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ESZ NEWS N. 56_ottobre 2011.pdf - Edizioni Suvini Zerboni

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Ivan Fedele<br />

<strong>ESZ</strong>news<br />

<strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong> - Notiziario quadrimestrale<br />

Il virtuosismo come mezzo<br />

T<br />

re le prime esecuzioni assolute nell’autunno di Ivan<br />

Fedele. Il 6 <strong>ottobre</strong> Francesco D’Orazio presenta al<br />

Teatro Verdi di Firenze, per il Festival Play It!, la versione<br />

per violino elettrico a cinque corde, orchestra da camera e<br />

live electronics di L’orizzonte di Elettra. Marco Angius è<br />

alla testa dell’Orchestra della Toscana. Concepito nel<br />

1990 in una versione per viola, live electronics e orchestra<br />

da camera, il pezzo è stato rielaborato nel 2009 su<br />

sollecitazione di Francesco D’Orazio in una nuova<br />

versione per violino elettrico a cinque corde (Mi-La-Re-<br />

Sol-Do), con l’aggiunta di una quinta corda intonata una<br />

quinta sotto la quarta corda e coincidente dunque col Do<br />

della quarta corda della viola. Questa nuova versione, mai<br />

eseguita finora dal vivo ma di cui era già pubblica la<br />

registrazione in studio per il Cd Mosaïque (Stradivarius<br />

STR 33850) realizzata dallo stesso solista con l’Orchestra<br />

Sinfonica Nazionale della Rai sempre diretta da Marco<br />

Angius, trova ora il proprio battesimo esecutivo a Firenze<br />

nella cornice dell’importante Festival dedicato alla musica<br />

contemporanea italiana che Giorgio Battistelli ha<br />

concepito per l’Orchestra della Toscana. Come spiega<br />

Dino Villatico nelle note di presentazione del citato Cd,<br />

«il pezzo acquista in questa versione un aspetto di<br />

straordinario impatto emotivo. Anche per la sfida<br />

virtuosistica dello strumento solista. Del resto anche il<br />

virtuosismo paganiniano ha tutt’altro che il carattere di<br />

un’esibizione gratuita di bravura: ma, come quello<br />

lisztiano, è un affondare negli abissi demoniaci dello<br />

strumento, e dunque del suono. L’esperienza elettronica,<br />

ma anche strumentale, della musica spettrale acquista qui<br />

un nuovo senso. Il campo armonico di un suono non è<br />

solo la risonanza dei suoi armonici o il riverbero del suo<br />

timbro nello spazio, ma anche l’espandersi in volute<br />

melodiche di quegli armonici e di quei timbri. Ne configura<br />

per noi una premonizione visionaria l’Adagio della sonata<br />

D<br />

ue le prime vocali nel mese di <strong>ottobre</strong> di Stefano<br />

Gervasoni. Il Festival Musica di Strasburgo propone il 6<br />

<strong>ottobre</strong> alla Salle de la Bourse Due poesie francesi di<br />

Luca per voce femminile e ensemble su poesie del poeta<br />

d’origine rumena Ghérasim Luca. Ne saranno interpreti il<br />

soprano Françoise Kubler e il gruppo Accroche Note.<br />

Il pezzo, composto nel 2009, appartiene al ciclo Poesie<br />

francesi, formato da coppie di poesie scritte in lingua<br />

francese da poeti non di madrelingua francese (Ungaretti,<br />

Rilke, Beckett). Spiega l’Autore: «Le poesie di Luca hanno<br />

in comune con quelle su testi di Beckett dei procedimenti<br />

di scrittura decostruttivista, un tono secco tra il sarcasmo<br />

e l’assurdo, e una proliferazione vertiginosa e labirintica<br />

del significato. Si oppongono in questo modo alla<br />

dimensione lirica, emotivamente carica e metafisica delle<br />

poesie di Rilke e Ungaretti. Le quattro coppie di poesie<br />

sono accompagnate da un organico differente, scelto in<br />

funzione delle qualità espressive di ciascuna. Il mio<br />

obiettivo era rivestire questi testi della veste sonora più<br />

scarna, il più pertinente possibile e rispettosa delle qualità<br />

poetiche e formali dei testi stessi, nel tentativo di<br />

realizzare un fenomeno di spaesamento e ambiguità. La<br />

Stefano Gervasoni Tra musica e poesia<br />

beethoveniana op. 27 n. 2, cosiddetta Al chiaro di luna<br />

[…], in cui l’espansione del Do diesis si allarga<br />

minacciosamente all’intera tastiera del pianoforte,<br />

investendo brutalmente anche l’ultimo tempo». S’intitola<br />

invece Suite Francese V il pezzo d’obbligo, per arpa sola,<br />

del Concours Lily Laskine che si terrà a Parigi tra il 16 e il<br />

23 novembre. In questi termini l’Autore racconta questa<br />

nuova esperienza compositiva: «Quando si scrive un<br />

pezzo d’obbligo per un concorso d’interpretazione,<br />

qualsiasi sia lo strumento in questione, la tentazione del<br />

virtuosismo è molto forte. Io credo di aver resistito a<br />

questa tentazione e di aver composto semplicemente un<br />

pezzo di musica, magari talvolta difficile, ma pur sempre<br />

una composizione che “si serve” della tecnica e non<br />

“serve” la tecnica come un idolo a cui rendere<br />

incondizionatamente omaggio. Ecco quindi che Suite<br />

Francese V si offre a un ascolto che non debba essere<br />

solo di curiosità strumentale. La composizione si articola<br />

in cinque parti (Preludio e Ciaccona, Allemanda, Preludio<br />

e Passacaglia) e riprende il modello antico della Suite.<br />

Ovviamente, in questo caso, si tratta di un’ispirazione<br />

spogliata da ogni contestualità storica ma che prende le<br />

mosse dall’archetipo di riferimento proiettandolo in un<br />

linguaggio della contemporaneità. Particolare attenzione è<br />

stata data alle “strategie” dell’accordatura. Questa cambia<br />

secondo precisi modelli scalari che, per contrasto con la<br />

tradizione, privilegiano più l’aspetto cromatico che quello<br />

diatonico dei campi armonici utilizzati. D’altra parte, la<br />

composizione esplora in maniera sintetica alcuni modi<br />

idiomatici di suonare lo strumento, proiettandoli in una<br />

dimensione di ricerca timbrica particolarmente articolata e<br />

varia». Diverso il contesto in cui il 14 dicembre verrà<br />

eseguito, alla Rachmaninov Hall del Conservatorio<br />

Čajkovskij di Mosca, Deystviya per bayan e quartetto<br />

d’archi, nell’interpretazione dello Studio for New Music<br />

lingua “visibile” di questi testi si lega segretamente a una<br />

lingua ombra, la madrelingua del poeta. Le due lingue<br />

sono legate strettamente nell’immaginario del poeta e si<br />

riflettono reciprocamente, poiché “il luogo del senso nasce<br />

nello spazio tra le lingue” (Jean-Charles Vegliante).<br />

Si tratta di una situazione simile a quella del compositore<br />

che mette in musica un testo? Attratto dalle forze opposte<br />

della musica e della poesia, non può limitarsi a trasferire<br />

la parola in suono. Deve unire l’energia contraddittoria di<br />

questi due ambiti che reclamano ciascuno la propria<br />

autonomia. Le Due poesie francesi di Luca sono scritte e<br />

dedicate alla memoria di Haydée Charbagi, con la quale<br />

ho intessuto un dialogo molto fecondo sul rapporto tra<br />

composizione musicale e poesia, tema che mi ha sempre<br />

interessato e anche oggi è uno dei motori principali della<br />

mia ispirazione. Haydée mi aveva guidato nella scelta<br />

delle poesie di Luca ed è scomparsa prematuramente<br />

prima che questa partitura vedesse la luce». L’altra<br />

imminente prima di Gervasoni, Se taccio, il duol s’avanza,<br />

madrigali per violino e dodici voci soliste su testi di<br />

Torquato Tasso, commissione di Milano Musica e<br />

KlangForum Heidelberg, è in cartellone il 24 <strong>ottobre</strong> al<br />

<strong>56</strong><br />

<strong>ottobre</strong>2011<br />

continua a pag. 2<br />

continua a pag. 2<br />

Ricerche su timbri e modelli<br />

matematici in tre prime tra<br />

Firenze, Parigi e Mosca<br />

Prosegue a Strasburgo<br />

e a Milano la ricerca<br />

interlinguistica del<br />

compositore


Aldo Clementi<br />

Numerose le occasioni per<br />

ascoltare quest’autunno la<br />

musica del compositore<br />

catanese recentemente<br />

scomparso. La Biennale Musica<br />

2011 propone il 25 settembre al<br />

Teatro alle Tese di Venezia il<br />

Concerto per pianoforte, 24<br />

strumenti e carillons diretto da<br />

Andrea Pestalozza alla testa<br />

della Mitteleuropa Orchestra.<br />

Il 4 <strong>ottobre</strong> Roberto Prosseda<br />

esegue alle Sale Apollinee del<br />

Teatro La Fenice, nel contesto<br />

dell’Italian-Fest, le Variazioni e<br />

lo Studio 2 (Sulla monotonia)<br />

per pianoforte solo. Halleluja<br />

(Variazioni sul Corale) per<br />

orchestra è invece in cartellone,<br />

con la direzione di Johannes<br />

Kalitzke, l’8 <strong>ottobre</strong> al Teatro Dal<br />

Verme per il 20° Festival di<br />

Milano Musica, con l’Orchestra<br />

I Pomeriggi Musicali. Il 22<br />

<strong>ottobre</strong> la Caroli Church di<br />

Borås (Svezia) propone un ricco<br />

programma monografico in<br />

memoria del compositore che<br />

include nel primo concerto Due<br />

canoni circolari per tre violini,<br />

Due canoni per flauto, violino e<br />

pianoforte, Fantasia su Giorgio<br />

moEnCH per violino, Sigla per<br />

organo, Loure per pianoforte,<br />

Sarabande dalla Suite per<br />

pianoforte, e Sei canoni per<br />

flauto dolce contralto e<br />

clavicembalo (o tastiere),<br />

nell’interpretazione di Ann Elkjär<br />

Gustafsson, flauto, Anna Lindal,<br />

Eva Lindal e Joar Skorpen,<br />

violini, Kristine Scholz,<br />

pianoforte, e Björn Nilsson,<br />

organo; nel secondo concerto i<br />

pianisti Mats Persson e Kristine<br />

Scholz eseguiranno Invenzione<br />

4 per pianoforte, Invenzione 2<br />

per due pianoforti, Vom Himmel<br />

hoch, per tastiera o quattro<br />

strumenti, Canone circolare per<br />

quattro strumenti ad libitum,<br />

Madrigale 2 per due pianoforti,<br />

Blues per pianoforte, Blues 2<br />

per pianoforte, e Catene<br />

simmetriche per due pianoforti.<br />

Anna Clementi prenderà parte al<br />

primo concerto cantando le<br />

Variazioni per voce sola.<br />

2<br />

segue da pag. 1 (Fedele: Il virtuosismo come mezzo)<br />

Ensemble. L’esecuzione rientra nel progetto “Europe<br />

through the Eyes of Russians. Russia through the Eyes<br />

of Europeans”, sostenuto dalla delegazione della<br />

Commissione Europea in Russia, che prevede la<br />

commissione di nove composizioni a compositori<br />

europei ed altrettante a compositori russi, composizioni<br />

che dovranno rapportarsi reciprocamente a temi della<br />

cultura dell’altro, così da promuovere il dialogo<br />

interculturale tra compositori, teorici, musicologi e<br />

strumentisti dei diversi paesi attraverso lo scambio di<br />

soggiorni dei compositori tra la Russia (dove i nuovi<br />

pezzi verranno eseguiti dallo Studio for New Music<br />

Ensemble) e l’Europa. Questa l’ispirazione di Fedele per<br />

il nuovo lavoro: «Recentemente il matematico russo<br />

Grigoriy Perelman ha risolto la cosiddetta “Congettura di<br />

Poincaré”, uno dei quesiti più intriganti che ha<br />

impegnato per oltre un secolo i più grandi matematici nel<br />

tentativo di una dimostrazione. Esiste una branca della<br />

matematica che viene chiamata Topologia e che studia<br />

la proprietà delle figure e delle forme che non cambiano<br />

quando subiscono delle deformazioni continue, cioè<br />

senza strappi, incollature o sovrapposizioni.<br />

Si definiscono omeomorfi due oggetti che possono<br />

essere deformati l’uno nell’altro in modo continuo.<br />

Per esempio un cubo e una sfera sono omeomorfi, così<br />

come lo sono un parallelepipedo e un dodecaedro.<br />

Non sono omeomorfi una sfera e una ciambella con un<br />

buco (chiamata toro) in quanto è impossibile una<br />

deformazione che porti a una loro coincidenza.<br />

In Topologia è inoltre molto importante il concetto di<br />

varietà (manifold nei trattati in lingua inglese) che<br />

consiste in uno spazio localmente simile a uno spazio<br />

euclideo. Per fare un esempio la superficie terrestre è<br />

localmente simile a un piano a due<br />

dimensioni. Il concetto stesso di mappa<br />

proviene da questa proprietà di poter<br />

assimilare localmente il territorio a uno<br />

spazio euclideo in due dimensioni. Una<br />

varietà è detta semplicemente connessa se<br />

è fatta di un pezzo solo e non ha buchi.<br />

Questa affermazione un po’ all’ingrosso<br />

può essere resa rigorosa introducendo il<br />

concetto di cammino o laccio. Date queste<br />

premesse sarà facilmente intuibile il<br />

progetto formale e, perché no?, estetico dei Deystviya<br />

(“azioni” in russo): i tre movimenti di cui si compone il<br />

pezzo realizzano ora delle forme omeomorfe ora dei tori<br />

in processi di continuità e discontinuità che si alternano,<br />

segue da pag. 1 (Gervasoni: Tra musica e poesia)<br />

Teatro Elfo Puccini di Milano per il 20° Festival di Milano<br />

Musica. Ne saranno interpreti la violinista Lina Uinskyte<br />

e Walter Nußbaum alla testa della Schola Heidelberg.<br />

Così il compositore descrive il nuovo pezzo: «Scritto per<br />

l’edizione 2011 del Festival di Milano Musica, questo<br />

corto ciclo di madrigali per dodici voci soliste e violino (di<br />

cui è in cantiere una seconda parte) risponde alle<br />

sollecitazioni del progetto “Netzwerk Madrigal” di Walter<br />

Nußbaum e di KlangForum Heidelberg. Utilizza testi<br />

poetici dei madrigalisti del grande repertorio<br />

rinascimentale (in questo caso, il Tasso, il cui Se taccio,<br />

il duol s’avanza è stato musicato tra gli altri da<br />

Gesualdo) e sfrutta procedimenti di tipo microtonale,<br />

amplificando in senso contemporaneo gli esperimenti<br />

cromatici di Gesualdo e di Michelangelo Rossi, e<br />

prolungando gli esperimenti enarmonici<br />

dell’archicembalo di Nicola Vicentino. La scrittura<br />

vocale, ma non quella solistica del violino, impiega i terzi<br />

di tono (in funzione espressiva in rapporto ai testi poetici<br />

adottati) come elementi tensivi, distorsivi e interpolativi<br />

tra intervalli o combinazioni di intervalli temperati di<br />

chiara distinguibilità fino (quasi) alla connotazione tonale<br />

o modale. L’espressione dello smarrimento, della<br />

nostalgia, dell’eco inteso come ricordo perduto o visione<br />

appena intravista o agognata, del contrasto tra il<br />

contrappongono, integrano nella mappa della partitura<br />

come in quella dello spazio nel quale gli strumenti sono<br />

collocati». Numerose le esecuzioni di musica di Ivan<br />

Fedele negli ultimi mesi dell’anno. Il 4 <strong>ottobre</strong> Roberto<br />

Prosseda interpreta tre Études boréales per pianoforte<br />

alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia, nel<br />

contesto dell’Italian-Fest. Il 9 <strong>ottobre</strong> la rassegna Ars<br />

Nova Series of Contemporary Music ospita al Sejong<br />

Chamber Hall di Seoul Maja per soprano, pianoforte,<br />

percussione, flauto, clarinetto, violino e violoncello su<br />

testo di Giuliano Corti, nell’esecuzione del soprano<br />

Helena Juntunen e dei Solisti della Seoul Philharmonic<br />

Orchestra diretti da Ilan Volkov. Il 16 <strong>ottobre</strong> è possibile<br />

