Le poesie di Ossian

78
TEMORA
Le scintillanti spade, e già . . . ma tosto
Fillano si precipita., ed accorre
Alla zuffa inegual: tre passi a retro
Balzò Foldan , che abbarbagliollo il vivo
Raggio , che , .qual da nube , uscio repente
L' eroe ferito a ricattar : dell' atto
Ebbe onta il truce , e di rabbioso orgoglio
Ebro avanzossi , e chiamò fuora all' opra
Quanta avea possa nell'esperto acciaro.
Qual due talor di spaziose penne
Aquile alto-volanti a giostrar vanno
Per le piaggie dei venti , onde del cielo
La vasta solitudine rimbomba ,
Tai-s' avventar 1' un contro 1' altro i duci
Sopra Modena. In sulle opposte rupi
Dei due gran re , che si sedeano a fronte,
Involontarj a cotal vista i passi
Quinci e quindi avanzarsi : allora appunto
La buja zuffa , allor parea , che stesse
Già per calar sulle taglienti spade.
Segreta gioja ricercar le vene
Senti Catmor gioja d' eroi qualora
, ,
Sorge periglio a lor grand' alme eguale.
Sul Luba no , ma ben sul Mora ha fitto
L' avido sguardo , che di là s' ergea
Maestoso e terribile a mirarsi
Del re di Selma il signoril sembiante.
Ecco riverso sul ceruleo scudo
Foldano stramazzò. Fillan coli' asta
Passagli il sen , né a risguardar si volge
Sopra l'estinto} oltre si spinge, e rota
Onda di guerra. Sorgono le cento
Voci di morte. Il frettoloso passo,
Figlio di Ciato , arresta ; ohimè ! non vedi
Isfavillar quella terribil forma ,
Fosco segno di morte ? il re d' Alnecma