/ concerti A - Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI - Rai.it
/ concerti A - Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI - Rai.it
/ concerti A - Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI - Rai.it
Trasformi i suoi PDF in rivista online e aumenti il suo fatturato!
Ottimizzi le sue riviste online per SEO, utilizza backlink potenti e contenuti multimediali per aumentare la sua visibilità e il suo fatturato.
14° concerto<br />
giovedì 5 febbraio 2009 ore 20.30<br />
venerdì 6 febbraio 2009 ore 21.00<br />
Mikhail Pletnev direttore<br />
vasilij ladyuk bar<strong>it</strong>ono<br />
Coro da CaMera di MosCa<br />
vladiMir Minin maestro del coro<br />
sergej rachmaninov<br />
sergej taneev<br />
Pëtr il’ič Čajkovskij<br />
0 8 09 /<strong>concerti</strong><br />
A U D I T O R I U M R A I<br />
A . T O S C A N I N I<br />
T O R I N O
Si avvisa il pubblico che l’Aud<strong>it</strong>orium <strong>Rai</strong> Arturo Toscanini e la<br />
caffetteria interna sono aperti a partire da un’ora prima dell’inizio<br />
dei <strong>concerti</strong>.
giovedì 5 febbraio 2009 ore 20.30 turno rosso<br />
venerdì 6 febbraio 2009 ore 21.00 turno blu<br />
Mikhail Pletnev direttore<br />
vasilij ladyuk bar<strong>it</strong>ono<br />
Coro da CaMera di MosCa<br />
vladiMir Minin maestro del coro<br />
Sergej Rachmaninov (1873-1943)<br />
Primavera, cantata op. 20 per bar<strong>it</strong>ono, coro e orchestra<br />
sul poema Il rumore verdeggiante di Nikolaj Nekrasov<br />
Sergej Taneev (1856-1915)<br />
Johannes Damascenus, cantata op. 1 per coro e orchestra<br />
su testo di Aleksej Tolstoj<br />
I. Adagio ma non troppo - Largamente<br />
II. Andante sostenuto - Moderato<br />
III. Fuga. Allegro - Moderato - Adagio<br />
Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893)<br />
Su<strong>it</strong>e n. 3 in sol maggiore op. 55<br />
I. Elegia. Andantino molto cantabile - Andante<br />
II. Valse mélancolique. Allegro moderato<br />
III. Scherzo. Presto<br />
IV. Tema con variazioni. Andante con moto<br />
Var 1. - Var 2. Molto più mosso - Var 3. Tempo del tema - Var 4. Tempo del tema -<br />
Var 5. Allegro risoluto - Var 6. Allegro vivace - Var 7. Moderato - Var 8. Largo -<br />
Var 9. Allegro molto vivace - Cadenza - Var 10. Allegro vivo e un poco rubato -<br />
Var 11. Moderato mosso - Var 12. Finale. Polacca. Moderato assai - Allegro<br />
moderato - Tempo di Polacca, molto brillante
sergej rachmaninov<br />
Primavera, cantata op. 20 per bar<strong>it</strong>ono, coro e orchestra<br />
sul poema Il rumore verdeggiante di nikolaj nekrasov<br />
Primavera di Mosca<br />
La primavera è un tema profondamente musicale. I<br />
compos<strong>it</strong>ori cercano di ricordarcelo fin dai tempi di Vivaldi,<br />
quando il descr<strong>it</strong>tivismo era ancora una frontiera da<br />
sdoganare. Nell’Ottocento troviamo decine di lavori ispirati<br />
al soggetto primaverile: basti pensare alla Prima sinfonia di<br />
Schumann, all’int<strong>it</strong>olazione posticcia <strong>della</strong> Sonata per violino e<br />
pianoforte op. 24 di Beethoven, alla Sonata in la maggiore di<br />
Paganini, al ciclo di liriche di Busoni, o all’abbagliante poema<br />
sinfonico di Glazunov. Tutti brani nati e vissuti all’ombra<br />
<strong>della</strong> primavera. E alle soglie del Novecento quella feconda<br />
brezza creativa non si era ancora estinta: risale al 1882 il<br />
lavoro corale di Debussy int<strong>it</strong>olato Printemps e nel 1902,<br />
sub<strong>it</strong>o dopo il successo del Secondo concerto per pianoforte<br />
e orchestra, Rachmaninov si dedicò allo stesso soggetto,<br />
componendo una cantata per bar<strong>it</strong>ono, coro e orchestra,<br />
ispirata al poema di Nikolaj Alekseevič Nekrasov Il rumore<br />
verdeggiante.<br />
La vicenda narra di un uomo sopraffatto dalla gelosia, che<br />
progetta di uccidere la sua donna: la rabbia si tramuta in un<br />
crudo desiderio di sangue, finché l’avvento <strong>della</strong> primavera<br />
non placa magicamente la furia omicida, ispirando all’uomo<br />
pacati sentimenti di redenzione. Morale: la bella stagione può<br />
prendere le vesti di una deus ex machina in grado di agire<br />
sull’azione distruttiva del temperamento umano; per questo<br />
bisogna imparare ad amare, soffrire e perdonare.<br />
