ESZ NEWS N. 56_ottobre 2011.pdf - Edizioni Suvini Zerboni
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Ivan Fedele<br />
<strong>ESZ</strong>news<br />
<strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong> - Notiziario quadrimestrale<br />
Il virtuosismo come mezzo<br />
T<br />
re le prime esecuzioni assolute nell’autunno di Ivan<br />
Fedele. Il 6 <strong>ottobre</strong> Francesco D’Orazio presenta al<br />
Teatro Verdi di Firenze, per il Festival Play It!, la versione<br />
per violino elettrico a cinque corde, orchestra da camera e<br />
live electronics di L’orizzonte di Elettra. Marco Angius è<br />
alla testa dell’Orchestra della Toscana. Concepito nel<br />
1990 in una versione per viola, live electronics e orchestra<br />
da camera, il pezzo è stato rielaborato nel 2009 su<br />
sollecitazione di Francesco D’Orazio in una nuova<br />
versione per violino elettrico a cinque corde (Mi-La-Re-<br />
Sol-Do), con l’aggiunta di una quinta corda intonata una<br />
quinta sotto la quarta corda e coincidente dunque col Do<br />
della quarta corda della viola. Questa nuova versione, mai<br />
eseguita finora dal vivo ma di cui era già pubblica la<br />
registrazione in studio per il Cd Mosaïque (Stradivarius<br />
STR 33850) realizzata dallo stesso solista con l’Orchestra<br />
Sinfonica Nazionale della Rai sempre diretta da Marco<br />
Angius, trova ora il proprio battesimo esecutivo a Firenze<br />
nella cornice dell’importante Festival dedicato alla musica<br />
contemporanea italiana che Giorgio Battistelli ha<br />
concepito per l’Orchestra della Toscana. Come spiega<br />
Dino Villatico nelle note di presentazione del citato Cd,<br />
«il pezzo acquista in questa versione un aspetto di<br />
straordinario impatto emotivo. Anche per la sfida<br />
virtuosistica dello strumento solista. Del resto anche il<br />
virtuosismo paganiniano ha tutt’altro che il carattere di<br />
un’esibizione gratuita di bravura: ma, come quello<br />
lisztiano, è un affondare negli abissi demoniaci dello<br />
strumento, e dunque del suono. L’esperienza elettronica,<br />
ma anche strumentale, della musica spettrale acquista qui<br />
un nuovo senso. Il campo armonico di un suono non è<br />
solo la risonanza dei suoi armonici o il riverbero del suo<br />
timbro nello spazio, ma anche l’espandersi in volute<br />
melodiche di quegli armonici e di quei timbri. Ne configura<br />
per noi una premonizione visionaria l’Adagio della sonata<br />
D<br />
ue le prime vocali nel mese di <strong>ottobre</strong> di Stefano<br />
Gervasoni. Il Festival Musica di Strasburgo propone il 6<br />
<strong>ottobre</strong> alla Salle de la Bourse Due poesie francesi di<br />
Luca per voce femminile e ensemble su poesie del poeta<br />
d’origine rumena Ghérasim Luca. Ne saranno interpreti il<br />
soprano Françoise Kubler e il gruppo Accroche Note.<br />
Il pezzo, composto nel 2009, appartiene al ciclo Poesie<br />
francesi, formato da coppie di poesie scritte in lingua<br />
francese da poeti non di madrelingua francese (Ungaretti,<br />
Rilke, Beckett). Spiega l’Autore: «Le poesie di Luca hanno<br />
in comune con quelle su testi di Beckett dei procedimenti<br />
di scrittura decostruttivista, un tono secco tra il sarcasmo<br />
e l’assurdo, e una proliferazione vertiginosa e labirintica<br />
del significato. Si oppongono in questo modo alla<br />
dimensione lirica, emotivamente carica e metafisica delle<br />
poesie di Rilke e Ungaretti. Le quattro coppie di poesie<br />
sono accompagnate da un organico differente, scelto in<br />
funzione delle qualità espressive di ciascuna. Il mio<br />
obiettivo era rivestire questi testi della veste sonora più<br />
scarna, il più pertinente possibile e rispettosa delle qualità<br />
poetiche e formali dei testi stessi, nel tentativo di<br />
realizzare un fenomeno di spaesamento e ambiguità. La<br />
Stefano Gervasoni Tra musica e poesia<br />
beethoveniana op. 27 n. 2, cosiddetta Al chiaro di luna<br />
[…], in cui l’espansione del Do diesis si allarga<br />
minacciosamente all’intera tastiera del pianoforte,<br />
investendo brutalmente anche l’ultimo tempo». S’intitola<br />
invece Suite Francese V il pezzo d’obbligo, per arpa sola,<br />
del Concours Lily Laskine che si terrà a Parigi tra il 16 e il<br />
23 novembre. In questi termini l’Autore racconta questa<br />
nuova esperienza compositiva: «Quando si scrive un<br />
pezzo d’obbligo per un concorso d’interpretazione,<br />
qualsiasi sia lo strumento in questione, la tentazione del<br />
virtuosismo è molto forte. Io credo di aver resistito a<br />
questa tentazione e di aver composto semplicemente un<br />
pezzo di musica, magari talvolta difficile, ma pur sempre<br />
una composizione che “si serve” della tecnica e non<br />
“serve” la tecnica come un idolo a cui rendere<br />
incondizionatamente omaggio. Ecco quindi che Suite<br />
Francese V si offre a un ascolto che non debba essere<br />
solo di curiosità strumentale. La composizione si articola<br />
in cinque parti (Preludio e Ciaccona, Allemanda, Preludio<br />
e Passacaglia) e riprende il modello antico della Suite.<br />
Ovviamente, in questo caso, si tratta di un’ispirazione<br />
spogliata da ogni contestualità storica ma che prende le<br />
mosse dall’archetipo di riferimento proiettandolo in un<br />
linguaggio della contemporaneità. Particolare attenzione è<br />
stata data alle “strategie” dell’accordatura. Questa cambia<br />
secondo precisi modelli scalari che, per contrasto con la<br />
tradizione, privilegiano più l’aspetto cromatico che quello<br />
diatonico dei campi armonici utilizzati. D’altra parte, la<br />
composizione esplora in maniera sintetica alcuni modi<br />
idiomatici di suonare lo strumento, proiettandoli in una<br />
dimensione di ricerca timbrica particolarmente articolata e<br />
varia». Diverso il contesto in cui il 14 dicembre verrà<br />
eseguito, alla Rachmaninov Hall del Conservatorio<br />
Čajkovskij di Mosca, Deystviya per bayan e quartetto<br />
d’archi, nell’interpretazione dello Studio for New Music<br />
lingua “visibile” di questi testi si lega segretamente a una<br />
lingua ombra, la madrelingua del poeta. Le due lingue<br />
sono legate strettamente nell’immaginario del poeta e si<br />
riflettono reciprocamente, poiché “il luogo del senso nasce<br />
nello spazio tra le lingue” (Jean-Charles Vegliante).<br />
Si tratta di una situazione simile a quella del compositore<br />
che mette in musica un testo? Attratto dalle forze opposte<br />
della musica e della poesia, non può limitarsi a trasferire<br />
la parola in suono. Deve unire l’energia contraddittoria di<br />
questi due ambiti che reclamano ciascuno la propria<br />
autonomia. Le Due poesie francesi di Luca sono scritte e<br />
dedicate alla memoria di Haydée Charbagi, con la quale<br />
ho intessuto un dialogo molto fecondo sul rapporto tra<br />
composizione musicale e poesia, tema che mi ha sempre<br />
interessato e anche oggi è uno dei motori principali della<br />
mia ispirazione. Haydée mi aveva guidato nella scelta<br />
delle poesie di Luca ed è scomparsa prematuramente<br />
prima che questa partitura vedesse la luce». L’altra<br />
imminente prima di Gervasoni, Se taccio, il duol s’avanza,<br />
madrigali per violino e dodici voci soliste su testi di<br />
Torquato Tasso, commissione di Milano Musica e<br />
KlangForum Heidelberg, è in cartellone il 24 <strong>ottobre</strong> al<br />
<strong>56</strong><br />
<strong>ottobre</strong>2011<br />
continua a pag. 2<br />
continua a pag. 2<br />
Ricerche su timbri e modelli<br />
matematici in tre prime tra<br />
Firenze, Parigi e Mosca<br />
Prosegue a Strasburgo<br />
e a Milano la ricerca<br />
interlinguistica del<br />
compositore
Aldo Clementi<br />
Numerose le occasioni per<br />
ascoltare quest’autunno la<br />
musica del compositore<br />
catanese recentemente<br />
scomparso. La Biennale Musica<br />
2011 propone il 25 settembre al<br />
Teatro alle Tese di Venezia il<br />
Concerto per pianoforte, 24<br />
strumenti e carillons diretto da<br />
Andrea Pestalozza alla testa<br />
della Mitteleuropa Orchestra.<br />
Il 4 <strong>ottobre</strong> Roberto Prosseda<br />
esegue alle Sale Apollinee del<br />
Teatro La Fenice, nel contesto<br />
dell’Italian-Fest, le Variazioni e<br />
lo Studio 2 (Sulla monotonia)<br />
per pianoforte solo. Halleluja<br />
(Variazioni sul Corale) per<br />
orchestra è invece in cartellone,<br />
con la direzione di Johannes<br />
Kalitzke, l’8 <strong>ottobre</strong> al Teatro Dal<br />
Verme per il 20° Festival di<br />
Milano Musica, con l’Orchestra<br />
I Pomeriggi Musicali. Il 22<br />
<strong>ottobre</strong> la Caroli Church di<br />
Borås (Svezia) propone un ricco<br />
programma monografico in<br />
memoria del compositore che<br />
include nel primo concerto Due<br />
canoni circolari per tre violini,<br />
Due canoni per flauto, violino e<br />
pianoforte, Fantasia su Giorgio<br />
moEnCH per violino, Sigla per<br />
organo, Loure per pianoforte,<br />
Sarabande dalla Suite per<br />
pianoforte, e Sei canoni per<br />
flauto dolce contralto e<br />
clavicembalo (o tastiere),<br />
nell’interpretazione di Ann Elkjär<br />
Gustafsson, flauto, Anna Lindal,<br />
Eva Lindal e Joar Skorpen,<br />
violini, Kristine Scholz,<br />
pianoforte, e Björn Nilsson,<br />
organo; nel secondo concerto i<br />
pianisti Mats Persson e Kristine<br />
Scholz eseguiranno Invenzione<br />
4 per pianoforte, Invenzione 2<br />
per due pianoforti, Vom Himmel<br />
hoch, per tastiera o quattro<br />
strumenti, Canone circolare per<br />
quattro strumenti ad libitum,<br />
Madrigale 2 per due pianoforti,<br />
Blues per pianoforte, Blues 2<br />
per pianoforte, e Catene<br />
simmetriche per due pianoforti.<br />
Anna Clementi prenderà parte al<br />
primo concerto cantando le<br />
Variazioni per voce sola.<br />
2<br />
segue da pag. 1 (Fedele: Il virtuosismo come mezzo)<br />
Ensemble. L’esecuzione rientra nel progetto “Europe<br />
through the Eyes of Russians. Russia through the Eyes<br />
of Europeans”, sostenuto dalla delegazione della<br />
Commissione Europea in Russia, che prevede la<br />
commissione di nove composizioni a compositori<br />
europei ed altrettante a compositori russi, composizioni<br />
che dovranno rapportarsi reciprocamente a temi della<br />
cultura dell’altro, così da promuovere il dialogo<br />
interculturale tra compositori, teorici, musicologi e<br />
strumentisti dei diversi paesi attraverso lo scambio di<br />
soggiorni dei compositori tra la Russia (dove i nuovi<br />
pezzi verranno eseguiti dallo Studio for New Music<br />
Ensemble) e l’Europa. Questa l’ispirazione di Fedele per<br />
il nuovo lavoro: «Recentemente il matematico russo<br />
Grigoriy Perelman ha risolto la cosiddetta “Congettura di<br />
Poincaré”, uno dei quesiti più intriganti che ha<br />
impegnato per oltre un secolo i più grandi matematici nel<br />
tentativo di una dimostrazione. Esiste una branca della<br />
matematica che viene chiamata Topologia e che studia<br />
la proprietà delle figure e delle forme che non cambiano<br />
quando subiscono delle deformazioni continue, cioè<br />
senza strappi, incollature o sovrapposizioni.<br />
Si definiscono omeomorfi due oggetti che possono<br />
essere deformati l’uno nell’altro in modo continuo.<br />
Per esempio un cubo e una sfera sono omeomorfi, così<br />
come lo sono un parallelepipedo e un dodecaedro.<br />
Non sono omeomorfi una sfera e una ciambella con un<br />
buco (chiamata toro) in quanto è impossibile una<br />
deformazione che porti a una loro coincidenza.<br />
In Topologia è inoltre molto importante il concetto di<br />
varietà (manifold nei trattati in lingua inglese) che<br />
consiste in uno spazio localmente simile a uno spazio<br />
euclideo. Per fare un esempio la superficie terrestre è<br />
localmente simile a un piano a due<br />
dimensioni. Il concetto stesso di mappa<br />
proviene da questa proprietà di poter<br />
assimilare localmente il territorio a uno<br />
spazio euclideo in due dimensioni. Una<br />
varietà è detta semplicemente connessa se<br />
è fatta di un pezzo solo e non ha buchi.<br />
Questa affermazione un po’ all’ingrosso<br />
può essere resa rigorosa introducendo il<br />
concetto di cammino o laccio. Date queste<br />
premesse sarà facilmente intuibile il<br />
progetto formale e, perché no?, estetico dei Deystviya<br />
(“azioni” in russo): i tre movimenti di cui si compone il<br />
pezzo realizzano ora delle forme omeomorfe ora dei tori<br />
in processi di continuità e discontinuità che si alternano,<br />
segue da pag. 1 (Gervasoni: Tra musica e poesia)<br />
Teatro Elfo Puccini di Milano per il 20° Festival di Milano<br />
Musica. Ne saranno interpreti la violinista Lina Uinskyte<br />
e Walter Nußbaum alla testa della Schola Heidelberg.<br />
Così il compositore descrive il nuovo pezzo: «Scritto per<br />
l’edizione 2011 del Festival di Milano Musica, questo<br />
corto ciclo di madrigali per dodici voci soliste e violino (di<br />
cui è in cantiere una seconda parte) risponde alle<br />
sollecitazioni del progetto “Netzwerk Madrigal” di Walter<br />
Nußbaum e di KlangForum Heidelberg. Utilizza testi<br />
poetici dei madrigalisti del grande repertorio<br />
rinascimentale (in questo caso, il Tasso, il cui Se taccio,<br />
il duol s’avanza è stato musicato tra gli altri da<br />
Gesualdo) e sfrutta procedimenti di tipo microtonale,<br />
amplificando in senso contemporaneo gli esperimenti<br />
cromatici di Gesualdo e di Michelangelo Rossi, e<br />
prolungando gli esperimenti enarmonici<br />
dell’archicembalo di Nicola Vicentino. La scrittura<br />
vocale, ma non quella solistica del violino, impiega i terzi<br />
di tono (in funzione espressiva in rapporto ai testi poetici<br />
adottati) come elementi tensivi, distorsivi e interpolativi<br />
tra intervalli o combinazioni di intervalli temperati di<br />
chiara distinguibilità fino (quasi) alla connotazione tonale<br />
o modale. L’espressione dello smarrimento, della<br />
nostalgia, dell’eco inteso come ricordo perduto o visione<br />
appena intravista o agognata, del contrasto tra il<br />
contrappongono, integrano nella mappa della partitura<br />
come in quella dello spazio nel quale gli strumenti sono<br />
collocati». Numerose le esecuzioni di musica di Ivan<br />
Fedele negli ultimi mesi dell’anno. Il 4 <strong>ottobre</strong> Roberto<br />
Prosseda interpreta tre Études boréales per pianoforte<br />
alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia, nel<br />
contesto dell’Italian-Fest. Il 9 <strong>ottobre</strong> la rassegna Ars<br />
Nova Series of Contemporary Music ospita al Sejong<br />
Chamber Hall di Seoul Maja per soprano, pianoforte,<br />
percussione, flauto, clarinetto, violino e violoncello su<br />
testo di Giuliano Corti, nell’esecuzione del soprano<br />
Helena Juntunen e dei Solisti della Seoul Philharmonic<br />
Orchestra diretti da Ilan Volkov. Il 16 <strong>ottobre</strong> è possibile<br />
ascoltare, al Conservatorio di Musica S. Cecilia di<br />
Roma, Elettra per viola e live electronics interpretata dal<br />
solista Luca Sanzò nell’ambito dell’EMUFest, Festival<br />
Internazionale di Musica Elettroacustica. Il Festival de<br />
Guarda di Lisbona propone invece il 3 novembre<br />
Imaginary Islands per flauto, clarinetto basso e<br />
pianoforte, e Aiscrim per flauto, clarinetto e pianoforte,<br />
affidati all’Ensemble Les Temps Modernes. Sempre<br />
Imaginary Islands, in abbinamento con Immagini da<br />
Escher per ensemble, risuona anche il 9 novembre alla<br />
Sala de Cámara dell’Auditorio Nacional de Música di<br />
Madrid per l’XI Ciclo de Conciertos de Música<br />
Contemporánea Fundación BBVA, col Plural Ensemble<br />
diretto da Fabián Panisello. Il Quartetto Prometeo<br />
porterà Palimpsest, quarto quartetto d’archi, prima<br />
all’Accademia Americana di Roma, il 18 novembre, per<br />
il Festival di Nuova Consonanza, poi il 24 novembre al<br />
Teatro San Martín di Buenos Aires. Il violoncellista<br />
Francesco Dillon eseguirà infine il 12 dicembre tre<br />
movimenti da Suite Francese III alla Rachmaninov Hall<br />
del Conservatorio Čajkovskij di Mosca. Tra<br />
fine dicembre e inizio gennaio Ivan Fedele<br />
sarà protagonista di una masterclass e di un<br />
concerto cameristico all’Università di Santo<br />
Domingo. Infine è uscito, nella collana<br />
discografica del Festival Milano Musica, un<br />
Cd (Stradivarius STR 33891) che propone di<br />
Ivan Fedele, insieme a due lavori di Verrando<br />
e Francesconi, Duo en résonance per due<br />
corni concertanti e ensemble, registrato live<br />
nell’interpretazione di Pierre Boulez alla testa<br />
dell’Ensemble Intercontemporain e dei solisti Jens<br />
McManama e Jean-Christophe Vervoitte, in occasione<br />
del concerto tenutosi il 22 giugno 1994 al Teatro alla<br />
Scala, nell’ambito della III edizione del Festival.<br />
desiderio e la situazione presente di privazione: questi<br />
sono i nodi che i procedimenti per terzi di tono cercano<br />
di intensificare in maniera non retorica e in stretto<br />
contatto con i valori del testo poetico cantato. Lo stesso<br />
contrasto tra idealità e realtà è rappresentato inoltre dal<br />
violino, il cui contributo è sfaccettato: ambiguamente<br />
sospeso tra il ruolo di tredicesima voce del coro, di<br />
solista accompagnato da un’orchestra di voci, di filtro<br />
nel quale tutte le voci si sintetizzano e, tacendo, si<br />
riducono a una, senza parole, nonché di icona sonora di<br />
un valore simbolico che sopravanza quello musicale – il<br />
solista come la personificazione della “dama” – a cui il<br />
poeta aspira». In questi mesi il pianista Andrea<br />
Corazziari ha presentato una selezione da Prés per<br />
pianoforte solo il 29 maggio al Museo Archeologico Eno<br />
Belis di Oderzo, per il Maggio Archeologico Opitergino, il<br />
22 agosto alla Sala Raffaello dell’Associazione Musa di<br />
Urbino, per la rassegna Vacanze Musicali 2011, e infine<br />
il 13 <strong>ottobre</strong> al Teatro Sperimentale di Ancona, per gli<br />
Amici della musica. In Dir, tredici distici di Angelus<br />
Silesius per ensemble vocale è in cartellone il 27<br />
agosto alla Quincena Musical di San Sebastián<br />
e il 3 <strong>ottobre</strong> al Kings Place di Londra per la<br />
manifestazione “Out Hear!”, nell’interpretazione<br />
dell’ensemble Exaudi diretto da James Weeks.
