “nei distretti ove l’emigrazione temporanea è notevole e di carattere<br />
costante, potrà la G.P.A. sulla istanza di un consiglio comunale o della maggioranza degli<br />
elettori di un comune, sent<strong>it</strong>i i consigli comunali della circoscrizione elettorale, concedere<br />
che la convocazione dei comizi abbia luogo fino a tutto dicembre”. Ora se passa la proposta<br />
riforma verrà abrogata anche questa piccola concessione data agli emigranti? Ciò non è<br />
detto esplic<strong>it</strong>amente, ma sarebbe quanto basta alle cricche dominanti per ev<strong>it</strong>are con la<br />
complic<strong>it</strong>à della G.P.A. di presentarsi al redde rationem avanti agli elettori emigranti. Tutti i<br />
nostri compagni sono avvisati del pericolo. Ci consta che il Segretariato dell’Emigrazione<br />
diramerà una circolare a tutti i Sindaci ed a tutti i corrispondenti, affinché l’esercizio del<br />
dir<strong>it</strong>to elettorale riconosciuto ai nostri emigranti i quali col sacrificio del loro esilio<br />
assicurano tanta parte economica del paese non sia impunemente e clandestinamente<br />
soppresso. 486<br />
L’azione pol<strong>it</strong>ica socialista si rivolge con successo contro questa possibil<strong>it</strong>à, come<br />
si può già riscontrare il mese successivo. La disposizione di legge che consente le elezioni<br />
amministrative nei mesi invernali per i comuni di notevole emigrazione temporanea verrà<br />
conservata. Siamo lieti di annunciarlo. La viva ag<strong>it</strong>azione da noi già iniziata, l’azione vigile<br />
dei rappresentanti del proletariato al parlamento non avrebbero certo lasciato passare la<br />
odiosa restrizione che riusciva a privare dell’esercizio del dir<strong>it</strong>to di voto una parte così<br />
notevole del nostro proletariato, quella appunto che attraverso agli stenti, alle privazioni,<br />
alle periodiche emigrazioni di terra in terra va lentamente creando col frutto del suo sangue<br />
nuove e migliori condizioni a tutta la v<strong>it</strong>a economica del paese. Sarebbe stato quello il<br />
trionfo di loschi interessi di cricche locali cui non piace il controllo dei contribuenti,<br />
sarebbe stata una nuova e dolorosa ingiustizia che avrebbe suonato negazione a tanti dolori<br />
a tante benemerenze. Anche in questo caso il part<strong>it</strong>o socialista ha saputo attraversarle il<br />
passo. 487<br />
Ma la rivendicazione socialista del dir<strong>it</strong>to di voto per gli emigranti non si lim<strong>it</strong>a a<br />
quello amministrativo. Ecco quindi che in occasione del Nono Congresso degli emigranti<br />
friulani, che si tiene a Tarcento il 31 gennaio 1909, si presenta la rivendicazione della<br />
garanzia del dir<strong>it</strong>to di voto pol<strong>it</strong>ico, elaborata per la prima volta al precedente congresso<br />
di San Daniele e già discussa alcuni mesi prima al Primo Congresso degli <strong>it</strong>aliani<br />
all’estero di Roma (settembre 1908) ed al Secondo Congresso interregionale dei<br />
segretariati ed uffici di emigrazione di Padova del 17 gennaio 1909. Sul punto è relatore<br />
al congresso Ernesto Piemonte, ma l’argomento è anticipato con rilievo su Il Lavoratore<br />
Friulano.<br />
La valutazione relativa agli emigranti viene divisa per due grandi categorie: quella<br />
(del)le grandi colonie <strong>it</strong>aliane transoceaniche; alle quali dovrebbe venire assicurata una<br />
rappresentanza diretta nel Parlamento nazionale; e quella (del)l’emigrazione temporanea;<br />
ma escludendo dalla portata della nostra riforma l’emigrazione temporanea per le Americhe<br />
e quegli Stati d’Europa dove le nostre correnti si dirigono con forze relativamente esigue. Il<br />
nostro campo d’azione siano la Francia, la Svizzera, la Germania con Lussemburgo, l’Austria<br />
Ungheria ed i paesi Balcanici; e gli elettori cui vogliamo giovare siano quelli inscr<strong>it</strong>ti nelle<br />
liste elettorali di collegi con fortissima emigrazione temporanea continuamente e che si<br />
trovano nelle condizioni previste dalla leggina che autorizza le elezioni amministrative in<br />
inverno. (...) In quanto al modo di elezioni le nostre simpatie sono per il voto segreto<br />
trasmesso, secondo il concetto illustrato dall’onor. Luigi Luzzati, a mezzo del Console<br />
<strong>it</strong>aliano fiancheggiato da un magistrato inviato per l’occasione dal Ministro di Grazia e<br />
Giustizia e che si trovi nel centro di alcuni grandi circoli da tracciarsi negli Stati<br />
sovraccennati.<br />
Sulla questione l’on. Cabrini invia un ques<strong>it</strong>o a numerosi esponenti pol<strong>it</strong>ici ed ai<br />
dirigenti delle associazioni cattoliche di tutela degli emigranti, come mons. Geremia<br />
Rinaldi sottovaluta evidentemente il problema della partecipazione al voto degli emigranti: non accenna al ruolo<br />
di Caratti in questa occasione, anche se riporta in elenco il suo ruolo di relatore su modificazioni alla legge<br />
comunale.<br />
485 LF, n. 12 dell’11 febbraio 1905, Che fa la giunta provinciale?<br />
486 LF, n. 73 del 14 aprile 1906, Compagni all’erta!<br />
487 LF, n. 77 del 12 maggio 1906, IN TERRA D’ESILIO, VITA DEGLI EMIGRANTI. Per le elezioni d’inverno<br />
147
Bonomelli, vescovo di Cremona (ma la risposta dell’Opera di Assistenza Bonomelli, pur<br />
condividendo la proposta sul piano teorico, pone fortissime remore sul piano pratico).<br />
Fra le risposte, mer<strong>it</strong>a attenzione quella di Filippo Turati, non a caso pubblicata con<br />
maggior risalto, che pone alcuni distinguo che anticipano in qualche misura le obiezioni<br />
della sinistra, un secolo dopo, alle proposte di legislazione in materia di voto agli<br />
emigrati: Distinguo - e vi è luogo a distinguere - gli emigranti dagli emigrati. I primi, anche<br />
lungi dal confine, appartengono sempre alla nazione di origine a cui possono e vogliono<br />
tornare. I secondi, in molti casi, sono rami divelti, che hanno g<strong>it</strong>tato in altro suolo nuove<br />
radici. E aggiungo che gli emigranti - in paese che nomi a forza i figli suoi e ove<br />
l’emigrazione è fenomeno vasto, costante, necessario, con ripercussioni gravissime,<br />
economiche e morali, all’interno - hanno nella loro qual<strong>it</strong>à di emigranti, una ragione e un<br />
interesse di più a possedere e a eserc<strong>it</strong>are il dir<strong>it</strong>to di suffragio - sopratutto di suffragio<br />
pol<strong>it</strong>ico. Non mi ripugnerebbe neppure il pensiero che là, ove esistono vere colonie,<br />
numerose e omogenee di <strong>it</strong>aliani, come a New York, a Buenos Ayres, ecc., queste formassero<br />
uno o più collegi elettorali, con deputati propri residenti in Italia. Forse soltanto così il<br />
problema della emigrazione - soprattutto transoceanica - diverrebbe parte viva della pol<strong>it</strong>ica<br />
<strong>it</strong>aliana e le Ambascierie e i Consolati cesserebbero d’essere, come sono troppo spesso -<br />
sopratutto di fronte ai bisogni della povera gente - sinecure, menzogne, sarcasmi. (...) Ciò<br />
che, per ora, tuttavia, mi imbarazza, è l’attuazione pratica, la quale - ove presentasse troppi<br />
inconvenienti - infirmerebbe la tesi teorica e la condurrebbe al fallimento. Mi preoccupa la<br />
possibil<strong>it</strong>à ed il pericolo che il voto, dato da lontano, riesca o meno sincero o meno<br />
illuminato - e il modo di raccoglierlo (...).<br />
Infine è Napoleone Colajanni che in poche righe indica le ragioni per le quali tale<br />
provvedimento, tanto pol<strong>it</strong>icamente necessario sul piano della democrazia, non avrebbe<br />
potuto essere attuato: L’onere finanziario non sarebbe piccolo e il vantaggio del part<strong>it</strong>o<br />
socialista nel settentrione sarebbe grande; perciò credo che la proposta nella Camera<br />
troverebbe accoglienza alquanto ostile, per quanto a me sembri giusta e simpatica. 488<br />
Più tardi emerge la questione del voto alle donne, alla quale sono dedicati<br />
solamente due articoli a distanza di un anno nel 1906 e nel 1907, anche se si afferma<br />
che: oppos<strong>it</strong>ori sistematici di ogni privilegio, di ogni trattamento di favore per una classe a<br />
danno di altre, abbiamo sempre sostenuto e sosterremo sempre il dir<strong>it</strong>to imprescr<strong>it</strong>tibile per<br />
le donne di partecipare alle lotte pol<strong>it</strong>iche ed amministrative del loro paese. I dir<strong>it</strong>ti delle<br />
donne emergono in modo irrefrenabile, con la rottura della condizione subordinata finora<br />
loro destinata nella famiglia (la cui un<strong>it</strong>à è stata distrutta dalla rivoluzione industriale)<br />
ed il loro irrompere nel mondo del lavoro come agente economico. Da parte governativa si<br />
paventa il pericolo del massiccio voto femminile a favore dei clericali: si respinge tale<br />
cr<strong>it</strong>erio util<strong>it</strong>aristico, poiché l’elemento proletario - comprese le donne - se conserva una<br />
coscienza religiosa qualsiasi, non è disposto ad obbedire al comando di nessuno per disporre<br />
del suo voto. Né il proletariato femminile è più quello di dieci anni fa; né le mogli di<br />
socialisti si lasciano corrompere dall’insidia del confessionale. Il problema semmai è dare<br />
alle donne quella responsabil<strong>it</strong>à che viene oggi negata da una società che le tiene in<br />
condizioni di minor<strong>it</strong>à: una condizione che è contrastata dalla stessa cresc<strong>it</strong>a culturale e<br />
professionale delle donne, che ormai stanno entrando in massa nelle professioni<br />
intellettuali. Noi, da sinceri pos<strong>it</strong>ivisti, pensiamo diversamente: pensiamo, cioè, che<br />
conquistato che sia cotesto dir<strong>it</strong>to, la donna non tarderà molto a servirsene per la sua<br />
emancipazione.<br />
Commentando il dibatt<strong>it</strong>o alla Camera dei Deputati sul voto alle donne e rilevato<br />
come il dir<strong>it</strong>to di voto fa parte più in generale del complesso dei dir<strong>it</strong>ti civili e sociali che<br />
vanno riconosciuti alle donne, si conclude quindi: Escluso l’argomento ormai vessato della<br />
pretesa inferior<strong>it</strong>à psicologica della donna, escluso pure l’argomento morale che considera la<br />
funzione della donna come funzione esclusivamente famigliare, resta il fatto indiscutibile,<br />
che travolge ogni argomentazione contraria, che la donna partecipando direttamente alla<br />
v<strong>it</strong>a sociale non può essere esclusa da un dir<strong>it</strong>to che le spetta come compenso della sua<br />
prestazione d’opera. Il voto amministrativo ed il voto pol<strong>it</strong>ico cost<strong>it</strong>uiscono questo dir<strong>it</strong>to.<br />
Tardare nel concederglielo è colpa, è errore. 489<br />
488 LF, nn. 224 del 30 gennaio 1909, Il IX Congresso degli Emigranti Friulani in Tarcento e 225 del 6<br />
febbraio 1909, pagg. 1 e 2, IL IX CONGRESSO DEGLI EMIGRANTI FRIULANI A TARCENTO.<br />
489 LF, nn. 67 del 3 marzo 1906, pag. 1, IL VOTO ALLE DONNE e 121 del 16 marzo 1907, pag. 1, Il voto<br />
pol<strong>it</strong>ico alla donna.<br />
148
4.2 - La Giunta Galeazzi.<br />
4.2.1 - Il vescovo Isola invia don Lozer a Torre.<br />
Nel 1903-1904, periodo per il quale ci mancano stabili notizie di fonte socialista,<br />
avviene un fatto che influirà in modo significativo per tutto il periodo successivo. Il 13<br />
febbraio 1903, nominato Economo spir<strong>it</strong>uale sub<strong>it</strong>o dopo l’ordinazione, il ventiduenne<br />
don Giuseppe Lozer arriva a Torre, per sost<strong>it</strong>uire il vecchio pievano defunto da un mese.<br />
Non è un caso che la diocesi scelga per questo incarico un ragazzo alla prima esperienza,<br />
in una vera e propria roccaforte del socialismo operaio: si tratta della persona giusta, di<br />
un effervescente discepolo delle teorie democratiche cristiane di Romolo Murri, che ha<br />
dimostrato negli anni del seminario forza ed autonomia di carattere, al lim<strong>it</strong>e<br />
dell’indisciplina. Solo due anni dopo don Lozer, raggiunta l’età canonica, potrà<br />
partecipare al concorso per parroco di Torre, andato fino allora deserto.<br />
La chiesa e la canonica sono spoglie, la cassa è vuota, l’ambiente ostile. I tre<br />
operai che gli si presentano come fabbriceri fanno questo lapidario resoconto: che il<br />
paese contava sotto le tremila anime, che in Filanda, in Tintoria, in Cotonificio e nelle<br />
fornaci Vuga lavoravano circa 1800 persone fra le quali anche di Cordenons e di Pordenone.<br />
Mi raccomandarono di attendere alla chiesa, che non badassi ai contrari alla Religione. E’<br />
chiaro a quale modello tradizionale sono ab<strong>it</strong>uati gli amministratori della parrocchia di<br />
Torre: quello dei sacerdoti vecchi, ottimi ministri del Signore, che stentano in via generale<br />
a persuadersi che un prete faccia bene ad uscir di chiesa, come li descrive con benevolo<br />
rimprovero don Enrico Blanchini, docente al seminario di Udine, contrapponendo loro<br />
una nuova speranza che ben possiamo veder rappresentata da Lozer: Molto invece si<br />
spera dai preti giovani che diretti da qualche intelligente anziano con attiv<strong>it</strong>à ammirabile<br />
cominciarono da poco ad occuparsi dell’azione cooperativa, non solo ist<strong>it</strong>uendo, ma spirando<br />
v<strong>it</strong>a continua nei loro com<strong>it</strong>ati parrocchiali, nelle loro casse rurali e nelle società cattoliche<br />
di mutuo soccorso che prendono piede anche in mezzo ai campi. Sulla loro bandiera sta<br />
scr<strong>it</strong>to il detto di Lincoln che ha fatto suo il Toniolo nella Democrazia cristiana: Tout pour le<br />
peuple e Tout par le peuple. Tutto per mezzo del popolo, tutto a favore del popolo, degli<br />
operai, dei piccoli proprietari, dei poveri f<strong>it</strong>taiuoli e dei miserabili salariati senza offendere<br />
la gerarchia sociale. 490<br />
Non è un caso che i fabbriceri, che ricordano a don Lozer come la nuova chiesa<br />
sia stata costru<strong>it</strong>a negli anni precedenti con un centesimo per lira sui salari dei<br />
cotonieri, insistano su un comportamento non polemico con gli avversari: non sanno con<br />
chi hanno a che fare, a differenza evidentemente del vescovo Francesco Isola, che utilizza<br />
i giovani esponenti del murrismo come teste di ponte nelle aree dove si ha notizia<br />
dell’intrapreso lavoro di costruzione del movimento socialista. Se don Lozer viene inviato<br />
nella “trincea” di Torre, dove i socialisti si sono ormai consolidati, il suo compagno di<br />
corso don Annibale Giordani viene sped<strong>it</strong>o come cappellano prima a Pordenone (dal 1902<br />
al 1904) e poi a Spilimbergo, mentre Prata è ben presidiata da don Giovanni Maria<br />
Concina, parroco già dal 1896. Anche un altro giovane sacerdote è già stato inviato per<br />
breve tempo nell’altra frazione cotoniera di Pordenone, cioè Rorai Grande: si tratta del<br />
futuro cardinale Celso Costantini. Questa puntuale coincidenza fra la collocazione dei<br />
giovani sacerdoti propagandisti della prima democrazia cristiana ed i centri di diffusione<br />
del socialismo nel Friuli occidentale non può essere considerata casuale ed è confermata<br />
inoltre dal fatto che in Carnia, in questi anni, l’unico caso di costruzione di strutture<br />
sociali cattoliche avviene a Prato Carnico, cioè nel comune ove per primo hanno origine il<br />
movimento socialista ed anarchico. 491<br />
L’ambiente è sostanzialmente irreligioso ed ostile, segnato dalla miseria ma anche<br />
dalla propaganda socialista. Ed il giovane sacerdote non perde tempo: A Pasqua vis<strong>it</strong>ai<br />
490 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg. 9-11 e 13; BLANCHINI, Eugenio, c<strong>it</strong>., pagg. 95-97.<br />
491 Segnala don Giordani a Pordenone: CHIANDOTTO, Vannes, La stampa diocesana di Concordia Pordenone,<br />
settant’anni de “Il Popolo” settimanale cattolico, Pordenone, Concordia Sette, 1992, pag. 28, nota 6; don<br />
Costantini a Rorai: id., Stato e Chiesa nel Friuli occidentale, c<strong>it</strong>., pagg. 51-53. Non capisco sulla base di quale<br />
documentazione Flavio Mariuzzo coinvolga don Costantini nell’accusa di scarso impegno sociale rivolta ai<br />
sacerdoti delle borgate pordenonesi da don Lozer: i documenti c<strong>it</strong>ati appaiono di molto successivi alla fugace<br />
presenza del giovane sacerdote e studioso dell’arte, che era stato trasfer<strong>it</strong>o a Concordia nel 1901: cfr.<br />
MARIUZZO, Flavio, c<strong>it</strong>., pag. 46 e note a pagg. 69-70.<br />
La presenza di don Giordani a Spilimbergo, nella funzione di consigliere e vero e proprio sosten<strong>it</strong>ore dei giovane<br />
nucleo democratico cristiano locale, formato da Peter e Marco Ciriani, è segnalata ampiamente da Il Lavoratore<br />
Friulano; su don Concina a Prata, oltre alla stessa fonte (per la quale si rinvia al successivo cap<strong>it</strong>olo dedicato a<br />
quel comune), cfr.: CHIANDOTTO, Vannes, Giovanni Maria Concina una v<strong>it</strong>a per le classi contadine, c<strong>it</strong>., pagg.<br />
49-106. Per Prato Carnico, cfr.: BLANCHINI, Eugenio, c<strong>it</strong>., pag. 64.<br />
149
tutte le case per la benedizione. Sulla porta di una si presentò un uomo che mi disse: “Qui<br />
non occorre”. Qualche altra porta chiusa. In una cucina quattro giovanotti giocavano alle<br />
carte e non si alzarono nemmeno in piedi; in un’altra due ragazzini stavano sfogliando il<br />
settimanale “L’Asino”. Dissi alla madre che non conveniva lasciare in mano ai piccoli quel<br />
giornale. Mi rispose: “Questi sono affari miei non suoi”. In parecchie case, le cucine erano<br />
aperte, senza alcuna persona, ma il fuoco stava acceso. Rilevai la grande penuria di camere,<br />
cortili ben poco pul<strong>it</strong>i, e in parecchie ab<strong>it</strong>azioni squallore, indice di miseria. 492<br />
Oltre a sviluppare il lavoro pastorale, don Lozer attua una tattica di confronto<br />
diretto con i dirigenti delle industrie locali, ch’egli accusa di cieco sfruttamento della<br />
manodopera. Quando viene nominato parroco, nel 1904, scriverà alla direzione del<br />
cotonificio ed otterrà la riduzione di orario da 11 ore e mezza ad 11 ore. Consimile<br />
riduzione d’orario strappa anche al proprietario della fornace Vuga. Secondo don Lozer,<br />
la selvaggia oppressione padronale è all’origine non solo della miseria operaia ma della<br />
forza dei part<strong>it</strong>i di sinistra: giudizio valido non solo per quest’epoca, ma confermato<br />
anche nel 1960, quando scriverà: E questa certa quant<strong>it</strong>à di beni non c’era in tante, in<br />
troppe famiglie e quindi mancanza di virtù civili e cristiane, disgregazione religiosa e<br />
morale, adesione delle masse cariche di stenti e di privazioni a part<strong>it</strong>i estremi, come avviene<br />
pur oggi a causa della disoccupazione. 493<br />
I bassi salari provocano il fenomeno degli acquisti a cred<strong>it</strong>o, che permette ai<br />
commercianti di depauperare le famiglie di ogni bene. In mancanza di qualsiasi<br />
ist<strong>it</strong>uzione previdenziale e mutualistica, quando il capofamiglia (e sol<strong>it</strong>amente principale<br />
percettore di redd<strong>it</strong>o) si ammala, l’unico sistema per rimediare agli stenti della famiglia è<br />
una colletta, in denaro od in natura, fra i compagni di lavoro. Don Lozer si applica a<br />
mettere sotto controllo questo fenomeno, ma la polemic<strong>it</strong>à degli operai trova modo di<br />
esprimersi nuovamente. A lui, che fa girare fogli con scr<strong>it</strong>to: “La fame non è né cattolica<br />
né socialista”, alcuni rispondono aggiungendo: “Ma è causata dai cap<strong>it</strong>alisti sostenuti dai<br />
preti”. Era il r<strong>it</strong>ornello ripetuto sull’Asino di Podrecca e sull’Avanti. L’ambiente in cui viene<br />
inviato ad operare don Lozer, mettendo a dura prova il suo orientamento democraticocristiano,<br />
non è quello di una massa di sfruttati privi di orientamento ed organizzazione,<br />
ma è fortemente impregnato di una coscienza di classe, alimentata dall’attiva<br />
propaganda socialista. 494<br />
Il 13 agosto (1904) sul settimanale “La Concordia” n. 33, si leggeva: “In Cotonificio<br />
c’è una vera setta di donne maniache che nelle sale di lavoro bestemmiano, parlano<br />
sconciamente, insultano le cattoliche chiamandole crumire. Tante buone ragazze forestiere<br />
e paesane si dolgono e secretamente piangono per essere costrette a stare a contatto con chi<br />
ha perduto ogni grazia, ogni delicatezza, ogni dign<strong>it</strong>à di donna”. Qualche compagno si<br />
permetteva di mandarmi numeri dell’Asino o cartoline anonime stampate e diffuse dallo<br />
stesso, con puppazzi di preti in tutte le più goffe pose e perfino con luride bestemmie e<br />
r<strong>it</strong>ratti di Podrecca. Questo era l’ambiente di Torre di 55 anni fa, formato alla scuola di<br />
demagoghi che spesso venivano a concionare in un cortile o in piazza e alla scuola del<br />
“Lavoratore” bestemmiatore di Udine, del mensile settario “Arti tessili” di Milano e<br />
sopratutto dal settimanale “l’Asino” molto diffuso, “il più infame di tutti i periodici”. La<br />
maggioranza della classe operaia cotoniera andava così perdendo la Fede, disertava la<br />
chiesa, mancava di dign<strong>it</strong>à, di elementare educazione, intrist<strong>it</strong>a anche dalla miseria e da<br />
undici ore di lavoro giornaliero. 495<br />
Don Lozer si impegna anche contro l’alcoolismo, fenomeno connesso alla v<strong>it</strong>a di<br />
fabbrica e quindi diffusissimo a Torre. Impressionava il consumo abnorme della grappa,<br />
che si beveva a decimi, a bicchieri, per uccidere, dicevano, i microbi della polvere che<br />
ingoiavano. Inizia la lotta contro l’alcoolismo. Per impressionare stampai cartelli con dati<br />
statistici sulla percentuale degli alcoolizzati ricoverati nei Manicomi, negli ospedali per<br />
tubercolosi, nelle carceri, dei figli rach<strong>it</strong>ici, ebeti, tarati, predisposti ad essere sempre<br />
infelici perché generati da padre alcoolizzato o ubriaco. Diffusi centinaia di copie di un<br />
opuscolo, chiaro, documentato, impressionante (...) La lotta contro l’alcoolismo non ottenne<br />
miracoli ma riuscì utile assai; lo si riscontrò nella diminuzione del consumo della grappa. Ma<br />
nelle domeniche, a sera, la massima parte degli operai era alticcia e allegra. Annegava nel<br />
vino la disperazione di r<strong>it</strong>ornare nel domani o di giorno o di notte ad un lavoro protratto per<br />
undici ore in sale polverose e nello stesso tempo umide per la lavorazione del cotone e per<br />
conservarne la umid<strong>it</strong>à.<br />
492 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg.11 e 12.<br />
493 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg.13 e 14.<br />
In questo come negli altri casi, credo con una notevole dose di presunzione, don Lozer parla solo di se stesso,<br />
come se il frutto delle molteplici attiv<strong>it</strong>à dell’associazionismo cattolico fosse in realtà il prodotto della sua<br />
personale, vulcanica attiv<strong>it</strong>à. Una specie di superuomo votato alla difesa dei poveri, che ottiene quanto<br />
necessario nonostante la negativa concorrenza dei perfidi e malefici rossi.<br />
494 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pag.15.<br />
495 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pag.23.<br />
150
Anche in questo caso Lozer descrive se stesso come un t<strong>it</strong>ano in lotta sol<strong>it</strong>aria<br />
contro la diffusione dell’alcool fra gli operai, anche se ammette che i risultati sono più<br />
lim<strong>it</strong>ati di quanto inizialmente dichiara: ma i mezzi e le argomentazioni (fra l’altro, di<br />
scuola pos<strong>it</strong>ivistica, certo non ispirate al neotomismo che veniva insegnato nei seminari<br />
dell’epoca) sono esattamente gli stessi dei socialisti, i quali per parte loro mai faranno<br />
atto di soddisfatto ottimismo, mantendo alta la propaganda antialcoolica fino a quando il<br />
fascismo non reprimerà del tutto la loro stampa. 496<br />
Don Lozer estende la sua attiv<strong>it</strong>à dalla frazione cotoniera a Pordenone, c<strong>it</strong>tà nella<br />
quale assumerà progressivamente il ruolo di ispiratore del movimento pol<strong>it</strong>ico e<br />
sindacale cattolico. Il 12 aprile 1904 al salone Coiazzi si svolge una manifestazione a<br />
propos<strong>it</strong>o dello sciopero delle tess<strong>it</strong>rici di Rorai Grande in corso da due settimane, con<br />
conseguenze che si fanno sentire anche sulla produzione della filatura di Torre. Si tratta<br />
del primo dei grandi scioperi dei cotonieri pordenonesi che si svolgono quell’anno,<br />
nell’aprile e settembre, riuscendo ad ottenere significative modifiche al regime del lavoro<br />
di fabbrica nel Cotonificio Veneziano, pena quarantacinque giorni di sciopero delle<br />
tess<strong>it</strong>rici di Rorai Grande e quattro di sciopero generale. Tale iniziativa di lotta, la cui<br />
importanza sul piano nazionale verrà sottolineata dal deputato socialista Angiolo<br />
Cabrini, costerà a diciotto fra operai ed operaie un “processone” che si trascinerà fino in<br />
Cassazione. Secondo Lozer parlano al comizio alla sala Coiazzi un pastore protestante da<br />
qualche mese a Pordenone, due avvocati (è probabile che si tratti di Guido Rosso e<br />
Giuseppe Ellero) ed un milanese (anche in questo caso si può indicare con quasi certezza<br />
la persona nel segretario della Federazione Arti Tessili Rho 497 ). Arrivai in r<strong>it</strong>ardo. Chiesi la<br />
parola; fui accolto da urla e fischi. Un gruppo di facinorosi mi cacciò fuori della sala con<br />
intenzioni di colpirmi; io più lesto di loro mi sottrassi e mi rifugiai nella Chiesa del Cristo<br />
segu<strong>it</strong>o dalla masnada che tirò poi qualche sasso anche contro la porta da me chiusa. 498<br />
Comprensibile la rabbia socialista contro l’attivista impegnato nella creazione di<br />
un’organizzazione parallela e concorrente con quella socialista storicamente affermatasi.<br />
Quello che importa per loro non è l’impegno del giovane sacerdote, ma il fatto che la sua<br />
azione sia vissuta esplic<strong>it</strong>amente come una scissione nel movimento operaio, per cui<br />
automaticamente don Lozer diventa il nemico principale. Chi avesse conservato dei<br />
numeri del “Lavoratore Friulano” potrebbe constatare come dal 1903 al 1915 e dal 1919 al<br />
1922 sia stato bersaglio di v<strong>it</strong>uperi, di minacce, di banali offese che aizzarono gli incoscienti<br />
ed ignoranti a impedirmi di parlare nei comizi, a sputarmi addosso, a prendermi a sassate.<br />
Non si voleva, non si permetteva che il prete avesse a prendersi a cuore le condizioni degli<br />
operai e dei lavoratori della terra. I rossi pretendevano di avere il monopolio di difendere, di<br />
tutelare il mondo del lavoro. Accusavano nei comizi e nella stampa i preti alleati del<br />
cap<strong>it</strong>alismo, foraggiati dagli industriali..., denigravano la chiesa come puntello dei nemici<br />
del popolo e la religione che nulla aveva saputo fare e creare per migliorare le classi<br />
diseredate. 499<br />
Famosa è la proposta per l’un<strong>it</strong>à sindacale rivolta un mese dopo, il 24 maggio<br />
1904, dal consiglio della Lega cattolica del lavoro di Torre al consiglio della Lega<br />
socialista di miglioramento. In realtà l’inv<strong>it</strong>o è a senso unico e tale da risultare<br />
inaccettabile per i socialisti di Torre. Si dichiara infatti che si potrà accordarsi sulle par<strong>it</strong>à<br />
delle quote e dei sussidi, sulle questioni di lavoro compresa la dichiarazione di sciopero,<br />
escluso quello di carattere pol<strong>it</strong>ico che non dovrebbe mai effettuarsi lasciando ai part<strong>it</strong>i fare<br />
la pol<strong>it</strong>ica. Vista questa condizione, che mette in discussione tutta l’impostazione pol<strong>it</strong>ica<br />
496 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pag.16. Sull’insegnamento filosofico nel seminario portogruarese,<br />
cfr. pag. 10.<br />
497 Segretario insieme a Galli della Federazione Arti Tessili e membro del consiglio direttivo della Cgl: cfr. E,<br />
anno III, n. 2 del 15 febbraio 1908, Il primo Congresso Internazionale dei Segretariati e Uffici<br />
d’Emigrazione.<br />
498 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pag.20. Sugli scioperi del 1904 cfr.: DEGAN, Teresina, Industria<br />
tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 63-65; il giudizio di Cabrini verrà riportato due anni dopo da Giuseppe Ellero in: LF, n. 61 del<br />
20 gennaio 1906, pagg. 1 e 2, Prima del Congresso. Lega, coscienza socialista, voto (cfr. appendice).<br />
Angiolo Cabrini fonda nel 1889 la prima Camera del Lavoro in Italia, quella di Piacenza. Condannato per i moti<br />
del 1894 deve rifugiarsi in Svizzera. Eletto deputato nel 1900 e confermato nelle successive legislature fino al<br />
1919, si occupa soprattutto della legislazione sociale e dell’emigrazione, promuovendo le leggi sul riposo festivo,<br />
sul lavoro notturno e sulle assicurazioni sociali obbligatorie. Sarà espulso dal Psi nel 1912 , insieme alla destra<br />
riformista di Bissolati e Bonomi, per essersi espresso a favore dell’impresa coloniale <strong>it</strong>aliana in Libia. Cfr.<br />
MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., primo volume, pag. 171; MICHELS, Roberto, Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>. pag. 142.<br />
499 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pag.21.<br />
A questo punto Lozer si dà ad una filippica su socialisti e fascisti che, seguaci di dottrine nemiche della<br />
religione, hanno alternativamente persegu<strong>it</strong>ato i cattolici in modo sanguinoso, fino a sostenere che in realtà le<br />
stesse persone sono state alternativamente da una parte e dall’altra, in Emilia ma anche a Torre si è fatta la<br />
evoluzione: da socialisti a fascisti, da fascisti a comunisti. Diciamo che qui la capac<strong>it</strong>à di analisi<br />
dell’anziano parroco scivola sul piano del vero e proprio delirio anticomunista, per altro non più giustificato con<br />
le posizioni di una chiesa che stava cambiando radicalmente pelle sotto la direzione conciliare di Giovanni<br />
XXIII.<br />
151
del sindacato socialista, non c’è da stupirsi che la Lega di miglioramento non si degni<br />
neanche di rispondere. 500 Stupisce piuttosto che quasi ogni opera che riferisca<br />
dell’attiv<strong>it</strong>à di don Lozer c<strong>it</strong>i acr<strong>it</strong>icamente questa proposta di “un<strong>it</strong>à sindacale” e quella<br />
di cinque anni dopo, come se si trattasse di iniziative veramente par<strong>it</strong>arie e non di<br />
strumentali ed improbabili tentativi di disarmare i socialisti di Torre (che, “ovviamente”,<br />
sono descr<strong>it</strong>ti come un elemento di uno scenario di fondo, privi di individual<strong>it</strong>à ed<br />
implic<strong>it</strong>amente destinati alla condanna della storia per il loro atteggiamento chiuso e<br />
retrivo...).<br />
I socialisti si astengono da ogni iniziativa alla quale don Lozer li inv<strong>it</strong>i. Ecco così<br />
che quando, all’inizio del settembre 1904, la Lega cattolica promuove una funzione<br />
funebre per i trucidati dalle forze dell’ordine a Buggerru, Castelluzzo e Sestri Ponente, il<br />
presidente del Magazzino Cooperativo Ilario Fantuzzi declina l’inv<strong>it</strong>o essendo estraneo il<br />
nostro Statuto ad opinioni religiose. Stessa cosa avviene domenica 26 febbraio 1905,<br />
quando la bandiera della Lega cattolica viene inaugurata con un comizio dei capi della<br />
democrazia cristiana friulana, che Fantuzzi giudica una manifestazione d’indole<br />
pol<strong>it</strong>ica. 501<br />
In quell’occasione effettivamente i discorsi sono tenuti dai principali esponenti<br />
(oltre a don Lozer) della democrazia cristiana friulana: da don Annibale Giordani, dallo<br />
studente Natale Rovina e dall’univers<strong>it</strong>ario Bindo Chiurlo. Chiaro, nell’orazione ufficiale<br />
di Bindo Chiurlo, lo spir<strong>it</strong>o interclassistico dei democratici cristiani, contrapposto ai<br />
socialisti: contro i demagoghi e i rivoluzionari disse che alla rivoluzione sociale si doveva<br />
preferire, sost<strong>it</strong>uire la evoluzione sociale con leggi provvide a tutela delle classi lavoratrici,<br />
mordenti il cap<strong>it</strong>alismo e il latifondismo, e stroncando le corruzioni anche elettorali. 502<br />
4.2.2 - Breve intermezzo moderato.<br />
Domenica 17 gennaio 1904 si erano tenute le elezioni generali per il comune di<br />
Pordenone; il voto può essere espresso nei quattro seggi ist<strong>it</strong>ut<strong>it</strong>i presso le scuole<br />
comunali maschili di Piazzale XX Settembre. 503<br />
I trenta consiglieri eletti sono: Francesco Asquini, Giovanni Bresin, Riccardo<br />
Cattaneo, Augusto Cecchetto, Carlo Cojazzi, Giuseppe Coromer, dr. Ernesto Cossetti,<br />
Luigi De Carli, V<strong>it</strong>torio De Luca, Giuseppe De Mattia, avv. Enea Ellero, avv. Riccardo<br />
Etro, Giuseppe Fantuzzi 504 , Giuseppe Gaspardo, avv. Antonio Locatelli, avv. V<strong>it</strong>torio<br />
Marini, Gio Batta Marsure, avv. cav. Gustavo Monti, Giacomo Perin, cav. Antonio Polese,<br />
Gio Batta Poletti, avv. Carlo Policreti, cav. ing. Damiano Roviglio, Luigi Sam, Olivo<br />
Sartor, Fortunato Silvestri, Gino Tamai, Domenico Veroi ed Ermenegildo Zannerio. 505<br />
Nella seduta di sabato 23 gennaio 1904 viene eletto sindaco dalla coalizione<br />
moderati-clericali il dottor Ernesto Cossetti con 19 voti. Con lo stesso numero di voti<br />
sono eletti gli assessori (tutti moderati) Riccardo Cattaneo, Veroi Domenico, Luigi De<br />
Carli e avv. V<strong>it</strong>torio Marini, ed il supplente Augusto Cecchetto, mentre l’altro supplente<br />
Gio Batta Poletti ottiene 16 voti. 506<br />
Il 6-13 novembre 1904 si tengono le elezioni pol<strong>it</strong>iche, in un clima di<br />
radicalizzazione pol<strong>it</strong>ica dovuto allo sciopero generale condotto dai sindacalisti<br />
rivoluzionari, che ha dato il destro a Giol<strong>it</strong>ti per sciogliere il Parlamento e tentare di<br />
ridimensionare i socialisti, anche grazie al sollec<strong>it</strong>ato voto cattolico ed al primo<br />
scioglimento parziale del non exped<strong>it</strong> da parte del nuovo papa Pio X, per favorire i<br />
candidati moderati in pericolo che dichiarino di schierarsi contro il divorzio ed a favore<br />
500 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg.22-23.<br />
501 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg.23-25.<br />
502 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg.24-25.<br />
503 ACPn, b. 1904 Referato I, fasc. 6, Amministrazione, Manifesto di convocazione delle elezioni generali<br />
amministrative del 31 dicembre 1903, firmato dal regio Commissario Straordinario Gasbarri.<br />
504 Nel verbale dei risultati erroneamente i presidenti dei seggi dichiarano eletto Giuseppe Fantuzzi, che ora<br />
risiede in Giais di Aviano ove fa il negoziante e non si era candidato, invece di Fantuzzi Angelo fu Francesco di<br />
Torre, il quale ha ricevuto 322 voti. Alcuni elettori (Uberto Cattaneo, V<strong>it</strong>torio Ortiga ed Enrico Gaudenzi)<br />
presentano ricorso, cui Giuseppe Fantuzzi dichiara di non presentare opposizione. Di Angelo Fantuzzi non<br />
rimane traccia di alcun intervento da consigliere, ma il suo orientamento pol<strong>it</strong>ico è clericale, come possiamo<br />
desumere dalla sua presenza fra i consiglieri non eletti della lista clericale nelle elezioni generali del dicembre<br />
1906.<br />
ACPn, b. 1904 Referato I, fasc. 13, consigli comunali ordinari e straordinari, estratto del processo verbale del<br />
Consiglio Comunale del 3 marzo 1904; b. 1905 Referato I, fasc. 6, Amministrazione, verbale di adunanza dei<br />
presidenti pel riassunto dei voti di tutte le sezioni del comune per la elezione dei consiglieri comunali e<br />
proclamazione degli eletti, del 27 novembre 1905.<br />
505 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 222.<br />
506 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 217-220.<br />
152
dell’istruzione religiosa nella scuola. Lo sciopero generale era stato proclamato dalla<br />
Camera del Lavoro di Milano dal 16 al 20 settembre dopo un susseguirsi di eccidi di<br />
lavoratori da parte della forza pubblica: a Cerignola (Fg) il 17 maggio con tre morti; a<br />
Buggerru (Ca) il 4 settembre con 3 morti ed infine a Castelluzzo (Tp) il 14 settembre con<br />
2 morti. L’estrema sinistra perde venti seggi in questa tornata elettorale, quattro dei<br />
quali socialisti (il Psi passa da 33 a 29 seggi); i socialisti si presentano autonomamente<br />
in quattro quinti dei collegi. 507<br />
A differenza della s<strong>it</strong>uazione nazionale, l’estrema sinistra friulana si presenta<br />
un<strong>it</strong>a in un gruppo di collegi: i candidati popolari sono: i radicali Carlo Policreti a<br />
Pordenone-Sacile, Luigi Galeazzi a San V<strong>it</strong>o al Tagliamento, Giuseppe Girardini ad<br />
Udine, ed Umberto Caratti a Gemona-Tarcento; il radicale-repubblicano Riccardo<br />
Luzzatto a San Daniele-Codroipo ed il solo candidato socialista Emilio Driussi a<br />
Palmanova-Latisana. Di essi risulta eletto il solo Luzzatto, mentre gli altri, compresi i<br />
deputati uscenti Girardini e Caratti, vengono sconf<strong>it</strong>ti dai candidati moderati avversari:<br />
Giuseppe Solimbergo ad Udine, Raimondo D’Aronco a Gemona, V<strong>it</strong>torio De Asarta a<br />
Palmanova, Gustavo Monti (che nelle elezioni del 1900 era stato sostenuto come<br />
candidato del Blocco e dei liberali progressisti) a Pordenone e Francesco Rota a San V<strong>it</strong>o.<br />
I socialisti presentano cinque candidature: oltre a quella un<strong>it</strong>aria dell’avvocato Driussi a<br />
Palmanova-Latisana, quattro sono di bandiera: tre in collegi dove non c’è candidato<br />
un<strong>it</strong>aria dell’estrema sinistra, ma una - significativa - è in concorrenza con il deputato<br />
radicale uscente Girardini. Oltre ad Udine, i socialisti si presentano a Spilimbergo-<br />
Maniago, a Tolmezzo ed a Cividale, raccogliendo poche centinaia di voti su candidati<br />
nazionali (Quaglino, Podrecca e Rondani). 508<br />
Il nuovo anno si apre con una nov<strong>it</strong>à per le comunicazioni pordenonesi: 19<br />
gennaio 1905 dovrebbe essere inaugurato l’impianto della rete telefonica<br />
intermandamentale di Pordenone. La linea realizzata collega Udine a Pordenone, e<br />
questo a raggera ai centri vicini di Sacile, Porcia, Prata, Pasiano, San V<strong>it</strong>o al<br />
Tagliamento, Casarsa, Codroipo e Cordenons. Sono previsti, appena completata la<br />
sottoscrizione, anche collegamenti futuri con Aviano, Azzano Decimo e Chions (in serie),<br />
Valvasone (derivazione della linea da Udine) e Montereale Cellina e Maniago (pure in<br />
serie). 509<br />
Il Consiglio Comunale di mercoledì 15 febbraio 1905 si esprime all’unanim<strong>it</strong>à a<br />
favore della proposta, Giunta dai consigli comunali di Azzano Decimo e Fontanafredda e<br />
fortemente sostenuta dai socialisti e dal Segretariato dell’Emigrazione, di effettuare le<br />
elezioni amministrative nella stagioni invernale. Il voto, nonostante la maggioranza<br />
moderata, è pos<strong>it</strong>ivo non senza rilevare però che da noi l’emigrazione ha poca<br />
importanza. 510<br />
4.2.3 - Il Primo Maggio.<br />
Il nuovo settimanale socialista, Il Lavoratore Friulano, ci comunica nella sua prima<br />
usc<strong>it</strong>a che il Part<strong>it</strong>o socialista si va radicando a Pordenone e alla fine del 1904 si dà una<br />
prima sede organizzativa. Vi avranno sede il circolo socialista e le leghe operaie e sarà<br />
dotata di sala per le riunioni, nella quale si pensa da sub<strong>it</strong>o di organizzare un corso di<br />
conferenze educative. La sede è collocata in centro, all’interno della Stella d’oro, un<br />
locale pubblico, e viene presentata come il primo nucleo di una piccola Casa del Popolo.<br />
L’inaugurazione avviene sabato 22 gennaio 1905 ed è l’occasione per un ampio<br />
intervento di Ellero che fa un resoconto del lavoro svolto. Egli accenna all’intervento, per<br />
la prima volta, dei clericali in occasione del voto, sollec<strong>it</strong>ati da Giol<strong>it</strong>ti in funzione<br />
antisocialista, e vi contrappone invece la pol<strong>it</strong>ica laicistica del governo francese. Parlano<br />
inoltre Gino Rosso e Luigi Scottà, ed appare per la prima volta fra gli organizzatori<br />
socialisti il cartolaio Romano Sacilotto. 511<br />
507 PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., volume secondo, pagg. 46-50.<br />
508 P, n. 467 del 3 novembre 1904, pag. 1, I nostri candidati; RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a<br />
Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 62-63. Per i risultati dei candidati socialisti, vedi la tabella in<br />
appendice.<br />
509 G, n. 19 di giovedì 19 gennaio 1905, pag. 3, DA PORDENONE. Il telefono e La rete telefonica<br />
intermandamentale (disegno).<br />
510 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pag. 12.<br />
511 LF, nn. 1 del 26 novembre 1904, La sede del Circolo e 10 del 28 gennaio 1905, PORDENONE. Festa<br />
operaia. Cfr. il resoconto dell’inaugurazione in appendice.<br />
...Romano Sacilotto di 32 anni, da Pordenone, cartolaio: Sacilotto era quindi nato nel 1875. Cfr. LF, n. 160<br />
del 16 novembre 1907, La sesta giornata del processo per il dramma di Pordenone; riporta invece altra<br />
153
La nuova sede socialista assume un ruolo che va oltre l’amb<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico: sabato 11<br />
febbraio 1905 si tiene alla Stella d’oro una festa da ballo riservata agli operai iscr<strong>it</strong>ti alle<br />
Leghe di miglioramento. La festa si protrae fino alle sette del mattino successivo, e gli<br />
operai escono cantando in coro l’Inno dei Lavoratori. 512<br />
Nel frattempo si va riorganizzando la sezione di Torre e rafforzando la presenza<br />
del part<strong>it</strong>o fra i giovani del quartiere, anche se vengono a mancare gli iscr<strong>it</strong>ti più anziani.<br />
Evidentemente in questa realtà si è consumata una crisi organizzativa, che non<br />
possiamo che ricollegare all’arrivo di don Lozer due anni prima. Domenica dopo pranzo,<br />
fra vivo entusiasmo, anche tra noi si è inaugurata una nuova sezione giovani socialisti. Bravi<br />
e volonterosi giovinotti stanno a capo del simpatico circolo che conta già parecchi inscr<strong>it</strong>ti.<br />
Fu tra noi in tale occasione il compagno Rosso G. - Mentre i giovani hanno così buone<br />
disposizioni, è vergognoso per converso che si vedano eclissare i vecchi compagni che<br />
ancora, dopo il riordinamento della nostra sezione, non hanno ancora presentata la propria<br />
adesione. Suvvia, per Giove, a voi spetta dare il buon esempio e rimettetevi al lavoro. 513<br />
Le lotte operaie si sviluppano anche in settori diversi dal tessile, pur scontando<br />
dure sconf<strong>it</strong>te a causa del sommarsi della resistenza padronale e dell’utilizzo delle forze<br />
armate in funzione repressiva. In conseguenza di uno sciopero nell’aprile 1905, la<br />
fabbrica concimi di Pordenone licenzia tutti gli operai. Una decina su sessanta vengono<br />
riassunti il 26 per compiere alcune lavorazioni urgenti. La fabbrica guardata da carabinieri<br />
e da soldati del reggimento “Vicenza” di stanza a Sacile, rimarrà chiusa per oltre due mesi,<br />
perché nei magazzini vi è un forte depos<strong>it</strong>o di prodotti. Il tempo scelto per lo sciopero non<br />
fu adunque dei più opportuni ed ebbe, come si vede, un es<strong>it</strong>o disastroso. Alla base dello<br />
sciopero la rivendicazione di migliori salari, visto che la paga media è di 1 lira e mezza al<br />
giorno per sei mesi, e di 2 e mezza per altri sei: ma la direzione si è dimostrata<br />
intransigente nel respingere le richieste operaie. 514<br />
Il rafforzamento della presenza socialista nella c<strong>it</strong>tà è dimostrato dalla<br />
celebrazione del 1° maggio, che quell’anno segna una svolta rispetto ai precedenti,<br />
passando dalla celebrazione allo sciopero con manifestazione. Proprio l’anno prima il<br />
grande sciopero generale aveva prodotto una rottura nei rapporti di classe di tutto il<br />
paese, dimostrando la grande forza del movimento operaio. All’avvenimento è dedicata<br />
una estesa cronaca, nella quale si dà conto delle iniziative a Torre ed a Pordenone.<br />
Nonostante l’allarmismo dell’on. Monti che avrebbe voluto far vietare la manifestazione e<br />
far affluire la cavalleria a Pordenone 515 , essa viene autorizzata, dopo che le leghe di<br />
resistenza hanno preavvert<strong>it</strong>o i rispettivi stabilimenti dell’interruzione del lavoro.<br />
Il corteo parte da Torre alla mattina, forte di centinaia di persone che si dirigono<br />
verso Pordenone dietro la bandiera rossa e nera della Lega dei cotonieri: il colore della<br />
bandiera non lascia dubbi sulla presenza anarchica e sindacalista fra le file del<br />
movimento operaio della frazione. Riun<strong>it</strong>isi con gli operai degli altri stabilimenti in Largo<br />
San Giovanni, i manifestanti sono tremila, e si dirigono verso la Sala Coiazzi percorrendo<br />
le strade del centro, dove al contrario il solo negozio di Romano Sacilotto è chiuso per<br />
adesione allo sciopero. Quest’anno, dopo il cambio di direzione, aderisce anche la Società<br />
Operaia. Il comizio è presieduto da Luigi Scottà, e parlano l’operaio Zucchiatti, Giuseppe<br />
Ellero e Guido Rosso, che ripete il comizio nel pomeriggio a Rorai dove gli operai sono<br />
conflu<strong>it</strong>i per una festa campestre. Unica nota stonata di questa giornata, che sarebbe<br />
stata impensabile ancora due anni prima, è il ferimento notturno di un c<strong>it</strong>tadino<br />
aggred<strong>it</strong>o dai mil<strong>it</strong>ari intervenuti per “garantire l’ordine”. 516<br />
fonte, nella stessa occasione: Sacilotto Romano fu Pietro, d’anni 35, negoziante a Pordenone: cfr. P, n. 274<br />
di sabato 16 novembre 1907, pagg. 1 e 2, L’assassinio dell’ing. Toffoletti davanti alla nostra Corte d’Assise.<br />
512 G, n. 44 di lunedì 13 febbraio 1905, pag. 3, DA PORDENONE. Festa operaia.<br />
513 LF, n. 12 dell’11 febbraio 1905, TORRE.<br />
514 G, n. 115 di giovedì 27 aprile 1905, pag. 3, DA PORDENONE. Uno sciopero fin<strong>it</strong>o male.<br />
Come vedremo successivamente, nel 1909, in occasione di un altro sciopero, lo stabilimento - s<strong>it</strong>o a<br />
Vallenoncello, vicino al porto della Dogana - ricorrerà all’arruolamento di crumiri clericali ad Aviano.<br />
515 LF, n. 35 del 22 luglio 1905, Al Comune.<br />
516 LF, n. 25 del 13 maggio 1905, PORDENONE. Cfr. il resoconto della manifestazione in appendice.<br />
Rosso è identificato come Guido (il dott. Rosso) da Il Tagliamento, c<strong>it</strong>ato nel successivo articolo polemico<br />
Impressioni... borghesi, sullo stesso numero del settimanale socialista.<br />
Il 1° maggio 1886 si svolse negli Stati Un<strong>it</strong>i d’America un grande sciopero con manifestazioni sindacali per<br />
ottenere l’orario di otto ore giornaliere. Due giorni dopo, durante una manifestazione ad Haymarket (Chicago)<br />
scoppiò una bomba e ciò diede pretesto per una sanguinosa repressione poliziesca e per la successiva<br />
esecuzione di quattro dirigenti anarchici del movimento operaio (un quinto fu trovato morto in cella prima<br />
dell’esecuzione). Nel 1893 il nuovo governatore dell’Illinois riconobbe l’innocenza dei condannati ed ordinò la<br />
scarcerazione dei tre altri imputati, che erano stati condannati a pesanti pene detentive. Dopo la promozione di<br />
una nuova giornata americana di lotta da parte della American Federation of Labor per il 1° maggio 1890, il<br />
congresso socialista internazionale di Parigi del 1889, dal quale nacque la Seconda Internazionale, fissò quella<br />
data per una manifestazione internazionale per le otto ore. Cfr. PANACCIONE, Andrea, Un giorno Perché.<br />
154
4.2.4 - Pane municipale o pane cooperativo?<br />
La questione alimentare, ed in particolare quella del pane e delle farine,<br />
rappresenta un problema di primaria importanza per i livelli di v<strong>it</strong>a della popolazione<br />
lavoratrice. Si mangia pane in c<strong>it</strong>tà, dove gli operai possono comprarlo in moneta, e si<br />
mangia soprattutto polenta, con tutto ciò che ne consegue in termini di<br />
sottoalimentazione e di pellagra. Nel primo decennio del Novecento anche nelle<br />
campagne friulane inizia a diffondersi lentamente il consumo di pane, grazie allo<br />
sviluppo economico dovuto al miglioramento delle coltivazioni ed all’emigrazione:<br />
l’arricchimento della dieta della popolazione è il primo fattore di arretramento della<br />
pellagra. 517 Ma quando il costo dei cereali e delle farine aumenta, anche il poco viene a<br />
mancare. Non a caso è centrale l’elaborazione socialista sulla questione del pane, come<br />
ben nota Robert Michels a propos<strong>it</strong>o del “socialismo municipale”, quando dedica notevole<br />
rilievo all’esperienza di Catania.<br />
Nel 1902 la Giunta catanese presieduta dal deputato socialista Giuseppe De<br />
Felice Giuffrida promuove, dopo aver stravinto un referendum al propos<strong>it</strong>o, un servizio<br />
municipalizzato di panificazione, che diventa in breve un esempio per il socialismo<br />
europeo. Infatti l’esperienza, durata quattro anni poiché minata al suo interno da<br />
problematiche riguardanti soprattutto il molto personale di cui l’azienda aveva dovuto<br />
farsi carico, fra gli ex panificatori privati ed i propri dipendenti diretti, rappresentava<br />
l’impresa comunale più grandiosa allora esistente in tutta l’Europa. Quello di Catania<br />
rimase un esperimento irraggiungibile: nel 1913 esisteranno al massimo quindici altri<br />
forni comunali in tutt’Italia, di ben minori dimensioni. 518<br />
Nello stesso anno in cui si avvia l’esperienza, il prosindaco De Felice dedica alla<br />
gestione municipalizzata della panificazione un libro. La letteratura in campo socialista<br />
sull’argomento era già ponderosa precedentemente: se Giovanni Montemartini dedica<br />
alcune pagine all’argomento in quello stesso anno nel suo cospicuo studio economico<br />
sulle municipalizzazioni dei servizi (siamo nella fase del dibatt<strong>it</strong>o sulla legge in materia,<br />
che sarà approvata nel 1903), rifacendosi soprattutto all’esperienza di gestione della<br />
panificazione in forma cooperativistica realizzata a Cremona negli anni precedenti, il<br />
dirigente socialista e cooperativistico cremonese Giuseppe Garibotti vi aveva dedicato<br />
due anni prima un libro dal forte approccio manualistico, ricco di modulistica utile nella<br />
gestione dei servizi. 519<br />
Cent’anni di storia internazionale del 1° maggio. Contributi per una storia sociale. Roma, Ediesse, 1990, pagg.<br />
17-34.<br />
517 ANTONINI, Giuseppe, Escursioni pellagrologiche, c<strong>it</strong>..<br />
518 MICHELS, Roberto, Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pagg. 387-390.<br />
519 Delle due edizioni del libro, quella catanese del 1903, che era stata c<strong>it</strong>ata da Michels, risulta oggi<br />
irreperibile, mentre è ancora disponibile la seconda: DE FELICE GIUFFRIDA, Giuseppe, La Municipalizzazione<br />
del Pane a Catania. Confessioni e battaglie, Milano, Società Ed<strong>it</strong>oriale Libraria, 1913; MONTEMARTINI,<br />
Giovanni, Municipalizzazione dei publici servigi, Milano, 1902, Società Ed<strong>it</strong>rice Libraria, pagg. 110-149;<br />
GARIBOTTI, Giuseppe, Pane. La produzione anarchica, cooperativa e municipale, Cremona, Tipografia Sociale,<br />
1900 (ove produzione anarchica, come in Montemartini, ha valenza negativa e rifer<strong>it</strong>a alla produzione delle<br />
piccole botteghe artigianali). Garibotti dedica all’esperienza cooperativistica cremonese una relazione, condivisa<br />
con il deputato socialista belga L. Bertrand, al Settimo congresso dell’Alleanza Cooperativa Internazionale, che<br />
si tiene nella sua c<strong>it</strong>tà dal 23 al 25 settembre 1907: cfr. GARIBOTTI Giuseppe, I servizi che la cooperazione può<br />
rendere alle classi operaie e ai piccoli coltivatori nella loro v<strong>it</strong>a giornaliera. Relazione tenuta al 7° congresso<br />
dell’Alleanza Cooperativa Internazionale, Roma, Tipografia Cooperativa Sociale, 1907.<br />
Giuseppe De Felice Giuffrida (1859-1920) : inizialmente uno dei capi del movimento socialista dei Fasci<br />
Siciliani, si colloca ad uno snodo importante del rapporto fra movimento operaio e contadino, nord e sud del<br />
paese, socialismo, democrazia ed anarchismo. Dopo la barbara repressione del movimento da parte di Crispi e<br />
Di Rudinì - nella quale De Felice, pur essendo deputato, viene condannato a 18 anni di carcere - riesce a<br />
continuare la sua attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica nonostante la sconf<strong>it</strong>ta dell’ipotesi originale dei Fasci: è insieme a Prampolini<br />
e Bissolati protagonista del famoso episodio dell’ostruzionismo dell’Estrema Sinistra contro il tentativo<br />
autor<strong>it</strong>ario del generale Pelloux, con la rottura delle urne in una votazione imposta ai deputati in violazione<br />
delle procedure. Durante l’età giol<strong>it</strong>tiana esprime un’esperienza originale di collaborazione fra socialismo e<br />
giol<strong>it</strong>tismo, che acquisisce l’egemonia pol<strong>it</strong>ica sulla Sicilia orientale, scivolando però progressivamente in una<br />
pol<strong>it</strong>ica di subordinazione del movimento popolare alla borghesia isolana, e finendo infine per aderire nel 1912<br />
al part<strong>it</strong>o socialista riformista: cfr. ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 183-<br />
186, scheda redatta da F. Renda.<br />
Giuseppe Garibotti, nato nel 1865 a Cremona ove è segretario comunale, proviene al Psi dal Part<strong>it</strong>o Operaio; è<br />
deputato socialista dal 1919 al 1924: cfr. MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 15-16.<br />
Giovanni Montemartini (1868-1913) , economista e deputato socialista di orientamento riformista, collabora dal<br />
1900 alla Cr<strong>it</strong>ica Sociale dove tiene una rubrica firmata Municipalis in cui tratta i problemi della<br />
municipalizzazione dei servizi pubblici. Dopo aver creato nel 1902 all’Uman<strong>it</strong>aria di Milano un Consiglio del<br />
lavoro con lo scopo di produrre ricerche sulle condizioni dei lavoratori, nel 1903 è chiamato presso il Ministero<br />
155
Solo un anno dopo, un esponente della scuola della medicina sociale come<br />
l’igienista Angelo Celli, che è anche deputato repubblicano-radicale dal 1893 al 1913 e si<br />
proclama socialista sul piano della teoria economica, r<strong>it</strong>iene che, per eserc<strong>it</strong>are una<br />
efficace azione preventiva sulle misere condizioni di v<strong>it</strong>a delle masse popolari,<br />
strettamente correlate alla diffusione di epidemie ed all’alta mortal<strong>it</strong>à, sia necessario<br />
operare con bonifiche agrarie ed il risanamento dei centri ab<strong>it</strong>ati (ma in questo caso,<br />
senza ipotizzare inutili sventramenti, come quelli che hanno colp<strong>it</strong>o ad esempio<br />
Napoli 520 ), un<strong>it</strong>i ad interventi di natura igienico-alimentare come la promozione di<br />
cooperative di consumo, forni rurali cooperativi, cucine popolari, locande san<strong>it</strong>arie rurali,<br />
trattorie o caffè popolari, refezione scolastica, insegnamenti di cucina popolare, pane<br />
gratu<strong>it</strong>o, industrie alimentari e loro progressi, (...) municipalizzazione del pane. La<br />
realizzazione di queste strutture ha un valore certamente di miglioramento delle<br />
condizioni igieniche della popolazione, strettamente un<strong>it</strong>e a quello delle condizioni<br />
economico-sociali. 521<br />
La vicenda del forno municipale viene affrontata per prima ad Udine, scegliendo<br />
in questo caso la via della municipalizzazione. L’ amministrazione democratica indice un<br />
referendum per domenica 8 gennaio 1905, e questa occasione viene vista come la<br />
possibil<strong>it</strong>à di passare dalla piccola produzione alla grande, garantendo finalmente qual<strong>it</strong>à<br />
del prodotto e salute agli acquirenti. Ne guadagneranno, oltre che i c<strong>it</strong>tadiniconsumatori,<br />
i lavoratori del settore sfruttati a causa delle condizioni arretrate (i<br />
panificatori violano sistematicamente e con ogni pretesto i contratti firmati) ed anche i<br />
panificatori privati, cui verrà lasciato un redd<strong>it</strong>o sufficiente grazie al comp<strong>it</strong>o di<br />
distribuzione del pane nelle loro rivend<strong>it</strong>e (ma questo, secondo Michels, è uno dei fattori<br />
di crisi dell’esperienza catanese); ne guadagnerà anche il comune, che avrà una nuova<br />
fonte di entrata. L’esempio di Catania è ben presente ad Udine: Da quando a Catania è<br />
stato municipalizzato il pane, gli uffici daziari segnano un aumento di consumo di farina,<br />
che supera di almeno un quinto il consumo precedente. Il fenomeno viene spiegato dal De<br />
Felice in due modi: O la migliore qual<strong>it</strong>à di pane e il prezzo più basso, hanno fatto<br />
aumentare il consumo - e ciò è un bene di indiscutibile util<strong>it</strong>à sociale, riuscendo a vincere,<br />
sino a un certo punto, i danni della denutrizione operaia - o, avendosi ora un solo<br />
consumatore di farine, il Comune, viene ev<strong>it</strong>ato il contrabbando, a favore delle finanze<br />
comunali, vale a dire a beneficio del pubblico.<br />
I socialisti udinesi, così come la Camera del Lavoro, appoggiano la proposta della<br />
Giunta radicale, ed inv<strong>it</strong>ano a votare anche per battere l’astensione dietro cui si<br />
mascherano gli avversari della municipalizzazione. L’obiettivo della municipalizzazione<br />
non è la produzione monopolistica, ma la realizzazione di un servizio che possa<br />
sopportare l’investimento di macchinari moderni, cosa impossibile per le piccole aziende,<br />
le quali vivacchiano con le condizioni antigieniche dei nostri forni, poca pulizia,<br />
imperfetta cottura, frequenti adulterazioni e sofisticazioni oltre all’elevato prezzo del<br />
pane. 522<br />
La votazione per l’ist<strong>it</strong>uzione del forno municipale vede la partecipazione di 1668<br />
elettori su 5022 iscr<strong>it</strong>ti; di questi 1466 (l’83%) si esprime a favore e solo 219 contrari.<br />
Nell’ottobre 1905 il forno municipale di Udine è in funzione, attaccato dai quotidiani<br />
moderati locali ma anche cr<strong>it</strong>icato dal Psi. L’ist<strong>it</strong>uzione, che pure produce a buon prezzo<br />
un pane sano, pul<strong>it</strong>o e veramente ben confezionato, e condotta in modo pressapochistico<br />
da un direttore superpagato (4000 lire annue, più di un magistrato) e si deve ricorrere a<br />
impiegati della ragioneria comunale per cercare di tenere sotto controllo la confusione<br />
esistente. Ma sono evidentemente malesseri passeggeri, se a fine anno si può dichiarare<br />
con soddisfazione che questa fiorente ist<strong>it</strong>uzione che tanto vantaggio ha portato alla<br />
c<strong>it</strong>tadinanza, ad onta della guerra mossagli dai proprietari di forno e dai rettili pagati dalla<br />
forcaioleria c<strong>it</strong>tadina che ne sparano ogni giorno una colla speranza di abbatterlo, va bene,<br />
dell’Agricoltura, Industria e Commercio per organizzare l’Ufficio del lavoro, ove soprattutto dà un contributo alla<br />
legislazione del settore, in particolare con un progetto sul collocamento (assegnato alle amministrazioni<br />
comunali ed alla contrattazione fra le categorie economiche) per altro non giunto a pos<strong>it</strong>iva conclusione. Cfr.<br />
ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., terzo volume, pagg. 565-566, scheda redatta da C. Ferrario.<br />
520 La pol<strong>it</strong>ica del rinnovo urbano, che antepone agli interessi delle masse popolari urbane (che vengono espulse<br />
e private del loro hab<strong>it</strong>at e soprattutto del loro tessuto di relazioni economiche e sociali che ne permettono la<br />
sopravvivenza) gli interessi della san<strong>it</strong>à pubblica e soprattutto quelli della speculazione edilizia, provoca veri e<br />
propri disastri, come lo sventramento di Napoli ai tempi dei ministeri Depretis, contro cui interviene Matilde<br />
Serao. Cfr. SERAO, Matilde, Il ventre di Napoli, Roma, Bianco, s.d.<br />
521 CELLI, Angelo, Manuale dell’igienista, Roma-Milano, 1903, pag. 91, c<strong>it</strong>ato in: DE GIORGI, Fulvio, c<strong>it</strong>., pagg.<br />
443-444; su Celli, cfr.: MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., volume primo, pagg. 238-239.<br />
522 LF, nn. 7 del 6 gennaio 1905, pag. 4, Questioni municipali (che riproduce l’ultimo cap<strong>it</strong>olo dell’opuscolo del<br />
dottor Carlo Pucci, in vend<strong>it</strong>a presso la libreria del Psi udinese) e 7 - seconda edizione del 7 gennaio 1905, pag.<br />
4, Il referendum di domani per il forno municipale, che pubblica anche il Manifesto della Giunta<br />
Comunale agli elettori amministrativi del Comune.<br />
156
ed anzi la sola preoccupazione degli amministratori è quella che con gli attuali due forni non<br />
arrivano a poter disimpegnare a tutte le richieste, tanto che coll’assunzione delle forn<strong>it</strong>ure<br />
del manicomio, osp<strong>it</strong>ale Civile e mil<strong>it</strong>are e molti altri ist<strong>it</strong>uti si trovano nella necess<strong>it</strong>à di<br />
dover costruire al più presto altri due forni. A riprova di un successo più duraturo del<br />
modello catanese, il forno municipale di Udine è ancora in attiv<strong>it</strong>à alla fine del 1911. 523<br />
Contro il rincaro dei generi di prima necess<strong>it</strong>à i socialisti pordenonesi si<br />
mobil<strong>it</strong>ano ed intervengono più volte, in stretto collegamento con il movimento e le<br />
esperienze nazionali, ag<strong>it</strong>ando il problema del ruolo dell’Amministrazione Comunale.<br />
Siamo da capo. Il prezzo del pane continuerà, dopo le poco benevoli dimostrazioni di giove<br />
pluvio, a rincarare. Il prezzo del pane e della farina aumentano e quindi diminuisce il<br />
salario del lavoratore. Siamo a giugno, il maltempo rovina il raccolto, il prezzo del grano<br />
cresce. Il potere di acquisto dei salari viene messo in discussione e falcidiato dal rincaro.<br />
Sarebbe necessaria una pol<strong>it</strong>ica annonaria pubblica, che agisca sul mercato attraverso la<br />
predisposizione dell’ammasso di sufficienti quant<strong>it</strong>ativi di granaglie. Ma<br />
l’Amministrazione Comunale attende invece che gli avvenimenti precip<strong>it</strong>ino, per agire<br />
solo tardivamente. I socialisti non se ne stupiscono: c’è una coerenza nella pol<strong>it</strong>ica della<br />
classe dirigente liberale, di tipo rigorosamente protezionistico ed usa a risolvere i<br />
problemi del bilancio dello Stato con il dazio sul grano, che colpisce innanz<strong>it</strong>utto<br />
l’alimentazione base della povera gente. Alla pol<strong>it</strong>ica del dazio sul grano i socialisti<br />
rivolgono proprio l’accusa di essere un puro espediente per pagare agli agrari tariffe<br />
protezionistiche che disincentivano l’innovazione nelle colture. 524<br />
Il problema della rappresentanza pol<strong>it</strong>ica dei lavoratori r<strong>it</strong>orna con forza, nella<br />
polemica contro le inadempienze del governo come dell’Amministrazione Comunale.<br />
Viene fatto un confronto con i provvedimenti del comune pordenonese nell’epoca veneta,<br />
e ciò è occasione per colpire con una frecciata i maggiorenti c<strong>it</strong>tadini, nobil<strong>it</strong>ati dal<br />
passato governo austroungarico per denaro o per fedeltà imperial-regia: sono quelli che<br />
ora governano senza essere capaci di prendere efficaci provvedimenti a favore della<br />
collettiv<strong>it</strong>à. Il 23 giugno 1548 il consiglio comunale di Pordenone deliberava “il sequestro di<br />
frumento venduto prima che la povertà potesse comperarne” e nell’agosto del 1654 il<br />
consiglio “verifica nel fondaco un cap<strong>it</strong>ale in frumento di 3500 ducati”.<br />
E’ in tale quadro che nasce la proposta di ist<strong>it</strong>uire un forno non municipale ma<br />
cooperativo, che prevede comunque il sostegno dell’Amministrazione Comunale e delle<br />
forze economiche c<strong>it</strong>tadine. (...) cosa dobbiamo fare? Rispondiamo che si può fare e che<br />
altre c<strong>it</strong>tà hanno dato esempi recenti. Del resto, chi ha voluta questa s<strong>it</strong>uazione? I moderati<br />
e liberali annacquati. Essi si levino d’impaccio. La proposta di un forno cooperativo fu<br />
guardata in cagnesco. I promotori possono essere anche derisi ma, certo, non a loro grava<br />
sulle spalle la responsabil<strong>it</strong>à dell’ora presente grigia di miseria umana. La proposta di un<br />
forno cooperativo era già stata formulata dai socialisti l’anno precedente, raccogliendo lo<br />
scarso entusiasmo dell’Amministrazione Comunale moderata, che evidentemente non<br />
aveva nessuna intenzione di favorire le iniziative di parte socialista, poco inquadrabili in<br />
una pol<strong>it</strong>ica di tipo paternalistico. Com’è noto la commissione incaricata del lavoro<br />
preparatorio per la cost<strong>it</strong>uzione di un forno cooperativo tra noi, adempie alacremente il suo<br />
comp<strong>it</strong>o. Fu inv<strong>it</strong>ato, tra gli altri, il nostro Comune a concorrere alla sottoscrizione di<br />
azioni. A imper<strong>it</strong>ura memoria registriamo il fatto che la Giunta moderata, molto moderata in<br />
questo caso pel bene pubblico, propose l’acquisto di sole 25 azioni a L. 5, mentre quegli<br />
stessi signori in altri tempi avevano trovato una bazzecola il far concorrere il Comune con<br />
lire 2000 ad una esposizione paesana ridicola, quanto priva di util<strong>it</strong>à pratica. Ecco quel che<br />
vuol dire, operai, esser governati da un part<strong>it</strong>o che rappresenta interessi contrari ai<br />
vostri. 525<br />
Pochi giorni dopo Il Lavoratore Friulano r<strong>it</strong>orna sull’argomento, dovendo purtroppo<br />
constatare di aver avuto facilmente ragione sugli effetti della mancanza di pol<strong>it</strong>ica<br />
annonaria del comune. La polenta e il pane sono ancora rincarati. Quello che noi abbiamo<br />
preveduto s’è avverato. Sabato la povera gente imprecava per il rincaro del grano. Le madri,<br />
il cui bilancio famigliare è fatto su calcoli esatti e non ha quindi nessuna elastic<strong>it</strong>à, si sono<br />
un<strong>it</strong>e ed hanno gridato forte. La giunta ha provveduto a che il grano fosse distribu<strong>it</strong>o a lire<br />
15 l’ettol<strong>it</strong>ro. Le acquirenti intendevano di pagar a 14. Non fu possibile, per quanto lunghe<br />
ed insistenti sieno state le pratiche. Sabato pochi vend<strong>it</strong>ori saranno sulla piazza colla loro<br />
merce. (...)<br />
L’ag<strong>it</strong>azione sociale per il pane richiama alle scelte pol<strong>it</strong>iche fatte concretamente<br />
dalla gente al momento di andare a votare. Quelli che oggi protestano hanno poco tempo<br />
fa eletto una Giunta comunale che non fa i loro veri interessi. Il problema della<br />
523 G, n. 9 di lunedì 9 gennaio 1905, pag. 3, UDINE. Il referendum per il pane; LF, nn. 49 del 28 ottobre 1905,<br />
AL FORNO COMUNALE, 56 del 16 dicembre 1905, stesso t<strong>it</strong>olo e 362 del 9 settembre 1911, pag. 3.<br />
524 LF, nn. 22 del 22 aprile 1905, Sentimental<strong>it</strong>à e 28 del 3 giugno 1905, Pane caro.<br />
525 LF, nn. 1 del 26 novembre 1904, Il forno cooperativo e 28 del 3 giugno 1905.<br />
157
appresentanza pol<strong>it</strong>ica è posto. In periodo di elezioni chissà quante di quelle madri che<br />
sabato imprecavano contro produttori e commercianti avranno favor<strong>it</strong>a l’ascesa al potere dei<br />
protettori (l’on. Monti fra questi) del dazio sul grano. Cinque lirette deve pagare ogni<br />
quintale di mais importato. Quel dazio fa sì che i produttori abbiano modo di ricavare L. 5 in<br />
più del prezzo naturale e non solo si ha questa conseguenza, ma ne deriva anche una minor<br />
produzione locale. (...) Se il Comune fosse guidato da socialisti, per certo, questi avrebbero<br />
ev<strong>it</strong>ato la speculazione sulla borsa del povero. La carestia, i prezzi elevatissimi erano<br />
annunziati fin dal dicembre 1904. In allora, parevano le previsioni nostre predizioni da<br />
pessimisti. Purtroppo la realtà è venuta a dirci che avevamo ragione. (...) 526<br />
Se il Comune fosse guidato da socialisti: la questione è attuale, di lì a pochi giorni<br />
si decideranno le candidature del part<strong>it</strong>o per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale.<br />
Il caro-pane pone con urgenza il problema della rappresentanza elettorale, che non può<br />
essere lasciata al monopolio dell’avversario di classe.<br />
Una prova di forza della coalizione alternativa, formata da radicali e socialisti, era<br />
stata data con il rinnovo del consiglio della Società Operaia, pochi mesi prima. Le<br />
elezioni si erano tenute domenica 26 febbraio ed avevano dimostrato la grande<br />
compattezza del consenso attorno alla lista democratico-socialista, i cui candidati<br />
avevano ottenuto da 262 a 256 voti: la quasi total<strong>it</strong>à dei 266 votanti. Con il massimo dei<br />
voti veniva rieletto G. Francesco Asquini, presidente uscente. 527<br />
La vicenda del forno cooperativo, tuttavia, sta marciando con difficoltà solo sulle<br />
spalle dell’organizzazione operaia. La scelta di autonomia pol<strong>it</strong>ica del movimento operaio<br />
non permette di cap<strong>it</strong>alizzare più il sostegno delle aziende industriali della zona, i cui<br />
contributi erano garant<strong>it</strong>i nella fase precedente di paternalismo padronale. L’idea non è<br />
tramontata. Se non ha potuto diventare un fatto si fu per molte circostanze, ad una sola<br />
delle quali - perché la principale - vogliamo accennare. Il rifiuto degli stabilimenti industriali<br />
a sottoscrivere delle quote. Ciò dimostra ancora una volta che la classe cap<strong>it</strong>alistica in nulla<br />
si associa alle iniziative del proletariato, nemmanco quando si tratta di cooperative utili alla<br />
general<strong>it</strong>à dei c<strong>it</strong>tadini. Così ora se il forno sorgerà e vivrà dovremo attribuire il mer<strong>it</strong>o<br />
principale alle nostre organizzazioni e specialmente al Magazzino cooperativo e alla Lega di<br />
Torre. A Torre si trovano già versati i tre decimi. Ciò facil<strong>it</strong>erà il comp<strong>it</strong>o della commissione<br />
delegata, la quale sta trovando il locale ed assume istruzioni a Udine, V<strong>it</strong>torio, Castions ecc.<br />
sui sistemi di forno, di lavorazione ecc. più convenienti. 528<br />
I 3/10 delle azioni versate provengono dalla Società Operaia. Soprattutto la<br />
mancata realizzazione grava sull’Amministrazione Comunale moderata, aggiungendosi<br />
alle sue tante mancanze: il non aver sostenuto il forno cooperativo, pur sapendo che tale<br />
iniziativa non può sorgere senza l’intervento pubblico, ha prodotto la disillusione fra la<br />
gente che sarebbe stata interessata. Ma, nonostante il cambiamento amministrativo che<br />
avverrà alla fine del 1905 con l’elezione di una Giunta radicale, il forno cooperativo non<br />
riesce a decollare. Ecco quindi, un anno dopo, un nuovo appello a rilanciare l’iniziativa:<br />
dopo una fase di assopimento, il com<strong>it</strong>ato promotore ha ripreso il lavoro di riscossione<br />
delle azioni. Ma anche il nuovo intervento non riesce evidentemente a far decollare<br />
l’iniziativa, che l’anno successivo si presenta in una s<strong>it</strong>uazione fallimentare. Nel 1908<br />
troviamo finalmente l’annuncio dell’imminente entrata in funzione del panificio<br />
cooperativo, ma sarà l’ennesimo falso allarme. Ed ancora nel 1910 troviamo che alcuni<br />
c<strong>it</strong>tadini polemizzano con la borghesia locale, che ha prontamente messo mano al<br />
portafoglio per la scuola d'aviazione della Comina (la seconda in Italia) sborsando<br />
quindicimila lire, mentre nel recente passato non si è voluto finanziare un forno<br />
cooperativo. 529<br />
Ma, mentre i socialisti non riescono a mettere insieme sufficienti energie per<br />
cost<strong>it</strong>uire un forno cooperativo, né l’Amministrazione Comunale è capace di scegliere la<br />
gestione di un forno municipalizzato, troviamo la notizia che i cattolici di Torre hanno<br />
iniziato a cost<strong>it</strong>uire la propria cooperativa concorrente. Si tratta dell’Unione Cooperativa<br />
di Consumo, promossa da don Lozer, che nasce quell’anno; nel 1909 inizia a funzionare<br />
la Società Molino Cooperativo, che fino alla Guerra Mondiale era la Società che più di<br />
tutte aiutava le opere parrocchiali e poi l’Asilo. Oculato spir<strong>it</strong>o imprend<strong>it</strong>oriale, il parroco<br />
di Torre realizza un’attiv<strong>it</strong>à che è anche efficace polmone di finanziamento delle iniziative<br />
526 LF, n. 29 del 10 giugno 1905, La polenta e il pane.<br />
527 LF, n. 15 del 4 marzo 1905.<br />
528 LF, n. 51 dell’11 novembre 1905, Forno cooperativo.<br />
529 P, nn. 9 di mercoledì 10 gennaio 1906, pag. 1, Notiziole pordenonesi, 33 di venerdì 24 novembre 1905, pag.<br />
2, Quelli che se ne vanno, firmato Semplicissimus e 152 di martedì 28 giugno 1910, pag. 1, L'aviazione; LF,<br />
nn. 91 del 18 agosto 1906, Per un panificio, 126 del 20 aprile 1907, Forno Cooperativo, 140 del 27 luglio<br />
1907, Forno cooperativo (in cui si cerca di giustificare il com<strong>it</strong>ato promotore, sostenendo che l’iniziativa non è<br />
stata sostenuta neanche da gran parte dei sottoscr<strong>it</strong>tori, che non hanno onorato l’impegno a versare le loro<br />
quote) e204 del 12 settembre 1908, Panificio cooperativo.<br />
158
sociali cattoliche. Nel 1914 l’Unione Cooperativa darà v<strong>it</strong>a anche al Forno Cooperativo,<br />
adiacente al Mulino. I socialisti, pur di non cedere alle iniziative dell’avversario, si<br />
approvvigionano nei mulini dei paesi vicini: (...) il Magazzino Cooperativo socialista<br />
piuttosto che usare del molino paesano, denominato dai compagni “molinello cattolico”<br />
mandava ogni settimana al molino di S. Quirino, o di Roveredo, o di Cordenons. A tanta<br />
bassezza arrivava la settarietà rossa! Avere il molino in paese e non servirsene perché<br />
ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da cattolici! 530<br />
4.2.5 - La prima volta dei socialisti come lista<br />
elettorale autonoma.<br />
Nel Consiglio Comunale di lunedì 12 giugno 1905 si discute l’ordine del giorno di<br />
Policreti ed altri dieci consiglieri, in cui si propone che la Giunta abbia a m<strong>it</strong>igare il<br />
provvedimento preso in confronto della guardia municipale Passatempo Eugenio,<br />
consistente nell’inv<strong>it</strong>o alla stessa a rinunziare al servizio, e lo abbia a convertire, ove ne sia<br />
il caso, in una meno grave punizione disciplinare. La guardia Passatempo, riconosce anche<br />
Policreti, ha sicuramente ecceduto nella denuncia fatta alla Pretura a propos<strong>it</strong>o di<br />
avvenimenti accaduti durante una festa da ballo, visto che egli stesso l’ha<br />
ridimensionata nel processo di appello; ma più che di falso si tratta di leggerezza, e non<br />
si può gettare sul lastrico una famiglia numerosa per questo. Durante il dibatt<strong>it</strong>o viene<br />
presentato un altro ordine del giorno da Marini, che pur andando nello stesso senso non<br />
fa questione di fiducia nei confronti della Giunta e quindi viene approvato, salvo poi<br />
essere annullato con decreto prefettizio n. 18793 del 21 luglio 1905. 531<br />
La Giunta presenta le sua dimissioni nella seduta di sabato 17 giugno 1905,<br />
motivandole con la delibera presa dal consiglio sulla questione Passatempo, r<strong>it</strong>enuta<br />
ossequiosa formalmente ma sostanzialmente un atto di sfiducia nei confronti della stessa<br />
Giunta. I consiglieri Policreti e Marini sottolineano che tali motivazioni non hanno senso,<br />
in quanto i proponenti le mozioni hanno ag<strong>it</strong>o innanz<strong>it</strong>utto per senso uman<strong>it</strong>ario; più<br />
incisivo è invece Asquini che ricorda anche le motivazioni di equ<strong>it</strong>à che avevano spinto al<br />
voto. Il consigliere avv. Antonio Querini propone quindi un ordine del giorno che inv<strong>it</strong>a la<br />
Giunta a rimanere in carica fino alle prossime elezioni che, vista l’insistenza degli<br />
amministratori a confermare le dimissioni, viene votato all’unanim<strong>it</strong>à da quindici<br />
consiglieri (astenuta la Giunta). 532<br />
Una settimana dopo abbiamo le prime notizie sull’atteggiamento socialista a<br />
propos<strong>it</strong>o delle imminenti elezioni amministrative parziali di fine giugno: Il circolo<br />
socialista nelle elezioni amministrative porterà la minoranza. Ilario Fantuzzi e Giuseppe<br />
Ellero terranno in alto la bandiera socialista nella lotta imminente. Compagni ed amici<br />
principiate la propaganda. Se resteremo soccombenti non importa. Ciò che preme si è di<br />
approf<strong>it</strong>tare della circostanza per diffondere con calore il nostro principio. La scelta è<br />
quindi quella di presentarsi autonomamente come part<strong>it</strong>o, puntando realisticamente ad<br />
eleggere due consiglieri di minoranza. Il risultato non è certo, ma il momento pol<strong>it</strong>ico è<br />
propizio per cercare di ottenere una visibil<strong>it</strong>à come forza pol<strong>it</strong>ica. Questa impostazione<br />
viene rafforzata dalla corrispondenza da Torre. Cosa concretamente potesse significare<br />
avere dei propri rappresentanti in comune è specificato dal trafiletto che precedeva<br />
questa notizia: I consiglieri della nostra frazione pare (almeno qualcuno) si sieno incaricati<br />
di far levare a certi poveri, bisognosi della Congregazione di car<strong>it</strong>à, il sussidio che questa<br />
dava. 533<br />
530 LF, n. 51 dell’11 novembre 1905. Nuova cooperativa; LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg. 32-<br />
36.<br />
531 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 36-38. A partire dalla seduta<br />
del 12 giugno 1905 il consiglio torna ad essere convocato di sera, sol<strong>it</strong>amente dopo le ore 20.<br />
La delibera giuntale contestata è la n. 134 presa nella Giunta del 25 maggio 1905: La Giunta Municipale<br />
Informata che la Guardia Municipale Passatempo Eugenio, dopo d’avere nel 2 gennaio a.c. firmato un<br />
verbale, e d’averlo nel 5 stesso confermato in sede d’istruttoria, d’una grav<strong>it</strong>à tale a carico di c<strong>it</strong>tadini<br />
che li trasse davanti l’Autor<strong>it</strong>à Giudiziaria, lo ha poi nel 3 maggio corrente negato completamente in<br />
grado d’appello, Considerato che l’inesplicabile ed ingiustificato contegno del Passatempo lo rende<br />
immer<strong>it</strong>evole di godere più la fiducia dell’Amministrazione Comunale; Riusc<strong>it</strong>e inutili le pratiche fatte<br />
per indurlo, nel suo interesse, a rinunziare al posto di guardia municipale, Visto l’art. 135 n. 2 della<br />
Legge Com.le e prov.le, e l’art. 17 del regolamento 26 febbraio 1890 dei vigili municipali; sulla proposta<br />
del Sindaco Unanime Delibera di licenziare con 1° Luglio p.v. dal posto di guardia municipale il<br />
Passatempo Eugenio. Cfr. Registro delle deliberazioni della Giunta municipale dal 7 novembre 1902 al 17<br />
aprile 1907, pag. 55.<br />
532 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 41-43.<br />
533 LF, n. 31 del 24 giugno 1905, Elezioni e TORRE. Per le elezioni.<br />
159
Una più esplic<strong>it</strong>a argomentazione della scelta di correre autonomamente alle<br />
elezioni si trova nel comizio di Guido Rosso della settimana successiva. In un comizio che<br />
ebbe luogo domenica al “Coiazzi” indetto dalla sezione pordenonese del part<strong>it</strong>o socialista<br />
<strong>it</strong>aliano, l’avv. Guido Rosso parlò dei “Part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici e il Comune” attaccando vivacemente<br />
clericali, moderati e radicali, convinto com’è che non vi sia salute fuori del socialismo.<br />
Nessuno altro prese la parola e si concluse che i socialisti abbiano a scendere in lizza, per<br />
conquistare i due seggi della minoranza al patrio Consiglio. Fu anche stabil<strong>it</strong>o d’indire un<br />
altro comizio per la scelta di due candidati (dei quali si fanno anche i nomi) e per discutere il<br />
programma. 534<br />
E’ necessario spiegare bene ai mil<strong>it</strong>anti ed agli elettori le ragioni che hanno<br />
portato per la prima volta a scegliere di sganciarsi dall’alleanza con la sinistra radicale.<br />
L’autonomia socialista non viene proclamata in assoluto, ma in rapporto ai r<strong>it</strong>ardi di<br />
maturazione delle scelte pol<strong>it</strong>iche della democrazia pordenonese. La pol<strong>it</strong>ica dei blocchi<br />
popolari rimane all’orizzonte come realistica prospettiva per la conquista della<br />
maggioranza, anche se ora è opportuno affermare l’autonomia socialista per stimolare gli<br />
alleati a chiarire le loro posizioni. Appaiono i primi segnali di una presenza autonoma,<br />
sull’altro fronte pol<strong>it</strong>ico, dei clericali, anche se il corrispondente socialista tende<br />
immediatamente a svalutare questa possibil<strong>it</strong>à. La posizione dei socialisti è però assai<br />
cauta. Nello stesso momento in cui decidono di presentarsi da soli, tengono conto<br />
realisticamente del problema delle alleanze, e scelgono di appoggiare il candidato della<br />
democrazia radicale per le elezioni provinciali.<br />
Una cosa è per altro il voto di Pordenone, con le sue forti concentrazioni operaie;<br />
altra sono i comuni circostanti, prevalentemente agricoli e sotto l’influenza degli agrari<br />
moderati e della Chiesa cattolica, con l’eccezione di qualche nucleo operaio tessile a<br />
Fiume e Cordenons (ma Fiume non darà mai voti ai socialisti). Quello che è importante è<br />
garantirsi un voto in Consiglio Provinciale a favore della Camera del Lavoro, cosa che<br />
non sarebbe certo possibile con l’elezione di un candidato clericale: per questo motivo si<br />
inv<strong>it</strong>ano i compagni a votare il candidato deciso dai democratici, l’avvocato cordenonese<br />
Sebastiano Brascuglia. 535<br />
Mentre alle elezioni provinciali prevalgono i moderati, che rieleggono il consigliere<br />
uscente dott. Basilio Frattina 536 , il risultato comunale conforta la scelta dei socialisti di<br />
presentarsi da soli, spiazzando le previsioni degli avversari. Quasi un quinto degli elettori<br />
ha votato per i candidati socialisti, che si sono sostenuti solo con il loro bacino elettorale,<br />
quello operaio. La scelta dell’autonomia elettorale ha provocato la divisione dei consensi<br />
fra i sosten<strong>it</strong>ori delle due candidature socialiste e quelli dei radicali, e questo solo dato<br />
mette in rilievo il notevole risultato dei primi. Il risultato elettorale non può soddisfare da<br />
solo. Si tratta di un passo nell’organizzazione di classe, attraverso il part<strong>it</strong>o, la sua<br />
ideologia e la forza propagandistica espressa, che non possono che uscire rafforzate dalla<br />
consultazione. Non a caso sub<strong>it</strong>o dopo i commenti elettorali si dà la parola ad un operaio<br />
di Rorai, il quale si sofferma sul clima di poltroneria fra gli operai del cotonificio, e sulla<br />
necess<strong>it</strong>à di rafforzare la Lega di resistenza per difendere ed estendere i propri dir<strong>it</strong>ti. 537<br />
Il risultato elettorale viene nuovamente commentato la settimana successiva,<br />
soprattutto per mettere in rilievo l’esigua forza dell’elettorato liberale moderato (150 voti)<br />
e la necess<strong>it</strong>à per questa forza di basarsi sul voto di una parte dell’elettorato clericale.<br />
Questi flussi smentiscono la quotidiana propaganda anticlericale dei liberali, e quella<br />
specularmente opposta dalla sponda clericale. La polemica sull’atteggiamento elettorale<br />
opportunistico dei clericali permette ai socialisti di replicare alle accuse loro rivolte a<br />
propos<strong>it</strong>o delle capac<strong>it</strong>à amministrative possedute: la loro tattica è quella di cr<strong>it</strong>icare<br />
sistematicamente l’amministrazione, apprendendone i meccanismi e prospettandone una<br />
diversa gestione. La “giustificazione” di parte socialista è segno di realismo: l’attiv<strong>it</strong>à<br />
amministrativa si impara con una lunga esperienza, la quale gradualmente supplisce<br />
alla mancanza di presenza storica nei luoghi del potere pol<strong>it</strong>ico. La presenza nelle<br />
amministrazioni fa quindi parte di quel processo di acculturazione, anzi di vera e propria<br />
alfabetizzazione delle masse popolari cui i socialisti attribuiscono un ruolo fondamentale<br />
534 G, n. 176 di mercoledì 28 giugno 1905, pag. 3, DA PORDENONE. Elezioni comunali e provinciali. Cfr.<br />
inoltre: LF, n. 32 del 31 giugno 1905 (in realtà è il numero del 1° luglio), Elezioni, il cui testo è riportato in<br />
appendice.<br />
535 LF, n. 32 del 31 giugno 1905, Elezioni provinciali.<br />
536 Il co. dr. Cav. Basilio Frattina era stato precedentemente eletto nel 1899. ASU-APU, busta 22, fascicolo 1,<br />
1904-1911, Rinnovo Consiglio Provinciale. Deputazione provinciale di Udine, prot. n. 1692 del 10.3.1905, n.<br />
3130 del 5.6.1905, n. 6504 del 18.12.1905, prot. n. 3212 del 2.10.1910; Amministrazione Provinciale di Udine,<br />
estratti dei verbali delle deliberazioni del Consiglio Provinciale di Udine, prot. n. 5053 del 20.1.1908, prot. n.<br />
6061 del 30.1.1911,<br />
537 LF, n. 33 dell’8 luglio 1905, La v<strong>it</strong>toria delle “mosche socialiste”.<br />
160
per l’emancipazione dallo sfruttamento. Non è un problema il fatto che i nuovi consiglieri<br />
espressi dal movimento operaio si caratterizzino soprattutto per la loro cr<strong>it</strong>ica serrata<br />
delle scelte amministrative: quello che importa è che ci siano, portatori di un programma<br />
pol<strong>it</strong>ico nuovo che li aiuterà - una volta acquis<strong>it</strong>i i meccanismi tecnici di funzionamento<br />
degli enti - nella loro futura azione di governo.<br />
Su un altro piano - è il risvolto della polemica - si tratta di andare a scoprire le<br />
carte della reale gestione comunale realizzata dai clericali in quegli anni. L’occasione è<br />
propizia per polemizzare, non solo sul piano teorico, contro l’autonomismo municipale<br />
teorizzato dai clericali, tacciato di essere un espediente per sost<strong>it</strong>uire all’accentramento<br />
della monarchia sabauda un utilizzo strumentale dell’ente locale a pro delle ist<strong>it</strong>uzioni<br />
della Chiesa cattolica. A riprova di questa accusa stanno le decisioni amministrative di<br />
concessioni di favore agli enti religiosi. La scelta clericale di contrapporre il potere locale<br />
amministrato direttamente alle strutture accentrate dello stato un<strong>it</strong>ario non è in ultima<br />
istanza così diversa da quella socialista di conquista del potere popolare dal basso. Ma la<br />
concorrenza, su diversi piani dello scontro di classe (con i clericali schierati a fare, per il<br />
momento, da “ruota di scorta” del potere liberale), rende impossibile un’elaborazione<br />
comune. L’incomunicabil<strong>it</strong>à viene aggravata dalla scelta dei clericali, quando entrano<br />
nelle amministrazioni, di destinare sussidi non tanto alle ist<strong>it</strong>uzioni sociali da loro<br />
espresse, ma direttamente alle ist<strong>it</strong>uzioni religiose, cosa vista come incompatibile con la<br />
netta distinzione fra ist<strong>it</strong>uzioni dello stato ed ist<strong>it</strong>uzioni di parte, a carattere ideologico. 538<br />
4.2.6 - Breve v<strong>it</strong>a di un Consiglio Comunale.<br />
Il risultato elettorale non dà a Pordenone una solida maggioranza. Pochi mesi<br />
dopo l’Amministrazione Comunale entra in crisi e si giunge al commissariamento. Si<br />
tratta di una costante comune a tutto il periodo prebellico a Pordenone, con deboli<br />
maggioranze di moderati e clericali, incapaci di sostenere un programma di legislatura,<br />
segnate da rissos<strong>it</strong>à e divisioni interne che spesso conducono alla perd<strong>it</strong>a del numero<br />
legale del Consiglio Comunale a causa delle dimissioni dei consiglieri della maggioranza.<br />
Unica eccezione sarà la Giunta espressa dalla sinistra democratica radicale: ma questo<br />
risultato potrà emergere solo in segu<strong>it</strong>o all’affermazione socialista, ed alla costruttiva<br />
scelta del part<strong>it</strong>o operaio di permettere agli antichi alleati di assurgere al governo della<br />
c<strong>it</strong>tà. La prima riunione del nuovo Consiglio Comunale si tiene mercoledì 5 luglio, alla<br />
presenza dei nuovi consiglieri, fra i quali troviamo l’avv. Giuseppe Ellero, Ilario Fantuzzi<br />
ed il neoconsigliere radicale avv. Galeazzi (le elezioni parziali concernevano il rinnovo per<br />
sorteggio di sette consiglieri, cui si aggiungevano tre dimissionari). 539<br />
In quella seduta l’amministrazione ripresenta le dimissioni. Commenta il<br />
corrispondente de Il Lavoratore Friulano: a prima impressione si scorgeva un malessere<br />
nella maggioranza e nella giunta, che mostrava di volere e non volere rimanere a quel posto;<br />
forse perché già sentiva di aver innanzi a sè lo spettro della morte. (...) Mi occuperò quindi di<br />
quello che ci può riguardare ed interessare. Anz<strong>it</strong>utto noto l’incidente Monti-Policreti, nel<br />
quale avendo l’on. Monti per un malinteso e mal indovinato spir<strong>it</strong>o di salvare<br />
l’amministrazione composta dei suoi galoppini elettorali, fatto intendere che avrebbe<br />
interposti i suoi uffici, perché un voto del consiglio fosse revocato, l’avv. Policreti scattò e<br />
vibratamente redarguì il difensore di Licata minacciante pressioni prefettizie. L’on. Monti<br />
ebbe il coraggio, per non dir altro, di scusarsi coll’assicurare di non aver mai fatte o tentate<br />
pressioni di alcun genere. Poverino! Finse non ricordare più quel famoso telegramma<br />
dell’epoca dello sciopero generale, col quale chiedeva gli si salvasse il collegio, magari col<br />
sacrificio di qualche capoccia socialista. Ma ricorderemo noi a quel signor avv. di Licata la<br />
sua g<strong>it</strong>a in Prefettura nella medesima epoca, per far dichiarar lo stato d’assedio a Pordenone<br />
e la susseguente proibizione della festa del Primo Maggio, sua fatica particolare a favore<br />
della paura clerico-moderata. Cosa crede, questo onorevole, di poter mentire impunemente<br />
anche di fronte ai suoi polli? E’ inutile rimarcarlo, la sua fu una figura barbina e dovette<br />
tacersene e rimaner colle pive nel sacco. Il cons. Monti afferma che il Consiglio ha<br />
debordato occupando competenze giuntali e presenta un ordine del giorno di revoca della<br />
delibera dell’11 maggio. I metodi dell’on. Monti per tenere ancora in piedi la Giunta sono<br />
quelli dell’epoca di Giovanni Giol<strong>it</strong>ti (di cui il Monti è infatti un sosten<strong>it</strong>ore): il ricorso ad<br />
interventi presso le autor<strong>it</strong>à governative, per chiedere l’utilizzo spregiudicato della forza<br />
538 LF, n. 34 del 15 luglio 1905, Dopo le elezioni.<br />
539 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 23 e 44.<br />
161
pubblica o per annullare delibere consiliari, e così favorire i suoi sosten<strong>it</strong>ori nel<br />
comune. 540<br />
A dare il benvenuto ai socialisti in Consiglio Comunale è il consigliere radicale<br />
Luigi Domenico Galeazzi, che sarebbe divenuto di lì a poco sindaco di Pordenone anche<br />
grazie al loro sostegno. E’ da parte sua che, dando ad<strong>it</strong>o alla polemica del sindaco, viene<br />
sottolineato il carattere innovativo del successo realizzato autonomamente dai socialisti.<br />
541 Il cons. Galeazzi dichiara che ha bisogno di studiare l’ambiente, e quindi non può per ora<br />
prender parte alle deliberazioni. Si dilunga a descrivere Pordenone, la sua posizione<br />
topografica; accenna alle sue industrie, ai suoi bisogni di sempre migliori e più comode<br />
comunicazioni. Ringrazia gli elettori della fiducia riposta in lui, e porge un saluto ai colleghi<br />
che rappresentano il part<strong>it</strong>o socialista.<br />
540 E’ interessante vedere nello svolgersi del dibatt<strong>it</strong>o del Consiglio Comunale lo sl<strong>it</strong>tamento delle posizioni<br />
pol<strong>it</strong>iche considerate un tempo più avanzate, dall’età risorgimentale all’emergere del socialismo. Il Monti, nobile<br />
e avvocato, garibaldino nel 1864 in Valtrompia e nel 1866, era stato individuato come candidato dei liberali di<br />
sinistra per il collegio di Pordenone già nel 1882. Le caratteristiche che lo avevano fatto emergere erano, oltre<br />
all’esperienza nel campo dell’Amministrazione Comunale e provinciale, un moderato progressismo e la<br />
sensibil<strong>it</strong>à alle problematiche della classe operaia.<br />
Era stato eletto a Montec<strong>it</strong>orio per la prima volta nel 1890-92 nel collegio di Udine III per la XVII legislatura: il<br />
collegio comprendeva dal 1882 al 1892 i tre collegi di Pordenone, San V<strong>it</strong>o al Tagliamento e Spilimbergo.<br />
Rieletto nel collegio di Spilimbergo dal 1892 al 1895 per la XVIII legislatura, viene finalmente chiamato a<br />
rappresentare Pordenone nella XXI e nella XXII legislatura, dal 1900 al 1909. Nel 1900 Monti è sostenuto dal<br />
blocco dell’Estrema Sinistra, oltre che della sinistra liberale di Giol<strong>it</strong>ti e Zanardelli; nel 1904 invece l’Estrema<br />
gli candida contro il consigliere radicale avv. Policreti, che guarda caso interviene contro di lui in questa seduta<br />
consiliare, e sarà futuro compet<strong>it</strong>ore - sconf<strong>it</strong>to - di Attilio Chiaradia alle elezioni parlamentari del 1909. Invece<br />
i legami con l’ambiente governativo varranno a Monti la nomina a senatore nel 1909, quando nel collegio<br />
pordenonese viene eletto da una coalizione conservatrice-clericale Attilio Chiaradia, il figlio del suo antico e<br />
v<strong>it</strong>torioso compet<strong>it</strong>ore conservatore Emidio Chiaradia, deputato dal 1883 al 1900.<br />
Monti viene più volte eletto nonostante non abbia mai brillato per la sua presenza alle sessioni parlamentari.<br />
Non appare a nessuna delle due sessioni della XVIII legislatura e ad una delle due della XXI, per un totale di<br />
tre sessioni mancate su sei complessive delle quattro legislature. Ben sintetizza la sua vicenda parlamentare<br />
Alberto Malatesta: Mil<strong>it</strong>ò nelle file liberali e sedette a sinistra, partecipando talvolta alle discussioni.<br />
Fortemente polemico appare il riferimento alla difesa compiuta da Monti in qual<strong>it</strong>à di avvocato del Licata. Si<br />
tratta di una vicenda da riferire con tutta probabil<strong>it</strong>à al parlamentare liberale di sinistra Giuseppe Licata,<br />
sindaco di Sciacca e deputato di quella c<strong>it</strong>tà nelle legislature XVIII, XIX, XXI e XXII (tre sono in comune fra i<br />
due parlamentari). Infatti proprio nella XXII legislatura si riscontra un intervento di Monti a propos<strong>it</strong>o della<br />
elezione contestata di Sciacca. Anche questa vicenda ben colloca il ruolo di Monti, deputato assenteista, ma<br />
frequente utilizzatore o difensore delle tecniche extralegali del governo Giol<strong>it</strong>ti, uso a strumentalizzare la<br />
presenza degli organi dello Stato a sostegno dei propri sosten<strong>it</strong>ori parlamentari, non es<strong>it</strong>ando a ricorrere alla<br />
corruzione ed alla violenza verso gli oppos<strong>it</strong>ori. L’utilizzo di corruzione e di brogli elettorali è documentato anche<br />
in Friuli, e denunciato da studiosi cattolici nel caso della ennesima rielezione a San Daniele del Friuli nel 1909<br />
del repubblicano-radicale Riccardo Luzzatto. Cfr.: TESSITORI, Tiziano, Storia del movimento cattolico in Friuli,<br />
c<strong>it</strong>., pag. 230.<br />
Su Monti, cfr.: MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., volume secondo, pagg. 105 e 218; RINALDI, Carlo, I<br />
Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 29, 48, 52-63 e 311-312 (con alcuni errori<br />
nell’indicazione delle legislature a pag. 311).<br />
Cfr. inoltre il necrologio pubblicato nel 1913 dal quotidiano radicale: Nato a Tolmezzo il 16 aprile 1844, arrivò a<br />
Pordenone da bambino. Fu consigliere comunale di Pordenone, assessore e deputato provinciale, carica<br />
questa che ricoprì per oltre 30 anni. Nel 1890 lo scrutinio di lista lo mandò alla Camera a rappresentare<br />
il Collegio di Udine, quindi rappresentò il collegio di Spilimbergo-Maniago. Egli sedette a sinistra e<br />
partecipò con ardore alla campagna contro Crispi e per la pubblica moral<strong>it</strong>à. Il governo per il suo<br />
atteggiamento liberale lo combattè aspramente nelle successive elezioni ed egli cadde da deputato.<br />
Ripresentatosi con programma nettamente avverso al regine del Pelloux fu eletto per due legislature nel<br />
collegio di Pordenone, e sedette alla sinistra giol<strong>it</strong>tiana, anzi l’attuale Presidente del Consiglio lo ebbe<br />
tra i suoi amicissimi. In quel periodo prese parte assai attiva alla v<strong>it</strong>a parlamentare e fu tra l’altro<br />
relatore del progetto di legge circa le convenzioni con le ferrovie venete romane ed emiliane. Nel 906 fu<br />
nominato senatore ma le sue mal ferme condizioni di salute lo costrinsero a v<strong>it</strong>a quasi del tutto privata:<br />
P, n. 141 di sabato 14 giugno 1913, pag. 1, La morte del senatore Monti.<br />
Notizie relative ad Emidio ed Attilio Chiaradia sono contenute inoltre in: RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a<br />
Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 48-59, 64-67, 145-154; MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., volume<br />
primo, pagina 247.<br />
541 Galeazzi, nato nel centro agricolo di Chions, nella bassa pordenonese, era diventato radicale negli ambienti<br />
dell’univers<strong>it</strong>à di Roma, dove aveva insegnato scienze pol<strong>it</strong>iche nel decennio successivo alla liberazione della<br />
cap<strong>it</strong>ale dal dominio temporale dei papi. Al rientro nel paese d’origine, egli si candida più volte nel collegio di<br />
San V<strong>it</strong>o al Tagliamento (nella cui circoscrizione ricadeva Chions), susc<strong>it</strong>ando l’opposizione dei proprietari<br />
terrieri locali. Riesce ad essere eletto solo nella XVIII legislatura, dal 1892 al 1895.<br />
Galeazzi mette la sua scienza giuridica al servizio dei coloni della zona, raccogliendo attorno a sè un fedele e<br />
vivace gruppo di sosten<strong>it</strong>ori socialisti-repubblicani, fra i quali spiccavano i nomi di Guido Rosso, di<br />
Giuseppe Ellero e di Luigi Barzan. Non a caso troviamo fra i suoi giovani adepti i due avvocati che sapranno<br />
unire nel primo venticinquennio del secolo la propaganda e l’organizzazione socialista del Pordenonese ad una<br />
continua ed efficace azione di tutela dei mil<strong>it</strong>anti operai persegu<strong>it</strong>ati dalla repressione, ed un altro legale,<br />
consigliere comunale radicale fra i più vicini ai socialisti.<br />
Cfr.: RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 247-249; MALATESTA,<br />
Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., volume secondo, pag. 442.<br />
162
Ed è a questo punto che, affiancando ed oltrepassando ormai il progressismo<br />
borghese dei radicali, interviene uno degli allievi del Galeazzi, rappresentante del nuovo<br />
part<strong>it</strong>o operaio che si sta affermando. Il nostro compagno Ellero prese allora la parola per<br />
ringraziare del saluto lusinghiero e per dichiarare che nella sua franchezza e lealtà sentiva,<br />
in omaggio al rispetto dovuto alle opinioni di ognuno, di poter anche salutare gli amici come<br />
gli affini, gli affini come gli avversari. A questo punto (anche l’idiota può calcolarne<br />
l’opportun<strong>it</strong>à) il sindaco interrompe e non vuol saperne di rispetti e di saluti. Tutto il<br />
consiglio nota la topica del sindaco che si mostrava disposto ad interrompere ad ogni costo,<br />
e il nostro compagno, dopo aver risposto per le rime al sig. sindaco, continuò il suo dire<br />
rilevando il significato dell’entrata dei socialisti in Comune, rivendicando al consiglio il<br />
dir<strong>it</strong>to di controllo e di censura sugli atti compiuti dalla giunta, controllo che l’on. Monti<br />
disse non dover esser ammesso. Poscia dichiarò di accettare le dimissioni della giunta e di<br />
votar scheda bianca per la nomina della nuova, e ciò perché la sorte non poteva che favorire<br />
una amministrazione moderata rappresentante la borghesia che ha interessi in opposizione<br />
colla rappresentanza del proletariato socialista. Il sindaco a tali dichiarazioni aventi savor di<br />
forte agrume, di nuovo interruppe, ma pescò un nuovo granchio da far il paio col primo.<br />
La Giunta mette ai voti le dimissioni, anche dopo la dichiarazione del sindaco che<br />
esse sono necessarie visto che si deve rieleggere il sindaco dopo il rinnovo parziale del<br />
consiglio. Astenuta la Giunta e sette consiglieri (i democratici Polese, Zannerio, Policreti,<br />
Galeazzi e Asquini, oltre a Roviglio ed all’ing. Luigi Querini), si hanno undici voti contrari<br />
alle dimissioni e i due voti favorevoli annunciati dai socialisti. Successivamente viene<br />
rieletto Cossetti a sindaco con 15 voti, e Domenico Veroi viene riconfermato assessore<br />
effettivo (era stato sorteggiato e poi rieletto) con 13. La votazione naturalmente riconfermò<br />
gli uscenti dimissionari, ma con tale meschin<strong>it</strong>à di voti che l’intiera giunta successivamente<br />
dovette deliberare di dimettersi. 542<br />
Nella successiva seduta di mercoledì 19 luglio 1905, Ellero interpella la Giunta<br />
sul significato del certificato di buona condotta morale e pol<strong>it</strong>ica richiesto per partecipare<br />
al concorso per un posto di impiegato comunale. Ma successivamente si deve prendere<br />
atto delle dimissioni di sindaco e Giunta visto il risultato delle votazioni della seduta<br />
precedente. Le votazioni convocate non permettono la rielezione della Giunta (Cossetti<br />
ottiene 10 voti su venticinque consiglieri, gli assessori arrivano al massimo a 7 voti). 543<br />
In quei giorni i moderati commettono un’ angheria nei confronti del neoconsigliere<br />
socialista di Torre: alla lettera con cui Ilario Fantuzzi, in qual<strong>it</strong>à di presidente del<br />
Magazzino cooperativo, richiede al sindaco di ottenere un’aula delle scuole comunali per<br />
tenervi l’assemblea dei soci, il direttore didattico Baldissera dà parere contrario il 19<br />
luglio con il pretesto che le aule sarebbero state negate in passato ad altri sodalizi e che<br />
inoltre lo spostamento dei mobili li rovinerebbe. Fantuzzi replica il 20 alla lettera<br />
indirizzatagli dal sindaco quel giorno, protestando che l’anno precedente invece gli era<br />
stato concesso l’uso delle scuole. 544<br />
I giorni della maggioranza sono ormai contati, per effetto del licenziamento della<br />
guardia Passatempo, che si sta trascinando da mesi e che pone in contrapposizione la<br />
Giunta con il consiglio, ivi compresa la sua stessa maggioranza. La Giunta municipale si<br />
era prestata alle mene della polizia, che aveva voluto utilizzare una guardia comunale<br />
per “incastrare” degli imputati. Ma Passatempo, dopo aver ceduto alle minacce in un<br />
primo tempo, aveva denunciato quanto avvenuto, venendo colp<strong>it</strong>o da un licenziamento di<br />
rappresaglia per aver rotto la catena di solidarietà col potere poliziesco. Tale<br />
provvedimento ha però provocato la reazione del Consiglio Comunale contro la Giunta. E’<br />
stata questa la ragione del contrasto che aveva precedentemente portato allo scontro fra<br />
consiglio ed esecutivo, alle dimissioni di quest’ultimo ed alle elezioni parziali appena<br />
svoltesi. Per resistere all’indignazione della maggioranza consiliare, Monti preme sulla<br />
Prefettura: lo stretto legame fra il governo e le sue ist<strong>it</strong>uzioni dipendenti, ed i fedeli nel<br />
collegio, richiede che il deputato locale si impegni al massimo per ottenere l’esecuzione<br />
della v<strong>it</strong>tima sacrificale, per rinsaldare un centro di potere locale, ormai minor<strong>it</strong>ario, che<br />
si regge solo perché i suoi singoli componenti si sostengono a vicenda. E così si<br />
sviluppano le mene della Prefettura per cercare di rinviare il momento del dunque.<br />
542 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 45-48; LF, n. 35 del 22 luglio<br />
1905, Al Comune.<br />
543 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 48-50; LF, n. 36 del 29 luglio<br />
1905, Al Comune.<br />
544 Lettere del Magazzino Cooperativo fra Operai ed Addetti agli Stabilimenti del Cotonificio Veneziano e<br />
Braccianti nella frazione di Torre di Pordenone, Società anonima cooperativa di consumo cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a con<br />
atto 15 agosto 1903 – Autorizzata con Decreto del R. Tribunale Civile e Penale di Pordenone 17 aprile<br />
1904, del 15 luglio; del direttore didattico del 19 luglio e di Fantuzzi del 20 luglio 1905. Cfr. il carteggio<br />
(mancante della lettera sindacale di diniego) in: ACPn, b. 1905 Referato I, fasc. 6, Amministrativo.<br />
163
L’espediente con cui la maggioranza battuta ottiene ulteriore tempo utile è dato<br />
dell’arrivo di un esponente della monarchia. Tale evento sarà occasione di<br />
compattamento della compagine borghese c<strong>it</strong>tadina, prevedibilmente in effervescenza per<br />
l’occasione di poter pietire t<strong>it</strong>oli e riconoscimenti di distinzione. Le autor<strong>it</strong>à statali<br />
intervengono a dar sostegno a quella Giunta che - a costo di entrare in polemica con<br />
l’intero consiglio - ha onorato il dovere di solidarietà nei loro confronti, sposando la tesi<br />
della questura contro quella del proprio dipendente. La guardia viene licenziata, e la<br />
vis<strong>it</strong>a di Sua Altezza Reale serve per ricacciare sullo sfondo questo “sgradevole episodio”.<br />
Per i socialisti, che non a caso danno grande rilievo a questa vicenda, è l’occasione per<br />
lanciare il proprio grido di denuncia contro la corruzione del potere. Ed anche per i<br />
radicali l’alleanza clerico-modero-massone in crisi è tenuta in piedi dalle mene dell’on.<br />
Monti, approf<strong>it</strong>tando dell’occasione della vis<strong>it</strong>a in c<strong>it</strong>tà in agosto di un ministro e di un<br />
conte. 545<br />
4.2.7 - Vis<strong>it</strong>e reali e massacri di lavoratori.<br />
Alle vicende dell’Amministrazione Comunale si accompagnano le notizie<br />
sull’organizzazione operaia negli stabilimenti tessili pordenonesi. E’ forte l’espressione<br />
della solidarietà con i lavoratori meridionali v<strong>it</strong>time della repressione sanguinosa del<br />
potere. Le due dimensioni, locale e generale, marciano di comune accordo. 546<br />
Nel frattempo, giunge il giorno della vis<strong>it</strong>a del principe e di un ministro di Sua<br />
Maestà in Pordenone. I socialisti sottolineano innanz<strong>it</strong>utto come questa vis<strong>it</strong>a abbia visto<br />
una scarsa presenza di pubblico, cui è rimasta estranea la popolazione lavoratrice,<br />
nonostante la stampa moderata si sia impegnata per far risultare il contrario. Nemmanco<br />
le alte note delle marce musicali, ordinate a sollevare gli spir<strong>it</strong>i, valsero a torre gli operai dai<br />
consueti luoghi di r<strong>it</strong>rovo. Non una esclamazione, non un saluto - sono completamente<br />
fantastici gli evviva registrati o fatti registrare nei fogli moderati - da parte della poca<br />
gente presente all’arrivo.<br />
L’avvenimento è però occasione di una forte polemica socialista contro il<br />
cedimento della Società Operaia alle celebrazioni governative. Come si fa a condividere<br />
un momento di celebrazione estraneo agli interessi della classe operaia? Come può la<br />
Società Operaia partecipare ad una festa di quel governo che spara sui contadini in<br />
Sicilia ed è impegnato in pol<strong>it</strong>iche parass<strong>it</strong>arie e speculative? A liberare questo grandioso<br />
ist<strong>it</strong>uto dall’asservimento al part<strong>it</strong>o moderato, cieco al nuovo orientamento del proletariato,<br />
noi, un giorno abbiamo data la nostra parola, la nostra penna... tutta la nostra attiv<strong>it</strong>à. E ci<br />
pareva di averla, resa fedele interprete del pensiero della classe lavoratrice. S’era la S.O.<br />
545 LF, nn. 37 del 5 agosto 1905, Al Comune e 40 del 29 (ma in realtà si tratta del 26) agosto 1905, Alla<br />
scoperta degli altarini; P, n. 13 di mercoledì 1 novembre 1905, pag. 2, Ci vuole un buon fegato.<br />
546 E’ così che, nella corrispondenza da Torre, al vibratissimo ordine del giorno di protesta contro l’eccidio<br />
di Grammichele, segue una corrispondenza dedicata alle ultime vicende comunali: LF, n. 40 del 29 (ma in<br />
realtà si tratta del 26) agosto 1905, Per il Comune.<br />
Il 18 agosto 1905 a Grammichele, in provincia di Catania, la forza pubblica spara sui contadini che attaccano il<br />
municipio in un tumulto: 14 manifestanti sono uccisi e 68 fer<strong>it</strong>i. L’episodio, insieme all’immediatamente<br />
successivo terremoto in Calabria, riporta l’attenzione nazionale sulla condizione del Sud. Molte prese di<br />
posizione sono rintracciabili anche sulle pagine de Il Lavoratore Friulano di quelle settimane, segno di un esteso<br />
moto di ribellione e di solidarietà da parte dei lavoratori <strong>it</strong>aliani. Ad esempio le troviamo fra le motivazioni dei<br />
contributi settimanalmente elencati nella rubrica Sottoscrizione permanente a favore del “Lavoratore”. Cfr.:<br />
LF, n. 42 del 9 settembre 1905. e n. 44 del 23 settembre 1905.<br />
Alle tantissime espressioni di solidarietà con le v<strong>it</strong>time della sanguinosa repressione da parte del potere fanno<br />
da contrappunto interventi di denuncia dell’uso della violenza contro i lavoratori da parte del governo e delle<br />
sue forze armate.<br />
Il 25 maggio 1906 Il Lavoratore Friulano dedica un articolo di prima pagina al riepilogo delle stragi di stato di<br />
quegli anni, rilevando come siano più di mille fra morti e fer<strong>it</strong>i dal 1890 a quel momento. E’ ben vero che<br />
dall’elenco emerge come la maggioranza degli eccidi di manifestanti sia concentrata ai tempi dei ministeri di<br />
Crispi e Di Rudinì, ma non può sfuggire una continu<strong>it</strong>à storica dell’uso della repressione mil<strong>it</strong>are nei confronti<br />
delle lotte sociali. Cfr.: LF, 26 maggio 1906, n. 79, Il sangue gronda!<br />
Quello che più risalta è che questo dato sia percep<strong>it</strong>o senza soluzione di continu<strong>it</strong>à dagli osservatori socialisti, i<br />
quali evidentemente non apprezzano una differenza di comportamento repressivo fra i governi reazionari del<br />
decennio precedente e quelli dell’età giol<strong>it</strong>tiana. Vero è per altro che una ripresa dei massacri si è avuta con i<br />
ministeri Fortis e si è acutizzata in quel periodo, soprattutto con il primo breve ministero Sonnino (durato solo<br />
cento giorni e caduto proprio il 18 maggio 1906, per rest<strong>it</strong>uire il testimone a Giol<strong>it</strong>ti).<br />
La questione degli eccidi viene sollevata alla Camera dei Deputati in quel frangente dai socialisti, che<br />
propongono un disegno di legge per prevenirli: ma la messa all’ordine del giorno dello stesso viene respinta a<br />
grande maggioranza. I deputati socialisti a questo punto si dimettono, e rinnovano le loro dimissioni dopo il<br />
respingimento di esse da parte della Camera. Il 3 giugno successivo sono tutti rieletti nelle elezioni suppletive<br />
nei loro collegi, dando al gruppo parlamentare (riformista) la forza per riprendere l’iniziativa nel part<strong>it</strong>o in mano<br />
alla sinistra rivoluzionaria.<br />
Cfr.: CANDELORO, Giorgio, Storia dell’Italia moderna, vol. VII, c<strong>it</strong>., pagg. 207-208 e 213-215.<br />
164
inger<strong>it</strong>a nelle ag<strong>it</strong>azioni, avea pressato sugli ist<strong>it</strong>uti per ottenere onorevoli ed utili<br />
componimenti, avea, si può dire, fatto da padrina ai vessilli delle leghe venute di recente alla<br />
difesa del lavoro... ed ora la vediamo là, in mezzo agli uomini della consorteria!<br />
La presenza della Società Operaia viene cr<strong>it</strong>icata concedendo il beneficio della<br />
buonafede al presidente, il radicale Francesco Asquini. Il problema delle autor<strong>it</strong>à<br />
c<strong>it</strong>tadine è quindi smentire la nomea acquis<strong>it</strong>a da Pordenone - e testimoniata<br />
dall’opinione privata rifer<strong>it</strong>a dall’on. Brandolini di Conegliano, presente alla cerimonia 547<br />
- che la identifica con la presenza socialista, legata alla fama al capo dell’ala<br />
intransigente e direttore de L’Avanti! Si sognava di far vedere che Pordenone non è come<br />
diceva alla stazione l’on. Brandolin, una “Manchester dell’on. Ferri” (testimoni l’on.<br />
Spilimbergo e l’avv. Etro R. 548) e per questo si è pensato alla S.O. la quale, mal guidata dal<br />
sentimento d’osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à, ha accettato l’inv<strong>it</strong>o. (...) Fra rappresentanti di classi distinte non ci<br />
può essere sincera osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à perché havvi lotta di interessi e di ideali. Ci potrà essere civile<br />
tolleranza ma osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à, mai. Il ministro era venuto per far piacere ai nemici dell’operaio,<br />
era “di casa” dagli avversari sistematici del suo elevamento, il ministro era ed è l’esponente<br />
delle cricche affaristiche e parass<strong>it</strong>arie d’Italia... poteva ricevere gli ossequi di operai che<br />
mirano a rivendicare alla società la supremazia del lavoro? (...) La S.O. ha errato, essa s’è<br />
resa interprete di un sentimento che non è suo che non può essere nella maggioranza de’<br />
suoi soci. Nemmeno la minoranza democratica del consiglio... morente è intervenuta a<br />
mangiar paste e tracannar liquori! 549<br />
I socialisti aumentano la loro attiv<strong>it</strong>à. Si annuncia un giro di propaganda di Maria<br />
Goia, che parlerà in ognuno dei centri tessili c<strong>it</strong>tadini: Torre, Pordenone, Cordenons e<br />
Rorai Grande. E’ interessante rileggere il resoconto della conferenza, sintomatica della<br />
s<strong>it</strong>uazione organizzativa dei socialisti nel pordenonese, ed anche della loro impostazione<br />
fortemente moralistica nei confronti degli operai locali. Il tono di rimprovero alla base<br />
operaia è peraltro tipico di una consistente azione di richiamo, specialmente rivolta<br />
attraverso articoli e trafiletti de Il Lavoratore Friulano agli operai dei vari stabilimenti<br />
tessili, di cui si cerca di pungolare l’attivismo e di denunciare lo scarso impegno e la<br />
tendenza a defilarsi dalle varie iniziative del socialismo pordenonese. Si tratta quasi di<br />
un contrappunto alla promozione ed alla rivendicazione delle lotte e dei risultati<br />
organizzativi e sindacali ottenuti, una specie di tensione dialettica continua fra il dover<br />
essere dell’organizzazione di classe e la più prosaica v<strong>it</strong>a concreta del proletariato.<br />
Poche parole per dare il resoconto del discorso della famosa oratrice, se non per<br />
sottolinearne il successo. D’altronde seguono quelli delle altre tre conferenze, tutte<br />
coronate da un lusinghiero successo. Il grosso dell’articolo viene lasciato all’intervento di<br />
Guido Rosso, che condivide con Giuseppe Ellero il comp<strong>it</strong>o di portavoce in quasi ogni<br />
iniziativa dei socialisti pordenonesi, sia in sede pol<strong>it</strong>ica che sindacale. In questa<br />
occasione, Rosso affianca la Goia, oltre che a Pordenone, la sera prima a Rorai e quella<br />
successiva a Torre, mentre Ellero la presenta a Cordenons. L’intervento di Rosso è volto<br />
a rampognare duramente gli assenti, i lavoratori non coscienti che passano il giorno di<br />
riposo ad ubriacarsi per le osterie, mentre attorno a loro succedono avvenimenti<br />
importanti. Il proletariato non può liberarsi dalle proprie catene se non si istruisce, se<br />
non approf<strong>it</strong>ta di quei momenti in cui è possibile arricchire la propria cultura, essere<br />
informati e ragionare su quanto accade. Quello che importa non è evidentemente che<br />
tante persone accorrano alle iniziative del part<strong>it</strong>o e del sindacato, ma è la molto più<br />
grande massa di quelli che non partecipano, che delegano e stanno a guardare. Non è<br />
certo così che è possibile, senza impegno personale e senza disciplina, conquistare i<br />
propri dir<strong>it</strong>ti.<br />
547 Si tratta di Gerolamo Brandolini D’Adda, conte di Valmarino e deputato per tre legislature nel collegio di<br />
Conegliano. Usc<strong>it</strong>o da una famiglia di nobili proprietari terrieri veneti, figlio e fratello di due altri parlamentari<br />
nazionali, Annibale, soldato piemontese nella guerra del 1859 ed in quella contro il brigantaggio meridionale, e<br />
Brandolino, l’unico deputato <strong>it</strong>aliano caduto nella Prima guerra mondiale. Lui stesso era mil<strong>it</strong>are di carriera.<br />
Come in altri casi, ci si trova di fronte ad un esempio di famiglia dell’aristocrazia terriera, fedele allo spir<strong>it</strong>o<br />
risorgimentale, cui corrisponde con l’impegno nelle ist<strong>it</strong>uzioni pol<strong>it</strong>iche e mil<strong>it</strong>ari dello Stato sabaudo. Il<br />
cognome Brandolini veniva usualmente troncato in Brandolin secondo l’uso dialettale veneto. Cfr. MALATESTA,<br />
Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., volume primo, pag. 151 (vi si riscontra un errore, laddove Gerolamo viene defin<strong>it</strong>o come il<br />
figlio di Brandolino e questo come il fratello di Annibale: com’è evidente dai dati anagrafici, Annibale è il padre<br />
degli altri due).<br />
548 Questo passo dimostra la familiar<strong>it</strong>à fra il corrispondente del settimanale socialista ed alcuni legali,<br />
esponenti del moderatismo friulano, non solo c<strong>it</strong>tadino. Il rivignanese on. Solimbergo (anche se nel testo<br />
giornalistico lo si storpia in Spilimbergo) è deputato per sei legislature (in quel momento è deputato moderato<br />
ad Udine, dopo aver strappato il seggio al radicale Girardini) diplomatico ed esponente dell’espansionismo<br />
colonialistico <strong>it</strong>aliano. Cfr. MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., volume terzo, pag. 147; RINALDI, Carlo, I<br />
Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 393-399.<br />
549 LF, n. 42 del 9 settembre 1905, La S.O. e la vis<strong>it</strong>a del Ministro.<br />
165
Nelle parole di Rosso si può cogliere probabilmente la delusione per una presenza<br />
insufficiente nella conferenza di Pordenone (suffragata dal commento de Il Tagliamento, e<br />
riscontrata anche nel successivo numero de Il Lavoratore Friulano), ma questo non basta:<br />
il resoconto del complesso degli interventi di Maria Goia, quando è quantificato, è di<br />
tutto rispetto, con seicento presenze a Torre ed oltre milleduecento a Cordenons; a Rorai<br />
la presenza delle operaie, non quantificata, viene comunque valutata come un segno di<br />
rafforzamento della Lega di resistenza. Quello che conta è che gli operai, con la loro<br />
assenza, abbiano perso l’occasione per una dimostrazione della forza organizzata del<br />
movimento dei lavoratori, proprio a pochi giorni dalla diversa, contrapposta,<br />
manifestazione di consenso organizzata dal blocco moderato con la vis<strong>it</strong>a del ministro di<br />
cui si è appena rifer<strong>it</strong>o. Le manifestazioni sono sì un momento di informazione e di<br />
acculturazione, ma contribuiscono anche con la loro dimostrazione di capac<strong>it</strong>à di<br />
aggregazione a dare il segno di una presenza significante nella c<strong>it</strong>tà e nel terr<strong>it</strong>orio. Un<br />
mancato successo, fra il risultato elettorale di pochi mesi prima e le prossime<br />
consultazioni, non può che imporre un richiamo alla compattezza ed alla responsabil<strong>it</strong>à<br />
dei potenziali sosten<strong>it</strong>ori. 550<br />
Le elezioni amministrative sono alle porte, e gli impegni incombono. Insieme al<br />
resoconto delle conferenze, si dà appuntamento ai compagni per la riunione del Circolo<br />
della domenica successiva, li si inv<strong>it</strong>a all’impegno elettorale, e si dà l’indicazione di<br />
raccogliere sub<strong>it</strong>o i certificati elettorali e di provvedere agli esami di ammissione<br />
all’elettorato. La sensazione però è di uno scarso impegno della base, incongruo con<br />
l’importanza del momento pol<strong>it</strong>ico. Si continua quindi a fustigare lo scarso attivismo<br />
operaio. Non stupisce quindi trovare un paragone con le capac<strong>it</strong>à organizzative della<br />
Chiesa cattolica, concorrente diretta dei socialisti nell’organizzazione delle masse<br />
popolari. La capac<strong>it</strong>à dei cattolici di realizzare la loro attiv<strong>it</strong>à religiosa, solidaristica e<br />
pol<strong>it</strong>ica come un unicum che si autoalimenta reciprocamente dà la misura dell’esigenza<br />
socialista di organizzare un movimento che non sappia emergere solo al momento del<br />
confronto sindacale e di quello elettorale, per riuscire invece a permeare con i suoi vari<br />
momenti di aggregazione e social<strong>it</strong>à la v<strong>it</strong>a delle masse. Io non dico che noi socialisti<br />
dobbiamo seguire questo esempio... ma voglio dimostrare che i clericali conformemente ai<br />
canoni del loro part<strong>it</strong>o, operano mentre noi ci perdiamo spesso in cose di poco momento. Gli<br />
operai tendono più al bicchiere e all’ignoranza che all’esercizio quotidiano della propaganda<br />
minuscola e al desiderio di conoscere. Pronti a brontolare ferocemente quando vedono una<br />
ingiustizia patente che lede i loro interessi, non pensano a conservare i benefici<br />
dell’organizzazione e ad aumentarli. Tutti credono d’essere perfetti, di conoscere, di sapere,<br />
di essere degni di appartenere ad un part<strong>it</strong>o... mentre, in realtà, mancano a’ loro principali<br />
doveri. L’operaio ignorante è merce buona per il cap<strong>it</strong>alista. L’operaio alcoolizzato è soggetto<br />
da medici; il solo operaio attivo può appartenere ad un part<strong>it</strong>o come il socialista, il quale è<br />
nemico di ogni convenzionalismo, di ogni ipocrisia, della pol<strong>it</strong>ica cap<strong>it</strong>alista come del<br />
dominio morale del cattolicismo. Interessante, nelle conclusioni in cui si accenna al<br />
trascinarsi da mesi dell’agonia della Giunta, è una primizia dal punto di vista semantico:<br />
la sost<strong>it</strong>uzione di una perifrasi tipica come il “minacciare fuoco e fiamme” con quella - in<br />
puro slang pol<strong>it</strong>ichese dell’epoca - del minacciano di far sciopero generale messa in bocca<br />
alla Giunta comunale. Un sintomo significativo di quanto sia diventato senso comune lo<br />
spauracchio lanciato dei sindacalisti rivoluzionari di scuola soreliana, in quel momento<br />
minoranza particolarmente attiva del socialismo <strong>it</strong>aliano. 551<br />
Per il Venti Settembre Giuseppe Ellero viene chiamato a pronunciare il discorso<br />
alla conferenza organizzata ad Udine. Si tratta di un riconoscimento del ruolo che il<br />
giovane dirigente sta assumendo nel part<strong>it</strong>o. Ellero affianca ad un duro discorso<br />
anticlericale, scontato nell’occasione, un significativo attacco all’altro obiettivo polemico<br />
principe della propaganda socialista, che troviamo per la prima volta chiamato in causa<br />
nel dibatt<strong>it</strong>o pordenonese: il mil<strong>it</strong>arismo. 552<br />
550 LF, nn. 42 del 9 settembre 1905 e 43 del 16 settembre 1905, Conferenza Goia. Cfr. il testo in appendice.<br />
Dopo averne storpiato il nome nel primo numero, nel successivo il resoconto del comizio da il cognome corretto<br />
dell’oratrice: si tratta di Maria Goia Riccardi, nata a Cervia (Romagna) il 1° maggio 1880, fondatrice e<br />
segretaria della Camera del lavoro di Suzzara (Mantova), propagandista instancabile, piena di fede e<br />
d’entusiasmo, oratrice affascinante, persuasiva: cfr. FRIZZI, Arturo, Nuovo canzoniere illustrato, Mantova,<br />
Tipografia Cooperativa La Provinciale, 1910, pag. 28. Quanto fosse un personaggio famoso è dimostrato dal<br />
fatto che le fu dedicato un inno, connotato dal pesante anticlericalismo tipico dei socialisti dell’epoca: cfr.:<br />
Canti di protesta del popolo <strong>it</strong>aliano - 3 (a cura di Emilio Jona e Sergio Liberovici), s.l., Italia Canta, s.d., ma<br />
databile negli anni ‘60.<br />
551 LF, n. 44 del 23 settembre 1905, Cose del Comune.<br />
552 LF, n. 44 del 23 settembre 1905, Il XX Settembre ad Udine. La conferenza Ellero. Cfr. il testo in<br />
appendice.<br />
166
Nel frattempo, la Giunta di Pordenone non ha alcuna intenzione di andarsene.<br />
L’on. Monti non vuole ed il governo lo spalleggia: evidentemente il rischio di consegnare<br />
Pordenone all’opposizione popolare è concreto. Nel percorso per le elezioni comunali, i<br />
socialisti segnano alcuni altri passaggi. Domenica 22 ottobre si tiene una grande<br />
manifestazione per l’inaugurazione della bandiera della Lega di resistenza delle tess<strong>it</strong>rici<br />
del Cotonificio Veneziano di Rorai Grande, e di quella dei muratori di Pordenone, che<br />
sub<strong>it</strong>o aderirà alla Federazione delle arti edilizie con sede in Torino. I componenti le due<br />
leghe si recano in corteo da Largo San Giovanni alla Sala Coiazzi, insieme a molti<br />
appartenenti alle leghe del cotonificio Amman e Veneziano, con le rispettive bandiere. Nel<br />
corteo sono pure presenti i vessilli della Società Operaia e del Magazzino cooperativo di<br />
Torre. Il corteo, imponente, percorre il Corso Garibaldi e la via V<strong>it</strong>torio Emanuele,<br />
preceduto dalla banda di Torre che suona l’Inno dei lavoratori. Alla grande<br />
manifestazione, in cui prendono la parola l’avv. Giovanni Cosattini di Udine, Guido<br />
Rosso ed il presidente della Società Operaia Asquini: l’Asquini però avvertì l’ud<strong>it</strong>orio che<br />
l’intervento della Operaia non significava adesione al part<strong>it</strong>o socialista, dovendo la società<br />
mantenersi estranea ai part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici, ma partecipazione ad una festa del lavoro. Il corteo<br />
successivamente continua fino a piazza XX settembre, dove si scioglie. Sia all’andata che<br />
al r<strong>it</strong>orno il corteo sosta davanti alla casa Candiani, ove fu osp<strong>it</strong>ato Garibaldi, e lì la<br />
banda suona l’Inno di Garibaldi.<br />
Partecipano alla manifestazione moltissime operaie, dando il segno di qualcosa di<br />
veramente nuovo anche per il movimento socialista pordenonese. Non può mancare nel<br />
commento del settimanale socialista la rivendicazione del dir<strong>it</strong>to delle donne al voto,<br />
all’interno della loro complessiva esigenza di emancipazione. Una grande manifestazione<br />
di donne dev’essere comunque una nov<strong>it</strong>à per la c<strong>it</strong>tà che a loro deve una pluridecennale<br />
ricchezza. Evidente lo scandalo della “buona società” locale. 553<br />
Sabato 28 ottobre alle 20 si tiene l’annunciata conferenza dell’on. Oddino<br />
Morgari, che parla per quasi due ore al salone Coiazzi zeppo di oltre mille operai sul<br />
tema: “Dovere di resistenza”. Si annuncia che tutte le sere, dalle 20 alle 21, il Circolo<br />
socialista sarà aperto per ricevere le domande di iscrizione nelle liste elettorali; il giovedì<br />
alla stessa ora verrà tenuta inoltre una lezione istruttiva ed educativa. Continua è la<br />
polemica contro quelli che si dichiarano socialisti per moda, e che si iscrivono - senza<br />
dare alcun contributo al dibatt<strong>it</strong>o ed all’organizzazione - scambiando il circolo socialista<br />
per un salotto dell’alta società. 554<br />
4.2.8 - Pordenone svolta a sinistra.<br />
Dopo alcuni mesi di commissariamento del comune, il commissario regio<br />
Aristodemo Bevilacqua convoca le elezioni generali per domenica 26 novembre. Pare che<br />
il part<strong>it</strong>o clericale, che servì sempre di sgabello ai moderati, si presenterà forse con una<br />
lista propria. Infatti dopo due anni di appoggio esterno, a luglio i clericali hanno rotto<br />
l’equilibrio (22 seggi moderati e clericali contro i 6 radicali ed i 2 socialisti) che ha<br />
sostenuto gli amministratori moderati e sono passati all’opposizione, stufi di fare gratis<br />
da sostegno. Mai la Giunta ha preso un provvedimento uman<strong>it</strong>ario in due anni! si afferma<br />
da parte radicale, certi che è indubbio che il forte eserc<strong>it</strong>o socialista prenderà parte alla<br />
battaglia elettorale. Se due anni fa i moderati vinsero, col Tagliamento che celebrava la<br />
liberazione del palazzo di c<strong>it</strong>tà dall’invasione popolare, stavolta i moderati non saranno<br />
salvati neanche dal loro nuovo amico Monti. Al Tagliamento che c<strong>it</strong>a i progetti elaborati<br />
dalla Giunta, si replica che non è stata presa una sola iniziativa concreta. Il sindaco<br />
Cossetti rientra per fare i manifesti per la vis<strong>it</strong>a reale propiziata da Monti, ma si guarda<br />
dal farli per il Venti Settembre. Così si è perso tempo invece di risolvere i problemi, e le<br />
scuole sono iniziate nel caos. Pordenone è stata superata da San V<strong>it</strong>o e Sacile, che<br />
forniscono i libri agli alunni bisognosi del corso superiore ed hanno ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la sesta<br />
classe. Altra questione trascurata è il dazio, importante entrata dell’amministrazione che<br />
non è stata sfruttata adeguatamente. 555<br />
553 LF, nn. 45 del 30 settembre 1905, Cose del Comune e 49 del 28 ottobre 1905, Le donne nel corteo (cfr. il<br />
testo in appendice) e 50 del 4 novembre 1905; G, n. 292 di lunedì 23 ottobre 1905, pag. 3, DA PORDENONE.<br />
Inaugurazione di due bandiere.<br />
554 LF, nn. 47 del 14 ottobre 1905 e 50 del 4 novembre 1905; P, n. 10 di sabato 28 ottobre 1905, pag. 1,<br />
Conferenza, articolo firmato Semplicissimus e G, n. 299 di lunedì 30 ottobre 1905, pag. 3, DA PORDENONE.<br />
Conferenza Morgari.<br />
555 P, nn. 13 di mercoledì 1 novembre 1905, pag. 2, Notizie elettorali, firmato Simplicio, 18 di martedì 1<br />
novembre 1905, pag. 2, Prime luci elettorali, firmato Simplicissimus e 33 di venerdì 24 novembre 1905, pag.<br />
2, Quelli che se ne vanno, firmato Semplicissimus.<br />
167
Si analizzano gli schieramenti per le prossime elezioni comunali: il campo<br />
moderato appare diviso e votato alla sconf<strong>it</strong>ta. I clericali z<strong>it</strong>tiscono, incerti se allearsi o<br />
fare da sè stessi. Essi non vorrebbero chiedere il connubio coi moderati. I moderati, d’altra<br />
parte, non intendono mendicare l’appoggio clericale... e perché sanno di contare pochi voti<br />
aspetteranno, certamente, l’ultimo momento per ottenere, mediante i sol<strong>it</strong>i compari, il<br />
soccorso della sacristia. Ma sono i radicali che preoccupano, a causa della loro incapac<strong>it</strong>à<br />
di occupare lo spazio pol<strong>it</strong>ico tendenzialmente ad essi favorevole. La prognosi,<br />
interessata per lo schieramento socialista che punta a breve a soppiantarli nella<br />
rappresentanza delle classi popolari, è che per i radicali c<strong>it</strong>tadini sarà impossibile<br />
conquistare l’Amministrazione Comunale. La democrazia, in vero, è sperduta. Quella<br />
famosa unione democratica che pareva inizio di un’azione vigorosa... è tramontata nel<br />
silenzio senza arrivare nemmanco al battesimo. Pordenone sarebbe ambiente per un part<strong>it</strong>o<br />
radicale, dacché trova alimento la piccola proprietà, la piccola industria, il piccolo<br />
commercio; ma nonostante questo substrato manca il part<strong>it</strong>o a causa di elementi trascuranti<br />
od incapaci di rilevare le reali condizioni di cose ai loro principii favorevoli. Fatto rarissime<br />
eccezioni tutti gli altri pretesi democratici mancano di direttiva, di conoscenza e sopratutto<br />
di volontà di agire. Requis<strong>it</strong>i questi indiscutibili per un gruppo pol<strong>it</strong>ico che mira - o dovrebbe<br />
preoccuparsi almeno - della immediata conquista del comune. 556<br />
Sintomi della crescente attiv<strong>it</strong>à sono l’avvio delle conferenze informative nel<br />
Circolo di Torre, le riunioni dei giovani socialisti e la loro partecipazione al congresso<br />
regionale di Treviso; si annuncia inoltre che con l’anno nuovo ci sarà un maggiore spazio<br />
per Pordenone nel settimanale socialista. La nuova edizione de Il Lavoratore Friulano,<br />
nella quale le notizie dal suo comprensorio appariranno su due colonne sotto il t<strong>it</strong>olo<br />
della rubrica Pordenone socialista è occasione per stimolare le organizzazioni alla<br />
diffusione del giornale, soprattutto le leghe di resistenza, per la loro ben più vasta<br />
adesione rispetto al ristretto gruppo di iscr<strong>it</strong>ti ai circoli del Psi. Il giornale, quale<br />
fondamentale strumento di comunicazione e propaganda, andrà maggiormente diffuso,<br />
puntando alla sua presenza in tutti i luoghi di socializzazione dei c<strong>it</strong>tadini. 557<br />
L’importanza del settimanale per l’educazione dei lavoratori e la costruzione<br />
dell’organizzazione socialista attraverso la propaganda viene meglio defin<strong>it</strong>a in questo<br />
successivo articolo. (...) è propos<strong>it</strong>o delle singole leghe di non trascurare gli abbonamenti<br />
specie per gli operai che eventualmente non facessero parte alla lega, ma di voler assicurare<br />
ad ogni associazione un dato numero di copie da fissarsi dall’assemblea in proporzione al<br />
numero dei soci. Così il giornale verrà assunto dalla lega per la sua collettiv<strong>it</strong>à e sarà il suo<br />
portavoce e il difensore dei suoi dir<strong>it</strong>ti insieme ai suoi interessi, nonché interprete fedele<br />
delle sue sacre aspirazioni. La spesa potrà sostenersi con una piccola contribuzione da parte<br />
della lega e con un leggero aumento di quota per gli uomini. I vantaggi saranno grandissimi.<br />
Prima di tutto ne risentirà utile immenso l’educazione proletaria che ab<strong>it</strong>uandosi alla<br />
costante e perseverante lettura del suo giornale troverà modo di alleviare il lavoro fisico e<br />
materiale col lavoro intellettuale, di sviluppare la mente, di educare il cuore, di maturare la<br />
coscienza, di ab<strong>it</strong>uarsi a conoscere, pensare, med<strong>it</strong>are, riflettere. Col tempo i deboli si<br />
rinfrancheranno nella lettura, i cervelli si arricchiranno di cognizioni svariate e la cultura<br />
formantesi si svilupperà a segno che anche i più tardi usciranno una buona volta dalle<br />
perniciose tenebre dell’incoscienza ed ignoranza, facendosi buoni ragionatori.<br />
Si tratta di una visione genuinamente illuministica dell’educazione come<br />
strumento di cresc<strong>it</strong>a, spir<strong>it</strong>uale prima ancora che pol<strong>it</strong>ica. Ma non si tratta solo di un<br />
approccio moralistico, apprezzabile ma di difficile realizzazione a fronte delle gravi<br />
condizioni di sfruttamento materiale della classe operaia. Possiamo cogliere in questa<br />
prospettiva un’indicazione, pos<strong>it</strong>ivamente utopistica, di superamento dell’alienazione del<br />
lavoro industriale attraverso una progressiva formazione di gruppo e di addestramento<br />
culturale. Un’utopia tutt’altro che riformistica, e che arriverà fino alla teorizzazione<br />
leniniana ne I comp<strong>it</strong>i immediati del potere sovietico, quando il capo bolscevico arriverà ad<br />
ipotizzare la riduzione della giornata lavorativa a sei ore, per permettere agli operai di<br />
svolgere almeno quattro ore di lavoro pol<strong>it</strong>ico. 558 Il giornale non sarà di Tizio o di Caio<br />
abbonato, ma della lega. Ogni socio che non l’abbia può reclamarlo da quello che già ebbe a<br />
leggerlo, giacché a risparmio di spesa, si assumeranno meno copie di quanti sieno gli<br />
associati. Lo scambio a questo supplirà benissimo e anche l’analfabeta potrà a sua volta<br />
richieder la sua copia, onde farsela legger dal compagno, dalla compagna, dal mar<strong>it</strong>o, dal<br />
fratello, o dal padre.<br />
Attraverso la diffusione della stampa socialista la voce del part<strong>it</strong>o potrà uscire dai<br />
nuclei originari, per espandersi nei centri agricoli circostanti. E siccome gli operai che<br />
convengono ai vari stabilimenti provengono da diversi paesetti circonvicini così essi<br />
556 LF, n. 51 dell’11 novembre 1905, Elezioni.<br />
557 LF, n. 51 dell’11 novembre 1905, Il “Lavoratore” col I gennaio.<br />
558 LENIN, Vladimir Ilic, I comp<strong>it</strong>i immediati del potere sovietico, in: Opere complete, vol. 27°, Roma, Ed<strong>it</strong>ori<br />
Riun<strong>it</strong>i, pagg. 211-248.<br />
168
tornando alle loro case col fido compagno che sarà il giornale, porteranno al proprio paese e<br />
al proprio focolare il lume sapiente della propria educazione. Allora le leghe sentiranno<br />
rinsanguate le vene, dilatate le arterie, accresciuta la forza dei muscoli, vivificati i palp<strong>it</strong>i<br />
del cuore. 559<br />
Pare di vedere quel lavoro certosino di propaganda capillare, descr<strong>it</strong>to con grande<br />
realismo da De Amicis in quegli stessi anni, realizzato nei pochi r<strong>it</strong>agli di tempo libero dai<br />
primi attivisti operai socialisti, intenti come missionari laici a tessere contatti nelle<br />
osterie con i compagni di lavoro. Essi svolgono la loro azione di educazione e di<br />
propaganda - ma spesso anche di vera e propria alfabetizzazione - grazie alla diffusione<br />
di opuscoli e giornali e dedicano le giornate di festa a percorrere le campagne, quando si<br />
sarà fortunati grazie ad una bicicletta, per portare il verbo della nuova fede fra i<br />
contadini dei paesi circonvicini. Questo lavoro molecolare dura fino al giorno in cui sarà<br />
finalmente possibile organizzare una prima conferenza in qualche sala - ottenuta con<br />
grande fatica - oppure un comizio in pubblico, se si r<strong>it</strong>errà il terreno sufficientemente<br />
sicuro per affrontare l’ostil<strong>it</strong>à del parroco e delle donne e ragazzi inviati a turbare con<br />
urla e lanci di pietre la prima incursione a viso aperto dei temuti sovversivi. 560<br />
L’occasione elettorale è opportuna per riproporre alcune questioni emergenti per<br />
le condizioni di v<strong>it</strong>a popolari, come la sistemazione di strade, quali il Vialuz di Torre<br />
(l’attuale Via Zara, che porta dal centro alla campagna a settentrione dell’ab<strong>it</strong>ato,<br />
incrociando la strada per Cordenons, e che sarà l’argomento principale degli interventi<br />
degli amministratori comunali eletti dai socialisti della frazione) oppure la scarsa tutela<br />
dell’igiene pubblica, a partire dalla condizione indecorosa dei pozzi neri. 561<br />
Si tratta, in quest’ultimo caso, di una questione di non poco conto per la c<strong>it</strong>tà,<br />
sorta in una zona di affioramento di acque di risorgiva, e da sempre usa ad alimentarsi<br />
ed a scaricare le acque reflue attraverso sistemi domestici, senza reti di servizi idrici. Si<br />
pensi che per giungere alla realizzazione di un acquedotto si dovrà attendere gli anni ‘70<br />
del Ventesimo Secolo, e per iniziare a costruire la fognatura (incompleta) si giungerà al<br />
decennio successivo. Ciò mentre la prim<strong>it</strong>iva ricchezza idrica verrà depauperata, dopo la<br />
seconda guerra mondiale, dai consistenti prelievi dell’industria manifatturiera, dagli<br />
effetti dell’inquinamento industriale ed agricolo e dalla captazione dell’acqua a monte,<br />
per la produzione idroelettrica e per la bonifica dell’arido terr<strong>it</strong>orio che dalla<br />
pedemontana giunge fino alla periferia nord della c<strong>it</strong>tà, mentre la produzione di acque<br />
luride aumenterà a causa della consistente cresc<strong>it</strong>a demografica. Più in generale, la<br />
questione dell’approvvigionamento idrico, dello scavo di pozzi artesiani e della tutela<br />
dall’inquinamento delle falde da parte di sistemi fognari inesistenti o prim<strong>it</strong>ivi è di<br />
primaria importanza, nel campo igienistico e più in generale delle pol<strong>it</strong>iche sociali, e<br />
r<strong>it</strong>ornerà spesso nell’azione locale del movimento socialista. 562<br />
Se i socialisti sono stati così cr<strong>it</strong>ici con il part<strong>it</strong>o radicale, nei confronti della<br />
destra moderata l’occasione è propizia per rinfacciare l’ondivaga oscillazione fra la<br />
confratern<strong>it</strong>a massone ed il sostegno dei clericali, e per ribadire l’autonomia dei socialisti<br />
dalla sinistra democratica. Domandategli un programma e vi risponderà che i programmi<br />
non contano; chiedetegli conto del passato e si farà muto come un macigno, perché i<br />
559 LF, n. 53 del 25 novembre 1905, Il Lavoratore Friulano.<br />
560 La propaganda! Egli era nato fatto per questo. I giorni di festa s’andava a piantare in un’osteria d’un<br />
sobborgo, con qualche fedele compagno, col quale prendeva a discutere ad alta voce, tanto per farsi<br />
sentire e attrarre nella conversazione i vicini, e allora esponeva le sue idee, distribuiva i giornali e<br />
pagava da bere, quando poteva. Cfr.: DE AMICIS, Edmondo, Primo maggio, c<strong>it</strong>., pag. 136.<br />
561 LF, n. 51 dell’11 novembre 1905, L’igiene e n. 52 del 18 novembre 1905, TORRE, Elezioni.<br />
Vialuz: si tratta di un asse viario trasversale che parte dalla strada interna di Torre e la congiunge con la<br />
Stradella, attraversando la via da Pordenone a Cordenons e collegando tutte le case s<strong>it</strong>e in quel tratto. Cfr.<br />
Delibera di classificazione di nuove strade fra le comunali obbligatorie, in: Archivio Comunale di Pordenone,<br />
Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pag. 109.<br />
562 Nel periodo 1887-1914, le malattie gastroenteriche hanno avuto (...) una rilevante importanza<br />
all’interno delle condizioni san<strong>it</strong>arie della popolazione <strong>it</strong>aliana e soprattutto dei suoi settori più poveri.<br />
In particolare nel periodo da noi preso in esame esse cost<strong>it</strong>uivano, dal punto di vista numerico, la<br />
seconda causa di morte, seguendo dappresso le affezioni turbercolari. Le malattie dell’apparato digerente<br />
infatti erano responsabili mediamente del 15-16 per cento di tutte le morti, comprese quelle accidentali<br />
e violente. Se consideriamo poi che negli anni 1880-90 la mortal<strong>it</strong>à media annua della popolazione<br />
<strong>it</strong>aliana si aggirava intorno al 26%, è facile capire quante v<strong>it</strong>e mietessero annualmente queste malattie.<br />
Le affezioni gastroenteriche avevano d’altra parte un’incidenza demografica ben superiore a quella della<br />
tubercolosi. (...) le malattie dell’apparato digerente sostanzialmente decimavano la popolazione infantile<br />
<strong>it</strong>aliana. (...) In un’ottica “sociale” invece tali caratteristiche eziologiche fanno sì che queste malattie<br />
fossero tipiche dei ceti più poveri della popolazione, i quali erano costretti a vivere in condizioni<br />
particolarmente anti-igieniche. Cfr.: FACCINI, Luigi, Sviluppo urbano e condizioni san<strong>it</strong>arie dei ceti<br />
subalterni. Le malattie gastroenteriche in Italia fra il 1887 e il 1914, in: *** Il genocidio pacifico. Malattie di<br />
massa e cap<strong>it</strong>ale, Classe. Quaderni sulla condizione e sulla lotta operaia, n. 15, Bari, Dedalo, 1978, pagg. 166-<br />
167.<br />
169
progen<strong>it</strong>ori ebbero solo la van<strong>it</strong>à del potere. Apr<strong>it</strong>e il libro della moral<strong>it</strong>à dei suoi satell<strong>it</strong>i e<br />
dovrete, spesso per pudore... Insomma è un part<strong>it</strong>o che visse due mesi nella famosa<br />
turlupinatura dell’associazione monarchica liberale la quale nonostante i 500 soci morì di<br />
anemia!! Ebbene, questo part<strong>it</strong>o, nel suo ridicolo foglietto, esponente certo<br />
dell’intellettual<strong>it</strong>à del caffè... finge di vedere “dolci paroline” nostre ai democratici proprio<br />
nel momento che noi affermavamo l’impossibil<strong>it</strong>à di un’amministrazione democratica. E<br />
sapete perché si fa tutta questa ridicola commediola? Niente per altro che per aver un<br />
mer<strong>it</strong>o da vantare nella agognata ma sottaciuta alleanza pretina. 563<br />
Nella polemica con Il Tagliamento il settimanale socialista afferma il ruolo<br />
importante delle minoranze, attraverso il lavoro di controllo, di studio e di cr<strong>it</strong>ica delle<br />
scelte dell’amministrazione, di cui sono il pungolo. E proprio a Pordenone, che non ha<br />
avuto finora una seria e rigorosa opposizione, la maggioranza moderata ha brillato per<br />
mancanza di iniziative nei confronti delle classi popolari. Si denunciano le cose non fatte<br />
dall’amministrazione uscente in c<strong>it</strong>tà. (...) il foglietto cap<strong>it</strong>alista parla di vari ed<br />
importanti studi compiuti dall’amministrazione uscente: ma due delle principali vie del<br />
centro, la Via Garibaldi e la Via Mazzini, sono prive di interventi, la prima perché l’ufficio<br />
tecnico ha bloccato il progetto dopo un ricorso di c<strong>it</strong>tadini mentre la seconda manca da<br />
venticinque anni della massicciata (si tratta della via che porta alla stazione ferroviaria).<br />
L’amministrazione ha pensato ai marciapiedi per le signore della Pordenone-bene,<br />
mentre sarebbe necessario favorire il passaggio dei carri per la stazione. Non ci sono<br />
studi adeguati sul dazio, né sulle scuole, per le quali si prevedono sì aule, ma non la<br />
refezione scolastica, vista la crisi del Patronato Scolastico dovuta alla scarsa generos<strong>it</strong>à<br />
della borghesia c<strong>it</strong>tadina.<br />
Intanto fra i muratori pordenonesi serpeggia la disoccupazione e quindi cresce la<br />
tensione. La questione è stata posta dai giornali borghesi come una faccenda di ordine<br />
pubblico: ma si tratta di capifamiglia che pagano le tasse sui consumi essenziali (pane,<br />
sale, polenta) e l’aff<strong>it</strong>to dell’alloggio, ma non possono vendere la loro forza-lavoro, mentre<br />
vengono fatti affluire crumiri dall’esterno. La borghesia locale pretende fra l’altro la<br />
libertà del mercato del lavoro per gli operai ma rivendica il contrario per quanto la<br />
riguarda: ad esempio è stata chiesta la riserva a favore dei residenti dei posti nel<br />
commercio fisso od ambulante, nonché nel reclutamento delle maestre delle scuole.<br />
Questi fatti provocano l’arrivo a Pordenone del segretario nazionale degli edili Quaglino,<br />
per organizzare l’attiv<strong>it</strong>à della Lega anche sulla base delle esperienze già maturate in<br />
altre parti d’Italia. C<strong>it</strong>ò l’esempio di Bologna dove più nessuno lavora se non è iscr<strong>it</strong>to alla<br />
lega giacché dove azzardasse entrare il crumiro, lì tutti abbandonerebbero il lavoro. 564<br />
E finalmente giunge il giorno della v<strong>it</strong>toria. Perché di v<strong>it</strong>toria si tratta, ed i<br />
socialisti sottolineano il loro mer<strong>it</strong>o per l’affermazione della nuova maggioranza<br />
democratico-radicale, in un lungo articolo di analisi degli avvenimenti. La questione<br />
viene affrontata in termini esplic<strong>it</strong>amente pol<strong>it</strong>ici, senza concessioni all’ideologia. Non è<br />
in questione in questo caso l’autonomia di classe del proletariato, appena rivendicata nel<br />
precedente turno elettorale con la presentazione autonoma del Part<strong>it</strong>o socialista. Si tratta<br />
di cap<strong>it</strong>alizzare il risultato ottenuto insieme dalla sinistra, quella operaia e socialista e<br />
quella borghese radicale, nel mettere con le spalle al muro la maggioranza uscente<br />
liberal-clericale che appare già minor<strong>it</strong>aria nel consenso dell’opinione pubblica. Difficoltà<br />
ne rimangono, in primo luogo la mancanza di personal<strong>it</strong>à adeguate per la nuova<br />
amministrazione: ma la prima responsabil<strong>it</strong>à di fronte alla propria base, per il Part<strong>it</strong>o<br />
Socialista, è quella di dimostrare di saper vibrare il colpo decisivo allo schieramento<br />
moderato. Cioè di dimostrare di saper far pol<strong>it</strong>ica, incassando a breve il risultato già<br />
virtualmente ottenuto.<br />
L’occasione è propizia per rovesciare la maggioranza tradizionale di destra che<br />
aveva finora governato il comune. Viene quindi accantonato per il momento l’obiettivo di<br />
563 LF, n. 52 del 18 novembre 1905, Contro l’equivoco.<br />
564 LF, nn. 52 del 18 novembre 1905 e 53 del 25 novembre 1905.<br />
Felice Quaglino (1870-1935), operaio edile e sindacalizzato fin da ragazzo, nel 1895 cost<strong>it</strong>uisce la prima Lega di<br />
resistenza del settore a Torino, al punto da poter essere identificato in qualcuno degli operai organizzatori del<br />
socialismo torinese sopra richiamati. Incarnò, in questo primo periodo di attiv<strong>it</strong>à, la figura del “pioniere”<br />
del movimento operaio: la sera, dopo la giornata lavorativa, si recava in lega, dove si occupava<br />
dell’amministrazione; nei giorni festivi viaggiava nella provincia, sostenendo personalmente le spese<br />
della propaganda. Fu uno dei fondatori della federazione edilizia - cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a a Torino nel dicembre 1898<br />
- di cui divenne contabile e propagandista e, dal 1901, segretario nazionale. Fra le caratteristiche della sua<br />
attiv<strong>it</strong>à di dirigente fra i principali del sindacalismo <strong>it</strong>aliano, l’interesse per l’organizzazione dei lavoratori<br />
emigranti, il pragmatismo nella gestione della contrattazione ed il legame fra sindacato e cooperazione per<br />
trasformare l’industria edile in servizio pubblico gest<strong>it</strong>o dai lavoratori. Deputato socialista di Biella dal 1909 al<br />
1924, morirà ancora attivo nell’emigrazione antifascista in Francia. Cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI,<br />
Tommaso, c<strong>it</strong>., quarto volume, pagg. 259-262, scheda redatta da A. Andreasi; MALATESTA, Alberto, Ministri,<br />
c<strong>it</strong>., secondo volume, pag. 35.<br />
170
lungo periodo, quello cioè di conquistare il comune con una lista socialista, non essendo<br />
r<strong>it</strong>enuti maturi i tempi per tale passo. A questo punto la scelta non può essere quella di<br />
presentarsi nuovamente da soli, come alle elezioni parziali precedenti, perché ciò<br />
potrebbe favorire le due componenti della destra, soprattutto se esse giungessero alla<br />
decisione di presentarsi alleate. La scelta è quindi quella di allearsi con i radicali,<br />
individuando nella loro gestione un terreno più avanzato per tentare successivamente la<br />
conquista del comune da parte del part<strong>it</strong>o operaio. In questa fase il comp<strong>it</strong>o dei socialisti<br />
sarà quello di stimolare e spingere i radicali ad operare nel senso voluto dai primi,<br />
rivendicando il proprio ruolo ai fini della v<strong>it</strong>toria comune. L’alleanza v<strong>it</strong>toriosa è<br />
raggiunta all’ultimo momento, ed i socialisti contrattano l’elezione di quattro dei loro<br />
esponenti. Il risultato elettorale conferma la giustezza della scelta fatta, concentrando i<br />
voti della sinistra che sono risultati nettamente superiori a quelli degli avversari: la<br />
divisione e le eventuali alleanze sottobanco della destra avrebbero potuto rovesciare il<br />
risultato, anche se sul filo di lana. Siamo in un amb<strong>it</strong>o dove i giochi si fanno con un<br />
elettorato ristretto, le tattiche elettorali sono ridotte anche a manovre dell’ultimo minuto,<br />
condotte in forma riservata nei propri ambienti di consenso consolidato, senza scoprire<br />
le proprie carte del tutto se non a risultato imminente, quando agli avversari sono<br />
oramai precluse le contromanovre. Questo può essere l’elemento di spiegazione della<br />
scelta apparentemente improvvisa dei socialisti, intuibile ma non perfettamente<br />
delineata nelle settimane precedenti, quando il giudizio sulla debole compagine radicale<br />
poteva far sospettare una nuova scelta di autonomia elettorale socialista, senza porsi il<br />
problema immediato del ricambio amministrativo.<br />
I socialisti possono affermare che il loro consenso è maggior<strong>it</strong>ario in c<strong>it</strong>tà,<br />
conservando o migliorando il recente risultato conquistato autonomamente. Si tratta di<br />
un dato che continuerà a confermarsi per i successivi tre lustri, fino alla schiacciante<br />
v<strong>it</strong>toria del 1920. E si tratta di un risultato notevole, frutto di una pol<strong>it</strong>ica di educazione<br />
e di promozione sociale fra le masse operaie della c<strong>it</strong>tà, se pensiamo che questo successo<br />
socialista avviene in un regime di voto lim<strong>it</strong>ato a solo poche centinaia di elettori maschi.<br />
Se di questi gran parte vota per i socialisti, ciò è il risultato di una precisa pol<strong>it</strong>ica di<br />
iscrizione nelle liste elettorali, comprendente percorsi di istruzione dei c<strong>it</strong>tadini al fine di<br />
renderli idonei a superare la verifica al momento della presentazione della domanda di<br />
elettore.<br />
I clericali lasciano affondare la destra moderata, aggiudicandosi la minoranza<br />
consiliare. La loro scelta è precisa: porre condizioni vincolanti ai moderati chiedendo, sia<br />
in termini numerici che simbolici, di poter contare nella futura maggioranza oppure<br />
presentarsi da soli. La tecnica dei pol<strong>it</strong>ici clericali è precisa. Il loro ruolo non è di<br />
semplice stampella della (ex) maggioranza moderata, ma quello di chi scende nell’agone<br />
pol<strong>it</strong>ico per cap<strong>it</strong>alizzare a breve tutta una serie di concessioni concrete, gestendole in<br />
parte direttamente, senza deleghe ad altri. La strada per l’affermazione del part<strong>it</strong>o<br />
cattolico di massa è ormai scr<strong>it</strong>ta nel divenire storico.<br />
Al contrario, se i connubi clerico moderati possono voler dire schiav<strong>it</strong>ù, abdicazione,<br />
conservazione; le nostre alleanze devono esser un episodio trans<strong>it</strong>orio produttivo di nessun<br />
vincolo assoluto, dirette al solo scopo di progredire con vicendevole aiuto, ma senza<br />
compromessi. Transigenti nella lotta elettorale per cr<strong>it</strong>erio util<strong>it</strong>ario dobbiamo saper tornare<br />
sub<strong>it</strong>o dopo intransigenti in forza delle nostre ideal<strong>it</strong>à socialiste, disformi da quelle radicali<br />
che si lim<strong>it</strong>ano alla riforma sociale, mentre le nostre si estendono alla rivoluzione sociale.<br />
(...) Con questi propos<strong>it</strong>i i nostri eletti entreranno in municipio, prime sentinelle avanzate,<br />
dicendo sub<strong>it</strong>o che si riservano di giudicare l’amministrazione democratica dalle sue opere,<br />
e senza riguardi voteranno contro o a favore a seconda dei mer<strong>it</strong>i. La conclusione non<br />
potrebbe essere più netta. Non c’è nessuna pol<strong>it</strong>ica di fronte comune con la sinistra<br />
borghese, ma solo un momento di convergenza tattica, per eliminare il dominio della<br />
destra nell’Amministrazione Comunale. I socialisti non praticano una linea di<br />
concentrazione popolare, non rinunciano alla loro scelta di autonomia pol<strong>it</strong>ica, che<br />
ribadiscono sarà la linea conduttrice dell’atteggiamento del loro gruppo consiliare<br />
rispetto alla Giunta radicale. Si voterà a favore o contro a seconda del consenso sui<br />
singoli provvedimenti. Ma quello che conta di più è la linea di divisione rispetto alle<br />
prospettive future: i radicali chiusi all’interno di un orizzonte di modifiche interne al<br />
sistema sociale vigente, i socialisti proiettati verso una modifica rivoluzionaria dello<br />
stesso. 565<br />
I quattro consiglieri socialisti sono equamente espressi da Pordenone (l’avvocato<br />
Giuseppe Ellero e l’operaio tipografo Vincenzo Degan) e da Torre (il capolega dei cotonieri<br />
565 LF, n. 54 del 2 dicembre 1905, CONSIDERAZIONI SULLA VITTORIA ELETTORALE. Podromi. Cfr. il testo<br />
in appendice.<br />
171
Giuseppe Bresin ed il presidente del Magazzino Cooperativo Ilario Fantuzzi). Non sono<br />
però solo i socialisti ad esprimere candidature operaie: almeno altri tre eletti della lista<br />
popolare (Bernardo Vicenzini, Umberto Santarossa e Giovanni Fabbro) sono defin<strong>it</strong>i come<br />
operai. Ed un altro elemento sta a dimostrare la forza, e le contraddizioni, del socialismo<br />
pordenonese: alle elezioni, oltre ai moderati, si sono astenuti i socialisti intransigenti, a<br />
testimonianza della dicotomia esistente nel movimento operaio, che giunge fino a scelte<br />
contrastanti quanto all’esercizio del voto. 566<br />
La lista popolare vince nettamente, ed i radicali inviano il loro ringraziamento, fra<br />
gli altri, agli alleati socialisti, cavalieri leali e valorosi combattenti. Anche da parte loro si<br />
sottolinea il profondo significato del voto, che esprime l’emergere delle nuove classe<br />
lavoratrici, che portano al governo locale amministratori con il mandato di rimuovere gli<br />
impedimenti alla loro cresc<strong>it</strong>a sociale. La classe che lavora e soffre, ed ancora si espande<br />
spontanea a credere e ad amare ha voluto affermarci la sua fiducia, affidarci la sua sorte. A<br />
noi ora il mostrarci degni di questa stima; a noi il favorire la trasformazione graduale delle<br />
classi inferiori verso il meglio con ordinato e sano svolgimento dell’ideale democratico. A<br />
noi affermare i dir<strong>it</strong>ti, gli interessi, la dign<strong>it</strong>à di questo popolo, alla sua energia di v<strong>it</strong>a torre<br />
gli impedimenti e sgombrare i confini con savie riforme amministrative. E’ questione di fede<br />
dei destini del popolo; è questione di forza. E questa fede noi l’abbiamo e questa forza ci<br />
vien data da tanto suffragio di liberi elettori. 567<br />
Il nuovo Consiglio Comunale viene convocato venerdì 1 dicembre. Il consigliere<br />
De Mattia dichiara che, visto che la nuova Giunta dovrà essere cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a con i voti della<br />
maggioranza, la minoranza cattolica si asterrà dal voto, e per il futuro voterà a favore di<br />
tutte quelle delibere che condividerà, non volendo ostacolare la nuova amministrazione<br />
con un’opposizione pregiudiziale. Vengono eletti sindaco l’avv. Luigi Domenico Galeazzi,<br />
assessori effettivi Alessandro Rosso, Carlo Policreti, V<strong>it</strong>torio Marini ed Ermenegildo<br />
Zannerio ed assessori supplenti Francesco Asquini e Gio. V<strong>it</strong>torio De Marco, tutti con 19<br />
voti. 568<br />
Il commissario prefettizio elenca in apertura di seduta i molti bisogni urgenti ed<br />
insoddisfatti della c<strong>it</strong>tà, sottolineando in tal modo le responsabil<strong>it</strong>à della moderata<br />
consorteria del Caffè Commercio. I socialisti però non digeriscono l’inv<strong>it</strong>o commissariale a<br />
tener la pol<strong>it</strong>ica fuori del Consiglio Comunale: è una tipica affermazione della destra, che<br />
richiama a tenere gli organi locali nel solco della pura amministrazione, per non mettere<br />
in discussione la conduzione pol<strong>it</strong>ica del governo. Dunque non si tratterà di castrare<br />
l’impulso irresistibile della pol<strong>it</strong>ica, ma si tratterà di sost<strong>it</strong>uire la pol<strong>it</strong>ica anemica e fracida<br />
della consorteria moderata colla pol<strong>it</strong>ica sana e vigorosa della democrazia. Ecco il primo<br />
comp<strong>it</strong>o. 569<br />
La v<strong>it</strong>toria popolare fa giustizia di quel clima amministrativo che per lunghi anni<br />
ha predominato a Pordenone, chiuso agli interessi delle classi popolari. Noi,<br />
disperatamente fedeli alla libertà ed al popolo vogliamo la sua elevazione morale, civile ed<br />
economica. Noi vogliamo dargli l’istruzione, vogliamo che negli uffici di pubblica util<strong>it</strong>à esso<br />
venga ben serv<strong>it</strong>o da chi è pagato per farlo, che abbia generi di prima necess<strong>it</strong>à buoni ed a<br />
prezzi equi e case sane ove l’aria circoli libera ed abbondante: tutti insomma vogliamo quei<br />
provvedimenti che valgano a lenire le sue miserie. Non solo agli interessi popolari si rivolge<br />
la nuova amministrazione, ma anche a quei settori borghesi impaur<strong>it</strong>i dal progredire del<br />
socialismo: Altra funzione ed altro scopo ha l’opera nostra: quello cioè di raccogliere le<br />
ceneri dell’antica fede di tante persone staccate un po’ dalle ideal<strong>it</strong>à democratiche perché<br />
hanno avuto paura degli avvenimenti ultimi di carattere economico – intendo dire degli<br />
scioperi – che si sono svolti anche nel paese nostro. Bisogna cavar di testa a questi pauperes<br />
virtutis che per un momento hanno dub<strong>it</strong>ato che il part<strong>it</strong>o non possa per il suo culto e la sua<br />
fede nella libertà, governar bene la cosa pubblica. Si rigetta inoltre l’accusa che la Giunta<br />
sia anticlericale, r<strong>it</strong>enendo che non di disprezzo della religione si tratti: no, per noi<br />
l’anticlericalismo si esplicherà nel procurare di sost<strong>it</strong>uire l’opera nostra a quella del clero in<br />
tutto ciò che è necess<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a popolare. Scuole, beneficenza, ricovero, assistenza e<br />
consiglio agli infelici nelle mille difficoltà della v<strong>it</strong>a, così amara a troppi, - cercheremo<br />
abbiano a venire da noi. 570<br />
La nuova Giunta procederà in termini realistici: quindi non municipalizzerà<br />
sub<strong>it</strong>o il dazio, per il semplice motivo che la questione va studiata adeguatamente: ma<br />
566 P, n. 35 di lunedì 27 novembre 1905, pag. 2, La v<strong>it</strong>toria dei Part<strong>it</strong>i Popolari, firmato Simplicissimus. Cfr.<br />
la tabella degli eletti in appendice.<br />
567 P, n. 36 di martedì 28 novembre 1905, pag. 1, La v<strong>it</strong>toria dei part<strong>it</strong>i popolari.<br />
568 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 51-53; LF, n. 55 del 9<br />
dicembre 1905, Il nuovo consiglio comunale; P, n. 40 di sabato 2 dicembre 1905, pag. 2, Prima seduta del<br />
nuovo Consiglio Comunale.<br />
569 LF, n. 55 del 9 dicembre 1905, Note diverse.<br />
570 P, n. 40 di sabato 2 dicembre 1905, pagg. 1 e 2, Quel che dobbiamo essere (Sempre a propos<strong>it</strong>o di v<strong>it</strong>a<br />
municipale).<br />
172
non sarà certo scandaloso se si prenderà questa decisione, qualora convenga alla<br />
collettiv<strong>it</strong>à. Si provvederà a sistemare le strade, delle cui condizioni Il Tagliamento<br />
sembra accorgersi solo ora che i suoi protetti sono stati sconf<strong>it</strong>ti. 571<br />
La posizione socialista, espressa l’indomani delle elezioni, viene confermata dal<br />
comportamento in sede consiliare. I consiglieri socialisti votano a favore, ma mantenendo<br />
intera la loro autonomia, lasciando ai radicali tutta la responsabil<strong>it</strong>à della conduzione<br />
dell’amministrazione. Noi sappiamo intanto che il gruppo socialista ha dato il suo voto per<br />
la nomina dell’Amministrazione per dimostrare che non ha in animo di fare delle ostil<strong>it</strong>à a<br />
priori, così non sarebbero giustificati, nei riguardi del nostro part<strong>it</strong>o i vincoli di una<br />
solidarietà senza lim<strong>it</strong>i e condizioni. Il gruppo nostro vorrà dunque e certamente assumere<br />
entro il Consiglio una posizione il più possibile autonoma per poter esser così, a seconda dei<br />
casi, buon alleato o forte tenace ed indipendente oppos<strong>it</strong>ore. In ogni modo s’intende, che il<br />
gruppo socialista per ver<strong>it</strong>à e deliberatamente tanto esiguo, pur votando per la formazione<br />
della Giunta e Sindaco, non assume minimamente responsabil<strong>it</strong>à che lascia per intero alla<br />
maggioranza democratica. Il gruppo socialista scinde a questa guisa la sua, colla personal<strong>it</strong>à<br />
pol<strong>it</strong>ica degli altri, e dal suo scanno di censore, ag<strong>it</strong>atore e propulsore attende, a seconda<br />
dell’azione democratica dei radicali, di dar loro il bene o mal serv<strong>it</strong>o senza riguardi. 572<br />
Il Lavoratore Friulano r<strong>it</strong>orna nuovamente sul risultato elettorale, questa volta per<br />
parlare delle forze della destra sconf<strong>it</strong>ta, dalle cui file è iniziato però ad emergere un<br />
ancor debole part<strong>it</strong>o clericale autonomo. (...) se l’esperimento d’intransigenza clericale<br />
mostrò a nudo la debole forza elettorale dei cattolici, l’infruttuos<strong>it</strong>à del loro lavoro di<br />
propaganda e reclutamento, e la refrattarietà del nostro paese alle correnti retrive del<br />
misoneismo pretino; d’altro canto tale part<strong>it</strong>o ha guadagnato tra noi il mer<strong>it</strong>o di rendersi<br />
indipendente almeno quando si faceva intollerabile il servaggio, l’abiura e l’offesa alla<br />
morale. (...) la ver<strong>it</strong>à stava nel contrario di quanto i moderati asserivano. In conclusione non<br />
eran essi che avevano rifiutato, ma furono rifiutati. 573 La v<strong>it</strong>toria della sinistra è quindi il<br />
frutto congiunto dell’emergere pol<strong>it</strong>icamente contrapposto delle nuove espressioni dei<br />
movimenti popolari. Da una parte i socialisti, il cui voto solamente ha permesso ai<br />
radicali di conquistare l’amministrazione. Dall’altra i clericali che - scegliendo<br />
l’autonomia pol<strong>it</strong>ica - avevano rivelato la crisi di consenso della vecchia classe dirigente<br />
liberale.<br />
4.2.9 - I primi atti della Giunta radicale.<br />
Nella seduta successiva di venerdì 15 dicembre 1905, il Sindaco svolge<br />
dettagliatamente il programma che si propone di attuare la nuova amministrazione,<br />
programma vasto e per la cui attuazione occorrono tempo e mezzi. Accenna anz<strong>it</strong>utto<br />
all’istruzione pubblica, della quale la Giunta si occuperà con amorevole sollec<strong>it</strong>udine. Tocca<br />
poi all’igiene, di cui molto resta ancora da fare. Accenna ai lavori pubblici più urgenti, quali<br />
il Corso Garibaldi, la via Mazzini, e strade Colombera e Viviola. Accenna anche al tram<br />
Pordenone-Maniago ed alla navigazione fluviale, ai quali bisogni difficilmente si potrà<br />
soddisfare senza ricorrere ad un prest<strong>it</strong>o, e conchiude col dichiarare ch’egli terrà sempre<br />
alta la dign<strong>it</strong>à del Comune.<br />
Il cons. Fantuzzi fa alcune dichiarazioni a nome del gruppo consigliare socialista, che<br />
intende di prendere posizione autonoma. L’Amministrazione avrà l’appoggio di esso soltanto<br />
in quell’opera e in quelle iniziative che rispondono ai supremi interessi del Comune, e non<br />
contrastino alle ideal<strong>it</strong>à socialiste; (negli altri) casi l’avrà leale oppos<strong>it</strong>ore e tenace<br />
propulsore.<br />
Sub<strong>it</strong>o dopo l’assessore Zannerio presenta la proposta di nuova tariffa daziaria<br />
per il decennio 1906-1915. Il consigliere Polese non è d’accordo con l’ipotesi di appaltare<br />
per un solo quinquennio, eventualmente rinnovabile; viceversa Galeazzi afferma che tale<br />
scelta è in rapporto con l’ipotesi di municipalizzazione del servizio, che ovviamente sarà<br />
meno probabile quanto più risulterà vantaggioso l’appalto che si sta per bandire. Il cons.<br />
Ellero si dichiara contrario all’opinione ddel cons. Polese, ed anche alla clausola proposta<br />
dalla Giunta circa la durata del contratto. Teme che non si faccia la municipalizzazione, e<br />
quindi sarebbe meglio che l’appalto fosse lim<strong>it</strong>ato a cinque anni. Ma alla fine l’appalto<br />
proposto dalla Giunta viene approvato all’unanim<strong>it</strong>à. 574<br />
571 P, n. 47 di lunedì 11 dicembre 1905, pag. 2, Meraviglie del “Tagliamento”. Nuova Giunta, articolo siglato<br />
x.<br />
572 LF, n. 55 del 9 dicembre 1905, Considerazioni.<br />
Nella Piccola posta dello stesso numero troviamo un laconico rimbrotto al corrispondente di Pordenone, siglato<br />
R. (si tratta probabilmente di Rosso): Cominci a spedire in r<strong>it</strong>ardo. Male, massime poi quando giunge con L.<br />
0.30 di multa.<br />
573 LF, n. 56 del 16 dicembre 1905, Il significato della sconf<strong>it</strong>ta.<br />
574 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 54-56.<br />
173
Attraverso le corrispondenze del settimanale socialista e gli interventi registrati<br />
dai verbali del Consiglio Comunale possiamo seguire la dialettica che si sviluppa fra il<br />
Psi pordenonese e la Giunta radicale. Gli interventi dei consiglieri socialisti riguardano<br />
una serie di problemi già affrontati nell’immediato passato: oltre alla gestione comunale<br />
del dazio, l’ist<strong>it</strong>uzione della refezione scolastica e la distribuzione dei libri agli alunni<br />
indigenti, in modo da permettere la frequenza della scuola ai figli delle classi popolari.<br />
Nella riunione del Consiglio Comunale di lunedì 18 dicembre 1905, il Cons. Fantuzzi<br />
raccomanda alcune riparazioni a Torre, specialmente alle pompe d’acqua. Raccomanda<br />
anche una migliore distribuzione dei libri agli alunni poveri. L’ass. Marini lo prega di fargli<br />
avere la nota dei veri miserabili non beneficati. Il Sindaco coglie l’occasione per pregare<br />
tutti i consiglieri di coadiuvare la Giunta nell’adempimento del suo mandato. Il cons. Ellero<br />
raccomanda la stampa delle doppie dichiarazioni per gli elettori; lo spargimento di ghiaia<br />
sulle strade nei punti resi pericolosi dal ghiaccio; il divieto assoluto di passare coi carri sui<br />
marciapiedi della via Mazzini; il miglioramento del locale della posta od almeno l’aumento<br />
del personale ch’è troppo esiguo. Il Sindaco dichiara che la Giunta farà tutto il possibile per<br />
soddisfare ai diversi bisogni dei c<strong>it</strong>tadini. Il consigliere Toffoli interpella la Giunta per<br />
segnalare le sofisticazioni nel latte distribu<strong>it</strong>o in c<strong>it</strong>tà, che è annacquato con grave<br />
rischio di diffondere per tale mezzo il tifo; la richiesta di Toffoli è che le guardie<br />
municipali sequestrino tutto il latte adulterato. Vengono prese iniziative, tanto che nella<br />
successiva seduta il consigliere clericale De Mattia si complimenta con la Giunta per un<br />
provvedimento da lui sollec<strong>it</strong>ato più volte nel passato, raccomandando inoltre che si vigili<br />
anche sulle altre merci, anche con l’imposizione dei prezzi nei negozi. 575<br />
Nuovo appare l’impegno della Giunta radicale rivolto alla condizione dei lavoratori<br />
degli stabilimenti industriali pordenonesi, ed in particolare alla verifica dell’applicazione<br />
della legislazione sul lavoro delle donne e dei minori ed a quella sugli infortuni. Che si<br />
tratti di un’azione pol<strong>it</strong>ica tanto urgente quanto sacrosanta per iniziare a sindacare - da<br />
parte delle pubbliche autor<strong>it</strong>à - lo strapotere padronale è dimostrato dalle bestiali<br />
condizioni di v<strong>it</strong>a negli stabilimenti tessili, ove la manodopera, val sempre la pena di<br />
ricordarlo, è composta per la stragrande maggioranza da donne e da fanciulle. I bambini<br />
sono costretti a lavorare fin dalla più tenera età senza rispetto di condizioni igieniche,<br />
orari e carichi di lavoro; le donne lavorano fino al momento del parto e devono poi<br />
riprendere il lavoro immediatamente; gli anziani sono praticamente costretti (quando va<br />
loro bene) a passare dal lavoro alla Casa di riposo.<br />
Giorni fa un’operaia costretta dal bisogno di lavorare anche se prossima al parto fu li<br />
per lì di correre un grave rischio. Per fortuna, l’infelice donna arrivò a sortir dell’ergastolo<br />
cap<strong>it</strong>alista e trovar ricovero in una casa vicina, altrimenti un’altrettanto infelice creatura<br />
avrebbe aperti gli occhi agli spasimi della v<strong>it</strong>a tra il rumore assordante delle macchine,<br />
destinate domani a succhiare anche a lei la gioventù, le energie migliori e la v<strong>it</strong>a. Ma fino a<br />
quando, o spietata società borghese, permetterai simili orrori? E voi, autor<strong>it</strong>à, custodi<br />
dell’ordine e del dir<strong>it</strong>to, quando penserete a far rispettare la legge che protegge il proletario?<br />
Si tratta di una prima indicazione, per quanto ancora allo stato di semplice appello<br />
morale, nel senso di una nuova pol<strong>it</strong>ica dell’amministrazione c<strong>it</strong>tadina verso le masse<br />
lavoratrici: interventista nei confronti delle condizioni di lavoro nelle fabbriche e non più<br />
schiava dei dettami del credo liberista in cui erano vissuti i moderati. 576<br />
Ma l’intervento concreto dell’Amministrazione Comunale non tarda a farsi sentire.<br />
Come ebbe ad annunciare nel suo discorso il Sindaco, ci vien fatto sapere che<br />
l’amministrazione ha in animo di occuparsi di tutte le questioni che possono riguardare il<br />
nostro proletariato. L’on. Giunta all’uopo intende, nei lim<strong>it</strong>i che le sono concessi,<br />
d’invigilare l’andamento dei nostri stabilimenti, sorvegliare la più o meno esatta<br />
applicazione della legge delle donne e dei fanciulli occupandosi anche di quella sugli<br />
infortuni del lavoro, purtroppo, tante volte calpestata a danno del disgraziato lavoratore. Per<br />
quello che riguarda le riforme che immediatamente reclamano soddisfazione, il nostro<br />
Municipio dovrà in breve occuparsi della refezione scolastica che deve realizzarsi senza<br />
r<strong>it</strong>ardi. In paese abbiamo un patronato scolastico che fa quello che può, ma non basta, e<br />
dobbiamo volgere tutti i nostri sforzi perché al medesimo venga sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a la refezione<br />
scolastica che assicuri a tutti i bambini poveri il v<strong>it</strong>to e con esso la frequenza alla scuola.<br />
Certamente l’ist<strong>it</strong>uzione porterà con sè una spesa, ma non dobbiamo es<strong>it</strong>are di fronte ad<br />
essa, giacché i denari così consumati rappresentano un’util<strong>it</strong>à sociale immensamente grande<br />
e apprezzabile. Per conto nostro ci occuperemo della umana ist<strong>it</strong>uzione finché diverrà un<br />
fatto compiuto. 577<br />
La prima seduta del Consiglio Comunale del nuovo anno, martedì 9 gennaio<br />
1906, è occasione per un impegnativo confronto su più tematiche, fra le quali emerge<br />
575 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 59-62; LF, nn. 58 del 30<br />
dicembre 1905, Cose municipali e 58 del 30 dicembre 1905, TORRE.<br />
576 LF, n. 79 del 26 maggio 1906, Sorte proletaria.<br />
577 LF, n. 58 del 30 dicembre 1905, Cose municipali.<br />
174
quella dell’accaparramento delle merci nei giorni di mercato in c<strong>it</strong>tà. All’aprirsi della<br />
seduta il Sindaco presentò gli auguri e saluti pel nuovo anno che desidera prospero di lavoro<br />
pel bene del nostro Comune. Il comp. De Mattia 578 muove delle giuste osservazioni sopra gli<br />
incettatori di merci il sabato e vi si associa il comp. Ellero il quale aggiunge che è<br />
deplorevole e quindi da ev<strong>it</strong>arsi il fatto delle incettazioni delle merci che vengono poi dalle<br />
porte della c<strong>it</strong>tà portate sul mercato a più alti prezzi a danno dei consumatori, non solo, ma<br />
osserva che devesi impedire che sul mercato grani nelle prime ore del mattino gli<br />
speculatori si impadroniscano delle merci per poi dettar il prezzo di vend<strong>it</strong>a ai lavoratori che<br />
giungono successivamente. All’uopo suggerisce alla Giunta che stabilisca un’ora, prima della<br />
quale restino vietate le incettazioni. Il provvedimento non è nuovo ma occorre rimetterlo in<br />
vigore e sopratutto curare, a mezzo di un vigile servizio degli agenti della P.S. di farlo<br />
rispettare. 579<br />
Ma soprattutto il consiglio è convocato per discutere dell’ospedale, problema<br />
sollevato da alcune denunce pubblicate sulla stampa e dalle conseguenti interpellanze.<br />
Gli articoli sono apparsi sul quotidiano radicale udinese, in contrappunto con quelli del<br />
quotidiano socialista veneziano Il Giornaletto. La retta per il v<strong>it</strong>to è di £. 1.50, minima<br />
rispetto ad altri ospedali vicini. Chi scrive su Il Paese si definisce fisiologo, giovane e per<br />
tanti anni occupato presso l’ospedale; afferma che la dieta gli sembra buona e<br />
sufficiente. Ci sono problemi, ma non questi: e la stessa inchiesta sul personale svolta<br />
sotto la Giunta Polese è arrivata alla sua conclusione, scagionando dalle responsabil<strong>it</strong>à i<br />
dipendenti. Le pulizie sono invece insufficienti, non per colpa del personale, ma per la<br />
scelta di chi ha fatto mettere pavimenti in legno, finestre piccole e soff<strong>it</strong>ti bassi anche in<br />
locali costru<strong>it</strong>i da appena tre o quattro anni, come il nuovo reparto femminile che è<br />
esposto a nord con una parete costantemente umida. Negativi sono anche la s<strong>it</strong>uazione<br />
del riscaldamento, della distribuzione dell’acqua e delle fogne e lo stato delle dotazioni<br />
tecnico-scientifiche, come i laboratori. I problemi sono molti e seri, ed ha fatto bene il<br />
sindaco a prendere in esame la s<strong>it</strong>uazione, ma il problema del v<strong>it</strong>to posta dal quotidiano<br />
socialista è proprio quello minore. E’ caso mai il v<strong>it</strong>to per il personale ad essere<br />
insufficiente, oltre alla retribuzione. Si concorda comunque con la richiesta socialista di<br />
un’inchiesta sull’ospedale. Causa di tutte le deficienze è la pol<strong>it</strong>ica sbagliata degli<br />
amministratori, che finora si sono più preoccupati di fare grette economie, piuttosto che<br />
di interessarsi dell’igiene: se le risorse dell’ospedale sono insufficienti, si sarebbe dovuto<br />
fare appello agli altri enti. Gli amministratori hanno dilapidato risorse nel tentare di<br />
modificare il fabbricato esistente, quando era evidente che bisognava costruirne uno<br />
nuovo. C<strong>it</strong>ando una relazione del chirurgo dr. Valan 580 , si riferisce ad esempio come la<br />
sala chirurgica costru<strong>it</strong>a solo dieci anni prima sia il luogo di passaggio fra il reparto<br />
femminile e quello maschile, e con caratteristiche tali da non garantire l’asepsi. La<br />
lavanderia è vecchia, si lava a mano e con acqua fredda senza disinfezione, mentre si<br />
dovrebbe lavare a vapore ed essiccare meccanicamente. Se le stanze sono riscaldate, i<br />
corridoi dove si fanno trans<strong>it</strong>are i pazienti seminudi sono gelidi. Si nota che queste<br />
578 Il compagno De Mattia è certamente un errore di trascrizione della corrispondenza da parte del tipografo,<br />
che equivoca sulla parola “consigliere” che correttamente va attribu<strong>it</strong>a al capo clericale.<br />
579 LF, n. 61 del 20 gennaio 1906, Al Municipio.<br />
Tema quest’ultimo da comprendersi fra i nodi strutturali irrisolti di Pordenone. Ancora negli anni ‘80 del<br />
Ventesimo Secolo l’opposizione di sinistra si presenta alle elezioni comunali ag<strong>it</strong>ando fra i punti principali di<br />
intervento da realizzare (insieme con la fognatura ed il completamento dell’acquedotto) la questione della<br />
realizzazione di un centro commerciale all’ingrosso. Questa problematica (ovviamente trasformatasi con il<br />
trascorrere dei decenni: sarebbe antistorico riproporla come quella questione di elementare sopravvivenza che<br />
derivava alle famiglie popolari pordenonesi dalla speculazione sui prezzi dei cereali) era (ed è) di grande<br />
importanza per il commercio c<strong>it</strong>tadino, i cui prezzi sono influenzati negativamente al rialzo dalla completa<br />
mancanza di una struttura di vend<strong>it</strong>a all’ingrosso.<br />
La stessa realizzazione di un centro commerciale nell’area meridionale della c<strong>it</strong>tà non ha prodotto la creazione<br />
di quel centro di insediamento per l’ingrosso con funzioni di calmierazione che era stato auspicato alle origini,<br />
mentre la c<strong>it</strong>tà è da anni terreno di scontro fra vari potentati economici per realizzare grandi insediamenti<br />
commerciali. In tale amb<strong>it</strong>o una funzione di calmierazione dei prezzi viene garant<strong>it</strong>a in qualche modo dalla forte<br />
presenza della rete commerciale cooperativa che - pur boicottata in modo ingiustificato da quasi due decenni<br />
nello sviluppo dei propri investimenti - è cresciuta arricchendo il suo storico insediamento locale grazie alla<br />
nuova realtà partecipativa operaia e sindacale sviluppatasi a partire dalla fine degli anni ‘60.<br />
580 Direttore dell’ospedale è stato nominato defin<strong>it</strong>ivamente l’anno precedente il dottor Angelo Valan, al termine<br />
del compimento dell’anno di prova e dopo la presentazione al consiglio d’amministrazione di una dettagliata<br />
relazione, che viene data alle stampe. Il consiglio dell’ente prende atto della fama acquistata dall’ist<strong>it</strong>uzione<br />
grazie al nuovo direttore, che ha saputo far aumentare il numero dei ricoveri sia per la sua attiv<strong>it</strong>à di direttore<br />
che per quella di chirurgo. Valan, allievo di note celebr<strong>it</strong>à del mondo della medicina, è originario di Maniago.<br />
Cfr.: G, nn. 6 di lunedì 6 marzo 1905, pag. 4, DA PORDENONE. La conferma del direttore dell’Osp<strong>it</strong>ale e n.<br />
66 di martedì 7 marzo 1905, pag. 4, DA MANIAGO. Il dottor Vallan.<br />
Il dottor Valan rimarrà proverbiale fra i vecchi pordenonesi: in un dibatt<strong>it</strong>o pubblico nel 2001 il dr. Giannino<br />
Cadin ha ricordato il detto Neanche Valan ti salva! esecrando il restauro del palazzo ove il medico ab<strong>it</strong>ava in<br />
Corso V<strong>it</strong>torio Emanuele, effettuato togliendo la secolare insegna collocata sugli stip<strong>it</strong>i del portone.<br />
175
cr<strong>it</strong>iche hanno sollevato un vespaio di polemiche e – insieme alle corrispondenze del<br />
quotidiano socialista – grande attenzione in c<strong>it</strong>tà. L’atteggiamento degli amministratori e<br />
soprattutto del presidente dell’ospedale è quello di cercare di tac<strong>it</strong>are la stampa, mentre<br />
invece l’inchiesta appare necessaria. In realtà nell’amministrazione dell’opera pia ci sono<br />
sempre state diverse opinioni, ma ha prevalso la volontà autor<strong>it</strong>aria del presidente, che<br />
ha iniziato a non riunire più il consiglio di amministrazione ogni due settimane, ma ha<br />
anche fatto passare dei mesi, procedendo con la sua gestione personalistica (defin<strong>it</strong>a di<br />
stampo austriaco). 581<br />
Il Paese riproduce integralmente l’articolo del Giornaletto del 30 dicembre. Il<br />
presidente dell’ospedale ha inviato una lunga lettera di diffida al redattore del quotidiano<br />
socialista, affermando che quanto detto è menzognero. Ma se le cose dette dagli osp<strong>it</strong>i<br />
sono vere, perché il presidente non ha il coraggio di rispondere pubblicamente? Fra gli<br />
atteggiamenti di chiusura, si c<strong>it</strong>a quello per cui si vieta allo studente Toffoli, eletto<br />
consigliere popolare, di far pratica presso l’ospedale. Toffoli, nel numero successivo, si<br />
paleserà come l’autore delle corrispondenze, sotto lo pseudonimo di Semplicissimus:<br />
avendo lavorato per cinque anni presso l’ist<strong>it</strong>uto ha voluto sottolinearne le arretratezze<br />
rispetto agli altri nosocomi, diventando v<strong>it</strong>tima della violenta reazione del presidente. 582<br />
Il Giornaletto si è aggiunto alla campagna di Toffoli partendo dalla lettera di cinque<br />
ammalati, allargando la denuncia delle inefficienze, sollevando l’incompatibil<strong>it</strong>à di<br />
qualche consigliere e domandando provvedimenti amministrativi. Il presidente reagisce<br />
con le minacce, ma è anche costretto a prendere alcuni dei provvedimenti richiesti da<br />
Toffoli. La seconda v<strong>it</strong>toria è la convocazione dell’amministrazione ospedaliera da parte<br />
del sindaco Galeazzi, al fine di decidere quali riforme vadano apportate. Galeazzi sostiene<br />
la linea proposta da Toffoli con grande cognizione di causa, e ci si incammina proprio su<br />
quella via. Visto che l’esigenza fondamentale per por rimedio alle inefficienze è il<br />
reperimento di risorse economiche, a questo punto Toffoli sollec<strong>it</strong>a che si producano i<br />
bilanci in modo da capire come va la contabil<strong>it</strong>à dell’ist<strong>it</strong>uto. 583<br />
Il consiglio di amministrazione dell’ospedale viene convocato per decidere cosa<br />
rispondere in mer<strong>it</strong>o alle accuse: alla riunione è inv<strong>it</strong>ato anche il dott. Valan, mentre il<br />
sindaco convoca il presidente dell’ospedale. Qualche forn<strong>it</strong>ore conferma al<br />
corrispondente socialista l’esattezza delle sue accuse, e cioè che ci sono difform<strong>it</strong>à di<br />
trattamento sospette fra i forn<strong>it</strong>ori. La stampa moderata tace, per non urtare la<br />
suscettibil<strong>it</strong>à degli amministratori dell’ospedale che sono anche colonne dell’onorata<br />
società c<strong>it</strong>tadina. Invece la popolazione è in fermento, e si domanda perché non si<br />
risponda alle accuse fatte. Una lettera degli infermi parlava del cibo scarto e della<br />
pessima igiene degli ambienti: e non toccava neppure le responsabil<strong>it</strong>à di amministratori<br />
ed impiegati, i quali hanno invece ben creduto di difendersi prima ancora di essere<br />
accusati. Per questo comportamento sospetto si richiede una inchiesta in Consiglio<br />
Comunale. Perciò saltò fuori la questione del forn<strong>it</strong>ore di coperte, cred<strong>it</strong>ore di una certa<br />
somma verso l’ospedale e contemporaneamente suo amministratore, per questo si parlò di<br />
violazioni di statuto e di piccoli scioperi, per questo si ebbe a dire sui bagni. 584<br />
Il sindaco risponde all’interpellanza sulla ag<strong>it</strong>ata questione dell’osp<strong>it</strong>ale mossa dal<br />
nostro compagno Fantuzzi di Torre: di essere già a conoscenza delle problematiche<br />
dell’ospedale già prima degli articoli apparsi sulla stampa. Condivide la campagna di<br />
stampa e le proposte fatte e plaude agli estensori degli articoli. Dopo le denunce Galeazzi<br />
ha fatto una sua inchiesta ed un sopralluogo, che hanno confermato la veridic<strong>it</strong>à delle<br />
accuse. Le investigazioni sue ha diviso in tre capi: 1 Servizio e disciplina. 2. Locali. 3.<br />
Amministrazione. Sul primo argomento ha dovuto constatare tutti gli inconvenienti notati<br />
dai giornali, ed anche di più. Sul secondo trova che i locali erano stati trascurati in tutto,<br />
ridotti in uno stato incompatibile con l’igiene: suoli in legno; ariazione, cubatura e luce<br />
insufficienti, inadattabil<strong>it</strong>à della lavanderia, ecc. Sul terzo rileva che le cose non procedono<br />
581 P, nn. 59 di domenica 24 dicembre 1905, pag. 2, Cose dell’Ospedale, 61 di mercoledì 27 dicembre 1905,<br />
pag. 2, Pro Ospedale – Il cibo, 64 di sabato 30 dicembre 1905, pag. 2, Pro Ospedale. Le deficienze igieniche,<br />
specie nei riguardi dell’edilizia e Gli effetti della paura? ed 1 di lunedì 1 gennaio 1906, pag. 2, Pro<br />
Ospedale, articoli (escluso il primo) firmati Simplicissimus.<br />
582 P, n. 2 di martedì 2 gennaio 1906, pag. 1, Cose dell’Ospedale e 3 di mercoledì 3 gennaio 1906, pag. 2, Pro<br />
ospedale. Lettera aperta ai miei lettori, firmata Giuseppe Toffoli (Simplicissimus).<br />
Giuseppe Toffoli è un giovane consigliere comunale, redattore de Il Paese e soprattutto studente di medicina<br />
tirocinante presso l’ospedale, le cui denunce assumono (insieme a quelle contemporanee di Gino Rosso sulla<br />
stampa socialista) un ruolo importantissimo in questa vicenda.<br />
583 P, n. 9 di mercoledì 10 gennaio 1906, pag. 1, Pro ospedale. Le prime v<strong>it</strong>torie del “Paese” – Quello che<br />
abbiamo ottenuto e quello che vogliamo ottenere – L’opera dell’ill.mo Sindaco di Pordenone – Il riparto<br />
medico, articolo firmato da Giuseppe Toffoli.<br />
584 G, nn. 67 di domenica 7 gennaio 1906, pag. 3, DA PORDENONE. La questione dell’osp<strong>it</strong>ale e 68 di lunedì<br />
8 febbraio 1906, pagg. 2 e 3, DA PORDENONE. Intorno all’inchiesta.<br />
176
secondo le disposizioni statutarie e che c’è massimo bisogno di riforme. Disse che gli<br />
inconvenienti lamentati sono da attribuirsi in massima parte alla Amministrazione. Si è<br />
creduto perciò in dovere di convocare il consiglio osp<strong>it</strong>aliero e di fare la sua requis<strong>it</strong>oria. Il<br />
Sindaco volle fosse tenuto un verbale esatto della discussione e lo presenterà nella prossima<br />
seduta. Gli amministratori ammisero l’esistenza dei rilevati inconvenienti e convennero<br />
sulla necess<strong>it</strong>à di provvedervi al più presto possibile. Il sindaco domandò loro che fossero<br />
messi in evidenza gli inventari del patrimonio del pio luogo e delle sue rend<strong>it</strong>e, che il<br />
bilancio preventivo sia redatto nella forma che lo statuto prescrive, così il consuntivo, e<br />
domandò che esso sia sottoposto all’approvazione del Comune, che sia stabil<strong>it</strong>o il controllo<br />
delle presenze, che sia stabil<strong>it</strong>a la responsabil<strong>it</strong>à personale degli acquisti sia occasionali che<br />
giornalieri e la relativa verifica. Il sindaco finì col dire all’interpellante che esso si<br />
riprometteva di porre fra poco termine alla sua iniziativa e che avrebbe riportato in<br />
Consiglio la vertenza, dando conto dettagliato dei rilievi fatti, dei rimedi escog<strong>it</strong>ati e<br />
applicati, e soggiunse che nel caso che il tutto non corrispondesse alla aspettazione e alle<br />
giuste esigenze del pubblico si sarebbero proposti nuovi rimedi. (...)<br />
Il Fantuzzi trova di compiacersi che il Sindaco si sia personalmente occupato della<br />
questione e che dal medesimo venga affidamento che per l’avvenire non si ripeteranno gli<br />
inconvenienti lamentati, ma osserva che tutto questo non tranquillizza per tutto quanto<br />
possa esser avvenuto nel passato. Insiste perciò che si faccia la luce a mezzo di una<br />
inchiesta diretta e stabilisce se vi furono scorrettezze e se vi sono responsabil<strong>it</strong>à. Galeazzi<br />
r<strong>it</strong>iene che tale richiesta suoni sfiducia verso la Giunta; ma Toffoli interviene a sostegno<br />
di Fantuzzi, r<strong>it</strong>enendo necessario andare a fondo, anche perché fra i forn<strong>it</strong>ori<br />
dell’ospedale vi sono degli amministratori dello stesso ente. Il comp. Toffoli 585 prende<br />
sull’argomento la parola e svolge per sommi capi le questioni da lui dibattute colla stampa.<br />
Fa voti per l’inchiesta: Galeazzi si oppone pure a tale sollec<strong>it</strong>azione e siccome la cosa<br />
minaccia di ingrossarsi il dibatt<strong>it</strong>o si conclude con la richiesta di Toffoli di portare la sua<br />
proposta alla prossima seduta del consiglio.<br />
Ellero fa qualche raccomandazione per la forn<strong>it</strong>ura dei libri agli alunni poveri, per il<br />
controllo del latte, e per la lega dei muratori che si raccomanda pei lavori del Comune.<br />
Significativo l’impegno strappato alla Giunta comunale di assumere - per i lavori pubblici<br />
appaltati dal comune - i muratori organizzati nella Lega, secondo la classica<br />
rivendicazione socialista di garantire il monopolio del collocamento della manodopera<br />
all’organizzazione sindacale di categoria, per meglio tutelare i lavoratori. Ellero chiede<br />
che, come da formale promessa, il Comune pei suoi lavori tenga presenti gli operai della<br />
Lega Muratori anziché gli impresari speculatori che in paese eserc<strong>it</strong>ano il più deplorevole<br />
crumiraggio cogli operai del di fuori a danno dei nostri che restano sulla strada disoccupati.<br />
In questa guisa il Comune avrà fatto il suo interesse giacché avrà eliminati gli intermediari.<br />
(...) Il Sindaco dà conformi assicurazioni. 586<br />
(...) Da ciò si passa all’ordine del giorno. Ogni capo è approvato all’unanim<strong>it</strong>à. Il<br />
comp. Fantuzzi chiede se sia in animo della Giunta sopprimere il decimo ai maestri, ma il<br />
Sindaco assicura che i maestri non subiranno molestie nel loro magro stipendio. Si elegge la<br />
nuova commissione di vigilanza per le scuole elementari per l’anno 1905-1906, che<br />
risulta composta da Gino Rosso, Omero Polon, Antonio Brusadini fu Francesco (con 18<br />
voti), Giuseppe Ellero (17), Laura Baschiera, Lucrezia Marini e Dirce Cossetti (15) e<br />
contessa Lina di Porcia (12): due dei quattro pol<strong>it</strong>ici eletti sono esponenti del Psi. Membri<br />
della Congregazione di Car<strong>it</strong>à sono eletti Leone Valenzin con 19 voti e Lorenzo Mingot<br />
con 13. I revisori dei conti sono Antonio Polese (11 voti), Giuseppe Ellero (8) e Giuseppe<br />
De Mattia (3): anche in questo caso, oltre agli amministratori di parte radicale, troviamo<br />
il socialista Ellero ed il clericale De Mattia. 587<br />
Si prende atto del decreto prefettizio del 21 luglio 1905 che annulla la<br />
deliberazione consiliare a propos<strong>it</strong>o del caso Passatempo. Ellero, ricordati i fatti che<br />
hanno provocata la deliberazione consigliare annullata, crede che non si possa passare sopra<br />
quel Decreto Prefettizio, perché il Consiglio non ha fatto che esprimere il proprio pensiero,<br />
ch’era un voto. Con quella delibera non si revocava il provvedimento della Giunta, ma<br />
585 A differenza dell’errore che in quella stessa occasione il settimanale socialista compie a carico di De Mattia,<br />
è probabile che il termine “compagno” rifer<strong>it</strong>o a Toffoli sia sintomo effettivo di una vicinanza che tre anni dopo,<br />
al momento del prematuro decesso, sarà rivendicata con queste parole: domenica, dopo penosa e inesorabile<br />
malattia, si spegneva alla verde età di 29 anni l’anima bella buona e gentile dell’amico e quasi compagno<br />
di fede, dottor Giuseppe Toffoli. (...) Formalmente non era ascr<strong>it</strong>to a part<strong>it</strong>i, ma il suo pensiero e la sua<br />
anima inclinavano alla democrazia e a noi.<br />
Cfr.: LF, n. 373 del 26 novembre 1911, pag. 4, Decesso. Toffoli verrà commemorato dal Consiglio Comunale di<br />
Pordenone lunedì 27 novembre 1911: cfr. ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pag.<br />
85.<br />
586 Il 19 dicembre 1905 la Lega di Resistenza fra Muratori, Garzoni e Braccianti di Pordenone richiede<br />
all’Amministrazione Comunale l’affidamento di lavori per dare occupazione ai numerosi disoccupati rientrati in<br />
c<strong>it</strong>tà. Il sindaco la invia con raccomandazione all’assessore Zannerio, il quale risponde con una nota vistata dal<br />
sindaco. Cfr. il carteggio in appendice.<br />
587 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 62-65.<br />
177
s’inv<strong>it</strong>ava questa a modificarlo. Afferma che il Consiglio può sempre votare qualunque ordine<br />
del giorno; epperciò il decreto è una sopraffazione alla volontà al dir<strong>it</strong>to del Consiglio: è<br />
un’offesa al Consiglio, e noi dobbiamo protestare. Presenta analogo ordine del giorno. L’ass.<br />
Policreti osserva che col sistema inaugurato dal Prefetto, ogni voto del Consiglio, o la<br />
maggior parte dei voti sarebbe annullata. Bisogna quindi preoccuparsi del sistema che<br />
verrebbe inaugurato. A nome della Giunta presenta analogo ordine del giorno, e crede che<br />
sarebbe meglio che il Consiglio votasse il suo; anziché quello del cons. Ellero. Il Sindaco<br />
afferma che l’opera della Giunta può sempre essere censurata dal Consiglio ed anche da<br />
estranei. Il cons. Ellero dichiara di tener fermo il suo ordine del giorno; ma dopo uno<br />
scambio di idee fra lui e l’Ass. Policreti, lo modifica in questi termini, nei quali viene pur<br />
dalla Giunta accettato: “Il Consiglio Comunale di Pordenone nel prender notizia del Decreto<br />
Prefettizio 21 Luglio 1905 col quale viene annullata la deliberazione Consigliare 12 giugno<br />
1905 relativa alla punizione della guardia Passatempo; deplora che illegalmente si sia dato<br />
carattere di delibera alla semplice espressione di un voto; protesta contro l’annullamento del<br />
medesimo come contro ad offesa al dir<strong>it</strong>to intangibile di sovran<strong>it</strong>à popolare; rivendica la<br />
facoltà che per tale dir<strong>it</strong>to deriva al Consiglio di potersi pronunciare anche sopra gli atti che<br />
sono demandati esclusivamente alla Giunta; respinge così la ingiusta sopraffazione.” Messo<br />
ai voti per alzata e seduta, è approvato con venti favorevoli, essendosi astenuto il cons.<br />
Polese, perché voleva che provenisse dalla Giunta.<br />
In realtà, l’ordine del giorno di Ellero, più deciso di quello di Policreti, subisce solo<br />
due lim<strong>it</strong>ate amputazioni: quella in cui sul piano degli obiettivi pol<strong>it</strong>ici generali si<br />
riafferma l’aspirazione verso l’autonomia comunale che dovrà liberare i Municipi dagli<br />
inceppamenti retrivi delle autor<strong>it</strong>à superiori e quella finale in cui l’annullamento della<br />
delibera viene defin<strong>it</strong>o frutto di intrighi pol<strong>it</strong>ici. Ma la conclusione è comunque tale da far<br />
dissociare dal voto altrimenti unanime l’ex sindaco democratico Polese, che dimostra così<br />
(come farà in altre occasioni) il suo fastidio nei confronti della gestione Galeazzi e degli<br />
accomodamenti che avvengono tra i suoi amministratori e quelli espressi dal Psi, di cui<br />
spesso vengono raccolte le iniziative e le proposte.<br />
Mentre dense nubi si accumulano sulla corrotta gestione dell’ospedale, riemerge<br />
quindi ancora una volta come centrale la questione - che come abbiamo già potuto<br />
osservare ha assunto valenza tutta pol<strong>it</strong>ica - del provvedimento contro la guardia<br />
comunale Passatempo. Socialisti e radicali concordano nell’affrontare lo scontro con la<br />
Prefettura per rivendicare, oltre al buon dir<strong>it</strong>to dell’interessato ed alla necess<strong>it</strong>à di<br />
respingere e denunciare le mene della consorteria moderata c<strong>it</strong>tadina, il dir<strong>it</strong>to del<br />
Consiglio Comunale a giudicare l’operato della Giunta ed a poter eserc<strong>it</strong>are il ruolo di<br />
governo locale contro le imposizioni del potere centrale. Va notato come, su ben<br />
ventinove punti all’ordine del giorno, si hanno altrettanti voti all’unanim<strong>it</strong>à, che<br />
coinvolgono non solo radicali e socialisti, ma anche i consiglieri clericali: il solo voto<br />
difforme è quello ottenuto dall’ordine del giorno di Ellero sulla vicenda Passatempo. 588<br />
4.2.10 - L’inchiesta sulla gestione dell’ospedale.<br />
La destra si scatena contro l’azione dell’Amministrazione Comunale, sia<br />
attraverso le cronache storpiate del settimanale locale, sia attraverso la richiesta di<br />
intervento dell’on. Monti, presso il quale si reca a chiedere sostegno il presidente<br />
dell’ospedale. Ma, su istanza di numerosi consiglieri comunali, si mette all’ordine del<br />
giorno del successivo Consiglio Comunale una commissione d’inchiesta; nel frattempo il<br />
sindaco invia al presidente dell’ospedale un memoriale che susc<strong>it</strong>a qualche protesta. Nel<br />
febbraio 1906 il prefetto invia in vis<strong>it</strong>a la Commissione di ispezione dei luoghi pii: l’arrivo<br />
preannunciato ovviamente corrisponde ad un repentino miglioramento del v<strong>it</strong>to degli<br />
ammalati, per nascondere la s<strong>it</strong>uazione reale. Tutta quest’attenzione produce alcuni<br />
effetti, per quanto di gran lunga inadeguati: si imbiancano pareti, si lavano finalmente i<br />
pavimenti in legno, si sost<strong>it</strong>uiscono le stoviglie (pure in legno) e si incarica una lavandaia<br />
di lavarle (la stessa che alla mattina sciacqua le bende sporche di pus!). Non si ha però il<br />
coraggio di affrontare lo scandalo della defin<strong>it</strong>iva espulsione di Toffoli dall’ospedale,<br />
messa all’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 15 gennaio: la soluzione (illegale)<br />
viene trovata dal presidente nella decisione di chiudere l’ospedale ad ogni attiv<strong>it</strong>à di<br />
studio. I consiglieri votano il deliberato proposto dal presidente, con l’esclusione di Enea<br />
588 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 70-71; P, nn. 9 di mercoledì<br />
10 gennaio 1906, pag. 1, Notiziole pordenonesi, 11 di venerdì 12 gennaio 1906, pag. 3, Consiglio Comunale.<br />
Seduta laboriosa – La questione osp<strong>it</strong>aliera: le accuse della stampa confermate dal Sindaco – I<br />
consiglieri Fantuzzi e Toffoli domandano una inchiesta – La “punterella” Passatempo; G, n. 75 di lunedì<br />
15 gennaio 1906, pag. 3, DA PORDENONE. Passatempo; LF, n. 61 del 20 gennaio 1906, Al Municipio.<br />
178
Ellero. Toffoli riprende la sua inchiesta sull’ospedale dal reparto di medicina, cui però<br />
non dà segu<strong>it</strong>o dopo un primo breve articolo privo di elementi concreti. 589<br />
Si diffonde la voce che il consiglio di amministrazione dell’ospedale stia<br />
preparando una relazione in propria difesa, ma si è rivelata un’attesa inutile. Già in<br />
passato il cav. D’Andrea, legato all’on. Monti, ha dichiarato che all’osp<strong>it</strong>ale, la povera<br />
gente entrava per la porta grande ed usciva per la piccola. Nessuno allora ebbe il coraggio di<br />
rimproverare al cavaliere montiano la insinuazione, né sono valsi i reclami di qualcuno per<br />
mettere a posto il pubblico ufficiale che accusava il maggiore nostro ist<strong>it</strong>uto di beneficenza.<br />
Stampa e privati, per ossequioso riserbo verso il pachiderma dal ricco portafoglio, se ne<br />
stettero indifferenti. Non si ebbe il coraggio di stabilire la ver<strong>it</strong>à: gli uni non chiesero<br />
spiegazione all’accusatore, questi non ne diede… 590<br />
Martedì 20 febbraio viene presentata la mozione sull’ospedale che ha come primo<br />
firmatario il consigliere Toffoli, insieme ai colleghi Degan, De Bernardo, Ariot e Fantuzzi.<br />
Il sindaco relaziona leggendo il verbale minuzioso tratto dalla sua ispezione personale, e<br />
legge il carteggio intercorso fra lui ed il consiglio dell’opera pia, che lo ha tristemente<br />
impressionato per la rilevanza delle inadempienze riscontrate: dichiara che la<br />
corrispondenza intercorsa con l’ospedale gli ha fatto perdere la fiducia in quegli<br />
amministratori. L’ospedale va male che peggio non potrebbe; basti il dire che si lava la<br />
biancheria nella roggia con pericolo d’epidemia, e che le garze che si levano dalle piaghe si<br />
buttano qua e là anziché bruciarle. Anche una commissione governativa che ha vis<strong>it</strong>ato<br />
l’ospedale ha trovato molte carenze. Ad alcune si è rimediato, ad altre si rimedierà.<br />
Inoltre sono stati riscontrati addeb<strong>it</strong>i al comune delle rette di persone non più presenti in<br />
ospedale. L’inchiesta s’impone perché l’ospedale non ha più la fiducia del pubblico. Il<br />
cons. Toffoli sostenne egregiamente le necess<strong>it</strong>à di scoprire le piaghe che nel pio luogo si<br />
annidano, onde risanarle prima che diventino incurabili e cancrenose (...) mentre Polese al<br />
contrario riscontra che la polemica ha fatto diminuire il numero dei ricoverati e r<strong>it</strong>iene<br />
inopportuna l’inchiesta.<br />
I consiglieri insistono nel presentare la mozione, che prende atto delle denunce<br />
già esplic<strong>it</strong>ate dal sindaco e del rifiuto dell’amministrazione ospedaliera di fornire<br />
informazioni all’Amministrazione Comunale. Lo stesso sindaco dichiara nuovamente la<br />
sua sfiducia negli amministratori, che purtroppo non è potestà del consiglio revocare,<br />
poiché la revoca avrebbe reso non necessaria la commissione; si associa quindi alla<br />
mozione. Il Sindaco ebbe parole di fuoco contro le porcherie ch’egli stesso riscontrò. Disse<br />
che ad ogni costo l’ambiente dell’osp<strong>it</strong>ale deve esser risanato e che quella amministrazione<br />
che si mostrò tanto inetta e che oggi nega autor<strong>it</strong>à al Comune di vigilare l’andamento<br />
dell’Ist<strong>it</strong>uto mer<strong>it</strong>a per lo meno di esser messa alla porta, giacché di essa nessuno più<br />
avrebbe fiducia. Infine il Consiglio comunale dopo aver ud<strong>it</strong>a la raccapricciante narrazione<br />
dei malanni che affliggono il nostro osp<strong>it</strong>ale e dopo aver preso atto che l’amministrazione<br />
tronfia dell’ambizione vuole permanere ad un posto senza il sussidio di fiducia alcuna,<br />
deliberò di promuovere una inchiesta nominando all’uopo un Com<strong>it</strong>ato di 5 persone.<br />
L’ordine del giorno Toffoli per l’inchiesta viene votato da 19 consiglieri; contro si<br />
esprimono solo Polese e Concini: questi voti contrari colpiscono il sindaco poiché - l’uno<br />
per parentela, l’altro per questioni di carica - avrebbero dovuto entrambi astenersi.<br />
Vengono eletti i commissari proposti dal sindaco: l’avvocato Guido Rosso, il conte Uberto<br />
Cattaneo e Giuseppe De Mattia con 18 voti; il dottor Enrico Franchi, medico di Chions ed<br />
Antonio Dolfini, segretario comunale di Azzano Decimo, con 19 voti. 591<br />
Già nel maggio successivo l’inchiesta - condotta da una commissione che viene<br />
defin<strong>it</strong>a da sinistra composta di persone che godono la fiducia di tutti e non si lasciano<br />
trattenere nell’esercizio del loro dovere, da nessun vieto riguardo - sta per concludersi,<br />
nonostante nei confronti dei commissari si svolgano manovre e pressioni per ostacolare il<br />
589 P, nn.13 di lunedì 15 gennaio 1906, pag. 1, Al “Tagliamento”, Il Buon Consigliere e Pro ospedale. Il<br />
riparto medico. I; 26 di martedì 30 gennaio 1906, pag. 1, Ospedale, articolo siglato x, 33 di mercoledì 7<br />
febbraio 1906, pag. 1, Riprendendo la penna, firmato Simplicissimus e 39 di mercoledì 14 febbraio 1906, pag.<br />
4, Oh, la paura!, firmato Giuseppe Toffoli; G, n. 97 di martedì 6 febbraio 1906, pag. 3, DA PORDENONE.<br />
L’inchiesta.<br />
Toffoli tributa in questi giorni un omaggio all’amico nostro carissimo Gino Rosso in occasione del suo<br />
matrimonio a Latisana con la signora Zoe Zuzzi: cfr. P, n.43 di lunedì 21 febbraio 1906, pag. 1, Fiori d’arancio,<br />
avvenimento celebrato per altro anche il giorno dopo, sempre in prima pagina (ove spesso inizia la Cronaca<br />
provinciale) in cronaca di Latisana.<br />
590 G, n.83 di martedì 23 gennaio 1906, pag. 3, DA PORDENONE. Intorno all’inchiesta.<br />
591 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg.80-82; P, nn.48 di sabato 24<br />
febbraio 1906, pag. 1, Consiglio comunale. Un o.d.g. inquietante - De minimis non curat… - Il discorso del<br />
Sindaco e la lettura del verbale dell’ispezione; i commenti e le impressioni del pubblico – Il Consiglio<br />
vuole l’inchiesta – La v<strong>it</strong>toria del “Paese” e 52 di giovedì 1 marzo 1906, pag, 1, ACCANTO ALLA VITA<br />
(Noterelle di cronaca); LF, n. 66 del 24 febbraio 1906, L’inchiesta sull’Ospedale.<br />
179
endiconto finale. 592 I benpensanti pordenonesi sanno nascondere con gelosia gli<br />
altarini nascosti dietro la loro munifica car<strong>it</strong>à. Alcuni anni prima un’analoga inchiesta<br />
nei confronti della malagestione della Congregazione di Car<strong>it</strong>à era stata insabbiata. Nel<br />
1898 il consigliere comunale di minoranza Giuseppe Salsilli aveva mosse accuse pesanti<br />
all’operato del consiglio di amministrazione della Congregazione, specie per quanto<br />
riguardava la erogazione di sussidi. La reazione degli amministratori, con il presidente<br />
Damiani in testa, fu sdagnata e immediata. Ma a nulla valse contro la volontà del sindaco,<br />
Vincenzo Policreti, che inviò al Prefetto l’accusa contro la Congregazione. Pesante l’atto di<br />
accusa: I gravissimi fatti denunciati nelle due lettere riservate fatte pervenire alle autor<strong>it</strong>à,<br />
riguardano specialmente la distribuzione dei sussidi. Si parla, in quelle lettere, di sussidi<br />
corrisposti a persone defunte, assenti, sconosciute, si parla di poveri sussidiati che<br />
ricevettero somme inferiori a quelle esposte negli elenchi mensili ed allegati agli atti, si<br />
parla di insufficienza di qualifiche per l’identificazione dei numerosi sussidiati, di<br />
confusionismo nella molteplic<strong>it</strong>à dei ruoli, di mancanza di documentazione dei sussidi in<br />
medicinali, e via dicendo. Accuse simili a quelle che r<strong>it</strong>ornano ora a propos<strong>it</strong>o<br />
dell’ospedale. Il prefetto Prezzolini nominò in quell’occasione un per<strong>it</strong>o contabile per<br />
verificare la gestione dell’ente, nella persona del geom. Antonio Grassi di Udine, il quale<br />
arrivò alla conclusione che le accuse non fossero avvalorate dai documenti e dalle<br />
testimonianze: ma questo non fece diminuire le polemiche, e portò comunque alle<br />
dimissioni ed al rinnovo del consiglio della Congregazione. 593<br />
Le difficoltà - anche nel caso della gestione dell’ospedale - sono evidentemente tali<br />
che la relazione della commissione d’inchiesta inizierà ad essere resa nota quasi un anno<br />
dopo, grazie alla pubblicazione a puntate su Il Lavoratore Friulano a partire dal 26<br />
gennaio 1907. I socialisti sono presenti nella commissione attraverso Guido Rosso, che è<br />
il redattore della relazione finale. Tutti gli atti della campagna di stampa ed il lavoro<br />
dell’inchiesta poggiano sulle spalle di Gino e Guido Rosso, di Giuseppe Toffoli e di Ellero.<br />
Nella vicenda ospedaliera il part<strong>it</strong>o socialista assume quindi una diretta responsabil<strong>it</strong>à di<br />
governo oltre che di denuncia, non rinunciando per altro ad eserc<strong>it</strong>are una funzione di<br />
stimolo nei confronti di una maggioranza che si è dimostrata più volte alquanto in<br />
difficoltà. La stessa pubblicazione anticipata della relazione sul settimanale socialista da<br />
parte del suo estensore appare come una notevole forzatura nei confronti<br />
dell’amministrazione Galeazzi.<br />
Dalla relazione risulta un quadro francamente agghiacciante delle condizioni di<br />
v<strong>it</strong>a e di lavoro dell’ospedale pordenonese, connotate dalle carenze igienico-san<strong>it</strong>arie,<br />
dall’arb<strong>it</strong>rio e dalla corruzione dei dirigenti, dalla colpevole connivenza del consiglio di<br />
amministrazione. L’ospedale, collocato nell’edificio prospiciente sulla futura Piazza<br />
Ospedale Vecchio (che diventerà sede decentrata dell’Amministrazione Regionale e<br />
dell’Unione Industriali) è un luogo più simile agli ospedali e ricoveri per poveri medioevali<br />
che alle strutture san<strong>it</strong>arie dell’età moderna. 594<br />
Solo da pochi anni vengono registrate quotidianamente le presenze degli osp<strong>it</strong>i:<br />
così non era stato fino a pochi anni prima. Si erano potuti ricostruire casi, dal 1896 al<br />
1898, in cui persone dimesse erano rimaste a carico dell’ospedale per ulteriori uno o due<br />
anni. Il comune di Pordenone aveva quindi dovuto sborsare indeb<strong>it</strong>amente le rette per<br />
ricoveri inesistenti, almeno per 1992 lire accertate, rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e poi nel 1898 dopo<br />
l’intervento della Giunta comunale in materia.<br />
Un particolare ci rivela l’antico uso, durato fino alla riforma psichiatrica del 1978<br />
ispirata da Franco Basaglia, di utilizzare i ricoverati come lavoratori a t<strong>it</strong>olo<br />
completamente gratu<strong>it</strong>o, al massimo retribu<strong>it</strong>i con poche sigarette o qualche minuscolo<br />
privilegio: un ricoverato deficiente demente, ora defunto, ed altri giornalieri erano impiegati<br />
per tagliare la legna da ardere per il riscaldamento dell’ospedale. Una forma di<br />
schiavismo che è riusc<strong>it</strong>a a sopravvivere al sopraggiungere della moderna età del lavoro<br />
salariato: essa rivela come non si tratti di due forme di dominio sul lavoro collocate in<br />
periodi storici distinti (lo schiavismo nell’antich<strong>it</strong>à classica o negli Stati Un<strong>it</strong>i d’America<br />
prima della guerra di secessione, il lavoro salariato nella moderna società cap<strong>it</strong>alistica)<br />
ma solo di forme giuridiche utilizzate a seconda dei rapporti di forza esistenti. Un<br />
paziente espropriato della libertà e della dign<strong>it</strong>à umana, così come un bambino del Sud<br />
del mondo, possono ancor oggi essere catapultati indietro di secoli nella loro condizione<br />
di lavoro, in una realtà solo apparentemente considerata premoderna. Quello che li<br />
differenzia dai proletari sfruttati attraverso la forma del lavoro salariato è solo l’assoluta<br />
mancanza di potere contrattuale.<br />
592 P, n. 118 di lunedì 21 maggio 1906, pag. 1, Trame contro l’inchiesta?<br />
593 NANNI, Nico, c<strong>it</strong>., pagg. 188-189.<br />
594 Cfr. GEREMEK, Bronislaw, I bassifondi di Parigi nel Medioevo, Roma-Bari, Laterza, 1990, pagg. 173-197.<br />
180
Nella relazione i analizzano nei particolari la contabil<strong>it</strong>à, le condizioni igieniche<br />
dell’edificio e della strumentazione san<strong>it</strong>aria, quelle del v<strong>it</strong>to, la carente s<strong>it</strong>uazione del<br />
personale e la mancanza di un preciso mansionario; poi la relazione passa ad analizzare<br />
la funzione di ambulatorio per la popolazione priva di redd<strong>it</strong>o. Si tratta di una funzione<br />
non propriamente ospedaliera, che un secolo dopo sarà svolta dalle strutture terr<strong>it</strong>oriali<br />
del servizio san<strong>it</strong>ario nazionale, ma ora (trentacinque anni prima che, grazie al Piano<br />
Beveridge del 1942, tale conquista civile venga per la prima volta delineata nel quadro<br />
del moderno Welfare State) assegnata all’ist<strong>it</strong>uto come funzione a carattere sociale per<br />
chi non può altrimenti accedere in alcun modo ai servizi san<strong>it</strong>ari. Significativa è la<br />
rivendicazione della prestazione gratu<strong>it</strong>a delle cure ambulatoriali, almeno ai poveri del<br />
Comune. L’ambulatorio non è l’unico servizio prestato all’utenza esterna: oltre a questo<br />
(gratu<strong>it</strong>o, ma soggetto al taglieggiamento da parte del direttore dell’ospedale: anche di<br />
questi tempi l’uso privato delle strutture pubbliche è diffuso!) viene reso - a pagamento -<br />
un servizio di bagni pubblici. Pure in tal caso la rendicontazione del servizio è oggetto di<br />
pesanti accuse di malversazione. 595<br />
La progressiva diffusione della relazione influisce sull’opinione pubblica<br />
pordenonese, ma i responsabili della gestione dell’ospedale non hanno intenzione di<br />
sgombrare il campo. Anzi, essi preparano la loro replica. La Commissione (...) è disposta a<br />
rispondere come si conviene anche al signor Presidente che si faceva tagliare la legna dagli<br />
inservienti dello Spedale. Sull’altro fronte invece la pubblicizzazione della relazione non<br />
produce adeguate iniziative da parte dell’Amministrazione Comunale e ciò è occasione da<br />
parte del Psi per polemizzare con la debolezza della Giunta Galeazzi: Tu infermo povero<br />
aspetta, aspetta ancora! Il cons. De Marco ha presentata una interrogazione lamentando che<br />
i pianti dei moribondi non vengono avvert<strong>it</strong>i avanti la catastrofe. Che importa questo? Le<br />
preoccupazioni di lor signori sono ben altre! 596<br />
Mercoledì 6 marzo 1907 il Consiglio Comunale discute finalmente la relazione<br />
della commissione d’inchiesta sull’ospedale. Dopo aver respinto la richiesta del sindaco<br />
(appoggiato dal clericale Klefisch 597 ) che la relazione venga data per letta, visto che è<br />
stata distribu<strong>it</strong>a ai consiglieri ed è stata pubblicata sulla stampa, su proposta di<br />
Fantuzzi si decide la lettura pubblica della relazione, che viene affidata ad Ellero. Viene<br />
poi letta una lettera di Polese in cui egli prende le distanze dal lavoro svolto, che r<strong>it</strong>iene<br />
non riveli grandi inefficienze, ribadendo l’opinione che non si sarebbe dovuto scegliere la<br />
strada di un’inchiesta pubblica e che ora non sarà più possibile trovare amministratori<br />
per l’ospedale: ma il sindaco replica che le risultanze dell’inchiesta fanno giustizia di<br />
queste preoccupazioni. Lui stesso avrebbe voluto opporre alla richiesta di Toffoli la via di<br />
un’inchiesta privata, ma sono stati gli amministratori dell’ospedale, con il loro rifiuto di<br />
permettere al comune di eserc<strong>it</strong>are il suo dir<strong>it</strong>to di vigilanza, ad imporre la via<br />
dell’inchiesta pubblica.<br />
Dopo la lettura della relazione e della controrelazione firmata da tutti gli<br />
amministratori osp<strong>it</strong>alieri meno l’ing. Luigi Salice, viene data lettura della lettera di<br />
dimissioni dei consiglieri, in segu<strong>it</strong>o alle accuse di inett<strong>it</strong>udine loro rivolte nella seduta<br />
consiliare del lontano 8 febbraio 1906. Viene quindi approvato all’unanim<strong>it</strong>à un ordine<br />
del giorno in cui si prende atto del lavoro svolto dalla commissione d’inchiesta e della<br />
s<strong>it</strong>uazione purtroppo molto negativa portata alla luce; si prende quindi atto delle<br />
dimissioni degli amministratori e ci si propone di concordare con i nuovi, quando<br />
saranno eletti, la modifica dello Statuto e del Regolamento per assicurare la disciplina<br />
interna dell’Ist<strong>it</strong>uto ed il servizio corrisponda alle giuste esigenze della società civile in<br />
favore degli ammalati per stabilire le reciproche responsabil<strong>it</strong>à del personale addetto a quel<br />
servizio e per assicurare il controllo del Comune sulle responsabil<strong>it</strong>à del personale e sui<br />
bilanci preventivi e consuntivi dell’Ospizio.” Il Consiglio lo approva ad unanim<strong>it</strong>à. Il cons.<br />
Degan spera che di quanto riguarda fatti presumibilmente del<strong>it</strong>tuosi denunciati nella<br />
relazione, abbia ad occuparsi il Procuratore del Re. Durante la seduta inoltre il consigliere<br />
Fantuzzi richiama l’attenzione dell’amministrazione comunale sull’insufficienza del servizio<br />
595 LF, nn. 114 del 26 gennaio 1907, Inchiesta su l’Ospedale, 115 del 2 febbraio 1907, Pordenone Socialista e<br />
117 del 16 febbraio 1907, Pordenone Socialista. Cfr. il testo in appendice.<br />
596 LF, nn. 115 del 2 febbraio 1907, Pordenone Socialista, 118 del 23 febbraio 1907, pag. 3, La relazione<br />
d’inchiesta e 120 del 9 marzo 1907, I coscienti!<br />
597 Carlo Klefisch di Pietro, nato a Fiume Veneto il 27 Settembre 1880, ab<strong>it</strong>ante in via del Moto. Eletto<br />
consigliere provinciale nel 1914, Carlo Klefisch invia la documentazione relativa all’alfabetismo su carta<br />
intestata recante il marchio: P. I. Klefisch. ESPORTAZIONE DERRATE ALIMENTARI UOVA-POLLERIA-<br />
FRUTTA. IMPORTAZIONE Carni fresche e Salumi di Serbia lavorati nel proprio Stabilimento CON FILIALI:<br />
COLONIA e DÜSSELDORF (Germania) LONDRA (Inghilterra) JAGODINA e VELIKA-PLANA (Serbia)<br />
LEGNAGO (Italia). Depos<strong>it</strong>o a Pordenone di PENNA e PENNONE TACCHINO POLLO-ANITRA-OCA ecc.<br />
garant<strong>it</strong>a sana non usata. ASU-APU, busta 22, fascicolo 7, 1914, Eleggibil<strong>it</strong>à dei Consiglieri. Ricorsi.<br />
Deputazione provinciale di Udine, prot. n. 3736/4116 del 6.7.1914.<br />
181
san<strong>it</strong>ario nella frazione di Torre, specie in questi momenti che i malati sono numerosissimi.<br />
Il Sindaco assicura che sarà immediatamente provveduto. 598<br />
Il consiglio non giudica però negativamente l’adesione dell’avv. Enea Ellero alle<br />
osservazioni formulate dagli amministratori dell’ospedale alla relazione della<br />
commissione d’inchiesta, in quanto il suo comportamento viene giudicato come un gesto<br />
cavalleresco, più che vera e propria solidarietà pol<strong>it</strong>ica con gli altri consiglieri dell’opera<br />
pia. Ellero, apprezzato anche per questo suo atteggiamento disinteressato, proprio in<br />
quei giorni viene chiamato a sost<strong>it</strong>uire come presidente della Società Operaia Francesco<br />
Asquini, oberato dagli impegni professionali; lo stesso Consiglio Comunale lo nomina a<br />
presidente della Congregazione di Car<strong>it</strong>à. 599<br />
4.2.11 - Il congresso socialista di Tolmezzo (28<br />
gennaio 1906).<br />
Nei primi giorni del 1906 i socialisti pordenonesi si preparano alla partecipazione<br />
al quarto congresso provinciale socialista che si terrà a Tolmezzo il 28 gennaio (a tre anni<br />
dal precedente) con l’obiettivo di ricostruire la Federazione socialista friulana. 600<br />
Nell’articolo in cui si annuncia l’avvenimento, il redattore de Il Lavoratore Friulano<br />
afferma che l’unico punto di forza del part<strong>it</strong>o è l’emigrazione e che è giunto il momento di<br />
passare dalla teoria all’azione pratica mediante un impulso nuovo all’opera di<br />
organizzazione operaia con leghe di resistenza, cooperative di lavoro e di consumo. E’<br />
evidente che fra il congresso di Palmanova del marzo 1903 ed il congresso di Tolmezzo,<br />
già convocato in quella sede ma poi sl<strong>it</strong>tato al di là di ogni previsione, si è consumata la<br />
crisi del gruppo dirigente provinciale, e che questa riunione cost<strong>it</strong>uisce a tutti gli effetti<br />
un nuovo inizio, sancendo defin<strong>it</strong>ivamente un ricambio che segnerà tutta la fase pol<strong>it</strong>ica<br />
fino al dopoguerra.<br />
Fra le scadenze organizzative, si r<strong>it</strong>iene opportuno avere un punto di riferimento<br />
stabile per il part<strong>it</strong>o con funzionari stipendiati, ed un’articolazione terr<strong>it</strong>oriale decentrata<br />
per la Carnia, i distretti facenti capo a Pordenone e quelli facenti capo ad Udine. Al<br />
congresso sono inv<strong>it</strong>ati a partecipare i delegati delle sezioni del Psi, i rappresentanti delle<br />
leghe e delle cooperative ed i singoli socialisti che possano intervenire (e che si sono già<br />
prenotati in centocinquanta). 601<br />
Nelle riunioni del circolo socialista di Pordenone si delibera di inviare come<br />
delegati Rosso e Scottà. Viene indetto un comizio di solidarietà con la rivoluzione russa e<br />
pro suffragio universale per domenica 21 gennaio, primo anniversario della rivoluzione<br />
sconf<strong>it</strong>ta: in quel giorno analoghe manifestazioni si tengono in tutt’Italia. La<br />
manifestazione è ridotta al solo comizio al salone Coiazzi, poiché con provvedimento<br />
cosacco dal governo e dal Prefetto sia stata vietata la formazione di cortei per scemare<br />
d’importanza la manifestazione di solidarietà col popolo russo. Aderisce l’Amministrazione<br />
Comunale, mentre mancano all’appuntamento alcune associazioni a causa del carattere<br />
esplic<strong>it</strong>amente pol<strong>it</strong>ico della manifestazione: particolari cr<strong>it</strong>iche riceve la mancata<br />
partecipazione della Società Operaia, la quale non aveva avuto in altre non lontane<br />
occasioni scrupolo di prender parte a manifestazioni dinastiche e governative. Non manca<br />
all’oratore, il padovano Mariano Rango, l’occasione per parlare anche delle questioni<br />
nazionali, scontrandosi con il delegato di P.S. presente in sala: Ma c’è un’altra Russia,<br />
dice l’oratore, c’è la Russia <strong>it</strong>aliana che va da Napoli in giù, dove ai bisogni del popolo si<br />
provvede col piombo dei governi trasformisti e corrotti.<br />
In una lettera inviata alla presidenza del comizio, l’avv. Carlo Policreti ricorda<br />
come in quel momento le drammatiche vicende russe vengano occultate dai balletti della<br />
diplomazia a propos<strong>it</strong>o della contesa fra Germania e Francia sul Marocco: e non a caso<br />
pochi giorni dopo Il Paese dedicherà alla questione un articolo del geografo socialista<br />
598 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 221-223; P, n. 58 di venerdì 8<br />
marzo 1907, pagg. 1 e 2, L’inchiesta sull’Ospedale al Consiglio Comunale; LF, n. 121 del 16 marzo 1907,<br />
pag. 3, In Comune.<br />
599 P, n. 59 di sabato 9 marzo 1907, pag. 1, Ancora dell’inchiesta osp<strong>it</strong>aliera al Consiglio Comunale.<br />
600 Si è scelto il capoluogo carnico per la presenza del part<strong>it</strong>o in quella realtà: il congresso non è solo un<br />
momento di discussione interna, ma l’occasione per una manifestazione di forza. Nei tenaci compagni della<br />
forte Carnia, sentinella avanzata del socialismo in Friuli, ha con fiducia riposta l’attenzione tutto il<br />
proletariato della provincia, essi si presentano lieti e giustamente orgogliosi delle v<strong>it</strong>torie riportate nelle<br />
recenti elezioni amministrative e, come sono usc<strong>it</strong>i con onore dalla ardua prova, sapranno far si che<br />
questa nostra manifestazione riesca degna delle lotte sino ad ora sostenute e dell’avvenire altissimo a<br />
cui miriamo. LF, n. 62 del 27 gennaio 1906, pag. 1, A congresso.<br />
601 LF, nn. 60 del 13 gennaio 1906, Pel Congresso Socialista e 62 del 27 gennaio 1906, pag. 1, A congresso.<br />
182
pordenonese Giuseppe Ricchieri. Ricchieri, pur schierandosi fra quelli che r<strong>it</strong>engono la<br />
Triplice Intesa fra Italia, Austria-Ungheria e Germania ormai minata dalla sconf<strong>it</strong>ta della<br />
Russia da parte del Giappone sul Pacifico e dall’emergere della potenza tedesca che<br />
punta ad acquisire uno sbocco sull’Adriatico con le sue mire su Trieste, rifiuta di portare<br />
la tradizionale solidarietà democratica con la Francia fino a giustificarne le mire coloniali<br />
sul Marocco. Al contrario, per Ricchieri sullo scenario marocchino la posizione tedesca si<br />
è dimostrata più equilibrata. 602<br />
La scadenza congressuale è l’occasione per un impegnativo intervento di<br />
Giuseppe Ellero, che parte dall’esperienza della cresc<strong>it</strong>a del movimento socialista nel<br />
pordenonese, pubblicato con rilievo sulla prima pagina de Il Lavoratore Friulano. In<br />
esso l’esponente pordenonese affronta il dibatt<strong>it</strong>o congressuale affermando la prior<strong>it</strong>à<br />
dell’impegno pragmatico rispetto alla discussione teorica e pol<strong>it</strong>ica. Il t<strong>it</strong>olo stesso, come<br />
più avanti ha occasione di far notare Ellero, rappresenta la progressione<br />
dall’organizzazione economico-sindacale alla costruzione di una coscienza pol<strong>it</strong>ica, fino<br />
all’impegno ed al risultato elettorale: egli la rivendica come elemento per far crescere con<br />
la necessaria gradual<strong>it</strong>à la capac<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica delle masse proletarie.<br />
L’organizzazione sindacale è il primo elemento fondante della pratica socialista.<br />
Questa valutazione - che nasce da un impegno concreto ed in piena cresc<strong>it</strong>a,<br />
testimoniato dall’attenzione continua per l’organizzazione delle leghe negli stabilimenti<br />
tessili e fra gli operai edili pordenonesi - parte dall’esigenza di alfabetizzare le masse,<br />
facendole uscire dalla condizione di ignoranza e di sudd<strong>it</strong>anza in cui le hanno costrette<br />
secoli di oppressione. Gli effetti dell’organizzazione sindacale sono evidenti, sub<strong>it</strong>o<br />
spendibili da parte dei lavoratori, ed i risultati enormemente più grandi di quelli ottenuti<br />
mediante la propaganda volta ad organizzare i lavoratori nel part<strong>it</strong>o. La pratica dei<br />
socialisti si basa su un economicismo gradualista: vanno risolti i problemi concreti se si<br />
vogliono far emergere le masse sfruttate dall’oscurantismo in cui sono state gettate da<br />
tempo immemore. E’ con l’esempio che nasce da lotte volte ad ottenere risultati<br />
praticabili che si può costruire progressivamente la forza del movimento.<br />
Ellero delinea una visione dello sviluppo del movimento socialista di tipo<br />
nettamente illuministico. Dall’impostazione iniziale - economicistica - dell’organizzazione<br />
operaia, sortisce un elevamento fino al risultato della coscienza socialista per il tram<strong>it</strong>e<br />
della Lega di resistenza, vista come scuola della solidarietà di classe e conseguentemente<br />
come scuola di autogoverno. I risultati concreti sono ormai di fronte agli occhi di tutti,<br />
come dimostra l’organizzazione sindacale pordenonese: Pordenone lavoratrice contava, or<br />
son pochi anni, la massa operaia che sembrava la più retriva e refrattaria al soffio fecondo<br />
del movimento proletario; eppure in poco spazio di tempo, quasi per incanto, in segu<strong>it</strong>o<br />
all’ostinata propaganda sull’organizzazione, sorsero dovunque forti leghe operaie sebbene il<br />
circolo socialista, esistente più di nome che di fatto, fosse anemico e mingherlino. Oggi in<br />
paese e dintorni ogni stabilimento ha la sua lega forte di soci e di cap<strong>it</strong>ali; ogni lega è<br />
federata e il movimento va progressivamente sviluppandosi. Dovunque si ebbero grossi<br />
scioperi e in complesso sempre v<strong>it</strong>toriosi mercè la solidarietà compatta dei lavoratori. Le<br />
tess<strong>it</strong>rici di Rorai, vere eroine della resistenza, durarono nello sciopero 45 giorni; e 4<br />
giornate durò il memorabile sciopero generale che l’on. Cabrini chiamò uno dei migliori<br />
d’Italia. Da ultimo basti ricordare, che si ebbero in piazza cortei di 5 o 6 mila operai e sono<br />
sufficienti 24 ore per disporre quei tradizionali cortei di migliaia di lavoratori e lavoratrici; e<br />
si deduca, se si può, che il nostro sistema non ha fruttato alla causa del movimento e alla<br />
coscienza della classe lavoratrice.<br />
Secondo un percorso naturale, dall’organizzazione sindacale si giunge a quella<br />
pol<strong>it</strong>ica; dal part<strong>it</strong>o infine al voto, con risultati elettorali che sottolineano il rafforzamento<br />
della sinistra nel capoluogo del Friuli occidentale. Nella logica gradualistica di Ellero la<br />
lega sindacale è il momento di educazione pol<strong>it</strong>ica dei lavoratori, che passano<br />
rapidamente, inavvert<strong>it</strong>amente dal legame economico alla coscienza socialista. E’ il<br />
movimento economico che quasi naturalmente cost<strong>it</strong>uisce l’elemento fondante del<br />
movimento pol<strong>it</strong>ico, in una concezione in cui a questo viene delegata la funzione della<br />
propaganda ideologica e dell’organizzazione elettorale ed ist<strong>it</strong>uzionale. Va semmai<br />
rilevato come manchi nell’argomentazione di Ellero ogni riferimento alla cooperazione,<br />
l’altro elemento fondante dell’azione socialista: si tratta di una assenza importante, cui<br />
602 LF, n. 61 del 20 gennaio 1906, Al circolo socialista, e n. 62 del 27 gennaio 1906, Il Grande Comizio “pro<br />
Russia” e seguenti; G, n. 82 di lunedì 22 gennaio 1906, pagg. 1 e 2, Domenica rossa e A Pordenone: cfr. il<br />
resoconto del comizio in appendice.<br />
Un Rango (o Ranga? si trovano ambedue le versioni) interviene al congresso di Bologna del Psi nel 1904,<br />
parlando per la componente rivoluzionaria, ed intervenendo anche a nome dei socialisti meridionali. Cfr.<br />
PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 15 e 17.<br />
Il Paese, n. 51 di mercoledì 28 febbraio 1906, pag. 1, La parte dell’Italia nella questione del Marocco.<br />
Articolo riprodotto dal Tempo del nostro conc<strong>it</strong>tadino Ricchieri. Cfr. il testo in appendice.<br />
183
per altro farà da contrappunto la relazione di Guido Rosso proprio sulle tematiche della<br />
mutual<strong>it</strong>à al congresso di Tolmezzo. E’ attraverso questa pratica che a Pordenone si è<br />
passati da una condizione di arretratezza pol<strong>it</strong>ica estrema ad una ampia organizzazione<br />
di classe nel giro di pochi anni. Attraverso la propaganda parte del patrimonio pol<strong>it</strong>ico<br />
creato nelle leghe è stato cap<strong>it</strong>alizzato dal circolo del part<strong>it</strong>o, prima quasi inesistente, e si<br />
è potuta dare la scalata alla Società Operaia ed alle ist<strong>it</strong>uzioni pol<strong>it</strong>iche.<br />
Rimane arretrata la s<strong>it</strong>uazione delle campagne, dove i socialisti iniziano ad<br />
impegnarsi, per rompere l’accerchiamento pol<strong>it</strong>ico della c<strong>it</strong>tà. Questo dato<br />
dell’isolamento pol<strong>it</strong>ico della classe operaia pordenonese viene avvert<strong>it</strong>o anche rispetto<br />
all’azione dei clericali, che non sono riusc<strong>it</strong>i ad insediarsi a Pordenone a causa della<br />
forza organizzata del sindacalismo socialista, ma che controllano il circondario. La<br />
conclusione dell’articolo si traduce in un’orgogliosa rivendicazione dei risultati<br />
dell’organizzazione pordenonese, che ha puntato più sul lavoro concreto fra i nuclei di<br />
classe operaia locale che alle discussioni di tipo teorico. La strategia coerentemente<br />
riformista che appare dall’articolo di Ellero non viene esplic<strong>it</strong>ata in termini di polemica<br />
con i sindacalisti rivoluzionari, ma sembra quasi emergere come una rivendicazione di<br />
tipo localistico, in cui l’elemento di successo è stato il grande pragmatismo e l’attivismo<br />
dei socialisti pordenonesi. Non viene invece tradotto in una esplic<strong>it</strong>a analisi<br />
socioeconomica quello che nelle parole di Ellero appare solo come il risultato della prassi<br />
pol<strong>it</strong>ica: il successo dei socialisti a Pordenone è il frutto della presenza dell’unico<br />
consistente nucleo di classe operaia industriale moderna del Friuli, cui i socialisti hanno<br />
saputo dare gambe e voce. Ha quindi gioco facile Ellero a sostenere che non è la<br />
propaganda anticlericale ed antimil<strong>it</strong>arista (gli elementi più esteriormente aggressivi della<br />
propaganda socialista) a difettare nel Psi di Pordenone, ma al contrario è la forza<br />
dell’organizzazione operaia e socialista a renderli elementi acquis<strong>it</strong>i. 603<br />
Possiamo invece sostenere che la debolezza del part<strong>it</strong>o nel resto della provincia<br />
deriva proprio dal suo operare in quella realtà contadina arretrata che cost<strong>it</strong>uisce la<br />
zavorra della sinistra pordenonese: se si escludono la Carnia e la zona industriale di<br />
Pordenone, la caratterizzazione propagandistica del part<strong>it</strong>o nel resto della provincia è<br />
funzione dipendente della sua difficoltà di insediamento, del suo legame con ambienti<br />
operai lim<strong>it</strong>ati (come i ferrovieri di Udine) e non inser<strong>it</strong>i nel mercato nazionale. D’altro<br />
canto la s<strong>it</strong>uazione decentrata di Pordenone impedisce a quella realtà di eserc<strong>it</strong>are un<br />
suo ruolo egemone a livello provinciale, e la fa probabilmente apparire come estranea e<br />
diversa rispetto al resto del part<strong>it</strong>o friulano. Se dobbiamo prestare il nostro omaggio a<br />
Sigmund Freud ed a Carlo Ginzburg 604 , il nostro occhio non può che correre ai piccoli<br />
caratteri in fondo alla terza pagina dello stesso numero: Pordenone - Le due colonne sono<br />
diventate tre, e non corrispondete né per gli abbonamenti, né per la sottoscrizione. Come<br />
non cogliere in questa breve acida battuta, probabilmente giustificata sul piano<br />
meramente materiale, l’irr<strong>it</strong>azione del redattore per quella che viene percep<strong>it</strong>a come<br />
l’arrogante supponenza di questi compagni che hanno anche il tempo per pontificare,<br />
senza impegnarsi nelle tante quotidiane incombenze della gestione del part<strong>it</strong>o<br />
provinciale? Sicuramente certi toni dimostrano come pesino ancora le polemiche che nel<br />
1902-1903 avevano diviso la neocost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a federazione socialista friulana. 605<br />
603 LF, n. 61 del 20 gennaio 1906, pagg. 1 e 2, Prima del Congresso. Lega, coscienza socialista, voto, articolo<br />
firmato da Giuseppe Ellero. Cfr. il testo in appendice.<br />
604 GINZBURG, Carlo, Spie, radici di un paradigma indiziario, in: M<strong>it</strong>i emblemi spie. Morfologia e storia, Torino,<br />
Einaudi, 1986, pagg. 158-209.<br />
605 LF, n. 61 del 20 gennaio 1906, pag. 3, PICCOLA POSTA.<br />
Nella relazione finanziaria su Il Lavoratore Friulano al congresso provinciale socialista di Tolmezzo, Miani non<br />
specifica la suddivisione terr<strong>it</strong>oriale delle vend<strong>it</strong>e e degli abbonamenti, se non per il fatto che la maggioranza<br />
degli abbonamenti è realizzata fra gli emigranti all’estero. Dà invece i dati sulla sottoscrizione permanente (che<br />
confermano quanto emerge settimana per settimana nella pubblicazione nominativa delle singole<br />
sottoscrizioni): su lire 2285.55, 921.15 vengono dagli emigranti, 842.10 da Udine, 210 dalla Carnia, 155.20 da<br />
San Daniele e 130.10 dal resto della provincia. E’ evidente che la gestione del settimanale (che per altro è in<br />
notevole attivo: L. 1311.88 su 5361.67 di entrate) grava soprattutto sui montanari emigranti e sulla sezione<br />
udinese, che si era caricata dall’inizio dell’onere di ed<strong>it</strong>ore del settimanale. Per inciso, i dati presentati da Miani<br />
relativamente al ricavato da vend<strong>it</strong>e ed abbonamenti portano a calcolare la diffusione media de Il Lavoratore<br />
Friulano in mille copie circa settimanali. Cfr.: LF, n. 63 del 3 febbraio 1906, pag. 2, IV Congresso provinciale<br />
socialista. Relazione finanziaria.<br />
D’altra parte lo scarso sostegno dei socialisti pordenonesi al settimanale socialista friulano era una questione<br />
che si trascinava fin dalle origini: già nel dicembre del 1904 troviamo un duro rimbrotto dell’amministrazione<br />
del giornale: R. - Pordenone. - Malgrado il fermo proponimento di tenere in lim<strong>it</strong>i ristretti le<br />
corrispondenze, abbiamo voluto accontentarvi pubblicando quasi integralmente la vostra. Però, siccome<br />
lo spazio mancava, abbiamo dovuto invadere la quarta pagina pagando un compenso addizionale.<br />
Speriamo che vorrete bene aprire fra compagni una colletta per indennizzare il giornale ed anche per<br />
mettere Pordenone, per quanto riguarda la sottoscrizione, alla pari col resto della Provincia. Cfr. LF, n. 5<br />
184
Il congresso di Tolmezzo si svolge in un clima di tensione da parte delle forze<br />
dell’ordine, che hanno chiesto rinforzi di carabinieri: il commissario di polizia vieta il<br />
corteo dal ponte sul But, organizzato dai socialisti del Canal di San Pietro e di Ampezzo,<br />
guidati dalla banda di Prato Carnico. Il congresso si svolge nella sala superiore<br />
dell’albergo Roma, arredata con un r<strong>it</strong>ratto di Marx circondato da drappi rossi ed<br />
affiancato dalla bandiera del Circolo Socialista di Udine. sono presenti le sezioni del Psi<br />
di Udine, San Daniele, Prato Carnico, Ampezzo, Dogna, Raccolana, Paluzza e Tolmezzo e<br />
le seguenti organizzazioni economiche: Camera del Lavoro, Cooperativa ferroviaria e<br />
leghe dei Muratori, Metallurgici, Spazzini e Fornai di Udine. Più tardi giungerà l’adesione<br />
di Feletto Umberto. Sono assenti alcune realtà che avevano precedentemente comunicato<br />
la loro adesione al congresso: Villasantina, Lauco e Artegna. Complessivamente sono<br />
trecento le persone partecipanti. La presenza delle organizzazioni sindacali e cooperative<br />
cost<strong>it</strong>uisce una nov<strong>it</strong>à rispetto ai precedenti congressi, cui erano presenti solo sezioni del<br />
part<strong>it</strong>o. Al contrario, le sezioni presenti - pur in un periodo che indubbiamente vede a<br />
casa la manodopera immigrata - sono calate in modo significativo, dalle quindici presenti<br />
al terzo congresso alle dieci del quarto: vengono a mancare quasi completamente le<br />
sezioni presenti nell’area centrale e nella pianura friulana (Maiano, Goricizza, Pasiano,<br />
Palmanova, Mortegliano, Basaldella). Dalla Destra Tagliamento sono presenti due<br />
sezioni: Pordenone, rappresentata da Luigi Scottà 606 , e Pinzano, dal dott. Plinio Longo, ed<br />
ha inviato la sua adesione quella di Barcis. Viene notata la presenza fra i principali<br />
esponenti socialisti dell’avv. Rosso, che annuncia di rappresentare nove leghe di resistenza<br />
di Pordenone con oltre 1500 iscr<strong>it</strong>ti (applausi, Viva Pordenone). La realtà socialista di<br />
Pordenone si conferma come un punto di forza a livello provinciale.<br />
L’analisi della compagine congressuale rivela come - ad un rafforzamento della<br />
presenza sindacale a Udine ed a Pordenone ed al consolidamento dell’organizzazione fra i<br />
lavoratori emigranti carnici - corrisponda l’indebolimento drammatico del socialismo in<br />
tutti gli altri centri della provincia, sintomo di una incapac<strong>it</strong>à di radicarsi al di fuori dei<br />
ristretti poli industriali e fra le masse contadine. Non possiamo che ricollegare questo<br />
indebolimento del Psi friulano alla valutazione articolata della s<strong>it</strong>uazione pol<strong>it</strong>ica nella<br />
provincia, posta ad introduzione della convocazione congressuale. Da una parte si<br />
sottolinea il pos<strong>it</strong>ivo risultato ottenuto in Carnia. Ma dall’altra si rileva come la scesa in<br />
campo dei clericali nel blocco di destra abbia rafforzato le posizioni avversarie: La<br />
borghesia gretta e reazionaria di fronte alla buona primavera, al promettente risveglio di<br />
energie che anima tutto il nostro movimento si è rifugiata sotto le ali dei preti della<br />
superstizione cattolica, e sta spiando pavidamente. 607<br />
del 24 dicembre 1904, PICCOLA POSTA. La quarta pagina era di sol<strong>it</strong>o riservata alle inserzioni pubblic<strong>it</strong>arie:<br />
l’occuparla in tutto od in parte con le corrispondenze significava un indubbio calo delle entrate del giornale.<br />
L’annotazione R. all’inizio del trafiletto ci può indurre a pensare che il corrispondente de Il Lavoratore Friulano<br />
dell’epoca da Pordenone continui ad essere, come in passato, Gino Rosso. Viceversa, siamo indotti ad<br />
identificare con il fratello Guido (quando non ne è esplic<strong>it</strong>ato il nome) il Rosso sempre più presente nelle<br />
iniziative dell’epoca. Ciò per vari motivi: la contemporanea presenza di Guido Rosso come avvocato di imputati<br />
socialisti in processi, l’indicazione esplic<strong>it</strong>a di Guido come oratore nei principali comizi pubblici socialisti e<br />
come propagandista in altri centri a nome della federazione provinciale e, a contrario, la mancanza di ogni<br />
indicazione esplic<strong>it</strong>a relativa a Gino nelle iniziative pubbliche. La “divisione dei ruoli” fra i due fratelli sembra<br />
caratterizzarli per tutta l’epoca prefascista, l’uno (Guido) per il ruolo di leader pubblico del part<strong>it</strong>o a Pordenone<br />
fino a diventarne sindaco e l’altro (Gino) per un ruolo più organizzativo, che lo porterà comunque ad un<br />
incarico importante nell’amministrazione eletta nel 1920.<br />
In maggio, proprio a fianco del lungo ed entusiastico resoconto della manifestazione del Primo Maggio a<br />
Pordenone, possiamo leggere una nota compilata quasi con dispetto. PORDENONE - R. S. - S. VITO AL TAG. -<br />
G. - Per voi saremo costretti ad aprire una rubrica per gli sfruttatori del giornale: cfr. LF, n. 25 del 13<br />
maggio 1905, PICCOLA POSTA. Le sigle ci fanno pensare al fatto che i corrispondenti da Pordenone siano<br />
