28.05.2013 Views

Karl Raimund POPPER - Liceo Scientifico A.Bafile

Karl Raimund POPPER - Liceo Scientifico A.Bafile

Karl Raimund POPPER - Liceo Scientifico A.Bafile

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Karl</strong> <strong>Raimund</strong> <strong>POPPER</strong><br />

(Himmelhof 1902-1994)<br />

Epistemologo inglese di origine austriaca<br />

(1902-1994). Appartenne al Circolo di<br />

Vienna, dal quale in seguito si allontanò<br />

occupandosi di problemi storici e sociologici.<br />

Ha sostenuto che le teorie sono scientifiche<br />

solo in quanto è possibile dimostrarne la<br />

falsità (falsificazionismo). In base a questo<br />

criterio, ha classificato come metafisica la<br />

teoria marxista della storia. Principali opere :<br />

Logica della scoperta scientifica (1934), La<br />

società aperta e i suoi nemici (1945), Miseria<br />

dello storicismo (1957), Congetture e<br />

confutazioni (1962).<br />

Filosofo della scienza austriaco, nasce vicino a Vienna nel 1902 da famiglia ebrea<br />

convertitasi al protestantesimo (il padre, insigne avvocato, traduceva per diletto versi<br />

di Orazio, la madre era pianista).Cresce nel fasto viennese, fra servitù e agevolazioni<br />

di ogni tipo.<br />

Iscrittosi a una lega di giovani studenti socialisti, ha una adolescente infatuazione per<br />

il comunismo, offrendo i suoi servigi come attivista al quartier generale del PC. Ma<br />

prima di compiere i 17 anni, nel 1919 diventa un dichiarato anticomunista avendo<br />

partecipato ad una dimostrazione nel corso della quale otto giovani operai, mandati<br />

allo sbaraglio dai dirigenti comunisti, erano stati uccisi dalla polizia.<br />

Nell’esprimere le sue riserve sul marxismo, temette sempre di essere bollato come<br />

simpatizzante fascista e di nuocere alla causa del partito socialdemocratico di cui era<br />

divenuto membro.<br />

Educato presso l'Università di Vienna, frequenta negli anni Trenta le lezioni del<br />

famoso Circolo di Vienna (o Wiener Kreis, centro del neopositivismo logico) ma se<br />

ne allontana. Lavora come assistente sociale, maestro, psicologo e psicoanalista a<br />

contatto con bambini disadattati. Esercita anche l'attività di critico musicale e di<br />

ebanista.<br />

Dopo aver conseguito la laurea in filosofia ha pubblicato, nel 1934, “Logic of<br />

Scientific Discovery - Logica della scoperta scientifica”.<br />

Nel 1937, a causa dell'Anschluss dell’Austria alla Germania nazista e delle leggi<br />

razziali, è costretto ad emigrare con la moglie e segretaria Josephine in Nuova<br />

Zelanda (non avrà figli), dove fonda il Refugee Emergency Committee per i<br />

fuggiaschi dalla Germania e dall’Austria.


Insegna filosofia fino al 1945 nella University of New Zealand. Qui scrive nel 1937<br />

Che cos'è la dialettica. Nel 1945 torna in Europa e dal 1949 si stabilisce in<br />

Inghilterra, dove prende la cittadinanza inglese e dove insegna logica e metodologia<br />

scientifica nella prestigiosa London School of Economics and political sciences fino<br />

al 1969.<br />

Nel 1965 viene insignito dalla regina del titolo di Sir. Nel 1982 diviene "Companion<br />

of honour (compagno d'onore)", il più alto e ambito riconoscimento che possa essere<br />

conferito dal sovrano inglese.<br />

Popper muore per un cancro all'intestino nel settembre 1994. Lascia una generazione<br />

di fedeli discepoli denominati " the popperians".<br />

Tra le sue opere: “The Open Society and its Enemies - La società aperta e i suoi<br />

nemici” (1945), “The Poverty of Historicism - Miseria dello storicismo” (1957),<br />

“Conjectures and Refutations - Congetture e confutazioni” (1962), “Objective<br />

Knowledge - La conoscenza oggettiva” (1972), “La ricerca non ha fine.<br />

Autobiografia intellettuale” (1974). Nel 1977 (in collaborazione col neurofisiologo<br />

premio Nobel 1963 John C.Eccles) scrive in chiave antimaterialista e antiriduzionista<br />

sul "mind-body problem" L'io e il suo cervello ( The Self and Its Brain ) 1 . "Poscritto<br />

alla logica della scoperta scientifica" (1984), "Società aperta universo aperto" (1982-<br />