Alessandro Solbiati<br />
L’ombra, la luce, i giovani<br />
A<br />
nche Alessandro Solbiati partecipa al 20° Festival di<br />
Milano Musica con una novità, Suite da “Le réveil de mon<br />
âme”, due movimenti e un intermezzo per dodici voci<br />
soliste su versi di Charles Baudelaire, in cartellone il 24<br />
<strong>ottobre</strong> al Teatro Elfo Puccini di Milano nell’interpretazione<br />
della Schola Heidelberg diretta da Walter Nußbaum.<br />
Spiega l’Autore: «L’idea centrale della composizione<br />
(il passaggio articolato e complesso dall’oscurità alla luce)<br />
è luogo ricorrente del mio comporre, e quindi<br />
evidentemente anche della mia persona. Nel 1990<br />
composi un’azione scenica intitolata Attraverso, in cui due<br />
mimi percorrevano una scena disegnata da una luce che<br />
trascolorava progressivamente, attraverso il verde,<br />
l’azzurro, il rosso e il giallo, dal nero al bianco.<br />
Una scelta di versi dei miei poeti più amati<br />
(Baudelaire, Rilke, Hölderlin, Garcia Lorca...)<br />
estrinsecava le simbologie d’ogni colore e<br />
d’ogni fase. Nel 1994, non soddisfatto d’una<br />
certa ingenuità di Attraverso, ne realizzai una<br />
seconda versione sicuramente meglio<br />
articolata, intitolata El canto quiere ser luz. Nel<br />
2000, l’Ensemble Vocale Soli-Tutti di Parigi,<br />
con cui avevo collaborato in varie occasioni, mi<br />
propose la commissione di un lungo lavoro<br />
solo vocale che tenesse conto della loro<br />
attitudine a cantare sempre a memoria e quindi<br />
a poter realizzare una sorta di “teatro vocale”.<br />
Mi sembrò subito l’occasione ideale per<br />
mettere a fuoco ulteriormente la mia idea: limitai la fonte<br />
poetica al solo Baudelaire e, stimolato dall’assenza di<br />
strumenti, cercai di stringere il legame più stretto possibile<br />
tra significato, parola, suono, gesto musicale, gesto e<br />
contesto scenico. Ne nacque quella sorta di ampio poema<br />
vocale, di astratto lavoro teatrale che è Le réveil de mon<br />
âme. Peraltro il livello di astrazione e di trasformazione in<br />
puro suono del portato visivo era tale da farmi considerare<br />
fin dalla partenza non indispensabile la dimensione<br />
scenica. Tuttavia, malgrado si trattasse di una Commande<br />
d’État francese, vicende non felicissime dell’Ensemble<br />
Vocale dedicatario impedirono sempre la prima esecuzione<br />
di un lavoro a me particolarmente caro. Milano Musica mi<br />
ha offerto la possibilità di un’esecuzione almeno parziale<br />
(il totale dura 25’, la presente versione 10’) e allora ho<br />
realizzato una sorta di Suite: trattandosi di un percorso<br />
formale estremamente unitario e continuo, ho preferito<br />
estrapolarne due momenti in sé sufficientemente compiuti,<br />
l’inizio e la fine, l’oscurità estrema e la luminosità pura,<br />
entrambe delineate da potentissimi versi baudelairiani.<br />
Al centro un breve e forse sorprendente Intermezzo:<br />
Baudelaire dice che nella pura malinconia di alberi che ci<br />
fremono attorno (il verde) risuona un antico ricordo.<br />
E allora, dentro un fondale sonoro estraneo, prende<br />
corpo, più o meno annebbiata, una polifonia “antica”,<br />
un’apparente citazione cui non ho voluto rinunciare».<br />
Un’ulteriore, doppia prima milanese è offerta dall’Orchestra<br />
I Piccoli Pomeriggi Musicali diretta da Daniele Parziani,<br />
che eseguirà al Teatro Dal Verme il 30 <strong>ottobre</strong> il primo<br />
movimento (“Hallo!”) e l’11 dicembre il secondo<br />
movimento (“Fête II”) di Crescendo, otto brevi brani in<br />
forma di studio per orchestra da camera. In questi termini<br />
Solbiati spiega le ragioni del nuovo lavoro:<br />
«In un’epoca come la nostra in cui la drammatica e<br />
quotidiana diminuzione di risorse destinate alla cultura<br />
impedisce anche solo di sognare progetti, l’Orchestra<br />
I Piccoli Pomeriggi Musicali costituisce una formidabile<br />
eccezione e una splendida idea, ben premiata dagli<br />
esiti: creare cioè un’orchestra di “musicisti minorenni”<br />
e darle subito in mano un’intera stagione di concerti,<br />
unendo allo scopo di una formazione musicale,<br />
strumentale e orchestrale, quello di un immediato e<br />
continuo riscontro col pubblico. Sono stato quindi<br />
particolarmente felice di diventare in certo senso<br />
“compositore in residenza” presso questa orchestra e<br />
di immaginare una sorta di Mikrokosmos orchestrale, una<br />
sequenza di otto brevi brani “in progress”, la cui prima<br />
esecuzione sarà distribuita in otto differenti concerti di due<br />
stagioni, 2011/12 e 2012/13, che possano consentire un<br />
approccio alle scritture contemporanee, senza sciocche<br />
semplificazioni ma anche senza terrorismi, e soprattutto<br />
senza perder di vista che il primo scopo è “fare musica<br />
insieme”, spero con gioia e con piacere, avvicinare i<br />
giovanissimi all’oggi, senza rinunciare io al mio linguaggio,<br />
ma modellandolo su esigenze non solo tecniche ma anche<br />
“ambientali”: ad esempio, poiché il primo concerto di<br />
stagione è tradizionalmente legato ad “Halloween”, l’idea di<br />
realizzare un unico crescendo un po’ “pauroso” di circa tre<br />
minuti mi consente sia di proporre trasformazioni timbriche<br />
e dinamiche dell’oggi, sia di riferirmi a un immaginario caro<br />
ai giovanissimi. Allo stesso modo, poiché il secondo<br />
concerto è previsto in date pre-natalizie, metterò in scena<br />
l’idea di “festa”, pretesto per una seconda indagine timbrica<br />
e ritmica». Di Solbiati è stato ed è possibile<br />
ascoltare in questi mesi I quattro punti per<br />
dodici violoncelli, il 10 luglio al Domaine<br />
de Chamarande, nell’interpretazione<br />
dell’Ensemble Nomos, che l’ha replicato il<br />
17 luglio alla rassegna Flâneries<br />
Musicales de Reims. Laura Catrani ha<br />
eseguito il 27 luglio all’Auditorium di<br />
Sperlonga (Latina), per il 47° Festival<br />
Pontino, To Whom? per soprano solo.<br />
I Quattro pezzi per pianoforte e percussioni<br />
vengono proposti a Karlsruhe (ZKM,<br />
Internationale Ensemble Modern<br />
Akademie) il 1° <strong>ottobre</strong> dal pianista Alberto<br />
Carnevale Ricci e da Rho-Mei Yu alle<br />
percussioni. Il 4 <strong>ottobre</strong> Roberto Prosseda eseguirà tre<br />
Interludi alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di<br />
Venezia, nel contesto dell’Italian-Fest. Durissimo silenzio,<br />
madrigale per pianoforte e sei voci soliste su una poesia di<br />
Mario Luzi, vedrà una bella serie di repliche ad opera di<br />
Ancuza Aprodu e dell’Ensemble de Six Voix Solistes diretto<br />
da Alain Goudard il 17 <strong>ottobre</strong> all’Auditorium San Fedele<br />
di Milano; il 18 <strong>ottobre</strong> (registrazione) negli studi<br />
LimenMusic, sempre a Milano; il 19 <strong>ottobre</strong> alla Biblioteca<br />
Marucelliana di Firenze; il 20 <strong>ottobre</strong> sempre a Firenze al<br />
Cenacolo della Basilica di Santa Croce; infine il 22 <strong>ottobre</strong><br />
alla Badia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo,<br />
Scandicci. Il violista Pierre Henri Xuereb eseguirà Corde<br />
per viola sola il 25 novembre al Centre Edgar Varèse di<br />
Gennevilliers; l’Ensemble Musagète Der Wind spielt, due<br />
movimenti per quintetto di fiati il 4 dicembre alla Galleria di<br />
Palazzo Leoni Montanari di Vicenza, per il “Pomeriggio tra<br />
le Muse”, e il 7 dicembre al Teatro Comunale di Vicenza<br />
per “Riflessioni contemporanee”. Luigi Attademo proporrà<br />
l’8 dicembre al Teatro Everest di Firenze, per il Festival<br />
G.A.M.O., Le sei corde di Nicolò per chitarra: nelle parole<br />
dell’Autore, «sequenza di piccolissimi brani modellati<br />
ciascuno su un “Ghiribizzo” per chitarra di Paganini.<br />
La sequenza prevede il numero finale di sei, ovviamente, e<br />
per una sorta di patto amichevole con Luigi Attademo, ad<br />
ogni suo concerto si aggiunge la prima esecuzione di uno<br />
di loro. Questa volta sono arrivato a quattro...». Negli stessi<br />
giorni, Annamaria Morini e Enzo Porta eseguiranno il<br />
10 dicembre alla Chiesa di San Fedele di Milano<br />
Contrapunctus per flauto e violino, mentre il giorno<br />
successivo, 11 dicembre, Dario Savron riproporrà Bois per<br />
marimba al Teatro Everest di Firenze per il Festival<br />
G.A.M.O. È uscito in <strong>ottobre</strong> un nuovo<br />
Dvd realizzato da Limen Music<br />
(DVD007DTZ) nel proprio studio di<br />
registrazione: «L’idea di Michele<br />
Forzani», spiega il compositore,<br />
«è quella di accostare differenti tipi di<br />
vocalità. A una vocalità sottilmente<br />
jazzistica viene contrapposta la<br />
splendida esecuzione parziale dei<br />
miei Tre Lieder su George (In<br />
Mittagstraum) effettuata dal soprano<br />
Stelia Doz e da Guido Salvetti».<br />
Continuerà, sul sito di Limen Music<br />
(www.limenmusic.com), la messa in onda dello speciale<br />
dedicato a Solbiati, di cui sono attualmente in onda quattro<br />
puntate; alla fine le puntate saranno undici e conterranno,<br />
oltre all’intervista, anche l’esecuzione di svariati brani<br />
musicali.<br />
Si potrà finalmente ascoltare<br />
un progetto poetico a lungo<br />
accarezzato, accanto a due<br />
lavori per formazioni giovanili<br />
Festival Play It!<br />
S’intitola Play It! il nuovo<br />
Festival fiorentino di musica<br />
contemporanea diretto da<br />
Giorgio Battistelli. “It” sta per<br />
Italia, come ben sanno gli<br />
internauti: non è stato trovato<br />
nome migliore per un festival<br />
interamente dedicato alla<br />
musica italiana del nostro<br />
tempo. La manifestazione si<br />
prefigge di offrire visibilità alla<br />
ricca e sfaccettata produzione<br />
del nostro Paese in questo<br />
settore, in modo tale da mettere<br />
in evidenza la produzione dei<br />
nomi più affermati e osservare<br />
da vicino le giovani promesse.<br />
In tre giorni, il 6, 7 e 8 <strong>ottobre</strong>,<br />
una serie di luoghi diversi di<br />
Firenze ospitano quest’autunno<br />
la prima edizione del Festival,<br />
che propone in sei concerti<br />
quasi trenta autori, tra i quali<br />
prime esecuzioni assolute o<br />
italiane di Ivan Fedele, Michele<br />
dall’Ongaro, Valerio<br />
Sannicandro, Federico<br />
Gardella, Pasquale Corrado e<br />
Christian Cassinelli.<br />
Giorgio Gaslini<br />
Alfonso Alberti presenta la<br />
prima esecuzione assoluta di<br />
Piano Sonata Décollage n. 3<br />
per pianoforte il 6 novembre al<br />
Foyer del Teatro Comunale di<br />
Treviso, per la rassegna<br />
“L’Arsenale 2011”.<br />
3
Foto: Gianluca Moggi, New Press Photo Firenze<br />
© Teatro del Maggio Musicale Fiorentino<br />
Goffredo Petrassi<br />
Il 14 <strong>ottobre</strong> Pietro Massa<br />
eseguirà, insieme al Göttinger<br />
Symphonie Orchester diretto da<br />
Christoph-Mathias Mueller, il<br />
Concerto per pianoforte e<br />
orchestra alla Stadthalle di<br />
Göttingen (l’esecuzione sarà<br />
registrata per una produzione<br />
discografica). Noche oscura,<br />
cantata per coro misto e<br />
orchestra su versi di San Juan<br />
de la Cruz, è in cartellone il 29<br />
e 30 <strong>ottobre</strong> al Teatro<br />
Filarmonico di Verona, con<br />
l’Orchestra e il Coro dell’Arena<br />
di Verona. Infine Ritratto di Don<br />
Chisciotte, suite dal balletto per<br />
orchestra, è proposto da<br />
Marcello Panni alla testa<br />
dell’Orchestra I Pomeriggi<br />
Musicali il 1° e 3 dicembre al<br />
Teatro Dal Verme di Milano.<br />
4<br />
Luca Mosca<br />
L’Italia del destino<br />
rassegna stampa<br />
rassegna stampa<br />
Su L’Italia del destino al Maggio Musicale Fiorentino,<br />
Firenze, Teatro Goldoni, 15 maggio 2011<br />
Mario Messinis, «Il Gazzettino», 17 maggio 2011<br />
Il teatro musicale è un genere impuro. Tutte le<br />
infrazioni drammaturgiche e linguistiche sono<br />
ammesse. Non ci stupiremo dunque se Luca Mosca,<br />
nell’Italia del destino, rappresentata al Maggio<br />
Musicale Fiorentino in prima assoluta, concepisce il<br />
suo stile comico, acre, grottesco, ironico, deformante<br />
attraverso un vagabondaggio tra tutte le lingue<br />
novecentesche, in cui coesistono cultura alta e cultura<br />
bassa, musica di consumo e rovello intellettuale.<br />
Apparentemente Mosca – docente di cultura musicale<br />
generale e di analisi musicale presso il Conservatorio<br />
“Benedetto Marcello” di Venezia – sembra allontanarsi<br />
dagli algidi artifici dell’avanguardia; ma a ben vedere le<br />
peripezie da Stravinskij a Weill, dal musical al jazz, dal<br />
barocco a Sostakovic, si raggelano in una alchimia<br />
strumentale e vocale che privilegia molto<br />
modernamente il distacco critico. Così i personaggi di<br />
questo “reality show” – una parodia spietata della<br />
televisione, che si conclude con una sinistra morte<br />
collettiva – non sono altro che marionette futili, a tratti<br />
perverse, ma senza psicologia, in un gioco impassibile<br />
di montaggi musicali. Questa partitura magistrale<br />
nasce su una drammaturgia frammentata dell’originale<br />
e pungente libretto di Gianluigi Melega (con la<br />
collaborazione di Pilar García). La regia e le scene di<br />
Davide Livermore ricompongono abilmente, e<br />
crudelmente, il mondo policromo e fatuo della<br />
televisione. Magnifico il cast vocale; direzione<br />
inappuntabile di Marco Angius.<br />
Dino Villatico, «La Repubblica», 21 maggio 2011<br />
L’Italia del destino, scritto da Gianluigi Melega insieme<br />
a Pilar García e Davide Livermore, che ne è anche il<br />
fantasioso regista e un irresistibile interprete del<br />
Cantante, messo in musica con raffinata sapienza<br />
contrappuntistica da Luca Mosca, porta in scena la<br />
frivola volgarità di un reality italiano per mostrarne<br />
l’altra faccia di tragico degrado: “è un gioco in cui<br />
perdono tutti” dice il Presentatore, un bravissimo Sax<br />
Nicosia. Spettacolo agilissimo, pieno di idee, interpreti<br />
strepitosi, Daniela Bruera, Alda Caiello, Cristina<br />
Zavalloni, Sara Mingardo, Chris Ziegler, Roberto<br />
Abbondanza, oltre ai già citati. Successo a dir poco<br />
trionfale, per tutti e per il direttore Marco Angius che<br />
concerta con intelligenza e precisione l’insieme. Ma<br />
perché solo una replica?<br />
Gianfranco Capitta, «Il Manifesto»¸ 29 maggio 2011<br />
Unica opera nuova di questo Maggio musicale, [...]<br />
L’Italia del destino è stata commissionata a Luca<br />
Mosca e per il libretto a Gianluigi Melega, già autori<br />
assieme di divertenti incursioni attraverso il<br />
melodramma nel paese sfasciato di oggi. La cui<br />
bandiera culturale (capace di divenire formato<br />
esistenziale del telespettatore ingenuo) sembra essere<br />
davvero il reality show, sperimentato in tutte le possibili<br />
location e assurto a scansione delle tv berlusconiane,<br />
ovviamente comprese quelle pubbliche. Sul<br />
palcoscenico del bel Teatro Goldoni (purtroppo<br />
sottoutilizzato dal Maggio che ne dispone), in quadri<br />
successivi, avviene la rituale scansione dei drammi<br />
“dentro la casa”, ispirata certo al Grande fratello, ma<br />
che crudelmente ce ne mostra anche i dissesti, i<br />
trabocchetti e le incongruenze, nella improbabile<br />
parade dei personaggi che la affollano. La partitura di<br />
Mosca è piacevole e divertente nel far coincidere i<br />
caratteri con le vocalità dei ruoli operistici, e i testi di<br />
Melega non risparmiano nessun pudore e debolezza<br />
dei partecipanti. Davide Livermore firma regia e scene,<br />
ma canta anche in uno dei personaggi. Divertito e<br />
divertente nei suoi diversi ruoli, non ci risparmia la sua<br />
ironia creativa che qui è libera di inventare, trattandosi<br />
di un’opera nuova, e basta poco in certi momenti a<br />
scoprire l’orrore della nostra tv quotidiana: scalinate da<br />
soggiorno, piscine da calidarium, confessionale di<br />
rigore, delazioni e deiezioni al veleno. Sotto l’agile, e<br />
divertita anch’essa, direzione di Marco Angius, i<br />
cantanti non si risparmiano pur nei ruoli improbabili<br />
quanto “reali”; il pubblico ascolta e guarda lo specchio<br />
deformato di un intero paese, che nella tv raccoglie e<br />
mixa non tanto l’esistente, quanto la sua aberrante<br />
proiezione finale: L’Italia del destino, che neanche la<br />
Vergine degli angeli (il forse oggi è auspicio d’obbligo)<br />
ce la farebbe più a coprire del suo manto.<br />
Davide Annachini, «L’Opera», giugno 2011<br />
In linea con la volontà di fissare un appuntamento<br />
annuale con l’opera contemporanea, il Maggio ha poi<br />
commissionato un nuovo lavoro teatrale ad un ulteriore<br />
musicista italiano, Luca Mosca, che in collaborazione<br />
con Gianluigi Melega per il libretto, insieme a Pilar<br />
García e a Davide Livermore, ha dato vita a L’Italia del<br />
destino, in occasione delle celebrazioni per i<br />
centocinquant’anni dell’Unità nazionale. Con la<br />
definizione di “Real-italy in un atto”, l’opera intendeva<br />
proporre un testo in musica sull’Italia di oggi, attraverso<br />
quella che per certi versi può rappresentare una delle<br />
più devastanti aberrazioni, il reality televisivo. Nella<br />
definizione di alcuni caratteri tipici del genere (il<br />
Palestrato, il Creativo, la Diva, la Stilista) e di alcuni<br />
appuntamenti irrinunciabili (il “confessionale”, gli<br />
stacchi pubblicitari), il lavoro condensava quanto di più<br />
vacuo, volgare, orrido possa ritrovarsi in un format<br />
televisivo, in cui il peggio dell’umanità e – ahinoi –<br />
dell’attuale Italia si rispecchia. Soggetto quindi ideale<br />
per suggerire ad un musicista come Mosca, che<br />
denuncia la sua passione per il melodramma barocco e<br />
rossiniano, una musica ricca d’ironia e giocata<br />
soprattutto sugli interventi vocali e strumentali,<br />
elaborati con virtuosismo spericolato quanto grottesco.<br />
Difficilissime le parti solistiche e i pezzi d’insieme, che<br />
richiedono cantanti particolarmente duttili e musicali,<br />
come quelli utilizzati in quest’occasione, sulle cui<br />
specifiche qualità sono stati scritti i diversi ruoli. Così si<br />
sono potuti ammirare l’avvolgente registro contraltile di<br />
Sara Mingardo, calatasi nei panni di una Diva<br />
distaccata e pesantemente razzista, la ragguardevole<br />
estensione tra mezzo e soprano di Alda Caiello (la<br />
Stilista), impegnata in un’aria di bravura di memoria<br />
settecentesca, la disinvoltura vocale e scenica di<br />
Cristina Zavalloni come l’oca bionda di turno, il cui<br />
nome Sexilia è tutto un programma, la<br />
caratterizzazione sadomaso della Cameriera di Daniela<br />
Bruera, la goffaggine del Palestrato Chris Ziegler, la<br />
retorica declamata col birignao di un De Sica o di un<br />
Gassman dal bravissimo Roberto Abbondanza (il<br />
Creativo), la caricaturale piattezza cerebrale del<br />
Cantante di Davide Livermore, autentico factotum dello<br />
spettacolo. Il versatile regista-tenore torinese ha dato<br />
fuoco alle polveri, firmando uno spettacolo di grande<br />
fantasia e ritmo, in cui le citazioni scoperte ai mostri<br />
televisivi (come ad esempio la debordante<br />
interpretazione in stile drag-queen del Presentatore, un<br />
inquietante Sax Nicosia) e le continue rotazioni<br />
sceniche di una casa da Grande Fratello hanno<br />
veramente costituito l’aspetto più avvincente dell’intera<br />
operazione. Autore anche delle scene in stile optical<br />
dalle prospettive caleidoscopiche, Livermore ha trovato<br />
man forte nei piccanti costumi di Gianluca Falaschi e<br />
nelle luci psichedeliche di Nicolas Brewy, per le quali il<br />
pubblico aveva ricevuto in dotazione un occhiale per<br />
visione in 3D e un telecomando per votare i<br />
protagonisti del reality, in realtà rivelatisi volutamente<br />
inutili. Lo spettacolo e l’esecuzione, condotta con<br />
maestria da Marco Angius alla guida dell’Orchestra del<br />
Maggio, hanno raccolto applausi calorosi […].