Rosso e Scottà; al contrario non abbiamo indicazioni per San V<strong>it</strong>o al Tagliamento, centro nel quale<br />
evidentemente il giornale è diffuso, ma dal quale non giungono corrispondenze.<br />
606 Il trentenne Luigi Scottà morirà prematuramente pochi mesi dopo, consumato da una lunga malattia. Nel<br />
corso del funerale il dirigente socialista viene ricordato dal sindaco Galeazzi, dal presidente della Società<br />
Operaia Francesco Asquini (presso il quale egli lavorava come agente) e da Giuseppe Ellero per il Circolo<br />
Socialista. La folta partecipazione di gente e di associazioni operaie (fra cui sono presenti gli esponenti del<br />
socialismo e della democrazia pordenonese) all’imponente corteo funebre testimonia del ruolo assunto da<br />
questo dirigente socialista di origine operaia, che per la stima acquis<strong>it</strong>a aveva guidato tante manifestazioni.<br />
Luigi Scottà viene seppell<strong>it</strong>o a Portogruaro, suo paese d’origine. Cfr.: P, n. 208 di sabato 1 settembre 1906, pag.<br />
3, PER LUIGI SCOTTA’, che riproduce il discorso di Giuseppe Ellero e LF, n. 94 dell’8 settembre 1906,<br />
Funebri.<br />
607 LF, n. 62 del 2 gennaio 1906, pag. 1, A CONGRESSO. Ma la crisi non si spiega solo sul piano locale: si tratta<br />
di una più generale s<strong>it</strong>uazione di crisi del part<strong>it</strong>o socialista, a causa delle contraddizioni esplose per la pol<strong>it</strong>ica<br />
di collaborazione parlamentare con Giol<strong>it</strong>ti, con la conseguente frattura sul piano interno fra i riformisti (che<br />
controllano il gruppo parlamentare) ed i sindacalisti rivoluzionari che mobil<strong>it</strong>ano le masse di fronte ai continui<br />
eccidi perpetrati dalla forza pubblica. Un anno dopo Michels noterà come perfino il gruppo parlamentare<br />
185
Presiede l’avv. Driussi di Udine 608 , che ricorda come la Carnia nel passato abbia<br />
dato schiere di miseri emigranti ded<strong>it</strong>i al crumiraggio, protagonisti di tutti i processi<br />
davanti alle Corti di Assise, mentre ora invece si è vista una vera rivoluzione in Carnia;<br />
tutti i lavoratori sono organizzati fortemente, tutti educati, tutti evoluti. Ma il socialismo<br />
friulano ha occasione di riscontrare la sua marginal<strong>it</strong>à nel panorama nazionale anche in<br />
questa occasione. L’on. Rondani non è presente, in quanto occupato in un congresso nel<br />
suo collegio, la c<strong>it</strong>tadina novarese di Cossato. Il pinzanese Plinio Longo polemizza sub<strong>it</strong>o<br />
con l’assenza di rappresentanti della direzione del part<strong>it</strong>o al congresso, e propone un<br />
ordine del giorno, approvato, che la biasimi. Il presidente del congresso concorda con la<br />
protesta di Longo, ed afferma: Noi del Friuli siamo considerati troppo poco dalla direzione<br />
centrale del part<strong>it</strong>o, per esempio al Primo Maggio non ci fu mai possibile avere un oratore.<br />
Il fatto che l’oratore designato sia il Rondani ci suggerisce quali possano essere le<br />
modal<strong>it</strong>à di rapporto fra le realtà locali e la direzione del part<strong>it</strong>o. Dino Rondani è uno dei<br />
quadri del Psi impegnati nel lavoro di promozione del part<strong>it</strong>o nelle realtà più deboli,<br />
all’interno di una prassi che chiede ai deputati (senza grandi successi) di rendersi<br />
disponibili almeno una volta al mese per la “domenica di propaganda”. Lo stesso<br />
Rondani era stato uno dei primi due “propagandisti ufficiali” assunti dal Psi nel 1902, ed<br />
è autore di un Piccolo manuale dell’oratore socialista ad uso degli operai e contadini. I<br />
lim<strong>it</strong>i all’attiv<strong>it</strong>à dei parlamentari come propagandisti sono dimostrati dal fatto che in<br />
questa occasione Rondani viene trattenuto da un tipo di scadenza ordinaria per un<br />
deputato, che non è necessariamente di tipo clientelare - come la giudicheremmo oggi<br />
con valenza sicuramente negativa - quanto di organizzazione e propaganda socialista in<br />
una realtà importante per il part<strong>it</strong>o, come sono quelle che garantiscono l’elezione di un<br />
deputato socialista: impegno giudicato sicuramente prior<strong>it</strong>ario rispetto allo sviluppo del<br />
part<strong>it</strong>o nelle zone non consolidate. Non abbiamo invece tracce che possano testimoniare<br />
di un possibile rapporto fra Rondani e la realtà friulana legato ad un’altra comunanza di<br />
interessi: la somiglianza fra l’organizzazione sindacale socialista nel centro cotoniero di<br />
Pordenone e quella nel centro laniero di Biella, confinante con Cossato e pure sede<br />
d’elezione di un importante dirigente sindacale socialista come Rinaldo Rigola. 609<br />
D’altra parte il rapporto con Rondani, mediato da Giovanni Cosattini 610 , passa<br />
attraverso la relazione fra il Segretariato dell’Emigrazione di Udine e l’analoga struttura<br />
dell’Uman<strong>it</strong>aria di Milano. Si tratta quindi di un rapporto privilegiato, l’unico<br />
probabilmente, fra la struttura che nazionalmente cura per il part<strong>it</strong>o le problematiche dei<br />
lavoratori migranti, e la realtà friulana che emerge nel settore sia per la rilevanza<br />
oggettiva del fenomeno che per il lavoro organizzativo del Segretariato. Non è un caso che<br />
Cosattini entri nella Direzione del Psi a partire proprio dal congresso del 1906, come<br />
rappresentante del Segretariato dell’Emigrazione di Udine, quindi nella quota<br />
dell’organismo socialista dedicata ai rappresentanti delle organizzazioni economiche<br />
(sindacali e cooperative). 611<br />
Che il clima pol<strong>it</strong>ico del congresso sia diverso da quello dei precedenti è rivelato<br />
immediatamente dalla questione procedurale con cui si introduce il dibatt<strong>it</strong>o. Che i<br />
socialisti pordenonesi abbiano un loro indubbio ruolo è dimostrato dal fatto che sia<br />
proprio Rosso a provocarla con successo rispetto a Libero Grassi. Si tratta di un deciso<br />
tentativo dell’ala riformista per bloccare la discussione pol<strong>it</strong>ica in quella sede, riducendo<br />
lo spazio di manovra della componente avversaria: ROSSO. Propone l’inversione<br />
dell’ordine del giorno nel senso che si discuta sub<strong>it</strong>o dell’indirizzo pol<strong>it</strong>ico del Lavoratore e<br />
si ascolti la lettura della relazione finanziaria del giornale. GRASSI osserva che l’ordine del<br />
giorno fu mandato per tempo a tutte le sezioni quindi si doveva avanzare a tempo tale<br />
proposta. ROSSO. Insiste: il Congresso è sovrano. Di che cosa ha bisogno il nostro Friuli? Di<br />
organizzazione economica, pol<strong>it</strong>ica, e di propaganda. Se andiamo nel campo delle tendenze,<br />
fra due ore saremo al medesimo punto, e perciò prima si faccia la relazione morale e<br />
socialista a Montec<strong>it</strong>orio è quasi sciolto. La sua attiv<strong>it</strong>à è ancora minore del suo, più esiguo, numero. Cfr.:<br />
MICHELS, Roberto, Proletariato e borghesia, c<strong>it</strong>., pag. 94.<br />
608 Emilio Driussi, avvocato, autore di un comizio sul divorzio ad Ovaro nel 1902, cfr. RENZULLI, Aldo Gabriele,<br />
c<strong>it</strong>., pag. 268. Driussi sarà l’unico eletto socialista al Consiglio Comunale di Udine nel 1908, ma si dimetterà<br />
per far subentrare Giovanni Cosattini, cfr. ALATRI, Paolo, c<strong>it</strong>., pag. 58.<br />
609 RIDOLFI, Maurizio, c<strong>it</strong>., pagg. 184-5 e 190.<br />
610 LF, n. 63 del 3 febbraio 1906, pag. 1, IV Congresso provinciale socialista.<br />
611 RIDOLFI, Maurizio, c<strong>it</strong>., pagg. 172-173.<br />
Cosattini sarà componente della direzione del Psi fino al successivo congresso di Firenze del 1908; solo nel<br />
1910, al congresso di Milano, entrerà in direzione un altro friulano, l’avv. Riccardo Spinotti di Tolmezzo,<br />
presidente delle Cooperative Carniche, che vi rimarrà fino al congresso di Reggio Emilia del 1912. Non ci<br />
saranno mai altri friulani nelle direzioni del Psi prefascista: dopo la fine della prima guerra mondiale<br />
entreranno invece alcuni componenti dei nuovi terr<strong>it</strong>ori giuliani, sia di lingua <strong>it</strong>aliana che slovena.<br />
186
finanziaria del Lavoratore e poi si discuta sull’andamento o meglio sull’indirizzo pol<strong>it</strong>ico del<br />
giornale. L’assemblea approva la proposta Rosso. 612<br />
Il fatto che si decida di aprire la discussione con la relazione su Il Lavoratore<br />
Friulano dà la dimensione di quale importanza fosse riposta nella produzione di un<br />
organo di informazione e di propaganda settimanale del socialismo friulano. Il Lavoratore<br />
Friulano è inoltre in quella fase solo uno - anche se il principale - degli strumenti di<br />
comunicazione dei socialisti friulani. I socialisti veneti dispongono da pochi mesi di un<br />
loro organo di stampa regionale, Il Giornaletto di Venezia. Al congresso provinciale<br />
socialista di Tolmezzo è presente in sua rappresentanza Francesco Ciccotti 613 , cui - al<br />
momento dell’arrivo nell’intervallo per il pranzo - viene ceduta la presidenza della seduta<br />
pomeridiana del congresso. Il Giornaletto esce come quotidiano del part<strong>it</strong>o, ed il<br />
congresso ne discute le modal<strong>it</strong>à di diffusione ed appoggio da parte delle realtà friulane.<br />
Sul piano più generale, si può dare all’azione concreta uno spazio predominante nel<br />
dibatt<strong>it</strong>o congressuale, lasciando a tale discussione la seduta antimeridiana e<br />
posticipando al pomeriggio il resto del dibatt<strong>it</strong>o. Dal punto di vista simbolico, inoltre, non<br />
è privo di interesse notare come con l’inversione dell’ordine del giorno la relazione di<br />
Grassi sull’organizzazione sia stata posticipata, mentre il congresso si apre con la<br />
relazione pol<strong>it</strong>ica su Il Lavoratore Friulano svolta da Cosattini. Non è possibile non<br />
rilevare l’accorto gioco di squadra fra Rosso e Cosattini per controllare la regia<br />
congressuale.<br />
Secondo Cosattini il settimanale ha superato il primo anno di v<strong>it</strong>a, pur essendo<br />
fatto in condizioni avventurose, con grande sacrificio dell’amministratore volontario<br />
Miani (tipografo), del gerente Mattiussi e del gruppo redazionale che deve continuamente<br />
lim<strong>it</strong>are le corrispondenze prolisse e spesso piene di giudizi avventati che fanno rischiare<br />
continue denunce per diffamazione. Si è dovuto cambiare tipografia (il tipografo<br />
precedente eserc<strong>it</strong>ava una propria pesante censura) ed ora si ne ha una propria, ove si<br />
possono stampare opuscoli ed altre pubblicazioni. Il giornale non ha ecceduto nella<br />
fraseologia rivoluzionaria, ha fatto propaganda un<strong>it</strong>aria ed ha puntato soprattutto<br />
sull’anticlericalismo e l’antimil<strong>it</strong>arismo. Forse ciò non basta, ma è la realtà che non offre<br />
di più: oltre ad Udine, Pordenone con le sue nove leghe e la Carnia fortemente<br />
organizzata non c’è altro in Friuli. Nella sua relazione Cosattini dà alcuni dati sulla<br />
struttura compos<strong>it</strong>iva del settimanale: in un anno di attiv<strong>it</strong>à 165 colonne sono state<br />
impiegate per le cronache provenienti dalla provincia e 135 per la cronaca c<strong>it</strong>tadina da<br />
Udine; 46 colonne sono state dedicate al cinema - dimostrando una notevole attenzione<br />
per questa nuova forma di arte e comunicazione di massa - e 37 per la rubrica dedicata<br />
agli emigranti; 146 colonne sono state dedicate alla propaganda generica, che è dovuta<br />
essere contenuta per lo sviluppo della cronaca provinciale, cresciuta dalle originali due a<br />
cinque colonne, e vettore di una notevole diffusione de Il Lavoratore Friulano. (...) le lotte<br />
sviluppate dal giornale ebbero il loro culmine nella propaganda anticlericale e antireligiosa<br />
ed in quella antimil<strong>it</strong>arista, che sono dirette ad attaccare le radici del male, i più validi<br />
puntelli di questa società basata sull’ingiustizia e sul privilegio.<br />
Dopo Cosattini, avviene un episodio significativo: Pascoli, redattore de Il Paese,<br />
chiede al congresso se può farne la cronaca, visto che la stampa è stata esclusa. Uno dei<br />
congressisti nota che il quotidiano è il continuatore de Il Friuli di Mercatali, il quale<br />
sempre appoggiò i movimenti del proletariato. Il congresso concede quindi unanimemente<br />
a Pascoli di fare la cronaca dello stesso.<br />
Nel dibatt<strong>it</strong>o interviene Rosso, che raccomanda che il giornale sviluppi in special<br />
modo la propaganda economica iniziando vere indagini sulle tariffe, sugli orari, sui<br />
regolamenti delle fabbriche, i quali ultimi rappresentano delle vere leggi con sanzioni<br />
pun<strong>it</strong>ive emanate senza controllo dal cap<strong>it</strong>ale. In questo modo il giornale riuscirà a<br />
612 LF, n. 63 del 3 febbraio 1906, pag. 1, IV Congresso provinciale socialista. L’ordine del giorno del congresso<br />
è riportato nel numero 62 del 27 gennaio 1906: 1. Apertura del congresso (ore 10), 2. Nomina della<br />
presidenza, 3. Organizzazione pol<strong>it</strong>ica, 4. Tattica elettorale, 5. Relazione del “Lavoratore”, 6. Propaganda<br />
orale e scr<strong>it</strong>ta, 7. Organizzazione economica e Cooperazione, 8. Elezioni delle cariche, 9. Sede del<br />
prossimo congresso.<br />
613 Francesco Ciccotti Scozzese è un importante organizzatore del Psi prefascista. Avvocato, è attivo come<br />
redattore e direttore di periodici locali del socialismo e dell’Avanti!, come dirigente di strutture organizzative del<br />
part<strong>it</strong>o e del sindacato, organizzatore di lotte contadine, passando infaticabile dalla natia Basilicata a Napoli, da<br />
Bari all’Umbria, da Roma a Cesena. Riformista, passato fra i rivoluzionari fra il 1910 e la guerra mondiale,<br />
deputato nel 1919, esce infine dal part<strong>it</strong>o su posizioni ultrariformiste nel 1921. Nel 1903, dopo aver diretto la<br />
Camera del Lavoro di Livorno, si trasferisce a Trieste per assumere la direzione del Lavoratore, appannaggio -<br />
come nota Giuseppe Piemontese - quasi sempre di compagni “regnicoli”. Nel 1906 è a Venezia come direttore de<br />
Il Giornaletto: in quel periodo aderisce alla tendenza integralista e per essa relaziona sul problema della stampa<br />
socialista al Congresso di Roma di quell’anno. Cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., secondo<br />
volume, pagg. 38-43; MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., primo volume, pag. 257.<br />
187
sostenere l’azione delle leghe. E’ interessante notare fra gli altri l’intervento del delegato di<br />
Pinzano Plinio Longo, il quale invece vorrebbe che la propaganda socialista fosse sviluppata<br />
senza attaccare le credenze religiose. Si tratta di un intervento indubbiamente in<br />
controtendenza rispetto alla relazione di Cosattini ed alla linea segu<strong>it</strong>a dal settimanale,<br />
indice però di un atteggiamento isolato nel part<strong>it</strong>o sulla questione religiosa, che Longo<br />
manterrà anche negli anni successivi senza grossi riconoscimenti.<br />
Il dibatt<strong>it</strong>o si conclude con la proposta giunta sempre da Rosso e fatta propria dal<br />
congresso, di approvare la relazione morale e finanziaria con un voto di plauso. Il<br />
rappresentante pordenonese ha con tutta evidenza gest<strong>it</strong>o la regia della discussione<br />
antimeridiana, segno di un’autorevolezza ormai riconosciuta. In realtà, rispetto ai<br />
congressi precedenti, appare predominante la presenza della coppia cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da<br />
Giovanni Cosattini e Guido Rosso, un<strong>it</strong>i dalla comune connotazione professionale ma<br />
anche dall’essere espressione di un lavoro organizzato rivolto agli emigranti ed agli operai<br />
industriali della provincia. E’ attraverso queste due figure che nel congresso hanno<br />
espressione i settori più avanzati, professionalmente e pol<strong>it</strong>icamente, del movimento<br />
operaio friulano.<br />
Nella seduta pomeridiana si discute in forma unificata dell’organizzazione pol<strong>it</strong>ica<br />
e della tattica elettorale, sulla base di una relazione di Grassi. Si tratta della parte della<br />
discussione più legata al percorso congressuale che vede impegnati i socialisti sia sul<br />
piano del part<strong>it</strong>o che del sindacato in quei mesi, e non a caso tale discussione occupa<br />
tutta la seduta pomeridiana e costringe i congressisti (od almeno una parte di essi) ad<br />
una imprevista seduta serale: infatti alle 17.30 su proposta di Rosso, appoggiata da<br />
Cosattini, si decide di procedere oltre. 614<br />
Il compagno GRASSI fa la sua relazione, rilevando lo scarso movimento di<br />
organizzazione socialista esistente in provincia, il quale non ha trovato buon terreno che a<br />
Pordenone ed in Carnia, là per l’ampio sviluppo della v<strong>it</strong>a industriale, qui per le correnti di<br />
nuove idee che gli emigranti portano dalle loro peregrinazioni dolorose in stati più civili.<br />
Dimostra che il movimento economico non può non integrarsi con l’azione pol<strong>it</strong>ica, la quale<br />
deve svolgersi nella lotta contro la classe borghese; lotta antimonarchica, antimil<strong>it</strong>arista,<br />
anticlericale, da ciò necess<strong>it</strong>à di una propaganda unica scindente la responsabil<strong>it</strong>à del<br />
part<strong>it</strong>o da quella di qualsiasi allettamento della classe dominante. Presenta un ordine del<br />
giorno inteso ad affermare la necess<strong>it</strong>à dell’azione economica sul terreno pol<strong>it</strong>ico. Grassi si<br />
schiera in modo preciso nel dibatt<strong>it</strong>o che porterà nei mesi successivi al congresso<br />
cost<strong>it</strong>utivo della Confederazione Generale del Lavoro ed al nono congresso nazionale<br />
socialista a Roma. La posizione sindacalista, che risulterà in minoranza sia nella Cgl che<br />
nel Psi, punta a caratterizzare l’organizzazione economica in senso di classe, contro la<br />
linea riformista (mutuata dagli intransigenti guidati da Ferri, che manterranno il<br />
controllo del part<strong>it</strong>o avvicinandosi ai riformisti) che viene sub<strong>it</strong>o dopo espressa da Rosso:<br />
ROSSO afferma che le Leghe operaie e di resistenza non possono essere assorb<strong>it</strong>e dal part<strong>it</strong>o<br />
socialista. Esse dovranno fare della pol<strong>it</strong>ica, ma il Congresso non può loro imporre l’adesione<br />
al part<strong>it</strong>o socialista. Presenta analogo ordine del giorno. 615<br />
Nel lungo dibatt<strong>it</strong>o si registrano interventi schierati sul fronte sindacalista:<br />
PUNTIL e LEITA di Prato Carnico parlano sostenendo il carattere socialista del movimento<br />
economico e la tattica intransigente nell’azione amministrativa e pol<strong>it</strong>ica, ed altri di tono<br />
opposto, come quello del rappresentante della Camera del Lavoro di Udine: SAVIO non<br />
crede che le organizzazioni possano assumere carattere di part<strong>it</strong>o, ma pensa che<br />
l’intransigenza per il part<strong>it</strong>o socialista sia ormai una necess<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>a.<br />
Sulla questione della tattica elettorale però gli schieramenti sono sfasati, e<br />
Cosattini e Rosso più che alla posizione riformista aderiscono a quella degli intransigenti<br />
di Ferri, in linea di massima schierati per la presentazione autonoma di liste socialiste,<br />
ma aperti a tollerare posizioni diversificate a seconda delle opportun<strong>it</strong>à locali. COSATTINI<br />
crede che i rappresentanti dei comuni della Carnia in cui fu segu<strong>it</strong>a tattica transigente<br />
debbano giustificare avanti al congresso le ragioni delle deliberazioni prese. PICCOTTI di<br />
Villa S. espone le disagiate condizioni della v<strong>it</strong>a locale nei piccoli paesi e la necess<strong>it</strong>à di<br />
difendersi contro il clericalismo, questo è il motivo per cui si accettò l’alleanza. BURBA di<br />
Ampezzo sostiene la necess<strong>it</strong>à di lasciare liberi i compagni di ciascun centro sulla scelta<br />
614 LF, n. 63 del 3 febbraio 1906, pag. 2, IV Congresso provinciale socialista. Organizzazione pol<strong>it</strong>ica e<br />
tattica elettorale; Si continua, ove viene riportata una esplic<strong>it</strong>a e tendenziosa dichiarazione di fastidio per la<br />
discussione pol<strong>it</strong>ica generale: ROSSO e COSATTINI deplorano che con una discussione soverchiamente<br />
lunga si sia esaur<strong>it</strong>o un tempo prezioso alla trattazione di altri temi v<strong>it</strong>ali. La pol<strong>it</strong>ica è certamente<br />
necessaria ma l’organizzazione economica deve essere la base di tutto. In realtà questa dichiarazione<br />
apparentemente a carattere pragmatico, strettamente collegata con la proposta di Rosso di invertire l’ordine del<br />
giorno della mattinata, nasconde un orientamento pol<strong>it</strong>ico assai preciso, come emergerà dall’impostazione della<br />
successiva relazione di Rosso sull’organizzazione economica e dalla polemica nei suoi confronti da parte di<br />
Grassi.<br />
615 TREVISANI, Giulio, c<strong>it</strong>., pagg. 80-85. PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., volume secondo, pagg. 40-84.<br />
188
della tattica da seguirsi nelle singole lotte elettorali. ROSSO si dichiara convinto<br />
intransigente, ma afferma che per le lotte amministrative l’autonomia delle sezioni è il<br />
migliore sistema da seguirsi. Una deliberazione coerc<strong>it</strong>iva sarebbe destinata a venire<br />
calpestata.<br />
Il dibatt<strong>it</strong>o si indirizza comunque verso una conclusione un<strong>it</strong>aria, in modo<br />
coerente con l’azione mediatrice eserc<strong>it</strong>ata dalla componente integralista a livello<br />
nazionale, attraverso l’ambigu<strong>it</strong>à sul piano ideologico e tattico. Una posizione intermedia<br />
- quella integralista - che avrà la funzione di favorire il passaggio del part<strong>it</strong>o all’egemonia<br />
riformista, durata senza contestazioni fino ai tempi della guerra di Libia. DRIUSSI<br />
constata la divisione delle opinioni del congresso, applausi si ebbero da una parte e<br />
dall’altra. Il problema è arduo. Il voto deve rappresentare l’indirizzo futuro e dare una norma<br />
comune per l’un<strong>it</strong>à dell’azione integrale del part<strong>it</strong>o. CICCOTTI svolge il doppio concetto<br />
dell’intransigenza elettorale e dell’integrazione dell’azione delle organizzazioni economiche<br />
con le final<strong>it</strong>à del part<strong>it</strong>o socialista. Si viene alla votazione la quale è divisa in tre parti.<br />
L’ordine del giorno sull’indirizzo delle organizzazioni di mestiere è il seguente: “I socialisti<br />
esplicheranno una propaganda intesa a rendere le organizzazioni economiche consapevoli<br />
dei loro fini esplicatamente socialisti”. E’ approvato all’unanim<strong>it</strong>à. Si pone ai voti<br />
l’autonomia elettorale tanto pol<strong>it</strong>ica che amministrativa. E’ respinta a grande maggioranza.<br />
Si approva pure a grande maggioranza la tattica intransigente nelle elezioni pol<strong>it</strong>iche, e con<br />
lieve superior<strong>it</strong>à di voti quella delle elezioni amministrative. Nel voto sull’intransigenza,<br />
quella generale viene respinta con 21 contrari, tre favorevoli e due astenuti; quella per le<br />
elezioni pol<strong>it</strong>iche è approvata con 22 favorevoli e 4 astenuti; sulle elezioni amministrative<br />
l’autonomia è approvata con 9 voti favorevoli e 5 astenuti (ma in quest’ultima votazione<br />
si esprimono solo i rappresentanti delle leghe).<br />
La conclusione appare singolarmente chiara a propos<strong>it</strong>o della tattica elettorale,<br />
con la prevalenza della posizione intransigente, per altro negata a livello nazionale solo<br />
dalla componente riformista estrema, collocata alla destra del part<strong>it</strong>o. Tale posizione non<br />
confligge con l’opzione di parte dei centristi intransigenti di lasciar aperto uno spiraglio<br />
alle collaborazioni in sede locale, che per altro è bocciata dal congresso di Tolmezzo.<br />
Invece sul piano della linea da seguirsi nell’organizzazione economica, emerge una<br />
posizione conciliatoria che - nel suo esprimersi unanime - mal concilia le opposte<br />
pol<strong>it</strong>iche sindacalista e riformista, volta l’una a realizzare una pol<strong>it</strong>ica rivoluzionaria<br />
attraverso l’organizzazione sindacale e l’uso dello sciopero generale, mentre l’altra<br />
rivendica l’autonomia del sindacato in modo da sottrarlo ad ogni spinta non puramente<br />
economicistica. Da questo punto di vista la mozione approvata rappresenta a tutti gli<br />
effetti una non scelta, sintomo evidente della stessa debolezza della sinistra socialista in<br />
Friuli.<br />
Dopo una pausa, la seduta riprende per discutere della Federazione socialista.<br />
Cosattini propone a dirigerla un com<strong>it</strong>ato di sette membri coll’incarico di prepararne lo<br />
statuto. Il com<strong>it</strong>ato è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dall’avv. Riccardo Spinotti 616 (delegato di Tolmezzo), da<br />
G.B. Burba (delegato di Ampezzo), da Giuseppe Ellero e Vincenzo Degan di Pordenone,<br />
da Alberto Tondolo, Alfonso Benedetti (delegato di Udine) e da Emilio Driussi di Udine.<br />
Savio, appoggiato da Rosso, propone all’assemblea, che approva, di interpellare le sezioni<br />
sull’opportun<strong>it</strong>à di cost<strong>it</strong>uire una Federazione Socialista Provinciale: si decide di dare<br />
mandato al Com<strong>it</strong>ato federale di studiare le soluzioni opportune. Rosso, dopo la<br />
delibera di cost<strong>it</strong>uzione della Fps e l’elezione del com<strong>it</strong>ato, relaziona su quali ne saranno<br />
le funzioni. Divide il Friuli in tre zone distinte e cioè: Industriale, Agricolo, Emigratore.<br />
Perciò r<strong>it</strong>iene efficace lo scambio degli oratori e la propaganda scr<strong>it</strong>ta, quindi la Federazione<br />
616 Il futuro sindaco socialista di Tolmezzo viene così descr<strong>it</strong>to in occasione della sua candidatura al parlamento<br />
nel 1909, nella quale solo per pochi voti non diverrà il primo parlamentare socialista friulano: Il nome di<br />
Riccardo Spinotti sarà per sempre legato alla Cooperativa Carnica: egli ne fu l’ispiratore e l’organizzatore<br />
tenace, alla sua attiv<strong>it</strong>à intelligente, disinteressata ed a coloro che egli seppe susc<strong>it</strong>are l’entusiasmo per<br />
ogni opera buona ed utile al proletariato, si deve, se la Carnia si trova oggi all’avanguardia del<br />
movimento cooperativistico <strong>it</strong>aliano. Cfr. LF, n. 227 del 20 febbraio 1909, pag. 2, Collegio di Tolmezzo, Il<br />
nostro candidato. Riccardo Spinotti consegu<strong>it</strong>a la laurea di dottore in legge, si stabilì a Tolmezzo, sua<br />
patria di elezioni, eserc<strong>it</strong>ando l’avvocatura e guadagnando ben presto la stima della popolazione carnica.<br />
(...) Lo vedemmo attivissimo Presidente della locale Società Operaia ed ora lo è dell’Osp<strong>it</strong>ale. Fece parte<br />
di diverse commissioni comunali e per incarico del municipio di Tolmezzo studiò il problema della<br />
fondazione di una scuola Tecnica estendendone una pregiata relazione. Cfr. : LF, n. 232 del 13 marzo<br />
1909, pag. 2, Il nostro candidato. In questo articolo, dopo aver ricordato il ruolo di Spinotti come presidente<br />
delle Cooperative Carniche di Consumo e di quelle di Cred<strong>it</strong>o, si nota anche come Spinotti abbia pagato dei<br />
prezzi personali per la sua dedizione alla causa dei lavoratori: Egli non es<strong>it</strong>ò a perder il favore e la clientela<br />
dei commercianti, fedele ai suoi principi uman<strong>it</strong>ari, svolse quella parte di programma che nella nostra<br />
regione è possibile oggi attuare nell’interesse di tutti i c<strong>it</strong>tadini, ma in ispecie della povera gente.<br />
Riccardo Spinotti fu anche componente della direzione nazionale del Psi a partire dal congresso di<br />
Milano del 1910: cfr. LF, n. 330 del 28 gennaio 1911, pag. 1, Le tessere d’iscrizione pel 1911 e RIDOLFI,<br />
Maurizio, c<strong>it</strong>., pag. 172, che afferma di non aver trovato riscontri documentari solo in due casi di componenti<br />
della direzione del Psi dal 1900 al 1912, uno dei quali è purtroppo proprio Spinotti.<br />
189
deve fare larga dispensa di opuscoli. Conclude dimostrando la necess<strong>it</strong>à che la Federazione<br />
abbia un segretario propagandista e direttore dei vari periodici. Cosattini interviene<br />
sollevando la questione finanziaria: gli iscr<strong>it</strong>ti sono 700 e potrebbero versare circa 400<br />
lire, mentre per stipendi, viaggi ed altre spese occorrono £. 2400. Ciccotti invece r<strong>it</strong>iene<br />
che, con 100 lire confer<strong>it</strong>e da Il Lavoratore Friulano e 60 dal Giornaletto, sarebbe possibile<br />
sostenere un propagandista: si demanda al Com<strong>it</strong>ato Federale la questione.<br />
Il Com<strong>it</strong>ato si riunirà nelle settimane successive, nominando segretario Benedetti<br />
ed incaricando Ellero di compilare lo statuto della federazione, dedicando particolare<br />
attenzione ai seguenti aspetti: formazione delle sezioni e rapporti fra esse, ordinamento<br />
dei corrispondenti; propaganda orale e scr<strong>it</strong>ta; referendum; giornale; assistenza alle<br />
iniziative locali. 617<br />
Si passa quindi a discutere di organizzazioni di resistenza, di mutuo soccorso e<br />
delle cooperative, con una relazione affidata a Guido Rosso. Secondo Il Lavoratore<br />
Friulano ROSSO fa una elaboratissima relazione. Riguardo alle Società di Mutuo soccorso ne<br />
accenna l’importanza. Dimostra come i socialisti debbano togliere dalle S.O. le funzioni<br />
speculative, eliminare quanti non appartengono alla classe operaia perché impari da sè ad<br />
amministrarsi, togliere i soci onorari, farle entrare nei confl<strong>it</strong>ti fra cap<strong>it</strong>ale e lavoro allo<br />
scopo di sostenere col cred<strong>it</strong>o gli operai in lotta. Sulle società di resistenza dimostra come<br />
esse sorgano e come debbano essere guidate sia di fronte all’industrialismo ed<br />
all’agricoltura. Dimostra infine le funzioni utilissime spiegate dalle cooperative di classe, in<br />
quanto possono sviluppare ampiamente la istruzione professionale e la propaganda socialista<br />
e cost<strong>it</strong>uire dei fondi di guerra nelle lotte di resistenza. Hanno poi una grande funzione<br />
educativa ai fini del nostro part<strong>it</strong>o.<br />
Secondo Il Paese Rosso parla delle Società Operaie di M.S. Non le vorrebbe<br />
abbandonate a sé stesse ma crede necessario che i socialisti le conquistino per evolverle. I<br />
cap<strong>it</strong>ali che tali Società dispongono, potrebbero evolversi verso la cooperazione, e crede<br />
dovere dei socialisti spingere l’iscrizione alle mutue, perché in esse vi sono elementi non<br />
operai che bisognerebbe cedessero il posto. L’oratore viene poi a parlare della resistenza. Fa<br />
la monografia delle organizzazioni di Pordenone, nella quale vi sono ben nove leghe ed anche<br />
le donne sono organizzate. Ricorda che il proletariato agricolo è abbandonato a sé stesso e<br />
crede dovere dei socialisti di ricordarsi anche di questi lavoratori cercando di organizzarli.<br />
Passando a parlare della Cooperazione, Rosso divide il movimento cooperativistico in due<br />
specie: semplice e di resistenza. Il primo è comune a tutto il mondo civile e cioè: magazzeno<br />
distributore dei generi a minimo prezzo, l’altro è quello fatto da una categoria di lavoratori i<br />
quali in caso di sciopero provvedono, mediante risparmi, a distribuire gratis i generi<br />
alimentari perché la conquista sia fatta. L’oratore insiste su questo metodo di cooperazione<br />
perché il più rivoluzionario.<br />
Una concezione della cooperazione e della mutual<strong>it</strong>à strettamente legata alla<br />
costruzione dell’organizzazione sindacale, sua espressione ed elemento di sostegno. I<br />
socialisti devono entrare in tali strutture, conquistarle e volgerle ad un utilizzo<br />
rigidamente strumentale allo sviluppo della lotta di classe: ma, nonostante la forte<br />
determinazione della linea esposta ed il legame con la moderna esperienza sindacale<br />
pordenonese, la visione di Rosso, almeno relativamente alle Società Operaie, viene messa<br />
in discussione immediatamente da Grassi: GRASSI r<strong>it</strong>iene le S.O. foglie sec(che) del grande<br />
albero della organizzazione e pensa che il part<strong>it</strong>o non debba occuparsene.<br />
Questi ist<strong>it</strong>uti sono i più antichi sorti a favore della classe operaia, con una<br />
continu<strong>it</strong>à quasi ininterrotta - se si eccettuano i provvedimenti della rivoluzione francese<br />
e di Napoleone 618 - che giunge dalle confratern<strong>it</strong>e di mestiere del Medioevo, ma sono<br />
anche quelli che di più in passato hanno sofferto di un vizio di origine, il legame con la<br />
concezione paternalistica dei liberali che le hanno promosse prevalentemente,<br />
soprattutto in Friuli. E’ comprensibile che l’impegno socialista in tali ist<strong>it</strong>uzioni sollevi le<br />
osservazioni polemiche di chi si confronta con le prospettive del sindacalismo<br />
rivoluzionario; in qualsiasi caso è incontestabile che proprio le società operaie di mutuo<br />
soccorso ed istruzione siano terreno di propaganda e di penetrazione del movimento<br />
socialista, che nel primo decennio del Novecento soppianta spesso gli originari dirigenti<br />
liberali. I socialisti in realtà, ha notato il Tess<strong>it</strong>ori, non riusciranno poi ad applicare le<br />
deliberazioni del congresso di Tolmezzo, anche quando conquisteranno la gestione delle<br />
società operaie, come nel caso di quella di Udine nel 1907: essi, forse per il moderatismo<br />
che li ispira in Friuli, si lim<strong>it</strong>eranno a svilupparne l’attiv<strong>it</strong>à, soprattutto nel campo<br />
dell’istruzione popolare e della cooperazione, conquistando per altro l’egemonia nelle<br />
617 LF, n. 66 del 24 febbraio 1906, Federazione Socialista Provinciale.<br />
618 In campo giuslavoristico indubbiamente borghesi, dallo scioglimento delle confratern<strong>it</strong>e fino all’ist<strong>it</strong>uzione<br />
del libretto di lavoro per meglio controllare gli operai e mettere sotto controllo la manodopera <strong>it</strong>inerante del<br />
compagnonnage.<br />
190
società operaie di estrazione laica, sanc<strong>it</strong>a al congresso provinciale di queste che si terrà<br />
a Sacile nel novembre 1909. 619<br />
Il dibatt<strong>it</strong>o si orienta poi più specificamente alla cooperazione, ponendo il<br />
problema della promozione e del coordinamento del movimento, arrivando alla<br />
cost<strong>it</strong>uzione di una federazione provinciale. BENEDETTI PIETRO accenna alla necess<strong>it</strong>à di<br />
sviluppare ampiamente la cooperazione in special modo in Carnia. Il fornire mediante<br />
cooperative grano sano, a buon mercato, deve essere il primo problema da affrontarsi dal<br />
part<strong>it</strong>o socialista. Dimostra la necess<strong>it</strong>à della ist<strong>it</strong>uzione di una federazione provinciale di<br />
cooperative, che sarà di grande util<strong>it</strong>à per la diffusione di questi ist<strong>it</strong>uti, e di vantaggio negli<br />
acquisti. GRASSI ricorda l’opera veramente meravigliosa della Cooperativa ferroviaria di<br />
Udine ed è certo che essa prenderà volentieri l’iniziativa per il magazzino federale accennato<br />
dal Benedetti. 620 COSATTINI ricorda il voto del recente congresso degli emigranti di<br />
Spilimbergo che raccomandava vivamente la cooperazione come unica organizzazione<br />
possibile nei paesi di emigrazione. Il grande cap<strong>it</strong>ale importato dagli emigranti in questi<br />
ist<strong>it</strong>uti troverà un impiego utilissimo. Accenna come funzione della federazione delle Coop.<br />
agli ispettorati di contabil<strong>it</strong>à che tendono ad eliminare la prima rovina di tali aziende: il<br />
disordine amministrativo (e chiede che Rosso spenda alcune parole anche per le<br />
cooperative di lavoro). ROSSO accetta le raccomandazioni di Benedetti e di Cosattini;<br />
insiste sulla necess<strong>it</strong>à per il nostro part<strong>it</strong>o di occuparsi delle S.O. Il congresso approva<br />
l’ordine del giorno nei sensi della relazione Rosso.<br />
Il congresso si conclude infine proclamando Il Lavoratore Friulano organo della<br />
federazione socialista friulana e designando Pordenone a sede del prossimo congresso.<br />
Gli applausi per queste ultime decisioni cost<strong>it</strong>uiscono il viatico per un gruppo dirigente<br />
provinciale ormai ben delineato, in cui r<strong>it</strong>roviamo inser<strong>it</strong>i a pieno t<strong>it</strong>olo i principali<br />
dirigenti socialisti del capoluogo del Friuli occidentale. 621<br />
619 TESSITORI, Tiziano, Le società operaie di mutuo soccorso nella storia pol<strong>it</strong>ica del Friuli, in: SOCIETA’<br />
OPERAIA DI M.S. ED ISTRUZIONE DI CIVIDALE DEL FRIULI, Cenni Storici nel Centenario di Fondazione<br />
1870-1970, Cividale, 1970, pagg. 13-20.<br />
620 La Cooperativa ferroviaria è l’unica società cooperativa presente al quarto congresso provinciale socialista. A<br />
rappresentarla in qual<strong>it</strong>à di delegato è proprio lo stesso Libero Grassi. Non è un caso che proprio la realtà dei<br />
ferrovieri si affermi per prima nel movimento cooperativo. Ciò per un motivo molto semplice: in mancanza di<br />
moderni impianti industriali (come i cotonifici pordenonesi) o di una massa di emigranti organizzati<br />
pol<strong>it</strong>icamente dalle socialdemocrazie austriaca e germanica, i ferrovieri sono il nucleo di classe operaia più<br />
compatto, sindacalmente e tecnicamente avanzato. Sono le stesse caratteristiche strutturali della loro attiv<strong>it</strong>à a<br />
porli all’avanguardia del proletariato industriale, di cui cost<strong>it</strong>uiscono - in realtà segnate dalla prevalenza di<br />
attiv<strong>it</strong>à artigianali e di manifattura tradizionale, come fornaci e filande - il principale segmento concentrato in<br />
grandi impianti strutturati secondo moderne tecnologie.<br />
In una realtà vicina ed analoga a quella friulana, come quella della Slovenia asburgica, i ferrovieri cost<strong>it</strong>uiscono<br />
la quasi total<strong>it</strong>à del corpo organizzato della sezione jugoslava del Part<strong>it</strong>o Operaio Socialista Austriaco, sia a<br />
Trieste che a Lubiana, come ha avuto occasione di rilevare Marina Cattaruzza nella sua ultima opera. Cfr.:<br />
CATTARUZZA, Marina, Socialismo adriatico, c<strong>it</strong>..<br />
La composizione di classe della realtà udinese è indirettamente esemplificata dalle professioni indicate per i<br />
candidati della lista sostenuta dai socialisti per l’elezione del consiglio della Società Operaia. Su venti candidati<br />
cinque provengono da settori industriali moderni, ma mentre tre sono operai dell’industria metallurgica<br />
(ferriera), gli altri due sono espressione di attiv<strong>it</strong>à infrastrutturali e non propriamente di produzione: un<br />
ferroviere ed un operaio del gas. Gli altri rappresentano un universo di attiv<strong>it</strong>à artigianali e commerciali:<br />
rigatore, calzolaio (tre), tipografo, tappezziere, orefice, impiegato, possidente, falegname, libraio, scultore,<br />
fotografo, sarto, avvocato. La presenza diretta di ferrovieri è ridotta solo ad un loro esponente: ma il dato<br />
quant<strong>it</strong>ativo va corretto considerando come la loro esperienza, soprattutto in campo cooperativo venga<br />
fortemente enfatizzata come modello di riferimento per le iniziative socialiste e sia continuamente richiamata<br />
fin dai primi anni dell’attiv<strong>it</strong>à socialista in Friuli. Cfr.: LF, n. 76 del 5 maggio 1906, Cronaca c<strong>it</strong>tadina. Società<br />
operaia. Elezioni. Sull’attenzione prestata dalla stampa socialista friulana alle vicende degli operai ferroviari,<br />
fin dalle sue origini, cfr. per esempio L’Avvenire, n. 5 del 22 luglio 1893, pag. 3, Adunanza dei ferrovieri, a<br />
propos<strong>it</strong>o delle vicende degli Ist<strong>it</strong>uti di Previdenza della categoria (è indicato fra l’altro come consulente legale<br />
del Fascio ferroviario l’avv. Giuseppe Girardini); cfr. inoltre L’Operaio, n. 6 del 19/20 settembre 1896, La<br />
Cooperativa Ferrovieri - Una crisi in vista?<br />
Solo poche notizie sulla storia della più antica cooperativa di consumo udinese sono contenute in: VIRGINIO,<br />
Sergio, La coperative. Storia della Cooperativa dei Ferrovieri di Udine a 50 anni dalla fondazione, Udine, Kappa<br />
Vu, 1995, pagg. 14 e 21. Ricorda Virginio che, secondo alcuni testi della Collana del Lavoro in Italia, nel<br />
1890 sarebbe nata la “Cooperativa di Consumo fra agenti e impiegati ferroviari”. Dalle testimonianze di<br />
alcuni anziani pensionati ferrovieri sembra che questa esperienza duri solo per qualche anno per essere<br />
ripresa a partire dal 1905 (con la denominazione di Cooperativa di Consumo dei Ferrovieri dello Stato). Ma<br />
con l’avvento del fascismo nel 1922, la cooperativa venne sciolta e con la distruzione della sede non<br />
rimase alcuna traccia di quella esperienza. Solo nel 1945, dopo la Liberazione, nascerà la nuova cooperativa,<br />
con lo stesso nome del 1905, conflu<strong>it</strong>a nel 1992 nella Coop Consumatori del Friuli-Venezia Giulia.<br />
Dopo le polemiche rilevate dalla stampa socialista nell’ultimo decennio dell’Ottocento a propos<strong>it</strong>o dell’egemonia<br />
radicale sulla prima Cooperativa fra ferrovieri, la ricost<strong>it</strong>uzione nel 1905 avverrebbe quindi sotto l’egida<br />
socialista e sarebbe sanc<strong>it</strong>a dal rilievo dato proprio nel congresso di Tolmezzo.<br />
621 LF, n. 63 del 3 febbraio 1906, pagg. 1 e 2, IV Congresso provinciale socialista; P, nn.25 di lunedì 29<br />
gennaio 1906, pagg. 1 e 2, Il IV Congresso Provinciale Socialista a Tolmezzo, 26 di martedì 30 gennaio<br />
1906, pag. 2, stesso t<strong>it</strong>olo e 27 di mercoledì 31 gennaio 1906, pag. 3, stesso t<strong>it</strong>olo. La cronaca del quotidiano<br />
191
Oltre alla contemporanea redazione di due resoconti di parte socialista, sul<br />
settimanale del part<strong>it</strong>o e sul quotidiano radicale udinese (mentre stranamente non<br />
abbiamo un resoconto del quotidiano socialista regionale, nonostante la presenza del suo<br />
direttore a Tolmezzo), un terzo resoconto viene redatto da un ex compagno per il<br />
quotidiano moderato Giornale di Udine grazie ad informazioni confidenziali di qualcuno<br />
dei presenti, com’egli stesso ammette implic<strong>it</strong>amente con la sicumera dell’ottuso<br />
reazionario di recente conversione. Io non vi posso dare una relazione dettagliata della<br />
discussione per due motivi: uno principale, che non ho elementi sufficienti, uno<br />
subordinato, che se gli elementi li avessi non ne valerebbe la pena di riferire: notevole<br />
esempio di chiusura mentale oltre che di disinformazione, di cui si stenterebbe a credere<br />
che possa essere stato collocato con grande rilievo in prima pagina, se non fosse che<br />
questo è probabilmente sempre lo stile con cui si cerca di esorcizzare ogni movimento<br />
che rappresenti un’alternativa allo stato di cose esistente con i suoi privilegi.<br />
Interessanti sono alcune annotazioni, come lo schieramento ferriano di alcuni dei<br />
dirigenti, come Ciccotti e Grassi, e la posizione di Rosso defin<strong>it</strong>o quasi ferriano, mentre<br />
altri, non esplic<strong>it</strong>ati, sono defin<strong>it</strong>i turatiani. E soprattutto anche in questo caso si<br />
sottolinea il ruolo centrale avuto da Guido Rosso in questo congresso dove, terminata la<br />
prevalente discussione sulla questione dell’intransigenza elettorale e fattosi imminente il<br />
momento della partenza, l’avv. Guido Rosso giustamente osservò che il Congresso<br />
chiudendosi allora nulla aveva conchiuso e che i principali temi da sottoporsi all’assemblea<br />
erano stati trascurati. Difatti non s’era fatto altro che discutere di transigenza e<br />
d’intransigenza, ma il principale scopo del Congresso, quello di allacciare le varie sezioni<br />
socialiste del Friuli in una Federazione provinciale, non era neanche stato posto in campo.<br />
Replicò Driussi cercando di confutare l’avv. Rosso, ma però non convinse l’assemblea,<br />
tantoché inv<strong>it</strong>ati i partecipanti a votare se si dovesse sciogliere il Congresso o continuarlo<br />
nella sera la maggioranza accolse il propos<strong>it</strong>o di continuare i lavori.<br />
Pure, dopo aver defin<strong>it</strong>o il congresso apatico, noioso e poco riusc<strong>it</strong>o<br />
numericamente solo grazie ai numerosi intervenuti da Rigolato, Prato Carnico e Paluzza;<br />
si conclude che si è risolto in una pura accademia dialettica fra Cicotti e Rosso.<br />
L’entusiasmo delle 100 cravatte rosse non era consigliato e provocato dalle deliberazioni o<br />
dagli argomenti, ma dalle frasi. Ciò fu implic<strong>it</strong>amente rilevato dall’avv. Driussi, il quale<br />
osservò che tutti due gli oratori in contradd<strong>it</strong>torio erano stati applaud<strong>it</strong>i dal pubblico con<br />
egual calore.<br />
Alla redazione del quotidiano più reazionario del Friuli importa soprattutto che i<br />
socialisti abbiano deciso per la presentazione autonoma nelle elezioni carniche,<br />
anteprima della divisione dei blocchi popolari e della sconf<strong>it</strong>ta della sinistra nella sua<br />
roccaforte: non coglie invece né il significato della presenza di un centinaio di attivisti<br />
socialisti che stanno ancora discutendo appassionatamente di organizzazione sindacale e<br />
cooperativistica nelle tenebre ormai calate di una gelida notte d’inverno, né sul<br />
significato della presenza di quel giovane avvocato che ha portato in fondo ad una valle<br />
alpina la voce di migliaia di operai ed operaie della pianura finalmente ribelli alla loro<br />
condizione sociale. 622<br />
4.2.12 - Dalle Società Operaie alle Cooperative.<br />
Il dibatt<strong>it</strong>o introdotto da Rosso sulle società operaie di mutuo soccorso ed<br />
istruzione e sulla cooperazione è una questione tutt’altro che teorica. Ne è una<br />
testimonianza l’attenzione continua alle vicende di molte società operaie in tutto il<br />
terr<strong>it</strong>orio provinciale nelle pagine de Il Lavoratore Friulano.<br />
La storia delle Società Operaie nasce contemporaneamente all’unificazione del<br />
Friuli con lo stato nazionale <strong>it</strong>aliano. Fra le iniziative promosse dal Sella, nella sua<br />
funzione di commissario del governo nella nuova provincia friulana figura<br />
l’inaugurazione, il 9 settembre 1866, della Società Operaia di mutuo soccorso e<br />
d’istruzione per i figli degli operai di Udine, segu<strong>it</strong>a dalla cost<strong>it</strong>uzione di analoghe<br />
iniziative in altre local<strong>it</strong>à friulane. Le società operaie sono viste dal nuovo regime come<br />
un’iniziativa rivolta al miglioramento della condizione della classe operaia, da coinvolgere<br />
in posizione subalterna nella gestione di attiv<strong>it</strong>à mutualistiche. Tutto ciò in una<br />
prospettiva interclassista: l’egemonia in queste iniziative è strettamente mantenuta nelle<br />
radicale è stata compilata da Pascoli fino alle 17.30; dopo la sua partenza per Udine, la fine della seduta viene<br />
riportata da un amico che si incarica di concludere il resoconto.<br />
622 GU di martedì 30 gennaio 1906, pag. 1, Come si è svolto il IV Congresso socialista friulano a Tolmezzo.<br />
Le ragioni per cui si chiuse la porta alla stampa libera. L’estensore dell’articolo, che sigla D., è stato in<br />
passato corrispondente del socialista Giornaletto: cfr. P, n.28 di giovedì 1 febbraio 1906, pag. 1, Tolmezzo. Echi<br />
del Congresso Socialista.<br />
192
mani dei ceti privilegiati, che agiscono con la funzione di benefattori ma anche di<br />
dirigenti. La Società Operaia udinese, per esempio, è un’iniziativa statutariamente votata<br />
alla partecipazione democratica dei lavoratori, ma ben vista dal ceto dirigente liberale,<br />
che vi partecipa con ottanta ricchi borghesi ed aristocratici fra i soci onorari. Significativo<br />
dell’impostazione paternalistica dell’azione di educazione e promozione delle classi<br />
lavoratrici è questo parere della presidenza della Società Operaia del 1877 riportato e<br />
commentato da Stella: “Ci troviamo sempre confortati dall’illuminato consiglio di c<strong>it</strong>tadini<br />
distinti; cui facemmo prudente ricorso nelle più difficili emergenze.” In realtà,<br />
l’atteggiamento moderato e alieno da ogni estremismo fu costante nell’ambiente friulano,<br />
anche più tardi con l’avvento del socialismo. 623<br />
Tre mesi dopo quella udinese, l’8 dicembre 1866 si cost<strong>it</strong>uisce la Società Operaia<br />
di Pordenone, anche in questo caso promossa da Quintino Sella insieme con altri<br />
ventuno soci, fra i quali spiccano molti nomi della ricca borghesia c<strong>it</strong>tadina. 624<br />
Il progetto socialista di riorganizzazione delle società operaie appare in un articolo<br />
sulla prima pagina de Il Lavoratore Friulano nel settembre 1905. L’intervento nelle società<br />
operaie è visto come una necess<strong>it</strong>à tattica, imposta dalla arretratezza della s<strong>it</strong>uazione<br />
sociale friulana. Il mancato sviluppo del proletariato industriale moderno e la<br />
caratteristica ancora prevalentemente artigianale del lavoro operaio impone di passare<br />
attraverso gli strumenti tradizionali di organizzazione della classe, pena uno scollamento<br />
dalla realtà. Non si tratta di rinunciare ai moderni strumenti di organizzazione: il part<strong>it</strong>o,<br />
il sindacato, la cooperazione, ma di far maturare attraverso le società operaie queste<br />
esigenze, utilizzandole come momento di socializzazione e di formazione e<br />
cristallizzazione della coscienza di classe. 625<br />
In particolare, l’azione per la riforma ed il rilancio della funzione delle società<br />
operaie è concentrata nella sezione udinese del part<strong>it</strong>o, che in quella fase si sta ponendo<br />
l’obiettivo di conquistare la direzione di quella Società. Al programma di rinnovamento<br />
della S.O. udinese sono dedicati alcuni particolareggiati articoli, che ci permettono di<br />
comprendere meglio il dibatt<strong>it</strong>o congressuale e di capire come i socialisti friulani<br />
intendano utilizzare questi strumenti tradizionali di organizzazione operaia ai loro fini. 626<br />
La Società Operaia non può sperare di superare la propria crisi (che è di tutta<br />
quell’esperienza, non di una realtà sola) se non supera il proprio lim<strong>it</strong>e originario, quello<br />
cioè che la vincola ad eserc<strong>it</strong>are solo una mutua assistenza fra i lavoratori e non pone il<br />
problema cruciale delle condizioni dello sfruttamento cap<strong>it</strong>alistico. Per aggiornare il ruolo<br />
delle S.O. alle esigenze attuali del movimento operaio i socialisti hanno alcune proposte,<br />
tali da trasformare queste associazioni in un elemento promotore di una nuova forma di<br />
solidarietà sociale, attraverso lo sviluppo di servizi pubblici e soprattutto della<br />
cooperazione. Convive quindi l’ipotesi di creare servizi sociali in forma mutualistica, con<br />
quella - che si sviluppa parallelamente - della promozione di servizi municipalizzati. Non<br />
c’è ancora quella scelta privilegiata verso la proprietà pubblica, espressione di un potere<br />
pol<strong>it</strong>ico conquistato dal part<strong>it</strong>o dei lavoratori, che porta dr<strong>it</strong>ta al modello del Welfare<br />
State di stampo anglosassone. 627<br />
L’ist<strong>it</strong>uzione di una farmacia è la prima delle proposte socialiste per riformare il<br />
ruolo della Società Operaia. Al magro sussidio riservato ai soci contribuenti si vuole<br />
sost<strong>it</strong>uire un moderno servizio pubblico, espressione di una mutual<strong>it</strong>à - diremmo oggi -<br />
allargata, non rivolta cioè ai soli soci, ma alla collettiv<strong>it</strong>à più in generale, come servizio<br />
aperto. Tale proposta, come quella successiva dell’ist<strong>it</strong>uzione di una cooperativa di<br />
consumo, pone il problema della valorizzazione dei cap<strong>it</strong>ali invest<strong>it</strong>i dai soci nella Società<br />
Operaia, attualmente gest<strong>it</strong>i - affermano i socialisti udinesi - con carattere di esagerata e<br />
miope prudenza, senza riuscire a concepire un ruolo imprend<strong>it</strong>oriale che punti a<br />
sviluppare l’offerta di opportun<strong>it</strong>à e servizi rivolti ai lavoratori.<br />
623 STELLA, Aldo, c<strong>it</strong>., pag. 14.<br />
624 ***, Il centenario della Società Operaia, c<strong>it</strong>., pagg. 8 e 13-14.<br />
625 LF, n. 42 del 9 settembre 1905, pagg. 1 e 2, Le Società di M.S. e il movimento operaio. Cfr. il testo in<br />
appendice.<br />
626 LF, n. 72 del 7 aprile 1906, Cronaca c<strong>it</strong>tadina. Alla Società Operaia. Cfr. il testo in appendice.<br />
627 LF, n. 73 del 14 aprile 1906, Cronaca c<strong>it</strong>tadina. Società operaia. Cfr. il testo in appendice.<br />
Secondo Colin Ward, il modello di servizi a gestione mutualistica, promossi dalle organizzazioni del movimento<br />
operaio br<strong>it</strong>annico, esprimeva forme di partecipazione e quindi di qual<strong>it</strong>à dei servizi, più vicini alle esigenze ed<br />
al controllo popolari e superiori a quelli del Welfare pubblico, viziato da burocratismo. Cfr.: WARD, Colin, Una<br />
strada del Welfare che non abbiamo mai intrapreso, in: La c<strong>it</strong>tà dei ricchi e la c<strong>it</strong>tà dei poveri, Roma, e/o, 1998,<br />
pagg. 15-28.<br />
Tale affermazione è difficilmente applicabile alla s<strong>it</strong>uazione <strong>it</strong>aliana, dove la tradizione mutualistica non ha<br />
potuto crescere in modo adeguato, anche a causa della cesura del ventennio fascista e del controllo realizzato<br />
dalla d<strong>it</strong>tatura su ogni forma di aggregazione sociale delle masse lavoratrici.<br />
193
Il programma socialista prevede di superare la mutual<strong>it</strong>à come forma principale<br />
di previdenza, e pone il problema del trasferimento di risorse dai prof<strong>it</strong>ti della borghesia<br />
allo Stato, perché sia eserc<strong>it</strong>ata una previdenza di tipo universalistico. E’ estremamente<br />
significativa l’affermazione che la previdenza non possa essere affidata ad ist<strong>it</strong>uti privati<br />
ed alla volontà del singolo lavoratore: essa segna la parabola del movimento operaio<br />
<strong>it</strong>aliano nel corso di un secolo, dal superamento della mutual<strong>it</strong>à operaia alla conquista<br />
dello Stato Sociale, fino all’arretramento storico degli anni Novanta, con l’emergere di<br />
una previdenza integrativa soggetta alla speculazione finanziaria ed il tentativo<br />
confindustriale di dare la spallata defin<strong>it</strong>iva al sistema di mutual<strong>it</strong>à pubblica. Nel 1906 i<br />
socialisti affermano che il carattere mutualistico delle società operaie è un ostacolo verso<br />
la conquista della previdenza pubblica; oggi al contrario le organizzazioni sindacali e<br />
cooperativistiche sorte dal movimento operaio rivendicano a gran voce il dir<strong>it</strong>to di poter<br />
gestire una fetta della previdenza privatizzata, assumendo un ruolo consociativo e di<br />
condivisione di una operazione speculativa realizzata sulle spalle dei lavoratori.<br />
Parafrasando Hobsbawn, potremmo indicare le date di inizio e di fine del Ventesimo<br />
Secolo con questi punti di riferimento, che segnano l’ascesa ed il punto di crisi epocale<br />
dell’esperienza del movimento operaio organizzato.<br />
La proposta di investire le risorse della S.O. nella promozione della cooperazione<br />
di consumo si inserisce quindi in un più generale progetto di costruzione di una rete fra<br />
le cooperative esistenti, puntando a riunirle in una associazione che le consolidi<br />
fornendo servizi comuni. Ma un ostacolo si eleva di fronte alla realizzazione delle<br />
proposte socialiste, ed è quello dell’egoismo cui si è ispirata finora la gestione della S.O.,<br />
attenta a ricavare la massima rend<strong>it</strong>a finanziaria attraverso l’investimento dei risparmi<br />
nel sistema bancario e nei mutui concessi all’Amministrazione Comunale. Anche in<br />
questo caso si tratta di un problema tutt’altro che datato, e riscontrabile oggi nel sistema<br />
cooperativo nazionale, in cui grandi risorse sono concentrate nelle principali realtà, che<br />
preferiscono utilizzarle come strumento di investimento finanziario, piuttosto che<br />
reinvestirle nell’espansione della cooperazione e più in generale delle realtà della società<br />
civile. Beninteso ci sono lodevoli eccezioni, spesso però subordinate ad una pol<strong>it</strong>ica volta<br />
a massimizzare la ricaduta degli investimenti in termini pubblic<strong>it</strong>ari.<br />
La cooperazione non permette solamente di intervenire sulla pol<strong>it</strong>ica dei prezzi,<br />
valorizzando i salari operai. Essa si propone di realizzare una pol<strong>it</strong>ica di qual<strong>it</strong>à dei<br />
prodotti, a favore dell’alimentazione e della salute dei lavoratori soci: ciò è in<br />
controtendenza con la pol<strong>it</strong>ica cap<strong>it</strong>alistica che tende a creare un “mercato differenziato”<br />
dell’alimentazione, a seconda dei redd<strong>it</strong>i degli acquirenti (vedasi i fenomeni, a noi<br />
contemporanei, degli hard discount a prezzi bassi ma con una garanzia di qual<strong>it</strong>à pure<br />
inferiore, ma anche la distribuzione di beni alimentari con basse garanzie verso i paesi<br />
poveri). 628<br />
L’attiv<strong>it</strong>à della cooperativa fra ferrovieri di Udine in Canal del Ferro a Pontebba,<br />
con uno spaccio a servizio comune dei lavoratori <strong>it</strong>aliani ed austriaci, ci permette di<br />
aprire uno squarcio anche sullo spir<strong>it</strong>o internazionalistico dei socialisti dell’epoca, molto<br />
più direttamente coinvolti di quanto siano i movimenti operai contemporanei, chiusi nel<br />
loro orticello mentre il cap<strong>it</strong>ale finanziario globalizzato spazza il pianeta come un<br />
uragano incontenibile. 629 I pochi metri del torrente Pontebbana fino al 1918 non dividono<br />
solo due isolati di una stessa c<strong>it</strong>tadina, ma cost<strong>it</strong>uiscono il confine fra l’<strong>it</strong>aliana Pontebba<br />
e la tedesca Pontafel: una realtà spazzata via dalla Grande Guerra insieme con il sogno<br />
della inarrestabile e naturale evoluzione del mondo verso l’Internazionale dei lavoratori.<br />
Oggi in quelle valli si parla prevalentemente friulano, ma da Pontafel in su ciò è stato il<br />
risultato della pulizia etnica da parte del Regio Eserc<strong>it</strong>o <strong>it</strong>aliano. 630<br />
In realtà lo sviluppo concreto del movimento cooperativo friulano procede assai a<br />
rilento, con l’eccezione pos<strong>it</strong>iva della Cooperativa Carnica. Ecco come, in occasione delle<br />
Mostre Agricole Riun<strong>it</strong>e di Martignacco, tre anni dopo, viene descr<strong>it</strong>to il debole panorama<br />
della cooperazione provinciale: Cooperazione. E’ riusc<strong>it</strong>o il concorso provinciale della<br />
Cooperazione a Martignacco? Veramente no. Se si esclude la Cooperativa Perfosfati, che è<br />
628 LF, n. 74 del 21 aprile 1906, Cronaca c<strong>it</strong>tadina. Alla Società Operaia. Per una cooperativa e per una<br />
alleanza di cooperative. Cfr. il testo in appendice.<br />
629 Mi riferisco in particolare all’impostazione veramente globale dell’azione della Associazione Internazionale dei<br />
Lavoratori negli anni ‘60 del Diciannovesimo Secolo. L’internazionale operaia cresce anche organizzando in<br />
forma continuativa la raccolta dei mezzi per realizzare il sostegno solidale alle lotte dei confratelli dei paesi<br />
“stranieri”: una impostazione molto più avanzata rispetto alle relazioni internazionali dei movimenti operai<br />
contemporanei. Cfr. DOLLÉANS, Édouard, c<strong>it</strong>., vol. primo.<br />
630 LF, n. 69 del 17 marzo 1906, Pionieri della cooperazione. Cooperativa internazionale. Cfr. il testo in<br />
appendice.<br />
Cfr.: PENNAZZATO Alessandro, c<strong>it</strong>., pagg. 3-59.<br />
194
una società esercente una grande industria, e la Cooperativa di Consumo e Cred<strong>it</strong>o di<br />
Tolmezzo con le sue 10 figliali, la quale oltre a prodursi con il complesso delle sue relazioni,<br />
statuti, movimento, giornale (La Voce della Cooperazione) presenta un sintetico e<br />
dimostrativo grafico, il rimanente è povera cosa. Cooperativa di Consumo di Blessano, 5 o 6<br />
Casse Rurali e qualcos’altro. Se lo sviluppo cooperativistico del Friuli è questo, e<br />
quand’anche fosse del quintuplo maggiore, c’è d’arrossire in confronto delle provincie di<br />
Reggio, Ravenna, Torino ed altre. La colpa è tutta dei lavoratori, che non hanno saputo<br />
ancor comprendere i benefici della cooperazione. La debolezza della cooperazione è un<br />
indice significativo dello scarso radicamento delle ist<strong>it</strong>uzioni operaie in Friuli, mentre<br />
l’apparire di un primo gruppo di Casse rurali testimonia dell’organizzazione clericale che<br />
comincia ad insediarsi fra i contadini piccoli proprietari. 631<br />
L’ultimo articolo di questo ciclo affronta il ruolo delle S.O. richiamandone il<br />
percorso storico e l’evoluzione dal paternalismo borghese originario all’attuale momento<br />
di crisi di ruolo. L’origine delle S.O. viene collocata nella fase preindustriale dello<br />
sviluppo del movimento operaio, quando i lavoratori operavano ancora prevalentemente<br />
in una dimensione artigianale che rendeva impossibile le forme moderne di<br />
organizzazione e di lotta di classe. In realtà questa visione, storicamente per altro<br />
corretta, stride con la s<strong>it</strong>uazione reale dello stesso Psi udinese, che - come abbiamo<br />
appena potuto vedere - si presenta alle elezioni per il rinnovo del consiglio della Società<br />
Operaia c<strong>it</strong>tadina con una lista prevalentemente di lavoratori di attiv<strong>it</strong>à artigianali. 632<br />
In quello stesso numero de Il Lavoratore Friulano viene pubblicato l’appello a<br />
votare per il rinnovo del consiglio della S.O. udinese, presentando un programma che<br />
comprende, oltre all’ist<strong>it</strong>uzione di una farmacia sociale e di una cooperativa di consumo,<br />
l’ist<strong>it</strong>uzione di una Cassa Piccoli prest<strong>it</strong>i onde i molteplici bisogni dei lavoratori siano<br />
alleviati, oltre che dal mutuo aiuto anche dal cred<strong>it</strong>o e di un fascio di tutte le consorelle<br />
c<strong>it</strong>tadine per il conseguimento delle alte final<strong>it</strong>à a cui mira la grande famiglia del lavoro. 633<br />
Due anni dopo Giovanni Cosattini elaborerà una serie di proposte di riforma della<br />
Società Operaia udinese, la cui guida è stata assunta dai socialisti. I precedenti<br />
amministratori intendevano dimezzare il sussidio di infortunio ai soci, sfruttando la<br />
nuova normativa di legge che ha imposto l’obbligo di assicurazione in materia a tutte le<br />
d<strong>it</strong>te del settore industriale. I soci hanno opposto resistenza a tale proposta, disertando<br />
le assemblee, mentre oggi la nuova gestione ha deciso di ridurre in forma più lieve il<br />
sussidio a carico della S.O., ma di utilizzare il risparmio non per accumulare utili, ma<br />
per aumentare il sussidio di malattia, che cost<strong>it</strong>uisce di gran lunga l’oggetto principale<br />
dell’associazione mutualistica. Un successivo obiettivo è quello di perequare le condizioni<br />
delle socie, diminuendo lo scarto fra le loro indenn<strong>it</strong>à e quelle degli uomini. 634<br />
Ma la principale questione da risolvere è quella dell’assicurazione di invalid<strong>it</strong>à e<br />
vecchiaia, che finora la S.O. non è praticamente riusc<strong>it</strong>a a garantire che ad un’infima<br />
minoranza di associati, cioè i fortunati che sono arrivati ad un’età avanzatissima<br />
mantenendo ancora residue capac<strong>it</strong>à lavorative. Per questo si è scelta la via<br />
dell’iscrizione dei soci alla Cassa Nazionale di Previdenza: ma per permetterlo, si è<br />
dovuta aumentare la quota di contribuzione annua da 16 a 21 lire, incontrando delle<br />
opposizioni nel consiglio della S.O., ma assicurando ai soci un’offerta di servizi finora<br />
impensabile. Questa nuova offerta assistenziale dovrebbe far affluire, grazie ad<br />
un’intensa campagna pubblic<strong>it</strong>aria, almeno quattro-cinquemila nuovi soci nella S.O., che<br />
così rafforzata dovrebbe pensare a costruire una Casa del Popolo, in cui osp<strong>it</strong>are tutte le<br />
organizzazioni economiche e pol<strong>it</strong>iche (ma in tal caso non si pensa al solo Psi, ma anche<br />
al circolo cost<strong>it</strong>uzionale, cioè ai moderati). 635<br />
Indubbiamente, come ha rilevato Tess<strong>it</strong>ori, la gestione socialista è molto ridotta in<br />
un amb<strong>it</strong>o riformistico ed anche interclassista, perdendo o comunque sfumando tutta<br />
quella serie di tematiche cooperativistiche e di sostegno al movimento sindacale che<br />
erano state la bandiera della riflessione di pochissimi anni prima. Ma, nel rilevare questo<br />
dato, dobbiamo anche prendere atto dell’urgenza e della drammatic<strong>it</strong>à di assicurare a<br />
migliaia di operai una serie di dir<strong>it</strong>ti esistenziali primari, dall’assicurazione di malattia a<br />
631 LF, n. 258 dell’11 settembre 1909, pag. 2, MARTIGNACCO.<br />
632 LF, n. 76 del 5 maggio 1906, Le attuali funzioni di una Società Operaia, articolo firmato effe. Cfr. il testo<br />
in appendice.<br />
633 LF, n. 76 del 5 maggio 1906, Cronaca c<strong>it</strong>tadina. Società Operaia. Elezioni.<br />
634 Sull’assicurazione antinfortunistica ed i suoi lim<strong>it</strong>i, soprattutto a causa della speculazione delle società di<br />
assicurazione soprattutto nei confronti delle piccole aziende, causa della mancata assicurazione di molti operai,<br />
cfr.: PICOTTI, Guido, Le condizioni dell’industria nella provincia di Udine. Note sull’emigrazione e sulla<br />
legislazione del lavoro. Estratto dal Bollettino dell’ispettorato dell’Industria e del Lavoro, Roma, Officina<br />
Poligrafica Italiana, 1914, pagg. 55-59.<br />
635 LF, n. 197 del 25 luglio 1908, pag. 4, Cronaca c<strong>it</strong>tadina. Nuovi orizzonti allaSoc. Operaia. Cfr. il testo in<br />
appendice.<br />
195
quella d’infortunio, dalla pensione di invalid<strong>it</strong>à a quella di vecchiaia, riuscendo nel<br />
contempo ad affrontare i gravosi oneri economici collegati all’esercizio di tali dir<strong>it</strong>ti. E’<br />
comprensibile lo spostamento dell’accento dell’iniziativa socialista in materia, e sarebbe<br />
velle<strong>it</strong>ario pensare ad una gestione che non volesse farsi carico di queste incombenze,<br />
affrontando il salto nel buio della costruzione di un movimento cooperativistico e<br />
sindacale senza avere assicurato un dir<strong>it</strong>to al futuro alla propria base sociale.<br />
A differenza dell’impegno dei socialisti udinesi, ma anche di altri centri<br />
importanti, come quello di Sacile nel Friuli occidentale, dove la direzione della S.O.<br />
ricade in quegli anni sulle spalle del socialista avvocato Enrico Fornasotto, non ne<br />
riscontriamo uno analogo dei socialisti pordenonesi relativamente alla loro S.O. Dopo<br />
l’attiv<strong>it</strong>à dei primi anni di Gino Rosso e Scottà non troviamo più notizie rilevanti sulla<br />
presenza socialista nella Società Agenti (nei cui organismi continueremo per altro a<br />
trovare Gino Rosso).<br />
Per quanto riguarda la Società Operaia, invece, dopo le gestioni condivise con i<br />
radicali sotto la presidenza di Francesco Asquini (1903-1906) e di Enea Ellero (1907), per<br />
un anno la direzione viene eserc<strong>it</strong>ata in qual<strong>it</strong>à di vicepresidente vicario dal socialista<br />
Vincenzo Degan; ma dall’anno dopo la presidenza sarà assunta da Antonio Brusadini,<br />
direttore del settimanale moderato Il Tagliamento 636 , che la manterrà fino al 1927,<br />
subendo - proprio a causa della mancata iscrizione dei soci alla Cassa Nazionale di<br />
Previdenza - forti polemiche da parte del Psi pordenonese. Dei dirigenti socialisti solo<br />
Gino Rosso mantiene un ruolo attivo nella Società Operaia, come componente della<br />
commissione di vigilanza sulla Scuola serale di pratica commerciale, creata nel 1899<br />
dalla Società Agenti e poi conflu<strong>it</strong>a nella gestione un<strong>it</strong>aria della S.O. Complessivamente<br />
sembra che, dopo i primi anni di interesse, la presenza e l’attenzione del Psi pordenonese<br />
nei confronti della S.O. scemi, assumendo un carattere di secondo piano, mentre<br />
l’impegno viene concentrato nell’attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica e sindacale. 637<br />
4.2.13 - Si lavora allo sviluppo di Pordenone.<br />
Da molti anni ormai tutti i giovani maschi del Friuli si recano ad Udine al<br />
distretto mil<strong>it</strong>are, per la vis<strong>it</strong>a di leva che li introduce in quel mondo a parte che è<br />
l’eserc<strong>it</strong>o. A partire dal 1973, per una minoranza sempre più consistente ed ormai in<br />
torrenziale cresc<strong>it</strong>a, l’assaggio dell’assurda v<strong>it</strong>a di caserma si lim<strong>it</strong>a alla “tre giorni” di<br />
pseudo vis<strong>it</strong>e mediche e di avvilenti prove selettive, cui segue finalmente la liberazione<br />
della dichiarazione di obiezione di coscienza al servizio mil<strong>it</strong>are. Un tempo però i giovani<br />
del Friuli occidentale si recavano, per la selezione e per quelle cameratesche goliardie<br />
che per una volta non erano riservate solo agli studenti figli dei signori, al distretto<br />
mil<strong>it</strong>are di Sacile. A chi apprendeva, negli anni successivi alla chiusura del distretto di<br />
Sacile, della sua improbabile esistenza, balenava nella testa una domanda: ma perché<br />
proprio a Sacile?<br />
La motivazione di tale scelta trova le sue radici in un episodio di rappresaglia<br />
dell’on. Monti, riferimento della destra moderata bocciata alle elezioni comunali<br />
pordenonesi. Meschin<strong>it</strong>à del potere cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o, di fronte alle quali i grandi flussi del<br />
divenire storico rischiano di arretrare colti da fatale sconcerto. Nel gennaio 1906 si<br />
prospetta il trasferimento del distretto mil<strong>it</strong>are da Udine: i commercianti si riuniscono<br />
per chiedere che esso venga s<strong>it</strong>uato a Pordenone, ma l’on. Monti dichiara di essersi già<br />
speso a favore di Sacile. Ebbene dicesi per sicuro che una Commissione incaricata a far<br />
pratiche per ottenere l’appoggio delle autor<strong>it</strong>à, mentre trovò ben disposta la rappresentanza<br />
Comunale, ebbe dall’On. Monti la seguente risposta: “Mi dispiace, ma non posso occuparmi<br />
di voi, giacché ho già impegno a sostenere altri.” I radicali denunciano all’elettorato<br />
questo atto del deputato eletto nel capoluogo. Il sindaco Galeazzi si reca ad Udine per<br />
trattare la questione, sostenendo l’opportun<strong>it</strong>à della scelta di Pordenone, per la vicinanza<br />
di aree adatte per le eserc<strong>it</strong>azioni mil<strong>it</strong>ari. Ma a favore di Sacile gioca la disponibil<strong>it</strong>à<br />
economica locale per la forn<strong>it</strong>ura dei locali e l’installazione del Distretto. 638<br />
636 Antonio Brusadini oltre ad essere presidente della Società Operaia è segretario di parecchie opere pie; da<br />
parecchi anni è corrispondente della agenzia Stefani, dell’Adriatico e direttore de Il Tagliamento: cfr. P, n. 224 di<br />
mercoledì 10 settembre 1913, pag. 1, Nuovi cavalieri; cfr. inoltre GASPARDO, Paolo, c<strong>it</strong>., pag. 152;<br />
637 ***, Il centenario della Società Operaia, c<strong>it</strong>., pagg. 8 e 45.<br />
638 P, nn.23 di venerdì 26 gennaio 1906, pag. 2, Per il distretto Mil<strong>it</strong>are, articolo firmato Ciro, come gli altri da<br />
alcuni giorni, e 31 di lunedì 5 febbraio 1906, pag. 1, Pel distretto, siglato x, “firma” che si avvicenda dopo soli<br />
pochi giorni alla precedente, sost<strong>it</strong>uendosi a Simplicissimus-Toffoli assente per un mese per seguire i suoi<br />
studi. LF, n. 63 del 3 febbraio 1906, Il distretto mil<strong>it</strong>are e l’on Monti.<br />
196
L’iniziativa di Monti diventa occasione per l’irrisione da parte dei socialisti locali.<br />
Giustamente è il massimo con il quale si possa considerare l’assenteista parlamentare<br />
locale, soprattutto quando occorre dedicare le tre colonne della cronaca pordenonese de<br />
Il Lavoratore Friulano alla vertenza dei cotonieri: A significare un’altra benemerenza del<br />
deputato di... Sacile, ricordiamo al pubblico che l’on. Monti, il quale non ha avuta neppure<br />
la cura di presenziare alla recente discussione parlamentare, all’ultima ora sollec<strong>it</strong>ato<br />
dalle battute telegrafiche del moribondo Ministero, andò a Roma e votò per il clericomassonico-affaristico<br />
governo Fortis, insieme alla pletora del peggior camaleontismo<br />
pol<strong>it</strong>ico. Ecco come l’incoscienza dei moretti arriva alla prost<strong>it</strong>uzione più gretta e<br />
servile. 639<br />
Ma non saranno certo le piccinerie del deputato ex progressista del collegio ad<br />
arrestare il lavoro dell’Amministrazione Comunale, rivolto a impostare celermente tutte<br />
quelle questioni infrastrutturali che sono state finora neglette da moderati e clericali.<br />
Nella seduta di giovedì 15 marzo 1906 il sindaco Galeazzi informa il Consiglio Comunale<br />
che la Camera di Commercio di Udine ed altri enti hanno già ader<strong>it</strong>o al Consorzio per la<br />
navigazione fluviale; si oppone Policreti, che r<strong>it</strong>iene che il progetto sia inutile, che in<br />
Italia non si svilupperà mai la navigazione fluviale, a differenza di altri paesi che hanno<br />
diverse condizioni e possiedono merci povere per le quali sia conveniente tale trasporto;<br />
secondo Policreti s’impone invece la costruzione di nuovi binari ferroviari, mentre i nuovi<br />
canali costerebbero un centinaio di milioni. Galeazzi replica che forse Policreti è l’unico in<br />
Italia ad opporsi alla navigazione fluviale, progetto che interessa anche gli industriali di<br />
Pordenone – che molto sperano nella navigazione mentre si dovrebbero spendere somme<br />
enormi per rendere atte al servizio le nostre ferrovie. La proposta è approvata con solo due<br />
voti contrari. 640<br />
Nella discussione sul bilancio preventivo per il 1906, Ellero richiede l’aumento dei<br />
salari alle guardie municipali; il sindaco promette che tale questione sarà posta in sede<br />
di discussione del nuovo regolamento già annunciato che regolerà i servizi delle guardie<br />
urbane, degli spazzini e degli stradini. Bresin richiede una lampada elettrica nella strada<br />
che dalla Pietra (il luogo contrassegnato ancor oggi dalla storica osteria e che delim<strong>it</strong>a la<br />
fine a sud dell’ab<strong>it</strong>ato di Torre) conduce alla via Cavallotti a Pordenone; Ellero richiede<br />
una maggiore vigilanza sull’erogazione dell’illuminazione pubblica, in quanto la società<br />
esercente non rispetta i patti stabil<strong>it</strong>i (si associa Polese). All’art. 40 (Personale per<br />
l’istruzione pubblica) il cons. Ellero accenna ai bisogni delle scuole; alla necess<strong>it</strong>à di<br />
migliorare gli ambienti; al fabbricato scolastico assai deficiente per la sua ristrettezza;<br />
occorre, egli dice, a tutto provvedere; quello delle scuole è il problema più delicato;<br />
l’educazione è la prima cosa. Le scuole sono in oggi assai frequentate ed è confortevole<br />
veder ciò; i locali quindi devono essere migliorati specialmente nell’arredamento; devesi poi<br />
portare un pensiero anche a chi si occupa dell’istruzione, cioè alle condizioni economiche<br />
dei Signori Maestri; l’educatore deve essere elevato; qualche cosa, egli dice, ha fatto il<br />
comune con lo concedere un Xmo di aumento sui loro assegni; proporrebbe esonerarli<br />
dall’Imposta di Ricch. Mob. oppure indennizzarli di una equivalente somma; vorrebbe altresì<br />
migliorata la retribuzione al bidello Martel che ha per vari mesi dell’anno, il faticoso e<br />
straordinario servizio del riscaldamento delle aule; fa il confronto della retribuzione che il<br />
Comune da all’accalappiacani per il servizio che presta con gli assegni ai maestri; vorrebbe<br />
fosse provveduto alla soppressione e dato tale incarico al personale adib<strong>it</strong>o alla spazzature<br />
delle vie. 641<br />
Frequenti le interrogazioni e raccomandazioni dei consiglieri socialisti, di sol<strong>it</strong>o<br />
relative alle manutenzioni delle strade ed alle condizioni delle scuole: sono più attivi<br />
Ellero e Degan, oltre agli interventi di Fantuzzi incentrati sul quartiere di Torre.<br />
4.2.14 - Il comune di Pordenone sostiene lo<br />
sciopero del Cotonificio Amman.<br />
Nel marzo si svolge un durissimo sciopero delle operaie del Cotonificio Amman di<br />
Fiume Veneto e Pordenone. Il Lavoratore Friulano ed Il Paese vi dedicano amplissimo<br />
spazio, a sostegno della lotta operaia. Lo sciopero scoppia a Fiume a causa dello<br />
squilibrio fra i salari di quello stabilimento e quelli di Pordenone, in un contesto di forte<br />
ag<strong>it</strong>azione sociale e repressione: in gennaio ci sono state la rivolta per l’acqua a San<br />
Quirino, due giornate di sciopero al Cotonificio Makò di Cordenons contro le violazioni<br />
639 LF, n. 64 del 10 febbraio 1906. Il voto dell’on. Monti. Il voto dell’on. Monti non giovò per altro al ministero<br />
Fortis, sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o l’8 febbraio 1906 dal nuovo ministero Sonnino. MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., primo<br />
volume, pag. 17.<br />
640 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 85-86.<br />
641 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 86-87.<br />
197
della legge sul lavoro notturno di donne e fanciulli; la polizia a Pordenone ha vietato il<br />
corteo a favore della Rivoluzione russa e l’eserc<strong>it</strong>o è intervenuto a San Quirino. I<br />
carabinieri intervengono anche contro le operaie di Fiume, impedendo al loro corteo di<br />
passare il ponte sul Meduna che separa quel comune da Pordenone, provocando una<br />
reazione violenta. Mentre si organizza la solidarietà degli operai dei cotonifici<br />
pordenonesi, della Società Operaia e dell’Amministrazione Comunale pordenonese, inizia<br />
la repressione. Mentre vengono processate operaie per gli scontri con la forza pubblica,<br />
l’azienda punta a ricattare gli operai e la collettiv<strong>it</strong>à: dopo aver chiuso le forn<strong>it</strong>ure dello<br />
spaccio cooperativo agli scioperanti (dimostrando, se ce ne fosse bisogno, la giustezza<br />
della pol<strong>it</strong>ica classista del Psi in materia di cooperazione, che punta a rendere autonome<br />
le ist<strong>it</strong>uzioni operaie dal paternalismo padronale) ed aver dato lo sfratto a quelli fra loro<br />
che occupano le case operaie di proprietà del Cotonificio Amman, si punta alla serrata<br />
dello stabilimento di Borgomeduna, che il 23 marzo viene occupato all’alba dalle truppe.<br />
642<br />
Durante la vertenza, in cui si impegnano con gli operai soprattutto Giuseppe<br />
Ellero e Guido Rosso, appoggiati dal segretario della Federazione Arti Tessili Rho che<br />
accorre da Milano, l’Amministrazione Comunale di Pordenone sostiene coerentemente gli<br />
operai. Il socialista Fantuzzi sollec<strong>it</strong>a per primo la Giunta nella seduta di giovedì 15<br />
marzo con un’interrogazione a propos<strong>it</strong>o dello sciopero di Fiume e dei risultati ottenuti<br />
dal sindaco al fine di cercare una soluzione: Il Sindaco lo informa di tutte le pratiche fatte,<br />
e legge i telegrammi scambiati con la d<strong>it</strong>ta Amman; dichiara che si occupò con ogni sforzo<br />
onde lo sciopero finisse in una soluzione soddisfacente per ambo le parti. Interviene pure<br />
l’altro consigliere socialista, il capolega dei cotonieri di Torre Giuseppe Bresin, che<br />
vorrebbe che il Comune votasse un sussidio a pro’ delle scioperanti. 643<br />
Il 25 marzo, sub<strong>it</strong>o dopo la serrata di Borgomeduna, il sindaco Galeazzi fa<br />
affiggere un manifesto alla popolazione, nella quale dichiara pubblicamente come la<br />
proprietà del Cotonificio Amman abbia disatteso gli impegni presi con lui e con l’on.<br />
Monti, mancando innanz<strong>it</strong>utto a quello di garantire le condizioni salariali dei suoi<br />
lavoratori. 644<br />
Le manifestazioni si susseguono, fra le quali una di grande importanza nel<br />
capoluogo provinciale. Giovedì 29 marzo si tiene ad Udine una grande manifestazione a<br />
favore degli scioperanti di Fiume e degli operai disoccupati per la serrata di Pordenone.<br />
Durante la serata e nelle ore precedenti in c<strong>it</strong>tà viene distribu<strong>it</strong>o un numero unico de Il<br />
Lavoratore Friulano che va a ruba. Introdotti dai dirigenti socialisti e della Camera del<br />
lavoro di Udine, intervengono gli oratori pordenonesi Ellero e Guido Rosso. I due portavoce,<br />
gli avvocatucci bestia nera dei cap<strong>it</strong>alisti pordenonesi, giungono ad Udine stanchi, ma<br />
danno v<strong>it</strong>a al un comizio combattivo, che viene riportato integralmente dal quotidiano<br />
radicale c<strong>it</strong>tadino. Per primo è Guido Rosso a ricordare le condizioni di lavoro<br />
pensantissime di quelle operaie che a Fiume sono in sciopero da ormai quarantacinque<br />
giorni, da quando un giorno queste si presentarono al direttore per chiedere un<br />
miglioramento nelle miserrime paghe, esse si sentirono rispondere ch’erano fannullone,<br />
pellagrose ecc… Da un mese le operaie stavano chiedendo alla d<strong>it</strong>ta miglioramenti<br />
salariali, peregrinando fra Fiume e Pordenone, ed allora esse hanno detto: noi sarem<br />
quello che voi ci dipingete ma noi però non vogliamo morire nei vostri stabilimenti, di fame!<br />
Mentre la stampa moderata add<strong>it</strong>a i due capi socialisti pordenonesi a responsabili<br />
della durezza della lotta, Rosso dimostra con i libretti delle operaie in mano come i salari<br />
di Fiume e Pordenone siano i più bassi dell’industria cotoniera <strong>it</strong>aliana: lo sciopero dura<br />
ad oltranza perché le operaie fanno la fame e perché l’Amman vuole piegare a tutti i costi<br />
l’organizzazione operaia, licenziando i capi dell’ag<strong>it</strong>azione, rifiutando ogni mediazione ed<br />
imponendo il suo volere alle stesse forze di polizie ed alle rappresentanze pubbliche, con<br />
la connivenza del deputato agrario moderato del collegio di San V<strong>it</strong>o, l’on. Rota. 645 A<br />
riprova delle sue affermazioni, Rosso dichiara che mai come dopo l’apertura degli<br />
stabilimenti del Cotonificio Amman a Pordenone si sono visti tanti pegni al Monte di<br />
Pietà. Sia Rosso che, successivamente, Ellero sottolineano l’importanza delle<br />
sottoscrizioni di solidarietà che stanno giungendo da tutto il Friuli agli scioperanti di<br />
Pordenone, così come della notte di lavoro gratu<strong>it</strong>o dei tipografi che hanno stampato il<br />
numero straordinario de Il Lavoratore Friulano per mobil<strong>it</strong>are il proletariato udinese.<br />
Ellero ripercorre le tappe del calvario delle operaie ed operai di Fiume, alle cui richieste<br />
di miglioramenti che li strappassero alla fame la d<strong>it</strong>ta ha risposto gettandoli<br />
642 Sullo sciopero cfr.: DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 70-79.<br />
643 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pag. 85.<br />
644 P, n.74 di mercoledì 27 marzo 1906, pagg. 2 e 3, Un nobile manifesto del sindaco di Pordenone. Cfr. il<br />
testo in appendice.<br />
645 Fiume - come tutti i paesi della Bassa Pordenonese - fa parte del collegio di San V<strong>it</strong>o al Tagliamento.<br />
198
letteralmente sulla strada, togliendo loro perfino le case dopo una v<strong>it</strong>a di lavoro: ma ciò<br />
nonostante la classe operaia non ha piegato la testa, neanche di fronte ai tentativi di<br />
organizzare il crumiraggio da parte del prete. 646<br />
Il Giornale di Udine cr<strong>it</strong>ica il discorso di Rosso, che replica sottolineando come i<br />
salari delle cotoniere da lui c<strong>it</strong>ati siano al netto del v<strong>it</strong>to e dell’alloggio, come risulta dai<br />
libretti di lavoro e dalle norme vigenti, v<strong>it</strong>to ed alloggio che molte delle operaie neanche<br />
percepiscono. Gli esponenti pol<strong>it</strong>ici di Pordenone aderiscono generosamente alla<br />
sottoscrizione promossa dalla Società Operaia a favore delle scioperanti e dei<br />
disoccupati: Avv. Prof. L. D. Galeazzi lire 100, on. avv. G. Monti 100, dott. Carlo Policreti<br />
100, dott. V. Guarnieri 100, Francesco Asquini 100, Francesco Pol 50, mentre continuano a<br />
ripetersi le manifestazioni in vari comuni della provincia. Un folto pubblico partecipa al<br />
comizio di Rosso a Sacile sotto la loggia municipale, per solidarizzare con lo sciopero del<br />
cotonificio di Fiume. 647<br />
Venerdì 6 aprile 1906 il Consiglio Comunale discute del sostegno da fornire agli<br />
operai del cotonificio Amman di Pordenone e di Fiume in sciopero. Il Sindaco da relazione<br />
sullo sciopero fra cap<strong>it</strong>ale e lavoro; fa presente al Consiglio che la Giunta M.le è venuta nella<br />
determinazione di portar soccorso agli operai disoccupati senza loro intenzione concorrendo<br />
con £. 5000. Aperta la discussione, il Cons. Policreti crede che l’ordine del giorno che la<br />
Giunta proporrà non andrà soggetto a modificazioni le quali potrebbero togliere ogni<br />
efficacia; e sicuro che il Consiglio vorrà votarlo ad unanim<strong>it</strong>à. Il Cons. De Mattia dichiara<br />
che sarà per approvare l’ordine del giorno che verrà proposto dalla Giunta; sempreché la<br />
stessa si faccia interprete dei bisogni dei disoccupati interessando gli altri Comuni<br />
contermini al nostro per conseguire anche da questi dei sussidi in pro dei disoccupati. Il<br />
Sindaco lo assicura che provvederà di conform<strong>it</strong>à. Il Cons. Ellero si augura che l’iniziativa<br />
del Comune di Pordenone sia esempio e sprone agli altri Comuni per venir in ajuto ai<br />
disoccupati nella attuale dolorosa contingenza. Chiusa la discussione - la Giunta sottopone<br />
alla approvazione del Consiglio il seguente ordine del giorno(:) “In vista della presente<br />
disoccupazione di oltre 1800 operai causata dalla serrata dello stabilimento Amman la<br />
Giunta propone al Consiglio Comunale di contribuire con la somma di Lire Cinquemila che<br />
verranno distribu<strong>it</strong>e in tre rate eguali di settimana in settimana finché non avverrà la<br />
riapertura dello stesso stabilimento. Il Consiglio lo approva ad unanim<strong>it</strong>à come rileva e<br />
proclama il Sig. Presidente. (...) Il Consiglio delibera altresì con voto unanime che la<br />
presente deliberazione presa d’urgenza abbia immediata esecuzione in vista<br />
dell’eccezional<strong>it</strong>à del provvedimento. (...) 648<br />
Nei primi giorni di aprile, ultimo di una serie di dirigenti nazionali socialisti giunti<br />
a Pordenone per parlare nelle manifestazioni di sostegno allo sciopero (Degan c<strong>it</strong>a gli<br />
onn. Perera, Rondani e Montemartini 649 , ma interviene anche - sia ad Udine che a<br />
Pordenone - il deputato radicale Girardini) arriva più volte preannunciato quello che è il<br />
più famoso dirigente del socialismo <strong>it</strong>aliano del momento: Enrico Ferri. Nel resoconto di<br />
Giuseppe Toffoli, si tratta di una vera e propria apoteosi, con la folla che ha disertato i<br />
luoghi di lavoro per accogliere il pontefice massimo del socialismo, lungamente atteso, che<br />
accorre in aiuto di un dir<strong>it</strong>to conculcato. L’interesse, anche culturale, per l’avvenimento è<br />
tale che i maestri chiedono di partecipare alla conferenza di Ferri, ed il permesso viene<br />
loro concesso dal direttore, salvo poi revocarlo perché le maestre non avevano fatto<br />
eguale domanda.<br />
Il ruolo di guida del movimento operaio assunto dal giovane gruppo dirigente del<br />
socialismo pordenonese ne viene esaltato, si riannodano percorsi personali che ci<br />
rivelano attraverso quale scuola e legami personali sia costru<strong>it</strong>a l’ident<strong>it</strong>à di questi<br />
giovani figli della più avanzata democrazia pordenonese: Tutto lo stato maggiore socialista<br />
si avanza a dare il benvenuto: lo saluta Guido Rosso familiarmente, gli stringe la mano lo<br />
646 P, n. 77 di venerdì 30 marzo 1906, pagg. 1 e 2, LO SCIOPERO DI PORDENONE. L’IMPONENTE COMIZIO<br />
ALLA SALA CECCHINI. Cfr. il testo in appendice.<br />
647 P, nn. 78 di sabato 31 marzo 1906, pag. 3, Né “errore” né “turlupinatura” e Pro disoccupati, 79 di lunedì<br />
2 aprile 1906, pag. 3, Come si svolge lo sciopero a Pordenone. La giornata di ieri e A Fiume di Pordenone,<br />
80 di martedì 3 aprile 1906, pagg. 2 e 3, Pro sciopero di Pordenone. Il Concerto alla Sala Cecchini, La<br />
conferenza dell’on. Girardini, Anche l’on. Ferri a Pordenone, Come si svolge lo sciopero a Pordenone. A<br />
Cordenons (Romano Sacilotto, cartolaio, vende agli operai il numero speciale de Il Lavoratore Friulano sullo<br />
sciopero) ed A Pordenone; G, n. 145 di martedì 27 marzo 1906, pag. 3, DA SACILE. COMIZIO.<br />
648 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 89-91. La deliberazione viene<br />
approvata in seconda lettura nella seduta di giovedì 12 aprile, con termine abbreviato concesso dal prefetto con<br />
telegramma dell’8 aprile: cfr. pag. 94.<br />
649 Gabriele Luigi Montemartini, fratello di Giovanni, agronomo e deputato del Psi dal 1900 al 1924 nell’Oltrepò<br />
Pavese. Il suo impegno principale è dato a favore dell’organizzazione dei contadini e nella v<strong>it</strong>a delle<br />
amministrazioni locali socialiste del suo collegio. Fra i principali esponenti del riformismo socialista e nel<br />
dopoguerra, dopo la scissione del 1922, del Part<strong>it</strong>o Socialista Un<strong>it</strong>ario. Cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI,<br />
Tommaso, c<strong>it</strong>., terzo volume, pagg. 563-565 e MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., secondo volume, pag. 217.<br />
199
scolaro suo Ellero 650, gli fa un cenno affettuoso il segretario Rhò, gli vien presentato Scottà,<br />
mentre intanto il buon Romano, factotum, vest<strong>it</strong>o a nuovo lo guarda estatico con gli occhi<br />
umidi di commozione. Ferri riceve anche nella sua stanza d’albergo l’omaggio dal sindaco<br />
Galeazzi e dall’assessore Policreti, prima di pronunciare la sua conferenza alle 14 alla<br />
Sala Coiazzi dove c’è tutto Pordenone, anche quello che coronò sempre di biasimo l’oratore<br />
d’oggi, anche quello che i tempi moderni ed i nuovi dir<strong>it</strong>ti non sa o non vuol capire, mentre<br />
fuori risuona un inno nel quale sono affratellati Turati, Ferri stesso ed il capo radicale<br />
Carlo Policreti. La conferenza, nel commento de Il Paese, segna l’accostarsi del capo della<br />
sinistra socialista al riformismo di Turati, e di ambedue al gradualismo radicale, nel<br />
rinunciare ai toni rivoluzionari e collettivistici per sottolineare invece le responsabil<strong>it</strong>à del<br />
cap<strong>it</strong>ale nei confronti dei lavoratori e la necess<strong>it</strong>à di una relazione che formi la cornice<br />
della contrattazione fra le classi contrapposte. La manifestazione, che termina con la<br />
partenza del capo socialista da una stazione invasa dai manifestanti festosi che lo<br />
salutano a lungo, guidati dai capi socialisti e da Policreti, dà l’immagine di una c<strong>it</strong>tà<br />
stretta attorno agli scioperanti ed ai loro dirigenti, sostenuti dall’amministrazione che<br />
governa il comune. 651<br />
La vertenza si estende ad altre aziende, con lo sciopero dal 4 all’8 aprile del<br />
reparto rings della Filatura del Cotonificio Veneziano di Torre, per la mancata<br />
corresponsione di aumenti salariali già concessi ed il controllo della produzione a<br />
cottimo; infine l’accordo al Cotonificio Amman viene siglato l’11 aprile, con l’ottenimento<br />
di miglioramenti per le operaie di Fiume Veneto ed il licenziamento di solo quattro degli<br />
scioperanti (che saranno per altro successivamente riassunti). Dopo la chiusura della<br />
vertenza continueranno le persecuzioni giudiziarie nei confronti degli operai, ed a<br />
Pordenone si cercherà di non far rientrare sessanta operaie, tentativo frustrato dalla<br />
minaccia di riprendere la lotta. Ma questi colpi di coda della repressione padronale,<br />
appoggiata dalle ist<strong>it</strong>uzioni dello Stato, non potranno nascondere la v<strong>it</strong>toria operaia,<br />
ottenuta grazie al sostegno di tutto un terr<strong>it</strong>orio ed alle sue espressioni pol<strong>it</strong>iche di<br />
sinistra. 652<br />
Nella seduta di martedì 22 maggio 1906 il sindaco risponde alle polemiche di<br />
stampa sull’operato della Giunta, del quale relaziona ai consiglieri, stigmatizzando in<br />
particolare - insieme all’assessore Marini - il tentativo di mettere l’uno contro l’altro i due<br />
paesi coinvolti dallo sciopero Amman. In risposta alle richieste di chiarimento del<br />
consigliere clericale De Mattia, informa che le 1600 lire della rata del sussidio agli operai<br />
sono state loro distribu<strong>it</strong>e dal com<strong>it</strong>ato cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o per sostenerli e sono lim<strong>it</strong>ate agli operai<br />
di Pordenone, mentre le duemila lire distribu<strong>it</strong>e a Fiume sono state raccolte da un<br />
com<strong>it</strong>ato di c<strong>it</strong>tadini. 653<br />
Pochi giorni dopo, gli operai chiedono la festa per il Primo Maggio a Pordenone, e,<br />
nonostante le velle<strong>it</strong>à del direttore del Cotonificio Veneziano, l’ottengono. A Torre si<br />
oppongono solo 90 operai su 1300; a Rorai 50 su 475; alla Galvani 90 su 120 chiedono<br />
la festa; la sola d<strong>it</strong>ta Amman lascia liberi (per modo di dire) i suoi dipendenti. Alla<br />
mattina avea sguinzagliati i suoi servi fidi a dire alle donne che, in caso di domanda,<br />
rispondessero negativamente. L’interpello fu fatto in un modo tutto particolare, Si diceva: se<br />
volete la festa? Siccome non tutti udivano e alcune donne avevano paura del<br />
licenziamento… si taceva. In alcuni riparti ed agli operai di notte la domanda non fu rivolta.<br />
Basta 300 operai – per lo più uomini – rimasero fuori. Le donne, alcune per paura, altre per<br />
non dar pretesto alla d<strong>it</strong>ta a nuove abbominevoli persecuzioni, andarono allo stabilimento.<br />
La s<strong>it</strong>uazione in fabbrica e le conseguenze di uno sciopero che, durato quasi due mesi,<br />
ha stremato i lavoratori, sono pesanti nonostante l’accordo: e così al cotonificio Amman,<br />
visti i metodi del direttore De Finetti (paghe basse e tante spie) molti operai si licenziano<br />
per emigrare; al contrario (a dimostrare la ver<strong>it</strong>à della differenza, illustrata da Ferri, fra<br />
650 Se Giuseppe Ellero è stato allievo di Enrico Ferri, questi a sua volta si era laureato nel 1877 a Bologna<br />
proprio con il giurista pordenonese Pietro Ellero, con una tesi su L’imputabil<strong>it</strong>à umana e la negazione del libero<br />
arb<strong>it</strong>rio. Cfr. ***, Lessico Universale Italiano, Roma, Ist<strong>it</strong>uto dell’Enciclopedia Italiana, 1971, voce Ferri, Enrico.<br />
651 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 74-75; P, nn. 81 di mercoledì 4 aprile 1906, pag. 2, L’onor.<br />
Giuseppe Girardini a Pordenone, 82 di giovedì 5 aprile 1906, pag. 2, Conferenza Ferri, 83 di venerdì 6 aprile<br />
1906, pag. 2, L’on. Ferri a Pordenone, 84 di sabato 7 aprile 1906, pag. 2, Enrico Ferri a Pordenone, 85 di<br />
lunedì 9 aprile 1906, pag. 1, La lotta proletaria a Pordenone. Enrico Ferri a Pordenone, corrispondenza del<br />
6 aprile 1906 e Note sulla conferenza di Enrico Ferri. SOCIALISMO E DEMOCRAZIA (confronta il resoconto<br />
della manifestazione ed il commento del quotidiano radicale in appendice); 86 di martedì 10 aprile 1906, pag. 1,<br />
Il direttore didattico e la conferenza Ferri.<br />
652 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 78-79.<br />
653 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 96-97.<br />
200
cap<strong>it</strong>alista che vive sul luogo e cap<strong>it</strong>alista assenteista) dopo il Primo Maggio la stoviglieria<br />
Galvani aumenta i salari del 15/20%. 654<br />
Il padrone può costringere gli operai a duri sacrifici, ma almeno non può<br />
vincolarli ad una condizione di lavoro avvilente. E così, come nelle campagne, si sceglie<br />
la via dell’emigrazione per dare un redd<strong>it</strong>o alla propria famiglia e conquistare una libertà<br />
nella gestione del proprio lavoro che, per quanto incerta, è negata in quegli stabilimenti<br />
industriali dove un cap<strong>it</strong>ale forestiero crede di trattare gli operai come schiavi senza<br />
dir<strong>it</strong>ti. D’altronde, come ha dimostrato il livello di lotta raggiunto, la coscienza di classe<br />
dei lavoratori pordenonesi ha raggiunto livelli molto alti e coinvolge le ist<strong>it</strong>uzioni di quello<br />
Stato che - lungi dal difendere la popolazione nei suoi interessi - usa le forze armate per<br />
reprimere le manifestazioni operaie: i coscr<strong>it</strong>ti socialisti di Torre si sono astenuti dal<br />
partecipare alla volgare chiassata per l’estrazione del numero. Essi, all’incontro, hanno<br />
convenuto di trovarsi tutti domenica per una conferenza privata sul mil<strong>it</strong>arismo. 655<br />
4.2.15 - Case, scuole, ospedale.<br />
Con il passare dei mesi il programma dell’amministrazione va sviluppandosi,<br />
soprattutto sul terreno delle opere pubbliche. L’occasione è propizia per rinfacciare a Il<br />
Tagliamento la poca cura degli affari c<strong>it</strong>tadini da parte della precedente maggioranza<br />
liberale-clericale cui il settimanale dà voce. Le cr<strong>it</strong>iche del settimanale moderato<br />
ovviamente si appuntano sulla scelta dell’Amministrazione Comunale di accendere un<br />
mutuo per finanziare il programma di lavori pubblici: la tipica pol<strong>it</strong>ica liberale non può<br />
che basarsi solamente sugli avanzi del bilancio. Salvo che questi avanzi - osservano i<br />
socialisti - non sono stati adeguatamente costru<strong>it</strong>i, col risultato di avere la classica<br />
pol<strong>it</strong>ica del bilancio in pareggio, senza opere pubbliche ed anche senza un adeguato utile<br />
in cassa. La pol<strong>it</strong>ica della nuova amministrazione punta invece ad agire sulla leva fiscale<br />
per accumulare nuove risorse da affiancare ai mutui. Per il part<strong>it</strong>o socialista si potrebbe<br />
fare ancora di più, utilizzando tasse sulle proprietà ed andando a colpire i ceti<br />
possidenti. 656<br />
Nella seduta di giovedì 12 aprile 1906 il consigliere Ariot propone di spostare<br />
nuovamente le sedute di giorno, poiché la sera è difficile raggiungere il numero legale<br />
(sono effettivamente presenti solo 16 consiglieri, fra cui tutti e quattro i socialisti, contro<br />
12 assenti), ma gli risponde l’assessore Marini che dichiara che è una necess<strong>it</strong>à tenere il<br />
Consiglio di sera, per comodo dei Sig. Consiglieri che non potrebbero tutti intervenirvi se le<br />
sedute fossero tenute di giorno. A differenza di pochi anni prima, questa volta viene<br />
preservata la scelta di tenere le riunioni in un orario che permetta la frequenza delle<br />
sedute ai consiglieri comunali lavoratori. La seduta è stata convocata per poter effettuare<br />
la seconda votazione, ai sensi dell’art. 162 della Legge comunale e provinciale, della<br />
delibera di contributo agli operai del Cotonificio Amman, con la forma ravvicinata<br />
permessa dal prefetto: il procedimento può così perfezionarsi in meno di una settimana e<br />
testimonia della preoccupazione delle stesse autor<strong>it</strong>à statali per la tutela dell’ordine<br />
pubblico messa a duro rischio dall’intransigenza padronale e dalle privazioni degli<br />
operai. 657<br />
Nella stessa seduta è Ellero a chiedere alla Giunta di erogare un sussidio all’ex<br />
guardia Passatempo. Delibera che viene presa nella seduta del 26 maggio, con il<br />
sostegno dell’assessore Policreti (che ricorda come la guardia non sia stata riassunta per<br />
riguardo al provvedimento, pur non condiviso, della passata amministrazione) e di Ellero<br />
che cr<strong>it</strong>ica la prima proposta economica r<strong>it</strong>enuta meschina. Il 22 maggio si delibera, in<br />
esecuzione della legge 407 dell’8 luglio 1904, di cost<strong>it</strong>uire la sesta classe elementare. 658<br />
Si passa quindi alla relazione dell’assessore Policreti, che ricostruisce la<br />
controversia aperta dai parroci di San Marco e di Rorai Grande a propos<strong>it</strong>o delle spese<br />
per il culto. Prima della legge 13 Luglio 1887 (che aboliva le decime e le altre prestazioni<br />
sacramentali, cioè l’obbligo di pagare ai parroci locali una tassa ecclesiastica sui prodotti<br />
fondiari) si r<strong>it</strong>eneva che non si potessero abolire. Ne legge l’art. 1° che fa eccezione per i<br />
parroci che allora n’erano invest<strong>it</strong>i. Per gli altri doveva provvedere il fondo culti. Invece<br />
furono sempre corrisposte fino al 1903, nel quale anno fu fatta la proposta di radiarle. Si<br />
riporta alla discussione allora segu<strong>it</strong>a, mettendo in rilievo che con quel provvedimento si è<br />
654 G, nn. 180 di giovedì 3 maggio 1906, pag. 2, IL PRIMO MAGGIO NEL VENETO. A PORDENONE e 187 di<br />
giovedì 10 maggio 1906, pag. 3, A PORDENONE. Operai emigranti e AUMENTO DI MERCEDE.<br />
655 G, n. 168 di venerdì 20 aprile 1906, pag. 3, DA PORDENONE. ANTIMILITARISMO.<br />
656 LF, n. 80 del 2 giugno 1906, Al Municipio.<br />
657 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 92-94.<br />
658 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pag. 101.<br />
201
inteso di fare un buon atto di amministrazione, confortati in ciò anche da un parere del<br />
rappresentante pol<strong>it</strong>ico. Ma i fatti non corrisposero alle previsioni. Il fondo Culti rispose<br />
negativamente: ne legge la lettera, chè piuttosto oscura, ma però molto chiara nel rifiuto.<br />
La risposta negativa del Fondo Culti è del 22 ottobre 1904, e gioca sulla<br />
definizione degli assegni sotto il t<strong>it</strong>olo della sacramental<strong>it</strong>à piuttosto che della<br />
domenical<strong>it</strong>à (Policreti r<strong>it</strong>iene che corrispondano alla prima definizione); l’8 aprile 1906 i<br />
parroci di San Marco e di Rorai Grande c<strong>it</strong>ano il comune, chiedendo le annual<strong>it</strong>à<br />
arretrate 1904 e 1905, e si pone quindi la questione di stare in giudizio. Policreti<br />
presenta quindi un ordine del giorno, in cui propone di chiamare in causa nel giudizio<br />
l’amministrazione del Fondo per il Culto, e di autorizzare la Giunta, a puro t<strong>it</strong>olo<br />
cautelativo e senza revocare le precedenti delibere, ad irrogare provvisoriamente<br />
l’assegno di congrua ai parroci. Si tratta di una delle tante l<strong>it</strong>i giudiziarie che secondo<br />
Jemolo vengono permesse dall’ambiguo testo della legge che alimenta le pretese di<br />
praticamente tutti i parroci. 659<br />
Interviene quindi Ellero, che chiede se la Giunta fa proprio l’ordine del giorno<br />
Policreti, cosa che viene negata da Galeazzi, dimostrando la divisione<br />
dell’amministrazione sulla questione; chiede inoltre perché si debbano pagare gli<br />
arretrati. L’Ass. Policreti risponde che in linea di equ<strong>it</strong>à non si può non pagare dal momento<br />
che il fondo Culti non vuol saperne. Ai nuovi consiglieri domanda se non sia atto di buona<br />
amministrazione pagare una o due annual<strong>it</strong>à purché il comune si liberi defin<strong>it</strong>ivamente da<br />
questionare. Nota anche che se il giudizio ci fosse sfavorevole, ci si impunterà di spir<strong>it</strong>o<br />
settario, e si dovranno pagare anche interessi e spese. (…) Il cons. Ellero comprende la<br />
preoccupazione personale dell’ass. Policreti. Rileva che nella questione la religione non<br />
c’entra; trattasi puramente di danaro. Di fronte alla c<strong>it</strong>azione, conviene lim<strong>it</strong>arci a<br />
deliberare di stare in giudizio, ev<strong>it</strong>ando di pagare oggi, cosa che sarebbe sconveniente se poi<br />
si avesse a vincere in giudizio.<br />
L’assessore Marini, ricordando di essere stato contrario alla cancellazione dal<br />
bilancio di quella spesa, propone un ordine del giorno in cui si decide di resistere in<br />
giudizio ma anche di affidarsi al parere di un legale di grido, per uniformarsi al suo<br />
consulto. Galeazzi si associa a nome della Giunta. De Mattia e Klefisch, clericali,<br />
dichiarano di astenersi dal voto, perché la minoranza clericale non può sostenere questo<br />
tipo di l<strong>it</strong>e contro le parrocchie, dichiarazione cui l’assessore Marini obietta che forse essi<br />
dovrebbero allora votare contro. Ellero invece interviene più volte per contestare la scelta<br />
di consultare un giurista. Infine viene bocciato l’odg Policreti (con quindici contrari, due<br />
favorevoli e cinque astenuti, i clericali) ed approvato con 17 favorevoli e cinque astenuti<br />
quello della Giunta, modificato in modo da deliberare solo la scelta di cost<strong>it</strong>uirsi in<br />
giudizio. 660<br />
Sabato 26 maggio 1906 il consiglio delibera il sussidio per la costruzione delle<br />
prime dieci case operaie, pari a mille lire annue per dieci anni. La concessione del premio<br />
è subordinata alle seguenti condizioni: a) La casa dev’essere a due piani di almeno quattro<br />
stanze, con latrina, scala interna ed acquaio; b) Ogni stanza deve avere una superficie di<br />
almeno sedici metri quadrati, ed una altezza di metri tre, ed almeno due finestre ampie;<br />
passaggi illuminati; c) Ogni casa dev’essere circondata da non meno di cento metri quadrati<br />
di terreno riducibile ad orto e giardino, ed avere la fronte sulla via pubblica; d) Durante i<br />
dieci anni non può essere aff<strong>it</strong>tata che a £. 2.50 al mese per stanza, esclusi i corridoi, gli<br />
ambienti di semplice passaggio o ripostigli ed il terreno; (…). Il sindaco dichiara che il<br />
premio potrà essere confer<strong>it</strong>o anche per la costruzione di una sola casa, cosa che fa<br />
affermare ad Ellero che in tal modo sarà resa possibile la speculazione privata, cosa<br />
invece r<strong>it</strong>enuta impossibile da Galeazzi ed Asquini. La delibera viene alfine votata<br />
all’unanim<strong>it</strong>à. 661<br />
La Giunta propone nella seduta del 26 maggio 1906 l’assunzione di un mutuo di<br />
trecentomila lire per provvedere a diverse opere pubbliche, previste dal programma<br />
dell’amministrazione: mutuo che si sarebbe voluto superiore (per costruire un nuovo<br />
ospedale ed allargare le strade), che però non si era certi di poter sostenere. I lavori<br />
deliberati sono nell’ordine: la costruzione della scuola di Borgo Meduna per 22000 lire,<br />
l’ampliamento delle scuole di Roraigrande per 13.000, i lavori del corso Garibaldi per<br />
47000, quelli della via Mazzini per 27000, la strada Viviola a Rorai per 4000, i<br />
marciapiedi in via XX settembre per 5000, gli orinatoi e cessi pubblici per 3000, il<br />
fabbricato per il depos<strong>it</strong>o delle materie infiammabili per 12000, la costruzione di un atrio<br />
nel cim<strong>it</strong>ero urbano con la casa del custode per 14000, le scuole maschili e femminili per<br />
659 JEMOLO, Arturo Carlo, c<strong>it</strong>., pag. 60.<br />
660 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 101-105; LF, n. 79 del 26<br />
maggio 1906. Consiglio Comunale.<br />
661 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 107-108.<br />
202
100000, la strada Vialuz a Torre per 5000, il vial d’Aviano per 15000, la strada nuova<br />
dalla provinciale a piazza Castello per 10000, quella di Corva per 25000 e la<br />
modificazione del municipio per 14000.<br />
Il cons. Ellero dichiara che il gruppo socialista in massima non è contrario alla<br />
proposta della Giunta, perché alcuni lavori urgono, e quindi voterà il mutuo convenendo<br />
sulle considerazioni del Sindaco per l’ammontare di esso. Non conviene invece, sull’ordine di<br />
essi: le scuole devono essere fatte per le prime, specie quelle di borgo Meduna. Bisogna<br />
anche pensare alla refezione scolastica, che è un complemento della legge sulla istruzione<br />
obbligatoria. Bisogna inoltre seguire cr<strong>it</strong>eri di opportun<strong>it</strong>à nella esecuzione dei lavori, specie<br />
di quelli stradali. Per le scuole si pensi se convenga un locale nuovo o l’ampliamento<br />
dell’attuale. Osserva infine che il tasso del 4:25% è piuttosto elevato. Interviene inoltre<br />
Fantuzzi per sostenere la necess<strong>it</strong>à di ampliare le scuole di Torre, intervento non previsto<br />
dal programma. Ellero propone la divisione dell’ordine del giorno da votare, ma il sindaco<br />
rifiuta. Si vota per parti: Ellero propone di escludere i marciapiedi di via XX settembre,<br />
che sono deliberati con 11 voti contro 8; di escludere i lavori al cim<strong>it</strong>ero, perché, pur<br />
essendo necessari, la spesa è troppo forte (approvato con 12 contro 7). Tutti gli altri<br />
punti sono approvati, spesso all’unanim<strong>it</strong>à. 662<br />
A Torre si prende atto con soddisfazione del vicino soddisfacimento di una delle<br />
richieste elettorali del part<strong>it</strong>o per la frazione, continuamente riproposta in Consiglio<br />
Comunale da Ilario Fantuzzi: Finalmente dalla attuale Amministrazione è stato presentato<br />
e discusso il progetto per la costruzione del Vialuz che le passate Amministrazioni avevano<br />
sempre dimenticato. Va data lode in pari tempo all’attiv<strong>it</strong>à dei nostri consiglieri che si<br />
interessano impareggiabilmente delle sorti della nostra frazione. 663<br />
Altri problemi della v<strong>it</strong>a c<strong>it</strong>tadina vengono affrontati dal Psi, come quello della<br />
illuminazione pubblica. Il Comune ha un contratto dei più onerosi e paga la luce a prezzi<br />
superiori a ogni altro paese. In compenso l’illuminazione è delle più ridicole e misere. Le<br />
lampade ad incandescenza non hanno mai la fisonomia migliore di un lumicino ad olio e le<br />
lampade ad arco hanno l’aspetto di palloni alla Veneziana, senza alcuna estensione di luce.<br />
Eppur si paga e paga caro. A torre l’inconveniente è necessario che l’Amministrazione<br />
Comunale provveda energicamente, poiché tutto lascia supporre che il Comune non goda la<br />
luce che gli spetta. Ciò diciamo nell’interesse del paese che paga e ha dir<strong>it</strong>to, pare almeno,<br />
di esser serv<strong>it</strong>o meglio. Per ora si tolgano gli inconvenienti possibili, si controlli l’intens<strong>it</strong>à<br />
della luce si vis<strong>it</strong>ino gli ordigni, onde stabilire se o meno sono atti al funzionamento e a<br />
contratto nuovo si riservino patti migliori. Pel momento non si trascuri che la Società ha<br />
solo una quant<strong>it</strong>à lim<strong>it</strong>ata di forza elettrica e pur tuttavia continua a far concessioni private<br />
di lampade perciò veggasi se questo nuoce alla luce pubblica. Notisi anche che le lampade ad<br />
arco pubbliche devono esser di non buona qual<strong>it</strong>à, giacché quelle di proprietà del nuovo “bar<br />
Sport” di piazza Cavour con minori “amper” danno luce più intensa. La denuncia socialista<br />
sortisce sub<strong>it</strong>o i suoi effetti. La società elettrica è costretta a difendersi pubblicamente e,<br />
quello che più conta, a compiere alcune modifiche agli impianti. 664<br />
E finalmente giungiamo ad uno dei pilastri dell’attiv<strong>it</strong>à socialista, cioè la scuola.<br />
L’argomento viene affrontato con una analisi impietosa delle drammatiche condizioni<br />
dell’istruzione elementare a Pordenone, in particolare nei sobborghi operai. Gli edifici<br />
sono stati costru<strong>it</strong>i ottant’anni prima e sono fatiscenti ed antigienici, esposti alle<br />
intemperie e privi di riscaldamento; gli alunni sono ammucchiati all’inverosimile,<br />
costretti a fare i turni perfino per l’utilizzo dei banchi per scrivere, in cui si accalcano<br />
anche in cinque o sei. Le latrine sono in condizioni indicibili. Le retribuzioni del<br />
personale sono incredibilmente basse: alcune bidelle vengono pagate cinque lire al mese!<br />
Dopo anni di richieste continue agli amministratori comunali, da parte di maestri e<br />
direttore didattico, è ora che la nuova amministrazione prenda provvedimenti, poiché la<br />
progettazione della scuola di Borgomeduna non basta, ed è necessario por mano a tutta<br />
la s<strong>it</strong>uazione del comune. 665<br />
Infine il personale, la cui gestione rivela sever<strong>it</strong>à da parte nella Giunta:<br />
Alessandro Rosso difende pubblicamente la punizione infl<strong>it</strong>ta su sua proposta al capo<br />
stradino comunale per le sue mancanze, che r<strong>it</strong>iene ogni amministrazione avrebbe<br />
dovuto prendere, e che non si è resa pubblica solo per rispetto dell’età e della famiglia<br />
dell’interessato. Proprio sulla questione del personale, anche se su un piano più<br />
662 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 110-113.<br />
663 LF, n. 80 del 2 giugno 1906, Il Vialuz.<br />
664 LF, nn. 81 del 9 giugno 1906, Un reclamo e 83 del 23 giugno 1906.<br />
665 LF, n. 84 del 30 giugno 1906, La scuola. Cfr. il testo in appendice.<br />
Si pensi che nel luglio di quell’anno, allo stabilimento Amman di Borgomeduna, avviene uno sciopero per<br />
ripristinare le tariffe giornaliere per le operaie di un reparto: si tratta di L. 1,52 per il lavoro diurno, e di L. 1,56<br />
per il lavoro notturno. La sproporzione con la paga delle bidelle è evidente. Cfr.: DEGAN, Teresina, Industria<br />
tessile, c<strong>it</strong>., pag. 80.<br />
203
generale, poche settimane dopo si consumerà una grave frattura fra le due componenti<br />
della maggioranza. 666<br />
4.2.16 - In difesa dei lavoratori comunali, i<br />
socialisti mettono in crisi la maggioranza.<br />
Sabato 30 giugno 1906 si procede alla surroga del dimissionario assessore<br />
Ermenegildo Zannerio. Il nuovo assessore Antonio Scaini viene eletto alla terza<br />
votazione, in una s<strong>it</strong>uazione di dispersione dei voti nella quale emerge fin dall’inizio la<br />
candidatura di Giuseppe Ellero (3 voti alla prima votazione su 16 votanti, contro 2 per<br />
Scaini e gli altri dispersi; 6 contro 7 di Scaini alla seconda e 2 a nove alla terza). La<br />
maggioranza appare divisa fra l’esponente socialista (cui manca il voto di Bresin assente)<br />
e l’altro candidato radicale. Si tratta solo del primo sintomo di crisi della maggioranza,<br />
che deflagra quando si passa alla più importante delibera all’ordine del giorno. 667<br />
Nella stessa seduta si discute del Regolamento per la pulizia stradale e delle vie<br />
interne del comune. (…) all’art. 7, il cons. Ellero non ravvisa necessaria la ist<strong>it</strong>uzione del<br />
posto di Sorvegliante o Capo. Conviene invece migliorare le paghe delle guardie, degli<br />
stradini e degli spazzini. Il Sindaco ribatte che non basta pagar bene il personale; è<br />
necessario anche sorvegliarlo. Dichiara che se non si vuole il Capo, è meglio non fare<br />
nemmeno il regolamento: ma avverte che senza personale egli non resta a capo<br />
dell’amministrazione. Il cons. Ellero dichiara di convenire nei punti sostanziali dell’articolo<br />
proposto; è contrario al nuovo posto, non alle mansioni di esso, alle quali si può soddisfare<br />
dalle guardie. Dopo alcuni altri scambi di battute, Il Sindaco dichiara che il posto di<br />
sorvegliante è indispensabile; senza di esso il nuovo regolamento non ha ragione d’essere. E<br />
perciò non accetta la proposta del cons. Ellero. Non insistendovi questi, il presidente la<br />
mette ai voti, per alzata e seduta; ne ottiene cinque favorevoli ed undici contrari. Il Sindaco<br />
la proclama respinta, e conseguentemente dichiara approvato l’articolo, ma avvert<strong>it</strong>o dal<br />
Segretario dell’errore, su proposta del sig. Asquini il Consiglio unanime delibera di<br />
rimandare l’argomento ad altra seduta. 668<br />
Pochi giorni dopo, il settimanale socialista lamenta: Furono sollevate varie<br />
questioni, parte delle quali non poterono trovar soluzione defin<strong>it</strong>iva a causa di una scarsa<br />
presenza di consiglieri. Ciò è vergognoso e speriamo che questo inconveniente più non si<br />
ripeta. E sub<strong>it</strong>o dopo, nel numero successivo, si polemizza con Il Paese il quale nel<br />
numero del 6 luglio avrebbe inve<strong>it</strong>o con il Consiglio Comunale, per essersi questo<br />
contrapposto alla Giunta. Per i socialisti una tale accusa è inammissibile, e fa più male<br />
che bene alla Giunta, perché lede l’autonomia consiliare. Con tutta evidenza si sta<br />
creando una spaccatura fra radicali e socialisti, testimoniata dalla prima polemica fra i<br />
due giornali a propos<strong>it</strong>o di Pordenone e la successiva seduta sarà il momento<br />
risolutivo. 669<br />
Nella seduta di sabato 14 luglio 1906, Vincenzo Degan chiede per quali motivi si<br />
sono dimessi i pompieri; come si provvederà; e perché non furono sent<strong>it</strong>i come avevano<br />
chiesto. Avverte che una loro istanza per aumento di assegno, presentata da parecchi mesi,<br />
è ancora senza risposta. Sono presenti fra il pubblico molti membri della consorteria<br />
locale, che evidentemente hanno annusato l’aria di crisi nella maggioranza. Riprende poi<br />
la discussione sul Regolamento per la pulizia stradale, con una dichiarazione a verbale<br />
del sindaco che motiva la sua proposta di articolo 7 (che ist<strong>it</strong>uisce un sorvegliante ai<br />
lavori, all’igiene ed alla nettezza pubblica) basata sulla valutazione che il servizio di<br />
igiene del suolo debba avere una sua autonoma gestione, per quanto essa possa<br />
confondersi spesso con il servizio di polizia urbana per le problematiche affrontate. Il<br />
pubblico sa che su questa proposta il sindaco aveva contro di sè tutto il consiglio.<br />
I socialisti, ma anche tutte le altre componenti consiliari, si oppongono in quanto<br />
- pur condividendo il progetto nella sua global<strong>it</strong>à - r<strong>it</strong>engono che la figura del nuovo<br />
coordinatore sia una minaccia nei confronti dei lavoratori comunali: Il Sindaco, mancando<br />
un regolamento di pulizia ed igiene pensò e ne conveniamo, con cr<strong>it</strong>erio encomiabile ed<br />
opportuno di creare detto regolamento. In tale composizione però, r<strong>it</strong>enendolo<br />
indispensabile, mentre tutti opinano il contrario, stabilì con un articolo speciale, di creare<br />
un nuovo posto per un nuovo impiegato al quale specificatamente affidare il controllo su<br />
tutti gli inservienti del comune, specie stradini e spazzini, coll’obbligo per di più di<br />
mantenersi in continui rapporti col Segretario e col Sindaco riferendo quotidianamente del<br />
paese e del personale morte e miracoli. Così il regolamento incontrò unanimi simpatie e la<br />
666 P, n. 118 di lunedì 21 maggio 1906, pag. 1, Per il capo stradino pun<strong>it</strong>o.<br />
667 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 124-125.<br />
668 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 127-128.<br />
669 LF, nn. 85 del 7 luglio 1906, Al Municipio e 86 del 14 luglio 1906. Al “Paese”.<br />
204
proposta di un controllore capo con odore più di spia che di sant<strong>it</strong>à incontrò le più tenaci e<br />
risolute opposizioni. La giunta tra il si e il nò, si manifestava di parer contrario: il consiglio<br />
in perfetta opposizione e così pure il paese. Solo il sindaco persisteva nel suo propos<strong>it</strong>o<br />
minacciando di farne come fede una questione di cap<strong>it</strong>ale importanza e di necess<strong>it</strong>à<br />
assoluta. Sotto questi auspici il regolamento venne in discussione.<br />
Le tensioni sottostanti sono rivelati dal calore della presentazione di Galeazzi. Per<br />
lui l’igiene stradale è il fondamento della prevenzione san<strong>it</strong>aria: Nel mio programma io vi<br />
ho detto l’importanza somma che io do al servizio delle strade e delle vie interne, perché in<br />
esso consiste in gran parte il servizio di san<strong>it</strong>à pubblica. Dal suolo, Signori, le principali<br />
malattie e i più grandi incomodi. Una Amministrazione, che intenda bene le sue<br />
responsabil<strong>it</strong>à deve rivolgere la sua attiv<strong>it</strong>à, la sua energia sopra tutto a questa brama delle<br />
final<strong>it</strong>à, alle quali va indirizzato il Comune moderno. E io non saprei, potrà darsi che isbagli,<br />
e voi abbiate ragione, come mantenermi con perfetta tranquill<strong>it</strong>à di coscienza, 670 come la ho<br />
assunta, la responsabil<strong>it</strong>à di restare a capo di questo illustre Comune, se mi aveste a negare<br />
quest’organo speciale, che io giudico necessario e solo per questo scopo sicuro.<br />
Primo ad intervenire è Ellero, che loda incondizionatamente il Sindaco per l’amore<br />
e per lo studio posto all’argomento interessante, crede però che in certe parti il nuovo<br />
ufficio possa identificarsi con le funzioni dell’ufficiale san<strong>it</strong>ario, in altre con quelle<br />
dell’ingegnere municipale, in altre ancora con quelle dei vigili e degli stradini. R<strong>it</strong>iene quindi<br />
necessario che i consiglieri possano meglio venir edotti sulla distribuzione del lavoro da<br />
parte del personale di servizio municipale per poter poi con sicura coscienza convenire o no<br />
con il Sindaco sulla necess<strong>it</strong>à del nuovo impiegato. Propone di sospendere la trattazione<br />
dell’ordine del giorno per studiare prima la pianta e gli uffici di tutto il personale di servizio.<br />
(...) I socialisti poi sostennero ed ebbero anche il consenso di altri, che in luogo di<br />
aumentare il personale si provveda a migliorare le condizioni ed i salari di quello che<br />
attualmente funziona. Notarono all’uopo che le retribuzioni delle nostre guardie, dei nostri<br />
spazzini e stradini sono veramente indecorose e urge provvedere giacché é questione di<br />
uman<strong>it</strong>à, di dign<strong>it</strong>à, di dovere e nello stesso tempo è funzione morale e sociale dapoiché<br />
deve esser il Comune, come Ente Morale, primo a dare il buon esempio retribuendo bene i<br />
suoi dipendenti assicurando loro il pane e insegnando così all’ingordo cap<strong>it</strong>alismo<br />
sfruttatore come si tratta col salariato.<br />
L’assessore Rosso rileva come la proposta del sindaco modifichi il regolamento<br />
delle guardie e di pulizia urbana, e quindi sia necessario rinviare l’argomento di un mese<br />
per riesaminare le normative riguardanti i dipendenti di rango inferiore del comune.<br />
Toffoli fa sue le idee del cons. Ellero che gli sembrano ispirate al più genuino buon senso,<br />
ripete che non è il caso di fare questione di fiducia tra consiglio e sindaco, al quale riconosce<br />
le migliori intenzioni. Trova necessario procedere con il metodo deduttivo – base di ogni<br />
sistema logico – e propone la sospensiva sull’argomento, inv<strong>it</strong>ando la Giunta a presentare in<br />
una prossima seduta il regolamento generale per il personale di servizio. A questo punto<br />
Toffoli presenta un ordine del giorno, sottoscr<strong>it</strong>to anche da Vicenzini, Bresin, Ellero, De<br />
Bernardo, Fabbro e Degan (insieme ai socialisti ed a Toffoli si coagula la rappresentanza<br />
operaia in Consiglio, sintomo di una solidarietà di classe che va oltre le appartenenze di<br />
part<strong>it</strong>o) in cui si inv<strong>it</strong>a la Giunta, prima di ogni assunzione, a riesaminare l’organico dei<br />
dipendenti comunali. Con equivoco inspiegabile il sindaco interpreta come atto di sfiducia<br />
questo o d. g, destinato invece nell’intenzione dei proponenti (altri sei consiglieri oltre il<br />
cons. Toffoli lo hanno firmato) a rimettere al giusto posto la questione. E’ ovvio infatti che<br />
ogni proposta tecnica deve essere trattata con giusta conoscenza di causa, dopo maturo<br />
esame, e con perfetta tranquill<strong>it</strong>à di spir<strong>it</strong>o. Di tutto questo il Sindaco non si rende ragione,<br />
pretendendo con insistenza un voto immediato. Il cons. Toffoli, disgustato, abbandona<br />
l’aula.<br />
Alla minaccia di dimissioni da parte del sindaco, i consiglieri del Psi reagiscono<br />
con misurate proposte di modifica della delibera, per verificarne il percorso in sede di<br />
applicazione. Ma tale atteggiamento costruttivo non viene raccolto dal sindaco, il quale<br />
anzi coglie l’occasione per polemizzare frontalmente con i socialisti, raccogliendo anche il<br />
plauso soddisfatto della destra che assiste alla crisi della maggioranza di sinistra. A<br />
questi attacchi banali e insensati vibratamente rispose il compagno Ellero riuscendo a<br />
cacciar in gola all’imprudenti censori le loro gratu<strong>it</strong>e offese e riaffermando i principi del<br />
part<strong>it</strong>o e dell’ideale socialista di fronte a qualunque altro part<strong>it</strong>o non escluso il democratico.<br />
I becchini della consorteria, così li appellò il cons. Ellero, a questo punto per controreagire<br />
alle affermazioni socialiste, dimenticando per un momento i loro odi e lo scherno per il<br />
Sindaco attuale, gli prodigarono con applausi un tributo di simpatia e ciò per aver offeso i<br />
socialisti e più ancora perché avevano compreso che con simile mezzo rafforzavano il di lui<br />
puntiglio e irremovibil<strong>it</strong>à e ciò, dati gli umori del consiglio, avrebbe prodotta la di lui caduta<br />
e lo sfasciamento dell’amministrazione. Per dir tutta la ver<strong>it</strong>à, il Sindaco, neppur di<br />
questo volle accorgersi e secondo noi si prestò al giuoco dei suoi e dei nostri avversari. Ne<br />
nacque un pandemonio tra consiglieri, Giunta, Sindaco, e pubblico e per conclusione si ebbe,<br />
che la nomina fu respinta e il Sindaco rassegnò le dimissioni.<br />
670 Sollineato nell’originale.<br />
205
L’assessore Marini fa un lungo intervento conciliatorio, affermando che se la<br />
proposta di regolamento fosse stata distribu<strong>it</strong>a ai consiglieri questi non avrebbero che<br />
potuto condividerla e proponendo una sospensiva, ma su insistenza del sindaco, che<br />
minaccia le dimissioni, si passa al voto sulla proposta, che viene respinta con 10 voti<br />
contro 6. La tensione è incomprensibile, in quanto non c’è nessuna opposizione sulla<br />
proposta, ma si discute solo se si debba procedere ad una nuova assunzione oppure se<br />
vadano maggiormente retribu<strong>it</strong>i gli attuali preposti. Su questa linea il consigliere clericale<br />
De Mattia (in questo d’accordo con i socialisti) propone di dividere le 800 lire previste per<br />
il nuovo posto fra stradini e spazzini: ottiene 9 voti contro 7. Il sindaco (che appare<br />
scollegato anche dai suoi assessori) la dichiara non accolta, ma preso atto del significato<br />
pol<strong>it</strong>ico del voto se ne va portando con sé il regolamento. 671<br />
Potrebbe sembrare assurdo che su un provvedimento di tipo organizzativo<br />
l’opposizione socialista metta a rischio la sopravvivenza dell’Amministrazione Comunale.<br />
Ma il punto è un altro, a prescindere dall’isolamento forse caratteriale che l’avvocato<br />
Galeazzi dimostra in questa ma anche in altre occasioni: per i socialisti la questione è<br />
quella non tanto di controllare, quanto di trattare equamente, in primo luogo dal punto<br />
di vista retributivo, la manodopera comunale, dimostrando che l’ente pubblico è<br />
qualcosa di diverso dai cap<strong>it</strong>alisti privati. 672<br />
L’attenzione per la condizione dei dipendenti pubblici è una questione centrale<br />
per la pol<strong>it</strong>ica dei socialisti <strong>it</strong>aliani durante tutta l’età giol<strong>it</strong>tiana. Importanti categorie<br />
come gli insegnanti superiori, i maestri, gli impiegati postali, quelli telegrafici e quelli<br />
ferroviari ricevono un’attenzione particolare da parte del part<strong>it</strong>o; viceversa le prese di<br />
posizione di queste categorie ottengono un’udienza fondamentale nelle file dello stesso,<br />
con assunzioni di responsabil<strong>it</strong>à di non poco conto, come quando - ad esempio - Filippo<br />
Turati, il capo del part<strong>it</strong>o, assume la presidenza del sindacato degli impiegati postali, ed<br />
un altro deputato, Nofri, quella dei telegrafici. L’eccessivo peso delle richieste di queste<br />
categorie viene vissuto come una spinta corporativa di settori dell’apparato statale, e<br />
susc<strong>it</strong>a le polemiche dell’ala sindacalista del part<strong>it</strong>o, ma anche del radicale N<strong>it</strong>ti. 673<br />
Ma i socialisti perseguono anche nel caso dell’organizzazione delle categorie<br />
libero-professionali ed intellettuali il modello esplic<strong>it</strong>o del sindacato di classe: come nel<br />
caso del dibatt<strong>it</strong>o della sezione provinciale dell’Associazione nazionale dei medici<br />
condotti, dove alcuni propongono l’organizzazione sulla base del sindacato operaio<br />
prendendo lo spunto dalla vertenza che si svolge a Prato Carnico (e che vede<br />
protagonista il dott. Grassi Biondi, esponente importante del Psi). A Pordenone, dopo<br />
una conferenza dell’ispettore scolastico nob. prof. V<strong>it</strong>torio Segala, si prende atto della<br />
riforma decisa dall’Associazione magistrale friulana, approvando l’autonomia della<br />
sezione pordenonese, aderente sia all’associazione provinciale che all’Unione Magistrale<br />
Nazionale (sindacato magistrale collegato agli ambienti radicali e socialisti, che per un<br />
periodo ha a capo della sua struttura provinciale il socialista sacilese avv. Enrico<br />
Fornasotto). Uno dei problemi più scottanti per l’organizzazione sindacale magistrale<br />
sono le persecuzioni dei signorotti locali e del clero nei confronti delle maestre, alle quali<br />
vengono spesso dedicati articoli sulla stampa di sinistra. Le maestre laiche e t<strong>it</strong>olate<br />
vengono viste come elemento di perturbazione dello status quo locale con la loro sola<br />
presenza, fonte di insegnamento sottratto al controllo della Chiesa cattolica, che cerca<br />
671 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 132-136; P, n. 166 di lunedì<br />
15 luglio 1906, pag. 2, Seduta tempestosa al Consiglio comunale. Interrogazioni – Il corpo delle guardie –<br />
Il regolamento per la pulizia urbana – Dissidio – Crisi, articolo firmato Simplicissimus; LF, n. 87 del 21 luglio<br />
1906, Al Municipio. Tempestosa seduta.<br />
672 Nello specifico, la questione dei controlli della manodopera impegnata nei servizi comunali è oggi tutt’altro<br />
che risolta, pur di fronte allo status sicuramente molto garantista dei dipendenti pubblici acquistato in un<br />
secolo di pratica sindacale.<br />
Molti servizi come quello oggetto della delibera di quel Consiglio Comunale sono stati affidati in appalto a<br />
privati, come società cooperative, a partire dagli anni Ottanta, con il risultato di riprodurre lo stesso tipo di<br />
problematiche. Le amministrazioni pubbliche di sol<strong>it</strong>o poco si curano di verificare le condizioni dei lavoratori<br />
degli appalti ma, di fronte alle polemiche ormai sempre più frequenti da parte delle organizzazioni sindacali e<br />
cooperativistiche, che stanno diventando anche senso comune dell’opinione pubblica, provvedono in modo<br />
incongruo, a discap<strong>it</strong>o dell’interesse pubblico e gravando ancora di più sui lavoratori.<br />
Ecco allora che lo stesso comune di Pordenone, nell’ultimo decennio del secolo, appalterà i servizi di pulizia<br />
degli uffici comunali al massimo ribasso del prezzo, per poi spendere buona parte del risparmio per mantenere<br />
una persona a tempo pieno a fare quelle stesse funzioni di controllo sulle operaie delle pulizie che nel 1906<br />
sono denunciate dai socialisti! Oppure troviamo il comune di Udine che nell’anno di grazia 1999 appalterà<br />
l’animazione dei centri estivi per i ragazzi per poi inserire in ognuno di questi centri un animatore (pure a<br />
tempo pieno) con esclusive funzioni di controllo, che se ne starà con le mani in mano mentre gli animatori delle<br />
cooperative lavoreranno. Viene da dire che la storia non insegna proprio nulla, se rileggiamo le sensate<br />
osservazioni dei consiglieri socialisti pordenonesi del primo decennio del secolo.<br />
673 Cfr.: MICHELS, Roberto, Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pagg. 297-304.<br />
206
per parte sua di mantenere il dir<strong>it</strong>to di far assumere dai comuni i sacerdoti come<br />
maestri, anche quando non t<strong>it</strong>olati. 674<br />
Nelle settimane successive la polemica si sviluppa fra Il Paese, ove appaiono<br />
corrispondenze più favorevoli al sindaco in controcanto con Toffoli (che interviene<br />
nuovamente per esprimere tutta la stima sua e dell’opinione pubblica per Galeazzi, che<br />
appare come l’unico sindaco che finalmente abbia preso a cura gli interessi del comune,<br />
contro le voci ispirate dall’opposizione moderata che iniziano già a puntare su altre<br />
candidature a sindaco in alternativa) ed Il Lavoratore Friulano. Si accusano i socialisti di<br />
aver ora a cuore il bilancio comunale, per risparmiare mille lire (confrontare questa cifra<br />
con la paga sopra riportata delle bidelle per le pulizie delle scuole!) mentre non si aveva<br />
questa preoccupazione economica quando si era chiesto di dar fondo alle casse<br />
municipali per sostenere lo sciopero degli operai dell’Amman; li si accusa pure di aver<br />
accettato il sostegno clericale alla loro opposizione. Dure le risposte: se i soldi stanziati<br />
per gli scioperanti (in una cifra determinata dalla Giunta) sono stati spesi per causa<br />
evidentemente sacrosanta è perché per noi val meglio soccorrere chi lotta ed ha fame che<br />
stipendiare uno sbirro. Quanto all’alleanza momentanea con i consiglieri clericali, si nota<br />
che per una volta questa è avvenuta per la comune difesa degli interessi dei lavoratori, e<br />
ciò rappresenza uno spiraglio di lavoro purtroppo raramente comune: Il male è invece<br />
che troppo spesso quando i socialisti combattono il clericalismo spalleggiante il cap<strong>it</strong>alismo<br />
sfruttatore, opprimenti insieme gli sfruttati, si trovano soli, e i pretesi democratici<br />
sonnecchiano.<br />
La Giunta si presenta dimissionaria sabato 21 luglio 1906; il sindaco è assente.<br />
Presiede l’assessore anziano Alessandro Rosso, che legge la lettera con cui il sindaco si è<br />
dimesso il 16 luglio in conseguenza del voto dato dal Consiglio Comunale, e dichiara che<br />
la Giunta si è pure dimessa per solidarietà. Il consigliere Polese (defin<strong>it</strong>o leader della<br />
maggioranza da Il Paese)svolge un intervento conciliatorio, appellandosi al senso di<br />
responsabil<strong>it</strong>à degli amministratori per l’attuazione del programma votato della cui<br />
esecuzione la c<strong>it</strong>tà è in attesa e presentando un ordine del giorno in cui inv<strong>it</strong>a la Giunta<br />
a riprendere le sue funzioni ed a prendere atto che quanto previsto dal Regolamento<br />
potrà essere svolto dal personale già presente. Zannerio si associa, rilevando però che<br />
questo vale solo per la Giunta e non per il sindaco. Ellero ribadisce che il voto dei<br />
socialisti non era stato di sfiducia e che il loro parere contrario era lim<strong>it</strong>ato solo ad un<br />
punto del regolamento. L’ordine del giorno è approvato con 11 voti favorevoli ed 8<br />
astenuti (i componenti della Giunta ed i due clericali che dichiarano per bocca di Klefisch<br />
che non era neanche loro intenzione sfiduciare la Giunta). Solo il consigliere Zannerio<br />
non vota la fiducia, esprimendosi a favore della Giunta ma non del sindaco. In segu<strong>it</strong>o a<br />
questo voto l’amministrazione r<strong>it</strong>ira le dimissioni. 675<br />
Nella seduta di sabato 1 settembre 1906 il sindaco presenta una dichiarazione in<br />
cui annuncia che la Giunta, preso atto della fiducia riconfermata dal consiglio, ha<br />
r<strong>it</strong>irato le dimissioni e si appresta a presentare tutti i regolamenti organici dell’azienda<br />
comunale. Nella stessa seduta si delibera l’aumento della retribuzione degli stradini:<br />
rispetto alla proposta della Giunta (aumento a 45 lire mensili) viene approvata la<br />
proposta Ellero di aumento a 50 lire, anche se da parte del clericale De Mattia si arriva a<br />
proporre 60 lire mensili (in cambio di un aumento della vigilanza e della produttiv<strong>it</strong>à<br />
degli operai). Martedì 6 novembre 1906 verranno approvati il regolamento di pulizia<br />
stradale, quello delle guardie municipali e quello per i pompieri aggiunti. 676<br />
Ma analogo sostegno alle condizioni dei lavoratori non viene ottenuto per quanto<br />
riguarda quegli impegnati negli appalti comunali: nella discussione di venerdì 26 ottobre<br />
1906 sulla costruzione del nuovo fabbricato scolastico di Borgomeduna, Il cons. Degan<br />
vorrebbe che fosse fatto obbligo all’impresa di servirsi di operai locali, e di stabilire per essi<br />
674 P, nn. 166 di lunedì 15 luglio 1906, pag. 2, La riunione di sabato dei medici condotti (sul ruolo di Grassi<br />
Biondi nella costruzione del Psi carnico, cfr.: RENZULLI, Aldo Gabriele, c<strong>it</strong>.) e 293 di lunedì 10 dicembre 1906,<br />
pag. 2, Associazione magistrale.<br />
Sulle persecuzioni nei confronti delle maestre, cfr. ad esempio: P, n. 120 di martedì 21 maggio 1907, pag. 1,<br />
Nell’Italia selvaggia. La maestra di Vivaro, 132 di martedì 4 giugno 1907, pag. 3, Travesio. Le persecuzioni<br />
ad una maestra ed un articolo di Guido Fabiani e 133 di mercoledì 5 giugno 1907, pagg. 1 e 2, NELL’ITALIA<br />
SELVAGGIA. LA MAESTRA DI TRAVESIO. La storia di un organo (si tratta della riproposizione dell’articolo<br />
del prof. Guido Fabiani apparso sul Corriere delle maestre del 26 maggio precedente).<br />
Sulla composizione del corpo docente dei comuni del mandamento di Spilimbergo sub<strong>it</strong>o dopo l’Un<strong>it</strong>à, cfr.:<br />
POGNICI, Luigi, Spilimbergo e suo distretto, Pordenone, Antonio Gatti, 1872.<br />
675 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 137-140; P, nn. 167 di<br />
martedì 17 luglio 1906, pag. 1, Soluzione spiacevole, 170 di venerdì 20 luglio 1906, pag. 2, Intorno alla crisi<br />
comunale, 173 di martedì 24 luglio 1906, pag. 2, Seduta consigliare. La fiducia al Sindaco ed alla Giunta. Si<br />
prevede il r<strong>it</strong>iro delle dimissioni; LF, nn. 87 del 21 luglio 1906, Risposta al “Paese” e 88 del 28 luglio 1906.<br />
676 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pag. 141, 146-147 e 163-165.<br />
207
un massimo di ore di lavoro ed un minimo di paga. Il Sindaco risponde che non si può né<br />
conviene imporre tali oneri all’impresa; le si farà raccomandazioni in tale senso. Anche su<br />
questo terreno, che rimarrà irrisolto ancora un secolo dopo (anzi verrà aggravato dalle<br />
tendenze normative derivanti dalle nuove forme di dominio globale del Ventunesimo<br />
Secolo) la presenza socialista pone il problema della finalizzazione dei programmi di<br />
opere pubbliche all’occupazione della manodopera locale, che deve essere inquadrata in<br />
precise condizioni contrattuali, grazie alla vigilanza dell’amministrazione appaltante.<br />
Altrettanto tipica la risposta di puro stampo liberista del sindaco. Se i dipendenti<br />
pubblici vengono quindi in qualche modo tutelati, altrettanto non accade per gli operai<br />
assunti dalle imprese, che spesso ricorrono a manodopera esterna alla c<strong>it</strong>tà, per<br />
abbassare il livello dei salari. 677<br />
La crisi si risolve perché è chiar<strong>it</strong>o che non viene messo in discussione il rapporto<br />
di fiducia fra parte della maggioranza consiliare e la Giunta. I socialisti esprimono la loro<br />
soddisfazione per la continuazione di questa esperienza di governo c<strong>it</strong>tadino, che dovrà<br />
far fronte a ben altre emergenze amministrative. L’occasione serve a riaffermare la<br />
divers<strong>it</strong>à di obiettivi di fondo di socialisti e radicali. Per i socialisti la prova di forza ha<br />
dato un es<strong>it</strong>o pos<strong>it</strong>ivo e confermato la loro funzione di part<strong>it</strong>o dei lavoratori, attento a<br />
non trascurare gli interessi anche di un solo segmento di classe operaia nella gestione<br />
delle vicende amministrative. In realtà, la tensione appare ancora palpabile, come<br />
dimostrano i pubblici avvertimenti alla Giunta che vengono rivolti dai socialisti nei mesi<br />
successivi fino all’approvazione del nuovo regolamento. 678<br />
Da parte radicale il sindaco, con un’intervista a La Patria del Friuli, ribadisce la<br />
central<strong>it</strong>à strategica del suo part<strong>it</strong>o rispetto alla marginal<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica dei socialisti. Per<br />
Galeazzi il futuro è dei radicali, in quanto i socialisti sono utopisti: prevedibile la<br />
risposta, che accomuna i radicali con gli avversari moderati e clericali, tutti difensori<br />
della proprietà privata e quindi destinati a riprodurre una società divisa in classi e<br />
basata sullo sfruttamento. 679<br />
Ma, al di là della polemica pol<strong>it</strong>ica, il lavoro della Giunta procede, riordinando la<br />
disastrata macchina comunale. I socialisti continuano ad essere presenti nei vari<br />
organismi nominati dal comune: nel Consiglio Comunale del 26 ottobre vengono eletti il<br />
presidente e due consiglieri della Congregazione di Car<strong>it</strong>à, con una forte connotazione di<br />
sinistra: presidente è Enea Ellero, e consiglieri sono l’ing. Augusto Mior e l’avv. Guido<br />
Rosso. Nella commissione di vigilanza per le scuole elementari per il 1906-1907 vengono<br />
eletti (fra i dieci componenti, delle quali quattro donne) Gino Rosso e Giuseppe Ellero.<br />
Venerdì 16 novembre 1906 vengono nominati: fra i revisori del conto consuntivo 1906<br />
Giuseppe Ellero, fra i dieci effettivi e supplenti della commissione per la tassa di famiglia<br />
per il biennio 1907-1908 Ilario Fantuzzi, fra i quattro componenti effettivi della<br />
commissione elettorale comunale per il biennio 1907-1908 Gino Rosso e Romano<br />
Sacilotto. 680<br />
Ellero, sol<strong>it</strong>ario, quasi sempre sopraggiunge a Consiglio Comunale già iniziato. Gli<br />
interventi sotto forma di interrogazioni, ma anche nella stesura dei bilanci e su altre<br />
delibere, vedono – oltre all’intervento di qualche consigliere autorevole della maggioranza<br />
come Polese – gli interventi soprattutto di De Mattia, e qualche volta di Klefisch, per<br />
parte clericale, ed i frequenti e puntuali interventi di Degan, di Ellero e di Fantuzzi,<br />
dedicati agli svariati aspetti della v<strong>it</strong>a c<strong>it</strong>tadina (dalle strade alla manutenzione dei beni<br />
pubblici, dal funzionamento delle scuole agli interventi san<strong>it</strong>ari alla condizione dei<br />
dipendenti comunali). In riferimento ai dipendenti comunali, Ellero interviene più volte<br />
per ottenere un aumento salariale superiore a quello proposto dall’amministrazione; ma<br />
non mancano casi in cui è Ellero ad opporsi ad aumenti richiesti da personale nei cui<br />
confronti siano state formulate cr<strong>it</strong>iche per negligenza. Mentre gli altri due consiglieri<br />
intervengono relativamente a Pordenone, Ilario Fantuzzi lo fa per la frazione di Torre.<br />
Rari invece gli interventi di Bresin.<br />
4.11.17 - Facciamo come in Francia.<br />
677 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 154-155.<br />
678 LF, n. 100 del 20 ottobre 1906. La seduta consiliare di lunedì 22 andò deserta, a causa dell’assenza di<br />
consiglieri che portò a non raggiungere il numero legale. Ciò provoca la dura rampogna dell’organo socialista<br />
contro quei consiglieri che assumono le cariche e poi non sentono il dovere di disimpegnarle come si<br />
deve. LF, n. 101 del 27 ottobre 1906, Seduta consigliare.<br />
679 LF, n. 91 del 18 agosto 1906, Al “Tagliamento”: cfr. il testo in appendice.<br />
680 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 156-158 e 168-170.<br />
208
L’amministrazione nel frattempo ha occasione di dimostrare il suo stretto laicismo<br />
rifiutando di intervenire a sostegno di iniziative religiose. Ancora una volta al centro della<br />
polemica è una iniziativa del parroco di Torre don Giuseppe Lozer. Nella seduta del<br />
Consiglio Comunale del 1° settembre i socialisti si oppongono alla delibera con cui la<br />
Giunta propone di concedere tremila lire di sussidio al parroco di Torre per la<br />
ricostruzione della canonica. Il cons. Fantuzzi è contrario alla proposta, perché non ravvisa<br />
necessaria la ricostruzione, bastando un restauro. Il Sindaco avverte che la canonica attuale<br />
è inab<strong>it</strong>abile, ed il suo restauro costerebbe più della ricostruzione. Il concorso del comune è<br />
subordinato ad un progetto da approvarsi dall’ingegnere comunale. Avverte anche che un<br />
rifiuto farebbe alienare parte di quella popolazione e senza risultato, perché la legge, in<br />
mancanza di altri mezzi, fa obbligo ai comuni. (...) Il cons. Ellero premette che qui non<br />
c’entra il sentimento: la questione è puramente oggettiva. Né devono preoccuparci<br />
l’eventuali proteste d’una parte di quei parrocchiani, perché essi negano qualunque<br />
concorso, mentre hanno contribu<strong>it</strong>o, e largamente per quel Magazzino cooperativo. La legge,<br />
egli osserva, fa obbligo ai comuni di concorrere nelle spese di conservazione e non in quelle<br />
di ricostruzione; e perciò egli non può votare la proposta della Giunta. Il Sindaco ripete che<br />
non giova urtare buona parte di quella popolazione, perché oltre la legge comunale e<br />
provinciale noi abbiamo ancora in vigore quella del 1808 e quindi il rifiuto sarebbe un atto di<br />
dispetto, senza alcun pratico risultato. La canonica attuale è in condizioni da non essere<br />
riparabile, e quindi non si può conservare, ma conviene ricostruire. Dopo altri scambi di<br />
opinioni, in cui l’assessore Rosso riconferma le proposte del sindaco, viene approvata<br />
all’unanim<strong>it</strong>à una proposta dei consiglieri Polese e Zannerio che rinvia a dopo la<br />
presentazione del progetto la delibera. 681<br />
La delibera viene acquis<strong>it</strong>a come una v<strong>it</strong>toria dai socialisti: E no, bimbi cari, se<br />
volete la canonica nuova, fatevela a spese vostre, trovando il denaro che non vi manca<br />
quando c’è da impiantar qualche bottega cattolica. Intanto il Consiglio rifiutò la presa in<br />
considerazione della domanda. 682<br />
Ma a differenza del duro anticlericalismo socialista, gli amministratori radicali<br />
operano tenendo conto non solo dell’opinione pubblica cattolica, ma di un quadro di<br />
obblighi più complessi: così quando il 26 ottobre si discute del restauro del pericolante<br />
campanile di Rorai Grande, riproducendo la discussione avvenuta a propos<strong>it</strong>o della<br />
canonica di Torre. Di nuovo Fantuzzi lamenta che si ripropongano spese per il culto ed il<br />
sindaco e l’assessore Marini osservano che ci sono degli obblighi di legge, e che il<br />
campanile rischia anche di compromettere la chiesa, mettendone in pericolo gli storici<br />
affreschi. Ellero presenta una mozione per rinviare il voto a dopo una verifica statica di<br />
un esperto, per valutare la sicurezza del campanile, ma la sua proposta viene respinta e<br />
la delibera approvata. 683<br />
Evidentemente la maggioranza non è compatta, e la coerenza anticlericale ne è la<br />
cartina di tornasole. Su questo piano si eserc<strong>it</strong>a il pungolo dei socialisti, che vogliono<br />
accelerare il programma amministrativo concordato: Malgrado le proteste e il voto<br />
contrario della parte socialista, il Consiglio ha approvato la spesa per riatto del campanile di<br />
Rorai. Sappiamo che parte della Giunta che si sentiva e dichiarava favorevole alla<br />
sospensiva, abbia ceduto sotto le istanze di un solo assessore. Troppo di frequente succede<br />
che la maggioranza si sottomette alla minoranza nell’attuale Giunta e, questo non va.<br />
Esigiamo maggior coraggio e soprattutto maggior energia nelle manifestazioni anticlericali.<br />
Il programma non ammette transazioni, ci compiaciamo invece delle nomine alla<br />
Congregazione di Car<strong>it</strong>à e della Commissione di vigilanza per le scuole. Fin<strong>it</strong>o ora il disbrigo<br />
degli arretrati confidiamo che il Comune si ponga sulla via delle riforme veramente<br />
democratiche ed utili al proletariato come la refezione scolastica ed altro. 684<br />
La fine del 1906 è occasione per un bilancio dell’attiv<strong>it</strong>à socialista a Pordenone.<br />
Prevalente è il resoconto dei movimenti sindacali, soprattutto fra i tessili. Il bilancio è<br />
crudo: la confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à ha lasciato le sue tracce sul movimento, che ha pagato la durezza<br />
della lotta con la repressione e con molti abbandoni, per il ricatto cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dal rischio di<br />
perdere il lavoro. L’attiv<strong>it</strong>à amministrativa e la nuova Amministrazione Comunale non<br />
hanno in tale sintesi un ruolo per nulla centrale: quello che conta è la s<strong>it</strong>uazione del<br />
movimento, che passa un momento difficile. La conclusione volontaristica rinvia alla<br />
necess<strong>it</strong>à di reagire alle esperienze dure della lotta di classe attraverso il rafforzamento<br />
del part<strong>it</strong>o. Che non si tratti solo di buone intenzioni, lo testimoniano le convocazioni per<br />
i giorni immediatamente successivi di alcuni comizi ed assemblee di cotonieri. Ma anche<br />
fuori dei cotonifici l’organizzazione prosegue il suo lavoro. Viene segnalata come<br />
particolarmente pos<strong>it</strong>iva la realtà della Lega dei muratori, che nel solo mese di dicembre<br />
681 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 145-146.<br />
682 LF, n. 94 dell’8 settembre 1906, Consiglio comunale.<br />
683 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 158-159.<br />
684 LF, n. 102 del 3 novembre 1906, La spesa del campanile.<br />
209
ha fatto 25 nuovi iscr<strong>it</strong>ti, e che si prepara a rivendicare il minimo del salario e il minimo<br />
delle ore di lavoro. Restano perciò, fino da ora, avvert<strong>it</strong>i i capi-mastri, ecc., che i muratori di<br />
qui intendono d’avere un contratto di lavoro identico a quello vigente in c<strong>it</strong>tà e presso le<br />
imprese più accred<strong>it</strong>ate. 685<br />
Le divisioni latenti nella maggioranza esplodono nuovamente per una forzatura<br />
da parte socialista sulla questione anticlericale, approf<strong>it</strong>tando dal vento laicizzante che<br />
proviene dal governo di sinistra francese. Nel Consiglio Comunale di sabato 5 gennaio<br />
1907 il cons. Ellero ricorda l’attuale avvenimento nella nazione sorella: nella Francia<br />
repubblicana che ha scosso il giogo teocratico. Propone il seguente telegramma al primo<br />
ministro della repubblica Francese: “A Giorgio Clemanceau come interprete del pensiero<br />
laico, civile e sociale del popolo repubblicano di Francia, il Consiglio comunale di Pordenone<br />
invia il plauso della sua anima democratica.” Il Sindaco, richiamandosi alle parole del suo<br />
programma si oppone alla proposta Ellero perché forse offensiva a parte dei colleghi; avverte<br />
anche che altra è la questione nostra che quella della Francia. Ellero comprenderebbe la<br />
risposta del Sindaco se il consiglio fosse cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da moderati; ma non la comprende con<br />
una Amministrazione democratica: si riporta alla relazione che accompagna il bilancio.<br />
Rispetta la fede, il sentimento religioso di ciascuno; ma non i gruppi che se ne fanno arma<br />
pol<strong>it</strong>ica. Quindi nessuna offesa, nella sua proposta, al sentimento, alla religione; ma il plauso<br />
al fatto sociale che avviene in Francia. E perciò insiste nella sua proposta. Il Sindaco<br />
dichiara che la questione pol<strong>it</strong>ica è risolta inesorabilmente e radicalmente nel suo<br />
programma. Rende giustizia alla parte clericale del Consiglio, che non ne ha mai fatte. De<br />
Mattia dichiara che non voterà la proposta Ellero, che porterebbe la scissura fra i consiglieri;<br />
mentre noi siamo chiamati ad amministrare e non a fare della pol<strong>it</strong>ica. L’ass. Policreti<br />
premette che lui non avrebbe proposto l’ordine del giorno nei termini come l’ha fatto il<br />
collega Ellero; ma dichiara che se venisse messo ai voti lo voterebbe. Ricorda i fatti che<br />
hanno originata la questione di Francia; cioè la vis<strong>it</strong>a di Loubet al Re e non al Papa. Quindi<br />
si potrebbe lim<strong>it</strong>arsi a manifestare la nostra simpatia alla Francia; e pregherebbe il cons.<br />
Ellero a non insistere nella sua proposta. De Mattia ripete che la proposta Ellero, se<br />
accettata, ci dividerà di nuovo. A quanto giustamente disse il Sindaco vorrebbe aggiungere<br />
qualche cosa altro; ma non ha la coltura necessaria, essendo anch’egli un operaio. Ripete<br />
ch’egli ed i suoi amici voteranno contro, perché quel telegramma è una grande offesa ai<br />
Cattolici francesi, che combattono per la difesa della loro religione ch’è anche, la nostra.<br />
All’Ass. Policreti osserva che se la Francia ha assist<strong>it</strong>o l’Italia nelle guerre d’indipendenza, si<br />
è però trattenuta le provincie di Nizza e Savoia; e che non è vero che il dissidio dipenda<br />
dalla mancata vis<strong>it</strong>a del presidente Loubet, perché ancora sotto il papa Leone XIII erano<br />
rotte le buone relazioni per la persecuzione di quel governo alle Congregazioni religiose.<br />
Il Sindaco ripete che non vuole pol<strong>it</strong>ica in Consiglio. Ha ricordato la moderazione<br />
della minoranza, perché fosse segu<strong>it</strong>a dagli altri gruppi. Quindi nessuna proposta si deve fare<br />
che suoni offesa ai cattolici. Ellero insiste, con dichiarazione che non intende di recare<br />
offesa ad alcuno. Policreti avverte che si potrebbe fare come a Padova; consacrare cioè nel<br />
verbale, un voto di simpatia per la Francia, senza spedire telegrammi. Il cons. Polese si<br />
associa all’ass. Policreti. L’Ass. Rosso deplora che si approf<strong>it</strong>ti della religione per avere il<br />
dominio civile. L’Ass. Policreti propone il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio delibera<br />
che le dichiarazioni del cons. Ellero siano raccolte a verbale dando a questa formal<strong>it</strong>à il<br />
significato della piena manifestazione di simpatia al popolo francese.” Ellero insiste invece<br />
che sia messo ai voti il suo ordine del giorno che rilegge. E il Sindaco lo mette ai voti per<br />
alzata e seduta. Risulta approvato; ma non si è ben certi se con undici o con tredici voti sui<br />
19 votanti. Si assenta il cons. Pace: restano presenti N° 18. Venendo chiesta la controprova<br />
per accertare il risultato della votazione, il Sindaco si r<strong>it</strong>ira dalla sala. Assume la presidenza<br />
l’assessore anziano sig.r Rosso. Fatta la controprova per alzata e seduta, risultano su 17<br />
votanti N.° 4 voti contrari e 13 favorevoli. Il Presidente proclama il risultato della votazione.<br />
Rientra il sindaco, che riassume la presidenza. Presenti N° 18. Stante l’ora tarda, d’accordo<br />
coi presenti, si rimanda il bilancio a Lunedì p.v. alle ore 20 e 30, e si passa agli oggetti di<br />
seconda lettura. 686<br />
Il riferimento alla repubblica francese è di primaria importanza. Risale al 1905 la<br />
legge francese, che regola in maniera estremamente rigida la separazione fra lo stato e le<br />
confessioni religiose, garantendo una laic<strong>it</strong>à dello stato che rimarrà salda per un secolo<br />
intero, anche quando sarà messa a dura prova dal confronto con milioni di c<strong>it</strong>tadini non<br />
cristiani, in particolare musulmani provenienti dal Maghreb. 687 Ma alla volontà socialista<br />
di andare a fondo contro i clericali, utilizzati contro di loro da Giol<strong>it</strong>ti per riequilibrare a<br />
destra la pol<strong>it</strong>ica nazionale, si oppone Galeazzi che tira in ballo il suo programma<br />
stampato dove si leggono queste frasi: “E potete star sicuri che fino a tanto durerà il mio<br />
685 LF, n. 111 del 5 gennaio 1907, Tirando le somme; I muratori.<br />
686 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 178-180; b. 1907 Referato I-<br />
II, fasc. 5, Amministrazione; sessioni ordinarie e straordinarie del consiglio. Deliberazioni, minute del<br />
telegramma in <strong>it</strong>aliano ed in francese.<br />
687 Cfr.: LEVEAU, Rémy e MOHSEN-FINANI Khadija, I musulmani, in: Carta, anno II, n. 13, Roma, novembre<br />
2000, pag. 28.<br />
210
Sindacato, dalle opere nostre non verrà né direttamente né indirettamente fatto offesa a<br />
vostri (parla ai cattolici) sentimenti e alla vostra fede”.<br />
La maggioranza radicale appare divisa e frammentata ed il sindaco incapace di<br />
governarla. Ogni discussione, come vedesi, cade nel ridicolo, si trattasse anche di cifre, di<br />
lavori etc. Una volta è la capezza del passato che mette in disaccordo giunta e consiglio,<br />
un’altra volta è la via di mezzo che non incontra simpatie... un’altro caso la irremovibil<strong>it</strong>à<br />
del Sindaco che fa stizzire anche i colleghi di giunta... insomma ogni sera, c’è la nota da<br />
ridere che sior Tonin ci ruberebbe volentieri. Poi la discussione non è ordinata, sono 3 o 4<br />
che parlano... E parlano tutti insieme dando v<strong>it</strong>a a una musica ostrogata. Pace che fa finta<br />
d’essere la nota armonica mostra aria di stanchezza e si prende la porta con certe frasi di N.<br />
13! C’è poi nel consiglio chi, pur essendo della maggioranza, non vede di buon occhio il<br />
Sindaco. Perciò, quando si presenta l’occasione, dà volentieri lo sgambetto e pur di non dire<br />
si... dice no o si astiene. Piccoli dispetti, meschini rancori, invidiuzze scolaresche fanno<br />
capolino... ed il Sindaco - ecco un suo torto - cerca di dare a tutti lo zuccherino... specie al<br />
De Mattia, nonostante che Rosso gli tiri la giacca e Policreti borbotti grosse parole... salute.<br />
688<br />
Anche questa volta il sindaco ha abbandonato l’aula minacciando le dimissioni.<br />
Un contraccolpo del voto consiliare si ha nelle successive sedute. Lunedì 7 gennaio 1907<br />
si inizia con la risposta del sindaco alle interrogazioni di Zannerio e Degan sulla vicenda<br />
dei pompieri aggiunti, che con una dura lettera al sindaco hanno dato le dimissioni.<br />
Degan protesta perché non è stata ancora data risposta ai suoi ques<strong>it</strong>i, in particolare sul<br />
fatto se era stato concesso l’incontro di chiarimento richiesto dai pompieri: il sindaco<br />
replica che ha provveduto ad approvare il regolamento e a fare le nuove assunzioni. A<br />
questo punto De Mattia legge un documento di condanna del precedente voto<br />
anticlericale della maggioranza del Consiglio, che preferisce fare discussioni pol<strong>it</strong>iche al<br />
posto di dedicarsi al bilancio comunale. De Mattia giudica invece in modo differenziato il<br />
comportamento del sindaco, secondo lui coerente con le promesse contenute nel<br />
programma di non offendere le credenze della minoranza. I clericali condannano la<br />
persecuzione secondo loro attuata dalla repubblica francese contro la Chiesa cattolica ed<br />
attaccano le proposte di Ellero, defin<strong>it</strong>e massonico-socialiste; infine De Mattia con gli<br />
altri consiglieri clericali presenti si assenta. La protesta clericale è redatta con forma così<br />
aggressiva, violenta, inurbana e offensiva fa scattare il Consiglio intero ed il pubblico che<br />
gremisce la sala. Il Sindaco protesta energicamente contro l’offesa lanciata al Consiglio, e,<br />
vedendo che gli animi si riscaldano, approf<strong>it</strong>tando che lo stesso dopo l’usc<strong>it</strong>a dei clericali<br />
non è più in numero, si affretta a dichiarare sciolta la seduta. Ma il cons. Ellero non disposto<br />
a subire in pace l’offesa incivile lanciata sorge con veemenza; unisce alla protesta del<br />
Sindaco la propria e quella del gruppo socialista. Crede senza precedenti il procedere<br />
deplorevole dei clericali, negli annali della v<strong>it</strong>a amministrativa Pordenonese. Il baccano<br />
diventa assordante. I commenti diventano aspri e violenti. Ellero parla fra un vociare<br />
indiavolato e fra gli applausi del pubblico. Finalmente, quando Dio vuole, la sala si spopola,<br />
ma la discussione continua animatissima nei corridoi.<br />
Dopo gli scontri che hanno fatto saltare la discussione in Consiglio sul bilancio<br />
nelle sedute del 5 e del 7 gennaio, il sindaco lo riconvoca sabato 12, ma in c<strong>it</strong>tà si sa che<br />
socialisti e clericali si preparano ad un nuovo scontro: il sindaco si propone di impedire<br />
la ripresa della questione da ognuna delle due parti, in nome della superiore necess<strong>it</strong>à di<br />
badare alle esigenze del comune. La s<strong>it</strong>uazione dà pretesto alla forza pubblica per<br />
circondare fino a notte fonda il municipio, schierando il tenente delegato di Ps e ben<br />
quattordici carabinieri: questo fatto, che fa sembrare Pordenone un comune meridionale<br />
in mano ai camorristi, si mer<strong>it</strong>a anche dai quieti radicali una precisa minaccia nei<br />
confronti delle forze di polizia, cui si promette una dura lezione se il fatto si ripetesse.<br />
All’inizio della seduta Polese legge una dichiarazione in cui a nome della maggioranza,<br />
pur r<strong>it</strong>enendo leg<strong>it</strong>timo che il Consiglio discuta e deliberi su ogni problema pol<strong>it</strong>ico anche<br />
internazionale, condanna il fatto che la discussione possa protrarsi al punto da<br />
interrompere le normali attiv<strong>it</strong>à amministrative dell’organismo; dichiarazione cui si<br />
associa il sindaco. Ellero vorrebbe rispondere alla dichiarazione clericale della seduta<br />
precedente, ma ne nasce un battibecco nel quale il sindaco impedisce sia a lui che a De<br />
Mattia di intervenire nuovamente sulla questione; in particolare il sindaco dichiara di<br />
aver già lui risposto nella seduta precedente a nome di tutta la maggioranza, e quindi<br />
anche dei socialisti. 689<br />
La posizione del sindaco appare, al di là dell’anticlericalismo generalizzato degli<br />
esponenti radicali, tipica dal giurisdizionalismo del liberalismo risorgimentale: lungi<br />
688 LF, n. 112 del 12 gennaio 1907, A palazzo, firmato Un assiduo.<br />
689 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 185-189 e segg.; P, nn. 7 di<br />
martedì 8 gennaio 1907, pag. 2, Consiglio Comunale, articolo firmato Burik, 10 di venerdì 11 gennaio 1907,<br />
pag. 2, Clericali e Socialisti al Consiglio Comunale. Si prepara una battaglia?…, articolo firmato Burik e 13<br />
di martedì 15 gennaio 1907, pag. 1, Commenti alla seduta consigliare.<br />
211
dall’essere ateo od agnostico, Galeazzi è un convinto cattolico, ma r<strong>it</strong>iene che la posizione<br />
religiosa vada subordinata al ruolo unificante dello Stato. La sua posizione diventa<br />
quindi di equilibrio nei confronti dei clericali, di cui non tollera gli eccessi ma con i quali<br />
cerca di ev<strong>it</strong>are lo scontro, in nome del comune interesse alla gestione della cosa<br />
pubblica, tanto che don Lozer ne distingue l’atteggiamento dai compagni di part<strong>it</strong>o: Nei<br />
primi anni del secolo l’Amministrazione comunale era composta di radicali antireligiosi. Il<br />
Sindaco Galeazzi però era un uomo sereno e di nobile sentire. E Galeazzi stesso ricambia,<br />
nell’epistolario di quei mesi, la stima per il giovane parroco. 690<br />
Negli stessi gionri anche la Società Operaia interviene nel dibatt<strong>it</strong>o, approvando<br />
all’unanim<strong>it</strong>à, su proposta del presidente Francesco Asquini, un ordine del giorno: “Il<br />
Consiglio della Società Operaia di Pordenone, applaude alla battaglia che la liberale Francia<br />
ora combatte per il libero pensiero e libertà di coscienza, ed esprime voti d’infin<strong>it</strong>a simpatia<br />
per la Nazione sorella”. 691<br />
4.2.18 - La ricostruzione del bilancio comunale.<br />
Pur in mezzo a polemiche e scontri pol<strong>it</strong>ici che ne minano alla base la stabil<strong>it</strong>à, la<br />
diunta Galeazzi procede nel suo lavoro di risanamento economico e di impostazione di<br />
nuove iniziative. A testimonianza del disordine amministrativo lasciato dalla precedente<br />
amministrazione moderata, solo il 1° settembre 1906 erano stati approvati dal Consiglio<br />
Comunale i conti consuntivi per gli esercizi pregressi del 1902 e 1903. 692<br />
Ai primi di gennaio Il Paese pubblica integralmente la relazione sul bilancio<br />
preventivo presentata dalla Giunta. Nella relazione gli amministratori democratici si<br />
proclamano nemici del vizio e dell’ozios<strong>it</strong>à, combattute soprattutto pensando a soccorrere<br />
gli umili e gli infelici. Il primo periodo di v<strong>it</strong>a dell’amministrazione è stato soprattutto di<br />
preparazione per quelle opere che (ormai progettate) andranno iniziate e possibilmente<br />
realizzate nel corso del 1907. Si tratta della Scuola in Borgomeduna, già in corso d’opera,<br />
dell’ampliamento di quella di Rorai Grande, delle vie Mazzini, Garibaldi, Piazzale XX<br />
Settembre, della strada detta del Vialuz e di quella detta Vivuola, del fabbricato destinato<br />
a depos<strong>it</strong>o delle materie infiammabili. Accanto a queste opere, finanziate con un mutuo<br />
per la spesa totale di 132.563 lire, se ne aggiungono altre che non potranno iniziare<br />
sicuramente nel 1907, per altre 79.114 lire: orinatoi e cessi pubblici, l’atrio del cim<strong>it</strong>ero<br />
urbano, vial d’Aviano, strada dalla Provinciale a Piazza Castello 693 , modificazioni al<br />
municipio, strada comunale dal Borgo Meduna alla fornace Cattaneo; tutti lavori che<br />
saranno avviati man mano che sarà possibile.<br />
Si provvederà inoltre alle scuole urbane femminili, il cui progetto sarà presto<br />
portato in Consiglio, per altre 106.000 lire: le scuole in generale sono una delle prior<strong>it</strong>à<br />
dell’amministrazione, con la collaborazione dei dipendenti e l’apprezzamento delle<br />
autor<strong>it</strong>à superiori. Non si è potuto invece aumentare la insufficiente retribuzione dei<br />
maestri, per l’ancora inadeguato gett<strong>it</strong>o delle imposte comunali; si sono quindi<br />
aumentate le retribuzioni più basse, pari a diciannove su ventinove maestri. Si è<br />
aggiunta la sesta classe, con il doppio incarico ai maestri delle quinte. La refezioni degli<br />
alunni più bisognosi è garant<strong>it</strong>a dalla beneficenza indirizzata al Patronato scolastico, ma<br />
lontani sono gli obiettivi di un edificio scolastico e di una refezione egual<strong>it</strong>aria per gli<br />
scolari di tutte le classi sociali.<br />
Si è insoddisfatti dell’illuminazione stradale, debole e scarsa, ma per ancora un<br />
anno e mezzo l’amministrazione è legata al contratto in essere ed ha dovuto lim<strong>it</strong>arsi a<br />
strappare poche concessioni dall’appaltatrice (quindici nuove lampade in via di<br />
installazione). Un notevole risultato sono stati i tre regolamenti per la pulizia delle strade<br />
e vie interne, per i vigili urbani e per i pompieri. Tali atti accresceranno l’igiene pubblica,<br />
e sono stati accompagnati da aumenti retributivi per il personale. La pratica per le case<br />
operaie, deliberate il 5 febbraio 1906, ha potuto essere appena avviata, dopo<br />
l’autorizzazione dell’autor<strong>it</strong>à tutoria, e si spera che gli sgravi fiscali favoriscano<br />
l’intervento di società interessate. Gli uffici sono disciplinati e diligenti, e purtroppo si<br />
possono aumentare per ragioni di bilancio solo gli stipendi dello scrivano e dei cursori.<br />
Tre nuove voci di spesa corrispondono agli interessi ed ammortamenti per il mutuo per le<br />
690 Sul cattolicesimo di Galeazzi e sul suo atteggiamento car<strong>it</strong>atevole nei confronti delle opere del parroco di<br />
Torre cfr., oltre al passo più sopra c<strong>it</strong>ato: LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pag. 26 (episodio in cui<br />
Galeazzi ricorda come Pasteur pregasse prima di iniziare le sue lezioni dalla cattedra); LOZER, Giuseppe,<br />
Piccole memorie, c<strong>it</strong>., lettere a pagg. 157-159.<br />
691 P, n. 16 di venerdì 18 gennaio 1907, pag. 1 , La Società Operaia per la Francia laica.<br />
692 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 144-145.<br />
693 L’attuale via dei Molini, che sale da Via Martelli a Piazza della Motta.<br />
212
opere pubbliche; per il restauro dello storico campanile di Rorai e per la progettazione<br />
della tramvia Pordenone-Aviano, quest’ultima per ev<strong>it</strong>are che siano deviati gli storici<br />
commerci con le popolazioni dei comuni pedemontani e montani. Non sono previsti<br />
aumenti delle tasse ed imposte, lasciando il solo aumento all’accresciuto benessere<br />
c<strong>it</strong>tadino. Si protesta contro la fiscal<strong>it</strong>à nazionale e la mancanza di autonomia di quella<br />
locale, e si auspica che siano defiscalizzati i consumi popolari e siano tolte ai comuni le<br />
spese per gli uffici statali.<br />
Lasciateci ancora la compiacenza di dirvi, che gli umili e i poveri dovranno ricordare<br />
per sempre l’avvento della Democrazia al Comune. Alludiamo alle migliorate condizioni del<br />
Civico Ospedale. Lo abbiamo trovato in istato deplorevole. Oggi, e da mesi, l’ordine, nel<br />
servizio, la distribuzione regolata delle medicine, la pulizia dei letti e dei locali, la<br />
modernizzata lavanderia, l’acquisto attento delle cibarie; a tutto ciò si è provveduto. Il<br />
San<strong>it</strong>ario valorosissimo può attendere agli ammalati più di prima con la coscienza che<br />
l’opera sua sapiente ed attiva non incontrerà inciampi e controoperazione. Si attendono i<br />
risultati dell’inchiesta disposta, che dovrà dare ulteriori indicazioni per porre gli<br />
opportuni controlli e permettere all’Amministrazione Comunale di avviare una<br />
incontrastata attiv<strong>it</strong>à di indirizzo. Ci si è inoltre preoccupati dell’igiene pubblica,<br />
coadiuvati dall’Ufficiale San<strong>it</strong>ario, ma le ammende elevate non sono riusc<strong>it</strong>e ad aver<br />
ragione di una diseducazione radicata. Ci si propone di inviare l’Ufficiale San<strong>it</strong>ario ad<br />
ispezionare le ab<strong>it</strong>azioni dei poveri, in modo da imporre le necessarie migliorie ai<br />
proprietari. 694<br />
Ma, se il programma amministrativo è avanzato ed ambizioso, il clima nella<br />
maggioranza non è ottimo, come è dimostrato non solo dalla polemica<br />
sull’anticlericalismo - vera spia della divaricazione fra le varie componenti della<br />
maggioranza - ma anche dalla non accettazione, da parte di Enea Ellero e Guido Rosso,<br />
della carica loro affidata il 26 ottobre 1906, rispettivamente di presidente e consigliere<br />
della Congregazione di Car<strong>it</strong>à: venerdì 1° febbraio 1907 vengono eletti al loro posto il<br />
conte Pompeo Ricchieri ed il cav. Antonio Polese.<br />
A conferma di un clima di collaborazione fra almeno parte dei democraticoradicali<br />
e dei moderati, è pure l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione<br />
dell’ospedale, a far parte del quale saranno designati il 6 aprile: il dr. Ernesto Cossetti<br />
(17 voti su 17 votanti), l’avv. Riccardo Etro (17), Gio. V<strong>it</strong>torio De Marco (15), l’avv.<br />
Giuseppe Ellero (14) e Leone Valenzin (14). I primi due nuovi amministratori sono<br />
moderati - anche se Etro nel passato si era proclamato democratico - e ricevono<br />
evidentemente anche il voto dei clericali, negato invece ai radicali De Marco e Valenzin ed<br />
al socialista Ellero. I consiglieri di sinistra sono comunque tre su cinque eletti, ma<br />
l’elezione di due rappresentanti di una forza pol<strong>it</strong>ica non presente in Consiglio<br />
Comunale, oltre a testimoniare della conventio ad excludendum nei confronti dei clericali,<br />
dimostra anche quali terreni operativi comuni uniscano la classe dirigente liberale al di<br />
là delle sue divisioni pol<strong>it</strong>iche. 695<br />
La questione anticlericale risorge nuovamente proprio il 1° febbraio con la<br />
delibera di un contributo di 2100 lire per il restauro dell’abside di San Marco, ove rischia<br />
di deteriorarsi un notevole quadro di Giovanni Antonio da Pordenone. La proposta viene<br />
presentata dalla Giunta, ma è significativo che ai margini del verbale la si indichi come<br />
una proposta del clericale De Mattia. La spesa viene approvata per un piccolo scarto di<br />
voti (9 a 7) nonostante la richiesta di sospensiva di Ellero, cui si è associato il consigliere<br />
Ariot. Ellero e lo stesso assessore Policreti rilevano che la Fabbriceria dichiara di essere<br />
senza soldi, ma che l’incuria corrisponde a spese per costruire nuove chiese; l’assessore<br />
Scaini sta per scatenare una nuova polemica coi clericali (troncata dalla messa ai voti del<br />
sindaco) quando si augura che quel locale cambi di destinazione. La questione sarà ripresa<br />
martedì 12 novembre, in quanto la delibera viene rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dalla Prefettura solo in<br />
agosto, e poi giunge una richiesta di revoca della delibera da parte di Ellero, che rileva<br />
come si sia ingannato il consiglio facendo pensare alla presenza di un affresco in<br />
pericolo, mentre si tratta di una tela. Ellero propone inoltre che il quadro venga trasfer<strong>it</strong>o<br />
in municipio. Le richieste di Ellero vengono comunque respinte per sette voti ad otto. 696<br />
Il 16 febbraio 1907 Il Lavoratore Friulano esce con la prima pagina completamente<br />
dedicata alla commemorazione di Giordano Bruno, nell’anniversario della morte sul rogo<br />
a Roma. A sottolineare l’importanza dell’avvenimento, viene pubblicata una foto della<br />
statua del grande filosofo eterodosso <strong>it</strong>aliano, elevato a simbolo della lotta per la libertà<br />
di pensiero contro l’oscurantismo della Chiesa cattolica. Sullo stesso numero è<br />
694 P, n. 9 di giovedì 10 gennaio 1907, pagg. 1 e 2, Il Bilancio Preventivo 1907.<br />
695 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pag. 201 e 225-226.<br />
696 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 202-204 e 283-284.<br />
213
pubblicato un appello ai pordenonesi a partecipare, la domenica successiva, alla<br />
manifestazione c<strong>it</strong>tadina dedicata a Bruno. Tutti i c<strong>it</strong>tadini anticlericali devono - a<br />
qualunque part<strong>it</strong>o appartengano - intervenire al comizio che si terrà domenica alle ore 8<br />
pom. nella sala Coiazzi. Massoni, monarchici, radicali, liberali, etc. che seguono le tradizioni<br />
della rivoluzione <strong>it</strong>aliana devono partecipare alla manifestazione. Giordano Bruno, nome<br />
dato alla libertà di pensiero deve in tutti susc<strong>it</strong>are novella energia a combattere i vecchi e<br />
sempre nuovi nemici della libera coscienza e del libero esame. (...) Vi sarà un oratore<br />
socialista, uno radicale. La parola sarà data a chiunque vorrà esporre il suo pensiero.<br />
Per lo stesso giorno è annunciata anche una conferenza di Giovanni Cosattini al<br />
Teatro Sociale di Spilimbergo, dal t<strong>it</strong>olo Il Proletariato e la chiesa ed altre iniziative in<br />
provincia. In questo contesto l’appello pordenonese all’universo dell’anticlericalismo<br />
indistinto, un<strong>it</strong>o dal comune richiamo al movimento risorgimentale, è più chiaramente<br />
indirizzato contro l’alleanza pol<strong>it</strong>ica nazionale fra i moderati governativi ed i clericali in<br />
funzione antisocialista. In questo momento storico oscuro che, governo e prete alleati<br />
assieme tentano ostacolare ogni ascensione proletaria è bene che i lavoratori celebrando la<br />
memoria del Grande Martire di Nola facciano sentire la loro voce alta, senza ipocrisie e che<br />
sia espressione delle aspirazioni per ogni libertà. 697<br />
Al comizio di Pordenone l’oratore socialista è Guido Rosso: Eletto presidente<br />
l’ispettore Segala, fece la commemorazione il compagno Rosso. Tratteggiò la v<strong>it</strong>a del Nolano,<br />
spiegò le credenze del suo tempo ed il perché del suo martirio. Finì accennando al modo di<br />
combattere il clericalismo, spalleggiato dal governo e dalla borghesia dimentica delle sue<br />
origini. Applausi fragorosi salutarono il discorso del compagno. Il comizio - a dispetto<br />
dell’ampio appello di convocazione, ed a dimostrazione di come la campagna anticlericale<br />
fosse percep<strong>it</strong>a per la sua vera natura di attacco alle manovre governative - viene cr<strong>it</strong>icato<br />
sia dal Giornale di Udine che dall’altro quotidiano udinese, La Patria del Friuli. La<br />
polemica con il Giornale di Udine tira anche in ballo l’autor<strong>it</strong>à di uno dei principali poeti<br />
nazionali, il Carducci, sventolato come una bandiera dal conferenziere socialista: l’avv.<br />
Rosso... era stato un bel sciocco a trovar punto di contatto fra Carducci e Bruno, nella<br />
commemorazione di domenica! Il richiamo al Carducci da parte di Rosso ha senso come<br />
commemorazione del poeta morto in quei giorni e r<strong>it</strong>enuto ancora - nonostante la svolta<br />
moderata e monarchica degli ultimi anni - un simbolo di repubblicanesimo e di laic<strong>it</strong>à:<br />
non a caso il propagandista Arturo Frizzi 698 ne inserirà la poesia A Satana in un libro di<br />
canti socialisti. Anche in altre corrispondenze si rendono gli onori al sommo poeta, allo<br />
sferzatore poderoso di ogni ipocrisia, di ogni viltà, di ogni superstizione, al vate impavido<br />
che seppe civilmente usare la scure per sfondare il dogma inneggiando al Libero Pensiero!<br />
Il comizio è occasione - oltre che per una delle immancabili punzecchiature<br />
contro il parroco di Torre don Lozer - anche di una polemica con Polese, nei confronti del<br />
quale ormai si misura una totale rottura: Abbiamo chiesto al compagno Rosso perché unì<br />
al Tagliamento anche il portiere di Aman nel discorso al Cojazzi. L’amico ci rispose: “il<br />
giorno avanti la commemorazione, il Polese, ad un operaio che leggeva il manifesto disse: “<br />
perché chiamano a parlare quel rosso... che rovinò, colla lega, la c<strong>it</strong>tà”? La polemica con<br />
l’autorevole esponente della democrazia pordenonese cost<strong>it</strong>uisce anche un indiretto<br />
riconoscimento della capac<strong>it</strong>à di organizzazione di classe realizzata in quegli anni. 699<br />
697 LF, n. 117 del 16 febbraio 1907, pag. 1, Comizio del XVII e SPILIMBERGO, Conferenza.<br />
Fra le note di contorno al comizio di Spilimbergo apparirà nei mesi successivi la decisione del segretario<br />
socialista locale Giovanni Fracasso di battezzare il proprio figlio Giordano Bruno, a sottolineatura del valore<br />
simbolico della commemorazione. Sabato scorso Cominotto Ida, moglie col solo r<strong>it</strong>o civile al compagno<br />
carissimo Giovanni Fracasso, Segretario del nostro Circolo Socialista, dava v<strong>it</strong>a ad un bel maschietto, il<br />
quale venne iscr<strong>it</strong>to nei registri dello Stato Civile con il nome di Giordano Bruno. Non occorre dirlo:<br />
l’innocente testa del neonato non verrà deturpata dall’acqua santa (?) del prete; al battesimo<br />
provvederanno i compagni gratu<strong>it</strong>amente e con fede sincera. Cfr.: LF n. 129 dell’11 maggio 1907, Senza<br />
battesimo.<br />
698 Poche le notizie su Arturo Frizzi in alcune opere generali sul socialismo <strong>it</strong>aliano. Interviene all’VIII congresso<br />
nazionale socialista di Bologna (8-11 aprile 1904) affermando di essere giunto lì come simpatizzante dei<br />
riformisti ma di essere stato convinto dall’intervento di Lazzari a condividere le posizioni intransigenti, ed al X<br />
congresso di Firenze (19-22 settembre 1908) sulla gestione finanziaria dell’Avanti! Cfr. TREVISANI, Giulio, c<strong>it</strong>.,<br />
secondo volume, pagg. 18 e 96. E’ c<strong>it</strong>ato come autore di una delle raccolte di testi di canzoni più di moda nelle<br />
feste socialiste (FRIZZI, Arturo, Nuovo canzoniere illustrato, c<strong>it</strong>.): cfr. RIDOLFI, Maurizio, c<strong>it</strong>., pag. 271.<br />
Più esaustiva la biografia, redatta a cura di L. Tomassini, in: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>.,<br />
secondo volume, pagg. 395-396. In essa si dà conto della v<strong>it</strong>a avventurosa di questo singolare caso di artista<br />
ambulante diventato propagandista socialista, giornalista ed ed<strong>it</strong>ore. Nella suo impegno pol<strong>it</strong>ico unisce le sue<br />
doti di istrione e quelle di vend<strong>it</strong>ore ambulante al ruolo di propagandista della direzione del Psi e della<br />
Federazione giovanile socialista.<br />
Pubblica una autobiografia diffusissima all’epoca, la cui ultima edizione è stata inser<strong>it</strong>a in un ciclo di opere<br />
sulla cultura popolare, non a caso introdotta da una allieva di Piero Camporesi: FRIZZI, Arturo, V<strong>it</strong>a e opere di<br />
un ciarlatano, (a cura di Andreina Bergonzoni), Milano, Silvana, 1979.<br />
699 LF, nn. 118 del 23 febbraio 1907, pag. 3, Il comizio di domenica, Quel corrispondente!, SAN DANIELE,<br />
Ipocrisie, GEMONA, Per Giosuè Carducci e TORRE, Il coraggioso e n. 119 del 2 marzo 1907, pag. 3, Quanto<br />
strep<strong>it</strong>o! e Polese? Cfr. inoltre: FRIZZI, Arturo, Nuovo canzoniere illustrato, c<strong>it</strong>., pagg. 46-49.<br />
214
Nei giorni successivi, nella seduta di sabato 23 febbraio 1907, è il sindaco di<br />
Pordenone a commemorare Carducci in Consiglio Comunale. Ellero si associa alla<br />
commemorazione del Sindaco, e loda la Giunta d’essersi fatta rappresentare ai funerali;<br />
approva i sentimenti del Carducci finché furono civili, laici e repubblicani. Ma non può<br />
lasciar passare l’eccidio di Firmo, ove per l’imprudenza d’un tenente sono caduti dei figli del<br />
lavoro, senza una voce di protesta, almeno come ha fatto un comune ultramoderato di quei<br />
paesi. Il Sindaco si associa alla protesta, e crede vi sarà assenziente anche il Consiglio.<br />
Klefisch deplora i fatti; ma non conviene nella protesta perché non può essere tenuto<br />
responsabile il Governo dell’eventuale imprudenza d’un funzionario. Su proposta di Ellero è<br />
votato un ordine del giorno contro il massacro di lavoratori a Firmo, nel Mezzogiorno, da<br />
parte delle forze governative: i consiglieri clericali votano contro. Un episodio rivelatore di<br />
come lo scontro non sia sul piano dei valori religiosi, ma su quello dei più prosaici<br />
interessi pol<strong>it</strong>ici e di classe. 700<br />
Le celebrazioni di stampo anticlericale avranno di lì a poco il loro coronamento in<br />
quelle del centenario di Giuseppe Garibaldi, concep<strong>it</strong>e dai socialisti come occasione per<br />
rivendicare quell’altra via al Risorgimento, repubblicana e popolare, che era stata<br />
duramente combattuta (e vinta) dalla monarchia sabauda e dai moderati. La funzione<br />
antimonarchica ed anticlericale delle celebrazioni del centenario traspare con chiarezza,<br />
nello stesso momento in cui si rivendica l’ered<strong>it</strong>à non solo del Garibaldi che aveva ader<strong>it</strong>o<br />
alla Prima Internazionale, ma di quel Mazzini che non aveva mai acquis<strong>it</strong>o il classismo<br />
socialista. 701<br />
4.2.19 - Tragico epilogo dello sciopero degli edili.<br />
Nel frattempo l’organizzazione sindacale e pol<strong>it</strong>ica socialista si rafforza<br />
effettivamente, come dimostra la cresc<strong>it</strong>a della Lega dei cotonieri di Torre e la<br />
ricost<strong>it</strong>uzione di una sottosezione del part<strong>it</strong>o in quella stessa frazione. A partire dal mese<br />
di marzo viene attuato nel Pordenonese uno sciopero per l’aumento delle retribuzioni dei<br />
lavoratori dell’edilizia, in modo da parificarle a quelle nazionali. Le proposte della<br />
Federazione Edilizia sono accolte in aprile da 12 impresari sui 14 di Pordenone: ma fa<br />
eccezione il Cotonificio Amman, ove il sig. Scholl utilizza il personale adib<strong>it</strong>o ai lavori<br />
agricoli per il crumiraggio. 702<br />
Nei giorni successivi viene effettuato uno sciopero delle ragazze addette al reparto<br />
rings, cr<strong>it</strong>icato dai socialisti perché si svolge spontaneamente, al di fuori<br />
dell’organizzazione della Lega e questo fatto incide negativamente sulla loro ag<strong>it</strong>azione,<br />
rivelatasi disorganizzata. I socialisti non concepiscono la lotta come espressione<br />
spontanea dei lavoratori, ma come frutto di una attiv<strong>it</strong>à di organizzazione di classe per<br />
mezzo delle strutture di resistenza sindacale, al di fuori delle quali è vano ag<strong>it</strong>arsi, pena<br />
l’inev<strong>it</strong>abile scacco. Alla repressione poliziesca ha collaborato anche un esponente della<br />
Lega tessile e consigliere del Magazzino Cooperativo: ma i socialisti si dissociano da<br />
questo comportamento - che potremmo vedere come una presa di distanza, da parte dei<br />
lavoratori organizzati nel sindacato, dalle scioperanti disorganizzate - solidarizzando<br />
almeno sul piano morale con queste ultime. Interessante è un aspetto, che r<strong>it</strong>roviamo<br />
anche in altre occasioni: la dura polemica nei confronti dell’atteggiamento intransigente<br />
dei dirigenti del Cotonificio, in gran parte di origine tedesca, come il Metzler che<br />
fronteggia le ragazze dei rings. 703<br />
Questa fase di lotta di classe non viene vissuta solo sul piano locale. Negli stessi<br />
giorni i socialisti di Torre si mobil<strong>it</strong>ano per raccogliere sottoscrizioni a sostegno della<br />
lotta dei falegnami udinesi in sciopero. 704<br />
700 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 210-212; LF, n. 119 del 2<br />
marzo 1907, pag. 3, A Palazzo. Cfr. anche il n. 121 del 16 marzo 1907, pag. 3, Il Tagliamento. In alcune<br />
corrispondenze il cognome del consigliere clericale, di origine tedesca, viene storpiato, ad esempio in Clefis.<br />
701 LF, nn. 121 del 16 marzo 1907, pag. 1, R. Commemorazione (cfr. il testo in appendice) e 133 dell’8 giugno<br />
1907, pag. 1, 2 GIUGNO.<br />
702 LF, nn. 123 del 30 marzo 1907, TORRE. Lega cotonieri. Circolo socialista e 125 del 13 aprile 1907.<br />
Pordenone Socialista. Sullo sciopero degli edili pordenonesi e le sue impreviste conseguenze, cfr. DEGAN,<br />
Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 83-85.<br />
703 LF, n. 125 del 13 aprile 1907, TORRE. Sciopero al Cotonificio. Cfr. LF, n. 129 dell’11 maggio 1907,<br />
Discutiamo (siglato P.): viene fatto un elenco degli atti di violenza commessi contro dirigenti dei cotonifici a<br />
partire dal 1878 al 1890, quando i socialisti non avevano ancora iniziato la loro azione. Oltre a percosse e<br />
fucilate, viene anche segnalata una scr<strong>it</strong>ta sul ponte del Noncello: “A morte i tedeschi di Amman e Weffer”.<br />
Tale argomentazione r<strong>it</strong>orna anche a propos<strong>it</strong>o del consigliere clericale Klefisch, contro il quale verrà anche<br />
svolta una lunga polemica per le sue accuse antisocialiste in occasione dell’omicidio Toffoletti: cfr. LF, n. 130<br />
del 18.5.1907, Pordenone Socialista, La voce di... dio.<br />
704 LF, n. 125 del 13 aprile 1907, CAMERA DEL LAVORO. SOTTOSCRIZIONE pro “falegnami scioperanti”.<br />
215
Il consiglio della Lega cotonieri di Torre delibera in aprile di indire una solenne<br />
celebrazione del 1° maggio, e decide di dare tutto il suo appoggio allo sciopero dei<br />
muratori in lotta da più di un mese. Ma lo schieramento moderato non ha intenzione di<br />
assistere inerte allo sviluppo della confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à da parte socialista. Già lo aveva<br />
segnalato il settimanale socialista, rilevando l’intenzione del governo di boicottare le<br />
manifestazioni del Primo Maggio: Giovanni Giol<strong>it</strong>ti, la vecchia canaglia, il gesu<strong>it</strong>a travest<strong>it</strong>o<br />
da carabiniere, ha proib<strong>it</strong>o in quasi tutta l’Italia, i pubblici cortei del part<strong>it</strong>o socialista e delle<br />
organizzazioni di resistenza per festeggiare il Primo Maggio. 705 Opinioni non propriamente<br />
indulgenti nei confronti del grande statista, nonostante il giudizio pol<strong>it</strong>ico dell’epoca e<br />
quello storiografico successivo abbiano sottolineato l’oggettiva convergenza fra la sua<br />
azione di governo e gli interessi del riformismo socialista padano. Evidentemente bisogna<br />
cogliere la compless<strong>it</strong>à della fase storica ed una dialettica fra part<strong>it</strong>o socialista e governo<br />
liberale che non si esprime solo nel gioco parlamentare ma anche in una durissima lotta<br />
di classe, della quale i socialisti sono in tanta parte i promotori, ma dalla quale sono<br />
anche spesso spinti e sollec<strong>it</strong>ati, se non sopravanzati.<br />
La gestione poliziesca delle vertenze sindacali giunge anche in Consiglio<br />
Comunale sabato 6 aprile quando il sindaco, rispondendo al consigliere Maroder che gli<br />
chiede cosa sappia della minaccia di uno sciopero generale a Torre, dichiara di non aver<br />
potuto parlare con una delegazione di operai recatasi presso di lui perché era fuori sede<br />
e deplora che gli industriali non si rivolgano mai a lui, ma all’Autor<strong>it</strong>à di P.S. 706<br />
Nei giorni immediatamente precedenti il Primo Maggio la vicenda del lungo<br />
sciopero degli edili sfocia in un atto di violenza dettata dell’esasperazione di due di essi,<br />
che uccidono il 22 aprile l’ing. Antonio Toffoletti, direttore dei lavori di costruzione di un<br />
nuovo reparto del Cotonificio Amman di Borgomeduna. Il nuovo reparto si è reso<br />
necessario per collocarvi i minori da adibire al lavoro solamente diurno, in attuazione<br />
della nuova legge sul lavoro dei fanciulli allora entrata in vigore: ed è proprio l’Amman a<br />
voler protrarre la conclusione della vertenza già accettata dalle altre imprese. I cotonifici<br />
infatti operano nel settore edile, assumendo autonomamente i lavori di costruzione e di<br />
manutenzione degli edifici di loro interesse. 707<br />
L’attentato è l’occasione per una campagna pol<strong>it</strong>ica contro i socialisti locali,<br />
accusati insieme agli anarchici di essere i mandanti morali e gli organizzatori<br />
dell’attentato. Le forze di polizia operano arresti e perquisizioni a vasto raggio,<br />
approf<strong>it</strong>tando dell’occasione per mettere sotto pressione gli ambienti operai ed i mil<strong>it</strong>anti<br />
socialisti, che divengono il primo obiettivo della repressione. Si procede all’arresto di vari<br />
esponenti del sindacato degli edili. La polizia minaccia di chiudere i locali pubblici ove i<br />
socialisti ordinariamente si riuniscono, sostenendo la tesi di un complotto pol<strong>it</strong>ico alla<br />
base dell’omicidio.<br />
Anche dagli alleati radicali giunge la cr<strong>it</strong>ica nei confronti dei socialisti, rei non<br />
tanto di aver inc<strong>it</strong>ato al del<strong>it</strong>to, ma di aver trascurato l’educazione degli operai per<br />
privilegiare l’aspetto economico delle rivendicazioni. 708 Ma la condanna morale viene<br />
Ecco l’elenco dei sottoscr<strong>it</strong>tori da Torre: Da Corte L., Pezzot F., Bresin G., G. Gobbo, Fantuzzi. T., Pattino G.,<br />
Borean E., Sist N., Moras D., Minudel F., Bailot A., S. Camilot, Arman A., Rapini A., Griz L., Villalta G., Ciprian<br />
P., Brusadin D., Toffolo S., Cordazzo L., Santarossa A., Pezzot C., Missana G., Sist S., Furin G., Cozzarin T.,<br />
Cozzarin O., Fantuzzi I., Bornancin A., Marcolin A., P<strong>it</strong>ton A., Bianchettin D., Fanganello G., Marzon N., Farbis<br />
C., Gobbo V., Bresin L., Sist V., Gaspardo A., Furlan L., Sist G., Sacilotto B., E. Minudel, Zaghis G., Zaghis R.,<br />
Fantin A., Bidinost C., De Piero G., Bertoli R., Griz G., Zerio V., Barbui G., Della Flora G., Fantuzzi E., Bianchet<br />
A., Cempelin A., Buccalon A., Marzot E., Miotto S., Brunettin G., Rapini R., Bresin B., Fabbro G., A. Griz, Mio<br />
G., Praturlon G., Rosset G., Zavatta G., Durigon A., Griz G., Sartor G., Ferro F., Sartor N., Bresin A., L. Rapini,<br />
Rapini P., Bianchettin G., R. Sacilotto.<br />
705 LF, nn. 126 del 20 aprile 1907, TORRE. Lega cotonieri e 127 del 1° maggio 1907.<br />
706 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pag. 225.<br />
707 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 84. La legge 19 giugno 1902 sul lavoro delle donne e dei<br />
fanciulli prevede che, dopo un regime trans<strong>it</strong>orio stabil<strong>it</strong>o con l’art. 5, il lavoro notturno delle donne di qualsiasi<br />
età cessi senz’altro con il 20 giugno 1907. Cfr. LF n. 132 del 1° giugno 1907, pag. 1, La fine del lavoro<br />
notturno per donne e fanciulli, ove si richiamano i lavoratori e le organizzazioni sindacali alla vigilanza<br />
sull’applicazione della legge, dopo un più che congruo periodo di tempo concesso agli imprend<strong>it</strong>ori per adeguare<br />
gli impianti produttivi.<br />
708 A questo tipo di cr<strong>it</strong>ica corrisponde la testimonianza generalizzata dell’impegno del socialismo <strong>it</strong>aliano nei<br />
confronti dell’educazione popolare, attraverso non solo la propaganda orale e scr<strong>it</strong>ta, ma anche con la continua<br />
sottolineatura dell’importanza dell’ist<strong>it</strong>uzione scolastica e l’organizzazione di attiv<strong>it</strong>à educative, come biblioteche<br />
circolanti e circoli di cultura (funzione svolta, soprattutto nel quartiere di Torre, dal Magazzino Cooperativo e<br />
successivamente dalla Casa del Popolo).<br />
Anzi, qualche voce si solleva contro l’attiv<strong>it</strong>à, giudicata per certi aspetti sterilmente cattedratica e staccata dalle<br />
pressanti esigenze delle masse popolari, come nel caso della triestina Giuseppina Martinuzzi, che in un suo<br />
articolo pubblicato su Il Lavoratore Friulano cr<strong>it</strong>ica la significativa attiv<strong>it</strong>à educativa del socialismo triestino (cfr.:<br />
LF, n. 241 del 15 maggio 1909, pagg. 1 e 2, pubblicato in appendice fra gli scr<strong>it</strong>ti della Martinuzzi al n. 3).<br />
216
equamente espressa sia nei confronti di quegli ambienti operai ove si è concep<strong>it</strong>o<br />
l’assassinio, sia di chi si oppone alle giuste rivendicazioni operaie. Il del<strong>it</strong>to di Pordenone,<br />
consumato con raccapricciante freddezza nelle circostanze note, da due lavoratori<br />
organizzati e che si proclamavano seguaci delle dottrine socialiste da cui forse avevano<br />
appreso solamente la ribellione verso gli attuali ordinamenti economici, che nessuno certo<br />
può affermare basati sull’equ<strong>it</strong>à e sulla giustizia sociale, ma da cui non avevano assorb<strong>it</strong>o<br />
quello squis<strong>it</strong>o senso di uman<strong>it</strong>à che le pervade ed a cui devono la loro fortuna ed il loro<br />
prodigioso diffondersi nel mondo civile assetato di giustizia e di amore ed anelante ad un<br />
avvenire in cui le attiv<strong>it</strong>à buone delle specie avessero modo di affermarsi e di svilupparsi ed<br />
il rispetto alla v<strong>it</strong>a umana diventasse regolatore supremo dei rapporti sociali, - il del<strong>it</strong>to di<br />
Pordenone dimostra quanto cammino la classe operaia, organizzata o no, debba ancor<br />
compire prima di giungere alla sua redenzione morale. Coloro che dirigono il movimento dei<br />
lavoratori, dinanzi a questa esplosione degli istinti belluini latenti nella coscienza ancora<br />
torbida della massa operaia, avranno forse compreso quanto eravamo nel vero noi,<br />
rimproverando al part<strong>it</strong>o socialista di fare troppo spesso ed esclusivamente questione di<br />
salari. Il problema sociale non si risolve coi soli miglioramenti economici alle classi<br />
disagiate; bisogna far opera di educazione e di elevazione morale, è necessario far penetrare<br />
nella coscienza delle masse che l’elemento economico, disgiunto dall’elemento morale, è<br />
insufficiente da solo a condurre l’uman<strong>it</strong>à alla sua completa redenzione. Il progresso umano<br />
è il prodotto di un elevamento culturale che ha fatto evolvere l’uman<strong>it</strong>à dallo stadio<br />
ferino, acquisendo una crescente coscienza del valore della v<strong>it</strong>a umana e conquistando<br />
livelli crescenti di civiltà. E’ negativo che l’omicidio sia maturato in ambienti operai,<br />
perché arresta il processo di sviluppo del movimento dei lavoratori, e dà pretesto per una<br />
reazione che si nutre anche del leg<strong>it</strong>timo sentimento offeso della dign<strong>it</strong>à umana.<br />
Chiunque, sia che inc<strong>it</strong>i i lavoratori sulla strada della violenza, sia si opponga alle loro<br />
leg<strong>it</strong>time rivendicazioni, è moralmente corresponsabile del del<strong>it</strong>to. 709<br />
Mercoledì 24 aprile, conosciuta la notizia della morte dell’ing. Toffoletti, tutti i<br />
negozi chiudono per lutto per decisione dell’Unione Esercenti. La Società Operaia emana<br />
un manifesto. Sia la d<strong>it</strong>ta Amman che il municipio si offrono per organizzare a loro spese<br />
il funerale che si terrà venerdì 26, in accordo fra loro e con il comune di Udine dove la<br />
v<strong>it</strong>tima sarà sepolta. La c<strong>it</strong>tà di Pordenone risulta colp<strong>it</strong>a fortemente dal del<strong>it</strong>to. Oltre ai<br />
negozi chiusi, alle finestre sono affisse strisce di carta listate a lutto. Praticamente tutta<br />
la c<strong>it</strong>tà partecipa al funerale: forse solo qualche vecchio è rimasto a casa, e sono giunte<br />
persone dai paesi vicini. Il corteo funebre, cui partecipano le autor<strong>it</strong>à c<strong>it</strong>tadine (in<br />
stazione, dove il feretro giunge dopo che il corteo è sfilato per un’ora, parlano il sindaco,<br />
il presidente pordenonese della Deputazione Provinciale ing. Damiano Roviglio, Enea<br />
Ellero per la Società Operaia, il conte Amman e l’ing. Mosé Schiavi per i colleghi del<br />
defunto) è segnato da una corona portata dal signor Gino Giacomelli e dal dott. Doretti<br />
che reca la scr<strong>it</strong>ta: ”Gli amici alla v<strong>it</strong>tima della propaganda sovversiva”.<br />
Si diffondono voci che il del<strong>it</strong>to sia stato deciso in una riunione degli scioperanti. I<br />
carabinieri avrebbero trovato una pallottola da pistola nella sede della Lega dei Muratori.<br />
A Pordenone ci sarebbe un gruppo di una quarantina di anarchici, che avrebbero deciso<br />
di uccidere Toffoletti per fargli pagare la ricerca di crumiri nei paesi vicini decisa dalla<br />
d<strong>it</strong>ta Amman. Si precisa che comunque si tratta solo di voci, rinviando all’azione<br />
dell’autor<strong>it</strong>à giudiziaria. Vengono arrestati Giovanni Maria Missana, 30 anni, cassiere<br />
della Lega di resistenza fra muratori, Cesare Santin, 32 anni e Manlio Civran, 27 anni,<br />
muratori della fabbrica Amman. Il Paese comunque appare d’accordo con l’altro<br />
quotidiano democratico Il Gazzettino, che scettico sulla teoria del complotto afferma:<br />
Sappiamo pur troppo che certa parte di massa operaia è incolta ed incosciente; che è spesso<br />
ingenerosa e prepotente, qualche volta violenta; criminale moralmente, mostruosamente<br />
deforme da concepire e porre ad esecuzione tanto vile del<strong>it</strong>to, no, non possiamo crederlo. Al<br />
funerale ad Udine parla fra gli altri, in rappresentanza della Giunta comunale di<br />
Pordenone, l’assessore Rosso. 710<br />
Certo, in questo periodo l’impegno dei socialisti pordenonesi appare soprattutto rivolto al movimento sindacale,<br />
ma non può apparire privo di significato l’alto grado di adesione che segna le dure ag<strong>it</strong>azioni sindacali delle<br />
varie categorie, mentre nello stesso periodo hanno scarso successo le esperienze della scuola popolare. Si<br />
segnala infatti come a Pordenone i corsi della scuola libera popolare sorta per iniziativa di alcuni<br />
volonterosi dove tre volte alla settimana si tenevano lezioni dotte d’arte, di letteratura, di scienza, di<br />
igiene ecc. dovette morire non per ignavia degli insegnanti ma per l’apatia degli scolari. Ben raramente a<br />
conferenze pol<strong>it</strong>iche o di sociologia il pubblico accorre numeroso, e non è molto remoto il fatto che un<br />
oratore venuto da Torino dovette r<strong>it</strong>ornare con suo discorso nello stomaco per… mancanza di ud<strong>it</strong>ori.<br />
Cfr. P, n. 59 di sabato 9 marzo 1907, pag. 1, Povero popolo.<br />
709 P, n. 97 di mercoledì 24 aprile 1907, pag. 3, IL DELITTO DI PORDENONE, articolo firmato G. Giusti.<br />
710 P, nn. 98 di giovedì 25 aprile 1907, pagg. 2 e 3, DOPO IL DELITTO DI PORDENONE e necrologi della<br />
famiglia e del Cotonificio Amman (cfr. il testo del manifesto in appendice), 99 di venerdì 26 aprile 1907, pag. 2,<br />
Dopo la morte dell’ing. Toffoletti e Complotto anarchico? Lettera minatoria al Procuratore del Re. Altri<br />
217
I socialisti replicano con forza agli attacchi, ridimensionano l’episodio ad un atto<br />
individuale di alcuni operai portati allo stremo della loro capac<strong>it</strong>à di resistenza dal lungo<br />
protrarsi dello sciopero per motivi pol<strong>it</strong>ici da parte padronale. Insorgiamo contro<br />
l’attentato. Gli autori - nella loro insipienza - hanno allontanata, quando non abbiano<br />
compromessa sfavorevolmente, la soluzione della vertenza. Eravamo alla fine: da tutti con<br />
impazienza, si aspettavano i risultati delle ultime pratiche... quando la notizia funerea di un<br />
del<strong>it</strong>to si sparse per la c<strong>it</strong>tà ad allarmare i c<strong>it</strong>tadini, e a mettere lo scompiglio nella forza<br />
pubblica, la quale opera col senno di un ragazzo quindicenne. Perde le staffe, facilmente, la<br />
pulizia... e nei momenti in cui è necessaria calma e seren<strong>it</strong>à di giudizio diviene irrequieta e<br />
precip<strong>it</strong>ata.<br />
All’opinione pubblica moderata che add<strong>it</strong>a i socialisti a responsabili, con la loro<br />
predicazione e presenza organizzata, essi rispondono rivendicando le caratteristiche<br />
educative e civili della loro ag<strong>it</strong>azione, contrapposte alla violenza spontanea, r<strong>it</strong>enuta di<br />
per se stessa cieca, delle masse disorganizzate. Né l’idea socialista, né il contegno o il<br />
consiglio dei socialisti possono dirsi inc<strong>it</strong>atori al del<strong>it</strong>to. La lotta, noi socialisti, l’abbiamo<br />
sempre combattuta con armi civili... e ci adoperammo a frenare le impulsiv<strong>it</strong>à della folla.<br />
Dacché infatti il pensiero socialista s’è divulgato, in tanti e tanti scioperi, mai vi furono fatti<br />
gravi... a meno che non ci si vogliano accollare gli improvvisi scatti della massa. (...) Chi<br />
conosce la storia della popolazione operaia può e deve biasimare specie gli atti di violenza<br />
individuale: ma d’altra parte ha imparato che tali atti sono, diremo, inev<strong>it</strong>abili data la<br />
composizione della massa e che sono più frequenti ove manca la organizzazione, dove lo<br />
spir<strong>it</strong>o di classe non sussiste. 711<br />
In risposta alla campagna di stampa che sostiene la repressione si richiamano le<br />
circostanze in cui è avvenuto il del<strong>it</strong>to, rigettando sull’avversario di classe la<br />
responsabil<strong>it</strong>à del clima di tensione e di disperazione che ha portato all’omicidio. Il rifiuto<br />
della violenza è netto da parte socialista, e tale rimane anche nel sottolineare la<br />
distinzione da tenere fra atti di delinquenza individuale e movimento pol<strong>it</strong>ico, e nel<br />
rifiutare la strumentalizzazione in atto da parte degli avversari. Tale rifiuto non può<br />
inoltre far dimenticare come finora un ben diverso atteggiamento sia stato tenuto dalla<br />
parte moderata a propos<strong>it</strong>o dei continui massacri di lavoratori inermi da parte delle forze<br />
armate della monarchia. La responsabil<strong>it</strong>à dell’omicidio non è certo negata, ma viene<br />
inser<strong>it</strong>a nel quadro delle condizioni dello sfruttamento di classe, della durezza dello<br />
scontro sociale, della brutal<strong>it</strong>à dei modi con cui il cap<strong>it</strong>alismo si oppone alle<br />
rivendicazioni dei lavoratori, come il rifiuto di trattare e la serrata degli impianti (che,<br />
legale sotto la monarchia, sarà vietata dalla Cost<strong>it</strong>uzione repubblicana come elemento di<br />
riequilibrio dei rapporti di classe a favore della parte più svantaggiata, cui è invece<br />
garant<strong>it</strong>o il dir<strong>it</strong>to di sciopero dall’art. 40 712 ).<br />
Che la questione sia tutta pol<strong>it</strong>ica, è indicato da due dati di fatto rivendicati da<br />
parte socialista: e cioè che la loro presenza organizzativa ha prodotto in quel periodo il<br />
quasi raddoppio dei salari, ed il fatto che: il nostro proletariato ha spodestato dei pubblici<br />
uffici tutto il più o meno nobile moderatume locale. (...) L’amministrazione Galeazzi, fumo<br />
negli occhi pei tristi è salda e minaccia rinsaldarsi ancor meglio malgrado i ribaldi tentativi<br />
di minarla al cuore. Tutti gli altri ist<strong>it</strong>uti campano bene. Anche la Società operaia, feudo, in<br />
altri tempi, di grossi moderati, è tenuta da democratici e socialisti. Occorreva un caso<br />
straordinario per abbattere questa quercia rigogliosa. E’ una sventura? è una disgrazia? non<br />
importa. Tutto può giovare. L’occasione è propizia. Un momento di pubblica commozione<br />
può servire di arma per colpire il socialismo molesto e irrompente, i socialisti ancora più<br />
molesti, e con ciò riafferrare il terreno e i poteri perduti. Si percepisce come il del<strong>it</strong>to<br />
Toffoletti possa essere l’occasione per un rovesciamento di fronte dell’opinione pubblica,<br />
e portare alla sconf<strong>it</strong>ta delle conquiste sociali e pol<strong>it</strong>iche di questi anni di lavoro. 713<br />
Mentre gli arresti e la repressioni si moltiplicano, con il risultato<br />
controproducente di far mancare la manodopera (anche per la fuga in esilio di molti dei<br />
ricercati) e di produrre il rafforzamento involontario dello sciopero, i moderati ed i<br />
clericali vanno all’attacco dell’Amministrazione Comunale di Pordenone. 714 L’obiettivo<br />
non sono quindi gli esponenti del movimento operaio, siano essi i socialisti presenti nelle<br />
ist<strong>it</strong>uzioni o gli anarchici che vogliono rimanere rigorosamente estranei ad esse:<br />
l’occasione è veramente propizia per scalzare dal comune la Giunta di sinistra. Socialisti<br />
arresti e 100 di sabato 27 aprile 1907, pagg. 1-3, Funerali imponenti dell’ing. Toffoletti e CRONACA<br />
CITTADINA: Gl’imponenti funerali dell’ing. ANTONIO TOFFOLETTI.<br />
Nel t<strong>it</strong>olo del resoconto si confonde l’assessore Alessandro Rosso con il figlio, definendolo L’asses. avv. Rosso<br />
di Pordenone.<br />
711 LF, n. 127 del 1° maggio 1907, Pordenone Socialista. Tutta la rubrica è dedicata alla vicenda, così come nei<br />
numeri successivi.<br />
712 BARILE, Paolo, c<strong>it</strong>., pag. 390.<br />
713 LF, n. 128 del 4 maggio 1907, Alla riscossa.<br />
714 LF, n. 128 del 4 maggio 1907, Pordenone Socialista.<br />
218
e radicali sono compatti a difesa della maggioranza in quel difficile momento, ed<br />
appaiono un<strong>it</strong>i sia nell’essere bersaglio delle cr<strong>it</strong>iche, che nel respingerle al m<strong>it</strong>tente con<br />
forza.<br />
Sabato 27 il sindaco Galeazzi commemora l’ing. Toffoletti in Consiglio Comunale,<br />
affermando che questo omicidio non è frutto dell’odio di classe, e che non solo la<br />
c<strong>it</strong>tadinanza lo ha compreso, ma anche il conte Amman, che pur avrebbe avuto tutto<br />
l’interesse a far credere il contrario. Il sindaco chiude poi sub<strong>it</strong>o la seduta in segno di<br />
lutto, impedendo anche al consigliere Polese di parlare, con l’obiettivo di ev<strong>it</strong>are gli<br />
interventi del clericale De Mattia e del socialista Ellero – i discorsi dei quali non avrebbero<br />
potuto che turbare la solenn<strong>it</strong>à della commemorazione. La negata parola però non piacque al<br />
direttore del locale “Tagliamento” Co. Uberto Cattaneo – il quale parlando all’orecchio<br />
dell’assessore Scaini, apprezzò che il Sindaco faceva subire una bella umiliazione a sé ed al<br />
Comune chinando la fronte innanzi al suo caro Beppino Ellero. Appreso il giudizio, il<br />
sindaco apostrofa solennemente il conte, che conferma la sua opinione.Il cons. Giuseppe<br />
Ellero che aveva assist<strong>it</strong>o alla scena investì con grande vivac<strong>it</strong>à il co. Cattaneo: “Gli uomini<br />
del vostro part<strong>it</strong>o non hanno avuto il coraggio di esprimere il loro pensiero in faccia<br />
all’avversario, e seguono sempre vie trasverse; e speculano, pei loro fini pol<strong>it</strong>ici e per dar<br />
sfogo ai loro odi personali sul più delicato dei sentimenti c<strong>it</strong>tadini, sul dolore. Approf<strong>it</strong>tano<br />
dell’indignazione susc<strong>it</strong>ata da un nefando del<strong>it</strong>to che noi per primi deploriamo e<br />
stigmatizziamo per predicare non l’odio di classe che ci rimproverate, ma l’odio alle persone<br />
che con ogni loro parola, con ogni loro atto designano”. Il co. Cattaneo, ecc<strong>it</strong>atissimo<br />
rispose con analoghe invettive alle apostrofi dell’avv. Ellero, ma la cosa non ebbe segu<strong>it</strong>o per<br />
l’intervento di comuni amici che divisero i contendenti. Fortunatamente al disgustosissimo<br />
incidente assistevano poche persone; esso però formò e forma tutt’ora oggetto di vari<br />
commenti.<br />
La morale dell’episodio è che, non riuscendo a cr<strong>it</strong>icare l’equilibrata e savia<br />
amministrazione dell’avv. Galeazzi, la cricca del Caffè Commercio, quella del Tagliamento,<br />
quella della Patria del Friuli, quella Gazzetta di Macola 715 è costretta ad approf<strong>it</strong>tare di<br />
ogni occasione buona per protestare: come quel Cattaneo che, dimentico della<br />
benevolenza eserc<strong>it</strong>ata nei suoi confronti, si aggira fra il pubblico dei consigli solo per<br />
cercare inutilmente di cogliere qualche espressione su cui appuntare la sua cr<strong>it</strong>ica. Un<br />
altro approf<strong>it</strong>tatore è l’ing. Girolamo Roviglio che, dopo essere stato licenziato dal servizio<br />
di ingegnere comunale, nonostante lui pensasse di essere protetto perché si proclamava<br />
democratico, approf<strong>it</strong>ta dell’occasione della morte dell’ing. Toffoletti per dichiarare al<br />
funerale che il del<strong>it</strong>to rispecchia di tetra luce il nostro ambiente operaio, che buono ed<br />
operoso fino a qualche anno fa, venne pervert<strong>it</strong>o dall’opera di pochi che sfuggono alla<br />
giustizia umana, ma che la coscienza dei buoni dovrebbe votare all’ostracismo”.<br />
L’intervento dell’ingegnere provoca l’immediata reazione della Giunta comunale che,<br />
riun<strong>it</strong>asi d’urgenza in un locale della stazione ferroviaria, esprime un documento di<br />
plauso al conte Amman, ed uno di biasimo nei confronti del suo dipendente che si è<br />
permesso di offendere gratu<strong>it</strong>amente gli operai pordenonesi. 716<br />
Pochi giorni dopo il quotidiano radicale intervista il sindaco Galeazzi su quanto<br />
accaduto. Lo descrive come un uomo un po’ sofferente di salute, quasi sempre<br />
melanconico e triste, che conta i giorni da quando, tre anni prima, è morta sua moglie.<br />
Galeazzi conferma la giustezza della scelta di concludere sub<strong>it</strong>o il Consiglio Comunale,<br />
per non togliere la solenn<strong>it</strong>à della commemorazione ed afferma, rivolgendosi a Roviglio,<br />
che bisogna mantenere più un<strong>it</strong>e che sia possibile le classi sociali; che regni al possibile<br />
l’amore e la fiducia fra loro. Odio quindi quelle infami scuole che conducono la lotta fra chi<br />
ha e chi non ha sul terreno feroce della vendetta, e sulla diffidenza. Lottare bisogna; ma<br />
rispettandosi a vicenda. Così non la pensano certi apostoli, ma così non riguardano la<br />
necess<strong>it</strong>à certi rabbiosi conservatori. Vedete; io credo più perniciosi questi che quelli. I<br />
primi mai varrebbero a sradicare dalla collettiv<strong>it</strong>à il sentimento naturale di fratellanza fra gli<br />
uomini, se i secondi col contegno altezzoso, disprezzante, non tenessero da loro lontani gli<br />
umili e mostrassero desiderare il bene del prossimo. L’ò detto tante volte: bisogna fare ogni<br />
sforzo per la educazione del cuore. Ma, pur troppo, se è facile ridurre all’amore la piccola<br />
gente, malagevole è l’educare i grandi spensierati, oziosi, ignorantissimi. Ma in fondo per<br />
Galeazzi il giovane ingegnere non è cattivo, solo non è all’altezza della s<strong>it</strong>uazione,<br />
incapace di comprendere quanto male ha fatto con quell’attacco gratu<strong>it</strong>o alla classe<br />
715 Quotidiano reazionario veneziano, il cui direttore Ferruccio Macola uccise in duello, dopo averlo<br />
insistentemente provocato con i suoi articoli diffamatori nei quali lo faceva apparire solo desideroso di diventare<br />
ministro, il capo radicale Ferruccio Cavallotti nel 1898: cfr. GALANTE GARRONE, Alessandro, c<strong>it</strong>., pagg. 333<br />
e355.<br />
716 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 231-232 (cfr. il testo del<br />
discorso sindacale in appendice); P, nn. 101 di lunedì 29 aprile 1907, pag. 1, L’ing. Toffoletti commemorato<br />
al Consiglio Comun. e 102 di martedì 30 aprile 1907, pag. 1, stesso t<strong>it</strong>olo e Provocazioni forcaiole; LF, n. 128<br />
del 4 maggio 1907, Al Consiglio Comunale.<br />
219
operaia, presente in massa dietro le sue bandiere: e se gli operai avessero accolto la sua<br />
sfida? 717<br />
La campagna di opinione contro la sinistra sembra riavvicinare moderati e<br />
clericali, la cui rottura due anni prima aveva permesso a radicali e socialisti di<br />
conquistare l’amministrazione. Le forze di destra (gialli e neri) sono un<strong>it</strong>e nel tentativo di<br />
approf<strong>it</strong>tare dell’occasione per far cadere l’amministrazione Galeazzi. Intanto, di fronte al<br />
comune nemico, le forze di sinistra si presentano compatte: è il settimanale socialista,<br />
che nell’estate precedente aveva osp<strong>it</strong>ato cr<strong>it</strong>iche così dure al sindaco al tempo della<br />
vicenda relativa al trattamento dei dipendenti comunali, a difendere con forza Galeazzi<br />
dagli attacchi della destra, notando la vicinanza del sindaco radicale al part<strong>it</strong>o alleato<br />
piuttosto che agli altri part<strong>it</strong>i borghesi. Baseatto, il presidente della Lega muratori<br />
arrestato la notte successiva al del<strong>it</strong>to, viene rilasciato. Contemporaneamente, mentre le<br />
celebrazioni del Primo Maggio si sono dovute svolgere privatamente a causa della<br />
proibizione delle manifestazioni pubbliche, lo sciopero dei muratori ha fine, grazie alla<br />
concessione del richiesto miglioramento delle retribuzioni. I socialisti non possono che<br />
far notare come una più celere concessione avrebbe risparmiato tanti sacrifici ed anche il<br />
lutto occorso. 718<br />
La vicenda dell’omicidio Toffoletti r<strong>it</strong>orna in Consiglio Comunale, mentre la<br />
s<strong>it</strong>uazione si va allentando in c<strong>it</strong>tà. Lunedì ebbe luogo la prosecuzione della seduta sospesa<br />
la settimana avanti. All’aprirsi, i clericali tentarono lanciare un pistolotto evidentemente<br />
polemico, provocante e ingiurioso. Il Sindaco con vero tatto, impedì che si susc<strong>it</strong>assero<br />
scenaccie, che forse si avevano in animo di fomentare. Con tenacia piena di livore i clericali<br />
si dibatterono e tentarono resistere. Il pubblico rumoreggiò contro. Qualche consigliere<br />
gridò: rispettate almeno il morto. Quando si fece allusione ad un telegramma di un cattolico<br />
che protestava contro la propaganda anticivile, anti cristiana ecc. ecc. i consiglieri socialisti<br />
apostrofano i colleghi clericali rammentando che essi in pieno consiglio altra volta hanno<br />
rifiutato di unirsi alla protesta del sindaco contro gli eccidi proletari e quindi li hanno<br />
approvati, certo, poco cristianamente. Dopo un battibecco la cosa non ebbe più alcun<br />
segu<strong>it</strong>o e si passò all’ordine del giorno che in varie parti incontrò di propos<strong>it</strong>o l’opposizione<br />
degli avversari. In previsione di futuri, ma per ora svan<strong>it</strong>i connubi, i clericali approvarono<br />
senza fiatare l’acquisto di alcune azioni dell’Esposizione di Torino pel 1911 della quale il<br />
Sindaco rimarca il significato di commemorazione al cinquantesimo della presa di Roma. Le<br />
promesse dimissioni furono rimangiate e la seduta finì ottimamente. 719<br />
In sede ist<strong>it</strong>uzionale l’offensiva delle destre sembra arenarsi, non riuscendo i due<br />
schieramenti a presentarsi un<strong>it</strong>i. Lo strumento delle dimissioni, per costringere la<br />
maggioranza a confrontarsi con le elezioni suppletive, si rivela in questa fase inattuabile,<br />
mentre gli stessi consiglieri clericali sono costretti ad ingoiare il boccone amaro dell’<br />
adesione ad una celebrazione dello stato risorgimentale.<br />
Il tentativo di dimissionamento viene attuato contro il nuovo consiglio di<br />
amministrazione dell’ospedale, nominato dall’Amministrazione Comunale dopo che il<br />
precedente aveva dovuto dare le dimissioni in segu<strong>it</strong>o all’inchiesta sulla gestione<br />
dell’ente. Nel nuovo consiglio dell’ospedale è presente anche una rappresentanza<br />
socialista. Alcuni dei nuovi membri del consiglio osp<strong>it</strong>aliero hanno rassegnato le loro<br />
dimissioni in odio all’Amministrazione Comunale che si vuol rovesciare a tutti i costi, non<br />
importa quali che sieno i mezzi, e in odio a qualche nostro compagno chiamato a farvi parte.<br />
E’ insieme, codesto atto, un servizio ed una abbiettezza. Un servizio alla Camarilla che da<br />
una sventura vuol trarre un prof<strong>it</strong>to pol<strong>it</strong>ico e riafferrare i poteri perduti; una abbiettezza<br />
perché non si giocano così, per gusto di crear degli imbarazzi e velle<strong>it</strong>à di sfregio, i pubblici<br />
uffici. E’ bene infatti si sappia che questi eroi furono nominati dall’Amministrazione attuale<br />
un<strong>it</strong>amente ad un nostro compagno. Che allora non fece ombra, né la fede pol<strong>it</strong>ica di chi<br />
elesse, né quella degli eletti e le nomine furono accettate con sent<strong>it</strong>i ringraziamenti non<br />
prima di aversi abboccati e intesi, di pieno accordo, sull’atteggiamento e sulla condotta da<br />
seguire circa le questioni più salienti. 720<br />
Il 22 giugno, preso atto delle dimissioni di Cossetti, Etro e Valenzin che non<br />
accettano la nomina a consiglieri dell’ospedale, si votano al loro posto il nob. cav.<br />
Lodovico Concini (già presidente della Congregazione di Car<strong>it</strong>à fino a pochi mesi prima),<br />
l’ing. Augusto Mior e Gino Rosso. Le dimissioni provocano un rafforzamento della<br />
presenza socialista nella gestione dell’ente, che vede ora la maggioranza rappresentata<br />
da ben due consiglieri socialisti (Ellero ed il neoeletto Gino Rosso). Su un altro versante,<br />
717 P, n. 104 di mercoledì 2 maggio 1907, pag. 1, Una intervista che insegna, articolo firmato Burik.<br />
718 LF, nn. 127 del 1° maggio 1907, La vendetta della... sapiente pulizia! e n. 129 dell’11 maggio 1907,<br />
Pordenone Socialista, Una spudoratezza e La congiura de’ pazzi. “Gialli” sono i liberali e “neri” i clericali.<br />
719 LF, n. 129 dell’11 maggio 1907, Al Consiglio Comunale. L’esposizione commemora il cinquantesimo della<br />
proclamazione del Regno d’Italia, nel 1861, e certo non quello della fine dello stato pontificio, avvenuta nove<br />
anni dopo.<br />
720 LF, n. 130 del 18 maggio 1907, Dimissioni.<br />
220
però, l’inchiesta sulla gestione dell’ospedale sta sortendo i suoi effetti, spiacevoli per la<br />
precedente gestione della destra. Il giudice istruttore ha aperto un procedimento per<br />
l’ammanco delle 232 lire e mezza sottratte al fondo per i bagni pubblici; quasi tutti i<br />
membri della commissione sono già stati interrogati. E’ evidente come sia urgente per la<br />
destra bloccare la nuova gestione dell’ospedale, che può finalmente far saltare il tappo<br />
alla corruttela finora imperante. 721<br />
Ma il fatto grave è che non si tratta solo delle dimissioni di esponenti moderati,<br />
ma anche di quelle di consiglieri di area radicaldemocratica: Notiamo, così come ricordo,<br />
che il Valenzin fu spacciato - ed egli gioiva di compiacenza - per democratico, tanto d’essere<br />
portato come candidato al consiglio comunale. Il sig. Etro Riccardo, da Padova in tempi non<br />
lontani, mandava una letterina dove si diceva liberale democratico, avverso al part<strong>it</strong>o<br />
moderato e specialmente alla cappella... festiva del defunto caffè commercio. Questi uomini,<br />
ora hanno dato prova di una così meschina grettezza, da spiegare pienamente come fossero<br />
per lo passato e sieno tutt’ora delle piccole mosche moderate! Ad esse (ma già al momento<br />
dell’elezione era stato notato il gradimento della componente clericale per Etro,<br />
evidentemente in odore di moderatismo latente) si aggiungono altre defezioni dalla<br />
maggioranza: danno le dimissioni da consigliere comunale Ermenegildo e Giorgio<br />
Zannerio (con lettere del 25 aprile e del 9 maggio) ed il sindaco dichiara nella seduta del<br />
22 giugno che non è stato fatto alcun tentativo di farle r<strong>it</strong>irare, sia per i precedenti che<br />
per la forma delle lettere. Ormai il consiglio si riunisce raggiungendo il numero legale a<br />
stento, grazie alla presenza dei consiglieri di minoranza. Si surrogano anche Valenzin e<br />
Polese alla Congregazione di Car<strong>it</strong>à (dimissioni del 3 e 15 aprile), che vengono sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i<br />
da Angelo Dinon e dall’avv. V<strong>it</strong>torio Marini. 722<br />
La polemica prosegue con l’obiettivo esplic<strong>it</strong>o di abbattere la Giunta Galeazzi, ma<br />
a sostegno dell’atteggiamento dell’Amministrazione Comunale i socialisti possono<br />
ascrivere pure le prese di posizione dei familiari dell’ing. Toffoletti e dei proprietari del<br />
cotonificio. Non importa alla genia far il torto al Co. Amman e alla famiglia della v<strong>it</strong>tima di<br />
aver avute parole di riconoscenza, di lode, di ringraziamento all’Amministrazione Comunale,<br />
mentre essi non fanno che vilipenderla, incolparla, offenderla. 723<br />
La canea della destra imperversa in Consiglio Comunale, duramente ostacolata<br />
dalla rigorosa gestione del dibatt<strong>it</strong>o da parte del sindaco. Galeazzi impedisce ad un<br />
consigliere clericale di pronunciare una sua requis<strong>it</strong>oria contro l’amministrazione, in<br />
modo da ev<strong>it</strong>are incidenti in aula. Lo stesso consigliere nei giorni successivi provvederà a<br />
stampare ed a diffondere il suo discorso, protestando contro quello che r<strong>it</strong>iene un<br />
sopruso nei suoi confronti. Per i socialisti, l’atto del sindaco ha invece avuto il mer<strong>it</strong>o di<br />
preservare l’ist<strong>it</strong>uzione comunale da una provocazione. 724<br />
Finalmente la s<strong>it</strong>uazione sembra rasserenarsi, con il fallimento del tentativo di<br />
persecuzione giudiziaria nei confronti della dirigenza socialista pordenonese orchestrato<br />
dalla consorteria moderata pordenonese. Prima che il famigerato Caffè commercio chiuda i<br />
suoi battenti, per esser più proficuamente adib<strong>it</strong>o, in articulo mortis, ricorderemo ai lettori<br />
un’ultima degna prodezza. Eravamo ai giorni in cui certe consorterie speculando sul sangue<br />
di una v<strong>it</strong>tima che avrebbero venduto a goccia a goccia come l’acqua di mistrà, e alcuni<br />
nostri forcaioli si raccolsero al predetto caffè per deliberare se conveniva o meno l’arresto di<br />
certi capi socialisti. Alcuni forsennati propendevano a priori pel sì. Altri più pacati e<br />
calcolatori pel no, a motivo che certi arresti, bene inteso ingiustificati, avrebbero giovato a<br />
creare facili martirii, certe reazioni di popolo, più certe compromissioni e pubblica<br />
indignazione a danno del part<strong>it</strong>o moderato. Tra queste due correnti, dicesi, che il<br />
Procuratore del Re assai preoccupato dalle altrui pressioni, abbia prudentemente osservato<br />
che gli arresti hanno bisogno di essere leg<strong>it</strong>timati e che non si sarebbe sent<strong>it</strong>o saldo in<br />
gambe per un colpo di testa. Fu in segu<strong>it</strong>o a queste considerazioni che per non romper la<br />
testa al Procuratore del Re e al part<strong>it</strong>o, si abbandonò l’idea dell’arresto delle teste più alte<br />
dei socialisti. In cambio si ordirono dimissioni e invano si sta macchinando di rovesciare<br />
l’amministrazione comunale. 725<br />
4.2.20 - Il centenario di Garibaldi.<br />
Il 2 giugno la festa dello Statuto è occasione per la celebrazione di Garibaldi,<br />
dando manifestazione di un<strong>it</strong>aria compattezza della sinistra c<strong>it</strong>tadina, in<br />
721 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 244-245; LF, nn. 133 dell’8<br />
giugno 1907, L’inchiesta Osp<strong>it</strong>aliera.<br />
722 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pag. 245; LF, n. 134 del 15 giugno<br />
1907, Nomine.<br />
723 LF, n. 130 del 18 maggio 1907, La Maffia.<br />
724 LF, n. 130 del 18 maggio 1907, Aggressione?<br />
725 LF, n. 133 dell’8 giugno 1907, Il bilancio per certi arresti? Particolari interessanti.<br />
221
contrapposizione all’ufficial<strong>it</strong>à delle celebrazioni monarchiche e clericali. A capo della<br />
manifestazione della sinistra, fra il sindaco radicale e Guido Rosso per i socialisti, appare<br />
Enea Ellero, reduce dell’impresa dei Mille del 1860. Le autor<strong>it</strong>à statali trascurano la festa<br />
dello Statuto, collaborando invece al successo di una processione religiosa. Le due<br />
parrocchie c<strong>it</strong>tadine infatti prescelgono proprio quel giorno per la loro iniziativa,<br />
costringendo l’Amministrazione Comunale a posticipare di un’ora la celebrazione che era<br />
inizialmente stata fissata per le 9, poiché le strade c<strong>it</strong>tadine sono occupate dalla<br />
processione. Sia lodato Iddio che al Municipio trovasi la Amministrazione democratica, la<br />
quale di prudenza può dare in ogni caso lezioni, perché tira al sodo, non alle cianfrusaglie, e<br />
il Popolo ha (per) la stessa ogni fiducia, e sa che tuttavia di coraggio civile a Palazzo ce ne è,<br />
e in abbondanza!…<br />
La processione riesce poco partecipata, i negozianti tengono aperti i negozi; sono<br />
solo le case dei nobili e della grande borghesia che ostentano i drappeggi. Smesso i<br />
clericali, tornati in Chiesa, un bel corteo di popolari percorse le vie maggiori con la banda in<br />
testa, e giunto sotto la Loggia del Municipio, depose una magnifica corona di bronzo al busto<br />
di Garibaldi, anniversario della sua morte. Sul nastro rosso si leggeva in oro: “A Garibaldi i<br />
part<strong>it</strong>i popolari”. Parlò allora il vecchio nostro amico, sempre giovane di mente e di cuore,<br />
sempre degno della schiera dei mille a cui appartenne: Enea Ellero. Egli disse della morte<br />
dell’Eroe; e invocò la sua memoria con le più tenere parole. S’Egli fosse qua e vedesse questa<br />
misera Italia, che le classi ufficiali e governative tentano legare ai piedi del Vaticano!… Oh<br />
questa non è la tua Italia, padre Garibaldi, non è la tua Italia!… Il popolo, istruendosi,<br />
facendosi buono e civile impedirà la rovina. Parlò il Sindaco. La Amministrazione comunale<br />
vede con gioja immensa la popolare dimostrazione. I grandi nomi di Mazzini e di Garibaldi<br />
vogliono essere evocati nel dì, che si inneggia alla libertà. Perocchè, le nostre Ist<strong>it</strong>uzioni non<br />
devono deviare dai principi segnati dalle rivoluzioni, che fecero la redenzione della Patria.<br />
Mandiamo pure alle stesse con ogni fiducia l’evviva del cuore; ma avvertiamole, che siamo<br />
sull’attenti, perché non vogliamo che il mondo moderno r<strong>it</strong>orni al medio evo.<br />
Secondo Il Paese Guido Rosso, con quella facil<strong>it</strong>à e quella veemenza sue proprie,<br />
evoca Garibaldi pol<strong>it</strong>ico, braccio del pensiero laico: e sferza la borghesia che va a r<strong>it</strong>roso<br />
della rivoluzione <strong>it</strong>aliana. Quella non crede a niente, tranne che al suo esoso interesse, e<br />
perciò si sottopone al Vaticano e invoca la protezione dei preti. I clericali la accolgono a<br />
braccia aperte, e fanno i fatti loro. Ma il proletariato deve restare vigile, e rovesciare la<br />
combriccola. Lui solo lo può. Guai altrimenti! Secondo Il Lavoratore Friulano prese infine la<br />
parola il compagno nostro Guido Rosso, il quale disse del perché la festa ufficiale era fatta<br />
dai sovversivi e non dalla borghesia. Questa, dimentica delle sue origini, per paura dello<br />
spettro socialista s’è aggrappata alla nera, la chiesa, ist<strong>it</strong>uzione pol<strong>it</strong>ica ed economica, che<br />
difende volentieri i suoi domini e coi proprietari terrieri, rappresenta nel movimento sociale,<br />
la reazione. Evocò le figure del risorgimento e disse che i giovani sal<strong>it</strong>i pelle spalle dei<br />
venerandi uomini che ancora si mantengono fedeli alla tradizione, vendono oltre la patria,<br />
l’uman<strong>it</strong>à che il concetto di patria compendia ed integra.<br />
Il sindaco ripiglia a parlare; e congeda il Popolo adunato con poche frasi. Le paurose<br />
tenerezze dell’Italia ufficiale sono davvero, come tutti devono già averlo notato, quelle<br />
indicate dai precedenti oratori. Ma ci sono alcuni part<strong>it</strong>i, e alcuni Municipi che hanno<br />
gridato e gridano a quelle da qui non si passa. Sia pure mandato ancora con fiducia un<br />
evviva alle Patrie Ist<strong>it</strong>uzioni; ma che Elle intendano che il Popolo non abbandonerà quei<br />
Part<strong>it</strong>i e quei Comuni, che hanno gridato e gridano da qui non si passa. La manifestazione si<br />
conclude in serata con il saggio ginnico degli allievi delle Scuole Tecniche preparati dal<br />
maestro Baldissera e con un concerto musicale, che riuniscono duemila persone. 726<br />
Il 4 luglio 1907 viene proclamato giornata di festa nazionale per commemorare il<br />
centenario della nasc<strong>it</strong>a di Giuseppe Garibaldi: sabato 22 giugno 1907 si discute in<br />
Consiglio Comunale una interpellanza di Giuseppe Ellero sulla cost<strong>it</strong>uzione del com<strong>it</strong>ato<br />
per le onoranze a Giuseppe Garibaldi promosso dal comune e che si è riun<strong>it</strong>o per la<br />
prima volta il 17 giugno. Ellero plaude all’iniziativa presa dal comune, ma non approva i<br />
cr<strong>it</strong>eri che lo hanno ispirato nella formazione del Com<strong>it</strong>ato. Fa delle riserve per qualche<br />
nome, perché fu svisato il concetto informatore delle onoranze che dovrebbe essere<br />
essenzialmente democratico. Si augura che sorga un altro com<strong>it</strong>ato veramente popolare.<br />
Galeazzi e Policreti credono invece che sia un bene che gli altri part<strong>it</strong>i si siano un<strong>it</strong>i nelle<br />
commemorazioni di Garibaldi, tanto più che il carattere democratico della manifestazione<br />
sarà garant<strong>it</strong>o dall’oratore Giuseppe Girardini, mentre Ellero riafferma che sarebbe stato<br />
preferibile che (liberi gli altri di commemorare) la promozione delle manifestazioni fosse<br />
schiettamente a carattere popolare. 727<br />
Ilario Fantuzzi, non avendo potuto partecipare alla riunione del 17 giugno, aveva<br />
inviato una lettera al sindaco, precisando che intendo abbia la manifestazione, scopo<br />
anticlericale, perché così la pensava il Cavaliere dell’Uman<strong>it</strong>à. Alla riunione del com<strong>it</strong>ato ha<br />
726 P, n. 134 di giovedì 6 giugno 1907, pag. 2, Cronaca retrospettiva della festa dello Statuto, articolo firmato<br />
Giusto e LF, n. 133 dell’8 giugno 1907, La festa dello statuto.<br />
727 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 243-244.<br />
222
partecipato per i socialisti anche Gino Rosso, ma almeno dal verbale steso dal segretario<br />
comunale non risulta che le preoccupazioni di Fantuzzi siano state considerate, non si<br />
sa se per mancanza di comunicazione fra i rappresentanti del Psi, visto che la lettera è<br />
annotata e trasmessa dal sindaco alla commissione il giorno dopo. Nella riunione si<br />
precisa che si tratterà di una commemorazione senza festeggiamenti. La Giunta<br />
comunale emana un manifesto moderato, nel quale si sottolinea soprattutto la funzione<br />
unificante fra popolo e monarchia dell’azione di Garibaldi, pur affiancandolo all’azione di<br />
Mazzini, in un quadro riconciliatorio della storia del Risorgimento. 728<br />
La manifestazione avviene, come previsto, con il discorso di Giuseppe Girardini,<br />
ma i socialisti lamentano come, non avendo saputo dare una precisa caratterizzazione<br />
all’iniziativa, sia venuto meno il consenso delle masse operaie, anche se i pochi operai<br />
presenti hanno saputo scacciare moderati e clericali. 729<br />
In agosto Il Tagliamento gioisce dell’es<strong>it</strong>o v<strong>it</strong>torioso della causa intentata dai<br />
parroci di San Marco e Rorai contro il comune di Pordenone per gli assegni di congrua,<br />
ed accusa l’attuale amministrazione ed in particolare il consigliere Rosso che aveva fatto<br />
la proposta di sospendere gli assegni nel 1903. Ma si rinfaccia al settimanale moderato<br />
che la decisione di sgravare il bilancio comunale è stata presa anche dalle<br />
amministrazioni del suo colore, come quella del sindaco Montereale nel 1874. Nel 1902<br />
l’on. Monti si era espresso per la cancellazione dell’onere nella risposta ad un ques<strong>it</strong>o<br />
dell’amministrazione moderata, forte della legge 14 luglio 1887 che aboliva la decime<br />
sacramentali e addossava la spesa per le congrue al Fondo per il Culto. Fu<br />
l’amministrazione Polese nel 1903 a prendere atto del parere di Monti e ad accogliere la<br />
proposta Rosso. E tale provvedimento fu mantenuto dalla successiva Giunta moderata di<br />
Cossetti, nonostante la proposta di abrogazione Giunta dal clericale De Mattia, anche a<br />
costo di dover sopportare una l<strong>it</strong>e giudiziaria. Purtroppo l’orientamento della<br />
giurisprudenza, soprattutto in Veneto, fa pensare che la legge del 1887 sia<br />
sostanzialmente inapplicata. 730<br />
A differenza di quello per le celebrazioni garibaldine, sarà invece più deciso il<br />
testo del manifesto giuntale per il Venti Settembre successivo, e provocherà perciò<br />
un’interpellanza di tutto il gruppo consiliare radicale, a causa dell’inv<strong>it</strong>o ai c<strong>it</strong>tadini a<br />
vigilare affinché tutti gli Ist<strong>it</strong>uti c<strong>it</strong>tadineschi siano sgombri da tirannie e da pregiudizi, che<br />
gli interpellanti individuano come un preciso riferimento allo Stato papale ed alla Chiesa.<br />
Sabato 12 ottobre si discute l’interpellanza dei consiglieri clericali a propos<strong>it</strong>o del<br />
manifesto: la Giunta cerca di ev<strong>it</strong>are la polemica diretta. 731<br />
Il consigliere Degan con una sua interrogazione fa scoppiare in consiglio una<br />
feroce polemica fra l’assessore radicale Alessandro Rosso ed i clericali, autori per conto<br />
loro di un attacco alla Giunta per il manifesto del 20 settembre. Moderati e clericali<br />
avevano attaccato già in aprile la Giunta comunale: secondo Il Giornale di Udine (il cui<br />
corrispondente è lo stesso de Il Tagliamento) e La Concordia l’amministrazione si<br />
opporrebbe alla costruzione della strada del Rom<strong>it</strong>o per favorire uno dei suoi membri,<br />
Alessandro Rosso, proprietario di un terreno che verrebbe attraversato dalla nuova<br />
strada, che dovrà unire il Corso Garibaldi con la stazione ferroviaria. 732 All’apertura di<br />
questa strada si è sempre opposta la precedente amministrazione e solo per velocizzare i<br />
lavori programmati si è rinviata la realizzazione di questo nuovo tratto – inser<strong>it</strong>o proprio<br />
dall’amministrazione Galeazzi nei suoi programmi. Le polemiche anticlericali sono<br />
728 ACPn, b. 1907 Referato I-II, fasc. 9, Governo; Feste nazionali-commemorazioni, prot. 2333, Centenario di<br />
Garibaldi (festa nazionale): lettera del commissario distrettuale del 30 giugno 1907, lettera di Ilario Fantuzzi<br />
(cfr. testo in appendice) con annotazione ai margini del sindaco che l’invia al com<strong>it</strong>ato del 18 giugno, verbale del<br />
com<strong>it</strong>ato del 17 giugno, lettera del commissario distrettuale del 30 giugno 1907, manifesto della Giunta<br />
comunale, stampato Tipo-l<strong>it</strong>. Gatti (cfr. testo in appendice).<br />
729 LF, n. 138 del 23 luglio 1907, Per Garibaldi.<br />
730 P, n. 188 di mercoledì 7 agosto 1907, pag. 2, Le spese di culto. Il “Tagliamento” e la “Concordia”, articolo<br />
firmato X.<br />
731 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 269-270 e b. 1907 Referato I-<br />
II, fasc. 9, Governo; Feste nazionali-commemorazioni, prot. 3432, XX Settembre, manifesto della Giunta<br />
comunale, stampato Tipo-l<strong>it</strong> Gatti; copia dell’interrogazione firmata dai consiglieri clericali con annotazioni ai<br />
margini: la prima Al Consiglio. Al Sindaco rispondere. 24 sett 907 da Giunta (seguono firme di Galeazzi,<br />
Rosso, Scaini ed una illeggibile), e l’altra di pugno di Alessandro Rosso: Esaur<strong>it</strong>o nella seduta consigliare di<br />
ieri sera, passi agli atti, Addì 13 ottobre 1907, p. Il Sindaco A.Rosso. Cfr. i testi in appendice.<br />
732 Si tratta dell’attuale Via Oberdan, il cui primo tratto dall’incrocio con il Corso Garibaldi viene realizzato in<br />
questi anni. Alessandro Rosso è proprietario di terreni alla fine del Corso, vicini alla villa degli Ottoboni, di cui è<br />
amministratore.<br />
223
elementi di convergenza fra radicali e socialisti, che controbilanciano quelle interne alla<br />
maggioranza. 733<br />
4.2.21 - “Il vecchio borgo feudale va perdendo la<br />
sua mediovale fisonomia”.<br />
Il lavoro della Giunta radicale procede, nonostante l’ostruzionismo degli avversari,<br />
che non perdono occasione per esprimere il loro livore. Lunedì 6 maggio 1907 il consiglio<br />
elegge la commissione mandamentale delle imposte dirette per il biennio 1908-1909, di<br />
cui non fa parte nessun socialista. Si delibera l’acquisto di materiale per l’imbonimento<br />
del terreno a valle del Ponte delle Monache 734 , anche se non se n’è ancora decisa la<br />
destinazione precisa. Un anno dopo, sabato 30 maggio 1908, si deciderà di sospendere<br />
l’opera di imbonimento in attesa della defin<strong>it</strong>iva destinazione, posto che si è incerti su<br />
quella di sede per il mercato delle granaglie. 735<br />
La Giunta, con l’appoggio socialista, fa deliberare i lavori per la nuova strada per<br />
Corva, che dalla piazza di Borgomeduna raggiunge il sottopassaggio ferroviario di<br />
Villanova e procede poi per la fornace Cattaneo; i clericali per bocca di Klefisch<br />
vorrebbero invece lim<strong>it</strong>arsi a realizzare il primo tratto fino alla ferrovia. Il Sindaco<br />
soggiunge che il comune di Azzano X propugna la costruzione dell’intera linea, che potrebbe<br />
in segu<strong>it</strong>o essere, forse, utilizzata anche per una tramvia. Accenna anche alla possibil<strong>it</strong>à di<br />
cost<strong>it</strong>uire un consorzio con Azzano e Pasiano, ai quali in ogni caso ci conviene facil<strong>it</strong>are<br />
l’accesso a Pordenone, essendo risaputo che Azzano tende a far capo a S. V<strong>it</strong>o e Pasiano a<br />
Sacile. E’ quindi nostro interesse di non isolarci, e di procurare in tutti i modi di rendere<br />
facili le comunicazioni, almeno con i comuni del Mandamento, tanto più che Maniago tenta<br />
di distaccarsi da noi. E perciò la Giunta insiste nella sua proposta che sia approvato il<br />
progetto per intero. I collegamenti con i grossi comuni a sud di Pordenone sono v<strong>it</strong>ali per<br />
ev<strong>it</strong>are che il commercio di questi centri grav<strong>it</strong>i sui mercati degli altri capoluoghi di<br />
mandamento della pianura. 736<br />
Il 13 maggio il prefetto Brunialti vis<strong>it</strong>a il comune di Pordenone. Poiché il 15 lo<br />
stesso r<strong>it</strong>orna in c<strong>it</strong>tà per vis<strong>it</strong>are il Cotonificio Makò di Cordenons, la consorteria<br />
reazionaria organizza una contromanifestazione, presentandosi in pompa magna in<br />
stazione, con Monti, Cossetti, Roviglio, Etro, Cattaneo ed il Procuratore del Re,<br />
schierando ben quindici carrozze, r<strong>it</strong>enute dal corrispondente radicale come una<br />
numerosa manifestazione: indubbiamente i rapporti di forza fra le masse popolari ed i<br />
potenti, almeno sul piano dei numeri, si basano su scale numeriche assai distanti! 737<br />
Il 7 luglio si svolgono le elezioni per tre consiglieri provinciali del mandamento di<br />
Pordenone con scadenza nel 1914. Due sole liste si confrontano: moderati e clericali, a<br />
conferma della debolezza della sinistra al di fuori della c<strong>it</strong>tà di Pordenone (e della<br />
probabile s<strong>it</strong>uazione di crisi della compagine c<strong>it</strong>tadina stessa). Scarso è l’afflusso alle<br />
urne: 540 elettori su 1321. Il cav. ing. Damiano Roviglio ed il conte Camillo Pancera di<br />
Zoppola, candidati comuni ad entrambe le liste, verranno eletti con la quasi total<strong>it</strong>à dei<br />
votanti. Klefisch e il nob. avv. Gustavo Monti invece conducono una campagna elettorale<br />
contrapposta, giungendo staccati e riuscendo eletto il secondo, candidato moderato<br />
connotatosi in senso anticlericale: i clericali perdono per oltre duecento voti. La rottura<br />
ha avuto luogo dopo il fallimento dei tentativi di accordo fra i due schieramenti pol<strong>it</strong>ici di<br />
destra. 738<br />
733 P, n. 91 di mercoledì 17 aprile 1907, pag. 1, Malign<strong>it</strong>à; LF, n. 149 del 28 settembre 1907, Seduta<br />
Consigliare; Un’interpellanza. La strada del Rom<strong>it</strong>o sarebbe stata concessa a Rosso dalla precedente<br />
amministrazione clericale-moderata: il co. Riccardo Cattaneo ne avrebbe permesso l’uso privato gratu<strong>it</strong>o e la<br />
chiusura al pubblico. Cfr. LF, n. 152 del 19 ottobre 1907, Note e commenti.<br />
734 Quest’area corrisponde alla parte più bassa della Via Cesare Battisti (che esce dal Corso V<strong>it</strong>torio Emanuele<br />
e, passando la roggia che circondava a sud-est le antiche mura c<strong>it</strong>tadine - completamente coperta nella<br />
seconda metà del Novecento - conduce alla Piazza XX Settembre) e - nel suo lembo a valle - alla Piazzetta della<br />
Pescheria ed al Teatro Verdi, realizzati sugli imbonimenti dell’avvallamento roggiale.<br />