1983).<br />

Il maggior merito di Popper consiste nell'aver messo in guardia<br />

verso l'abbandono alle facili illusioni di una scienza infallibile e<br />

di una politica scientifica.<br />

In contrasto con le tesi neopositivistiche del circolo di Vienna e poi<br />

della scuola di Francoforte, ha sostenuto il carattere provvisorio e<br />

congetturale del sapere scientifico. Ha identificato il punto di<br />

distinzione tra una teoria scientifica ed una metafisica nella contrapposizione tra il<br />

principio di verificabilità e quello di falsificabilità. Estendendo le sue tesi alla storia e<br />

alle scienze sociali, si è mostrato fortemente critico nei confronti dello storicismo,<br />

negando la possibilità di individuare delle leggi all'interno del divenire storico e<br />

sostenendo al contrario la possibilità di un approccio aperto e sempre confutabile in<br />

dipendenza dalla realtà e contro ogni determinismo.<br />

1 In polemica con i “riduzionisti” materialisti, Eccles elabora una teoria della mente come fenomeno<br />

separato dal cervello, sostenendo l'esistenza di una "mente autocosciente" completamente autonoma<br />

dalle strutture celebrali, un quid che va oltre il campo di indagine scientifica e che "in senso<br />

religioso viene chiamata un'anima". E' la tesi dualista che considera la coscienza come entità<br />

diversa dal cervello. "Io credo - sostiene Eccles - in una Divina Provvidenza che opera su e al di<br />

sopra degli accadimenti materialisti dell'evoluzione biologica".


• EPISTEMOLOGIA<br />

Il nodo centrale della filosofia popperiana è costituito dal problema della<br />

"demarcazione" tra teorie scientifiche e teorie pseudo-scientifiche.<br />

Il pensiero del filosofo nasce in antitesi ai più radicati assiomi del neopositivismo,<br />

secondo i quali una teoria scientifica risulta tale se è completamente verificabile<br />

tramite l'esperienza.<br />

Secondo Popper, ciò non è altro che un'utopia, poichè per "verificare" completamente<br />

una teoria od una legge si dovrebbe aver presente tutti i casi; ma questo è un evento<br />

impossibile, poichè mentre le conseguenze di una legge sono infinite, finito è il<br />

controllo operabile su di esse. Non esistono perciò osservazioni certe e irrevocabili.<br />

In tal senso, Popper è uno scettico di tipo humeano e kantiano (viene chiamato "il<br />

Kant del Novecento") poichè non crede che mediante la scienza si possa mai<br />

raggiungere la verità assoluta ("eclissi della verità").<br />

La verità non è un dogma, ma un limite verso il quale tendere.<br />

Le teorie scientifiche sono pertanto ipotesi, congetture provvisorie, tentativi di<br />

soluzione di problemi, e la conoscenza scientifica ha di conseguenza un carattere<br />

congetturale e cumulativo : le teorie sono "reti" che noi stendiamo sopra il mondo<br />

dell'esperienza, nel tentativo di "pescare" qualcosa, ma non certo il Tutto.<br />

Scrive Popper :"La scienza non posa su un solido strato di roccia. L'ardita struttura<br />

delle sue teorie si eleva, per così dire, sopra una palude. E' come un edificio<br />

costruito su palafitte. Le palafitte vengono conficcate dall'alto, giù nella palude : ma<br />

non in una base naturale o "data"; e il fatto che desistiamo dai nostri tentativi di<br />

conficcare più a fondo le palafitte non significa che abbiamo trovato un terreno<br />

solido".<br />

Dal punto di vista metodologico, la scienza non può procede solo cercando conferme<br />

alle ipotesi, ma soprattutto prendendo atto degli errori fatti ("Noi impariamo dai<br />

nostri errori") : la scienza avanza cioè mediante confutazioni. 2<br />

La storia della scienza altro non è dunque se non una serie di “correzioni di errori”.<br />

Ne La logica della ricerca scientifica scrive : “La nostra scienza non è conoscenza :<br />

non può mai pretendere di aver raggiunto la verità e neppure un sostituto della verità<br />

come la probabilità. (...) Non il possesso della conoscenza, della verità inconfutabile,<br />

fa l’uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta della verità.”<br />

2 Scrive John Eccles : “Popper ha posto, meglio di chiunque altro, i fondamenti teorici della logica<br />

della scoperta scientifica. Grazie a lui, oggi sappiamo che la conoscenza progredisce in<br />

un’incessante alternanza di verità e di errori, in cui l’errore è un elemento indispensabile per<br />

raggiungere il cammino della verità. Popper ci ha insegnato ad apprendere dai nostri errori che la<br />

verità è un processo, mai una meta definitiva.”


