Musica da camera con pianoforte - Amadeus

Amadeus
Claude Debussy
(Saint Germain-en-Laye, 22/8/1862 - Parigi, 25/3/1918)
Trio Stradivari
T. T.: 75'48
Viva Std = F
ITC Benguiat = Amadeus
ASSOCIAZIONE MUSICALE
“FRANCESCO VENEZZE”
Trio per violino, violoncello e pianoforte in sol maggiore L.3 (21'57)
1 Andantino con moto allegro 9'04
2 Scherzo - Intermezzo. Moderato con allegro 3'30
3 Andante espressivo 3'55
4 Finale. Appassionato 5'23
Sonata per violino e pianoforte in sol minore L.140 (14'14)
5 Allegro vivo 5'27
6 Intermède. Fantasque et legér 4'14
7 Finale. Très animé 4'27
Sonata per violoncello e pianoforte in re minore L.135 (11'54)
8 Prologue. Lent, sostenuto e molto risoluto 4'42
9 Sérénade. Modérément animé 3'32
bl Final. Animé, léger et nerveux 3'35
bm Intermezzo per violoncello e pianoforte L.27 (5'26)
bn Scherzo per violoncello e pianoforte L. 26 (5'21)
bo Minstrels per violino e pianoforte (da Préludes) L.117/12 (2'19)
bp La fille aux cheveux de lin (da Préludes) L.117/8 (2'32)
bq Première Arabesque L.66 (4'54)
br Romance (2'06)
bs Rêverie L.68 (4'38)
AM 276-2
Neuzeit Std = per la diffusione
Fondazione
Federico Guglielmo, violino • Luigi Puxeddu, violoncello • Jolanda Violante, pianoforte
Claude Debussy
Musica da camera con pianoforte
Trio, Sonate e Trascrizioni
Trio Stradivari
Federico Guglielmo, violino
Luigi Puxeddu, violoncello
Jolanda Violante, pianoforte
Amadeus
REGISTRAZIONE INEDITA Amadeus

CLAUDE DEBUSSY
(Saint Germain-en-Laye, 22/8/1862 - Parigi, 25/3/1918)
Trio per violino, violoncello e pianoforte in sol maggiore L.3
1 Andantino con moto allegro (9'04) • 2 Scherzo - Intermezzo. Moderato con allegro (3'30)
3 Andante espressivo (3'55) • 4 Finale. Appassionato (5'23)
Composizione Fiesole, settembre-ottobre 1880 • Dedica a Émile Durand
Prima esecuzione Parigi, Biblioteca Nazionale, 12 novembre 1985
Prima edizione Henle Verlag, Monaco, 1986 • Organico violino, violoncello, pianoforte
Sonata per violino e pianoforte in sol minore L.140
5 Allegro vivo (5'27) • 6 Intermède. Fantasque et legér (4'14) • 7 Finale. Très animé (4'27)
Composizione ottobre 1916 - aprile 1917 • Dedica a Emma Debussy
Prima esecuzione Parigi, 5 maggio 1917, Salle Gaveau • Prima edizione Paris: Durand & Cie., 1917
Organico violino e pianoforte
Sonata per violoncello e pianoforte in re minore L.135
8 Prologue. Lent, sostenuto e molto risoluto (4'42) • 9 Sérénade. Modérément animé (3'32)
bl Final. Animé, léger et nerveux (3'35)
Composizione luglio-agosto 1915 • Dedica a Emma Debussy • Prima esecuzione Londra, 4 marzo
1916, Aeolian Hall • Prima edizione Durand, 1915 • Organico violoncello e pianoforte
bm Intermezzo per violoncello e pianoforte L 27 (5'26)
Composizione Lipsia, ca. 1747 • Prima edizione Elkan-Vogel Co., Philadelphia, 1944
Organico violoncello e pianoforte
bn Scherzo per violoncello e pianoforte L. 26 (5'21)
Composizione 14 giugno 1882 • Prima esecuzione versione per violino e pianoforte (poi trascritta
per violoncello e pianoforte), eseguita da Debussy col violinista Maurice Thieberg a Parigi il 12
maggio 1882 come brano in 2 movimenti complessivi, oggi scomparsi, intitolati Nocturne et Scherzo
Prima edizione in epoca moderna pubblicato come Nocturne et Scherzo, presso Faber Music,
Londra da Neil Heyde; Urtext Edition dello Scherzo pubblicata da Ernst-Günter Heinemann,
G. Henle, 1995 • Organico violoncello e pianoforte
bo Minstrels per violino e pianoforte (da Préludes) L.117/12 (2'19)
Composizione 1909-1910 (Preludi per pianoforte, Libro I); versione per violino e pianoforte
di Debussy • Dedica à mon ami Arthur Hartmann • Prima esecuzione Parigi, 10 febbraio 1911,
Salle des Agriculteurs (Preludio originale per piano) • Prima edizione Parigi, Durand, 1914
(Preludio originale per piano) • Organico violino e pianoforte
bp La fille aux cheveux de lin (da Préludes) L.117/12 (2'32)
Composizione 1909-1910 (Preludi per pianoforte, Libro I); versione per violino e pianoforte di
Arthur Hartmann, maggio 1910 • Prima esecuzione Londra, 2 giugno 1910, Bechstein Hall (Preludio
originale per piano) • Prima edizione Parigi, Durand & Fils, 1910 • Organico violino e pianoforte
bq Première Arabesque L.66 (4'54)
Composizione 1891 • Prima edizione Parigi, Durand et Schoenewerk, 4 novembre 1891
Organico violino e pianoforte; trascrizione di Gaston Choisnel (1907)
br Romance (2'06)
Composizione dell’originale da una poesia di Paul Borget (L'âme évaporée et souffrante), 1885;
trascrizione violoncello e piano di Ferdinando Ronchini, 1911 • Dedica (dell’originale) a Madame
Vasnier • Prima edizione Parigi, Durand et Schoenewerk, 1891 (originale); Parigi, Durand & Fils, 1911
(trascrizione di Ronchini) • Organico originale di Debussy per canto e piano; trascrizione
per violoncello e piano di F. Ronchini
bs Rêverie L.68 (4'38)
Composizione 1890 (originale per pianoforte) • Prima edizione Parigi, E. Fromont, 1905 (originale
per pianoforte) • Prima edizione della trascrizione di Ronchini: Paris, E. Fromont, 1912
Organico brano originale per pianoforte; trascrizione di F. Ronchini per violoncello e pianoforte
Trio Stradivari
Federico Guglielmo, violino (Giovanni Battista Grancino, Milano 1699)
Luigi Puxeddu, violoncello (Custode Marcucci, S.Agata sul Santerno, fine XIX sec.)
Jolanda Violante, pianoforte (Luigi Borgato, Gran Coda L.282)

Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
Debussy
Musica da camera con pianoforte
di Marino Mora
Anno 1880. Debussy, diciassettenne
fresco di Conservatorio, è raccomandato
dall’insegnante di piano,
Antoine Marmontel, a Madame Nadezhda
von Meck, la facoltosa protettrice di
Pëtr Il’ič Čajkovskij. Lei ha bisogno di un
pianista che la accompagni per i suoi viaggi
insieme ai figli, che suoni con lei, che possa
dare lezioni musicali alla famiglia. Debussy
fa al caso suo. Quando Madame von Meck
si sposta a Firenze, a loro si affiancano anche
il violoncellista Danilchenko, che ha
appena finito gli studi al Conservatorio di
Mosca e il violinista Pachulsky: un trio di
eccellenti musicisti che ogni sera suona
per la nobildonna soprattutto musica russa,
o anche brani di Beethoven e Schubert.
Così, in questo clima familiare, Debussy
dipinge le fresche pagine del suo Trio in
4
sol per violino, violoncello e pianoforte.
Lo ascoltiamo e siamo colpiti dalla vitale
energia, dal sapore sentimentale in grado,
in alcuni tratti, di richiamare sonor tipicamente
schumanniani e persino una trama
timbrica densa e fluente d’ascendenza
brahmsiana. Certo, come scrisse in una
recensione il critico musicale del New York
Times, Harold Schonberg, sarebbe divertente
far ascoltare questo pezzo a esperti
cultori dell’arte classica e chiedere di scoprir
chi è il vero compositore! Quanti direbbero
Debussy?
Nell’Andantino con moto allegro 1 una
carezzevole melodia è intonata a turno dal
trio e di volta in volta spostata, nel dialogo
intrecciato, su iridescenti piani armonici.
Il secondo tema [1.03] è un tranquillo
tracciato dai toni incantati sopra un fluido
moto in terzine; gli strumenti dialogano
amabilmente facendosi come trasportare
dalla dolcezza. Sono passati pochi minuti,
ma il Debussy ragazzo, con la sua musica
palpitante, ci ha portato dentro un mondo
misterioso ricco di aspettative. Lo Scherzo-Intermezzo
2 è una meravigliosa oasi
di quiete, un’incursione sognante nel fantastico.
All’inizio [2.01] misteriosi rintoc-
chi segnano come il tempo e introducono
un tema danzante presentato in diverse
fogge. Nel Poco più lento [2.02] ecco una
sorta di Trio su tre idee: a un tema del cello
risponde una petulante e rimbalzante asserzione
del violino; una terza idea, pure
spiritosa, intreccia un confronto serrato
col secondo spunto a formare un unico,
denso panneggio. Nell’Andante espressivo
3 un aurorale arpeggio del piano [3.01]
introduce un tema del violino dai toni leggiadri;
il secondo tema [3.02], enunciato
dal piano e ripreso dagli archi, diviene
presto agitato; l’arco espressivo di questo
magnifico tempo si conclude [3.03] con la
ripresa del primo tema e una dolce coda
sopra il cristallino arpeggio del piano, dove
sono creati raffinati suoni d’acqua fatti di
deliziosi gorgoglii e raffinate ambientazioni
armoniche. Nel Finale 4 siamo immersi
in un mondo travolgente. L’Appassionato,
in realtà un vero e proprio spumeggiante
rondò, è definito da un accorato refrain
[4.01] più volte ripreso e riverberato con
energia; il secondo motivo [4.02] è come
rigenerato in una plastica frase del cello e
del violino conclusa dalla gentile asserzione
del piano. Temi, spunti e idee si rincor-
5
Guida all’ascolto
rono in una congerie avvincente che spesso
cita esperienze sonore passate; si vede
come Debussy sottoponga a forte opera
di variazione il materiale scambiandolo,
forgiandolo continuamente.
Con la Sonata in sol minore per violino e
pianoforte, risalente non più all’età giovanile,
ma all’ultimo periodo di vita, siamo
di fronte a un Debussy diverso, maturo,
carico di esperienza. Eppure poco ancora
vi troviamo della poetica impressionista
mentre nel lavoro emerge, dichiarata, una
ricerca che rimanda alle antiche composizioni
francesi, che ritrova, dentro atmosfere
sfumate e chiaroscurali, lo schema della
Sonata preclassica del secolo XVIII, che richiama
i grandi maestri francesi del barocco
come Couperin e Rameau, rievocando
la loro musica da camera dalle meravigliose
sonorità. La costruzione, del tutto
originale perché a queste composizioni
“dedicata”, si ispira al principio della “variazione
totale” e riprende un’idea circolare di
tempo, con la germinazione di cellule fondamentali
incessantemente riformulate
che fanno da tessuto omogeneo, ogni volta
flessibile e rigenerato. Così l’architettura
di questi brani sembra più il risultato di un