735 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 234 e 235 e 1908-1910, pagg.<br />
52-53.<br />
736 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 236-238.<br />
737 P, nn. 114 di martedì 14 maggio 1907, pag. 2, Il comm. Brunialti fra noi e 116 di giovedì 16 maggio 1907,<br />
pag. 1, Una manovra della moderatia. Sforzi d’agonizzanti.<br />
738 ASU-APU, busta 22, fascicolo 1, 1904-1911, Rinnovo Consiglio Provinciale. Deputazione provinciale di<br />
Udine, prot. n. 1692 del 10.3.1905, n. 3130 del 5.6.1905, n. 6504 del 18.12.1905, prot. n. 3212 del 2.10.1910;<br />
Amministrazione Provinciale di Udine, estratti dei verbali delle deliberazioni del Consiglio Provinciale di Udine,<br />
prot. n. 5053 del 20.1.1908, prot. n. 6061 del 30.1.1911; P, n. 162 di lunedì 8 luglio 1907, pag. 2, Le elezioni<br />
provinciali; LF, n. 138 del 23 luglio 1907, Elezioni provinciali, n. 139 del 20 luglio 1907, Baruffe elettorali e<br />
n. 141 del 3 agosto 1907, Diffide e minacce.<br />
224
Sul terreno scolastico la Giunta Galeazzi delibera un miglioramento nelle<br />
retribuzioni dei maestri, che all’epoca erano dipendenti comunali. Giuseppe Ellero in<br />
una lettera aperta risponde alle cr<strong>it</strong>iche della stampa conservatrice, invelen<strong>it</strong>a per aver<br />
egli dichiarato in Consiglio Comunale (replicando ai maestri, che avevano espresso le<br />
loro rivendicazioni verso la Giunta di sinistra sui fogli dell’opposizione) che le precedenti<br />
amministrazioni non avevano fatto nulla per venir incontro alla categoria. L’avvicinarsi<br />
dell’anno scolastico ripropone l’urgenza di provvedere ad adeguati locali per svolgere le<br />
lezioni a Torre. L’Amministrazione Comunale provvede inoltre alla modifica della pianta<br />
organica dei dipendenti, con notevole aumento salariale. L’orario degli uffici comunali, a<br />
favore dei c<strong>it</strong>tadini lavoratori, fu ampliato alla domenica mattina, dalle nove alle<br />
dodici. 739<br />
Il 7 novembre saranno inaugurate le nuove scuole di Borgo Meduna, forn<strong>it</strong>e di<br />
quattro ampie aule. Ogni esigenza per una scuola moderna è stata scrupolosamente<br />
obbed<strong>it</strong>a. Acqua in abbondanza per la polizia di ogni luogo, e per i bisogni degli alunni. E<br />
trovi anche provveduto a quelle piccole comod<strong>it</strong>à che oramai sono una necess<strong>it</strong>à per maestri<br />
e scolari. (…)I banchi son nuovi, e fu detto che sono il migliore modello, che si conosca. Il<br />
fanciullo stà seduto, scrive, si muove, esce con tutto suo comodo, schivando quelle sforzate<br />
posizioni del corpo che potrebbero nuocere alla salute. Molte fra le autor<strong>it</strong>à inv<strong>it</strong>ate<br />
mancano, con l’eccezione segnalata di Gino Rosso, componente della Commissione di<br />
sorveglianza, del sindaco, del direttore ed ispettore scolastico e dei maestri e maestre. Il<br />
sindaco dichiara che, grazie soprattutto al direttore didattico, le scuole di Pordenone<br />
sono riusc<strong>it</strong>e a superare la percentuale massima di frequenza scolastica del Regno<br />
(quella nazionale è del 12% della popolazione, quella comunale del 13). 740<br />
L’intervento attivo della Giunta comunale, e del sindaco Galeazzi in particolare,<br />
porta all’abolizione del lavoro notturno dei fornai, ev<strong>it</strong>ando lo sciopero della categoria. Il<br />
21 agosto il sindaco Galeazzi convoca i fornai in municipio per discutere del lavoro<br />
notturno. Dopo lunga discussione si ottiene l’unanime decisione di abolire, a partire dal<br />
21 giugno 1907, il lavoro dalle 22 alle 5 della mattina successiva. Si denuncia come il<br />
caroviveri (particolarmente per il pane e la carne) sia più alto a Pordenone che nel resto<br />
del Friuli e Veneto e la qual<strong>it</strong>à del pane la peggiore, e si chiede che l’amministrazione<br />
vigili sul rispetto del calmiere, le cui tabelle non sono né esposte né osservate. Gli alti<br />
prezzi si verificano anche per le carni, e ciò richiede un intervento di calmierazione da<br />
parte dell’autor<strong>it</strong>à comunale (almeno per controbilanciare la difficoltà di creare un forno<br />
cooperativo): ciò porta a deliberare l’apertura di una macelleria comunale. A nulla valsero<br />
le pratiche conciliative per indurre i nostri macellai a diminuire il prezzo delle carni. Essi<br />
hanno rifiutato perfino l’equo calmiere e continuano a fare il loro comodo. Furono levate<br />
parecchie contravvenzioni, ma invano. Ora il municipio ha deciso di aprire una Macelleria<br />
Comunale a prezzi di calmiere. Vedremo se questo gioverà. Il pubblico è però avvert<strong>it</strong>o che è<br />
necessario favorire la nuova macelleria anche se dopo la sua riapertura i nostri macellai<br />
riducessero i prezzi, poiché altrimenti quella Comunale non potrebbe reggersi e, appena<br />
chiusa, i macellai del paese r<strong>it</strong>ornerebbero agli antichi amori. Questo non deve succedere e<br />
la macelleria comunale deve rimaner sempre quale freno perenne all’ingordigia dei nostri<br />
spacciatori. Delibera analoga viene annunciata anche per la gestione del forno<br />
cooperativo che non era riusc<strong>it</strong>o a partire, e che non avrà maggior successo questa<br />
volta. 741<br />
I clericali, cavalcando la loro iniziativa contro le celebrazioni del Venti Settembre,<br />
fanno ostruzionismo consiliare impededendo le deliberazioni relative sia all’abolizione del<br />
lavoro notturno, sia all’apertura della macelleria comunale. Attraverso una battaglia<br />
ideologica, i clericali danno in realtà rappresentanza pol<strong>it</strong>ica agli interessi dei<br />
commercianti c<strong>it</strong>tadini (ed infatti sarà un rappresentante della categoria, Angelo<br />
Tomadini, ad assumere un ruolo di grande importanza nel movimento clericale in quegli<br />
anni, fino all’adesione al fascismo nel dopoguerra): ma gli osservatori socialisti non<br />
rilevano questo fatto, sottolineando invece, insieme ai radicali, l’aspetto di settarismo<br />
ideologico dei loro avversari. L’iniziativa pol<strong>it</strong>ica dei clericali corrisponde<br />
all’atteggiamento dei fornai, che rifiutano di sottostare all’accordo preso.<br />
739 P, n. 158 di giovedì 4 luglio 1907, pag. 3, Una lettera dell’avv. Ellero; LF, nn. 137 del 6 luglio 1907, Una<br />
lettera dell’avv. Ellero, 147 del 14 settembre 1907, TORRE, Le scuole, 151 del 12 ottobre 1907, Consiglio<br />
comunale - “I settari!” e 160 del 16 novembre 1907, pag. 3, Consiglio comunale.<br />
740 P, n. 267 di venerdì dì 8 novembre 1907, pag. 1, Pordenone, articolo firmato Tommaso.<br />
741 P, nn. 201 di giovedì 22 agosto 1907, pag. 2, I fornai aboliscono il lavoro notturno, 204 di lunedì 26 agosto<br />
1907, pag. 1, Cose dell’Osp<strong>it</strong>ale e Il rincaro dei viveri, 219 di venerdì 13 settembre 1907, pag. 1, R<strong>it</strong>orniamo<br />
sull’Osp<strong>it</strong>ale e 222 di martedì 17 settembre 1907, pag. 1, Al Municipio; LF, nn. 145 del 31 agosto 1907, Il<br />
pane e la carne, 146 del 7 settembre 1907, stesso t<strong>it</strong>olo, 148 del 20 settembre 1907, Macelleria municipale e<br />
149 del 28 settembre 1907, La macelleria; Forno Cooperativo.<br />
225
Sabato 12 ottobre il Consiglio Comunale ratifica le delibere prese dalla Giunta il<br />
13 settembre ed il 2 ottobre, con le quali si è deciso di agire in giudizio contro i macellai<br />
che hanno violato il calmiere, e di ist<strong>it</strong>uire una macelleria comunale, che è ormai dotata<br />
dei locali, mezzi e personale, nonostante i tentativi di boicottaggio, che sono arrivati fino<br />
alla disdetta del contratto di aff<strong>it</strong>to dei locali. La delibera viene votata con l’opposizione<br />
dei clericali, che avrebbero prefer<strong>it</strong>o la mediazione con i macellai. Polese, nella seduta di<br />
martedì 12 novembre 1907, rileva che non si sono fatte abbastanza pratiche conciliatrici<br />
prima di elevare le multe ai contravventori, ma il sindaco e Rosso protestano che anzi se<br />
ne sono fatte tantissime, ma inutilmente. 742<br />
Si ratifica anche la delibera giuntale del 27 settembre, con la quale si è deciso di<br />
vietare il lavoro notturno dei fornai a partire dal mese di ottobre. La decisione è stata<br />
presa dopo che l’esperimento concordato con i proprietari dei forni era stato sospeso<br />
unilateralmente dopo pochi giorni, con la motivazione che il pane diventava sub<strong>it</strong>o<br />
vecchio. Anche a questa delibera si oppongono i clericali, che rilevano la mancanza di<br />
una legge e sostengono come essa danneggerebbe sia i proprietari che gli operai, causa<br />
la concorrenza dei forni dei paesi vicini come Vallenoncello e Prata. Il sindaco nota come<br />
lo stesso Giol<strong>it</strong>ti abbia dichiarato in Parlamento che i comuni possono prendere decisioni<br />
in questa materia, e che ha già avviato pratiche con i comuni vicini per prendere una<br />
decisione conforme.<br />
L’ostruzionismo viene però frustrato dall’iniziativa comunale, ed i clericali<br />
risultano infine battuti su tutta la linea: A frenare la speculazione trustaiola 743 dei nostri<br />
macellai, il locale Municipio con lodevole iniziativa ha aperto una macelleria in corso<br />
Garibaldi. I trustaioli sono inviper<strong>it</strong>i perché oltre i danni hanno alle spalle anche le beffe<br />
delle contravvenzioni per violazione al calmiere che, per bene che vadano loro, costeranno<br />
sempre quattrini. Oggigiorno poi per vincere la concorrenza dello spaccio Comunale<br />
ottimamente avviato, dicono di aver anch’essi ribassato il prezzo a tenore di calmiere. (...) Di<br />
notevoli sono i provvedimenti circa la macelleria e l’abolizione del lavoro notturno dei fornai<br />
che sulle orme dei macellai fanno i ribelli dimenticandosi che quando i loro operai tentano<br />
far altrettanto, essi gridano loro addosso il crucifige e vorrebbero comprimerli. 744<br />
I macellai rest<strong>it</strong>uiscono al municipio le tabelle del calmiere: si crea un<br />
contenzioso fra la Giunta, comunque disponibile a transare la contravvenzione in cambio<br />
di un segno di disponibil<strong>it</strong>à, ed i commercianti che tengono un atteggiamento<br />
intransigente. In tribunale, il 15 ottobre, i macellai sostengono che non c’era la delibera<br />
giuntale per il calmiere, solo perché i nomi degli assessori non comparivano sul<br />
manifesto; ma tale posizione è sostenuta dal segretario comunale, che dichiara che non<br />
c’era una formale delibera. Si respingono infine le cr<strong>it</strong>iche per gli inconvenienti occorsi<br />
nella realizzazione dei lavori di rifacimento del Corso Garibaldi e della Via Mazzini, che<br />
attendevano da trent’anni. 745<br />
La Patria del Friuli ed Il Tagliamento cr<strong>it</strong>icano la gestione dell’ospedale, informati<br />
da un vend<strong>it</strong>ore di giornali cui è stato interdetto di girare per le camerate ad eserc<strong>it</strong>are i<br />
suoi commerci. In realtà si afferma che ora, dopo il cambio di consiglio di<br />
amministrazione, la s<strong>it</strong>uazione gestionale e dell’igiene è buona, nonostante le carenze<br />
presentate dai locali. Molte modifiche sono state introdotte nella gestione. La campagna<br />
giornalistica ha come segu<strong>it</strong>o un’interrogazione del socialista Ellero nel Consiglio<br />
Comunale di sabato 14 settembre 1907, cui risponde il sindaco, provocando una nuova<br />
polemica fra Galeazzi ed i socialisti. Il nostro compagno rilevò l’interesse pubblico offeso<br />
dall’acquiescente silenzio del Sindaco il quale non doveva permettere che si adoperasse<br />
impunemente della sua autor<strong>it</strong>à per giovarsi nello scred<strong>it</strong>are un pubblico ist<strong>it</strong>uto con fals<strong>it</strong>à,<br />
bugie e calunnie. Il Sindaco non seppe e non volle pronunciarsi nettamente sulla questione e<br />
preferì, lo diciamo francamente, con poco tatto e abil<strong>it</strong>à virare di bordo dando una risposta<br />
poco seria e dign<strong>it</strong>osa. Ellero inoltre rileva il lavoro svolto dal nuovo consiglio<br />
dell’ospedale, boicottato però dalla pubblicazione di notizie riservate sulla stampa;<br />
742 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 270-271 e 275-276.<br />
743 Neologismo derivante dalla parola inglese trust, che indica le concentrazioni monopolistiche sorte nella fase<br />
imperialistica del cap<strong>it</strong>alismo.<br />
744 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 271-272; LF, nn. 148 del 20<br />
settembre 1907, Lega falegnami, 149 del 28 settembre 1907, I falegnami, 150 del 5 ottobre 1907, Lega<br />
Muratori; Lega Falegnami; Il lavoro notturno, 151 del 12 ottobre 1907, Consiglio comunale - “I settari!”;<br />
Minaccia di sciopero e 152 del 19 ottobre 1907, Consiglio Municipale e Macelleria Municipale. Sul relativo<br />
successo dell’iniziativa cfr. anche i nn. 153 del 26 ottobre 1907, La Macelleria Municipale e 160 del 16<br />
novembre 1907, pag. 3, Macelleria Comunale. Ma il boicottaggio dell’accordo da parte dei fornai continuerà:<br />
cfr. anche i nn. 153 del 26 ottobre 1907, I fornai, 160 del 16 novembre 1907, pag. 3, Il lavoro notturno dei<br />
fornai e 163 del 30 novembre 1907, I fornai, ove si denuncia il boicottaggio che dura ancora da parte di due<br />
proprietari (Baschiera e Tomadini) e si minaccia lo sciopero.<br />
745 P, n. 252 di martedì 22 ottobre 1907, pag. 1, MUNICIPALIA, articolo firmato Tommaso.<br />
226
dichiara che occorre un nuovo edificio, perché quello attuale è vecchio ed inadatto. Sulla<br />
fuga di notizie chiede una nuova commissione d’inchiesta, cui il sindaco si oppone per<br />
non creare ulteriori dissidi fra comune ed ospedale. Il Paese rileva che la risposta del<br />
sindaco tende a ridimensionare alcuni fatti al livello fisiologico (come la presenza di<br />
cimici, tipiche di tutti gli ospedali vecchi). Nella stessa seduta Klefisch aveva sollevato il<br />
problema della mancata messa all’ordine del giorno delle dimissioni del consigliere De<br />
Marco (date il 29 aprile) e della mancata decadenza del consigliere Giuseppe Toffoli,<br />
assente da lungo tempo. Con le dimissioni di De Marco i consiglieri dimissionari sono<br />
arrivati a nove. 746<br />
Nella seduta del Consiglio Comunale del 12 ottobre il sindaco rimprovera il<br />
consigliere cattolico Klefisch (probabilmente il riferimento è alle polemiche che hanno<br />
concluso la seduta precedente) il quale - da giovane bene educato - si scusa per<br />
l’equivoco creato dalle sue espressioni, r<strong>it</strong>enendo che le accuse andassero rivolte ad altri<br />
(ovviamente la polemica è col settimanale moderato). Il tribunale assolve Antonio<br />
Zannerio, il segretario dell’ospedale accusato insieme con la superiora dell’ammanco di<br />
232,50 lire. Ma il giudice e lo stesso avvocato difensore hanno comunque censurato le<br />
modal<strong>it</strong>à di Zannerio, di cui si auspicano le dimissioni per ev<strong>it</strong>are un provvedimento<br />
disciplinare. 747<br />
Martedì 12 novembre 1907 si elegge la commissione di vigilanza per la scuole per<br />
il 1907-1908 (nella quale figurano Giuseppe Ellero e Gino Rosso); mercoledì 11 dicembre<br />
1907 si eleggono i revisori dei conti per l’esercizio 1907 (Ellero con 7 voti, Polese con 5 e<br />
Klefisch con 3); due membri della Congregazione di Car<strong>it</strong>à al posto di due scaduti per<br />
anzian<strong>it</strong>à (sono eletti l’ing. cav. Damiano Roviglio con 15 voti e Vincenzo Degan con<br />
10). 748<br />
Pordenone è tutta un cantiere di opere pubbliche e private. Ferve da per tutto un<br />
lavoro di abbellimento, che ci fa aprire il cuore. Il vecchio borgo feudale va perdendo la sua<br />
mediovale fisonomia, e piglia l’aspetto della c<strong>it</strong>tà moderna borghesemente ricca. Al ponte<br />
delle Monache è in via di completamento il nuovo fabbricato Asquini, con i magazzini ed<br />
il negozio che dà su piazza XX Settembre, nuovo simbolo del centro commerciale della<br />
c<strong>it</strong>tà. In Corso V<strong>it</strong>torio si restaurano facciate e si ampliano i negozi. Questo fervore di<br />
iniziative è in gran parte frutto dell’attuale amministrazione, e sarà esaltato dalla<br />
trasformazione in corso di Via Mazzini e Corso Garibaldi. Ma non c’è solo la c<strong>it</strong>tà<br />
borghese che si ristruttura. Ma intanto continua la nota mesta. Troppe ab<strong>it</strong>azioni sono<br />
tuguri, malsane, ristrette. L’Amministrazione comunale di ciò se ne preoccupa, e vuole<br />
scuotere i pigri, e si prepara a ricordare gli obblighi di rispettare la igiene ai proprietari di<br />
cuor sterile, fra i quali ce ne sono di ricchissimi. Richiamato al riguardo l’altro giorno in<br />
Consiglio, il sig. Sindaco ha risposto che una Commissione, già nominata, vis<strong>it</strong>erà tutte le<br />
case ab<strong>it</strong>ate da agiati e da poveri, e farà le sue proposte nel rispetto della moral<strong>it</strong>à e della<br />
salute pubblica. 749<br />
(…) L’ambiente, in vero, è sempre ristretto; e gli sforzi di chi deve procurare di<br />
ampliarlo, per quanto continui, per quanto sollec<strong>it</strong>i, sono al di sotto del bisogno, perché il<br />
progresso delle attiv<strong>it</strong>à private supera, per un impulso che viene dalla natura delle cose e del<br />
tempo, quello del quale sono auspici la buona volontà e l’energia della Amministrazione<br />
pubblica. Le necess<strong>it</strong>à che premono da anni ed anni e che erano lasciate senza lo sguardo<br />
benigno dei chiamati a soddisfarle, erano tante, troppe. La c<strong>it</strong>tà rimaneva vecchia di fronte a<br />
nuovi incrementi del pubblico benessere che proviene dai singoli; l’antico era di grande<br />
imbarazzo al moderno. Giunta a palazzo, la democrazia, vide tutto ciò, e nessuno può negare<br />
che essa non abbia procurato di fare del suo meglio per venire al riparo. Restringendomi, per<br />
ora, solo alla material<strong>it</strong>à della sua azione, dirò, che cercò di sistemare le vie principali;<br />
studiò di aprirne di nuove con l’intento di rendere il centro comodo, un<strong>it</strong>o, e preparato al<br />
suo prosperoso assicurato avvenire; alle frazioni, importanti, e veramente storiche per il loro<br />
passato che furono enti a sé, nemiche sempre della dominazione asburghese 750, si è pure<br />
provveduto dando acqua, lavatoi, scuole, e altre strade… I clericali ed i moderati si<br />
oppongono, approf<strong>it</strong>tando strumentalmente di ogni occasione: basta che fervano i lavori<br />
per la sistemazione di una strada che essi entrano in ag<strong>it</strong>azione per il disturbo arrecato,<br />
cr<strong>it</strong>icando ogni aspetto dei lavori messi in opera. Le opposizioni sono certe di conquistare<br />
746 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 254-255, 258 e 261; LF, nn.<br />
145 del 31 agosto 1907, Dell’osp<strong>it</strong>ale e 148 del 20 settembre 1907, Seduta tempestosa al Comune.<br />
747 P, n. 252 di martedì 22 ottobre 1907, pag. 1, MUNICIPALIA, articolo firmato Tommaso.<br />
748 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 286-287 e 290-291.<br />
749 P, n. 255 di venerdì 25 ottobre 1907, pag. 2, Pordenone si rinnova, articolo firmato Tommaso.<br />
750 Visto il contesto, ci si riferisce alla dominazione asburgica di Pordenone, durata fino alla conquista veneta<br />
del 1508. In particolare Torre era stata fino a quell’epoca feudo patriarchino e poi veneziano, e questo era stato<br />
alla radice di scontri continui.<br />
227
l’amministrazione in occasione delle elezioni del prossimo luglio e per questo sono in<br />
continua attiv<strong>it</strong>à. 751<br />
Minore è l’attenzione per il quartiere operaio di Torre, dove all’impegno comunale<br />
non corrisponde quello dei privati, che in questo caso sono il grande cap<strong>it</strong>ale assenteista<br />
del Cotonificio Veneziano, ben lontano dall’interesse sociale dimostrato dall’industriale<br />
tessile Alessandro Rossi a Schio. L’influenza negativa del cap<strong>it</strong>ale esterno si sente non<br />
solo nel quotidiano trattamento dei lavoratori negli stabilimenti, ma anche nelle ricadute<br />
minime o nulle sulle infrastrutture del terr<strong>it</strong>orio. E della frazione di Torre nessuno se ne<br />
preoccupa?… A vederla, ci si convince che fin qui il grosso borgo, di quasi quattromila<br />
ab<strong>it</strong>anti, è stato dimenticato. Se là avesse messa sua sede un Cotonificio Rossi, chi sa che<br />
cosa sarebbe diventata quella libera terra!… Ma c’è, invece, il Cotonificio Veneziano, che<br />
guadagna col suo laboratorio a biseffe, e regala per le vie un nuvolo infin<strong>it</strong>o di figliolanza<br />
perché quelle brave e solide maestranze sono immensamente prolifiche. Quei fanciulli<br />
fossero almeno disciplinati e tranquilli!… Sono, in quel cambio, molto, troppo vivaci,<br />
chiassosi, indipendentissimi. Ci sono i maestri valorosi, e, bisogna dirlo, altamente, c’è il<br />
parroco coraggioso, colto, desideroso di decoro e vago di bontà. Ma non bastano a far sub<strong>it</strong>o<br />
che nasca la riforma desiderata. Gli sforzi loro sono continui, sapienti; ma manca il soccorso<br />
delle famiglie, ché i gen<strong>it</strong>ori sono impegnati nel Cotonificio per il boccone di pane<br />
quotidiano. Oh se ci fosse a quello Stabilimento un Rossi!… Ci sarebbero l’Asilo Infantile, il<br />
Ricreatorio, e tante altre bellissime e care ist<strong>it</strong>uzioni per la Santa infanzia! Il Municipio fa<br />
intanto quello che può. Sono infin<strong>it</strong>i però i bisogni per tutto il Comune, e la pecunia non<br />
arriva a tutto. La Amministrazione ha già ivi provveduto per l’ampliamento delle scuole;<br />
cura al possibile l’igiene, che è stata per il passato vox clamantis in deserto; apre una strada<br />
interna, quella del Vialuz; prepara un lavatojo capace di oltre quaranta posti, che forse non<br />
saranno sufficienti, perché le lavandaje a Torre a giorni si trovano in numero di cento;<br />
incanala una roggia, la quale ora invade un piazzale vasto assai, e ivi sistema una strada<br />
perché gli ab<strong>it</strong>anti del luogo non siano costretti ad accedere ogni giorno alle loro case a<br />
guado, e così il pericolo per i fanciulli delle famiglie dei cotonieri di morire annegati. In<br />
vero, mi scoppierebbe il cuore di dirvi cose su cose a propos<strong>it</strong>o degli Stabilimenti industriali<br />
pordenonesi, che sono fra i più ricchi d’Italia; ma che alla beneficenza pubblica non<br />
dedicano un pensiero al mondo… Per esempio: la Società Operaia, che fa sforzi grandissimi<br />
per le Scuole serali, e per quella di disegno, riceve, dal potente Cotonificio Amman la<br />
bellezza di annue… cinquanta lire! 752<br />
Si sta realizzando il sottopassaggio alla ferrovia nei pressi del ponte sul Meduna,<br />
che dovrebbe risolvere il problema delle lunghe e frequenti code dei veicoli e vetture sulla<br />
strada di maggiore importanza commerciale per Pordenone. Ma ora si auspica che la<br />
provincia realizzi presto il sospirato nuovo ponte di ferro, visto che la passerella in legno<br />
esistente è pericolante, e deve essere chiusa ad ogni piena del fiume. Insieme a questo<br />
problema c’è quello della Santissima, punto nevralgico per l’accesso a Pordenone da sud,<br />
ove si incontrano le strade di Corva e di Pasiano in prossim<strong>it</strong>à del battistero del Duomo,<br />
s<strong>it</strong>o sulla riva sinistra del Noncello dall’altro lato della c<strong>it</strong>tà storica. Meduna e Noncello<br />
traboccano frequentemente e bloccano così anche quest’accesso: nei giorni di piena<br />
Pordenone è collegata al Friuli solo a mezzo ferrovia. L’Amministrazione Comunale ha<br />
fatto realizzare all’ing. Salice il progetto per una nuova strada per Corva, dir<strong>it</strong>ta e<br />
sopraelevata, per risolvere questo problema: ora dovrà essere superata la resistenza di<br />
una parte dei proprietari dei fondi, che andranno espropriati. 753<br />
Inizia in comune la discussione sull’abbattimento della porta della Bossina,<br />
l’antica Porta Trevigiana s<strong>it</strong>a sul lato settentrionale della c<strong>it</strong>tà medioevale, alla fine del<br />
Corso V<strong>it</strong>torio Emanuele, a pochi metri dalla Piazzetta Cavour. Essa viene defin<strong>it</strong>a<br />
veramente una bruttura, che i Pordenonesi deplorano da secoli. La vollero sempre demolire,<br />
ma non la demolirono mai. L’occasione è offerta dal nuovo proprietario dei locali<br />
adiacenti, che ha offerto al comune di abbatterla, in cambio della possibil<strong>it</strong>à di<br />
ristrutturare i locali di sua proprietà. Il 12 novembre in Consiglio Comunale si approva<br />
la prima delibera di massima per l’allargamento dell’arco della Bossina. 754<br />
Al contrario degli amministratori modernizzanti di Pordenone, che si preoccupano<br />
dei vincoli al traffico imposti dall’angusto monumento, da Roma Alessandro Policreti, che<br />
dichiara di esprimersi per affetto della sua c<strong>it</strong>tà natale, si lamenta della imminente<br />
demolizione della porta della Bossina, in quanto essa rappresenta il retaggio di una<br />
civiltà del passato di cui non rimarranno più rimembranze: le esigenze della modern<strong>it</strong>à<br />
751 P, n. 26 di giovedì 30 gennaio 1908, pag. 2, V<strong>it</strong>a locale.<br />
752 P, n. 260 di giovedì 31 ottobre 1907, pag. 1, Cose di Torre.<br />
753 P, n. 266 di giovedì 7 novembre 1907, pag. 1, Pordenone, articolo firmato Tommaso.<br />
754 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 299; P, n. 269 di lunedì 11<br />
novembre 1907, pag. 2, Pordenone, articolo firmato Tommaso.<br />
228
possono essere soddisfatte in altro modo. Questa opposizione è maturata nel quotidiano<br />
confrontarsi, a Roma, con le imponenti vestigia del passato. 755<br />
Più volte si nota, nel resoconto dei consigli comunali e nelle polemiche con la<br />
stampa avversaria, che questa amministrazione sta compiendo uno sforzo immane per<br />
realizzare quei lavori pubblici che non sono stati mai avviati nel passato. Mancano<br />
ancora però agli occhi del Psi adeguate iniziative nel campo della scuola, della condizione<br />
dei lavoratori delle fabbriche e nel campo del risanamento delle ab<strong>it</strong>azioni, tenute da<br />
molti proprietari in condizioni inab<strong>it</strong>abili da creature umane. 756<br />
Su un piano diverso da quello dell’azione amministrativa, ma ad essa collegata<br />
per il ruolo di mediazione nelle vertenze richiesto alla Giunta comunale, i socialisti vanno<br />
in quel momento organizzando la Lega di resistenza dei falegnami, mentre si va<br />
ricost<strong>it</strong>uendo quella dei muratori. Dopo la dura repressione, il movimento sembra<br />
riorganizzarsi. 757<br />
Minore è invece la capac<strong>it</strong>à di incidere sul rapporto con le aziende maggiori, che<br />
scaricano sulla pubblica amministrazione i costi assistenziali. Non è una coincidenza che<br />
il principale accusato fosse quello stesso stabilimento cotoniero Amman di<br />
Borgomeduna, al centro dello scontro sociale con i muratori che aveva portato<br />
all’omicidio Toffoletti. A Torre, a Rorai ed anche in qualche fabbrica di Pordenone, quando<br />
un operaio s’ammala o è infortunato, viene soccorso dallo stabilimento di cure mediche, di<br />
medicine e crediamo anche di qualche cosa altro. Lo stabilimento Amman invece se ne lava<br />
sub<strong>it</strong>o le mani e il disgraziato viene sped<strong>it</strong>o a carico del Comune. Se l’arnese guasto si<br />
rimette, torna buona carne da sfruttamento, se no, Dio se l’ha in gloria. Così il nostro<br />
Comune senza aver il vantaggio di percepire un soldo dagli stabilimenti che pagano le tasse<br />
a Milano, fa le spese alla maestranza di lor signori quando sta male, fa le spese alle strade<br />
che vengono rovinate specie dai carichi di lor signori, spende in iscuole, in ospedali, in<br />
Congregazione di Car<strong>it</strong>à e tutto il resto, mentre certi stabilimenti che tanto si pretendono<br />
non hanno ancora sent<strong>it</strong>o il dovere morale e sociale di cost<strong>it</strong>uire quattro case ai propri<br />
operai che languono e marciscono in putride stamberghe! Bell’utile davvero! 758<br />
Sul piano dell’antimil<strong>it</strong>arismo - infine -l’Amministrazione Comunale di Pordenone<br />
dà una buona prova della sua linea pol<strong>it</strong>ica. Gli ufficiali hanno domenica fin<strong>it</strong>a la loro<br />
755 P, n. 15 di venerdì 17 gennaio 1908, pag. 1, PER LA BOSSINA.<br />
Alessandro Policreti è coautore di un libro di componimenti, Nell’anniversario della morte di Michelangelo<br />
Grigoletti da Pordenone… , ed<strong>it</strong>o a Trieste nel 1871 per il primo anniversario della morte del p<strong>it</strong>tore pordenonese<br />
a cura del prof. ab. Lorenzo Schiavi.<br />
756 LF, n. 166 del 21 dicembre 1907, Consiglio Comunale: Anche il progetto di allargamento della<br />
cosiddetta Bossina incontrò il favore del consiglio che in massima ne ha approvata l’idea. Sulla Bossina<br />
cfr. BENEDETTI, Andrea, c<strong>it</strong>., pag. 347. Sui lavori pubblici realizzati dall’amministrazione Galeazzi, cfr. inoltre<br />
il n. 154 del 2 novembre 1907, I lavori stradali.<br />
757 LF, n. 151 del 12 ottobre 1907, Rifiorisce l’organizzazione.<br />
758 LF, n. 153 del 26 ottobre 1907, Risorse comunali!. Le condizioni di lavoro degli stabilimenti industriali sono<br />
rese ancora più insopportabili ed oppressive dalla mancanza di forme di previdenza e di assistenza e dalla<br />
frammistione fra il sistema di governo della fabbrica e le ist<strong>it</strong>uzioni religiose. Cfr.: LF, n. 118 del 23 febbraio<br />
1907, pag. 3, TORRE, Sistemi del Cotonificio:<br />
Da vari anni la Direzione del Cotonificio Veneziano ha stabil<strong>it</strong>o di dare, come dà, una certa somma in<br />
danaro alle ragazze dipendenti che prendono mar<strong>it</strong>o; di più ad ogni bambino o bambina che nasce offre<br />
L. 15 e un po’ di cotonina greggia.<br />
Fino a qui non c’è nulla di male, anzi! Il bello è questo: per avere dir<strong>it</strong>to ai doni si deve presentare le<br />
carte fatte dal parroco locale comprovanti che il matrimonio fu celebrato religiosamente e cioè come la<br />
santa madre chiesa stabilisce. Se si tratta poi di una nasc<strong>it</strong>a sovversiva.... si deve lo stesso presentare i<br />
documenti i quali dichiarano che al ministro di dio il neonato fu lavato per bene con l’acqua lustrale!<br />
E si ha la sfacciataggine di dire che non è vero che il prete vada d’accordo col cap<strong>it</strong>alista! Ma ci dica un<br />
po’ la spett. Direzione del Cotonificio quale differenza passa dal proletariato credente al miscredente?<br />
forse questo ultimo non darebbe v<strong>it</strong>a alle macchine come l’altro? Su via se volete dimostrare la vostra<br />
filosofia siate più leali.<br />
Noi per esempio, e non pochi altri con noi, la pensiamo differente e troviamo che sarebbe molto più<br />
giusto, e anche se vogliamo più umano, abbandonare il vecchio sistema. In fin dei conti esso<br />
contribuisce a far aumentare la miseria. Meglio sarebbe pensare invece a quei poveri vecchi che hanno<br />
dato la loro v<strong>it</strong>a allo stabilimento riducendosi in uno stato da far pietà, e che per mancanza di mezzi di<br />
sussistenza sono costretti, ogni giorno al sol<strong>it</strong>o lavoro.<br />
Cfr. inoltre, in LF, n. 143 del 17 agosto 1907, TORRE, Punizioni ed igiene:<br />
In Cotonificio un povero vecchio con cinquanta anni di servizio sulle spalle fu sospeso per otto giorni dal<br />
lavoro perché fu colto in atto di momentaneo riposo.<br />
Forse quel vecchio avrà avuto necess<strong>it</strong>à di dare quel po’ di riposo alle sue membra, avrà sofferto, non<br />
avrà mancato al suo dovere maliziosamente, ma tutto ciò non conta di fronte al Regolamento spietato ed<br />
inumano.<br />
Basta che l’interesse cap<strong>it</strong>alistico sia salvaguardato. Non così avviene per la salvaguardia della v<strong>it</strong>a<br />
operaia.<br />
L’igiene è trascuratissima. La pulizia lascia tutto a desiderare. La sporcizia trionfa. I cessi interni sono<br />
tenuti in pessimo stato e per non far circolare l’acqua, si lascia che mandino un odore infettante che<br />
ammorba.<br />
Ci sono leggi è vero e ci sono anche persone incaricate a farle osservare, ma chi è che fa giustizia? Chi è<br />
che si occupa se negli ergastoli cap<strong>it</strong>alistici si violano le più sante norme del vivere civile? (...)<br />
229
villeggiatura presso di noi e dopo quattro galloppate e un po’ di aria buona respirata, sono<br />
part<strong>it</strong>i coi loro soldati alla volta della c<strong>it</strong>tà. Non tutti però hanno potuto ciò fare. - Alcuni<br />
soldati sono rimasti al nostro osp<strong>it</strong>ale ammalati di tifo od altro guadagnato in qualche<br />
escursione. Questo movimento mil<strong>it</strong>are ha naturalmente costato molti quattrini senza il ben<br />
che minimo utile. (...)I clericali, buoni patriotti, hanno accusato il nostro Comune perché si<br />
è completamente disinteressato delle truppe ed ha lasciato che da sè si provvedano alloggi e<br />
paglia avendola rifiutata. 759<br />
4.2.22 - Sindacalismo rivoluzionario e riformismo<br />
a confronto.<br />
Il processo per l’omicidio Toffoletti si svolge in Corte d’Assise ad Udine in<br />
novembre. L’importanza di questa vicenda per le sue ricadute sull’organizzazione<br />
socialista è ben dimostrata dalla decisione de Il Lavoratore Friulano di uscire in forma<br />
quasi quotidiana durante il processo, per darne il resoconto integrale, e fare così opera di<br />
controinformazione rispetto alle speculazioni della stampa locale ed al clima di linciaggio<br />
creato nei confronti degli imputati e dei socialisti considerati loro mandanti. 760<br />
Il resoconto dell’inizio del processo viene introdotto da una riflessione sul clima<br />
sociale a Pordenone nell’anno appena trascorso: si tratta di una presentazione<br />
coraggiosa delle circostanze in cui è maturato il del<strong>it</strong>to, che tende a spostare l’attenzione<br />
dalla responsabil<strong>it</strong>à individuale degli omicidi a quella ben più grave degli industriali<br />
cotonieri. Si coglie l’occasione per un interessante esame delle condizioni che hanno<br />
favor<strong>it</strong>o lo sviluppo dell’industria pordenonese, e per un bilancio della prima grande<br />
ondata di ag<strong>it</strong>azioni operaie organizzate a Pordenone. 761 L’industria cotoniera è sorta<br />
certo grazie all’abbondanza delle acque sorgive, ma - come sempre - un ruolo centrale<br />
l’hanno giocato i bassi salari di una manodopera di prevalente origine agricola. 762<br />
Leggiamo attentamente gli ultimi passaggi del resoconto, quelli immediatamente<br />
precedenti l’omicidio, quando ogni soluzione della vertenza appare preclusa dall’assoluta<br />
intransigenza del Cotonificio Amman: Da questo momento, la massa parve imbestial<strong>it</strong>a.<br />
Grida di vendetta, di giustizia, di morte, empirono l’aria d’ogni parte. Le idee conciliative<br />
ebbero sprezzo e v<strong>it</strong>uperio. Sciopero generale, violenza alla violenza, è tempo di finirla: fu la<br />
voce collettiva ed irriflessa della massa ecc<strong>it</strong>ata. Essi ci permettono di capire un clima che<br />
non è solo quello che porta all’omicidio del Toffoletti ed allo scatenarsi della reazione. In<br />
quella s<strong>it</strong>uazione si era consumato il superamento della gestione socialista ufficiale del<br />
movimento, scivolato su posizioni sindacaliste rivoluzionarie man mano che lo scontro si<br />
andava facendo più duro e senza possibil<strong>it</strong>à di composizione.<br />
Se il riferimento isolato alle idee di violenza sommaria può anche rinviare a forme<br />
prepol<strong>it</strong>iche, l’accenno congiunto alla violenza ed allo sciopero generale fa pensare alla<br />
penetrazione fra gli operai edili pordenonesi di quelle posizioni sindacaliste che proprio<br />
in quella fase vanno scontrandosi con la maggioranza del Psi, fino alla rottura del part<strong>it</strong>o<br />
e dell’organizzazione sindacale nazionale. Lo scivolamento del movimento verso il<br />
sindacalismo rivoluzionario, può inoltre spiegare - insieme alla repressione conseguente<br />
all’omicidio, alla campagna pol<strong>it</strong>ica antisocialista ed alla più complessiva battuta<br />
d’arresto delle ag<strong>it</strong>azioni sindacali - l’indebolirsi dell’organizzazione del part<strong>it</strong>o in c<strong>it</strong>tà<br />
nella fase immediatamente successiva.<br />
In realtà la presenza anarchica ha una dimensione di tutto rispetto a Torre, dove,<br />
secondo Teresina Degan, ma anche secondo il quotidiano radicale più sopra c<strong>it</strong>ato, gli<br />
anarchici possono contare in quegli anni su una quarantina di aderenti, ed i ragazzini<br />
cantano per le strade le loro canzoni. 763 Non solo i ragazzini: stando agli atti processuali,<br />
anche il cassiere della Lega muratori, l’anziano Giovanni Missana, cantava l’inno<br />
anarchico per le vie. E’ significativa, durante il processo, la testimonianza del tenente dei<br />
carabinieri Federico Luparia, che afferma di aver svolto le sue prime indagini a Torre,<br />
759 LF, n. 147 del 14 settembre 1907, Partenza di mil<strong>it</strong>ari e Il Comune antimil<strong>it</strong>arista.<br />
760 LF, nn. 155-162 dell’8-23 novembre 1907: manca il n. 159 del 15 novembre. Cfr. anche, sul n. 163 del 30<br />
novembre 1907, a pag. 1, la corrispondenza da Pordenone Dopo il verdetto (Impressioni e considerazioni).<br />
I supplementi dedicati al processo hanno probabilmente una specifica diffusione a Pordenone, a dimostrazione<br />
dell’assoluta importanza di quelle vicende per il part<strong>it</strong>o locale: è la conclusione che si trae dalla breve nota<br />
introduttiva all’articolo di commento alla sentenza pubblicato sul n. 162 del 23 novembre 1907, in: CRONACA<br />
CITTADINA, Il processo alle Assise per il dramma di Pordenone.<br />
761 LF, n. 155 dell’8 novembre 1907, pag. 2, MENTRE SI INIZIA IL PROCESSO PER IL DRAMMA DI<br />
PORDENONE. Cfr. il testo in appendice.<br />
762 Tale è anche l’opinione di: MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>.<br />
763 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 84.<br />
230
dove sapeva esserci il focolaio dello sciopero, e che egli apprese essere chiamata la Patterson<br />
del Friuli. Paterson, nel New Jersey, a soli quindici chilometri da New York, è considerata<br />
in questi anni un focolaio anarchico. Centro industriale caratterizzato dai suoi setifici,<br />
vantava una storica tradizione sindacale fin dalle origini del movimento operaio<br />
statun<strong>it</strong>ense, e negli anni successivi, dopo la cost<strong>it</strong>uzione dell’organizzazione sindacalista<br />
rivoluzionaria degli Industrial Workers of the World, sarebbe stata sede di uno dei più<br />
significativi scioperi della storia degli Usa. Ma già all’inizio del secolo, prima ancora della<br />
costruzione dell’organizzazione dell’Iww, proprio da Paterson era part<strong>it</strong>o Gaetano Bresci,<br />
il regicida che a Monza vendicò le cannonate di Bava Beccaris uccidendone il<br />
mandante. 764<br />
I sei imputati sono tutti muratori e manovali, fra i 24 ed i 34 anni di età ed<br />
originari di Pordenone e di comuni vicini, con l’eccezione del cinquantunenne Giovanni<br />
Missana, proveniente dal comune montano di V<strong>it</strong>o d’Asio. Si tratta di uno spaccato<br />
significativo dell’esperienza di una classe operaia che acquisisce la sua professional<strong>it</strong>à e<br />
la sua coscienza in un panorama internazionale. Antonio Forniz ha lavorato<br />
alternativamente in Lombardia e Piemonte come filatore, poi più volte in Germania,<br />
passando dall’attiv<strong>it</strong>à di facchino a quella di ferroviere, arrivando infine a quella di<br />
muratore. Antonio Meneghel è stato più volte emigrante, prima di andare in Transvaal<br />
per i lavori di ricostruzione dopo la guerra anglo-boera del 1899-1900. Manlio Civran era<br />
pure stato emigrante in Germania nel 1897-99 come filatore, per poi iniziare ad<br />
impiegarsi come bracciante-manovale edile. Missana, tipico esponente di<br />
quell’emigrazione che porta migliaia di montanari friulani ad entrare nel ciclo della<br />
produzione edilizia integrandosi progressivamente nella moderna industria, ab<strong>it</strong>a nelle<br />
case operaie, a dimostrazione di professional<strong>it</strong>à e di buona condotta. Sono queste le<br />
caratteristiche che gli permettono un successo personale, che può ben giustificare il suo<br />
dir<strong>it</strong>to ad esprimere le posizioni pol<strong>it</strong>iche più decise. Tutti gli imputati, ed anche i due rei<br />
confessi dell’omicidio, Forniz ed Meneghel, hanno partecipato all’attiv<strong>it</strong>à della Lega degli<br />
edili pordenonesi. Giovanni Missana al momento dell’arresto è il cassiere della Lega e<br />
Luigi P<strong>it</strong>ton (che si sottrae al processo fuggendo all’estero) l’incaricato di distribuire i<br />
sussidi inviati dalla Federazione Edilizia nazionale da Torino. Durante una sua assenza<br />
per malattia quell’incarico di vice-segretario era stato svolto da Civran. Forniz e<br />
Meneghel stessi avevano fatto parte della commissione incaricata dai lavoratori di<br />
condurre la trattativa con la controparte.<br />
A difesa degli imputati, e particolarmente di alcuni di essi, intervengono vari<br />
esponenti pol<strong>it</strong>ici c<strong>it</strong>tadini. Il deputato provinciale G.B. Cavarzerani ed il sindaco<br />
Galeazzi sottolineano il clima di grande solidarietà c<strong>it</strong>tadina con gli operai, in opposizione<br />
all’atteggiamento del Cotonificio Amman. Galeazzi afferma come tutta la c<strong>it</strong>tà fu<br />
favorevole agli operai, e sfavorevole alla D<strong>it</strong>ta; tale fatto è confermato da questo episodio: in<br />
teatro parlò l’on. Girardini; a beneficio degli scioperanti; ebbene non vi mancò nemmeno una<br />
signora. Interviene pure Enea Ellero, così come i socialisti Romano Sacilotto e Vincenzo<br />
Degan ed il segretario della Federazione Edilizia Giuseppe Borghesio. 765 Ma la difesa si<br />
risolve anche nella più dura condanna per gli omicidi e perfino, come in una tragedia<br />
antica, della loro stirpe: il sindaco Galeazzi ha infatti cancellato dall’album dei c<strong>it</strong>tadini<br />
non solo Forniz, ma anche la moglie deceduta ed i figli.<br />
Per inquadrare le condizioni sociali di Pordenone durante la vertenza, l’avvocato<br />
difensore di Forniz chiama a testimoniare, come per<strong>it</strong>o di parte, il prof. Antonini. E’<br />
questo l’intervento ove con maggiore enfasi si sottolinea la psicologia della massa<br />
durante lo sciopero, la tensione estrema prodotta dall’irrigidimento della controparte<br />
padronale, il sorgere di una ostil<strong>it</strong>à violenta che passa dalle grida all’azione, in una<br />
s<strong>it</strong>uazione di gravi privazioni per le famiglie degli scioperanti. Si parlava di incendiare lo<br />
Stabilimento e di altre minacce inaud<strong>it</strong>e a Pordenone nel passato. (...) Osserva che le prime<br />
riunioni furono calme. Poi che crebbero di morbos<strong>it</strong>à e ostil<strong>it</strong>à (...) E’ l’Antonini a proporre<br />
in aula la tesi secondo la quale vanno riconosciute agli imputati le circostanze attenuanti<br />
764 RENSHAW, Patrick, Il sindacalismo rivoluzionario negli Stati Un<strong>it</strong>i, Bari, Laterza, 1970, pagg. 116-123;<br />
notizie sull’attiv<strong>it</strong>à della Iww a Paterson in: COLE, G.D.H., Storia del pensiero socialista, volume III, La Seconda<br />
Internazionale 1889-1914, Roma-Bari, Laterza, 1976, tomo II, pagg. 330-333.<br />
La definizione di “Paterson del Friuli” è vissuta in modo negativo dai socialisti pordenonesi. Infatti qualche<br />
settimana dopo, il tema r<strong>it</strong>orna con violenza polemica nel commento ad una sottoscrizione: Pordenone. Fra<br />
compagni di Pordenone e Torre protestando contro quei mascalzoni abbrut<strong>it</strong>i dal cognac e dalle<br />
prost<strong>it</strong>ute che chiamano Torre la Paterson del Friuli (...); cfr.: LF, n. 167 del 27 dicembre 1907,<br />
Sottoscrizione permanente.<br />
765 Borghesio Giuseppe fu Sebastiano, di anni 44, domiciliato a Torino, segretario della Federazione edilizia: cfr.<br />
P, n. 274 di sabato 16 novembre 1907, pagg. 1 e 2, L’assassinio dell’ing. Toffoletti davanti alla nostra Corte<br />
d’Assise.<br />
231
di una seminferm<strong>it</strong>à mentale dettata dalle condizioni ambientali determinatesi. Ancora<br />
una volta è la scienza pos<strong>it</strong>ivistica dell’allievo di Lombroso, che pur si presenta<br />
prendendo in qualche modo le distanze dal riduzionismo anatomico, a cost<strong>it</strong>uire la pietra<br />
di volta di un discorso sociale che vuol far emergere le gravi condizioni di privazione e di<br />
tensione delle masse, rispetto al desiderio di vendetta dei benpensanti.<br />
Ma la corte compie in modo spietato la sua vendetta di classe, accogliendo la tesi<br />
del complotto e condannando i sei imputati a pene dagli otto anni all’ergastolo, con una<br />
sola assoluzione. Il commento de Il Lavoratore Friulano non può che notare come anche<br />
quelle attenuanti che vengono ordinariamente concesse per efferati crimini comuni, sono<br />
state negate in una sentenza brutalmente pol<strong>it</strong>ica. Non si può che concludere<br />
amaramente come il socialismo e la propaganda socialista sono diffusissimi in tutta Italia e<br />
pur questo è l’unico caso in cui degli operai scioperanti hanno mietuto una v<strong>it</strong>tima nel<br />
campo avversario, mentre, a parte ogni forma di oppressione cap<strong>it</strong>alistica, migliaia sono<br />
ormai le v<strong>it</strong>time cadute nel campo operaio, per opera di agenti dell’ordine, espressione delle<br />
classi dominanti, rimasti, ahi! triste lezione, sistematicamente impun<strong>it</strong>i!<br />
Quasi in contemporanea con le vicende processuali, la prima pagina de Il<br />
Lavoratore Friulano osp<strong>it</strong>a una dura polemica fra la componente ufficiale e quella<br />
sindacalista della sezione udinese. Essa ha una forte valenza nazionale, ed avviene in un<br />
momento cruciale del dibatt<strong>it</strong>o interno al part<strong>it</strong>o e dello sviluppo delle lotte sociali in<br />
Italia. Lo scontro nel movimento sindacale fra sindacalismo rivoluzionario e riformismo<br />
ha portato alla cost<strong>it</strong>uzione, nel Congresso della Resistenza di Milano del 29 settembre-<br />
1° ottobre 1906, della Confederazione del Lavoro, controllata dai riformisti. Ad essa non<br />
aderiscono i sindacalisti e gli anarchici. Nei giorni immediatamente successivi, il 7-10<br />
ottobre a Roma, il congresso del Psi vede la v<strong>it</strong>toria netta dell’integralismo ferriano, nel<br />
quale confluiscono i riformisti, e l’isolamento a sinistra dei sindacalisti; questi ultimi, in<br />
un convegno a Ferrara nel luglio del 1907, decidono di uscire dal part<strong>it</strong>o e di cost<strong>it</strong>uirsi<br />
in gruppo autonomo. Questo periodo, quello del terzo governo Giol<strong>it</strong>ti, è connotato da<br />
forti ag<strong>it</strong>azioni sociali: durante lo sciopero dei gasisti milanesi dell’ottobre 1907 un<br />
operaio è ucciso dai carabinieri, e ciò produce uno sciopero di solidarietà.<br />
L’amministrazione ferroviaria opera delle rappresaglie nei confronti dei lavoratori in<br />
sciopero: ma la proposta dei Sindacato Ferrovieri di uno sciopero generale è respinta da<br />
Psi e Cgl. Si tratta dello stesso contesto in cui avvengono i due grandi scioperi agricoli<br />
sindacalisti, quello del maggio-giugno 1907 nel Ferrarese e quello del maggio-giugno<br />
dell’anno successivo nel Parmense. 766<br />
In tutti questi casi la confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica fra le due componenti del movimento<br />
operaio si trasforma in concorrenzial<strong>it</strong>à esplic<strong>it</strong>a sul piano della lotta, con il boicottaggio<br />
da parte del socialismo riformista (anche se in quell’epoca esso appare contenuto nel<br />
bozzolo indistinto dell’integralismo). Se il socialismo ufficiale denuncia una s<strong>it</strong>uazione<br />
sfavorevole dei rapporti di forza a giustificazione della sua decisione di non agire, da<br />
parte sindacalista si fa notare come part<strong>it</strong>o e Cgl operino attivamente per isolare e<br />
sconfiggere gli scioperanti, in modo da eliminare una pericolosa concorrenza a<br />
sinistra. 767<br />
Significativamente anche nel caso friulano la polemica scoppia attorno alla<br />
mancata convocazione dello sciopero generale, con la decisione a maggioranza dei<br />
ferrovieri udinesi di votare contro. 768 La preoccupazione socialista è quella di giungere,<br />
seguendo la tattica sindacalista, ad uno scontro incontrollabile. L’attenzione per<br />
un’indistinta opinione pubblica maggior<strong>it</strong>aria sost<strong>it</strong>uisce il riferimento classista ai<br />
lavoratori: Era possibile, gettando la nazione in un disastro, imporre al potere esecutivo<br />
l’abrogazione della legge? Nel conato ci avrebbe assist<strong>it</strong>o l’opinione pubblica? (...) E in fondo<br />
a questa via senza usc<strong>it</strong>a, nella quale sarebbero cadute a centinaia le v<strong>it</strong>time, non si parava<br />
forse lo spettro terribile di una rivolta sanguinosa?<br />
Lo scontro con il sindacalismo rivela inoltre una posta in gioco più generale: la<br />
minaccia che tale pratica metta in discussione l’organizzazione data del movimento<br />
operaio, basata sulla costruzione di strutture sindacali di categoria, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e da operai<br />
professionali e dotate di forti strumenti di solidarietà corporativa. Al contrario, il<br />
sindacalismo viene condannato in quanto promuove strutture terr<strong>it</strong>oriali basate sulla<br />
solidarietà intercategoriale, e motivate da una forte ident<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica. Contro l’accusa<br />
766 PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., volume secondo, pagg. 53 e 85-86.<br />
767 In particolare, per il famoso sciopero parmense organizzato dalla Camera del lavoro diretta da Alceste De<br />
Ambris, cfr. NICOLAI, Renato, Emilia riformista e Italia giol<strong>it</strong>tiana. Reggio Emilia e Parma, Milano, Mazzotta,<br />
1977. Nicolai sostiene la responsabil<strong>it</strong>à del socialismo reggiano, guidato dal riformista Camillo Prampolini, nel<br />
fallimento dello sciopero, per aver favor<strong>it</strong>o l’isolamento ed il vero e proprio strangolamento economico degli<br />
scioperanti.<br />
768 LF, n. 155 dell’8 novembre 1907, pag. 3, I ferrovieri ed il tradimento.<br />
232
gratu<strong>it</strong>a di tradimento si rende poi tanto più necessario l’insorgere ad ogni coscienza<br />
socialista, perché essa non è che una accidentabil<strong>it</strong>à di tutta un’opera disgregatrice e<br />
denigratrice di quanto è stato sino ad ora patrimonio del part<strong>it</strong>o. L’assalto ha portata<br />
maggiore. Si tende a sottrarre il movimento operaio ai sindacati, a paralizzare l’azione delle<br />
Federazioni professionali per dare v<strong>it</strong>a a gruppi locali amorfi di operai di ogni mestiere e di<br />
ogni categoria non tenuti insieme da ident<strong>it</strong>à di interessi generali e di professione, non<br />
dotati di forti casse di resistenza, ma nei quali l’unica garanzia di un risultato qualsiasi<br />
debba essere l’idealismo rivoluzionario, lo spir<strong>it</strong>o di sacrificio, l’ardore della lotta, l’appello<br />
incessante ai sentimenti di iniziativa individuale, per erigere a mezzi di combattimento<br />
normali ed infallibili lo sciopero generale, magari a tempo indeterminato, ed il sabotage. Il<br />
movimento dei lavoratori di paesi più progred<strong>it</strong>i del nostro ci ha insegnato a battere la via<br />
per la quale faticosamente, avendo di fronte la reazione governativa e alle spalle le insidie<br />
anarcheggianti, il part<strong>it</strong>o socialista ha saputo dar v<strong>it</strong>a a potenti sindacati - uno dei più ricchi<br />
quello ferroviario - che da qualche anno con un fiorire di coscienza proletaria vanno<br />
prendendo onorevole posizione nelle lotte per il graduale miglioramento operaio. Ora spira<br />
vento diverso: è possibile che noi si debba rimanere con le mani in mano ad assistere alla<br />
rovina? Lasceremo noi che elucubrazioni dottrinarie ogni giorno mutanti direttiva, vengano<br />
a tradursi nella faticosa pratica della organizzazione, disseminando lo scompiglio, la<br />
sfiducia? E si badi che la concezione larga e complessa del socialismo, che va sotto il nome<br />
di integralismo, della quale questo giornale è sempre stata espressione, r<strong>it</strong>iene che nessun<br />
part<strong>it</strong>o possa a priori escludere dalla propria azione qualsiasi mezzo di lotta; dal più umile<br />
riformismo al più avanzato rivoluzionarismo. (...) 769<br />
La replica sindacalista viene pubblicata la settimana successiva, e non a caso<br />
aggredisce proprio i fondamenti teorici del gradualismo riformista. Più che sul piano<br />
pol<strong>it</strong>ico, dove predomina l’accusa di tradimento delle lotte da parte di un part<strong>it</strong>o corrotto<br />
dalla penetrazione di quadri dirigenti di origine borghese, l’attacco avviene proprio sul<br />
piano della filosofia scientifica, negando valid<strong>it</strong>à al quadro teorico pos<strong>it</strong>ivistico che<br />
cost<strong>it</strong>uisce l’humus del riformismo. E’ interessante anche il paragone ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o fra la lotta<br />
antimodernista in corso nella Chiesa cattolica, e quella antisindacalista nel Psi. E’ un<br />
segnale che sembra accomunare le posizioni innovatrici che emergono nel Psi (ora il<br />
sindacalismo, in futuro il comunismo postbellico) che dimostrano di mal sopportare il<br />
tradizionale anticlericalismo del part<strong>it</strong>o.<br />
(...) L’articolo in parola si direbbe calcolato sulla falsa riga delle risposte con cui la<br />
chiesa di Roma ha gratificato i modernisti, che vorrebbero sfrondare il cattolicismo di tutte<br />
le morte forme ed infondergli nuova v<strong>it</strong>a, in accordo col progresso delle scienze fisiche e<br />
dello spir<strong>it</strong>o. (...) Man mano che il socialismo nella sua forma prim<strong>it</strong>iva si diffonde<br />
conquistando prosel<strong>it</strong>i non soltanto tra coloro che direttamente portano tutto il peso delle<br />
infamie sociali, ma anche tra gli appartenenti alla classe borghese e sfruttatrice, perde la sua<br />
fisionomia, le sue caratteristiche ed attenuandosi sempre più minaccia di svanire in una<br />
democrazia borghese, che potrà magari piacere agli elementi ai quali la soddisfazione delle<br />
piccole ambizioni personali preme più che gli interessi ideali ma che non è, perdio,<br />
socialismo. Il tentativo di riscossa sindacalista, in fondo, altro non è che lo sforzo per<br />
contrapporre un valido argine alla degenerazione borghese del part<strong>it</strong>o socialista. (...) Si volle<br />
rivestire il socialismo con panneggiamenti scientifici e logici di seconda mano, non<br />
riuscendo ad altro che a nascondere le sue linee grandiose ed a sconciare le sue forme<br />
superbe (...) E mentre le dottrine pos<strong>it</strong>iviste vanno perdendo terreno ogni giorno più, battute<br />
dalla cr<strong>it</strong>ica e dall’incessante progredire della scienza, mentre i maggiori rappresentanti del<br />
pos<strong>it</strong>ivismo, coloro che ne furono band<strong>it</strong>ori e sosten<strong>it</strong>ori instancabili, dopo aver rinunciato a<br />
molte rosee speranze r<strong>it</strong>ornano fidenti all’idealismo: i leaders del socialismo democratico<br />
s’industriano, armati d’un materialismo grossolano, volgare, pieno di pregiudizi e di<br />
assurd<strong>it</strong>à, di trascinare il proletariato a realizzare quanto alla loro piccola logica ed alla loro<br />
miserevole scienza sembra vantaggioso. (...) Previsioni che abbiano carattere di certezza<br />
assoluta non sono possibili nelle scienze che usano largamente ed esclusivamente i metodi<br />
delle matematiche dove entrano in giuoco elementi r<strong>it</strong>enuti immutabili ben defin<strong>it</strong>i e di<br />
numero lim<strong>it</strong>ato, a maggior ragione saranno impossibili nella sociologia, poiché oltre ad un<br />
numero indefin<strong>it</strong>o di elementi vi si aggiunge quello della libera volontà dell’individuo. (...) 770<br />
La discussione è tutt’altro che teorica: se dal determinismo pos<strong>it</strong>ivistico il<br />
socialismo maggior<strong>it</strong>ario deriva la sua fede nell’ineluttabil<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>toria futura, il<br />
sindacalismo ne mette in discussione la serietà scientifica, per inserirvi elementi<br />
volontaristici, quali la necess<strong>it</strong>à di organizzare e stimolare le lotte di classe, contro<br />
l’appiattimento riformistico che subordina il part<strong>it</strong>o alle pol<strong>it</strong>iche giol<strong>it</strong>tiane. Non si può<br />
attendere la v<strong>it</strong>toria, certi che essa verrà senza la necess<strong>it</strong>à di forzature; essa verrà solo<br />
se sarà costru<strong>it</strong>a, solo se dalle classi lavoratrici verrà quell’azione rivoluzionaria che è<br />
769 LF, n. 154 del 2 novembre 1907, pag. 1, A DIFESA DEL PARTITO.<br />
770 LF, n. 155 dell’8 novembre 1907, pag. 1, IN DIFESA DEL PARTITO CONTRO LE DEGENERAZIONI<br />
RIFORMISTE, articolo firmato I Sindacalisti iscr<strong>it</strong>ti alla Sezione Socialista di Udine. Dalla redazione<br />
giungerà una successiva replica sul n. 160 del 16 novembre 1907, pag. 1, Riprendiamo il lavoro.<br />
233
indispensabile per arrivare all’obiettivo. E questa volontà di lotta, lungi dal venire da un<br />
ripensamento del marxismo rivoluzionario, come avverrà dieci anni dopo con il pensiero<br />
leniniano, viene fatta derivare dalle nov<strong>it</strong>à della filosofia idealistica e del dibatt<strong>it</strong>o<br />
scientifico, dove al determinismo pos<strong>it</strong>ivistico si è contrapposta una reazione<br />
generalizzata che è diventata rapidamente egemone, contribuendo a sottrarre al Psi le<br />
energie della gioventù intellettuale.<br />
E’ interessante notare come le affermazioni dei sindacalisti rivoluzionari vengono<br />
rovesciate nel dibatt<strong>it</strong>o delle settimane successive sul congresso provinciale socialista<br />
convocato per il gennaio 1908. Anche in tale sede ha luogo una polemica fra un<br />
esponente sindacalista ed altri compagni. In una replica, il corrispondente che si firma P.<br />
Purliliese conclude accusando i sindacalisti di estremismo parolaio, proponendo<br />
all’opposto una stringente pol<strong>it</strong>ica di organizzazione del part<strong>it</strong>o di stampo esplic<strong>it</strong>amente<br />
giacobino. In questa sede ha luogo un riconoscimento significativo della penetrazione<br />
avvenuta - da parte dei sindacalisti - negli ambienti operai pordenonesi: In una parola<br />
colla persuasione, con il desiderio inoculato nella classe lavoratrice di un più elevato e civile<br />
tenore di v<strong>it</strong>a, io credo che si otterrebbe un desiderio, una tendenza di rivoluzionare il<br />
mondo assai più tenace di quello che lo si possa fare con l’inc<strong>it</strong>azione diretta alla violenza,<br />
con quella inconcludente logorrea, la quale non riesce che a rendere sterili anche quelle<br />
piazze che pure dovrebbero essere le più mature alla produzione di operai evoluti e<br />
coscienti. Udine e Pordenone ci devono insegnar qualcosa. Per un esponente importante<br />
del socialismo friulano - identificabile con il dott. Plinio Longo, esponente dell’importante<br />
sezione del Psi di Pinzano - è la presenza sindacalista a Pordenone e nel capoluogo di<br />
provincia ad aver messo in difficoltà il part<strong>it</strong>o nelle principali zone operaie. Si tratta di<br />
una valutazione esplic<strong>it</strong>a - per quanto isolata - delle difficoltà della maggioranza del<br />
part<strong>it</strong>o a tenere sotto il suo controllo i movimenti sociali nei centri più interessanti per il<br />
suo sviluppo. 771<br />
4.2.23 - L’indebolimento del part<strong>it</strong>o.<br />
Il nuovo anno ha inizio con una riflessione sulla s<strong>it</strong>uazione pol<strong>it</strong>ica del Psi<br />
pordenonese, in occasione del prossimo congresso provinciale socialista. Due punti fermi<br />
vengono indicati: la necess<strong>it</strong>à di por mano alla riorganizzazione della federazione<br />
socialista friulana, che non funziona, attraverso il radicamento terr<strong>it</strong>oriale, e<br />
l’indebolimento del part<strong>it</strong>o in c<strong>it</strong>tà, opinione ormai diffusasi anche a livello provinciale.<br />
Se la necess<strong>it</strong>à di rafforzare la federazione provinciale è un le<strong>it</strong>-motiv delle discussioni del<br />
part<strong>it</strong>o di tutto il decennio, l’indebolimento dell’organizzazione pordenonese è un sintomo<br />
di come l’ondata reazionaria conseguente all’omicidio Toffoletti abbia lasciato il segno. 772<br />
Ma per gli esponenti del Psi pordenonese più che di crisi del movimento bisogna<br />
parlare di una fase di stasi: Nella discussione però, piuttosto male che bene, si è c<strong>it</strong>ato<br />
Pordenone quale esempio di opera quasi fall<strong>it</strong>a, ma non è così. Pordenone non dorme, riposa<br />
soltanto in questi momenti. E’ impossibile pretendere duri eterno e continuo il fragore dei<br />
colpi di gran cassa. Dopo grandi fatiche, s’impone un po’ di ristoro per riprender lena. Che<br />
nell’apparente quiete non sia spento l’antico vigore, lo sanno Amman e Rorai che non è<br />
771 LF, n. 166 del 21 dicembre 1907, pag. 1, A PROPOSITO DEL CONGRESSO. Al compagno sindacalista.<br />
Si arguisce che Purliliese (un richiamo forse a Porcia, comune confinante con Pordenone?) è un corrispondente<br />
del settimanale da Pinzano o da Spilimbergo da due note: cfr. Il Lavoratore Friulano, nn. 178 del 14 marzo e 181<br />
del 4 aprile 1908, PICCOLA POSTA. Ma un richiamo mi fa propendere per Pinzano: Io vivo in un paese di<br />
3000 ab<strong>it</strong>anti, che traggono le maggiori risorse dall’emigrazione. Cfr. Il Lavoratore Friulano n. 150 del 5<br />
ottobre 1907, pag. 1, PER UNA PIU’ VASTA PROPAGANDA. Inoltre, sulla base delle argomentazioni di due<br />
successivi articoli, che sottolineano l’importanza della lotta all’alcoolismo e richiamano l’opportun<strong>it</strong>à di<br />
rapportarsi con l’associazione dei medici condotti, sono indotto a considerare che Purliliese sia uno pseudonimo<br />
di Plinio Longo, che per l’appunto svolge quell’attiv<strong>it</strong>à ed è direttamente a contatto con le principali piaghe dei<br />
lavoratori friulani. Cfr. Il Lavoratore Friulano, nn. 164 del 7 dicembre 1907, pag. 1, Per il V. Congresso dei<br />
Socialisti friulani, e 166 del 21 dicembre 1907, pag. 1, A PROPOSITO DEL CONGRESSO. Al compagno<br />
sindacalista.<br />
772 Solo pochi mesi prima, proprio a Giuseppe Ellero era stato affidato il discorso in occasione della g<strong>it</strong>a annuale<br />
del settimanale socialista, dedicata ad un tema di vasto respiro come Il Socialismo. Eccone il resoconto:<br />
(...) Egli con larghezza di pensiero e smaglianza di forma tratteggiò la marcia del socialismo nel nostro<br />
paese ancora semifeudale fra gli ostacoli opposti dalla violenza dei governi, della miseria delle<br />
popolazioni, dalla ignavia delle classi dirigenti. Lumeggiò la funzione ostinatamente retriva e<br />
conservatrice del clericalismo, inneggiando alla propaganda costante delle nostre ideal<strong>it</strong>à che ha la<br />
principale sua forma, il suo perenne alimento nella stampa. La conversazione, la conferenza, l’opuscolo,<br />
il libro vogliono integrate dal giornale che è la sentinella avanzata del nostro pensiero contro le posizioni<br />
nemiche. Cfr.: LF, nn. 148 del 20 settembre 1907, G<strong>it</strong>a annuale del “Lavoratore Friulano”, Cividale 29<br />
settembre 1907 e 150 del 5 ottobre 1907, pag. 1, Cronaca c<strong>it</strong>tadina. La G<strong>it</strong>a del “Lavoratore” a Cividale.<br />
234
molto, hanno visto insorgere le masse in modo fulmineo. Dunque viviamo ancora e speriamo<br />
lungamente. 773<br />
Secondo Teresina Degan, la borghesia e gli altri strati sociali da essa orientati<br />
saranno durevolmente influenzati dalla vicenda. Essi si contrapporranno nei decenni<br />
successivi al movimento operaio e socialista, esprimendo sentimenti di sorda indignazione<br />
e, in molti casi, di odio irrazionale nei confronti delle organizzazioni dei lavoratori<br />
avversando ogni loro manifestazione. 774 Ancora nel dopoguerra la responsabil<strong>it</strong>à morale<br />
nel del<strong>it</strong>to Toffoletti verrà rinfacciata ai dirigenti socialisti anche da parte di loro antichi<br />
alleati passati sulla sponda opposta, come Carlo Policreti.<br />
Il quinto congresso provinciale socialista ha luogo domenica 12 gennaio, presso<br />
l’Albergo Roma di Udine, alla presenza di Senofonte Entrata, propagandista della<br />
direzione nazionale del part<strong>it</strong>o. Sono presenti ventidue sezioni, in rappresentanza di oltre<br />
settecento iscr<strong>it</strong>ti, oltre a dodici leghe di resistenza. Dal Friuli occidentale sono presenti<br />
le sezioni di Pinzano, con ventuno iscr<strong>it</strong>ti rappresentati da Giovanni Sguerzi, Spilimbergo<br />
con quarantuno rappresentati da Pietro Innocenti e da Sedran, Castelnovo con ventotto e<br />
delegato G. Canciani e Pordenone con venticinque iscr<strong>it</strong>ti rappresentati da Giuseppe<br />
Ellero. 775<br />
Il congresso fa autocr<strong>it</strong>ica sullo scarso funzionamento della federazione in quegli<br />
anni. Non si era riusc<strong>it</strong>i a dare stabil<strong>it</strong>à all’organizzazione pol<strong>it</strong>ica e sindacale del part<strong>it</strong>o,<br />
rimanendo nei lim<strong>it</strong>i di movimenti spontanei privi di continu<strong>it</strong>à. Il congresso ebbe il<br />
coraggio della franchezza e della ver<strong>it</strong>à. L’apatia irreducibile, le debolezze colpevoli del<br />
proletariato c<strong>it</strong>tadino, facile ai fuochi di paglia dei sub<strong>it</strong>anei entusiasmi, ma incapace di<br />
quella tenacia e di quella costanza che materiano la forza dell’organizzazione, ed in tutti i<br />
campi ed in ispecie in quello della resistenza, ne assicurano i frutti, furono amaramente e<br />
duramente fustigate. Non possono mer<strong>it</strong>are soccorso di solidarietà e di cooperazione quanti<br />
si accostano alle nostre file solo nel momento del bisogno e sfruttate le forze, gli uomini di<br />
parte nostra, passato il pericolo si r<strong>it</strong>raggono in disparte dimentichi e negh<strong>it</strong>tosi di ogni<br />
energia di rivendicazione.<br />
Proprio a questo punto del resoconto rispunta la cr<strong>it</strong>ica, dura e senza attenuanti,<br />
nei confronti dell’organizzazione socialista pordenonese accusata, così come nel passato,<br />
di far parte a sè senza prendersi le dovute responsabil<strong>it</strong>à nei confronti del part<strong>it</strong>o<br />
provinciale: Così non passò senza commento la scarsa operos<strong>it</strong>à a favore della federazione e<br />
del giornale dei compagni di Pordenone, che pure in replicate occasioni ebbero largo<br />
sostegno alle difficili battaglie ingaggiate da quel proletariato. Al torpore ed al<br />
disorganizzato spontaneismo del capoluogo di provincia, al perdurante distacco del<br />
centro industriale occidentale, corrisponde lo sforzo dei socialisti carnici, nei loro paesi<br />
ed in quelli di emigrazione. Contro tale parte negativa o deficiente della rivista delle nostre<br />
forze è apparsa per contrario più alta, più commovente la cooperazione tenace data al<br />
movimento dalla parte alta della provincia ed ispecie dall’estero.<br />
Il part<strong>it</strong>o deve operare in una provincia tanto varia per forme economiche e per<br />
caratteristiche psicologiche, nella quale assistiamo a differenze e dispar<strong>it</strong>à che sembrano<br />
quasi impossibili in uno spazio relativamente ristretto. Dalla montagna a piccola proprietà<br />
773 LF, n. 168 del 4 gennaio 1908, Sul nostro Congresso.<br />
774 DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 85. In realtà la repressione poliziesca e giudiziaria delle lotte<br />
operaie è all’ordine del giorno anche a Pordenone, come dimostra la vicenda della condanna di dieci operai dopo<br />
lo sciopero al Cotonificio Amman nel settembre del 1904. Anche in quel caso la stampa borghese, nella<br />
fattispecie Il Gazzettino, ebbe occasione di montare una campagna pol<strong>it</strong>ica antisocialista, affermando che<br />
maggiormente colp<strong>it</strong>o è il part<strong>it</strong>o socialista del quale il Tribunale ha voluto condannare i metodi violenti<br />
di lotta. In particolare si faceva leva sul ruolo di difensori svolto da Rosso ed Ellero, trascurando<br />
l’appartenenza volontaria al collegio di altri avvocati non socialisti, e la mil<strong>it</strong>anza di molti lavoratori<br />
sindacalmente attivi nel campo cattolico. LF, nn. 3 e 5 del 10 e 24 dicembre 1904, Giusta protesta e<br />
Contro una calunnia. Cfr. inoltre LF, n. 1 del 26 novembre 1904, Il processone, e DEGAN, c<strong>it</strong>., pagg. 63-65.<br />
775 In quel momento i lettori del settimanale della federazione erano stimati a cinquemila: cfr. LF, n. 148 del 20<br />
settembre 1907, PICCOLA POSTA.<br />
Senofonte Entrata è un propagandista di origine proletaria, inviato a tenere conferenze da parte della direzione<br />
centrale del Psi. Figlio illeg<strong>it</strong>timo di un ricco feudatario della Bassa Mantovana, egli deve il suo nome alla<br />
coincidenza fra la sua nasc<strong>it</strong>a il 20 settembre 1870 e l’entrata delle truppe <strong>it</strong>aliane a Roma. Abbandonato,<br />
conobbe l’orfanatrofio e fu poi accolto da una famiglia di contadini. Morirà prematuramente nel 1913 durante<br />
una campagna elettorale a Cremona. Cfr. ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg.<br />
261-262.<br />
Cfr. LF, n. 169 dell’11.1.1908, ARTEGNA. La propaganda del compagno Senofonte Entrata:<br />
L’ottimo propagandista che provò con la zappa alla mano quanto sa di sale il pane altrui, sebbene non<br />
avesse la infarinata eloquenza di altra classe di propagandisti della bottega (che spesso per confondere i<br />
gonzi infarciscono i loro sermoni di paroloni e di latino) seppe convincere i presenti con l’eloquenza di<br />
chi fu educato alla scuola del dolore e della lotta per la v<strong>it</strong>a.<br />
Egli era stato designato all’inizio del 1907 dalla direzione del part<strong>it</strong>o a propagandista per la parte economica. A<br />
lui, insieme a Lerda (propagandista per la parte pol<strong>it</strong>ica) ed al deputato Aroldi è garant<strong>it</strong>o uno stipendio di 200<br />
lire mensili, per quattro giorni settimanali di impegno, pari a circa cinquanta sopralluoghi mensili nelle local<strong>it</strong>à<br />
ove erano richiesti. Cfr. RIDOLFI, Maurizio, c<strong>it</strong>., pag. 185.<br />
235
in cui lo sfruttamento commerciale impone la cost<strong>it</strong>uzione di cooperative, ai centri<br />
industriali in cui urge la organizzazione di resistenza, alle campagne della bassa ancora<br />
dominate sotto l’egida del prete dal latifondo e dal dispotismo. Ne deriva la scelta,<br />
contenuta nell’ordine del giorno conclusivo votato dal congresso, di rafforzare la<br />
struttura organizzativa del part<strong>it</strong>o provinciale, accentrando nella realtà udinese la<br />
direzione e decentrando a livello zonale le attiv<strong>it</strong>à di promozione e propaganda del<br />
part<strong>it</strong>o. Particolare importanza in questo quadro ha la scelta di assumere un funzionario<br />
stipendiato per curare lo sviluppo del part<strong>it</strong>o. 776<br />
I socialisti pordenonesi replicano nel numero successivo con un lungo articolo. Il<br />
tono è del tutto diverso rispetto alle polemiche del tempo passato. Le cr<strong>it</strong>iche sono anzi<br />
accolte e si paragona la realtà c<strong>it</strong>tadina con quella di Torre, attiva ed organizzata a<br />
sostegno del part<strong>it</strong>o: Pordenone, per esempio, non ha mai saputo fare quanto ha fatto e fa<br />
Torre per la propaganda, per l’unione dei compagni, per la divulgazione della stampa<br />
socialista in genere e del Lavoratore in ispecie. Si tende semmai a giustificare un<br />
momento di debolezza, spiegato con le grandi energie profuse nelle lotte operaie e con il<br />
venir meno di alcuni dei quadri che le avevano sostenute. Il riferimento ai compagni che<br />
hanno dovuto riparare altrove ci riporta alla repressione della vertenza degli edili<br />
dell’anno appena passato. E’ possibile cogliere un riferimento ai compagni che si sono<br />
dovuti allontanare perché inquis<strong>it</strong>i, o per timore di esserlo. Più in generale (anche<br />
tenendo conto di un successivo accenno all’assenza di operai elettori emigrati, in<br />
occasione delle elezioni comunali di pochi mesi dopo) possiamo ipotizzare che un duro<br />
prezzo sia stato pagato dai lavoratori socialisti in termini di discriminazione sul lavoro.<br />
Ma, per fortuna, la preconizzata retrocessione di un ventennio nella v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ico-sociale del<br />
nostro paese è sment<strong>it</strong>a dai fatti. A fine gennaio si segnala la ricomposizione della Lega<br />
muratori; il lavoro di rafforzamento è avviato anche fra i tessili. 777<br />
Sul piano organizzativo, si risponde unendo il part<strong>it</strong>o in una sola sezione sul<br />
terr<strong>it</strong>orio comunale. E’ appena il caso di notare come la sezione di Torre non sia presente<br />
al congresso di Udine, probabilmente già riconoscendo una sorta di delega ai compagni<br />
del capoluogo nella rappresentanza a livello provinciale. Domenica ebbe luogo una<br />
adunanza tra i compagni di Torre e quelli di Pordenone allo scopo di aver un’intesa e fondere<br />
le due sezioni in una sola. La riunione riuscì numerosa ed interessante. D’accordo tra<br />
compagni fu conclusa la fusione delle due sezioni; si è nominata una Commissione per Torre<br />
e una per Pordenone onde ricevere le domande dei nuovi soci che volessero iscriversi e per<br />
le ulteriori deliberazioni è stato stabil<strong>it</strong>o di riunirsi domenica prossima alle ore 14. 778<br />
Ci si orienta sul piano strettamente propagandistico e formativo, insistendo sulla<br />
necess<strong>it</strong>à della lettura degli stampati e del settimanale socialista. La realtà pordenonese<br />
sembra adeguarsi alle cr<strong>it</strong>iche giunte dalla federazione provinciale, e lavorare<br />
diligentemente a ricostruire l’attiv<strong>it</strong>à su quelle direttive. Anche Domenica ebbe luogo una<br />
numerosa adunanza del nostro circolo che colla nuova fusione promette di avviarsi verso un<br />
avvenire pieno di v<strong>it</strong>a ed azione. Durante la settimana pervennero molte domande<br />
d’iscrizione di nuovi soci. La Commissione per Torre e Pordenone incaricata a riceverle<br />
diede comunicazione all’assemblea dei nuovi compagni accettati come soci. Fu deliberato<br />
l’invio di un sussidio all’Avanti, nonché di spedire la contribuzione richiesta dalla<br />
Federazione. Venne poi raccomandata a tutti i compagni la sottoscrizione Pro Lavoratore e<br />
furono presi degli accordi per intensificare la propaganda orale e la diffusione della stampa<br />
socialista. Confidiamo che perduri e si consolidi sempre più questo confortante risveglio e<br />
tutti i compagni, riavendosi dalla spossatezza delle memorabili lotte sostenute gli anni<br />
decorsi, compatti tornino a serrarsi sotto il vessillo fiammante dell’ideale socialista e delle<br />
rivendicazioni sociali. 779<br />
776 LF, n. 170 del 18 gennaio 1908, IL V. CONVEGNO PROVINCIALE SOCIALISTA. Per l’organizzazione del<br />
part<strong>it</strong>o.<br />
Il Congresso unisce le sezioni della Provincia in Federazione.<br />
Elegge un consiglio direttivo di 5 membri residenti in Udine col mandato<br />
a) di sorvegliare la redazione e l’amministrazione del giornale attenendosi per il suo indirizzo pol<strong>it</strong>ico ai<br />
deliberati del Congresso;<br />
b) di nominare un segretario-propagandista e di dirigerne l’azione;<br />
c) di provvedere alla propaganda ed all’organizzazione in generale.<br />
Indica l’util<strong>it</strong>à di cost<strong>it</strong>uire per distretti o per collegi com<strong>it</strong>ati locali affinché con mezzi propri<br />
provvedano alla propaganda straordinaria e alla organizzazione locale.<br />
Delibera che alle riunioni del Consiglio direttivo sia inv<strong>it</strong>ato ad intervenire con voto deliberativo un<br />
rappresentante di ciascuno dei Com<strong>it</strong>ati locali che siano cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i.<br />
A far parte del nuovo Consiglio della Federazione vennero chiamati i compagni Bellina, Cosattini,<br />
Gabrici, Grassi e Paolini.<br />
777 LF, nn. 171 del 26 gennaio 1908, Un mon<strong>it</strong>o (cfr. il testo in appendice) e 172 del 1° febbraio 1908, Serriamo<br />
le file.<br />
778 LF n. 175 del 22 febbraio 1908, Circolo socialista.<br />
779 LF, n. 176 del 29 febbraio 1908, Circolo Socialista.<br />
236
Fra le iniziative preparate è annunciato un ciclo di conferenze del brillante oratore<br />
Arturo Frizzi, che parla sabato 7 e domenica 8 marzo a Torre, Pordenone e Cordenons su<br />
Socialismo e democrazia cristiana, Riposo festivo, socialismo e clericalismo e La medicina<br />
dei poveri. 780<br />
La ripresa dell’attiv<strong>it</strong>à socialista viene accompagnata da un segnale pos<strong>it</strong>ivo sul<br />
piano giudiziario: la Corte di Cassazione, accogliendo le obiezioni dei legali dei socialisti,<br />
annulla le condanne pol<strong>it</strong>iche per l’omicidio Toffoletti comminate dalla Corte d’Assise di<br />
Udine e rinvia il procedimento a Venezia. Secondo i socialisti si riapre la possibil<strong>it</strong>à di un<br />
processo che riconosca l’innocenza di Missana e Civran. 781<br />
4.2.24 - Fra commercianti e mil<strong>it</strong>ari.<br />
Con il 1° gennaio 1908, i socialisti sono attivi sulle problematiche legate<br />
all’applicazione della nuova legge sul divieto di lavoro notturno per le donne ed i<br />
fanciulli. 782<br />
Sul piano amministrativo vari problemi emergono: alcuni nuovi, altri ricorrenti. I<br />
farmacisti del paese hanno costru<strong>it</strong>o un cartello per rialzare i prezzi delle medicine, e ciò<br />
rischia di andare anche a discap<strong>it</strong>o dell’ospedale. Si auspica così la rapida apertura di<br />
un farmacia comunale per dare risposta all’interesse pubblico. 783<br />
Il 15 febbraio si ratifica una delibera d’urgenza della Giunta del 27 gennaio per<br />
l’ist<strong>it</strong>uzione provvisoria di una scuola speciale per i bambini tignosi a Torre, sollec<strong>it</strong>ata<br />
mercoledì 11 dicembre 1907 da Ilario Fantuzzi per ev<strong>it</strong>are l’esclusione dall’istruzione di<br />
quei bambini ammalati, che fino a quel momento avevano potuto frequentare la scuola.<br />
Il sindaco aveva allora promesso che si sarebbe cercato di chiamare uno specialista per<br />
risolvere il problema, nonostante la Giunta fosse rimasta impressionata dalla grande<br />
spesa necessaria. La malattia è presente a Torre da quindici anni. Si incarica la maestra<br />
Ildegonda Marchi. La necess<strong>it</strong>à di curare il fenomeno infettivo è sollec<strong>it</strong>ata anche da<br />
Vincenzo Degan in occasione della discussione del bilancio preventivo 1908. 784<br />
I lavori del Vialuz a Torre sono finalmente iniziati, mentre le strade c<strong>it</strong>tadine sono<br />
state pavimentate, dopo essere state lasciate per anni in stato di abbandono dai<br />
precedenti amministratori. Infine continuano le polemiche relative all’abbattimento<br />
dell’arco della Bossina: E’ tale il dispetto provato da certi avversari ché per opera<br />
dell’attuale Municipio il paese si migliori secondo le esigenze della giornata, che si<br />
inventano, illudendosi di creare ostacoli, baggianate simili a quella che le autor<strong>it</strong>à superiori<br />
si erano opposte all’abbattimento dell’Arco della Bossina! Mostrano così di non aver neppure<br />
una goccia di spir<strong>it</strong>o per sopportare in pace il digiuno del potere. Si sollec<strong>it</strong>a inoltre<br />
l’Amministrazione Comunale a porsi l’obiettivo di costruire un nuovo edificio scolastico a<br />
Pordenone. 785<br />
La pol<strong>it</strong>ica fiscale dell’amministrazione provocava d’altro canto la reazione dei<br />
commercianti c<strong>it</strong>tadini, colp<strong>it</strong>i dagli interventi. Gli esercenti - in altra occasione i macellai -<br />
a mezzo della stampa clerico moderata sollevano al cielo alte grida contro il Comune -<br />
formalmente - perché non è troppo cavaliere - sostanzialmente - perché non è facile ad<br />
accondiscendenze contrarie ai suoi interessi ed ha appaltato la tassa gazose guadagnando<br />
seicento lire. I moderati accusano i democratici di fiscalismo e mancanza di buon tatto. I<br />
780 LF, nn. 177 del 7 marzo 1908, Propaganda Socialista e 178 del 14 marzo 1908, Propaganda socialista a<br />
Torre, Al Coiazzi e A Cordenons.<br />
781 LF, n. 180 del 28 marzo 1908, Ricorso accolto. Giovanni Missana morirà, ricordato da pochi, nel settembre<br />
1921. Nel ricordare l’ex segretario della Lega degli edili ai molti compagni che non sono intervenuti alla<br />
cerimonia, Umberto De Gottardo ne richiamerà i mer<strong>it</strong>i, specie per la lunga pena sopportata per la causa<br />
comune: LF, n. 37 del 10 settembre 1921, pag. 4, Agli edili.<br />
782 LF, n. 169 dell’11 gennaio 1908, Lavoro notturno, e n. 170 del 18 gennaio 1908, TORRE, Allo<br />
stabilimento e RORAI.<br />
783 LF, n. 169 dell’11 gennaio 1908, La farmacia del paese.<br />
784 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 288-289 e 1908-1910, pagg.<br />
7-8 e 21.<br />
Anche in questo caso don Lozer si è autoattribu<strong>it</strong>o tutto il mer<strong>it</strong>o dell’iniziativa, senza c<strong>it</strong>are gli altri<br />
protagonisti della vicenda: Nel gennaio 1908 a Torre c’era oltre una dozzina di ragazzi affetti dalla tigna.<br />
Ottenni una scuola speciale e curativa per essi. Allora i maestri venivano pagati dal Comune. Unica<br />
insegnante che avesse accettato l’incarico di far scuola a quei poveri fanciulli fu la maestra Ildegonda<br />
Marchi che cooperò anche coll’ufficiale san<strong>it</strong>ario a farli guarire. Cfr. LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete,<br />
c<strong>it</strong>., pagg. 26-27. Si noti che dal verbale del Consiglio Comunale non risultano come promotori dell’iniziativa i<br />
consiglieri clericali legati a Lozer, né che l’azione sia stata promossa da quella Giunta nella quale l’avv. Galeazzi<br />
sarebbe devoto corrispondente del parroco di Torre e che il mer<strong>it</strong>o appare tutto dei consiglieri comunali<br />
socialisti: si tratta di un’ulteriore testimonianza della discutibile attendibil<strong>it</strong>à delle memorie del parroco di<br />
Torre, come al sol<strong>it</strong>o troppo occupato ad incensare se stesso per riconoscere i mer<strong>it</strong>i degli avversari pol<strong>it</strong>ici.<br />
785 LF, n. 170 del 18 gennaio 1908, Strade a cent. 30 il metro, L’arco della Bossina, Le scuole e TORRE.<br />
237
clericali, un po’ più aperti, strofinandosi le mani si rallegrano che così l’Amministrazione<br />
popolare si aliena le simpatie e l’appoggio degli esercenti. Unici forse a non piangere di<br />
questa sventura che fa perder simil compagnia, mai goduta, saranno i contribuenti che<br />
vedono tutelati i loro interessi e la rappresentanza comunale che li tutela. E’ bene, in ogni<br />
modo, si sappia che il Comune fu sempre più che cavaliere, prima di prender, per forza,<br />
provvedimenti estremi. Che altrettanto non furono invece i macellai che respinsero al<br />
Comune il calmiere, salvo di osservarlo quando fu aperta la Macelleria Municipale e i Signori<br />
esercenti che aspettano ora di dichiarare a mezzo la stampa che avrebbero anch’essi<br />
concesso direttamente al Comune le L. 600, date dalla D<strong>it</strong>ta appaltatrice, mentre nelle mille<br />
pratiche antecedenti r<strong>it</strong>ennero ciò, cosa impossibile pei loro interessi. Soprattutto interessa<br />
sapersi che questi teneri amici del Comune, se facesse il loro tornaconto, mai ebbero un<br />
palp<strong>it</strong>o generoso di sdegno contro il fiscalismo cap<strong>it</strong>alista dei nostri stabilimenti contro<br />
migliaia di nostri conc<strong>it</strong>tadini e perché questi sono talvolta insorti a difesa di, per lo meno,<br />
altrettanto leg<strong>it</strong>timi interessi, in un recente proclama, non omisero di colpirli con strali<br />
abbastanza avvelenati. Con qual fegato, viene ora questa gente, a muover per sè, in cospetto<br />
del povero, delle lamentele? 786<br />
Gli stessi commercianti sono stati colp<strong>it</strong>i nei loro interessi anche dalla<br />
disposizione di legge che impone loro la chiusura festiva. Dopo anni di opposizione alle<br />
richieste del sindacato degli agenti, finalmente viene riconosciuto questo dir<strong>it</strong>to dei<br />
lavoratori. Ma l’opposizione intende portare le istanze dei commercianti in Consiglio<br />
Comunale. Sabato 15 febbraio 1908 il sindaco comunica al Consiglio Comunale l’ottimo<br />
es<strong>it</strong>o delle pratiche fatte per il riposo festivo degli agenti del commercio, e le felic<strong>it</strong>azioni<br />
giunte dal prefetto; Klefisch avrebbe prefer<strong>it</strong>o maggior pubblicizzazione, cosa contestata<br />
dal sindaco perché delle pratiche si occupava un sodalizio e la notifica era resa superflua<br />
dall’esistenza di una legge e di un regolamento (si riferisce alle disposizioni date a<br />
fruttivendoli e privative). Tuttavia lo scontro non è tale da impedire di lì a pochi giorni<br />
l’approvazione unanime del bilancio preventivo dell’amministrazione. 787<br />
La pol<strong>it</strong>ica fiscale dell’amministrazione radicale a carico dei commercianti si<br />
accompagna con l’auspicio, da parte di questa categoria, dell’installazione di un presidio<br />
mil<strong>it</strong>are a Pordenone. La vicenda nasce dalla pol<strong>it</strong>ica internazionale del nostro paese che,<br />
pur appartenendo alla Triplice Alleanza con Germania ed Austria-Ungheria, è in quegli<br />
anni in una fase di acuta tensione con il confinante Impero Asburgico. Da parte <strong>it</strong>aliana<br />
è stato avviato un dibatt<strong>it</strong>o sul rafforzamento del confine nord-orientale, che porterà<br />
all’instaurazione per tutto il secolo di un apparato di occupazione mil<strong>it</strong>are del terr<strong>it</strong>orio<br />
ed alla presenza di gran parte dell’eserc<strong>it</strong>o nazionale nella regione. 788<br />
Sul piano locale, la presenza mil<strong>it</strong>are, fonte di gravami sociali ed urbanistici per la<br />
quasi total<strong>it</strong>à della popolazione, viene vista con favore da commercianti e pubblici<br />
esercenti per il beneficio che questa categoria avrebbe - sola - in termini economici.<br />
L’opposizione socialista al progetto di insediamento di una guarnigione in c<strong>it</strong>tà si nutre<br />
non solo di valutazioni pol<strong>it</strong>iche generali, legate al pacifismo ed all’internazionalismo del<br />
movimento operaio, ma anche di queste considerazioni di carattere sociale. Al contrario i<br />
clericali, ben lungi dall’interpretare un’istanza di tipo pacifista ed antiist<strong>it</strong>uzionale,<br />
sostengono l’insediamento dei mil<strong>it</strong>ari per compiacere la loro base elettorale piccolo<br />
borghese. Non solo: l’arrivo del presidio in c<strong>it</strong>tà servirà da deterrente contro il rafforzarsi<br />
del movimento operaio, secondo quella funzione di repressione sul piano interno per la<br />
quale soprattutto viene utilizzato l’eserc<strong>it</strong>o sabaudo, come lo sarà successivamente<br />
quello repubblicano. E questa non è una deduzione di qualche esponente socialista, ma<br />
quello che affermano i clericali. 789<br />
Si sottolinea inoltre come l’insediamento della guarnigione vada a discap<strong>it</strong>o delle<br />
finanze comunali, le quali devono al contrario essere impegnate a favore di un<br />
consistente piano di interventi in c<strong>it</strong>tà. Se vuole insediare la guarnigione, il governo lo<br />
faccia con le sue disponibil<strong>it</strong>à. Si minaccia di far cominciare la propaganda<br />
antimil<strong>it</strong>arista, finora priva di obiettivo per la mancanza di una guarnigione. Il redattore<br />
del settimanale socialista è facile profeta di quello che sarà un tema r<strong>it</strong>ornante della<br />
propaganda di sinistra di tutto il secolo successivo, in perenne competizione con<br />
786 LF, n. 172 del 1° febbraio 1908, Riscossa bottegaia.<br />
787 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 2-3; LF, nn. 174 del 15 febbraio 1908, Il<br />
riposo festivo, 175 del 22 febbraio 1908, Consiglio comunale e 177 del 7 marzo 1908, Consiglio Comunale.<br />
788 Sulla mil<strong>it</strong>arizzazione del terr<strong>it</strong>orio friulano a partire da quell’epoca, con particolari ricadute in termini di<br />
costruzione di sistemi di fortificazione e di reti ferroviarie a scopo mil<strong>it</strong>are, cfr. le relazioni contenute in:<br />
ACCADEMIA UDINESE DI SCIENZE LETTERE E ARTI, Confine orientale e strategia difensiva prima della<br />
grande guerra, Tavagnacco, Arti Grafiche Friulane, 1997.<br />
789 LF, n. 180 del 28 marzo 1908, Per una guarnigione mil<strong>it</strong>are.<br />
238
un’opinione pubblica plasmata da minoranze speculative favor<strong>it</strong>e dai commerci con i<br />
mil<strong>it</strong>ari e da centri di potere ed informativi proni alle esigenze del potere. 790<br />
Fra le prior<strong>it</strong>à amministrative locali, oltre ad una serie di lavori stradali ci sono la<br />
costruzione delle nuove scuole del capoluogo e del macello e l’impianto per la<br />
distribuzione del gas di c<strong>it</strong>tà, che vedrà la luce solo sessant’anni dopo con la convenzione<br />
con la società Italgas. Nella seduta di lunedì furono approvati importanti lavori, come la<br />
sistemazione del largo S. Giovanni, il rettifilo di Corso Garibaldi, la sistemazione di piazza<br />
Cavour, lo sventramento della Bossina ed altro. Con impazienza attendiamo che il Municipio<br />
si decida di far approvare un progetto pel palazzo delle scuole e pel macello. Nella seduta si è<br />
anche nominata una commissione per studiare l’impianto di un gazometro onde, dato il<br />
grave rincaro delle legna, provvedere un mezzo economico di illuminazione e riscaldamento.<br />
Ciò tornerà di grande vantaggio alla classe lavoratrice e plaudiamo all’iniziativa nella fiducia<br />
che si realizzi. 791<br />
Il Primo Maggio a Pordenone, organizzato dalle leghe di resistenza e<br />
miglioramento, viene nuovamente celebrato con uno sciopero principalmente dei<br />
lavoratori degli stabilimenti cotonieri. Il programma prevede il corteo con la musica, una<br />
scampagnata e forse anche un banchetto. La manifestazione, pur imponente, non è delle<br />
dimensioni raggiunte due anni prima, ma ciò soddisfa gli organizzatori, che hanno<br />
affrontato con timore questa verifica. I lavoratori accorsi sono anzi tanti da costringere<br />
molti a rimanere all’esterno della sala prescelta. Al comizio che si tiene al salone Coiazzi<br />
alle 10 è presente il sindaco Galeazzi, con parecchi assessori, consiglieri comunali ed<br />
insegnanti delle scuole c<strong>it</strong>tadine; l’assessore Policreti aderisce con un telegramma da<br />
Padova. Al comizio parla il prof. Giuseppe Ricchieri che commemora lo scr<strong>it</strong>tore<br />
socialista Edmondo De Amicis da poco scomparso, segu<strong>it</strong>o da Ellero. 792<br />
La commemorazione di De Amicis e la presenza dei maestri elementari sono<br />
strettamente collegate. Giuseppe Ricchieri, egregio e valente nostro conc<strong>it</strong>tadino e<br />
compagno, non è un pordenonese qualsiasi, ma un figlio dell’aristocrazia friulana: Conte<br />
che non si è mai fatto bello del t<strong>it</strong>olo nobiliare che ama lasciare in disparte, ma ha illustrato<br />
il suo nome col suo ingegno, col suo lavoro, col suo sapere: a questo conte che ha dato e dà<br />
il miglior palp<strong>it</strong>o dell’anima sua e ha posto la sua scienza, non a disposizione della sua<br />
classe, ma del proletariato affrontando serenamente, senza reticenze, senza pentimenti, con<br />
tempra sana e irriducibile tutte le conseguenze, tutti i sacrifici che il nostro ideale porta con<br />
sè. I clericali fanno in qualche modo sentire la loro presenza, polemizzando per la<br />
presenza dei maestri e provocando la ripulsa dei socialisti, gelosi del carattere<br />
rigorosamente di classe di quella giornata di lotta. 793<br />
L’auspicio che la conferenza di Ricchieri venga stampata non ha effetti concreti:<br />
tuttavia conserviamo testimonianza (seppur indiretta) di quell’intervento, essendo stata<br />
stampata invece la conferenza tenutasi il 24 successivo all’Univers<strong>it</strong>à Popolare Milanese<br />
su Il Pensiero Sociale di Edmondo De Amicis. In essa Ricchieri recupera il socialismo<br />
sentimentale dello scr<strong>it</strong>tore affermando come egli nella sua v<strong>it</strong>a e nelle sue opere<br />
rappresentò la grande evoluzione storica delle coscienze del secolo nostro; senza rinnegare il<br />
passato ne integrò le ideal<strong>it</strong>à più alte colle ideal<strong>it</strong>à nuove, più compiute e più larghe<br />
dell’avvenire. La v<strong>it</strong>a di De Amicis si snoda dalla giovanile passione garibaldina alla v<strong>it</strong>a<br />
mil<strong>it</strong>are, intesa come mil<strong>it</strong>anza per la costruzione dell’un<strong>it</strong>à nazionale, e questa parte<br />
dell’esperienza deamicisiana serve a Ricchieri per rivendicare al socialismo un<br />
patriottismo di stampo mazziniano, contrapposto all’internazionalismo più rigoroso: E<br />
così avviene di quella più vasta solidarietà internazionale, ch’è fondamento e meta del<br />
socialismo. Essa non contrasta coll’esistenza delle patrie; non le distrugge e non le potrà<br />
distruggere, perché sono un fenomeno naturale; ma codesta esistenza, ch’è stata finora<br />
causa di odii, di sopraffazioni, di guerre atroci, rivolgerà invece a prof<strong>it</strong>to comune di tutta<br />
l’uman<strong>it</strong>à, fomentando le singole attiv<strong>it</strong>à dei popoli, stimolandoli ad operare ciascuno<br />
secondo le proprie att<strong>it</strong>udini, ecc<strong>it</strong>andoli all’emulazione nelle opere di civiltà, di giustizia e<br />
di progresso. Il socialismo - checché affermi un piccolo gruppo di socialisti che non vivono<br />
nella realtà e le cui idee, se prevalessero, moltiplicherebbero gli ostacoli al già difficile<br />
cammino - il socialismo non è, per sè stesso, avverso all’amor di patria, come non rinnega,<br />
790 LF, n. 181 del 4 aprile 1908, Il gioco del Governo.<br />
791 LF, n. 181 del 4 aprile 1908, Consiglio comunale.<br />
792 La scomparsa di De Amicis, del quale sono frequenti le c<strong>it</strong>azioni inser<strong>it</strong>e nelle pagine del settimanale<br />
socialista friulano, viene segu<strong>it</strong>a con partecipazione: ne rimane testimonianza in una prima pagina che riporta,<br />
oltre ad un commento della redazione, un articolo dell’Avanti! e la commemorazione di Filippo Turati alla<br />
Camera dei Deputati. Cfr.: LF n. 178 del 14 marzo 1908, pag. 1, EDMONDO DE AMICIS.<br />
793 P, nn. 103 di giovedì 30 aprile 1908, pag. 1, Primo Maggio e 103 di lunedì 4 maggio 1908, pag. 2, Il primo<br />
maggio (cfr. il resoconto della manifestazione in appendice. Per tre giorni i tipografi continuano a mantenere il<br />
n. 103 del giornale); LF, nn. 184 del 25 aprile 1908, Pel 1 Maggio, 186 del 9 maggio 1908, Pordenone e 187<br />
del 16 maggio 1908, Echi del Primo Maggio. La presenza di Ricchieri in c<strong>it</strong>tà per parlare di De Amicis era già<br />
stata annunciata nel marzo precedente, sub<strong>it</strong>o dopo la scomparsa dello scr<strong>it</strong>tore: cfr. LF, n. 178 del 14 marzo<br />
1908, Conferenza in vista.<br />
239
anzi rafforza l’amore della famiglia; esso combatte soltanto coloro che l’amor di patria<br />
intendono come odio alle altre nazioni, spir<strong>it</strong>o di guerra e di conquista (...).<br />
Dopo la v<strong>it</strong>a mil<strong>it</strong>are, De Amicis si dedica all’educazione delle giovani generazioni,<br />
a cominciare dalla stesura della sua opera più nota: è certo ch’egli ha veduto come il<br />
primo e più potente mezzo per migliorare l’uomo e la società, sia quello di educare le<br />
generazioni nuove al bene, al compatimento e all’amore reciproco, alla pietà per tutti i<br />
dolori, all’ammirazione per tutte le cose e le opere nobili e grandi. In questo senso, io dico,<br />
nessun libro di De Amicis è così veramente socialista, così pieno e penetrato di sentimenti<br />
umani e internazionali come il Cuore. La quale opera diventa quindi, nelle parole di<br />
Ricchieri, esemplare di un socialismo che si stempera in una sorta di umanesimo<br />
cristiano che, attraverso altre opere come Sull’Oceano dedicata all’odissea degli emigranti<br />
in America, porta De Amicis alla presa di coscienza delle condizioni delle masse<br />
lavoratrici ed alla mil<strong>it</strong>anza aperta con il suo primo discorso agli operai nel 1890 in<br />
occasione della prima celebrazione del Primo Maggio. Ma l’adesione al socialismo non<br />
lascia il romanziere fermo sulle sue posizioni: egli anzi si dedica allo studio del pensiero<br />
marxista, anche grazie alle traduzioni dell’amico Arturo Graf, e tutte queste letture cerca<br />
di condensare in un’opera di divulgazione: aveva anzi in animo di scrivere un intero<br />
romanzo sul tema Primo Maggio: ma evidentemente la materia troppo scientifica e<br />
polemica, mal s’adattava a quella forma artistica; non ne tracciò che pochi brani, fra i<br />
migliori però e più vibranti e persuasivi che scrisse. 794<br />
L’impegno pol<strong>it</strong>ico di De Amicis giunge, nelle giornate della svolta reazionaria e<br />
dei massacri reali del 1898, alla coraggiosa difesa dei dirigenti socialisti tradotti davanti<br />
ai tribunali mil<strong>it</strong>ari, in un momento in cui lui per primo era convinto che essi sarebbero<br />
stati sicuramente giustiziati, e poi alla candidatura di protesta alla Camera dei Deputati<br />
ed al successivo rifiuto dell’elezione. La ragione della conversione al socialismo di De<br />
Amicis è affidata per Ricchieri al racconto di quella del protagonista di Primo Maggio:<br />
“Fino allora, egli non aveva sent<strong>it</strong>o che la pietà della indigenza e dei dolori individuali. Ma<br />
quando, nelle nuove letture, vide per la prima volta la miseria delle classi inferiori studiata<br />
in tutti i paesi, esposta in tutti i suoi svariatissimi aspetti, esaminata in tutte le sue<br />
conseguenze funeste, provata con cifre spaventevoli; quando conobbe tutte insieme le forme<br />
più miserande e inumane della fatica, gli orrori delle cave, delle risaie, degli opifici<br />
avvelenati, delle terre miasmatiche, le molt<strong>it</strong>udini condannate all’ozio forzato e alla fame, le<br />
generazioni infantili falciate dalla morte, che sta in agguato dietro al lavoro, i milioni di tane<br />
immonde, dove milioni di uomini si ammontano, si ammorbano e s’imbestiano, allora tutte<br />
l’anima sua ne fu sconvolta, come dalla rilevazione d’un nuovo mondo. Per la prima volta<br />
egli vide scorrere davanti a sè l’enorme fiume nero della miseria, e onde di sangue, di sudore<br />
e di pianto, ciascuna delle quali travolge una v<strong>it</strong>tima e manda una maledizione e un<br />
singhiozzo, e come il Faust del Goethe sentì tutte le angoscie dell’uman<strong>it</strong>à pesare sulla sua<br />
fronte e schiacciare il suo cuore”.<br />
Il socialismo di De Amicis (e di Ricchieri) è fonte di umanesimo, vuole preservare<br />
la patria facendola amare anche dai suoi figli più poveri, intende lasciare libertà di culto<br />
togliendo alla religione il carattere di strumento di tutela del potere economico:<br />
affermando quanto ai mezzi che noi per i primi - egli dice - siamo persuasi che una<br />
trasformazione economica così profonda, non si potrà mai attuare prematuramente e con la<br />
violenza. E proprio su questo terreno, dal contrapporsi di una predicazione d’odio e di<br />
violenza, con insensate speranze e ripetuti, naturalmente fall<strong>it</strong>i, tentativi di mutare d’un<br />
sub<strong>it</strong>o, per colpo di mano, la complessa, secolare struttura della società alla direzione del<br />
Psi, nasce secondo Ricchieri la delusione per la pol<strong>it</strong>ica degli ultimi anni dello<br />
scr<strong>it</strong>tore. 795 Il fondo del riformismo Ricchieri lo tocca nella conclusione - che avrebbe<br />
fatto inorridire generazioni di mil<strong>it</strong>anti pol<strong>it</strong>ici neri, dai Black Muslims alle Pantere Nere -<br />
794 Diversamente da Ricchieri, secondo un commento pubblicato da Il Paese in occasione della morte del<br />
romanziere, De Amicis non avrebbe più r<strong>it</strong>enuto attuale il suo libro sul Primo Maggio, per l’evoluzione<br />
intercorsa del socialismo e per le modificazioni avvenute nel mondo proletario: per questo motivo, nonostante le<br />
molte redazioni inconcluse alla sua morte, egli si lim<strong>it</strong>ò in v<strong>it</strong>a a pubblicarne solo singoli brani sull’Avanti! ed<br />
altri giornali. Cfr.: P, n. 103 di giovedì 30 aprile 1908, pagg. 1 e 2, Il primo maggio ed Edmondo De Amicis<br />
(Un romanzo che non fu pubblicato), articolo siglato g.s.<br />
Un’ampia parte dei brani di Primo Maggio erano stati pubblicati in Battaglie civili, con l’indicazione<br />
(seminascosta nel t<strong>it</strong>olo del primo passo) Frammento di un romanzo ined<strong>it</strong>o : cfr. DE AMICIS, Edmondo,<br />
Lotte civili, c<strong>it</strong>., pagg. 3-158. La lettura dei due testi, quello di Battaglie civili e quello ricostru<strong>it</strong>o più tardi di<br />
Primo Maggio, mi porta a r<strong>it</strong>enere corretta l’analisi di Ricchieri e tendenziosa (anche se forse comprensibile a<br />
causa della mancata pubblicazione dei testi completi all’epoca) quella de Il Paese. Primo Maggio, per quanto non<br />
perfezionato, apparirà come un testo faticoso, in cui la parte narrativa viene spesso appesant<strong>it</strong>a dalle<br />
argomentazioni ideologiche.<br />
795 Secondo noi, invece, l’orientamento dello scr<strong>it</strong>tore fa pensare ad una incertezza - all’interno delle polemiche<br />
socialiste del primo decennio del secolo - che però si fa carico delle ragioni della cr<strong>it</strong>ica di sinistra alla guida<br />
riformistica del part<strong>it</strong>o: Alberto Bianchini/Edmondo De Amicis sente il nucleo di ver<strong>it</strong>à contenuto nelle tesi<br />
anarchiche e subisce sul piano personale il fascino magnetico del loro interprete, l’operaio Baldieri, che tende a<br />
sopravanzare per nettezza la figura del dirigente del part<strong>it</strong>o socialista, l’ovviamente avvocato Rateri.<br />
240
quando paragona il ruolo dell’opera di De Amicis a quello dell’autrice de La capanna dello<br />
zio Tom: Chi può negare la parte che a preparare quell’eserc<strong>it</strong>o di combattenti per la santa<br />
causa - certo insieme ad altri fattori economici e pol<strong>it</strong>ici e date quelle condizioni storiche<br />
generali e speciali - ebbe il piccolo libro, fatto di lagrime e di fuoco, della Beecher-Stowe? 796<br />
Paolo Spriano dedicherà alcune delle sue pagine all’impronta importante ma per<br />
certi aspetti contradd<strong>it</strong>toria dell’ “andata al popolo” degli intellettuali torinesi negli anni<br />
della costruzione del Psi, di cui Edmondo De Amicis fu probabilmente l’elemento di<br />
punta. Essa fu indubbiamente pos<strong>it</strong>iva per l’autorevolezza derivante dall’adesione o dal<br />
sostegno al part<strong>it</strong>o di cattedratici ed intellettuali di importanza nazionale, ma anche per<br />
l’impegno di popolarizzazione del nuovo verbo in forme adeguate alla comunicazione con<br />
le masse popolari. Ma questo movimento ebbe effetti negativi, nel veicolare un socialismo<br />
privo di contatti con il marxismo (escluso Arturo Graf, che aveva conosciuto Antonio<br />
Labriola ed aveva poi svolto la funzione di traduttore orale delle opere tedesche ed inglesi<br />
per De Amicis) e fortemente permeato di un pos<strong>it</strong>ivismo dai risvolti talvolta razzistici e<br />
reazionari. Il socialismo degli intellettuali torinesi era quindi a-classista, sentimentale e<br />
gradualista, e non a caso alcuni dei suoi esponenti se ne erano già allontanati negli<br />
ultimi anni dell’Ottocento. 797<br />
4.2.25 - Il lavatoio di Torre.<br />
La polemica è molto calda anche sul fronte dell’Amministrazione Comunale, dove<br />
radicali e socialisti marciano compatti contro le richieste di parte clericale. Viene<br />
respinta la richiesta di contributo dell’Amministrazione Comunale per la costruzione del<br />
campanile di San Giorgio. Si tratta del campanile della seconda chiesa parrocchiale del<br />
capoluogo, che da vent’anni si era andata ad affiancare al duomo di San Marco. Il rifiuto<br />
di contribuire da parte dell’Amministrazione Comunale viene giustificato con l’esigenza<br />
di provvedere prior<strong>it</strong>ariamente alle esigenze dei c<strong>it</strong>tadini, in termini di scuole, centri di<br />
riunione e di cura. (...) la stampa cattolica annuncia che dai fedeli della parrocchia sarà<br />
murata una lapide che ricordi ai posteri i nomi dei consiglieri socialisti, ad opera dei quali il<br />
sussidio fu respinto. (...) I posteri che saranno certo meno zotici delle generazioni attuali,<br />
trarranno conforto da quel ricordo che dirà loro almeno come non a tutti mancava il buon<br />
senso nel passato; come si può aver ammirazione pei monumenti antichi, chiese e<br />
campanili, per rispetto all’antich<strong>it</strong>à e per amore all’arte, ma vi fu chi pensò che in un paese<br />
in cui, ai fanciulli manca una scuola, al popolo manca un locale ove raccogliersi, ai malati<br />
manca un ricovero come le rispettive esigenze reclamerebbero, si possono rispettare i<br />
campanili che esistono, ma non vien voglia di costruirne di nuovi coi soldi della collettiv<strong>it</strong>à.<br />
Ben venga dunque la lapide a ricordare alla civiltà futura l’embrione della civiltà presente. 798<br />
Le esigenze di istruzione e di igiene in c<strong>it</strong>tà sono avvalorate da questo appello<br />
rivolto alle famiglie di Torre, in cui si aggiunge alla rivendicazione di locali idonei il<br />
richiamo ad un impegno soggettivo alla cura dei fanciulli da parte delle famiglie: Chi<br />
vis<strong>it</strong>i le nostre scuole ed osservi i nostri alunni riceverà la penosa impressione della poca<br />
decenza e pulizia personale di quasi tutti. Proprio il contrario di quanto si riscontra a Rorai.<br />
Non si sa comprendere il perché di questa desolante differenza. Noi segnaliamo questo fatto<br />
per richiamare tutti i padri e le madri di famiglia ad una migliore e più desiderabile<br />
osservanza della pulizia e dell’igiene. L’azione amministrativa va di conserva con la<br />
costruzione di una coscienza civica e sociale, non delegando alle ist<strong>it</strong>uzioni quello che<br />
deve nascere dall’autocoscienza dei lavoratori organizzati, che vengono sollec<strong>it</strong>ati ad un<br />
comportamento coerente anche all’interno delle mura domestiche. Anche in questo caso,<br />
ed a maggior ragione in un quartiere operaio dove la popolazione femminile è il nerbo<br />
stesso della classe lavoratrice, il t<strong>it</strong>olo richiama prior<strong>it</strong>ariamente i capifamiglia maschi.<br />
Come in altre occasioni, emerge un atteggiamento tradizionalmente sessista, (per altro<br />
corretto nel testo della corrispondenza) contradd<strong>it</strong>torio con le istanze emancipazioniste<br />
dei socialisti. 799<br />
Lo scontro con i clericali (evidentemente percep<strong>it</strong>i come la parte più combattiva<br />
dell’opposizione c<strong>it</strong>tadina) aumenta nell’imminenza delle elezioni per il rinnovo<br />
dell’Amministrazione Comunale. I consiglieri clericali adottano una tattica di scontro<br />
frontale con l’amministrazione, anche utilizzando l’ostruzionismo, per mettere la Giunta<br />
di sinistra in condizioni di inattiv<strong>it</strong>à e giungere nelle migliori condizioni al rinnovo del<br />
Consiglio Comunale. Mercoledì 27 maggio 1908 il sindaco risponde ad alcune<br />
796 RICCHIERI, Giuseppe, c<strong>it</strong>.<br />
797 SPRIANO, Paolo, Storia di Torino operaia e socialista, c<strong>it</strong>., pagg. 37-47.<br />
798 LF, nn. 187 del 16 maggio 1908, Consiglio Comunale e188 del 23 maggio 1908, Un gentile pensiero.<br />
799 LF, n. 188 del 23 maggio 1908, Richiamo ai padri di famiglia.<br />
241
interrogazioni di Klefisch, una delle quali riguarda il lavatoio di Torre, vero e proprio<br />
tormentone con il quale l’opposizione clerico-moderata cercherà di accusare di<br />
irregolar<strong>it</strong>à l’amministrazione radicale per la realizzazione di una modesta opera di<br />
interesse sociale della frazione rossa. Afferma Galeazzi che le donne della frazione in<br />
passato lavavano i panni nell’acqua putrida, e che la costruzione di un nuovo lavatoio è<br />
stata richiesta nel 1906 da De Mattia (che nega però di aver fatto tale raccomandazione).<br />
Il lavoro è stato fatto con i soldi avanzati dalla sistemazione della strada del Vialuz, e non<br />
ne è quantificabile la spesa, che comunque rimane nell’amb<strong>it</strong>o delle cifre previste per<br />
l’ordinaria manutenzione. Altri provvedimenti per la frazione sono in corso, come<br />
l’apertura dell’ufficio postale. Klefisch a questo punto dichiara di sapere che il comune<br />
ha speso 2800 lire, oltre a 1500 per un pozzo artesiano: ne deriva una scenataccia, con il<br />
sindaco che dichiara che aprirà un’inchiesta per sapere quale impiegato abbia forn<strong>it</strong>o<br />
queste informazioni e punirlo, ed i clericali Klefisch e De Mattia che abbandonano il<br />
Consiglio, facendo mancare il numero legale. 800<br />
Sabato 30 maggio 1908 Klefisch presenta una dichiarazione di censura nei<br />
confronti della Giunta per la questione del pozzo e del lavatoio di Torre, costru<strong>it</strong>i senza<br />
gara d’appalto oltre che senza approvazione consiliare. Ellero interviene nella<br />
discussione per respingere le accuse di autor<strong>it</strong>arismo e clientelismo<br />
dell’amministrazione, contenute in un intervento di Klefisch sulla stampa e denuncia<br />
l’interesse dei clericali ad approf<strong>it</strong>tare delle dimissioni del direttore didattico Baldissera<br />
per nominare un loro uomo al suo posto. Da parte socialista la polemica scolastica<br />
clericale è l’occasione per ricordare le nuove scuole aperte sotto questa rappresentanza, gli<br />
arredi aumentati, tutti gli inconvenienti tolti e che solo dall’attuale Consiglio fu votato un<br />
aumento ai maestri che invano prima si erano rivolti all’Amministrazioni clericomoderate.<br />
801<br />
La polemica continua nei giorni seguenti, con le dimissioni di Klefisch da revisore<br />
del conto consuntivo. Il motivo sarebbe l’ev<strong>it</strong>are la convivenza in quell’organismo con i<br />
socialisti Degan ed Ellero, il quale ultimo, insieme all’assessore radicale Rosso, l’aveva<br />
pesantemente tacciato di essere bugiardo proprio per certe affermazioni da lui attribu<strong>it</strong>e<br />
al direttore didattico. La polemica ha anche aspetti più crudi in occasione<br />
dell’inaugurazione della cooperativa di consumo cattolica di Torre, quando i socialisti<br />
intervenuti vengono aggred<strong>it</strong>i, prima verbalmente e poi materialmente, da esponenti<br />
clericali fra i quali figurava proprio lo stesso Klefisch. Un particolare della polemica è il<br />
continuo rinfacciare al tedesco consigliere clericale di non sapersi esprimere<br />
correttamente in <strong>it</strong>aliano: perfino il sindaco in Consiglio Comunale lo accusa di non<br />
comprendere quello che si dice. Si tratta di un’altra testimonianza della rilevante<br />
presenza di operatori economici stranieri, particolarmente di lingua germanica, nella<br />
c<strong>it</strong>tadina friulana. 802<br />
Sabato 18 luglio il Consiglio Comunale parzialmente rinnovato dopo la v<strong>it</strong>toria<br />
moderata discuterà di nuovo la vicenda del lavatoio, del pozzo artesiano e di alcuni altri<br />
lavori di manutenzione in Torre, partendo dalla precedente mozione di censura di<br />
Klefisch. Nella discussione il sindaco afferma che, durante i lavori del Vialuz, in un<br />
sopralluogo lui ha potuto constatare come nella buca dove si lavava la biancheria<br />
confluivano gli scoli dei cortili e gli scarichi delle fogne private. Verificata con l’assessore<br />
ai lavori pubblici l’urgenza di provvedere, si è deciso di incanalare tutti gli scoli per<br />
drenare via le acque putride e rendere limpida l’acqua del lavatoio. Si decise quindi di<br />
acquistare il terreno per ridurlo a pubblico lavatoio, di coprirlo con una tettoia non<br />
deperibile in cemento, e di ricavare un pozzo artesiano. Questi lavori erano necessari per<br />
ragioni di igiene pubblica, in quanto i vest<strong>it</strong>i vanno lavati con acqua igienicamente pura,<br />
ed in parte erano già stati autorizzati da precedenti delibere del 1906. Non si è<br />
provveduto a rispettare le procedure formali di approvazione per risparmiare sui tempi<br />
lunghi previsti, di fronte ad una vera e propria emergenza igienico-san<strong>it</strong>aria, e non si è<br />
badato a spese perché le opere pubbliche vanno realizzate ad opera d’arte. Klefisch<br />
modifica il suo giudizio dopo le spiegazioni del sindaco e rileva che non era potuto<br />
800 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 43-44. Si tenga conto che nel 1911 i<br />
lavatoi nelle frazioni di Pordenone arriveranno a cinque, mentre le donne del centro lavano i loro panni nella<br />
roggia del Molin. Cfr.: GASPARDO, Paolo, c<strong>it</strong>., pag. 95.<br />
La maggioranza ha perso un altro consigliere lunedì 4 maggio 1908, in segu<strong>it</strong>o alle dimissioni di Giuseppe<br />
Toffoli, che si dovrà assentare per troppo tempo da Pordenone: cfr. ACPn, Atti del Consiglio Comunale di<br />
Pordenone, 1908-1910, pag. 87.<br />
801 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 46-47; LF, n. 190 del 6 giugno 1908.<br />
802 LF, nn. 190 del 6 giugno 1908, Scenate clericali e TORRE, Sagra cattolica, 191 del 13 giugno 1908,<br />
Pudori clericali e TORRE, Quadruplice incarnazione e 194 del 4 luglio 1908, TORRE, Per conoscerci. La<br />
polemica, per altro ripet<strong>it</strong>iva, ha ancora delle code nelle corrispondenze da Torre delle settimane successive.<br />
242
intervenire alla seduta precedente a propos<strong>it</strong>o del riscontro di irregolar<strong>it</strong>à formali e ad un<br />
errore di calcolo di venti centesimi (questa incongrua contestazione sarà ripresa più volte<br />
dai socialisti per evidenziare la ridicola pretestuos<strong>it</strong>à del portavoce clericale). Ilario<br />
Fantuzzi dichiara che la popolazione di Torre è contenta dell’opera fatta. Cossetti e<br />
Cattaneo contestano la correttezza sia delle formal<strong>it</strong>à delle procedure che dell’esecuzione<br />
tecnica dell’opera realizzata, che farebbe ristagnare acque putride, mentre al contrario<br />
Fantuzzi ribadisce che la gente del posto ne parla bene. Infine Etro propone un ordine<br />
del giorno (che viene respinto per undici favorevoli e sedici contrari) in cui si incarica la<br />
Giunta di approfondire ulteriormente il problema e si rifiuta la sanatoria proposta dalla<br />
Giunta; l’ordine del giorno giuntale è invece approvato con quindici favorevoli ed undici<br />
contrari). 803<br />
Gustoso il resoconto che di questo dibatt<strong>it</strong>o dà Il Lavoratore Friulano, molto meno<br />
formale dei verbali ufficiali delle deliberazioni: Il Consigliere Klefisch, l’accan<strong>it</strong>o censore di<br />
quest’opera, avute le richieste spiegazioni dal Sindaco, batté in r<strong>it</strong>irata dichiarando che se le<br />
avesse avute prima sarebbe stato ev<strong>it</strong>ato ogni scalpore. Il Sindaco opportunamente gli fece<br />
osservare che poteva esso Klefisch ev<strong>it</strong>arsi simile r<strong>it</strong>irata se, invece di starsene al caffé a<br />
giocar alle carte fosse intervenuto alla precedente seduta che andò deserta a causa del<br />
contegno settario dei suoi. Il Klefisch credette giustificarsi, affermando che non aveva<br />
creduto d’intervenire alla seduta perché nei conti di liquidazione del lavoro aveva trovato un<br />
errore di lire 0,20! ma provocò in cambio le risate di tutti. Anche il Consigliere Cattaneo<br />
fece il suo debutto raccontando mille pettegolezzi. Il compagno Fantuzzi lo rimbeccò<br />
vibratamente sostenendo che la frazione di Torre è lietissima e soddisfatta del lavatoio e che<br />
i pettegolezzi del Consigliere Cattaneo erano stati raccolti poche ore prima da una lavandaia<br />
denominata l’eterna malcontenta. Il Consigliere Etro per la minoranza presentò un ordine<br />
del giorno che l’amministrazione interpretò insidioso e ripudiò ottenendo la maggioranza<br />
sulla sanatoria dopo che i consiglieri Policreti ed Ellero stimolarono la minoranza a por nette<br />
le carte in tavola. 804<br />
Carlo Policreti interverrà successivamente più volte per polemizzare con Il<br />
Tagliamento e con il consigliere di opposizione dr. Cossetti, che lo accusano di aver<br />
dichiarato che la Giunta ha fatto bene a procedere illegalmente e con arb<strong>it</strong>rarietà pur di<br />
far presto. Policreti smentisce totalmente questa illazione, ed alla fine è confortato<br />
proprio dalla sment<strong>it</strong>a di Cossetti nei confronti del settimanale suo sosten<strong>it</strong>ore. 805<br />
Per capire l’intens<strong>it</strong>à di questa polemica, va rilevato come in un’epoca che non ha<br />
ancora concep<strong>it</strong>o gli elettrodomestici e nella quale solo i benestanti possono garantirsi<br />
dei domestici: solo questa consistente massa di lavoro praticamente servile lascia a<br />
nobili e borghesi la libertà di movimento per le loro svariate occupazioni lavorative e del<br />
tempo libero. Invece i lavatoi nei quartieri sono un vero moderno servizio collettivo a<br />
favore della popolazione lavoratrice. 806<br />
Possiamo inoltre fare un’altra considerazione: quella che l’iniziativa del lavatoio è<br />
sicuramente dirompente (non sappiamo se in senso del tutto pos<strong>it</strong>ivo, vista la sconf<strong>it</strong>ta<br />
elettorale imminente) nel paese, visto che mai sarà rivendicata - né ad essa accennerà<br />
nelle sue memorie - don Lozer, uso sol<strong>it</strong>amente ad attribuirsi il mer<strong>it</strong>o di qualsiasi cosa<br />
si muova a Torre. La cosa deve dargli fastidio, vista la pervicacia dell’azione dei suoi<br />
protetti in Consiglio Comunale. Viceversa i clericali sono impegnati a drenare risorse<br />
pubbliche per sostenere le proprie ist<strong>it</strong>uzioni sociali ed educative, e quindi inseriscono<br />
nel loro programma elettorale una serie di oneri per le casse comunali. Si tratta (e si<br />
tratterà un secolo dopo, non solo nella cultura cattolica, ma ad esempio anche in quella<br />
dell’islam radicale) della creazione di un welfare privatistico rivolto ai ceti più<br />
svantaggiati, alternativo a quello pubblico insufficiente o spesso inesistente, da<br />
realizzarsi a discap<strong>it</strong>o delle ist<strong>it</strong>uzioni pubbliche. E’ proprio basandosi su questa pol<strong>it</strong>ica<br />
che, nei lunghi decenni del secondo dopoguerra ad egemonia democristiana, pezzi<br />
803 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 62-69.<br />
804 LF, n. 197 del 25 luglio 1908, Seduta Consigliare e Per finire.<br />
805 P, nn. 179 di venerdì 31 luglio 1908, pag. 1, Per il resocontista consigliare del “Tagliamento”, 183 di<br />
mercoledì 5 agosto 1908, pag. 1, Ancora una parola al “Sior Lelio” del Tagliamento, 188 di martedì 11<br />
agosto 1908, pag. 1, Un’ultima parola, e questa per il dottor Cossetti e 194 di lunedì 17 agosto 1908, pag. 1,<br />
La ver<strong>it</strong>à messa a posto dal D.r Cossetti.<br />
806 Una valida dissertazione sulle condizioni materiali in cui si svolgeva il lavoro domestico prima della<br />
invenzione degli elettrodomestici è svolta da Quentin Bell nella biografia della zia Virginia Woolf: l’attiv<strong>it</strong>à<br />
intellettuale ed il lavoro esterno delle donne sono possibili solo a condizione di avere un redd<strong>it</strong>o che permetta<br />
l’acquisto di consistenti volumi di lavoro domestico. Al contrario, per una famiglia lavoratrice, in un ambiente in<br />
cui è avvenuto lo sradicamento dall’agricoltura e dalla famiglia allargata tradizionale, la condizione della donna<br />
è subordinata alle esigenze della cura domestica e dell’accudimento della prole (oppure al suo abbandono totale<br />
o parziale, per poter continuare a procurarsi un redd<strong>it</strong>o minimo). Non si dimentichi la comune mil<strong>it</strong>anza<br />
laburista dei due intellettuali inglesi, nella sinistra il nipote, su posizioni “ufficiali” la più moderata zia, che sarà<br />
anche segretaria di sezione del part<strong>it</strong>o. Cfr. BELL, Quentin, Virginia Woolf, Milano, Garzanti, 1964.<br />
243
consistenti del patrimonio pubblico saranno alienati nella c<strong>it</strong>tà di Pordenone a varie<br />
strutture ecclesiali, culturali ed assistenziali cattoliche.<br />
Diametralmente opposta è la concezione dei socialisti, per i quali l’ist<strong>it</strong>uzione di<br />
strutture sociali pubbliche è la risposta comun<strong>it</strong>aria ed egual<strong>it</strong>aria ai bisogni<br />
fondamentali della popolazione. Il part<strong>it</strong>o clericale sollevò un gran baccano perché<br />
l’Amministrazione spese qualche migliaio di lire a beneficio dell’igiene e di qualche opera di<br />
necess<strong>it</strong>à pubblica della frazione di Torre sempre abbandonata dai passati governi. Alla<br />
campagna maligna e calunniosa fatta come sorridendo rilevò il consigliere Policreti, a scopo<br />
elettorale si volle dare impronta di una difesa del pubblico denaro. I clericali però, tanto<br />
teneri della tutela dei denari dei contribuenti, non rifuggirono nel contratto elettorale<br />
stipulato coi moderati di imporre, come condizione assoluta, la clausola che l’insegnamento<br />
religioso nelle scuole sia impart<strong>it</strong>o a spese del Comune, che per l’ultima legge potrebbe<br />
esonerarsene. Ciò che ben s’intende torna a vantaggio delle borse clericali e a danno dei<br />
contribuenti, ma ciò è lec<strong>it</strong>o, ciò è giusto secondo la morale cattolica. I clericali intendono<br />
l’interesse pubblico come l’interesse delle loro chiese, dei loro campanili, delle loro sacristie,<br />
delle loro borse. E i moderati vi prestano bordone, anche se anticlericali!!! 807<br />
Per il lavatoio con relativo pozzo artesiano in Torre, deciso senza autorizzazione<br />
del Consiglio Comunale e comportante un’inesattezza del conto di ben 20 centesimi i<br />
clericali presenteranno un ricorso al prefetto. Ben commenta Il Lavoratore Friulano,<br />
mettendo a confronto questa vicenda con quella del plauso cattolico al sindaco per le<br />
onoranze dispendiose al conte di Torino ed alle spese mil<strong>it</strong>ari a carico del comune: L’una<br />
cosa soddisfa la borghesia e tutto va a cappello; l’altra è fatta nell’interesse della povera<br />
gente ed è sempre riprovevole. Ricorso che alla fine viene rigettato, sollevando l’ira<br />
dell’opposizione contro quella che rimane l’ultima soddisfazione della Giunta Galeazzi<br />
sopravvissuta per alcuni mesi al rinnovo parziale del Consiglio Comunale: La Prefettura<br />
solo ora s’è degnata occuparsi delle questioni del nostro Comune e bellamente ha respinto il<br />
famigerato ricorso dei protestanti clerico-moderati approvando il legale procedere della<br />
Giunta e del Consiglio. Spento così questo moccolo, colle pive nel sacco: i protestanti<br />
bastonati dai tutori della legal<strong>it</strong>à, sacramentano ora contro la Giunta perché non raduna il<br />
Consiglio. 808<br />
807 LF, n. 197 del 25 luglio 1908, Un rilievo. Cfr. anche il n. 198 dell’1 agosto 1908, Pol<strong>it</strong>ica da lavandaia e da<br />
20 centesimi, dove si apprende che il progettista del contestato lavatoio di Torre è l’ing. Mior. Cfr. inoltre il n.<br />
199 dell’8 agosto 1908, Oh bella!<br />
808 LF, nn. 205 del 19 settembre 1908, Turibolate e 215 del 28 novembre 1908, Grande fracasso. Sullo stesso<br />
argomento cfr. n. 218 del 19 dicembre 1908, Una truffa pun<strong>it</strong>a, ove si afferma che sulla questione del lavatoio<br />
di Torre la destra aveva costru<strong>it</strong>o la propaganda che l’aveva portata al recente successo elettorale.<br />
244
4.3 - R<strong>it</strong>orno all’opposizione.<br />
4.3.1. - Le consultazioni parziali.<br />
Le elezioni amministrative segu<strong>it</strong>e domenica a Torino, a Milano, Bologna, a<br />
Vigevano, a Monza, a Novara segnano altrettanti successi del part<strong>it</strong>o socialista. Dovunque<br />
- sia che lottassero da soli o per la maggioranza o per la minoranza, sia che lottassero un<strong>it</strong>i<br />
ai repubblicani e ai radicali contro la coalizione clerico-moderata - i socialisti hanno<br />
migliorato fortemente le proprie posizioni. A Torino, culla della monarchia, entrano in<br />
Consiglio 14 socialisti, 13 moderati. A Milano i socialisti conquistarono, con 8500 voti, tutti<br />
i cinque posti della minoranza, per cui lottavano contro i radicali e repubblicani, che<br />
ottennero 6700 voti. Nelle precedenti elezioni, i socialisti avevano sempre ader<strong>it</strong>o al blocco<br />
dei part<strong>it</strong>i popolari. A Vigevano, la v<strong>it</strong>toria pol<strong>it</strong>ica recentemente ottenuta sul nome del<br />
compagno Ulisse Marazzani si è integrata, domenica scorsa, col trionfo clamoroso della lista<br />
popolare di maggioranza (che comprende 13 socialisti su 24 candidati) contro i clerimoderati.<br />
A Bologna, i cinque posti di minoranza pel Consiglio comunale, disputati fra<br />
radicali e socialisti, furono ottenuti da questi ultimi, che conquistarono inoltre sui clericomoderati<br />
due seggi al Consiglio provinciale. A Monza, la lista di maggioranza concordata fra<br />
radicali, repubblicani e socialisti, è riusc<strong>it</strong>a anche questa volta completamente v<strong>it</strong>toriosa,<br />
contro quella dei cattolici. I moderati si astennero. A Novara i clerico-moderati restarono<br />
sconf<strong>it</strong>ti, e riuscirono sei socialisti ed otto progressisti. 809<br />
Mentre sul piano nazionale i socialisti oscillano fra la pol<strong>it</strong>ica del blocco popolare<br />
con radicali e repubblicani e la tendenza all’autonomia elettorale, a Pordenone essi<br />
assistono alla tendenza alla riunificazione delle forze della destra in vista delle elezioni<br />
per il rinnovo parziale del Consiglio Comunale. L’auspicata alleanza fra gli avversari<br />
viene infatti realizzata e prende il suo colore dal dirigente il “Tagliamento” sig. Umberto<br />
Cattaneo. I moderati vogliono entrare a palazzo per minare la democrazia, interromper il<br />
corso del suo lavoro a danno del paese e dei pubblici interessi, provocando eventualmente la<br />
venuta di un commissario regio colla speranza d’esser il cavallo di Troia che spiana la via al<br />
r<strong>it</strong>orno in Municipio delle tramontate Amministrazioni clerico-moderate che hanno<br />
pregiudicati i pubblici interessi colla inerzia e l’impotenza. Questo però non deve avvenire.<br />
Gli elettori e il paese devono riconoscere che la democrazia ha trasformato il paese, ha<br />
lavorato molto, ha fatto più di quello che ha promesso, quindi è doveroso lasciarla finire il<br />
suo comp<strong>it</strong>o, il suo programma? Sarebbe del<strong>it</strong>to e alto tradimento impedirle il passo.<br />
Elettori! Accorrete numerosi alle urne, scuotete gli incerti e fate che trionfi completa la lista<br />
che a suo capo porta il nome dell’illustre nostro c<strong>it</strong>tadino prof. Flora Federico. 810<br />
La temuta sconf<strong>it</strong>ta avviene ed è completa. I clericali sono riusc<strong>it</strong>i a portare a<br />
votare il loro elettorato contadino, mentre la classe operaia smagr<strong>it</strong>a della sua forza<br />
elettorale dalla numerosa emigrazione, fu impotente a fermare la reazione irrompente.<br />
Nell’esaminare quanto accaduto i socialisti fanno un bilancio delle realizzazioni<br />
dell’amministrazione Galeazzi e delle motivazioni del sostegno da loro prestato fino<br />
all’ultimo. Il grande rinnovamento c<strong>it</strong>tadino è andato in primo luogo a favore della<br />
borghesia e solo secondariamente delle classi popolari: Interessi allo sviluppo dei quali il<br />
socialismo pordenonese non intese opporsi perché ragionevolmente pensò che la rivoluzione<br />
sociale procede per gradi e solo in un ambiente fatto civile, il proletariato può<br />
adeguatamente allenarsi e prepararsi alle rivendicazioni future. 811<br />
La v<strong>it</strong>toria elettorale della destra si è probabilmente avvantaggiata dagli<br />
avvenimenti luttuosi dell’anno precedente: ne è un sintomo l’ammesso venir meno del<br />
consenso della piccola borghesia commerciale c<strong>it</strong>tadina, nei confronti della quale c’è pur<br />
stato l’interessamento della Giunta comunale. Ricordiamo anche il contrasto con alcune<br />
categorie, come i panificatori per la questione del lavoro notturno, i macellai ed i<br />
farmacisti per la pol<strong>it</strong>ica comunale contro il carov<strong>it</strong>a: al contrario erano stati proprio i<br />
clericali ad assumere la difesa di queste categorie colp<strong>it</strong>e dalla pol<strong>it</strong>ica della sinistra. Ma,<br />
pur in un quadro di emigrazione operaia che può aver sottratto consensi ai socialisti,<br />
non risulta però intaccata la loro consistenza elettorale, confermandosi il Psi la forza di<br />
maggioranza relativa in c<strong>it</strong>tà.<br />
Diciamo “Pordenone socialista” perché effettivamente i socialisti, proprio domenica,<br />
malgrado i molti elettori assenti, hanno dimostrato d’aver la maggioranza dei voti. Ciò è<br />
sub<strong>it</strong>o dimostrato. I clericali un<strong>it</strong>i ai moderati hanno ottenuto 489 voti. Siccome i moderati<br />
hanno condotto seco i bottegai, mentre i clericali ebbero solo il segu<strong>it</strong>o dei contadini dei<br />
809 LF, n. 192 del 20 giugno 1908, pag. 1, Le elezioni amministrative in Italia. La riscossa socialista.<br />
810 LF, nn. 192 del 20 giugno 1908, Lotta elettorale e 194 del 4 luglio 1908, Elezioni comunali.<br />
Federico Flora, studioso di scienza delle finanze, docente univers<strong>it</strong>ario a Catania ed a Roma, accademico dei<br />
Lincei ed amministratore di aziende bancarie. Cfr.: CHIARADIA, Giosuè, Un secolo di attiv<strong>it</strong>à idroelettriche, c<strong>it</strong>.,<br />
pag. 73.<br />
811 LF, n. 195 dell’11 luglio 1908, Elezioni Amministrative. Cfr. il testo in appendice.<br />
245
sobborghi, si può calcolare che ai moderati spetti la metà circa dei voti complessivamente<br />
ottenuti. Dunque i clericali ebbero tutt’alpiù 250 voti, ammettendo una supremazia sui<br />
moderati. I socialisti invece - i democrati(ci) sanno per primi e lealmente lo ammettono -<br />
non ebbero dalla democrazia alcun aiuto. Al massimo, si può ammettere che essi si sieno<br />
avvantaggiati di qualche decina di voti e che dei 320 voti riportati, almeno 300 sono<br />
schiettamente socialisti. Facendo quindi le somme, il part<strong>it</strong>o socialista si è dimostrato il più<br />
forte e solo, contro gli altri part<strong>it</strong>i soli, può calcolare almeno di 50 voti di maggioranza. A<br />
conferma di quanto sopra, ricordiamo che parecchi anni dietro i socialisti, scesi in lotta da<br />
soli, riportarono 275 voti e perciò non è strano, se, dopo nuove iscrizioni, ne contano 300.<br />
Artificialmente dunque la volontà del paese può esser tinta di giallo-nero, ma effettivamente<br />
e schiettamente essa è rossa e socialista. 812<br />
Il Consiglio Comunale si riunisce sabato 18 luglio dopo il rinnovo parziale di un<br />
terzo dei consiglieri, avvenuto senza sorteggio poiché erano esattamente dieci i consiglieri<br />
dimissionari. Insieme a nuovi eletti democratici rientra in consiglio la componente<br />
moderata, prima completamente assente: sono il conte Uberto Cattaneo, il dottor<br />
Amilcare Caviezel, il dottor Ernesto Cossetti, l’avv. Riccardo Etro, Giuseppe Gaspardo,<br />
Vincenzo Maroder, Giuseppe Pellin, l’ing. Luigi Querini, Stefano Stefani ed il prof. cav.<br />
Federico Flora. Inizia un periodo di interregno, in cui l’amministrazione radicale convive<br />
con una minoranza diventata maggioranza in c<strong>it</strong>tà grazie alle elezioni suppletive. Il<br />
sindaco Galeazzi li saluta presentando gli impegni che presto saranno sottoposti al<br />
Consiglio Comunale.<br />
Per primo, sarà la Convenzione già trasmessaci per il nostro defin<strong>it</strong>ivo esame, dal<br />
Ministero della Guerra per lo stanziamento di un intero Reggimento di Cavalleria. Il Comune<br />
con questo atto si obbliga di cedere il terreno per la Caserma e per la piazza d’armi. Il<br />
Governo provvederà a tutto il resto; e già pronto è il progetto relativo, che importerà per lo<br />
Erario dello Stato una spesa di un milione e seicento mila lire. Rimane però da definire con<br />
l’autor<strong>it</strong>à mil<strong>it</strong>are il terreno dove attuare l’insediamento. Altro punto importante è la<br />
scadenza del contratto con la società elettrica, anche se l’amministrazione, che ha dato<br />
incarico ad un professionista per studiare il contratto, sarebbe disponibile a prorogare il<br />
servizio all’appaltatore.<br />
Ma soprattutto Galeazzi annuncia le dimissioni della Giunta nella prossima<br />
seduta nella quale si voterà la nuova amministrazione, ed abbozza una valutazione del<br />
risultato elettorale negativo, nel quale sinceramente sostiene che la sua gestione è stata<br />
sconf<strong>it</strong>ta perché ha sostenuto un orientamento troppo avanzato per l’opinione pubblica.<br />
Tuttavia nella stessa prossima adunanza il Consiglio sarà chiamato eziandio ad eleggere la<br />
nuova Amministrazione. Noi della Giunta non ci siamo permessi nessuna analisi cr<strong>it</strong>ica del<br />
verdetto degli Elettori per trovare donde sia venuto. Lo abbiamo interpretato nel suo<br />
complesso, e siamo ossequienti fino allo scrupolo alla indicazione sovrana. Abbiamo<br />
perfettamente inteso: forse siamo stati più zelanti interpretatori del frem<strong>it</strong>o delle cose, che<br />
della disposizione delle anime. Forse abbiamo affrettato con troppo ansietà la riforma dello<br />
ambiente, stimando buona cosa spingere sempre più il risveglio degli spir<strong>it</strong>i. Partivamo in<br />
tutta l’opera nostra da questo concetto: la felic<strong>it</strong>à dei Consorzi civili si raggiunge con lo<br />
sviluppo della ricchezza: cap<strong>it</strong>ali lucrosi, lavoro fervente, e come disse in Parlamento un<br />
Presidente del Consiglio quasi moderato, alti e proporzionati salari. Ci eravamo quindi<br />
fieramente proposti di affrettare al possibile quella fase storica, che crediamo foriera di vero,<br />
ordinato progresso. Non possiamo presumere quale sarà il contegno verso di noi della<br />
Assemblea con i nuovi venuti modificata. Ma qualunque esso sia, noi ci siamo risolti secondo<br />
la significazione del fatto del 28 Giugno, al quale noi dobbiamo reverenti obbedienza. Siamo,<br />
nel resto sicuri che dell’opera nostra si farà giustizia, riconoscendo almeno che siamo stati<br />
fedeli soldati del nostro programma, e nello stesso tempo fedeli serv<strong>it</strong>ori del Comune. Alla<br />
prova il nostro indirizzo non è piaciuto. Nondimeno già si sa che noi non si sarebbe mai<br />
disposti a mutarlo. La conseguenza adunque è quella che anche a nome della Giunta ho<br />
dichiarata. E mi aspetto solo da tutti che al nostro novissimo ci accompagni questa<br />
sentenza: che siamo uomini di fermi principij, di indom<strong>it</strong>a buona volontà. E viva in eterno<br />
gloriosa ed amata Pordenone gentile!”<br />
Alla dichiarazione di Galeazzi, Cossetti risponde affermando che la componente<br />
moderata non è pregiudizialmente ostile alla Giunta, ed intende vagliare ciascun<br />
provvedimento, approvandone tutti quelli r<strong>it</strong>enuti pos<strong>it</strong>ivi e corrispondenti ai principi<br />
della legal<strong>it</strong>à. Ma Galeazzi conferma le dimissioni. I socialisti dichiarano che avrebbero<br />
desiderato le dimissioni dell’amministrazione radicale già in questa seduta. Sub<strong>it</strong>o dopo,<br />
come abbiamo già visto, si discute del lavatoio di Torre e la censura della destra non<br />
passa. 813<br />
Venuti alle dimissioni del consigliere Klefisch da revisore dei conti pel motivo che<br />
non ama trovarsi assieme a due nostri compagni pudibondamente rifuggendone i contatti<br />
812 LF, n. 195 dell’11 luglio 1908, Pordenone Socialista.<br />
813 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 57-61; LF, n. 197 del 25 luglio 1908,<br />
Seduta Consigliare e Per finire.<br />
246
per paura di perder un po’ del suo color di seppia, il consigliere Ellero dichiarò che se il<br />
Klefisch colle dimissioni intendeva far il comodo suo, nulla aveva a ridire, ma se intendeva<br />
con ciò recar offesa, respingeva l’insulto, ponendo la rispettabil<strong>it</strong>à dei nostri compagni al<br />
disopra di quella di lui. Il consiglio respinse le dimissioni perché ingiustificate. Con questo i<br />
clericali si ebbero un altro smacco. Se l’attacco della destra alla Giunta è svolto dal<br />
clericale Klefisch con una testardaggine encomiabile, l’esponente di turno della dinastia<br />
Cattaneo ed il dirigente cotoniero Stefani contribuiscono ad abbassare lo stile della<br />
discussione portando in Consiglio Comunale il loro autor<strong>it</strong>ario stile padronale. 814<br />
Degan, che non ha accettato l’elezione a componente della Congregazione di<br />
Car<strong>it</strong>à avvenuta l’11 dicembre 1907, viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o, con 23 voti, da Oscar<br />
Steinmann. 815<br />
4.3.2 - L’interregno.<br />
Pordenone è in pieno sviluppo edilizio: sul quotidiano radicale si rivendica la<br />
necess<strong>it</strong>à di elaborare un piano regolatore per il nucleo urbano, che ha già iniziato ad<br />
assorbire Torre e da cui distano solo poche centinaia di metri le prime case di Rorai<br />
Grande: Si sta costruendo in Via Colombera il fabbricato per il depos<strong>it</strong>o vettovaglie della<br />
cavalleria; di più la D<strong>it</strong>ta Amman costruisce in Borgo Meduna il primo gruppo di case per i<br />
suoi operai, ed ha acquistato il terreno Bresin, ex Poletti, di fronte alla sua villa, per erigervi<br />
un grande fabbricato per l’ab<strong>it</strong>azione del direttore ed assistente del suo stabilimento, nonché<br />
per il magazzino cooperativo di consumo fra i suoi stessi operai. Nel piazzale XX settembre il<br />
sig. Coran Antonio sta edificando un grande albergo, e la Banca di Pordenone ha in corso<br />
importanti lavori al suo palazzo che riesciranno di vero abbellimento alla via della Posta. In<br />
Bossina il sig. Figini e in vicolo Brusafiera i signori Torres e Puppin hanno costru<strong>it</strong>o or non<br />
ha guari delle eleganti case, ed altre ne vanno sorgendo qua e là. Insomma c’è un risveglio<br />
riguardo alla edilizia e sarà maggiore coll’apertura, già progettata, di nuove strade. Ma ciò<br />
che manca qui è un piano regolatore. Il dir<strong>it</strong>to al piano regola(to)re, secondo la legge del<br />
1865, lo hanno i Comuni aventi una popolazione agglomerata di 10 mila ab<strong>it</strong>anti. Orbene il<br />
nostro Comune ha oggi oltre 15 mila ab<strong>it</strong>anti, compresi però i sobborghi Torre e<br />
Roraigrande. Ma fra il sobborgo Torre ed il capoluogo del Comune non vi sono più distanze. I<br />
fabbricati dell’uno e dell’altro si toccano. Quelli del sobborgo Roraigrande si discostano di<br />
appena qualche centinaio di metri. Pur escludendo gli ab<strong>it</strong>anti di questo sobborgo, la<br />
popolazione agglomerata di Pordenone supera di gran lunga il numero fissato dalla legge per<br />
il dir<strong>it</strong>to al piano regolatore, e siamo certi che lo raggiunge anche senza il sobborgo Torre.<br />
Noi, ad ogni modo, sottoponiamo la questione allo studio dei preposti del Comune, perché<br />
facciano, al caso, le dovute pratiche per far valere un dir<strong>it</strong>to che offrirebbe alla nostra c<strong>it</strong>tà<br />
incontestabili vantaggi. 816<br />
Vicino allo scalo ferroviario sta inoltre prendendo forma una delle iniziative che<br />
connoterà lo sviluppo industriale c<strong>it</strong>tadino fino agli anni Settanta: Antonio Zanette<br />
costruisce in Via dell’Eremo, approf<strong>it</strong>tando della forza idraulica forn<strong>it</strong>a da un corso<br />
d’acqua, una moderna falegnameria e laboratorio di stipettaio; l’industria è mossa inoltre<br />
da moderni motori elettrici. Lo stabilimento è in via di completamento, e cost<strong>it</strong>uisce una<br />
realtà modello per Pordenone. 817<br />
La prima questione che si propone al rinnovato Consiglio Comunale è quella<br />
dell’installazione in c<strong>it</strong>tà della caserma della cavalleria. Se questo punto i socialisti si<br />
presentano come l’unica opposizione, di fronte al consenso sia della destra, sia dei loro<br />
alleati radicali. Il governo assicura per 10 anni un reggimento di cavalleria. Il Comune in<br />
cambio deve dare per mancia al Governo cento mila lire. Dopo 10 anni il Governo può<br />
mandar altrove la sua truppa, magari per ragioni strategiche, ebbene, o il Comune riscatta le<br />
caserme entro un anno e ai prezzi del mercato 3 anni dopo l’erezione, cioè a prezzo<br />
superiore a quello di costo, cosa assolutamente impossibile, oppure il Governo incamera le<br />
cento mila lire valore dei terreni che il Comune è tenuto a somministrare. Questo è il<br />
famoso affare che il Comune fa nell’interesse di pochi proprietari di case e di pochi esercenti<br />
a spalle della maggioranza del paese che dalla venuta della truppa avrà danni e noie, e mai<br />
vantaggi. Clericali e moderati, ben s’intende, plaudirono l’affarone. (...) I soli socialisti si<br />
opposero e votarono contro in omaggio ai principi socialisti anti mil<strong>it</strong>aristi e antiborghesi<br />
nonché nell’interesse della maggioranza del paese che conta otto mila lavoratori salariati<br />
che dalla venuta dei mil<strong>it</strong>ari avranno solo svantaggi per l’inev<strong>it</strong>abile aumento del costo della<br />
v<strong>it</strong>a. Le dichiarazioni in tal senso fatte dal consigliere Ellero a nome del gruppo furono<br />
vivamente applaud<strong>it</strong>e dalla quasi total<strong>it</strong>à del pubblico che vi assisteva. Non di meno la<br />
coalizione borghese vinse colla maggioranza del voto. Ad essa la responsabil<strong>it</strong>à di aver così<br />
814 LF, n. 197 del 25 luglio 1908, Seduta Consigliare e Per finire.<br />
815 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 70-71.<br />
816 P, n. 202 di mercoledì 26 agosto 1908, pag. 1, In tema di edilizia.<br />
817 P, n. 248 di lunedì 19 ottobre 1908, pag. 1, Opificio modello.<br />
247
impegnato, oltre le sue forze e contro i bisogni più v<strong>it</strong>ali del paese, le ultime risorse del<br />
bilancio comunale. 818<br />
Cinque anni dopo saranno i clericali di Torre, guidati da don Lozer, ad inscenare<br />
una polemica sul La Concordia contro la presenza mil<strong>it</strong>are a Pordenone, lo spreco di<br />
pubblico denaro (alla fine saranno trecentomila lire) e le conseguenze sociali deleterie per<br />
la maggioranza della popolazione, mentre a lucrare sono solo pochi commercianti.”Chi se<br />
ne avvantaggerà sarà qualche forn<strong>it</strong>ore, qualche esercente, osteria od albergo; ma il<br />
Comune!! qualche migliaia di lire di dazio, ma in compenso chi paga le decine e centinaia di<br />
migliaia di lire dei terreni delle caserme?” “Chi paga le spese della l<strong>it</strong>e? Chi paga i<br />
ricevimenti, la manutenzione cresciuta delle strade ecc. ecc. ??” “Non basta. Dacché sono i<br />
soldati a Pordenone e a Cordenons, si ebbero degli infanticidi, le nasc<strong>it</strong>e illeg<strong>it</strong>time<br />
aumentarono, le spese di spedal<strong>it</strong>à accresciute, le malattie celtiche triplicate, la immoral<strong>it</strong>à<br />
è penetrata anche in famiglie dove non si crederebbe; quanti drammi, quante passioni fra le<br />
mura domestiche operaie e borghesi!!” Certo gli effetti disgreganti sulla v<strong>it</strong>a della comun<strong>it</strong>à<br />
sensibilizzano il pievano di Torre contro la presenza mil<strong>it</strong>are: ma questa presa di<br />
posizione, che potrebbe essere considerata l’antesignana del pacifismo cattolico, giunge<br />
tardiva e non arriva a fare autocr<strong>it</strong>ica per l’appoggio dei consiglieri clericali - fortemente<br />
influenzati da don Lozer - ai progetti di insediamento mil<strong>it</strong>are a Pordenone. 819<br />
Gli argomenti in discussione sono più d’uno, e di non secondaria importanza.<br />
Dopo un omaggio al conte di Torino in vis<strong>it</strong>a, contestato dai socialisti e sostenuto dai<br />
sol<strong>it</strong>ari clericali (ma la stampa locale dà invece notizia di un unanime omaggio dei<br />
consiglieri) si passa a discutere dell’illuminazione e del gas.<br />
Sabato 29 agosto 1908 si discute in Consiglio Comunale dell’illuminazione<br />
pubblica in c<strong>it</strong>tà. Vengono chiamati a relazionare l’ing. Ugo Granzotto che ha compiuto<br />
uno studio per il comune ed il sig. Cosarini della Società elettrica. Granzotto ipotizza una<br />
soluzione in cui l’energia viene forn<strong>it</strong>a dalla d<strong>it</strong>ta Amman (che non chiederebbe un<br />
aumento di costo a fronte di un aumento di forn<strong>it</strong>ura) alla quale verrebbe affidata anche<br />
la sorveglianza delle lampade con l’impiego di un operaio. Il progetto riguarda Pordenone,<br />
mentre per Torre, così come già per Rorai Grande, si provvederà a mezzo del Cotonificio<br />
Veneziano. La Giunta propone la municipalizzazione del servizio, sollevando le proteste<br />
dei difensori della Società elettrica concessionaria, primo di tutti il Cattaneo. Secondo il<br />
sindaco si tratta di una soluzione mista, poiché una vera municipalizzazione abbisogna<br />
di un impianto di produzione, che non conviene per un fabbisogno ridotto di venti<br />
kilowatt-ampère. L’ultima proposta della Società elettrica si avvicina a questa in termini<br />
di costi, ma secondo il sindaco è più opportuna la municipalizzazione proposta da<br />
Granzotto, perché fra dieci anni la Società elettrica sarà monopolista e tratterà col<br />
comune da posizioni di forza. Ellero propone di non decidere in serata, poiché la<br />
questione è complessa ed abbisogna di approfondimenti. Secondo Ellero il progetto<br />
Granzotto è pos<strong>it</strong>ivo perché avvia la municipalizzazione, grazie all’intervento permesso al<br />
comune nella gestione, anche se vanno ben calcolati i costi offerti dall’uno e dall’altro<br />
gestore (quello privato ha vantaggi nel gestire le utenze private; l’Amman nel vendere<br />
energia altrimenti inutilizzata). E’ quindi necessario che la Giunta rinvii le dimissioni a<br />
dopo la fase di studio delle proposte. La sospensiva nasce dall’obiezione di Ellero,<br />
secondo la quale nessuna società installerebbe l’impianto di gas a Pordenone, se non<br />
potesse avere in gestione anche l’illuminazione pubblica. Quindi, la municipalizzazione<br />
di quest’ultimo servizio priverebbe la popolazione di un suo interesse primario, cioè<br />
quello di poter riscaldare le ab<strong>it</strong>azioni con un mezzo più economico della preziosissima<br />
legna, soggetta ad uno spaventevole rincaro. La proposta di Ellero, appoggiata anche da<br />
Cossetti e Polese, è approvata all’unanim<strong>it</strong>à. Il contratto decennale con la Società<br />
Elettrica viene approvato nella seduta di mercoledì 2 dicembre 1908, comprendendovi<br />
anche Torre. 820<br />
818 LF, n. 204 del 12 settembre 1908, Spese mil<strong>it</strong>ari. Sullo stesso argomento cfr. i nn. 201 del 22 agosto 1908,<br />
Un reggimento di cavalleria e 202 del 29 agosto 1908, Consiglio Comunale.<br />
819 LF, n. 456 del 29 giugno 1913, pagg. 2 e 3, Antimil<strong>it</strong>arismo... clericale.<br />
820 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 75-79 e 91-91; LF, n. 204 del 12<br />
settembre 1908, Consiglio comunale, Illuminazione e Gazometro.<br />
Per capire quali sono gli interessi in campo, è interessante rilevare questo fatto: dopo le elezioni del 2 maggio<br />
1909, il 21 maggio Romano Sacilotto presenterà ricorso, sollevando questione di ineleggibil<strong>it</strong>à nei confronti del<br />
consigliere avv. Riccardo Etro. Le motivazioni sono il fatto che Etro è il presidente della Società elettrica di<br />
Pordenone che fornisce al comune l’energia elettrica; è inoltre presidente della nuova società “Arti grafiche” che<br />
fornisce al comune stampati per i manifesti. Il ricorso viene discusso nel Consiglio Comunale del 16 giugno<br />
1909 e respinto per non aver Ella forn<strong>it</strong>a la prova che il ricorso medesimo sia stato notificato<br />
all’interessato. L’arb<strong>it</strong>rarietà della decisione è provata dal fatto che Guido Rosso in aula potrà prima<br />
contestare l’articolo di legge utilizzato per la reiezione (che è usato per una fattispecie diversa da quella per la<br />
quale è concep<strong>it</strong>o) e poi il fatto che il ricorso non sia realmente stato notificato ad Etro, cosa testimoniata dalla<br />
copia in suo possesso anche se non da quella depos<strong>it</strong>ata in comune). Comunque, al di là della conclusione del<br />
248
In quegli stessi giorni fervono le iniziative di organizzazione sindacale. Venerdì 28<br />
luglio, si è tenuta un’assemblea per ricost<strong>it</strong>uire la Lega Muratori, alla presenza del<br />
segretario della Federazione Borghesio e di Piemonte del Segretariato dell’Emigrazione di<br />
Udine. I soci della Sezione di Pordenone della Federazione Postelegrafica Telefonica<br />
Italiana riun<strong>it</strong>i in assemblea generale eleggono a presidente l’avvocato Giuseppe Ellero ed<br />
a consiglieri Barazza, direttore della Società telefonica, Graziani, Molaro, Muscas e<br />
Ranzani. Si conferma anche nel caso pordenonese l’egemonia dei rappresentanti<br />
socialisti in questa categoria di lavoratori, probabilmente legata alla presenza<br />
temporanea del direttore della sede, come sembrerebbe confermare, pochi mesi dopo, la<br />
notizia della cena d’addio, da parte della locale sezione dei postelegrafici, al capo ufficio<br />
trasfer<strong>it</strong>o a Milano. In questo stesso periodo socialisti e radicali nei loro organi di<br />
informazione fanno una campagna contro l’attuale condizione della sede delle poste a<br />
Pordenone, collocata vicino alla Bossina, angusta ed in condizioni igieniche riprovevoli.<br />
Negli stessi giorni si cost<strong>it</strong>uisce un com<strong>it</strong>ato per patrocinare la costruzione di un<br />
nuovo ospedale, per sost<strong>it</strong>uire quello inadeguato esistente, e tale iniziativa riceve il<br />
sostegno socialista. Nasce inoltre un com<strong>it</strong>ato di operai per cost<strong>it</strong>uire anche a Pordenone<br />
una cooperativa di consumo, che si affiancherebbe al Magazzino di Torre. Già in<br />
novembre gli aderenti raggiungono i duecento nonostante le direzioni dei cotonifici di<br />
Borgomeduna e Rorai sviluppino una campagna intimidatoria: infatti le aziende -<br />
mantenendo il controllo dei magazzini cooperativi - possono tagliare letteralmente i viveri<br />
agli operai in caso di sciopero, come avevano fatto in passato a Fiume. Pochi mesi dopo<br />
si annuncia che: Il Com<strong>it</strong>ato pro erigenda cooperativa di consumo sta ormai studiando la<br />
compilazione dello statuto della società che fra poco sarà cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a. 821<br />
Nel frattempo l’amministrazione radicale rimane al proprio posto, ed il ricorso<br />
contro il lavatoio di Torre viene lasciato cadere dalla Prefettura. Il tutto con gran scorno<br />
dei pol<strong>it</strong>ici clericali, sempre più inviper<strong>it</strong>i, al punto di arrivare all’aggressione fisica<br />
durante una discussione in Consiglio Comunale sulla pol<strong>it</strong>ica del governo. Essi<br />
d’altronde sembravano essere riusc<strong>it</strong>i a condizionare gli alleati moderati, attuando un<br />
rovesciamento dei rapporti di forza nella coalizione. I moderati, dapprima propensi a<br />
permettere la continuazione dell’amministrazione Galeazzi, finiscono - per necess<strong>it</strong>à dei<br />
voti clericali, ma anche per i loro concreti interessi che rischiano di essere intaccati<br />
seriamente da operazioni come quella della municipalizzazione dell’energia - per unirsi<br />
all’ag<strong>it</strong>azione per far dimettere la Giunta. L’impazienza clerico-moderata di agguantare il<br />
governo Municipale fa perdere la testa agli scalmanati forcaioli, per l’occasione fatti<br />
sovversivi. Il Consiglio da un pezzo non si raduna - inde irae -. I democratici hanno promesso<br />
di dimettersi, ma sono ancora al loro posto, di qui l’odierno fracasso. 822<br />
Lo scontro finale (nel vero senso della parola) avviene nella seduta del 25<br />
novembre 1908, quando il sindaco Galeazzi, dopo aver premesso di non essere un<br />
bigotto della monarchia, inv<strong>it</strong>a i consiglieri ad applaudire il re, che inviando un<br />
messaggio al sindaco di Roma Nathan aveva lasciato intendere di sostenere le esperienze<br />
di rinnovamento popolare nei comuni. Tutto il consiglio applaude, con l’esclusione dei<br />
quattro socialisti. Il sindaco prosegue, inveendo contro l’Austria che persegu<strong>it</strong>a gli<br />
<strong>it</strong>aliani, ed a questo punto, dopo aver affermato che la dign<strong>it</strong>à della nazione è nelle mani<br />
del re, vuole mandare un saluto al Presidente del Consiglio Giol<strong>it</strong>ti, susc<strong>it</strong>ando le<br />
proteste degli undici moderati e clericali. Gli altri sedici tacciono.<br />
ricorso, “ovviamente” respinto per tutelare uno dei capi della consorteria moderata, è evidente come interessi<br />
privati e pubblici si sovrappongano nella gestione del comune.<br />
Cfr.: ACPn, b. 1909 Referato I-II, fasc. 3, Amministrazione; sindaco-assessori-consiglieri, prot. 2369, Ricorso<br />
per ineleggibil<strong>it</strong>à consigliere Etro.<br />
Non si tratta certo dell’unica sovrapposizione fra ruoli amministrativi pubblici ed interessi societari: per fare<br />
qualche esempio, il 19 aprile 1911 si tiene l’assemblea straordinaria dei soci della Fornace di Pasiano (una<br />
società di primaria grandezza a livello nazionale nel settore) per il rinnovo parziale delle cariche sociali: la<br />
presiede il cav. Riccardo Etro in assenza del presidente A. Querini ammalato (il futuro prosindaco di<br />
Pordenone); sono eletti consiglieri i sigg.: comm. G. E. Usigli, cav. uff. dott. Rubini e cav. Giovanni Centazzo.<br />
Sindaci effettivi i sigg.: comm. Coletti, cav. Arturo Ellero (socio d’affari di Etro e Cattaneo nella società<br />
automobilistica Puppin) e cav. Enzo Chiaradia; supplenti cav. Riccardo Etro e cav. G. B. Poletti (consigliere<br />
comunale di Pordenone). Oppure nell’ottobre dello stesso anno si svolge l’assemblea della Società Telefonica<br />
Alto Veneto, che si trasforma da cooperativa in anonima. I consiglieri di amministrazione sono: Etro cav. avv.<br />
Riccardo, Cattaneo co. cav. Umberto, Marchi nob. Giacinto, Zacchi cav. Giuseppe, Querini avv. Antonio,<br />
Centazzo cav. Giovanni. Cfr.: P, nn. 95 di sabato 22 aprile 1911, pag. 1, Assemblea dei soci delle Fornaci di<br />
Pasiano e 241 di mercoledì 11 ottobre 1911, pag. 2, Assemblea della Società Telefonica.<br />
821 LF, nn. 204 del 12 settembre 1908, Adunanza di muratori, 208 del 10 ottobre 1908, Per un nuovo osp<strong>it</strong>ale<br />
e Un’altra buona idea, 212 del 7 novembre 1908, Cooperativa di consumo, Le congiure,224 del 30 gennaio<br />
1909, Cooperativa di consumo e 225 del 6 febbraio 1909, Cena d’addio; P, n. 229 di sabato 26 settembre<br />
1908, pag. 1, Assemblea dei Postelegrafici e Telefonici.<br />
822 LF, n. 215 del 28 novembre 1908, Cambiamento di scena, Grande fracasso e Scene tedesche in Italia.<br />
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Il consigliere G. Ellero, (socialista) domanda di parlare; ed ottenuto il permesso,<br />
premette una dichiarazione della sua fede di “repubblicano” e si fa a pronunciare un discorso<br />
contro il Governo, con t<strong>it</strong>oli che il Sindaco qualifica immensamente ingiuriosi; e per questo<br />
lo interrompe, e gli toglie la parola. Applausi di gran parte del Consiglio. Ma lui continua,<br />
attaccando l’affare Campanozzi, v<strong>it</strong>uperando ancora il Governo, e dicendolo indegno. Il<br />
Sindaco lo riprende un’altra volta; ed esclama: “che è dovere di ogni buon patriotta di<br />
rispettare il Governo, sia pure fieramente combattendolo.” Nuovi applausi. – E che l’Italia<br />
non ha avuto mai e non avrà mai un governo indegno, pur potendo averne uno impari alla<br />
sua grandezza”. Altri vivissimi applausi. – L’Ellero allora si rassegna a tacere, e si rimette a<br />
sedere. Nel suo resoconto il quotidiano radicale trascura un aspetto importante della<br />
pol<strong>it</strong>ica socialista verso l’Austria-Ungheria e la pol<strong>it</strong>ica triplicista del governo <strong>it</strong>aliano:<br />
secondo il verbale del Consiglio Comunale, nel suo discorso il Cons. Ellero si associa alla<br />
protesta contro l’Austria, ma non al voto di fiducia al Governo (...) e si scaglia contro l’On.<br />
Giol<strong>it</strong>ti e contro l’On. T<strong>it</strong>toni.<br />
Ma la cosa non finisce qui. Il Sindaco stava per richiamare i Consiglieri all’ordine<br />
del giorno, quando il consigliere Etro si lasciò sfuggire una frase infelice: “lasciatelo dire<br />
perché parla per farsi strada”. Come sia stata interpretata questa apostrofe dal consigliere<br />
Ellero non so, certo è che rivolse all’Etro quest’altra: “io non sono un calunniatore né un<br />
insinuatore, parlo come il cuore mi detta; e non come voi, vigliacchi”. Il Sindaco riprende<br />
fortemente ambe le parti: intima il silenzio; scampanella furiosamente; ma gli undici son<br />
tutti in piedi, battono i pugni, gridano “cacciatelo fuori” pare si vogliano scagliare contro gli<br />
avversari. Non riuscendo a domare il pandemonio, il sindaco chiude la seduta e si chiude<br />
nel suo ufficio con l’assessore Scaini. Nell’aula la confusione continua, soprattutto da<br />
parte di Etro che rivolge insulti volgari (si riportano espressioni come “porco” e<br />
“farabutto”) ad Ellero, mentre questi non si era lasciato sfuggire insulti personali.<br />
L’assessore Scaini, tornato in aula, si rivolge al consigliere Uberto Cattaneo affermando<br />
che quanto già detto dal sindaco sarebbe bastato, e che il loro comportamento ha<br />
oltrepassato il lim<strong>it</strong>e. Cattaneo a questo punto aggredisce Scaini, rovesciandolo a terra a<br />
pugni: anche Etro vorrebbe saltargli addosso, ma si lim<strong>it</strong>a solo a rompere quattro sedie!<br />
Il sindaco esce dallo studio, divide i contendenti e fa sgombrare l’aula. Il quotidiano<br />
clericale Il Crociato e la Patria del Friuli sostengono la tesi della minoranza, che con<br />
questo comportamento ben può aspirare a governare Pordenone: con questi metodi<br />
utilizzati dalla classe dirigente moderata, sarebbe ingenuo stupirsi della reazione<br />
fascista, quando nel dopoguerra la c<strong>it</strong>tà sarà amministrata dai socialisti. 823<br />
Nella seduta del Consiglio Comunale del 2 dicembre si discute dell’insediamento<br />
mil<strong>it</strong>are. Il comune si dichiara disponibile a fornire gratu<strong>it</strong>amente un terreno di 70-80<br />
mila metri quadrati vicino alla ferrovia, sub<strong>it</strong>o dopo il sottopassaggio dei Cappuccini, e<br />
172 mila mq. in aff<strong>it</strong>to in Comina per la piazza d’armi. E’ il comune che deve farsi carico<br />
dell’acquisto dei terreni. Si discute poi dell’illuminazione pubblica, che non è stata<br />
portata prima alla discussione consiliare a causa del lavoro preparatorio: col nuovo<br />
cap<strong>it</strong>olato con la Società elettrica pordenonese si prevede di triplicarla. Dopo la<br />
discussione del bilancio vengono accettate all’unanim<strong>it</strong>à le dimissioni della Giunta e<br />
viene votata la nuova: su 16 componenti la maggioranza radical-socialista Galeazzi è<br />
rieletto sindaco con 16 voti e 11 schede bianche; assessori effettivi sono Rosso (16),<br />
Marini (15), Scaini (15), Policreti (15), bianche 10; supplente Asquini (12, schede bianche<br />
11), mentre per quanto riguarda il secondo supplente dott. Amilcare Caviezel, secondo Il<br />
Paese ottiene 12 voti contro 11 astensioni, mentre per il verbale del consiglio i voti sono<br />
dispersi. Nonostante la rielezione, sindaco ed assessori dichiarano irrevocabilmente di<br />
non accettare, e viene riconvocato il consiglio.<br />
Ormai il clima si è deteriorato a sufficienza e si va verso il commissariamento: per<br />
i socialisti, con tale atto la c<strong>it</strong>tà è materialmente riconsegnata alle forze del passato e<br />
questo rafforza la loro ipotesi di presentarsi autonomamente, invece di allearsi con i<br />
radicali. Nel frattempo i consiglieri di opposizione si assentano dalle tre sedute convocate<br />
a tappe forzate dalla Giunta per cercare di chiudere in fretta le questioni lasciate aperte.<br />
Le sedute vanno a vuoto nonostante la maggioranza potesse garantire da sola il numero<br />
legale, segno che ormai non è più in grado di reggere per la mancanza di compattezza dei<br />
suoi sedici consiglieri. La minoranza clericale-moderata ha permesso il completamento<br />
delle pratiche relative alla costruzione della nuova caserma dell’eserc<strong>it</strong>o, ma lascia d’altra<br />
parte scadere quelle relative al nuovo contratto per l’illuminazione pubblica. E’ evidente<br />
come gli interessi di classe sopravanzino di gran lunga il più generale interesse pubblico:<br />
la crisi dell’amministrazione provoca malcontento fra i commercianti - quasi tutti<br />
clericale-moderati - per il rischio che i mil<strong>it</strong>ari - fino alla costruzione della caserma -<br />
823 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 82-83; P, n. 275 di lunedì 30 novembre<br />
1908, pag. 3, Cose che non sembrano vere.<br />
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vengano alloggiati nei centri vicini; viceversa il rinvio della soluzione della questione<br />
dell’illuminazione fa gli interessi dei capi moderati. Con il 1° gennaio 1909 giunge in<br />
comune un commissario prefettizio. 824<br />
Mentre sul quotidiano radicale si moltiplicano le notizie relative ad insediamenti<br />
bellici ed a concentramenti di truppe al confine <strong>it</strong>alo-austriaco, anche a Pordenone si<br />
cost<strong>it</strong>uisce un com<strong>it</strong>ato per fondare una Sezione dell’associazione Trento Trieste. La<br />
compagine sociale è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da esponenti moderati e radicali, mentre non ne fa parte<br />
alcun socialista. 825<br />
4.3.3 - I socialisti di fronte alla crisi della prima<br />
sinistra cristiana.<br />
Un articolo del gennaio 1909 fa riferimento ad una lettera inviata da don Romolo<br />
Murri all’Avanti! In esso si coglie l’occasione - in accordo con la risposta del direttore del<br />
quotidiano socialista Leonida Bissolati - per notare come sia evidente che lo spazio<br />
pol<strong>it</strong>ico del movimento democratico cristiano è oggettivamente quello della lotta contro il<br />
clericalismo vaticano: ma invece i referenti locali della democrazia cristiana di Murri, don<br />
Lozer a Pordenone e don Giordani a Spilimbergo, hanno scelto la via, ben diversa,<br />
dell’alleanza con le forze pol<strong>it</strong>iche moderate. 826<br />
Se da una parte è chiara la contrapposizione ai sacerdoti organizzatori del<br />
sindacalismo cattolico, dall’altra emerge il giudizio pos<strong>it</strong>ivo su Murri, che però lim<strong>it</strong>ato al<br />
ruolo di testimonianza dell’anticlericalismo riduce la carica innovativa dell’esperienza del<br />
sacerdote marchigiano. Di Murri non si accenna e sicuramente non si apprezza<br />
quell’esperienza di organizzazione sindacale e pol<strong>it</strong>ica del proletariato cattolico che in<br />
quegli anni si è affiancata al movimento socialista. D’altronde siamo in zone ove<br />
l’organizzazione socialista è riusc<strong>it</strong>a a stabilire una solida presenza fra settori di<br />
lavoratori altrove appannaggio dei cattolici, come i tessili ed i lavoratori emigranti (che<br />
sono in gran parte piccoli proprietari). L’esperienza di organizzazione pol<strong>it</strong>ico-sindacale<br />
moderna della democrazia cristiana di Murri viene rifiutata nettamente dai socialisti, che<br />
nel 1905 hanno rigettato in modo sprezzante con Turati l’offerta di collaborazione fra i<br />
due movimenti pol<strong>it</strong>ici sul piano della comune difesa degli interessi di classe dei<br />
lavoratori. L’anticlericalismo chiude le porte ad un’esperienza che avrebbe potuto essere<br />
dirompente per il cattolicesimo <strong>it</strong>aliano, salvo poi accogliere nelle proprie file Murri,<br />
senza capirlo fino in fondo quando - dopo la condanna e la demolizione del suo<br />
movimento nel 1906, da parte del nuovo papa tradizionalista Pio X - nel 1909 diventerà<br />
deputato radicale. 827<br />
All’evoluzione della pol<strong>it</strong>ica sociale cattolica, nel passaggio da Leone XIII a Pio X, è<br />
dedicato un articolo di Giuseppe Ricchieri pubblicato su Il Lavoratore Friulano del Primo<br />
Maggio, dedicato come tutti gli anni ad una serie di testi di carattere commemorativo ed<br />
educativo. E pedagogicamente popolare è questo lavoro, costru<strong>it</strong>o sulla classica forma<br />
824 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 96-107; P, n. 282 di lunedì 7 dicembre<br />
1908, pag. 2, Interessi pordenonesi. Dopo le dimissioni della Giunta – Il reggimento di cavalleria –<br />
Illuminazione pubblica – La strada della Vallona – Istruzione pubblica – Il Bilancio; LF, nn. 216 del 5<br />
dicembre 1908, Onor al mer<strong>it</strong>o, 217 del 12 dicembre 1908, Commissario regio, 219 del 26 dicembre 1908,<br />
Caso di semiresponsabil<strong>it</strong>à, 220 dell’1 gennaio 1909, Scioglimento del Consiglio, 221 del 9 gennaio 1909,<br />
Gioco a part<strong>it</strong>a doppia, n. 222 del 16 gennaio 1909, Il regalo di 1. d’anno e 223 del 23 gennaio 1909,<br />
Apprensioni.<br />
825 P, n. 286 di sabato 12 dicembre 1908, pagg. 1 e 2, Pordenone per i fratelli irredenti.<br />
826 LF, n. 220 dell’1 gennaio 1909, Democristiani o clericali?<br />
827 Sull’opera di Romolo Murri cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., terzo volume, pagg. 616-625,<br />
biografia a cura di L. Bedeschi.<br />
Lo stesso appoggio alla candidatura al parlamento di Romolo Murri avviene come sostegno ad una forma di<br />
anticlericalismo giudicato più efficace, in quanto proviene dall’interno della stessa chiesa cattolica: ma d’altra<br />
parte si esprimono riserve sulla coerenza intellettuale di Murri, giudicando che la sua attuale polemica derivi<br />
dalla chiusura repressiva della gerarchia vaticana, e che essa verrebbe meno quando cessasse la stessa<br />
chiusura nei confronti del modernismo. Cfr.: LF, n. 227 del 20 febbraio 1909, pag. 2, Don Romolo Murri<br />
candidato.<br />
Nel 1913 egli non verrà rieletto in conseguenza del patto Gentiloni fra Vaticano e Giol<strong>it</strong>ti, che ha fra i suoi<br />
prezzi la testa del prete ribelle. Toccherà a Marco Ciriani, eletto nel 1913 deputato del collegio di Spilimbergo<br />
con il sostegno di Giordani e Lozer, interpretare nazionalmente le aspirazioni e le debolezze della Lega<br />
Democratica Nazionale (la struttura diretta da laici promossa da Murri per prendere il posto del Part<strong>it</strong>o<br />
Democratico Cristiano Italiano). Ciriani, come Murri, subirà successivamente un’evoluzione che lo porterà<br />
all’interventismo ed al socialismo riformista bonomiano. Cfr.: MENEGHETTI, Roberto, Marco Ciriani, c<strong>it</strong>., pag.<br />
6. Meneghetti esprime tale opinione in senso esplic<strong>it</strong>amente polemico con la storiografia cattolica friulana, tesa<br />
a lim<strong>it</strong>are la figura di Ciriani ad un ruolo poco significativo e bizzarro.<br />
251
del dialogo fra un discepolo ed il maturo insegnante, che gli fornisce la chiave per<br />
l’interpretazione storica del testo che così tanto entusiasma il giovane, quello<br />
dell’enciclica Rerum Novarum.<br />
La valutazione estremamente pos<strong>it</strong>iva del testo leonino viene smontata -<br />
dichiarandone la funzione pol<strong>it</strong>ica - e messa a confronto con la reazione, teologica ma<br />
soprattutto sociale e pol<strong>it</strong>ica, successiva ed accentuata dall’insediamento sul trono<br />
pontificio del nuovo papa veneto. La sottolineatura entusiastica dei passi dell’enciclica,<br />
non a caso descr<strong>it</strong>ta come un testo dimenticato e lacerato, viene forzata a fini puramente<br />
propagandistici, ridotta ad una testimonianza delle contraddizioni dell’avversario, più<br />
che delineare possibili alleati nel campo cattolico. Lo spazio per una sinistra cristiana<br />
viene dichiarato non esistere, se non nell’abiura e nell’adesione al campo della nuova<br />
fede socialista. 828<br />
Ma l’anticlericalismo non è più da tempo la linea monol<strong>it</strong>ica del part<strong>it</strong>o, anche se<br />
continuerà a dominare per decenni, cost<strong>it</strong>uendo un elemento caratteristico del substrato<br />
culturale dell’attivista di sinistra. Alcuni mesi dopo la delibera della direzione nazionale<br />
del Psi in cui si respinge la domanda d’iscrizione presentata da alcuni socialisti cristiani<br />
provoca la pubblica presa di distanza da parte di Giovanni Bellina, che in marzo è il<br />
candidato socialista alla Camera dei Deputati nel collegio di Gemona-Tarcento. 829<br />
Spir<strong>it</strong>o gretto, settario, che non si differenzia affatto da quello tanto censurato dei<br />
cattolici cristallizzati nelle vecchie formule, e che mostra all’evidenza le qual<strong>it</strong>à dissolv<strong>it</strong>rici<br />
dell’intellettualismo borghese nella v<strong>it</strong>a socialista: la definizione di Bellina non può essere<br />
più dura. La chiusura socialista cost<strong>it</strong>uisce una risposta speculare a quella della chiesa<br />
cattolica nei confronti del modernismo: E’ da tutti risaputo che il modernismo cattolico,<br />
movimento serio che fa capo ad uomini di prim’ordine per prob<strong>it</strong>à, coltura ed ingegno, ha<br />
origine e trae sua forza dalla necess<strong>it</strong>à di liberare il cattolicismo dai legami della filosofia<br />
scolastica, legami indissolubili secondo la Chiesa ufficiale. (...) Ancor oggi il cattolicismo<br />
ufficiale combatte aspramente quanti vorrebbero per fini religiosi annientare la sua forza<br />
pol<strong>it</strong>ica e mutare le sue basi filosofiche che giustificano il dominio, l’autor<strong>it</strong>à, e fanno della<br />
chiesa uno strumento di conservazione e reazione.<br />
L’obiettivo pol<strong>it</strong>ico di Bellina si esplic<strong>it</strong>a successivamente. La questione dei<br />
socialisti cristiani si sovrappone a quella dell’ideologia ufficiale del Psi riformista, intrisa<br />
di materialismo pos<strong>it</strong>ivistico. L’anticlericalismo intransigente nasconde in realtà il<br />
terreno pol<strong>it</strong>ico comune alla sinistra borghese, in cui il classismo socialista si stinge<br />
nell’alleanza con il radicalismo e nella pratica parlamentaristica di alleanza con il blocco<br />
giol<strong>it</strong>tiano.<br />
Il Modigliani motiva e conclude il suo ordine del giorno: ...è incompatibile con<br />
l’ammissione nel part<strong>it</strong>o la propaganda di idee filosofiche ant<strong>it</strong>etiche a quelle che<br />
storicamente hanno accompagnato e sorretto il movimento socialista... - Quali sono queste<br />
idee filosofiche? Quelle che fanno capo al materialismo ed a quel certo pos<strong>it</strong>ivismo che,<br />
esorb<strong>it</strong>ando da’ suoi lim<strong>it</strong>i di semplice metodo diventò, per il volgo, vero e proprio sistema<br />
filosofico. Queste due dottrine, ormai superate e da nessun pensatore moderno - degno di tal<br />
nome - sostenute, coinvolgono forse nel loro destino anche le sorti del socialismo? (...) Gli<br />
intellettuali ed i pol<strong>it</strong>icanti mirano a ridurre il socialismo ad una stomachevole ed immorale<br />
farsa parlamentare e vorrebbero asservirlo ad una filosofia borghese conservatrice, che non<br />
giustifica affatto il movimento proletario che postula una fede viva ed attiva.<br />
Ma non è solo il pos<strong>it</strong>ivismo ad essere l’obiettivo della polemica di Giovanni<br />
Bellina, che a questo punto scopre le sue carte di sosten<strong>it</strong>ore (per quanto ancora interno<br />
al Psi) del sindacalismo rivoluzionario. Obiettivo polemico è anche il materialismo<br />
storico, di cui si sottolinea il grande valore come metodo di analisi sociale, ma si<br />
denuncia l’economicismo di fondo. La povertà teorica del marxismo <strong>it</strong>aliano negli anni<br />
del socialismo riformista prebellico non permette a Bellina un recupero dell’original<strong>it</strong>à<br />
della teoria rivoluzionaria, e lo fa scivolare sul terreno di un semplicistico volontarismo.<br />
Alla moda del socialismo pos<strong>it</strong>ivistico, che riduce la dialettica della lotta delle classi ad<br />
un percorso di progresso ineluttabile, viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a la moda della filosofia francese, in<br />
828 LF, n. 239 del 1° maggio 1909, Un ospuscolo di propaganda dimenticato. Cfr. il testo in appendice.<br />
829 Due intellettuali democratici cristiani autonomi, Quadrotta e Perroni, richiedono l’iscrizione al Psi. La<br />
direzione del Psi respinge tale richiesta, così come erano state respinte le proposte di alleanza pol<strong>it</strong>ica da parte<br />
della democrazia cristiana di Murri per le elezioni pol<strong>it</strong>iche di Roma nel 1902 e quelle più generali del 1905.<br />
Questi tentativi, come altri di laici e di sacerdoti, rappresentano esperienze minor<strong>it</strong>arie in cui si cerca di<br />
coniugare l’adesione pol<strong>it</strong>ica al movimento socialista con l’accettazione dell’analisi economica, rifiutandone<br />
invece l’ideologia materialistica. Cfr.: BEDESCHI, Lorenzo, Cattolici e comunisti. Dal socialismo cristiano ai<br />
cristiani marxisti, Milano, Feltrinelli, 1975, pagg. 11-29. Bedeschi dà una lettura del dibatt<strong>it</strong>o sulla stampa<br />
socialista nazionale diversa da quanto appare in quella friulana: con i rivoluzionari schierati in modo<br />
duramente anticlericale, ed i riformisti disponibili a qualche cauta apertura.<br />
Giovanni Bellina era il segretario della Camera del Lavoro di Udine: cfr.: TESSITORI, Tiziano, Storia del<br />
movimento cattolico in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 251.<br />
252
cui lo scientismo si mescola con lo spir<strong>it</strong>ualismo. Ecco allora che Bellina arriva ad<br />
affermare: Il dire che il Sindacato attinge le sue migliori energie dalla coscienza religiosa<br />
non è un paradosso (...) I m<strong>it</strong>i cristiani con la loro virtù susc<strong>it</strong>atrice di sane energie<br />
sovvertirono il mondo d’allora; i m<strong>it</strong>i socialisti - classi antagoniste, sciopero generale, frutto<br />
integrale del lavoro - sono gli elementi di forza da cui dipenderà l’es<strong>it</strong>o della rivoluzione<br />
proletaria, rivoluzione che sarà consacrata di sacrifici e di sangue, e non come vorrebbero i<br />
parlamentaristi, che confidano unicamente sulla viltà della borghesia e nelle piccole<br />
ipocrisie. (...) La direzione del P.S.I. che non ha accettato nel seno del part<strong>it</strong>o i cristiani<br />
socialisti, per un pregiudizio filosofico, ha dimostrato di non aver ancor cap<strong>it</strong>o né l’intima<br />
essenza religiosa del socialismo, né la sorgente della forza attiva nelle trasformazioni<br />
sociali. 830<br />
Dura, priva di qualsiasi apertura, è la replica di Cosattini. La visione della<br />
religione del rappresentante della maggioranza non si lim<strong>it</strong>a ad una cr<strong>it</strong>ica frontale<br />
dell’atteggiamento reazionario della gerarchia cattolica (il che è storicamente giustificato)<br />
ma argomenta che la religione è uno stato morboso dell’animo, e se vuolsi distinguere vari<br />
elementi nella composizione del fenomeno ammesso “animo” diremo la religione essere uno<br />
stato morboso del sentimento. Aberrazione infatti che conduce alla costruzione di un mondo<br />
che è divelto dalla realtà oggettiva ed alla pratica di cerimonie r<strong>it</strong>uali destinate a rinsaldare<br />
nel prim<strong>it</strong>ivo errore. La definizione marxiana della religione “oppio dei popoli”, rivolta alla<br />
funzione sociale della religione, viene trasformata in una volgare categoria della<br />
psicologia sociale, tanto ottusa quanto offensiva e ad essa si aggiungono affermazioni di<br />
singolare chiusura intellettuale (che negano anche quella forma di ingenuo socialismo<br />
cristiano e sentimentale che permea tanti esponenti del Psi, da Prampolini a De Amicis)<br />
come ad esempio quella secondo cui il senso dell’insegnamento di Cristo è incompatibile<br />
con la modern<strong>it</strong>à, in quanto pura rinunzia alla v<strong>it</strong>a terrena. 831<br />
La presa di posizione contro i socialisti cristiani viene giustificata da impellenti<br />
necess<strong>it</strong>à di scristianizzazione della classe lavoratrice: Avevamo accennato, giustificando il<br />
deliberato della direzione, al preciso dovere rivoluzionario di emancipare il proletariato da<br />
tutto il peso dei pregiudizi che sotto il nome di cristianesimo ed in ispecie di cattolicismo<br />
concorre a tenerlo abbrutt<strong>it</strong>o in una schiav<strong>it</strong>ù secolare, ed a precludergli il giorno della sua<br />
risurrezione (...) vediamo nella lotta contro ogni sopravvivenza religiosa una imprescindibile<br />
necess<strong>it</strong>à della nostra grande guerra. 832<br />
E’ triste valutare con quale violento anticlericalismo volgare si esprima<br />
l’esponente principale del socialismo friulano. Al suo semplicismo può replicare<br />
facilmente Bellina, contestando la povertà intellettuale delle parole di Cosattini e<br />
chiamando in causa il dibatt<strong>it</strong>o in corso nella filosofia contemporanea. Sulla insufficienza<br />
della scienza e sul suo carattere di contingenza, il compagno C. potrà con vantaggio studiare<br />
un po’ il Bergson, Poincaré, Schiller, Duhem, e molti altri ancora. E conclude, riportando la<br />
polemica sul piano della pol<strong>it</strong>ica: Un’altra cosa ancora, e poi basta: il mio articolo<br />
precedente non voleva in sostanza altro mostrare che è assurdo di legare le sorti del<br />
socialismo, che è v<strong>it</strong>a, ad una data filosofia, assurd<strong>it</strong>à che porterebbe a fare del socialismo<br />
una chiesa misera anziché movimento destinato a travolgere la società dell’oggi mutando<br />
tutti i rapporti economici ed i valori morali. 833<br />
La lotta contro l’anticlericalismo mira alle basi ideologiche della maggioranza<br />
riformista che predomina nel part<strong>it</strong>o. Allo stesso obiettivo corrisponderà la lotta contro la<br />
massoneria pochi anni dopo, quando nel part<strong>it</strong>o prenderà il sopravvento la sinistra<br />
rivoluzionaria guidata da Ben<strong>it</strong>o Mussolini: in ambedue i casi l’obiettivo polemico vero è<br />
la pol<strong>it</strong>ica di concentrazione popolare fra i riformisti socialisti ed i part<strong>it</strong>i della sinistra<br />
borghese. 834<br />
A contrario, testimonia della storica insofferenza degli ambienti sindacalisti<br />
rivoluzionari contro l’anticlericalismo dei socialisti moderati un articolo di Arturo<br />
Labriola, pubblicato originariamente sulla Propaganda di Napoli e ripreso come ed<strong>it</strong>oriale<br />
da Il Lavoratore Socialista due anni prima. In esso Labriola prende le distanze da quello<br />
830 LF, n. 250 del 18 luglio 1909, pag. 1, Filosofia materialista e socialismo (Discutendo una deliberazione<br />
della Direzione del Part<strong>it</strong>o).<br />
831 LF, n. 251 del 24 luglio 1909, pag. 2, NEO CRISTIANI E SOCIALISTI. Discutendo con Giovanni Bellina.<br />
Paolo Alatri attribuisce questo articolo, siglato C., a Giovanni Cosattini: cfr.: ALATRI, Paolo, c<strong>it</strong>., pag. 61.<br />
832 LF, n. 252 del 24 luglio 1909, pag. 2, NEO CRISTIANI E SOCIALISTI. REPLICANDO.<br />
833 LF, n. 252 del 24 luglio 1909, pagg. 1 e 2, NEO CRISTIANI E SOCIALISTI.<br />
834 In realtà il volontarismo di marca francese non fornirà il bagaglio culturale per un’alternativa di sinistra al<br />
riformismo, bensì sarà in gran parte l’officina ideologica della controffensiva della destra, che potrà inglobare,<br />
già negli anni della svolta imperialista della guerra di Libia prima, e della guerra mondiale poi, pezzi consistenti<br />
dello stesso sindacalismo rivoluzionario. In quegli stessi anni l’alternativa teorica sorgerà dalla riconsiderazione<br />
(mediata in alcuni casi dalla filosofia idealistica <strong>it</strong>aliana) del pensiero marxista in alcuni ambienti giovanili<br />
socialisti, come quello napoletano riun<strong>it</strong>o attorno ad Amadeo Bordiga e quello torinese da cui emerse<br />
successivamente come principale esponente Antonio Gramsci. Cfr. a propos<strong>it</strong>o della nasc<strong>it</strong>a del marxismo<br />
rivoluzionario in Italia negli anni della prima guerra mondiale: CORTESI, Luigi, c<strong>it</strong>.<br />
253
che considera un malinteso classismo, che porterebbe ad abbandonare la battaglia<br />
anticlericale a causa della frammistione con ambienti borghesi. E’ invece il commento del<br />
settimanale socialista friulano a condividere le motivazioni sindacaliste (accusando<br />
Labriola di atteggiamento incoerente), mentre il laicismo governativo prevalente in<br />
Francia viene denunciato come borghese e controproducente. 835<br />
Di fronte al prolungarsi della polemica sulla compatibil<strong>it</strong>à fra fede religiosa e<br />
mil<strong>it</strong>anza socialista, Il Lavoratore Friulano interverrà nuovamente nel novembre 1909 con<br />
un passo della triestina Giuseppina Martinuzzi, che rappresenta un’ulteriore netta<br />
chiusura. La Martinuzzi traduce un articolo del vecchio comunardo Amilcare Cipriani,<br />
dall’inequivoco t<strong>it</strong>olo Non preti nel nostro part<strong>it</strong>o. 836<br />
La polemica anticlericale fa da sfondo ad un altro avvenimento: la raccolta di aiuti<br />
per le v<strong>it</strong>time del disastroso terremoto/maremoto che il 28 dicembre 1908 ha distrutto le<br />
c<strong>it</strong>tà di Messina e Reggio Calabria. 837 Si ridicolizzano le opinioni comparse sulla stampa<br />
religiosa secondo le quali sarebbero state pun<strong>it</strong>e c<strong>it</strong>tà antireligiose, ove la sinistra aveva<br />
una grande forza. Anzi, alle posizioni della stampa filogovernativa che cr<strong>it</strong>ica in modo<br />
razzista l’indolenza delle popolazioni meridionali, si risponde con forza - tram<strong>it</strong>e il<br />
socialista sacilese Enrico Fornasotto - dando voce alle storiche rivendicazioni del<br />
meridionalismo: il Sud è stato conquistato dai Savoia e trattato come una colonia,<br />
lasciato in condizioni di arretratezza sociale abbandonandolo allo sfruttamente del<br />
latifondo, mentre intanto le risorse nazionali venivano dilapidate nelle sciagurate<br />
avventure coloniali africane. 838<br />
La polemica sul dopo-terremoto ha anche un altro significato: se nel gennaio<br />
1909 Il Paese dà grandissimo risalto al terremoto appena avvenuto ed alle iniziative di<br />
solidarietà, l’occasione viene sfruttata per una campagna di solidarietà con le forze<br />
armate nazionali attaccate dalla propaganda antimil<strong>it</strong>arista per l’inefficienza<br />
inversamente proporzionale ai loro costi (ad esempio si c<strong>it</strong>ano letteralmente le<br />
espressioni di stima per le forze armate dell’assessore socialista romano Rossi Doria) e<br />
per attaccare l’Austria, accusata di sciacallaggio in quanto nella stampa di quel paese si<br />
fa notare come gran parte degli aiuti non vadano alle v<strong>it</strong>time ma all’eserc<strong>it</strong>o ed alla<br />
marina <strong>it</strong>aliane. Viene invece messo in rilievo il contributo ai soccorsi di una nave della<br />
marina russa accorsa sul posto. 839<br />
Contemporaneamente da parte socialista si raccolgono imponenti sottoscrizioni<br />
fra gli operai: a Torre, sotto lo stimolo del consigliere socialista Ilario Fantuzzi, i cotonieri<br />
835 LF, n. 119 del 2 marzo 1907, pag. 1, Anticlericalismo e sindacalismo.<br />
836 LF, n. 268 del 20 novembre 1909, pag. 1, Preti socialisti? Cfr. il testo dell’articolo in appendice.<br />
837 P, nn. 299 di martedì 29 dicembre 1908, pag. 1, Il terremoto di nuovo in Calabria e Sicilia. L’orribile<br />
disastro. Paesi interi abbattuti – V<strong>it</strong>time umane – Messina quasi totalmente distrutta, 300 di mercoledì 30<br />
dicembre 1908, pag. 1, LA IMMANE SVENTURA NAZIONALE. Maremoto e terremoto – Messina e Reggio<br />
distrutte. CENTOMILA MORTI e 301 di giovedì 31 dicembre 1908, pag. 1, Il grande lutto nazionale. La<br />
grav<strong>it</strong>à del disastro cresce – Gl’incendi – Ecatombe umane – Soldati e funzionari morti – I Sovrani e i<br />
Ministri sul luogo del disastro.<br />
838 Questo intervento di Fornasotto permette di richiamare il giudizio togliattiano sulla pol<strong>it</strong>ica giol<strong>it</strong>tiana, che<br />
favorisce il movimento operaio padano a discap<strong>it</strong>o delle plebi meridionali, con il risultato di inserire un cuneo<br />
nella possibile alleanza fra contadini ed operai, come si era delineata con i moti dei Fasci siciliani negli anni<br />
della cost<strong>it</strong>uzione del Psi. Differenziandosi dal duro giudizio di tanta storiografia verso la gestione riformista del<br />
Psi, Togliatti la giustifica invece pragmaticamente, considerandola come il portato di una s<strong>it</strong>uazione oggettiva<br />
nei rapporti di classe. Riferendosi a Giol<strong>it</strong>ti, egli osserva: Si può osservare che l’ispirazione pol<strong>it</strong>ica è qui<br />
ancora, in sostanza, di un conservatore intelligente, che propone il metodo democratico per timore del<br />
peggio; vi è però quel chiaro accenno alla divisione del potere “coi rappresentanti delle classi popolari”,<br />
che apre un orizzonte nuovo, e vi sono, soprattutto, accacnto alle considerazioni di pura opportun<strong>it</strong>à<br />
pol<strong>it</strong>ica, quelle sulle condizioni di v<strong>it</strong>a degli operai e dei contadini, che segnano una rottura decisa col<br />
modo di ragionare delle vecchie classi dirigenti. (...) La sua azione economica e sociale è quindi lim<strong>it</strong>ata,<br />
unilaterale. Agli operai del Settentrione concede, oltre alla libertà di organizzazione e di sciopero, non<br />
indifferenti altri vantaggi, quali l’ammissione delle cooperative di lavoro a certi appalti per lavori<br />
pubblici e alcune buone leggi protettive, relative al lavoro notturno, quello delle donne e dei bambini, il<br />
riposo domenicale, ecc. (...) Degli spontanei movimenti delle plebi meridionali, analoghi,<br />
sostanzialmente, agli scioperi del Nord, non si comprende il profondo significato economico e sociale.<br />
Sono pura rivolta e contro di essi vale, come sola ragione, la forza armata dello Stato. I confl<strong>it</strong>ti con la<br />
forza pubblica e i ripetuti eccidi di lavoratori denunciano in modo flagrante il vizio del sistema, che è<br />
vizio organico di tutto il liberalismo e di tutta la democrazia <strong>it</strong>aliana. (...) Prima di tutto è da respingere<br />
la cr<strong>it</strong>ica che si fa ancora adesso di frequente alle organizzazioni operaie settentrionali per la pressione<br />
da loro eserc<strong>it</strong>ata sui governi allo scopo di ottenere migliori condizioni per i loro organizzati con misure<br />
di qualsiasi natura. Questa è la funzione storica della classe operaia. (...) Le concessioni e i favori al<br />
movimento operaio del Nord erano ammissibili proprio perché il part<strong>it</strong>o socialista nel suo complesso non<br />
collaborava nel governo, non si lasciava inserire senza residui nel sistema della oligarchia giol<strong>it</strong>tiana, e<br />
quindi rimaneva al movimento meridionale, per quanto arretrato, un punto di riferimento che doveva<br />
avere in segu<strong>it</strong>o un inapprezzabile valore. Cfr.: TOGLIATTI, Palmiro, Discorso su Giol<strong>it</strong>ti, Roma, Rinasc<strong>it</strong>a,<br />
1950, pagg. 50-51, 58-59, 82-83 e 90.<br />
839 P, n. 20 di venerdì 22 gennaio 1909, pag. 1, LA VERA VERITA’. Cfr. il testo in appendice.<br />
254
accolgono 2174,60 lire, nonostante il boicottaggio di alcuni capi reparto. La quota<br />
richiesta agli operai è quella equivalente ad una giornata di lavoro; inoltre i socialisti, per<br />
rendere più veloci i versamenti, hanno scelto di non aprire conti pressi i propri giornali<br />
(Avanti!, L’Asino e Il Lavoratore Friulano) e di indirizzare i fondi ai com<strong>it</strong>ati dei singoli<br />
paesi colp<strong>it</strong>i. Anche questo aspetto provoca una polemica con le organizzazioni clericali,<br />
che accusano i socialisti di aver trascurato gli aiuti uman<strong>it</strong>ari. Infine, i socialisti - dopo<br />
aver lasciato passare un aumento fiscale motivato dal governo con la necess<strong>it</strong>à di<br />
sostenere gli aiuti alle popolazioni terremotate - rilevano come questi stessi fondi<br />
avrebbero potuto ben essere sottratti alle rilevanti spese mil<strong>it</strong>ari, e come probabilmente il<br />
governo abbia utilizzato questa contingenza proprio per rendere più disponibile e<br />
flessibile la spesa mil<strong>it</strong>are. 840<br />
4.3.4 - Le elezioni pol<strong>it</strong>iche del marzo 1909.<br />
Nell’ottobre 1908 da parte del Psi pordenonese riprendono gli appelli ai lavoratori<br />
per l’iscrizione alle liste elettorali, in vista del confronto comunale e delle elezioni<br />
pol<strong>it</strong>iche che si terranno l’anno successivo. I socialisti decidono che si presenteranno<br />
autonomamente, per riaffermare con maggior forza le loro ideal<strong>it</strong>à e propagandarle<br />
soprattutto nei comuni circostanti. Domenica nei locali della Società Operaia i<br />
rappresentanti le leghe di miglioramento e i soci del circolo socialista tennero un’adunanza<br />
per discutere l’atteggiamento da assumere e la tattica da seguire nell’eventual<strong>it</strong>à di<br />
prossime elezioni pol<strong>it</strong>iche. L’adunanza riuscì numerosa e va rilevata la deliberazione presa<br />
a grandissima maggioranza. In massima si è stabil<strong>it</strong>o che il part<strong>it</strong>o socialista si affermi con<br />
un candidato proprio e questo per aver maggior e miglior occasione di far della propaganda<br />
socialista in c<strong>it</strong>tà e fuori, cioè nella campagna. Si è anche deliberato d’incominciare in<br />
questo periodo invernale a tener dei comizi e delle conferenze nei vari luoghi del collegio<br />
rispondendo alle richieste che da ciascuna parte venissero fatte. Con questo il part<strong>it</strong>o non<br />
sogna immediate v<strong>it</strong>torie, ma nutre fede di giovare al suo ideale e scavare un solco al seme<br />
che, presto o tardi dovrà germogliare. 841<br />
Domenica 14 febbraio 1909 si tiene presso i locali de Il Lavoratore Friulano in<br />
Udine un convegno dei rappresentanti delle sezioni e nuclei socialisti del Friuli per<br />
decidere la linea per le imminenti elezioni pol<strong>it</strong>iche. Sono particolarmente numerosi i<br />
rappresentanti del collegio di Udine e di quello di Spilimbergo, mentre altre realtà,<br />
soprattutto la Carnia, sono assenti a causa di una nevicata caduta nei giorni precedenti.<br />
Nei collegi di Spilimbergo e di Tolmezzo il part<strong>it</strong>o è maggiormente organizzato e si spera<br />
in un risultato pos<strong>it</strong>ivo alle elezioni, che si terranno eccezionalmente in un periodo di<br />
presenza in patria degli emigranti stagionali. La riunione ha carattere di orientamento<br />
generale, lasciando poi a quelle che si svolgeranno a livello collegiale la decisione<br />
defin<strong>it</strong>iva in materia. Dopo ampia discussione teorica, nella quale si r<strong>it</strong>iene che le<br />
elezioni non abbiano un valore essenziale per il movimento socialista, si decide di<br />
concentrarsi su quei collegi nei quali sia maggiore la possibil<strong>it</strong>à di riusc<strong>it</strong>a, o almeno un<br />
risultato che serva da sprone alla cresc<strong>it</strong>a del part<strong>it</strong>o od a meglio precisare la sua<br />
pol<strong>it</strong>ica. Dopo aver fatto cadere sub<strong>it</strong>o la proposta di presentare candidature in ogni<br />
collegio, ci si concentra su quelli di Udine, Tolmezzo e Spilimbergo.<br />
Per Udine un gruppo di operai, che veramente vivono fuori del movimento<br />
socialista, insistono per la candidatura autonoma: essi sono maggior<strong>it</strong>ari su quelli che<br />
invece propongono l’alleanza con i radicali. Si decide infine, sia per l’impossibil<strong>it</strong>à<br />
dell’alleanza, sia per l’inutil<strong>it</strong>à di affrontare una lotta da posizioni di debolezza, di<br />
consigliare le sezioni del collegio di disinteressarsi della lotta elettorale. Si decide di<br />
candidare invece a Tolmezzo l’avvocato Riccardo Spinotti, con buone possibil<strong>it</strong>à di<br />
successo. Fu trattato in segu<strong>it</strong>o dello Spilimberghese e tenutosi conto di un vastissimo<br />
movimento attivo in special modo nelle sue plaghe di maggiore emigrazione, per cui si<br />
hanno sicure promesse di una buona affermazione che sarà affidamento di v<strong>it</strong>toria in una<br />
840 LF, nn. 222 del 16 gennaio 1909, Pro Calabria e La Santa bottega, 223 del 23 gennaio 1909, TORRE e 224<br />
del 30 gennaio 1909, Pro Calabria, La ver<strong>it</strong>à clericale e In guardia!<br />
Molto diversa la versione di don Lozer, ripresa dal settimanale diocesano: Il paese di Torre diede esempio<br />
preclaro di comprensione e di solidarietà. Allora contava 3200 ab<strong>it</strong>anti; si raccolsero 2300 lire (oro)<br />
superando in proporzione ogni altro paese. Il parroco lanciò in chiesa l’idea di devolvere il salario di<br />
mezza giornata di lavoro per i sinistrati. La proposta, discussa poi nelle osterie e nelle fabbriche, fu<br />
accolta. Si associarono anche gli stabilimenti tessili di Rorai e di Pordenone, le d<strong>it</strong>te fecero altrettantoe<br />
così si è riusc<strong>it</strong>i a spedire a Mileto di Calabria un vagone di tela per i terremotati. (La Concordia, 17-1-<br />
1909). Cfr.: LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pag. 27.<br />
841 LF, nn. 208 del 10 ottobre 1908, Fatevi Elettori e 212 del 7 novembre 1908, Per le elezioni.<br />
255
prossima lotta pol<strong>it</strong>ica, deliberò di scendere in campo designando a candidato del part<strong>it</strong>o<br />
l’avv. Giovanni Cosattini. 842<br />
Mentre in Carnia e ad Udine appare realizzato un tac<strong>it</strong>o accordo di non<br />
belligeranza fra socialisti e radicali, con Il Paese impegnato a sostenere la candidatura di<br />
Spinotti mentre i socialisti non si contrappongono a Girardini, nel collegio di Maniago-<br />
Spilimbergo, soprattutto sulla base del sostegno dell’Amministrazione Comunale di<br />
Meduno, i radicali entrano inizialmente in concorrenza con i socialisti presentando la<br />
candidatura di Domenico Pecile, che però tramonta in poche settimane. I radicali quindi<br />
sostengono esplic<strong>it</strong>amente non solo Spinotti a Tolmezzo e Cosattini a Spilimbergo, pur<br />
lamentando la maggior possibil<strong>it</strong>à di successo che avrebbero avuto i loro Caratti e Pecile,<br />
ma anche la candidatura di bandiera di Podrecca a Cividale. 843<br />
A Pordenone l’indizione delle elezioni pol<strong>it</strong>iche per il 7 marzo 1909 coglie i<br />
socialisti ed i radicali in uno stato di incertezza. Fino a poche settimane dal voto nessuna<br />
delle due componenti della sinistra pordenonese riesce ad esprimere una candidatura,<br />
ed il gioco viene lasciato ai liberali ed ai clericali, con questi ultimi in condizione di<br />
subaltern<strong>it</strong>à alle forze governative. 844<br />
Visto che l’uscente on. Monti riceve assicurazioni di essere fra i prossimi senatori<br />
designati dall’on. Giol<strong>it</strong>ti, i radicali si riuniscono a Sacile e propongono l’avvocato Carlo<br />
Policreti, che appare favor<strong>it</strong>o rispetto alle possibili candidature dei moderati, dopo il<br />
consistente risultato delle precedenti elezioni del 1904. Si cost<strong>it</strong>uisce un com<strong>it</strong>ato<br />
popolare che pubblica il manifesto patrocinante la candidatura: è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da Enea<br />
Ellero, dall’avv. G. B. Cavarzerani, dall’ avv. Antonio Cristofori di Aviano, dal prof.<br />
Federico Flora, dal cav. Antonio Polese e dall’avv. Sebastiano Brascuglia di Cordenons.<br />
Gli si contrappone da parte moderata l’avvocato Chiaradia, che non ha finora fatto<br />
attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica, mentre la persona dell’avv. Policreti è ben nota; Egli da molti anni spende<br />
la sua attiv<strong>it</strong>à, in Consigli di Comuni, in Opere pie, di Sodalizi privati, nel Consiglio della<br />
nostra Provincia. 845<br />
La scelta per i socialisti è quella di non presentarsi e di sostenere il candidato<br />
radicale. L’isolamento minor<strong>it</strong>ario della classe operaia si fa sentire ancora: similmente ad<br />
Udine, i socialisti non riescono a presentare una candidatura autonoma, a differenza dei<br />
distretti montani di Spilimbergo-Maniago, Tolmezzo, Gemona-Tarcento e Cividale 846 ,<br />
dove si correrà da soli e, in ben due casi, si mancherà di poco l’elezione grazie alla<br />
compattezza ed alla coscienza dei lavoratori emigranti. Il part<strong>it</strong>o socialista, r<strong>it</strong>enuto non<br />
peranco maturo il momento per una candidatura socialista, e causa di dispersione di voti a<br />
danno della democrazia, un’affermazione propria, ha deliberato di appoggiare l’avv. Policreti,<br />
che in ogni occasione ha addimostrato il suo vivo interessamento a favore dei diseredati e in<br />
difesa dei dir<strong>it</strong>ti proletari. I moderati, nemici dichiarati di Giol<strong>it</strong>ti, pur di avere l’appoggio e,<br />
più che tutto, i soldi dei fondi segreti, dopo aver ricevuto varie ripulse, si sono posati al<br />
Chiaradia, che, tanto per indossare una livrea e godere dei benefici sopradetti, si trucca col<br />
mer<strong>it</strong>o di giol<strong>it</strong>tiano e per non dispiacere ai preti si tinge di nero clericale per nascondere il<br />
suo ateismo professato fino alla vigilia dell’offertagli candidatura. Il com<strong>it</strong>ato che lo sostiene<br />
è composto di affaristi e di cap<strong>it</strong>alisti massoni: siamo curiosi di vedere se i preti che<br />
pretendono far credere che essi intendono proteggere la religione e avere a cuore<br />
l’elevazione morale e materiale del proletariato, avranno la spudoratezza di tener bordone a<br />
un candidato ateo colla maschera di clericale, e a un com<strong>it</strong>ato affaristico e massone nemico<br />
delle classi lavoratrici. 847<br />
842 P, n. 40 di lunedì 15 febbraio 1909, pag. 2, Il convegno della Federazione socialista, firmato La<br />
Federazione Prov. Socialista.<br />
843 P, nn. 46 di lunedì 22 febbraio 1909, pag. 2, Collegio Spilimbergo-Maniago. Contro l’on. Odorico, 47 di<br />
martedì 23 febbraio 1909, pag. 1, Collegio Spilimbergo-Maniago. La proclamazione plebisc<strong>it</strong>aria della<br />
candidatura del prof. comm. Domenico Pecile, 48 di mercoledì 24 febbraio 1909, pag. 2, Collegio<br />
Spilimbergo-Maniago. Dopo la riunione di Meduno. L’avv. Zatti per Domenico Pecile, 51 di sabato 27<br />
febbraio 1909, pag. 1, Collegio Spilimbergo-Maniago. Le benemerenze dell’on. O. O.<br />
844 LF, nn. 226 del 30 gennaio 1909, Elezioni e 227 del 20 febbraio 1909, In tema d’elezioni.<br />
845 P, nn. 43 di giovedì 18 febbraio 1909, pag. 2, L’on. Monti senatore e Collegio di Pordenone. Per l’avv.<br />
Carlo Policreti e 49 di giovedì 25 febbraio 1909, pag. 2, Collegio di Pordenone. Per Carlo Policreti, 50 di<br />
venerdì 26 febbraio 1909, pag. 2, stesso t<strong>it</strong>olo,<br />
846 LF, n. 230 del 2 marzo 1909, pag. 1, Collegio di Cividale: in quest’ultimo collegio la decisione di presentarsi<br />
è fatta all’ultimo istante, per ragioni di bandiera, candidando il direttore dell’Asino Guido Podrecca, la cui<br />
famiglia è originaria di Cividale.<br />
847 LF, n. 229 del 27 febbraio 1909, Collegio di Pordenone-Sacile. La lotta elettorale.<br />
La deroga alla presentazione autonoma dei socialisti - che in quelle elezioni vedono crescere la loro<br />
rappresentanza parlamentare da 26 a 42 deputati - era stata stabil<strong>it</strong>a in un ordine del giorno proposto<br />
alla direzione del Psi del 13 febbraio 1909 da Emanuele Modigliani ed approvato all’unanim<strong>it</strong>à. Laddove i<br />
socialisti si trovassero in condizioni di indubbia minoranza e fosse possibile l’elezione di un<br />
parlamentare radicale o repubblicano, il Psi avrebbe fatto confluire i suoi voti a loro favore, qualora la<br />
loro azione pol<strong>it</strong>ica fosse coerente con le direttive stabil<strong>it</strong>e dal congresso socialista di Firenze. Cfr.:<br />
PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., volume secondo, pagg. 123-124.<br />
256
Il sostegno socialista è esplic<strong>it</strong>o, come emerge dalla dichiarazione di accettazione<br />
di Policreti su Il Paese: egli presenta un programma in cui sono forti le rivendicazioni<br />
comuni alla sinistra, pur inframmettendo fra queste, insieme alla classica richiesta di<br />
riduzione della ferma di leva, l’interventistica dichiarazione della necess<strong>it</strong>à di<br />
ristrutturare l’eserc<strong>it</strong>o al fine di rafforzare la difesa al confine orientale del paese, in<br />
funzione antiaustriaca. 848<br />
La candidatura di Carlo Policreti e l’appoggio socialista permettono di mobil<strong>it</strong>are i<br />
lavoratori: la partecipazione e l’interesse vengono colti anche nei centri più arretrati del<br />
collegio, ed il dibatt<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico si polarizza attorno alla scelta fra due candidature che<br />
assumono una netta connotazione di classe. Il risultato è pos<strong>it</strong>ivo al primo turno<br />
elettorale, quando la differenza fra i due candidati è di appena dodici voti, e Pordenone<br />
premia con 200 voti di maggioranza Policreti.<br />
Dopo il primo turno elettorale, le direzioni dei part<strong>it</strong>i radicale, socialista e<br />
repubblicano decidono il reciproco appoggio per i ballottaggi, che in Friuli riguardano i<br />
radicali Luzzatto a San Daniele e Policreti a Pordenone ed il socialista Spinotti a<br />
Tolmezzo. L’on. Giuseppe Girardini, deputato radicale udinese e leader del part<strong>it</strong>o<br />
friulano, si impegna - su richiesta dei compagni di part<strong>it</strong>o carnici - a favore del socialista<br />
Riccardo Spinotti nel ballottaggio contro il ministeriale Valle. A Pordenone la sera di<br />
mercoledì 10 marzo si tiene un comizio al Salone Coiazzi promosso dal com<strong>it</strong>ato<br />
democratico per sostenere la candidatura Policreti. Oltre al prof. Del Piero, che presiede,<br />
ed ai radicali Antonio Cristofori e Barzan interviene l’avv. Rosso per i socialisti. 849<br />
Al secondo turno, la v<strong>it</strong>toria arride invece a Chiaradia: radicali e socialisti<br />
spiegano il successo di Chiaradia a Pordenone con le pressioni indeb<strong>it</strong>e dell’apparato<br />
dello Stato e con l’intenso sostegno giunto dai clericali: ma come sempre succede a<br />
Pordenone, non una parola di ringraziamento giunge dai moderati verso i provvidenziali<br />
soccorr<strong>it</strong>ori. Anche i don Lozer ed i don Giordani si sono schierati dalla parte del potere<br />
contro gli interessi popolari. La pubblicazione, ripresa dal Secolo, dell’elenco dei 77<br />
parlamentari eletti grazie al voto cattolico, fa definire da quel momento Chiaradia l’on. 39<br />
dai socialisti pordenonesi, per il posto riservatogli in quella graduatoria. Fra le<br />
scorrettezze della campagna elettorale, viene denunciato pure il voto un sacerdote in più<br />
di un seggio. D’altra parte la scelta clericale ha provocato una radicalizzazione che ha<br />
scosso anche gli ambienti più arretrati del collegio, mentre a Pordenone c<strong>it</strong>tà si conferma<br />
anche al secondo turno la maggioranza di sinistra. 850<br />
Al termine della campagna elettorale del 1909, Giovanni Cosattini, che ha<br />
mancato di poco l’elezione nel suo collegio (prevalendo in quasi tutti i comuni montani<br />
dove il Segretariato dell’Emigrazione organizza i lavoratori migranti, e perdendo al<br />
contrario a Spilimbergo e soprattutto a Maniago, feudo dei conti d’Attimis-Maniago)<br />
rivolge un messaggio di ringraziamento Ai compagni ed amici del Collegio Spilimbergo-<br />
Maniago. Anche a Tolmezzo i socialisti hanno sfiorato la v<strong>it</strong>toria per un soffio, con<br />
l’avvocato Spinotti praticamente eletto al primo turno, che però si vede sottrarre la<br />
v<strong>it</strong>toria con un contestato rinvio al secondo turno, dove prevale il deputato moderato<br />
uscente Valle. Cosattini esprime la soddisfazione per un risultato che consolida la<br />
presenza del part<strong>it</strong>o in Friuli e si rammarica per il fatto che la stagione e la brev<strong>it</strong>à della<br />
campagna elettorale non abbiano permesso di giungere in tutto il terr<strong>it</strong>orio del collegio.<br />
Negli ed<strong>it</strong>oriali de Il Lavoratore Friulano si sottolinea invece come il principale dato<br />
elettorale, anche in Friuli, sia l’ampliamento della forza elettorale socialista, con la<br />
cresc<strong>it</strong>a dei deputati socialisti ed il contemporaneo ridimensionamento del pericolo<br />
848 P, n. 51 di sabato 27 febbraio 1909, pag. 2, Collegio di Pordenone. Per Carlo Policreti. Cfr. il testo in<br />
appendice.<br />
849 P, n. 60 di giovedì 11 marzo 1909, pag. 1, Radicali, repubblicani e socialisti combatterannno assieme<br />
nelle elezioni di ballottaggio. I ballottaggi in Friuli e 2, Per Carlo Policreti. Comizio al Coiazzi; LF, n. 232<br />
del 13 marzo 1909, pag. 2, Conferenze.<br />
850 LF, nn. 231 del 6 marzo 1909, pag. 2, Collegio di Pordenone-Sacile, Lotta elettorale, 232 del 15 marzo<br />
1909, pag. 1, Il ballottaggio, 233 del 20 marzo 1909, pag. 3, Dopo la lotta, 234 del 27 marzo 1909, pag. 4,<br />
Strascichi elettorali e SACILE, L’on. 39, 235 del 3 aprile 1909, pag. 1, Denuncia e 248 del 3 luglio 1909,<br />
pag. 4, Scandalosa assoluzione; P, nn. 65 di mercoledì 17 marzo 1909, pag. 1, Dopo la v<strong>it</strong>toria dell’equivoco,<br />
66 di giovedì 18 marzo 1909, pag. 2, Dopo la v<strong>it</strong>toria clerico-moderata e 68 di sabato 20 marzo 1909, pag. 2,<br />
Seconda lettera aperta. All’on. avv. cav. Attilio Chiaradia, deputato del contado di Pordenone per<br />
grazia dei preti e volontà di Giol<strong>it</strong>ti, articolo dell’avv. Enrico Fornasotto.<br />
L’on. Chiaradia raccoglie il consenso dei clericali in una realtà così giudicata dal quotidiano cattolico friulano Il<br />
Crociato: E in nessun luogo come a Pordenone, ove il part<strong>it</strong>o moderato ed il cattolico si sono evoluti forse<br />
meglio che in qualunque altro centro della provincia, è logica alleanza.<br />
Attilio Chiaradia, nato a Caneva di Sacile nel 1866, al momento della designazione eserc<strong>it</strong>a la professione di<br />
avvocato a Vicenza. Il risultato elettorale, nella votazione di ballottaggio, è di 3001 voti per Chiaradia e di 2267<br />
per Policreti. Cfr.: RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 145-149<br />
257
appresentato dal voto cattolico, che non riesce a rafforzare il governo giol<strong>it</strong>tiano né ad<br />
ottenere una consistente rappresentanza autonoma.<br />
Ma il pos<strong>it</strong>ivo risultato elettorale ripropone la questione del suffragio universale,<br />
oltre che della sproporzione fra il numero di elettori di un collegio e di un altro,<br />
ovviamente a discap<strong>it</strong>o dei collegi urbani (in modo da favorire i collegi agricoli ove più<br />
forti sono gli interessi dei grandi proprietari: a San V<strong>it</strong>o al Tagliamento gli elettori sono<br />
3528, mentre ad Udine sono 11177). Gli elettori medi sono 105 su mille ab<strong>it</strong>anti, con<br />
differenze che vanno dai 72 di Cividale, agli 85 di Gemona, ai 90 di San V<strong>it</strong>o, ai 95 di<br />
Tolmezzo, fino ai 128 di Udine. Nel riproporre l’urgenza dell’approvazione di una riforma<br />
elettorale proporzionale, si rilancia però la parola d’ordine dell’alfabetizzazione e<br />
dell’iscrizione nelle liste elettorali del maggior numero di elettori possibile, superando la<br />
paura che l’aumento del corpo elettorale rinforzi i clericali e ponendosi l’obiettivo di<br />
giungere alla v<strong>it</strong>toria fin dalle prossime elezioni. Una richiesta parallela, che tiene conto<br />
della particolare s<strong>it</strong>uazione friulana, è quella della concessione del voto epistolare per gli<br />
emigranti temporanei.<br />
Il rafforzamento socialista è imponente, come appare dalla tabella dei risultati dal<br />
1895 al 1909 pubblicata nel settimanale socialista friulano. A partire dalle prime<br />
candidature negli anni successivi alla creazione del part<strong>it</strong>o, sostenute da poche decine di<br />
voti, si è giunti a risultati massicci, vicini alla v<strong>it</strong>toria elettorale in alcuni collegi, anche se<br />
ancora di dimensioni ridotte in altri. Un altro aspetto importante è rivelato proprio dalle<br />
elezioni pol<strong>it</strong>iche del 1909: per la prima volta le candidature socialiste sono<br />
prevalentemente locali, mentre in tutte le elezioni precedenti gli esponenti scelti dal Psi<br />
erano stati individuati fra i dirigenti nazionali. L’unica eccezione precedente era stata la<br />
candidatura dell’udinese Emilio Driussi a Palmanova nel 1904, che raggiunge grazie al<br />
sostegno congiunto dei radicali un lusinghiero risultato, di poco inferiore al migliaio di<br />
voti. 851<br />
4.3.5 - La sconf<strong>it</strong>ta.<br />
Le elezioni amministrative generali per il comune di Pordenone sono convocate<br />
per domenica 2 maggio. I socialisti annunciano la loro presentazione, pur riscontrando<br />
un clima negativo rispetto all’amministrazione radicale uscente. Il Psi decide di<br />
presentare alle elezioni comunali cinque candidati: si tratta dei consiglieri uscenti<br />
Degan, Ellero, Ilario Fantuzzi e Giuseppe Bresin, e di Rosso (non è indicato quale dei<br />
fratelli, ma scopriremo successivamente che si tratta di tutti e due). Netta l’indicazione di<br />
voto: Ricordiamo al paese che ad ogni costo si deve impedire coll’arma civile del voto che il<br />
Municipio ricada nelle mani inerti e inette delle vecchie cariatidi clerico-moderate che non<br />
hanno fatto mai nulla e dormendo sempre della grossa avevano ridotto il paese come una<br />
cloaca, prima che sorgesse la democrazia. 852<br />
In coincidenza con la campagna elettorale cade la festa del Primo Maggio, che<br />
viene celebrata adeguatamente dal Psi, in particolare proponendo al comizio la votazione<br />
di un ordine del giorno contro l’on. Chiaradia che non ha votato per l’abolizione della<br />
tassa sul macinato. Al comizio alla sala Coiazzi partecipano un migliaio di<br />
manifestanti. 853<br />
Il Primo Maggio 1909 a Pordenone vede al mattino un corteo dei popolari ed alle<br />
17 alla Sala Coiazzi un comizio dei clericali. Al corteo, non molto numeroso, partecipano<br />
851 LF, nn. 232 del 13 marzo 1909, pag. 1, Collegio di Spilimbergo-Maniago, Dopo le elezioni, 233 del 20<br />
marzo 1909, pag. 1, La nostra marcia ascendente, Per una grande battaglia e per una umile cura. Cfr. la<br />
tabella in appendice, ampliata con i risultati successivi del 1913, quando si tengono le ultime elezioni con<br />
collegio uninominale.<br />
852 LF, nn. 237 del 17 aprile 1909, Elezioni 238 del 24 aprile 1909, Elezioni amministrative.<br />
853 LF, n. 241 del 15 maggio 1909, L’onorevole Chiaradia assente.<br />
Il voto favorevole al mantenimento dell’odiosa tassa sul macinato, espresso appena eletti anche dai deputati<br />
governativi locali Chiaradia ed Odorico, è più volte cr<strong>it</strong>icato nelle corrispondenze provenienti da varie local<strong>it</strong>à<br />
sul settimanale socialista. Chiaradia viene inoltre cr<strong>it</strong>icato per il fatto di risiedere a Vicenza, per cui il collegio è<br />
rappresentato da una persona lontana anche fisicamente da quanto avviene a Pordenone. Cfr. LF, n. 256 del 28<br />
agosto 1909, pag. 2, Gabbati!<br />
Negli anni successivi si sprecano gli articoli in cui si polemizza contro le continue assenze dell’on. Chiaradia,<br />
impegnato nei suo affari personali a Vicenza, dalle sedute della Camera. In realtà le assenze frequenti, dovute<br />
alla mancanza di un’indenn<strong>it</strong>à per i parlamentari, che li costringe a mantenersi con le loro professioni, riguarda<br />
anche i socialisti, ed è uno dei motivi che porta il part<strong>it</strong>o ad essere rappresentato prevalentemente da liberi<br />
professionisti ed insegnanti univers<strong>it</strong>ari: cfr. MICHELS, Roberto, Proletariato e borghesia, c<strong>it</strong>., pagg. 88-99; id.,<br />
Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pagg. 287-290. Ovviamente la differenza è data da quali sono le sedute cui i parlamentari<br />
partecipano: quelli socialisti sono prevalentemente presenti a quelle in cui si discute la pol<strong>it</strong>ica generale del<br />
paese e le principali questioni di v<strong>it</strong>a delle classi popolari.<br />
258
le leghe operaie coi vessilli e la banda musicale; alle 10 i manifestanti convengono al<br />
comizio nella Sala Coiazzi, che riuscì veramente meraviglioso per la folla enorme di popolo<br />
accorsovi, dove parlano - soprattutto contro i clericali - Giuseppe Ellero e Guido Rosso.<br />
Alla fine viene votato all’unanim<strong>it</strong>à un ordine del giorno: La classe lavoratrice di<br />
Pordenone raccolta a pubblico Comizio; riaffermando fiducia nelle proprie ideal<strong>it</strong>à e nelle<br />
future immancabili rivendicazioni inv<strong>it</strong>a il Governo a togliere o ridurre il dazio sul grano;<br />
protesta contro il deputato del Collegio che ha votato perché il dazio affamatore sia<br />
mantenuto.<br />
Anche i clericali quest’anno, dopo averlo osteggiato tutte le altre volte, pretesero<br />
festeggiare il 1 Maggio, ma andarono incontro ad un vero, completo insuccesso. Al<br />
pomeriggio alla manifestazione clericale non partecipa letteralmente nessuno: ci sono<br />
trenta operai, tutt'altro che clericali. Parlano l’avvocato Luigi Colombo di Milano,<br />
segretario del Sindacato Tessile Italiano e don Lozer per i clericali sulla necess<strong>it</strong>à<br />
dell’organizzazione delle leghe cattoliche; Ellero e Galeazzi intervengono in contradd<strong>it</strong>torio<br />
per i popolari, sostenuti dal pubblico. Scoppiarono vivi incidenti, ed il Comizio venne fatto<br />
sciogliere dal delegato. Gli oratori clericali debbono aver compreso che Pordenone non è<br />
pane pei loro denti e per le loro leghe confessionali. 854<br />
Ma il giorno dopo si tengono le elezioni amministrative. I clerico-moderati (defin<strong>it</strong>i<br />
anche dai radicali: clerico-modero-massoni) conquistano la maggioranza e possono<br />
riprendere in mano il governo del comune di Pordenone. I socialisti commentano il voto<br />
dichiarando che soprattutto è stata pun<strong>it</strong>a l’inerzia del part<strong>it</strong>o radicale. Nella minoranza<br />
entrano i nostri compagni Rosso: al posto del precedente gruppo consiliare risultano eletti<br />
i due fratelli Guido e Gino, con conseguenze polemiche interne al Psi che traspariranno<br />
talvolta nelle corrispondenze giornalistiche successive. 855<br />
Fra gli eletti moderati si segnala la figura dell'avv. Riccardo Etro, uno dei più attivi<br />
nelle compre-vend<strong>it</strong>e di beni immobili (...) consigliere comunale contestato per ineleggibil<strong>it</strong>à<br />
a causa del confl<strong>it</strong>to esistente fra la carica pubblica e gli uffici da lui coperti in varie società<br />
aventi rapporti e interessi col Comune. Etro fra l'altro acquista alcuni terreni da Giovanni<br />
Fabbro e, senza stipulare il relativo contratto, ne rivende buona parte al comune di<br />
Pordenone per l'erigenda caserma, facendo f<strong>it</strong>tiziamente risultare come vend<strong>it</strong>ore il<br />
Fabbro. Il Consiglio non si accorge del fatto, ma la delibera è bocciata dalla Giunta<br />
provinciale amministrativa, poiché in tal modo Etro evade il fisco per quanto riguarda le<br />
tasse sulla prima vend<strong>it</strong>a. La risoluzione della posizione fiscale, sanata successivamente<br />
da Etro, accentua il problema della sua incompatibil<strong>it</strong>à come consigliere. 856<br />
I clericali, in cambio del loro appoggio elettorale, ottengono dai liberali l’impegno a<br />
pagare le spese per l’insegnamento religioso nelle scuole con i fondi del bilancio<br />
comunale. Questo cedimento da parte liberale porta al paradosso per cui i clericali<br />
hanno votato per noti massoni, come Veroi e Antonio Querini pur di mandare<br />
all’opposizione i radicali che si sarebbero opposti. Ma la maggioranza eletta in Consiglio<br />
Comunale è tutt’altro che solida, e già alla terza seduta i consiglieri liberali e quelli<br />
clericali si troveranno contrapposti nel voto. 857<br />
Nella seduta di mercoledì 11 maggio viene nominata la nuova amministrazione<br />
clerico-moderata, composta dal sindaco dott. Ernesto Cossetti (che ottiene 20 voti su 30)<br />
e dagli assessori Umberto Cattaneo (20), Pietro Tomasella (20), ing. Luigi Querini (19) e<br />
Domenico Veroi (19) (effettivi) e dai supplenti Civran (20) e De Mattia (19). 858<br />
A propos<strong>it</strong>o dei primi atti dell’amministrazione Cossetti, riscontriamo una tattica<br />
di opposizione particolarmente moderata, che lascia spesso isolati i socialisti insieme ad<br />
un terzo consigliere radicale di cui non ci è rimasta testimonianza nei verbali, ed alla<br />
posizione più sfumata dei capi radicali Polese ed Asquini: ad esempio mercoledì 16<br />
giugno 1909, a propos<strong>it</strong>o della periodica gara d’appalto per la forn<strong>it</strong>ura di paglia per gli<br />
alloggi mil<strong>it</strong>ari, Guido Rosso contesta l’inesistenza di leggi che obblighino i comuni a<br />
questa spesa; dopo le caute raccomandazioni del sindaco però il voto avviene<br />
all’unanim<strong>it</strong>à. Nella seduta in cui si discute del ricorso presentato da Romano Sacilotto<br />
contro l’elezione di Riccardo Etro solo tre consiglieri si oppongono alla proposta giuntale,<br />
854 P, nn. 103 di lunedì 2 maggio 1909, pag. 3, PRIMO MAGGIO a Udine ed in Provincia e 105 di mercoledì 5<br />
maggio 1909, pag. 2, Primo Maggio - Comizio clericale - Elezioni amministrative; LF, n. 240 dell’8 maggio<br />
1909, 1. Maggio; LOZER, Giuseppe, Piccole memorie, c<strong>it</strong>., pag. 56.<br />
855 P, n. 105 di mercoledì 5 maggio 1909, pag. 2, Primo Maggio - Comizio clericali - Elezioni amministrative;<br />
LF, n. 240 dell’8 maggio 1909, Elezioni amministrative.<br />
856 P, n. 109 di lunedì 10 maggio 1909, pag. 2, Una ciambella senza buco - Seduta consigliare... Cfr. più<br />
sopra in nota il ricorso contro l’elezione di Etro presentato da Romano Sacilotto a propos<strong>it</strong>o di altre rilevanti<br />
cause di confl<strong>it</strong>to d’interesse.<br />
857 LF, nn. 242 del 22 maggio 1909, Il prezzo del connubio e 253 del 7 agosto 1909, pag. 4, Screzi in famiglia.<br />
858 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 108-110; P, n. 112 di giovedì 13 maggio<br />
1909, pag. 3, La nuova giunta.<br />
259
oltre a Polese ed Asquini astenuti. Nella votazione riservata al comune, per dir<strong>it</strong>to di<br />
patronato sulla designazione del nuovo parroco di San Giorgio, cui concorre solo l’attuale<br />
economo spir<strong>it</strong>uale don Giuseppe Peressin, curiosamente è Guido Rosso a caldeggiare<br />
insieme a Polese la candidatura, che viene accolta all’unanim<strong>it</strong>à. Si tratta di una<br />
testimonianza di pragmatismo del consigliere socialista che, fieramente anticlericale per<br />
tradizione familiare, non manca di esprimere la propria simpatia personale per un<br />
sacerdote che - ci permettiamo di sospettare - è probabilmente un esponente di quella<br />
parte del cattolicesimo che vive la sua esperienza ecclesiale senza pretendere di entrare<br />
nelle dispute secolari. Giovedì 9 settembre 1909 viene eletto a far parte della<br />
commissione d’annona, aumentata a cinque componenti, Gino Rosso. Quando r<strong>it</strong>orna in<br />
Consiglio Comunale la pratica per il contributo per la costruzione della nuova canonica<br />
di Torre, Rosso contesta l’obbligo della spesa per il comune, non trattandosi nel caso<br />
della canonica di un locale destinato al culto, e fa notare come nel giro di un anno la<br />
spesa sia liev<strong>it</strong>ata da tremila a seimila lire. Ma la spesa è approvata con 17 voti a favore e<br />
5 contrari. 859<br />
Alla relazione letta al Consiglio Comunale dal commissario regio cav. Del Gobbo<br />
l'avvocato Galeazzi risponde con una dettagliata lettera aperta, indirizzata ai detrattori<br />
della cessata Amministrazione Democratica. La relazione commissariale è stata<br />
strumentalizzata da tutta la stampa di destra (Patria del Friuli, Il Tagliamento, La<br />
Concordia e la Gazzetta di Venezia) che vi hanno visto molte censure sull'operato della<br />
Giunta da lui presieduta.<br />
Il commissario, augurando buon lavoro ai nuovi amministratori, li ha inv<strong>it</strong>ati a<br />
ridare al Comune una saggia ordinata amministrazione, immune da irregolar<strong>it</strong>à:<br />
affermazione alla quale Galeazzi replica rivendicando il pieno ordine e l'efficienza dello<br />
stato del municipio appena lasciato dai democratici. Solo le pratiche dell'ultimo mese,<br />
per correttezza nei confronti dei nuovi amministratori, non sono state perfezionate. Altra<br />
affermazione commissariale contestata sono stati i voti perché fosse ridonato finalmente al<br />
travagliato luogo natio quella concordia, di cui ha sete ardente. Affermazione<br />
contrastante con la realtà dei fatti: tutte le proposte della Giunta sono state approvate<br />
sia dal Consiglio Comunale che dalle autor<strong>it</strong>à tutorie nei quattro anni di gestione, fatto<br />
non frequente per il quale lo stesso commissario ha dovuto (si insinua: magari suo<br />
malgrado) congratularsi col sindaco uscente. Inoltre l'amministrazione democratica ha<br />
ev<strong>it</strong>ato in ogni modo la polemica con gli avversari, coinvolgendoli anche, quando ne<br />
avessero le competenze, nella gestione: come il conte Ricchieri nella Congregazione di<br />
Car<strong>it</strong>à, i signori E. Cossetti e Riccardo Etro nel consiglio dell'ospedale; i clericali Klefisch<br />
e De Mattia in varie commissioni ed altri ancora.<br />
Pure la cr<strong>it</strong>ica alla scarsa cura dell'efficienza degli uffici è dest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a di<br />
fondamento, in quanto alla cessazione dell'amministrazione essi senza eccezione hanno<br />
presentato un bilancio privo di arretrati, con tutta la documentazione al suo posto e<br />
completa. Una buona gestione degli uffici che è stata ottenuta senza pesare in alcun<br />
modo sugli impiegati. Se il commissario ha defin<strong>it</strong>o il personale ribelle ha avuto torto, e<br />
bene hanno fatto i lavoratori a manifestare la loro protesta. Certo, il commissario avrà<br />
certamente voluto ottenere la benevolenza dei nuovi padroni di casa sparlando dei vecchi<br />
amministratori: ma la lettura della relazione ha semmai sottolineato il buon lavoro dei<br />
democratici, e varie illazioni sono dest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e di fondamento, come quella de Il Tagliamento<br />
che non fosse stato approvato il bilancio preventivo 1908, mentre solo quello del 1909<br />
non è stato approvato per la crisi ma era comunque stato predisposto a cura del<br />
ragioniere e del sindaco, ed ha cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la base del lavoro del commissario (anche<br />
perché le sue modifiche sono state bocciate dalla Prefettura, che lo ha fatto tornare al<br />
documento precedente).<br />
Quanto alla mancanza di un inventario del patrimonio mobile ed immobile del<br />
comune, l'amministrazione appena usc<strong>it</strong>a è quella che ha meno responsabil<strong>it</strong>à, visto che<br />
ha ered<strong>it</strong>ato un inventario del 1873! Il nuovo inventario non ha potuto essere compilato<br />
per la vacanza del reggente l'Ufficio tecnico: ma tale mancanza non è stata giudicata così<br />
drammatica dai due precedenti commissari, il cav. Gasbarri nel 1903 ed il cav.<br />
Bevilacqua nel 1905. Quello che ha fatto l'amministrazione è stato compilare gli inventari<br />
più urgenti, cioè quelli dei beni mobili s<strong>it</strong>i presso la Pretura ed il Tribunale; si sarebbe<br />
fatto anche quello del materiale passato alla società assuntrice della luce elettrica con il<br />
contratto del 1904, ma non si poté rinvenire traccia del materiale, che sembra essere<br />
tutto andato disperso.<br />
859 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 117-125, 152 e 158-159.<br />
260
I consuntivi del 1905, 1906 e 1907 sono stati tutti compilati; il primo è stato<br />
archiviato dopo l'approvazione prefettizia; gli altri, già completati da tempo, sono stati<br />
bloccati dal boicottaggio di un revisore che guarda caso è uno dei protagonisti della<br />
offensiva clerico-moderata contro la Giunta. Il commissario ha cr<strong>it</strong>icato la mancata<br />
approvazione in seconda lettura del nuovo appalto per la luce elettrica: ma questo è stato<br />
dovuto all'ostruzionismo dell'opposizione, che ne ha imped<strong>it</strong>o l'approvazione nonostante<br />
gli amministratori avessero congelato le loro dimissioni proprio per completare quella che<br />
era stata una delle loro principali preoccupazioni, cioè la definizione di una gestione<br />
indubbiamente migliore per la comun<strong>it</strong>à rispetto alle precedenti.<br />
Altra presunta irregolar<strong>it</strong>à riscontrata dal commissario è quella che venga lasciata<br />
in mano al capo delle guardie l’attiv<strong>it</strong>à di gestione economale della compravend<strong>it</strong>a delle<br />
targhette delle biciclette. Ma tale attiv<strong>it</strong>à, oltre ad essere efficiente e prestata con<br />
affidabil<strong>it</strong>à dal funzionario incaricato, è stata introdotta fin dal lontano 1889 e mai è<br />
stato fatto rilievo a tutte le amministrazioni precedenti.<br />
Infine i giornali cr<strong>it</strong>ici parlano di un disavanzo di amministrazione di trentamila<br />
lire, dimostrando così di non sapere la differenza fra disavanzo di amministrazione e di<br />
cassa. Il disavanzo in oggetto, infatti, è solo di cassa, mentre l’amministrazione<br />
democratica lascia alla c<strong>it</strong>tà un attivo di 15949,31 lire, col risultato che il Bilancio del<br />
Comune è in fiore così che pochi Comuni in Italia potrebbero dire altrettanto. Nella<br />
relazione non c’è altro. Incominciò con un saluto roboante e minaccioso, che accennava di<br />
voler andare al di là dei salutandi; continuò, invece, con bonaria pretenzios<strong>it</strong>à; finì poi senza<br />
insegnar niente a nessuno. E coloro che bramavano raccogliere qualche cosa da gettare<br />
contro gli odiati avversari Democratici, non trovarono che bolle di sapone, onde ora risalta<br />
più l’opera amministrativa del quinquennio passato. Come è potente la ver<strong>it</strong>à!… Vi preparate<br />
a dir male; e siete costretti a dir bene… Tutto al più. Potete tacere delle opere che tutti<br />
vedono e che a tutti piacciono… Riconoscete: la Amministrazione Democratica ha lavorato<br />
di molto; in quattro anni… forse quanto non si era lavorato in mezzo secolo… Tuttavia:<br />
l’amministrazione in buon ordine; il bilancio in fiore; tranquill<strong>it</strong>à grande in Municipio… I<br />
piccoli difetti e i piccoli falli, il Pubblico sa compatire; e gli aristarchi deventano<br />
antipatici. 860<br />
Se sul piano amministrativo prevale la rottura fra i radicali ed i moderati che<br />
hanno riconquistato il comune grazie all’appoggio clericale, su quello più generalmente<br />
pol<strong>it</strong>ico rimane solida la conventio ad excludendum fra le forze di origine risorgimentale in<br />
funzione anticlericale. E’ così che quando domenica 20 giugno si tiene, organizzata dalla<br />
Trento-Trieste, la commemorazione del cinquantesimo anniversario della seconda guerra<br />
d’indipendenza, questa iniziativa dai toni patriottici ed irredentistici vede l’appoggio<br />
socialista, mentre il tentativo tattico di inserimento delle associazioni cattoliche di Torre<br />
guidate da don Lozer viene fortemente emarginato. Il centro della giornata di<br />
manifestazione è il discorso del deputato radicale udinese Giuseppe Girardini al Teatro<br />
Sociale. Il com<strong>it</strong>ato organizzatore è diretto dal presidente dott. Pietro Spangaro e dal<br />
segretario prof. Egidio Fracassi (un trentino che rappresenta in quella occasione anche la<br />
sede centrale e della sezione vicentina). Il clima in cui si inserisce l’iniziativa è reso<br />
chiaro dal manifesto di convocazione, particolarmente ambiguo e privo di riferimenti<br />
specifici in senso anticlericale: C<strong>it</strong>tadini! A voi che, or sono pochi mesi, scattaste per<br />
impulso generoso contro l’insulto fatto alla nazione dal secolare nemico d’oltr’Alpe e<br />
protestando, deste v<strong>it</strong>a ad una Sezione della Trento-Trieste che è tra le più fiorenti d’Italia, a<br />
voi che, al grido d’angoscia, rivolto supplice ai fratelli dai fratelli del mezzogiorno,<br />
rispondeste con uno slancio ammirevole d’affetto, a voi il Com<strong>it</strong>ato fa appello, perché siate<br />
un<strong>it</strong>i così nell’ora della gioia, come foste nell’ora del dolore. – In tutta Italia celebrasi la data<br />
gloriosa del 1859, e le gesta, che allora assicurarono alla patria libertà e grandezza,<br />
compiute dagli avi, vengono commemorate con reverente riconoscenza e con fede<br />
rinnovellata negli alti destini della nazione. Alla grande festa della patria partecipate anche<br />
voi con tutto l’entusiasmo di cui siete capaci e mostrate di non essere dimentichi delle<br />
nobili tradizioni della nostra c<strong>it</strong>tà. 861<br />
Al corteo aderiscono svariate realtà c<strong>it</strong>tadine, fra le quali la Società Operaia,<br />
quelle di mutuo soccorso dei fornai, degli agenti e degli esercenti e le cooperative del<br />
Cotonificio Amman di Pordenone e del Cotonificio Veneziano di Torre. Giungono anche,<br />
senza essere inv<strong>it</strong>ati, la Cassa Cattolica di Torre e la Lega Cattolica di S. Ilario di Torre,<br />
con le rispettive bandiere. Presso la loggia municipale, dove viene depos<strong>it</strong>ata una corona<br />
ai caduti, parlano il sindaco Cossetti ed il cav. Polese per i reduci dalle battaglie<br />
risorgimentali, ambedue auspicando l’unione con le terre orientali di lingua <strong>it</strong>aliana<br />
ancora sotto l’Austria. Nell’affollatissimo Teatro Sociale, fra quanti siedono alla<br />
860 P, n. 141 di mercoledì 16 giugno 1909, pagg. 1 e 2, L'ex Sindaco Galeazzi in difesa della cessata<br />
Amministrazione Democratica.<br />
861 P, n. 144 di sabato 19 giugno 1909, pag. 1, La commemorazione del ’59 a Pordenone, firmato Il Com<strong>it</strong>ato<br />
261
presidenza, c’è anche Guido Rosso. Oltre al trentino Fracassi è presente il triestino prof.<br />
Scaramelli. All’inizio del comizio sorgono forti grida contro la presenza delle due bandiere<br />
cattoliche sul palco, grida che vengono tac<strong>it</strong>ate da Spangaro e Girardini. Giorni dopo, un<br />
articolo de Il Paese noterà come i tempi siano cambiati, i clericali si organizzano facendo<br />
nascere un f<strong>it</strong>to tessuto di ist<strong>it</strong>uzioni sociali, si appropriano del Primo Maggio e financo<br />
mescolano le loro bandiere a quelle delle celebrazioni risorgimentali, quasi che lo<br />
straniero or son cinquant’anni non avesse avuto, ed ancor oggi non avesse, nel Vaticano il<br />
miglior alleato ai danni d’Italia. A fine anno la società conta a Pordenone duecento iscr<strong>it</strong>ti;<br />
ne è cassiere il cav. Baldissera e sono revisori Francesco Asquini ed il rag. Marcello<br />
Polese; fra gli iscr<strong>it</strong>ti c’è il cav. Polese. 862<br />
4.3.6 - Successi di don Lozer a Torre e ripresa<br />
della propaganda socialista.<br />
La sconf<strong>it</strong>ta elettorale viene vissuta male dai socialisti, che arretrano anche nella<br />
loro roccaforte di Torre. L’arretramento nei voti rispecchia la crisi organizzativa delle<br />
leghe sindacali. Non rimane che la fiducia nell’inesorabile ripresa del movimento<br />
emancipatore. Alla crisi cap<strong>it</strong>alista tien bordone una crisi della coscienza proletaria. Il cuore<br />
pulsa tra un dormi-veglia. I nostri cotonieri sono incantati. I muratori patiscono il<br />
rilassamento. Anche i migliori lasciano a che dire. Il sentimento del dovere verso la propria<br />
organizzazione è inflaccid<strong>it</strong>o e l’apatia è signora della maggioranza. Torre poi ha perduta la<br />
bussola. Dopo 15 anni che con amore, intelletto, esperienza e sacrificio non lieve, il<br />
carissimo nostro compagno Ilario Fantuzzi dirigeva e animava del suo spir<strong>it</strong>o attivo ed<br />
onesto quel magazzino cooperativo da portarlo ad una prosper<strong>it</strong>à insperata, domenica,<br />
l’integerrimo compagno, dalla maggioranza dei suoi stessi compagni di lavoro, avvelenata da<br />
livida bava nera, fu messo alla porta pell’es<strong>it</strong>o delle elezioni. Fu il trionfo di Iscariote. Non<br />
diciamo di più. La parola ci manca, la penna ci si spunta in mano. 863<br />
La speranza non è la consolazione che sorge dall’inerzia: alla sconf<strong>it</strong>ta si reagisce<br />
con un rilancio organizzativo. Il 6 giugno 1909 troviamo la prima notizia relativa alla<br />
costruzione della Casa del Popolo nella frazione di Torre. Domenica la Lega Cotonieri si<br />
riunì in assemblea e deliberò l’acquisto di un appezzamento di terreno per costruire un<br />
salone sociale come primo avviamento verso l’ist<strong>it</strong>uzione di una casa del popolo. 864 Inizia<br />
così il percorso per costruire l’edificio che ancora agli inizi del nuovo millennio<br />
rappresenterà - oltre ad un vivace centro di attiv<strong>it</strong>à associative - il vero e proprio<br />
monumento a quella che per quasi un secolo è stata la roccaforte del socialismo<br />
pordenone. I tessili di Torre non sono solo i promotori ed i comm<strong>it</strong>tenti dell’opera, ma ne<br />
sono i veri e propri realizzatori: materialmente la Casa del Popolo è eretta dai muratori<br />
del Cotonificio Veneziano.<br />
In agosto alcuni socialisti di Torre inviano la loro sottoscrizione a Il Lavoratore<br />
Friulano auspicando che esso possa propagandare con efficacia la protesta contro la<br />
venuta in Italia dello zar di Russia. Alla mobil<strong>it</strong>azione contro il boia coronato di tutte le<br />
Russie, come scrivono i socialisti di Torre, è dedicato - oltre a numerosi articoli - un<br />
supplemento straordinario del settimanale socialista. Per manifestare degnamente il<br />
proprio sostegno ai rivoluzionari ed al popolo russi oppressi dalla violenza dei futuri<br />
probabili santi Romanov, il Psi e la Cgl inv<strong>it</strong>ano tutti i lavoratori ad una giornata di<br />
manifestazioni e di scioperi in coincidenza con la venuta dello zar. 865<br />
862 P, nn. 145 di lunedì 21 giugno 1909, pagg. 1 e 2, La commemorazione del ’59 a Pordenone. Il discorso<br />
dell’on. Giuseppe Girardini, 146 di martedì 22 giugno 1909, pag. 1, Il discorso commemorativo del ’59<br />
tenuto a Pordenone dall’on. Giuseppe Girardini, 152 di martedì 29 giugno 1909, pagg. 1 e 2, Bisogna essere<br />
col prete e 305 di venerdì 24 dicembre 1909, pag. 4, L’assemblea generale della “Trento Trieste”.<br />
863 LF, n. 252 del 31 luglio 1909, pag. 4, Cambiamento di Luna.<br />
864 LF, n. 245 del 12 giugno 1909, pag. 2, TORRE.<br />
865 LF, n. 254 del 14 agosto 1909, pag. 1, SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE.<br />
I sottoscr<strong>it</strong>tori sono Angelo De Lorenzi, Luigi Molmenti (che nel 1920 sarà consigliere comunale del Psi),<br />
Francesco Pezzot e Lucio Da Corte. Francesco Pezzot conserverà fino alla morte il fischietto utilizzato a Genova<br />
in una manifestazione di protesta contro lo zar. Cfr. inoltre il supplemento straordinario al n. 253, giovedì 12<br />
agosto 1909, CHI E’ L’OSPITE “GRADITO” ed il numero 264 del 23 ottobre 1909, pag. 2, IL MANIFESTO del<br />
Com<strong>it</strong>ato d’ag<strong>it</strong>azione anticzarista.<br />
Pochi giorni dopo, gli stessi socialisti faranno autocr<strong>it</strong>ica, osservando come l’ondata di manifestazioni contro la<br />
monarchia spagnola per l’assassinio di Francisco Ferrer, assecondata da Giol<strong>it</strong>ti, ha permesso alla borghesia<br />
<strong>it</strong>aliana di far bella figura e di esaurire le energie del proletariato <strong>it</strong>aliano, che non può permettersi lunghe<br />
ag<strong>it</strong>azioni a spese del proprio magro salario. Le manifestazioni durante i due giorni di vis<strong>it</strong>a dello zar di Russia<br />
in Italia sono abort<strong>it</strong>e, nonostante la ben maggior grav<strong>it</strong>à dei suoi crimini rispetto al collega spagnolo.<br />
L’interesse della borghesia e del governo <strong>it</strong>aliano è quello di lim<strong>it</strong>are le proteste contro il governo russo, in una<br />
fase di polemica bellicista contro la Triplice alleanza e di costruzione di legami contro l’avversario orientale della<br />
262
Martedì 4 ottobre giunge per la prima volta in c<strong>it</strong>tà il contingente mil<strong>it</strong>are che<br />
prenderà defin<strong>it</strong>ivamente sede a Pordenone, accolto dai festeggiamenti dei commercianti<br />
e del municipio. Si prende atto con soddisfazione che la Patria del Friuli avvalora le<br />
motivazioni dell’opposizione socialista alla costruzione della caserma della cavalleria a<br />
Pordenone. Quanto temuto, come l’impennata dei prezzi delle derrate e degli aff<strong>it</strong>ti per<br />
tutte le categorie di lavoratori dipendenti, sta diventando realtà, sollevando la protesta<br />
unanime della c<strong>it</strong>tà. I socialisti, isolati al momento della decisione comunale, erano stati<br />
lungimiranti. Inoltre la nuova Giunta si è lasciata sottrarre quelle contropart<strong>it</strong>e che<br />
erano state ottenute dall’amministrazione Galeazzi, come l’assegnazione della sede del<br />
comando di Divisione e di Brigata. 866<br />
Il legame cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>osi fra autor<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>iche, religiose e mil<strong>it</strong>ari si fa sentire,<br />
lim<strong>it</strong>ando gli spazi di libertà pol<strong>it</strong>ica ed impedendo lo svolgimento di una assemblea<br />
pubblica dei lavoratori edili. L’iniziativa, cui partecipa Manzini della Federazione Edile di<br />
Torino, deve svolgersi quindi in forma privata. Il Venti Settembre si vieta alla banda<br />
musicale di eseguire l’Inno dei lavoratori.<br />
Si polemizza con l’attivismo cattolico, appoggiato dalle autor<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>iche, ad<br />
esempio la pubblica raccolta di fondi attraverso una pesca di beneficenza per costruire la<br />
nuova chiesa della Madonna delle Grazie, appena oltre il fiume a sud della c<strong>it</strong>tà, cui<br />
partecipa la banda mil<strong>it</strong>are, oppure il mancato accenno al potere temporale dei papi nel<br />
proclama dell’Amministrazione Comunale per il Venti Settembre. Alla stampa clericale<br />
che proclama un miracolo della Madonna delle Grazie, si replica c<strong>it</strong>ando il parere del<br />
dott. Valan, che dichiara dest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a di fondamento la vicenda.<br />
Si rileva inoltre con preoccupazione come la classe operaia di Torre si stia<br />
rivolgendo alle leghe sindacali organizzate da don Lozer, che si presentano coordinate<br />
con il nuovo magazzino cooperativo cattolico e con la banda musicale del paese. E’ in<br />
grazia sua se non esiste più quella bella e forte organizzazione operaia, per la quale in<br />
passato i lavoratori del braccio di qui ottennero dei miglioramenti considerevoli, perché egli<br />
ha sempre seminata la zizzania, ha divisi gli animi e portata ovunque la discordia col<br />
pretesto di ist<strong>it</strong>uire un sindacato estraneo alla pol<strong>it</strong>ica. Nel gennaio 1909 la Lega cattolica<br />
dei tessili si è sciolta per cost<strong>it</strong>uire una sezione del Sindacato Cotonieri, non<br />
confessionale ma promosso egualmente dai cattolici: anche in questo caso il sindacato<br />
dichiara di essere apol<strong>it</strong>ico ed aconfessionale: è facile comprendere come, quando Lozer<br />
dava comunicazione dello scioglimento della Lega cattolica del lavoro e della organizzazione<br />
del Sindacato tessile alla Lega socialista di miglioramento allegando lo statuto e proponendo<br />
l’unione di tutti gli operai tessili nel Sindacato né socialista né clericale, (...) il segretario<br />
della Lega socialista, Bresin Giuseppe, operaio allora nella Tintoria (...) rispose che,<br />
interpellata la Commissione, era stato espresso parere di non aderire al Sindacato.<br />
Contrariamente alle preoccupazioni dei socialisti per l’opera di divisione sindacale di<br />
Lozer, per la ostil<strong>it</strong>à e per le prepotenze dei rossi il Sindacato tessile di Torre raggiunse<br />
appena 507 aderenti, un terzo degli operai e operaie della Filatura e della Tintoria. Intanto<br />
l’Amministrazione Comunale aumenta il finanziamento pubblico per l’edificazione della<br />
canonica di quella parrocchia, coprendo con tale cifra praticamente tutta la spesa. 867<br />
Ma il temporaneo provalere dei clericali non disarma i socialisti di Torre. Ben<br />
settanta gen<strong>it</strong>ori hanno fatto istanza per esonerare i propri figli dall’istruzione religiosa a<br />
scuola, a fronte di duecentottantasei, molti dei quali però non hanno t<strong>it</strong>olo, essendo privi<br />
di figli, oppure nonni, ecc.: il Psi sfida don Lozer ad una verifica arb<strong>it</strong>rale della valid<strong>it</strong>à<br />
delle firme. Si tratta degli effetti della mediazione fatta approvare al Parlamento da<br />
Giol<strong>it</strong>ti nel 1908, in conseguenza della mozione del socialista Bissolati per la completa<br />
abolizione dell’insegnamento religioso nella scuola: tale insegnamento quindi verrà<br />
organizzato laddove sia chiesto dai padri di famiglia e votato dal Consiglio Comunale. I<br />
socialisti stampano e distribuiscono gratu<strong>it</strong>amente un loro giornalino, Il Seme, al fine di<br />
seminare fra gli operai quei buoni precetti che un tempo li hanno fatti forti, temuti e<br />
rispettati, perché bene organizzati. 868<br />
dinastia asburgica. Un risultato però è stato ottenuto: per garantire la vis<strong>it</strong>a allo zar, tutt’Italia è stata messa<br />
sotto controllo mil<strong>it</strong>are, e solo a questo prezzo si sono imped<strong>it</strong>e le manifestazioni di protesta.<br />
