ESZ NEWS N. 58_giugno 2012.pdf - Edizioni Suvini Zerboni
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Stefano Gervasoni<br />
<strong>ESZ</strong>news<br />
<strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong> - Notiziario quadrimestrale<br />
Il luogo del dubbio<br />
D<br />
ebutto operistico due volte straordinario per Stefano<br />
Gervasoni, che sceglie un palcoscenico e un organico che<br />
nulla hanno di tradizionale. Inaugurerà infatti l’edizione<br />
2012 del Festival Musica al Théâtre National de<br />
Strasbourg il 22 settembre (con replica il 23) Limbus-<br />
Limbo, “apéro bouffe” in sette scene per sei<br />
percussionisti, tre solisti strumentali, tre cantanti, tre attori<br />
e live electronics. Commissione delle Percussions de<br />
Strasbourg nel cinquantenario della fondazione del<br />
gruppo, il primo lavoro teatrale del compositore<br />
bergamasco si configura come un progetto paneuropeo:<br />
basato su un libretto di Patrick Hahn, viene allestito con la<br />
regia di Ingrid von Wantoch Rekowski ed eseguito dal<br />
gruppo vocale EXAUDI, da Olivier Darbellay, corno,<br />
Antonio Politano, flauti Paetzold e a becco, Luigi Gaggero,<br />
cimbalom, dalle Percussions de Strasbourg e da Carmine<br />
Emanuele Cella, live electronics. Il progetto vanta come<br />
partners il Théâtre National de Strasbourg, la Città di<br />
Strasburgo, il Festival Musica, l’Opéra du Rhin, l’Ircam,<br />
l’Opéra Comique, l’Opéra de Reims, l’Automne en<br />
Normandie, Marseille 2013, Muse en Circuit, GMEM,<br />
CIRM e Kunstfestspiele Herrenhausen. Arte Live Web ne<br />
assicurerà la diffusione planetaria. In questi termini<br />
Stefano Gervasoni presenta il nuovo progetto: «I limbi,<br />
Settembre monografico<br />
in programma per l’Edizione 2012 del Festival MITO<br />
Settembre Musica una delle più importanti rassegne<br />
monografiche mai dedicate a Luis de Pablo, che del<br />
festival sarà compositore ospite. Il ricco programma di<br />
festeggiamenti contempla la prima esecuzione italiana di<br />
Relámpagos per tenore e orchestra su testi di José Miguel<br />
Ullán e di Danzas secretas per arpa e orchestra, eseguiti<br />
dal tenore János Bándi, dall’arpista Frédérique<br />
Cambreling e dalla Filarmonica del ’900 diretta da José<br />
Ramón Encinar il 6 settembre all’Auditorium Rai di Torino<br />
e il 7 settembre al Teatro Dal Verme di Milano; la prima<br />
esecuzione assoluta di Vértigo per sedici musicisti e la<br />
ripresa di Circe de España per mezzosoprano e sei<br />
strumenti su un poema omonimo di José Miguel Ullán,<br />
nell’interpretazione del mezzosoprano Katalin Károlyi e di<br />
David Atherton alla testa della London Sinfonietta il 7<br />
settembre al Piccolo Regio Giacomo Puccini di Torino e<br />
l’8 settembre al Teatro Franco Parenti di Milano; la prima<br />
esecuzione italiana di Natura per orchestra e del Concerto<br />
per violino e orchestra, nella lettura di Daniel Kawka, che<br />
dirigerà Francesco D’Orazio e l’Orchestra Sinfonica<br />
Nazionale della Rai l’8 settembre all’Auditorium Rai di<br />
Torino e il 9 settembre alla Sala Verdi del Conservatorio<br />
di Milano. Luis de Pablo incontrerà il pubblico il 6<br />
settembre al Circolo dei Lettori in via Bogino n. 9, a<br />
Torino, e il 7 settembre al Centro Culturale Svizzero di<br />
Milano. In questi termini il compositore presenta la nuova<br />
prima assoluta: «Vértigo è stato composto tra il 2010 e il<br />
2011 per un organico formato da clarinetto in La<br />
(clarinetto basso in Sib), fagotto (controfagotto), 3 corni in<br />
Fa, tromba in Do, trombone, tuba, saxofono tenore<br />
(saxofono soprano), timpani, un percussionista, 3 viole,<br />
Luis de Pablo È<br />
luoghi marginali, stati intermedi, frange di un’attesa senza<br />
tempo e luoghi di passaggio delle anime (dei giusti morti<br />
prima della risurrezione di Gesù Cristo) prima di poter<br />
accedere al Paradiso; sosta obbligata delle anime in<br />
alcuni casi critici o problematici per l’ortodossia cattolica<br />
(ad esempio bambini non battezzati, il cui peccato<br />
originale non è stato ancora possibile espiare, ma Dante<br />
colloca nel limbo anche tutte le anime dei giusti non<br />
cristiani che non meritano la punizione dell’inferno). I limbi<br />
sono un territorio ambiguo, un termine che riflette una<br />
condizione d’incertezza teologica; in Limbus-Limbo<br />
diventano un luogo d’incontro in tutti i sensi, fuori dal<br />
tempo e nel tempo, purificante e altamente contaminato...<br />
Come Dante, il librettista Patrick Hahn vi chiama a<br />
raccolta Giordano Bruno, Carl von Linné e una donna<br />
immensamente ricca che compra la propria reputazione.<br />
Vasto campo dell’ignoto, radiato di recente dalla<br />
cartografia cattolica da Benedetto XVI (decreto del 20<br />
aprile 2007). Un gruppo di autori si pone il problema del<br />
significato di questa eliminazione: cosa può c’entrare con<br />
la musica? I limbi non sono forse la patria della musica,<br />
che è il luogo ideale dell’incontro tra puro e impuro, sacro<br />
sempre in pericolo e profano sempre in ricerca di<br />
sublimazione? E se i “limbi” della musica d’oggi non<br />
violoncello e contrabbasso a cinque corde. La sua durata<br />
è di circa 25’. Lavoro da un po’ di tempo con insistenza al<br />
registro strumentale come fattore principale della forma. In<br />
Vértigo risulta evidente il predominio del registro grave, il<br />
più scuro per note ragioni acustiche. Questa “oscurità” è il<br />
motore principale delle idee musicali e incide direttamente<br />
sulla maggior parte dei parametri. E tuttavia si converte<br />
anche in una sfida per ottenere una nuova trasparenza.<br />
Ma forse la parola “oscurità” non è la più adatta, ed è per<br />
questo che la indico tra virgolette. È possibile che dietro<br />
questa si nasconda l’età e l’inevitabile perdita della<br />
percezione di parte dello spettro sonoro che, com’è noto,<br />
inizia nell’uomo quasi sempre dal registro sopracuto.<br />
In ogni caso, Vértigo è un’opera dotata di un progetto<br />
musicale definito e chiaro, nonostante la sua “oscurità”.<br />
Nel mio catalogo figura un’opera intitolata Chiave di<br />
basso: senz’altro un precedente, benché realizzata con<br />
altri mezzi. Vértigo è divisa in quattro parti: Visión, Canto,<br />
Acto-Calma (questi ultimi due senza soluzione di<br />
continuità). L’opera è dedicata al mio amico Gabriele<br />
Bonomo». Il 4 <strong>giugno</strong> sarà possibile ascoltare musica<br />
strumentale di Luis de Pablo su entrambe le sponde<br />
dell’Atlantico: Roberto Fabbriciani eseguirà Per flauto al<br />
Festival June in Buffalo, mentre lo Zahir Ensemble diretto<br />
da Juan García Rodríguez proporrà il Concerto da camera<br />
per pianoforte e 18 strumenti alla Sala Joaquín Turina del<br />
Centro Cultural Cajasol di Siviglia. Infine, il 26 <strong>giugno</strong><br />
presso l’Auditorio Nacional de Música di Madrid, José<br />
Ramón Encinar interpreterà, alla testa dell’Orquesta de la<br />
Comunidad de Madrid, Zu Strassburg auf der Schanz di<br />
Gustav Mahler, nell’orchestrazione di Luis de Pablo.<br />
<strong>58</strong><br />
<strong>giugno</strong>2012<br />
continua a pag. 2<br />
Debutto operistico con una<br />
prestigiosa commissione<br />
delle Percussions de<br />
Strasbourg<br />
Ospite del Festival MITO,<br />
il compositore proporrà<br />
una novità assoluta e una<br />
serie di prime italiane
Carlos Roqué Alsina<br />
Il 7 luglio verrà eseguito nella<br />
Salle d’Orgue di Chisinau,<br />
capitale della Moldavia, nel<br />
quadro del Festival “Notti<br />
pianistiche della Moldavia e del<br />
Mar Nero”, il Concerto per<br />
pianoforte e orchestra,<br />
nell’interpretazione dell’Autore<br />
stesso alla tastiera e della<br />
National Philharmonic<br />
Orchestra of the Republic of<br />
Moldova diretta da Valentin<br />
Doni.<br />
Antal Doráti<br />
L’Ottetto per archi verrà<br />
proposto al<br />
Kammermusikfestival<br />
Fürstensaal Classix di Kempten<br />
che si svolgerà dal 19 al 23<br />
settembre.<br />
2<br />
segue da pag. 1 (Gervasoni: Il luogo del dubbio)<br />
hanno più diritto all’esistenza, prenderà il loro posto il<br />
“limbo”, ovvero la danza di Trinidad? Un uomo di Chiesa<br />
che cerca una verità universale perché cosmologica<br />
(Giordano Bruno); un uomo di scienze che scruta le<br />
azioni umane per sottometterle alle regole morali sancite<br />
da Dio (Carl von Linné); Tina, una miliardaria, che oggi<br />
ha verosimilmente il potere di dettare una nuova legge<br />
morale, ma che non crede se non in se stessa e nel suo<br />
interesse personale, sorta di Berlusconi al femminile.<br />
Quest’ultima cerca d’organizzare un banchetto per<br />
ingannare la noia, ma la notizia dell’abolizione del limbo<br />
arriva fino all’inferno e il banchetto dell’ultima (s)cena<br />
dovrà aver luogo all’inferno, dove il nostro personaggio<br />
è finalmente legittimato e si cena a ritmo di limbo. I limbi,<br />
per un compositore: un “non luogo” antropologico (una<br />
stazione, un aeroporto, una fermata del tram, una sala<br />
d’attesa d’ospedale, in attesa della guarigione, della<br />
redenzione o della punizione eterna...), l’incontro tra<br />
razionalità e spirito (pensiero, religione, fede,<br />
spiritualità), luogo di domande senza fine e di dubbio<br />
permanente. Crocevia di tensioni, in cui pensiero<br />
spirituale e pensiero scientifico-razionale s’incrociano<br />
senza giungere a una soluzione. L’abolizione dei limbi<br />
afferma in maniera definitiva la negazione di questo<br />
spazio, cioè l’impossibilità assoluta d’un dialogo fecondo<br />
tra scienza e fede, spirito razionale e irrazionale.<br />
L’azione di abbassare sempre più l’asticella del limbo<br />
per passarvi al di sotto simboleggia, in relazione<br />
all’enigma posto dall’esistenza dei limbi, la volontà di<br />
annientare quest’ultima, di negarla, di eliminarla e così<br />
facendo di eliminare il problema. Il compito consisterà<br />
allora nel percorrere la via stretta di questo luogo<br />
intermedio tra razionalità e a-razionalità, non nel<br />
risolvere un’opposizione binaria (Inferno/Paradiso,<br />
destra/sinistra, dannazione/salvezza,<br />
scienza/fede). Nato da una riflessione sul<br />
concetto di barocco, cara a Ingrid von Wantoch<br />
Rekowski, l’operetta (nel senso d’una leggerezza<br />
e di un’ironia che non escludono il tragico, su<br />
richiesta di Jean-Paul Bernard), parte dall’idea<br />
scenica della cena (di Ingrid e Jean-Paul) e<br />
dall’esigenza d’un testo da cantare (intellegibile o<br />
totalmente franto, fino all’onomatopea). Come<br />
verrà realizzato questo progetto? La migliore<br />
integrazione della formazione “classica” di sei musicisti<br />
delle Percussions de Strasbourg con strumenti a un<br />
“Limbus-Limbo”: Sinossi<br />
È un buio lugubre. Qualche rumore regolare<br />
attraversa la notte. Regna un’atmosfera di attesa<br />
senza fine. Nella penombra Carl va a tentoni,<br />
cercando la strada. Si lamenta dell’ingiustizia divina e<br />
della qualità della birra dei limbi, della quale sembra<br />
aver già abusato. Con un baccano assordante Tina<br />
viene catapultata nei limbi. Il rumore strappa Carl alla<br />
sua malinconia. Egli si consacra alla nuova arrivata<br />
con curiosità scientifica. Tina è una donna attraente, il<br />
suo aspetto ne tradisce la ricchezza e il successo. Per<br />
i suoi peccati e le sue trasgressioni era destinata<br />
all’Inferno, ma è riuscita a sedurne il guardiano ed è<br />
arrivata ai limbi. Carl le fa visitare approfonditamente<br />
il luogo, le mostra il coro dei dannati, i poeti, i<br />
compositori, i bambini non battezzati e nati morti, e i<br />
peccatori tormentati. Mentre l’uomo è affascinato da<br />
tutto ciò che vede, Tina s’annoia, ma da lontano<br />
risuona un canto meraviglioso che la fa uscire dal suo<br />
torpore e l’attira. Intermezzo danzato. Carl e Tina<br />
giungono alla grotta di Bruno, che sta cantando una<br />
melodia che tratta della verità in rapporto alla luce e<br />
all’ombra. Carl spiega a Tina chi è costui. Mentre Carl<br />
disserta sulle differenze tra gli uomini e gli animali,<br />
Tina, sedotta da Bruno, lo desidera. I due si ritirano<br />
tempo antichi e “futuri”, con l’aggiunta di esseri umani<br />
che si muovono, parlano, cantano e gorgheggiano,<br />
avverrà in questi termini: i percussionisti saranno<br />
disposti in diverse installazioni spazializzate; ci saranno<br />
tre solisti con strumenti barocchi in senso lato (un<br />
musicista con flauti a becco di Paetzold; uno di corno<br />
naturale e altri tipi di corni e cornetti; un suonatore di<br />
cimbalom), tre cantanti e tre attori, che daranno corpo<br />
insieme, a coppie, ai tre personaggi dell’opera.<br />
All’elettronica è affidato il compito di conferire apparenza<br />
sensibile ai limbi, non soltanto creandone il suono, ma<br />
realizzando in modo sonoro il paradosso scenico che<br />
consiste nel capovolgere la prospettiva: i veri limbi non<br />
sono forse la nostra vita, la vita quotidiana, la nostra<br />
grigia esistenza, sempre al margine della vita, mai<br />
veramente vissuta, mai vera, sempre in sordina? Ecco<br />
perché tutto si ascolta, grazie all’elettronica, come dietro<br />
un muro che vela e protegge in nome dell’ideologia o del<br />
mercato, poco importa. Finché la vita reale non fa<br />
irruzione, con tutta la sua tragicità (fame, inquinamento,<br />
sfruttamento, diritti umani conculcati, ecc.), rovina il<br />
banchetto e ci fa sprofondare tutti all’inferno. Per tutta la<br />
durata dell’opera l’ambiente sonoro esterno alla sala da<br />
concerto viene registrato e utilizzato come filtro che<br />
interferisce (secondo un processo compositivo) con quel<br />
che accade nella finzione dell’opera, all’interno della<br />
sala, come una sorta di modulatore di anello di suoni<br />
dell’universo (Bruno)». Dopo le due recite a Strasburgo,<br />
Limbus-Limbo verrà riproposto il 29 novembre a Vernon<br />
per il Festival Automne en Normandie, il 3 e 4 dicembre<br />
a Parigi, Opéra Comique, il 15 dicembre all’Opéra de<br />
Reims nel contesto del Festival Reims Scènes<br />
d’Europe, il 10 marzo 2013 alla Biennale di Salisburgo,<br />
e nel mese di <strong>giugno</strong> ai KunstFestSpiele Herrenhausen<br />
di Hannover e al Festival Les Musiques -<br />
GMEM di Marsiglia. Il 9 settembre il<br />
Festival MITO Settembre Musica<br />
riprenderà Prato prima presente per<br />
ensemble, affidato al Divertimento<br />
Ensemble diretto da Sandro Gorli. È stata<br />
pubblicata, nel Cd di documentazione dei<br />
Wittener Tage für Neue Kammermusik<br />
2011, la registrazione live (7 maggio<br />
2011) della prima esecuzione assoluta di<br />
Horrido per sette voci a cappella, nell’interpretazione<br />
della Schola Heidelberg diretta da Walter Nußbaum.<br />
nel giardino dell’Eden, attraverso una porta che né<br />
Dante né Virgilio avevano trovato. Una volta divertitisi,<br />
ciascuno evoca la propria vita: Bruno racconta la<br />
storia di un asino che vuole entrare all’Accademia e le<br />
follie dell’Inquisizione; Tina parla degli intrighi del<br />
mondo odierno, delle guerre che ha combattuto, delle<br />
lotte che ha vinto nei mercati finanziari, dei presidenti<br />
che ha amato. Carl, che li stava spiando dalla cima<br />
d’un albero, cade a terra. Si giustifica spiegando che<br />
cercava di comprovare la sua teoria sulla sessualità<br />
delle piante. Deriso, minaccia la nemesi divina del<br />
Purgatorio. Il coro dei dannati approva. Tina racconta<br />
il suo soggiorno in un ospedale psichiatrico e il suo<br />
tentativo di suicidio. Tutti si uniscono in un coro<br />
attorno alla questione: «vi è vita prima della morte?»<br />
Danza macabra. La notizia dell’abolizione del limbo si<br />
sparge, seminando disperazione e angoscia.<br />
«Dobbiamo davvero morire?» «L’eternità non esiste<br />
più?» «Dove andremo?» Tina si riprende e seduce il<br />
messaggero che le indica il passaggio per l’Inferno.<br />
Vi si dirigono ballando un limbo. Si propagano degli<br />
odori e la scena si trasforma in una cucina infernale in<br />
cui i percussionisti meditano un menu che sarà servito<br />
al pubblico dopo lo spettacolo.