Guida all’ascolto
intreccio, di una variazione continua, che
di una costruzione lineare riferita a strutture
classiche. Ma vediamo ora come si
svolge questa meravigliosa composizione
così ricca di orpelli, di barocche delizie, di
“francesità”. Nell’Allegro vivo 5, sui rintocchi
sfumati del piano, il violino canta la
sua dolce melodia, in realtà una linea il cui
incipit è formato da una sequenza di intervalli
che scivolano per terze discendenti;
il carattere è annuente, il profilo sfumato.
Il discorso si evolve in segmenti derivati
dall’intervallo iniziale ed è di continuo
trasformato: la linea si diluisce in una carezzevole
frase ondulata, quasi un abbraccio,
poi diviene un inciso reiterato su nota
puntata, infine una frase dal perentorio,
squadrato ritmo metronomico. Raggiunto
un climax “appassionato” [5.02] risuona in
evidenza il solco intervallare della terza sopra
angolosa nota puntata, come una nervatura
in dettaglio, mentre l’agitazione si
placa sui sospiri del violino che diluiscono
la linea in uno stiracchiante eloquio aereo.
Drastici cambi armonici, frasi in recitativo,
arpeggi modaleggianti forniscono una
costruzione favolistica presaga, magica,
fascinosa. Dopo essere stati sospinti in una
dimensione antica, senza tempo, entriamo
nello spiritoso Intermède 6, segnato
da plastici arabeschi, da disegni traccianti
vivaci e improvvisativi, filtrati da un raffinato
spirito intellettualistico che richiama
l’eccentrico, ironico gusto stravinskiano.
Qui una mobilissima, clownesca evoluzione
del violino [6.01] appoggiata da istrionici
accordi del piano si risolve in volubili
mosse di cadenza che infine si infrangono
sopra un insistente, quasi chiocciante ribattuto.
In [6.02] questa idea iterativa dà il
via a un episodio burlesco su un'agilissima
sequenza di scale ribattute. Nel Finale 7
riemerge il tema iniziale del primo tempo
della Sonata; il violino è saettante nelle
icastiche evoluzioni istrionesche, preso da
corse a perdifiato su incalzanti progressioni,
su curiosi disegni e movenze, su arditi
funambolismi. Cambia il tempo con Le
double pas lent [7.02], in cui una frase dal
tratto annuente, poi marciante, è seguita
da un tremulo flusso del piano; al suo interno
risuonano citazioni di segmenti del
tema principale che rendono ribollente
il clima sino a divenire una corrente che
tutto investe in un crescendo turbinoso.
Debussy scrive la Sonata in sol minore per
violoncello e pianoforte nel 1915. Il titolo
iniziale, carico di originale simbolismo
(Pierrot faché avec la lune), si richiamava
alla fantasiosa pittura di Watteau, con le
sue sfumature melanconiche e ironiche.
Ma del mondo stralunato e imbronciato di
Pierrot, delle maschere dispettose e sorridenti
della commedia dell’arte, delle citazioni
degli insuperati maestri cembalisti
francesi, delle nebulari e suggestive atmosfere,
dell’uso ambientale della modalità,
del richiamo a timbri strumentali antichi la
Sonata è un magnifico, esemplare florilegio.
Il Prologo [8.01] assomiglia a un’austera
ouverture in stile antico, “alla francese”,
al modo di una delle suites di Couperin,
solenni, malinconiche; il piano disegna un
tema declamatorio dal fare teatraleggiante,
improvvisativo, completato dal cello che
tratteggia il proprio assunto come un lamento.
Giunge la seconda idea [8.02], dal
disegno discendente, misterioso pianto
solitario scandito dai rintocchi plagaleggianti
del piano. Un’incessante opera di
trasformazione dei materiali, anche attraverso
l’inserzione di nuovi spunti, garantisce
ricchezza inventiva e vivacità esplicitata
a tratti in intense fasi di climax. Con
6 7
Guida all’ascolto
la Sérénade 9 giochi buffi di pizzicati del
cello e puntiformi accordi in staccato del
pianoforte introducono una minimalista
linea che pare alludere, di volta in volta, al
pianto, al sorriso, alle atmosfere lunatiche
e fantastiche di Pierrot. Reiterazioni fugaci
dell’idea sopra pizzicati [9.02] ricreano l’atmosfera
di una chitarra che suona, o di un
liuto, dentro un’ambientazione bizzarra,
surreale, tipica di uno scherzo; il Vivace
[9.03] è una pagina coloristica tutta glissando,
suoni “sur la touche”, pizzicati, flautati,
combattuta su serrate alternanze di partenze,
fermate, ripartenze fulminee di spunti
contorti e mobilissimi e conclusa da acute
e lamentose risonanze. Nel Finale [10.01]
un turbinante moto in arpeggio del piano
prepara la strada al cello, che si inserisce
nell’agitato discorso con un profilo “volubile”,
smaccatamente spensierato, aereo,
saltabeccante, fatto di plastiche evoluzioni,
funambolismi, sottili ironie. Poco dopo
ecco [10.02] una fase di sospirose attese,
di sospensioni e improvvise accelerazioni
concluse da una profonda declamazione.
Dopo una sezione meditativa [10.04], con
la ripresa del primo gruppo [10.05] si giunge
a un magniloquente epilogo.