Cfr.: LF, n. 265 del 30 ottobre1909, pag. 1, Dopo la vis<strong>it</strong>a dello Czar.<br />
866 LF, nn. 255 del 21 agosto 1909, Postuma resipiscenza, 256 del 28 agosto 1909, pag. 2, Gabbati! e 257 del<br />
4 settembre 1909, pag. 2, Reticenze e 262 del 9 ottobre 1909, pag. 4, Chiassate.<br />
867 LF, nn. 258 dell’11 settembre 1909, pag. 4, Imposture e Compiacenze, 259 del 18 settembre1909, pag. 4,<br />
Riunione osteggiata, 260 del 25 settembre 1909, pag. 4, XX settembre e Consiglio Comunale, 261 del 2<br />
ottobre 1909, pag. 4, La Lega è fatta!, 266 del 6 novembre 1909, pag. 4, Miracolo?, 274 dell’1 gennaio 1910,<br />
pag. 4, Mentre si va a Teatro; LOZER, Giuseppe, Piccole memorie, c<strong>it</strong>., pagg. 54-58.<br />
868 LF, nn. 275 dell’8 gennaio 1910, pag. 4, TORRE. Istruzione religiosa e La buona semenza e 277 del 22<br />
gennaio 1910, L’istanza del sig. Fatutto. Fatutto è il nomigliolo affibbiato in quest’epoca a don Lozer dal<br />
263
Il 26 luglio insorge la c<strong>it</strong>tà di Barcellona contro l’avventura coloniale che sta<br />
portando a combattere in Marocco migliaia di reclute che trans<strong>it</strong>ano per quel porto. E’ la<br />
“settimana tragica” che mette a duro confronto la cap<strong>it</strong>ale della Catalogna, forte della<br />
sua presenza socialista, repubblicana, anarchica ed autonomista, ed una monarchia<br />
corrotta ed infeudata ai gesu<strong>it</strong>i. La reazione spagnola ne approf<strong>it</strong>ta per sopprimere il<br />
pedagogista anarchico Francisco Ferrer, che viene opportunisticamente incolpato di<br />
essere il responsabile della sollevazione. E’ lo stesso vescovo a chiedere la sua<br />
soppressione dal pulp<strong>it</strong>o, ottenuta dopo anni di persecuzione grazie ad un processo farsa<br />
di fronte ad un tribunale mil<strong>it</strong>are. Prima di Francisco Ferrer, accusato di essere il capo<br />
dell’insurrezione armata nonostante la sua precisa scelta nonviolenta, la reazione<br />
spagnola aveva già giustiziato la sua Scuola Moderna, dove migliaia di giovani figli di<br />
lavoratori avevano potuto apprendere un insegnamento ispirato al pensiero scientifico e<br />
pedagogico contemporaneo.<br />
Francisco Ferrer viene fucilato al carcere di Montjuich il 13 ottobre. In tutto il<br />
mondo si svolgono manifestazioni di protesta; solo in Italia vengono collocate duecento<br />
targhe commemorative; a Ravenna viene int<strong>it</strong>olata a Ferrer una via. Il Psi e tutta la<br />
sinistra <strong>it</strong>aliana protestano con manifestazioni in tutte le principali c<strong>it</strong>tà, add<strong>it</strong>ando nel<br />
contempo a responsabili dell’esecuzione di Ferrer il governo monarchico e l’oscurantismo<br />
della chiesa cattolica. La manifestazione principale si tiene a Tolmezzo; si organizzano<br />
inoltre comizi a Pordenone, Sacile ed Udine. Ecco il resoconto di quello di Pordenone: Al<br />
Salone Coiazzi, gentilmente concesso, domenica alle ore 2 po. ebbe luogo la<br />
commemorazione di Francesco Ferrer indetta dai part<strong>it</strong>i popolari. Il pubblico accorse<br />
numeroso. Il sig. Asquini Francesco sal<strong>it</strong>o al banco della presidenza parlò del dovere sent<strong>it</strong>o<br />
della democrazia di ricordare l’assassinato di Barcellona raccogliendo a Comizio il popolo di<br />
Pordenone per udire a parlare di lui. L’avv. Giuseppe Ellero disse poi del martire del libero<br />
pensiero ricordando i particolari della tragica fine, che auspici i gesu<strong>it</strong>i e il governo clericale<br />
di Spagna e l’acquiescenza del Vaticano, fu riservata al fondatore della “Scuola moderna”.<br />
Rilevò come la vendetta clericale va dai roghi alle fucilate all’odio oltre la tomba, giacché la<br />
chiesa prima assassina e poi profana colla menzogna la memoria della propria v<strong>it</strong>tima.<br />
T(oc)cò infine la necess<strong>it</strong>à di combattere civilmente ogni forma di clericalismo, funesto<br />
sempre alla causa della civiltà, del progresso, della scienza. Il Comizio non diede luogo ad<br />
alcun incidente. Per far sub<strong>it</strong>o vedere che la truppa serve a qualche cosa nelle ore<br />
dell’adunanza si tenne consegnata. Il contegno del nostro pubblico ha dimostrato invece che<br />
non serve a nulla. L’avv. Policreti aderì al Comizio con un telegramma. 869<br />
Muore Cesare Lombroso, astro del pos<strong>it</strong>ivismo <strong>it</strong>aliano, salutato dai compagni<br />
come uno dei Grandi del Socialismo. Tuttavia la sua commemorazione assume il carattere<br />
di una celebrazione ufficiale, egemonizzata dai radicali. A Pordenone essa viene<br />
effettuata in Tribunale a cura dell’ex sindaco Galeazzi. L’on. Avv. L. D. Galeazzi per inv<strong>it</strong>o<br />
dei Colleghi aderì di commemorare Cesare Lombroso avanti il Tribunale di Pordenone. Con<br />
felice improvvisazione l’Avv. Galeazzi, pur dissentendo dal pos<strong>it</strong>ivismo dell’illustre estinto,<br />
disse con parola calda e commovente delle virtù, dei mer<strong>it</strong>i, della bontà, della sapienza, del<br />
pensiero, delle opere, della scuola del Grande Maestro, lamentandone la prematura fine e<br />
l’irreparabile perd<strong>it</strong>a. Alle parole di cordoglio dell’oratore, si associò il Presidente del<br />
Tribunale. La fama acquis<strong>it</strong>a da Lombroso è così grande che al battagliero studioso,<br />
capace di rovesciare gli schemi degli studi socio-giuridici dell’epoca, viene tributato un<br />
omaggio che supera gli schieramenti pol<strong>it</strong>ici e gli opposti orientamenti ideali.<br />
Pure ad Udine la manifestazione - tenutasi al Teatro Minerva con un discorso del<br />
prof. Giuseppe Antonini - assume carattere ufficiale per la grande adesione delle autor<strong>it</strong>à<br />
maestro Enrico Pasquotti, sacilese stabil<strong>it</strong>osi a Torre e corrispondente del settimanale socialista: testimonianza<br />
della figlia Gualtiera Pasquotti.<br />
A Torre un nucleo di attivisti diffonde stabilmente Il Lavoratore Friulano: si tratta di Lucio Da Corte, Angelo De<br />
Lorenzi, Francesco Pezzot e di un compagno anonimo: cfr. LF, nn. 275 dell’8 gennaio 1910, pag. 1,<br />
SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE, 281 del 19 febbraio 1910, pag.1, SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE e 289<br />
del 16 aprile 1910, pag. 2, SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE. In un’occasione successiva si fa riferimento solo<br />
al corrispondente da Torre ed a Francesco Pezzot: cfr. LF, nn. 302 del 16 luglio 1910, pag. 4, PICCOLA POSTA<br />
e 303 del 23 luglio 1910, pag. 4, PICCOLA POSTA.<br />
Tenuto conto delle cifre versate, abbiamo un totale di circa ottanta/centosessanta giornali venduti a Torre in<br />
un periodo di un mese, quindi venti/quaranta a settimana.<br />
Sulla mozione Bissolati e la decisione sull’insegnamento scolastico proposta da Giol<strong>it</strong>ti, cfr.: GALANTE<br />
GARRONE, Alessandro, c<strong>it</strong>., pagg. 382-383.<br />
869 LF, nn. 263 del 16 ottobre 1909, pagg. 1 e 2, L’assassinio di Francesco Ferrer e Cronaca c<strong>it</strong>tadina. La<br />
manifestazione per Ferrer. Le evoluzioni dei cosacchi e 264 del 23 ottobre 1909, pagg. 1 e 2, IL FRIULI<br />
SOCIALISTA PER FRANCESCO FERRER. La imponente manifestazione del proletariato Carnico a<br />
Tolmezzo e Il comizio di Pordenone; cfr. inoltre BRIGNOLI, Gian Luigi e VINCENTI, Renate (a cura di),<br />
Francisco Ferrer y Guardia. Un revolucionario que no hay que olvidar. Un rivoluzionario da non dimenticare,<br />
Bergamo, Vulcano, 1993. Brignoli e Vincenti ricordano come le targhe spariranno in segu<strong>it</strong>o al trattato del<br />
Laterano del 1929 fra Mussolini ed il Papa, a dimostrazione di quanto fastidio desse ancora il ricordo<br />
dell’anarchico spagnolo ai reazionari e clericali anche nostrani.<br />
264
statali e locali; i socialisti figurano fra gli aderenti attraverso molte loro ist<strong>it</strong>uzioni (la<br />
Camera del lavoro, le Leghe dei tipografi, metallurgici, fornai, seggiolai, falegnami,<br />
infermieri, gasisti; la Federazione delle Cooperative Friulane ed i Circoli Socialisti di<br />
Udine e Cividale) ma all’opposto dobbiamo considerare l’adesione dello stesso Circolo<br />
Monarchico Udinese; i promotori anche in questo caso sono i radicali. La conferenza del<br />
prof. Antonini ad Udine, stampata in opuscolo - a differenza del discorso pordenonese di<br />
Galeazzi che prende le distanze dal pos<strong>it</strong>ivismo dell’estinto - è un vero e proprio<br />
panegirico svolto dall’allievo, teso ad onorare l’uomo che aveva consacrata una v<strong>it</strong>a mirabile<br />
allo studio delle grandi questioni morali, giuridiche, sociali, che aveva creato una scienza<br />
nuova, che per tutto il mondo aveva fecondato idee che erano penetrate nel campo della v<strong>it</strong>a<br />
sociale (...). Di Lombroso si ricorda lo spir<strong>it</strong>o ribelle, che urtava la tranquill<strong>it</strong>à dei<br />
benpensanti e la lunga e dura battaglia contro i pregiudizi tradizionali, per costruire una<br />
scienza, destinata ad abbattere i vecchi pregiudizi del giure penale, e a ricostrurlo su una<br />
ben più solida base di pos<strong>it</strong>ivismo e di giustizia. Molti anni dopo, ormai identificato<br />
Lombroso come il paradigma di una quasi bizzarra catalogazione genealogica dei mali<br />
della specie umana, incasellata in tipologie deterministiche che dannano il destino dei<br />
singoli individui e della loro progenie, sarà difficile comprendere che invece l’opera sua<br />
non si lim<strong>it</strong>ò alla cattedra ed al laboratorio, ma si svolse scendendo al contatto coi più tristi<br />
mali che addolorano la società, pazzia, criminal<strong>it</strong>à, prost<strong>it</strong>uzione, alcoolismo, pellagra;<br />
rifiutando le discriminazioni razziali in base ad un umanismo derivante<br />
dall’evoluzionismo darwiniano (per il quale tutti gli umani hanno una comune<br />
discendenza dalle scimmie antropomorfe). Punto apicale della battaglia di Lombroso, che<br />
unisce nel suo percorso la ricerca scientifica con una mil<strong>it</strong>anza pol<strong>it</strong>ica (insieme al suo<br />
allievo prediletto Enrico Ferri, prima nella democrazia e poi nel socialismo, dal quale<br />
secondo Michels si r<strong>it</strong>rae deluso negli ultimi anni di v<strong>it</strong>a per la scarsa determinazione<br />
della dirigenza riformista) è il lavoro sulla causa della pellagra, che lo porta ad<br />
identificarla con gli effetti tossici del mais guasto: una scoperta scientifica che lo vedrà<br />
persegu<strong>it</strong>ato ferocemente da quei latifondisti e f<strong>it</strong>tabili della Lombardia e del Veneto, quali<br />
propagatori sistematici e coscienti della malattia vergognosa, ma poi trionfante con la legge<br />
del 1883 che sarà ispirata al suo pensiero. 870<br />
Fulcro del discusso lavoro di Lombroso è l’edificazione dell’edificio<br />
dell’antropologia criminale, scienza delle caratteristiche dell’uomo delinquente e dei<br />
metodi per lim<strong>it</strong>arne la pericolos<strong>it</strong>à sociale. Il del<strong>it</strong>to adunque per Lombroso, invece di<br />
essere - come la scuola Classica affermava - il prodotto della libera volontà, della spontane<strong>it</strong>à<br />
dell’individuo, non è che la risultante di vari ordini di forze naturali. Perciò veniva a cadere<br />
il concetto della punizione e della pena come vendetta sociale, e vi si sost<strong>it</strong>uiva quello della<br />
difesa sociale e della terapia del criminale (...) Contrariamente a quanto spesso si pensa, il<br />
carattere del pensiero lombrosiano è di natura eminentemente sociale: Le radici<br />
dell’albero del del<strong>it</strong>to sono di natura essenzialmente sociale e il delinquente non è che la<br />
produzione naturale e necessaria di una lunga catena di miserie, di torture, di violenze, le<br />
quali attraverso le successioni ered<strong>it</strong>arie pervengono alle degenerazioni fatali. Il lavoro<br />
accasciante, la nutrizione insufficiente, le ab<strong>it</strong>azioni malsane, le fatiche dolorose, la<br />
promiscu<strong>it</strong>à dei sessi, le attrattive e l’illusione dei veleni che intossicano, la forzata<br />
alimentazione avariata, sono cause che si addensano sul capo delle classi misere del<br />
proletariato (...) e non a caso si è andato incrociando con il socialismo: Egli veniva così<br />
dimostrando che il delinquente è un del<strong>it</strong>to dello Stato, che responsabile del del<strong>it</strong>to è<br />
l’assetto generale della società che crea quelle condizioni per le quali soltanto le inclinazioni<br />
criminose possono esplicarsi. Teoria che apre la strada ad un’umanizzazione dei<br />
trattamenti carcerari ed al superamento di sistemi di contenimento che sono vere e<br />
proprie ered<strong>it</strong>à delle torture medioevali. Ma più in generale si faceva “quindi paladino del<br />
movimento per la costruzione di case popolari igieniche ed a buon mercato, della<br />
lim<strong>it</strong>azione del lavoro femminile, delle case di matern<strong>it</strong>à, delle refezioni scolastiche, dello<br />
sgravio dei consumi del povero, della abolizione del dazio sul grano, di tutti i provvedimenti<br />
relativi alla assicurazione operaia, dell’imposta progressiva ecc. (...)<br />
Più ancora che nel pensiero di Lombroso, nel discorso di Antonini si capisce come<br />
- al di là del contesto indubbiamente lontano dalle vaste platee operaie cui si rivolgono i<br />
870 Ben diversa sarà la successiva analisi di Roberto Finzi, che non a caso si concentra sull’affermazione<br />
dell’interpretazione tossica della pellagra, impostasi come ver<strong>it</strong>à ufficiale proprio nel primo decennio del<br />
Novecento. Finzi, senza fare riferimento alle precedenti battaglie di Lombroso, rovescia su di lui la stessa<br />
accusa che era stata rivolta agli avversari dello studioso veronese, imputandogli un successo dovuto<br />
essenzialmente a cause d’ordine pol<strong>it</strong>ico, per la maggiore pericolos<strong>it</strong>à sociale della teoria carenziale, basata<br />
non sulle alterazioni del mais ma sul suo consumo esclusivo da parte dei contadini. Rimango in dubbio se<br />
questo rovesciamento anal<strong>it</strong>ico colga più l’abil<strong>it</strong>à delle classi dominanti nel trasformare in ideologia le teorie che<br />
successivamente appaiono più funzionali al suo dominio, oppure non sia segnato piuttosto dalla forte reazione<br />
antipos<strong>it</strong>ivistica strutturatasi nella cultura <strong>it</strong>aliana. Cfr.: FINZI, Roberto, La pellagra, una gloria cap<strong>it</strong>alistica,<br />
in: *** Il genocidio pacifico, c<strong>it</strong>., pagg. 142-144.<br />
265
socialisti - il pensiero dei settori più avanzati del pensiero scientifico contemporaneo<br />
spinga nella stessa direzione e metta in discussione le condizioni di sfruttamento del<br />
proletariato: non a caso al direttore del manicomio udinese sfugge un’espressione di<br />
schietto carattere classista, quando sentenzia che ormai la predicazione lombrosiana ha<br />
per ogni dove rigidi e coscienti seguaci, e fin dove lo consentano gli interessi dei cap<strong>it</strong>alisti,<br />
trova nelle autor<strong>it</strong>à e nalla legge appoggio e difesa. Tanto che, prima di concludere<br />
riallacciandosi al movimento di protesta europeo contro l’assassinio di Francisco Ferrer,<br />
Antonini afferma, parlando dell’impegno pol<strong>it</strong>ico del maestro, come per Lombroso (che<br />
arriva quasi a mettere in crisi la propria teoria) il popolo sia non solo soggetto agli<br />
influssi epidemici negativi delle condizioni di sfruttamento, ma anche a quelli pos<strong>it</strong>ivi:<br />
Poché quanto veniva osservando in Italia allora, gli faceva concludere nel senso opposto:<br />
essere cioè la folla, il buon senso popolare, insomma quella che con significazione<br />
dispregiativa vien detta “la piazza”, che salvava la nazione dagli errori del Governo e delle<br />
classi dirigenti. E portava ad esempio che fu solo la piazza che impedì si continuasse in<br />
Africa una guerra che avrebbe condotto l’Italia all’ultima rovina, e furono le elezioni proteste<br />
reclamanti colla designazione plebisc<strong>it</strong>aria dei condannati, che strapparono l’amnistia e la<br />
liberazione dei colp<strong>it</strong>i dai giudizi mil<strong>it</strong>ari del ‘98; e fu la rappresentanza della piazza che<br />
giunse a impedire con tutte le armi che erano in sua mano che un decreto abolisse tutte le<br />
libertà cost<strong>it</strong>uzionali di stampa e di riunione. Se, come noterà Michels, l’adesione nel 1893<br />
al Psi di Enrico Ferri, allievo prediletto di Lombroso, e continuatore delle teorie del maestro<br />
nel campo della scienza penale, nel quale si era acquistato una fama mondiale, porta<br />
all’avvicinamento al movimento di molti esponenti della gioventù pos<strong>it</strong>ivista, arrivando al<br />
punto di costruire come ideologia del socialismo <strong>it</strong>aliano una sintesi fra il pos<strong>it</strong>ivismo ed<br />
il marxismo, quella contemporanea di Lombroso avviene parallelamente alla sua<br />
evoluzione scientifica in senso opposto: sentì di dover modificare una parte delle sue teorie<br />
introducendo in esse specialmente il fattore sociale od ambientale, in sulle prime<br />
soverchiamente negletto. 871<br />
Sabato 23 ottobre il Psi tiene una conferenza sulla s<strong>it</strong>uazione in Russia, relatore<br />
Guido Rosso. Il tono dell’iniziativa, più culturale che di mobil<strong>it</strong>azione pol<strong>it</strong>ica, sembra<br />
sconcertare parte dei partecipanti. Sabato sera l’Avv. Rosso parlò sul tema: Condizioni<br />
pol<strong>it</strong>iche ed economiche del popolo russo. Un buon numero d’intervenuti affollò il Salone.<br />
L’oratore si mantenne strettamente al tema, parlando per circa un’ora esprimendo<br />
convinzioni personali, senza occuparsi della nota pol<strong>it</strong>ica del giorno, che forse il pubblico<br />
immaginava inev<strong>it</strong>abile. Ci furono degli applausi e delle interruzioni da parte di certuni che<br />
avrebbero sent<strong>it</strong>o più volentieri vibrare nel discorso una voce di esecrazione contro il<br />
tiranno delle Russie, piuttosto che sentire la descrizione semplice delle condizioni del<br />
popolo russo. I contestatori non vengono evidentemente solo dall’esterno al part<strong>it</strong>o, ma<br />
sono esponenti importanti del Psi pordenonese. La questione viene portata alla riunione<br />
del circolo, di cui eccezionalmente si dà notizia nel giornale in coda al resoconto della<br />
conferenza. 872<br />
Senza dubbio il contegno di Rosso deve essere stato tale da irr<strong>it</strong>are gli altri<br />
compagni. Sabato vi fu l’annunciata adunanza per decidere, su proposta del compagno<br />
Romano Sacilotto, del contegno dell’avv. Rosso tenuto nella conferenza sulle condizioni<br />
economiche e pol<strong>it</strong>iche del popolo russo. Ud<strong>it</strong>e le spiegazioni date dal Rosso l’adunanza<br />
votava all’unanim<strong>it</strong>à il seguente ordine del giorno: “Il circolo socialista di Pordenone<br />
r<strong>it</strong>enuto che l’avv. Guido Rosso nel Comizio di sabato scorso indetto per protestare contro la<br />
venuta dello zar in Italia in segno di solidarietà col popolo russo oppresso dalla tirannide<br />
zarista, non si è uniformato a questi intendimenti del part<strong>it</strong>o socialista. “delibera far noto<br />
che dissente da una certa parte delle cose dette dall’avv. Rosso e r<strong>it</strong>iene aver egli parlato per<br />
proprio conto, senza interpretare il pensiero e la volontà del part<strong>it</strong>o socialista. 873<br />
871 LF, nn. 264 del 23 ottobre 1909, pag. 2, CESARE LOMBROSO (si tratta della commemorazione da parte del<br />
settimanale) e 265 del 30 ottobre 1909, pag. 4, Commemorazione Lombroso. Cfr.: ANTONINI, Giuseppe,<br />
Commemorazione di Cesare Lombroso (estratto da Il Paese), Udine, Tipografia Bosetti, 1909 e MICHELS,<br />
Roberto, Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pagg. 144-153.<br />
Secondo Michels Cesare Lombroso si era andato staccando dal socialismo <strong>it</strong>aliano in polemica con il sostegno<br />
parlamentare del part<strong>it</strong>o a Giol<strong>it</strong>ti nel 1901, r<strong>it</strong>enendolo un cedimento ai vizi ed alla corruzione della pol<strong>it</strong>ica<br />
borghese. Lombroso, persa la speranza nella funzione rigeneratrice del socialismo sia <strong>it</strong>aliano che<br />
internazionale, andò scivolando in quella crisi che colpì tanta parte dell’intellettual<strong>it</strong>à di sinistra e la portò negli<br />
anni successivi a rinunciare al pacifismo: i suoi ultimi contradd<strong>it</strong>tori atti furono il rifiuto di sottoscrivere un<br />
manifesto propostogli da Morgari per il boicottaggio della vis<strong>it</strong>a della zar di Russia in Italia e la contemporanea<br />
protesta contro l’assassinio di Ferrer. Cfr.: MICHELS, Roberto, Storia cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pagg. 146-153.<br />
872 LF, n. 265 del 30 ottobre 1909, pag. 4, Comizio al Coiazzi. Guido Rosso dedica alle letture storiche notevole<br />
attenzione: in quell’occasione trae certamente parte delle sue informazioni dai sette fascicoli in suo possesso di<br />
I Russi su la Russia, ed<strong>it</strong>i a Milano da Treves nel 1905-1906; negli anni successivi, e soprattutto dopo la<br />
Rivoluzione d’Ottobre, acquisirà vari altri testi in materia: cfr. l’inventario della sua biblioteca in appendice.<br />
873 LF, n. 266 del 6 novembre1909, pag. 4, Al Circolo.<br />
266
Avvicinandosi la fine dell’anno, si fa appello ai compagni a iscriversi alle liste<br />
elettorali ed a far propaganda in tal senso, poiché la v<strong>it</strong>toria degli avversari dipende<br />
anche dal loro ben più forte lavoro di iscrizione dei loro sosten<strong>it</strong>ori. 874<br />
4.3.7 - Il comune al servizio degli speculatori.<br />
Per quanto riguarda l’operato della nuova Amministrazione Comunale, nel 1909<br />
prevale l’ordinaria amministrazione; l’unica vicenda di una qualche importanza è quella<br />
della costruzione della caserma, nella quale il comune si fa carico della realizzazione<br />
della strada di accesso, per una spesa di quattromilacinquecento lire. Si accusano gli<br />
amministratori di nascondere con tale maggior spesa favor<strong>it</strong>ismi nei confronti di aziende<br />
di cui alcuni di loro sono soci. L’accusa è rivolta in modo particolare al direttore de Il<br />
Tagliamento, che è anche assessore anziano e consigliere di amministrazione della<br />
Società del legno che risulta favor<strong>it</strong>a dalla celere costruzione della strada, avvenuta<br />
senza neanche una decisione del Consiglio Comunale, con il pretesto dell’urgenza e<br />
dell’obbligatorietà della spesa, motivazioni che vengono ambedue negate. Le denuncie<br />
socialiste sono riprese anche da Il Paese, che dichiara come dietro l’operazione della<br />
strada ci sia l’onnipresente Etro.<br />
Dopo la costruzione della strada la Società del legno ha iniziato a vendere i lotti di<br />
terreno di sua proprietà, con evidente guadagno derivante dalla valorizzazione<br />
conseguente ai lavori fatti. E’ evidente che la realizzazione di questa strada in una zona<br />
disab<strong>it</strong>ata è un favore fatto ai proprietari dei terreni, che ne trarranno una notevole<br />
valorizzazione della loro proprietà. Una delle giustificazioni dell’Amministrazione<br />
Comunale è quella di provvedere alle case sorte sulla strada per la futura caserma: ma<br />
queste sono pochissime, mentre al contrario nessuna sistemazione è stata forn<strong>it</strong>a al<br />
borgo sorto sul vicino Vial d’Aviano, che evidentemente non interessa a qualche potente<br />
come in questo caso. Si contesta inoltre che tali lavori siano stati decisi<br />
dall’amministrazione Galeazzi, e si fa notare con quale disinvoltura si sia provveduto,<br />
mentre in passato si è polemizzato ferocemente contro le opere realizzate a Torre,<br />
popolosa frazione operaia di quattromila ab<strong>it</strong>anti. Da quella feroce polemica è trascorso<br />
quasi un anno. Che abbiamo veduto? I lavori di qualche importanza e quelli di pressante<br />
necess<strong>it</strong>à giacciono allo stato d’abbandono. Si accusava di megalomania la passata<br />
amministrazione ed ora si studia di ampliare i progetti della Giunta tramontata e per far<br />
fronte alle previste maggiori spese si propone e si vota un grave inasprimento delle<br />
imposte. 875<br />
Le denunce (i socialisti hanno saputo come la strada porti ad un s<strong>it</strong>o rifiutato dai<br />
mil<strong>it</strong>ari per la collocazione della caserma ed anticipano che ci saranno sviluppi<br />
imprevisti, riservandosi di non renderli noti per non essere accusati di danneggiare gli<br />
interessi comunali) ottengono che il dibatt<strong>it</strong>o approdi finalmente in Consiglio Comunale,<br />
dove il consigliere Rosso presenta un ordine del giorno che richiede il rinvio della<br />
deliberazione consiliare fino al chiarimento delle motivazioni che hanno portato a<br />
quest’opera. Per ottenere il rigetto della proposta il sindaco è costretto a porre la fiducia,<br />
che viene votata anche grazie alla partecipazione al voto dei consiglieri interessati<br />
all’affare. Il Psi replica anche a propos<strong>it</strong>o del quant<strong>it</strong>ativo di terra venduto dal comune<br />
alla Società del legno: lo stesso dibatt<strong>it</strong>o con la stampa avversaria ha evidenziato come il<br />
comune abbia fissato un prezzo di vend<strong>it</strong>a che non copre neanche le spese di trasporto, e<br />
la denuncia socialista provoca una ricontrattazione del prezzo, che rimane per altro<br />
irrisorio. L’amministrazione replica attraverso Il Tagliamento (che attacca perfino<br />
l’impiegato comunale colpevole di aver correttamente contabilizzato solo 5200 lire per la<br />
costruzione del lavatorio di Torre realizzato con grande risparmio: egli viene viceversa<br />
difeso da Il Paese) e La Patria del Friuli ma, dopo otto mesi in cui l’opposizione radicale ha<br />
taciuto, essa esce allo scoperto per dichiarare attraverso il suo quotidiano che ormai si<br />
può dire che in questo periodo l’amministrazione clerico-moderata ha solo badato agli<br />
interessi dei mil<strong>it</strong>ari, tralasciando le molte opere importanti che sarebbe necessario<br />
completare o realizzare e già individuate dall’amministrazione democratica. 876<br />
874 LF, n. 267 del 13 novembre1909, pag. 2, Per l’elettorato.<br />
875 LF, nn 281 del 19 febbraio 1910, pag. 4 , Confronti e Per una farmacia.<br />
876 LF, nn. 269 del 27 novembre 1909, pag. 4, Una sfida al “Tagliamento”, 271 dell’11 dicembre1909, pag. 2,<br />
Perché e come?, 272 del 18 dicembre 1909, pag. 4, Proseguendo nei rilievi, 274 dell’1 gennaio 1910, pag. 4,<br />
Ribattiamo il chiodo, 275 dell’8 gennaio 1910, pag. 4, Tornando a bomba... , 277 del 22 gennaio 1910, pag.<br />
4, Proiezioni locali e 280 del 12 febbraio 1910, pag. 4, I nostri rilievi, La sospensiva, La questione di<br />
fiducia e Un altro vantaggio; P, nn. 301 di lunedì 20 dicembre 1909, pag. 2, A propos<strong>it</strong>o di una delibera<br />
consigliare, 310 di venerdì 31 dicembre 1909, pag. 2, Sempre a propos<strong>it</strong>o di una delibera consigliare, 18 di<br />
267
Lo scarso interesse per i bisogni della popolazione è dimostrato anche a propos<strong>it</strong>o<br />
della vicenda del medico di Torre, proposto prima delle elezioni ma per cui, a dieci mesi<br />
dal cambio di amministrazione, non è stato fatto ancora alcun atto per giungere<br />
all’assunzione. La chiusura dell’amministrazione è tale da mettere in difficoltà i<br />
consiglieri clericali eletti a Torre, i quali lamentano di essere ignorati a tal punto di<br />
pensare di dimettersi, per lasciar entrare al loro posto i socialisti. Dopo che i socialisti<br />
hanno sollevato la questione, la delibera per il concorso verrà portata all’approvazione<br />
del Consiglio Comunale del 4 febbraio. Ma rimane da risolvere un problema altrettanto<br />
grave, quello dell’assenza di una farmacia, cosa tale da imporre agli ab<strong>it</strong>anti di Torre di<br />
doversi recare a Pordenone ogni volta che occorra un medicinale. Quando poi il medico<br />
arriverà dopo mesi, egli comincierà a farsi pagare per le vis<strong>it</strong>e anche dai lavoratori a<br />
basso redd<strong>it</strong>o che ne dovrebbero essere esentati e per i certificati che sono gratu<strong>it</strong>i,<br />
sollevando la protesta del Psi (e l’opposta comprensione di don Lozer). 877<br />
Su quali accordi di potere con gli industriali si basi, oltre che sull’indiscutibile<br />
attivismo sociale, il successo di don Lozer a Torre è dimostrato da due episodi. Il primo è<br />
quello dell’obbligo per gli operai di interrompere il lavoro per recarsi in forma coatta e<br />
gratu<strong>it</strong>a alla messa in occasione di solenn<strong>it</strong>à cattoliche, s<strong>it</strong>uazione contrapposta a quella<br />
degli impiegati, fedeli al parroco ed all’azienda, che possono rimanere al lavoro: obbligo<br />
per altro rifiutato dagli operai. Il secondo è quello dell’iniziativa per cost<strong>it</strong>uire un forno<br />
elettrico in forma cooperativa, che diventa un altro episodio della contrapposizione fra il<br />
vecchio Magazzino cooperativo socialista ed il nuovo cattolico, questa volta vinto da<br />
quest’ultimo. Sempre a Torre un gruppo di giovani, alcuni dei quali sono elettori<br />
socialisti, richiede la concessione delle aule scolastiche per un corso: tale richiesta viene<br />
respinta, anche se si annuncia l’ist<strong>it</strong>uzione per l’anno successivo di due corsi serali. I<br />
socialisti richiedono inoltre l’ist<strong>it</strong>uzione della quarta classe elementare, per completare la<br />
scarsa formazione forn<strong>it</strong>a in terza agli ottanta alunni e alunne frequentanti, che solo in<br />
rari casi possono raggiungere Pordenone a causa della strada lunga e pericolosa. Anche<br />
in questo caso i consiglieri eletti a Torre non danno buona prova di sè, assentandosi<br />
dalla seduta nella quale si sarebbe dovuto discutere di tale proposta, e costringendo i<br />
socialisti a promuovere una petizione fra i capifamiglia. La petizione ottiene il risultato<br />
prefissato e questa è l’occasione per notare che sarebbe stato meglio ev<strong>it</strong>are di eleggere<br />
gli inadeguati pupilli di don Lozer. 878<br />
Episodio di sovrapposizione fra gli interessi personali dei nuovi amministratori ed<br />
il loro ruolo pubblico è quello dell’ist<strong>it</strong>uzione di un servizio automobilistico fra Pordenone<br />
ed i comuni della montagna. L’Amministrazione Comunale diffida le altre interessate dal<br />
sostenere con un sussidio una nuova società promossa da alcuni meccanici bisognosi di<br />
lavorare (l’ex assessore radicale Antonio Scaini insieme con il meccanico Calligaro); poco<br />
dopo viene avviata una società concorrente, formata non da lavoratori ma da cap<strong>it</strong>alisti,<br />
di cui guarda caso fanno parte uno dei componenti della Giunta Municipale di<br />
Pordenone (Cattaneo) ed un consigliere di maggioranza (l’immancabile Etro). E questa<br />
società chiede un sussidio non solo all’amministrazione (in evidente s<strong>it</strong>uazione di<br />
venerdì 21 gennaio 1910, pagg. 1 e 2, Al corrispondente della “Patria”, 286 del 26 marzo1910, pag. 4,<br />
Sciogliendo le riserve - I precedenti, Le riserve, La sospensiva, I retroscena e 287 del 2 aprile 1910, pag. 4,<br />
Bancarotta clerico-moderata, L’oggetto in Consiglio, Illegal<strong>it</strong>à...<br />
877 LF, nn. 275 dell’8 gennaio 1910, pag. 4, TORRE. E il medico? e 277 del 22 gennaio 1910, pag. 4, Medico,<br />
consiglieri e giunta, 280 del 12 febbraio 1910, pag. 4, La sua sincer<strong>it</strong>à, 281 del 19 febbraio 1910, pag. 4 , Per<br />
una farmacia e 302 del 16 luglio 1910, pag. 4, TORRE. Il medico.<br />
Ovviamente anche a propos<strong>it</strong>o della farmacia Lozer si attribuisce ogni mer<strong>it</strong>o, pur ammettendo che comunque<br />
essa verrà aperta solo nel 1947 per offrirla ad un medico profugo istriano: Farmacia cooperativa. Nel 1924<br />
Torre contava 4280 ab<strong>it</strong>anti (oggi più di 6000). Era sent<strong>it</strong>o il bisogno di avere in paese una farmacia. O di<br />
notte o in giornate fredde e piovose era disagevole dover fare tre chilometri per prendere le medicine a<br />
Pordenone. Aprii una sottoscrizione per promuovere in paese una farmacia Cooperativa con azioni di L.<br />
50. Ben molti furono gli aderenti. Iniziate le pratiche per il nulla osta delle Prefettura, i farmacisti di<br />
Pordenone, attraverso la loro Associazione di Udine, si opposero perché in Comune c’erano già quattro<br />
farmacie; la legge autorizzava allora l’apertura di una farmacia ogni cinque mila ab<strong>it</strong>anti e siccome nel<br />
1924 la popolazione del Comune non raggiungeva i 24 mila ab<strong>it</strong>anti, per quante insistenze avessi fatto,<br />
la Prefettura non concesse l’autorizzazione, adducendo le tassative disposizioni di legge. Ma il Comune<br />
contava ben più di 20 mila ab<strong>it</strong>anti! Non importa; ma non raggiungeva i 25 mila! Pretesti, pignolerie,<br />
assurd<strong>it</strong>à di funzionari che hanno prefer<strong>it</strong>o compiacere a quattro farmacisti e di fare i loro interessi<br />
anziché agevolare un paese di operai. Cfr.: LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg. 38-39.<br />
Ovviamente Lozer non ci spiega l’inutile presenza dei suoi protetti in Consiglio Comunale, evidentemente più<br />
interessati in quella fase al restauro degli edifici parrocchiali.<br />
878 LF, nn. 278 del 29 gennaio 1910, pag. 4, TORRE. Mormorii in cotonificio, 279 del 5 febbraio 1910,<br />
TORRE. Molini al vento, 280 del 12 febbraio 1910, pag. 4,TORRE. Ancora la questione della messa e<br />
L’assemblea del magazzino vecchio, 281 del 19 febbraio 1910, pag. 4, A quando la risposta?, 283 del 5<br />
marzo 1910, pag. 4, Ancora la domanda e Per l’ist<strong>it</strong>uzione della 4.a classe 302 del 16 luglio 1910, pag. 4,<br />
TORRE. La IV elementare e 303 del 23 luglio 1910, pag. 4, Il mer<strong>it</strong>o di certa gente.<br />
268
confl<strong>it</strong>to d’interessi) ma anche al governo, per il tram<strong>it</strong>e dell’on. Chiaradia. Giovedì 14<br />
aprile 1910 verrà deliberato un sussidio di duemila lire alla d<strong>it</strong>ta Auto-Garage Pordenone<br />
rappresentata da Antonio Scaini ed alla d<strong>it</strong>ta (non ancora esistente, ma ben<br />
sponsorizzata dagli amministratori clerico-moderati) Puppin Pietro, Giovanni e C. per<br />
l’attivazione di un servizio pubblico automobilistico Pordenone-Maniago, dopo aver<br />
respinto la proposto di Guido Rosso di sospensiva per attendere quale delle due ottenga<br />
il sussidio governativo. 879<br />
Un’altra iniziativa che favorisce un gruppo di amministratori, con a capo il<br />
consigliere G.B. Poletti, che sono anche azionisti od amministratori della Banca di<br />
Pordenone, è la realizzazione di lavori stradali in Via XX Settembre, rifiutati dalla<br />
precedente amministrazione. Ora gli interessi della banca sono soddisfatti, a discap<strong>it</strong>o<br />
degli ab<strong>it</strong>anti delle case antistanti, che si r<strong>it</strong>rovano sepolti dal rialzo del piano stradale<br />
richiesto dall’ist<strong>it</strong>uto di cred<strong>it</strong>o per accedere al proprio magazzino. 880<br />
In realtà è tutta l’Amministrazione Comunale clericale-moderata ad essere<br />
coinvolta in un meccanismo di confl<strong>it</strong>to di interesse, come viene documentato dal Psi che<br />
pubblica l’elenco completo degli amministratori con i relativi incarichi in società che<br />
hanno rapporti d’affari con il comune. 881<br />
In segu<strong>it</strong>o a divergenze insorte con il proto (cioè il direttore tecnico) gli operai<br />
della Tipografia Sociale Arti Grafiche, già Fratelli Gatti, scendono in sciopero il 13<br />
gennaio 1910. Il consiglio di amministrazione della Tipografia appoggia le scelte del<br />
proto, provocando così una grande ecc<strong>it</strong>azione fra i dipendenti. Il presidente del consiglio<br />
di amministrazione è - neanche a dirlo! - l'avvocato Riccardo Etro. Domenica 16 giunge<br />
A. Cremese, presidente della Federazione tipografica udinese, che viene accolto in<br />
stazione da numerosi operai tipografi e l<strong>it</strong>ografi, cui se ne uniscono molti altri nella sala<br />
dove è stata fissata la riunione. Il primo incontro avviene con l'avv. Etro, alla presenza<br />
del ragioniere dello stabilimento: Etro ricostruisce le cause dell'abbandono del lavoro da<br />
parte di tre operai, defin<strong>it</strong>i fra i migliori; il giorno successivo è stato il proto a rifiutare il<br />
rientro al lavoro dei tre operai, spalleggiato dal consiglio di amministrazione. Il<br />
rappresentante sindacale obietta che ben maggiori sono gli oneri di chi ha provocato gli<br />
operai, rendendosi insopportabile. Successivamente si svolge un'altra assemblea, in cui<br />
si decide la cost<strong>it</strong>uzione dell'organizzazione sindacale aderente alla Federazione<br />
lavoratori del Libro anche fra i tipografi pordenonesi. Alle 22 Cremese viene nuovamente<br />
accompagnato al treno da un lungo stuolo di operai. Ma il consiglio di amministrazione<br />
della società decide comunque di non riassumere i tipografi compos<strong>it</strong>ori Giuseppe Gatti,<br />
Alessandro Samuelli ed Umberto Livotti, per la loro incompatibil<strong>it</strong>à con il direttore<br />
tecnico; inoltre viene sottoscr<strong>it</strong>to un patto notarile che vincola proto e direzione dello<br />
stabilimento. Ma d'altro canto Etro si impegna ad introdurre le nove ore lavorative nello<br />
stabilimento, con grande soddisfazione degli operai. Una conseguenza di questa vertenza<br />
è la decisione da parte dei tre operai licenziati, con l'assistenza della Federazione<br />
Tipografica, di cost<strong>it</strong>uire una nuova Tipografia Sociale. Ecco il risultato di certi puntigli. I<br />
tempi sono mutati e dovrebbero ricredersi certi signori. 882<br />
A Pordenone viene realizzata, così come ad Udine ed a Spilimbergo in quei giorni,<br />
una conferenza dell’on. Podrecca, direttore de L’Asino. Poche settimane dopo alla sala<br />
Coiazzi si terrà una conferenza dell’on. Angiolo Cabrini, con proiezione cinematografica<br />
sul tema Nei paesi del Nord. Nasce in questi giorni la Cooperativa di consumo, con<br />
879 LF, nn 276 del 15 gennaio1910, pag. 2, Di nota in nota, 277 del 22 gennaio 1910, pag. 4, Al lustrascarpe e<br />
279 del 5 febbraio 1910, pag. 4, Nodi al pettine; ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910,<br />
pagg. 228-230.<br />
880 LF, n. 278 del 29 gennaio 1910, pag. 4, Fuoco di fila.<br />
881 Si tratta di: Cossetti - Sindaco, nonché cons. d’amm. della stessa Società del Legno. (co. Cattaneo) -<br />
promotore della Società automobilistica che ha invocato appoggio e sussidio dal Comune. De Mattia -<br />
Assessore, nonché forn<strong>it</strong>ore mobili del Comune. Tomasella - Assessore, nonché forn<strong>it</strong>ore stracci. Veroi -<br />
Assessore, nonché forn<strong>it</strong>ore medicinali alla Congregazione di car<strong>it</strong>à sussidiata dal Comune. Etro -<br />
Consigliere municipale, nonché presidente della Società elettrica che ha in appalto l’illuminazione<br />
pubblica; presidente Società Arti Grafiche forn<strong>it</strong>rice del Comune, promotore Società automobili<br />
postulante appoggio e sussidio al Municipio. Poletti - Consigliere municipale e consigliere d’amm. della<br />
Banca di Pordenone. Gaudenzi - Consigliere e forn<strong>it</strong>ore bandaio del Comune.<br />
Cfr.: LF, nn. 285 del 19 marzo1910, pag. 4, Cariche pubbliche e private e 286 del 26 marzo 1910, pag. 4,<br />
Errata corrige.<br />
882 P, nn. 10 di mercoledì 12 gennaio 1910, pag. 3, Ag<strong>it</strong>azione di tipografi, 12 di venerdì 14 gennaio 1910, pag.<br />
2, L'ag<strong>it</strong>azione dei tipografi, 14 di lunedì 17 gennaio 1910, pag. 2, Ag<strong>it</strong>azione di tipografi, 16 di mercoledì 19<br />
gennaio 1910, pag. 2, La questione dei tipografi, 17 di giovedì 20 gennaio 1910, pag. 1, Nel campo<br />
tipografico, 24 di venerdì 28 gennaio 1910, pag. 1, Una nuova Tipografia a Pordenone e 27 di martedì 1<br />
febbraio 1910, pag. 1, La Tipografia Sociale.<br />
R<strong>it</strong>roveremo Umberto Livotti fra i relatori del primo congresso socialista provinciale nel dopoguerra, il 14<br />
settembre 1919: cfr. oltre.<br />
269
l’appoggio della Società Operaia pordenonese. La federazione socialista provinciale<br />
organizza un ciclo di conferenze con Angelica Balabanoff, che terrà impegnata in Friuli la<br />
dirigente socialista russo-<strong>it</strong>aliana dal 22 gennaio al 7 febbraio. I luoghi del Friuli<br />
occidentale ove Balabanoff interviene, ed i t<strong>it</strong>oli delle conferenze, possono aiutarci a<br />
capire la s<strong>it</strong>uazione organizzativa del socialisti in quest’area e le tematiche su cui<br />
lavorano: la tournée inizia sabato 22 gennaio a Pordenone su: La rivoluzione Russa e<br />
prosegue l’indomani a Spilimbergo su: La donna e il socialismo. Lunedì 24 gennaio la<br />
conferenza a Fanna è dedicata a: Le rivendicazioni del proletariato; martedì 25 a<br />
Montereale Cellina a: Le rivendicazioni dei lavoratori e mercoledì 26 gennaio a Maniago<br />
su Cap<strong>it</strong>ale e lavoro. Dopo una settimana interamente dedicata alla propaganda in<br />
Carnia, la serata conclusiva a Sacile, lunedì 7 febbraio, è dedicata a La Russia<br />
rivoluzionaria. 883<br />
Rispetto ad analoghe iniziative del passato si nota uno spostamento verso l’area<br />
del Maniaghese rispetto alle zone di maggiore presenza organizzativa dello<br />
Spilimberghese e del Pordenonese. Si tratta di una scelta organizzativa dettata<br />
dall’esigenza di rafforzarvi la propaganda, dopo i risultati elettorali di un anno prima,<br />
oppure di un effetto della crisi di alcune roccaforti organizzative, come Torre e Pinzano,<br />
ambedue pun<strong>it</strong>e dagli ultimi risultati elettorali? Il manifesto di convocazione<br />
dell’iniziativa viene affisso nell’atrio dell’ufficio postale di Pordenone, provocando le<br />
reazioni della stampa clericale. La presa di posizione che difende gli impiegati dell’ufficio<br />
sottolinea ancora una volta l’orientamento filosocialista di questo gruppo di pubblici<br />
dipendenti. I clericali non riescono a tollerare le iniziative socialiste e, quando non<br />
polemizzano con queste a mezzo stampa, provvedono direttamente a strapparne i<br />
manifesti pubblic<strong>it</strong>ari. 884<br />
La v<strong>it</strong>toria della coalizione fra clericali e moderati ha avuto come prezzo<br />
l’introduzione dell’insegnamento religioso nelle scuole. Nonostante il regolamento<br />
governativo imponga modal<strong>it</strong>à precise per la decisione di inserire tale insegnamento, i<br />
moderati non se la sono sent<strong>it</strong>a di portare in Consiglio Comunale una delibera in mer<strong>it</strong>o.<br />
Il risultato è che l’insegnamento religioso viene inser<strong>it</strong>o di fatto e che qualche insegnante<br />
cattolica aggiunge ai crocifissi in classe anche i suoi personali altarini. 885<br />
Alla fine di marzo la questione della strada di collegamento con la caserma ha<br />
clamorosi sviluppi. Come previsto dal Psi, i mil<strong>it</strong>ari r<strong>it</strong>engono che il s<strong>it</strong>o individuato<br />
originariamente sia inadeguato perché nel quartiere Cappuccini, troppo vicino a cim<strong>it</strong>ero<br />
e ferrovia; l’amministrazione, che ha voluto a tutti i costi bruciare le tappe, lascia infine<br />
trapelare il fatto di aver saputo per tempo di questa indisponibil<strong>it</strong>à dei mil<strong>it</strong>ari. Questa<br />
vicenda, per il Psi, dimostra la bancarotta dell’amministrazione clericale-moderata: in un<br />
eccesso di bonarietà, i socialisti fanno cred<strong>it</strong>o di onestà agli amministratori, lim<strong>it</strong>andosi a<br />
883 LF, nn. 272 del 18 dicembre1909, pag. 4, Conferenza Podrecca, 273 del 25 dicembre 1909, pag. 4, Per una<br />
cooperativa e 275 dell’8 gennaio 1910, pag. 4, Conferenza al Coiazzi e 277 del 22 gennaio1910, pag. 2, Il<br />
ciclo di Conferenze di Angelica Balabanoff.<br />
Guido Podrecca, figlio di un emigrato pol<strong>it</strong>ico garibaldino cividalese. Fin dagli anni univers<strong>it</strong>ari si dedica<br />
all’attiv<strong>it</strong>à giornalistica, stringendo a Bologna un sodalizio duraturo con il disegnatore Gabriele Galantara, con<br />
il quale inizia la pubblicazione del settimanale L’Asino. Podrecca è anche un attivo conferenziere, ded<strong>it</strong>o<br />
soprattutto alla propaganda nelle zone rurali; alcune sue conferenze sono anche riprodotte come opuscolo e<br />
tradotte all’estero, come Il mar<strong>it</strong>o dell’anima e Delinquente nato. Consigliere comunale a Roma nel 1907 e<br />
deputato di Budrio (Bologna) nel 1909, a partire dalla guerra libica si orienterà verso posizioni colonialiste e<br />
nazionaliste (venendo quindi espulso insieme agli altri ultrariformisti dal congresso socialista del 1912)<br />
unendosi poi a Ben<strong>it</strong>o Mussolini nella propaganda interventista e diventando uno dei fondatori e primi<br />
propagandisti del fascismo. Cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., quarto volume, pagg. 189-193,<br />
biografia a cura di Maurizio Degl’Innocenti e MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., terzo volume, pagg. 17-18.<br />
Angelica Balabanoff, rivoluzionaria russa nata da una famiglia aristocratica nel 1869, morta a Roma nel 1965.<br />
Dopo aver studiato nelle univers<strong>it</strong>à belghe e tedesche, giunge in Italia nel 1900 per studiare con Antonio<br />
Labriola e diventa un’attivista del Psi, della cui direzione nazionale fa parte dal 1912 al 1917, occupandosi<br />
particolarmente dell’organizzazione femminile. A partire del 1914 Angelica Balabanoff sarà attiva nella<br />
propaganda contro la guerra, avvicinandosi progressivamente alle posizioni bolsceviche e diventando l’anima<br />
della sinistra socialista pacifista internazionale, dai convegni di Zimmerwald e Kienthal alla segreteria della<br />
Commissione socialista internazionale a Stoccolma fino a quella dell’Internazionale comunista, nel 1919 a<br />
Mosca. Ma la crescente presa di distanza dai metodi bolscevichi la porterà ad abbandonare l’Urss nel 1921 ed a<br />
riprendere il lavoro antifascista con il Psi nell’emigrazione. Nel dopoguerra aderirà al Psdi. Cfr.: ANDREUCCI,<br />
Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., primo volume, pagg. 136-140, biografia a cura di F. Pieroni Bortolotti. Angelica<br />
Balabanoff sarà la prima a rendersi conto nel 1914 del passaggio di Mussolini dal neutralismo<br />
all’interventismo: la sua solida cultura marxista internazionale non poteva non crearle notevoli pregiudizi nei<br />
confronti del vulcanico ed incoerente direttore dell’Avanti!: cfr. ROSSI, Cesare, c<strong>it</strong>., pag. 67.<br />
884 LF, nn. 280 del 12 febbraio 1910, pag. 4, Ufficio postale e 284 del 12 marzo 1910, pag. 4, TORRE. Per<br />
finire.<br />
885 LF, nn. 283 del 5 marzo 1910, pag. 4, Cavalieri palanca e 284 del 12 marzo 1910, pag. 4, Altarini nella<br />
scuola e Mancanza di coraggio.<br />
270
considerarli gravemente incapaci di perseguire l’interesse pubblico, mentre per i radicali<br />
è evidente l'atteggiamento scorretto di chi ha negato informazioni essenziali per i<br />
consiglieri, producendo così solo l'utile dei frontisti e soprattutto della Società del<br />
legno. 886<br />
Lunedì 11 aprile si tiene alla sala Coiazzi una conferenza di don Romolo Murri,<br />
sul tema Gli ideali nella pol<strong>it</strong>ica. Murri parlerà negli stessi giorni anche a Sacile ed a<br />
Spilimbergo: l’iniziativa non sembra (secondo quanto si desume dalla corrispondenza da<br />
Spilimbergo) direttamente organizzata dai socialisti, che in qualche modo fanno dei<br />
distinguo nei confronti delle sue opinioni: ma sicuramente le conferenze vedono una<br />
partecipata attenzione da parte dei socialisti ed una condivisione dell’orientamento<br />
anticlericale degli interventi. L’on. sacerdote scomunicato parlò al Coiazzi ad un pubblico<br />
affollato che l’applaudì calorosamente, specie quando fece allusione al sistema dei preti e dei<br />
clericali di adoperare la religione come strumento pol<strong>it</strong>ico, a vantaggio dei ricchi, a danno<br />
dei miseri e degli oppressi.<br />
Il senso dell’iniziativa è precisato in una corrispondenza da Torre, dove la<br />
battaglia fra socialisti e don Lozer per il controllo del movimento sindacale e<br />
cooperativistico degli operai tessili è all’apice (con don Lozer e la proprietà del cotonificio<br />
accusati dal Psi di spalleggiarsi reciprocamente): Lunedì parlerà a Pordenone don Romolo<br />
Murri sulla pol<strong>it</strong>ica nefasta dei clericali che si valgono della religione per andare al potere e<br />
sgovernare a loro piacimento. Perciò raccomandiamo a tutti di non mancare perché<br />
impareremo da Murri a conoscere più da vicino i nostri veri nemici, quegli egregi uomini che<br />
ci promettono l’istruzione e ci chiudono la scuola, che ci promettono il pane e ci regalano il<br />
piombo e i cannoni, che dicono di assicurarci il lavoro e ci lasciano scioperare, costretti<br />
magari ad andare a cercar lavoro in America. Il signor Fatutto che più volte s’è detto<br />
democratico cristiano e murriano per giunta, non dovrebbe mancare alla conferenza tanto<br />
più che l’oratore è inv<strong>it</strong>ato dallo studente Angelo Zilli al quale egli ha esternato le sue idee<br />
democratiche cristiane. Ma il signor Fatutto non ci andrà. 887<br />
Fra gli elementi di discordia c’è la costruzione del mulino cooperativo, che vede in<br />
concorrenza le due realtà del Magazzino Cooperativo socialista e della Unione<br />
Cooperativa cattolica. Lo scontro (a causa del quale in questi anni non si è ancora giunti<br />
alla realizzazione del forno cooperativo, r<strong>it</strong>ardato dalle divisioni provocate a livello locale<br />
da Lozer) coinvolge l’amministrazione del Magazzino socialista, provocando la<br />
contrapposizione fra base ed amministratori. In questa s’inserisce la direzione del<br />
Cotonificio Veneziano, che cerca di farsi pagare l’aff<strong>it</strong>to dei locali occupati dal Magazzino,<br />
finora concessi ad uso gratu<strong>it</strong>o. La polemica sul ruolo svolto da Lozer a favore del<br />
progresso di Torre, o viceversa sulle divisioni da lui introdotte nella classe operaia, è<br />
feroce: alle accuse di complic<strong>it</strong>à con l’omicidio Toffoletti rivolte al Psi da La Concordia, si<br />
replica che la propaganda socialista ci ha fatto molto bene: fu in grazia sua che gli operai<br />
ottennero miglioramenti di salario e diminuzione delle ore di lavoro che sorsero le<br />
cooperative e le forti organizzazioni operaie. A tutto questo diedero v<strong>it</strong>a i socialisti e non i<br />
preti che invece si sono infiltrati nel movimento operaio e hanno cercato di guastarlo<br />
riuscendovi in parte. 888<br />
Si cost<strong>it</strong>uisce in quei giorni a Torre il circolo giovanile socialista, il primo della<br />
provincia friulana. Il 16 aprile si inaugura la bandiera sociale, alla presenza dei<br />
compagni Furian e Puatto della Federazione Giovanile Socialista Veneta. Il Primo Maggio<br />
viene festeggiato con un grande corteo che parte da Torre alle otto e mezzo con una<br />
banda musicale. A largo San Giovanni a Pordenone il corteo si unisce con gli altri della<br />
c<strong>it</strong>tà e si conclude alla sala Coiazzi con un comizio degli avv. Giuseppe Ellero e Guido<br />
Rosso. A Torre pochi operai e contadini cattolici nel frattempo fanno un corteo, anche qui<br />
con una banda che - si nota con compiacimento - intona canti socialisti ed anarchici. Nel<br />
pomeriggio Ellero e Rosso parlano nuovamente a Torre ed a Roveredo. Il risultato del<br />
lavoro di don Lozer si fa sentire anche all’interno della banda musicale di Torre, la cui<br />
886 LF, nn. 286 del 26 marzo1910, pag. 4, Sciogliendo le riserve - I precedenti, Le riserve, La sospensiva, I<br />
retroscena e 287 del 2 aprile 1910, pag. 4, Bancarotta clerico-moderata, L’oggetto in Consiglio, Illegal<strong>it</strong>à;<br />
P, nn. 75 di mercoledì 30 marzo 1910, pag. 1, Cambiamenti di scena e 82 di giovedì 7 aprile 1910, pag. 1,<br />
Tornando a bomba.<br />
887 LF, nn. 288 del 9 aprile 1910, pag. 4, L’onor. Romolo Murri e TORRE. La conferenza Murri e l’intervento<br />
del signor Fatutto e 289 del 16 aprile 1910, pag. 4, Conferenza Murri.<br />
Angelo Zilli è un giovane democristiano che, cr<strong>it</strong>icato ferocemente dai giornali clericali Il Crociato e La Concordia,<br />
replica su LF, n. 290 del 23 aprile 1910, pag. 4, SACILE. Ai reverendi libellisti de “La Concordia”. Cfr.<br />
inoltre, sullo stesso numero, SACILE. La coda della conferenza Murri.<br />
888 LF, nn. 289 del 16 aprile 1910, pag. 4, TORRE. Cose dell’altro mondo!, 290 del 23 aprile 1910, pag. 2,<br />
TORRE. Ancora dell’assemblea del Magazzino Cooperativo, 292 del 7 maggio 1910, pag. 4, TORRE. Avanti!,<br />
293 del 14 maggio 1910, pag. 2, TORRE. Al Lavoro ed Echi del Primo Maggio e 294 del 21 maggio 1910,<br />
pag. 4, TORRE. Prima metamorfosi e Sempre turlupinatori i preti. La propaganda e 295 del 28 maggio<br />
1910, pag. 4, Segu<strong>it</strong>ando.<br />
271
direzione si rifiuta di presenziare a tutta la giornata dei festeggiamenti: i socialisti<br />
reagiscono rifiutando l’intervento della banda anche alla manifestazione del mattino,<br />
sost<strong>it</strong>uendola con un altro complesso messo insieme per l’occasione. 889<br />
In Consiglio Comunale il consigliere radicale Asquini commemora la spedizione<br />
dei Mille in Sicilia, in polemica con una presa di posizione filoborbonica de L’Osservatore<br />
Romano usc<strong>it</strong>a in occasione dell’anniversario dell’avvenimento. Anche il cons. Rosso parlò<br />
pei socialisti rilevando gli ideali di redenzione umana che restano da conseguirsi e che<br />
incombono come dovere delle nuove generazioni. I consiglieri clericali De Mattia e Klefisch<br />
replicano senza prendere le distanze dalla presa di posizione vaticana contro la<br />
spedizione garibaldina. 890<br />
Sul piano amministrativo, la maggioranza clericale-moderata rovescia o rinvia<br />
scelte già prese dall’amministrazione Galeazzi. Ecco così che viene riveduta la scelta di<br />
abbattere la porta della Bossina, aumentando fortemente la spesa e non provvedendo ad<br />
allargare in modo sufficiente la sede stradale, per conservare il porticato estendendolo<br />
anzi ai nuovi edifici. Questo fatto provoca due conseguenze negative: la prima è che la<br />
sede stradale non sarà ampliata adeguatamente come nelle previsioni; la seconda è che<br />
saranno costru<strong>it</strong>i nuovi porticati, visti negativamente dal pensiero igienistico del tempo,<br />
per il quale sono ricettacolo di sporco, sottratti al benefico lavaggio dell’acqua piovana.<br />
Inoltre si r<strong>it</strong>arda la realizzazione della strada per Corva, con soddisfazione dei<br />
proprietari dei terreni espropriati, che rimangono nel loro godimento e non hanno ancora<br />
rimborsato al comune le spese di perizia giudiziale cui alcuni sono stati condannati dal<br />
Tribunale: fra questi c’è il conte Cattaneo, i cui terreni sono interessati dal tracciato. A<br />
bilancio c'è lo stanziamento per la strada, dodicimila lire sono già state spese per<br />
espropri e progetti. Da mesi numerosi c<strong>it</strong>tadini hanno presentato una petizione per<br />
realizzare quest'opera importante per collegare Pordenone ai comuni s<strong>it</strong>uati a sud della<br />
c<strong>it</strong>tà, attesa da trent'anni: ma l'amministrazione usa come scusa il ricorso ancora<br />
pendente da parte del sig. Diana che contesta il prezzo d'esproprio (ed il procuratore di<br />
Diana è ora lo stesso del comune!). 891<br />
A Torre si annuncia, per domenica 7 giugno alle 17 in piazza, una conferenza<br />
sull’organizzazione da parte della maestra Giselda Brebbia di Milano, rivolta alle<br />
lavoratrici del cotonificio che stanno cominciando ad ag<strong>it</strong>arsi per la crisi del settore. La<br />
conferenza viene rinviata al giorno successivo, sia per il maltempo che per la violenta<br />
contestazione a suon di urla dell’ostessa del Cavallino, ove i manifestanti si sono riparati<br />
per il maltempo. L’oratrice, oltre a rivendicare la necess<strong>it</strong>à dell’organizzazione operaia,<br />
indica la contraddizione del sindacato cattolico, che incanala i voti popolari verso quei<br />
pol<strong>it</strong>ici borghesi che ostacolano la legislazione sociale e votano per l’incremento delle<br />
spese mil<strong>it</strong>ari. Inneggiò infine alla solidarietà internazionale delle classi operaie che<br />
allontanando sempre più il pericolo della guerra faranno riversare molti milioni a loro<br />
beneficio togliendo anche il disordine nel campo della produzione, quel disordine che<br />
produce oggi le crisi di lavoro tanto dannose all’operaio (...). Interviene successivamente<br />
Giuseppe Ellero che ripropone, dopo le divisioni create da don Lozer, di ricost<strong>it</strong>uire la<br />
Lega dei cotonieri; si plaude all’idea di costruire, come sede della Lega, una Casa del<br />
Popolo. 892<br />
4.3.8 - L’offesa clericale ad Enea Ellero.<br />
Sabato 7 maggio si discute della disdetta del contratto d’appalto del dazio<br />
consumo stipulato con la d<strong>it</strong>ta Gressani. La Giunta propone di municipalizzare la<br />
riscossione poiché la possibil<strong>it</strong>à di disdetta scade il 31 dicembre e - visto l’aumento della<br />
popolazione - gli intro<strong>it</strong>i dovrebbero aumentare, nonostante la presenza di tre cooperative<br />
di consumo non faccia prevedere il grosso incremento avvenuto a Cordenons. La stessa<br />
d<strong>it</strong>ta appaltatrice, per ev<strong>it</strong>are la municipalizzazione, ha offerto da parte sua un aumento<br />
889 LF, nn. 289 del 16 aprile1910, pag. 1, Movimento Giovanile Socialista, 292 del 7 maggio 1910, pag. 4,<br />
Primo Maggio e TORRE. Primo maggio e E gli altri? e 293 del 14 maggio 1910, pag. 2, TORRE. La banda e il<br />
Primo Maggio.<br />
La v<strong>it</strong>a del circolo giovanile non ha sviluppo: tre anni dopo in un resoconto del congresso regionale dei giovani<br />
socialisti si nota come in tutta la provincia di Udine non ci sia un solo circolo. Cfr. LF, n. 445 del 13 aprile<br />
1913, pag. 2, Il V. CONGRESSO Giovanile Socialista Veneto.<br />
890 LF, n. 293 del 14 maggio1910, pag. 2, Cose municipali.<br />
891 P, n. 62 di lunedì 14 marzo 1910, pag. 1, Viabil<strong>it</strong>à; LF, nn. 296 del 4 giugno1910, pag. 4, La Bossina e<br />
Strada di Corva e 302 del 16 luglio 1910, pag. 4, La Bossina.<br />
892 LF, nn. 296 del 4 giugno 1910, pag. 4, Conferenza Brebbia, 297 dell’11 giugno 1910, pag. 4, Conferenza<br />
Brebbia, Per la ricost<strong>it</strong>uzione della lega cotonieri e Una buona idea e 298 del 18 giugno 1910, pag. 4,<br />
Continuando.<br />
272
del canone di quindicimila lire. Forse proprio di questa scadenza ha discusso l’assemblea<br />
dell'Unione Esercenti di Pordenone tenutasi pochi giorni dopo. Fra i dirigenti ci sono vari<br />
amministratori comunali: il presidente è l’ex sindaco democratico cav. Antonio Polese, il<br />
vicepresidente è l’ex consigliere radicale dell’ospedale Leone Valenzin; sono consiglieri<br />
Fortunato Silvestri, Luigi Francescon ed il radicale Francesco Asquini (nominato al posto<br />
del defunto Riccardo Lizier). 893<br />
Si vota il nuovo consiglio dell’ospedale: il sindaco si rammarica delle dimissioni,<br />
date il 26 aprile, di un consiglio che aveva finora lavorato bene: fra gli altri cinque è<br />
eletto Guido Rosso. 894 Sia Guido che Gino Rosso intervengono frequentemente sui vari<br />
temi della v<strong>it</strong>a amministrativa c<strong>it</strong>tadina, con interrogazioni rivolte soprattutto ai problemi<br />
della gestione san<strong>it</strong>aria comunale ed alla s<strong>it</strong>uazione delle strade c<strong>it</strong>tadine (si nota una<br />
attenzione per il problema della veloc<strong>it</strong>à dei mezzi, carri e biciclette, che mettono in<br />
pericolo i passanti).<br />
L’amministrazione clericale-moderata commette un gravissimo errore, cercando<br />
di controllare la manifestazione indetta, per festeggiare il cinquantenario della spedizione<br />
dei Mille a Marsala, dal Com<strong>it</strong>ato della Trento-Trieste. I clericali impongono che la<br />
manifestazione non onori il monumento a Garibaldi. Questo provoca la dura presa di<br />
distanza di Enea Ellero, che si dissocia dalla manifestazione. La presa di posizione di<br />
Ellero induce il com<strong>it</strong>ato c<strong>it</strong>tadino a richiedere al sindaco di rinviare la manifestazione,<br />
ma Cossetti non accetta, essendo già tutti i preparativi in avanzato stato di realizzazione.<br />
Tutto si riduce ad un risicato corteo clericale, mentre l’opinione pubblica laica per tutta<br />
la durata della manifestazione contesta rumorosamente la rappresentanza comunale: La<br />
gogna - Il Com<strong>it</strong>ato e la Giunta Municipale furono per questo fatto, inchiodati alla gogna la<br />
più avvilente dall’intera c<strong>it</strong>tadinanza. Lo squallore ed il vuoto si fece loro attorno. Furono<br />
per tutta la giornata guardati come cani lebbrosi. Fischi assordanti, nutr<strong>it</strong>i e ripetuti<br />
accompagnarono dovunque i passi funebri dell’aborto municipale. L’espiazione - La<br />
democrazia tutta e la maggioranza del paese dai socialisti ai liberali più sbiad<strong>it</strong>i, in una sola,<br />
ma memorabile giornata col loro contegno e col frem<strong>it</strong>o ripetuto della pubblica indignazione,<br />
sbalzarono moralmente dal seggio Municipale gli offensori dei sentimenti del paese facendo<br />
loro provare tutta l’umiliazione, l’onta, la vergogna, l’obbrobrio dell’alleanza convert<strong>it</strong>a in<br />
ischiav<strong>it</strong>ù dei moderati ai clericali.<br />
La commemorazione garibaldina si trasforma in una manifestazione di protesta<br />
contro l’amministrazione, e raggiunge il suo culmine nell’omaggio ad Enea Ellero, l’unico<br />
superst<strong>it</strong>e pordenonese della spedizione (gli altri due, Bertossi e Fantuzzi, erano morti<br />
giovanissimi negli anni immediatamente successivi, a conferma del tragico destino dei<br />
più convinti combattenti nelle file garibaldine 895 ) che ha voluto pubblicamente dissociarsi<br />
dalla celebrazione ufficiale. Non finisce qui: Il Crociato polemizza personalmente nei<br />
confronti di Enea Ellero, insinuando ch'egli non abbia partecipato alla battaglia di<br />
Calatafimi. Ellero stesso respinge l'accusa su Il Paese, ed inv<strong>it</strong>a gli avversari a provare<br />
quanto sostengono. La polemica col quotidiano clericale continua, e si estende anche a<br />
propos<strong>it</strong>o di un'aggressione sub<strong>it</strong>a da Giuseppe Ellero e in qualche modo giustificata<br />
dagli avversari. La giornata di manifestazione si conclude, per il Psi, con un imperativo<br />
893 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 251-253; P, n. 112 di giovedì 12 maggio<br />
1910, pagg. 1 e 2, La municipalizzazione del Dazio; P, n. 125 di venerdì 27 maggio 1910, pag. 2, Assemblea<br />
esercenti.<br />
894 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 255-256.<br />
895 Bertossi Ing. Gio Batta, n. a Pordenone 9 marzo 1840, m. a Varazze, Gennaio 1865. Fra i Mille era<br />
nella VII.a Compagnia mil<strong>it</strong>e comandante B. Cairoli. Nella guerra di Lombardia dell’anno precedente<br />
1859 era soldato nell’Eserc<strong>it</strong>o Piemontese nel 13 o Fanteria. A San Martino nel 24 Giugno per mer<strong>it</strong>o fu<br />
promosso sottotenente sul campo della battaglia, e nel 1860 al Volturno fu promosso Cap<strong>it</strong>ano ed ebbe la<br />
medaglia al valore. (...) Ellero Dottor in Legge Enea, n. Pordenone 8 Settembre 1840. E’ avvocato a<br />
Pordenone. Fra i Mille era semplice soldato nella VII.a Compagnia con Cairoli, nel 1862 faceva parte del<br />
corpo Garibaldino e nella guerra del 1866 nel Trentino era nel 9 o Regg. e come Aiutante Maggiore nel 1<br />
o Battaglione. (...) Fantuzzi Antonio, n. Pordenone 5 Maggio 1833 m. Torino 11 Aprile 1865, nell’Osp<strong>it</strong>ale<br />
di Cottolengo. Cfr.: P, n. 106 di giovedì 5 maggio 1910, pag. 1, Nel Cinquanteria della Spedizione dei Mille.<br />
L’elenco dei Friulani dei Mille.<br />
Cosi Abba descrive Bertossi durante la marcia dei garibaldini verso Palermo: Si camminava lenti e<br />
quietamente; alcuni gruppi cantavano a mezza voce. Solo un Friulano, confuso nella settiman<br />
compagnia, cantava alto con una voce d’argento, quattro versi d’un’aria affettuosa e dolente, che<br />
andavano al Cuore. La rosade da la sere Bagna el flor del sentiment, La rosade da mattine Bagna el<br />
flor del pentiment. Uscii dalle file e mi avanzai fino a quel cantore, immaginandomi che dovesse essere<br />
un Osterman da Gemona, amico mio dell’anno scorso. Invece era uno studente di matematica, che si<br />
chiama Bertossi da Pordenone. - Bertossi! Era a San Martino in un reggimento piemontese? - Sì, mi<br />
rispose il compagno che interrogai. - Allora deve essere quello, che pel suo valore fu fatto ufficiale, sul<br />
campo di battaglia? - E’ quello, ma non lo dire; perché se lo sapesse se ne avrebbe a male. - Perché? -<br />
Perché è fatto così! Guardai quel giovane che ha vent’anni, e, alla barba nera e piena, pare di trenta.<br />
Stentava a credere che con quella fisionomia severa fosse stato lui a cantare, ma i versi del canto non<br />
erano indegni di lui. Che tesori di giovani in quella settima compagnia! Cfr.: ABBA, Giuseppe Cesare, Da<br />
Quarto al Volturno, Bologna, Zanichelli, 1960, pagg. 93-95.<br />
273
categorico per i moderati: le dimissioni dell’amministrazione e nuove elezioni comunali.<br />
Notiamo per inciso come l’organizzazione, leg<strong>it</strong>timata anche per i socialisti ad indire la<br />
manifestazione, sia la Società Trento-Trieste, e cioè un organismo irredentista: una<br />
contraddizione per quegli internazionalisti che confidavano le prospettive future del<br />
movimento operaio in un futuro di pace: che però ci fa capire come - sotto la superficie<br />
dell’ideologia - si celino contraddizioni destinate a disvelarsi di lì a pochi anni, di fronte<br />
alla guerra. 896<br />
4.3.9 - La prima candidatura socialista al<br />
Consiglio Provinciale.<br />
Le dimissioni dell’Amministrazione Comunale non giungono, per la certezza di<br />
essere spazzata via dallo sdegno popolare e perché domenica 19 giugno ci saranno le<br />
elezioni per due consiglieri del mandamento di Pordenone al Consiglio Provinciale. I<br />
clericali aumentano le loro pretese nei confronti dei loro alleati: chiedono che, al posto di<br />
uno dei due consiglieri provinciali uscenti, ora soggetti a rinnovo (il co. Giovanni Querini<br />
di Visinale, sindaco di Pasiano e l'avv. Riccardo Etro) venga eletto con il sostegno<br />
incondizionato dei moderati il loro rappresentante Klefisch, pena il loro passaggio<br />
all'opposizione ed il commissariamento del comune. Tale proposta viene anche<br />
appoggiata da Etro, che si rimangia la fiera affermazione anticlericale di qualche anno fa e<br />
si giunge infine all'accordo, sacrificando Querini. I moderati debbono rinunciare alla loro<br />
anima risorgimentale, accettando le imposizioni dei clericali, pena la messa in<br />
discussione dell'alleanza che sostiene la Giunta c<strong>it</strong>tadina ed il deputato Chiaradia.<br />
Radicali e socialisti pensano quindi di presentare Giuseppe Ellero ed il conte<br />
Querini, che però almeno inizialmente declina l'offerta dei radicali che rinunciano ad una<br />
loro candidatura di part<strong>it</strong>o: si pensa quindi a presentare autonomamente le due<br />
candidature. Certo la lotta si presenterebbe impari: i clericali in c<strong>it</strong>tà e campagna sono bene<br />
organizzati ed i conservatori si imbrancano con loro; una buona organizzazione vi è pure tra<br />
i socialisti del capoluogo mentre la più grande disorganizzazione regna invece tra i liberali e<br />
i democratici. Passate le elezioni nessuno dei nostri amici si interessa più di nulla e così le<br />
coalizioni per quanto ibride trionfano. (...) I socialisti, dal canto loro, si affermeranno sul<br />
nome dell'avv. Giuseppe Ellero, giovane serio, colto e studioso di questioni sociali. Egli<br />
certamente sarebbe nel Consiglio Provinciale un ottimo rappresentante dell'industre<br />
mandamento di Pordenone, tanto più che anche nel Consiglio Prov. tutte le tendenze<br />
dovrebbero essere rappresentate. Ci sono ormai in esso tanti preti e sagrestani, che un<br />
socialista non vi potrebbe certo figurare come espressione di eccessivismo estremo! La<br />
candidatura di Ellero è puramente simbolica, senza speranza di v<strong>it</strong>toria: ma si ricerca in<br />
tal modo un’affermazione morale e pol<strong>it</strong>ica: Tale deliberazione è stata appresa con vero<br />
entusiasmo dalle classi lavoratrici, liete di consacrare per la prima volta il proprio voto ad<br />
un rappresentante delle leg<strong>it</strong>time aspirazioni del proletariato. 897<br />
Sono eletti a Pordenone il cav. avv. Riccardo Etro ed il nob. cav. dott. Giovanni<br />
Querini; ad Ampezzo il dott. Ernesto Piemonte; ad Aviano sono rieletti i consiglieri<br />
uscenti Carlo Policreti ed Antonio Cristofori; a San V<strong>it</strong>o al Tagliamento al posto del<br />
dimissionario co. Nicolò Burovich de Zmajevic è eletto il conte cav. dott. Giacomo<br />
Sbroiavacca con scadenza nel 1912; a Spilimbergo al posto del defunto conte Giacomo<br />
Ceconi è eletto l’avv. Giovanni Cosattini con scadenza nel 1912; è eletto a Tolmezzo<br />
anche il geom. Severino Somma, con scadenza nel 1916. Il risultato di queste elezioni<br />
provinciali è l’entrata per la prima volta - nel Consiglio Provinciale di Udine - di tre<br />
consiglieri socialisti: rispettivamente Ernesto Piemonte, Giovanni Cosattini e Severino<br />
Somma. 898<br />
896 P, nn. 132 di sabato 4 giugno 1910, pag. 2, Le scissioni della festa di domani. Fuori i clericali! e La festa<br />
non sarà rimandata, 134 di martedì 7 giugno 1910, pag. 1, La Commemorazione dei mille coi vessilli del<br />
Beato Odorico e di S. Ilario a Pordenone. Ilar<strong>it</strong>à e fischi del pubblico. Le bandiere clericali non si<br />
abbassano innanzi al monumento di Garibaldi e ENEA ELLERO ricevuto da un'entusiastica dimostrazione<br />
di popolo (cfr. il resoconto della manifestazione in appendice) 135 di mercoledì 8 giugno 1910, pag. 1, L'avv.<br />
Ellero dei Mille e la battaglia di Calatafimi , 139 di lunedì 13 giugno, pag. 1, Enea Ellero e la lealtà del<br />
"Crociato" (ove Giuseppe viene confuso con Enea) e 141 di mercoledì 15 giugno 1910, pag.2, Due lettere; LF,<br />
n. 297 del 11 giugno 1910, pag.4, DURA LEZIONE.<br />
897 P, nn. 142 di giovedì 16 giugno 1910, pag. 2, Connubio clerico-moderato a Pordenone e 143 di venerdì 17<br />
giugno 1910, pag. 2, La lotta elettorale in Provincia. Pordenone; LF, n. 298 del 18 giugno 191 0, pag.4,<br />
Esempio miserando ed Elezioni provinciali.<br />
898 Consiglieri da rinnovarsi nelle elezioni del 1910, r<strong>it</strong>ardate ai sensi della legge 28 dicembre 1902, n. 544, che<br />
prevede un anno in più di durata del mandato: per il mandamento di Aviano il nob. Avv. Carlo Policreti e l’avv.<br />
Antonio Cristofori, per quello di Spilimbergo il cav. avv. Francesco Concari e co. comm. Giacomo Ceconi; i primi<br />
274
Il risultato elettorale è buono in c<strong>it</strong>tà per i socialisti, il cui candidato è il più<br />
votato, ed anche per i radicali, che ottengono una netta maggioranza (è il voto c<strong>it</strong>tadino<br />
che interessa i socialisti, che non si preoccupano neanche di informare su come si sia<br />
votato negli altri comuni del mandamento). Coi 537 voti dati al nostro candidato Avv.<br />
Ellero e coi 512 dati al candidato democratico co. Dott. Giovanni Querini contro i 457<br />
riportati dall’Avv. Etro moderato alleato del clericale Klefisch che ne ebbe soli 323, la<br />
c<strong>it</strong>tadinanza pordenonese plebisc<strong>it</strong>ariamente ha, in modo chiaro ed eloquentissimo, detto<br />
che essa è nella maggioranza socialista e democratica e che non vuol saperne né di<br />
moderati, né di clericali, né di clerico-moderati.<br />
Il Paese commenta che il risultato di Querini, soprattutto grazie al voto di<br />
Pordenone e di Pasiano, è un successo straordinario, inaspettato data la divers<strong>it</strong>à di<br />
preparazione, di organizzazioni, ad intens<strong>it</strong>à di lavoro, che ha un significato superiore ad<br />
una semplice elezione amminis. provinciale e che trova ragione forse nelle virulente<br />
espressioni del buon Crociato nella prepotenza clericale, nell'acquiescenza nel servilissimo<br />
moderato. Nel minuscolo Comune di Vallenoncello non si capisce come sia mancata la<br />
cost<strong>it</strong>uzione del seggio. E dire che quel Comunello è la patria del Giove Onnipossente, del<br />
connubio clerico-moderato. Notiamo, quanto al Psi, il grande risultato di Pordenone, dove<br />
il part<strong>it</strong>o è testa a testa con i radicali, e di Cordenons e Porcia, dove pur essendo il<br />
quarto part<strong>it</strong>o ha una percentuale di tutto rispetto, probabilmente per gli insediamenti di<br />
operai tessili del Makò e del Cotonificio Veneziano di Rorai; al contrario nessuna<br />
influenza elettorale pos<strong>it</strong>iva si ha nel caso del comune, pure in parte notevole cotoniero,<br />
di Fiume. Ottimo il risultato di Roveredo, dove il Psi è il primo part<strong>it</strong>o con un distacco<br />
enorme nei confronti degli altri.<br />
Fu una v<strong>it</strong>toria confortante. Giovanni Quirini 899, il democratico gentile che in<br />
Consiglio Provinciale fu sempre fiero nella lotta contro il clericalume, e Giuseppe Ellero,<br />
apostolo sempre costante dell'idea socialista, hanno riportato in Pordenone la maggioranza<br />
dei suffragi. Il confronto delle forze dei diversi part<strong>it</strong>i si misura dai voti riportati da<br />
Giuseppe Ellero e dal moderato Riccardo Etro; e con la prevalenza dei voti del primo sopra<br />
quelli del secondo, si evince la maggioranza delle forze democratiche sopra quelle clericomoderate;<br />
ma occorre anche qui una constatazione di fatto che meglio delucidi la<br />
s<strong>it</strong>uazione. Riccardo Etro ha avuto tutti i voti dei clericali e dei moderati e qualche voto<br />
anche da parte di quei democatici un po' tepidi che per certe simpatie personali lo<br />
preferirono all'Ellero mentre domani in una lotta più complessa sarebbero per i democratici;<br />
quindi in realtà la forza potenziale dei democratici un<strong>it</strong>i supera di molto quella dei clericali e<br />
dei moderati; di quei clerico-moderati che imperano al Consiglio Comunale contro la<br />
maggioranza del paese.<br />
Pesante è lo scacco di Klefisch, non votato anche da una parte significativa della<br />
Pordenone moderata, che non vuole rinunciare alla sua ident<strong>it</strong>à liberale. Questo risultato<br />
fa pendere i clericali per la rottura, e viene valutato con grande preoccupazione in casa<br />
moderata, vista la minoranza elettorale rimasta a sorreggere la Giunta comunale. I<br />
clericali hanno molto da lamentarsi degli alleati: E’ del resto altresì vero che la sconf<strong>it</strong>ta<br />
del clericale è dovuta al tradimento consumato dai moderati ai danni dei clericali. I<br />
moderati accettarono l’alleanza e i duri patti di essa. All’atto pratico però raccolsero i voti<br />
che compatti, è giusto riconoscerlo, i clericali portarono loro, ma non ebbero coraggio e si<br />
vergognarono di far altrettanto, per cui, più o meno palesemente, mentre ricevevano non<br />
ricambiavano il voto, e Klefisch restò trombato. Grazie al risultato elettorale per le<br />
provinciali, in cui socialisti e radicali hanno anche fatto campagna elettorale separati,<br />
l’Amministrazione Comunale di Pordenone è ormai deleg<strong>it</strong>timata dal voto popolare. 900<br />
Occasione per festeggiare la v<strong>it</strong>toria, oltre che per onorare il combattente<br />
garibaldino offeso dai clericali, è la grande festa che si tiene domenica 26 giugno per<br />
Enea Ellero, in onore del quale viene indetto dai radicali un banchetto popolare con la<br />
consegna di una medaglia ad honorem. Alle 13 si riuniscono all'albergo “Quattro corone"<br />
centocinquanta partecipanti, fra i quali i capi del radicalismo pordenonese: gli avvocati<br />
Galeazzi, Policreti, Cristofori, Cavarzerani, Brascuglia, Barzan, il conte Querini, il reduce<br />
Borsatti, Francesco Asquini ed Alessandro Rosso, il cav. Polese, Dell’Agnese e Fattorello<br />
ed il deputato provinciale spilimberghese Concari: quasi tutti intervengono con discorsi.<br />
tre da surrogarsi per anzian<strong>it</strong>à, e quindi da rinnovare rispettivamente per il sessennio 1910-11 e per il 1915-<br />
16, mentre il conte Ceconi per morte. In quest’ultimo caso il secondo degli eletti del mandamento dovrà essere<br />
rinnovato nelle elezioni del 1912 come lo sarebbe stato il conte Ceconi stesso. Cfr.: ASU-APU, busta 22,<br />
fascicolo 1, 1904-1911, Rinnovo Consiglio Provinciale. Deputazione provinciale di Udine, prot. n. 1692 del<br />
10.3.1905, n. 3130 del 5.6.1905, n. 6504 del 18.12.1905, prot. n. 3212 del 2.10.1910; Amministrazione<br />
Provinciale di Udine, estratti dei verbali delle deliberazioni del Consiglio Provinciale di Udine, prot. n. 5053 del<br />
20.1.1908, prot. n. 6061 del 30.1.1911.<br />
899 Di sol<strong>it</strong>o il conte Querini è riportato sulla stampa come Quirini.<br />
900 P, n. 145 di lunedì 20 giugno 1910, pag. 1, VITTORIA POPOLARE A PORDENONE e 147 di mercoledì 22<br />
giugno 1910, pagg. 1 e 2, La v<strong>it</strong>toria della democrazia; LF, n. 299 del 25 giugno 1910, pag.4, Trionfale<br />
affermazione socialista.<br />
275
Gli organizzatori sono Asquini, Galeazzi, Barzan, e - unico socialista - Gino Rosso.<br />
Vengono particolarmente acclamati - oltre ad Ellero - Galeazzi e Querini, protagonisti<br />
delle più importanti battaglie amministrative del part<strong>it</strong>o in c<strong>it</strong>tà. Ciò nonostante<br />
l’iniziativa viene presentata con grande rilievo dal settimanale socialista, a testimonianza<br />
della perdurante contigu<strong>it</strong>à del Psi pordenonese con la sinistra borghese.<br />
Ciò può apparire in contrasto con la conferma, ripetuta nei confronti delle<br />
affermazioni clericali, che i socialisti ed i democratici non avevano stipulato nessun<br />
accordo elettorale, ma avevano solo lasciato liberi i propri elettori di votare per il<br />
candidato dell’altro part<strong>it</strong>o. Nonostante il richiamo alle dichiarazioni pubbliche<br />
precedenti alle elezioni, non si può non notare come la stessa presentazione di un solo<br />
candidato per schieramento (espediente usato anche da clericali e moderati) sia una<br />
tattica volta a massimizzare il risultato elettorale, pur mantenendo distinti i caratteri e<br />
gli obiettivi dei singoli part<strong>it</strong>i. E comune è l’interesse di socialisti e radicali a far cadere<br />
l’Amministrazione Comunale, obiettivo persegu<strong>it</strong>o con iniziative che appaiono come<br />
elementi di una comune campagna pol<strong>it</strong>ica, che punta sulla divisione fra clericali e<br />
moderati.<br />
Fra gli strascichi delle elezioni c'è una polemica giornalistica dell'avvocato Etro<br />
contro il collega Guido Rosso, per le espressioni insolenti che gli vengono attribu<strong>it</strong>e nel<br />
comizio elettorale del sabato precedente le elezioni provinciali. Rosso invia ad Etro una<br />
lettera aperta tram<strong>it</strong>e Il Paese, nella quale smentisce le accuse e sfida Etro a provarle. In<br />
particolare Rosso respinge l'accusa di amoreggiare per ragioni professionali con i<br />
banchieri locali, per i quali dichiara di lavorare senza pregiudizi di part<strong>it</strong>o e chiedendo<br />
un onorario onesto. E’ la prima volta che Guido Rosso si sente rinfacciare da destra<br />
pubblicamente il suo lavoro di avvocato del mondo finanziario pordenonese, nel quale<br />
assumerà progressivamente anche importanti cariche amministrative: sintomo di un<br />
ruolo pubblico e di un successo personale che susc<strong>it</strong>a notevoli preoccupazioni e<br />
probabilmente invidie in quegli esponenti moderati che vedono sempre di più lui ed<br />
Ellero trasformarsi da giovani sovversivi ad affermati protagonisti della v<strong>it</strong>a c<strong>it</strong>tadina. 901<br />
I moderati decidono inizialmente di dimettersi vista la sconf<strong>it</strong>ta, ma questa scelta<br />
viene bloccata dal r<strong>it</strong>orno del loro capo, defin<strong>it</strong>o da Il Lavoratore Friulano l'Oracolo. I<br />
moderati alleati ai clericali sono una minoranza: se radicali e socialisti votassero un<strong>it</strong>i<br />
otterrebbero almeno seicento voti, contro i quattrocento che rimarrebbero ad Etro senza i<br />
voti personali. Giovedì 14 luglio 1910 il gruppo clericale presenta una mozione al<br />
Consiglio Comunale, in riferimento al risultato delle elezioni provinciali ove i liberali non<br />
hanno mantenuto gli accordi di sostenere un candidato clericale: “I sottoscr<strong>it</strong>ti<br />
Consiglieri visto l’es<strong>it</strong>o delle ultime elezioni provinciali, per tutela della loro dign<strong>it</strong>à e per<br />
espresso mandato dell’associazione elettorale cattolica, sentono il dovere ingrato di<br />
constatare in quest’aula stessa la defezione di una gran parte di elettori liberali ai patti<br />
convenuti. Considerato però che il retto funzionamento e gli interessi della pubblica cosa,<br />
sono e devono essere superiori ad ogni velle<strong>it</strong>à ed ambizione di part<strong>it</strong>o, dichiarano di<br />
continuare il loro appoggio all’attuale amministrazione.” Il sindaco, su sollec<strong>it</strong>azione di<br />
Gino Rosso, dichiara che il programma della maggioranza è amministrativo e non<br />
pol<strong>it</strong>ico, ma l’avv. Rosso avverte che il cons. De Mattia ha fatto inserire a verbale la<br />
dichiarazione sua e de’ suoi amici; e perciò la Giunta deve dire se accetta o rifiuta l’appoggio<br />
dei clericali. Il significato delle ultime elezioni amministrative è chiaro; e perciò la Giunta<br />
deve manifestare le sue intenzioni ed i suoi propos<strong>it</strong>i, specie dopo la dichiarazione dei<br />
clericali. Anche Asquini chiede al sindaco se accetta l’appoggio clericale, susc<strong>it</strong>ando la<br />
energica reazione del sindaco; per parte sua Klefisch dichiara che l’alleanza è stata fatta<br />
richiedendo l’ist<strong>it</strong>uzione dell’insegnamento religioso facoltativo. L’avvocato Querini<br />
presenta un ordine del giorno in cui si conferma fiducia alla Giunta, ma il sindaco<br />
vorrebbe rinviare la discussione ad altra seduta. Rosso presenta invece un ordine del<br />
giorno per passare sub<strong>it</strong>o al voto: su tale odg viene posta la fiducia dal sindaco, e viene<br />
respinta a grande maggioranza (solo quattro voti a favore, e l’astensione della Giunta e di<br />
Asquini).<br />
Di fronte alla crisi della maggioranza aperta dai clericali, i moderati decidono di<br />
dare le dimissioni, anche se ne rinviano l'operativ<strong>it</strong>à fino all'inaugurazione del campo<br />
d'aviazione della Comina, che cost<strong>it</strong>uisce un avvenimento di grandissimo rilievo per la<br />
c<strong>it</strong>tà. A questo punto le parti si rovesciano: sono i clericali che si trovano a dover cercare<br />
di convincere gli alleati a non por fine all'amministrazione. Giusto un mese prima infatti<br />
901 LF, nn. 299 del 25 giugno 1910, pag.4, Banchetto all’Avv. Enea Ellero, 300 del 2 luglio 1910, pag. 4,<br />
stesso t<strong>it</strong>olo e Imposture, Isolamento dei moderati e Voci vaghe; P, n. 151 di lunedì 27 giugno 1910, pagg. 1<br />
e 2, Festa patriottica e democratica a Pordenone in onore di Enea Ellero e L'avv. Rosso risponde al cav.<br />
avv. Riccardo Etro.<br />
276
è stato dato l’annuncio che verrà costru<strong>it</strong>o in Comina un grande campo ad uso scuola di<br />
aviazione, nel prato già di proprietà del duca Ottoboni Fiano. L’iniziativa trova favorevoli i<br />
socialisti pordenonesi, anche con una buona dose di ingenu<strong>it</strong>à: Entusiasti di questo,<br />
come di ogni altro portato della civiltà e del progresso, noi siamo lieti che Pordenone abbia<br />
potuto raggiungere un tale intento e non abbiamo difficoltà a riconoscere e segnalare<br />
lealmente il mer<strong>it</strong>o dell’impresa, sieno chiunque coloro ai quali può aspettare. (...) Dunque<br />
non solo la borghesia o l’aristocrazia, ma lo stesso proletariato deve accordare tutte le sue<br />
migliori simpatie a questo cimentoso sforzo dell’uomo e della scienza per conquistare il<br />
dominio dell’aria che tanti benefici potrà portare alla civiltà e all’uman<strong>it</strong>à solo che, puta<br />
caso, servisse a render impossibili le guerre. Lo scientismo pos<strong>it</strong>ivista giunge qui ad un<br />
apice di incomprensione di quanto sta avvenendo. La fiducia totale ed ottusa nelle<br />
magnifiche sorti del progresso porta ad illudersi (e quel puta caso, servisse la dice lunga<br />
su come si rimanesse acr<strong>it</strong>ici se non ciechi osservatori del susseguirsi delle innovazioni)<br />
su uno strumento che avrà effetti catastrofici quanto a possibil<strong>it</strong>à distruttive di massa<br />
nelle vicende belliche del secolo. La stessa collocazione nell’area del confine<br />
nordorientale del campo di aviazione e dei paralleli progetti dell’on. Odorico per farne<br />
uno per dirigibili nelle brughiere di Sequals, stanno a testimoniare come lo strumento<br />
aereonautico avesse già allora una proiezione bellica. Ed infatti, pochi mesi dopo<br />
l’apertura della scuola di aviazione della Comina (che occuperà nel periodo successivo<br />
praticamente tutte le cronache quotidiane de Il Paese, piene di ammirazione per le<br />
prodezze dei vari piloti) è ultimato anche il campo d’aviazione di Aviano. 902<br />
Ma lunedì 25 luglio la Giunta si presenta dimissionaria per il venir meno del<br />
sostegno di una parte della maggioranza. La corrispondenza de Il Paese ci dà una vivace<br />
descrizione della seduta: Al suono del campanello, che chiama al vicino Duomo le sol<strong>it</strong>e<br />
fedeli per il rosario della sera, passo sotto la loggia del Municipio, mal rischiarata da una<br />
lampadina debolissima, e per la gran scala penetro nella sala del Consiglio. Qui regna<br />
perfetto ordine: poltroncine, carta e mat<strong>it</strong>a, tutto allineato sull'emiciclo; del pubblico alcuni<br />
assidui hanno invaso i pochi sedili; la stampa, quasi sfuggente all'occhio, nel sol<strong>it</strong>o<br />
cantuccio con quel meschino tavolo ed una sola sedia, fa emergere il cronista della Patria<br />
con carta e mat<strong>it</strong>a in attesa di lavoro. Miei occhi vanno scorrendo per i quadri che adornano<br />
le pareti e qualche volta mirano le persone nuove nel pubblico che va ingrossandosi.<br />
Finalmente ecco entrare un Consigliere e precisamente il più alto, dalla chioma ricciuta e<br />
dietro a lui altri che con calma e serietà vanno tutti a sedersi alla Destra. Essi sono i<br />
clericali, unici che osservano la puntual<strong>it</strong>à dell'orario; sempre compatti, non fanno<br />
chiacchere fra loro, qualcuno prende la mat<strong>it</strong>a e disegna, altri guardano attorno cercando un<br />
punto d'appoggio per gli occhi o per il pensiero.<br />
Lentamente ad uno ad uno entrano altri consiglieri di vario colore, che secondo la<br />
poltroncina su cui vanno a sedersi possono essere classificati. All'estrema sinistra notiamo<br />
un errore il seggio di uno occupato da un altro. Se ne devono essere accorti quei signori, ma,<br />
data l'importanza della seduta, non si fece gran caso. Finalmente la porta si apre e la Giunta<br />
entra in sala, và al suo posto e viene ordinato l'appello. Il sol<strong>it</strong>o "presente" va ripetendosi di<br />
bocca in bocca alla chiamata del Segretario; però non rispondono Rosso Guido, Ricchieri,<br />
Poletti e qualche altro. Per i due primi assenti c'è la giustificazione scr<strong>it</strong>ta che il Sindaco<br />
legge; in quella di Rosso poi si sente qualche cosa di più; che accetta le dimissioni della<br />
Giunta perché atto doveroso di pol<strong>it</strong>ica, ed il Sindaco aggiunge: "osservazioni personali".<br />
Dichiarata valida la seduta ecco all'articolo primo dell'ordine del giorno. Il Sindaco ud<strong>it</strong>e le<br />
dichiarazioni clericali nell'ultima seduta, r<strong>it</strong>enuto impossibile continuare una buona<br />
Amministrazione, mancando l'accordo del Consiglio, prega di prender atto delle dimissioni<br />
della Giunta: "Se nessuno domanda la parola resta approvato".Il silenzio è la risposta che fa<br />
approvare ad unanim<strong>it</strong>à. Asquini vocifera qualche cosa, non vede bello passare ad una<br />
votazione per un tale argomento, però si va oltre.<br />
Nomina del Sindaco<br />
Vediamo vagare per l'emiciclo la vecchia urna di legno e notiamo l'introdursi<br />
repentino dei voti. Poco dopo sentiamo: Schede bianche 12, Cossetti, 10, nulle 2. Per<br />
domanda del segretario si r<strong>it</strong>enta la votazione: Responso: 13 bianche, 9 Cossetti e 8<br />
Klefisch. Cosa si deve fare?<br />
Nomina della Giunta<br />
902 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 267-270 (firmano la mozione Giuseppe<br />
De Mattia, Giuseppe Gaspardo, Vincenzo Maroder, Giuseppe Pellin, Giuseppe Ragogna, Carlo Klefisch ed<br />
Angelo Fantuzzi); P, nn. 139 di lunedì 13 giugno 1910, pag. 1, Un angar a Pordenone, 166 di giovedì 14 luglio<br />
1910, pag. 1, Che cosa faremo, 169 di lunedì 18 luglio 1910, pagg. 1 e 2, Il Consiglio comunale di<br />
Pordenone dopo le elezioni, 170 di martedì 19 luglio 1910, pag. 1, Le dimissioni della Giunta, 176 di lunedì<br />
25 luglio 1910, pag. 2, BARUFFE IN FAMEGIA. Il pentimento dei clericali e 30 di sabato 4 febbraio 1911,<br />
pag. 3, Da Aviano. Il nuovo campo mil<strong>it</strong>are di aviazione; LF, nn. 305 del 6 agosto 1910, pag. 4, L’ultima<br />
soddisfazione e 306 del 13 agosto 1910, pag. 4, La scuola d’aviazione. Sull'inaugurazione del campo della<br />
Comina, cfr. i numeri de Il Paese da metà luglio a lunedì 8 agosto 1910 (l'inaugurazione ebbe luogo domenica<br />
7); sulla proposta dell’on. Odorico di costruzione della stazione per dirigibili, cfr.: Il Lavoratore Friulano, nn. 283<br />
del 5 marzo 1910, pag. 2, L’inaugurazione del Tram Spilimbergo-Maniago e 287 del 2 aprile 1910, pag. 4,<br />
FANNA. Dopo l’inaugurazione.<br />
277
L'urna va girando per la sala ed in breve ecco l'es<strong>it</strong>o: 21 schede bianche e 3 con voti<br />
dispersi. A questo punto il cav. Polese domanda la parola e fa osservare che, data la risposta<br />
della votazione, è inutile r<strong>it</strong>entare con altre sedute per ottenere il medesimo es<strong>it</strong>o, sarebbe<br />
opportuno dare le dimissioni del Consiglio in massa invocando dalla Prefettura l'immediata<br />
nomina del Commissario, in una persona di fiducia, per le elezioni generali. Non sembra nel<br />
medesimo parere l'avv. Antonio Querini per questioni legali, nel mentre Asquini e Gino<br />
Rosso sostengono spiegandola, l'idea di Polese. A por fine a questi discorsi il ricciuto ed alto<br />
Consigliere clericale domanda la parola: Prego il signor Sindaco, dato il momento grave, di<br />
sospendere per cinque minuti la seduta per potere affiatarsi. I cinque minuti vengono<br />
accordati, si formano dei crocchi, si chiacchera e si riprendono le discussioni. R<strong>it</strong>orna l'avv.<br />
Querini ad opporsi alla proposta Polese e questo insiste e spiega. Parlano Gino Rosso,<br />
Asquini e qualche altro; il Sindaco non vorrebbe che il Consiglio si suicidasse così presto; e...<br />
"Io crederei di interpellare il Segretario che è intelligente in materia" conchiudeva De<br />
Mattia. Ma il Segretario di giurisprudenza ne ha per tutti i gusti e si finisce con<br />
l'abbandonare la discussione. Lentamente a piccoli gruppi i Consiglieri e pubblico e stampa<br />
scendono la gran scala e si disperdono per il Corso V<strong>it</strong>torio Emanuele. 903<br />
Il risultato delle elezioni provinciali è quello di separare le due componenti della<br />
maggioranza e di portare alle dimissioni dell’Amministrazione Comunale. Ognuna delle<br />
due parti ha sostenuto l’alleanza per opportunismo, sperando di cavarne il massimo<br />
possibile. Ora che i clericali hanno esplic<strong>it</strong>ato la loro volontà di presenza pol<strong>it</strong>ica<br />
autonoma, i moderati hanno scelto di non valersi più del loro ingombrante appoggio. Si<br />
prevede che i moderati - in occasione delle inev<strong>it</strong>abili elezioni generali - possano<br />
riavvicinarsi alla democrazia radicale, lasciando a sinistra i socialisti emergere con la<br />
loro forza autonoma. 904<br />
4.3.10 - Vallenoncello: la sinistra all’attacco del<br />
feudo dei Cattaneo.<br />
Prevalentemente rurale, popolato da 1616 ab<strong>it</strong>anti nel 1911 (che aumenteranno a<br />
1730 nel 1920), il comune di Vallenoncello è privo delle attiv<strong>it</strong>à industriali tipiche di<br />
Pordenone e di altri comuni vicini, con l’eccezione di una fornace di calce. Cinquanta<br />
persone sono coinvolte nell’emigrazione stagionale. Su ambedue i paesi che cost<strong>it</strong>uiscono<br />
il comune, Vallenoncello e Villanova, domina incontrastato il nobile proprietario, il conte<br />
Cattaneo, le cui ville cost<strong>it</strong>uiscono insieme con le chiese parrocchiali il riferimento degli<br />
ab<strong>it</strong>ati. Lo stesso piccolissimo municipio di Vallenoncello è collocato fra la chiesa e la<br />
villa Cattaneo, a simboleggiare la dipendenza del potere civile da quello nobiliare. La<br />
famiglia Cattaneo è una delle maggiori di Pordenone, con proprietà in c<strong>it</strong>tà (l’11,73% di<br />
tutti i terreni coltivabili, cioè la maggiore concentrazione immobiliare di tutto il comune),<br />
a Vallenoncello e (ma si tratta di un ramo distinto della famiglia) a San Quirino. Solo a<br />
Vallenoncello i Cattaneo possiedono il 27% del terr<strong>it</strong>orio che - con due altre famiglie<br />
nobili pordenonesi, i Ricchieri ed i Montereale - è per il 55% in mano all’aristocrazia. 905<br />
Non stupisce che nel 1930 il comune verrà unificato con Pordenone, il cui<br />
podestà sarà proprio un Cattaneo. L’antica funzione di “cortile di casa” viene riassunta<br />
nella più prestigiosa compagine c<strong>it</strong>tadina, ormai appannaggio di un nobile proprietario<br />
terriero schierato “dalla parte giusta” fin dalla prima ora. 906<br />
Vicino a Vallenoncello è inoltre insediato uno stabilimento chimico, la Fabbrica di<br />
Concimi Pordenone, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o nel 1899 dagli stessi soci della Banca di Pordenone (nomi<br />
noti come Galvani, Cossetti, Querini, Zacchi, ecc.). La fabbrica è stata costru<strong>it</strong>a l’anno<br />
successivo su un rilievo prospiciente il porto pordenonese della Dogana, s<strong>it</strong>o sulla riva<br />
sinistra del Noncello al confine fra i due comuni: insediamento reso indispensabile per<br />
garantire il trasporto delle grandi quant<strong>it</strong>à di concime prodotto sulle chiatte; sono<br />
occupati circa settanta operai. Lo stabilimento è uno dei tre della provincia di Udine (gli<br />
903 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 282-284; P, n. 178 di mercoledì 27 luglio<br />
1910, pag. 2, La congiura delle schede bianche al Consiglio di Pordenone. VERSO LE ELEZIONI<br />
GENERALI.<br />
904 LF, nn. 303 del 23 luglio 1910, pag. 4, Dimissioni, Se ne vanno, La risoluzione, Separazione, Errore o<br />
logica? e Mancata sincer<strong>it</strong>à e 304 del 30 luglio 1910, pag. 4, E’ caduta, Doppia lezione, Coccodrilli,<br />
Stomachi da struzzo, La paura, Carletto antipatico, Troppo tardi e La soluzione.<br />
905 MIO, Luigi, c<strong>it</strong>., pagg. 71-75; ***, Ferrovia Pordenone-Aviano, Pordenone, Arti Grafiche già F.lli Gatti, 1921,<br />
pag. 18.<br />
906 Successivamente viene accorpato al comune di Pordenone, di cui cost<strong>it</strong>uisce la parte meridionale,<br />
corrispondente ai paesi di Vallenoncello (a sua volta suddiviso nei due borghi di Valle e di Noncello) e di<br />
Villanova. Cfr.: TOURING CLUB ITALIANO, c<strong>it</strong>., pag. 1219. Sulla facciata dell’ex municipio, utilizzato dopo lo<br />
scioglimento del comune come fabbricato delle opere parrocchiali della frazione, una lapide ricorda l’antica<br />
funzione.<br />
278
altri due sono ad Udine ed a San Giorgio di Nogaro, ed occupano complessivamente 299<br />
operai nel 1914), costretti a muoversi in una s<strong>it</strong>uazione affatto particolare: L’industria dei<br />
concimi chimici si trova in una condizione speciale nel Friuli per il fatto che i tre<br />
stabilimenti della provincia si trovano di fronte alla concorrenza della fabbrica di<br />
Portogruaro, creata dalla Associazione Agraria Friulana la quale provvede a fornire tutti i<br />
propri soci che cost<strong>it</strong>uiscono la parte preponderante degli agricoltori. Questa fabbrica pur<br />
facendo parte del trust, si è riservata una grandissima libertà rispetto ai propri soci,<br />
legandosi soltanto per la parte del prodotto commerciale. Così la produzione di questa<br />
fabbrica è rappresentata da oltre i due quinti della produzione totale, considerate le quattro<br />
fabbriche insieme. Lo stabilimento di Vallenoncello non è indenne dalle ag<strong>it</strong>azioni operaie<br />
di Pordenone: nel 1905 uno sciopero per questioni salariali viene represso con<br />
l’intervento di reparti mil<strong>it</strong>ari da Sacile e nel 1909 abbiamo una indiretta segnalazione di<br />
uno sciopero scoppiato nello stabilimento, contro il quale viene organizzato il<br />
reclutamento di crumiri da parte clericale nell’Avianese. 907<br />
La prima presa di posizione socialista compare su Il Lavoratore Friulano nel 1910,<br />
in occasione delle elezioni provinciali che vedono per la prima volta la sinistra affrontare<br />
il potere dei Cattaneo nel loro feudo. Proprio in corrispondenza con la presentazione dei<br />
socialisti alle elezioni provinciali nel mandamento, gli elettori di Vallenoncello esprimono<br />
la loro protesta nei confronti del conte-sindaco non recandosi alle urne. La protesta si<br />
esprime inoltre con la presentazione di candidature di sinistra alle elezioni per il parziale<br />
rinnovo del Consiglio Comunale. Una serie di servizi accompagna la campagna elettorale<br />
con proposte che, per la loro semplic<strong>it</strong>à, dimostrano il grado di arretratezza in cui versa il<br />
feudo dei Cattaneo. Si tratta di una vivace descrizione di una realtà che per troppi<br />
aspetti è rimasta ancorata al medioevo.<br />
Il nuovo don Rodrigo, ovvero il retrogrado. Chi è costui. E’ disgraziatamente il<br />
sindaco di qui signor conte Riccardo Cattaneo. Noi credevamo che l’epoca fosca dei<br />
signorotti fosse passata e che nel travolgersi dei castelli anche i signorotti fossero per<strong>it</strong>i; ma<br />
invece essi vivono ancora e se non hanno più dei bravi a loro disposizione per uccidere la<br />
gente o delle carceri per rinchiuderla al buio, permettono e vogliono anzi si faccia scempio<br />
dei morti e che la mente dell’uomo resti chiusa alla scienza. Perché è proprio così. Il sig.<br />
conte Cattaneo, da 12 anni disgraziatamente nostro sindaco, è padrone di gran parte del<br />
paese e come tale si crede in dir<strong>it</strong>to di spadroneggiare e di trascurare gl’interessi vivi e veri<br />
del comune. E’ da tutti riconosciuto il bisogno d’un nuovo fabbricato scolastico, perché le<br />
scuole attuali sono addir<strong>it</strong>tura in locali indecenti ed insufficienti (il pollaio del signor conte,<br />
pardon del Sindaco, è molto migliore). Il comune ha già comperato il terreno ma mai si<br />
decide a mettersi al lavoro, perché il signor conte non lo vuole. I consiglieri, che per tante<br />
ragioni gli sono legati, non sanno opporsi e protestare, e così per causa sua le scuole<br />
rimangono in due misere stanzette scure ed incapaci a contenere tutti gli scolari con grande<br />
scap<strong>it</strong>o della loro salute. (...) Sarebbe poi ora anche che il sig. Sindaco si muovesse a fare il<br />
nuovo cim<strong>it</strong>ero, perché l’attuale è insufficiente e non risponde per niente alle prescrizioni<br />
san<strong>it</strong>arie. Si devono mettere le bare una addosso all’altra e smuoverle anche dopo pochi anni<br />
dal loro seppellimento. Questa indegn<strong>it</strong>à è ora che cessi. Se ne vada, se ne vada il sindaco<br />
dal comune, poiché la sua presenza è di ostacolo ad opere tanto necessarie. Sappia che il<br />
paese è stanco di sopportarlo e che domenica non si formarono i seggi per l’elezioni parziali,<br />
in segno di protesta per la sua persistenza al consiglio. 908<br />
I socialisti contestano direttamente nel suo feudo il dir<strong>it</strong>to del conte Cattaneo a<br />
continuare a spadroneggiare. La loro piattaforma presenta tematiche che saranno il<br />
fulcro dell’azione della Giunta socialista che sarà eletta nel dopoguerra. Solo con la<br />
Giunta socialista del 1920-1922 infatti, nonostante il clima di reazione armata fascista,<br />
sarà possibile provvedere, dapprima provvisoriamente e poi defin<strong>it</strong>ivamente alla<br />
costruzione dell’edificio delle scuole elementari. Non ci si può stupire che proprio attorno<br />
alla scuola si giochi l’elemento fondamentale dello scontro pol<strong>it</strong>ico fra la sinistra ed i<br />
Cattaneo: proprio Riccardo Cattaneo aveva sostenuto nella sua veste di consigliere<br />
comunale a Pordenone le posizioni più grettamente conservatrici dell’aristocrazia terriera<br />
locale, con una battaglia contro l’istruzione defin<strong>it</strong>a creatrice di spostati e malcontenti e<br />
piaga del bilancio comunale. L’oscurantismo di Cattaneo produsse, nonostante<br />
l’eccezionale periodo di permanenza nell’amministrazione pordenonese (secondo per la<br />
presenza in Giunta, durata più di dieci anni, solo all’avversario progressista Enea Ellero)<br />
la sua emarginazione dalla ben più aperta classe dirigente pordenonese, ed il<br />
ripiegamento nel meno amb<strong>it</strong>o ruolo di sindaco del suo proprio feudo locale. 909<br />
907 LF, nn. 115 di giovedì 27 aprile 1905, pag. 3, DA PORDENONE. Uno sciopero fin<strong>it</strong>o male e 225 del 6<br />
febbraio 1909, Pordenone Socialista, La zampa del prete. Sulla Fabbrica Concimi cfr.: CRIPPA, Flavio e<br />
Mattozzi, Ivo, c<strong>it</strong>., pagg. 150-151; PICOTTI, Guido, c<strong>it</strong>., pagg. 36 e 63. Lo stabilimento funzionerà fino al 1929,<br />
quando - dopo la vend<strong>it</strong>a alla concorrente Montecatini - verrà chiuso.<br />
908 LF, n. 299 del 25 giugno 1910, pag. 4.<br />
909 MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pagg. 137-138, 208 e 216<br />
279
Le elezioni comunali si tengono in luglio: Domenica 10 corrente, avranno luogo in<br />
questo comune le elezioni parziali. Il Signor Sindaco ha già incaricato i suoi devoti di far<br />
propaganda tra i contadini per la sua lista. Egli vuole vincere ad ogni costo, e siccome<br />
conosce anche la calligrafia dei suoi elettori guai a chi lo tradirà! Noi speriamo che gli<br />
elettori vorranno eserc<strong>it</strong>are tutto quanto il loro dir<strong>it</strong>to e guidati dal buon senso daranno il<br />
voto a chi saprà veramente fare l’interesse del Comune. Pensino che il Signor Sindaco<br />
appunto perché fiacco ed inetto è stato espulso dall’amministrazione di Pordenone. (...) Il<br />
Signor Sindaco dice di esser il padrone: facciamo vedere gli elettori che il popolo è pur<br />
qualcosa. Il Signor Sindaco dice che il paese è sempre andato così e così deve continuare: gli<br />
facciano vedere che qualcosa di nuovo si deve fare anche qui per l’interesse nostro. 910<br />
Non è solo il sindaco ad esprimere la forza della conservazione, ma un clero<br />
abbarbicato sui suoi piccoli ma solidi privilegi. Ma, a dispetto del ruolo progressista<br />
svolto nella vicina c<strong>it</strong>tà operaia, ad appoggiare le forze della reazione agraria giunge a<br />
Vallenoncello nella domenica elettorale perfino il capo del sindacalismo cattolico don<br />
Giuseppe Lozer, che viene sonoramente fischiato per questo suo schieramento<br />
filopadronale. Nell’occasione elettorale, non è il movimento cattolico a dividersi fra la<br />
sinistra democratica cristiana e la destra clerico-moderata, anzi esse si riuniscono a<br />
difesa dell’alleanza elettorale con la conservazione agraria. Pochissimi anni, ma che<br />
sembrano un’era geologica, separano l’estate 1910 dal tempo nel quale don Lozer e don<br />
Gio Batta Concina parroco di Prata inizieranno ad organizzare sindacalmente i contadini<br />
contro i grandi proprietari terrieri. 911<br />
(...) il sig. conte Riccardo Cattaneo, per disgrazia, nostro sindaco, è il grande<br />
ostacolo, il bastone tra le ruote del comune che non gli permette di muoversi come dovrebbe<br />
in quest’alba di secolo in cui si registra un grande sviluppo nel campo del lavoro e della<br />
coltura.Dappertutto i comuni si muovono e vanno a gara nel dar incremento ad opere<br />
d’interesse pubblico giusta le nuove e cresciute esigenze dei comunisti. Soltanto il nostro<br />
comune non pensa a muoversi quasiché noi fossimo i più fortunati del mondo. Ma noi non<br />
esigiamo grandi cose ed impossibili: a noi basta che il comune costruisca le scuole e il<br />
cim<strong>it</strong>ero, opere queste necessarie ed urgenti. Il sig. Sindaco, se non vuol r<strong>it</strong>irarsi dal<br />
comune, incominci a far qualcosa, dal momento che ne ha data anche la parola, e tutto<br />
dipende da lui. Siamo stanchi di vedere rimandata di anno in anno la costruzione delle<br />
scuole. Anche il sig. Parroco è contrario a queste cose e vorrebbe che si lasciassero andare,<br />
tanto il paese l’ha visto sempre così. Può darsi che il parroco abbia visto il paese sempre<br />
così; sta il fatto contrario che il paese ha visto arrivare lui miserabile e diventare ricco.<br />
Orbene se egli, il sig. parroco, ha cambiato perché non consentire che cambi un poco anche<br />
il nostro paese? E questo potrà di certo avvenire se i comunisti lo vorranno. Gli elettori<br />
facciano uscire domani dall’urna la loro volontà che dev’essere per le riforme urgenti del<br />
nostro comune. 912<br />
Lo sforzo della sinistra viene premiato dai risultati, con una sonora totale<br />
sconf<strong>it</strong>ta di Cattaneo nelle elezioni comunali parziali. Non solo: a Vallenoncello, sulla<br />
quale le congreghe avevano riposta l’ultima speranza, vengono defin<strong>it</strong>ivamente sepolte le<br />
residue speranze del clericale Carlo Klefisch di rimonta alle elezioni provinciali. Come era<br />
da prevedere nelle elezioni parziali amministrative e in quelle provinciali riuscirono intere le<br />
liste dei popolari. Con ciò gli elettori hanno voluto dimostrare che sono stanchi della<br />
pol<strong>it</strong>ica del signor Cattaneo, il retrogrado, pol<strong>it</strong>ica che consiste nel dolce far nulla, anzi<br />
nell’ostacolare l’effettuazione di quei lavori indispensabili al nostro comune. Con l’infornata<br />
dei nuovi consiglieri animati da buoni propos<strong>it</strong>i e quelli che stanno al consiglio verrà sub<strong>it</strong>o<br />
trattata la questione delle scuole, del cim<strong>it</strong>ero e delle pompe e si spera che queste opere di<br />
prima necess<strong>it</strong>à non abbiano a tardare a sorgere. Se il sig. Sindaco avesse un po’ di dign<strong>it</strong>à<br />
ora che il paese gli si è mostrato contrario, dovrebbe dimettersi o assecondare la volontà dei<br />
suoi amministrati che è per l’immediata erezione del fabbricato scolastico e delle altre opere<br />
pur necessarie e da noi già enumerate. Ma staremo a vedere che cosa saprà fare. Frattanto<br />
vada un plauso di cuore agli elettori che seppero dimostrare nel segreto dell’urna la loro<br />
simpatia per quelle persone che hanno in animo di fare veramente l’interesse del comune. 913<br />
Nelle elezioni di domenica 10 luglio per il Consiglio Provinciale, a Vallenoncello i<br />
voti espressi per i vari candidati sono infatti: 46 per Querini, 27 per Klefisch, 24 per Etro<br />
ed 11 per Ellero, non modificando il risultato ai fini dell'elezione dei due consiglieri del<br />
mandamento. Vallenoncello, feudo dei co. Cattaneo, ha saputo alzare il capo e ha dato a<br />
Quirini 46 voti contro 27. Furono inutili i lavori continui dei diversi reverendi e nonzoli<br />
delle parrocchie vicine e dei gastaldi; Vallenoncello si è affermata nella sua fede democratica<br />
ed ha insegnato al buon Carletto che non è terreno per il clericalume. Mentre da sinistra si<br />
sottolinea il risveglio degli ab<strong>it</strong>anti del comune, per La Concordia la v<strong>it</strong>toria popolare è<br />
910 LF, n. 300 del 2 luglio 1910, pag.4, In tema di elezioni amministrative.<br />
911 LF, n. 302 del 16 luglio 1910, pag. 4, Il signor Fatutto.<br />
912 LF, n. 301 del 9 luglio 1910, pag. 4, Sindaco e prete contro gl’interessi veri del nostro comune.<br />
913 LF, n. 302 del 16 luglio 1910, pag. 4, PORDENONE. LA DEFINITIVA SCONFITTA e VALLENONCELLO.<br />
Elezioni.<br />
280
dovuta solamente a pressioni eserc<strong>it</strong>ate nei confronti degli elettori. La domenica<br />
successiva, il 17, dovrebbe tenersi il Consiglio Comunale, ma la maggioranza non si<br />
presenta, credendo così d’impedire ai consiglieri popolari la discussione del programma<br />
rivendicato. Tale atteggiamento ostruzionistico non potrà che portare alle elezioni<br />
generali, nelle quali i socialisti sono certi di rovesciare defin<strong>it</strong>ivamente il part<strong>it</strong>o del<br />
conte. 914<br />
Ma la baldanza socialista deve però evidentemente moderarsi: per alcuni mesi le<br />
corrispondenze non hanno più luogo e solo in ottobre si dà notizia che in una riunione la<br />
minoranza del nostro Consiglio Comunale portò avanti la questione del fabbricato scolastico,<br />
ottenendo finalmente di dar principio al tanto sospirato lavoro. Viene sollevata anche la<br />
questione delle condizioni indecorose in cui viene tenuto il municipio. Poi non avremo<br />
più notizie da questo comune fino al dopoguerra. 915<br />
4.3.11- Roveredo in Piano: la rivolta per le scuole<br />
fa vincere la sinistra.<br />
Roveredo in Piano, al pari di Vallenoncello, è un comune agricolo confinante con<br />
Pordenone, popolato da 1756 ab<strong>it</strong>anti. Ma a differenza del feudo dei Cattaneo, Roveredo<br />
è collocato a nord del capoluogo del mandamento, nell’arido terr<strong>it</strong>orio dei magredi, e la<br />
povertà di risorse costringe la popolazione del comune all’emigrazione. 916<br />
La prima notizia di fonte socialista sulla presenza del part<strong>it</strong>o in questo comune a<br />
pochi chilometri da Pordenone è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dalle risposte agli attacchi del settimanale<br />
diocesano nel 1907: Il giornale la Concordia di Portogruaro pubblica la relazione delle feste<br />
di S. Bartolomeo, e trova modo col suo gergo da trivio d’insultare i pochi socialisti del paese<br />
per aver questi manifestato i loro sentimenti anticlericali cantando e suonando l’Inno dei<br />
Lavoratori durante le feste. Inv<strong>it</strong>iamo l’ignoto corrispondente che ci qualifica per quattro<br />
socialisti pieni di baccaro a farsi conoscere e ad im<strong>it</strong>are il nostro contegno franco ed aperto;<br />
a gettare una buona volta la maschera e ad ab<strong>it</strong>uarsi a dire una buona volta la ver<strong>it</strong>à. La<br />
rabbia clericale ha le sue buone ragioni: sarà il frutto dell’emigrazione, sarà la vicinanza<br />
con la Pordenone socialista, notevolmente va aumentando la propaganda anticlericale e<br />
pol<strong>it</strong>ica. Finalmente anche tra noi c’è un po’ di risveglio che da ai nervi ai cap<strong>it</strong>an Fracassa<br />
dell’oscurantismo che pretendono arrestare la civiltà col dir male, magari senza saperne un<br />
acca, di qualche scr<strong>it</strong>tore socialista. Meglio farebbero attender ai fatti loro e magari tornar a<br />
scuola per imparar qualche cosa di più. 917<br />
Pochi mesi dopo i primi consiglieri socialisti entrano in Consiglio Comunale: I<br />
socialisti scesero per la prima volta in lotta contro i clericali che da tempo dominavano il<br />
paese, tenendone l’amministrazione. Riuscirono eletti tra i popolari ed i clericali - anche due<br />
socialisti. E’ una piccola v<strong>it</strong>toria - cui seguiranno molte altre. 918<br />
L’anno dopo troviamo la notizia della diffusione di opuscoli socialisti nella rubrica<br />
Piccola posta de Il Lavoratore Friulano. Il riferimento per la diffusione del materiale<br />
propagandistico è il Club Sociale. 919 Quale sia la s<strong>it</strong>uazione amministrativa del piccolo<br />
comune è ben rivelato dalle corrispondenze sull’insegnamento elementare e sulla tenuta<br />
del bilancio comunale. In esse non troviamo, se non indirettamente in qualche cenno, la<br />
presentazione di un programma amministrativo della minoranza socialista entrata in<br />
consiglio. Abbiamo semmai un réportage su un periodo della v<strong>it</strong>a di quel comune, ed una<br />
testimonianza su quali veli possa squarciare l’ingresso di una seppur lim<strong>it</strong>ata compagine<br />
di opposizione nelle ist<strong>it</strong>uzioni locali. Gli argomenti scelti dai socialisti roveredani sono<br />
per altro tipici dell’azione generale del part<strong>it</strong>o, primi fra essi il potenziamento delle<br />
ist<strong>it</strong>uzioni scolastiche, la loro indipendenza dalla chiesa cattolica, la correttezza<br />
amministrativa. Quello che ci viene reso con notevole vivac<strong>it</strong>à è il clima autor<strong>it</strong>ario ed<br />
oscurantista che vige in questo centro agricolo alla periferia di Pordenone, in palese<br />
stridore con la s<strong>it</strong>uazione pol<strong>it</strong>ica della vicina c<strong>it</strong>tà operaia.<br />
Il Consiglio Comunale non è un luogo di amministrazione, ma pura sede di<br />
ratifica di quanto è stato deciso dal sindaco. Le leggi vi sono ignorate, per garantire uno<br />
status quo che non stentiamo ad immaginare provenga dalla notte dei tempi. Da diversi<br />
914 P, nn. 163 di lunedì 11 luglio 1910, pag. 1, La votazione di Vallenoncello e 164 di martedì 12 luglio 1910,<br />
pag. 2, Elezioni Provinciali e conseguenze; LF, nn. 303 del 23 luglio 1910, pag. 4. e 304 del 30 luglio 1910,<br />
pag. 4, Magre giustificazioni.<br />
915 LF, n. 313 dell’1 ottobre 1910, pag. 4, Le Scuole e Il Municipio.<br />
916 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 76.<br />
917 LF, nn. 94 dell’8 settembre 1906, I clericali e la ver<strong>it</strong>à e 123 del 30 marzo 1907.<br />
918 LF, n. 139 del 20 luglio 1907.<br />
919 LF, n. 176 del 29 febbraio 1908, PICCOLA POSTA.<br />
281
anni le amministrazioni nel nostro Comune si succedono e si rassomigliano; e il disordine<br />
amministrativo è giunto al colmo. L’anno scorso essendosi reso vacante il posto di maestro<br />
di II e III classe, l’amministrazione comunale, contro il preciso disposto della legge, non aprì<br />
il concorso relativo. Un consigliere della minoranza osò muovere qualche obbiezione;<br />
ebbene, venne sopraffatto e gli si tolse la parola! Un assessore poi si espresse così<br />
testualmente: “Noi non abbiamo aperto il concorso perché dobbiamo attendere un prete per<br />
coprirlo”. Pochi giorni appresso la Commissione scolastica Provinciale nominò un maestro<br />
d’ufficio. L’amministrazione retrograda clericale cercò tutte le vie per sbarazzarsene; fra<br />
l’altro il Sindaco a capo di una commissione andò di persona a parlare al maestro nominato<br />
sconsigliandolo di accettare! Ed ora in barba a tutte le leggi l’amministrazione ha raggiunto<br />
il suo scopo. Venne il prete, insegnò provvisoriamente per un anno e in questi giorni il<br />
Sindaco convoca il se senza neppur aprire la discussione pone ai voti la proposta della<br />
Giunta di nominare stabilmente a maestro lo stesso prete. Anche questa volta un consigliere<br />
della minoranza cerca di dire le sue ragioni contrarie. Ma il Sindaco col sol<strong>it</strong>o sistema<br />
assolutistico-autocratico-czaresco gli toglie la parola e fa passare la proposta senza<br />
discussione! E così mentre in tutti i paesi si lotta per aver la scuola libera da ogni<br />
pregiudizio noi siamo r<strong>it</strong>ornati, per mer<strong>it</strong>o dei locali bacherozzi, al punto in cui eravamo<br />
cinquanta anni fa! 920<br />
Neanche le ist<strong>it</strong>uzioni dello stato possono nulla di fronte al dominio clericale: se<br />
proprio vogliono nominare un maestro, basta inv<strong>it</strong>arlo a togliersi di torno per fare posto<br />
al prete di turno! Ma non si tratta solo di questo: in realtà l’amministrazione è il regno<br />
dell’arb<strong>it</strong>rio, e da ben cinque anni non si compilano i rendiconti consuntivi del comune e<br />
della Congregazione di Car<strong>it</strong>à (neanche a Pordenone i moderati erano stati molto solerti<br />
in tal senso, come abbiamo visto). Facendo segu<strong>it</strong>o alle nostre osservazioni pubblicate sullo<br />
scorso numero del Lavoratore, c<strong>it</strong>iamo un altro fatto non meno importante, ripromettendoci<br />
di continuare nella nostra campagna contro questa associazione di cattivi, pessimi<br />
amministratori, ammaestrati e guidati dall’astuto prete che tutto dispone e tutto delibera.<br />
Tutti sanno che le più importanti cariche comunali sono quelle dei revisori dei conti.<br />
Ebbene, qui vi sono sì i revisori, ma da cinque anni non verificano nessun bilancio<br />
consuntivo. Nemmeno il presidente della cessata amministrazione della Congregazione di<br />
Car<strong>it</strong>à non presentò nessun bilancio e nessuna relazione negli ultimi 5 anni. Pare<br />
impossibile, simili anormal<strong>it</strong>à in un paese cost<strong>it</strong>uzionale! Ora sta maturandosi un altro fatto,<br />
cioè dopo un anno che il sindaco convoca il consiglio per deliberare in mer<strong>it</strong>o all’erigendo<br />
edificio scolastico appena in questi giorni pare si volga ad una soluzione, ma tutt’altro che<br />
soddisfacente alla maggioranza della popolazione. (...) 921<br />
Esplode la questione del nuovo fabbricato scolastico, destinato a diventare il<br />
casus belli della rivolta popolare. Il Consiglio comunale si è dunque riun<strong>it</strong>o per discutere ed<br />
approvare in seconda lettura la scelta del luogo per l’erigendo edificio scolastico. Tutti i<br />
consiglieri, meno uno erano presenti, quando il sindaco dichiara aperta la seduta e senz’altro<br />
mette in votazione l’approvazione suddetta. Invano i consiglieri della minoranza<br />
domandarono di parlare, invano il popolo presente rumoreggia e protesta; il signor czar di<br />
Roveredo minaccia di far sgombrare la sala perché il signore del comune è lui. Intanto un<br />
consigliere della minoranza ottiene di parlare e propone di fare un referendum, visto che la<br />
cosa ha interessato e commuove tanto il paese. Ma la proposta non è accettata dal sindaco il<br />
quale risponde: “Qui comandiamo noi e facciamo noi”. E la maggioranza fa eco ed approva<br />
senz’altro l’ordine del giorno. Questa maggioranza è docile e obbediente al suo sindaco e non<br />
ammette neppure che la minoranza abbia dir<strong>it</strong>to a svolgere le sue buone ragioni. Prova<br />
questa ne sia che la maggioranza prima d’entrare in seduta consigliare ha già deciso il da<br />
farsi, o meglio ha ricevuto l’ordine del come deve votare, e a trarla a diverso avviso non<br />
valgono tutte le considerazioni anche se ottime degli avversari, perché la loro attenzione<br />
non è rivolta ad udire e comprendere, ma a vedere il segno del loro cap<strong>it</strong>ano. E così sia,<br />
tutto alla fin fine torna a prof<strong>it</strong>to nostro. 922<br />
In una s<strong>it</strong>uazione così disperante, tuttavia, la presenza e la capac<strong>it</strong>à di denuncia<br />
dei consiglieri socialisti costringe in qualche modo il sindaco a ridimensionarsi ed<br />
accusare il colpo: sulla scuola ci dovrà essere una consultazione popolare. Domenica<br />
scorsa si riunì di nuovo il Consiglio. Il Sindaco dopo aver deplorato il suo comportamento<br />
nelle ultime due sedute e quanto nelle stesse succedette, fece improvvisamente un volta<br />
faccia accettando la proposta della minoranza per il referendum popolare per la scelta del<br />
fondo per l’erigendo edificio scolastico. Ce ne ha volute per fargliela entrare!! Ma il sindaco<br />
nasconde in realtà un’altra iniziativa: la nomina di un suo protetto al posto di segretario<br />
comunale, saltando come nel caso del maestro il concorso pubblico. Il resto della seduta<br />
presentò anche la nota comica. Trattandosi di aprire il concorso per il posto di segretario il<br />
sindaco propose, portando in campo l’economia, di valersi dei servizi di persona<br />
raccomandata. La minoranza protestò e nella discussione fu ud<strong>it</strong>o il sindaco uscire con la<br />
massima ingenu<strong>it</strong>à della terra nelle testuali parole “io m’inchino sempre, vado colle mani<br />
giunte dalle autor<strong>it</strong>à superiori, mi sottometto sempre alla loro volontà”. Un consigliere della<br />
920 LF, n. 204 del 12 settembre 1908, Civiltà clericale.<br />
921 LF, n. 205 del 19 settembre 1908, Anormal<strong>it</strong>à.<br />
922 LF, n. 205 del 19 settembre 1908, Le sol<strong>it</strong>e provocazioni e i sol<strong>it</strong>i abusi.<br />
282
minoranza ribattè che il concorso è un atto doveroso di giustizia e di imparzial<strong>it</strong>à<br />
accennando come sia doverosa funzione del sindaco sorvegliare gl’impiegati nelle loro<br />
mansioni. Al che comicamente rispondeva balbettando un noto consigliere della<br />
maggioranza che il sindaco non è pagato e non si può perciò pretendere tanto da lui,<br />
concludendo letteralmente “io non posso occupare tale carica, se non la tiene lui, non si può<br />
trovare altri.” Carina ah! modesti quei signori! A questo punto noi siamo arrivati coi nostri<br />
famosi amministratori clericali, che non vedono che sè stessi e intanto il paese è sempre in<br />
fermento per tutti i gravi problemi, che essi non sanno risolvere. 923<br />
Per i primi di febbraio del 1909 si tiene un comizio a Roveredo, nell’amb<strong>it</strong>o del<br />
giro di propaganda invernale fra i lavoratori emigranti che coinvolge anche Cordenons ed<br />
altri centri del Pordenonese: interviene il dott. Ernesto Piemonte del Segretariato<br />
dell’Emigrazione di Udine. 924<br />
L’anno dopo c’è una nuova polemica con La Concordia (nel quale si rimandano al<br />
m<strong>it</strong>tente le accuse di essere i socialisti gli autori di schiamazzi ed atti di teppismo in<br />
paese): viene firmata da Ferdinando Bran a nome del Club Sociale. Un altro intervento<br />
polemizza con la gestione quanto meno “familiare” delle cose municipali da parte<br />
dell’amministrazione clericale: (...) I socialisti a Roveredo non hanno fatto sin ora che il<br />
controllo alle vostre pseudo sagge amministrazioni: il resto l’avete fatto tutto voi, padroni<br />
del comune, della chiesa e di tante altre cose, voi che strisciando come serpi penetrate pure<br />
con vergognosa impudenza nei demostici sacrali. Di che cosa vi vantate? d’aver aumentato<br />
la paga al nonsolo col pretesto che dovrà tener d’occhio al cim<strong>it</strong>ero?o perché deve<br />
amministrare la congregazione di car<strong>it</strong>à o la fabbriceria? (...) 925<br />
Ma successivamente sarà La Concordia a dover attaccare i socialisti per<br />
l’influenza dei loro rappresentanti in seno alla Congregazione di Car<strong>it</strong>à. Il Psi replica<br />
ricordando i cinque anni della gestione precedente, viziata dal confl<strong>it</strong>to d’interessi<br />
dell’amministratore che era anche forn<strong>it</strong>ore dell’ente: non fu mai presentato un bilancio<br />
consuntivo, provocando così un’inchiesta e le conseguenti onerose sanzioni. Pochi mesi<br />
dopo, una sottoscrizione da Hanau di emigrati (U. Bran, A. De Luca e Michelazzi) saluta<br />
il Circolo sociale e la nuova amministrazione, raccomandando loro di risolvere i problemi<br />
più urgenti del comune e di far sparire il prete dalla scuola. 926<br />
Infatti l’Amministrazione Comunale è cambiata con le elezioni del 1910, ma è<br />
necessaria una polemica clericale per costringere i socialisti di Roveredo a darcene<br />
notizia: Da qualche tempo i clericali, trombati nelle ultime elezioni, sputano bave velenose<br />
dal loro giornale contro l’attuale amministrazione del comune, colpevole di aver abol<strong>it</strong>o le<br />
spese di culto. Vanno strombazzando false calunnie alle povere donne e a qualche ingenuo<br />
vantandosi i veri rappresentanti del paese, scrivendo che i socialisti sono i distruttori di<br />
tutto, gli usurpatori e gratificandoli di altri t<strong>it</strong>oli più o meno nobili. Si capisce che le 400 lire<br />
del cappellano non possono mandarle giù: necess<strong>it</strong>ava il pretesto dell’insegnamento religioso<br />
nelle scuole per gettare polvere negli occhi a quei gonzi che ancora ciecamente prestan fede<br />
a tutte le loro bubbole. (...) I socialisti non hanno quindi solo vinto alle elezioni provinciali,<br />
ma hanno portato i loro rappresentanti al governo del comune. 927<br />
In occasione di un’altra polemica del gennaio successivo, quella della sezione di<br />
Pordenone nei confronti dello scarso afflusso dei compagni del capoluogo agli esami di<br />
alfabetismo in Pretura per diventare elettori, troveremo un giudizio lusinghiero sui<br />
compagni di Roveredo, attivi, studiosi e pronti al sacrificio. Ma, singolarmente, non<br />
troveremo più notizie da questo comune sulla stampa socialista, nonostante la presenza<br />
del part<strong>it</strong>o nell’Amministrazione Comunale. 928<br />
Giovedì 18 gennaio 1912 la Giunta di Pordenone farà respingere la domanda del<br />
comune di Roveredo, presentata il 10 dicembre 1911, di spostare le elezioni<br />
amministrative al mese di dicembre per permettere il voto degli emigranti, richiesta<br />
tipicamente sostenuta dal Segretariato dell’Emigrazione e dal movimento socialista.<br />
Sostenuta da Ellero e Policreti, la proposta sarà respinta dalla maggioranza moderata e<br />
923 LF, n. 209 del 18 ottobre 1908, Municipalia.<br />
924 LF, n. 224 del 30 gennaio 1909, Pordenone Socialista, Pro emigrazione.<br />
925 LF, nn 282 del 26 febbraio 1910, pag. 2 , A quei signori della “Concordia” e 288 del 9 aprile 1910, pag. 4,<br />
Tanto per dir qualche cosa. La seconda volta la corrispondenza è firmata, sempre per il Club Sociale, da<br />
Redivivo (più probabilmente: Redivo) Domenico, Sedrani Pietro e Ferdinando Bran.<br />
926 LF, nn. 295 del 28 maggio 1910, pag. 4, I loro metodi e 313 dell’1 ottobre 1910, pag. 4, SOTTOSCRIZIONE<br />
PERMANENTE.<br />
Nel settembre 1911 giunge un’altra sottoscrizione di socialisti roveredani da Hanau (Umberto Bran, Alberto De<br />
Luca ed Attilio Del Nicola) che festeggiano dall’emigrazione il successo della festa per il Venti Settembre<br />
organizzata dal Circolo Sociale: cfr. LF, n. 365 del 30 settembre1911, pag. 4, Sottoscrizione permanente.<br />
Umberto Bran nel dicembre 1912, protestando - probabilmente al rientro della stagione emigratoria - contro il<br />
servizio postale <strong>it</strong>aliano che ha perso le sue lettere inviate da Hanau alla moglie nei mesi precedenti, dichiara di<br />
aver passato ormai 13 anni di lavoro in Germania: cfr. LF, n. 428 del 15 dicembre1912, pag. 2, Lagni postali.<br />
927 LF, n. 315 del 15 ottobre 1910, pag. 4, Vanterie clericali.<br />
928 LF, n. 328 del 14 gennaio 1911, pag. 4, PORDENONE.Vergogna!<br />
283
clericale, che rileva come Pasiano e Fiume, pur interessati dal fenomeno migratorio,<br />
siano contrari, e come le elezioni si convochino a luglio per permettere alle<br />
amministrazioni di compilare il bilancio preventivo: gli interessi contabili di lor signori<br />
vengono ben prima del dir<strong>it</strong>to di voto dei lavoratori emigranti, soprattutto quando si teme<br />
il loro prevalente voto per la sinistra. Pure De Mattia si oppone, r<strong>it</strong>enendo che il<br />
provvedimento vada bene per i mandamenti di Aviano o Tolmezzo, ma non per<br />
Pordenone: e da parte socialista arriva una nuova bordata per i clericali, a parole dalla<br />
parte dei lavoratori, ma insensibili all’esercizio dei loro dir<strong>it</strong>ti pol<strong>it</strong>ici. 929<br />
4.3.12 - Torre: la costruzione della Casa del<br />
Popolo.<br />
In questo periodo Torre assiste ad una ripresa organizzativa dei socialisti, che<br />
recuperano il terreno perduto di fronte all’iniziativa di don Lozer. Si tratta di uno sforzo<br />
notevole, che permette di avviare in breve tempo la rinasc<strong>it</strong>a della Lega dei cotonieri,<br />
scompaginata dal comparire del Sindacato cattolico, di cambiare la gestione del<br />
Magazzino cooperativo e di avviare la costruzione di quella che, per tutto il secolo,<br />
rimarrà “la” Casa del Popolo per antonomasia del Friuli occidentale. Mentre ancora si<br />
festeggia il buon risultato elettorale delle provinciali, si prende atto con soddisfazione<br />
delle dimissioni del consiglio di amministrazione del Magazzino cooperativo, da tempo<br />
cr<strong>it</strong>icato, e si auspica che l’amministrazione molto fiacca e inetta sia sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da<br />
elementi più dinamici. Il rinnovamento è urgente, vista la concorrenza della cooperativa<br />
cattolica. Non sembra un caso che - mentre La Concordia attaccava continuamente la<br />
vecchia amministrazione del Magazzino cooperativo che faceva bene e lavorava per gli<br />
interessi collettivi - abbia invece visto di buon occhio quella appena dimessasi, che<br />
invece non li ha curati ed ha manifestato aperture verso don Lozer. Si tratta di una<br />
divisione interna che persiste per anni e che dopo la guerra - trasformato il Magazzino<br />
cooperativo nella Cooperativa sociale - porterà alla dissoluzione della più importante<br />
realtà cooperativistica del Friuli occidentale. Don Lozer potrà poi, accusando gli avversari<br />
di incapac<strong>it</strong>à, raccogliere i frutti del suo lavoro di divisione alimentata<br />
sotterraneamente. 930<br />
Si richiede che l’Amministrazione Comunale si prenda carico della necess<strong>it</strong>à di<br />
costruire un marciapiedi per almeno un chilometro sulla strada che conduce da<br />
Pordenone a Torre, nella quale nei giorni di pioggia è praticamente impossibile circolare<br />
per la profond<strong>it</strong>à delle pozzanghere e l’abbondanza di melma. La necess<strong>it</strong>à è resa urgente<br />
dal fatto che si contano decine di operai che tutti i giorni si muovono da Pordenone verso<br />
la frazione per lavorare e che il sorgere di case lungo la strada sta unendo sempre di più<br />
i due ab<strong>it</strong>ati. 931<br />
Si annuncia l’acquisto del terreno ove sorgerà la Casa del Popolo: La Lega<br />
cotonieri ha defin<strong>it</strong>ivamente comperato il terreno, vicino al mulino cooperativo, per<br />
l’erezione della “Casa del Popolo”. La posizione è una delle più belle e comode e data la<br />
vast<strong>it</strong>à del terreno, 758 mq., il fabbricato riuscirà grandioso. Fra qualche giorno l’ingegnere<br />
avrà compiuto il progetto e allora si comincerà sub<strong>it</strong>o il lavoro. I soci della Lega ed altri<br />
operai di Pordenone sono disposti a lavorare gratis nelle giornate libere. Così tra breve<br />
avremo la consolazione di veder sorgere la Nostra Casa, tutta nostra, che dirà al paese che<br />
la Lega cotonieri non è morta e che gli operai, se vogliono, possono realmente fare qualcosa<br />
per il loro elevamento materiale e morale. Ai bravi soci della Lega che in un’epoca tanto<br />
cr<strong>it</strong>ica hanno saputo iniziare il nuovo lavoro, che è certo un incoraggiamento a tutti per ben<br />
fare, e agli operai che presteranno la loro opera gratu<strong>it</strong>amente noi mandiamo da queste<br />
colonne un plauso e un ringraziamento con l’augurio che la fermezza nei buoni propos<strong>it</strong>i e<br />
l’entusiasmo li accompagni ovunque e sempre. 932<br />
A Torre l’assemblea del Magazzino cooperativo (ormai defin<strong>it</strong>o vecchio per<br />
distinguerlo da quello fondato dai cattolici) vede la riconferma del consiglio di<br />
amministrazione uscente. I socialisti infatti, nonostante l’arringa di un loro esponente<br />
che dimostra come il defic<strong>it</strong> attuale sia il risultato dell’incapac<strong>it</strong>à degli attuali<br />
amministratori, non riescono ad organizzare una lista alternativa. Ma il nuovo consiglio<br />
929 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 104-105; P, n. 18 di sabato 20 gennaio<br />
1912, pag. 2, Consiglio Comunale; LF, n. 382 del 28 gennaio 1912, pag. 4, Al Consiglio Comunale.<br />
930 LF, nn. 299 del 25 giugno 1910, pag.4, TORRE. Magazzino cooperativo e Ianugurazione, 301 del 9 luglio<br />
1910, pag. 4, TORRE. Le elezioni amministrative nel magazzino Cooperativo e Continuando e 304 del 20<br />
luglio 1910, pag. 4, TORRE. All’opra, il dovere ci chiama.<br />
931 LF, n. 300 del 2 luglio 1910, pag. 4, TORRE. Per un marciapiedi.<br />
932 LF, n. 301 del 9 luglio 1910, pag. 4, TORRE, La Casa del Popolo.<br />
284
di amministrazione, debole per i pochi voti di maggioranza ottenuti, si dimette e<br />
l’assemblea viene riconvocata per il 21 agosto. In questa seconda assemblea trionfa la<br />
lista sostenuta dai socialisti. 933<br />
La Casa del popolo, sorgerà fra breve. Già un valente muratore ne ha compilato il<br />
progetto; si darà sub<strong>it</strong>o principio al lavoro e secondo dicono i bravi e volonterosi muratori<br />
che si prestano gratu<strong>it</strong>amente, la Nostra Casa tra qualche settimana sarà compiuta. Il lavoro<br />
promette di riuscir bene; crediamo non sia fuor di luogo raccomandare che il lavoro venga<br />
fatto senza economia per ev<strong>it</strong>ar disgrazie. E’ stata dal segretario della Lega diramata una<br />
circolare ai compagni degli altri paesi inv<strong>it</strong>andogli a raccogliere delle oblazioni in favore<br />
della nuova Casa del Popolo. E’ bello e giusto che a quest’opera che segna il bisogno del<br />
proletariato di elevarsi a un genere di v<strong>it</strong>a più nobile e civile tutti, o almeno quelli della<br />
nostra idea vi concorrano. Così si stringono vieppiù i rapporti di fratellanza tra paese e<br />
paese e s’intesse una rete di comuni affetti che mentre sa far sorgere delle opere utili e<br />
buone pel lavoratore avvicina il trionfo del Socialismo. 934<br />
I fondi per la costruzione della Casa del Popolo provengono dalla cassa della<br />
ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a Lega dei cotonieri, ove sono depos<strong>it</strong>ate alcune migliaia di lire ed una cifra<br />
equivalente viene prestata da un privato, il cattolico Giacomo Perin 935 , ad un tasso più<br />
favorevole di quello bancario: essendo il prestatore cattolico, deve subire gli attacchi<br />
pubblici di don Lozer. I sottoscr<strong>it</strong>tori non sono solo socialisti, ma anche esponenti della<br />
borghesia pordenonese, radicali come l’avv. Luigi Barzan e Francesco Asquini, oppure<br />
d<strong>it</strong>te come la Società Palon e C. (probabilmente Polon, pure esponente radicale) e la<br />
Tipografia Savio. Le sottoscrizioni giungono anche dall’emigrazione, come nel caso dei<br />
diciannove compagni di Buenos Aires, che sottoscrivono ben 76,40 lire e vengono<br />
add<strong>it</strong>ati ad esempio ai lavoratori ancora non organizzati in patria. 936<br />
L’iniziativa socialista procede su tutti i piani: mentre si denuncia la<br />
strumentalizzazione che don Lozer fa delle iniziative di cred<strong>it</strong>o parrocchiali, che vengono<br />
usate per costringere i beneficiati ad iscriversi al Sindacato cattolico invece che alla Lega<br />
socialista ed a votare per i clericali, si comunica che verranno tenute alcune conferenze.<br />
La prima sarà con il giovane maestro e studente in giurisprudenza Antonio Mazza di<br />
Orsago e sarà dedicata al Socialismo. Così speriamo di rianimare il paese, di fargli prender<br />
parte alle buone battaglie in favore del suo elevamento materiale e morale; speriamo<br />
insomma di rimetterlo sull’antica via dalla quale ne fu tratto con l’inganno. I lavori di<br />
costruzione della Casa del Popolo procedono così rapidamente che si prevede che la<br />
conferenza di domenica 25 settembre possa già esservi osp<strong>it</strong>ata. Si tratta di una<br />
previsione irrealizzata (Mazza in realtà parlerà sabato 24) che però ci dà il polso di<br />
un’attiv<strong>it</strong>à febbrile ed entusiastica. 937<br />
Nel frattempo, probabilmente in segu<strong>it</strong>o alla v<strong>it</strong>toria socialista al Magazzino<br />
cooperativo ed a causa delle sollec<strong>it</strong>azioni di don Lozer (che vorrebbe che anche la sua<br />
cooperativa potesse ricavarne qualcosa) la direzione del cotonificio riprende in esame<br />
l’ipotesi di far pagare i locali utilizzati dalla cooperativa, finora concessi quasi<br />
gratu<strong>it</strong>amente. I socialisti si oppongono, minacciando ag<strong>it</strong>azioni salariali nel caso i<br />
lavoratori dovessero vedersi gravare addosso anche questa nuova spesa. Essi ricordano i<br />
vari casi in cui le industrie si sono fatte carico di iniziative filantropiche verso i propri<br />
lavoratori o verso i poveri del paese (il Mulino Stucki a Venezia, il Lanificio Rossi a Schio,<br />
il Cotonificio Amman a Pordenone a favore della cooperativa dei suoi operai...),<br />
considerando queste come un obbligo morale ed economico degli industriali. Domenica<br />
11 settembre si tiene una partecipata assemblea del Magazzino cooperativo, in cui i<br />
nuovi dirigenti presentano la s<strong>it</strong>uazione finanziaria e si elegge il nuovo cassiere. Si<br />
prende atto che cresce l’interessamento dei soci e che i nuovi amministratori stanno<br />
riuscendo a migliorare la qual<strong>it</strong>à del servizio e della merce venduta. Il Magazzino fa<br />
933 LF, nn. 305 del 6 agosto 1910, pag. 4, Cose del Magazzino Cooperativo vecchio, 307 del 20 agosto 1910,<br />
pag. 4, Per l’elezione di domenica e 308 del 27 agosto 110, pag. 4, TORRE. L’es<strong>it</strong>o delle elezioni...<br />
934 LF, n. 308 del 27 agosto 1910, pag. 4. Si avverte che le sottoscrizioni verranno successivamente rese<br />
pubbliche sul giornale.<br />
935 Nell’articolo del 10 settembre Giacomo Perin viene indicato per la prima volta, chiamandolo però più volte<br />
con il soprannome Segat (che effettivamente è un cognome comune nella zona). Debbo questo chiarimento alla<br />
prof. Teresina Degan.<br />
936 LF, nn. 308 del 3 settembre1910, pag. 4, La Casa del Popolo, 310 del 10 settembre 1910, pag. 4, Alto là,<br />
329 del 21 gennaio 1911, pag. 4, Offerte per la Casa del Popolo, 351 del 24 giugno 1911, pag. 4, TORRE.<br />
Offerte pro Casa del Popolo e 378 del 31 dicembre 1911, pag. 4, TORRE. Pro casa del popolo.<br />
Nel resoconto della sottoscrizione su LF del 24 giugno 1911, dopo aver dato l’elenco dei compagni d’America che<br />
versano 200 lire a favore della costruzione dell’edificio (si tratta di ventuno sottoscr<strong>it</strong>tori) si dà notizia<br />
dell’offerta della notevole cifra di L. 100 da parte del sig. Asquini Francesco.<br />
937 LF, nn. 303 del 23 luglio 1910, pag. 4, Fuori le 200 lire, 308 del 27 agosto 1910, pag. 4, Buone notizie,<br />
310 del 10 settembre 1910, pag. 4, Alto là e 313 dell’1 ottobre 1910, pag. 4, TORRE. Conferenza di<br />
propaganda socialista. Cfr. il resoconto della conferenza di Mazza in appendice.<br />
285
macinare la sua farina a Cordenons, per non dover usufruire del mulino impiantato dai<br />
cattolici. 938<br />
Abbiamo la cronaca di una prima commemorazione funebre a carattere<br />
parzialmente civile: in occasione della morte del compagno Beniamino Villalta, in<br />
cim<strong>it</strong>ero il sig. Ilario Fantuzzi, fece in poche parole, un’esposizione chiara della v<strong>it</strong>a del<br />
nostro buon compagno e delle sue idee che per molti anni portò seco e difese. Villalta è<br />
stato prima condotto in chiesa per desiderio dei familiari, per la cerimonia religiosa,<br />
mentre in cim<strong>it</strong>ero avviene la commemorazione da parte dei compagni, in una tac<strong>it</strong>a<br />
divisione dei comp<strong>it</strong>i diventata col passar del tempo una tradizione che durerà a lungo.<br />
Ma passeranno ancora molti anni prima che i sacerdoti prendano atto di un<br />
comportamento che vede quasi tutte le donne seguire la messa in chiesa, mentre gran<br />
parte degli uomini attendono fuori in piazza per partecipare al segu<strong>it</strong>o della<br />
commemorazione del defunto compagno: nel caso di Villalta il discorso di Fantuzzi<br />
susc<strong>it</strong>a la polemica del religioso presente. Per un’ora in chiesa contro la volontà<br />
dell’estinto si parlò un linguaggio che mai l’estinto comprese, e perché non permettere in<br />
cim<strong>it</strong>ero di parlare in quel senso che più volte fece commuovere il povero Beniamino. La<br />
polemica antireligiosa è così forte da costringere alla pubblica sment<strong>it</strong>a, da parte di<br />
Giovanni Gobbo - operaio edile ed attivista sindacale - del fatto di essersi segretamente<br />
sposato in chiesa. 939<br />
L’impegno organizzativo non fa dimenticare i problemi concreti del paese. Dopo la<br />
vis<strong>it</strong>a dell’ufficiale san<strong>it</strong>ario nelle scuole, vari ragazzi vengono allontanati dalle classi<br />
perché affetti da tigna. Si richiede che il comune si prenda cura di questi ragazzi, che<br />
non possono - proprio perché anche ammalati - essere esclusi dall’apprendimento<br />
scolastico. E si richiede che - visto che il provvedimento ha carattere profilattico, per<br />
bloccare il diffondersi del contagio - la stessa proibizione venga presa dal comune nei<br />
confronti della frequenza della chiesa, ove si presenta il medesimo pericolo. 940<br />
Nel gennaio 1911 la Casa del Popolo è già attiva, se don Lozer polemizza con il<br />
fatto che vi si tengano dei balli: i socialisti replicano che forse a dispiacergli è soprattutto<br />
il fatto che con queste iniziative si raccolgano fondi per pagare i deb<strong>it</strong>i contratti per<br />
l’edificazione. D’altronde i socialisti desiderano anch’essi che il ballo sia morigerato e<br />
rinfacciano al parroco le numerose piste da ballo che vengono installate sui sagrati per<br />
trovare un nuovo modo di attirare i giovani in chiesa. Don Lozer d’altronde è un tipo<br />
sanguigno, poco convincente come pio morigeratore del paese, se si pensa che il 28<br />
ottobre era usc<strong>it</strong>o armato di randello dalla canonica per aggredire alcuni giovani che<br />
cantavano: per altro almeno in quell’occasione il parroco finisce per ricevere una dura<br />
lezione. 941<br />
A Carnevale, grazie a svariati festini pubblici e privati realizzati alla Casa del<br />
Popolo, si ricavano 266 lire; ci si augura che tale risultato sia addir<strong>it</strong>tura migliorato<br />
l’anno prossimo, quando le attiv<strong>it</strong>à potranno essere organizzate per tempo e avranno<br />
potuto essere apportate alcune modifiche all’edificio. Domenica 19 marzo alle 8<br />
antimeridiane si tiene l’assemblea della Lega cotonieri, che si auspica possa rifiorire<br />
anche grazie alla sua splendida sede. Il presidente, con la sua sol<strong>it</strong>a chiarezza, spiegò<br />
minutamente le condizioni finanziarie della Società e il lavoro compiuto in questo ultimo<br />
periodo per lo sviluppo e il bene della Lega. Raccomandò in fine ai soci di accorrere più<br />
sollec<strong>it</strong>i alle riunioni e di occuparsi un poco tutti nell’interesse dell’ist<strong>it</strong>uzione prettamente<br />
operaia.<br />
Domenica 2 aprile alle ore 16.30 inoltre si svolge alla Casa del Popolo, una<br />
conferenza dell’avv. Enrico Fornasotto di Sacile sul tema: Suffragio universale e<br />
rappresentanza proporzionale, per la giustizia e la sincer<strong>it</strong>à nelle lotte pol<strong>it</strong>iche. Così<br />
anche Torre nel giorno di domenica si unirà alla grande manifestazione che si farà in tutta<br />
Italia in favore del suffragio universale! La conferenza, già annunciata nell’estate<br />
precedente insieme a quella del suo allievo Mazza, chiarisce quale sia la proposta pol<strong>it</strong>ica<br />
socialista in materia elettorale: voto per uomini e donne al compimento del ventunesimo<br />
938 LF, nn. 309 del 3 settembre 1910, pag. 4, Le cose a posto, 310 del 10 settembre 1910, pag. 4, Importante,<br />
311 del 17 settembre 1910, pag. 4, Cose della Cooperativa e 312 del 24 settembre 1910, pag. 4, Ancora le<br />
cose a posto e Cose che riguardano la Cooperativa.<br />
939 LF, n. 312 del 24 settembre 1910, pag. 4, TORRE. Intorno a una tomba e Ringraziamento.<br />
Caro Lavoratore, ti prego volermi pubblicare questa mia protesta contro certe voci false che corrono a<br />
mio riguardo. Si vuol far credere abbia fatto il matrimonio religioso la mattina molto per tempo. Ora è<br />
bene si sappia che io non sono mai sceso a patti col prete e né mai vi scenderò. Tanto per la ver<strong>it</strong>à che<br />
ancora una volta i preti tentano mistificare. Saluti fraterni. Giovanni Gobbo. Cfr. LF, n. 329 del 21<br />
gennaio1911, pag. 4, Per una impostura.<br />
940 LF, n. 323 del 10 dicembre 1910, pag. 2, TORRE. Provvedimenti pei tignosi.<br />
941 Cfr. LF, nn. 330 del 28 gennaio 1911, Due pesi e 370 del 4 novembre 1911, pag. 4, TORRE. Il giovane<br />
turco.<br />
286
anno di età, rappresentanza proporzionale delle liste dei part<strong>it</strong>i sulla base dei voti<br />
ottenuti, indenn<strong>it</strong>à ai parlamentari per permettere l’elezione anche dei lavoratori. 942<br />
La Casa del Popolo di Torre viene aperta d’ora innanzi tutte le sere, per<br />
permettere a tutti quelli che lo vogliono di entrarvi per leggere il giornale e gli opuscoli,<br />
oltre che per parlare e riunirsi fra compagni: nucleo di un Circolo di letture sociali,<br />
ist<strong>it</strong>uzione importantissima per curare dei buoni elementi vantaggiosi al part<strong>it</strong>o socialista.<br />
L’affluenza iniziale non deve però essere eccezionale, visti gli appelli alla partecipazione<br />
che vengono successivamente rivolti. Ancora nel gennaio 1912 si ripeterà l’appello a<br />
promuovere il circolo: manca a Torre un’ist<strong>it</strong>uzione che affini la coscienza e mediante la<br />
lettura sviluppi i germi di quella scienza sociale che trova modesti ma entusiasti cultori in<br />
tanti altri paesi pur meno evoluti del nostro. 943<br />
Domenica 28 maggio alle 16.30 si tiene una conferenza con Ernesto Piemonte, del<br />
Segretariato dell’Emigrazione di Udine, sulle cause dell’emigrazione, sulla v<strong>it</strong>a degli<br />
emigranti e le opere di assistenza organizzate. Si cost<strong>it</strong>uisce un gruppo di attori teatrali<br />
dilettanti: alle 20.30 dello stesso giorno si tiene per la prima volta la rappresentazione<br />
della commedia Il lupo di mare, con un monologo e la farsa Un bagno freddo. Negli intervalli<br />
suonerà una buona orchestrina. A differenza della conferenza pol<strong>it</strong>ica, il cui ingresso è<br />
gratu<strong>it</strong>o, la rappresentazione ha un prezzo di venti centesimi, cui ne vanno aggiunti<br />
altrettanti per il noleggio delle sedie. Se ne ricavano centoventi lire devolute alla Casa del<br />
Popolo. L’iniziativa viene replicata domenica 11 giugno. Successivamente si tiene una<br />
conferenza con Giovanni Bellina, dedicata anche questa al Socialismo.<br />
Negli ultimi giorni di giugno R. Bosco, giovane commesso del Magazzino<br />
cooperativo, realizza l’impianto di illuminazione elettrica della Casa del Popolo.<br />
L’impianto illuminerà per la prima volta, domenica 9 luglio alle ore 21, il dramma in tre<br />
atti I due sergenti, segu<strong>it</strong>o dalla farsa Paolo Incioda. Nel frattempo è anche stato<br />
modificato il palcoscenico e domenica 2 luglio si sono riun<strong>it</strong>i più di metà degli aderenti<br />
alla cost<strong>it</strong>uenda Cassa di risparmio, approvandone lo statuto: questa società ha come<br />
scopo di acquisire la proprietà della Casa del Popolo. Il Paese, pur non nominando la<br />
Casa del Popolo, dà notizia dell’attiv<strong>it</strong>à del circolo filodrammatico di Torre, notando<br />
l’affollamento degli spettatori agli spettacoli. Si c<strong>it</strong>ano opere ed attori: R. Bosco interpreta<br />
il monologo Senza fiammiferi e T. Fantuzzi interpreta il Biricchino di Parigi. Si lodano<br />
inoltre le signorine Palmina Da Corte e T. Dorigon ed i signori R. Redigo, V. Zucchiatti,<br />
Bucciol ed E. Coletti. 944<br />
Domenica 17 marzo 1912 si svolge una festa da ballo che frutta 39 lire di<br />
guadagno: essendo questo r<strong>it</strong>enuto insufficiente, viene tutto devoluto al Patronato<br />
scolastico, senza effettuare la suddivisione a pro della Casa del Popolo. Sempre presso la<br />
Casa del Popolo si susseguono regolarmente proiezioni cinematografiche. Continuano a<br />
giungere sottoscrizioni: in agosto altre dieci lire sono inviate da Buenos Aires dal<br />
compagno Fioravante Fantuzzi. 945<br />
Nel frattempo si cerca di approf<strong>it</strong>tare del fatto che la Casa del Popolo di Torre è<br />
stata costru<strong>it</strong>a anche grazie ad un consistente prest<strong>it</strong>o per tentare di appropriarsene.<br />
Bisogna capire che gran parte degli accordi economici fra le classi popolari sono stilati<br />
solo verbalmente, anche per cose importanti come la proprietà di un immobile: solo nel<br />
dopoguerra gli amministratori della Casa del Popolo avranno l’ammirabile accortezza di<br />
formalizzare sia la loro cost<strong>it</strong>uzione giuridica, sia gli atti di proprietà. La presenza del<br />
cattolico Perin, precedentemente cr<strong>it</strong>icata da don Lozer, diventa ora il cavallo di Troia per<br />
espropriare gli operai tessili dei loro sacrifici. Ciò provoca un intervento pubblico, l’unico<br />
che finora sia stato direttamente firmato dal capolega Ilario Fantuzzi, che è<br />
contemporaneamente anche il presidente della Casa del Popolo. Fra gli intendimenti<br />
della Lega dei cotonieri vi era fin dall’inizio quella di osp<strong>it</strong>are nell’edificio, oltre alla sede<br />
della Lega stessa, quella di un asilo infantile: Fantuzzi dichiara di aver fatto tutte le<br />
942 LF, nn. 336 dell’11 marzo 1911, pag. 4, TORRE. I frutti del carnevale e L’avv. E. Fornasotto fra noi, 337<br />
del 18 marzo 1911, pag. 4, TORRE. Assemblea della Lega Cotonieri, 338 del 25 marzo 1911, pag. 4, TORRE.<br />
Cose della Lega cotonieri e Conferenza, 339 dell’1 aprile 1911, pag. 4, TORRE. Conferenza rimandata, 340<br />
del 7 aprile 1911, pag. 4, Intorno alla conferenza di domenica scorsa.<br />
943 LF, n. 379 del 7 gennaio 1912, pag. 3, TORRE. Pro Circolo di studi sociali.<br />
944 LF, nn. 345 del 13 maggio 1911, pag. 4, TORRE. Annuncio e Ottima idea, 346 del 20 maggio 1911, pag. 4,<br />
Conferenza rimandata, 347 del 28 maggio 1911, pag. 4, Conferenza e Teatralia, 348 del 3 giugno 1911, pag.<br />
4, Ottime iniziative e TORRE. Raccomandazione, 349 del 10 giugno 1911, pag. 4, Tutti al Teatro e Nuova<br />
conferenza, 352 dell’1 luglio 1911, pag. 2, La luce elettrica alla Casa del Popolo e 353 dell’8 luglio 1911, pag.<br />
2, TORRE. I due sergenti e Nuova Cassa di Risparmio; P, n. 198 di martedì 22 agosto 1911, pag. 2,<br />
Filodrammatico.<br />
945 LF, nn. 391 del 31 marzo 1912, pag. 4, TORRE. Festa da ballo pro Patronato scolastico e casa del<br />
popolo, 406 del 14 luglio 1912, pag. 3, TORRE DI PORDENONE e 410 dell’1 agosto 1912, pag. 4, TORRE. Pro<br />
casa del popolo.<br />
287
pratiche con il direttore didattico e l’Amministrazione Comunale. L’idea lanciata ora da<br />
Perin (e, visto quando avverrà successivamente, sicuramente ispirata da don Lozer, che<br />
vuole arrivare all’ist<strong>it</strong>uzione di un asilo confessionale) è quella di rinunciare da parte sua<br />
alla cifra prestata alla Lega, in cambio del fatto che anch’essa rinunci alla sua quota<br />
parte. Replica Fantuzzi: non se ne parla neppure, ma la Casa del Popolo rimane<br />
gratu<strong>it</strong>amente a disposizione di chi voglia collocarvi l’asilo. 946<br />
Le vicende del dopoguerra faranno meglio capire il terribile pericolo corso dai<br />
socialisti di Torre, che hanno appena rischiato di essere anche estromessi dal Magazzino<br />
cooperativo. Lozer riuscirà a “privatizzare” i fondi raccolti nel paese per l’asilo infantile da<br />
un com<strong>it</strong>ato un<strong>it</strong>ario che si era già convenzionato con il comune, e per un periodo<br />
metterà in qualche modo anche le mani sulla Casa del Popolo, ove è collocata la mensa<br />
popolare. Manovre che - almeno per quanto riguarda la Casa del Popolo - come<br />
testimonia Teresina Degan - saranno frustrate dalla grande astuzia e lungimiranza di<br />
Lucio Da Corte.<br />
Il Circolo Filodrammatico continua la sua attiv<strong>it</strong>à con frequenti rappresentazioni,<br />
il cui ricavato viene devoluto a beneficio della Casa del Popolo. Le attrici e gli attori sono<br />
lavoratori che rubano il poco tempo libero per darsi una severa formazione, che<br />
contrasta con le accuse di immoral<strong>it</strong>à che giungono dai clericali. Domenica 16 febbraio<br />
1913 si rappresenta davanti ad un buon pubblico il dramma in tre atti Macchia di<br />
sangue di Baillan e Boulé. Domenica 14 settembre il Circolo rappresenterà il dramma La<br />
sorella del cieco, cui segue lo scherzo comico dialettale Mezo l<strong>it</strong>ro. Per tale occasione il<br />
palcoscenico sarà rimesso completamente a nuovo con inaugurazione del nuovo artistico<br />
frontispizio. Domenica 9 novembre alle ore 19.45 si rappresenta il grandioso capolavoro<br />
drammatico in 5 atti del Giacometti: “La Morte Civile”. Lo spettacolo verrà chiuso con la<br />
brillante farsa “Felice il cerimonioso”. 947<br />
4.3.13 - Un’amministrazione senza testa.<br />
Torniamo a Pordenone, dove si consuma l’agonia della Giunta fra moderati e<br />
clericali. Le polemiche legate all'attuale s<strong>it</strong>uazione sono occasione per una riflessione<br />
sull'ered<strong>it</strong>à della precedente Giunta Galeazzi, confrontata con lo sfascio e la corruttela<br />
attuale. Scrive Il Paese - piccato anche dalle cr<strong>it</strong>iche giunte da parte socialista ove alcuni<br />
r<strong>it</strong>engono che l’amministrazione radicale abbia più badato ad ingrassare la borghesia che<br />
la classe operaia - che secondo l’ex sindaco l’accresciuta ricchezza viene suddivisa fra<br />
tutte le classi sociali, e non a caso le leghe di miglioramento hanno prosperato sotto la<br />
sua amministrazione. Ma non dovrebbe essere lec<strong>it</strong>o ai suoi accol<strong>it</strong>i di calunniare la<br />
precedente amministrazione democratica. Questa lasciò il potere quando aveva già<br />
riordinato gli uffici e tutti i servizi, rifatti (e alcuni fatti di nuovo) i regolamenti municipali.<br />
Questa aveva preparato e fatto approvare progetti di pubblici lavori, ispirati a un concetto di<br />
pol<strong>it</strong>ica locale, quale è quello di provvedere allo sviluppo della ricchezza c<strong>it</strong>tadina non solo<br />
con riguardo ai cap<strong>it</strong>alisti ma con occhio sempre diretto alle util<strong>it</strong>à del popolo minuto,<br />
specie dei lavoratori. Fu detto da alcuni rigidi socialisti che in fondo l’amministrazione<br />
Galeazzi è stata più borghese che altro, abbenché ispirata da vive simpatie verso le classi<br />
operaie, delle quali quel censore è stato sempre estremamente devoto, senza esserne<br />
mancipio. Ma io dallo stesso Galeazzi ho sent<strong>it</strong>o calorosamente rispondere: con la<br />
accresciuta ricchezza si fa il bene di tutti: si beneficano i cap<strong>it</strong>alisti che spendono anzi di<br />
più; e ne approf<strong>it</strong>tano le classi povere. Le leghe, sempre in fiore dove i lavoratori prosperano,<br />
si raffinano e si preparano a sempre nuove conquiste.<br />
Dopo aver fatto l’apologia di un ottimistico riformismo interclassista, si<br />
rivendicano le opere realizzate della passata Giunta, pur badando a mettere in ordine un<br />
bilancio comunale lasciato in gran disordine dai moderati: Vero è che i lavori preparati si<br />
presentavano collegati sistematicamente con quelli già compiuti nei pochi anni<br />
dell’amministrazione democratica; compiuti fra mille difficoltà, fra infin<strong>it</strong>e opposizioni, e<br />
che ora tutti magnificano per colossali, di immensa assoluta util<strong>it</strong>à, e che danno un aspetto<br />
nuovo e assai bello alla C<strong>it</strong>tà. Parlo dello splendido Corso Garibaldi e della Via Mazzini,<br />
prima strade di campagna difficili al trans<strong>it</strong>o. Parlo dell’abbattuto Arco della Bossina, e della<br />
sistemazione elegante della parte sinistra di chi entra al Corso V. E.le. E andate nelle<br />
frazioni: strade maestre e sfoghi a Torre e a Rorai, il cavalcavia e il ponte al Meduna,<br />
ottenuto dalla Provincia con battere e ribattere fino alla noia. Vero che, venuti a palazzo i<br />
clerico-moderati, pubblici lavori non seppero idearne altri; e con il loro, ricalcarono il<br />
946 LF, nn. 414 dell’8 settembre 1912, pag. 4, TORRE. Casa del Popolo (cfr. il testo in appendice) e 466 del 7<br />
settembre 1913, pag. 4, Al nostro Circolo Filodrammatico.<br />
947 LF, n. 466 del 7 settembre 1913, pag. 4, Al nostro Circolo Filodrammatico; PdF, n. 49 di martedì 18<br />
febbraio 1913, pag. 2, Alla Casa del Popolo di Torre; P, n. 275 di sabato 8 novembre 1913, pag. 1, Circolo<br />
Filodrammatico.<br />
288
programma della Amministrazione precedente. Mancò loro quello spir<strong>it</strong>o, che emana da<br />
principi bene studiati, resi intimi con le aspirazioni della coscienza. (…) Inoltre è da<br />
ribellarsi quando il part<strong>it</strong>o clerico-moderato vanta di avere sistemato il bilancio. Si<br />
riprendono le note affermazioni relativamente all’utile lasciato dalla Giunta Galeazzi<br />
insieme ad un riordino della gestione di bilancio, nonostante i notevoli investimenti nel<br />
programma di opere pubbliche. Si vantano i clerico-moderati che avranno presto ampliata<br />
la stazione ferroviaria perché il loro Deputato ottiene meraviglie a Roma. La c<strong>it</strong>tadinanza di<br />
Pordenone non può aver dimenticato, che lo zelo, e la attiv<strong>it</strong>à dell’Amministrazione<br />
Democratica valsero a rompere le ripulse avute da anni dalle Autor<strong>it</strong>à ferroviarie Superiori, e<br />
fu allora lastricato il piazzale della Stazione, che era ridotto una pozzanghera impossibile,<br />
furono raddoppiati i magazzini, quintuplicati i binari, così che le merci e le mercanzie non<br />
soffrono più, come prima, il sole, il vento, la pioggia. Senza la caduta dell’Amministrazione<br />
democratica la Stazione al presente sarebbe quello che sarà necessario che sia. Tutti i<br />
progetti erano già pronti allora… (…) 948<br />
Ormai le truppe si sono accasermate in c<strong>it</strong>tà: cosa significhi per la popolazione<br />
convivere con una guarnigione mil<strong>it</strong>are è dimostrato dall’episodio che accade ad un<br />
operaio che sta camminando per strada con la sua bambina. Sopraggiungendo un<br />
ufficiale che corre a cavallo a veloc<strong>it</strong>à sostenuta, l’operaio lo inv<strong>it</strong>a a rallentare: ottiene<br />
solo il risultato di essere aggred<strong>it</strong>o e rovesciato a terra, mentre la bambina fugge<br />
terrorizzata, in una scena che ben avrebbe potuto essere riprodotta da Eizenstein nella<br />
famosa scalinata di Odessa della Corazzata Potëmkin. 949<br />
Giuseppe Ellero subisce un’aggreggione da parte di uno dei Cattaneo: l’episodio<br />
finisce con la condanna dell’aggressore, il conte Giulio, ad una multa di 160 lire più le<br />
spese processuali e 50 per le spese di parte civile. Ellero una sera, alla sala Coiazzi, era<br />
stato inv<strong>it</strong>ato dal Cattaneo ad allontanarsi, venendo defin<strong>it</strong>o screanzato; l'esponente<br />
socialista aveva replicato con un mascalzone. Ma all'usc<strong>it</strong>a Cattaneo, forse aizzato da<br />
cattivi consiglieri, aggredisce Ellero con due schiaffoni. Forse l'aristocratico pensava<br />
come al sol<strong>it</strong>o di provocare l'avvocato socialista a duello, ma molto più borghesemente<br />
Ellero si accontenta di ricorrere al pretore. Fatto sta che ancora una volta la jeunesse<br />
dorée pordenonese ha avuto occasione di dimostrare la sua poca o nulla tolleranza nei<br />
confronti dei socialisti. Il quotidiano radicale commenta pos<strong>it</strong>ivamente la sentenza. Il<br />
simpatico e gentile nostro amico Giuseppe Ellero che da molti anni lotta, con retto<br />
sentimento e con appropriati discorsi e modi, per il proprio ideale pol<strong>it</strong>ico, con la sentenza<br />
del Pretore di Pordenone, ha avuto una grande soddisfazione morale, non per la condanna<br />
infl<strong>it</strong>ta al suo avversario Conte Giulio Cattaneo, ma perché questa sarà mon<strong>it</strong>o a tutta la<br />
gioventù pordenonese di rispetto ad un uomo come Giuseppe Ellero. 950<br />
Nel frattempo, nonostante i poteri giuntali siano ridotti alla sola ordinaria<br />
amministrazione, viene avviato il contestato intervento della Bossina, oltre ad alcune<br />
altre spese ingiustificabili. Nel denunciare l’illegal<strong>it</strong>à, l’opposizione auspica che<br />
l’amministrazione se ne vada da sola, senza dover imporre alla c<strong>it</strong>tà l’onere del<br />
commissariamento. Ligi alle prerogative democratiche, i consiglieri della minoranza<br />
rassegnano le dimissioni. Non li seguono quelli degli altri gruppi: gli amministratori<br />
moderati dimissionari, invece di riconvocare tempestivamente il Consiglio Comunale<br />
entro otto giorni per l’eventuale elezione di una nuova Giunta, oppure dimettersi essi<br />
stessi da consiglieri, convocano una seduta consiliare solo tre settimane dopo, per<br />
ottenere la ratifica delle delibere fatte. E' evidente che questo arb<strong>it</strong>rio amministrativo,<br />
che gira attorno alla vicenda della soluzione decisa per l'area della Bossina, è possibile<br />
solo grazie alla copertura data alla Giunta da parte della Prefettura.<br />
La seduta, che si tiene venerdì 19 agosto, viene vivacemente contestata dal<br />
pubblico, che in particolare inveisce contro lo spreco compiuto per il lussuoso banchetto<br />
per l’inaugurazione della scuola di volo e per il raggiro compiuto nei confronti<br />
dell’opposizione, che è stata tenuta fuori dall’aula con l’inganno. Ma i moderati<br />
consumano il loro tradimento: espellono il pubblico dall’aula, ratificano le delibere e si<br />
rieleggono come Giunta con soli tredici voti pur in mancanza di una maggioranza<br />
organica, grazie alla benevola astensione dei cinque clericali. La maggioranza fa votare la<br />
nuova Giunta senza il sindaco, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dagli effettivi: Domenico Veroi, Pietro<br />
Tomasella, avv. Antonio Querini, avv. Gino Civran e dai supplenti Francesco Treu e<br />
Stefano Stefani, con gli assessori proclamati con il voto di solo tredici consiglieri (dodici<br />
nel caso di Stefani). Sub<strong>it</strong>o dopo, si respingono le dimissioni presentate il 13 agosto dai<br />
948 P, n. 201 di lunedì 22 agosto 1910, pag. 1, L’opera passata e il dovere presente della democrazia, articolo<br />
firmato Teofilo.<br />
949 LF, n. 302 del 16 luglio 1910, pag. 4, Bollente spir<strong>it</strong>o.<br />
950 P, nn. 185 di mercoledì 3 agosto 1910, pag. 2, Vertenza cominciata a scapaccioni che finisce in pretura e<br />
186 di giovedì 4 agosto 1910, pag. 2, DOPO LA CAUSA ELLERO-CATTANEO.<br />
289
consiglieri della minoranza, che r<strong>it</strong>engono invece che l’incapac<strong>it</strong>à di eleggere sindaco e<br />
Giunta renda necessario andare alla nomina di un commissario prefettizio locale, in<br />
modo da convocare rapidamente i comizi elettorali. 951<br />
L’amministrazione clerico-moderata quindi rimane: è bastato conservare il potere<br />
ed allontanare lo spauracchio di una amministrazione popolare. Eserc<strong>it</strong>a le funzioni di<br />
sindaco l’avvocato Antonio Querini, anche se non può essere ufficialmente eletto a quella<br />
funzione perché i moderati dispongono solo di una minoranza consiliare: per questo i<br />
clerico-moderati sperano che i radicali r<strong>it</strong>irino le dimissioni, permettendo al consiglio di<br />
continuare i suoi lavori. Ma i radicali non mollano (raccogliendo il plauso dei socialisti)<br />
ed il consiglio si r<strong>it</strong>rova con soli ventun consiglieri: sette clericali e quattordici moderati,<br />
che non possono governare senza il sostegno dei primi. Il clericale De Mattia, surclassato<br />
nella funzione di leader del gruppo da Klefisch, si è allontanato dai suoi colleghi<br />
diventando più realista del re e, difendendo l’ex sindaco Cossetti insofferente per le<br />
proteste del pubblico per la spesa di ben 1200 lire per un ricevimento offerto al prefetto,<br />
sostiene che quella spesa era troppo lim<strong>it</strong>ata! 952<br />
Il Consiglio Comunale viene riconvocato per martedì 4 ottobre, con un ordine del<br />
giorno scorretto, che prevede solo all’ultimo punto le dimissioni della minoranza:<br />
nuovamente si vuol far finta che il consiglio sia nel pieno della sua composizione, ma<br />
escludendone i rappresentanti della minoranza per poter deliberare tranquillamente: le<br />
dimissioni vengono approvate quindi solo quando la riunione si conclude. Assume la<br />
presidenza, in qual<strong>it</strong>à di facente funzioni di sindaco, l’avvocato Querini, che dichiara che<br />
l’amministrazione proseguirà l’indirizzo della precedente. Non viene invece messa<br />
all’ordine del giorno l’elezione del sindaco, che evidentemente è una spia della<br />
impossibil<strong>it</strong>à dei moderati di giungere ad un accordo pol<strong>it</strong>ico completo con i clericali: il<br />
Psi nota come in Giunta siano presenti due noti massoni, creando una s<strong>it</strong>uazione di<br />
incompatibil<strong>it</strong>à fra i due part<strong>it</strong>i che potrebbe solo essere superata con un cedimento<br />
ideologico che metterebbe a dura prova la loro dign<strong>it</strong>à. Si procede alla vend<strong>it</strong>a del terreno<br />
originariamente acquis<strong>it</strong>o ai Cappuccini per l’erezione della caserma di cavalleria. 953<br />
4.3.14 - Lo sfacelo: la Giunta Querini.<br />
L’amministrazione proseguirà così per lunghi mesi, in una s<strong>it</strong>uazione di palese<br />
illegal<strong>it</strong>à, priva di un sindaco, ricorrendo estesamente a mezzi emergenziali che possono<br />
aver luogo solo con il tac<strong>it</strong>o assenso dell’autor<strong>it</strong>à tutoria della Prefettura, che<br />
evidentemente ha come prior<strong>it</strong>à la conservazione di quell’accordo pol<strong>it</strong>ico che garantisce<br />
l’elezione a Roma dell’on. Chiaradia. Il metodo della decisione senza verifica consiliare,<br />
con grave spreco di risorse, viene segu<strong>it</strong>o anche nel caso del rifacimento del lavatoio di<br />
Rorai Grande. A questo metodo la sinistra risponde attraverso ricorsi legali ed<br />
amministrativi. 954<br />
I problemi aperti sono innumerevoli. La questione principale lasciata dalla<br />
vecchia alla nuova Giunta è quella della ricostruzione dell’ex porta della Bossina: una<br />
vasta opposizione si sviluppa in c<strong>it</strong>tà contro l’opera, che lascia la strozzatura precedente.<br />
La precedente amministrazione aveva dovuto rinunciare al progetto iniziale dell'arch.<br />
Cavedalis per ragioni economiche, facendone elaborare un altro - simile ma meno<br />
dispendioso - all'ing. Girolamo Roviglio. L'opera non era ancora stata realizzata dalla<br />
precedente amministrazione, che aveva dovuto richiedere lo stato di pubblica util<strong>it</strong>à per<br />
diminuire il prezzo dell'esproprio di una delle proprietà. L'attuale amministrazione ha<br />
951 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 290-291. I consiglieri dimissionari sono<br />
Antonio Polese, Ermenegildo Zannerio, Amilcare Caviezel, Francesco Asquini e Guido e Gino Rosso; LF, nn. 305<br />
del 6 agosto 1910, pag. 4, Rottura perfetta, Bubbole, Ripicca e Illegal<strong>it</strong>à, 307 del 20 agosto 1910, pag. 4, In<br />
pieno meridionale e Illegal<strong>it</strong>à e 308 del 27 agosto 1910, pag. 4, La bancarotta dell’onestà e dign<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica<br />
dei clerico-moderati; P, n. 197 di mercoledì 17 agosto 1910, pag. 1, Cose del Comune ed Enorm<strong>it</strong>à e199 di<br />
venerdì 19 agosto 1910, pag. 2, Aspettando la fine dell'Amministraz. Comunale di Pordenone.<br />
952 P, nn. 202 di martedì 23 agosto 1910, pag. 1, L’Amministrazione Comunale e 220 di martedì 13 settembre<br />
1910, pag. 2, Ricordi d’attual<strong>it</strong>à; LF, nn. 309 del 3 settembre 1910, pag. 4, Le speranze dei clerico<br />
moderati, Vieni meco, Il dovere della democrazia, S<strong>it</strong>uazione immutata e Il ripiego, 310 del 10 settembre<br />
1910, pag. 4, Una decisione onorevole, Moderati prigionieri, Il bello ed E il sindaco?, 311 del 17 settembre<br />
1910, pag. 4, Insistenze e 312 del 24 settembre 1910, pag. 4, Vergogna..<br />
953 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pag. 292-293, 296-297e 306; LF, nn. 313<br />
dell’1 ottobre 1910, pag. 4, Si raduna il consiglio?, Ordine del giorno ed Enorm<strong>it</strong>à, 314 dell’8 ottobre 1910,<br />
pag. 4, Una significazione, Enigma e Un dilemma e 315 del 15 ottobre 1910, pag. 4, Eredi solidali e 320 del<br />
19 novembre 1910, pag. 4, Sempre carini!<br />
954 LF, nn. 314 dell’8 ottobre 1910, pag. 4, Altre prodezze della Giunta Cossetti e 319 del 12 novembre 1901,<br />
pag. 4, A carte scoperte.<br />
290
fatto elaborare un terzo progetto all'ing. Augusto Mior, che ha fatto aumentare la spesa,<br />
anche per nuove difficoltà emerse con le proprietà vicine: ma il progetto ha soprattutto<br />
un aspetto negativo nel voler prolungare i portici, col risultato di non allargare la sede<br />
stradale, esigenza dalla quale era scatur<strong>it</strong>a la necess<strong>it</strong>à dell'opera. Mior e Roviglio<br />
polemizzano sulla stampa, il primo su Il Tagliamento ed il secondo su Il Paese (Roviglio<br />
definisce il collega l'illustre tecnico del Tagliamento). Alla fine la Giunta provinciale<br />
amministrativa respinge un ricorso presentato ed approva il progetto Mior, col risultato<br />
che le discussioni vengono rinviate al futuro, quando due automobili si troveranno a<br />
contendersi il passaggio contemporaneamente. 955<br />
Si fa appello all’amministrazione perché sospenda i lavori di costruzione. Come<br />
richiede l’opinione pubblica ed ammettono anche i consiglieri comunali, quanto si sta<br />
facendo cost<strong>it</strong>uisce un errore, ed è meglio dare per persa la spesa fatta piuttosto che<br />
danneggiare la c<strong>it</strong>tà. L’amministrazione popolare aveva impostato un progetto di<br />
allargamento di detta local<strong>it</strong>à angustissima rispetto ai bisogni del traffico, dell’igiene e<br />
dell’estetica. Programma sospeso dalla caduta dell’amministrazione. I clerico-moderati<br />
decisero allora di rifare il progetto, ed invece di allargare la strada pensarono di<br />
prolungare i portici fino alla fine del corso (con un raddoppio dei costi). Contro la<br />
delibera proposta da Cossetti furono raccolte centinaia di firme in calce ad alcuni ricorsi<br />
al prefetto per le irregolar<strong>it</strong>à procedurali commesse. Ma Cossetti rimase irremovibile,<br />
premendo ossessivamente sulla Prefettura per far approvare il progetto. Oggi, a lavori<br />
iniziati, tutti i c<strong>it</strong>tadini protestano contro lo scempio in atto. Il comune ha negato<br />
risposta pos<strong>it</strong>iva anche alla nuova petizione presentata con la richiesta di sospendere i<br />
lavori. Così si assisterà al fatto nuovo che a spese del Comune si demoliscono case vecchie<br />
dei privati per rifargliele nello stesso punto senza approf<strong>it</strong>tare di compiere degli<br />
allargamenti. Così si vedrà che mentre dovunque si tende per l’igiene e per l’estetica a<br />
sopprimere nelle vie i portici, qui si aumentano a costo anche di sacrificare, come si<br />
sacrifica nel caso la strada. Né a salvar l’ostinata e inconsulta resistenza clerico-moderata<br />
dalle fiere cresimate della pubblica opinione valga il dire, contro ver<strong>it</strong>à, che ciò è dovuto al<br />
contegno dei proprietari delle case perché essi anzi figurano quali primi firmatari delle<br />
istanze proteste.<br />
Viene indetto un comizio al Coiazzi per giovedì 13 ottobre sera, indetto dai<br />
benpensanti di Pordenone contro la porcheria edilizia che si sta compiendo nella nostra<br />
c<strong>it</strong>tà. Prevalgono i radicali: presiede Francesco Asquini e parla per primo l’avv. Barzan,<br />
chiedendo di superare le divisioni pol<strong>it</strong>iche e di sospendere i lavori. Si confrontano<br />
quindi i due progettisti ingegneri Mior e Roviglio, segu<strong>it</strong>i da un animato confronto fra l’ex<br />
assessore Alessandro Rosso ed il suo successore Cattaneo, che viene più volte fischiato.<br />
In ultimo l’avv. Ellero, con altro oppos<strong>it</strong>ore, con brillante parola illustrò le vedute del buon<br />
senso, disse delle arti dell’amministrazione moderata contro il ricorso dei c<strong>it</strong>tadini per<br />
effettuare l’ostacolato progetto e inv<strong>it</strong>ò i convenuti a passare all’ordine del giorno. Questo,<br />
proposto da Asquini, prevede di cost<strong>it</strong>uire una commissione per discutere con<br />
l’Amministrazione Comunale: essa è composta dall’ing. Roviglio, avv. Barzan, avv. Ellero,<br />
Alessandro Rosso, Zannerio, Etro, Asquini, Artico e Polese. Ma questa commissione,<br />
falcidiata dalle rinunce, non riesce ad ottenere che alcune modifiche: la Giunta per<br />
sostenere il suo operato affida una consulenza ad un docente univers<strong>it</strong>ario veneziano,<br />
l’ing. Daniele Donghi, di cui però adotta solo alcune modifiche, soprattutto estetiche, al<br />
progetto in corso, sulle quali proseguirà ulteriormente la polemica. 956<br />
Non è in ballo solo l’allargamento del Corso V<strong>it</strong>torio: ci si chiede quando<br />
l'Amministrazione Comunale di Pordenone sistemerà l'indecente suolo della strada "Borgo<br />
Colonna"? E' la seconda realtà stradale per importanza a Pordenone, con il borgo<br />
cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o sul primo tratto della strada che conta duemila ab<strong>it</strong>anti, che immette a<br />
Cordenons con i suoi diecimila ed a Torre, conducendo ad importanti cotonifici, fornaci,<br />
fabbriche e sulla quale è sorta la nuova fabbrica della birra "Pordenone". Quando piove<br />
l'acqua sommerge sede stradale e marciapiede; entra nei magazzini dei negozi e nei piani<br />
terra delle case; la gente per passare deve togliersi le calzature e proseguire a piedi<br />
nudi. 957<br />
955 P, nn. 165 di mercoledì 13 luglio 1910, pag. 2, Ampliamento della Bossina, 174 di sabato 23 luglio 1910,<br />
pag. 2, Cose della Bossina.<br />
956 P, nn. 246 di giovedì 13 ottobre 1910, pag. 2, Per amore di Patria e Retroscena della “Bossina”, 247 di<br />
venerdì 14 ottobre 1910, pag. 2, Sempre la Bossina, 248 di sabato 15 ottobre 1910, pag. 2, Il comizio pei<br />
lavori della Bossina, 250 di martedì 18 ottobre 1910, pag. 2, La Commissione della Bossina e 262 di martedì<br />
1 novembe 1910, pagg. 1 e 2, La questione della Bossina risolta; LF, nn. 316 del 22 ottobre 1910, pag. 4,<br />
Bossina, 320 del 19 novembre 1910, pag. 4, Cortesie municipali e 325 del 24 dicembre 1910, pag. 4,<br />
Incongruenze.<br />
957 P, n. 168 di domenica 17 luglio 1910, pag. 1, Questioni stradali e 179 di giovedì 28 luglio 1910, pag. 2,<br />
Bossin<strong>it</strong>e acuta.<br />
291
Altro elemento di contraddizione fra la sinistra e la maggioranza clerico-moderata<br />
è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla vis<strong>it</strong>a in c<strong>it</strong>tà dell’on. Chiaradia in compagnia del colonnello Barone,<br />
che a Roma sostiene la costruzione della ferrovia pedemontana, in contrasto con gli<br />
interessi pordenonesi che vengono tagliati fuori dal tracciato previsto. 958<br />
Si lamenta inoltre che l’amministrazione clerico-moderata abbia tagliato il<br />
sussidio per il Segretariato dell’Emigrazione stanziato dalla precedente Giunta di<br />
sinistra. Un sussidio di sole cinquanta lire, a fronte delle ben 6.700 spese per le due<br />
strade per favorire interessi privati di amministratori e per un banchetto. Un<br />
provvedimento quindi che non ha senso dal punto di vista economico, ma chiarissimo da<br />
quello della scelta pol<strong>it</strong>ica di combattere le ist<strong>it</strong>uzioni della classe operaia. 959<br />
Per le condizioni economiche popolari è importante la realizzazione di una piazza<br />
per tenervi un quotidiano mercato per la vend<strong>it</strong>a di frutta, verdura e pollame. Questo<br />
mercato permetterebbe di ridurre il fenomeno del bagarinaggio, per cui i contadini incerti<br />
sulle loro reali possibil<strong>it</strong>à di contrattazione svendono i loro prodotti ai confini della c<strong>it</strong>tà a<br />
degli incettatori, che poi rialzano i prezzi alla clientela. Una piazzetta era stata<br />
approntata a tale scopo sul Corso Umberto I grazie ai lavori di imbonimento del terreno a<br />
valle del Ponte delle Monache realizzati dalla Giunta Galeazzi, ma ora l’Amministrazione<br />
Comunale vorrebbe vendere tale terreno a privati per realizzarvi il teatro. Così si<br />
danneggia gravemente l’interesse dei lavoratori, per accontentare un ex sindaco che non<br />
vuole vendere il suo terreno che sarebbe più adatto al teatro. Inoltre la costruzione del<br />
teatro contrasta con quelle che sono le due grandi prior<strong>it</strong>à della c<strong>it</strong>tà: la realizzazione<br />
dell’edificio scolastico e quella del nuovo ospedale.<br />
Il Consiglio Comunale del 19 febbraio 1911, che si riunirà con solo quindici<br />
consiglieri, procederà alla cessione alla Società del Teatro del piazzale destinato a<br />
mercato. Centinaia di c<strong>it</strong>tadini sottoscrivono un ricorso alla Giunta provinciale<br />
amministrativa contro la permuta fra il piazzale al Ponte alle Monache ed un altro in<br />
posizione infelice. Inoltre successivamente si apprenderà la notizia che fra i tremila metri<br />
quadrati offerti in permuta dalla Società del Teatro ci sono anche quelli già di pertinenza<br />
comunale per realizzare la strada che sale dalla provinciale alla Piazza del Castello. Pur<br />
notando che la costruzione del teatro è in sé un vantaggio per la c<strong>it</strong>tà, si contesta da<br />
parte socialista che fra i quindici consiglieri che hanno approvato la permuta molti -<br />
appartenenti alla società privata o loggionisti - hanno fatto prevalere la loro convenienza<br />
personale svalutando il terreno comunale ceduto. 960<br />
Oltre a boicottare la realizzazione del nuovo mercato permanente, la Giunta<br />
comunale smonta il lavoro della Commissione d’annona. Questa elabora periodicamente<br />
i listini dei prezzi di prima necess<strong>it</strong>à, come il pane e le carni, fissandone il calmiere: gli<br />
esercenti respingono queste tariffe e l’Amministrazione Comunale li asseconda, invece di<br />
imporre il rispetto dei deliberati della commissione. In tal modo clericali e moderati<br />
esprimono la loro pol<strong>it</strong>ica di classe a favore dei commercianti ed a discap<strong>it</strong>o della<br />
popolazione a basso redd<strong>it</strong>o. 961<br />
Altra iniziativa discutibile della Giunta è quella di realizzare la strada del Rom<strong>it</strong>o<br />
solo a metà, col risultato di non coglierne gli obiettivi e di spendere in futuro una cifra<br />
ben più alta per il completamento dell’opera. Anche in questo caso c’è chi beneficia della<br />
modifica, e sono i Salice, famiglia di borghesi proprietari terrieri, mentre la realizzazione<br />
solamente parziale danneggia gli interessi di Alessandro Rosso. La giustezza della<br />
posizione socialista è dimostrata ancor oggi dalla funzione di segmento del “ring”<br />
realizzato negli anni Novanta del Ventesimo Secolo dall’Amministrazione Comunale<br />
attorno al centro storico. Nel Consiglio Comunale del 19 febbraio 1911 il conte Cattaneo<br />
esigerà che l’amministrazione operi per respingere i ricorsi alla Prefettura contro la<br />
strada del Rom<strong>it</strong>o, mentre egli si opporrà a quella nuova per Corva che attraversa i suoi<br />
possedimenti. 962<br />
958 LF, nn. 316 del 22 ottobre 1910, pag. 4, Una farsa e 322 del 3 dicembre 1910, pag. 4, Aviazione.<br />
959 LF, n. 316 del 22 ottobre 1910, pag. 4, Un sussidio.<br />
960 LF, nn. 318 del 5 novembre 1910, pag. 4,Una di nuova, 333 del 18 febbraio 1911, pag. 4, Iniziative varie e<br />
336 dell’11 marzo 1911, pag. 4, Teatro; P, nn. 44 di martedì 21 febbraio 1911, pag. 2, Consiglio Comunale, 46<br />
di giovedì 23 febbraio 1911, pag. 2, stesso t<strong>it</strong>olo, 47 di venerdì 24 febbraio 1911, pag. 1, stesso t<strong>it</strong>olo, 84 di<br />
sabato 8 aprile 1911, pag. 1, Teatro nuovo e… vecchio e 111 di giovedì 11 maggio 1911, pag. 1, Perché si<br />
sappia tutta la ver<strong>it</strong>à.<br />
961 LF, n. 323 del 10 dicembre 1910, pag. 4, Caro vivere.<br />
962 LF, nn. 318 del 5 novembre 1910, pag. 4, Il Rom<strong>it</strong>o e 319 del 12 novembre 1910, pag. 4, A carte scoperte;<br />
P, nn. 44 di martedì 21 febbraio 1911, pag. 2, Consiglio Comunale, 46 di giovedì 23 febbraio 1911, pag. 2,<br />
stesso t<strong>it</strong>olo, 47 di venerdì 24 febbraio 1911, pag. 1, stesso t<strong>it</strong>olo, 84 di sabato 8 aprile 1911, pag. 1, Teatro<br />
nuovo e… vecchio e 111 di giovedì 11 maggio 1911, pag. 1, Perché si sappia tutta la ver<strong>it</strong>à. Sulla famiglia<br />
Salice cfr. MIO, Luigi, Industria e società a Pordenone, c<strong>it</strong>., pagg. 55 e 59.<br />
292
Evidentemente nessuna persona importante ab<strong>it</strong>a invece in Vial d’Aviano, che<br />
versa in s<strong>it</strong>uazione degradata, ma che si è vista togliere dall’attuale amministrazione i<br />
finanziamenti votati dalla Giunta Galeazzi. E la nuova amministrazione ha cancellato lo<br />
stanziamento, già messo a bilancio dalla precedente, per realizzare una condotta idrica<br />
per lavare le strade (in modo da ev<strong>it</strong>are che i netturbini, per altro in numero<br />
insufficiente, pulendole sollevino nugoli di polvere) e per interventi negli eventuali casi di<br />
incendio. 963<br />
In novembre la coalizione clerico-moderata che governa Pordenone si sta<br />
sfaldando: Per voler governare per forza, per voler mantenere le redini del potere fra la<br />
generale sfiducia, per restar a tutti i costi aggrappati ai seggi municipali, i clerico-moderati<br />
lasciano le cose e gli interessi del Comune, non senza gravi danni, in uno stato di completo<br />
abbandono. Nessuno se ne occupa seriamente, nessuno sa e vuole assumere la direzione che<br />
si conviene. Il pro-sindaco: in altre faccende affaccendato, ha preso il volo per altri lidi e per<br />
suoi interessi. Gli altri poveretti, non sanno come sbarcar il lunario, come cavarsela, come<br />
comportarsi se c’è da far qualche cosa di serio. L’ultima risoluzione è quindi quella di non<br />
far nulla. Intanto s’avvicina a gran passi il giorno in cui il Comune deve assumere la gestione<br />
diretta e municipalizzato il dazio consumo. E’ il Comune preparato o si prepara ad<br />
organizzare una simile delicata e grave impresa? Neanche per sogno. Figuriamoci quindi che<br />
bei risultati avremo e che felice esperimento sarà quello che dovremo subire fra poco. (...)<br />
Hanno indeb<strong>it</strong>ato il comune fino a quasi mezzo milione senza far nulla di serio; hanno<br />
aumentato le imposte col bell’es<strong>it</strong>o che si vede; nelle rarissime, per fortuna, opere esegu<strong>it</strong>e<br />
sono andati sempre contro la volontà e spesso gli interessi nel paese, ora lasciano la<br />
pubblica cosa in un completo abbandono, ma tuttavia vogliono mantener le redini del potere<br />
contro la più volte manifestata volontà popolare ed elettorale. 964<br />
Ad ottenere il sostegno governativo per l’esercizio di linee automobilistiche, come<br />
previsto, è la società promossa dai sigg. Puppin, della quale sono soci Cattaneo, Arturo<br />
Ellero ed Etro. Avviando il servizio, potrà lim<strong>it</strong>are i danni prodotti a Pordenone dalla<br />
ferrovia pedemontana e manderà in pensione le tradizionali messaggerie. Le linee<br />
previste sono quelle da Pordenone ad Aviano, Maniago e Cordenons. L’inizio del servizio,<br />
dapprima previsto per il 1911, avviene nella primavera del 1912, e sarà effettuato da<br />
cinque vetture, capaci di 22 posti ciascuna, osp<strong>it</strong>ate nel garage che viene realizzato alla<br />
fine del 1911. 965<br />
L’amministrazione inoltre impone l’insegnamento religioso nelle scuole, cui si<br />
prestano tutti i maestri, nonostante il direttore didattico consideri tale fatto negativo per<br />
l’istruzione e gli stessi maestri siano iscr<strong>it</strong>ti a quell’Unione Magistrale Nazionale che ha<br />
come fine l’istruzione pubblica e laica. Per combattere questa s<strong>it</strong>uazione si fa appello ai<br />
capifamiglia, il cui parere è vincolante in materia, e si annuncia una conferenza pubblica<br />
sulla questione. 966<br />
Il 1910 si conclude con una v<strong>it</strong>toria non nelle piazze né nell’urna, ma egualmente<br />
significativa per i socialisti pordenonesi e condivisa con particolare gioia dai compagni di<br />
Spilimbergo: il pretore di Portogruaro condanna don Giordani, direttore de La Concordia,<br />
per diffamazione nei confronti del candidato socialista alle provinciali, Giuseppe Ellero.<br />
Giordani (difeso da Marco Ciriani, mentre Ellero è patrocinato da Guido Rosso) lo aveva<br />
defin<strong>it</strong>o giacobino della peggior specie, disonore di un paese, faccia bronza che non riceve<br />
impronta di schiaffi, Insulti giustamente r<strong>it</strong>enuti dal magistrato eccedenti la libera<br />
espressione: la condanna è di trecentocinquanta lire, più l’obbligo di pubblicazione della<br />
sentenza. 967<br />
La prima denuncia del 1911 è nei confronti della vicenda della caserma.<br />
L’Amministrazione Comunale ha speso cifre enormi per farsi prendere in giro<br />
dall’eserc<strong>it</strong>o. Prima è stato proposto di fare di Pordenone la sede del comando di una<br />
divisione, ma questo è stato assegnato poi a Treviso; si è promesso di insediare un<br />
reggimento di cavalleria, ma poi al massimo si sa che verrà inviato uno squadrone. Non<br />
solo: prima si sono spese settantamila lire per la caserma provvisoria ed ottantamila per<br />
acquistare un terreno, successivamente dichiarato inidoneo dall’eserc<strong>it</strong>o (ed a questa<br />
spesa va aggiunta quella della famosa strada di collegamento); successivamente si è<br />
963 LF, nn. 322 del 3 dicembre 1910, pag. 4, Viabil<strong>it</strong>à e 334 del 25 febbraio 1911, Una quistione negletta.<br />
964 LF, nn. 321 del 26 novembre 1910, pag. 4, Municipio abbandonato e 323 del 10 dicembre 1910, pag. 4,<br />
Caro vivere.<br />
965 LF, n. 324 del 17 dicembre 1910, pag. 4, Servizio automobilistico; P, nn. 205 di mercoledì 30 agosto 1911,<br />
pag. 2, Il servizio automobilistico, 233 di lunedì 2 ottobre 1911, pag. 2, La società pel servizio<br />
automobilistico pubblico e 298 di sabato 16 dicembre 1911, pag. 1, Il servizio automobilistico Pordenone<br />
Aviano-Maniago.<br />
966 LF, n. 324 del 17 dicembre 1910, pag. 4, Scuola confessionale.<br />
967 LF, nn. 325 del 24 dicembre 1910, pag. 2, SPILIMBERGO, La condanna di don Giordani, articolo firmato<br />
dalla Sezione e PORDENONE, Processo Ellero-don Giordani e 326 del 31 dicembre 1910, pag. 4, tutta la<br />
corrispondenza da Pordenone.<br />
293
costru<strong>it</strong>a la piazza d’armi ed è stato acquistato dal comune un altro terreno per la<br />
caserma per trentacinquemila lire, ma neanche questo va più bene ai mil<strong>it</strong>ari!<br />
L’Amministrazione Comunale procede senza raziocinio e senza dign<strong>it</strong>à, dilapidando<br />
centinaia di migliaia di lire in acquisti, oneri su mutui, imposte immobiliari, senza avere<br />
garanzie dall’eserc<strong>it</strong>o (garanzie che erano state invece poste nel contratto stipulato per il<br />
primo insediamento approntato dalla Giunta Galeazzi, dalle quali la Giunta Cossetti<br />
aveva poi svincolato i mil<strong>it</strong>ari): si propone che il comune abbandoni ai mil<strong>it</strong>ari l’onere di<br />
trovarsi ed acquistare il terreno per la caserma che vogliono. Comincia nel frattempo ad<br />
ipotizzarsi, da parte della Giunta, l’ipotesi di costruire la caserma a nord della c<strong>it</strong>tà,<br />
verso la Comina: ma tale soluzione, lontana dal centro urbano, non piace a quei<br />
commercianti che tanto hanno sostenuto la venuta dell’eserc<strong>it</strong>o. 968<br />
Martedì 21 febbraio 1911 il prosindaco Querini, rispondendo ad una<br />
interrogazione di De Mattia, propone la nuova collocazione della progettata caserma. I<br />
mil<strong>it</strong>ari, r<strong>it</strong>enendo insufficiente quella trovata, richiedono altri ventimila mq. mettendo a<br />
disposizione trentamila lire per la costruzione; ma l’ubicazione prescelta, essendo<br />
enormemente lontana dal centro ab<strong>it</strong>ato, pone in discussione sia la possibile utenza degli<br />
esercizi pubblici e negozi c<strong>it</strong>tadini, sia la effettiva percezione del dazio sui foraggi e<br />
l’avena, con il cui redd<strong>it</strong>o si pensa di restaurare completamente le finanze del Comune.<br />
Inoltre va considerato che l’insediamento troppo distante dalla c<strong>it</strong>tà pone in discussione<br />
il gradimento da parte dei reparti di cavalleria che si avvicenderanno a Pordenone,<br />
rendendo difficile il loro successivo stanziamento in via defin<strong>it</strong>iva, che viene r<strong>it</strong>enuto<br />
evidentemente appetibile per il livello dei consumi e di tassazione presunta. Per questo<br />
motivo, il comune pensa di accollarsi un’ulteriore spesa, pur avendo già dovuto<br />
acquistare due distinti terreni, individuando la nuova collocazione in local<strong>it</strong>à S. Giovanni<br />
a nord della strada nazionale (cioè quello che diventerà effettivamente l’insediamento<br />
mil<strong>it</strong>are in Via Montereale). Lunedì 29 maggio viene deliberato l’acquisto di un terreno di<br />
centomila mq. in local<strong>it</strong>à S. Giovanni, per una spesa di 210 mila lire, un terzo delle quali<br />
saranno a carico dello stato. Vi saranno collocati cinque squadroni di cavalleria. 969<br />
4.3.15 - Crisi e ripresa del socialismo<br />
pordenonese.<br />
Intanto si svolgono a breve distanza due iniziative pubbliche: sabato 7 gennaio,<br />
alle 20.15 si tiene alla Sala Coiazzi una conferenza di don Romolo Murri su Leone<br />
Tolstoj, recentemente scomparso, mentre il sabato successivo l’on. Cabrini relaziona su<br />
La funzione sociale dell’arte con la proiezione di filmati illustrativi (questa iniziativa è<br />
svolta in contemporanea con altre in Friuli, coordinate dai compagni di Sacile della<br />
Scuola popolare). 970<br />
L’8 gennaio si tiene l’esame di alfabetismo in Pretura a Pordenone per poter<br />
diventare elettori. L’avvenimento è tale da susc<strong>it</strong>are la rabbia del socialisti pordenonesi, a<br />
causa dei pochissimi compagni che si sono presentati, appena una dozzina da<br />
Pordenone, Torre e Rorai Grande. Nulla, in confronto ai nove compagni che si sono<br />
sobbarcati più di dodici chilometri di strada a piedi per venire da Roveredo in Piano. Ma è<br />
naturale: a Roveredo si è formato un circolo, si studia, si procura d’imparare, si legge la<br />
stampa e si è pronti a qualsiasi sacrificio. A Pordenone si vive svogliati, e si preferisce<br />
impiegare tante volte tempo e denaro nelle osterie e nell’alcool, piuttosto che nelle opere e<br />
negli studi educativi. Non si tratta dell’unica cr<strong>it</strong>ica che si fa nei confronti dei compagni<br />
della c<strong>it</strong>tà: poche settimane prima si era contrapposto l’attivismo dei compagni di Torre,<br />
968 LF, nn. 327 del 7 gennaio 1911, pag. 4, La Caserma e 330 del 28 gennaio 1911, Una spiegazione.<br />
Si sta trattando dell’individuazione di un insediamento mil<strong>it</strong>are che segnerà con la sua presenza lo sviluppo<br />
verso nord della c<strong>it</strong>tà, e che a quasi un secolo da quella decisione ancor oggi vincola in modo importante le<br />
pol<strong>it</strong>iche urbanistiche pordenonesi. La caserma di cavalleria andrà ad insediarsi sulla via per Maniago e<br />
Montereale (il primo tratto della futura Via Montereale, parallela al Vial d’Aviano, in un’area più tardi definibile<br />
di “centro-periferia”), cost<strong>it</strong>uendo un continuum di grandi insediamenti mil<strong>it</strong>ari, in cui all’antica cavalleria si<br />
sono venuti sost<strong>it</strong>uendo i mezzi corazzati e meccanizzati della Divisione “Ariete”. In quell’area, ancora occupata<br />
parzialmente da insediamenti mil<strong>it</strong>ari un secolo dopo, sono successivamente andati ad inserirsi insediamenti<br />
civili come il nuovo ospedale.<br />
LF, n. 331 del 28 gennaio 1911, Perpless<strong>it</strong>à.<br />
969 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 14-16 e 51-52.<br />
970 LF, nn. 327 del 7 gennaio 1911, pag. 4, L’on. Murri e 328 del 14 gennaio 1911, pag. 4, Conferenza Cabrini<br />
e Conferenza Murri.<br />
294
impegnati a costruire a tempi da record la Casa del Popolo, con l’ignavia di quelli del<br />
capoluogo. 971<br />
Ma il moralismo non paga: l’ “assenteismo” operaio nasce dalla pol<strong>it</strong>ica<br />
riformistica del Part<strong>it</strong>o Socialista, che fa appello alla necess<strong>it</strong>à che le masse si<br />
istruiscano, mentre queste sono attanagliate da condizioni di v<strong>it</strong>a estreme. Ecco quindi il<br />
paradossale risultato della conferenza di Cabrini, cui partecipa uno svariatissimo, per<br />
quanto scarso pubblico. Chi è questo lim<strong>it</strong>ato pubblico che assiste alle quasi due ore di<br />
conferenza e proiezioni, tenutesi la sera di sabato, cioè l’unica in cui lavoratori affaticati<br />
da pesanti turni di lavoro possano permettersi qualche ora di libertà in più, in attesa del<br />
giorno festivo? Ancora una volta i socialisti pordenonesi non possono che mettere a<br />
confronto, moralisticamente, l’apertura culturale della borghesia c<strong>it</strong>tadina illuminata e<br />
l’assenza degli operai: Non ab<strong>it</strong>uati a mentire o a mancare di lealtà, ma pronti sempre ad<br />
esser franchi e a dar a ciascuno il suo, secondo i mer<strong>it</strong>i, rileveremo una cosa che torna a<br />
lode della borghesia ed a vergogna del proletariato. Prima la borghesia commerciante,<br />
stavolta anche la stessa borghesia, diremo così, aristocratica e cap<strong>it</strong>alista, ha cap<strong>it</strong>o l’intima<br />
essenza del nostro spir<strong>it</strong>o e lo sforzo che noi facciamo, non solo per spingere le masse alle<br />
leg<strong>it</strong>time rivendicazioni economiche e materiali, ma altresì per redimerle moralmente ed<br />
intellettualmente a mezzo di una propaganda educativa ed ha tolto gl’indugi, le diffidenze, le<br />
prevenzioni ed ha mosso il passo verso la via di una più illuminata v<strong>it</strong>a civile e pol<strong>it</strong>ica. Ha<br />
cap<strong>it</strong>o che non era forse troppo onesto combattere uomini ed idee, trincerati in un<br />
tenebroso assenteismo dal nostro arringo sociale che non permetteva di conoscere da vicino<br />
gli stessi uomini e le stesse idee che si schernivano, si disprezzavano, condannavano. Ha<br />
fatto il suo ingresso al Coiazzi, non ha avuto paura di udire un oratore socialista che non ha<br />
mancato di tirar acqua al suo molino ed ha applaud<strong>it</strong>o e si è trovata bene; forse, si è sent<strong>it</strong>a<br />
anche migliore e ne ha provata intima soddisfazione. Per contrario - ed è questo un nostro<br />
dolore - il proletariato non ha cap<strong>it</strong>o tutto ciò. Non si è ancora competenetrato dei nostri<br />
intendimenti. Non ha compreso, come saviamente l’on. Cabrini ricordò, che vana sarebbe<br />
ogni emancipazione economica, senza una preventiva elevazione morale, spir<strong>it</strong>uale ed<br />
intellettuale delle masse che aspirano a mutar l’assetto sociale. Non ha cap<strong>it</strong>o che accanto al<br />
pane ci vuole il companatico dell’educazione e senza questa è impossibile sperar giorni<br />
migliori. Crede che queste conferenze sieno cose che non riguardano il popolo e s’illude<br />
ancora che valga più sciupare molti soldi nel ballo carnevalesco, cui facilmente<br />
s’accompagna la gozzoviglia e l’intemperanza, che consacrarne pochi alla propria<br />
redenzione. A quando un mutamento di rotta? 972<br />
Non si tratta di un fenomeno locale pordenonese, ma della condizione del<br />
socialismo <strong>it</strong>aliano in quegli anni di completo controllo del part<strong>it</strong>o da parte dei riformisti,<br />
che produce un indebolimento sia dell’organizzazione che dell’insediamento sociale del<br />
part<strong>it</strong>o: negli stessi giorni a Sacile, pur presentando l’avvenimento in modo totalmente<br />
diverso, si riscontra lo stesso successo dell’iniziativa negli ambienti intellettuali e<br />
borghesi; e lo stesso disinteresse delle masse operaie, che probabilmente hanno problemi<br />
più immediati di quelli estetici trattati da Cabrini. 973<br />
I cedimenti interclassisti sono anche dimostrati su un altro piano: i socialisti<br />
pordenonesi vedono con favore alcune iniziative private che operano nel campo delle<br />
forn<strong>it</strong>ure di alimentari e della possibile sost<strong>it</strong>uzione della legna da combustione con il<br />
gas: iniziative che permetterebbero di fronteggiare l’inflazione che sta falcidiando le<br />
paghe operaie innalzate con le lotte degli anni precedenti. Per il Psi è preferibile operare<br />
sul piano dello scambio commerciale, abbassando i prezzi di acquisto attraverso la<br />
cooperazione o miglioramenti derivanti dal progresso tecnologico, piuttosto che dover<br />
affrontare la dura resistenza del padronato a rivendicazioni salariali. Una posizione<br />
piuttosto significativa sul piano del riformismo socialista, che oggettivamente sceglie di<br />
non intaccare il prof<strong>it</strong>to cap<strong>it</strong>alistico, ma che va considerata anche alla luce delle<br />
divisioni verificatesi nella classe operaia pordenonese, con la cost<strong>it</strong>uzione del Sindacato<br />
cattolico. Ma questa posizione sconta anche l’incapac<strong>it</strong>à a creare a Pordenone, così come<br />
a Torre, strutture cooperative: non decolla la cooperativa di consumo, così come non si è<br />
mai riusc<strong>it</strong>i a creare il forno cooperativo, neanche a Torre. L’iniziativa culturale appare<br />
quindi essere, più che prova di forza del part<strong>it</strong>o, quasi un riemp<strong>it</strong>ivo attivistico di fronte<br />
alla mancanza di movimento ed all’appiattimento su problematiche amministrative locali<br />
tipiche della democrazia radicale. 974<br />
Lunedì 20 febbraio 1911 intanto il Consiglio Comunale approva la spesa di<br />
duecentocinquanta lire per l’apertura di uno sportello mandamentale dell’Ufficio<br />
provinciale del lavoro, deciso dall’Amministrazione Provinciale (della quale l’ufficio è una<br />
971 LF, nn. 328 del 14 gennaio 1911, pag. 4, Vergogna! e 322 del 3 dicembre 1910, pag. 4, Confronti.<br />
972 LF, n. 329 del 21 gennaio 1911, pag. 4, Conferenza Cabrini e Alcune note.<br />
973 Cfr. LF, n. 330 del 28 gennaio 1911, pag. 4,SACILE.La conferenza Cabrini.<br />
974 LF, n. 317 del 29 ottobre 1910, pag. 4, Ottime iniziative e Gas.<br />
295
struttura) e richiesto dalla Società Operaia, con azione estesa ai comuni di tutti i<br />
mandamenti del Friuli occidentale. L’ufficio inizierà a funzionare a partire dal 10 maggio<br />
presso la Società Operaia di Pordenone. Vengono designati a componenti del consiglio<br />
dell’Ufficio provinciale del lavoro Luigi Mauro per la classe padronale (all’epoca non vigeva<br />
la postmoderna ipocrisia che pretende di mascherare gl’interessi cap<strong>it</strong>alistici dietro la<br />
formulazione di “rappresentanza datoriale”) e Bernardo Vicenzini, operaio già consigliere<br />
comunale radicale, per quella operaia.<br />
Scopo dell’ufficio mandamentale di Pordenone è di giovare così agli operai che ai<br />
comm<strong>it</strong>tenti di mano d’opera, in modo che l’operaio possa facilmente trovare l’occupazione<br />
che cerca, ed il comm<strong>it</strong>tente la mano d’opera che richiede, prestando all’uopo l’opera sua<br />
gratu<strong>it</strong>amente. (…) Le mansioni dell’Ufficio sono le seguenti: a) Collocamento degli operai e<br />
salariati. b) Conciliazioni delle divergenze insorte fra l’operaio e l’industriale. c) Sorveglianza<br />
nell’applicazione delle leggi del lavoro. d) Vigilanza nei contratti di lavoro degli emigranti. e)<br />
Ricerca di notizie relative al lavoro. f) Curare la iscrizione degli operai alla Cassa Nazionale<br />
di previdenza. g) Arb<strong>it</strong>rati nelle controversie tra cap<strong>it</strong>ale e lavoro, quando richieste da ambo<br />
le parti, valendosi all’uopo dell’ufficio provinciale del lavoro di Udine. Il nuovo ufficio sorge<br />
sotto il controllo dei clerico-moderati: intervengono per la provincia alla riunione di<br />
insediamento l’avv. Etro e De Mattia per il Consiglio provinciale del lavoro, struttura<br />
fortemente voluta e diretta dai clericali. Ma, ironia della sorte, la prima vertenza che deve<br />
affrontare è quella del Cotonifico Veneziano di Torre che scoppia in quei giorni, e che ha<br />
portato all’utilizzo dell’eserc<strong>it</strong>o per sgomberare lo stabilimento. Sia nello sciopero di Torre<br />
che in quello che segue di pochi giorni a Rorai ci sono violente dimostrazioni da parte<br />
degli operai, che in ambedue i casi vengono represse da reparti dell’eserc<strong>it</strong>o. Ma la reale<br />
funzione di mediazione, come avviene nel lungo sciopero delle tess<strong>it</strong>rici di Rorai del<br />
luglio, viene svolta dai rappresentanti socialisti, soprattutto dall’avv. Ellero e dall’avv.<br />
Rosso, dalla Società Operaia e dal radicale Asquini. 975<br />
Infatti la composizione dello sciopero delle tess<strong>it</strong>rici di Rorai Grande avviene in un<br />
clima di grande tensione, così come nel caso di quello coevo di Torre e fa rilevare un<br />
notevole radicalismo operaio che può essere gest<strong>it</strong>o solo grazie al ruolo di mediazione<br />
eserc<strong>it</strong>ato dai leaders socialisti di Pordenone insieme ad elementi radicali. Nel marzo<br />
1911 avviene dopo vent’anni il cambio della guardia alla direzione della Tess<strong>it</strong>ura di<br />
Rorai fra Oscar Steimann e Giovanni Zanini che, proveniente dalla Lombardia con un<br />
segu<strong>it</strong>o di fedeli operai specializzati, si presenta alle maestranze facendo innanz<strong>it</strong>utto<br />
piazza pul<strong>it</strong>a degli operai anziani. I provvedimenti del nuovo direttore volti<br />
all’inasprimento delle condizioni di lavoro provocano la ripresa della lotta operaia con<br />
scioperi in ambedue gli stabilimenti del Cotonificio Veneziano: il risveglio delle ag<strong>it</strong>azioni<br />
avviene dopo un lungo periodo in cui la Lega dei cotonieri di Torre era rimasta l’unica per<br />
lo scioglimento di quelle degli altri stabilimenti tessili.<br />
Ellero riesce anche a convincere gli operai pordenonesi ad accettare i compagni di<br />
lavoro lombardi per proseguire la vertenza un<strong>it</strong>ariamente. In una riunione di ieri l’avv.<br />
Ellero l’avv. Asquini e l’avv. Rosso riuscirono a fare accettare alle operaie scioperanti il<br />
concordato stabil<strong>it</strong>o tra la commissione c<strong>it</strong>tadina e il direttore Zanini. In segu<strong>it</strong>o a questo<br />
lunedì verrà finalmente ripreso il lavoro. Nota Il Paese: una viva parola di elogio mer<strong>it</strong>ano<br />
tutte quelle persone che hanno partecipato alla composizione della lunga e difficile vertenza.<br />
Ma solo pochi giorni dopo, l’emanazione di un provvedimento disciplinare nei confronti di<br />
un’operaia fa scoppiare una vera e propria rivolta, con il direttore costretto a rinchiudersi<br />
in uno stanzino fuori mano, assediato dalle operaie che ne distruggono le vetrate a<br />
sassate. Accorre la forza pubblica, rinforzata da cinquanta mil<strong>it</strong>ari, che assediano lo<br />
stabilimento dove le operaie si barricano, come in una fortezza. Anche questa volta si<br />
giunge ad un accordo, in sede di Ufficio comunale del lavoro presieduto dal sindaco, fra<br />
la direzione dello stabilimento ed Asquini ed Ellero: la ripresa del lavoro avviene a costo<br />
di una sospensione di due settimane per un’operaia e del licenziamento dell’altra: viene<br />
accettata dall’assemblea delle operaie. Mercoledì 9 agosto in un comizio si pongono le<br />
basi della Lega di resistenza nel Cotonificio.<br />
La ripresa delle lotte operaie, che pur si conclude con un es<strong>it</strong>o incerto, premia il<br />
Psi che ottiene un immediato rafforzamento pol<strong>it</strong>ico, che sarà presto confermato anche a<br />
livello elettorale. In una s<strong>it</strong>uazione che sarà dominata dalla crisi economica<br />
internazionale, collegata al ciclo di guerre balcaniche che produrranno la pesante<br />
contrazione sia della produzione tessile che dell’emigrazione, si sta aprendo una nuova<br />
975 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 9-10; P, nn. 108 di lunedì 9 maggio<br />
1911, pag. 1, Ist<strong>it</strong>uzione di un ufficio mandamentale del Lavoro, 111 di giovedì 11 maggio 1911, pag.. 1, I<br />
primi atti dell’Ufficio Mandamentale di Collocamento, 115 di martedì 16 maggio 1911, pag. 1, Lo sciopero<br />
al cotonificio Veneziano composto e 120 di lunedì 22 maggio 1911, pag. 2, Violenza a Rorai tra gli operai<br />
scioperanti – Sassaiuola e intervento della forza – Quattro arresti.<br />
296
stagione di lotte, che rilancerà il socialismo <strong>it</strong>aliano facendo crescere nuovi quadri operai<br />
ed una nuova direzione rivoluzionaria; prova ne sia, sul piano locale, anche<br />
l’organizzazione di un movimento rivendicativo fra gli impiegati e gli agenti della c<strong>it</strong>tà, fra<br />
i quali serpeggia il malcontento per gli stipendi assolutamente inadeguati. 976<br />
Incontriamo intanto un nuovo protagonista della pol<strong>it</strong>ica pordenonese: si tratta<br />
del giovane studente e giornalista Piero Pisenti, che appare per la prima volta in veste di<br />
relatore ad una conferenza che si tiene alla sala delle “Quattro Corone” su un tema non<br />
pol<strong>it</strong>ico, ma legato alla febbre aviatoria che ha colto Pordenone: “Da Icaro a Chavez”.<br />
Dopo aver tracciato la storia dell’aviazione, egli fa l’augurio che sulle praterie della nostra<br />
Pordenone sorga e si sviluppi una potente industria dell’aria. Ma l’aviazione è qualcosa di<br />
ben più complesso di un nuovo sport estremo: il 19 giugno si tiene, sempre alle “Quattro<br />
Corone”, una riunione della Società di Aviano, per decidere la cessione del terreno dell’ex<br />
scuola <strong>it</strong>aliana di aviazione, di sua proprietà, al governo per l’ist<strong>it</strong>uzione della sezione<br />
aviatoria mil<strong>it</strong>are. Prima erano state esaminate offerte di acquisto pervenute da varie<br />
d<strong>it</strong>te (come la Bleriot). Sono presenti il cav. Etro, il signor Asquini, il cav. Polese, l’ing.<br />
Querini e l’avv. Locatelli. A Roma va a trattare al Ministero della Guerra il cav. Cattaneo.<br />
Anche alle origini dell’aviazione i rapporti fra tecnica, pol<strong>it</strong>ica locale e nazionale ed affari<br />
sono strettissimi ed al di sopra degli opposti schieramenti. Anche se nessuno lo ha<br />
ancora concep<strong>it</strong>o, sembra quasi di percepire l’incubo del rombo dei bombardieri atomici<br />
strumenti del governo monocolore globale. 977<br />
I clericali scalp<strong>it</strong>ano sempre di più nei confronti degli ex alleati moderati e<br />
massoni, e le stesse sedute del Consiglio Comunale vanno deserte per mancanza del<br />
numero legale. Il difficile equilibrio nel quale sopravvive questa coalizione affaristica,<br />
sorretta obtorto collo dai clericali, si riflette sulla assoluta mancanza di celebrazioni del<br />
cinquantenario dell’Un<strong>it</strong>à d’Italia il 27 marzo. Anche a Pordenone, come a Spilimbergo, la<br />
popolazione aderisce piuttosto - il sabato precedente - ad una solenn<strong>it</strong>à religiosa. Le<br />
stesse direzioni delle fabbriche danno giornata libera sabato 23 ed obbligano al lavoro il<br />
27. I socialisti pordenonesi si lim<strong>it</strong>ano a notare il grande sconcerto per questi<br />
avvenimenti, ma non esprimono nessuna valutazione su come queste celebrazioni siano<br />
prive di senso per i lavoratori, reietti da una nuova Italia costru<strong>it</strong>a su misura dei ceti<br />
dominanti vecchi e nuovi. 978<br />
Lunedì 15 maggio si discute in Consiglio Comunale a propos<strong>it</strong>o degli avvenimenti<br />
occorsi in Consiglio Provinciale in occasione della commemorazione del cinquantenario<br />
dell’Un<strong>it</strong>à d’Italia. Il 7 marzo 1911, provocato dal consigliere socialista Cosattini, il<br />
deputato provinciale (cioè l’assessore) avv. Vincenzo Brosadola, anziano dirigente<br />
clericale tradizionalista, proclama i motivi per i quali non si è associato al voto della<br />
Deputazione Provinciale per una commemorazione che r<strong>it</strong>iene offensiva nei confronti del<br />
Papato. Il voto del Consiglio Provinciale vede l’astensione dei sette consiglieri clericali, e<br />
questo provoca una serie di reazioni a catena, dalla dest<strong>it</strong>uzione del sindaco clericale di<br />
Cividale Brosadola al divieto di tenere il quinto congresso regionale della gioventù<br />
cattolica ad Udine: i cattolici sono accusati di mettere in discussione l’un<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliana e di<br />
rivendicare il r<strong>it</strong>orno al regno temporale dei papi, anche se questo non è probabilmente il<br />
pensiero di gran parte degli esponenti pol<strong>it</strong>ici clericali coinvolti direttamente nella<br />
vicenda. Gli avvenimenti di Udine hanno una notorietà enorme in tutt’Italia, e provocano<br />
prese di posizione indignate di amministrazioni locali ed associazioni, dando la stura ad<br />
una dura campagna anticlericale.<br />
I consiglieri clericali di Pordenone, invece, in continu<strong>it</strong>à con le tante iniziative<br />
nelle quali (pur prendendo le distanze dall’ala più avanzata del Risorgimento) hanno reso<br />
omaggio al processo di costruzione dell’un<strong>it</strong>à nazionale, riconfermano la loro fedeltà<br />
patriottica: Indi il prosindaco dice che anche la Rappresentanza municipale deve far sentire<br />
976 P, nn. 178 di sabato 29 luglio 1911, pag. 1, La composizione dello sciopero di Rorai, 184 di sabato 5<br />
agosto 1911, pag. 2, Un tumulto alla tess<strong>it</strong>ura Rorai, 185 di lunedì 7 agosto 1911, pag. 2, Il dissidio di Rorai<br />
di nuovo composto e 189 di venerdì 11 agosto 1911, pag. 1, Un comizio a Rorai; DEGAN, Teresina, Industria<br />
tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 88-91; LF, nn. 339 dell’1 aprile 1911, pag. 4, Malcontento, 348 del 3 giugno 1911, pag. 4,<br />
Dopo una sosta e 351 del 24 giugno 1911, pag. 4, RORAI. Lega risorta.<br />
977 P, nn. 58 di giovedì 9 marzo 1911, pag. 2, Conferenza sull’aviazione, 145 di martedì 20 giugno 1911, pag.<br />
2, Per la cessione dei terreni della Scuola di Aviazione e 158 di mercoledì 5 luglio 1911, pag. 1, Per la<br />
cessione al Ministero della Guerra del Campo di aviazione.<br />
All’epoca della conferenza Pisenti non è ancora laureato: Oggi all’Univers<strong>it</strong>à di Bologna il collega Piero<br />
Pisenti del Giornale d’Italia si è laureato in dir<strong>it</strong>to discutendo una brillantissima tesi sul monopolio<br />
delle assicurazioni: cfr. P, n. 162 di martedì 9 luglio 1912, pag. 2, Neo dottore.<br />
Jorge Chavez (1883-1910), aviatore francese, era morto l’anno precedente al termine della sua impresa: la<br />
prima traversata aerea delle Alpi.<br />
978 LF, nn. 337 del 18 marzo 1911, pag. 4, La commedia, 388 del 25 marzo 1911, pag. 4, Seduta deserta e 339<br />
dell’1 aprile 1911, pag. 4, Il cinquantesimo.<br />
297
la parola di indignazione e protesta di fronte alla grave offesa ch’è stata lanciata nel<br />
Consiglio provinciale al più delicato sentimento d’ogni buon <strong>it</strong>aliano, con la invocazione del<br />
r<strong>it</strong>orno di un tempo per sempre tramontato. L’un<strong>it</strong>à della patria con Roma cap<strong>it</strong>ale, che<br />
tanti sacrifici di sangue ci ha costato, è un patrimonio così sacro che nemmeno con la<br />
parola e col pensiero dev’essere violato. Inv<strong>it</strong>a i consiglieri ad inneggiare con lui all’Italia<br />
una ed ai suoi futuri destini con Roma cap<strong>it</strong>ale. Tutti i consiglieri si alzano ed applaudono.<br />
De Mattia (…) soggiunge che come cattolico né egli né i suoi amici sono mai venuti meno ai<br />
principi di <strong>it</strong>alian<strong>it</strong>à per l’un<strong>it</strong>à della patria; e lo ha provato il fatto dell’intervento ufficiale<br />
delle Associazioni Cattoliche alla commemorazione dei Mille. I consiglieri applaudono. 979<br />
La Giunta moderata propone di assumere un vicesegretario ed un viceragioniere.<br />
Con tale spesa inutile (pari a cinquemila lire annue, a loro volta pari agli interessi di più<br />
di centomila lire) si aumenta il numero degli impiegati non necessari, si continua a<br />
sottopagare gli altri e si pregiudica il bilancio, irrigid<strong>it</strong>o a questo punto così da non poter<br />
fare nuovi investimenti. 980<br />
Il Primo Maggio quest’anno viene celebrato a Torre, per solennizzare l’avvenuta<br />
erezione della nuova Casa del Popolo: vi si tengono due comizi pubblici, uno alla mattina<br />
e l’altro al pomeriggio. Lo sciopero riesce parzialmente a Pordenone e totalmente invece a<br />
Torre dove sono soprattutto le operaie tessili ad partecipare allegramente alla<br />
manifestazione. Gli scioperanti si affollano in massa al corteo, susc<strong>it</strong>ando ancora una<br />
volta l’ammirazione e l’invidia dei compagni della c<strong>it</strong>tà; al comizio parlano Ilario Fantuzzi,<br />
segretario della Lega tessile, e gli avvocati Ellero e Rosso. Anche gli alunni si astengono<br />
quasi tutti dalle lezioni, e ciò fa richiedere ai socialisti che il comune, a partire dall’anno<br />
prossimo, chiuda quel giorno le scuole per la festa. 981<br />
Si richiede con insistenza, specie ai consiglieri comunali, di impegnarsi per<br />
giungere finalmente all’ist<strong>it</strong>uzione di un asilo infantile a Torre: di fronte alla delusione<br />
per l’inazione dell’Amministrazione Comunale, si inv<strong>it</strong>a a raccogliere le firme su una<br />
petizione popolare. Si ipotizza che il comune possa inserire nel suo piano di costruzione<br />
di nuove aule anche le una o due necessarie per l’asilo della frazione, che verrebbe<br />
quindi realizzato grazie alle funzioni previste per i Patronati scolastici dalla nuova<br />
legislazione scolastica. 982<br />
Il 4 giugno, cinquantenario dell’Un<strong>it</strong>à d’Italia, viene festeggiato con onoranze,<br />
banchetti e con l’inaugurazione della bandiera della società Trento e Trieste, offerta dalle<br />
signore pordenonesi. L’occasione è utile per esprimere delle considerazioni sul rapporto<br />
fra il patriottismo e la condizione sociale. Il patriottismo, ed implic<strong>it</strong>amente l’irredentismo<br />
che cost<strong>it</strong>uisce la bandiera della nuova associazione, sono pienamente accettati dai<br />
socialisti pordenonesi: Come c<strong>it</strong>tadini e altresì come socialisti, senza restrizioni, senza<br />
es<strong>it</strong>anze, senza ambagi, colla miglior parte dell’animo nostro, sentiamo di associarci<br />
all’efflorescenza del sentimento patriottico che da qualche anno, più specialmente, va<br />
divampando per le terre <strong>it</strong>aliane. Siamo convinti che l’amore per l’internazionale e per<br />
l’uman<strong>it</strong>à, non è incompatibile coll’amore del proprio paese e per la propria gente.<br />
Viene dato un giudizio pos<strong>it</strong>ivo sull’ondata di irredentismo che sta invando il<br />
paese, non rendendosi conto che dietro l’ “amor di patria” si nascondono i peggiori spir<strong>it</strong>i<br />
del nazionalismo e del riarmo imperialistico, che di lì a pochi mesi avrebbe portato<br />
all’avventura coloniale ed alla guerra mondiale. La cr<strong>it</strong>ica alla borghesia patriottica è<br />
tutta su un altro punto: quello della trascuratezza nei confronti del mondo del lavoro, ed<br />
anche qui si lascia un fianco scoperto a quella propaganda colonialista che giustificherà<br />
(anche nelle file socialiste) l’aggressione alla Libia con la necess<strong>it</strong>à di trovare nuovi<br />
sbocchi per la popolazione proletaria del nostro paese. 983<br />
In occasione del voto alla Camera dei Deputati sull’ist<strong>it</strong>uzione del monopolio<br />
pubblico delle assicurazioni sulla v<strong>it</strong>a, che cost<strong>it</strong>uisce uno dei punti di forza delle riforme<br />
sociali giol<strong>it</strong>tiane, i socialisti denunciano l’assenza dalla votazione del deputato locale,<br />
così come di quello di Spilimbergo on. Odorico, ambedue sempre lontani dai loro scranni<br />
quando si tratta di votare provvedimenti che interessano le classi lavoratrici. 984<br />
979 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 39-40. Sulle vicende udinesi oggetto del<br />
dibatt<strong>it</strong>o, cfr.: TESSITORI, Tiziano, Storia del movimento cattolico in Friuli, c<strong>it</strong>., pagg. 263-301.<br />
980 P, n. 112 di venerdì 12 maggio 1911, pag. 1, Spese inconsulte.<br />
981 LF, nn. 343 del 29 aprile 1911, pag. 4, Giusta rivendicazione e 344 del 6 maggio 1911, pag. 4, I. maggio e<br />
TORRE. Il I. Maggio e E le scuole?<br />
982 LF, nn. 355 del 21 luglio 1911, pag. 4, TORRE. Ancora l’asilo e 358 del 12 agosto 1911, pag. 4, TORRE.<br />
Ancora dell’asilo.<br />
983 LF, n. 349 del 10 giugno 1911, pag. 4, Il 4 Giugno e Considerazioni.<br />
984 LF, nn. 354 del 15 luglio 1911, pag. 4, Ancora assente e 355 del 21 luglio1911, pag. 4, SPILIMBERGO.<br />
Lettera aperta all’on. Odorico Odorico.<br />
298
4.3.16 - Una questione di terreni edificabili.<br />
Lunedì 26 giugno 1911 si discutono le dimissioni del consigliere moderato G.B.<br />
Poletti, datate 13 giugno. Riccardo Etro polemizza con il sindaco, perché secondo lui non<br />
si doveva portare in pubblico l’affare del terreno per la caserma. Nella successiva seduta di<br />
venerdì 30 giugno si prende atto delle dimissioni, datate 26 giugno, anche di Etro. Le<br />
dimissioni di Poletti sono l’elemento scatenante della crisi dell’amministrazione guidata<br />
dal prosindaco Querini. E’ lo stesso Il Lavoratore Friulano a stupirsi di come una<br />
maggioranza, che era rimasta abbarbicata al potere un anno fa, quando tutti i dati<br />
pol<strong>it</strong>ici ed elettorali la davano per sconfessata dalla c<strong>it</strong>tà, possa oggi cadere per questioni<br />
di carattere personale che vengono a dividerla. Questa motivazione della crisi viene<br />
confermata dalla cronaca de Il Tagliamento, che sposa le ragioni personali del cav. G.B.<br />
Poletti dopo ch’egli ha confermato le dimissioni in polemica con il prosindaco, poiché<br />
Querini invece di portarle al giudizio del Consiglio Comunale ne ha discusso sui giornali<br />
propalando inoltre in privato affermazioni, secondo le quali Poletti si sarebbe dimesso<br />
perché un suo terreno non era stato preso in considerazione per l’erigenda caserma di<br />
cavalleria. Evidentemente il consigliere Poletti aveva presentato inizialmente le sue<br />
dimissioni (che portano il Consiglio Comunale ad essere composto da meno che 2/3 dei<br />
suoi membri, rendendosi perciò necessaria la convocazione dei comizi per una elezione<br />
suppletoria a sensi dell’art. 272 legge Comunale e Provinciale) forte della s<strong>it</strong>uazione di<br />
difficoltà numerica della maggioranza, sperando di forzare la Giunta. Ma il prosindaco ha<br />
bruciato tale possibil<strong>it</strong>à con il rendere nota la corrispondenza (facendola pubblicare sul<br />
Giornale di Udine e sulla Patria del Friuli).<br />
Si discute come ev<strong>it</strong>are le elezioni generali e convocare solo quelle parziali,<br />
sempre che non si ev<strong>it</strong>i il tutto convincendo Poletti a r<strong>it</strong>irare le dimissioni. Nel Consiglio<br />
Comunale del 26 giugno viene ripresa la polemica fra il prosindaco e Poletti, le cui<br />
ragioni vengono sostenute dal consigliere avv. Riccardo Etro, che si dichiara suo amico.<br />
Egli soltanto fra i 18 consiglieri presenti non prende atto delle dimissioni del Poletti e si<br />
dimette lui stesso. Nel resoconto della seduta successiva del Consiglio Comunale del 30<br />
giugno apprendiamo che l’argomento centrale è la delibera di assunzione dei maggiori<br />
oneri da parte dell’Amministrazione Comunale per l’acquisto del terreno su cui erigere la<br />
caserma di cavalleria: è evidente il contesto ricattatorio nel quale si collocano le<br />
dimissioni del possidente Poletti e del suo amico d’affari Etro. Il Consiglio Comunale<br />
delibera all’unanim<strong>it</strong>à nella seduta successiva la convenzione fra il comune e l’autor<strong>it</strong>à<br />
mil<strong>it</strong>are per l’accasermamento della cavalleria. A questo punto viene considerato sciolto<br />
un nodo r<strong>it</strong>enuto evidentemente di importanza primaria per l’attiv<strong>it</strong>à amministrativa, ma<br />
anche - come dimostra quest’ennesima crisi nella maggioranza - per le manovre del<br />
cap<strong>it</strong>ale fondiario della c<strong>it</strong>tà. Prosindaco e Giunta danno le dimissioni e le elezioni<br />
parziali sono fissate per il 23 luglio. 985<br />
Le dimissioni di Etro sono accolte con malcelata soddisfazione da parte dei<br />
radicali, consci che con la sua fuoriusc<strong>it</strong>a è caduta la punta di diamante dei moderati<br />
pordenonesi, che finora ha tenuto insieme l’alleanza a suon di minacce e ricatti, interessi<br />
privati, clientelismo ed inefficienza, il tutto a costo dello sfacelo delle finanze comunali. Il<br />
povero Napoleone da operetta che da dieci mesi, raccolta l’ered<strong>it</strong>à dei rigidi conservatori con<br />
la promessa di continuare il programma, con lo czarismo impera sulle sorti di questo<br />
Comune, sta per andarsene. L’hanno costretto alla fuga gli stessi amici suoi che non gli<br />
possono perdonare la sua loquac<strong>it</strong>à talvolta poco deferente. Se ne va senza rimpianti da<br />
parte di alcuno. Segu<strong>it</strong>o da branco di pecore più amanti dell’amb<strong>it</strong>o scanno nella civica sala<br />
che del bene comune per il quale lo scanno fu loro concesso, (si videro perfino i clericali puri<br />
e temporalisti come Klefisch e De Mattia, approvare incondizionatamente la protesta contro<br />
il Sindaco avv. Brosadola perché Lui aveva minacciate le dimissioni immediate in caso di<br />
una sola parola in opposizione alle sue) sbravazzò, ed impose sempre ed ovunque la sua<br />
volontà per quanto fossero ingiuste, illogiche ed assurde le sue proposte ag<strong>it</strong>ando il babau<br />
delle elezioni. (…) Quali glorie nei 10 mesi dell’Amministrazione sua? Eccovele: biglietti da<br />
mille, gettati per modo che il nostro Comune è il più indeb<strong>it</strong>ato di tutti fra quelli della<br />
Provincia per comperare più volte inutili terreni per la costruenda caserma di cavalleria,<br />
sempre rifiutati dall’autor<strong>it</strong>à mil<strong>it</strong>are che pare si sia finalmente decisa per il quarto, o<br />
quinto che sia, mentre i precedenti son restati sul groppone al Comune che non sa in che<br />
modo disfarsene e promuovere allo scopo anche delle l<strong>it</strong>i. Ist<strong>it</strong>uzione di nuovi inutilissimi<br />
posti nell’Amministrazione, anziché migliorare le condizioni, imponendo ove ne fosse il<br />
985 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 55-56 e 60; T, nn. 24 del 17.6.1911, 25<br />
del 24.6.1911, 26 dell’1 luglio 1911 e 27 dell’8 luglio 1911; P, n. 147 di giovedì 22 giugno 1911, pag. 1, La crisi<br />
comunale in un’adunanza di consiglieri e 152 di mercoledì 28 giugno 1911, pag. 2, Le dimissioni dell’avv.<br />
Etro; LF, n. 352 dell’1 luglio 1911, pag. 2, Ai fatti.<br />
299
caso, qualche nuovo onere al personale attualmente in servizio, sufficentissimo. (…) A<br />
questo punto è imminente il decreto di indizione delle elezioni suppletive per reintegrare i<br />
dodici consiglieri mancanti. L’unione dei part<strong>it</strong>i popolari si impone ineluttabilmente perché<br />
siano mandati al Consiglio gli elementi più battaglieri che ingaggino tosto la lotta per<br />
addivenire alle elezioni generali che con gesu<strong>it</strong>ismo larvato il d<strong>it</strong>tatore ha voluto<br />
procrastinare sperando di ev<strong>it</strong>are il Waterloo che si mer<strong>it</strong>a. 986<br />
Si tratta di elezioni che riservano sicure nov<strong>it</strong>à, negative per l’attuale maggioranza<br />
uscente conservatrice, con i moderati che si r<strong>it</strong>rovano spaccati in due tronconi ed a loro<br />
volta (i dissidenti) con i clericali: L’incidente Querini-Poletti aperse un solco tra il part<strong>it</strong>o<br />
moderato, provocandone la divisione. Due frazioni vanno formandosi paladine dell’uno o<br />
dell’altro dei contendenti. Il Tagliamento ha sposata la causa Poletti, la Concordia quella<br />
Querini. La polemica scandalistica fra Querini e Poletti, che propone un giurì d’onore per<br />
sindacare della correttezza morale dei due contendenti, proietta un’ombra su tutta<br />
l’amministrazione moderata-clericale e sulla sua subordinazione ad interessi privati. 987<br />
Di fronte all’imminente consultazione appare la divisione interna ai moderati, che<br />
dovrebbero appoggiare la loro fazione dissidente che ha promosso le dimissioni, oppure<br />
astenersi. Ne deriva la difficoltà di realizzare un’intesa fra i moderati ed i clericali, che<br />
sono già ben rappresentati in consiglio e non hanno util<strong>it</strong>à alcuna a fare alleanze con<br />
questa o quella fazione degli ex alleati. Si dà per scontato che i radicali scendano in lotta<br />
per riconquistare la maggioranza. In questa s<strong>it</strong>uazione ogni part<strong>it</strong>o farà da sè e quindi<br />
l’occasione è propizia anche per i socialisti, per verificare il loro consenso in c<strong>it</strong>tà. (...) i<br />
socialisti, lungi dall’intralciare, integrerebbero l’opera della democrazia, ev<strong>it</strong>ando legami non<br />
reclamati da impellenti necess<strong>it</strong>à o convenienze. Rotta l’alleanza clerico-moderata, è logico<br />
spezzare l’unione democratico-socialista. Ciascun part<strong>it</strong>o coltiva l’interesse di mantener<br />
distinte la propria fisionomia e le responsabil<strong>it</strong>à che va ad assumere. Fra gli altri vantaggi<br />
v’è pur quello di sperimentare la forza di coscienza, di fede, di disciplina e di organizzazione<br />
dei rispettivi part<strong>it</strong>i. E’ scuola e virtù ad un tempo! 988<br />
Una settimana dopo i vari part<strong>it</strong>i non hanno ancora esplic<strong>it</strong>ato le loro scelte, e si<br />
teme una diserzione generale, vista la probabile propensione anche dei democratici<br />
all’astensione. Per il Psi questa scarsa motivazione delle forze pol<strong>it</strong>iche a confrontarsi e<br />
l’apatia popolare sono causate proprio dal personalismo che ha avvolto la crisi finale<br />
dell’amministrazione Querini e dalla mancanza di una reale contrapposizione sui<br />
programmi per la c<strong>it</strong>tà. Bisogna riprendere il percorso da dove è stato lasciato, con la<br />
caduta della Giunta radicale due anni prima. Soprattutto, secondo noi, resta che assurga<br />
al potere un’amministrazione di forte tinta democratica che, oltre a provvedere al<br />
soddisfacimento dei bisogni maggiori e più sent<strong>it</strong>i del paese, senta altresì vibrare nell’intimo<br />
dell’anima il palp<strong>it</strong>o fecondo di una v<strong>it</strong>a di progresso civile e lo trasfonda in un indirizzo ed<br />
una azione che, dal campo degli interessi borghesi, si espanda a quelli non meno degni di<br />
patrocinio e di tutela, che si appellano, etica, estetica, igiene, istruzione e dir<strong>it</strong>ti e<br />
aspirazioni del popolo lavoratore. Pare in questo momento che non si navighi più a lumi<br />
spenti e la lotta s’accentua. Almeno sembra sicuro che la democrazia tenti la conquista della<br />
maggioranza, il part<strong>it</strong>o socialista quella della minoranza.<br />
Per le elezioni amministrative del 23 luglio i socialisti scendono in campo con una<br />
lista di due nomi: Giuseppe Ellero e Vincenzo Degan (dapprima era circolata la voce di<br />
due candidature operaie) mentre la democrazia presenta una lista di dieci nomi,<br />
composta da: Francesco Asquini, avv. Luigi Barzan, dott. Domenico Caviezel, prof. L. D.<br />
Galeazzi, Brunone Angelo Gaspardo fu Angelo, cav. Antonio Polese, avv. Carlo Policreti,<br />
Alessandro Rosso, Bernardo Vincenzini ed Ermenegildo Zannerio. Nessuna ragione di<br />
discordia ha provocato la divisione dei democratici dai socialisti, essi che si trovarono<br />
sempre un<strong>it</strong>i nella lotta contro il connubio clerico-moderato, di fronte alla mancanza di tale<br />
connubio nella presente lotta elettorale, hanno creduto opportuno per sincer<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica di<br />
prendere ciascuno la propria posizione. La prospettiva è quella che radicali e socialisti,<br />
concorrendo separatamente in queste elezioni, riconquistino la maggioranza dei seggi in<br />
palio, per permettere il cambiamento amministrativo. Quella cui puntano probabilmente<br />
i socialisti è una nuova amministrazione dei radicali con parte dei moderati. R<strong>it</strong>engo ciò<br />
suffragato dai dati numerici: infatti nel Consiglio Comunale incompleto seggono al<br />
momento dodici moderati e sei clericali, che possono comunque far blocco contro i<br />
986 P, n. 157 di martedì 4 luglio 1911, pag. 2, Il d<strong>it</strong>tatore. Il giorno dopo si sente il bisogno di precisare che<br />
l’articolo non viene dalla consueta fonte democratica: cfr. P, n. 158 di mercoledì 5 luglio 1911, pag. 2, da<br />
Pordenone.<br />
987 T, n. 25 del 20 giugno 1914; LF, nn. 353 del 8 luglio 1911, pag. 2, Come le ciliege! eUn giurì d’onore.<br />
988 LF, n. 354 del 15 luglio 1911, pag. 4, Elezioni parziali.<br />
300
adicali ed i socialisti, anche nel caso di una v<strong>it</strong>toria completa di questi due ultimi<br />
part<strong>it</strong>i. 989<br />
Si giunge infine alle elezioni parziali, fra colpi di scena e mosse ad arte per<br />
disorientare gli avversari. Il 22 luglio, vigilia delle elezioni, Il Tagliamento informa che i<br />
conservatori liberali si asterranno completamente dalla lotta, ciò che faranno - se non siamo<br />
male informati - anche i clericali. Il Giornale di Udine cerca di dar conto delle mosse e<br />
contromosse dei diversi schieramenti, che lavorano tutti sottobanco, con l’unica<br />
eccezione dei socialisti: I socialisti terranno domani un comizio in piazzale XX Settembre in<br />
favore dei due loro candidati: Vincenzo Degan e l’avv. Giuseppe Ellero. Questa sera,<br />
quest’ultimo ha parlato agli operai di Rorai ed a quelli di Torre. I clericali si avvolgono<br />
sempre più in un’aria di mistero. (...) La nebbia s’è diradata: i clericali hanno rivelato la loro<br />
lista composta dai seguenti nomi: Antonini Giovanni - De Lunardo Giovanni - ing. Antonio<br />
Salice - Sist Carlo fu Sante - Toffolon Gio. Batta fu Carlo - Tomadini Angelo. Ieri sera tennero<br />
un comizio alla sede delle Associazioni cattoliche, per presentare e far conoscere agli<br />
elettori i loro candidati. Oltre alla lista clericale ufficiale sembra pure che si delinei una<br />
loro seconda lista. All’ultima ora siamo informati che tra i clericali e alcuni moderati<br />
dissidenti è corso un tac<strong>it</strong>o accordo sulla presentazione di sei soli candidati, di modo che<br />
qualche posto rimarrebbe abbandonato ai moderati dissidenti. L’accordo è stato stretto nel<br />
silenzio e nell’ombra. La s<strong>it</strong>uazione si modifica quindi nell’ultima fase della campagna<br />
elettorale, con la scesa in campo dei clericali che colma lo spazio lasciato libero dai<br />
moderati. Evidentemente clericali e moderati hanno la sensazione che il clima non sia<br />
così sfavorevole e che si possa ottenere un risultato tale da poter confermare la<br />
coalizione uscente. 990<br />
L’es<strong>it</strong>o del voto conferma questa astuta tattica dell’ultima ora, con l’elezione di<br />
quattro dei sei candidati clericali, che arrivano ad un totale di undici consiglieri. In<br />
realtà, secondo Il Paese, essi hanno perso pur potendo contare su tutti i loro voti e su<br />
quasi tutti quelli dei moderati, che avevano annunciato di astenersi. Invece i democratici<br />
si sono astenuti per il 60% almeno, pensando che non ci fosse competizione, visto che i<br />
clericali hanno lavorato solo nella notte fra sabato e domenica, cogliendo di sorpresa gli<br />
avversari. Socialisti e democratici un<strong>it</strong>i avrebbero potuto invece raggiungere seicento voti<br />
contro i 350 clericali-moderati, se si sommano i 408 voti di Asquini, venti schede senza il<br />
suo nome e più di centoquaranta elettori che hanno votato solo per i due candidati<br />
socialisti. 991<br />
Quanto alla v<strong>it</strong>tima più illustre nel campo radicaldemocratico, Il Tagliamento<br />
versa lacrime di coccodrillo per la caduta di Polese, notando con rammarico che una<br />
parte del suo elettorato gli ha prefer<strong>it</strong>o i candidati socialisti. La caduta del cav. Polese<br />
cost<strong>it</strong>uisce un atto di vera ingiustizia da parte degli elettori mil<strong>it</strong>anti nel di lui part<strong>it</strong>o, molti<br />
dei quali hanno sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il nome di esso cav. Polese con quello dell’avv. Ellero o del Degan<br />
per far piacere ai socialisti. Bella coerenza davvero! 992<br />
Da parte del Giornale di Udine si sottolinea come il risultato abbia dimostrato la<br />
forza del part<strong>it</strong>o socialista e di quello cattolico, e la debolezza cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dalla divisione fra<br />
radicali e moderati. I clericali sono soddisfatti del risultato delle elezioni, i socialisti che<br />
portavano i soli due nomi di minoranza esultano perché occupano il secondo ed il terzo<br />
posto di maggioranza, i radicali sono pure contenti, perché in relazione al lavoro di<br />
preparazione e di lotta ebbero un numero di voti che certo non s’attendevano: si tratta di<br />
un giudizio specularmente contrario a quello dei radicali, che denunciano l’ottimistico<br />
assenteismo del loro elettorato. E malgrado la battaglia si sia delineata soltanto stamane, la<br />
lotta è stata forte. I clericali, come sempre organizzatissimi, votarono compatti la loro lista<br />
recandosi alle urne in proporzione, si può dire, del 90 per cento. La lista clericale è stata<br />
però votata anche da alcuni moderati, buona parte dei quali si disinte(re)ssarono della lotta.<br />
Dai risultati di oggi si possono trarre ammaestramenti per il domani. Certo le forze clericali<br />
sono apparse nella loro maggior potenzial<strong>it</strong>à, alquanto inferiori a quelle un<strong>it</strong>e dei liberali e<br />
dei democratici. (...) Il Consiglio resta ora composto da 12 moderati, 10 clericali, 6 radicali e<br />
2 socialisti. 993<br />
989 P, nn. 170 di giovedì 20 luglio 1911, pag. 1, Le elezioni amministrative e 172 di sabato 22 luglio 1911,<br />
pagg. 1 e 2, ELEZIONI AMMINISTRATIVE; LF, n. 355 del 21 luglio 1911, pag. 4, Elezioni amministrative e<br />
TORRE. Tutti alle urne. La composizione consiliare è ricavata dal Giornale di Udine del 23 luglio 1911.<br />
990 T, n. 29 del 22 luglio 1911;GU, 21, 22 e 23 luglio 1911, Elezioni amministrative.<br />
991 P, n. 174 di lunedì 25 luglio 1911, pag. 1, Dopo le elezioni comunali.<br />
992 Per i risultati elettorali: ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pag. 65-68; P, n. 173<br />
di lunedì 24 luglio 1911, pag. 1, V<strong>it</strong>toria democratica a Pordenone; GU, 24 luglio 1911; T, n. 30 del 29 luglio<br />
1911, c<strong>it</strong>ato pure da: DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pagg. 89-90, nota. L’indicazione delle<br />
appartenenze di part<strong>it</strong>o dei singoli eletti va corretta almeno in parte, in quanto ci sono candidati in realtà<br />
moderati, ma inser<strong>it</strong>i nella lista clericale, come Salice: cfr. LF, n. 359 del 19 agosto 1911, pag. 4, Le prove. Cfr.<br />
la tabella in appendice.<br />
993 GU, 23 luglio 1911, Tutti contenti.<br />
301
I liberali rimangono la forza di maggioranza relativa con i loro 12 consiglieri ed il<br />
voto ha come es<strong>it</strong>o la riconferma dell’alleanza moderati-clericali nel nuovo Consiglio<br />
Comunale. Ma il risultato - che vede il rientro di due consiglieri socialisti con un bagaglio<br />
di voti egregio, insieme alla pattuglia radicale - non è stato così pos<strong>it</strong>ivo come avevano<br />
preveduto i socialisti pordenonesi, che debbono quindi lamentarsi dell’assenteismo<br />
elettorale nelle proprie file ed in quelle del part<strong>it</strong>o democratico. A disputarsi il campo,<br />
scesero in lotta radicali, socialisti e clericali. I moderati invece, come part<strong>it</strong>o, insofferenti<br />
del giogo clericale, piuttosto che unirsi agli antichi alleati, si astennero dalla battaglia.<br />
Cionondimeno si videro moderati andare personalmente alle urne e votare pei clericali che<br />
guadagnarono così 20, 30 voti. Capolista con 408 voti riuscì il radicale Asquini Francesco<br />
che bene si è mer<strong>it</strong>ato una bella prova di simpatia e stima del corpo elettorale che ha saputo<br />
giustamente apprezzare i di lui mer<strong>it</strong>i e le di lui doti elette di mente e di cuore. (...)<br />
Tutti però, meno i socialisti, che toccarono, si può dire il vertice con entrambi i loro<br />
candidati, lasciarono sul campo brandelli di carne. Il part<strong>it</strong>o socialista si è così dimostrato<br />
ancora una volta il più forte, tanto più se si consideri che i clericali hanno fatto il loro sforzo<br />
massimo e noi uno molto, ma molto, conviene dirlo per la ver<strong>it</strong>à, relativo. Non parliamo poi<br />
del part<strong>it</strong>o democratico che, come ben disse la stampa clericale, non mosse neppur un d<strong>it</strong>o.<br />
Invece quindi di cantar v<strong>it</strong>toria, quantunque, forse noi soli ne avessimo il dir<strong>it</strong>to,<br />
deploreremo con tutte le forze l’inerzia vergognosa della democrazia e di moltissimi dei<br />
nostri, cioé di tutti coloro che, pur avendo una fede come la nostra, non sentirono il dovere<br />
domenica di eserc<strong>it</strong>are il loro dir<strong>it</strong>to e poltrirono nell’ozio e magari nel vizio detestabile,<br />
facendo maggiormente risaltare, è onestà il constatarlo, la mirabile compattezza e fedeltà<br />
dei clericali. (...) Pei democratici, è ben vero che votarono molti socialisti, come diversi<br />
democratici votarono per i socialisti, ma se si tien conto che ci furono circa 130 schede pure<br />
di soli socialisti e altrettante di puri democratici, evidentemente ai 400 voti riportati<br />
rispettivamente da democratici e da socialisti, che sarebbero già sufficienti per soverchiare i<br />
part<strong>it</strong>i avversari, bisogna aggiungere per aver il conto esatto delle forze, i 130 voti puri che<br />
sarebbero andati in aumento se radicali e socialisti fossero stati alleati. Si avrebbe così che<br />
le forze un<strong>it</strong>e della democrazia ebbero una maggioranza sopra il primo della lista clericomoderata<br />
di voti 180!<br />
Per i socialisti pordenonesi le elezioni testimoniano quindi di una riconfermata<br />
maggioranza progressista, data dai voti radicali e socialisti sommati. Tale maggioranza in<br />
realtà sarebbe solo morale, in quanto la scelta autonoma dei socialisti ha imped<strong>it</strong>o di<br />
coalizzare gli elettorati: scelta per altro senza conseguenze, in quanto comunque il<br />
risultato elettorale non avrebbe riportato al governo della c<strong>it</strong>tà un’amministrazione<br />
radical-socialista, ma avrebbe solo aperto la via ad una coalizione liberale e radicale.<br />
Emerge la comune sottovalutazione della forza organizzativa del part<strong>it</strong>o clericale, che<br />
evidentemente lavora per canali suoi propri, resi molto coesi dalla struttura della chiesa<br />
cattolica. I clericali hanno giocato ad alimentare l’impressione dell’astensionismo,<br />
facendo diminuire la tensione e portando al disimpegno il part<strong>it</strong>o radicale ed anche una<br />
parte dell’elettorato socialista. I clericali stessi hanno inoltre r<strong>it</strong>essuto i legami con i<br />
liberali-moderati, in modo da ottenerne parzialmente il voto e da riconfermare<br />
l’Amministrazione Comunale di coalizione uscente. 994<br />
Venerdì 28 luglio il Consiglio Comunale si riunisce al completo con i nuovi eletti.<br />
La mancata elezione di Antonio Polese provoca il rammarico del prosindaco Querini e di<br />
Galeazzi che legge un lungo discorso in cui gli si rende onore per aver rappresentato per<br />
trent’anni la democrazia pordenonese in comune. Galeazzi prende le distanze dalla<br />
maggioranza condizionata dai clericali, nonostante la stima personale nei confronti di<br />
Querini. Il cons. Ellero si associa ai radicali nel ricambiare il saluto; e si augura vi sia<br />
sempre il reciproco rispetto. Dichiara che i socialisti si asterranno dal voto nelle nomine del<br />
Sindaco e della Giunta anche per rispetto alla maggioranza del Consiglio. Tuttavia<br />
accetteranno il buono da qualunque parte venga, ma combatteranno quanto non sia in<br />
armonia con le idee da essi rappresentate. Accenna al recente confl<strong>it</strong>to fra cap<strong>it</strong>ale e lavoro<br />
nella Tess<strong>it</strong>ura di Roraigrande, e mentre rende omaggio all’opera prestata in tale occasione<br />
dalla Rappresentanza comunale, spera e si augura che la nuova Amministrazione vorrà<br />
occuparsi della sorte di quelle operaie e proporre un sussidio alle licenziate. Vengono eletti<br />
sindaco l’avv. Antonio Querini con 22 voti, assessori effettivi Domenico Veroi, avv. Gino<br />
Civran e Gio Batta Toffolon con 21, Pietro Tomasella con 20 e supplenti Francesco Treu e<br />
Giuseppe Gaspardo con 21 voti: i clericali entrano organicamente in Giunta, con Toffolon<br />
e Gaspardo. L’elezione di Querini viene salutata con sarcasmo dai radicali: Antonio<br />
Querini, il massone che parecchi anni or sono si allontanava dalla v<strong>it</strong>a pubblica<br />
ripugnandogli le tenerezze del part<strong>it</strong>o Conservatore con quello clericale, è finalmente<br />
994 LF, nn. 356 del 28 luglio 1911, pag. 4, L’es<strong>it</strong>o delle elezioni e 357 del 5 agosto 1911, pag. 4, A segu<strong>it</strong>o<br />
delle elezioni e Ancora.<br />
302
entrato in grembo a Santa Madre Chiesa (…) Così potè salire il seggio sindacale a dispetto dei<br />
vecchi amici dissidenti. 995<br />
4.3.17 - La lotta contro l’alcoolismo.<br />
Nell’agosto 1911 Il Lavoratore Friulano dedica un articolo al programma<br />
propagandistico predisposto dalla Commissione provinciale per la lotta all’alcoolismo, di<br />
cui fa ora parte - come conseguenza evidente dell’entrata di rappresentanti del part<strong>it</strong>o in<br />
Consiglio Provinciale - un esponente del Psi, l’avv. Giuseppe Ellero di Pordenone. Non a<br />
caso si tratta di un esponente del part<strong>it</strong>o di Pordenone, dove il fenomeno dell’alcoolismo<br />
si innesta sulle condizioni di sradicamento sociale prodotto da decenni di forte<br />
industrializzazione. La relazione della commissione stesa nel 1907 dal direttore<br />