Dunque, “scientifico” non coincide con “vero”. Il sistema tolemaico, ad esempio, non<br />

era “vero” ma era senz’altro “scientifico”, essendo in grado di spiegare molti<br />

fenomeni celesti. Il sistema copernicano non era nemmeno esso vero : consentiva<br />

però di spiegare fenomeni che il sistema tolemaico non era in grado di spiegare ; e<br />

così via.<br />

Allora, la formula “ciò è vero” dev’essere sostituita con quella, ben più valida :<br />

“nulla prova che ciò sia falso”.<br />

Con un radicale pessimismo intellettuale, Popper sostiene che possiamo deciderci<br />

solo per la falsità di una teoria, non per la sua verità.<br />

Al "verificazionismo" positivista Popper oppone il suo "falsificazionismo" (o<br />

"fallibilismo critico").<br />

Per lui una teoria o una proposizione è scientifica solo quando è falsificabile (almeno<br />

in linea di principio e di possibilità), o quando resta valida come norma nonostante le<br />

eccezioni che la falsificano.<br />

Le teorie scientifiche devono essere sempre “falsificabili”.<br />

Per sapere se una teoria è vera bisogna cercare di dimostrare l'opposto, bisogna cioè<br />

ideare degli esperimenti per dimostrare che è falsa. Se gli esperimenti non hanno<br />

successo, la teoria è vera. Paradossalmente : “Credo fermamente che le cosiddette<br />

verifiche sono prove di falsificazione non riuscite.”<br />

In altri termini, è scientifica solo quella teoria che può essere falsificata<br />

dall'esperienza, che cioè può indicare quali fatti - se accadessero - la confuterebbero.<br />

Una teoria veramente scientifica cerca dunque controlli e non conferme nei fatti.<br />

In altri termini, alla formula del metodo scientifico positivista fondata sul binomio<br />

teoria + conferme va opposta la formula congetture + confutazioni.<br />

Questo non significa che una teoria è valida quando è completamente negata<br />

attraverso l'esperienza ! Il criterio di falsificazione è solo un criterio di demarcazione<br />

tra ciò che può essere falsificato e ciò che non lo può essere : è scientifico ciò che per<br />

sua intrinseca natura può essere falsificato, cioè non si presuppone dogmatico.<br />

Nasce così la triade problema-teoria-critiche : incontriamo un problema, formuliamo<br />

una teoria, cerchiamo di metterla alla prova delle più esigenti confutazioni.<br />

Le teorie sono valide “fino a prova contraria” e sempre in gara con altre teorie.<br />

Dire che "una teoria non si prova, si falsifica", significa quindi dire che è valida<br />

quella teoria che resiste, benchè sia sottoposta a tutta una serie di critiche. Lasciare<br />

questo spazio di falsificazione significa poter modificare le nostre convinzioni<br />

scientifiche e produrne migliori delle precedenti, lontano da ogni dogmatismo.<br />

La scienza rifiuta infatti per sua natura dogmi, utopie e valori assoluti in favore di una<br />

continua rivedibilità delle proprie conoscenze. In questo consiste la "ricerca", nel<br />

cercare ciò che ancora non si possiede, o di cui se ne possiede solo una parte.


“Il cammino della scienza è quello di un sapere sempre fallibile e precario, che però<br />

si avvicina sempre più alla verità.”<br />

Nella ricerca della verità ci muoviamo a tentoni, ma siamo nondimeno aiutati dai<br />

nostri errori : come in una stanza buia, ci orientiamo solo grazie agli ostacoli in cui ci<br />

imbattiamo.<br />

Afferma Popper :"La nostra condizione può essere definita, in una battuta, come<br />

quella di un uomo nero, che in una stanza nera, senza luce, cerca un cappello nero<br />

che potrebbe non esserci. Questa, secondo me, è la situazione della ricerca<br />

scientifica (...) In questo cercare tastoni, a volte ci imbattiamo in qualcosa di<br />

abbastanza inaspettato, che non era previsto, ma che malgrado tutto può essere più<br />

importante del problema iniziale (...) Voglio dire che tentativi ed errori costituiscono<br />

la strada principale per fare ricerca. Se si fa ricerca, ricerca vera, ci si muove in un<br />

campo di cui non si sa molto e in cui si deve essere liberi di trovare nuove vie (...) Il<br />

fatto che noi non sappiamo niente, che abbiamo soltanto una conoscenza<br />

congetturale, ipotetica, provoca sconcerto nell'uomo comune. E' uno shock dello<br />

stesso tipo di quello provocato da Socrate agli ateniesi. E' uno shock al quale la<br />

gente solitamente si sottrae. Secondo me Socrate fu condannato a morte soprattutto<br />

perchè la gente aveva paura di questa conseguenza. Eppure è questa la situazione<br />

della scienza, la situazione che dobbiamo affrontare e che dovrebbe impedirci di<br />

diventare dogmatici. Il dogmatismo è il peggior nemico della scienza". 3<br />

La strategia della scienza richiede pluralità di programmi in competizione, assicura la<br />

sopravvivenza del programma migliore, senza per questo garantire mai la soluzione<br />

definitiva di nessun problema.<br />

Afferma Dario Antiseri : “Fra una teoria per vincere il cancro, che funziona, e<br />

un’altra inefficace, è indubbio che prevarrà quella efficace. Chi ha cercato e<br />

lavorato in altro senso, non potrà che ritenersi coautore del meglio, proprio in<br />

quanto ricercatore. Così in tutti gli ambiti. Più idee ci sono, maggiore ricchezza<br />