ascoltare, al Conservatorio di Musica S. Cecilia di<br />

Roma, Elettra per viola e live electronics interpretata dal<br />

solista Luca Sanzò nell’ambito dell’EMUFest, Festival<br />

Internazionale di Musica Elettroacustica. Il Festival de<br />

Guarda di Lisbona propone invece il 3 novembre<br />

Imaginary Islands per flauto, clarinetto basso e<br />

pianoforte, e Aiscrim per flauto, clarinetto e pianoforte,<br />

affidati all’Ensemble Les Temps Modernes. Sempre<br />

Imaginary Islands, in abbinamento con Immagini da<br />

Escher per ensemble, risuona anche il 9 novembre alla<br />

Sala de Cámara dell’Auditorio Nacional de Música di<br />

Madrid per l’XI Ciclo de Conciertos de Música<br />

Contemporánea Fundación BBVA, col Plural Ensemble<br />

diretto da Fabián Panisello. Il Quartetto Prometeo<br />

porterà Palimpsest, quarto quartetto d’archi, prima<br />

all’Accademia Americana di Roma, il 18 novembre, per<br />

il Festival di Nuova Consonanza, poi il 24 novembre al<br />

Teatro San Martín di Buenos Aires. Il violoncellista<br />

Francesco Dillon eseguirà infine il 12 dicembre tre<br />

movimenti da Suite Francese III alla Rachmaninov Hall<br />

del Conservatorio Čajkovskij di Mosca. Tra<br />

fine dicembre e inizio gennaio Ivan Fedele<br />

sarà protagonista di una masterclass e di un<br />

concerto cameristico all’Università di Santo<br />

Domingo. Infine è uscito, nella collana<br />

discografica del Festival Milano Musica, un<br />

Cd (Stradivarius STR 33891) che propone di<br />

Ivan Fedele, insieme a due lavori di Verrando<br />

e Francesconi, Duo en résonance per due<br />

corni concertanti e ensemble, registrato live<br />

nell’interpretazione di Pierre Boulez alla testa<br />

dell’Ensemble Intercontemporain e dei solisti Jens<br />

McManama e Jean-Christophe Vervoitte, in occasione<br />

del concerto tenutosi il 22 giugno 1994 al Teatro alla<br />

Scala, nell’ambito della III edizione del Festival.<br />

desiderio e la situazione presente di privazione: questi<br />

sono i nodi che i procedimenti per terzi di tono cercano<br />

di intensificare in maniera non retorica e in stretto<br />

contatto con i valori del testo poetico cantato. Lo stesso<br />

contrasto tra idealità e realtà è rappresentato inoltre dal<br />

violino, il cui contributo è sfaccettato: ambiguamente<br />

sospeso tra il ruolo di tredicesima voce del coro, di<br />

solista accompagnato da un’orchestra di voci, di filtro<br />

nel quale tutte le voci si sintetizzano e, tacendo, si<br />

riducono a una, senza parole, nonché di icona sonora di<br />

un valore simbolico che sopravanza quello musicale – il<br />

solista come la personificazione della “dama” – a cui il<br />

poeta aspira». In questi mesi il pianista Andrea<br />

Corazziari ha presentato una selezione da Prés per<br />

pianoforte solo il 29 maggio al Museo Archeologico Eno<br />

Belis di Oderzo, per il Maggio Archeologico Opitergino, il<br />

22 agosto alla Sala Raffaello dell’Associazione Musa di<br />

Urbino, per la rassegna Vacanze Musicali 2011, e infine<br />

il 13 <strong>ottobre</strong> al Teatro Sperimentale di Ancona, per gli<br />

Amici della musica. In Dir, tredici distici di Angelus<br />

Silesius per ensemble vocale è in cartellone il 27<br />

agosto alla Quincena Musical di San Sebastián<br />

e il 3 <strong>ottobre</strong> al Kings Place di Londra per la<br />

manifestazione “Out Hear!”, nell’interpretazione<br />

dell’ensemble Exaudi diretto da James Weeks.


Alessandro Solbiati<br />

L’ombra, la luce, i giovani<br />

A<br />

nche Alessandro Solbiati partecipa al 20° Festival di<br />

Milano Musica con una novità, Suite da “Le réveil de mon<br />

âme”, due movimenti e un intermezzo per dodici voci<br />

soliste su versi di Charles Baudelaire, in cartellone il 24<br />

<strong>ottobre</strong> al Teatro Elfo Puccini di Milano nell’interpretazione<br />

della Schola Heidelberg diretta da Walter Nußbaum.<br />

Spiega l’Autore: «L’idea centrale della composizione<br />

(il passaggio articolato e complesso dall’oscurità alla luce)<br />

è luogo ricorrente del mio comporre, e quindi<br />

evidentemente anche della mia persona. Nel 1990<br />

composi un’azione scenica intitolata Attraverso, in cui due<br />

mimi percorrevano una scena disegnata da una luce che<br />

trascolorava progressivamente, attraverso il verde,<br />

l’azzurro, il rosso e il giallo, dal nero al bianco.<br />

Una scelta di versi dei miei poeti più amati<br />

(Baudelaire, Rilke, Hölderlin, Garcia Lorca...)<br />

estrinsecava le simbologie d’ogni colore e<br />

d’ogni fase. Nel 1994, non soddisfatto d’una<br />

certa ingenuità di Attraverso, ne realizzai una<br />

seconda versione sicuramente meglio<br />

articolata, intitolata El canto quiere ser luz. Nel<br />

2000, l’Ensemble Vocale Soli-Tutti di Parigi,<br />

con cui avevo collaborato in varie occasioni, mi<br />

propose la commissione di un lungo lavoro<br />

solo vocale che tenesse conto della loro<br />

attitudine a cantare sempre a memoria e quindi<br />

a poter realizzare una sorta di “teatro vocale”.<br />

Mi sembrò subito l’occasione ideale per<br />

mettere a fuoco ulteriormente la mia idea: limitai la fonte<br />

poetica al solo Baudelaire e, stimolato dall’assenza di<br />

strumenti, cercai di stringere il legame più stretto possibile<br />

tra significato, parola, suono, gesto musicale, gesto e<br />

contesto scenico. Ne nacque quella sorta di ampio poema<br />

vocale, di astratto lavoro teatrale che è Le réveil de mon<br />

âme. Peraltro il livello di astrazione e di trasformazione in<br />

puro suono del portato visivo era tale da farmi considerare<br />

fin dalla partenza non indispensabile la dimensione<br />

scenica. Tuttavia, malgrado si trattasse di una Commande<br />

d’État francese, vicende non felicissime dell’Ensemble<br />

Vocale dedicatario impedirono sempre la prima esecuzione<br />

di un lavoro a me particolarmente caro. Milano Musica mi<br />

ha offerto la possibilità di un’esecuzione almeno parziale<br />

(il totale dura 25’, la presente versione 10’) e allora ho<br />

realizzato una sorta di Suite: trattandosi di un percorso<br />

formale estremamente unitario e continuo, ho preferito<br />

estrapolarne due momenti in sé sufficientemente compiuti,<br />

l’inizio e la fine, l’oscurità estrema e la luminosità pura,<br />

entrambe delineate da potentissimi versi baudelairiani.<br />

Al centro un breve e forse sorprendente Intermezzo:<br />

Baudelaire dice che nella pura malinconia di alberi che ci<br />

fremono attorno (il verde) risuona un antico ricordo.<br />

E allora, dentro un fondale sonoro estraneo, prende<br />

corpo, più o meno annebbiata, una polifonia “antica”,<br />

un’apparente citazione cui non ho voluto rinunciare».<br />

Un’ulteriore, doppia prima milanese è offerta dall’Orchestra<br />

I Piccoli Pomeriggi Musicali diretta da Daniele Parziani,<br />

che eseguirà al Teatro Dal Verme il 30 <strong>ottobre</strong> il primo<br />

movimento (“Hallo!”) e l’11 dicembre il secondo<br />

movimento (“Fête II”) di Crescendo, otto brevi brani in<br />

forma di studio per orchestra da camera. In questi termini<br />

Solbiati spiega le ragioni del nuovo lavoro:<br />

«In un’epoca come la nostra in cui la drammatica e<br />

quotidiana diminuzione di risorse destinate alla cultura<br />

impedisce anche solo di sognare progetti, l’Orchestra<br />

I Piccoli Pomeriggi Musicali costituisce una formidabile<br />

eccezione e una splendida idea, ben premiata dagli<br />

esiti: creare cioè un’orchestra di “musicisti minorenni”<br />

e darle subito in mano un’intera stagione di concerti,<br />

unendo allo scopo di una formazione musicale,<br />

strumentale e orchestrale, quello di un immediato e<br />

continuo riscontro col pubblico. Sono stato quindi<br />

particolarmente felice di diventare in certo senso<br />

“compositore in residenza” presso questa orchestra e<br />

di immaginare una sorta di Mikrokosmos orchestrale, una<br />

sequenza di otto brevi brani “in progress”, la cui prima<br />

esecuzione sarà distribuita in otto differenti concerti di due<br />

stagioni, 2011/12 e 2012/13, che possano consentire un<br />

approccio alle scritture contemporanee, senza sciocche<br />

semplificazioni ma anche senza terrorismi, e soprattutto<br />

senza perder di vista che il primo scopo è “fare musica<br />

insieme”, spero con gioia e con piacere, avvicinare i<br />

giovanissimi all’oggi, senza rinunciare io al mio linguaggio,<br />

ma modellandolo su esigenze non solo tecniche ma anche<br />

“ambientali”: ad esempio, poiché il primo concerto di<br />

stagione è tradizionalmente legato ad “Halloween”, l’idea di<br />

realizzare un unico crescendo un po’ “pauroso” di circa tre<br />

minuti mi consente sia di proporre trasformazioni timbriche<br />

e dinamiche dell’oggi, sia di riferirmi a un immaginario caro<br />

ai giovanissimi. Allo stesso modo, poiché il secondo<br />

concerto è previsto in date pre-natalizie, metterò in scena<br />

l’idea di “festa”, pretesto per una seconda indagine timbrica<br />

e ritmica». Di Solbiati è stato ed è possibile<br />

ascoltare in questi mesi I quattro punti per<br />

dodici violoncelli, il 10 luglio al Domaine<br />

de Chamarande, nell’interpretazione<br />

dell’Ensemble Nomos, che l’ha replicato il<br />

17 luglio alla rassegna Flâneries<br />

Musicales de Reims. Laura Catrani ha<br />

eseguito il 27 luglio all’Auditorium di<br />

Sperlonga (Latina), per il 47° Festival<br />

Pontino, To Whom? per soprano solo.<br />

I Quattro pezzi per pianoforte e percussioni<br />

vengono proposti a Karlsruhe (ZKM,<br />

Internationale Ensemble Modern<br />

Akademie) il 1° <strong>ottobre</strong> dal pianista Alberto<br />

Carnevale Ricci e da Rho-Mei Yu alle<br />

percussioni. Il 4 <strong>ottobre</strong> Roberto Prosseda eseguirà tre<br />

Interludi alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di<br />

Venezia, nel contesto dell’Italian-Fest. Durissimo silenzio,<br />

madrigale per pianoforte e sei voci soliste su una poesia di<br />

Mario Luzi, vedrà una bella serie di repliche ad opera di<br />

Ancuza Aprodu e dell’Ensemble de Six Voix Solistes diretto<br />

da Alain Goudard il 17 <strong>ottobre</strong> all’Auditorium San Fedele<br />

di Milano; il 18 <strong>ottobre</strong> (registrazione) negli studi<br />

LimenMusic, sempre a Milano; il 19 <strong>ottobre</strong> alla Biblioteca<br />

Marucelliana di Firenze; il 20 <strong>ottobre</strong> sempre a Firenze al<br />

Cenacolo della Basilica di Santa Croce; infine il 22 <strong>ottobre</strong><br />

