Giovanni Pio Supino, la prima sfilata a Milano - Viveur
Giovanni Pio Supino, la prima sfilata a Milano - Viveur
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copertina<br />
CREARE I COSTUMI PER MIO FRATELLO OSVALDO<br />
È STATO UN BANCO DI PROVA,<br />
CHE HA ARRICCHITO IL MIO DI FARE MODA<br />
4<br />
<strong>Giovanni</strong> <strong>Pio</strong><br />
<strong>Supino</strong>,<br />
<strong>la</strong> <strong>prima</strong> sfi<strong>la</strong>ta<br />
a Mi<strong>la</strong>no<br />
<strong>Viveur</strong> vi aveva già par<strong>la</strong>to, più di un anno fa,<br />
del talento di <strong>Giovanni</strong> <strong>Pio</strong> <strong>Supino</strong>,<br />
che crea moda con il nome d’arte Jay P.<br />
Questa volta, vi anticipiamo il suo debutto<br />
nel<strong>la</strong> settimana del<strong>la</strong> moda mi<strong>la</strong>nese. All’età di 18 anni<br />
Quando ha compiuto 18 anni, <strong>Giovanni</strong><br />
<strong>Pio</strong> <strong>Supino</strong> ha superato <strong>la</strong> soglia del<strong>la</strong><br />
maggiore età con una festa a tema<br />
circense. Cappellini da majorette, torta<br />
a forma di tigre, mascherine col volto<br />
di un clown? Noooo, troppo banale. E<br />
triste, a ben pensarci. Un intero pa<strong>la</strong>zzo<br />
di Torremaggiore, <strong>la</strong> città in cui vive, è<br />
stato trasformato in un circo dal sapore<br />
burlesque, con tanto di mangiafuoco,<br />
acrobati e trampolieri, ballerine che<br />
sfioravano il contorsionismo, una cartomante<br />
dalle previsioni bizzarre e qualche<br />
quintale di zucchero fi<strong>la</strong>to: al circo<br />
possono mancare bestie feroci e grandi<br />
numeri, ma lo zucchero fi<strong>la</strong>to no.<br />
Dunque, <strong>Giovanni</strong> è uno che ha le idee<br />
chiare. Lo dimostra anche <strong>la</strong> sua passione<br />
per <strong>la</strong> moda, che ha trasformato<br />
presto in qualcosa di più concreto. Il<br />
primo bozzetto, realizzato all’età di 10<br />
anni, è stato seguito da molti altri disegni<br />
e dal<strong>la</strong> creazione di una collezione<br />
che porta il suo nome d’arte: Jay P<br />
Fashiondesigner. Il debutto ufficiale<br />
a dicembre del 2009: ne abbiamo par<strong>la</strong>to<br />
anche sulle pagine di <strong>Viveur</strong>, perché<br />
sentivamo che quel ragazzo possedeva<br />
del talento. Scommessa vinta. Nel<strong>la</strong> Sa<strong>la</strong><br />
del Trono dell’elegante Pa<strong>la</strong>zzo Ducale<br />
di Torremaggiore, sfi<strong>la</strong>vano 34 abiti interamente<br />
realizzati a mano, con una<br />
cura sartoriale abbastanza rara per una<br />
linea di prêt-à-porter.<br />
Un debutto recente, ma che procura<br />
ancora una certa emozione in questo<br />
giovanissimo stilista. Qual è il<br />
ricordo di quel<strong>la</strong> sfi<strong>la</strong>ta?<br />
“Ho sognato per anni quel debutto:<br />
finalmente potevo dare una forma concreta<br />
a ciò che progettavo su carta. Ho<br />
voluto creare abiti portabili, capaci di<br />
sottolineare ed esaltare il corpo femminile,<br />
ma mai banali: le donne desiderano<br />
<strong>la</strong> praticità, il comfort, ma anche<br />
l’originalità, <strong>la</strong> ricerca di elementi che<br />
le facciano notare e le rendano indimenticabili.<br />
Non è un caso, ma uno dei