Luis de Pablo<br />
Festa veneziana<br />
D<br />
ue le prime assolute in un’unica settimana per Luis<br />
de Pablo, una coppia inaugurata da Largo “en torno a<br />
una antigua canción popular” per orchestra,<br />
commissione del Philharmonisches Orchester des<br />
Staatstheaters Cottbus che l’eseguirà nella propria sede<br />
l’11 e il 13 novembre sotto la guida di Evan Christ.<br />
Così l’Autore racconta la genesi del nuovo lavoro: «Mi è<br />
stata richiesta un’opera breve, non oltre i 5’, che, senza<br />
rinunciare alla propria “modernità”, incorporasse in<br />
qualche modo l’idea del canto popolare del paese del<br />
compositore, sia come citazione, sia come stile.<br />
Ho dunque scritto una musica di carattere statico<br />
(corrispondente a certi aspetti della mia lingua) in cui<br />
compare in forma cangiante una vecchia canzone virile<br />
in forma di “tonada”, cioè assolo. Questa “tonada”<br />
proviene dalla provincia di Zamora, nell’antico regno di<br />
León, al confine col Portogallo, e conserva un forte<br />
sapore modale, tipico di tutta la Spagna centrale. Ma il<br />
modo (o meglio: i modi) oscilla/no liberamente tra il<br />
missolidio e il frigio, in modo che è possibile ottenere<br />
una differenza espressiva tra scala ascendente e<br />
discendente senza ricorrere ai classici modi maggiore e<br />
minore. Il testo recita così: Anoche soñaba yo / que los<br />
moros me mataban / y eran tus ojos, morena, / que de<br />
lejos me miraban, por la calle me miraban, por la calle<br />
de mi alma (“La notte scorsa ho sognato / che i mori mi<br />
uccidevano, / ma erano i tuoi occhi, morettina, / che mi<br />
guardavano da lontano / per la strada mi guardavano /<br />
per la strada della mia anima”). L’anonimo poeta<br />
musicista si è servito abilmente dell’ottonario: c’è infatti<br />
una corrispondenza tra le domande/risposte del testo e<br />
la curva melodica ascendente e discendente della<br />
musica, sottolineata con gli ornamenti simmetrici di<br />
“mataban” e “miraban”. Questa analisi potrebbe<br />
proseguire, ma credo che quanto ho detto sia già<br />
sufficiente per percepire la sua eleganza». Un’ulteriore<br />
prima avrà luogo il 17 novembre presso le Sale<br />
Apollinee del Gran Teatro La Fenice di Venezia, dove<br />
l’Ex Novo Ensemble, committente del pezzo con il<br />
sostegno della Fundación BBVA, eseguirà Números, sei<br />
pezzi per ottetto. Racconta Luis de Pablo: «Números è<br />
stato composto tra il febbraio e il maggio 2011, durante<br />
la convalescenza da un’operazione. L’organico è<br />
Malika Kishino<br />
In memoriam<br />
Q<br />
uattro le prime esecuzioni assolute nell’autunno di<br />
Malika Kishino. La serie s’inaugura il 4 <strong>ottobre</strong> al<br />
Concert Hall di Kyoto, con l’esecuzione di Ichimai-<br />
Kishohmon (for the 800 th memorial year of Hônenshônin)<br />
per coro misto, voci di monaci buddisti, shô,<br />
hichiriki, koto, percussioni e trio d’archi,<br />
nell’interpretazione dei monaci del tempio Zenrinji, di<br />
Shohko Ohtani, koto 20 corde, Junko Tanaka, shô,<br />
Tohru Yamamoto, hichiriki, Keyaki Satoh, percussioni,<br />
Reina Yamana, violino, Naoka Tokizawa, viola, e Yoriko<br />
Miyake, violoncello, sotto la guida di Toshiko Kikuchi.<br />
La composizione, che commemora il fondatore della<br />
dottrina buddista giapponese della Terra Pura chiamata<br />
Jodo Shu, di cui il tempio di Eikan-do Zenrin-ji è una<br />
delle sedi principali, si rifà a uno scritto (letteralmente:<br />
“documento di un unico foglio”) vergato da Hônen il 23<br />
gennaio 1212, due giorni prima della morte. Della<br />
composizione è stata realizzata anche una versione per<br />
voci e pianoforte per uso cerimoniale, destinata alla<br />
scuola Seizan Zenrin-ji del tempio di Jodo Shu. Un testo<br />
del poeta indiano, premio Nobel nel 1913, Rabindranath<br />
Tagore (da Fruits Gathering, LXXIX), ispira la<br />
compositrice giapponese in Prayer / Inori (after March<br />
11 th , 2011) per coro misto a cappella, in cartellone il 5<br />
<strong>ottobre</strong> al Bunka Kaikan di Tokyo, nell’interpretazione di<br />
Matsubara Chiaki alla testa del Tokyo Philharmonic<br />
Chorus, ente committente del lavoro scritto in omaggio<br />
costituito da flauto (ottavino e flauto in Sol), oboe,<br />
clarinetto in La (clarinetto basso in Si bemolle), tromba<br />
in Do, pianoforte, percussione, violino e violoncello. Si<br />
compone di sei parti (sei “números”) da eseguirsi senza<br />
soluzione di continuità. Il titolo è deliberatamente neutro:<br />
ho cercato una musica la cui espressione sia la musica<br />
stessa; un suono organizzato in modo cangiante e<br />
perfino vertiginoso: raramente vi è un “tutti”, mentre<br />
sono frequenti i passaggi in assolo, a due, a tre<br />
strumenti. Il timbro vi è protagonista, così come la<br />
metrica, in costante opposizione tra regolarità e<br />
irregolarità, così come ancora il gioco intervallare<br />
dipendente dai due parametri precedentemente citati.<br />
Nell’impulso creativo ha svolto dunque un ruolo<br />
importante il gioco, un gioco tuttavia né gratuito né<br />
superficiale, così come non lo sono gli haiku giapponesi,<br />
i disegni di Picasso o i Proverbi di Antonio Machado…<br />
La durata totale del pezzo è di circa 18 minuti». Lo<br />
stesso concerto ospiterà la ripresa di Epístola al<br />
transeúnte per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello<br />
e pianoforte, mentre il giorno successivo, 18 novembre,<br />
sempre nel contesto dell’Ex Novo Festival, è previsto<br />
nella Sala Piccolo Teatro della Fondazione Giorgio Cini<br />
l’incontro di studio con Luis de Pablo “Verso Darmstadt”,<br />
in occasione del quale verrà eseguito da Daniele<br />
Ruggieri Condicionado per flauto insieme alla Sequenza<br />
I di Luciano Berio; il pianista Aldo Orvieto vi interpreterà<br />
invece il Terzo Capriccio di Camillo Togni. La III Serie di<br />
Retratos y Transcripciones per pianoforte sarà proposta<br />
da Alfonso Gómez il 4 <strong>ottobre</strong> e il 25 novembre al<br />
Teatro Arteria di Bilbao. Il brano n. 2, “Confusione”, dalla<br />
medesima III Serie di Retratos y Transcripciones verrà<br />
interpretato il 6 novembre da Alfonso Alberti al Foyer<br />
del Teatro Comunale di Treviso, nel quadro della<br />
manifestazione “L’Arsenale 2011”, mentre Latidos per<br />
orchestra è in cartellone il 12 novembre alla Salle du<br />
Gran Tinel del Palazzo dei Papi di Avignone, ad apertura<br />
di un concerto della stagione sinfonica dell’Orchestre<br />
Lyrique de Région Avignon Provence diretto da Jean-<br />
François Heisser. Infine, Luis de Pablo terrà tra il 26 e il<br />
28 <strong>ottobre</strong> una masterclass di composizione, collegata<br />
a un concerto da camera monografico, al Conservatorio<br />
“G. Cantelli” di Novara.<br />
alla duplice catastrofe dello scorso 11 marzo, il grande<br />
terremoto che ha scosso il Giappone Orientale e il<br />
disastro nucleare di Fukushima. L’8 <strong>ottobre</strong> verrà<br />
presentata una commissione del Westdeutscher<br />
Rundfunk, Monochromer Garten II per clarinetto basso,<br />
saxofono baritono e trombone, presso il Funkhaus<br />
Wallrafplatz del WDR di Colonia. Ne sarà interprete il<br />
Parkhaus Trio: Ernesto Molinari, clarinetto basso,<br />
Markus Weiss, saxofono baritono, e Uwe Dierksen,<br />
trombone. Incluso nella serie Monochromer Garten della<br />
Kishino, rappresenta un omaggio alle peculiarità<br />
estetiche delle arti figurative giapponesi. Alla stessa<br />
serie appartiene Monochromer Garten per accordéon e<br />
violoncello, che sarà proposto in prima esecuzione<br />
assoluta il 20 dicembre al BKA-Theater di Berlino dal<br />
duo Christin Paté e Valérie Dulac. Ulteriori esecuzionI<br />
della musica di Malika Kishino comprendono<br />
Épanouissement per violoncello solo il 15 <strong>ottobre</strong> a<br />
Insel Hombroich, in Germania, nell’interpretazione di<br />
Giorgio Casati dell’Mdi Ensemble; Aqua Vitae II per<br />
flauto contralto, clarinetto basso, violino, violoncello e<br />
pianoforte il 7 novembre al Bielefelder Philharmoniker<br />
(ne sarà interprete l’Ensemble Horizonte diretto da<br />
Jörg-Peter Mittmann); infine, il 15 dicembre, il<br />
Kulturhaus Abraxas di Augsburg ospiterà il<br />
percussionista Stefan Blum in Lebensfunke per<br />
grancassa e live electronics.<br />
Prima sinfonica al Teatro di<br />
Cottbus e un ricco carnet<br />
a Ex Novo Musica<br />
Ivan Vandor<br />
La prima esecuzione assoluta<br />
di Otto brevi pezzi per<br />
violoncello e pianoforte è in<br />
cartellone l’11 dicembre nelle<br />
Sale Apollinee del Gran Teatro<br />
La Fenice di Venezia per la<br />
rassegna Ex Novo Musica,<br />
ente committente del brano.<br />
Carlo Teodoro e Aldo Orvieto,<br />
dedicatari della composizione,<br />
interpreteranno una pagina in<br />
cui gli otto pezzi del titolo si<br />
susseguono senza soluzione<br />
di continuità.<br />
Importanti composizioni vocali<br />
commemorano un fondatore<br />
del buddismo giapponese e il<br />
terremoto della scorsa primavera<br />
5
Christophe Bertrand<br />
6<br />
Tre prime prestigiose<br />
riflettono sul rapporto<br />
tra linguaggi artistici<br />
Il Konzerthaus di Berlino ospita<br />
il 4 <strong>ottobre</strong> lo Zafraan<br />
Ensemble nell’esecuzione di<br />
Aus per viola, sax soprano,<br />
clarinetto basso e pianoforte.<br />
Okhtor per orchestra è invece<br />
in cartellone il 6 <strong>ottobre</strong> per il<br />
Festival Musica al Palais de la<br />
Musique et des Congrès di<br />
Strasburgo, nell’interpretazione<br />
dell’Orchestre Philharmonique<br />
de Strasbourg diretta da Pascal<br />
Rophé. Infine, Alfonso Alberti<br />
interpreterà Haïku per<br />
pianoforte il 6 novembre al<br />
Foyer del Teatro Comunale di<br />
Treviso, per la rassegna<br />
L’Arsenale 2011.<br />
Tre concerti cameristici e una<br />
serie di pubblicazioni (un libro,<br />
due Cd, un video online)<br />
Nicola Sani<br />
Il suono e l’immagine<br />
U<br />
n concerto monografico e una serie di prime<br />
esecuzioni assolute chiudono l’anno di Nicola Sani.<br />
Il 28 novembre il Contempoartefestival offre nella Sala<br />
Magliabechiana della Galleria degli Uffizi un ricco<br />
concerto ritratto del compositore, in occasione dei suoi<br />
cinquant’anni. Il Contempoartensemble diretto da Mauro<br />
Ceccanti interpreterà AchaB per clarinetto, Oltre il<br />
deserto spazio per ensemble, Come una specie di<br />
infinito per violoncello e pianoforte, Verso un altro<br />
occidente per ensemble, A time for the evening per<br />
ensemble, Sul denaro, per voce recitante e ensemble su<br />
testo di Luigi Pestalozza, con la partecipazione di Moni<br />
Ovadia nella parte del recitante, e una nuova<br />
composizione per ensemble in prima esecuzione<br />
assoluta. Spiega l’Autore: «L’organico di questo nuovo<br />
lavoro scritto per il Contempoartensemble, cui è<br />
dedicato, comprende flauto, clarinetto, quartetto<br />
d’archi con contrabbasso, pianoforte e percussioni.<br />
Questo “spazio sonoro” fortemente improntato al<br />
rapporto con l’immagine unisce le suggestioni già<br />
presenti nei miei ultimi lavori strumentali alla ricerca del<br />
Contempoartensemble, che ha fatto del rapporto con il<br />
visivo e con l’intermedialità il tratto caratteristico del<br />
proprio percorso tra i linguaggi sonori contemporanei».<br />
In quell’occasione verrà effettuata la registrazione<br />
discografica dell’intero programma (ad eccezione di Oltre<br />
il deserto spazio e Verso un altro occidente, tutte prime<br />
registrazioni assolute). Il 7 dicembre sarà invece la Sala<br />
Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica a<br />
ospitare, in collaborazione con l’Accademia Tedesca di<br />
Villa Massimo, la prima di Seascape II per ensemble e<br />
supporto digitale, nell’interpretazione dell’Ensemble<br />
Modern di Francoforte diretto da Frank Ollu. Racconta<br />
Sani: «Seascape II è una nuova versione della<br />
precedente composizione per orchestra Seascape,<br />
scaturita dal rapporto con le immagini fotografiche di<br />
Hiroshi Sugimoto. La trasposizione per ensemble è<br />
l’occasione per privilegiare i dettagli dei rilievi interni alla<br />
struttura timbrica della composizione, che emergono<br />
all’interno della fitta trama timbrica. I chiaroscuri di<br />
Sugimoto, che trasforma le campiture del mare e<br />
dell’orizzonte in sconfinati spazi nella cromatura dei grigi,<br />
si rispecchiano nell’insieme di contrasti e riflessioni<br />
sonore, a loro volta proiettate nello spazio con le<br />
elaborazioni digitali dei suoni strumentali». Terzo<br />
palcoscenico di una nuova composizione di Nicola Sani<br />
sarà, l’11 dicembre, la Sala Rachmaninoff del<br />
Conservatorio Čajkovskij di Mosca, dove l’Alter Ego<br />
Ensemble eseguirà Lied - You Have Been Lied 2 per<br />
ensemble, live electronics, supporto digitale e video.<br />
In questi termini l’Autore racconta la genesi del pezzo:<br />
«Dieci anni fa, nel luglio 2001, Genova diventava teatro<br />
Giovanni Verrando<br />
Nuova liuteria<br />
L<br />
a musica per ensemble di Giovanni Verrando viene<br />
proposta in questi mesi in tre diversi concerti. Il 28<br />
settembre la Biennale Musica di Venezia, 55° Festival<br />
Internazionale di Musica Contemporanea, ha ospitato al<br />
Teatro Malibran Dulle Griet per ensemble,<br />
nell’interpretazione dei Sentieri Selvaggi diretti da Carlo<br />
Boccadoro. L’8 <strong>ottobre</strong> è in cartellone al Festival de Tres<br />
Cantos di Madrid Animismus per sax alto, flauto, violino<br />
e violoncello, nell’esecuzione del Grupo Sax-Ensemble.<br />
Infine, l’Mdi Ensemble proporrà il 23 gennaio alla<br />
Société de Musique Contemporaine di Losanna le<br />
Quattro invenzioni sull’«Offerta musicale» per piccolo<br />
ensemble. È uscito un nuovo Cd Stradivarius (STR<br />
33891), nella collana dedicata al Festival Milano Musica,<br />
che riporta la registrazione del Quartetto n. 2 eseguito<br />
dal Quartetto di Torino e registrato nell’ambito del<br />
Festival stesso nell’<strong>ottobre</strong> 1999. È disponibile in rete,<br />
sul canale web www.limenmusic.com, il video di Il ruvido<br />
dettaglio celebrato da Aby Warburg, nell’esecuzione del<br />
degli scontri tra dimostranti e forze dell’ordine durante il<br />
G8. Gli scontri causarono una repressione violentissima<br />
e insensata, mai verificatasi nel nostro Paese dopo<br />
l’epoca fascista, sulla quale restano ancora numerose<br />
ombre e circostanze non chiarite. Centinaia i feriti, Carlo<br />
Giuliani, un giovane dimostrante, venne ucciso. In quei<br />
giorni ho scritto Lied - You Have Been Lied To, per<br />
percussioni elettroniche, supporto digitale e DJ remix,<br />
che ebbe la sua prima esecuzione al Festival GAS di<br />
Göteborg. Mentre scrivevo scorrevano sui teleschermi le<br />
immagini della protesta e dell’assassinio di Carlo<br />
Giuliani, a cui il pezzo è dedicato. Il titolo utilizza il<br />
termine tedesco di Lied (“canzone”), nel senso in cui una<br />
canzone è testimonianza di un fatto reale concretamente<br />
avvenuto e lo racconta, come avviene nel rap<br />
contemporaneo, e di lied nel significato inglese di<br />
“essere stato ingannato”, quindi di “vivere nella società<br />
dell’inganno”. Un inganno continuo e costante, dove alla<br />
musica è tolto il significato di far riflettere l’individuo sulla<br />
sua condizione di sfruttato e di sottomesso alle logiche<br />
del mercato e della mercificazione. Un Lied che diventa<br />
manifesto a lettere maiuscole, gridato, distorto, che si<br />
trasforma in gesto di strada, di contestazione, di rivolta.<br />
Un ritmo continuamente spezzato, che raccoglie i suoni<br />
delle percussioni trasformandoli in loops e grooves<br />
ritmici e tecnologici, entrando violentemente nella ferita<br />
aperta di un conflitto in atto. Dieci anni dopo, ricordando<br />
quei giorni, la nuova versione intitolata Lied - You Have<br />
Been Lied 2, torna a riflettere su quei tragici momenti,<br />
unendo a una riscrittura per ensemble strumentale e<br />
supporto digitale una nuova realizzazione video,<br />
realizzata dall’ensemble Alter Ego, a partire da<br />
documenti selezionati per questa produzione da Enrico<br />
Ghezzi». È possibile ascoltare musica di Sani il 5<br />
novembre all’Auditorium San Fedele di Milano per il<br />
Festival di Milano Musica (I binari del tempo per flauto e<br />
supporto digitale, interpretato da Annamaria Morini e<br />
Alvise Vidolin); il 19 novembre per il Festival “All<br />
Frontiers” a Gradisca di Isonzo (Gorizia) (il ciclo integrale<br />
di Elements, prodotto dallo Studio Akustische Kunst del<br />
WDR di Colonia, che comprende: Wasserinnerungen per<br />
flauto basso e supporto digitale a 8 canali, Windstille per<br />
flauto contrabbasso e supporto digitale a 8 canali, Terra<br />
per percussioni e supporto digitale a 8 canali, Con fuoco<br />
per flauto iperbasso e supporto digitale a 8 canali, con<br />
interpreti Roberto Fabbriciani, flauto basso, flauto<br />
contrabbasso e flauto iperbasso, Pietro Bertelli,<br />
percussioni, Aldo Orvieto, organo, e Alvise Vidolin, regia<br />
del suono); infine il 20 gennaio all’Auditorium Saint<br />
Germain di Parigi per la stagione di concerti del GRM -<br />
Groupe de Recherches Musicales (Preludio dall’opera Il<br />
tempo sospeso del volo per supporto digitale a 8 canali).<br />
Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli proposto<br />
nella scorsa stagione della rassegna Rondò. La Biennale<br />
Musica di Venezia ha consegnato il Leone d’argento<br />
2011 a RepertorioZero, il gruppo di musicisti che lavora<br />
sulla nuova liuteria attivo dal 2007, di cui Giovanni<br />
Verrando è uno dei fondatori. È in fase di pubblicazione<br />
presso le <strong>ESZ</strong> il libro La nuova liuteria: orchestrazione,<br />
grammatica ed estetica, scritto da Giovanni Verrando in<br />
collaborazione con la classe di orchestrazione del<br />
Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano. Il libro è<br />
realizzato con il sostegno del Dipartimento di ricerca<br />
dello stesso Conservatorio e uscirà in due lingue, italiano<br />
e inglese. Il testo rappresenta il frutto dei due anni di<br />
progetto di ricerca sulla nuova liuteria svolto e finanziato<br />
dallo stesso Dipartimento nel biennio 2009/10. È infine in<br />
fase di registrazione un Cd che proporrà il recente brano<br />
per orchestra amplificata The Sinopia of Dulle Griet,<br />
registrato in Germania dal Philharmonisches Orchester<br />
dello Staatstheater di Cottbus diretto da Evan Christ.