alla Badia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo,<br />

Scandicci. Il violista Pierre Henri Xuereb eseguirà Corde<br />

per viola sola il 25 novembre al Centre Edgar Varèse di<br />

Gennevilliers; l’Ensemble Musagète Der Wind spielt, due<br />

movimenti per quintetto di fiati il 4 dicembre alla Galleria di<br />

Palazzo Leoni Montanari di Vicenza, per il “Pomeriggio tra<br />

le Muse”, e il 7 dicembre al Teatro Comunale di Vicenza<br />

per “Riflessioni contemporanee”. Luigi Attademo proporrà<br />

l’8 dicembre al Teatro Everest di Firenze, per il Festival<br />

G.A.M.O., Le sei corde di Nicolò per chitarra: nelle parole<br />

dell’Autore, «sequenza di piccolissimi brani modellati<br />

ciascuno su un “Ghiribizzo” per chitarra di Paganini.<br />

La sequenza prevede il numero finale di sei, ovviamente, e<br />

per una sorta di patto amichevole con Luigi Attademo, ad<br />

ogni suo concerto si aggiunge la prima esecuzione di uno<br />

di loro. Questa volta sono arrivato a quattro...». Negli stessi<br />

giorni, Annamaria Morini e Enzo Porta eseguiranno il<br />

10 dicembre alla Chiesa di San Fedele di Milano<br />

Contrapunctus per flauto e violino, mentre il giorno<br />

successivo, 11 dicembre, Dario Savron riproporrà Bois per<br />

marimba al Teatro Everest di Firenze per il Festival<br />

G.A.M.O. È uscito in <strong>ottobre</strong> un nuovo<br />

Dvd realizzato da Limen Music<br />

(DVD007DTZ) nel proprio studio di<br />

registrazione: «L’idea di Michele<br />

Forzani», spiega il compositore,<br />

«è quella di accostare differenti tipi di<br />

vocalità. A una vocalità sottilmente<br />

jazzistica viene contrapposta la<br />

splendida esecuzione parziale dei<br />

miei Tre Lieder su George (In<br />

Mittagstraum) effettuata dal soprano<br />

Stelia Doz e da Guido Salvetti».<br />

Continuerà, sul sito di Limen Music<br />

(www.limenmusic.com), la messa in onda dello speciale<br />

dedicato a Solbiati, di cui sono attualmente in onda quattro<br />

puntate; alla fine le puntate saranno undici e conterranno,<br />

oltre all’intervista, anche l’esecuzione di svariati brani<br />

musicali.<br />

Si potrà finalmente ascoltare<br />

un progetto poetico a lungo<br />

accarezzato, accanto a due<br />

lavori per formazioni giovanili<br />

Festival Play It!<br />

S’intitola Play It! il nuovo<br />

Festival fiorentino di musica<br />

contemporanea diretto da<br />

Giorgio Battistelli. “It” sta per<br />

Italia, come ben sanno gli<br />

internauti: non è stato trovato<br />

nome migliore per un festival<br />

interamente dedicato alla<br />

musica italiana del nostro<br />

tempo. La manifestazione si<br />

prefigge di offrire visibilità alla<br />

ricca e sfaccettata produzione<br />

del nostro Paese in questo<br />

settore, in modo tale da mettere<br />

in evidenza la produzione dei<br />

nomi più affermati e osservare<br />

da vicino le giovani promesse.<br />

In tre giorni, il 6, 7 e 8 <strong>ottobre</strong>,<br />

una serie di luoghi diversi di<br />

Firenze ospitano quest’autunno<br />

la prima edizione del Festival,<br />

che propone in sei concerti<br />

quasi trenta autori, tra i quali<br />

prime esecuzioni assolute o<br />

italiane di Ivan Fedele, Michele<br />

dall’Ongaro, Valerio<br />

Sannicandro, Federico<br />

Gardella, Pasquale Corrado e<br />

Christian Cassinelli.<br />

Giorgio Gaslini<br />

Alfonso Alberti presenta la<br />

prima esecuzione assoluta di<br />

Piano Sonata Décollage n. 3<br />

per pianoforte il 6 novembre al<br />

Foyer del Teatro Comunale di<br />

Treviso, per la rassegna<br />

“L’Arsenale 2011”.<br />

3


Foto: Gianluca Moggi, New Press Photo Firenze<br />

© Teatro del Maggio Musicale Fiorentino<br />

Goffredo Petrassi<br />

Il 14 <strong>ottobre</strong> Pietro Massa<br />

eseguirà, insieme al Göttinger<br />

Symphonie Orchester diretto da<br />

Christoph-Mathias Mueller, il<br />

Concerto per pianoforte e<br />

orchestra alla Stadthalle di<br />

Göttingen (l’esecuzione sarà<br />

registrata per una produzione<br />

discografica). Noche oscura,<br />

cantata per coro misto e<br />

orchestra su versi di San Juan<br />

de la Cruz, è in cartellone il 29<br />

e 30 <strong>ottobre</strong> al Teatro<br />

Filarmonico di Verona, con<br />

l’Orchestra e il Coro dell’Arena<br />

di Verona. Infine Ritratto di Don<br />

Chisciotte, suite dal balletto per<br />

orchestra, è proposto da<br />

Marcello Panni alla testa<br />

dell’Orchestra I Pomeriggi<br />

Musicali il 1° e 3 dicembre al<br />

Teatro Dal Verme di Milano.<br />

4<br />

Luca Mosca<br />

L’Italia del destino<br />

rassegna stampa<br />

rassegna stampa<br />

Su L’Italia del destino al Maggio Musicale Fiorentino,<br />

Firenze, Teatro Goldoni, 15 maggio 2011<br />

Mario Messinis, «Il Gazzettino», 17 maggio 2011<br />

Il teatro musicale è un genere impuro. Tutte le<br />

infrazioni drammaturgiche e linguistiche sono<br />

ammesse. Non ci stupiremo dunque se Luca Mosca,<br />

nell’Italia del destino, rappresentata al Maggio<br />

Musicale Fiorentino in prima assoluta, concepisce il<br />

suo stile comico, acre, grottesco, ironico, deformante<br />

attraverso un vagabondaggio tra tutte le lingue<br />

novecentesche, in cui coesistono cultura alta e cultura<br />

bassa, musica di consumo e rovello intellettuale.<br />

Apparentemente Mosca – docente di cultura musicale<br />

generale e di analisi musicale presso il Conservatorio<br />

“Benedetto Marcello” di Venezia – sembra allontanarsi<br />

dagli algidi artifici dell’avanguardia; ma a ben vedere le<br />

peripezie da Stravinskij a Weill, dal musical al jazz, dal<br />

barocco a Sostakovic, si raggelano in una alchimia<br />

strumentale e vocale che privilegia molto<br />

modernamente il distacco critico. Così i personaggi di<br />

questo “reality show” – una parodia spietata della<br />

televisione, che si conclude con una sinistra morte<br />

collettiva – non sono altro che marionette futili, a tratti<br />

perverse, ma senza psicologia, in un gioco impassibile<br />

di montaggi musicali. Questa partitura magistrale<br />

nasce su una drammaturgia frammentata dell’originale<br />

e pungente libretto di Gianluigi Melega (con la<br />

collaborazione di Pilar García). La regia e le scene di<br />

Davide Livermore ricompongono abilmente, e<br />

crudelmente, il mondo policromo e fatuo della<br />

televisione. Magnifico il cast vocale; direzione<br />

inappuntabile di Marco Angius.<br />

Dino Villatico, «La Repubblica», 21 maggio 2011<br />

L’Italia del destino, scritto da Gianluigi Melega insieme<br />

a Pilar García e Davide Livermore, che ne è anche il<br />

fantasioso regista e un irresistibile interprete del<br />

Cantante, messo in musica con raffinata sapienza<br />

contrappuntistica da Luca Mosca, porta in scena la<br />

frivola volgarità di un reality italiano per mostrarne<br />

l’altra faccia di tragico degrado: “è un gioco in cui<br />

perdono tutti” dice il Presentatore, un bravissimo Sax<br />

Nicosia. Spettacolo agilissimo, pieno di idee, interpreti<br />

strepitosi, Daniela Bruera, Alda Caiello, Cristina<br />

Zavalloni, Sara Mingardo, Chris Ziegler, Roberto<br />

Abbondanza, oltre ai già citati. Successo a dir poco<br />

trionfale, per tutti e per il direttore Marco Angius che<br />

concerta con intelligenza e precisione l’insieme. Ma<br />

perché solo una replica?<br />

Gianfranco Capitta, «Il Manifesto»¸ 29 maggio 2011<br />

Unica opera nuova di questo Maggio musicale, [...]<br />

L’Italia del destino è stata commissionata a Luca<br />

Mosca e per il libretto a Gianluigi Melega, già autori<br />

assieme di divertenti incursioni attraverso il<br />

melodramma nel paese sfasciato di oggi. La cui<br />

bandiera culturale (capace di divenire formato<br />

esistenziale del telespettatore ingenuo) sembra essere<br />

davvero il reality show, sperimentato in tutte le possibili<br />

location e assurto a scansione delle tv berlusconiane,<br />

ovviamente comprese quelle pubbliche. Sul<br />

palcoscenico del bel Teatro Goldoni (purtroppo<br />

sottoutilizzato dal Maggio che ne dispone), in quadri<br />

successivi, avviene la rituale scansione dei drammi<br />

“dentro la casa”, ispirata certo al Grande fratello, ma<br />

che crudelmente ce ne mostra anche i dissesti, i<br />

trabocchetti e le incongruenze, nella improbabile<br />

parade dei personaggi che la affollano. La partitura di<br />

Mosca è piacevole e divertente nel far coincidere i<br />

caratteri con le vocalità dei ruoli operistici, e i testi di<br />

Melega non risparmiano nessun pudore e debolezza<br />

dei partecipanti. Davide Livermore firma regia e scene,<br />

ma canta anche in uno dei personaggi. Divertito e<br />

divertente nei suoi diversi ruoli, non ci risparmia la sua<br />

ironia creativa che qui è libera di inventare, trattandosi<br />

di un’opera nuova, e basta poco in certi momenti a<br />

scoprire l’orrore della nostra tv quotidiana: scalinate da<br />

soggiorno, piscine da calidarium, confessionale di<br />

rigore, delazioni e deiezioni al veleno. Sotto l’agile, e<br />

divertita anch’essa, direzione di Marco Angius, i<br />

cantanti non si risparmiano pur nei ruoli improbabili<br />

quanto “reali”; il pubblico ascolta e guarda lo specchio<br />

deformato di un intero paese, che nella tv raccoglie e<br />

mixa non tanto l’esistente, quanto la sua aberrante<br />

proiezione finale: L’Italia del destino, che neanche la<br />

Vergine degli angeli (il forse oggi è auspicio d’obbligo)<br />

ce la farebbe più a coprire del suo manto.<br />

Davide Annachini, «L’Opera», giugno 2011<br />

In linea con la volontà di fissare un appuntamento<br />

annuale con l’opera contemporanea, il Maggio ha poi<br />

commissionato un nuovo lavoro teatrale ad un ulteriore<br />

musicista italiano, Luca Mosca, che in collaborazione<br />

con Gianluigi Melega per il libretto, insieme a Pilar<br />

García e a Davide Livermore, ha dato vita a L’Italia del<br />

destino, in occasione delle celebrazioni per i<br />

centocinquant’anni dell’Unità nazionale. Con la<br />

definizione di “Real-italy in un atto”, l’opera intendeva<br />

proporre un testo in musica sull’Italia di oggi, attraverso<br />

quella che per certi versi può rappresentare una delle<br />

più devastanti aberrazioni, il reality televisivo. Nella<br />

definizione di alcuni caratteri tipici del genere (il<br />

Palestrato, il Creativo, la Diva, la Stilista) e di alcuni<br />

appuntamenti irrinunciabili (il “confessionale”, gli<br />

stacchi pubblicitari), il lavoro condensava quanto di più<br />

vacuo, volgare, orrido possa ritrovarsi in un format<br />

televisivo, in cui il peggio dell’umanità e – ahinoi –<br />

dell’attuale Italia si rispecchia. Soggetto quindi ideale<br />

per suggerire ad un musicista come Mosca, che<br />

denuncia la sua passione per il melodramma barocco e<br />

rossiniano, una musica ricca d’ironia e giocata<br />

soprattutto sugli interventi vocali e strumentali,<br />

elaborati con virtuosismo spericolato quanto grottesco.<br />

Difficilissime le parti solistiche e i pezzi d’insieme, che<br />

richiedono cantanti particolarmente duttili e musicali,<br />

come quelli utilizzati in quest’occasione, sulle cui<br />

specifiche qualità sono stati scritti i diversi ruoli. Così si<br />

sono potuti ammirare l’avvolgente registro contraltile di<br />

Sara Mingardo, calatasi nei panni di una Diva<br />

distaccata e pesantemente razzista, la ragguardevole<br />

estensione tra mezzo e soprano di Alda Caiello (la<br />

Stilista), impegnata in un’aria di bravura di memoria<br />

settecentesca, la disinvoltura vocale e scenica di<br />

Cristina Zavalloni come l’oca bionda di turno, il cui<br />

nome Sexilia è tutto un programma, la<br />

caratterizzazione sadomaso della Cameriera di Daniela<br />

Bruera, la goffaggine del Palestrato Chris Ziegler, la<br />

retorica declamata col birignao di un De Sica o di un<br />

Gassman dal bravissimo Roberto Abbondanza (il<br />

Creativo), la caricaturale piattezza cerebrale del<br />

Cantante di Davide Livermore, autentico factotum dello<br />

spettacolo. Il versatile regista-tenore torinese ha dato<br />

fuoco alle polveri, firmando uno spettacolo di grande<br />

fantasia e ritmo, in cui le citazioni scoperte ai mostri<br />

televisivi (come ad esempio la debordante<br />

interpretazione in stile drag-queen del Presentatore, un<br />

inquietante Sax Nicosia) e le continue rotazioni<br />

sceniche di una casa da Grande Fratello hanno<br />

veramente costituito l’aspetto più avvincente dell’intera<br />

operazione. Autore anche delle scene in stile optical<br />

dalle prospettive caleidoscopiche, Livermore ha trovato<br />

man forte nei piccanti costumi di Gianluca Falaschi e<br />

nelle luci psichedeliche di Nicolas Brewy, per le quali il<br />

pubblico aveva ricevuto in dotazione un occhiale per<br />

visione in 3D e un telecomando per votare i<br />

protagonisti del reality, in realtà rivelatisi volutamente<br />

inutili. Lo spettacolo e l’esecuzione, condotta con<br />

maestria da Marco Angius alla guida dell’Orchestra del<br />

Maggio, hanno raccolto applausi calorosi […].