Per Rachmaninov erano gli anni <strong>della</strong> grande affermazione.<br />
Il Secondo concerto per pianoforte e orchestra aveva fatto<br />
apprezzare a tutto il mondo musicale del tempo il suo<br />
straordinario talento di compos<strong>it</strong>ore-pianista. Ora, dopo<br />
un decennio dedicato quasi interamente al pianoforte, la<br />
sfida si faceva ancora più stimolante: convincere il pubblico<br />
cambiando radicalmente genere. Fu in quel momento che<br />
nacque la cantata Primavera (Vesna), esegu<strong>it</strong>a per la prima<br />
volta a Mosca l’11 marzo del 1902: un lavoro corale, che<br />
prevede anche un’imponente presenza solistica del bar<strong>it</strong>ono;<br />
pare che l’ispirazione sia venuta dal grande cantante Fëdor<br />
Šaljapin, interprete <strong>della</strong> seconda esecuzione pubblica a San<br />
Pietroburgo nel 1905. Ma, nonostante tutte le contingenze<br />
culturali, l’ombra più lunga resta quella del Secondo concerto<br />
per pianoforte e orchestra: ce lo ricordano le voluttuose<br />
armonie che prendono v<strong>it</strong>a in orchestra, ma soprattutto la<br />
melodia che nel finale anima il caldo timbro di un violoncello<br />
solista.
Rimskij-Korsakov lamentò una fastidiosa assenza di elementi<br />
‘primaverili’ nella scr<strong>it</strong>tura di Rachmaninov, la quale molto<br />
spesso sembra mancare di quella leggerezza timbrica<br />
che generalmente contraddistingue le opere ispirate al<br />
medesimo soggetto. Ma la spiegazione è semplice: ad<br />
affascinare il compos<strong>it</strong>ore non fu tanto il tema naturalistico,<br />
quanto l’intens<strong>it</strong>à drammatica e passionale <strong>della</strong> vicenda<br />
narrata dal poema di Nekrasov. Le lunghe frasi liriche del<br />
solista sembrano appena usc<strong>it</strong>e dall’Evgenij Onegin di<br />
Čajkovskij, così come i continui sbalzi dinamici tra piano e<br />
forte esibiscono una fisionomia inequivocabilmente teatrale.<br />
Il punto culminante coincide con il grido «Ubey, ubey,<br />
ismenn<strong>it</strong>su» (Uccidi, uccidi la donna infedele), a cui si unisce<br />
un coro senza parole affiancato dall’accompagnamento<br />
orchestrale, proprio come accade nella Francesca da Rimini<br />
e nelle Campane. La dimostrazione è data proprio da questo<br />
passaggio: Rachmaninov sente il confl<strong>it</strong>to passionale molto<br />
prima <strong>della</strong> presenza naturalistica. È in questo momento<br />
che prende forma il cuore del dramma; poi, tutto r<strong>it</strong>orna alla<br />
temperatura emotiva iniziale; e a condurre il coro per mano è<br />
proprio quel violoncello, che sembra appena scivolato dalle<br />
pagine del Secondo concerto per pianoforte e orchestra.<br />
Durata 17’ circa<br />
Prima esecuzione <strong>Rai</strong> a Torino<br />
sergej taneev<br />
Johannes Damascenus, cantata op. 1 per coro e orchestra<br />
su testo di aleksej tolstoj<br />
tra damasco e l’occidente<br />
Allievo e successore di Čajkovskij, Sergej Taneev è stato uno<br />
dei più illustri esponenti <strong>della</strong> cosiddetta Scuola di Mosca,<br />
storica oppos<strong>it</strong>rice <strong>della</strong> Scuola di Pietroburgo, capeggiata<br />
da Balakirev e Rimskij-Korsakov. Gli anni erano quelli<br />
dell’affermazione delle scuole nazionali, quella seconda metà<br />
dell’Ottocento in cui gli artisti sentivano l’esigenza di andare<br />
a scavare tra le macerie <strong>della</strong> cultura popolare. A Pietroburgo<br />
gli ideologi di questo nuovo modo di riflettere sulla musica<br />
colta si erano riun<strong>it</strong>i nel cosiddetto Gruppo dei Cinque; a loro<br />
spettava il comp<strong>it</strong>o di r<strong>it</strong>rovare l’individual<strong>it</strong>à del pensiero<br />
musicale russo nei tesori <strong>della</strong> tradizione orale.<br />
Poco più in là, a Mosca, il clima era molto diverso; Čajkovskij<br />
e i fratelli Rubinštein si erano rifiutati di voltare le spalle
all’Occidente, ostentando disinteresse nei confronti delle<br />
esperienze maturate nel cuore dell’Europa. E Taneev si<br />
era allineato a quel credo estetico. Certo, nelle sue opere,<br />
esattamente come in quelle dei suoi maestri, non mancano<br />
temi di importazione popolare; ma tale atteggiamento non<br />
è mai la bandiera di un pensiero musicale specificamente<br />
