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<strong>di</strong> Alessandro Soli<br />
... continua dal numero 57<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Come eravamo<br />
Era l’ultima figlia, era rimasta una solo una<br />
“I” da assegnare, occasione unica per un<br />
nome mai dato prima agli altri do<strong>di</strong>ci figli,<br />
nacque così nel 1927 Ivana Soli.<br />
Nonno Giano ormai anziano, visse questo<br />
evento come una gioia unica ed inaspettata,<br />
la sua numerosissima famiglia si completava<br />
con il frutto, forse il più bello, della<br />
sua lunga e avventurosa vita.<br />
Già, perché zia Ivana era una bella “mora”,<br />
ed io la ricordo ancora perfettamente, perché<br />
è stata la mia seconda mamma, lei<br />
ultima dei figli, io, fino ad allora, ultimo dei<br />
nipoti <strong>di</strong> Giano.<br />
Fu lei che mi fece muovere i primi passi,<br />
mamma era impegnata in trattoria, in cucina<br />
con mia nonna e le altre zie, ed io venivo<br />
affidato alle cure <strong>di</strong> questa zia ventenne<br />
che, come si <strong>di</strong>ce da noi, “me spupazzava”.<br />
Purtroppo un avvenimento triste ed inaspettato,<br />
che avrebbe segnato per sempre<br />
la vita della famiglia Soli, e la mia in modo<br />
particolare, sconvolse l’esistenza del vecchio<br />
oste-cacciatore : zia Ivana si ammalò.<br />
Fu una <strong>di</strong>agnosi grave per quei tempi: cisti<br />
da echinococco ai polmoni, causata presumibilmente<br />
dall’alito dei vari cani da caccia<br />
<strong>di</strong> mio nonno, che lei accarezzava e<br />
Giano Soli tra ... passioni, gioie e dolori<br />
abbracciava continuamente.<br />
Non sto a raccontarvi l’o<strong>di</strong>ssea<br />
vissuta tra ospedali e<br />
cliniche, perché, data la<br />
mia età, non riuscivo a capire<br />
il perché <strong>di</strong> tante lacrime,<br />
trambusti e cambio <strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni,<br />
so soltanto che non<br />
stavo più con la persona<br />
che mi faceva giocare, che<br />
mi portava coi suoi giovani<br />
amici “giù a’ Madonna de’<br />
Piagge” a rotolarmi sull’erba,<br />
che spingeva il mio piccolo<br />
triciclo sul terreno<br />
sacro <strong>di</strong> nonno Giano “il<br />
campo da bocce”. L’ultimo<br />
flash che ricordo: quando<br />
entrai correndo nella sua<br />
camera (una della locanda<br />
paterna), la vi<strong>di</strong> sul letto,<br />
col suo vestito <strong>di</strong> seta, tutti<br />
piangevano, mi avvicinai, -<br />
zia Ivana, perché dormi?-<br />
Aveva appena 24 anni.<br />
Il vecchio cacciatore, quello<br />
che a sette anni nel 1870,<br />
aveva visto passare<br />
Garibal<strong>di</strong> lungo la via<br />
Flaminia, quello che aveva<br />
iniziato qui a Civita<br />
Castellana il gioco delle<br />
bocce, quello che aveva<br />
preso due mogli, ed avuto tre<strong>di</strong>ci figli, l’oste<br />
per eccellenza, celebrato in versi, ed<br />
osannato per la sua cucina fatta <strong>di</strong> tor<strong>di</strong><br />
allo spiedo e <strong>di</strong> lepri in salmì stava provando<br />
il più grande dolore della sua vita.<br />
Non volle mollare, visse ancora tre anni, il<br />
destino però gli riservò un ultimo grande<br />
dolore: dopo la morte dell’ultima figlia,<br />
quella del primo figlio Italo Soli, scomparso<br />
nel 1953.<br />
Appena un anno dopo alla veneranda età<br />
<strong>di</strong> 91 anni il 26/12/1954, nonno Giano,<br />
malgrado la sua infallibile doppietta,<br />
mancò quella preda che ognuno <strong>di</strong> noi vorrebbe<br />
abbattere: “la morte”.<br />
A questo punto voglio ringraziare tutti i<br />
miei parenti, in particolar modo mio padre,<br />
per le notizie, le foto e i documenti, che mi<br />
hanno permesso <strong>di</strong> far rivivere la storia <strong>di</strong><br />
un “vecchio personaggio civitonico”.<br />
Ivana Soli 1927-1951<br />
Alessandro Soli e il suo triciclo Alessandro Soli<br />
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