Ivan Fedele<br />
La pace e le ali<br />
I<br />
mportante prima esecuzione assoluta al concerto<br />
finale del Concorso Internazionale di Composizione<br />
“Strumenti di Pace”, di cui Fedele è presidente della<br />
giuria. Istituito dalla Fondazione Opera Campana dei<br />
Caduti, committente del nuovo lavoro, il premio si<br />
prefigge di affidare alla musica il compito di «veicolare il<br />
concetto di pace per il suo linguaggio universale,<br />
capace di mantenere un alto grado di intelligibilità a<br />
qualsiasi latitudine. In particolare la complessa<br />
articolazione della musica contemporanea ha la<br />
capacità di rappresentare al tempo stesso la necessità<br />
e la difficoltà di comprendere l’altro, di entrare in<br />
relazione con il diverso da sé, di affrontare le differenze<br />
con atteggiamento aperto». La terza edizione del<br />
concorso è dedicata ai Premi Nobel per la Pace: i testi<br />
di tre dei più recenti – Lech Wałesa (1983), Barack<br />
Obama (2009) e Aung San Suu Kyi (1991) costituiscono<br />
il riferimento obbligatorio per i concorrenti 2012. La<br />
strada è aperta dallo stesso Fedele, presidente della<br />
giuria, di cui Valentina Coladonato e la Brussels<br />
Philharmonic diretta da Michel Tabachnik eseguiranno il<br />
6 luglio a Rovereto Times Like That per voce di<br />
soprano e orchestra su testi di Barack Obama, Lech<br />
Wałesa, Aung San Suu Kyi. Spiega l’Autore: «Times<br />
Like That utilizza liberamente frammenti di discorsi dei<br />
tre Premi Nobel da cui traspare un fortissimo impegno<br />
civile, non privo di sfumature poetiche. L’orchestra è<br />
come un grande coro che riverbera la voce, che si<br />
esprime sia col canto sia con la recitazione di alcuni<br />
passaggi sussurrati all’interno di un microfono che ne<br />
amplifica le caratteristiche fonematiche. “It’s easy to<br />
sing when times are good. But hard to sing in the face<br />
of taunts, and fear, and the constant threat of violence<br />
(…) amidst the deafening silence of inaction” (“È facile<br />
cantare in tempi felici. Ma è duro farlo di fronte agli<br />
insulti, alle paure, alla minaccia della violenza, in mezzo<br />
all’assordante silenzio dell’inazione”): questo passaggio<br />
è trattato con questa tecnica, in contrapposizione agli<br />
altri che sono cantati secondo modalità e linearità<br />
estremamente semplici anche nei momenti di maggiore<br />
accentuazione. Il testo di Aung San Suu Kyi è utilizzato<br />
integralmente ed è posto alla fine del lavoro. Come una<br />
considerazione melancolica sullo “spirito” e la sua<br />
“rivoluzione” considerati dall’autrice necessari per un<br />
cambiamento di atteggiamento nei confronti delle<br />
difficoltà della vita contemporanea. Questo spirito<br />
melancolico è stato interpretato non tanto quanto un<br />
giudizio pessimistico sul futuro, quanto come il<br />
rimpianto del tempo<br />
perduto dall’uomo<br />
contemporaneo<br />
nell’attivarlo». È fresco di<br />
stampa, per i tipi delle <strong>ESZ</strong>,<br />
il volume miscellaneo Ali di<br />
Cantor. The Music of Ivan<br />
Fedele, a cura di Cesare<br />
Fertonani, con una<br />
prefazione di Claude<br />
Samuel. Si tratta di un<br />
lavoro di assoluto<br />
riferimento per conoscere e<br />
comprendere l’universo<br />
creativo di un autore che si<br />
è conquistato, grazie alla forte identità e originalità,<br />
«uno spazio tra i più rilevanti nella scena musicale del<br />
nostro tempo». Costruito grazie al contributo di diciotto<br />
specialisti, aperto dall’introduzione del curatore e<br />
concluso da un’importante, utilissima serie di apparati,<br />
l’ampio volume indaga, attraverso una ricca antologia di<br />
saggi, il carattere peculiare dell’ispirazione di Fedele, le<br />
radici ideali della sua poetica, il suo percorso<br />
compositivo, i meccanismi estetici e costruttivi di alcuni<br />
tra i titoli più significativi, a coprire di fatto l’intero<br />
catalogo dell’autore, al quale viene lasciata subito la<br />
parola nell’intervista Scolpire il suono realizzata da<br />
Cesare Fertonani. In questo viaggio all’interno del<br />
mondo creativo dell’Autore, Ivanka Stoianova ripercorre<br />
in particolare la storia di Ivan Fedele, evidenziando il<br />
“nuovo umanesimo” che dall’inizio ha presieduto alla<br />
sua poetica; Eric Maestri indaga i meccanismi formali di<br />
una scrittura interpretabile alla luce del concetto di<br />
“icona”, gesto compositivo che è sintesi icastica e<br />
unitaria di elementi differenti; Marco Angius studia la<br />
musica da camera e per ensemble; Gianluigi Mattietti le<br />
forme “narrative” e gli artifici contrappuntistici della<br />
musica per orchestra e il rapporto tra testo verbale e<br />
suono nella produzione vocale; Pierre Michel gli<br />
importanti concerti e i lavori concertanti; Giuliano Corti<br />
racconta invece la collaborazione in quanto librettista.<br />
E ancora, Roberto Calabretto indaga il rapporto del<br />
compositore con il cinema, Angela Ida De Benedictis i<br />
radiodrammi, Marco Ligabue la musica con l’elettronica,<br />
Harry Vogt e Marco Della Sciucca i quartetti per archi,<br />
Roberto Prosseda la produzione per pianoforte. Diverse<br />
esecuzioni della musica di Ivan Fedele sono in<br />
cartellone in questi mesi. Aprono la serie Artéteka<br />
(Folkdance 1) per orchestra e Txalaparta (Folkdance 2)<br />
per txalaparta e orchestra, proposte il 27 maggio all’LG<br />
Arts Center di Seoul per la rassegna Ars Nova - Series<br />
of Contemporary Music, dalla Seoul Philharmonic<br />
Orchestra diretta da Kwamé Ryan. La prima esecuzione<br />
italiana di Ritrovari (Suite francese VI) per viola sarà<br />
invece offerta da Christophe Desjardins il 27 <strong>giugno</strong><br />
nella Sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana.<br />
Paroles y palabras, quattro pezzi per soprano e<br />
violoncello, è in programma il 30 <strong>giugno</strong> nell’ex Chiesa<br />
di S. Maria della Vittoria a Mantova per il Festival<br />
Eterotropie. Ne sarà interprete il New Made Ensemble:<br />
Akiko Kozato, soprano e Guido Boselli, violoncello,<br />
nell’ambito del progetto “Listening” promosso dal New<br />
Made Ensemble e dalle <strong>ESZ</strong>. Il 17 luglio avrà luogo nel<br />
Chiostro di San Domenico a Martinafranca, nel contesto<br />
del 38° Festival della Valle d’Itria, il concerto “Tra Baltico<br />
e Mediterraneo”, che accosterà pagine di musicisti<br />
estoni e finlandesi, due tra le più prolifiche e interessanti<br />
scuole compositive degli ultimi decenni, ad alcuni lavori<br />
cameristici di autori contemporanei di area<br />
mediterranea. Ivan Fedele sarà<br />
presente, accanto a Pärt,<br />
Mäntyjärvi, D’Avalos e Berio.<br />
Il 7 settembre Philippe<br />
Bianconi eseguirà al Festival<br />
Les Solistes aux Serres<br />
d’Auteuil di Parigi Études<br />
Australes IV e V per pianoforte<br />
solo. È uscito recentemente il<br />
Cd Sentieri Selvaggi Live 2<br />
(Preludio Records PL 9112), contenente la registrazione<br />
live di Immagini da Escher realizzata al Teatro dell’Elfo<br />
di Milano il 3 novembre 2008. L’Ensemble Sentieri<br />
Selvaggi è diretto da Carlo Boccadoro.<br />
È disponibile on line il catalogo delle <strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong>.<br />
Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it.<br />
Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo<br />
e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore.<br />
Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori,<br />
notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali.<br />
Prima d’impegno civile ispirata al<br />
pensiero dei recenti Premi Nobel<br />
e un volume monografico di<br />
riferimento sull’intera produzione<br />
del compositore<br />
Malika Kishino<br />
Il 15 <strong>giugno</strong> lo Schloss Solitude<br />
di Stoccarda ospiterà<br />
un’esecuzione di Koi hanéte…<br />
per pianoforte solo,<br />
nell’interpretazione di Akiko<br />
Okabe-Dierstein. Il 14<br />
settembre il Tokyo Philharmonic<br />
Chorus diretto da Chifuru<br />
Matsubara proporrà invece alla<br />
Itzumi Hall di Osaka<br />
Prayer/Inori per coro misto a<br />
cappella.<br />
3
Tre prime esecuzioni, incisioni<br />
discografiche e diffusioni<br />
televisive e nella rete<br />
Christophe Bertrand<br />
Il Festival Musica ha in<br />
cartellone il 22 settembre, alla<br />
Salle de la Bourse di<br />
Strasburgo, Hendeka<br />
per violino, viola, violoncello e<br />
pianoforte, nell’interpretazione<br />
del Kammerensemble Neue<br />
Musik Berlin.<br />
Prima berlinese completa un<br />
ciclo in due parti per pianoforti<br />
preparati e percussioni<br />
4<br />
Alessandro Solbiati<br />
Commenti strumentali<br />
A<br />
pre il trittico delle prossime prime esecuzioni assolute<br />
di Solbiati Nell’aria II per pianoforte, che Enrica Ciccarelli<br />
proporrà il 2 <strong>giugno</strong> al Festival pianistico Città di<br />
Morbegno. Racconta l’Autore: «Alcuni mesi fa Enrica<br />
Ciccarelli, pianista milanese attualmente anche direttrice<br />
artistica della Società dei Concerti, benemerita stagione<br />
concertistica milanese che riesce a far convergere nella<br />
Sala Verdi del Conservatorio migliaia di persone, mi<br />
chiese di mettere in musica una breve lirica scritta da<br />
Antonio Mormone, suo marito, padre storico della Società<br />
dei Concerti – e, diciamolo, antico “scettico” accanito sulla<br />
musica d’oggi ma molto affettuoso con me e con la mia<br />
musica – in vista di alcuni concerti e di una produzione<br />
discografica da realizzarsi con il soprano Mariella Devia.<br />
Il brano per voce e pianoforte è stato composto alcuni<br />
mesi fa e, in attesa che i progetti che lo riguardano si<br />
attuino, ne ho scritto una versione solo pianistica che<br />
segue e ingloba la linea vocale e la parabola<br />
immaginativa legata al bel testo poetico». L’8 <strong>giugno</strong> sarà<br />
la volta di Déesis per violino e organo, proposto nella<br />
Chiesa di san Rocco di Piove di Sacco (PD), da Lina<br />
Uinskyte e Francesco Filidei. Solbiati ne evoca così<br />
l’occasione: «Un affascinante organo antico di una piccola<br />
chiesa del padovano, una stagione d’organo<br />
amorevolmente gestita dall’amico compositore e organista<br />
Leonardo Polato, un duo molto particolare formato dagli<br />
amici Lina Uinskyte e Francesco Filidei, tanto compositore<br />
quanto organista: questi i punti di partenza per un breve<br />
brano molto personale e sentito. Déesis in greco antico<br />
significa “preghiera”. Ho pensato di contrapporre e<br />
mettere ripetutamente in relazione tra loro quattro<br />
“attitudini verso la trascendenza”, l’oscuro e tortuoso<br />
senso dell’assenza, la tensione coraggiosa e necessaria,<br />
il dubbio ovvero la sensazione dell’irraggiungibilità, l’estasi<br />
sognata o per un attimo instabilmente raggiunta. Quasi<br />
una confessione, dunque, adatta a un organo non “eroico”<br />
e a una piccola, bella chiesa». Infine, sarà la Serata di<br />
Gala del XIII Concorso Triennale Internazionale di Liuteria<br />
a ospitare il 27 settembre al Teatro Ponchielli di Cremona<br />
Le cinque anime per quintetto d’archi, nell’interpretazione<br />
di Vera Tsu e Ludwig Mueller, violini, Akiko Yatani, viola,<br />
Julius Berger, violoncello, e Franco Petracchi,<br />
contrabbasso. Questo il contesto della prima, nelle parole<br />
del compositore: «Nel settembre 2012, a Cremona,<br />
coincideranno due eventi importanti in campo musicale<br />
e culturale: il XIII Concorso Triennale Internazionale di<br />
Liuteria e l’inaugurazione del nuovo Museo del Violino,<br />
che ospiterà sia gli antichi capolavori di Stradivari, Amati,<br />
ecc., sia i nuovi strumenti creati dai liutai e premiati nelle<br />
successive edizioni del Concorso di Liuteria. Proprio per<br />
festeggiare la volontà di connubio tra antico e moderno,<br />
la fiducia nella continuità tra passato e presente, la<br />
Fondazione Stradivari mi ha commissionato un quintetto<br />
d’archi che verrà eseguito significativamente dai cinque<br />
musicisti di fama internazionale che compongono la parte<br />
musicale della giuria del Concorso di liuteria, sui cinque<br />
strumenti che risulteranno vincitori del Concorso stesso,<br />
I<br />
Jean-Luc Hervé<br />
nel corso della serata di premiazione. Poiché al centro vi<br />
erano dunque gli strumenti stessi e la necessità di mettere<br />
in scena le loro peculiarità, ho deciso innanzitutto di<br />
giocare su un doppio senso nel titolo: “anima” è la<br />
personalità stessa dello strumento e dell’interprete, ma<br />
“anima” è anche un’invisibile ma fondamentale parte<br />
interna di ogni strumento ad arco. In secondo luogo ho<br />
modellato sull’occasione la parabola immaginativa e<br />
formale del brano: nella prima parte ognuno degli<br />
strumenti viene caratterizzato individualmente e<br />
presentato come protagonista, nella seconda parte i<br />
cinque strumenti si fondono in una sorta di “unità<br />
superiore”, concorrendo a delineare, riverberare ed<br />
arricchire un unico canto, che inizia nel registro centrale e<br />
si apre poi mediante successive ottavazioni a coprire<br />
l’intera gamma sonora». È in uscita nel mese di <strong>giugno</strong><br />
per l’etichetta Stradivarius il Cd monografico dedicato alla<br />
produzione pianistica di Alessandro Solbiati, interpretata<br />
da Emanuela Piemonti e Alfonso Alberti. La registrazione<br />
