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XXXIII<br />
Assemblea<br />
Ordinaria dei Soci<br />
<strong>Ragusa</strong><br />
12 Febbraio 2011<br />
In ultima pagina<br />
l’avviso di convocazione<br />
e l’ordine del giorno<br />
EDITORIALE<br />
IBLEA<br />
Lungo le strade,<br />
l’universo giovanile<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Ancora un kamikaze ed un’autobomba, ad Alessandria d’Egitto (città cara<br />
agli italiani che furono protagonisti della sua edificazione) si trascina<br />
ancora una strage, questa volta di cristiani copti, ed in mezzo a loro tanti giovani<br />
e tanti ragazzi, gratificati nel sogno del riscatto religioso, nel mirino di<br />
quell’islamismo esasperato, fanatico ed integralista che rappresenta oggi nel<br />
mondo certamente la minaccia più pericolosa nel clima sempre incerto di un<br />
equilibrio tra culture, razze e religioni diverse che appare costantemente precario<br />
e difficile. Erano in Chiesa a pregare in quella dimensione temporale che<br />
nei calendari di ogni popolo riserva uno spazio ed una consuetudine alla preghiera<br />
ed alla riscoperta dei valori della spiritualità. Ed è andata in scena<br />
ancora una volta la bestialità sfrenata dell’uomo.<br />
* * * * * *<br />
E siamo partiti così, con il cuore in gola ed una paura strisciante, sulle strade<br />
del nuovo anno, lasciandoci alle spalle già il primo decennio di un nuovo<br />
millennio, per ascoltare anche in questo caso impotenti le grida, i lamenti, gli<br />
slogan, le violenze che cominciano ad affollare le strade delle città dell’Algeria<br />
e della Tunisia, di quei paesi che vorrebbero probabilmente entrare nel circuito<br />
della ricchezza occidentale, delle logiche della produzione capitalistica, ma<br />
pagano lo scotto di troppe differenze sociali, di troppi ritardi, di povertà mistificate,<br />
di miserie ed arretratezze mascherate. Si scende in piazza, i giovani di<br />
questi paesi che vorremmo sentire vicini, e verso i quali sono anche orientate<br />
nostre logiche di espansione economica e commerciale, scendono in piazza<br />
per il pane, perché non ce la fanno più e sono paesi che hanno una immensa<br />
ricchezza in petrolio e materie prime. Va in scena questa volta la immancabile<br />
rappresentazione dello squilibrio economico che comunque si chiami,<br />
Nord-Sud, Est-Ovest, è sempre la espressione del divario incolmabile tra le<br />
due facce della umanità sconfitta.<br />
* * * * * *<br />
E la preoccupata attesa di un’occupazione e del riconoscimento di uno spazio<br />
nella società è anche il tema dei cortei nelle strade di Roma e delle altre<br />
città italiane dei giovani lungo la protesta per la riforma Gelmini dell’Università.<br />
C’è dietro questi movimenti che nulla hanno a che vedere con quelli che vennero<br />
fuori (con conseguenze tragiche e dolorose per il paese) dopo il ’68 ed<br />
il ’77, non solo la convinta partecipazione ad un processo di riforma della formazione<br />
universitaria che si vorrebbe finalmente più partecipata dagli studenti,<br />
più lineare ed organizzata, meno clientelare e finalmente agganciata<br />
alla rilevanza della ricerca e della integrazione con il mondo produttivo e del<br />
lavoro. C’è in queste proteste - come è stato opportunamente rilevato dagli<br />
analisti più attenti - anche la sommatoria dei tanti drammi di una popolazione<br />
giovanile che si vede sempre più in difficoltà, che vede lontano l’inserimento<br />
nel sistema produttivo e lavorativo del Paese, che non ha speranza di costruire<br />
come vorrebbe la propria famiglia sganciandosi da una insostituibile dipendenza<br />
dai genitori (in qualche caso nel nostro Sud e nella nostra Sicilia dai<br />
nonni pensionati), che non vede nelle riforme istituzionali in cantiere alcuna<br />
certezza sulla possibilità futura di un trattamento pensionistico dopo l’apporto<br />
del proprio lavoro alla crescita della società, in barba ai principi solidaristici<br />
che hanno felicemente e prestigiosamente informato la nostra Carta<br />
Costituzionale. E va in scena, anche in questo terzo quadro, la irrisolta questione<br />
giovanile.<br />
Carmelo Arezzo<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 1
IBLEA<br />
HANNO RUBATO ALL’AVIS!<br />
questa l’espressione di quanti hanno appreso<br />
E’ la notizia: stupore, meraviglia, amarezza.<br />
In questi giorni ho potuto verificare quanto la città<br />
ami la propria associazione, decine di telefonate e<br />
visite da parte di tanti avisini, per saperne di più, per<br />
esprimere il proprio dispiacere e condividerlo. Ciò<br />
testimonia la presenza di un forte legame d’appartenenza,<br />
il sentire l’AVIS come qualcosa di proprio, di<br />
familiare; qualcuno ha persino detto “… è come se<br />
avessero rubato nella loro casa …”, quasi a voler<br />
evidenziare l’assurdità dell’evento.<br />
La possibilità che avvenisse un furto è sempre<br />
stato un lontano pensiero, non si immaginava che la<br />
sede “<strong>Avis</strong>” potesse essere oggetto di questo genere<br />
di attenzione.<br />
Quando si apprende dai quotidiani che viene sottratta<br />
la somma raccolta a favore della famiglia del<br />
tassista ucciso qualche mese fa, che nelle chiese si<br />
fatica a contenere i furti del denaro raccolto durante<br />
le messe, che il furto e lo scasso nelle case sono<br />
ormai cronaca quotidiana, occorre chiedersi perché<br />
la società si è modificata, perché i valori che la famiglia<br />
da sempre ha portato avanti si stanno perdendo<br />
e cosa induce a compiere questo genere di furti,<br />
quasi sempre opera di minori.<br />
Il furto di per sé non ha creato un grosso danno<br />
economico, i computer portatili erano strumenti di<br />
lavoro utilizzati nelle conferenze fuori sede e nei<br />
convegni svolti nell’Auditorium dell’<strong>Avis</strong>; infatti contenevano<br />
programmi di esclusivo interesse per l’associazione<br />
e di nessun valore per i non addetti ai lavori,<br />
la macchina fotografica veniva utilizzata per documentare<br />
eventi da pubblicare nel nostro giornale.<br />
Confido nel pentimento, nell’impossibilità di piaz-<br />
2<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Un anno ancora di crescita<br />
per la nostra<br />
Associazione, vanto della<br />
nostra città.<br />
Ringrazio tutti per questo<br />
ennesimo primato,<br />
donatori vecchi e nuovi,<br />
augurando Buon Anno<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
LA VOCE DEL PRESIDENTE<br />
2011.<br />
Un augurio particolarmente<br />
sentito va a tutti i<br />
donatori che hanno<br />
lasciato l’AVIS per raggiunti<br />
limiti di età o che<br />
sono stati sospesi per<br />
motivi di salute, perché<br />
zare nel mercato dell’usato quanto sottratto e nel<br />
buon senso di chi ha commesso quest’azione, sperando<br />
infine che si possa presto ritrovare il tutto<br />
davanti il cancello d’ingresso della sede <strong>Avis</strong>.<br />
Giovanni Dimartino<br />
Ancora in crescita<br />
sono stati loro che hanno<br />
contribuito alla crescita e<br />
all’affermazione del pensiero<br />
solidale.<br />
Auguri da parte<br />
di tutti i componenti<br />
il Direttivo
ATTUALITA’<br />
stato approvato e pubblicato sulla GURS<br />
E’ del 14 maggio <strong>2010</strong> il Nuovo Piano sangue<br />
e Plasma <strong>2010</strong>-2012 della Regione Siciliana.<br />
Sono stati Individuati quattro Servizi<br />
Trasfusionali (Palermo - Sciacca - Catania -<br />
<strong>Ragusa</strong>) sui 33 che operano in Sicilia, con il compito<br />
di effettuare gli esami di laboratorio finalizzati<br />
alla validazione delle unità di sangue donate.<br />
Sono denominati CQB (Centri di Qualificazione<br />
Biologica).<br />
Ad ogni donazione, e non una volta l’anno<br />
come previsto dai decreti Ministeriali del 2005, e<br />
come viene fatto nelle altre Regioni, saranno eseguiti<br />
tutti i seguenti 16 Tests:<br />
HbSAg<br />
HCVAb<br />
HIV Ab<br />
Anticorpi anti Treponema<br />
(Sifilide)<br />
HBVDNA<br />
HCVRNA<br />
HIVRNA<br />
GLICEMIA<br />
Donatori di sangue,<br />
generosi ed altruisti<br />
COLESTEROLO<br />
TRIGLICERIDI<br />
CREATININA<br />
SIDEREMIA<br />
FERRITINA<br />
PROTEINE TOTALI<br />
ALT<br />
EMOCROMO<br />
Esami di controllo sui donatori<br />
Sia all’atto dell’iscrizione che in occasione di visite<br />
di controllo possono essere richiesti per i donatori<br />
ulteriori esami di laboratorio atti a stabilire lo stato di<br />
salute del donatore stesso e finalizzati al rilascio dell’idoneità<br />
alla donazione.<br />
Tali esami aggiuntivi non possono essere richiesti<br />
in occasione della donazione ma o in fase di prima<br />
valutazione del candidato donatore o in caso di VISI-<br />
TE PREDONAZIONE con riscontri clinici che controindicano<br />
la donazione e suggeriscono un approfondimento<br />
prima di consentire l’accesso alla donazione<br />
stessa.<br />
• Per esempio, FT3, FT4 e TSH possono essere<br />
richiesti solamente in soggetti con tachicardia stabile<br />
(>100 /min), dimagramento sine causa o in<br />
soggetti sintomatici trattati per tiroidite autoimmune<br />
con terapia sostitutiva ormonale al fine di stabilire<br />
eventuale tireotossicosi primitiva o iatrogena<br />
che in entrambi i casi controindica la donazione.<br />
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Solo eccezionalmente, anche in occasione della<br />
donazione, è possibile effettuare i seguenti esami<br />
aggiuntivi secondo i sotto elencati criteri di arruolamento:<br />
• Colesterolo HDL/LDL solo se Colesterolo<br />
Totale > 240 mg% (max 1 volta l’anno).<br />
• PSA Totale e PSA Free solo se donatore<br />
> 50 anni con familiarità (max 1 volta l’anno).<br />
Tali criteri sono supportati da linee guida di Società<br />
scientifiche e da disposizioni Ministeriali che vietano<br />
alle strutture trasfusionali, adibite alla raccolta del<br />
sangue, di svolgere attività di assistenza sanitaria<br />
che è di totale competenza del SSN e quindi dei<br />
medici di famiglia e degli Ospedali.<br />
Fiducioso nella vostra comprensione, collaborazione<br />
e discrezione, certo che non metterete a disagio i<br />
Medici selezionatori delle Unità di raccolta delle varie<br />
sezioni comunali, vi ringrazio per il vostro impagabile<br />
gesto altruistico e disinteressato ricordandovi<br />
che esso consente di alleviare le sofferenze<br />
e spesso di preservare la vita a tutti i numerosi<br />
pazienti che affollano i nostri Ospedali.<br />
Il direttore del SIMT di <strong>Ragusa</strong><br />
Dr. Pietro Bonomo<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 3
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Per settimane abbiamo assistito a centinaia d’iniziative<br />
di contestazione contro la legge di riforma<br />
Gelmini, che si sono moltiplicate in giro per il paese.<br />
Gli studenti hanno occupato le facoltà, i principali monumenti<br />
italiani causando forti tensioni che hanno condotto<br />
ad un immediato intervento delle forze dell’ordine.<br />
Tali iniziative miravano ad un unico obiettivo: bloccare<br />
la riforma e salvare l’università pubblica.<br />
Dunque la domanda sorge spontanea: cosa ha scatenato<br />
tanto malcontento tra i giovani di tutta Italia?<br />
Cosa indispone gli studenti in merito alla riforma<br />
Gelmini?<br />
Ecco alcuni dei punti più discussi della riforma: i nuovi<br />
limiti per i rettori, il reclutamento dei ricercatori, la meritocrazia<br />
e l’organizzazione degli atenei.<br />
• I limiti del rettore. Il rettore non potrà restare alla<br />
guida dell’università per più di due mandati e cioè per<br />
più di sei anni.<br />
• Il reclutamento dei ricercatori. La proposta di legge<br />
prevede che i ricercatori entrino solo con contratti a<br />
tempo determinato (6 anni). Al termine di questi,<br />
dovranno sostenere un esame di idoneità per diventare<br />
professori associati. Nel caso in cui questa idoneità<br />
venisse negata il loro rapporto con l’ateneo<br />
sarebbe chiuso per sempre.<br />
• La meritocrazia. La riforma creerebbe un fondo speciale<br />
finalizzato a promuovere l’eccellenza e il merito<br />
degli studenti, a prescindere dal loro reddito pro capite.<br />
• L’organizzazione degli atenei. Ogni ateneo potrà<br />
avere al massimo 12 facoltà, mentre per le università<br />
più piccole sarà possibile stabilire un’organizzazione<br />
interna più semplificata.<br />
Anche la nostra provincia è stata sede di manifestazioni<br />
studentesche, che hanno portato idee contrastanti<br />
tra loro riguardo la riforma Gelmini.<br />
4<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
SOCIETA’<br />
L’Università marca “Gelmini”<br />
Il ministro Maria Stella Gelmini<br />
Abbiamo chiesto il parere di alcuni studenti per capire<br />
quali sono i loro punti di vista...<br />
- Vincenzo, 21 anni - Studente della facoltà di<br />
Giurisprudenza di <strong>Ragusa</strong>.<br />
“Ritengo che poter studiare nella stessa città in cui si<br />
vive sia un’ottima opportunità, in particolar modo per la<br />
mia università in quanto funziona perfettamente.”<br />
- Adriano, 24 anni - Studente della facoltà di Scienze<br />
Politiche di Modica (Rg)<br />
“Considerando che l’università italiana ha subito più<br />
del 90% dei tagli alle borse non ci saranno i fondi per il<br />
diritto allo studio. Quindi, a mio parere, sono solo promesse.”<br />
- Cinzia, 22 anni - Studentessa della facoltà di<br />
Giurisprudenza.<br />
“Sono d’accordo con le misure per gli studenti adottate<br />
dalla riforma, poiché veniamo premiati in base alla<br />
