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Untitled - Comune di Reggio Emilia

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“Ognuno <strong>di</strong> noi ha una storia del proprio vissuto, un racconto<br />

interiore, la cui continuità il cui senso è la nostra vita. Si potrebbe<br />

<strong>di</strong>re che ognuno <strong>di</strong> noi costruisce e vive un racconto e che questo<br />

racconto è noi stessi, la nostra identità.”<br />

(Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello)<br />

PREFAZIONE<br />

<strong>di</strong> Jessica Ferrari, pedagogista <strong>Comune</strong> Castelnovo ne’ Monti e Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento per la Qualificazione Scolastica<br />

Queste sono le parole del neurologo americano Oliver Sacks che <strong>di</strong>scute questioni d’identità suscitate dal caso <strong>di</strong> un paziente affetto da sindrome<br />

<strong>di</strong> Korsakow, un complesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi sensoriali, motori, intellettivi, della personalità che danneggia la capacità <strong>di</strong> ricordare gli eventi, apportando<br />

gravi danni alla memoria. Pazienti come quello <strong>di</strong> Sacks devono continuamente inventare sé stessi e il proprio mondo ad ogni istante. Da questa<br />

riflessione esce un’idea interessante d’identità. Sacks <strong>di</strong>ce che se vogliamo sapere qualcosa <strong>di</strong> un uomo dobbiamo chiedergli la sua vera storia,<br />

in quanto ognuno <strong>di</strong> noi è una biografia, una storia, un racconto peculiare costruito <strong>di</strong> continuo, inconsciamente da noi, in noi e attraverso noi,<br />

- attraverso percezioni, sentimenti, pensieri, azioni, relazioni e attraverso il nostro racconto orale. A livello biologico noi non <strong>di</strong>fferiamo molto l’un<br />

l’altro ma storicamente e come racconto ognuno <strong>di</strong> noi è unico. “Per essere noi stessi dobbiamo avere noi stessi - possedere e ripossedere, la<br />

storia del nostro vissuto”, ripeterci, rievocando il nostro dramma interiore. L’uomo ha bisogno <strong>di</strong> questo racconto per conservare la sua identità, il<br />

suo sé e per mantenere la propria unicità. Uno strumento possibile per raccogliere e restituire il racconto <strong>di</strong> sé, è l’intervista narrativa, che ricerca<br />

costantemente l’essenza della persona attraverso il libero flusso dei ricor<strong>di</strong>, rappresenta la vita, rafforzando in questo modo l’immagine <strong>di</strong> sé e<br />

l’autostima, ci aiuta a rispondere alla grande domanda “chi sono io?”. L’intervistato <strong>di</strong>venta narratore della propria vita, dal proprio punto <strong>di</strong><br />

vista, è come se pirandellianamente si guardasse vivere. La narrazione produce appren<strong>di</strong>mento circolare tra passato-presente-futuro, attribuisce<br />

<strong>di</strong>gnità alla storia che viene valorizzata da colui che riceve questo dono attraverso l’ascolto. Ascoltare è un’arte che favorisce la libertà interiore<br />

dell’uomo, è oggetto transizionale e immateriale che getta un ponte tra sé e l’altro da sé, tra il dentro e il fuori. All’origine <strong>di</strong> ogni ascolto c’è il<br />

silenzio; quando i bambini <strong>di</strong>ventano parte dell’ascolto silenzioso, loro più <strong>di</strong> ogni altro, contribuiscono al costruirsi del <strong>di</strong>scorso, <strong>di</strong>ventano parte<br />

<strong>di</strong> chi parla e <strong>di</strong> ciò che <strong>di</strong>ce. Il loro stupore e la loro curiosità sostengono la ricerca del ricordo, la ricostruzione delle parole, dei gesti e delle<br />

azioni ormai tramontate. Raccontare è un modo per interpretare e narrare il mondo e per <strong>di</strong>mostrare la presenza <strong>di</strong> fili invisibili che ci collegano<br />

attraverso spazi e tempi lontani per ritrovare significati e vederne <strong>di</strong> nuovi. Il momento <strong>di</strong> ricomposizione dei ricor<strong>di</strong> produce anche confronti con<br />

il “qui ed ora”, il tempo presente della narrazione che viene guardato con occhi <strong>di</strong>versi in un gioco <strong>di</strong> vecchio e nuovo che ci aiuta a capire meglio<br />

dove viviamo. Il racconto nasce, cresce e mentre si fa, tras-forma colui che narra e colui che ascolta in una reciproca relazione <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne per<br />

il prezioso tempo de<strong>di</strong>cato tra infanzia e maturità.<br />

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