‘russo’. Taneev era un uomo di larghissimi interessi culturali;<br />
grande studioso di filosofia, di storia universale, di scienze<br />
naturali, di esperanto, vis<strong>it</strong>ò parecchie volte la Germania<br />
e la Francia, stringendo proficui rapporti di amicizia con<br />
compos<strong>it</strong>ori quali Gounod, Saint-Saëns, d’Indy e Fauré. Non<br />
sarebbe mai stato capace di abbandonare lo studio di Bach;<br />
la sua predilezione per la scr<strong>it</strong>tura polifonica andava oltre il<br />
desiderio di piacere al pubblico; nemmeno il più bello dei temi<br />
popolari sarebbe mai stato in grado di prosciugare l’interesse<br />
di Taneev per il contrappunto. Alle platee delle sale da<br />
concerto quella musica appariva inutilmente artificiosa, troppo<br />
lontana dalla esigenze estetiche dei contemporanei. Ma per<br />
Taneev la bilancia pendeva dalla parte <strong>della</strong> conservazione;<br />
il progresso si accompagnava al pericolo, alla paura di<br />
disperdere i tesori tramandati dai grandi del passato.<br />
Per questo il suo Johannes Damascenus, su testo di Aleksej<br />
Tolstoj (cugino di Lev), colpisce soprattutto per una sapiente<br />
e originale riscr<strong>it</strong>tura dell’antico. Composto nel 1884,<br />
chiarisce sub<strong>it</strong>o i suoi confini espressivi, materializzando un<br />
austero contrappunto vocale. In quell’anno tutta Mosca si era<br />
prodigata per realizzare un grandioso concerto in memoria<br />
di Nikolaj Rubinštein, scomparso nel 1881. Taneev diede<br />
il suo contributo con una cantata dedicata alla vicenda di<br />
San Giovanni Damasceno, teologo e predicatore siriano,<br />
celebrato dall’agiografia cristiana per un’amputazione <strong>della</strong><br />
mano miracolosamente curata da un’effigie dalla Madonna.<br />
All’evento era presente tutta l’intelligentia russa; ma la prima<br />
opera pubblicata da Taneev non sembrava certo rendere<br />
omaggio agli intellettuali accorsi all’evento: fin dalle prime<br />
note la cantata tradisce influenze occidentali, mescolando<br />
l’arte del contrappunto bachiano all’intens<strong>it</strong>à emotiva dei<br />
lavori corali di Brahms. Il tema conduttore dei tre brani non<br />
nasconde un’impronta folklorica; ma il trattamento polifonico<br />
è rigorosamente ispirato alla tradizione l<strong>it</strong>urgica luterana.<br />
L’elaborazione fugata del primo e del terzo movimento<br />
è di una dens<strong>it</strong>à stupefacente; lo stesso Taneev tenne a<br />
precisare di aver cercato di sfruttare tutti i procedimenti<br />
contrappuntistici di cui era a conoscenza. Ma i punti in cui la<br />
part<strong>it</strong>ura conquista l’ascoltatore sono quelli in cui la razional<strong>it</strong>à<br />
si fa da parte, per lasciare emergere un senso di pietas intenso<br />
e commovente come una parola amica in un’occasione<br />
luttuosa. La morte di Rubinštein era la prima picconata a
quel muro generazionale che avrebbe lasciato Taneev solo<br />
con i suoi ideali; il tono commemorativo che prende forma<br />
nell’introduzione del primo movimento, nel commento<br />
teatrale del secondo e nella conclusione sussurrata colpisce<br />
per la sua sincer<strong>it</strong>à. Sono questi i momenti in cui Taneev<br />
riesce davvero a toccare l’emotiv<strong>it</strong>à dell’ascoltatore; quando la<br />
squadra e il righello del contrappuntista virtuoso scivolano per<br />
terra, lasciando intravedere lo sguardo di un compos<strong>it</strong>ore che<br />
a soli ventotto anni si sentiva già estraneo al suo tempo.<br />
taneev e Čajkovskij<br />
Tra Taneev e Čajkovskij c’erano<br />
sedici anni di differenza; ma la<br />
distanza anagrafica non impedì<br />
loro di instaurare un rapporto<br />
di straordinaria amicizia. La corrispondenza<br />
epistolare è molto<br />
f<strong>it</strong>ta e contempla scambi di opinione<br />
reciproci sulle rispettive<br />
produzioni. Spesso Čajkovskij<br />
rimproverava al suo allievo una<br />
severa inclinazione all’autocr<strong>it</strong>ica;<br />
ma altrettanto spesso<br />
esprimeva una sconfinata am-<br />
Sergej Taneev<br />
mirazione nei confronti del suo<br />
temperamento artistico e umano. La lettera inviata da Čajkovskij a<br />
Taneev nel maggio del 1891 contiene una commovente attestazione<br />
di stima:<br />