qualità dei nostri risultati e non in base al nostro reddito<br />
familiare. Quindi se da un lato sono d’accordo con la<br />
riforma, dall’altro penso che non sia giusto tagliare i<br />
fondi ai ricercatori e firmare dei contratti di soli sei anni.”<br />
- Umberto, 23 anni - studente della facoltà di<br />
Economia Aziendale di Modica (Rg).<br />
“Credo che un rettore non debba rimanere in carica<br />
per molti anni, come si è già verificato in alcune facoltà,<br />
perché ciò potrebbe causare favoritismi. Sono quindi<br />
d’accordo con questo punto della riforma.”<br />
In conclusione, abbiamo visto dalle varie considerazioni<br />
dei ragazzi che la Riforma tra gli studenti suscita<br />
approvazione e malcontento, proprio per questo, forse,<br />
sarebbe opportuno confrontarsi ancora con serenità e<br />
nelle sedi opportune, sul futuro dell’università e della<br />
scuola. Stefania Micieli<br />
Roberta Assennato
CRONACHE PROVINCIALI<br />
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
L’AVIS va incontro alla interculturalità<br />
L<br />
’AVIS ha scelto di intervenire in modo<br />
organizzato sui temi della presenza extracomunitaria<br />
nel territorio. A tal fine è stato<br />
costituito un “Gruppo” che ha assunto la<br />
denominazione di Osservatorio per l’intercultura<br />
di <strong>Avis</strong> Provinciale <strong>Ragusa</strong> che, per<br />
opportunità, di seguito definiamo “Osservatorio<br />
per l’intercultura”.<br />
L’Osservatorio per l’intercultura, ha lo scopo<br />
di svolgere attività di studio e promozione sui<br />
temi della cultura della solidarietà e del dono<br />
del sangue tra i cittadini stranieri; di coordinamento<br />
e supporto alla rete associativa sul territorio<br />
per tali problematiche. Si rapporta con<br />
le istituzioni e le associazioni che svolgono<br />
attività in favore dei cittadini stranieri e con le<br />
loro rappresentanze.<br />
Per il perseguimento degli scopi, l’Osservatorio<br />
interculturale svolgerà le seguenti attività:<br />
a) Analisi della realtà demografica delle<br />
comunità immigrate in particolare del<br />
nostro territorio e rilevazione degli andamenti<br />
delle adesioni alla nostra associazione;<br />
b) Conoscenza ed incontro dei caratteri religiosi,<br />
culturali e sociali (conoscenza reciproca);<br />
c) Realizzazione di materiale divulgativo (sul<br />
dono del sangue e di materie collegate<br />
come salute, alimentazione, cittadinanza),<br />
nelle lingue straniere più diffuse nel nostro<br />
territorio;<br />
d) Rilevamento e sostegno delle attività svolte<br />
sul territorio in raccordo con i responsabili<br />
delle realtà locali ed eventuale supporto<br />
tecnico scientifico alle iniziative;<br />
e) Organizzazione di promozione diretta ai cittadini<br />
stranieri e momenti di formazione e di<br />
studio dedicati ai temi dell’intercultura, agli<br />
aspetti sanitari collegati alla donazione, e<br />
rivolti anche al personale sanitario addetto<br />
alla selezione del donatore e alla raccolta<br />
di sangue e di emocomponenti;<br />
f) Partecipazione a progetti specifici ammessi<br />
a bandi nazionale ed europei;<br />
g) Raccolta di informazioni, sia in ambito<br />
nazionale, sia relative alle esperienze territoriali<br />
per un proficuo confronto anche<br />
attraverso lo scambio documentale per l’adozione<br />
di criteri univoci, (sulle materie del<br />
punto c) individuati dall’Osservatorio per<br />
l’intercultura stesso, (o da altri organismi<br />
nazionali);<br />
h) Coinvolgimento diretto delle comunità<br />
immigrate alle attività dell’Osservatorio per<br />
l’intercultura e alla promozione della cultura<br />
della donazione.<br />
Il Presidente è il responsabile dell’Osservatorio<br />
per l’intercultura; il gruppo si avvale di un<br />
coordinatore nominato al proprio interno; la<br />
segretaria di <strong>Avis</strong> Provinciale <strong>Ragusa</strong> ne supporta<br />
le necessità.<br />
Hanno manifestato la propria disponibilità ad<br />
impegnarsi nell’Osservatorio per l’intercultura:<br />
G. Saladino (Resp. di Area), G. Garozzo<br />
(Resp. Sanitario), C. Avola, G. Di Martino, E.<br />
Fidone, R. Gulino, G. Leggio, S. Saturnino, G.<br />
Vaccaro.<br />
Nel corso della prima riunione, alla quale<br />
hanno partecipato S. Poidomani, F. Bussetti,<br />
L. Scollo, R. Gulino, E. Fidone, G. Saladino,<br />
C. Avola, S. Saturnino, E. Iozia, G. Agnello e<br />
S. Donzella, è stato proposto per l’incarico di<br />
coordinatore funzionale E. Fidone.<br />
A. I.<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 5
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
AModica l’AVIS si prepara a<br />
festeggiare trenta anni di vita.<br />
Sono stati anni intensi di attività<br />
durante i quali siamo riusciti a permeare<br />
sempre più profondamente<br />
il tessuto sociale e culturale di<br />
Modica del messaggio del dono e<br />
della solidarietà.<br />
Ancora oggi, nella provincia di<br />
<strong>Ragusa</strong> l’unico comune a non<br />
avere un Centro di Raccolta gestito<br />
in autonomia dall’AVIS è proprio<br />
Modica. Diverse sono le<br />
cause che hanno determinato tale<br />
stato di fatto, e su di esse non<br />
vogliamo soffermarci.<br />
Ci preme invece sottolineare la<br />
ricerca continua di proposte, di<br />
provocazioni, di alleanze che ha<br />
permesso all’AVIS di Modica di<br />
essere percepita come autorevole<br />
protagonista della scena sociale e<br />
culturale della città. E, chissà se la<br />
ragione di tale fervida fecondità<br />
non sia da ricercare proprio nella<br />
negazione inflittaci di una piena<br />
autonomia. Forse, se l’avessimo<br />
raggiunta, ci verrebbe da adagiarci<br />
sulle comode poltrone dell’appagamento<br />
privando la città della<br />
dinamica ricerca di proposte<br />
nuove atte a diffondere il messaggio<br />
della solidarietà.<br />
Tante sono le iniziative intraprese<br />
in questo lungo trentennale<br />
dall’AVIS a Modica, e varie non<br />
solo nella forma ma anche nelle<br />
finalità. Spesso ci siamo allontanati<br />
dal perseguire in modo diretto<br />
l’obiettivo della sensibilizzazione,<br />
puntando piuttosto sull’offerta di<br />
occasioni di svago, di socializzazione,<br />
di conoscenza del territorio,<br />
di valorizzazione dei prodotti e del<br />
lavoro artigianale che ne esalta la<br />
bontà: iniziative sempre apprezzate<br />
e incoraggiate da quanti vi<br />
hanno partecipato.<br />
Il 22 maggio l’AVIS di Modica<br />
compie 30 anni; e forse si ravvisa<br />
la possibilità per essa di gestire in<br />
semi-autonomia lo spazio della<br />
raccolta del sangue nei nuovi<br />
6<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
CRONACHE LOCALI<br />
Da Modica, un AVIS di successo<br />
locali destinati al Centro<br />
Trasfusionale. Passaggio importante,<br />
ma non certo conclusivo di<br />
una ricerca che ci ha guidato in<br />
tutti questi anni e che ci impone<br />
oggi di affrontare nuove sfide e di<br />
assumere nuovi stili che sappiano<br />
parlare al cuore di una società in<br />
profondo cambiamento.<br />
A San Martino abbiamo sperimentato<br />
per la prima volta il piacere<br />
di lavorare insieme con altre<br />
associazioni di volontariato per<br />
proporre alla città un unico valore,<br />
quello del dono, perseguito con<br />
sfaccettature diverse dai volontari<br />
che operano nei diversi settori. È<br />
una strada che va perseguita e<br />
potenziata e tocca a noi - in quanto<br />
associazione più numerosa e<br />
più strutturata spingere per la<br />
costruzione di un rapporto di collaborazione<br />
stabile e continuativo<br />
con le associazioni di volontariato<br />
più significative che operano sul<br />
territorio.<br />
Un’altra sfida che avvertiamo<br />
con forza è quella posta da chi<br />
vive situazioni di diversità in seno<br />
alla società. Ci sentiamo interpellati<br />
da tutte quelle situazioni in cui<br />
pregiudizi, paure, posizioni di<br />
forza e di potere si traducono in<br />
prevaricazioni ed emarginazione<br />
nei confronti di persone che, per<br />
un motivo o per l’altro, sono più<br />
deboli e, per questo, più indifese.<br />
Ci riferiamo ai bambini, alle<br />
donne, ai disabili, agli omosessuali,<br />
agli stranieri e sentiamo<br />
che, in forza della nostra mission,<br />
non possiamo non prendere posizione<br />
e non metterci al fianco di<br />
quanti si trovano in situazioni di<br />
bisogno.<br />
Sono sfide culturali che richiedono<br />
un attento e costante lavoro<br />
all’interno della società per modificare<br />
atteggiamenti che, di fatto,<br />
mortificano la dignità delle persone<br />
“diverse”. È per noi un obbligo<br />
morale contribuire al cambiamento<br />
delle percezioni negative che<br />
ancora oggi si hanno delle diversità,<br />
certi che nel lungo periodo<br />
riusciremo a raccogliere i risultati<br />
positivi così come siamo riusciti<br />
nel campo della donazione del<br />
sangue.<br />
Il compimento dei 30 anni porta<br />
in dono all’AVIS di Modica una<br />
nuova, intensa stagione di impegno<br />
per rendere più bella e più<br />
nobile la nostra città. E di questo<br />
siamo contenti.
CRONACHE PROVINCIALI<br />
L’albero dell’AVIS<br />
Come icona per il logo del 30 anniversario<br />
dell’<strong>Avis</strong> provinciale di <strong>Ragusa</strong>, abbiamo<br />
scelto l’albero, universalmente riconosciuto<br />
come simbolo di vita.<br />
Abbiamo stilizzato le foglie in modo da ricordare<br />
tanti cuori al fine di richiamare i concetti<br />
di amore e di civiltà solidale.<br />
I cuori, a loro volta, racchiudono delle gocce<br />
di sangue, chiaro riferimento al logo <strong>Avis</strong>, per<br />
comunicare il concetto dell’amore che significa<br />
donarsi agli altri anche attraverso la donazione<br />
del proprio sangue.<br />
L’immagine dell’albero comunica anche un<br />
altro importante concetto: il legame con la<br />
propria terra, e quindi col territorio, attraverso<br />
le radici. Non è casuale, infatti, la presenza<br />
del box sottostante, dello stesso colore del<br />
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
l’albero della vita<br />
tronco, sul quale si staglia lo slogan: Civiltà<br />
solidale. Abbiamo utilizzato volutamente un<br />
termine impegnativo “civiltà” per rimarcare,<br />
così afferma il prof. Giancarlo Poidomani nella<br />
sua ricerca, che la dotazione del capitale<br />
sociale della provincia iblea affonda le sue<br />
secolari radici storiche in una società ricca di<br />
tradizioni e di valori positivi, solidale e proiettata<br />
verso il futuro.<br />
Le forme semplici e morbide e la voluta<br />
mancanza di simmetria conferiscono all’insieme<br />
un tocco di brio e movimento che, unitamente<br />
ai colori vivaci che abbiamo adottato,<br />
trasmettono l’atmosfera di festa per il 30<br />
anniversario.<br />
Kreativamente<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 7
IBLEA<br />
8<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Si è concluso il Seminario sul tema: “Famiglie e Scuole:<br />
per l’educazione alla cittadinanza democratica e solidale”<br />
tenuto nei giorni 25 e 26 novembre, presso l’Auditorium<br />
<strong>Avis</strong> “Saro Di Grandi”. All’iniziativa hanno manifestato interesse<br />
ed apprezzamento con la propria presenza, oltre 80<br />
docenti di 41 istituti scolastici di ogni ordine e grado della<br />
nostra provincia, con una<br />
significativa rappresentanza<br />
degli studenti.<br />
Nel corso delle due giornate<br />
di lavoro, ricche di partecipazione<br />
e di contenuti,<br />
sapientemente moderate dal<br />
Dir. Scol. Prof. Gaetano Lo<br />
Monaco, sono intervenuti su<br />
questioni di grande attualità<br />
quali quelle sollevate dagli<br />
ambienti educativi nelle<br />
scuole e nelle famiglie: il<br />
Prof. Piero Cattaneo,<br />
Docente dell’Università La<br />
Cattolica di Milano, che ha illustrato le potenzialità del<br />
Patto Educativo di Corresponsabilità, anche come ambito<br />
di sviluppo del tema “Cittadinanza e Costituzione”; il Dott.<br />
Davide Guarneri, Presidente A. GE. Associazione Italiana<br />
Genitori ONLUS che ha rappresentato con chiara perspicacia<br />
le varie difficoltà delle due istituzioni famiglia e<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
SCUOLA<br />
Famiglia, scuola, democrazia<br />
Un momento del convegno<br />
scuola nell’attuale momento ma ha anche evidenziato<br />
quelle che possono essere le opportunità legate ad un<br />
patto tra famiglie, scuole ed associazionismo.<br />
La Dott.ssa Laura Volpini, Psicoterapeuta, Docente<br />
Università Roma 1, ha esplicitato i caratteri fondamentali<br />
di una genitorialità responsabile in tutti gli ambiti ed il<br />
Gen. Luciano Garofano, Ex<br />
Comandante RIS Parma<br />
ha evidenziato come le<br />
scienze forensi, con il loro<br />
vastissimo campo di applicazione,<br />
contribuiscano alla formazione<br />
della cittadinanza<br />
dei giovani nella scuola.<br />
Al termine dei lavori, il V.<br />
Presidente di <strong>Avis</strong> Provinciale<br />
<strong>Ragusa</strong>, Prof. Carmelo<br />
Massari, curatore dell’iniziativa,<br />
richiamando il protocollo<br />
d’intesa tra AVIS e MIUR ha<br />
tenuto a sottolineare come<br />
l’<strong>Avis</strong>, ordinandosi come risorsa collaborativa per la scuola,<br />
abbia l’opportunità di sviluppare l’impegno associativo<br />
di promuovere una cittadinanza consapevole solidale e<br />
responsabile tra gli studenti, presupposto fondamentale<br />
per la partecipazione attiva alla donazione del sangue.<br />
F.B.