Luis de Pablo<br />

Festa veneziana<br />

D<br />

ue le prime assolute in un’unica settimana per Luis<br />

de Pablo, una coppia inaugurata da Largo “en torno a<br />

una antigua canción popular” per orchestra,<br />

commissione del Philharmonisches Orchester des<br />

Staatstheaters Cottbus che l’eseguirà nella propria sede<br />

l’11 e il 13 novembre sotto la guida di Evan Christ.<br />

Così l’Autore racconta la genesi del nuovo lavoro: «Mi è<br />

stata richiesta un’opera breve, non oltre i 5’, che, senza<br />

rinunciare alla propria “modernità”, incorporasse in<br />

qualche modo l’idea del canto popolare del paese del<br />

compositore, sia come citazione, sia come stile.<br />

Ho dunque scritto una musica di carattere statico<br />

(corrispondente a certi aspetti della mia lingua) in cui<br />

compare in forma cangiante una vecchia canzone virile<br />

in forma di “tonada”, cioè assolo. Questa “tonada”<br />

proviene dalla provincia di Zamora, nell’antico regno di<br />

León, al confine col Portogallo, e conserva un forte<br />

sapore modale, tipico di tutta la Spagna centrale. Ma il<br />

modo (o meglio: i modi) oscilla/no liberamente tra il<br />

missolidio e il frigio, in modo che è possibile ottenere<br />

una differenza espressiva tra scala ascendente e<br />

discendente senza ricorrere ai classici modi maggiore e<br />

minore. Il testo recita così: Anoche soñaba yo / que los<br />

moros me mataban / y eran tus ojos, morena, / que de<br />

lejos me miraban, por la calle me miraban, por la calle<br />

de mi alma (“La notte scorsa ho sognato / che i mori mi<br />

uccidevano, / ma erano i tuoi occhi, morettina, / che mi<br />

guardavano da lontano / per la strada mi guardavano /<br />

per la strada della mia anima”). L’anonimo poeta<br />

musicista si è servito abilmente dell’ottonario: c’è infatti<br />

una corrispondenza tra le domande/risposte del testo e<br />

la curva melodica ascendente e discendente della<br />

musica, sottolineata con gli ornamenti simmetrici di<br />

“mataban” e “miraban”. Questa analisi potrebbe<br />

proseguire, ma credo che quanto ho detto sia già<br />

sufficiente per percepire la sua eleganza». Un’ulteriore<br />

prima avrà luogo il 17 novembre presso le Sale<br />

Apollinee del Gran Teatro La Fenice di Venezia, dove<br />

l’Ex Novo Ensemble, committente del pezzo con il<br />

sostegno della Fundación BBVA, eseguirà Números, sei<br />

pezzi per ottetto. Racconta Luis de Pablo: «Números è<br />

stato composto tra il febbraio e il maggio 2011, durante<br />

la convalescenza da un’operazione. L’organico è<br />

Malika Kishino<br />

In memoriam<br />

Q<br />

uattro le prime esecuzioni assolute nell’autunno di<br />

Malika Kishino. La serie s’inaugura il 4 <strong>ottobre</strong> al<br />

Concert Hall di Kyoto, con l’esecuzione di Ichimai-<br />

Kishohmon (for the 800 th memorial year of Hônenshônin)<br />

per coro misto, voci di monaci buddisti, shô,<br />

hichiriki, koto, percussioni e trio d’archi,<br />

nell’interpretazione dei monaci del tempio Zenrinji, di<br />

Shohko Ohtani, koto 20 corde, Junko Tanaka, shô,<br />

Tohru Yamamoto, hichiriki, Keyaki Satoh, percussioni,<br />

Reina Yamana, violino, Naoka Tokizawa, viola, e Yoriko<br />

Miyake, violoncello, sotto la guida di Toshiko Kikuchi.<br />

La composizione, che commemora il fondatore della<br />

dottrina buddista giapponese della Terra Pura chiamata<br />

Jodo Shu, di cui il tempio di Eikan-do Zenrin-ji è una<br />

delle sedi principali, si rifà a uno scritto (letteralmente:<br />

“documento di un unico foglio”) vergato da Hônen il 23<br />

gennaio 1212, due giorni prima della morte. Della<br />

composizione è stata realizzata anche una versione per<br />

voci e pianoforte per uso cerimoniale, destinata alla<br />

scuola Seizan Zenrin-ji del tempio di Jodo Shu. Un testo<br />

del poeta indiano, premio Nobel nel 1913, Rabindranath<br />

Tagore (da Fruits Gathering, LXXIX), ispira la<br />

compositrice giapponese in Prayer / Inori (after March<br />

11 th , 2011) per coro misto a cappella, in cartellone il 5<br />

<strong>ottobre</strong> al Bunka Kaikan di Tokyo, nell’interpretazione di<br />

Matsubara Chiaki alla testa del Tokyo Philharmonic<br />

Chorus, ente committente del lavoro scritto in omaggio<br />

costituito da flauto (ottavino e flauto in Sol), oboe,<br />

clarinetto in La (clarinetto basso in Si bemolle), tromba<br />

in Do, pianoforte, percussione, violino e violoncello. Si<br />

compone di sei parti (sei “números”) da eseguirsi senza<br />

soluzione di continuità. Il titolo è deliberatamente neutro:<br />

ho cercato una musica la cui espressione sia la musica<br />

stessa; un suono organizzato in modo cangiante e<br />

perfino vertiginoso: raramente vi è un “tutti”, mentre<br />

sono frequenti i passaggi in assolo, a due, a tre<br />

strumenti. Il timbro vi è protagonista, così come la<br />

metrica, in costante opposizione tra regolarità e<br />

irregolarità, così come ancora il gioco intervallare<br />

dipendente dai due parametri precedentemente citati.<br />

Nell’impulso creativo ha svolto dunque un ruolo<br />

importante il gioco, un gioco tuttavia né gratuito né<br />

superficiale, così come non lo sono gli haiku giapponesi,<br />

i disegni di Picasso o i Proverbi di Antonio Machado…<br />

La durata totale del pezzo è di circa 18 minuti». Lo<br />

stesso concerto ospiterà la ripresa di Epístola al<br />

transeúnte per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello<br />

e pianoforte, mentre il giorno successivo, 18 novembre,<br />

sempre nel contesto dell’Ex Novo Festival, è previsto<br />

nella Sala Piccolo Teatro della Fondazione Giorgio Cini<br />

l’incontro di studio con Luis de Pablo “Verso Darmstadt”,<br />

in occasione del quale verrà eseguito da Daniele<br />

Ruggieri Condicionado per flauto insieme alla Sequenza<br />

I di Luciano Berio; il pianista Aldo Orvieto vi interpreterà<br />

invece il Terzo Capriccio di Camillo Togni. La III Serie di<br />

Retratos y Transcripciones per pianoforte sarà proposta<br />

da Alfonso Gómez il 4 <strong>ottobre</strong> e il 25 novembre al<br />

Teatro Arteria di Bilbao. Il brano n. 2, “Confusione”, dalla<br />

medesima III Serie di Retratos y Transcripciones verrà<br />

interpretato il 6 novembre da Alfonso Alberti al Foyer<br />

del Teatro Comunale di Treviso, nel quadro della<br />

manifestazione “L’Arsenale 2011”, mentre Latidos per<br />

orchestra è in cartellone il 12 novembre alla Salle du<br />

Gran Tinel del Palazzo dei Papi di Avignone, ad apertura<br />

di un concerto della stagione sinfonica dell’Orchestre<br />

Lyrique de Région Avignon Provence diretto da Jean-<br />

François Heisser. Infine, Luis de Pablo terrà tra il 26 e il<br />

28 <strong>ottobre</strong> una masterclass di composizione, collegata<br />

a un concerto da camera monografico, al Conservatorio<br />

“G. Cantelli” di Novara.<br />

alla duplice catastrofe dello scorso 11 marzo, il grande<br />

terremoto che ha scosso il Giappone Orientale e il<br />

disastro nucleare di Fukushima. L’8 <strong>ottobre</strong> verrà<br />

presentata una commissione del Westdeutscher<br />

Rundfunk, Monochromer Garten II per clarinetto basso,<br />

saxofono baritono e trombone, presso il Funkhaus<br />

Wallrafplatz del WDR di Colonia. Ne sarà interprete il<br />

Parkhaus Trio: Ernesto Molinari, clarinetto basso,<br />

Markus Weiss, saxofono baritono, e Uwe Dierksen,<br />

trombone. Incluso nella serie Monochromer Garten della<br />

Kishino, rappresenta un omaggio alle peculiarità<br />

estetiche delle arti figurative giapponesi. Alla stessa<br />

serie appartiene Monochromer Garten per accordéon e<br />

violoncello, che sarà proposto in prima esecuzione<br />

assoluta il 20 dicembre al BKA-Theater di Berlino dal<br />

duo Christin Paté e Valérie Dulac. Ulteriori esecuzionI<br />

della musica di Malika Kishino comprendono<br />

Épanouissement per violoncello solo il 15 <strong>ottobre</strong> a<br />

Insel Hombroich, in Germania, nell’interpretazione di<br />

Giorgio Casati dell’Mdi Ensemble; Aqua Vitae II per<br />

flauto contralto, clarinetto basso, violino, violoncello e<br />

pianoforte il 7 novembre al Bielefelder Philharmoniker<br />

(ne sarà interprete l’Ensemble Horizonte diretto da<br />

Jörg-Peter Mittmann); infine, il 15 dicembre, il<br />

Kulturhaus Abraxas di Augsburg ospiterà il<br />

percussionista Stefan Blum in Lebensfunke per<br />

grancassa e live electronics.<br />

Prima sinfonica al Teatro di<br />

Cottbus e un ricco carnet<br />

a Ex Novo Musica<br />

Ivan Vandor<br />

La prima esecuzione assoluta<br />

di Otto brevi pezzi per<br />

violoncello e pianoforte è in<br />

cartellone l’11 dicembre nelle<br />

Sale Apollinee del Gran Teatro<br />

La Fenice di Venezia per la<br />

rassegna Ex Novo Musica,<br />

ente committente del brano.<br />

Carlo Teodoro e Aldo Orvieto,<br />

dedicatari della composizione,<br />

interpreteranno una pagina in<br />

cui gli otto pezzi del titolo si<br />

susseguono senza soluzione<br />

di continuità.<br />

Importanti composizioni vocali<br />

commemorano un fondatore<br />

del buddismo giapponese e il<br />

terremoto della scorsa primavera<br />

5


Christophe Bertrand<br />

6<br />

Tre prime prestigiose<br />

riflettono sul rapporto<br />

tra linguaggi artistici<br />

Il Konzerthaus di Berlino ospita<br />

il 4 <strong>ottobre</strong> lo Zafraan<br />

Ensemble nell’esecuzione di<br />

Aus per viola, sax soprano,<br />

clarinetto basso e pianoforte.<br />

Okhtor per orchestra è invece<br />

in cartellone il 6 <strong>ottobre</strong> per il<br />

Festival Musica al Palais de la<br />

Musique et des Congrès di<br />

Strasburgo, nell’interpretazione<br />

dell’Orchestre Philharmonique<br />

de Strasbourg diretta da Pascal<br />

Rophé. Infine, Alfonso Alberti<br />

interpreterà Haïku per<br />

pianoforte il 6 novembre al<br />

Foyer del Teatro Comunale di<br />

Treviso, per la rassegna<br />

L’Arsenale 2011.<br />

Tre concerti cameristici e una<br />

serie di pubblicazioni (un libro,<br />

due Cd, un video online)<br />

Nicola Sani<br />

Il suono e l’immagine<br />

U<br />

n concerto monografico e una serie di prime<br />

esecuzioni assolute chiudono l’anno di Nicola Sani.<br />

Il 28 novembre il Contempoartefestival offre nella Sala<br />

Magliabechiana della Galleria degli Uffizi un ricco<br />

concerto ritratto del compositore, in occasione dei suoi<br />

cinquant’anni. Il Contempoartensemble diretto da Mauro<br />

Ceccanti interpreterà AchaB per clarinetto, Oltre il<br />

deserto spazio per ensemble, Come una specie di<br />

infinito per violoncello e pianoforte, Verso un altro<br />

occidente per ensemble, A time for the evening per<br />

ensemble, Sul denaro, per voce recitante e ensemble su<br />

testo di Luigi Pestalozza, con la partecipazione di Moni<br />

Ovadia nella parte del recitante, e una nuova<br />

composizione per ensemble in prima esecuzione<br />

assoluta. Spiega l’Autore: «L’organico di questo nuovo<br />

lavoro scritto per il Contempoartensemble, cui è<br />

dedicato, comprende flauto, clarinetto, quartetto<br />

d’archi con contrabbasso, pianoforte e percussioni.<br />

Questo “spazio sonoro” fortemente improntato al<br />

rapporto con l’immagine unisce le suggestioni già<br />

presenti nei miei ultimi lavori strumentali alla ricerca del<br />

Contempoartensemble, che ha fatto del rapporto con il<br />

visivo e con l’intermedialità il tratto caratteristico del<br />

proprio percorso tra i linguaggi sonori contemporanei».<br />

In quell’occasione verrà effettuata la registrazione<br />

discografica dell’intero programma (ad eccezione di Oltre<br />

il deserto spazio e Verso un altro occidente, tutte prime<br />

registrazioni assolute). Il 7 dicembre sarà invece la Sala<br />

Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica a<br />

ospitare, in collaborazione con l’Accademia Tedesca di<br />

Villa Massimo, la prima di Seascape II per ensemble e<br />

supporto digitale, nell’interpretazione dell’Ensemble<br />

Modern di Francoforte diretto da Frank Ollu. Racconta<br />

Sani: «Seascape II è una nuova versione della<br />

precedente composizione per orchestra Seascape,<br />

scaturita dal rapporto con le immagini fotografiche di<br />

Hiroshi Sugimoto. La trasposizione per ensemble è<br />

l’occasione per privilegiare i dettagli dei rilievi interni alla<br />

struttura timbrica della composizione, che emergono<br />

all’interno della fitta trama timbrica. I chiaroscuri di<br />

Sugimoto, che trasforma le campiture del mare e<br />

dell’orizzonte in sconfinati spazi nella cromatura dei grigi,<br />

si rispecchiano nell’insieme di contrasti e riflessioni<br />

sonore, a loro volta proiettate nello spazio con le<br />

elaborazioni digitali dei suoni strumentali». Terzo<br />

palcoscenico di una nuova composizione di Nicola Sani<br />

sarà, l’11 dicembre, la Sala Rachmaninoff del<br />

Conservatorio Čajkovskij di Mosca, dove l’Alter Ego<br />

Ensemble eseguirà Lied - You Have Been Lied 2 per<br />

ensemble, live electronics, supporto digitale e video.<br />

In questi termini l’Autore racconta la genesi del pezzo:<br />

«Dieci anni fa, nel luglio 2001, Genova diventava teatro<br />

Giovanni Verrando<br />

Nuova liuteria<br />

L<br />

a musica per ensemble di Giovanni Verrando viene<br />

proposta in questi mesi in tre diversi concerti. Il 28<br />

settembre la Biennale Musica di Venezia, 55° Festival<br />

Internazionale di Musica Contemporanea, ha ospitato al<br />

Teatro Malibran Dulle Griet per ensemble,<br />

nell’interpretazione dei Sentieri Selvaggi diretti da Carlo<br />

Boccadoro. L’8 <strong>ottobre</strong> è in cartellone al Festival de Tres<br />

Cantos di Madrid Animismus per sax alto, flauto, violino<br />

e violoncello, nell’esecuzione del Grupo Sax-Ensemble.<br />

Infine, l’Mdi Ensemble proporrà il 23 gennaio alla<br />

Société de Musique Contemporaine di Losanna le<br />

Quattro invenzioni sull’«Offerta musicale» per piccolo<br />

ensemble. È uscito un nuovo Cd Stradivarius (STR<br />

33891), nella collana dedicata al Festival Milano Musica,<br />

che riporta la registrazione del Quartetto n. 2 eseguito<br />

dal Quartetto di Torino e registrato nell’ambito del<br />

Festival stesso nell’<strong>ottobre</strong> 1999. È disponibile in rete,<br />

sul canale web www.limenmusic.com, il video di Il ruvido<br />

dettaglio celebrato da Aby Warburg, nell’esecuzione del<br />

degli scontri tra dimostranti e forze dell’ordine durante il<br />

G8. Gli scontri causarono una repressione violentissima<br />

e insensata, mai verificatasi nel nostro Paese dopo<br />

l’epoca fascista, sulla quale restano ancora numerose<br />

ombre e circostanze non chiarite. Centinaia i feriti, Carlo<br />

Giuliani, un giovane dimostrante, venne ucciso. In quei<br />

giorni ho scritto Lied - You Have Been Lied To, per<br />

percussioni elettroniche, supporto digitale e DJ remix,<br />

che ebbe la sua prima esecuzione al Festival GAS di<br />

Göteborg. Mentre scrivevo scorrevano sui teleschermi le<br />

immagini della protesta e dell’assassinio di Carlo<br />

Giuliani, a cui il pezzo è dedicato. Il titolo utilizza il<br />

termine tedesco di Lied (“canzone”), nel senso in cui una<br />

canzone è testimonianza di un fatto reale concretamente<br />

avvenuto e lo racconta, come avviene nel rap<br />

contemporaneo, e di lied nel significato inglese di<br />

“essere stato ingannato”, quindi di “vivere nella società<br />

dell’inganno”. Un inganno continuo e costante, dove alla<br />

musica è tolto il significato di far riflettere l’individuo sulla<br />

sua condizione di sfruttato e di sottomesso alle logiche<br />

del mercato e della mercificazione. Un Lied che diventa<br />

manifesto a lettere maiuscole, gridato, distorto, che si<br />

trasforma in gesto di strada, di contestazione, di rivolta.<br />

Un ritmo continuamente spezzato, che raccoglie i suoni<br />

delle percussioni trasformandoli in loops e grooves<br />

ritmici e tecnologici, entrando violentemente nella ferita<br />

aperta di un conflitto in atto. Dieci anni dopo, ricordando<br />

quei giorni, la nuova versione intitolata Lied - You Have<br />

Been Lied 2, torna a riflettere su quei tragici momenti,<br />

unendo a una riscrittura per ensemble strumentale e<br />

supporto digitale una nuova realizzazione video,<br />

realizzata dall’ensemble Alter Ego, a partire da<br />

documenti selezionati per questa produzione da Enrico<br />

Ghezzi». È possibile ascoltare musica di Sani il 5<br />

novembre all’Auditorium San Fedele di Milano per il<br />

Festival di Milano Musica (I binari del tempo per flauto e<br />

supporto digitale, interpretato da Annamaria Morini e<br />

Alvise Vidolin); il 19 novembre per il Festival “All<br />

Frontiers” a Gradisca di Isonzo (Gorizia) (il ciclo integrale<br />

di Elements, prodotto dallo Studio Akustische Kunst del<br />

WDR di Colonia, che comprende: Wasserinnerungen per<br />

flauto basso e supporto digitale a 8 canali, Windstille per<br />

flauto contrabbasso e supporto digitale a 8 canali, Terra<br />

per percussioni e supporto digitale a 8 canali, Con fuoco<br />

per flauto iperbasso e supporto digitale a 8 canali, con<br />

interpreti Roberto Fabbriciani, flauto basso, flauto<br />

contrabbasso e flauto iperbasso, Pietro Bertelli,<br />

percussioni, Aldo Orvieto, organo, e Alvise Vidolin, regia<br />

del suono); infine il 20 gennaio all’Auditorium Saint<br />

Germain di Parigi per la stagione di concerti del GRM -<br />

Groupe de Recherches Musicales (Preludio dall’opera Il<br />

tempo sospeso del volo per supporto digitale a 8 canali).<br />

Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli proposto<br />

nella scorsa stagione della rassegna Rondò. La Biennale<br />

Musica di Venezia ha consegnato il Leone d’argento<br />

2011 a RepertorioZero, il gruppo di musicisti che lavora<br />

sulla nuova liuteria attivo dal 2007, di cui Giovanni<br />

Verrando è uno dei fondatori. È in fase di pubblicazione<br />

presso le <strong>ESZ</strong> il libro La nuova liuteria: orchestrazione,<br />

grammatica ed estetica, scritto da Giovanni Verrando in<br />

collaborazione con la classe di orchestrazione del<br />

Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano. Il libro è<br />

realizzato con il sostegno del Dipartimento di ricerca<br />

dello stesso Conservatorio e uscirà in due lingue, italiano<br />

e inglese. Il testo rappresenta il frutto dei due anni di<br />

progetto di ricerca sulla nuova liuteria svolto e finanziato<br />

dallo stesso Dipartimento nel biennio 2009/10. È infine in<br />

fase di registrazione un Cd che proporrà il recente brano<br />

per orchestra amplificata The Sinopia of Dulle Griet,<br />

registrato in Germania dal Philharmonisches Orchester<br />

dello Staatstheater di Cottbus diretto da Evan Christ.


