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eco n. 54 novembre 2006:Layout 2 - Eco della Brigna

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2<br />

eNelle<br />

Parrocchie<br />

e in Diocesi<br />

di Sotìr Ferrara, vescovo<br />

«<br />

L’ecumene ha trovato in te nei<br />

pericoli, o vittorioso, un grande<br />

difensore che mette in rotta le genti.<br />

Come dunque hai abbattuto la boria di<br />

Lieo, incoraggiando Nestore nello stadio,<br />

così o Santo Megalomartire<br />

Demetrio, supplica Cristo Dio, perché<br />

ci doni la grande misericordia..» Così<br />

canta l’apolitìkion del Megalomartire.<br />

San Demetrio visse a Salonicco<br />

sotto il regno di Diocleziano e Massimino<br />

(284-305). Apparteneva ad una<br />

delle più nobili famiglie <strong>della</strong> provincia<br />

di Macedonia ed era ammirato dai<br />

concittadini, non solamente per la<br />

nobiltà delle origini e la grazia del<br />

portamento, ma anche per la sua virtù,<br />

la sua saggezza e la sua bontà, che lo<br />

mostravano più maturo degli anziani.<br />

Esperto nell’arte militare, era stato<br />

nominato, nonostante l’età, ufficiale<br />

delle armate di Tessaglia e proconsole<br />

di Grecia da Massimino Galerio, il<br />

Cesare per la Grecia e la Macedonia.<br />

Tali uomini tuttavia non riuscirono a<br />

far perdere a Demetrio il senso delle<br />

realtà più essenziali. Il cuore colpito<br />

dalla fede in Cristo, ritenuta vana tutta<br />

la gloria di questo mondo, Demetrio<br />

usava trascorrere la maggior parte del<br />

tempo ad insegnare ed a praticare pubblicamente<br />

la Parola di Dio. La sua<br />

parola così convincente e la vita, tutta<br />

giustizia, pace e amore per i fratelli,<br />

costituivano una pratica applicazione<br />

<strong>della</strong> fede vissuta, e permisero ad un<br />

grande numero di pagani di convertirsi<br />

al cristianesimo, nonostante la persecuzione<br />

lanciata dall’imperatore<br />

contro i cristiani.<br />

Massimino, di ritorno dalle vittorie<br />

riportate sugli Sciiti nel viaggio verso<br />

Roma, si fermò a Salonicco per farsi<br />

Il 26 ottobre,<br />

memoria del santo<br />

e Megalomartire Demetrio,<br />

il Mirovlita,<br />

Patrono dell’Eparchia<br />

acclamare dalla folla e per offrire<br />

sacrifici agli idoli. Alcuni pagani <strong>della</strong><br />

città, gelosi dei successi di Demetrio,<br />

profittarono <strong>della</strong> presenza dell’imperatore<br />

per denunciarlo come cristiano.<br />

La meraviglia del tiranno si tramutò<br />

in violenta collera quando apprese che<br />

Demetrio non si accontentava di<br />

appartenere alla fede dei discepoli di<br />

Cristo, ma la propagava con successo<br />

approfittando del posto che occupava<br />

nelle riunioni ufficiali. Fece convocare<br />

Demetrio e lo fece rinchiudere in<br />

una cella posta nel sottosuolo malsano<br />

di una segreta che si trovava vicino.<br />

Entrato Demetrio nella cella, uno<br />

scorpione gli si avvicinò al piede,<br />

accingendosi a pungerlo mortalmente;<br />

ma, con un semplice segno di croce, il<br />

santo lo fece sparire. Lo si lasciò allora<br />

solo, nell’umidità e negli odori nauseabondi.<br />

Demetrio tuttavia non vi<br />

pose attenzione, ripieno di gioia al<br />

pensiero di comunicare pienamente<br />

alla Passione salutare del Signore;<br />

l’unica tristezza consisteva nel dover<br />

attendere la fine delle feste organizzate<br />

per il trionfo dell’imperatore, per<br />

poter andare incontro al martirio.<br />

Come si usava in tali circostanze,<br />

Massimino aveva organizzato nell’anfiteatro<br />

di Salonicco giochi e combattimenti<br />

di gladiatori. Aveva portato<br />

con lui una specie di gigante, dalla<br />

forza erculea, chiamato Lieo, <strong>della</strong><br />

tribù dei Vandali. Costui era così forte<br />

ed abile nella tenzone singolare, che<br />

nessuno poteva resistergli. Un ragazzo<br />

cristiano <strong>della</strong> città, di nome Nestore,<br />

colpito dal vano orgoglio di cui era<br />

tronfio l’imperatore che godeva delle<br />

vittorie del suo protetto, decise di<br />

mostrare che solamente al Cristo<br />

apparteneva la vera potenza. Corse<br />

verso la cella dove era chiuso Demetrio<br />

per chiedergli la protezione <strong>della</strong><br />

sua preghiera prima di affrontare il<br />

gigante. Il martire gli impose il segno<br />

<strong>della</strong> croce sulla fronte e sul cuore e<br />

l’inviò, come Davide contro Golia.<br />

Giunse all’anfiteatro al momento in<br />

cui i banditori gridavano dappertutto<br />

“chi volesse affrontare Lieo”. Nestore<br />

s’avanzò davanti all’imperatore e, gettando<br />

la tunica a terra, gridò: «Dio di<br />

Demetrio, vieni in mio aiuto!» Al<br />

primo assalto, allorché il gigante si<br />

scagliò sul ragazzo, questi schivò e lo<br />

colpì mortalmente al cuore col pugnale.<br />

Tutti furono colpiti da stupore alla<br />

vista di tale prodigio e si domandavano<br />

come mai l’invincibile barbaro<br />

fosse subito caduto sotto i colpi di un<br />

ragazzo che non confidava né sulla<br />

forza né sulle armi. Nestore aveva<br />

posto la sua speranza nel Signore, il<br />

«Maestro <strong>della</strong> lotta», Lui che consegna<br />

i nemici nelle mani dei suoi fedeli.<br />

Invece di sottomettersi alla sovrana<br />

potenza di Dio, l’imperatore scoppiò<br />

d’ira ed ordinò che si prendesse sul<br />

campo Nestore e che fosse decapitato<br />

al di fuori <strong>della</strong> città . Avendo udito<br />

Nestore invocare il Dio di Demetrio,<br />

Massimino suppose che questo fosse<br />

ricorso a qualche sortilegio e comandò<br />

ai soldati d’andare ad ucciderlo con le<br />

loro lance nella sua cella, senza parvenza<br />

alcuna di processo. Alcuni cristiani<br />

presenti all’esecuzione del<br />

santo, attesero la partenza dei soldati e<br />

seppellirono il corpo con devozione.<br />

Lupo, servitore di san Demetrio,<br />

era tra i presenti. Prima <strong>della</strong> tumulazione,<br />

prese la tunica del martire<br />

intrisa del suo sangue e mise al suo

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