dell’ospedale psichiatrico udinese Giuseppe Antonini è chiarissima nell’individuare la<br />
c<strong>it</strong>tà come un epicentro del fenomeno in Friuli: le condizioni sono pessime, sempre in<br />
aumento; si abusa in modo straordinario di tutti i liquori, specie grappa; nel 1903 i morti<br />
per abuso di alcool si calcolano a 20. Inviati al manicomio, 12, frequenti risse. Se il<br />
fenomeno è raro nelle donne, si osservano casi di ubbriachezza nei ragazzi sotto i 10 anni<br />
accompagnati dai gen<strong>it</strong>ori nelle osterie. I pregiudizi che motivano l’abuso alcoolico sono<br />
legati al linguaggio del produttivismo industriale: non si va senza la macchina riscaldata,<br />
per farla andare ci vuol carbone, senza di questo quindi non si può lavorare. Stesso discorso<br />
per Cordenons: le condizioni sono pessime negli uomini, donne, ragazzi; il consumo si può<br />
calcolare dai 5 ai 6 l<strong>it</strong>ri di vino da 5 a 6 decil<strong>it</strong>ri di liquori; nel 1903 ci sono stati 6 morti, 5<br />
ricoveri al manicomio, 8 famiglie sono state rovinate dall’alcool e gli alcolizzati gravi sono<br />
circa 30: l’alcool viene r<strong>it</strong>enuto sostanza rinforzante e ricost<strong>it</strong>uente. Uomini, donne,<br />
ragazzi, operai e contadini tutti esorb<strong>it</strong>ano. 996<br />
Per il noto psichiatra pos<strong>it</strong>ivista l’origine dell’alcoolismo pordenonese è legata alla<br />
condizione industriale della c<strong>it</strong>tà e del suo circondario: il lavoro di fabbrica è causa di<br />
quel “genocidio pacifico” indotto sulla popolazione operaia dal moderno cap<strong>it</strong>alismo, sul<br />
quale l’alcoolismo si innesta come elemento ulteriormente aggravante. E’ da notarsi la<br />
coesistenza, la sovrapposizione presso Pordenone ed altrove, dell’elemento industriale,<br />
manifatturiero all’elemento agricolo. Ond’è che quì convenga considerare la popolazione<br />
agricola distinta da quella industriale. Le risorse economiche del salario industriale danno<br />
un incentivo all’alcoolismo, e se l’industria libera dalla pellagra e dalla cattiva alimentazione<br />
l’operaio, induce altre cause di degenerazione che preparano un contingente non<br />
indifferente per l’alcoolismo. Gli ambienti mal ventilati, gli orari prolungati, le qual<strong>it</strong>à del<br />
materiale, l’età dei lavoratori le posizioni obbligate, l’inspirazione di polveri, la temperatura<br />
del materiale e dell’ambiente ecc., sono altrettante concause che alterano e danneggiano la<br />
salute dei lavoratori e agiscono su tutta la popolazione, producendo un lento ma progressivo<br />
deperimento della razza. La classe operaia infatti presenta una minor resistenza alle<br />
malattie e la sua mortal<strong>it</strong>à proporzionalmente supera quella del resto della popolazione.<br />
Quindi maggiori danni produrrà l’abuso dell’alcool. Ad ogni modo se il fattore industriale<br />
interviene a sollevare la miseria agricola e non imprime generalmente parlando una<br />
fisonomia particolare alla patologia della regione, pure è fom<strong>it</strong>e all’alcoolismo degli uomini e<br />
del diffondersi della neurastenia nelle donne e nei fanciulli e di un affievolimento dei vincoli<br />
famigliari e dei principi etici. 997<br />
La Commissione provinciale per la lotta contro l’alcoolismo ha iniziato la sua<br />
benefica campagna pubblicando una circolare largamente diffusa allo scopo di gettare le<br />
fondamenta di una propaganda scr<strong>it</strong>ta e orale, pratica e scientifica, tenace, diffusa e intesa a<br />
far conoscere la estensione del flagello e le sue dolorose conseguenze. Ci si rivolge alle<br />
ist<strong>it</strong>uzioni pubbliche e private, dalle banche agli enti locali, dalle imprese alle società<br />
operaie, coooperative e casse rurali, sindacati, per ricavare le risorse necessarie all’opera.<br />
La commissione ascolta le relazioni del prof. Frattini, medico provinciale, “sui premi ai<br />
san<strong>it</strong>ari, maestri, sacerdoti, avvocati, cattedratici che si distinguono nella propaganda<br />
995 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pag. 65-68; P, nn. 178 di sabato 29 luglio<br />
1911, pag. 1, La nomina del Sindaco e della Giunta e 180 di martedì 1 agosto 1911, pag. 2, La<br />
Amministrazione è composta. L’assessore Pietro Tomasella dà però le dimissioni, scontento delle deleghe<br />
attribu<strong>it</strong>egli, e in novembre viene surrogato da Giuseppe Gaspardo: cfr. P, n. 282 di martedì 28 novembre 1911,<br />
pag. 2, Consiglio Comunale; LF, n. 358 del 12 agosto 1911, pag. 4, Altri fioretti; T, n. 30 del 29 luglio 1911.<br />
996 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 63 e 64.<br />
997 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 53.<br />
L’espressione “genocidio pacifico” è di Marx ed è stata ripresa da: MERLI, Stefano, Proletariato di fabbrica e<br />
cap<strong>it</strong>alismo industriale, Firenze, La Nuova Italia, 1976, come t<strong>it</strong>olo del cap<strong>it</strong>olo dedicato ai fenomeni di<br />
consunzione dell’organismo e di morbil<strong>it</strong>à fra gli operai durante la rivoluzione industriale <strong>it</strong>aliana; cfr. volume<br />
primo, pagg. 277-333. Questa stessa espressione è poi stata utilizzata come t<strong>it</strong>olo da un numero unico dedicato<br />
alle stesse tematiche (pur in forma allargata soprattutto alle malattie sociali aventi i loro maggiori effetti sul<br />
terr<strong>it</strong>orio): cfr. *** Il genocidio pacifico, c<strong>it</strong>.<br />
303
contro l’alcoolismo”; del compagno Ellero “sulla diffusione di opuscoli popolari di<br />
propaganda anti-alcoolistica”; del conte dott. Andrea Caratti, presidente della<br />
commissione, “sull’accordo con le cattedre ambulanti di agricoltura per la propaganda<br />
contro l’alcoolismo” e del prof. Francesco Accordini, segretario della commissione,<br />
“sull’istruzione preparatoria sull’alcoolismo ai maestri delle scuole elementari”.<br />
Nel commento socialista al programma della commissione ci si dedica al quadro<br />
sociale e pol<strong>it</strong>ico in cui il fenomeno si colloca: Noi plaudiamo di cuore agli sforzi che si<br />
compiono con si grande intento di bene, e queste colonne sono frequente tribuna di<br />
ammonimento e di rampogna contro le insidie del terribile nemico. Ci troviamo con<br />
orgoglio, con spir<strong>it</strong>o di dovere in prima linea a lottare, poiché il problema è un triste<br />
privilegio della nostra classe. Quali infatti sono le persone che sentono maggiormente il<br />
bisogno di sfuggire alle miserie e alle noie della v<strong>it</strong>a? Sono evidentemente i diseredati, quelli<br />
la cui v<strong>it</strong>a è cattiva, quelli la cui casa è triste e buia, quelli il cui lavoro è bestiale e troppo<br />
prolungato, quelli la cui alimentazione è insipida e monotona, quelli la cui salute è<br />
continuamente minacciata dalle malattie e dalla disoccupazione. Ed ecco perché, sebbene<br />
l’alcoolismo sia, forse, tanto sviluppato nella borghesia quanto nel popolo, la resistenza alla<br />
propaganda antialcoolica deve essere più forte, nel proletariato, le cui sole distrazioni<br />
consistono nell’alcool e nella bettola. In tali condizioni, coloro che vogliono che la<br />
propaganda antialcoolica sia realmente efficace, non devono soltanto predicare contro<br />
l’alcool, ma devono anche lottare per fare sparire le condizioni sociali che rendono per così<br />
dire questo flagello inev<strong>it</strong>abile. E, per conseguenza, quando voi lavorerete con noi acciò gli<br />
operai abbiano delle case migliori, e più illuminate, acciò l’orario di lavoro lasci loro<br />
convenienti intervalli di riposo, acciò i loro salari vengano aumentati, acciò la loro<br />
alimentazione non sia più monotona e insipida e acciò non vivano più sotto la minaccia<br />
perenne della disoccupazione e delle malattie, voi avrete nello stesso tempo lottato con<br />
maggior efficacia che non facendo discorsi, contro l’alcoolismo. Non è possibile quindi<br />
lottare efficacemente contro l’alcoolismo se non si mettono in discussione le condizioni di<br />
v<strong>it</strong>a e di lavoro del proletariato industriale ed agricolo. La sola propaganda antialcoolica<br />
non ha senso, se non ci si rende conto che l’intossicazione di massa dei lavoratori trae<br />
origine proprio dalla loro schiav<strong>it</strong>ù allo sfruttamento cap<strong>it</strong>alistico, e che le due cose<br />
vanno superate contemporaneamente. 998<br />
Si tratta di un’impostazione convalidata dalle analisi degli operatori sociali più<br />
avanzati, impegnati nel movimento di liberazione dalle “ist<strong>it</strong>uzioni totali”: anni dopo il<br />
neuropsichiatra Hrayr Terzian, docente univers<strong>it</strong>ario e collaboratore de Il manifesto,<br />
parte - per affrontare gli aspetti sociali correlati alla moderna diffusione di sostanze<br />
stupefacenti (sempre usate nel nostro paese, con altre funzioni ist<strong>it</strong>uzionali e con un ben<br />
più lim<strong>it</strong>ato bacino d’utenza extraist<strong>it</strong>uzionale) - dalla necess<strong>it</strong>à di cercare di capire in<br />
quali condizioni ogni società, organizzandosi in qualche modo, crea una determinata<br />
s<strong>it</strong>uazione di ricettiv<strong>it</strong>à e di consumismo di determinati tipi di droghe.<br />
Da questa necess<strong>it</strong>à Terzian passa a riflettere su un problema molto grosso delle<br />
nostre zone: il problema dell’alcoolismo. Anch’esso è un fenomeno di intossicazione di<br />
massa. Ma anche nei confronti di questo problema si fanno operazioni culturalmente<br />
sbagliate, dando a credere alla gente che in fondo l’alcoolismo ci sia sempre stato, fin dai<br />
tempi di Noè. E’ una falsificazione storica, assolutamente inaccettabile: basta consultare i<br />
documenti esistenti. A tutti dovrebbe esser noto che fino al 1850 circa nell’Italia<br />
settentrionale non c’era alcoolismo inteso come intossicazione di massa; c’era sì qualche<br />
ubriacone, ma non esisteva quel fenomeno così vasto i cui tentacoli si collegano al<br />
manicomio, al carcere, alla delinquenza. Un fenomeno indotto dalla ristrutturazione<br />
industriale del nostro paese, tant’è vero che l’Italia è uno dei pochi paesi divisi in due, a<br />
testimoniare questa patern<strong>it</strong>à industriale: nel meridione non è mai esist<strong>it</strong>o, nè esiste<br />
tuttora, l’alcoolismo. (...) Dal 1900 fino ad alcuni anni fa l’alcoolismo non ha mai superato<br />
l’1-2% dei ricoverati nei manicomi meridionali. Nello stesso periodo, nei manicomi veneti il<br />
50% dei ricoverati era affetto da alcoolismo.<br />
Attorno al 1850 nell’Italia del nord c’è stato l’avvio dell’industrializzazione ed un<br />
processo di ristrutturazione terr<strong>it</strong>oriale, alla stregua dell’Inghilterra, della Francia, della<br />
Germania. In questo processo si sono verificati alcuni fenomeni importanti. Quali sono<br />
questi fenomeni? Essi sono quattro secondo Terzian: l’impoverimento della popolazione<br />
di origine contadina e soprattutto di quella trasformata in avventiziato agricolo (occupato<br />
per meno di metà dell’anno lavorativo), il che produce una diminuzione dei consumi<br />
alimentari, con fame endemica e la malattia che la testimonia: la pellagra (altra causa di<br />
ist<strong>it</strong>uzionalizzazione nei manicomi); il passaggio dell’uva dalla produzione per<br />
autoconsumo familiare alla grande produzione di massa, sia per il mercato<br />
internazionale che per quello interno; la correlativa costruzione di un modello culturale<br />
998 LF, n. 357 del 5 agosto 1911, pag. 3, Contro uno dei flagelli del proletariato.<br />
Sulla composizione della commissione cfr.: DE BIANCHI, Daniela e STRADI, Nicoletta, Il rifugio negato:<br />
iniziativa antialcoolica e “società del vino” nel Friuli del primo Novecento, in: ***, Proletari in osteria, n. 1 di<br />
Movimento operaio e socialista, Genova, Centro Ligure di Storia Sociale, 1985, pag. 64.<br />
304
in cui l’alcool è stato innalzato al ruolo di alimento completo, falsificandone la natura<br />
merceologica per poterlo sost<strong>it</strong>uire ad altri alimenti. In questo modello culturale sono<br />
passati aspetti sedimentatisi nella cultura di massa dell’Italia settentrionale, come il<br />
nesso fra momenti di socializzazione e consumo di alcoolici, oppure il ruolo di<br />
disinfezione alimentare derivante dall’uso di alcool mischiato ad acque non ancora<br />
modernamente regolate; la destinazione al consumo delle classi popolari dell’alcool di<br />
minore qual<strong>it</strong>à, sovrapponendo all’intossicazione da alcool etilico quella da alcool<br />
metilico. 999<br />
L’analisi di Terzian è confermata dallo studio di Michela Figurelli, in cui si<br />
dimostra come il consumo alcoolico nelle classi popolari <strong>it</strong>aliane (ed i relativi fenomeni<br />
degenerativi, in termini di mortal<strong>it</strong>à e di ricoveri negli ospedali psichiatrici) avvenga negli<br />
anni successivi alla guerra commerciale con la Francia del 1888, che trasforma il vino da<br />
prodotto di lusso e per l’esportazione, negato ai ceti sociali inferiori e perfino agli stessi<br />
lavoratori del settore, in prodotto di largo consumo, elemento del salario in natura ed<br />
integratore alimentare. E’ quindi dagli anni ‘90 del Diciannovesimo Secolo che si<br />
sviluppa il fenomeno che - solo un decennio dopo - assume le dimensioni di vera e<br />
propria emergenza sociale cui stiamo assistendo. Il legame fra industria vinicola,<br />
fiscalismo statale ed estensione dell’alcoolismo viene denunciato esplic<strong>it</strong>amente da<br />
Antonini: Lo Stato dell’oggi è impossibile abbia a suicidare la propria finanza abolendo il<br />
commercio dell’alcool. Gli industriali continueranno ad avvelenarci perché hanno i loro<br />
difensori nel Parlamento. 1000<br />
L’attenzione costante dei socialisti per il problema della lotta all’alcoolismo deriva<br />
dal fatto che questo è il fenomeno epidemiologicamente prevalente di degradazione delle<br />
classi lavoratrici. Il Lavoratore Friulano dedica all’alcoolismo un’attenzione continua, con<br />
interventi di tipo generale e corrispondenze più calibrate sulla realtà locale e sulle<br />
iniziative messe in atto dalle amministrazioni o dagli organismi del part<strong>it</strong>o. Tale<br />
attenzione per il fenomeno dell’alcooldipendenza si inserisce in quella più generale per le<br />
malattie sociali che affliggono le masse lavoratrici, come la pellagra e la tubercolosi:<br />
quelle che più direttamente sono ricollegabili alle condizioni di povertà e di pesante<br />
sfruttamento della forza lavoro, nonché alle condizioni alloggiative segnate dalla<br />
mancanza dei minimi standards di igiene.<br />
Prevalentemente però la questione dell’alcoolismo viene posta sul piano di un<br />
duro moralismo, in cui l’asse principale del ragionamento è che il proletariato cosciente<br />
nulla ha a che fare con gli operai avvinazzati. Non si tratta solo di danneggiare<br />
l’immagine del part<strong>it</strong>o: si tratta di una scelta di v<strong>it</strong>a in cui non emerge l’autocoscienza e<br />
la responsabil<strong>it</strong>à di una scelta pol<strong>it</strong>ica coerente, lasciandosi andare ad un comporamento<br />
edonistico e corrotto: Parliamo agli operai socialisti. Spesso nelle osterie si sente cantare<br />
l’inno dei lavoratori da gente avvinazzata. Chi pensa all’avvenire sotto l’azione dell’alcool,<br />
chi diventa rivoluzionario coi fumi del vino... è un essere vile e perciò dispregievole. In<br />
bocca a costoro l’inno turatiamo diventa una canzone oscena. Questa profanazione si deve,<br />
per quanto è possibile, dai socialisti impedire. Ognuno di noi veda di quei messeri, allievi di<br />
bacco, di insegnare con le buone e anche con le cattive che non è lec<strong>it</strong>o insudiciare a quel<br />
modo il pensiero e le aspirazioni degli uomini che pensano ed amano non il vino, ma il<br />
lavoro ed i loro simili. 1001<br />
Spesso la questione viene affrontata con notizie pseudoscientifiche e terrificanti,<br />
ispirate ai cr<strong>it</strong>eri del dominante pos<strong>it</strong>ivismo dell’epoca: Ada Jurike nata nel 1740 ded<strong>it</strong>a<br />
999 TERZIAN, Hrayr, Aspetti sociali della tossicodipendenza, in: AA.VV., La provocazione della droga, Pordenone,<br />
Concordia Sette, 1980, pag. 21-24.<br />
1000 FIGURELLI, Michela, L’alcool e la classe. Cenni per una storia dell’alcoolismo in Italia, in: *** Il genocidio<br />
pacifico, c<strong>it</strong>., pagg. 93-135; ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in<br />
Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 59.<br />
1001 LF, n. 47 del 14 ottobre 1905, Pordenone. Contro una sconcezza.<br />
Il lim<strong>it</strong>e principale dell’impostazione di tipo moralistico è che essa è riduttiva delle reali dimensioni del<br />
problema. Tale impostazione per di più è incapace generalmente di dare risposte sul piano operativo, quando<br />
addir<strong>it</strong>tura non è gravemente controproducente, soprattutto per i suoi aspetti di tipo repressivo. Infatti l’aspetto<br />
più negativo dell’impostazione moralistica è, anche grazie al suo semplicismo culturale, di essere finalizzata a<br />
giustificare e produrre pol<strong>it</strong>iche di tipo repressivo e di contenimento ist<strong>it</strong>uzionale. La repressione dei fenomeni<br />
di devianza sociale è un toccasana propagandistico rivolto a tranquillizzare l’opinione pubblica moderata;<br />
l’ist<strong>it</strong>uzionalizzazione dei devianti “risolve” il problema espellendoli dalla compagine sociale e sottraendoli<br />
finanche allo sguardo sensibile dei “normali”.<br />
Va comunque considerato -per meglio comprendere gli atteggiamenti riduttivi di parte socialista - come agli<br />
inizi del Ventesimo Secolo la sperimentazione scientifica e gli strumenti terapeutici a disposizione fossero molto<br />
poveri e l’impostazione clinica prevalente fosse quella dell’internamento negli ospedali psichiatrici. Le tecniche<br />
elaborate successivamente implicano una terapia prevalentemente di tipo psicologico che spesso - come nel<br />
caso della terapia elaborata dal prof. Hudolin e diffusa nei nostri terr<strong>it</strong>ori dai Clubs degli Alcoolisti in<br />
Trattamento - comporta un trattamento ove il controllo sociale è molto forte, pur svolgendosi a livello<br />
ambulatoriale o di volontariato.<br />
305
all’alcoolismo ladra e vagabonda morì al principio del secolo scorso. Fra i suoi discendenti<br />
che salirono a 834 persone 709 furono altrettanti osp<strong>it</strong>i ab<strong>it</strong>uali delle prigioni. Di questi 106<br />
furono figli illeg<strong>it</strong>timi, 142 mendicanti di professione 64 iscr<strong>it</strong>ti alla pubblica assistenza 181<br />
donne di malaffare, 7 assassini. - Nello spazio di 76 anni questa interessante famiglia<br />
avrebbe costato allo stato in spesa di processi, mantenimento in prigione, soccorso di ogni<br />
genere ecc. la bella somma di L. 625000. Si tratta di un caso altrimenti c<strong>it</strong>ato (anche se<br />
con il nome di Ada Turker), la cui fonte originaria è probabilmente uno scr<strong>it</strong>to di<br />
Giuseppe P<strong>it</strong>otti, medico e componente della commissione. 1002<br />
Il problema della lotta all’alcoolismo emerge durante il dibatt<strong>it</strong>o precongressuale<br />
dell’autunno 1907. P. Purliliese, che è probabilmente uno pseudonimo dietro cui si cela<br />
il medico condotto di Pinzano Plinio Longo, propone che al congresso la si ponga<br />
all’ordine del giorno come un argomento di grande importanza pol<strong>it</strong>ica. 1003 Gli replica<br />
(anche perché punto in ben altre questioni pol<strong>it</strong>iche!) un sindacalista: Non so davvero<br />
come si possa fare oggetto di discussione seria l’antialcoolismo in un congresso provinciale -<br />
a meno che non si cerchi di mer<strong>it</strong>are gli elogi del Procuratore del Re - dal momento che<br />
nessun socialista, anche se dell’alcool non astemio, può mettere in dubbio la necess<strong>it</strong>à di<br />
cercare di temperare questa magagna che purtroppo affligge il proletariato. 1004<br />
Purliliese replica ampiamente, giustificando la sua proposta (che non sarà accolta<br />
dal consiglio direttivo della federazione provinciale): Ma ti dirò egualmente perché ho dato<br />
importanza alla lotta contro l’alcoolismo. Io credo che il mezzo più efficace di combattere<br />
per l’antimil<strong>it</strong>arismo, per l’anticlericalismo, per il suffragio universale, sia quello di<br />
promuovere l’elevamento intellettuale della classe lavoratrice, sia quello di chiamarla alla<br />
v<strong>it</strong>a; essa in gran parte giace ancora inerte e negh<strong>it</strong>tosa, pensando ed operando con la testa<br />
del padrone e con quella del prete. Chi lavora in questa direttiva sa quanto gli sia d’ostacolo<br />
la passione che hanno per il vino gli operai. E’ l’osteria che ruba all’operaio le ore adatte alla<br />
sua cultura, è l’osteria che lo tiene lontano dalle riunioni nelle quali imparerebbe a<br />
conoscere le cause della sua miseria ed i mezzi per porvi rimedio, è l’osteria che non gli<br />
lascia quei pochi centesimi per il giornale, per il fondo di resistenza. E’ l’alcool che l’ab<strong>it</strong>ua<br />
alle settimanali esaltazioni verbose e lo rigetta stord<strong>it</strong>o nelle lunghe pause di inazione.<br />
Quello che manca alla classe lavoratrice è la virtù della perseveranza, della continu<strong>it</strong>à dello<br />
sforzo, del volere quotidiano di mettersi su una salda organizzazione. E di questa mancanza<br />
di volontà dell’operaio, di questa ab<strong>it</strong>udine alle chiacchiere rumorose ma inconcludenti io do<br />
una grande colpa all’alcool, favor<strong>it</strong>o da quell’infiacchimento causatogli dalla prevalente<br />
alimentazione maidica. Per questo vorrei che il nostro prossimo congresso si occupasse dei<br />
tre temi: Istruzione - Cooperazione - Alcoolismo, perché hanno fra loro una certa dipendenza<br />
ed una importanza massima per quel miglioramento della classe lavoratrice senza del quale<br />
essa non potrà mai sost<strong>it</strong>uirsi alla borghesia. In questo contesto Purliliese propone che la<br />
federazione socialista faccia pressione sull’associazione dei medici condotti, perché essi<br />
agiscano con incisiv<strong>it</strong>à per la salute umana, contro l’alcoolismo e contro la<br />
monoalimentazione da mais (causa della pellagra). 1005<br />
Il lavoro di Ellero nella commissione non viene condiviso da tutti: il 12 agosto<br />
1911 appare una replica addir<strong>it</strong>tura sotto forma di ed<strong>it</strong>oriale de Il Lavoratore Friulano,<br />
affidato ad Enrico Fornasotto di Sacile. L’articolo inizia con una panoramica sul<br />
fenomeno, non priva anche di aspetti di umoristico moralismo, più simili al tono che ci<br />
saremmo aspettati dalla propaganda antialcoolica dell’Eserc<strong>it</strong>o della Salvezza, ma sub<strong>it</strong>o<br />
si passa all’attacco contro il programma della commissione, giudicato come un palliativo<br />
a fronte delle condizioni sociali che sono alla radice del fenomeno. Non si r<strong>it</strong>iene quindi<br />
che la propaganda antialcoolica abbia senso, se non si agisce nel profondo delle cause<br />
che portano le masse lavoratrici a rifugiarsi nell’alcool come forma di alienazione da una<br />
condizione umana insopportabile. Il giudizio pol<strong>it</strong>ico non impedisce di riconoscere come<br />
sia però necessario convergere in una iniziativa comune con la commissione provinciale,<br />
per motivi uman<strong>it</strong>ari: ma la vostra fatica è inutile accademia. Voi seminate al vento e<br />
parlate al vuoto: voi sprecate il tempo senza costrutto. Si nega alla radice l’impostazione<br />
data da Antonini e condivisa evidentemente anche da Ellero, visto il carattere della sua<br />
relazione: infatti per il direttore del manicomio l’attiv<strong>it</strong>à profilattica parte dalla<br />
constatazione che gli interventi repressivi o proibizionistici delle autor<strong>it</strong>à sono vani,<br />
mentre i meno inutili sono i rimedi psicologici, la propaganda, la diffusione della<br />
conoscenza dei danni dell’alcoolismo, la trasformazione delle bettole in caffè di temperanza,<br />
col miglioramento delle condizioni economiche e sociali, insomma coi rimedi sociali. 1006<br />
1002 LF, n. 47 del 14 ottobre 1905, pag. 1, ALCOOLISMO, LE SUE TERRIBILI CONSEGUENZE.<br />
Lo scr<strong>it</strong>to del dottor P<strong>it</strong>otti Riassunto della seconda lezione sull’alcoolismo, ed<strong>it</strong>o ad Udine nel 1904, è c<strong>it</strong>ato da:<br />
DE BIANCHI, Daniela e STRADI, Nicoletta, c<strong>it</strong>., pag. 75, nota 30.<br />
1003 LF, n. 164 del 7 dicembre 1907, pag. 1, Per il V. Congresso dei Socialisti friulani.<br />
1004 LF, n. 165 del 14 dicembre 1907, pag. 1, A PROPOSITO DEL CONGRESSO. La parola a un sindacalista.<br />
1005 LF, n. 166 del 21 dicembre 1907, pag. 1, A PROPOSITO DEL CONGRESSO. Al compagno sindacalista.<br />
1006 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 57.<br />
306
La cr<strong>it</strong>ica di Fornasotto all’insufficienza degli appelli e prescrizioni della<br />
commissione provinciale porta a formulare una proposta operativa, che però si traduce<br />
nel deludente slogan di “fare come in Belgio”: modello di stampo tradizionalmente<br />
repressivo, che unisce l’aumento dei prezzi di consumo dell’alcool alla richiesta di<br />
applicazione più severa delle leggi penali. Essa cost<strong>it</strong>uisce un pesante arretramento<br />
rispetto alle profonde cr<strong>it</strong>iche sopra riportate alle condizioni di v<strong>it</strong>a delle masse popolari<br />
che sono alla radice del fenomeno; essa appare inoltre risibile se pensiamo alla realtà<br />
produttiva locale, dove nelle famiglie contadine una parte della produzione di alcool è<br />
riservata all’autoconsumo e la stessa contigu<strong>it</strong>à fra i nuclei di classe operaia e le zone<br />
agricole è senza soluzione di continu<strong>it</strong>à. Un particolare rivela inoltre l’assoluta<br />
impraticabil<strong>it</strong>à della proposta di Fornasotto: quello della tassazione maggiorata per le<br />
bevande alcooliche provenienti dall’estero. Tale tipo di consumo non può avere all’epoca<br />
che un mercato assolutamente ristretto, quello dei ceti superiori, mentre per operai e<br />
contadini il consumo, se non è quello del vino e dei suoi derivati direttamente prodotti a<br />
livello familiare, è quello della birra prodotta dagli stabilimenti industriali ben presenti<br />
sul terr<strong>it</strong>orio (solo a Pordenone ce ne sono due) e comunque dei prodotti a minor prezzo e<br />
più tossici, come la grappa ed il metanolo. 1007<br />
La polemica non propone una valida alternativa. E’ facile a questo punto per<br />
Ellero replicare sinteticamente per sostenere la valid<strong>it</strong>à di un’azione incisiva e capillare di<br />
propaganda (defin<strong>it</strong>a il metodo stesso col quale il part<strong>it</strong>o socialista ha divulgata la sua<br />
dottrina), ironizzando per di più sul pessimismo ispirato a Fornasotto dall’ambiente<br />
sacilese. 1008 L’impegno nel campo antialcoolico dei due protagonisti della polemica non è<br />
casuale e continuerà anche negli anni successivi con il riconoscimento del part<strong>it</strong>o: l’avv.<br />
Fornasotto farà parte due anni dopo della commissione provinciale contro<br />
l’alcoolismo 1009 , mentre Ellero porterà la questione nel suo lavoro di consigliere<br />
provinciale dopo l’elezione nel 1914.<br />
Cosa intendano i socialisti pordenonesi per efficace propaganda è indicato dal<br />
loro plauso all’azione informativa svolta presso le scuole c<strong>it</strong>tadine in quei mesi. Nella<br />
lotta contro l’alcool che è forse il più tremendo flagello dell’umano genere e del proletariato<br />
in ispecie, preziosissimo elemento è l’appoggio costante del maestro. E noi vivamente ci<br />
compiacciamo d’aver potuto constatare che a Pordenone, mercé l’interessamento del<br />
direttore didattico cav. Baldissera e dei maestri da lui dipendenti, da tempo nelle nostre<br />
scuole e con tavole e con propaganda elementare e con consigli e con tanti altri mezzi, la<br />
lotta contro l’alcool viene assiduamente esplicata tra i nostri scolari. Plaudiamo vivamente a<br />
questa santa opera nella viva speranza che sia prolifica di benefici effetti. Il bambino che sia<br />
pervaso del dovuto ribrezzo contro l’alcool e le sue tristi conseguenze e possa colla sua<br />
tenera e filiale voce ammonire il proprio padre che abusa di alcoolici è forse uno dei r<strong>it</strong>egni<br />
migliori pel gen<strong>it</strong>ore assassino di sè stesso e della propria famiglia. 1010<br />
Un’altra iniziativa apprezzata è la proiezione presso il Cinema San Marco,<br />
domenica 1° ottobre, di un filmato sugli effetti dell’alcoolismo. Si auspica che tale tipo di<br />
iniziative si moltiplichino, e siano rivolte soprattutto alla classe lavoratrice, che sarebbe<br />
la prima a trarne beneficio. E si propone che di tali proiezioni si interessi pure la<br />
Commissione provinciale contro l’alcoolismo, che dovrebbe incentivarle bandendo un<br />
premio a favore dei cinematografi che si impegnino in tal senso. 1011<br />
Non abbiamo mai trovato, sulla stampa socialista friulana, quella attenzione per<br />
le osterie come luoghi di socializzazione fra i proletari e sedi predestinate per la<br />
propaganda del part<strong>it</strong>o, che vediamo sottolineata in un saggio di Monteleone. Così De<br />
Amicis descrive il lavoro pol<strong>it</strong>ico domenicale del lavorante in lime Calotti: La propaganda!<br />
Egli era nato fatto per questo. I giorni di festa s’andava a piantare in un’osteria d’un<br />
sobborgo, con qualche fedele compagno, col quale prendeva a discutere ad alta voce, tanto<br />
per farsi sentire e attrarre nella conversazione i vicini, e allora esponeva le sue idee,<br />
distribuiva i giornali e pagava da bere, quando poteva. Per mettersi in vena egli beveva il suo<br />
l<strong>it</strong>ro -, uno, non di più, - quanto occorreva per stimolare il cervello e colorir la parola. E<br />
usava un modo di propaganda particolare, satirico-faceto, somigliante a quello del russo<br />
Demetrio Clemens, che faceva smascellar dalle risa i vecchi contadini, lasciando però<br />
conf<strong>it</strong>to nelle loro teste dure un pensiero grave, che nessuno sconficcava più. 1012<br />
1007 LF, n. 358 del 12 agosto 1911, pag. 1, Nel regno dell’accademia. Contro l’Alcoolismo cerotti ed<br />
empiastri. Cfr. il testo in appendice.<br />
1008 LF, n. 359 del 19 agosto 1911, pag. 2, Contro l’alcoolismo. Dall’accademia... ai fatti. Cfr. il testo in<br />
appendice.<br />
1009 PdF, n. 140 di mercoledì 21 maggio 1913, pag. 1, Commissione provinciale contro l’alcoolismo.<br />
1010 LF, n. 365 del 30 settembre 1911, pag. 4, Contro l’alcoolismo.<br />
1011 LF, n. 366 del 7 ottobre 1911, pag. 4, Al Cinematografo.<br />
1012 DE AMICIS, Edmondo, Primo maggio, c<strong>it</strong>., pagg. 136-137.<br />
307
Questo atteggiamento “poco aperto” nei confronti delle osterie dei socialisti<br />
friulani è forse un aspetto dovuto al r<strong>it</strong>ardo con cui si organizza il part<strong>it</strong>o nella provincia,<br />
almeno un decennio dopo le principali realtà industriali <strong>it</strong>aliane, ma forse più<br />
probabilmente dipende dalla coscienza di come il Friuli, a causa dell’emigrazione<br />
temporanea, si trovi all’avanguardia nel dilagare di questo deteriore fenomeno.<br />
L’incidenza dell’alcoolismo era già stata denunciata all’inizio del secolo da Cosattini nella<br />
sua tesi sull’emigrazione temporanea; lo stesso Antonini denuncia in quegli anni che<br />
questa emigrazione ha pure in sè gli elementi più perniciosi per la determinazione<br />
dell’alcoolismo. Il r<strong>it</strong>orno periodico in patria, che molti emigranti fanno nei mesi d’inverno,<br />
origina, sia per le ab<strong>it</strong>udini acquis<strong>it</strong>e sul lavoro nei paesi nordici, dove la temperatura è<br />
maggior consigliera dell’uso di alcoolici, sia perché in attesa del r<strong>it</strong>orno all’estero e per la<br />
mancanza di lavoro, in quel periodo invernale in paese, l’emigrante si considera in periodo<br />
quasi di vacanza è ben provveduto di denaro in contanti frutto dalla laboriosa stagione<br />
passata fuori, origina l’ab<strong>it</strong>udine di frequentare le osterie e di darsi all’ozio, ed è quindi<br />
fom<strong>it</strong>e di alcoolismo. I ricoveri per psicosi alcooliche nei manicomi del Veneto sono i più<br />
alti del regno, con 422 casi su 2047 nel quinquennio 1905-1909, ma è l’impennata<br />
dell’aumento - praticamente parallela alla cresc<strong>it</strong>a dell’emigrazione temporanea nel<br />
primo decennio del secolo - ad essere impressionante: nei due quinquennii precedenti i<br />
ricoveri erano stati rispettivamente 104 e 162 (si pensi che la ben più popolosa ed<br />
industrializzata Lombardia ne conta 364, mentre nei quinquenni precedenti erano stati<br />
231 e 276). 1013<br />
Sempre, invece, le osterie sono maledette come luoghi di vizio e di alienazione<br />
sociale e pol<strong>it</strong>ica. E quindi qui si bruciano le tappe dell’evoluzione socialista sul<br />
problema, che porta all’affidamento della pol<strong>it</strong>ica del part<strong>it</strong>o ad un pos<strong>it</strong>ivista come<br />
Adolfo Zerboglio ed al sostegno socialista alle pol<strong>it</strong>iche di lim<strong>it</strong>azione delle licenze per gli<br />
esercizi pubblici, repressione ed internamento psichiatrico più dure, fino al sostegno<br />
prestato dal part<strong>it</strong>o ad una proposta di esclusione degli alcoolisti dai dir<strong>it</strong>ti civili ed<br />
elettorali francamente contradd<strong>it</strong>toria con la richiesta del suffragio universale. Le<br />
proposte socialiste verranno bloccate in un Parlamento nel quale prevalgono le lobbies<br />
dell’industria vinicola: va sottolineato che il Psi è l’unico part<strong>it</strong>o a sposare le tesi più dure<br />
della campagna antialcoolica, negli stessi anni in cui (soprattutto ai contingenti di<br />
contadini poveri affl<strong>it</strong>ti dalla pellagra e dall’alcoolismo) avviene il “grande internamento”<br />
nei manicomi. 1014<br />
Ciò dimostra una preoccupazione per l’aggravarsi delle condizioni di v<strong>it</strong>a popolari,<br />
dove la trasmissione dell’alcoolismo avviene attraverso il passaggio generazionale<br />
prodotto da un consumo alcoolico infantile r<strong>it</strong>enuto rinforzante e dalla stessa frequenza<br />
delle osterie fin dai primi anni di età. Ma vale anche una preoccupazione pol<strong>it</strong>ica, relativa<br />
al rovesciamento del senso della socializzazione nelle osterie, non più luoghi di r<strong>it</strong>rovo di<br />
una classe operaia che cova l’insoddisfazione per le sue condizioni di v<strong>it</strong>a estreme e lo<br />
spir<strong>it</strong>o della rivolta ma luoghi di reclutamento clientelare nella nuova era del voto di<br />
massa. In realtà - afferma Figurelli - a distanza di anni, lungi dal cost<strong>it</strong>uire un inc<strong>it</strong>amento<br />
alle lotte, l’ab<strong>it</strong>udine della bettola si era rivelata inc<strong>it</strong>amento al qualunquismo, e i socialisti<br />
notavano con preoccupazione che organizzazione operaia e diffusione delle osterie stavano<br />
in ragione inversa una con l’altra. (...) un’altra spiegazione, più lim<strong>it</strong>ata, ce la dà la stessa<br />
“Cr<strong>it</strong>ica Sociale” che, nel novembre del 1913, dopo le elezioni a suffragio universale, si<br />
scagliava contro la corruzione elettorale, che faceva delle osterie altrettanti centri di<br />
1013 MONTELEONE, Renato, Socialisti o ‘ciucial<strong>it</strong>er’? Il Psi e il destino delle osterie tra social<strong>it</strong>à e alcoolismo, in:<br />
***, Proletari in osteria, c<strong>it</strong>., pagg. 3-22; ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe,<br />
L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pagg. 52 e 53; FIGURELLI, Michela, L’alcool e la classe, c<strong>it</strong>., tabella a pag. 115.<br />
1014 Adolfo Zerboglio (Torino 1866-Pisa 1950), docente univers<strong>it</strong>ario di dir<strong>it</strong>to e procedura penale ad Urbino e<br />
Macerata ed esponente della scuola giuridica pos<strong>it</strong>ivistica, aderisce al Psi nell’amb<strong>it</strong>o del movimento di “andata<br />
al popolo” degli intellettuali torinesi, sul solco del suo maestro Lombroso: sarà lo stesso Turati a polemizzare<br />
con alcuni suoi articoli sulla Cr<strong>it</strong>ica Sociale di entusiastica impronta pos<strong>it</strong>ivistica, inv<strong>it</strong>ando a non scambiare gli<br />
schemi sociologici con il pensiero socialista. Eletto deputato di Alessandria dal 1900 - ma la prima elezione sarà<br />
annullata - al 1909, Zerboglio si dimette dalla carica nel 1910, dopo l’insuccesso elettorale che porta alla<br />
perd<strong>it</strong>a del comune. Nel 1912 aderirà al Part<strong>it</strong>o socialista riformista dopo l’espulsione dal Psi dei favorevoli alla<br />
conquista della Libia, e poi nel 1919 sarà rieletto deputato di Alessandria nella lista dei socialisti autonomi, con<br />
l’appoggio dell’associazionismo combattentistico, e confluirà nel gruppo parlamentare di Rinnovamento, salvo<br />
poi aderire apertamente al fascismo. Cfr. ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., quinto volume, pagg.<br />
294-297 (scheda a cura di R. Gilardenghi); MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., terzo volume, pag. 249 e 268<br />
(dove la XII legislatura va corretta probabilmente in XXI).<br />
Secondo Giuseppe Antonini (che scrive nel 1918) nei quarant’anni precedenti la guerra mondiale la popolazione<br />
degli alienati triplica, passando dallo 0,5 all’1,5% della popolazione <strong>it</strong>aliana: cfr. NEMEC, Gloria, La<br />
colonizzazione degli alienati. Il m<strong>it</strong>o dell’ist<strong>it</strong>uzione modello e il “sistema disseminato” alle origini del<br />
manicomialismo friulano (1866-1914), in: Per la salute mentale, rivista del Centro studi regionale per la<br />
documentazione e formazione professionale nell’amb<strong>it</strong>o della psichiatria del Friuli-Venezia Giulia, Trieste, n. 2-<br />
3, 1988, pagg. 124-125.<br />
308
compera dei voti. “Gli agenti di candidati - diceva l’autore dell’articolo - non solo<br />
conservatori ma anche spesso democratici, hanno a piene mani profuso il denaro, dove in<br />
moneta e dove in botti di vino, sempre zampillanti nel gogozzule degli elettori”. Non è da<br />
escludere pertanto che essi pensassero di utilizzare la legge contro l’alcoolismo per<br />
combattere le clientele elettorali dei part<strong>it</strong>i avversari. Quelle stesse clientele che in Friuli<br />
hanno costru<strong>it</strong>o il loro consenso elettorale anche con la più volte denunciata, massiccia<br />
distribuzione di piatti di trippa nelle osterie. 1015<br />
Queste prese di posizioni non debbono però essere valutate in assoluto: le<br />
ist<strong>it</strong>uzioni operaie che sorgono come momento di educazione e di r<strong>it</strong>rovo più temperante<br />
sono spesso dotate loro stesse di spacci di bevande, che mai nel nostro terr<strong>it</strong>orio vengono<br />
indicate come non alcooliche: valga per tutti l’esempio delle cooperative, come quelle di<br />
consumo di Aviano che tutte hanno annesso un locale per bar che verrà mantenuto fino<br />
a che le ristrutturazioni della fine del Novecento non ne renderanno più economica la<br />
gestione diretta. 1016 Non a caso a Torre socialisti e don Lozer si scambiano<br />
continuamente accuse su chi contribuisca maggiormente alla piaga dell’alcoolismo con i<br />
consumi presso la rispettiva cooperativa.<br />
Queste gestioni cooperativistiche od associative di spacci di bevande convivono<br />
con la continua denuncia, segnalata dalle corrispondenze da tanti paesi inviate a Il<br />
Lavoratore Friulano, del rilascio indiscriminato di licenze per pubblici esercizi e della<br />
mancanza di freni e controlli alla diffusione delle sostanze alcooliche. La legge 19 giugno<br />
1913 n. 632 recante provvedimenti per combattere l’alcoolismo prevederà all’art. 2 che la<br />
licenza per la vend<strong>it</strong>a nei pubblici esercizi di bevande alcooliche debba essere concessa<br />
dal prefetto solo col parere della Giunta comunale e con il voto favorevole di una speciale<br />
commissione provinciale permanente, stabil<strong>it</strong>a nel capoluogo di provincia e composta dal<br />
prefetto o suo consigliere delegato, da un componente nominato dal Consiglio<br />
Provinciale, uno nominato dal Consiglio Provinciale di san<strong>it</strong>à, dal medico provinciale e da<br />
un funzionario di Ps designato dal prefetto, prevedendo però un’eccezione. Nel<br />
dopoguerra, il 5 settembre 1922 il consigliere provinciale Giuseppe Frucco di Enemonzo<br />
presenterà una interrogazione per segnalare il diffondersi di circoli ricreativi e<br />
cooperative che spacciano alcoolici senza dover passare per la valutazione della<br />
commissione suddetta; ma il presidente della commissione provinciale contro<br />
l’alcoolismo prof. G. Volpi Ghirardini, che è anche il direttore del Manicomio Provinciale,<br />
non potrà che notare come proprio la legislazione (il regolamento di esecuzione 12<br />
ottobre 1914, art. 4) lascia aperta questa possibil<strong>it</strong>à che, per quanto lim<strong>it</strong>ata ai soli soci,<br />
permette larghi abusi senza che si possa intervenire. 1017 Ancora una volta alla teoria ed<br />
all’iniziativa pol<strong>it</strong>ica nazionale corrisponde un atteggiamento molto più articolato nella<br />
realtà di base.<br />
Questa s<strong>it</strong>uazione è al centro del discorso più impegnativo di Filippo Turati nel<br />
dopoguerra. Nel giugno 1920, con Rifare l’Italia, il dirigente socialista ripropone la<br />
questione dell’alcoolismo fra i grandi nodi da affrontare, sul piano fiscale e su quello<br />
sociale, acutizzato dalla connessione fra consumo alcoolico e vicende belliche: domando<br />
ai competenti e al Governo, se proprio, in materia di vini e di alcoolici, credano che sia stata<br />
esaur<strong>it</strong>a la facoltà tassativa. So che è una questione che imbestialisce una qunat<strong>it</strong>à di<br />
interessi cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i. Ragione di più per affrontarli. Intanto la esperienza ha insegnato che<br />
tutti i consumi voluttuari, appunto perché tali, possono essere tassati fino all’ultimo<br />
estremo, senza che il rincaro dei prezzi diventi proib<strong>it</strong>ivo. Pensate solamente ai tabacchi. In<br />
generale il vizio è il miglior amico della finanza. Perfino il lotto - a dispetto della carestia -<br />
non ha mai gettato come ora! La legge contro l’alcoolismo si deve, se ben ricordo,<br />
all’onorevole Giol<strong>it</strong>ti. Orbene, quella legge è rimasta, si può dire, lettera morta. Il famoso<br />
ideale propostoci di ridurre via via gli spacci a non più di uno per 500 ab<strong>it</strong>anti è rimasto<br />
pretta utopia. (...) Non si riuscì neppure a vietare la vend<strong>it</strong>a del vino e dell’alcool ai ragazzi,<br />
pei quali è un vero veleno, e neppure ai malati negli ospedali. La guerra avvezzò al vino<br />
quotidiano coloro che avevano tutt’al più l’ab<strong>it</strong>udine della sbornia domenicale. E, se<br />
dovessimo far la statistica del vino che si consuma nei nostri circoli vinicoli, magari<br />
socialisti (ma non credo che i cattolici, presso i quali lo spir<strong>it</strong>o... divino è tanto in auge da<br />
averne fatto persino un amminicolo della santa messa, staranno al disotto) troveremmo che<br />
lo stesso proletario, con la metà di ciò che sciupa in fiaschi e bottiglie di vino, ai prezzi<br />
attuali, pagherebbe a esuberanza la differenza fra il prezzo pol<strong>it</strong>ico e il prezzo reale del pane.<br />
Turati c<strong>it</strong>a i pretesi risultati magnifici ottenuti dal proibizionismo antialcoolico in America<br />
1015 FIGURELLI, Michela, c<strong>it</strong>., pagg. 126-129; MONTELEONE, Renato, Socialisti o ‘ciucial<strong>it</strong>er’?, c<strong>it</strong>.<br />
1016 CESCUT, Sigfrido, Cooperative, c<strong>it</strong>.<br />
1017 ASU-APU, busta 990, fascicolo 4, I 107, 1912-1929, 1913, Deputazione Provinciale di Udine, relazione al<br />
Consiglio Provinciale, allegato 54, oggetto 10 bis, del 23 luglio 1913 e 1922, Deputazione Provinciale di Udine,<br />
prot. n. 12416, Sulla interrogazione presentata circa l’eccessiva libertà di distribuire alcoolici concessa ai circoli<br />
ricreativi e cooperative.<br />
309
ed in Russia, ma deve concludere constatando che quella ch’io uso chiamare la lotta del<br />
libro contro il l<strong>it</strong>ro, nella quale pur troppo il l<strong>it</strong>ro, pel nulla che si è fatto per la diffusione<br />
della cultura popolare libera (non parlo di quella scolastica) soprattutto nelle campagne,<br />
continua a trionfare bestialissimamente. 1018<br />
4.3.18 - Al di là del Livenza: Sacile. La Giunta De<br />
Martini-Fornasotto.<br />
E’ giunto il momento di vedere cosa succede nella patria dell’avvocato Fornasotto<br />
che, come abbiamo visto, non è proprio una roccaforte del socialismo a dispetto del<br />
grande impegno da lui profuso anche a livello provinciale.<br />
Quello che diventerà progressivamente il secondo comune per importanza<br />
demografica della Destra Tagliamento è anche il più occidentale di tutta la pianura<br />
friulana. Lo è al punto di appartenere, almeno sotto il profilo ecclesiastico, alla diocesi<br />
trevigiana di Ceneda-V<strong>it</strong>torio Veneto, a conferma di legami culturali che pongono questo<br />
comune nell’area di pretta influenza veneta, piuttosto che in quella friulana. Ma negli<br />
anni di cui ci occupiamo le diocesi che hanno giurisdizione su Sacile sono ben tre: se la<br />
frazione occidentale di Cavolano è sotto Ceneda e quella orientale di Sant’Odorico sotto<br />
Concordia, l’antica sudd<strong>it</strong>anza feudale della c<strong>it</strong>tà al Patriarcato di Aquileia - di cui<br />
cost<strong>it</strong>uì il bastione contro i Trevigiani - comporta che essa sia ancora appartenente alla<br />
diocesi di Udine. Gli ab<strong>it</strong>anti nel 1860 sono 4977, accresciutisi nel 1901 a 6042. 1019<br />
Alla fine del Diciannovesimo Secolo è sindaco di Sacile il cav. Domenico Balliana,<br />
con assessori Giuseppe Lacchin, il negoziante Valentino De Martini, Achille Ballarin e<br />
Attilio Mantovani. Ai primi di gennaio del 1898 Gio Batta Zanchetta sost<strong>it</strong>uisce come<br />
assessore Mantovani, mentre in marzo diventa assessore Leopoldo Gasparotto ed in<br />
maggio Antonio Orzalis. L’ultima seduta in cui Domenico Balliana figura come sindaco è<br />
quella del 19 agosto 1899; dopo alcune sedute presiedute dall’assessore anziano facente<br />
funzioni Achille Ballarin, dal 12 settembre è sindaco l’industriale radicale Giuseppe<br />
Lacchin 1020 , con gli assessori Achille Ballarin, conte Ezio Bellav<strong>it</strong>is, Leopoldo Gasparotto,<br />
Attilio Mantovani e Gio Batta Zanchetta, e questa compagine giuntale arriva fino al 4<br />
settembre 1902. 1021<br />
Nel 1903 le prime riunioni di Giunta documentate risalgono all’ottobre, quando la<br />
Giunta è presieduta dal conte ingegner Bellav<strong>it</strong>is, esponente moderato con buone<br />
relazioni con i clericali, come assessore anziano facente funzioni. Il 28 ottobre troviamo<br />
nuovamente Valentino De Martini come assessore supplente e, sub<strong>it</strong>o dopo, il 9<br />
novembre, Giuseppe Lacchin nuovamente sindaco, con assessori Mantovani, Ballarin,<br />
De Martini (questa volta effettivo) e Zanchetta. Il cambio corrisponde alle dimissioni da<br />
assessore di Bellav<strong>it</strong>is, accettate nella seduta del 16 dicembre. Ma la nuova esperienza di<br />
Lacchin non è solida come quella precedente e termina il 29 marzo 1904, con il r<strong>it</strong>orno di<br />
Bellav<strong>it</strong>is a sindaco il 30 aprile successivo. Gli assessori che formano la nuova Giunta<br />
sono Zanchetta e Gasparotto, mentre rinunciano all’incarico, nella seduta dell’8 maggio,<br />
gli assessori De Martini, Silvio Padernelli e Giovanni Pagotto. 1022<br />
Una prima conferenza socialista si tiene agli inizi di maggio del 1904, forse in<br />
occasione del Primo Maggio: alcuni giovani chiedo di poter tenere un comizio sotto la<br />
loggia comunale in piazza Plebisc<strong>it</strong>o, con oratore il trevigiano Antonio Gaule. 1023<br />
1018 TURATI, Filippo, c<strong>it</strong>. pagg. 383-384.<br />
1019 CICONI, Giandomenico, Udine e la sua provincia, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1992, pagg. 190-192;<br />
ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 76.<br />
1020 Giuseppe Lacchin (Venezia 1857-Sacile 1929), nato da gen<strong>it</strong>ori originari di Budoia, inizia a diciott’anni a<br />
Sacile ad operare nel commercio del pollame, dando così v<strong>it</strong>a ad attiv<strong>it</strong>à che lo resero famoso in tutto il<br />
mondo, come precursore delle moderne tecniche di conservazione e di vend<strong>it</strong>a di prodotti alimentari,<br />
oltre che come pioniere del comparto industriale. Lacchin realizzò quindi a Sacile il primo grande frigorifero<br />
per la conservazione delle uova in Europa, affermandosi successivamente nell’industria del legno, delle fornaci,<br />
della coltivazione forestale e di quella elettrica. Le attiv<strong>it</strong>à di Lacchin ebbero il mer<strong>it</strong>o di creare occupazione,<br />
riducendo l’emigrazione sacilese e poi si rivolsero alla commercializzazione internazionale della selvaggina per<br />
la ristorazione. Con il nuovo secolo Lacchin rilevò e diede grande sviluppo alla coltivazione delle cave di<br />
carbonato di calcio della montagna sovrastante la vicina Caneva e poi avviò una serie di industrie di bevande<br />
confezionate. Cfr. ANGELILLO, Pietro, c<strong>it</strong>., pagg. 247-248.<br />
Giuseppe Lacchin è sosten<strong>it</strong>ore del radicalismo, come fra l’altro dimostra la grande inserzione pubblic<strong>it</strong>aria del<br />
suo depos<strong>it</strong>o di legname da costruzione con stabilimento per la lavorazione meccanica a Sacile pubblicata su Il<br />
Paese nell’estate del 1906: cfr. P, n. 196 di sabato 18 agosto 1906, pag. 3.<br />
1021 ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1896-1902.<br />
1022 ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1903-1907.<br />
1023 CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pag. 176.<br />
310
A partire dalla seduta del 3 luglio 1904 troviamo, come componenti della Giunta<br />
comunale, anche il cav. Giuseppe Lacchin, avv. Gio Batta Cavarzerani, Achille Ballarin<br />
ed Attilio Mantovani, mentre rimane sindaco Bellav<strong>it</strong>is, Zanchetta e Gasparotto<br />
rimangono come assessori supplenti. 1024<br />
Il 25 giugno 1905 si svolgono a Sacile le elezioni parziali per otto consiglieri<br />
comunali: fra gli eletti c’è, quinto, Enrico Fornasotto 1025 , di gran lunga il più giovane;<br />
l’ultimo è il trentaseienne Matteo Selmi, che nel dopoguerra sarà il prosindaco popolare<br />
di Sacile. Dopo tanti balletti fra moderati e radicali, entrano in Consiglio Comunale<br />
nuove forze pol<strong>it</strong>iche, anche se le modal<strong>it</strong>à di svolgimento del voto non sollevano certo<br />
l’entusiasmo de Il Giornaletto: entrano in Municipio a braccetto – lieti e sereni come pasque<br />
– il campione dei moderati conservatori intransigenti dott. Sartori Gio. Batta e<br />
l’invulnerabile socialista Fornasotto, accompagnati da quelli che – fino a ieri – l’uno e l’altro<br />
caninamente combattevano. Un tale mostruoso connubio mai s’è visto a Sacile! Li segue a<br />
pochi passi “l’odiato” dott. Matteo Selmi, che entra nella minoranza portato sugli scudi da<br />
alcuni fanatici, i quali non videro in questa lotta altro che la rivendicazione di un<br />
“persegu<strong>it</strong>ato”. 1026<br />
Il neoconsigliere socialista è maestro, oltre che avvocato, e presidente<br />
dell’Associazione Magistrale Friulana, di cui nel 1902 ha fondato una rivista mensile, La<br />
Scuola friulana. L’associazione conta a Sacile 34 iscr<strong>it</strong>ti sui 40 maestri totali, e proprio in<br />
c<strong>it</strong>tà si tiene nel settembre successivo il quarto congresso provinciale, presieduto da<br />
Fornasotto e dal maestro Annibale Vando, altro esponente socialista come lo è pure il<br />
direttore didattico Giovanni Rapuzzi. 1027<br />
Il 25 luglio 1905 si riunisce la nuova Giunta, eletta per un quadriennio con<br />
deliberazione 16 luglio 1905. Ne fanno parte ancora il conte ing. Ezio Bellav<strong>it</strong>is come<br />
sindaco, che segue direttamente i seguenti settori: ufficio comunale, governo, grazia,<br />
giustizia e culto, leva, stato civile e sicurezza pubblica; l’assessore Attilio Mantovani è<br />
responsabile della finanza; il cav. Giuseppe Lacchin, assessore anziano, dei lavori<br />
pubblici; Achille Ballarin della polizia urbana ed igiene; il neoassessore dottor Enrico<br />
Fornasotto della istruzione pubblica; i supplenti G.Batta Zanchetta della polizia rurale e<br />
Giovanni Pagotto dell’edilizia. 1028<br />
E’ chiaro il carattere democratico-liberale della nuova Giunta: evidentemente le<br />
condizioni socialmente arretrate di Sacile, priva - se si eccettuano i dipendenti di Lacchin<br />
- di industrie moderne e votata ad un ruolo di intermediazione commerciale ed<br />
artigianale con la campagna circostante, non favoriscono ancora la maturazione di quei<br />
diversi part<strong>it</strong>i che già si stanno contendendo da anni l’amministrazione pordenonese in<br />
alleanza con le nuove forze popolari socialiste e clericali. Ma - e questo è indubbiamente<br />
interessante - all’interno della Giunta è presente un esponente nettamente socialista, per<br />
di più di bassa estrazione sociale. A Sacile quindi ci troviamo di fronte ad una classica<br />
formula di blocco popolare, con i socialisti alleati non sempre organici della parte più<br />
avanzata della democrazia liberale e radicale, mentre dall’altra parte moderati e clericali<br />
fortificano la loro alleanza a netto vantaggio di questi ultimi. 1029<br />
Nella successiva seduta del 31 luglio 1905, su proposta dell’Assessore Fornasotto,<br />
la Giunta Mun.le affida al medesimo l’incarico: 1° Di provvedere all’ist<strong>it</strong>uzione d’una<br />
nuova direzione delle scuole nel fabbricato annesso alla R. Scuola Normale. 1030 2° Di<br />
presiedere una Commissione composta dei Signori Co. Bellav<strong>it</strong>is – Angheben D. Roberto –<br />
1024 ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1903-1907.<br />
1025 Enrico Fornasotto (Sacile 1875-1923) è esponente attivo del socialismo almeno dalla fine del secolo<br />
precedente. Cfr.: LF, n. 14 dell’11 ottobre 1919, pag. 4, Convegno Mandamentale. (...) compagno avv.<br />
Fornasotto, che riscuote la fiducia della popolazione e la stima degli avversari e che da oltre 20 anni<br />
rappresentò la nostra idea in queste terre.<br />
1026 ACS, b. 12, 1906, cat. I,5, Sindaco-Assessori-Consiglieri, manifesto del 26 giugno 1905 (cfr. la tabella in<br />
appendice); G, n. 175 di martedì 27 giugno 1905, pag. 4, DA SACILE. L’es<strong>it</strong>o delle elezioni. Il dott. Selmi<br />
eletto.<br />
1027 P, n. 44 di giovedì 7 dicembre 1905, pag. 1 , Banchetto; CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pag. 206.<br />
1028 ACS, b. 10, 1905, cat. I,5, Sindaco-Assessori-Consiglieri, minuta della lettera prot. n. 1953 del 23 luglio<br />
1905 ed estratto del processo verbale della seduta del Consiglio Comunale del 16 luglio 1905; registro delibere<br />
della Giunta municipale, 1903-1907.<br />
Ecco le general<strong>it</strong>à degli assessori: Mantovani Attilio fu Giuseppe, commerciante, nato il 31 dicembre 1856;<br />
Lacchin cav. Giuseppe di Domenico, industriale, nato il 29 luglio 1857; Ballarin Achille fu Giuseppe,<br />
commerciante, nato il 5 marzo 1864; Fornasotto Dr. Enrico di Riccardo, professionista; Zanchetta G. Batta fu<br />
Bortolo, possidente, nato il 19 luglio 1861; Pagotto Giovanni di Giuseppe, possidente, nato il 2 aprile 1857.<br />
Cfr.: ACS, b. 12, 1906, cat. I,5, Sindaco-Assessori-Consiglieri, nota del segretario comunale Marchesini del 20<br />
luglio 1905.<br />
1029 CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pag. 178.<br />
1030 Dopo l’unificazione del Friuli con l’Italia, le c<strong>it</strong>tà di Padova e Sacile vengono scelte come sedi di scuole<br />
magistrali maschili: quella sacilese, int<strong>it</strong>olata a “G.A.Pujati” viene collocata a Palazzo Carli, a fianco del duomo.<br />
Cfr.: MARCHESINI, Giuseppe, Annali per la storia di Sacile, Sacile, Bellav<strong>it</strong>is, 1985, pag. 992.<br />
311
Zancanaro V<strong>it</strong>torio e Rapuzzi G.ni per rilevare le condizioni degli attuali stabilimenti<br />
scolastici e proporre un piano tecnico – finanziario per l’esecuzione di nuovi edifici. 3° Di<br />
provvedere la scuola di Vistorta dell’aula necessaria, e di fissare l’apertura delle scuole in<br />
quelle frazioni che di metodo ne anticipano la chiusura.<br />
Il 19 ottobre Fornasotto comunica alla Giunta che all’inizio dell’anno scolastico,<br />
in causa della rigorosa applicazione delle vigenti disposizioni sull’istruzione obbligatoria,<br />
risultò un numero così elevato di scolari da non potersi contenere nelle aule delle scuole, il<br />
che implica la divisione di alcune classi. Nella seduta del 16 novembre 1905 il Consiglio<br />
Comunale approva il progetto di costruzione dei nuovi edifici scolastici: ud<strong>it</strong>a la relazione<br />
della commissione incaricata dalla Giunta di risolvere il problema dei locali scolastici,<br />
urgendo mettere mano alla s<strong>it</strong>uazione attuale a causa della aumentata popolazione<br />
attraverso nuove ed adeguate sistemazioni, si delibera la costruzione dei locali scolastici<br />
alle frazioni di San Giovanni del Tempio; San Giovanni di Livenza; Vistorta, Cavolano e<br />
Schiavoi; Campagnola, Roncade e Pramaggiore; capoluogo. Si decide inoltre di costruire<br />
un locale per la Scuola Normale ed annesso conv<strong>it</strong>to. Vengono incaricati due tecnici (gli<br />
ingg. Granzotto e Bellav<strong>it</strong>is) di apprestare i progetti entro due mesi dall’incarico, per una<br />
spesa complessiva di 70.000 lire per le scuole urbane; 30.000 per quelle rurali e 50.000<br />
per la scuola normale e conv<strong>it</strong>to. 1031<br />
Ma il 9 dicembre la Giunta, preso atto dell’ordine del giorno votato dalla<br />
Commissione incaricata, di designare il luogo pel sovrimpianto dell’edificio scolastico del<br />
Capoluogo, chiede, all’Assessore Lacchin, proprietario dei fondi prefer<strong>it</strong>i, se sia disposto a<br />
cederli. Sulla risposta del Cav. Lacchin, avversa a qualsiasi concessione sulla sinistra del<br />
Viale XX 7mbre, succede vivissima discussione che induce l’Assessore Fornasotto a produrre<br />
seduta stante le sue dimissioni e ad allontanarsi. Dopo di che la stessa, esaminato e discusso<br />
ancora l’ordine del giorno di cui si tratta, delibera di convocare il consiglio comunale in<br />
seduta straordinaria pel giorno 17 corrente con la proposta di costruire le scuole urbane sui<br />
fondi Ballarin sul Viale Trento. Come si vede non ci si divide su scelte pol<strong>it</strong>iche (ché<br />
altrimenti Fornasotto avrebbe dovuto trovare nel radicale Lacchin un alleato) ma<br />
solamente patrimoniali. La decisione viene confermata nella successiva Giunta del 16<br />
dicembre. Il 20 dicembre, letta la lettera di dimissioni di Fornasotto, se ne prende atto.<br />
Dopo queste delibere, il Consiglio Comunale dell’8 aprile 1906 deciderà di indire un<br />
referendum sulla collocazione, che viene fissato successivamente dalla Giunta del 22<br />
aprile per il 13 maggio. 1032<br />
Ma le dimissioni di Fornasotto non sono indolori: il 14 gennaio il Consiglio<br />
Comunale, ridotto a solo sette consiglieri presenti, prende atto delle dimissioni della<br />
Giunta, dopo che questa ha ricevuto un voto di sfiducia in una precedente riunione<br />
consiliare ed è stata interamente assente dalla seduta del 31 dicembre 1905. Le<br />
dimissioni sono accolte con cinque voti favorevoli ed uno solo contrario, anche se nei<br />
giorni successivi la Giunta verrà rieletta conservando praticamente gli stessi<br />
componenti. 1033<br />
L’usc<strong>it</strong>a di un articolo de Il Giornaletto cr<strong>it</strong>ico sulla gestione della Scuola Normale<br />
di Sacile fa infuriare il preside clericale prof. Scalzeri, che cerca il colpevole incolpando il<br />
giovane studente Mazza, che ha il torto d’essere socialista. Per sovrannumero, nei giorni<br />
successivi Mazza ha anche il torto di ricevere la Cr<strong>it</strong>ica Sociale! Ciò provoca nei confronti<br />
di Mazza una sfuriata terribile sotto i portici di piazza Plebisc<strong>it</strong>o, sub<strong>it</strong>a tac<strong>it</strong>amente in<br />
presenza dei passanti. Il che non toglie, afferma il corrispondente, che ci sia del marcio<br />
nella scuola, nel conv<strong>it</strong>to, fra insegnanti e studenti, e che si debba indagare. Con tutta<br />
probabil<strong>it</strong>à, si tratta della prima notizia pubblica riguardante il giovane Antonio Mazza di<br />
Orsago che, come abbiamo potuto vedere, cinque anni dopo sarà già attivo conferenziere<br />
socialista e studente di giurisprudenza. 1034<br />
1031 ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1903-1907; b. 10, 1905, cat. I,5 ex 8, Sessioni ordinarie e<br />
straordinarie del Consiglio-Deliberazioni, estratto del processo verbale della seduta del Consiglio Comunale del<br />
16 novembre 1905.<br />
1032 ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1903-1907; b. 12, 1906, cat. I,5, Sindaco-Assessori-<br />
Consiglieri, lettera di Fornasotto del 9 dicembre 1905: Il sottoscr<strong>it</strong>to rassegna alla S.V. le sue dimissioni da<br />
Assessore non potendo per ragioni molteplici procedere d’accordo con i membri della Giunta.<br />
1033 ACS, b. 12, 1906, cat. I,5, Sindaco-Assessori-Consiglieri, estratto del processo verbale della seduta del<br />
Consiglio Comunale del 14 gennaio 1906, Comunicazione delle dimissioni del Sindaco e della Giunta e<br />
relative deliberazioni; minuta della lettera inviata dal sindaco Bellav<strong>it</strong>is agli assessori il 27 gennaio 1906,<br />
prot. n. 248. In quest’ultimo documento si fa riferimento ad una deliberazione di nomina della nuova Giunta<br />
datata 14 gennaio 1906, che appare probabilmente erronea per ragioni logiche.<br />
1034 G, n. 81 di domenica 21 gennaio 1906, pag. 3, DA SACILE. Per un’inchiesta alla Scuola normale. In<br />
questo come in altri casi si fa riferimento ad un articolo che non ho trovato né nel giorno indicato né in quelli<br />
vicini. Ciò fa pensare alla probabile stampa di diverse edizioni, con la comparsa di articoli non riportati nelle<br />
copie d’obbligo consegnate agli organi di polizia. Ipotesi che credo di poter confermare viste le scr<strong>it</strong>te a mat<strong>it</strong>a<br />
su vari numeri, che rimandano al numero di edizione oppure ad un’edizione c<strong>it</strong>tadina.<br />
312
Fornasotto passa decisamente all’opposizione: nella seduta dell’8 febbraio 1906<br />
avviene un tumulto fra alcuni consiglieri, le guardie municipali ed una parte del<br />
pubblico, in segu<strong>it</strong>o alla mancata messa all’ordine del giorno delle interpellanze<br />
presentate dal consigliere Ovidio Camilotti e da Fornasotto. Il sindaco si difende<br />
affermando di non aver saputo niente delle interpellanze del primo e di non aver potuto<br />
metter all’ordine del giorno quelle del secondo, poiché l’importanza ed urgenza degli<br />
oggetti rimasti in sospeso per la crisi, indusse la Giunta a rimandar(n)e lo svolgimento. 1035<br />
Mentre i consiglieri Ovidio Camilotti e Enrico Fornasotto chiedevano al Sindaco<br />
perché non erano state portate alla discussione alcune loro interpellanze, l’assessore<br />
Ballarin interruppe gli oratori e disse una insolenza al consigliere Fornasotto. Questi allora<br />
gli rispose con delle ben appioppate staffilate per cui il terribile assessore credette suo<br />
dovere di passare alle vie di fatto. Il consigliere Fornasotto gli si fece incontro pronto a<br />
rispondergli anche su questo tono, quando le guardie municipali entrarono nel recinto e si<br />
frapposero fra i contendenti. Tutti i consiglieri allora parteciparono alla mischia: corsero<br />
pugni e finalmente il fattaccio ebbe fine con la r<strong>it</strong>irata della guardia sanguinante al naso per<br />
un potente ceffone, venuto chi sa da dove. Quei signori credono forse di tappare la bocca ai<br />
due gagliardi consiglier Camilotti e Fornasotto che hanno ingegno e coraggio da vendere a<br />
molti di loro? Oh, meschini! Il pubblico commenta col grido: Viva la Russia! 1036<br />
Il 25 successivo Fornasotto esprime la sua insoddisfazione per il r<strong>it</strong>ardo con cui le<br />
interrogazioni ottengono finalmente risposta: si tratta di un ponderoso fascicolo, che va<br />
dalla mancata esecuzione del Regolamento dei salariati comunali al modo con il quale si<br />
crede di riparare al deplorevole stato attuale igienico delle vie c<strong>it</strong>tadine,da quando e come si<br />
finiranno i lavori attualmente in corso a se la Giunta intende di prendere sollec<strong>it</strong>i<br />
provvedimenti in riguardo ai Cim<strong>it</strong>eri di C<strong>it</strong>tà e di S. Odorico, oppure a propos<strong>it</strong>o del ponte<br />
di S. Odorico, del macello, da come procede il Comune nella riscossione della tassa<br />
plateatico a se la Giunta intende o no di presentare al Consiglio la riforma tributaria<br />
studiata e proposta dalla Commissione speciale nominata dalla Giunta stessa mesi or sono,<br />
dal perché finora non venne presentato il bilancio preventivo 1906 a come si intende di<br />
provvedere ai locali scolastici nelle frazioni pel nuovo anno scolastico 1906-07, da come<br />
s’intende risolvere il problema dei locali scolastici urbani a se le leggi relative all’istruzione<br />
elementare furono applicate regolarmente, dal fatto che di questi giorni si parla e scrive<br />
relativamente al trasporto del Distretto Mil<strong>it</strong>are da Udine a Sacile. Si tratta di un<br />
complesso di cr<strong>it</strong>iche dal carattere quasi ostruzionistico, che debbono aver dato un<br />
notevole fastidio all’amministrazione e che occupa la riunione del consiglio (ed un<br />
corposo verbale) per rispondere ad un consigliere che si può anche permettere di<br />
osservare quanto sia ormai inutile discutere di cose superate dagli eventi. Ma la difficoltà<br />
dell’amministrazione viene mostrata dalla pervicacia con cui questa pretende di<br />
rispondere, nonostante la rinuncia dell’interpellante, per il solo fatto di dimostrare di<br />
aver operato a prescindere dalle sollec<strong>it</strong>azioni dell’oppos<strong>it</strong>ore. 1037<br />
Il 4 marzo Fornasotto vota contro il bilancio comunale; ciò nonostante, ad onta<br />
degli avversari pol<strong>it</strong>ici il consigliere socialista viene eletto revisore dei conti dal Consiglio<br />
Comunale con il massimo dei voti. 1038<br />
L’8 settembre Fornasotto presenta un gruppo di interpellanze, circa la possibil<strong>it</strong>à<br />
di costruire dei bagni pubblici nell’Ospedale Civile con lieve spesa e immenso vantaggio di<br />
tutta la c<strong>it</strong>tadinanza e dei degenti nell’ist<strong>it</strong>uto pio; per sapere se il Sindaco intende esperire<br />
le pratiche opportune per aggregare il Comune di Fontanafredda al Mandamento di Sacile;<br />
per sapere se intende di ridare ad alcuni insegnanti l’aumento del decimo sullo stipendio a<br />
loro spettante. Inoltre presenta insieme a Camilotti una mozione per la nomina di una<br />
Commissione incaricata di studiare un progetto per la costruzione di 15 ab<strong>it</strong>azioni operaie.<br />
Quest’ultima viene presentata a segu<strong>it</strong>o del voto della Società Operaia di Sacile, che il 18<br />
giugno ha approvato un ordine del giorno di Covre che - riprendendo la mozione votata<br />
dall’assemblea generale il 13 agosto dell’anno precedente - fa voti che venga sub<strong>it</strong>o<br />
sottoposta all’approvazione del Consiglio Comunale la proposta di erigere delle case operaie<br />
municipalizzate e inv<strong>it</strong>a i Consiglieri Comunali soci del sodalizio ad appoggiare con tutte le<br />
loro forze il progetto in seno al Consiglio. I due consiglieri propongono di ist<strong>it</strong>uire una<br />
commissione composta di un medico, un ingegnere, un assessore comunale e due operai<br />
1035 ACS, b. 12, 1906, cat. I, 8, Sessioni ordinarie e straordinarie del consiglio – Deliberazioni: estratto del<br />
processo verbale di adunanza del Consiglio Comunale dell’8 febbraio 1906.<br />
1036 G, n. 101 di sabato 10 febbraio 1906, pag. 3, DA SACILE. Il fattaccio in Consiglio. Assessore<br />
provocatore – Pugilato – Una guardia fer<strong>it</strong>a.<br />
1037 ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1903-1907; b. 12, 1906, cat. I, 8, Sessioni ordinarie e<br />
straordinarie del consiglio – Deliberazioni: estratto del processo verbale di adunanza del Consiglio Comunale<br />
del 25 febbraio 1906.<br />
1038 ACS, b. 12, 1906, cat. I, 8, Sessioni ordinarie e straordinarie del consiglio – Deliberazioni: estratto del<br />
processo verbale di adunanza del Consiglio Comunale del 4 marzo 1906; G, n. 145 di martedì 27 marzo 1906,<br />
pag. 3, DA SACILE. MUNICIPALIA.<br />
313
iscr<strong>it</strong>ti alla S.O., con l’incarico di presentare al Consiglio nel termine di mesi due un<br />
progetto concreto per la costruzione di 15 ab<strong>it</strong>azioni operaie a t<strong>it</strong>olo di esperimento. 1039<br />
Il 12 e 19 settembre il sindaco Ezio Bellav<strong>it</strong>is, insieme ad alcuni assessori<br />
rassegna le dimissioni avendo perso la maggioranza in consiglio dopo le elezioni parziali.<br />
Questo atto dovuta alla polemica con l’assessore Lacchin, che si era dimesso<br />
precedentemente l’8 settembre adducendo gravosi impegni di lavoro: dimissioni respinte<br />
dal Consiglio Comunale dell’11 ottobre su proposta dei consiglieri Sartori e Fornasotto,<br />
con una maggioranza di otto voti a quattro. Sub<strong>it</strong>o dopo i quattro, tutti presenti alla<br />
seduta e facilmente identificabili nei quattro dissenzienti, valutano evidentemente il voto<br />
come un preciso atto di sfiducia nei loro confronti e danno a loro volta le dimissioni, che<br />
vengono accettate seduta stante dal Consiglio, del quale ha preso la presidenza il<br />
consigliere anziano Valentino De Martini. Va notato che Lacchin ha dato le dimissioni<br />
nella stessa data in cui sono all’ordine del giorno le iniziative di Fornasotto e Camilotti: la<br />
loro nuova ondata di interpellanze si inserisce in una precisa fase di attacco contro<br />
l’amministrazione Bellav<strong>it</strong>is. 1040<br />
Il 22 ottobre la Giunta municipale convoca il consiglio per il 29 successivo, per<br />
eleggere il nuovo sindaco, che è Attilio Mantovani, che viene però dichiarato<br />
incompatibile dal commissario distrettuale di Pordenone, in quanto suo fratello ha<br />
l’appalto della forn<strong>it</strong>ura di ghiaia al comune. Il 5 novembre, presenti i nuovi assessori<br />
Valentino De Martini (anziano), Edoardo Bonato ed Enrico Fornasotto, la Giunta prende<br />
atto del rifiuto di Bellav<strong>it</strong>is di rimanere in carica fino alla installazione del successore e<br />
cede quindi l’incarico a De Martini nella veste di f.f. Gli incarichi sono così distribu<strong>it</strong>i:<br />
Valentino De Martini, ufficio comunale, governo, sicurezza pubblica, grazia giustizia e<br />
culti, lavori pubblici; Edoardo Bonato stato civile, san<strong>it</strong>à ed igiene, edilizia; Della Ianna<br />
Antonio finanza; Fornasotto Enrico istruzione pubblica; rimangono da assegnare i<br />
referati agli assessori supplenti. Questa Giunta comunale imperfetta, con un prosindaco<br />
privo dei voti per essere eletto sindaco, rappresenta un unicum straordinario nella storia<br />
di quegli anni: Sacile è amministrata ancora da una coalizione democratico-liberale, ma<br />
guidata da un assessore socialista che ne è il principale protagonista e da un sindaco<br />
che, se non ancora iscr<strong>it</strong>to, è simpatizzante del Psi (che negli anni successivi eleggerà<br />
suo figlio Piero consigliere comunale). Secondo Elvi China, inoltre, lo stesso Valentino De<br />
Martini chiederà pochi anni dopo l’iscrizione al Part<strong>it</strong>o socialista. 1041<br />
Il 22 luglio 1907 la Giunta, visto il risultato delle ultime elezioni comunali per il<br />
rinnovo di un terzo dei consiglieri, decide di dare le dimissioni per consentire l’elezione di<br />
una nuova amministrazione più stabile (De Martini è stato rieletto per pochi voti e la<br />
minoranza clerico-moderata si è rafforzata, potendo ora contare su 9 consiglieri contro<br />
gli undici della maggioranza democratico-liberale e socialista 1042 ). Ma la minoranza,<br />
cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da Selmi, Giacomo Camilotti, Gasparotto, Bellav<strong>it</strong>is, Ceolin e Monti, non<br />
partecipa alle due sedute consiliari successive e si astiene dal voto nella terza, mettendo<br />
sotto accusa la maggioranza che sarebbe deleg<strong>it</strong>timata dal voto. Al ballottaggio viene<br />
eletto il cav. ing. Giobatta Sartori, che però non accetta a causa della malferma salute.<br />
1039 ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1903-1907; b. 12, 1906, cat. I, 8, Sessioni ordinarie e<br />
straordinarie del consiglio – Deliberazioni: estratto del processo verbale di adunanza del Consiglio Comunale<br />
dell’8 settembre 1906 e carteggio inviato dalla Società Operaia di Sacile del 18 giugno 1906, con allegato il testo<br />
della mozione originale di Fornasotto e Camilotti. Sottolineatura nell’originale.<br />
Una lunga relazione di Enrico Fornasotto sull’opera della Società Operaia di Sacile per le case popolari viene<br />
pubblicata in: P, n. 27 di venerdì 31 gennaio 1908, pagg. 1 e 2, Pro case popolari municipalizzate a Sacile.<br />
1040 ACS, b. 12, 1906, cat. I,5, Sindaco-Assessori-Consiglieri, lettera del 12 settembre 1906:manca la firma di<br />
Zanchetta. Cfr. il testo in appendice. Cfr. inoltre: ACS, b. 12, 1906, cat. I,5, Sindaco-Assessori-Consiglieri,<br />
Estratti del processo verbale del Consiglio Comunale dell’11 ottobre 1906, Comunicazione delle dimissioni<br />
prodotte dal Consigliere Comunale Lacchin Cav. Giuseppe (contenente la lettera di dimissioni autografa di<br />
Lacchin, su carta intestata G. LACCHIN SACILE) e Comunicazione delle dimissioni rassegnate dal Sindaco<br />
e dalla Giunta.<br />
1041 ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1903-1907. In: ACS, b. 12, 1906, cat. I,5, Sindaco-<br />
Assessori-Consiglieri: la lettera di conferma delle dimissioni autografa di Bellav<strong>it</strong>is, quella del commissario regio<br />
del 10 novembre 1906 e l’estratto del processo verbale del Consiglio Comunale del 17 dicembre 1906,<br />
Comunicazione del decreto 4 dicembre 1906, col quale il Signor Prefetto annullava la deliberazione<br />
consigliare 29 Ottobre 1906 p.p. relativa alla nomina del Sindaco.<br />
Valentino e Piero De Martini gestiscono un’armeria in piazza del Plebisc<strong>it</strong>o, ma contribuiscono anche<br />
all’impresa del cav. Domenico Balliana che nel 1899 -1902 realizza una centralina elettrica per fornire<br />
illuminazione privata e poi pubblica alla c<strong>it</strong>tà: cfr. CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pag. 182.<br />
La notizia relativa all’iscrizione di Valentino De Martini al Psi è ricavata da un colloquio con il dr. Elvi China.<br />
1042 CHINA, Elvi, c<strong>it</strong>., pag. 16.<br />
314
La Giunta viene quindi riconfermata, senza i due assessori supplenti che si sono<br />
dimessi. 1043<br />
Fornasotto in questa seconda esperienza di assessore non si occupa solo di<br />
istruzione, ma interviene anche su altre tematiche. Il 16 agosto il Consiglio Comunale,<br />
dopo aver provveduto all’effimera elezione del sindaco Sartori, discute delle interpellanze<br />
presentate dal consigliere Selmi insieme con gli altri rappresentanti della minoranza. I<br />
consiglieri di opposizione guidati da Selmi dichiarano fin dall’inizio di non essere presenti<br />
non per avallare l’elezione della nuova amministrazione, ma solo per partecipare alla<br />
discussione di provvedimenti che appesantiscono in modo significativo il bilancio<br />
comunale. In propos<strong>it</strong>o della istanza degli ab<strong>it</strong>anti delle frazioni di Vistorta e Cavolano<br />
per l’ampliamento di un piano della scuola in local<strong>it</strong>à Trieste 1044 , risponde Fornasotto per<br />
dichiarare che la giunta accolse con viva compiacenza l’istanza dei frazionisti e dispose<br />
perché un progetto di massima fosse sub<strong>it</strong>o allest<strong>it</strong>o per mettere in grado il Consiglio<br />
Comunale di occuparsene con l’urgenza voluta dal caso. Obietta il consigliere Giacomo<br />
Camilotti che l’amministrazione agisce con troppa fretta in materia che impegna<br />
fortemente il bilancio e contesta la realizzazione, al secondo piano, di una sola aula per<br />
destinare il restante spazio ad alloggio per gli insegnanti. L’assessore Fornasotto dimostra<br />
quali vantaggi possa recare ad una frazione la presenza continua dell’insegnante e come<br />
renda essa possibile l’ist<strong>it</strong>uzione di scuole serali e festive per gli adulti. Interviene pure il<br />
consigliere Selmi che contesta come, avendo l’obbligo gli insegnanti di risiedere in<br />
comune ma non nella frazione, nessuno di loro vorrà risiedere nell’edificio scolastico. Si<br />
accetta infine la proposta di mediazione del consigliere Lacchin, che propone di costruire<br />
intanto due aule, una delle quali potrà poi essere adib<strong>it</strong>a ad alloggio quando se ne<br />
renderà opportuno l’utilizzo.<br />
Nella stessa riunione viene presentato il progetto di realizzazione di una caserma<br />
per osp<strong>it</strong>are 1.000 mil<strong>it</strong>ari, impegno preso da una precedente amministrazione in<br />
occasione della concessione a Sacile del distretto mil<strong>it</strong>are. Dopo un tentativo di rinvio da<br />
parte di Selmi, cui si obietta che la documentazione era stata messa a disposizione dei<br />
consiglieri da tempo, Fornasotto chiama a relazionare il sindaco dell’epoca Bellav<strong>it</strong>is.<br />
Questi e l’allora assessore Lacchin ricordano come Sacile dovette lottare per<br />
l’assegnazione del distretto con il comune di Udine (che non voleva perdere l’ufficio) e con<br />
quello di Pordenone, che lo desiderava. Per superare la concorrenza il sindaco si era<br />
recato a Roma con offerte che superassero quelle delle due maggiori c<strong>it</strong>tà. E’ sempre<br />
Fornasotto a rispondere alle richieste di chiarimenti dei consiglieri, confermando che la<br />
spesa per la caserma è compatibile nel bilancio comunale sia per la ricostruzione<br />
parziale dell’acquedotto che per quella del nuovo ponte di S. Odorico. Viene quindi<br />
approvato il progetto dell’ing. Luigi Querini, per la spesa di £. 73.861,69.<br />
Si discute inoltre dell’unificazione fra il Monte di Pietà e l’ospedale, proposta con<br />
una relazione dell’amministrazione del Monte per darsi una più moderna funzione,<br />
superando il sistema dei pegni con l’emissione di prest<strong>it</strong>i su firma. I consiglieri Giacomo<br />
Camilotti e Cristofoli si oppongono, r<strong>it</strong>enendo che sarebbe più opportuna l’unificazione<br />
del Monte di Pietà con la Congregazione di Car<strong>it</strong>à, per la difficoltà di conferire<br />
all’ospedale i malati cronici e di far svolgere ai suoi impiegati anche le mansioni del<br />
Monte. Fornasotto, alle richieste di sapere il parere dell’autor<strong>it</strong>à tutoria, obietta che la<br />
legge conferisce la responsabil<strong>it</strong>à di decidere agli enti locali. Sulla proposta poi dei<br />
consiglieri Camilotti e Selmi di unire il Monte alla congregazione, assicura che così facendo<br />
verrebbero frustrati i vantaggi attesi dalla riforma: infatti gli utili che si possono effettuare<br />
consistono nella possibil<strong>it</strong>à di aff<strong>it</strong>tare tutto il palazzo del monte ricavandone un canone<br />
notevole, e di servirsi, per la gestione, degli impiegati dell’osp<strong>it</strong>ale, concorrendo nella spesa<br />
per gli stipendi in lieve misura. Unendo il Monte alla Congregazione sparirebbero i due<br />
benefici pel semplice fatto che questa non ha né locali per allogare i magazzini del monte né<br />
impiegati che possano tenerne l’amministrazione. Ma Bellav<strong>it</strong>is e poi Lacchin propongono<br />
di approvare in linea di massima l’idea, rinviando però la delibera attuativa: proposta<br />
accolta quasi all’unanim<strong>it</strong>à, con l’astensione del solo Fornasotto. Dopo avere relazionato<br />
sul prest<strong>it</strong>o di 40.000 lire per pagare l’impresa che ha realizzato i lavori di costruzione<br />
delle scuole rurali, Fornasotto interviene nuovamente sulla forn<strong>it</strong>ura dell’acqua potabile<br />
alla frazione di Schiavoi ed alla erigenda scuola di San Giovanni di Livenza, avvertendo<br />
1043 ACS, b. 14, 1907, cat. I,4, Sindaco-Assessori-Consiglieri: verbale delle deliberazioni nn. 25, 26 e 27 del 22<br />
luglio 1907; cat. I,5, Sessioni ordinarie e straord. del consiglio-Deliberazioni, estratto del processo verbale del<br />
Consiglio Comunale del 16 agosto 1907.<br />
1044 Una parte della frazione di Vistorta.<br />
315
che l’amministrazione si è impegnata a fornire l’acqua potabile a tutti i plessi scolastici<br />
prima dell’inizio dei corsi. 1045<br />
In risposta alle cr<strong>it</strong>iche di Giacomo Camilotti a propos<strong>it</strong>o del funzionamento<br />
dell’acquedotto, per aver sprecato 35-40.000 lire per tubazioni che ora andranno<br />
sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e, Fornasotto rinvendica il fatto che la Giunta ha posposto gli interventi in<br />
materia, per provvedere al più urgente restauro di marciapiedi ed acciottolati, in quanto<br />
il rifornimento idrico non aveva dimostrato necess<strong>it</strong>à di manutenzione alcuna e non era<br />
stato nel frattempo presentato alla Giunta il parere commissionato all’ing. Cantarutti.<br />
Lacchin, consigliere comunale, interviene per ricordare come in passato si sia optato per<br />
realizzare la tubatura in cemento, anziché in ferro, per risparmiare 100.000 lire e come<br />
tale soluzione sia stata imposta dal rischio che il Consiglio Comunale seppellisse la<br />
realizzazione proprio per la spesa prevista. Si vuol far credere che l’acquedotto funzioni<br />
male. Egli r<strong>it</strong>iene invece che l’acquedotto funzioni benissimo. Per provarlo basta, secondo<br />
lui, aver presente che le fontane pubbliche sono ormai in numero doppio di quelle<br />
preventivate, e che gli utenti abbonati, ancora senza controllo, fanno un consumo<br />
grandissimo di acqua. Ciò non ostante, l’acquedotto si dimostra sempre superiore di molto<br />
ai bisogni della c<strong>it</strong>tà. La proposta di sost<strong>it</strong>uire la tubatura cementizia con una metallica,<br />
per rimediare ad alcune fend<strong>it</strong>ure in qualche tratto, è oggi irrealistica, quando il<br />
problema è di fornire semmai nuove diramazioni all’acquedotto per servire le zone del<br />
comune che ne sono ancora sprovviste. Su proposta di Fornasotto si conglobano gli<br />
ordini del giorno di Giacomo Camilotti e Lacchin ed il consiglio approva a grande<br />
maggioranza l’ist<strong>it</strong>uzione di una commissione tecnica di inchiesta composta da due<br />
professori univers<strong>it</strong>ari di Padova e da un ingegnere per verificare quanto occorso nella<br />
realizzazione dell’acquedotto ed avviare la sost<strong>it</strong>uzione dei tubi in cemento con quelli in<br />
ghisa e sviluppare i rami dell’acquedotto a nuove zone. E’ sempre Fornasotto che<br />
risponde ad un’altra interpellanza, per giustificare il r<strong>it</strong>ardo nell’emissione delle cartelle<br />
delle tassazioni comunali a causa del mancato pronunciamento della Giunta provinciale<br />
amministrativa su molti ricorsi in materia. 1046<br />
Il 9 novembre si approva la proposta di Fornasotto di concorrere con £ 100 (cento)<br />
alla ist<strong>it</strong>uzione d’una biblioteca circolante per gli alunni delle scuole elementari comunali. Il<br />
26 dicembre la Giunta Municipale, cost<strong>it</strong>uisce una Commissione perché studi e riferisca<br />
sulla possibil<strong>it</strong>à e opportun<strong>it</strong>à di promuovere l’ist<strong>it</strong>uzione di una R. Scuola Tecnica di tipo<br />
agrario. 1047<br />
Si tratta di una delle principali opere scolastiche a Sacile, frutto del grande<br />
impegno dei socialisti - ed in primo luogo di Fornasotto - nel settore dell’educazione. La<br />
scuola tecnica completa il ciclo formativo in c<strong>it</strong>tà, che a questo punto si troverà ad essere<br />
cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o di una successione di iniziative che vanno dall’asilo comunale pubblico<br />
all’elementare, alla scuola media (la Tecnica) fino alla media superiore con orientamento<br />
magistrale (la Normale), cui si aggiungono un conv<strong>it</strong>to ed il ricreatorio pubblico per i<br />
ragazzi nelle ore di chiusura delle normali lezioni scolastiche. Un sistema di istruzione<br />
pubblica praticamente unico in Friuli e capace di confronto con le più avanzate realtà<br />
nazionali. Come ricorderà anni dopo il segretario comunale Marchesini, nel 1907, per<br />
felice iniziativa e tenace insistenza dell’Assessore alla Pubblica Istruzione, avv. Enrico<br />
Fornasotto, fu ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a la Scuola Tecnica Comunale, che trovò pure osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à nel palazzo<br />
Carli. (Vogliamo qui ricordare che la Scuola stessa conseguì il pareggiamento alle statali nel<br />
1911, nella quale occasione gli Ispettori Ministeriali riferirono testualmente a Roma: “che<br />
poche c<strong>it</strong>tà anche fra le maggiori, avevano fatto quanto faceva Sacile per le sue scuole”).<br />
Dopo l’ist<strong>it</strong>uzione, più volte la Scuola Tecnica mutò di sede, fino a quando tutte le Medie del<br />
Comune trovarono defin<strong>it</strong>iva allogazione nel magnifico edificio appos<strong>it</strong>amente costru<strong>it</strong>o, nel<br />
1914, lungo il viale Zancanaro, su progetto dell’arch. Domenico Rupolo. 1048<br />
Fra i provvedimenti della Giunta De Martini si segnala la delibera presa il 30<br />
dicembre di concessione in via gratu<strong>it</strong>a alla d<strong>it</strong>ta Gola e Canelli di Milano di<br />
sperimentare sul Corso V<strong>it</strong>torio Emanuele la nuova tecnica di manutenzione delle strade<br />
a base di incatramatura.<br />
Il 4 marzo 1908 si inv<strong>it</strong>a il sindaco ad intervenire sui prefetti di Udine e Treviso,<br />
poiché molti comuni vicini non rispettano la legge che impone la chiusura dei negozi per<br />
garantire il riposo festivo dei lavoratori. Nella stessa seduta, poiché è imminente la<br />
demolizione della chiesa di San Francesco per costruire le scuole elementari urbane<br />
1045 ACS, b. 14, 1907, cat. I,5, Sessioni ordinarie e straord. del consiglio-Deliberazioni, estratto del processo<br />
verbale del Consiglio Comunale del 16 agosto 1907.<br />
1046 ACS, cat. I,5, Sessioni ordinarie e straord. del consiglio-Deliberazioni, verbale di Consiglio Comunale non<br />
datato.<br />
1047 ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1903-1907.<br />
1048 MARCHESINI, Giuseppe, Annali per la storia di Sacile, c<strong>it</strong>., pag. 992.<br />
316
(nelle sedute del 14 marzo e seguenti si delibera attorno alla progettazione ed all’appalto<br />
dei lavori), incarica un antiquario di stimare gli oggetti contenutivi: sarà il casus belli sul<br />
quale cadrà la Giunta. Infatti i due amministratori socialisti decidono, per finanziare la<br />
costruzione del nuovo edificio, di vendere quadri e statue contenuti nella chiesa ad un<br />
antiquario, ma saranno denunciati da un medico, probabilmente - secondo Ermanno<br />
Contelli - lo stesso consigliere clericale e direttore dell’ospedale dottor Selmi. L’accusa a<br />
De Martini e Fornasotto è quella di aver venduto oggetti d’arte senza le prescr<strong>it</strong>te<br />
autorizzazioni, e su questa si costruirà una campagna giudiziaria e giornalistica contro<br />
di loro. Ciò però non può far dimenticare la costruzione di un nuovo e moderno edificio<br />
scolastico nel centro del paese, vicino al nuovo ospedale ed al vecchio cim<strong>it</strong>ero che dovrà<br />
essere trasfer<strong>it</strong>o (ed anche su questo ci sarà una durissima battaglia fra socialisti e<br />
clericali): agli amministratori laici e socialisti va il mer<strong>it</strong>o assai più apprezzabile di aver<br />
realizzato, tra difficoltà di ogni genere, l’importante fabbricato scolastico urbano. Tre<br />
possono essere considerati gli artefici di tale impresa: il sindaco valentino De Martini,<br />
l’assessore Fornasotto e il direttore didattico Giovanni Rapuzzi: cui va aggiunto, per<br />
l’ard<strong>it</strong>ezza e la razional<strong>it</strong>à delle sue concezioni, il progettista ingegner Granzotto. Il nuovo<br />
fabbricato osp<strong>it</strong>ò inizialmente, oltre alle elementari, un giardino d’infanzia: un’ist<strong>it</strong>uzione,<br />
questa, rivoluzionaria per quei tempi, il cui apostolo fu (ancora una volta) “quell’eterno<br />
brontolone di direttore didattico, compagno Rapuzzi”.<br />
In questo stesso periodo si provvede ai lavori di costruzione della nuova caserma<br />
dell’eserc<strong>it</strong>o, parte della quale (il dorm<strong>it</strong>orio) è a carico dell’Amministrazione<br />
Comunale. 1049 La Giunta decide di dimettersi il 17 maggio in segu<strong>it</strong>o alle denunce<br />
clericali per la vend<strong>it</strong>a degli arredi di San Francesco, convocando il consiglio per il 24.<br />
Ma questo non riesce a nominare una nuova amministrazione (in una seduta nella quale<br />
l’ordine è garant<strong>it</strong>o dai carabinieri, anche perché si prevedono dimostrazioni: dopo le<br />
dimissioni della Giunta e la loro accettazione, i dieci consiglieri rimasti si esprimono a<br />
maggioranza per il commissariamento) e dal 3 giugno opera il commissario, il quale<br />
effettua le modifiche al bilancio preventivo per il 1908 richieste dalla Giunta provinciale<br />
amministrativa. L’8 ottobre 1908, dopo una v<strong>it</strong>toria di misura della lista popolare-liberale<br />
su quella clerico-moderata, si insedia la nuova Giunta composta dagli assessori cav.<br />
Giuseppe Lacchin, Padoin Ernesto, avv. Girolamo Cristofoli, Attilio Mantovani e V<strong>it</strong>torio<br />
Zancanaro. Lacchin si dimette quasi sub<strong>it</strong>o per problemi di incompatibil<strong>it</strong>à. 1050<br />
4.3.19 - La cost<strong>it</strong>uzione del circolo del Psi.<br />
Nel gennaio 1909, grazie al lungo e paziente lavoro di propaganda di alcuni giovani,<br />
nasce ufficialmente, in una saletta dell’albergo “alla Stella”, il primo circolo socialista di<br />
Sacile. Viene, nell’occasione, eletto un com<strong>it</strong>ato provvisorio con l’incarico di provvedere alla<br />
compilazione dello statuto da sottoporre, in un secondo momento, all’approvazione<br />
dell’assemblea. Prima iniziativa del circolo: ist<strong>it</strong>uire una biblioteca circolante con i volumi<br />
già offerti o che saranno offerti da generosi compagni e c<strong>it</strong>tadini. Particolare significativo:<br />
la notizia non appare sulla stampa socialista, ma sulla Patria del Friuli. 1051<br />
Solo a partire da aprile - all’interno della cronaca locale de Il Lavoratore Friulano -<br />
presentata in una nuova veste grafica e raccolta in cap<strong>it</strong>oletti che raggruppano le<br />
corrispondenze dalle varie zone - Sacile appare ex novo, delineandosi sub<strong>it</strong>o come una<br />
zona con una sua autonomia dalla vicina Pordenone. Fino a quel momento gli interventi<br />
di Fornasotto erano stati riservati (salvo le poche notizie apparse su Il Giornaletto) al<br />
radicale Il Paese ed alla Patria del Friuli. 1052<br />
Le elezioni del 7 marzo, in cui i socialisti sostengono nel collegio di Pordenone-<br />
Sacile il candidato democratico Carlo Policreti contro il moderato Chiaradia, vedono il<br />
prevalere della candidatura di sinistra fra gli operai sacilesi. L’ag<strong>it</strong>azione operaia a favore<br />
dei socialisti provoca anche una frattura all’interno della locale Società Operaia, dove un<br />
gruppo di dissidenti minaccia di andarsene per protesta contro la decisa presa di<br />
posizione pol<strong>it</strong>ica della maggioranza degli associati. Il candidato radicale viene sostenuto<br />
in comizio dal socialista pordenonese Guido Rosso. Chiaradia invece rifiuta di concedere<br />
il contradd<strong>it</strong>torio a Fornasotto: l’avvocato socialista replica con una polemica sulla<br />
stampa, ma il futuro deputato non trova di meglio che replicare con insulti. La v<strong>it</strong>toria<br />
della destra è dovuta all’intervento cattolico ma anche alla corruzione, sia sotto forma di<br />
1049 Sorgerà nel Viale XX settembre: per l’impegno assunto dal comune con il governo, ne dovranno sorgere<br />
altre due in segu<strong>it</strong>o. Cfr.: P, n. 58 di sabato 7 marzo 1908, pag. 1, La nuova caserma mil<strong>it</strong>are.<br />
1050ACS, Registro delibere della Giunta municipale, 1907-1912; CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pagg. 201 e 205;<br />
CHINA, Elvi, c<strong>it</strong>., pagg. 17-18.<br />
1051 CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pag. 176.<br />
1052 LF, n. 236 del 10 aprile 1909 e seguenti.<br />
317
libagioni elettorali che con una vera e propria compravend<strong>it</strong>a di voti. Durante lo scrutinio<br />
un dirigente della destra locale aggredisce perfino il maestro socialista Annibale Vando<br />
all’interno del seggio elettorale. 1053<br />
Nei giorni immediatamente successivi l’azione dei socialisti locali si dispiega,<br />
anche grazie agli spazi aperti dalla nuova Amministrazione Comunale diretta, dopo la<br />
rinuncia di Lacchin dal sindaco Girolamo Cristofoli. Come in altri casi, il sostegno ad<br />
amministrazioni democratiche schierate in senso anticlericale non esclude<br />
l’insoddisfazione del part<strong>it</strong>o per quanto si sia realizzato dei programmi elettorali. Dal<br />
momento della caduta dell’amministrazione De Martini i socialisti quindi non si<br />
considerano passati all’opposizione, anche se nessun loro rappresentante è in Giunta: si<br />
tratta di una lunga fase segnata dall’arretramento in senso moderato<br />
dell’amministrazione, che cede progressivamente alla spinta che viene dai clericali,<br />
organizzati dal parroco del duomo don Luigi Maroelli (soprannominato dai socialisti pre<br />
Naso) e soprattutto dal cappellano don Camillo Di Gaspero. 1054<br />
Alcuni articoli forniscono una vivace descrizione delle condizioni della c<strong>it</strong>tà, come<br />
nel caso della condizione delle case. E’ sent<strong>it</strong>o urgente il bisogno in paese di avere delle<br />
case operaie belle, sane e a f<strong>it</strong>to modico. L’amministrazione comunale - che conta anche dei<br />
compagni - nel salire al potere nel settembre passato erasi assunta di applicare tutto il<br />
programma della tanto benemer<strong>it</strong>a Giunta De Martini, la quale aveva per caposaldo la<br />
costruzione di dieci case operaie. Finora però nulla si vide e anzi ci sembra che al Municipio<br />
si dorma un po’ su questo e su altri importanti problemi c<strong>it</strong>tadini. Raccomandiamo per ciò ai<br />
compagni di sollec<strong>it</strong>are i loro colleghi e di affrettare la costruzione delle case. 1055<br />
Quale fosse la condizione a dir poco miserrima delle ab<strong>it</strong>azioni degli operai<br />
sacilesi in quegli anni viene sinteticamente dichiarato in questo altro articolo: Circa due<br />
anni fa, e precisamente quando il bisogno di case sane ed a f<strong>it</strong>to modico era ormai ben<br />
sent<strong>it</strong>o da tutti gli operai, costretti a vivere in certe stamberghe sconquassate, malsicure,<br />
malsane, veri forni crematori d’estate e ghiacciaie bene ventilate d’inverno; molti c<strong>it</strong>tadini<br />
cercavano, indarno, il modo di provvedere a tanto bisogno. La s<strong>it</strong>uazione delle ab<strong>it</strong>azioni di<br />
Sacile è effettivamente drammatica, se pensiamo che nel 1906 il segretario comunale<br />
Marchesini fornisce il dato di 6,6 persone per ogni alloggio, più di una c<strong>it</strong>tà industriale<br />
come Torino che ne ha 3,7 e di Firenze dove sono 5,1, concludendo che questo risultato<br />
conferma l’opportun<strong>it</strong>à dell’iniziativa presa dalla Società di Mutuo Soccorso del luogo,<br />
perché si studi e si risolva il problema delle case operaie. Continua Marchesini: Certo è che<br />
bisogna sottrarre tutta la nostra popolazione alla soff<strong>it</strong>ta, alle stanze umide, insufficenti,<br />
senza luce e senz’aria, nelle quali si vive di sovente in una promiscu<strong>it</strong>à e in un lezzo<br />
orribili. 1056<br />
Altra questione importante per il comune, come abbiamo potuto già apprezzare a<br />
propos<strong>it</strong>o dei dibatt<strong>it</strong>i sull’acquedotto, è quella dell’igiene e della san<strong>it</strong>à: Lagni pubblici si<br />
fanno sul servizio di qualche medico comunale. Già a Sacile i medici condotti hanno fatto<br />
sempre il loro comodo, ma ora bisognerebbe por fine alla cosa, punto bella. La Giunta<br />
comunale che sa tutto perché non provvede? La polemica r<strong>it</strong>ornerà poi continuamente:<br />
1053 LF, nn. 233 del 20 marzo 1909, pag. 3, Corruzione elettorale e Un moderato in querela, 236 del 10 aprile<br />
1909, pag. 1, PORDENONE, L’On. Don Chisciotte e 237 del 17 aprile 1909, Società Operaia; CONTELLI,<br />
Ermanno, c<strong>it</strong>., pag. 178: l’autore si fida un po’ troppo di letture raffazzonate, e così fa dipendere la sconf<strong>it</strong>ta di<br />
Policreti dal suo parlare non proprio torrentizio (l’avvocato radicale è soprannominato Pausania dai conoscenti,<br />
per le frequenti pause del suo eloquio: testimonianza di Teresina Degan), invece che dal confluire di un<br />
superiore blocco di forze moderate e clericali sui suoi antagonisti Monti - nel 1904 - e Chiaradia... proprio quel<br />
Chiaradia che invece ha sempre cercato di ev<strong>it</strong>are i contradd<strong>it</strong>tori per paura di soccombervi: se questa volta<br />
adduce a pretesto il fatto che Fornasotto non è il candidato antagonista, quattro anni dopo il deputato uscente<br />
ev<strong>it</strong>erà scientificamente di incontrare l’antagonista di allora, il socialista Ellero. Un altro esempio: Monti viene<br />
defin<strong>it</strong>o (sulla base della lettura di Rinaldi) “negligentissimo” e “assai svogliato”, cosa sicuramente<br />
incontestabile, ma ingenerosa nel contesto sacilese, premiato proprio dal deputato moderato con il<br />
trasferimento del distretto mil<strong>it</strong>are, in odio alla “rossa” Pordenone: cfr. RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a<br />
Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale 1866-1919. Profili biografici, Udine, La Nuova Base, 1979, pag. 311.<br />
1054 LF, n. 242 del 22 maggio 1909, Interessi comunali... clericali. La Giunta municipale viene defin<strong>it</strong>a<br />
amministrazione massonica, miscredente, atea imperante al Municipio: cfr. LF, n. 240 dell’8 maggio 1909,<br />
Continuazione della commovente isteria di un salone. Sui clericali sacilesi cfr.: CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>.,<br />
pag. 173-174.<br />
1055 LF, n. 234 del 27 marzo 1909, pag. 3, Le Case operaie.<br />
1056 LF, n. 239 del 1° maggio 1909, Tutte le vie conducono a... Roma ovvero commovente istoria di un<br />
Salone; MARCHESINI, Giuseppe, Fisiologia di Sacile, Sacile, Zilli & Comp., 1906, pag. 8.<br />
Marchesini non è un semplice burocrate: nella sua conferenza, tenuta il 12 gennaio 1906 alla Società per<br />
l’insegnamento popolare di Sacile, il segretario comunale affianca alle aride cifre dei censimenti una serie di<br />
valutazioni moderatamente cr<strong>it</strong>iche sulla s<strong>it</strong>uazione sociale. Leggendo fra le righe, troviamo affiancata la lode<br />
per le ubertose condizioni delle campagne con la disastrosa condizione salariale ed ab<strong>it</strong>ativa della popolazione.<br />
Pur non ev<strong>it</strong>ando di c<strong>it</strong>are alcuno dei luoghi comuni sul “giardino della Serenissima”, egli fa apparire fra le sue<br />
varie fonti il repubblicano-marxista Napoleone Colajanni, il prof. Ruggero Panebianco, che era stato candidato<br />
socialista al Parlamento e lo stesso quotidiano del Psi, l’Avanti! Su Marchesini, segretario comunale chiamato a<br />
Sacile dal sindaco Lacchin nel 1904, cfr.: BALLIANA, Maria, c<strong>it</strong>., pagg. 189-191.<br />
318
Mancia competente daremo a chi ci saprà dire dove si trova e cosa ha fatto o sta facendo<br />
l’ufficiale san<strong>it</strong>ario del Comune di Sacile, al quale vorremmo regalare una raccolta delle leggi<br />
e dei regolamenti sull’igiene delle case e dei viveri dei poveri cristi di lavoratori costretti a<br />
vivere in mezzo all’indecenza e a mangiare qualunque porcheria che piaccia ai nostri<br />
vend<strong>it</strong>ori di spacciare. 1057<br />
Ma il problema più importante nel settore non è quello - - dell’apatia dei san<strong>it</strong>ari<br />
locali, ma quello del nuovo cim<strong>it</strong>ero, nato negli anni precedenti in relazione alla vicenda<br />
della costruzione del nuovo edificio scolastico proprio sui terreni vicini al vecchio<br />
camposanto, ormai saturo oltre che sofferente per la collocazione inadeguata in un<br />
terreno troppo umido per la vicinanza del fiume Livenza. Anche in questo caso si tratta<br />
di un provvedimento avviato dagli amministratori socialisti, che si cerca di non far<br />
bloccare dall’opposizione dimostrata soprattutto dai clericali: Da quasi due anni si trascina<br />
la risoluzione dell’imperioso problema del nuovo cim<strong>it</strong>ero in sost<strong>it</strong>uzione di quello di<br />
capoluogo e di quello di S. Odorico. Ora i poveri morti si seppelliscono nell’acqua e uno<br />
sull’altro, contro ogni principio di uman<strong>it</strong>à e di igiene. Le autor<strong>it</strong>à governative avrebbero<br />
dovuto provvedere d’ufficio a far cessare simile sconcio; invece si prestano a favorire - con la<br />
noncuranza e con deliberazioni basate sulla fals<strong>it</strong>à e sulla più sfacciata ignoranza - gli<br />
interessi di qualche grosso e grasso proprietario, le beghe di qualche sconf<strong>it</strong>to nelle lotte<br />
amministrative e le paure... per la cassetta dei preti. La povera gente brontola e impreca: ma<br />
cosa importa al Prefetto e ai suoi degni serv<strong>it</strong>ori di Udine e di qui: basta vincere nelle<br />
elezioni sul nome dell’on. 39 1058 e la morale e l’igiene e compagnia bella vadano al diavolo!<br />
L’autor<strong>it</strong>à comunale però - che vorrebbe risolvere il problema sul serio a quanto si dice -<br />
ricorra al Ministero dell’interno per vedere se può avere maggior fortuna. Povera Italia in che<br />
mani si trova! 1059<br />
Il nuovo cim<strong>it</strong>ero, che verrà realizzato nella frazione di Sant’Odorico, è in realtà<br />
bloccato da tempo, pur essendo stato individuato già nel lontano 1884 come l’unico s<strong>it</strong>o<br />
atto a trasferirvi tale servizio per le caratteristiche del terreno. Due sono le cause di<br />
opposizione: quella di alcuni grandi proprietari terrieri, che temono di veder deprezzare i<br />
loro possedimenti nell’area individuata, ma soprattutto quella dell’arciprete del duomo di<br />
San Nicolò che vedrebbe diminuire le sue entrate con la cost<strong>it</strong>uzione della rend<strong>it</strong>a per il<br />
nuovo officiante le funzioni funebri in un’altra parrocchia. Tengasi inoltre conto che,<br />
mentre il duomo ricade sotto la diocesi di Udine, la parrocchia di Sant’Odorico fa parte<br />
della diocesi di Concordia. Sulla realizzazione del nuovo cim<strong>it</strong>ero si inscena un braccio di<br />
ferro fra l’amministrazione liberale ed i clericali, che coinvolge le ist<strong>it</strong>uzioni superiori ed<br />
anche l’on. Chiaradia, che si trova fra i due fuochi dei suoi sosten<strong>it</strong>ori elettorali ora<br />
duramente contrapposti. 1060<br />
Il problema dell’igiene urbana, con la presenza incontrollata di letamai e latrine in<br />
mezzo al caseggiato, è tale da produrre - anche se non ancora reali provvedimenti<br />
operativi - un proclama prefettizio a tutela della salute pubblica dal potenziale pericolo di<br />
diffusione del colera. 1061<br />
Nel frattempo si segnala come i cattolici abbiano iniziato il lavoro di iscrizione<br />
nelle liste elettorali dei contadini, nella prospettiva di arrivare a presentare una<br />
candidatura autonoma alle prossime elezioni. All’azione di organizzazione elettorale, i<br />
clericali uniscono quella sul piano cooperativo, con la promozione di una Cassa rurale e<br />
la presenza di ist<strong>it</strong>uzioni ricreative per i giovani, che altrimenti sarebbero abbandonati<br />
per le strade. Su questo piano - come denunciano i socialisti - si forma un’alleanza di<br />
fatto fra i clericali ed i dirigenti liberali della c<strong>it</strong>tà, che valutano pos<strong>it</strong>ivamente il ruolo di<br />
ammortizzatore sociale delle iniziative cattoliche, mentre gli stessi maggiorenti<br />
trascurano i benefici effetti prodotti per cinque anni dal ricreatorio scolastico, che però<br />
ha il “difetto” di essere laico. 1062<br />
1057 LF, nn. 234 del 27 marzo 1909, pag. 3 (nello stesso numero, nell’articolo La morte di un compagno, si dà<br />
notizia della scomparsa di Antonio Del Sant, commerciante quarantenne) e 235 del 3 aprile 1909, A chi legge.<br />
1058 Si tratta dell’on. Chiaradia, classificatosi al n. 39 nell’elenco dei 77 parlamentari eletti col sostegno clericale<br />
e così ribattezzato dai socialisti sacilesi per primi. Cfr.: LF, n. 234 del 27 marzo 1909, pag. 4, L’on. 39.<br />
1059 LF, n. 235 del 3 aprile 1909, Per l’igiene e per l’uman<strong>it</strong>à.<br />
1060 LF, nn. 242 del 22 maggio 1909, Interessi comunali... clericali, 244 del 5 giugno 1909, pag. 2, L’on. 39 al<br />
bivio, ovvero: Peccati vecchi e pen<strong>it</strong>enza nuova, 248 del 3 luglio 1909, pag. 4, Neo e la sua previdenza e<br />
355 del 21 luglio 1911, pag. 4, Sempre sulla perizia cattolica-apostolica-romana...<br />
Le cr<strong>it</strong>iche socialiste alla venal<strong>it</strong>à del parroco del duomo sono tutt’altro che campate per aria: vedasi<br />
l’opposizione portata allo stremo alla ricostruzione della chiesa della frazione di San Giovanni del Tempio,<br />
abbandonata nel 1809 ai tempi delle guerre napoleoniche con il conseguente conferimento del beneficio alla<br />
parrocchia del capoluogo; significativamente il com<strong>it</strong>ato per la ricostruzione della parrocchia troverà osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à<br />
proprio sulle pagine del settimanale socialista. Cfr.: CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pagg. 189-190.<br />
1061 LF, n. 329 del 21 gennaio 1911, pag. 4, Le grida del Prefetto di Spagna.<br />
1062 LF, nn. 235 del 3 aprile 1909, Lavoro pretino e 258 dell’11 settembre 1909, pag. 4, Clerico-ateismo in<br />
panciolle al fresco e L’organizzazione del clericale.<br />
319
Mentre si annuncia un comizio di protesta per la s<strong>it</strong>uazione del cim<strong>it</strong>ero, si<br />
denuncia come la commissione all’ornato (che svolge le funzioni dell’attuale commissione<br />
edilizia del comune) non sovrintenda all’applicazione del regolamento edilizio adottato<br />
oltre un anno prima: ciò produce una s<strong>it</strong>uazione di completo disordine nelle nuove<br />
edificazioni, realizzate al di fuori di ogni controllo e razional<strong>it</strong>à. 1063<br />
Un intervento viene dedicato alla s<strong>it</strong>uazione della succursale psichiatrica s<strong>it</strong>a<br />
nell’ospedale di Sacile. Qui infatti era collocata l’unica struttura di tale natura<br />
dipendente dal manicomio provinciale di Udine nel Friuli occidentale, fino alla chiusura<br />
che avverrà praticamente solo alla fine del secolo. Qui a Sacile abbiamo una succursale del<br />
Manicomio da oltre 25 anni. 1064 Cominciando da modesti locali e da pochi maniaci, ora,<br />
mercè un continuo e tenace lavoro di miglioramento, la succursale annovera 180 degenti e<br />
sta per veder sorgere la colonia agricola sull’esempio delle grandi sedi. La retta che la<br />
Provincia pagava all’Osp<strong>it</strong>ale per ciascun maniaco era fino a poco tempo fa di circa una lira:<br />
dopo lunghe pratiche e lunghi anni di aspettativa si potè arrivare a L. 1.05 e infine a L. 1.15.<br />
Dato però il rincaro dei viveri e dei salari e l’aumento delle spese di gestione e di cura,<br />
quest’anno l’osp<strong>it</strong>ale fu costretto dall’autor<strong>it</strong>à prefettizia ad aumentare la retta a L. 1.30.<br />
Apr<strong>it</strong>i cielo, la Deputazione provinciale - che nel Manicomio centrale profonde il denaro e<br />
che spende per lo meno il doppio per ogni maniaco, monta in furie e minaccia di r<strong>it</strong>irare i<br />
suoi maniaci da Sacile: come un bambinello che per la rabbia vuole di r<strong>it</strong>orno il regaluccio<br />
fatto al compagno! Notisi che nella retta di L. 1.30 sono compresi: alloggio, v<strong>it</strong>to, vestiario,<br />
cure, infermieri, medici, medicine. Notisi che a Sacile gli infermieri - in causa della<br />
taccagneria provinciale - sono pagati a L. 60 mensili, vero salario di fame e di sfruttamento<br />
per chi sacrifica la sua v<strong>it</strong>a, giorno e notte per tanti poveri infelici. Notisi che il servizio di<br />
cucina è fatto dalle suore per L. 30 mensili, tutto compreso, vero miracolo di abnegazione e<br />
di umiltà. E infine aggiungasi che il medico ha uno stipendio di L. 1500: grasso quel dindio,<br />
come dice il popolo! Con tutto questo l’Ospedale - i conti sono lì a provare fino all’ultimo<br />
centesimo - non può restare alla retta di L. 1.15 e deve portarla almeno almeno a L. 1.30:<br />
secondo anche l’ordine della Prefettura. Giova tener presente che circa 60 maniaci delle<br />
provincie irredente, qui ricoverati, pagano L. 1.70 a testa, poiché si riconobbe oltre l’Isonzo<br />
la giusta domanda dell’osp<strong>it</strong>ale di Sacile. Ma al di qua dell’Isonzo, nella beata Italia, la<br />
giustizia non alberga e regnano soltanto le bizze di qualche persona e la supina acquiescenza<br />
- e spesso anche la beata ignoranza - dei contribuenti che lasciano fare senza una protesta<br />
anche le più grosse corbellerie. Dunque a Udine la retta di L. 1.30 sembra esagerata; e poiché<br />
a Udine, al Manicomio centrale, pare che vi sia il luogo dell’abbondanza, così si pensa di<br />
castigare la succursale di Sacile richiamando i 120 maniaci che qui si trovano. Ma piano, o<br />
signori della deputazione, prima dovrete fare i conti in pubblico e dimostrare a base di fatti e<br />
di cifre le vostre inconsulte rappresaglie; e noi speriamo che il consiglio provinciale vi faccia<br />
rinsavire e vi faccia ragionare al momento opportuno. E se non basterà il Consiglio<br />
provinciale ci sarà qualche cosa di più altrove che metterà fine a questa lotta sorda di<br />
Per opera del Patronato scolastico, sorto dalla privata iniziativa di persone che alta sentivano la voce<br />
dell’umana solidarietà, sostenuto da appoggi benevoli di buona parte della c<strong>it</strong>tadinanza abbiente, del<br />
Comune e del Ministero (...) nel 1903 aperse il Ricreatorio autunnale, i di cui risultati destarono nella<br />
c<strong>it</strong>tadinanza vero e sincero entusiasmo: cfr. MARCHESINI, Giuseppe, Fisiologia di Sacile, c<strong>it</strong>., pagg. 40-41.<br />
1063 LF, n. 236 del 10 aprile 1909, Sempre per l’uman<strong>it</strong>à, La commissione d’ornato.<br />
1064 In realtà il reparto sacilese era stato creato nel 1879, come succursale maschile dell’ospedale civile di<br />
Udine, cui facevano capo i ricoveri a carattere psichiatrico prima dell’ist<strong>it</strong>uzione del nuovo manicomio costru<strong>it</strong>o<br />
nella frazione udinese di Sant’Osvaldo nel 1904. Cfr.: SCOPELLITI, Letterio, c<strong>it</strong>., pag. 34.<br />
Pure a Pordenone esisteva una succursale, creata nel 1885 presso l’ospedale (ed infatti abbiamo visto come nel<br />
corso dell’inchiesta promossa dall’amministrazione Galeazzi sia emersa l’attiv<strong>it</strong>à lavorativa dei pazienti); le otto<br />
succursali non erano inizialmente destinate ai pazienti psichiatrici, ma soprattutto ai pellagrosi ed agli<br />
ammalati in via di guarigione, convalescenti e dementi tranquilli. Esse, ispirate al modello della colonia agricola<br />
di Gheel in Belgio, non avevano specifico personale medico psichiatrico, ma avevano lo scopo dichiarato di<br />
unire forme di ergoterapia alla produzione tendenzialmente autarchica di quanto necessario al mantenimento<br />
degli utenti, diminuendo in modo sensibile la spesa per l’assistenza a carico dell’Amministrazione Provinciale,<br />
che era diventata in tutt’Italia la principale voce del bilancio delle amministrazioni provinciali.<br />
Progressivamente, con il “grande internamento”, le succursali psichiatriche diventeranno le vere e proprie<br />
discariche degli “incurabili”, lasciando al nuovo e moderno manicomio che sorgerà a Udine dopo la riforma del<br />
1904 il ruolo di cura dei pazienti ancora non deteriorati. Ma anche nella loro gestione precedente la funzione<br />
delle succursali si era trasformata in luogo di nefandezze, denunciate nel 1913 dal dottor Giuseppe Vidoni<br />
psichiatra socialista e pos<strong>it</strong>ivista e figlio del mazziniano Giacomo Vidoni che aveva diretto la succursale di San<br />
Daniele. Proprio Vidoni denuncerà l’interesse degli amministratori e dei medici locali alle succursali: Ed il<br />
medico, se trova, sia detto senza offesa, qualche volta la cosa poco comportabile con la sua preparazione<br />
scientifica, la trova senz’altro ottima per un motivo... pratico, perché la “Sezione pazzi” permette<br />
all’Ospedale di mantenere quei posti di medico o di chirurgo che in caso contrario sarebbe, se non di<br />
rado, costretto ad abolire o a non compensare. Cfr. NEMEC, Gloria, c<strong>it</strong>.<br />
Sacile è proprio un buon esempio di questa pol<strong>it</strong>ica opportunistica delle ist<strong>it</strong>uzioni locali, a spese dei pazienti<br />
psichiatrici: proprio dopo l’ist<strong>it</strong>uzione della succursale psichiatrica (con una disponibil<strong>it</strong>à di 200 posti letto)<br />
viene costru<strong>it</strong>o il nuovo ospedale al posto di quello s<strong>it</strong>o a fianco dell’antica chiesa di San Gregorio sul corso: il<br />
nuovo ist<strong>it</strong>uto avrà una capac<strong>it</strong>à di 50 posti letto, minima rispetto alla succursale, anche se raddoppiabile in<br />
caso di emergenze. Cfr.: BALLIANA, Maria, c<strong>it</strong>., pagg. 29-31.<br />
320
piccinerie e di cattiverie che covate fra capoluogo e succursali, spesso basate su relazioni<br />
errate o false, come per il tempo passato, ma non dimenticato! 1065<br />
Nel 1909 si sta giocando una part<strong>it</strong>a importante all’interno delle ist<strong>it</strong>uzioni<br />
psichiatriche friulane. La nuova struttura sorta ad Udine solo cinque anni prima,<br />
ispirata alle posizioni più progressiste nell’amb<strong>it</strong>o della nuova psichiatria consolidatasi<br />
allora come scienza accademica, drena le risorse provinciali. Per mantenere una<br />
struttura quasi unica in Italia, ove i metodi restr<strong>it</strong>tivi sono ridotti al minimo (ma è basata<br />
su un’utopia regressiva, per la quale una minoranza di pazienti possono essere curati in<br />
un mondo che riproduce artificialmente quello esterno, e che segrega nelle succursali<br />
una cifra enormemente più alta di pazienti votati all’esclusione defin<strong>it</strong>iva) si incrementa<br />
la spesa per il personale, in modo da permettere una relazione di un operatore ogni sei<br />
pazienti. Il lavoro, principio base del nuovo ospedale promosso dal dott. Giuseppe<br />
Antonini insieme alla libertà del ricoverato, è visto come base della terapia e la messa in<br />
opera di un complesso autarchico di attiv<strong>it</strong>à economiche crea un mondo a parte,<br />
praticamente autosufficiente.<br />
L’articolo dei socialisti sacilesi cade nel momento in cui un nuovo ampliamento<br />
della struttura udinese viene fatto ipotizzando la chiusura della succursale nel Friuli<br />
occidentale ed il trasferimento dei 120 utenti nel capoluogo provinciale. 1066 Si tratta di<br />
un “gioco delle parti” che verrà più volte re<strong>it</strong>erato nella storia della psichiatria friulana e<br />
che vedrà anche negli anni della riforma promossa da Franco Basaglia negli anni ‘70<br />
convogli <strong>it</strong>ineranti di pazienti spostati come bestie da una struttura all’altra, sulla base<br />
di esigenze non proprio identificabili con pratiche attente alla salute ed alla dign<strong>it</strong>à dei<br />
ricoverati. La presa di posizione socialista non fa riferimento alle differenti pratiche,<br />
quella in fase di sperimentazione ad Udine e quella più deteriore praticata nelle<br />
succursali, ma pone semplicemente il problema delle risorse finanziarie sottratte a<br />
Sacile. Non si accenna alla qual<strong>it</strong>à del servizio reso a Sacile, se non implic<strong>it</strong>amente<br />
quando si parla della carenza del personale ed alla sua scarsa retribuzione (con un<br />
inatteso riconoscimento - per gli anticlericali socialisti dell’epoca - dell’abnegazione del<br />
personale religioso). L’accenno iniziale alla imminente attivazione della colonia agricola è<br />
invece un segnale nel senso delle iniziative progressiste in voga ad Udine, anche se va<br />
sempre sottolineata la strutturale mistificazione sottostante all’ergoterapia, vera e<br />
propria forma di lavoro schiavistico mascherato dall’ideologia manicomiale.<br />
Un particolare interessante è invece quello della presenza di una quota di 60<br />
ricoverati provenienti dall’Austria-Ungheria, pari al 50% degli osp<strong>it</strong>i della succursale<br />
stessa. Il confinante impero asburgico sceglie quindi di ricoverare propria utenza di<br />
madrelingua <strong>it</strong>aliana nel terr<strong>it</strong>orio del regno, ed è significativo che questi utenti siano<br />
stati inviati nella succursale di Sacile, l’unica della provincia friulana collocata in una<br />
zona linguistica essenzialmente venetofona (affine quindi alle “province irredente” di<br />
provenienza). Precedentemente ricoveri di triestini, istriani e dalmati, oltre che di<br />
friulani, avvenivano nell’isola di San Servolo a Venezia, i cui orrori erano stati alla base<br />
dell’accelerazione delle procedure della nuova legge psichiatrica fatta approvare da<br />
Giol<strong>it</strong>ti nel 1904. 1067<br />
Il dibatt<strong>it</strong>o in Consiglio Provinciale tenutosi lunedì 19 aprile viene interrotto con<br />
una sospensiva del progetto della Deputazione Provinciale di trasferimento dei ricoverati<br />
da Sacile nell’ampliamento del manicomio di Udine. I socialisti plaudono in particolare<br />
all’intervento del consigliere Lacchin, che da solo ha difeso gli interessi locali. 1068<br />
Continua l’azione amministrativa, in particolare relativamente all’edilizia popolare<br />
(nonostante la dissidenza di qualche consigliere democratico) ed alla costruzione del<br />
1065 LF, n. 237 del 17 aprile 1909, Fra la Provincia e l’Osp<strong>it</strong>ale di Sacile. Baraonda amministrativa, articolo<br />
firmato Un contribuente.<br />
1066 Cfr.: SCOPELLITI, Letterio, c<strong>it</strong>., pagg. 35-37.<br />
1067 Emerge in quell’occasione un altro fatto che non può non aver dato ulteriore energia all’anticlericalismo<br />
dell’epoca: il direttore di San Servolo è il dottor Minoretti, frate oltre che medico, e l’inchiesta svolta nel 1901<br />
sul manicomio, abbondantemente ripresa dalla stampa dell’epoca, rivela non solo che si poteva finire ai ceppi<br />
per una bestemmia, ma che i religiosi eserc<strong>it</strong>avano “una vera e propria inquisizione sui dementi che<br />
avevano appartenuto all’eserc<strong>it</strong>o o combattuto con Garibaldi”: cfr. NEMEC, Gloria, c<strong>it</strong>., pagg. 126 e 132-<br />
133.<br />
1068 LF, n. 238 del 24 aprile 1909, Fra Provincia e Ospedale - Continua la baraonda.<br />
Nel 1899 sono eletti al Consiglio Provinciale per il mandamento di Sacile il cav. avv. Gio Batta Cavarzerani ed il<br />
cav. Giuseppe Lacchin, radicali; ambedue, giunti a scadenza per sorteggio, sono rieletti nel 1905 (con scadenza<br />
nel 1912). Cavarzerani dà le dimissioni e l’11 agosto 1912 viene eletto al suo posto l’ing. cav. Ugo Granzotto con<br />
1160 voti, mentre ne ricevono 7 l’avv. G. B. Cavarzerani, 3 l’avvocato Enrico Fornasotto ed 1 altri, fra cui l’ing.<br />
Bellav<strong>it</strong>is e Giuseppe Lacchin. Cfr.: ASU-APU, busta 22, fascicolo 4, 1912, Surroghe, dimissioni, elezioni<br />
suppletorie nel mandamento di Sacile, rimborsi spesa. Deputazione provinciale di Udine, prot. n. 1652 del<br />
23.3.1912 e n. 4811 del 13.8.1912.<br />
321
nuovo cim<strong>it</strong>ero, per il quale si attende ormai solo l’autorizzazione della Commissione<br />
san<strong>it</strong>aria provinciale. 1069 Un altro terreno su cui intervengono i socialisti sacilesi è quello<br />
dell’antica cinta muraria, ove gli esponenti della sinistra, come già abbiamo visto nel<br />
caso della demolizione della porta della Bossina a Pordenone, dimostrano di propendere<br />
per una pol<strong>it</strong>ica tutt’altro che protezionistica, a favore di esigenze di risanamento, di<br />
sicurezza e viabil<strong>it</strong>à da affermare a spese del patrimonio artistico, di cui viene negata la<br />
rilevanza. Anzi, le antiche mura sacilesi, con la torre dei Mori posta all’ingresso orientale<br />
della c<strong>it</strong>tà, sono viste come il retaggio di un passato oscuro da cui è opportuno liberarsi:<br />
d’altronde la costruzione della nuova Italia un<strong>it</strong>a non è stata segnata ovunque proprio<br />
dall’abbattimento delle porte, innanz<strong>it</strong>utto, e poi delle antiche cinte murarie che<br />
“soffocavano” lo sviluppo urbano e ricordavano troppo i tempi bui del medioevo?<br />
Nel piazzale delle Carceri c’è un pezzo di vecchia mura castellana ancora in piedi.<br />
Piena di fend<strong>it</strong>ure, rappezzata qua e là, soggetta a continue frane e ad uno strapiombo di<br />
quasi un metro: tale mura è una continua minaccia per la gente. Non ha nessun valore<br />
artistico e tanto meno storico: è antiestetica e tenuta in condizioni statiche deplorevoli:<br />
eppure viene ascr<strong>it</strong>ta nientemeno che fra i monumenti nazionali! Il Municipio, dopo i<br />
reclami sul pericolo permanente all’incolum<strong>it</strong>à personale ha fatto erigere un recinto alla<br />
buona con quattro pali e filo di ferro: una bruttura da villaggio! E i mesi passano e tutta<br />
questa roba va avanti e minaccia di prolungarsi nei secoli. Perché non la si abbatte<br />
defin<strong>it</strong>ivamente? Forse perché si temono le ire di qualche artista di creta o di qualche<br />
ipercr<strong>it</strong>ico sfaccendato o di qualche sensale d’antich<strong>it</strong>à? A Sacile soltanto questa specie di<br />
persone può appassionarsi per quella povera mura che non chiede altro al mondo che<br />
d’andarsene di lì, per lasciare luce e aria ove ora regna umid<strong>it</strong>à e brutture di ogni specie. Giù<br />
la mura! Ma, ohibò, non è forse monumento nazionale? E le autor<strong>it</strong>à ci tengono a conservare<br />
i monumenti e ci tengono specialmente a non far niente di nuovo. Così la mura resterà a<br />
minacciare la v<strong>it</strong>a dei sacilesi per opera della... cretineria nazionale. 1070<br />
Per la prima volta il Primo Maggio viene festeggiato dai soci del circolo socialista,<br />
di cui solo quattro sono assenti giustificati, con una cena all’Albergo Stella. Il discorso<br />
viene tenuto da un compagno sacilese, Andrea Rossetto. 1071<br />
Sempre a segnare un certo suo distacco dal part<strong>it</strong>o friulano, Enrico Fornasotto<br />
scrive sulla Patria del Friuli un lungo articolo sul congresso magistrale di Gemona. Dopo<br />
il congresso, lo stesso Fornasotto pubblica un pesante articolo polemico con i socialisti e<br />
con il resoconto pubblicato su Il Lavoratore Friulano (definisce fra l’altro l’ispettore<br />
Benedetti la loro testa di turco). Per Fornasotto i socialisti farebbero meglio, come ha<br />
fatto fin dalle origini Cabrini a livello nazionale, a seguire con maggiore attenzione il<br />
movimento magistrale, invece di rimanere assenti. 1072<br />
I cattolici sacilesi si impegnano per creare una loro struttura per iniziative<br />
pubbliche, che viene eretta nel centro della c<strong>it</strong>tà, a fianco del duomo. Contro quest’opera,<br />
il Salone Ruffo, i socialisti si impegnano in una lunga polemica, accusando i cattolici di<br />
trascurare l’attiv<strong>it</strong>à ecclesiale per curare maggiormente la propaganda: ci danno così lo<br />
spessore dello sforzo realizzato dai loro concorrenti diretti nel presentarsi fra la<br />
popolazione con una ricca offerta sociale, culturale e ricreativa. L’iniziativa pubblica dei<br />
cattolici viene realizzata con sistematic<strong>it</strong>à, spesso danneggiando - con un calendario<br />
realizzato puntualmente in concorrenza - iniziative culturali anche di società non<br />
connotate pol<strong>it</strong>icamente. Fra esse la Società di insegnamento popolare (che da nove anni<br />
fa a Sacile un lavoro di grande rilevanza sociale, come la scuola invernale gratu<strong>it</strong>a per i<br />
contadini e la scuola festiva di disegno per gli operai) ma anche con compagnie teatrali o<br />
circensi. 1073 Invece i socialisti apprezzano (e difendono dalle cr<strong>it</strong>iche clericali)<br />
l’edificazione da parte di V<strong>it</strong>torio Zancanaro dell’omonimo pol<strong>it</strong>eama sui suoi terreni<br />
attraverso i quali viene tracciata la nuova strada che, dalle antiche mura abbattute<br />
anche grazie alla campagna socialista, conduce alla chiesetta di San Liberale e lì si<br />
congiunge con la strada statale per Pordenone. V<strong>it</strong>torio Zancanaro è, oltre che un ricco<br />
possidente, assessore delle giunte liberali di Lacchin e Cristofoli. 1074<br />
1069 LF, n. 238 del 24 aprile 1909, Cose del Municipio.<br />
1070 LF, n. 238 del 24 aprile 1909, Il monumento... della cretineria nazionale.<br />
1071 LF, n. 240 dell’8 maggio 1909, 1. Maggio.<br />
1072 P, nn. 142 di giovedì 17 giugno 1909, pag. 1, A propos<strong>it</strong>o del Congresso Magistrale di Gemona e 153 di<br />
mercoledì 30 giugno 1909, pag. 1, A propos<strong>it</strong>o del Congresso magistrale friulano.<br />
1073 LF, nn. 239 del 1° maggio 1909, Tutte le vie conducono a... Roma ovvero commovente istoria di un<br />
Salone, 240 dell’8 maggio 1909, Continuazione della commovente istoria di un salone, 241 del 15 maggio<br />
1909, Per il Salone Ruffo ogni mezzo è giustificato dal fine, 242 del 22 maggio 1909, Il d<strong>it</strong>o di Dio... a<br />
rovescio e 271 dell’11 dicembre 1909, pag. 2, Scuola popolare.<br />
1074 CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pagg. 186-187; Zancanaro sarà anche sindaco dal maggio 1912 a Caporetto, e<br />
poi brevemente commissario prefettizio alla fine del 1918; tornerà come podestà dal 1927 al 1936, a conferma<br />
anche a Sacile della sostanziale continu<strong>it</strong>à fra classe dirigente liberale e fascista: CHINA, Elvi, c<strong>it</strong>., pagg. 18-<br />
30.<br />
322
Il Psi propone l’ist<strong>it</strong>uzione di una casa di ricovero, viste le condizioni di<br />
abbandono nelle quali versano gli anziani a Sacile. E’ interessante notare come, fin dalle<br />
origini, la soluzione venga individuata nell’aggancio con l’ospedale di Sacile: l’opportun<strong>it</strong>à<br />
di realizzare delle economie di scala fra le due strutture è all’origine della particolare<br />
s<strong>it</strong>uazione della Casa per anziani di quel comune, che ancora un secolo dopo sarà<br />
singolarmente inser<strong>it</strong>a all’interno del comprensorio ospedaliero, cost<strong>it</strong>uendo un unicum<br />
fra le analoghe ist<strong>it</strong>uzioni del terr<strong>it</strong>orio circostante: E’ sent<strong>it</strong>o da molti anni il bisogno di<br />
una casa di ricovero a Sacile. Ora vediamo dei poveri vecchi costretti a trascinarsi di qua e<br />
di là per non morire di fame o a darsi ammalati per essere ricoverati all’osp<strong>it</strong>ale. Il Comune<br />
spende un tesoro ogni anno pei così detti cronici: cronici che riescono d’incomodo anche<br />
all’ospedale. Da molto tempo si parla e si riparla di erigere una Casa di ricovero, come si fa<br />
in tutti i centri più progred<strong>it</strong>i; ma finora non abbiamo veduto altro che chiacchere, belle<br />
chiacchere, ma sempre chiacchere. Comune, Congregazione di Car<strong>it</strong>à, Osp<strong>it</strong>ale e Monte di<br />
Pietà gli enti c<strong>it</strong>tadini che possono e devono provvedere al bisogno lamentato, con una<br />
negligenza poco spiegabile lasciano passare il tempo senza dar mano alla soluzione del<br />
problema. Eppure messe assieme le somme che attualmente spende il Comune, circa L. 6000<br />
annue, quelle che il Monte di Pietà può dare con l’ultima riforma progettata (e cioè di unire<br />
il Monte all’Ospedale con amministrazioni separate ma con risparmio di spesa di gestione e<br />
colla utilizzazione dell’intero palazzo del Monte) in una cifra non inferiore a L. 2000, e il<br />
redd<strong>it</strong>o delle somme ricavande dalla vend<strong>it</strong>a dei beni stabili della Congregazione e della casa<br />
Fantuzzi del Comune, tutto sommato diciamo si potrebbe arrivare a circa L. 10.000 annue.<br />
Ora tale somma, anche diminu<strong>it</strong>a della spesa per il costruendo fabbricato, potrebbe essere<br />
sufficiente per dare v<strong>it</strong>a sicura e prospera alla Casa di ricovero. A nostro avviso tale Casa<br />
dovrebbe sorgere e venire amministrata dall’Ospedale che ha impiegati propri, personale<br />
medico e di servizio e quindi è l’ente più adatto a dare con minima spesa un funzionamento<br />
ottimo. Siamo certi che tutti approveranno il nostro modesto piano, gettato giù per sommi<br />
capi ma che potrebbe essere sviluppato con maggior larghezza in altra sede. Ma dub<strong>it</strong>iamo<br />
che Comune, Osp<strong>it</strong>ale, Monte di Pietà e Congregazione di Car<strong>it</strong>à riescano finalmente a<br />
mettersi d’accordo ed a fare qualche cosa. Sono così poco v<strong>it</strong>ali questi enti e sono così<br />
paurosi delle cr<strong>it</strong>iche di quattro cattivi e feroci nemici di ogni nov<strong>it</strong>à e di ogni opera<br />
buona! 1075<br />
Non senza dimenticare di dire la loro sull’avvenimento per antonomasia della<br />
comun<strong>it</strong>à sacilese, cioè l’agostana Sagra dei osei, i socialisti continuano ad intervenire a<br />
largo raggio su tutte le esigenze del comune. Si noti che il successivo Consiglio<br />
Comunale, convocato dopo un periodo di inattiv<strong>it</strong>à, ha all’ordine del giorno proprio<br />
quella casa di ricovero che è appena stata posta all’attenzione pubblica dal Psi. 1076<br />
Ma l’attenzione è già rivolta ad un’altro aspetto delle problematiche igieniche,<br />
strettamente legato all’attiv<strong>it</strong>à dell’ospedale e del manicomio: Il bisogno di un bagno<br />
pubblico è sent<strong>it</strong>o da molti anni dalla c<strong>it</strong>tadinanza. Come pure la necess<strong>it</strong>à di un bagno è<br />
sent<strong>it</strong>a dall’osp<strong>it</strong>ale e dal manicomio. Anzi noi non possiamo darci ragione come prima d’ora<br />
i san<strong>it</strong>ari dell’osp<strong>it</strong>ale, i suoi amministratori e le autor<strong>it</strong>à provinciali, sempre pronte a far un<br />
casus belli per delle piccinerie o per delle angherie, non abbiano sent<strong>it</strong>o il dovere di esigere<br />
l’erezione di un bagno moderno per scopo non solo di igiene ma anche di cura di tanti poveri<br />
infelici. Tutto così in Italia: si corre dietro a stupidaggini, a meschine lotte di personal<strong>it</strong>à e<br />
di burocrazia, e non si bada al più importante: la vera e razionale gestione degli enti pii.<br />
Dunque a tre scopi dovrebbe servire il bagno: per i maniaci del manicomio (circa 200), per i<br />
malati dell’osp<strong>it</strong>ale (circa 50); e infine per il pubblico (circa 7500, compresi i soldati di<br />
presidio, gli studenti della scuola normale, di quella tecnica e delle elementari). Uno<br />
stabilimento moderno del valore di 25 30 mila lire sarebbe sufficiente ai bisogni lamentati.<br />
L’osp<strong>it</strong>ale può con i mezzi di cui dispone provvedere alla erezione e gestione, chiedendo<br />
magari il concorso del Comune per un determinato numero di anni. Ma il nostro osp<strong>it</strong>ale è<br />
così lento nell’operare! E il Comune è così pauroso di prendere iniziative nuove e utili:<br />
chiuso nell’attuale tran-tran di cose! Noi però torneremo a battere sul chiodo. 1077<br />
Tutta dedicata alla propaganda anticlericale è la conferenza tenuta dal direttore<br />
dell’Asino, Guido Podrecca, che si tiene nella vicina c<strong>it</strong>tà di V<strong>it</strong>torio Veneto avente per<br />
tema il Diavolo. La venuta dell’apostolo nazionale della satira anticlericale è un<br />
avvenimento degno non solo di un resoconto giornalistico, ma anche della partecipazione<br />
di ascoltatori che giungono fin da Sacile e da Pordenone. Che le folle accorrano a sentir<br />
smantellare la propaganda della chiesa cattolica può sembrare più comprensibile se si<br />
pensa che ambienti cattolici sono da parte loro capaci di approf<strong>it</strong>tare delle disgrazie<br />
familiari di qualche socialista per sostenere che esse sono il prodotto della vendetta<br />
divina. 1078<br />
1075 LF, n. 248 del 3 luglio1909, pag. 4, Per una casa di ricovero.<br />
1076 LF, nn. 250 del 18 luglio 1909, Una buona idea e 251 del 24 luglio 1909, pag. 2, Mercato degli uccelli e<br />
Consiglio comunale.<br />
1077 LF, n. 251 del 24 luglio 1909, Per un bagno pubblico.<br />
1078 LF, nn. 255 del 21 agosto 1909, La conferenza dell’onor. Podrecca a V<strong>it</strong>torio e Quando si dice il d<strong>it</strong>o di<br />
dio!!!<br />
323
Intanto la vicenda del cim<strong>it</strong>ero si trascina, con uno scontro ist<strong>it</strong>uzionale senza<br />
quartiere fra i liberali che governano il comune (favorevoli al trasloco a Sant’Odorico) ed i<br />
clericali contrari. La questione si è ormai spostata al livello del parere degli organismi<br />
ministeriali: è giunto da Roma un commissario governativo, che se n’è andato con un<br />
carico di varie casse di terra tratta dai vari s<strong>it</strong>i proposti, da far valutare al Consiglio<br />
san<strong>it</strong>ario superiore. L’on. Chiaradia si sottrae ad ogni presa di posizione per non dover<br />
scegliere fra le componenti della sua coalizione elettorale ed i liberali pensano di chiedere<br />
all’ex deputato, ed ora senatore, Monti, di scrivere una lettera a Giol<strong>it</strong>ti. Dopo altre<br />
lunghe polemiche, acquis<strong>it</strong>o il parere favorevole del commissario si annuncerà in<br />
novembre l’atto di esproprio del fondo Balliana in Sant’Odorico da parte del prefetto. Ma,<br />
anche dopo, le mene cattoliche per impedire l’atto continueranno, sia intervenendo in<br />
sede ministeriale, sia cercando di manovrare fughe di notizie dall’ambiente stesso della<br />
Prefettura. Alla fine, dopo un tentativo del parroco di coinvolgere nella vicenda anche la<br />
regina madre, finalmente a metà febbraio 1910 si può annunciare che i terreni Balliana<br />
a San’Odorico sono stati occupati ed il nuovo cim<strong>it</strong>ero inizia a funzionare con una cinta<br />
provvisoria in legno. 1079<br />
Intanto il problema degli alloggi popolari sta esplodendo: A quest’ora le disdette a<br />
inquilini date di questi giorni ammontano a 200. La povera gente è spaventata perché non sa<br />
dove trovare un buco per ripararsi dagli aff<strong>it</strong>ti esorb<strong>it</strong>anti che i proprietari esigono dalle loro<br />
stamberghe. Tutti imprecano e se la pigliano col Comune che disinteressandosi del problema<br />
mancando agli impegni assunti durante le elezioni non ha dato mano alla parziale soluzione<br />
della crisi edilizia. Difatti non sappiamo perché il Comune non abbia costru<strong>it</strong>e le prime 10<br />
case popolari vendendo i beni stabili che possiede in paese e fuori che rendono una miseria<br />
alle finanze comunali. In preda a un dolce far niente da quasi un anno i nostri<br />
amministratori non hanno dato mano a nessun lavoro fra quelli promessi e la gente<br />
brontola. Ha ragione. 1080<br />
Si denuncia come il prezzo del pane a Sacile sia alto e la qual<strong>it</strong>à delle farine<br />
impiegate così scarsa che il pane è immangiabile già il giorno successivo. Ciò nonostante<br />
nessuno protesta e le pubbliche autor<strong>it</strong>à (comune ed ufficiale san<strong>it</strong>ario) non fanno nulla<br />
per intervenire. 1081<br />
L’atteggiamento nei confronti dell’amministrazione rimane comunque cr<strong>it</strong>ico ma<br />
aperto a riconoscere i passi avanti fatti dalla maggioranza. In particolare si condivide la<br />
scelta di incrementare la già notevole spesa per la pubblica istruzione, pari a 7 lire per<br />
ab<strong>it</strong>ante (50.000 totali), cioè uno degli stanziamenti più alti fra i comuni della provincia,<br />
anche se poi la qual<strong>it</strong>à dell’insegnamento è giudicata scarsa. Grazie alla vend<strong>it</strong>a di alcuni<br />
beni immobiliari di proprietà comunale è possibile completare l’ist<strong>it</strong>uzione della scuola<br />
tecnica, nominare tre nuovi insegnanti per le scuole elementari. Inoltre<br />
l’amministrazione, guidata da un Sindaco che benché moderato è un anticlericale convinto<br />
e di vecchio stampo, ha respinto la richiesta del parroco di mettere i crocifissi nelle aule<br />
scolastiche e di far rec<strong>it</strong>are le orazioni prima dell’inizio delle lezioni. Da parte socialista si<br />
richiede inoltre l’ist<strong>it</strong>uzione di scuole a servizio di frazioni più distanti, come Ronche e<br />
San Michele, e la costruzione di servizi igienici decenti nei locali della scuola tecnica e di<br />
quella normale. Manca invece un asilo infantile e si fa appello al Patronato Scolastico<br />
perché superi l’inerzia e cerchi di dare una risposta a quelle centinaia di bambini dai tre<br />
ai sei anni attualmente lasciati ai pericoli della strada. Quest’ultima sollec<strong>it</strong>azione viene<br />
prontamente accolta e l’asilo sarà attivo per l’inizio del 1910, grazie soprattutto<br />
all’impegno del direttore didattico, esponente del Psi. Pure i servizi della scuola tecnica<br />
vengono messi in opera sub<strong>it</strong>o dopo la segnalazione. Si richiede che il comune si doti di<br />
un assessore appos<strong>it</strong>amente incaricato per la pubblica istruzione, per fare fronte alle<br />
molteplici esigenze. 1082<br />
Gli amministratori (defin<strong>it</strong>i ironicamente amici... personali) non sono considerati<br />
avversari del socialismo, quanto degli alleati. La polemica nei loro confronti non ha<br />
1079 LF, nn. 253 del 7 agosto 1909, pag. 2, Una grande infamia, 256 del 28 agosto 1909, pag. 4, I moderati<br />
corbellati ovvero le corbellature dell’onorevole Bum-Bum., 267 del 13 novembre 1909, pag. 2, Finalmente!,<br />
272 del 18 dicembre 1909, pag. 2, Continua la grande infamia e 280 del 12 febbraio 1910, pag. 2,<br />
Finalmente!<br />
1080 LF, n. 256 del 28 agosto 1909, pag. 4, Case, case, case!. Sullo stesso argomento cfr. pure il numero<br />
successivo del settimanale, A propos<strong>it</strong>o di case.<br />
1081 LF, n. 259 del 18 settembre 1909, pag. 4, Il Prezzo del Pane.<br />
1082 LF, nn. 260 del 25 settembre 1909, pag. 3, Cose del Comune, 263 del 16 ottobre 1909, pag. 4, Nel mondo<br />
scolastico, 264 del 23 ottobre 1909, pag. 4, Pro Asilo Infantile, 265 del 30 ottobre 1909, pag. 4, Urgenti<br />
bisogni alle scuole e Pro Asilo Infantile, 266 del 6 novembre 1909, pag. 4, Nel mondo scolastico, 267 del 13<br />
novembre 1909, pag. 2, L’on. 39 in vis<strong>it</strong>a, 271 dell’11 dicembre 1909, pag. 2, Scuola popolare (in<br />
quest’articolo la spesa per la pubblica istruzione viene stimata ad una cifra inferiore: 53.000 lire, con una<br />
spesa pro cap<strong>it</strong>e di sei) e 272 del 18 dicembre 1909, pag. 2, Le ire e le cappelle di Pre-naso.<br />
324
l’obiettivo di contestarne le scelte, ma di velocizzarne la realizzazione. Essi si trovano -<br />
secondo il Psi - di fronte ad un bivio, imposto dall’organizzazione dei cattolici che, avviate<br />
tutte le loro ist<strong>it</strong>uzioni pensano ormai a presentarsi autonomamente anche sul piano<br />
pol<strong>it</strong>ico, dopo essersi appoggiati finora ai moderati. Che cosa dunque penseranno di fare i<br />
nostri liberali? Due sole vie stanno aperte davanti a loro: o decidersi per le riforme urgenti e<br />
cooperare con i part<strong>it</strong>i avanzati ad attuarle (scelta saggia davvero) oppure compiere<br />
l’estrema decisione, e darsi in braccio ai clericali. I socialisti non si vedono come gli<br />
antagonisti degli esponenti del vecchio potere liberale, ma piuttosto della forza<br />
organizzata clericale, che viene vissuta come il nemico principale del progresso. 1083<br />
Nel caso di questo gruppo socialista, come di quello di Spilimbergo che<br />
esamineremo in altra sede, emerge la composizione borghese degli esponenti di punta,<br />
ded<strong>it</strong>i all’avvocatura o all’insegnamento, in un centro votato all’intermediazione<br />
commerciale, dove i lavoratori manuali sono quelli delle campagne organizzati<br />
prevalentemente dai cattolici. Una spia dell’area sociale di riferimento dei dirigenti<br />
socialisti sacilesi è la notizia della cost<strong>it</strong>uzione di un circolo sociale di lettura e svago fra<br />
impiegati, professionisti, ufficiali, ecc. Benché tale ist<strong>it</strong>uzione sia estranea a qualsiasi idea<br />
pol<strong>it</strong>ica e religiosa, noi la vediamo sorgere con piacere perché farà opera di educazione civile<br />
fra le varie classi sociali e offrirà un modo di passare le ore di riposo convenientemente e<br />
grad<strong>it</strong>amente agli osp<strong>it</strong>i di Sacile. 1084<br />
Una impostazione chiaramente interclassista, ove il ruolo e le necess<strong>it</strong>à di una<br />
classe operaia praticamente inesistente non trovano spazio. In mancanza di dati più<br />
precisi (lamentando che i fascicoli del censimento siano stati sped<strong>it</strong>i a Roma e così<br />
destinati all’oblio, senza prima averli elaborati in comune!), Marchesini ci dà i seguenti<br />
dati basati sui registri matrimoniali: fra i coniugati fra il 1902 ed il 1906 si contano 170<br />
agricoltori, 28 artigiani, 17 impiegati, 12 possidenti, 4 negozianti e 2 professionisti. Se i<br />
termini non bastano a determinare la composizione sociale del comune, il segretario<br />
comunale aggiunge i dati di redd<strong>it</strong>o: 188 mar<strong>it</strong>i e 205 mogli sono del tutto poveri; 40<br />
mar<strong>it</strong>i e 23 mogli vivono in una condizione mediocre e solo 6 mar<strong>it</strong>i e 4 mogli possono<br />
dichiararsi ricchi od agiati. Pur essendoci un numero lim<strong>it</strong>ato di emigranti (non più di 50<br />
nel 1907), le condizioni di v<strong>it</strong>a sono dure: il consumo di carne è di 22 chili per ab<strong>it</strong>ante<br />
all’anno, superiori alla media nazionale (21,11 chili) ma di gran lunga inferiori ai 74,29<br />
chili di Milano: siamo dunque molto lontani dalla media dei consumi delle maggiori c<strong>it</strong>tà<br />
<strong>it</strong>aliane, anche se su livelli indubbiamente alti rispetto ai miseri r<strong>it</strong>agli lasciati ai<br />
contadini del sud. Aggiunge poi: bisogna però tener presente che nel nostro Comune la<br />
classe agricola ha una notevolissima preponderanza e che il contadino è vegetariano, se non<br />
per convinzione, almeno per contratta ab<strong>it</strong>udine o per necess<strong>it</strong>à. La nostra popolazione fa<br />
pure un uso lim<strong>it</strong>ato di quell’elemento importantissimo dell’alimentazione igienica che è il<br />
sale (...) ciò è incomprensibile e sconfortante, date le buone condizioni del nostro proletario.<br />
Ovviamente - ai bassi consumi alimentari - corrisponde la cresc<strong>it</strong>a del fenomeno<br />
dell’alcoolismo, con una media di esercizi pubblici superiore a quella nazionale (anche se<br />
poi ci si consola pensando alla media tre volte più alta della c<strong>it</strong>tà di Udine). I dati del<br />
commercio che passa attraverso la stazione ferroviaria confermano il ruolo fondamentale<br />
del sistema industriale creato da Lacchin. 1085<br />
Il riformismo pragmatico dei socialisti sacilesi non è un ostacolo alla<br />
mobil<strong>it</strong>azione laica internazionale per l’assassinio di Francisco Ferrer, nella quale sono<br />
affiancati dai repubblicani. Appena vinto il senso di dolorosa sorpresa prodotto dalla notizia<br />
della avvenuta fucilazione di Ferrer, molti c<strong>it</strong>tadini con slancio irrefrenabile vollero<br />
manifestare il giusto sentimento di protesta contro la vergognosa tragedia, organizzando un<br />
comizio che ebbe luogo la sera stessa. La dimostrazione riuscì seria e dign<strong>it</strong>osa, parlarono<br />
molto applaud<strong>it</strong>i: Liberali, Fornasotto, Piccin. Venne poi approvato per acclamazione un<br />
vibrato ordine del giorno, e dopo, senza inutili chiamate, la grande massa di popolo si sciolse<br />
tranquillamente, soddisfatta di avere bene dimostrato tutto il proprio orrore contro i<br />
responsabili di tanto del<strong>it</strong>to. Ed è questa forse la prima volta che noi ci sentiamo orgogliosi<br />
del nostro paese, del popolo di Sacile, che con entusiastico slancio volle unire il proprio al<br />
grido universale di dolore per la soppressione dell’Apostolo, e di protesta contro quei<br />
governanti che per libidine di potere non arretrarono nemmeno davanti il del<strong>it</strong>to. Sappiamo,<br />
e non ci fa meraviglia, che dei c<strong>it</strong>tadini, di quelli che posano a grandi uomini, disapprovano<br />
1083 LF, nn. 261 del 2 ottobre1909, pag. 4, Organizzazione clericale e 266 del 6 novembre 1909, pag. 4, Per un<br />
malinteso.<br />
1084 LF, n. 266 del 6 novembre1909, pag. 4, Circolo sociale.<br />
1085 MARCHESINI, Giuseppe, Fisiologia di Sacile, c<strong>it</strong>., pagg. 20, 23, 25-27 e 35-36.<br />
Parlando della stazione ferroviaria, superata per giro di traffici solo da Udine e Pordenone, nonché dallo snodo<br />
ferroviario di Casarsa e dalle stazioni di interscambio internazionale di Carnia e Pontebba, Marchesini<br />
conferma implic<strong>it</strong>amente l’importanza della pol<strong>it</strong>ica di costruzioni ferroviarie che in quegli anni ha portato ad<br />
ipotizzare l’isolamento di Pordenone a causa delle nuove linee che, con snodo a Sacile, si congiungeranno a<br />
nord con le linee che partono dal nodo già costru<strong>it</strong>o a Casarsa aggirando completamente la c<strong>it</strong>tà cotoniera.<br />
325
queste dimostrazioni, che essi chiamano prese nel loro insieme, ubbriacature collettive,<br />
possibili solo a popoli poco seri, poiché essi dicono, Ferrer non è <strong>it</strong>aliano, e noi non abbiamo<br />
dir<strong>it</strong>to di immischiarsi nei fatti altrui, con l’unico frutto di arrecare dei danni finanziari alla<br />
già misera nostra nazione. Ma lo sappiano, questi non egregi signori, per noi l’esecuzione di<br />
Ferrer, di questo nuovo martire del pensiero, non è solo un del<strong>it</strong>to, data la sua innocenza,<br />
ma un vero attentato contro la libertà ed il progresso di un popolo. Per noi questo è un<br />
tentativo di riscossa di quell’idea nera già si grave di colpe e di del<strong>it</strong>ti, che nuovamente<br />
tenta di avere la supremazia sui destini di un popolo e di fermarlo nel suo cammino verso la<br />
civiltà. Ed è per questo che noi figli, non degeneri e non dimentichi, dei nostri padri,<br />
abbiamo voluto levare ben alto il nostro grido di protesta. Ed è per questo che noi ab<strong>it</strong>uati a<br />
vivere col poco frutto del nostro lavoro, non possiamo curarci di turbare, con le nostre<br />
manifestazioni, le operazioni finanziarie delle consorterie internazionali. A noi premeva solo<br />
di insorgere contro il bieco e criminoso regno dei gesu<strong>it</strong>i, e dimostrare agli assassini di tutti<br />
i paesi che il popolo d’oggi non è più, l’asino utile paziente e bastonato di una volta, e che il<br />
regno del terrore e della sopraffazione deve avere fine. E questo valga per le iene palesi di<br />
Spagna e di Russia e per quelle più o meno mascherate degli altri paesi. 1086<br />
4.3.20 - Il congresso operaio provinciale.<br />
Per domenica 25 aprile è prevista l’assemblea della Società Operaia, con all’ordine<br />
del giorno l’elezione delle nuove cariche di presidente e vicepresidente. La S.O. conta 120<br />
iscr<strong>it</strong>ti e, oltre all’attiv<strong>it</strong>à mutualistica, si pone l’obiettivo di realizzare una biblioteca<br />
circolante con libri donati dai conc<strong>it</strong>tadini e g<strong>it</strong>e sociali (nel 1906 a Milano). Obiettivo dei<br />
socialisti, dopo la crisi creatasi durante le elezioni, con l’appoggio maggior<strong>it</strong>ario dei soci<br />
alla candidatura di Policreti, è di conquistare il vertice della S.O. e di fare del congresso<br />
provinciale delle mutue - che dovrebbe tenersi a Sacile in occasione del venticinquesimo<br />
anniversario della S.O. locale - un momento di spinta verso la nuova funzione ipotizzata<br />
per queste realtà associative. Fino a quel momento la S.O. sacilese era stata tutt’altro<br />
che un covo di sovversivi, domenica 15 gennaio 1905 il presidente che aveva inaugurato<br />
il 5° anno di corsi della Scuola popolare era il consigliere comunale clericale Giacomo<br />
Camilotti. Dall’assemblea esce questa volta una presidenza nettamente spostata a<br />
sinistra: il presidente è Enrico Fornasotto, affiancato dal vicepresidente Gio Batta Pallù,<br />
agente del cav. Francesco Camillotti. 1087<br />
Il 21 novembre si tiene a Sacile il congresso provinciale delle Società Operaie. Si<br />
tratta del congresso in cui, secondo Tess<strong>it</strong>ori, avviene la sanzione della piena egemonia<br />
eserc<strong>it</strong>ata dai socialisti friulani sulle Società Operaie di origine laica. Tess<strong>it</strong>ori commette<br />
un’inesattezza a tal propos<strong>it</strong>o, affermando che i due principali relatori di quel congresso<br />
sono esponenti del Psi: in realtà accanto a Giovanni Cosattini, relatore su Assicurazioni<br />
sociali (Pensioni, assicurazioni contro gli infortuni e malattie: programma massimo e<br />
minimo) e ad Ernesto Piemonte (L’azione delle Società Operaie di Mutuo Soccorso in<br />
rapporto alla tutela degli emigranti), al direttore delle scuole di Sacile G. Rapuzzi (La<br />
mutual<strong>it</strong>à scolastica), esponente del Psi locale, fra i relatori figura il sindaco di Udine<br />
Domenico Pecile, esponente della democrazia radicale, che tiene la relazione proprio<br />
sulla cruciale questione dei Rapporti fra le società operaie di mutuo soccorso e la sezione<br />
friulana della Società Uman<strong>it</strong>aria. Il giudizio parziale di Tess<strong>it</strong>ori riproduce acr<strong>it</strong>icamente<br />
la polemica antisocialista dell’epoca, volta ad accusare i socialisti di strumentalizzare le<br />
Società Operaie, così come a Spilimbergo tre anni prima i cattolici Ciriani e Giordani<br />
avevano rivolto la stessa accusa nei confronti della presenza socialista nel Segretariato<br />
dell’Emigrazione. 1088<br />
L’iniziativa di tenere a Sacile il congresso è presa dalla nuova presidenza,<br />
effettivamente assunta da un esponente del Psi locale ed introdotta da un altro<br />
socialista, Piero De Martini, figlio dell’ex sindaco Valentino; un terzo socialista, Rossetto,<br />
tiene la relazione. Interessante ed animata riuscì l’assemblea della Società Operaia di Sabato<br />
1086 LF, n. 264 del 23 ottobre1909, pag. 2, La commemorazione di Sacile.<br />
1087 G, n. 19 di giovedì 19 gennaio 1905, pag. 3, DA SACILE. La conferenza domenicale; LF, n. 238 del 24<br />
aprile 1909, Convocazione dell’ “Operaia”; CONTELLI, Ermanno, c<strong>it</strong>., pag. 187.<br />
1088 LF, n. 265 del 30 ottobre 1909, pag. 1, Il Congresso di Sacile delle Società di mutuo soccorso friulane;<br />
TESSITORI, TIZIANO, La Società Operaia di Mutuo Soccorso, c<strong>it</strong>., pag. 19.<br />
Nella fase preparatoria della conferenza di Sacile i socialisti respingono le accuse di strumentalizzazione delle s.<br />
o., rivolte alla proposta di federarle con la sezione friulana dell’Uman<strong>it</strong>aria. Nel replicare ai cr<strong>it</strong>ici, che<br />
ottengono il sostegno della Camera di Commercio di Udine, che aderisce alla sezione udinese dell’Uman<strong>it</strong>aria<br />
ponendo pesanti restrizioni, i socialisti friulani replicano che l’Uman<strong>it</strong>aria stessa agisce per motivi generali di<br />
progresso civile, accantonando quei principi e quegli obiettivi di lotta di classe che potrebbero dividere le<br />
ist<strong>it</strong>uzioni operaie e giustificarne, in caso contrario, la mancata adesione. Cfr.: LF, n. 266 del 6 novembre 1909,<br />
Per un convegno della S.O. e per l’Uman<strong>it</strong>aria.<br />
326
18 corr., diretta dal nuovo Presidente avv. dott. Fornasotto. Apertasi la seduta, presenti una<br />
quarantina di soci, il socio Piero De Martini volle ringraziare il Presidente, a nome dell’intera<br />
Società, per aver ceduto alle insistenti pressioni, coll’accettare l’onorifico incarico. Il<br />
Presidente ringraziò - disse che assolutamente non avrebbe voluto più cariche pubbliche a<br />
Sacile - ma che però ha accettato dietro assicurazione del Consiglio direttivo d’essere<br />
coadiuvato, per poter portare quelle innovazioni e quei miglioramenti necessari ed utili alla<br />
Società, e che nello stesso tempo tornano di vanto e di decoro al paese. E’ inutile ricordare<br />
che l’avv. Fornasotto, socialista, per parecchi anni coprì diverse cariche pubbliche a Sacile,<br />
dalle quali non ebbe che noie e dispiaceri per aver cercato di portare al paese quelle<br />
innovazioni utili e indispensabili, scuotendolo dal lungo torpore in cui da parecchi anni<br />
giaceva. Da ciò la sua risoluzione di rinunciare a qualsiasi carica pubblica. Ma torniamo<br />
all’assemblea. Fra gli articoli posti all’ordine del giorno era il seguente: Modo di festeggiare<br />
il venticinquesimo anno di fondazione della Società Operaia di M.S. Dal socio Andrea<br />
Rossetto venne letta la relazione della Commissione nominata per gli studi su tale<br />
argomento. Tale relazione ampliata poi dal Presidente nei più minuti dettagli, venne accolta<br />
ed approvata all’unanim<strong>it</strong>à. Il giorno 10 ottobre p.v. quindi, avremo un congresso a Sacile<br />
delle Società Operaie della Provincia, e quelle fra le maggiori della lim<strong>it</strong>rofa di Treviso. In<br />
esso verranno trattati due temi di eccezionale importanza per la classe operaia e cioè: 1.<br />
Assicurazioni sociali. 2. Adesione delle Società all’Uman<strong>it</strong>aria, sezione di Udine. E’<br />
assicurato l’intervento dell’Onorevole Angiolo Cabrini, Deputato al Parlamento, quale<br />
relatore del primo tema. Molto probabilmente sarà relatore del 2.o tema, il comm. Pecile<br />
Sindaco di Udine e Presidente dell’Uman<strong>it</strong>aria (sezione di Udine). Parteciperà al Congresso il<br />
Segretariato dell’emigrazione di Udine, e la Cooperativa Carnica di Tolmezzo con tutti gli<br />
ist<strong>it</strong>uti maggiori di mutual<strong>it</strong>à e di cooperazione. L’importanza degli argomenti che verranno<br />
trattati, e la felice scelta dei relatori, danno affidamento di splendido es<strong>it</strong>o del Congresso. E’<br />
la prima volta che Sacile ha l’onore di poter assistere ad una conferenza tenuta da un<br />
deputato di vaglia qual’è Angiolo Cabrini. Come corollario a tale festa, vi sarà il banchetto, la<br />
musica, una rappresentazione drammatica al Sociale a cura di dilettanti sacilesi ed una<br />
lotteria pro filarmonica.<br />
Per i socialisti di Sacile l’occasione è importante, potendo portare in c<strong>it</strong>tà uno dei<br />
maggiori esponenti del Psi. Attorno al congresso si organizza la partecipazione delle<br />
principali ist<strong>it</strong>uzioni del socialismo friulano, anche se la presenza del Segretariato<br />
dell’Emigrazione e della collegata sezione friulana dell’Uman<strong>it</strong>aria non vanno concep<strong>it</strong>e<br />
solo come un affare di part<strong>it</strong>o. La partecipazione di esponenti della classe pol<strong>it</strong>ica liberale<br />
friulana agli organismi di rappresentanza di queste ist<strong>it</strong>uzioni operaie è infatti vasta,<br />
anche se è innegabile la funzione di promotori e di organizzatori svolta da Cosattini e<br />
Piemonte. La necess<strong>it</strong>à di reperire le risorse viene affrontata con grande dign<strong>it</strong>à. Viene<br />
scartata la proposta di utilizzare una lotteria, r<strong>it</strong>enuta una forma di questua e si sceglie<br />
invece la strada di una sottoscrizione fra gli associati. 1089<br />
Il congresso viene però rinviato, in quanto la vast<strong>it</strong>à dell’impegno organizzativo<br />
richiede di potervi dedicare più tempo. Questa è la versione provinciale che appare sulla<br />
prima pagina de Il Lavoratore Friulano, mentre in cronaca locale si sottolinea solamente<br />
che l’on. Cabrini non potrà assumersi impegni pubblici fino all’inverno e si attende<br />
quindi l’adesione di un altro parlamentare. L’occasione permette comunque alla<br />
redazione del settimanale di puntualizzare le proprie riflessioni sullo stato delle S.O. in<br />
Friuli. Si nota una forte autocr<strong>it</strong>ica sugli atteggiamenti tenuti in passato rispetto a<br />
questo fenomeno: lo schieramento in campo riformista della leadership del socialismo<br />
friulano annulla le precedenti contestazioni dell’ala sindacalista rivoluzionaria,<br />
permettendo agli esponenti del Psi di assumere il controllo del movimento mutualistico<br />
in termini di efficentismo, come strumento per costruire il percorso verso la conquista<br />
delle assicurazioni e della previdenza a carattere nazionale.<br />
Il congresso di Sacile è il momento culminante di un ripensamento della strategia<br />
socialista in tema di mutual<strong>it</strong>à, relativizzando il terreno del confl<strong>it</strong>to sindacale per<br />
assumere su di sè il comp<strong>it</strong>o di dare una soluzione ai problemi previdenziali ed<br />
assicurativi della classe operaia, a partire dalle S.O.: Il movimento mutualistico nella<br />
nostra provincia è importante. Le società operaie sono assai diffuse: si va dalle piccole<br />
associazioni dei minori centri rurali a quelle poderose per soci e per ent<strong>it</strong>à di cap<strong>it</strong>ale dei<br />
più popolosi agglomeramenti urbani. (...) Il part<strong>it</strong>o socialista, sempre un po’ unilaterale nelle<br />
sue manifestazioni, ha avuto, in tempi ormai passati, un evidente dispregio per le<br />
associazioni mutue, tutto inteso come era a promuovere e disciplinare la resistenza della<br />
1089 LF, n. 260 del 25 settembre 1909, pag. 3, Assemblea della Società Operaia.<br />
Da parte progressista, ed in particolare socialista, il gioco del lotto è considerato una pratica superstiziosa da<br />
combattere: E’ da augurarsi, quindi, che sorga presto una forte ag<strong>it</strong>azione contro questa disastrosa<br />
ist<strong>it</strong>uzione, che il professor Ruggero Panebianco chiamò 70,000 volte ladra, che dà 45 milioni all’anno di<br />
guadagno allo Stato e che l’Avanti!, il giornale socialista romano, annuncia sempre col t<strong>it</strong>olo<br />
appropriatissimo di “tassa sugl’imbecilli.” Cfr.: MARCHESINI, Giuseppe, Fisiologia di Sacile, c<strong>it</strong>., pagg. 33-<br />
34.<br />
327
classe operaia: fattosi adulto modificò profondamente le sue concezioni dottrinali anche su<br />
questo punto e riconosce che, in mancanza di una legge per l’assicurazione obbligatoria degli<br />
operai contro i danni delle malattie, le S.O. assolvono, almeno in parte, un comp<strong>it</strong>o<br />
altamente benefico quale è quello di procurare al lavoratore ammalato un aiuto, sia pur<br />
tenue, che gli permetta di attendere il ripristino della salute. Chi bene consideri il<br />
movimento mutualistico friulano constaterà ancora una volta ripetuto l’errore fondamentale<br />
di tutte le manifestazioni degli sforzi collettivi <strong>it</strong>aliani: ancora una volta si può osservare<br />
che i piccoli cr<strong>it</strong>eri di un campanilismo assurdo hanno fatto nascere una pletora di<br />
minuscole associazioni con poche decine di soci, disperse in ogni comune e frazione di<br />
comune; per tal modo i rischi di assicurazione distribu<strong>it</strong>i su poche persone sono assai elevati<br />
e le mutue vivono stentatamente ed anemiche, impari al loro comp<strong>it</strong>o, impossibil<strong>it</strong>ate a<br />
risolvere gli altri problemi annessi e subordinati alla previdenza contro i danni delle malattie<br />
e cioè a provvedere alle pensioni e ad aiutare il movimento di cooperazione, di istruzione e<br />
di resistenza. Appunto perciò è necessario che il congresso - dopo aver proclamato ancora<br />
una volta il dovere morale dello Stato di rendere sollec<strong>it</strong>amente obbligatorie tutte le<br />
assicurazioni sociali fornendone in parte i mezzi - escog<strong>it</strong>i il sistema migliore per riunire le<br />
singole energie locali in un più vasto organismo federale capace di dare nuovo impulso alla<br />
propaganda mutualistica, a spronare le singole associazioni ed aiutarle nei loro tentativi di<br />
riforme e di sviluppo dei servizi accessori. Già altra volta fu tentata una federazione delle<br />
mutue friulane, ma i tempi non erano ancora maturi e forse non lo sono ancora: perciò ci<br />
pare ragionevole un esperimento preparatorio nel senso di far funzionare la Sezione<br />
Friulana dell’Uman<strong>it</strong>aria come organo federale per qualche tempo, sino a che cioè,<br />
rinvigor<strong>it</strong>e le forze, iniziati i servizi collettivi, il bisogno della federazione non balzi vivo e<br />
immanente dalle cose stesse. 1090<br />
Il congresso di Sacile è inoltre l’occasione per rilanciare il movimento in una<br />
s<strong>it</strong>uazione difficile dal punto di vista pol<strong>it</strong>ico, a fronte della crisi generalizzata di tutte le<br />
organizzazioni di classe. Il momento centrale del congresso sarà l’occasione data alla<br />
S.O. di Udine di esporre alle consorelle i larghi studi compiuti per estendere le pensioni ai<br />
soci, assicurando il retto funzionamento del servizio relativo mediante la iscrizione alla<br />
Cassa Nazionale di previdenza. In quegli anni è stato proprio Giovanni Cosattini ad<br />
elaborare un articolato programma di attiv<strong>it</strong>à e di riforma della Società Operaia udinese,<br />
pubblicato su Il Lavoratore Friulano nel corso del 1908 e ripreso nelle settimane<br />
precedenti al congresso di Sacile. 1091<br />
Il congresso viene convocato per domenica 21 novembre, presso il Teatro Sociale<br />
con il concorso organizzativo dell’Amministrazione Comunale. Si ipotizza una vasta<br />
partecipazione di maestri elementari, la categoria più interessata a far nascere la<br />
mutual<strong>it</strong>à scolastica sul modello francese e belga, come pratica pedagogica volta ad<br />
educare i futuri lavoratori all’aiuto ed alla solidarietà reciproca. Sono stati inv<strong>it</strong>ati i<br />
deputati radicali della provincia Girardini e Luzzatto. Gli osp<strong>it</strong>i saranno accolti alla<br />
stazione ferroviaria dalla banda c<strong>it</strong>tadina e da quelle delle local<strong>it</strong>à vicine. Nel pomeriggio<br />
si organizza un concerto in piazza e in serata sarà data una rappresentazione da parte<br />
dei locali filodrammatici. Ma il successo forse più grande per i socialisti è la presenza al<br />
congresso dell’on. Chiaradia: se permangono dubbi sulla coerenza della sua condotta<br />
pol<strong>it</strong>ica con gli impegni presi in quella sede, non si può che prendere atto di come le idee<br />
di riforme s’impongono ad ogni part<strong>it</strong>o e a tutti gli uomini che mil<strong>it</strong>ano nella v<strong>it</strong>a pubblica.<br />
Il più infastid<strong>it</strong>o dal congresso è invece il reverendo che, dopo aver inv<strong>it</strong>ato dal pulp<strong>it</strong>o i<br />
fedeli a disertare l’appuntamento, deve constatare con scorno il loro afflusso al teatro e<br />
l’entusiasmo dei contadini per gli interventi pronunciati. Ma ad infastidirlo<br />
particolarmente dev’essere proprio la presenza del deputato locale, che questa volta non<br />
ha potuto assecondare i desideri dei suoi grandi elettori ecclesiastici. 1092<br />
Come promesso in occasione della sua venuta a V<strong>it</strong>torio Veneto, l’on. Podrecca<br />
effettua una sua conferenza a Sacile sabato 18 dicembre, dal tema Il mar<strong>it</strong>o dell’anima,<br />
1090 LF, n. 262 del 9 ottobre 1909, pag. 1, IL CONGRESSO delle Società operaie di mutuo soccorso friulane;<br />
pag. 2, Per il congresso operaio.<br />
1091 LF, n. 266 del 6 novembre 1909, pag. 3, Per un convegno della S.O. e per l’Uman<strong>it</strong>aria; cfr. inoltre il già<br />
c<strong>it</strong>ato n. 197 del 25 luglio 1908, pag. 4, Cronaca c<strong>it</strong>tadina. Nuovi orizzonti alla Soc. Operaia riportato in<br />
appendice ed i nn. 212 del 7 novembre 1908, CRONACA CITTADINA. La riforma dello Statuto alla Società<br />
Operaia e 267 del 13 novembre 1909, pag. 3, Cronaca C<strong>it</strong>tadina. Alla Società Operaia Generale.<br />
1092 LF, n. 266 del 6 novembre 1909, pag. 4, Il Congresso Operaio, 267 del 13 novembre 1909, pag. 2,<br />
Congresso operaio, 268 del 20 novembre 1909, pag. 4, Benvenuti! e 269 del 27 novembre 1909, pag. 2, Il<br />
Congresso operaio.<br />
Il resoconto del congresso viene dato estesamente dal quotidiano radicale udinese: cfr. P, nn. 277 di lunedì 22<br />
novembre 1909, pagg. 1 e 2, IL V° CONGRESSO OPERAIO FRIULANO. Nel 25° della fondazione della<br />
Società Operaia di Sacile, 279 di mercoledì 24 novembre 1909, pag. 1, Dopo il convegno di Sacile. La<br />
relazione del prof. Domenico Pecile, 280 di giovedì 25 novembre 1909, pag. 1, Dopo il convegno di Sacile,<br />
281 di venerdì 26 novembre 1909, pagg. 1 e 2, Dopo il convegno di Sacile. La mutual<strong>it</strong>à scolastica.<br />
Relazione del maestro Rapuzzi, 282 di sabato 27 novembre 1909, pag. 1, Dopo il convegno di Sacile e 283<br />
di lunedì 29 novembre 1909, pag. 1, stesso t<strong>it</strong>olo.<br />
328
poi convert<strong>it</strong>o nel defin<strong>it</strong>ivo Fede e morale. Il successo dell’iniziativa è pieno: Gli avversari<br />
rimasero sbalord<strong>it</strong>i per l’efficace e serena cr<strong>it</strong>ica fatta dal Podrecca alla morale cattolica e<br />
per i felici esempi portati a sostegno della morale util<strong>it</strong>aria che è la bussola delle azioni della<br />
odierna civiltà. 1093<br />
Il 18 dicembre il Consiglio Comunale approva il bilancio preventivo per il 1910,<br />
che prevede l’aumento delle retribuzioni per gli impiegati di concetto. Tale provvedimento<br />
è condiviso, ma si protesta per la mancata estensione di tale miglioramento anche agli<br />
impiegati di rango inferiore ed ai salariati, che versano in condizioni ben peggiori come i<br />
maestri elementari, le guardie, il cursore (cioè il messo comunale) e gli stradini. Ci si<br />
domanda perché i consiglieri comunali socialisti abbiano fatto passare questo<br />
provvedimento discriminatorio senza neanche intervenire. La delibera viene però poi<br />
bloccata dalla Giunta provinciale amministrativa, a opera di quella disgrazia di dio che è il<br />
ragioniere capo Gilardoni - clericale di dieci cotte, ed ai socialisti non resta che auspicare<br />
una dura opposizione dell’Amministrazione Comunale nei confronti di questo<br />
personaggio che rappresenta l’ “anima nera” del controllo prefettizio: a suo carico viene<br />
anche ascr<strong>it</strong>to il r<strong>it</strong>ardo di un anno nell’approvazione della delibera relativa alla<br />
costruzione delle case popolari. 1094<br />
4.3.21 - La pol<strong>it</strong>ica scolastica dei socialisti.<br />
Il 25 dicembre la sezione socialista decide di darsi un piano di lavoro per il nuovo<br />
anno, comprendente la realizzazione di una serie di conferenze pubbliche. In tale<br />
occasione si decide anche di aderire alla federazione socialista provinciale, dalla quale<br />
finora il Psi locale ha mantenuto la sua autonomia. Un’iniziativa socialista viene<br />
indirettamente realizzata attraverso la conferenza, organizzata dalla scuola popolare per<br />
domenica 9 gennaio 1910, dell’on. Angiolo Cabrini su Un viaggio al Nord, arricch<strong>it</strong>o da<br />
numerose proiezioni luminose. L’iniziativa, che si avvale della nuova arte cinematografica,<br />
viene ovviamente boicottata dalla parrocchia, che organizza uno spettacolo teatrale<br />
raffazzonato in contemporanea nella vicina sala Ruffo, senza però procurare danno<br />
alcuno. Il carissimo compagno on. Cabrini ha lasciato l’entusiasmo fra i c<strong>it</strong>tadini di tutte le<br />
classi sociali: specialmente fra i cosidetti uomini dell’ordine, i quali si sono accorti che i<br />
socialisti sono rappresentati in Parlamento da valori intellettuali e sociali. (...) Prima di<br />
partire volle vedere le scuole elementari e informarsi di quanto qui si fa per l’istruzione<br />
popolare. Ebbe parole di lode per quei socialisti che facendo da propulsori instancabili<br />
portarono il Comune a simile grado di civiltà. 1095<br />
Nelle settimane successive, segno del sempre maggiore protagonismo del<br />
socialismo sacilese nella federazione provinciale, appaiono quattro articoli di Enrico<br />
Fornasotto sulla prima pagina de Il Lavoratore Friulano. Coerentemente con l’attenzione<br />
finora dimostrata per le attiv<strong>it</strong>à in campo educativo, questi articoli sono dedicati alla<br />
necess<strong>it</strong>à della riforma della scuola ed a come i socialisti possano operare attraverso i<br />
comuni per migliorare il sistema scolastico locale. Non può mancare un inquadramento<br />
teorico, nel quale l’istruzione viene defin<strong>it</strong>a come un fondamentale strumento per<br />
l’emancipazione dei lavoratori: Non ci stancheremo mai di ripeterlo ai lavoratori. La<br />
redenzione economica e morale della classe lavoratrice non potrà affrettarsi né restare<br />
v<strong>it</strong>toriosa e sicura se il sentimento del “dovere dell’istruzione” , dell’obbligo imprescindibile<br />
di coltivare la mente, non si sarà radicato nel cuore e nel cervello dell’operaio. E’ necessario<br />
che venga sorgendo nelle masse quella “coscienza scolastica” che porterà una rivoluzione<br />
nel campo attuale della coltura popolare e sarà la base della rivoluzione nel campo<br />
economico e sociale. Già abbiamo visto i primi benefici effetti. Da quando i maestri d’Italia<br />
si sono stretti in falange - i clericali a parte s’intende, da veri ed eterni crumiri in ogni<br />
campo sociale - e hanno portato fra il popolo il problema della scuola popolare, discutendolo<br />
nei comizi e nella stampa, quanto cammino verso l’ideale! Oggi Parlamento, Provincie,<br />
Comuni, Società di mutuo soccorso, camere del lavoro e via discorrendo, riguardano come<br />
uno fra i primi problemi da risolvere quello della scuola elementare e della coltura del<br />
popolo. E malgrado l’opposizione continua, disperata e insensata della classe dominante<br />
(quella che ha scuole per suo conto di tutti i gusti!) aiutata dai sol<strong>it</strong>i nemici di ogni<br />
progresso umano (i clericali) la scuola fin<strong>it</strong>à coll’imporsi e col trionfare. Scuola è scienza: e<br />
la scienza non conosce ostacoli.<br />
1093 LF, nn. 271 dell’11 dicembre 1909, pag. 2, Conferenza Podrecca e 273 del 25 dicembre 1909, pag. 2,<br />
stesso t<strong>it</strong>olo.<br />
1094 LF, nn. 273 del 25 dicembre 1909, pag. 2, Sempre per la giustizia e 295 del 28 maggio 1910, pag. 4,<br />
Burocrazia funesta e Le case popolari.<br />
1095 LF, nn. 274 dell’1 gennaio 1910, pag. 4, L’on. Cabrini, Cose della sezione e 276 del 15 gennaio 1910, pag.<br />
2, Conferenza Cabrini e La concorrenza di Pre-Naso e sottocoda.<br />
329
La realtà da affrontare è quella per cui il 50% della popolazione nazionale (e l’80%<br />
di quella del Sud) è analfabeta. Bisogna partire dalla realtà maggior<strong>it</strong>aria, quella della<br />
“scuola rurale” che, in Friuli, coll’eccezione dei comuni capoluogo di distretto e di pochi<br />
altri, è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da tre classi maschili con un maestro e tre classi femminili con una<br />
maestra. Tale scuola è un vero orrore: perché è contro tutte le regole della pedagogia,<br />
dell’igiene e del buon senso. Che proposta fa Fornasotto? Quella di unificare le due<br />
sezioni in un’unica mista di quattro anni di insegnamento (proposta indubbiamente<br />
progressista), di cui il primo biennio affidato alla maestra ed il secondo al maestro<br />
(proposta che risente invece purtroppo della concezione tradizionale della donna come<br />
atta a svolgere funzioni più di cura che educative). Le ore di lezione saranno tre al giorno<br />
per classe, ai sensi della legge Orlando del 1904. Questa riorganizzazione costerà circa<br />
settecento lire annue in più per il bilancio dei comuni, prodotte dall’aumento di due<br />
quinti dello stipendio dei maestri (che si troveranno così a fare sei ore di lavoro<br />
giornaliero) e dalla perequazione dello stipendio della maestra con quello del suo collega<br />
maschio: in questo caso si assume coerentemente il principio dell’eguaglianza di<br />
retribuzione a par<strong>it</strong>à di lavoro. Un successivo provvedimento dovrà essere quello di<br />
aggiungere anche la quinta e la sesta classe, impegnando un terzo maestro.<br />
L’interlocutore pol<strong>it</strong>ico di questo movimento è quindi il comune: A tutti i lavoratori<br />
raccomandiamo quindi di occuparsi nel rispettivo Comune di tale trasformazione della<br />
scuola e di premere sui Comuni, dove ancora si dorme o si combatte da preti e reazionari la<br />
più bella ist<strong>it</strong>uzione civile “la scuola”, per ottenere questo primo passo verso un migliore e<br />
più razionale assetto della “fucina delle anime nuove”. 1096<br />
In attesa di questi provvedimenti, i lavoratori devono pensare a migliorare la loro<br />
istruzione facendo sorgere le scuole serali, le scuole di disegno e le scuole speciali per<br />
emigranti. Queste ultime soprattutto sono necessarie per una provincia che vive<br />
sull’emigrazione: ma solo in rari casi, come a Prato Carnico ed a Cividale, esse sono state<br />
ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e. Quello che occorre è che ounque sorgano di tali scuole e che l’opera loro continui<br />
incessante per migliorare quella merce-lavoro che è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dai nostri emigranti. Quando<br />
l’operaio è istru<strong>it</strong>o, educato, consapevole de’ suoi dir<strong>it</strong>ti - e soprattutto dei suoi doveri! - è<br />
sicuro di guadagnare di più all’estero, di farsi amare dai compagni di lavoro e di rifuggire da<br />
quegli atti di crumiraggio o di piccola delinquenza, lamentati sempre da coloro che seguono<br />
il fenomeno emigratorio nostrano e cercano di migliorarlo. Fornasotto ricorda come, già nel<br />
1906 al Congresso internazionale delle opere di educazione popolare, nella relazione<br />
tenuta insieme con l’on. Angiolo Cabrini sul tema delle scuole per emigranti, egli aveva<br />
insist<strong>it</strong>o per la loro ist<strong>it</strong>uzione in tutti i centri <strong>it</strong>aliani di significativa emigrazione,<br />
attivando i finanziamenti di Comuni, Province, Stato, Commissariato dell’Emigrazione,<br />
Dante Alighieri, Segretariati e Società operaie. L’insegnamento in tali scuole dovrebbe<br />
seguire un programma fortemente improntato a contenuti professionali e pratici, non<br />
esclusa la formazione di tipo sindacale: a tal propos<strong>it</strong>o un libro di testo appos<strong>it</strong>o è stato<br />
pubblicato dalla Uman<strong>it</strong>aria di Milano. 1097<br />
Proprio pochi giorni dopo Enrico Fornasotto presenta una relazione sui problemi<br />
della scuola e gli emigranti al decimo congresso del Segretariato dell’Emigrazione. Viene<br />
approvata in segu<strong>it</strong>o al dibatt<strong>it</strong>o la seguente mozione: Il Congresso; riafferma la grande ed<br />
assoluta importanza che la scuola popolare ha nei riguardi dell’emigrazione <strong>it</strong>aliana;<br />
riafferma il voto che lo Stato provveda finalmente a debellare la piaga vergognosa tutta<br />
<strong>it</strong>aliana dell’analfabetismo e a sistemare in modo razionale l’organismo scolastico<br />
elementare togliendo la scuola ai Comuni, estendendo l’obbligo della frequenza fino alla 4.a<br />
classe, elevando gli stipendi degli insegnanti in modo congruo e dign<strong>it</strong>oso, integrando<br />
l’opera della scuola con le ist<strong>it</strong>uzioni sussidiarie più necessarie, quali la refezione, le<br />
biblioteche, i ricreatori laici, i dopo scuola, e i giardini d’infanzia; riafferma la necess<strong>it</strong>à di<br />
ist<strong>it</strong>uire in ogni centro delle scuole invernali speciali, della durata di tre mesi e per il corso<br />
d’un biennio, nelle quali venga impart<strong>it</strong>a agli emigranti una istruzione professionale con<br />
nozioni sulle seguenti materie: lingua <strong>it</strong>aliana, lingue estere, ar<strong>it</strong>metica, geografia<br />
commerciale, morale e legislazione sociale; inv<strong>it</strong>a il Segretariato, l’Uman<strong>it</strong>aria, i Comuni, la<br />
Provincia, il governo e il Commissariato dell’Emigrazione a concorrere finanziariamente per<br />
far sorgere nel prossimo inverno 1910-1911 tali scuole speciali per gli emigranti; da<br />
mandato al Segretariato di Udine di farsi ag<strong>it</strong>atore presso gli enti predetti per riuscire allo<br />
scopo colla certezza di compiere opera altamente proficua intellettualmente, moralmente ed<br />
economicamente non solo per l’emigrazione <strong>it</strong>aliana ma anche per la nazione intera e<br />
sopratutto per la dign<strong>it</strong>à del nome <strong>it</strong>aliano. 1098<br />
L’ist<strong>it</strong>uzione scolastica non basta però da sola, se i lavoratori non riescono a<br />
strappare dalle amministrazioni comunali quelle ist<strong>it</strong>uzioni sussidiarie che sole possono<br />
1096 LF, n. 275 dell’8 gennaio 1910, pag. 1, SCUOLA! SCUOLA! SCUOLA! Per una riforma pratica e possibile.<br />
1097 LF, n. 276 del 15 gennaio 1910, pag. 1, E sempre scuola, scuola, scuola! Per gli emigranti.<br />
1098 E, anno V, n. 2, febbraio 1910, IL NOSTRO X CONGRESSO.<br />
330
garantire il dir<strong>it</strong>to allo studio e dare una risposta adeguata alla prima infanzia. Prima di<br />
tutto è necessario il Patronato scolastico: formato col concorso del Comune, del Governo,<br />
dei c<strong>it</strong>tadini di ogni classe, il patronato si deve prefiggere lo scopo di aiutare i bambini<br />
poveri mediante la distribuzione di oggetti di vestiario, calzature, refezione scolastica,<br />
medicinali ecc. La biblioteca scolastica, iniziata anche in forma ridotta, permette di<br />
ab<strong>it</strong>uare i ragazzi fin da piccoli alla lettura, impedendo loro di ricadere nell’analfabetismo<br />
appena terminata la frequenza scolastica. L’ist<strong>it</strong>uzione di giardini d’infanzia permette di<br />
dare una risposta ai bambini a partire dai tre anni d’attiv<strong>it</strong>à, in modo da toglierli dai<br />
pericoli della strada e della casa in cui vengono abbandonati dalla famiglia costretta a<br />
lavorare e da prepararli al futuro lavoro scolastico. Infine i ricreatori possono permettere<br />
di dare una risposta agli scolari nel periodo delle vacanze autunnali e nei lunghi e<br />
pericolosi orari di abbandono dopo la scuola. Tutte queste ist<strong>it</strong>uzioni si stanno<br />
diffondendo nei centri più evoluti, e vanno ottenute anche in Friuli. 1099<br />
Nuovamente Fornasotto interviene per lodare entusiasticamente le proposte di<br />
riforma presentate dal nuovo presidente del consiglio Sonnino in materia di istruzione.<br />
Una proposta di stampo fortemente dirigista, che vuole togliere ogni competenza ai<br />
piccoli comuni in materia scolastica. Fornasotto, che commenta come per parte sua<br />
toglierebbe le competenze scolastiche a tutti i comuni, a questi eterni nemici<br />
dell’istruzione e delle spese, a questi ignoranti amministratori del servizio pubblico più<br />
importante e più delicato! Addio sindaco salumaio, assessore ciabattino, consigliere<br />
sagrestano: addio segretario onnipotente e nemico occulto dei maestri quanto<br />
intraprendente corteggiatore delle maestre: addio protettorato del parroco e relativi<br />
scagnozzi!<br />
L’ist<strong>it</strong>uzione del direttore didattico e di un nuovo ente scolastico provinciale,<br />
l’aumento degli ispettori, l’autonomia del provved<strong>it</strong>orato dal prefetto vengono visti come<br />
provvedimenti che porteranno una primavera promettente per la coltura popolare: e a gran<br />
copia i frutti il vicino estate porterà al popolo <strong>it</strong>aliano. L’elemento di stimolo e di controllo<br />
dal basso viene visto nel corpo magistrale, che dovrà essere aumentato e meglio<br />
retribu<strong>it</strong>o. L’esigenza di una profonda riforma porta il dirigente socialista sacilese a<br />
sposare la via tecnocratica, individuata come lo strumento valido per aggirare gli ostacoli<br />
posti da una classe dirigente locale oscurantista. L’ente locale, precedentemente<br />
individuato come terreno di scontro pol<strong>it</strong>ico, viene ora ridotto a puro obiettivo polemico,<br />
confidando ciecamente nell’efficacia della burocrazia scolastica. La questione di mer<strong>it</strong>o<br />
sopravanza e semplifica l’esigenza di costruire un movimento pol<strong>it</strong>ico, fino alla<br />
fascinazione per il riformismo conservatore di Sonnino. 1100<br />
Pochi anni prima lo stesso part<strong>it</strong>o radicale aveva compiuto la sua prima<br />
esperienza governativa, in modo apparentemente contradd<strong>it</strong>torio per la storica forza<br />
principale dell’estrema sinistra parlamentare, con il primo governo Sonnino. Anche in<br />
quel caso l’elemento decisivo era stata la scelta di investire sul programma di riforme<br />
proposto dal leader della destra <strong>it</strong>aliana, che pure pochi anni prima con il suo articolo<br />
Torniamo allo Statuto aveva formulato il più organico progetto della destra pol<strong>it</strong>ica e della<br />
monarchia sabauda di gestione conservatrice della fase di sviluppo del paese. 1101<br />
L’impegno diretto nel settore educativo rivendicato da Fornasotto è - come<br />
abbiamo già potuto vedere - intenso e produttivo di iniziative. La caratterizzazione della<br />
scuola popolare, e l’attivismo dei socialisti sacilesi, vengono attaccati dal comando del<br />
presidio mil<strong>it</strong>are, che rifiuta di concedere ai mil<strong>it</strong>ari analfabeti (che appaiono<br />
numerosissimi, e la cosa viene sottolineata in relazione alla provenienza degli stessi<br />
dall’Italia settentrionale) di frequentare un corso a loro rivolto. Ma il comando non si<br />
lim<strong>it</strong>a a questo, irr<strong>it</strong>ato dai successi socialisti. Da quando a Sacile si tengono delle<br />
conferenze da uomini pol<strong>it</strong>ici - on. Podrecca, on. Cabrini, ecc. - il comandante di questo<br />
presidio ha perduto il sonno. Egli, con la mental<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica e sociale di un secolo fa, vede<br />
minacciati il trono e l’altare, perché parecchi ufficiali - i più giovani e i più intelligenti -<br />
assistono alle conferenze e trovano... che c’è da divertirsi più che a giocare a carte o a<br />
bighellonare pel paese. Ma il guerriero comandante delle forze di terra e di mare di Sacile<br />
non è di questo parere e sbuffa e soffre per la cara patria in pericolo. Adesso poi che è<br />
annunciata la conferenza di Angelica Balabanoff sul tema sovversivo “La Russia<br />
rivoluzionaria” il povero uomo ha perduto la bussola. E poiché nessun regolamento gli dà il<br />
dir<strong>it</strong>to di imporre agli ufficiali di giocare a carte o bighellonare, anziché assistere alla<br />
interessante esposizione che la Balabanoff farà con vera cognizione di causa, il guerriero<br />
comandante - valendosi del posto che occupa - pretende di imporre l’astensione, salvando<br />
così il trono del papa-re Nicola II, czar di tutte le Russie e di tutti gli imperanti. Povera<br />
Italia: finché ci saranno di questi reduci nel suo eserc<strong>it</strong>o, degni di vivere un secolo fa e in<br />
1099 LF, n. 277 del 22 gennaio 1910, pag. 1, ANCORA PER LA SCUOLA! Le Ist<strong>it</strong>uzioni sussidiarie.<br />
1100 LF, n. 281 del 19 febbraio 1910, pag. 1, Sonnino e la scuola. Ottime proposte.<br />
1101 GALANTE GARRONE, Alessandro, c<strong>it</strong>., pagg. 351-352 e 376-377.<br />
331
pieno medio evo, poco potrà aspettarsi per i bisogni dei suoi tempi! Mandateli a casa, a casa,<br />
in pensione: e avanti i giovani, gli studiosi, i moderni che vagheggiano una patria migliore<br />
dell’attuale anche nella compagine mil<strong>it</strong>are. 1102<br />
Singolare questo riscontro di una sensibil<strong>it</strong>à fra i giovani ufficiali del presidio per<br />
la propaganda socialista (per altro la conferenza di Balabanoff non vedrà la loro<br />
presenza, a causa del divieto emanato). A questa sensibil<strong>it</strong>à corrisponde un<br />
atteggiamento non direttamente antimil<strong>it</strong>arista, ma innovatore ed efficientistico verso la<br />
struttura mil<strong>it</strong>are, che più che contestare si vorrebbe adeguare ai tempi con un ricambio<br />
generazionale. Un atteggiamento riformistico che sembra accettare la struttura mil<strong>it</strong>are<br />
nel suo modo di essere attuale e non l’attacca con gli argomenti che conosciamo<br />
dell’antimil<strong>it</strong>arismo ufficiale del Psi. Per altro va notato che nel caso di Cordenons, ove il<br />
cap<strong>it</strong>ano del 7° Lancieri concorda invece con l’Amministrazione Comunale di far fare un<br />
corso di alfabetizzazione dai maestri ai suoi soldati, giungono le lodi dei socialisti<br />
pordenonesi: Rileviamo i mer<strong>it</strong>i da qualunque parte provengano. E’ deb<strong>it</strong>o di lealtà. 1103<br />
Un altro aspetto dell’impegno del Psi nel settore della scuola è quello rivolto a<br />
contrastare l’insegnamento religioso, che tende a diffondersi dopo la decisione del<br />
Parlamento nel 1908 di permetterla se richiesta dai capifamiglia e votata dal Consiglio<br />
Comunale. Si cr<strong>it</strong>ica l’Amministrazione Comunale che, pur composta in massima parte di<br />
moderati anticlericali e di parecchi atei dichiarati, ha acconsent<strong>it</strong>o alla richiesta della<br />
grande maggioranza dei gen<strong>it</strong>ori richiedente l’insegnamento religioso, ev<strong>it</strong>ando quella che<br />
sarebbe stata la conclusione più logica per il Psi: permetterla a chi la volesse, fuori<br />
dell’orario scolastico ed a sue spese. L’Amministrazione Comunale ha optato invece, per<br />
ev<strong>it</strong>are la presenza del sacerdote nella scuola, per l’insegnamento fatto dai maestri,<br />
convincendo questi ultimi (che all’inizio vi si erano rifiutati) con contropart<strong>it</strong>e<br />
economiche. 1104<br />
In ogni caso i mer<strong>it</strong>i della pol<strong>it</strong>ica scolastica a Sacile sono tutti del comune,<br />
mentre le autor<strong>it</strong>à governative, asserv<strong>it</strong>e ai clericali, eserc<strong>it</strong>ano il loro boicottaggio,<br />
negando risorse ed insegnanti (il provved<strong>it</strong>orato) così come il bilancio comunale viene<br />
bloccato dalla Giunta provinciale amministrativa: la realtà - almeno a Sacile - va in modo<br />
fortunatamente diverso da quanto è costretto a riscontrare Fornasotto su un piano più<br />
ampio, che evidentemente deve tener conto della disastrata realtà dei piccoli comuni.<br />
Come a Brugnera, comune vicino a Sacile e in mano ai preti e contadini, dove è successo in<br />
questi giorni che il consiglio comunale non ha nominato la maestra di Tamai per ragioni di...<br />
economia. E cioè preferisce tenersi una signorina senza patente ma pagata con poche<br />
centinaia di lire piuttosto di avere una brava maestra patentata. In febbraio, grazie al lavoro<br />
del direttore didattico e socialista Rapuzzi, apre il giardino d’infanzia. 1105<br />
Si cr<strong>it</strong>ica la pol<strong>it</strong>ica dell’Amministrazione Comunale, che da una parte non riesce<br />
a portare avanti il progetto di unificazione del Monte di Pietà coll’ospedale per creare la<br />
Casa di ricovero, ma dall’altra si formula una proposta ingegnosa: si propone di vendere<br />
un lasc<strong>it</strong>o non per edificare la Casa di ricovero - come deciso dal comune, con i<br />
conseguenti immobilizzi e spese gestionali - ma per costruire case popolari, con gli aff<strong>it</strong>ti<br />
delle quali finanziare il ricovero degli inabili direttamente in ospedale. Sul piano della<br />
pol<strong>it</strong>ica scolastica, inoltre, si richiede che l’amministrazione faccia le pratiche per<br />
ottenere il t<strong>it</strong>olo di pareggiata per la scuola tecnica comunale (in modo da non dover<br />
mandare gli studenti a fare gli esami altrove) e quello di mista per la scuola normale<br />
attualmente solo maschile, anche approf<strong>it</strong>tando del fatto che ora il ministro competente<br />
è il radicale Luigi Credaro. 1106<br />
A partire dal febbraio 1910 inizia sulle pagine de Il Lavoratore Friulano un<br />
dibatt<strong>it</strong>o, che vede impegnate varie sezioni socialiste, sulla realizzazione della ferrovia<br />
pedemontana Sacile-Pinzano. Le prese di posizione delle sezioni socialiste sono una<br />
1102 LF, nn. 274 dell’1 gennaio 1910, pag. 4, Anche questa è da contar! e 277 del 22 gennaio 1910, pag. 4,<br />
Medio-evo mil<strong>it</strong>are.<br />
1103 LF, nn. 278 del 29 gennaio 1910, pag. 4, PORDENONE. Esempio encomiabile e 280 del 12 febbraio 1910,<br />
pag. 2, Conferenza Balabanoff.<br />
1104 LF, n. 278 del 29 gennaio 1910, pag. 2, A propos<strong>it</strong>o di insegnamento religioso.<br />
Sulla decisione sull’insegnamento scolastico, proposta da Giol<strong>it</strong>ti come risposta alla mozione Bissolati per la<br />
sua abolizione, cfr.: GALANTE GARRONE, Alessandro, c<strong>it</strong>., pagg. 382-383.<br />
1105 LF, nn. 280 del 12 febbraio1910, pag. 2, Le nostre care autor<strong>it</strong>à tutorie, 282 del 26 febbraio 1910, pag. 4,<br />
Giardino d’infanzia e 310 del 10 settembre 1910, pag. 4, SACILE. Robe da medio evo.<br />
1106 LF, nn. 282 del 26 febbraio 1910, pag. 4,Per una traformazione del patrimonio comunale e Monte di<br />
Pietà, Osp<strong>it</strong>ale, Comune e Casa di Ricovero e 292 del 7 maggio 1910, pag. 4, Per la scuola tecnica e Per la<br />
scuola normale mista.<br />
332
conseguenza del dibatt<strong>it</strong>o più ampio, che ha preso avvio sulle pagine del radicale Il Paese<br />
e sul quotidiano Patria del Friuli. 1107<br />
Il primo intervento, quello dei socialisti spilimberghesi a propos<strong>it</strong>o della tramvia<br />
Maniago-Spilimbergo, attacca l’on. Odorico che ha costru<strong>it</strong>o le sue fortune elettorali su<br />
questa opera, senza che se ne vedessero effetti concreti. I socialisti sacilesi intervengono,<br />
ricollegandosi ai compagni di Spilimbergo nel cr<strong>it</strong>icare il ruolo centrale dei gruppi<br />
dirigenti (e dell’elettorato da loro controllato) di Maniago nella vicenda, con la scelta della<br />
tramvia a scartamento ridotto Maniago-Spilimbergo. Ma per il Psi di Sacile la ferrovia a<br />
scartamento ordinario - a differenza dei radicali de Il Paese, che optano senz’altro per<br />
questa soluzione, desiderata dai mil<strong>it</strong>ari per motivazioni strategiche - è tale da creare,<br />
per problemi di costi, le maggiori difficoltà, col risultato di posticipare alle calende greche<br />
la realizzazione dell’opera. Pur cr<strong>it</strong>icando il grumo di interessi clientelari che ha<br />
giustificato la scelta fatta a Maniago, la scelta migliore per il terr<strong>it</strong>orio dovrebbe essere<br />
invece quella della ferrovia a scartamento ridotto, poiché meno costosa, sul modello<br />
presentato dal prof. Pecile sindaco di Udine per questa tratta e per la ferrovia Udine-<br />
Mortegliano: ma tale soluzione vale per tutto il percorso, e non solo per la scappatoia<br />
elettoralistica propagandata dall’on. Odorico, che lascia scoperto il tratto da Maniago a<br />
Sacile.<br />
Si ripropone il progetto della precedente Giunta comunale guidata dal sindaco De<br />
Martini, che aveva condotto a buon punto le pratiche per quella Sacile-V<strong>it</strong>torio di es<strong>it</strong>o<br />
garant<strong>it</strong>o. Ma l’attuale amministrazione lasciò cadere tutto nel dimenticatoio. Eppure con<br />
un po’ di buona volontà il tram poteva andare, dovendo passare per paesi ricchi e prosperi<br />
quali Caneva, Cordignano, Cappella Maggior, Sarmede e V<strong>it</strong>torio. La Società veneta s’era<br />
assunto di compilare il progetto e di assumere la costruzione. Bastava interessarsi presso i<br />
Comuni per il concorso finanziario del progetto (poche centinaia di lire) ma a Palazzo non si<br />
è trovato un briciolo di tempo per fare ciò. Si propone quindi che un assessore venga<br />
delegato specificatamente a seguire i progetti delle ferrovie, sia quella Sacile-V<strong>it</strong>torio che<br />
quella Sacile-Pinzano, in modo di far avanzare finalmente quei progetti. 1108<br />
Si torna all’attacco nei confronti dell’Amministrazione Comunale inoltre sia per la<br />
questione delle case popolari, per la quale si rischia di perdere la possibil<strong>it</strong>à di realizzarle<br />
entro l’anno corrente, sia per le nuove scuole di Sant’Odorico e Ronche. Anche in questo<br />
caso l’amministrazione si era impegnata a farle quest’anno, mancando i fondi nel 1909.<br />
Il locale attuale a Sant’Odorico è tale da costringere la maestra ad insegnare in<br />
condizioni disagevoli, mentre a Ronche la scuola non esiste proprio ed i bambini devono<br />
recarsi a Sacile facendo otto chilometri al giorno fra andata e r<strong>it</strong>orno. 1109<br />
Domenica 10 aprile nel Teatro Sociale si tiene una conferenza di Romolo Murri<br />
sul tema Clericalismo e democrazia. La conferenza è affollata da cinquecento persone,<br />
giunte anche da Pordenone, Conegliano e V<strong>it</strong>torio Veneto. Prima della conferenza don<br />
Annibale Giordani, giunto appos<strong>it</strong>amente a Sacile, guida la gazzarra di un gruppo di<br />
ragazzi che sulla piazza insulta Romolo Murri; Giordani ha anche prodotto un libello<br />
contro di lui che è stato diffuso in c<strong>it</strong>tà. La conferenza, nella quale si nota la presenza di<br />
molte donne, è contrastata dai clericali (venti contadini e dieci donne), che rumoreggiano<br />
nella piazza antistante, favor<strong>it</strong>i dalla tolleranza del sindaco e della forza pubblica. Dopo<br />
la conferenza i disturbatori aggrediscono fisicamente Murri all’usc<strong>it</strong>a, provocando una<br />
rissa nella quale peraltro hanno la peggio. 1110<br />
L’attivismo clericale, che ha fatto da volano per l’elezione dell’on. Chiaradia, mette<br />
in fibrillazione il part<strong>it</strong>o moderato che governa Sacile. Il 26 giugno ci saranno le elezioni<br />
amministrative parziali ed i moderati sono incerti di fronte al dilemma, se allearsi<br />
(magari sottobanco) o no con i clericali, intenzionati comunque a presentare una propria<br />
lista di candidati, a capo della quale dovrebbe stare don Camillo Di Gaspero. 1111<br />
Le elezioni confermano il successo del part<strong>it</strong>o clericale che, pur restando in<br />
minoranza con un eletto, ha il maggior consenso grazie al voto dei contadini, con oltre<br />
duecento voti teorici (in realtà ne hanno ottenuti sessanta di meno del previsto, per il<br />
mancato impegno del parroco di Cavolano). Per il Psi i clericali sono i veri vinc<strong>it</strong>ori delle<br />
elezioni. E i socialisti? Essi, invece di presentarsi con una propria lista, sono entrati nella<br />
coalizione che regge il comune, anche se come elemento di disturbo mal sopportato dal<br />
1107 Su questo dibatt<strong>it</strong>o, cfr. DE CILLIA, Antonio, La difesa del Confine orientale nei giornali friulani dell’epoca,<br />
in: ACCADEMIA UDINESE DI SCIENZE LETTERE E ARTI, c<strong>it</strong>., pagg. 99-135.<br />
1108 LF, n 284 del 12 marzo 1910, pag. 4, Questioni tramviarie.<br />
1109 LF, n. 285 del 19 marzo 1910, pag. 4, Le case popolari? e E le scuole nuove per le frazioni?<br />
1110 LF, nn. 288 del 9 aprile 1910, pag. 4, L’on. Murri e 289 del 16 aprile 1910, pag. 4, La conferenza dell’on.<br />
Murri. Il teppismo dei clericali. La viltà dei preti. La deplorevole condotta del Sindaco.<br />
1111 LF, nn. 296 del 4 giugno 1910, pag. 4, Prodromi elettorali. Don Camillo alza la cresta? e 298 del 18<br />
giugno 1910, pag. 4, La candidatura di don Camillo.<br />
333
sindaco Cristofoli. La lotta è quindi stata interna alla lista di maggioranza, con i<br />
rappresentanti moderati impegnati a cercare di eliminare i candidati socialisti, anche se<br />
uno dei due riesce comunque. Viene riconfermata la lista minestrone dell’attuale<br />
maggioranza. Quanto ai socialisti: Riuscì eletto il compagno De Martini, malgrado la lotta<br />
fattagli da parecchi de’ suoi ex amici della maggioranza che surrogavano al suo nome quello<br />
di Ceolin Amadio. Con tale sistema gli tolsero 110 voti Evviva l’onestà! Il compagno<br />
Fornasotto ebbe 97 voti, combattuto a morte da tutta la lista. Siccome siamo sol<strong>it</strong>i a dire la<br />
ver<strong>it</strong>à dobbiamo dire che gli operai in gran parte tradirono la causa e votarono per i padroni<br />
con una vigliaccheria e una servil<strong>it</strong>à impressionante. Abbiamo perfino visto dei socialisti a<br />
fare i galoppini dei padroni che combattevano a sangue De Martini e Fornasotto!! Ci siamo<br />
accorti una volta di più che questo povero popolo è senza dign<strong>it</strong>à e coscienza, asserv<strong>it</strong>o al<br />
primo prepotente che lo comperi. Adesso vedremo cosa farà il sindaco che voleva ad ogni<br />
costo la testa del De Martini tanto da minacciare le sue dimissioni da sindaco e da<br />
consigliere qualora fosse riusc<strong>it</strong>o. Siamo facili profeti dicendo che finirà col dimenticarsi<br />
delle fiere minacce: il careghino val bene De Martini. 1112<br />
In defin<strong>it</strong>iva la presenza della sinistra nella lista moderata non assume un<br />
significato che oltrepassi l’immediata opportun<strong>it</strong>à (lo sbarrare il passo ai clericali) e<br />
l’elezione di un socialista e di un consigliere più o meno radicale sui cinque seggi di<br />
maggioranza non altera la stabil<strong>it</strong>à del blocco clerico-moderato che l’anno prima ha<br />
eletto Chiaradia alla Camera. Il turno elettorale mette comunque in crisi la maggioranza<br />
(che sarebbe comunque forte di diciassette consiglieri) ed apre la strada ad un lungo<br />
interregno in cui i clericali sarebbero votati ad acquisire la guida dell’amministrazione,<br />
anche se ancora ostacolati dalla pregiudiziale antireligiosa dei loro alleati. Le defin<strong>it</strong>ive<br />
dimissioni del sindaco, dopo un mese di incertezze, sono salutate con soddisfazione dai<br />
socialisti, che ricordano come in due anni egli - pur avendo trovato un programma<br />
predisposto dalla precedente amministrazione, in particolare le case operaie - ha<br />
vivacchiato alla giornata senza attuare quasi nulla, dedicandosi semmai ad attaccare i<br />
rappresentanti della sinistra dentro e fuori l’amministazione. 1113<br />
Si tiene a Sacile il congresso dei maestri friulani. Esso è occasione per stimolare<br />
la categoria ad una maggiore un<strong>it</strong>à e coscienza di classe, sull’esempio dei lavoratori<br />
dell’industria, ma anche per rivendicare il lavoro svolto a Sacile, dall’amministrazione e<br />
soprattutto dai maestri, per far crescere un complesso di ist<strong>it</strong>uzioni scolastiche che può<br />
essere di modello per tutta la regione. Troppo remissivi sono per la maggior parte i maestri.<br />
Troppo deferenti verso le cosidette autor<strong>it</strong>à sino a qui nemiche quasi tutte della scuola.<br />
Quanto da imparare ebbero ed ancora hanno i maestri dagli operai in fatto di organizzazione<br />
e di sentimento di classe! Ma nuovi tempi si preparano e l’avvenire sarà anche della scuola<br />
se i maestri con coraggio e dign<strong>it</strong>à sentiranno il loro dovere di stringersi con fede attorno<br />
alla bandiera dell’Unione. I Congressisti potranno vedere i grandi passi compiuti da Sacile<br />
verso la istruzione del popolo. Potranno ammirare l’opera completa e intelligente che<br />
Comune e società private fanno quotidianamente per divulgare l’ist<strong>it</strong>uzione in ogni ceto<br />
sociale. Ma pensino i maestri friulani che il mer<strong>it</strong>o maggiore di quanto ha fatto Sacile in<br />
questo ramo spetta a pochi maestri del luogo che con sacrificio della propria attiv<strong>it</strong>à, e dei<br />
propri interessi spesso, hanno saputo far sorgere le utili iniziative scolastiche e spingere il<br />
Comune con diuturna pressione alle sagge riforme. Patronato scolastico, asilo infantile,<br />
refezione scolastica, riordinamento delle scuole, fabbricati nuovi, scuola tecnica ecc., sono<br />
tutte iniziative di maestri ed ex maestri. 1114<br />
Il congresso si conclude riconvocandosi per l’anno seguente a Spilimbergo, la<br />
rocca nera di don Giordani. Nel frattempo l’imminente apertura dell’anno scolastico è<br />
l’occasione per proporre una dura cr<strong>it</strong>ica della s<strong>it</strong>uazione nel terr<strong>it</strong>orio comunale.<br />
Neanche quest’anno si è provveduto all’ist<strong>it</strong>uzione della scuola nelle frazioni di Ronche e<br />
San Michele ed in quella di Sant’Odorico: è urgente che le autor<strong>it</strong>à scolastiche<br />
provvedano, senza attendere il sorgere di una richiesta dal basso. Non parliamo della<br />
popolazione interessata: composta di contadini asserv<strong>it</strong>i al prete e ai padroni - nemici della<br />
scuola - e perciò non compresa dell’importanza del problema! Ma anche in tutte le altre<br />
frazioni la s<strong>it</strong>uazione è drammatica, per la penuria di locali, che costringe gli insegnanti<br />
a far scuola con oltre cento alunni per classe. Il prof<strong>it</strong>to della crescente massa di allievi<br />
non può essere che basso, visto che gli insegnanti hanno sei ore di insegnamento per<br />
ben tre classi. Tutte le classi dovrebbero essere sdoppiate: si devono raddoppiare gli<br />
edifici di San Giovanni del Tempio, Cornadella e San Giovanni di Livenza ed erigere quelli<br />
della scuola normale, il conv<strong>it</strong>to e la scuola tecnica. Mancano tre maestri in organico ed<br />
è urgente che la scuola normale diventi mista, pena la sua morte per la vicinanza delle<br />
1112 LF, n. 300 del 2 luglio 1910, pag. 4, Dopo le elezioni.<br />
1113 LF, nn. 301 del 9 luglio 1910, pag. 4, Gazzettineide, 303 del 23 luglio 1910, pag. 4, Crisi cronica<br />
comunale e 304 del 30 luglio 1910, pag. 4, Se n’è <strong>it</strong>o e Impotenza.<br />
1114 LF, n. 302 del 16 luglio 1910, pag. 4, Il Congresso Magistrale.<br />
334
scuole del Veneto che lo sono già tutte. Gli strumenti per realizzare questa pol<strong>it</strong>ica sono<br />
contenuti nella nuova legge Credaro, che permetterebbe ai comuni di avviare i lavori con<br />
mutui cinquantennali senza interesse, consolidando la spesa comunale per l’istruzione e<br />
fornendo risorse aggiuntive di provenienza statale. In compenso il clima - almeno in certe<br />
classi - è tale per cui i cattolici si trovano a gridare allo scandalo: di r<strong>it</strong>orno da una g<strong>it</strong>a a<br />
Sarone gli allievi della scuola normale (che si conferma veramente la roccaforte del<br />
socialismo sacilese) cantano La marsigliese e perfino L’inno dei lavoratori! 1115<br />
Lo stesso atteggiamento mostrato verso l’istruzione, ma con un’accentuazione<br />
moralistica, è quello rivolto al problema dell’igiene. Si nota con piacere come alcuni<br />
operai abbiano fatto sorgere da quasi un anno un bagno pubblico, non a caso collocato<br />
di fronte alla caserma del distretto mil<strong>it</strong>are, a servizio dei mil<strong>it</strong>ari colà alloggiati. Ma i<br />
c<strong>it</strong>tadini sacilesi che la frequentano sono pochissimi, meno di dieci, e ciò corrisponde al<br />
fatto che gli <strong>it</strong>aliani sono - oltre ad essere analfabeti - un popolo di sudici. Da qui un<br />
inv<strong>it</strong>o a frequentare il bagno pubblico, senza però fare alcuna valutazione sulle<br />
condizioni di v<strong>it</strong>a dei lavoratori, sui loro redd<strong>it</strong>i, sul loro tempo libero e quindi sulla loro<br />
reale possibil<strong>it</strong>à di usufruire di questa ist<strong>it</strong>uzione. Si nota che il comune ha rifiutato la<br />
modica spesa di due-trecento lire annue per mandare almeno a lavare gli allievi delle<br />
scuole. Il bagno pubblico deve perciò chiudere a meno di un anno dall’inizio della sua<br />
attiv<strong>it</strong>à. L’esigenza di questo servizio viene ripresa dalla Società Operaia, che lo propone<br />
all’ospedale ed al comune, per corrispondere innanz<strong>it</strong>utto alle esigenze igieniche dei<br />
pazienti dell’ospedale e del manicomio, ma anche del pubblico e degli alunni delle scuole<br />
elementari. Urgente è colmare la grave lacuna dell’ospedale, ove si usano sistemi di<br />
igiene personale preistorici. 1116<br />
Nello stesso periodo viene convocata l’assemblea annuale della S.O., di cui si loda<br />
l’opera. Altri obiettivi stanno di fronte all’ist<strong>it</strong>uzione, come l’iscrizione alla Cassa<br />
nazionale per le pensioni e l’ist<strong>it</strong>uzione della cooperativa di consumo. Si preannuncia<br />
però l’intenzione di Fornasotto di dare le dimissioni da presidente: ciò nonostante egli<br />
viene rieletto insieme con il suo vice Pallù. Poco tempo dopo viene convocata l’assemblea<br />
per l’adesione alla cassa, alla presenza dell’ispettore dell’Ufficio provinciale del lavoro G.<br />
Picotti 1117 . La proposta di iscrizione a questo ist<strong>it</strong>uto sarà sicuramente costosa per la<br />
S.O., ma aprirà la via alla possibil<strong>it</strong>à di assicurare, oltre al mutuo soccorso in caso di<br />
malattia, anche la pensione di vecchiaia: si tratta di una decisione che è stata presa dalle<br />
più avanzate S.O. della provincia. L’assemblea risulta poco partecipata; si decide tuttavia<br />
di proseguire nelle pratiche per l’iscrizione alla cassa dei soci che ne hanno dir<strong>it</strong>to, che<br />
sono circa cinquanta. La quota arretrata, pari a mille lire, non verrà a gravare sulla<br />
cassa della S.O. grazie alla generos<strong>it</strong>à dell’industriale G. Lacchin, che si offre di pagare<br />
tutta o quasi la quota, mentre per il futuro tutti i soci, automaticamente iscr<strong>it</strong>ti alla<br />
cassa in base al nuovo statuto, provvederanno a pagare in proprio le quote di loro<br />
spettanza. 1118<br />
4.3.22 - Un part<strong>it</strong>o di maestri.<br />
Un episodio che rivela il clima di forte collaborazione fra i socialisti sacilesi e le<br />
altre forze di sinistra è la conferenza che si tiene il 31 luglio ad Orsago, comune<br />
trevigiano confinante, ove è attivo il giovane compagno Mazza, ormai maestro e studente<br />
di giurisprudenza. L’oratore dell’iniziativa, che ha lo scopo di raccogliere fondi per<br />
l’erigenda casa di ricovero per i vecchi, è il deputato e direttore del quotidiano<br />
repubblicano L’Italia del Popolo Innocenzo Cappa, che parla sul tema: Edmondo De Amicis<br />
e l’anima dei fanciulli. Il Lavoratore Friulano ne dà notizia, inv<strong>it</strong>ando alla partecipazione<br />
1115 LF, nn. 303 del 23 luglio 1910, pag. 4, Dopo il Congresso Magistrale, 310 del 10 settembre1910, pag. 4,<br />
Nel mondo scolastico, 320 del 19 novembre 1910, pag. 4, Clericanagliate e Mancia competente (rivolta a chi<br />
riveli il nome della spia clericale fra gli allievi della scuola), 341 del 15 aprile 1911, pag. 2, Pro-Schola e 348 del<br />
3 giugno 1911, pag. 4, La Legge Credaro a Sacile.<br />
La legge Daneo-Credaro del 1911 è la principale iniziativa fra le molte intraprese dal ministro radicale della<br />
pubblica istruzione Luigi Credaro. Pur attento a mediare con le esigenze cattoliche, Credaro è interprete di una<br />
coerente pol<strong>it</strong>ica di difesa della scuola pubblica laica, in polemica con lo stesso presidente del consiglio Giol<strong>it</strong>ti.<br />
Cfr.: GALANTE GARRONE, Alessandro, c<strong>it</strong>., pag. 385.<br />
1116 LF, nn. 317 del 29 ottobre 1910, pag. 4, Una bella iniziativa e 357 del 5 agosto 1911, pag. 4, Civiltà e 363<br />
del 16 settembre 1911, pag. 2, Pro bagni pubblici.<br />
1117 Si tratta dell’autore de: PICOTTI, Guido, c<strong>it</strong>. Picotti è il primo funzionario che assume questo incarico in<br />
Friuli.<br />
1118 LF, nn. 302 del 16 luglio 1910, pag. 4, Alla Società Operaia, 305 del 6 agosto 1910, pag. 4, stesso t<strong>it</strong>olo,<br />
317 del 29 ottobre 1910, pag. 4, stesso t<strong>it</strong>olo, 319 del 12 novembre 1910, pag. 4, stesso t<strong>it</strong>olo e 326 del 31<br />
dicembre 1910, pag. 4, Una saggia deliberazione.<br />
335
Dato il tema interessantissimo e il nome dell’oratore che, per la sua meravigliosa<br />
affascinante eloquenza, è annoverato fra i migliori d’Italia. Lo stesso Cappa avrebbe poi<br />
dovuto tenere una conferenza e partecipare al banchetto della S.O. di Sacile in<br />
settembre, poi rinviati. 1119<br />
Analoga collaborazione fra socialisti e repubblicani avviene rispetto alla proposta<br />
di collocare - da parte del co. ing. prof. non ancora cav. (né del papa né del re) futuro<br />
candidato pol<strong>it</strong>ico dei preti e del contado per Pordenone e paesi circonvicini Bellav<strong>it</strong>is -<br />
accanto alle effigi di Garibaldi, Mazzini e Cavallotti, un busto marmoreo dedicato al<br />
nume tutelare del moderatismo risorgimentale, il conte di Cavour. L’iniziativa viene<br />
boicottata, grazie alla forte contestazione del giovane repubblicano Ciro Liberali, cui<br />
viene data addir<strong>it</strong>tura la possibil<strong>it</strong>à di scrivere l’ed<strong>it</strong>oriale de Il Lavoratore Friulano<br />
dedicato all’avvenimento e di replicare successivamente. E’ sempre Liberali che protesta<br />
contro l’adesione della S.O. (che è presieduta, non dimentichiamolo, da un socialista)<br />
alla inaugurazione della lapide. 1120<br />
Ma in Consiglio Comunale i due rappresentanti socialisti vanno in senso<br />
esattamente opposto a quello tenuto dal part<strong>it</strong>o sul monumento a Cavour, proponendo<br />
nella seduta di domenica 12 febbraio 1911 che l’Amministrazione Comunale si assuma<br />
l’onere di cento lire per il busto proposto dal clericale Bellav<strong>it</strong>is. I consiglieri socialisti<br />
cercano di difendersi dalle nostre accuse dicendo che il voto discusso lo diedero<br />
rammentando l’opera patriottica del Cavour, all’infuori di questioni di part<strong>it</strong>o. In realtà il<br />
loro errore, secondo il corrispondente de Il Lavoratore Friulano, è stato quello di voler<br />
essere più realisti del re, in un Consiglio Comunale in cui tutte le altre componenti erano<br />
divise ed irresolute, togliendo loro le castagne dal fuoco. Piero Martini e Berto Mattiol (il<br />
secondo evidentemente presente sui banchi consiliari da prima delle ultime elezioni) si<br />
sono dimostrati due rappresentanti tutt’altro che organici e disciplinati della sezione<br />
socialista di Sacile. Ma i due consiglieri non ci stanno ad essere pubblicamente cr<strong>it</strong>icati<br />
dal part<strong>it</strong>o e replicano con una lettera di Piero De Martini, che ribadisce l’opportun<strong>it</strong>à di<br />
partecipare al voto unanime del consiglio a favore di uno degli autori dell’un<strong>it</strong>à<br />
nazionale, nonostante la distanza pol<strong>it</strong>ica dei socialisti da Cavour. De Martini coglie<br />
anche l’occasione per inv<strong>it</strong>are ad ev<strong>it</strong>are una polemica che negli effetti non potrebbe che<br />
concorrere a disgregare il già scarso nucleo socialista paesano. 1121<br />
In ottobre i tipografi di Sacile si organizzano, aderendo alla sezione di Udine della<br />
Federazione <strong>it</strong>aliana fra i lavoratori del libro. I pochi appartenenti a questa categoria<br />
dipendono tutti da una sola azienda, la tipografia Zilli e C., cui viene rivolta la<br />
rivendicazione delle nove ore di lavoro giornaliere, già ottenute ad Udine ed in molti<br />
centri della provincia. La vertenza ha un es<strong>it</strong>o pos<strong>it</strong>ivo, con l’ottenimento delle nove ore a<br />
partire dal primo gennaio 1911: l’obiettivo successivo sarà quello di aumenti<br />
contrattuali. 1122<br />
Particolarmente singolare è la difesa che il Psi fa dell’operato dei suoi due<br />
consiglieri comunali, in polemica con la Patria del Friuli: ha cercato di prenderci in dolo<br />
perché i consiglieri comunali socialisti Demartini e Mattioli in consiglio fanno i buoni e non<br />
gridano e non fanno ai cazzotti con i membri della maggioranza, dal signor X detta a<br />
propos<strong>it</strong>o mastella. (...) Non possiamo negare - vede il signor X la nostra sincer<strong>it</strong>à? - che i<br />
due consiglieri socialisti al Comune fanno poco o niente, ma dobbiamo pure ammettere che<br />
nemmeno quelli della mastella pura non peccano per soverchio lavoro. E’ un male comune,<br />
o meglio... comunale. Di più data la unanim<strong>it</strong>à della maggioranza consigliare - che<br />
comprende, tranne i due compagni, tutto il consiglio, compresi i clericali puri e... impuri -<br />
ogni sforzo dei due amici sarebbe vano. Aggiungasi che essi per natura non sono molto<br />
battaglieri e che per l’occupazione che hanno - da veri proletari del pensiero e del braccio -<br />
non possono dedicare il tempo e le noie per fare da frusta nel quetismo paesano. Quindi<br />
ricorrono all’unico mezzo loro consent<strong>it</strong>o per differenziarsi dagli altri: non dimettersi<br />
(perché farebbero piacere a troppi mastellini) e frequentare le sole sedute importanti. Però<br />
hanno avuto anche il coraggio di votare contro l’insegnamento religioso nelle scuole, mentre<br />
tutta la mastella votò a favore. Hanno anche il mer<strong>it</strong>o di spingere, volere e (parola<br />
illeggibile) poco i nostri amministratori con la sola loro ombra qualche volta, e ciò... è assai<br />
1119 LF, nn. 302 del 16 luglio 1910, pag. 4, ORSAGO. Conferenza Cappa e 310 del 10 settembre 1910, pag. 4,<br />
Banchetto della Società Operaia; su Cappa cfr.: MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., volume primo, pag. 202.<br />
1120 LF, nn. 305 del 6 agosto1910, pag. 4, Miserie e dolori della cara patria, 306 del 13 agosto 1910, pag. 4, Il<br />
salvataggio... della cara patria,311 del 17 settembre 1910, pag. 4, Sempre Cavour, 312 del 24 settembre<br />
1910, pag. 1, COMMEMORANDO CAVOUR. Lettera aperta e pag. 4, La lapide a Cavour e Alla Società<br />
Operaia e 313 dell’1 ottobre 1910, pag. 2, Per un X.<br />
1121 LF, nn. 332 del’11 febbraio 1911, pag. 4, Al Consiglio Comunale, 333 del 18 febbraio 1911, pag. 4, A<br />
propos<strong>it</strong>o del voto dei consiglieri socialisti e 334 del 25 febbraio 1911, Al compagno corrispondente del<br />
“Lavoratore”.<br />
1122 LF, nn. 314 dell’8 ottobre 1910, pag. 2, Fra i tipografi, 323 del 10 dicembre 1910, pag. 4, I Tipografi e le 9<br />
ore e 325 del 24 dicembre 1910, pag. 4, Le 9 ore ai tipografi.<br />
336
importante. Infine hanno fatto dimettere da certe cariche delle persone pol<strong>it</strong>icamente e<br />
amministrativamente nulle: e basterebbe questo per dire che i compagni Piero e Berto pur<br />
non essendo un modello di consiglieri socialisti non sono del tutto nulli e mer<strong>it</strong>ano il<br />
passaggio o almeno il sei... agli esami del part<strong>it</strong>o. Probabilmente mai difesa di un gruppo<br />
consiliare poco efficiente fu più onesta e - tutto sommato - costruttiva per due<br />
rappresentanti decisamente poco onorifici per il part<strong>it</strong>o! Il che non impedisce di tornare<br />
ad accusarli di dormire in piedi, a propos<strong>it</strong>o del loro mancato stimolo nei confronti delle<br />
inefficienze dell’amministrazione. 1123<br />
Si apprezza invece la svolta impressa all’amministrazione dal facente funzioni di<br />
sindaco che, dopo tanta stagnazione operativa, ha portato all’approvazione<br />
dell’ist<strong>it</strong>uzione della casa di ricovero per gli anziani e gli invalidi, da realizzarsi con il<br />
concorso del comune, della Congregazione di Car<strong>it</strong>à, dell’osp<strong>it</strong>ale e del Monte di Pietà: si<br />
tratta di una vecchia proposta del Psi, che coglie l’occasione per rilanciare la necess<strong>it</strong>à di<br />
unificare questi due ultimi ist<strong>it</strong>uti, in modo da risparmiare sulle spese gestionali. 1124<br />
L’attiv<strong>it</strong>à di Fornasotto e dei socialisti però non si lim<strong>it</strong>a solo all’Amministrazione<br />
Comunale, altrimenti non si capirebbe la loro influenza, molto più ampia della loro base<br />
organizzativa ed elettorale reale. E’ centrale per i socialisti sacilesi la presenza nel mondo<br />
della scuola, che non si lim<strong>it</strong>a a quella pubblica, ma conta anche un’importante Scuola<br />
per l’insegnamento popolare, attiva dall’inizio del secolo e motore della pol<strong>it</strong>ica scolastica<br />
comunale. Lo stesso Fornasotto ne è stato presidente, ad esempio nel 1908, ma direttori<br />
dei corsi sono maestri socialisti come Vando e Rapuzzi. Intensissima è l’attiv<strong>it</strong>à, che si<br />
articola in corsi professionali per operai e contadini ed in pubbliche conferenze: l’elenco,<br />
riscontrabile dai giornali, è molto vario e già abbiamo potuto conoscere i relatori e<br />
l’argomento di alcune conferenze, che sono state occasione per far venire a Sacile<br />
importanti dirigenti del socialismo nazionale.<br />
Solo per fare un esempio, riportiamo un saggio delle iniziative svoltesi fra la fine<br />
del 1907 ed i primi mesi del 1908: domenica 12 gennaio Enrico Fornasotto tiene alle 14<br />
nella sala del Consiglio Comunale una conferenza sul tema: L’ultimo impiccato per la<br />
Patria, Guglielmo Oberdan. Ma l’autor<strong>it</strong>à di pubblica sicurezza vieta tale conferenza, e<br />
quindi Fornasotto ne svolge una sulla “ricerca della patern<strong>it</strong>à”, di cui Il Paese pubblica il<br />
resoconto. Fornasotto conclude la sua conferenza sottolineando come questa importante<br />
questione, che tocca soprattutto le donne delle classe popolari v<strong>it</strong>time del cinismo degli<br />
uomini di classi superiori, potrà essere risolta solo attraverso l’emancipazione e la lotta<br />
delle donne per il riconoscimento dei propri dir<strong>it</strong>ti. La scuola popolare ha organizzato<br />
domenica 29 dicembre una conferenza con l’avv. dott. Ermenegildo Gottardi sul tema: “Il<br />
carcere per questua”. Il conferenziere fa una disamina storica del problema della<br />
mendic<strong>it</strong>à dall’antich<strong>it</strong>à ai giorni nostri, e sostiene che non deve essere repressa quella<br />
mendic<strong>it</strong>à che nasca dalla oggettiva mancanza dei mezzi di sussistenza, oppure dalla<br />
scars<strong>it</strong>à di risorse che la pubblica amministrazione e le stesse famiglie mettono a<br />
disposizione degli inabili al lavoro. R<strong>it</strong>iene quindi che vada lim<strong>it</strong>ata la legislazione penale<br />
contro la questua e l’accattonaggio, e che la repressione non debba mai essere<br />
preventiva, ma lim<strong>it</strong>ata alla punizione dei comportamenti portati avanti solo da quelle<br />
persone che abbiano rifiutato reali occasioni di lavoro. Una successiva conferenza si tiene<br />
nella seconda settimana di gennaio del 1908, dedicata dal prof. E. Bassi, direttore della<br />
cattedra ambulante di agricoltura di San V<strong>it</strong>o al Tagliamento, alle “Malattie cr<strong>it</strong>togamiche<br />
della v<strong>it</strong>e e rimedii relativi”. Domenica 19 gennaio nella sala del Consiglio Comunale<br />
parla Pomponio Pasquotti, maestro nelle scuole di Codroipo, sul tema: “I p<strong>it</strong>tori fiorentini<br />
del quattrocento”. Domenica 26 gennaio alle 14, sempre nella sala del Consiglio<br />
Comunale, parla il maestro Davide Padernelli su: “Il Friuli nel risorgimento <strong>it</strong>aliano”, il<br />
cui resoconto viene successivamente pubblicato. Domenica 23 febbraio alle 14 il dott.<br />
Mario Bellav<strong>it</strong>is parla su: “Trasformazione economica del Friuli nell’ultimo cinquantennio”,<br />
conferenza di cui viene dato successivamente il resoconto, così come di quella del prof.<br />
Pennato di Udine, tenuta il giorno successivo, dedicata alla grafologia. Domenica 1°<br />
marzo alle 14 nel Teatro Sociale il prof. G. Feruglio ed il maestro G. Dorigo di Udine<br />
parlano sul tema: “Impressioni d’Alpe” con la proiezione di oltre cento immagini<br />
luminose. Domenica 8 marzo si annuncia la tredicesima conferenza presso la sala<br />
municipale: il maestro Giacinto Scarabellotto esporrà un suo poemetto in prosa,<br />
int<strong>it</strong>olato La vanga e la penna. Domenica 29 marzo nel Teatro Sociale si tiene una<br />
1123 LF, nn. 316 del 22 ottobre 1910, pag. 2, Atto di contrizione e 341 del 15 aprile 1911, pag. 2, Uno sconcio<br />
pubblico.<br />
1124 LF, n. 323 del 10 dicembre 1910, pag. 4, Finalmente! ed E il Monte?<br />
Il prosindaco è Attilio Mantovani che, nonostante i tentativi di dimissioni, viene confermato fino all’aprile<br />
dell’anno successivo, quando gli subentrerà V<strong>it</strong>torio Zancanaro: cfr. CHINA, Elvi, c<strong>it</strong>., pag. 19.<br />
337
conferenza dei prof. G. Cricchiutti della Scuola Normale di Udine e C. Bortolotti della<br />
Scuola Tecnica di Pordenone su: “I raggi Rõntgen”, accompagnata da alcuni<br />
esperimenti. 1125<br />
Quando alla fine del 1910 si annuncia la ripresa delle attiv<strong>it</strong>à della Scuola<br />
popolare, che inizia così il suo undicesimo anno di v<strong>it</strong>a, la scuola serale per agricoltori<br />
conta circa un centinaio di alunni ed altrettanti quella di disegno. Molto contadini non<br />
hanno potuto essere accolti nei corsi serali, poiché quelli attivati assorbono le lim<strong>it</strong>ate<br />
risorse della società: si fa anzi appello ai sottoscr<strong>it</strong>tori perché versino il contributo<br />
minimo di una lira per sostenere la scuola. La scuola di disegno conta quattro diversi<br />
corsi, retti dai maestri Comas, Vando, Rapuzzi e dal prof. arch<strong>it</strong>etto Pes. Gli alunni<br />
giungono a Sacile anche da Caneva, Brugnera, Vigonovo, Francenigo e Sarone. Si<br />
annuncia un ciclo di conferenze pubbliche, fra le quali quelle dell’on. Cabrini su La<br />
funzione sociale dell’arte, con proiezioni, domenica 22 gennaio 1911, mentre il segretario<br />
capo di Mantova, avv. Elleno Pezzi, commemorerà i Martiri di Belfiore il 5 febbraio, il<br />
maestro Comas parlerà di Leone Tolstoj; altre si svolgeranno in futuro. L’on. Cabrini<br />
verrà in gennaio anche in altri centri friulani, fra i quali Pordenone e Spilimbergo: chi<br />
altro volesse organizzare una conferenza deve rivolgersi alla segreteria della Scuola<br />
Popolare sacilese. Si prende atto con soddisfazione che il parroco ha inv<strong>it</strong>ato caldamente<br />
i contadini ad iscriversi ai corsi della scuola serale, pur avvertendoli del carattere laico<br />
ed antireligioso dei promotori. L’obiettivo strumentale è di pervenire per tale canale a<br />
conseguire l’alfabetizzazione che permette il voto e che permetterà ai futuri<br />
amministratori cattolici di giungere ad una confessionalizzazione della scuola; ma i<br />
socialisti si augurano che la frequenza delle aule scolastiche dia un ben diverso es<strong>it</strong>o. Un<br />
altro riconoscimento alla Scuola popolare viene dall’on. Chiaradia, che declina l’inv<strong>it</strong>o a<br />
tenere una conferenza ma versa la generosa sottoscrizione di cinquanta lire. 1126<br />
La conferenza di Cabrini riesce splendidamente, soprattutto rispetto al pubblico<br />
della borghesia intellettuale. Grande fu l’impressione lasciata dall’oratore specialmente<br />
sulle classi borghesi che... si accorgono come i socialisti sono della gente per bene e che<br />
ragiona dr<strong>it</strong>to. Al banchetto offerto al deputato socialista al termine della conferenza<br />
partecipano in gran numero gli insegnanti c<strong>it</strong>tadini. Stesso risultato ha la conferenza<br />
successiva, domenica 29 gennaio, dell’ispettore scolastico Eudoro Bertozzi di Conegliano,<br />
che parla sull’opera letteraria e civile di Edmondo De Amicis e Giuseppe Giacosa. La<br />
conferenza lasciò una grande impressione specialmente nella classe borghese che<br />
quotidianamente si convince come i sovversivi siano delle persone serie, per bene e del vero<br />
ordine. Manca fra i socialisti sacilesi quella recriminazione nei confronti dell’assenza<br />
della classe operaia, che tanto angoscia i compagni di Pordenone: la presenza della<br />
classe operaia, certamente rarefatta e lim<strong>it</strong>ata alle attiv<strong>it</strong>à artigiane, rimane di contorno,<br />
sotto forma di una rappresentanza che, insieme al sindaco, fa da ala al banchetto offerto<br />
all’on. Cabrini, attorno ai veri protagonisti, che sono maestri e professori. Ci si compiace<br />
magnanimamente del fatto che la stessa classe operaia non sia più insensibile<br />
all’istruzione, e contribuisca al sostegno delle ist<strong>it</strong>uzioni scolastiche, ad esempio<br />
promuovendo un ballo con il quale si racimolano cinquecento lire per il Patronato<br />
Scolastico e l’asilo infantile che fu - senza falsa modestia - anche opera nostra... di<br />
sovversivi. Il riformismo piccolo borghese in questo caso è l’espressione organica di una<br />
società arretrata, in cui gli elementi di innovazione sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dai ceti intellettuali, in<br />
mancanza di una vera classe operaia e di una presenza radicata fra i contadini. 1127<br />
1125 P, nn. 9 di venerdì 10 gennaio 1908, pag. 1, Conferenza e Conferenza Fornasotto, 14 di giovedì 16<br />
gennaio 1908, pagg. 1 e 2, Conferenza alla Scuola, 16 di sabato 18 gennaio 1908, pag. 1, Scuola popolare, 22<br />
di sabato 25 gennaio 1908, pag. 1, La conferenza Padernelli, 23 di lunedì 27 gennaio 1908, pag. 1, La ricerca<br />
della patern<strong>it</strong>à, 30 di martedì 4 febbraio 1908, pagg. 1 e 2, Il Friuli nel risorgimento <strong>it</strong>aliano, 46 di sabato<br />
22 febbraio 1908, pag. 2, Per l’insegnamento popolare, 49 di mercoledì 26 febbraio 1908, pag. 1, Scr<strong>it</strong>ture e<br />
scr<strong>it</strong>tori, 51 di venerdì 28 febbraio 1908, pag. 2, Scuola popolare superiore, 53 di lunedì 2 marzo 1908, pagg.<br />
1 e 2, La trasformazione economica del Friuli nell’ultimo cinquantennio, 57 di venerdì 6 marzo 1908, pag.<br />
1, La vanga e la penna e 75 di venerdì 27 marzo 1908, pag. 2, Società per l’insegnamento popol.<br />
Come abbiamo già ricordato, Enrico Fornasotto, pur essendo diventato avvocato, continua a far parte della<br />
sezione sacilese dell’Unione Magistrale, di cui fanno parte - sempre in quei mesi del 1908 - pure Annibale<br />
Vando, Giovanni Rapuzzi ed Enrico Pasquotti, che sarà poi maestro, esponente del Psi e corrispondente de Il<br />
Lavoratore Friulano a Torre, oltre a varie maestre e maestri, anche dei paesi vicini: l’associazione ha nel suo<br />
organismo direttivo delegati di ognuno dei comuni: cfr. P, n. 45 di venerdì 21 febbraio 1908, pagg. 1 e 2, Gli<br />
insegnanti elementari.<br />
1126 LF, nn. 325 del 24 dicembre 1910, pag. 4, Alla Scuola Popolare e Pre-naso e la scuola popolare, 326 del<br />
31 dicembre 1910, pag. 4, L’on. Cabrini in Friuli, 327 del 7 gennaio 1911, pag. 4, La inaugurazione della<br />
Scuola popolare e L’on. Chiaradia e la scuola popolare e 329 del 21 gennaio1911, pag. 2, La conferenza<br />
Cabrini.<br />
1127 LF, nn. 330 del 28 gennaio 1911, pag. 4, La conferenza Cabrini, 331 del 4 febbraio 1911, pag. 4,<br />
Conferenza Bertozzi e 333 del 18 febbraio 1911, pag. 4, Per l’Asilo d’Infanzia.<br />
338
Il 1911 inizia con una gran buona notizia per i socialisti sacilesi: la Corte di<br />
Appello di Venezia assolve i nostri due amici Valentino De Martini e avv. Fornasotto dalla<br />
condanna infl<strong>it</strong>ta loro dal Tribunale di Pordenone: l’accusa (contravvenzione alla legge<br />
sui monumenti ed oggetti d’arte) per l’affare della vend<strong>it</strong>a degli oggetti della chiesa dei<br />
Cappuccini era stato la piattaforma per l’assalto dato alla amministrazione De Martini-<br />
Fornasotto dalla minoranza del 1908 dai salvatori... della cara patria di Pre Naso. Anche se<br />
tardiva, l’assoluzione cost<strong>it</strong>uisce un risarcimento morale per gli amministratori allora<br />
messi sotto accusa, i quali ebbero la pazza idea di risolvere o iniziare o preparare tutti i<br />
problemi pubblici del passato, del presente e per un pezzo dell’avvenire. 1128<br />
Le celebrazioni per il cinquantenario dell’un<strong>it</strong>à d’Italia iniziano con la<br />
commemorazione nelle scuole da parte del direttore didattico Rapuzzi. La manifestazione<br />
patriottica è occasione, da parte della sezione socialista, di considerazioni cr<strong>it</strong>iche su<br />
come in questo mezzo secolo la nuova Italia abbia trad<strong>it</strong>o le sue promesse e su come i<br />
clericali condizionino ora il governo di quel paese che è stato costru<strong>it</strong>o contro il Vaticano.<br />
Ma il commento al discorso di Rapuzzi si lim<strong>it</strong>a a fare riferimento alla necess<strong>it</strong>à di<br />
puntare sulle giovani generazioni, dando per persa quella presente, prona al prete, agli<br />
interessi egoistici e personali, senza ideal<strong>it</strong>à tranne la pancia piena. Non si va<br />
complessivamente al di là di un anticlericalismo di maniera, che ev<strong>it</strong>a di porre l’accento<br />
sulle responsabil<strong>it</strong>à della gestione moderata della pol<strong>it</strong>ica di unificazione nazionale. 1129<br />
Altre conferenze si svolgono alla Scuola popolare: quella di Emma Forni<br />
“sull’anima del fanciullo”, quella del maestro Zanini “sulla pace”, il 19 marzo quella<br />
dell’avv. Fornasotto su Emile Zola e domenica 2 aprile il giovane democristiano-murriano<br />
Angelo Zilli sul Femminismo, domenica 30 aprile Romolo Murri su Antonio Fogazzaro<br />
(questa volta senza essere v<strong>it</strong>tima delle contestazioni clericali dell’anno precedente),<br />
l’abate prof. Silvestri su Da Venezia a Trento con proiezione di filmati, l’ing. Antonio<br />
Gottardi che parla il 7 maggio sul tema Ingegneria moderna - Poesia dell’Arte, sempre con<br />
proiezioni ed il repubblicano avv. Cappa (che parlerà il giorno 23): Oratori di idea e di<br />
tendenze varie e disparate: così la scuola nostra ha sempre inteso lo scopo suo: di essere<br />
cioè palestra a tutte le idee, onestamente professate. 1130<br />
La parificazione della Scuola Tecnica comunale, nel frattempo, non avviene per la<br />
mancanza della biblioteca: scusa magra, visto che il novantanove per cento delle scuole<br />
tecniche <strong>it</strong>aliane ne manca oppure maschera l’assenza con piccoli depos<strong>it</strong>i di libri inutili,<br />
che giacciono polverosi. A maggior ragione questa lacuna è una scusa incredibile, visto<br />
che esiste una biblioteca delle scuole elementari cui già attingono anche i ragazzi della<br />
scuola tecnica. Il consigliere socialista Piero Martini rivolge un’interpellanza alla Giunta<br />
comunale per sapere quali iniziative si intendano prendere contro il provved<strong>it</strong>ore agli<br />
studi prof. Battistella, r<strong>it</strong>enuto il responsabile del mancato riconoscimento a causa della<br />
sua relazione negativa sul funzionamento della Scuola Tecnica che colpisce<br />
un’Amministrazione Comunale “rea” di spendere la metà del bilancio per l’istruzione. La<br />
presa di posizione socialista si inserisce in mezzo a molte altre, fra le quali quelle del<br />
consiglio del conv<strong>it</strong>to comunale annesso alla scuola normale, quella dell’on. Cabrini -<br />
evidentemente sollec<strong>it</strong>ato dalla sezione del part<strong>it</strong>o - ed addir<strong>it</strong>tura quella dell’on.<br />
Chiaradia, che è intervenuto presso il prefetto contro il provved<strong>it</strong>ore. Poco dopo una<br />
commissione ministeriale ispezionerà l’ist<strong>it</strong>uto; il provved<strong>it</strong>ore per parte sua invia il<br />
medico provinciale dott. Fratina, il quale però constata che l’ist<strong>it</strong>uto è sì vecchio di<br />
quarant’anni, ma in condizioni sicuramente migliori della maggior parte delle scuole<br />
provinciali. 1131<br />
In compenso un’altra grave inefficienza rende difficile la distribuzione di acqua<br />
corrente nelle ab<strong>it</strong>azioni, anche se non siamo di fronte alla drammatica s<strong>it</strong>uazione dei<br />
comuni rurali dove non ci sono neanche le fontane pubbliche. Non passa giorno in cui si<br />
sentano lagnanze sulla deficenza di acqua dell’acquedotto comunale. Non solo l’acqua non<br />
arriva al secondo piano delle case ma nemmeno al primo spesso cosicché gli utenti che<br />
pagano devono andare ad attingere alle fontane pubbliche. 1132<br />
1128 LF, nn. 332 dell’11 febbraio 1911, pag. 4, Per una assoluzione e Avviso al pubblico e 373 del 26<br />
novembre 1911, pag. 4.<br />
1129 LF, nn. 337 del 18 marzo 1911, pag. 4, Pel cinquantenario e 339 dell’1 aprile 1911, pag. 4, La<br />
commemorazione del cinquantenario.<br />
1130 LF, nn. 337 del 18 marzo 1911, pag. 4, Le conferenze, 339 dell’1 aprile 1911, pag. 4, Alla scuola popolare,<br />
342 del 22 aprile 1911, pag. 4, L’on. Murri a Udine, 343 del 29 aprile 1911, pag. 3, Alla scuola popolare e 344<br />
del 6 maggio 1911, pag. 4, Alla scuola popolare.<br />
1131 LF, nn. 331 del 4 febbraio 1911, pag. 4, Scuola tecnica, 338 del 25 marzo 1911, pag. 4, Una interpellanza<br />
sull’opera del Provved<strong>it</strong>ore, L’on. Chiaradia contro il Provved<strong>it</strong>ore, L’on. Cabrini contro il Provved<strong>it</strong>ore e<br />
Il consiglio del Conv<strong>it</strong>to comunale contro il provved<strong>it</strong>orato e 346 del 20 maggio 1911, pag. 4, Per il<br />
pareggiamento della Scuola Tecnica.<br />
1132 LF, n. 358 del 12 agosto1911, pag. 4, Senza acqua.<br />
339
I risultati del censimento dimostrano alcune tendenze sociali che vengono<br />
giudicate pos<strong>it</strong>ivamente. Gli ab<strong>it</strong>anti sono 8500, di cui oltre 5000 nelle campagne: su<br />
questa maggioranza di sacilesi cade la condanna come pretini, succubi dei preti e dei<br />
padroni e perfino - in quanto frequentanti le processioni indette dal clero per invocare la<br />
pioggia - stupida gente, degna di vivere fra i selvaggi. Gli analfabeti sono il 17% della<br />
popolazione, percentuale discretamente bassa, con punte nelle frazioni giudicate più<br />
arretrate, che sono Ronche, S. Odorico e S. Giovanni di Livenza. Ma c’è un fatto defin<strong>it</strong>o<br />
strabiliante: in dieci anni uomini e donne che non professano alcun culto religioso sono<br />
passati da meno di dieci a duecentocinquanta. Fra dieci anni passeranno il migliaio perché<br />
l’istruzione e il progresso sono la morte delle superstizioni religiose. 1133<br />
Il 20 settembre viene festeggiato in tono minore, soprattutto per il tiepido<br />
interessamento dell’Amministrazione Comunale; ma la S.O. fa affiggere un suo<br />
manifesto, che per i toni netti provoca la reazione dei benpensanti sacilesi. 1134<br />
Enrico Fornasotto r<strong>it</strong>orna nuovamente all’interesse per l’istruzione scrivendo<br />
anche un libro di lettura per la quarta elementare. Il libro, Matur<strong>it</strong>à, viene recens<strong>it</strong>o sulle<br />
pagine de Il Lavoratore Friulano da L.Z., probabilmente Lodovico Zanini, che lo r<strong>it</strong>iene<br />
giustamente coraggioso nel proporre tematiche legate al mondo del lavoro dove i giovani<br />
scolari si introdurranno fra pochi anni, come le ist<strong>it</strong>uzioni previdenziali ed assistenziali,<br />
oppure il Primo Maggio. Un libro ispirato agli ideali patriottici ed a quelli pacifisti ed<br />
internazionalisti, che cerca di formare una coscienza dei bambini come parte di una<br />
uman<strong>it</strong>à solidale. 1135<br />
Enrico Fornasotto è il più autorevole candidato sacilese all’elezione del nuovo<br />
consiglio scolastico provinciale ed in tal senso si esprime anche la Giunta comunale, che<br />
lo inserisce nella lista dei quattro candidati democratici proposti. Ma all’adunanza dei<br />
comuni della provincia il facente funzioni di assessore alla pubblica istruzione, oggetto<br />
dei settimanali strali delle corrispondenze al giornale socialista per la sua inefficienza,<br />
propone invece il suo socio in affari e consigliere comunale clerico-moderato Bellav<strong>it</strong>is,<br />
raccogliendo una valanga di cr<strong>it</strong>iche e poi essendo sment<strong>it</strong>o dalla stessa Giunta sacilese.<br />
Il Consiglio Comunale vota successivamente per Fornasotto, che raccoglie otto voti<br />
contro i sei del concorrente. La vicenda mette alle corde l’assessore, che sarebbe<br />
volentieri messo alla porta dall’attuale maggioranza. Bellav<strong>it</strong>is viene però designato a<br />
Pordenone dai moderati e quindi il risultato finale è che il consiglio scolastico provinciale<br />
si trova ad essere composto dal provved<strong>it</strong>ore e da cinque clericali o da clerico-moderati<br />
loro alleati (l’avv. Renier di Udine, Marco Ciriani, don Giuseppe Ellero, Morassutti e<br />
Bellav<strong>it</strong>is). 1136<br />
A fine 1911 l’assemblea della Scuola popolare programma l’attiv<strong>it</strong>à per il futuro,<br />
che vede lo sdoppiamento della scuola serale per i contadini: un corso si terrà, oltre che<br />
nel capoluogo, a Sant’Odorico. Da quest’anno gli allievi dovranno pagare una tassa<br />
d’iscrizione mensile di una lira sia per la scuola serale che per quella di disegno, a causa<br />
dell’interruzione del già magro contributo concesso dal Ministero dell’Agricoltura<br />
Industria e Commercio. Guarda caso quel governo che va ad occupare la Libia taglia le<br />
risorse per la scuola ma, si fa notare con sconforto, i primi a dar ragione al Governo...<br />
contro se stessi sono purtroppo i lavoratori nella loro grande maggioranza. Il che dimostra<br />
quanto sono ancora indietro nella istruzione e nella civiltà, e quanta Tripoli c’è ancora in<br />
Italia, in Friuli e a Sacile, senza bisogni di andar... laggiù. Ma, dopo aver espresso questa<br />
cr<strong>it</strong>ica, chi si trova a tenere la prima conferenza della Scuola popolare? Proprio l’on.<br />
Angiolo Cabrini, uno degli ultrariformisti che si sono espressi a favore dell’impresa<br />
coloniale! L’on Cabrini parla per altro il 18 gennaio - per quasi due ore - su un tema di<br />
scarsa attual<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica: Il paese dei mille laghi (Costumi, popolazioni, luoghi di Finlandia)<br />
con grande successo di pubblico. 1137<br />
Dopo la candidatura al consiglio scolastico provinciale, Enrico Fornasotto viene<br />
candidato nella lista socialista per l’Ufficio provinciale del lavoro. La lista è sostenuta<br />
dalla Camera del Lavoro di Udine, dalle Leghe operaie di Udine e provincia (cioè i<br />
1133 LF, n. 357 del 5 agosto1911, pag. 4, Buoni Sintomi e Cretinismo contadino e bottega cattolica.<br />
1134 LF, n. 364 del 23 settembre1911, pag. 4 XX Settembre.<br />
1135 LF, n. 367 del 14 ottobre 1911, pag. 2, Un libro di lettura per le elementari.<br />
Lodovico Zanini, maestro ma prima ancora operaio emigrante, nel 1912 è presidente dell’Associazione<br />
Magistrale Friulana: cfr. E, anno VII, n. 12, 1912, Il XII Congresso degli Emigranti Friulani (Tricesimo 29<br />
Dicembre 1912).<br />
1136 LF, nn. 368 del 21 ottobre 1911, pag. 4, Il fiascone di due soci, 369 del 28 ottobre 1911, pag 4, Non si è<br />
dimesso e 378 del 31 dicembre 1911, pag. 4, La v<strong>it</strong>toria clericale scolastica.<br />
1137 LF, nn. 374 del 3 dicembre 1911, pag. 4, Scuola popolare, 376 del 17 dicembre 1911, pag. 4, Evviva<br />
Tripoli, 379 del 7 gennaio 1912, pag. 4, L’on. Cabrini e 384 dell’11 febbraio 1912, pag. 4, La Conferenza<br />
Cabrini.<br />
340
sindacati locali aderenti alle federazioni nazionali di categoria), dal Segretariato<br />
dell’Emigrazione e dalle Cooperative Carniche di lavoro e di consumo. E’ composta, oltre<br />
che da Fornasotto, che è l’unico candidato del Friuli occidentale, anche da Giovanni<br />
Cleva fu Mattia, da Dante Parodi e da Ernesto Piemonte. Si inv<strong>it</strong>a a votare integralmente<br />
la lista, concentrando il voto e puntando a conquistare quattro dei sette posti destinati ai<br />
rappresentanti dei lavoratori nel consiglio, senza lasciare spazio ai localismi che<br />
porterebbero ad un numero maggiore di candidature ma anche alla dispersione del voto.<br />
I voti devono pervenire all’Ufficio provinciale del lavoro entro il 10 gennaio 1912. Nel<br />
consiglio finora sono stati eletti solo rappresentanti delle associazioni sindacali clericali,<br />
sia per la loro maggior compattezza e disciplina, sia per l’assenteismo delle associazioni<br />
di carattere liberale e laico. 1138<br />
Un richiamo all’ordine giunge dalla federazione socialista provinciale a propos<strong>it</strong>o<br />
dell’atteggiamento del comune di Sacile sulla vicenda della richiesta di elezioni<br />
amministrative invernali nel mandamento. Da tempo i tre municipi di Caneva, Budoia e<br />
Polcenigo hanno deliberato in tal senso, e quindi mancherebbe solo il voto del capoluogo<br />
per poter presentare alle autor<strong>it</strong>à superiori l’istanza, che finalmente permetterebbe di far<br />
accedere al voto amministrativo anche i numerosi emigranti. Speriamo che i compagni<br />
che fanno parte di quel consesso, superando inspiegabili tergiversazioni e non lodevoli<br />
schermaglie di chi dirige la cosa pubblica, sappiano decidere quella amministrazione a<br />
prendere una delibera. Se anche - e non vogliamo crederlo - la maggioranza si pronuncierà<br />
sfavorevole si avrà campo di scernere anche a Sacile il grano dalla gramigna cosidetta<br />
radico-liberale. 1139<br />
All’appello provinciale risponde la voce concorde della sezione: Il nostro distretto<br />
che vive sull’emigrazione ha il dir<strong>it</strong>to che in ossequio alla legge vengano fissate tali elezioni<br />
quando gli emigranti, e cioè i contribuenti più numerosi e più importanti, sono a casa e<br />
possono usufruire di tale dir<strong>it</strong>to di voto. Mancano anche i voti dei due rimanenti comuni del<br />
mandamento affinché la proposta venga accettata dalla Giunta provinciale amministrativa.<br />
Perché intanto non si comincia qui? Il consigliere De Martini aveva di già fatta la mozione.<br />
Poi la r<strong>it</strong>irò in segu<strong>it</strong>o alla dichiarazione del sindaco di portare come iniziativa sua presso il<br />
consiglio tale proposta. Ora visto il silenzio sarà bene che il compagno Piero r<strong>it</strong>orni alla<br />
carica. La mozione di Piero De Martini viene approvata dal Consiglio Comunale pochi<br />
giorni dopo. 1140<br />
A cavallo fra 1911 e 1912 si discute intensamente del nuovo fabbricato per le<br />
scuole medie: valutata pos<strong>it</strong>ivamente la decisione dell’Amministrazione Comunale di<br />
realizzare un unico nuovo fabbricato per la Scuola Normale, quella Tecnica ed il conv<strong>it</strong>to,<br />
si cr<strong>it</strong>ica la proposta dal consigliere Lacchin di acquistare e riadattare la sede della<br />