Conosco poche persone in grado di scrivere lettere piacevoli come le tue.<br />
Il tuo futuro biografo sarà piacevolmente impressionato dalla tua costante<br />
allegria e dal tuo salutare ottimismo. Anche se lentamente, tu ti muovi con<br />
fermezza verso i tuoi obiettivi, senza cercare facili incoraggiamenti, sicuro<br />
del tuo successo. Ti invidio. Il tuo lavoro è un piacere per te, perché non<br />
hai quella febbrile urgenza di finire le cose il più in fretta possibile, costi<br />
quello che costi; né in alcun modo questo ti può impedire di impegnarti<br />
in altre attiv<strong>it</strong>à, dal dedicare parte del tuo tempo a compilare un manuale<br />
di contrappunto o a impratichirti tu stesso in quel fastidioso artigianato e,<br />
cosa ancora più sorprendente, a divertirti svolgendo quell’attiv<strong>it</strong>à. Per farla<br />
breve, sei un uomo tanto saggio quanto creativo, e da tale combinazione<br />
di qual<strong>it</strong>à io prevedo la maturazione di un felice raccolto. Il punto non è<br />
comporre molto, ma comporre bene.<br />
Durata 24’ circa<br />
Prima esecuzione <strong>Rai</strong> a Torino
Pëtr il’ič Čajkovskij<br />
Su<strong>it</strong>e n. 3 in sol maggiore op. 55<br />
riscrivere il settecento<br />
Fall<strong>it</strong>o miseramente nel 1877 un ambizioso progetto di<br />
matrimonio basato sull’esplic<strong>it</strong>a promessa di un’«unione<br />
senza amore», Čajkovskij abbandonava il tetto coniugale per<br />
rifugiarsi in campagna, ora presso la sorella Aleksandra, ora<br />
presso la tenuta <strong>della</strong> sua amica, protettrice e confidente<br />
epistolare Nadežda von Meck. Il propos<strong>it</strong>o era quello di<br />
riposare, stare a contatto con la natura, trovare occupazioni<br />
alternative alla musica: un isolamento necessario per tornare<br />
con rinnovato entusiasmo alle fatiche <strong>della</strong> composizione.<br />
Ma stare lontano dalla carta pentagrammata era quasi un<br />
rischio per la salute di Čajkovskij; e così, quotidianamente,<br />
tra una passeggiata e l’altra, saltava sempre fuori qualche<br />
ora di lavoro. Era soprattutto la musica di Mozart a intrigare<br />
la sensibil<strong>it</strong>à di Čajkovskij in quel periodo: «Leggendola e<br />
suonandola mi sento più giovane e vivo, quasi un ragazzo! ».<br />
Una sorta di doccia rigenerante, che non aveva niente a che<br />
vedere con l’«estasi agonizzante» degli autori romantici: la<br />
«cast<strong>it</strong>à di una natura vergine da ogni riflessione».<br />
Sono gli anni delle Su<strong>it</strong>es per orchestra, pagine meno<br />
impegnative delle sinfonie, ma nello stesso tempo occasioni<br />
preziose per lavorare su idee musicali dal respiro meno<br />
ampio. Dalla tranquill<strong>it</strong>à dei suoi rifugi di campagna, Čajkovskij<br />
osservava con compiaciuto distacco la diffusione delle sue<br />
opere sinfoniche e teatrali. Quel r<strong>it</strong>orno alla v<strong>it</strong>a doveva<br />
essere accompagnato da una lunga pausa di riflessione:<br />
dieci anni di allontanamento dalla scr<strong>it</strong>tura sinfonica. E quella<br />
boccata d’aria venne proprio da una rinnovata attenzione<br />
al genere settecentesco <strong>della</strong> su<strong>it</strong>e: quattro lavori pensati e<br />
respirati con maggiore disinvoltura, come se il r<strong>it</strong>orno alla<br />
concisione potesse aiutare Čajkovskij a trovare nuovi stimoli<br />
per gli ultimi due capolavori sinfonici.<br />
La Su<strong>it</strong>e n. 3 nacque nella primavera del 1884, proprio<br />
mentre a Mosca Taneev lavorava al Johannes Damascenus. La<br />
prima esecuzione ebbe luogo a San Pietroburgo nel gennaio<br />
dell’anno successivo, sotto la direzione di Hans von Bülow.<br />
La forma si articola in quattro movimenti, introdotti da un<br />
clima inequivocabilmente pastorale. L’Élegie parla la lingua<br />
delle grandi romanze liriche en plein air, dominate dal timbro<br />
pastello del corno inglese e dei flauti. La Valse mélancolique<br />
avanza su un accordo di fagotti e clarinetti nel registro grave,<br />
materializzando un’eco illanguid<strong>it</strong>a delle antiche sale da ballo<br />
viennesi: tutto ruota attorno a pochi pilastri scarnificati,<br />
proprio come accade a un elemento arch<strong>it</strong>ettonico<br />
fascinosamente logorato dal trascorrere del tempo.