Guida all’ascolto
Introdotto da altisonanti accordi, ecco
il tema dell’Intermezzo per violoncello e
pianoforte bm un brano giovanile ricco di
entusiasmo d’ascendenza, diremmo, “romantica”.
Il motivo è esposto e sviluppato
dal violoncello mentre il piano stende
palpitanti tappeti armonici. Nella parte
centrale incontriamo un episodio fantasioso
e carico di interroganti quesiti, tra
luminescenze e chiaroscuri intessuti nel
dialogo, mentre la ripresa presenta il tema,
prima come trasfuso in una visione
sognante, poi intenso e di esibita frontalità.
Nello Scherzo bn l’eloquio scorre sopra
una suadente melodia [12.01] cui fa
da alter ego un secondo elemento [12.02]
definito da un motivo intenso, sentimentale,
espanso dal canto spiegato del piano.
Dopo un passo centrale [12.03] che
rappresenta una sorta di mondo parallelo
realizzato attraverso un’opera di profonda
trasformazione degli elementi del tema
principale, la ripresa porta a compimento
questo viaggio immaginario intonato a
fiabesche atmosfere. Nella trascrizione
per violino e piano di Minstrels dai Preludi
bo incontriamo l’atmosfera dei Minstrels
Show americani di inizio Novecento, cat-
turata da Debussy con efficaci figurazioni
su strabilianti giochi effettistici [13.01]:
così ecco effervescenti gruppetti conclusi
su secchi pizzicati e staccati, acciaccature,
arpeggi, cluster, “rumori sonori” che
fanno immaginare esilaranti dialoghi di
commedia, eleganti piroette e movenze;
ecco allusioni a magistrali assolo vocali e
strumentali e sfumature brillanti che imitano
il sound delle prime orchestre jazz,
o ancora il colore timbrico e la tecnica di
strumenti come banjo, chitarra, tromba,
cornetta, trombone, batteria, sax. Nuovi
disegni [13.02] richiamano, nello show,
gag teatrali, movenze fisiche, giochi di
prestigio e persino la citazione di melodie
jazz con l’intervento finale di una sezione
ritmica col tamburo. Nell’altro Preludio
trascritto per violino e piano, La fille aux
cheveux de lin bp, il tema [14.01] è costruito
su una mobile arcata sulle note della
scala pentatonica; dentro le frasi respiri su
note pregnanti sospendono per un attimo
il flusso, che poi riprende, variato, soffuso
su tinte color pastello, sino a una seconda
frase (Un peu animé) che colora la linea di
“patetica” sentimentalità. Nella Première
Arabesque bq fluidi suoni d’acqua riflet-
tono luminose iridescenze attraverso una
tessitura in arpeggio mentre si dipana un
tema sognante [15.01]; la sezione centrale
[15.03] è percorsa da un tema fluttuante
che procede attraverso nuance su deliziosi
giochi chiaroscurali. Una rotonda corona
di suoni apre la Romanza br, mentre poco
a poco il tema [16.01], una melodia leggera
e senza peso, evapora verso l’alto su toni
ispirati; armonie ricche di colori portano
a un’elaborazione vivida, di alto contenuto
8 9
Guida all’ascolto
poetico. Nella Rêverie bs un ondulato accompagnamento
in arpeggio conferisce
alla pagina un’atmosfera liquida, rarefatta,
laddove si staglia una melodia amabile più
volte rifratta; in [17.03] si sente una nobile
citazione tematica nello stile di corale e un
secondo tema, che risuona come riverberato
ed echeggiato sopra più piani motivici,
mentre la Ripresa del tema principale
[17.04] è conclusa da trasparenti rintocchi
di coda.

Track e index
Track e index
TRIO PER VIOLINO, VIOLONCELLO E PIANOFORTE IN SOL MAGGIORE L.3
1 Andantino con moto allegro (9’04)
[1.01] [00’00] [b. 1] Tema principale in sol maggiore, una carezzevole, suadente
melodia dal profilo rotondo intonata a turno dal trio e di volta in volta spostata,
nel dialogo intrecciato, su diversi, iridescenti piani armonici
[1.02] [01’14] [b. 29] Frase di raccordo “sognante” e inizio di un’articolata sezione
di rielaborazione-sviluppo del tema che avvicina il tessuto a vivide, palpitanti
atmosfere brahmsiane; accorata frase di epilogo e dolce coda finale costruita
ancora su trasparenti, luccicanti riverberi del tema
[1.03] [03’30] [b. 103] Secondo tema in fa maggiore, un tranquillo tracciato melodico
sopra un fluido movimento in terzine dal tratto cantabile e dai toni incantati;
gli strumenti dialogano amabilmente facendosi come trasportare dalla sua
dolcezza, col tema che diviene, di volta in volta, palpitante e carico di trasporto,
oppure canto solitario e sospiroso intonato dal pianoforte
[1.04] [04’59] [b. 152] Ritorno del profilo del primo tema, che viene mirabilmente
ripresentato come in un’originale panoramica di sintesi, deliziosa e sorprendente,
compresi i passi di elaborazione, epilogo, coda precedentemente tratteggiati
[1.05] [06’43] [b. 210] Ritorno anche del secondo tema, anche qui sintetizzato nei suoi
elementi caratteristici
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Track e index
[1.06] [07’30] [b. 232] Ultima ripresa del primo tema che viene come rammentato in
funzione conclusiva e coda finale
2 Scherzo - Intermezzo. Moderato con allegro (3’30)
[2.01] [00’00] [b. 1] Introduzione su misteriosi rintocchi e inizio del tema di che viene
presentato sotto diverse fogge, sviluppato e ripreso in una frase di commiato
[2.02] [01’20] [b. 48] Un poco più lento: parte centrale dello Scherzo con una sorta di
Trio su tre idee: a un tema cantabile del violoncello risponde una petulante
ritmica e rimbalzante asserzione del violino, imitata dal pianoforte sull’appuntito
pizzicato degli archi; una terza idea, altrettanto spiritosa e originale, campeggia
poi in questa sezione intrecciando un confronto denso e serrato con il secondo,
rimbalzante spunto sonoro a formare un unico, denso panneggio