esiste. Prevalere non vuol dire scartare, ma scegliere il meglio.”<br />

Questa concezione corretta della scienza comporta l'assunzione da parte dello<br />

scienziato di un giusto atteggiamento di apertura mentale, di disponibilità alla critica<br />

e di onestà intellettuale.<br />

"Razionale - scrive Popper - non è il medico che per salvare la diagnosi uccide il<br />

paziente, ma il medico che per salvare il paziente uccide, cioè falsifica, una dopo<br />

l'altra le diagnosi, fino a trovare la diagnosi giusta".<br />

Invece, certi filosofi e certi scienziati sono troppo impegnati a pulire i loro occhiali,<br />

preoccupandosi ben poco di quello che con gli occhiali dovrebbero vedere.<br />

Ironizzando, Popper aggiunge :"E' un ottimo esercizio mattutino vagliare e se<br />

occorre scartare ogni giorno, prima di colazione, un'ipotesi prediletta".<br />

3 Intervista al Corriere della Sera, 8 giugno 1986.


Alla luce di quanto detto (la falsificabilità è il criterio di demarcazione che distingue<br />

la scienza dalla non-scienza), per Popper il marxismo o la psicoanalisi non sono<br />

discipline scientifiche, ma “pseudo-scienze” poichè non è possibile una falsificazione<br />

dei loro presupposti. Essi cercano solo verifiche delle loro teorie, hanno sempre<br />

pronte delle “scuse”, delle spiegazioni ad hoc per tutte le ipotesi che non collimano<br />

coi fatti, senza compiere serie revisioni, ma solo aggiornamenti, adattamenti e<br />

sviluppi.<br />

• FILOSOFIA POLITICA<br />

A differenza della scienza (le cui teorie hanno una validità “temporale”), le ideologie<br />

si presentano alla maniera delle profezie, in forma “infalsificabile”. I “falsi profeti”<br />

delle ideologie non ammettono che le loro teorie possano essere sbagliate. Ad esse si<br />

aderisce dunque per fede e non già razionalmente. E al fideismo segue molto spesso il<br />

fanatismo. Le ideologie hanno dunque una inconsistenza teorica e una<br />

pericolosità pratica.<br />

La critica di Popper al platonismo, all'hegelismo e al marxismo è prima di tutto una<br />

critica allo storicismo (Miseria dello storicismo), cioè al provvidenzialismo storico,<br />

all'idea della storia come un grande fiume di cui può prevedersi il percorso.<br />

“Credere che l’uomo possa arrivare alla conoscenza certa è un errore fatale che<br />

trasforma la scienza in ideologia dogmatica ; così come credere che avremo un<br />

giorno una “società perfetta” è una tragica illusione che porta al totalitarismo.”<br />

Lo storicismo è per Popper determinismo acritico ("un buco nero intellettuale").<br />

Platonismo, hegelismo e marxismo sono "filosofie oracolari" che compongono utopia<br />

e totalitarismo.<br />

Popper mette in guardia contro gli intellettuali, responsabili da migliaia di anni di<br />

danni terribili. Tutte le utopie sono società chiuse. La società perfetta è la negazione<br />

della società aperta.<br />

Nelle società organiche e ordinate - come nell'ideale Stato platonico - ognuno se ne<br />

sta al suo posto e non disturba il manovratore…<br />

“Non può esistere alcuna società umana senza conflitti : una siffatta società sarebbe<br />

una società non di amici ma di formiche."<br />

“La lezione che noi dovremmo apprendere da Platone è esattamente l’opposto di<br />

quanto egli vorrebbe insegnarci. (...) Platone dimostra che la terapia è peggiore del<br />

male che tentava di combattere. (...) Noi non possiamo mai più tornare alla presunta<br />

bellezza della società chiusa. Il nostro sogno del cielo non può essere realizzato sulla<br />

terra.” (La società aperta e i suoi nemici)<br />

“Ai nostri tempi l’isterico storicismo di Hegel è ancora il fertilizzante al quale il<br />

totalitarismo moderno deve la sua rapida crescita. La sua diffusione ne ha preparato


il terreno ed ha educato l’intelligenza alla disonestà intellettuale.” (La società aperta<br />

e i suoi nemici)<br />

Popper considera l'hegelismo "l'arsenale del nazismo e della nefasta serie fascista".<br />

Marx eredita dall'hegelismo i suoi peggiori aspetti : lo storicismo e il totalitarismo.<br />