Il successivo Scherzo dà sfogo a tutto il virtuosismo compos<strong>it</strong>ivo di<br />
Čajkovskij; la sezione centrale colpisce per la sua impressionistica<br />
sovrapposizione tra piani sonori sfuocati: i soffusi movimenti dei<br />
legni, i leggerissimi interventi delle percussioni e gli impalpabili<br />
sussulti degli ottoni. In chiusura, un Tema con variazioni snocciola<br />
dodici color<strong>it</strong>e variazioni, basate su un’idea portante dalla fisionomia<br />
cavalleresca: la scr<strong>it</strong>tura ora si arresta su un ostinato moto<br />
perpetuo, ora osp<strong>it</strong>a una burlesca c<strong>it</strong>azione del Dies irae, ora lavora<br />
sul volto orgiastico di viole e violoncelli, ora lascia scoperto il timbro<br />
del corno inglese, dando spazio a un’idea melodica che profuma<br />
di terra e di tradizioni contadine. Quelle dell’ultimo movimento<br />
<strong>della</strong> Su<strong>it</strong>e n. 3 sono tutte istantanee di una pellicola densa di colori<br />
e di sorprese; solo la dodicesima variazione sfodera una solida<br />
arch<strong>it</strong>ettura formale, galoppando su un contagioso r<strong>it</strong>mo di polacca.<br />
Durata 38’ circa<br />
Ultima esecuzione <strong>Rai</strong> a Torino: 18 novembre 1995, Jurij Aronovič<br />
a n d r e a m a lva n o<br />
Il concerto di giovedì 5 febbraio è trasmesso in collegamento<br />
diretto su Radio 3<br />
Potete esprimere la vostra opinione su questo concerto<br />
collegandovi al s<strong>it</strong>o www.sistemamusica.<strong>it</strong>
Il rumore verdeggiante<br />
Testo di Nikolaj Alekseevič Nekrasov<br />
Arriva, romba, il rumore verdeggiante,<br />
il rumore verdeggiante, il rumore <strong>della</strong> primavera!<br />
e al<strong>it</strong>ando dolcemente intorno<br />
improvvisamente il vento dell’est si mette a soffiare.<br />
Fa tremare i ciuffi dei cespugli di sambuchi,<br />
e fa roteare vorticosamente il polline dei fiori,<br />
come una nube; tutto è verde,<br />
sia l’aria, sia l’acqua!<br />
Arriva, romba, il rumore verdeggiante,<br />
il rumore verdeggiante, il rumore <strong>della</strong> primavera!<br />
Mia moglie Natalia Patrikievna è così modesta,<br />
che non vorrebbe mai infangare le acque!<br />
Ma le accadde una tragedia<br />
quando, durante l’estate, io vivevo in c<strong>it</strong>tà…<br />
Me lo disse essa stessa, la folle!<br />
«L’inverno mi rinchiuse dentro la nostra capanna<br />
da sola insieme al tradimento».<br />
Mia moglie mi guardava negli occhi, in silenzio,<br />
anch’io rimanevo in silenzio,<br />
ma il male non mi dava pace;<br />
Ucciderla…no, avevo troppa pietà di lei!<br />
Sopportare…non, non ne avevo la forza!<br />
Nel frattempo l’inverno pungente,<br />
gridava con rabbia sia il giorno che la notte:<br />
«Uccidi, uccidi la trad<strong>it</strong>rice!<br />
Vendica l’atto malvagio!<br />
Oppure lo rimpiangerai per tutta la v<strong>it</strong>a,<br />
non troverai pace né di giorno, né di notte!».<br />
Attraverso la canzone <strong>della</strong> tormenta di neve<br />
i pensieri malvagi crescevano in me.<br />
Stavo preparando un affilato coltello<br />
quando la primavera irruppe improvvisamente!<br />
I frutteti di ciliegi, come ricoperti di latte,<br />
mormoravano sempre silenziosamente;<br />
accarezzati dai caldi raggi solari,<br />
mormoravano anche le liete pinete.<br />
E da una parte all’altra il fogliame<br />
rinvigor<strong>it</strong>o mormorava una nuova canzone,<br />
sia con le pallide foglie dei tigli<br />
sia con la fresca treccia verde<br />
<strong>della</strong> bianca betulla.<br />
Mormorava il ruscello scavato nella roccia,<br />
mormorava l’alto acero.<br />
Mormoravano una nuova musica,<br />
la musica <strong>della</strong> primavera.<br />
Arriva, romba, il rumore verdeggiante,<br />
il rumore verdeggiante, il rumore <strong>della</strong> primavera!