Track e index
[2.03] [02’55] [b. 91] Tempo I. Ripresa del tema dello Scherzo, compendiato e
intersecato da elementi tratti dalla seconda idea del Trio; in questo modo pian
piano sfuma in un sussurro la rappresentazione di questa sorta di meravigliosa
danza elfica
3 Andante espressivo (3’55)
[3.01] [00’00] [b. 1] Al trasparente arpeggio del pianoforte che funge da introduzione
segue il tema del violino, dai toni nobili e leggiadri; il tema viene poi
deliziosamente esposto e messo in circolo nel dialogo a tre
[3.02] [01’30] [b. 25] Secondo tema enunciato dal piano e ripreso dagli archi, subito
reso intenso e agitato, sino a introdurre una versione accorata anche del primo
tema
[3.03] [02’34] [b. 47] Ripresa del primo tema (Tempo I) e Coda finale sopra il
cristallino arpeggio del pianoforte che crea raffinati suoni d’acqua tutti fatti di
deliziosi gorgoglii e di raffinate ambientazioni armoniche
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Track e index
4 Finale. Appassionato (5’23)
[4.01] [00’00] [b. 1] Accorato, intenso tema refrain principale del rondò, più volte
ripreso nell’assieme strumentale del trio e riverberato con impetuosa energia
[4.02] [01’05] [b. 64] Secondo tema, derivato dall’impronta del profilo tematico
principale, ma rigenerato in una plastica ed elegante frase cantabile del
violoncello e del violino, conclusa dalla gentile asserzione del pianoforte solo
[4.03] [01’56] [b. 100] Transizione ed episodio, caratterizzato da uno spunto arioso su
svolazzanti e spigliate note puntate; dopo una cadenzata frase di cerniera melodica,
trapassa in altre originali soluzioni ritmico-motiviche che per continua opera di
trasmutazione e rielaborazione utilizzano gli elementi precedenti a produrre

Track e index
un grande climax; infine dà la stura al ritorno in grande stile senza soluzione
di continuità del refrain principale enunciato con foga e impeto
[4.04] [03’09] [b. 160] Ritorno variato del secondo tema [4.02] e cristallini riverberi
sulle scansioni degli archi sopra la frase di cerniera melodica, il cui profilo,
rielaborato, deriva da [4.03]; seguono ulteriori fioriture permutative,
nuovamente collegate dall’ormai caratteristica e ritmica frase di cerniera
melodica che riportano al clima fremente già percepito in [4.03]; si vede come
Debussy sottoponga a forte opera di variazione il materiale scambiandolo tra
le varie parti in modo ogni volta diverso e imprevedibile sino a un nuovo climax
in corrispondenza del ritorno del refrain principale nell’epilogo finale
SONATA PER VIOLINO E PIANOFORTE IN SOL MINORE L.140
5 Allegro vivo (5’27)
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Track e index
[5.01] [00’00] [b. 1] Sui rintocchi sfumati del pianoforte il violino canta la sua dolce
melodia “espressiva”, in realtà una linea il cui incipit è formato da una tipica
sequenza di intervalli che scivolano scalarmente per terze discendenti; il
carattere è annuente, il profilo sfumato; questa linea si evolve in una serie di
segmenti derivati dall’intervallo quadro iniziale ed è di continuo variata,
permutata, trasformata seguendo il principio della “variazione totale”: al citato
incipit segue una diluizione della linea in un carezzevole frase ondulata, quasi
un abbraccio, poi diviene un inciso reiterato su nota puntata e infine una frase
decisa dal perentorio e squadrato ritmo metronomico
[5.02] [01’05] [b. 56] Raggiunto un climax “appassionato” risuona in evidenza il solco
intervallare della terza sopra angolosa nota puntata, come una nervatura in
dettaglio, mentre l’agitazione si placa sopra sospiri del violino che disegnano
nuove forme, con intervalli d’ottava, di quinta e poi ancora di terza che
inanellandosi diluiscono la linea in uno stiracchiante eloquio aereo del violino
sopra armonie ambientali del piano
[5.03] [01’42] [b. 84] Meno mosso: un drastico cambio armonico introduce una libera
frase in recitativo del violino, commentata da meravigliosi arpeggi
modaleggianti del piano: sopra di essi brillano rilucenti suoni armonici intonati
dal violino. Seguono due deliziose variazioni del recitativo e del misterioso,
arcaico commento modale, la seconda delle quali più trasformata rispetto al
calco originale
[5.04] [03’12] [b. 150] Libera ripresa della sfumata melodia espressiva per terze e della
carezzevole frase ondulata; l’intercapedine, in funzione di ambientazione
sospensiva e cullante, del morbido arpeggio modale, prepara l’inciso reiterato
su nota puntata che porta direttamente a un secondo climax trasformandosi
in un nuova frase ansante e trascinante dal carattere “appassionato”
improvvisamente interrotta