Pertanto ciò che non va della trappola ideologica marxista è l'atteggiamento<br />

dogmatico che si nasconde dietro la sua presunta scientificità. 4<br />

Sia Hegel sia Marx fanno profezie, come se si possa prevedere il futuro in base a<br />

leggi necessarie. Per di più il marxismo nasce come scienza ("socialismo scientifico")<br />

ma con le sue previsioni fantastiche finisce in metafisica. Il marxismo è una profezia<br />

infalsificabile mascherata da scienza (si pensi alla crisi "irreversibile" del capitalismo<br />

e all'avvento "necessario" del socialismo e di una società senza classi).<br />

Poichè la storia non sembra andare in questo senso, dovremo dire che il marxismo<br />

teorico ha sbagliato profezia o che ha sbagliato il capitalismo a non adeguarsi ad<br />

essa?...<br />

Scrive Popper :" Il marxismo, oggi, non è più scienza; e non lo è poichè ha infranto<br />

la regola metodologica per la quale noi dobbiamo accettare la falsificazione, e ha<br />

immunizzato se stesso contro le più clamorose confutazioni delle sue predizioni. Da<br />

allora esso può venir descritto solo come non-scienza, come un sogno metafisico, se<br />

volete, congiunto con una realtà crudele".<br />

E' vero che a Marx dobbiamo la scoperta dell'importanza dell'economia nella storia,<br />

ma la storia non segue per questo le leggi "scientifiche" dell'economia : l'economia è<br />

infatti solo un fattore fra gli altri (la religione, la nazionalità, i legami di amicizia, la<br />

mentalità, etc.).<br />

Contro la palingenesi rivoluzionaria della teologia marxista della storia, ma anche<br />

contro l'irrazionalismo ("In Nietzsche, filosoficamente parlando, non c'è niente.<br />

Nietzsche è un povero diavolo"), Popper propone una gradualistica politica riformista<br />

di tipo socialdemocratico. Non ha senso infatti l’astratta nozione di direzione storica<br />

ma la storia è il risultato di azioni individuali in cui è impossibile pianificare<br />

radicalmente e su larga scala.<br />

L’utopismo, infallibilista e autoritario, assoggetta la ragione alla violenza sanguinaria<br />

per un sogno metafisico o per certa isteria filosofica della storia.<br />

Secondo Popper occorre rinunciare all'utopia della "massima felicità" per sostituirla<br />

con l'obiettivo di "minimizzare l'infelicità".<br />

4 Popper scrive : “Quando parlo di trappola marxista, io non intendo la teoria presunta scientifica<br />

che sfocia nella profezia marxista sulla storia. Io penso piuttosto alle catene morali con le quali un<br />

uomo, che crede a questa profezia, si trova legato al partito. Di queste catene morali che insieme<br />

alla profezia costituiscono la trappola, ho un ricordo molto nitido.”


Popper ritiene utopistico, cioè impossibile, conciliare eguaglianza e libertà, cioè gli<br />

ideali del socialismo (intrinsecamente illiberale) e quelli del liberalismo. "La libertà è<br />

più importante dell'uguaglianza".<br />

In particolare, socialismo e libertà sono inconciliabili a causa dello strapotere che il<br />

socialismo istituzionalizzato attribuisce allo Stato burocratico.<br />

La politica deve prendere a modello il modo di procedere della scienza, perché c’è<br />

una corrispondenza sostanziale tra il metodo scientifico e la democrazia. Così come<br />

una teoria è scientifica se resiste alla confutazione, altrettanto un sistema politico vale<br />

se resiste alla critica.<br />

Se la conoscenza è sempre critica, la politica è sempre conflitto : e critica e conflitto<br />

sono le condizioni della libertà.<br />

Alla formula del metodo scientifico fondata sul binomio congetture + confutazioni,<br />

corrisponde la formula della società aperta massima libertà + opposizione<br />

istituzionalizzata.<br />

Viceversa, al binomio teoria + conferme corrisponde la formula della società chiusa<br />

autorità + assenza di conflitti, che è la formula del socialismo reale.<br />

Di qui l'importanza del dissenso (più che del consenso) e del suo ruolo nella "società<br />

aperta", pluralista e capace di autocorreggersi. Il dissenso è l'elemento stesso che<br />

definisce una società libera.<br />

La società aperta è una società in cui le procedure per la discussione critica e per la<br />

rimozione dell’errore, compreso quello della scelta dei governanti, sono<br />

salvaguardate. La società aperta al dubbio e alla verifica è quella dove si esercita il<br />

controllo reale sull’operato del potere.<br />

E’ questa l’essenza della società democratica, che (come la scienza) procede per<br />

tentativi ed eliminazione degli errori. Vi è in definitiva uno strettissimo rapporto fra<br />

la mentalità scientifica e quella democratica.<br />

La società democratica (che non è partecipazione, ma controllo) vive solo se<br />

l'iniziativa di chi governa è messa alla prova dalla critica di chi si oppone,<br />

esattamente come nella scienza.<br />

Dunque, il paradosso della democrazia è che essa per funzionare presuppone sempre<br />

un fatto qualitativo, che cioè i cittadini siano sempre soggetti critici della vita sociale.<br />

In una società libera le istituzioni non solo devono permettere la critica, ma devono<br />

anche stimolarla.<br />

Le regole popperiane della “Società aperta” sono :<br />

1) in democrazia, i governanti possono essere licenziati dai governati senza spargimento di<br />

sangue ;<br />

2) dobbiamo distinguere soltanto fra due forme di governo : la democrazia e la tirannide ;<br />