Scuola Normale: ma tale proposta, giudicata troppo costosa e poco efficiente dai<br />
socialisti che preferiscono l’ipotesi di nuova edificazione presentata dal consigliere<br />
Cristofoli, viene votata all’unanim<strong>it</strong>à. Da rilevare che Cristofoli rimane solo nel voto, il<br />
che significa che i due consiglieri comunali socialisti erano assenti oppure di parere<br />
diverso dalla sezione. Ma nel marzo successivo si valuta pos<strong>it</strong>ivamente il cambio di linea<br />
dell’amministrazione, che sceglie di acquistare un terreno sul Viale Zancanaro,<br />
opportuno per collocazione e per prezzo, e si inc<strong>it</strong>a il prosindaco, che ha preso in mano<br />
la gestione della pubblica istruzione togliendola all’assessore finora preposto, a procedere<br />
sped<strong>it</strong>amente con la realizzazione dell’opera. Si cr<strong>it</strong>ica invece l’amministrazione per non<br />
avere anche presentato in un unico progetto la realizzazione o allargamento delle scuole<br />
elementari delle quattro frazioni che ne sono carenti o totalmente sprovviste. Ma poco<br />
dopo si annunciano le dimissioni del sindaco, che è il vero motore dell’amministrazione<br />
(gli altri assessori sono degli inetti) ed i socialisti auspicano che egli le possa r<strong>it</strong>irare,<br />
pena il rischio che si blocchino i progetti delle scuole secondarie e rurali. L’usc<strong>it</strong>a del<br />
sindaco si conclude con un rimpasto di Giunta, nel quale c’è l’indubbio fatto pos<strong>it</strong>ivo che<br />
1138 LF, n. 379 del 7 gennaio 1912, pag. 3, Cronaca c<strong>it</strong>tadina. Le elezioni dell’Ufficio Prov. del Lavoro.<br />
L’Ufficio del lavoro è stato promosso dal Consiglio Provinciale nel 1907, su proposta dei quattro consiglieri<br />
clericali don Trinko, don Marcuzzi, Brosadola e Casasola. Deliberato defin<strong>it</strong>ivamente il 20 gennaio 1908,<br />
l’ufficio aveva lo scopo di studiare le condizioni del lavoro in provincia, di intervenire, se richiesto da<br />
ambe le parti, nei confl<strong>it</strong>ti fra cap<strong>it</strong>ale e lavoro, di esprimere pareri e proposte al governo sulla<br />
legislazione sociale e all’amministrazione provinciale in materie riguardanti il mondo del lavoro.<br />
L’ufficio era retto da un Consiglio di diciannove membri, nominati cinque dal Consiglio provinciale, sette<br />
dalle associazioni dei datori di lavoro e sette da quelle dei lavoratori. I cattolici furono la parte più attiva<br />
di questa rappresentanza. L’ist<strong>it</strong>uzione fu assai utile. Una sua inchiesta sulla condizione dei coloni<br />
venne condotta con grande scrupolo e servì a sollec<strong>it</strong>are la riforma dei patti colonici. L’Ufficio durò sino<br />
alla prima guerra mondiale. Cfr.: TESSITORI, Tiziano, Storia del movimento cattolico in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 228.<br />
1139 LF, n. 381 del 21 gennaio 1912, pag. 2, INTERESSI PROVINCIALI. Pro elezioni amministrative invernali<br />
nel II Mand. di Udine e in quello di Sacile.<br />
1140 LF, nn. 381 del 21 gennaio 1912, pag. 4, Una proposta saggia e 384 dell’11 febbraio 1912, pag. 4, Pro voto<br />
amministrativo invernale.<br />
341
l’ing. Granzotto sost<strong>it</strong>uisce il precedente incapace responsabile della pubblica istruzione.<br />
Gli effetti di questa nomina si notano sub<strong>it</strong>o, facendo deliberare al Consiglio Comunale<br />
l’erezione dei fabbricati delle scuole rurali. Quanto alla nuova Scuola Normale, si<br />
richiede al comune che essa diventi mista a partire dal successivo anno scolastico,<br />
dando così una risposta non solo alle ragazze di Sacile, ma anche a quelle di tutto il<br />
terr<strong>it</strong>orio dal Tagliamento al Piave: solo da Pordenone si sa che giungerebbero decine di<br />
ragazze per frequentarla. Si costruiscono così le condizioni per le quali Sacile sarà per<br />
tutto il Ventesimo Secolo il centro di studi magistrali del Friuli occidentale, tradizionale<br />
polo attrattivo per la scolar<strong>it</strong>à superiore femminile, che a Pordenone trova come offerta<br />
solo un ist<strong>it</strong>uto privato religioso. Si lamenta inoltre come vada a rilento la costruzione<br />
della Casa di ricovero e l’unificazione fra il Monte di Pietà e l’ospedale, mentre intanto le<br />
rend<strong>it</strong>e degli enti vanno disperse per mantenere strutture amministrative inutili. 1141<br />
4.3.23 - La cost<strong>it</strong>uzione dell’Unione<br />
mandamentale socialista.<br />
Nell’agosto 1912 si dichiara il disinteresse per le elezioni provinciali nel<br />
mandamento, che riguardano il posto lasciato libero dalle dimissioni del radicale<br />
Cavarzerani. Si avvia al successo, sostenuto da moderati e clericali proprio l’ing.<br />
Granzotto, a riprova dello sl<strong>it</strong>tamento a destra del panorama pol<strong>it</strong>ico sacilese; rimane<br />
escluso dalla possibil<strong>it</strong>à di candidatura invece il conte Bellav<strong>it</strong>is, sostenuto dai soli<br />
clericali. I socialisti dichiarano di rinviare la loro iniziativa al 1914, quando le elezioni<br />
generali saranno tenute con il suffragio universale. 1142<br />
Le corrispondenze da Sacile a Il Lavoratore Friulano però si diradano, mancano<br />
quasi completamente negli anni successivi, forse segno di una crisi anche nel part<strong>it</strong>o<br />
locale per la divisione creatasi nazionalmente in segu<strong>it</strong>o alla guerra libica. Cresce invece<br />
la presenza socialista a Brugnera, il comune agricolo collocato sul Livenza proprio a valle<br />
del capoluogo, dal quale arrivano stringate ma frequenti corrispondenze. I primi socialisti<br />
sono già attivi in paese: nel gennaio 1912 il calzolaio Andrea Mariot, socialista, viene<br />
amputato della gamba all’ospedale di Sacile. Grazie ad una sottoscrizione di tutto il<br />
paese, con in testa il sindaco Grilli, il segretario comunale Mez ed il parroco Vazzoler, è<br />
possibile fargli fabbricare da un artigiano di Prata una gamba di legno, con la quale egli<br />
può riprendere a camminare. 1143<br />
La s<strong>it</strong>uazione è di assoluto arb<strong>it</strong>rio, sia sul piano sociale che su quello pol<strong>it</strong>ico: il<br />
clero è interessato a riscuotere il quartese dai contadini; i proprietari locali stanno<br />
tranquilli fin che l’oscurantismo clericale mantiene tutti sotto il suo tallone. Questo<br />
disgraziato paese è sotto il dominio alto e incontrastato del prete. Il parroco, un contadino<br />
di Cavolano, impera in canonica e tien sotto il ferreo pugno il gregge fedele. I quattro<br />
signorotti del paese si fregano le mani pel piacere: meglio di così e fin che la dura!! Dunque<br />
il prete contadino grida ogni domenica dal pergamo contro i reprobi e i socialisti. Grida<br />
contro quelli che non pagano il quartese (ahi, ahi!) si fa intraveder le pene del cielo ai cattivi<br />
pagatori. Avviene una disgrazia ad uno dei mancatori al quartese? La colpa è sua: doveva<br />
pagare e dio lo avrebbe salvato. 1144<br />
L’amministrazione clericale-moderata privilegia le frazioni che esprimono il<br />
sindaco ed i suoi sosten<strong>it</strong>ori, come Tamai e Maron, mentre nel capoluogo bisogna<br />
accontentarsi di bere l’acqua inquinata del Livenza e di impantanarsi su strade che non<br />
sono state sufficientemente inghiaiate, mentre gli operai per il restauro della chiesa sono<br />
fatti venire da fuori, lasciando i disoccupati locali nell’inedia. Le omelie rivolte dal pulp<strong>it</strong>o<br />
contro i socialisti rivelano che il pericolo è meno lontano di quanto si potesse sospettare:<br />
di lì a pochi anni Brugnera sarà un covo brulicante degli odiati sovversivi, ma per<br />
qualche strano caso saranno proprio gli elettori delle due frazioni privilegiate a dare<br />
pochi mesi dopo la v<strong>it</strong>toria ad Ellero candidato alla Camera dei Deputati. 1145<br />
1141 LF, nn. 355 del 21 luglio 1911, pag. 4, Il nuovo fabbricato, 379 del 7 gennaio 1912, pag. 4, Per il palazzo<br />
degli studi, 389 del 17 marzo 1912, pag. 4, Sul buon cammino e Una lacuna, 395 del 28 aprile 1912, pag. 4,<br />
Crisi comunale e A piccola veloc<strong>it</strong>à, 396 del 5 maggio 1912, pag. 4, Crisi municipale 400 del 2 giugno 1912,<br />
pag. 4, Municipalia e 402 del 15 giugno 1912, pag. 4, Sulla buona via e Altro problema urgente. La casa di<br />
riposo sarà inaugurata nella primavera dell’anno successivo: cfr. PdF, n. 118 di martedì 29 aprile 1913, pag. 1,<br />
Sacile inaugura la casa di ricovero.<br />
1142 LF, n. 410 dell’11 agosto 1912, pag. 4, Le elezioni provinciali.<br />
1143 LF, n. 395 del 28 aprile 1912, pag. 4, Lode al mer<strong>it</strong>o.<br />
1144 LF, n. 332 dell’11 febbraio 1911, Sotto i preti.<br />
1145 LF, n. 431 del 18 gennaio 1913, Paese ben amministrato!<br />
342
Il legame fra potere pol<strong>it</strong>ico e religioso è tale che un macellaio, che ha tenuto<br />
aperto il negozio durante la processione del Venerdì Santo, si è visto intimare la chiusura<br />
dal cursore comunale, inviato non dal sindaco ma dal parroco. I metodi del parroco don<br />
Giuseppe Vazzoler sono piuttosto spicci, ed un ragazzo deve farsi medicare alla testa per<br />
fer<strong>it</strong>e abbastanza serie: il medico interinale che lo cura è il dottor Alfredo Russi, la cui<br />
presenza non possiamo non accostare al fiorire di iniziative socialiste in paese. Certo non<br />
sarà lui il prefer<strong>it</strong>o fra i quattro concorrenti al bando per la condotta medica, ostacolato<br />
dalla triade cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dal sindaco, dal parroco e dal farmacista. 1146<br />
Ma il dominio clerico-moderato è messo in discussione dal voto per le elezioni<br />
pol<strong>it</strong>iche: nel comune i socialisti prevalgono per 19 voti su Chiaradia, che vince solo nel<br />
capoluogo, mentre le tre frazioni di Tamai, Maron e San Cassiano si esprimono per<br />
Ellero. 1147<br />
Il Psi però non sparisce: infatti Fornasotto non solo è presente al primo convegno<br />
collegiale che all’inizio del 1913 decide la presentazione di una candidatura autonoma<br />
socialista per il collegio della Camera di Pordenone, ma è addir<strong>it</strong>tura messo in<br />
ballottaggio con Ellero nella scelta del candidato. A Sacile si tiene a fine luglio il secondo<br />
convegno collegiale per verificare l’andamento della campagna elettorale per Ellero, che<br />
si sviluppa durante quasi tutto il 1913 e fa da volano alla ricostruzione del part<strong>it</strong>o. Ma il<br />
quadro è mutato, sia sul piano nazionale (con la v<strong>it</strong>toria dei rivoluzionari) sia su quello<br />
locale, con il rientro dei quadri socialisti attivi nell’emigrazione e la costruzione del<br />
part<strong>it</strong>o nei comuni che circondano Sacile. Cambia anche qualcosa nei riferimenti storici<br />
del part<strong>it</strong>o, che tendono di più a costruirsi fra le organizzazioni dei singoli paesi ed il<br />
gruppo di Pordenone, piuttosto che passare per la mediazione di Sacile.<br />
E’ in questo clima che nel maggio 1914 si cost<strong>it</strong>uisce a Sacile l’Unione socialista<br />
mandamentale. Domenica 10 alla sala dell’Albergo Stella si riuniscono 18 compagni, ai<br />
quali si aggiungono cinque assenti che hanno dato la loro adesione. Non hanno potuto<br />
partecipare i compagni dei comuni vicini a causa del maltempo: saranno convocati in<br />
una successiva riunione. Il consiglio direttivo è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da operai autentici, ed anche<br />
questa è una nov<strong>it</strong>à non da poco per Sacile: si tratta di Giovanni Covre, Luigi Pegolo e<br />
Marco Altinier; Covre è il segretario. In realtà la sezione ha una dimensione comunale:<br />
infatti una settimana dopo si noterà come Finalmente anche a Sacile è sorta una Sezione<br />
Socialista. E che neanche tutti erano stati avvert<strong>it</strong>i. 1148<br />
Domenica 5 luglio si riunisce per la seconda volta l’Unione mandamentale<br />
socialista di Sacile. Partecipano compagni di Budoia, Caneva e Polcenigo, portando gli<br />
iscr<strong>it</strong>ti al numero di ottanta. Nulla riunione venne trattato della tattica che nelle venture<br />
elezioni amministrative devono tenere i socialisti del mandamento e dopo esauriente<br />
discussione venne deciso di scendere in lotta con tattica intransigente, secondo i deliberati<br />
del part<strong>it</strong>o. Una nuova riunione, da tenersi in ottobre, quando cominceranno a r<strong>it</strong>ornare gli<br />
emigranti, passerà alla designazione dei candidati. Su proposta Battistioli la sezione inv<strong>it</strong>ò i<br />
compagni De Martini e Mattioli a dare le dimissioni da consiglieri comunali di Sacile,<br />
essendo stati portati a quel posto dal blocco borghese precedentemente, quando le mene di<br />
pochi ambiziosi volevano rovinare le utili iniziative comunali e quindi occorreva la unione<br />
degli uomini di buona volontà di tutti i part<strong>it</strong>i. Ora che lo stato speciale di cose è cessato e<br />
che le direttive del part<strong>it</strong>o nostro sono cambiate, occorreva che i nostri amici si separassero<br />
nettamente dal blocco borghese c<strong>it</strong>tadino. E i compagni De Martini e Mattioli seduta stante<br />
riconoscendo il loro dovere promisero di dare le dimissioni. Un’iniziativa che mai avremmo<br />
potuto prevedere finora nell’isola socialista sacilese. 1149<br />
Si descrivono le condizioni degli altri part<strong>it</strong>i della zona. I radicali sono cinque in<br />
tutto, ded<strong>it</strong>i solo a chiacchierare ed incapaci anche di andare a tesserarsi alla sezione<br />
radicale di Pordenone. I moderati sacilesi sono anch’essi pochi, ma forti per risorse<br />
economiche, ed aggiungendo ai loro cento voti quelli dei clericali riescono a governare il<br />
comune. I quali moderati sono atei e scettici per eccellenza e si ricordano dei preti<br />
soltanto… durante le elezioni. Poi li prendono in giro, bestemmiano come… turchi, e<br />
augurano qualche accidente al primo uomo nero che trovano per via, toccandosi magari<br />
certe parti del corpo – cui il tacere è bello – per scongiuro! A Sacile lo strapotere clericale<br />
fra i contadini e l’arrendevolezza degli artigiani al clientelismo elettorale moderato<br />
rendono sicure le posizioni del potere cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o, mentre nei comuni lim<strong>it</strong>rofi (Brugnera,<br />
Budoia, Polcenigo e Caneva) gli emigranti lo stanno mettendo in discussione. La<br />
1146 LF, nn. 444 del 6 aprile 1913, Chi paga il cursore?, 461 del 3 agosto 1913, pag. 3, Pedagogia cattolica,<br />
464 del 24 agosto 1913, pag. 3, Concorso medico e 468 del 21 settembre 1913, pag. 4, BRUGNERA.<br />
1147 LF, nn. 478 del 9 novembre 1913, BRUGNERA.<br />
1148 LF, nn. 505 del 17 maggio 1914, pag. 4, SACILE. L’Unione socialista mandamentale e 506 del 24 maggio<br />
1914, pag. 4, SACILE. Finalmente, articolo firmato “Cosciente”.<br />
1149 LF, n. 513 del 12 luglio 1914, pag. 4, Cose nostre.<br />
343
conclusione da trarre da questa s<strong>it</strong>uazione è la decisione di rompere queste acque<br />
stagnanti, presentando una lista di minoranza per il comune, ed una di maggioranza per<br />
le elezioni provinciali nel mandamento. 1150<br />
Sono proprio i radicali i più accan<strong>it</strong>i nell’attaccare i socialisti per le provocate<br />
dimissioni dei loro due consiglieri comunali. I socialisti replicano inv<strong>it</strong>andoli a confluire<br />
nel blocco clerico-moderato. 1151<br />
A completare la rottura storica con il radicalismo sacilese, un articolo a propos<strong>it</strong>o<br />
di una nuova onorificenza all’industriale Giuseppe Lacchin esprime una cr<strong>it</strong>ica, ironica e<br />
decisa , sulle condizioni di retribuzione e di lavoro dei suoi operai, auspicando che questi<br />
sappiano finalmente trovare la strada dell’organizzazione sindacale: Si è festeggiato e<br />
rifesteggiato il signor Giuseppe Lacchin per la nuova croce cavalleresca del lavoro<br />
decretatagli giorni fa e sabato p.p. si tenne anche un banchetto in suo onore. Non si proibì ai<br />
suoi operai d’intervenirvi, ma in causa della tenue quota fissata, cioè di lire 6.50 senza<br />
calcolare il “piper” a 11 lire la bottiglia, nessuno di essi ha potuto festeggiare il principale<br />
neo cavaliere e, spiacenti, dovettero accontentarsi di andare come al sol<strong>it</strong>o al magro desco<br />
coniugale. Ora è bene sapere che la d<strong>it</strong>ta Lacchin paga il suo capo operaio della segheria<br />
lautamente e cioè lire 2.75 al giorno per undici ore di lavoro e naturalmente gli altri operai<br />
sono pagati in proporzione. Non tocchiamo poi il tasto delle ragazze adib<strong>it</strong>e alla lavorazione<br />
delle uova. Osserveremo invece che in autunno quando le giornate diventano più corte per<br />
giungere ad un orario di sette e anche sei ore e mezza al giorno, diminuisce l’orario ma<br />
diminuisce anche la paga; peccato che l’appet<strong>it</strong>o d’inverno cresca invece! Infine la d<strong>it</strong>ta<br />
Lacchin è molto previdente e nel dubbio che gli operai, con quelle laute paghe, ne avvanzino<br />
tanto da ubbriacarsi, diversamente da quello che si costuma in tutto il mondo, paga il lunedì<br />
mattina. 1152 Altra croce in vista per il mer<strong>it</strong>o antialcoolico! Speriamo che col nuovo t<strong>it</strong>olo<br />
mutino i sistemi; che l’orario da 11 ore scenda a 10, che le paghe siano aumentate almeno<br />
del 50 per cento e così gli operai non saranno costretti a mandare le mogli a far le serve di<br />
lor signori, trascurando la casa e allora diremo anche noi benvenuta la croce! Che se questo<br />
non si avverasse allora c’è ancora un consiglio per gli operai della d<strong>it</strong>ta che è uguale per tutti<br />
coloro che sono alla dipendenza di padroni. Si organizzino e lottino, e saranno meglio pagati<br />
e anche più rispettati. 1153<br />
1150 LF, n. 514 del 19 luglio 1914, pag. 4, Cose degli altri.<br />
1151 LF, n. 516 del 2 agosto 1914, pag. 4, Sulle dimissioni.<br />
1152 “Fare il lunedì” rimane una delle poche libertà rimaste agli operai, per rimettersi delle solenni sbornie con<br />
cui ci si consola la domenica dopo una settimana di sfruttamento.<br />
1153 LF, n. 515 del 26 luglio 1914, pag. 4, Per il cav. del Lavoro, articolo firmato “Cosciente”.<br />
Mer<strong>it</strong>a ricordare una famosa canzone degli anni Sessanta, composta su un’aria popolare dal Duo Padano di<br />
Piadena, La festa del padrone, che racconta una storia analoga di paternalismo pidocchioso.<br />
344
4.4 - Guerre imperialiste e spostamento a<br />
sinistra del Psi.<br />
4.4.1 - Debole opposizione all’aggressione alla<br />
Libia.<br />
Nel 1911 nasce a Pordenone la Banca Popolare Cooperativa, su iniziativa del cav.<br />
uff. Damiano Roviglio, del cav. Antonio Polese e dell’avv. Sebastiano Brascuglia. A<br />
Pordenone ci sono già tre altri ist<strong>it</strong>uti bancari: il Banco Ellero, che si lim<strong>it</strong>a al piccolo<br />
sconto; il Banco Coromer che svolge un’attiv<strong>it</strong>à ancor più lim<strong>it</strong>ata e la Banca di<br />
Pordenone, che può chiamarsi la Banca del cap<strong>it</strong>alismo, poiché paga un saggio elevato<br />
d’interesse per i depos<strong>it</strong>i e pesa troppo la mano sui piccoli sconti, aggiungendo al forte<br />
interesse, tasse per provvigioni, per stampe ed altro che colpiscono un po’ troppo il piccolo<br />
che ricorre ai suoi sportelli. Il nuovo ist<strong>it</strong>uto che va sorgendo dà quindi una risposta alla<br />
grande necess<strong>it</strong>à dei commercianti e piccoli coltivatori locali. La Banca Popolare<br />
Cooperativa aprirà i battenti il 1° aprile 1912, ed essa diventa il riferimento per le<br />
cooperative di consumo della zona di Pordenone. Le cariche sociali sono ricoperte da:<br />
cav. Antonio Polese (presidente); consiglieri avv. Sebastiano Brascuglia, avv. cav. G. B.<br />
Cavarzerani, Gino Rosso, Italico Gatti, Luigi Mauro, Antonio Roviglio; sindaci sono rag.<br />
Enrico Cosarini, prof. cav. Gustavo Pisenti, ing. Augusto Mior, supplenti avv. Giuseppe<br />
Ellero e geom. Omero Polon, probiviri avv. Alessandro Policreti, ing. Bearzi, avv. conte<br />
Querini, sup. Baldissera, avv. Luigi Barzan. La presenza radicale è predominante fra i<br />
fondatori e gli amministratori, e pure i socialisti sono presenti con due loro esponenti:<br />
Gino Rosso e Giuseppe Ellero. 1154<br />
Nel mese di luglio il nuovo bagno pubblico, realizzato in una elegante palazzina in<br />
stile liberty da una società privata, fornisce 1200 servizi di bagni a doccia e 500 per<br />
bagni di lusso. 1155<br />
Giovedì 24 agosto si tiene un comizio un<strong>it</strong>ario di socialisti e radicali, su iniziativa<br />
dell’avv. Locatelli, per protestare contro le modal<strong>it</strong>à in cui si è svolto il naufragio<br />
dell’incrociatore “San Giorgio”, arenato sulle secche della Gaiola il 14 agosto per<br />
imperizia del comandante. Sono presenti circa novecento persone; presiede il radicale<br />
avv. Barzan ed è oratore ufficiale l’avv. Locatelli. Ma sono nettamente prevalenti i<br />
socialisti: dopo Asquini parla Ellero, che si compiacque che i part<strong>it</strong>i moderati avessero<br />
sent<strong>it</strong>o il bisogno di chiamare a raccolta il popolo per protestare e fare ciò che il Governo<br />
non ha avuto né il coraggio né l’energia di fare. Inv<strong>it</strong>ato insistentemente dal pubblico prese<br />
per ultimo la parola l’avv. Rosso che parlò vibratamente. In fine viene approvato ad<br />
unanim<strong>it</strong>à un vibrato ordine del giorno di protesta contro chi si è per insipienza reso<br />
responsabile della perd<strong>it</strong>a della bella nave. La prima iniziativa sul terr<strong>it</strong>orio nazionale si<br />
svolge proprio a Pordenone, ed ha al suo centro la denuncia della dissipazione di<br />
quaranta milioni di proprietà dello Stato, mentre non ci sono denari per tutte le opere<br />
pubbliche che sarebbero necessarie. Contro il comizio, ed in difesa della magagne della<br />
Regia Marina, insorge tutta la stampa locale, che accusa i socialisti di aver speculato<br />
sull’affondamento per tirar acqua al mulino sottinteso antimil<strong>it</strong>arista. 1156<br />
La nuova gestione comunale del dazio consumo va bene, mentre rientra l’ipotesi<br />
di vend<strong>it</strong>a della piazzetta delle Beccherie, dopo quella effettuata della piazza delle Erbe<br />
per costruirvi il teatro. Si comunica, infine, che il Comune versa in condizioni da non poter<br />
sostenere il peso di nuovi lavori. A questo siamo ridotti dalle ingenti spese contenute per<br />
l’acquisto dei terreni pella caserma che il Governo non fa e per la casermetta che il Comune<br />
ha dovuto fare. Fummo facili profeti quando tutto questo prevedemmo fin dall’inizio della<br />
questione mil<strong>it</strong>are. Le opere e, con esse le necess<strong>it</strong>à pubbliche, ne soffriranno, ma che<br />
1154 P, nn. 180 di martedì 1 agosto 1911, pag. 2, Una nuova Banca e 246 di martedì 17 ottobre 1911, pag. 2, La<br />
cost<strong>it</strong>uzione legale della Banca Cooperativa; LF, nn. 368 del 21 ottobre 1911, pag. 4, Banca Cooperativa<br />
popolare e 392 del 7 aprile 1912, pag. 4, Banca Popolare Cooperativa.<br />
1155 P, n. 180 di martedì 1 agosto 1911, pag. 2, Società bagni pubblici.<br />
1156 P, nn. 194 di giovedì 17 agosto 1911, pag. 2, Un comunicato ufficioso su la “San Giorgio” , 196 di sabato<br />
19 agosto 1911, pag. 1, Per la perd<strong>it</strong>a della “San Giorgio”. Un comizio al Coiazzi e 197 di lunedì 21 agosto<br />
1911, pag. 1, Marina nostra e L’inchiesta e le punizioni pel disastro della “San Giorgio”; LF, nn. 360 del 26<br />
agosto 1911, pag. 4, Comizio protesta, Urtati i nervi, Spir<strong>it</strong>oso il macaco! e Un minchione e 361 del 2<br />
settembre 1911, pag. 4, Non basta.<br />
345
importa: abbiamo i mil<strong>it</strong>ari! Zoppicano le finanze del Comune, ma la patria è salva e la<br />
borghesia contenta e tanto basta. 1157<br />
A Pordenone, a differenza degli altri centri di analoghe dimensioni,<br />
l’Amministrazione Comunale ha sempre utilizzato una vecchia legge che permette alla<br />
Giunta di fissare un calmiere sui prezzi di vend<strong>it</strong>a delle merci di prima necess<strong>it</strong>à. A<br />
Pordenone sono quindi calmierati i prezzi del pane e della carne, ma la norma è evasa<br />
soprattutto dai macellai, tutti legati fra loro da vincoli di parentela e di affin<strong>it</strong>à. I macellai<br />
fanno quello che vogliono e da qualche anno, grazie al fallimento della macelleria<br />
comunale ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dalla Giunta radicale nel 1908, causato dallo scarso consenso<br />
popolare, hanno rialzato i prezzi in dispregio delle norme pubbliche, che la stessa<br />
Amministrazione Comunale non s’impegna a far rispettare. 1158<br />
Inizia la guerra di aggressione alla Libia. A Pordenone si organizza una<br />
dimostrazione a favore della spedizione: il sindaco Querini parla al corteo davanti al<br />
municipio. In novembre l’avv. Galeazzi convoca una riunione pubblica per raccogliere<br />
fondi da destinare alla Croce Rossa, per sovvenzionare le famiglie povere dei mil<strong>it</strong>ari<br />
morti e fer<strong>it</strong>i in Libia. Ma non si tratta di neutrale uman<strong>it</strong>arismo bensì, come dimostra il<br />
testo dell’appello, di una completa adesione all’azione coloniale della monarchia<br />
sabauda, di cui si apprezza lo slancio benevolo nel momento in cui si stanno mettendo a<br />
ferro e fuoco la Libia e l’Egeo. Mistificando acr<strong>it</strong>icamente la s<strong>it</strong>uazione concreta, l’azione<br />
di san<strong>it</strong>à mil<strong>it</strong>are della Croce Rossa viene così descr<strong>it</strong>ta: Il Re e la Regina Madre, il<br />
Governo ammirati della sua prontezza, e sicuri dell’opera sua uman<strong>it</strong>aria e in pari tempo<br />
patriottica, pensarono sub<strong>it</strong>o ad aiutarla. Perocché deve tutto essere con Lei il cuore d’Italia.<br />
Esso mentre agogna alla gloria delle armi e di conquiste civili, non può mancare di<br />
soccorrerla. Si cost<strong>it</strong>uisce quindi un com<strong>it</strong>ato, di cui fanno parte i vari maggiorenti<br />
c<strong>it</strong>tadini, sia radicali che moderati: il presidente della Deputazione Provinciale cav. uff.<br />
ing. Damiano Roviglio, il sindaco, Asquini per la Pro Infanzia, la Trento-Trieste, il<br />
direttore delle scuole elementari cav. Baldissera, il Procuratore del Re cav. Sellenati, il<br />
direttore della Banca di Pordenone Milani, il segretario della Congregazione di Car<strong>it</strong>à<br />
Brusadini, e della Società di Mutuo Soccorso fra Agenti 1159 , oltre al sol<strong>it</strong>o codazzo di<br />
avvocati-pol<strong>it</strong>ici-affaristi locali. Si cost<strong>it</strong>uiscono inoltre sottocom<strong>it</strong>ati nelle varie borgate<br />
del comune per la raccolta di fondi: ma in nessuno di questi organismi ci sono esponenti<br />
del Psi. 1160<br />
L’aggressione <strong>it</strong>aliana alla Libia vede i socialisti pordenonesi scendere da soli in<br />
campo contro la guerra. La prima presa di posizione è una polemica contro la<br />
manifestazione a favore dell’intervento tenutasi in c<strong>it</strong>tà pochi giorni prima. La questione<br />
è posta sul piano culturale, non si fa alcun appello alla mobil<strong>it</strong>azione delle masse e si<br />
sceglie di rimanere in attesa, senza rendersi conto che ormai il meccanismo che porterà<br />
al grande massacro della guerra mondiale è alle porte: Sarà discutibile la convenienza o<br />
meno per l’Italia di essersi avventurata in una guerra colla Turchia. La borghesia e il<br />
clericalismo, pei loro interessi possono averne piacere; il proletariato invece può dolersene<br />
prevedendone le conseguenze e capendo di doverne fare le spese. Ma che si esalti la guerra<br />
in un’opera di civiltà e progresso, è cosa veramente anticivile e antiumana. Nel caso, è anche<br />
antigenerosa, giacché la spavalderia del governo colla Turchia creduta più debole non ci<br />
dovrebbe far dimenticare la remissiv<strong>it</strong>à che lo stesso governo ha verso l’Austria, creduta più<br />
forte. Ci è apparsa fuori di posto quella larva di dimostrazione che anche Pordenone, ossia<br />
qualche c<strong>it</strong>tadino di Pordenone, ha creduto di inscenare domenica in pro della guerra alla<br />
Turchia. Attendiamo almeno gli eventi. Bando sopratutto ai facili entusiasmi che possono<br />
non costare qualche fuoco di bengala e la spesa per qualche colpo di gran cassa. 1161<br />
Pochi giorni dopo il Consiglio Comunale vota i candidati al Consiglio scolastico<br />
provinciale. I sei consiglieri radicali e socialisti votano per il radicale Umberto Caratti, i<br />
quattro clericali per Renier, presidente clerico-liberale della Deputazione Provinciale,<br />
mentre i moderati, per non schierarsi fra i due blocchi, danno i loro sette voti al<br />
candidato clerico-moderato sacilese Bellav<strong>it</strong>is. 1162<br />
1157 LF, nn. 364 del 23 settembre 1911, pag. 4, Perché vendere? e 365 del 30 settembre 1911, pag. 1, Ancora<br />
sul nostro ospedale.<br />
1158 P, n. 209 di lunedì 4 settembre 1911, pag. 1, Come si rispettan le leggi. Il prezzo delle carni.<br />
1159 La Società di Mutuo Soccorso fra Agenti esiste ormai da diciotto anni. Nei nuovi organismi dirigenti<br />
troviamo, fra gli esponenti socialisti, solo Gino Rosso. Cfr.: P, nn. 241 di mercoledì 11 ottobre 1911, pag. 2,<br />
Prossima adunanza alla Società di M. S. fra Agenti e 250 di sabato 21 ottobre 1911, pag. 2, Assemblea e<br />
nomine alla Società Agenti.<br />
1160 P, nn. 233 di lunedì 2 ottobre 1911, pag. 2, Dimostrazione pro Tripoli, 268 di sabato 11 novembe 1911,<br />
pag. 1, Una circolare dell’avv. Galeazzi per soccorrere la Croce Rossa, 269 di lunedì 13 novembre 1911,<br />
pag. 2, La cost<strong>it</strong>uzione del com<strong>it</strong>ato e 281 di lunedì 27 novembre 1911, pag. 2, (…)o pro Croce Rossa. Da<br />
quel momento il quotidiano radicale dedica la propria prima pagina all’avventura libica.<br />
1161 LF, n. 366 del 7 ottobre 1911, pag. 4, Pro Tripoli <strong>it</strong>aliana.<br />
1162 LF, nn. 368 del 21 ottobre 1911, pag. 4, Consiglio comunale.<br />
346
Ma, alla fine del Consiglio Comunale, accade un episodio significativo: il sindaco<br />
esprime un saluto augurale ai soldati <strong>it</strong>aliani in Libia, cui i consiglieri si associano<br />
applaudendo in piedi. Per La Concordia ed il Tagliamento i socialisti si dissociano da tale<br />
plauso. Curiosa invece la giustificazione di segno contrario dei socialisti, probabilmente<br />
imbarazzati dalla loro condizione di isolamento pol<strong>it</strong>ico: dopo aver affermato che i<br />
consiglieri erano già tutti in piedi perché la riunione era fin<strong>it</strong>a e quindi essi stavano<br />
uscendo, si nega la dissociazione con queste motivazioni: Se il Sindaco avesse inneggiato<br />
alla guerra senza dubbio i socialisti avrebbero fatto bene, non solo a lasciare i clericomoderati<br />
a plaudere alzandosi o sbattendo mani e piedi, ma avrebbero dovuto insorgere e<br />
far sentire la voce della protesta proletaria. Ma siccome il Sindaco ebbe la prudenza tattica<br />
di lim<strong>it</strong>arsi a inviare un saluto augurale alle nostre armi e tutto è fin<strong>it</strong>o lì, r<strong>it</strong>eniamo<br />
abbiano fatto bene a non esprimere comunque una protesta e, implic<strong>it</strong>amente all’augurio si<br />
sieno associati. Infatti crediamo che ci possono esser m<strong>it</strong>i c<strong>it</strong>tadini che poco o molto<br />
segretamente e apertamente malediranno la guerra, ma non può esser che una bestia umana<br />
chi, essendo <strong>it</strong>aliano, neghi un saluto augurale ai nostri. Sembra già quasi di vedere le<br />
ambigu<strong>it</strong>à del “né aderire né sabotare” che avvilupperanno la crisi del socialismo<br />
<strong>it</strong>aliano, di lì a pochi anni, di fronte al confl<strong>it</strong>to mondiale, portandolo alfine alla scissione<br />
ed alla sconf<strong>it</strong>ta. 1163<br />
Con il passare delle settimane si rilevano le gravi sofferenze infl<strong>it</strong>te non solo ai<br />
soldati mandati al massacro in Africa, ma alle famiglie costrette a ricorrere all’assistenza<br />
per la mancanza dei redd<strong>it</strong>i dei capifamiglia: Ai giorni di gioia son succeduti quelli del<br />
dolore pelle centinaia di caduti sulle sabbie del deserto e per la miseria di tante povere<br />
famiglie che vedono lo spettro dell’inverno avvicinarsi e mancano del sostegno dei figliuoli<br />
mandati alla guerra. Il bisogno ha cominciato a farsi sentire in modo acuto. La<br />
Congregazione di car<strong>it</strong>à fu presa d’asssalto. Si è procurato di correre ai ripari e si è aperta<br />
una sottoscrizione pubblica. La generos<strong>it</strong>à dei patrioti, benpensanti, nonché uomini<br />
dell’ordine farà ora a gara per dimostrare la bontà dei propri sentimenti. Non ne<br />
dub<strong>it</strong>iamo!... 1164<br />
Non si organizza un movimento di opposizione: d’altronde Pordenone è il solo<br />
centro dal quale provengono prese di posizione contro la guerra, del tutto assenti in ogni<br />
forma negli altri centri del Friuli occidentale. L’unica eccezione è quella dello<br />
spilimberghese Ezio Cantarutti, che fustiga la gestione riformista del part<strong>it</strong>o per la sua<br />
incapac<strong>it</strong>à di mobil<strong>it</strong>are le masse. Ma la mancanza di una organica campagna contro la<br />
guerra non toglie che dalla base si esprima una opposizione spontanea, per quanto<br />
minor<strong>it</strong>aria: Ieri sera al Salone S. Marco mentre si svolgeva un’interessante proiezione della<br />
guerra <strong>it</strong>alo-turca, tra l’entusiasmo e l’attenzione del pubblico, un certo tale diede una grida<br />
di abbasso e l’Italia e l’eserc<strong>it</strong>o; viva la Turchia! Il pubblico fece una contro dimostrazione ed<br />
il disturbatore con qualche cazzotto veniva fatto tacere. 1165<br />
Il ripiegamento riformistico del Psi appare in tutta la sua smagliante incapac<strong>it</strong>à<br />
strategica, mentre emerge con tutta la sua forza la recessione economica legata alla<br />
guerra. Volta alla tutela delle categorie commerciali è la richiesta di provvedimenti di<br />
sostegno che appaiono congiunturali e pure razzisti, come il blocco del commercio<br />
ambulante e gli sgravi fiscali per le aziende in crisi. La crisi industriale, l’annata poco<br />
propizia e la guerra che, come conseguenza finanziaria ha soppresso il cred<strong>it</strong>o, influiscono<br />
sinistramente sulla sorte del commercio. Già vari e rilevanti dissesti si pronunciarono sulla<br />
nostra piazza. Coloro che mal si reggevano in gambe e, forse nel tempo avvenire speravano<br />
rialzare le sorti, stretti ai fianchi e pressati d’attorno da questo complesso sfavorevole di<br />
circostanze e di cose precip<strong>it</strong>arono verso l’abisso. Probabilmente, troppo presto, si era<br />
gridato: viva la guerra, viva Tripoli. Molti, troppi forse, sconteranno le proprie imprudenze.<br />
Tuttavia, poiché il male non si propaghi e si ripercuota su più vasta scala, un po’ a danno di<br />
Con decreto del 12 dicembre 1911 è nominato dal Ministro della P.I. Credaro il Consiglio scolastico della<br />
provincia di Udine, così cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o: 1) il provved<strong>it</strong>ore, che lo presiede; 2) l’ispettore scolastico addetto all’Ufficio<br />
scolastico provinciale; 3) e 4) avv. L.D. Galeazzi, residente a Chions, e on. Umberto Caratti, ambedue radicali,<br />
di nomina governativa; 5) prof. Domenico Modotti direttore della scuola normale di Udine; 6) cav. dott. Luigi<br />
Pizzio direttore didattico delle scuole elementari di Udine; 7) ed 8) Remigio Enrico Fruch e Giuseppe Giulio<br />
Martinis, maestri elementari, rappresentanti degli insegnanti elementari; 9) cav. avv. Francesco Concari<br />
rappresentante della provincia; 10) avv. Antonio Cristofori, radicale avianese e consigliere provinciale,<br />
rappresentante del comune capoluogo; 11) prof. Ezio Bellav<strong>it</strong>is (clerico-moderato sacilese) rappresentante il<br />
gruppo di comuni che hanno dir<strong>it</strong>to di conservare l’amministrazione della scuola; 12), 13), 14) e 15) avv. comm.<br />
Ignazio Renier (clerico-moderato carnico), avv. Marco Ciriani (clericale spilimberghese), prof. Giuseppe Ellero<br />
(clericale udinese) e dott. Cav. Pio Morassutti (clerico-moderato sanv<strong>it</strong>ese) rappresentanti il gruppo di comuni<br />
soggetti all’amministrazione del Consiglio scolastico. Come si vede, mentre i radicali prevalgono nelle nomine<br />
ministeriali, della Amministrazione Provinciale e del comune di Udine, clericali e clerico-moderati hanno la<br />
netta prevalenza nei comuni minori. Cfr.: P, n. 17 di venerdì 19 gennaio 1912, pag. 1, Come si compone il<br />
Consiglio Scolast. Prov.<br />
1163 LF, n. 369 del 28 ottobre 1911, pag. 4, Tendenziosa menzogna.<br />
1164 LF, n. 370 del 4 novembre 1911, pag. 4, Guerra e miseria.<br />
1165 P, n. 264 di martedì 7 novembre 1911, pag. 2, Ant<strong>it</strong>ripolino preso a pugni in un cinematografo.<br />
347
tutti, sembrerebbe opportuno ricorrere a qualche riparo. A nostro avviso, senza pregiudiziare<br />
i mercati, l’Autor<strong>it</strong>à municipale dovrebbe lim<strong>it</strong>are i commerci ambulanti influendo<br />
direttamente o indirettamente perché determinate concorrenze fossero ev<strong>it</strong>ate a vantaggio<br />
di coloro che hanno i propri esercizi fissi e pagano aff<strong>it</strong>ti e tasse esorb<strong>it</strong>anti. Nei lim<strong>it</strong>i del<br />
possibile e per quanto è consent<strong>it</strong>o, la stessa autor<strong>it</strong>à, per alleviare le condizioni dei<br />
contribuenti in genere già assillati dai tempi tristi che corrono, dovrebbe effettuare un<br />
raddolcimento delle imposte. 1166<br />
Lunedì 27 novembre in Consiglio Comunale il sindaco Querini pronuncia un<br />
veemente discorso patriottico, a nome di tutti i c<strong>it</strong>tadini ed i part<strong>it</strong>i, di sostegno alla<br />
guerra di Libia, affermando fra l’altro: Ripugna pensare che vi possa essere c<strong>it</strong>tadino che<br />
per considerazioni d’ordine sociale economico o di opportun<strong>it</strong>à s’attenti di affogare in sterili<br />
quanto inopportune disquisizioni, il sentimento che trabocca dalla coscienza di tutto un<br />
popolo. Querini esprime tutto il sostegno all’eserc<strong>it</strong>o, di cui loda il valore e l’eroismo di<br />
battaglie che continuerebbero l’azione dei padri per la liberazione della patria, e Galeazzi<br />
si associa, sostenendo che l’attuale guerra risveglia il sentimento nazionale. Pei socialisti<br />
parlò l’avv. Ellero mettendo ben in chiaro che ogni <strong>it</strong>aliano può e deve rendere tributo<br />
d’omaggio al valore e sacrificio dei soldati, proletari o no, che si battono eroicamente col<br />
nemico, ma questo, almeno pei socialisti non implica, né deve implicare approvazione alla<br />
folle impresa guerresca che nel presente e pell’avvenire fa e farà sentire i suoi tristi effetti,<br />
specie a danno delle classi lavoratrici e di un sollec<strong>it</strong>o rinnovamento civile. Opposto<br />
l’atteggiamento clericale, pronto ad approf<strong>it</strong>tare dell’occasione per inserirsi nel panorama<br />
pol<strong>it</strong>ico nazionale grazie ad una guerra contro gli “infedeli”: De Mattia rileva che l’attuale<br />
guerra <strong>it</strong>alo-turca ha messo in rilievo anche i benefici della religione cattolica. Se questo<br />
atteggiamento preannuncia quello degli anni successivi, in cui ci si dissocia dalla guerra<br />
senza fare nulla per impedirla, le sottostanti divisioni interne al fronte socialista<br />
traspaiono in quella corrispondenza in cui, a propos<strong>it</strong>o dell’ospedale, si lamenta che i<br />
compagni consiglieri non abbiano affrontato la vicenda proprio a causa dell’opposizione<br />
alla guerra: il mondo precip<strong>it</strong>a, ma per qualcuno ci sono sempre problemi più urgenti! La<br />
stessa opposizione, puramente verbale, dei consiglieri socialisti non riceve neanche la<br />
solidarietà di tutti i compagni. 1167<br />
Alla polemica di X ed a quella del clericale Y Ellero replica con una lettera, in cui<br />
aderisce alla analisi fatta da Achille Loria sulle pagine dell’Avanti! sul ruolo antipopolare<br />
ed antidemocratico dell’imperialismo: “Nel campo pol<strong>it</strong>ico l’imperialismo è un aspro<br />
nemico delle libertà e della democrazia. Le imprese di conquista e di sfruttamento coloniale<br />
rendono fatalmente necessario il prevalere del potere esecutivo sugli altri organi della v<strong>it</strong>a<br />
pubblica e portano di necess<strong>it</strong>à la risurrezione di una autocrazia propria di epoche da secoli<br />
tramontate. Le forme blande del parlamentarismo democratico crollano, si eclissano,<br />
scompaiono davanti al cesarismo coloniale e conquistatore - L’imperialismo assorbente il<br />
fiore delle forze finanziarie e mentali della nazione rende impossibile lo studio e<br />
l’attuazione delle riforme sociali mentre non cost<strong>it</strong>uisce affatto un riparo e un farmaco alla<br />
popolazione esuberante e un asilo alla disoccupazione. (Vedi condizioni del Regno Un<strong>it</strong>o<br />
dopo le imprese sudafricane).” 1168<br />
L’analisi di cosa comporti l’adesione fattuale e completa dell’Italia all’imperialismo<br />
c’è già tutta, anticipando in questa netta formulazione di Loria quanto sarebbe accaduto<br />
di lì a pochi anni, dal colpo di stato monarchico della primavera del 1915 alla pratica<br />
dello stato di guerra sul terr<strong>it</strong>orio nazionale, fino al colpo di stato fascista del 1922. E<br />
forse, al di là della mancata indizione di manifestazioni pubbliche e di iniziative di<br />
boicottaggio della guerra, conta in se stessa anche l’obiezione morale mantenuta, se si<br />
segnalano violenti attacchi contro la campagna giornalistica de Il Lavoratore Friulano a<br />
Pordenone e contro gli stessi operai della Tipografia Sociale udinese dove il giornale viene<br />
stampato, v<strong>it</strong>time di una gazzarra inscenata da 300 studenti. Secondo il quotidiano<br />
radicale gli studenti udinesi, irr<strong>it</strong>ati da un articolo di Silvio Barro sull’ultimo numero del<br />
settimanale socialista ed int<strong>it</strong>olato “Pagliacciate goliardiche”, inviano prima una<br />
delegazione alla Tipografia Sociale, dove però trovano solo gli operai e, dopo<br />
un’assemblea nell’aula magna dell’Ist<strong>it</strong>uto Tecnico, dove il preside cerca di moderarli,<br />
indicono un corteo, cui partecipano in 200. I manifestanti gridano slogans inequivocabili,<br />
come Abbasso i Turchi d’Italia, abbasso l’insultatore! Viva l’Eserc<strong>it</strong>o! e Viva Tripoli Italiana. I<br />
tipografi del giornale, ai quali si erano un<strong>it</strong>i tre o quattro fornai uscirono sulla soglia, e nel<br />
parapiglia che necessariamente nacque andarono infranti i vetri. Gli operai allora si<br />
armarono di arnesi tipografici, (lingotti, trezze e pinzette) e se ne servirono come bastoni e<br />
come proiettili, assalendo con grande vivac<strong>it</strong>à gli avversari. Successe allora tra un gruppo di<br />
studenti più robusti e gli operai una viva colluttazione. Due studenti rimasero fer<strong>it</strong>i, l’uno<br />
1166 LF, n. 372 del 19 novembre 1911, pag. 4, Dissesti.<br />
1167 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 84-85; LF, n. 374 del 3 dicembre 1911,<br />
pag. 4, Consiglio Comunale e Ancora del nostro Ospedale, articolo firmato X.<br />
1168 LF, n. 375 del 10 dicembre 1911, pag. 4, lettera firmata avv. G. Ellero.<br />
348
d’un colpo di pinzetta alla guancia che gli produsse una lacerazione lunga 3 centimetri,<br />
l’altro d’un colpo di corpo contundente alla spalla ed al capo. Naturalmente i colp<strong>it</strong>i<br />
ricambiarono le botte, e tra gli operai, Paolini si ebbe alcuni pugni vigorosi che lo gettarono<br />
a terra.<br />
Il parapiglia viene sedato dall’accorrere delle forze di polizia e, per i socialisti, di<br />
Libero Grassi ed Ernesto Piemonte che, ad una delegazione di studenti, rinvia alla<br />
responsabil<strong>it</strong>à dell’estensore dell’articolo o, in sua mancanza visto che Barro è di<br />
Latisana, a lui stesso. Gli studenti, in un’altra assemblea nella palestra di ginnastica,<br />
discutono anche dell’ipotesi di recarsi a Latisana, ma poi desistono. La sezione di Udine<br />
della Federazione lavoratori del libro esprime un duro comunicato di condanna<br />
dell’aggressione, riconoscendone l’origine nella campagna pacifista de Il Lavoratore<br />
Friulano, ma nota che la protesta avrebbe dovuto essere diretta alla redazione e non ai<br />
tipografi; questa posizione viene acu<strong>it</strong>a dal presidente dei tipografi, il consigliere<br />
comunale radicale Antonio Cremese, che si dissocia esplic<strong>it</strong>amente dai pacifisti che si<br />
oppongono all’impresa libica e diffamano gli studenti. Il giorno dopo, gli studenti<br />
approvano un ordine del giorno che condanna tanto il giornale socialista quanto<br />
l’aggressione commessa da una parte di loro il giorno prima, giustificandola però perché<br />
provocata, ed inviano una delegazione di due di loro a Venezia per ottenere soddisfazione<br />
da Barro. Al contrario i tipografi rigettano sugli studenti la responsabil<strong>it</strong>à delle violenze<br />
accadute e precisano che solo uno di loro aderisce al Part<strong>it</strong>o Socialista. La vertenza si<br />
conclude con un’ampia r<strong>it</strong>rattazione di Barro, rintracciato dai due delegati degli studenti.<br />
All’aggressione si replica con una partecipata sottoscrizione, cui giungono molti<br />
contributi anche da Pordenone. Anche alcuni anarchici udinesi sottoscrivono,<br />
affermando di essere per una volta tanto d’accordo con i socialisti e di essere dispiaciuti<br />
di non essere stati avvert<strong>it</strong>i in tempo per giungere di rinforzo ai compagni. 1169<br />
Nei mesi successivi continuerà uno stillicidio di piccoli atti individuali di protesta,<br />
che avvengono in un clima di nessuna tolleranza da parte dell’apparente maggioranza<br />
bellicista. A Pordenone, giovedì 14 marzo 1912, il nazionalista Iginio Artico prenderà<br />
spunto da un attentato contro il re per aggredire il socialista Guglielmo Barbo,<br />
dipingendolo come un terrorista. Aggressione per altro vigorosamente rintuzzata dal<br />
compagno. Ad Udine, al Teatro Minerva, un gruppo di giovani borghesi inscena una<br />
chiassata contro un musicista che non vuole assecondarne il desiderio di improvvisare<br />
una manifestazione nazionalistica; si nota come le maggioranze hanno indubbiamente<br />
scatti di prepotenza e di violenza. Commentando questo fatto un<strong>it</strong>amente all’attentato al<br />
re, i socialisti riaffermano che per noi la v<strong>it</strong>a umana è sacra e che il rispetto della v<strong>it</strong>a<br />
umana è la base della società civile.<br />
Ma questa nobile dichiarazione sembra essere ormai sorpassata da un cambio del<br />
clima pol<strong>it</strong>ico della nazione, ove l’entrata in guerra ha scatenato la violenza nazionalista<br />
che porterà a mettere in crisi, nel corso del decennio, le basi della debole democrazia<br />
<strong>it</strong>aliana ed il percorso in cresc<strong>it</strong>a del movimento operaio. Alla nostra dichiarazione, in<br />
questo momento in cui la guerra ha scatenato attraverso la nazione i sentimenti atavici di<br />
violenza e di strage che sonnecchiano ancora sotto la vernice dell’uomo civile, ci parrebbe di<br />
sentire attorno a noi un frem<strong>it</strong>o di riso ironico, di sentire sussurrare che i pacifisti hanno<br />
paura. I violenti, gli ambiziosi, i nazionalisti hanno soffocato il pacifico incremento della<br />
rinasc<strong>it</strong>a della nazione, hanno sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o le barbarie d’una guerra sanguinosa alle lotte civili<br />
del lavoro, ci hanno strappato i nostri fratelli per mandarli ad uccidere e farsi uccidere. Noi<br />
sentiamo di poter bene ad alta voce levare il nostro sdegno contro tutte le violenze.<br />
Protestiamo contro il piombo che ha minacciato la v<strong>it</strong>a del re come protestiamo pei proletari<br />
mandati contro il piombo dei beduini difendenti la loro terra. La v<strong>it</strong>a umana è sacra. 1170<br />
I socialisti, nonostante condannino pesantemente ogni forma di<br />
strumentalizzazione bellicista dei nazionalisti, si uniscono con partecipazione al<br />
cordoglio c<strong>it</strong>tadino per la morte di un giovane ufficiale pilota che si schianta con il suo<br />
aereo durante le eserc<strong>it</strong>azioni alla Comina. Si delinea con chiarezza quella linea di<br />
pacifismo passivo che uniformerà l’atteggiamento della maggioranza dei socialisti <strong>it</strong>aliani<br />
di fronte al continuo intervento bellico che, iniziato in Libia, si espanderà quell’anno<br />
all’Egeo per poi proseguire in Albania e confluire inesorabilmente nell’intervento nel<br />
1169 P, nn. 294 di martedì 12 dicembre 1911, pagg. 2 e 3, Gli studenti contro il “Lavoratore”. La<br />
dimostrazione di ieri, Il violento ordine del giorno dei tipografi e Il pensiero del presidente dei tipografi,<br />
295 di mercoledì 13 dicembre 1911, pag. 2, L’assemblea studentesca di ieri, Gli operai rettificano e La voce<br />
del Circolo socialista, 296 di giovedì 14 dicembre 1911, pag. 2, La vertenza fra gli studenti e il “Lavoratore”<br />
e Gli studenti alla ricerca di Barro e 297 di venerdì 15 dicembre 1911, pag. 3, Barro r<strong>it</strong>ratta; LF, nn. 375 del<br />
10 dicembre 1911, pag. 4, 377 del 24 dicembre 1991, pag. 3, SOTTOSCRIZIONE-PROTESTA contro le<br />
violenze studentesche e 378 del 31 dicembre 1911, pag. 4, PORDENONE. Si accomodino e Una protesta.<br />
1170 LF, nn. 390 del 24 marzo 1912, pag. 4, Una mer<strong>it</strong>ata lezione e 389 del 17 marzo 1912, pag. 3, Cronaca<br />
C<strong>it</strong>tadina. Violenze insane.<br />
349
confl<strong>it</strong>to mondiale nel 1915. Un posizione nobile e coerente, ma che sembra non<br />
accorgersi come, insieme con la compressione delle spese sociali e con il sacrificio delle<br />
v<strong>it</strong>e stesse dei proletari, quello che viene messo in discussione da parte della borghesia<br />
nazionalistica che si radicalizza e si compatta sempre di più, è proprio il dir<strong>it</strong>to delle<br />
masse popolari a fare pol<strong>it</strong>ica. Decisamente il colpo di stato, che verrà collocato da<br />
Salvemini non nel 1922, ma nel 1915 con l’intervento in guerra pilotato da Salandra,<br />
Sonnino e dalla monarchia, andrebbe ulteriormente retrodatato coinvolgendo le<br />
responsabil<strong>it</strong>à della stessa monarchia e di Giol<strong>it</strong>ti con l’aggressione alla Libia ed alla<br />
Turchia del 1911. Ben altro dovrebbe essere il livello di risposta del movimento socialista<br />
<strong>it</strong>aliano, che invece viene messo in crisi dalla dissidenza interna della destra riformista,<br />
ed isolato dall’adesione cattolica alla missione coloniale. Intanto, si denuncia come<br />
vengano negati aiuti - sia quelli pubblici che quelli provenienti dalle sottoscrizioni per le<br />
v<strong>it</strong>time di guerra - alla povera gente che deve soccorrere i propri congiunti rimpatriati<br />
ammalati o fer<strong>it</strong>i: al socialista Gemetti si rifiuta un contributo per recarsi a Catania a<br />
vis<strong>it</strong>are il fratello, tornato morente dalla Libia. 1171<br />
La guerra di Libia non si lim<strong>it</strong>a solo al terr<strong>it</strong>orio nordafricano; gli <strong>it</strong>aliani, oltre ad<br />
attaccare ed occupare le isole greche del Dodecaneso, si scontrano con turchi ed arabi<br />
nel Mar Rosso, dove i possessi dell’impero turco fronteggiano la colonia <strong>it</strong>aliana<br />
dell’Er<strong>it</strong>rea; navi <strong>it</strong>aliane bombardano inoltre la costa siriana-libanese: anche l’Italia ha il<br />
suo momento di “gloria” nella pol<strong>it</strong>ica delle cannoniere. Nel gennaio 1912 Il Paese<br />
pubblica fra tanti altri anche articoli dell’on. Giuseppe De Felice deputato socialista di<br />
Catania ed esponente dell’ala destra che appoggia l’invasione della Libia, tratti dal<br />
Giornale del Mattino, fra i quali uno che decanta - in occasione di una vis<strong>it</strong>a di dirigenti<br />
socialisti <strong>it</strong>aliani in quel paese - le meraviglie del terr<strong>it</strong>orio conquistato. Un anno dopo,<br />
nel marzo 1913, quasi in risposta a questi articoli, ma più probabilmente tenendo conto<br />
della generale presa di coscienza dell’inutil<strong>it</strong>à economica (oltre che dell’errore pol<strong>it</strong>ico)<br />
della guerra coloniale, Il Lavoratore Friulano dedicherà gran parte della sua prima pagina<br />
per pubblicare uno studio di Giuseppe Ricchieri sulle condizioni della Libia interna.<br />
Ricchieri smonta le promesse fatte durante i due anni di guerra da parte del governo<br />
<strong>it</strong>aliano, che ha dipinto l’entroterra libico come una specie di terra promessa ove la<br />
fertil<strong>it</strong>à potrà essere lo sbocco per la colonizzazione dei contadini provenienti dalle zone<br />
arretrate d’Italia. La Libia interna è desertica, offre possibil<strong>it</strong>à di sopravvivenza a poche<br />
decine di migliaia di arabi, i quali sono anzi ammirati dagli studiosi per la loro grande<br />
possibil<strong>it</strong>à di adattamento.<br />
La colonizzazione libica si mostra per quello che è: un episodio di una pol<strong>it</strong>ica di<br />
potenza demenziale (imperialismo di straccioni, lo definirà Lenin 1172 ), le cui contropart<strong>it</strong>e<br />
non sono avvertibili pos<strong>it</strong>ivamente neanche sul piano dello sfruttamento economico, ma<br />
cost<strong>it</strong>uiscono solo un elemento ulteriore di dissanguamento delle già povere casse dello<br />
stato <strong>it</strong>aliano. Ricchieri smonta il paradigma razzista dell’imperialismo colonialista,<br />
cogliendo come negli stessi studi sulla colonizzazione francese dell’Algeria si apprezzino<br />
le capac<strong>it</strong>à degli ab<strong>it</strong>anti del deserto di sfruttare al massimo le lim<strong>it</strong>atissime risorse di<br />
quel terr<strong>it</strong>orio inosp<strong>it</strong>ale mentre i risultati di uno sfruttamento idrico maggiore, grazie<br />
alle tecniche più moderne apportate dagli europei, sono lim<strong>it</strong>ati. Gli studiosi hanno<br />
quindi già smantellato quel m<strong>it</strong>o, vera e propria arma ideologica, che ancora un secolo<br />
dopo racconterà la favola dei colonizzatori ebrei di Israele capaci di trasformare in un<br />
giardino l’arido terr<strong>it</strong>orio palestinese mantenuto desertico dall’ignoranza e dall’inerzia<br />
degli arabi nomadi: mascheramento di una realtà in cui il popolo originario sarà<br />
espropriato della sua terra o - quando vi sarà ancora mantenuto come minoranza etnica<br />
sopportata - delle risorse naturali ed economiche, prima fra tutte l’acqua. Ricchieri<br />
inoltre smonta l’altra prospettiva di sfruttamento economico del paese arabo appena<br />
conquistato: quella dei commerci che dall’interno dell’Africa, dalla vasta regione<br />
subsahariana giungono alla costa e da qui vengono avviati all’Europa per via mar<strong>it</strong>tima.<br />
In realtà le piste carovaniere hanno tempi troppo lunghi ed i traffici sono ormai deviati (e<br />
1171 LF, nn. 380 del 14 gennaio 1912, pag. 4, Cose incredibili, 381 del 21 gennaio 1912, pag. 4, Una v<strong>it</strong>tima<br />
della guerra e 398 del 19 maggio 1912, pag. 4, Disgrazia e Strano contrasto.<br />
Giovedì 18 gennaio 1912 il Consiglio Comunale inizia con la commemorazione dei due conc<strong>it</strong>tadini Gemetti e<br />
Rizzardo morti per malattia in conseguenza del servizio mil<strong>it</strong>are in Libia: P, n. 18 di sabato 20 gennaio 1912,<br />
pag. 2, Consiglio Comunale.<br />
1172 Nel riferire questo giudizio leniniano (contenuto in Imperialismo e socialismo in Italia), Togliatti osserva: La<br />
definizione è di Lenin, che in questo modo traduceva l’ “imperialismo della povera gente” di Arturo<br />
Labriola. Cfr.: TOGLIATTI, Palmiro, Discorso su Giol<strong>it</strong>ti, Roma, Rinasc<strong>it</strong>a, 1950, pagg. 65 e 104, nota 27.<br />
350
lo saranno maggiormente in futuro dai piani francesi) dalla rete di infrastrutture che le<br />
potenze coloniali stanno realizzando nei loro domini. 1173<br />
4.4.2 - Di nuovo l’ospedale.<br />
In occasione del rilevamento sulla diffusione de Il Lavoratore Friulano,<br />
l’amministratore del giornale dà il seguente duro giudizio sulla s<strong>it</strong>uazione organizzativa<br />
del Psi nel collegio parlamentare pordenonese. Anche in questo Collegio in quanto ad<br />
abbonati stiamo maluccio (...) Nessun abbonato a Sacile (!), Polcenigo, Brugnera, Caneva,<br />
Fiume, Fontanafredda, Porcia, Vallenoncello, Zoppola. Dobbiamo però aggiungere che - in<br />
questo collegio - è notevole la rivend<strong>it</strong>a che supera le 250 copie settimanali: vorremmo però<br />
che gli ottimi compagni di Torre, Pordenone e Sacile si persuadessero che la rivend<strong>it</strong>a è per<br />
noi passiva. E’ inutile ora dirne le ragioni tanto sono intu<strong>it</strong>ive. Ma non facciamo soverchio<br />
affidamento che le cose abbiano a migliorare perché conosciamo lo stato di<br />
disorganizzazione pol<strong>it</strong>ica del collegio. Il collegio più industriale del Friuli darà sempre<br />
esempio di eleggere degli uomini né carne né pesce sino a che non si sarà provveduto a<br />
raccogliere i compagni sparsi in sezioni socialiste attive e feconde. Ma quanti anni dovranno<br />
ancora passare? 1174<br />
Settimane dopo, proprio da Pordenone giunge l’inv<strong>it</strong>o ai compagni di abbonarsi,<br />
vista la relativa esigu<strong>it</strong>à del prezzo e dato che ogni settimana molti rimangono senza il<br />
giornale, poiché già il sabato stesso dell’usc<strong>it</strong>a esso viene esur<strong>it</strong>o. Il rivend<strong>it</strong>ore del<br />
giornale in c<strong>it</strong>tà inoltre comunica che: da due anni vendo il giornale. Cominciai con venti<br />
copie che in breve salirono a centocinquanta, per mer<strong>it</strong>o della viva propaganda dei nostri più<br />
fidi amici. Ora la vend<strong>it</strong>a è ridiscesa a cinquanta copie. Diversi compagni mi promettono di<br />
aiutarmi a fare altri abbonati, e ciò mi fa desistere dal propos<strong>it</strong>o di abbandonare la vend<strong>it</strong>a<br />
stessa. Facciamo che gli abbonamenti aumentino, che il giornale ci sia nei caffé, negli spacci<br />
di vino, dal barbiere, in modo che sia da tutti letto. Un analogo problema di regolar<strong>it</strong>à<br />
nell’acquisto della stampa socialista presenta il quotidiano del part<strong>it</strong>o. Si inv<strong>it</strong>ano allora i<br />
compagni a comprare con regolar<strong>it</strong>à l’Avanti! presso la rivend<strong>it</strong>a Puppin: in mancanza di<br />
ciò il gestore sarà costretto a comprare meno copie, per essere sicuro della vend<strong>it</strong>a. La<br />
diffusione del giornale viene fatta pubblicamente e dà luogo anche a contestazioni degli<br />
avversari, come la popolana clericale di Borgo Colonna che urla e strep<strong>it</strong>a, insultando il<br />
diffusore del settimanale al punto da costringere i socialisti a minacciare di<br />
denunciarla. 1175<br />
Da mesi è sotto osservazione da parte socialista la s<strong>it</strong>uazione ospedaliera. A pochi<br />
anni dall’inchiesta e dall’entrata nella nuova amministrazione di Gino Rosso che - grazie<br />
alla sua netta denuncia delle gravi condizioni dell’ist<strong>it</strong>uto - fu prefer<strong>it</strong>o dal Consiglio<br />
Comunale ad un altro candidato proposto dalla Giunta, le conseguenze non sono state<br />
all’altezza delle aspettative. Ne sono prova non solo le molte voci di disservizi, ma la<br />
stessa denuncia del direttore e dell’assistente alla direzione. Testi tenuti riservati, ma<br />
che confermano le tante mancanze che danneggiano soprattutto i ricoverati proletari. Un<br />
primo articolo produce polemiche nel consiglio dell’ente (dove viene messo sotto accusa<br />
uno dei san<strong>it</strong>ari, quel dott. Giuseppe Toffoli che insieme a Gino Rosso era stato<br />
protagonista della campagna che portò all’inchiesta) ed anche nella sezione c<strong>it</strong>tadina del<br />
Psi. Una diversa opinione (espressa su Il Lavoratore Friulano dal “sol<strong>it</strong>o” corrispondente)<br />
sottolinea comunque che il problema principale per risolvere la gestione dell’ospedale è<br />
la realizzazione di un nuovo edificio in cui trasferirsi; infatti si cost<strong>it</strong>uisce il com<strong>it</strong>ato per<br />
patrocinare la costruzione di un nuovo ospedale, formato da esponenti di varie forze<br />
pol<strong>it</strong>iche, fra cui il prosindaco avv. Querini, il cav. dott. Riccardo Etro, l’avv. Guido<br />
Rosso, l’ing. Mior, il dott. Valan ed il notaio dott. Tomaselli. X invece replica senza negare<br />
che questo sia un problema, ma che la lim<strong>it</strong>atezza degli spazi non giustifica che si debba<br />
pagare una tassa per essere operati, né il livello scadente della refezione e delle pulizie.<br />
Si denuncia inoltre che la nuova madre superiora invia due incaricati, nell’orario delle<br />
1173 Sull’andamento della guerra di Libia, che diventa uno scontro fra Italia e Turchia che vede come scenario<br />
tutto il Med<strong>it</strong>erraneo orientale ed il Mar Rosso, cfr. i numeri de Il Paese del periodo.<br />
P, n. 8 di martedì 9 gennaio 1912, pag. 1, LA GUERRA. L’importanza economica dell’occupazione africana<br />
esaminata da alcuni commerc. E agricoltori socialisti emiliani e lombardi; LF, n. 433 del 30 marzo 1913,<br />
pag. 1, Il valore economico della Libia interna: cfr. il testo dell’articolo di Ricchieri in appendice.<br />
1174 LF, n. 370 del 4 novembre 1911, pag. 2, Per il LAVORATORE. Aumentiamo gli abbonati.Collegio di<br />
Pordenone. Cfr. tutti i dati degli abbonamenti a Il Lavoratore Friulano per il 1911 ed il 1912 in appendice.<br />
1175 LF, nn. 377 del 24 dicembre 1911, pag. 4, Una raccomandazione a fin d’anno, 380 del 14 gennaio 1912,<br />
pag. 4, corrispondenze senza t<strong>it</strong>olo e 381 del 21 gennaio 1912, pag. 4, Per l’ “Avanti!”.<br />
351
vis<strong>it</strong>e dei parenti, a raccogliere offerte per la chiesa cattolica, coartando la volontà dei<br />
ricoverati. 1176<br />
Un’altra ist<strong>it</strong>uzione che provoca forti delusioni è il Monte di Pietà che, grazie alla<br />
nuova legislazione nazionale, potrebbe trasformarsi aprendo una sezione di cred<strong>it</strong>o e<br />
risparmio, valorizzando così le sue riserve attualmente depos<strong>it</strong>ate ad un tasso<br />
modestissimo in posta. La precedente amministrazione del Monte aveva predisposto un<br />
nuovo statuto che prevedeva questa possibil<strong>it</strong>à, ma quella nuova - supina agli interessi<br />
degli ist<strong>it</strong>uti bancari privati c<strong>it</strong>tadini, che così avrebbero avuto un concorrente - ha<br />
stralciato completamente questo progetto. La lim<strong>it</strong>azione ai possibili redd<strong>it</strong>i del Monte di<br />
Pietà influisce in modo significativo sul bilancio dell’ospedale e su quello comunale. Il<br />
bilancio ospedaliero si regge infatti sui redd<strong>it</strong>i dello stesso ist<strong>it</strong>uto (che saranno ridotti<br />
per la necess<strong>it</strong>à di costruire una nuova sede) e su una parte di quelli del Monte: il defic<strong>it</strong><br />
gestionale viene infine ripianato dall’Amministrazione Comunale, che deve sostenere la<br />
notevole spesa di ventimila lire annue. 1177<br />
In quel periodo vengono segnalati in varie local<strong>it</strong>à del Friuli casi di tifo e di colera,<br />
ma nessuna iniziativa profilattica viene decisa dall’Amministrazione Comunale di<br />
Pordenone, che si lim<strong>it</strong>a ad acquistare un microscopio su richiesta dell’ufficiale san<strong>it</strong>ario<br />
e ad affiggere un manifesto. Ma il problema della prevenzione sta nelle gravi condizioni<br />
igieniche in cui vive la popolazione, che non viene affrontato: Invece di buttar via denaro<br />
inutilmente, si facciano sul serio sopralluoghi in tutte, diciamo tutte, le ab<strong>it</strong>azioni, e si<br />
vedrà quanto c’è da fare. Si vedranno cessi privati di nome, ma pubblici di fatto, in uno stato<br />
raccapricciante, case senza fogne o, se queste esistono, fatte in modo preadam<strong>it</strong>ico e molte<br />
a ridosso delle fontane dove si lava la biancheria e qualche volta si beve. Si constaterà che<br />
molti cessi si trovano a ridosso delle ab<strong>it</strong>azioni, che i maiali continuano ad ab<strong>it</strong>are ed<br />
ingrassare alle porte delle case ecc. (...) la grandissima maggioranza delle case manca di<br />
gabinetto da bagno e i bagni pubblici sono assolutamente dimenticati. Si può quindi dedur<br />
da questo: che l’igiene e pulizia del corpo, tra noi, è molto trascurata e ciò non è la miglior<br />
prova di civiltà. 1178<br />
In settembre la vicenda dell’ospedale torna in Consiglio Comunale. La gestione va<br />
a rotoli (un san<strong>it</strong>ario se ne è andato senza preavviso, lasciando il direttore da solo) ma la<br />
Giunta, pur ammettendolo, non sconfessa il consiglio di amministrazione, nel quale<br />
conferma un suo rappresentante uscente sottoposto a sorteggio per il rinnovo. Il sindaco<br />
1176 LF, nn. 340 del 7 aprile 1911, pag. 4, Cose allegre del nostro ospedale, corrispondenza siglata X, 341 del<br />
15 aprile 1911, pag. 4, Dell’osp<strong>it</strong>ale, 342 del 22 aprile 1911, pag. 4, Ancora sul nostro ospedale, articolo<br />
siglato X, 347 del 28 maggio 1911, pag. 2, Dichiarazione e 350 del 17 giugno 1911, pag. 4, Lagni; P, n. 129 di<br />
giovedì 1 giugno 1911, pag. 1, Adunanza del Com<strong>it</strong>ato pro erigendo ospedale civile.<br />
Per valutare appieno le polemiche, che contrapporranno i socialisti eletti in Consiglio Comunale (fra i quali c’è<br />
Giuseppe Ellero) e quelli che non lo sono più (fra cui c’è Gino Rosso), va ricordato che ambedue erano stati<br />
eletti a componenti del consiglio dell’ospedale.<br />
Inoltre vanno ricordati i rapporti confidenziali intercorrenti fra i socialisti e vari esponenti di primo piano del<br />
mondo san<strong>it</strong>ario provinciale: c<strong>it</strong>iamo ad esempio un episodio di tre anni prima, iniziato con la pubblicazione su<br />
Il Paese di una lettera di Gino Rosso. Nell’ultima assemblea dei medici il dott. Valan, del cui caso si stava<br />
discorrendo, ebbe a dichiarare che il dott. Ebhardt, presidente dal 1905 della sezione friulana dell’Associazione<br />
Nazionale dei medici condotti, pronunciò frasi ingiuriose al suo indirizzo alla presenza di Rosso. Per quanto<br />
abbia successivamente sment<strong>it</strong>o questa circostanza, egli ha invece effettivamente espresso quelle opinioni,<br />
autorizzando Rosso a renderle note allo stesso Valan. Il giorno dopo il dott. Ebhardt fa pubblicare<br />
un’imbarazzatissima lettera di precisazione, che implic<strong>it</strong>amente ammette la giustezza di quanto affermato da<br />
Rosso. Il caso cui si fa riferimento (il caso Franchi) è probabilmente quello di una donna povera ricoverata<br />
morente in ospedale e morta di setticemia, nonostante il suo medico curante, il dottor D’Andrea, l’avesse<br />
defin<strong>it</strong>a isterica. Si avvia un’inchiesta penale, anche se Il Gazzettino e La Patria del Friuli, dopo aver inizialmente<br />
sostenuto la tesi dell’errore del san<strong>it</strong>ario, forse spinti da una stessa fonte cambiano idea. Il quotidiano radicale<br />
invece sostiene una campagna di stampa contro l’insabbiamento del caso, voluto da quelli che non perdono<br />
occasione per rivendicare l’azione penale contro chi ruba per fame o canta per strada inni sovversivi. Solo due<br />
settimane dopo la morte, la magistratura fa compiere un’autopsia tardiva: i dati raccolti dalle testimonianze<br />
fanno pensare che la donna fosse incinta, e che sia morta per un’emorragia dopo l’aborto. In settembre il dott.<br />
Angelo Valan, incontrato per strada l’ex presidente del consiglio dell’ordine Ebhardt lo insulta, e questo lo sfida<br />
a duello: fra i padrini ci sono, per Valan, l’avv. Guido Rosso e, per Ebhardt, l’avv. Giuseppe Ellero insieme<br />
all’avv. Riccardo Etro. Decisamente i rapporti fra i socialisti ed i medici sono piuttosto stretti, anche se i due<br />
compagni avvocati sono schierati su opposti fronti in materia. Cfr.: P, nn. 17 di lunedì 20 gennaio 1908, pag. 1,<br />
I MEDICI FRIULANI IN ASSEMBLEA , 160 di giovedì 9 luglio 1908, pag. 1, Dicerie insussistenti, 164 di<br />
martedì 14 luglio 1908, pag. 1, Per la ver<strong>it</strong>à e la giustizia e 170 di martedì 21 luglio 1908, pag. 1, Una<br />
dichiarazione, 171 di mercoledì 22 luglio 1908, pag. 1, Per un incidente e Sulla buona via? e 230 di lunedì<br />
28 settembre 1908, pag. 2, Un duello in vista. In futuro avremo ancora occasione di trovare il dott. Enrico<br />
Ebhardt di Pasiano in posizione opposta a quella di altri medici vicini ai socialisti, pur essendo egli un attento<br />
lettore della stampa socialista, come abbonato ad Il Lavoratore Friulano: cfr. LF, n. 487, dell’11 gennaio 1914<br />
pag. 4, PICCOLA POSTA.<br />
1177 LF, nn. 345 del 13 maggio 1911, pag. 4, Dal Monte di Pietà e 347 del 28 maggio 1911, pag. 2, Ancora del<br />
Monte di Pietà.<br />
1178 LF, nn. 350 del 17 giugno 1911, pag. 4, Igiene pubblica e 370 del 4 novembre 1911, pag. 4, Bagno<br />
pubblico, articolo firmato Il sol<strong>it</strong>o.<br />
352
si assenta per curarsi e nessuno prende decisioni in comune. Ma anche il gruppo<br />
consiliare socialista viene sottoposto a cr<strong>it</strong>iche. Viene il sospetto che l’alternanza sui<br />
banchi dell’amministrazione c<strong>it</strong>tadina fra Rosso ed Ellero sottintenda una polemica<br />
interna alla sezione del part<strong>it</strong>o. Picchiamo ora ad un altro uscio. Cosa intendono di fare i<br />
nostri compagni che sono al Comune? Certo, speriamo, non avranno bisogno di nuove spinte<br />
e giacché siamo sull’argomento diremo loro che oltre alle questioni già ripetute essi devono<br />
por mente al fatto che è a non lieve danno alle finanze comunali: si tengono all’ospedale<br />
certi parenti per mesi e mesi; a taluno dei quali si fanno certe iniezioni di giorno mentre poi<br />
è facile scovarli nella notte nelle bettole vicine al pio luogo, magari in compagnia di qualche<br />
infermiere. Si scandagli attentamente e forse non sarà impossibile constatare che non era<br />
inesatto quanto altra volta si disse sulla degenza prolungata di ammalati onde non sia<br />
troppo vistosa la diminuzione del numero delle degenze. 1179<br />
La riapertura autunnale delle scuole, con l’aumento notevole degli alunni<br />
dell’Asilo V<strong>it</strong>torio Emanuele II, delle elementari e della scuola tecnica, fa rilevare la<br />
mancanza di strutture adeguate. La consistenza delle scolaresche è la seguente: scuole<br />
urbane: 592 maschi e 545 femmine; Torre, 505 totali; Borgo Meduna 200; Regia Scuola<br />
Tecnica 177; asilo infantile 165. Ma già in novembre le iscrizioni risulteranno superiori:<br />
2215 alunni alle elementari, divisi fra i 1259 delle urbane e 956 dei sobborghi (c’è anche<br />
Rorai Grande); alla scuola tecnica sono iscr<strong>it</strong>ti in 190. Varie classi hanno dovuto essere<br />
sdoppiate, con la relativa assunzione di nuovi maestri e maestre. L’amministrazione ha<br />
in programma il palazzo per le nuove scuole urbane: ed è ora, perché anche quest’anno<br />
si sono dovute aff<strong>it</strong>tare diverse stanze private ed adibirle ad uso scolastico. Per le due<br />
frazioni i progetti sono già stati approvati ed i fabbricati dovrebbero essere completati per<br />
la fine del 1912. Ma anche l’Asilo necess<strong>it</strong>erebbe di un’altra aula. L’ingegnere comunale<br />
Mior presenta il progetto per le due scuole comunali urbane, maschile e femminile, che<br />
dovrebbero sorgere sul terreno del cav. dott. Ernesto Cossetti, attigue alla palestra di<br />
ginnastica ove ora è la lavorazione del legno della d<strong>it</strong>ta Giust. 1180<br />
La Società Agenti promuove corsi serali di pratica commerciale. Si spingono<br />
anche gli operai ad iscriversi a questi corsi, per arricchire il loro bagaglio di istruzione<br />
professionale. Si iscrivono 100 alunni, ma il sostegno pubblico è ridottissimo: solo 150<br />
lire. Così il Governo mostra interessarsi dell’elevamento morale delle classi meno fortunate,<br />
che a causa delle proprie condizioni non possono accedere alle pubbliche ist<strong>it</strong>uzioni<br />
educative e sono costrette, quando possono, a valersi di quelle d’iniziativa privata. 1181<br />
Un’altra iniziativa privata che ha forti risvolti sociali è quella della Società per<br />
l’economia domestica, che svolge il ruolo che dovrebbe essere di una cooperativa di<br />
consumo, che non sorgerebbe secondo i socialisti a causa del miope disinteresse della<br />
popolazione pordenonese. La società sta ampliando la sua offerta di beni di prima<br />
necess<strong>it</strong>à venduti a basso prezzo, il che costringe i commercianti c<strong>it</strong>tadini a ribassare i<br />
loro prezzi di vend<strong>it</strong>a. Basta però che i commercianti (che adottano la tattica già usata<br />
contro la macelleria comunale) ribassino i prezzi, perché il pubblico r<strong>it</strong>orni stupidamente<br />
da loro. La Società inoltre ha aperto uno spaccio per la vend<strong>it</strong>a del latte che ha sub<strong>it</strong>o<br />
successo, ma ha problemi di rifornimento da parte degli allevatori, che preferiscono<br />
continuare a vendere individualmente le loro piccole disponibil<strong>it</strong>à, piuttosto che<br />
accentrare la vend<strong>it</strong>a in un solo punto di raccolta. I tentativi di distribuzione in forma<br />
associata si scontrano con l’individualismo. 1182<br />
Lunedì 27 novembre si discute della richiesta di deroga dal divieto di lavoro<br />
notturno per il sabato, giorno di mercato, formulata dai panettieri il 16 ottobre ed accolta<br />
dalla Giunta. Il radicale Caviezel obietta che il sabato non è mai mancato il pane: gli<br />
risponde Tomadini (che oltre che clericale è panificatore) che finora lo si è distribu<strong>it</strong>o<br />
vecchio. Per Ellero la legge dev’essere osservata per ragioni di igiene, e la deroga è<br />
inammissibile. De Mattia interviene a sostegno della domanda, ricordando che anche<br />
nella democratica Udine sono state concesse deroghe in alcune ricorrenze. Galeazzi<br />
ricorda quanto fu osteggiato dai prestinai il regolamento che aveva proposto la sua<br />
Amministrazione. Gli operai vi si sono associati per non subire l’ostracismo. Propone il<br />
rigetto della domanda. I democratici cedono parzialmente su questa proposta, accordando<br />
che la deroga possa essere concessa nelle festiv<strong>it</strong>à ma non nei giorni di mercato e su<br />
1179 LF, nn. 364 del 23 settembre 1911, pag. 4, Al nostro ospedale, 365 del 30 settembre1911, pag. 1, Ancora<br />
sul nostro ospedale e 370 del 4 novembre 1911, pag. 4, Sempre sull’Osp<strong>it</strong>ale, articolo siglato X.<br />
1180 P, nn. 249 di giovedì 19 ottobre 1911, pag. 2, Riapertura delle scuole, 259 di mercoledì 1 novembre 1911,<br />
pag. 2, I progetti dei fabbricati scolastici, 266 di giovedì 9 novembre 1911, pag. 2, Nelle nostre scuole e 279<br />
di venerdì 24 novembre 1911, pag. 2, Cose scolastiche.<br />
1181 LF, nn. 367 del 14 ottobre 1911, pag. 4, Pratica commerciale e 371 del 12 novembre 1911, pag. 4,<br />
Generos<strong>it</strong>à del Governo.<br />
1182 LF, nn. 367 del 14 ottobre 1911, pag. 4, Economia domestica e 369 del 28 ottobre 1911, pag. 4, Il latte.<br />
353
questa posizione concordano poi anche moderati e clericali. Rimangono all’opposizione i<br />
socialisti ed il radicale avv. Barzan, che continuano a sostenere le ragioni che hanno<br />
portato alla legge sull’abolizione del lavoro notturno e r<strong>it</strong>engono che nessuna decisione<br />
possa essere presa senza aver ascoltato i lavoratori del settore in contradd<strong>it</strong>torio con i<br />
proprietari. Viene eletto assessore effettivo Giuseppe Gaspardo al posto del dimissionario<br />
Pietro Tomasella. 1183<br />
In quello stesso Consiglio Comunale avrebbe dovuto inoltre essere discussa<br />
un’interrogazione dei consiglieri socialisti sull’ospedale. Come abbiamo visto, la mancata<br />
presentazione della stessa è fonte di grande delusione per X, che prende pubblicamente<br />
posizione contro la rappresentanza del part<strong>it</strong>o: Siamo sempre stati dei grandi ingenui. I<br />
cari compagni non dissero verbo in propos<strong>it</strong>o; (...) Perché i nostri rappresentanti non<br />
abbiano creduto necessario mettere i puntini sugli i, perché non abbiano obbligato il Sindaco<br />
a parlar chiaro, a specificare le sue accuse e proporre un riparo al male che dilaga e alla<br />
necess<strong>it</strong>à che il servizio san<strong>it</strong>ario proceda umanamente; il perché non sappiamo trovarlo. Si<br />
denuncia una potenza economica, che specialmente oggi bisogna tener cara, per favorire la<br />
quale non si dovrebbe trascurare il pubblico interesse, visto che perfino il sindaco<br />
rispondendo ad un’interrogazione del consigliere De Mattia ammette che all’ospedale le<br />
cose vanno male. Siccome però chi ricorre e soffre del male che imperversa sull’ist<strong>it</strong>uto è<br />
sempre la classe dei diseredati così è obbligo nostro che ad essa apparteniamo e che di essa<br />
abbiamo assunto la difesa esperire tutti i mezzi perché all’ospedale si curino gli ammalati<br />
come lo richiede l’uman<strong>it</strong>à e la scienza.<br />
La conclusione dell’articolo non potrebbe essere più dura: Compagni Cons. Com.<br />
decidetevi ad assumere il patrocinio anche di questa causa giusta e santa o a dimettervi.<br />
Rimaner a guardar dalla finestra chi malinconicamente va e viene dal pio luogo con la rabbia<br />
alla strozza e col cuore a brandelli perché parlare non può, perché sente, intuisce e non sà, e<br />
perché ha paura: non è da persona di cuore, non è da socialisti. Io depongo per ora la penna<br />
e attendo ancora la prossima convocazione del consiglio nella fiducia che i nostri amici non<br />
indugeranno più, che risoluti vorranno togliere qualsiasi velo, denudare la piaga e estirpare il<br />
fungo pestilenziale. 1184<br />
Ellero non si sottrae alla polemica, che oltre che da X sul settimanale socialista è<br />
stata condotta da Y su quello clericale e replica una settimana dopo con un’altrettanto<br />
lunga lettera, in cui affronta congiuntamente le cr<strong>it</strong>iche sia sull’opposizione alla guerra di<br />
Libia che sulla vicenda dell’ospedale pordenonese. Velenosa è la battuta riservata al<br />
polemista compagno: parmi già di vedere il collega X colle mani pronte a raccogliere le<br />
dimissioni che, volentieri darei, appena il part<strong>it</strong>o mostrasse desiderarlo. Al compagno X<br />
Ellero rinfaccia che se ha quelle informazioni che a lui mancano, potrebbe fornirle ai<br />
compagni consiglieri, in modo da permettere loro di agire, tenendo conto che - se tutti<br />
sono d’accordo sulla crisi dell’ospedale - non si è finora individuata la soluzione<br />
opportuna. Vari elementi tirati in ballo da Ellero (oltre all’esplic<strong>it</strong>a firma di<br />
corrispondenze successive sulla stessa materia) indicano come dietro la sigla X si<br />
nasconda Gino Rosso: il chiamarlo collega (in questo caso in senso lato), l’insinuarlo<br />
pronto a prendere il suo posto in Consiglio, l’inv<strong>it</strong>arlo a rendere pubbliche le informazioni<br />
possedute, fino all’affondo finale: Sarebbe però interessante che X, (...) ci indicasse le vie a<br />
tenersi per raggiungere quello scopo ch’egli stesso non seppe conseguire, pur occupando -<br />
non è molto - il posto che noi abbiamo occupato all’ospedale e occupiamo al Comune. X<br />
replica con un’altra lunga lettera, in cui non aggiunge null’altro se non ulteriore<br />
acrimonia: Ellero si dia da fare, visto che le informazioni ce le ha già. E la redazione<br />
udinese del settimanale socialista pone termine a questa ulteriore tappa della polemica<br />
raccomandando per il futuro maggiore urban<strong>it</strong>à fra compagni e testi meno logorroici. 1185<br />
In questi mesi hanno continuato ad apparire brevi corrispondenze sui disservizi<br />
dell’ospedale, come ad esempio le condizioni con le quali vengono esposti i morti nelle<br />
celle, ove talvolta finisce anche qualche vivo. Si scatena una accesa polemica: alle<br />
denunce socialiste risponde più volte il dottor Valan sulla Patria del Friuli, ripresa da La<br />
Concordia, nei confronti del quale il corrispondente socialista (prima firmatosi Argo ed<br />
ora palesatosi come Gino Rosso) conferma bruscamente le sue informazioni raccolte<br />
nell’ambiente san<strong>it</strong>ario c<strong>it</strong>tadino, dichiarandosi disponibile a rivelare le sue fonti di<br />
fronte ad un giurì d’onore. Ma il dottor Valan preferisce tirare per le lunghe, ed ottenere<br />
una preventiva dichiarazione di sostegno da parte dell’avv. Arturo Ellero a nome del<br />
consiglio di amministrazione dell’ospedale. Nel giurì d’onore Rosso nomina a<br />
1183 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 88-91; LF, n. 374 del 3 dicembre 1911,<br />
pag. 4, Consiglio Comunale.<br />
1184 LF, n. 374 del 3 dicembre 1911, pag. 4, Ancora del nostro Ospedale, articolo siglato X.<br />
1185 LF, nn. 375 del 10 dicembre 1911, pag. 4, lettera firmata avv. G. Ellero e 376 del 17 dicembre 1911, pag. 4,<br />
Caro Lavoratore, articolo siglato X.<br />
354
appresentarlo l’ex sindaco Galeazzi, mentre Valan gli contrappone l’avv. Luigi Barzan,<br />
ambedue esponenti della democrazia pordenonese. 1186<br />
In luglio si segnala nuovamente che un ammalato ricoverato in ospedale deve fare<br />
il giro per le camerate, accompagnato da una suora, per fare la questua per i ceri,<br />
mentre altri ricoverati richiedono l’elemosina, sintomo di decadenza dell’ospedale. In<br />
compenso, si segnala un caso in cui un c<strong>it</strong>tadino colp<strong>it</strong>o da un grave malore viene prima<br />
rifiutato e, dopo il ricovero imposto dai carabinieri, lasciato tutta la notte su un<br />
materasso gettato a terra senza alcuna assistenza. Per questo fatto viene licenziato un<br />
infermiere: ma è solo un capro espiatorio. Il guasto non è dato da una persona sola. E’<br />
tutta l’organizzazione in istato di avanzata putrefazione. La barcaccia fa acqua da mille parti<br />
ed è ridicolo illudersi di accomodarla con un fuscello di paglia. Tutti parlano, al caffé, con gli<br />
amici, per la via, ma sempre in sordina per tema di compromettersi, di aver noia o subir<br />
delle sfuriate. Il consiglio dell’ospedale dà le dimissioni, e la maggioranza consiliare non è<br />
in grado di proporne uno nuovo: l’ultimo Consiglio Comunale del 1912 si concluderà così<br />
con la mancata elezione e la scelta di andare al commissariamento dell’ente. Solo il<br />
consigliere socialista Ellero motiva in quell’occasione il suo voto, plaudendo alle ragioni<br />
che hanno portato alcuni consiglieri alle dimissioni. 1187<br />
Alcuni ex consiglieri dell’ospedale e componenti del com<strong>it</strong>ato pro erigendo<br />
ospedale nuovo pubblicano sulla stampa le loro considerazioni a propos<strong>it</strong>o sia della<br />
gestione dell’ospedale (dove languono in condizioni indecorose 120 assist<strong>it</strong>i) sia<br />
dell’edificazione del nuovo edificio. In ospedale continua ad esserci un solo medico (il<br />
direttore) privo di assistente, mentre in tutta la c<strong>it</strong>tà ci sono solo altri due medici attivi,<br />
che debbono coprire le esigenze del terr<strong>it</strong>orio comunale, di quello di Vallenoncello, degli<br />
stabilimenti industriali e prestare la loro opera in ospedale nei giorni di operazioni. Il<br />
commissario comm. Borgomanero riscontra carenze contabili, deb<strong>it</strong>i e probabilmente<br />
varie malversazioni. Il defic<strong>it</strong> è di trentamila lire, pari ad una maggior spesa di diecimila<br />
lire l’anno nei tre anni dal 1910 al 1912. Si contesta però che il comm. Borgomanero sia<br />
la persona giusta per risanare il bilancio ospedaliero, visto il controproducente risultato<br />
avuto come commissario dell’ospedale di Latisana. L’operazione di commissariamento<br />
rischia seriamente di mettere in discussione la costruzione del nuovo ospedale. Gli<br />
amministratori comunali e dell’ist<strong>it</strong>uto intendono bloccarla per concentrare tutte le<br />
risorse a disposizione del commissario prefettizio per la sua azione di risanamento<br />
economico. Lo stesso segretario ed animatore del com<strong>it</strong>ato pro erezione, l’avv. Riccardo<br />
Etro, protesta fortemente contro la prospettiva di gettare tutte le risorse nel vecchio<br />
fabbricato, nel quale non conviene più investire una lira. Al massimo, per il risanamento<br />
è sufficiente la scelta già presa di trasferire altrove i malati cronici. Galeazzi con<br />
un’interpellanza, cui si associa Ellero, richiede che il comune prenda in mano l’iniziativa<br />
per la realizzazione del nuovo ospedale, tenendo conto che per il vecchio sono opportune<br />
riforme amministrative ma non, come proposto dal commissario Borgomanero, interventi<br />
di ristrutturazione. 1188<br />
Dopo aver tentato di bloccare il nuovo ospedale, il commissario lancia un’altra<br />
proposta che viene avversata dai socialisti: la soppressione del Monte di Pietà. In tal<br />
modo si getterebbero sul lastrico le famiglie più povere, mettendole nelle mani degli<br />
usurai, proprio in un anno nel quale la miseria prodotta dalla guerra ha fatto aumentare<br />
le operazioni di pegno. Si impedirebbe inoltre il rinnovamento dell’ente che -<br />
trasformatosi in cassa di risparmio - darebbero un’entrata sicura all’ospedale ed al<br />
comune, ai quali sarebbe vincolato il redd<strong>it</strong>o annuo. Ma tale propos<strong>it</strong>o è sub<strong>it</strong>o messo da<br />
parte dal commissario, che invece propone di unificare l’amministrazione delle varie<br />
ist<strong>it</strong>uzioni pie c<strong>it</strong>tadine, cosa questa valutata pos<strong>it</strong>ivamente perché permetterebbe di<br />
diminuire le spese di gestione. Infine si assume l’assistente medico: ma questo viene<br />
anche incaricato di seguire la condotta medica di Torre e di Vallenoncello, cosa che<br />
praticamente lo metterà nelle condizioni di non fare bene né un lavoro né l’altro. Rimane<br />
aperta la questione delle gravose spese che gravano sui ricoverati, che operare un<br />
1186 LF, nn. 382 del 28 gennaio 1912, pag. 4, Cose dell’Ospedale, n. 384 dell’11 febbraio 1912, pag. 4, Allo<br />
Ospedale, articolo firmato Argo, 385 del 18 febbraio 1912, pag. 4, A propos<strong>it</strong>o di una sment<strong>it</strong>a, firmato Argo,<br />
386 del 25 febbraio 1912, pag. 4, Polemica sull’Ospedale, firmato Gino Rosso come i successivi, 387 del 3<br />
marzo 1912, pag. 4, La polemica sull’Ospedale, 388 del 10 marzo 1912, pag. 4, Polemica e 390 del 24 marzo<br />
1912, pag. 4, Polemica col dott. Valan.<br />
1187 LF, nn. 406 del 14 luglio 1912, pag. 3, All’Ospedale, 430 del 29 dicembre 1912, pag. 4,Un caso e Consiglio<br />
Comunale e 431 dell’8 gennaio 1913, pag. 4, Sul caso.<br />
1188 LF, nn. 433 del 19 gennaio 1913, pag. 3, All’ospedale, 440 del 9 marzo 1913, pag. 4, Cose dell’Ospedale,<br />
443 del 30 marzo 1913, pag. 4, Le sorti dell’Ospedale, articolo firmato Sum, 446 del 20 aprile1913, pag. 4,<br />
Intorno all’ospedale e 451 del 25 maggio 1913, pag. 2, Cura medica; P, n. 103 di mercoledì 30 aprile 1913,<br />
pag. 1, Consiglio Comunale.<br />
355
depos<strong>it</strong>o all’ingresso, pagare una retta alta e poi le spese per le medicazioni e le cure: ciò<br />
si traduce in un salasso per le famiglie, che debbono impegnare i pochi averi per<br />
garantire le cure a chi ne ha bisogno. 1189<br />
Durante l’estate 1913 la costruzione del nuovo ospedale verrà affrontata<br />
convocando i comuni della zona e proponendo loro di aderire ad un consorzio per<br />
realizzare l’opera, in modo da poter avere una base più solida per assumere il mutuo per<br />
erigere il fabbricato. Si tratta di una proposta che per prima era stata formulata in<br />
Consiglio Comunale da Ellero; abbandonata dalla maggioranza, la proposta è stata<br />
ripresa da un funzionario della Prefettura, il dottor Alberti, ma viene accantonata<br />
provvisoriamente sia per le resistenze di alcuni comuni, sia per permettere all’on.<br />
Chiaradia ed al sindaco di andare a Roma e poter spendere in campagna elettorale la<br />
concessione di fondi statali. 1190<br />
4.4.3 - Magie contabili.<br />
Facendo il bilancio del primo anno di gestione municipalizzata del dazio<br />
consumo, all’inizio del 1912, si nota che essa ha prodotto un attivo (detratte le spese di<br />
gestione) di circa diecimila lire su 125.900 di entrate, più cioè di quanto sia stato<br />
guadagnato dal comune negli anni della gestione appaltata alla d<strong>it</strong>ta Trezza (la quale<br />
aveva offerto, proponendo un rinnovo decennale, un aumento di diecimila lire, passando<br />
da 98 a 108 mila lire). 1191<br />
Nel frattempo le vicende di un’opera pubblica rivelano ancora una volta i legami<br />
personali che uniscono buona parte della classe dirigente pordenonese, ovviamente a<br />
discap<strong>it</strong>o degli interessi collettivi, confermando il peso della tradizionale proprietà<br />
fondiaria. Va riparato il ponte sul fiume Meduna che collega Pordenone con Azzano<br />
Decimo presso Corva, frazione di quest’ultimo comune. I lavori sono assunti con una<br />
condivisione della spesa fra il comune di Pordenone (che ha realizzato con rilevanti spese<br />
anche la nuova via per Corva, che giunge proprio a questo ponte) e quello di Azzano, con<br />
minori compartecipazioni di Vallenoncello e Pasiano. Il ponte va rifatto sia perché il<br />
legname che ne cost<strong>it</strong>uisce il piano trans<strong>it</strong>abile è ormai marcio, sia perché una delle due<br />
spallette è stata portata via da una piena del fiume. Viene incaricata dei lavori l’impresa<br />
dell’ing. Zenari, che praticamente non ha avuto concorrenti nella gara d’appalto. I lavori<br />
sospendono la circolazione dei veicoli, creando gravi problemi al commercio<br />
pordenonese, che si vede sottrarre le relazioni con i comuni a sud, soprattutto Pasiano<br />
che tende a grav<strong>it</strong>are su Oderzo e Motta di Livenza: intanto possono passare solo i<br />
pedoni su un traghetto. Il termine per la riconsegna dell’opera è di cinquanta giorni, ma<br />
ne sono trascorsi già ottantacinque ed i lavori sono fermi in attesa che il comune di<br />
Azzano Decimo (sul cui terr<strong>it</strong>orio insiste l’opera) paghi l’impresa. Quale la causa di questi<br />
r<strong>it</strong>ardi? L’ing. Zenari è parente dell’ing. Salice, progettista e direttore dei lavori; il sindaco<br />
di Azzano Decimo è parente dell’ing. Salice e quello di Pordenone, l’avvocato Antonio<br />
Querini, ha sposato una Salice e cura gli interessi dell’impresa Zenari per conto dei<br />
cred<strong>it</strong>ori. Un mese dopo i lavori sono ancora in corso a rilento, con tre soli operai<br />
impiegati nell’opera. La questione viene portata in Consiglio Comunale dai due radicali<br />
Francesco Asquini ed Alessandro Rosso, che vengono letteralmente presi in giro dal<br />
sindaco, il quale risponde loro che la questione sarà posta il giorno dopo in una riunione<br />
del Consorzio per il ponte: riunione che poi non potrà tenersi proprio a causa<br />
dell’assenza dei rappresentanti del comune di Pordenone! D’altronde la s<strong>it</strong>uazione<br />
fallimentare dell’impresa Zenari è ormai di dominio pubblico (oltre a dover essere ben<br />
nota al sindaco Querini) e la d<strong>it</strong>ta viene tenuta in v<strong>it</strong>a artificialmente dagli appaltatori<br />
per non dover pagare due volte le opere in corso. Sette mesi dopo i lavori saranno ancora<br />
bloccati, con il rischio che la prima piena si porti via l’opera incompiuta. 1192<br />
Non c’è da stupirsi che il nepotismo condizioni la realizzazione di questa<br />
importante opera pubblica, se pensiamo che un farmacista che riveste una carica<br />
pol<strong>it</strong>ica utilizza le guardie comunali per far multare un concorrente che ha più clientela<br />
1189 LF, nn. 451 del 25 maggio 1913, pag. 2, Allarme, 452 dell’1 giugno 1913, pag. 4, Monte di Pietà e<br />
All’Ospedale, 454 del 15 giugno 1913, pag. 4, Ist<strong>it</strong>uti Pii e 456 del 29 giugno 1913, pag. 3, Ancora d’accordo.<br />
1190 LF, nn. 463 del 17 agosto 1913, pag. 4, Per l’Osp<strong>it</strong>ale e 468 del 21 settembre 1913, pag. 4, Altra trovata.<br />
1191 P, n. 11 di venerdì 12 gennaio 1912, pag. 2, Il dazio municipalizzato.<br />
1192 LF, nn. 381 del 21 gennaio 1912, pag. 4, Il ponte dei parenti, 386 del 25 febbraio 1912, pag. 4, Ponte di<br />
Corva, 389 del 17 marzo 1912, pag. 4, Consiglio Comunale e 401 del 9 giugno 1912, pag. 4, Ponte di Corva.<br />
356
perché adotta prezzi più bassi, migliori prodotti ed un più garbato rapporto con gli<br />
utenti. 1193<br />
Mentre l’arb<strong>it</strong>rio sembra connotare tutte le vicende amministrative pordenonesi,<br />
quando fa comodo per r<strong>it</strong>ardare le scelte si opta invece per il massimo di democrazia.<br />
Ecco allora che - di fronte all’urgenza di costruire un nuovo edificio per la scuola<br />
elementare, ora alloggiata in locali di fortuna che non riescono a contenere tutti i<br />
bambini che dovrebbero frequentare i corsi - viene portata in Consiglio Comunale la<br />
scelta di ist<strong>it</strong>uire una commissione per scegliere il terreno adatto... peccato che questo,<br />
per quanto adeguato, sia già stato scelto dal sindaco. Si dovranno attendere circa dieci<br />
anni ancora perché tali decisioni siano adottate, con procedure veramente d’urgenza,<br />
dalla amministrazione socialista del dopoguerra. 1194<br />
Giovedì 18 gennaio 1912 il Consiglio Comunale approva il progetto dei fabbricati<br />
scolastici, da realizzare con i finanziamenti statali concessi dalla legge Credaro, che<br />
dovrebbe comportare la costruzione di 34 nuove aule. In quella stessa seduta<br />
l’Amministrazione Comunale si cost<strong>it</strong>uisce in giudizio contro il procedimento promosso<br />
da Alessandro Rosso per la demolizione di un muro che chiudeva l’accesso alla strada<br />
della Roggia-Erem<strong>it</strong>ani. Come conseguenza, la Giunta propone di dichiarare la<br />
decadenza di Rosso da consigliere, approf<strong>it</strong>tando di questo contenzioso privato per<br />
eliminare l’esponente radicale, ma la proposta è respinta all’unanim<strong>it</strong>à dai consiglieri<br />
(con l’astensione dal voto dei componenti della Giunta). Successivamente però Rosso,<br />
non riuscendo il tentativo di conciliazione della causa, darà le dimissioni, accettate dalla<br />
maggioranza nella seduta di giovedì 30 maggio.<br />
La maggioranza deve r<strong>it</strong>irare il bilancio preventivo per il 1912, che è stato<br />
presentato fuori dai termini previsti per permetterne la lettura ai consiglieri. Il bilancio è<br />
condizionato dalle scelte imposte dal gruppo clericale; chiare sollec<strong>it</strong>azioni vengono<br />
inviate dal settimanale socialista ai consiglieri di opposizione perché siano un<strong>it</strong>i nella<br />
battaglia per ostacolarlo. Giovedì 8 febbraio Ellero motiva il voto contrario con il giudizio<br />
di pesante rigid<strong>it</strong>à della previsione, all’opposto dell’elastic<strong>it</strong>à dell’amministrazione<br />
democratica che permetteva scioltezza operativa. Sarà impossibile fare i lavori messi a<br />
preventivo, dai quali è escluso il macello; al massimo si faranno i fabbricati scolastici;<br />
ma soprattutto non sono previste nuove iniziative. In futuro diminuiranno le risorse<br />
finanziarie, per il venir meno del f<strong>it</strong>to della caserma provvisoria e del prodotto<br />
dell’abbattimento delle piante. Il bilancio, come fa notare Ellero in Consiglio, è<br />
contabilmente sbagliato, e vi si trovano varie entrate ripetute dagli anni precedenti, così<br />
da alterare notevolmente il risultato finale: il contributo statale di 8325 lire per la via<br />
nuova di Corva in costruzione è stato messo a bilancio sia nel 1911 che nel 1912, e così<br />
un mutuo della Cassa di Risparmio pari a 3.000 lire. Queste scorrettezze contabili si<br />
sommano alla confusione fatta dall’amministrazione nel presentare un bilancio che non<br />
riporta l’avanzo o disavanzo di due anni prima (come prevede la legge) ma quello<br />
dell’esercizio precedente, di cui per altro non è ancora stato chiuso il rendiconto<br />
consuntivo. Con questo espediente si cerca di coprire il r<strong>it</strong>ardo di mesi con cui il bilancio<br />
preventivo viene portato in Consiglio Comunale, ad esercizio è già iniziato. 1195<br />
La messa a bilancio negli esercizi precedenti di fondi ancora incerti è serv<strong>it</strong>a in<br />
realtà a mascherare il fatto che quelle entrate straordinarie (destinate ad investimenti)<br />
sono state destinate alla spesa corrente. Pure a coprire spese correnti sono destinate le<br />
15.000 lire annue di aff<strong>it</strong>to che il governo paga per la casermetta costru<strong>it</strong>a in Via<br />
Molinari per osp<strong>it</strong>are provvisoriamente le truppe, in attesa della costruzione della nuova<br />
caserma. Se quella cifra fosse usata per coprire le spese di costruzione, al termine<br />
dell’uso mil<strong>it</strong>are il comune lucrerebbe un notevole guadagno patrimoniale e potrebbe<br />
riutilizzare la casermetta per altri scopi: così l’unico risultato sarà quello di trovarsi, alla<br />
fine dell’aff<strong>it</strong>to, a dover reperire altre fonti per coprire l’ammanco di risorse per la spesa<br />
corrente. Solo i consiglieri socialisti votano contro lo stanziamento di 70.000 lire per la<br />
costruzione della casermetta. 1196<br />
Arrivati alla terza seduta consecutiva del Consiglio Comunale dedicata al bilancio,<br />
il sindaco dimostra tutto il suo dispetto contro il settimanale socialista andando<br />
personalmente a chiedere al corrispondente pordenonese, seduto al banco riservato alla<br />
1193 LF, n. 390 del 24 marzo 1912, pag. 4, Un tiro birbone. E’ probabile che ci si riferisca all’assessore<br />
Domenico Veroi.<br />
1194 LF, n. 381 del 21 gennaio 1912, pag. 4, Al Consiglio Comunale.<br />
1195 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 98-104, 128 e 148-149; P, n. 18 di<br />
sabato 20 gennaio 1912, pag. 2, Consiglio Comunale; LF, nn. 382 del 28 gennaio 1912, pag. 4, Al Consiglio<br />
Comunale e 383 del 4 febbraio 1912, pag. 4, Bilancio preventivo 1912 del Comune.<br />
1196 LF, n. 384 del 12 febbraio 1912, pag. 4, Preventivo comunale pel 1912.<br />
357
stampa, il tesserino di accred<strong>it</strong>amento. Questi risponde di non averne alcuno, e continua<br />
a fare la cronaca della seduta rimanendo in piedi fra il pubblico. Il bilancio prevede una<br />
riduzione dello stanziamento per la manutenzione delle strade, a fronte di un aumento<br />
della rete viabile e della necess<strong>it</strong>à di tenerla costantemente in funzione con abbondanti<br />
distribuzioni di ghiaia; la cosa interessa non poco gli operai, che altrimenti sono costretti<br />
a recarsi al lavoro quotidiano nel fango, a scap<strong>it</strong>o della loro salute. L’acquisto della ghiaia<br />
viene ora fatto a metro cubo volta per volta, con aggravio della spesa pubblica, ed il<br />
sindaco si trova costretto ad annunciare l’intenzione di acquistare una cava. 1197<br />
Non è questo il solo settore dove si prevede una irragionevole riduzione di spesa:<br />
lo stesso avviene per la spesa assistenziale, dove si ipotizza di spendere molto meno che<br />
l’anno precedente per i ricoveri ospedalieri e nella casa di riposo, anche se tutte le<br />
previsioni indicano invece un aumento del bisogno (nel 1910 si sono spese 32400 lire,<br />
alle quali ne sono state aggiunte nel preventivo 1911 altre 6800 lire per pagare le<br />
spedal<strong>it</strong>à arretrate; nel 1912 si prevede invece di spendere solo 25.000 lire). Il bilancio è<br />
messo in crisi da una serie di spese per investimento che solo parzialente vanno a<br />
vantaggio della c<strong>it</strong>tà: oltre alle 70.000 lire per la casermetta provvisoria, va considerato lo<br />
stanziamento di 146.000 per il solo acquisto del terreno per la caserma (il terzo da<br />
quando è iniziata la vicenda); 46.000 lire per l’allargamento delle scuole elementari di<br />
Torre e Borgomeduna, 250.000 per il nuovo fabbricato della scuola urbana e 15.000 per<br />
il nuovo macello (che con truce predizione si dice deve essere pronto inesorabilmente pel<br />
luglio 1914). Inesorabilmente il bilancio del comune di Pordenone marcia verso lo sfacelo.<br />
Ma a metà maggio nessun atto è stato compiuto per iniziare le procedure di costruzione<br />
degli edifici scolastici, uno dei quali - secondo le promesse degli amministratori - avrebbe<br />
dovuto essere sicuramente consegnato entro l’anno. Invece il sindaco si dedica al<br />
tracciato della nuova strada che si è costretti a costruire poiché il Vial d’Aviano verrà<br />
interrotto dalla nuova caserma che ne ingloberà un tratto per trasformarlo in strada<br />
interna di servizio. Bisogna quindi costruire una parallela bretella di collegamento con la<br />
strada della Comina (la futura Via Montereale) ed il sindaco procede senza interpellare il<br />
Consiglio Comunale, avviando i rilievi per i lavori senza neanche un’intesa coi proprietari<br />
dei terreni interessati. 1198<br />
Nel settore del legno si verifica una diminuzione delle paghe operaie, che induce i<br />
socialisti pordenonesi ad inv<strong>it</strong>are i lavoratori ad organizzarsi. Questa semplice iniziativa<br />
induce un capo ad acquistare cinque copie del giornale, a distribuirle agli operai e poi a<br />
riunirli, per accusare i socialisti di voler fomentare manifestazioni contro di lui. Gli si<br />
replica che non c’è niente di personale, ma che ev<strong>it</strong>i innanz<strong>it</strong>utto di portarsi appresso<br />
giovani lavoratori dal suo paese, che vengono pagati una lira e mezza al giorno al posto<br />
delle 3 con le quali venivano pagati i lavoratori anziani che vengono espulsi dalla<br />
produzione. La condizione di crisi del lavoro nel settore dell’edilizia (dove la spesa per le<br />
opere pubbliche è diminu<strong>it</strong>a a causa della guerra di Libia) produce inoltre una<br />
diminuzione dei salari, particolarmente dei lavoratori assunti dalla d<strong>it</strong>ta che costruisce la<br />
caserma, poiché essi non sono organizzati nel sindacato. In quest’ultimo cantiere un<br />
capo può anche prendersi la libertà di schiaffeggiare impunemente un apprendista. 1199<br />
Ma la crisi economica deve confrontarsi con una combattiv<strong>it</strong>à operaia capace di<br />
esprimersi anche al di fuori dei canoni consolidati della lotta di classe: vistisi rifiutare<br />
una mezza giornata aggiuntiva di riposo per il mercoledì delle Ceneri (ne avevano<br />
ottenuta mezza per l’ultimo di Carnevale) quasi tutti gli operai della fonderia del cav.<br />
Zenari non si presentano comunque al lavoro. Il proprietario chiude lo stabilimento il<br />
1197 Nel frattempo comincia a manifestarsi un fenomeno che si amplierà in forma geometrica nel corso del<br />
secolo, fino a giungere ad una dimensione di catastrofica grav<strong>it</strong>à in termini di v<strong>it</strong>e umane: le prime automobili,<br />
incuranti delle leggi vigenti, sfrecciano a veloc<strong>it</strong>à sostenuta per le vie c<strong>it</strong>tadine, mettendo a repentaglio la<br />
sicurezza pubblica. Questo aspetto negativo della modern<strong>it</strong>à si sovrappone con il permanere di aspetti negativi<br />
dell’ambiente contadino, per cui in pieno centro di Pordenone, in Corso Garibaldi, ogni giorno a mezzogiorno<br />
circa passano carri carichi di letame, di cui viene cosparsa la via con scarso giovamento per l’igiene pubblica. Il<br />
traffico c<strong>it</strong>tadino risulta caotico: rileviamo l’invasione continua delle biciclette e motociclette sui<br />
marciapiedi riservati ai pedoni, il maltrattamento degli animali, la corsa sfrenata delle automobili,<br />
l’attacco di più carri uno dietro l’altro in fila con nessuno che attenda alla loro direzione (...). Il<br />
maltrattamento degli animali da lavoro viene segnalato anche ai promotori della neocost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a Società per la<br />
difesa degli animali. Cfr. LF, n. 394 del 21 aprile 1912, pag. 4, Le nostre guardie Municipali e Per la difesa<br />
degli animali.<br />
Cfr. LF, nn. 387 del 3 marzo 1912, pag. 4, Per la pelle e 388 del 10 marzo 1912, pag. 4, Igiene.<br />
1198 LF, nn. 385 del 18 febbraio 1912, pag. 4, Consiglio Comunale, 398 del 19 maggio 1912, pag. 4, Scuole e<br />
401 del 9 giugno 1912, pag. 4, Strada della caserma.<br />
1199 LF, n. 381 del 21 gennaio 1912, pag. 4, Nell’industria del legno, 384 dell’11 febbraio 1912, pag. 4, Nella<br />
lavorazione del legno, 401 del 9 giugno 1912, pag. 4, Organizzazione di muratori e manovali e 406 del 14<br />
luglio 1912, pag. 3, Lavori della Caserma.<br />
358
pomeriggio e licenzia il capo fond<strong>it</strong>ore Pedna, di Udine. Gli operai devono r<strong>it</strong>ornare al<br />
lavoro venerdì, senza riuscire ad ottenere la riassunzione di Pedna. 1200<br />
Sabato 18 marzo si tiene l’assemblea del circolo. Numerose le iscrizioni al circolo;<br />
compagni vecchi e compagni nuovi risposero all’appello e così la schiera s’ingrossa sempre<br />
più e più fecondo sarà il lavoro di propaganda e coltura socialista. La prima decisione è<br />
quella di inv<strong>it</strong>are tutti i compagni ad iscriversi, per contribuire in tal modo a fornire i<br />
mezzi economici necessari per la propaganda, attraverso il contributo settimanale. Ciò<br />
nonostante il circolo di Pordenone, come d’altronde la gran parte dei circoli della<br />
provincia, non risulta ufficialmente avere iscr<strong>it</strong>ti: sintomo di una s<strong>it</strong>uazione in cui le<br />
realtà locali gestiscono la loro attiv<strong>it</strong>à senza darne rendiconto all’organizzazione<br />
provinciale e nazionale. Gli abbonamenti sono cresciuti invece nell’arco di un anno, ma<br />
rimangono sempre pochissimi: invece di 5 sono 10, meno della metà di quelli fatti da<br />
circoli di centri ben più piccoli di operai migranti, come Prata, Castelnovo, Clauzetto e<br />
Forgaria. Si stabilisce inoltre, probabilmente per porre ordine nelle corrispondenze al<br />
giornale, che esse siano inviate per iscr<strong>it</strong>to e vistate da Romano Sacilotto. Si sollec<strong>it</strong>ano<br />
nuovamente i compagni ad abbonarsi a Il Lavoratore Friulano, in modo da garantire una<br />
maggiore entrata al giornale rispetto a quella delle vend<strong>it</strong>e settimanali presso il<br />
negoziante. 1201<br />
I compagni sono inv<strong>it</strong>ati a partecipare all’assemblea della società di Economia<br />
domestica, domenica 31 marzo; la discussione si prolunga e viene prorogata alla serata<br />
di martedì 9 aprile. Il dibatt<strong>it</strong>o si concentra sulla difficoltà di ab<strong>it</strong>uare i pordenonesi<br />
all’idea cooperativa: Ricordiamo la miseranda fine della macelleria comunale e del forno<br />
cooperativo ed altre nobili iniziative che abortirono ancor prima di essere un qualche cosa di<br />
concreto; sempre pel sol<strong>it</strong>o motivo: i consumatori non sono all’altezza di comprendere e di<br />
apprezzare la forma cooperativa. A Torre di Pordenone dove l’elemento operaio è evoluto (in<br />
forza della propaganda nostra) la cooperativa di consumo è in fiore e noi rendiamo mer<strong>it</strong>o ai<br />
cari compagni che la dirigono di aver saputo e di fare opera altamente civile ed utile e dando<br />
disinteressatamente l’azione loro. Per Pordenone non ci facciamo illusioni; ci vorranno<br />
ancora degli anni e ancora qualche amara disillusione. Ma l’impegno dei compagni di<br />
Pordenone non ha es<strong>it</strong>o e la società viene messa nelle mani di un curatore che punta alla<br />
liquidazione, senza riconvocare - come concordato - l’assemblea. 1202<br />
Iniziano i lavori di costruzione della strada del Rom<strong>it</strong>o, che dovrebbero<br />
concludersi nell’arco di un mese ed i socialisti ripresentano l’urgenza di completamento<br />
della strada con l’allacciamento alla stazione, anche per ev<strong>it</strong>are la distruzione della<br />
nuova pavimentazione della Via Mazzini (la strada della stazione) e del Corso Garibaldi,<br />
percorse da pesanti carriaggi da trasporto, in particolare quelli che escono dalla<br />
Ceramica Galvani. In risposta al consigliere clericale De Mattia il sindaco afferma il<br />
favore dell’amministrazione per il prolungamento della strada, ma non esplic<strong>it</strong>a se<br />
questa debba arrivare alla piazza della stazione oppure finire solo allo scalo merci. 1203<br />
Il 30 maggio il Consiglio Comunale vota un contributo di 250 lire come concorso<br />
per la flotta aerea nazionale. Ellero, a nome anche del collega Degan, non approva la spesa,<br />
sia per ragioni economiche (Pordenone ha fatto abbastanza col regalo del campo di<br />
aviazione), sia perché contrario a spese per strumenti di distruzione. Il contributo viene<br />
votato da tutti i consiglieri esclusi i due socialisti contrari. In quella discussione Asquini<br />
si raccomanda che ci siano soccorsi per gli espulsi dall’Impero Turco, dal quale sono<br />
stati cacciati tutti gli operai <strong>it</strong>aliani impegnati in lavori. 1204<br />
1200 P, nn. 45 di venerdì 23 febbraio 1912, pag. 2, Sciopero e 46 di sabato 24 febbraio 1912, pag. 2, La serrata<br />
è fin<strong>it</strong>a.<br />
1201 LF, nn. 390 del 24 marzo 1912, pag. 4, Circolo Socialista, 391 del 31 marzo 1912, pag. 4, stesso t<strong>it</strong>olo, 393<br />
del 14 aprile 1912, pag. 4, Compagni abbonatevi al “Lavoratore” e 415 del 15 settembre 1912, pag. 1,<br />
Federazione Provinciale Socialista Friulana. Statistica della diffusione del “Lavoratore” e delle Sezioni<br />
socialiste.<br />
I dati sugli iscr<strong>it</strong>ti alle sezioni del part<strong>it</strong>o sono quelli forn<strong>it</strong>i dalla direzione nazionale, cui evidentemente<br />
arrivano solo in parte lim<strong>it</strong>ata: ma è significativo che la Federazione Provinciale Socialista non ne fornisca di<br />
suoi, cadendo nel paradosso di dare per inesistente il part<strong>it</strong>o in molte realtà ove esso è sicuramente attivo ed<br />
organizzato. Le sezioni con iscr<strong>it</strong>ti sono Cividale, Artegna, San Daniele, Lauco, Prato Carnico, Tolmezzo,<br />
Verzegnis, Villasantina, Ampezzo, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Preone ed Udine; nel Friuli occidentale<br />
troviamo solo Castelnovo e Clauzetto, rispettivamente con dieci ed undici iscr<strong>it</strong>ti. Ma i dati della diffusione del<br />
giornale, e le stabili corrispondenze inviate, indicano una presenza sicura a Prata, Roveredo, Montereale, ed in<br />
praticamente tutti i comuni dello Spilimberghese e del Maniaghese.<br />
1202 LF, nn. 391 del 31 marzo 1912, pag. 4, Economia domestica, 392 del 7 aprile 1912, pag. 4, stesso t<strong>it</strong>olo e<br />
401 del 9 giugno 1912, pag. 4, Soc. Economia domestica.<br />
1203 LF, nn. 391 del 31 marzo 1912, pag. 4, Strada Erem<strong>it</strong>a e del 14 aprile 1912, pag. 4, Strada dell’Erem<strong>it</strong>a.<br />
1204 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 147-148.<br />
359
4.4.4 - Primo Maggio rivoluzionario.<br />
Ed eccoci alla manifestazione del Primo Maggio 1912, che a differenza di quella<br />
del 1911, concentrata attorno all’apertura della Casa del Popolo di Torre, è caratterizzata<br />
dai due cortei che escono dai cotonifici di Torre e Rorai Grande. Una manifestazione in<br />
cui l’organizzazione sindacale sembra darsi una dimensione autonoma, anche nei<br />
discorsi degli oratori, fra i quali non appaiono i tradizionali oratori Ellero e Rosso.<br />
Riusc<strong>it</strong>issima la festa dei lavoratori. Il corteo di Torre si unì al largo S. Giovanni con quello<br />
di Rorai e con gli operai di Pordenone e poi passò per Corso Garibaldi e V<strong>it</strong>torio Emanuele.<br />
La banda suonò ripetutamente l’inno socialista e la lunga e f<strong>it</strong>ta schiera d’operai cantava<br />
inni vibranti di rivendicazione proletaria. Le rosse bandiere delle leghe rendevano<br />
maggiormente bello l’imponente corteo e la nota gaia era portata dalla fiorente gioventù<br />
d’ambo i sessi. Alle 10 precise il Salone Coiazzi era affollato; oltre un migliaio di persone<br />
gremiva la vasta sala e il valente oratore Mariano Rango fu accolto da uno scroscio<br />
d’applausi. Per oltre un’ora egli parlò (spesso interrotto da approvazioni) delle condizioni<br />
attuali dei lavoratori e dell’idea socialista.<br />
Insol<strong>it</strong>a giunge attraverso l’oratore la posizione di un sindacalismo rivoluzionario<br />
che stride con l’esperienza del socialismo pordenonese e che contrappone l’autonomia<br />
dell’organizzazione sindacale alla pratica pol<strong>it</strong>ica, per sua natura corruttrice dell’impegno<br />
classista. Una vena di autonomia che è poi sottolineata dall’intervento - rilevato per la<br />
prima volta dalla stampa di sinistra locale - di un oratore anarchico: Ricordò agli operai il<br />
dovere della organizzazione sindacale e disse della necess<strong>it</strong>à di non tuffarsi nel mare della<br />
pol<strong>it</strong>ica che troppe volte porta lontano dalla via da percorrersi e dalla meta da raggiungersi<br />
con tutto vantaggio dei soli arrivisti e con grave danno della massa lavoratrice. Terminò il<br />
suo dire portando il nostro pensiero ai poveri morti sulle nude sabbie della Libia e<br />
inneggiando ad una non lontana ora di vera pace e fratellanza umana. Un uragano di applausi<br />
accoglie le ultime parole dell’oratore. Poi chiese la parola un operaio anarchico che parlò del<br />
dovere dell’organizzazione ecc. ecc. Si formò nuovamente il corteo con la banda in testa,<br />
percorse Corso V<strong>it</strong>torio e si portò in piazzale XX Settembre dove si divise parte r<strong>it</strong>ornando a<br />
Torre e parte passando per Corso Garibaldi si diresse a Rorai. La radical<strong>it</strong>à della<br />
manifestazione è sottolineata anche dal r<strong>it</strong>iro da parte del suo direttore della bandiera<br />
della Società Agenti, segno in qualche modo di una realtà che va fossilizzandosi ed<br />
allontanandosi dal corso del movimento operaio (mentre al contrario la bandiera della<br />
Società Operaia rimane). 1205<br />
Non ho trovato nessun accenno alla presenza organizzata dei sindacalisti<br />
rivoluzionari a Pordenone o almeno ad un legame fra le leghe sindacali dei tessili ed il<br />
Com<strong>it</strong>ato dell’Azione Diretta che raggruppa in quella fase le Camere del Lavoro e le<br />
categorie che fanno loro riferimento. Siamo in una fase delicata, che precede<br />
immediatamente l’atto di chiusura a sinistra della Confederazione Generale del Lavoro a<br />
direzione riformista, che proprio nel maggio 1912 rifiuta l’adesione alle Camere del<br />
Lavoro di Milano e Cento, dando il via a quel processo che porterà sindacalisti<br />
rivoluzionari ed anarchici a cost<strong>it</strong>uire nel novembre successivo l’Unione Sindacale<br />
Italiana. 1206<br />
Ma questo comizio sembra essere una testimonianza di un’articolazione sindacale<br />
del tutto diversa dal monopolio riformista della Cgl: e pensiamo che non sarebbe per<br />
nulla strano che una realtà moderna e combattiva come quella delle operaie tessili<br />
pordenonesi abbia come riferimento quegli ambienti che proprio in quegli anni, grazie<br />
soprattutto allo sforzo di Filippo Corridoni, promuovono la trasformazione dal<br />
tradizionale sindacato di mestiere (che fraziona l’organizzazione di fabbrica in diversi<br />
gruppi professionali) nel nuovo sindacato industriale raggruppato per categorie. Il<br />
comizio del Primo Maggio 1912 cost<strong>it</strong>uisce un altro tassello di quel bipolarismo che<br />
connota fin dalle sue origini il socialismo pordenonese, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da una parte da un<br />
gruppo dirigente riconosciuto e prestigioso di piccoli borghesi riformisti (i Rosso, Ellero e<br />
Sacilotto) ma dall’altra da un forte gruppo operaio di tessili ed edili, insediato soprattutto<br />
a Torre, ove ripetutamente emergono accenti o legami con l’ala rivoluzionaria del part<strong>it</strong>o.<br />
Ripensiamo alla polemica sulle origini dell’organizzazione socialista pordenonese fra i<br />
Rosso e Fedrigo, così come alla conduzione ed alla tragica fine dello sciopero degli edili<br />
1205 LF, n. 396 del 5 maggio 1912, pag. 4, Festa del I maggio; P, n. 102 di giovedì 2 maggio 1912, pag. 2, A<br />
Pordenone. Secondo il quotidiano radicale il comizio si tiene alle 15.<br />
1206 Sul sindacalismo rivoluzionario e la cost<strong>it</strong>uzione dell’Usi, cfr.: FURIOZZI, Gian Biagio, Il sindacalismo<br />
rivoluzionario <strong>it</strong>aliano, Milano, Mursia, 1977, pagg. 50 e segg. e ANTONIOLI, Maurizio, Dal sindacato di<br />
mestiere al sindacato d’industria tra ‘800 e ‘900 in Italia, in: id., e GANAPINI, Luigi (a cura di), I sindacati<br />
occidentali dall’800 ad oggi in una prospettiva storica comparata, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 1998, pagg.<br />
19-50, ed in particolare 39-44.<br />
360
del 1907: questo “strano” comizio del 1912 ci appare in una luce chiara, che testimonia<br />
di una permanenza del radicalismo operaio al di sotto di una sottile crosta che farebbe<br />
apparire il socialismo pordenonese come un monol<strong>it</strong>e a direzione riformista.<br />
Controllando l’informazione scr<strong>it</strong>ta del part<strong>it</strong>o, i riformisti ci appaiono come i<br />
gestori di una linea pol<strong>it</strong>ica che non sembra avere un riconoscimento così unanime: e<br />
qui probabilmente sta la radice di quella forte e radicata presenza comunista che si<br />
organizzerà a Torre nel 1921, che non può che essersi costru<strong>it</strong>a su un substrato molto<br />
più antico, sia di attivisti legati alla sinistra socialista rivoluzionaria che<br />
all’organizzazione anarchica (di cui continuano a pervenire segnali importanti, come la<br />
partecipazione a questo comizio). Teniamo infine conto del clima di pesante<br />
insoddisfazione per la conduzione riformista che in quei mesi è montato nel seno del Psi,<br />
sotto la pressione degli eventi bellici che stanno mettendo sotto sforzo le classi lavoratrici<br />
del paese, con le v<strong>it</strong>time che aumentano e le risorse economiche che vanno scemando<br />
sempre di più: è questo il clima che prepara il rovesciamento di maggioranza nel part<strong>it</strong>o<br />
con l’ascesa della sinistra rivoluzionaria, per molti aspetti più vicina ai sindacalisti<br />
rivoluzionari che alla direzione della Cgl.<br />
In realtà poco o nulla sappiamo dell’orientamento dei dirigenti socialisti operai,<br />
mentre le corrispondenze de Il Lavoratore Friulano sono redatte dagli esponenti dell’ala<br />
gradualista. Eppure in Consiglio Comunale sono eletti ripetutamente esponenti della<br />
classe operaia pordenonese, come Ilario Fantuzzi e Vincenzo Degan, dei quali non ci<br />
sono stati trasmessi discorsi ma che spesso intervengono con la loro corrispondenza o<br />
con interrogazioni ed hanno un ruolo indubbiamente importante nello sviluppo<br />
dell’organizzazione socialista e nella sua rappresentativ<strong>it</strong>à pubblica (è Ilario Fantuzzi,<br />
dirigente dei tessili di Torre sia sul piano sindacale che su quello cooperativistico che<br />
entra per primo in Consiglio Comunale, così come Vincenzo Degan ha una continu<strong>it</strong>à di<br />
presenza amministrativa - pari a quella di Giuseppe Ellero - per un ventennio). Se di loro<br />
(per le caratteristiche dell’impegno ed il percorso pol<strong>it</strong>ico successivo, solidale con quello<br />
di Rosso ed Ellero) intuiamo un orientamento riformistico, di molti altri che non sono<br />
assurti ad un ruolo amministrativo o lo hanno assunto molto tardi - dopo la guerra - non<br />
abbiano neanche questo indicatore di rappresentativ<strong>it</strong>à, né abbiamo maggiori ragguagli<br />
sul loro orientamento pol<strong>it</strong>ico interno alla vicenda socialista. Quello che è certo è che in<br />
questa fase, con la radicalizzazione creata contemporaneamente dalla guerra e dalla crisi<br />
economica correlata e soprattutto con il rientro degli emigranti, cominciano ad emergere<br />
nuovi dirigenti operai, probabilmente formatisi pol<strong>it</strong>icamente all’estero, che<br />
impersoneranno a partire da questo momento un nuovo orientamento del Psi più<br />
intransigente.<br />
Il Primo Maggio del 1912 non passa del tutto liscio a Torre, nonostante alla<br />
mattina al corteo di Pordenone ci fosse stata la presenza dei simboli degli operai cattolici:<br />
mentre i socialisti pordenonesi festeggiano passando il pomeriggio insieme con i<br />
compagni della frazione, don Lozer aggredisce un gruppetto di socialisti che si erano<br />
recati alla festa dei clericali nella sede dell’Unione Cooperativa. I tre-quattro socialisti (fra<br />
i quali Vincenzo Degan, Lucio Da Corte e Minudel), chiesto il permesso di entrare,<br />
festeggiano tranquillamente con i compagni di lavoro di diversa fede; entrati poi nella<br />
sala dove si tiene una conferenza, uno di loro contesta le affermazioni dell’oratore a<br />
propos<strong>it</strong>o degli slogan gridati la mattina nel corteo socialista; don Lozer passa alle vie di<br />
fatto picchiando e gettando dalle scale il malcap<strong>it</strong>ato Lucio Da Corte e scatenando un<br />
linciaggio nei confronti dei tre socialisti, che diventa una rissa generale quando<br />
accorrono altri socialisti dall’esterno, avendo ud<strong>it</strong>o le grida di aiuto dei compagni. Lozer<br />
tenta di scatenare altre aggressioni anche in strada, ed invoca - nei giorni successivi,<br />
anche a mezzo stampa - alcuni arresti (nelle persone di G. Forner, Umberto e Nicola<br />
Ragagnin e dell’anarchico Tonsich, l’oratore che nella mattinata aveva parlato al comizio<br />
a Pordenone 1207 ) per altro segu<strong>it</strong>i sub<strong>it</strong>o da altrettanto immediate scarcerazioni.<br />
Si scatena una notevole polemica giornalistica. La stampa si divide, con la Patria<br />
del Friuli ed il Paese a sostenere la versione dei socialisti aggred<strong>it</strong>i dal nerboruto<br />
sacerdote, che si conferma amante dello scontro fisico con gli avversari. I radicali de Il<br />
Paese prendono senza ambigu<strong>it</strong>à la difesa dei socialisti: ed il fatto è notevole, se<br />
pensiamo alla rottura pesante provocata dall’opposto atteggiamento sulla guerra di Libia,<br />
che viceversa vede proprio radicali e clericali sullo stesso fronte. Ma per i radicali questa<br />
momentanea alleanza di fatto non è stata ancora recep<strong>it</strong>a in chiave antisocialista e di<br />
difesa del sistema, ché anzi essi denunciano l’invadenza clericale nella nuova colonia in<br />
fase di conquista. Don Lozer cerca di chiudere la vicenda dichiarando di perdonare i<br />
1207 PdF, giovedì 2 maggio 1912, pag. 2, I.o Maggio di pace.<br />
361
socialisti, i quali invece scelgono di affrontarlo nel dibattimento processuale. La vicenda<br />
si conclude in tribunale con una transazione proposta dal pretore e la rimessa della<br />
querela da parte del sacerdote, in cambio di una dichiarazione da parte dei socialisti in<br />
cui essi non si assumono nessuna responsabil<strong>it</strong>à per l’accaduto ma si dichiarano<br />
dispiaciuti per i fatti. Don Lozer, che avrebbe preteso il pagamento delle spese legali ed<br />
una esplic<strong>it</strong>a ammissione di colpa, accetta tale soluzione a malincuore, soprattutto per il<br />
timore degli effetti della controquerela degli aggred<strong>it</strong>i, ma poi la interpreta a modo suo,<br />
diffondendo la versione che i socialisti hanno ammesso la loro colpa e lui -<br />
magnanimamente - li ha perdonati. 1208<br />
4.4.5 - L’occupazione mil<strong>it</strong>are.<br />
Mentre le vicende della guerra libica, con l’utilizzo di aerei e dirigibili per<br />
ricognizione e bombardamento iniziano a mostrare le nefaste potenzial<strong>it</strong>à della neonata<br />
arma aerea, Pordenone non è solo al centro delle attiv<strong>it</strong>à dell’aviazione mil<strong>it</strong>are <strong>it</strong>aliana,<br />
con il campo di Aviano e la scuola della Comina, ma è anche il luogo ove si manifestano<br />
nuovi inquietanti episodi, fatti apposta per scatenare l’isteria mil<strong>it</strong>arista. Un pallone<br />
aerostatico, part<strong>it</strong>o dal Tirolo, giunge in poche ore sui magredi di Cordenons, dove i<br />
quattro passeggeri vengono arrestati ed interrogati dalle autor<strong>it</strong>à mil<strong>it</strong>ari che temono una<br />
missione di spionaggio. Invece un aeronauta vicentino sembra percorra l’atmosfera<br />
concludendo ripetutamente le sue navigazioni nei terr<strong>it</strong>ori asburgici ad est del Friuli. 1209<br />
L’importanza di Pordenone è dimostrata dalla creazione, a partire dal 1° luglio<br />
(anziché, come annunciato precedentemente, dal primo gennaio) della Sottoprefettura al<br />
posto del commissariato distrettuale. All’ist<strong>it</strong>uzione faranno capo i controlli governativi<br />
sul circondario, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dai distretti di Pordenone, Sacile, Aviano e Maniago. L’esordio<br />
della nuova autor<strong>it</strong>à c<strong>it</strong>tadina non potrebbe essere peggiore: vieta un comizio dedicato a<br />
“pane, lavoro e guerra” e non vuole sentire proteste da parte degli operai che richiedono<br />
nuovamente l’autorizzazione. Anzi il sottoprefetto rispose che il comizio era vietato per<br />
motivi d’ordine pubblico esistentissimi perché i nazionalisti lo avevano assicurato che se i<br />
socialisti avessero osato tener un comizio contro la guerra l’avrebbero imped<strong>it</strong>o coi fischi,<br />
cogli schiamazzi e al caso colla violenza. Dunque l’autor<strong>it</strong>à proibì per ubbidire ai quattro<br />
bambocci del nazionalismo e fece finta di spaventarsi di disordini assai problematici visto<br />
che a metter a posto quei poveri fantocci bastano le sculacciate. Dunque, ancora, a<br />
Pordenone non si potrà tener alcun comizio finché durerà la guerra? La guerra ed il<br />
nazionalismo creano un clima in cui un’esigua minoranza, spalleggiata dalle autor<strong>it</strong>à di<br />
polizia, può permettersi di impedire al movimento operaio di manifestare. La posizione<br />
dell’autore dell’articolo, che firma con uno psedonimo e quindi non è il corrispondente<br />
del giornale, è che - avviata fruttuosamente una sottoscrizione fra gli operai per pagare le<br />
spese del comizio - la manifestazione deve tenersi ugualmente, nonostante il divieto, e<br />
deve essere pubblica. Una posizione che probabilmente rappresenta la linea sindacalista<br />
emersa nel corteo del Primo Maggio e che si contrappone a quella dei compagni che<br />
invece accettano il divieto: Mentre si raccomanda ai compagni la sottoscrizione si inv<strong>it</strong>a<br />
1208 LF, nn. 397 del 12 maggio 1912, pag. 4, Foglie secche e TORRE. Festa del I. Maggio 400 del 2 giugno<br />
1912, pag. 4, Forner protesta, 409 del 4 agosto 1912, pag. 4, Rettifica, firmata dall’avv. G. Ellero che ha<br />
patrocinato i socialisti in questa causa, 410 dell’11 agosto 1912, pag. 4, Caro “Lavoratore”, di Ellero e 411 del<br />
18 agosto 1912, pag. 4, Ancora Don Lozer, sempre di Ellero; P, nn. 102 di giovedì 2 maggio 1912, pag. 2, NEL<br />
FRIULI. Le gonfiature del ‘Crociato’ sull’incidente di Torre. CATTIVERIA DI PRETI e A Pordenone, 104 di<br />
venerdì 3 maggio 1912, pag. 2, Dopo il grave fatto di Torre. LE MENZOGNE DEL “CROCIATO” – LE<br />
PREPOTENZE DI DON LOZER E DEI CATTOLICI – LA RISSA – I FERITI DELLE DUE PARTI –<br />
PERCHE’AVVENNE L’IRRUZIONE DEGLI “ANTICLERICALI” – TRE ARRESTI e 105 di sabato 4 maggio 1912,<br />
pag. 2, Dopo il grave fatto di Torre. Una lettera del prete Lozer. Cfr. il resoconto de Il Paese in appendice,<br />
con una lettera di replica di don Lozer.<br />
E’ solo il caso di notare incidentalmente come don Lozer, nei suoi libri di memorie, si guardi bene dal c<strong>it</strong>are<br />
l’episodio, a differenza di altre s<strong>it</strong>uazioni da lui r<strong>it</strong>enute più congeniali per gridare alla continua provocazione<br />
socialista nei suoi confronti.<br />
1209 P, nn. 145 di mercoledì 19 giugno 1912, pag. 2, Un pallone austriaco che scende a Cordenons. Quattro<br />
aereonauti tedeschi atterrano sulle ghiaie del Meduna, 146 di giovedì 20 giugno 1912, pag. 2, Dopo la<br />
calata dell’aerostato. Chi sono i quattro aeronauti, 147 di venerdì 21 giugno 1912, pag. 2, In libertà e 158<br />
di giovedì 4 luglio 1912, pag. 2, Pallone che solca il cieco del Friuli. Dove è disceso?<br />
Ai primi del 1912 troviamo l’annuncio che si vanno perfezionando le pratiche per la donazione del campo di<br />
aviazione della Comina, proprietà del Com<strong>it</strong>ato pro aviazione, presieduto da Etro e con segretario Locatelli (ma<br />
il terreno è intestato al co. cav. Uberto Cattaneo) allo Stato perché vi faccia sorgere una scuola mil<strong>it</strong>are<br />
d’aviazione. Cfr.: P, nn. 11 di venerdì 12 gennaio 1912, pagg. 1 e 2, La cessione del campo d’aviazione e 22 di<br />
giovedì 25 gennaio 1912, pag. 2, La scuola mil<strong>it</strong>are d’aviazione.<br />
362
formalmente il Circolo socialista a muoversi e a prendere nuovamente l’iniziativa del<br />
comizio. 1210<br />
Con tutta evidenza il divieto viene rispettato, perché non abbiamo notizia di<br />
iniziative in senso contrario da parte del Psi. La polizia autorizza invece - dimostrando il<br />
suo spir<strong>it</strong>o di classe e precorrendo i tempi della collaborazione fra violenza legale ed<br />
illegale che connoterà la reazione fascista dopo la guerra mondiale - una opposta<br />
manifestazione di carattere nazionalista. La guerra sanguinosa, che dura ormai da un<br />
anno, si va estendendo con la dichiarazione di guerra alla Turchia da parte di Serbia,<br />
Montenegro, Bulgaria e Grecia. 1211 Ma la popolazione si dimostra estranea alla sirena<br />
guerrafondaia e la conferenza (forse anche perché l’oratore è un illustre sconosciuto) va<br />
deserta. Pochi giorni dopo giunge la notizia dell’armistizio fra Italia e Turchia, che per<br />
altro coinvolge solo le forze dell’Impero Ottomano, e non gli arabi di Libia che<br />
continueranno la loro resistenza. Il sindaco inv<strong>it</strong>a pure il Circolo socialista al Te deum<br />
per i morti in Libia, ma i compagni deliberarono di astenersi. Fummo tenacemente contrari<br />
sempre alla guerra, contro tutto e contro tutti. 1212<br />
La borghesia c<strong>it</strong>tadina e la Giunta moderata-clericale vogliono costruire il nuovo<br />
teatro a ridosso del Ponte delle Monache costringendo il mercato, per il quale è stata<br />
individuata quella piazza, a spostarsi fuori dell’ab<strong>it</strong>ato ed ostacolando così la circolazione<br />
in una c<strong>it</strong>tà ove tutte le strade sono anguste e dove i problemi di traffico e di accesso<br />
rimangono notevoli, nonostante l’abbattimento della Bossina. I borghesi vogliono<br />
realizzare un’opera di prestigio, in un luogo imponente, dove le loro carrozze possano<br />
manovrare con comod<strong>it</strong>à e poco importa se così verrà sacrificata la retrostante piazzetta<br />
della pescheria. Si domanda polemicamente: se i borghesi hanno tanti soldi, perché non<br />
li donano per il nuovo ospedale invece che per i loro divertimenti? 1213<br />
Martedì 30 luglio il Consiglio Comunale vota una soluzione illegale per la<br />
sost<strong>it</strong>uzione del dimissionario direttore didatt<strong>it</strong>o cav. Baldissera: con il voto contrario di<br />
radicali e socialisti si decide (invece di indire un concorso per la nomina del nuovo<br />
direttore e, nel frattempo, prorogare l’incarico a quello uscente) l’incarico provvisorio a<br />
Giovanni Marcolini. Si tratta di una decisione presa per accontentare i clericali che<br />
vogliono uno dei loro uomini, privo però delle caratteristiche necessarie per entrare nella<br />
terna per la selezione. In Consiglio Comunale il sindaco Querini si dimostra un vero e<br />
proprio ostaggio dei clericali, rifiutandosi di rispondere ai numerosi ques<strong>it</strong>i delle<br />
opposizioni e non motivando il rifiuto di andare ad un concorso. Il consiglio si rivela così<br />
un muro di gomma, in cui parlano solo gli oppos<strong>it</strong>ori. La minoranza esce dal Consiglio<br />
Comunale, ed il Psi propone le dimissioni dei consiglieri per protesta contro l’arroganza<br />
dell’amministrazione. Il provvedimento sarà completato l’anno successivo, quando<br />
martedì 7 ottobre 1913 Marcolini verrà proclamato vinc<strong>it</strong>ore del concorso interno che gli<br />
è stato confezionato su misura. 1214<br />
L’attr<strong>it</strong>o nei confronti della presenza mil<strong>it</strong>are a Pordenone esplode in occasione<br />
dell’incendio dello stabilimento della Ceramica Galvani in Via Mazzini. Un ufficiale arriva<br />
con il suo reparto dopo un’ora, senza la necessaria tempestiv<strong>it</strong>à; dopo aver insultato chi<br />
gli fa notare questo atteggiamento irresponsabile, egli scaccia i c<strong>it</strong>tadini che si stanno<br />
prodigando a spegnere l’incendio. Questo episodio e molti altri segnalati dalla stampa<br />
socialista a Sacile ed a Spilimbergo (in quest’ultima c<strong>it</strong>tà arriva pure in questo stesso<br />
periodo un reparto mil<strong>it</strong>are) danno l’idea di una notevole irr<strong>it</strong>azione per l’arrogante e<br />
1210 LF, nn. 7 di lunedì 8 gennaio 1912, pag. 2, La sottoprefettura e 406 del 14 luglio 1912, pag. 2, Per un<br />
mancato comizio, articolo firmato L’Umile.<br />
1211 Su Il Paese dalla fine del 1912 le notizie sulla guerra libica iniziano a mischiarsi con quelle della guerra<br />
balcanica, per poi venirne progressivamente sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e.<br />
1212 LF, nn. 418 del 6 ottobre 1912, pag. 2, Eleviamo la voce della protesta, 419 del 13 ottobre 1912, pag. 1,<br />
Gli Stati Balcanici hanno dichiarato la guerra alla Turchia, 420 del 20 ottobre 1912, pag. 1, La guerra nei<br />
Balcani e la pace <strong>it</strong>alo-turca e 423 del 10 novembre 1912, pag. 2, Pianto di coccodrilli.<br />
1213 P, n. 175 di mercoledì 24 luglio 1912, pag. 2, Del teatro Sociale e di altre cose.<br />
1214 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 158-162 e 271; LF, n. 409 del 4 agosto<br />
1912, pag. 4, Consiglio Comunale; P, nn. 182 di giovedì 1 agosto 1912, pag. 2, La minoranza abbandona<br />
l’aula in segno di protesta contro le illegal<strong>it</strong>à sindacali e 183 di venerdì 2 agosto 1912, pag. 2, I Clericali<br />
imperano, articolo siglato b.<br />
Il direttore didattico Giovanni Marcolin, è anche il presidente dell’Associazione magistrale di Pordenone:<br />
l’associazione aderisce all’Umn ed all’Associazione Federale Friulana e ne condivide la battaglia contro il<br />
progetto Credaro di nuovo stato giuridico ed economico degli insegnanti. Per quanto sostenuto dai clericali,<br />
Marcolin è quindi aderente all’associazione di categoria della sinistra. Presentate le dimissioni dalla carica<br />
sindacale a causa del nuovo incarico, se le vede respingere ed è riconfermato. Cfr.: P, nn. 66 di martedì 18<br />
marzo 1913, pag. 2, I maestri in assemblea e 161 di martedì 8 luglio 1913, pag. 1, Adunanza di maestri.<br />
Contro il progetto Credaro.<br />
363
violento comportamento degli ufficiali, parallelo in qualche modo con l’insorgere delle<br />
violenze studentesche dei nazionalisti.<br />
Il tenente Cagni, r<strong>it</strong>enendosi offeso dalle cr<strong>it</strong>iche apparse su Il Lavoratore Friulano,<br />
dapprima sfida a duello il corrispondente Gino Rosso, poi lo schiaffeggia per strada.<br />
Rosso non può replicare perché Cagni estrae la spada; il suo vigliacco atteggiamento in<br />
un episodio francamente ridicolo (l’ufficiale armato che duella sulla pubblica via con<br />
l’esponente socialista che si difende con l’ombrello!) gli provoca il giorno dopo i fischi<br />
della folla, oltre alla querela dell’aggred<strong>it</strong>o. E’ interessante come Rosso ed il suo avvocato<br />
Ellero non contestino alla radice quest’uso barbaro del duello, che rimane tipico degli<br />
ambienti aristocratici e mil<strong>it</strong>ari, ma conducano tutta la vicenda all’interno delle norme<br />
del codice cavalleresco. La vicenda sembra concludersi in Pretura ad Udine con la<br />
reciproca remissione delle querele, mentre un’analoga querela del tenente nei confronti<br />
de Il Paese viene chiusa dalle scuse del giornale. Una settimana dopo il focoso tenente,<br />
che scopriamo essere stato anche l’autore della brutale aggressione ad un operaio<br />
avvenuta tempo prima, viene trasfer<strong>it</strong>o dal “7.o Lancieri Milano” a Tripoli, dove viene<br />
inviato ad istruire una banda di beduini. Certo, ci piacerebbe poter seguire ulteriormente<br />
la carriera di questo bellimbusto, che non ci stupiremmo di trovare anni dopo fra i<br />
promotori delle violenze fasciste contro gli sprezzati operai socialisti. 1215<br />
La vicenda che coinvolge Rosso non è il gesto isolato di un arrogante ufficialetto:<br />
tre operai vengono malmenati dai mil<strong>it</strong>ari durante la permanenza del 7° Lancieri a<br />
Pordenone. La presenza dei mil<strong>it</strong>ari in c<strong>it</strong>tà viene vissuta come un’ occupazione che<br />
cambia le regole di comportamento e cost<strong>it</strong>uisce un vero e proprio pericolo per tutti quei<br />
c<strong>it</strong>tadini che abbiano a che fare con le prodezze di ufficiali che, evidentemente,<br />
considerano tutto il terr<strong>it</strong>orio zona d’occupazione e si allenano a maltrattare gli arabi<br />
della Libia occupata. Segnalando lo sfruttamento di bambine a Padova da parte di<br />
ufficiali dell’eserc<strong>it</strong>o, si nota come probabilmente si tratta dello stesso reparto che sta per<br />
venire a Pordenone, e si lancia l’allarme sugli effetti che questo trasferimento avrà in<br />
c<strong>it</strong>tà. In compenso il comune sperpera nuovamente soldi in bicchierate di saluto per i<br />
reparti che si avvicendano in c<strong>it</strong>tà, mentre non trova quelli per pagare il viaggio ad un<br />
operaio che vuole recarsi a Napoli per salutare il figlio morente reduce dalla Libia. 1216<br />
In Libia nella primavera del 1913 riprende la resistenza araba contro gli <strong>it</strong>aliani.<br />
Assumono grande rilievo le vicende delle guerre balcaniche, ed in particolare quelle<br />
dell’Albania e del Montenegro. Il Paese si occupa, come sempre, degli investimenti nelle<br />
flotta mil<strong>it</strong>are; la notizia che si trova con sempre maggiore frequenza nella cronaca locale<br />
è l’arrivo di qualche nuovo aviatore a Pordenone. Il rombo della guerra si sente sempre<br />
più assordante. Sulla Patria del Friuli, mentre si narrano le accoglienze con<br />
festeggiamenti patriottici ai reduci dalla guerra, ci sono notizie di attacchi della<br />
resistenza araba in Libia (cronache di battaglie, molte perd<strong>it</strong>e fra gli alpini friulani…),<br />
sulla guerra nei Balcani e sul colpo di stato dei “giovani turchi”. Crescono le tensioni fra<br />
Italia ed Austria a propos<strong>it</strong>o delle mire reciproche sull’Albania staccata dall’Impero<br />
Ottomano. Si segnala perfino il volo di alcuni aerei austriaci nel terr<strong>it</strong>orio al di qua del<br />
confine.<br />
4.4.6 - Il primo convegno collegiale socialista.<br />
La guerra libica ha portato alla rottura del Psi, con l’espulsione nel congresso di<br />
Reggio Emilia del 7-10 luglio 1912 di Bissolati, Bonomi, Cabrini e Podrecca, esponenti<br />
dell’ala “ultrariformista” che ha appoggiato la spedizione coloniale. E’ in questo<br />
congresso che prevale la nuova dirigenza rivoluzionaria, confinando all’opposizione i<br />
riformisti rimasti monchi della loro ala destra: emerge l’astro di un nuovo capo, il<br />
1215 LF, n. 436 del 9 febbraio 1913, pag. 3, Il processo Rosso-Cagni; P, nn. 193 di mercoledì 14 agosto 1912,<br />
pag. 2, La tragicomica storia di una sfida. Un tenente che aggredisce il signor Rosso schiaffeggiandolo,<br />
articolo siglato L. N. (cfr. il resoconto dell’episodio in appendice) e 201 di venerdì 23 agosto 1912, pag. 2, Il ten.<br />
Cagni a Tripoli.<br />
L’incendio, di lim<strong>it</strong>ate dimensioni, ha luogo a segu<strong>it</strong>o di un fulmine: cfr. CRIPPA, Flavio e Mattozzi, Ivo, c<strong>it</strong>.,<br />
pag. 144.<br />
1216 LF, nn. 409 del 4 agosto1912, pag. 4, Disgrazie ed... educazione, 411 del 18 agosto 1912, pag. 4,<br />
Prodezze..., 412 del 25 agosto 1912, pag. 3, Storia di una vertenza, siglato e.g., Gioco di mani e Bicchierata<br />
e 413 dell’1 settembre 1912, pag. 2, La querela confermata, Richiamo in Libia e Attenti alle bambine.<br />
Nell’articolo siglato da Giuseppe Ellero si dice, a propos<strong>it</strong>o della funzione di corrispondente ordinario che: il<br />
Sig. Gino Rosso che notoriamente (per non averne mai fatto mistero e per averlo scr<strong>it</strong>to su questo<br />
giornale e su altri della provincia) è il corrispondente del Lavoratore. Il tono formale è da ricollegarsi al<br />
ruolo di legale che Ellero assume anche in questa vertenza.<br />
364
forlivese Ben<strong>it</strong>o Mussolini, che il 1° dicembre successivo sarà nominato alla carica di<br />
gran lunga più prestigiosa del Psi: quella di direttore dell’Avanti! Un mese dopo in Friuli<br />
un com<strong>it</strong>ato promotore indice una riunione cost<strong>it</strong>utiva del Part<strong>it</strong>o socialista riformista:<br />
essa ha luogo sabato 3 agosto alle 21 presso la Camera del Lavoro, e si annuncia la<br />
partecipazione dell’avv. Spinotti di Tolmezzo. Ma successivamente non avremo più<br />
notizie a propos<strong>it</strong>o della nuova formazione pol<strong>it</strong>ica scissionista. 1217<br />
A fine dicembre i socialisti intransigenti friulani diffondono alle sezioni una<br />
circolare, inv<strong>it</strong>andole a partecipare al congresso provinciale che si terrà a Tolmezzo il 5<br />
gennaio 1913. Nel manifesto si riconfermano le ragioni dell’opposizione socialista alla<br />
guerra ed alla monarchia e si sostengono le scelte fatte a Reggio Emilia, auspicando che<br />
nessuno in provincia aderisca al Part<strong>it</strong>o riformista. 1218<br />
E’ proprio l’avv. Spinotti a presiedere il congresso socialista a Tolmezzo,<br />
riconfermando in tal modo l’adesione al part<strong>it</strong>o, anche se successivamente egli rifiuterà<br />
la candidatura al Parlamento, affermando di voler rimanere in Carnia a lavorare per il<br />
movimento cooperativo e pol<strong>it</strong>ico ed affermando di voler rifiutare tutto quello che possa<br />
sembrare un compenso per l’attiv<strong>it</strong>à finora prestata. Si discute vivacemente sulla<br />
gestione de Il Lavoratore Friulano. Svolge la relazione Piemonte e Cosattini interviene più<br />
volte polemizzando, susc<strong>it</strong>ando frequenti clamori e battibecchi. Nel 1911 il potenziamento<br />
del settimanale è stato sostenuto da una sottoscrizione straordinaria fra i compagni<br />
abbienti, che non si è più ripetuta; sono andati bene gli abbonamenti e quindi il defic<strong>it</strong><br />
gestionale si è andato progressivamente riducendo. Si decide di accantonare la proposta<br />
di un nuovo giornale dei socialisti carnici e di rendere invece Il Lavoratore Friulano<br />
bisettimanale, oppure di ampliarne le pagine a sei.<br />
Tutto il congresso è stato vivacissimo, ma infine la conclusione è un<strong>it</strong>aria e<br />
riconferma l’orientamento tradizionale del part<strong>it</strong>o, rifiutando di dividersi per tendenze.<br />
Sull’indirizzo e la tattica del part<strong>it</strong>o, si approva il seguente ordine del giorno, che tiene<br />
conto della prossima scadenza elettorale nella quale per la prima volta ci si confronterà<br />
con il suffragio universale maschile: “Il Congresso provinciale socialista pur lasciando<br />
ferme le deliberazioni emesse dai singoli convegni collegiali; mentre raccomanda a tutte le<br />
sezioni che l’azione del part<strong>it</strong>o in provincia si mantenga nelle grandi direttive del socialismo<br />
<strong>it</strong>aliano estranea ad ogni lotta o tendenza; fa voti che nella ag<strong>it</strong>azione per il prossimo<br />
esperimento del suffragio universale sia altamente rivendicata tutta la nobiltà della<br />
campagna spiegata dal part<strong>it</strong>o contro la impresa libica e contro il rincrudirsi delle spese<br />
mil<strong>it</strong>ari ed improduttive, e delibera che nella battaglia elettorale abbia speciale rilievo nel<br />
grande antico quadro della propaganda socialista diretta ad elevare la coscienza del<br />
proletariato, la ingiustizia tributaria gravante sul paese e la lotta contro il parass<strong>it</strong>ismo dei<br />
baroni della finanza insidianti l’economia popolare coi balzelli dei dazi protettivi sullo<br />
zucchero e sui prodotti siderurgici.”<br />
Un altro ordine del giorno rileva il mutamento strutturale dei flussi emigratori e<br />
rivendica una pol<strong>it</strong>ica di opere pubbliche per far fronte alla disoccupazione. R<strong>it</strong>enuto: che<br />
l’emigrazione continentale d’anno in anno è sempre più compromessa dalle mutate<br />
condizioni del mercato del lavoro dalle frequenti crisi finanz(iarie); che nel venturo anno<br />
tale fenomeno sarà quanto mai doloroso; Reclama: La pronta esecuzione delle opere<br />
pubbliche in corso di approvazione o già approvate, fornendo i mezzi relativi agli enti che li<br />
debbono appaltare; Fa voti: che una forte organizzazione di lavoratori dei campi addivenga<br />
ad una ampia revisione dei patti colonici ed alla conduzione delle terre in aff<strong>it</strong>tanze<br />
collettive; Richiede agli enti pubblici la riduzione a coltura delle terre incolte dei comuni<br />
accordando alle cooperative Agricole le disposizioni delle leggi forestali 1 marzo 1888 e 2<br />
giugno 1910; Si dà mandato al Segretariato dell’Emigrazione di Udine di riferire al prossimo<br />
Congresso sulla possibil<strong>it</strong>à o meno di collocamento in Provincia di tutta o parte della mano<br />
d’opera che emigra. Per la prima volta troviamo affermate le esigenze delle masse<br />
contadine: la necess<strong>it</strong>à di una loro organizzazione sindacale, la modifica dei contratti<br />
agrari, la messa a coltura delle terre incolte, la promozione di cooperative agricole per la<br />
gestione di queste nuove colture. La propaganda socialista fra i contadini parte quindi in<br />
contemporanea con l’organizzazione da parte cattolica delle prime leghe bianche ed è<br />
probabilmente stimolata dalla sempre più stabile presenza in patria dei lavoratori<br />
emigranti respinti dall’estero, presenti nei centri minori del terr<strong>it</strong>orio e loro stessi parte<br />
dell’universo agricolo, sotto forma di piccoli proprietari o braccianti. 1219<br />
1217 P, n. 184 di sabato 3 agosto 1912, pag. 3, I socialisti riformisti. Sul congresso di Reggio Emilia cfr.:<br />
PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 184 -214.<br />
1218 P, n. 308 di venerdì 27 dicembre 1912, pag. 3, Il Congresso di Tolmezzo ed i socialisti intransigenti. Cfr.<br />
la sintesi della circolare in appendice.<br />
1219 P, n. 6 di martedì 7 gennaio 1913, pag. 1, da Tolmezzo. Il congresso socialista; P, n. 55 di mercoledì 5<br />
marzo 1913, pag. 1, da Tolmezzo. L’avv. Spinotti rifiuta la candidatura, lettera di Riccardo Spinotti alla<br />
Federazione Collegiale Socialista.<br />
365
Non abbiamo nessuna notizia della partecipazione del circolo socialista di<br />
Pordenone al congresso provinciale di Tolmezzo del 5 gennaio 1913, nel quale nessun<br />
pordenonese risulta intervenire nel dibatt<strong>it</strong>o né nominato a far parte del nuovo Com<strong>it</strong>ato<br />
Federale. Tengasi conto che il circolo del part<strong>it</strong>o non risulta neanche cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o per<br />
l’organizzazione nazionale ed infatti nel censimento della stampa diffusa e degli iscr<strong>it</strong>ti in<br />
provincia qui il part<strong>it</strong>o appare formalmente inesistente (come in tutti gli altri paesi del<br />
collegio). 1220 Ed in effetti in tutti i mesi precedenti le corrispondenze, sia da Pordenone<br />
che da Torre si sono ridotte a pochi sporadici segni di v<strong>it</strong>a. Tanto è vero che a fine<br />
gennaio compare nella rubrica di Pordenone un duro richiamo redazionale, a<br />
testimonianza dell’inattiv<strong>it</strong>à del part<strong>it</strong>o c<strong>it</strong>tadino. L’articolo è un vero e proprio<br />
ultimatum, che prende atto dell’assoluta mancanza di segnali di v<strong>it</strong>a da parte del part<strong>it</strong>o<br />
c<strong>it</strong>tadino: Noi, non sappiamo darci ragione di questa assenza prolungata. Se è per indolenza,<br />
vergognatevi e riprendete la lotta con maggior lena, se è pel quieto vivere è segno che non<br />
siete più dei nostri e fate bene ad appartarvi. Decidetevi però: il part<strong>it</strong>o socialista non è né<br />
può essere il part<strong>it</strong>o degli apatici e dei quietisti e perciò o muoversi e lavorare altrimenti far<br />
fagotto e cambiar strada. La scadenza fissata è quella del convegno zonale che è stato<br />
organizzato per marzo, evidentemente prendendo contatti direttamente con altri gruppi<br />
socialisti che si stanno organizzando nel terr<strong>it</strong>orio: forse il nuovo attivismo sindacale fra<br />
gli edili ex emigranti sta già creando una nuova dirigenza nel socialismo pordenonese,<br />
coerente con quelle posizioni pol<strong>it</strong>iche rivoluzionarie che abbiamo visto esprimersi già in<br />
alcune occasioni. 1221<br />
L’appello sembra ottenere qualche risultato, visto che gli iscr<strong>it</strong>ti sono convocati<br />
per sabato 8 febbraio, e li si inv<strong>it</strong>a a curare adeguatamente la distribuzione delle tessere.<br />
La riunione delibera di farsi carico della convocazione del convegno dei socialisti del<br />
collegio elettorale per discutere delle elezioni pol<strong>it</strong>iche ed amministrative e della linea da<br />
tenere. Sarà il primo congresso collegiale socialista, un anno dopo la realizzazione di tali<br />
riunioni in Carnia e nel collegio di Spilimbergo-Maniago che hanno segnato l’inizio del<br />
decentramento del part<strong>it</strong>o nelle due aree ove esso è più organizzato ed ha maturato<br />
maggiori consensi. Le elezioni pol<strong>it</strong>iche del prossimo giugno saranno le prime a svolgersi<br />
con il nuovo suffragio universale maschile, riservato a tutti i maschi che abbiano<br />
compiuto i trent’anni di età oppure svolto il servizio mil<strong>it</strong>are o già ottenuto l’iscrizione<br />
nelle liste elettorali precedentemente. Allo scopo di decidere come dovrà comportarsi il<br />
part<strong>it</strong>o socialista nel nostro Collegio e, al caso, come potrà prepararsi degnamente alla lotta,<br />
siete inv<strong>it</strong>ati ad intervenire all’adunanza che il giorno 16 marzo p.v. alle ore 3 pom. sarà<br />
tenuta alla Casa del Popolo in Torre di Pordenone. Possono partecipare al Congresso tutti i<br />
socialisti dei Comuni del Collegio di Pordenone. Ordine del giorno: 1. Decisione in mer<strong>it</strong>o<br />
alle elezioni. 2. Programma elettorale. 3. Organizzazione pol<strong>it</strong>ica. 4. Mezzi di lotta. 1222<br />
Il congresso socialista pordenonese si tiene in contemporanea con il secondo<br />
congresso collegiale carnico, ambedue centrati sulla scelta elettorale e su quale debba<br />
essere il candidato socialista al parlamento nazionale. Per Pordenone sarebbe la prima<br />
volta di una candidatura socialista autonoma, che viene caldeggiata entusiasticamente<br />
da tutti gli intervenuti. La frattura della guerra libica ha rotto i ponti con la sinistra<br />
democratico-radicale, scavando un solco che ha ormai portato gli antichi alleati a<br />
trovarsi schierati sui due fronti opposti. Sono presenti gruppi socialisti di quasi tutti i<br />
paesi del terr<strong>it</strong>orio. L’organizzazione del part<strong>it</strong>o, per quanto si autopercepisca come<br />
ancora debole, è presente in modo diffuso nei tre mandamenti di Pordenone, Sacile ed<br />
Aviano, a dispetto della carenza di notizie stampate (con l’eccezione di Sacile e<br />
Montereale, dagli altri comuni le corrispondenze sono decisamente rare, per non dire<br />
inesistenti). Il numero di partecipanti, circa 200, è lo stesso che in quella giornata affolla<br />
il congresso della roccaforte socialista della Carnia, a dimostrazione di una realtà<br />
organizzativa importante anche se non altrettanto strutturata.<br />
L’assegnazione al sacilese Enrico Fornasotto della relazione iniziale sottolinea la<br />
doppia polar<strong>it</strong>à del part<strong>it</strong>o nel collegio, fra il gruppo che lavora nel polo industriale<br />
pordenonese e quello attivo nella c<strong>it</strong>tadina sul Livenza. Reticente se non contrario alla<br />
1220 LF, nn. 432 del 15 gennaio 1913, pagg. 1 e 2, Il nostro Congresso Provinciale e 415 del 15 settembre<br />
1912, pag. 1, Federazione Provinciale Socialista Friulana. Statistica della diffusione del “Lavoratore” e<br />
delle Sezioni socialiste (cfr. i dati nella tabella in appendice).<br />
Al congresso è presente il segretario nazionale del part<strong>it</strong>o Giovanni Lerda che di lì ad un anno, passato su<br />
posizioni interventiste, diventerà il principale strumento propagandistico della reazione contro il Psi<br />
pordenonese. Nel com<strong>it</strong>ato federale l’unico proveniente dal Friuli occidentale è lo spilimberghese Ezio<br />
Cantarutti.<br />
1221 LF, n. 434 del 26 gennaio 1913, pag. 3, Ai compagni. Cfr. il testo in appendice.<br />
1222 LF, nn. 436 del 9 febbraio 1913, pag. 4, Cose della sezione e Ai compagni, 437 del 16 febbraio 1913, pag.<br />
2, Cose della Sezione e 439 del 2 marzo 1913, pag. 3, Collegio Pol<strong>it</strong>ico di Pordenone. I Congresso<br />
socialista; P, n. 60 di martedì 11 marzo 1913, pag. 1, I socialisti per le elezioni.<br />
366
scelta della presentazione autonoma della candidatura appare Giuseppe Ellero, ancora<br />
legato alla prospettiva un<strong>it</strong>aria con il part<strong>it</strong>o radicale che finora ha impegnato i socialisti<br />
pordenonesi. Una linea che spiega l’apatia del gruppo socialista pordenonese, che<br />
evidentemente è uno di quelli che ha vissuto con maggior disagio l’espulsione degli<br />
ultrariformisti ed il cambio di gestione al vertice del part<strong>it</strong>o, e susc<strong>it</strong>a d’altra parte il<br />
vivace dissenso dell’assemblea, che sceglie senza ondeggiamenti l’autonomia pol<strong>it</strong>ica ed<br />
elettorale del part<strong>it</strong>o. La forza dello spir<strong>it</strong>o intransigente che aleggia fra i compagni della<br />
base è tale che la stessa proposta di cost<strong>it</strong>uire una commissione per vagliare le<br />
candidature, rinviando la decisione finale ad un’altra seduta, viene respinta senz’altro<br />
nonostante (o forse proprio a causa del) l’appoggio del gruppo dirigente storico di<br />
Pordenone. I delegati non vogliono farsi espropriare di una decisione da un gruppo<br />
dirigente moderato che ormai li rappresenta solo fino ad un certo punto.<br />
La prevalenza riformista r<strong>it</strong>orna invece al momento della definizione delle<br />
candidature. Non si contrappongono esponenti delle due linee, ma i due avvocati<br />
riformisti Fornasotto ed Ellero: la prospettiva dell’elezione non è pensabile per un<br />
operaio, che non saprebbe come vivere in mancanza di una indenn<strong>it</strong>à di mandato o di<br />
uno dei rari posti di propagandista del part<strong>it</strong>o. Quindi la candidatura (e l’elezione<br />
eventuale) rimane una opzione possibile solo per i compagni professionisti, che possono<br />
far convivere la loro attiv<strong>it</strong>à con le periodiche presenze nell’aula del Parlamento. E forse<br />
lo stesso emergere di nuovi dirigenti operai che avranno un ruolo importante negli anni<br />
futuri, come Umberto De Gottardo di Pordenone o Carlo Basso di Giais, non è tale da<br />
dare loro quello spessore pol<strong>it</strong>ico che permetta di unificare tutta la base del part<strong>it</strong>o in<br />
una candidatura che esprima più coerentemente la linea rivoluzionaria.<br />
Viene designato Ellero, per l’indubbio patrimonio accumulato di lavoro pol<strong>it</strong>ico e<br />
sindacale, ma anche di semplice avvocato degli operai in tutte le vertenze di quel<br />
decennio. Forse però quello che all’interno di una comune matrice riformista fa pendere<br />
l’ago della bilancia dalla parte di Ellero è qualcos’altro, un dato più profondo che segna<br />
secondo me l’elemento di forza dell’esperienza socialista pordenonese prefascista. Mentre<br />
a Sacile Fornasotto impersona un’esperienza riformista che resta all’interno delle<br />
compatibil<strong>it</strong>à del sistema pol<strong>it</strong>ico postrisorgimentale, guidando un gruppo socialista che<br />
rimane in fondo l’ala sinistra del liberalismo, a Pordenone il gruppo dirigente socialista<br />
esprime da un decennio un’esperienza di sintesi più avanzata. Alla pol<strong>it</strong>ica riformista<br />
nelle ist<strong>it</strong>uzioni comunali ed all’alleanza organica con i radicali viene posto un lim<strong>it</strong>e,<br />
dato dalla influenza della classe operaia pordenonese e dalla necess<strong>it</strong>à di mantenere<br />
un<strong>it</strong>o un part<strong>it</strong>o socialmente legato ad una moderna realtà industriale. Il Psi non ha<br />
quindi mai praticato la pol<strong>it</strong>ica del Blocco Popolare fino in fondo, mantenendo la propria<br />
autonomia rispetto alla democrazia pordenonese anche nel momento in cui ambedue i<br />
part<strong>it</strong>i garantivano la gestione a sinistra dell’Amministrazione Comunale. E’ questo<br />
probabilmente il motivo fondamentale che mantiene un<strong>it</strong>o il socialismo pordenonese, al<br />
di là delle diverse tendenze e pratiche che si manifestano al suo interno, anche nel<br />
momento in cui i suoi dirigenti borghesi non sono convinti fino in fondo della linea del<br />
part<strong>it</strong>o.<br />
Ellero approf<strong>it</strong>ta di questa occasione per chiarire la sua posizione all’interno delle<br />
correnti del part<strong>it</strong>o, dichiarando la sua affin<strong>it</strong>à con i riformisti turatiani, ma sentendo<br />
anche il bisogno di prendere le distanze da quegli ultrariformisti bissolatiani che sono<br />
stati espulsi dal part<strong>it</strong>o a Reggio Emilia per il loro appoggio alla guerra. La<br />
contrapposizione del congresso di Torre dà una spiegazione alle tensioni che debbono<br />
aver dilaniato anche il part<strong>it</strong>o pordenonese in quell’anno di guerra, con la base operaia<br />
sempre più radicalizzata a sinistra ed il gruppo dirigente storico incerto fra la posizione<br />
del part<strong>it</strong>o e il magnete cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla destra del part<strong>it</strong>o e dai radicali. Ma la scelta<br />
comune è evidentemente quella di rimanere nel part<strong>it</strong>o, mantenendone l’un<strong>it</strong>à al di là<br />
delle stridenti contrapposizioni di strategie, ev<strong>it</strong>ando la frammentazione ed elidendo<br />
all’estremo sia la scissione sindacalista rivoluzionaria dell’Usi che il cedimento<br />
interventista di Bissolati e compagni.<br />
Fra i compagni che sostengono con nettezza la linea dell’intransigenza elettorale<br />
ci sono i rappresentanti delle sezioni del terr<strong>it</strong>orio, in gran parte operai edili emigranti,<br />
fra cui alcuni che nel dopoguerra avranno funzioni direttive nelle amministrazioni<br />
socialiste. Il part<strong>it</strong>o, concep<strong>it</strong>o come strumento di autonomia della classe lavoratrice, è il<br />
luogo un<strong>it</strong>ario in cui si ricompongono i diversi orientamenti socialisti: l’Ellero che viene<br />
scelto come candidato non è il riformista che sottolinea, a costo di apparire impopolare,<br />
gli storici legami con la democrazia pordenonese, ma è il socialista che condanna la<br />
perd<strong>it</strong>a di ident<strong>it</strong>à dei riformisti di destra, che hanno scordato il loro radicamento di<br />
classe per confondersi con la sinistra borghese.<br />
367
Un ruolo importante in questo chiarimento del congresso pordenonese, che<br />
termina con precisi impegni per l’organizzazione delle sezioni in ogni paese, per<br />
l’aumento della diffusione della stampa di part<strong>it</strong>o e con la cost<strong>it</strong>uzione di un com<strong>it</strong>ato<br />
elettorale formato da rappresentanti di ogni local<strong>it</strong>à, lo ha avuto la federazione<br />
provinciale. Il ruolo di Ernesto Piemonte nella direzione dei lavori dell’assemblea è<br />
evidente, così come nello stimolo al lavoro di organizzazione del part<strong>it</strong>o, ma questa è solo<br />
la fase finale del chiarimento, che ha visto evidentemente all’opera nei mesi precedenti<br />
una serie di pressioni per far in qualche modo scegliere collocazione al gruppo<br />
pordenonese. Il chiarimento è intervenuto in modo costruttivo, salvando l’un<strong>it</strong>à del<br />
part<strong>it</strong>o e confermandone la linea, ma recuperando un gruppo dirigente formatosi nel<br />
corso degli anni e riconosciuto e riconsegnandolo ad una base mobil<strong>it</strong>ata dalla nuova<br />
linea rivoluzionaria del part<strong>it</strong>o (e soprattutto da condizioni sociali mutate e<br />
profondamente più difficili che nel passato). 1223<br />
Il congresso socialista di Torre risponde ai dubbi della stampa moderata su quali<br />
saranno gli schieramenti elettorali a contrapporsi: ancora poche settimane prima la<br />
Patria del Friuli si chiedeva infatti: vi sarà lotta fra liberali e radicali: ma questi ultimi<br />
andranno d’accordo col part<strong>it</strong>o socialista o faranno da sè? 1224 Con la decisione di<br />
presentarsi autonomamente nel Collegio, i socialisti pordenonesi rompono la dicotomia<br />
storica che ha visto contrapporsi per quasi mezzo secolo candidati della destra e della<br />
sinistra liberale con il movimento operaio recuperato, negli ultimi anni, solo in funzione<br />
di supporto. Il prezzo pagato della mancata probabile elezione di Policreti sarà il pegno<br />
delle successive v<strong>it</strong>torie socialiste, una volta eliminato l’equivoco di una sinistra<br />
interclassista che ormai ha rotto sul piano strategico con il movimento operaio.<br />
Quale sia il livello di tensione fra radicali e socialisti è dimostrato in quei giorni da<br />
un episodio che contrappone proprio il direttore de Il Paese ad un dirigente socialista<br />
tutt’altro che rivoluzionario come Giovanni Cosattini, impegnato in un comizio ad Arba<br />
per propagandare la sua nuova candidatura per il seggio alla Camera dei Deputati di<br />
Spilimbergo-Maniago: L’altro giorno fu qui l’avv. Giov. Cosattini, candidato socialista per le<br />
imminenti elezioni pol<strong>it</strong>iche, per tenere una pubblica conferenza. Molto pubblico accorse per<br />
udire l’oratore, ma appena questi si scagliò contro l’impresa di Libia, offendendo il<br />
sentimento patriottico della popolazione, un sacco di fischi lo interruppe. Nonostante<br />
molteplici sforzi non fu più dato all’oratore di poter proseguire la conferenza, in modo che se<br />
ne dovette andar via. Cosattini protesta per il fatto che Il Paese, non avendo<br />
corrispondenti da Arba, abbia pubblicato la notizia falsa (ripresa dal Corriere del Friuli)<br />
che egli sia stato interrotto da fischi, allorché esposi con la franchezza che mi è consueta, il<br />
mio pensiero sulla impresa libica. Ver<strong>it</strong>à è che io parlai per circa un’ora e mezza interrotto,<br />
sia detto per van<strong>it</strong>à di uomo di parte e non di oratore, da frequenti approvazioni: solo sul<br />
fine del mio dire a qualche mio accenno circa le influenze spiegate specialmente dai clericali<br />
per preparare la pubblica opinione per la spedizione di Tripoli, un prete presente tentò<br />
qualche protesta, che io potei rintuzzare fra gli applausi degli ascoltatori, che mi tributarono<br />
alla chiusa una vera dimostrazione… “va sans dire” immer<strong>it</strong>ata. Il sano sentimento patrio<br />
della popolazione fu poi tanto poco offeso, che ebbi il piacere dei saluti anche di qualche<br />
reduce d’Africa. Il Paese ne prende atto, pur polemizzando con le aspre cr<strong>it</strong>iche ricevute<br />
nel frattempo dalle pagine de Il Lavoratore Friulano. Ma l’arrabbiatura del dirigente<br />
socialista non si placa così facilmente: sabato 8 marzo un furente Giovanni Cosattini,<br />
incontrando il direttore del quotidiano radicale Guido Buggelli in Via Prefettura ad Udine<br />
lo prende a pugni. Questi gli manda i padrini per sfidarlo a duello, soddisfazione che<br />
viene rifiutata da Cosattini. 1225<br />
Una lettura cr<strong>it</strong>ica del congresso da parte del La Concordia permette ai socialisti<br />
di puntualizzare meglio i risultati del dibatt<strong>it</strong>o. Per il corrispondente clericale i socialisti<br />
si sono riavvicinati ai radicali, accettando l’alleanza con la borghesia in nome<br />
dell’anticlericalismo: gli viene risposto che nulla ha compreso del congresso, che è<br />
andato in senso esattamente opposto, scegliendo l’autonomia elettorale e sost<strong>it</strong>uendo<br />
all’anticlericalismo la propaganda schiettamente socialista. Queste cr<strong>it</strong>iche appaiono<br />
1223 LF, n. 442 del 23 marzo 1913, pagg. 1 e 2, I NOSTRI CONGRESSI. Congresso Collegiale dei Socialisti di<br />
Pordenone. Cfr. il resoconto in appendice.<br />
1224 PdF, n. 4 di sabato 4 gennaio 1913, pag. 2, Anno di elezioni.<br />
1225 P, nn. 50 di giovedì 27 febbraio 1913, pag. 1, da Arba. L’avv. Cosattini fischiato, 52 di sabato 1 marzo<br />
1913, pag. 2, Cronaca C<strong>it</strong>tadina. La tragedia di Arba, 59 di lunedì 10 marzo 1913, pag. 2, L’avv. Cosattini<br />
sfidato e 60 di martedì 11 marzo 1913, pag. 2, Non può rifiutarsi di correre i rischi dei gentiluomini chi<br />
scese sul terreno dei mascalzoni.<br />
Il direttore de Il Paese nel 1914, Guido Buggelli, era stato precedentemente direttore de Il Lavoratore Friulano e<br />
successivamente redattore de Il Giornale di Udine. Una provenienza che ne testimonia, insieme alle origini di<br />
sinistra, la netta svolta a destra che colpirà altri giovani di orientamento democratico e socialista. Cfr.: LF, n.<br />
510 del 21 giugno 1914, pag. 3, Le onestà polemiche dei radicali.<br />
368
corrette, e dimostrano come allo scr<strong>it</strong>tore clericale manchi ogni informazione sul<br />
congresso o forse piuttosto com’egli, schierato in questa fase accentuatamente a sinistra<br />
nel mondo cattolico, si stia preparando alla campagna elettorale per Marco Ciriani a<br />
Spilimbergo e quindi tenda a far concorrenza ai socialisti proprio sul loro terreno. La<br />
corrispondenza viene attribu<strong>it</strong>a inizialmente a don Lozer, il quale però se ne dissocia,<br />
dichiarando anzi di aver protestato con il direttore del settimanale don Annibale Giordani<br />
per il tono di quell’articolo (e non mancando ovviamente di coprire d’insulti i socialisti<br />
per aver polemizzato con lui).<br />
Significativa appare invece l’interpretazione “autentica” della posizione correntizia<br />
di Giuseppe Ellero, che ha fatto professione di fede riformista di sinistra, chiamando a<br />
suoi ispiratori Turati, Treves, Prampolini e Morgari. Effettivamente i primi tre dirigenti<br />
sono esponenti storici di quella parte del riformismo che rimarrà fino all’ultimo<br />
all’interno del Psi, ispirandone il pacifismo nonviolento ma rifiutando ogni forma di<br />
contaminazione con la lotta rivoluzionaria contro la guerra. E’ invece al quarto che<br />
dichiara di far riferimento Ellero: è noto alla sezione e al part<strong>it</strong>o che tale direttiva che, in<br />
sostanza, equivale all’integralismo di Morgari, l’avv. Ellero seguì costantemente, tant’è vero<br />
che per tale direttiva votò anche al Congresso di Milano precedente all’ultimo di Reggio. 1226<br />
Già la settimana successiva la commissione direttiva del com<strong>it</strong>ato elettorale<br />
socialista del collegio emana le sue direttive ai compagni: in ogni paese va cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a una<br />
sezione; ogni sezione dovrà nominare un segretario, con il comp<strong>it</strong>o di convocare le<br />
riunioni ogni qual volta sia necessario, terrà l’elenco dei soci e raccoglierà dieci centesimi<br />
settimanali da ognuno di loro per cost<strong>it</strong>uire un fondo cassa per le spese della campagna<br />
elettorale (amministrato da Romano Sacilotto). Tutti i compagni presenti nei comuni del<br />
collegio debbono iniziare ad organizzare conferenze pubbliche, mentre al circolo di<br />
Pordenone compete la ricerca degli oratori, la fissazione delle date e la stampa del<br />
materiale pubblic<strong>it</strong>ario. Ci si rende conto di come possa pesare sull’organizzazione<br />
l’assenza dei compagni emigrati (il buon risultato delle precedenti elezioni del 1909 era<br />
stato molto condizionato dal fatto che si erano svolte ai primi di marzo, con una forte<br />
presenza degli emigranti) e la stessa lim<strong>it</strong>atezza delle risorse, ma si dichiara che ai<br />
socialisti possono bastare poche centinaia di lire per fare la campagna elettorale, mentre<br />
gli avversari sono costretti a candidare dei milionari che si finanziano da soli e che però<br />
ben difficilmente possono essere espressione delle classi popolari. 1227<br />
4.4.7 - Si riorganizzano gli operai edili.<br />
Parallelamente alla ripresa del part<strong>it</strong>o avviene quella del movimento sindacale.<br />
Già nel giugno 1912 i duecento operai della d<strong>it</strong>ta Troili e Bordelli, aggiudicataria<br />
dell’appalto della costruzione della caserma, erano scesi in sciopero per rivendicare<br />
aumenti salariali. 1228<br />
Sei mesi dopo la d<strong>it</strong>ta Daniele Marin, impegnata nei lavori di costruzione della<br />
caserma, licenzia con un pretesto quaranta operai: il licenziamento, che doveva essere<br />
lim<strong>it</strong>ato ad un breve periodo a causa della carenza di materiali, si trasforma in defin<strong>it</strong>ivo<br />
poiché l’azienda assume dei forestieri (che evidentemente si accontentano di una paga<br />
inferiore). Si gettano così sul lastrico operai che negli anni scorsi si erano dovuti recare<br />
in Svizzera e Germania come emigranti. I licenziamenti si susseguono e questo provoca a<br />
fine anno uno sciopero di due ore. Alla fine di gennaio 1913 ci sono però ancora altri<br />
licenziamenti, che coinvolgono sia operai socialisti pordenonesi che alcuni dei crumiri<br />
che si erano precedentemente rifiutati di scioperare. 1229<br />
Il Psi organizza al Cine Roma il 22 dicembre una affollata assemblea contro la<br />
disoccupazione, che sta assumendo dimensioni crescenti. L’oratore ufficiale è Giuseppe<br />
Ellero, che rileva soprattutto come sia dannoso per gli operai non essere organizzati,<br />
fustigando la loro resistenza a mobil<strong>it</strong>arsi se non quando la s<strong>it</strong>uazione sia diventata<br />
ormai quasi ingestibile. Oratore il comp. Ellero che bollò a fuoco l’apatia dei nostri operai i<br />
quali si scuotono solo quando il nodo stringe alla gola. Non trovano i 5 centesimi per la lega,<br />
per la cassa di previdenza, pel giornale, per godere ed istruirsi, mentre le bettole sono<br />
sempre zeppe e le riunioni e le scuole serali sempre deserte. Non ci facciamo illusioni, i<br />
1226 LF, nn. 444 del 6 aprile 1913, pag. 4, Intorno al nostro Convegno e 445 del 13 aprile 1913, pag. 4,<br />
Prendiamo atto; PdF, n. 98 di mercoledì 9 aprile 1913, Una dichiarazione del parroco di Torre don Lozer.<br />
1227 LF, nn. 443 del 30 marzo 1913, pag. 4, Ai compagni del collegio di Pordenone, 444 del 6 aprile 1913, pag.<br />
4, Al Circolo Socialista e 447 del 27 aprile 1913, pag. 4, Il nostro fondo di guerra e Per la propaganda.<br />
1228 P, n. 145 di mercoledì 19 giugno 1912, pag. 2, Sciopero.<br />
1229 LF, nn. 429 del 22 dicembre 1912, pag. 2, Il sol<strong>it</strong>o - I fatti delle caserme d’artiglieria, articolo firmato Un<br />
operaio e 434 del 26 gennaio 1913, pag. 3, Illusioni.<br />
369
nostri operai amano vedere comodamente dalla spiaggia il mare in tempesta; solo quando i<br />
spumanti cavalloni invadono la spiaggia e cercano inghiottirli, allora solo si destano e<br />
pensano a chiamar aiuto e pregano che una diga sorga come per miracolo per difenderli. La<br />
diga voleva fatta prima: ai miracoli neppur il più zotico contadino crede. Via dal letargo,<br />
movetevi, guardate che la lotta si fa sempre più aspra, più insidiosa, più terribile; se non<br />
volete venir travolti e dispersi organizzatevi ferreamente. Parla inoltre Toms<strong>it</strong>, un<br />
rivoluzionario, il cui breve discorso fu varie volte interrotto dal delegato sig. Abbrescia.<br />
Ambedue gli oratori furono applaud<strong>it</strong>issimi: con tutta probabil<strong>it</strong>à si tratta dell’anarchico<br />
Tomsich che ha parlato a Pordenone il Primo Maggio precedente. 1230<br />
Il comizio produce come primo risultato un’assemblea, la sera di sabato 7<br />
gennaio, per ricost<strong>it</strong>uire la Lega di miglioramento fra Muratori e Braccianti. Si insiste<br />
sulla necess<strong>it</strong>à di organizzare gli operai edili, in modo da combattere bassi salari e<br />
disoccupazione stagionale. Vi sono a Pordenone tanti operai, muratori e braccianti, che<br />
nella maggior parte della stagione invernale si trovano disoccupati. Dalle loro bocche non si<br />
sentono che lagnanze, perché i padroni li sfruttano durante la buona stagione e li lasciano<br />
senza lavoro durante quasi tutto l’inverno. Nei mesi che lavorano ricevono una mercede<br />
assai meschina, bastante appena ai bisogni della v<strong>it</strong>a, cosicché nella stagione d’inverno si<br />
trovano sprovvisti di ogni mezzo per far fronte ai bisogni più urgenti e indispensabili.<br />
Quante volte si è loro sussurrato all’orecchio che per togliersi da tale condizione è<br />
necessario organizzarsi. Solo mediante l’organizzazione si può ottenere aumento di salario<br />
continu<strong>it</strong>à di lavoro e maggior rispetto dai sorveglianti. La lega Muratori e Braccianti si è<br />
ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a, e se i disorganizzati abbandonassero almeno un poco la bettola e unissero la<br />
loro solidarietà alla nostra; se si prendessero cura di leggere opuscoli, giornali e istruirsi, per<br />
l’avvenire si potrebbe avere qualche miglioramento sensibile e duraturo. 1231<br />
La Lega Muratori e Braccianti si riunisce sabato 15 febbraio presso la sala della<br />
Società Operaia. L’assemblea generale è convocata per il 1° marzo. Si segnala che<br />
l’impresa Marin non paga le tariffe orarie sindacali, retribuendo 35 centesimi l’ora gli<br />
apprendisti e quaranta gli operai. Ma nonostante questo basso livello retributivo e<br />
l’esigenza di organizzazione sindacale per strappare dei miglioramenti la compattezza<br />
della nuova Lega non è mirabile ed il segretario è costretto a denunciare il fatto che vari<br />
aderenti continuino a preferire alle assemblee ed al regolare versamento delle quote<br />
settimanali la bettola ed il gioco. Emerge fra gli altri Umberto De Gottardo, che ha<br />
assunto il ruolo di organizzatore degli edili pordenonesi che riunisce settimanalmente,<br />
fustigando implacabilmente gli indecisi e quelli che non riescono a sottrarsi alla spirale<br />
del vizio. 1232<br />
Le condizioni di lavoro nel cantiere delle caserme sono pesantissime: alla<br />
riduzione delle paghe corrispondono lavori a cottimo che rendono necessario gran<br />
dispendio di tempo ed un crescente sforzo fisico, tale da far provare invidia per i ben<br />
minori maltrattamenti sub<strong>it</strong>i dagli animali da soma. Chi rifiuta l’assegnazione dei lavori<br />
ad un cottimo troppo basso viene licenziato su due piedi. Fra i caposquadra che<br />
assumono lavori a cottimo dalla d<strong>it</strong>ta c’è un certo Livio, che si vanta di aver mil<strong>it</strong>ato fra i<br />
socialisti nell’emigrazione, ma che nei nove mesi passati a Pordenone si è ben guardato<br />
dal prendere contatto con la Lega degli edili o con il circolo socialista: si tratta di un<br />
ulteriore episodio di quel fenomeno del cottimo che è venuto negli ultimi anni<br />
dell’anteguerra a sost<strong>it</strong>uire il più tradizionale crumiraggio friulano all’estero. Nelle<br />
numerose corrispondenze da Forgaria, Castelnovo e Pinzano, dedicate ai lavori di<br />
costruzione della linea ferroviaria Spilimbergo-Gemona, emerge con forza questa<br />
trasformazione delle modal<strong>it</strong>à di lavoro della manodopera edile friulana: alla<br />
sindacalizzazione internazionale dei lavoratori ha corrisposto una radicale modifica<br />
dell’organizzazione del lavoro. Gli operai specializzati, che un tempo partivano dai loro<br />
paesi organizzati in compagnie, spesso specializzate nella sost<strong>it</strong>uzione dei lavoratori<br />
tedeschi scioperanti, oggi assumono lavori come imprend<strong>it</strong>ori a cottimo, sfruttando se<br />
stessi ed i loro compagni di lavoro. Questo produce grosse difficoltà nel gestire le<br />
vertenze di lavoro in patria: piuttosto che impegnarsi nell’organizzazione di leghe ed in<br />
scioperi, gli operai (ancora per poco, purtroppo) scelgono, con una forma di ribellismo<br />
legata all’alta coscienza professionale, di abbandonare i cantieri e di ripartire per<br />
1230 LF, n. 430 del 29 dicembre 1912, pag. 4, Conferenza; P, n. 305 di lunedì 23 dicembre 1912, pag. 2, Un<br />
Comizio contro la disoccupazione.<br />
1231 LF, nn. 431 dell’8 gennaio 1913, pag. 4, Un gruppo di muratori e braccianti e 436 del 9 febbraio 1913,<br />
pag. 4, Organizzazione operaia, firmato L’umile.<br />
1232 LF, nn. 437 del 16 febbraio 1913, pag. 2, Lega muratori e braccianti,439 del 2 marzo 1913, pag. 4, Non si<br />
rispettano le tariffe e Lega muratori, 442 del 23 marzo 1913, pag. 4, Lega muratori e 443 del 30 marzo<br />
1913, pag. 4, Todero Brontolon.<br />
Ai primi di marzo è pubblicato il decreto prefettizio per l’occupazione dei beni per costruire la caserma di<br />
artiglieria, per cui inizieranno i lavori: cfr.PdF, n. 67, sabato 8 marzo 1913, pag. 1, Per la caserma di<br />
artiglieria.<br />
370
l’emigrazione, consci della possibil<strong>it</strong>à di vendere a miglior prezzo altrove la loro<br />
professional<strong>it</strong>à. 1233<br />
L’incoerenza non viene dimostrata però solo da quei compagni che agiscono come<br />
lavoratori sindacalmente disorganizzati, ma anche da quelli iscr<strong>it</strong>ti. La stessa Lega, per<br />
non pagare i contributi alla Federazione edile, si è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a in forma autonoma, ma ciò<br />
nonostante vi aleggiano atteggiamenti di disimpegno e di scherno verso i compagni più<br />
attivi ed anche in questo caso chi si sottrae ai suoi doveri si proclama socialista. Per<br />
risparmiare, Marin, piuttosto di pagare il giusto salario ad operai specializzati, utilizza<br />
manovali con il risultato di fare i lavori in modo non professionale: come per gli elementi<br />
decorativi degli stabili, che essendo di gran<strong>it</strong>o vengono lavorati a bocciardatura invece<br />
che da provetti scalpellini. Daniele Marin risponde alle denunce dei socialisti emanando<br />
un regolamento aziendale ancora più restr<strong>it</strong>tivo, che comprende la possibil<strong>it</strong>à illim<strong>it</strong>ata di<br />
licenziamento ed obbliga invece gli operai ad attendere la scadenza della quindicina per<br />
ricevere le loro paghe. Si risponde ricordandogli i tempi in cui lui faceva l’arruolatore di<br />
crumiri all’estero, minacciando di pubblicare le corrispondenze che lo riguardano<br />
pubblicate sull’Operaio Italiano di Amburgo: infatti un impresario con quel cognome, di<br />
evidenti origini della Val d’Arzino, era stato oggetto nel 1911 dell’ag<strong>it</strong>azione sindacale dei<br />
suoi dipendenti a Brema, anche in quel caso con un episodio segnalato di crumiraggio<br />
proprio da parte di due iscr<strong>it</strong>ti al Psi di Pinzano, denunciato dalla sezione di quel<br />
paese. 1234<br />
Il lavoro di organizzazione degli edili è parallelo alla crisi economica ed alla<br />
cresc<strong>it</strong>a della disoccupazione indotta dalla guerra libica e poi da quella balcanica. L’anno<br />
precedente, agli emigranti che inviavano lettere per denunciare la scelta della guerra di<br />
Libia, si replicava che hanno avuto torto a svegliarsi solo a cose fatte: negli anni scorsi la<br />
grande maggioranza di loro è rimasta inattiva di fronte alla richiesta del voto invernale,<br />
ed il loro voto, che sarebbe stato decisivo in almeno cinquanta collegi alle ultime elezioni,<br />
ha invece quasi ovunque contribu<strong>it</strong>o ad eleggere deputati favorevoli alla guerra. Ed ora la<br />
guerra si abbatte su di loro mettendo in discussione la loro occupazione Durante l’estate<br />
e in questi ultimi mesi abbiamo ricevuto molte lettere dall’estero nelle quali ci si richiedeva<br />
ragguagli sulle condizioni di lavoro a Costantinopoli, nell’Asia Minore, nell’Albania:<br />
rispondemmo a suo tempo, ma collo scoppio delle ostil<strong>it</strong>à c’è da augurarsi che nessuno si sia<br />
recato in Turchia e scongiuriamo i nostri lettori a non andarvi per nessun motivo, perché<br />
questo stato non è certamente in grado di mantenere l’ordine pubblico nel caso che la<br />
popolazione, ecc<strong>it</strong>ata dal fanatismo religioso si lasciasse andare ad eccessi vero i nostri<br />
compatrioti. In Turchia e nell’Asia Minore – specie sulla costruenda ferrovia da Adana-<br />
Bagdad – vi sono alcune migliaia di operai friulani; noi speriamo che la protezione di essi,<br />
affidata alla Germania in questo momento, sia tale da impedire qualsiasi violenza a loro<br />
danno, ma non possiamo nascondere che desidereremmo saperli tutti sulla strada del<br />
r<strong>it</strong>orno. Preoccupazioni ancora maggiori abbiamo per l’avvenire: l’Austria è un mercato per<br />
la nostra mano d’opera che sta per esaurirsi, la Germania non è possibile che accolga e dia<br />
lavoro eternamente a 60.000 <strong>it</strong>aliani tutti gli anni e in questi ultimi tempi appunto la<br />
Turchia, l’Asia Minore e l’Ungheria erano le regioni verso le quali si iniziava una forte<br />
emigrazione, ben pagata – se non ben trattata – sotto l’egida del cap<strong>it</strong>ale tedesco. La guerra,<br />
temiamo, troncherà per chissà quanti anni questa nuova corrente, sopprimerà questa nuova<br />
valvola di sicurezza per l’eccesso della nostra popolazione. 1235<br />
Già all’inizio della stagione migratoria si facevano previsioni negative: gli stati<br />
balcanici impegnati nella guerra, l’Austria in pessime condizioni finanziarie, costretta a<br />
ricorrere a prest<strong>it</strong>i americani, la Germania dove si annunciava una grave serrata delle<br />
imprese. Ma il numero dei friulani emigranti supera all’inizio della primavera ogni altra<br />
annata, dirigendosi soprattutto in Romania, per la costruzione di opere pubbliche. Ma<br />
anche la Romania viene trascinata nella nuova guerra balcanica, proprio quando le<br />
rimesse affluiscono fiorenti in Friuli. Dopo la mobil<strong>it</strong>azione generale rumena, che<br />
coinvolge 600.000 richiamati, il sistema cred<strong>it</strong>izio restringe le sue spire e le imprese a<br />
volte non pagano neanche le ultime giornate lavorate. Gli operai - che hanno inviato a<br />
casa i loro risparmi - sono senza mezzi di sussistenza, le ferrovie sono requis<strong>it</strong>e<br />
dall’eserc<strong>it</strong>o, ed il rimpatrio è possibile solo per mare. Si avanza lo spettro della<br />
disoccupazione di massa, mentre iniziano a rientrare gli emigranti. 1236<br />
La disoccupazione va sempre più aggravandosi, ora specialmente per la<br />
sospensione di tutte le opere in corso in Romania, che costringe al rimpatrio gli<br />
1233 LF, nn. 444 del 6 aprile 1913, pag. 4, Alle Caserme e 446 del 20 aprile 1913, pag. 4, stesso t<strong>it</strong>olo e Un<br />
altro, articolo firmato La Lega.<br />
1234 LF, nn. 444 del 6 aprile 1913, pag. 4, Il sig. Marin,articolo firmato La Lega e 450 del 18 maggio 1913, pag.<br />
4, Opportunismo e Alle Caserme.<br />
1235 E, anno VI, n. 9, settembre 1911, La guerra colla Turchia.<br />
1236 E, anno VIII, n. 6, 1913, LA GUERRA BALCANICA. Gravi ripercussioni in Friuli.<br />
371
emigranti proprio nel pieno della stagione lavorativa. La crisi della disoccupazione si fa<br />
generale in tutta la nostra Provincia: principale causa di ciò è la chiusura, determinata dalla<br />
guerra balcanica, di quasi tutti i grandi mercati internazionali di lavoro, ove affluirono i<br />
nostri emigranti. E’ necessario che il Governo provveda venendo incontro ai leg<strong>it</strong>timi<br />
interessi della popolazione friulana: occorrono nuove vie di comunicazione che rinsanguino<br />
la nostra v<strong>it</strong>a locale, occorre che i lavori pubblici promessi o accordati vengano condotti al<br />
più presto a compimento. Il Friuli spera ancora, senza bisogno di clamorose dimostrazioni,<br />
d’essere esaud<strong>it</strong>o. Gli operai, tenuti coattivamente nei loro paesi senza poter attingere al<br />
redd<strong>it</strong>o dell’emigrazione, si organizzano nei loro paesi di origine: viene c<strong>it</strong>ata ad esempio<br />
l’organizzazione creata ad Aviano, che copre in modo capillare tutte le borgate del<br />
comune sul modello della socialdemocrazia tedesca. 1237<br />
Non si tratta solo degli edili: il 18 febbraio mattina sono i cinquanta operai della<br />
Società Anonima Lavorazione del Legno ad entrare in sciopero per protesta contro il<br />
licenziamento di alcuni compagni di lavoro. 1238 E non sono solo i socialisti a darsi da<br />
fare: il 10 gennaio 1913 il noto anarchico Domenico Zavattero tenne la sua conferenza nel<br />
salone del Cine Roma, presenti circa 300 operai ed una dozzina di carabinieri. Nessun<br />
incidente; tema della conferenza: “dal caro vivere”. Nei giorni precedenti Zavattero non<br />
può partecipare ad una conferenza indetta presso la palestra comunale di Via della Posta<br />
ad Udine, ed il vicecommissario impedisce all’anarchico De Marchi di parlare in sua<br />
vece: il quotidiano radicale dimostra totale disprezzo nei confronti degli anarchici, e non<br />
protesta per la violazione della loro libertà di espressione. Invece la Patria del Friuli<br />
descrive la conferenza pordenonese come abbastanza monotona e noiosa (tipica reazione<br />
dei “sosten<strong>it</strong>ori dell’ordine”: se non ci sono incidenti, evidentemente si annoiano...). 1239<br />
L’organizzazione degli edili non è l’unico aspetto della ripresa di attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>icosindacale<br />
organizzata dai socialisti a Pordenone: essi anzi nei mesi precedenti hanno<br />
iniziato ad interessarsi nuovamente del settore cooperativo ed a cercare di rilanciare il<br />
ruolo previdenziale della Società Operaia. Per la prima volta sulla stampa socialista, si<br />
fornisce un resoconto dell’assemblea della cooperativa dei lavoratori del Cotonificio<br />
Amman di Pordenone, tenutasi domenica 15 dicembre 1912. Si nota che gli intervenuti<br />
sono stati solo una quarantina, di cui 22 donne provenienti da Fiume, su un totale di<br />
400 soci. La cooperativa ha due filiali, una a Borgomeduna e l’altra a Fiume: lo smercio<br />
di prodotti è grande, ma con un utile ridotto, solo 3900 lire rispetto alla Cooperativa di<br />
Torre che, pur non avendo filiali e dovendo subire la concorrenza della cooperativa<br />
clericale, riesce a lucrare un utile maggiore. A differenza degli altri anni, si decide di<br />
usare l’utile per pagare i deb<strong>it</strong>i contratti dalla cooperativa nel passato, invece che<br />
redistribuirlo: scelta che sarebbe stata invece estremamente necessaria in questo<br />
periodo in cui c’è crisi e si lavora solo nove giorni su quindici. Complessivamente la<br />
gestione, ancora subordinata alla direzione del Cotonificio, procede nell’apatia dei soci<br />
che, con la loro assenza, accettano passivamente che si amministri la cooperativa senza<br />
tener conto dei loro interessi. Diversa è la s<strong>it</strong>uazione del Magazzino Cooperativo di Torre,<br />
dove il bilancio si chiude con buoni risultati ed il consiglio di amministrazione socialista,<br />
presieduto da Ilario Fantuzzi, viene rieletto dai soci. 1240<br />
Domenica 23 febbraio ha avuto luogo un convegno fra i preposti ed alcuni soci della<br />
Società Operaia di Pordenone ed i rappresentanti la Cassa Nazionale di Previdenza, per<br />
trattare dell’iscrizione collettiva dei soci alla Cassa suddetta. Nel passato l’iscrizione<br />
collettiva dei soci è sempre stata respinta dalla Società Operaia; la soluzione proposta<br />
dalla direzione della S.O. è quella di un aumento del contributo mensile, giudicato però<br />
insufficiente da parte socialista in quanto non sarebbe in grado di coprire le spese<br />
1237 LF, n. 467 del 14 settembre 1913, pag. 4, Disoccupazione e Organizzazione; P, n. 180 di mercoledì 30<br />
luglio 1913, pag. 1, La disoccupazione in Friuli. Un grido d’allarme.<br />
1238 P, n. 43 di mercoledì 19 febbraio 1913, pag. 2, Piccolo sciopero.<br />
1239 P, nn. 8 di giovedì 9 gennaio 1913, pag. 2, Cronaca C<strong>it</strong>tadina. De Marchi-Zavattero = zero (problema<br />
risolto dal vice-commissario Marpillero) e 10 di sabato 11 gennaio 1913, pag. 1, Conferenza Zavattero; PdF,<br />
n. 11 di sabato 11 gennaio 1913, pag. 1, Conferenza anarchica e pag. 2, Conferenza Zavattero.<br />
Domenico Zavattero (1875-1947), operaio emigrante e poi redattore di innumerevoli giornali del movimento<br />
anarchico, persegu<strong>it</strong>ato dagli organi di polizia che lo costringevano continuamente a cambiare la sua sede di<br />
attiv<strong>it</strong>à, mantiene una posizione nell’anarchismo <strong>it</strong>aliano, impersonando il rifiuto della burocrazia gerarchizzata<br />
prodotta dal socialismo elezionista ma contemporaneamente ponendo l’esigenza di uscire dalla dispersione<br />
puramente testimoniale dei tanti gruppetti anarchici, per costruire concrete lotte soprattutto sul piano<br />
sindacale. Proprio nel 1912-1913 Zavattero assume una posizione revisionista che lo porterà nel dopoguerra a<br />
lavorare per l’Uman<strong>it</strong>aria in Francia; durante il fascismo rimarrà in esilio. Cfr. la scheda di Anna Rosana in:<br />
ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, c<strong>it</strong>., quinto volume, pagg. 290-293.<br />
Nel 1913 la presenza anarchica a Pordenone viene valutata a cento persone: cfr. CHIARADIA, Giosuè, Appunti<br />
per una storia del sindacalismo nel Friuli pordenonese, c<strong>it</strong>., pag. 201.<br />
1240 LF, nn. 429 del 22 dicembre 1912, pag. 2, Assemblea cooperativa Amman, articolo firmato da Giovanni<br />
Forner e 465 del 31 agosto 1913, pag. 2, TORRE. Al Magazzino Cooperativo.<br />
372
aggiuntive necessarie, come il versamento delle quote arretrate per i soci che verrebbero<br />
iscr<strong>it</strong>ti ed il sostentamento di quelli superiori ai cinquant’anni che non sarebbero iscr<strong>it</strong>ti<br />
alla Cassa nazionale. Senza un adeguamento superiore del contributo, che dovrebbe<br />
essere elevato non a 1,20 lire al mese ma ad 1,60, si andrebbe ad intaccare il patrimonio<br />
della Società Operaia, che da alcuni anni è già stazionario. Per molti soci, 40 centesimi da<br />
pagare in più ogni mese, è un sacrificio, ne conveniamo, ma, con un po’ di economia su cose<br />
non necessarie, delle quali, purtroppo, si fa molto uso, come: sigari, tabacco, liquori ecc. si<br />
troverebbero i denari per poi avere un po’ di pensione nella vecchiaia. Per capire di quale<br />
cifra si stia parlando, si tenga conto che i 40 centesimi sono superiori alla paga media<br />
oraria di un muratore, che in quel periodo a Pordenone è di 37 centesimi. 1241<br />
Questa rivendicazione, che come abbiamo visto è stata invece gest<strong>it</strong>a con<br />
successo (a costo di divisioni nella base sociale proprio per il ricarico delle quote) dal<br />
gruppo dirigente socialista della Società Operaia udinese, si sviluppa pochi mesi dopo il<br />
convegno provinciale delle Mutue che si è tenuto nell’agosto 1912. In questo convegno,<br />
che si svolge ad Udine ed è presieduto dal presidente socialista della S.O. sacilese Enrico<br />
Fornasotto, vengono accantonate le posizioni più moderate del radicale udinese Cremese<br />
e dello stesso Fornasotto, per richiedere innanz<strong>it</strong>utto una energica pol<strong>it</strong>ica statale di<br />
opere pubbliche e di colonizzazione interna per dare lavoro ai disoccupati, e per ottenere<br />
stanziamenti pubblici per integrare i fondi mutualistici nell’erogazione delle indenn<strong>it</strong>à di<br />
disoccupazione. L’ordine del giorno vincente è firmato dal direttore del Segretariato<br />
dell’Emigrazione e consigliere provinciale socialista Ernesto Piemonte un<strong>it</strong>amente ad un<br />
D. Lozer che (non abbiamo conferme ma neanche notizie di altra persona attiva a<br />
quell’epoca con lo stesso cognome) potrebbe testimoniare una significativa duttil<strong>it</strong>à<br />
pol<strong>it</strong>ica e capac<strong>it</strong>à di convergenza fra il parroco di Torre ed uno dei principali esponenti<br />
socialisti friulani. Nuovamente uno scavalcamento a sinistra delle posizioni del relatore<br />
(questa volta il segretario della S.O. udinese Massa) avviene proprio in materia di Cassa<br />
Nazionale di Previdenza, laddove intervengono nuovamente D. Lozer ed Ernesto<br />
Piemonte, e viene fatto votare un ordine del giorno ove si r<strong>it</strong>iene che, per attuare la legge<br />
del 17 luglio 1898 che ha ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la cassa, bisogna superare l’inefficace principio della<br />
contribuzione volontaria per generalizzare, ultimo fra i paesi europei, quella obbligatoria,<br />
anche in questo caso con il contributo pubblico integrativo a sostegno dei bilanci delle<br />
S.O. esausti in segu<strong>it</strong>o all’iscrizione alla Cassa Nazionale. Pure Piemonte propone<br />
l’estensione del trattamento d’infortunio sul lavoro a favore dei caduti in Libia. Infine,<br />
sulla base della relazione di Libero Grassi che nota come l’ist<strong>it</strong>uzione delle casse<br />
distrettuali di previdenza austriache stia creando un baratro fra la copertura<br />
assicurativa nel Friuli austriaco ed in quello <strong>it</strong>aliano, si delibera (in questo caso<br />
respingendo le posizioni più nette di Piemonte) di richiedere l’unificazione degli enti<br />
preposti all’erogazione delle prestazioni di infortunio, pensione e malattia, incaricando<br />
l’on. Giuseppe Girardini di presentare un’interrogazione parlamentare. 1242<br />
Nei nuovi organismi direttivi della Società Operaia pordenonese non risulta<br />
comunque presente alcun esponente noto del Psi. Solo Gino Rosso appare, confermato<br />
nel com<strong>it</strong>ato Pro infanzia. Gino Rosso continua ad essere attivo anche nella Società<br />
Agenti di Commercio, che festeggia il ventennale con un banchetto all’albergo “Quattro<br />
corone”, in cui l’esponente socialista sostiene la proposta di legge per la definizione del<br />
contratto di lavoro; la società invia un telegramma all’on. Eugenio Chiesa, propugnatore<br />
del progetto per il contratto d’impiego; interviene Adriano Borsatti, a nome della Società<br />
di Mutuo Soccorso fra i viaggiatori di commercio di Milano e della Società Generale<br />
Rappresentanti e Viaggiatori di Torino. Oltre a Rosso parla il radicale Umberto<br />
Parmeggiani. 1243<br />
1241 LF, nn. 439 del 2 marzo 1913, pag. 4, Cose della Società operaia e 442 del 23 marzo 1913, pag. 4, Lega<br />
muratori.<br />
1242 LF, nn. 413 dell’1 settembre 1912, pag. 3, Il convegno delle Mutue e 414 dell’8 settembre 1912, stesso<br />
t<strong>it</strong>olo.<br />
1243 P, n. 112 di lunedì 12 maggio 1913, pag. 2, Banchetto di agenti; PdF, nn. 89 di lunedì 31 marzo 1913, pag<br />
2, L’assemblea della Società operaia, 109 di domenica 20 aprile 1913, pag. 1, Società operaia e 131 di lunedì<br />
12 maggio 1913, pag. 2, Festeggiamento per il 20.° anno di fondazione Società Agenti di Commercio.<br />
Eugenio Chiesa (1863-1930), industriale milanese, propagandista repubblicano colp<strong>it</strong>o dopo i massacri del<br />
1898 con quindici anni di reclusione. Deputato di Massa Carrara, Lucca e Pisa dal 1904 al 1924. Alla Camera<br />
pronunciò discorsi irruenti che spesso furono cagione di incidenti e di tumulti. Ne ricordiamo uno dell’8<br />
maggio 1913 contro i deputati biasimati dall’inchiesta parlamentare per le spese eccessive nella<br />
costruzione del Palazzo di Giustizia a Roma. Interventista, Commissario generale dell’aviazione nel 1917-<br />
1918, esule in Francia dopo la v<strong>it</strong>toria del fascismo. Cfr.: MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., primo volume,<br />
pagg. 248-249.<br />
373
4.4.8 - La campagna elettorale per Ellero.<br />
Col progredire della campagna elettorale, nei mesi di aprile-giugno la Patria del<br />
Friuli inizia progressivamente a rendersi conto della candidatura socialista ed a<br />
segnalare i comizi di Giuseppe Ellero nei paesi del Pordenonese.<br />
Nella riunione del circolo socialista di Pordenone e Torre si decide di festeggiare il<br />
Primo Maggio con conferenze e riunioni: oltre che a Pordenone (dove si pubblica un<br />
manifesto) anche ad Aviano ed a Grizzo di Montereale, tutte e tre le manifestazioni con<br />
oratore Giuseppe Ellero. La campagna elettorale galvanizza gli scompaginati socialisti<br />
pordenonesi: si è ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il circolo socialista di Pordenone e di Torre in due adunanze<br />
riusc<strong>it</strong>e numerosissime. Molti compagni hanno sent<strong>it</strong>o il dovere di rientrare nelle file. Ci<br />
auguriamo che tutti facciano altrettanto. Pure i clericali festeggiano il Primo Maggio con<br />
una riunione a Torre. 1244<br />
Il Primo Maggio Ellero inizia il suo giro elettorale parlando - oltre che a Pordenone<br />
- alle 11 ad Aviano, dove viene anche salutato dalla nuova fanfara del paese. Alle 14<br />
parla a Marsure al banchetto della Società Scalpellini e della Società Operaia ed alle 17 a<br />
Grizzo nel cortile Giacomello. Domenica 4 Ellero parla a Cordenons; ovunque la<br />
partecipazione è notevole e segno di un buon clima fra la gente. Par proprio che un nuovo<br />
soffio di ideal<strong>it</strong>à e di azione feconda animi e rinvigorisca il moto progrediente delle nostre<br />
masse lavoratrici che sentono il bisogno di r<strong>it</strong>ornare alla v<strong>it</strong>a di lotta imprescindibilmente<br />
necessaria per conseguire l’agognato migliore avvenire. La fede nella nostra dottrina<br />
socialista riaccende e ridesta le coscienze assop<strong>it</strong>e e anelanti una più equa giustizia sociale<br />
ed umana. Con fervore veramente nobile ed apprezzabile i nostri migliori compagni<br />
spendono l’opera propria e offrono i propri sacrifici in pro della battaglia che andiamo<br />
combattendo per la redenzione degli umili e degli oppressi. Si tratta delle prime tappe di<br />
un lungo ciclo di comizi che porterà il candidato socialista ed altri compagni a parlare in<br />
praticamente tutte le local<strong>it</strong>à del collegio, aiutati anche nell’ultima fase della campagna<br />
elettorale da alcuni esponenti radicali che si schierano decisamente per la candidatura di<br />
Ellero. L’unico nostro mezzo di lotta essendo la propaganda, il Com<strong>it</strong>ato attivamente si<br />
occupa perché dovunque risuoni in mezzo al popolo lavoratore la parola socialista. 1245<br />
Si convoca un nuovo comizio al Cinema Roma a Pordenone per sabato 10 maggio,<br />
sul tema: Il momento pol<strong>it</strong>ico. Gli obiettivi polemici principali del comizio sono i nuovi<br />
indirizzi della pol<strong>it</strong>ica governativa e la minaccia di nuove spese mil<strong>it</strong>ari: il governo<br />
aggrava la fiscal<strong>it</strong>à, impoverisce la stessa piccola e media borghesia e dilapida il bilancio<br />
dello stato in imprese coloniali e nel riarmo, anche con una proposta di aggravio delle<br />
condizioni della leva. Ellero approf<strong>it</strong>ta anche di questa occasione per fustigare l’apatia<br />
della classe lavoratrice, che non si impegna in un processo di acculturazione e si<br />
interessa delle vicende pol<strong>it</strong>iche solo al momento delle elezioni. Il solo fatto che la Patria<br />
del Friuli abbia pubblicato un onesto resoconto della conferenza è tale da scatenare l’ira<br />
di don Annibale Giordani che, su La Concordia, r<strong>it</strong>iene incosciente per il quotidiano<br />
liberale dare notizia dell’attiv<strong>it</strong>à socialista. 1246<br />
All’intolleranza clericale si contrappone un’azione di propaganda continua e<br />
capillare, che ha come suo elemento di forza una fede illuministica nella capac<strong>it</strong>à di<br />
convinzione delle idee socialiste, che i compagni debbono saper proporre con tolleranza.<br />
Ai compagni si raccomanda vivamente di tener desta la fiamma della nostra fede in mezzo ai<br />
compagni di lavoro, ricordando sempre che il nostro dev’essere un apostolato sincero, leale,<br />
civile per la causa santa della rivendicazione degli umili, degli oppressi, degli sfruttati. Nella<br />
bontà delle nostra fede nei migliori destini dell’uman<strong>it</strong>à sofferente per le gravi ingiustizie<br />
sociali che la torturano, anche il più umile soldato del nostro eserc<strong>it</strong>o deve saper trovare i<br />
mezzi e la forza per lottare e vincere le diffidenze di coloro che ancora non sentono il dovere<br />
1244 LF, n. 447 del 27 aprile 1913, pag. 4, I. Maggio e Lieti auspici; P, n. 103 di mercoledì 30 aprile 1913, pag.<br />
1, Per il primo maggio.<br />
1245 LF, nn. 449 dell’11 maggio 1913, pag. 2, I. Maggio, 450 del 18 maggio 1913, pag. 4, Conferenza (Ellero<br />
parla domenica 18 maggio a Vigonovo ed a Polcenigo), 453 dell’8 giugno 1913, pag. 4, Rettifica (a Roveredo<br />
giovedì 22 maggio) e Propaganda (a Prata domenica 8 giugno pomeriggio), 455 del 22 giugno 1913, pag. 4,<br />
BRUGNERA. Conferenza Ellero (domenica 15 giugno a Maron di Brugnera), 457 del 6 luglio 1913, pag. 4,<br />
Propaganda (domenica 29 giugno a San Quirino), 458 del 12 luglio 1913, pag. 2, Propaganda e nota successiva<br />
(domenica 6 luglio a Santa Lucia, a Budoia, presentato da G. Batta Scussat, ed a Dardago, presentato da<br />
Francesco Del Maschio), 459 del 20 luglio 1913, pag. 2, Al Circolo (domenica 13 luglio a San Leonardo e<br />
Montereale Cellina), 460 del 27 luglio 1913, pag. 2, Propaganda (domenica 20 luglio mattina a Sacile e nel<br />
pomeriggio a Caneva e Sarone) e 461 del 3 agosto 1913, pag. 2, Propaganda e GHIRANO (domenica 27 luglio a<br />
Ghirano). La cronaca relativa all’attiv<strong>it</strong>à elettorale è in questo periodo riun<strong>it</strong>a per collegi elettorali, nel nostro<br />
caso il Collegio di Pordenone-Sacile.<br />
1246 LF, nn. 449 dell’11 maggio 1913, pag. 2, Comizio, 450 del 18 maggio 1913, pag. 4, Il Comizio di sabato<br />
(cfr. il resoconto in appendice) e 451 del 25 maggio 1913, pag. 2, Fiele!<br />
374
di venire con noi. Non colla violenza, non colla prepotenza, non colla intolleranza, ma colla<br />
forza suggestiva della persuasione noi dobbiamo far comprendere a coloro che ancora non ci<br />
conoscono e non ci apprezzano, che i lavoratori tutti hanno un’unica bandiera intorno alla<br />
quale raccogliersi fidenti e questa bandiera è quella del socialismo. 1247<br />
Si sbaglierebbe a credere che l’orizzonte dei socialisti sia una pura azione<br />
propagandistica, slegata dalla realtà sociale. Come sempre, al prosel<strong>it</strong>ismo elettorale si<br />
accompagna l’organizzazione sindacale dei lavoratori che, non scordiamolo, nel caso di<br />
Pordenone sono soprattutto donne escluse dal voto. Anche in questo momento, in cui<br />
sembra che la campagna elettorale per la prima candidatura socialista al Parlamento<br />
assorba tutte le energie del part<strong>it</strong>o, Ellero è impegnato nell’azione di riorganizzazione<br />
delle file della Lega delle operaie del Cotonificio di Rorai Grande. Le elezioni sono una<br />
scadenza importantissima, ma sono solo uno dei fronti dell’azione socialista. Ed il rifiuto<br />
di ricorrere alla forza rivoluzionaria sul piano pol<strong>it</strong>ico non impedisce di richiamare la<br />
necess<strong>it</strong>à dell’unione e della compattezza per riversare quella forza sul piano delle<br />
ag<strong>it</strong>azioni sociali. 1248<br />
La campagna elettorale di Ellero nei vari centri della campagna fa presa: la sua<br />
forma piana ed elementare di esporre il pensiero del part<strong>it</strong>o socialista incontra sempre<br />
maggior favore tra le popolazioni dei nostri paesi di campagna che restano desiderosissime<br />
di riudirlo. Si va così diffondendo dovunque un’intensa passione per la causa che noi<br />
andiamo sostenendo. A San Quirino il pubblico entusiasta lo costringe perfino ad un<br />
insol<strong>it</strong>o bis del comizio. Quindi la propaganda pol<strong>it</strong>ica ottiene un risultato concretissimo:<br />
quello di aprire una finestra nel ristretto orizzonte delle arretrate comun<strong>it</strong>à agricole della<br />
provincia, che finora hanno avuto come unici referenti pol<strong>it</strong>ici i proprietari terrieri liberali<br />
ed i sacerdoti. Con il giro di propaganda socialista per la prima volta si fa sentire la voce<br />
di una pol<strong>it</strong>ica nuova, vicina alla gente che lavora ed ai suoi interessi immediati. Si va<br />
infatti constatando che mai prima d’ora si era avuto un candidato che si dedicasse alla<br />
propaganda che illumina le menti dei lavoratori e sviluppa le loro coscienze e, se ne<br />
riconoscono i grandi benefici. Dopo esser vissuta per tanti anni abbandonata da tutti, la<br />
classe lavoratrice respira un po’ meglio nel sentire risuonare alta e forte la voce dei propri<br />
bisogni e delle proprie aspirazioni verso un migliore domani. 1249<br />
La netta scelta elettorale socialista contrasta con le manovre del quadro pol<strong>it</strong>ico<br />
locale: i moderati temono il venir meno dell’appoggio clericale ed i democratici sono<br />
indecisi sul da farsi di fronte alla dichiarata autonomia socialista: ambedue gli<br />
schieramenti tradizionali sono profondamente in crisi. Per settimane è incerto l’appoggio<br />
clericale al deputato uscente Chiaradia, nonostante egli non si sia certo schierato nella<br />
passata legislatura a favore delle masse popolari, come nel caso del voto per la<br />
conservazione dell’odioso dazio sul grano. Gli ambienti clericali riflettono a lungo se sia<br />
giunta l’ora di presentare una candidatura autonoma, oppure se convenga astenersi o<br />
trattare con l’on. Chiaradia (già appoggiato nel 1909) per impedire l’elezione del<br />
candidato della sinistra, che avrebbe già vinto nelle passate elezioni se non ci fosse stata<br />
l’alleanza a destra. 1250<br />
Si nota con piacere come i cattolici abbiano mutato posizione sulle vicende<br />
mil<strong>it</strong>ari, sia locali che nazionali. Quegli stessi che avevano appoggiato l’installazione delle<br />
caserme a Pordenone ora tuonano contro la corruzione portata da tale insediamento e<br />
contro lo spreco di risorse a danno dei lavoratori; quelli che avevano appoggiato la guerra<br />
contro la Libia si schierano oggi per la pace del lavoro e la fratellanza fra i popoli.<br />
Sarcasticamente si nota come forse prima si tutelassero gli interessi del clericale Banco<br />
di Roma, mentre oggi si ha più l’occhio al voto popolare nelle prossime elezioni. Stesso<br />
discorso sul problema dell’ospedale e della casa per anziani. Si riproduce un duro<br />
articolo de La Concordia che fustiga duramente la borghesia pordenonese, pronta a<br />
mettere la mano al taccuino per edificare un teatro ove festeggiare, incurante delle<br />
condizioni di dolore e miseria del cadente ospedale adiacente, ed avara quando si tratta<br />
di versare qualche lira in beneficienza per poter dare ricovero ai lavoratori anziani,<br />
costretti per mancanza di posti a morire nella povertà, privi di pensione e di un sostegno<br />
da parte dei figli che fanno fatica a mantenere la loro famiglia. Non c’è nessun<br />
riconoscimento per queste dure prese di posizione clericali, perché si r<strong>it</strong>iene che lo<br />
spir<strong>it</strong>o cristiano possa solo lenire gli effetti del sistema cap<strong>it</strong>alistico, non sovvertirlo<br />
radicalmente come invece si propongono di fare i socialisti e soprattutto perché le si<br />
1247 LF, n. 454 del 15 giugno 1913, pag. 4, Raccomandazione.<br />
1248 LF, nn. 451 del 25 maggio 1913, pag. 2, Propaganda e 454 del 15 giugno 1913, pag. 4, Crisi.<br />
1249 LF, nn. 455 del 22 giugno 1913, pag. 4, Conferenza, 457 del 6 luglio 1913, pag. 4, Propaganda e 460 del<br />
27 luglio 1913, pag. 2, Propaganda.<br />
1250 LF, nn. 445 del 13 aprile 1913, pag. 2, L’orizzonte pol<strong>it</strong>ico, 447 del 27 aprile 1913, pag. 4, Facili profeti e<br />
450 del 18 maggio 1913, pag. 4, Barlumi elettorali.<br />
375
<strong>it</strong>iene strumentali, atte solo a cercare di impedire l’espansione socialista fra le masse<br />
popolari, irrequiete per la crisi economica e contrarie alla guerra. Di fronte alla crisi dei<br />
part<strong>it</strong>i tradizionali, i clericali emergono come l’antagonista elettorale principale dei<br />
socialisti: la concessione del suffragio universale spinge (...) alla organizzazione di un blocco<br />
industriale agrario più solido, a cui la Chiesa cattolica incomincia ad offrirsi come<br />
strumento più efficace di inquadramento delle masse, ultima riserva della conservazione<br />
sociale. 1251<br />
Intanto a fianco del deputato uscente scende in campo il prefetto, che si mette a<br />
battere tutti i centri del collegio in compagnia dell’on. Chiaradia. Il metodo giol<strong>it</strong>tiano di<br />
controllo del voto porta all’utilizzo delle strutture dello Stato a sostegno dei parlamentari<br />
governativi, utilizzando gli strumenti clientelari e di pressione del potere anche violando<br />
la legal<strong>it</strong>à: si va dalla concessione di onorificenze alle promesse elettorali di contributi<br />
statali per l’ospedale fino all’abbondante distribuzione di denaro alle autor<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>iche e<br />
religiose locali: non mancano le trattative con i parroci: durante la vis<strong>it</strong>a a Torre il<br />
prefetto si infila sub<strong>it</strong>o in canonica da don Lozer, ev<strong>it</strong>ando di entrare in contatto con la<br />
maggioranza socialista della popolazione. 1252<br />
E’ in questa occasione che Lozer segna un colpo a suo vantaggio: la frazione<br />
manca di un ufficio postale; il parroco dichiara di aver iniziato ad occuparsene nel 1905;<br />
nel 1912 scrive su La Concordia, ovviamente non perdendo l’occasione per apparire come<br />
l’unico che si preoccupa dei problemi del paese, e di attaccare i socialisti. Né<br />
l’Amministrazione Comunale, né consiglieri provinciali, né il Cotonificio si interessano dei<br />
servizi, dei bisogni della frazione. E’ sempre il prete che solo si occupa e ricorre a destra e a<br />
sinistra per questo paese disprezzato perché r<strong>it</strong>enuto la rocca del socialismo friulano,<br />
anarcoide, rivoluzionario. E i cap<strong>it</strong> e i loro maestri avvocati di Pordenone sono capaci<br />
soltanto di cr<strong>it</strong>icare, di fare demagogia e propaganda di part<strong>it</strong>o. Finalmente, dopo le elezioni<br />
pol<strong>it</strong>iche del 1913, nelle quali Lozer contribuisce in modo importante alla rielezione del<br />
moderato Chiaradia, può passare all’incasso e nel 1914 viene aperto l’ufficio postale. Ciò<br />
gli permette di consumare una sottile vendetta nei confronti degli odiati socialisti,<br />
attirando a sè uno dei capi operai socialisti del paese: Venni quindi inv<strong>it</strong>ato in Prefettura<br />
con la persona capace di far funzionare l’Ufficio. Persuasi Bresin Giuseppe, che era<br />
riluttante, ad accettare. Lo presentai al Prefetto che rimase bene impressionato. E così<br />
venne concluso e nominato il t<strong>it</strong>olare il quale per questo incarico ebbe l’esonero dal<br />
richiamo alle armi e schivò la guerra. Era stato segretario della lega di miglioramento<br />
socialista e poi segretario di un com<strong>it</strong>ato che voleva l’Asilo laico. R<strong>it</strong>ornato a Torre nel 1947<br />
lo trovai colp<strong>it</strong>o da inferm<strong>it</strong>à che lo afflisse ancora per qualche anno. Gli faceva vis<strong>it</strong>a<br />
spesso, mi vedeva tanto volentieri; i compagni di part<strong>it</strong>o di un tempo l’avevano<br />
abbandonato; l’unico amico rimastogli fedele era il parroco. Rese l’anima a Dio confortato da<br />
tutti i carismi della Fede. Certo, questa conclusione di don Lozer va presa con le pinze:<br />
dopo la grande guerra r<strong>it</strong>roveremo nuovamente Bresin a fianco di Ilario Fantuzzi nella<br />
Cooperativa sociale, schierato contro quella parte degli amministratori (sostenuti dal<br />
parroco) che agisce contro il gruppo dirigente socialista e comunista. Ma è una sicura e<br />
vivace testimonianza di come l’attivismo lozeriano si coniughi con una spregiudicata<br />
gestione dei rapporti con il potere e con una effettiva gestione clientelare della rete di<br />
relazioni sociali nel paese. Guarda caso l’ufficio viene aperto dopo la rielezione di<br />
Chiaradia, e la scelta del collettore postale passa per quella Prefettura che è il terminale<br />
del governo e dei suoi deputati locali. 1253<br />
L’entusiasmo per l’andamento della campagna elettorale procede in parallelo con<br />
la realistica coscienza che la v<strong>it</strong>toria non è a portata di mano. Alla Patria del Friuli che<br />
giudica impossibile la v<strong>it</strong>toria socialista, visto il sicuro soccorso clericale a Chiaradia, si<br />
replica che final<strong>it</strong>à nostra è combattere i vecchi sistemi elettorali e inaugurare una attiva<br />
opera di propaganda delle nostre ideal<strong>it</strong>à socialiste. L’es<strong>it</strong>o immediato ci è indifferente.<br />
Sappiamo benissimo che all’ultima ora la muta dei cani famelici sarà sguinzagliata addosso<br />
al povero popolo ancora ignorante e misero e coll’arte malvagia della corruttela pescherà<br />
all’amo i gonzi e succederà quel che tante volte succede: la v<strong>it</strong>toria non del migliore, ma di<br />
chi ha potuto spendere di più e corrompere meglio. Per le ideal<strong>it</strong>à, c’è tempo ancora. Pel<br />
momento, passa e trionfa la menzogna e il disonesto mercato. E se questo avverrà, come<br />
ama prevedere l’osservatore del giornale moderato, coll’aiuto dei clericali soddisfi e paghi<br />
della minchionatura avuta e della disillusione sub<strong>it</strong>a, tanto peggio per loro che non sanno<br />
trovare la dign<strong>it</strong>à e l’onesto coraggio pol<strong>it</strong>ico che, soltanto il part<strong>it</strong>o socialista, ha saputo<br />
dimostrare. Le classi lavoratrici impareranno dai fatti che più che la religione e il benessere<br />
1251 LF, nn. 458 del 12 luglio 1913, pag. 2, Chi l’avrebbe detto?, 459 del 20 luglio 1913, pag. 2, Riportando e<br />
463 del 17 agosto 1913, pagg. 2 e 3, Nebulosa elettorale; TOGLIATTI, Palmiro, c<strong>it</strong>., pag. 40.<br />
1252 LF, nn. 461 del 3 agosto 1913, pag. 4, TORRE. Una vis<strong>it</strong>a del Prefetto e 465 del 31 agosto 1913, pag. 2,<br />
Intervento sfacciato, 466 del 7 agosto (ma in realtà settembre) 1913, pag. 1, Il Prefetto e l’onorevole e<br />
Pressioni e 468 del 21 settembre 1913, pag. 4, Neo Cavalieri e Altra trovata.<br />
1253 LOZER, Giuseppe, Ricordi di un prete, c<strong>it</strong>., pagg.27-28.<br />
376
del popolo, ai clericali sta a cuore la conservazione del presente stato di ingiustizie sociali.<br />
Concetto ripreso anche in altre occasioni: è sicuro che non si può vincere contro<br />
moderati e clericali coalizzati, ma i socialisti lavorano sui tempi lunghi, e questa<br />
campagna elettorale, con il suo schieramento fronte contro fronte, accelera la presa di<br />
coscienza dei lavoratori su quale sia la loro parte pol<strong>it</strong>ica. 1254<br />
Si tratta di una semina tutt’altro che vana che, di lì a pochi anni, si concretizzerà<br />
nell’organizzazione delle leghe contadine rosse nel dopoguerra e nella conquista delle<br />
amministrazioni (o comunque in brillanti risultati elettorali) in realtà dove ancora il Psi<br />
non esiste. Intanto in c<strong>it</strong>tà il circolo socialista raccoglie nuove adesioni oltre a quelle<br />
tradizionali e si riunisce ogni due settimane, il sabato sera alle 20.30, anche se pure in<br />
questo momento di mobil<strong>it</strong>azione si nota che non tutti i compagni dimostrano la<br />
necessaria assidu<strong>it</strong>à. Ai primi di agosto, fin<strong>it</strong>o il primo giro di comizi nei comuni del<br />
collegio riscontrando un notevole successo popolare, se ne inizia un secondo. 1255<br />
Ma l’attiv<strong>it</strong>à elettorale non impedisce di realizzare iniziative insieme a quella parte<br />
del movimento operaio che invece rifiuta il voto come arma pol<strong>it</strong>ica: a Torre si tiene una<br />
conferenza dell’anarchico Domenico Zavattero. Durante la serata vengono venduti libri di<br />
Andrea Tonsich, che aveva rappresentato la componente anarchica al comizio del Primo<br />
Maggio dell’anno precedente: il ricavato viene diviso rimborsando la spesa maggiore al<br />
Circolo di Cultura Popolare di Prato Carnico, e dividendo equamente il guadagno fra<br />
Libertario e Il Lavoratore Friulano. 1256<br />
Il 31 agosto si tiene a Sacile una riunione plenaria del com<strong>it</strong>ato socialista del<br />
collegio, insieme con tutti i referenti dei gruppi locali del part<strong>it</strong>o, per fare il punto sulla<br />
campagna elettorale. La stessa partecipazione (un centinaio di compagni) testimonia<br />
della tensione pol<strong>it</strong>ica e dell’importanza del momento. Il convegno è introdotto da una<br />
relazione di Romano Sacilotto, che tira le file dell’organizzazione; sul suo resoconto si<br />
sviluppa un dibatt<strong>it</strong>o sulle modal<strong>it</strong>à di realizzare la propaganda, in cui la maggioranza<br />
degli intervenuti, ad iniziare da Piemonte ed Ellero, puntano sul suo allargamento, senza<br />
troppo preoccuparsi se in alcune realtà essa inizialmente appare poco incisiva. Si<br />
ripropone come centrale il ruolo del giornale, con l’inv<strong>it</strong>o a moltiplicare gli abbonamenti,<br />
ma oltre alla diffusione della stampa socialista nelle osterie dei paesi ci si pone il<br />
problema di studiare le liste elettorali per organizzare una campagna più capillare. 1257<br />
Nell’imminenza delle elezioni pol<strong>it</strong>iche, i radicali friulani chiedono che si ev<strong>it</strong>ino<br />
candidature esterne alla provincia, come quella sussurrata di Wollemborg 1258 a<br />
Tolmezzo. Si riafferma la candidatura di Girardini ad Udine; a Spilimbergo si sostiene<br />
l’avv. Antonio Pognici per sbarrare la strada ai part<strong>it</strong>i estremi (cioè il socialista Cosattini<br />
ed il clericale Ciriani) ma improvvisamente le condizioni di salute di Pognici si aggravano<br />
ed egli decide di suicidarsi. Il suo successore è Zanardini, che secondo i radicali è v<strong>it</strong>tima<br />
1254 LF, nn. 461 del 3 agosto 1913, pag. 2, Considerazioni pol<strong>it</strong>iche e 470 del 5 ottobre 1913, pag. 2, La paura.<br />
1255 LF, nn. 455 del 22 giugno 1913, pag. 4, Al Circolo e 460 del 27 luglio 1913, pag. 2, Adunanza al circolo,<br />
461 del 3 agosto 1913, pag. 2, Propaganda e 462 del 10 agosto 1913, pag. 4, Il primo giro di propaganda,<br />
Quel resta a fare, Conferenze elettorali e GIAIS DI AVIANO (sabato 2 a Cordenons e domenica 3 agosto alle<br />
11 ad Aviano, alle 15 a Marsure ed alle 17 a Giais, presentato in quest’ultimo paese da Carlo Basso), 463 del 17<br />
agosto 1913, pag. 3, Propaganda (domenica 10 a Brugnera, Prata e Ghirano, dove la popolazione è in viva<br />
ag<strong>it</strong>azione contro l’inasprimento delle tasse comunali ed ha iniziato ad ag<strong>it</strong>arsi proprio richiamando le parole<br />
d’ordine di Ellero nel precedente comizio di due settimane prima: cfr. n. 462, PRATA DI PORDENONE.<br />
Ag<strong>it</strong>azione per la tassa famiglia), 464 del 24 agosto 1913, pag. 3, Propaganda (venerdì 15 a Ronche, Ceolini e<br />
Vigonovo di Fontanafredda e domenica 17 a Porcia e Palse), 465 del 31 agosto 1913, pag. 2, Informazione e<br />
Propaganda (domenica 24 a Tamai, Coltura, Polcenigo e San Giovanni di Polcenigo), 466 del 7 agosto (ma in<br />
realtà settembre) 1913, pag. 1, Propaganda (domenica 31 agosto a a Sacile, Sarone, Caneva e Stevenà), 467 del<br />
14 settembre 1913, pag. 1, Propaganda (domenica 7 settembre a Sacile, Fontanafredda, San Quirino e<br />
Sedrano), 468 del 21 settembre 1913, pag. 2, Propaganda (domenica 14 settembre a Vallenoncello, Brugnera,<br />
Maron, Prata e Puia), 469 del 28 settembre 1913, pag. 2, Propaganda, (domenica 21 settembre a Tamai, Sacile,<br />
S. Giovanni di Polcenigo, S. Lucia di Budoia e Budoia), 470 del 5 ottobre 1913, pag. 2, Propaganda e<br />
Montereale Cellina e 471 di mercoledì 8 ottobre 1913, pag. 2, Propaganda (domenica 28 settembre a Castello<br />
d’Aviano, Aviano, Marsure, Giais e Montereale: la Società Scalpellini di Aviano va incontro ad Ellero a Castello<br />
con la fanfara di Marsure, che poi lo segue fino a Giais) e 472 del 12 ottobre 1913, pag. 4, La nostra<br />
propaganda (domenica 5 ottobre a Stevenà, Caneva e Sarone, lunedì 6 a Cordenons, martedì 7 a San Leonardo<br />
Cellina, San Foca e San Quirino).<br />
1256 LF, n. 463 del 17 agosto 1913, pag. 4, TORRE DI PORDENONE. Resoconto economico conferenza<br />
Zavattero, firmato da A. Forner, L. Da Corte e U. Ragagnin (nel testo il nome dell’oratore anarchico viene<br />
scr<strong>it</strong>to Tomsich). La presenza dell’attivista anarchico non doveva essere stata solo episodica, visto che anni<br />
dopo venne ricordata da Vincenzo Degan alla figlia: testimonianza di Teresina Degan.<br />
1257 LF, n. 466 del 7 agosto (ma in realtà è settembre) 1913, pag. 1, Il convegno di Sacile. Cfr. il resoconto in<br />
appendice.<br />
1258 Leone Wollemborg (1859-1932), deputato liberale padovano dal 1892 al 1913, a partire dal 1883 è<br />
l’iniziatore delle Casse rurali <strong>it</strong>aliane. Evidentemente in difficoltà nella rielezione in quell’anno (si consideri la<br />
sua posizione di oppos<strong>it</strong>ore di Giol<strong>it</strong>ti) verrà nominato senatore l’anno successivo: cfr. MALATESTA, Alberto,<br />
Ministri, c<strong>it</strong>., terzo volume, pag. 240.<br />
377
di una campagna convergente di socialisti e clericali: in qualsiasi caso da parte radicale<br />
non c’è alcuna volontà di far convergere i voti su Cosattini, che anche quattro anni prima<br />
non aveva ottenuto tutto il voto radicale nonostante la mancanza di altre candidature a<br />
sinistra, e si punta a ricercare l’elezione di un proprio esponente. In Carnia nell’area<br />
liberale emerge la candidatura di Gortani ed a Cividale quella di Morpurgo. A Pordenone<br />
Chiaradia, nonostante l’estrazione massone, decide di ricandidarsi dopo aver avuto il<br />
sostegno clericale. 1259<br />
La proclamazione di Chiaradia dà le dimensioni del suo reale appoggio: pochi<br />
sindaci, ma in compenso molti contadini di Caneva e Sacile suoi dipendenti, vest<strong>it</strong>i a<br />
festa e richiamati dal piatto di trippe offerto ai sosten<strong>it</strong>ori. Il settimanale radicale nota, in<br />
polemica con il sacilese ing. Granzotto che presiede l’assemblea, che Chiaradia a<br />
Pordenone non si è mai visto né ha fatto nulla per la c<strong>it</strong>tà. Gustavo Pisenti (il padre del<br />
giovane radicale Piero) interviene più volte per far notare come quelli che, nelle passate<br />
elezioni, si sono presentati come moderati, questa volta si danno furbescamente tono di<br />
liberaldemocratici, ma in realtà hanno già incassato l’appoggio clericale. Alla fine<br />
Chiaradia riceve anche moltissime astensioni sulla sua candidatura ed il corrispondente<br />
pordenonese de Il Paese si chiede perché mai i democratici non presentino una loro<br />
candidatura (alla fine dell’anno precedente, prima della proclamazione della candidatura<br />
autonoma socialista, si ipotizzavano quelle di Carlo Policreti e di Luigi Gasparotto). 1260<br />
L’avvocato Policreti però rifiuta la candidatura, in quanto r<strong>it</strong>iene che in questo<br />
momento sia inutile cercare di contrapporsi all’opportunismo prevalente, che porterà<br />
nuovamente il collegio ad affidare il mandato ad un deputato che non sostiene gli<br />
interessi c<strong>it</strong>tadini, ed è responsabile dell’isolamento ferroviario di Pordenone. Per questo<br />
motivo, visto che Chiaradia rappresenta la candidatura dell’equivoco, con la sua alleanza<br />
con i clericali, mentre dall’altra parte ci sono solo i socialisti, visti ormai come<br />
l’avversario principale, i radicali – r<strong>it</strong>enuto non rimanga loro alcuno spazio credibile fra i<br />
due blocchi contrapposti - inv<strong>it</strong>ano i loro elettori all’astensione, così come nei collegi di<br />
Cividale, San V<strong>it</strong>o al Tagliamento, Palmanova e Tolmezzo. Nel caso di Pordenone, i<br />
radicali non possono sostenere i socialisti perché questi hanno scelto l’intransigenza. Ciò<br />
non ostante molti che avrebbero votato per il Policreti preferirono riversarsi sul candidato<br />
socialista, come reazione contro l’atteggiamento dell’on. Chiaradia. Segno che il sentimento<br />
anticlericale è vivo e profondo nel nostro popolo, e che giammai può essere impunemente<br />
offeso. 1261<br />
Ad un certo punto del dibatt<strong>it</strong>o elettorale la candidatura Ellero provoca<br />
espressioni, da parte degli avversari, tali da far scrivere al candidato socialista una<br />
lettera aperta in cui egli puntualizza le sue posizioni: in primo luogo in rapporto alla<br />
democrazia radicale, che evidentemente si considera orfana degli alleati socialisti,<br />
emancipatisi dal loro ruolo di ausiliari portatori di sangue in segu<strong>it</strong>o all’entrata dei<br />
radicali nel governo e soprattutto dell’aggressione alla Libia. Contro di essi Ellero<br />
sottolinea le ragioni della propaganda classista del socialismo, mentre più articolata è la<br />
sua risposta ai ques<strong>it</strong>i postigli dai clericali in materia di religione, divorzio, scuola ed<br />
alcoolismo. Su questi argomenti la propaganda clericale insisterà per tutta la campagna<br />
elettorale ed anche oltre, con prese di posizione de La Concordia e dei singoli sacerdoti,<br />
fra i quali viene notato il particolare impegno di don Lozer e don Concina, che non sono<br />
secondi a nessuno nel sostenere la campagna elettorale del candidato moderato. Ellero<br />
avrà quindi occasione di precisare ulteriormente il suo pensiero in materia,<br />
distaccandosi dal predominante anticlericalismo socialista dell’epoca ed esprimendo<br />
posizioni originali di tolleranza e di dialogo, per altro impossibili da concretizzare in un<br />
clima di vivace e strumentale radicalizzazione. In materia di religione, Ellero r<strong>it</strong>iene che<br />
essa non sia incompatibile con il socialismo, esprimendo un’esigenza morale comune a<br />
credenti e non credenti: ma afferma di opporsi al clericalismo in quanto esso è schierato<br />
contro il movimento socialista e le sue istanze di emancipazione sociale, e non disdegna<br />
di allearsi con gli aborr<strong>it</strong>i atei, ebrei e massoni, in nome di una comune ident<strong>it</strong>à di classe<br />
contro il movimento dei lavoratori. Non solo: alcune settimane dopo ricorderà che fin dal<br />
1903 a don Lozer che in un contradd<strong>it</strong>torio a Cordenons mi chiese: “se credevo in dio”,<br />
risposi: “non ho obbligo di confessarmi in piazza. Queste cose me le domanderà quando io<br />
verrò al suo confessionale”.<br />
1259 Si confrontino le corrispondenze de Il Paese a cavallo di settembre, ottobre e novembre 1913.<br />
1260 P, n. 249 di giovedì 9 ottobre 1913, pag. 2, Collegio di Pordenone. La non unanime proclamazione della<br />
candidatura Chiaradia.<br />
1261 P, nn. 258 di lunedì 20 ottobre 1913, pagg. 2 e 3, Collegio di Pordenone. L’avv. Policreti rifiuta la<br />
candidatura e 272 di mercoledì 5 novembre 1913, pag. 2, Le elezioni pol<strong>it</strong>iche in Friuli. DOVE E PERCHE’<br />
CI ASTENEMMO.<br />
378
Pochi giorni dopo un appello elettorale del settimanale socialista, rigettando<br />
l’accusa di voler abbattere le chiese, la religione, la patria, la famiglia, arriverà ad<br />
affermare: I socialisti sono anzi gli unici continuatori e seguaci della dottrina di Cristo che<br />
voleva redimere l’uman<strong>it</strong>à e innalzare gli umili, i deboli e gli oppressi. Quanto al divorzio,<br />
come la maggioranza dei socialisti dell’epoca, egli pensa che sia un ist<strong>it</strong>uto da regolare<br />
ma che non cost<strong>it</strong>uisca una prior<strong>it</strong>à per le masse lavoratrici, che non sono nelle<br />
condizioni di permetterselo, ma solo un’esigenza borghese. Ma la scuola e le ist<strong>it</strong>uzioni<br />
pubbliche devono essere rigorosamente sottratte all’influenza religiosa, la cui libertà va<br />
rispettata solo se si lim<strong>it</strong>a agli scopi di culto, ev<strong>it</strong>ando di cercare di soverchiare la sfera<br />
dello Stato ove i c<strong>it</strong>tadini debbono poter essere posti su un piano di assoluta uguaglianza<br />
al di sopra delle loro diverse credenze. La dichiarazione si conclude recisamente, dopo<br />
aver ricordato l’impegno nella commissione provinciale antialcoolica a servizio della lotta<br />
contro l’abbruttimento delle classi più diseredate, rivendicando la propria sincer<strong>it</strong>à con il<br />
fatto che egli non si aspetta certo che i clericali possano votarlo. Per Ellero l’ateismo<br />
socialista non è né più né meno che una serie di opinioni personali che non possono<br />
coinvolgere il part<strong>it</strong>o: d’altronde atei ed antireligiosi sono presenti in tutti i part<strong>it</strong>i. L’idea<br />
è però un’idea personale. Per parte mia sono convinto che è sbagliata. La religione è e deve<br />
restare una questione di coscienza e quindi una cosa privata. Ripeto ch’io non credo che ci<br />
sia assoluta incompatibil<strong>it</strong>à tra religione e socialismo e che a noi preme far dei socialisti più<br />
che degli atei che potrebbero essere anche dei conservatori.<br />
La polemica riprende dopo le elezioni, quando nei primi giorni del 1914 Ellero<br />
replica a don Giordani, riaffermando con forza che non vi è incompatibil<strong>it</strong>à tra sentimento<br />
religioso e socialismo e che val più fare una coscienza socialista che un anticlericale che può<br />
essere anche un conservatore. Convinto di ciò, riaffermo che i socialisti non<br />
combatterebbero i preti se questi si occupassero solo del loro sacerdozio; che se li<br />
combattiamo, li combattiamo come avversari pol<strong>it</strong>ici e sosten<strong>it</strong>ori dei privilegiati contro i<br />
diseredati, dei potenti contro gli umili; che se ci combattono non possono pretendere di non<br />
essere combattuti e che combattendoli non offendiamo la religione. Sostenere, come fanno i<br />
clericali, che il socialismo non è nulla all’infuori dell’anticlericalismo e che la propaganda<br />
socialista è opera di scristianizzazione del popolo, è consaputa offesa alla ver<strong>it</strong>à. Giordani<br />
attribuisce all’ateismo la funzione di strumento concettuale centrale nell’agire socialista,<br />
mentre Ellero ribadisce che per i marxisti quello che conta è l’analisi della società divisa<br />
in classi e l’azione per il suo superamento. Un particolare interessante: rigettando<br />
l’accusa di strumental<strong>it</strong>à, Ellero dichiara che, laddove i preti non si sono dati all’azione<br />
pol<strong>it</strong>ica contro i socialisti ed a favore di Chiaradia, lui si è ben guardato dal polemizzare<br />
con loro. E’ invece sul divorzio che si chiarisce meglio la posizione del dirigente<br />
socialista, laddove egli, lungi dal sottovalutare la rivendicazione dell’ist<strong>it</strong>uto, la r<strong>it</strong>iene<br />
necessaria per sanare le s<strong>it</strong>uazioni familiari compromesse nella realtà. 1262<br />
Le lettere aperte non sost<strong>it</strong>uiscono il programma elettorale socialista, cui aderisce<br />
Ellero, che chiederà le pensioni operaie, l’assicurazione obbligatoria anche pei contadini,<br />
l’istruzione a spese dello Stato, la riforma tributaria perché i ricchi paghino più dei poveri e<br />
dei lavoratori, la diminuzione della ferma mil<strong>it</strong>are, la indenn<strong>it</strong>à alle famiglie che hanno il<br />
proprio figlio a prestar servizio mil<strong>it</strong>are, che combatterà perché i figli unici siano esentati<br />
dal servizio mil<strong>it</strong>are, che vorrà la diminuzione delle spese mil<strong>it</strong>ari, per esse spese si spenda<br />
meglio e con meno ladrerie a favore dei forn<strong>it</strong>ori e a danno dei contribuenti, che si opporrà a<br />
qualsiasi legge contraria agli interessi del popolo lavoratore, che propugnerà il<br />
miglioramento dei patti colonici pei contadini e che darà il suo voto solo a quelle leggi che<br />
miglioreranno i pubblici servizi e le classi lavoratrici. Come si vede dal confronto con il<br />
programma pubblicato in sintesi dal settimanale socialista, si tratta di un riassunto<br />
molto personale da parte di Ellero, in cui la preoccupazione del candidato per le vicende<br />
belliche pesa ormai in modo predominante, mentre non appare sottolineata la s<strong>it</strong>uazione<br />
di crisi economica internazionale provocata dall’estendersi dei confl<strong>it</strong>ti con il blocco degli<br />
sbocchi emigratori e la cresc<strong>it</strong>a della disoccupazione in patria. 1263<br />
Centinaia di elettori, molto di più di quelli necessari, si recano presso la Pretura<br />
di Pordenone domenica 12 ottobre per sottoscrivere la candidatura di Ellero. Nel<br />
1262 LF, nn. 469 del 28 settembre 1913, pag. 2, Una dichiarazione di Giuseppe Ellero (cfr. il testo della lettera<br />
aperta in appendice), 476 del 26 ottobre 1913, pag. 4, BUGIE, 480 del 23 novembre 1911, pag. 2, lettera di<br />
Giuseppe Ellero, 482 del 7 dicembre 1913, pag. 3, altra lettera di Giuseppe Ellero, 487, dell’11 gennaio 1914<br />
pag. 1, Socialismo e Chiesa (REPLICA A DON GIORDANI), articolo firmato da Giuseppe Ellero (cfr. il testo in<br />
appendice), 492 del 15 febbraio 1914, pag. 4, Alla “Concordia”.<br />
Secondo Michels la proposta di legge socialista Berenini-Borciani sul divorzio del 1902 era stata accolta<br />
tiepidamente dalla base del part<strong>it</strong>o, nonostante il grande impegno pubblic<strong>it</strong>ario profuso: si preferiva optare per<br />
la saldezza della famiglia minacciata dal divorzio, a costo di apparire retrogradi. Cfr.: MICHELS, Roberto, Storia<br />
cr<strong>it</strong>ica, c<strong>it</strong>., pagg. 282-283.<br />
1263 LF, nn. 470 del 5 ottobre 1913, pag. 2, Caro Lavoratore e 474 del 19 ottobre 1913, pag. 4, La<br />
proclamazione ufficiale dell’avv. Giuseppe Ellero. Per il programma elettorale cfr. appendice.<br />
379
frattempo i sosten<strong>it</strong>ori prezzolati di Chiaradia assistono all’esplodere delle polemiche<br />
nell’area moderata che lo ha proposto. L’ultimo espediente della campagna elettorale di<br />
Chiaradia è quello, mentre incassa l’indicazione di voto dei clericali, di far diffondere un<br />
manifesto da parte di un gruppo di grandi cap<strong>it</strong>alisti moderati (Luciano Galvani,<br />
Riccardo Etro, ing. Granzotto ed ing. Bellav<strong>it</strong>is) in cui si fa propaganda per il deputato<br />
uscente definendolo liberale-democratico (cosa che non è mai stato) puntando a ricercare<br />
consensi nell’area della sinistra borghese. Tale iniziativa provoca però polemiche in<br />
quell’area che fino a quel momento si è mostrata incerta sul da farsi, con l’accusa<br />
pubblica di disonestà rivoltagli dal prof. Pisenti. Solo ad elezioni avvenute viene<br />
pubblicato l’elenco dei parlamentari firmatari del Patto Gentiloni (cioè l’accordo<br />
sottoscr<strong>it</strong>to fra Giol<strong>it</strong>ti e l’organizzazione elettorale cattolica per appoggiare quei candidati<br />
governativi che s’impegnino su alcune questioni a tutelare gli interessi della Chiesa) fra i<br />
quali figurerà Chiaradia, il quale troverà anche il coraggio di smentire la sua adesione,<br />
sostenendo - contro ogni verosimiglianza - che il voto cattolico a suo favore è stato<br />
spontaneo e non contrattato. 1264<br />
In tutta la campagna elettorale Ellero ha realizzato ben centoquarantasei comizi,<br />
coadiuvato nell’ultima fase da Guido Rosso e Fornasotto e, a t<strong>it</strong>olo personale in<br />
mancanza di una decisione del loro part<strong>it</strong>o che rimane fino all’ultimo incerto, da alcuni<br />
esponenti radicaldemocratici o repubblicani come il dott. Liberali (repubblicano sacilese),<br />
il prof. Del Piero, e gli avvocati Cosmo, Camilotti e Barzan. Questo sostegno individuale<br />
non significa un appoggio radicale alla candidatura socialista, ed Ellero rivendica anche<br />
ad urne chiuse che il risultato richiesto ed ottenuto è tutto imputabile alla forza del solo<br />
Psi. Chiaradia accetta solo una volta di scendere a contradd<strong>it</strong>torio con Ellero: lo scontro<br />
oratorio avviene martedì 14 ottobre a Vigonovo di Fontanafredda ed il deputato ne esce<br />
nettamente sconf<strong>it</strong>to, al punto tale che i suoi sosten<strong>it</strong>ori nei giorni successivi arrivano<br />
perfino a negare che tale avvenimento abbia avuto luogo. 1265<br />
La fase finale della campagna elettorale vede gli avversari usare lo strumento dei<br />
volantini anonimi contenenti accuse diffamatorie nei confronti del candidato socialista: è<br />
il caso di quello firmato da sedicenti operai e prodotto da don Concina a Prata, di quelli<br />
distribu<strong>it</strong>i fuori dalle due chiese pordenonesi e di altri, di cui clericali e moderati si<br />
palleggiano la responsabil<strong>it</strong>à. Ellero sfida pubblicamente ad un contradd<strong>it</strong>torio don<br />
Concina, che però vi si sottrae. 1266<br />
Sabato 14 ottobre Ellero tiene un comizio di fronte a millecinquecento persone al<br />
Teatro Roma di Pordenone: il clima è tale che gli avversari dei socialisti cominciano<br />
seriamente a temere la sconf<strong>it</strong>ta, nonostante la loro formidabile coalizione. Fra gli stessi<br />
socialisti, che sentono che intere zone del collegio stanno per votarli in massa, si fa<br />
strada la coscienza che forse Pordenone, dopo i successi mancati di poco a Tolmezzo ed a<br />
Spilimbergo delle precedenti elezioni, potrebbe veramente mandare a Montec<strong>it</strong>orio il<br />
primo deputato socialista friulano. Le iniziative pubbliche socialiste sono accompagnate<br />
da un crescente entusiasmo popolare, maggior<strong>it</strong>ario a Pordenone, a Cordenons e nella<br />
pedemontana da Caneva a Montereale ma che ha fatto progressi anche nella Sacile<br />
roccaforte dell’avversario e negli altri centri. 1267<br />
Il risultato del 26 ottobre dà la v<strong>it</strong>toria a Chiaradia, che prevale con 6618 voti su<br />
Ellero, che ne ottiene 5177. I socialisti vincono nettamente in c<strong>it</strong>tà, che dà loro quasi il<br />
62% dei voti; ma sono v<strong>it</strong>toriosi anche ad Aviano, a Brugnera, a Budoia ed a Porcia.<br />
Chiaradia prevale nella sua roccaforte tradizionale, cioè a Sacile ed a Caneva dove<br />
praticamente ottiene quasi completamente il distacco che gli frutta la v<strong>it</strong>toria (da quel<br />
momento Chiaradia sarà defin<strong>it</strong>o dai socialisti il deputato di Sacile e Caneva 1268 ) e<br />
vincendo negli altri comuni, dove comunque i socialisti hanno dei consistenti risultati,<br />
anche se non tutti corrispondenti alle aspettative. Non c’è il trionfo atteso a Cordenons, a<br />
Caneva ed a Montereale, mentre esso avviene in centri inaspettati: a Porcia perché i<br />
1264LF, n. 470 del 5 ottobre 1913, pag. 2, Tiepidismo democratico, 472 del 12 ottobre 1913, pag. 4, Una<br />
sment<strong>it</strong>a, 474 del 19 ottobre 1913, pag. 4, La proclamazione ufficiale dell’avv. Giuseppe Ellero e La<br />
proclamazione Chiaradia e 480 del 23 novembre 1911, pag. 2, Fuori la ver<strong>it</strong>à.<br />
1265 LF, nn. 474 del 19 ottobre 1913, pag. 4, Vigonovo, 475 del 22 ottobre 1913, pag. 2, La nostra propaganda,<br />
476 del 26 ottobre 1913, pag. 4, I progressi trionfali del nostro candidato, 479 del 16 novembre 1911, pag. 2,<br />
Lettera aperta a don Concina parroco di Prata e 480 del 23 novembre 1911, pag. 2, Caro Lavoratore,<br />
lettera di Giuseppe Ellero.<br />
1266 LF, n. 475 del 22 ottobre 1913, pag. 2, due lettere di Giuseppe Ellero, Contro i malfattori in tricorno ed i<br />
loro manutengoli!, articolo firmato U. Livotti , La nostra propaganda.<br />
1267LF, nn. 475 del 22 ottobre 1913, pag. 2, Il programma del nostro candidato e 476 del 26 ottobre 1913,<br />
pag. 4, I progressi trionfali del nostro candidato.<br />
1268 LF, n. 479 del 19 novembre 1913, pag. 2, Rilievi elettorali, Una domanda categorica e L’on.<br />
meneinfischio.<br />
380
clerico-moderati erano così sicuri di vincere che non hanno fatto alcuna pressione sugli<br />
elettori, ma anche a Budoia ed a Brugnera a dispetto delle prepotenze avvenute. Si<br />
segnalano alcuni paesi che hanno votato compattamente per i socialisti: Ghirano di<br />
Prata, San Cassiano, Tamai e Maron di Brugnera e Mezzomonte di Polcenigo. 1269<br />
La v<strong>it</strong>toria di Chiaradia viene ottenuta non tralasciando, oltre alle classiche<br />
promesse valide solo per la durata della campagna elettorale, nessuno strumento di<br />
pressione. Già qualche giorno prima del giudizio una grande paura, perfino di perdere, aveva<br />
invaso i clericlo-moderati che, sotto l’incubo dello spavento, misero in opera ogni mezzo per<br />
assicurare il proprio salvataggio. Dire delle male arti usate per vincere, è un fuor d’opra. Se<br />
ne sono sent<strong>it</strong>e di tutti i colori. Prefetto e Vice Prefetto hanno fatto pressioni indegne e<br />
deplorevoli. Il denaro è corso per il Collegio a fiumi. Il colmo della corruzione si è verificata<br />
nei paesi ove si volle contendere al nostro candidato la maggioranza e cioè a Cordenons, a<br />
Caneva, a Montereale, in Aviano, a Vigonovo ed altrove. A Budoia si fece la vera camorra.<br />
Successero cose inaud<strong>it</strong>e. I preti giravano casa per casa a compiere la nobile missione (!) di<br />
coartare le coscienze dei dubbiosi speculando sul sentimento religioso. Dai gradini delle<br />
chiese fu perfino tentato di intimidire gli elettori con minacce di abbandono delle<br />
parrocchie. Alle porte delle sezioni vi furono preti che stazionarono tutto il giorno per<br />
meglio influire sui votanti (...). 1270<br />
Di fronte alla povera campagna elettorale socialista, basata sulla diffusione della<br />
stampa (a pagamento) e sui comizi capillari, gli avversari spendono migliaia di lire,<br />
pagando le osterie dei paesi perché offrano da mangiare e da bere gratu<strong>it</strong>amente agli<br />
avventori, a volte aggiungendo alla tradizionale trippa e contorno anche alcune lire. Per<br />
quanto sconf<strong>it</strong>ti, il voto premia i socialisti che, presentandosi per la prima volta non solo<br />
raccolgono una messe vastissima di voti (circa il 36% del voto socialista friulano, più del<br />
doppio dello storico voto carnico) ma dimostrano di controllare un esteso insediamento<br />
sociale, che va dalla classe operaia pordenonese ai lavoratori emigranti della<br />
pedemontana fino al voto dei centri agricoli della pianura. Il risultato socialista consolida<br />
quello ottenuto quattro anni prima dalla candidatura radicale di Carlo Policreti, di cui<br />
ered<strong>it</strong>a la funzione pol<strong>it</strong>ica, ed ottiene la realizzazione di quelle che erano state le<br />
premesse della campagna elettorale: emergere come il part<strong>it</strong>o della classe lavoratrice,<br />