Valerio Sannicandro<br />
Teatro senza scena<br />
D<br />
ue le prime per Valerio Sannicandro. Il 23 aprile<br />
sono stati presentati a Strasburgo Trois Chants Noh per<br />
voce e flauto, eseguiti alla Chiesa di Saint Pierre Le<br />
Vieux dal duo Ryoko Aoki e Ayako Okubo. La Aoki<br />
riprenderà il pezzo col flautista Klaus Schoeppl il 12 e<br />
13 settembre al Radialsystem di Berlino. L’Autore<br />
racconta in questi termini la nuova esperienza<br />
compositiva: «I tre pezzi scritti e commissionati per la<br />
cantante Noh Aoki Ryoko fanno parte di un progetto più<br />
vasto di teatro musicale intitolato Hagakure. Il contatto<br />
con la cultura giapponese, durante il mio soggiorno a<br />
Kyoto nel 2010, ha significato in questo lavoro cercare<br />
un modo di integrare elementi tradizionali in una<br />
scrittura molto dettagliata oltre che avanzata. Il flauto<br />
(scritto per la flautista Ayako Okubo) rappresenta invece<br />
una specie di “eco” della voce, un’amplificazione a volte<br />
“naturalisticamente descrittiva” (per esempio, l’ottavino<br />
impersona la pioggia). Nell’opera Hagakure<br />
(dall’omonimo testo giapponese del XVIII secolo) i tre<br />
momenti in cui la cantante Noh appare rappresentano<br />
delle situazioni in cui i protagonisti guardano indietro e<br />
cercano nella loro memoria i pensieri filosofici,<br />
raccontati da Jôchô Yamamoto. Ognuno ci parla di un<br />
pensiero sulla vita, la sostanza dei nostri corpi basati<br />
sul vuoto, i sette respiri, tempo massimo entro cui ogni<br />
decisione deve essere presa, la metafora della pioggia<br />
come immagine del destino... Tre isole che<br />
contrappuntano musicalmente il lavoro teatrale e<br />
rappresentano, quando i canti vengono eseguiti da soli,<br />
un momento atemporale di introspezione». Una<br />
commissione Ex Novo Musica è invece Trois Sûtras,<br />
quarta scena da Hagakure per flauto basso, clarinetto<br />
basso e live electronics, che l’Ex Novo Ensemble<br />
(Daniele Ruggieri, flauto basso, Davide Teodoro,<br />
clarinetto basso, Amalia de Götzen, live electronics e<br />
Alvise Vidolin, regia sonora) propone in prima<br />
esecuzione assoluta il 17 <strong>ottobre</strong> al Conservatorio<br />
Benedetto Marcello di Venezia e in replica il 25 <strong>ottobre</strong><br />
all’Auditorium Pollini di Padova. Spiega Sannicandro:<br />
Federico Gardella<br />
Meditazioni sulla natura<br />
D<br />
ue le prime esecuzioni di quest’autunno per Federico<br />
Gardella. Inaugura la piccola serie Kyklos per orchestra,<br />
in cartellone l’8 <strong>ottobre</strong> al Teatro Verdi di Firenze per il<br />
Festival Play It!, affidato all’Orchestra della Toscana<br />
diretta da Tito Ceccherini. Questa la filosofia del lavoro<br />
nelle parole dell’Autore: «Il rapporto tra la vita<br />
individuale e la natura è caratterizzato dal confronto tra<br />
una percezione lineare e una visione ciclica del tempo;<br />
la riflessione su questi aspetti rappresenta il punto di<br />
partenza del percorso formale di Kyklos per orchestra,<br />
che si articola a partire dalla relazione tra l’uno e il<br />
molteplice. Come in un prato, in cui i singoli fili d’erba<br />
concorrono a formare un’immagine unitaria, in questo<br />
lavoro le caratteristiche dei singoli strumenti sono<br />
immaginate in funzione della costruzione di uno<br />
strumento interiore che non sia solamente la somma<br />
delle individualità, quanto piuttosto l’espressione di un<br />
microcosmo. Gli elementi che costituiscono Kyklos si<br />
susseguono senza interruzioni, confluendo gli uni negli<br />
altri, e si articolano in una serie di ritorni che<br />
scandiscono dei cicli, ognuno dei quali presenta<br />
un’evoluzione interna: la linearità dei singoli frammenti<br />
viene così integrata nella ciclicità della struttura<br />
complessiva, originando una forma pensata come luogo<br />
della memoria». Kraus-Mikro-Lieder per voce femminile<br />
e ensemble è invece il titolo della novità proposta il 26<br />
novembre al Teatro Sociale di Bergamo per il Bergamo<br />
Musica Festival. Ne saranno interpreti il soprano Ljuba<br />
Bergamelli e il Texture Ensemble diretto da Pierre<br />
«Trois Sûtras costituisce il materiale musicale principale<br />
della quarta scena di un’opera teatrale da camera<br />
basata sull’antico testo giapponese chiamato Hagakure.<br />
In ognuna delle sette scene che costituiscono l’opera un<br />
aspetto differente della filosofia e della cultura del<br />
Bushido viene tematizzato grazie a una drammaturgia<br />
prodotta per collage con frammenti di testi spesso<br />
aforistici. La quarta scena è dedicata alla religiosità; il<br />
canto di una donna, Akemi Tone, sciamano e guardiana<br />
di un tempio a Kyoto, che intona delle preghiere rituali<br />
scintoiste mi colpì da subito e, quando su mia richiesta<br />
accettò di registrarle, decisi di farne parte integrante del<br />
progetto a cui stavo lavorando. L’uso di questi suoni<br />
“concreti” è stato però deciso anche per affermare il<br />
carattere di “diario” della mia permanenza in Giappone<br />
che questa opera inevitabilmente comprende. Nella<br />
versione per concerto tre diverse situazioni musicali, su<br />
tre preghiere differenti, si succedono senza pausa; in<br />
essi cambia la relazione tra strumenti, elettronica in<br />
tempo reale e suoni registrati: flauto basso e clarinetto<br />
basso possono per esempio “generare” i suoni vocali,<br />
possono semplicemente accompagnarli o arricchirli con<br />
un procedimento di morphing in tempo reale». Ulteriori<br />
esecuzioni di Valerio Sannicandro comprendono …All<br />
Shadows of Red and Yellow per flauto in Sol, viola e<br />
arpa, e …All Shadows of Red and Yellow II per flauto in<br />
Sol, clarinetto, arpa, viola e violoncello, interpretati il 30<br />
settembre a Detmold dall’Ensemble Horizonte diretto<br />
dall’Autore; Lasco per quattro archi, pianoforte (con<br />
assistente) e percussione, in prima esecuzione italiana<br />
il 6 <strong>ottobre</strong> per il Festival Play It! di Firenze, al<br />
Cenacolo S. Apollonia, proposto dall’Ensemble<br />
dell’Orchestra della Toscana diretto da Tito Ceccherini;<br />
infine Constructa per sette strumenti, anch’esso in<br />
prima esecuzione italiana, che Renato Rivolta<br />
interpreterà alla testa dell’Ensemble United Berlin nel<br />
contesto del 20° Festival di Milano Musica, il 10 <strong>ottobre</strong><br />
al Teatro Elfo Puccini di Milano.<br />
Hoppé. Così Gardella descrive il nuovo pezzo:<br />
«La struttura di una composizione è la sua storia: ne<br />
descrive non soltanto la cronologia, ma anche, a un<br />
livello più profondo, il carattere. Partendo da una serie<br />
di aforismi di Karl Kraus, che racchiudono in poche<br />
righe una visione del mondo, questi Kraus-Mikro-Lieder<br />
per soprano e ensemble si dispiegano in quattro<br />
brevissimi movimenti; in questo caso però la brevità<br />
non coincide con una concezione frammentaria della<br />
forma, ma, al contrario, suscita la costruzione di quattro<br />
micro-storie, quattro arcate che si esauriscono nello<br />
spazio di un aforisma. La visione apocalittica della<br />
natura umana, presente in questi testi, si riflette sul<br />
piano compositivo nel rapporto tra voce e strumenti: la<br />
solitudine dell’uomo è nell’indifferenza della natura che<br />
lo circonda». Im Freien zu singen per sei voci femminili<br />
e pianoforte viene ripreso dall’Ensemble de Six Voix<br />
Solistes diretto da Alain Goudard, coadiuvato da Ancuza<br />
Aprodu al pianoforte. La tournée comprende le seguenti<br />
date: Milano, Auditorium San Fedele, 17 <strong>ottobre</strong>;<br />
Milano, Limen Music, 18 <strong>ottobre</strong> (registrazione in<br />
studio); Firenze, Biblioteca Marucelliana, 19 <strong>ottobre</strong>;<br />
Firenze, Cenacolo della Basilica di Santa Croce, 20<br />
<strong>ottobre</strong>; Scandicci, Badia di San Salvatore e San<br />
Lorenzo a Settimo, 22 <strong>ottobre</strong>. Im Freien zu spielen per<br />
clarinetto, violino, violoncello e pianoforte sarà eseguito<br />
il medesimo 22 <strong>ottobre</strong> all’Auditorium San Fedele di<br />
Milano, nell’ambito del Festival Milano Musica, dal Trio<br />
di Parma e dal clarinettista Ib Hausmann.<br />
Due prime a Strasburgo e a<br />
Venezia, primi frammenti di un<br />
lavoro teatrale “in progress”<br />
Henri Pousseur<br />
Il Festival “Traiettorie” propone<br />
Scambi per nastro magnetico il<br />
21 settembre alla Casa del<br />
Suono di Parma. Il 30<br />
settembre Roberto Fabbriciani,<br />
coautore del pezzo con<br />
Pousseur, interpreta Zeus<br />
joueur de flûtes per flauti,<br />
nastro magnetico e live<br />
electronics a Cittadella<br />
(Padova). Il 28 <strong>ottobre</strong> David<br />
Robertson esegue allo<br />
Herkulessaal della Residenz di<br />
Monaco di Baviera, alla testa<br />
del Symphonieorchester des<br />
Bayerischen Rundfunks,<br />
Couleurs croisées per grande<br />
orchestra, nel contesto della<br />
stagione di Musica Viva del<br />
Bayerischer Rundfunk.<br />
Due novità “filosofiche”<br />
ai festival di Firenze e<br />
Bergamo<br />
Marco Momi<br />
Ludica II per ensemble e<br />
elettronica viene portato in<br />
tournée con i musicisti degli<br />
Ensemble Nikel e Court-Circuit<br />
il 26 <strong>ottobre</strong> alla Gare du Nord<br />
di Basilea per il Festival<br />
CultureScapes, il 12 novembre<br />
al Théâtre de l’Archipel di<br />
Perpignan per il Festival<br />
Aujourd’hui Musiques, il 15<br />
novembre al Théâtre Garonne<br />
di Toulouse per il Festival<br />
Novelum, e il 17 novembre al<br />
Musée d’Art et d’Histoire du<br />
Judaïsme di Parigi.<br />
7
Al Festival Manca l’opera realizzata<br />
col nuovo sistema di orchestrazione<br />
assistita dal computer<br />
Sándor Veress<br />
Un concerto monografico<br />
dedicato a Veress è in<br />
cartellone il 22 <strong>ottobre</strong> alla<br />
Pinakothek der Moderne di<br />
Monaco di Baviera. I pianisti<br />
Yaara Tal e Andreas<br />
Groethuysen interpreteranno<br />
con il Münchener<br />
Kammerorchester diretto da<br />
Alexander Liebreich Hommage<br />
à Paul Klee, fantasie per due<br />
pianoforti e archi, Musica<br />
Concertante per dodici archi, e<br />
Quattro danze transilvane per<br />
orchestra d’archi. L’Ensemble<br />
Contrechamps diretto da Olivier<br />
Cuendet propone il 1°<br />
novembre a Ginevra, allo<br />
Studio Ernest Ansermet della<br />
Radio de la Suisse Romande,<br />
per la stagione di<br />
Contrechamps, Orbis tonorum<br />
per orchestra da camera. Carlo<br />
Teodoro eseguirà l’11 dicembre<br />
presso le Sale Apollinee del<br />
Gran Teatro La Fenice di<br />
Venezia, nell’ambito della<br />
rassegna Ex Novo Musica, la<br />
Sonata per violoncello solo.<br />
Tre sedi prestigiose per<br />
altrettante prime d’autunno<br />
8<br />
Javier Torres Maldonado<br />
Un teatro immaginario<br />
J<br />
avier Torres Maldonado sarà protagonista al prossimo<br />
Festival Manca di Nizza del CIRM (Centre National de<br />
Création Musicale). Il 18 novembre verrà eseguito alla<br />
Salle Pierre Brasseur del Théâtre National de Nice<br />
Iridiscente per pianoforte, percussioni, sistema<br />
elettroacustico interattivo e video, commissione del<br />
GRAME e dell’SNCA (Sistema Nacional de Creadores de<br />
Arte) messicano. Ne saranno interpreti i solisti dell’Icarus<br />
Ensemble (Kumi Uchimoto, pianoforte, Simone<br />
Beneventi, percussioni) e Danio Catanuto per il video.<br />
Il 22 novembre il medesimo teatro, nella Salle Michel<br />
Simon, ospiterà la ripresa di Un posible día, quasi un<br />
radiodramma per soprano, attore, ensemble e sistema<br />
elettroacustico interattivo, nell’interpretazione di Maja<br />
Pavlovska, soprano, David Jisse, attore, dell’Ensemble<br />
2e2m diretto da Pierre Roullier, e col contributo tecnico di<br />
La Muse en Circuit. La prima del lavoro, Commande<br />
d’État 2011 – terzo prestigioso riconoscimento<br />
consecutivo per Javier Torres Maldonado –, commissione<br />
dell’Ensemble 2e2m col patrocinio dell’SNCA, ha avuto<br />
luogo il 20 maggio scorso per il Festival Extension al<br />
Théâtre de Villejuif. Il testo originario di Ana Candida de<br />
Carvalho è stato integrato da José Manuel Recillas;<br />
graphic art e video sono di Magali Lara. In questi termini<br />
l’Autore si esprime a proposito di Un posible día:<br />
«Da alcuni anni la mia ricerca personale è stata in parte<br />
orientata verso le possibilità di tradurre e trasformare<br />
degli oggetti musicali a partire dalle loro informazioni<br />
spettrali in una sorta di “risintetizzazione” realizzata con<br />
diverse fonti sonore. A questo scopo ho impiegato, oltre<br />
all’analisi spettrale, alcuni programmi sviluppati all’Ircam<br />
come il Repmus, distribuito col software Open Music.<br />
Tuttavia la relazione tra la tecnica impiegata e il materiale<br />
della fonte sonora non era sempre soddisfacente,<br />
specialmente perché era intuitiva rispetto alla deduzione<br />
delle combinazioni strumentali: dipendeva cioè dalla mia<br />
intuizione, dalle mie capacità di orchestrazione e derivava<br />
solo parzialmente da deduzioni scientifiche. Fu nel 2003,<br />
grazie a Yan Maresz, che ho saputo di un importante<br />
progetto di ricerca nel campo dell’orchestrazione assistita<br />
dal computer all’Ircam, strumenti ai quali ho potuto<br />
accedere dal 2009 soprattutto grazie alla mia amicizia<br />
con uno dei principali ricercatori in questo campo,<br />
Grégoire Carpentier, che mi ha dato molti importanti e<br />
interessanti suggerimenti. Impiegando il software da lui<br />
sviluppato nel Music Representations Group dell’Ircam,<br />
Pasquale Corrado<br />
P<br />
asquale Corrado è in cartellone il 20 <strong>ottobre</strong> al Teatro<br />
Studio del Parco della Musica di Roma con Ombra di<br />
macramè per sei strumenti, nell’interpretazione<br />
dell’Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius. Così<br />
l’Autore ne spiega l’ispirazione: «Il macramè è una<br />
tipologia di ricamo a intreccio la cui lavorazione richiede<br />
precisione, agilità e creatività. Macramè è arte dalla<br />
straordinaria e discreta complessità, la cui caratteristica è<br />
quella di creare figure complesse intrecciando e<br />
annodando una serie di fili. La tecnica araba del<br />
macramè approda in Italia nel XV secolo e si diffonde<br />
principalmente in Liguria ad opera dei marinai, i quali<br />
mettono in pratica le conoscenze acquisite in Oriente per<br />
fissare le vele delle proprie imbarcazioni e per passare il<br />
tempo nelle lunghe traversate. Dall’esplorazione di<br />
questa antica e affascinante arte, connubio tra forza e<br />
pazienza, indissolubilità e resistenza, prende il nome il<br />
brano. Il mistero e la magia dell’intreccio danno vita a un<br />
ricamo musicale, in cui ognuno dei sei strumenti<br />
rappresenta un filo melodico e armonico pronto<br />
all’intreccio. Gli elementi del brano procedono in un unico<br />
luogo elastico e dalle forme cangianti e mutevoli,<br />
sviluppandosi con la stessa complessa abilità delle<br />
decorazioni artigianali di una trina intrecciata». Seconda<br />
novità, il 26 novembre al Teatro Sociale di Bergamo per il<br />
Bergamo Musica Festival, con Lamer per soprano e<br />
ho scoperto una nuova dimensione nell’alchimia di<br />
composizione e orchestrazione. I materiali musicali più<br />
importanti presentati e trasformati in Un possible día<br />
derivano dal calcolo di diverse soluzioni<br />
nell’orchestrazione rese possibili dal software Orchidée<br />
di Grégoire Carpentier e Damien Tardieu».<br />
Per ulteriori informazioni e per gli esempi del<br />
procedimento adottato si rinvia al sito<br />
www.torresmaldonado.net/un_posible_dia.html.<br />
Un possible día sarà presto disponibile in un Cd<br />
coprodotto dall’Ensemble 2e2m, da La Muse en Circuit<br />
e dal FONCA messicano. Il Cd è stato realizzato<br />
dall’etichetta Alamuse. Il 27 giugno Radio France ha<br />
dedicato una trasmissione, “Les lundis de la<br />
contemporaine” di Arnaud Merlin, alla musica di Javier<br />
Torres Maldonado, con l’esecuzione di esempi da diversi<br />
lavori tra cui Un posible día, Rosa mutabile per due<br />
gruppi strumentali, Esferal per orchestra e elettronica,<br />
e Obscuro etiantum lumine per violino e tre gruppi<br />
orchestrali. Tra le esecuzioni recenti di Javier Torres<br />
Maldonado vanno segnalati Desde el instante, nella<br />
nuova versione per clarinetto basso, interpretata da<br />
Antonio Rosales, il dedicatario, il 18 giugno al XXIII Foro<br />
Internacional de Música Nueva Manuel Enriquez, nella<br />
Sala Blas Galindo del Centro Nazionale delle Arti di<br />
Mexico City; Lacrymosa 2 per flauto, violino e pianoforte,<br />
eseguita il 22 maggio in prima esecuzione assoluta in un<br />
concerto dell’Ensemble Nuevo de Mexico (Wilfrido<br />
Terrazas flauto, Ludwig Carrasco violino, Miguel Salmon<br />
del Real pianoforte) in memoriam di Omar Hernandez<br />
Hidalgo, al Palazzo delle Belle Arti di Mexico City; infine<br />
dal 29 agosto al 1° settembre il Festival Nuovi Orizzonti<br />
Sonori (Porretta Terme, Bologna) ha ospitato nell’ambito<br />
di una masterclass di composizione, composizione<br />
acusmatica e assistita dal computer tenutasi con la<br />
collaborazione dell’Ensemble ArsContemporanea diretto<br />
da Caterina Centofante, il 29 agosto la conferenza<br />
“Incontro con Javier Torres Maldonado e la sua musica”<br />
al Teatro Testoni di Porretta Terme, e il 2 settembre,<br />
nella stessa sede, il concerto dell’Ensemble<br />
ArsContemporanea diretto da Caterina Centofante, con<br />
Fabiana Ciampi, harmonium, in cui sono state eseguite<br />
Fontane per elettronica (video: Elisa Franzoi), Lacrymosa<br />
I per qualsiasi strumento aerofono a tastiera e Invención<br />
per violino solo.<br />
Raffinato artigianato compositivo<br />
percussioni, interpretato da Ljuba Bergamelli e Jacopo<br />
Costa. In questi termini Corrado descrive il lavoro:<br />
«Questo brano per voce e percussione è forgiato come la<br />
lama di una spada dalla superficie liscia e dalle estremità<br />
affilate. È un blocco unico, frenetico e compulsivo, teso<br />
alla ricerca dell’armonia fondamentale e costruito attorno<br />
all’incipit dello scherzo della Seconda Sinfonia di Mahler<br />
utilizzato anche da Berio nella sua Sinfonia. La prima<br />
parte del brano è un melisma continuo, unito da voce e<br />
vibrafono. Con il procedere del brano, l’aspetto diacronico<br />
lascia spazio a quello sincronico e al ritorno continuo<br />
della pulsazione. Le due cellule La-Mer si inseguono<br />
dando significato alle molteplici combinazioni delle loro<br />
sillabe (La-Me; La-Mer; Ma(h)-Ler)». Pasquale Corrado è<br />
presente anche al 55° Festival Internazionale di Musica<br />
Contemporanea con una commissione della Biennale<br />
Musica di Venezia, Inciso per orchestra, eseguita il 25<br />
settembre al Teatro alle Tese da Andrea Pestalozza alla<br />
testa della Mitteleuropa Orchestra (il pezzo è stato<br />
presentato sullo scorso numero di <strong>ESZ</strong> News).<br />
Sovrainciso per ensemble è invece in programma l’8<br />
<strong>ottobre</strong> in prima esecuzione italiana a Firenze, Sala<br />
Carlo VIII di Palazzo Medici Ricciardi, per il Festival Play<br />
It!, nell’interpretazione dell’Ensemble dell’Orchestra della<br />
Toscana diretto da Tonino Battista.