Track e index
[5.05] [04’07] [b. 196] Seconda libera ripresa della melodia espressiva miscelata
al ritorno di un recitativo; dà l'abbrivio a uno stretto che prima porta a un
sospiroso commento in inciso, poi spinge di nuovo a una corsa affannata
(en serrant) che si infrange sopra asseverativi accordi pianistici sui quali il
violino pronuncia, “con fuoco”, salmodiche allitterazioni che conducono
velocemente a conclusione il tempo
6 Intermède. Fantasque et legér (4’14)
[6.01] [00’00] [b. 1] Una mobilissima, clownesca evoluzione del violino appoggiata da
istrionici accordi del pianoforte vividi di colori si risolve per due volte su
volubili mosse di cadenza che infine risolvono sopra un insistente, quasi
chiocciante ribattuto
[6.02] [00’43] [b. 19] Quest’ultima idea iterativa dà il via a un episodio burlesco
costruito sopra un’agilissima sequenza di scale ribattute, seguite da nuove,
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Track e index
ulteriori ingegnose soluzioni: la prima definita da articolate variazioni dello
stesso motivo, la seconda caratterizzata da imprevedibili evoluzioni del violino
sopra un disegno in angoloso inciso
[6.03] [01’22] [b. 46] La libera riproposizione dell’episodio burlesco dà il via a nuovi
spunti e idee, a partire da ulteriori varianti dello stesso che tengono bordone
prima a una bellissima frase del violino resa come flessibile e deformata dalla
ricerca della più plastica e ondulata arcata, poi trasmutata in un canto
espressivo e commovente che pare come rilasciarsi, ritraendosi in respiri cedenti
[6.04] [02’26] [b. 83] Ripresa del chiocciante ribattuto [6.01] che subito trascolora
nell’asseverativa idea iterativa [6.02]; procedendo in una sorta d’atto di estrema
sintesi è riproposta prima una poetica variante del canto espressivo (in [6.03]),
mentre il ritorno repentino dell’idea iterativa spazza via ogni indugio e
introduce alla fine anche la variante della frase plastica e ondulata del violino
infine conclusa da una coda ove il tema è un respiro lento e sottile
7 “Finale. Très animé (4’27)

Track e index
[7.01] [00’00] [b. 1] Introduzione del pianoforte su rilucenti baluginii sonori cui segue
il profilo tematico principale, che cita il primo tema del primo tempo della
Sonata e alcuni altri scorrevoli elementi tipici del primo gruppo; il violino
diviene saettante nelle sue icastiche evoluzioni quasi istrionesche, sostenuto
con forza ed energia dal pianoforte, preso da corse a perdifiato su incalzanti
progressioni, curiosi disegni e movenze, incisivi, frontali assunti, arditi
funambolismi dalla tecnica d’acciaio
[7.02] [01’29] [b. 85] Le double pas lent: frase malinconica dal tratto prima annuente,
poi itinerante, marciante, seguita da un denso e tremulo flusso instabile dal
piano (au mouvement initial) del pianoforte; al suo interno, prima sommerse,
poi in evidenza, risuonano citazioni di segmenti del tema principale (prima in
[7.01]) che man mano rendono agitato e ribollente il clima (Poco a poco
animato) sino a divenire una corrente che tutto investe in un crescendo
turbinoso e irresistibile
[7.03] [03’25] [b. 154] Come riverberata da un magico specchio riflettente, risuona,
platealmente ripetuta, la variante melodica del tema principale dell’intera
Sonata (sul calco di terza discendente) che nella teatrale ripetizione, anche
evidenziata dai cambi armonici, si staglia sopra il canto garrulo del violino,
collegata di volta in volta da velocissime scalette nelle sue reiterazioni
[7.04] [03’54] [b. 172] Epilogo (Peu a peu: Très animé): di nuovo risuona, sempre più
veloce il circuitante e scorrevole inciso che si ispira a elementi caratteristici
del tema principale, similmente a [7.01] e a [7.02]; nelle sue aguzze e
brillantissime citazioni, conduce velocemente il tempo a conclusione
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SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE IN RE MINORE L.135
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Track e index
8 Prologue. Lent, sostenuto e molto risoluto (4’42)
[8.01] [00’00] [b. 1] Prologo, pensato come un’austera ouverture in stile “antico”, “alla
francese”, al modo di una delle meravigliose sonate barocche di Couperin,
solenni e altisonanti, con tratti e tinte dolcemente malinconiche; il piano
disegna un primo tema libero, declamatorio e spiccatamente teatraleggiante,
dai tratti improvvisativi, completato dal violoncello che tratteggia il proprio
assunto nel modo simile a un lamento
[8.02] [00’48] [b. 8] Seconda idea, dal caratteristico disegno discendente, come un
misterioso pianto solitario scandito dai rintocchi “plagaleggianti” del pianoforte
[8.03] [01’32] [b. 16] Dopo la precedente fase di libera esposizione delle idee, inizio di
una sezione di sviluppo degli elementi in una frase espansiva di collegamento,
che conferma la scelta di riferimenti formali a una architettura classica di forma
sonata