Valerio Sannicandro<br />

Teatro senza scena<br />

D<br />

ue le prime per Valerio Sannicandro. Il 23 aprile<br />

sono stati presentati a Strasburgo Trois Chants Noh per<br />

voce e flauto, eseguiti alla Chiesa di Saint Pierre Le<br />

Vieux dal duo Ryoko Aoki e Ayako Okubo. La Aoki<br />

riprenderà il pezzo col flautista Klaus Schoeppl il 12 e<br />

13 settembre al Radialsystem di Berlino. L’Autore<br />

racconta in questi termini la nuova esperienza<br />

compositiva: «I tre pezzi scritti e commissionati per la<br />

cantante Noh Aoki Ryoko fanno parte di un progetto più<br />

vasto di teatro musicale intitolato Hagakure. Il contatto<br />

con la cultura giapponese, durante il mio soggiorno a<br />

Kyoto nel 2010, ha significato in questo lavoro cercare<br />

un modo di integrare elementi tradizionali in una<br />

scrittura molto dettagliata oltre che avanzata. Il flauto<br />

(scritto per la flautista Ayako Okubo) rappresenta invece<br />

una specie di “eco” della voce, un’amplificazione a volte<br />

“naturalisticamente descrittiva” (per esempio, l’ottavino<br />

impersona la pioggia). Nell’opera Hagakure<br />

(dall’omonimo testo giapponese del XVIII secolo) i tre<br />

momenti in cui la cantante Noh appare rappresentano<br />

delle situazioni in cui i protagonisti guardano indietro e<br />

cercano nella loro memoria i pensieri filosofici,<br />

raccontati da Jôchô Yamamoto. Ognuno ci parla di un<br />

pensiero sulla vita, la sostanza dei nostri corpi basati<br />

sul vuoto, i sette respiri, tempo massimo entro cui ogni<br />

decisione deve essere presa, la metafora della pioggia<br />

come immagine del destino... Tre isole che<br />

contrappuntano musicalmente il lavoro teatrale e<br />

rappresentano, quando i canti vengono eseguiti da soli,<br />

un momento atemporale di introspezione». Una<br />

commissione Ex Novo Musica è invece Trois Sûtras,<br />

quarta scena da Hagakure per flauto basso, clarinetto<br />

basso e live electronics, che l’Ex Novo Ensemble<br />

(Daniele Ruggieri, flauto basso, Davide Teodoro,<br />

clarinetto basso, Amalia de Götzen, live electronics e<br />

Alvise Vidolin, regia sonora) propone in prima<br />

esecuzione assoluta il 17 <strong>ottobre</strong> al Conservatorio<br />

Benedetto Marcello di Venezia e in replica il 25 <strong>ottobre</strong><br />

all’Auditorium Pollini di Padova. Spiega Sannicandro:<br />

Federico Gardella<br />

Meditazioni sulla natura<br />

D<br />

ue le prime esecuzioni di quest’autunno per Federico<br />

Gardella. Inaugura la piccola serie Kyklos per orchestra,<br />

in cartellone l’8 <strong>ottobre</strong> al Teatro Verdi di Firenze per il<br />