comprende Sonata seconda, Interludi, Fête e Like As the<br />
Waves per pianoforte a quattro mani. Il Cd è completato<br />
da una presentazione di Guido Salvetti e dalle note di<br />
Alfonso Alberti. Nello stesso periodo verrà pubblicato<br />
anche il Cd prodotto da Limenmusic: il Limen Ensemble,<br />
orchestra d’archi formatasi nel 2009 e diretta da Yoichi<br />
Sugiyama vi propone, accanto a brani di Franco Donatoni<br />
e Ivan Fedele, i Sette pezzi, versione per orchestra<br />
d’archi, composta nel 1999 per l’Orchestra d’archi di Mario<br />
Brunello, dell’omonimo lavoro per quartetto d’archi del<br />
1995. Nel mese di settembre il sito di Limen Music<br />
trasmetterà la quinta puntata dello speciale dedicato ad<br />
Alessandro Solbiati. Nel complesso, il progetto<br />
comprenderà undici puntate che proporranno, oltre<br />
all’intervista all’Autore, anche l’esecuzione di sette brani.<br />
Il 23 aprile la rete televisiva Italia 2 di Mediaset, rete<br />
“culturale” di Italia 1, nel corso della trasmissione “Linea 2”<br />
ha messo in onda una lunga intervista sul rapporto di<br />
Alessandro Solbiati con la videoarte, con la trasmissione<br />
parziale delle produzioni video Inno e Kirkìas. Sempre in<br />
aprile la televisione Classica Sky ha inserito nel suo<br />
palinsesto la produzione video dell’opera Leggenda,<br />
realizzata da Francesco Leprino a partire dalle riprese<br />
effettuate durante le recite al Teatro Carignano del<br />
settembre 2011, trasmettendola per cinque volte, il 6, 8,<br />
10, 16 e 19 aprile. Il 15 aprile Raffaello Negri e Rossella<br />
Spinosa hanno eseguito al Teatro Comunale di<br />
Casalpusterlengo Sonata Felix per violino e pianoforte,<br />
che gli stessi interpreti riproporranno il 30 <strong>giugno</strong> nella ex<br />
Chiesa di S. Maria della Vittoria di Mantova per il Festival<br />
Eterotropie, nell’ambito del progetto “Listening” promosso<br />
dal New Made Ensemble e dalle <strong>ESZ</strong>. Il 18 maggio<br />
Annamaria Morini propone al Conservatorio “G.B. Martini”<br />
di Bologna la prima esecuzione della nuova versione di<br />
Les espaces limpides per flauto ed elettronica. Nel mese<br />
di luglio Gabriele Marangoni eseguirà a Lugano Trittico<br />
per fisarmonica.<br />
Principi strutturali condivisi<br />
l Konzerthaus di Berlino ospita il 2 maggio la prima<br />
esecuzione assoluta di 4 per due pianoforti preparati e<br />
due percussionisti, nell’interpretazione del gruppo Berlin<br />
PianoPercussion. Nelle parole dell’Autore, il nuovo<br />
lavoro «è costruito sui medesimi princìpi di 2 per due<br />
pianoforti preparati: strutture ritmiche che si ripetono e si<br />
accumulano. I due pezzi formano un ciclo. In 4 la<br />
strumentazione delle percussioni, che utilizzano dei vasi<br />
di fiori all’inizio e dei campanelli elettrici alla fine, evoca<br />
anche il passaggio dall’esterno (il giardino) all’interno (la<br />
casa)». Diverse le riprese di opere di Jean-Luc Hervé<br />
questa primavera: l’Ensemble Tempus Fugit ha proposto<br />
a Città del Messico, il 25 aprile al CENART e il 26 aprile<br />
all’Instituto Nacional de Bellas Artes, Réplique<br />
per cinque musicisti e elettronica, Dans l’ombre des<br />
anges per flauto, clarinetto, violoncello e pianoforte,<br />
e Amplification/propagation III b per violino, viola,<br />
violoncello e pianoforte. Réplique è stata proposta anche<br />
il 3 maggio all’Institut Français di Berlino dal<br />
Kammerensemble Neue Musik Berlin; En découverte per<br />
due violini, elettronica e video il 24 maggio al Grand<br />
Palais di Parigi dall’Ensemble L’Itinéraire.<br />
Amplification/propagation III b, infine, sarà presentato il<br />
30 agosto alla Quincena Musical de San Sebastián<br />
dall’Ensemble L’Instant Donné.
Riccardo Panfili<br />
Un caos danzante<br />
C<br />
on il 2012 le <strong>ESZ</strong> inaugurano la collaborazione con<br />
Riccardo Panfili. Nato a Terni nel 1979, diplomatosi in<br />
pianoforte con Elio Maestosi e in composizione con<br />
Ivan Vandor, sempre con massimo dei voti, lode e<br />
menzione d’onore, dal 2003 al 2006 Panfili ha seguito i<br />
corsi di Azio Corghi all’Accademia Chigiana di Siena e<br />
all’Accademia Filarmonica di Bologna, ottenendo per<br />
due volte il Diploma di Merito. Nel 2006 ha vinto il Primo<br />
premio del Concorso Internazionale di Composizione<br />
Santa Cecilia di Roma con Danzario, eseguito<br />
all’Auditorium Parco della Musica di Roma sotto la<br />
direzione di Antonio Pappano. Nel 2008 ha ricevuto il<br />
Secondo Premio al 6° Concorso di Composizione<br />
“Henri Dutilleux” dalle mani del compositore stesso.<br />
Nel 2011 ha vinto il Primo Premio Assoluto al Concorso<br />
Internazionale di Composizione “…a Camillo Togni”.<br />
Nel 2010 Rai Radio3 ha selezionato Le Roi Bombance,<br />
commissione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della<br />
Rai, per l’International Rostrum of Composers di<br />
Lisbona. Sempre nel 2011 ha ottenuto il Premio Play It!<br />
dell’Orchestra Regionale della Toscana per Mappe<br />
immaginarie, commissione della stessa orchestra, e il<br />
Premio Nino Carloni. Il Teatro alla Scala gli ha<br />
commissionato un pezzo per grande orchestra che sarà<br />
eseguito nella prossima stagione sinfonica sotto la<br />
direzione di Daniel Harding. Di Riccardo Panfili è in<br />
cartellone il 9 luglio per i Tiroler Festspiele di Erl<br />
La lettre voilée per clarinetto, violino e pianoforte,<br />
nell’interpretazione di Filippo Gianinetti, violino, Selene<br />
Framarin, clarinetto, e Alfonso Alberti, pianoforte. Così<br />
l’Autore racconta il senso del nuovo lavoro: «Nel<br />
seminario dedicato alla Lettera rubata di Edgar Allan<br />
Poe, Jacques Lacan deforma il titolo francese (La lettre<br />
volée) in La lettre voilée: la lettera “velata”, sottratta allo<br />
sguardo, occultata, forse rimossa. Per dirci che il senso<br />
dell’esistenza è inattingibile, che il mondo è un caos<br />
danzante. Questo suggerisce la Sfinge, il movimento<br />
che apre il pezzo: il volto imperscrutabile del reale, con i<br />
suoi vaticini, le sue trame simboliche, le sue tessere<br />
disordinate e mute. Un canto misterioso che vaga<br />
stupefatto in sentieri interrotti. Senza meta. Poi il<br />
secondo movimento, Agon: il gareggiare, la corsa; gli<br />
uomini mobilitati a produrre, consumare. Il formicaio<br />
immobile dei mercati, la concorrenza, le aste dei buoni<br />
quinquennali, le misure per la crescita. L’eterno ritorno<br />
del capitale. La folle corsa precipita: nel deserto una<br />
lieve brezza scopre – semisepolta – un’antica Stele.<br />
Disperso monumento funerario che indica il fine sempre<br />
rimosso, mai pensato autenticamente. Come disse<br />
Carmelo Bene riferendosi a Joyce: “M’ha divertito più lui<br />
da morto che tutti gli altri da vivi”». Nei mesi scorsi due<br />
ulteriori prime cameristiche si sono svolte in Emilia. Il 5<br />
marzo il Teatro Manzoni di Bologna ha ospitato, per la<br />
rassegna Musica Insieme e in vista d’una registrazione<br />
I<br />
Michele dall’Ongaro<br />
discografica, Out… per corno e quattro<br />
percussionisti, nell’interpretazione di Jonathan<br />
Williams e di Tetraktis Percussioni. In questi<br />
termini Panfili racconta il nuovo progetto: «Nel<br />
1972 Vittorio De Seta firma un capolavoro<br />
d’indagine sociologica e di intervento politicoculturale,<br />
il documentario Diario di un Maestro:<br />
ci mostra la realtà quotidiana dei figli del<br />
sottoproletariato, che vivono ai margini (o negli<br />
interstizi) delle società opulente; ci narra di un<br />
maestro che sfida l’inadeguatezza della scuola<br />
con un metodo pedagogico rivoluzionario.<br />
Durante una lezione il maestro invita a riflettere sul<br />
termine “benestante”. Con la naturale prontezza di chi<br />
non è ancora “adulterato”, un bambino trova<br />
immediatamente un’espressione folgorante per definire<br />
la propria classe sociale: i “malestanti”. Il pezzo è un<br />
omaggio ai “malestanti”, a quelli che la storia ha<br />
relegato ai margini. Agli esclusi, a quelli che il potere lo<br />
subiscono come un destino ridicolo e insensato. Il<br />
Corno è il “viandante”, il “proscritto”. Entra in scena<br />
come un’incarnazione del diverso, dell’alterità, del<br />
margine. Racconta la sua “storia” – che non appartiene<br />
alla “Storia”. Racconta il suo viaggio incessante. Per<br />
sparire nel margine e nell’oblio. Generazioni senza<br />
nome. Out…». Il 31 marzo è stato invece il Teatro<br />
Comunale di Ferrara, per “Ferrara Musica”, a proporre<br />
F for Fake per clarinetto e quattro percussionisti, con<br />
replica il 1° aprile al Teatro della Pergola di Firenze,<br />
interpreti Alessandro Carbonare e Tetraktis Percussioni.<br />
Spiega il compositore: «F for Fake è il frutto della<br />
collaborazione con il gruppo Tetraktis e in particolar<br />
modo con Gianluca Saveri, cui devo una bella mole di<br />
suggerimenti, illuminazioni, epifanie, partendo dagli<br />
strumenti a percussione per irradiarsi a tutti gli aspetti<br />
della musica. Della ricerca svolta dai Tetraktis, quello<br />
che colpisce di più è la tendenza inesausta a valicare i<br />
confini dei generi: dalle avanguardie del ’900 alle<br />
musiche di tradizione orale (Africa, Sud America,<br />
mondo arabo). Un territorio vasto, labirintico, che i<br />
Tetraktis attraversano come nomadi ed esploratori; il<br />
rispetto per l’“altro” unito al sospetto che ogni buon<br />
antropologo nutre per il “medesimo” e l’“uguale”. F for<br />
Fake: l’ultima fatica cinematografica di Orson Welles.<br />
Un saggio in forma filmica sulla potenza dell’arte e sulla<br />
magia del finto, sul luccichìo abbagliante della<br />
falsificazione. Il pezzo tenta di mimare il caleidoscopio<br />
di stili e tecniche cinematografiche messe in campo da<br />
Welles: il tessuto musicale ordisce un intarsio di stili<br />
eterogenei, passando per smottamenti, cesure,<br />
associazioni. Baluginano le mille facce del<br />
travestimento, il trucco che nasconde, la voce<br />
contraffatta della menzogna: “nella vita non c’è niente di<br />
più necessario del superfluo”».<br />
Moschettieri del suono odierno<br />
l Maggio Musicale Fiorentino propone il 7 <strong>giugno</strong> al<br />
Teatro Goldoni la prima esecuzione assoluta di Vingt ans<br />
après... per flauto, clarinetto, pianoforte, violino, viola e<br />
violoncello, nell’interpretazione di Mauro Ceccanti alla<br />
testa del Contempoartensemble, compagine<br />
committente del nuovo lavoro, nel concerto celebrativo<br />
dei vent’anni di attività. Un secondo ascolto si renderà<br />
possibile a distanza ravvicinata il 12 settembre a Torino,<br />
per il Festival MITO Settembre Musica, questa volta<br />
nell’esecuzione dell’Ensemble Antidogma. In questi<br />
termini dall’Ongaro spiega lo spirito di questa pagina:<br />
«Il titolo fa esplicito riferimento al secondo episodio delle<br />
gesta dei tre, anzi quattro moschettieri. E un po’ sono<br />
davvero eroi i musicisti dell’ensemble festeggiato che,<br />
come moschettieri, difendono non il vessillo dei cugini<br />
d’oltralpe bensì quello più fragile dell’ars nova e anzi<br />
novissima a costo di sacrifici che solo loro stessi, i sodali<br />
e i famigli possono conoscere dettagliatamente. Dunque<br />
una pagina che vuole essere un ringraziamento e un<br />
auspicio per un futuro luminoso. Impossibile poi scrivere<br />
per il Contempoartensemble (mai nome mise a più dura<br />
prova il correttore automatico dei programmi di<br />
videoscrittura) senza immaginarne fisicamente i<br />
protagonisti, senza avere bene presente il sorriso,<br />
l’entusiasmo e la musicalità della stirpe dei Ceccanti e<br />
dei loro soci. Quindi scrivere questa breve pagina è stato<br />
un modo per passare del tempo in loro compagnia ed<br />
esprimere così la più profonda gratitudine per la loro<br />
benemerita missione. Tanti auguri!».<br />
Nuova collaborazione delle<br />
<strong>ESZ</strong> con un autore già<br />
segnalatosi di frequente<br />
sulla scena internazionale<br />
Luigi Dallapiccola<br />
Il 29 <strong>giugno</strong> il saggio finale<br />
dell’Ensemble di Musica<br />
Contemporanea del<br />
Conservatorio “L. Cherubini” di<br />
Firenze proporrà Sicut umbra<br />
per una voce di mezzosoprano<br />
e 4 gruppi di strumenti.<br />
Al Maggio Musicale prima<br />
cameristica per i vent’anni<br />
del Contempoartensemble<br />
5
L’acquisizione dell’intero repertorio<br />
C.A.M. renderà disponibile nelle<br />
sale da concerto mezzo secolo<br />
di musica per film<br />
Niccolò Castiglioni<br />
L’Ensemble della Boston<br />
Symphony Orchestra esegue il<br />
12 agosto a Lenox<br />
(Massachusetts), alla Ozawa<br />
Hall del Tanglewood Musical<br />
Center, per il Festival of<br />
Contemporary Music, Tropi<br />
per complesso da camera.<br />
Doppia partecipazione, come<br />
autore e direttore, a due<br />
iniziative di rilievo nel rilanciare<br />
il futuro dei giovani in orchestra.<br />
6<br />
C.A.M. - Gruppo Sugar<br />
La voce del grande schermo<br />
L’<br />
acquisizione, da parte del Gruppo Sugar, del<br />
prestigioso catalogo editoriale della C.A.M. (Creazioni<br />
Artistiche Musicali) ha aperto prospettive di grande<br />
importanza per il futuro della musica per film. In mezzo<br />
secolo di attività la C.A.M. ha dato vita a circa 3.000<br />
colonne sonore, impegnando nell’impresa più di 500<br />
compositori. Questo patrimonio viene ora reso<br />