SCUOLA<br />
IBLEA<br />
L’AVIS ancora nelle scuole<br />
Anche per quest’anno scolastico<br />
l’<strong>Avis</strong> promuove un’attività educativa<br />
ed informativa, fidando sulla<br />
ormai tradizionale sensibilità e disponibilità<br />
mostrata dai Dirigenti<br />
Scolastici, dai docenti referenti<br />
all’educazione alla salute, dai genitori<br />
e dagli studenti delle scuole<br />
Superiori di <strong>Ragusa</strong>. Il progetto,<br />
che si rivolge agli studenti delle<br />
quarte classi, prevede per giorno<br />
14 febbraio 2011 la celebrazione<br />
della Giornata dell’<strong>Avis</strong>, in ogni<br />
Istituto Superiore di <strong>Ragusa</strong>, dove<br />
si terrà una conferenza su volontariato<br />
e solidarietà, significato e valore<br />
del dono del sangue. In quella<br />
sede saranno anche fornite tutte le<br />
informazioni sanitarie e di carattere<br />
scientifico e i chiarimenti sull’opera<br />
e sull’attività dell’<strong>Avis</strong>.<br />
Gli studenti successivamente, in<br />
accordo con i Dirigenti e i docenti<br />
referenti, effettueranno visite guidate<br />
presso la Sede dell’<strong>Avis</strong> nei mesi<br />
di marzo ed aprile 2011, prendendo<br />
contatto diretto con la realtà<br />
umana e sociale dell’<strong>Avis</strong> stessa e<br />
osservando direttamente tutto<br />
quanto ruota attorno alla donazione<br />
del sangue. Nel frattempo gli studenti<br />
potranno partecipare al<br />
Concorso “un video per l’<strong>Avis</strong>”,<br />
che, facendo ricorso alla creatività<br />
degli studenti, ha lo scopo di creare<br />
un video per sensibilizzare tutti i cittadini<br />
di ogni ceto e cultura alla<br />
donazione del sangue, coinvolgere<br />
gli studenti in modo nuovo e competitivo,<br />
creando un clima positivo e<br />
vivace intorno all'<strong>Avis</strong>, e utilizzare le<br />
forme e i linguaggi più idonei ad<br />
una pubblicizzazione ad ampio raggio.<br />
Una giuria valuterà tutti i video<br />
pervenuti e selezionerà come vincitore<br />
un video per ogni Scuola<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Superiore. Attraverso un'ulteriore<br />
selezione tra i vincitori di ogni<br />
Istituto, sarà proclamato il video<br />
vincitore assoluto, cui sarà affidato<br />
il compito della promozione pubblicitaria<br />
relativa all'anno 2011/2012.<br />
In questa azione di promozione,<br />
informazione e sensibilizzazione<br />
saranno coinvolti i docenti referenti<br />
di ogni singolo Istituto, che contribuiranno<br />
validamente alla definizione<br />
e alla realizzazione dell’attività.<br />
L’obiettivo finale di tutto il progetto<br />
non è solo e tanto quello di far<br />
conoscere la nostra realtà ragusana<br />
ai giovani studenti, quanto quello<br />
di cooperare efficacemente<br />
accanto alle Istituzione scolastiche,<br />
in un quadro sistemico integrato,<br />
alla formazione e all’educazione<br />
verso una cittadinanza attiva,<br />
responsabile e solidale.<br />
Gaetano Lo Monaco<br />
Ventiquattro piccole gocce di sangue<br />
Come 24 piccole gocce di sangue: così si sono presentati<br />
i bambini della classe quinta della scuola Primaria<br />
di Marina di <strong>Ragusa</strong>, nelle loro magliette scarlatte, stamani<br />
in visita alla sede dell’AVIS di <strong>Ragusa</strong>. Accolti con calorosa<br />
cordialità dal presidente Giovanni Dimartino, nell’auditorium<br />
hanno potuto ascoltare utili informazioni sugli scopi,<br />
sull’attività e sull’organizzazione dell’associazione. Con<br />
affettuosa premura il presidente ha risposto alle domande<br />
e alle curiosità dei piccoli visitatori che si sono dimostrati<br />
La scolaresca di Marina di <strong>Ragusa</strong><br />
con il presidente dell’AVIS Dimartino<br />
particolarmente interessati alla storia dell’Associazione,<br />
alle modalità di impiego del sangue donato e alla sua distribuzione,<br />
al discorso sulla compatibilità dei diversi gruppi.<br />
E’ seguita la proiezione di un filmato didattico, molto<br />
apprezzato dai ragazzi per la semplicità, l’efficacia e l’esaustività<br />
delle informazioni che hanno riassunto e arricchito<br />
il lavoro precedentemente svolto in classe. Un grande<br />
coinvolgimento, misto a curiosità e per alcuni ad un iniziale<br />
timore subito svanito, ha accompagnato la simulazione di<br />
una donazione nell’apposita sala attrezzata dove l’operatore<br />
sanitario Claudio e il piccolo volontario Gabriele hanno<br />
effettivamente svolto le operazioni che accompagnano i<br />
prelievi, corredate da tutte le informazioni di carattere tecnico,<br />
sanitario, igienico e organizzativo. Alla fine, un gradito<br />
e dolce saluto come conviene a dei veri donatori, corredato<br />
da gadget molto graditi e ulteriore materiale informativo<br />
per ciascuno dei visitatori e per la classe.<br />
E’ stata per tutti un’esperienza molto ricca sul piano<br />
umano e didattico per l’accoglienza davvero speciale da<br />
parte di tutto il personale della struttura, resa più toccante<br />
dall’entusiasmo trascinatore del presidente che con orgoglio<br />
ha sottolineato il primato della nostra provincia a livello<br />
regionale, e non solo, con i suoi quasi 10.000 donatori.<br />
La visita si è conclusa con la generosa promessa da<br />
parte dei ragazzi di voler essere 24 future gocce di sangue<br />
donate all’AVIS.<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 9
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Il plasma è la parte liquida del<br />
sangue. È un liquido giallo pallido<br />
composto per la maggior<br />
parte da acqua (91-92%) e da<br />
proteine (7%) e rappresenta<br />
circa il 55% del sangue. Si può<br />
ricavare dalla donazione di sangue<br />
intero, in quanto ogni unità<br />
viene frazionata in globuli rossi,<br />
piastrine e plasma, oppure dalla<br />
donazione in aferesi, come plasmaferesi<br />
o plasma-piastrinoaferesi,<br />
o da una donazione multicomponent.<br />
Il plasma come tale viene trasfuso<br />
quando vi sono problemi<br />
legati alla coagulazione, ma<br />
soprattutto viene raccolto, stoccato<br />
e avviato alla produzione di<br />
emoderivati. Questi ultimi sono<br />
dei farmaci salvavita, come l’albumina,<br />
alcuni fattori della<br />
coagulazione e le immuno-globuline,<br />
che si possono ricavare<br />
solo partendo dal plasma<br />
umano; non vi è processo industriale<br />
o di biologia molecolare,<br />
che possa sostituire il plasma<br />
umano. Visti i continui progressi<br />
in campo medico nel curare<br />
malattie, i consumi di emoderivati<br />
sono in costante aumento, e<br />
purtroppo l’Italia non è autosufficiente<br />
in questa produzione, per<br />
cui parte degli emoderivati vengono<br />
importati dall’estero.<br />
La maggior parte delle regioni,<br />
o come tali o in consorzio, raccoglie<br />
e avvia alla produzione tutto<br />
il plasma non adoperato per uso<br />
clinico, ottenendo in cambio i farmaci<br />
ricavati (emoderivati). In<br />
realtà, quando si parla della produzione<br />
di emoderivati, si intende<br />
la lavorazione delle proteine<br />
plasmatiche, infatti tra tutte le<br />
proteine presenti si estraggono<br />
quelle utili in campo farmaco-<br />
10<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
logico.<br />
La lavorazione del plasma inizia<br />
nel Servizio Trasfusionale<br />
dove, dopo la raccolta, viene<br />
ricavato dalla scomposizione del<br />
sangue intero o dalla donazione<br />
in aferesi, quindi congelato rapidamente<br />
a bassissime temperature<br />
entro poche ore, massimo 6<br />
ore. Anche per il plasma, ovviamente,<br />
avvengono tutte quelle<br />
operazioni di controllo dei test<br />
per garantire la sicurezza trasfusionale.<br />
Il plasma viene stoccato<br />
e inviato alla ditta farmaceutica<br />
che funge da officina di produzione.<br />
Per attivare un lotto di produzione<br />
sono necessari almeno<br />
3000 litri: si può intuire, come per<br />
il plasma, l’importanza dei test di<br />
validazione delle unità e della<br />
tracciabilità in ogni singolo processo<br />
sia fondamentale. Nella<br />
nostra realtà per aumentare la<br />
sicurezza il plasma viene “messo<br />
in quarantena”, ossia viene reso<br />
disponibile solo dopo un’ulteriore<br />
donazione del donatore, che<br />
così convalida ulteriormente la<br />
donazione precedente. La trasformazione<br />
di plasma in emoderivati<br />
avviene con il modello<br />
SANITA’<br />
Che cos’è il plasma e a cosa serve<br />
del “conto lavorazione”, ossia le<br />
regioni pagano l’industria per i<br />
processi di lavorazione e gli<br />
emoderivati ricavati dal proprio<br />
plasma tornano alla regione o al<br />
consorzio regioni.<br />
La lavorazione inizia con lo<br />
scongelamento del plasma da<br />
lavorare e l’assemblaggio di tutte<br />
le unità facenti parte del lotto.<br />
Successivamente viene notevolmente<br />
ridotta l’acqua, in modo<br />
da poter iniziare il processo di<br />
estrazione. I primi prodotti ricavati<br />
sono i fattori della coagulazione,<br />
perché i meno resistenti al<br />
calore (fattori termolabili). Sono il<br />
fattore VIII e IX per la cura dell’emofilia<br />
(malattia congenita ed<br />
ereditaria che consiste nella<br />
mancanza o nella carenza di una<br />
proteina, fondamentale nel processo<br />
di coagulazione), il complesso<br />
protrombinico che può<br />
essere carente in certe malattie<br />
del fegato o durante alcune terapie,<br />
e il fibrinogeno essenziale<br />
per la coagulazione e carente in<br />
certe situazioni congenite e<br />
acquisite. Si tratta di farmaci salvavita,<br />
che hanno modificato l’aspettativa<br />
e la qualità di vita di<br />
questi pazienti.<br />
Successivamente viene estratta<br />
l’albumina, la proteina più<br />
abbondante nel plasma utilizzata<br />
negli stati di shock, nelle ustioni,<br />
in alcuni stadi tumorali, nelle<br />
gravi insufficienze epatiche ecc.<br />
Soltanto una parte del fabbisogno<br />
annuo di albumina e fattore<br />
VIII e degli altri plasmaderivati<br />
viene prodotta in Italia; la restante<br />
parte deve essere importata<br />
comportando una spesa notevole<br />
e un potenziale maggior<br />
rischio di malattie trasmissibili.<br />
Per ultime vengono frazionate le
immunoglobuline, ovvero gli anticorpi,<br />
cioè quelle proteine che<br />
fabbrichiamo per proteggerci<br />
dalle infezioni. Si dicono immunoglobuline<br />
aspecifiche o specifiche,<br />
destinate alla sieroprofilassi<br />
e alla sieroterapia (per esempio<br />
sieroprofilassi antiepatitica,<br />
antivaricella, sieroterapia antirabbica,<br />
antitetanica). Le immunoglobuline<br />
aspecifiche sono<br />
una piccolissima frazione rispetto<br />
alla totalità delle proteine. Da<br />
quando sono disponibili, la prognosi<br />
dei malati con deficienze<br />
congenite di anticorpi è drasticamente<br />
cambiata: è aumentata la<br />
sopravvivenza e sono diminuite<br />
le complicanze più gravi. L’uso di<br />
questi farmaci è fondamentale<br />
anche in situazioni acquisite<br />
come i trapianti, alcuni tumori e<br />
nei prematuri. Negli ultimi anni vi<br />
è un costante aumento di consumi<br />
di immunoglobuline aspecifiche<br />
in molte malattie in cui vi è<br />
un interessamento del sistema<br />
immunitario, ad esempio malattie<br />
neurologiche o malattie ematologiche.<br />
Attualmente dal plasma<br />
inviato al frazionamento da<br />
parte delle regioni, non si estraggono<br />
immunoglobuline specifiche;<br />
queste servono a proteggerci<br />
da una specifica malattia<br />
infettiva, quando veniamo a contatto<br />
con un determinato germe:<br />
le immunoglobuline specifiche<br />
attualmente provengono dal plasma<br />
importato. Ricordando<br />
come tutti i donatori italiani nati<br />
dopo il 1980 e molti altri, che<br />
lavorano in determinati settori,<br />
sono stati vaccinati per l’epatite<br />
B e che la gran parte degli italiani<br />
è vaccinata per il tetano, si<br />
può ipotizzare come almeno<br />
queste due immunoglobuline<br />
specifiche potranno venire<br />
estratte da plasma italiano,<br />
aumentando la sicurezza e la<br />
SANITA’<br />
tracciabilità. Una volta estratti e<br />
purificati questi farmaci, per<br />
aumentarne la sicurezza virale,<br />
vengono sottoposti a processi di<br />
inattivazione divenuti parte integrante<br />
del processo produttivo,<br />
con metodi compatibili con il<br />
mantenimento dell’attività biologica<br />
del farmaco stesso. I modi<br />
di utilizzo del plasma sono quindi<br />
molti ed importantissimi, ecco<br />
perché i farmaci emoderivati<br />
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
hanno assunto un’importanza<br />
enorme in ambito di sanità pubblica,<br />
determinando un miglioramento<br />
qualitativo e quantitativo<br />
della vita di coloro che sono<br />
affetti da gravi patologie.<br />
Ecco perché la donazione di<br />
plasma è fondamentale ed indispensabile.<br />
