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La questione fu risolta con uno stratagemma: si applicò la licenza<br />

GPL (quella applicata al progetto GNU per i software) anche alle<br />

opere non software per poter estendere il copyleft alla<br />

manualistica associata ai software liberi. L’applicazione di tale<br />

licenza era fattibile, ma dato che era pensata per dei programmi<br />

applicativi era <strong>in</strong>trisa di term<strong>in</strong>i tecnici e risultava poco<br />

comprensibile. Una soluzione, dunque, di emergenza.<br />

Nel 2000 l’ulteriore passo avanti. La Free Software Foundation<br />

scrive e mette <strong>in</strong> circolazione la GNU Free Documentation<br />

Licenze (FDL), una licenza progettata appositamente per le opere<br />

testuali <strong>in</strong> genere, sv<strong>in</strong>colata dal l<strong>in</strong>guaggio tecnico e applicabile a<br />

tutte le opere non software. Nasce così il concetto di open<br />

content, e di copyleft.<br />

Le opere distribuite sotto questa licenza, anche se nata per la<br />

manualistica software, possono trattare di qualsiasi argomento. Le<br />

opere FDL sono libere, il fruitore di tesi è libero di copiarle,<br />

modificarle e distribuirle, con o senza f<strong>in</strong>e di lucro. Le opere sono<br />

da considerarsi sotto regime di copyleft e se modificate devono<br />

essere distribuite liberamente sotto la stessa licenza. La licenza è<br />

divisa <strong>in</strong> 10 sezioni che ne esplicitano le funzioni, i modi di<br />

applicazione, e i possibili contesi applicativi.<br />

Da quando, nel 2000, la Free Software Foundation, ha creato<br />

questa particolare licenza il mondo del diritto d’autore, a livello<br />

mondiale, ha subito notevoli conseguenze. Se per tutelare un’opera<br />

per mezzo del copyright non era necessario alcun tipo di<br />

autorizzazione particolare, adesso, <strong>in</strong>vece, se si vuole mettere <strong>in</strong><br />

circolazione un’opera <strong>in</strong> regime di copyleft basta specificarlo<br />

all’<strong>in</strong>terno dell’opera stessa e i suoi contenuti saranno disponibili<br />

tranquillamente e senza restrizioni, aggirando cosi la norma sul<br />

copyright. Una rivoluzione non di poco conto.<br />

Nel tempo, soprattutto grazie alla straord<strong>in</strong>aria crescita della rete<br />

Internet, questa filosofia ha trovato molti proseliti e sempre nuovi<br />

campi applicativi. Si sono velocemente messe a disposizione<br />

sempre nuove e più particolareggiate licenze per i contenuti liberi,<br />

e si è <strong>in</strong>iziato a vedere un attivismo sempre più organizzato basato<br />

sulla filosofia open content.<br />

I pr<strong>in</strong>cipi fondamentali dell’open content riflettono tutte le libertà<br />

che sono proprie degli utenti dei software liberi, ma con i necessari<br />

aggiustamenti di rotta perché a essere liberi non sono i software<br />

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