disponibile attraverso due proposte di rilievo. Da un lato<br />
si sta procedendo alla rimasterizzazione dei titoli più<br />
importanti della collezione, che verranno presentati in<br />
una veste grafica totalmente rinnovata. Dall’altro lato –<br />
attraverso le <strong>ESZ</strong> che assicureranno la distribuzione<br />
delle partiture e dei materiali d’esecuzione – questo<br />
imponente repertorio di colonne sonore sarà messo a<br />
disposizione per la riproposta dal vivo, in forma di<br />
concerto, potendo far affidamento su autori e titoli il cui<br />
valore estetico trascende<br />
sicuramente l’impiego<br />
funzionale rispetto alla<br />
pellicola per cui ciascuna<br />
partitura è stata composta.<br />
Proprio dall’incontro tra le<br />
due arti, in un processo,<br />
come scrive Marco Müller,<br />
fondato sulla collaborazione<br />
tra regista e compositore, «un<br />
accordo tra forti personalità<br />
individuali, dove una grande musica rafforzava un<br />
grande film e viceversa», aperto a «nuove ramificazioni»<br />
al di là del sinfonismo tardoromantico che aveva<br />
dominato le colonne sonore del primo Novecento, la<br />
partitura musicale trae un sapore inconfondibile, che<br />
l’impone come un genere da concerto dalla spiccata<br />
individualità, ormai<br />
talmente riconosciuta e<br />
apprezzata dal pubblico<br />
di tutto il mondo da<br />
figurare regolarmente<br />
nelle più importanti<br />
stagioni concertistiche.<br />
All’interno del vasto<br />
catalogo C.A.M.<br />
risulterà agevole<br />
individuare e ritagliare<br />
percorsi tematici o monografici attorno ad autori, sia<br />
musicisti che registi, a generi cinematografici, temi,<br />
cinematografie nazionali e stagioni della storia del<br />
I giovani e l’orchestra<br />
I<br />
Ennio Morricone<br />
l 26 maggio Metamorfosi di Violetta per orchestra<br />
d’archi sarà eseguito al Teatro degli Arcimboldi di Milano<br />
dalla FuturOrchestra - Sistema delle<br />
Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili<br />
in Italia, diretta dal compositore stesso.<br />
Questo concerto straordinario a favore di<br />
Dottor Sorriso Onlus, associazione che<br />
opera nei reparti di pediatria in Italia e<br />
all’estero, voluto dalla Fondazione I<br />
Pomeriggi Musicali, impegna Morricone<br />
nella direzione dell’orchestra giovanile<br />
FuturOrchestra, formata dai migliori<br />
elementi dei Nuclei lombardi del Sistema<br />
delle Orchestre e dei Cori Giovanili in<br />
Italia sostenuto da Claudio Abbado. La<br />
medesima composizione verrà riproposta, accanto a<br />
Grido per soprano e orchestra d’archi e ad Arcate per<br />
archi, il 1° <strong>giugno</strong> all’Auditorium di Via della<br />
Conciliazione a Roma. Con quel concerto l’Autore terrà a<br />
battesimo l’orchestra “Georges Méliès”, nell’ambito del<br />
“ProgettoMusica. Presente e futuro dei giovani musicisti”<br />
ideato da Franco Piersanti. Il concerto sarà preceduto<br />
cinema. Alcuni anniversari suggeriscono già nel 2012<br />
qualche occasione propizia: i cinquant’anni dal debutto<br />
cinematografico di Ennio<br />
Morricone; il cinquantesimo<br />
del film Mondo Cane e gli<br />
ottant’anni di Riz Ortolani,<br />
autore della colonna<br />
sonora di quel film; il<br />
quarantennale delle<br />
Avventure di Pinocchio di<br />
Luigi Comencini con la<br />
musica di Fiorenzo Carpi.<br />
Nel primo gruppo di opere<br />
messe a disposizione<br />
figurano 5 Premi Oscar e 22 nominations, a tacere delle<br />
altre partiture premiate con riconoscimenti europei e<br />
italiani. Numerosi i titoli di Nino Rota: Il Gattopardo,<br />
Amarcord, Otto e mezzo, La dolce vita, Giulietta degli<br />
spiriti, Rocco e i suoi fratelli, Il bidone, Il casanova di<br />
Federico Fellini, I clowns. Spiccano accanto a Rota altre<br />
“voci” di primo piano della musica per film, molto diverse<br />
per estrazione e orientamento stilistico: Ennio Morricone<br />
con Il vizietto e Il clan dei siciliani, Luis Bacalov, con<br />
Il postino e La città delle donne, Riz Ortolani con Mondo<br />
cane, Armando Trovaioli con Sette uomini d’oro e<br />
Profumo di donna, Fiorenzo<br />
Carpi con Le avventure di<br />
Pinocchio, Wjciech Kilar con<br />
Il sole nero, Pierre Bachelet<br />
e Stanley Myers con<br />
Histoire d’O. Sarà presto<br />
possibile disporre di ulteriori<br />
titoli di grande fama e sicuro<br />
interesse, come Prova<br />
d’orchestra di Nino Rota,<br />
C’eravamo tanto amati,<br />
Rugantino e Telefoni bianchi di Armando Trovaioli,<br />
Anonimo veneziano e La polizia ringrazia di Stelvio<br />
Cipriani, Divorzio all’italiana, Ninì Tirabusciò, Sedotta e<br />
abbandonata, Mamma Roma e La ragazza di Bube di<br />
Carlo Rustichelli, Les choses de la vie di Philippe Sarde,<br />
Sierra maestra e Il sasso in bocca di Vittorio Gelmetti,<br />
La notte brava di Piero Piccioni, Pane, amore e... e Totò,<br />
Peppino e i fuorilegge di Alessandro Cicognini, Dolce far<br />
niente di Nicola Piovani, La masseria delle allodole di<br />
Giuliano Taviani, Mogli pericolose di Domenico Modugno<br />
e Cronaca familiare di Goffredo Petrassi.<br />
dalla Lectio Magistralis dello stesso Morricone, La<br />
musica del cinema di fronte alla storia: aspetti e problemi<br />
di una attività compositiva del<br />
nostro tempo, sul ruolo della<br />
musica nel cinema e sulla<br />
personale esperienza del<br />
compositore in quella disciplina.<br />
Avrà invece luogo nell’ambito del<br />
progetto “Listening” promosso dal<br />
New Made Ensemble e dalle <strong>ESZ</strong><br />
la ripresa di Rag in frantumi per<br />
pianoforte, in programma il 30<br />
<strong>giugno</strong> all’ex Chiesa di S. Maria<br />
della Vittoria di Mantova per il<br />
Festival Eterotropie,<br />
nell’interpretazione di Rossella Spinosa, solista del New<br />
Made Ensemble. Infine, nella Sala S. Cecilia<br />
dell’Auditorium Parco della Musica a Roma, sarà<br />
possibile ascoltare il 25 e 26 luglio i Due pezzi sacri per<br />
coro a quattro voci miste e orchestra, nell’interpretazione<br />
di Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa<br />
Cecilia diretti dall’Autore stesso.
Franco Piersanti<br />
Progetto Musica<br />
F<br />
ranco Piersanti, classe 1950, ha al suo attivo una<br />
ricchissima serie, inaugurata nel 1976, d’un centinaio di<br />
colonne sonore tra produzioni cinematografiche e<br />
televisive, senza trascurare le musiche di scena per il<br />
teatro e la musica assoluta. Fondamentale l’incontro<br />
con Nino Rota, di cui funge da assistente tra il 1975 e il<br />
’77. Da allora si sono succedute le collaborazioni,<br />
consolidatesi in sodalizi di lungo corso e impreziosite da<br />
diversi David di Donatello e altri premi, con Nanni<br />
Moretti (Ecce bombo, Bianca, Il caimano, Habemus<br />
Papam), Alberto Sironi (Il commissario Montalbano),<br />
Gianni Amelio (Il ladro di bambini e Lamerica),<br />
Margarethe von Trotta (Paura e amore), Roberto<br />
Faenza (Marianna Ucrìa), Ermanno Olmi (Il segreto del<br />
bosco vecchio). Recentissima è la collaborazione con<br />
Bernardo Bertolucci per Io e te, presentato nella<br />
Selezione Ufficiale Fuori Concorso alla 65a edizione del<br />
Festival di Cannes, dove il regista torna un anno dopo<br />
la Palma d’Oro alla Carriera. Tratta dal romanzo<br />
omonimo di Niccolò Ammaniti, la pellicola racconta la<br />
storia di Lorenzo, adolescente solitario e introverso, cui<br />
la sorella, Olivia, ribelle, fragile ma vitale, sconvolge i<br />
piani di fuga dal quotidiano, portandolo a guardare il<br />
mondo con occhi nuovi. Accanto a Jacopo Olmo<br />
Antinori e Tea Falco recitano Sonia Bergamasco e<br />
Pippo Delbono. La colonna sonora a firma di Piersanti è<br />
prodotta dal Gruppo Sugar. Franco Piersanti ha di<br />
recente ideato il “Progetto Musica - Presente e futuro<br />
dei giovani musicisti”, durante il quale, insieme a Ennio<br />
Morricone, terrà a battesimo in due concerti, il 1° e il 5<br />
<strong>giugno</strong> presso l’Auditorium di via della Conciliazione a<br />
Roma, l’orchestra “Georges Méliès”, composta da 60<br />
musicisti neodiplomati provenienti dai conservatori di<br />
tutta Italia, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica<br />
sull’occupazione dei giovani musicisti. L’orchestra si<br />
fregia del nome del geniale cineasta francese, creatore<br />
dello spettacolo cinematografico, la cui pronipote, Marie<br />
Hélène Méliès, presenzierà al concerto del 5 <strong>giugno</strong> in<br />
veste di madrina della neonata orchestra. Questi primi<br />
due concerti prevedono l’esecuzione, rispettivamente,<br />
di tre pagine di Morricone (che farà precedere il<br />
concerto da una Lectio Magistralis sulla musica nel<br />
Marco Momi<br />
Purezza e crudeltà<br />
M<br />
arco Momi ha lavorato in tempi recenti a un ciclo di<br />
tre composizioni che viene presentato in altrettante<br />
occasioni differenti questa primavera: Almost Quiver for<br />
E.P. per ensemble, commissione della Fondazione<br />
Spinola Banna per l’Arte, il 12 maggio a Poirino<br />
(Torino), presso l’istituzione committente,<br />
nell’interpretazione del Divertimento Ensemble diretto da<br />
Andrea Pestalozza, che lo riproporrà il 14 maggio<br />
all’Auditorium Gruppo 24 Ore per la stagione Rondò<br />
2012; Almost Vanishing for E.P. per flauto solo l’11<br />
maggio a San Diego, interprete Matteo Cesari, al<br />
Conrad Prebys Music Center Hall della University of<br />
California (UCSD), con replica il 27 luglio agli<br />
Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt<br />
(entrambi i pezzi sono stati presentati nello scorso<br />
numero di <strong>ESZ</strong> News). L’ultimo pannello della serie,<br />
Almost Pure for E.P. per quartetto d’archi, sarà invece<br />
proposto il 12 <strong>giugno</strong> alla Villa Romana di Firenze dal<br />
Quartetto Maurice. Spiega il compositore: «Almost pure<br />
for E.P. è un lavoro che segna l’inizio di un percorso, del<br />
quale tuttora parlo con difficoltà. Dopo il termine del ciclo<br />
involontario intitolato Iconica mi sono trovato ad<br />
affrontare delle emergenze a me nuove, che in linea<br />
generale mi hanno portato verso un clima di asciuttezza<br />
e crudeltà. L’atto di revisione coincide con l’affrontare<br />
una formazione per la quale non ho mai scritto, scelta<br />
gratuita e non casuale per questa fase. La frattura<br />
cinema e sulla propria personale esperienza) e, il 5<br />
<strong>giugno</strong>, di una composizione di Giya Kancheli e<br />
di diversi lavori di Piersanti: le Suites dal Primo<br />
uomo e da Habemus Papam, il Requiem marino<br />
per violino e orchestra e le musiche composte per<br />
sei film di Georges Méliès. Il 6 <strong>giugno</strong> una<br />
seconda orchestra giovanile, quella del Lazio,<br />
sarà diretta da Vincenzo di Benedetto in musiche<br />
da Beethoven a oggi, incluso il Valzer del<br />
commiato dalla colonna sonora del Gattopardo di<br />
Nino Rota. Il progetto, caldeggiato<br />
dall’Associazione Officina Multimediale in<br />
collaborazione con AGIS Scuola e realizzato<br />
grazie al contributo del Consiglio regionale del Lazio e<br />
di Franco Piersanti, è coronato da un concorso<br />
internazionale di composizione per giovani compositori,<br />
il cui bando verrà emesso in concomitanza con i tre<br />
concerti. Le tre composizioni finaliste verranno eseguite<br />
dall’Orchestra “Georges Méliès”. Il concorso è<br />
sostenuto dalle <strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong> che pubblicherà<br />
la composizione vincitrice. Presso le <strong>ESZ</strong> sarà<br />
disponibile anche il Requiem marino per violino e<br />
orchestra, che Piersanti riproporrà nel concerto del 5<br />
<strong>giugno</strong>. Le motivazioni intime di quest’ultimo lavoro,<br />
composto nel 2010 e “dedicato a tutti i migranti che non<br />
hanno trovato approdo”, sono così spiegate dall’Autore:<br />
«Rimasi profondamente turbato nell’estate del 2009<br />
quando un barcone con ottanta migranti eritrei in<br />
viaggio dalle coste dell’Africa a quelle italiane affondò.<br />
Una veloce ricerca mi ha rivelato che soltanto l’anno<br />
precedente le vittime di questi naufragi erano state<br />
quasi duemila. Il Requiem marino è dedicato a quelle<br />
vite perse per sempre inseguendo un sogno, a quei volti<br />
sconosciuti, alle loro storie sconosciute. È ai loro ultimi<br />
gesti di vita che ho voluto e sentito la necessità di<br />
rivolgere un pensiero musicale. Non ho interesse<br />
alcuno nel definire la forma né lo stile di questo<br />
Requiem, che rappresenta se stesso illudendosi di<br />
colmare l’incolmabile debito che tutti abbiamo verso chi<br />
ancora oggi, cercando di fuggire dalla sofferenza e<br />
sperando in una vita migliore, la perde invece finendo<br />
sul fondo del mare».<br />
rispetto a certe abitudini non è in questo caso una<br />
negazione delle stesse, ma un atto motorio dovuto, per<br />
distaccarmi e potermi guardare allo specchio. Ne è nato<br />
un lavoro crudo, in cui l’elemento combinatorio tende a<br />
gelare ogni slancio fascinatorio. Non c’è nulla di<br />
evocativo e non ci sono giochi su riferimenti stilistici.<br />
L’elettrico gesto strumentale diventa intavolatura e i<br />
momenti trasognati chiedono un suono del tutto<br />
prossimo alla sensibilità dell’arco barocco. Non c’è nulla<br />
di eclatante, non c’è dialogo con la ricerca “concreta”<br />
del suono strumentale, non ci sono tremoli. C’è un<br />
tasso di definizione e scultura temporale che richiede<br />