Giorgio Colombo Taccani<br />
Suoni e silenzi<br />
T<br />
re prime esecuzioni assolute e una prestigiosa ripresa<br />
per Colombo Taccani nell’ultima parte dell’anno. Il 20<br />
settembre, nell’ambito del Festival delle Nazioni, al<br />
Teatro di Marcello di Roma è stato presentato in prima<br />
assoluta I muri bianchi di Endenich per pianoforte<br />
nell’interpretazione di Adele D’Aronzo. Così l’Autore<br />
introduce il lavoro: «Robert Schumann trascorre gli ultimi<br />
due anni di vita nel manicomio di Endenich, presso<br />
Bonn. Assistito amorevolmente dalla moglie Clara e da<br />
Brahms, vede divenire sempre più precari i rapporti con<br />
il mondo reale. I muri bianchi di Endenich trae il proprio<br />
spunto iniziale nella risonanza di questa situazione<br />
esistenziale dolorosamente frantumata: la tensione che<br />
accompagna quasi tutte le scelte figurali, sempre<br />
parossistiche ed eccessive, si disgrega in continui cambi<br />
di scena e in frenetiche rincorse di situazioni diverse,<br />
appena mitigate da brevi ripiegamenti più silenziosi. Con<br />
un’impostazione strutturale apertamente asimmetrica,<br />
questo convulso alternarsi di apparizioni repentine si<br />
blocca di colpo nell’ultima estesa sezione del lavoro,<br />
volutamente uniforme ed elementare: una lunga<br />
successione di accordi in “fortissimo” attraversa<br />
lentamente tutta la tessitura del pianoforte dall’acuto al<br />
grave. Come anche precedentemente, ma forse ora in<br />
modo più chiaro, emergono frammenti provenienti dalla<br />
Seconda Sonata per pianoforte di Schumann, a partire<br />
dai quali è costruito l’intero brano». Importante ripresa<br />
per Timor panico, lavoro per ensemble del 2001,<br />
nell’ambito della Biennale di Venezia al Teatro Malibran<br />
il 27 settembre. In questa occasione l’Ensemble da<br />
Camera dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai è<br />
stato diretto da Marco Angius. Questa la presentazione<br />
dell’Autore: «Nell’ora più calda del giorno, quando<br />
l’intera natura rimane immobile e attonita, non ci è<br />
concesso alcun canto, alcun suono. Il dio Pan, dal<br />
carattere aspro e irascibile, si riposa, stanco degli amori<br />
e delle cacce mattutine. Pauroso sarebbe il suo risveglio<br />
prematuro, come paurosi sono i rumori misteriosi di cui<br />
riempie i boschi per farsi beffe dei malcapitati viandanti.<br />
Si tace, dunque: timor panico». Il 6 <strong>ottobre</strong> è invece<br />
prevista la prima esecuzione di L’àgnili per voce e<br />
pianoforte su due poesie in sardo di Pompeo Calvia.<br />
Il Duo Alterno, formato da Tiziana Scandaletti e Riccardo<br />
Piacentini, lo presenterà all’Academy for Performing Arts<br />
(HKAPA), Recital Hall di Hong Kong. Due repliche<br />
successive del brano sono previste il 29 <strong>ottobre</strong> alla<br />
Fondazione Delfino di Cuneo e il 30 <strong>ottobre</strong> alla Galleria<br />
di Arte Moderna di Torino. Dice il compositore: «Figura<br />
appartata, vissuta a Sassari a cavallo dei due secoli<br />
scorsi, Pompeo Calvia si è imposto alla mia attenzione<br />
quando, alcuni mesi fa, ho avuto modo, finalmente, di<br />
mettermi a lavorare per un brano dedicato agli amici del<br />
Duo Alterno. La morbida petrosità della lingua sarda,<br />
unitamente alla leggerezza del linguaggio poetico di<br />
Calvia, del tutto privo di turgori retorici, sono risultati gli<br />
elementi che più mi hanno colpito. Le due brevi poesie<br />
scelte hanno – prevedibilmente – caratteristiche<br />
Andrea Mannucci<br />
La poesia e il nulla<br />
N<br />
ell’ambito della stagione 2011 dell’Accademia<br />
Musicale di Verona, il 30 Novembre presso la Sala dei<br />
Concerti del Circolo Ufficiali in Castelvecchio verrà<br />
eseguito Volo per altri cieli è la mia vita per voce e<br />
pianoforte, su poesie del poeta goriziano Carlo<br />
Michelstaedter. Così ne parla l’Autore: «In questi testi il<br />
poeta non riesce ad accettare il mistero della creazione,<br />
non crede in fondo né a un amore divino né tantomeno a<br />
un suo riflesso efficace nell’uomo, e desidera solo<br />
dissolversi nel nulla. Nonostante questo sfondo<br />
pessimistico e nichilista, la poesia di Michelstaedter ci<br />
dona immagini di struggente bellezza, perfette nell’uso<br />
della lingua. La musica traduce questo contraddittorio<br />
espressive complementari: sospesa fissità notturna in<br />
Madrigale, nervosa impertinenza in Non ti fidà di l’àgnili<br />
(“Non ti fidare dell’angelo”). Ciò si riflette in maniera<br />
diretta nelle scelte compositive, pronte ad assecondare<br />
senza rigore preconcetto le sfumature del testo poetico,<br />
che viene sempre tenuto a un livello di notevole<br />
intelligibilità; tutto ciò si appoggia su una scrittura<br />
estremamente flessibile e aperta, richiedente un grande<br />
affiatamento da parte dei due esecutori». Il Duo Alterno<br />
eseguirà L’àgnili, sotto forma di anteprima, anche il<br />
prossimo 23 settembre all’Auditorium di Maccagno<br />
(Varese). Nel gennaio 2012 è infine prevista la prima<br />
esecuzione assoluta di Al terzo foco per recitante, due<br />
voci femminili, oboe, fagotto e pianoforte su testo di Pier<br />
Luigi Berdondini. Al Museo Internazionale delle<br />
Ceramiche di Faenza ne saranno interpreti lo stesso<br />
Pier Luigi Berdondini come recitante, Akiko Kozato e<br />
Simona Barbieri Mckenzie come voci e il Trio InUno<br />
(Francesco Lovecchio, oboe, Paolo Rosetti, fagotto e<br />
Martina Drudi, pianoforte). «Capita talvolta», dice<br />
Colombo Taccani, «di ricevere commissioni che sulle<br />
prime mettono in qualche difficoltà; la richiesta di un<br />
lavoro di dimensioni non esigue – ci si muove alle soglie<br />
della mezz’ora… – collegato con il mondo della<br />
ceramica non era certo fra le più scontate e facilmente<br />
gestibili. La presenza di Pier Luigi Berdondini e, quindi,<br />
di un suo testo appositamente scritto e ben collocato fra<br />
riferimenti diretti e obliqua allusività ha reso l’impresa<br />
decisamente agevole e, mi auguro, convincente.<br />
Accanto alla voce recitante, le due voci femminili<br />
presentano caratteristiche diverse e complementari: una<br />
voce impostata, anche se disponibile a tutte le possibilità<br />
della vocalità contemporanea, e una seconda voce di<br />
differente estrazione musicale, non impostata, alla quale<br />
vengono affidati percorsi spesso avventurosi fra le<br />
pieghe del parlato o allusioni a svariati ambiti musicali.<br />
Anche i tre strumenti utilizzati, il cui raggrupparsi in trio<br />
non rappresenta certo una delle possibilità più comuni in<br />
quanto ad equilibrio e varietà di situazioni, si muovono<br />
spaziando entro territori molto vasti, che da episodi<br />
venati da qualche inflessione addirittura neoclassica<br />
vanno fino a esplorazioni timbriche molto aperte e<br />
avventurose, pronte a sfruttare tutte le tecniche offerte<br />
allo strumentista contemporaneo. La parte di recitante<br />
risulta sempre inserita con precisione nel discorso<br />
musicale (o, se si preferisse, gli strumenti cercano<br />
sempre un’adesione estremamente attenta e puntuale<br />
allo scorrere del testo); il reperimento di strategie<br />
notazionali che garantissero con relativa facilità questa<br />
integrazione ha rappresentato probabilmente l’aspetto<br />
più impegnativo del lavoro; sulla scorta di precedenti<br />
esperienze, le componenti musicali, in presenza di parti<br />
recitate, sono quasi sempre parcellizzate in piccole<br />
sezioni gestibili ad libitum da parte di ogni singolo<br />
esecutore, garantendo così la naturalezza della<br />
recitazione e la valorizzazione della componente<br />
musicale».<br />
estetico attraverso una corrispondenza rigorosa tra<br />
campi armonici, ritmo fraseologico ed emanazioni di<br />
profilo melodico». L’esecuzione rientra nel bando per la<br />
selezione di giovani voci liriche indetto dall’Accademia di<br />
Alta Formazione Musicale di Verona. Il brano sarà<br />
registrato in un Cd dell’Accademia <strong>Edizioni</strong> Musicali di<br />
Verona. Nell’ambito del IV Festival del Ned Ensemble, la<br />
violinista Lena Yokoyama, allieva di Salvatore Accardo<br />
alla Stauffer di Cremona, accompagnata dal pianista<br />
Diego Maccagnola, eseguirà il 20 novembre presso<br />
l’Auditorium Celesti di Desenzano The Sound in Your<br />
Mind per violino solo di Andrea Mannucci accanto a<br />
Opus Felix di Michele dall’Ongaro.<br />
Una serie di prime per organici<br />
sempre diversi tra Hong Kong<br />
e la Biennale<br />
Matteo Franceschini<br />
Approda finalmente alla prima<br />
esecuzione, dopo una serie di<br />
rinvii di concerti in precedenza<br />
annunciati, L’alter ego per<br />
violino e pianoforte, in<br />
cartellone il 17 novembre con<br />
Francesco D’Orazio e<br />
Giampaolo Nuti alla Società<br />
Aquilana dei Concerti “B.<br />
Barattelli”. È in programma<br />
invece il 7 dicembre a Roma, al<br />
Festival di Nuova Consonanza,<br />
la prima esecuzione italiana di<br />
Concerto per ensemble,<br />
nell’interpretazione<br />
dell’Ensemble Algoritmo diretto<br />
da Marco Angius.<br />
Martino Traversa<br />
Doppia esecuzione per Bianco,<br />
ma non troppo per flauto basso<br />
e nastro magnetico, in<br />
cartellone il 4 novembre alla<br />
Casa della Musica di Parma<br />
per il Festival Traiettorie, solista<br />
Martin Fahlenbock, e il giorno<br />
dopo, 5 novembre,<br />
all’Auditorium San Fedele di<br />
Milano per il 20° Festival di<br />
Milano Musica, solisti<br />
Annamaria Morini, flauto, e<br />
Alvise Vidolin, regia del suono.<br />
La lirica di Mario Luzi<br />
accompagna e ispira la ricerca<br />
Versi di Carlo Michelstaedter<br />
ispirano una novità, pezzo di punta<br />
di due appuntamenti veronesi<br />
9
Concerto con l’Ensemble<br />
Intercontemporain, novità<br />
“teatrale” per flauto a Vienna<br />
Maurizio Ferrari<br />
Il “teatro di stanza” Una voce di<br />
donna. Polifonia per Rosa su<br />
testi curati da Maurizio Ferrari e<br />
Luigi Pestalozza è in<br />
programma nella versione per<br />
voce, recitante e quattro<br />
strumenti il 14 <strong>ottobre</strong> al Ridotto<br />
del Teatro Regio per il Festival<br />
Verdi, nell’interpretazione del<br />
soprano Teresa Cammellini e<br />
del New Made Ensemble<br />
diretto da Alessandro<br />
Calcagnile. Il 20 <strong>ottobre</strong> Yoko<br />
Marimyo, Maura Gandolfo e<br />
Francesco Bergamasco<br />
presentano alla Palazzina<br />
Liberty di Milano, per<br />
l’Associazione Amici di<br />
Musica/Realtà, la prima<br />
esecuzione assoluta del Trio<br />
per violino, clarinetto e<br />
pianoforte.<br />
Quattro novità tese tra<br />
vocazione narrativa<br />
e ricerca d’interiorità<br />
10<br />
Maurilio Cacciatore<br />
Tastiera Midi al Pompidou<br />
I<br />
mportante prima in Francia per Maurilio Cacciatore.<br />
Il 20 <strong>ottobre</strong> la Grande Salle del Centre Pompidou<br />
ospita a Parigi l’Ensemble Intercontemporain diretto da<br />
Alejo Perez con Hideki Nagano alla tastiera Midi e<br />
l’Autore al live electronics nel Concerto per tastiera Midi,<br />
ensemble e live electronics. Questa la concezione<br />
dell’opera nelle parole del compositore, «risultato di<br />
numerose idee di partenza. Innanzitutto, l’amore che ho<br />
per il pianoforte, in seconda istanza, la passione per gli<br />
apparecchi di controllo del Midi. In letteratura non era<br />
presente, a mio avviso, un lavoro che dava la giusta<br />
importanza alle tastiere Midi; esse generalmente sono<br />
usate solo come mezzi “operai”, utili cioè per aprire file<br />
audio o per impostare settaggi nella musica elettronica.<br />
In questo pezzo la tastiera Midi si scopre come solista;<br />
le competenze che le sono proprie e che la differenziano<br />
da un pianoforte, ad esempio il numero e la funzione dei<br />
pedali, l’interazione con i fader, la non corrispondenza<br />
tra il tasto abbassato e l’altezza del suono prodotto ecc.,<br />
diventano per me spunti compositivi. Terza leva del<br />
brano è l’interesse verso la sintesi per modelli fisici: ho<br />
lavorato molto affinché essa fosse lontana dalla sua<br />
forte connotazione e divenisse qualcosa di più<br />
malleabile e naturale, diversa rispetto al timbro acusticostrumentale<br />
ma non del tutto estranea ad esso.<br />
Nel Concerto tutti gli strumenti concorrono a nutrire<br />
l’elettronica in tempo reale: quattro legni e cinque ottoni<br />
sono trattati per gruppi. Questa maniera di gestire la<br />
captazione degli strumenti ha influenzato fortemente<br />
anche la scrittura strumentale, così come è accaduto<br />
per i due set di percussioni; quasi identici nell’organico,<br />
essi sono trattati in tempo reale indipendentemente l’uno<br />
dall’altro, amplificando la visione simmetrica degli<br />
strumenti e l’effetto stereo che esiste già in partenza.<br />
Tra gli altri spunti di partenza, quello forse più difficile dal<br />
punto di vista del compositore: cosa può essere oggi un<br />
Concerto? La forma del primo tempo cerca d’essere<br />
consona al suo ruolo, di cui conserva gli archetipi<br />
liberandosi delle parti più accessorie e discorsive;<br />
Vittorio Montalti<br />
Scelte, preghiere, addii<br />
Q<br />
uattro le prime esecuzioni assolute di Vittorio<br />
Montalti nell’ultimo terzo dell’anno in corso. Il 18<br />
settembre è stato possibile ascoltare alla Maison de la<br />
Télévision di Strasburgo Notturno breve per ensemble,<br />
nell’interpretazione del Texture Ensemble diretto da<br />
Pierre Hoppé. Commissionato per il concerto a tema<br />
“Sources et voies du renouveau - Hommages à Gustav<br />
Mahler et Iannis Xenakis à travers le regard de 6+6<br />
compositeurs de notre temps”, sarà trasmesso in<br />
differita il 9 <strong>ottobre</strong>. Nelle parole dell’Autore «Notturno<br />
breve è un aforisma in omaggio a due grandi della<br />
storia della musica: Gustav Mahler e Iannis Xenakis.<br />
I suoni della notte tessono tele di vetro. Urla lontane<br />
irrompono cruente». L’isola di Patmos per suoni<br />
elettronici è invece il titolo del pezzo proposto il 1°<br />
<strong>ottobre</strong> all’Auditorium San Fedele di Milano, con la<br />
realizzazione informatica della partitura a cura di<br />
Daniele Amidani. Racconta Montalti: «L’isola di Patmos<br />
è un brano scritto su commissione della Fondazione<br />
Culturale San Fedele di Milano e in collaborazione con<br />
la Fondazione Prometeo di Parma con l’esplicita<br />
richiesta di creare un lavoro che introduca il Quatuor<br />
pour la fin du temps di Messiaen in un tentativo di<br />
“drammatizzazione musicale”. Il lavoro, per sola<br />
elettronica, si ispira al libro dell’Apocalisse e il titolo del<br />
pezzo si riferisce all’isola su cui Giovanni Evangelista<br />
avrebbe scritto l’ultimo libro del Nuovo Testamento. La<br />
composizione parte da un materiale molto semplice<br />
che, grazie a una serie di processi, si sviluppa per dare<br />
vita a un arco narrativo ben preciso. Ne deriva così il<br />
possibile racconto di una vita, vita in cui siamo chiamati<br />
l’elaborazione tematica è direttamente proporzionale<br />
all’elaborazione della sintesi con i modelli fisici.<br />
La Toccata mette in mostra la bravura tecnica sia del<br />
solista sia dell’ensemble, con un tessuto fibrillante di<br />
carattere virtuosistico; sulle armonie di questi due tempi,<br />
il Finale mostra la differenza tra le parti strumentali e le<br />
stesse doppiate dalla sintesi per modelli fisici. Il terzo<br />
tempo, volutamente poco prolungato e di carattere più<br />
iconico che dialogico, apre la porta a un intermezzo per<br />
sola elettronica con la successiva cadenza della tastiera<br />
solista. Man mano che il tempo passa, il mondo sonoro<br />
di partenza si degrada, si trasforma, assumendo in<br />
forme molteplici i caratteri dall’anima vuota dello<br />
strumento che li trasmette». Avrà luogo il 20 gennaio, in<br />
cartellone all’Alte Schmiede Kunstverein di Vienna, la<br />
prima esecuzione assoluta di Quarto anfibio per flauto<br />
traverso solo nell’interpretazione di Matteo Cesari.<br />
Spiega l’Autore: «Scrivere un pezzo per flauto traverso<br />
nel 2011 può essere un’operazione rischiosa… quante<br />
meraviglie sono state scritte per questo strumento negli<br />
ultimi decenni! E allora, come rapportarsi con lo spettro<br />
del confronto? Il Quarto anfibio questo problema forse lo<br />
aggira, data la sua natura e onorando il nome che porta.<br />
Come gli altri pezzi di questa serie, il brano vive a metà<br />
tra la musica strumentale e la musica vocale “per<br />
strumentisti”. L’uso pregnante della voce, all’interno<br />
dello strumento porta a risultati timbrici inaspettati.<br />
Il flauto non finisce per me di rinnovarsi e ho provato<br />
grande piacere nello scrivere un pezzo per quel “tubo<br />
aperto” che nella sua natura è per me sinonimo di<br />
libertà. Matteo Cesari è l’artista che lo creerà e quindi la<br />
prima versione è pensata per una voce maschile. Come<br />
per altri pezzi dalle tecniche simili, anche questo brano<br />
avrà forse un giorno la sua versione per flautista donna.<br />
Il flauto come tubo risonatore, lo spazio amplificato per<br />
fare risuonare una stanza immaginaria, la bocca come<br />
amplificatore nell’anima: l’azione teatrale tra queste<br />
risorse porta avanti la musica, scolpendo poco a poco<br />
l’incertezza della sua doppia natura».<br />
a scegliere tra il Bene ed il Male nell’attesa della fine<br />
dei tempi». Il 7 <strong>ottobre</strong> la Radio Vaticana realizzerà la<br />
registrazione radiofonica di Tre schizzi per la radio per<br />
violino, violoncello e pianoforte, interpretati dal Trio<br />
Bettinelli; l’emissione radiofonica è fissata per il 18<br />
<strong>ottobre</strong> sul quinto canale di Radio Vaticana. Il 26<br />
novembre il soprano Ljuba Bergamelli, accompagnata<br />
dal Texture Ensemble diretto da Pierre Hoppé, proporrà<br />
la prima esecuzione assoluta di Farewell per voce<br />
femminile e ensemble al Teatro Sociale di Bergamo, nel<br />
contesto del Bergamo Musica Festival. Spiega l’Autore:<br />
«Il brano si colloca in una serata di omaggio a Gustav<br />
Mahler ed è ispirato alla Nona Sinfonia del compositore<br />
austriaco. Come alla Nona è sottesa la riflessione sul<br />
congedo dalla vita terrena, così il mio brano è un addio<br />
che prende spunto da un testo di Emily Dickinson.<br />
In Farewell si incontrano la previsione di una fine<br />
tragica dell’uomo da parte di Mahler e la visione serena<br />
del distacco così come vede la morte la poetessa<br />
americana». Infine, ancora una volta Milano, in<br />
particolare la Chiesa di San Fedele, ospiterà un’ultima<br />
novità, Prayer per flauto e violino, il 10 dicembre,<br />
nell’interpretazione del duo Annamaria Morini e Enzo<br />
Porta. Questa la chiave fornita dall’Autore: «Con questo<br />
brano ho voluto esplorare il concetto di preghiera e le<br />
sue diverse declinazioni. Un gesto ripetitivo emerge<br />
gradualmente dando vita a un rituale cui prendono<br />
parte sempre più personaggi. I due strumenti sono<br />
trattati con l’obiettivo di sintetizzare i due ruoli in uno<br />
solo per dare forma a una preghiera universale e a più<br />
voci».