3) una costituzione democratica deve escludere un solo caso di cambiamento nel sistema<br />

legale, e cioè quello che metta in pericolo il suo carattere democratico;


4) in una democrazia l’integrale protezione delle minoranze non deve estendersi a coloro<br />

che violano la legge e soprattutto a coloro che incitano al rovesciamento violento della<br />

democrazia (la società aperta è chiusa solo agli intolleranti);<br />

5) una linea politica tesa a salvaguardare la democrazia deve sempre operare in base al<br />

presupposto che ci possano essere tendenze antidemocratiche latenti sia tra i governati,<br />

sia tra i governanti ;<br />

6) se la democrazia è distrutta, tutti i diritti sono distrutti, anche se fossero mantenuti certi<br />

vantaggi economici goduti dai governati ;<br />

7) la democrazia è un prezioso campo di battaglia per qualsiasi riforma ragionevole, dato<br />

che essa permette l’attuazione di riforme senza violenza.<br />

Liberaldemocratico e liberista, sostiene ne La società aperta e i suoi nemici che<br />

quello democratico occidentale sia il "migliore dei mondi possibili (...) il più giusto<br />

tra tutti quelli registrati dalla storia". "La nostra società occidentale, molto<br />

imperfetta, è la migliore di quelle che sono esistite finora sulla Terra (...) Dobbiamo<br />

riconoscere e sostenere il fatto che la nostra società occidentale è la società più<br />

aperta fino ad oggi esistita".<br />

“Ai nostri ragazzi, specialmente in Europa, si va ripetendo che vivono in un mondo<br />

terribile. La verità è che viviamo nel migliore dei mondi che sia mai esistito in<br />

Occidente, non perché sia il più ricco, ma perché è il più giusto.”<br />

La nostra società è la migliore perché la più libera tra quelle finora costruite<br />

dall’uomo, nonostante i suoi molti fallimenti e la tragedia di “due assurde guerre<br />

mondiali e due criminali dittature.”<br />

Ancora nel 1986 Popper scriveva : “Viviamo in un mondo meraviglioso, un mondo<br />

meraviglioso e favorevole alla vita. Anche l’universo sociale in cui viviamo è<br />

migliore dei precedenti. Dovrebbe certo venir migliorato in misura ancora maggiore,<br />

tuttavia in nessuna epoca, in nessun periodo della storia umana la società è stata<br />

così preparata a migliorarsi e a riformare se stessa quanto oggi. Nella nostra epoca<br />

non solo il mondo naturale ma anche quello sociale è il migliore fra quelli mai<br />

apparsi. Non è una società buona in assoluto, ma è molto meglio di quelle che<br />

l’hanno preceduta. (...) L’educazione è troppo spesso nelle mani di intellettuali che<br />

convincono i giovani che stanno vivendo in un inferno. No, questo tipo di educazione<br />

non li renderà certo migliori. Gli intellettuali che dicono questo ai giovani sono in<br />

larga parte responsabili della violenza oggi esistente.”<br />

Questa considerazione (che provocò la dura reazione di Theodor W. Adorno, che<br />

nella società occidentale vedeva anche Auschwitz...) lo porta addirittura a riabilitare<br />

il colonialismo, sostenendo che esso è stato solo sinonimo di progresso : "Abbiamo<br />

liberato questi Stati troppo in fretta e troppo semplicisticamente".<br />

-----------------------------------------------------------------------------------------------


• PROBLEMI SOCIALI<br />

Per le sue idee critiche al marxismo, Popper ha esercitato una notevole influenza sul<br />

conservatorismo moderno e per questo è stato lungamente posto al bando<br />

dall'intellighentia comunista italiana.<br />

Popper criticò a sua volta i Verdi per "la loro insensata ostilità verso le scienze<br />

naturali e la tecnica", per il loro rifiutare non questa o quella soluzione tecnica, ma la<br />

tecnica in quanto tale. Egli afferma invece che alla base della catastrofe ecologica<br />

non c'è la tecnologia ma l'esplosione demografica.<br />

“Ho sempre amato la natura; ma so che solo la scienza può aiutarci a correggere i<br />

danni che l’uomo, soprattutto l’uomo produce. Se i coleotteri e le farfalle hanno<br />

distrutto i boschi, gli uomini hanno sempre maltrattato l’ambiente, a cominciare<br />

dagli antichi romani, famosi artefici di deserti e di sterili pietraie. L’affermazione per<br />

cui questi attentati agli equilibri ecologici si devono alla tecnologia e alla scienza<br />

d’oggi è assolutamente falsa. Senza la scienza non saremmo riusciti a salvare il lago<br />

Michigan o quello di Zurigo; la verità è che i tecnici hanno più d’ogni altro interesse<br />

a eliminare i danni procurati dalla tecnica; e che solo la scienza può aiutarci a<br />

rimettere in ordine l’ambiente sconvolto da opere umane e da disastri naturali.”<br />