Festival Play It!, affidato all’Orchestra della Toscana<br />

diretta da Tito Ceccherini. Questa la filosofia del lavoro<br />

nelle parole dell’Autore: «Il rapporto tra la vita<br />

individuale e la natura è caratterizzato dal confronto tra<br />

una percezione lineare e una visione ciclica del tempo;<br />

la riflessione su questi aspetti rappresenta il punto di<br />

partenza del percorso formale di Kyklos per orchestra,<br />

che si articola a partire dalla relazione tra l’uno e il<br />

molteplice. Come in un prato, in cui i singoli fili d’erba<br />

concorrono a formare un’immagine unitaria, in questo<br />

lavoro le caratteristiche dei singoli strumenti sono<br />

immaginate in funzione della costruzione di uno<br />

strumento interiore che non sia solamente la somma<br />

delle individualità, quanto piuttosto l’espressione di un<br />

microcosmo. Gli elementi che costituiscono Kyklos si<br />

susseguono senza interruzioni, confluendo gli uni negli<br />

altri, e si articolano in una serie di ritorni che<br />

scandiscono dei cicli, ognuno dei quali presenta<br />

un’evoluzione interna: la linearità dei singoli frammenti<br />

viene così integrata nella ciclicità della struttura<br />

complessiva, originando una forma pensata come luogo<br />

della memoria». Kraus-Mikro-Lieder per voce femminile<br />

e ensemble è invece il titolo della novità proposta il 26<br />

novembre al Teatro Sociale di Bergamo per il Bergamo<br />

Musica Festival. Ne saranno interpreti il soprano Ljuba<br />

Bergamelli e il Texture Ensemble diretto da Pierre<br />

«Trois Sûtras costituisce il materiale musicale principale<br />

della quarta scena di un’opera teatrale da camera<br />

basata sull’antico testo giapponese chiamato Hagakure.<br />

In ognuna delle sette scene che costituiscono l’opera un<br />

aspetto differente della filosofia e della cultura del<br />

Bushido viene tematizzato grazie a una drammaturgia<br />

prodotta per collage con frammenti di testi spesso<br />

aforistici. La quarta scena è dedicata alla religiosità; il<br />

canto di una donna, Akemi Tone, sciamano e guardiana<br />

di un tempio a Kyoto, che intona delle preghiere rituali<br />

scintoiste mi colpì da subito e, quando su mia richiesta<br />

accettò di registrarle, decisi di farne parte integrante del<br />

progetto a cui stavo lavorando. L’uso di questi suoni<br />

“concreti” è stato però deciso anche per affermare il<br />

carattere di “diario” della mia permanenza in Giappone<br />

che questa opera inevitabilmente comprende. Nella<br />

versione per concerto tre diverse situazioni musicali, su<br />

tre preghiere differenti, si succedono senza pausa; in<br />

essi cambia la relazione tra strumenti, elettronica in<br />

tempo reale e suoni registrati: flauto basso e clarinetto<br />

basso possono per esempio “generare” i suoni vocali,<br />

possono semplicemente accompagnarli o arricchirli con<br />

un procedimento di morphing in tempo reale». Ulteriori<br />

esecuzioni di Valerio Sannicandro comprendono …All<br />

Shadows of Red and Yellow per flauto in Sol, viola e<br />

arpa, e …All Shadows of Red and Yellow II per flauto in<br />

Sol, clarinetto, arpa, viola e violoncello, interpretati il 30<br />

settembre a Detmold dall’Ensemble Horizonte diretto<br />

dall’Autore; Lasco per quattro archi, pianoforte (con<br />

assistente) e percussione, in prima esecuzione italiana<br />

il 6 <strong>ottobre</strong> per il Festival Play It! di Firenze, al<br />

Cenacolo S. Apollonia, proposto dall’Ensemble<br />

dell’Orchestra della Toscana diretto da Tito Ceccherini;<br />

infine Constructa per sette strumenti, anch’esso in<br />

prima esecuzione italiana, che Renato Rivolta<br />

interpreterà alla testa dell’Ensemble United Berlin nel<br />

contesto del 20° Festival di Milano Musica, il 10 <strong>ottobre</strong><br />

al Teatro Elfo Puccini di Milano.<br />

Hoppé. Così Gardella descrive il nuovo pezzo:<br />

«La struttura di una composizione è la sua storia: ne<br />

descrive non soltanto la cronologia, ma anche, a un<br />

livello più profondo, il carattere. Partendo da una serie<br />

di aforismi di Karl Kraus, che racchiudono in poche<br />

righe una visione del mondo, questi Kraus-Mikro-Lieder<br />

per soprano e ensemble si dispiegano in quattro<br />

brevissimi movimenti; in questo caso però la brevità<br />

non coincide con una concezione frammentaria della<br />

forma, ma, al contrario, suscita la costruzione di quattro<br />

micro-storie, quattro arcate che si esauriscono nello<br />

spazio di un aforisma. La visione apocalittica della<br />

natura umana, presente in questi testi, si riflette sul<br />

piano compositivo nel rapporto tra voce e strumenti: la<br />

solitudine dell’uomo è nell’indifferenza della natura che<br />

lo circonda». Im Freien zu singen per sei voci femminili<br />

e pianoforte viene ripreso dall’Ensemble de Six Voix<br />

Solistes diretto da Alain Goudard, coadiuvato da Ancuza<br />

Aprodu al pianoforte. La tournée comprende le seguenti<br />

date: Milano, Auditorium San Fedele, 17 <strong>ottobre</strong>;<br />

Milano, Limen Music, 18 <strong>ottobre</strong> (registrazione in<br />

studio); Firenze, Biblioteca Marucelliana, 19 <strong>ottobre</strong>;<br />

Firenze, Cenacolo della Basilica di Santa Croce, 20<br />

<strong>ottobre</strong>; Scandicci, Badia di San Salvatore e San<br />

Lorenzo a Settimo, 22 <strong>ottobre</strong>. Im Freien zu spielen per<br />

clarinetto, violino, violoncello e pianoforte sarà eseguito<br />

il medesimo 22 <strong>ottobre</strong> all’Auditorium San Fedele di<br />

Milano, nell’ambito del Festival Milano Musica, dal Trio<br />

di Parma e dal clarinettista Ib Hausmann.<br />

Due prime a Strasburgo e a<br />

Venezia, primi frammenti di un<br />

lavoro teatrale “in progress”<br />

Henri Pousseur<br />

Il Festival “Traiettorie” propone<br />

Scambi per nastro magnetico il<br />

21 settembre alla Casa del<br />

Suono di Parma. Il 30<br />

settembre Roberto Fabbriciani,<br />

coautore del pezzo con<br />

Pousseur, interpreta Zeus<br />

joueur de flûtes per flauti,<br />

nastro magnetico e live<br />

electronics a Cittadella<br />

(Padova). Il 28 <strong>ottobre</strong> David<br />

Robertson esegue allo<br />

Herkulessaal della Residenz di<br />

Monaco di Baviera, alla testa<br />

del Symphonieorchester des<br />

Bayerischen Rundfunks,<br />

Couleurs croisées per grande<br />

orchestra, nel contesto della<br />

stagione di Musica Viva del<br />

Bayerischer Rundfunk.<br />

Due novità “filosofiche”<br />

ai festival di Firenze e<br />

Bergamo<br />

Marco Momi<br />

Ludica II per ensemble e<br />

elettronica viene portato in<br />

tournée con i musicisti degli<br />

Ensemble Nikel e Court-Circuit<br />

il 26 <strong>ottobre</strong> alla Gare du Nord<br />

di Basilea per il Festival<br />

CultureScapes, il 12 novembre<br />

al Théâtre de l’Archipel di<br />

Perpignan per il Festival<br />

Aujourd’hui Musiques, il 15<br />

novembre al Théâtre Garonne<br />

di Toulouse per il Festival<br />

Novelum, e il 17 novembre al<br />

Musée d’Art et d’Histoire du<br />

Judaïsme di Parigi.<br />

7


Al Festival Manca l’opera realizzata<br />

col nuovo sistema di orchestrazione<br />

assistita dal computer<br />

Sándor Veress<br />

Un concerto monografico<br />

dedicato a Veress è in<br />

cartellone il 22 <strong>ottobre</strong> alla<br />

Pinakothek der Moderne di<br />

Monaco di Baviera. I pianisti<br />

Yaara Tal e Andreas<br />

Groethuysen interpreteranno<br />

con il Münchener<br />

Kammerorchester diretto da<br />

Alexander Liebreich Hommage<br />

à Paul Klee, fantasie per due<br />

pianoforti e archi, Musica<br />

Concertante per dodici archi, e<br />

Quattro danze transilvane per<br />

orchestra d’archi. L’Ensemble<br />

Contrechamps diretto da Olivier<br />

Cuendet propone il 1°<br />

novembre a Ginevra, allo<br />

Studio Ernest Ansermet della<br />

Radio de la Suisse Romande,<br />

per la stagione di<br />

Contrechamps, Orbis tonorum<br />

per orchestra da camera. Carlo<br />

Teodoro eseguirà l’11 dicembre<br />

presso le Sale Apollinee del<br />

Gran Teatro La Fenice di<br />

Venezia, nell’ambito della<br />

rassegna Ex Novo Musica, la<br />

Sonata per violoncello solo.<br />

Tre sedi prestigiose per<br />

altrettante prime d’autunno<br />

8<br />

Javier Torres Maldonado<br />

Un teatro immaginario<br />

J<br />

avier Torres Maldonado sarà protagonista al prossimo<br />

Festival Manca di Nizza del CIRM (Centre National de<br />

Création Musicale). Il 18 novembre verrà eseguito alla<br />

Salle Pierre Brasseur del Théâtre National de Nice<br />

Iridiscente per pianoforte, percussioni, sistema<br />

elettroacustico interattivo e video, commissione del<br />

GRAME e dell’SNCA (Sistema Nacional de Creadores de<br />

Arte) messicano. Ne saranno interpreti i solisti dell’Icarus<br />

Ensemble (Kumi Uchimoto, pianoforte, Simone<br />

Beneventi, percussioni) e Danio Catanuto per il video.<br />

Il 22 novembre il medesimo teatro, nella Salle Michel<br />

Simon, ospiterà la ripresa di Un posible día, quasi un<br />

radiodramma per soprano, attore, ensemble e sistema<br />

elettroacustico interattivo, nell’interpretazione di Maja<br />

Pavlovska, soprano, David Jisse, attore, dell’Ensemble<br />

2e2m diretto da Pierre Roullier, e col contributo tecnico di<br />

La Muse en Circuit. La prima del lavoro, Commande<br />

d’État 2011 – terzo prestigioso riconoscimento<br />

consecutivo per Javier Torres Maldonado –, commissione<br />

dell’Ensemble 2e2m col patrocinio dell’SNCA, ha avuto<br />

luogo il 20 maggio scorso per il Festival Extension al<br />

Théâtre de Villejuif. Il testo originario di Ana Candida de<br />

Carvalho è stato integrato da José Manuel Recillas;<br />

graphic art e video sono di Magali Lara. In questi termini<br />

l’Autore si esprime a proposito di Un posible día:<br />

«Da alcuni anni la mia ricerca personale è stata in parte<br />

orientata verso le possibilità di tradurre e trasformare<br />

degli oggetti musicali a partire dalle loro informazioni<br />

spettrali in una sorta di “risintetizzazione” realizzata con<br />

diverse fonti sonore. A questo scopo ho impiegato, oltre<br />

all’analisi spettrale, alcuni programmi sviluppati all’Ircam<br />

come il Repmus, distribuito col software Open Music.<br />

Tuttavia la relazione tra la tecnica impiegata e il materiale<br />

della fonte sonora non era sempre soddisfacente,<br />

specialmente perché era intuitiva rispetto alla deduzione<br />

delle combinazioni strumentali: dipendeva cioè dalla mia<br />

intuizione, dalle mie capacità di orchestrazione e derivava<br />

solo parzialmente da deduzioni scientifiche. Fu nel 2003,<br />

grazie a Yan Maresz, che ho saputo di un importante<br />

progetto di ricerca nel campo dell’orchestrazione assistita<br />

dal computer all’Ircam, strumenti ai quali ho potuto<br />

accedere dal 2009 soprattutto grazie alla mia amicizia<br />

con uno dei principali ricercatori in questo campo,<br />

Grégoire Carpentier, che mi ha dato molti importanti e<br />

interessanti suggerimenti. Impiegando il software da lui<br />

sviluppato nel Music Representations Group dell’Ircam,<br />

Pasquale Corrado<br />

P<br />

asquale Corrado è in cartellone il 20 <strong>ottobre</strong> al Teatro<br />

Studio del Parco della Musica di Roma con Ombra di<br />

macramè per sei strumenti, nell’interpretazione<br />

dell’Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius. Così<br />

l’Autore ne spiega l’ispirazione: «Il macramè è una<br />

tipologia di ricamo a intreccio la cui lavorazione richiede<br />

precisione, agilità e creatività. Macramè è arte dalla<br />

straordinaria e discreta complessità, la cui caratteristica è<br />

quella di creare figure complesse intrecciando e<br />

annodando una serie di fili. La tecnica araba del<br />

macramè approda in Italia nel XV secolo e si diffonde<br />

principalmente in Liguria ad opera dei marinai, i quali<br />

mettono in pratica le conoscenze acquisite in Oriente per<br />

fissare le vele delle proprie imbarcazioni e per passare il<br />

tempo nelle lunghe traversate. Dall’esplorazione di<br />

questa antica e affascinante arte, connubio tra forza e<br />

pazienza, indissolubilità e resistenza, prende il nome il<br />

brano. Il mistero e la magia dell’intreccio danno vita a un<br />

ricamo musicale, in cui ognuno dei sei strumenti<br />

rappresenta un filo melodico e armonico pronto<br />

all’intreccio. Gli elementi del brano procedono in un unico<br />

luogo elastico e dalle forme cangianti e mutevoli,<br />

sviluppandosi con la stessa complessa abilità delle<br />

decorazioni artigianali di una trina intrecciata». Seconda<br />

novità, il 26 novembre al Teatro Sociale di Bergamo per il<br />

Bergamo Musica Festival, con Lamer per soprano e<br />

ho scoperto una nuova dimensione nell’alchimia di<br />

composizione e orchestrazione. I materiali musicali più<br />

importanti presentati e trasformati in Un possible día<br />

derivano dal calcolo di diverse soluzioni<br />

nell’orchestrazione rese possibili dal software Orchidée<br />

di Grégoire Carpentier e Damien Tardieu».<br />

Per ulteriori informazioni e per gli esempi del<br />

procedimento adottato si rinvia al sito<br />

www.torresmaldonado.net/un_posible_dia.html.<br />

Un possible día sarà presto disponibile in un Cd<br />

coprodotto dall’Ensemble 2e2m, da La Muse en Circuit<br />

e dal FONCA messicano. Il Cd è stato realizzato<br />

dall’etichetta Alamuse. Il 27 giugno Radio France ha<br />

dedicato una trasmissione, “Les lundis de la<br />

contemporaine” di Arnaud Merlin, alla musica di Javier<br />

Torres Maldonado, con l’esecuzione di esempi da diversi<br />

lavori tra cui Un posible día, Rosa mutabile per due<br />

gruppi strumentali, Esferal per orchestra e elettronica,<br />

e Obscuro etiantum lumine per violino e tre gruppi<br />

orchestrali. Tra le esecuzioni recenti di Javier Torres<br />

Maldonado vanno segnalati Desde el instante, nella<br />

nuova versione per clarinetto basso, interpretata da<br />

Antonio Rosales, il dedicatario, il 18 giugno al XXIII Foro<br />

Internacional de Música Nueva Manuel Enriquez, nella<br />

Sala Blas Galindo del Centro Nazionale delle Arti di<br />

Mexico City; Lacrymosa 2 per flauto, violino e pianoforte,<br />

eseguita il 22 maggio in prima esecuzione assoluta in un<br />

concerto dell’Ensemble Nuevo de Mexico (Wilfrido<br />

Terrazas flauto, Ludwig Carrasco violino, Miguel Salmon<br />

del Real pianoforte) in memoriam di Omar Hernandez<br />

Hidalgo, al Palazzo delle Belle Arti di Mexico City; infine<br />

dal 29 agosto al 1° settembre il Festival Nuovi Orizzonti<br />

Sonori (Porretta Terme, Bologna) ha ospitato nell’ambito<br />

di una masterclass di composizione, composizione<br />

acusmatica e assistita dal computer tenutasi con la<br />

collaborazione dell’Ensemble ArsContemporanea diretto<br />

da Caterina Centofante, il 29 agosto la conferenza<br />

“Incontro con Javier Torres Maldonado e la sua musica”<br />

al Teatro Testoni di Porretta Terme, e il 2 settembre,<br />

nella stessa sede, il concerto dell’Ensemble<br />

ArsContemporanea diretto da Caterina Centofante, con<br />

Fabiana Ciampi, harmonium, in cui sono state eseguite<br />

Fontane per elettronica (video: Elisa Franzoi), Lacrymosa<br />

I per qualsiasi strumento aerofono a tastiera e Invención<br />

per violino solo.<br />

Raffinato artigianato compositivo<br />

percussioni, interpretato da Ljuba Bergamelli e Jacopo<br />

Costa. In questi termini Corrado descrive il lavoro:<br />

«Questo brano per voce e percussione è forgiato come la<br />

lama di una spada dalla superficie liscia e dalle estremità<br />

affilate. È un blocco unico, frenetico e compulsivo, teso<br />

alla ricerca dell’armonia fondamentale e costruito attorno<br />

all’incipit dello scherzo della Seconda Sinfonia di Mahler<br />

utilizzato anche da Berio nella sua Sinfonia. La prima<br />

parte del brano è un melisma continuo, unito da voce e<br />

vibrafono. Con il procedere del brano, l’aspetto diacronico<br />

lascia spazio a quello sincronico e al ritorno continuo<br />

della pulsazione. Le due cellule La-Mer si inseguono<br />

dando significato alle molteplici combinazioni delle loro<br />

sillabe (La-Me; La-Mer; Ma(h)-Ler)». Pasquale Corrado è<br />

presente anche al 55° Festival Internazionale di Musica<br />

Contemporanea con una commissione della Biennale<br />

Musica di Venezia, Inciso per orchestra, eseguita il 25<br />

settembre al Teatro alle Tese da Andrea Pestalozza alla<br />

testa della Mitteleuropa Orchestra (il pezzo è stato<br />

presentato sullo scorso numero di <strong>ESZ</strong> News).<br />

Sovrainciso per ensemble è invece in programma l’8<br />

<strong>ottobre</strong> in prima esecuzione italiana a Firenze, Sala<br />

Carlo VIII di Palazzo Medici Ricciardi, per il Festival Play<br />

It!, nell’interpretazione dell’Ensemble dell’Orchestra della<br />

Toscana diretto da Tonino Battista.


Giorgio Colombo Taccani<br />

Suoni e silenzi<br />

T<br />

re prime esecuzioni assolute e una prestigiosa ripresa<br />

per Colombo Taccani nell’ultima parte dell’anno. Il 20<br />

settembre, nell’ambito del Festival delle Nazioni, al<br />

Teatro di Marcello di Roma è stato presentato in prima<br />

assoluta I muri bianchi di Endenich per pianoforte<br />

nell’interpretazione di Adele D’Aronzo. Così l’Autore<br />

introduce il lavoro: «Robert Schumann trascorre gli ultimi<br />

due anni di vita nel manicomio di Endenich, presso<br />

Bonn. Assistito amorevolmente dalla moglie Clara e da<br />

Brahms, vede divenire sempre più precari i rapporti con<br />

il mondo reale. I muri bianchi di Endenich trae il proprio<br />

spunto iniziale nella risonanza di questa situazione<br />

esistenziale dolorosamente frantumata: la tensione che<br />

accompagna quasi tutte le scelte figurali, sempre<br />

parossistiche ed eccessive, si disgrega in continui cambi<br />

di scena e in frenetiche rincorse di situazioni diverse,<br />

appena mitigate da brevi ripiegamenti più silenziosi. Con<br />

un’impostazione strutturale apertamente asimmetrica,<br />

questo convulso alternarsi di apparizioni repentine si<br />

blocca di colpo nell’ultima estesa sezione del lavoro,<br />

volutamente uniforme ed elementare: una lunga<br />

successione di accordi in “fortissimo” attraversa<br />

lentamente tutta la tessitura del pianoforte dall’acuto al<br />

grave. Come anche precedentemente, ma forse ora in<br />

modo più chiaro, emergono frammenti provenienti dalla<br />

Seconda Sonata per pianoforte di Schumann, a partire<br />

dai quali è costruito l’intero brano». Importante ripresa<br />

per Timor panico, lavoro per ensemble del 2001,<br />

nell’ambito della Biennale di Venezia al Teatro Malibran<br />

il 27 settembre. In questa occasione l’Ensemble da<br />

Camera dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai è<br />

stato diretto da Marco Angius. Questa la presentazione<br />

dell’Autore: «Nell’ora più calda del giorno, quando<br />

l’intera natura rimane immobile e attonita, non ci è<br />

concesso alcun canto, alcun suono. Il dio Pan, dal<br />

carattere aspro e irascibile, si riposa, stanco degli amori<br />

e delle cacce mattutine. Pauroso sarebbe il suo risveglio<br />

prematuro, come paurosi sono i rumori misteriosi di cui<br />

riempie i boschi per farsi beffe dei malcapitati viandanti.<br />

Si tace, dunque: timor panico». Il 6 <strong>ottobre</strong> è invece<br />

prevista la prima esecuzione di L’àgnili per voce e<br />

pianoforte su due poesie in sardo di Pompeo Calvia.<br />

Il Duo Alterno, formato da Tiziana Scandaletti e Riccardo<br />

Piacentini, lo presenterà all’Academy for Performing Arts<br />

(HKAPA), Recital Hall di Hong Kong. Due repliche<br />

successive del brano sono previste il 29 <strong>ottobre</strong> alla<br />

Fondazione Delfino di Cuneo e il 30 <strong>ottobre</strong> alla Galleria<br />

di Arte Moderna di Torino. Dice il compositore: «Figura<br />

appartata, vissuta a Sassari a cavallo dei due secoli<br />

scorsi, Pompeo Calvia si è imposto alla mia attenzione<br />

quando, alcuni mesi fa, ho avuto modo, finalmente, di<br />

mettermi a lavorare per un brano dedicato agli amici del<br />

Duo Alterno. La morbida petrosità della lingua sarda,<br />

unitamente alla leggerezza del linguaggio poetico di<br />

Calvia, del tutto privo di turgori retorici, sono risultati gli<br />

elementi che più mi hanno colpito. Le due brevi poesie<br />

scelte hanno – prevedibilmente – caratteristiche<br />

Andrea Mannucci<br />

La poesia e il nulla<br />

N<br />

ell’ambito della stagione 2011 dell’Accademia<br />

Musicale di Verona, il 30 Novembre presso la Sala dei<br />

Concerti del Circolo Ufficiali in Castelvecchio verrà<br />

eseguito Volo per altri cieli è la mia vita per voce e<br />

pianoforte, su poesie del poeta goriziano Carlo<br />

Michelstaedter. Così ne parla l’Autore: «In questi testi il<br />

poeta non riesce ad accettare il mistero della creazione,<br />

non crede in fondo né a un amore divino né tantomeno a<br />

un suo riflesso efficace nell’uomo, e desidera solo<br />

dissolversi nel nulla. Nonostante questo sfondo<br />

pessimistico e nichilista, la poesia di Michelstaedter ci<br />

dona immagini di struggente bellezza, perfette nell’uso<br />

della lingua. La musica traduce questo contraddittorio<br />

espressive complementari: sospesa fissità notturna in<br />

Madrigale, nervosa impertinenza in Non ti fidà di l’àgnili<br />

(“Non ti fidare dell’angelo”). Ciò si riflette in maniera<br />

diretta nelle scelte compositive, pronte ad assecondare<br />

senza rigore preconcetto le sfumature del testo poetico,<br />

che viene sempre tenuto a un livello di notevole<br />

intelligibilità; tutto ciò si appoggia su una scrittura<br />

estremamente flessibile e aperta, richiedente un grande<br />

affiatamento da parte dei due esecutori». Il Duo Alterno<br />

eseguirà L’àgnili, sotto forma di anteprima, anche il<br />

prossimo 23 settembre all’Auditorium di Maccagno<br />

(Varese). Nel gennaio 2012 è infine prevista la prima<br />

esecuzione assoluta di Al terzo foco per recitante, due<br />

voci femminili, oboe, fagotto e pianoforte su testo di Pier<br />

Luigi Berdondini. Al Museo Internazionale delle<br />

Ceramiche di Faenza ne saranno interpreti lo stesso<br />

Pier Luigi Berdondini come recitante, Akiko Kozato e<br />

Simona Barbieri Mckenzie come voci e il Trio InUno<br />

(Francesco Lovecchio, oboe, Paolo Rosetti, fagotto e<br />

Martina Drudi, pianoforte). «Capita talvolta», dice<br />

Colombo Taccani, «di ricevere commissioni che sulle<br />

prime mettono in qualche difficoltà; la richiesta di un<br />

lavoro di dimensioni non esigue – ci si muove alle soglie<br />

della mezz’ora… – collegato con il mondo della<br />

ceramica non era certo fra le più scontate e facilmente<br />

gestibili. La presenza di Pier Luigi Berdondini e, quindi,<br />

di un suo testo appositamente scritto e ben collocato fra<br />

riferimenti diretti e obliqua allusività ha reso l’impresa<br />

decisamente agevole e, mi auguro, convincente.<br />

Accanto alla voce recitante, le due voci femminili<br />

presentano caratteristiche diverse e complementari: una<br />

voce impostata, anche se disponibile a tutte le possibilità<br />

della vocalità contemporanea, e una seconda voce di<br />

differente estrazione musicale, non impostata, alla quale<br />

vengono affidati percorsi spesso avventurosi fra le<br />

pieghe del parlato o allusioni a svariati ambiti musicali.<br />

Anche i tre strumenti utilizzati, il cui raggrupparsi in trio<br />

non rappresenta certo una delle possibilità più comuni in<br />

quanto ad equilibrio e varietà di situazioni, si muovono<br />

spaziando entro territori molto vasti, che da episodi<br />

venati da qualche inflessione addirittura neoclassica<br />

vanno fino a esplorazioni timbriche molto aperte e<br />

avventurose, pronte a sfruttare tutte le tecniche offerte<br />

allo strumentista contemporaneo. La parte di recitante<br />

risulta sempre inserita con precisione nel discorso<br />

musicale (o, se si preferisse, gli strumenti cercano<br />

sempre un’adesione estremamente attenta e puntuale<br />

allo scorrere del testo); il reperimento di strategie<br />

notazionali che garantissero con relativa facilità questa<br />

integrazione ha rappresentato probabilmente l’aspetto<br />

più impegnativo del lavoro; sulla scorta di precedenti<br />

esperienze, le componenti musicali, in presenza di parti<br />

recitate, sono quasi sempre parcellizzate in piccole<br />

sezioni gestibili ad libitum da parte di ogni singolo<br />

esecutore, garantendo così la naturalezza della<br />

recitazione e la valorizzazione della componente<br />

musicale».<br />

estetico attraverso una corrispondenza rigorosa tra<br />

campi armonici, ritmo fraseologico ed emanazioni di<br />

profilo melodico». L’esecuzione rientra nel bando per la<br />

selezione di giovani voci liriche indetto dall’Accademia di<br />

Alta Formazione Musicale di Verona. Il brano sarà<br />

registrato in un Cd dell’Accademia <strong>Edizioni</strong> Musicali di<br />

Verona. Nell’ambito del IV Festival del Ned Ensemble, la<br />

violinista Lena Yokoyama, allieva di Salvatore Accardo<br />

alla Stauffer di Cremona, accompagnata dal pianista<br />

Diego Maccagnola, eseguirà il 20 novembre presso<br />

l’Auditorium Celesti di Desenzano The Sound in Your<br />

Mind per violino solo di Andrea Mannucci accanto a<br />

Opus Felix di Michele dall’Ongaro.<br />

Una serie di prime per organici<br />

sempre diversi tra Hong Kong<br />

e la Biennale<br />

Matteo Franceschini<br />

Approda finalmente alla prima<br />

esecuzione, dopo una serie di<br />

rinvii di concerti in precedenza<br />

annunciati, L’alter ego per<br />

violino e pianoforte, in<br />

cartellone il 17 novembre con<br />

Francesco D’Orazio e<br />

Giampaolo Nuti alla Società<br />

Aquilana dei Concerti “B.<br />

Barattelli”. È in programma<br />

invece il 7 dicembre a Roma, al<br />

Festival di Nuova Consonanza,<br />

la prima esecuzione italiana di<br />

Concerto per ensemble,<br />

nell’interpretazione<br />

dell’Ensemble Algoritmo diretto<br />

da Marco Angius.<br />

Martino Traversa<br />

Doppia esecuzione per Bianco,<br />

ma non troppo per flauto basso<br />

e nastro magnetico, in<br />

cartellone il 4 novembre alla<br />

Casa della Musica di Parma<br />

per il Festival Traiettorie, solista<br />

Martin Fahlenbock, e il giorno<br />

dopo, 5 novembre,<br />

all’Auditorium San Fedele di<br />

Milano per il 20° Festival di<br />

Milano Musica, solisti<br />

Annamaria Morini, flauto, e<br />

Alvise Vidolin, regia del suono.<br />

La lirica di Mario Luzi<br />

accompagna e ispira la ricerca<br />

Versi di Carlo Michelstaedter<br />

ispirano una novità, pezzo di punta<br />

di due appuntamenti veronesi<br />

9


Concerto con l’Ensemble<br />

Intercontemporain, novità<br />

“teatrale” per flauto a Vienna<br />

Maurizio Ferrari<br />

Il “teatro di stanza” Una voce di<br />

donna. Polifonia per Rosa su<br />

testi curati da Maurizio Ferrari e<br />

Luigi Pestalozza è in<br />

programma nella versione per<br />

voce, recitante e quattro<br />

strumenti il 14 <strong>ottobre</strong> al Ridotto<br />

del Teatro Regio per il Festival<br />

Verdi, nell’interpretazione del<br />

soprano Teresa Cammellini e<br />

del New Made Ensemble<br />

diretto da Alessandro<br />

Calcagnile. Il 20 <strong>ottobre</strong> Yoko<br />

Marimyo, Maura Gandolfo e<br />

Francesco Bergamasco<br />

presentano alla Palazzina<br />

Liberty di Milano, per<br />

l’Associazione Amici di<br />

Musica/Realtà, la prima<br />

esecuzione assoluta del Trio<br />

per violino, clarinetto e<br />

pianoforte.<br />

Quattro novità tese tra<br />

vocazione narrativa<br />

e ricerca d’interiorità<br />

10<br />

Maurilio Cacciatore<br />

Tastiera Midi al Pompidou<br />

I<br />

mportante prima in Francia per Maurilio Cacciatore.<br />

Il 20 <strong>ottobre</strong> la Grande Salle del Centre Pompidou<br />

ospita a Parigi l’Ensemble Intercontemporain diretto da<br />

Alejo Perez con Hideki Nagano alla tastiera Midi e<br />

l’Autore al live electronics nel Concerto per tastiera Midi,<br />

ensemble e live electronics. Questa la concezione<br />

dell’opera nelle parole del compositore, «risultato di<br />

numerose idee di partenza. Innanzitutto, l’amore che ho<br />

per il pianoforte, in seconda istanza, la passione per gli<br />

apparecchi di controllo del Midi. In letteratura non era<br />

presente, a mio avviso, un lavoro che dava la giusta<br />

importanza alle tastiere Midi; esse generalmente sono<br />

usate solo come mezzi “operai”, utili cioè per aprire file<br />

audio o per impostare settaggi nella musica elettronica.<br />

In questo pezzo la tastiera Midi si scopre come solista;<br />

le competenze che le sono proprie e che la differenziano<br />

da un pianoforte, ad esempio il numero e la funzione dei<br />

pedali, l’interazione con i fader, la non corrispondenza<br />

tra il tasto abbassato e l’altezza del suono prodotto ecc.,<br />

diventano per me spunti compositivi. Terza leva del<br />

brano è l’interesse verso la sintesi per modelli fisici: ho<br />

lavorato molto affinché essa fosse lontana dalla sua<br />

forte connotazione e divenisse qualcosa di più<br />

malleabile e naturale, diversa rispetto al timbro acusticostrumentale<br />

ma non del tutto estranea ad esso.<br />

Nel Concerto tutti gli strumenti concorrono a nutrire<br />

l’elettronica in tempo reale: quattro legni e cinque ottoni<br />

sono trattati per gruppi. Questa maniera di gestire la<br />

captazione degli strumenti ha influenzato fortemente<br />

anche la scrittura strumentale, così come è accaduto<br />

per i due set di percussioni; quasi identici nell’organico,<br />

essi sono trattati in tempo reale indipendentemente l’uno<br />

dall’altro, amplificando la visione simmetrica degli<br />

strumenti e l’effetto stereo che esiste già in partenza.<br />

Tra gli altri spunti di partenza, quello forse più difficile dal<br />

punto di vista del compositore: cosa può essere oggi un<br />

Concerto? La forma del primo tempo cerca d’essere<br />

consona al suo ruolo, di cui conserva gli archetipi<br />

liberandosi delle parti più accessorie e discorsive;<br />

Vittorio Montalti<br />

Scelte, preghiere, addii<br />

Q<br />

uattro le prime esecuzioni assolute di Vittorio<br />

Montalti nell’ultimo terzo dell’anno in corso. Il 18<br />

settembre è stato possibile ascoltare alla Maison de la<br />

Télévision di Strasburgo Notturno breve per ensemble,<br />

nell’interpretazione del Texture Ensemble diretto da<br />

Pierre Hoppé. Commissionato per il concerto a tema<br />

“Sources et voies du renouveau - Hommages à Gustav<br />

Mahler et Iannis Xenakis à travers le regard de 6+6<br />

compositeurs de notre temps”, sarà trasmesso in<br />

differita il 9 <strong>ottobre</strong>. Nelle parole dell’Autore «Notturno<br />