Giovanni Garozzo<br />
Direttore Sanitario <strong>Avis</strong><br />
Provinciale <strong>Ragusa</strong><br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 11
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Presso l’AVIS di <strong>Ragusa</strong> è possibile<br />
diventare anche donatore di<br />
midollo osseo, basta prendere appuntamento<br />
in segreteria. Non è<br />
obbligatorio essere contemporaneamente<br />
donatore di sangue, tuttavia, è<br />
preferibile che lo si sia. Infatti, il<br />
donatore AVIS è considerato un<br />
donatore ideale, perché sottoposto a<br />
controllo medico periodico e in quanto<br />
già sensibilizzato alla donazione<br />
verso il malato anonimo. Durante le<br />
normali donazioni di sangue, da<br />
qualche anno a questa parte, un<br />
medico (borsista AIL) specializzato<br />
nel selezionare e reclutare nuovi<br />
donatori di midollo osseo, si impegna<br />
a svolgere un’attività di qualificata<br />
informazione ai donatori dell’AVIS, di<br />
norma nella fascia oraria dalle 9.00<br />
alle 11.30, perché considerata di maggiore<br />
affluenza. Il medico selezionatore<br />
è una figura necessaria nell’ambito<br />
di tale opera di sensibilizzazione. A tal<br />
proposito chiedo al Presidente dell’AIL<br />
(Associazione Italiana contro le<br />
leucemie, linfomi e mieloma) di<br />
<strong>Ragusa</strong>, Concetta Migliorisi:<br />
Presidente in che modo l’AIL-<br />
<strong>Ragusa</strong> partecipa all’iniziativa di<br />
sensibilizzazione e reclutamento<br />
di donatori di midollo osseo? “...<br />
la sezione AIL di <strong>Ragusa</strong> conferisce,<br />
ogni anno, una borsa di studio di 12<br />
mesi, riservata ad un laureato in<br />
medicina, con rilevante predisposizione<br />
alla relazione umana, per svolgere<br />
l’attività di informazione qualificata,<br />
selezionare e reclutare i potenziali<br />
donatori di midollo osseo fra i<br />
donatori di sangue dell’AVIS. È talmente<br />
difficile trovare la compatibilità<br />
HLA che si rende necessario aumentare<br />
il numero dei potenziali donatori,<br />
pensate che la probabilità di trovarne<br />
è, in percentuale, uno su centomila. I<br />
donatori AVIS hanno già fatto una<br />
scelta importantissima che consiste<br />
nel donare il loro sangue senza sentire<br />
la necessità di conoscerne la<br />
destinazione. La donazione di midollo<br />
osseo presuppone questo tipo di<br />
sensibilità verso sorelle e fratelli non<br />
consanguinei e sconosciuti. Si dona<br />
perché si ha nell’animo. Tengo a pre-<br />
12<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
INFORMAZIONE SANITARIA<br />
L’AVIS, l’AIL ed il SIMT tutti insieme per il<br />
reclutamento dei donatori di midollo osseo<br />
cisare che la raccolta di fondi nelle<br />
piazze ragusane, mediante gli<br />
appuntamenti periodici quali il<br />
Natale, con la vendita di stelle di<br />
Natale, ed a Pasqua, con quella di<br />
uova di Pasqua, permette all’AIL<br />
sezione <strong>Ragusa</strong> di finanziare questa<br />
borsa di studio, ripeto, indispensabile<br />
per il reclutamento di nuovi donatori<br />
di midollo osseo”.<br />
Il Direttore del SIMT (Servizio di<br />
Immunoematologia e Medicina<br />
Trasfusionale) di <strong>Ragusa</strong>, Dr Piero<br />
Bonomo, durante un incontro con il<br />
Presidente AVIS di <strong>Ragusa</strong>, Giovanni<br />
Dimartino, ci spiega che il midollo<br />
osseo è un tessuto da cui hanno origine<br />
tutte le cellule del sangue (globuli<br />
rossi, bianchi e piastrine), esso è<br />
contenuto nelle cavità delle ossa, in<br />
particolare nel bacino, coste, sterno<br />
etc... Dette cellule, prodotte nel<br />
midollo e poi immesse in circolo, originano<br />
da cellule progenitrici, dette<br />
“cellule staminali” le quali si riproducono<br />
ad un ritmo intenso e sono in<br />
grado di replicarsi entro breve tempo<br />
per cui, la donazione di midollo<br />
osseo, offre l’opportunità di guarigione<br />
del ricevente, senza pregiudicare<br />
la salute del donatore. Per poter<br />
effettuare il trapianto di midollo osseo<br />
è necessario che vi sia affinità genetica<br />
tra il soggetto donatore ed il ricevente.<br />
La parte di patrimonio genetico<br />
che consente all’organismo di<br />
riconoscere le proprie cellule da<br />
quelle estranee, si chiama HLA<br />
(Human Leucocyte Antigen).<br />
Pertanto, cercare il donatore al di<br />
fuori dell’ambito familiare, significa<br />
reperire soggetti con caratteristiche<br />
genetiche simili (1 su 100.000).<br />
Il volontario che vuole diventare<br />
donatore di midollo osseo, deve<br />
avere un’età compresa tra i 18 ed i<br />
35 anni, egli può rivolgersi indifferentemente<br />
all’AVIS o al SIMT di<br />
<strong>Ragusa</strong>, per rispondere ad uno specifico<br />
questionario, rilasciare un<br />
primo consenso redatto solo dopo un<br />
colloquio informativo col medico, allo<br />
scopo di fornire all’interessato tutte le<br />
nozioni e le modalità relative alla<br />
donazione del midollo osseo, ai crite-<br />
ri di esclusione, ai rischi ed al carattere<br />
di gratuità della donazione.<br />
Dopo si procede ad un prelievo di<br />
sangue venoso che servirà per la<br />
tipizzazione HLA. I risultati dell’analisi<br />
vengono inseriti in un archivio<br />
informatico nazionale ed internazionalmente<br />
noto come IBMDR (Italian<br />
Bone Marrow Donor Registry). In<br />
seguito al riscontro di una prima<br />
compatibilità con il paziente, ma ciò<br />
potrebbe anche non avvenire mai, il<br />
donatore è chiamato ad effettuare<br />
ulteriori prelievi di sangue per definire<br />
meglio il livello di compatibilità.<br />
Solamente dopo questi controlli si<br />
comincia a parlare di donazione di<br />
midollo osseo e viene chiesto al<br />
donatore di sottoscrivere il consenso<br />
definitivo.<br />
È possibile donare cellule staminali<br />
da sangue periferico arricchito, da<br />
sangue di cordone ombelicale o da<br />
midollo osseo. La tecnica meno invasiva<br />
è la raccolta delle cellule staminali<br />
da sangue periferico arricchito,<br />
previa stimolazione del donatore<br />
mediante un fattore di crescita,<br />
sostanza in grado di aumentare le<br />
cellule staminali, in modo da poterle<br />
raccogliere in numero sufficiente in<br />
una o più sedute aferetiche tramite<br />
un separatore cellulare, procedura<br />
della durata di quattro ore circa,<br />
senza la necessità di alcun tipo di<br />
anestesia. Invece, il metodo più invasivo<br />
è il prelievo di midollo osseo,<br />
eseguito attraverso aspirazioni multiple<br />
dalle creste iliache posteriori,<br />
effettuata in sala operatoria in anestesia<br />
generale o epidurale.<br />
In conclusione si ricorda che, in<br />
Sicilia, gli iscritti a registro sono solamente<br />
9.400 invece, per garantire<br />
una copertura tale da rendere la<br />
Regione autosufficiente, ne occorrerebbero<br />
dai 30.000 ai 50.000.<br />
L’AVIS, l’AIL ed il SIMT si augurano<br />
che possa aumentare, nell’immediato<br />
futuro, il numero degli iscritti<br />
all’IBMDR pertanto, le proprie sedi,<br />
continueranno ad essere a disposizione<br />
di chiunque volesse far parte di<br />
questo importante progetto.<br />
Carmen Guastella
INFORMAZIONE SANITARIA<br />
IBLEA<br />
COMPATIBILE... EUREKA!<br />
Come sei diventato donatore di midollo osseo?<br />
“... durante una normale donazione di sangue presso<br />
la sede <strong>Avis</strong> di <strong>Ragusa</strong> un medico, borsista Ail, mi<br />
informava della possibilità di combattere le leucemie, i<br />
linfomi, il mieloma ed altre neoplasie del sangue attraverso<br />
la donazione delle cellule staminali da sangue<br />
periferico ed il trapianto di midollo osseo.”<br />
Cosa ti ha chiesto di fare? “... un semplicissimo<br />
prelievo di sangue presso il Centro Trasfusionale di<br />
<strong>Ragusa</strong>, il SIMT, per procedere alla tipizzazione HLA,<br />
ovvero, alla definizione delle caratteristiche genetiche...<br />
previo colloquio con i medici specializzati al<br />
reclutamento di donatori di midollo osseo... successivamente<br />
sono stato iscritto nel Registro Italiano<br />
Donatori Midollo Osseo (IBMDR)... così sono diventato<br />
un potenziale donatore”.<br />
Dopo quanto tempo ti hanno chiamato per l’avvio<br />
dell’iter per la donazione? “... dopo due anni!”<br />
Sei mai stato preoccupato? “... no!... sono stato<br />
sempre ben informato sulla tecnica non invasiva e<br />
rassicurato, in molte occasioni, dai medici incontrati<br />
durante tutto il percorso. Ho sostenuto lunghi colloqui,<br />
direi quasi dissuasivi, sia con i medici specializzati al<br />
reclutamento di donatori che con i loro colleghi incaricati<br />
ad avviare l’iter della donazione vera e propria...<br />
volevano essere sicuri della mia disponibilità. Prima di<br />
farmi firmare l’autorizzazione, mi hanno anche spiegato<br />
che, una volta avviata la procedura, il ricevente è<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
sottoposto a chemioterapia o a radioterapia e pertanto,<br />
un eventuale mio ritiro durante questa fase, ne<br />
avrebbe compromesso ulteriormente lo stato di salute”.<br />
Quanto è durata la donazione? “... è durata circa<br />
quattro ore, e senza alcun tipo di anestesia, perché<br />
non necessaria. Si è trattato, in pratica, della stessa<br />
procedura utilizzata per una normale donazione di<br />
sangue tramite separatore, mirata a raccogliere le cellule<br />
staminali da sangue periferico”.<br />
Hai avuto effetti collaterali dopo? “... assolutamente<br />
no!”<br />
Come ti sei sentito? “Soddisfatto!”<br />
Cosa ti ha lasciato questa esperienza? “... il desiderio<br />
di raccontarla. È possibile salvare una vita...<br />
come si fa a dire di no?”<br />
Hai notizie del tuo ricevente?<br />
“No. La donazione resta anonima per entrambi... tuttavia<br />
è mia intenzione informarmi che tutto sia andato<br />
a buon fine”.<br />
Cosa ti senti di dire per invitare gli altri a diventare<br />
donatori di midollo osseo? “... innanzitutto vorrei<br />
precisare di essere ateo, ... donare, in questo caso,<br />
significa fare una scelta che va al di là della spinta religiosa,<br />
... e ritengo che, dire di no, equivalga ad un’omissione<br />
di soccorso! ... la compatibilità genetica tra i<br />
non consanguinei è così rara che sono pronto a ripetere<br />
l’esperienza!”.<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 13
IBLEA<br />
14<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
SPECIALE<br />
Ancora una giornata particolare<br />
Questa volta, ed è stata l’occasione<br />
anche per scambiarsi<br />
particolari auguri i di Buon Natale,<br />
il 21 dicembre a vivacizzare la<br />
giornata avisina al centro donazioni<br />
non sono stati solo i rappresentanti<br />
del comando della Guardia di<br />
Finanza, tornati a donare ancora<br />
una volta guidati dall’ottimo col.<br />
Fallica, ma anche la massima<br />
autorità governativa provinciale, il<br />
prefetto di <strong>Ragusa</strong> dott.ssa<br />
Francesca Cannizzo. Un momento<br />
piacevole non solo di ordinaria<br />
donazione di sangue, da parte dei<br />
militari della Guardia di Finanza e<br />
da parte del Prefetto, ma anche<br />
l’occasione per visitare la sede<br />
dell’<strong>Avis</strong>, scoprire la professionalità<br />
e l’efficienza del personale, la<br />
qualità delle attrezzature utilizzate,<br />
la eleganza e l’ordine dei locali, il<br />
confort di una realtà ben organizzata<br />
che mette al centro -come più<br />
volte in queste pagine abbiamo<br />
ricordato- il donatore di sangue<br />
che è il volontario prezioso ed<br />
insostituibile per far funzionare<br />
tanta parte della sanità pubblica.<br />
Il momento della donazione del colonnello Francesco Fallica<br />
Il prefetto Francesca Cannizzo durante la donazione<br />
Questo reiterato e rinnovato rapporto<br />
relazionale tra l’<strong>Avis</strong> (rappresentata<br />
ancora una volta coi i<br />
suoi vertici istituzionali dal presidente<br />
Dimartino al direttore sanitario<br />
dott. Piero Bonomo) e le istituzioni<br />
pubbliche è lo spunto per<br />
comprendere come si possa e si<br />
debba fare attività di volontariato<br />
non fuori dal sistema, ma confrontandosi<br />
ed offrendosi come<br />
momento complementare alle attese<br />
ed alle esigenze dell’apparato<br />
pubblico, non per cercare facili e<br />
sostanzialmente inutili momenti di<br />
elogio, ma utili e significative verifiche<br />
su una efficienza tante volte<br />
ricercata con impegno e fatica.<br />
Ecco perché in <strong>Avis</strong> di queste<br />
occasioni e di queste giornate particolari,<br />
sperando che ce ne siano<br />
ancora tante altre, finiamo per<br />
andare necessariamente orgogliosi,<br />
con un pizzico di gratificante<br />
soddisfazione ma senza perdere<br />
di vista la nostra naturale ed istintiva<br />
umiltà.