un virtuosismo del tutto interno ai fondamentali di un<br />
quartetto d’archi, come il coniugare un suono che deve<br />
essere “quasi al ponticello”. Un tentativo di lavorare la<br />
materia “in purezza” che mi spinge fuori dall’elemento<br />
più attuale della musica contemporanea e dà al lavoro<br />
un sapore di sospensione adolescenziale».<br />
La presentazione del ciclo è completata dalla prima<br />
esecuzione assoluta di Reloading Vanishing per flauto<br />
solo, rivisitazione di Almost Vanishing for E.P., eseguita<br />
dall’interprete dedicataria Annamaria Morini il 18<br />
maggio alla Sala Bossi del Conservatorio “G.B. Martini”<br />
di Bologna per la rassegna Suona Francese. Si segnala<br />
infine la ripresa di Ludica II per ensemble e elettronica, il<br />
23 maggio al Teatro Central di Siviglia, nell’esecuzione<br />
di Taller Sonoro.<br />
Una colonna sonora per Bertolucci,<br />
un articolato progetto per sostenere<br />
i giovani musicisti e una pagina “in<br />
memoriam” delle tragedie della<br />
migrazione<br />
Si completa un ciclo concepito<br />
come un diario di ricerca,<br />
proposto in tre prime parziali<br />
da altrettanti organici<br />
7
L’Auditorium San Fedele e<br />
l’Ircam ospitano tre prime,<br />
per una gamma di organici<br />
dal percussionista solista<br />
all’orchestra<br />
Vittorio Montalti<br />
Trami Nguyen, pianista del<br />
Cabaret Contemporain,<br />
suonerà, da Don’t shoot the<br />
piano players, Friederich e<br />
Keith all’Auditorium de la Cité<br />
des Arts di Parigi il 21 <strong>giugno</strong>,<br />
e Bill al Festival du Château de<br />
Frontenay il 13 agosto.<br />
Innovativa analisi dell’orchestrazione<br />
di tutto il Novecento in un trattato<br />
scaturito dall’esperienza come<br />
compositore e didatta<br />
8<br />
Pasquale Corrado<br />
In viaggio<br />
T<br />
re le prime nell’estate di Pasquale Corrado. S’inizia il<br />
25 <strong>giugno</strong> all’Auditorium San Fedele di Milano con<br />
Mister Trip per un percussionista, solista Domenico<br />
Melchiorre. Il nuovo lavoro, spiega l’Autore «nasce<br />
dall’idea di creare un percorso sul palcoscenico dove<br />
l’esecutore si muove da una postazione all’altra<br />
evitando ogni soluzione di continuità con la materia<br />
sonora. L’esecutore si sposterà dal fondo del palco fino<br />
ad arrivare sul proscenio utilizzando timbri percussivi<br />
differenti come una sorta di viaggio all’interno degli<br />
stessi. Io non indico degli “strumenti” ma solo timbri<br />
percussivi (pavimento del palco, pelle, legno, vetro,<br />
metallo, voce, oggetti presenti sul palco) lasciando<br />
liberamente all’esecutore la possibilità di utilizzare quelli<br />
che più ritiene opportuni per il tipo di sonorità richiesta.<br />
Questo brano si inserisce all’interno del programma<br />
“One Bag Tour!” che vedrà protagonista il giovane e<br />
bravo percussionista Domenico Melchiorre, solista<br />
dell’Orchestra Sinfonica di Basilea. Domenico mi ha<br />
commissionato un pezzo per un percussionista la cui<br />
particolarità fosse che gli strumenti potessero entrare in<br />
una valigia da stiva di aereo». All’altro capo dell’organico<br />
possibile si colloca Sfera per orchestra, che sarà<br />
proposta quel giorno stesso, 25 <strong>giugno</strong>, a Parigi, per il<br />
Festival-Académie ManiFeste 2012 dell’Ircam,<br />
dall’Orchestre Philharmonique de Radio France diretta<br />
da Pascal Rophé. Spiega Corrado: «Sfera è un viaggio<br />
all’interno di una materia dai contorni indefiniti e dalle<br />
sfumature incerte. È la descrizione di una sola figura<br />
musicale e delle mille variazioni che la rendono sempre<br />
diversa e mutevole: le note Do Si ricorrono durante tutto<br />
l’arco del pezzo dando vita a situazioni sempre<br />
differenti, nuove. Proseguendo il gesto musicale di<br />
Sovrainciso, pezzo per tredici strumenti, il brano<br />
approfondisce in forma più articolata il tema principale.<br />
La struttura narrativa del brano si articola attraverso<br />
diversi movimenti e sequenze ritmiche, descrivendo<br />
E<br />
sce per le <strong>ESZ</strong> La nuova liuteria - Orchestrazione,<br />
grammatica, estetica:<br />
un’importante pubblicazione<br />
realizzata da Giovanni<br />
Verrando in collaborazione<br />
con gli studenti delle classi<br />
di teoria della composizione<br />
e orchestrazione, sotto la<br />
direzione e la supervisione<br />
dello stesso compositore,<br />
con prefazione di Pierre<br />
Albert Castanet. Nato dalla<br />
collaborazione con la<br />
Divisione Ricerca e<br />
Sviluppo della Scuola<br />
Universitaria di Musica -<br />
SUPSI del Conservatorio della Svizzera Italiana di<br />
Lugano, il libro rappresenta l’esito conclusivo di un<br />
progetto di ricerca della durata di due anni svolto dallo<br />
stesso Verrando presso quel Dipartimento. Spiega<br />
l’Autore: «Si tratta di un testo che riunisce la mia attività<br />
di compositore a quella di didatta, trattando temi tecnici<br />
ed estetici che coinvolgono entrambe le sfere. Molti<br />
argomenti esposti sono infatti parte integrante dei corsi<br />
che ho svolto per il Master of Arts in Composition and<br />
Music Theory presso il Conservatorio svizzero.<br />
Ed alcuni paragrafi di ricerca e analisi sono redatti dagli<br />
studenti delle classi di teoria della composizione e<br />
orchestrazione. Nuova liuteria, inarmonico, psicoacustica<br />
sono i soggetti centrali e le discipline che nel<br />
mio sistema di pensiero si trasformano in chiavi di<br />
l’evoluzione di una piccolissima cellula, formata da due<br />
note, che dà origine al tutto. Man mano che le due note<br />
si sovrappongono, l’aspetto sincronico prevale su quello<br />
diacronico, e l’aspetto armonico su quello melodico». Si<br />
ritorna infine all’Auditorium San Fedele per la<br />
presentazione, nel mese di luglio, di Lux Day per<br />
quartetto d’archi, sulle corde del Quartetto Prometeo. La<br />
composizione rientra nella programmazione del Premio<br />
San Fedele, che prevede appunto per quest’anno<br />
l’esecuzione di un quartetto ad opera del Quartetto<br />
Prometeo. Il pezzo rende omaggio al canto XXXIII del<br />
Paradiso dantesco (in particolare ai versi «O Somma<br />
luce...») essendo quest’ultimo il comune denominatore<br />
dell’edizione 2012 del Premio. Corrado fa notare come<br />
Lux Day sia «caratterizzato da un rapido susseguirsi di<br />
estremizzazioni. In altre parole, il brano è costruito sul<br />
repentino passaggio di sonorità estreme: dal sottile al<br />
denso, dall’acuto al grave, dall’impercettibile<br />
all’evidente». La serie delle riprese di lavori di Corrado è<br />
stata aperta da Arcipeloghis solitaire per un saxofonista,<br />
interpretato da Pieter Pellens il 28 aprile agli Impuls<br />
Minutenkonzerte di Graz per la rassegna “Galerientag<br />
mit Musik”. Il 6 maggio il Prime Recorder Ensemble ha<br />
eseguito Spray per recorder ensemble e live electronics<br />
nell’Église St. Jacques di Losanna. Ljuba Bergamelli ha<br />
portato Com a tua voz per voce sola il 12 maggio<br />
all’Auditorium delle Crocelle di Chieti, per l’Associazione<br />
Amici della Musica di Chieti, il 19 maggio alla Sala del<br />
Trono del Castello di Miramare di Trieste e il 26 maggio<br />
a Venezia, Palazzo Albrizzi. Infine, avverrà nell’ambito<br />
del progetto “Listening” promosso dal New Made<br />
Ensemble e dalle <strong>ESZ</strong> la ripresa di Raise Voice per voce<br />
femminile e quattro strumenti, in programma il 30<br />
<strong>giugno</strong> all’ex Chiesa di S. Maria della Vittoria di<br />
Mantova per il Festival Eterotropie, nell’interpretazione<br />
del New Made Ensemble: Akiko Kozato, voce e il New<br />
Made Ensemble diretto da Alessandro Calcagnile.<br />
Giovanni Verrando<br />
Comprendere e inventare l’oggi<br />
lettura per comprendere e inventare la musica d’oggi. Il<br />
libro muove da una moderna analisi dell’orchestrazione<br />
del XX secolo per giungere alla musica attuale,<br />
concepita sulle possibilità dei nuovi strumenti,<br />
proponendo una grammatica e un’estetica fondate<br />
sull’inarmonico e la nuova liuteria. Vuole essere uno<br />
stimolo a pensare l’orchestra acustica occidentale come<br />
una semplice tappa, come un fenomeno, forse oggi non<br />
più sufficiente, della storia e della cultura». Scrive Pierre<br />
Albert Castanet nell’introduzione, Di una molteplicità<br />
ibrida, la Musica: «L’opera<br />
specialistica su La nuova<br />
liuteria mostra con piacere<br />
quanto sia lecito<br />
assumere l’esperienza<br />
accumulata da diversi<br />
secoli e come sia giunta<br />
l’ora di abbracciare<br />
l’efficace potenzialità delle<br />
nuove tecnologie<br />
(elettriche, concrete,<br />
elettroniche, digitali, multimediali). [...] A proposito dello<br />
strumentario del futuro, Iannis Xenakis pensava – nel<br />
1997 – “che non si cristallizzerà, perché si troveranno<br />
sempre degli uomini giovani e di valore. Non ci sarà<br />
dunque un arresto dell’evoluzione. Ma non so in quale<br />
direzione essa andrà”. All’alba del terzo millennio, possa<br />
quest’opera consegnare il più grande numero di risposte<br />
possibili alla questione xenakiana e alle domande<br />
curiose e in definitiva legittime di ciascuno di noi».
Giorgio Colombo Taccani<br />
Percorsi di speranza<br />
T<br />
re lavori di Colombo Taccani saranno presentati<br />
nell’ambito della rassegna “Risuonanze 2012 - Incontri<br />
di nuove musiche”. Il 3 <strong>giugno</strong>, presso l’Auditorium<br />
Garzoni di Tricesimo (Udine), Memoriale per chitarra<br />
sola verrà riproposto da Norio Sato, mentre per la prima<br />
volta Commentario per quattro strumenti antichi verrà<br />
eseguito da Tiziano Cantoni al flauto traversiere, Dario<br />
Caroli al fagotto barocco, Laura Soranzio alla viola da<br />
gamba e Nicola Colocci al clavicembalo. Così Colombo<br />
Taccani introduce il nuovo lavoro: «Commentario è<br />
formato da diciotto brevissimi pezzi scritti partendo dalle<br />
prime battute di un brano a quattro voci, la Zanetta<br />
Padoana, di Giorgio Mainerio, compositore vissuto<br />
lungamente a Udine e ad Aquileia nel corso della<br />
seconda metà del Cinquecento. Tre sono i percorsi che<br />
si alternano irregolarmente nel corso di Commentario,<br />
utilizzando differenti raggruppamenti dei quattro<br />
strumenti barocchi in organico: i numeri 1, 3, 7, 8, 11 e<br />
18 rappresentano invenzioni libere che pongono di volta<br />
in volta al centro dell’elaborazione frammenti diversi<br />
dello spunto iniziale di Mainerio, realizzando aforismi<br />
dai caratteri netti e contrapposti; i numeri 2, 6, 13 e 16,<br />
partendo da una situazione estremamente rarefatta,<br />
ricostruiscono progressivamente, anche se non in<br />
maniera completa, il frammento originale, mentre i<br />
numeri 5, 10 e 15 ne propongono, sia pure in modo<br />
relativamente libero e a tratti sotterraneo e nascosto,<br />
elaborazioni canoniche. I tre percorsi sono a loro volta<br />
inframmezzati dalla proposta integrale e letterale della<br />
pagina di Mainerio, suddivisa in cinque momenti<br />
successivi e affidata al clavicembalo: un costante<br />
dialogo fra linguaggi e gesti lontani, reso ulteriormente<br />
sfaccettato anche grazie al timbro degli strumenti<br />
antichi». Il successivo 4 <strong>giugno</strong>, presso la Sala Marizza<br />
di Fogliano di Redipuglia (Gorizia) a Sergio Bernetti e<br />
Adele D’Aronzo sarà affidata la prima esecuzione<br />
assoluta di Obake per trombone e pianoforte. Spiega il<br />
compositore: «Spettro, fantasma. Questo è il significato<br />
del termine giapponese che dà il titolo al lavoro, scritto<br />
nel 2008 e dedicato ai bravissimi Sergio Bernetti e<br />
Adele D’Aronzo. In una dinamica che, salvo brevi<br />
parentesi, si tiene costantemente e con aggressività<br />
costante ai livelli più violenti, il percorso predilige gesti<br />
netti, elementari, di grezza immediatezza: pedali gravi,<br />
ribattuti omoritmici, glissati ruvidi e paradossali.<br />
Il repertorio melodico e armonico è ridotto a un numero<br />
ristrettissimo di situazioni possibili. I pochi attimi di<br />
Gilberto Bosco<br />
Flussi di memoria<br />
G<br />
ilberto Bosco è presente all’edizione 2012 del<br />
Festival MITO Settembre Musica con una novità,<br />
Serenata V per flauto, clarinetto, violino, violoncello e<br />
pianoforte, in cartellone il 12 settembre a Torino, al<br />
Piccolo Regio Giacomo Puccini, nell’interpretazione<br />
dell’Ensemble Antidogma diretto da Antonmario<br />
Semolini. Con queste parole presenta l’Autore il nuovo<br />
lavoro: «Potrei parlarvi della serie di Fibonacci. Oppure<br />
dei sistemi ottotonici. Ci sono entrambi, non<br />
preoccupatevi (e chi si preoccupa, penserà chi legge).<br />
Vi racconterò invece di Wolfgang Rihm, che molti anni<br />
fa disse (cito a memoria) che un pezzo con una<br />
struttura poteva andargli bene, purché la struttura<br />
cambiasse, seguendo la sua vita. Un diario? Lui non<br />
l’ha detto. Ho scritto pezzi che riguardano l’ebraismo.<br />
Ho scritto pezzi che toccano il tema della memoria. Ho<br />
scritto pezzi “politici”, senza mai dirlo (forse un errore<br />
fondamentale: così nessuno se ne accorge). Dei diari?<br />
Non l’ho mai detto. Questo brano reca in esergo “Caro<br />
m’è il sonno, e più l’esser di sasso”, e i versi di<br />
Michelangelo alludono a una situazione che mi pare<br />
appartenere al presente: non vorrei destarmi nel mondo<br />