breve è un aforisma in omaggio a due grandi della<br />

storia della musica: Gustav Mahler e Iannis Xenakis.<br />

I suoni della notte tessono tele di vetro. Urla lontane<br />

irrompono cruente». L’isola di Patmos per suoni<br />

elettronici è invece il titolo del pezzo proposto il 1°<br />

<strong>ottobre</strong> all’Auditorium San Fedele di Milano, con la<br />

realizzazione informatica della partitura a cura di<br />

Daniele Amidani. Racconta Montalti: «L’isola di Patmos<br />

è un brano scritto su commissione della Fondazione<br />

Culturale San Fedele di Milano e in collaborazione con<br />

la Fondazione Prometeo di Parma con l’esplicita<br />

richiesta di creare un lavoro che introduca il Quatuor<br />

pour la fin du temps di Messiaen in un tentativo di<br />

“drammatizzazione musicale”. Il lavoro, per sola<br />

elettronica, si ispira al libro dell’Apocalisse e il titolo del<br />

pezzo si riferisce all’isola su cui Giovanni Evangelista<br />

avrebbe scritto l’ultimo libro del Nuovo Testamento. La<br />

composizione parte da un materiale molto semplice<br />

che, grazie a una serie di processi, si sviluppa per dare<br />

vita a un arco narrativo ben preciso. Ne deriva così il<br />

possibile racconto di una vita, vita in cui siamo chiamati<br />

l’elaborazione tematica è direttamente proporzionale<br />

all’elaborazione della sintesi con i modelli fisici.<br />

La Toccata mette in mostra la bravura tecnica sia del<br />

solista sia dell’ensemble, con un tessuto fibrillante di<br />

carattere virtuosistico; sulle armonie di questi due tempi,<br />

il Finale mostra la differenza tra le parti strumentali e le<br />

stesse doppiate dalla sintesi per modelli fisici. Il terzo<br />

tempo, volutamente poco prolungato e di carattere più<br />

iconico che dialogico, apre la porta a un intermezzo per<br />

sola elettronica con la successiva cadenza della tastiera<br />

solista. Man mano che il tempo passa, il mondo sonoro<br />

di partenza si degrada, si trasforma, assumendo in<br />

forme molteplici i caratteri dall’anima vuota dello<br />

strumento che li trasmette». Avrà luogo il 20 gennaio, in<br />

cartellone all’Alte Schmiede Kunstverein di Vienna, la<br />

prima esecuzione assoluta di Quarto anfibio per flauto<br />

traverso solo nell’interpretazione di Matteo Cesari.<br />

Spiega l’Autore: «Scrivere un pezzo per flauto traverso<br />

nel 2011 può essere un’operazione rischiosa… quante<br />

meraviglie sono state scritte per questo strumento negli<br />

ultimi decenni! E allora, come rapportarsi con lo spettro<br />

del confronto? Il Quarto anfibio questo problema forse lo<br />

aggira, data la sua natura e onorando il nome che porta.<br />

Come gli altri pezzi di questa serie, il brano vive a metà<br />

tra la musica strumentale e la musica vocale “per<br />

strumentisti”. L’uso pregnante della voce, all’interno<br />

dello strumento porta a risultati timbrici inaspettati.<br />

Il flauto non finisce per me di rinnovarsi e ho provato<br />

grande piacere nello scrivere un pezzo per quel “tubo<br />

aperto” che nella sua natura è per me sinonimo di<br />

libertà. Matteo Cesari è l’artista che lo creerà e quindi la<br />

prima versione è pensata per una voce maschile. Come<br />

per altri pezzi dalle tecniche simili, anche questo brano<br />

avrà forse un giorno la sua versione per flautista donna.<br />

Il flauto come tubo risonatore, lo spazio amplificato per<br />

fare risuonare una stanza immaginaria, la bocca come<br />

amplificatore nell’anima: l’azione teatrale tra queste<br />

risorse porta avanti la musica, scolpendo poco a poco<br />

l’incertezza della sua doppia natura».<br />

a scegliere tra il Bene ed il Male nell’attesa della fine<br />

dei tempi». Il 7 <strong>ottobre</strong> la Radio Vaticana realizzerà la<br />

registrazione radiofonica di Tre schizzi per la radio per<br />

violino, violoncello e pianoforte, interpretati dal Trio<br />

Bettinelli; l’emissione radiofonica è fissata per il 18<br />

<strong>ottobre</strong> sul quinto canale di Radio Vaticana. Il 26<br />

novembre il soprano Ljuba Bergamelli, accompagnata<br />

dal Texture Ensemble diretto da Pierre Hoppé, proporrà<br />

la prima esecuzione assoluta di Farewell per voce<br />

femminile e ensemble al Teatro Sociale di Bergamo, nel<br />

contesto del Bergamo Musica Festival. Spiega l’Autore:<br />

«Il brano si colloca in una serata di omaggio a Gustav<br />

Mahler ed è ispirato alla Nona Sinfonia del compositore<br />

austriaco. Come alla Nona è sottesa la riflessione sul<br />

congedo dalla vita terrena, così il mio brano è un addio<br />

che prende spunto da un testo di Emily Dickinson.<br />

In Farewell si incontrano la previsione di una fine<br />

tragica dell’uomo da parte di Mahler e la visione serena<br />

del distacco così come vede la morte la poetessa<br />

americana». Infine, ancora una volta Milano, in<br />

particolare la Chiesa di San Fedele, ospiterà un’ultima<br />

novità, Prayer per flauto e violino, il 10 dicembre,<br />

nell’interpretazione del duo Annamaria Morini e Enzo<br />

Porta. Questa la chiave fornita dall’Autore: «Con questo<br />

brano ho voluto esplorare il concetto di preghiera e le<br />

sue diverse declinazioni. Un gesto ripetitivo emerge<br />

gradualmente dando vita a un rituale cui prendono<br />

parte sempre più personaggi. I due strumenti sono<br />

trattati con l’obiettivo di sintetizzare i due ruoli in uno<br />

solo per dare forma a una preghiera universale e a più<br />

voci».