SPECIALE<br />
IBLEA<br />
Francesca Cannizzo<br />
un donatore d’eccellenza<br />
Francesca Cannizzo, prefetto di <strong>Ragusa</strong>, è una donna<br />
raffinata, colta, impegnata con entusiasmo e con<br />
indubbie capacità nella quotidiana azione di rappresentanza<br />
governativa nella nostra provincia, della quale ha<br />
cominciato ad amare subito tutto, la disponibilità della<br />
gente, la bellezza dei luoghi, la bontà dei prodotti enogastronomici.<br />
E nella sua scoperta delle eccellenze della<br />
nostra e sua provincia, il prefetto di <strong>Ragusa</strong> ha anche<br />
incontrato l’<strong>Avis</strong> ragusana.<br />
"Il mio approccio con l'<strong>Avis</strong> di <strong>Ragusa</strong> è stato segnato<br />
da una sorta di rispettosa considerazione per una istituzione<br />
nota in tutta Italia come un esempio importante di<br />
efficienza e di funzionale organizzazione. Una struttura<br />
preceduta da una meritata fama testimonianza di una<br />
società civile di qualità."<br />
Il 21 dicembre, Francesca Cannizzo è stata uno dei donatori<br />
di sangue della nostra <strong>Avis</strong>, inevitabilmente un donatore<br />
di “eccellenza”. E come è andata questa donazione?<br />
"Ho provato un sentimento di soddisfazione per essere<br />
diventata parte della struttura avisina ragusana. Ed ho<br />
anche potuto apprezzare la qualità professionale degli<br />
addetti; io ho vene difficili da essere raggiunte ed in questa<br />
occasione invece non me ne sono nemmeno accorta.<br />
Una addetta veramente brava in un ambiente confortevole.<br />
Insomma uno dei momenti più belli della mia esperienza<br />
ragusana".<br />
Ma nella società di oggi in una città come <strong>Ragusa</strong>,<br />
quale considerazione per il volontariato?<br />
"Non solo a <strong>Ragusa</strong>, oggi il volontariato è una di quelle<br />
sfaccettature della società civile che si sta rivelando fondamentale<br />
ed avrà sempre più peso in avvenire perché<br />
non è solo espressione di solidarietà economica ma è<br />
anche solidarietà umana per andare incontro ai bisogni<br />
degli anziani e dei bambini. A Venezia un giorno il cardinale<br />
Scola, patriarca della diocesi, mi disse che una indagine<br />
sui giovani evidenziava che il problema più sentito dai<br />
giovani era la mancanza di tempo, e in questa prospettiva<br />
la risposta può giungere dai valori del volontariato".<br />
Ma cosa occorre per un volontariato di qualità?<br />
"La vera preoccupazione è che l'associazione di volontari<br />
possa non essere guidata bene. Non bastano alcune<br />
ottime persone singolarmente coinvolte nell'azione di<br />
volontariato. Occorre che invece ci siano organizzazione<br />
ottimale ed una dirigenza con le idee chiare e la voglia di<br />
farcela. Proprio come nel caso dell'<strong>Avis</strong>."<br />
L'<strong>Avis</strong> opera in un volontariato collegato con le strutture<br />
sanitarie. Quale rapporto tra sanità e volontariato?<br />
"Nella donazione del sangue si tocca con mano la importanza<br />
dei meccanismi del volontariato in una dimensione<br />
sanitaria. Con la donazione e le analisi collegate con il<br />
momento del prelievo, viene di fatto monitorata in chiave<br />
preventiva la salute dei donatori e quando i numeri di volontari<br />
sono così alti come nel caso di <strong>Ragusa</strong> questa azione di<br />
prevenzione ha un effetto rilevante anche in termini d risparmi<br />
economici nella gestione della sanità provinciale."<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Il prefetto Cannizzo, il dott. Bonomo e il presidente Dimartino<br />
Ma poi nel caso dell'<strong>Avis</strong> non si fa solo volontariato nella<br />
donazione del sangue.....<br />
"Certo è una realtà che vale a far crescere complessivamente<br />
la civiltà, il capitale sociale di una comunità. In <strong>Avis</strong><br />
per esempio si sono avviate iniziative per vivere positivamente<br />
la condizione di interculturalità oggi presente nella<br />
nostra provincia e credo che presentare questa esigenza di<br />
reciproca solidarietà al di là della razza e della lingua è una<br />
straordinaria risposta verso la reale integrazione".<br />
C'è poi anche la valenza dell'esempio sociale che i<br />
donatori avisini portano con loro?<br />
"Oggi la nostra società conosce costi sociali rilevantissimi<br />
con il grande numero di vittime della strada in molti casi<br />
dovute ad incidenti legati all'abuso di alcool o di droga. I<br />
donatori avisini hanno scelta di fare una vita attenta nella<br />
gestione dell'alimentazione e nel rispetto del proprio organismo:<br />
così migliaia di donatori avisini costituiscono un<br />
fronte importante nel contenimento dei costi sociali e si<br />
presentano come esempio da imitare per accelerare nel<br />
processo di prevenzione rispetto ai rischi per la salute".<br />
Che sentimenti animano il volontario oggi?<br />
"Io credo che oggi la solidarietà sia diventata insostituibile.<br />
Una volta, non tantissimi anni fa, la povertà era una<br />
dimensione sociale lontana da noi, relegata in altre aree<br />
del mondo; oggi invece nuove sacche di povertà sono<br />
accanto a noi, sotto casa, e esigono, chiedono, implorano<br />
risposte. Solo il volontariato può dare queste risposte"<br />
Quali le sue future scelte rispetto alla donazione?<br />
"Non si tratta solo di programmare la prossima donazione,<br />
ma anche di provare a dare risposte istituzionali confermando<br />
la disponibilità della Prefettura ad affiancare l' <strong>Avis</strong><br />
cogliendone il ruolo e il senso. Le grandi sfide che ci attendono<br />
nei prossimi mesi sono quelle connesse con la esigenza<br />
di rimeditare e di ripensare il sociale, perché è indispensabile<br />
farci protagonisti d'una svolta epocale sostituendo<br />
alle singole individualità la forza dello stare insieme”.<br />
Carmelo Arezzo<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 15
IBLEA<br />
16<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
INFORMAZIONE SANITARIA<br />
Prevenire il tumore al colon<br />
Dal lunedì 18 Ottobre ha<br />
preso il via lo screening<br />
per la prevenzione del tumore<br />
colon rettale nell’ASP di<br />
<strong>Ragusa</strong>.<br />
Il tumore del colon retto<br />
spesso non ha sintomi, per<br />
scoprirlo bisogna partecipare<br />
al programma di screening.<br />
La fase pilota, per testare<br />
l’organizzazione, è iniziata nel<br />
comune di <strong>Ragusa</strong> con l’invio<br />
delle prime 3.000 lettere di<br />
primo invito.<br />
Lo screening del Colonretto<br />
è rivolto ad una popolazione di<br />
età compresa tra i 50 e i 69<br />
anni, afferma il dott. Giuseppe<br />
Ferrera responsabile dello<br />
Screening dell’ASP di<br />
<strong>Ragusa</strong>, e prevede il test della<br />
ricerca del sangue occulto<br />
nelle feci (test di primo livello)<br />
con ripetizione ogni due anni<br />
dello stesso al fine di individuare<br />
formazioni benigne<br />
(polipi o adenomi) che possono<br />
essere rimossi prima che<br />
degenerano in tumori maligni<br />
nel lungo periodo.<br />
L’indagine diagnostica di<br />
approfondimento nel soggetto<br />
Dott. Giuseppe Ferrera<br />
Angelo Russo, il “Catarella” di Montalbano, testmonial della campagna<br />
positivo al test, prevede di<br />
eseguire gratuitamente l’esame<br />
della colonscopia per permettere<br />
di rilevare la natura e<br />
la sede causa del sanguinamento.<br />
I Cittadini della fascia d’età<br />
tra 50 e 69 anni che riceveranno<br />
la lettera d’invito potranno<br />
ritirare la provetta, solo<br />
nella prima fase di avvio, per<br />
eseguire il test presso il proprio<br />
medico di fiducia.<br />
Successivamente saranno<br />
comunicati nella lettera d’invito<br />
anche altri punti di consegna.<br />
Infine mi piace sottolineare<br />
che nello screening organizzato<br />
dall’ASP si ha l’obiettivo<br />
di offrire un miglioramento<br />
della salute, in quanto si fa un<br />
patto di salute con la popolazione,<br />
seguendo l’utente in<br />
tutto il suo percorso diagnostico-terapeutico<br />
a differenza<br />
dello screening individuale o<br />
volontario dove l’ASP ha solo<br />
l’obiettivo di offrire il miglior<br />
servizio, la miglior diagnosi<br />
possibile disinteressandosi<br />
del futuro del paziente.<br />
Centro di<br />
riferimento Aziendale<br />
per Lo Screening<br />
Colon Retto<br />
Dott. Giuseppe Ferrera<br />
Dipartimento di Prevenzione<br />
Centro Gestionale Screening<br />
numero verde 800 050510<br />
servizio.epidemiologia@asp.rg.it
SOCIETA’<br />
Un ponte per donare<br />
La Cooperativa sociale “Il Dono” e l’<strong>Avis</strong> di <strong>Ragusa</strong><br />
hanno siglato, nel mese di ottobre <strong>2010</strong>, presso<br />
la sede <strong>Avis</strong> di via V.E. Orlando 1/A, una<br />
Convenzione che avvia una collaborazione proficua<br />
e duratura tra i due enti per la sensibilizzazione dei<br />
richiedenti e titolari di protezione internazionale<br />
rispetto al tema della tutela della salute, tenendo<br />
conto che lo sviluppo economico e il senso civico dei<br />
cittadini presenti sul territorio non possono prescindere<br />
da quello sociale e culturale.<br />
L’AVIS, nella persona del direttore della sede operativa<br />
di <strong>Ragusa</strong>, Giovanni Dimartino, ha manifestato<br />
la propria sensibilità ai problemi d’integrazione<br />
sociale dei Richiedenti asilo, Rifugiati e aventi diritto<br />
a Protezione Sussidiaria e Umanitaria e si è reso disponibile<br />
a collaborare con la Cooperativa ai fini della<br />
sostenibilità delle azioni progettuali da questa promosse.<br />
Nella fattispecie, la Convenzione di cui<br />
sopra, è stata stipulata nell’ambito del Progetto<br />
Passepartout Nuovi metodi per l’integrazione, cofinanziato<br />
dal Fondo Europeo per I Rifugiati, di cui la<br />
Cooperativa è promotore.<br />
Il Presidente Giovanni Dimartino ha cordialmente<br />
messo a disposizione della Cooperativa, a titolo interamente<br />
gratuito, un’aula per l’erogazione dei corsi di<br />
formazione previsti nell’ambito del progetto e rivolti a<br />
donne sole con prole e minori stranieri non accompagnati<br />
richiedenti e titolari di protezione internazionale.<br />
Tuttavia, l’individuazione della sede <strong>Avis</strong> da<br />
parte della Cooperativa Il Dono, ha ragioni profonde,<br />
che risiedono nella volontà di sensibilizzare i migranti<br />
alla cultura della donazione di sangue.<br />
I corsi di formazione previsti dal Passepartout,<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA IBLEA IBLEA IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
hanno rappresentato un ponte per l’incontro dei<br />
migranti coinvolti nel progetto con la realtà <strong>Avis</strong> locale,<br />
e un’importante opportunità di sensibilizzazione e<br />
informazione. Con la collaborazione di mediatori culturali<br />
i presenti hanno compreso le tematiche affrontate<br />
e hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa<br />
mostrando la propria disponibilità a farsi donatori.<br />
L’evento ha importanti implicazioni da un punto di<br />
vista sociale e sanitario. Esso rappresenta un ulteriore<br />
traguardo nel processo di integrazione dei<br />
migranti e al contempo costituisce un elemento rilevante<br />
per far fronte all’incombente esigenza sanitaria,<br />
oltre che culturale, di coinvolgere sempre più<br />
numerosi donatori stranieri a fronte della presenza di<br />
numerose emazia rare tra le varie etnie presenti sul<br />
territorio. Maria Taranto<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
17
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Il donatore di sangue come fornitore del SIT<br />
In dettaglio, possiamo considerare che il ruolo del<br />
donatore come fornitore può essere suddiviso in<br />
alcune fasi principali e per ognuna di loro si possono<br />
ipotizzare alcuni esempi di indicatori.<br />
Reclutamento N donatori attivi/totali<br />
N nuovi donatori/totali<br />
N donatori periodici/totali<br />
N donatori per fasce<br />
d’età/sesso/professione<br />
Selezione/Idoneità N donatori scartati<br />
(suddivisi per cause)<br />
N donatori sospesi temporaneamente<br />
(suddivisi per cause<br />
e per tipo di donazione)<br />
N donatori sospesi definitivamente<br />
(suddivisi per cause e<br />
per tipo di donazione)<br />
Donazione Sulla base della donazione:<br />
N di donazioni effettuate<br />
N di donazioni programmate<br />
Durata della donazione<br />
(in funzione del tipo di donazio-<br />
ne e del team di raccolta)<br />
Peso dell’unità raccolta<br />
(in funzione del tipo di donazione<br />
e del team di raccolta)<br />
Sulla base del donatore<br />
N di ematomi post venipuntura<br />
(in funzione del tipo di donazione<br />
e del team di raccolta)<br />
N di eventi avversi (in funzione<br />
del tipo di donazione)<br />
POST Donazione N donatori positivi per markers<br />
virali (per tipo di marcatore)<br />
N donatori con alterazioni<br />
esami ematochimici di legge<br />
(emocromo, transaminasi….).<br />
18<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
STORIA<br />
La raccolta di sangue:<br />
una storia entusiasmante<br />
Con questo numero concludiamo la pubblicazione dello splendido saggio scritto da Anna L. Massaro,<br />
già docente all’Università di Torino, già presidente della Società Italiana di Medicina Trasfusionale, e per<br />
molti anni anni responsabile del Centro <strong>Avis</strong> di Torino transitato nella struttura pubblica dell’ospedale<br />
Sant’Anna, uno dei centri italiani chiamati a lavorare oltre 70.000 unità di sangue l’anno. Il testo, chiaro,<br />
informato, documentato ha riscosso lusinghieri apprezzamenti da parte dei nostri lettori. Non<br />
possiamo che essere grati alla prof. Massaro, grande estimatrice ed amica sincera dell’<strong>Avis</strong> di <strong>Ragusa</strong>.<br />
L’analisi di indicatori simili permette ad esempio di<br />
valutare in fase di reclutamento una diminuzione di<br />
nuovi donatori: individuarne le motivazioni.<br />
Promuovere il reclutamento di nuovi donatori è utile<br />
per garantire un “ricambio” dei donatori che hanno<br />
raggiunto il limite di età garantendone un adeguato<br />
numero anche per il futuro. Inoltre, ad esempio, in<br />
fase di donazione se emerge una maggior durata<br />