Track e index
[8.04] [01’55] [b. 21] Animando poco a poco (Agitato): profonda trasmutazione del
secondo tema che diviene sinuoso spunto ansante sostenuto dalla puntiforme,
poi massiva e intensa motricità accordale del pianoforte
[8.05] [02’20] [b. 29] Climax sonoro, corrispondente alla solenne citazione del primo
tema alla voce svettante del violoncello nel modo largement déclamé, mentre
il piano stende grandiose risonanze definite da maestosi riverberi sonori
[8.06] [02’56] [b. 35] Frase di raccordo, basata prima su di un largo e morbido
fraseggio del violoncello, poi su una “quasi cadenza” restituita attraverso
mulinanti e vorticose movenze
[8.07] [03’18] [b. 39] Au movement: ripresa del triste profilo della seconda idea e
citazioni “sempre più piano”, in coda, del primo elemento motivico che risuona
quale canto antico come incastonato, negli ultimi echeggiamenti, dentro i suoni
armonici del violoncello
9 Sérénade. Modérément animé (3’32)
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[9.01] [00’00] [b. 1] Giochi buffi e ironici di pizzicati del violoncello e puntiformi
accordi in staccato del pianoforte introducono una minimalista, ondulata e
cromatica linea che pare alludere, di volta in volta, al pianto, al sorriso, alle
atmosfere lunatiche e fantastiche di un immaginario Pierrot
[9.02] [01’15] [b. 21] Reiterazioni fugaci dell’idea sopra pizzicati, ricreano l’atmosfera
di una chitarra che suona, o di un liuto, dentro un’ambientazione sonora
bizzarra, surreale, fantastica tipica del movimento dello scherzo; la sezione
termina con una turbinosa frase di accelerando che collega al Vivace successivo
[9.03] [01’55] [b. 31] Vivace: pagina coloristica e immaginifica giocata su magici
effetti come glissando, suoni “sur la touche”, pizzicati, flautati, combattuta
su serrate alternanze di partenze, fermate, ripartenze fulminee di spunti
contorti e mobilissimi e conclusa da acute e lamentose risonanze
[9.04] [02’53] [b. 54] Premier Mouvement: puntillistici incisi come suoni di una cetra
portano a una severa asserzione finale e agli ultimi, ironici palpiti in pizzicato
bl Final. Animé, léger et nerveux (3’35)

Track e index
[10.01] [00’00] [b. 1] Un introduttivo, turbinante e avvolgente moto in arpeggio del
piano prepara la strada al violoncello, che si inserisce nell’agitato discorso con
un profilo tematico “volubile”, smaccatamente spensierato, aereo, saltabeccante,
tutto fatto di plastiche evoluzioni, funambolismi, sottili ironie
[10.02] [00’29] [b. 23] Fase di sospirose attese, di sognanti sospensioni e improvvise
accelerazioni concluse da un’incisiva e profonda frase di declamazione
[10.03] [01’00] [b. 37] Ripresa del blocco motivico principale
[10.04] [01’29] [b. 57] Lento. Molto rubato con morbidezza: sezione centrale dove
violoncello e pianoforte sussurrano pacatamente assunti dentro una fase di
pura meditazione
[10.05] [02’16] [b. 69] Ripresa del gruppo tematico principale e, di seguito, vivace e
magniloquente sezione di epilogo, compreso il recitativo, intenso e palpitante,
che funge da coda, prima delle ultime, serrate asserzioni
bm SCHERZO PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE (5’21)
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[11.01] [00’00] [b. 1] Andantino. Introdotto da altisonanti accordi, tema principale,
danzante e misterioso
[11.02] [01’32] [b. 61] Parte centrale, fantasiosa e sognante
[11.03] [03’31] [b. 102] Ripresa del tema principale ed epilogo
bn SCHERZO PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE (5’21)
[12.01] [00’00] [b. 1] Allegretto. Tema principale, dal profilo dolce e suadente, seguito
da una seconda idea dolce e annuente e dal ritorno del tema principale
[12.02] [01’09] [b. 49] Nuovo elemento, una melodia intensa, suggestiva, sentimentale,
presto espansa dal canto spiegato del pianoforte
[12.03] [02’00] [b. 128] Fase di sviluppo degli elementi del tema principale e ripresa
testuale dello stesso

Track e index
bo MINSTRELS PER VIOLINO E PIANOFORTE (2’19)
[13.01] [00’00] [b. 1] Modéré. L’atmosfera dei Minstrel Show americani di inizio ’900
è catturata da Debussy con efficaci figurazioni sopra strabilianti giochi di
effettistica: così ecco effervescenti gruppetti conclusi su secchi pizzicati e staccati,
acciaccature, arpeggi, cluster, “rumor sonori” che fanno immaginare brillanti ed
esilaranti dialoghi di commedia, eleganti piroette e movenze; ecco allusioni a
magistrali assolo vocali e strumentali e nouance brillanti che imitano il sound
delle prime orchestre jazz, o ancora il color timbrico e la “tecnica” di strumenti
tipici come banjo, chitarra, tromba, cornetta, trombone, batteria, sassofono
[13.02] [00’49] [b. 35] Nuovi disegni lasciano immaginare la prosecuzione dello show
con allusioni a gag teatrali, movenze fisiche, giochi di prestigio e persino
la citazione di suadenti melodie jazz con l’intervento finale di una sezione
ritmica col tamburo
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[13.03] [01’57] [b. 78] Ripresa degli elementi con citazione del tema “minstrel”
d’apertura, della sezione ritmica, delle acrobatiche evoluzioni
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Track e index
bp LA FILLE AUX CHEVEUX DE LIN (2’32)
[14.01] [00’00] [b. 1] Très calme et doucement espressif. Tema lieve costruito su una
mobile e altalenante arcata motivica definita dalle note della scala pentatonica;
dentro le frasi respiri su note pregnanti sospendono per un attimo il flusso, che
poi riprende, ogni volta variato, ogni volta soffuso sopra meravigliose tinte
armoniche color pastello, sino a una seconda frase (Un peu animé) che colora
la linea motivica di “patetica” sentimentalità
[14.02] [01’20] [b. 24] Ripresa del tema pentatonico sopra argentini suoni armonici del
violino e poi stagliato (Tres doux), nel suo profilo acuto; infine concluso dal
motivo della seconda frase in “mormorando” declinante verso il basso e che
diviene, poi, concludendo, dal flusso nuovamente luminoso e ascendente