contrapposto alle espressioni pol<strong>it</strong>iche della borghesia nelle sue varie sfumature. Per<br />
vincere, gli avversari hanno dovuto compattare tutte le loro forze, dalla ricca borghesia<br />
anticlericale alle masse lavoratrici cattoliche: ma in tal modo i clericali si sono schiacciati<br />
sulla destra, perdendo la loro autonomia e consegnando ai socialisti la rappresentanza<br />
del proletariato pordenonese. Mentre don Lozer e don Giordani hanno avuto uno<br />
splendido successo nel collegio di Spilimbergo-Maniago, portando all’elezione dell’unico<br />
parlamentare democratico cristiano del nuovo parlamento nazionale, la mancata<br />
candidatura indipendente cattolica a Pordenone li relega in una funzione di supporto dei<br />
moderati, portando all’elezione di un parlamentare che ha violato le loro direttive negli<br />
anni precedenti, soprattutto sulla vicenda della tassa sul macinato e che si è schierato<br />
per la guerra di Libia (che ha provocato 10.000 morti solo da parte <strong>it</strong>aliana): con il<br />
risultato che i cattolici prima hanno benedetto la spedizione cristianizzatrice, poi hanno<br />
cambiato linea per non apparire antipopolari ed infine in campagna elettorale hanno di<br />
nuovo fatto un voltafaccia appoggiando un mil<strong>it</strong>arista. Con questa loro scelta i clericali<br />
hanno dato ragione ai socialisti, che li r<strong>it</strong>engono insinceri nel loro schierarsi dalla parte<br />
dei lavoratori e sottolineano il loro ruolo subordinato nello schieramento borghese.<br />
D’altronde lo stesso Ciriani, svincolandosi sub<strong>it</strong>o da ogni rapporto con i suoi grandi<br />
elettori, prenderà presto la via della democrazia anticlericale e dell’interventismo,<br />
separandosi - come aveva già fatto il suo precursore Murri nella legislatura precedente -<br />
dal filone del movimento sociale cattolico. 1271<br />
Su un piano più generale, le elezioni del 1913 segnano (rispetto al temuto<br />
arretramento, preconizzato da Giovanni Lerda al congresso di Tolmezzo in gennaio, a<br />
causa dell’allargamento del dir<strong>it</strong>to di voto 1272 ) un netto successo socialista, con il<br />
1269 LF, nn. 477 del 2 novembre 1913, pag. 2, Fatti sintomatici e 478 del 9 novembre 1913, pag. 1, Come si è<br />
votato in Friuli e pag. 2, Rettifica e BRUGNERA. Cfr. la tabella in appendice.<br />
1270 LF, n. 477 del 2 novembre 1913, pag. 2, Es<strong>it</strong>o della votazione.<br />
Don Lozer nella domenica elettorale giura che se ne andrà da Torre se i socialisti ottengono la maggioranza nel<br />
paese: cosa che avviene regolarmente, fra lo scherno di questi ultimi. Cfr.: LF, n. 477 del 2 novembre 1913,<br />
pag. 2, TORRE. Il parroco di Torre, oltre ovviamente a non dimettersi, dà un nuovo saggio di stile accusando a<br />
mezzo stampa un oppos<strong>it</strong>ore, Del Ben, di essere omosessuale (per la precisione, in dialetto, definendolo Recia):<br />
cfr. LF, nn. 479 del 16 novembre 1911, pag. 2, Saggio di educazione e 480 del 23 novembre 1911, pag. 2,<br />
TORRE. Educazione cattolica.<br />
1271 LF, nn. 470 del 5 ottobre 1913, pag. 2, Coerenza, 476 del 26 ottobre 1913, pag. 4, COERENZE e 478 del 9<br />
novembre 1913, pag. 1, Dopo la lotta.<br />
1272 PdF, n. 7 di martedì 7 gennaio 1913, pag. 2, Il Congresso dei socialisti a Tolmezzo.<br />
381
passaggio da 33 seggi a 53 (ed in realtà i seggi rimasti ai socialisti dopo la scissione del<br />
1913 erano 26; il part<strong>it</strong>o socialista riformista conquista per suo conto 26 deputati). 1273<br />
Lo stesso risultato socialista friulano appare notevolissimo, con il passaggio, in<br />
diciotto anni di v<strong>it</strong>a del part<strong>it</strong>o, da 52 a 14044 voti. Il risultato non corrisponde ancora a<br />
nessun eletto, ma conta molto il mancato voto degli emigranti che aveva portato quasi<br />
alla v<strong>it</strong>toria le candidature di Spinotti e Cosattini nel 1909 ed avrebbe potuto far<br />
prevalere i voti socialisti quest’anno in tre collegi: oltre a quelli di Tolmezzo e di<br />
Spilimbergo-Maniago, quello di Pordenone che si è affermato come la realtà di punta in<br />
questa nuova fase. Ma, pur perdendo con differenze incolmabili (arrivando addir<strong>it</strong>tura<br />
terzi nel collegio di Spilimbergo-Maniago) i voti sono consolidati, ottenendo l’operaio Sala<br />
quasi gli stessi voti del sindaco di Tolmezzo Spinotti nelle elezioni precedenti e perdendo<br />
Cosattini solo circa cento voti, di fronte però al venire meno della contrapposizione<br />
frontale con l’on. Odorico, che aveva visto confluire sul nome del candidato socialista<br />
molti voti di oppos<strong>it</strong>ori del deputato uscente nel 1909.<br />
Interessante anche il risultato del terzo collegio del Friuli occidentale, quello di<br />
San V<strong>it</strong>o al Tagliamento, ove la candidatura di bandiera di Filippo Turati ottiene 895 voti<br />
a fronte dei 4734 del conte Rota. Il voto socialista, minor<strong>it</strong>ario in tutti i comuni, appare<br />
però cost<strong>it</strong>uire in quasi tutti una minoranza consistente, con l’eccezione di Cordovado,<br />
Morsano e Fiume. Particolarmente significativo è il basso voto socialista (16 voti contro<br />
279) del comune di Fiume, ove è s<strong>it</strong>o uno degli stabilimenti cotonieri Amman. Il risultato<br />
elettorale in questi paesi è viziato da una s<strong>it</strong>uazione di potere feudale che fa sì che il voto<br />
sia tutt’altro che libero: nella prima corrispondenza da Pravisdomini inviata al<br />
settimanale socialista si denuncia come il voto venga espresso dagli scrutatori, al posto<br />
degli elettori. Ma anche in questa zona negli anni successivi la spinta della rivolta dei<br />
contadini contro la fame nella primavera del 1915 e poi le lotte delle leghe contadine<br />
rosse porteranno in alto il voto socialista, con la conquista dei comuni di Cordovado e di<br />
Pravisdomini nel 1920. 1274<br />
Quanto al risultato elettorale c<strong>it</strong>tadino, i radicali notano che l’es<strong>it</strong>o delle elezioni<br />
pol<strong>it</strong>iche, ha chiaramente dimostrato che qui a Pordenone, prevalgono a forte maggioranza i<br />
part<strong>it</strong>i radicale-democratico e socialista: tanto è vero che l’avv. Giuseppe Ellero ha avuto<br />
1361 voti, mentre l’on. Chiaradia ne ha avuti soltanto 857! poco più che la metà! Pare a noi,<br />
e senza discussione doveroso, che la Giunta ed il Consiglio comunale, rassegnino le loro<br />
dimissioni. 1275<br />
Appena conclusa la campagna elettorale, i socialisti iniziano un nuovo giro di<br />
comizi in tutti i comuni del collegio, allo scopo di consolidare il risultato ottenuto<br />
sviluppando la propria organizzazione. A Prata Ellero sfida di nuovo, inutilmente, don<br />
Concina al contradd<strong>it</strong>torio ed anche questa volta deve lim<strong>it</strong>arsi ad inviargli l’ennesima<br />
lettera aperta. Il circolo di Pordenone e Torre (il cui segretario è Vincenzo Degan)<br />
riun<strong>it</strong>osi alla Casa del Popolo, decide di promuovere il rafforzamento dell’organizzazione<br />
a livello collegiale. Viene convocato il secondo congresso collegiale socialista, che si<br />
svolgerà domenica 4 gennaio 1914 alle 14 alla Casa del Popolo di Torre con i seguenti<br />
argomenti all’ordine del giorno: 1. La passata lotta pol<strong>it</strong>ica; 2. Le elezioni amministrative<br />
1914; 3. Organizzazione ed emigrazione; 4. Stampa Socialista; 5. Varie. Si decide inoltre di<br />
nominare dei revisori dei conti della campagna elettorale, in modo da renderli pubblici, e<br />
si inv<strong>it</strong>ano i compagni a continuare la sottoscrizione per coprire il defic<strong>it</strong> accumulato. 1276<br />
4.4.9 - Il fallimento della Cassa Rurale di<br />
Cordenons.<br />
Giovedì 11 settembre, in piena campagna elettorale, Ellero parla a Cordenons<br />
davanti a ben 3.000 persone. Deve salire al balcone di una casa per pronunciare il suo<br />
discorso: per capire le dimensioni dell’affluenza, si pensi che nel 1901 il comune conta<br />
7148 ab<strong>it</strong>anti. Il comizio è in gran parte dedicato al fallimento della Cassa rurale<br />
cattolica, che ha chiuso con un defic<strong>it</strong> di 120.000 lire, mentre il parroco-presidente don<br />
1273 PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., secondo volume, pag. 215.<br />
1274 LF, nn. 477 del 2 novembre 1911, pag. 1, Il cammino dell’Idea Socialista in Friuli e pag. 2,<br />
PRAVISDOMINI, Echi della lotta elettorale e 478 del 9 novembre 1913, pag. 1, Come si è votato in Friuli.<br />
Cfr. la tabella in appendice.<br />
1275 P, n. 276 di lunedì 10 novembre 1913, pag. 2, Conseguenze elettorali.<br />
1276 LF, nn. 479 del 16 novembre 1913, pag. 2, Propaganda ripresa e Adunanza socialista, 479 del 16<br />
novembre 1911, pag. 2, Lettera aperta a don Concina parroco di Prata, 480 del 23 novembre 1911, pag. 2,<br />
Assemblea e Propaganda e 485 del 28 dicembre 1913, pag. 3, I nostri Congressi. II. Congresso Collegiale dei<br />
Socialisti del Pordenonese.<br />
382
De Anna ed il segretario Raffin sono scappati per sottrarsi all’arresto. Il crack è diventato<br />
di pubblico dominio nel settembre 1911, ed ha provocato la rovina di centinaia di<br />
famiglie del paese, tenute all’oscuro della s<strong>it</strong>uazione di crisi dovuta, a parere dei<br />
socialisti, allo storno di fondi per sostenere la campagna elettorale clericale contro la<br />
democrazia pordenonese. Il fallimento della Cassa rurale permette ad Ellero di affondare<br />
il d<strong>it</strong>o nella piaga del groviglio di interessi pol<strong>it</strong>ico-economici dei clericali alleati ai<br />
moderati: deplorò che la Curia non abbia sent<strong>it</strong>o il dovere d’intervenire per attenuare le<br />
conseguenze del mal fatto di un suo sacerdote, nemmeno sospeso a divinis. Deplorò altresì<br />
che si trovino sessanta e più mila lire per corrompere la coscienza del popolo in tempo di<br />
elezioni e non si sappia fare uguale sacrificio per compiere una buona azione che sollevi dal<br />
disastro tante famiglie sopra le quali pende la minaccia di fallimento.<br />
E ricordando di essersi già messo a disposizione delle v<strong>it</strong>time della bancarotta,<br />
comunica di aver ottenuto che la dichiarazione di fallimento sia fatta solo dopo che il<br />
processo penale abbia defin<strong>it</strong>o le responsabil<strong>it</strong>à: come nel caso dell’organizzazione<br />
sindacale e cooperativa, Ellero, come i colleghi Rosso, gli udinesi Cosattini e Driussi ed il<br />
carnico Spinotti, usa la professione legale come strumento di sostegno tecnico alle cause<br />
del movimento operaio e di battaglia pol<strong>it</strong>ica. Infine si offerse di patrocinare gli interessi e<br />
le ragioni delle povere v<strong>it</strong>time per aver occasione, come parte civile, di metter in essere le<br />
responsabil<strong>it</strong>à e bollare a fuoco con il marchio dell’infamia i ladri dei sudori del popolo<br />
lavoratore di Cordenons. Il comizio di Cordenons provoca l’ira de La Concordia, la cui<br />
redazione è inoltre irr<strong>it</strong>ata in quei giorni dall’arresto del parroco fuggiasco. Ne segue una<br />
serie di polemiche da parte socialista, in cui si sottolinea che l’intervento di Ellero è stato<br />
non solo disinteressato, ma volto a far calare la tensione a Cordenons, ove ben 500<br />
famiglie rischiano di vedersi dichiarare fall<strong>it</strong>e. 1277<br />
Fino a quel momento la presenza socialista a Cordenons, nata in stretto rapporto<br />
con quella di Pordenone, è stata legata alla realtà operaia di uno degli stabilimenti<br />
industriali che caratterizzano la c<strong>it</strong>tà di Pordenone ed il suo hinterland: il Cotonificio<br />
Makò. Ultimo della generazione dei grandi stabilimenti cotonieri, il cotonificio di<br />
Cordenons nasce anch’esso dall’iniziativa di un imprend<strong>it</strong>ore tedesco, Rätz, e dedicato ad<br />
una produzione innovativa per l’Italia, la lavorazione di filato egiziano pregiato (il makò,<br />
appunto) fino allora esclusivo monopolio dell’industria inglese. Il Cotonificio Rätz/Makò<br />
arriverà alla vigilia della guerra mondiale ad occupare quasi mille operaie ed operai, ai<br />
quali si affianca la più grande cartiera dell’Italia settentrionale, con centotrenta operai, di<br />
proprietà Galvani. L’industrializzazione però non riesce a far fronte al grande incremento<br />
demografico del comune, la cui agricoltura è ostacolata dal terreno arido dei magredi, e<br />
questo produce una grande emigrazione, soprattutto oltreoceano. 1278<br />
Cordenons è oggetto ab<strong>it</strong>uale delle corrispondenze su Il Lavoratore Friulano<br />
dedicate alle vicende del movimento operaio nello stabilimento; a Cordenons si recano<br />
ab<strong>it</strong>ualmente gli oratori socialisti che giungono a Pordenone per i loro giri di propaganda:<br />
nel 1902 (l’anno dell’apertura del cotonificio, quando ancora si definisce il paese come<br />
un covo della reazione) Carolina Annoni; l’anno dopo dovrebbe esserci Dino Rondani, che<br />
viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da Giuseppe Ellero che sostiene un contradd<strong>it</strong>torio con ben quattro<br />
sacerdoti; nel 1905 Maria Goia; nel 1908 Arturo Frizzi.<br />
Non ci sono dubbi per i socialisti sui motivi che hanno portato ad installare il<br />
Cotonificio Makò in paese: Quando si è costru<strong>it</strong>o questo stabilimento si è detto, per<br />
incoraggiare il cap<strong>it</strong>ale che l’impresa era ottima perché qui si paga la mano d’opera meno<br />
che ogni altro paese. E’ pur troppo un fatto di ver<strong>it</strong>à. Coi sistemi usati nel nostro<br />
stabilimento si paga proprio meno la mano d’opera che in tutti gli altri posti. Ora poi,<br />
sebbene abbondi il lavoro si approf<strong>it</strong>ta della miseria della classe operaia per sfruttarla<br />
maggiormente e conun giochetto veramente deplorevole. Quando la macchina è mossa a<br />
corsa sforzata e produce il doppio, si riduce la tariffa. Quando va a corsa normale si ribassa,<br />
Così ci guadagna sempre l’industriale a spese e sacrifico dell’operaio. A ciò si aggiunga la<br />
diminuzione praticata per gli scarti dipendenti non dalle operaie, ma dalla qual<strong>it</strong>à del cotone<br />
e si ha il colmo della sopercheria e dello sfruttamento. Perché le operaie protestarono,<br />
furono anche multate. Fino a quando durerà tale porcheria? 1279<br />
1277 LF, nn. 363 del 16 settembre 1911, pag. 1, Dettame d’equ<strong>it</strong>à, 467 del 14 settembre 1913, pag. 1, Collegio<br />
di Pordenone-Sacile. A Cordenons, 468 del 21 settembre 1913, pag. 2, Collegio di Pordenone-Sacile.<br />
Risposta alla “Concordia”, 468 del 21 settembre 1913, pag. 4, Risposta e 478 del 9 novembre 1913, pag. 2,<br />
CORDENONS.<br />
Sul numero degli ab<strong>it</strong>anti: cfr. ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in<br />
Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 75.<br />
1278 DEGAN, Teresina, Industria tessile e lotte operaie a Pordenone, 1840-1954, Udine, Ist<strong>it</strong>uto Friulano per la<br />
Storia del Movimento di Liberazione, Del Bianco, 1981, pagg. 15-17; VIDAL, Luigi, La storia del Cotonificio<br />
Cantoni, Il Gazzettino, edizione di Pordenone, 1-3 febbraio 2001.<br />
1279 LF, n. 531 del 14 novembre 1914, pag. 4, CORDENONS, Filatura Makò.<br />
383
Ma anche qui la classe operaia tessile è combattiva, come hanno avuto occasione<br />
di imparare i proprietari di una filanda che pensavano di cavarsela con poche lire di<br />
retribuzione, come succede in Veneto: nella realtà pordenonese anche una categoria<br />
tradizionalmente legata all’agricoltura e maggiormente sottomessa degli altri settori<br />
operai, come le filandine dell’industria serica, è protagonista di dure iniziative di lotta<br />
(oltre che a Cordenons vanno segnalati gli scioperi alla Filanda Piva di San V<strong>it</strong>o al<br />
Tagliamento). Il duro sciopero, segnalato nel 1905 dal radicale Il Paese, cui fa riferimento<br />
lo stesso figlio del sindaco di Cordenons, può far supporre l’influenza socialista, che per<br />
altro non è esplic<strong>it</strong>amente testimoniata: Da parecchi giorni abbiamo lo sciopero delle<br />
filandiere di seta della d<strong>it</strong>ta Antonini e Ceresa. Nei giorni scorsi vi furono parecchi<br />
pandemoni cagionati dalla P.S. e dai carabinieri. Uno squadrone di cavalleria è venuto per<br />
tranquillare 40 ragazze, la maggiore delle quali ha 18 anni. Il giorno 21 fu arrestata una<br />
ragazza; il giorno 22 vi fu una carica di cavalleria contro la folla che gremiva la piazza. Vi<br />
furono molti fer<strong>it</strong>i e due giovani arrestati. L’indignazione del pubblico è vivissima contro i<br />
modi incivili brutali usati. Il signor avv. Sebastiano Brascuglia e il di lui padre, che è<br />
sindaco, si prestarono molto a pacificare gli animi, esortando la calma. Arrivano a<br />
Cordenons, dopo lo squadrone di cavalleggeri giunto sabato notte, anche due compagnie<br />
del 68° reggimento di fanteria provenienti da Belluno. La questione fra le filandiere e la<br />
d<strong>it</strong>ta è in questi termini: che mentre quelle non intendono riprendere il lavoro se la mercede<br />
non viene elevata a L. 1,50 al giorno – e la d<strong>it</strong>ta offre lire 1,20 – questa minaccia di<br />
trasportare il macchinario del setificio altrove. Questione dunque molto tesa (…) Di fronte<br />
al rigore delle filandiere, la d<strong>it</strong>ta decide di chiudere per sempre il setificio per spostarlo a<br />
Nervesa, nel Trevigiano, portando là il macchinario. Le pretese delle filandiere erano giuste<br />
e leg<strong>it</strong>time; ma la D<strong>it</strong>ta dichiarò di non poterle accogliere, per la incertezza dela industria<br />
serica, e perché elevando le mercedi a quel punto, non avrebbe potuto affrontare la<br />
concorrenza degli altri proprietari di setifici, i quali nel Veneto specialmente, non pagano le<br />
operaie al massimo che con lire 1.15 al giorno. Al setificio di Cordenons lavoravano 100<br />
operaie, una quarantina delle quali non appartenenti a quel Comune. Poco dopo la<br />
conclusione di questa ag<strong>it</strong>azione, in settembre parlerà a Cordenons la sindacalista Maria<br />
Goia. 1280<br />
Nel 1907 viene fondata la Lega dei muratori, proprio nel periodo in cui è<br />
imminente il grande sciopero degli edili pordenonesi. 1281<br />
Domenica 28 marzo 1909 a Cordenons i socialisti organizzano una conferenza<br />
pubblica per riflettere sul risultato ottenuto alle elezioni pol<strong>it</strong>iche del 7 marzo, alla<br />
presenza di Giuseppe Ellero. Pochi giorni dopo, avendo fatto notare come si stringa<br />
l’alleanza fra i possidenti anticlericali ed il clero in funzione antipopolare si afferma che<br />
siccome ai feudatari regolarmente iscr<strong>it</strong>ti alle logge massoniche urta i nervi che socialisti da<br />
fuori vengano qui ad aprir gli occhi al popolo, così ciò urta anche i clericali i quali per<br />
compiacere i signorotti scrivono che i socialisti seminano zizzania e la peste, tolgono la<br />
quiete e la pace e devono esser cacciati via dal paese. Benone! Questo dimostra proprio a<br />
cappello che avete paura di noi e delle nostre ver<strong>it</strong>à, che vi rompono le uova nel paniere e<br />
non vi permettono più di far marachelle impunemente. 1282<br />
Nell’estate dello stesso anno, segno della permanenza della Sezione Edile<br />
collegata al Segretariato dell’Emigrazione, si segnala un episodio di crumiraggio da parte<br />
di operai del paese. Di fronte alle basse tariffe praticate per gli sterratori che lavorano ad<br />
una ferrovia a Mülhausen, inferiori al resto della Germania, gli operai tedeschi<br />
organizzano una ventina di <strong>it</strong>aliani per ottenere un aumento salariale. L’imprend<strong>it</strong>ore fa<br />
arrivare trenta operai da Cordenons, che accettano tariffe inferiori e fanno la spia al<br />
caporale: si segnalano su L’Emigrante i nomi dei più arrabbiati, lasciando agli amici di<br />
Pordenone ed a quelli della Lega dei muratori la cura di renderli noti il più possibile<br />
preparando la giusta vendetta per l’inverno al loro r<strong>it</strong>orno a casa. Sempre nel 1909<br />
interviene per un comizio nel corso di un giro di propaganda per il Segretariato Ernesto<br />
Piemonte. Gli operai socialisti emigrano anche in America: nell’ottobre del 1911 giunge<br />
da Powell River (sulla costa pacifica del Canada a nord di Vancouver) nella Columbia<br />
Br<strong>it</strong>annica, una numerosa sottoscrizione, prevalentemente di compagni di Cordenons<br />
(ma anche di altre local<strong>it</strong>à friulane o della penisola). 1283<br />
1280 G, nn. 103 (ma in realtà 203) di lunedì 24 luglio 1905, pag. 3, DA PORDENONE. Sciopero di filandiere.<br />
Cariche di cavalleria, 204 di martedì 25 luglio 1905, pag. 3, DA PORDENONE. Sullo sciopero delle filandiere<br />
e 205 di mercoledì 26 luglio 1905, pag. 3, La filanda di Cordenons chiusa per sempre.<br />
1281 LF, n. 123 del 30 marzo 1907, CORDENONS. Lega muratori.<br />
1282 LF, nn. 235 del 3 aprile 1909, pag. 1, PORDENONE, Conferenza e 237 del 17 aprile 1909, La lingua<br />
batte...<br />
1283 E, anno IV, n. 8, dell’agosto 1909, I manovali di Cordenons a Mülhausen; LF, n. 366 del 7 ottobre1911,<br />
pag. 4, Sottoscrizione permanente.<br />
384
L’ambiente in cui avviene la vicenda del fallimento, a partire dal 1911, della<br />
Cassa rurale cattolica di Cordenons è quindi già predisposto da anni dalla propaganda<br />
socialista. In agosto l’assemblea dei soci della cooperativa non si accorda sulla<br />
liquidazione della stessa, in quanto una parte degli intervenuti contesta (giustamente,<br />
diciamo noi!) la ripartizione degli oneri, che vede parificati i singoli soci con i componenti<br />
la presidenza ed il consiglio di amministrazione, che sono invece i veri responsabili del<br />
tracollo. Visto il mancato accordo, la Cassa va verso il fallimento. Nel settembre Il<br />
Lavoratore Friulano dedica la prima pagina alla notizia del fallimento della Cassa rurale.<br />
L’ammanco ammonta a più di centomila lire, e rovina centinaia di famiglie del paese,<br />
tenute all’oscuro della s<strong>it</strong>uazione di crisi dovuta, a parere dei socialisti, allo storno di<br />
fondi per sostenere la campagna elettorale clericale contro la democrazia<br />
pordenonese. 1284<br />
L’anno dopo gli amministratori della Cassa Rurale di Cordenons (il sac. dott.<br />
Valentino De Anna, presidente, il vicepresidente Antonio De Puppi fu Giacomo, l’ex<br />
presidente Angelo Romanin fu Giuseppe ed i consiglieri Giorgio Pietro Zerio fu Giacinto e<br />
Luigi Mariuz di Sante e Luigi Del Pup fu Antonio) sono assolti in Tribunale dall’accusa di<br />
non aver presentato la documentazione contabile di legge relativa al bilancio sociale del<br />
1909 ed alla s<strong>it</strong>uazione mensile dal gennaio 1910 al febbraio 1911. Don De Anna si fa<br />
difendere da Luigi Barzan, e tutti gli altri da Guido Rosso: non si può certo dire che<br />
socialisti e radicali possano essere accusati di anticlericalismo pregiudiziale! 1285<br />
L’istruttoria sulla Cassa rurale di Cordenons porta nel novembre 1913 al rinvio a<br />
giudizio del presidente don Valentino De Anna e del segretario Osvaldo Raffin per truffa,<br />
appropriazione indeb<strong>it</strong>a e falso. 1286<br />
Conclusa la campagna elettorale, Ellero viene attaccato su Il Tagliamento per<br />
l’azione di denuncia delle responsabil<strong>it</strong>à dei clericali nel fallimento della Cassa rurale ed<br />
il legame contradd<strong>it</strong>torio fra questo scandalo e l’alleanza elettorale fra clericali e<br />
moderati: il motivo sta nel fatto ch’io mi occupavo, con immutato propos<strong>it</strong>o, da prima e<br />
dopo le elezioni delle sventure della Cassa rurale di Cordenons coll’unica colpa di dover, a<br />
causa di ciò, frequentar spesso, a dispetto di qualcuno, quel paese tenuto vario tempo sotto<br />
il peso di una dominazione feudale da me ora un po’ scossa e scompigliata. Una cosa che ha<br />
particolarmente turbato il settimanale moderato è l’affermazione, riportata da Il<br />
Lavoratore Friulano, che l’on. Chiaradia si è portato alla Procura del Re di Pordenone a far<br />
comprendere che “per motivi d’ordine pubblico (!)” sarebbe stato opportuno che il processo<br />
predetto fosse fatto fuori Pordenone. Ellero dichiara di essere intervenuto nella vertenza<br />
(nella quale ha profuso la maggior parte delle sue energie ad elezioni concluse) solo dopo<br />
che l’avv. Brascuglia (principale esponente della democrazia Cordenons) ed il cav.<br />
Marsilio avevano dichiarata chiusa ogni possibil<strong>it</strong>à di mediazione e che la sua prima<br />
preoccupazione è stata quella di ottenere una proroga dai cred<strong>it</strong>ori, come richiesto dalla<br />
popolazione, in modo da individuare sul piano penale i responsabili del fallimento. In<br />
risposta alla lettera di Ellero, si fanno avanti l’avv. Etro, il conte Piero Montereale e l’avv.<br />
Zoratti, con l’intento di non pubblicare il testo dell’avvocato socialista. Ellero ribadisce le<br />
sue accuse verso i moderati, che prima avevano dichiarato che mai si sarebbero alleati<br />
con i clericali e che poi hanno invece combattuto una comune battaglia usando tutte le<br />
armi della corruzione e della pressione pol<strong>it</strong>ica. All’on. Chiaradia che smentisce sulla<br />
Patria del Friuli le sue pressioni sulla Procura di Pordenone, Ellero riconferma la<br />
disponibil<strong>it</strong>à a provare le sue accuse. Ma gli avversari non hanno il coraggio di mettere<br />
alla prova le loro accuse, sottoponendole a qualche forma di arb<strong>it</strong>rato pure se designato<br />
da loro. Il Tribunale di Pordenone, infine decide – dopo aver visto impossibile ogni<br />
tentativo di componimento fra soci ed amministratori – di dichiarare il fallimento della<br />
Cassa cattolica, estendendolo ai 490 soci. Il defic<strong>it</strong> ammonta a L. 120 mila delle quali per<br />
54 mila non si sa dare alcuna giustificazione e rappresentano ruberie. Prossimamente avrà<br />
luogo il processo penale contro il parroco don De Anna ed Presidente della Cassa e Raffin<br />
Antonio ex segretario. Sono rinviati a giudizio per appropriazioni indeb<strong>it</strong>e, falsi, truffe ed<br />
altro. 1287<br />
1284 P, n. 186 di martedì 8 agosto 1911, pag. 1, Le disgrazie della Cassa rurale cattolica. Il fallimento?; LF, n.<br />
363 del 16 settembre 1911, pag. 1, Dettame d’equ<strong>it</strong>à.<br />
1285 P, n. 21 di mercoledì 24 gennaio 1912, pag. 2, Gli amministratori della Cassa di Cordenons in Tribunale.<br />
1286 P, n. 293 di sabato 29 novembre 1913, pag. 2, Il processo della Cassa rurale di Cordenons.<br />
1287 489, del 25 gennaio 1914 pag. 4, Replica ai miei detrattori, 490 del 2 febbraio 1914, Controattaccando,<br />
491 dell’8 febbraio 1914, pag. 4, Alla gogna, 492 del 15 febbraio 1914, pag. 4, Al “Tagliamento”, 493 del 22<br />
febbraio 1914, pag. 4, L’ultima parola! e 494 dell’1 marzo 1914, pag. 4, Ultimi spasimi, lettere firmate<br />
dall’avv. G. Ellero e CORDENONS. Il fallimento della Cassa Rurale cattolica.<br />
385
4.4.10 - L’Amministrazione Comunale cambia<br />
linea.<br />
Mentre avvengono questi veri e propri sconvolgimenti sociali e pol<strong>it</strong>ici, la gestione<br />
dell’Amministrazione Comunale di Pordenone cambia notevolmente il suo orientamento.<br />
Ancora nel dicembre 1912 era stato deliberato dal Consiglio Comunale un aumento del<br />
dazio sulle carni che aveva sollevato le cr<strong>it</strong>iche dell’opposizione per il suo carattere<br />
antipopolare, visto che permetteva ai macellai di aumentare a dismisura il prezzo del<br />
prodotto venduto. 1288<br />
Le strade c<strong>it</strong>tadine sono ridotte in condizioni pietose. La via Cavallotti è piena di<br />
buche e con un tale strato di fango che un ubriaco rischia di affogarvi. E la s<strong>it</strong>uazione è<br />
aggravata dal nuovo traffico automobilistico: le auto che passano sprezzanti dell’inv<strong>it</strong>o a<br />
viaggiare a passo d’uomo schizzano copioso fango sulle persone; nello stesso Corso<br />
Garibaldi i muri dei palazzi sono lordati dal fango tirato dalla strada fino al primo<br />
piano. 1289<br />
Si dimette il consiglio di amministrazione dell’ospedale; il prefetto nomina un<br />
commissario. Domenica 8 marzo si tiene, convocata dal sindaco Querini, una riunione in<br />
municipio con Riccardo Etro, segretario del Com<strong>it</strong>ato pro erigendo ospedale, il cav.<br />
E.Cossetti, il sottoprefetto cav. Manfren, il dott. Alberti della Prefettura di Udine, l’avv.<br />
Marini presidente della Congregazione di Car<strong>it</strong>à, il prof. Valan direttore dell’ospedale,<br />
l’ing. Mior, il dottor Dal Bon e altri. Si sta lavorando dal 1908 al progetto di costruire il<br />
nuovo ospedale, e proprio per questo si è ottenuta la tombola telegrafica nazionale del<br />
1915 (in questo caso ci troviamo di fronte ad un’iniziativa che non raccoglie l’opposizione<br />
socialista al gioco d’azzardo, residuo irrazionale e strumento del governo per tassare la<br />
credul<strong>it</strong>à popolare). Si discute se iniziare sub<strong>it</strong>o i lavori, in attesa della tombola,<br />
iniziando dal padiglione di chirurgia; si conclude decidendo di non procedere. La<br />
decisione di rinunciare al progetto quando non si sa ancora quali risorse si otterranno<br />
crea una sfavorevole impressione in c<strong>it</strong>tà. 1290<br />
In una successiva riunione del com<strong>it</strong>ato pro nuovo ospedale, tenutasi in<br />
municipio, su proposta del medico provinciale aggiunto dott. Monti si decide, giuste le<br />
direttive del Ministero dell’Interno che inv<strong>it</strong>ano i comuni a dotarsi di appos<strong>it</strong>e strutture<br />
per le malattie infettive, di non provvedere alla ristrutturazione del vecchio edificio, ma di<br />
procedere alla costruzione di due padiglioni (chirurgico ed infettivi) e di lasciare il vecchio<br />
ospedale per il reparto di medicina. 1291<br />
Giovedì 6 marzo si tiene l’assemblea straordinaria della Società bagno pubblico<br />
per decidere di cedere in prova per un anno l’esercizio dell’attiv<strong>it</strong>à al comune, che se ne<br />
assumerà le passiv<strong>it</strong>à. L’assemblea è poi rinviata a venerdì 14 marzo alle 20.30 in una<br />
sala dell’Albergo Centrale. Un anno dopo, martedì 14 aprile 1914 il Consiglio Comunale<br />
delibererà di assumere in via provvisoria la gestione del bagno pubblico, dal 1° maggio<br />
alla fine dell’anno, in attesa della cessione concordata con la società gestrice per l’anno<br />
seguente. 1292<br />
I dipendenti comunali delle scuole intanto hanno iniziato una vivace ag<strong>it</strong>azione<br />
richiedendo miglioramenti; hanno diffuso largamente una circolare in cui espongono le<br />
loro non liete condizioni di lavoro ed i loro bisogni. 1293<br />
Progressivamente i socialisti prendono atto con soddisfazione dei nuovi obiettivi<br />
dell’Amministrazione Comunale. Si tratta di una modifica completa della linea<br />
dell’amministrazione: praticamente tutti i problemi c<strong>it</strong>tadini, sollevati più e più volte,<br />
vengono inser<strong>it</strong>i in un programma di opere pubbliche che non può essere visto che con<br />
grande favore, in particolare in una fase di pesante disoccupazione. A fine giugno 1913<br />
infatti la Giunta propone l’acquisto del terreno per la costruzione del macello, la<br />
municipalizzazione dell’illuminazione pubblica e privata, la realizzazione di una linea<br />
tramviaria da Pordenone a Portogruaro, l’allargamento della strada provinciale della<br />
1288 LF, n. 430 del 29 dicembre 1912, pag. 4, Consiglio Comunale.<br />
1289 LF, n. 431 dell’8 gennaio 1913, pag. 4, Via Cavallotti e Sulla veloc<strong>it</strong>à.<br />
1290 PdF, nn. 35 di martedì 4 febbraio 1913, pag. 2, Il Commissario prefettizio all’Ospedale, 61 di domenica 2<br />
marzo 1913, pag. 2, Pro ospedale e 98 di mercoledì 9 aprile 1913, pag. , Il nuovo ospedale si farà?<br />
1291 PdF, n. 126 di mercoledì 7 maggio 1913, pag. 2, La costruzione di due padiglioni al nostro ospedale<br />
Civile.<br />
1292 PdF, nn. 64 di mercoledì 5 marzo 1913, pag. 1, Per la gestione del bagno e 67 di domenica 8 marzo 1913,<br />
pag. 1, L’assemblea; P, n. 62 di giovedì 13 marzo 1913, pag. 1, Bagno pubblico; ACPn, Atti del Consiglio<br />
Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 341-348.<br />
1293 P, n. 104 di giovedì 2 maggio 1913, pag. 1, Ag<strong>it</strong>azione di salariati.<br />
386
Comina, l’approvazione del progetto per gli uffici delle Poste e Telegrafo (spesso cr<strong>it</strong>icati<br />
per la ristrettezza di spazi e per la condizione immonda in cui sono tenuti attualmente) e<br />
dell’agenzia delle Imposte e Registro e l’acquisto del terreno per il tiro a segno. Fa<br />
eccezione l’edilizia scolastica: alla realizzazione degli edifici di Torre e Rorai Grande<br />
corrisponde la mancanza di risposta per il centro c<strong>it</strong>tà (per costruire a Pordenone la<br />
nuova scuola si individua un terreno in Piazza XX Settembre di proprietà del cav.<br />
Cossetti, che sembra voler giocare al rialzo sul prezzo di vend<strong>it</strong>a: egli infatti offre 1000<br />
lire pro asilo in cambio dello svincolo della precedente offerta 1294 ). Si valuta inoltre<br />
pos<strong>it</strong>ivamente il nuovo servizio automobilistico per Prata ed Oderzo. 1295<br />
Questo giudizio pos<strong>it</strong>ivo non fa però mutare l’atteggiamento pol<strong>it</strong>ico generale<br />
verso l’amministrazione, che viene attaccata per le condizioni della Via Cavallotti (asse<br />
del Borgo Colonna), dove i maldestri lavori di sistemazione non hanno imped<strong>it</strong>o<br />
l’allagamento delle botteghe in segu<strong>it</strong>o alla pioggia, e per lo strumentale patriottismo<br />
collegato alla cerimonia per i reduci ed i caduti della Libia. 1296<br />
A Torre i socialisti propongono che gli operai si tassino con l’uno per cento del<br />
salario mensile per erigere l’asilo infantile. Già nell’ottobre-novembre 1912 Il Paese dava<br />
notizia delle iniziative realizzate dal com<strong>it</strong>ato pro asilo presieduto dal sig. Vuga (il<br />
proprietario dell’omonima fornace) per raccogliere fondi. Per il Psi l’asilo deve sorgere<br />
come ist<strong>it</strong>uzione di tutta la frazione: come non ha da essere socialista non deve essere<br />
neanche cattolico, in caso contrario ogni accordo sarà impossibile. 1297<br />
I nuovi rapporti pol<strong>it</strong>ici corrispondono non solo alla riorganizzazione sindacale ed<br />
all’espressione di una crescente forza socialista anche nelle campagne (testimoniata<br />
dall’andamento delle iniziative elettorali di Ellero) ma anche all’inserimento dei principali<br />
dirigenti socialisti nella società c<strong>it</strong>tadina: se Ellero è nominato nell’aprile 1913 sindaco<br />
supplente della Banca Cooperativa Popolare, Guido Rosso è all’interno della società per il<br />
nuovo teatro, di cui è promotore l’avv. Etro. 1298<br />
A novembre il Consiglio Comunale approva un prest<strong>it</strong>o per erigere il nuovo<br />
ospedale. Su proposta di Ellero la delibera viene approvata senza discussione, con<br />
plauso per quanti si sono interessati all’opera. Nelle settimane successive aderiscono<br />
tempestivamente quasi tutti gli altri comuni interessati. 1299<br />
Giovedì 5 febbraio 1914 si discute il bilancio preventivo. Intervenendo per primo,<br />
Ellero rileva che i cr<strong>it</strong>eri informatori del bilancio soddisfano in buona parte ai bisogni del<br />
paese, e su questo punto l’Amministrazione mer<strong>it</strong>a elogio. La municipalizzazione di diversi<br />
servizi con buoni risultati, l’apertura di nuove strade e di nuove comunicazioni per torci<br />
dall’isolamento, i miglioramenti ottenuti nella illuminazione anche per i privati, la<br />
costruzione dei fabbricati scolastici di Torre e borgo Meduna, gli studi per un nuovo osp<strong>it</strong>ale<br />
sono tutte benerenze della Giunta. Ma ad onta di queste che non sono trascurabili e per le<br />
quali mer<strong>it</strong>a encomio, egli deve dissentire per l’indirizzo pol<strong>it</strong>ico, e per la non avvenuta<br />
avocazione delle scuole, che porterà una ripercussione sui bilanci avvenire, e che non<br />
permetterà di soddisfare a molti altri bisogni, quali il fabbricato per le poste, la Via<br />
Cavallotti. Al termine della discussione, nella quale il sindaco loda la sincer<strong>it</strong>à di Ellero, il<br />
bilancio è approvato all’unanim<strong>it</strong>à, anche se Barzan ed Ellero fanno mettere a verbale<br />
che il loro voto non significa fiducia alla Giunta. 1300<br />
A conferma di questo nuovo clima, martedì 7 ottobre 1913 il Consiglio Comunale<br />
vota all’unanim<strong>it</strong>à una mozione inviata il 21 agosto 1913 dal Segretariato<br />
dell’Emigrazione di Udine, in cui si chiede alle autor<strong>it</strong>à di modificare la concessione<br />
ferroviaria XX relativa agli emigranti, che per le sue farraginose modal<strong>it</strong>à di compilazione<br />
impedisce agli interessati di usufruire degli sgravi previsti ed esclude gli emigranti<br />
transoceanici. 1301<br />
Il 12 dicembre 1913 i tre consiglieri provinciali socialisti (Piemonte, Cosattini e<br />
Somma) presentano un’interrogazione alla Deputazione Provinciale, per chiedere il rinvio<br />
delle elezioni amministrative provinciali dall’agosto al dicembre 1914, per tutto il<br />
terr<strong>it</strong>orio e non solo per i distretti che godono del rinvio ai sensi dell’art. 56 della Legge<br />
comunale e provinciale. Su sollec<strong>it</strong>azione del presidente della deputazione, la Prefettura<br />
replica il 17 dicembre che tale norma, sopravvissuta alla nuova legge del 19 giugno<br />
1294 PdF, n. 66 di venerdì 7 marzo 1913, pag. 1, Per il terreno delle scuole.<br />
1295 LF, nn. 458 del 12 luglio 1913, pag. 2, Consiglio Comunale e Servizio automobilistico e 460 del 27 luglio<br />
1913, pag. 2, Scuole e Nuovi uffici.<br />
1296 LF, n. 458 del 12 luglio 1913, pag. 2, Bisogna provvedere e Medaglie... medaglie... e sempre medaglie!<br />
1297 LF, n. 462 del 10 agosto 1913, pag. 4, TORRE. Per l’Asilo.<br />
1298 PdF, n. 105 di mercoledì 6 aprile 1913, pag. 2, L’assemblea cost<strong>it</strong>utiva della società del nuovo teatro.<br />
1299 LF, nn. 481 del 30 novembre 1913, pag. 4, Consiglio Comunale e 483 del 14 dicembre 1913, pag. 2, Pro<br />
nuovo osp<strong>it</strong>ale.<br />
1300 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 305-312.<br />
1301 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 265-267.<br />
387
1913, è però valida solo nel caso di elezioni parziali e non generali, e dà quindi parere<br />
negativo sullo spostamento a dicembre. I consiglieri socialisti a questo punto presentano<br />
una mozione il 2 gennaio 1914, re<strong>it</strong>erando la richiesta di trasferimento generale della<br />
data delle elezioni a dicembre.<br />
Il Consiglio Provinciale la discute il 19 gennaio: Spezzotti introduce il dibatt<strong>it</strong>o<br />
consiliare dichiarando di non r<strong>it</strong>enere importante lo svolgersi delle elezioni a luglio o<br />
dicembre, l’importante è che si svolgano insieme con quelle comunali, in caso contrario<br />
predomina l’apatia per il voto per questo ente. Ma Cosattini replica sub<strong>it</strong>o che il<br />
problema dell’emigrazione, che coinvolge più del 10% della popolazione nei mandamenti<br />
di Tolmezzo e Gemona, è ormai serio anche in mandamenti di pianura o collina che<br />
superano il 5%: come a Latisana, Pordenone e San Pietro al Natisone. Il clericale<br />
Brosadola propone invece una mozione perché sia permesso il voto epistolare agli<br />
emigranti. Tutti gli intervenuti favorevolmente rilevano l’aumento della popolazione<br />
migrante, senza far riferimento alle difficoltà createsi per la crisi internazionale. I clericali<br />
sono divisi: se Brosadola appoggia (ricambiato) la mozione socialista, il loro vecchio capo<br />
Vincenzo Casasola dichiara inutile qualsiasi deliberazione consiliare al propos<strong>it</strong>o. Sul<br />
voto separato sulle due parti della mozione unificata si dividono, oltre ai clericali, sia<br />
moderati che democratici: dei rappresentanti del Friuli occidentale sono contrari alla<br />
proposta Brosadola il maniaghese conte N. d’Attimis Maniago, il pordenonese E. Cossetti<br />
ed il sacilese G. Lacchin, astenuti l’avianese A. Cristofori, il sacilese Granzotto, il<br />
sanv<strong>it</strong>ese P. Morassutti, il conte C. Panciera di Zoppola ed anche il sindaco democratico<br />
e possidente di San Giorgio della Richinvelda Domenico Pecile, mentre sono favorevoli<br />
(insieme alla maggioranza) i pordenonesi R. Etro e C. Querini e l’avianese-pordenonese<br />
C. Policreti; quanto alla mozione originale socialista non ci sono contrari e si astengono<br />
cinque consiglieri, fra i quali Casasola, Morassutti e Pecile. Vorrei sottolineare<br />
l’atteggiamento di Pio Morassutti, il futuro capo delle leghe bianche del Sanv<strong>it</strong>ese, del<br />
tutto non allineato con i clericali e moderatamente contrario alla rivendicazione<br />
democratica del voto per i lavoratori migranti.<br />
Il 22 stesso il presidente Spezzotti sollec<strong>it</strong>a al Ministero dell’Interno lo<br />
spostamento delle elezioni comunali e provinciali a dicembre. Si sviluppa nei mesi<br />
successivi una campagna, con comizi, petizioni, mozioni di Consigli Comunali, società<br />
operaie, cooperative, sezioni del Segretariato dell’Emigrazione. Risultato dell’ag<strong>it</strong>azione è<br />
la concessione da parte del Ministero della possibil<strong>it</strong>à di voto separato per mandamenti,<br />
con la sospensione fino all’ultimazione delle procedure di elezione delle nuove cariche<br />
provinciali. 1302<br />
4.4.11 - Per lo sviluppo dei collegamenti ferroviari<br />
e stradali di Pordenone.<br />
Del collegamento ferroviario fra Pordenone ed Aviano si era già parlato durante la<br />
discussione sul programma della nuova maggioranza moderata al comune di Pordenone:<br />
giovedì 3 marzo 1904, il Cons. Roviglio raccomanda di riprendere gli studi per la<br />
congiunzione tramviaria con Maniago, constandogli come la d<strong>it</strong>ta Odorico di Milano abbia<br />
avuto incarico da vari comuni di compilare un progetto per la costruzione di una linea<br />
tramviaria pedemontana i cui lim<strong>it</strong>i sarebbero S. Daniele, Pinzano-Sequals-Maniago-Sacile;<br />
punti estremi Sacile e S. Daniele per cui sarebbe lasciato fuori Pordenone. Raccomanda<br />
perciò di fare delle pratiche con il Comune di Aviano promuovendo necessariamente qualche<br />
riunione allo scopo di unire anche Pordenone. Il Sindaco informa di aver già scr<strong>it</strong>to al<br />
1302 Per rimanere solo al Friuli occidentale, oltre alla delibera antecedente di Pordenone troviamo quella del<br />
Consiglio Comunale di Travesio; la Società Operaia di Valeriano, con lettera del presidente Giovanni Picco, la<br />
S.O. “Umberto I” di Tramonti di Sopra, a firma del presidente Floriano Facchin, la S.O. “Eco del lavoro” di<br />
Lestans un<strong>it</strong>amente alla cooperativa, a firma del presidente Daniele Melocco per la S.O. e di Bujatti Giovanni<br />
per la cooperativa, la cooperativa di consumo di Provesano, con lettera del presidente Antonio Chivilò di<br />
Leonardo, la sezione del Segretariato di Clauzetto, a firma del segretario Luigi Cevolin e del segretario aggiunto<br />
Antonio Fav<strong>it</strong>. A Campone si tiene un comizio pubblico il 1° marzo 1914, cui segue una lettera: nella sala della<br />
scuola femminile viene eletto presidente Sante Masutti, e si nomina una delegazione per presentare le richieste<br />
in comune, composta da Luigi Beacco fu Natale e da Lorenzo Bidoli fu Angelo.<br />
ASU-APU, busta 22, fascicolo 6, 1914, Elezioni: rinvii. Deputazione provinciale di Udine, prot. n. 6502-7252-<br />
7363 del 20.12.1913; prot. n. 57 allegato 8 del 3.1.1914 ed Amministrazione Provinciale di Udine, Estratto del<br />
verbale delle deliberazioni del Consiglio Provinciale di Udine convocato in sessione straordinaria per risoluzione<br />
presidenziale del 6 gennaio 1914; Deputazione Provinciale di Udine, prot. 57 del 22 gennaio 1914 e segg.; prot.<br />
1439-3985-4619 del 29 luglio 1914. Cfr. il testo della mozione presentata il 2 gennaio 1914 in appendice.<br />
388
Comune di Aviano onde voglia tenerlo informato della cosa e che sarà sua cura di nulla<br />
trascurare per lo scopo contemplato. 1303<br />
Si tratta della prima discussione pordenonese sulla ferrovia pedemontana, che<br />
per più di un ventennio preoccuperà l’opinione pubblica locale. Infatti l’iniziativa<br />
dell’imprend<strong>it</strong>ore e futuro deputato del collegio pedemontano 1304 alimenta la sensazione<br />
del possibile isolamento della c<strong>it</strong>tà, tagliata fuori dai traffici commerciali (mercati e<br />
circolazione di emigranti innanz<strong>it</strong>utto) ma anche da quelli industriali: e che il pericolo,<br />
grazie al lavorio pol<strong>it</strong>ico dei sosten<strong>it</strong>ori degli interessi degli altri centri, sia effettivo, sarà<br />
presto dimostrato dalla vicenda dello spostamento del Distretto mil<strong>it</strong>are da Udine a<br />
Sacile. Il pericolo per la c<strong>it</strong>tà è mortale, ricorda il destino di Cividale isolata dalla ferrovia<br />
deviata per sempre per Udine e Pontebba, 1305 e fa venire in mente un altro passo di<br />
Bassani: e tutto, del passato, può diventare materia di sogno, argomento di leggenda,<br />
intorno all’epoca in cui un certo onorevole socialista aveva ottenuto, ricattando Crispi, “il<br />
grande Crispi”, che il più importante nodo ferroviario dell’Italia settentrionale fosse<br />
impiantato a Bologna anziché a Ferrara. Tutta la fortuna e la prosper<strong>it</strong>à di Bologna erano<br />
dipese da quella risoluzione fatale, tanto più odiosa perché strappata con raggiro da un<br />
socialista, ma non perciò meno efficace e vantaggiosa per Bologna che, a causa di essa, era<br />
diventata in breve la maggiore c<strong>it</strong>tà dell’Emilia. E’ da questo pericolo e dalla necess<strong>it</strong>à di<br />
rilanciare il ruolo economico centrale di Pordenone nel Friuli occidentale che nascerà la<br />
proposta di un asse ferroviario Aviano-Oderzo, che colleghi da una parte l’area<br />
pedemontana e dall’altra il Trevigiano incrociando la ferrovia Venezia-Udine e<br />
trasformando Pordenone in un importante snodo di traffici. 1306<br />
Due anni dopo, cambiata la maggioranza, il 12 maggio 1906 si tiene in municipio<br />
a Pordenone, su inv<strong>it</strong>o del sindaco Galeazzi, una riunione di sindaci dei comuni lim<strong>it</strong>rofi,<br />
per discutere della necess<strong>it</strong>à di realizzare una linea tramviaria Pordenone-Maniago, per<br />
collegarsi alla costruenda linea pedemontana Sacile-San Daniele. Viene approvato il<br />
seguente ordine del giorno: “I convenuti riconoscono la necess<strong>it</strong>à di allacciare la progettata<br />
linea tramviaria pedemontana S. Daniele-Sacile con Pordenone e conseguentemente<br />
esprimono il loro avviso che il Comune di Pordenone debba far parte del Consorzio dei<br />
Comuni interessati, e che il Com<strong>it</strong>ato già cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o per lo studio del tracciato abbia ad<br />
occuparsi anche di tale allacciamento. Questo voto i convenuti esprimono senza<br />
menomamente pregiudicare il progetto di una tramvia a congiungere Pordenone con le<br />
montagne di Aviano e Maniago nel caso non si effettuasse la pedemontana in progetto.” 1307<br />
Sulla proposta si articoleranno in modo differenziato le altre amministrazioni<br />
interessate: si divide il Consiglio Comunale di Aviano, con il sindaco avv. Antonio<br />
Cristofori sosten<strong>it</strong>ore della semplice linea pedemontana da Sacile ad Udine via San<br />
Daniele, e l’avv. nob. dottor Carlo Policreti (suo compagno di part<strong>it</strong>o ma soprattutto<br />
assessore a Pordenone) a sostenere invece il contemporaneo allacciamento tra Aviano e<br />
Pordenone. In realtà, più che una vera e propria differenziazione il contrasto appare<br />
come una differenza di sensibil<strong>it</strong>à, e prevale una mediazione, in cui Cristofori consente a<br />
sostenere il collegamento, purché questo non pregiudichi la realizzazione della<br />
Pedemontana. La richiesta di collegamento tramviario con Pordenone è sostenuta anche<br />
dal comune di Montereale, mentre scatena polemiche feroci a Sacile. 1308<br />
Nel Consiglio Comunale di venerdì 26 ottobre 1906 l’Ass. Policreti dice che la<br />
Giunta, preoccupata dei danni che possono venire al commercio locale dalla progettata linea<br />
tramviaria San Daniele-Sacile, se la nostra c<strong>it</strong>tà non avesse con essa un allacciamento,<br />
propone di affidare alla stessa Società Veneta la compilazione del progetto d’una tramvia da<br />
1303 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume IX, 1901-1904, pagg. 222-223.<br />
1304 Odorico Odorico, ricco industriale sequalsese, viene eletto nelle elezioni del 1904 come liberale progressista,<br />
dopo che il precedente deputato del collegio, il veneto Alessandro Pascolato, rinuncia a ripresentarsi sentendosi<br />
messo in discussione dall’emergere dei nuovi movimenti radicale e socialista. Proprio nel 1904 Odorico si<br />
scontra con il radical-democratico Domenico Pecile e con il sindaco socialista di Pinzano al Tagliamento<br />
Scatton. Cfr. RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>., pagg. 333-335 (ci risulta<br />
però che il candidato socialista sia invece il direttore dell’Asino Guido Podrecca). Nel 1909 Odorico prevarrà<br />
invece sul candidato socialista Giovanni Cosattini, maggior<strong>it</strong>ario nel voto di tutti i comuni montani di<br />
emigrazione e perdente nei centri maggiori e soprattutto a Maniago, feudo dei conti d’Attimis (cfr. tabella in<br />
appendice).<br />
1305 L’alternativa che avrebbe permesso lo sviluppo di Cividale era che la ferrovia per l’Austria da Udine<br />
passasse per Cividale e da qui salisse a raggiungere la ferrovia in costruzione da Trieste per l’Austria, via<br />
Gorizia, l’alto Isonzo, il Passo del Predil e Tarvisio (la futura “Transalpina”): ma il collegamento con l’Austria fu<br />
realizzato nel 1879 via Udine-Pontebba, ed il tronco Udine-Cividale non ebbe mai una prosecuzione, anche<br />
quando con il nuovo secolo entrò in funzione la Transalpina. Cfr.: TESSITORI, Luigi, c<strong>it</strong>., pagg. 73-74.<br />
1306 BASSANI, Giorgio, Le storie ferraresi, Torino, Einaudi, 1961, pag. 70.<br />
1307 P, n. 112 di lunedì 14 maggio 1906, pag. 2, Per la linea tramviaria Pordenone-Maniago.<br />
1308 P, nn. 113 di martedì 15 maggio 1906, pag. 1, Aviano. Consiglio Comunale, 114 del 16 maggio 1906, pag.<br />
1, Aviano. Rettifica e Consiglio Comunale, 115 di giovedì 17 maggio 1906, pag. 2, Aviano. A propos<strong>it</strong>o della<br />
Tramvia, articolo siglato X e 116 di venerdì 18 maggio 1906, pag. 3, Aviano. Intorno alla progettata tramvia.<br />
Per la ver<strong>it</strong>à.<br />
389
Pordenone ad Aviano. Con questa proposta non s’intende di osteggiare la S. Daniele-Sacile,<br />
ma soltanto di tutelare i nostri interessi. 1309<br />
Il 6 maggio 1907 il Consiglio Comunale di Pordenone approva la delibera di<br />
costruzione della nuova strada per Corva, che dovrà congiungere Pordenone con Azzano<br />
Decimo ed essere predisposta per la realizzazione di una tramvia, prima traccia di quella<br />
ipotesi di strada ferrata che dovrebbe collegare Pordenone con Portogruaro e che sarà<br />
successivamente inser<strong>it</strong>a nella programmazione provinciale di Udine e Venezia.<br />
L’obiettivo della nuova strada (e potenzialmente della nuova linea tramviaria) sarà quello<br />
di ev<strong>it</strong>are che i grossi comuni a sud di Pordenone grav<strong>it</strong>ino su centri alternativi come<br />
San V<strong>it</strong>o e Sacile, soprattutto a fronte del rischio che il Maniaghese si allontani da<br />
Pordenone a causa della ferrovia Pedemontana. 1310<br />
Nel marzo 1910, commentando sulle pagine de Il Paese l'adunanza dei deputati<br />
veneti a Roma promossa dagli on. Chiaradia ed Odorico per sostenere la proposta di<br />
costruzione della ferrovia pedemontana a scartamento normale, si sostiene l'opposizione<br />
sollevata dall'on. Girardini contrario al tracciato Sacile-Pinzano-Gemona in quanto - per<br />
corrispondere agli interessi mil<strong>it</strong>ari - isolerebbe Udine, a differenza di un tracciato Sacile-<br />
San Daniele da raccordarsi al capoluogo di provincia. L'interesse di Udine è lo stesso di<br />
Pordenone, che così verrebbe defin<strong>it</strong>ivamente isolata dai traffici commerciali. Nel<br />
convegno tenutosi a Maniago nell'estate 1909 il sindaco di Pordenone si era dichiarato<br />
soddisfatto della proposta dell'on. Chiaradia di realizzare la ferrovia nel tracciato<br />
proposto, per poi collegarvi Pordenone con un tronco, pure a scartamento normale, che<br />
raggiunga Aviano. Ma tale proposta non sta in piedi, in quanto l'interesse dei mil<strong>it</strong>ari per<br />
la realizzazione del tronco principale non ci sarebbe per la bretella di collegamento, ed il<br />
comune di Pordenone da solo non potrebbe sopportare le rilevanti spese per lo<br />
scartamento ordinario. Chiaradia quindi non fa gli interessi di Pordenone, votato<br />
all'isolamento ed alla decadenza economica, ma piuttosto quello dei comuni della<br />
pedemontana. 1311<br />
Nell’ottobre di quell’anno riprende la polemica socialista contro Chiaradia, che<br />
giunge in vis<strong>it</strong>a in c<strong>it</strong>tà insieme con il colonnello Barone, sosten<strong>it</strong>ore degli interessi<br />
mil<strong>it</strong>ari per la realizzazione della ferrovia pedemontana, che permetterebbe di<br />
raggiungere più rapidamente il fronte alpino orientale senza passare per i centri maggiori<br />
della pianura friulana. I socialisti notano come, vivendo il deputato a Vicenza ed il<br />
mil<strong>it</strong>are a Roma, neanche si siano accorti che la progettata ferrovia contrasta con gli<br />
interessi pordenonesi, essendo la c<strong>it</strong>tà tagliata fuori dai flussi di traffico creati dall’opera.<br />
Nella conferenza addir<strong>it</strong>tura i due relatori cercano di sviare il discorso sull’aviazione. Per<br />
altro - relativamente a questa specifica materia - si dà un giudizio fortemente pos<strong>it</strong>ivo<br />
sull’installazione imminente di nuove scuole e fabbriche di aereoplani, viste come<br />
elementi di progresso industriale e scientifico. 1312<br />
Quasi contemporaneamente si svolge la vicenda della creazione delle linee<br />
automobilistiche da Pordenone verso la pedemontana: scopo di tale servizio è quello di<br />
soppiantare gli arcaici sistemi di trasporto tradizionali dalla c<strong>it</strong>tà ai paesi, in modo da<br />
lim<strong>it</strong>are i danni prodotti a Pordenone dalla ferrovia pedemontana. Assegnataria è la<br />
società S.A.P. promossa da Puppin e Cattaneo, della quale sono soci vari esponenti della<br />
consorteria moderata al governo del comune, i quali di fatto si pongono in contrasto<br />
d’interessi con l’ipotesi di una ferrovia verso l’area montana che parta da Pordenone. Ma<br />
la firma che autorizza la concessione alla d<strong>it</strong>ta S.A.P. del servizio automobilistico che da<br />
Pordenone porta ad Aviano, San Martino di Campagna, Montereale Cellina ed a Maniago,<br />
con diramazione per Cordenons, è quella del ministro dei Lavori Pubblici, che è poi il<br />
leader del part<strong>it</strong>o radicale Sacchi. Il servizio inizierà con il 16 giugno 1912. 1313<br />
Nel dicembre 1911 si cost<strong>it</strong>uisce a Pordenone un com<strong>it</strong>ato per la costruzione di<br />
una tramvia a trazione elettrica fra Pordenone e Cordenons. Il progetto, elaborato dal sig.<br />
E. Marson, prevede una linea a scartamento ordinario, da effettuarsi con vagoni delle<br />
Ferrovie dello Stato, che permetterebbe il collegamento con la stazione di Pordenone<br />
degli stabilimenti industriali del circondario per il trasporto delle loro merci, con<br />
un’integrazione da parte delle d<strong>it</strong>te per servizi minori. Inoltre si ipotizza di effettuare un<br />
1309 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 171-172.<br />
1310 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, volume X, 1905-1907, pagg. 236-238.<br />
1311 P, n. 72 di venerdì 25 marzo 1910, pag. 2, E Pordenone?, articolo firmato Un elettore di Pordenone.<br />
1312 LF, nn. 316 del 22 ottobre 1910, pag. 4, Una farsa e 322 del 3 dicembre 1910, pag. 4, Aviazione.<br />
1313 P, nn. 205 di mercoledì 30 agosto 1911, pag. 2, Il servizio automobilistico, 233 di lunedì 2 ottobre 1911,<br />
pag. 2, La società pel servizio automobilistico pubblico, 298 di sabato 16 dicembre 1911, pag. 1, Il servizio<br />
automobilistico Pordenone Aviano-Maniago, 112 di sabato 11 maggio 1912, pag. 2, Il servizio pubblico<br />
automobilistico, 128 di giovedì 30 maggio 1912, pag. 2, Servizio automobilistico e 143 di lunedì 17 giugno<br />
1912, pag. 2, Il servizio automobilistico pubblico Pordenone-Aviano-Maniago.<br />
390
servizio viaggiatori con vetture automotrici, in modo da trasportare gli operai degli<br />
stabilimenti a prezzo modico. 1314<br />
Il 30 aprile 1913 il Consiglio Provinciale di Venezia delibera di concorrere con un<br />
sussidio chilometrico di lire 40 per lo studio di varie linee tramviarie, fra le quali la<br />
Portogruaro-Villotta-Azzano Decimo-Pordenone, lim<strong>it</strong>ando il sussidio alle tratte presenti<br />
nel terr<strong>it</strong>orio della Provincia di Venezia e decidendo di erogarlo ad avvenuta<br />
presentazione dei progetti. Un sussidio di 500 lire per quarant’anni sarà concesso alle<br />
società che assumeranno la concessione per la costruzione e l’esercizio. Il 17 giugno<br />
1913 il presidente della deputazione di Venezia informa quello di Udine per sollec<strong>it</strong>are gli<br />
opportuni provvedimenti. Nella relazione dell’appos<strong>it</strong>a commissione ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a presso la<br />
deputazione di Venezia con deliberazione consiliare del 12 agosto 1912 si afferma che la<br />
linea Portogruaro-Azzano-Pordenone allaccierebbe importanti centri del basso Friuli con altri<br />
non meno importanti della nostra Provincia. Specialmente poi essa favorirebbe gli interessi<br />
della c<strong>it</strong>tà di Portogruaro, destatasi in questi ultimi anni a nuovo fervore sia nel campo della<br />
industria come in quello dell’agricoltura e sempre stata in rapporti di affari con la industre<br />
Pordenone che nella nuova linea potrà intravedere l’inizio di un suo non lontano più breve<br />
congiungimento con il mare. Certamente le strade ordinarie attuali non si presterebbero<br />
tutte a sede di una tramvia tra Pordenone e Portogruaro e per qualche tratto dovrebbero<br />
essere allargate e per qualche altro rettificate, e certamente i maggiori sussidi a questa linea<br />
dovrebbero essere corrisposti dalla Provincia di Udine sulla quale si svolgerebbe il maggiore<br />
percorso, ma certamente anche i lavori occorrenti non richiederebbero spesa molto più<br />
considerevole della media normale, né d’altra parte potrebbe trarsi motivo da qualche<br />
difficoltà per non incoraggiare possibili iniziative dirette ad attuare questa linea di<br />
indiscutibile util<strong>it</strong>à per Venezia e per Udine e della cui attuazione ci affida lo speciale<br />
interesse che alla stessa ha Pordenone minacciata da nuovi progetti ferroviari di un<br />
isolamento al quale la nuova tramvia sarebbe di efficace rimedio. 1315<br />
E’ significativo come il problema dell’isolamento di Pordenone a causa delle linee<br />
ferroviarie che lo sorpassano a nord ed a sud divenga argomento di riflessione e<br />
deliberazione per l’organismo rappresentantivo della vicina provincia. Solo due mesi<br />
prima il sindaco cav. Querini aveva avviato pratiche con la Provincia di Venezia per<br />
prolungare la linea del tram Venezia-Portogruaro per Cinto, Azzano, Cimpello e<br />
Pordenone. Martedì 8 luglio si discute nel Consiglio Comunale di Pordenone l’ipotesi di<br />
realizzazione della tramvia Portogruaro-Pordenone. Galeazzi, favorevole alla proposta,<br />
nota che il tram ha senso se passa per il numero maggiore di local<strong>it</strong>à, e quindi propone<br />
una linea alternativa, che passi anche per Annone, Pramaggiore, Salvarolo, Chions ed<br />
Azzano. Policreti non condivide gli entusiasmi. Approva, ma egli è pessimista. La Motta-San<br />
V<strong>it</strong>o fu rubata a Pordenone, causa l’inerzia delle rappresentanze comunali e pol<strong>it</strong>iche del<br />
tempo; essa doveva essere la Oderzo-Pordenone. Il tram è una parallela a quella ferrovia. Con<br />
esso non viene risolto il problema ferroviario, che anzi rimane pregiudicato. Non conviene<br />
precludersi la via di una comunicazione con Oderzo e Motta. Pordenone deve impressionarsi<br />
del suo isolamento. La industria cotoniera va male, e non c’è speranza per l’avvenire. Ripete<br />
che vota per la Giunta, ma senza entusiasmo. Galeazzi nota quanto le considerazioni di<br />
Policreti sieno vere, solenni. Pordenone deve pensarvi seriamente. Ricorda che la sua<br />
Amministrazione pensò ad una ferrovia per Maniago e Oderzo e fece fare anche il progetto.<br />
Rileva che le industrie nuove non fiorirono. La linea proposta non è parallela ad altre,<br />
tuttavia egli non n’è entusiasta.<br />
Se i due principali esponenti radicali pordenonesi non possono che lamentare<br />
come, dopo il r<strong>it</strong>orno dei moderati al vertice del comune, Pordenone abbia letteralmente<br />
perso il tram venendo accerchiata da percorsi ferroviari che collegano il Veneto e l’Italia<br />
direttamente con altri centri della provincia, altri loro colleghi dello stesso gruppo<br />
esprimono un’opinione diversa. Barzan dice che questa non ne esclude altre. E’ caldeggiata<br />
appunto perché si fece la ferrovia. L’elemento di divisione è l’analisi della s<strong>it</strong>uazione<br />
industriale di Pordenone, che per Galeazzi e Policreti è cr<strong>it</strong>ica e bisognosa di un rilancio<br />
grazie al rafforzamento dei collegamenti commerciali. Asquini si associa a Barzan,<br />
Pordenone deve occuparsi del grave argomento, ma protesta che non è in condizioni<br />
disperate. Pordenone ha in sé mezzi sufficenti per prosperare; sarà sempre centro<br />
industriale invidiato. Le industrie e i commerci non versano nelle condizioni tratteggiate.<br />
Galeazzi osserva ad Asquini che occorre la produzione locale, e linee di espansione. Ed al<br />
termine di questa discussione quasi completamente interna al gruppo democratico, il<br />
sindaco dichiara che la Giunta ha presentato la sua proposta ma senza entusiasmo; l’ha<br />
1314 P, nn. 301 di mercoledì 20 dicembre 1911, pag. 2, Per il tram elettrico Pordenone-Cordenons e 21 di<br />
mercoledì 24 gennaio 1912, pag. 2, Per il tram Pordenone-Cordenons.<br />
1315 ASU-APU, busta 709, fascicolo I 35 q, Linee automobilistiche, 3.1, 1913, Deputazione provinciale di<br />
Udine, prot. n. 3701 del 21 giugno 1913.<br />
391
fatto perché non pregiudica altre. Conviene che non risolve il problema, ma intanto si fa<br />
qualche cosa. 1316<br />
Dieci giorni dopo, il 18 luglio, il sindaco di Pordenone Querini invia al presidente<br />
della Deputazione Provinciale di Udine una istanza firmata dai sindaci della zona<br />
interessata, alla quale aggiunge la sua valutazione che Pordenone fu sempre negletta nel<br />
soddisfacimento dei suoi molteplici interessi, specie in fatto di comunicazioni, non dub<strong>it</strong>a<br />
punto che in questa occasione l’On. Rappresentanza Prov.le vorrà riconoscergli il bisogno e –<br />
ci si permetta la frase – il dir<strong>it</strong>to ad un benevolo trattamento. I sindaci, richiamate le<br />
motivazioni della delibera veneziana, aggiungono che Con le nuove ferrovie costru<strong>it</strong>e e da<br />
costruire nel basso Friuli, la c<strong>it</strong>tà di Pordenone ed i paesi circostanti vengono a trovarsi in<br />
uno stato di completo isolamento, che minaccia il loro avvenire e che preoccupa seriamente<br />
queste buone e laboriose popolazioni. A togliere questo senso di sconforto è venuta provvida<br />
ed opportuna l’iniziativa della Provincia di Venezia per la costruzione della tramvia<br />
Portogruaro-Azzano Decimo-Pordenone. 1317<br />
Un mese dopo, il 22 agosto, il presidente della deputazione provinciale di Venezia<br />
sollec<strong>it</strong>a una risposta dal collega di Udine. Il 30 agosto dà il suo parere l’ingegnere capo<br />
della provincia di Udine. La linea prevede 30 chilometri, di cui 18 in provincia di Udine.<br />
E’ indubbio che la proposta linea tramviaria risulterà di grande interesse per Pordenone e pel<br />
terr<strong>it</strong>orio attraversato, e perciò la linea stessa riveste i caratteri voluti dall’Amministrazione<br />
provinciale per poter assecondare l’iniziativa dei Comuni e per corrispondere un sussidio<br />
annuo chilometrico, come fatto per altre linee. In tal senso si esprime la delibera della<br />
Deputazione Provinciale del 2 settembre. 1318<br />
La Patria del Friuli pubblica in apertura del suo numero del 12 settembre il<br />
documento dei sindaci pordenonesi del 28 giugno, e commenta negativamente la notizia<br />
che la deputazione di Udine avrebbe deliberato la concessione di un sussidio di 220 lire,<br />
più basso di quello di Venezia ed incapace di sostenere la costruzione della linea.<br />
L’articolo provoca una lettera del sindaco di Azzano Decimo che richiede che il sussidio<br />
sia adeguato; a questa richiesta si associano il Consiglio Comunale di Pordenone ed il<br />
sindaco di Chions, che chiede di adeguare le spese per progettazione da 40 a 100 lire al<br />
chilometro: istanza alla quale il presidente della deputazione risponde pos<strong>it</strong>ivamente.<br />
Nell’ottobre 1913 il sindaco di Pordenone dà incarico all’ing. Schiavetti di Udine per la<br />
progettazione della tramvia Pordenone-Portogruaro. Si prevede di valorizzare oltre 4000<br />
ettari di terr<strong>it</strong>orio e di mettere in comunicazione con Pordenone circa 15000 ab<strong>it</strong>anti dei<br />
comuni attraversati. Funzione importante è collegare la realtà amministrativa ed<br />
industriale di Pordenone con quella agricola e commerciale di Portogruaro, a diretto<br />
contatto con le vie d’acqua e di terra che si dipartono dalla c<strong>it</strong>tà veneta. Si congiungono<br />
inoltre i due assi ferroviari della Venezia-Pontafel e della Venezia-Trieste. Ma la<br />
deputazione di Udine nella sua relazione del 17 novembre propone al Consiglio<br />
Provinciale, che delibera il 22 dicembre, di dare parere favorevole, ma lim<strong>it</strong>andosi al<br />
contributo di 100 lire a chilometro per la progettazione per il tratto friulano, svalutando<br />
il significato della tramvia per Pordenone e r<strong>it</strong>enendola al contrario più interessante per<br />
la c<strong>it</strong>tà di Portogruaro. 1319<br />
Il Consiglio Provinciale dell’11 maggio 1914 approva la proposta deputatizia di<br />
concessione di un sussidio di 320 lire a chilometro per la durata di cinquant’anni,<br />
sempre per il solo tratto friulano, oltre alla concessione del tratto necessario di strada<br />
provinciale. La vicenda della tramvia rimarrà successivamente sospesa a causa delle<br />
vicende belliche, salvo riapparire nel settembre 1921: il 22 settembre il prefetto informa<br />
1316 PdF, n. 42 di martedì 11 febbraio 1913, pag. 1, Per il tram Portogruaro-Pordenone; ACPn, Atti del<br />
Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 250-252.<br />
Nei mesi successivi Carlo Policreti, esponendo i motivi della sua mancata candidatura al Parlamento, dichiarerà<br />
che l’on. Chiaradia ha la responsabil<strong>it</strong>à di perseguire l’isolamento ferroviario di Pordenone. Cfr.: P, nn. 258 di<br />
lunedì 20 ottobre 1913, pagg. 2 e 3, Collegio di Pordenone. L’avv. Policreti rifiuta la candidatura.<br />
La ferrovia San V<strong>it</strong>o al Tagliamento-Motta di Livenza-Portogruaro viene aperta all’esercizio nel corso del 1913:<br />
cfr. ASU-APU, busta 11, fascicolo s.n., Consiglio Provinciale di lunedì 10 agosto 1914. Conto morale<br />
dell’Amministrazione Provinciale di Udine per l’anno 1913, Udine, Tipografia Cooperativa, 1914, pag. 15.<br />
1317 ASU-APU, busta 709, fascicolo I 35 q, Linee automobilistiche, 3.1, 1913, Deputazione Provinciale di<br />
Udine, prot. n. 4455 del 22 luglio 1913. I sindaci firmatari, oltre a quello di Pordenone, sono quello di Fiume<br />
Veneto Polanzani, di Azzano Decimo L. Brunetta, di Chions G. Sbrojavacca, di Pravisdomini Frattina, di<br />
Cordenons S. Brascuglia e di Vallenoncello R. Cattaneo.<br />
1318 ASU-APU, busta 709, fascicolo I 35 q, Linee automobilistiche, 3.1, 1913, Deputazione Provinciale di<br />
Udine, prot. n. 5191 del 5 settembre 1913.<br />
1319 ASU-APU, busta 709, fascicolo I 35 q, Linee automobilistiche, 3.1, 1913, Deputazione Provinciale di<br />
Udine, prot. nn. 5456 del 21 giugno 1913, esib<strong>it</strong>o il 17 giugno (ma allega il numero 254 di venerdì 12 settembre<br />
1913 de PdF, e lo stesso numero di protocollo è databile in settembre), 5712 del 27 settembre 1913, 5807 del 2<br />
ottobre 1913, 5823 del 3 ottobre 1913, 6329 del 25 ottobre 1913, 6523 del 9 novembre 1913 e 6673 s.d., ma<br />
successivo al 22 dicembre 1913; P, nn. 310 di venerdì 19 ottobre 1913, pag. 1, Per la tramvia Pordenone-<br />
Portogruaro e 311 di sabato 20 dicembre 1913, pag. 1, Per la tramvia Portogruaro-Azzano X-Pordenone.<br />
392
la Deputazione Provinciale di Udine di una riunione di industriali e proprietari, tenutasi<br />
a Pordenone per iniziativa del sottoprefetto, che in tal sede escog<strong>it</strong>arono vari<br />
provvedimenti, idonei a lenire la disoccupazione. Tra questi, di sommo beneficio e<br />
d’immediato giovamento rilevansi la ricostruzione del ponte sul Meduna, che presenta seri<br />
pericoli per la incolum<strong>it</strong>à pubblica, e l’impianto del tram Pordenone-Portogruaro. Il<br />
presidente della deputazione, sollec<strong>it</strong>ato dal prefetto a riprendere la pratica relativa alla<br />
tramvia, gli risponde facendone la storia e rilevando come dal comune di Pordenone non<br />
siano più venuti riscontri in mer<strong>it</strong>o dopo la deliberazione provinciale del 1914: è da parte<br />
del comune di Pordenone che deve ripartire l’iniziativa, in quanto la Deputazione<br />
Provinciale non vi ha mai avuto parte alcuna. 1320<br />
Anche in questo caso le proposte di raccordo ferroviario verso sud subiscono la<br />
concorrenza dei privati presenti nella maggioranza moderata al comune di Pordenone:<br />
nel febbraio 1913 si è tenuta l’assemblea della società Servizi Automobilistici, per<br />
deliberare il bilancio e l’estensione del servizio alle nuove linee Maniago-Spilimbergo e<br />
Pordenone-Oderzo. Presiede la riunione il conte Umberto Cattaneo, mentre il gerente è<br />
Pietro Puppin. Ed - ovviamente - in aprile la Giunta comunale delibera di proporre al<br />
consiglio di dare un sussidio al nuovo servizio automobilistico da Pordenone per Oderzo,<br />
che verrà presto attivato. In luglio l’annuncio che sta per prendere avvio una nuova linea<br />
automobilistica da Pordenone ad Oderzo, che dovrebbe finalmente collegare quei paesi,<br />
come Prata, che ora sono isolati dal capoluogo, è colto pos<strong>it</strong>ivamente anche dai socialisti.<br />
L’Amministrazione Provinciale delibera già quell’anno un sussidio di 70 lire a chilometro<br />
per cinque anni per l’impianto e l’esercizio della linea automobilistica Pordenone-<br />
Oderzo. 1321<br />
Il Consiglio Provinciale di Udine, nella seduta del 22 dicembre 1913, delibera<br />
all’unanim<strong>it</strong>à di accogliere la proposta della deputazione di nominare una commissione<br />
speciale di sei consiglieri che, un<strong>it</strong>amente alla stessa deputazione, studii il problema<br />
delle tramvie e ferrovie secondarie della provincia. Della commissione entrano a far parte<br />
il pordenonese Riccardo Etro e, per i socialisti, Ernesto Piemonte; lo studio viene affidato<br />
al conte Andrea Caratti per la parte economica, all’ing. cav. U. Granzotto ed all’ingegnere<br />
capo provinciale G.B. Cantarutti per la parte tecnica e, per quella finanziaria, al clericale<br />
avv. Candolini (che nel dopoguerra sarà il presidente della Deputazione Provinciale eletta<br />
nell’autunno 1920) ed a Piemonte. Principio ispiratore del lavoro della commissione è che<br />
del problema ferroviario stanno occupandosi tutte o quasi tutte le provincie dell’Alta Italia e<br />
dell’Italia centrale cercando con mezzi anche diversi di raggiungere l’unico intento che è<br />
quello di fornire nel più breve tempo possibile i rispettivi terr<strong>it</strong>ori di una rete di tramvie e<br />
ferrovie secondarie che valga non solo ad allacciare i vari centri di produzione fra loro, ma<br />
allacciarli altresì alle ferrovie principali esistenti ed al capo provincia. Anche lo Stato con<br />
opportune e recenti leggi cerca di favorire lo sviluppo di queste reti ferroviarie, accordando<br />
all’industria privata o a consorzi di comuni e provincie che si fanno concessionari delle<br />
medesime, forti sussidi e talvolta tali da equivalere all’intero valore di costruzione e del<br />
relativo materiale mobile.<br />
Lo sviluppo della rete ferroviaria minore viene ricondotto da Caratti alle esigenze<br />
di cresc<strong>it</strong>a della produzione industriale ed agricola, che ne risulta valorizzata nello sforzo<br />
di intensificare la produttiv<strong>it</strong>à per un<strong>it</strong>à di terreno ed estenderla grazie alle bonifiche.<br />
L’accresciuta produzione dovrà finanziare il sistema ferroviario grazie all’aumento della<br />
sovraimposta sui terreni e fabbricati che cost<strong>it</strong>uisce la fonte di risorse per l’ente<br />
provinciale. Le ferrovie fanno parte di un pacchetto cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla sistemazione di corsi<br />
d’acqua, dal rimboschimento montano e dall’istruzione professionale: il loro comp<strong>it</strong>o<br />
specifico è favorire la mobil<strong>it</strong>à di prodotti che finora sono stati consumati nel luogo di<br />
produzione. Rete secondaria che deve riconnettersi a quella di competenza statale, che<br />
grazie alle nuove realizzazioni appare ben dimensionata: sono previste nuove linee da<br />
Villasantina in Carnia fino al Cadore; la pedemontana Sacile-Pinzano, che si connetterà<br />
alla esistente linea Portogruaro-Casarsa-Gemona e sarà poi completata dal collegamento<br />
(pure a carico dello Stato) da Udine a Maiano; infine la Cividale-Canale per raccordarsi<br />
nell’alto Isonzo con la nuova linea ferroviaria austriaca che unisce Trieste alla Carinzia.<br />
Tutto il terr<strong>it</strong>orio dev’essere serv<strong>it</strong>o intensamente dalla rete ferroviaria, non<br />
superando mai i 9 chilometri dai centri ab<strong>it</strong>ati in pianura e fornendo collegamenti a tutti<br />
1320 ASU-APU, busta 709, fascicolo I 35 q, Linee automobilistiche, 3.5, 1921, Deputazione Provinciale di<br />
Udine, prot. nn. 2603 del 20 aprile 1914, 3639 del 13 giugno 1914 e 10939 del 26 settembre 1921.<br />
1321 PdF, n. 48 di lunedì 17 febbraio 1913, pag. 1, L’assemblea della Società Servizi Automobilistici; P, n.<br />
101 di lunedì 28 aprile 1913, pag. 2, Nuovo servizio automobilistico; LF, n. 458 del 12 luglio 1913, pag. 2,<br />
Servizio automobilistico; ASU-APU, busta 11, fascicolo s.n., Consiglio Provinciale di lunedì 10 agosto 1914,<br />
schemi di delibera allegati, Conto morale dell’Amministrazione Provinciale di Udine per l’anno 1913, Udine,<br />
Tipografia Cooperativa, 1914, pag. 16.<br />
393
i centri di fondovalle a servizio dell’area montana. Fra tante preoccupazioni di redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à<br />
economica, ne va segnalata una che rappresenta un’inconsapevole premonizione dei<br />
tanti disastri prodotti dall’ancora imprevisto sviluppo del mezzo di trasporto privato su<br />
gomma: Altro notevole beneficio delle reti ferroviarie e tramviarie sarebbe quello di<br />
diminuire il trans<strong>it</strong>o alle strade carrettiere pubbliche, la di cui manutenzione si fa sempre<br />
più costosa e difficile. Le linee da costruire grazie al sussidio provinciale saranno 16, per<br />
un totale di 253 chilometri: fra esse la Pordenone-Portobuffolè (tratto friulano della<br />
Pordenone-Oderzo, che si prevede passi per Vallenoncello e Prata) per 16 km.; la<br />
Pordenone-Aviano per altrettanti, con un andamento curvilineo che vede la linea dirigersi<br />
inizialmente a nord-est per raggiungere Cordenons, per poi curvare a nord-ovest<br />
attraversando San Quirino per arrivare finalmente ad Aviano); la Pordenone-Azzano<br />
Decimo-Villotta (tratto friulano della Pordenone-Portogruaro, che si prevede attraversi<br />
nel tratto iniziale anche Fiume) per 18 km.; la Varmo-Cordovado per 14 km. e la<br />
Spilimbergo-Cavasso Nuovo (che dovrebbe ricollegarsi alle due ferrovie statali<br />
pedemontana a Casarsa-Pinzano) per 17 km. Le linee che dovranno essere costru<strong>it</strong>e<br />
dallo Stato contano altri 130 km., mentre altri 88 riguardano linee sussidiate dalla<br />
Provincia che ancora devono entrare in funzione.<br />
Sul piano tecnico si opta per la costruzione di ferrovie economiche, con<br />
armamento leggero ma a scartamento ordinario, sia perché generalmente le strade<br />
friulane non offrono la larghezza prevista per impiantarvi le tramvie (occorrono 7,10<br />
metri di carreggiata complessiva, mentre le strade variano da 4 a 6 metri), sia per<br />
risolvere il problema del collegamento con le ferrovie statali. Si ipotizza la possibile<br />
gestione diretta del servizio da parte dell’Amministrazione Provinciale e, solo in<br />
subordine per questione di razional<strong>it</strong>à, di consorzi di comuni; per l’area pordenonese si<br />
sottolinea come, rilevato che le linee che fanno capo a Pordenone percorrono per tratti<br />
notevoli il terr<strong>it</strong>orio della Provincia di Venezia; sarà quindi opportuna per quelle linee<br />
un’intesa con quella Amministrazione onde esaminare la convenienza di un Consorzio<br />
interprovinciale, e nel caso che ciò non convenga o non riesca, esaminare se convenga<br />
ugualmente l’esercizio diretto tenendo conto che a Pordenone fa anche capo l’altra linea per<br />
Cordenons ed Aviano. Nella riunione del consiglio dell’11 maggio 1914 viene approvato il<br />
piano regolatore per l’attuazione delle tramvie e ferrovie secondarie della provincia di<br />
Udine, stabilendo i sussidi nella misura di 100 lire a chilometro per la progettazione<br />
sulla base della quale chiedere il sussidio allo stato, e di cifre variabili da corrispondersi<br />
per cinquant’anni per la costruzione ed esercizio. Le linee con le maggiori difficoltà di<br />
costruzione otterranno 420 lire/km. (fra esse è compresa la Varmo-Cordovado che pur<br />
essendo in pianura prevede il superamento del Tagliamento), quelle intermedie come la<br />
Spilimbergo-Cavasso Nuovo e la Pordenone-Aviano 370 e quelle di pianura come la<br />
Pordenone-Portobuffolé e la Pordenone-Azzano Decimo 320. 1322<br />
Giovedì 29 gennaio 1914 si discute la proposta di cost<strong>it</strong>uire un consorzio fra i<br />
comuni interessati alla costruzione di una linea ferroviaria Oderzo-Pordenone-Aviano-<br />
Montereale (si tratta di Oderzo, Mansuè, Portobuffolè, Prata, Pasiano, Vallenoncello,<br />
Pordenone, Cordenons, Aviano e Montereale Cellina) . Si sono preliminarmente svolte<br />
una riunione a Pasiano - dove si è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un com<strong>it</strong>ato ed approvato il tracciato<br />
predisposto dall’ing. Saccomani - ed una seconda a Pordenone il 26 dicembre 1913, in<br />
cui si è concordata la delibera tipo (uguale per tutti i comuni, escluso Cordenons ove vi è<br />
una postilla). Secondo il sindaco il ministero è favorevole alla linea, anche se vi sono<br />
difficoltà finanziarie. Nella delibera cost<strong>it</strong>utiva si incarica quindi il sig. Andrea Cottica di<br />
proseguire le pratiche già iniziate per raccogliere i cap<strong>it</strong>ali necessari. All’unanim<strong>it</strong>à viene<br />
votata la delibera e designato il sindaco a rappresentare il comune. Uguale votazione<br />
avviene per l’adesione al consorzio con i comuni di Azzano Decimo e Portogruaro, per<br />
l’attivazione della linea tramviaria Portogruaro-Pordenone: anche in questo caso il<br />
rappresentante designato è il sindaco. 1323<br />
La Provincia concede il sussidio per la tramvia Portogruaro-Pordenone e verso la<br />
fine del 1914 iniziano i lavori di costruzione della ferrovia Pedemontana da Maiano a<br />
Sacile, che attraversa le grosse borgate di Polcenigo, Aviano, Fanna e Maniago.<br />
Contemporaneamente viene avviata la Udine-Maiano. 1324<br />
1322 ASU-APU, busta 11, fascicolo 2, 1914, Consiglio Provinciale di lunedì 11 maggio 1914, prot. n. 2602,<br />
schemi di delibera allegati n. 31, oggetto 20: Provvedimenti per l’attuazione di una rete di tramvie e ferrovie<br />
secondarie nella Provincia di Udine, con allegata cartina in scala 1:420.000.<br />
1323 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 295-297.<br />
1324 ASU-APU, busta 12, fascicolo 1, 1915, Consiglio Provinciale di lunedì 9 agosto 1915, schemi di delibera<br />
allegati, Conto morale dell’Amministrazione Provinciale di Udine per l’anno 1914, Udine, Tipografia<br />
Cooperativa, 1915, pagg. 15 e 16.<br />
394
A Pordenone, nel dicembre 1914 i socialisti convengono con il giornale radicale<br />
Democrazia sull’importanza dell’allacciamento ferroviario con Aviano, specialmente ove si<br />
realizzi il progetto della sospirata Pedemontana. Ci rendiamo conto della grav<strong>it</strong>à del<br />
problema e della necess<strong>it</strong>à di attuarlo. Si tratta del primo comp<strong>it</strong>o della nuova<br />
Amministrazione Comunale da eleggere, che dovrà accordarsi con quella di Aviano. Una<br />
settimana dopo la questione viene ripresa, poiché sempre più va diffondendosi la<br />
coscienza del grave danno che Pordenone può subire se, fatta la Pedemontana non avrà un<br />
congiungimento colla montagna. Ad ev<strong>it</strong>are i gravi guai conviene agire. Non basta gridare,<br />
occorre operare. Per venire a qualche cosa di concreto sappiamo che il compagno Ellero<br />
quale consigliere provinciale ha avanzate pratiche coll’egregio Commissario Prefettizio del<br />
Municipio di Pordenone per una convocazione sollec<strong>it</strong>a di tutte le autor<strong>it</strong>à interessate alla<br />
risoluzione del problema onde esaminare la cosa e provvedere come meglio è possibile.<br />
Speriamo che non sia troppo tardi. Il commissario prefettizio indice una numerosa<br />
riunione di personal<strong>it</strong>à del distretto in municipio per il 2 gennaio 1915: fra esse i<br />
consiglieri provinciali Giuseppe Ellero, E. Cossetti F. Marsiglio e Carlo Klefisch, numerosi<br />
sindaci del Pordenonese, fra cui quello di Vallenoncello conte cav. Riccardo Cattaneo, e<br />
quello di Portobuffolé nell’Op<strong>it</strong>ergino; è presente anche il direttore della Tess<strong>it</strong>ura di<br />
Rorai Zannini. Alla fine della riunione, che è introdotta dall’avv. Querini e dal<br />
commissario prefettizio di Pordenone rag. Paolo Niggi, si approva il seguente ordine del<br />
giorno: “L’assemblea compresa della necess<strong>it</strong>à di procedere ad un rapido allacciamento<br />
ferroviario di Pordenone-Aviano da una parte ed Oderzo dall’altra; tenuta presente la<br />
relazione dei precedenti della questione fatta dal rappresentante di Pordenone ed i relativi<br />
allegati con l’adesione dei rappresentanti dei comuni di Pordenone-Aviano ed Oderzo, fa<br />
voti: perché detti comuni si cost<strong>it</strong>uiscano al più presto in concorzio per redigere il progetto<br />
della linea Aviano-Pordenone-Oderzo secondo il tracciato che potrà più facilmente ottenere<br />
l’approvazione degli organi dello stato tenendo conto dei leg<strong>it</strong>timi interessi locali e quindi<br />
chiedere ed ottenere la concessione della ferrovia.” Nel febbraio 1915 inizieranno i lavori<br />
della costruzione della ferrovia Pedemontana nell’area del Sacilese, creando una grande<br />
affluenza di operai desiderosi di essere assunti. 1325<br />
Tornati a governare il comune i radicali, nel Consiglio Comunale del 3 maggio<br />
1915 (l’ultimo prima dell’entrata dell’Italia in guerra) il consigliere clericale Tamai chiede<br />
cosa intenda fare la Giunta per la ferrovia Pordenone-Aviano, che cost<strong>it</strong>uisce un problema<br />
di v<strong>it</strong>ale importanza specialmente per la classe dei commercianti. Il sindaco Policreti<br />
comunica di aver avuto un incontro con l’Ispettore Generale del Ministero dell’Interno<br />
interessato alla realizzazione delle opere pubbliche per dar lavoro ai disoccupati, alla<br />
presenza del deputato del collegio on. Chiaradia. Ma si è verificato che non si possono<br />
ev<strong>it</strong>are le lunghe pratiche per la progettazione della ferrovia e l’individuazione della<br />
società di gestione. E’ stato incaricato il progettista ing. Mosè Schiavi, che ha rilevato<br />
come sia improponibile il solo tratto Pordenone-Aviano, in quanto nessuna società<br />
assumerebbe la gestione di una tratta così breve: è necessario lavorare per la<br />
realizzazione di tutta la ferrovia Aviano-Oderzo, visto che la lunghezza di una<br />
cinquantina di chilometri dovrebbe permettere di meglio compensare le spese di<br />
costruzione e manutenzione. L’ing. Schiavi è stato quindi incaricato di progettare l’intera<br />
linea e, grazie ad uno spostamento ad ovest, si pensa di riuscire a coinvolgere anche il<br />
comune di Portobuffolè. Si sost<strong>it</strong>uisce l’avv. Antonio Querini come rappresentante nei<br />
due consorzi per la ferrovia Aviano-Pordenone-Oderzo e la tramvia Pordenone-<br />
Portogruaro, rispettivamente con Policreti e con Barzan Luigi. 1326<br />
Il comune di Pordenone, capofila del cost<strong>it</strong>uendo consorzio per la costruzione e<br />
l’esercizio della ferrovia da Pordenone ad Aviano, presenta il 26 febbraio 1916 richiesta<br />
di un sussidio chilometrico cinquantennale all’Amministrazione Provinciale, presentando<br />
lo studio di massima redatto dall’ing. Mosè Schiavi di Udine, approvato nella seduta del<br />
Consiglio Provinciale del 3 aprile 1916. La richiesta prevede anche che il sussidio venga<br />
erogato per i singoli tronchi che verranno progressivamente realizzati: su questo<br />
particolare aspetto relaziona al successivo Consiglio Provinciale del 20 marzo 1916 il<br />
deputato provinciale E. Cossetti. Secondo il progetto la ferrovia, partendo dalla stazione<br />
di Pordenone, attraversa la strada provinciale Maestra d’Italia, corre parallela alla strada<br />
Pordenone-Maniago fino alla local<strong>it</strong>à Comina, segue poi parallelamente la strada per<br />
1325 LF, n. 535 del 12 dicembre 1914, pag. 2, Un grave problema, 536 del 19 dicembre 1914, pag. 2, Contro il<br />
nostro isolamento, 537 del 265 dicembre 1914, pag. 2, Per la Oderzo-Pordenone-Aviano e LF, n. 538 del 9<br />
gennaio 1915, pag. 2, Pro Oderzo-Pordenone-Aviano; P, nn. 3 di lunedì 4 gennaio 1915, pag. 1, Per la linea<br />
Aviano-Oderzo e 32 di sabato 6 febbraio 1915, pag. 1, I lavori della Pedemontana. Per disciplinare<br />
l’impiego della mano d’opera.<br />
1326 ACPn, Deliberazioni Consiglio 1915, seduta del 3 maggio 1915, Oggetto 12°, Interpellanza del Consigliere<br />
Sig. Tamai relativa al congiungimento ferr.° Pordenone-Aviano e Oggetto 13°, Nomina dei Rappresentanti<br />
del Comune per la linea ferrov. Aviano-Pordenone-Oderzo e per la tramvia Pordenone-Portogruaro.<br />
395
Roveredo e per Aviano e si allaccia in quella stazione alla linea in costruzione da Sacile a<br />
Pinzano. Il tratto sarà di 14 chilometri a scartamento ordinario e prevede le fermate<br />
intermedie della Comina, della stazione di Roveredo in Piano e del Campo di Aviano (ben<br />
due sono in relazione con i campi di aviazione mil<strong>it</strong>ari). Con la costruzione di questo tratto<br />
di linea non verrà compromessa la possibil<strong>it</strong>à della congiungente di Pordenone con<br />
Cordenons che rappresenterebbe il complemento della linea di carattere del tutto speciale in<br />
quanto cost<strong>it</strong>uirebbe un vero raccordo ferroviario per tutti gli stabilimenti di Pordenone,<br />
Torre, Cordenons, tronco che ha delle esigenze di costruzione e di esercizio del tutto<br />
speciali. Se ne era già discusso nella seduta dell’11 maggio 1914 in sede di approvazione<br />
del piano per le ferrovie secondarie della provincia, ove era stato proposto il tracciato<br />
Pordenone-Aviano in alternativa a quello Pordenone-Cordenons-San Quirino-Aviano,<br />
corrispondendo le due proposte alle diverse esigenze, sia di collegamento con la zona<br />
industriale pordenonese, sia di realizzazione di un tratto concep<strong>it</strong>o come il naturale<br />
prolungamento fra il tronco da costruire da Oderzo a Pordenone e la Pedemontana. Si<br />
afferma come l’attuazione del programma delle ferrovie secondarie in Friuli, deliberato dal<br />
Consiglio Provinciale, si inizii con una linea importante che – come bene ebbe ad affermare il<br />
Sindaco di Pordenone – “rappresenta la strada maestra congiungente tutti i paesi e le<br />
popolazioni di vasta zona pedemontana e montana (raccolti dalla nuova ferrovia Pinzano-<br />
Sacile), i cui interessi di qualsiasi genere sono legati a Pordenone.” Nel dibatt<strong>it</strong>o consiliare<br />
del 3 aprile 1916 Klefisch e Cossetti auspicano che questo tronco ferroviario faccia parte<br />
di un più generale progetto che preveda di collegare Pordenone anche con Oderzo e<br />
Portogruaro. La delibera provinciale viene successivamente modificata il 18 giugno 1917<br />
dal Consiglio Provinciale, in quanto originariamente prevedeva l’esercizio da parte dello<br />
stato che aveva iniziata la costruzione per ragioni mil<strong>it</strong>ari del primo tratto fino<br />
all’aereoporto della Comina, mentre il progettista fa notare come sia ipotizzabile che il<br />
consorzio ricorra all’industria privata per la costruzione ed esercizio della ferrovia. 1327<br />
Il 1° maggio 1916 si approva la convenzione con l’amministrazione mil<strong>it</strong>are per la<br />
realizzazione di un primo tronco ferroviario da Pordenone al campo di aviazione della<br />
Comina. Il sindaco in tale occasione fa la storia dei precedenti di questo progetto. L’idea<br />
sorge già con l’unione all’Italia, ipotizzando una ferrovia che giunga fino a Maniago. Ma è<br />
il 31 gennaio 1885 che in una pubblica riunione si proclama ufficialmente questa<br />
necess<strong>it</strong>à. V<strong>it</strong>ale problema inquantoché la nostra c<strong>it</strong>tà, la quale deve la sua importanza<br />
economica alle sue industria e alla sua posizione che la fa centro di un notevole movimento<br />
commerciale, non poteva dirsi paga della sola linea ferroviaria esistente da oltre mezzo<br />
secolo, né rassegnarsi al fatto di altre linee sorte all’intorno o al maturarsi al altri progetti<br />
che la escludevano. Intanto diventava un fatto compiuto la Portogruaro-Casarsa-Spilimbergo<br />
e parlavasi di una linea che staccandosi da Sacile e seguendo il pedemontano mettesse capo<br />
a Udine. Passa inutilmente un ventennio senza altre iniziative, fino al 18 febbraio 1905<br />
quando le rappresentanze della zona interessata riprendono la proposta. L’anno<br />
successivo il comune di Udine fa elaborare il progetto della tramvia pedemontana, cui<br />
Pordenone risponde convocando le rappresentanze dei comuni interessati a realizzare il<br />
tronco Pordenone-Aviano. Ma per esigenze mil<strong>it</strong>ari il progetto di tramvia viene convert<strong>it</strong>o<br />
in ferrovia, ora in costruzione. Ma nel frattempo, sempre per ragioni mil<strong>it</strong>ari, si realizza<br />
improvvisamente la Motta di Livenza-San V<strong>it</strong>o al Tagliamento e l’isolamento di Pordenone<br />
diventa completo, a causa di quello che viene r<strong>it</strong>enuto un errore ed un’ingiustizia,<br />
quando gli stessi traffici avrebbero potuto passare per la Oderzo-Pordenone. Ma nel<br />
frattempo l’Amministrazione Comunale di Pordenone aveva pensato nel 1911 alla<br />
conversione del progetto della Pordenone-Aviano da tramvia a ferrovia. Si ricordano le<br />
adunanze del 16 e 26 dicembre 1913, del 5 gennaio 1914 e del 2 e 5 gennaio 1915 in cui<br />
si era rafforzata la richiesta di un tronco complessivo da Oderzo ad Aviano. La guerra<br />
sospende tutti i progetti, ma le esigenze della guerra fecero sorgere la convenienza per<br />
parte dell’Amministrazione Mil<strong>it</strong>are di rendere più sped<strong>it</strong>i ed agevoli i trasporti di materiale<br />
dalla stazione ferroviaria di Pordenone al campo di aviazione della Comina, punto<br />
intermedio e necessariamente cadente nel percorso della vagheggiata Pordenone-Aviano. A<br />
questo punto i mil<strong>it</strong>ari iniziano le trattative con l’Amministrazione Comunale, allo scopo<br />
di ottenerne un contributo alle spese per l’opera, che rappresenta 3,3 dei 14 complessivi<br />
chilometri del tronco ferroviario. Il contributo offerto dal comune è di 40.000 lire, parte<br />
della spesa in realtà grava sul bilancio provinciale, grazie al sussidio chilometrico<br />
stanziato il 3 aprile 1916. Ellero, approvando l’opera, interviene più volte per chiedere<br />
1327 ASU-APU, b. 12, f. 2, 1916, Consiglio Provinciale di lunedì 3 aprile 1916, schemi di delibera allegati n. 10,<br />
oggetto 17: Sussidio della Provincia per la costruzione e l’esercizio di una linea ferroviaria Pordenone-Aviano; f.<br />
3, 1917, Consiglio Provinciale di lunedì 18 giugno 1917, schemi di delibera allegati n. 12, Oggetto 12:<br />
Comunicazione di deliberazione d’urgenza con la quale fu apportata una lieve modifica all’ordine del giorno<br />
votato dal Consiglio Provinciale in seduta 3 aprile 1916 circa il sussidio per la costruzione di una ferrovia da<br />
Pordenone ad Aviano e b.708, f. F 35 h, Pordenone-Aviano, 1.1, 1916 e 1.2, 1917.<br />
396
che vengano formalizzate garanzie in modo che l’amministrazione mil<strong>it</strong>are non possa<br />
eserc<strong>it</strong>are la gestione esclusiva della linea dopo la fine della guerra. 1328<br />
Nel periodo bellico, per mancanza di mano d’opera procedono a rilento le linee<br />
Maiano-Sacile e Maiano-Udine (tronchi della pedemontana) mentre si fanno pratiche per<br />
la Precenicco-Maiano-Gemona. 1329<br />
Il 24 febbraio 1917 il sindaco Policreti comunica al Consiglio Comunale di<br />
Pordenone che, tramontata la speranza che l’autor<strong>it</strong>à mil<strong>it</strong>are completi il tratto<br />
ferroviario dalla Comina fino ad Aviano, la Giunta ha promosso un convegno con l’on.<br />
Chiaradia, e si è deliberato di incaricare l’ing. Mosè Schiavi di progettare la prosecuzione<br />
dell’opera e di metterlo in contatto con l’ing. Saccomani progettista del tronco<br />
Pordenone-Oderzo, per ev<strong>it</strong>are che quella c<strong>it</strong>tà individui altri collegamenti ferroviari<br />
potenziali. Il 3 marzo 1917 si vota la delibera di cost<strong>it</strong>uzione del consorzio con i comuni<br />
di Aviano e Roveredo per la cost<strong>it</strong>uzione della ferrovia. 1330<br />
Il 18 giugno 1917 Cossetti relaziona al Consiglio Provinciale ricordando che il<br />
sindaco di Pordenone, come presidente del consorzio per la ferrovia Aviano-Pordenone-<br />
Oderzo il 10 maggio 1917 ha richiesto il sussidio della provincia per la costruzione ed<br />
esercizio del secondo tronco da Pordenone ad Oderzo, relativamente alla tratta che<br />
dovrebbe correre in provincia di Udine. La nuova ferrovia si staccherebbe dalla stazione<br />
di Pordenone, passando presso il Porto della Dogana di Vallenoncello, attraverserebbe il<br />
Meduna a Visinale di Pasiano, passerebbe ad est di Cecchini nello stesso comune e<br />
tornerebbe nuovamente sulla destra del Meduna in direzione di Portobuffolè entrando in<br />
provincia di Treviso; attraversato il Livenza sfiorerebbe Mansu per giungere nella<br />
stazione di Oderzo. La lunghezza totale della linea sarà di 26,800 chilometri, di cui 16 in<br />
terr<strong>it</strong>orio friulano. La linea riuscirà inoltre ancora più importante in conseguenza della<br />
costruzione della San Donà di Piave-Oderzo, già in concessione, la quale servirà a<br />
convogliare il traffico lagunare e dei canali di navigazione interna con Pordenone e coi paesi<br />
che mettono capo alla Pedemontana. Il relatore ricorda come nel piano votato nel 1914 sia<br />
già prevista la Pordenone-Portobuffolè, mentre è già stato deliberato il sussidio per il<br />
primo tronco da Pordenone ad Aviano, e propone il sussidio di 370 lire a chilometro per<br />
cinquant’anni (per Aviano se ne sono stanziate 320). 1331<br />
Il sindaco di Porcia ricorre il 27 giugno 1917 contro questa deliberazione<br />
provinciale. Il ricorso è motivato dalla lesione degli interessi del comune di Porcia nella<br />
realizzazione di quel tratto ferroviario. Nel ricorso si ricorda come il 2 gennaio 1915 il<br />
commissario prefettizio di Pordenone cav. Niggi avesse riun<strong>it</strong>o tutti i sindaci dei comuni<br />
interessati per studiare il problema delle comunicazioni tra la parte montuosa delle regione<br />
di Pordenone e la parte bassa della stessa e risolvere quindi nel modo migliore la questione<br />
della traversale Aviano-Pordenone-Oderzo (…) ma nella discussione segu<strong>it</strong>ane si manifestò<br />
sub<strong>it</strong>o l’esistenza di due correnti: una voleva che questa traversale si tenesse<br />
esclusivamente sulla sponda destra del Meduna, l’altra che stesse in gran parte sulla<br />
sinistra, pur concedendo che toccasse alcuni paesi al di qua di questo fiume. Su proposta<br />
dell’on. Chiaradia, venne accantonata in quell’occasione la discussione sul tracciato, da<br />
verificarsi successivamente in sede tecnica, e si procedette a decidere la cost<strong>it</strong>uzione del<br />
consorzio fra i tre soli comuni di Oderzo, Pordenone ed Aviano, aggregando<br />
successivamente i comuni interessati alla linea. Alla decisione si opposero solo i<br />
rappresentanti di Vallenoncello e Pasiano, ma successivamente – dopo essere stato<br />
escluso da ogni altra discussione – il comune di Porcia scoprì di essere stato tagliato<br />
fuori dal tracciato deciso. La scelta fatta viola i cr<strong>it</strong>eri di economic<strong>it</strong>à, garant<strong>it</strong>a dal<br />
percorso più breve: passando per Vallenoncello, Prata, Pasiano e Portobuffolè il percorso<br />
si allunga da 22 (quali sarebbero stati sulla riva destra) a 26 chilometri e ottocento metri.<br />
Il tracciato proposto inoltre necess<strong>it</strong>a di costose opere, come massicciate per<br />
sopraelevare i binari e vari ponti per attraversare ben due volte il Meduna. Si rileva<br />
incidentalmente che la scelta scartata di realizzare la ferrovia sulla riva destra avrebbe<br />
costretto a spostare il porto fluviale della Dogana di Pordenone dalla riva sinistra alla<br />
1328 ACPn, Deliberazioni Consiglio 1916, seduta del 1° maggio 1916, Oggetto unico, Convenzione con<br />
l’Amministrazione Mil<strong>it</strong>are per la costruzione di un tronco ferroviario da Pordenone alla Comina (1a<br />
lettura).<br />
1329 ASU-APU, busta 12, fascicolo 2, 1916, Consiglio Provinciale di lunedì 27 novermbre 1916, schemi di<br />
delibera allegati, Conto morale dell’Amministrazione Provinciale di Udine per l’anno 1915, Udine, Tipografia<br />
Cooperativa, 1916, pag. 16.<br />
1330 ACPn, Deliberazioni Consiglio 1917, seduta del 24 febbraio 1917, Oggetto 1°, Comunicazioni del Sindaco<br />
e seduta del 3 marzo 1917, Oggetto unico, Cost<strong>it</strong>uzione in Consorzio di Pordenone con altri Comuni per la<br />
ferrovia Aviano-Pordenone e suo eventuale prolungamento.<br />
1331 ASU-APU, busta 12, fascicolo 3, 1917, Consiglio Provinciale di lunedì 18 giugno 1917, schemi di delibera<br />
allegati n. 23, Oggetto 23: Sussidio della Provincia per la costruzione ed esercizio del tronco Pordenone-Oderzo<br />
della linea ferroviaria Aviano-Pordenone-Oderzo.<br />
397
destra, ma ciò non sarebbe gravoso secondo il sindaco di Porcia, poiché il fiume bagna<br />
anche il suo comune, dove ci sono ancora le tracce della più antica dogana, mentre al<br />
contrario si nota che il percorso in linea sinistra bloccherebbe lo sviluppo ferroviario di<br />
Pordenone, ostacolandolo con l’attraversamento del fiume (mentre proveniendo da Porcia<br />
non ci sarebbe questo inconveniente). Il comune di Pordenone informa il 1° luglio 1917<br />
la Deputazione Provinciale di aver incaricato delle controdeduzioni, al posto del<br />
compianto ing. Schiavi, l’ing. Valentino Magnani, anch’egli udinese: è l’ultimo atto della<br />
vicenda, che viene travolta insieme a tutto il Friuli dall’invasione austrotedesca di<br />
Caporetto in ottobre. Se ne riparlerà dopo la guerra. 1332<br />
4.4.12 - Il secondo congresso socialista collegiale.<br />
Il 28 dicembre 1913 si tiene ad Udine, promosso dalla Società Operaia, dalla<br />
Camera del Lavoro e dal Circolo Socialista, un comizio provinciale contro la<br />
disoccupazione. Fra gli altri, danno l’adesione numerose Società Operaie (fra le quali, dal<br />
Friuli occidentale, quelle di Lestans, Caneva di Sacile, V<strong>it</strong>o d’Asio, San V<strong>it</strong>o al<br />
Tagliamento, Aviano, Fanna, Anduins, Chievolis, Arba, Tramonti di Sopra e Pordenone),<br />
sezioni del Segretariato dell’Emigrazione ed Edili (nessuna dal Friuli occidentale) e circoli<br />
socialisti (fra i quali Pordenone e la Federazione Collegiale dello Spilimberghese).<br />
Aderiscono inoltre il Forno Cooperativo di Consumo di Pinzano al Tagliamento, il cui<br />
intervento viene pubblicato da Il Lavoratore Friulano, la Cooperativa di Consumo di Arba<br />
ed il Magazzino Cooperativo di Torre. Cosattini incentra il suo discorso sul fatto che,<br />
all’aggravarsi della disoccupazione, Occorre susc<strong>it</strong>are le energie locali, dar v<strong>it</strong>a alle<br />
industrie ed ai commerci latenti, redimere tanta parte del nostro paese (...) Questa è una<br />
guerra santa contro le vergogne del nostro paese in cui è lasciato. (Applausi vivissimi). Allora<br />
la disoccupazione potrà trovare un vigoroso correttivo. Dire che è un fenomeno generale non<br />
spiega nulla. Ma questa pol<strong>it</strong>ica fu trascurata per la megalomania imperialistica e per il vano<br />
sogno d’una grandezza mil<strong>it</strong>are. Ecco allora il problema che ci preoccupa trovare una delle<br />
sue cause più vigorose nella impresa libica in cui venne travolto il nostro paese. L’impresa<br />
libica non ha solo prosciugato le energie del paese ma, attraverso l’estensione del deb<strong>it</strong>o<br />
pubblico, continua a drenarne le risorse. 1333<br />
A Feletto Umberto i socialisti organizzano una festa per il r<strong>it</strong>orno dei reduci dalla<br />
Libia, che si trasforma in una grande manifestazione contro la guerra. Prima del comizio<br />
si forma un affollato corteo, guidato dalle bandiere dei circoli socialisti di Udine e Feletto<br />
Umberto, che attraversa le vie del paese al canto di inni rivoluzionari. Nella sala Apollo<br />
parla Cosattini. Allorché il compagno nostro si avvicina al tavolo–tribuna nella sala scoppia<br />
un formidabile “abbasso la guerra!”. Di fronte all’oratore seggono i nostri reduci. Cosattini<br />
pronuncia un forte discorso contro la guerra. Vi fu una coscienza alquanto piccola che si<br />
sentì punta e turbata all’accenno “Voi, o reduci, sentiste immediatamente nella vostra<br />
coscienza, che il vostro posto era fra i lavoratori, fra i socialisti, e non fra i sol<strong>it</strong>i banchetti<br />
patriottardi che imbastiscono i sindaci e le sol<strong>it</strong>e giunte, perché sentivate che soltanto noi<br />
difendemmo sempre, e strenuamente, quelle che sono le ragioni supreme della civiltà e del<br />
progresso e quelli che sono i veri e santi interessi delle classi operaie”. Ma delle coscienze<br />
piccine non vale la pena di occuparci! Applausi fragorosi interruppero spesso l’oratore, ma<br />
l’orazione divenne addir<strong>it</strong>tura entusiastica allorché il nostro compagno ricordò che “un<br />
tempo si credeva che il soldato servisse solo alla difesa della patria. Oggi invece tutti devono<br />
ammettere che è più così. In Libia abbiamo conquistata e vilipesa quella altrui e le autor<strong>it</strong>à<br />
mil<strong>it</strong>ari sono giunte persino a far compiere ai nostri fratelli il mestiere da boia.” Un grido<br />
acutissimo coprì queste ultime parole, imprecante all’obbrobrio degli usi locali. A questa<br />
notizia i gen<strong>it</strong>ori presenti pensavano con raccapriccio fino a quali lim<strong>it</strong>i giungesse il<br />
servizio… mil<strong>it</strong>are dei loro figli in Libia. Fin<strong>it</strong>o il comizio fu offerta una bicchierata ai reduci.<br />
(…) Ci ha addolorati l’assenza del reduce Morcobello che non ha potuto partecipare ai<br />
festeggiamenti costretto a rimanere a letto per grave malattia. (…)<br />
La manifestazione era stata convocata con il seguente manifesto firmato dalla<br />
Commissione Esecutiva della sezione socialista: Lavoratori! Domenica 28 corr. la<br />
popolazione di Feletto Umberto festeggia i reduci dell’Africa nemica. Non si tratta di una<br />
delle sol<strong>it</strong>e feste patriottarde a base di montatura dell’opinione pubblica. Noi intendiamo<br />
ricordare mestamente i caduti per una causa che mentisce i supremi principi della libertà e<br />
della nazional<strong>it</strong>à dei popoli e salutare i nostri figli ed i nostri fratelli che dopo aver<br />
stoicamente compiuto il dovere loro imposto r<strong>it</strong>ornarono al paese natio. Noi intendiamo<br />
augurare loro e a noi stessi di non esser più costretti nell’avvenire a vedere il nostro paese<br />
trascinato in una guerra coloniale gran produttrice di dolori, di miserie e di disoccupazione.<br />
1332 ASU-APU, busta 708, fascicolo F 35 h, Pordenone-Aviano, 1.2, 1917.<br />
1333 LF, n. 486, del 4 gennaio 1914, pag. 1, Il Comizio Provinciale contro la disoccupazione tenuto il 28<br />
Dicembre 1913 al Teatro Minerva in Udine. Il settimanale esce di domenica.<br />
398
La manifestazione di Feletto viene add<strong>it</strong>ata all’attenzione di tutti i compagni del Friuli. Ed<br />
auguriamo che l’esempio abbia in breve numerosi im<strong>it</strong>atori. Sintomatico il cambiamento<br />
verificatosi in breve tempo nell’opinione pubblica. Più sintomatico ancora il completo<br />
silenzio di tutti i giornali della c<strong>it</strong>tà. Non un cenno, non una parola… mentre si pubblicano<br />
delle sconclusionate pappardelle per ogni campanello che suona in onore di chi r<strong>it</strong>orna<br />
dall’Affrica…incivil<strong>it</strong>a a suon di cannoni e di forche. 1334<br />
Il secondo congresso collegiale socialista del Pordenonese è convocato dapprima<br />
per domenica 4 gennaio 1914, alle ore 14 nel salone dell’ex Cine Roma, ma viene poi<br />
spostato alla domenica successiva nella sala dello studio di Ellero, in Via V<strong>it</strong>torio<br />
Emanuele, 18. Ordine del giorno: comunicazioni e rendiconto sulla passata lotta pol<strong>it</strong>ica;<br />
organizzazione del part<strong>it</strong>o; propaganda e diffusione stampa; emigrazione; future lotte<br />
amministrative 1914. Lo spostamento viene motivato con il maltempo che aveva reso<br />
impraticabili le strade, e con l’indisponibil<strong>it</strong>à di una sala, poiché sono tutte occupate per<br />
il ballo. Ellero continua la propaganda socialista anche dopo la fine della campagna<br />
elettorale: l’ultima domenica del 1913 parla a Sarone e Stevenà di Caneva ed in quei<br />
giorni interviene anche a Porcia, Ghirano, Prata, Fontanafredda, Vigonovo, Polcenigo e S.<br />
Giovanni. 1335<br />
Intanto a Porcia si svolgono le elezioni comunali con le vecchie liste elettorali,<br />
nelle quali sono iscr<strong>it</strong>ti solo 304 elettori. Socialisti e democratici, viste le dimissioni<br />
dell’amministrazione dopo la grande maggioranza pol<strong>it</strong>ica riportata da Ellero, decidono di<br />
astenersi in attesa delle elezioni dell’anno successivo, ed infatti votano solo 35<br />
elettori. 1336<br />
Al congresso collegiale partecipano un centinaio di compagni provenienti persino<br />
dai luoghi più lontani, che eleggono a presidente Ernesto Piemonte, chiamato a tenere la<br />
relazione sull’emigrazione. Per primo parla Degan a nome del com<strong>it</strong>ato che ha gest<strong>it</strong>o le<br />
elezioni pol<strong>it</strong>iche, che rileva le difficoltà che il Com<strong>it</strong>ato incontrò nell’applicazione del suo<br />
comp<strong>it</strong>o in causa di una deficiente organizzazione del part<strong>it</strong>o e della scarsa cooperazione da<br />
parte di alcuni compagni di certe local<strong>it</strong>à e ne trae la conclusione che sia necessario<br />
organizzare le sezioni del Psi in ogni local<strong>it</strong>à; dopo di lui Fornasotto commenta quella che<br />
è stata un’imprevista sconf<strong>it</strong>ta materiale e v<strong>it</strong>toria morale per chi come i socialisti del<br />
collegio pensava di poter aspirare solo ad una modesta affermazione, loda il grande lavoro<br />
svolto da Ellero e rileva la necess<strong>it</strong>à di battersi per la rappresentanza proporzionale,<br />
senza la quale il part<strong>it</strong>o è stato privato completamente di suoi deputati in Friuli<br />
nonostante il grande risultato ottenuto. Sacilotto presenta il bilancio della campagna<br />
elettorale, poco più di 2.200 lire, divise equamente nelle entrate fra il contributo di Ellero<br />
e le sottoscrizioni, e nelle usc<strong>it</strong>e fra la propaganda scr<strong>it</strong>ta e le spese per i comizi: per<br />
avere un confronto con le spese elettorali di un candidato governativo, si può ricordare<br />
una polemica a propos<strong>it</strong>o delle 1.000 lire di zuppe e vino lasciati da pagare ad un oste di<br />
una frazione di montagna dall’on. Chiaradia.<br />
Ellero, chiamato a relazionare sull’organizzazione e la propaganda del part<strong>it</strong>o,<br />
nota che il Congresso di Torre si era proposto, staccandosi dalla democrazia, di risvegliare<br />
nelle masse la fede socialista e organizzare il part<strong>it</strong>o. Afferma che colla lotta passata si è<br />
assolto il primo impegno spingendo e intensificando la propaganda fuori dalle mura c<strong>it</strong>tadine<br />
e portando il seme e la parola della fede socialista nei più remoti e dimenticati paesi, ma<br />
non si era soddisfatto il comp<strong>it</strong>o di organizzare il part<strong>it</strong>o. Sostiene che è necessario far<br />
succedere all’ora degli entusiasmi quella del lavoro paziente e costante per affratellare le<br />
forze del part<strong>it</strong>o e riunirle in una associazione sicura di sé stessa. I primi risultati nel lavoro<br />
di strutturazione di nuovi nuclei del part<strong>it</strong>o già si vedono a Prata, Budoia, Vigonovo e<br />
Fontanafredda ed a Mezzomonte di Polcenigo. Piemonte presenta l’attiv<strong>it</strong>à del<br />
Segretariato dell’Emigrazione inv<strong>it</strong>ando a cost<strong>it</strong>uirne le sezioni nei paesi del Pordenonese<br />
ed a condurre la lotta per ottenere il voto invernale per le prossime elezioni<br />
amministrative. Fornasotto infine relaziona su queste, anche se non si nasconde però che<br />
il part<strong>it</strong>o non è ancora preparato per la conquista dei Comuni e che frattanto converrà<br />
studiare le singole posizioni, i singoli bisogni, le varie deficienze e raccogliere elementi utili<br />
di battaglia, ma magari di sola affermazione: la decisione è quella di affidare al com<strong>it</strong>ato<br />
che ha organizzato le elezioni pol<strong>it</strong>iche anche il comp<strong>it</strong>o di seguire la prossima campagna<br />
elettorale amministrativa. 1337<br />
1334 LF, n. 486, del 4 gennaio 1914, pag. 3, Cronaca C<strong>it</strong>tadina. Feste socialiste ai reduci dalla Libia a Feletto<br />
Umberto.<br />
1335 LF, n. 486, del 4 gennaio 1914, pag. 4, Congresso Collegiale Socialista e Propaganda e 487 dell’11<br />
gennaio 1914, pag. 1, Il Convegno collegiale dei socialisti del Pordenonese.<br />
1336 LF, n. 486, del 4 gennaio 1914, pag. 4, Le elezioni amministrative a Porcia.<br />
1337 LF, nn. 486, del 4 gennaio 1914, pag. 4, A propos<strong>it</strong>o e 488, del 18 gennaio 1914, pag. 1, II. Convegno<br />
Collegiale Socialista di Pordenone. Cfr. il testo in appendice.<br />
399
Per la prima volta, al congresso degli emigranti di Villasantina del 1914, viene<br />
eletto un pordenonese nel consiglio del Segretariato: è Giuseppe Ellero, che però poi non<br />
appare presente alle successive riunioni di cui viene data notizia. 1338<br />
Contro i socialisti vengono alimentate polemiche (a propos<strong>it</strong>o delle accuse di<br />
corruzione elettorale rivolte a Chiaradia ed alle malversazioni dei suoi alleati clericali a<br />
Cordenons) dai moderati de Il Tagliamento, ma la polemica non giunge più solo da questa<br />
parte, almeno a livello provinciale: i radicali di Girardini attaccano ferocemente i<br />
socialisti, particolarmente su Il Paese, riguardo soprattutto alla conduzione socialista del<br />
Segretariato dell’Emigrazione: viene attaccata la gestione economica che, si giustificano i<br />
socialisti, è sempre stata sommaria poiché il Segretariato ebbe origine dal sacrificio<br />
volonteroso di pochi e da questa derivò un sistema di amministrazione sommario e<br />
patriarcale, sforn<strong>it</strong>o di regolar<strong>it</strong>à formali, che recava le impronte della natura dell’ist<strong>it</strong>uto<br />
più inteso alla efficacia della sua azione che a compassati procedimenti burocratici. Sulla<br />
vicenda si svolgono due indagini, una del Commissariato Generale dell’Emigrazione ed<br />
una del Segretariato stesso, affidata ad una commissione di esperti esterni, dopo aver<br />
incaricato la Commissione Esecutiva di riordinare la contabil<strong>it</strong>à. La speculazione radicale<br />
non viene segu<strong>it</strong>a dal resto della stampa: ne è obiettivo soprattutto Piemonte, di cui dà<br />
fastidio l’opera di propaganda socialista. 1339<br />
A Pordenone invece le opposizioni di sinistra si battono un<strong>it</strong>e per l’attuazione<br />
della legge che dispone il passaggio all’Amministrazione Provinciale delle scuole. Caviezel<br />
dimostra come il mantenimento delle scuole graverà il comune di una spesa destinata a<br />
passare dalle 4200 lire attuali a 15-20000 nell’arco di quattro-cinque anni. Intervengono<br />
pure Galeazzi ed Ellero, per dimostrare i vantaggi del trasferimento: ma la maggioranza,<br />
ispirata da considerazioni pol<strong>it</strong>ico-confessionali, respinge la proposta. 1340<br />
4.4.13 - Nella pedemontana: l’organizzazione<br />
degli emigranti.<br />
La parte settentrionale del distretto di Sacile è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da gruppo di comuni<br />
posti ai piedi del massiccio del Cansiglio-Cavallo: si tratta (da ovest ad est) di Caneva,<br />
Polcenigo e Budoia, quest’ultima confinante immediatamente con Aviano. Polcenigo (che<br />
conta nel 1901 ben 5611 ab<strong>it</strong>anti) sorge in mezzo alle sorgenti del Livenza, che in quei<br />
luoghi sgorga proprio ai piedi della montagna, formando fra i colli di origine glaciale una<br />
serie di abbondanti corsi d’acqua e di paludi. 1341<br />
Nel 1903, in occasione del terzo congresso degli emigranti del Friuli organizzato<br />
dal Segretariato dell’Emigrazione, Polcenigo è forte dei suoi quattordici iscr<strong>it</strong>ti<br />
rappresentati da Angelo Zaro: non sono pochissimi se pensiamo che le iscrizioni per<br />
quell’anno sono 390 in totale. 1342<br />
In questo comune la prima traccia di una presenza socialista risale al 1906: viene<br />
data la notizia di un comizio pro Lotta Contro L’analfabetismo, convocato per domenica 16<br />
dicembre. Un anno dopo, nel settembre 1907, si svolge una conferenza di Giuseppe<br />
Ellero, non senza contrasti da parte delle forze conservatrici del paese: Venerdì scorso<br />
abbiamo avuto per la prima volta una conferenza anticlericale-socialista tenuta dal carissimo<br />
comp. avv. Ellero di Pordenone. Egli doveva parlare in piazza Plebisc<strong>it</strong>o ma autor<strong>it</strong>à e<br />
clericali si diedero in quattro per impedirlo e la conferenza in barba a tutti fu tenuta al<br />
Teatro quantunque non molto adatto allo scopo. Numeroso l’aud<strong>it</strong>orio e scroscianti gli<br />
applausi al valente oratore. Speriamo che il buon seme gettato fruttifichi ed anche a<br />
Polcenigo, come in tutta la provincia, gli operai presto vi cost<strong>it</strong>uiscano una sezione del<br />
Part<strong>it</strong>o per la propaganda e per l’istruzione. 1343<br />
Ellero viene attaccato su Il Tagliamento a causa della denuncia delle truffe fatte dall’on. Chiaradia a discap<strong>it</strong>o<br />
degli osti dei quali si era serv<strong>it</strong>o per conquistare il voto popolare a suon di piatti di trippe: Si è stampato dal<br />
“Lavoratore” che qualcuno del Com<strong>it</strong>ato dell’on. Chiaradia soleva liquidare al 50% certi conti elettorali<br />
un po’ salati per distribuzione bib<strong>it</strong>e e zuppe il dì delle elezioni. Sono pronto a fornire le prove di ciò. Il<br />
caso riguarda un oste di Marsure. Non (Dovrebbe essere più correttamente “Ne”) tengo cento di tanti altri.<br />
Sfido i miei avversari a dare le giustificazioni che posso dar io intorno alle spese elettorali. Cfr.: LF, nn.<br />
488, del 18 gennaio 1914, pagg. 2 e 3, lettera firmata da Giuseppe Ellero e seguenti.<br />
1338 E, anno IX, n. 2, 1914, timbrato 27 aprile 1914, VERBALE DEL XIII. CONGRESSO DEGLI EMIGRANTI<br />
FRIULANI (Villasantina 15 febbraio 1914).Le elezioni.<br />
1339 LF, n. 488 del 18 gennaio 1914, pag. 3, Cronaca C<strong>it</strong>tadina. Attorno al Segretariato dell’Emigr. La caccia<br />
ai socialisti.<br />
1340 LF, n. 491 dell’8 febbraio 1914, pag. 4, Al Municipio.<br />
1341 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 76.<br />
1342 E, anno I, n. 1, marzo 1903, pag. 2-17, TERZO CONGRESSO DEGLI EMIGRANTI DEL FRIULI.<br />
1343 LF, n. 149 del 28 settembre 1907, Propaganda.<br />
400
La corrispondenza però non viene apprezzata da tutti, e produce una tempestiva<br />
sment<strong>it</strong>a da parte di un autorevole compagno presente: Caro Lavoratore, Ha prodotto una<br />
penosa impressione la corrispondenza pubblicata nel numero scorso intorno la conferenza<br />
per il XX settembre. Se il socialismo ha per meta di sost<strong>it</strong>uire al presente ordine sociale<br />
borghese fondato sulla menzogna più o meno convenzionale, altro ordine sociale basato sulla<br />
giustizia e sulla ver<strong>it</strong>à, procuriamo, per quanto è possibile, di essere noi giusti e ver<strong>it</strong>ieri.<br />
Lasciamo da parte, per car<strong>it</strong>à, gli scroscianti applausi e il numeroso ud<strong>it</strong>orio - non facciamo<br />
ridere i polli! - ma perché aggiungere eziandio: che le autor<strong>it</strong>à e i clericali si diedero in<br />
quattro per impedire la conferenza che fu tenuta in barba a tutti? Io ti dico in ver<strong>it</strong>à che<br />
nessuno, né autor<strong>it</strong>à e né clericali si sono occupati della conferenza e meno ancora hanno<br />
sognato di impedirla. Dopo circa un anno che mi trovo qui è lec<strong>it</strong>o di avere il piacere di fare<br />
la conoscenza col tuo corrispondente di Polcenigo, nostro compagno? Cordiali saluti dott.<br />
Grassi Biondi Luigi. L’intervento del dott. Grassi Biondi (probabilmente a Polcenigo nella<br />
veste di medico condotto) smonta la facile propaganda dell’ingenuo corrispondente locale<br />
del Psi. Decisamente i primi passi del socialismo locale appaiono viziati da<br />
improvvisazione e da ingenua e fantastica prosopopea. Alla redazione del settimanale<br />
non rimane che ammettere la gaffe: Un compagno operaio ci informò della conferenza, per<br />
parte nostra non abbiamo che raddrizzato le gambe a qualche periodo dello scr<strong>it</strong>to. Ad ogni<br />
modo il compagno dott. G. Biondi smentisce e sulla sua fede facciamo ammenda della<br />
corrispondenza. Diamo a Cesare quello che è (di) Cesare. 1344<br />
Luigi Grassi Biondi è un personaggio importante nel socialismo friulano, anche se<br />
non ci si immagina di trovarlo proprio a Polcenigo (più tardi sarà ad Udine, dove nel<br />
dopoguerra verrà eletto consigliere comunale). Nato in Sicilia nel 1857 e giunto negli<br />
ultimi anni dell’Ottocento in Val Pesarina come medico condotto di Prato Carnico, è tra i<br />
fondatori della Società Operaia, cui presta la sua opera volontaria di medico. Proprio<br />
nella S.O. Grassi Biondi entra in confl<strong>it</strong>to con quegli elementi che ne distorcono il<br />
funzionamento utilizzando i cap<strong>it</strong>ali versati dai soci per operazioni finanziarie che<br />
favoriscono gli esercenti locali a discap<strong>it</strong>o degli operai emigranti: e - diventato segretario<br />
della sezione socialista nel 1902 - egli è uno degli elementi, forse quello con più spiccate<br />
caratteristiche direttive, che porta alla conquista della S.O. ed alla prima elezione di<br />
quattro consiglieri comunali socialisti. Come abbiamo visto più sopra, nel 1906 una sua<br />
vertenza contro l’Amministrazione Comunale di Prato Carnico è alla base della<br />
discussione dell’associazione provinciale dei medici condotti in cui si propone<br />
l’organizzazione sulla base del sindacato operaio e probabilmente è in questa occasione<br />
che il medico abbandona la Val Pesarina per Polcenigo, dove per altro non abbiamo altre<br />
notizie della sua attiv<strong>it</strong>à. 1345<br />
Nell’inverno 1908/1909 non si è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a la sezione perché la conferenza di<br />
Piemonte è stata fatta troppo tardi. Ha risposto bene la frazione di Coltura con 27 iscr<strong>it</strong>ti,<br />
mentre Polcenigo ne ha dati solo 3. Dopo la partenza per l’America del bravo compagno<br />
Cosmo Giuseppe assume la funzione di corrispondente Angelo Canal fu Andrea. 1346<br />
A Polcenigo, in un periodo collocabile fra il 1909 ed il 1911, avviene l’unico<br />
contradd<strong>it</strong>torio con un esponente socialista da parte di un sacerdote, dopo che a Moggio<br />
Udinese don Protasio Gori ebbe l’occasione di concordare in tutto con Ernesto Piemonte<br />
su quanto questi aveva detto a nome del Segretariato dell’Emigrazione. L’eccezione è<br />
appunto quella di don Giuseppe Lozer, parroco di Torre originario della vicina Budoia,<br />
che però se ne andò colle ossa rotte. La storia viene ricordata e fa parte del bagaglio di<br />
successi degli oratori del Segretariato dell’Emigrazione: viene rivangata dopo l’ennesimo<br />
rabbioso comizio di don Annibale Giordani a Chievolis... che non sembra aver successo<br />
visto che poco dopo ottanta operai del paese partecipano ai funerali rigorosamente civili<br />
di Paolina Andreuzzi. Ma don Annibale si consolava vincendo i contradd<strong>it</strong>tori con i<br />
socialisti nei suoi opuscoli! 1347<br />
Appena ad est di Polcenigo, 3631 ab<strong>it</strong>anti nel 1901 (sal<strong>it</strong>i a 4.320 nel 1911),<br />
Budoia sta accoccolata con le sue due frazioni (Santa Lucia più in basso ad occidente e<br />
Dardago su in alto ad oriente) fra la cima dell’alto strato di ghiaie alluvionali ed i colli<br />
1344 LF, n. 150 del 5 ottobre 1907, Per la ver<strong>it</strong>à.<br />
Chi potesse essere il referente del Psi a Polcenigo è indicato da una sigla che compare sul giornale: un<br />
sottoscr<strong>it</strong>tore e corrispondente che si firma C.G., che si becca una ruvida romanzina: Scrivi chiaramente:<br />
stentiamo a leggere: cfr. LF, nn. 152 del 19 ottobre 1907, SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE e PICCOLA<br />
POSTA, 153 del 26 ottobre 1907, SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE e 155 dell’8 novembre 1907,<br />
SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE. Nel primo dei tre numeri la sigla viene anche ripetuta come C.S., ma poi<br />
essa è corretta nei numeri successivi: si tratta forse di Giuseppe Cosmo.<br />
1345 RENZULLI, Aldo Gabriele, c<strong>it</strong>., pagg. 269-275; P, nn. 166 di lunedì 15 luglio 1906, pag. 2, La riunione di<br />
sabato dei medici condotti.<br />
1346 E, anno IV, n. 12, dicembre 1909, Gruppo di Coltura di Polcenigo.<br />
1347 LF, n. 334 del 25 febbraio1911, CHIEVOLIS. Roba da preti poi!<br />
401
morenici della pedemontana liventina. Paesi dove l’economia è divisa fra terreni aridi,<br />
alpeggi, coltivazioni boschive, un setificio a Santa Lucia e soprattutto un destino di<br />
emigrazione, che caratterizza anche l’originario insediamento socialista, per alcuni anni<br />
legato all’organizzazione del Segretariato dell’Emigrazione: gli emigranti annui sono<br />
700. 1348<br />
Una incerta notizia riguarda una bicchierata fra socialisti di vari paesi vicini che<br />
si tiene all’inizio del 1909, al tempo delle elezioni pol<strong>it</strong>iche, a Budoia, con la<br />
partecipazione di compagni di Dardago. Ed effettivamente quell’inverno fanno una tappa<br />
del loro giro di propaganda fra gli emigranti Ernesto Piemonte e Giovanni Valär, presenti<br />
ad Aviano il 6 gennaio, a Budoia il 7, a Malnisio e Montereale Cellina l’8, per poi<br />
proseguire per Frisanco e lo Spilimberghese; a Dardago un anno dopo si cost<strong>it</strong>uisce una<br />
sezione del Segretariato dell’Emigrazione, mentre si sta lavorando per farla nascere nelle<br />
vicine Coltura di Polcenigo ed Aviano. 1349<br />
La sezione del Segretariato subisce sub<strong>it</strong>o un avvicendamento al vertice a causa<br />
della partenza per l’America del compagno F. Del Maschio: assume la carica di<br />
corrispondente Guglielmo Busetti, grazie al quale si è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a la prima sezione del<br />
distretto di Sacile, che conta 63 soci, grazie anche alla propaganda del direttore<br />
Piemonte. Il 17 febbraio si tiene la prima assemblea e vengono nominati corrispondente<br />
Giuseppe Cecchelin e vice Antonio Zambon. Non si sa ancora nulla della cost<strong>it</strong>uzione<br />
delle sezioni di Coltura, Sarone ed Aviano. 1350<br />
Nei due inverni successivi troviamo Dardago assegnataria di una delle cinque<br />
biblioteche <strong>it</strong>ineranti date in prest<strong>it</strong>o alle sezioni del Segretariato dell’Emigrazione.<br />
Nell’inverno 1910-1911 i lettori furono 35, i libri letti 48. Prefer<strong>it</strong>i: sull’Oceano, Quo Vadis,<br />
Miserabili, Cuore, Promessi Sposi, Le Mie Prigioni. I volumi furono tenuti in media dai lettori<br />
15 giorni, nessun volume fu portato all’estero. Nell’inverno 1911-12, dice testualmente il<br />
bibliotecario sig. Giuseppe Cecchelin, i lettori si ridussero a 3 o 4, perché gli emigranti,<br />
ist<strong>it</strong>uirono una specie di Società Filodrammatica, dando anche qualche rec<strong>it</strong>a, e soprattutto,<br />
perché la guerra di Libia, fece sì che la lettura prediletta fosse quella dei giornali che di essa<br />
portavano le ultime notizie. Si tratta di una delle iniziative promosse dalla sezione di<br />
Udine dell’Uman<strong>it</strong>aria, nata nel 1908 per decisione del Segretariato dell’Emigrazione e<br />
del comune di Udine, con l’obiettivo fissato nello statuto di promuovere una cassa di<br />
sussidi per i disoccupati, con la cooperazione di società, leghe e sindacati di mestiere; di<br />
ist<strong>it</strong>uire biblioteche circolanti; di collegare le scuole di arti e mestieri per sviluppare<br />
l’istruzione professionale; di ist<strong>it</strong>uire una cooperativa generale di consumo per la<br />
provincia di Udine e di sviluppare scuole femminili di economia domestica. 1351<br />
Insieme con Aviano, Dardago è l’unica sezione del Segretariato cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a negli<br />
anni dal 1908 al 1911: dai primi cinque iscr<strong>it</strong>ti si passa nel 1909 a 18, nel 1910 a 64,<br />
ma già l’anno successivo le iscrizioni non sono rilevate, e la sezione viene dichiarata<br />
defin<strong>it</strong>ivamente morta, anche in questo caso condividendo il suo destino con quella<br />
avianese. 1352<br />
Dopo l’anno di campagna elettorale i socialisti di Budoia sono pronti per darsi<br />
una struttura stabile in paese: La sera di sabato 10 gennaio ebbe l’inaugurazione del locale<br />
del Circolo sociale budoiese pro cultura. Circa un centinaio di persone assistevano alla festa<br />
fra i quali qualche assessore e consigliere. Erano inv<strong>it</strong>ati i signori avv. G. Ellero, I. nob. Dal<br />
Corno, segretario B. Bozzolla e l’avv. G. Cosmo. I tre primi giustificarono la loro assenza<br />
meno l’ultimo che fino a tarda ora fu atteso invano. Il compagno G. Scussat diede apertura<br />
alla modesta festa, leggendo le giustificazioni degli assenti e poi con brevi parole dimostrò<br />
l’interesse del circolo stesso, deplorando il contegno della classe più colta del Comune, che<br />
con tutti i mezzi tentò sbarrare la via a cotesta ist<strong>it</strong>uzione. Parlò poi la maestra Bozzolla,<br />
quale insegnante del Circolo, che con parole franche e sincere fa conoscere agli intervenuti<br />
la necess<strong>it</strong>à dello studio e la trascuratezza avuta fin ora in questo Comune, incoraggiando i<br />
soci e persuadendoli a lottare sempre per si alti e nobili sentimenti. Con parole commosse<br />
parla infine il compagno A. Carlon ringraziando gli intervenuti che gentilmente aderirono<br />
1348 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 75; ***,<br />
Ferrovia Pordenone-Aviano, c<strong>it</strong>., pag. 17.<br />
1349 LF, n. 226 del 13 febbraio 1909, pag. 4, Sottoscrizione permanente; E, anno III, n. 12, del 31 dicembre<br />
1908, La nostra propaganda e anno V, n. 1, gennaio 1910, Altre corrispondenze.<br />
1350 E, anno V, n. 3, marzo 1910, Sezione di Dardago.<br />
1351 E, anno VII, n. 9, 1912, Relazione dell’Operato della Sezione della “Uman<strong>it</strong>aria” di Udine. Cost<strong>it</strong>uzione<br />
e Programma. Biblioteche Circolanti. Le Cassette dell’Uman<strong>it</strong>aria (si riferisce alle cassette di libri che<br />
venivano fatte circolare alternativamente da una sezione all’altra del Segretariato).<br />
1352 E, anno IV, n. 4, dell’aprile 1909, MOVIMENTO DELLE SEZIONI, anno V, n. 4, aprile 1910, LA NOSTRA<br />
ORGANIZZAZIONE. S<strong>it</strong>uazione delle Sezioni al I. Maggio 1908, 1909, 1910, anno VI, n. 9, settembre 1911,<br />
LA NOSTRA ORGANIZZAZIONE. LA SITUAZIONE DELLE SEZIONI, n. 3 del marzo 1912, L’AZIONE DEL<br />
SEGRETARIATO DELL’EMIGRAZIONE DI UDINE durante l’anno 1911. La nostra organizzazione e anno<br />
VIII, n. 7, 1913, L’opera del Segretariato d’Emigrazione di Udine nel 1912. La nostra organizzazione.<br />
402
all’inv<strong>it</strong>o, rivolgendo alcune parole d’incoraggiamento agli alunni esortandoli a coltivare<br />
maggiormente il loro giovane ingegno. Venne poi offerto un vermouth d’onore e dopo breve<br />
tempo la festa si sciolse con la massima tranquill<strong>it</strong>à e morale soddisfazione. Fino ad oggi il<br />
Circolo conta quasi una cinquantina di soci, tal numero sia auspicio e foriero di molti<br />
ancora. La prima iniziativa del Circolo è, domenica 25 gennaio, una conferenza del<br />
Segretario della Sezione friulana dell’Uman<strong>it</strong>aria, dott. E. Cosattini, sull’istruzione<br />
popolare. 1353<br />
La cost<strong>it</strong>uzione del circolo provoca una polemica del compaesano don Lozer, cui<br />
risponde il dirigente locale socialista G. B. Scussat. In risposta alla tua lettera aperta<br />
indirizzata al tuo amico V. Ianna posso dire che una cosa ti resta da fare, quella di venire<br />
qualche tempo nella tua terra natia, e solo allora potrai giudicare chi sono i bestemmiatori,<br />
gl’intolleranti e gl’incivili. Nò, non siamo noi a produrre lo schianto ruinoso della religione,<br />
come tu dici, ma bensì i tuoi giannizzeri e baciapile, che con il loro contegno mettono in<br />
ridicolo ciò che per te è sacro. Lasciamo a parte l’integr<strong>it</strong>à di costumi, l’onestà di rapporti e<br />
le simpatiche virtù familiari del passato, che purtroppo ci sarebbe da discutere, passo invece<br />
a dirti che il popolo è stanco di fandonie, vuole fatti, ed è per questo, simpatico Peppino,<br />
che sulla gioventù budoiese le tue fanfaronate non fecero prof<strong>it</strong>to alcuno. Riguardo a quel<br />
tuo Ianna tienlo pur caro, perché degno solo della tua protezione, stante il suo contegno. Hai<br />
fatto bene consigliare costui di non sporgermi querela, perché le querele costano baiocchi e<br />
non le danno gratis come le vostre scomuniche. Le benefiche azioni di cotesto tuo protetto<br />
bisognerebbe dimostrarle coi fatti. A me pare sia lui il bisognoso degli altri. Il Circolo poi non<br />
è fondato che da onesti lavoratori, che hanno sempre vissuto col sudore della propria fronte<br />
e non parass<strong>it</strong>ariamente come qualche altro. Non sono e non mi sono mai vantato di essere<br />
un maestro, ma faccio semplicemente quello che posso sacrificando quelle poche ore che mi<br />
restano, al bene dei miei compagni. Ti pare che questo sia dannoso pel tuo paese natio? Fa<br />
di meglio, che ne hai il tempo e la maggior cultura! 1354<br />
Oltre al Circolo sociale esiste a Budoia anche un Circolo Giovanile, abbonato al<br />
settimanale socialista. 1355<br />
Proseguendo verso est, si giunge ad Aviano, capoluogo del più piccolo<br />
mandamento del Friuli occidentale (è formato dal capoluogo più Montereale Cellina e<br />
San Quirino) ma centro fra i maggiori della provincia, con i suoi 9.229 ab<strong>it</strong>anti all’inizio<br />
del secolo. 1356 L’incremento demografico in questo comune è impressionante: in<br />
occasione del censimento del 1911 si arriva a 10564 ab<strong>it</strong>anti, aumentati al 31 dicembre<br />
1912 a 11366 ed a 12.500 al 31 dicembre 1920. Il numero degli emigrati permanenti nel<br />
1912 è di 106 (nel 1913 è di 68) mentre il numero delle persone rimpatriate è stato di 52<br />
(107 nel 1913). 1357<br />
Simile a Budoia come struttura geografica ed economica, ad Aviano domina un<br />
gruppo dirigente di aristocratici proprietari terrieri, orientato però in senso progressista<br />
nella pol<strong>it</strong>ica provinciale: i nobili avvocati Antonio Cristofori e Carlo Policreti occupano<br />
stabilmente per tutto il primo quarto di secolo i due posti di consiglieri provinciali, ma<br />
anche cariche importanti nella v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica c<strong>it</strong>tadina (nel 1906 Policreti è nominato<br />
presidente della Congregazione di Car<strong>it</strong>à 1358 ) ed in quella di Pordenone, ove Policreti è<br />
uno dei massimi dirigenti radicali; sono sempre loro due i numi tutelari delle società<br />
operaie e delle cooperative laiche del distretto.<br />
Aviano è, come tutti la pedemontana, paese di emigranti, e l’intens<strong>it</strong>à del<br />
fenomeno significa anche preoccupante diffusione dell’alcoolismo (a differenza degli altri<br />
comuni finora considerati). Nella relazione elaborata nel 1907 dalla commissione<br />
d’inchiesta provinciale diretta dal dottor Giuseppe Antonini, si dichiara che è molto<br />
pronunciato, anche se tende a diminuire; nel terr<strong>it</strong>orio comunale ci sono ben 40 esercizi.<br />
Preoccupante sintomo è quello dell’abuso di superalcolici: i bev<strong>it</strong>ori non bevono vino;<br />
abusano di grappa, 10, 15 decil<strong>it</strong>ri al giorno: in media 4 decil<strong>it</strong>ri. Nel 1903, per effetto<br />
dell’alcool, morirono 3 individui, 5 furono inviati al manicomio. Molte famiglie rovinate.<br />
Qualche ferimento. Gli operai si distinguono nel consumo dell’alcool. I pregiudizi diffusi fra<br />
gli operai consumatori sono esattamente gli stessi segnalati per la vicina c<strong>it</strong>tà cotoniera,<br />
legati alla necess<strong>it</strong>à di assumere la sostanza per reggere meglio lo sforzo lavorativo. 1359<br />
1353 LF, nn. 489, del 25 gennaio 1914 pag. 4, Inaugurazione del Circolo sociale pro cultura e 490 del 2<br />
febbraio 1914 pag. 4, Istruzione popolare.<br />
1354 LF, n. 492 del 15 febbraio 1914, pag. 4, A Don Peppino Lozer.<br />
1355 LF, n. 538 del 2 gennaio 1915, pag. 4, PICCOLA POSTA.<br />
1356 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 75.<br />
1357 ACA, b. 961, 1914, f. Categoria 12.3, schema inviato dal Ministero delle Finanze, Direzione Generale delle<br />
Privative, Osservatorio Statistico, prot. n. 133598/57/837, compilato il 14 luglio 1914 dal comune di Aviano;<br />
minuta prot. n. 1266 del 2 novembre 1913, indirizzata alla stessa Direzione; ***, Ferrovia Pordenone-Aviano,<br />
c<strong>it</strong>., pag. 16.<br />
1358 P, raccolta del 1906, cronaca di Aviano.<br />
1359 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 63.<br />
403
Ad Aviano sono però presenti in nuce una serie di attiv<strong>it</strong>à industriali e<br />
commerciali, la principale delle quali è l’esportazione della pietra da costruzione, ma va<br />
considerato che nel primo decennio del secolo sorge a Giais, in serie con gli impianti del<br />
Cellina, una moderna centrale idroelettrica che fornisce energia all’industrie udinesi. Il<br />
problema dei trasporti è però cruciale per la nascente industria avianese, che patisce<br />
anche il fatto che la merce trasportata - pesanti blocchi di pietra - dev’essere trasportata<br />
ancora su carri trainati da animali. 1360<br />
Non è un caso che l’organizzazione socialista nel paese inizia proprio dagli<br />
emigranti: nel 1908 muore il maestro Giovanni Battista Della Puppa di Aviano, uno dei<br />
più attivi propagandisti del Segretariato dell’Emigrazione, responsabile<br />
dell’organizzazione degli emigranti del paese finora lasciati al loro destino e della<br />
cost<strong>it</strong>uzione della Società degli scalpellini. 1361<br />
La prima notizia di fonte socialista da Aviano è del febbraio 1909: non si tratta<br />
ancora dell’annuncio di attiv<strong>it</strong>à del Psi, ma di una sconf<strong>it</strong>ta sub<strong>it</strong>a dal lavoro<br />
organizzativo dei clericali. La curia avrebbe acconsent<strong>it</strong>o a benedire i vessilli delle società<br />
operaie di Aviano, ponendo però come condizione che la presidenza effettiva sia affidata<br />
al parroco. I lavoratori però rifiutarono tale proposta, decidendo di rinunciare alla<br />
benedizione dei loro simboli. Di lì a pochi giorni, troviamo la notizia di una bicchierata a<br />
Budoia fra socialisti di Vidago (Dargago?), Pordenone, Torre, Budoia e Giais (frazione di<br />
Aviano). La zona deve essere relativamente sconosciuta in quel di Udine dove si compone<br />
il giornale: infatti una successiva notizia viene pubblicata da Giais... di Meduno! L’errore<br />
è così colossale che la redazione inv<strong>it</strong>a a votare per Giovanni Cosattini, che<br />
effettivamente è candidato a Meduno, ma assolutamente non lo è ad Aviano, che fa parte<br />
del collegio di Pordenone-Sacile dove i socialisti appoggiano il radicale Carlo Policreti.<br />
La corrispondenza da Giais rimanda ad una tematica classica dell’impegno dei<br />
socialisti, quella della lotta contro il crumiraggio, che in questo caso - organizzato da<br />
clericali - va a discap<strong>it</strong>o degli operai di uno stabilimento pordenonese: La cosa è grave,<br />
ben si capisce: alcuni operai senza dign<strong>it</strong>à e senza coscienza partirono da Marsure d’Aviano<br />
per andare a rovinare uno sciopero quasi condotto a buon fine dagli operai della fabbrica<br />
concimi di Pordenone. Noi non sappiamo se la maggior parte di essi l’abbian fatto in buona<br />
fede, sappiamo però che i loro capi erano a perfetta conoscenza della s<strong>it</strong>uazione ed eran<br />
convinti di prestar opera ad una nerissima tresca. Gli organizzatori della squadra son tutti<br />
calotte, benevise ai preti di Marsure, senza ideali ed egoisti della peggiore specie. E son<br />
proprio essi che non finiscono mai di inveire contro di noi, devoti all’idea socialista, essi che<br />
ci chiamano la peste dell’uman<strong>it</strong>à, i demoni in carne umana. I vigliacchi che si vendono per<br />
pochi centesimi, gli ignobili che non sentono vergogna a piombare nella miseria tante<br />
famiglie di operai scioperanti, cui la loro venuta toglie ogni speranza di v<strong>it</strong>toria non solo, ma<br />
chiude anche loro la strada della fabbrica. 1362<br />
Al momento di commentare il risultato delle elezioni pol<strong>it</strong>iche del 7 marzo 1909, il<br />
settimanale socialista friulano - afferma come le armi ripugnanti adoperate dal prete e la<br />
sconf<strong>it</strong>ta dovuta a tali sue arti e al suo deciso intervento susc<strong>it</strong>arono una tale avversione<br />
verso il prete nemico del popolo e puntello dei ricchi contro gli umili, che perfino i paeselli<br />
più mansueti e schiavi della chiesa, si ribellano ora al prete e come in Aviano, Marsure,<br />
Giais, S. Leonardo e altrove disertano le chiese e si propongono di abbandonarle per sempre<br />
non potendo più credere che sia ministro di dio la canaglia che per rubare voti e truffare le<br />
coscienze ha avuto il coraggio di asserire, dietro le spalle, che Policreti ha fatto morire suo<br />
padre di crepacuore, col mendacio sulle labbra. I primi tre dei centri nominati cost<strong>it</strong>uiscono<br />
gran parte del comune di Aviano, mentre solo San Leonardo è una frazione di<br />
Montereale: il ruolo arretrato cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o finora da questo terr<strong>it</strong>orio è evidente. 1363<br />
Dopo la morte del maestro Della Puppa la v<strong>it</strong>a della sezione del Segretariato<br />
ristagna ed il numero dei soci è molto calato; sono pochi gli iscr<strong>it</strong>ti su centinaia di<br />
emigranti, lasciati senza punto di riferimento. Nel 1908 gli iscr<strong>it</strong>ti erano 97, nel 1909<br />
erano 68, per circa metà nuovi, nel 1910 saranno 50, per giungere allo scioglimento della<br />
sezione l’anno successivo. Vengono indicati due corrispondenti: Giuseppe Pegorer di<br />
Beorchia per le frazioni di Aviano, Beorchia, Castello, Costa, Ornedo, Pedemonte,<br />
Somprado e Villotta e l’oste Luigi Riva di Marsure per Marsure, Giais, Glera e Selva; visto<br />
il poco affiatamento fra i due gruppi si punta a fare due sezioni distinte, la prima con<br />
centro ad Aviano e la seconda per Marsure, Giais e Selva. 1364<br />
1360 ***, Ferrovia Pordenone-Aviano, c<strong>it</strong>., pag. 16<br />
1361 E, anno III, n. 11, del 25 novembre 1908, necrologio.<br />
1362 LF, nn. 225 del 6 febbraio 1909, Pordenone Socialista, La zampa del prete, 226 del 13 febbraio 1909,<br />
pag. 4, Sottoscrizione permanente e 231 del 6 marzo 1909, pag. 3, GIAIS DI MEDUNO.<br />
1363 LF, n. 233 del 20 marzo 1909, pag. 3, PORDENONE. Dopo la lotta.<br />
1364 E, anno IV, nn. 3, del marzo 1909, Sezione di Aviano, 4, dell’aprile 1909, MOVIMENTO DELLE SEZIONI e<br />
11, novembre 1909, Sezione di Aviano, anno V, n. 4, aprile 1910, LA NOSTRA ORGANIZZAZIONE.<br />
404
Dai primi del secolo (presumibilmente dal 1902/1903) si sfrutta la cava di pietra<br />
comunale, senz’alcun prof<strong>it</strong>to per l’incapac<strong>it</strong>à delle varie amministrazioni comunali. Il 27<br />
febbraio 1909 si cost<strong>it</strong>uisce quindi la Società Cooperativa fra Scalpellini “L’Unione”:<br />
questa un anno dopo è efficiente ed in grado di assumere qualsiasi lavoro nel campo<br />
edilizio, grazie alla grande qual<strong>it</strong>à della pietra di Aviano. Un anno e mezzo dopo la<br />
cooperativa ha un grande successo: assunta la conduzione della cava comunale, si è<br />
aggiudicata anche la forn<strong>it</strong>ura di pietra lavorata per il nuovo bacino di carenaggio nel<br />
porto di Venezia: cosa per la quale si sono richiamati dall'estero quei soci che erano<br />
emigrati. La creazione della cooperativa, battendo le resistenze presenti in Consiglio<br />
Comunale, è un mer<strong>it</strong>o di Policreti e Cristofori, che ne sostengono l’attiv<strong>it</strong>à. Ma, secondo<br />
la testimonianza di Alessandro Basaldella, raccolta da Sigfrido Cescut, ideatore e<br />
promotore di questa cooperativa, così come nel dopoguerra della Cooperativa di consumo<br />
“La V<strong>it</strong>toria”, è Giuseppe Redolfi Brocon 1365 , scalpellino reduce dall’emigrazione in<br />
Romania e Russia e futuro consigliere comunale socialista. 1366<br />
Fra gli enti che sostengono il Segretariato dell’Emigrazione di Udine con i loro<br />
contributi, nel 1911 troviamo il comune di Aviano con 75 lire (versate solo quell’anno) e<br />
la Cooperativa Scalpellini con 5. 1367<br />
Nel settembre 1911 fra le molte sottoscrizioni di friulani provenienti da Hattingen<br />
troviamo quella di un socialista di Aviano (O. Basaldella) e dei fratelli Carlon di S. Lucia<br />
di Budoia. 1368<br />
Nonostante la presenza di pol<strong>it</strong>ici radicali accred<strong>it</strong>ati, la s<strong>it</strong>uazione del comune è<br />
pol<strong>it</strong>icamente assai arretrata: la campagna elettorale del 1913 è l’occasione per fare<br />
appello ai seguaci di Policreti e Cristofori perché scendano in campo insieme con i<br />
socialisti. Questo paese ancora non ha sent<strong>it</strong>o l’influsso dei nuovi part<strong>it</strong>i d’azione e si trova<br />
in un profondo periodo di stasi. Occorre perciò una propaganda intensa per illuminare le<br />
coscienze e sollevarle dalla coazione della curia e dei padroni. Tre o quattro signorotti<br />
dominano il paese. Il capo, il don Rodrigo, ha saputo conquistare tutte le amministrazioni<br />
locali con l’ufficio di soffocare ogni nuova aspirazione e avversare loscamente persone e<br />
associazioni che mirano a qualche civile progresso. Abbiamo anche spiccate personal<strong>it</strong>à,<br />
popolari che però sino ad oggi sono restate impassibili. Se non vorranno fare gl’interessi<br />
degli avversari od essere delle null<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>iche che suonino vergogna all’ideale democratico,<br />
dovranno uscire da questa apatia sconfortante e scendere con noi sul campo di battaglia. 1369<br />
Nella frazione di Marsure leggevano il giornale in quattro: il dottor Longo, primo<br />
chirurgo dell’ospedale di Aviano - inizialmente aveva idee liberali, poi finì per convertirsi al<br />
fascismo 1370 - Piazza, un commerciante che faceva il cattolico, il sindaco radical-liberale<br />
Francesco Wasserman e mio papà, Gigi Solet, che leggeva e cercava di far leggere anche ai<br />
suoi amici “Il Libertario”, settimanale anarchico, e “L’Asino” il giornale satirico<br />
anticlericale. La gente è in gran parte analfabeta, succube del prete, costretta ad<br />
antistorici rapporti feudali, oppressa da una discriminazione secolare fra “persone civili”<br />
e plebe senza dir<strong>it</strong>ti e dign<strong>it</strong>à; ma i primi anni del secolo vedono, come aveva già rilevato<br />
Cosattini nel suo studio sull’emigrazione temporanea, un fenomeno di reinvestimento dei<br />
redd<strong>it</strong>i ricavati nell’emigrazione nella piccola proprietà, con la trasformazione di<br />
mezzadri, braccianti e sotàns in piccoli proprietari che acquistano i loro appezzamenti<br />
dai grandi proprietari nobili e borghesi. E’ nell’emigrazione, prima a Venezia e poi in<br />
Germania, che Gigi Solet fa i suoi studi da autodidatta e conosce i testi del socialismo e<br />
dell’anarchismo. 1371<br />
Se il Segretariato dell’Emigrazione è andata dissolvendosi all’inizio del decennio,<br />
nel 1913 - in piena crisi economica, mentre cresce la disoccupazione indotta dalla<br />
s<strong>it</strong>uazione di guerra generalizzata nei Balcani - gli operai vengono organizzati in patria<br />
con successo: la struttura creata ad Aviano, che copre in modo capillare tutte le borgate<br />
del comune sul modello della socialdemocrazia tedesca (è significativo il riferimento) fa<br />
da modello a quella di Pordenone, dove si è appena ricost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a la Lega degli edili. Nuovi<br />
S<strong>it</strong>uazione delle Sezioni al I. Maggio 1908, 1909, 1910, anno VI, n. 9, settembre 1911, LA NOSTRA<br />
ORGANIZZAZIONE. LA SITUAZIONE DELLE SEZIONI, n. 3 del marzo 1912, L’AZIONE DEL SEGRETARIATO<br />
DELL’EMIGRAZIONE DI UDINE durante l’anno 1911. La nostra organizzazione e anno VIII, n. 7, 1913,<br />
L’opera del Segretariato d’Emigrazione di Udine nel 1912. La nostra organizzazione.<br />
1365 Aviano 1865, Roma 1950, cfr.: CESCUT, Sigfrido, Una storia avianese, c<strong>it</strong>., pag. 28.<br />
1366 P, nn. 239 di venerdì 8 ottobre 1909, pag. 2, CAVA PIETRAIA e 189 di lunedì 8 agosto 1910, pag. 1,<br />
Cooperazione; CESCUT, Sigfrido, Una storia avianese, c<strong>it</strong>., pagg. 28-30.<br />
1367 E, anno VII, n. 4, 1912, L’AZIONE DEL SEGRETARIATO DELL’EMIGRAZIONE DI UDINE durante l’anno<br />
1911. OBLAZIONI.<br />
1368 LF, n. 361 del 2 settembre1911, pag. 4, Sottoscrizione permanente.<br />
1369 LF, n. 471 dell’8 ottobre 1913, pag. 2, Aviano. Cosa faranno i democratici?<br />
1370 Dottor Luigi Longo fu Angelo, direttore dell’Ospedale civile di Aviano. Cfr.: ACA, b. 969, 1920, f. Categoria<br />
VI Governo, 4.1, Onorificenze a pubblici funzionari, 27 dicembre 1920.<br />
1371 CESCUT, Sigfrido, Una storia avianese, c<strong>it</strong>., pag. 4, 5-6, 16-18, 22-24.<br />
405
dirigenti sono emersi dalla base operaia grazie alla loro permanenza prolungata in paese:<br />
Giovanni Battista Scussat a Budoia, Carlo Basso ad Aviano ed altri compagni hanno<br />
creato una rete di presenza organizzata socialista. 1372 ,<br />
L’organizzazione socialista nel terr<strong>it</strong>orio, come abbiamo visto a propos<strong>it</strong>o del<br />
secondo congresso collegiale, intende però rilanciare l’attiv<strong>it</strong>à organizzativa rivolta agli<br />
emigranti. Ellero svolge domenica 2 febbraio 1914 dei comizi rivolti a loro, sul tema “La<br />
difesa dei lavoratori”. Parla ad Aviano, Marsure e Giais. Ecco il resoconto del comizio di<br />
Giais: Inv<strong>it</strong>ato dai socialisti fu tra noi il nostro carissimo Ellero Giuseppe che con un<br />
discorso di circa un’ora dimostrò le pessime condizioni in cui ci troviamo, rammentando<br />
opportunamente che le nostre scuole sono stamberghe, biasimò i mercanti di carne umana<br />
che al tempo delle elezioni comprarono coscienze, mise in evidenza l’azione depredatrice<br />
delle risorse del popolo del governo per sprecarle in Libia, dimenticando i lavori pubblici e le<br />
scuole in Italia, e finì coll’add<strong>it</strong>are nel socialismo la via di redenzione pel proletariato e<br />
inv<strong>it</strong>ando i proletari ad abbonarsi all’organo di difesa degli interessi loro il “Lavoratore”. 1373<br />
Lunedì una manifestazione è organizzata a mezzogiorno dagli emigranti di<br />
Coltura, Polcenigo e Mezzomonte, cui partecipano anche quelli di Santa Lucia, San<br />
Giovanni e Gorgazzo, per un totale di 1.000 persone. Siccome il compagno Ellero<br />
vivamente atteso, parlò prima a Budoia e ha dovuto conseguentemente r<strong>it</strong>ardarsi un po’, da<br />
Cultura si è formato un grosso corteo proceduto da vessilli rossi colla scr<strong>it</strong>ta: “Viva Ellero” e<br />
al canto dell’inno dei lavoratori procedette ad incontrare il compagno nostro. Al suo arrivo<br />
in Polcenigo fu accolto da una clamorosa e imponente acclamazione. I compagni ag<strong>it</strong>avano<br />
le bandiere e i cappelli portanti in fronte la scheda del nostro candidato e mille voci gli<br />
fecero ovazione. In massa si procedette al canto dell’inno dei lavoratori fino a Cultura. Qui la<br />
dimostrazione si ripetè più entusiastica e più solenne per la nuova massa di persone che si<br />
unì. Appena fu ristabil<strong>it</strong>a la calma, dalle scuole parlò applaud<strong>it</strong>issimo prima l’avv. Cosmo e<br />
poi il compagno Ellero che per quasi un’ora tenne incatenata l’immensa folla che infine lo<br />
fece segno a nuove ripetute calde ed entusiastiche dimostrazioni. 1374<br />
Infine Fontanafredda, 5218 ab<strong>it</strong>anti: il comune è s<strong>it</strong>o in pianura, sub<strong>it</strong>o a valle di<br />
quelli pedemontani, a metà strada fra Pordenone e Sacile. Il fatto che all’inizio del secolo<br />
conti meno ab<strong>it</strong>anti di Polcenigo rileva le condizioni di difficile coltivabil<strong>it</strong>à dei terreni,<br />
aridi sopra le risorgive e paludosi al di sotto, a causa dell’andamento irregolare dei corsi<br />
d’acqua che forma, nell’area fra Porcia e Sacile, le vaste praterie a regime semipaludoso<br />
dei Camolli. 1375<br />
La prima notizia da questo comune, inviata dalla frazione di Vigonovo, è relativa<br />
alla richiesta di costruzione di un ponte sul fiume Livenza, che colleghi il comune con<br />
Fiaschetti di Caneva. Si nota come l’amministrazione di Caneva sia favorevole a<br />
quest’opera, che avvantaggerà gli ab<strong>it</strong>anti delle frazioni di Sarone e di Fiaschetti ed<br />
aumenterà il valore dei terreni sia lì che a Vigonovo. Ma il sindaco di Fontanafredda, al<br />
contrario, non vuole assumersi la spesa, per il timore di aggravi sull’imposta fondiaria.<br />
Così quest’opera rischia di rimanere incompiuta, come la strada richiesta (nella stessa<br />
area) dai c<strong>it</strong>tadini della frazione di Nave: ambedue le opere bloccate da un’abdicazione<br />
dell’ente locale a quello che è un suo comp<strong>it</strong>o principale, cioè togliere i c<strong>it</strong>tadini<br />
dall’isolamento. 1376<br />
Dopo la sua prima elezione, Fontanafredda viene gratificata dall’attenzione<br />
dell’on. Chiaradia, che ottiene la fermata del treno presso il capoluogo, esattamente a<br />
metà della breve tratta ferroviaria fra Sacile e Pordenone (una decina di chilometri). La<br />
creazione della nuova fermata ferroviaria è della primavera del 1910, e produce una<br />
stazione assurda e poco frequentata, che per tutto il Ventesimo Secolo dimostra con<br />
l’infimo flusso di passeggeri gli effetti di un intervento tipicamente clientelare, duramente<br />
stigmatizzato dai socialisti pordenonesi. 1377<br />
Dopo gli svariati comizi nella lunga campagna elettorale dell’anno prima,<br />
contrassegnata dalla presenza a tutte le riunioni socialiste collegiali di Zefferino Saldan,<br />
domenica 22 febbraio 1914 Ellero tiene, al termine dell’ennesimo comizio a Vigonovo,<br />
una riunione privata alla scopo di cost<strong>it</strong>uire un’associazione operaia in paese. L’idea<br />
1372 LF, n. 467 del 14 settembre 1913, pag. 4, Disoccupazione e Organizzazione.<br />
Carlo Basso fu Osvaldo da Giais di Aviano: cfr. ACA, b. 974, 1922, f. Categoria I Amministrazione, Classe 5.3:<br />
Consiglieri, lettera dell’Ufficio Tecnico Speciale di Udine del Ministero per le Terre Liberate, prot. n. 1366 del 16<br />
settembre 1922.<br />
1373 LF, nn. 491 dell’8 febbraio 1914, pag. 4, AVIANO. Propaganda e 492 del 15 febbraio 1914, pag. 4, GIAIS DI<br />
AVIANO. Conferenza Ellero.<br />
1374 LF, n. 491 dell’8 febbraio 1914, pag. 4, CULTURA. Manifestazione socialista.<br />
1375 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 75.<br />
1376 LF, n. 277 del 22 gennaio 1910, pag. 4, Il Ponte sul Livenza.<br />
Sindaco dal 1901 al 1914 è Angelo Della Schiava di Pietro: ACF, Registri Delibere Consigliari, 27.10.1901-<br />
16.2.1907, 14.4.1907-15.12.1911 e 6.1.1912-9.12.1921.<br />
1377 LF, n. 295 del 28 maggio 1910, pag. 4, Favori elettorali.<br />
406
coltivata da vario tempo da alcuni compagni pare che presto possa esser un fatto compiuto.<br />
1378<br />
Il 1° marzo 1914 si svolgono in tutta la provincia i comizi per richiedere il rinvio<br />
delle elezioni comunali e provinciali a dicembre: nel Friuli occidentale a Clauzetto,<br />
Valeriano, Lestans, Pordenone e ad Aviano. Anche qui fu tenuto l’annunciato comizio<br />
promossa dalla Lega di Mutua assistenza dei lavoratori. Al comizio, riusc<strong>it</strong>o affollatissimo<br />
per intervento di numerosi operai e emigranti del paese e delle borgate vicine, parlò a lungo<br />
il sig. Cristofori V. spiegando le ragioni della ag<strong>it</strong>azione e infine fu approvato il noto ordine<br />
del giorno del Congresso degli emigranti di Villasantina. Seduta stante fu composta una<br />
commissione nella persona dei sigg. V<strong>it</strong>o Cristofori e Giuseppe Denora per Aviano, Tassan<br />
Zanin Luigi e Tassan Got Angelo per Marsure, Basso Carlo per Giais e Vialmin Zenone per<br />
Castello che si recò dal sindaco, signor Wassermann Francesco. Il sindaco accolse<br />
cortesemente la Commissione promettendo tutto il suo appoggio. Speriamo che l’imponente<br />
manifestazione di Aviano proletaria valga a conservare agli emigranti il dir<strong>it</strong>to di partecipare<br />
alle elezioni. Caso contrario saranno il Governo e l’autor<strong>it</strong>à responsabili di quanto possa<br />
accadere nel nostro Comune nel quale le lotte amministrative sono assai vivaci in tempi<br />
normali. 1379<br />
Dopo i comizi effettuati a Fontanafredda, Polcenigo e Caneva, domenica 15 marzo<br />
Ellero parla per il voto amministrativo invernale per gli emigranti a San Quirino, San<br />
Foca e Sedrano, e domenica 29 a San Martino di Campagna, San Leonardo e Montereale<br />
nella Sala Asquini. 1380<br />
Il comizio di San Giovanni di Polcenigo dell’8 marzo viene boicottato dalle autor<strong>it</strong>à<br />
di P.S., che vogliono impedire che esso si svolga all’aperto (ma in paese non ci sono sale<br />
chiuse). Contro tale divieto insorse la coscienza del paese e si è fatto sì che l’avv. Ellero<br />
potè parlare ugualmente ottenendo un buon successo. Il comizio di Ellero provoca, la<br />
domenica successiva, un sermone antisocialista da parte del cappellano del paese. Ma<br />
non tutti la pensano nello stesso modo. In quelle stesse settimane Il Lavoratore Friulano<br />
dà notizia, e poi pubblica una lettera di Luigi Franco, di San Giovanni di Polcenigo, che<br />
ha deciso – pur rimanendo fermo nella sua fede - di non farsi più prete in polemica con il<br />
marcio del clero. 1381<br />
A fine maggio si annuncia che il Consiglio di Stato ha dato parere favorevole al<br />
rinvio delle elezioni comunali e provinciali a dicembre. Viene così sment<strong>it</strong>a la Prefettura,<br />
che le aveva invece fissate anticipatamente, e quei deputati che si sono opposti al<br />
provvedimento (Girardini di Udine, Morpurgo di Cividale, Chiaradia di Pordenone,<br />
Hierschell di Palmanova, Ancona di Gemona e Rota di San V<strong>it</strong>o); alla campagna a favore<br />
degli emigranti hanno invece ader<strong>it</strong>o gli onn. Ciriani di Spilimbergo, Beltrami, Di<br />
Caporiacco di San Daniele e Gortani di Tolmezzo, oltre a 33 amministrazioni comunali<br />
(fra le quali, in ordine di adesione: Tramonti di Sotto, San Giorgio della Richinvelda,<br />
Aviano, Forgaria, Spilimbergo, Travesio, Montereale Cellina, Pinzano al Tagliamento, San<br />
V<strong>it</strong>o al Tagliamento e Vivaro) e quella provinciale. La v<strong>it</strong>toria però è parziale: le elezioni<br />
sono rinviate solo nei mandamenti montani, e non in tutta la provincia. 1382<br />
In aprile si segnala ad Aviano il malcontento degli operai delle officine elettriche di<br />
Giais e di Malnisio, a causa dei bassi salari, da 20 a 30 centesimi l’ora, per una giornata<br />
di 9 ore. La direzione, per ev<strong>it</strong>are ogni movimento sindacale, porta le ore a 12,<br />
aumentando così, con il salario, i carichi di lavoro. 1383<br />
1378 LF, n. 494 del 29 febbraio 1914 pag. 4, VIGONOVO. Conferenza.<br />
1379 LF, n. 495 dell’8 marzo 1914, pagg. 1 e 2, In 18 imponenti comizi il popolo emigrante di tutto il Friuli<br />
reclama il rinvio delle elezioni comunali e provinciali a dicembre! e AVIANO e pag. 4, Pro voto invernale e<br />
496 del 15 marzo 1914, pag. 1, Vogliamo il voto amministrativo invernale! L’ag<strong>it</strong>azione pro voto<br />
amministrativo invernale si estende in Provincia di Belluno, Il comizio di Valeriano e A Lestans.<br />
1380 LF, nn. 497 del 22 marzo 1914, pag. 4, PORDENONE. Pro elezioni invernali e 499 del 5 aprile 1914, pag.<br />
4, PORDENONE. Pro voto invernale e MONTEREALE CELLINA. Conferenza pro voto invernale.<br />
1381 LF, nn. 494 del 29 febbraio 1914, pag. 4, S. Giovanni di Polcenigo. Tonaca alle ortiche, 496 del 15 marzo<br />
1914, pag. 4, S. GIOVANNI. Sconvenienze, 497 del 22 marzo 1914, pag. 4, S. GIOVANNI e 500 del 12 aprile<br />
1914, pag. 4, S. GIOVANNI DI POLCENIGO.<br />
1382 LF, nn. 507 del 31 maggio 1914, pagg. 1 e 4, Il voto invernale amministrativo; 508 del 7 giugno 1914,<br />
pag. 2, La riunione della Federazione e pag. 3, Comuni che hanno reclamato il voto amministrativo<br />
invernale.<br />
L’avvocato Francesco Beltrami (1867-1936) è l’unico deputato non eletto in Friuli: eletto nelle liste socialiste a<br />
Pallanza e Novara, membro del Consiglio superiore del lavoro, del Consiglio forestale e della Lega nazionale<br />
delle cooperative, è evidentemente il parlamentare di riferimento del Psi friulano in questa vicenda. Cfr.:<br />
MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., primo volume, pag. 93.<br />
1383 LF, n. 500 del 12 aprile 1914, pag. 4, AVIANO. Regresso.<br />
407
4.4.14 - Montereale: le battaglie di Domenico<br />
Fassetta.<br />
Sub<strong>it</strong>o ad oriente di Aviano, Montereale giace con le sue frazioni di Grizzo e<br />
Malnisio ai piedi delle Prealpi proprio allo sbocco della Valcellina, sulla riva destra del<br />
torrente. Nelle praterie digradanti verso meridione sono collocate, ad una maggior<br />
distanza, le due frazioni di San Leonardo Cellina e di San Martino di Campagna. Nel<br />
periodo storico da noi considerato questo comune - che successivamente grav<strong>it</strong>erà sulla<br />
vicina Maniago, collocata a pochi chilometri proprio oltre il Cellina - fa parte del<br />
mandamento di Aviano e del collegio elettorale uninominale di Pordenone-Sacile. 1384<br />
Come Aviano, Montereale (4.827 ab<strong>it</strong>anti nel 1901, che crescono a 6.634 nel<br />
1911 ed a 7.090 nel 1920) è centro di emigrazione e di alcoolismo, che vi è molto<br />
sviluppato. Nel terr<strong>it</strong>orio ci sono 27 spacci fra capoluogo e frazioni, ma a differenza di<br />
Aviano qui il consumo è soprattutto di vino (solo un locale vende grappa): pur non<br />
potendo indicare il consumo medio, la commissione provinciale d’inchiesta riscontra una<br />
media eccezionale di 5 6 l<strong>it</strong>ri (di) vino ed uno di grappa. Ma soprattutto in questi primi<br />
anni del secolo la più grande occasione di lavoro è la costruzione degli impianti<br />
idroelettrici del Cellina, che arrivano ad occupare migliaia di operai. Nel 1921 (ad<br />
impianti costru<strong>it</strong>i ormai da anni) gli emigranti annuali sono valutati nell’ordine di 1.500<br />
un<strong>it</strong>à. 1385<br />
Proprio a Montereale incontriamo per la prima volta nella Pedemontana un<br />
amministratore comunale socialista, Domenico Fassetta, anche se all’epoca in cui è<br />
assessore noi non ne conosciamo ancora con certezza l’appartenenza al Psi, che si<br />
chiarirà solo negli anni successivi. Nel gennaio 1903 la Giunta municipale di Montereale<br />
Cellina è formata dal sindaco Armando Zotti e dagli assessori Angelo Giacomello<br />
(effettivo), Valentino Dinat, Paolo De Pol (effettivo), Antonio Magris (supplente). Il 1°<br />
marzo 1903 figura per la prima volta come assessore Alzetta Vincenzo; il 24 maggio 1903<br />
Giacinto De Ros. 1386<br />
La prima seduta conservata del 1903 è quella del 22 febbraio e già troviamo<br />
traccia della prorompente attiv<strong>it</strong>à di Domenico Fassetta, volta a garantire le proprietà<br />
comunali attraverso l’attiv<strong>it</strong>à di controllo sul patrimonio e la tassazione dei ceti abbienti:<br />
il consiglio vota all’unanim<strong>it</strong>à una sua proposta volta a meglio ricollocare l’archivio<br />
comunale nella nuova sede municipale, spostandolo al piano superiore e lasciando libera<br />
al piano terra la sala per le riunioni consiliari. Sempre all’unanim<strong>it</strong>à viene votata una<br />
sua altra proposta per bloccare lo sfruttamento privato non autorizzato delle cave di<br />
proprietà comunale, in modo da colpire la speculazione e provvedere per i bisogni<br />
municipali. 1387<br />
Nella seduta del 22 marzo 1903 Domenico Fassetta propone l’ist<strong>it</strong>uzione di una<br />
tassa sui cani. Il presidente lo inv<strong>it</strong>a a formulare anche la misura della tassa: egli<br />
propone che quelli da caccia paghino 12 lire, mentre quelli da guardia ne paghino 4.<br />
Nonostante la contrarietà del consigliere G.B. Giacomello che la r<strong>it</strong>iene esagerata (e<br />
propone la riduzione rispettivamente a 5 e 2 lire) la proposta è approvata per 7 voti a 4.<br />
Sempre in quella seduta si discutono tre interrogazioni in cui Fassetta richiede<br />
all’amministrazione (con il sostegno della maggioranza o dell’unanim<strong>it</strong>à dei consiglieri) di<br />
verificare la proprietà comunale di alcune aree o di tutelare le proprietà comunali dal<br />
deterioramento dei concessionari. 1388<br />
L’11 giugno 1903 il Consiglio Comunale vota la ratifica della delibera giuntale con<br />
la quale è stato approvato il preliminare fra la Società Italiana (la Società Italiana per<br />
l’Utilizzazione delle Forze Idrauliche nel Veneto di Venezia e denominata usualmente<br />
Società del Cellina, presieduta dal conte Nicolò Papadopoli, che il 17 luglio 1900 ha<br />
acquis<strong>it</strong>o la pordenonese Società Promotrice per l’Utilizzazione delle forze idrauliche del<br />
torrente Cellina 1389 ) rappresentata dall’ing. Aristide Zenari ed i comuni interessati al<br />
1384 CICONI, Giandomenico, Udine e la sua provincia, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1992, 189.<br />
1385 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pagg. 64 e 75;<br />
***, Ferrovia Pordenone-Aviano, c<strong>it</strong>., pag. 16.<br />
1386 ACM, Registro 1 I- Deliberazioni Giunta dal 6 gennaio 1903 al 29 dicembre 1905, fogli 1-19.<br />
1387 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, fogli 1-3.<br />
1388 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, fogli 3-4.<br />
1389 ZIN, Luigino, La forza del Cellina. Storia degli impianti che illuminarono Venezia, Venezia, Enel, 1988;<br />
COLA, Gaetano, c<strong>it</strong>., pagg. 11 e 19.<br />
Il conte veneziano di origine greca Nicolò Papadopoli Aldobrandini, proprietario terriero nel Trevigiano e nel<br />
Polesine, era anche stato azionista dei Cotonifici di Torre e Rorai e deputato moderato di Pordenone per due<br />
408
progetto della strada della Val Cellina. Alcuni consiglieri, fra i quali in particolare<br />
Fassetta, si oppongono alla deliberazione che vorrebbero rinviata a quando il comune di<br />
Barcis abbia chiar<strong>it</strong>o la misura dell’assunzione a suo carico degli oneri di manutenzione<br />
della strada. 1390 La strada verrà realizzata in questi anni dalla Società del Cellina,<br />
contemporaneamente alla costruzione della diga sul torrente e delle centrali<br />
idroelettriche: fino allora la Valcellina è stata collegata al resto del mondo solo da difficili<br />
sentieri su cui si muovono con tempi biblici i trasporti di vettovaglie, basati soprattutto<br />
sulle spalle delle donne: vicenda che - dopo un complicato travaglio secolare - sarà<br />
risolta solo con la tardiva attuazione delle opere previste dal piano di ricostruzione dopo<br />
il disastro del Vajont. 1391<br />
Nel 1896-1897 si hanno a Pordenone i primi atti relativi alla cost<strong>it</strong>uzione di una<br />
società privata (la Società Promotrice) che intende utilizzare le acque del Cellina per<br />
realizzare una serie di impianti idroelettrici in comune di Montereale e di Aviano. Questa<br />
iniziativa è immediatamente seguente alle prime realizzazioni di Edison: la prima<br />
centrale idroelettrica in Italia è stata costru<strong>it</strong>a nel 1885. L’idea è quella di fornire energia<br />
elettrica ai centri c<strong>it</strong>tadini maggiori del Veneto, a Venezia in primo luogo, ma anche a<br />
San Donà di Piave, Treviso, Pordenone ed Udine. Gli invest<strong>it</strong>ori locali non riescono però a<br />
gestire la vicenda e solo tre anni dopo cedono l’affare ad un gruppo di cap<strong>it</strong>alisti<br />
veneziani. Come al sol<strong>it</strong>o il terr<strong>it</strong>orio friulano diventa terreno di conquista per il cap<strong>it</strong>ale<br />
nazionale od internazionale, anche quando - come in questo caso - i progettisti che<br />
hanno concep<strong>it</strong>o l’affare sono pordenonesi: dirigono i lavori l’ing. Aristide Zennari per la<br />
parte idraulica e civile e l’ing. Antonio P<strong>it</strong>ter per quella elettrotecnica. I lavori hanno<br />
inizio nel 1900, occupando da 1200 a 1500 operai 1392 e durano in più fasi fino al 1908,<br />
realizzando dapprima la centrale di Malnisio in comune di Montereale e poi quella di<br />
Giais in quello di Aviano (solo nel 1919 sarà realizzata anche quella del Partidor, in serie<br />
con quella di Giais). Sulle gigantesche opere di scavo di canali, gallerie ed officine<br />
idroelettriche, si innesta l’iniziativa dei comuni di Barcis e Montereale di costruire una<br />
strada che, utilizzando il percorso di servizio che entra nella valle da Montereale fino alla<br />
diga, correndo per alcuni tratti al di sopra della condotta forzata, raggiunga Barcis. Vista<br />
l’indisponibil<strong>it</strong>à degli altri comuni della valle, viene cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un consorzio (anche con il<br />
minimale contributo dei comuni di Pordenone ed Aviano: il 57,5% della spesa è a carico<br />
di Barcis - 95.000 lire - ed il 33 % - 55.000 - di quello di Montereale) e la strada sarà<br />
completata nel novembre del 1906. Completata evidentemente in un modo poco<br />
soddisfacente, visti gli incidenti che vengono denunciati, a riprova della pericolos<strong>it</strong>à della<br />
nuova strada. 1393<br />
La strada per Barcis viene realizzata in più tranches: nel 1900-1901 è realizzato il<br />
tratto -sulla destra del Cellina - da Montereale all’imboccatura nord della galleria della<br />
Monciaduda (dove la condotta forzata entra in una galleria che attraversa la montagna<br />
per sboccare fuori dalla valle sopra Malnisio); da quel punto alla diga la strada viene<br />
realizzata utilizzando la superficie superiore del canale artificiale. Il tratto successivo<br />
(sulla sponda sinistra del Cellina), verrà realizzato in proprio dall’ing. Zenari, dopo la<br />
convenzione del 1903. 1394<br />
Ecco come i socialisti di Barcis, che sono ben presenti nell’amministrazione del<br />
primo comune della Valcellina - a monte di Montereale - affrontano il problema della<br />
legislature, dal 1876 al 1882. Cfr.: RINALDI, Carlo, I Deputati Friulani a Montec<strong>it</strong>orio nell’età liberale, c<strong>it</strong>.,<br />
pagg. 341-343; DEGAN, Teresina, Industria tessile, c<strong>it</strong>., pag. 17; MALATESTA, Alberto, Ministri, c<strong>it</strong>., secondo<br />
volume, pag. 283; MIO, Luigi, Il processo di industrializzazione del Pordenonese, c<strong>it</strong>., pag. 54.<br />
1390 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, foglio 6-7.<br />
1391 Tardiva è un eufemismo, se pensiamo che il nuovo collegamento stradale da Montereale a Barcis attenderà<br />
trent’anni per essere realizzato, mentre i paesi della valle subiranno il defin<strong>it</strong>ivo tracollo demografico. Non è<br />
invece stato risolto in modo soddisfacente il problema del collegamento stradale a nord, quello verso la Valle del<br />
Piave e la provincia di Belluno. Solo con ironia si possono leggere le righe dedicate da Guido Barbina allo<br />
sfruttamento idroelettrico delle valli prealpine, ove si dice che senza la presenza dei bacini artificiali queste<br />
valli sarebbero morte del tutto da tempo: evidentemente una probabile g<strong>it</strong>a terminata con un buon pranzo<br />
sulle rive del lago di Barcis ha permesso di obnubilare il vero e proprio disastro umano, prima che ambientale,<br />
provocato dalla pol<strong>it</strong>ica di rapina delle risorse e dalla mancanza di investimenti. Questo senza volerci<br />
addentrare su una valutazione su quelle vallate (come la Val Tramontina) nelle quali ai bacini idroelettrici non<br />
ha corrisposto neanche un minimo sviluppo turistico. Cfr.: BARBINA, Guido, Cento anni di trasformazioni<br />
terr<strong>it</strong>oriali, in: FRILLI, Franco, c<strong>it</strong>., pag. 20.<br />
1392 Ma arriverebbero nella fase culminante dei lavori fino a 2500, oltre alle portatrici, secondo Chiaradia:<br />
CHIARADIA, Giosuè, Un secolo di attiv<strong>it</strong>à idroelettriche, c<strong>it</strong>., pag. 80.<br />
1393 COLONNELLO, Aldo e ZIN, Luigino (a cura di), La vecchia strada della Valcellina, Montereale Valcellina,<br />
Quaderni del Menocchio, 1997; ZIN, Luigino, La forza del Cellina, c<strong>it</strong>.; COLA, Gaetano, c<strong>it</strong>., pagg. 64-66.<br />
Sugli incidenti accaduti, cfr.: LF, nn. 215 del 28 novembre 1908, Strada Valcellina e 351 del 24 giugno1911,<br />
pag. 4, MONTEREALE CELLINA. Disgrazia.<br />
1394 CHIARADIA, Giosuè, Un secolo di attiv<strong>it</strong>à idroelettriche, c<strong>it</strong>., pagg. 80-81.<br />
409
strada alla fine del 1905, quando attorno a questa questione presenteranno la<br />
candidatura alternativa del libraio e scr<strong>it</strong>tore Giuseppe Malattia della Vallata in<br />
occasione delle elezioni provinciali per il mandamento di Maniago: Si pensi che ben sei<br />
Comuni con una popolazione complessiva di circa 12.000 ab<strong>it</strong>anti disseminati da Maniago a<br />
Longarone lungo un trag<strong>it</strong>to di 50 chilometri, sono ancora privi di strada e non hanno che<br />
un miserabile preadam<strong>it</strong>ico sentiero, difficile e faticoso, lungo il quale le nostre donne<br />
sacrificano precocemente giovinezza e salute, portando carichi di 50 e più chilogrammi per<br />
quattro, sei e persino otto ore di percorso. La strada è adunque il sogno, l’aspirazione<br />
secolare di questi valligiani, e i parecchi tronchi a stento costru<strong>it</strong>i da questi poverissimi<br />
Comuni e mercè le prestazioni gratu<strong>it</strong>e di mano d’opera degli ab<strong>it</strong>anti attestano l’urgenza<br />
del bisogno e l’ardore del desiderio di soddisfarlo. Tuttavia Governo e Provincia, che pur<br />
assorbono buona parte dei tributi locali senza aver dato mai un qualsiasi corrispettivo, sotto<br />
qualsiasi forma, giacché tutte le spese pubbliche (scuole, maestri, medici, impiegati in<br />
genere, ecc.) sono a carico dei Comuni, mai hanno pensato di porgere una mano a questi<br />
paesi abbandonati. I consiglieri provinciali della plaga, che più degli altri sarebbero tenuti ad<br />
ag<strong>it</strong>are la questione della strada provinciale Barcis-Erto-Longarone, si guardano bene dal<br />
farlo, perché urterebbero gli interessi di Maniago dove hanno la loro base elettorale, La<br />
strada avendo il suo sbocco naturale e logico a Montereale Cellina, toglierebbe a Maniago il<br />
commercio della valle deviandolo altrove. Ecco la ragione precipua della candidatura locale<br />
del Malattia, della quale dobbiamo compiacerci come di un segno di risveglio e di progresso<br />
di questa vergine vallata. Ricordo che nelle ultime elezioni pol<strong>it</strong>iche i Barciani diedero quasi<br />
tutti i loro voti al nostro Podrecca, ed altrettanto faranno nelle future occasioni. Ma<br />
evidentemente i problemi, nel 1903, non ci sono solo fra la Valcellina e Maniago, ma<br />
anche fra i socialisti che amministrano Barcis ed il loro compagno di Montereale,<br />
giustamente preoccupato per la gestione economica del suo comune (che, non<br />
dimentichiamo, di problemi ne ha molti, ma un interesse relativo alla strada, che sta alle<br />
sue spalle). 1395<br />
Nella seduta del 28 giugno 1903 la posizione sol<strong>it</strong>aria di opposizione di Fassetta<br />
viene confermata nella votazione in seconda lettura (i favorevoli sono 15). L’argomento<br />
r<strong>it</strong>ornerà in discussione nella mozione di sfiducia presentata da Fassetta il 26 luglio<br />
(quando il consigliere imputerà alla Giunta di non aver sollec<strong>it</strong>ato il comune di Barcis a<br />
rispondere alle richieste di chiarimento sul riparto delle spese di manutenzione ed il<br />
sindaco risponderà ironicamente manderò i questurini) e nel consiglio del 19 agosto<br />
quando, presenti anche i rappresentanti del comune di Barcis, si delibererà di ripartire<br />
le spese in proporzione di 1/4 per Montereale (300 lire annue) e di 3/4 per Barcis (che si<br />
assume la gestione del servizio) per il tratto che da Montereale giunge fino al bivio<br />
Molassa, con un accantonamento delle eventuali rimanenze da portare agli esercizi<br />
successivi. Quest’ultima soluzione evidentemente accontenta anche Fassetta, che vota<br />
pure lui a favore. Ma poi (anche se non sappiamo di chi si tratti) nella votazione in<br />
seconda lettura del 17 settembre ci sono quattro voti contrari. 1396<br />
1395 G, n. 45 di venerdì 15 dicembre 1905, pag. 2, DA BARCIS. Elezioni Amministrative.<br />
Barcis, come gli altri comuni della Valcellina, fa parte del distretto di Maniago e non viene trattata in questa<br />
parte della ricerca. Nei primi anni del secolo la presenza socialista è notevole a Barcis, tanto da godere di una<br />
rappresentanza nella Giunta comunale fino al 1909, grazie al ruolo prevalente dell’assessore anziano Giovanni<br />
Bet (che solo per la sua indisponibil<strong>it</strong>à non diviene sindaco). Purtroppo lo studio dell’attiv<strong>it</strong>à amministrativa di<br />
questo comune è ostacolato dalla completa distruzione di tutti gli archivi pubblici e privati, avvenuta a causa<br />
dell’incendio dell’ab<strong>it</strong>ato da parte dell’eserc<strong>it</strong>o tedesco nell’autunno 1944, durante il rastrellamento che porrà<br />
termine alla Zona libera della Carnia.<br />
Giuseppe Malattia della Vallata, notevole esempio di letterato barciano, non è mai stato pubblicamente<br />
associato al movimento socialista, che lo porta candidato alle elezioni provinciali nel 1909, 1914 e 1920<br />
(giungendo vicino all’elezione in quest’ultima occasione) e sindaco a capo della breve Giunta socialista eletta<br />
nell’autunno del 1920. Ma il suo impegno a fianco dei socialisti è testimoniato indub<strong>it</strong>abilmente, oltre che dalle<br />
candidature, dal fatto che nel 1914, con cadenza settimanale, appaiono su Il Lavoratore Friulano sue inserzioni,<br />
che pubblicizzano i libri di occasione, nuovi od usati in vend<strong>it</strong>a contrassegno presso la Libreria Dante in Via<br />
Mercerie, 6 ad Udine. Malattia offre pure temperini di Maniago e Solingen e forbici, portafogli e portamonete in<br />
pelle, carta da lettere e penne stilografiche. Per la sua attiv<strong>it</strong>à, Malattia eserc<strong>it</strong>a anche l’acquisto di libri storici<br />
antichi, a stampa e manoscr<strong>it</strong>ti, per i quali richiede offerte da farsi a mezzo cartolina con risposta prepagata.<br />
Periodicamente egli aggiorna le sue inserzioni pubblic<strong>it</strong>arie, tutte di grandi dimensioni, per fornire ai lettori<br />
l’esatto elenco del materiale librario a sua disposizione. Cfr. ad esempio: LF, nn. 497 del 22 marzo 1914, pag. 3<br />
e 511 del 28 giugno 1914, pag. 3. Giuseppe Malattia successivamente collaborerà con il fascismo<br />
(differenziandosi dagli amministratori socialisti che generalmente non si comprometteranno in alcun modo con<br />
il regime): verrà nominato commissario prefettizio di Montereale il 29 agosto 1932, assumendo i poteri il 7<br />
settembre e manterrà la carica (diventata nel frattempo quella di podestà) per esattamente quattro anni, fino al<br />
passaggio di consegne del 7 settembre 1936. Cfr.: ACM,b. 9 - Verbali di consegna - Passaggi d'Amministrazione,<br />
verbale di passaggio dell'Amministrazione Comunale al commissario prefettizio del 7 settembre 1932, decreto<br />
prefettizio n. 4519/Gabinetto del 29 agosto 1932 e verbale di passaggio dell'Amministrazione Comunale del 7<br />
settembre 1936.<br />
1396 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, fogli 8, 10-12 e 13-15.<br />
410
Il 28 giugno il Consiglio Comunale delibera a maggioranza provvedimenti per la<br />
costruzione di nuovi edifici scolastici: il sindaco dichiara essere convinto della assoluta<br />
necess<strong>it</strong>à e dell’urgenza di provvedere il Comune nel più breve termine possibile, di locali<br />
scolastici sani ed adatti, e tanto più che sa che l’Autor<strong>it</strong>à Superiore, che già in passato ha<br />
minacciata la chiusura di queste scuole molte volte, quest’anno senza dubbio prenderebbe<br />
una misura defin<strong>it</strong>iva ove il Comune non adottasse un provvedimento al caso. Il Cons. Sig.<br />
Fassetta dichiara che è assolutamente d’accordo del bisogno e che sarebbe desiderabile, per<br />
le tre frazioni superiori un locale unico che servisse per tutti. Il consiglio si divide ed il<br />
sindaco propone una mozione nella quale si approva l’assunzione di un mutuo di 55.000<br />
per la costruzione delle nuove scuole. Il consigliere De Pol, contestando la spesa e quella<br />
ulteriore prevista di 45.000, abbandona l’aula dopo aver minacciato le dimissioni; altri<br />
consiglieri propongono un rinvio della spesa o la realizzazione parziale solo degli edifici di<br />
alcune frazioni. Alla fine il Consiglio approva la ripetuta proposta sindacale – anche se il<br />
sindaco dichiara di non porre la fiducia - votando otto a favore (Armando Zotti, Giacinto<br />
De Ros, Luca Roveredo, GioBatta Giacomello, Domenico Fassetta, Gabriele Cicuto,<br />
Angelo Tommasini e GioBatta Romanin) e sette contrari (Angelo Giacomello, Valentino<br />
Dinat, co. Armando Cigolotti, Sante Alzetta, Luigi Magris fu Domenico, Luigi Magris fu<br />
Bortolo e Giuseppe Cossutta). 1397<br />
Il Consiglio Comunale delibera il 28 giugno 1903, su proposta di Fassetta, di dare<br />
incarico ad un tecnico per accertare gli abusi ed usurpazioni a danno della proprietà<br />
comunale, accertata sulla base delle precedenti deliberazioni, delle lame di Povoledo e<br />
del canale Ciars. 1398<br />
Il 26 luglio 1903 il consiglio discute una chilometrica interpellanza di Fassetta,<br />
nella quale si propone la sfiducia alla Giunta per molti motivi (in totale 23) che vanno<br />
dalle irregolar<strong>it</strong>à amministrative alla mancata esecuzione di manutenzioni di opere<br />
pubbliche deliberate, dalla carente gestione del personale (non sono stati presi<br />
provvedimenti adeguati nei confronti della guardia comunale che è perennemente<br />
ubriaca) a quella dei prelievi fiscali, fino al voto contrario dato dalla Giunta alla proposta<br />
sindacale per la costruzione delle nuove scuole, che ha dimostrato la rottura fra il<br />
sindaco ed i suoi assessori. Il sindaco ridimensiona il valore delle contestazioni,<br />
rispondendo però puntualmente ad esse, ed in particolare – sulle scuole – dichiarando<br />
che la proposta era sua personale e quindi non c’è problema se la Giunta ha votato<br />
contro; infine il sindaco propone un ordine del giorno che respinge la proposta di<br />
Fassetta, in quanto nella Giunta non esiste alcun contrasto, e sono rientrate anche le<br />
annunciate dimissioni del consigliere De Pol, tanto più che la differenza di vedute a<br />
propos<strong>it</strong>o delle scuole riguarda solo uno studio progettuale. Fassetta attacca la Giunta<br />
affermando che è stata capace solo di deliberare spese, come la strada della Valcellina e<br />
le scuole, ma il sindaco gli rinfaccia com’egli abbia finora sostenuto sulla stampa proprio<br />
l’util<strong>it</strong>à di queste iniziative. Infine si giunge al voto, con nove favorevoli alla Giunta e sei<br />
contrari; uno degli assessori, Antonio Magris, r<strong>it</strong>iene di astenersi in quanto parte in<br />
causa. 1399<br />
Dopo due sedute andate deserte il 4 e 10 ottobre 1903, in quella del 18 ottobre<br />
due assessori si presentano dimissionari: Angelo Giacomello per protesta contro<br />
l’assenteismo dei consiglieri (le sue dimissioni sono respinte); Paolo De Pol perché in<br />
contrasto con la Giunta, ed in questo caso invece le sue dimissioni sono accolte. Nella<br />
seduta del 2 novembre i consiglieri di Malnisio chiedono di rivedere la decisione presa<br />
riguardo al compaesano De Pol, ma nella successiva delibera per eleggere un nuovo<br />
assessore effettivo prevale Domenico Fassetta che sopravanza per due volte di un voto<br />
Luigi Magris fu Bort. di Malnisio (7 a 6 e successivamente 8 a 7 su 17 votanti). Dopo un<br />
vivace battibecco fra Fassetta ed alcun consiglieri di Malnisio, quattro di essi si<br />
assentano ed il consiglio respinge a grande maggioranza la proposta di rinvio della<br />
votazione; Domenico Fassetta di Antonio, d’anni 32 negoziante di Grizzo di Montereale<br />
Cellina viene infine eletto alla terza votazione con 11 voti su 13 votanti. 1400<br />
Nella seduta del 24 dicembre 1903 - dopo una mezza pagina bianca,<br />
corrispondente ad un intervallo di soli sedici giorni dalla precedente riunione di Giunta e<br />
legata probabilmente alla fase di cambiamento nell’amministrazione cui abbiamo appena<br />
assist<strong>it</strong>o - non troviamo ancora presente il neoassessore Domenico Fassetta, che farà la<br />
sua prima comparsa nella successiva seduta del 31 dicembre. Il 21 gennaio 1904 si<br />
provvede alla divisione dei referati: La proposta del Sindaco passa alla divisione dei referati<br />
1397 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, foglio 9.<br />
1398 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, foglio 9.<br />
1399 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, fogli 10-12.<br />
1400 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, fogli 15-19.<br />
411
fra alcuni assessori del Comune e cioè fra quelli che, per ragione di residenza, sono vicini al<br />
Capoluogo e sede degli Uffici Comunali. Resta così affidato: al Sig. Giacomello Angelo: Lavori<br />
Pubblici, Agricoltura, Industria e Commercio; al Sig. Dinat Valentino: Beneficenza ed Opere<br />
Pie; al Sig. Fassetta Domenico: Istruzione Pubblica, Polizia Urbana e Rurale San<strong>it</strong>à ed Igiene.<br />
Tutti gli altri rami restano affidati al Sindaco che potrà valersi pel disimpegno della<br />
supplenza e cooperazione degli altri assessori non invest<strong>it</strong>i di speciale referato. 1401<br />
La Giunta del 2 marzo protesta vivacemente contro la decisione dell’Intendenza di<br />
Finanza provinciale di negare il trasferimento del negozio di privativa della frazione di<br />
San Martino di Campagna dall’attuale sede decentrata ad un luogo più idoneo nel centro<br />
del paese, per meglio servire le esigenze degli ab<strong>it</strong>anti. Si decide di ricorrere al Ministero<br />
delle Finanze per tutelare gli interessi comunali. 1402<br />
Il 14 marzo il sindaco riporta nella riunione di Giunta i diffusi lagni dei c<strong>it</strong>tadini<br />
contro l’indolenza e trascuratezza degli impiegati comunali, chiedendo di prendere<br />
provvedimenti per por termine a questa s<strong>it</strong>uazione. La Giunta unanime ammonisce il<br />
segretario Aristide Romaro e gli impiegati Pietro ed Antonio Salice a voler per l’avvenire<br />
attenersi scrupolosamente all’osservanza dei loro doveri onde non mettere la Giunta nella<br />
necess<strong>it</strong>à di provocare dal Consiglio la loro sospensione o licenziamento dall’impiego a<br />
seconda dei casi; II° Di accordare ai suddetti il termine perentorio di mesi uno e mezzo a<br />
datare da oggi per riordinare ed aggiornare l’ufficio con facoltà al Sindaco di accertarsi<br />
dell’esatto adempimento della presente disposizione mediante una vis<strong>it</strong>a di controllo da<br />
effettuarsi all’Ufficio stesso da appos<strong>it</strong>o delegato. Si delibera inoltre - a dimostrazione di<br />
un clima di sfiducia profonda nei confronti degli impiegati comunali - che<br />
quotidianamente essi scrivano in un registro, oltre alle ore di servizio, le esatte attiv<strong>it</strong>à<br />
realizzate ed in un altro tengano registrata la corrispondenza postale.<br />
Un problema analogo si pone nella successiva seduta del 20 maggio, nella quale<br />
si discute della punizione da dare alla guardia comunale Vincenzo Magris, che non aveva<br />
ottemperato all’ordine del sindaco di recarsi ogni giorno in municipio per ricevere gli<br />
incarichi del caso, dichiarando anzi: Io non vengo più in Municipio perché ho ordine da<br />
Consiglieri ed Assessori di fare dell’altro e se il Sindaco comanda vi sono pure i Consiglieri e<br />
gli Assessori che comandano come lui. E’ proprio Fassetta il motore dell’azione contro<br />
l’indisciplina e la negligenza dei dipendenti comunali: il sindaco inoltre da lettura di un<br />
rapporto a carico del suddetto presentato dal Sig. Assessore Fassetta per mancanze di<br />
servizio e per averlo sorpreso in uno stato di repugnante ubriachezza. Viste le diffide ed i<br />
provvedimenti delle settimane precedenti, si decide di sospendere dal servizio la guardia<br />
per cinque giorni.<br />
Nella seduta del 3 aprile, visto che il maestro Cabassi non si è adeguato alle<br />
precedenti comunicazioni, letto il rapporto dell’Assessore Sig. Fassetta e deplorando una<br />
ostinata persistenza nel mancare ai propri doveri da parte del M.° Cabassi Andrea, si<br />
delibera di richiedere un provvedimento disciplinare all’Ispettore scolastico. Parimenti a<br />
propos<strong>it</strong>o dell’impiegato Pietro Salice, ud<strong>it</strong>o dall’Assessore Sig. Fassetta come detto Salice<br />
si sia permesso alla sua presenza ed in pubblico esercizio di cr<strong>it</strong>icare ed offendere<br />
l’Amministrazione com.le; ricordato che detto impiegato persiste nel trascurare l’Ufficio<br />
abbandonandolo per intere giornate senza regolare permesso; ammessa l’attenuante che<br />
l’Impiegato Salice si permise di cr<strong>it</strong>icare ed offendere l’Amministrazione in un momento di<br />
ebrezza alcoolica; ma pur considerato non poter tollerare per molte ragioni un simile<br />
andazzo di cose; delibera di sospenderlo per quindici giorni dal servizio.<br />
L’8 maggio il segretario si assenta dal Consiglio Comunale e cede le funzioni di<br />
segretario provvisorio a Domenico Fassetta. Il Sindaco riferisce come da qualche tempo il<br />
disbrigo degli affari Municipali abbia sub<strong>it</strong>o un certo rallentamento dando luogo nel pubblico<br />
a molteplici lagni. Aggiunge che l’inconveniente va attribu<strong>it</strong>o principalmente all’indolenza e<br />
trascuratezza degli impiegati Municipali ed a conferma di ciò c<strong>it</strong>a parecchi addeb<strong>it</strong>i e da<br />
lettura di parecchi reclami pervenutigli a carico di questi ultimi. Soggiunge infine che a<br />
nulla essendo valsi i richiami amichevoli e le varie funzioni a loro infl<strong>it</strong>te per ricondurli sulla<br />
via del dovere si rende ora necessario prendere in loro confronto radicali provvedimenti. Il<br />
consiglio quindi delibera unanime di presentare domanda alla Prefettura perché invii un<br />
suo incaricato per quaranta giorni per provvedere al riordino degli uffici e delega la<br />
Giunta a prendere i provvedimenti necessari. Collegata a questa deliberazione è quella<br />
sulle dimissioni degli assessori effettivi Fassetta e Giacomello Angelo e supplenti<br />
Vincenzo Alzetta ed Antonio Magris. Dopo le giustificazioni del sindaco, che dichiara che<br />
le responsabil<strong>it</strong>à per le mancanze gestionali - e soprattutto per la gestione dei servizi<br />
comunali - sono da attribuire ad altri, vengono respinte le dimissioni dei primi tre. Al<br />
posto di Magris viene eletto al terzo scrutinio Silvio Tonon. 1403<br />
1401 ACM, Registro 1 I - Deliberazioni Giunta dal 6 gennaio 1903 al 29 dicembre 1905, fogli 20-24.<br />
1402 ACM, Registro 1 I - Deliberazioni Giunta dal 6 gennaio 1903 al 29 dicembre 1905, fogli 24-25.<br />
1403 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, fogli 28-29, 34 e 38.<br />
412
Il 30 maggio, infine, il segretario e lo scr<strong>it</strong>turale applicato allo stato civile Pietro<br />
Salice si dimettono dal servizio e la Giunta decide di portare in Consiglio Comunale<br />
l’accettazione delle dimissioni ed il bando dei concorsi per le nuove assunzioni. Il 2<br />
giugno le dimissioni da segretario di Aristide Romaro vengono accettate dal Consiglio<br />
Comunale: al suo posto viene nominato il 12 giugno il nob. V<strong>it</strong>o Cristofori; ma il 10 luglio<br />
si deve discutere della delibera d’urgenza della Giunta del 21 giugno che (a causa della<br />
non accettazione della nomina da parte di Cristofori) ha dovuto nominare<br />
provvisoriamente il rag. Giuseppe Masieri come segretario ed assumere il conte Gastone<br />
Cigolotti come applicato allo stato civile; dopo aver ud<strong>it</strong>o varie proposte per la ricerca del<br />
segretario (chi propone di assumere quello di San Quirino, chi di bandire un concorso) si<br />
rinvia la decisione. Intanto in quella riunione di Giunta per acclamazione viene assunto<br />
l’assessore Signor Fassetta Domenico a fungere da Segretario, funzione che verrà<br />
disimpegnata per alcune sedute fino all’assunzione dei nuovi impiegati. Una scr<strong>it</strong>tura la<br />
sua regolare ed inclinata che si rimpiangerà, paragonandola con quella veloce e quasi<br />
illeggibile del nuovo segretario comunale che lo sost<strong>it</strong>uirà di lì a poco. Dopo<br />
l’effettuazione del concorso, verrà infine nominato Marco Torresini l’8 febbraio 1905;<br />
nella stessa data è confermato per due anni lo scr<strong>it</strong>turale Cigolotti Gastone.<br />
Interessante, dopo aver constatato la radicale azione di riorganizzazione della piccola<br />
macchina comunale da parte di Domenico Fassetta, è notare il livello di decadenza della<br />
nobiltà locale, costretta, come nel caso del conte Cigolotti, ad accontentarsi di uno<br />
stipendio mensile di 60 lire. Viene fissato l’orario di servizio del personale municipale. 1404<br />
Non ci si interessa ovviamente solo della riorganizzazione dell’organico<br />
municipale: il lavoro del Consiglio Comunale procede, con l’approvazione di delibere e di<br />
regolamenti, con particolare riguardo ai problemi della gestione del personale, delle opere<br />
pubbliche, dell’insegnamento e della farmacia. Nella seduta giuntale del 20 marzo, vista<br />
la rinuncia della persona nominata per gestire la farmacia, il sindaco aveva proposto di<br />
cost<strong>it</strong>uire una società per l’esercizio del servizio, le cui azioni dovrebbero essere<br />
sottoscr<strong>it</strong>te dai c<strong>it</strong>tadini secondo la proposta presentata dall’Ufficiale san<strong>it</strong>ario. La Giunta<br />
propone quindi al Consiglio Comunale di sottoscrivere dieci azioni di 60 lire ciascuna<br />
della società e di fornire gratu<strong>it</strong>amente l’alloggio del farmacista ed il locale per la<br />
farmacia. 1405<br />
Il 1° febbraio 1905 la Giunta discute della lettera con la quale il consigliere<br />
provinciale Carlo Policreti informa della possibil<strong>it</strong>à che anche l’Amministrazione<br />
Provinciale contribuisca alle spese per la realizzazione della strada Montereale-Barcis e<br />
plaude all’impegno dei due consiglieri del mandamento (Policreti ed Antonio Cristofori)<br />
per la strada della Valcellina. 1406<br />
Anche in questo lembo di terra giungono i riflessi della rivoluzione russa: l’8<br />
febbraio l’assessore signor Domenico Fassetta, chiesta ed ottenuta la parola, dice: che in<br />
segu<strong>it</strong>o agli orridi fatti commessi dagli orrori della autocrazia Russa, manda un saluto a quel<br />
popolo che lotta per la libertà, proponendo il seguente “Ordine del giorno di protesta”. Il<br />
Consiglio comunale di Montereale Cellina di fronte alle stragi orrende e le vendette<br />
compiute dal dispotismo Russo contro il suo popolo che lotta con sacrificio per la conquista<br />
delle sue libertà fondamentali, esprime sentimenti di solidarietà con quei generosi<br />
fratellandosi a loro col cuore e facendo voti che si affretti il suo avvenire civile e glorioso<br />
della società democratica.” Il sig. Presidente associandosi alle nobili parole dell’assessore<br />
sig. Fassetta pone ai voti il proposto ordine del giorno che per alzata e seduta, viene<br />
approvato ad unanim<strong>it</strong>à. Con un raro intervento censorio nei confronti di<br />
quest'amministrazione, il prefetto annulla tale deliberazione con decreto 25 marzo, prot.<br />
n. 5586, considerando che l'oggetto cui quella si riferisce è estraneo alle attribuzioni dei<br />
Consigli Comunali. La deliberazione viene fatta conoscere al Consiglio Comunale il 29<br />
novembre di quell'anno ed il consiglio ne prende atto senza protestare. 1407<br />
Il 28 febbraio, preso atto dei tentativi fatti finora (inutilmente, a causa anche delle<br />
proib<strong>it</strong>ive condizioni del torrente) per realizzare una diga presso la Piera Magnadora sul<br />
corso del Cellina per proteggere l’ab<strong>it</strong>ato di Montereale, si decide la realizzazione di una<br />
In realtà questa nomina è frutto di un errore procedurale, in quanto sarebbe stato eletto in una precedente<br />
votazione il consigliere Giuseppe Cossutta; ma lo stesso, nella seduta del 21 agosto, declinerà l’incarico; il 4<br />
settembre verrà quindi eletto assessore supplente Luca Roveredo.<br />
1404 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, fogli 31-33 e 54;<br />
Registro 1 I - Deliberazioni Giunta dal 6 gennaio 1903 al 29 dicembre 1905, fogli 26-27, 29 e 32-33.<br />
1405 ACM, Registro 1 I - Deliberazioni Giunta dal 6 gennaio 1903 al 29 dicembre 1905, foglio 27.<br />
1406 ACM, Registro 1 I - Deliberazioni Giunta dal 6 gennaio 1903 al 29 dicembre 1905, foglio 43.<br />
1407 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, foglio 50 e Registro 3 I -<br />
Deliberazioni del Consiglio. Anni 1905, 1906 e 1907 30/6, foglio 14.<br />
413
diga in nove capriate di legname di castagno, visto anche il favore della popolazione per<br />
questa soluzione, con un lieve risparmio di spesa. 1408<br />
Il 9 aprile si discute animatamente della vertenza, insorta con la Società Italiana<br />
per l’utilizzo delle forze idrauliche del Veneto, per la resistenza della stessa a realizzare le<br />
opere necessarie e ad indennizzare i danni prodotti in conseguenza dei lavori sul Cellina.<br />
Gli assessori Fassetta e Dinat stigmatizzano l’incontro privato avuto dal sindaco a San<br />
Leonardo con il rappresentante della società ing. Zenari; l’assessore Angelo Giacomello<br />
legge un lungo intervento, che viene trascr<strong>it</strong>to a verbale su sua richiesta, nel quale –<br />
dopo aver rimpianto che i rapporti fra la società ed il comune non siano prosegu<strong>it</strong>i in<br />
ragione del comune interesse e del lavoro offerto agli operai del paese da quattro anni,<br />
ev<strong>it</strong>ando loro di emigrare dalle loro case – egli pronuncia un duro atto di accusa verso<br />
l’atteggiamento di rapina della società, che priva i paesi dell’uso – per gli ab<strong>it</strong>anti, il<br />
bestiame e l’irrigazione – dell’acqua dei canali, non realizza le protezioni ed i ponti<br />
promessi sugli stessi, interviene a riparare i danni all’ambiente ed alle opere solo dopo<br />
continue insistenze comunali, trasforma dir<strong>it</strong>ti sanc<strong>it</strong>i contrattualmente in graziose<br />
concessioni che debbono essere strappate con vertenze legali. Alla fine il Consiglio<br />
Comunale delega la Giunta ad intervenire presso la Prefettura per richiedere l’intervento<br />
dei tecnici del Genio Civile per riscontrare lo stato di fatto e per avviare l’eventuale causa<br />
legale a tutela degli interessi del comune.<br />
La seduta consiliare ha una coda nell’aggressione verbale che l’ing. Zenari compie<br />
nei confronti di Giacomello in un locale pubblico: l’assessore viene non solo insultato ma<br />
minacciato di querela. Nella successiva seduta del 14 maggio, dopo la denuncia<br />
dell’episodio da parte della v<strong>it</strong>tima, Fassetta interviene per esprimere la stima ed il<br />
sostegno dell’amministrazione nei confronti del collega, solidarietà cui si unisce unanime<br />
il consiglio. In quella stessa seduta Giacomello, Fassetta ed Alzetta r<strong>it</strong>irano le dimissioni<br />
che avevano dato, per non pregiudicare l’un<strong>it</strong>à dell’amministrazione in una fase delicata<br />
di trattativa con la Società del Cellina. Altro che la benefica collaborazione fra la<br />
nascente industria elettrica ed il terr<strong>it</strong>orio: questo viene sfruttato impunemente, e gli<br />
ab<strong>it</strong>anti di Montereale cominciano ad accorgersi di essere trattati né più né meno che<br />
come quelli delle colonie: carne da cannone per scavare con gran pericolo gallerie, erigere<br />
dighe e costruire canali appesi alle scogliere a strapiombo create dal Cellina. 1409<br />
Sempre il 9 aprile il sindaco propone di deliberare la richiesta di proroga delle<br />
elezioni amministrative del mandamento alla stagione invernale, per favorire il voto degli<br />
emigranti, come già votato dal comune di Aviano. La deliberazione viene avversata<br />
(contrariamente all’atteggiamento consolidato delle forze democratiche e socialiste<br />
friulane) da Fassetta che, con un lungo intervento, riesce a trascinare con sé la<br />
maggioranza del consiglio, che respinge per 12 voti a 6 la proposta del sindaco.<br />
Evidentemente prevalgono le ragioni della pol<strong>it</strong>ica locale (sulla quale pesa il fatto che i<br />
lavori idroelettrici sul Cellina hanno ridotto l’emigrazione) su quelle più generali dei<br />
dir<strong>it</strong>ti dei c<strong>it</strong>tadini. 1410<br />
Mercoledì 31 maggio 1905 si tiene in municipio a Montereale una riunione fra i<br />
consiglieri provinciali Carlo Policreti ed Antonio Cristofori, la Giunta di Montereale e<br />
l’assessore anziano Giovanni Bet di Barcis, per discutere delle pratiche per obbligare i<br />
comuni della Valcellina a partecipare al consorzio per la costruzione della strada della<br />
valle. Si tratta di una doppia notizia: perché è la prima corrispondenza da Montereale ad<br />
un giornale socialista (Il Giornaletto di Venezia) e perché vede un<strong>it</strong>e le due<br />
amministrazioni comunali ove sono presenti assessori - ora possiamo dirlo con quasi<br />
certezza - aderenti al Psi, contro l’atteggiamento assenteistico di quelle degli altri comuni<br />
a monte che si disinteressano della vicenda della strada. 1411<br />
Il 2 luglio la seduta ha inizio con l’interrogazione di Fassetta sui motivi per i quali<br />
ci sia stato tanto assenteismo nelle ultime tre sedute consiliari (nel frattempo avevano<br />
anche annunciato le dimissioni i tre consiglieri di San Leonardo). Così ricostruisce il<br />
dibatt<strong>it</strong>o Il Giornaletto: Finalmente, dopo quattro convocazioni, il consiglio si è trovato in<br />
numero legale ev<strong>it</strong>ando il pericolo del Commissario regio. Il consigliere Fassetta deplorò le<br />
assenze dei consiglieri, dicendo che in tal modo non si corrisponde al voto degli elettori.<br />
Aggiunse che se sembra ingiusta l’imposizione del R. prefetto per la protrazione delle<br />
elezioni a Dicembre si può protestare; se poi non si ha fiducia nell’amministrazione si può<br />
emettere un voto di sfiducia. Infine se vi sono di quelli che (per) accudire ai propri interessi<br />
non sono in grado di occuparsi della cosa pubblica possono dare le loro dimissioni. A tali<br />
1408 ACM, Registro 1 I - Deliberazioni Giunta dal 6 gennaio 1903 al 29 dicembre 1905, foglio 44.<br />
1409 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, fogli 56-59.<br />
1410 ACM, Registro 2 I - Deliberazioni Consiglio dal 22 febbraio 1903 al 1° giugno 1905, fogli 57-58.<br />
1411 G, n. 150 di venerdì 2 giugno 1905, pag. 3, DA MONTEREALE. Adunanza.<br />
414
osservazioni rispose in modo poco concludente, a nome dei colleghi di Malnisio, il<br />
consigliere Giuseppe Cossutta dicendo che le ragioni del non intervento alle sedute risiede<br />
nel r<strong>it</strong>ardo con cui vengono attuate le deliberazioni prese in precedenza dal Consiglio e<br />
nell’imposizione del Prefetto, riguardo alla data delle elezioni. Al Cossutta rispose il sindaco<br />
dimostrando che la causa principale per cui non si possono eseguire i deliberati del Consiglio<br />
risiede appunto nell’assenza dei consiglieri dalle sedute. Riguardo alle elezioni mostra ai<br />
consiglieri un decreto del prefetto che teneva sott’occhio. 1412<br />
Nella stessa seduta il consiglio approva a grande maggioranza la proposta di<br />
transazione con la Società del Cellina, che lascia varie questioni ancora da definire ma<br />
risolve quella del Roiello di San Leonardo (di cui viene conservata la portata idrica grazie<br />
al conferimento dal canale di scarico degli impianti) e dell’acquedotto di San Leonardo e<br />
San Martino. Ed il 3 ottobre la vertenza viene defin<strong>it</strong>ivamente chiusa, con un intervento<br />
di Angelo Giacomello (cui si associa Fassetta) che elogia in maniera sperticata Zenari per<br />
la genial<strong>it</strong>à ed i benefici della sua opera. 1413<br />
Il 19 novembre, su proposta di Fassetta, si decide l’affidamento dell’appalto del<br />
dazio attraverso un’asta pubblica; è Fassetta a richiedere la base d’asta più alta, che alla<br />
fine di un vivace dibatt<strong>it</strong>o viene accolta unanimemente. 1414<br />
In una delle ultime sedute dell’amministrazione Zotti, il 3 dicembre, il Consiglio<br />
Comunale affida al sindaco la gestione venticinquennale della pesa pubblica, atto che<br />
non sappiamo se giudicare un palese confl<strong>it</strong>to d’interessi oppure una vera e propria<br />
liquidazione in vista del cambio amministrativo. Il 7 gennaio 1906, dopo lo svolgimento<br />
delle elezioni amministrative tenutesi il 31 dicembre, si riunisce il nuovo Consiglio<br />
Comunale presieduto dall’assessore anziano Angelo Giacomello (Zotti figura solo come<br />
consigliere). Fassetta chiede inutilmente che prima del voto della nuova Giunta si<br />
discuta una sua interpellanza sulle modal<strong>it</strong>à con le quali si è arrivati alle elezioni<br />
amministrative; proposta che viene respinta con il voto favorevole di 8 consiglieri e quello<br />
contrario di 12. Sindaco viene eletto il co. Caterino Cigolotti con 15 voti (1 va a Fassetta,<br />
3 sono bianchi ed 1 nullo); assessori effettivi Giuseppe Cossutta, Luigi Cicutto, Antonio<br />
Sgobba ed Angelo Tommasini e supplenti Bertoia Valentino e Francesco Cossutta.<br />
Il 13 gennaio è l’ultima seduta nella quale troviamo la vecchia Giunta di cui fa<br />
parte Fassetta: il 24 gennaio 1906 inizia a funzionare la nuova Giunta clericale,<br />
composta dall’assessore anziano e prosindaco Giuseppe Cossutta, da Antonio Sgobba,<br />
Luigi Cicutto, Angelo Tomasini e dai supplenti Valentino Bertoia ed Antonio Magris. L’11<br />
febbraio entra in carica il nuovo sindaco conte Caterino Cigolotti. Nessuno degli<br />
amministratori che avevano operato con Fassetta è stato rieletto in Giunta, mentre si<br />
r<strong>it</strong>rovano due assessori dell’amministrazione precedente, il supplente Antonio Magris e,<br />
successivamente Giacinto De Ros. 1415<br />
Nella successiva seduta consiliare del 4 febbraio Angelo Giacomello e Fassetta<br />
presentano un’interpellanza a propos<strong>it</strong>o delle dichiarazioni fatte dall’assessore Luigi<br />
Cicutto nell’osteria del Giacomello stesso, secondo il quale la Giunta cessata ha commesso<br />
dei sotterfugi in genere. Il sindaco prende le distanze da queste affermazioni che giudica<br />
personali, riconoscendo all’amministrazione cessata la massima correttezza; il Cicutto<br />
non riesce a giustificare adeguatamente le sue osservazioni, che si riferiscono al<br />
pagamento di spettanze arretrate e l’incidente finisce, non senza che Fassetta colga<br />
l’occasione per accusare l’avversario pol<strong>it</strong>ico di aver parlato fra i fumi dell’alcool. 1416<br />
Lunedì 16 aprile giungono a Barcis da Montereale la banda e numerosi g<strong>it</strong>anti,<br />
per solennizzare con una festa la nuova strada che unisce i due paesi. Durante la festa si<br />
raccolgono sottoscrizioni per Il Giornaletto. 1417<br />
L’anno successivo - terminata l’esperienza del quotidiano socialista veneto -<br />
appaiono per la prima volta corrispondenze da Montereale su Il Lavoratore Friulano. Si<br />
riportano notizie sulle molte iniziative di Domenico Fassetta, fra le quali le celebrazioni<br />
garibaldine di cui abbiamo rifer<strong>it</strong>o più sopra. Nello stesso periodo troviamo una<br />
sottoscrizione a pro del giornale: redatta nel suo stile fortemente anticlericale, dovrebbe<br />
1412 ACM, Registro 3 I - Deliberazioni del consiglio. Anni 1905, 1906 e 1907 30/6, foglio 3; G, n. 184 di giovedì 6<br />
luglio 1905, pag. 3, DA MONTEREALE CELLINA. Consiglio comunale.<br />
1413 ACM, Registro 3 I - Deliberazioni del consiglio. Anni 1905, 1906 e 1907 30/6, foglio 3 ed 8.<br />
1414 ACM, Registro 3 I - Deliberazioni del consiglio. Anni 1905, 1906 e 1907 30/6, foglio 11.<br />
1415 ACM, Registro 3 I - Deliberazioni del consiglio. Anni 1905, 1906 e 1907 30/6, fogli 16-18; Registro 2 I -<br />
Delibere di Giunta dal 3 gennaio 1906 al 2 ottobre 1910, pagg. 1 e segg.; G, n. 135 di sabato 17 marzo 1906,<br />
pag. 3, DA MONTEREALE CELLINA. Turlupinature belle e buone.<br />
1416 ACM, Registro 3 I - Deliberazioni del consiglio. Anni 1905, 1906 e 1907 30/6, foglio 19.<br />
1417 G, n. 166 di mercoledì 18 aprile 1906, pag. 3, DA BARCIS. Una festa ben riusc<strong>it</strong>a.<br />
415
corrispondere proprio a Fassetta. Sempre l’ex assessore aveva partecipato come<br />
fondatore alla creazione di Società operaie ed aveva avuto funzioni dirigenti in esse. 1418<br />
Altre notizie riguardano prese di posizione anticlericali, come quelle contro<br />
Francesco Ciriani, parroco di San Leonardo di Campagna, frazione di Montereale, di cui<br />
si lamentano i duraturi pessimi rapporti con la popolazione. Sempre all’anticlericalismo<br />
sono ispirate le iniziative della minoranza, recep<strong>it</strong>e dal Consiglio Comunale, volte a<br />
rifiutare sussidi economici alle parrocchie di San Leonardo e di San Martino di<br />
Campagna. Vengono inoltre approvate le proposte di Fassetta per collegare alla<br />
costruzione dell’acquedotto di quelle due frazioni il restauro delle fontane delle frazioni<br />
superiori (quelle cioè poste sub<strong>it</strong>o sotto la montagna: il capoluogo, Grizzo e Malnisio). Ma<br />
l’anticlericalismo dev’essere comunque un fenomeno di minoranza se, al momento di<br />
commentare il risultato elettorale del 7 marzo 1909, per i socialisti pordenonesi San<br />
Leonardo è uno degli esempi di paeselli più mansueti e schiavi della chiesa, insieme con il<br />
confinante comune di Aviano. 1419<br />
Nell’estate del 1909 si segnala che all’attenzione del Consiglio Comunale vi sono<br />
varie interrogazioni del consigliere Fassetta, che invia anche una sottoscrizione a Il<br />
Lavoratore Friulano auspicando che non avvenga la vis<strong>it</strong>a dello Zar di Russia in Italia. 1420<br />
A fine agosto si annuncia che ci sarà una stabile corrispondenza settimanale, a<br />
cura di Domenico Fassetta. 1421 Effettivamente da questo momento gli articoli appaiono<br />
con regolar<strong>it</strong>à, anche se sono spesso dedicate a polemiche paesane di secondaria<br />
importanza. Si coglie comunque l’occasione per elencare le malefatte<br />
dell’Amministrazione Comunale: lagni per la insufficiente o nulla manutenzione stradale, -<br />
per la derivazione d’acqua, - per il restauro delle fontane, - per il regolare funzionamento e<br />
consegna dell’acquedotto delle frazioni di campagna; per depurazione delle restanze attive<br />
ecc. ecc. Lagni che involgono problemi semplici, facili a risolversi e non tali da<br />
compromettere il bilancio. Pratiche importantissime come la costruzione dei locali<br />
scolastici votata dal consiglio fin dall’anno scorso, come il progetto della difesa frontale dei<br />
parapetti lungo la strada Montereale-Barcis, come il sollec<strong>it</strong>o disbrigo presso l’intendenza di<br />
Finanza della pratica per l’applicazione della tassa fabbricati alla società anonima per la<br />
distribuzione della forza elettrica, pratiche tutti diciamo più che mature e che dormono<br />
pacificamente negli scaffali e non si trova neanche il tempo di ripulirle dalla polvere. A tutti<br />
questi ques<strong>it</strong>i la maggioranza dà risposta scr<strong>it</strong>ta nella successiva seduta del Consiglio<br />
Comunale: le risposte sono giudicate vane o inconcludenti o insufficienti. Di fronte<br />
all’immobilismo della maggioranza clericale - incapace di far nulla, con l’esclusione delle<br />
illegal<strong>it</strong>à - non rimane che sperare in un nuovo indirizzo all’amministrazione da parte del<br />
segretario appena giunto in comune. Intanto un assessore comunale riesce anche a farsi<br />
denunciare dai carabinieri per oltraggio, per aver trasceso nella discutibile richiesta di<br />
presidio quotidiano della frazione da cui è espresso. 1422<br />
In novembre il Consiglio Comunale accoglie alcune proposte di Fassetta, come il<br />
riesame della delibera presa nel consiglio del 12 aprile in sua assenza - di costruire il<br />
fabbricato della scuola della frazione di Grizzo in Piazza Cavallotti, soffocandola. Si<br />
delibera quindi di autorizzare il progettista ad individuare un altro s<strong>it</strong>o e si stanziano<br />
1.000 lire per restaurare della fatiscente fontana di quella piazza, oltre ad auspicare il<br />
restauro anche di quella di Piazza Garibaldi. 1423<br />
Il consiglio successivo del 12 dicembre è dedicato soprattutto alla proposta di<br />
Fassetta (in controtendenza con le linee generali del Psi in materia) di appaltare il dazio<br />
consumo, municipalizzato quattro anni prima, in modo da recuperare il defic<strong>it</strong> annuo di<br />
1418 MONTEREALE CELLINA. G.G. G.P. e F.D. protestando all’immondi del<strong>it</strong>ti scoperti a Monza dal<br />
Canagliume pretesco consumati, augurando che si accerti se di simili siano perpetrati in altre fogne di<br />
quel genere e che i vigliacchi possano essere torturati coi codici papalini del 6 luglio 1415 epoca in cui<br />
fu arso Giovanni Huss....L. 0.75.<br />
LF, n. 141 del 3 agosto 1907, Sottoscrizione permanente. A Monza era stato scoperto, in un ist<strong>it</strong>uto religioso,<br />
lo sfruttamento a fini di prost<strong>it</strong>uzione delle orfane ivi ricoverate, e ciò aveva prodotto pesanti attacchi da parte<br />
socialista alle pratiche immorali che avevano luogo al riparo degli enti cattolici. Cfr. LF, n. 140 del 27 luglio<br />
1907, CONTRO LE TURPITUDINI CATTOLICHE, I maiali della chiesa.<br />
Cfr. inoltre: LF, nn. 262 del 9 ottobre 1909, pag. 4, Gli anonimi rispondono e firmano e 272 del 18<br />
dicembre1909, pag. 4,Cose del Comune.<br />
1419 LF, nn. 134 del 15 giugno 1907, Contro un parroco, 137 del 15 giugno 1907, Consiglio Comunale, 142 del<br />
10 agosto 1907, Non parte più? e 233 del 20 marzo 1909, pag. 3, PORDENONE. Dopo la lotta.<br />
1420 LF, nn. 249 del 10 luglio 1909, pag. 4, Consiglio comunale e 250 del 18 luglio 1909, pag. 1,<br />
SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE.<br />
1421 LF, n. 262 del 9 ottobre 1909, pag. 4, Gli anonimi rispondono e firmano.<br />
1422 LF, nn. 256 del 28 agosto 1909, pag. 2, Delizie municipali, Nuovo Segretario, Denuncia per oltraggio e<br />
258 dell’11 settembre 1909, pag. 4, Poco da sperare e 259 del 13 settembre 1909, pag. 4, Insipienza ed<br />
illegal<strong>it</strong>à.<br />
1423 LF, n. 269 del 27 novembre 1909, pag. 4,Consiglio Comunale.<br />
416
3.000 lire raggiunto nell’ultimo esercizio (dopo i due primi anni di gestione pos<strong>it</strong>iva). La<br />
proposta di appalto decennale, revocabile da parte del comune dopo tre anni, viene<br />
respinta nonostante l’appoggio del sindaco. La motivazione di questa posizione atipica<br />
del consigliere socialista è che la gestione comunale permette di proteggere gli esercenti<br />
locali e di commettere altri favor<strong>it</strong>ismi, mentre il defic<strong>it</strong> è stato recuperato con un<br />
aggravio della sovraimposta, che pesa sulla maggioranza della popolazione. Viene pure<br />
respinta (con due soli voti favorevoli) la proposta di Fassetta di estendere la tassa<br />
d’esercizio ai preti, sul modello di altri comuni, per allargare la base imponibile del<br />
comune. Su altre interrogazioni ed osservazioni la Giunta non riesce a giustificare le<br />
proprie scelte, come sul bilancio ove gli amministratori non si erano accorti che la<br />
sovraimposta era superiore alla stessa rend<strong>it</strong>a tassata (su questo Fassetta annuncia un<br />
intervento di protesta presso la Prefettura).<br />
Senza falsa modestia il nostro conclude che: Il consigliere Fassetta che voglia non<br />
voglia è l’animo del consiglio rimarrà in carica fino che verrà risolta la questione dei locali<br />
scolastici che tanto gli sta a cuore essendo questa una proposta sua, e poi rinuncerà come<br />
fece per l’assessorato, non volendo rendersi responsabile dei malfatti contro il pubblico che<br />
domani avrà mille ragioni di lamentarsi. Dimissioni che giungono di lì a poco: In segu<strong>it</strong>o<br />
alle deliberazioni prese dal Consiglio Comunale nella seduta del 12 dicembre 1909 il<br />
consigliere Domenico Fassetta della minoranza rassegnò le sue dimissioni. Sparisce con lui<br />
l’anima della tempra più forte e battagliera del nostro consiglio: da otto anni il Fassetta fa<br />
sentire la sua voce nella sala municipale per il trionfo della giustizia, del progresso e per il<br />
bene della cosa pubblica. Molte cose ed importanti deve il Comune alla sua iniziativa, e certo<br />
molto avrebbe potuto avere ancora in avvenire; ma l’anima integra e sdegnosa del Fassetta<br />
vedendosi di fronte ad una maggioranza apertamente ostile ad ogni sua proposta e non<br />
volendo più oltre dividere responsabil<strong>it</strong>à che non gli spettano ha creduto bene di r<strong>it</strong>irarsi. 1424<br />
Il 1910 inizia con la denuncia del tentativo di cost<strong>it</strong>uire a Montereale una nuova<br />
Società Operaia, nonostante da tre ne esista già una attiva in quella frazione di soli<br />
1.100 ab<strong>it</strong>anti. I moderati, guidati dal sindaco, avevano dapprima cercato di entrare<br />
nella S.O. ma la loro iscrizione era stata rifiutata. A pochi giorni dall’inaugurazione del<br />
vessillo, cui viene inv<strong>it</strong>ato come oratore l’on. Chiaradia, i moderati - resisi conto della<br />
debolezza della loro iniziativa - propongono alla S.O. la fusione ma anche questa viene<br />
rifiutata, con l’inv<strong>it</strong>o ad aderire a t<strong>it</strong>olo individuale se ne hanno i requis<strong>it</strong>i.<br />
L’inaugurazione della bandiera avviene con l’assenza di molte altre S.O. della provincia,<br />
che la r<strong>it</strong>engono un’iniziativa negativa di divisione della classe operaia. Iniziativa analoga<br />
viene annunciata - sempre in cronaca di Montereale - relativamente al tentativo di parte<br />
clericale di fondare una banca popolare in Aviano, con l’obiettivo di danneggiare i radicali<br />
avv. Cristofori e avv. Policreti. In ambedue i casi emerge con forza come i socialisti<br />
tendano a privilegiare la solidarietà con la borghesia (anzi: con l’aristocrazia terriera di<br />
origine nobile, in questo caso) di tradizione risorgimentale e di fede radicale, mentre i<br />
clericali si rivolgono all’attiva organizzazione dei contadini. Tre anni dopo però<br />
l’unificazione fra le due S.O. del capoluogo viene salutata con favore, sia per motivi<br />
finanziari sia per il poco prestigio che derivava in paese e nelle frazioni dalla divisione<br />
esistente. 1425<br />
Le dimissioni di Fassetta dal Consiglio non sembrano inserirsi in una fase di<br />
ripiegamento dell’attiv<strong>it</strong>à del Psi di Montereale anzi, proprio in gennaio troviamo<br />
realizzate due iniziative pubbliche del part<strong>it</strong>o. Sabato 15 Giovanni Cosattini parla per<br />
un’ora e mezza a Grizzo sulle Leggi sociali, davanti ad un numerosissimo ud<strong>it</strong>orio. Martedì<br />
25, nell’amb<strong>it</strong>o di un ciclo di conferenze organizzato dalla federazione socialista<br />
provinciale, parla (sempre a Grizzo) la dirigente nazionale Angelica Balabanoff su: Le<br />
rivendicazioni dei lavoratori. La folta partecipazione di pubblico, fra cui quella di tante<br />
donne, costringe gli organizzatori a realizzare l’iniziativa all’aperto. Ad ogni iniziativa<br />
corrisponde una polemica del parroco, che utilizza l’occasione della messa domenicale<br />
successiva per attaccare i socialisti. 1426<br />
La stessa Giunta provinciale amministrativa dà ragione a Fassetta, bocciando il<br />
bilancio comunale in polemica col quale egli si era dimesso da consigliere. La sua<br />
polemica contro gli sprechi derivanti dalla gestione del dazio consumo ottiene così il<br />
riconoscimento dell’organismo di controllo. E poco dopo un commissario prefettizio<br />
1424 LF, nn. 272 del 18 dicembre 1909, pag. 4,Cose del Comune, 273 del 25 dicembre 1909, pag. 4, Dazio<br />
consumo e 275 dell’8 gennaio 1910, pag. 4, Dimissioni.<br />
1425 LF, nn. 274 dell’1 gennaio 1910, pag. 4, Avvisaglie di guerra?, 275 dell’8 gennaio 1910, pag. 4, Banca<br />
clericale, 280 del 12 febbraio 1910, pag. 4, Società operaia... e 439 del 2 marzo 1913, pag. 4, Fusione di<br />
Società operaie.<br />
1426 LF, nn. 277 del 22 gennaio 1910, pag. 2, Il ciclo di Conferenze di Angelica Balabanoff e pag. 4,<br />
Conferenza, 279 del 5 febbraio 1910, pag. 4, I fastidi di un beverendo, 280 del 12 febbraio 1910, pag. 4,<br />
Conferenza Balabanoff e 282 del 26 febbraio 1910, pag. 2, Le furie del sol<strong>it</strong>o beverendo.<br />
417
effettua una ispezione sul dazio consumo, vis<strong>it</strong>ando anche gli esercizi commerciali nel<br />
comune: il risultato è tale che la Prefettura ingiunge al comune di appaltare rapidamente<br />
il dazio, altrimenti sarà provveduto d’autor<strong>it</strong>à.<br />
I socialisti denunciano i r<strong>it</strong>ardi ingiustificabili che impediscono la messa in<br />
funzione dell’acquedotto per le frazioni, costru<strong>it</strong>o da due anni e lasciato inoperoso,<br />
costringendo l’ingegnere collaudatore a dimettersi per protesta e l’impresa ad attendere i<br />
pagamenti, dopo aver realizzato i lavori. 1427<br />
L’Amministrazione Comunale, ciò nonostante, procede per la sua strada e l’8<br />
maggio delibera di continuare con la gestione in economia del dazio consumo,<br />
nonostante l’ordinanza prefettizia. Fassetta, nel frattempo, denuncia il parroco di Grizzo<br />
per questua abusiva, a causa dell’uso antico di richiedere agli ab<strong>it</strong>anti del paese del<br />
letame per concimare l’orto della canonica. Il parroco viene assolto grazie alla difesa<br />
dell’avv. Ciriani, con gioia de La Concordia, che polemizza con Fassetta e con il brigadiere<br />
dei carabinieri Pietro Giacomello Orsini. 1428<br />
Le scuole iniziano in condizioni indicibili, e l’Amministrazione Comunale dimostra<br />
una volta di più il suo totale disinteresse. Da 15 giorni in questo paese è stata chiusa la<br />
scuola maschile causa la numerosa affluenza degli alunni e la deficienza dell’aula e dei<br />
banchi costringono a rimanere alla mattina, sebbene la scolaresca fosse stata ripart<strong>it</strong>a in due<br />
squadre, una ventina di alunni seduti a terra per mancanza di banchi. L’insegnante fece<br />
rapporto a questa amministrazione comunale avvertendo che se non si fosse provveduto<br />
sarebbe stato costretto a chiudere la scuola: egli chiedeva l’aiuto di un assistente per meglio<br />
ripartire le squadre e gli orari, e l’amministrazione portò tale proposta in consiglio che dato<br />
il caso di tanta eccezionale importanza fu riun<strong>it</strong>o d’urgenza, se non che alla prima riunione<br />
non fu raggiunto il numero legale, e intanto che si aspettava i figli del popolo rimanevano<br />
per le strade. Finalmente l’altro ieri 6 corr. il consiglio si è riun<strong>it</strong>o, ma nulla fu potuto<br />
concludere, anzi un consigliere trovò di fare osservazioni al nostro insegnante ben poco<br />
sensate. L’unica via di usc<strong>it</strong>a sono le prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio<br />
Comunale. 1429<br />
Ma a queste elezioni, che si tengono l’11 dicembre, Domenico Fassetta ed altri<br />
suoi compagni non possono partecipare. Sono a Venezia, emigranti come molti altri<br />
conterranei, tradizionalmente impegnati nell’industria alberghiera della c<strong>it</strong>tà lagunare: la<br />
causa immediata dell’emigrazione è da addeb<strong>it</strong>arsi probabilmente alla diminuzione dei<br />
lavori di costruzione degli impianti idroelettrici del Cellina, che rigetta nella<br />
disoccupazione centinaia di operai. Ciò nonostante i clericali vengono sconf<strong>it</strong>ti,<br />
susc<strong>it</strong>ando l’entusiasmo sia dei compagni emigrati che di quelli rimasti a Grizzo. 1430<br />
Le elezioni (evidentemente parziali) non comportano però un cambiamento<br />
dell’Amministrazione Comunale, che arriva perfino a negare il consuetudinario rimborso<br />
di 4,70 lire annue per le spese per l’olio da illuminazione al maestro che a Grizzo tiene<br />
una scuola serale. Il settimanale socialista definisce giustamente gli amministratori<br />
comunali come pidocchiosi e noi, abbandonando per una volta l’aplomb dello studioso,<br />
non possiamo che associarci. 1431<br />
L’assenza di Fassetta provoca una mancanza di notizie (non sappiamo se ciò<br />
corrisponda anche ad una mancanza di iniziative) per più di un anno. Gli articoli<br />
riprendono nel giugno 1912, affrontando ripetutamente l’arb<strong>it</strong>rarietà ed i favor<strong>it</strong>ismi<br />
dell’Amministrazione Comunale e delle forze dell’ordine nel gestire gli orari degli<br />
esercenti: a qualcuno si nega di protrarre l’orario fino a mezzanotte, mentre ad altri lo si<br />
concede senza motivazioni e senza passare per una regolare delibera di Giunta. 1432<br />
Il conte Caterino Cigolotti rimane sindaco fino al 23 giugno, con assessori<br />
Federico Tonon, Giuseppe Alzetta, Luca Roveredo e Gio Batta Giacomello e, per la prima<br />
volta in quella seduta, Giuseppe Cossutta e Angelo Tomasini. Le sedute successive<br />
saranno presiedute da Tonon o da Tomasini, in funzione di assessori anziani, fino a che,<br />
in quella del 16 gennaio 1913, troveremo sindaco Federico Tonon. 1433<br />
1427 LF, nn. 277 del 22 gennaio 1910, pag. 4, Consiglio comunale, 288 del 9 aprile 1910, pag. 4, Cose del<br />
Comune e Acquedotto e 292 del 7 maggio 1910, pag. 4, La pillola è molto, troppo amara!.<br />
In quel periodo risulta abbonato a Il Lavoratore Friulano A. Capolla: cfr. LF, n. 309 del 3 settembre1910, pag. 4,<br />
PICCOLA POSTA.<br />
1428 LF, nn. 294 del 21 maggio 1910, pag. 4, Buono anche per l’Ill.mo Signor Prefetto e 295 del 28 maggio<br />
1910, pag. 4, Il letame del prete.<br />
1429 LF, n. 319 del 12 novembre 1910, pag. 4, Delizie del paese.<br />
1430 LF, nn. 323 del 10 dicembre 1910, pag. 4, Sottoscrizione permanente e 325 del 24 dicembre 910, pag. 4,<br />
stessa rubrica.<br />
1431 LF, n. 336 dell’11 marzo 1911, Povera scuola.<br />
1432 LF, nn. 400 del 2 giugno 1912, pag. 4, Troppo zelo e 401 del 9 giugno 1912, pag. 4, Due pesi e due<br />
misure.<br />
1433 ACM, Registro 3 I - Deliberazioni Giunta dal 16 ottobre 1910 al 12-XI-1916, pagg. 71-89.<br />
418
Le notizie sulla stampa socialista sono comunque ormai rare: come la lettera di<br />
alcuni gen<strong>it</strong>ori del 23 febbraio 1913, nella quale si protesta contro la cr<strong>it</strong>ica rivolta da<br />
alcuni parroci agli insegnanti, perché non interrompono le lezioni anz<strong>it</strong>empo in modo da<br />
far partecipare gli alunni al catechismo. 1434<br />
Proprio alla fine di quell’anno, dopo le elezioni pol<strong>it</strong>iche in cui la frazione di Grizzo<br />
ha dato prevalentemente il suo voto al candidato socialista Ellero contro Chiaradia, la<br />
Società del Cellina discrimina gli operai di quel paese nei lavori di spurgo dei materiali<br />
ingombranti i canali delle centrali elettriche, assumendo solo quelli di Malnisio e di<br />
Montereale. 1435<br />
Sub<strong>it</strong>o dopo l’opposizione dà battaglia nel Consiglio Comunale del 12 dicembre, a<br />
partire dal fatto che da più di tre anni il medico condotto supplisce anche le condotte di<br />
Andreis e Barcis senza che lo stesso consiglio ne sia stato avvert<strong>it</strong>o e nonostante che le<br />
cinque frazioni del comune siano già abbastanza estese per non permettergli altri<br />
impegni. Ma il massimo della polemica (con tanto di espulsione del pubblico dall’aula)<br />
avviene quando il consigliere De Ros insieme ad altri colleghi interpella la Giunta al fine<br />
di ottenere il pagamento a carico dell’ente del pranzo elettorale dell’on. Chiaradia da loro<br />
consumato! 1436<br />
La maggioranza cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da clerico-moderati tenta domenica 14 giugno 1914 di<br />
arrivare ad una decisione in extremis sulla questione dell’autonomia scolastica, scadendo<br />
proprio quel giorno la possibil<strong>it</strong>à concessa ai comuni dalla legge Credaro di optare per<br />
l’autonomia oppure delegare alla Amministrazione Provinciale la gestione delle scuole. La<br />
minoranza sceglie per questa seconda soluzione, l’unica che sottrarrebbe al clero la<br />
gestione delle scuole locali, e fa mancare il numero legale. 1437<br />
Dopo la Giunta Tonon, che dura fino al 13 dicembre 1914 (ma in quell’ultima<br />
seduta Tonon è solo assessore, e la riunione è presieduta da Amedeo Toffoli), nella<br />
seduta del 19 dicembre 1914 entra in carica la Giunta presieduta da Vincenzo Degan,<br />
che conserva quasi tutti gli assessori precedenti (oltre a Tonon – che però rientrerà più<br />
tardi - non c’è Tommasini). 1438<br />
4.4.15 - Crisi operaia e sciopero delle tess<strong>it</strong>rici di<br />
Rorai Grande.<br />
Dopo la campagna elettorale il part<strong>it</strong>o radicale pordenonese torna a riunirsi. Si<br />
annuncia l’abbandono del part<strong>it</strong>o da parte dell’avvocato Pisenti, veleggiante verso i lidi<br />
moderati: Salutato con un’omerica risata il radicalismo, l’avv. Piero Pisenti è entrato nella<br />
famiglia del “Tagliamento” per compiere i suoi esercizi spir<strong>it</strong>uali. La democrazia è<br />
addolorata per la grave perd<strong>it</strong>a. Salace il commento: Dicesi che nelle aste talvolta certe<br />
offerte non vengano prese nella dovuta considerazione. Se ciò fosse vero, non sarebbe giusto.<br />
I radicali – verso i quali c’è ancora un atteggiamento pos<strong>it</strong>ivo di simpatia da parte<br />
socialista - decidono di mantenere il loro gruppo pol<strong>it</strong>ico rigorosamente ristretto, senza<br />
accogliere personaggi provenienti dall’area liberaldemocratica. 1439<br />
A Rorai si segnala il malcontento delle operaie della Tess<strong>it</strong>ura, causa delle multe<br />
eccessive applicate: si minacciano ag<strong>it</strong>azioni se queste non verranno r<strong>it</strong>irate. 1440<br />
A marzo, due mesi dopo il convegno socialista collegiale di Pordenone, si nota che<br />
alcuni passi avanti sono stati fatti, cost<strong>it</strong>uendo i primi nuclei organizzativi in vari centri,<br />
ma si è ancora molto lontani dall’obiettivo della cost<strong>it</strong>uzione di circoli del Psi in tutti i<br />
comuni e da una adeguata diffusione della stampa socialista. 1441<br />
In aprile si cost<strong>it</strong>uisce a Torre il circolo giovanile socialista: Per iniziativa di alcuni<br />
giovani volonterosi si è domenica cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o nella vostra frazione un Circolo giovanile.<br />
All’adunanza tenuta alla Casa del Popolo intervennero i compagni Fantuzzi, Ellero e Degan e<br />
qualche altro della vecchia guardia. L’avv. Ellero fece plauso alla bella idea, dimostrò la<br />
necess<strong>it</strong>à ed opportun<strong>it</strong>à di fondare tali circoli e incoraggiò i giovani convenuti a bene<br />
1434 LF, n. 438 del 23 febbraio 1913, pag. 4, I preti e la scuola.<br />
1435 LF, n. 483 del 14 dicembre 1913, pag. 2, Grizzo di Montereale.<br />
1436 LF, n. 484 del 21 dicembre 1913, pag. 4, Seduta consigliare turbolenta.<br />
1437 LF, n. 512 del 5 luglio 1914, pag. 2, MONTEREALE CELLINA. Per l’autonomia delle scuole.<br />
1438 ACM, Registro 3 I - Deliberazioni Giunta dal 16 ottobre 1910 al 12-XI-1916, pag. 147-148.<br />
1439 LF, nn. 492 del 15 febbraio 1914, pag. 4, La democrazia si scuote, Se ne va e Aste comunali e 493 del 22<br />
febbraio 1914, pag. 4, I radicali.<br />
1440 LF, n. 493 del 22 febbraio 1914, pag. 4, RORAI. Alla Tess<strong>it</strong>ura.<br />
1441 LF, n. 495 dell’8 marzo 1914, pag. 4, Organizzazione e Diffusione stampa.<br />
I redattori delle corrispondenze da Pordenone de Il Lavoratore Friulano sono tre: LF, n. 500 del 12 aprile 1914,<br />
pag. 4, Curios<strong>it</strong>à.<br />
419
operare pella riusc<strong>it</strong>a dell’impresa alla quale si sono accinti. Si è formato il Consiglio<br />
direttivo e dopo alcune raccomandazioni del compagno Fantuzzi l’adunanza si sciolse in<br />
mezzo a vivo entusiasmo. 1442<br />
Delegato al Congresso socialista di Ancona, Ellero si dissocia dal mandato<br />
confer<strong>it</strong>ogli di votare per l’espulsione dei massoni dal part<strong>it</strong>o, come proposto dalla<br />
sinistra guidata da Mussolini. Non si tratta solo di un legame con la figura paterna, che<br />
della massoneria è aderente, né di un’adesione personale che viene nuovamente<br />
sment<strong>it</strong>a: il ragionamento del dirigente socialista è più ampio, e sviluppa quello già fatto<br />
a propos<strong>it</strong>o della religione. Non c’è incompatibil<strong>it</strong>à fra appartenenza al Psi e fede religiosa<br />
oppure appartenenza alla massoneria, con l’unico lim<strong>it</strong>e in questo caso che essa<br />
dev’essere resa pubblica. La fede e le convinzioni filosofiche sono semmai cose personali,<br />
che il part<strong>it</strong>o non può sindacare entrando nella sfera privata dei suoi appartenenti. 1443<br />
Per il Primo Maggio 1914 si decide di rinunciare all’astensione dal lavoro. La festa<br />
è diventata superflua voltacché il suo vero significato resta confuso dall’astensione voluta<br />
anche da altri per diversi fini. Tuttavia alla sera sarà tenuto un comizio al Teatro Roma e gli<br />
operai promisero di dedicare parte del frutto del loro lavoro del I.o Maggio a favore del fondo<br />
“pro propaganda”. Il Primo Maggio in alcuni stabilimenti si sciopera, in altri si lavora. Alla<br />
sera il pubblico affolla numeroso il comizio socialista, nonostante la giornata lavorativa e<br />
il brutto tempo. Ellero spiega il motivo della mancata giornata festiva. Per deb<strong>it</strong>o di<br />
sincer<strong>it</strong>à non omise di constatare che sulla decisione forse aveva influ<strong>it</strong>o anche<br />
l’assopimento che pare abbia invaso le nostre masse lavoratrici da qualche tempo a questa<br />
parte. Pose in evidenza il malanno della disorganizzazione operaia succeduto al periodo<br />
eroico delle memorande lotte per la conquista di un miglior salario e di un più equo governo<br />
entro la fabbrica. Rilevata la crisi dell’organizzazione, forse frutto e conseguenza della crisi<br />
industriale, inc<strong>it</strong>ò i lavoratori a risvegliarsi e raccogliersi nuovamente attorno alle proprie<br />
leghe di miglioramento e nei circoli del part<strong>it</strong>o. (…) Domandò di parlare il sindacalista<br />
cattolico sig. Tonelli. Dichiarò che non intendeva confutare l’oratore che lo aveva preceduto,<br />
ma soltanto far affermazione del pensiero del sindacalismo cattolico. Senonché fece poco<br />
onore alla sua dichiarazione e c<strong>it</strong>ando fatti erronei e facendo incolpazioni balorde provocò la<br />
reazione del pubblico che spesso ebbe ad interromperlo vivacemente. Ellero replica, ma<br />
Battuto così sonoramente il signor Tonelli tentò ancora rifarsi e riprese la parola, ma<br />
siccome inopportunamente più che a difendersi, mirò a incolpare, fu fischiatissimo. Infine il<br />
compagno Gino Rosso con poche e stringenti parole di controreplica chiuse il comizio che si<br />
sciolse al canto dell’inno dei lavoratori. La domenica successiva i clericali (ma ormai<br />
anche i socialisti tendono sempre più spesso a definirli senz’altro cattolici) cercano di<br />
organizzare senza successo una manifestazione a Torre. 1444<br />
Come spesso succede, dopo aver dichiarato la s<strong>it</strong>uazione di crisi<br />
dell’organizzazione operaia, la realtà costringe a ricredersi: proprio nella settimana<br />
successiva le operaie del Cotonificio di Rorai scendono in sciopero a causa della cattiva<br />
qual<strong>it</strong>à del filato utilizzato e delle multe eccessive che vengono loro ingiustamente<br />
applicate. Lunedì sera (l’11?) le operaie si riuniscono a Rorai Piccolo ed espongono i loro<br />
reclami ad Ellero, il quale si impegna a fare opera di mediazione (d’accordo con il<br />
sottoprefetto e con il sindaco) presso la direzione dello stabilimento. 1445<br />
A giugno, quando sembra che la concordia sia tornata, il direttore dello<br />
stabilimento aggredisce un assistente rimproverandolo perché non ha applicato<br />
abbastanza multe, dato che nelle paghe distribu<strong>it</strong>e alla quindicina non ci sono più le<br />
50/60 lire di multa ab<strong>it</strong>uali. Le operaie sono stanche di tollerare tale direttore<br />
insopportabile che ha la mania di chiamare delle commissioni operaie, trattenendole delle<br />
mezze giornate a discutere senza concludere nulla. Si era trattato della sola settimana di<br />
tregua concessa dal sig. Zanini! Non a caso il direttore della Tess<strong>it</strong>ura di Rorai sarà uno<br />
dei primi aderenti al fascismo pordenonese nel dopoguerra: movimento reazionario che<br />
evidentemente interpreterà fedelmente il suo consolidato modo di pensare ed operare<br />
come dirigente d’azienda. A fine mese, di fronte alla mancanza di notizie del<br />
sottoprefetto, le operaie gli rivolgono una lettera aperta minacciando di passare all’azione<br />
se non avranno risposta alle loro richieste formulate in un memoriale. Dopo<br />
quest’ulteriore protesta, finalmente giungono delle risposte. A mezzo della Sottoprefettura<br />
la Direzione ha fatto sapere all’avv. Ellero che cercherà di migliorare il filato, che i capi sala<br />
saranno chiamati ad ascoltare maggiormente le lagnanze delle operaie, che se le operaie<br />
vorranno le pezze scarte dovranno pagarle a prezzo di costo e a pronta cassa, che le multe<br />
1442 LF, n. 500 del 12 aprile 1914, pag. 4, TORRE. Circolo giovanile.<br />
1443 LF, n. 501 del 19 aprile 1914, pag. 4, PORDENONE, lettera firmata Avv. G. Ellero: cfr. il testo in appendice.<br />
1444 LF, nn. 502 del 26 aprile 1914, pag. 4, Per il I.o Maggio, 503 dell’1 maggio 1914, pag. 4, I.o Maggio, siglato<br />
E.G. (cfr. il testo del manifesto per la giornata in appendice) e 504 del 10 maggio 1914, pag. 4, La giornata del<br />
Primo Maggio, Il contradd<strong>it</strong>torio e Altra manifestazione.<br />
1445 LF, nn. 505 del 17 maggio 1914, pag. 4, RORAI. Sciopero e 506 del 24 maggio 1914, pag. 4, RORAI. Cfr. il<br />
testo del memoriale delle tess<strong>it</strong>rici in appendice.<br />
420
da anni sono costanti (bella consolazione!), che i premi d’inc<strong>it</strong>amento alle cottimiste non si<br />
possono togliere, che il fondo multe deve restare quello che è, che non è possibile riservare<br />
la macchina all’operaia che si assenta dalla fabbrica e nemmeno rest<strong>it</strong>uire le sue otto lire a<br />
quella nostra compagna che ha dovuto licenziarsi per disperazione. Si tratta di risposte<br />
assolutamente insoddisfacenti, e quindi viene convocata una assemblea delle operaie per<br />
decidere il da farsi. Ma in realtà, nelle settimane successive, ci si lim<strong>it</strong>erà solo a<br />
formulare minacce di passare all’azione attraverso la stampa, senza conseguenze<br />
pratiche. 1446<br />
A fine settembre si lamenta che ancora non si è smesso il pessimo costume di<br />
cambiar di posto gli operai con relativo sacrificio di paghe e inv<strong>it</strong>o a prender la porta e<br />
andarsene come limoni già spremuti. Di più ora si lamenta l’eccessivo lavoro al quale sono<br />
costrette operaie in gran parte minorenni. Si fanno orari di 12-14 ore e si prolunga l’orario<br />
fino alla mezzanotte. E’ ciò permesso dalla legge? Che ne dice l’ispettore del lavoro? Due<br />
mesi dopo la s<strong>it</strong>uazione non è cambiata, e si segnala che un nuovo non lieve malcontento<br />
serpeggia per lo Stabilimento a causa dell’eccessivo lavoro cui sono sottoposte le operaie,<br />
delle abbondanti multe, dell’inosservanza degli orari, specie notturni e del malo trattamento<br />
da parte di qualche capo. 1447<br />
4.4.16 - Prata: la lunga guerra con don Concina<br />
(e il dottor Ebhardt) .<br />
Abbiamo alcune incerte notizie a propos<strong>it</strong>o della presenza di una sezione<br />
socialista a Prata di Pordenone (confusa con Pasiano di Pordenone, comune lim<strong>it</strong>rofo),<br />
cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a anteriormente alla primavera 1902 e partecipante al secondo congresso<br />
provinciale nel dicembre di quell’anno. Di essa, che sarebbe con Pordenone e Pinzano al<br />
Tagliamento una delle prime realtà di presenza socialista nel Friuli occidentale, non c’è<br />
più notizia con il terzo congresso, svoltosi nel marzo 1903. Prata, 3.738 ab<strong>it</strong>anti, è un<br />
comune agricolo s<strong>it</strong>o a sud di Pordenone in una fertile striscia di pianura stretta fra il<br />
corso del Meduna e del Livenza. 1448<br />
Nel luglio 1906 troviamo la notizia del matrimonio civile dei compagni Nocente<br />
Piccinato ed Adele Piccinin. Il matrimonio viene celebrato immediatamente prima<br />
dell’emigrazione defin<strong>it</strong>iva della nuova famiglia oltre Atlantico e proprio nel dare il<br />
commiato agli sposi si sottolinea la partecipazione di tanti all’avvenimento: Ci rallegra<br />
l’animo che anche qui la civiltà comincia man mano a prendere il posto della superstizione<br />
dispetto a quei massoni e liberaloni per ridere, che mandano i propri figli a risponder messa.<br />
Era commovente il vedere quelle simpatiche ragazze, ed i numerosi amici corsi da Prata alla<br />
stazione di Pordenone per dare il bacio d’addio alla felice coppia in partenza per le lontane<br />
Americhe in cerca di quel pane che la patria ai suoi figli nega. Notevole la polemica con la<br />
classe dirigente locale, liberale e laica a parole, ma legata alla chiesa per mantenere il<br />
suo potere sui contadini. Nel 1910 un’altra notizia testimonia dell’emigrazione nelle<br />
Americhe da questa local<strong>it</strong>à: si tratta dell’annuncio della morte del compagno<br />
trentaduenne Gaspare Piccinato, da poco rientrato a Prata: probabilmente si tratta di un<br />
appartenente della stessa famiglia sopra c<strong>it</strong>ata. La commemorazione funebre viene svolta<br />
dal maestro Padernelli di Sacile. 1449<br />
L’anno dopo un’altra notizia riguarda la presenza nel comune di un attivista in<br />
corrispondenza con la federazione provinciale: Domenico Messedaglia. Questo stesso<br />
compagno richiede periodicamente materiale propagandistico, ordinando lavori a stampa<br />
alla Tipografia Sociale di Udine. 1450<br />
Il 4 febbraio 1911 si tiene nella Scuola comunale una conferenza del Segretariato<br />
dell’Emigrazione di Udine, con la presenza di Augusto Vuattolo, organizzatore cividalese<br />
1446 LF, nn. 508 del 7 giugno 1914, pag. 4, Tess<strong>it</strong>ura Rorai, 511 del 28 giugno 1914, pag. 2, RORAI. Lettera<br />
aperta al Sottoprefetto, 512 del 5 luglio 1914, pag. 4, RORAI. La risposta al memoriale, articolo firmato<br />
“Molte operaie” e 514 del 19 luglio 1914, pag. 4, RORAI. Ribattiamo il chiodo, 512 del 5 luglio 1914, pag. 4,<br />
RORAI. La risposta al memoriale, articolo firmato “Molte operaie” e 513 del 12 luglio 1914, pag. 4, RORAI.<br />
Malcontento.<br />
1447 LF, nn. 524 del 27 settembre 1914, pagg. 1 e 2, RORAI. Lagni alla Tess<strong>it</strong>ura e 534 di sabato 5 dicembre<br />
1914, pag. 4, RORAI. Alla Tess<strong>it</strong>ura.<br />
1448 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 76.<br />
1449 LF, nn. 87 del 21 luglio 1906, pag. 3, PRATA, Matrimonio civile e 283 del 5 marzo 1910, La morte d’un<br />
compagno. Il maestro Davide Padernelli fa parte di quell’ambiente magistrale particolarmente vicino ai<br />
socialisti, ma egli è defin<strong>it</strong>o pencolante ancora fra la monarchia e la repubblica. Cfr. LF, n. 330 del 28<br />
gennaio1911, SACILE.La conferenza Cabrini.<br />
1450 Si tratta della notizia relativa ad un abbonamento ed alla richiesta di materiale propagandistico: Prata di<br />