“Questi verdi fanno parte di un pessimismo in voga. Vorrebbero abolire tecnica e<br />

progresso (...) ma si rendono conto che cosa volesse dire per le persone di servizio<br />

non avere la lavatrice ? Era una massacrante schiavitù.”<br />

Sostenne quindi la necessità dei mezzi di contraccezione giudicando, in polemica<br />

con la Chiesa cattolica, che è criminale non evitare il concepimento di bambini non<br />

desiderati ("Considero l'atteggiamento del papa sulla procreazione uno degli<br />

scandali maggiori di questo secolo").<br />

I cattolici lo attaccarono duramente per questa sua lotta in favore del controllo delle<br />

nascite. Inoltre, ricorda Dario Antiseri, "Popper sosteneva che fosse intollerante chi<br />

diceva "il mio Dio è quello vero"."<br />

Negli ultimi anni, critico della televisione, Popper sostiene :" (..) quello che non<br />

riusciamo a vedere nella realtà da vicino o attraverso la televisione è per noi come se<br />

non esistesse". 5<br />

5 Intervista rilasciata a Londra a L'Unità, 9 settembre 1993. Nel pamphlet Cattiva maestra<br />

televisione (scritto insieme allo psicologo dell'età evolutiva John Condry) Popper denuncia che :<br />

1) la TV è un ambiente violento per i bambini;<br />

2) la guerra dell'audience peggiora la qualità dei programmi;<br />

3) la TV confonde finzione e realtà;<br />

4) il potere incontrollato della TV è un pericolo per la democrazia.


La televisione è per Popper la principale fonte di immissione della violenza nella<br />

società; esattamente come la guerra, essa è responsabile della perdita dei sentimenti<br />

normali del vivere in un mondo ben ordinato e fa apparire ciò che è eccezionale (il<br />

crimine e la violenza) come qualcosa di normale.<br />

La televisione provoca quindi “la caduta delle resistenza naturali alla violenza.”<br />

In televisione, dice Popper, tutto va bene “purchè ci si metta sopra del pepe, delle<br />

spezie, dei sapori forti, che sono per lo più rappresentati dalla violenza, dal sesso e<br />

dal sensazionalismo. Il fatto è che più si impiega questo genere di spezie, più si<br />

abitua la gente a richiederne.”<br />

Inoltre, la televisione contribuisce a manipolare o pianificare l’opinione pubblica, a<br />

standardizzare il gusto, a imporre mode e a omologare il dissenso.<br />

I principi che governano l’audience spingono a livelli di produzione sempre peggiori.<br />

Come dire che – a differenza dei decenni precedenti – ora è lo spettatore a far male<br />

alla televisione …<br />

Essa è una “cattiva maestra” che ha sedotto l’innocenza dei bambini sottraendoli agli<br />

insegnanti. “La televisione è sempre molto più interessante, più elettrizzante, più<br />

coinvolgente. Ha una formula imbattibile, quella dell’azione. E che cosa può<br />

contrapporre un insegnante? Soltanto razionalità. Ma questa opposizione è senza<br />

speranza.” (Cattiva maestra televisione, 1994)<br />

Nel proporre il suo codice deontologico degli operatori televisivi, Popper aggiunge :<br />

“Tutti quelli che invocassero la libertà per dire che non si possono introdurre delle<br />

limitazioni in un potere pericoloso, come quello della televisione, sono degli idioti,<br />

sono degli imbroglioni che vogliono arricchirsi con lo spettacolo della violenza,<br />

educando alla violenza.”<br />

Popper si dichiara avversario del pacifismo unilaterale che non distingue tra<br />

aggressione e difesa :"Molto delle tragedie della seconda guerra mondiale è dipeso<br />

dalla presenza di questo tipo di pacifisti, e dal fatto che i nazisti aggressori<br />

confidavano che il pacifismo avrebbe finito con il bloccare la Gran Bretagna e i suoi<br />

potenziali alleati".<br />

“La libertà di muovere il tuo pugno finisce dove comincia il mio naso.” “La libertà<br />

dei miei pugni è limitata dal diritto degli altri di difendere il loro naso.”<br />

Sostenendo che la libertà del mercato non può essere libertà assoluta, Popper propone un drastico<br />

intervento educativo nelle comunicazioni di massa articolato nei seguenti punti :<br />

1) creazione - in analogia con altri ordini professionali - di un ordine dei lavoratori televisivi;<br />

2) codice deontologico per la tutela dei minori e dei telespettatori ("carta dei comunicatori");<br />

3) obbligatorietà di un corso di formazione deontologico-educativo con esame finale per il rilascio<br />

di una sorta di patente di abilitazione;<br />

4) istituzione di una Corte che possa ritirare a vita la suddetta patente ed espellere dall'ordine;<br />

5) diritto di qualsiasi lavoratore TV (tecnici, giornalisti, dirigenti) di sottrarsi ad un programma e di<br />

ricorrere alla Corte.


