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Eziologia, Diagnosi e Terapia della Sordita' Infantile Preverbale - AOOI

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<strong>Eziologia</strong> delle ipoacusie preverbali<br />

cidenza, definita come il numero di nuovi casi affetti in una data popolazione<br />

per un periodo di tempo (ad esempio un anno). I valori di prevalenza<br />

riportati in letteratura differiscono spesso da uno studio all’altro in<br />

relazione ai criteri di selezione delle popolazioni esaminate e ai fattori<br />

considerati quali il livello di gravità dell’ipoacusia (>40 dB HL, > 50 dB HL,<br />

ipoacusie profonde) e il range di frequenze esaminate.<br />

Fino dal 1981 Martin, e successivamente numerosi altri autori (v. Tab. 2),<br />

hanno condotto studi epidemiologici relativi alle ipoacusie > 50 dB BEHL<br />

(Better Ear Hearing Level), riportando dati di prevalenza sostanzialmente<br />

indicativi del fatto che l’ipoacusia permanente è oggi un’evenienza<br />

rara, come in passato, ma deve essere in ogni caso identificata per prevenire<br />

e ridurre gli effetti a carico <strong>della</strong> sfera comunicativo-verbale negli<br />

individui affetti. Dati recenti riportano per i paesi europei valori di prevalenza<br />

molto variabili, fra 0.5 e 4.2/1000 (Davidson, 1988; Parving, 1997;<br />

Uus, 2000). Ad esempio in Estonia (Uus, 2000) su coorti nate negli anni<br />

1985-1990, e adottando come criterio una soglia > 40 dB BEHL, è stata<br />

rilevata una prevalenza di sordità infantile di 1.72/1000.<br />

Tab. 2: Prevalenza delle ipoacusie infantili<br />

Uno studio molto citato, e ritenuto altamente rappresentativo <strong>della</strong> situazione<br />

europea è stato condotto nella regione inglese di Trent (4.8 milioni<br />

di abitanti), su coorti degli anni 1985-1990 (Fortnum, 1997).<br />

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