Luigi Manfrin<br />
Armonie poetiche<br />
Si concentra in ambito cameristico la ricerca di Luigi<br />
Manfrin nella seconda parte dell’anno. Il 31 agosto il<br />
Festival di Bellagio e del Lago di Como ha ospitato, alla<br />
Biblioteca Comunale di Bellagio, la prima esecuzione<br />
assoluta di Batter My Heart per soprano e pianoforte su<br />
testo di John Donne, nell’interpretazione di Karin Selva<br />
e Mihoko Miyagawa, dedicatarie del brano. Spiega il<br />
compositore: «Il trattamento della voce e il suo rapporto<br />
con la materia timbrica del pianoforte, densa e spessa,<br />
articolata con complesse strutture ritmiche, sono<br />
scaturiti dal confronto con la poesia di John Donne,<br />
tratta dalla raccolta Holy Sonnets. Batter My Heart,<br />
infatti, è un testo di grande impeto espressivo, a tratti<br />
visionario, con amare e sentite riflessioni sui limiti e<br />
l’impotenza della ragione e della sua vana pretesa di<br />
rispondere alle domande sull’esistenza. A tale<br />
impotenza fa eco la richiesta disperata del divino, con<br />
un linguaggio di affetti aspri e violenti. La musica segue i<br />
significati delle parole contraendo o dilatando le durate<br />
delle sue sezioni, frammentando o allungando così nel<br />
tempo le sequenze testuali della poesia; sono pertanto<br />
le immagini irruente e esplosive, oppure i silenzi sofferti<br />
del testo a far erompere gli estemporanei gesti che<br />
animano e costellano di discontinuità sonore improvvise<br />
la conduzione della composizione. Nell’insieme il brano<br />
rallenta irregolarmente. L’invocazione finale converge<br />
nella balbuzie, ossia in una vocalità tesa, interrotta e<br />
ripresa a fasi irregolari, fino all’afasia in cui entrambi gli<br />
esecutori fingono di suonare e di dire qualcosa<br />
d’impossibile. A tutto questo va aggiunta una sottile<br />
ironia che permea l’intero brano fin dall’inizio, un<br />
atteggiamento di parziale estraneità avvertita nella<br />
scelta dei materiali sonori, elaborati e immessi nel corso<br />
del brano». Vede la luce nel contesto dell’Autunno<br />
Musicale Agimus Disappearing... in the Black of<br />
Fullness per suoni di sintesi, in programma il 26<br />
novembre al Centro Candiani di Mestre. Nelle parole<br />
dell’Autore, «la composizione elettronica è stata derivata<br />
da The Island of the Fay di Poe. Il racconto narra di un<br />
anonimo protagonista che perviene all’incontro<br />
vespertino e solitario con un ruscello avente un’isola<br />
ambivalente: il lato occidentale appare inondato dalla<br />
luce del tramonto, il lato orientale, invece, è circondato<br />
dal buio della foresta. Il protagonista si abbandona a<br />
una rêverie che entra in intimità sognante con l’acqua<br />
sempre più pesante e più morta del fiume. L’acqua,<br />
dunque, sembra inghiottire l’ombra degli alberi come<br />
prede, privandoli della vita. Dal punto di vista<br />
dell’elaborazione elettronica musicale, la suggestione<br />
del racconto mi ha indotto a generare una liquefazione<br />
progressiva del suono generale del brano, procedendo<br />
da una massa timbrica oscillante, ora chiara ora scura,<br />
progressivamente filtrata e resa così, di volta in volta,<br />
più fantasmatica. L’isola di Poe appare avvolta da<br />
un’atmosfera incantata, tramutandosi nella dimora<br />
mortifera delle fate; in tal modo la consumazione degli<br />
alberi nell’acqua diviene il destino della fata inghiottita<br />
dalla morte. Come la lirica di Poe, “poesia della<br />
materia”, anche il suono elettronico possiede una<br />
massa, un volume e un’ombra sonora che lo raddoppia;<br />
proprio il racconto di Poe mi ha suggerito l’idea di<br />
separare l’ombra dal proprio suono generatore per<br />
lasciarla inghiottire e liquefare nello sfondo sonoro che<br />
Luca Antignani<br />
La nuova versione del Giuoco delle perle di vetro è stata<br />
eseguita il 3 settembre nell’ambito di Opus XXI,<br />
Académie de Musique Contemporaine, alla Chartreuse<br />
di Villeneuve-lez-Avignon. Nome - non nome per<br />
pianoforte e sei voci soliste su poesie di Mario Luzi è in<br />
tournée con l’Ensemble de Six Voix Solistes diretto da<br />
Alain Goudard e la pianista Ancuza Aprodu nelle<br />
seguenti date: il 17 <strong>ottobre</strong> all’Auditorium San Fedele<br />
di Milano; il 18 <strong>ottobre</strong>, registrazione negli studi di<br />
Limen Music, sempre a Milano; il 19 <strong>ottobre</strong> alla<br />
Biblioteca Marucelliana di Firenze; il 20 <strong>ottobre</strong> al<br />
si rabbuia sempre più. L’ultima immagine è quella di una<br />
fata su una barca che circola intorno all’isola, passando<br />
dal lato luminoso a quello tenebroso, avvicinandosi<br />
sempre più alla morte. L’immagine della fata morente<br />
motiva la scelta di derivare i suoni dalla voce femminile<br />
del soprano Karin Selva. Vi sono, tuttavia, altre<br />
suggestioni; alludo a Liszt e, in particolare, alla<br />
rielaborazione elettronica di alcuni frammenti tratti dalla<br />
Lugubre gondola: omaggio personale al grande<br />
compositore ungherese. Per la prima esecuzione, il<br />
brano sarà diffuso con un video del giovane artista<br />
berlinese Cristiano Tassinari ispirato a Poe». A Berlino,<br />
al BKA Theater per la rassegna Unerhörte Musik, verrà<br />
presentato il 17 gennaio Overflowing Crystals II per<br />
cimbalom e trombone, con replica il 18 gennaio al<br />
Brandenburg Theater, sempre nella capitale tedesca.<br />
Ne saranno interpreti Eniko Ginzery allo cimbalom e<br />
Andras Fejer al trombone. Racconta Manfrin:<br />
«Overflowing Crystals II deriva da una precedente<br />
composizione per cimbalom solo. Il nuovo brano<br />
riprende e espande le Gestalten sonore del primo,<br />
facendo di nuovo riferimento analogico ai processi<br />
chimici di liquefazione dei cristalli e proseguendone così<br />
l’immaginazione materiale. La presenza di un secondo<br />
strumento, il trombone, costituisce un accoppiamento<br />
inedito con lo cimbalom; l’accostamento, difficile e<br />
insolito, ha stimolato e potenziato la ricerca compositiva,<br />
consentendo la realizzazione di un’interazione assai<br />
complessa tra i due strumenti. Si alternano infatti fasi<br />
omogenee nelle quali i due strumenti tendono<br />
timbricamente e ritmicamente ad avvicinarsi il più<br />
possibile, a fasi contraddistinte da ampi contrasti in cui<br />
appaiono apparentemente indipendenti. L’oscillazione<br />
rientra all’interno di un più vasto piano di composizione,<br />
che prevede il dispiegamento di più livelli sonori.<br />
Ne deriva una scrittura musicale polimorfa e instabile.<br />
Nel corso del brano si formano organizzazioni sonore<br />
che permettono all’ascolto di ritagliare sezioni distinte.<br />
Alcune di queste sono formate prevalentemente da<br />
blocchi ritmici-accordali o masse sonore variamente<br />
lavorate e articolate, altre appaiono più fluide e<br />
scorrevoli, come se la solidità si dissolvesse<br />
parzialmente, in una soluzione meno compatta. Il tutto<br />
rimanda all’immagine della diluizione cristallina, al<br />
passaggio dalla condizione solida a quella liquida o, più<br />
precisamente, alla presenza di fasi intermedie dette<br />
“mesofasi”. Dunque, le sezioni emergenti, dal profilo ora<br />
più cristallino, ora più fluente, provengono in realtà<br />
dall’immagine materiale di base, che fa riferimento alla<br />
compresenza caotica delle opposte caratteristiche<br />
affioranti alternativamente in superficie. Overflowing<br />
Crystals II è una composizione costruita su una<br />
metafora: una matrice energetica le cui vibrazioni o<br />
improvvisi sbalzi intensionali generano la morfologia<br />
spazio-temporale, timbrica, ritmica e figurale del brano,<br />
questo anche attraverso il gioco fluttuante dei ruoli<br />
principali sostenuti ora dallo cimbalom, ora dal<br />
trombone». Infine, il 3 dicembre Raffaele Negri del New<br />
Made Ensemble proporrà Composizione per violino solo<br />
al Palazzo Rosso di Genova, nell’ambito della rassegna<br />
Musica in Mostra promossa dall’Associazione Rive<br />
Gauche Concerti.<br />
Cenacolo della Basilica di Santa Croce di Firenze; il 22<br />
<strong>ottobre</strong> alla Badia di San Salvatore e San Lorenzo a<br />
Settimo a Scandicci. Blumine per voce femminile e<br />
ensemble è proposto in prima esecuzione assoluta al<br />
Teatro Sociale di Bergamo per il Bergamo Musica<br />
Festival il 26 novembre, nell’interpretazione del soprano<br />
Ljuba Bergamelli e del Texture Ensemble diretto da<br />
Pierre Hoppé. Un nuovo lavoro per ensemble sarà<br />
eseguito ad Annecy a fine novembre nell’ambito del<br />
Festival Sons d’Automne dall’Ensemble Pleiade.<br />
Poe, Donne e un fascinoso<br />
processo chimico ispirano<br />
tre novità<br />
Jean-Luc Hervé<br />
L’Ensemble Les Temps<br />
Modernes esegue En<br />
mouvement per ensemble il 15<br />
novembre al Salon de l’Hôtel<br />
de Ville di Lione. En découverte<br />
per due violini e elettronica è in<br />
programma il 10 gennaio alla<br />
Scène Nationale d’Orléans e il<br />
22 gennaio a Boulogne -<br />
Billancourt nell’interpretazione<br />
dell’Ensemble Kern.<br />
Luigi Dallapiccola<br />
Emilio Pomarico dirige il 30<br />
settembre Dialoghi per<br />
violoncello e orchestra alla<br />
Philharmonie di Colonia, alla<br />
testa del WDR<br />
Sinfonieorchester, col solista<br />
Oren Shevlin. Il 4 <strong>ottobre</strong><br />
Roberto Prosseda esegue alle<br />
Sale Apollinee del Teatro La<br />
Fenice, nel contesto<br />
dell’Italian-Fest, la Sonatina<br />
canonica per pianoforte.<br />
Pagina da camera in prima<br />
assoluta, quasi un intermezzo<br />
Bruno Maderna<br />
Dimensioni n. 2, Invenzione su<br />
una voce per nastro magnetico,<br />
è in cartellone il 21 settembre<br />
alla Casa del Suono di Parma<br />
per il Festival Traiettorie.<br />
11
Una serie di prime per strumenti<br />
tradizionali e elettronica mette a frutto<br />
la ricerca del compositore all’Ircam<br />
Luciano Berio<br />
Thema (Omaggio a Joyce) per<br />
nastro magnetico è in<br />
cartellone il 21 settembre alla<br />
Casa del Suono di Parma per il<br />
Festival Traiettorie e il 5<br />
novembre all’Auditorium San<br />
Fedele di Milano per il 20°<br />
Festival di Milano Musica, con<br />
Alvise Vidolin alla regia del<br />
suono. Daniele Ruggieri<br />
eseguirà Sequenza I per flauto<br />
il 18 novembre alla Sala<br />
Piccolo Teatro della Fondazione<br />
Giorgio Cini di Venezia, per il<br />
festival Ex Novo Musica.<br />
Camillo Togni<br />
Aldo Orvieto eseguirà Terzo<br />
Capriccio per pianoforte il 18<br />
novembre alla Sala Piccolo<br />
Teatro della Fondazione<br />
Giorgio Cini di Venezia, per la<br />
rassegna Ex Novo Musica.<br />
Novità per coro femminile e<br />
orchestra, commissione del<br />
Teatro Lirico di Cagliari<br />
12<br />
Lorenzo Pagliei<br />
Studi sonori<br />
N<br />
umerosi gli impegni di Lorenzo Pagliei in questi mesi.<br />
Il 29 maggio il Museo Archeologico Eno Belis di Oderzo<br />
ha ospitato, nell’ambito del “Maggio Archeologico<br />
Opitergino”, la prima esecuzione assoluta di Cristalli per<br />
pianoforte, affidato all’interpretazione di Andrea<br />
Corazziari, con replica il 22 agosto alla Sala Raffaello di<br />
Urbino, per l’Associazione Musa, e il 13 <strong>ottobre</strong> al<br />
Teatro Sperimentale di Ancona, per gli Amici della<br />
Musica. Spiega l’Autore: «Cristalli è un divertissement<br />
sul tema dei suoni legati al brindisi. Parte del materiale è<br />
ricavato dall’analisi del suono di una bottiglia di vino<br />
stappata e del primo bicchiere versato da una bottiglia a<br />
collo dritto e stretto, col suo caratteristico doppio<br />
glissando incrociato. Accanto a questi si aggiungono<br />
suoni di bicchieri che si toccano per brindare, i Cristalli,<br />
e un ospite verdiano tanto ingombrante quanto familiare<br />
che si paleserà solo alla fine del brano. Tutto è tenuto<br />
insieme dall’utilizzo della Scala Enigmatica che si<br />
presenterà nuda e senza orpelli verso la fine come<br />
presenza sonora altra da contemplare». Tra il 22<br />
settembre e il 16 dicembre il Centre des Arts di<br />
Enghien-les-Bains (Parigi), ospiterà, nel corso<br />
dell’esposizione “Invisible et Insaisissable”, in<br />
collaborazione e col sostegno del Collège de France,<br />
l’Université Pierre e Marie Curie (UPMC), CNRS e<br />
NanoSciences Île-de-France, l’installazione sonora per<br />
diffusione a 4 canali Les invisibles, un progetto reso<br />
possibile dalla collaborazione con il CNRS e il Collège<br />
de France, con l’assistenza di Carmine Emanuele Cella,<br />
già ricercatore Ircam. Francesco Filidei porterà in<br />
tournée Macchine selvagge per organo nelle tappe di<br />
Strasburgo, Église du Temple Neuf, per il Festival<br />
Musica, il 1° <strong>ottobre</strong>, in prima esecuzione assoluta,<br />
Colonia, Kunst-Station Sankt Peter, il 15 <strong>ottobre</strong>, Parigi,<br />
Église de Saint Eustache, il 23 <strong>ottobre</strong>, e infine<br />
Stoccarda, StiftKirche, il 28 <strong>ottobre</strong>. Racconta Pagliei:<br />
«Macchine selvagge è un brano che esplora dei<br />
meccanismi musicali attraverso delle piccole<br />
imperfezioni; delle micro-variazioni di elementi minimi<br />
minano l’identità stessa dei meccanismi e li rendono<br />
mobili e evolutivi come degli esseri viventi. La microvariazione<br />
di elementi interni sembra essere un principio<br />
naturale, infatti, anche nelle forme naturali simmetriche<br />
non esistono ripetizioni esattamente uguali dei dettagli.<br />
È il sottile movimento di queste variazioni che rende<br />
ogni essere vivente unico. In questo brano la<br />
duplicazione imperfetta di elementi si applica all’armonia<br />
e al tempo musicale: le micro-variazioni d’armonia<br />
creano un’ambiguità fra il verticale e l’orizzontale e un<br />
Michele dall’Ongaro<br />
Voci della poesia<br />
I<br />
l Teatro Lirico di Cagliari ospiterà il 22 e 23 dicembre la<br />
prima esecuzione assoluta di Attimo per coro femminile e<br />
orchestra, su testo della poetessa polacca<br />
Wislawa Szymborska, premio Nobel per la<br />
letteratura nel 1996. L’Orchestra e il Coro<br />
del Teatro Lirico di Cagliari saranno diretti<br />
da Giacomo Sagripanti. Per questo nuovo<br />
lavoro, scritto su commissione dell’Ente<br />
lirico che ne ospiterà la prima esecuzione,<br />
Michele dall’Ongaro ha utilizzato il<br />
componimento d’apertura della raccolta<br />
poetica Swila (“Attimo”, da cui il titolo del<br />
brano), nella traduzione di Laura Rescio.<br />
Nei mesi scorsi è stato possibile ascoltare<br />
Opus Felix per violoncello e pianoforte l’11<br />
agosto nella Sala delle Stilate dell’Abbazia di Pomposa,<br />
per l’Emilia Romagna Festival, nell’interpretazione del<br />
duo Vittorio Ceccanti e Bruno Canino. La versione per<br />
violino e pianoforte verrà invece proposta il 20<br />
novembre all’Auditorium Celesti di Desenzano, nel<br />
contesto del IV Festival del Ned Ensemble, eseguita da<br />
Lena Yokoyama e Diego Maccagnola. Perpetuum mobile<br />
movimento polifonico in ciò che sembra fisso. Allo<br />
stesso modo, il tempo musicale non scorre a velocità<br />
costante ma segue piuttosto delle curve più o meno<br />
brusche, più o meno continue. Il tempo diventa<br />
ondulatorio e condizionato dal peso degli elementi<br />
musicali che lo abitano». Saisir per violoncello e live<br />
electronics è invece in cartellone, sempre in prima<br />
esecuzione assoluta, il 13 <strong>ottobre</strong> al Centre des Arts di<br />
Enghien-les-Bains, affidato alla violoncellista Séverine<br />
Ballon e all’Autore stesso per il live electronics, nel<br />
contesto della citata esposizione “Invisible et<br />
Insaisissable”. In questi termini Pagliei racconta il nuovo<br />
lavoro: «Saisir è un duo fra un violoncellista e un<br />
esecutore elettroacustico: si tratta di ricreare la<br />
situazione tipica della musica da camera in cui i due<br />
musicisti sono posti sullo stesso piano. Il brano fa parte<br />
della mia ricerca personale volta a far uscire l’elettronica<br />