respiro lasciano intravedere fragili tentativi cantabili da<br />
parte del trombone o immobilizzano lo scorrere del<br />
tempo in risonanze esilissime del pianoforte. Sono<br />
tuttavia brevi parentesi, subito travolte da una<br />
successiva ondata di violenta ed esasperata<br />
esuberanza gestuale, fino al ribattuto aggrovigliato<br />
attorno al fa, sempre microtonalmente indeciso, con cui<br />
il trombone chiude il proprio cammino». A partire dal 17<br />
aprile è stato invece presentato in rete Treasure<br />
Mountain per ottavino/flauto in sol, violino e pianoforte,<br />
nell’esecuzione del giapponese Mmm… Ensemble<br />
composto da Reiko Manabe, Shungo Mise e Kaori<br />
Ohsuga. Scaricando la composizione dal sito<br />
http://hibari-charity.com (accessibile anche attraverso il<br />
sito del gruppo: http://ememem3dots.com) è possibile<br />
sostenere il progetto a sostegno delle vittime del<br />
terremoto del 2011 nel Nord Est del Giappone cui la<br />
composizione è dedicata. È sempre l’Autore a<br />
introdurre il nuovo brano: «Treasure Mountain è un<br />
breve trio scritto appositamente per il progetto Hibari,<br />
meritoria iniziativa organizzata su Internet dal Mmm…<br />
Ensemble di Tokyo a sostegno delle vittime del<br />
terremoto del marzo 2011. Un noto canto dell’area di<br />
Fukushima, Aizu Bandaisan, è il punto di origine del mio<br />
lavoro: esso rimane quasi nascosto all’inizio,<br />
trasformato ed elaborato in molteplici modi. Solamente<br />
nell’episodio finale le linee distanti dell’ottavino<br />
potrebbero lasciarlo intuire. Germogli di speranza».<br />
Ricordiamo infine che il Duo Alterno formato da Tiziana<br />
Scandaletti e Riccardo Piacentini ha riproposto L’àgnili<br />
per voce e pianoforte il 13 marzo al Teatro Pirandello di<br />
Lima (Peru), il 15 marzo all’Universidad Católica di<br />
Arequipa (Peru), il 19 marzo all’Escola de Música da<br />
UFRI in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di<br />
Rio de Janeiro, e il 22 marzo presso il Circolo Italiano di<br />
San Paolo. Il 2 <strong>giugno</strong> presso la Sydney Grammar<br />
School (Australia) Soleil levant, secondo movimento dai<br />
Due pezzi per flauto basso, verrà ripresentato da Laura<br />
Chislett-Jones, dedicataria del lavoro. Avrà infine luogo<br />
nell’ambito del progetto “Listening” promosso dal New<br />
Made Ensemble e dalle <strong>ESZ</strong> la ripresa di Avvoltoi per<br />
voce e quattro strumenti su una poesia di Simon<br />
Pederek, in programma il 30 <strong>giugno</strong> all’ex Chiesa di<br />
S. Maria della Vittoria di Mantova per il Festival<br />
Eterotropie, nell’interpretazione di Akiko Kozato, voce,<br />
e del New Made Ensemble diretto da Alessandro<br />
Calcagnile.<br />
attuale. Una serie di pieni e di vuoti si alternano a delle<br />
ninne nanne: la prima è il ricordo assai cambiato di un<br />
lavoro precedente, quando speravo ancora che<br />
sognare fosse una virtù; la seconda è una piccolissima<br />
citazione, quasi inudibile, di una berceuse scritta a<br />
Theresienstadt, durante la tragedia, Wiegele. La terza<br />
(ma questa parte è ancora lontana dall’essere scritta!)<br />
è una somma delle due, o forse sarà qualcos’altro: non<br />
si va mai tanto in là come quando non si sa dove si<br />
mira. E i pieni e i vuoti interrompono questi flussi di<br />
memoria in un modo così calcolato da sembrare (o<br />
forse essere) quasi casuale: paradossi della postmodernità.<br />
Dormire, sognare forse; però una Berceuse<br />
antica vale un risveglio, e anche Wiegele non è male.<br />
Giudicheranno gli ascoltatori». Durante la<br />
manifestazione che il 10 settembre MITO Settembre<br />
Musica dedicherà, sempre al Piccolo Regio Giacomo<br />
Puccini, ai compositori piemontesi, con interviste video<br />
ed esecuzioni dal vivo, Gilberto Bosco parlerà dei suoi<br />
lavori e della sua poetica. La pianista Eliana Grasso<br />
interpreterà nell’occasione Per pianoforte.<br />
Tre prime cameristiche,<br />
con un pensiero (in rete)<br />
alle vittime del terremoto<br />
del Giappone<br />
Martino Traversa<br />
L’Ensemble Accroche Note<br />
eseguirà il 6 luglio Manhattan<br />
Bridge 4:30 a.m. per flauto,<br />
clarinetto, pianoforte, violino<br />
e violoncello.<br />
Una prima cameristica, una<br />
chiacchierata col pubblico e<br />
un’ulteriore esecuzione al Festival<br />
MITO Settembre Musica<br />
9
Complessa prima all’Ircam<br />
nata da un progetto didattico<br />
su identità e ambiente<br />
Andrea Manzoli<br />
L’Accademia Filarmonica<br />
Romana propone il 7 luglio alla<br />
Sala Casella, nel contesto della<br />
rassegna “I Giardini di Luglio”,<br />
la prima esecuzione assoluta<br />
della Petite suite pour Tonio<br />
Cavilla per due violini,<br />
nell’interpretazione di Matteo e<br />
Maddalena Pippa.<br />
Indagine psicologica<br />
per flauto amplificato ai<br />
Ferienkurse di Darmstadt<br />
10<br />
Maurilio Cacciatore<br />
Perduti nel bosco sonoro<br />
N<br />
ovità di Maurilio Cacciatore al Festival ManiFeste<br />
2012 di Parigi. L’Espace de Projection dell’Ircam ospiterà<br />
il 16 <strong>giugno</strong> la prima esecuzione assoluta di<br />
Tamonontamo per quartetto vocale amplificato, coro e<br />
live-electronics, nell’interpretazione di Adèle Carlier,<br />
soprano, Marie-Paule Bonnemason, contralto, Stephan<br />
Olry, tenore, Jean-Michel Durang, basso, dell’ensemble<br />
vocale Les Cris de Paris e del live electronics Ircam,<br />
sotto la direzione di Geoffroy Jourdain. Così l’Autore<br />
presenta il nuovo lavoro: «Tamonontamo segna il<br />
passaggio del mio progressivo abbandono di tutto ciò<br />
che è decorativo per potermi concentrare su altri aspetti<br />
della composizione che in questo momento mi sono cari.<br />
Il titolo del pezzo è una sintesi arbitraria del senso del<br />
sonetto 66 di Pablo Neruda (tratto dai suoi 100 sonetti<br />
d’amore). Nel titolo non c’è niente di autobiografico, se<br />
non la simpatia per il suono di questa parola, il suo ritmo<br />
interno e la sintesi iconica di un possibile percorso<br />
formale da compiere. La sua genesi è durata più di un<br />
anno; nel marzo del 2011 mi fu proposto da Geoffroy<br />
Jourdain, direttore del coro Le Cris de Paris (con il quale<br />
già avevo lavorato alla creazione del mio Kyrie nel 2010),<br />
di prendere parte al progetto didattico denominato<br />
“Identité et environnement sonore”. Per tale progetto,<br />
alcuni membri di Arte Radio sono andati in giro per le<br />
scuole di Parigi a insegnare a ragazzi giovanissimi (dagli<br />
otto ai quindici anni) come registrare i suoni del mondo<br />
che li circonda. In base ad alcune mie indicazioni, i<br />
ragazzi hanno “raccolto” una serie di materiali sonori<br />
della vita di ogni giorno, i quali sono stati integrati, in un<br />
certo qual modo, nella parte in tempo differito<br />
dell’elettronica del pezzo. Trovare un testo che ben si<br />
coniugasse con questo “bosco” sonoro non era semplice;<br />
oltretutto, per una mia naturale predisposizione, non amo<br />
molto lavorare con testi lunghi ma preferisco addentrarmi<br />
nei meccanismi di articolazione di pochi fonemi,<br />
sforzandomi di trovare al loro interno materiale<br />
sufficiente per l’articolazione delle voci. Ecco perché ho<br />
preferito affidarmi solo a un titolo senza usare tutto il<br />
sonetto di Neruda. Come in miei altri pezzi vocali, i<br />
fonemi sono utilizzati come materia sonora pura, da<br />
potere accentuare e filtrare al pari di un qualsiasi altro<br />
materiale musicale. Giocando perennemente sul filo di<br />
rasoio della connotazione e dei meccanismi d’inferenza,<br />
le trasformazioni fonetiche dei morfemi di cui si compone<br />
il titolo del brano danno prospettiva al testo ancor prima<br />
di metterlo in musica: ecco come un titolo per me diventa<br />
un percorso compositivo, sia nella gestione dei materiali<br />
sia nella gestione della forma. Scrivere per coro e quattro<br />
solisti pone per me il rischio di cadere sia nello stereotipo<br />
della dicotomia “pochi-tutti” sia in quello decorativo che<br />
vede i solisti gareggiare in bravura con la massa. In<br />
questo pezzo, invece, i solisti sono tali perché sono i più<br />
fragili: il loro modo di cantare, spesso all’interno di flauti<br />
traversi al fine di filtrare la loro voce e renderla<br />
disumana, è più simile a quella di quattro personaggi<br />
Valerio Sannicandro<br />
Stati d’animo<br />
V<br />
alerio Sannicandro è presente all’edizione 2012 degli<br />
Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt<br />
con la prima esecuzione assoluta di Songs of Anxiety<br />
per flauto amplificato, in programma il 27 luglio<br />
nell’interpretazione di Matteo Cesari, flauto e dello<br />
stesso Autore alla proiezione del suono. Spiega<br />
Sannicandro: «Songs of Anxiety è una composizione<br />
per flauto solo amplificato (con due microfoni – un<br />
“head-set” e un microfono interno – e un effetto di<br />
riverbero). All’esecutore è chiesto di produrre una larga<br />
serie di effetti vocali (comprese delle polifonie timbriche<br />
estremamente cangianti) e percussivi (usando sia il<br />
flauto che la voce) i quali riproducono o rappresentano<br />
degli stati d’animo espressi così in suono. Paura, ansia,<br />
sono alcune delle sensazioni che l’esecutore dovrebbe<br />
fiabeschi portati via da un bosco che a quella di due<br />
uomini e due donne.<br />
Il canto filtrato dai tubi, oltre a donare a esso una nuova<br />
espressività, rende nel registro comune le voci<br />
pressoché asessuate, cioè prive della connotazione<br />
originale di qualunque essere umano. In tal senso anche<br />
questo pezzo s’inserisce nel filone dei miei lavori che<br />
amo chiamare “musica anfibia”; non ho dato al brano un<br />
numero progressivo di questo ciclo perché la presenza<br />
del coro solleva altri parametri e leve che si allontanano<br />
da questo contesto, ma per alcuni tratti, quelli sopra<br />
descritti, Tamonontamo è ascrivibile a questa serie.<br />
Di fronte alla fragilità e al comportamento subdolo dei<br />
solisti, il coro non canta per contrapposizione quantitativa<br />
ma per contrapposizione qualitativa, cioè per recuperare<br />
un po’ di umanità in un bosco sonoro in cui, forse, è bello<br />
perdersi. Questo non vuol dire piegare il coro a un canto<br />
“standard”, ma costringerlo a riconoscersi come insieme<br />
di esseri umani; nel pezzo poi si ascolterà come in realtà<br />
il tentativo di umanità diventa vano: l’informe di questo<br />
mondo è più forte di ciò che è scolpito e finisce per<br />
corromperlo, per sublimarlo a suo modo.<br />
A ingrandire questo ambiente interviene poderosa<br />
l’elettronica, sia in tempo reale sia in tempo differito.<br />
La prima mira a rilevare la natura “disumana” dei solisti,<br />
la seconda alla costruzione di sculture sonore nell’aria.<br />
Per andare oltre la connotazione dei materiali forniti da<br />
Arte Radio, ho pensato, con l’aiuto del realizzatore<br />
informatico Augustin Muller, di utilizzare la sintesi<br />
granulare operata con CatArt, un algoritmo con<br />
interfaccia grafica collegata all’interno del software<br />
Max/MSP per il trattamento dei suoni. Per Tamonontamo<br />
l’équipe dell’Ircam che lavora su tale sintesi ha integrato<br />
un nuovo algoritmo e ha preparato una nuova versione<br />
con doppia interfaccia grafica la quale consente di<br />
rendere indipendenti i “descrittori musicali” dallo spazio<br />
fisico in cui essi operano. Con la nuova versione di<br />
CatArt, si riorganizza lo spazio di diffusione in termini di<br />
descrittori sonori e allo stesso tempo lo spazio d’analisi<br />
elettroacustica in termini di spazio di composizione, cioè<br />
spazio di timbri. L’indipendenza dei descrittori d’analisi<br />
dallo spazio acustico crea delle nuove geometrie su tre<br />
assi, al limite della plasticità, permettendo<br />
l’organizzazione dello spazio fisico secondo delle<br />
necessità musicali. L’elevazione di alcuni altoparlanti<br />
conforta queste intenzioni e rende ancora più viva la<br />
sensazione di non assistere a uno spettacolo, ma di<br />
ritrovarcisi dentro». Avrà invece luogo nell’ambito del<br />
progetto “Listening”, promosso dal New Made Ensemble<br />
e dalle <strong>ESZ</strong>, la ripresa di Impuro minimo per violino,<br />
violoncello e pianoforte, in programma il 30 <strong>giugno</strong> all’ex<br />
Chiesa di S. Maria della Vittoria di Mantova per il Festival<br />
Eterotropie, nell’interpretazione del New Made<br />
Ensemble: Raffaello Negri, violino, Guido Boselli,<br />
violoncello, e Rossella Spinosa, pianoforte.<br />
riprodurre ed enfatizzare, attraverso il testo musicale<br />
dettagliatamente scritto, anche con elementi “teatrali”,<br />
cercando così di esprimere ed eseguire – con un certo<br />
pathos – le indicazioni espressive della partitura. Le<br />
sonorità, spesso descrittive (battito di cuore, respirazioni<br />
soffocate, per esempio) vengono poi introdotte per<br />
sottolineare il carattere d’introspezione psicologica su<br />
cui si basa la composizione». Avverrà poi nell’ambito del<br />
progetto “Listening” promosso dal New Made Ensemble<br />
e dalle <strong>ESZ</strong> la ripresa di Renga per voce e quattro<br />
strumenti, in programma il 30 <strong>giugno</strong> all’ex Chiesa di<br />
S. Maria della Vittoria di Mantova per il Festival<br />
Eterotropie, nell’interpretazione di Akiko Kozato, voce, e<br />
del New Made Ensemble diretto da Alessandro<br />
Calcagnile.