I pensieri di sangue si indebolirono<br />
il coltello cadde dalle mie mani<br />
e una canzone mi raggiunse<br />
attraverso le foreste e i campi:<br />
«Ama, finché è possibile amare,<br />
sopporta finché è possibile sopportare,<br />
perdona finché è possibile perdonare<br />
e Dio sarà il tuo giudice».
San Giovanni Damasceno<br />
testo di Aleksej Kostantinovič Tolstoj<br />
Sto per intraprendere una via sconosciuta,<br />
sto camminando tra la paura e la speranza;<br />
il mio sguardo è spento, il petto è freddo,<br />
non funziona l’ud<strong>it</strong>o, sono chiuse le palpebre;<br />
sto sdraiato silenzioso e immobile,<br />
non odo il pianto fraterno,<br />
e il fumo blu dell’incenso<br />
non emana per me il suo odore;<br />
intanto, mentre sto dormendo di sonno eterno,<br />
il mio amore non muore,<br />
ed in suo nome, fratelli miei, vi supplico,<br />
che ognuno si appelli a Dio:<br />
Oddio! In quel giorno, quando la tromba<br />
annuncerà la fine del mondo,<br />
accetta un tuo schiavo spento<br />
tra i Tuoi beati villaggi!<br />
(traduzione di Valerij Voskobojnikov,<br />
per gentile concessione di Ferrara Musica)
Mikhail<br />
Pletnev<br />
Nato in una famiglia di musicisti, è stato ammesso<br />
giovanissimo al Conservatorio di Mosca. A soli ventuno anni<br />
ha vinto la Medaglia d’oro e il Primo premio al Concorso<br />
Internazionale “Čajkovskij”. Da allora riceve inv<strong>it</strong>i dagli enti<br />
sinfonici e cameristici più prestigiosi del mondo. Nel 1990,<br />
con il sostegno di Mikhail Gorbačev ha fondato la prima<br />
orchestra indipendente <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> Russia: l’<strong>Orchestra</strong><br />
<strong>Nazionale</strong> Russa, di cui è ancora oggi<br />
Direttore musicale. Le sue registrazioni<br />
per Deutsche Grammophon hanno<br />
ricevuto numerosi premi quali il<br />
Grammy Award nel 2005 per il CD<br />
contenente un suo arrangiamento<br />
per due pianoforti di Cenerentola<br />
di Prokof’ev, registrato in duo con<br />
Martha Argerich. Nel 2004 è stato<br />
candidato ad un Grammy per il CD<br />
degli Studi sinfonici di Schumann e per le sue incisioni del<br />
Terzo concerto per pianoforte di Rachmaninov e del Terzo<br />
concerto per pianoforte di Prokof’ev con l’<strong>Orchestra</strong> <strong>Nazionale</strong><br />
Russa diretta da Mstislav Rostropovič. La sua incisione delle<br />
Sonate per pianoforte di Scarlatti ha ottenuto il Gramophone<br />
Award nel 1996. Oltre che direttore d’orchestra è anche<br />
compos<strong>it</strong>ore di una ricca produzione sinfonica e cameristica:<br />
le sue trascrizioni pianistiche de Lo Schiaccianoci e de La Bella<br />
Addormentata di Čajkovskij sono state selezionate insieme<br />
alla sua interpretazione del Secondo concerto per pianoforte<br />
e delle Stagioni, sempre di Čajkovskij, per l’antologia Great<br />
Pianists of the 20th Century in corso di pubblicazione presso<br />
Philips Classics.
vasilij<br />
ladyuk<br />
Ha studiato presso il Collegio “Sveshnikov” di Mosca e nel<br />
2001 si è diplomato all’Accademia Russa di Musica Corale,<br />
dove successivamente si è perfezionato con Dm<strong>it</strong>rij Vdovin.<br />
Dal 2003 è entrato come solista a far parte <strong>della</strong> Novaya Oper.<br />
Nel 2005 è risultato vinc<strong>it</strong>ore dei Concorsi Internazionali<br />
“Francisco Vinas” a Barcellona, Operalia “Placido Domingo” a<br />
Madrid e Shizuoka International Opera Compet<strong>it</strong>ion.<br />
Recentemente ha cantato nell’Evgenij<br />
Onegin e nella Dama di picche di<br />
Čajkovskij al Teatro Bolshoi di Mosca e<br />
in Guerra e pace di Prokof’ev al Teatro<br />
Metropol<strong>it</strong>an di New York.<br />
R<strong>it</strong>ornerà prossimamente al<br />
Metropol<strong>it</strong>an nel ruolo di Silvio in<br />
Pagliacci e sarà a Houston nella Dama<br />
di Picche.<br />
Il suo repertorio operistico include<br />
i ruoli di Shchelkalov nel Boris Godunov di Musorgskij, di<br />
Zurga in Les Pêcheurs de perles di Bizet, di Papageno in Die<br />
Zauberflöte, di Giorgio Germont ne La Traviata, di Robert nella<br />
Iolanta di Čajkovskij, di Belcore nell’Elisir d’amore di Donizetti.