dei brani misti dalla sua posizione “dietro le scene” per<br />
farla entrare a far parte effettiva di ciò che il pubblico<br />
fruisce. I due esecutori utilizzano un insieme di soluzioni<br />
tecnologiche sperimentate all’Ircam nel corso del mio<br />
lavoro di compositore in ricerca. Il suono è prodotto in<br />
tempo reale utilizzando il metodo di sintesi dei modelli<br />
fisici che permette di simulare oggetti reali (placche,<br />
corde, membrane, voci, ecc.) e di variarli nel tempo.<br />
Accanto a questo metodo di sintesi, viene utilizzata<br />
anche la “sintesi micro-particellare” concepita in<br />
collaborazione con Carmine Emanuele Cella e il<br />
contributo fondamentale dei ricercatori del CNRS e del<br />
Collège de France. Questo metodo di sintesi permette di<br />
tradurre in suono i dati di esperimenti sulle microparticelle<br />
(in particolare la risonanza magnetica<br />
nucleare) e di ascoltarli in tempo reale». Va infine<br />
segnalata la prima di AirPlay per due esecutori<br />
elettronici, il 16 <strong>ottobre</strong> al Conservatorio di Santa<br />
Cecilia di Roma, nel contesto dell’EMUFest 2011,<br />
nell’interpretazione dell’Autore e di Bruno Zamborlin.<br />
Spiega Pagliei: «AirPlay è un brano che fa uso di nuove<br />
tecnologie che sto sperimentando all’Ircam. I due<br />
esecutori utilizzano due metodi per produrre e<br />
controllare i suoni: il gesto delle mani in campo libero e i<br />
gesti delle mani e/o oggetti su due placche di legno. Per<br />
il gesto si usano sensori di movimento espressamente<br />
concepiti all’Ircam e l’interfaccia gestuale Kinect di<br />
Microsoft. Per i gesti delle mani sulle placche si<br />
utilizzano dei microfoni a contatto e una nuova tecnica di<br />
controllo e sintesi chiamata Mogees messa a punto da<br />
Bruno Zamborlin in collaborazione con Norbert Schnell».<br />
dal balletto We Like Mozart (Versione A) per orchestra<br />
viene eseguito dalla Melbourne Symphony Orchestra<br />
diretta da Paul Fitzsimon il 4 <strong>ottobre</strong> al Clocktower<br />
Centre di Moonee Ponds (Australia) e in replica il 5<br />
<strong>ottobre</strong> al West Gippsland Arts Centre di Warragul<br />
(Australia). Il Festival Play It! ospita il 7 <strong>ottobre</strong> al<br />
Teatro Verdi di Firenze la prima esecuzione italiana<br />
di Checkpoint per orchestra, nell’interpretazione<br />
dell’Orchestra della Toscana diretta da Tonino<br />
Battista. Bach Haus, intermezzo in un atto su<br />
libretto di Vincenzo De Vivo, viene proposto da<br />
Vittorio Parisi alla testa del Dèdalo Ensemble il 21<br />
<strong>ottobre</strong> alla Sala Rodi di Cremona, e il 22 <strong>ottobre</strong><br />
al Teatro Sancarlino di Brescia. Oleg Caetani<br />
concerta l’11 e il 12 novembre il<br />
Konzerthausorchester Berlin nella sua sede nei Fünf<br />
Lieder op. 3 di Anton Webern per mezzosoprano e<br />
orchestra, nell’orchestrazione di Michele dall’Ongaro<br />
dall’originale per voce e pianoforte, commissione dello<br />
stesso Konzerthaus Berlin; mezzosoprano, Katharina<br />
Kammerloher.
Riccardo Malipiero<br />
Ritratto d’autore<br />
I<br />
l 25 <strong>ottobre</strong> il 20° Festival di Milano Musica propone<br />
nella Sala Puccini del Conservatorio “G. Verdi” un<br />
concerto ritratto di Riccardo Malipiero (1914-2003)<br />
attraverso alcune tra le sue più belle composizioni<br />
cameristiche. Il programma contempla due brani solistici<br />
(14 variazioni di un tema musicale per pianoforte, in<br />
prima esecuzione assoluta, e Konzertstück per<br />
violoncello solo), il Trio per violino, violoncello e<br />
pianoforte e due brani per voce e ensemble: Sei poesie<br />
di Dylan Thomas per soprano e dieci strumenti e<br />
Liederétudes, in prima esecuzione assoluta nella<br />
versione per soprano e undici strumenti. Pagine scritte<br />
in un arco temporale molto esteso, che ben riassumono<br />
le principali fasi dell’attività compositiva di Malipiero.<br />
È noto come nel primo dopoguerra, insieme a Luigi<br />
Dallapiccola e Camillo Togni, egli sia stato tra i primi ad<br />
avvertire la necessità di aprire la musica italiana al<br />
pensiero e alle tecniche dodecafoniche, anche<br />
attraverso la fattiva organizzazione del Primo Congresso<br />
Internazionale per la Musica Dodecafonica, tenutosi a<br />
Milano nel maggio 1949. Il programma permetterà di<br />
cogliere ulteriori sfaccettature dell’identità musicale di<br />
Malipiero, misurandone l’evoluzione nel tempo.<br />
Ad esempio, le 14 Variazioni per pianoforte, nate come<br />
pendant delle omologhe incisioni di Luigi Veronesi<br />
(pubblicate nel 1939 dalla Tipografia Lucini), ci<br />
restituiscono la fisionomia delle scelte linguistiche di<br />
Malipiero antecedenti all’adesione alla dodecafonia,<br />
ancora sotto l’influenza del perfezionamento avvenuto<br />
con lo zio Gian Francesco Malipiero. Le Sei poesie,<br />
collegate ai simmetrici profili dei testi di Dylan Thomas,<br />
testimoniano insieme al Trio una fase stilisticamente più<br />
Francesco Hoch<br />
Caleidoscopi sonori<br />
L’<br />
Auditorio della Radio della Svizzera italiana ha<br />
ospitato il 6 settembre una seduta straordinaria di<br />
sperimentazione elettronica con l’Orchestra della<br />
Svizzera Italiana, nel corso della quale la compagine,<br />
diretta da Francesco Bossaglia e con Fabrizio Rosso al<br />
live electronics, eseguirà alcuni frammenti orchestrali<br />
dall’opera Falstaff a Phuket che Francesco Hoch sta<br />
componendo in vista della prima rappresentazione per<br />
la Stagione 2015/16 del nuovo Teatro di Lugano che<br />
sorgerà nel Polo Culturale Lugano-Arte-Cultura (LAC).<br />
Un complesso set di strumenti elettronici ha suddiviso<br />
l’orchestra in 8 gruppi indipendenti; la registrazione dei<br />
suoni dell’orchestra è avvenuta con una quarantina di<br />
microfoni, trasformando i suoni dal vivo e<br />
sperimentando la commistione e il rapporto tra la<br />
musica modificata elettronicamente con quella prodotta<br />
dall’orchestra dal vivo. Il 24 settembre la Corte del<br />
Municipio di Lugano è stata teatro di Musica, luci e<br />
danza, progetto e musica di Francesco Hoch, riedizione<br />
della prima al Longlake Festival, con la nuova<br />
interpretazione di Stra… dire da parte del soprano<br />
Barbara Zanichelli, in omaggio a Stralugano 2011.<br />
In questi termini il compositore presenta il progetto:<br />
«Sette musicisti, cantanti e strumentisti, situati lungo i<br />
colonnati della corte del Municipio di Lugano, si<br />
salutano, si rispondono e dialogano tra di loro, con un<br />
caleidoscopio di musiche originali, cenni di luce,<br />
interventi di danza ed estratti musicali provenienti da<br />
brani che ho composto nel corso di diversi decenni».<br />
Ne sono stati interpreti Lara Bergliaffa, flauto; Vittorio<br />
Bongiorno, oboe; Denis Monighetti, violino; Piotr<br />
Nikiforoff, violino; Massimiliano Pascucci, tenore;<br />
Barbara Zanichelli, soprano; Luciano Zampar,<br />
percussione; con la partecipazione straordinaria del<br />
violinista di appena 6 anni Leon Nikiforoff e con le<br />
danzatrici Francesca Sproccati e Manuela Bernasconi.<br />
matura della vocazione dodecafonica. Il Konzertstück<br />
per violoncello è un brano solistico di ampio respiro, di<br />
grande impegno tecnico-strumentale e alto contenuto<br />
lirico ed espressivo. La partitura nasce come omaggio<br />
musicale per l’amico Paolo Franci, curatore insieme a<br />
Giorgio Lucini di un’antologia di scritti, immagini e<br />
frammenti musicali dello stesso Malipiero e di artisti a lui<br />
legati. Le Liederétudes si inseriscono infine nell’ultima<br />
stagione creativa, caratterizzata da una prorompente<br />
riscoperta della vocalità, promossa dall’incontro con<br />
Victoria Schneider che diverrà sua interprete d’elezione<br />
e seconda moglie. Di questi brani, di cui era nota finora<br />
la stesura per voce e pianoforte, tenuta a battesimo nel<br />
1991 da Victoria Schneider e dallo stesso Malipiero,<br />
viene ora proposta in prima esecuzione assoluta la<br />
versione per voce e undici strumenti che il compositore<br />
realizzò nel 1992/93. Il concerto è una produzione del<br />
Conservatorio “G. Verdi” di Milano in collaborazione con<br />
l’Associazione Milano Musica e le <strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong><br />
<strong>Zerboni</strong>. L’esecuzione, concertata da Davide Pandini,<br />
è affidata agli studenti delle classi di canto, strumento,<br />
musica da camera, direzione d’orchestra e del<br />
laboratorio di musica contemporanea del Conservatorio<br />
di Milano coordinato da Mauro Bonifacio: Iacopo<br />
Petrosino, pianoforte; Lorenzo Derinni, violino; Issei<br />
Watanabe, violoncello; Stefano Fiacco, pianoforte; Ljuba<br />
Bergamelli, soprano; Luca Colardo, violoncello; Sohee<br />
Bae, soprano; Giorgio Consolati, flauto; Elisabetta Ruffo,<br />
oboe; Daniela Fiorentino, clarinetto e clarinetto basso;<br />
Gordon Fantini, fagotto; Stefano Bertoni, corno; Gabriele<br />
Lattuada, percussioni; Cesare Zanfini, violino; Lorenzo<br />
Boninsegna, viola; Stefano Morelli, contrabbasso.<br />
Le musiche di Hoch comprendevano una novità per<br />
sette strumenti ed estratti da Es ist Zeit per flauto,<br />
Elemento per oboe, Miniature per violino, Per... dire per<br />
tenore, Spremute di senso per recitante e percussione,<br />
Kultur, Modestia e Stra… dire per soprano. Un’ulteriore<br />
prima è in cartellone il 17 novembre al Grand Théâtre<br />
di Ginevra per l’International Music Competition - Canto<br />
2011: I tre tiranni per voce e pianoforte, su testo di<br />
Francesco Hoch tratto da Leonardo da Vinci e Sigmund<br />
Freud, in tre versioni (per soprano/tenore;<br />
mezzosoprano/contralto; baritono/basso), pezzo<br />
d’obbligo composto su commissione del concorso,<br />
riservato ai dodici cantanti semi-finalisti della<br />
competizione, la cui giuria è presieduta da Teresa<br />
Berganza. Accompagneranno al pianoforte Todd<br />
Camburn, François Killian e Reginald Le Reun. Così<br />
l’Autore descrive il nuovo pezzo: «Esso si suddivide in<br />
due parti, come il testo, scelto e combinato dall’Autore,<br />
suggerisce. In forma di poesia e in modo conciso, viene<br />
collegata una lapidaria e tipica affermazione scritta da<br />
Leonardo da Vinci concernente la possibilità di vivere<br />
una vita sicura che, di conseguenza, positivamente si<br />
allunga, con le riflessioni sperimentate da Sigmund<br />
Freud circa le grandi difficoltà e le continue lotte che l’Io<br />
deve sostenere con le pulsioni dell’Es, le censure del<br />
Super-Io e le minacce della realtà esterna, per<br />
affrontare la vita quotidiana stessa». Di Francesco<br />
Hoch è possibile ascoltare il 6 novembre all’Auditorium<br />
San Salvatore di Rodengo Saiano (Brescia), per<br />
l’Associazione “Centro Musicale Mauro e Claudio<br />
Terroni”, L’isola dell’amore per tre voci recitanti e<br />
orchestra a plettro su testo di Gabriele Alberto Quadri;<br />
e il 30 novembre, alla Cité Bleue di Ginevra, Poema<br />
orchestrale per ensemble di sei percussionisti,<br />
nell’interpretazione di Studenti della Haute École de<br />
Musique de Genève.<br />
Milano Musica dedica al<br />
compositore un concerto ritratto<br />
impreziosito da alcune prime<br />
Niccolò Castiglioni<br />
Tropi per complesso da camera<br />
è in programma il 21 <strong>ottobre</strong><br />
alla Villa Elisabeth di Berlino.<br />
L’Ensemble United Berlin sarà<br />
diretto da Andrea Pestalozza.<br />
Sperimentazione elettronica, una<br />
festa con luci e danze, e il pezzo<br />
d’obbligo di un concorso<br />
Franco Donatoni<br />
Pagina da camera in prima<br />
assoluta, Etwas quasi ruhiger un im intermezzo Ausdruck è in<br />
cartellone il 3 <strong>ottobre</strong><br />
all’Auditorium Paganini di<br />
Parma per il Festival Traiettorie,<br />
nell’interpretazione<br />
dell’Ensemble Prometeo diretto<br />
da Marco Angius.<br />
13
Alla Biennale di Venezia e<br />
in Inghilterra due ritratti<br />
su diverse interiorità<br />
Carlos Roqué Alsina<br />
Il Festival internazionale<br />
Les Nuits Pianistiques di<br />
Aix-en-Provence proporrà il 2<br />
dicembre un omaggio a Carlos<br />
Roqué Alsina, in occasione del<br />
suo 70° anniversario:<br />
l’Orchestre Lyrique de Région<br />
Avignon - Provence diretta da<br />
Yeruham Scharovsky eseguirà<br />
Suite indirecte per orchestra e<br />
Fantaisie per clarinetto e<br />
orchestra, solista Dominique<br />
Vidal. Lo stesso Festival<br />
ospiterà il 17 dicembre un<br />
recital di Carlos Roqué Alsina,<br />
dove il compositore interpreterà<br />
alcune sue composizioni<br />
pianistiche accanto a pagine di<br />
Scarlatti, Bach/Busoni, Chopin<br />
e Debussy.<br />
Novità incentrata sulla<br />
spazializzazione del<br />
suono al Festival Play It!<br />
Rivede la luce un repertorio<br />
composto per gli intrattenimenti del<br />
governatore francese di Genova<br />
14<br />
Eric Maestri<br />
Voci di dentro<br />
Ritratto vivente per violino e elettronica è stato<br />
proposto in prima esecuzione italiana dalla violinista<br />
Georgia Privitera e dall’Autore all’elettronica<br />
alla Biennale Musica di Venezia, 55°<br />
Festival Internazionale di Musica<br />
Contemporanea, nel concerto tenutosi il 30<br />
settembre nella Sala Concerti di Palazzo<br />
Pisani del Conservatorio Benedetto<br />
Marcello. Così Eric Maestri ci introduce a<br />
questo lavoro, nato sotto l’egida dell’Ircam:<br />
«Questo brano nasce da un malinteso.<br />
Quello che si è venuto a creare, e che<br />
spesso succede, nel passaggio all’atto<br />
pratico. L’idea di base era di lavorare tra il suono<br />
strumentale e il suono elettronico, caratterizzando<br />
entrambi nella differenza tra acustico e elettronico.<br />
I suoni sono quasi tutti suoni sintetici, generati in<br />
Max/MSP. Il suono del violino doveva essere leggero e<br />
trasparente, in certe parti al limite del rumore del vento.<br />
Il risultato del lavoro invece è piuttosto diverso.<br />
L’elettronica si carica del timbro ambientale, il violino<br />
invece è duro e asciutto. Tra l’idea iniziale e il risultato<br />
finale c’è stato il passaggio della relazione con<br />
l’interprete, che poco a poco ho conosciuto,<br />
rendendomi conto che il suono che avevo previsto non<br />
gli si addiceva e che mandarlo in scena con una certa<br />
partitura sarebbe stato contraddittorio. Così ho scoperto<br />
che ogni interprete ha il suo suono, che ha i suoi tic<br />
Christian Cassinelli<br />
L’io e il mare<br />
D<br />
ialogo dipinto per quindici archi è la novità di<br />
Christian Cassinelli in cartellone il 7 <strong>ottobre</strong> al Teatro<br />
Verdi di Firenze nel contesto del Festival Play It!,<br />
nell’interpretazione dell’Orchestra della Toscana diretta<br />
da Tonino Battista. In questi termini l’Autore descrive la<br />
composizione: «Il titolo descrive l’immagine di un Io<br />
solitario che, trovandosi in mezzo al suo peregrinare<br />
dinanzi al mare, gli si rivolge interrogandolo. Il mare<br />
risponde, dando inizio a un dialogo, il cui contenuto<br />
tuttavia è ignoto all’Autore; forse egli ha visto lo strano<br />
incontro in un dipinto. Il silenzio di quell’immagine trova<br />
il senso nella direzione del flusso sonoro che taglia la<br />
larghezza e la profondità del palcoscenico. A tale<br />
proposito, la particolare disposizione degli strumentisti –<br />
seduti a occupare l’area di un triangolo, con il vertice<br />
acuto (il contrabbasso) rivolto verso il fondo del palco e<br />
seguito dalle altre file di strumenti – rappresenta il<br />
Nicolò Paganini<br />
Il ballo del generale<br />
N<br />
on cessa di destare interesse la produzione del<br />
virtuoso genovese. Di Paganini le <strong>ESZ</strong> pubblicano ora i<br />
Divertimenti carnevaleschi per due violini e basso M.S.<br />
4, nell’edizione critica a cura di Italo Vescovo e Flavio<br />
Menardi Noguera, che negli ultimi anni hanno già dato<br />
alla luce, sempre per le <strong>ESZ</strong>, i paganiniani Tre duetti<br />
concertanti per violino e fagotto, Tre duetti concertanti<br />