Eric Maestri<br />
Sguardi sonori<br />
Quattro prime cameristiche per Eric Maestri in questo<br />
spicchio di 2012. Il 19 maggio è possibile ascoltare,<br />
sotto le volte dell’Église de Saint-Pierre-Le-Jeune di<br />
Strasburgo, Endeared II per due voci e cimbalom,<br />
nell’esecuzione dell’Ensemble La Dolce Maniera:<br />
Cécile Lohmuller, soprano, Sarah Dewald, mezzosoprano,<br />
e Luigi Gaggero, cimbalom. Spiega l’Autore:<br />
«La posizione d’ascolto perfetta è quella in cui<br />
l’oggetto musicale e l’ascoltatore sono osservati<br />
contemporaneamente. Si tratta di mettere in risalto<br />
questa relazione indissolubile tra gli elementi. Endeared<br />
significa “caro” o “cura”. Il termine appartiene a una<br />
poesia di John Keats, Ode to a Grecian Urn. I musicisti<br />
ritratti eseguono una musica la cui vera magia sta nel<br />
non essere udibile, lasciando immaginare che cosa<br />
possa essere. La cosa più bella, che non appartiene al<br />
mondo sensibile. Il testo è un elaborato da ciò che resta<br />
di un madrigale di Monteverdi. L’idea consiste nel fatto<br />
che in fondo la musica è fatta di molte cose udibili e<br />
non udibili che nonostante ciò coesistono,<br />
dall’emozione fino alla scrittura. In questo senso la<br />
scrittura è strettamente e rigorosamente tematica, tema<br />
inteso non solo come unità percettiva ma anche<br />
semantica, che colora l’intero brano. È una ricerca sul<br />
colore psicologico del suono e dell’intervallo,<br />
scomposto in transizioni e sviluppi dell’idea, non però<br />
astrattamente, ma cercando di svilupparne anche il<br />
significato». Sempre a Strasburgo, l’8 <strong>giugno</strong>, sarà la<br />
volta della prima esecuzione assoluta di Visioni per<br />
flauto, saxofono, pianoforte, percussioni e elettronica,<br />
proposto allo Hall Des Chars dall’Ensemble<br />
L’Imaginaire. Nelle parole dell’Autore, «Visioni è un<br />
progetto di largo respiro al centro di un periodo di<br />
residenza allo Hall des Chars di Strasburgo con<br />
l’Ensemble L’Imaginaire, con cui lavoro da ormai tre<br />
anni. Il progetto consiste nella riscrittura di un brano già<br />
eseguito nel 2011 nella stessa sala, Due Espressioni, di<br />
cui esistono già tre versioni. Il lavoro di rielaborazione e<br />
di scrittura che era al centro del progetto si è evoluto,<br />
chiarendosi progressivamente nell’assunzione di un<br />
punto di vista che è sempre più preciso in questo<br />
momento della mia scrittura. Il tempo lento dello<br />
sviluppo consiste nell’osservazione dell’oggetto<br />
musicale, osservazione e analisi che però è fatta nel<br />
tempo della composizione: guardare la musica e il<br />
musicista, passare, per gradi, dalla musica fino al<br />
suono in sé. Fare risuonare in continuazione l’oggetto<br />
musicale e cambiarne la frase, ripeterlo, mettere in<br />
scena l’osservazione. Il brano, per flauto, saxofono,<br />
pianoforte, percussioni e elettronica “boxed” parla di<br />
Federico Gardella<br />
Se stessi e gli altri<br />
C<br />
hiude la stagione del Divertimento Ensemble Rondò<br />
2012 una prima esecuzione assoluta di Federico<br />
Gardella, che dell’istituzione è stato quest’anno<br />
compositore in residenza: Quaderno di sabbia per tre<br />
gruppi di bambini e ensemble sarà eseguito il 10<br />
<strong>giugno</strong> all’Auditorium Gruppo 24 Ore di Milano dal<br />
Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli. Queste<br />
le note con cui l’Autore ne accompagna l’ascolto:<br />
«Ai bambini che costituiscono i tre gruppi non è<br />
richiesta una conoscenza della notazione musicale.<br />
Questo punto di partenza ha avuto come conseguenza<br />
la necessità di radicalizzare aspetti per me irrinunciabili<br />
della musica, immaginando una scrittura capace di<br />
veicolare la complessità attraverso l’utilizzo di elementi<br />
semplici. La disposizione spaziale dei gruppi di bambini<br />
lascia emergere progressivamente la presenza di tre<br />
“isole” di suono che costituiscono tre diversi luoghi di<br />
ascolto, tre differenti possibilità di entrare in contatto<br />
con l’ensemble strumentale che ne costituisce il<br />
questa osservazione. Per questo motivo l’esecuzione si<br />
avvarrà della collaborazione di Chiara Villa, regista, che<br />
immagina una drammaturgia di luci intorno al brano.<br />
Gli strumenti a volte saranno trattati come oggetti tra gli<br />
oggetti; saranno affiancati da altri oggetti muti, illuminati<br />
nella drammaturgia del brano per spostare l’ascolto<br />
dalla sorgente reale alla sorgente immaginaria. Un’altra<br />
sorgente immaginaria è al centro del brano,<br />
l’elettronica. Un altoparlante trasduttore è posizionato<br />
all’interno del pianoforte, dove tutta l’elettronica si<br />
concentra. In questo modo il suono elettronico perde la<br />
direzionalità assiale delle casse per essere diffuso,<br />
come il suono del pianoforte, in maniera sferica.<br />
La membrana dell’altoparlante è il pianoforte, che in<br />
questo modo è preparato dalla stessa elettronica.<br />
Già a pochi metri di distanza il suono non sembra più<br />
provenire da un altoparlante ma dalle corde del<br />
pianoforte. La scrittura del brano si basa sulla visione di<br />
un certo numero di oggetti che sono i temi portanti del<br />
processo di osservazione, che consiste, anche,<br />
nell’osservazione empatica che non si ferma all’oggetto<br />
dal punto di vista della percezione sensibile, ma anche<br />
alla sua percezione emotiva». Il giorno dopo, 9 <strong>giugno</strong>,<br />
il concerto anniversario del decennale del FontanaMIX<br />
Ensemble ospiterà alle Torri dell’Acqua di Budrio la<br />
prima esecuzione assoluta di Autoritratto II per<br />
pianoforte, nell’interpretazione di Franco Venturini.<br />
La pagina, spiega Maestri, «è una personale<br />
immersione nel gioco di specchi della composizione.<br />
Mi permette di svolgere una idea, nella sua brevità da<br />
frammento, di cogliere un oggetto in un baleno, il tempo<br />
che passa tra l’azionamento della meccanica e la<br />
produzione del suono. Il brano è dedicato al<br />
FontanaMIX per i suoi dieci anni». Infine, un secondo<br />
Autoritratto per trio d’archi e pianoforte sarà presentato<br />
l’8 agosto dall’Open End Ensemble al Glyptoteket<br />
Museum di Copenhagen. Così l’Autore: «Farsi<br />
l’autoritratto significa essere impietosi e andare anche<br />
contro se stessi. Costruzione formale, scale,<br />
virtuosismo vistoso, velocità sono al centro di questo<br />
autoritratto che presenta le mie idiosincrasie<br />
obbligandomi ad assumerle e a osservarle senza pietà.<br />
Una forma di rondò con variazioni occupa tutta la parte<br />
centrale del brano. Il rondò si ferma e si ferma anche lo<br />
spirito del brano che ritorna al rumore e al vuoto che mi<br />
sembra soggiacere sotto certe scelte estetiche che io<br />
stesso spesso faccio. La musica è anche questo,<br />
lasciarsi andare a se stessi e impressionare il pubblico<br />
con la velocità, che è il vortice della percezione».<br />
supporto, la pagina bianca che contiene in sé le<br />
potenzialità del suo essere scritta. Ciascuno dei tre<br />
gruppi di bambini è caratterizzato da materiali sonori<br />
propri, ma ad ogni componente dello stesso gruppo è<br />
richiesto di “interpretare” questi materiali in modo<br />
indipendente, creando una texture complessa<br />
all’interno di ogni singolo gruppo; mi sono chiesto cosa<br />
vorrei che rimanesse di questa musica ai bambini che<br />
interpretano Quaderno di sabbia: l’idea che condividere<br />
qualcosa con gli altri significa anche imparare a<br />
diventare se stessi». Avrà invece luogo nell’ambito del<br />
progetto “Listening” promosso dal New Made Ensemble<br />
e dalle <strong>ESZ</strong> la ripresa degli Hofmannsthal-Mikro-Lieder<br />
per voce femminile, violino e violoncello, in programma<br />
il 30 <strong>giugno</strong> all’ex Chiesa di S. Maria della Vittoria di<br />
Mantova per il Festival Eterotropie, nell’interpretazione<br />
del New Made Ensemble: Akiko Kozato, voce, Raffaello<br />
Negri, violino, e Guido Boselli, violoncello.<br />
Ritratti e autoritratti dei<br />
meccanismi musicali<br />
e dell’Autore stesso in<br />
quattro prime per complessi<br />
cameristici e pianoforte<br />
Camillo Togni<br />
Alla testa del Dèdalo<br />
Ensemble, Vittorio Parisi ha<br />
proposto il 13 maggio a Roma,<br />
per I Concerti del Quirinale di<br />
Radio 3, Du bleicher Geselle<br />
per complesso da camera.<br />
Tre gruppi di bambini protagonisti<br />
della commissione come<br />
compositore in residenza presso<br />
il Divertimento Ensemble<br />
11<br />
Pagina<br />
da
Pensoso melologo su un’inedita,<br />
drammatica condizione della<br />
nostra modernità<br />
Al Festival della Valle d’Itria<br />
riscrittura drammaturgicomusicale<br />
di uno dei titoli più<br />
significativi dell’opera barocca<br />
Vede la luce in edizione critica<br />
l’unica pagina dedicata dall’autore<br />
all’organo, storico aggiornamento<br />
rispetto al gusto romantico<br />
d’Oltralpe<br />
12<br />
Andrea Mannucci<br />
La maledizione della Sibilla<br />
A<br />
ndrea Mannucci ha presentato il 3 aprile, sotto le<br />
volte della Basilica di San Biagio a Rivoltella del Garda<br />
con l’Orchestra Cantelli da lui diretta, la prima<br />
esecuzione assoluta di Nel limitare del novembre per<br />
voce narrante e orchestra d’archi su testo di Marco<br />
Ongaro. La composizione rappresenta un estratto dal<br />
più ampio melologo Novembre dei vivi, attualmente<br />
esistente nella veste per voce recitante e pianoforte.<br />
Questa l’ispirazione del melologo, nelle parole<br />
dell’Autore: «La maledizione della Sibilla, immortale<br />
quanto il suo invecchiamento, è la fotografia della<br />
nuova era occidentale, quella della sopravvivenza<br />
coatta, della resistenza a malattie sempre meno<br />
definitive, sempre più procrastinabili nell’illusione di<br />
un’eternità che non debba passare attraverso la morte.<br />
Il novembre dei morti, con la sua nebbia ingannata da<br />
un sole che protrae la bella stagione oltre il suo tempo,<br />
diventa quello dei vivi e riverbera la condizione indecisa<br />
dei longevi preclusi ormai al fulgore di una giovinezza<br />
spinta oltre il termine consueto. Il dilemma essenziale<br />
tra procreazione e sterilità, tra bilanciamento e<br />
squilibrio, giunti in età di consuntivo dopo che tutti i<br />
preventivi si sono giocati nell’arco temporale di loro<br />
competenza, esplode con lo stupore del sopravvissuto<br />
Daniela Terranova<br />
L’antico presente<br />
I<br />
l Festival della Valle d’Itria di Martina Franca ha<br />
commissionato congiuntamente a Daniela Terranova e<br />
Fabio Ceresa la trascrizione per ensemble e la<br />
riduzione drammaturgico-musicale dell’Orfeo di Luigi<br />
Rossi, che verrà rappresentato col titolo L’Orfeo -<br />
Immagini di una lontananza il 30 luglio al Teatro Verdi<br />
di Martina Franca, con repliche il 1° agosto al Teatro<br />
“Paolo Grassi” di Cisternino (Brindisi) e il 2 agosto in<br />
Piazza del Plebiscito a Noci (Bari), con la direzione e<br />
concertazione di Carlo Goldstein e la regia dello stesso<br />
Ceresa. Il progetto s’ispira al tema del dialogo tra civiltà<br />
(culture, religioni, epoche diverse), talvolta<br />
apparentemente inconciliabili. Così la compositrice<br />
rilegge il suo intervento: «Seguendo il pensiero che<br />
anima lo spirito del Festival, il lavoro si propone di<br />
mettere a fuoco alcune immagini di una lontananza –<br />
l’opera di Rossi, composta su libretto di Francesco Buti<br />
e rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1647 –<br />
utilizzando un linguaggio duttile che possa colorare le<br />
linee melodiche originali, ma anche far nascere da<br />
queste nuove forme sonore strumentali e vocali,<br />
creando una continuità tra antico e contemporaneo.<br />
Non una ripresa in stile quindi, bensì uno sguardo da<br />
lontano, teso a conservare l’essenza dell’originale<br />
opera barocca, attraverso l’impiego di un’orchestra da<br />
camera e la presenza di sette cantanti che agiscono<br />
sulla scena ora come personaggi ora come voci.<br />
Il complesso lavoro di riscrittura drammaturgica è stato<br />
affrontato insieme a Fabio Ceresa, al quale è stata<br />
affidata la regia dell’opera. L’intervento sul libretto<br />
operato da Ceresa, lontano dallo stravolgimento del<br />
testo di Buti, è stato indispensabile per creare continuità<br />
tra i testi delle arie e dei cori scelti e per costruire un<br />
senso drammaturgico coerente all’interno di un lavoro<br />
che, rispetto all’originale, si presenta in una forma più<br />
asciutta tanto nelle dimensioni quanto nella durata».<br />
Giuseppe Martucci<br />
L’organo romantico italiano<br />
E<br />
sce per i tipi delle <strong>ESZ</strong> l’edizione critica della Sonata<br />
per organo in Re minore op. 36 (1879) di Giuseppe<br />
Martucci, a cura di Italo Vescovo e con una nota<br />
introduttiva di Maurizio Tarrini. Così il curatore presenta<br />
questo interessante e raro lavoro nel panorama<br />
strumentale italiano dell’Ottocento: «La Sonata per<br />
organo in Re minore op. 36 rappresenta un unicum<br />
nella produzione strumentale di Giuseppe Martucci,<br />
essendo questa l’unica composizione dedicata<br />
dall’autore a questo strumento. Scritta nel 1879, essa è<br />
preceduta da importanti lavori strumentali quali, ad<br />
esempio, la Sonata per violino e pianoforte op. 22<br />
(1874), la Fantasia in Re minore per due pianoforti op.<br />
32 (1876), il Quintetto per pianoforte e archi op. 45<br />
(1877): tutti caratterizzati da una concezione<br />
compositiva il cui modello si trova oltralpe, con una<br />
manifesta predilezione per i romantici tedeschi,<br />
soprattutto Mendelssohn, Schumann e Brahms. Tra<br />
questi la figura di Mendelssohn ha costituito molto<br />
abbarbicato a una longevità protrattasi in polemica<br />
con il naturale periodo di fertilità assegnato ai viventi.<br />
Si desidera riflettere sulla salita di un’agonia, o sulla<br />
discesa agli inferi di una persistenza che chiede di<br />
compiersi nella necessaria rinascita, necessaria alla<br />
morte come la morte lo è al nuovo inizio. Composto tra<br />
la fine del 2011 e l’inizio del 2012, condividendo il<br />
fervore di un connubio con Marco Ongaro ormai sancito<br />
da una durevole collaborazione, Novembre dei vivi è un<br />
melologo contemporaneo, una riflessione artistica che,<br />
tra creazione poetica e musicale, tende a intensificare<br />
reciprocamente il senso dell’una e dell’altra verso una<br />
dimensione meditativa esistenziale più profonda.<br />
L’intervento compositivo innesca un intreccio<br />
indissolubile con il testo attraverso l’interazione di una<br />
doppia drammaturgia, musicale e scenica, intreccio<br />
organizzato metricamente dall’architettura ritmica data<br />
dalla parola che genera suoni, campi armonici,<br />
agglomerati ritmici e timbrici. Significato e suono<br />
trascorrono così una “doppia vita” duettando<br />
orizzontalmente e verticalmente lungo lo spettro di un<br />
avvenimento concreto e astratto, emotivo e intellettuale<br />
insieme».<br />
probabilmente, per quanto riguarda la Sonata per<br />
organo, il riferimento principale: l’uso del contrappunto<br />
e il senso della forma sono aspetti che accomunano i<br />
due autori, anche se rispetto a Mendelssohn, Martucci<br />
dimostra una maggiore espansione formale. Articolata<br />
in tre movimenti, la Sonata per organo esprime in modo<br />
esplicito l’ideale compositivo di Martucci, adottando<br />
scrittura e forme musicali mutuate dalla cultura<br />
musicale d’oltralpe: il primo movimento è articolato in<br />
forma sonata ed è il più ampio e ricco di idee musicali;<br />
il secondo, un Adagio in forma di Lied, quasi una<br />
“romanza senza parole”, si caratterizza invece per<br />
intensità lirica a cui non sono estranee certe atmosfere<br />
franckiane; il terzo movimento è un’articolata fuga di<br />
ampio respiro, solidamente strutturata. La presente<br />
edizione critica della Sonata per organo di Giuseppe<br />
Martucci è stata condotta principalmente sulle fonti<br />
autografe che sono custodite presso la Biblioteca del<br />
Conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli».
