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Per Robert fu un’illum<strong>in</strong>azione, il momento <strong>in</strong> cui le due idee<br />
vennero <strong>in</strong> contatto. Arpa da quel momento adottò l’idea di<br />
Davies, e diventò una rete a commutazione <strong>in</strong> tempo reale.<br />
Da quel momento <strong>in</strong> poi il lavoro proseguì speditamente,<br />
s’<strong>in</strong>iziarono ad aff<strong>in</strong>are le specifiche tecniche, e i sistemi di<br />
comunicazione a distanza diventarono realtà. Un ruolo di<br />
primissimo piano fu svolto dai giovani ricercatori delle Università<br />
co<strong>in</strong>volte nel progetto. A loro, alla loro dedizione, si deve tutta<br />
l’architettura della rete. In un <strong>in</strong>tervallo relativamente breve si<br />
sviluppò una vera e propria rete che collegava, con una velocità di<br />
50 kmps, le tre Università sviluppatrici e anche i nodi<br />
dell’Università di S. Barbara.<br />
I ricercatori <strong>in</strong>iziarono a riunirsi <strong>in</strong>formalmente per fare il punto<br />
sul lavoro svolto e per cercare sempre nuove soluzioni. Nacque<br />
così il Network Work<strong>in</strong>g Group (NWG) dove ogni idea sviluppata<br />
diventava, subito, risorsa comune a disposizione di tutti i<br />
partecipanti. Dalle loro riunioni nacquero due importanti<br />
<strong>in</strong>novazioni: la possibilità di scambiare file e documenti <strong>in</strong> rete, e la<br />
posta elettronica.<br />
Passano dieci anni dall’<strong>in</strong>tuizione di Bob Taylor, e nel 1972 buona<br />
parte della rete, così come la conosciamo oggi, ha già sviluppato le<br />
sue basi tecniche. Arpanet stava crescendo <strong>in</strong> modo esponenziale,<br />
alla rete erano già collegati qu<strong>in</strong>dici nodi e aveva un cent<strong>in</strong>aio di<br />
utenti. Tutti i ricercatori sparsi nei vari laboratori del paese<br />
<strong>in</strong>iziarono a connettersi tra loro. In breve la rete divenne attiva per<br />
lo scambio di messaggi d’ogni tipo.<br />
Questo progetto nato negli ambienti militari si sv<strong>in</strong>colò totalmente<br />
dalla sua funzione <strong>in</strong>iziale e s’impose negli ambienti accademici. I<br />
giovani ricercatori si appassionarono considerando Arpanet una<br />
sfida personale ed avv<strong>in</strong>cente, e si buttarono a capofitto alla<br />
ricerca di sempre nuovi miglioramenti. Ben presto si sentì<br />
l’esigenza di sviluppare software più funzionali per la lettura di<br />
messaggi, e gli accademici trovarono naturale crearli liberi, con il<br />
codice sorgente a disposizione di tutti alla ricerca di una<br />
collaborazione globale al f<strong>in</strong>e di migliorare, costantemente, i vari<br />
risultati ottenuti.<br />
L’evoluzione tecnica andò di pari passo con quella <strong>in</strong>tellettuale dei<br />
suoi programmatori. In pochi anni si cambiarono le <strong>in</strong>terfacce ma<br />
anche i protocolli di comunicazione, laboratori sparsi <strong>in</strong> tutto il<br />
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