Pordenone. Messedaglia. Appena saranno arrivati spediremo gli opuscoli. Cfr.: LF, nn. 115 del 2 febbraio<br />
1907, PICCOLA POSTA e 330 del 28 gennaio 1911, pag. 4, stessa rubrica.<br />
421
dei fornaciai friulani, sul tema Organizzazione degli operai emigranti. Proprio nei paesi<br />
della pianura vengono reclutati i braccianti da occupare nelle fornaci di mezza Europa<br />
(ma in questa zona, a Cornizzai presso Rivarotta di Pasiano, sorge uno dei più grandi<br />
stabilimenti <strong>it</strong>aliani del settore).<br />
E’ presente in contradd<strong>it</strong>torio il parroco Giovanni Maria Concina: pur rifiutando le<br />
sue proposte in materia di tutela religiosa degli emigranti, si coglie un insol<strong>it</strong>o grande<br />
rispetto nei confronti di un sacerdote aperto ed informato sulle vicende del movimento<br />
dei lavoratori: Il Parroco Giam Maria Concina, chiede ed ebbe il contradd<strong>it</strong>torio,<br />
dimostrando di essere a conoscenza del movimento delle grandi masse operaie in Germania;<br />
insistendo, perché all’Estero l’operaio possa essere indirizzato per quanto riguarda le<br />
pratiche religiose. Il compagno ribatté calorosamente, che il Segretariato d’Emigrazione di<br />
Udine non può e non deve preoccuparsi affatto di idee pol<strong>it</strong>iche e religiose, chi vuole andare<br />
a messa - esso dice - vada e chi non vuole faccia a meno. Fu calorosamente applaud<strong>it</strong>o dai<br />
numerosi operai intervenuti. Uscendo dall’affollatissima sala, i baldi giovanotti che fan parte<br />
della brava e fiorente orchestra di Puja, vollero di loro iniziativa salutare il conferenziere con<br />
allegre marcie. 1451<br />
Don Giovanni Battista Concina non è un prete qualsiasi. Originario di Clauzetto,<br />
proveniente da un ceppo di religiosi dell’alta Val Cosa e famosi per il loro tradizionalismo<br />
e rigore, contrapposti ai preti della curia portogruarese pol<strong>it</strong>icanti e mondani, don<br />
Concina fa del suo magistero pastorale uno strumento di difesa delle plebi contadine<br />
della bassa pordenonese. E’ presente a Prata già dal 1896, ma è soprattutto negli anni<br />
‘10 che inizia la sua attiv<strong>it</strong>à di organizzazione e di propaganda, che attirerà su di lui i<br />
fulmini della classe dirigente locale (i maggiorenti del paese arriveranno a portare via i<br />
loro banchi di famiglia dalla chiesa parrocchiale per riparare in una cappella privata),<br />
tanto da provocare un intervento del papa Pio X presso il vescovo di Concordia per<br />
bloccare le sue iniziative sindacali. Ovviamente Concina, per la sua origine e formazione,<br />
è lontano dal movimento socialista quanto don Lozer, inser<strong>it</strong>o in quella democrazia<br />
cristiana di lontana ispirazione murriana che opera in termini concorrenziali con la<br />
sinistra classista nella organizzazione delle masse popolari. 1452<br />
I rapporti fra parroco e socialisti sono alterati da una serie di polemiche (su La<br />
Concordia e dal pulp<strong>it</strong>o) provocate dall’organizzazione di feste da ballo e dall’arresto di tre<br />
giovani, che secondo i clericali sono stati “traviati” dalla scuola laica e dai socialisti,<br />
mentre questi ultimi replicano che gli incriminati avevano frequentato proprio gli<br />
ambienti cattolici. La frazione di Puja è quella che più si dimostra sensibile all’ag<strong>it</strong>azione<br />
socialista; anche i rapporti con il parroco della frazione sono evidentemente buoni, ed i<br />
socialisti lo difendono in polemica con Il Crociato. 1453<br />
Il Lavoratore Friulano conta a Prata un corrispondente: a La Concordia, che r<strong>it</strong>iene<br />
gli articoli confezionati a Motta di Livenza od a Sacile, egli replica invece di essere un<br />
operaio del paese, che vive fra le vostre pecorelle smarr<strong>it</strong>e e la sua mano callosa - perché<br />
vive del lavoro - è certamente più adatta alla pialla o al martello, nondimeno quattro idee<br />
alla buona le sa mettere assieme per combattere per una causa leale e giusta. Il<br />
corrispondente socialista (probabilmente lo stesso Messedaglia, che rappresenta<br />
l’esponente locale che dà continu<strong>it</strong>à alla presenza socialista a Prata: in qualsiasi caso<br />
probabilmente un compagno che ha potuto stabilizzare finalmente il suo rientro<br />
dall’emigrazione) si considera espressione di un ambiente ove la classe operaia è<br />
cresciuta intellettualmente, giungendo alla comprensione degli strumenti di<br />
1451 LF, n. 332 dell’11 febbraio 1911, Conferenza.<br />
1452 Abbiamo già c<strong>it</strong>ato alcune opere dedicate alla sua opera sociale, pol<strong>it</strong>ica e pastorale. In questa sede<br />
vogliamo solo sottolineare che mai in esse si fa riferimento all’attiv<strong>it</strong>à del Psi a Prata, se non sbrigativamente -<br />
relativamente al dopoguerra - al dirigente sindacale edile Costante Masutti, originario del paese, anche se<br />
impegnato prevalentemente a Pordenone. In un passo della testimonianza di Cesare Bortolin, raccolta dal<br />
gruppo di ricerca coordinato da Pier Carlo Begotti lo si definisce il senatore Masutti: cfr. BEGOTTI, Pier Carlo,<br />
Don Concina e il suo tempo nella memoria popolare, in: ***, L’opera sociale pol<strong>it</strong>ica e pastorale di Giovanni<br />
Maria Concina, c<strong>it</strong>., pag. 155. Sandro Bergamo, che ha partecipato al gruppo di ricerca, mi ha spiegato che il<br />
termine senatore deriva da un gioco di parole dialettale (sena a Tore, cioè “cena a Torre”) che rimanda proprio<br />
all’operato esclusivamente pordenonese di Masutti ed in particolare alle sue frequentazioni dell’ambiente<br />
comunista della frazione cotoniera. R<strong>it</strong>engo però plausibile anche un riferimento, se non all’elezione, alla<br />
candidatura di Masutti al Parlamento nelle file del Fronte Popolare nel 1948.<br />
1453 LF, nn. 339 dell’1 aprile 1911, pag. 4, Falso ed impostore e Tanto per cominciare, 342 del 22 aprile 1911,<br />
pag. 4, PUIA di Prata. Continuiamo pure, 347 del 28 maggio 1911, pag. 2 e 354 del 15 luglio 1911, pag. 4, Per<br />
far passare la malinconia.<br />
Nel gennaio 1912 risultano abbonati a Il Lavoratore Friulano a Puja Giovanni Boer, Francesco Corazza, Umberto<br />
Battistella, Francesco Pujatti Daniei e Guerrino Pujatti; in febbraio Ettore Andrighetto di Cecchini di Pasiano,<br />
Giovanni Bravo e Pasquale Boscarol di Prata: cfr. LF, nn. 382 del 28 gennaio 1912, pag. 4, PICCOLA POSTA e<br />
387 del 3 marzo 1912, pag. 4, stessa rubrica. Francesco Pujatti è negoziante di bovini e gestore di una nuova<br />
macelleria: cfr. LF, n. 413 dell’1 settembre 1912, pag. 2, Sempre avanti.<br />
422
comunicazione culturale e pol<strong>it</strong>ica: oltre alla cresc<strong>it</strong>a della scolarizzazione, anche qui<br />
l’elemento di modificazione profonda della realtà sociale è stato l’emigrazione. Prata, o<br />
signor corrispondente, colla stampa (salvo la vostra) coll’emigrazione, colla scuola ha portato<br />
i suoi figli a un grado di civiltà da non invidiare alcun altro paese rurale. Soprattutto negli<br />
anni che precedono la guerra le corrispondenze da Prata (che continuano a solleticare la<br />
curios<strong>it</strong>à de La Concordia sull’ident<strong>it</strong>à dell’estensore) sono altrettanto puntuali ed estese<br />
che quelle da Pordenone, distaccando quelle degli altri comuni del comprensorio. 1454<br />
La presenza di un corrispondente stabile ci fornisce da questo momento notizie<br />
più frequenti, oltre che dal capoluogo, anche dalla frazione di Puja. Si richiede che<br />
qualche consigliere comunale faccia propria la proposta alla Giunta di votare un sussidio<br />
per il Segretariato dell’Emigrazione, visto il grande lavoro svolto per gli emigranti,<br />
numerosi anche nel comune. Si fanno voti che il nuovo medico condotto affronti con<br />
energia il problema dell’insalubr<strong>it</strong>à dell’acqua, con riferimento ai pozzi, ai locali pubblici,<br />
e con una particolare sottolineatura, nelle chiese: viene ripresa nuovamente la questione<br />
del contagio che passerebbe attraverso l’acqua santa. 1455<br />
Ma la maggioranza clericale del Consiglio Comunale ostacola la nomina del dott.<br />
Russi per questioni pol<strong>it</strong>iche nonostante le sue capac<strong>it</strong>à professionali, non essendo egli<br />
di parte cattolica. Per altro i clericali si trovano divisi sulla questione della condotta, che<br />
in questo comune come in altri viene trasformata da piena in libera: molti loro elettori<br />
protestano e fanno sospendere il Consiglio Comunale in polemica con i loro<br />
amministratori. I socialisti ed i democratici, di fronte alla trasformazione della condotta,<br />
sono generalmente contrari, r<strong>it</strong>enendola meno protettiva degli interessi dei lavoratori<br />
privi di redd<strong>it</strong>o: così avviene a Maniago e sarà pure a Caneva, mentre nel caso di<br />
Spilimbergo troviamo una posizione diversificata. 1456<br />
La vicenda del mancato incarico al medico mette allo scoperto le divisioni interne<br />
all’amministrazione, dove i consiglieri clericali sono contrapposti a quelli che fanno<br />
riferimento al sindaco Centazzo (cattolico non temporalista, di orientamento liberale<br />
moderato, è il principale proprietario terriero del paese, nonché della filanda): ben tre<br />
assessori comunali, Ormanese, Gasperini e Dall’Ongaro rifiutano di dare il loro assenso<br />
alla prosecuzione dell’incarico interinale ed all’indizione di un nuovo concorso per<br />
sost<strong>it</strong>uire Russi e danno le dimissioni. Il Consiglio Comunale, su proposta del sindaco<br />
Centazzo, respinge le dimissioni, con l’esclusione dei due Bortolin, padre Antonio e<br />
Giuseppe. Un altro risultato è la decisione di attivare quattro pompe per<br />
l’approvvigionamento idrico delle frazioni (mentre una è già attiva davanti il municipio<br />
nel capoluogo). Ma il malgoverno perdura nonostante questi risultati: la maggioranza<br />
decide di rivolgersi ad un privato per l’assunzione di un mutuo per pagare gli stipendi dei<br />
dipendenti comunali, ad un tasso di interesse doppio rispetto a quello dell’ist<strong>it</strong>uto<br />
bancario proposto dal sindaco. Lo stesso consiglio aveva appena fatto spendere 3.000<br />
lire per aggiustare il campanile ed un’altra cifra è stata stanziata per la casa di proprietà<br />
comunale ove ab<strong>it</strong>a il cappellano. Ma il sindaco si contrappone a questo andazzo<br />
amministrativo, e dichiara che tutte le spese che non siano state disposte dai dirigenti<br />
comunali dovranno essere pagate dagli amministratori che le hanno votate. La stessa<br />
s<strong>it</strong>uazione di difficoltà dei clericali si era evidenziata nella precedente seduta del 24<br />
giugno, nella quale il Consiglio Comunale aveva votato all’unanim<strong>it</strong>à un telegramma al<br />
sindaco di Roma Nathan in occasione del cinquantenario dell’Un<strong>it</strong>à d’Italia. 1457<br />
Due brevi notizie rivelano l’attiv<strong>it</strong>à di compagni del Psi attivi a Prata: su proposta<br />
di Giuseppe Saciletto viene cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il club ciclistico con oltre cinquanta soci (Saciletto<br />
ne sarà consigliere), mentre Antonio Brenelli dirige i lavori dell’impresa edile paterna, fra<br />
i quali la realizzazione di una moderna villa in cemento armato. 1458<br />
Il 2 novembre la vicenda della nomina del medico viene risolta, anche grazie alle<br />
pressioni del vicepresidente (facente funzioni di presidente) dell’associazione dei medici<br />
dr. Enrico Ebhardt, con la nomina del medico di Pasiano dr. Giovanni Pietro De Monte<br />
da parte di una maggioranza composta soprattutto da clericali (per ironia della sorte poi<br />
il dr. De Monte si rivelerà pure lui anticlericale). Si denuncia come per alterare il<br />
risultato del concorso si siano perfino r<strong>it</strong>irati dalla Prefettura documenti, per poterli<br />
tranquillamente falsificare. La minoranza (il sindaco Giovanni Centazzo, Ernesto<br />
Brunetta, Giovanni Schiavi, Giovanni Gasparini, Giacomo Brisotto e Olivo Armanese)<br />
1454 LF, n. 341 del 15 aprile 1911, pag. 4, Clericalia e PICCOLA POSTA.<br />
1455 LF, n. 342 del 22 aprile 1911, pag. 4, Cose da im<strong>it</strong>arsi, Nuovo medico.<br />
1456 LF, nn. 351 del 24 giugno1911, pag. 4, Niente pol<strong>it</strong>ica nelle amministrazioni! - La nomina del medico<br />
condotto.<br />
1457 LF, n. 353 dell’8 luglio 1911, pag. 2, Consiglio Comunale, Seduta del 30 giugno.<br />
1458 LF, n. 353 dell’8 luglio 1911, pag. 4, Varie.<br />
423
esce dall’aula. Il sindaco dà le dimissioni e viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un facente funzioni che<br />
risponde al parroco; ma il Consiglio Comunale non riesce a deliberare la nomina di un<br />
legale per resistere in giudizio contro il ricorso al Consiglio di Stato da parte del dr.<br />
Russi: un violento reclamo da parte di molti c<strong>it</strong>tadini richiede infatti che<br />
l’amministrazione non sperperi ancora inutilmente soldi in cause perse, come ha già<br />
fatto in passato perdendo contro il maestro Padernelli. Infine, dopo che l’avv. Marangoni<br />
di Venezia esprime un parere negativo sulla posizione del comune, il Consiglio Comunale<br />
sceglie di incaricare l’avv. Levi di Udine. Il dr. De Monte viene accolto nella nuova sede<br />
dal boicottaggio dei pazienti; nel frattempo a Cecchini di Pasiano il posto di Ebhardt<br />
viene preso da un giovane medico neolaureato, il dott. Signori, pure lui come Russi<br />
amico dei socialisti: ulteriore dimostrazione delle simpatie della gioventù intellettuale<br />
verso la sinistra. Solo nel Friuli occidentale abbiamo finora trovato medici condotti<br />
iscr<strong>it</strong>ti o di simpatie socialiste a Pinzano (Plinio Longo), Polcenigo (Grassi Biondi), Prata<br />
(Russi), tutti originari del sud dal quale sono immigrati per trovare lavoro. All’inizio del<br />
1913, nonostante la pubblicazione delle prove di come la Prefettura abbia discriminato il<br />
dottor Russi, il dottor De Monte viene riconfermato Ufficiale san<strong>it</strong>ario. 1459<br />
Quali siano le condizioni scolastiche lo si ricava dal resoconto della s<strong>it</strong>uazione nel<br />
vicino, più popoloso e - sotto questo aspetto - più evoluto comune di Pasiano (diviso da<br />
Prata dal corso del Meduna). Nella frazione di Cecchini il nuovo edificio scolastico è<br />
dotato di ampie aule modernamente arredate; ci sono i bagni e la refezione per i bambini<br />
poveri. I mer<strong>it</strong>i del comune sono anche dovuti all’opera dell’amico segretario comunale<br />
Ettore Andrighetto. Indecorose sono le aule scolastiche di Prata di Sopra e Peressine;<br />
mancano di cessi e di acqua potabile, per cui gli alunni son costretti a bere acqua ad una<br />
secchia, sicché il pulviscolo del pavimento è l’alimento quotidiano dei malcap<strong>it</strong>ati innocenti.<br />
Si propone al maestro Lucchini di provvedere a collocare nel corridoio d’ingresso delle<br />
bacinelle, per permettere ai ragazzi che non si sono potuti lavare a casa di farlo a scuola.<br />
Si pensi che 200 alunni lasciano i loro escrementi sul retro dell’edificio municipale, in<br />
mancanza di una latrina pubblica!<br />
Il problema dell’igiene scolastica si salda con quello più generale del rifornimento<br />
idrico del paese. A quando i pozzi artesiani, e le quattro pompe già da molto decretate in<br />
consiglio? (...) Intanto nella frazione di Puja per cagione dell’acqua (...) si verificarono alcuni<br />
casi di tifo. Più avanti il numero delle pompe promesse assurge a sei e si richiede che<br />
una sia collocata nella local<strong>it</strong>à di Campagnole, ove nel 1906 si sono verificati i casi di<br />
tifo, ed una a Puja, negletta dalle contese di frazione ed anch’essa sede di febbri tifoidee<br />
endemiche. Si indicano inoltre quattro pozzi che sono i più sospetti di essere inquinati; e<br />
si svergogna l’Amministrazione Comunale che è riusc<strong>it</strong>a a pagare un seminaristarabdomante<br />
per cercare l’acqua in piazza, col risultato di gettare migliaia di lire per<br />
ottenere un flebile getto d’acqua mista a sabbia (ma l’utilizzo di sacerdoti rabdomanti è<br />
talmente diffuso che anche l’amministrazione socialista di Cordovado nel dopoguerra se<br />
ne servirà). Abbiamo notato inoltre che gli alunni sono pigiati come le alici; a che dunque<br />
voler sopraccaricare di numero tutte le scuole e specialmente la prima elementare di Prata,<br />
quando il risultato finale non può dare che poco lodevole prof<strong>it</strong>to? Certo questo non per<br />
colpa degl’insegnanti ma per il soverchio numero degli alunni di oltre 160 come furono<br />
l’anno scorso. Ci si dice anche che l’Ispettore in occasione degli ultimi esami, in una sua<br />
relazione abbia dichiarato insufficiente il numero degli insegnanti (...). L’ufficiale san<strong>it</strong>ario<br />
lascia che le cose procedano per il loro verso, con la connivenza del medico<br />
provinciale. 1460<br />
Anche le strade sono prive di manutenzione: è necessaria l’assunzione di una<br />
squadra di stradini, perché oggi tutto è lasciato ad un solo operaio, che non riesce<br />
neanche a colmare i paurosi dislivelli che costellano le varie arterie. Strade non solo<br />
disagevoli ma pericolose: l’ostetrica (che è anche la madre del compagno Messedaglia)<br />
1459 LF, nn. 370 del 4 novembre 1911, pag. 4, Consiglio Comunale e lotte sleali, 371 del 12 novembre 1921,<br />
pag. 4, Scarpa grossa e cervello fino? - Ancora sulla nomina del medico, 375 del 10 dicembre 1911, pag. 4,<br />
La condotta medica, 378 del 31 dicembre 1911, pag. 4, Ancora del medico, 378 del 31 dicembre 1911, pag.<br />
4, Consiglio comunale e PASIANO. Nuovo dottore, 379 del 7 gennaio 1912, pag. 3, Menzogne e 381 del 21<br />
gennaio 1912, pag. 4, Consiglio Comunale.<br />
Un anno dopo Il Lavoratore Friulano documenterà, riproducendo i documenti indicati a testimonianza del falso,<br />
come il prefetto Brunialti abbia incaricato il dottor De Monte di svolgere le funzioni di Ufficiale san<strong>it</strong>ario per il<br />
comune di Prata considerato che attualmente in detto Comune non risiedono in via stabile altri medici<br />
liberi esercenti (decreto del 30 dicembre 1911) nonostante le contrarie certificazioni del sindaco Brunetta del<br />
fatto che sia operante e residente in comune il dottor Alfredo Russi dal 15 febbraio 1911: cfr. LF, n. 432 del 12<br />
gennaio 1913, pag. 2, INTERESSI PROVINCIALI. Al Prefetto della Provincia.<br />
1460 LF, nn. 372 del 19 novembre 1911, pag. 4, Cose scolastiche, 376 del 17 dicembre 1911, pag. 4, Scuole,<br />
388 del 10 marzo 1912, pag. 4, Acqua inquinata, 405 del 7 luglio 1912, pag. 4, Igiene, 416 del 22 settembre<br />
1912, pag. 2, Pompa che da sabbia e 418 del 6 ottobre 1912, pag. 2, Il Comune non pensa a noi!<br />
424
viene salvata a stento, insieme al padre dell’ultimo bambino fatto nascere, dal<br />
rovesciamento della vettura su cui viaggiano in una stretta e buia strada lungo un<br />
fossato. 1461<br />
Il settarismo dell’amministrazione è rivelato dal rifiuto (dal quale si distingue solo<br />
l’assessore Brunetta) di concedere un locale del municipio per tenere una conferenza del<br />
Segretariato dell’Emigrazione venerdì 12 gennaio 1912, organizzata in collaborazione con<br />
il sindacato edile tedesco rappresentato dal triestino Giuseppe Podgornik. La conferenza<br />
deve quindi essere trasfer<strong>it</strong>a nella sala della trattoria Cereser, dove Podgornik parla al<br />
pubblico per più di mezz’ora sul tema “Necess<strong>it</strong>à dell’organizzazione di classe”. La<br />
conferenza, l’ennesima del giro di propaganda invernale organizzato dal Segretariato<br />
dell’Emigrazione, ottiene l’attenzione della clericale La Concordia, che nota la scarsa<br />
partecipazione (senza dar conto però del boicottaggio organizzato cercando di non far<br />
trovare una sala disponibile). I socialisti di Prata lanciano il guanto di sfida ai clericali,<br />
rivendicando la ricost<strong>it</strong>uzione in atto delle sezioni del Segretariato nel terr<strong>it</strong>orio<br />
provinciale ed annunciando che presto si ripeterà la conferenza. 1462<br />
Frattanto in comune la fermezza del sindaco dimissionario nel mantenere la sua<br />
decisione rende vani i tentativi di rinvio dell’elezione di un nuovo sindaco: quando la<br />
maggioranza si decide a votare per il cav. E. Brunetta non riesce dapprima neanche a<br />
raggiungere il numero legale minimo, e si inizia a vociferare di rischi di<br />
commissariamento per le discordie fra i clericali. Infatti la s<strong>it</strong>uazione di crisi viene acu<strong>it</strong>a<br />
quasi sub<strong>it</strong>o, con una delibera dei quattro assessori (Angelo Bortolotto, Antonio Pujatti,<br />
Giovanni Schizzi e Giuseppe Polesello) che aumenta in modo esagerato le tariffe per le<br />
vis<strong>it</strong>e mediche. La delibera è stata presa in assenza del sindaco e sub<strong>it</strong>o il cav. Brunetta<br />
dà le dimissioni, mentre monta la protesta degli ab<strong>it</strong>anti e di tutti i consiglieri comunali.<br />
Ormai si respira aria di elezioni, ed i socialisti plaudono a La Concordia che avverte gli<br />
agrari: “non vogliamo che i padroni chiamino nei loro tinelli gli elettori cattolici loro<br />
dipendenti per consegnar loro una scheda che è la violazione più vigliacca del programma<br />
cattolico ecc. ecc.”, ricordando però loro di non commettere lo stesso peccato nelle<br />
sagrestie e nelle canoniche. 1463<br />
Nel frattempo i socialisti fanno in tempo a combinare un clamoroso pesce d’aprile<br />
ai consiglieri di Puja, comunicando all’assessore Antonio Pujatti per telefono che il<br />
Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del dottor Russi contro la delibera comunale di<br />
nomina del medico condotto. Sub<strong>it</strong>o - nonostante la pioggia scrosciante - i consiglieri di<br />
maggioranza ed i loro amici della frazione si r<strong>it</strong>rovano dal consigliere Novelli, la cui casa<br />
è circondata dalle carrozze dei numerosi osp<strong>it</strong>i che festeggiano l’evento. La presa in giro è<br />
svelata più tardi dal sindaco Brunetta, mentre i socialisti del paese si divertono spiando<br />
dal buco della serratura. 1464<br />
In polemica con La Concordia, che afferma come le moltissime lettere che<br />
giungono dai soldati in Libia iano piene di espressioni cristiane e testimonino<br />
dell’appartenenza di quasi tutti i giovani richiamati al Fascio giovanile cattolico, Il<br />
Lavoratore Friulano pubblica un elenco di dodici nomi di mil<strong>it</strong>ari di Prata che non sono<br />
stati c<strong>it</strong>ati dal giornale clericale, evidentemente perché sono noti per non aver nessun<br />
rapporto con la Chiesa cattolica. 1465<br />
Per le comunicazioni del comune è importante la costruzione di un ponte sul<br />
fiume Meduna, che colleghi Prata con Visinale in comune di Pasiano. Si prende atto con<br />
soddisfazione che anche la Patria del Friuli si è accorta dei r<strong>it</strong>ardi dell’Amministrazione<br />
Comunale nel seguire le pratiche. Intanto il ricorso intentato dal dottor Russi al<br />
Consiglio di Stato viene rigettato, ma nuove spese legali si annunciano a carico del<br />
comune: si pensi che il solo annuncio - rivelatori infondato - della v<strong>it</strong>toria del medico<br />
(con le ben maggiori oneri processuali a carico dell’amministrazione) aveva creato nella<br />
frazione di Prata di Sopra il preannuncio di veri e propri tumulti. Intanto è il dottor Russi<br />
che deve ancora intervenire per l’assenza dei suoi colleghi, senza che sia stato disposto<br />
un servizio sost<strong>it</strong>utivo. Pos<strong>it</strong>ivo è che invece del vecchio armadio farmaceutico venga<br />
aperta una farmacia a Prata, per iniziativa di un privato. 1466<br />
1461 LF, nn. 378 del 31 dicembre 1911, pag. 4, Igiene e 399 del 26 maggio 1912, pag. 4, V<strong>it</strong>tima del dovere.<br />
1462 LF, nn. 380 del 14 gennaio 1912, pag. 4, Un ingiusto diniego, 381 del 21 gennaio 1912, pag. 4,<br />
Conferenza e 382 del 28 gennaio 1912, pag. 3, Ride ben chi ride ultimo.<br />
1463 LF, nn. 381 del 21 gennaio 1912, pag. 4, Dimissioni, 383 del 4 febbraio 1912, pag. 4, Consiglio<br />
Comunale, 386 del 25 febbraio 1912, pag. 4, senza t<strong>it</strong>olo e 391 del 31 marzo 1912, pag. 4, Protesta.<br />
1464 LF, n. 392 del 7 aprile 1912, pag. 4, Bel Pesce!<br />
1465 LF, n. 398 del 19 maggio 1912, pag. 4, Patriottismo clericale.<br />
1466 LF, nn. 404 del 30 giugno 1912, pag. 4, Per il Ponte e Ancora della causa, 407 del 21 luglio 1912, pag. 2,<br />
Varie, 408 del 28 luglio 1912, pag. 3, Errata-corrige che non muta le conclusioni e 413 dell’1 settembre<br />
1912, pag. 2, Sempre avanti.<br />
425
Il parroco di Prata Giovanni Maria Concina è scatenato contro le feste da ballo, ed<br />
a tal propos<strong>it</strong>o scrive all’Amministrazione Comunale per indurla a vietare i permessi<br />
pena eventuali tumulti e pubblica articoli sul Crociato in cui insulta in modo triviale<br />
donne e ragazze del paese. L’iniziativa sarà ripetuta altre volte, come nell’estate del 1913<br />
quando una petizione, sottoscr<strong>it</strong>ta anche da altri parroci della zona, viene portata al<br />
commissario di Ps, ma è vanificata dal voto in senso opposto della Giunta in cui sono<br />
pur presenti assessori clericali. 1467<br />
Le sue dure prese di posizione contro i proprietari della zona e l’inv<strong>it</strong>o ai contadini<br />
ad organizzarsi sindacalmente vengono valutati solo come un tentativo strumentale di<br />
attirare il loro consenso alla chiesa cattolica: lo si inv<strong>it</strong>a a dimostrare maggior coerenza<br />
interessandosi di una famiglia numerosa alloggiata in condizioni indecorose a pochi<br />
metri dalla canonica in un fabbricato di proprietà della parrocchia. Non c’è alcun<br />
apprezzamento per il parroco-sindacalista, che per la sua azione di organizzazione avrà<br />
due anni dopo l’onore di essere personalmente oggetto di una nota di richiamo di papa<br />
Pio X al vescovo Isola. Alla sua replica, oltre ad obiettare che per coerenza dovrebbe por<br />
mano ai benefici della sua parrocchia per risolvere sub<strong>it</strong>o la condizione dei suoi f<strong>it</strong>tavoli,<br />
invece di rinviare a più lunghe operazioni immobiliari, si risponde che: Ci siamo solo<br />
permesso di non credere alle strimpellate sociali dei preti, a porre anzi in guardia gli operai<br />
contro i maneggi di una setta che ha il solo obiettivo di conservare l’attuale sistema sociale<br />
e possibilmente volgerlo ancor di più a proprio prof<strong>it</strong>to. Abbiamo detto non credete, o<br />
lavoratori, alla nuovissima democrazia dei preti e fate da voi le vostre organizzazioni. Se i<br />
preti fossero sinceri incomincerebbero ad uniformare le loro azioni alle belle parole che<br />
vanno spacciando nei loro gonfi, retorici e vuoti congressi e settimane sociali. (...) non si sa<br />
dove stiano di casa le vostre famose organizzazioni operaie; mai un’ag<strong>it</strong>azione mai uno<br />
sciopero perché tutto ciò mena all’inferno e disturba la digestione dei padroni. 1468<br />
Tutta l’azione sociale di don Concina viene messa in discussione: E lasciala in<br />
pace quella tua azione sociale che sappiamo dove alla lunga va a finire! Cassa Rurale? Va a<br />
vedere a Cordenons e S. Giovanni di Casarsa quale ne è in conclusione il beneficio. Molti<br />
poveri diavoli pelati dei loro sudati risparmi! La Casa del Popolo? non l’hai tu eretta sul<br />
terreno, non tuo, del beneficio? Biblioteca circolante? E cosa vuoi istruire tu coi libercoli<br />
dei miracoli di Santa Caterina? Tu incretinisci i giovani, questo sì. Non viene concesso<br />
alcun cred<strong>it</strong>o al sacerdote, che nella sua azione è giunto persino ad adottare un termine<br />
quantomeno ammiccante al movimento socialista per la sede delle associazioni<br />
cattoliche, come Casa del Popolo: la funzione della chiesa è sempre stata contro il<br />
progresso ed il libero pensiero, e qualsiasi azione sociale ora intrapresa è solo<br />
strumentale per riprendere spazio fra le masse. D’altronde è comprensibile che (visto il<br />
livello di scontro su praticamente tutte le vicende amministrative del comune con i<br />
consiglieri legati a don Concina) sia difficile costruire per i socialisti un’un<strong>it</strong>à d’intenti<br />
con il sacerdote, per di più tenendo conto che i loro momentanei alleati sul terreno<br />
amministrativo sono proprio gli agrari osteggiati dal parroco.<br />
Ma a che star lì a rispondere a tutti i tuoi interrogativi? La missione del prete è stata<br />
sempre quella di tener soggette e ignoranti le plebi; le impiccagioni, i massacri, gli auto da<br />
fé, la soppressione di quanti furono seguaci del libero pensiero sono cose vostre e non<br />
nostre. E la lustra della recentissima azione sociale, specchietto per le allodole proletarie,<br />
non è presa sul serio da nessuno. E non ti ricordi più le polemiche che avesti con D. Lozer?<br />
Dopo aver fatto notare a Concina che in varie parti d’Italia gli attivisti sindacali cattolici<br />
hanno promosso, anche se con contraddizioni, proprio quegli scioperi che lui aborrisce, i<br />
socialisti gli contrappongono quanto loro, concretamente, hanno fatto, affermando che il<br />
loro percorso è appena iniziato ed i risultati non tarderanno a giungere: Sei ingenuo a<br />
chiedere cosa abbiamo fatto noi! Caro mio, aspetta e vedrai. Da quando c’è Prata essa è stata<br />
deliziata dalla presenza di uno o più preti come te. E dopo tanti secoli di amorevoli cure al<br />
popolo vi è ancora oggidì disuguaglianza sociale, miseria, analfabetismo a josa; vedrai che<br />
noi non ci metteremo tanto tempo a rimediare ai mali dell’uman<strong>it</strong>à. Ora siamo pochi, il<br />
nostro comp<strong>it</strong>o è la cr<strong>it</strong>ica e in quanto al nostro libero edificare, non temere, te ne<br />
accorgerai prima di quello che vorresti. 1469<br />
Ancora un secolo dopo il vecchio ponte di ferro fra Prata e Visinale sopravvive, abbandonato e sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un<br />
doppio ponte che supera l’ansa del Meduna, collegando Prata a Visinale e poi a Pordenone.<br />
1467 LF, nn. 407 del 21 luglio 1912, pag. 2, La sagra, 423 del 10 novembre 1912, pagg. 2 e 3, I fiaschi di don<br />
Concina - Boicottaggio, 459 del 20 luglio 1913, pag. 2, Allegria e odio e 460 del 27 luglio 1913, pagg. 2 e 3,<br />
Baruffe in famegia.<br />
1468 LF, nn. 408 del 28 luglio 1912, pag. 2, Frate razzolante e 410 dell’11 agosto 1912, pag. 4, Già, il sipario<br />
cala.<br />
Sulle pressioni di Pio X a favore degli agrari della Bassa Pordenonese infastid<strong>it</strong>i dall’azione di don Concina, cfr.:<br />
CHIANDOTTO, Vannes, Stato e Chiesa nel Friuli occidentale, c<strong>it</strong>., pagg. 37-38.<br />
1469 LF, n. 412 del 25 agosto 1912, pag. 3, Il resto del carlino,<br />
Laddove si rovescia su Concina un’accusa perlomeno ingenerosa, quella di essersi arricch<strong>it</strong>o come i suoi<br />
predecessori, occupati ad accumulare ricchezze ed a tacere sullo sfruttamento dei contadini: l’unica cr<strong>it</strong>ica<br />
426
Per il circolo socialista di Prata questo è un periodo di grande attiv<strong>it</strong>à, dimostrato<br />
per esempio dalla cresc<strong>it</strong>a del numero degli abbonamenti a Il Lavoratore Friulano da 8 a<br />
23: fatto per cui questa realtà è una di quelle c<strong>it</strong>ate ad esempio dall’organizzazione<br />
provinciale. Pochi mesi dopo il dato è sal<strong>it</strong>o a 24 abbonamenti in paese ed altrettanti<br />
inviati ad emigranti all’estero, il che è un notevole indicatore dei risultati dell’azione<br />
propagandistica ed organizzativa, soprattutto se si paragonano ai meno di 10 della<br />
clericale La Concordia). 1470<br />
Una stoccata finale è riservata a don Concina: perché scrive sul Crociato, di<br />
difficile e tardivo reperimento a Prata, invece che sulla diocesana La Concordia? E’ forse<br />
perché gli è stato vietato dal direttore don Annibale Giordani? Si butta così sale sulle<br />
fer<strong>it</strong>e di don Concina, preso letteralmente fra due fuochi: la polemica socialista e la presa<br />
di distanza della curia di Portogruaro. Ma il battagliero sacerdote continua per la sua<br />
strada, nonostante gli avvertimenti dall’alto e le cr<strong>it</strong>iche dei socialisti: a questi ultimi non<br />
rimane che continuare ad insistere su quando egli intenda risolvere il problema della<br />
famiglia Ciprian, visto che le rend<strong>it</strong>e del beneficio parrocchiale ammontano a ben 10.000<br />
lire. 1471<br />
Intanto si segnala come nella frazione di Ghirano ci sia scontento fra gli operai<br />
edili per gli abusi di un capomastro che, approf<strong>it</strong>tando anche della sua condizione di<br />
fabbriciere, esegue lavori solamente con apprendisti e crea tali l<strong>it</strong>i con i proprietari da<br />
rendere impossibile il lavorare in paese agli altri. Ma non è possibile cambiare la<br />
s<strong>it</strong>uazione finché gli operai non decidono di organizzarsi sindacalmente. L’articolo non è<br />
rivolto contro il parroco di Ghirano, ma solo contro la gestione della fabbriceria, ed ha<br />
come obiettivo esplic<strong>it</strong>o il rinnovo dell’organismo, ora avversato dalla maggioranza dei<br />
capifamiglia del paese. 1472<br />
Si avvicina l’apertura dell’anno scolastico, ma non si riunisce la commissione per<br />
esaminare i t<strong>it</strong>oli dei candidati maestri. Forse il motivo è che si annuncia l’arrivo di suore<br />
nelle scuole elementari comunali, con l’effetto di confessionalizzare l’istruzione nel<br />
comune. Un’istruzione gravemente ostacolata dalla dottrina, che i bambini devono<br />
frequentare per due ore prima della scuola, essendo costretti così ad alzarsi perfino alle<br />
sei, nel caso delle frazioni più distanti. Escono di dottrina istupid<strong>it</strong>i dalla ripetizione<br />
meccanica dei dogmi, col cervello esausto, lividi dal freddo, affamati e sentono un<br />
prepotente bisogno di reazione nel sangue perciò urlano, schiamazzano, fanno alla sassaiola<br />
prendendo di mira gli isolatori della luce e del telefono e figuriamoci con quale preparazione<br />
vanno a scuola dove i maestri si annoiano e son stufi di attenderli. Non potrebbero esser<br />
accompagnati per un po’ fino a che diradano le file come fanno gli insegnanti laici? Per i<br />
socialisti il comune è succube del parroco di Prata, come dimostra il fatto che il Consiglio<br />
Comunale nomini maestra una suora non patentata, mentre in paese ci sono due giovani<br />
che avrebbero i t<strong>it</strong>oli, ma vengono discriminati dai clericali in quanto hanno<br />
abbandonato il seminario prima di diventare preti, ed una maestra t<strong>it</strong>olare in una<br />
frazione che avrebbe dir<strong>it</strong>to al trasferimento. L’Amministrazione Comunale inoltre aff<strong>it</strong>ta i<br />
locali della Casa del Popolo: i socialisti domandano se essa sarà aperta a tutte le forze<br />
pol<strong>it</strong>iche e per provarlo annunciano che presto la richiederanno per tenervi una<br />
conferenza. Ma il progetto di don Concina è un altro: fare della Casa del Popolo (aff<strong>it</strong>tata<br />
alla collettiv<strong>it</strong>à) l’oratorio ed una casa di suore, mantenute con lo stipendio di maestra di<br />
una di loro. Il parroco inoltre difende le inefficienze del comune, polemizzando con la<br />
campagna dei socialisti a tutela dell’igiene pubblica con l’argomento principe che<br />
comunque le infezioni non hanno fatto v<strong>it</strong>time: come se le morti verificatesi per tifo in<br />
due famiglie nel passato non fossero bastate. 1473<br />
fatta pesare a don Concina negli ultimi anni di v<strong>it</strong>a è semmai quella di cercare di stabilizzare il nipote come suo<br />
successore. Sul piano economico-gestionale, anzi, a don Concina si imputa una notevole ingenu<strong>it</strong>à, che porterà<br />
al fallimento delle sue opere in campo cooperativo (a differenza della grande capac<strong>it</strong>à gestionale di don Lozer,<br />
che lo porterà non solo a costruire la cooperazione bianca a Torre ed a rafforzarla durante il fascismo a spese di<br />
quella socialista, ma a diventare l’amministratore della diocesi). Cfr.: ***, L’opera sociale pol<strong>it</strong>ica e pastorale di<br />
Giovanni Maria Concina, c<strong>it</strong>.<br />
1470 LF, nn. 407 del 21 luglio 1912, pag. 2, Per il nostro Giornale. Parla l’Amministratore, 415 del 15<br />
settembre 1912, pag. 1, Federazione Provinciale Socialista Friulana. Statistica della diffusione del<br />
“Lavoratore” e delle Sezioni socialiste e 421 del 27 ottobre 1912, pag. 2, La religios<strong>it</strong>à di Prata.<br />
1471 LF, nn. 415 del 15 settembre 1912, pag. 3, Il nuovo prete, 418 del 6 ottobre 1912, pag. 2, Non toccate<br />
quel tasto, 421 del 27 ottobre 1912, pag. 2, La religios<strong>it</strong>à di Prata e 423 del 10 novembre 1912, pag. 3,<br />
Ciambella senza buco.<br />
1472 LF, nn. 412 del 25 agosto 1912, pag. 3, GHIRANO DI PRATA. Fra i muratori e 413 dell’1 settembre 1912,<br />
pag. 2, GHIRANO DI PRATA. Precisando, articolo firmato Un fedele.<br />
1473 LF, nn. 416 del 22 settembre 1912, pag. 2, Le suore a Prata, 418 del 6 ottobre 1912, pag. 2, Il Comune<br />
non pensa a noi! , 420 del 20 ottobre 1912, pag. 3, Prata emerge..., 424 del 17 novembre 1912, pag. 3,<br />
Scuola e dottrina e 425 del 24 novembre 1912, pag. 4, Municipalia e 426 dell’1 dicembre 1912, pagg. 1 e 2,<br />
La monaca spatentata.<br />
427
Don Concina, a differenza dei parroci di Puja e Ghirano - che infatti non<br />
subiscono mai lo stesso trattamento polemico - si rifiuta anche di far suonare le<br />
campane a festa per la fine della guerra con la Turchia per la Libia: a Prata di Sopra però<br />
gli ab<strong>it</strong>anti suonano lo stesso le campane, a rischio di vedersi togliere i batacchi per la<br />
loro disobbedienza. Ma don Concina in compenso è stato solerte nell’inviare il messaggio<br />
di condoglianze al papa per il Venti Settembre, e ciò dimostrerebbe come gli dispiaccia<br />
qualsiasi cosa che possa far piacere all’Italia. 1474<br />
Ed intanto sbeffeggiano allegramente don Concina, che tuona dal pulp<strong>it</strong>o contro<br />
l’estensore degli articoli del settimanale socialista: Fuor dei gangheri lo è il nostro<br />
beneamato prete Don Concina; ha preso un gran riscaldo di fegato contro il vostro<br />
corrispondente. Così nel vangelo non si parla più dei miracoli della madonna di Lourdes o<br />
del mistero dell’incarnazione, ma si polemizza col Lavoratore. Spettacolo edificante e<br />
divertente. Mancando il contradd<strong>it</strong>torio D. Concina ha sempre ragione: solo che i fedeli,<br />
almeno molti, strizzano l’occhio e ridono. E non soltanto ridono se è vero che si sia dovuto<br />
sorbettare una mezza dimostrazione di ostil<strong>it</strong>à dei parrocchiani di Prata di Sopra, scaldati<br />
contro lui per la faccenda della festa di S. Simone. 1475 Molti si chiedono se sia vera la voce<br />
sparsa che proprio per colpa del Lavoratore Don Concina stia per andarsene. Noi non<br />
sappiamo nulla: siccome non è la prima volta che tale diceria si è sparsa dobbiamo riputarla<br />
un’abile manovra del part<strong>it</strong>o clericale per farlo passare per un persegu<strong>it</strong>ato e così esasperare<br />
le quattro beghine che son dalla sua. Andate là che non si pianta tanto facilmente un<br />
beneficio di L. 10.000 annue! 1476<br />
Ma a forza di polemiche qualche risultato si ottiene: per esempio che gli alunni<br />
non debbano più andare a dottrina due ore prima della scuola, ma la frequentino dopo<br />
l’orario scolastico. Ciò nonostante gli effetti negativi delle decisioni ispirate da don<br />
Concina al Consiglio Comunale si fanno sentire: la classe affidata alla suora priva di<br />
patente per l’insegnamento è rimasta chiusa. 1477<br />
Di fronte allo sviluppo dell’azione sindacale di don Concina, si nega la sua<br />
efficacia in quanto contradd<strong>it</strong>toria con i principi interclassisti della dottrina sociale della<br />
chiesa: I preti capaci di indurre i lavoratori a far della lotta di classe? No, non intimor<strong>it</strong>evi o<br />
beati possidenti! (...) Lotta di classe vuol dire antagonismo fra gli interessi dei padroni e<br />
quelli dei lavoratori e conseguente organizzazione di questi ultimi per la loro difesa oggi, per<br />
la conquista di miglioramenti domani, per la emancipazione del lavoro dallo sfruttamento<br />
cap<strong>it</strong>alistico nel futuro. E potete dub<strong>it</strong>are che tale sia il programma dell’azione sociale<br />
cattolica? Parole, parole, parole: per darla intendere ai lavoratori, ingaggiare finte<br />
scaramuccie, tener lontano il pericolo socialista e intanto agire come i signori (Ciprian!<br />
Ciprian!) e magari intendersela con essi. L’astuzia dei preti è inarrivabile: divide et impera,<br />
ecco il loro motto. Ma don Concina viene anche accusato di applicare una doppia morale:<br />
una per i proprietari, contro cui chiama don Giordani per tenere una conferenza sullo<br />
sfruttamento che i grossi possidenti fanno a danno dei mezzadri braccianti e contadini in<br />
genere, l’altra per lui stesso, che affida dei suoi terreni ad un assessore e ad un<br />
fabbricere, i quali disdettano i f<strong>it</strong>tavoli ed aumentano gli aff<strong>it</strong>ti dei campi. La predicazione<br />
del parroco viene vista come puramente strumentale (i proprietari la valutano invece<br />
molto seriamente, al punto di affidarsi alle gerarchie più alte della chiesa), ma si nota<br />
anche che, quando le stesse rivendicazioni provengono dai socialisti, sono liquidate come<br />
atti di sovversione dell’ordinamento. Curioso linguaggio questo: ...la lotta colla parola,<br />
colla discussione, colla propaganda, colla stampa per togliere gli abusi, per demolire<br />
odiose consuetudini, per abbattere vieti sistemi, per portare il progresso, il benessere, la<br />
civiltà, per poggiare l’ordine sociale sugli eterni fondamenti della giustizia e della ver<strong>it</strong>à.<br />
Ma quanto sono i socialisti che parlano o scrivono così, quando colle stesse parole<br />
prospettano le ragioni della vera lotta di classe, oh allora si tratta di propos<strong>it</strong>i belluini di<br />
delinquenti degni dell’ergastolo e della galera!<br />
Il discrimine non è solo ideologico, e coglie un elemento di contraddizione<br />
nell’azione di don Concina, che nel dopoguerra gli farà sfuggire di mano il movimento<br />
che, pur rimanendo nell’amb<strong>it</strong>o delle leghe bianche, assumerà posizioni ben più radicali<br />
delle sue proprio a Prata: Il guaio si è che la propaganda, e la discussione ecc. ecc. sono<br />
tutte eccellenti cose che fanno ridere anziché commuovere i padroni se non hanno per<br />
iscopo di indurre i lavoratori ad agire pos<strong>it</strong>ivamente o collo sciopero o col boicottaggio. Ma<br />
di scioperi e simili satanasserie i preti si guardano ben di parlare e... di determinare. Lotta<br />
di classe! Ma che! bluff pol<strong>it</strong>ico, stocchi, in buon friulano, per parere ...galli quando si è<br />
capponi. Certo, più che all’abolizione della divisione in classi l’azione cattolica mira a<br />
lim<strong>it</strong>are gli eccessi di quei proprietari che oltrepassano i lim<strong>it</strong>i del buon senso, ma quello<br />
1474 LF, n. 421 del 27 ottobre 1912, pag. 2, Pace.<br />
1475 Per la sua dura reprimenda contro il ballo.<br />
1476 LF, nn. 423 del 10 novembre 1912, pag. 3, Quando comandano i preti e 424 del 17 novembre 1912, pag.<br />
3.<br />
1477 LF, n. 428 del 15 dicembre 1912, pag. 2, S’incomincia a metter giudizio.<br />
428
che ai socialisti non appare tollerabile è che da parte di don Concina ci si appropri<br />
dell’ered<strong>it</strong>à dei movimenti popolari di fine secolo, dai Fasci siciliani al 1898, sottraendone<br />
la patern<strong>it</strong>à ai socialisti: non capendo come proprio questi riferimenti siano significativi e<br />
segnino qualcosa di nuovo nei movimenti popolari cattolici. 1478<br />
Il 2 marzo 1913 si tiene una festa per i reduci dalla Libia, che vengono premiati<br />
con una medaglia: Anche noi ci congratuliamo coi reduci... per lo scampato pericolo; ma<br />
non parteciperemo alla festa perché ben sappiamo che essa sarà un pretesto per gli eroi della<br />
sesta giornata, per gli eroi dell’armiamoci e part<strong>it</strong>e per metter la bella mostra le loro null<strong>it</strong>à<br />
boriose e vuote. Non parteciperemo perché ben sappiamo che si farà una smaccata apologia<br />
della bella impresa che ha costato tanto sangue e denaro e ancora ne costerà. La guerra è<br />
stata fatta con i corpi e con le magre risorse del popolo, che verrà ricompensato con<br />
nuova miseria ed emigrazione: ma le nuove privazioni annunciano la futura vendetta nei<br />
confronti degli oppressori: I reduci passata la festa saranno pregati di emigrare se non<br />
vorranno morire di fame e r<strong>it</strong>orneranno ad esser i boia d’un villan di prima. La guerra ha<br />
portato crisi, disoccupazione e miseria e dopo porterà anche tasse e allora faremo noi la<br />
festa ai festeggiatori di oggi. I festeggiamenti riescono fiacchi e si concludono, dopo una<br />
celebrazione religiosa dei massacri africani, con un banchetto in cui il parroco di<br />
Ghirano don Pietro Ferracini, defin<strong>it</strong>o liberale, pronuncia un discorso patriottico<br />
cogliendo l’occasione per attaccare pubblicamente con una battuta don Concina per la<br />
sua nostalgia temporalista: I miei sentimenti altamente patriottici daranno sui nervi a<br />
qualcuno ma, che volete? tutti i preti non sono uguali. Un mese dopo il parroco di Ghirano<br />
smentisce le circostanze (ma non la frase incriminata), dichiarando che intendevo<br />
semplicemente sfatare un pregiudizio che da molti si ha contro il clero, dipingendolo quasi<br />
ant<strong>it</strong>aliano, violatore di dir<strong>it</strong>ti della patria. Di più esprimevo un sentimento di affetto e di<br />
ammirazione verso la mia terra natale, che io, pur prete, vado ambizioso di veder grande e<br />
gloriosa. Posso assicurare con tutta certezza che questi sentimenti di <strong>it</strong>alian<strong>it</strong>à e di<br />
patriottismo, li condivide con me lo stesso Rev. Vicario di Prata. 1479<br />
Quanto alla gestione comunale, le cr<strong>it</strong>iche socialiste colpiscono equamente sia il<br />
sindaco, per aver fatto inutilmente inghiaiare la strada dal capoluogo a Prata di Sopra<br />
senza prima averla fatta riparare, che la maggioranza degli assessori fedeli a don<br />
Concina per le nomine degli insegnanti fatte discriminando i candidati più t<strong>it</strong>olati per<br />
favorire i protetti dei clericali. Ma c’è ben altro: due persone quasi si ammazzano<br />
cadendo dal Ponte della Mirra, il cui precipizio è ben conosciuto dalle autor<strong>it</strong>à comunali,<br />
così come quello analogo del Ponte delle Marangone; le strade sono cosparse di mucchi<br />
di materiale raschiato e lasciato lì con pericolo per la circolazione, ma il sindaco se ne sta<br />
tranquillamente nove mesi all’anno a Venezia, lasciando i clericali tranquilli a gestire il<br />
comune (non si bandisce il concorso al posto di scrivano per continuare nell’arb<strong>it</strong>rio) e<br />
don Concina di decidere chi debba essere il medico comunale. Ma domenica 14 aprile i<br />
capifamiglia da lui convocati si rivoltano di fronte alla proposta di confermare il dott. Da<br />
Monte e con una petizione firmata da 300 persone ne richiedono il licenziamento, anche<br />
se lui è disposto a passare alla condotta piena: Gli urli, il chiasso assordante costrinsero<br />
l’oratore ad abbandonare il posto. Così Don Concina si è persuaso che egli non comanda più<br />
e che il nostro lavoro quotidiano incomincia a dar frutto. Il parroco viene anche accusato<br />
di ingrat<strong>it</strong>udine nei confronti di Russi, che aveva curato i suoi congiunti. 1480<br />
Il Primo Maggio cattolico è un fiasco: Don Concina ha voluto festeggiare il 1. Maggio<br />
radunando i suoi fedeli alla Casa del Popolo e dopo fare un corteo in paese. Alla Casa del<br />
Popolo intervennero una ventina di persone in tutto, al corteo lo seguivano tre o quattro in<br />
tutto e la dovette smettere. Fiasco completo! E così imparerà a scimmiottare i socialisti. 1481<br />
In compenso i clericali riescono a far mettere sotto stato d’assedio Prata al<br />
momento del voto consiliare sulla designazione del medico. Lungi dal rappresentare la<br />
lotta di classe in versione cristiano-sociale, i seguaci di don Concina non es<strong>it</strong>ano a<br />
ricorrere alla forza pubblica per imporre le loro scelte. Martedì 13 corr. Prata era invasa<br />
dalle forze armate; i preti hanno saputo così bene montare la macchina da far passare per<br />
turbolento e rivoltoso il più pacifico paese del mondo. Si discuteva in municipio l’oggetto<br />
conferma a v<strong>it</strong>a del medico condotto. Malgrado gli accalorati e assennati discorsi dei cons.<br />
della minoranza Centazzo, Olivo Armanese e Giacomo Brisotto con magrissimi 10 voti il<br />
dott. Da Monte fu confermato a v<strong>it</strong>a. Così si passò sopra la volontà del paese comprovata da<br />
1478 LF, nn. 429 del 22 dicembre 1912, pag. 2, Conferenza, 437 del 16 febbraio 1913, pag. 2, Lotta di classe? e<br />
438 del 23 febbraio 1913, pag. 4, Lotta di classe... colle dande!<br />
1479 LF, nn. 439 del 2 marzo 1913, pag. 4, Reduci festeggiati, 440 del 9 marzo 1913, pag. 4, Festa dei reduci,<br />
443 del 30 marzo 1913, pag. 4, Una callotta in bestia e 445 del 13 aprile 1913, pag. 4, Ghirano di Prata,<br />
lettera firmata dal parroco.<br />
1480 LF, nn. 444 del 6 aprile 1913, pag. 4, Sale sulle fragole e Dispotismo, 446 del 20 aprile 1913, pag. 4, Un<br />
Sindaco che dorme e Don Concina fabbricator di fiaschi, 449 dell’11 maggio 1913, pag. 2, Il calcio<br />
dell’asino e La faccenda medica e 463 del 17 agosto 1913, pag. 3, Ponti e Ancora questa.<br />
1481 LF, n. 449 dell’11 maggio 1913, pag. 2, Fiasco.<br />
429
una istanza legale presentata da 300 capi-famiglia. Ma la volontà del paese non conta nulla<br />
quanto la maggioranza è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da creature del prete ed il prete tira le file e quando<br />
qualcuno di questi consiglieri ha delle particolari ragioni di riconoscenza verso il dott. De<br />
Monte. La popolazione è stata convocata con un volantino che serve alla Patria del Friuli<br />
per gridare alla sovversione ed appoggiare don Concina: C<strong>it</strong>tadini! Il patrio Consiglio da<br />
voi eletto sta per sacrificare la vostra volontà; ad ogni costo vuol confermare a v<strong>it</strong>a<br />
l’attuale san<strong>it</strong>ario. Voi non mancherete di accorrere numerosi martedì 13 corr. alle ore 4<br />
pom. onde elevare dign<strong>it</strong>osa protesta perché la volontà di 300 firmatari sia rispettata.<br />
Alcuni capi famiglia. 1482<br />
Nonostante l’inv<strong>it</strong>o al boicottaggio pronunciato dal parroco dal pulp<strong>it</strong>o (ma don<br />
Concina rimprovera i suoi parrocchiani anche per la scarsa generos<strong>it</strong>à nel contribuire ai<br />
lavori per gli edifici ecclesiastici, cosa che ha loro attirato la punizione divina dei vermi<br />
sul grano, a differenza dei più solerti parrocchiani di Palse), riesce il comizio elettorale di<br />
Ellero, dedicato soprattutto alle disastrose conseguenze della guerra di Libia. La crisi<br />
edilizia gravissima costringe anche i pochi operai non emigrati a basire dalla fame. 1483<br />
Dopo le continue denuncie per la precaria condizione igienica del paese, fra<br />
concimaie e porcilaie in pieno centro ab<strong>it</strong>ato, si verificano nuovamente casi di tifo e<br />
difter<strong>it</strong>e a Puja: fra le fonti di contagio c’è anche una proprietà del sindaco Brunetta. Le<br />
quattro pompe promesse non sono mai state installate e l’ufficiale san<strong>it</strong>ario neanche si<br />
vede, ma in compenso ricovera gli ammalati all’ospedale di Motta di Livenza, più lontano<br />
e meno affidabile di quello di Pordenone. Su un altro terreno don Concina inizia la sua<br />
battaglia per impedire il passaggio della scuola elementare allo Stato, per tutelare il suo<br />
controllo sull’educazione, a spese dell’Amministrazione Comunale che avrebbe tutto<br />
l’interesse ad effettuare l’operazione, consolidando anche per il futuro i livelli di spesa<br />
attuali per l’ist<strong>it</strong>uzione. 1484<br />
Alcuni giorni dopo un comizio di Ellero a Ghirano, il 5 agosto tutti i proletari di<br />
Ghirano, Tremeacque e Villanova si sono riun<strong>it</strong>i al suono d’una campana ed in massa si son<br />
portati in municipio a protestare indignatissimi contro l’ingiusta, folle, eccessiva tassa di<br />
famiglia, respingendo unanimemente l’avviso di pagamento, rimproverando aspramente i<br />
deliberati della giunta. Il sindaco diede affidamento di prendere in seria considerazione i<br />
reclami, ma ci vuol altro per acquietare il malcontento che serpeggia a Prata e dà simili<br />
rumorose manifestazioni nelle frazioni. Malcontento più che giustificato quando si pensi che<br />
le aliquote sono state duplicate, triplicate e anche quadruplicate e proprio ora, con questi<br />
chiari di luna, quando la crisi è generale, la disoccupazione imperversa, gli emigranti<br />
tornano a mani vuote. Durante la manifestazione molti gridavano: “aveva ragione Ellero!”<br />
Ma i popolari protestanti non devono dimenticare la causa del male. Essa è tutta del part<strong>it</strong>o<br />
clericale e dell’amministrazioni clericali. Se oggi bisogna aumentare le tasse la colpa è tutta<br />
di coloro che vollero sprecare il denaro di tutti invanamente. Fu il sindaco clericale Novelli il<br />
protagonista della nota causa fin<strong>it</strong>a malamente al Tribunale di Udine che costò migliaia di<br />
lire. Furono i clericali che vollero sfogare i loro capricci e fecero spendere migliaia di lire per<br />
pagare un medico interinale. Sono i clericali al potere i quali invece di trar prof<strong>it</strong>to dalla<br />
Casa del Popolo fabbricata su un fondo comunale obbligano il comune a pagar l’aff<strong>it</strong>to della<br />
sua casa al prete e alla fabbriceria per la scuola a piano terreno mentre il primo piano è<br />
beatamente goduto dalle monache che vivono lautamente alle spalle altrui. 1485<br />
Gli ab<strong>it</strong>anti di Ghirano sono colp<strong>it</strong>i più di quelli delle altre frazioni del comune. I<br />
frazionisti di Villanova e Ghirano giorni sono inv<strong>it</strong>arono l’avv. Ellero ad assisterli nella loro<br />
protesta in municipio. La disputa in comune fu lunga e alla fine il sindaco cav. Brunetta ha<br />
lasciato sperare in una resipiscenza, almeno parziale, da parte dell’amministrazione. Tutti<br />
abbiamo visto con piacere l’intervento e l’interessamento del compagno Ellero nella<br />
questione e anche per questo aumenta la simpatia verso di lui. Notiamo che Ghirano è<br />
colp<strong>it</strong>a in ragione di 23.000 lire di rend<strong>it</strong>a con 1400 ab<strong>it</strong>anti, mentre Prata che ne ha 3000 è<br />
tassata per 25.000 lire. 1486<br />
Finalmente, dopo infin<strong>it</strong>e denuncie nei confronti di don Concina, i socialisti<br />
assaporano una loro significativa v<strong>it</strong>toria: a forza di attaccarlo per lo sfruttamento della<br />
famiglia Ciprian e per l’avara gestione delle rend<strong>it</strong>e della parrocchia, iniziano i lavori per<br />
la costruzione della nuova casa dei coloni, ed è il beneficio che paga come giustamente ha<br />
sempre sostenuto il Lavoratore la cui insistente campagna è coronata dal più ampio<br />
successo. Il preistorico pagliaio di Prata così viene a sparire. 1487<br />
1482 LF, nn. 450 del 18 maggio 1913, pag. 2, Don Concina ha vinto e 451 del 25 maggio 1913, pagg. 2 e 3, Le<br />
parti della “Patria”.<br />
1483 LF, nn. 454 del 15 giugno 1913, pag. 4, Una delle tante e Conferenza Ellero e 455 del 22 giugno 1913,<br />
pag. 4, Disoccupazione.<br />
1484 LF, nn. 461 del 3 agosto 1913, pagg. 2 e 3, Il tifo a Puja e Cose della scuola e 466 del 7 settembre 1913,<br />
pag. 4, Rispondete e Igiene! Igiene!<br />
1485 LF, n. 462 del 10 agosto 1913, pag. 4, Ag<strong>it</strong>azione per la tassa famiglia.<br />
1486 LF, n. 466 del 7 settembre 1913, pag. 4, Tassa famiglia.<br />
1487 LF, n. 464 del 24 agosto 1913, pag. 3, Finalmente!<br />
430
Pure nei confronti della cooperativa di consumo si appuntano le cr<strong>it</strong>iche<br />
socialiste, dopo una iniziale attesa nella quale si sperava che la concorrenza instauratasi<br />
fra la nuova iniziativa e la rivend<strong>it</strong>a dell’assessore Pujatti portasse almeno ad un ribasso<br />
dei prezzi. Speranza vana: Il prete si vanta di questa nuova ist<strong>it</strong>uzione come del toccasana<br />
di tutti i (mali) del popolo. Purtroppo constatiamo che si tratta, niente altro, che di una<br />
nuova arma di dominio clericale, ma quanto al popolo niente benefici. I clienti e soci sono<br />
tutti possidenti e grossi mezzadri e gli acquisti son fatti a contanti. I braccianti restano fra<br />
l’incudine e il martello come prima. La cooperativa non cambia la merce che con denaro<br />
contato e i negozianti hanno troncato il cred<strong>it</strong>o. Per cui si stava meglio quando si stava<br />
peggio. E neppure si può dire che abbia serv<strong>it</strong>o da calmiere: i prezzi - anche quelli dei generi<br />
di prima necess<strong>it</strong>à - sono quelli di prima né più né meno! L’ist<strong>it</strong>uzione della cooperativa<br />
danneggia quindi gli strati più bassi della popolazione, incapaci di spendere denaro<br />
liquido, che sono le prime v<strong>it</strong>time della reazione dei commercianti, senza neanche potersi<br />
rivalere attraverso il risparmio sui prezzi. 1488<br />
La vendetta dell’amministrazione per il movimento popolare di contestazione delle<br />
scelte riguardanti la condotta si compie con il rifiuto di riconoscere le ricette ai c<strong>it</strong>tadini<br />
nullatenenti che non si servono del dottor De Monte. 1489<br />
Nel convegno socialista collegiale del 30 agosto a Sacile, la mobil<strong>it</strong>azione<br />
crescente promossa dai compagni di Prata ottiene un importante riconoscimento con la<br />
nomina a presidente della riunione di Domenico Messedaglia. Il 26 ottobre, nelle elezioni<br />
pol<strong>it</strong>iche, Ghirano è uno dei centri che premiano i socialisti dando loro la maggioranza (a<br />
livello comunale il risultato socialista è comunque buono, con 279 voti contro i 425<br />
ottenuti da Chiaradia grazie all’appoggio clericale). Un risultato molto pos<strong>it</strong>ivo, che non<br />
sarà ripetuto nelle analoghe elezioni pol<strong>it</strong>iche del dopoguerra, e che probabilmente è<br />
segnato, oltre che dal voto locale di Ghirano e della mobil<strong>it</strong>azione a Prata per la condotta<br />
medica, dal confluire sul candidato socialista Ellero (in un confronto a due che non<br />
lascia altre alternative) del voto democratico. 1490<br />
L’Amministrazione Comunale, che ha tassato in modo esoso Ghirano e le borgate<br />
vicine, sceglie invece di premiare la frazione di Puja, in previsione delle future scadenze<br />
elettorali: Puja vuole una seconda scuola mentre a Ghirano che esisteva la si è soppressa.<br />
Inutile dire che a coprire il posto si ha intenzione di porci un prete spatentato a maggior<br />
decoro della classe magistrale e a maggior gloria dell’ignoranza. Già nel nostro Comune<br />
avvengono cose molto allegre: i maestri con patente percepiscono 88 lire al mese; gli<br />
spatentati, come la suora di ultima nomina, lire 93! 1491<br />
Si polemizza contro don Concina, rinfacciandogli che, mentre egli propaganda il<br />
sindacato promettendo ai coloni il prolungamento dei contratti ed aff<strong>it</strong>ti più moderati, i<br />
contratti delle terre della parrocchia e di quelle sue personali a Motta di Livenza sono<br />
liev<strong>it</strong>ati sotto la sua gestione (ma intanto ci si è pubblicamente dovuti scusare con lui per<br />
aver confuso sette campi con 7.000 lire di rend<strong>it</strong>a, che avrebbero quasi raddoppiato il<br />
beneficio della parrocchia di Prata, pari a 10.000 lire). Pur ammettendo che il linguaggio<br />
di don Concina è affine a quello socialista, si rileva che la sua azione ha come obiettivi la<br />
divisione dei lavoratori ed i risultati delle prossime elezioni amministrative, e si mette in<br />
discussione la reale consistenza del sindacato clericale. La stessa discussione che sorge<br />
fra i recenti alleati a sostegno dell’on. Chiaradia permette anzi ai clericali di dichiarare<br />
(nel difendersi dagli attacchi de Il Tagliamento) come la loro organizzazione abbia il<br />
precipuo scopo di ev<strong>it</strong>are il diffondersi dell’organizzazione socialista. Si notano le<br />
difficoltà di Concina, che tace di fronte ai continui attacchi del settimanale moderato<br />
pordenonese; d’altra parte i clericali replicano alle continue accuse di sfruttamento dei<br />
mezzadri di Concina aprendo tram<strong>it</strong>e il loro sindacato una vertenza a favore di un ex<br />
mezzadro del capo socialista Domenico Messedaglia (il quale rigetta però l’accusa). 1492<br />
Il dottor Russi denuncia con una sua lettera pubblicata su Il Lavoratore Friulano il<br />
comportamento del dott. Ebhardt, presidente dell’Ordine provinciale dei medici (che<br />
1488 LF, nn. 460 del 27 luglio 1913, pagg. 2 e 3, Baruffe in famegia e 466 del 7 settembre 1913, pag. 4,<br />
Cooperativa?<br />
1489 LF, n. 468 del 21 settembre 1913, pag. 4, Quella Giunta!<br />
1490 Nel 1919 invece il voto popolare quasi total<strong>it</strong>ario assorbirà tutto il voto moderato - lasciando pochissimo<br />
spazio anche alle liste del fascio interventista, di Ciriani e dei combattenti (solo i socialisti manterranno un voto<br />
minor<strong>it</strong>ario ma di una minima consistenza, con 95 suffragi) - mentre nel 1921 la lista del blocco di destra<br />
recupererà una certa quota di consensi (ed i socialisti avranno un recupero salendo a 140 voti).<br />
1491 LF, n. 483 del 14 dicembre 1913, pag. 2, GHIRANO. Due pesi e due misure.<br />
1492 LF, nn. 486, del 4 gennaio 1914 pag. 4, La bubbola del sindacato clericale, Il motivo per cui… e Giù la<br />
maschera, 489 del 25 gennaio 1914, pag. 4, Don Concina toccato… e sment<strong>it</strong>o, 492 del 15 febbraio 1914,<br />
pag. 4, Baruffe in famiglia e 494 dell’1 marzo 1914, pag. 4, Prata di Pordenone e Una sment<strong>it</strong>a.<br />
431
peraltro è abbonato a Il Lavoratore Friulano, così come il cav. Centazzo 1493 ). Nel 1911, a<br />
causa di un’epidemia di colera manifestatasi a Venezia e nei comuni lim<strong>it</strong>rofi, il<br />
ministero impose un’ispezione sulle barche fluviali che scendono in laguna dai fiumi<br />
Livenza e Meduna, nei tre approdi di Porte Grandi, Motta di Livenza e Visinale di Sopra<br />
(Pasiano). Incaricati dell’ispezione furono gli ufficiali san<strong>it</strong>ari della riva d’approdo, pagati<br />
ogni fine mese dalla Prefettura con un compenso pari a 5 lire a vis<strong>it</strong>a. A Visinale quasi<br />
tutte le barche approdavano sulla riva destra, cioè in comune di Prata e l’ispezione<br />
veniva fatta dal san<strong>it</strong>ario competente. Ma il dott. Ebhardt rifà le vis<strong>it</strong>e a Visinale di Sopra<br />
(in comune di Pasiano) od al ponte di Tremeacque (local<strong>it</strong>à non indicata per le ispezioni)<br />
e se le fa pagare, creando un doppio esborso per l’erario. Inutile dire che Ebhardt e<br />
Salvetti, rappresentanti dell’Ordine dei medici nel Consiglio provinciale san<strong>it</strong>ario, si sono<br />
ben guardati dal dire qualcosa a propos<strong>it</strong>o di questo scandalo. Ebhardt non smentisce,<br />
ma cerca di giustificarsi sulla Patria del Friuli. Alle contumelie di Ebhardt Russi replica<br />
ricordando l’impossibil<strong>it</strong>à di ricorrere al consiglio dell’Ordine, tutto composto da<br />
appartenenti alla consorteria affaristica più volte denunciata; la precedente denuncia<br />
dell’ispettore del lavoro Guido Piccotti per illeg<strong>it</strong>time competenze percep<strong>it</strong>e dallo stesso<br />
Ebhardt; il fatto che lo stesso medico mandi gli ammalati di sua competenza all’ospedale<br />
di Motta di Livenza invece che a quello di Pordenone, per il quale dovette giustificarsi di<br />
fronte al Consiglio Comunale di Pasiano alla fine del 1913, che poi gli ha accordato un<br />
aumento retributivo pari ad un terzo del suo collega che segue il secondo reparto; che,<br />
infine, se il consiglio dell’Ordine ha solidarizzato con il suo presidente, così non ha fatto<br />
l’assemblea. 1494<br />
Progressivamente infine i socialisti iniziano ad apprezzare il sincero carattere<br />
classista dell’ag<strong>it</strong>azione sindacale promossa da don Concina. Decisamente i sindacalisti<br />
cattolici vanno mettendosi sul terreno della lotta di classe. Nella “Concordia” di sabato<br />
scorso don Concina fa gridare ai contadini di Prata queste testuali parole: Abbasso la<br />
prepotenza, abbasso il privilegio di classe. Così, dopo aver per tanto tempo combattuto noi<br />
socialisti, i cattolici vengono ora anch’essi a gettare il grido della lotta di classe come unico<br />
mezzo per la difesa degli umili lavoratori. Dalla rassegnazione si passa di punto in bianco<br />
alla rivolta. Messi sul terreno sdrucciolevole della pol<strong>it</strong>ica, i cattolici finiscono per diventare<br />
dei ribelli. Ma si nota poi che non potrà non esserci un contraccolpo da parte delle<br />
gerarchie reazionarie della Chiesa cattolica, e che comunque alla fine clericali e moderati<br />
si r<strong>it</strong>roveranno un<strong>it</strong>i alle prossime elezioni contro i socialisti, così come sono stati un<strong>it</strong>i<br />
nel fare la guerra di Libia a spese dei lavoratori. Queste valutazioni però, si badi bene,<br />
vengono espresse nella cronaca di Pordenone: ben diversi sono i toni che giungono da<br />
Prata, dove la polemica e l’irrisione continuano senza sosta. Alla fine si prende atto dei<br />
previsti fulmini della gerarchia cattolica piombati su don Concina per bloccarne<br />
l’azione. 1495<br />
Il 7 giugno è atteso a Prata ed a Ghirano Giuseppe Ellero per tenere due<br />
conferenze sulle prossime elezioni comunali e provinciali. Ma i socialisti non si fanno<br />
illusioni: l’amministrazione moderata uscente è destinata a cadere per l’incapac<strong>it</strong>à e<br />
l’assenteismo più volte segnalato dei suoi esponenti ed i clericali, cap<strong>it</strong>anati da don<br />
Concina scendono in lotta con lista intransigente composta di quasi tutti sindacalisti<br />
cattolici. (…) vincerà don Concina perché è il solo ad avere un eserc<strong>it</strong>o fedele a prova di<br />
bomba e disciplinato. Ciò non impedisce che - nonostante la Concordia affermi che Ellero<br />
possa risparmiarsi la fatica di parlare a Prata, egli ottenga 323 voti alle elezioni<br />
provinciali, aumentando rispetto alle elezioni pol<strong>it</strong>iche dell’anno prima e realizzando uno<br />
dei migliori risultati del mandamento. Una volta eletto, il neoconsigliere provinciale non<br />
si dimenticherà del lavoro svolto insieme con i compagni di Prata, sostenendo le ragioni<br />
di questo comune e di quello di Pasiano circa il sussidio per la costruzione dei ponti.<br />
A conferma di una s<strong>it</strong>uazione aperta, il risultato porta in Consiglio Comunale 9<br />
clericali contro 11 loro avversari e cadono sia il braccio destro di don Concina che –<br />
sull’altro fronte – il sindaco uscente Brunetta: dimostrando tutta la contradd<strong>it</strong>torietà<br />
della pol<strong>it</strong>ica socialista locale, si auspica una Giunta autorevole e capace, concludendo<br />
1493 Sono abbonati per il 1914 a Il Lavoratore Friulano: Casetta Antonio, Piccinin Marco, cav. Giovanni Centazzo,<br />
Antonio Bonato di Prata, Ebhardt dott. Enrico di Pasiano, Angelo Piccinin; Domenico Messedaglia, Francesco<br />
Puiatti ed un terzo anonimo (sosten<strong>it</strong>ori). Cfr.: LF, nn. 486 del 4 gennaio 1914, pag. 4, PICCOLA POSTA; 487<br />
dell’11 gennaio 1914, pag. 4, stesso t<strong>it</strong>olo; 490 del 2 febbraio 1914, pag. 2, Il nostro barometro; 488 del 18<br />
gennaio 1914 , pag. 2, Abbonati sosten<strong>it</strong>ori.<br />
1494 LF, nn. 488, del 18 gennaio 1914 pag. 1, Uno scandalo san<strong>it</strong>ario in vista?, lettera del dott. Alfredo Russi e<br />
489 del 25 gennaio 1914, pag. 1, Polemica san<strong>it</strong>aria, Ai Colleghi del Friuli.<br />
1495 LF, nn. 496 del 15 marzo 1914, pag. 4, PORDENONE. Lotta di classe e Prata di Pordenone. A don<br />
Concina, Don Concina furibondo e Il sindacato fisarmonico, 498 del 29 marzo 1914, pag. 4, PORDENONE.<br />
Sindacalismo cattolico e 501 del 19 aprile 1914, pag. 4, PORDENONE. Il sindacalismo cattolico.<br />
432
che soprattutto fra i neo eletti clericali abbondano intelligenze di primo ordine. Concina,<br />
per vincere, ha incluso nella sua lista il non clericale cav. Centazzo (che viene eletto in<br />
quell’occasione anche al Consiglio Provinciale con il suo sostegno), ma ciò nonostante ha<br />
ottenuto 150 voti meno della lista avversaria. Ed i socialisti fanno notare che parte dei<br />
voti della lista sostenuta dal parroco sono venuti proprio da loro, che l’hanno scelta<br />
cancellando i nomi dei candidati clericali. Si tratta di una s<strong>it</strong>uazione aggrovigliata: alle<br />
provinciali i clericali votano Centazzo (oltre al loro candidato pordenonese Klefisch),<br />
mentre a Prata ci si trova di fronte ad una lista votata contemporaneamente da moderati,<br />
clericali e socialisti! Il groviglio deve essere in qualche modo risolto, ed infatti la Giunta<br />
che viene eletta ha come sindaco Centazzo ed esclude i clericali, che si vendicano<br />
mandando in Prefettura lettere anonime che sollevano la questione di ineleggibil<strong>it</strong>à del<br />
neosindaco. 1496<br />
Nel frattempo si prende atto della prevista condanna del sindacalismo cattolico<br />
emanata dal papa, che fa gongolare Il Tagliamento. Per i socialisti questa è la fine di un<br />
equivoco, perché il sindacalismo cattolico avrebbe per loro aumentato la dipendenza<br />
delle masse, anziché emanciparle. Sul piano locale, si segnala la condanna di don<br />
Concina a cento lire di multa per le sue conferenze sindacaliste, ed una polemica fra il<br />
sacerdote e Messedaglia, sulle pagine de La Concordia, cui si replica sul settimanale<br />
socialista che l’intromissione di una maggioranza di piccoli proprietari nella Lega<br />
cattolica contrasta con gli interessi dei lavoratori della terra. 1497<br />
In quei giorni si trasferisce da Prata a Pordenone il dottor Alfredo Russi, salutato<br />
dai socialisti dispiacenti di perdere un mil<strong>it</strong>e fedele e un amico carissimo. 1498<br />
Nell’agosto 1914, allo scoppio della guerra, i socialisti di Prata effettuano una<br />
sottoscrizione in onore dei due dirigenti internazionali che assurgono a simbolo della<br />
lotta alla guerra: Alcuni amici imprecando all’assassinio di Jaurès e augurando che la<br />
notizia della fucilazione del deputato Liebcknet a Berlino sia del tutto infondata. 1499<br />
Come abbiamo potuto notare, le notizie riguardanti la presenza socialista nel<br />
vicino comune di Pasiano (che per altro fa parte del collegio elettorale pol<strong>it</strong>ico di San V<strong>it</strong>o<br />
al Tagliamento) sono scarse e tributarie del circolo di Prata e non lasciano trasparire una<br />
adeguata presenza organizzata: le stesse cifre relative agli abbonamenti a Il Lavoratore<br />
Friulano ci danno poche un<strong>it</strong>à che, come abbiamo visto, non sono necessariamente di<br />
sosten<strong>it</strong>ori, come nel caso del dott. Ebhardt. Nelle stesse elezioni pol<strong>it</strong>iche del 1913 il<br />
risultato socialista è ben diverso da quello di Prata, con 658 voti andati al moderato Rota<br />
e solo 119 a Filippo Turati. Questo fatto contrasta con la presenza di un grande<br />
insediamento industriale come la Società Anonima Fornaci di Rivarotta, c<strong>it</strong>ata da Otello<br />
Bosari come la base di uno dei nuclei di classe operaia storici del Pordenonese, quelli<br />
che hanno dato progressivamente una ident<strong>it</strong>à di classe alla sinistra nel corso del<br />
Ventesimo Secolo: la consistente classe operaia (tessili dei cotonifici, manovalanza delle<br />
fornaci di Pasiano, più recentemente metalmeccanici del gruppo Zanussi, ecc.). In realtà<br />
non troviamo nell’anteguerra riferimenti né all’esistenza delle fornaci né<br />
all’organizzazione dei loro operai: eppure lo stabilimento impiantato negli anni Sessanta<br />
dell’Ottocento dal triestino Carlo Chiozza e poi rilevato dalla Società Veneta per Imprese<br />
e Costruzioni Pubbliche di Padova (o Società Veneta per Costruzione ed Esercizio di<br />
Ferrovie Secondarie Italiane) è, oltre ad uno dei principali insediamenti industriali del<br />
Friuli occidentale (con i suoi 500/600 operai rilevati negli anni Ottanta) parte rilevante<br />
della manodopera del terzo settore industriale della provincia, dopo quelli cotoniero e<br />
serico (nel 1914 i dipendenti delle fornaci da laterizi sono in totale 2.651, ma divisi in<br />
ben 52/54 stabilimenti) e, secondo Luigi Mio, una delle maggiori d’Italia. 1500<br />
Ma evidentemente la mancanza di un corrispondente e di una sezione del Psi non<br />
significano che il terreno non sia fertile: ed infatti l’anno dopo il deludente risultato della<br />
1496 LF, nn. 508 del 7 giugno 1914, pag. 4, PRATA DI PORDENONE. Conferenze e Elezioni, 510 del 21 giugno<br />
1914, pag. 4, L’es<strong>it</strong>o della lotta provinciale e Le elezioni comunali, 512 del 5 luglio 1914, pag. 4, PRATA DI<br />
PORDENONE e Cantiamo il deprofundis, 513 del 12 luglio 1914, pag. 4, Educazione cattolica, 535 del 12<br />
dicembre 1914, pag. 2, Farabuttismo e 537 del 26 dicembre 1914, pag. 2, Ai pappagalli del “Tagliamento”;<br />
ASU-APU, busta 22, fascicolo 7, 1914, Eleggibil<strong>it</strong>à dei Consiglieri. Ricorsi. Deputazione provinciale di Udine,<br />
prot. n. 3736/4116 del 6.7.1914.<br />
1497 LF, n. 515 del 26 luglio 1914, pag. 4, PORDENONE. I sindacati cattolici e PRATA DI PORDENONE. E il<br />
Sindacato?<br />
1498 LF, n. 515 del 26 luglio 1914, pag. 4, PORDENONE. Benvenuto e PRATA DI PORDENONE. Saluto.<br />
1499 LF, n. 519 del 23 agosto 1914, pag. 2, Sottoscrizione pro “Lavoratore ”.<br />
1500 BOSARI, Otello, Dalla caduta della Repubblica di S. Marco alla Restaurazione: le radici del moderatismo<br />
nella Destra Tagliamento, in Qualestoria, anno XII, n. 3, Trieste, Bollettino dell’Ist<strong>it</strong>uto Regionale per la Storia<br />
del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, dicembre 1985, pag. 3; PICOTTI, Guido, c<strong>it</strong>., pagg. 16 e<br />
63; MIO, Luigi, Il processo di industrializzazione del Pordenonese, c<strong>it</strong>., pag. 63.<br />
433
candidatura di bandiera di Turati, alle elezioni provinciali del giugno 1914, oltre che a<br />
Prata, Ellero otterrà un significativo risultato anche a Pasiano e, appunto, a Rivarotta. 1501<br />
La presenza socialista si consoliderà nel dopoguerra, quando - mentre scemeranno le<br />
notizie sull’attiv<strong>it</strong>à socialista a Prata - liev<strong>it</strong>eranno quelle da Pasiano, con un<br />
riconoscimento crescente dimostrato dall’aumento dei voti socialisti e, successivamente,<br />
dall’organizzazione della resistenza armata dei comunisti e degli Ard<strong>it</strong>i del Popolo.<br />
Viceversa il pratese Costante Masutti assurgerà al ruolo di massimo dirigente delle lotte<br />
degli edili in tutto il terr<strong>it</strong>orio del Friuli occidentale, ma l’unico episodio che lo riguarderà<br />
nel paese d’origine sarà quello della spedizione pun<strong>it</strong>iva nei suoi confronti che terminerà<br />
con l’uccisione del fascista Salvato. Masutti sarà pure consigliere comunale, ma non sarà<br />
eletto a Prata, bensì a Pordenone. 1502<br />
4.4.17 - L’ombra del confl<strong>it</strong>to mondiale e della<br />
rivoluzione si stende sulle elezioni<br />
amministrative.<br />
La guerra mondiale si avvicina. Una guerra che appare sui giornali quasi<br />
improvvisa, ma preannunciata da segnali premon<strong>it</strong>ori che testimoniano di un piano<br />
inclinato sul quale stanno scivolando l’Italia ed il mondo. La guerra fra Russia e<br />
Giappone, l’annessione della Bosnia-Erzegovina da parte dell’Austria-Ungheria nel 1908,<br />
l’aggressione spagnola al Marocco l’anno dopo, la guerra <strong>it</strong>alo-turca per la Libia<br />
infiammano tutto il bacino med<strong>it</strong>erraneo, e scatenano gli orribili massacri delle guerre<br />
balcaniche. Quasi senza soluzione di continu<strong>it</strong>à, come vent’anni dopo in Etiopia, in<br />
Spagna, in Albania, in Renania, in Cecoslovacchia, la guerra mondiale è già iniziata nei<br />
fatti prima di essere dichiarata. Nel mezzo, in Russia, a Barcellona o in Italia con la<br />
“settimana rossa”, la rivoluzione popolare sta facendo ormai da un decennio le sue prove.<br />
Leggendo i numeri del Giornale di Udine compaiono quotidianamente in primo<br />
piano inquietanti episodi bellici (frammisti alle battaglie pol<strong>it</strong>iche nazionali, per esempio<br />
quella condotta anche con metodi di tipo ostruzionistico dal gruppo parlamentare<br />
socialista alla Camera dei Deputati sui provvedimenti di bilancio proposti dal governo).<br />
Inquietanti non solo per le valutazioni sulla s<strong>it</strong>uazione pol<strong>it</strong>ica in atto, ma anche per le<br />
oscure assonanze con vicende internazionali del futuro. Quasi quotidianamente si<br />
segnalano scontri con insorti nella Libia invasa dagli <strong>it</strong>aliani: testimoniano del non<br />
consolidamento della colonizzazione ad oltre due anni dall’ufficiale conclusione del<br />
confl<strong>it</strong>to <strong>it</strong>alo-turco. I massacri di resistenti arabi si susseguono e dimostrano il rifiuto<br />
delle popolazioni libiche ad assoggettarsi al dominio europeo ed alla sanguinosa pol<strong>it</strong>ica<br />
repressiva delle forze armate <strong>it</strong>aliane. Contemporaneamente vengono date le notizie sugli<br />
scontri fra le varie fazioni che si contendono il terr<strong>it</strong>orio albanese di recente quanto<br />
incerta indipendenza. Anche in questo caso il nuovo assetto geopol<strong>it</strong>ico dei Balcani<br />
usc<strong>it</strong>o dalla guerra del 1913 ha prodotto una s<strong>it</strong>uazione altamente instabile, foriera di<br />
altri e più sanguinosi confl<strong>it</strong>ti. 1503 Ovunque le scelte delle “grandi potenze” europee nel<br />
ridisegnare le carte geografiche del mondo provocano nuova instabil<strong>it</strong>à, a causa<br />
dell’irriducibil<strong>it</strong>à delle popolazioni a sottostare a regole loro imposte dall’esterno. E pian<br />
piano, il mondo comincia a scivolare verso la catastrofe.<br />
La tensione è anche sul suolo <strong>it</strong>aliano. La “settimana rossa”, lo sciopero nazionale<br />
dei ferrovieri, l’insurrezione in Romagna e nelle Marche stanno giungendo al loro epilogo,<br />
ma lasciano aperti tutti i problemi che ne sono all’origine e che produrranno i loro effetti<br />
nei modi più impensati negli anni a venire. Proprio il 7 giugno, una settimana prima<br />
delle elezioni, la tensione esplode incontenibile quando, durante la Festa dello Statuto,<br />
dedicata dai part<strong>it</strong>i di sinistra ad una giornata di mobil<strong>it</strong>azione contro il mil<strong>it</strong>arismo ed in<br />
particolare contro le “compagnie di disciplina” nelle quali vengono inviati i reclutati<br />
r<strong>it</strong>enuti “sovversivi”, i carabinieri sparano ad Ancona sulla manifestazione in cui parlano<br />
1501 LF, n. 510 del 21 giugno 1914, pag. 4, L’es<strong>it</strong>o della lotta provinciale.<br />
1502 Nelle elezioni pol<strong>it</strong>iche del 1919 il Psi avrà la maggioranza relativa con 337 voti, contro i 179 del Fascio di<br />
Girardini, i 90 dei democristiani di Ciriani, gli 88 dei Combattenti di Gasparotto ed i 139 del Ppi; nelle elezioni<br />
comunali del 1920 il Consiglio Comunale viene composto da 10 eletti del Blocco, 5 del Ppi e 5 del Psi (mentre a<br />
Prata nessun socialista sarà eletto); alle pol<strong>it</strong>iche del 1921 il Psi aumenterà ancora con 411 voti, mentre i<br />
popolari schizzeranno a 533 ed il blocco ne otterrà 335.<br />
1503 PITASSIO, Armando, Il dramma di una nazione incompiuta, in Limes, supplemento al n. 1, Roma, marzo<br />
1997, pag. 15; ROUX, Michel, Di chi è il Kosovo? Cento anni di confl<strong>it</strong>ti, in Limes, n.3, Roma, ottobre 1998,<br />
pag. 32.<br />
434
il repubblicano Pietro Nenni e l’anarchico Errico Malatesta. La sparatoria con i suoi tre<br />
morti scatena manifestazioni violentissime in tutt’Italia, con occupazioni di uffici<br />
pubblici, interruzioni delle linee ferroviarie e perfino la cost<strong>it</strong>uzione di governi provvisori<br />
e di magazzini popolari che distribuiscono il grano sequestrato ai proprietari terrieri.<br />
L’insurrezione è armata, il fulcro dell’ag<strong>it</strong>azione che unisce socialisti, repubblicani,<br />
sindacalisti rivoluzionari ed anarchici è Ancona, dove perfino un generale cade nelle<br />
mani degli insorti. Per il direttore dell’Avanti! è stato superato il tabù della violenza, gli<br />
insorti hanno assaltato i negozi di armi e le hanno usate. Il 12 giugno la Cgl riformista<br />
sospende unilateralmente lo sciopero generale, guadagnandosi da Mussolini l’accusa di<br />
tradimento; ma due giorni dopo le elezioni amministrative consegnano Milano ai<br />
socialisti, in un quadro generale di avanzamento della sinistra. 1504<br />
La destra è presa dal panico. Da parte liberale, oltre a fare appello al proprio<br />
elettorato al voto, si denunciano le violenze dei sosten<strong>it</strong>ori del blocco popolare. D’altronde<br />
si tratta delle prime consultazioni elettorali amministrative che si svolgono con il<br />
suffragio universale maschile, coinvolgendo quelle masse che fino allora hanno avuto<br />
solo il ruolo di stare alla finestra, assistendo al raffinato contendere di pochi privilegiati,<br />
istru<strong>it</strong>i e colti oltre che mun<strong>it</strong>i di adeguato redd<strong>it</strong>o (e non costretti ad emigrare proprio<br />
nel periodo in cui vengono convocate le elezioni: questione che non è stata ancora risolta<br />
per tutto il terr<strong>it</strong>orio, né lo sarà mai).<br />
La paura del rovesciamento di poteri locali consolidati e la necess<strong>it</strong>à di controllare<br />
un voto molto più diffuso che nel passato susc<strong>it</strong>ano preoccupazioni e richiedono un<br />
irrigidimento dei meccanismi di controllo. Di quali diversi radicamenti ed interessi di<br />
classe - e non solo di divers<strong>it</strong>à di opinione - si tratti è evidente da questi articoli del<br />
Giornale di Udine rifer<strong>it</strong>i alle elezioni amministrative del 12 e 19 luglio in vari centri della<br />
penisola. A Napoli (forse per le perduranti influenze massoniche nel Psi denunciate due<br />
mesi prima da Amadeo Bordiga al Congresso di Ancona 1505 ) portano a riproporre una<br />
insol<strong>it</strong>a coalizione di blocco popolare: Le operazioni elettorali sono cominciate in tutte le<br />
sezioni alle ore otto precise, tranne in qualcuna per la assenza di scrutatori o del presidente.<br />
I votanti sono in gran numero e il fervore aumenta sempre più. Alle porte delle sezioni fanno<br />
propaganda distribuendo schede i rappresentanti dei vari part<strong>it</strong>i. Misure straordinarie sono<br />
state prese ovunque per assicurare il libero esercizio del voto. Nei quartieri popolari, dove<br />
più forte è l’infatuazione bloccarda, pattuglioni di guardie e carabinieri percorrono le vie per<br />
impedire ai gregari del blocco di commettere violenze. Nei quartieri più aristocratici di San<br />
Ferdinando, Chiaia e San Giuseppe molti balconi sono imbandierati. I signori hanno<br />
interrotto le loro villeggiature per partecipare alla lotta e votare; e molti hanno rinviato le<br />
loro partenze. L’animazione è assai più grande nei quartieri aristocratici che in quelli<br />
popolari. La giornata si svolse senza disordini. Si spera che altrettanto avverrà nella<br />
serata 1506.<br />
E’ chiaro il preciso uso della forza pubblica in funzione antipopolare, nascosta<br />
dietro la pretesa di garantire la libertà dell’espressione di voto. Certo l’interesse<br />
dell’opinione pubblica benestante non è teso ad impedire che la delinquenza<br />
camorristica controlli il voto nei quartieri popolari: quello che va ev<strong>it</strong>ato è il libero<br />
dispiegarsi dell’azione propagandistica da parte del blocco di sinistra. I nomi degli<br />
schieramenti pol<strong>it</strong>ici hanno inoltre un loro senso: quando lo schieramento conservatore a<br />
Napoli viene denominato “fascio dell’ordine” si ha come la percezione di una avversione<br />
di razza, di genere, nei confronti delle masse popolari, che prepara semanticamente la<br />
strada allo spregiante termine “pus” usato verso i socialisti dalla stampa conservatrice<br />
del dopoguerra. Ci preme sottolineare come il giornale rilevi con compiacimento la<br />
mobil<strong>it</strong>azione dei quartieri aristocratici, ove i signori hanno interrotto le loro villeggiature.<br />
Quale sacrificio, pur di ev<strong>it</strong>are di cadere sotto il dominio dei “rossi”! 1507<br />
Da Napoli alle altre c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>aliane: La “Tribuna” ha da Andria (Puglia) che la<br />
votazione per le elezioni amministrative avvenne oggi tra deplorevoli violenze. Gruppi di<br />
socialisti, ai quali si unirono i teppisti tentarono d’invadere i seggi, aggredirono gli elettori<br />
liberali strappando loro di mano le schede. Dovette intervenire, ma non sempre<br />
efficacemente, la forza pubblica. Vi furon degli elettori conservatori malmenati. Malgrado le<br />
1504 PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., secondo volume, pagg. 249-251.<br />
1505 PEDONE, Franco, c<strong>it</strong>., secondo volume,pag. 222.<br />
1506 GU, 13 luglio 1914, Le elezioni amministrative. La giornata di ieri in Italia. Il grande esempio dei<br />
liberali a Napoli.<br />
1507 Purtroppo per i liberali il sacrificio di parte delle ferie del loro nobile elettorato non impedisce il successo del<br />
blocco popolare. NAPOLI, 14. - La v<strong>it</strong>toria del blocco sembra sicura. I risultati defin<strong>it</strong>ivi si sapranno in<br />
giornata. Delle 204 sezioni, fino a stamane sono state scrutinate 173. Il fascio dell’ordine ha riportato<br />
complessivamente 27.900 voti, mentre il blocco ne ha avuto finora 30.000. Il fascio ha riportato la<br />
votazione più notevole a San Carlo d’Arena, San Lorenzo, San Giuseppe. Il blocco ha avuto la prevalenza<br />
nei mandamenti di Vicaria, Mercato e Avvocata. (GU, mercoledì 15 luglio 1914). Il fantasma di Masaniello<br />
aleggia ancora su Piazza Mercato!<br />
435
gravi violenze, conclude il telegramma della “Tribuna”, si r<strong>it</strong>iene che riuscirà trionfante la<br />
lista liberale 1508 .<br />
La “Tribuna” ha da Ascoli Piceno che vi furono oggi, durante le elezioni, due<br />
incidenti fra socialisti e liberali. Un gruppo di socialisti aggredirono tre liberali ferendoli con<br />
arma contundente. Intervennero i carabinieri e le guardie, che fecero vari arresti. Poi vi fu<br />
un’altra rissa fra socialisti e liberali in cui vi furono pure dei fer<strong>it</strong>i. Si eseguirono altri<br />
arresti.<br />
BADIA POLESINE, 19. - Ebbero luogo oggi le elezioni amministrative che si svolsero<br />
vivacemente. Nelle provinciali sono riusc<strong>it</strong>i i part<strong>it</strong>i dell’ordine. E’ caduto il deputato<br />
socialista, on. Badaloni.<br />
NOVARA, 19. - Elezione pol<strong>it</strong>ica nel collegio di Oleggio. (...) Ieri sera ad Arona vi fu<br />
un comizio tumultuoso. L’avvocato Caldara, sindaco di Milano 1509 doveva parlare in<br />
contradd<strong>it</strong>torio con l’on Faelli, ma i socialisti non permisero la continuazione del comizio<br />
che terminò in un tumulto. 1510<br />
La riflessione in campo liberale sui risultati elettorali è significativa. La<br />
riprendiamo dalla prima pagina del Giornale di Udine del 15 luglio (come al sol<strong>it</strong>o ripresa<br />
da un altro quotidiano: la stampa “indipendente” moderata di periferia si rivela da<br />
sempre per quello che è, un insieme di veline miste a pettegolezzi locali): ROMA, 14. -<br />
Montec<strong>it</strong>orio, sempre animato, attendeva con vivo interesse i risultati delle elezioni<br />
amministrative di Napoli e di Ancona, risultati che hanno provocato vivaci discussioni. Non<br />
pochi deputati erano infuriati contro gli elettori cost<strong>it</strong>uzionali, che anche in questa<br />
occasione, dopo i recenti disordini, non si sono mossi dalle loro case. Difatti la quota degli<br />
elettori recatisi alle urne è tutt’altro che elevata. Si diceva che il suffragio allargato, nella<br />
mente di chi lo applicò, doveva essere un propulsore di attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica per le masse<br />
cost<strong>it</strong>uzionali, le quali per il passato si preoccupavano poco di elezioni così pol<strong>it</strong>iche che<br />
amministrative; ma neppure i risultati di questi tempi, o meglio di questi ultimi giorni,<br />
hanno dimostrato giusta la previsione di chi cercò di applicare in Paese il suffragio quasi<br />
universale. Dagli elementi dell’ordine - e specialmente dai veri liberali - di Napoli e di<br />
Ancona si attendeva a Montec<strong>it</strong>orio un’azione più energica in questa occasione. Sulla<br />
ignavia del part<strong>it</strong>o cost<strong>it</strong>uzionale in materia elettorale hanno interloqu<strong>it</strong>o diversi uomini<br />
pol<strong>it</strong>ici i quali hanno fatto sconfortanti deduzioni per il caso non riesca a scuotersi il torpore<br />
che ha invaso i cost<strong>it</strong>uzionali. Qualche altro deputato invece, parlando specificamente delle<br />
elezioni di Napoli, diceva che il part<strong>it</strong>o dello ordine a Napoli in gran maggioranza non ha<br />
creduto di affrontare le posizioni che da giorni a Napoli erano sfruttate dagli elementi<br />
turbolenti della c<strong>it</strong>tà contro cui nessun provvedimento legale era stato opposto. Alcuni<br />
deputati facevano narrazioni impressionanti sulle violenze compiute dai fautori del blocco<br />
popolare, ma noi lasceremo a loro la responsabil<strong>it</strong>à della narrazione. Di fronte alla ren<strong>it</strong>enza<br />
di gran parte degli elettori ad accedere alle urne, è r<strong>it</strong>ornata a galla a Montec<strong>it</strong>orio la<br />
proposta di rendere il voto obbligatorio, tanto pol<strong>it</strong>ico che amministrativo, ma su questo<br />
grave problema le opinioni erano svariate. Inoltre si osservava che se il part<strong>it</strong>o liberale non<br />
dimostrerà una più energica preparazione pre-elettorale, sarà soverchiato a non lunga<br />
scadenza dai part<strong>it</strong>i estremi. Come si vede, i liberali hanno tutto un programma di<br />
riparazioni da compiere, ben superiore agli espedienti di alleanze o di adattamento con quali<br />
troppo spesso si crede erroneamente di far lo interesse del part<strong>it</strong>o e del Paese. 1511<br />
La risposta liberale alla v<strong>it</strong>toria popolare è la messa in discussione del voto<br />
universale, in quanto non sono apparse mobil<strong>it</strong>abili elettoralmente le risorse del campo<br />
conservatore, che finora ha governato solo per l’esclusione dal voto della maggioranza del<br />
paese (ed alle pol<strong>it</strong>iche dell’anno prima i moderati hanno vinto grazie al patto con la<br />
Chiesa cattolica). L’ipotesi immediata è quella di rendere obbligatorio il voto, in modo da<br />
poter mobil<strong>it</strong>are in forma coattiva chi non esprime oggi il proprio consenso spontaneo<br />
alla destra (strumento che verrà adottato solo 33 anni dopo, in sede di redazione<br />
dell’articolo 48 della Cost<strong>it</strong>uzione repubblicana, quando l’esercizio del dir<strong>it</strong>to di voto sarà<br />
defin<strong>it</strong>o come un “dovere civico” 1512 : e l’obbligatorietà sarà imposta proprio per<br />
neutralizzare la maggiore capac<strong>it</strong>à di mobil<strong>it</strong>azione dell’elettorato di sinistra).<br />
A breve termine l’opzione della borghesia liberale sarà un’altra, più consona alla<br />
sua volontà e tradizione autor<strong>it</strong>aria: l’utilizzo diretto della violenza di piazza, da<br />
contrapporre a quella temuta - vera o presunta - del movimento operaio. E sarà proprio<br />
uno dei massimi promotori della “settimana rossa”, al termine di un contradd<strong>it</strong>torio<br />
percorso che porterà Ben<strong>it</strong>o Mussolini alla destra dello schieramento pol<strong>it</strong>ico attraverso<br />
l’ag<strong>it</strong>azione interventista, ad assurgere a capo della violenza antipopolare. Dall’ag<strong>it</strong>azione<br />
di piazza contro l’intervento in guerra alla guerra civile contro il movimento popolare<br />
1508 GU, 13 luglio 1914, Le violenze socialiste ad Andria.<br />
1509 Sindaco socialista neoeletto a Milano.<br />
1510 GU, 20 luglio 1914.<br />
1511 GU, 15 luglio 1914, Dopo le elezioni amministrative. Il dovere dei liberali. Ciò che si dice a<br />
Montec<strong>it</strong>orio.<br />
1512 BARILE, Paolo, c<strong>it</strong>., pag; 130.<br />
436
socialista e cattolico nel dopoguerra il passo sarà breve: il “bagno rigeneratore” di una<br />
Grande Guerra logorerà le strutture (non solo materiali) del paese.<br />
4.4.18 - Un socialista al Consiglio Provinciale.<br />
Le elezioni amministrative a Pordenone sono fissate per il 14 giugno 1914. Le<br />
prime voci danno i clericali intenti a fare una lista per concorrere per la minoranza,<br />
lasciando da soli i moderati che, colla superba pretesa di esser gli interpreti d’una pubblica<br />
opinione, i puri Catoni, i vindici imparziali della rett<strong>it</strong>udine, del decoro e della sapiente<br />
saggezza, hanno invece immiser<strong>it</strong>a ogni grave questione in fatti personali terminando collo<br />
stomacare perfino gli amici e gli alleati. Ora, senza la compagnia dei buoni cattolici, si sono<br />
ridotti a zero. I democratici possono per parte loro concorrere alla conquista della<br />
maggioranza, mentre i socialisti pensano di farlo per la minoranza. Non possiamo<br />
pretender di più quando dobbiamo onestamente confessare che ci mancano gli uomini adatti<br />
per formare un’amministrazione. 1513<br />
I radicali fanno uscire, in occasione delle elezioni, un loro nuovo giornale<br />
int<strong>it</strong>olato La democrazia. Il Psi presenta, nella lista di minoranza per le comunali,<br />
Giuseppe Ellero, Vincenzo Degan, Antonio Bornancin, Romano Sacilotto, Antonio<br />
Puglietti ed Ilario Fantuzzi, e Giuseppe Ellero per le elezioni provinciali. Invece i clericomoderati<br />
si ricompattano per cercare di salvare il loro potere. A parte Pordenone, i<br />
socialisti si presentano con una lista di minoranza al comune di Udine e con due<br />
candidati per le provinciali in quel mandamento, con la lista di minoranza ed un<br />
candidato al Consiglio Provinciale a Cividale, con una lista operaia popolare a Palmanova<br />
e, sembra, una insieme ai democratici a San V<strong>it</strong>o al Tagliamento. 1514<br />
Il risultato elettorale provinciale dimostra la grande forza acquis<strong>it</strong>a dai socialisti,<br />
anche se con una presenza disomogenea. Nettamente prevalenti i moderati nel<br />
mandamento di San V<strong>it</strong>o, dove sono eletti al Consiglio Provinciale il co. cav. Giacomo<br />
Sbroiavacca di Villotta di Chions e Pio Morassutti ed il nob. dottor Francesco Tullio di<br />
San V<strong>it</strong>o al Tagliamento. A Pordenone sono eletti quattro moderati: il co. comm. dr.<br />
Camillo Panciera di Zoppola, il cav. Federico Marsilio, il cav. dott. Francesco Cossetti ed<br />
il cav. Giovanni Centazzo di Prata; l’unico candidato clericale Carlo Klefisch (quarto<br />
eletto) ed il socialista Giuseppe Ellero (terzo eletto). 1515<br />
La Patria del Friuli, a propos<strong>it</strong>o del risultato nel mandamento di Pordenone<br />
sostiene che indiscutibilmente l’es<strong>it</strong>o delle elezioni provinciali nel mandamento di<br />
Pordenone cost<strong>it</strong>uisce una bella v<strong>it</strong>toria del part<strong>it</strong>o liberale: ma si tratta di un’illusione<br />
ottica. Mentre nel caso clericale il voto è stato compatto ed ha permesso l’elezione di<br />
Klefisch insieme con quella di quasi tutti i moderati, nel caso socialista non si è verificata<br />
la stessa alleanza elettorale. La sol<strong>it</strong>aria candidatura di Ellero è stata accompagnata dal<br />
voto, sicuramente minor<strong>it</strong>ario ma significativo, per gli altri cinque candidati di<br />
minoranza, gli stessi presentati alle elezioni comunali: la separazione elettorale fra le due<br />
forze pol<strong>it</strong>iche della sinistra porta alla caduta dei radicali. 1516<br />
Alle provinciali il Psi elegge per la prima volta il suo candidato pordenonese,<br />
grazie alla cresc<strong>it</strong>a del voto per i socialisti nei comuni della zona, a significare una<br />
penetrazione notevole fra l’elettorato contadino. Il fulcro del part<strong>it</strong>o rimangono l’area<br />
cotoniera e Roveredo, ma il lavoro nel terr<strong>it</strong>orio ha ormai spezzato l’isolamento della<br />
classe operaia c<strong>it</strong>tadina. A Pordenone, l’avv. Ellero, come capo lista, distanzia gli altri di<br />
oltre 150 voti. Altre significanti votazioni riportò a Porcia, Prata, Fontanafredda, Roveredo,<br />
Cordenons, Pasiano, Rivarotta, Tiezzo e Azzano. Per esprimere il proprio giubilo per la<br />
riusc<strong>it</strong>a, numerosi lavoratori di Pordenone, Torre, Rorai, Roveredo, Porcia ed altri luoghi<br />
improvvisarono lunedì sera una calda dimostrazione di simpatia e d’affetto al compagno<br />
Ellero che venne festosamente segu<strong>it</strong>o da casa al Piazzale XX Settembre ove, cedendo alle<br />
vive insistenze della folla, dalla balaustra, con vibranti e calde parole, rilevò il significato<br />
1513 LF, nn. 507 del 31 maggio 1914, pag. 4, Verso la lotta e 508 del 7 giugno 1914, pag. 4, In vista delle<br />
elezioni.<br />
1514 LF, supplemento al n. 508 di giovedì 11 giugno 1914, pag. 2, La lotta a Pordenone e n. 511 del 28 giugno<br />
1914, pag.g. 2 e 3, LA LOTTA ELETTORALE. Nonostante l’appartenenza più che decennale al Psi, anche con<br />
responsabil<strong>it</strong>à provinciali, Degan continua ad essere scr<strong>it</strong>to De Gan.<br />
1515 Carlo Klefisch di Pietro, nato a Fiume Veneto il 27 Settembre 1880, ab<strong>it</strong>ante in via del Moto; Cossetti cav.<br />
dottor Ernesto fu Luigi, dottore in medicina, presenta il certificato di iscrizione nelle liste elettorali del comune<br />
di Fiume Veneto, che dichiara essere lui di Pordenone; Ellero Giuseppe di Enea, nato a Pordenone il 9 luglio<br />
1879, ab<strong>it</strong>ante in Via Marsure; Federico Marsilio fu G. Batta nato a Sutrio il 27.12.1846 e domiciliato a<br />
Cordenons, Co. comm. Camillo di Panciera di Zoppola fu Nicolò. Le elezioni si sono svolte il 14 giugno 1914.<br />
ASU-APU, busta 22, fascicolo 7, 1914, Eleggibil<strong>it</strong>à dei Consiglieri. Ricorsi. Deputazione provinciale di Udine,<br />
prot. n. 3736/4116 del 6.7.1914.<br />
1516 C<strong>it</strong>ato da T, n. 25 del 20 giugno 1914. Cfr. la tabella con i risultati in appendice.<br />
437
della lotta sostenuta e dall’es<strong>it</strong>o consegu<strong>it</strong>o porgendo agli elettori e agli amici l’espressione<br />
della propria riconoscenza. 1517<br />
Al successo socialista corrisponde invece la disfatta democratica, con la mancata<br />
elezione di tutti i candidati. La sconf<strong>it</strong>ta segna l’isterilirsi di un fenomeno pol<strong>it</strong>ico che si<br />
sta rivelando minor<strong>it</strong>ario, slegato dalle masse popolari ed incapace di aprirsi al dialogo<br />
nel momento in cui esse prorompono sulla scena pol<strong>it</strong>ica. Il motivo forse sta in ciò che le<br />
masse si orientano più facilmente verso i part<strong>it</strong>i estremi clerico-moderati e socialista,<br />
piuttosto che verso i part<strong>it</strong>i intermedi della democrazia. In secondo luogo la democrazia ha<br />
sempre trascurata la propaganda che è l’unica forma idonea per educare e trasformare la<br />
coscienza della folla ancora asserv<strong>it</strong>a per tradizioni ai vecchi pregiudizi e alle vecchie idee e<br />
quindi non può pretendere di raccogliere attorno a sé un largo consenso tra il popolo. Altra<br />
caduta significativa è quella dell’ex consigliere provinciale avv. Etro che impersona le<br />
direttive del giornale locale “Il Tagliamento”. Il predetto avvocato, abbastanza noto per la<br />
variabil<strong>it</strong>à dei suoi atteggiamenti e ondeggiamenti pol<strong>it</strong>ici, aveva fatto ogni sforzo per<br />
concorrere alla demolizione di altre persone e rimase demol<strong>it</strong>o. Mentre nel “Giornale di<br />
Udine” si fece ripetutamente pubblicare che si sdegnava qualsiasi contatto col part<strong>it</strong>o<br />
clericale di cui tante volte si erano goduti i favori, il “Tagliamento” tentò ancora di fare<br />
l’occhio di triglia ai clericali, ma questi non abboccarono all’amo e l’avv. Etro fu<br />
inesorabilmente battuto. 1518<br />
Pure alle comunali il successo arride ai socialisti: Ellero entra in maggioranza,<br />
insieme a Degan come consigliere di minoranza. Presentatisi per la minoranza per<br />
propria scelta, i socialisti vengono spinti alle soglie della maggioranza dall’elettorato<br />
c<strong>it</strong>tadino. Se, come si doveva, venivano attribu<strong>it</strong>e ai socialisti le 73 schede contestate per il<br />
futile motivo che erroneamente furono versate nell’urna delle provinciali anziché delle<br />
comunali, l’avv. Ellero sarebbe riusc<strong>it</strong>o capo lista anche nelle elezioni comunali e tutti i<br />
nostri sei compagni sarebbero entrati in Comune. Un semplice errore ci fa perdere quattro<br />
posti. Del resto il fatto non muta le risultanze effettive che segnano un altro trionfo<br />
socialista a Pordenone. I democratici guadagnano 12 posti. I clerico moderati 16, ma hanno<br />
due membri della Giunta battuti. Di fronte a questo stato di cose è impossibile comporre<br />
un’amministrazione. Il Consiglio sarà sciolto e a breve scadenza si avranno le nuove<br />
elezioni. 1519<br />
Martedì 23 giugno 1914 si riunisce il nuovo Consiglio Comunale. E’ la prima volta<br />
che si richiede ai consiglieri neoeletti di presentare la prova di saper leggere e scrivere<br />
(che deve sostenere solamente Giuseppe De Franceschi). Il consiglio non riesce ad<br />
eleggere i nuovi amministratori né in questa né nella successiva seduta del 27,<br />
esprimendosi quasi tutti con la scheda bianca; i consiglieri votano scheda bianca in<br />
attesa di dimettersi e di tornare al voto. Tutte le forze pol<strong>it</strong>iche sentono il cambiamento<br />
in corso nell’elettorato allargato, che tende a polarizzarsi: il risultato elettorale può<br />
definirsi in qualche modo di transizione, un cambiamento incompiuto. Nel campo<br />
clericale e liberale scoppiano le polemiche a mezzo dei rispettivi settimanali, impegnati in<br />
una battaglia interna che ha come obiettivo evidente quella parte del mondo cattolico<br />
che, tradendo gli ordini di don Lozer, non ha voluto turarsi il naso e votare per quegli<br />
alleati liberali che non avevano perso occasione per darsi all’anticlericalismo d’occasione<br />
prima delle elezioni. Don Lozer è depresso dal risultato soprattutto di Torre: ma è facile<br />
per il Psi rinfacciargli la doppiezza – pun<strong>it</strong>a dal voto – per cui il sindacalista cattolico si<br />
trasforma in propagandista degli avversari moderati in ogni occasione elettorale. Solo il<br />
Part<strong>it</strong>o Socialista ha dimostrato le sue capac<strong>it</strong>à espansive, confermando il risultato delle<br />
elezioni pol<strong>it</strong>iche del 1913, nonostante tutti i commentatori avessero previsto un<br />
ripiegamento. 1520<br />
A fine luglio i sedici consiglieri clericali-moderati danno le dimissioni dal Consiglio<br />
Comunale di Pordenone, in segu<strong>it</strong>o alla riconosciuta impossibil<strong>it</strong>à di amministrare con<br />
una così risicata e rissosa maggioranza. Una settimana dopo anche tutti gli altri<br />
consiglieri (prima i dodici radicali ed infine i due socialisti) hanno dato le dimissioni, e si<br />
attende il commissario e le nuove elezioni a settembre. Moderati e clericali puntano di<br />
nuovo all’accordo, con i moderati che chiedono agli alleati di rinunciare ad alcuni loro<br />
esponenti. I radicali invece cr<strong>it</strong>icano genericamente l’esistente, senza presentare un loro<br />
preciso programma. Quanto alla democrazia, essa è in continuo furore e saetta i suoi<br />
fulmini da tutte le parti. A noi sembra che non abbia ancora ben precisate le linee del suo<br />
programma amministrativo. Come aspirante alla conquista del Comune dovrebbe assolvere<br />
tale dovere. Bisognerebbe, ad esempio, che dicesse come assesterebbe il bilancio e con quale<br />
1517 LF, n. 510 del 21 giugno 1914, pag. 4, L’es<strong>it</strong>o della lotta provinciale.<br />
1518 LF, n. 510 del 21 giugno 1914, pag. 4, I caduti.<br />
1519 LF, n. 510 del 21 giugno 1914, pag. 4, La lotta comunale; per l’elenco degli eletti: ACPn, Deliberazioni<br />
Consiglio 1915, seduta del 18 febbraio 1915; GU, 16 giugno 1914. Cfr. l’elenco degli eletti in appendice.<br />
1520 LF, n. 511 del 28 giugno 1914, pag. 2, Consiglio comunale, Rilievi, Spettacolo miserando e TORRE.<br />
Fioretti clericali; ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pagg. 341 e segg.<br />
438
opera ed azione imprimerebbe il carattere di democratica alla sua amministrazione. La<br />
cr<strong>it</strong>ica alla passata reggenza, specie in ciò che più lasciò perplesso e scontento il pubblico,<br />
sta bene, ma al di là di questo e di alcune opere pubbliche di indiscutibile necess<strong>it</strong>à che<br />
possono entrare nel programma di ognuno, la democrazia dovrebbe dare l’indice di quello<br />
che sarà il palp<strong>it</strong>o della sua anima. 1521<br />
I socialisti, invece, si riservano il ruolo di opposizione, anche con qualche spunto<br />
autocr<strong>it</strong>ico sul lavoro svolto in passato. Quanto al part<strong>it</strong>o socialista, noi non abbiamo né<br />
possiamo avere l’aspirazione a conquistare il Comune. Il posto di minoranza ci soddisfa<br />
sufficientemente. Di lì noi affermiamo la nostra esistenza e spendiamo, a mezzo dei nostri<br />
compagni, il modesto contributo che il part<strong>it</strong>o può dare in pro delle aspirazioni delle classi<br />
lavoratrici. Per esser sinceri e imparziali, francamente dobbiamo confessare che nemmeno<br />
noi abbiamo fatto molto. Qualche cosa di più si poteva fare, e vogliamo sperare che in<br />
avvenire il part<strong>it</strong>o socialista faccia sentire la sua voce più vivamente e intesifichi la sua<br />
opera. Occorrerà forse che sia più spalleggiato dalla massa dei lavoratori, giacché è pos<strong>it</strong>ivo<br />
che il part<strong>it</strong>o e i suoi esponenti si sentono tanto più forti e validi quanto più è desto il<br />
proletariato. 1522<br />
Intanto il Psi pensa ad organizzarsi: Giovanni Forner e Francesco Pezzot sono i<br />
diffusori de Il Lavoratore Friulano di Torre e Pordenone. A mezzo del settimanale<br />
avvertono tutti gli abbonati che domenica 12 luglio passeranno a domicilio a riscuotere<br />
le tariffe di abbonamento, minacciando i morosi di pubblicare i nominativi sul giornale.<br />
La sottoscrizione degli abbonamenti è resa necessaria dal fatto che, a causa dell’aumento<br />
del prezzo della carta, è stata praticamente soppressa la vend<strong>it</strong>a al minuto del<br />
settimanale, costringendo ad aumentare la diffusione prepagata. 1523<br />
Giunge quindi a Pordenone ad appena un mese dalle elezioni il commissario<br />
prefettizio cav. Paolo Niggi, del quale si auspica quell’azione nel campo igienico nella<br />
quale si è distinto nelle precedenti esperienze a Vigevano e Nizza-Monferrato, oltre alle<br />
questioni dell’assestamento del bilancio e dell’ospedale. I primi provvedimenti del<br />
commissario sono valutati pos<strong>it</strong>ivamente dal Psi. Pur nominato da due mesi, solo il 18<br />
settembre 1914 troviamo la prima delibera del commissario prefettizio, che colloca a<br />
riposo per motivi di salute del segretario comunale Riccardo Tin, che ha eserc<strong>it</strong>ato le sue<br />
funzioni in tutto il periodo finora studiato. 1524<br />
La Concordia si consola gridando allo scandalo per come Romano Sacilotto arreda<br />
le vetrine del proprio negozio sul Corso. La “Concordia” pretenderebbe che il compagno<br />
Sacilotto r<strong>it</strong>irasse dalle vetrine le riproduzioni di quadri artistici perché “possono tornare<br />
moralmente dannose ai figli del popolo”. Ecco, quei quadri visti così ingenuamente, parlano<br />
soltanto al sentimento dell’arte; visti invece con lo stimolo dei sensi possono solleticare.<br />
Non è dunque il quadro pericoloso ma il soggetto che lo considera! Se così è, si capisce<br />
benissimo che certi clericali dai forti desideri insoddisfatti trovino quelle riproduzioni<br />
pericolose, come troverebbero pericolose le statue greche, i quadri vaticaneschi e… le<br />
scarpine di una piacente donnina! E’ questione d’intendersi! Di pornografia vera s’intendono<br />
– creda la “Concordia” – gli astinenti i quali, talvolta, entrano dall’esecrato Romano<br />
Sacilotto in cerca di quadri “plastici!”. 1525<br />
Ma ben altri sono gli scandali a Pordenone: un’epidemia di vaiolo si diffonde fra le<br />
operaie del cotonificio di Torre a causa dell’infezione portata dal cotone proveniente dalle<br />
Indie. Un’operaia è morta e due versano in gravi condizioni. E per di più mancano<br />
strutture per la degenza delle persone colp<strong>it</strong>e: non essendoci, un lazzaretto gli ammalati<br />
sono ricoverati nella casa del custode del cim<strong>it</strong>ero, poco discosta dall’ab<strong>it</strong>ato. 1526<br />
4.4.19 - Sarajevo e dintorni.<br />
1521 LF, nn. 512 del 5 luglio 1914, pag. 4, Va sciogliendosi e 513 del 12 luglio 1914, pag. 4, Liquidato, Per la<br />
conciliazione e La democrazia; GU, martedì 30 luglio 1914, Le dimissioni dei consiglieri della maggioranza,<br />
3 luglio 1914, Le dimissioni dei consiglieri democratici radicali e 5 luglio 1914 (si dà notizia delle dimissioni<br />
dei consiglieri socialisti).<br />
1522 LF, n. 513 del 12 luglio 1914, pag. 4, Noi.<br />
1523 LF, nn. 513 del 12 luglio 1914, pag. 4 e 531 del 14 novembre 1914, pag. 4, PORDENONE. Per il giornale.<br />
La messe è generosa: si abbonano Giuseppe Ariot, Pietro Babuin, Antonio fu A. Borean, V<strong>it</strong>torio Bresin,<br />
Giuseppe Calderan, Sante Camilot, Pietro Ciprian, Luigi Coran, Lucio Da Corte, Ernesto Del Bianco, Angelo De<br />
Lorenzi, Costante Gazzarelli, Giuseppe Giusti, V<strong>it</strong>torio Gobbo, Antonio Gottardo, Luigi Gris, Giovanni Gris<br />
Zigante, Giuseppe Gris Zigante, Giovanni Magnan, Antonio Marcolin, Giacomo Mio, Luigi Pegorer, Angelo P<strong>it</strong>on,<br />
Virginio Polano, Giuseppe Preturlon, Giovanni Romanet, avv. Guido Rosso, Nicolò Sartori, Luigi Sist e Vincenzo<br />
Zucchiatti di Pordenone, cfr.: LF, n. 516 del 2 agosto 1914, pag. 4, PICCOLA POSTA.<br />
1524 LF, nn. 515 del 26 luglio 1914, pag. 4, Il Commissario al Comune e Avanti tutto e 518 del 17 agosto<br />
1914, pag. 1, Saggi provvedimenti, GU, 18 luglio 1914 (nomina e manifesto del commissario prefettizio);<br />
ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1911-1914, pag.348.<br />
1525 LF, n. 511 del 28 giugno 1914, pag. 2, Cose dell’altro mondo!<br />
1526 LF, n. 512 del 5 luglio 1914, pag. 4, Ancora v<strong>it</strong>time e Un’altra constatazione.<br />
439
Ormai la deriva cui è destinata l’Europa - e con essa l’Italia - è già defin<strong>it</strong>a. Basta<br />
il pretesto per far scoppiare il pandemonio. Il 28 giugno l’arciduca d’Austria Francesco<br />
Ferdinando viene ucciso a Sarajevo, in un attentato organizzato dagli indipendentisti<br />
serbi che combattono l’occupazione austroungarica di una parte delle terre jugoslave.<br />
Per un mese la questione non viene poi ancora presentata nella sua grav<strong>it</strong>à fino al 24<br />
luglio. Anzi, scorrendo i t<strong>it</strong>oli del Giornale di Udine si possono leggere articoli del tono di<br />
questo del 15 luglio, che appaiono involontariamente ironici (quando non testimoniano<br />
dell’arte dell’inganno a mezzo stampa nei confronti della cosiddetta opinione pubblica):<br />
440<br />
I generali in vacanza.<br />
VIENNA, 14. - Si annuncia che il ministro della guerra Krobatin e altri funzionari<br />
hanno preso le vacanze estive. L’assenza da Vienna di questi personaggi mil<strong>it</strong>ari induce a<br />
credere che il Governo austro-ungarico ricorrerà, nel confl<strong>it</strong>to con la Serbia, soltanto ai<br />
mezzi diplomatici.<br />
Ma ecco che quasi improvvisamente il tono cambia. Ho scelto alcuni t<strong>it</strong>oli, tratti<br />
dalle aperture delle prime pagine del Giornale di Udine e da qualche articolo, sempre in<br />
prima, per dare il polso dell’imprevista evoluzione cui si assiste, mentre intanto i<br />
c<strong>it</strong>tadini si avviano al voto amministrativo in varie c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>aliane. Chi, alla fine del secolo,<br />
assisterà allo scoppio della guerra contro la Jugoslavia organizzata con il pretesto della<br />
s<strong>it</strong>uazione uman<strong>it</strong>aria nel Kossovo, non potrà che accorgersi della perfida persistenza<br />
delle stesse argomentazioni e talvolta parole.<br />
Sabato 25 luglio 1914:<br />
L'intimazione del governo di Vienna alla Serbia<br />
perché reprima le ag<strong>it</strong>azioni contro l'Austria e punisca i complici dell'assassinio di Sarajevo.<br />
Si è aperta un'altra grave crisi nei Balcani.<br />
Domenica 26 luglio 1914:<br />
Più sotto:<br />
Lunedì 27 luglio 1914:<br />
Più sotto:<br />
La Serbia non si è sottomessa<br />
e il ministro austriaco lascia Belgrado.<br />
La nuova fase del confl<strong>it</strong>to.<br />
Dunque la guerra?<br />
La guerra non è stata ancora dichiarata<br />
ma pare sempre più probabile.<br />
Si invoca l'intervento dell'Imperatore Guglielmo.<br />
Come i due stati si avviano ad iniziare le ostil<strong>it</strong>à.<br />
Martedì 28 luglio 1914 si affacciano allo scenario altri grandi avvoltoi<br />
internazionali:<br />
L'azione delle grandi potenze per allontanare il pericolo<br />
della grande conflagrazione che minaccia l'Europa.<br />
La proposta inglese per una mediazione.<br />
Mercoledì 29 luglio 1914:<br />
La dichiarazione di guerra dell'Austria Ungheria alla Serbia<br />
mentre le potenze si adoperavano per la mediazione.<br />
Non è perduta la speranza che il confl<strong>it</strong>to resti localizzato.<br />
Giovedì 30 luglio 1914:<br />
Tuona il cannone sulle rive del Danubio.
Il primo combattimento a Semlino.<br />
Voci ottimiste dalla Russia. L'Austria non prenderà Belgrado?<br />
Venerdì 31 luglio 1914:<br />
Il bombardamento della cap<strong>it</strong>ale serba continua.<br />
Le truppe austriache investono lentamente la frontiera serba.<br />
L'inv<strong>it</strong>o alla Germania di salvare la pace.<br />
Mancano a questo punto nella raccolta i numeri di agosto e della prima metà di<br />
settembre. Ma il 17 settembre si riprende, realizzando un vero salto nel vuoto:<br />
Continua la battaglia fra gli alleati e i tedeschi in Francia.<br />
E sotto, c<strong>it</strong>ando The Time , un t<strong>it</strong>olo rec<strong>it</strong>a:<br />
La guerra continuerà<br />
finché la Germania non sarà invasa.<br />
Violenti propos<strong>it</strong>i degli alleati.<br />
Infine un ultimo t<strong>it</strong>olo scelto a caso, quello di lunedì 5 ottobre:<br />
In attesa delle battaglie decisive.<br />
Tedeschi e russi annunciano piccole v<strong>it</strong>torie.<br />
Quelle battaglie decisive attenderanno più di quattro anni per giungere al termine.<br />
Milioni di morti ed immani distruzioni avranno intanto rivoluzionato il volto del<br />
continente, provocando una s<strong>it</strong>uazione di grave instabil<strong>it</strong>à che segnerà quasi tutto il<br />
percorso del secolo e continuerà in quello successivo.<br />
Qual’è la percezione degli avvenimenti da parte dei socialisti friulani? Inizia sul<br />
settimanale socialista friulano una serie di articoli, in cui si passa dalla lotta contro<br />
l’aumento della pressione fiscale causata dalle spese per la guerra di Libia alla<br />
percezione della guerra che comincia a profilarsi all’orizzonte. Il 19 luglio si pubblica un<br />
articolo di analisi dell’imperialismo; il 26 si inizia l’ed<strong>it</strong>oriale commentando che<br />
camminiamo su di un terreno minato; viviamo in uno di quei momenti di così preoccupante<br />
tensione internazionale, per cui tutti gli imprevisti sono possibili. Al punto in cui sono i<br />
rapporti tra la Grecia e la Turchia colle espulsioni in massa ed il boicottaggio economico; tra<br />
l’Austria-Ungheria e la Serbia colle dimostrazioni e repressioni antiserbe per l’uccisione<br />
dell’arciduca ered<strong>it</strong>ario; tra l’Italia e l’Albania per il pasticcio dell’Albania; nulla esclude che<br />
noi ci possiamo trovare d’un tratto coinvolti in qualche altra impresa guerresca. 1527<br />
Il 2 agosto si lancia l’appello alla mobil<strong>it</strong>azione dei lavoratori di fronte alla<br />
dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia che, rischiando il coinvolgimento della<br />
Russia, può portare al confl<strong>it</strong>to generalizzato. La linea è quella della neutral<strong>it</strong>à assoluta.<br />
Davanti a questa spaventevole eventual<strong>it</strong>à, il proletariato <strong>it</strong>aliano esprime al Governo i suoi<br />
“desiderata” e gli manda le sue intimazioni sintetizzate in questa formula: neutral<strong>it</strong>à<br />
assoluta! Proletari <strong>it</strong>aliani non indugiate più oltre a manifestare in tal senso la vostra precisa<br />
volontà e la vostra invincibile esecrazione per la guerra. Proletari <strong>it</strong>aliani, se il Governo non<br />
raccoglierà il vostro mòn<strong>it</strong>o solenne, preparatevi all’azione. Proletari <strong>it</strong>aliani in piedi! E’<br />
l’ora dei forti propos<strong>it</strong>i e delle grandi responsabil<strong>it</strong>à. Si tratta del vostro sangue, del vostro<br />
pane, del vostro avvenire. Si pubblica l’appello del 29 luglio della Direzione nazionale del<br />
Psi, che termina con l’indicazione alla mobil<strong>it</strong>azione pacifista: Compagni lavoratori!<br />
Raccoglietevi nei vostri circoli, adunate il proletariato in liberi comizi, ovunque il nostro<br />
part<strong>it</strong>o ha la sua voce, in Parlamento, nelle Provincie, nei Comuni, alzate forte ed alto il<br />
vostro grido: Abbasso la guerra! Viva l’Internazionale proletaria! Viva il socialismo! 1528<br />
Il 9 agosto, in riferimento all’ipotesi che l’Italia debba scendere in guerra a fianco<br />
dell’Austria per onorare il patto della Triplice Alleanza, si nota come il re ed il suo<br />
ministro dovranno fare i conti con i lavoratori che non la vogliono: traspare la<br />
tradizionale simpatia per la Francia repubblicana, ma anche per l’Inghilterra, dovute al<br />
contributo di queste due potenze all’Un<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliana. Ed è questa formidabile “ent<strong>it</strong>à” fin qui<br />
reietta e comandata al carnaio, che comincia a pesare, con la sua inavvert<strong>it</strong>a potenza, nella<br />
bilancia delle decisioni bellicose. Ed è con questo iniziale intervento del proletariato, nelle<br />
decisioni che erano riservate alle sole teste coronate, che si va, lentamente sì ma<br />
1527 LF, nn. 514 del 19 luglio 1914, pag. 1, Contro l’imperialismo e 515 del 26 luglio 1914, pag. 1,<br />
SITUAZIONE PREOCCUPANTE.<br />
1528 LF, n. 516 del 2 agosto 1914, pag. 1, Grido dall’arme!, Part<strong>it</strong>o Socialista Italiano e La Direzione del<br />
Part<strong>it</strong>o Socialista e gli avvenimenti internazionali.<br />
441
ineluttabilmente, trasferendo il potere nelle mani del nuovo stato che avrà per insegna “i<br />
dir<strong>it</strong>ti dell’uomo”. La monarchia non può dimenticare che la stessa un<strong>it</strong>à nazionale<br />
<strong>it</strong>aliana è il frutto della pol<strong>it</strong>ica francese ed inglese, e non può scendere in guerra contro<br />
queste potenze a fianco dell’Austria, nemico tradizionale e mostro della reazione in Europa.<br />
La guerra si chiamerebbe di alleanza, si muterebbe in guerra civile. E sarebbe veramente<br />
fatale se il governo del nostro paese si arrischiasse ad intervenire, riposando sulla fiducia del<br />
consenso nazionale. Deve invece, il nostro malaugurato governo, pensare alle stragi ed alle<br />
innumeri violenze consumate contro il proprio paese. Le galere, i cim<strong>it</strong>eri e gli ospedali sono<br />
colmi delle sue esecuzioni… I ferrovieri, non perdoneranno, non dimenticheranno. E se una<br />
guerra dovremo fare, se sangue proletario dovrà ancora scorrere, sarà per la liberazione. Il<br />
senso è preciso: non si può fare la guerra a pro dell’Austria, covo della reazione: se la<br />
monarchia cercherà di spingere in questa direzione, provocherà l’esplosione violenta del<br />
proletariato, stanco della pol<strong>it</strong>ica reazionaria del governo <strong>it</strong>aliano. Ma intanto occorre<br />
commemorare l’uccisione per mano nazionalista del leader dei socialisti francesi, che<br />
accelera la corsa verso la guerra del suo paese. Eppure si esprime ancora fiducia che il<br />
patrimonio di Jean Jaurès non verrà soppresso insieme a lui. 1529<br />
Il 17 agosto si pubblica un lungo articolo in cui si afferma che, se 50 anni fa<br />
quando si trattava di mandar via i Tedeschi e i Borboni, qualcuno avesse predicato “abbasso<br />
la guerra!”, in nome della civiltà e del pacifismo, avrebbe avuto torto. Allora la guerra era<br />
necessaria per la libertà e per la civiltà, e noi ricordiamo con onore i nostri padri che<br />
morirono per la indipendenza d’Italia, e saremmo pronti a im<strong>it</strong>arli se si rinnovasse<br />
malauguratamente il bisogno. Oggi, l’interesse e il dovere ad un tempo ci impongono di<br />
conservare la pace. (…) Ma la guerra che è scoppiata oggi in Europa – e alla quale noi<br />
vogliamo che l’Italia continui a serbarsi estranea – non è una guerra dolorosa ma santa, di<br />
indipendenza nazionale. E’ lo scatenarsi di terribili odii di razza e di repugnanti interessi<br />
materiali. L’Austria e la Germania prepotentemente vogliono estendere il loro predominio<br />
sull’Europa e sulle colonie europee del mondo intero; e hanno segretamente premed<strong>it</strong>ato e<br />
preparato l’atroce aggressione.<br />
L’articolo procede con questo tono nettamente antiasburgico ed ant<strong>it</strong>edesco,<br />
riprendendo in gran parte un articolo di Longobardi dall’Avanti!: “Una v<strong>it</strong>toria dell’Austria<br />
e della Germania sarebbe, oggi, il pericolo più grave per la democrazia europea, e ripeterebbe<br />
a un secolo di distanza, una s<strong>it</strong>uazione non dissimile da quella creata dalla v<strong>it</strong>toria della<br />
Santa alleanza sulle armi napoleoniche. Ed ancora: “Che l’Italia debba muovere in guerra<br />
per mettere l’Europa, e sé stessa prima di ogni altro paese, sotto il tallone degli imperatori<br />
di Germania e d’Austria, è inconcepibile. E’ quindi depotenziato l’appello finale, Guerra alla<br />
guerra!, inser<strong>it</strong>o in un articolo in cui si sono denunciate le spese mil<strong>it</strong>ari, ma nel quale il<br />
contesto risorgimentale e la polemica contro il tradizionale avversario, la tirannia<br />
tedesca, rischiano di giustificare un ribaltamento di fronte, fino all’entrata in guerra a<br />
fianco dell’Intesa. La posizione filofrancese viene esplic<strong>it</strong>ata la settimana dopo, quando si<br />
afferma che questa neutral<strong>it</strong>à si risolve in un vantaggio per la triplice Intesa, inquantoché<br />
permette alla Francia di portare tutto il suo eserc<strong>it</strong>o contro il blocco tedesco. Fin qui il<br />
Part<strong>it</strong>o Socialista ci sta: più oltre no, assolutamente. E sullo stesso numero si pubblica con<br />
grande rilievo un articolo di Angelica Balabanoff nel quale si giustifica la posizione<br />
probellica della socialdemocrazia tedesca con le persecuzioni e le costrizioni dalle quali la<br />
Spd è vessata in Germania. 1530<br />
Nel luglio 1914 due articoli a sfondo antimil<strong>it</strong>arista rappresentano i primi sintomi<br />
della pressione mil<strong>it</strong>are che comincia a farsi sentire anche nel Pordenonese. Dopo gli<br />
inasprimenti fiscali, contro i quali i socialisti hanno condotto il loro ostruzionismo in<br />
Parlamento, il Governo ha pensato di render un altro servizio alla classe lavoratrice, quello<br />
cioè di strapparla dai campi fecondi del lavoro per riempire i vuoti delle caserme. Erano<br />
pochi mesi che la classe del 1891 aveva compiuto il suo servizio, aveva passato sedici mesi<br />
in Libia e aveva ripreso quel lavoro che tante volte è l’unico mezzo per ricavare il<br />
sostentamento della famiglia. E la chiamata segue proprio in questa stagione, la più preziosa<br />
per ogni sorta di lavoro, senza, come si ama far credere, che una imprescindibile necess<strong>it</strong>à la<br />
reclamasse. Sono così migliaia e migliaia di braccia rubate ai campi, all’officina e a ogni altra<br />
proficua fatica. Non si percepiscono ancora i primi cupi scricchiolii del quadro<br />
internazionale che di lì ad un mese porteranno allo scoppio della Grande Guerra. D’altra<br />
parte si saluta la prossima apertura del Tiro a Segno di Pordenone, che permetterà agli<br />
operai di poter effettuare quella istruzione al tiro (finora lim<strong>it</strong>ata ai pochi che avevano la<br />
1529 LF, n. 517 del 9 agosto 1914, pag. 1, I trattati d’alleanza e Giovanni Jaurès.<br />
1530 LF, nn. 518 del 17 agosto 1914, pag. 1, Operai, contadini, madri: Abbasso la guerra! (la data, visto che il<br />
giornale esce in questo periodo di domenica, è erronea: si tratta di domenica 16 agosto) e 519 del 23 agosto<br />
1914, pag. 1, Mentre infuria la guerra. Perché l’Italia abbia a rimanere neutrale e L’Internazionale<br />
socialista e la guerra.<br />
442
possibil<strong>it</strong>à di spostarsi a Maniago od a Spilimbergo) che rende possibile ev<strong>it</strong>are il servizio<br />
mil<strong>it</strong>are. 1531<br />
4.4.20 - Il Psi e la guerra mondiale.<br />
Si segnalano le prime nefaste conseguenze della guerra per l’Italia. Incombe il<br />
rincaro del pane e del v<strong>it</strong>to, il diffondersi della disoccupazione. Gli emigrati fuggono in un<br />
clima parossistico, ben reso da una prosa singolarmente futuristica. Annuncio della<br />
guerra. Fuga degli emigranti <strong>it</strong>aliani. Abbandono delle fabbriche e delle case. Assalti ai treni.<br />
Terrore. Selve di baionette. Corsa pazza dei treni carichi di spavento. Fermata in aperta<br />
campagna. Pianto di donne e di bambini. Fame, fame, fame. Lagrime, urla e grida di<br />
disperazione. Donne che partoriscono sui treni, bambini che sui treni esalano l’ultimo<br />
respiro. Al confine: nugoli di strozzini che si slanciano sulla preda. Danaro cambiato al 50<br />
per cento. Arrivo nelle c<strong>it</strong>tà. Cortei di disperati carichi di bauli. Disoccupazione. Spettro<br />
della carestia. Tuona la maledizione del destino. L’incendio divampa. Che cosa ci prepara il<br />
domani? 1532<br />
Secondo un’inchiesta dell’Ufficio provinciale del lavoro, il vero e proprio<br />
cataclisma che si abbatte sul Friuli con la cacciata degli emigranti dai paesi<br />
centroeuropei che entrano in guerra (ed espellono i c<strong>it</strong>tadini dell’Italia che non mantiene<br />
gli impegni mil<strong>it</strong>ari sottoscr<strong>it</strong>ti con la Triplice Alleanza) è dovuto al fatto che<br />
comunemente i nostri emigranti partivano per l’estero lasciando il deb<strong>it</strong>o incontrato per<br />
vivere durante l’inverno. In luglio mandavano in patria i primi risparmi per pagare il deb<strong>it</strong>o<br />
contratto e per il mantenimento della famiglia; in ottobre o novembre, rimpatriavano con un<br />
gruzzolo sufficiente al mantenimento della famiglia per i primi mesi invernali; e spesso, con<br />
questi risparmi, iniziavano la costruzione della casetta, salvo a completarla negli anni<br />
successivi. Il cred<strong>it</strong>o ad essi era largamente aperto. L’agosto 1914 colse gli emigranti nel<br />
momento in cui, inviati in Patria i primi risparmi, per pagare i deb<strong>it</strong>i contratti nell’inverno,<br />
stavano iniziando l’epoca del secondo risparmio. Molti perciò rimpatriarono senza denari<br />
(medio e basso Friuli) altri con qualche lieve risparmio (Carnia). La s<strong>it</strong>uazione si presentava<br />
già grave per essi; ma ben più grave divenne quando, consumato il piccolo peculio, si<br />
trovarono preclusa la via del cred<strong>it</strong>o. Gli emigranti della Carnia non si trovarono sub<strong>it</strong>o nelle<br />
cr<strong>it</strong>iche condizioni dei loro compagni del basso e medio Friuli, sia perché maggiormente<br />
rimunerati all’estero (data la loro professione di muratori), sia perché rimpatriati, trovarono<br />
la casa, i raccolti dei campicelli da essi posseduti prossimi a maturazione, la legna, il<br />
formaggio. La condizione di questi emigranti divenne cr<strong>it</strong>ica nel gennaio 1915 quando,<br />
esaur<strong>it</strong>a ogni fonte di entrata, chiuso il cred<strong>it</strong>o, già oberati da deb<strong>it</strong>i precedenti,<br />
impossibil<strong>it</strong>ati a realizzare il loro patrimonio, ab<strong>it</strong>uati ad un tenore di v<strong>it</strong>a comodo, perduta<br />
la speranza nell’aprirsi di una nuova stagione emigratoria, si trovarono piombati nella<br />
miseria. La s<strong>it</strong>uazione di questi emigranti divenne ogni giorno più cr<strong>it</strong>ica. Nelle identiche<br />
condizioni della Carnia può r<strong>it</strong>enersi la zona lungo la pedemontana Sacile-Pinzano e i paesi<br />
sparsi nel raggio della linea stessa. Il basso e medio Friuli si è trovato sub<strong>it</strong>o male, perché<br />
fornendo all’emigrazione il contingente di mano d’opera meno pagata (come si è visto solo<br />
nella grande maggioranza sterratori, fornaciai, manovali, terrazzieri), i suoi rimpatriati<br />
nell’agosto 1914 non avevano risparmi o ben pochi: ad essi occorse pertanto dare immediato<br />
lavoro o sussidi.<br />
Per dare una risposta ai bisogni degli 83.000 emigranti e delle loro famiglie<br />
occorre mettere i Comuni che hanno progettato lavori pubblici nella condizione di poterli<br />
tosto iniziare; e ciò, sia accelerando le pratiche burocratiche o sorvolandole, sia finanziando<br />
i Comuni, sia dando corso agli altri lavoro già progettati di competenza del Governo relativi<br />
ad opere pubbliche, come strade, ferrovie, rimboschimenti, rinsaldamento e sistemazione di<br />
bacini montani (...) occorre continuare a mettere i comuni nella condizione di acquistare<br />
grano per le popolazioni bisognose (...). I dati a livello provinciale sono: 83.575 emigranti<br />
rimpatriati, dei quali 57.191 disoccupati e 42.118 bisognosi su una popolazione di<br />
726.445 ab<strong>it</strong>anti; a ovest del Tagliamento la s<strong>it</strong>uazione viene giudicata discreta solo nel<br />
collegio di San V<strong>it</strong>o, con 5.154 emigranti, di cui 2.975 disoccupati e 2.000 bisognosi<br />
(media dei salari 20 centesimi l’ora); è invece grave in quello di Spilimbergo (11.937<br />
emigranti, 9.588 disoccupati; 7.625 bisognosi; media dei salari 25 centesimi l’ora, a<br />
testimonianza della maggior contrattual<strong>it</strong>à della manodopera nelle zone di più forte<br />
specializzazione in montagna: si pensi che a Tolmezzo, dove pure la s<strong>it</strong>uazione è<br />
giudicata grave, la paga oraria media arriva a 30 centesimi l’ora, la più alta della<br />
1531 LF, n. 514 del 19 luglio 1914, pag. 4, Chiamata sotto le armi e Tiro a Segno.<br />
L’ostruzionismo socialista ha portato il governo ad abbandonare una parte del provvedimento, decidendo gli<br />
aggravi fiscali solo in via provvisoria per un anno. Cfr.: LF, n. 513 del 12 luglio 1914, pag. 1, Contro le nuove<br />
tasse. Dopo l’ostruzionismo e Il manifesto del Gruppo Parlamentare Socialista.<br />
1532 LF, n. 517 del 9 agosto 1914, pag. 1, Le conseguenze della guerra e La fuga degli emigranti.<br />
443
provincia) e Pordenone (10.687 emigranti, 6.205 disoccupati, 3.697 bisognosi e 25<br />
centesimi l’ora di salario medio). 1533<br />
Sabato 25 luglio 1914 si riuniscono all’Albergo Coran numerosi agenti di negozio<br />
per affiatarsi e organizzare un’ag<strong>it</strong>azione pro riposo festivo e fissazione di un orario per<br />
l’apertura e chiusura dei negozi. Riguardo al riposo festivo è leg<strong>it</strong>timo desiderio che esso sia<br />
esteso anche alla categoria dei negozianti in coloniali. (…) Altra volta si era tentato un<br />
accordo su questo argomento senza giungere a buon fine per il dissenso di qualcuno.<br />
Speriamo che attualmente, e in segu<strong>it</strong>o alla pratica fatta, le ostil<strong>it</strong>à sieno svan<strong>it</strong>e e sulle<br />
orme di quello che già è avvenuto in altre c<strong>it</strong>tà, sia possibile venire ad un’intesa anche a<br />
Pordenone.<br />
La questione dell’orario di servizio dei negozi viene posta in modo che, all’inizio<br />
del Ventunesimo Secolo, solleverebbe il consenso dei lavoratori e sindacalisti del<br />
commercio che debbono affrontare la deregolamentazione degli orari dei negozi, proposta<br />
come un’esigenza del pubblico ma in realtà finalizzata a favorire la concentrazione del<br />
commercio nelle mani delle multinazionali, a discap<strong>it</strong>o delle condizioni di v<strong>it</strong>a dei<br />
lavoratori del settore. Altra non meno importante questione si è quella della fissazione di un<br />
orario d’apertura e chiusura dei negozi. Oggi in propos<strong>it</strong>o regna una vera anarchia. Chi apre<br />
ad un’ora, chi ad un’altra. Altrettanto dicasi per la chiusura. C’è una specie di concorrenza<br />
anche in ciò e non è giusto specie ai riguardi degli agenti che devono così sopportare degli<br />
orari estenuanti e si potrebbe anche dire inumani. Come nella fabbrica, negli uffici e nelle<br />
aziende c’è un orario fisso per l’entrata e l’usc<strong>it</strong>a, così dovrebbe esser per i negozi. E’ solo<br />
questione di ab<strong>it</strong>uare il pubblico con beneficio di tutti. Converrà fissare un’orario per<br />
l’inverno e uno per l’estate e quando questo orario sarà legge comune a tutti, a nessuno<br />
potrà derivar danno.<br />
Dopo aver rilevato come la s<strong>it</strong>uazione sia il prodotto della disunione della<br />
categoria, si delibera di incaricare la Società agenti di convocare prontamente i negozianti<br />
per venir ad un accordo tanto circa il riposo festivo quanto la fissazione dell’orario di<br />
apertura e chiusura dei negozi. Siamo in grado di affermare che la commissione eletta<br />
dall’assemblea nelle persone dei sigg. Ellero, Rosso e Pasqualini si è sub<strong>it</strong>o affiatata con la<br />
presidenza della Società Agenti e questa ha preso impegno di far quanto le sarà possibile per<br />
conseguire l’intento desiderato dalla classe degli agenti. Entro la settimana prossima la<br />
questione dovrà esser risolta. 1534<br />
La maggioranza dei negozianti di coloniali aderisce sub<strong>it</strong>o alla proposta di<br />
chiusura festiva, e si nomina una commissione per trattare con i pochi riottosi. La<br />
seconda questione, quella dell’orario, viene rinviata a dopo la chiusura della prima<br />
vertenza. Ma i quattro refrattari, cioè Leandro Marini, Giuseppe Pellegrini, Paolo Sartori e<br />
Leone Valenzin, non cedono neanche alle insistenze del commissario prefettizio<br />
convocato dalla Società agenti. Si propone a questo punto un comizio pubblico di<br />
protesta. Lunedì 17 agosto si tiene una nuova riunione degli agenti, nella quale sono<br />
presenti il rag. Parmeggiani, presidente della Società agenti, Ellero e Gino Rosso. Si dà<br />
atto alla Società agenti di aver fatto quanto possibile per una soluzione pos<strong>it</strong>iva della<br />
vertenza, e le si dà mandato di concordare la chiusura dei 17 esercizi che si sono<br />
dichiarati favorevoli (nel frattempo ha evidentemente ceduto uno dei quattro oppos<strong>it</strong>ori)<br />
in modo da imporre la chiusura anche agli altri tre con l’esempio: a fine agosto inizia la<br />
chiusura. Esplic<strong>it</strong>o l’inv<strong>it</strong>o al boicottaggio dei loro negozi: Ora tocca al pubblico convalidare<br />
i deliberati della maggioranza provvedendosi di ogni cosa al sabato e facendo in modo che<br />
nessuno vada a far acquisti ai negozi che saranno tenuti aperti. Specialmente la classe<br />
lavoratrice deve agli agenti questo tributo di solidarietà astenersi in via assoluta di andar a<br />
spender nei negozi aperti la domenica. In questo senso devono far propaganda quanti hanno<br />
desiderio che sia esaud<strong>it</strong>o il voto della maggioranza. Alla fine sono tre i negozi che<br />
rimangono aperti (quelli di Sartori, Pellegrini e Valenzin) fra i più piccoli, dimenticando<br />
che un dì furono anch’essi agenti e si sarebbero dovuti di trovare dei padroni uguali a se<br />
stessi e rischiando di far saltare la sperimentazione se il loro atteggiamento non rientrerà<br />
entro la fine del mese. Cosa che alla fine avviene, addir<strong>it</strong>tura in anticipo sulla scadenza<br />
prevista. Va notato che uno dei tre, Leone Valenzin, è radicale ed il suo atteggiamento<br />
antisindacale anticipa la vera e propria frana a destra del Part<strong>it</strong>o Radicale nel<br />
dopoguerra. 1535<br />
Serrati diffonde a tutte le sezioni socialiste del Veneto una circolare-questionario<br />
per la cost<strong>it</strong>uzione di un Segretariato regionale veneto. Questa scelta si rende necessaria<br />
per il grande consenso al part<strong>it</strong>o espresso nelle recenti elezioni, che richiede una migliore<br />
1533 PdF del 2 maggio 1915, riprodotta da: CESCUT, Sigfrido, Una storia avianese, c<strong>it</strong>., pagg. 46-53.<br />
1534 LF, n. 516 del 2 agosto 1914, pag. 4, Pro riposo festivo e Pro fissazione di orario.<br />
1535 LF, nn. 517 del 9 agosto 1914, pag. 2, Riposo festivo e Per la fissazione dell’orario, 518 del 17 agosto<br />
1914, pag. 1, Pro riposo festivo, 519 del 23 agosto 1914, pag. 2, Riunione di agenti, 521 del 6 settembre<br />
1914, pag. 2, L’esperimento, 522 del 13 settembre 1914, pag. 1, Riposo festivo e 524 del 27 settembre 1914,<br />
pag. 1, Pro riposo festivo.<br />
444
presenza organizzativa e propagandistica. La stessa sezione socialista di Pordenone viene<br />
riun<strong>it</strong>a sabato 1 agosto per discutere di questa proposta, formulata inizialmente dal<br />
circolo socialista di Venezia, al fine di ist<strong>it</strong>uire un regolare e costante servizio di<br />
propaganda nel Veneto. La riunione decide di fornire un contributo per pagare le spese<br />
per fondare il segretariato di propaganda, di associarsi al lutto del part<strong>it</strong>o per la morte di<br />
Jaurès e di indire un comizio contro la guerra. 1536<br />
Anche a Pordenone si iniziano a sentire gli effetti della guerra. Girano le prime<br />
voci di chiusura degli stabilimenti; rientrano gli emigranti, votati chi al macello della<br />
guerra, chi alla miseria dell’inverno che sopraggiungerà. La prima fabbrica a chiudere è il<br />
cotonificio Makò di Cordenons: si iniziano a richiedere provvedimenti straordinari per<br />
l’occupazione. A Pordenone si deve costruire una buona parte di caserme, un ospedale e le<br />
scuole. Si approf<strong>it</strong>ti del momento per dar pane e lavoro agli operai. Le autor<strong>it</strong>à sollec<strong>it</strong>ino<br />
l’approvazione dei progetti, gli appalti e la provvista del denaro e si dia corso alle predette<br />
opere che potrebbero impiegare molte persone. E’ dovere di ognuno prevenire dolorosi<br />
guai. 1537<br />
Il commissario prefettizio indice una riunione martedì 25 agosto. All’unanim<strong>it</strong>à fu<br />
convenuto di provvedere ai bisogni immediati mediante opere pubbliche di pronta soluzione<br />
e offerte alla Congregazione di Car<strong>it</strong>à che provvederà ai soccorsi ai più bisognosi coi mezzi<br />
r<strong>it</strong>raibili dalla beneficenza c<strong>it</strong>tadina che è assai raccomandata e ai bisogni mediati mediante<br />
la sollec<strong>it</strong>azione dell’esecuzione delle opere di maggiore portata come: III. Lotto della<br />
caserma – Scuole comunali – Arginature del Noncello e Meduna, progetti ormai raccomandati<br />
all’autor<strong>it</strong>à municipale e al rappresentante pol<strong>it</strong>ico. I socialisti sollec<strong>it</strong>ano anche i privati<br />
possidenti a fare la loro parte nel procurare lavoro ai disoccupati, e rivolgono dapprima<br />
ripetuti appelli e successivamente una forte cr<strong>it</strong>ica ai ricchi della c<strong>it</strong>tà che hanno dato un<br />
obolo veramente misero alla sottoscrizione per fornire sussidi ai meno abbienti. Ma<br />
debbono poi lamentare che, quando queste provvidenze ci sono, servono ad occupare<br />
operai che hanno anche altre fonti di redd<strong>it</strong>o oppure a far lavorare la domenica chi ha<br />
già potuto farlo durante la settimana, senza veri effetti sulla disoccupazione. Intanto il<br />
progetto dell’ing. Mior per il nuovo ospedale è pronto e si potrebbero iniziare i lavori<br />
dell’edificio e di quello delle scuole con la speranza di poter occupare forse tutti i<br />
disoccupati. 1538<br />
Intanto però la Sottoprefettura vieta sistematicamente ogni manifestazione pro<br />
disoccupati. E’ poi oltremodo ingiusto perché in altre molte parti d’Italia si tengono comizi<br />
e nessuno si è sognato di proibirli. Si tratta quindi di un provvedimento di parzial<strong>it</strong>à contro<br />
di noi e perciò maggiormente protestiamo. Il solo a goderne è il “Tagliamento” il quale<br />
mostra una preoccupazione speciale contro la propaganda del nostro compagno Ellero (…).<br />
Quello che è poi grave, sul piano dei rapporti pol<strong>it</strong>ici, è che il nuovo organo dei radicali<br />
pordenonesi, La Democrazia, si schiera a favore del divieto, a dimostrazione che -<br />
nonostante i rapporti migliori mantenuti in c<strong>it</strong>tà (rispetto ad Udine) fra le due storiche<br />
componenti della sinistra - la svolta a destra dell’area democratica è un fenomeno<br />
generalizzato. I socialisti, comunque, provvedono a fare la loro propaganda a mezzo di<br />
riunioni private, rilevando che le disastrose conseguenze della guerra vengono a dar ragione<br />
a noi socialisti che la guerra abbiamo sempre maledetta. Da ciò una ragione di più per<br />
ribattere il chiodo contro lo sterminio. Ebbene gli avversari si dolgono perché il popolo è con<br />
noi e ci segue. 1539<br />
Alla fine del mese di agosto le autor<strong>it</strong>à tolgono il divieto di manifestazione: per la<br />
cronaca notiamo che domenica il compagno Ellero parlò applaud<strong>it</strong>issimo a Brugnera, Maron<br />
e Prata. Rilevò i benefici della pace in confronto alle tristi conseguenze della guerra; la<br />
opportun<strong>it</strong>à di restar neutrali finché non sieno compromessi i nostri interessi nazionali e il<br />
dovere di tutti di dar prova di solidarietà e fratellanza in questo momento di supremo<br />
sacrificio. 1540<br />
Urgono i provvedimenti per i 60.000 emigranti friulani rimpatriati. I sindaci del<br />
distretto di Maniago si sono riun<strong>it</strong>i chiedendo a gran voce la costruzione della Pedemontana<br />
e in tutta la provincia le rappresentanze comunali lavorano a compilare e presentare la lista<br />
dei lavori urgenti i cui progetti sonnecchiano, se pure non sono stati smarr<strong>it</strong>i, negli scaffali<br />
dei tanti uffici burocratici che deliziano l’Italia nostra. Indubbiamente, per i socialisti,<br />
tutto questo darsi da fare è dovuto al sentimento di conservazione della borghesia che<br />
1536 LF, nn. 516 del 2 agosto 1914, pag. 4, Per la propaganda, 517 del 9 agosto 1914, pag. 2. Per la<br />
cost<strong>it</strong>uzione di un Segretariato Socialista Veneto e Al Circolo.<br />
1537 LF, nn. 517 del 9 agosto 1914, pag. 1, Voci gravi e Gli emigranti e 518 del 23 agosto 1914, pag. 2, Scema<br />
il lavoro e Si provveda a tempo.<br />
1538 LF, n. 520 del 30 agosto 1914, pag. 2, Pro disoccupazione, 524 del 27 settembre 1914, pag. 1, Pro<br />
disoccupati e 526 del 10 ottobre 1914, pag. 4, Disoccupazione e lagni e Il nuovo ospedale.<br />
1539 LF, n. 520 del 30 agosto 1914, pag. 2, Violazione delle libertà, 522 del 13 settembre 1914, pag. 1, Alla<br />
“Democrazia” e 524 del 27 settembre 1914, pag. 1, Propaganda e cr<strong>it</strong>ica.<br />
1540 LF, n. 525 del 3 ottobre 1914, pagg. 1 e 2, Propaganda.<br />
445
non vuole farsi travolgere dall’ondata di rivolta popolare, ma non è un male se questi<br />
provvedimenti vengono presi. Ma i mezzi non ci sono, le casse sono state esaur<strong>it</strong>e dalla<br />
guerra in Libia: lo stesso Ciriani a Maniago ha lanciato la parola d’ordine della rivolta se<br />
non vengono fuori i soldi necessari. Si ricorda la famosa manifestazione dei quattromila<br />
a Tolmezzo pro capre e contro i vincoli forestali, che permise almeno di mettere da parte<br />
il nuovo famigerato regolamento forestale: la via della mobil<strong>it</strong>azione è indispensabile. I<br />
compagni della provincia si accingano adunque all’opera, riuniscano gli emigranti in grandi<br />
masse protestanti avendo cura di esser precisi nelle loro richieste: è questo il momento di<br />
agire. Si elencano le varie opere per le quali battersi, come il risanamento dell’impossibile<br />
strada dei Tramonti, quella Valeriano Castelnuovo, la Praforte-Travesio, la sistemazione della<br />
strada in Valcellina, i ponti sul Meduna e sul Livenza, tutti i progetti di bonifiche per la<br />
Bassa, quelli di acquedotti, scuole, ferrovie, sistemazioni di torrenti, rimboschimenti: ecco<br />
una serie imponente di lavori che saranno autorizzati ora o mai più. E saranno autorizzati<br />
nella proporzione e nella misura della pressione pol<strong>it</strong>ica che le masse saranno capaci di<br />
eserc<strong>it</strong>are.<br />
Ma in questo clima di ag<strong>it</strong>azione emerge una contraddizione pericolosa.<br />
Rappresentanze pol<strong>it</strong>iche e amministrative si ag<strong>it</strong>ano: si ag<strong>it</strong>ano anche le masse. Ma in tutti<br />
vi è un desiderio mal celato di grandi eventi. In alto vi sono segni indubbi di un’inclinazione<br />
a sfruttare in qualche modo la s<strong>it</strong>uazione pol<strong>it</strong>ica internazionale. In basso, con un<br />
semplicismo che spaventa, va rendendosi popolare l’idea che questa è l’ora del bottino. Un<br />
intervento armato dell’Italia, anche senza alcuna provocazione, è inutile nasconderselo, è<br />
considerato da troppi ineluttabile e quasi sperato. Per cui qui è necessaria una grande<br />
chiarezza: i socialisti debbono esser capaci di tenere un<strong>it</strong>a l’ag<strong>it</strong>azione per il lavoro con la<br />
loro posizione neutralistica, per ev<strong>it</strong>are la strumentalizzazione dei movimenti sociali. Ma,<br />
sulla stessa pagina, si pubblica l’intervento di A. Guerrini nel quale, c<strong>it</strong>ando l’appello dei<br />
socialisti belgi a difendere il loro paese invaso, si afferma che in caso di aggressione gli<br />
stessi socialisti <strong>it</strong>aliani, pur non rinunciando al loro pacifismo, dovrebbero fare la loro<br />
parte di patrioti. 1541<br />
Il 6 settembre l’ed<strong>it</strong>oriale de Il Lavoratore Friulano ruota attorno ad un passo<br />
ripreso dalla Cr<strong>it</strong>ica Sociale. Il settimanale friulano commenta: la triste ora che attraversa<br />
il mondo non deve recar sfiducia agli uomini dell’avvenire. Il nostro ideale non fallisce.<br />
Saranno invece questi grandi rivolgimenti storici che affretteranno la soluzione dei<br />
complessi problemi economici e sociali che stanno a cuore dell’internazionale proletaria. Il<br />
testo del settimanale riformista è permeato di una grande fiducia sugli effetti democratici<br />
e progressivi dello scontro in atto. E’ inutile ripetere che l’ora che viviamo è senza<br />
confronti nella storia per l’importanza decisiva sul domani. La fortuna dei popoli, oppure<br />
quella legge naturale di progresso, che nelle società umane tiene lo stesso posto della legge<br />
di evoluzione nel mondo fisico, ha condotto i due governi reazionari del centro d’Europa a<br />
suicidarsi. Qualunque cosa facciano il kaiser e l’imperatore dei patiboli, noi avremo nel<br />
cuore d’Europa una repubblica germanica, che se non socialista vi sarà molto vicino, e dello<br />
Stato mosaico avremo più Stati sulla base della nazional<strong>it</strong>à e spinti per necess<strong>it</strong>à nell’orb<strong>it</strong>a<br />
repubblicano-socialista degli Stati maggiori. La Russia, al contatto germanico, maturerà in<br />
breve la propria rivoluzione. Saranno gli Stati Un<strong>it</strong>i d’Europa, sarà il disarmo generale, sarà il<br />
governo dei popoli nell’interesse dei popoli.<br />
Si r<strong>it</strong>rovano qui, oltre ad una elevata capac<strong>it</strong>à di lettura del quadro pol<strong>it</strong>ico<br />
internazionale, tutti i temi che saranno nei mesi successivi alla base dell’interventismo<br />
democratico e, nella fase finale della guerra e del dopoguerra, del wilsonismo e<br />
dell’unionismo europeo. Quella che non viene percep<strong>it</strong>a è la forza della reazione europea,<br />
che non solo distorcerˆ il possibile portato progressivo della guerra modificando<br />
stabilmente la geopol<strong>it</strong>ica continentale, ma – con l’aggressione alle repubbliche sovietiche<br />
prima ed il “cordone san<strong>it</strong>ario” nei confronti della Russia successivamente oltre che, sul<br />
piano interno, con la sconf<strong>it</strong>ta dei movimenti operai nazionali, soprattutto in Italia –<br />
creerà le premesse per un equilibrio imperialistico precario, destinato a sfociare nell’arco<br />
di pochi anni in una nuova guerra generalizzata ed ancora più terribile. Ma<br />
indubbiamente la lettura delle prospettive europee future è assai lungimirante e<br />
perspicace e coglie il nocciolo di rivendicazioni democratiche, nazionali e sociali che<br />
saranno alla base di una parte notevole della storia del continente.<br />
L’articolo di Cr<strong>it</strong>ica Sociale riconosce il contributo decisivo della guerra<br />
nell’accelerare il precip<strong>it</strong>arsi della evoluzione sociale europea. La reazione non potrà più<br />
riaversi. Quest’è il colpo mortale. Il puntello, il sostegno che pareva richiedere l’urto di più<br />
generazioni per crollare, sarà domani effettivamente, e già oggi virtualmente,<br />
irremissibilmente crollato. Il medioevo dileguerà trascinandosi monarchie e chiese e sarà di<br />
fatto aperta l’era decisiva della conquista dell’eguaglianza economica. E’ bene che tutti i<br />
popoli abbiano chiara la visione del domani. La loro sovran<strong>it</strong>à si va affermando. I vaticini del<br />
genio, che non mancano mai di avverarsi perché il genio solo precorre i tempi e vede nei<br />
1541 LF, n. 520 del 30 agosto 1914, pag. 1, Il problema degli Emigranti e I SENZA PATRIA.<br />
446
secoli, si compiono sotto i nostri occhi. Dopo aver incasellato gli avvenimenti presenti nel<br />
percorso dovuto di un’evoluzione delle forze sociali prevista da Marx e da Mazzini ma<br />
allora non ancora matura, si dà un giudizio sulla guerra in corso che è esattamente lo<br />
stesso di quegli ambienti della destra nazionalista e dell’interventismo di sinistra che la<br />
definiscono come il fuoco purificatore della società: Vero è bene che questa immane guerra<br />
è causa immediata di disastri, di sacrifici, di catastrofi innumerevoli. La crisi immensa per<br />
cui è forza passare è senza esempi. Ma è il febbrone che, passato, lascia l’organismo più<br />
v<strong>it</strong>ale che mai. (…) Fatale è quindi che le società umane, per raggiungere la giustizia, il<br />
benessere, la felic<strong>it</strong>à, passino per queste terribili crisi. Ma come sarebbe stolto spaventarsi e<br />
affliggersi quando la crisi febbrile accenna già a risolversi, così sarebbe stolto impensierirsi<br />
oggi della crisi, per quanto spaventosamente immane, che le società umane traversano con<br />
la certezza della risoluzione favorevole. Perché non vi è più alcuno, nemmeno il kaiser folle,<br />
il quale non capisca in che baratro son gettate quelle classi parass<strong>it</strong>arie d’Europa ch’egli<br />
intendeva consolidare nei privilegi e nelle iniqu<strong>it</strong>à. La reazione è fin<strong>it</strong>a. Io non mi stancherei<br />
di diffondere la buona novella. I popoli abbiano almeno questo conforto nelle tribolazioni che<br />
l’ingordigia, la superbia, l’infamia dei loro governanti hanno loro procurato; di sapere,<br />
sapere, dico, come fatto pos<strong>it</strong>ivo, che queste tribolazioni saranno le ultime.<br />
La conclusione inev<strong>it</strong>abile di questo ragionamento dovrebbe essere quella di<br />
scegliere la propaganda per l’intervento dell’Italia a fianco dell’Intesa (l’unica possibile<br />
alternativa essendo una battaglia esplic<strong>it</strong>a sulla stessa linea di Giol<strong>it</strong>ti, cioè una<br />
neutral<strong>it</strong>à contrattata in cambio di cessioni terr<strong>it</strong>oriali da parte dell’alleata Austria-<br />
Ungheria). Ma i socialisti scelgono di non fare pol<strong>it</strong>ica, affidandosi ad un evolversi degli<br />
eventi che sembrerebbe regolato da regole matematiche verso l’inev<strong>it</strong>abile evoluzione<br />
pos<strong>it</strong>iva: La rivoluzione generale verrà da sé, senza che alcuno muova un d<strong>it</strong>o per farla<br />
divampare. Ala d’incendio purificherà il mondo, e il socialismo sarà. Si condensa in questo<br />
passo la crisi del socialismo <strong>it</strong>aliano di tutto un quindicennio, l’incapac<strong>it</strong>à di fare pol<strong>it</strong>ica,<br />
di inserirsi nelle vicende nazionali ed europee cercando di forzarle nel senso voluto.<br />
Esclusa la scelta bellica contro gli Imperi Centrali - preclusa dal dissenso generalizzato<br />
delle masse popolari - si rinuncia anche ad una qualsiasi azione rivoluzionaria per<br />
impedire la dichiarazione di guerra: l’uso della violenza è estraneo all’orizzonte<br />
dell’evoluzionismo deterministico, l’organizzazione mil<strong>it</strong>are è sconosciuta al mondo<br />
socialista <strong>it</strong>aliano, che eserc<strong>it</strong>a la violenza (eccome se la eserc<strong>it</strong>a, vedi la m<strong>it</strong>ica<br />
organizzazione dei braccianti padani!) attraverso il controllo stringente delle leghe sulla<br />
manodopera e l’ostracismo nei confronti dei non organizzati, che può anche arrivare<br />
all’uso delle armi (specie gli strumenti di lavoro agricolo) ma in un modo molto<br />
particolare, municipale e difensivo, che non prevede il collegamento fra i vari terr<strong>it</strong>ori ed<br />
una proiezione offensiva. La funzione del part<strong>it</strong>o è solo quella di educare il proletariato,<br />
attraverso la propaganda e l’organizzazione delle ist<strong>it</strong>uzioni economiche che ne eserc<strong>it</strong>ino<br />
le capac<strong>it</strong>à di governo in vista dell’obiettivo futuro, che non può che cadere dal cielo della<br />
provvidenziale evoluzione sociale. 1542<br />
Invece il 13 settembre l’ed<strong>it</strong>oriale si pone su un piano di maggiore realismo<br />
pol<strong>it</strong>ico, dando una solida base di argomentazioni al neutralismo <strong>it</strong>aliano. Si rileva che<br />
Austria e Francia fanno promesse incrociate ma poco realistiche (ognuna delle due<br />
potenze offre le regioni dell’altra, ma né l’Austria offre Trento e Trieste, né la Francia<br />
Nizza e Savoia) e che l’esigenza di partecipare alla guerra per sedere successivamente<br />
alle trattative di pace è sment<strong>it</strong>a dal fatto che anche nel precedente Congresso di Berlino<br />
un ruolo attivo è stato svolto da potenze che erano rimaste neutrali. Ma sono ragioni<br />
strutturali ad imporre all’Italia di star fuori dalla guerra. Agli eroi da caffè bisogna<br />
rispondere che il gioco non vale la candela; che l’Italia, appena usc<strong>it</strong>a da una guerra<br />
disastrosa, con la disoccupazione in casa, con gli emigranti rimpatriati che vogliono lavorare<br />
e mangiare, con la crisi dei commerci e delle industrie, non può prendersi il lusso di far<br />
ammazzare qualche centinaio di migliaia di soldati e dilapidare qualche miliardo per<br />
prendersi il Trentino nella maggioranza della sua popolazione più austriacante degli<br />
austriaci. (…) La neutral<strong>it</strong>à: ecco la salvezza e la fortuna! Noi non dobbiamo combattere<br />
contro nessuno. Il richiamo di solo tre classi ci costa un centinaio di milioni al mese.<br />
Subiamo il sacrificio, ma non rendiamolo superiore alle nostre forze. Ed il miliardo e più che<br />
1542 LF, n. 521 del 6 settembre 1914, pag. 1, Atto di fede e di speranza, siglato A.D.<br />
Sulle forme di controllo della manodopera e la debolezza intrinseca di tale pratica di fronte alla violenza<br />
fascista, come avverrà con il fascismo che distruggerà in pochi mesi l’organizzazione bracciantile socialista, cfr.:<br />
TASCA, Angelo, Nasc<strong>it</strong>a e avvento del fascismo. L’Italia dal 1918 al 1922 , Bari, Laterza, 1974, pagg. 152-157.<br />
Cfr. inoltre, per il caso di Molinella, le biografie di Giuseppe Massarenti in: ANDREUCCI, Franco e DETTI,<br />
Tommaso, c<strong>it</strong>., terzo volume, pagg. 350-359, scheda a cura di L. Arbizzani; DAL PONT, Adriano Dal Pont e<br />
ZOCCHI, Lino, c<strong>it</strong>., pagg. 159-167. Ad alcuni dei grandi e durissimi scioperi bracciantili di Molinella e di<br />
Argenta aveva dedicato i suoi articoli Il Lavoratore Friulano nei nn. 85 del 7 luglio 1906, pag. 1, La funzione<br />
sociale dell’eserc<strong>it</strong>o (Al Procuratore del Re di Udine), 129 dell’11 maggio 1907, a pag. 2, Ad Argenta e 133<br />
dell’8 giugno 1907, pag. 1, La fine dello sciopero di Argenta.<br />
447
ci costerebbe la guerra adoperiamolo per ristorar la nazione. Dopo il disastro finanziario<br />
della guerra libica, la neutral<strong>it</strong>à nostra e la rovina delle nazioni belligeranti, saranno una<br />
fortuna insperata. Poiché tale sarà pei vinti e pei vinc<strong>it</strong>ori il danno della guerra che vinc<strong>it</strong>ori<br />
e vinti non saranno più capaci di sopportare le enormi spese mil<strong>it</strong>ari che finora hanno<br />
sub<strong>it</strong>o. E mentre gli uni e gli altri dovranno necessariamente diminuirle e rivolgere i loro<br />
sforzi a riparare i danni della guerra, l’Italia sola adopererà gran parte dei milioni che ora<br />
spende per l’eserc<strong>it</strong>o a riparare il disastro, per fortuna minore, della Libia, a ristorare i<br />
commerci e le industrie, ad eseguire gli immensi lavori che attendono, a trattenere per sé la<br />
ricchezza che gli emigranti hanno portato finora all’estero; così in pochi anni l’Italia potrà<br />
riprendere il suo posto e mettersi alla pari di tutte le altre nazioni più progred<strong>it</strong>e. E questo<br />
sarà vantaggio che supererà di gran lunga tutti i benefici problematici che si vogliono<br />
raggiungere col partecipare alla guerra e coll’assicurarci il cosidetto predominio<br />
dell’Adriatico. Posizione troppo avveduta ed intelligente per essere cap<strong>it</strong>a, in particolare<br />
da chi pensa in quell’epoca che una guerra possa non solo portare ad ulteriori rapine per<br />
alcuni settori economici, ma sfiancare soprattutto un movimento dei lavoratori diventato<br />
ormai troppo pericoloso. 1543<br />
Nelle settimane successive gli ed<strong>it</strong>oriali de Il Lavoratore Friulano assumono un<br />
carattere più nettamente pacifista: domenica 27 settembre si pubblica il manifesto della<br />
Direzione e del gruppo parlamentare del Psi, redatto da Prampolini, Turati e Mussolini,<br />
nel quale si riafferma altamente l’esistenza di un’ant<strong>it</strong>esi profonda ed insanabile fra la<br />
guerra e il socialismo, in quanto a prescindere da altre formidabili ragioni, la guerra<br />
rappresenta la formula estrema, perché coatta, della collaborazione di classe,<br />
l’allontanamento dell’autonomia individuale e della libertà di pensiero sacrificata. 1544<br />
La domenica successiva si pubblicano tre articoli espressione della base operaia:<br />
questa volta non si dirà che sono i borghesi socialisti a difendere la causa della pace.<br />
Aristide Guerrini riprende le sue considerazioni difensiviste, ma questa volta dando loro<br />
un deciso connotato classista: il nemico non è quello che può invadere l’Italia<br />
dall’esterno: il nemico è all’interno, è la borghesia che sfrutta i lavoratori! Guerrini nota<br />
come, dopo il sostegno unanime forn<strong>it</strong>o alla pol<strong>it</strong>ica governativa di neutral<strong>it</strong>à, solo in<br />
questi ultimi giorni si vanno manifestando in qualche parte d’Italia dei sintomi di ribellione<br />
contro la neutral<strong>it</strong>à ed in favore della guerra. Ma la maggioranza del paese rimane<br />
contraria ed una prova saliente risulta dal fatto che nessun lavoratore autentico ha ader<strong>it</strong>o<br />
alle attuali manifestazioni per la guerra. Dicendo ciò non escludo che anche i lavoratori non<br />
possano impugnare le armi: tutt’altro. Se l’occasione vuole essi saranno i primi e come tali<br />
sapranno distinguersi. Ma i lavoratori non possono antecipatamente e senza giustificato<br />
motivo far voti per marciare, per la conquista e l’appoggio piuttosto che a uno che all’altro,<br />
e non devono e non possono farlo, anche perché ogni loro conquista o v<strong>it</strong>toria non cambierà<br />
per nulla le loro condizioni e rimarranno prima e poi gli eterni sfruttati. Dopo essere stati<br />
adoperati come carne da macello in guerra, verranno adoperati come strumenti di lavoro in<br />
tempo di pace. Questa è la loro sorte! Perciò io penso che per il lavoratore la Patria sia il<br />
mondo intero, e la sua guerra da combattere sia contro all’oppressore, che in Italia come in<br />
Francia, in Germania come in Inghilterra, esso vive oziando e dissanguando quelli che per<br />
vivere hanno bisogno di lavorare. 1545<br />
Giuseppe di Sopra fu A.C. dedica il suo intervento a considerazioni di tipo<br />
psicologico ed uman<strong>it</strong>ario, descrivendo gli effetti dell’ira dall’amb<strong>it</strong>o familiare a quello<br />
delle battaglie umane: Essa riempie le prigioni d’infelici, converte i vomeri in spade,<br />
devasta i campi fiorenti e li ricopre di combattenti, di fer<strong>it</strong>i, di morti, incendia distrugge e<br />
disperde ogni bene, come torrente impetuoso quando esce dal letto e si precip<strong>it</strong>a sulle<br />
campagne, come grandine furiosa che abbatte e calpesta le messe mature e lascia dietro di<br />
sé la desolazione e la fame. I socialisti di Latisana esprimono la loro solidarietà con i<br />
compagni udinesi, vilipesi da parte di quella schiatta settaria che opprime il popolo<br />
lavoratore, coltivatore, produttore, depredandolo spudoratamente ed impunemente. Tutti gli<br />
interventi risentono della percep<strong>it</strong>a aggressione di classe che, sotto il comune<br />
denominatore dell’interventismo, si rivolge contro il movimento socialista e, agli<br />
interventisti che iniziano ad emergere fra i riformisti, i radicali, i repubblicani, gli<br />
anarchici ed i sindacalisti, si rivolge l’inv<strong>it</strong>o ad andarci pure - loro - in guerra in Francia.<br />
E sta bene: tante teste tante idee. Si può stiracchiare le proprie ideal<strong>it</strong>à a tal punto da<br />
consentire alla barbarie in nome della civiltà, da preoccuparsi degli interessi cap<strong>it</strong>alistici in<br />
nome della lotta di classe. 1546<br />
1543 LF, n. 522 del 13 settembre 1914 (ma in realtà si tratta del n. 523 del 20 settembre), pag. 1, Noi non ci<br />
batteremo contro l’Austria. L’articolo viene ripreso nel supplemento al n. 623 del 20 settembre 1914, pag. 1.<br />
1544 LF, n. 524 del 27 settembre 1914, pag. 1, La neutral<strong>it</strong>à dell’Italia e il dovere dei lavoratori.<br />
1545 LF, n. 525 del 3 ottobre 1914, pag. 1, Non vogliamo la guerra! La guerra e i lavoratori.<br />
1546 LF, n. 525 del 3 ottobre 1914, pag. 1, Non vogliamo la guerra! L’ira dei popoli e la vigilia d’una guerra;<br />
La parola di solidarietà; E se ne vadano!<br />
448
Il Psi ormai si mobil<strong>it</strong>a contro la guerra, organizzando domenica 4 ottobre una<br />
serie di manifestazioni pubbliche in tutta la Carnia. 1547<br />
Il 17 ottobre si pubblica un articolo di Claudio Treves, che inizia ricordando come<br />
la borghesia <strong>it</strong>aliana ha lasciato tutti i conti di Libia da pagare al proletariato, che questi<br />
conti non sono ancora pagati; che democrazia e riformismo nazionalistico si sono<br />
avventati contro il Psi quando cercava con l’ostruzionismo di impedire l’inserimento dei<br />
conti della guerra nel bilancio ordinario dello Stato, a spese del dazio sui consumi. A chi<br />
rileva che questa è la guerra della libertà contro l’imperialismo germanico, il dirigente<br />
socialista fa notare quanto incompiuta ed autor<strong>it</strong>aria sia la democrazia <strong>it</strong>aliana, e come<br />
in Germania, al contrario, il bilancio dello Stato gravi maggiormente sull’imposizione sul<br />
redd<strong>it</strong>o invece che sui consumi, garantendo d’altra parte un sistema di assicurazioni<br />
sociali al proletariato tedesco incommensurabili con quelle <strong>it</strong>aliane.<br />
Alla richiesta borghese di un<strong>it</strong>à nazionale e di sospensione della lotta di classe<br />
(ma perché non se la fanno come volontari la guerra, e richiedono che le spese gravino<br />
sullo Stato ed il servizio mil<strong>it</strong>are sulla popolazione?) si replica che per lo stesso motivo ex<br />
adverso, è supremo ideale ed interesse del proletariato mantenere fieramente la propria<br />
lotta di classe, non accettando mai di sospenderla, fuorché nel caso estremo e ben<br />
constatato di vera difesa del terr<strong>it</strong>orio e della indipendenza nazionale. No. Il proletariato<br />
non può disporsi a sospendere la sua lotta di classe provvidenziale, accettando il necessario<br />
assorbimento della sua consistenza di classe nella classe borghese che domina lo Stato, per<br />
una guerra, che, manifestamente, non ha i caratteri della difesa, che sarebbe inev<strong>it</strong>abilmente<br />
una guerra di conquista per arricchimento terr<strong>it</strong>oriale dello Stato. La posizione a favore<br />
della guerra della socialdemocrazia tedesca è stata dovuta alla valutazione secondo noi,<br />
errata, di difendere la patria nell’Impero, e il socialismo nella patria, dall’invasione<br />
straniera. Ma un tale errore sarebbe ancora più colpevole nel socialismo <strong>it</strong>aliano, certo<br />
che nel caso dell’entrata in guerra del proprio paese non si tratterebbe sicuramente di<br />
una guerra difensiva.<br />
Il comp<strong>it</strong>o del socialismo <strong>it</strong>aliano è quello di tenere in mano i fili da riannodare<br />
dell’internazionale proletaria, cosa possibile solo opponendosi alla guerra. Non dunque la<br />
guerra attuale è rivoluzionaria; anzi! E’ guerra di Stati… che nei fiumi di sangue vogliono<br />
soffocare la rivoluzione, l’Internazionale. E in ciò del resto è il più grande e luminoso segno<br />
che l’Internazionale non è ancora morta. Vive l’Internazionale nella stessa aspirazione<br />
“democratica” a farla perire, a celebrarne la morte, a cantarne il funerale. Quanto noi<br />
riesciremo a strappare di Internazionale alle fiamme rabide dell’incendio è tanto di<br />
rivoluzione in salvo; è tanto domani redento dal crimine dell’oggi; è tanta v<strong>it</strong>a rubata alla<br />
morte! 1548<br />
La crisi della pol<strong>it</strong>ica socialista del “né aderire né sabotare” comincia comunque a<br />
manifestarsi, ed il 24 ottobre l’ed<strong>it</strong>oriale deve polemizzare con le dichiarazioni rese da<br />
Ben<strong>it</strong>o Mussolini al Giornale d’Italia, nelle quali il dirigente socialista ormai in via di<br />
passaggio al fronte avversario afferma che, compiuta la propria protesta ideale il Part<strong>it</strong>o<br />
socialista dovrebbe lasciare il campo della lotta. E che la guerra, con tutti i suoi orrori e le<br />
sue barbarie, si scateni pure anche sul nostro paese. Le posizioni di Mussolini sono<br />
rigettate nettamente: Noi, lo dichiariamo con la consueta franchezza, non condividiamo<br />
affatto il pensiero del direttore dell’ “Avanti!”. Siamo contrari alla guerra a favore degli<br />
imperi centrali – che cost<strong>it</strong>uirebbe per il nostro paese un’onta senza nome – come siamo<br />
contrari alla guerra all’Austria. Contrari oggi che la guerra non è dichiarata, contrari anche<br />
domani a guerra iniziata.<br />
Le ragioni di questa nostra opposizione irriducibile si devono ricercare – come altre e<br />
ripetute volte affermammo – in quelli che sono i postulati del nostro part<strong>it</strong>o, in quella che è<br />
la essenza ideale del Socialismo. Guerra e Socialismo sono due termini ant<strong>it</strong>etici, due forze<br />
elidentesi e distruggentisi a vicenda. Solo nel caso – come appunto è accaduto al piccolo e<br />
generoso Belgio, alla fiera e ribelle Francia – del terr<strong>it</strong>orio nazionale invaso dallo straniero la<br />
guerra è non solo da approvarsi, ma diviene doverosa per tutti; ma solo in questo caso. Né<br />
vale a farci scordare la nostra fede socialista e internazionalista – la quale ci insegna che i<br />
lavoratori d’Austria e di Germania non sono altro che degli sfruttati in tutto identici ai<br />
lavoratori <strong>it</strong>aliani – il fatto che ad una eventuale guerra all’Austria si vorrebbe imprimere il<br />
suggello irredentista. Come acutamente notava Claudio Treves nell’ultimo numero della<br />
“Cr<strong>it</strong>ica Sociale””, il problema della nazional<strong>it</strong>à non è sconosciuto al Socialismo: ma alla<br />
soluzione di esso si deve giungere seguendo i metodi socialisti, fra i quali la guerra non è<br />
certo compresa. 1549<br />
Intanto scoppiano i primi disordini da parte dei disoccupati ridotti alla miseria. Il<br />
primo avviene a Buia - il centro più importante di emigrazione dei fornaciai - dove i<br />
1547 LF, n. 526 del 10 ottobre 1914, pag. 1, La Carnia proletaria si esprime contro la guerra e per una<br />
pol<strong>it</strong>ica di lavoro. I comizi pubblici a Tolmezzo, Villasantina, Ampezzo e Comeglians. I comizi privati a<br />
Paluzza e a Sutrio.<br />
1548 LF, n. 527 del 17 ottobre 1914, pag. 1, Perché si dovrebbe andare al macello?<br />
1549 LF, n. 528 del 24 ottobre 1914, pag. 1, Guerra al regno della guerra! Contro ogni guerra.<br />
449
disoccupati hanno iniziato a manifestare ogni tre giorni, chiedendo innanz<strong>it</strong>utto il<br />
rispetto delle promesse di lavori pubblici fatte dalle autor<strong>it</strong>à e successivamente la<br />
distribuzione di 200 minestre e di mezzo chilo di pane al giorno per ogni adulto. In<br />
questo paese, dove i socialisti non esistono, il movimento è capeggiato da P<strong>it</strong>tino, un<br />
giovane cattolico: il suo arresto, per le proteste da lui fatte all’indirizzo del segretario<br />
comunale, provoca un tumulto, con la gente che tira sassi sulla forza pubblica ed i<br />
carabinieri che sparano, ferendo al collo uno dei manifestanti. 1550<br />
Il 7 novembre Il Lavoratore Friulano, concentrato nella campagna elettorale<br />
amministrativa, pubblica in seconda pagina in r<strong>it</strong>ardo la lettera di Aristide Cignolini, che<br />
si definisce socialista borghese e semplice gregario. L’opinione di Cignolini è opposta a<br />
quella della maggioranza degli altri interventi, in quanto si proclama convinto fautore<br />
dell’intervento armato per la triplice intesa. La motivazioni espresse da Cignolini sono<br />
l’insopprimibil<strong>it</strong>à del sentimento di patria e la constatazione che non si può assicurare la<br />
pace all’Europa senza il riconoscimento dei dir<strong>it</strong>ti di tutte le nazional<strong>it</strong>à. Belgio e Serbia,<br />
gli esempi sostenuti da Cignolini (oltre alla temuta aspirazione della Germania a Trieste,<br />
che sarebbe come l’invasione tedesca dello stesso Friuli) sono tali da giustificare il<br />
ricorso alla guerra, che non può per ciò essere considerata di aggressione: a queste<br />
opinioni la redazione replica osservando che sia la Serbia che il Belgio sono spar<strong>it</strong>i<br />
nell’immane carnaio del confl<strong>it</strong>to e che non si può gridare alle temute pretese tedesche<br />
su Trieste, quando la guerra potrebbe finire col favorire le pretese russe o serbe sulla<br />
c<strong>it</strong>tà... a propos<strong>it</strong>o - quest’ultimo inciso - di cosa pensino i socialisti friulani dell’ident<strong>it</strong>à<br />
nazionale del capoluogo giuliano. 1551<br />
Il dibatt<strong>it</strong>o sul settimanale socialista si conclude a fine novembre con il commiato<br />
a Ben<strong>it</strong>o Mussolini, passato su posizioni interventiste. Dopo aver espresso tutta la<br />
delusione possibile per la sua scelta, i socialisti friulani esprimono il loro desiderio di por<br />
termine all’ubriacatura demagogica con la richiesta di rimettere Claudio Treves alla<br />
guida del quotidiano socialista. Da quel momento il settimanale socialista continuerà ad<br />
uscire tutte le settimane con drammatici t<strong>it</strong>oli contro la guerra imperialista, riaffermando<br />
una fede pacifista non suffragata da una adeguata azione di opposizione alla guerra<br />
ormai imminente. 1552<br />
Il 2 gennaio 1915 un articolo verrà dedicato al pacifismo della chiesa cattolica,<br />
defin<strong>it</strong>o strumentale e temporalista, ricordando come negli anni immediatamente<br />
precedenti le gerarchie si siano invece spese a favore dell’impresa coloniale, quando a<br />
loro è convenuto inserirsi nella compagine nazionale soddisfacendo nel contempo le<br />
proprie esigenze di propaganda missionaria: e in Tripoli e in Italia si cantò il “Te Deum”,<br />
per la ottenuta v<strong>it</strong>toria sanguinosa! La Chiesa tripudiava nel sangue, sangue d’infedeli.<br />
L’appoggio cattolico alla conquista imperialistica viene correttamente identificato come<br />
una scelta fatale e pericolosa, foriera degli sviluppi distruttivi che ora sono sotto gli occhi<br />
di tutti. Se oggi la chiesa cattolica è contraria alla guerra lo è solo perché teme di veder<br />
cadere quell’Austria che è l’ultimo possibile baluardo delle sue rivendicazioni terrene.<br />
Articolo ineccepibile sul piano dell’analisi delle responsabil<strong>it</strong>à storiche delle gerarchie,<br />
ma sintomo di quella incapac<strong>it</strong>à di fare pol<strong>it</strong>ica che ingessa l’azione del socialismo<br />
<strong>it</strong>aliano e gli impedisce di eserc<strong>it</strong>are una pol<strong>it</strong>ica di movimento che costruisca la propria<br />
egemonia fra le masse popolari <strong>it</strong>aliane. Mentre si rinfaccia alla chiesa cattolica un<br />
austriacantismo ed un temporalismo diffuso, le gerarchie ecclesiastiche si preparano a<br />
proiettare sul prossimo impegno bellico quello stesso sforzo di collaborazione nazionale<br />
che permetterà di arrivare, nel dopoguerra, alla Conciliazione: sanc<strong>it</strong>a dall’alleanza fra<br />
due regimi autor<strong>it</strong>ari e reazionari - come il papato romano e la d<strong>it</strong>tatura fascista - ma già<br />
pronta nelle sue linee essenziali durante il governo del radicale N<strong>it</strong>ti nel dopoguerra.<br />
D’altra parte i socialisti rinunciano, sulla base di un pregiudizio anticlericale (per quanto<br />
motivato dal nazionalismo cattolico degli anni precedenti) a sfruttare appieno le<br />
contraddizioni che si inseriscono nel basso clero, spesso voce sensibile del dissenso delle<br />
masse cattoliche contro la guerra. 1553<br />
D’altronde, in quello stesso numero, ci si consola rivendicando la gracile realtà<br />
del giovane movimento socialista (di cui i commentatori cantano il De profundis)<br />
confrontandola con il fallimento di tutte le ideologie pacifiste borghesi. Se l’Internazionale<br />
ha fall<strong>it</strong>o, meglio non hanno fatto i premi Nobel. Tutte le filosofie, tutte le scuole della<br />
cultura, del sentimento, della economia borghese proclamano il loro odio alla guerra –<br />
1550 LF, n. 528 del 24 ottobre 1914, pag. 3, I fatti di Buia.<br />
1551 LF, n. 530 del 7 novembre 1914, pag. 2, Contro la neutral<strong>it</strong>à.<br />
1552 LF, n. 532 del 21 novembre 1914, pag. 1, Contro ogni guerra di aggressione in nome delle ideal<strong>it</strong>à<br />
socialiste! Un prigioniero di guerra BENITO MUSSOLINI e Il Congresso Nazionale non è opportuno.<br />
1553 LF, n. 538 del 2 gennaio 1915, pag. 1, I preti neutrali ed antiguerraioli. Cfr. il testo in appendice.<br />
450
ciononostante la guerra viene… ma chi fallisce è il socialismo. Il Socialismo ha trent’anni di<br />
v<strong>it</strong>a. In trent’anni – a sentir lor signori – doveva fare ed ev<strong>it</strong>are quello che tutte le filosofie<br />
borghesi, le morali borghesi, le Religioni borghesi non hanno saputo fare, non hanno potuto<br />
ev<strong>it</strong>are nei secoli dei secoli! Ben magra consolazione per chi aveva fin’allora organizzato<br />
un movimento votato a soppiantare inesorabilmente la borghesia nel governo del<br />
pianeta. 1554<br />
4.4.21 - Fra intransigenza neutralista e pol<strong>it</strong>ica<br />
dei blocchi popolari.<br />
Mentre il dibatt<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico è concentrato sulla guerra mondiale, l’attiv<strong>it</strong>à<br />
quotidiana lo è sui provvedimenti per dare risposta alla disoccupazione ed alla fame<br />
crescente della popolazione rientrata in Friuli senza aver prodotto nella stagione<br />
lavorativa le risorse indispensabili per la sopravvivenza. E’ in questo amb<strong>it</strong>o che scoppia<br />
una polemica fra Ellero ed Il Tagliamento sosten<strong>it</strong>ore di Chiaradia: ne è oggetto l’attiv<strong>it</strong>à<br />
svolta dai socialisti a Polcenigo (oltre al consigliere provinciale anche Enrico Fornasotto e<br />
l’amico Cosmo di Polcenigo) e soprattutto a Mezzomonte, dove si riesce ad imporre alle<br />
autor<strong>it</strong>à la necess<strong>it</strong>à di realizzare la strada di collegamento fra il comune pedemontano e<br />
la frazione, collocata sol<strong>it</strong>aria a metà del pendio per il bosco del Cansiglio. 1555<br />
A fine ottobre l’attenzione si sposta sulle prossime elezioni amministrative che si<br />
svolgeranno nei mandamenti della montagna. Le elezioni sono state r<strong>it</strong>ardate, ma non<br />
all’inverno come richiesto: esse si tengono l’8 novembre, ancora durante la stagione<br />
migratoria. I candidati socialisti sono: il consigliere uscente dott. Ernesto Piemonte nel<br />
mandamento di Ampezzo; Antonio Barbacetto, l’avv. Riccardo Spinotti, l’uscente geom.<br />
Severino Somma ed il geom. V<strong>it</strong>torio Cella a Tolmezzo; Giacinto Barbarino a Moggio;<br />
l’avv. Giovanni Cosattini, il rag. Giacomo D’Andrea ed il farmacista Gio. Maria Zannier a<br />
Spilimbergo ed infine l’avv. Enrico Fornasotto ed Arturo Battistioli a Sacile. 1556<br />
Ad Aviano invece i socialisti non presentano i loro candidati, scegliendo di<br />
appoggiare i radicali Policreti e Cristofori. Domenica 25 ottobre Ellero tiene una<br />
conferenza agli operai di Montereale (cioè proprio nel mandamento dove si appoggiano i<br />
due consiglieri radicali uscenti) sul tema “Elezioni amministrative”. L’oratore trovò vari<br />
argomenti per dimostrare l’importanza del concorso alle urne ed alla scelta di uomini adatti<br />
ai tempi in cui andiamo, e non occorrerebbe aggiungere che da numeroso pubblico, venuto<br />
anche dalle frazioni, riscosse, come sempre ripetuti e ben mer<strong>it</strong>ati applausi. Un<br />
contradd<strong>it</strong>tore, rappresentante della consorteria di governo locale, viene prima z<strong>it</strong>t<strong>it</strong>o e<br />
poi espulso dalla sala. 1557<br />
A Sacile, per le elezioni provinciali, si annunciano le candidature degli uscenti:<br />
ing. Granzotto clerico-ateo-moderato e il cav. Lacchin radicale. Un dolce connubio di tutte le<br />
forze borghesi dei luoghi. Noi porteremo due nostri candidati e lotteremo da soli contro<br />
tutti. Quanto alle candidature socialiste, si sottolinea quella del tipografo Battistioli. E’ la<br />
prima volta che un operaio autentico scende in campo nelle competizioni pol<strong>it</strong>iche nei<br />
nostri paesi e perciò detta indicazione produsse presso gli avversari una quant<strong>it</strong>à di cr<strong>it</strong>iche<br />
e di commenti. E si capisce. Sembra impossibile che un umile lavoratore possa aspirare ad<br />
occupare un posto che sinora fu creduto feudo di accademici e di ricchi. Il fatto cost<strong>it</strong>uisce<br />
una vera rivoluzione… nel modo di concepire la v<strong>it</strong>a dei nostri uomini dell’ordine. Gli operai<br />
e i contadini però devono andare ben lieti della scelta, dapoiché vedono avverarsi il grande<br />
ideale, che tutti gli uomini sono eguali e che anche un lavoratore quando ha ingegno e<br />
dign<strong>it</strong>à può e anzi deve rappresentare la maggioranza cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a appunto di lavoratori. Un<br />
passo alla volta si progredisce. L’operaio Battistioli che sempre mil<strong>it</strong>ò nelle nostre file, se<br />
eletto, saprà degnamente tenere il suo posto. A sostegno delle candidature socialiste,<br />
domenica 1 novembre parla Giuseppe Ellero alle 9 a Sarone, alle 10 a Cavolano, alle<br />
11.30 a San Giovanni di Polcenigo e nel pomeriggio a Budoia ed a Dardago. La settimana<br />
successiva Fornasotto, Battistioli ed Ellero parlano in numerose local<strong>it</strong>à del<br />
mandamento. A Polcenigo il comizio non può aver luogo perché i clericali suonano a<br />
stormo le campane e mandano un nugolo di bambini ad urlare e fischiare. Per il<br />
1554 LF, n. 538 del 2 gennaio 1915, pag. 1, Chi ha fall<strong>it</strong>o? Chi è morto?<br />
1555 LF, n. 525 del 3 ottobre 1914, pag. 1, lettera firmata Avv. G. Ellero. Da questo numero Il Lavoratore Friulano<br />
riprende le pubblicazioni di sabato. L’argomentazione è ripresa in una seconda lettera su: LF, n. 527 del 17<br />
ottobre 1914, pag. 4, Chi è che sguscia?<br />
1556 LF, nn. 529 del 31 ottobre 1914, pag. 1, La lotta elettorale nella montagna Friulana e 530 del 7<br />
novembre 1914, pag. 1, Elettori, tutti alle urne! e SPILIMBERGO. Nel prospetto relativo al mandamento di<br />
Sacile viene indicato erroneamente Sacile-Aviano, unendo due mandamenti distinti.<br />
1557 P, n. 263 di giovedì 5 novembre 1914, pag. 1, da Aviano. ELEZIONI PROVINCIALI; LF, n. 529 del 31<br />
ottobre 1914, pag. 4, MONTEREALE CELLINA. Conferenza.<br />
451
Consiglio Comunale di Sacile viene presentata una lista socialista di minoranza,<br />
composta da: Daniele Costacurta, contadino, Luigi di Pietro Pegolo, operaio, Pietro De<br />
Martini, commerciante ed Enrico Fornasotto, operaio. 1558<br />
A Polcenigo si mobil<strong>it</strong>ano gli emigranti per scacciare l’amministrazione clericale<br />
che fece più corbellerie di Brighella. I forti emigranti sapranno spazzare dal Municipio tutti<br />
gli inetti e gli schiavi della canonica. Si spera inoltre nella rivinc<strong>it</strong>a a Budoia e nel<br />
consolidamento del v<strong>it</strong>torioso risultato pol<strong>it</strong>ico del 1913 a Brugnera, soprattutto grazie al<br />
voto della frazione di Maron. 1559<br />
A Pordenone la vigilia elettorale passa nel quietismo più assoluto. La massa<br />
operaia sembra colp<strong>it</strong>a d’anemia non solo alla borsa, ma altresì nello spir<strong>it</strong>o. Ogni<br />
combattiv<strong>it</strong>à pare assop<strong>it</strong>a. Troppo si dimentica che la redenzione del proletariato non può<br />
dipendere che dal proletariato stesso. Per la lega nessun amore, per il circolo nessuna<br />
affezione. Si annuncia nel frattempo per l’11 sera una conferenza del deputato belga<br />
Lorand sulle condizioni del Belgio e sul dir<strong>it</strong>to internazionale. 1560<br />
Ai primi di novembre si riunisce presso la Camera del Lavoro il circolo socialista<br />
di Udine: fra i circa trenta partecipanti si confrontano tre posizioni. La prima, proposta<br />
da Buona(…) sembra non volersi opporre alle azioni difensive dell’eserc<strong>it</strong>o <strong>it</strong>aliano sulla<br />
base del principio della difesa della patria e non ottiene la maggioranza; similmente non<br />
la raggiunge quella di Parodi ed Angeletti che propone la neutral<strong>it</strong>à relativa; viene infine<br />
approvato con 17 voti l’ordine del giorno di Tassinari e Torossi per la neutral<strong>it</strong>à assoluta<br />
col quale si giudica la guerra all’Austria una guerra d’aggressione. 1561<br />
I radicali sono praticamente assenti con loro candidature nell’alto Friuli, dove<br />
corrono a sinistra i soli socialisti; ciò nonostante le cr<strong>it</strong>iche radicali si concentrano<br />
proprio sui due consiglieri uscenti socialisti in lizza (Cosattini e Piemonte). Se nei<br />
confronti di Piemonte si rispolverano le accuse nei confronti della sua gestione del<br />
Segretariato dell’Emigrazione (che è stata il fulcro dell’azione dei socialisti friulani),<br />
contro Cosattini si usano altre argomentazioni: in particolare la presunta mancanza di<br />
coerenza fra un riformismo patriottardo usato in certe circostanze e la solidarietà con la<br />
linea rivoluzionaria e pacifista del part<strong>it</strong>o. Non solo: nonostante il rivendicato<br />
boicottaggio radicale dell’anno prima sulla sua candidatura alle elezioni pol<strong>it</strong>iche, il<br />
Cosattini che è intransigente ad Udine non disprezza quest’anno l’alleanza con parte<br />
della democrazia spilimberghese, rappresentata dal candidato D’Andrea e già legata<br />
(tram<strong>it</strong>e l’esponente della mutual<strong>it</strong>à spilimberghese cav. Concari) in qualche modo al<br />
democratico cristiano Ciriani. 1562<br />
Riemerge il contrasto che fin dal 1909 contrappone nell’area spilimberghese e<br />
maniaghese socialisti e radicali e che, prima che altrove in Friuli, ha portato i due part<strong>it</strong>i<br />
alla concorrenza elettorale, frammista alle contese udinesi (non dimentichiamo la<br />
presenza proprio qui, fra gli altri, di Cosattini e di Pecile) e complicata dalla presenza<br />
della candidatura Ciriani nel 1913, non a caso v<strong>it</strong>toriosa proprio grazie a questa<br />
contraddizione. Ma non sono solo vecchie polemiche relative alla conquista dell’egemonia<br />
sulle società operaie e sul voto degli emigranti (che hanno più spesso spaccato i radicali<br />
che i socialisti, come ha dimostrato negli anni precedenti l’attacco elettorale portato<br />
proprio da Concari al sindaco radicalsocialista Scatton a Pinzano): si tratta di una cr<strong>it</strong>ica<br />
scandalistica ed acrimoniosa, che dimostra come per gli ex alleati il Psi sia ormai<br />
l’avversario principale, e quindi siano insopportabili quelle alleanze elettorali che ancora<br />
vengono stipulate, come in questo caso. Non a caso un tale tipo di attacco rancoroso e<br />
vendicativo viene portato avanti sulle pagine di un giornale diretto ora non da un<br />
dirigente storico della democrazia udinese, ma da un ex socialista passato per la scuola<br />
dell’organo di stampa schierato più a destra nel panorama pol<strong>it</strong>ico provinciale. Percorso<br />
simile a quello che sta compiendo a Pordenone Piero Pisenti, passato dal sodalizio<br />
professionale nello studio di Guido Rosso a Il Tagliamento, accompagnato da un<br />
andirivieni nel radicalismo c<strong>it</strong>tadino 1563: veramente la campagna guerrafondaia<br />
rappresenta qualcosa di profondo che sta avvenendo nelle viscere della società e della<br />
1558 LF, n. 529 del 31 ottobre 1914, pag. 4, SACILE.<br />
1559 LF, n. 529 del 31 ottobre 1914, pag. 4, POLCENIGO, BUDOIA, BRUGNERA.<br />
1560 LF, n. 530 del 7 novembre 1914, pag. 4, Quietismo e Conferenza Lorand.<br />
1561 P, n. 261 di martedì 3 novembre 1914, pag. 2, I socialisti udinesi per la neutral<strong>it</strong>à assoluta.<br />
1562 P, n. 264 di venerdì 6 novembre 1914, pag. 2, Cronaca C<strong>it</strong>tadina. A propos<strong>it</strong>o di elezioni provinciali.<br />
Due edificanti candidature. Cfr. il testo in appendice.<br />
1563 L’avv. P. Pisenti entrò, mi pare, nel marzo del 14 nel mio studio come praticante con partecipazione<br />
agli utili. Vi rimasefino, salvo errore, alla fine del 16 quando fu chiamato alle armi. In segu<strong>it</strong>o alla<br />
invasione del 17 abbandonai lo studio. I rapporti patrimoniali col P. furono liquidati a mezzo del defunto<br />
Dott. Guarnieri. Venuta la liberazione 1918 r<strong>it</strong>ornai in sede e l’avv. Pisenti aperse studio.APR, busta<br />
Pisenti avv. Piero, minuta della lettera di risposta al presidente dell’Ordine degli avvocati, Zoratti, senza data,<br />
ma successiva al 7 agosto 1946.<br />
452
pol<strong>it</strong>ica e che non fa presagire niente di buono per il futuro. Soprattutto per gli odiati<br />
socialisti.<br />
Il giorno dopo Il Paese, in polemica con Il Lavoratore Friulano (che ormai viene<br />
annoverato fra i libelli ricattatori) riprende le accuse, circostanziandole ulteriormente.<br />
Nega che Piemonte abbia dato le dimissioni, poi respinte, dal Segretariato<br />
dell’Emigrazione. Ed accusa Cosattini di incoerenza: alla presenza dell’articolista (che<br />
accusa perfino i socialisti di fare un giornale tutto anonimo, anche se pure lui non firma<br />
i suoi articoli) e del candidato radicale rag. D’Andrea avrebbe asser<strong>it</strong>o di non essere<br />
socialista e neanche iscr<strong>it</strong>to al part<strong>it</strong>o. Quanto al banchetto di Navarons, si c<strong>it</strong>a Romeo<br />
Battistig, il quale confermò che nel suo discorso il sig. avv. Cosattini disse che se l’Italia<br />
avesse dichiarata guerra all’Austria per liberare Trento e Trieste egli avrebbe indossato la<br />
camicia rossa. Un altro testimone, l’anziano dott. Marzuttini, ricorda che – trascinato dalla<br />
foga della sua ben vaga eloquenza – il sig. avv. Cosattini aveva detto, rivolto ai reduci: “Voi<br />
vecchi avete fatto l’Italia, tocca a noi giovani completarla”. Conclude inequivocabilmente<br />
l’organo radicale: Come già abbiamo combattuto perché il sig. avv. Cosattini non diventasse<br />
deputato e rimanesse sotto lo scorno d’una scarsissima votazione, e come abbiamo lottato<br />
perché il sig. dott. Piemonte non continuasse ad avere lo stipendio anche con i quattrini<br />
dello stato, così oggi facciamo il possibile perch’essi non rientrino al Consiglio<br />
Provinciale. 1564<br />
Nel mandamento di Aviano vengono rieletti con voto plebisc<strong>it</strong>ario, senza<br />
praticamente concorrenti (ci sono pochi voti dispersi sul nome del socialista Ellero) gli<br />
uscenti consiglieri radicali Carlo Policreti (2252) ed Antonio Cristofori (2210). Il socialista<br />
Ernesto Piemonte viene rieletto ad Ampezzo con 1110 voti, contro gli 886 del dr. Giusto<br />
Bearzi ed a Tolmezzo è eletto l’avv. Spinotti sempre per il Psi, al posto di Severino<br />
Somma. A Sacile, a differenza delle votazioni parziali di due anni prima, questa volta la<br />
rielezione di Granzotto (2710 voti) e di Lacchin (2643) è ostacolata dai molti voti andati ai<br />
candidati socialisti: Enrico Fornasotto con 1742 ed Arturo Battistioli con 1594. 1565<br />
Nel mandamento di Tolmezzo sono eletti tre liberali ed un socialista: Ignazio<br />
Renier 3722, Riccardo Spinotti 3541, Giuseppe Marchi 3390 e Arturo Magrini 3387; non<br />
sono eletti V<strong>it</strong>torio Cella 3342, Antonio Barbacetto 3218, Odorico Da Pozzo 3189 e<br />
Severino Somma 3147. La differenza fra socialisti e liberali è quindi minima (si va dai<br />
3722 ai 3387 degli eletti ai 3342-3147 dei non eletti) ed il risultato socialista è tutt’altro<br />
che un disastro, come sosterranno i radicali, riuscendo a piazzare tutti e quattro i<br />
candidati vicini all’elezione, se non eletti. Proprio il piccolo scarto fra l’ultimo eletto ed il<br />
primo dei non eletti porta alla presentazione di un ricorso, motivato da varie irregolar<strong>it</strong>à<br />
nell’espressione del voto, fra cui la distribuzione della scheda dei quattro candidati<br />
liberali preceduti dalla formula “consigliere provinciale”. Ad Ampezzo è eletto Piemonte<br />
con 1110 voti, segu<strong>it</strong>o dal liberale Rodolfi con 910 voti (non eletto il socialista Barborini<br />
con 557). 1566<br />
I voti per i candidati socialisti nello Spilimberghese sono i seguenti: Cosattini<br />
1779 voti, Zannier 1293 e l’unico eletto D’Andrea, candidato indipendente votato anche<br />
dai democratici, 2279; sono poi eletti nel mandamento Francesco Concari, radicale, con<br />
2779 voti, il conte Mario Ceconi, liberale, con 2915 e Gio. Maria Fabricio, liberale, con<br />
2284, mentre non risultano eletti il liberale, ma seguace di Ciriani, Andrea Collesan<br />
(2034) ed il radicale Lucchini (1686). Nel mandamento sono quindi presenti alleanze<br />
trasversali e trasformismi che complicano la lettura degli schieramenti pol<strong>it</strong>ici. I socialisti<br />
sono esclusi dalla rappresentanza pol<strong>it</strong>ica, eleggendo un candidato come D’Andrea vicino<br />
ai radicali (che per favorirlo hanno presentato solo due candidature, facendo poi<br />
convergere il loro terzo voto su di lui); il democratico-cristiano Ciriani, che già l’anno<br />
precedente si è fatto eleggere pescando a piene mani nell’elettorato moderato (in funzione<br />
antisocialista) ed in quello radicale con una campagna elettorale intelligentemente<br />
1564 P, n. 265 di sabato 7 novembre 1914, pag. 2, Cronaca C<strong>it</strong>tadina. Per chiarire la faccenda…<br />
1565ASU-APU, busta 22, fascicolo 7, 1914, Eleggibil<strong>it</strong>à dei Consiglieri. Ricorsi. Deputazione provinciale di<br />
Udine, prot. nn. 6430 del 10.11.1914, 6464 del 11.11.1914. Busta 23, fascicolo s.n. (7107) Mandamento di<br />
Maniago, 799-853 del 10.2.1915, 6596 del 17.11.1914.<br />
Nelle elezioni amministrative a Sacile dell’11 agosto 1912, effettuate per sost<strong>it</strong>uire il consigliere provinciale<br />
dimissionario Cavarzerani, viene eletto l’ing. Cav. Ugo Granzotto con 1160 voti, mentre ne ricevono 7 l’avv. G.<br />
B. Cavarzerani, 3 l’avvocato Enrico Fornasotto ed 1 altri, fra cui l’ing. Bellav<strong>it</strong>is e Giuseppe Lacchin. Cfr.: ASU-<br />
APU, busta 22, fascicolo 4, 1912, Surroghe, dimissioni, elezioni suppletorie nel mandamento di Sacile,<br />
rimborsi spesa. Deputazione provinciale di Udine, prot. n. 1652 del 23.3.1912 e n. 4811 del 13.8.1912.<br />
1566 ASU-APU, busta 12, fascicolo 1, 1915, Consiglio Provinciale di lunedì 25 gennaio 1915, schemi di delibera<br />
allegati n. 1, Oggetto 1: Ricorso contro le operazioni elettorali nel mandamento di Tolmezzo per la nomina dei<br />
consiglieri provinciali.<br />
453
equilibrata fra l’elemento democratico e quello clericale, sostiene il suo fido braccio<br />
destro Collesan nella lista moderata. 1567<br />
Commenta il quotidiano radicale: Il risultato delle elezioni amministrative di<br />
domenica significa nettamente e precisamente che il Friuli ha ripudiato il verbo onde i<br />
socialisti si son fatti band<strong>it</strong>ori. Il risultato ha penalizzato Cosattini (si gioisce anzi per<br />
l’ennesimo suo insuccesso elettorale) e Somma, mentre è stato eletto a Tolmezzo<br />
Riccardo Spinotti che esprime una posizione diversa da quella neutralista ufficiale del<br />
part<strong>it</strong>o: anzi si riporta una sua dichiarazione che fa intravvedere le posizioni interventiste<br />
che saranno assunte presto dal sindaco del capoluogo carnico. Sempre secondo la cr<strong>it</strong>ica<br />
radicale i socialisti non possono invocare a loro scusante l’assenza degli emigranti, che<br />
sono tutti rientrati per la crisi: ma non si prende atto della grande forza elettorale<br />
espressa dai socialisti, che hanno mancato di poco il risultato (con significative votazioni)<br />
in quasi tutti i mandamenti, primo fra tutti proprio quello carnico, e ad Ampezzo hanno<br />
rieletto nettamente Piemonte. 1568<br />
Da parte socialista, mentre si dedica quasi tutta la prima pagina al t<strong>it</strong>olo Ora e<br />
sempre contro ogni guerra di aggressione! si riflette cr<strong>it</strong>icamente su un risultato elettorale<br />
negativo per il Psi, pesantemente segnato dalla polemica sulla guerra mondiale. Il<br />
bilancio è presto fatto: il compagno G. Cosattini cade a Spilimbergo. Il rag. D’Andrea che lo<br />
sopravvanza ottiene i voti anche dei democratici e non è un socialista iscr<strong>it</strong>to. In Carnia: il<br />
compagno Piemonte – malgrado la ferocia prefettizia – mantiene e migliora la sua posizione;<br />
in contrapposto cade Severino Somma. Lo sost<strong>it</strong>uisce lo Spinotti, ma egli ha, nel<br />
Mandamento di Tolmezzo, una maggior base e più vaste simpatie personali. I borghesi<br />
conservano quindi a pieno le loro posizioni. E’ incontestabile che il nostro part<strong>it</strong>o ne esce<br />
diminu<strong>it</strong>o. Mai lotta elettorale si era presentata per noi in condizioni più favorevoli, mai<br />
avemmo le maggiori probabil<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>toria. Oh! Si certo gli avversari hanno compiuto il loro<br />
massimo sforzo e non ci sorpassano che di pochi voti. La sconf<strong>it</strong>ta è stata non vincere a<br />
Tolmezzo con uno scarto di almeno 500 voti fra i candidati socialisti e gli avversari.<br />
I giornali della Provincia nell’insuccesso di Spilimbergo e di Tolmezzo hanno voluto<br />
vedere la condanna della propaganda che facciamo a favore della neutral<strong>it</strong>à “assoluta”. Col<br />
sol<strong>it</strong>o semplicismo, essi osservano che G. Cosattini e S. Somma sono caduti, mentre il nuovo<br />
riusc<strong>it</strong>o, R. Spinotti, dettava un programma elettorale, per il Comune di Tolmezzo, con<br />
chiarissima intonazione irredentistica. Dunque, si è detto, la vostra neutral<strong>it</strong>à fu<br />
chiaramente condannata nelle urne. L’unico riusc<strong>it</strong>o è per l’intervento. Il popolo è unanime<br />
e vi ha abbandonati. Ma questi non sono i veri motivi della sconf<strong>it</strong>ta, che è più da<br />
attribuire a cause interne al part<strong>it</strong>o. A confronto non ci sono stati neutralisti ed<br />
interventisti, ma socialisti e part<strong>it</strong>i borghesi un<strong>it</strong>i; il programma di Spinotti a Tolmezzo<br />
non era neanche conosciuto negli altri comuni, altrimenti i socialisti si sarebbero rifiutati<br />
di votare integralmente la scheda proletaria. Le elezioni sono state preparate male e la<br />
campagna elettorale gest<strong>it</strong>a peggio. Non si aspetta – o compagni di Spilimbergo – la vigilia<br />
della lotta per proclamare dei candidati che hanno dichiarato in tutti i sensi di non volerne<br />
sapere, e, proclamatili, non si deve r<strong>it</strong>enere esaur<strong>it</strong>o il proprio comp<strong>it</strong>o per aver gridato<br />
parole grosse sui giornali ed aver appiccicato alcuni manifesti sui muri. Ed ecco a Tolmezzo<br />
poi, scesi in lotta, accettata la battaglia, posti in lizza i quattro nostri migliori uomini, non<br />
si diserta il campo, lasciando allo spir<strong>it</strong>o di sacrificio di un solo compagno – e ne sia lode<br />
altissima a Renzo Cristofoli – il grave pondo di pensar tutto, di far tutto. I compagni di<br />
Tolmezzo hanno voluto essere sconf<strong>it</strong>ti. I candidati fuggono, non si lasciano più vedere,<br />
lavorerebbero per gli altri, non per sé stessi. (Nelle nostre file si notano ancora delle<br />
ingenu<strong>it</strong>ˆ di queste specie). Non si tengono riunioni o conferenze di sorta. Si lascia che<br />
l’indifferenza serpeggi nelle anime dei nostri stessi compagni. Si dimentica la forza della<br />
propaganda e le virtù del prosel<strong>it</strong>ismo. Così a Prato Carnico gli anarchici hanno potuto fare,<br />
senza opposizione nostra, uno splendido servizio ai part<strong>it</strong>i conservatori. Così a Ravascletto e<br />
Comeglians si è potuto impunemente far larga distribuzione di un manifesto senza che noi<br />
dessimo spiegazione alcuna dell’addeb<strong>it</strong>o mosso. Così ad Ovaro sabato sera, proletari e<br />
socialisti autentici non conoscevano ancora la lista dei nostri candidati. Così è ancora<br />
possibile a compagni nostri dire: e bene ci rivedremo fra due anni alle elezioni parziali!!<br />
Si tratta di un bilancio onesto, ma disarmato. Se è probabilmente da condividere<br />
il rifiuto di considerare il voto come un referendum fra i socialisti neutralisti e<br />
l’interventismo, la spiegazione basata sulle carenze di attivismo dei compagni risente di<br />
una debolezza intrinseca. In realtà, la spiegazione puramente organizzativa della<br />
sconf<strong>it</strong>ta lascia trasparire la crisi del part<strong>it</strong>o, le lacerazioni prodotte dalla guerra e dal<br />
rientro degli emigranti (che con la loro presenza avrebbero dovuto garantire il trionfo<br />
socialista in Carnia e nello Spilimberghese), il ripiegamento del mondo socialista sulla<br />
1567 LF, n. 531 del 14 novembre 1914, pag. 4, I NOSTRI VOTI. Mandamento di Spilimbergo; P, n. 267 di<br />
martedì 10 novembre 1914, pag. 2, Le elezioni. Non ho trovato la cartella relativa all’elezione spilimberghese<br />
nell’archivio della Provincia, per cui mi sono lim<strong>it</strong>ato alle sole fonti giornalistiche.<br />
1568 P, n. 267 di martedì 10 novembre 1914, pag. 2, Le elezioni provinciali. Brevi constatazioni. Cfr. il testo<br />
in appendice.<br />
454
difensiva in un momento in cui tutto il part<strong>it</strong>o avrebbe dovuto essere proiettato<br />
nell’ag<strong>it</strong>azione fra le masse. La stessa testimonianza del riconoscimento rivolto alla<br />
direzione del part<strong>it</strong>o per aver mantenuto in Friuli, durante la campagna elettorale, tutto<br />
il segretariato pol<strong>it</strong>ico ed i deputati Beghi, Musatti e Todeschini, non fa che aggravare la<br />
valutazione sullo stato del part<strong>it</strong>o. 1569<br />
Al comune di Aviano vince il blocco popolare, con i socialisti che - invece di<br />
presentarsi autonomamente - hanno appoggiato la lista democratica. Il risultato provoca<br />
una polemica da parte della federazione. Alla corrispondenza che afferma che I<br />
conservatori e i clericali sono stati sconf<strong>it</strong>ti nelle elezioni amministrative malgrado<br />
adoperassero ogni arte per vincere (…) Ma gli emigranti e tutti i lavoratori ben compresero il<br />
loro dovere facendo trionfare il fascio popolare, la redazione del settimanale socialista<br />
risponde: Cioè fecero trionfare la borghesia democratica. Invece di esser fr<strong>it</strong>ti nella padella,<br />
saranno cotti arrosto: molto meglio sarebbe se i socialisti di Aviano e del Mandamento<br />
cost<strong>it</strong>uissero la loro sezione e incominciassero le loro lotte, senza far da portacoda a questa<br />
o quella frazione della borghesia! 1570<br />
Nelle elezioni comunali è riusc<strong>it</strong>o completo, ad eccezione di un nome, il blocco<br />
popolare con una lista che comprende le varie gradazioni del part<strong>it</strong>o, non esclusa una<br />
lievissima punterella socialista. Si nota il grande successo del sindaco Francesco<br />
Wassermann, così come la caduta del suo predecessore co. Avv. Giovanni Ferro, ateoclericale<br />
che, durante il suo sindacato, non seppe che addensare sopra di sé, con<br />
l’autocrazia, il nessun tatto e l’inesperienza amministrativa, quella bufera che ieri lo spazzò<br />
inesorabilmente e defin<strong>it</strong>ivamente dalla v<strong>it</strong>a pubblica. 1571<br />
Una settimana dopo il dibatt<strong>it</strong>o continua, con una lettera di un compagno che si<br />
definisce non organizzato né inscr<strong>it</strong>to, ma non per questo meno socialista; e che appunto<br />
perché non organizzato né inscr<strong>it</strong>to può parlare senza sottintesi e senza restrizioni.<br />
L’opinione di questo compagno è che non abbia senso una battaglia su basi intransigenti<br />
quando non vi sia neanche una minima possibil<strong>it</strong>à di riusc<strong>it</strong>a, mentre si rischia invece di<br />
far governare il comune ad una lista completamente clericale. Non è stata certo la lotta<br />
ideale quella che si è combattuta domenica scorsa, ma è stata una lotta reattiva contro chi<br />
voleva spadroneggiare, tiranneggiare, livragare. Basta dare una occhiata all’ultima seduta del<br />
cessato Consiglio, ed osservare un consigliere Ferro che dà voto contrario ad una proposta<br />
della Giunta per un mutuo di favore di L. 179 mila, avente lo scopo di procurare lavoro ai<br />
nostri operai immigrati, basta pensare ad un consigliere Venturelli e ad un consigliere<br />
Zoratti che pietosamente, in privato, dichiarano di aver dato voto favorevole alla proposta<br />
solo in vista delle imminenti elezioni e per timore delle leg<strong>it</strong>time rappresaglie degli operai,<br />
basta ricordare il voto sull’autonomia scolastica, col quale i consiglieri clericali calpestarono<br />
ogni buona norma per farsi solo paladini del prete; basta volgere il pensiero ai temporalisti<br />
Zoratti, Venturelli e soci, per giustificare l’opera dei compagni di Aviano, i quali, allo scopo<br />
di ev<strong>it</strong>are il deprecato trionfo di tal gente, strinsero alleanza coi democratici. (…) Nella lista<br />
trionfante vi sono tutte le gradazioni, è vero, della democrazia da cui non bisogna molto<br />
aspettarsi, ma nel Consiglio comunale hanno fatto, per la prima volta, capolino due autentici<br />
compagni. E colla v<strong>it</strong>toria della democrazia sulla più nera reazione, questo è, per intanto, il<br />
nostro vanto e il nostro orgoglio. La v<strong>it</strong>toria porta all’elezione di due consiglieri socialisti,<br />
uno dei quali è Carlo Basso di Giais e l’altro dovrebbe essere Giuseppe Pegorer.<br />
La redazione conferma la propria opinione, dopo aver ammesso di non conoscere<br />
la s<strong>it</strong>uazione locale. Ma per noi è jattura ben più grave constatare che nel Mandamento di<br />
Aviano – il più maturo al socialismo fra i tre che compongono il Collegio di Pordenone – gli<br />
abbonati al giornale si contano sulle d<strong>it</strong>a, che non vi è una ombra di Sezione del Part<strong>it</strong>o,<br />
mentre è sorta in un ambiente assai più difficile come è quello del Mandamento di Sacile.<br />
L’equivoco democratico avvince i socialisti e li lega al carro della borghesia collo<br />
spauracchio clericale. Perciò non osano differenziarsi, organizzarsi, lottare per la loro<br />
causa e, come l’autore della corrispondenza, preferiscono appartarsi e restar sol<strong>it</strong>ari.<br />
All’equivoco democratico si lascia il passo in Comune, e, come non bastasse, si permette<br />
che senza contrasto rappresenti il Mandamento nella Provincia. Ma questa democrazia che<br />
civetta col socialismo ad Aviano giunta ad Udine diventa pezzo forte del girardinismo,<br />
espressione la più fegatosa dell’antisocialismo in Friuli, e connivente e supina si presta<br />
alla guerra ignominiosa contro il Segretariato dell’Emigrazione. Socialisti del<br />
Mandamento di Aviano altra è la vostra via! 1572<br />
La resa dei conti avviene però rapidamente. Appena ci si trova di fronte alla<br />
questione del sussidio ai cappellani, i nuovi amministratori approvano una delibera che<br />
conferma imbellettandole le scelte della Giunta precedente (prelevando i fondi dal<br />
1569 LF, n. 531 del 14 novembre 1914, pag. 1, La nostra sconf<strong>it</strong>ta.<br />
1570 P, n. 267 di martedì 10 novembre 1914, pag. 1, L’es<strong>it</strong>o delle elezioni provinciali e comunali (cfr. l’elenco<br />
degli eletti in appendice); LF, n. 531 del 14 novembre 1914, pag. 4, AVIANO. La battaglia elettorale.<br />
1571 P, n. 268 di mercoledì 11 novembre 1914, pag. 1, da Aviano. Elezioni amministrative. Abbiamo vinto!<br />
1572 LF, n. 532 del 21 novembre 1914, pag. 3, AVIANO. Per la ver<strong>it</strong>à, articolo firmato Un socialista<br />
indipendente e N.d.R.<br />
455
cap<strong>it</strong>olo di bilancio dedicato alla custodia dei cim<strong>it</strong>eri) ed i due socialisti si trovano soli a<br />
votare contro i radicali un<strong>it</strong>i ai vecchi amministratori. Così è dimostrato che aveva ragione<br />
la redazione del giornale quando metteva in dubbio la consistenza radicale della lotta<br />
v<strong>it</strong>toriosa nelle elezioni. I socialisti rimarranno ugualmente al loro posto in difesa degli<br />
interessi proletari ma cominciano a cadere le bende degli occhi. La rottura appare sub<strong>it</strong>o<br />
netta ed infatti sedici consiglieri comunali, compresi parecchi popolari, presentano una<br />
istanza di protesta contro le dichiarazioni dei consiglieri Basso, Pegorer e Marchi. 1573<br />
Quanto al mandamento di Sacile, vincono i part<strong>it</strong>i borghesi alleati, in uno<br />
schieramento fortemente dominato dai clericali. I socialisti ottengono comunque uno<br />
splendido risultato, con 1700 voti contro 2700 degli avversari. Quando si pensi che noi<br />
eravamo soli contro tutti gli altri part<strong>it</strong>i coalizzati, si può dire che il nostro è il part<strong>it</strong>o più<br />
forte di tutti. Si distinsero per votazioni plebisc<strong>it</strong>arie sui nomi nostri Stevenà, Coltura e<br />
Dardago. Ma chi segnò la maggior vergogna fu – come sempre – Sacile. Qui la classe operaia<br />
si asservì ai preti e ai padroni vilmente, senza vergogna. Gli operai di Sacile sono, poche<br />
eccezioni fatte, dei trad<strong>it</strong>ori e dei venduti. Vergogna a loro! Questo orientamento clericale<br />
degli operai sacilesi provoca per protesta le dimissioni di De Martini e Fornasotto da<br />
membri dell’ospedale e del Monte di Pietà, così come di Fornasotto da presidente della<br />
Società per l’insegnamento popolare. 1574<br />
Se queste corrispondenze da Sacile risentono più della rabbia dei compagni della<br />
c<strong>it</strong>tadina, quella contemporanea da Pordenone tende a storicizzare ed a valutare con<br />
maggiore ottimismo un risultato fino a poco tempo prima insperato. Domenica ebbero<br />
luogo le elezioni provinciali nel Mandamento di Sacile una volta la rocca impenetrabile alle<br />
idee nuove. Fino a qualche anno fa il socialismo poteva contare su appena cento voti e<br />
sarebbe stato temerario tentare una lotta. Questa volta il part<strong>it</strong>o ha deciso di compiere la<br />
prima affermazione combattendo sui nomi dell’avv. Fornasotto e del tipografo Battistioli. La<br />
battaglia fu interessante e non priva di significazione. I candidati fecero una buona<br />
propaganda per tutto il mandamento coadiuvati dal compagno Ellero e seppero ag<strong>it</strong>are<br />
egregiamente la bandiera del socialismo susc<strong>it</strong>ando buone energie. Dei mille voti di<br />
maggioranza dei clerico-moderati, settecento sono venuti da Sacile: in tutti gli altri<br />
comuni i socialisti perdono per pochi voti. Ciò vuol dire che il socialismo penetra nella<br />
campagna, si diffonde e si afferma prodigiosamente. 1575<br />
Durante la campagna elettorale i due candidati socialisti presentano per primi la<br />
proposta della bonifica dei Camolli, che diventa rapidamente l’emergenza nell’agenda<br />
pol<strong>it</strong>ica (e sarà, nel dopoguerra, il centro dell’iniziativa pol<strong>it</strong>ica ed amministrativa<br />
socialista nei comuni della zona). Nella recente lotta amministrativa provinciale i nostri<br />
candidati avevano ag<strong>it</strong>ato la questione secolare della bonifica dei Camolli. Essi fecero<br />
presente agli elettori la noncuranza dei passati consiglieri provinciali e del deputato in<br />
mer<strong>it</strong>o all’importante problema della bonifica di tanta terra ottima. Si tratta più che d’ogni<br />
cosa di costruire delle strade e pochi canali di scarico d’acqua. Le proposte dei nostri<br />
candidati vennero accettate con favore da tutto il Mandamento. I nostri avversari ateoclerico-massoni-radico-forcaioli<br />
se ne accorsero e ora col concorso dei loro amici “della<br />
mastella” stanno facendo studi in propos<strong>it</strong>o. Benissimo! Almeno una ne facessero! A noi<br />
poco importa che l’onore spetti a loro: ci basta che facciano nell’interesse dei lavoratori una<br />
così benefica riforma. 1576<br />
A Budoia i due socialisti Scussat e A. Carlon, presidente del Circolo sociale,<br />
ottengono un buon risultato pur non essendo eletti, nonostante ambedue non abbiano<br />
potuto dedicare il loro tempo alla giornata elettorale, l’uno perché impegnato tutto il<br />
giorno nel suo laboratorio, l’altro perché colp<strong>it</strong>o dalla morte della madre. Tuttavia l’anno<br />
dopo una lettera di Scussat fa pensare ad una sua avvenuta elezione. In una lettera<br />
aperta all’ex sindaco, egli ricorda che quando in Consiglio proposi la lic<strong>it</strong>azione privata con<br />
la neo Cooperativa di lavoro del Comune, (il signor Patrizio, ex sindaco) mi rispose che<br />
gl’impresari poi non sono tanto incoscienti nello sfruttare gli operai ed il lavoro e troppo<br />
pensava per la disoccupazione quando parlava di acquedotto mentre non punto se ne<br />
preoccupava quando si parlava del ponte sull’Artugna e d’allargamenti stradali. 1577<br />
Domenica 22 novembre si vota per il comune di Montereale Cellina. Otto<br />
consiglieri sono riconfermati ed undici sono nuovi. Alla carica di Sindaco venne nominato<br />
il signor Degan Vincenzo, degna ed onesta persona. A reggere poi le cariche di assessori<br />
effettivi riuscirono eletti i signori: Tonon, Toffoli, De Pol e Zanerio; mentre ad assessori a<br />
scartamento ridotto riuscirono: Cossutta e Roveredo. Un vero minestrone. Il corrispondente<br />
1573 LF, nn. 538 del 2 gennaio 1915, pagg. 2 e 3, AVIANO, articolo firmato Svegliarino LF, n. 539 del 9 gennaio<br />
1915, pag. 2, AVIANO. Altri fasti della democrazia.<br />
1574 LF, n. 532 del 21 novembre 1914, pag. 4, SACILE. L’es<strong>it</strong>o delle elezioni e Dimissioni.<br />
1575 LF, n. 532 del 21 novembre 1914, pag. 2, PORDENONE. Socialismo nella campagna.<br />
1576 LF, n. 541 del 23 gennaio 1915, pag. 4, SACILE. Gli avversari ci rubano il programma.<br />
1577 LF, nn. 532 del 21 novembre 1914, pagg. 2 e 3, BUDOIA. Lutto ed Elezioni e 542 del 30 gennaio 1915,<br />
pag. 4, BUDOJA. Lettera aperta all’ex sindaco e C.<br />
456
socialista si augura che i nuovi amministratori (fra i quali il sindaco, omonimo del<br />
dirigente socialista pordenonese) siano energici, privi di campanilismo e soprattutto di<br />
clericalismo. La nuova amministrazione pone fine ad un quinquennio di governo clericale<br />
e viene non a caso vista pos<strong>it</strong>ivamente dai socialisti. 1578<br />
A Polcenigo dopo le elezioni è difficile cost<strong>it</strong>uire l’amministrazione, perché contro<br />
Cosmo si scatena l’ostruzionismo dei consiglieri clericali di San Giovanni, cui purtroppo<br />
si aggiungono due consiglieri di minoranza, simpatizzanti socialisti, che temono le ire<br />
della folla sobillata dai clericali. 1579<br />
Ma è soprattutto a Caneva che il Psi ottiene il risultato più grande, conquistando<br />
tutti e venti i seggi dell’Amministrazione Comunale.<br />
4.4.22 - Caneva: i socialisti conquistano il<br />
comune per assicurare la condotta medica piena.<br />
Caneva, 5821 ab<strong>it</strong>anti nel 1901, è il più orientale dei comuni pedemontani del<br />
Sacilese, collocato fra il capoluogo del mandamento ed il soprastante altopiano del<br />
Cansiglio, al confine con il Bellunese ed il Trevigiano. 1580 La prima notizia sulla presenza<br />
socialista nel comune è del gennaio 1909, e si riferisce alla frazione di Sarone, dove si<br />
organizzano i lavoratori edili. La consistenza dell’adesione è diversamente valutata in due<br />
successive corrispondenze comparse su Il Lavoratore Friulano. Più di cento muratori si<br />
raccolsero domenica in adunanza per fondare una lega di miglioramento. Alcuni operai della<br />
lega di Pordenone spiegarono agli intervenuti gli scopi della lega e gli articoli dello statuto.<br />
La lega si è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a e si spera bene. Le nuove idee si fanno strada, spunta la bell’alba delle<br />
sante ideal<strong>it</strong>à moderne anche dietro le nostre montagne e già il suo chiarore comincia a<br />
portare un po’ di luce sulle nostre case e nei nostri cervelli. Una cinquantina di uomini di<br />
buon senso, cui son noti i dolori del proletariato per la dura esperienza e la tirannia<br />
cap<strong>it</strong>alistica, si sono stretti in lega, certi che le forze sparse e divise sono degli zeri in una<br />
battaglia, e che l’unione in fascio cost<strong>it</strong>uisce una risultante formidabile da opporre alle<br />
insidie ed agli assalti della vecchia lupa. Fra i primi aderenti si segnalano Luigi Baseotto,<br />
Giovanni Foner, Giuseppe Tonon ed Antonio Ceschiat. 1581<br />
Va notata la coincidenza fra l’apparire dei socialisti a Sarone e quella quasi<br />
contemporanea a Sacile: lo stesso stile letterario delle corrispondenze lascia pensare che<br />
siano state redatte dai compagni del confinante centro maggiore. In ogni caso<br />
l’organizzazione socialista sorge su una larga base di consenso, dovuta - come in altri<br />
1578 LF, n. 533 di sabato 29 novembre 1914 (ma è un errore: si tratta di sabato 28 novembre), pag. 4,<br />
MONTEREALE CELLINA. La caccia alle cariche comunali.<br />
Degan sarà sindaco fino al 28 maggio 1919; successivamente il comune sarà commissariato: il commissario<br />
Federico Tonon fa la sua prima delibera il 27 luglio 1919. Sarà lui ad essere eletto sindaco: la sua Giunta si<br />
riunirà il 14 novembre 1920 e fino al 26 luglio 1923, dopo di che subentrerà il 6 settembre il commissario<br />
prefettizio avv. Luigi Pascoli. La Giunta eletta nel 1925 inizia a riunirsi il 25 gennaio, presieduta dal sindaco co.<br />
Mario Cigolotti fu Caterino (figlio dell’ex sindaco clericale). Il 22 marzo 1927 il sindaco cessante co. Mario<br />
Cigolotti passa le consegne al podestà dott. Ugo Cibischino di Eliseo, nominato con Decreto ministeriale del 19<br />
marzo 1927. Il 13 agosto 1929 il prefetto nomina commissario Degan Vincenzo fu Giacomo al posto del podestà<br />
Cividino (sic), non avendo potuto ottemperare all'obbligo di fissare la sua residenza nel Comune. Il 7<br />
settembre 1932 avviene il passaggio di consegne fra il podestà Vincenzo Degan ed il commissario prefettizio<br />
Giuseppe Malattia della Vallata, nominato con decreto prefettizio n. 4519/Gabinetto del 29 agosto 1932. Il 7<br />
settembre 1936 Giuseppe Malattia della Vallata, nel frattempo nominato podestà, cede la carica al geom.<br />
V<strong>it</strong>torio Degan, nominato con Regio Decreto del 14 agosto 1936. V<strong>it</strong>torio Degan, richiamato alle armi, cede i<br />
suoi poteri al commissario prefettizio Ettore Fignon, delegato podestarile, il 13 maggio 1941. Cfr.: ACM,<br />
Registro 4 I - Deliberazioni delle Giunta municipale dal 7 gennaio 1917 al 2 luglio 1922; Registro 5 I -<br />
Deliberazioni prese dalla Giunta municipale dal 23 luglio 1922 al 1 maggio 1927, foglio 16 e segg.; b. 9 -<br />
Verbali di consegna - Passaggi d'Amministrazione, verbale di consegna del 22 marzo 1927; lettera Prefettura di<br />
Udine prot. n. 3038/Gabinetto del 13 agosto 1929 ed allegati; verbale di passaggio dell'Amministrazione<br />
Comunale al commissario prefettizio del 7 settembre 1932; verbale di passaggio dell'Amministrazione<br />
Comunale del 7 settembre 1936; verbale di consegna del 13 maggio 1941. Si noti la sequenza in cui si<br />
alternano amministratori comunali e loro discendenti che hanno precedentemente impersonato le diverse<br />
anime della v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica locale, in campo democratico (e socialista) o clericale.<br />
Nonostante l’omonimia, non sembrano esserci legami parentali fra il sindaco eletto nel 1914 a Montereale ed il<br />
consigliere comunale socialista pordenonese. Un altro Degan di Montereale, Angelo (bracciante nato il 16<br />
novembre 1865) sarà persegu<strong>it</strong>ato dal regime: condannato nel maggio 1927 a venti giorni di carcere per offese<br />
al capo del governo; arrestato (ma assolto) nel dicembre 1927 per il canto di Bandiera Rossa; diffidato nel<br />
settembre 1938. L’anziano antifascista sarà radiato dal Casellario pol<strong>it</strong>ico centrale nel 1942 per l’età avanzata.<br />
Cfr.: DAL PONT, Adriano, CAROLINI, Simonetta, MARTUCCI, Luciana, PIANA, Cristina, RICCO’, Liliana, c<strong>it</strong>.<br />
1579 LF, n. 535 del 12 dicembre 1914, pag. 2, POLCENIGO. Cercando il Sindaco e 536 del 19 dicembre 1914,<br />
pag. 2, S. GIOVANNI DI POLCENIGO, Debolezza.<br />
1580 ANTONINI, Giuseppe, FRATINI, Fortunato e PITOTTI, Giuseppe, L’alcoolismo in Friuli, c<strong>it</strong>., pag. 75.<br />
1581 LF, nn. 224 del 30 gennaio 1909, Pordenone socialista, Sarone e 225 del 6 febbraio 1909, SARONE DI<br />
SACILE, Primi palp<strong>it</strong>i e SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE.<br />
457
paesi della montagna friulana - alla consistenza del contingente di operai emigranti a<br />
Sarone, che viene defin<strong>it</strong>a con autoironia terra di eretici emigranti, di lue socialista infetti.<br />
Dopo la v<strong>it</strong>toria elettorale dell’on. Chiaradia un sacerdote sacilese suo sosten<strong>it</strong>ore si reca,<br />
insieme ad un gruppo di seguaci, a Sarone per fare propaganda contro i socialisti: il<br />
gruppo viene cacciato dal paese dopo una violenta rissa, in cui i clericali non subiscono<br />
peggiori conseguenze solo per l’intervento della forza pubblica che li ha scortati fin<br />
dall’inizio. 1582<br />
Ma due anni prima, il 28 febbraio 1907 si era già tenuta una conferenza<br />
organizzata dal Segretariato dell’Emigrazione di Udine a Stevenà, con relatore quel Guido<br />
Buggelli che da socialista era poi diventato l’interventista direttore de Il Paese. 1583<br />
Mercoledì 22 dicembre 1909 parla a Sarone per il Segretariato dell’Emigrazione -<br />
al posto di Ernesto Piemonte - l’organizzatore dei fornaciai Augusto Vuattolo. La<br />
conferenza piacque perché tenuta da un modesto operaio che ha vissuto la v<strong>it</strong>a degli<br />
emigranti e che di essi ha provato i molti dolori e le poche gioie; piacque perché piana e<br />
semplice, e perché servì mirabilmente ad esporre e far conoscere l’opera varia, complessa e<br />
moltiforme dell’Ist<strong>it</strong>uto nostro. Perciò molti espressero il desiderio di cost<strong>it</strong>uire a Sarone la<br />
Sezione del Segretariato e certamente sarebbe ora che nei distretti di Sacile e Pordenone<br />
sorgessero f<strong>it</strong>te le sezioni che ormai esistono in tutti o quasi i comuni dello Spilimberghese<br />
e della Carnia. Diventa corrispondente del Segretariato dal paese Grazioli Agr.<br />
Napoleone. 1584<br />
Nel febbraio 1910 si annuncia che verrà presentata alla Giunta comunale di<br />
Caneva una petizione di 153 elettori di Sarone (gli ab<strong>it</strong>anti sono 2200) che richiedono il<br />
voto separato per l’elezione dei consiglieri di quella frazione. La richiesta di autonomia<br />
elettorale viene presentata come una diretta conseguenza della già quasi totale<br />
autonomia nella gestione della frazione, che ha un proprio bilancio separato e nulla ha di<br />
Comune col fin<strong>it</strong>imo Caneva per quanto riguarda i proprii interessi. Essa frazione provvede<br />
da sola e cogli intro<strong>it</strong>i del proprio bilancio allo stipendio del Medico, della Levatrice, del<br />
Corpo insegnante (4 maestri), della guardia per la sorveglianza del patrimonio Comunale, in<br />
una parola nella sua compagine può dirsi un piccolo Comune autonomo. Parallelamente a<br />
questa petizione si presenta domanda ai sensi della legge 28 dicembre 1902, che prevede<br />
che - nei paesi e distretti ove vi siano una emigrazione temporanea notevole e costante -<br />
il voto amministrativo possa essere posticipato fino alla fine di dicembre dalla Giunta<br />
provinciale amministrativa, su istanza di un comune o della maggioranza degli elettori.<br />
Si fa quindi voto che il comune capoluogo, Sacile, faccia istanza per ottenere questo<br />
provvedimento per tutti o la maggioranza dei comuni del distretto. La questione verrà<br />
messa all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Sacile nell’estate dell’anno<br />
successivo, dopo la deliberazione favorevole dei comuni di Caneva e di Budoia. 1585<br />
Dopo mesi di ag<strong>it</strong>azione a Caneva e soprattutto a Stevenà per i problemi della<br />
condotta libera sostenuta dall’on. Chiaradia, i socialisti organizzano domenica 26 giugno<br />
1914 un comizio pubblico con Fornasotto ed Ellero, cui inv<strong>it</strong>ano a partecipare in<br />
contradd<strong>it</strong>torio il deputato locale per fargli ripetere le accuse rivolte loro di “ciarlatani da<br />
piazza”; ma Chiaradia è in g<strong>it</strong>a sul Cansiglio. 1586<br />
Sindaco a partire dal 30 ottobre 1910 è il dottor Gaetano Chiaradia, preceduto<br />
dal cav. Enzo Chiaradia che era stato eletto il 2 settembre 1906. Gaetano Chiaradia dà le<br />
dimissioni il 16 giugno 1914, in segu<strong>it</strong>o alle vicende della condotta medica: il Consiglio<br />
Comunale prosegue le sue riunioni fino al 23 agosto 1914, presieduto dall'assessore<br />
anziano facente funzioni Marco Minatelli, dopo di che viene nominato il commissario<br />
prefettizio Gio Batta Castiglione con decreto del 10 settembre. Assessore anziano dal<br />
1910 è il cav. Antonio Chiaradia, che è anche quello che interviene in consiglio il 21<br />
giugno 1914 per proporre il rinvio delle dimissioni del sindaco. Pensiamo al fatto che<br />
questo è il comune d'origine (e dove conserva interessi, appoggi elettorali consistenti e<br />
proprietà) dell’on. Chiaradia, deputato del collegio, che deve proprio al voto compatto di<br />
Caneva e Sacile la sua elezione, soprattutto nel 1913. 1587<br />
1582 LF, n. 235 del 3 aprile 1909, Gloriose avventure di un prete nomato don Camillo e di Bepi Canocia suo<br />
sotto pancia.<br />
In novembre risultano in corrispondenza con Il Lavoratore Friulano un certo Floreani ed altri. Cfr.: LF, n. 269<br />
del 27 novembre1909, pag. 4, PICCOLA POSTA.<br />
1583 E, anno II, n. 5 del 28 febbraio 1907, Sezione d’organizzazione.<br />
1584 E, anno IV, n. 12, dicembre 1909, Il Segretariato a Sarone.<br />
1585 LF, nn. 281 del 19 febbraio1910, pag. 1, Petizioni ed elezioni e 348 del 3 giugno 1911, pag. 4, SACILE.<br />
Per le elezioni amministrative invernali.<br />
1586 LF, n. 516 del 2 agosto 1914, pag. 4, CANEVA. Gatta ci cova! A Caneva nel 1914 risultano abbonati ad Il<br />
Lavoratore Friulano ben quattordici persone: cfr. LF, n. 521 del 6 settembre 1914, pag. 2, PICCOLA POSTA.<br />
1587 ACCa, Registro delle Deliberazioni Consiglio Comunale 1905-1915, fogli 57, 64-65; 171-173 e 179.<br />
458
Domenica 3 ottobre Ellero tiene comizi a Sarone e Caneva: Parlò intorno all’attuale<br />
momento, alle conseguenze della guerra, al dovere delle classi dirigenti, degli enti pubblici e<br />
dei privati di contribuire all’opera di solidarietà richiesta per rendere meno tristi e dolorose<br />
le presenti circostanze.<br />
Sempre Ellero riferirà inoltre in un comizio sabato 31 ottobre sera a Caneva dei<br />
risultati delle pratiche svolte con il prefetto per bloccare l’assegnazione (imposta dall’on.<br />
Chiaradia per il tram<strong>it</strong>e del fedele funzionario) della condotta libera invece che piena a<br />
Caneva: lunedì 25 ottobre lo stesso Ellero e Fornasotto devono calmare la popolazione<br />
inferoc<strong>it</strong>a; sulla questione i socialisti presentano anche una interrogazione alla Camera<br />
dei Deputati per denunciare la vera e propria s<strong>it</strong>uazione di illegal<strong>it</strong>à vigente a Caneva a<br />
causa del deputato locale. Sempre sulla questione della condotta piena negata a Caneva<br />
il dottor Alfredo Russi di Pordenone rivolge una interpellanza al consiglio dell’Ordine dei<br />
medici di Udine. 1588<br />
Domenica 29 novembre si vota a Caneva, ed i socialisti cercano di conquistare il<br />
comune. Il voto era stato rinviato - tanto per cambiare - rispetto a quello di tutti gli altri<br />
comuni del mandamento, per le pressioni di Chiaradia. 1589<br />
Il risultato elettorale premia la sinistra, che si aggiudica tutti e venti i seggi: il<br />
nuovo Consiglio Comunale si riunisce per la prima volta domenica 20 dicembre 1914, ed<br />
è composto (in ordine di voti ottenuti) da: Zat Domenico 1590 , Pessot Antonio, Posocco<br />
Sebastiano, Manfè Enrico, Lucchese Cesare Pietro, Feltrin Giuseppe, Dabbà Giovanni,<br />
Rupolo Giovanni fu Francesco, Rupolo Giovanni fu Pietro, Zampol Antonio, Chiaradia<br />
Leone, Mella Angelo, Mella Pietro, Zaghet Angelo, Carlot Giovanni, De Re Gio Batta,<br />
Bessega Giovanni, Santin Sante, Masutti Augusto e Ros Davide. La prima deliberazione<br />
riguarda l'ipotesi di ineleggibil<strong>it</strong>à nei riguardi del consigliere Santin Sante, che viene però<br />
respinta all'unanim<strong>it</strong>à. Viene eletto sindaco per il quadriennio 1914-1918 l’amico<br />
Antonio Pessot con 19 voti ed un'astensione. Successivamente sono eletti gli assessori,<br />
dopo che il sindaco, su proposta del consigliere Giuseppe Feltrin, sospende la seduta per<br />
dieci minuti per permettere ai consiglieri di accordarsi sui nomi delle persone da<br />
designare. Vengono eletti: Da Re Gio Batta di Sarone con 20 voti, Sebastiano Posocco di<br />
Stevenà con 13, Enrico Manfè di Caneva con 16 1591 , Leone Chiaradia di Fratta con 16<br />
(effettivi) mentre supplenti sono eletti gli amici Sante Santin di Sarone con 18 e Cesare<br />
Pietro Lucchese di Caneva con 18. Ai compagni vivi auguri di ben progredire e un bravo di<br />
cuore. Se consideriamo il linguaggio convenzionalmente usato nella stampa socialista, la<br />
Giunta dovrebbe quindi essere composta dal sindaco e dagli assessori supplenti<br />
indipendenti e dagli assessori effettivi socialisti. In mer<strong>it</strong>o all'elezione di un componente<br />
del Consiglio scolastico provinciale al posto dell'uscente cav. ing. Ugo Granzotto (che<br />
riguarda tutti i comuni esclusi quelli di Udine, Pordenone, San V<strong>it</strong>o al Tagliamento,<br />
Cividale e Gemona) viene indicato con 18 voti l'avvocato Enrico Fornasotto, mentre un<br />
solo voto va a Granzotto ed una scheda bianca. 1592<br />
Nella successiva seduta del 3 gennaio 1915 si delibera la nomina della<br />
commissione elettorale; il 16 gennaio 1915 si decide dapprima la nomina del medico<br />
condotto del 2° riparto, quello di Sarone (all'unanim<strong>it</strong>à viene votato l'unico dei due<br />
concorrenti in graduatoria rimasto, il dottor Enrico Cesari, essendosi r<strong>it</strong>irato il secondo);<br />
successivamente il sindaco propone di ricorrere contro il procedimento usato per formare<br />
la graduatoria per il 1° riparto, che non sarebbe stata compilata secondo cr<strong>it</strong>eri di<br />
legal<strong>it</strong>à; la stessa Prefettura ha rinviato al comune parte dei documenti dei concorrenti<br />
perché fossero regolarizzati; inoltre la Prefettura ha commesso degli errori nella<br />
copiatura della graduatoria, spostando al secondo posto (a pari mer<strong>it</strong>o con il dott. Cesari<br />
nominato a Sarone) il dott. Libero Vercelli, mentre egli era primo a par<strong>it</strong>à di mer<strong>it</strong>o con il<br />
dott. Santantonio.<br />
1588 LF, n. 529 del 31 ottobre 1914, pag. 4, CANEVA DI SACILE. Sempre la grande infamia… medica e<br />
L’interpellanza del dott. Russi.<br />
1589 LF, n. 533 di sabato 29 novembre 1914 (ma è un errore: si tratta di sabato 28 novembre), pag. 4, CANEVA<br />
DI SACILE. Elezioni comunali.<br />
1590 Nel dopoguerra, Domenico Zat, ancora attivo nel Part<strong>it</strong>o Socialista, ha dato prova della sua attiv<strong>it</strong>à, con<br />
sacrifici non lievi, dati i tempi che attraversiamo. Ha voluto inaugurare un vero e proprio panificio da<br />
pareggiarsi quelli delle grandi c<strong>it</strong>tà. Così ha risolto uno dei gravi problemi di questo disgraziato comune<br />
che è affl<strong>it</strong>to da tutte le calam<strong>it</strong>à della terra. Mentre ciò fa onore al compagno nostro, è di biasimo a quei<br />
signori che finora non si sono degnati ne(...)eno di riattare le case danneggiate dalla guerra, dopo che da<br />
questa hanno tratto i maggiori prof<strong>it</strong>ti. LF, n. 3 del 21 gennaio 1922, pag. 4, Nuovo panificio.<br />
1591 Nel 1920 Enrico Manfè è il presidente della Cooperativa di Lavoro di Caneva: cfr. ACCa, b. 1920, Delibere<br />
del commissario, polizza dei lavori esegu<strong>it</strong>i per conto del municipio di Caneva, 1 marzo 1920.<br />
1592 ACCa, Registro delle deliberazioni Consiglio Comunale 1905-1915, fogli 187-189; LF, n. 537 del 26<br />
dicembre 1914, pag. 3, CANEVA DI SACILE.<br />
459
La questione medica riemerge a propos<strong>it</strong>o della delibera di acquisto dell'arredo<br />
dell'ambulatorio di Caneva, con l'opposizione espressa dal consigliere Feltrin ad<br />
acquistare mobili per un locale provvisorio, che per di più osp<strong>it</strong>a un medico interinale:<br />
posizione sintomatica di un'opposizione radicale alle scelte fatte dalla precedente<br />
amministrazione relativamente alla gestione della condotta. Deve intervenire l'assessore<br />
Leone Chiaradia, dimostrando che l'ammobiliamento di un ambulatorio risponde sia per la<br />
scelta, che per la qual<strong>it</strong>à del mobilio, ad un concetto unico per tutti i medici, e che quindi<br />
non può esserci alcun pericolo che ad uno di essi il mobilio sembri sufficiente, e ad altri<br />
inadatto, che tutte le ist<strong>it</strong>uzioni mediche e chirurgiche adoperano identici materiali, che<br />
potranno essere differenti solo per il costo; che anche ammobigliando un locale provvisorio<br />
tutti gli oggetti sono trasportabili nel locale defin<strong>it</strong>ivo; che più di tutto bisogna comprendere<br />
che mettendo il medico nella condizione di poter esplicare la sua opera più estesamente<br />
possibile ne viene un vantaggio economico pel Comune che ev<strong>it</strong>a il frequente invio di<br />
ammalati nei riparti chirurgici degli ospedali, e che apporta un vantaggio morale ed<br />
economico alla popolazione. Nonostante questa esauriente ed informata obiezione, questa<br />
votazione non passa all'unanim<strong>it</strong>à ma solo a maggioranza, a differenza della maggior<br />
parte delle altre. 1593<br />
Ai socialisti che entrano in comune si presenta una s<strong>it</strong>uazione deteriorata:<br />
L’ered<strong>it</strong>à di lor signori. Sapete qual è? Un bilancio rovinato. Un Comune pieno di deb<strong>it</strong>i<br />
senza aver fatto nulla. Una questione medica pregiudicata. Un acquedotto fatto a spese di<br />
tutti e che serve a lor signori per tenue mercede. Due frazioni senza scuole. Un paese senza<br />
acqua e lavatoi. In compenso la promessa di un’altra bella sbornia il dì non prossimo di<br />
un’altra elezione pol<strong>it</strong>ica. L’acquedotto fu fatto, si è speso quello che si è speso. Chi lo paga<br />
sono tutti i miseri contribuenti, ma chi lo gode sono soltanto pochi privilegiati che pagando<br />
un aff<strong>it</strong>to annuo al Comune soddisfano i loro bisogno industriali senza anticipare e tener<br />
esposto il cap<strong>it</strong>ale che l’acquedotto costa e senza penare l’acqua come la penano gli altri<br />
comunisti. 1594<br />
La nuova Giunta si trova di fronte sub<strong>it</strong>o, oltre ai problemi amministrativi lasciati<br />
aperti, al rincaro dei generi alimentari ed all’esplodere della rivolta popolare, che la<br />
mettono in difficoltà e rischiano di ridare fiato ai potenti che sono stati esclusi dal<br />
governo comunale. Il potere è sfugg<strong>it</strong>o di mano agli antichi e potenti dominatori. Non si<br />
sanno rassegnare. La piazza che sale i gradini del Municipio per governare in luogo del<br />
signore, è uno scandalo! Come cani mastini, i detronizzati stanno in vedetta per scorgere<br />
che succederà. Sperano nel fallimento. Sperano di avere con la fame il predominio perduto e<br />
dicono o, almeno, pensano: Per avere le nostre grazie dovranno piegare un’altra volta il<br />
groppone e come pecore tornare al nostro ovile. Speriamo che i conti sieno fatti senza l’oste.<br />
Intanto l’Amministrazione dovrà affrontare e dare corso a tutti i lavori pubblici necessari a<br />
proveder pane e riparare ai danni della crisi. 1595<br />
Sub<strong>it</strong>o dopo la conquista del comune si organizza il circolo socialista locale. Dopo<br />
la cost<strong>it</strong>uzione dell’unione mandamentale socialista di Sacile, alla quale aderirono parecchi<br />
buoni elementi di questo Comune e dato il recente trionfo dei compagni che il suffragio<br />
popolare volle a palazzo, venne qui maggiormente sent<strong>it</strong>o il bisogno di sanzionare colla<br />
cost<strong>it</strong>uzione di un circolo socialista le franche e incrollabili ideal<strong>it</strong>à dei lavoratori. Quindi,<br />
inv<strong>it</strong>ato dagli amici di fede, venne domenica 6 p.p. il segretario dell’Unione Mandamentale di<br />
Sacile, Arturo Battistioli, che parlò ai molti intervenuti, vivamente applaud<strong>it</strong>o, sul tema: “Il<br />
part<strong>it</strong>o degli operai”. Seguì quindi la discussione dello schema di regolamento sociale e<br />
procedutosi alla cost<strong>it</strong>uzione del circolo, forte di ben 38 aderenti, si nominò segretario il<br />
compagno Pallade Zampol e membri del Com<strong>it</strong>ato direttivo Dabba Giuseppe, Chiaradia Leone<br />
e Rupolo Angelo. Prima di sciogliere la riunione, l’osp<strong>it</strong>e carissimo Battistioli, porse il saluto<br />
dei compagni di Sacile, e si disse lieto che l’affermazione fatta sia conferma della recente<br />
v<strong>it</strong>toria amministrativa ed auspicio di continuato progresso dell’incrollabile fede nostra. 1596<br />
Quasi irresolubile si presenta la questione della condotta medica: la delibera che<br />
la volle libera è stata approvata dall’autor<strong>it</strong>à prefettizia per le pressioni dell’on.<br />
Chiaradia, nonostante la patente illeg<strong>it</strong>tim<strong>it</strong>à. L’amministrazione tuttavia insiste per<br />
modificare la scelta ed avere la condotta piena. Il 28 gennaio 1915, vista l'incertezza<br />
dell'es<strong>it</strong>o del ricorso ed il rischio di rimanere a lungo senza una soluzione, si provvede<br />
direttamente a nominare all'unanim<strong>it</strong>à medico condotto il dott. Vercelli, confermando la<br />
tesi dell'errore materiale della Prefettura nel collocarlo al secondo posto. Ma il designato<br />
rifiuta di accettare il posto provvisoriamente e quindi la Giunta, con una serie di delibere<br />
del 12 e 28 gennaio e del 5 febbraio, provvede a licenziarlo, con la successiva ratifica del<br />
Consiglio Comunale del 15 febbraio 1915 (un solo voto contrario). Il licenziamento di<br />
1593 ACCa, Registro delle deliberazioni Consiglio Comunale 1905-1915, fogli 190-192.<br />
1594 LF, nn. 538 del 2 gennaio 1915, pag. 4 e 539 del 9 gennaio 1915, pag. 2, CANEVA DI SACILE.<br />
L’acquedotto.<br />
1595 LF, n. 540 del 16 gennaio 1915, pag. 4, CANEVA DI SACILE. La vendetta.<br />
1596 LF, n. 540 del 16 gennaio 1915, pag. 4, Cost<strong>it</strong>uzione del Circolo socialista.<br />
460
Vercelli chiude, per il comune di Caneva, la vicenda concorsuale (e probabilmente questo<br />
era l'obiettivo della nuova amministrazione). 1597<br />
Il 15 febbraio si affronta la spinosa questione della condotta libera, sulla quale<br />
era crollata la precedente amministrazione. A testimoniarne l'importanza, ci si trova di<br />
fronte ad una delibera lunghissima, praticamente un libello a difesa del dir<strong>it</strong>to<br />
all'assistenza, nel quale si riafferma che la condotta piena cost<strong>it</strong>uisce un punto fermo a<br />
tutela dei c<strong>it</strong>tadini ma anche della stessa professione medica.<br />
Considerato che le condizioni economiche della popolazione del Riparto sono tali da<br />
non permettere in via assoluta la ist<strong>it</strong>uzione della condotta libera. Considerato che secondo<br />
gli intendimenti della R.a Prefettura, si dovrebbe addivenire alla ist<strong>it</strong>uzione di una condotta<br />
mista, nel senso che enorme dovrebbe essere il numero degli inscr<strong>it</strong>ti nell'elenco dei poveri<br />
per ottenere la cura gratu<strong>it</strong>a medica, e r<strong>it</strong>enuto che nello stato attuale della legislazione non<br />
può e non deve essere ammesso un diverso cr<strong>it</strong>erio per la somministrazione dei medicinali e<br />
la assistenza san<strong>it</strong>aria; che tale cosa non è gestibile in quanto bisognerebbe fare due<br />
diversi elenchi per i poveri (uno per l'assistenza san<strong>it</strong>aria ed uno per quella<br />
farmaceutica), cosa vietata dalla legislazione e che metterebbe in crisi il bilancio<br />
comunale per la grande espansione della spesa farmaceutica, e che tale s<strong>it</strong>uazione<br />
metterebbe l'amministrazione in s<strong>it</strong>uazione di continuo contenzioso con il medico<br />
condotto, interessato a lim<strong>it</strong>are il numero dei poveri soggetti a cura gratu<strong>it</strong>a, fatto che si<br />
avvererà allorquando il medico avrà ottenuto la stabil<strong>it</strong>à del servizio, quando non avrà più da<br />
temere che il contrariare le aspirazioni della popolazione e della amministrazione possa<br />
nuocere ai suoi interessi finanziari immediati.<br />
Che non è nella intenzione dell'amministrazione di togliere alla popolazione i<br />
vantaggi che la obbligatorietà della assistenza farmaceutica offre, come precedenti relazioni<br />
della Commissione Speciale della R. Prefettura vorrebbero far credere; ma di impedire che le<br />
eccessive e fiscalissime richieste dei professionisti san<strong>it</strong>ari, richieste che sono da<br />
numerosissimi casi accertati, possano danneggiare completamente le famiglie della piccola<br />
possidenza, le quali debbono sopportarne in tutti i casi le enormi spese per l'assistenza dei<br />
propri ammalati che molto presto rendono insufficienti le poche risorse finanziarie, e si<br />
trovano poi di fronte alle specifiche dei san<strong>it</strong>ari, i quali consci di eserc<strong>it</strong>are una arte<br />
necessaria alla v<strong>it</strong>a umana, non solo, ma di essere i soli che possono nei casi con cui è<br />
difficile portare un soccorso od un sollievo, non si per<strong>it</strong>ano di esigere compensi, che le<br />
tasche dei piccoli proprietari non possono sopportare.<br />
Che non si tratta, come a propos<strong>it</strong>o od a spropos<strong>it</strong>o le associazioni san<strong>it</strong>arie<br />
sostengono, di far apparire la professione di medico sminu<strong>it</strong>a nella sua importanza, di<br />
permettere che il san<strong>it</strong>ario diventi il fantoccio della popolazione, ma di dare al san<strong>it</strong>ario<br />
stesso tali garanzie finanziarie da poter esplicare totalmente e con tutti i mezzi il suo<br />
sapere, di liberarlo da ogni e qualunque pensiero per ciò che riguarda i rapporti finanziari<br />
colla popolazione, escludendo così tutte le incresciose questioni per la esazione dei<br />
compensi.<br />
Che un maturato esame delle condizioni finanziarie della popolazione del riparto<br />
permette di far credere che poche o punte saranno le risorse che il medico potrà aspettarsi<br />
dalle famiglie abbienti, le quali sono in numero così lim<strong>it</strong>ato, hanno a loro disposizione tanti<br />
mezzi, che sarà difficile pretendere che possano essere di punto in bianco, clienti del primo<br />
medico venuto.<br />
Per questi motivi, e vista la grave s<strong>it</strong>uazione finanziaria dell'Amministrazione<br />
Comunale ed il rischio, l'amministrazione si trova a dover scegliere fra le ipotesi estreme<br />
della ist<strong>it</strong>uzione della condotta libera col conseguente aggravio finanziario e disgustando la<br />
popolazione aggravando in misura eccessiva la piccola possidenza, e quella di voler<br />
tenacemente ed insistentemente la condotta piena che pur essendo un po’ più gravosa alle<br />
finanze comunali per quanto riguarda lo stipendio da corrispondersi al medico, pure<br />
presenta risparmio nella assistenza farmaceutica, accontenta la popolazione, solleva la<br />