Bruno Maderna<br />
Nuova luce sulla giovane promessa<br />
U<br />
na novità editoriale delle <strong>ESZ</strong> illumina uno snodo<br />
trascurato del Novecento italiano. Esce, a cura di<br />
Gabriele Bonomo e Fabio Zannoni, Bruno Maderna e<br />
l’Italia musicale degli anni ’40, Atti dell’Incontro di Studio<br />
tenutosi a Verona il 10 ottobre 2009. La pubblicazione<br />
è resa possibile dal contributo dell’Accademia<br />
Filarmonica di Verona e della Fondazione Arena di<br />
Verona. Libro di ricerca, con l’ambizione d’illuminare<br />
uno snodo impropriamente trascurato del Novecento<br />
italiano, il volume nasce dalla reciproca<br />
riappropriazione tra il compositore veneziano e la sua<br />
città d’adozione, Verona, che nell’ottobre 2009 gli ha<br />
dedicato, àuspici l’Accademia Filarmonica e la<br />
Fondazione Arena, una vivace giornata di studi presso<br />
l’Auditorium “Italo Montemezzi” del Conservatorio<br />
“Evaristo Felice Dall’Abaco”. Una manifestazione nata a<br />
sua volta da un’importante scoperta musicologica: il<br />
ritrovamento del manoscritto del giovanile Concerto per<br />
pianoforte ed orchestra del 1942 (lo racconta in questo<br />
volume Angela Ida De Benedictis), riproposto per la<br />
prima volta quella sera stessa al Teatro Filarmonico per<br />
la rassegna “VeronaContemporanea”, nell’ambito della<br />
stagione sinfonica “Il Settembre dell’Accademia”<br />
promossa dall’Accademia Filarmonica di Verona, con<br />
il solista Aldo Orvieto e l’Orchestra della Fondazione<br />
Arena di Verona diretta da Carlo Miotto. Lo sguardo<br />
degli otto studiosi riuniti in questo volume si prefigge di<br />
contribuire alla messa a fuoco di una delle personalità<br />
più originali e influenti del secondo Novecento europeo,<br />
cogliendola negli anni, ancora tutti da scoprire, della<br />
formazione e della prima produzione. Formazione in cui<br />
s’intrecciano, in un fertilissimo crogiuolo di influenze<br />
Goffredo Petrassi<br />
È uscito per l’etichetta Stradivarius (STR 33824) un Cd<br />
monografico dedicato alla produzione sinfonica di<br />
Petrassi, di cui vengono proposti tre lavori fondamentali<br />
rappresentativi di altrettanti lustri entro la cesura del<br />
1945: il Concerto per pianoforte e orchestra, la Suite<br />
sinfonica dal balletto La follia di Orlando e la Partita per<br />
orchestra. Arturo Tamayo, che dirige Alfonso Alberti e<br />
Luca Mosca<br />
Il 12 maggio, nel quadro della rassegna “Incontri con la<br />
Musica 2012”, la Casa Giannini di Bari haospitato una<br />
conferenza-concerto con esecuzioni musicali durante la<br />
quale Elisabetta Mangiullo, pianoforte, Gabriele Ceci,<br />
violino, Valeria Sirangelo, violoncello, interpretano una<br />
selezione dai Preludi per pianoforte e Domus aurea per<br />
violino e violoncello. Il Trio n. 11 per violino, violoncello<br />
e pianoforte era invece in programma il 14 maggio<br />
all’Auditorium Vallisa, sempre a Bari, e il successivo 15<br />
Aldo Clementi<br />
Permane molto l’interesse attorno alla produzione per<br />
flauto di Aldo Clementi. Il 30 maggio Annamaria Morini<br />
ed Enzo Porta propongono alla Facoltà di Lettere<br />
dell’Università di Catania, presso il Monastero dei<br />
Benedettini, Canzonetta per flauto contralto, Sonate Y.<br />
per violino solo e luCiAnoBErio per flauto e violino.<br />
I nomi di Roberto Fabbriciani e Henri Pousseur sono<br />
strettamenti legati nel concerto del 4 <strong>giugno</strong> al Festival<br />
June in Buffalo: il flautista eseguirà il proprio Suoni per<br />
Gigi per flauto e nastro magnetico, e Zeus joueur de<br />
flûtes per flauto e nastro magnetico frutto della sua<br />
che fa saltare ogni pretestuoso steccato tra generi, il<br />
jazz e la dodecafonia, dando vita a una concezione e a<br />
una prassi della musica che vengono indagate gettando<br />
un fascio di luce, e interpretando, sugli angoli meno<br />
frequentati del percorso biografico del primo Maderna.<br />
Ne emerge la statura d’un compositore modernissimo,<br />
che si pone con piena consapevolezza di fronte alla<br />
complessità del mondo musicale del pieno Novecento.<br />
In quest’ottica Laura Och ricostruisce il panorama<br />
sonoro che accoglie Maderna nella Verona in cui il 21<br />
maggio 1933 dirigerà dodicenne un concerto sinfonico<br />
all’Arena. Raffaele Pozzi segue Maderna giovane,<br />
fallito il compimento medio di composizione al<br />
Conservatorio di Milano, negli studi romani con<br />
Alessandro Bustini, maestro di Petrassi, Turchi e<br />
Giulini. Veniero Rizzardi ne individua il contributo nella<br />
costellazione veneziana tra il maestro Gian Francesco<br />
Malipiero e il sodale Luigi Nono. Leo Izzo si dedica al<br />
radiodramma Il mio cuore è nel sud su testo di Patroni<br />
Griffi, risalendo alla formazione jazzistica di Maderna,<br />
maturata già da bambino nella Original Jazz Band del<br />
padre (illuminante la foto del piccolo Bruno che stringe<br />
il violino tra i colleghi adulti). Mario Baroni indaga le<br />
derivazioni stilistiche della Introduzione e Passacaglia<br />
preseriale, così come Rossana Dalmonte studia le<br />
opere con testo poetico appartenenti a un orientamento<br />
stilistico contiguo. Chiude la raccolta, prima dell’utile<br />
indice dei nomi e delle composizioni di Maderna, il<br />
saggio con cui Angela Ida De Benedictis presenta il<br />
ritrovato Concerto per pianoforte ed orchestra, da lei<br />
curato nell’edizione critica in uscita quest’anno presso<br />
le <strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong>.<br />
l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, corona così<br />
un progetto ambizioso dedicato a Goffredo Petrassi, di<br />
cui ha registrato, sempre per Stradivarius, l’integrale dei<br />
Concerti per orchestra con la Netherlands Radio<br />
Symphony Orchestra, il Concerto per flauto, il balletto<br />
Ritratto di Don Chisciotte e altre pagine col Coro e<br />
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.<br />
maggio al Teatro Sociale di Fasano (Brindisi),<br />
nell’esecuzione di Maria Rosaria D’Aprile, violino,<br />
Valeria Sirangelo, violoncello e Maurizio Zaccaria,<br />
pianoforte. Infine, lo stesso Luca Mosca terrà una<br />
conferenza concerto il 19 <strong>giugno</strong> per l’Associazione<br />
Discantus alla Scuola dei Callegheri di Venezia,<br />
eseguendo in prima persona i Preludi e i Capricci per<br />
pianoforte.<br />
Il 4 <strong>giugno</strong> Roberto Fabbriciani esegue al Festival June<br />
in Buffalo Passacaglia per flauto e flauto registrato.<br />
Infine, è uscito su Syrinx on line l’ampio saggio di<br />
Annamaria Morini Aldo Clementi, o le stagioni del ’900,<br />
dedicato alla produzione del compositore catanese per<br />
il flauto.<br />
Henri Pousseur e Roberto Fabbriciani<br />
collaborazione con Henri Pousseur. Il 7 <strong>giugno</strong> il<br />
Contempoartensemble diretto da Mauro Ceccanti<br />
esegue invece di Henri Pousseur al Teatro Goldoni di<br />
Firenze, per il Maggio Musicale Fiorentino, Auguri per i<br />
lustri futuri per ensemble.<br />
Escono gli atti del convegno<br />
veronese sulla formazione e la<br />
prima produzione del compositore,<br />
sullo sfondo d’una stagione<br />
poco nota dell’Italia musicale<br />
Pagina da camera in prima<br />
assoluta, quasi un intermezzo<br />
13
ime esecuzioni ass<br />
Prime Prime esecuzioni assolute<br />
assolute<br />
GIUGNO<br />
Maurilio Cacciatore<br />
Luigi Rossi / Daniela Terranova<br />
TAMONONTAMO<br />
L’ORFEO - IMMAGINI DI UNA LONTANANZA<br />
Alessandro Solbiati<br />
per quartetto vocale amplificato, coro e live<br />
Riduzione drammaturgico-musicale di Daniela<br />
NELL’ARIA II<br />
electronics<br />
Terranova e Fabio Ceresa<br />
per pianoforte<br />
Paris, Ircam, Espace de Projection, Festival ManiFeste, (Commissione del Festival della Valle d’Itria)<br />
Morbegno, Festival Pianistico Città di Morbegno,<br />
16 <strong>giugno</strong><br />
Martina Franca, Festival della Valle d’Itria<br />
2 <strong>giugno</strong><br />
Adèle Carlier, soprano<br />
Teatro Verdi, 30 luglio<br />
Enrica Ciccarelli, pianoforte<br />
Marie-Paule Bonnemason, contralto<br />
Solisti dell’Accademia del Belcanto “R. Celletti”<br />
Stephan Olry, tenore<br />
Ensemble dell’Orchestra Internazionale d’Italia<br />
Jean-Michel Durang, basso<br />
dir.: Carlo Goldstein<br />
Les Cris de Paris<br />
Ircam, live electronics<br />
dir.: Geoffroy Jourdain<br />
Regia: Fabio Ceresa<br />
Giorgio Colombo Taccani<br />
COMMENTARIO<br />
per quattro strumenti antichi<br />
Tricesimo (Udine), Auditorium Garzoni, Risuonanze<br />
2012 - Incontri di nuove musiche, 3 <strong>giugno</strong><br />
Tiziano Cantoni, flauto traversiere<br />
Dario Caroli, fagotto barocco<br />
Laura Soranzio, viola da gamba<br />
Nicola Colocci, clavicembalo<br />
Giorgio Colombo Taccani<br />
OBAKE<br />
per trombone e pianoforte<br />
Fogliano di Redipuglia (Gorizia), Sala Marizza,<br />
Risuonanze 2012 - Incontri di nuove musiche, 4 <strong>giugno</strong><br />
Sergio Bernetti, trombone<br />
Adele D’Aronzo, pianoforte<br />
Michele dall’Ongaro<br />
VINGT ANS APRÈS...<br />
per flauto, clarinetto, pianoforte, violino, viola e<br />
violoncello<br />
(Commissione del Contempoartensemble)<br />
Firenze, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Goldoni,<br />
7 <strong>giugno</strong><br />
Contempoartensemble<br />
dir.: Mauro Ceccanti<br />
Alessandro Solbiati<br />
DÉESIS<br />
per violino e organo<br />
Piove di Sacco (Padova), Chiesa di San Rocco,<br />
8 <strong>giugno</strong><br />
Lina Uinskyte, violino<br />
Francesco Filidei, organo<br />
Eric Maestri<br />
VISIONI<br />
per flauto, saxofono, pianoforte e percussioni e<br />
elettronica<br />
Strasbourg, Hall Des Chars, 8 <strong>giugno</strong><br />
Ensemble L’Imaginaire<br />
Eric Maestri<br />
AUTORITRATTO II<br />
per pianoforte<br />
Budrio, Torri dell’Acqua, FontanaMix 2002/2012<br />
dieci anni di nuova musica, 9 <strong>giugno</strong><br />
Franco Venturini, pianoforte<br />
Federico Gardella<br />
QUADERNO DI SABBIA<br />
per tre gruppi di bambini e ensemble<br />
(Commissione del Divertimento Ensemble)<br />
Milano, Rondò 2012, Auditorium Gruppo 24 Ore,<br />
10 <strong>giugno</strong><br />
Divertimento Ensemble<br />
dir.: Sandro Gorli<br />
Marco Momi<br />
ALMOST PURE FOR E.P.<br />
per quartetto d’archi<br />
Firenze, Villa Romana, 12 <strong>giugno</strong><br />
Quartetto Maurice<br />
Pasquale Corrado<br />
SFERA<br />
per orchestra<br />
(Seduta di lettura)<br />
Paris, Ircam, Festival-Académie ManiFeste 2012,<br />
25 <strong>giugno</strong><br />
Orchestre Philharmonique de Radio France<br />
dir.: Pascal Rophé<br />
Pasquale Corrado<br />
MISTER TRIP<br />
per un percussionista<br />
Milano, Auditorium San Fedele, 25 <strong>giugno</strong><br />
Domenico Melchiorre, percussioni<br />
LUGLIO<br />
Ivan Fedele<br />
TIMES LIKE THAT<br />
per voce di soprano e orchestra su testi di Barack<br />
Obama, Lech Wałesa, Aung San Suu Kyi<br />
Rovereto, Concorso Internazionale di Composizione<br />
Strumenti di Pace, 6 luglio<br />
Valentina Coladonato, soprano<br />
Brussels Philharmonic<br />
dir.: Michel Tabachnik<br />
Andrea Manzoli<br />
PETITE SUITE POUR TONIO CAVILLA<br />
per due violini<br />
Roma, “I Giardini di Luglio”, Accademia Filarmonica<br />
Romana, Sala Casella, 7 luglio<br />
Matteo e Maddalena Pippa, violini<br />
Riccardo Panfili<br />
LA LETTRE VOILÉE<br />
per clarinetto, violino e pianoforte<br />
Erl, Tiroler Festspiele, 9 luglio<br />
Filippo Gianinetti, violino<br />
Selene Framarin, clarinetto<br />
Alfonso Alberti, pianoforte<br />
Valerio Sannicandro<br />
SONGS OF ANXIETY<br />
per flauto amplificato<br />
Darmstadt, Internationale Ferienkurse für Neue Musik,<br />
27 luglio<br />
Matteo Cesari, flauto<br />
Valerio Sannicandro, proiezione del suono<br />
Pasquale Corrado<br />
LUX DAY<br />
per quartetto d’archi<br />
Milano, Auditorium San Fedele, luglio [data da definire]<br />
Quartetto Prometeo<br />
AGOSTO<br />
Eric Maestri<br />
AUTORITRATTO<br />
per trio d’archi e pianoforte<br />
Copenhagen, Glyptoteket Museum, 8 agosto<br />
Open End Ensemble<br />
SETTEMBRE<br />
Luis de Pablo<br />
VÉRTIGO<br />
per sedici musicisti<br />
Torino, Festival MITO Settembre Musica, Piccolo Regio<br />
Giacomo Puccini, 7 settembre<br />
London Sinfonietta<br />
dir.: David Atherton<br />
Gilberto Bosco<br />
SERENATA V<br />
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte<br />
Torino, Festival MITO Settembre Musica, Piccolo Regio<br />
Giacomo Puccini, 12 settembre<br />
Ensemble Antidogma<br />
dir.: Antonmario Semolini<br />
Stefano Gervasoni<br />
LIMBUS-LIMBO<br />
Apéro bouffe in sette scene<br />
per sei percussionisti, tre solisti strumentali, tre<br />
cantanti, tre attori e live electronics su libretto di<br />
Patrick Hahn<br />
(Commissione Les Percussions de Strasbourg)<br />
Strasbourg, Festival Musica, Théâtre National de<br />
Strasbourg, 22 settembre<br />
Gruppo vocale EXAUDI<br />
Olivier Darbellay, corno<br />
Antonio Politano, flauti Paetzold e a becco<br />
Luigi Gagggero, cimbalom<br />
Les Percussions de Strasbourg<br />
Carmine Emanuele Cella, live electronics<br />
Regia: Ingrid von Wantoch Rekowski<br />
Alessandro Solbiati<br />
LE CINQUE ANIME<br />
per quintetto d’archi<br />
Cremona, Teatro Ponchielli - Serata di Gala del XIII<br />
Concorso Triennale Internazionale di Liuteria,<br />
27 settembre<br />
Vera Tsu e Ludwig Mueller, violini<br />
Akiko Yatani, viola<br />
Julius Berger, violoncello<br />
Franco Petracchi, contrabbasso<br />
<strong>ESZ</strong><br />
Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente<br />
aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet:<br />
news EDIZIONI SUVINI ZERBONI<br />
www.esz.it<br />
Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: suvini.zerboni@sugarmusic.com - www.esz.it<br />
Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta<br />
Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb<br />
Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991<br />
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