delle procedure in un certo team rispetto ad un altro<br />
va rivisto il lavoro di quel team. Tali azioni possono<br />
prevenire effetti indesiderati della trasfusione (una<br />
durata della donazione maggiore del previsto può<br />
essere indice di stasi venosa e compromettere la<br />
funzionalità piastrinica che porterà ad un<br />
Concentrato Piastrinico inefficace cioè ad un effetto<br />
indesiderato della trasfusione).<br />
Il donatore di sangue come cliente del SIT<br />
Nel ruolo di cliente è importante che sia considerata<br />
la cosiddetta “customer satisfaction” attraverso
STORIA<br />
un’adeguata analisi dei reclami, questionari di soddisfazione.<br />
Tali azioni possono tornare utili per garantire<br />
il “ritorno” del donatore o anche saggiare una sua<br />
eventuale disponibilità nei confronti di nuove modalità<br />
di donazione (da Sangue Intero ad Aferesi e/o<br />
Aferesi Multicomponent).<br />
Un altro scopo dell’emovigilanza è il tempestivo<br />
allarme non solo su effetti indesiderati che coinvolgono<br />
potenzialmente più riceventi, come ad esempio<br />
quelli di ordine infettivo, ma anche quelli legati ai processi<br />
o ai materiali utilizzati nella raccolta e produzione<br />
dell’unità. In questo caso è fondamentale che<br />
vi sia un accurato monitoraggio dei materiali, in<br />
modo da ricondurre alla ditta ed al lotto portatori di<br />
eventuali difetti che possono compromettere la<br />
donazione e quindi la qualità dell’emocomponente.<br />
D’altro canto ad esempio l’accurata segnalazione dei<br />
componenti dei materiali può permettere, ad esempio<br />
in caso di allergia al lattice da parte di un paziente,<br />
la disponibilità di emocomponenti raccolti in sacche<br />
“latex-free”.<br />
È quindi evidente, come sia importante estendere<br />
un’accurata sorveglianza a tutte le fasi della raccolta<br />
per garantire al massimo i donatori e prevenire effetti<br />
indesiderati della terapia trasfusionale, comprendendo<br />
fra questi anche la carenza di emocomponenti<br />
alla quale bisogna rispondere sempre, anche reclutando<br />
e gestendo al meglio i donatori.<br />
Imperativo categorico per ogni Regione sarà la<br />
definizione di un Piano efficiente di produzione<br />
A*S*T*E*R*I*S*C*H*I<br />
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
emocomponenti, coinvolgendo e impiegando al<br />
meglio la grande risorsa dei donatori disponibili e<br />
assicurando un corretto finanziamento di tutte le attività<br />
necessarie.<br />
Sarà necessario, com’è avvenuto in vari Paesi, stabilire<br />
un Modello di Dipartimento di Medicina<br />
Trasfusionale che applichi la gestione integrata<br />
delle strutture di raccolta, produzione emocomponenti<br />
e distribuzione ospedaliera. Questa soluzione<br />
potrà assicurare un’alta flessibilità organizzativa, un<br />
adattamento rapido all’evoluzione delle necessità e<br />
delle conoscenze scientifiche, anticipando i cambiamenti<br />
e preparandoci a questi.<br />
Anna L. Massaro<br />
4/fine<br />
Il potere non incide sulla vita: può solo comprimerla, non orientarla. La orienta lo spirito, il pensiero,<br />
la libertà, l’amore.<br />
Enrico Peyretti<br />
* * * * * * * *<br />
Tutti hanno dentro qualche seme di felicità: in alcuni sono deboli, in altri sono forti. Potresti<br />
essere il primo, da molti anni, a toccare i semi di felicità nel tuo amico. La nostra possibilità di<br />
essere d’aiuto sta nella capacità che abbiamo di vedere e di innaffiare questi semi salutari.<br />
Thich Nhat Hanh<br />
* * * * * * * *<br />
Se è un dittatore che vorreste detronizzare, guardate prima se il suo trono eretto dentro di voi<br />
sia stato distrutto.<br />
Kahlil Gibran<br />
* * * * * * * *<br />
La misura definitiva di un uomo non la si trova là dove egli sta nei momenti di tranquillità e di<br />
convenienza, ma là dove egli sta nei momenti di difficoltà e di controversia.<br />
Martin Luther King<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 19
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Trecento appassionati di group<br />
cycling (per capirci stiamo<br />
parlando di spinning) hanno<br />
popolato la terrazza del porto<br />
turistico di Marina di <strong>Ragusa</strong><br />
nella decima edizione della Iblea<br />
Tribute To Group Cycling, organizzata<br />
dalla <strong>Ragusa</strong> Eventi e<br />
dalla Basaki con la collaborazione<br />
degli assessorati allo Sport<br />
del Comune di <strong>Ragusa</strong>, della<br />
Provincia regionale. Da pomeriggio<br />
fino a mezzanotte gli appassionati<br />
del pedale hanno affrontato<br />
le fatiche e scalato montagne<br />
virtuali alla ricerca della forma<br />
ideale sotto la guida di master<br />
instructor. A Marina di <strong>Ragusa</strong>,<br />
quindi, sono sbarcati il presidente<br />
nazionale della Icyff nonché<br />
ideatore di questa nuova attività<br />
denominata Group Cycling,<br />
Alfredo Venturi, Fabrizio Toselli,<br />
Toti Longo, Beppe Alfonsi, Paola<br />
Ciulli (unica donna del gruppo di<br />
istruttori), Peppe Ajera e Vito<br />
Armato. Centinaia e centinaia di<br />
curiosi hanno riempito la terrazza<br />
sul porto che si è prestata bene<br />
20<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
ad accogliere la manifestazione<br />
che ha sempre in Maurizio<br />
Mezzasalma, Carmelo Spata,<br />
Salvatore Iacono e Luca<br />
Occhipinti gli ispiratori. Dice<br />
Maurizio Mezzasalma: “Siamo<br />
soddisfatti ed orgogliosi di avere<br />
polarizzato l’attenzione di appassionati<br />
non solo della provincia di<br />
<strong>Ragusa</strong>, ma di tutta Italia e siamo<br />
riusciti anche a creare turismo<br />
SPORT<br />
Trecento appassionati hanno preso parte alla decima edizione<br />
dell’«Iblea tribute to group cycling»<br />
Lo spinning «conquista» Marina di <strong>Ragusa</strong><br />
considerato che abbiamo riempito<br />
tutti i B&B di Marina di <strong>Ragusa</strong>.<br />
Penso solo che dieci anni fa<br />
quando abbiamo iniziato a piazza<br />
Malta abbiamo messo solo trenta<br />
bici ed invece quest’anno abbiamo<br />
avuto trecento partecipanti.<br />
Fino al 31 agosto - aggiunge<br />
Mezzasalma - abbiamo fatto attività<br />
presso il Lido La Ola”. Inoltre<br />
c’è da aggiungere che la Basaki<br />
ha fatto attività anche nel piazzale<br />
Di Meglio ed il giovedì sera in<br />
piazza Duca degli Abruzzi con<br />
attività per bambini di judo.<br />
Ma torniamo allo spinning.<br />
L’iniziativa è stata inserita dal<br />
Comune nel programma<br />
dell’Estate Iblea. Gli organizzatori<br />
della tappa di Marina di <strong>Ragusa</strong><br />
hanno offerto a tutti i partecipanti<br />
gadget e magliette ed, ovviamente,<br />
litri e litri di acqua che è stata<br />
donata dall’<strong>Avis</strong>. E’ diventata<br />
anche una manifestazione di solidarietà<br />
perché ai partecipanti è<br />
stato lanciato il messaggio dell’importanza<br />
della donazione di<br />
sangue.<br />
G.N.
SCAFFALE<br />
“Hereafter” il nuovo straordinario film di Clint Eastwood<br />
Tra la terra e l’aldilà<br />
Nel più o meno rumoroso baillame dei film natalizi,<br />
con le risate più semplici e più originali di<br />
Checco Zalone e quelle più scontate e volgari di<br />
Boldi e De Sica (sia pure separati), spunta a sorpresa<br />
un film straordinario (naturalmente made in USA)<br />
che con l’armonia della poesia e la eleganza della<br />
grande narrazione affronta il tema inscrutabile del<br />
dopo la morte, nell’insistente interrogativo variamente<br />
e vagamente risolto della esigenza forte dell’uomo<br />
di capire perché la vita abbia un suo senso profondo,<br />
e provare a trovarlo qui adesso e dopo, nell’al di<br />
là.<br />
“Hereafetr” di Clint Eastwood è questo prezioso<br />
affresco che riesce a sollecitare inevitabilmente nello<br />
spettatore, anche il più cinico e disincantato, la riflessione<br />
su cosa ci attende, e su cosa possa volere dire<br />
provare a recuperare il rapporto forte anche solo spirituale<br />
e nel ricordo con chi ci ha preceduto.<br />
Intrecciando tra loro tre storie, e collegandole in<br />
modo affascinante in un finale incantevole in una<br />
Londra insolita e convincente, Eastwood si chiede<br />
come si possa ritrovare il senso alla propria vita,<br />
dopo aver raggiunto per un attimo la condizione<br />
della morte ed esserne miracolosamente usciti (e lo<br />
fa con la vicenda di una giornalista televisiva che si<br />
salva dallo tsunami del 2004 e nel rivoluzionare la<br />
propria esistenza diventa scrittrice di una riflessione<br />
sofferta sull’al di là); ancora come si possa ritrovare<br />
serenità e ruolo riagganciando nella condizione esoterica<br />
di un dialogo con chi ci ha lasciato un rapporto<br />
forte tragicamente interrotto (e lo fa con la vicenda<br />
struggente del bambino gemello che perde la sua<br />
metà complementare e solo con una intensa sofferenza<br />
personale può ritrovare un nuovo equilibrio); e<br />
poi come nel potere soprannaturale ed istintivo di<br />
recuperare in un gioco malvagio e straziante le verità<br />
sepolte di chi ci sta di fronte si possa anche in<br />
questo caso adesso, qui, ma nella visione del dopo<br />
che ci attende, recuperare identità e gioia (e lo racconta<br />
con le vicende di un operaio che avrebbe potuto<br />
arricchirsi sfruttando i suoi poteri soprannaturali<br />
ed invece sceglie il silenzio e la fuga cercando l’amore<br />
e la solidità di un sentimento non precario).<br />
Tutto questo per raccontare il dubbi, gli interrogativi,<br />
le incertezze, il buio profondo di un vuoto inesplorato,<br />
da laico, senza il sostegno della fede, ma con<br />
la certezza dell’ansia del capire e del conoscere.<br />
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Film magistralmente interpretato e girato con una<br />
competenza tecnica assolutamente da Oscar (valga<br />
per tutti la sequenza iniziale sullo tsunami e sul<br />
rimando di sguardi, di volti, di presenze e di assenze,<br />
di urla e di silenzi, dell’inizio del film) “Hereafter”<br />
prova con intelligenza, riuscendoci, a riscoprire la<br />
personalità dei suoi tre protagonisti, rievocati e presentati<br />
cogliendone la forza etica e la disperata fragilità<br />
esistenziale. Così Eastwood si incunea nella<br />
nostre coscienze, strazia a momenti il nostro animo,<br />
ci ordina impetuoso di rileggere dentro di noi, e forse<br />
ci lascia non più uguali a prima, con qualche dubbio<br />
in più ma anche con una ritrovata esigenza di ricerca<br />
e di riflessione.<br />
Carmelo Arezzo<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 21
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Eccomi qui al St. Camillus<br />
Hospital di Karungu (Kenia),<br />
sulle sponde del lago Vittoria in<br />
questo posto dimenticato dagli<br />
uomini ma forse non da Dio dove,<br />
tutto è esagerato sia nell’incredibile<br />
bellezza di una natura strepitosa<br />
sia nell’espressione della povertà e<br />
malattia. Ho chiesto un’aspettativa<br />
per sei mesi dal mio lavoro di specialista<br />
cardiologa e sono partita<br />
per l’Africa.<br />
I primi mesi sono stati molto difficili<br />
da parecchi punti di vista, mi<br />
sono trovata a fare la “tuttologa” in<br />
un paese dove c’è di tutto come<br />
patologia e praticamente nulla<br />
come medicina, quindi mi sono<br />
messa a studiare accantonando<br />
tutte, o quasi, le mie conoscenze<br />
mediche qui praticamente inutili ed<br />
ho imparato l’umiltà: sapere di non<br />
sapere, volere ma non potere, confrontandomi<br />
costantemente con la<br />
mia inadeguatezza di conoscenza<br />
e di mezzi. La lingua è stato l’altro<br />
problema da affrontare, conoscevo<br />
un inglese poco più che scolastico<br />
e qui medici e infermieri parlano o<br />
inglese o il dhluo (lingua locale), e<br />
molto spesso non capivo proprio<br />
nulla, quindi ancora prima di orientarmi<br />
sulla patologia dei pazienti e<br />
conoscere la terapia adeguata e<br />
disponibile, dovevo capire cosa<br />
dicevano. Per non parlare poi delle<br />
difficoltà diagnostiche (gli strumenti<br />
disponibili sono limitati) e terapeutiche<br />
(mancano talvolta anche i<br />
farmaci essenziali!).<br />
Così è cominciata la mia avventura,<br />
affidata ad un reparto di medicina<br />
generale, ufficialmente investita<br />
di un ruolo molto difficile da<br />
gestire anche emotivamente: l’età<br />
media dei nostri pazienti è di 25-30<br />
anni il peso di 35-40kg (ma ne ho<br />
visti anche di 23kg!), l’HIV impera<br />
e in queste persone private delle<br />
difese immunitarie, qualunque<br />
22<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
malattia diventa difficile da trattare,<br />
impossibile da curare. Ingoio saliva<br />
e lacrime nell’assistere impotente<br />
al manifestarsi dell’AIDS sotto<br />
forma di tumore che trasforma la<br />
pelle in una tavolozza di colori con<br />
bubboni e secrezioni maleodoranti<br />
che crescono come funghi, o nell’ascoltare<br />
le urla di Rose 23 anni,<br />
che dopo aver partorito un altro<br />
figlio morto, ha deciso di percorrere<br />
la protettiva via della follia (aiutata<br />
in questo da una encefalite da<br />
HIV), o nel guardare gli occhi<br />
ormai spenti anche di speranza di<br />
Leonida 40 anni (e 30kg!), divorata<br />
dall’AIDS. Come farò mai a dimenticare<br />
gli occhi di Michael 35 anni,<br />
ovviamente anche lui HIV positivo,<br />
che invocano aiuto mentre l’acqua<br />
che ha invaso i polmoni lo sta soffocando<br />
nonostante tutte le nostre<br />
cure rese vane da ripetute infezioni<br />
da tubercolosi e non solo, e con<br />
un filo di voce mi dice “io mi fido di<br />
te”?<br />
Malaria, AIDS ed infezioni varie<br />
divorano anche il sangue e provocano<br />
forme di anemia ritenute normalmente<br />
incompatibili con la vita,<br />
la disponibilità per le sacche di<br />
sangue è limitata, donatori ce ne<br />
LETTURE<br />
Un medico in Africa<br />
sono pochi e spesso non lo possono<br />
donare perché anch’essi HIV<br />
positivi. Chinino e flebo non si<br />
negano mai a nessuno e scorrono<br />
a fiumi in vene difficilmente trovabili<br />
di gente con vomito incoercibile o<br />
diarree devastanti, già consumati<br />
dalla malnutrizione.<br />
Ma se è vero tutto questo, è<br />