Coro da<br />
Camera<br />
di Mosca<br />
È stato fondato nel 1972 da alcuni artisti russi e da Vladimir<br />
Minin, che ne è tutt’ora Direttore artistico e Direttore<br />
principale. In più di trent’anni di esistenza hanno collaborato<br />
con il Coro da Camera di Mosca artisti quali Irina Arkhipova,<br />
Elena Obraztsova, Eric Nesterenko, Zurab Sotkilava, Andrei<br />
Vedernikov, Yuri Temirkanov, Vladimir Fedoseyev, Mikhail<br />
Pletnev, Yuri Bashmet, Vladimir Spivakov e Saulus Sondetskys.<br />
Nel 2003 la Deutsche Grammophon ha pubblicato un CD<br />
int<strong>it</strong>olato Russian Voices con alcune composizioni di musica<br />
russa corale profana a cappella di Taneeev, Musorgskij,<br />
Prokof’ev, Sviridov, esegu<strong>it</strong>i e registrati per la prima volta dal<br />
Coro da Camera di Mosca.<br />
La discografia del Coro sotto la direzione di Vladimir Minin<br />
conta 31 pubblicazioni, tra vinili e CD.<br />
Negli ultimi anni il Coro è stato in tournée negli Stati Un<strong>it</strong>i,<br />
in Svizzera, Austria, Germania, Cina, Giappone, Brasile,<br />
Portogallo, Argentina, Italia e Gran Bretagna.<br />
Durante gli ultimi anni il Coro da Camera di Mosca, sempre<br />
sotto la direzione di Vladimir Minin, ha sperimentato nuove<br />
forme di spettacolo partecipando alla messa in scena di alcune<br />
opere. In particolare presso il Teatro dell’Opera di Zurigo, ha<br />
preso parte all’esecuzione de Il Demone di Anton Rubinštein<br />
e Khovanshchina di Modest Musorgskij, sotto la direzione di<br />
Vladimir Fedoseyev.<br />
Recentemente ha partecipato al festival estivo operistico<br />
Bregenfestspiele in Austria, prendendo parte alla messa in<br />
scena di alcune opere quali Il Gallo d’Oro di Rimskij-Korsakov,<br />
Un ballo in maschera e Il Trovatore di Verdi, La Bohème di<br />
Puccini, l’operetta L’Allegra Guerra di Strauss, Royal Palace di<br />
Kurt Weill, West Side Story di Bernstein, Foxes di Janaček e<br />
Masquerade di Nielsen.
vladimir<br />
Minin<br />
Direttore artistico e Direttore principale del Coro da Camera<br />
di Mosca, è nato nel 1929 a Leningrado (l’attuale San<br />
Pietroburgo). Si è diplomato presso la scuola corale <strong>della</strong><br />
sua c<strong>it</strong>tà di nasc<strong>it</strong>a e nel 1954 è entrato al Conservatorio di<br />
Mosca, dove, su inv<strong>it</strong>o di Alexander Sveshnikov, è diventato<br />
Maestro del Coro Accademico dello Stato Russo.<br />
Nel 1951 è stato nominato Direttore artistico e Direttore<br />
principale dell’Ensemble di canto e<br />
danza dell’eserc<strong>it</strong>o sovietico in Polonia<br />
e nel 1954 è entrato nel corso postdiploma<br />
del Conservatorio di Mosca.<br />
Dal 1958 al 1963 è stato direttore del<br />
Coro di Stato <strong>della</strong> Moldavia “Doyna”<br />
e dal 1965 al 1967 è stato Direttore<br />
artistico e Direttore principale del<br />
Coro Accademico Russo “Glinka” di<br />
Leningrado. Nel 1972, assieme ad<br />
altri artisti, ha fondato il Coro da Camera di Mosca, di cui è<br />
attualmente Direttore artistico e Direttore principale.