Track e index
bq PREMIÈRE ARABESQUE (4’54)
[15.01] [00’00] [b. 1] Andante con moto. Fluidi, scorrevoli suoni d’acqua riflettono
luminose iridescenze nell’elegante tessitura in arpeggio mentre un tema
sognante si dipana dolcemente
[15.02] [00’44] [b. 17] Il tema viene ripreso ed elaborato e concluso sopra una sospesa
e sognante frase di coda
[15.03] [01’42] [b. 39] Tempo rubato: sezione centrale, percorsa da un trasparente
tema fluttuante, sospeso, onirico; sottoposto, durante l’eloquio, a continua
opera di elaborazione e di sviluppo attraverso varie nouance armoniche e
timbriche, procede su deliziosi giochi chiaroscurali
[15.04] [03’11] [b. 71] Libera ripresa del tema principale su arpeggiato e baluginante
coda finale sopra la reminiscenza del tema stesso
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br ROMANCE (2’06)
[16.01] [00’00][b. 1] Moderato. Una rotonda, morbida corona di suoni fa da
introduzione per il tema della romanza, una melodia leggera e senza peso, che
quasi evapora verso l’alto su toni sublimi e ispirati; la fantasia e le armonie
cariche di colori portano a una elaborazione tematica vivida e sentimentale
[16.02] [01’31] [b. 22] Ripresa del tema di romanza e coda finale

Track e index
bs RÊVERIE (4’38)
[17.01] [00’00] [b. 1] Andantino sans lenteur. Sopra un ondulato accompagnamento
in arpeggio che conferisce alla pagina un’atmosfera liquida, rarefatta, si staglia
una melodia dolce e amabile più volte riproposta, rifratta sopra sempre nuove
soluzioni armoniche
[17.02] [01’28] [b. 35] Fase di sviluppo ed elaborazione della linea tematica
[17.03] [02’12] [b. 59] Sezione di collegamento nello stile di corale e secondo tema,
che risuona come riverberato ed echeggiato sopra più piani motivici e livelli
[17.04] [03’16] [b. 76] Ripresa del tema principale e trasparenti rintocchi di coda
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Interpreti
Trio Stradivari
Nell’anno seguente alla loro affermazione al Premio Internazionale per complessi da
camera “Vittorio Gui” di Firenze (1991), il violinista Federico Guglielmo e la pianista
Jolanda Violante fondano il Trio Stradivari, del quale fa parte oggi anche Luigi Puxeddu,
primo violoncello ospite dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano.
Nel 1995 il Trio supera – unico complesso europeo – la selezione internazionale per partecipare
al Carnegie Hall Chamber Music Workshop, una masterclass di un mese a New
York, in occasione della quale il violinista Isaac Stern decide di seguire personalmente
il gruppo e di presentarlo allo Stern Auditorium della Carnegie Hall nell’ambito di una
serie speciale di concerti celebrativi per il suo 75° compleanno. Successivamente Stern
diviene il mentore del gruppo e il suo sostegno garantisce le prime presentazioni nei
maggiori centri musicali internazionali; la sua improvvisa scomparsa nel 2001 precede
di poche settimane un tour europeo in cui il maestro si sarebbe esibito nella formazione
di quintetto con pianoforte assieme al Trio Stradivari e alla violista Nobuko Imai.
I membri del Trio Stradivari si sono affermati in importanti concorsi internazionali di
musica da camera: premiati a Parigi (Concours International de musique de chambre),
Londra (Parkhouse Award), Vercelli (Concorso G.B. Viotti), Toronto (Mozart International
Competition), Trieste (Concorso S. Lorenzi).
Il Trio si esibisce regolarmente per le maggiori istituzioni in Italia (Società del Quartetto
di Milano, Accademia Nazionale di S.Cecilia, Istituzione Universitaria dei Concerti e
Concerti del Quirinale di Roma, Amici della Musica di Firenze, Perugia, Palermo, Padova,
Unione Musicale e Settembre Musica di Torino, la Società dei Concerti di Trieste,
Società Aquilana Barattelli, Accademia Chigiana di Siena, Teatro Bellini di Catania,
Orchestra di Padova e del Veneto, Teatro Olimpico di Vicenza) e sono invitati per tour
di concerti in tutta Europa, Nord America e Giappone.
Il Trio Stradivari predilige il repertorio classico e preromantico per trio con pianoforte.
Le sue “esecuzioni storicamente informate” – ove possibile con strumenti d’epoca – si
incontrano con una rigorosa impostazione cameristica italiana e mitteleuropea cui sono
legati dall’assidua frequentazione e studio con il Trio di Trieste, membri del Beaux-Arts
Trio, del Quartetto Italiano, del Quartetto Amadeus e di Paul Badura-Skoda.
Il Trio ha inciso per Dynamic (2 Trii di Brahms) e Velut Luna (Quintetto di Schumann
e Trio n. 3 di Spohr); tra i progetti discografici più recenti va citata la registrazione integrale
dei Trii con fortepiano di Mozart pubblicata dalla casa tedesca Cpo premiata dalla
rivista tedesca Fono Forum come “Cd of the Month”.
Amadeus
n. 276
Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990
e 2012 s.r.l.
Co-produzione con Associazione Musicale F. Venezze, Rovigo - Brilliant Classics
Direttore responsabile Gaetano Santangelo
Redazione Andrea Milanesi
Grafica Dario Codognato
Impaginazione Riccardo Santangelo
Registrazione 5-7 febbraio 2012, Villa San Fermo, Lonigo (Vi)
Direzione artistica e ingegnere del suono Fabio Framba
Gli artisti ringraziano la ditta Solmec e Luigi Borgato per la preziosa collaborazione
In copertina Federico Guglielmo, Jolanda Violante e Luigi Puxeddu (foto di Nicola Boschetti)
N.B.: La sezione “Track & Index”, arricchita dagli incipit tematici dei principali episodi,
è disponibile unicamente presso il sito internet di Amadeus (www.amadeusonline.net),
scaricabile all’indirizzo www.amadeusonline.net/books/DebussyTrack276.pdf
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