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Contesa tra Achille e Agamennone - Paulu Maura

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Berlusconi – e non solo in lui – piena incarnazione ed<br />

esaltazione ma che permea e pervade grandi masse di persone<br />

del cosiddetto mondo del benessere e che, se non frenato in<br />

tempo, lo porterà alla rovina.<br />

Servirà a poco schernire e deporre Berlusconi, condannare i<br />

magnati che hanno portato a fallimento le banche e le industrie<br />

automobilistiche più grandi del mondo se non si fanno a pieno i<br />

conti con la smania smodata di consumare di tutto e di più da<br />

parte di una minoranza con<strong>tra</strong>pposta alla miseria e alla fame del<br />

resto dell’umanità.<br />

Nonostante la presa di coscienza degli orrori della guerra e i<br />

buoni propositi e la creazione delle Nazioni Unite e la<br />

predicazione dei Diritti Umani e l’esportazione della democrazia<br />

e bla bla bla di ogni tipo, sono, purtroppo, sempre attuali le<br />

parole che il Barbiere-Chaplin dice ai microfoni del Grande<br />

Dittatore alla fine del film: «Abbiamo i mezzi per spaziare ma ci<br />

siamo chiusi dentro, la macchina dell’abbondanza ci ha dato<br />

povertà, pensiamo troppo e sentiamo poco.»<br />

Perché tutti i vertici mondiali sui problemi dell’umanità e<br />

dell’inquinamento hanno prodotto scarsissimi risultati<br />

nonostante le denunce e gli allarmi degli scienziati? Perché i Capi<br />

di Stato sono tutti dei mostri e dei tiranni? O perché sono<br />

coscienti che dovrebbero <strong>tra</strong>sformarsi in feroci dittatori per<br />

frenare la smania smodata del consumismo?<br />

Con questa smania vanno fatti i conti. Conti da avviare nel<br />

cosiddetto mondo del benessere e non in termini moralistici o<br />

predicatori – rispetto al consumismo nessuno è senza colpa e<br />

nessuno è in grado di scagliare la prima pie<strong>tra</strong> – ma in termini<br />

politici, con razionalità, con gradualità e, soprattutto, con la<br />

capacità di avviare e coordinare una azione politica che alla<br />

riduzione dei consumi faccia corrispondere una migliore qualità<br />

di vita, una maggiore felicità. Qualcuno la chiama "decrescita<br />

felice".<br />

Se non si trova questa capacità sarà la rovina e saranno altri<br />

ad imporre amaramente i conti del disastro consumistico. Nel<br />

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