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François, Jean-Luc e (affettuosamente) - Cineforum del Circolo

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le distanze dalla norma, in questo momento si<br />

scontrano con uno sbarramento opposto dagli<br />

esercenti” (<strong>François</strong> Truffaut, Autoritratto,<br />

Einaudi, 1989).<br />

Gli anni immediatamente successivi al 1960<br />

vedranno l’insuccesso di pubblico di molti dei<br />

film dei giovani registi. Tirate sul pianista (Tirez<br />

sur le pianiste,1961) di Truffaut, interpretato<br />

dallo chansonnier-attore di origine armena<br />

Charles Aznavour; La donna è donna (Une<br />

femme est une femme, 1962) di Godard; Le go<strong>del</strong>ureux<br />

(1960), L’oeil du matin (1961) e Ophelia<br />

(1962), tutti di Chabrol; il primo lungometraggio<br />

di Jacques Rivette Paris nous appartient (1960);<br />

La morta stagione <strong>del</strong>l’amore (1960), di Pierre<br />

Kast si riveleranno tutti dei sonori fiaschi al botteghino.<br />

La crisi in cui, in così breve tempo, sprofonda la<br />

Nouvelle vague pare irreversibile; messa all’angolo<br />

dallo spirito di sopravvivenza <strong>del</strong> cinema<br />

tradizionale francese, pare, ormai, un fenomeno<br />

in via di estinzione. Alcuni film costano uno<br />

sproposito e rappresentano un discreto flop al<br />

botteghino; è il caso, ad esempio, di Desideri nel<br />

sole (Adieu Philippine, 1963) di Jacques Rozier.<br />

Realizzare film, per i giovani registi, tornò a<br />

essere difficoltoso quasi come prima <strong>del</strong>l’avvento<br />

<strong>del</strong>la Nouvelle vague.<br />

- 8 -<br />

Tuttavia, anche se la spinta <strong>del</strong> movimento si<br />

stava affievolendo, non per questo i vari<br />

Truffaut, Godard, Chabrol e gli altri smetteranno<br />

di fare film. Ognuno continuerà nella sua attività,<br />

affinando, col tempo, la propria cifra stilistica<br />

e diventando, a sua volta, un classico.<br />

Truffaut nel 1962 realizza uno dei film più belli<br />

e appassionati <strong>del</strong> cinema francese di tutti i tempi<br />

Jules e Jim (1962), un’opera tratta dal romanzo<br />

di Henry Roché, uno scrittore esordiente di… 74<br />

anni! Godard col tempo diventerà sempre più<br />

sperimentatore avviandosi verso una carriera<br />

decisamente fuori dal coro e realizzando, fra gli<br />

altri, due ottimi lungometraggi, entrambi <strong>del</strong><br />

1965: Il bandito <strong>del</strong>le 11 (Pierrot le fou) e<br />

Agente Lemmy Caution: missione Alphaville<br />

(Alphaville, une étrange aventure de Lemmy<br />

Caution) per poi dedicarsi sempre più a un cinema<br />

politico e di rottura. Chabrol utilizzò il noir<br />

per descrivere, con la passione e la minuzia di<br />

un entomologo, la psicologia dei comportamenti<br />

umani che possono esplodere, improvvisamente,<br />

nella violenza e nella follia. Rohmer, dopo l’insuccesso<br />

<strong>del</strong>la sua opera prima, iniziò una serie<br />

di sei film compresi nel ciclo dei “Racconti<br />

morali”, dove uomini e donne vengono colti nell’atto<br />

di destreggiarsi fra la razionalità derivante<br />

dall’intelligenza e gli impulsi emotivi ed erotici.<br />

Un’intensa scena di<br />

Hiroshima mon amour,<br />

di Alain resnai, presentato<br />

a l Festival <strong>del</strong> cinema<br />

di Cannes 1959

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