pure vero che non potrò mai<br />
dimenticare il sorriso di Karen col<br />
quale mi ha accolto una mattina<br />
dopo una settimana di coma provocato<br />
da una delle tante infezioni<br />
“banali”o Amos a cui abbiamo<br />
restituito la forza di giocare a pallone<br />
dopo un’infezione che gli aveva<br />
danneggiato il cuore o Alice che<br />
stava per essere portata via dalla<br />
malaria, ma per una battaglia vinta<br />
(cosa che dovrebbe essere la<br />
regola), ancora troppe sono quelle<br />
perse!<br />
Una cosa mi ha lasciata perplessa<br />
fin dal primo giorno: l’assenza<br />
totale di lacrime, qui non si piange<br />
né per commozione né per dolore,<br />
neppure di fronte alla morte, tutto<br />
viene accettato come ineluttabile,<br />
non chiedono, aspettano e accolgono<br />
qualunque “sentenza” quasi<br />
con indifferenza o incoscienza.<br />
Quanti ricordi da archiviare<br />
assieme alle sensazioni contrastanti,<br />
alla rabbia e all’impotenza,<br />
all’urgenza di fare ma non riuscire<br />
a farlo bene, al volere (ma non<br />
potere!) dare una chance a questa<br />
gente che sa morire ma non ha<br />
ancora imparato a vivere, senza<br />
passato e con un futuro incerto, in<br />
un presente scomodo che non<br />
concede speranza, in una terra<br />
dolente e senza tempo dove nulla<br />
è cambiato da sempre e forse per<br />
sempre.<br />
Antonella Levi Minzi<br />
(dal sito web di “UnaStrada onlus”<br />
Venezia)
PERSONAGGI<br />
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Un pioniere, un protagonista, un “cavaliere”<br />
La tradizione a volte routinaria delle attribuzioni delle<br />
onorificenze “al merito della Repubblica” che ogni<br />
anno nella ricorrenza preziosa della Festa delle<br />
Repubblica, vale a celebrare dalle Alpi a Lampedusa quei<br />
cittadini che a vario titolo hanno lavorato per lo sviluppo<br />
sociale, culturale, economico della nostra meravigliosa<br />
Italia, è un’occasione importante per celebrare degnamente<br />
l’Unità Nazionale, della quale stiamo per celebrare<br />
il 150 anniversario. E’ un affollato elenco di nomi, alcuni<br />
dei quali noti a livello nazionale, ma la maggior parte dei<br />
quali serve a dare la misura, nello spazio più limitato ma<br />
non per questo meno importante del territorio e della<br />
comunità provinciali, di tutta quella parte di popolazione<br />
che nell’impegno quotidiano, senza voli pindarici ma con<br />
la continuità delle scelte di ogni giorno, hanno dato e<br />
danno il loro apporto insostituibile ad un’equilibrata evoluzione<br />
in positivo del Paese.<br />
Così può accadere, ed accade più spesso di quanto si<br />
possa pensare, che nell’attribuzione ad un cittadino ed ad<br />
una figura emblematica di una comunità di un titolo “al<br />
merito della Repubblica”, ci sia anche un forte visibile<br />
incontestabile riconoscimento nei confronti di una popolazione,<br />
di una città, di alcuni valori che non possono e non<br />
debbono tramontare.<br />
A noi pare che questo sia accaduto, affiancando agli<br />
straordinari meriti personali di un uomo che ha fatto del<br />
volontariato l’impegno di una vita e la esperienza esaltante<br />
di un esempio in positivo per le giovani generazioni, nel<br />
caso recentissimo di Vittorio Schininà, al quale il prefetto<br />
di <strong>Ragusa</strong> dott.ssa Francesca Cannizzo ha consegnato<br />
alla presenza di tanta gente e delle autorità civili, religiosi<br />
e militari della provincia, in occasione della sobria cerimonia<br />
per gli auguri natalizi, il diploma e la medaglia di<br />
“Cavaliere al merito della Repubblica Italiana”.<br />
Non è un caso che Vittorio Schininà è stato festeggiato<br />
anche dai dirigenti e dai rappresentanti storici (vero<br />
Vittorio Schininà e la moglie insieme al sindaco Nello Dipasquale<br />
Vittorio Schininà in Prefettura accanto agli amici avisini<br />
Carmelina?) dell’<strong>Avis</strong> ragusana, quella associazione dei<br />
volontari italiani del sangue che Vittorio ha provato con<br />
grande coraggio ed entusiasmo, a creare in una città che<br />
era ancora, per fortuna tanti anni fa, affidata ai datori professionali<br />
di sangue. Da allora tanta acqua è passata sotto<br />
i ponti e tanti passi avanti prestigiosi ha conosciuto l’<strong>Avis</strong><br />
del capoluogo ibleo, ma anche dell’intera provincia e di<br />
tutti i comuni del <strong>Ragusa</strong>no, realizzando risultati importanti<br />
che oggi hanno fatto dell’<strong>Avis</strong> della nostra provincia un<br />
fiore all’occhiello del volontariato italiano.<br />
Così nel diploma di Vittorio Schininà, Cavaliere della<br />
Repubblica, ritroviamo - e sappiamo di dire una cosa che<br />
fa piacere certamente all’amico Vittorio - anche l’attenzione<br />
del Paese e delle Istituzioni per la straordinaria performance<br />
di qualità della nostra <strong>Avis</strong>.<br />
Ma il “cavalierato” di Vittorio Schininà è principalmente<br />
l’onorificenza meritata di un uomo che è stato pioniere di<br />
una vocazione d’impegno, in anni ormai lontani, quando<br />
parlare di volontariato era assai meno “glamour” e alla<br />
moda di oggi, e convincere la gente a fare qualcosa per gli<br />
altri, fuori dagli schemi più scontati e fragili della pura carità,<br />
era impresa faticosa e impegnativa. Vittorio Schininà è<br />
riuscito alla grande in questa “mission” diventando da pioniere,<br />
protagonista di una vicenda e di una storia; in altra<br />
occasione di lui è stato detto che quando a coltivare un<br />
sogno ci sono anche personaggi che hanno la forza, la<br />
volontà, la fattività e l’entusiasmo di Vittorio Schininà, i<br />
sogni possono diventare realtà. Del sogno avisino a<br />
<strong>Ragusa</strong>, Vittorio è stato instancabile animatore e protagonista,<br />
pedina insostituibile, dirigente attento e generoso.<br />
Oggi è anche il “cavaliere” dell’<strong>Avis</strong> di <strong>Ragusa</strong> e continuerà<br />
certamente a mettere a disposizione della sua creatura<br />
avisina le linee fondamentali di quell’impegno generoso<br />
che sta alla base del suo entusiasmo.<br />
Grazie di tutto, cavaliere Vittorio.<br />
Carmelo Arezzo<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 23
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Giorno 27-28 Novembre <strong>2010</strong> si è tenuto a<br />
Pergusa il primo forum <strong>Avis</strong> regionale dal<br />
titolo “Komunic-azione dalle parole ai fatti”<br />
trattando argomenti quali: found reasing, marketing<br />
e comunicazione, e giornalismo. La<br />
tematica del found reasing si basa sulla raccolta<br />
di fondi da privati<br />
evincendo obiettivi<br />
strategici di sensibilizzazione,<br />
formazione e<br />
cultura per tutta la<br />
società; ed obiettivi<br />
operativi per reclutare<br />
sempre più donatori.<br />
Il secondo gruppo ha<br />
trattato marketing e<br />
comunicazione; questi<br />
si sono incentrati sulla<br />
programmazione e<br />
realizzazione di un<br />
evento e di un progetto sulla solidarietà. Alcuni<br />
di essi sono stati coinvolti sulla stesura di un<br />
questionario standardizzato somministrato agli<br />
individui sociali per conoscere le motivazioni per<br />
le quali un individuo sceglie oppure no di essere<br />
un potenziale volontario. Infine , il terzo gruppo<br />
ha analizzato la tematica del giornalismo<br />
scrivendo un articolo sulle attività del volontaria-<br />
24<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
GIOVANI<br />
Dalle parole ai fatti<br />
Pensieri di Pace<br />
a cura di Gianna Leggio<br />
to approfondendo il ruolo del giornalista al giorno<br />
d’oggi.<br />
Il forum non è solo formazione ma anche<br />
divertimento e aggregazione con i giovani delle<br />
altre realtà <strong>Avis</strong> regionali. A tal proposito nella<br />
serata del sabato tutti i partecipanti sono stati<br />
divisi in squadre e<br />
hanno partecipato ai<br />
giochi delle <strong>Avis</strong> di<br />
Villarosa. Tale forum si<br />
è concluso con l'esposizione<br />
dei vari progetti<br />
realizzati dai gruppi<br />
di lavoro e dalla visione<br />
di alcuni spot <strong>Avis</strong><br />
realizzati durante l'anno.<br />
Per concludere al<br />
meglio questa formazione<br />
non poteva mancare<br />
un pranzo all'insegna<br />
della complicità, del divertimento e dell'allegria<br />
con altrettanti giochi e balli di gruppo con<br />
l'augurio di rivedersi presto tutti insieme con<br />
nuove tematiche costruttive e formative da<br />
affrontare.<br />
Chiara Cacciatore, Enrica Gulino,<br />
Monika Antolino<br />
Don Tonino Tonino<br />
Bello ai giovani<br />
…Non abbiate paura, non preoccupatevi. Se voi lo volete, se avete un briciolo di speranza e una grande<br />
passione per gli anni che avete, cambierete il mondo e non lo lascerete cambiare agli altri. Vivete la vita che<br />
state vivendo con una forte passione. Appassionatevi alla vita perché è dolcissima. Mordete la<br />
vita…Coltivate le amicizie, incontrate la gente. Voi crescete quanto più numerosi sono gli incontri con la<br />
gente, quante più sono le persone a cui stringete la mano. Coltivate gli interessi della pace, della giustizia,<br />
della solidarietà, della salvaguardia dell’ambiente. Il mondo ha bisogno di voi per cambiare, per ribaltare la<br />
logica corrente che è logica di violenza, di guerra, di dominio, di sopraffazione. Diventate voi la coscienza<br />
critica del mondo. Diventate sovversivi…Non so se avete letto quei versi di Neruda in cui egli si chiede cosa<br />
sia la vita. Tunnel scuro, dice, tra due vaghe chiarità o nastro d’argento su due abissi di oscurità. Mi chiedo<br />
perché la vita non può essere un nastro d’argento tra due vaghe chiarità, tra due splendori.<br />
Non potrebbe essere così la vostra vita? Vi auguro davvero che voi la vita possiate interpretarla in questo<br />
modo bellissimo.<br />
Don Tonino Bello Vescovo
SENZA FRONTIERE<br />
Ciascuno di noi alla festa del Natale, appena trascorsa,<br />
attribuisce un significato… ma credo che tutti<br />
siamo d’accordo nel definirla per eccellenza la festa<br />
della pace, la festa in cui si celebra il valore fondante<br />
della famiglia, la festa del Dio fatto uomo…ci sentiamo<br />
tutti più buoni e cerchiamo anche di compiere gesti di<br />
solidarietà.<br />
Eppure…il preparare quell’albero di Natale pieno di<br />
addobbi luccicanti, o il presepe della memoria della<br />
nascita del Cristo, mi rimanda sempre ad una domanda:<br />
quanti in questo momento non hanno ciò che io ho?<br />
Quanti cercano di sopravvivere alla guerra? Quanti alla<br />
fame? Quante le donne che in questo momento (come<br />
fu per Maria a Betleem) partoriscono un figlio a cui non<br />
possono offrire una vita dignitosa?<br />
Quella guerra che entra dentro le nostre case attra-<br />
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
A NATALE… CON LO SGUARDO ALTROVE<br />
Ospedale di Emergency a Lashkargah<br />
in corsia tra gli “effetti collaterali”<br />
dell’operazione Moshtrak (Uniti Insieme)<br />
iniziata nella notte tra il 12 e il 13<br />
Febbario <strong>2010</strong> dalle forze anglo-americane<br />
per colpire il villaggio di Marjah.<br />
17 febbraio <strong>2010</strong> Roqia stava aiutando<br />
la madre nelle faccende domestiche,<br />
a casa sua a Marjah. Era uscita a prendere<br />
una bacinella d’acqua e si è ritrovata<br />
scaraventata a terra: un proiettile le<br />
ha perforato il ginocchio destro, facendole<br />
esplodere l’ultima parte del femore.<br />
I suoi familiari hanno cercato di portarla<br />
in ospedale, ma le strade erano bloccate<br />
dai militari e Roqia è stata riportata a<br />
casa dove l’hanno medicata come potevano.<br />
Dopo 36 ore, è stata fatta evacuare<br />
con l’elicottero che l’ha portata fin qui.<br />
E’ stata operata e ora è in trazione…<br />
Roqia non sa nemmeno se i suoi familiari<br />
sono vivi. Nessuno ancora è venuto<br />
a trovarla, è difficilissimo muoversi da<br />
quei villaggi. Ma secondo i comandi militari,<br />
“l’operazione Moshtarak va avanti<br />
molto bene…”<br />
18 febbraio <strong>2010</strong> Akter Mohammed.<br />
Anche a Nadali, non lontano da<br />
Lashkar-gah, stanno combattendo da<br />
giorni Mohammed è arrivato poco fa con<br />
il padre Wali Jan, un uomo di una sessantina<br />
d’anni con una folta barba bianca.<br />
Un proiettile gli ha attraversato la<br />
testa da parte a parte. E’ ancora vivo e<br />
lo stanno operando. Si era avvicinato a<br />
una finestra per vedere cosa stava<br />
accadendo in strada, incuriosito dai<br />
rumori dei blindati. Un soldato ha intravi-<br />
sto una sagoma dietro il vetro e ha sparato.<br />
Colpo singolo alla testa. Altri soldati<br />
sono entrati in casa urlando, hanno<br />
stretto il padre in un angolo puntandogli<br />
contro le armi. Poi si sono accorti di<br />
Mohammed, 9 anni, riverso sotto la finestra<br />
in una pozza di sangue… Se ne<br />
sono andati senza fare nulla, senza dire<br />
una parola.<br />
19 febbraio <strong>2010</strong> Gulalay ha 12 anni,<br />
una bellissima treccia di capelli neri e<br />
due occhi chiarissimi. Vive a Dilaram.<br />
Era davanti casa a curare i pochi animali<br />
che danno da vivere alla sua famiglia<br />
quando ha sentito il rumore degli spari<br />
avvicinarsi ed è corsa a prendere il fratellino<br />
che giocava in strada. E’ stata<br />
colpita da un proiettile alla schiena…E’<br />
arrivata in ospedale dopo quasi 24 ore<br />
E’ stata operata subito e ora, nonostante<br />
qualche drenaggio sta bene, ma non<br />
ha nessuna voglia di sorridere. E’ l’ennesimo<br />
“effetto collaterale” di questa<br />
guerra.<br />
20 Febbraio Khudainazar è un<br />
ragazzino di 11 anni con la faccia sveglia.<br />
Era andato a prendere l’acqua,<br />
quando improvvisamente ha sentito un<br />
gran bruciore alla gamba. E’ arrivato al<br />
nostro ospedale con una ferita da proiettile<br />
all’inguine sinistro, dopo un viaggio<br />
estenuante di 6 ore… Fortunatamente<br />
nessun organo vitale è stato danneggiato.<br />
Non appena è arrivato, ha chiesto di<br />
Akter, il ragazzino che abbiamo ricevuto<br />
l’altro ieri con una ferita alla testa. E’ un<br />
suo amico, sono vicini di casa, giocano<br />
sempre insieme. Auguro loro che venga<br />
il giorno in cui potranno raccontarsi que-<br />