Sostiene invece, anche recentemente, che la pace nel mondo può essere garantita<br />

solo da un organismo sovranazionale abilitato all'uso della forza. Questa posizione,<br />

già sostenuta da Kant, era stata espressa nel dopoguerra da Churchill, ma resa vana<br />

dal clima della guerra fredda che quasi sempre ha impedito all'interno dell'ONU una<br />

convergenza di opinioni fra le potenze mondiali.<br />

Nel 1992, in relazione alla guerra del Golfo, afferma : "Non dobbiamo aver paura -<br />

ha detto - di intraprendere delle guerre per raggiungere la pace (...) Bisogna costituire<br />

una specie di truppa operativa del mondo civile per casi simili".<br />

Più esplicitamente nel 1994, invocando un intervento militare europeo in Bosnia,<br />

egli dichiara :" Bisognava impedire i massacri nei Balcani con le armi. Adesso nessun<br />

accordo è possibile. Così corriamo il rischio di un conflitto nucleare". E ancora,<br />

consigliando l'uso massiccio dell'arma aerea :" La pace non si realizza senza le armi,<br />

la guerra si impedisce con la guerra. Disumano e contro coscienza è non fare niente."<br />

Con notevole pessimismo, ha detto : “Ho la sensazione che i miei libri siano stati più<br />

acquistati che letti, che figurino sugli scaffali ma non nelle coscienze.”<br />

Nel luglio '89 alla domanda di Sebastiano Maffettone "Professore, i filosofi sono<br />

felici?", rispondeva :"Dovrebbero esserlo, e io lo sono sempre stato<br />

complessivamente. Il mondo ha molto da temere da intellettuali tristi e pessimisti.<br />

Viviamo nel migliore mondo sociale e umano da quando esiste la nostra specie, e<br />

questo non è un particolare trascurabile. Sebbene, naturalmente, io non conosca il<br />

nostro futuro, mi sembra che ci siano nel nostro tempo e nella nostra parte del mondo<br />

più libertà e ricchezza, e che esse siano destinate a diffondersi per l'intero pianeta. Per<br />

una volta tanto, la penso al contrario di Bertrand Russell che riteneva noi umani<br />

intelligenti ma perversi, capaci perciò di autodistruggerci attraverso il progresso<br />

tecnico. Invece, è proprio il contrario : siamo stupidi ma buoni. Il mondo in cui<br />

viviamo è il migliore nella storia della specie, eppure intellettuali e media ripetono<br />

quotidianamente le loro geremiadi. Anche per questo sono ottimista. Sono convinto<br />

che possiamo salvarlo, questo mondo, anche con l'esempio della speranza nel futuro,<br />

della fede nella scienza e nella ragione". 6<br />

• LA SCUOLA<br />

E' nemico delle frontiere disciplinari che vengono arbitrariamente costituite<br />

soprattutto nella scuola per motivi organizzativi. La scienza si cura delle frontiere<br />

disciplinari ancor meno di quanto si curassero dei confini di Stato i bacilli del<br />

colera...<br />

6 Intervista a Panorama, 16 luglio 1989


Quanto al LINGUAGGIO, egli detesta l'uso di linguaggi ermetici in campo<br />

scientifico, ritenendo che la scienza debba essere sempre essoterica e debba rivolgersi<br />

a tutti.<br />

Ha detto : “Esiste un eccellente libro di Parmenide il cui titolo originale è “Della<br />

natura”. Il Germania è stato tradotto “Sull’essenza di ciò che è ” o, con neologismo<br />

oscuro, “Sull’essenza dell’essente”. Titolo solenne perché incomprensibile. Per<br />

spiegarlo bisognerebbe ricorrere a un ragionamento contorto : la natura di una cosa<br />

equivale alla sua “essenza”, per cui la natura della natura è la natura dell’essente o<br />

l’essenza dell’essente. Semplice, no? Si possono inventare i più impervi sofismi per<br />

giustificare un titolo ma far passare questo linguaggio per qualcosa di migliore e di<br />

più profondo è una truffa bella e buona. Per quel che mi riguarda sono convinto che<br />

Parmenide volesse scrivere sulla natura e non sull’essenza di qualche cosa, che la<br />

sua ambizione fosse di essere comprensibile e che il fascino delle cose oscure e<br />

sconvolgenti lo lasciasse del tutto indifferente. Non direi lo stesso dei filosofi tedeschi<br />

che dell’oscurità hanno fatto una regola di comportamento.”<br />

Alludendo alla chiarezza del suo linguaggio ("considero la chiarezza un dovere"),<br />

Lucio Colletti ha detto di lui : “ Il fatto che Popper sia stato uno scrittore lucido, lo<br />

ha reso meno interessante agli occhi di quei professori di filosofia italiani inclini a<br />

confondere il profondo con l'oscuro.”<br />

Nel 1992 ha detto : “Io resto un socialista, nel senso che, secondo me, noi<br />

intellettuali abbiamo dei doveri verso coloro che non hanno avuto la nostra fortuna,<br />

dobbiamo aiutarli a capire cosa succede nel mondo.”

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!