per violino e violoncello, Tre ritornelli per due violini e<br />
basso, e Sei cantabili e Valtz per violino e chitarra.<br />
Preceduta da un’introduzione storica, dallo studio delle<br />
fonti e degli autoimprestiti tra composizioni paganiniane,<br />
la partitura riproduce le parti manoscritte non autografe<br />
conservate alla Biblioteca del Conservatorio di Musica<br />
“N. Paganini” di Genova, unico testimone del lavoro.<br />
La composizione, che fa riferimento esplicito a danze<br />
popolari secondo una consuetudine consolidata, risale<br />
alla prima fase dell’attività di un Paganini ventenne,<br />
nervosi esattamente come un compositore. Che ha un<br />
suo gusto e anche una speciale sensazione del tempo<br />
e del movimento. Quello che era cominciato<br />
come una Natura vivente, titolo originale, è<br />
diventato un Ritratto vivente dell’interprete.<br />
Per me è stato un esercizio di ritratto in musica<br />
e quindi anche l’inizio di un work in progress<br />
sulla relazione tra il suono e il suo contenuto<br />
psicologico. L’elettronica è a se stante, uno<br />
strumento in quanto tale, ciò che mette in<br />
vibrazione gli altoparlanti o, in modo specifico,<br />
che determina una sorgente sonora. Lo spazio<br />
della musica è integralmente frontale, in modo<br />
da fondere il piano sonoro tra l’acustico e l’elettronico».<br />
Il 28 <strong>ottobre</strong> sarà il Cerenem New Music Series<br />
di Huddersfield, West Yorkshire, a offrire,<br />
nell’interpretazione di Lore Lixenberg, una seconda<br />
novità: Ritratto voce per mezzosoprano. Si chiede<br />
l’Autore: «Come ritrarre la voce? In questo brano cerco<br />
di dare una luce personale alla voce. Il testo, da<br />
Spinoza, è il punto di partenza per la divisione e la<br />
definizione dei valori, delle note e delle pause. Il testo e<br />
la particolare emissione della voce vorrebbero indicare<br />
una possibilità della musica di mostrarsi e di indicare<br />
qualcosa di se stessa. Un ritmo cullante accompagna la<br />
declamazione del testo in un piccolo tentativo di<br />
costruzione della forma dall’interno».<br />
fondamento per l’intera architettura del pezzo. Sul piano<br />
formale il lavoro si articola in due sezioni, la prima delle<br />
quali si caratterizza per l’individuazione – sempre in<br />
funzione della diffusione del suono – di sottogruppi<br />
strumentali all’interno dell’insieme orchestrale; in<br />
particolar modo due quartetti ai lati e un gruppo di<br />
cinque violini al centro. In questa prima parte il<br />
movimento sonoro avviene soprattutto lungo il fronte del<br />
palco. Affinché tale movimento sia percepito in modo<br />
discreto, le figure musicali utilizzate sono ridotte a puri<br />
inviluppi (attacco e decadimento del suono) di durata<br />
variabile. Nella seconda sezione il flusso sonoro<br />
percorre nelle due direzioni la profondità del<br />
palcoscenico, creando un effetto di risacca simile a un<br />
respiro. Un violino emerge dal mare orchestrale, dando<br />
letteralmente il La al dialogo».<br />
all’epoca in cui il virtuoso frequentava la dimora del<br />
Generale Millot, governatore francese di Genova, e<br />
«componeva talvolta per le sue società tutta la musica di<br />
una serata, vale a dire contradanze, intermezzi, ecc.»,<br />
una produzione andata in gran parte perduta. Millot<br />
(«Milhaud», nel manoscritto dei Divertimenti, che a lui<br />
sono dedicati) fu in carica dal 1803 al 1805, ed è dunque<br />
altamente probabile che la composizione risalga al 1804,<br />
anno delle Sei Nuovissime Alessandrine M.S. 131<br />
composte per il palazzo storico del Festone dai<br />
Giustiniani. La raccolta, costituita da una ventina di<br />
danze diverse (un Minuetto, una Scozzese, due<br />
Perigordini, quattro Valtzer e sei Contraddanze inglesi)<br />
dall’organico analogo a quello dei Tre ritornelli, assolve<br />
perfettamente alla sua funzione d’intrattenimento, con<br />
grazia e fascino melodico.<br />
P
ime esecuzioni as<br />
Prime Prime esecuzioni assolute<br />
assolute<br />
OTTOBRE<br />
Vittorio Montalti<br />
L’ISOLA DI PATMOS<br />
per suoni elettronici<br />
Milano, Auditorium San Fedele, 1 <strong>ottobre</strong><br />
Daniele Amidani, realizzazione informatica<br />
della partitura<br />
Lorenzo Pagliei<br />
MACCHINE SELVAGGE<br />
per organo<br />
Strasbourg, Festival Musica, Église du Temple<br />
Neuf, 1 <strong>ottobre</strong><br />
Francesco Filidei, organo<br />
Malika Kishino<br />
ICHIMAI-KISHOHMON (for the 800 th<br />
memorial year of Hônen-shônin)<br />
per coro misto, voci di monaci buddisti, shô,<br />
hichiriki, koto, percussioni e trio d’archi<br />
Kyoto, Concert Hall, 4 <strong>ottobre</strong><br />
Monks of Zenrinji-Temple<br />
Shohko Ohtani, koto a 20 corde<br />
Junko Tanaka, shô<br />
Tohru Yamamoto, hichiriki<br />
Keyaki Satoh, percussioni<br />
Reina Yamana, violino<br />
Naoka Tokizawa, viola<br />
Yoriko Miyake, violoncello<br />
dir.: Toshiko Kikuchi<br />
Malika Kishino<br />
PRAYER / INORI (after March 11 th , 2011)<br />
per coro misto a cappella<br />
su testo di Rabindranath Tagore<br />
(Commissione Tokyo Philharmonic Chorus)<br />
Tokyo, Bunka Kaikan, 5 <strong>ottobre</strong><br />
Tokyo Philharmonic Chorus<br />
dir.: Matsubara Chiaki<br />
Stefano Gervasoni<br />
DUE POESIE FRANCESI DI LUCA<br />
per voce femminile e ensemble<br />
su poesie di Ghérasim Luca<br />
Strasbourg, Festival Musica, Salle de la Bourse,<br />
6 <strong>ottobre</strong><br />
Françoise Kubler, soprano<br />
Accroche Note<br />
Giorgio Colombo Taccani<br />
L'ÀGNILI<br />
per voce e pianoforte<br />
su due poesie in sardo di Pompeo Calvia<br />
Hong Kong, Academy for Performing Arts<br />
(HKAPA), Recital Hall, 6 <strong>ottobre</strong><br />
Duo Alterno:<br />
Tiziana Scandaletti, soprano<br />
Riccardo Piacentini, pianoforte<br />
Ivan Fedele<br />
L’ORIZZONTE DI ELETTRA<br />
Versione per violino elettrico a 5 corde,<br />
orchestra da camera e live electronics<br />
Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi, 6 <strong>ottobre</strong><br />
Francesco D’Orazio, violino elettrico<br />
Orchestra della Toscana<br />
dir.: Marco Angius<br />
Federico Gardella<br />
KYKLOS<br />
per orchestra<br />
Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi,<br />
8 <strong>ottobre</strong><br />
Orchestra della Toscana<br />
dir.: Tito Ceccherini<br />
Malika Kishino<br />
MONOCHROMER GARTEN II<br />
per clarinetto basso, saxofono baritono<br />
e trombone<br />
(Commissione Westdeutscher Rundfunk)<br />
Köln, Ensemble Europa, Westdeutscher<br />
Rundfunk, Funkhaus Wallrafplatz, 9 <strong>ottobre</strong><br />
Parkhaus Trio:<br />
Ernesto Molinari, clarinetto basso<br />
Markus Weiss, saxofono baritono<br />
Uwe Dierksen, trombone<br />
Lorenzo Pagliei<br />
SAISIR<br />
per violoncello e live electronics<br />
Enghien-les-Bains, Centre des Arts, 13 <strong>ottobre</strong><br />
Séverine Ballon, violoncello<br />
Lorenzo Pagliei, live electronics<br />
Valerio Sannicandro<br />
TROIS SÛTRAS<br />
Quarta scena da “Hagakure”<br />
per flauto basso, clarinetto basso<br />
e live electronics<br />
(Commissione Ex Novo Musica/SaMPL)<br />
Venezia, Ex Novo Musica, Conservatorio<br />
“B. Marcello”, 17 <strong>ottobre</strong><br />
Daniele Ruggieri, flauto basso<br />
Davide Teodoro, clarinetto basso<br />
Amalia de Götzen, live electronics<br />
Alvise Vidolin, regia sonora<br />
Maurilio Cacciatore<br />
CONCERTO PER TASTIERA MIDI,<br />
ENSEMBLE E LIVE ELECTRONICS<br />
Paris, Centre Pompidou, Grand Salle,<br />
20 <strong>ottobre</strong><br />
Hidéki Nagano, clavier Midi<br />
Ensemble Intercontemporain<br />
dir.: Alejo Pérez<br />
Maurilio Cacciatore/Ircam, live electronics<br />
Pasquale Corrado<br />
OMBRA DI MACRAMÉ<br />
per sei strumenti<br />
Roma, Auditorium Parco della Musica, Teatro<br />
Studio, 20 <strong>ottobre</strong><br />
Ensemble Algoritmo<br />
dir.: Marco Angius<br />
Maurizio Ferrari<br />
TRIO<br />
per violino, clarinetto e pianoforte<br />
Milano, Associazione Amici di Musica/Realtà,<br />
Palazzina Liberty, 20 <strong>ottobre</strong><br />
Yoko Marimyo, violino<br />
Maura Gandolfo, clarinetto<br />
Francesco Bergamasco, pianoforte<br />
Stefano Gervasoni<br />
SE TACCIO, IL DUOL S’AVANZA<br />
Madrigali per violino e dodici voci soliste<br />
su testi di Torquato Tasso<br />
(Commissione di Milano Musica e KlangForum<br />
Heidelberg)<br />
Milano, 20° Festival di Milano Musica, Teatro<br />
Elfo Puccini, 24 <strong>ottobre</strong><br />
Lina Uinskyte, violino<br />
Schola Heidelberg<br />
dir.: Walter Nußbaum<br />
Alessandro Solbiati<br />
SUITE DA LE “RÉVEIL DE MON ÂME”<br />
Due movimenti e un Intermezzo per dodici<br />
voci soliste su versi di Charles Baudelaire<br />
Milano, 20° Festival di Milano Musica, Teatro<br />
Elfo Puccini, 24 <strong>ottobre</strong><br />
Schola Heidelberg<br />
dir.: Walter Nußbaum<br />
Riccardo Malipiero<br />
14 VARIAZIONI DI UN TEMA MUSICALE<br />
per pianoforte<br />
Milano, 20° Festival di Milano Musica,<br />
Conservatorio “G. Verdi”, Sala Puccini,<br />
25 <strong>ottobre</strong><br />
Iacopo Petrosino, pianoforte<br />
Riccardo Malipiero<br />
LIEDERÉTUDES<br />
Versione per soprano e undici strumenti<br />
Milano, 20° Festival di Milano Musica,<br />
Conservatorio “G. Verdi”, Sala Puccini,<br />
25 <strong>ottobre</strong><br />
Sohee Bae, soprano<br />
Ensemble del Laboratorio di Musica<br />
Contemporanea del Conservatorio “G. Verdi”<br />
di Milano<br />
dir.: Davide Pandini<br />
Alessandro Solbiati<br />
“Hallo!” - Primo movimento da:<br />
CRESCENDO<br />
Otto brevi brani in forma di studio<br />
per orchestra da camera<br />
Milano, Teatro Dal Verme, 30 <strong>ottobre</strong><br />
Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali<br />
dir.: Daniele Parziani<br />
NOVEMBRE<br />
Giorgio Gaslini<br />
PIANO SONATA DÉCOLLAGE N. 3<br />
per pianoforte<br />
Treviso, L’Arsenale 2011, Foyer del Teatro<br />
Comunale, 6 novembre<br />
Alfonso Alberti, pianoforte<br />
Luis de Pablo<br />
LARGO<br />
“en torno a una antigua canción popular”<br />
per orchestra<br />
(Commissione Philharmonisches Orchester des<br />
Staatstheaters Cottbus)<br />
Cottbus, Staatstheater, 11 novembre<br />
Philharmonisches Orchester Cottbus<br />
dir.: Evan Christ
Ivan Fedele<br />
SUITE FRANCESE V<br />
per arpa<br />
Paris, Concours Lily Laskine, 16-23 novembre<br />
Pezzo d’obbligo del Concorso<br />
Francesco Hoch<br />
I TRE TIRANNI<br />
per voce e pianoforte<br />
Testo di Francesco Hoch tratto da Leonardo<br />
da Vinci e Sigmund Freud<br />
Genève, Grand Théâtre, 17 novembre<br />
Pezzo d’obbligo per il Concours de Genève,<br />
International Music Competition - Canto 2011<br />
Matteo Franceschini<br />
L’ALTER EGO<br />
per violino e pianoforte<br />
L’Aquila, Società Aquilana die Concerti<br />
“B. Barattelli”, 17 novembre<br />
Francesco D’Orazio, violino<br />
Giampaolo Nuti, pianoforte<br />
Luis de Pablo<br />
NÚMEROS<br />
Sei pezzi per ottetto<br />
(Commissione Ex Novo Musica con il sostegno<br />
della Fundación BBVA)<br />
Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee del<br />
Gran Teatro La Fenice, 17 novembre<br />
Ex Novo Ensemble<br />
Federico Gardella<br />
KRAUS-MIKRO-LIEDER<br />
per voce femminile e ensemble<br />
Bergamo, Bergamo Musica Festival, Teatro<br />
Sociale, 26 novembre<br />
Ljuba Bergamelli, soprano<br />
Texture Ensemble<br />
dir.: Pierre Hoppé<br />
Vittorio Montalti<br />
FAREWELL<br />
per voce femminile e ensemble<br />
Bergamo, Bergamo Musica Festival, Teatro<br />
Sociale, 26 novembre<br />
Ljuba Bergamelli, soprano<br />
Texture Ensemble<br />
dir.: Pierre Hoppé<br />
Pasquale Corrado<br />
LAMER<br />
per soprano e percussioni<br />
Bergamo, Bergamo Musica Festival, Teatro<br />
Sociale, 26 novembre<br />
Ljuba Bergamelli, soprano<br />
Jacopo Costa, percussioni<br />
Luca Antignani<br />
BLUMINE<br />
per voce femminile e ensemble<br />
Bergamo, Bergamo Musica Festival, Teatro<br />
Sociale, 26 novembre<br />
Ljuba Bergamelli, soprano<br />
Texture Ensemble<br />
dir.: Pierre Hoppé<br />
Luigi Manfrin<br />
DISAPPEARING... IN THE BLACK OF<br />
FULLNESS<br />
per suoni di sintesi<br />
Mestre (Venezia), Centro Candiani, Autunno<br />
Musicale Agimus, 26 novembre<br />
Luigi Manfrin, regia del suono<br />
Eric Maestri<br />
RITRATTO VOCE<br />
per mezzosoprano<br />
Huddersfield, Cerenem New Music Series,<br />
28 novembre<br />
Lore Lixenberg, soprano<br />
Nicola Sani<br />
NOVITÀ<br />
per ensemble<br />
Firenze, Contempoartefestival, Galleria degli<br />
Uffizi, Biblioteca Magliabechiana, 28 novembre<br />
Contempoartensemble<br />
dir.: Mauro Ceccanti<br />
Andrea Mannucci<br />
VOLO PER ALTRI CIELI È LA MIA VITA<br />
per voce e pianoforte<br />
su poesie di Carlo Michelstaedter<br />
Verona, Sala dei Concerti del Circolo Ufficiali,<br />
30 novembre<br />
Accademia di Alta Formazione Musicale di<br />
Verona<br />
DICEMBRE<br />
Nicola Sani<br />
SEASCAPE II<br />
per ensemble e supporto digitale<br />
Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala<br />
Santa Cecilia, 7 dicembre<br />
Ensemble Modern, Francoforte<br />
dir.: Frank Ollu<br />
Vittorio Montalti<br />
PRAYER<br />
per flauto e violino<br />
Milano, Chiesa di San Fedele, 10 dicembre<br />
Annamaria Morini, flauto<br />
Enzo Porta, violino<br />
Ivan Vandor<br />
OTTO BREVI PEZZI<br />
per violoncello e pianoforte<br />
(Commissione Ex Novo Musica)<br />
Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee del<br />
Gran Teatro La Fenice, 11 dicembre<br />
Carlo Teodoro, violoncello<br />
Aldo Orvieto, pianoforte<br />
Alessandro Solbiati<br />
“Fête II” - Secondo movimento da:<br />
CRESCENDO<br />
Otto brevi brani in forma di studio<br />
per orchestra da camera<br />
Milano, Teatro Dal Verme, 11 dicembre<br />
Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali<br />
dir.: Daniele Parziani<br />
Nicola Sani<br />
LIED - YOU HAVE BEEN LIED 2<br />
per ensemble, live electronics, supporto<br />
digitale e video<br />
Moscow, P.I. Tchaikovsky Conservatory,<br />
Rakhmaninov Hall, 11 dicembre<br />
Ensemble Alter Ego<br />
Ivan Fedele<br />
DEYSTVIYA<br />
per bayan e quartetto d’archi<br />
Moscow, P.I. Tchaikovsky Conservatory,<br />
Rakhmaninov Hall, 14 dicembre<br />
Studio for New Music Ensemble<br />
Malika Kishino<br />
MONOCHROMER GARTEN<br />
per accordéon e violoncello<br />
Berlin, BKA Theater, 20 dicembre<br />
Christin Paté, accordéon<br />
Valérie Dulac, violoncello<br />
Michela dall’Ongaro<br />
ATTIMO<br />
per coro femminile e orchestra<br />
su una poesia di Wislawa Szymborska<br />
(Commissione Teatro Lirico di Cagliari)<br />
Cagliari, Teatro Lirico di Cagliari, 22 dicembre<br />
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari<br />
dir.: Giacomo Sagripanti<br />
GENNAIO<br />
Luigi Manfrin<br />
OVERFLOWING CRYSTALS II<br />
per cimbalom e trombone<br />
Berlin, Unerhörte Musik, BKA Theater,<br />
17 gennaio<br />
Eniko Ginzery, cimbalom<br />
Andras Fejer, trombone<br />
Maurilio Cacciatore<br />
QUARTO ANFIBIO<br />
per flauto solo<br />
Vienna, Alte Schmiede Kunstverein, 20 gennaio<br />
Matteo Cesari, flauto<br />
Giorgio Colombo Taccani<br />
AL TERZO FOCO<br />
per recitante, due voci femminili,<br />
oboe, fagotto e pianoforte<br />
su testo di Pier Luigi Berdondini<br />
Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche,<br />
gennaio [data da definire]<br />
Pier Luigi Berdondini, recitante<br />
Akiko Kozato, voce<br />
Simona Barbieri Mckenzie, voce<br />
Trio InUno:<br />
Francesco Lovecchio, oboe<br />
Paolo Rossetti, fagotto<br />
Martina Drudi, pianoforte<br />
<strong>ESZ</strong><br />
Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente<br />
aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet:<br />
news EDIZIONI SUVINI ZERBONI<br />
www.esz.it<br />
Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: suvini.zerboni@sugarmusic.com - www.esz.it<br />
Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta<br />
Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb<br />
Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991<br />
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