verso “notizie debitamente sterilizzate” dai telegiornali<br />
di turno…ha invece i volti induriti di militari, ma soprattutto<br />
di civili, di donne e bambini che pur cercando di<br />
vivere una vita quanto più possibile normale ne restano<br />
travolti e schiacciati.<br />
Voglio qui fare parlare volti e nomi concreti di bambini<br />
che hanno provato nella loro carne tutta la durezza<br />
della vita di un paese in guerra.<br />
Sfogliando queste storie mi auguro che le nostre<br />
coscienze non si rassegnino mai all’inevitabilità della<br />
guerra, perché da essa ne usciamo tutti sconfitti.<br />
Che le feste del Natale, che ci saranno dati da vivere,<br />
possano essere per ciascuno di noi un interrogativo<br />
sulle nostre responsabilità nei confronti dell’umanità<br />
che soffre.<br />
Gianna Leggio<br />
sta tragedia, davanti a una tazza di tè,<br />
mentre fuori i rumori della guerra saranno<br />
finalmente scomparsi.<br />
27 febbraio <strong>2010</strong> Najibullah e<br />
Naquibullah sono arrivati al pronto soccorso<br />
stamattina verso le 11.00.<br />
Stavano in due in una sola barella, tanto<br />
erano piccoli: Najibullah 5 anni, schegge<br />
di bomba su tutto il corpo, e<br />
Naquibullah, 7 anni, un piede “esploso”<br />
e tante schegge dappertutto. Sono fratelli,<br />
vengono da Marjah, “l’incidente” è<br />
accaduto stamattina presto fuori casa.<br />
Due dei loro fratelli sono morti sul colpo.<br />
…al più grande sarebbe stata amputata<br />
la gamba…Questa volta non abbiamo<br />
voluto sapere che cosa stessero facendo:<br />
non c’è nessuna cosa al mondo che<br />
possa giustificare questo orrore.<br />
3 marzo <strong>2010</strong> Sharifullah e Rahmat<br />
Bibi sono arrivati all’ospedale di<br />
Emergency tramortiti dalle ferite e dalla<br />
paura. Avevano trovato uno strano<br />
oggetto nel giardino di casa e hanno<br />
cominciato a giocarci: l’hanno percorso<br />
con un sasso …e poi hanno cercato di<br />
dargli fuoco. L’ordigno è esploso e ha<br />
ucciso subito i loro fratelli Musullah di 6<br />
anni e Safiullah di 11. Sharifullah era<br />
pieno di schegge su tutto il corpo;<br />
Rahmat Bibi aveva la pancia perforata<br />
da due brutte schegge.<br />
I chirurghi l’hanno operata subito: la<br />
mascherina per l’ossigeno era quasi più<br />
grande del suo faccino. Rahmat Bibi ha<br />
1 anno.<br />
Tratto dal notiziario di<br />
“Emergency” N° 54 Marzo <strong>2010</strong><br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 25
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Nella nostra provincia “Libera - Associazioni,<br />
Nomi e Numeri contro le mafie” ha mosso i<br />
suoi primi passi circa due anni fa. Ha visto nascere<br />
presìdi a Vittoria, <strong>Ragusa</strong>, Modica e Scicli..<br />
Sta facendo strada, Libera: oggi la ritroviamo<br />
“cresciuta”, pronta per l’ufficializzazione del<br />
Coordinamento Provinciale; le porte spalancate<br />
sul presente e un occhio al futuro.<br />
In Italia Libera viene fondata il 25 Marzo 1995 da<br />
Don Luigi Ciotti. L’intento è quello di sollecitare la<br />
società civile nella lotta alle mafie e di promuovere<br />
la giustizia e la legalità. Libera è un coordinamento<br />
di singoli e di associazioni che operano sinergicamente<br />
per mettere in atto una lotta non violenta<br />
contro il dominio mafioso del territorio e per elaborare<br />
strategie di resistenza alle infiltrazioni mafiose.<br />
Libera non è una sigla.<br />
E paradossalmente non<br />
è neanche un’associazione:<br />
Libera vive di<br />
“convivialità delle differenze”!<br />
Sono infatti le<br />
singole associazioni a<br />
rappresentare il volto dell’antimafia<br />
nel territorio. Il<br />
compito di Libera è quello<br />
di creare virtuosismo<br />
tra le associazioni, senza<br />
che esse vengano snaturate,<br />
e di dare cittadinanza<br />
ai singoli nell’opera di<br />
lotta alla mafia.<br />
Testimoniare che le<br />
diversità non fanno paura e già in sé profondamente<br />
antimafioso!<br />
Libera è anche promozione di iniziative culturali e<br />
di approfondimento sul fenomeno mafioso e sulle<br />
strategie di risposta ad esso. Libera è passione, è<br />
idea, ma è anche concretezza: “Legalità sono quei<br />
beni confiscati alle mafie e destinati all’uso sociale.<br />
Legalità sono il pane, l’olio, il vino che produciamo<br />
nelle terre confiscate alla mafia” queste le<br />
recenti parole di Don Ciotti. E’ la realtà di Libera<br />
Terra: tremila i giovani provenienti dall’Italia e dall’estero<br />
che hanno già partecipato ai campi di<br />
volontariato che si svolgono ogni anno sui terreni<br />
confiscati… “per dare una mano, per formarsi, per<br />
approfondire!”<br />
Un anno fa i tanti volontari e simpatizzanti ragusani<br />
di Libera hanno potuto “toccare con mano” il<br />
26<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
LA FINESTRA DI FRONTE<br />
Libera c’è: anche in provincia di <strong>Ragusa</strong>!<br />
coraggio dei soci delle cooperative Libera Terra<br />
che lavorano per il riscatto sociale ed economico di<br />
territori “stanchi” di essere dominio di mafia.<br />
Un’esperienza di “turismo responsabile” durante la<br />
quale sono stati visitati luoghi simbolo della Sicilia<br />
che vuol cambiare. Domenica 9 Gennaio, il<br />
Coordinamento Provinciale di Libera riproporrà l’esperienza,<br />
che sarà vissuta presso i terreni di<br />
Belpasso (Ct) e Lentini (Sr), confiscati alla mafia e<br />
oggi assegnati alla Cooperativa Beppe Montana.<br />
Durante la giornata sarà possibile offrire il proprio<br />
contributo nel lavoro di raccolta delle arance e di<br />
manutenzione del terreno; in un grande casolare a<br />
Belpasso si potrà inoltre vivere un momento di<br />
riflessione e di confronto con i soci della cooperativa.<br />
Il nuovo anno si aprirà<br />
all’insegna delle nuove<br />
proposte che Libera lancerà<br />
in Provincia: tra<br />
queste ci sarà l’iniziativa<br />
“Una valanga di cartoline<br />
per seppellire la corruzione”;<br />
sarà quindi possibile<br />
firmare affinché venga<br />
portata all’esame del<br />
Parlamento la proposta<br />
di legge che prevede<br />
la confisca dei beni non<br />
più solo ai mafiosi ma<br />
anche ai corrotti.<br />
Viviamo in una<br />
Provincia dove la mafia<br />
agisce: senza quei clamorosi<br />
spargimenti di sangue che alimentano l’immaginario<br />
collettivo, ma agisce!<br />
“Libera - Associazioni, Nomi e Numeri contro le<br />
mafie” in provincia di <strong>Ragusa</strong> prende quindi il suo<br />
impegno “per contrastare, secondo i principi della<br />
non violenza, la diffusione delle illegalità e del<br />
dominio mafioso”, per “valorizzare la memoria<br />
delle vittime di mafie, di violenze, di chi si è impegnato<br />
a costruire giustizia”, per “promuovere e praticare<br />
la cultura della legalità”...con il “morso del<br />
più”. Sempre. Perché come Don Ciotti insegna, il<br />
“morso del più” alimenta la Speranza!<br />
Enrica Frasca Caccia<br />
Libera - Associazioni, Nomi e Numeri<br />
contro le mafie,<br />
Coordinamento Provinciale di <strong>Ragusa</strong>
IL MONDO A TAVOLA<br />
Situato nell’Asia sud-orientale, il Vietnam sembra<br />
disegnare sulla carta geografica una “S”.<br />
Si estende a sud e ad est lungo la costa del mar<br />
Cinese meridionale, confina a Nord con la Cina e<br />
ad ovest con il Laos e la Cambogia. Capitale del<br />
Vietnam è Hanoi. Due grossi fiumi attraversano<br />
questa nazione, il fiume Rosso e il Mekong, il suo<br />
clima è di tipo tropicale monsonico ma si differenzia<br />
da regione a regione, favorendo la crescita di<br />
una vegetazione rigogliosa.<br />
Al dodicesimo posto tra i paesi più popolosi del<br />
mondo. L’età media della popolazione è di 35<br />
anni. Questo paese, dopo aver subito i devastanti<br />
effetti di 40 anni di guerre, sembra avviato ad<br />
uno sviluppo sempre più accelerato.<br />
Il Vietnam ha un patrimonio artistico e culturale<br />
vario e complesso nel quale si fondano elementi<br />
originali e influssi di diverse civiltà che insieme<br />
alle sue ricche architetture e bellezze paesaggistiche<br />
ne fanno sicuramente una nazione da<br />
conoscere e visitare.<br />
IBLEA<br />
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Dal Vietnam l’involtino primavera<br />
V I E T N A M<br />
Questa rubrica vuole essere un viaggio alla scoperta<br />
delle culture alimentari di popoli e civiltà a volte lontani<br />
dalla nostra … per scoprire sapori insoliti, piatti gustosi,<br />
profumi intensi … Sarà questo un modo per conoscere<br />
le culture “altre”.<br />
La rubrica presenterà sia la ricetta (facile da preparare)<br />
che, brevemente, il Paese da cui proviene.<br />
Auguro a tutti buon viaggio…<br />
tra le ricette del mondo<br />
Gianna Leggio<br />
NEM (INVOLTINI PRIMAVERA)<br />
16 fogli di carta di riso<br />
200 gr. di carne tritata (manzo o maiale o mista)<br />
Una carota<br />
Un cavolo rapa piccolo tolte le foglie<br />
100 gr. di funghi secchi<br />
Due uova (valutare in base alla consistenza<br />
dell’impasto se utilizzarli per intero)<br />
50 gr. di vermicelli di riso<br />
100 gr. di gamberetti sgusciati<br />
Un cipollotto fresco usare solo la parte verde<br />
Tagliare a julienne la carota e il cavolo rapa.<br />
Mettere a mollo in acqua calda i funghi per 20<br />
minuti. Mettere a bagno per 10 minuti in acqua<br />
fredda i vermicelli di riso e strizzarli per bene.<br />
Scottare i gamberetti in acqua salata e tagliarli a<br />
piccoli pezzi. Rosolare la carne tritata, tagliare a<br />
striscioline il verde del cipollotto. Unire e amalgamare<br />
ben bene tutti gli ingredienti con le uova,<br />
aggiungere sale e pepe q.b.<br />
Porre i 16 fogli di carta di riso senza piegarli, in<br />
mezzo ad un telo bagnato per farli leggermente<br />
inumidire . Porre su un tagliere un foglio di carta di<br />
riso e riempirlo con un po’ di composto, chiudere le<br />
parti laterali, arrotolarli come per fare un involtino.<br />
Una volta pronti, friggere in olio di semi di arachidi,<br />
girandoli più volte. Servire caldi gli involtini che<br />
vanno intinti in una salsina preparata con: acqua,<br />
zucchero, limone, aceto, pepe, sale, rondelle sottili<br />
di carote e listerelle di cetriolo. Se trovate la salsa<br />
di pesce aggiungetene un po’.<br />
Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong> 27
IBLEA<br />
IBLEA IBLEA<br />
IBLEA<br />
Le piastrine costituiscono gli elementi cellulari più<br />
piccoli del sangue e rivestono, nel bene e nel<br />
male, un’importanza rilevante nei meccanismi di<br />
coagulazione sanguigna.<br />
II loro conteggio, che non può prescindere da quello<br />
delle altre cellule ematiche - eritrociti e leucociti -,<br />
s’aggira su questi valori normali: 150.000/450.000 per<br />
mm3 .<br />
In condizioni normali le piastrine,<br />
chiamate anche trombociti,<br />
svolgono una funzione<br />
essenziale nella prima fase<br />
della coagulazione, detta<br />
emostasi, processo di arresto<br />
di un’emorragia che si sviluppa<br />
da una vena o un’arteria<br />
lesionata.<br />
Le piastrine si “attivano”<br />
accorrendo verso il luogo della<br />
lesione del vaso e, sfruttando<br />
le loro principali caratteristiche,<br />
prima aderiscono e poi<br />
aggregano fra loro, formando<br />
così un “tappo” chiamato<br />
trombo bianco, contro cui<br />
vanno ad impigliarsi i globuli<br />
rossi. Si forma così il trombo<br />
rosso, incaricato di chiudere<br />
definitivamente l’interruzione<br />
della parete vasale.<br />
Se in situazioni fisiologiche<br />
questo è un fenomeno altamente<br />
positivo per l’organismo<br />
(basti pensare a quale pericolo di emorragle infrenabili<br />
può andare incontro chi soffre di diminuizione del<br />
numero delle piastrine), altrettanto non si può dire per<br />
le condizioni patologiche che riguardano queste cellule.<br />
L’anormale tendenza all’adesività e, soprattutto,<br />
all’aggregabilità delle piastrine è causa delle tanto<br />
temute trombosi.<br />
Con questo termine s’intendono tutti quei processi<br />
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Anno XXVI<br />
N. 3 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2010</strong><br />
RUBRICA SANITARIA<br />
Le piastrine<br />
Continuando la disamina dell’emocromo (accorciativo, ripeto, dell’esame emocromocitometrico,<br />
cioè conteggio delle cellule colorate del sangue) parleremo in questo<br />
numero di un particolare tipo di cellule molto meno “famose” dei globuli bianchi<br />
e dei globuli rossi e che rappresentano però degli aspetti davvero importanti.<br />
Visione tridimensionale di una piastrina<br />
al microscopio elettronico<br />
di formazione di ammassi (coaguli) di sangue che<br />
provocano ostruzioni, parziali o totali, di vene o di<br />
arterie.<br />
Qualunque distretto vascolare del nostro corpo può<br />
essere colpito da trombosi. Sicuramente più noti sono<br />
la trombosi coronarica, che provoca I’infarto cardiaco,<br />
la trombosi cerebrale, causa del cosiddetto<br />
“ictus”, la trombosi della retina,<br />
che può sfociare nella cecità<br />
dell’occhio colpito, la trombosi<br />
venosa profonda, che determina<br />
la riduzione e perfino la<br />
scomparsa della circolazione<br />
sanguigna nell’arto interessato,<br />
con drammatiche conseguenze<br />
(dalla paralisi alla cancrena<br />
e, quindi, all’inevitabile<br />
amputazione chirurgica).<br />
La malattia trombotica<br />
riconosce delle cause e dei<br />
“fattori di rischio” oggi noti a<br />
tutti, ma non è mai abbastanza<br />
sottolineare il fatto che il fumo<br />
di sigaretta, l’elevato tasso di<br />
grassi nel sangue (di cui parleremo<br />
più in là), l’ipertensione,<br />
la vita sedentaria, il diabete,<br />
l’obesità, l’accumulo di stress<br />
sono gli elementi scatenanti<br />
I’iperaggregabilità piastrini-<br />
ca.<br />
Oggi è possibile studiare in<br />
laboratorio la funzionalità delle<br />
piastrine, mediante particolari attrezzature e provvedere<br />
pertanto, in casi di documentata tendenza trombotica,<br />
ad attuare opportuni trattamenti farmacologici<br />
antiaggreganti.<br />
Ma poco o nulla essi servono se non si affiancano<br />
tutti i mezzi correttivi possibili per eliminare i fattori di<br />
rischio.<br />
Giovanni Ottaviano