violini PriMi<br />
*Alessandro Milani (di spalla), °Marco Lamberti, Antonio Bassi, Irene Cardo, Claudio Cavalli,<br />
Carmine Evangelista, Patricia Greer, Valerio Iaccio, Elfrida Kani, Kazimierz Kwiecien,<br />
Martina Mazzon, Fulvia Petruzzelli, Francesco Punturo, Rossella Rossi, Ilie Stefan,<br />
Lynn Westerberg.<br />
violini seCondi<br />
*Roberto Righetti, °Bianca Fassino, °Enrichetta Martellono, Maria Dolores Cattaneo,<br />
Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Maret Masurat, Antonello Molteni,<br />
Vincenzo Prota, Francesco Sanna, Isabella Tarchetti, Paola Pradotto, Anna Pugliese.<br />
viole<br />
*Simone Briatore, °Geri Brown, Antonina Antonova, Massimo De Franceschi, Rossana Dindo,<br />
Federico Maria Fabbris, Alberto Giolo, Maurizio Ravasio, Matilde Scarponi, Agostino Mattioni,<br />
Davide Ortalli, Alessandra Rizzone.<br />
violonCelli<br />
*Pierpaolo Toso, °Wolfango Frezzato, °Ermanno Franco, Giacomo Berutti, Pietro Di Somma,<br />
Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino, Simonetta Bassino, Andrea Cavuoto.<br />
ContraBBassi<br />
*Cesare Maghenzani, °Gabriele Carpani, °Silvio Albesiano, Giorgio Curtoni, Luigi Defonte,<br />
Paolo Ricci, Virgilio Sarro, Paolo Giuliani.<br />
Flauti<br />
*Marco Jorino, Paolo Fratini, Carlo Bosticco.<br />
ottavino<br />
Carlo Bosticco<br />
oBoi<br />
*Francesco Pomarico, Franco Tangari.<br />
Corno inGlese<br />
Teresa Vicentini<br />
Clarinetti<br />
*Cesare Coggi, Graziano Mancini.<br />
Clarinetto Basso<br />
Marino Delgado Ravilla<br />
FaGotti<br />
*Elvio Di Martino, Cristian Crevena.<br />
Corni<br />
*Stefano Aprile, Valerio Maini, Giuseppe Merlo, Bruno Tornato.<br />
troMBe<br />
*Marco Bra<strong>it</strong>o, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini.<br />
troMBoni<br />
*Fabio Sampò, Devid Ceste.<br />
troMBone Basso<br />
Gianfranco Marchesi
tuBa<br />
Rino Ghiretti<br />
tiMPani<br />
*Claudio Romano<br />
PerCussioni<br />
Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena.<br />
arPa<br />
*Margher<strong>it</strong>a Bassani<br />
alessandro Milani suona un violino Francesco Gobetti del 1711,<br />
appartenente alla Fondazione “Pro Canale” di Milano.<br />
Margher<strong>it</strong>a Bassani suona un’arpa “apollo”<br />
costru<strong>it</strong>a dalla d<strong>it</strong>ta salvi.<br />
* prime parti ° <strong>concerti</strong>ni
15° concerto<br />
giovedì 12 febbraio 2009 ore 20.30<br />
venerdì 13 febbraio 2009 ore 21.00<br />
kirill karaB<strong>it</strong>s direttore<br />
renaud CaPuçon violino<br />
Prezzi Carnet<br />
(da un minimo di 6 <strong>concerti</strong> scelti fra i due turni e in tutti i settori):<br />
Adulti: euro 24,00 a concerto<br />
Giovani (dal 1979 in poi): euro 5,00 a concerto<br />
Biglietti per singolo concerto:<br />
Poltrona numerata platea: 30,00 euro<br />
Poltrona numerata balconata: 28,00 euro<br />
Poltrona numerata galleria: 26,00 euro<br />
Ingresso (posto non assegnato): 20,00 euro (in ogni settore)<br />
Biglietti per giovani dal 1979 in poi (in ogni settore):<br />
Poltrona numerata: 15,00 euro<br />
Ingresso (posto non assegnato): 9,00 euro<br />
Cambio turno: 8,00 euro<br />
Biglietteria Aud<strong>it</strong>orium <strong>Rai</strong> “A. Toscanini”<br />
Dal 25 settembre 2008 a fine stagione<br />
la biglietteria sarà aperta<br />
dal martedì al venerdì con orario continuato 10.00 – 18.00<br />
tranne i giorni festivi infrasettimanali<br />
e il periodo 22 dicembre 2008 – 7 gennaio 2009.<br />
Tel. 011/8104653 – 8104961 Fax 011/888300<br />
e-mail: biglietteria.osn@rai.<strong>it</strong><br />
www.orchestrasinfonica.rai.<strong>it</strong><br />
Modest Musorgskij<br />
Scherzo in si bemolle maggiore<br />
per orchestra<br />
Max Bruch<br />
Concerto n. 1 in sol minore<br />
op. 26 per violino e orchestra<br />
richard strauss<br />
Danza dei sette veli dall’opera<br />
Salome<br />
sergej Prokof’ev<br />
Chout (Il buffone), brani scelti<br />
dal balletto op. 21