Luigi Manfrin<br />

Armonie poetiche<br />

Si concentra in ambito cameristico la ricerca di Luigi<br />

Manfrin nella seconda parte dell’anno. Il 31 agosto il<br />

Festival di Bellagio e del Lago di Como ha ospitato, alla<br />

Biblioteca Comunale di Bellagio, la prima esecuzione<br />

assoluta di Batter My Heart per soprano e pianoforte su<br />

testo di John Donne, nell’interpretazione di Karin Selva<br />

e Mihoko Miyagawa, dedicatarie del brano. Spiega il<br />

compositore: «Il trattamento della voce e il suo rapporto<br />

con la materia timbrica del pianoforte, densa e spessa,<br />

articolata con complesse strutture ritmiche, sono<br />

scaturiti dal confronto con la poesia di John Donne,<br />

tratta dalla raccolta Holy Sonnets. Batter My Heart,<br />

infatti, è un testo di grande impeto espressivo, a tratti<br />

visionario, con amare e sentite riflessioni sui limiti e<br />

l’impotenza della ragione e della sua vana pretesa di<br />

rispondere alle domande sull’esistenza. A tale<br />

impotenza fa eco la richiesta disperata del divino, con<br />

un linguaggio di affetti aspri e violenti. La musica segue i<br />

significati delle parole contraendo o dilatando le durate<br />

delle sue sezioni, frammentando o allungando così nel<br />

tempo le sequenze testuali della poesia; sono pertanto<br />

le immagini irruente e esplosive, oppure i silenzi sofferti<br />

del testo a far erompere gli estemporanei gesti che<br />

animano e costellano di discontinuità sonore improvvise<br />

la conduzione della composizione. Nell’insieme il brano<br />

rallenta irregolarmente. L’invocazione finale converge<br />

nella balbuzie, ossia in una vocalità tesa, interrotta e<br />

ripresa a fasi irregolari, fino all’afasia in cui entrambi gli<br />

esecutori fingono di suonare e di dire qualcosa<br />

d’impossibile. A tutto questo va aggiunta una sottile<br />

ironia che permea l’intero brano fin dall’inizio, un<br />

atteggiamento di parziale estraneità avvertita nella<br />

scelta dei materiali sonori, elaborati e immessi nel corso<br />

del brano». Vede la luce nel contesto dell’Autunno<br />

Musicale Agimus Disappearing... in the Black of<br />

Fullness per suoni di sintesi, in programma il 26<br />

novembre al Centro Candiani di Mestre. Nelle parole<br />

dell’Autore, «la composizione elettronica è stata derivata<br />

da The Island of the Fay di Poe. Il racconto narra di un<br />

anonimo protagonista che perviene all’incontro<br />

vespertino e solitario con un ruscello avente un’isola<br />

ambivalente: il lato occidentale appare inondato dalla<br />

luce del tramonto, il lato orientale, invece, è circondato<br />

dal buio della foresta. Il protagonista si abbandona a<br />

una rêverie che entra in intimità sognante con l’acqua<br />

sempre più pesante e più morta del fiume. L’acqua,<br />

dunque, sembra inghiottire l’ombra degli alberi come<br />

prede, privandoli della vita. Dal punto di vista<br />

dell’elaborazione elettronica musicale, la suggestione<br />

del racconto mi ha indotto a generare una liquefazione<br />

progressiva del suono generale del brano, procedendo<br />

da una massa timbrica oscillante, ora chiara ora scura,<br />

progressivamente filtrata e resa così, di volta in volta,<br />

più fantasmatica. L’isola di Poe appare avvolta da<br />

un’atmosfera incantata, tramutandosi nella dimora<br />

mortifera delle fate; in tal modo la consumazione degli<br />

alberi nell’acqua diviene il destino della fata inghiottita<br />

dalla morte. Come la lirica di Poe, “poesia della<br />

materia”, anche il suono elettronico possiede una<br />

massa, un volume e un’ombra sonora che lo raddoppia;<br />

proprio il racconto di Poe mi ha suggerito l’idea di<br />

separare l’ombra dal proprio suono generatore per<br />

lasciarla inghiottire e liquefare nello sfondo sonoro che<br />

Luca Antignani<br />

La nuova versione del Giuoco delle perle di vetro è stata<br />

eseguita il 3 settembre nell’ambito di Opus XXI,<br />

Académie de Musique Contemporaine, alla Chartreuse<br />

di Villeneuve-lez-Avignon. Nome - non nome per<br />

pianoforte e sei voci soliste su poesie di Mario Luzi è in<br />

tournée con l’Ensemble de Six Voix Solistes diretto da<br />

Alain Goudard e la pianista Ancuza Aprodu nelle<br />

seguenti date: il 17 <strong>ottobre</strong> all’Auditorium San Fedele<br />

di Milano; il 18 <strong>ottobre</strong>, registrazione negli studi di<br />

Limen Music, sempre a Milano; il 19 <strong>ottobre</strong> alla<br />

Biblioteca Marucelliana di Firenze; il 20 <strong>ottobre</strong> al<br />

si rabbuia sempre più. L’ultima immagine è quella di una<br />

fata su una barca che circola intorno all’isola, passando<br />

dal lato luminoso a quello tenebroso, avvicinandosi<br />

sempre più alla morte. L’immagine della fata morente<br />

motiva la scelta di derivare i suoni dalla voce femminile<br />

del soprano Karin Selva. Vi sono, tuttavia, altre<br />

suggestioni; alludo a Liszt e, in particolare, alla<br />

rielaborazione elettronica di alcuni frammenti tratti dalla<br />

Lugubre gondola: omaggio personale al grande<br />

compositore ungherese. Per la prima esecuzione, il<br />

brano sarà diffuso con un video del giovane artista<br />

berlinese Cristiano Tassinari ispirato a Poe». A Berlino,<br />

al BKA Theater per la rassegna Unerhörte Musik, verrà<br />

presentato il 17 gennaio Overflowing Crystals II per<br />

cimbalom e trombone, con replica il 18 gennaio al<br />

Brandenburg Theater, sempre nella capitale tedesca.<br />

Ne saranno interpreti Eniko Ginzery allo cimbalom e<br />

Andras Fejer al trombone. Racconta Manfrin:<br />

«Overflowing Crystals II deriva da una precedente<br />

composizione per cimbalom solo. Il nuovo brano<br />

riprende e espande le Gestalten sonore del primo,<br />

facendo di nuovo riferimento analogico ai processi<br />

chimici di liquefazione dei cristalli e proseguendone così<br />

l’immaginazione materiale. La presenza di un secondo<br />

strumento, il trombone, costituisce un accoppiamento<br />

inedito con lo cimbalom; l’accostamento, difficile e<br />

insolito, ha stimolato e potenziato la ricerca compositiva,<br />

consentendo la realizzazione di un’interazione assai<br />

complessa tra i due strumenti. Si alternano infatti fasi<br />

omogenee nelle quali i due strumenti tendono<br />

timbricamente e ritmicamente ad avvicinarsi il più<br />

possibile, a fasi contraddistinte da ampi contrasti in cui<br />

appaiono apparentemente indipendenti. L’oscillazione<br />

rientra all’interno di un più vasto piano di composizione,<br />

che prevede il dispiegamento di più livelli sonori.<br />

Ne deriva una scrittura musicale polimorfa e instabile.<br />

Nel corso del brano si formano organizzazioni sonore<br />

che permettono all’ascolto di ritagliare sezioni distinte.<br />

Alcune di queste sono formate prevalentemente da<br />

blocchi ritmici-accordali o masse sonore variamente<br />

lavorate e articolate, altre appaiono più fluide e<br />

scorrevoli, come se la solidità si dissolvesse<br />

parzialmente, in una soluzione meno compatta. Il tutto<br />

rimanda all’immagine della diluizione cristallina, al<br />

passaggio dalla condizione solida a quella liquida o, più<br />

precisamente, alla presenza di fasi intermedie dette<br />

“mesofasi”. Dunque, le sezioni emergenti, dal profilo ora<br />

più cristallino, ora più fluente, provengono in realtà<br />

dall’immagine materiale di base, che fa riferimento alla<br />

compresenza caotica delle opposte caratteristiche<br />

affioranti alternativamente in superficie. Overflowing<br />

Crystals II è una composizione costruita su una<br />

metafora: una matrice energetica le cui vibrazioni o<br />

improvvisi sbalzi intensionali generano la morfologia<br />

spazio-temporale, timbrica, ritmica e figurale del brano,<br />

questo anche attraverso il gioco fluttuante dei ruoli<br />

principali sostenuti ora dallo cimbalom, ora dal<br />

trombone». Infine, il 3 dicembre Raffaele Negri del New<br />

Made Ensemble proporrà Composizione per violino solo<br />

al Palazzo Rosso di Genova, nell’ambito della rassegna<br />

Musica in Mostra promossa dall’Associazione Rive<br />

Gauche Concerti.<br />

Cenacolo della Basilica di Santa Croce di Firenze; il 22<br />

<strong>ottobre</strong> alla Badia di San Salvatore e San Lorenzo a<br />

Settimo a Scandicci. Blumine per voce femminile e<br />

ensemble è proposto in prima esecuzione assoluta al<br />

Teatro Sociale di Bergamo per il Bergamo Musica<br />

Festival il 26 novembre, nell’interpretazione del soprano<br />

Ljuba Bergamelli e del Texture Ensemble diretto da<br />

Pierre Hoppé. Un nuovo lavoro per ensemble sarà<br />

eseguito ad Annecy a fine novembre nell’ambito del<br />

Festival Sons d’Automne dall’Ensemble Pleiade.<br />

Poe, Donne e un fascinoso<br />

processo chimico ispirano<br />

tre novità<br />

Jean-Luc Hervé<br />

L’Ensemble Les Temps<br />

Modernes esegue En<br />

mouvement per ensemble il 15<br />

novembre al Salon de l’Hôtel<br />

de Ville di Lione. En découverte<br />

per due violini e elettronica è in<br />

programma il 10 gennaio alla<br />

Scène Nationale d’Orléans e il<br />

22 gennaio a Boulogne -<br />

Billancourt nell’interpretazione<br />

dell’Ensemble Kern.<br />

Luigi Dallapiccola<br />

Emilio Pomarico dirige il 30<br />

settembre Dialoghi per<br />

violoncello e orchestra alla<br />

Philharmonie di Colonia, alla<br />

testa del WDR<br />

Sinfonieorchester, col solista<br />

Oren Shevlin. Il 4 <strong>ottobre</strong><br />

Roberto Prosseda esegue alle<br />

Sale Apollinee del Teatro La<br />

Fenice, nel contesto<br />

dell’Italian-Fest, la Sonatina<br />

canonica per pianoforte.<br />

Pagina da camera in prima<br />

assoluta, quasi un intermezzo<br />

Bruno Maderna<br />

Dimensioni n. 2, Invenzione su<br />

una voce per nastro magnetico,<br />

è in cartellone il 21 settembre<br />

alla Casa del Suono di Parma<br />

per il Festival Traiettorie.<br />

11


Una serie di prime per strumenti<br />

tradizionali e elettronica mette a frutto<br />

la ricerca del compositore all’Ircam<br />

Luciano Berio<br />

Thema (Omaggio a Joyce) per<br />

nastro magnetico è in<br />

cartellone il 21 settembre alla<br />

Casa del Suono di Parma per il<br />

Festival Traiettorie e il 5<br />

novembre all’Auditorium San<br />

Fedele di Milano per il 20°<br />

Festival di Milano Musica, con<br />

Alvise Vidolin alla regia del<br />

suono. Daniele Ruggieri<br />

eseguirà Sequenza I per flauto<br />

il 18 novembre alla Sala<br />

Piccolo Teatro della Fondazione<br />

Giorgio Cini di Venezia, per il<br />

festival Ex Novo Musica.<br />

Camillo Togni<br />

Aldo Orvieto eseguirà Terzo<br />

Capriccio per pianoforte il 18<br />

novembre alla Sala Piccolo<br />

Teatro della Fondazione<br />

Giorgio Cini di Venezia, per la<br />

rassegna Ex Novo Musica.<br />

Novità per coro femminile e<br />

orchestra, commissione del<br />

Teatro Lirico di Cagliari<br />

12<br />

Lorenzo Pagliei<br />

Studi sonori<br />

N<br />

umerosi gli impegni di Lorenzo Pagliei in questi mesi.<br />

Il 29 maggio il Museo Archeologico Eno Belis di Oderzo<br />

ha ospitato, nell’ambito del “Maggio Archeologico<br />

Opitergino”, la prima esecuzione assoluta di Cristalli per<br />

pianoforte, affidato all’interpretazione di Andrea<br />

Corazziari, con replica il 22 agosto alla Sala Raffaello di<br />

Urbino, per l’Associazione Musa, e il 13 <strong>ottobre</strong> al<br />

Teatro Sperimentale di Ancona, per gli Amici della<br />

Musica. Spiega l’Autore: «Cristalli è un divertissement<br />

sul tema dei suoni legati al brindisi. Parte del materiale è<br />

ricavato dall’analisi del suono di una bottiglia di vino<br />

stappata e del primo bicchiere versato da una bottiglia a<br />

collo dritto e stretto, col suo caratteristico doppio<br />

glissando incrociato. Accanto a questi si aggiungono<br />

suoni di bicchieri che si toccano per brindare, i Cristalli,<br />

e un ospite verdiano tanto ingombrante quanto familiare<br />

che si paleserà solo alla fine del brano. Tutto è tenuto<br />

insieme dall’utilizzo della Scala Enigmatica che si<br />

presenterà nuda e senza orpelli verso la fine come<br />

presenza sonora altra da contemplare». Tra il 22<br />

settembre e il 16 dicembre il Centre des Arts di<br />

Enghien-les-Bains (Parigi), ospiterà, nel corso<br />

dell’esposizione “Invisible et Insaisissable”, in<br />

collaborazione e col sostegno del Collège de France,<br />

l’Université Pierre e Marie Curie (UPMC), CNRS e<br />

NanoSciences Île-de-France, l’installazione sonora per<br />

diffusione a 4 canali Les invisibles, un progetto reso<br />

possibile dalla collaborazione con il CNRS e il Collège<br />

de France, con l’assistenza di Carmine Emanuele Cella,<br />

già ricercatore Ircam. Francesco Filidei porterà in<br />

tournée Macchine selvagge per organo nelle tappe di<br />

Strasburgo, Église du Temple Neuf, per il Festival<br />

Musica, il 1° <strong>ottobre</strong>, in prima esecuzione assoluta,<br />

Colonia, Kunst-Station Sankt Peter, il 15 <strong>ottobre</strong>, Parigi,<br />

Église de Saint Eustache, il 23 <strong>ottobre</strong>, e infine<br />

Stoccarda, StiftKirche, il 28 <strong>ottobre</strong>. Racconta Pagliei:<br />

«Macchine selvagge è un brano che esplora dei<br />

meccanismi musicali attraverso delle piccole<br />

imperfezioni; delle micro-variazioni di elementi minimi<br />

minano l’identità stessa dei meccanismi e li rendono<br />

mobili e evolutivi come degli esseri viventi. La microvariazione<br />

di elementi interni sembra essere un principio<br />

naturale, infatti, anche nelle forme naturali simmetriche<br />

non esistono ripetizioni esattamente uguali dei dettagli.<br />

È il sottile movimento di queste variazioni che rende<br />

ogni essere vivente unico. In questo brano la<br />

duplicazione imperfetta di elementi si applica all’armonia<br />

e al tempo musicale: le micro-variazioni d’armonia<br />

creano un’ambiguità fra il verticale e l’orizzontale e un<br />

Michele dall’Ongaro<br />

Voci della poesia<br />

I<br />

l Teatro Lirico di Cagliari ospiterà il 22 e 23 dicembre la<br />

prima esecuzione assoluta di Attimo per coro femminile e<br />

orchestra, su testo della poetessa polacca<br />

Wislawa Szymborska, premio Nobel per la<br />

letteratura nel 1996. L’Orchestra e il Coro<br />

del Teatro Lirico di Cagliari saranno diretti<br />

da Giacomo Sagripanti. Per questo nuovo<br />

lavoro, scritto su commissione dell’Ente<br />

lirico che ne ospiterà la prima esecuzione,<br />

Michele dall’Ongaro ha utilizzato il<br />

componimento d’apertura della raccolta<br />

poetica Swila (“Attimo”, da cui il titolo del<br />

brano), nella traduzione di Laura Rescio.<br />

Nei mesi scorsi è stato possibile ascoltare<br />

Opus Felix per violoncello e pianoforte l’11<br />

agosto nella Sala delle Stilate dell’Abbazia di Pomposa,<br />

per l’Emilia Romagna Festival, nell’interpretazione del<br />

duo Vittorio Ceccanti e Bruno Canino. La versione per<br />

violino e pianoforte verrà invece proposta il 20<br />

novembre all’Auditorium Celesti di Desenzano, nel<br />

contesto del IV Festival del Ned Ensemble, eseguita da<br />

Lena Yokoyama e Diego Maccagnola. Perpetuum mobile<br />

movimento polifonico in ciò che sembra fisso. Allo<br />

stesso modo, il tempo musicale non scorre a velocità<br />

costante ma segue piuttosto delle curve più o meno<br />

brusche, più o meno continue. Il tempo diventa<br />

ondulatorio e condizionato dal peso degli elementi<br />

musicali che lo abitano». Saisir per violoncello e live<br />

electronics è invece in cartellone, sempre in prima<br />

esecuzione assoluta, il 13 <strong>ottobre</strong> al Centre des Arts di<br />

Enghien-les-Bains, affidato alla violoncellista Séverine<br />

Ballon e all’Autore stesso per il live electronics, nel<br />

contesto della citata esposizione “Invisible et<br />

Insaisissable”. In questi termini Pagliei racconta il nuovo<br />

lavoro: «Saisir è un duo fra un violoncellista e un<br />

esecutore elettroacustico: si tratta di ricreare la<br />

situazione tipica della musica da camera in cui i due<br />

musicisti sono posti sullo stesso piano. Il brano fa parte<br />

della mia ricerca personale volta a far uscire l’elettronica<br />

dei brani misti dalla sua posizione “dietro le scene” per<br />

farla entrare a far parte effettiva di ciò che il pubblico<br />

fruisce. I due esecutori utilizzano un insieme di soluzioni<br />

tecnologiche sperimentate all’Ircam nel corso del mio<br />

lavoro di compositore in ricerca. Il suono è prodotto in<br />

tempo reale utilizzando il metodo di sintesi dei modelli<br />

fisici che permette di simulare oggetti reali (placche,<br />

corde, membrane, voci, ecc.) e di variarli nel tempo.<br />

Accanto a questo metodo di sintesi, viene utilizzata<br />

anche la “sintesi micro-particellare” concepita in<br />

collaborazione con Carmine Emanuele Cella e il<br />

contributo fondamentale dei ricercatori del CNRS e del<br />

Collège de France. Questo metodo di sintesi permette di<br />

tradurre in suono i dati di esperimenti sulle microparticelle<br />

(in particolare la risonanza magnetica<br />

nucleare) e di ascoltarli in tempo reale». Va infine<br />

segnalata la prima di AirPlay per due esecutori<br />

elettronici, il 16 <strong>ottobre</strong> al Conservatorio di Santa<br />

Cecilia di Roma, nel contesto dell’EMUFest 2011,<br />

nell’interpretazione dell’Autore e di Bruno Zamborlin.<br />

Spiega Pagliei: «AirPlay è un brano che fa uso di nuove<br />

tecnologie che sto sperimentando all’Ircam. I due<br />

esecutori utilizzano due metodi per produrre e<br />

controllare i suoni: il gesto delle mani in campo libero e i<br />

gesti delle mani e/o oggetti su due placche di legno. Per<br />

il gesto si usano sensori di movimento espressamente<br />

concepiti all’Ircam e l’interfaccia gestuale Kinect di<br />

Microsoft. Per i gesti delle mani sulle placche si<br />

utilizzano dei microfoni a contatto e una nuova tecnica di<br />

controllo e sintesi chiamata Mogees messa a punto da<br />

Bruno Zamborlin in collaborazione con Norbert Schnell».<br />

dal balletto We Like Mozart (Versione A) per orchestra<br />

viene eseguito dalla Melbourne Symphony Orchestra<br />

diretta da Paul Fitzsimon il 4 <strong>ottobre</strong> al Clocktower<br />

Centre di Moonee Ponds (Australia) e in replica il 5<br />

<strong>ottobre</strong> al West Gippsland Arts Centre di Warragul<br />

(Australia). Il Festival Play It! ospita il 7 <strong>ottobre</strong> al<br />

Teatro Verdi di Firenze la prima esecuzione italiana<br />

di Checkpoint per orchestra, nell’interpretazione<br />

dell’Orchestra della Toscana diretta da Tonino<br />

Battista. Bach Haus, intermezzo in un atto su<br />

libretto di Vincenzo De Vivo, viene proposto da<br />

Vittorio Parisi alla testa del Dèdalo Ensemble il 21<br />

<strong>ottobre</strong> alla Sala Rodi di Cremona, e il 22 <strong>ottobre</strong><br />

al Teatro Sancarlino di Brescia. Oleg Caetani<br />

concerta l’11 e il 12 novembre il<br />

Konzerthausorchester Berlin nella sua sede nei Fünf<br />

Lieder op. 3 di Anton Webern per mezzosoprano e<br />

orchestra, nell’orchestrazione di Michele dall’Ongaro<br />

dall’originale per voce e pianoforte, commissione dello<br />

stesso Konzerthaus Berlin; mezzosoprano, Katharina<br />

Kammerloher.


Riccardo Malipiero<br />

Ritratto d’autore<br />

I<br />

l 25 <strong>ottobre</strong> il 20° Festival di Milano Musica propone<br />

nella Sala Puccini del Conservatorio “G. Verdi” un<br />

concerto ritratto di Riccardo Malipiero (1914-2003)<br />

attraverso alcune tra le sue più belle composizioni<br />

cameristiche. Il programma contempla due brani solistici<br />

(14 variazioni di un tema musicale per pianoforte, in<br />

prima esecuzione assoluta, e Konzertstück per<br />

violoncello solo), il Trio per violino, violoncello e<br />

pianoforte e due brani per voce e ensemble: Sei poesie<br />

di Dylan Thomas per soprano e dieci strumenti e<br />

Liederétudes, in prima esecuzione assoluta nella<br />

versione per soprano e undici strumenti. Pagine scritte<br />

in un arco temporale molto esteso, che ben riassumono<br />

le principali fasi dell’attività compositiva di Malipiero.<br />

È noto come nel primo dopoguerra, insieme a Luigi<br />

Dallapiccola e Camillo Togni, egli sia stato tra i primi ad<br />

avvertire la necessità di aprire la musica italiana al<br />

pensiero e alle tecniche dodecafoniche, anche<br />

attraverso la fattiva organizzazione del Primo Congresso<br />

Internazionale per la Musica Dodecafonica, tenutosi a<br />

Milano nel maggio 1949. Il programma permetterà di<br />

cogliere ulteriori sfaccettature dell’identità musicale di<br />

Malipiero, misurandone l’evoluzione nel tempo.<br />

Ad esempio, le 14 Variazioni per pianoforte, nate come<br />

pendant delle omologhe incisioni di Luigi Veronesi<br />

(pubblicate nel 1939 dalla Tipografia Lucini), ci<br />

restituiscono la fisionomia delle scelte linguistiche di<br />

Malipiero antecedenti all’adesione alla dodecafonia,<br />

ancora sotto l’influenza del perfezionamento avvenuto<br />

con lo zio Gian Francesco Malipiero. Le Sei poesie,<br />

collegate ai simmetrici profili dei testi di Dylan Thomas,<br />

testimoniano insieme al Trio una fase stilisticamente più<br />

Francesco Hoch<br />

Caleidoscopi sonori<br />

L’<br />

Auditorio della Radio della Svizzera italiana ha<br />

ospitato il 6 settembre una seduta straordinaria di<br />

sperimentazione elettronica con l’Orchestra della<br />

Svizzera Italiana, nel corso della quale la compagine,<br />

diretta da Francesco Bossaglia e con Fabrizio Rosso al<br />

live electronics, eseguirà alcuni frammenti orchestrali<br />

dall’opera Falstaff a Phuket che Francesco Hoch sta<br />

componendo in vista della prima rappresentazione per<br />

la Stagione 2015/16 del nuovo Teatro di Lugano che<br />

sorgerà nel Polo Culturale Lugano-Arte-Cultura (LAC).<br />

Un complesso set di strumenti elettronici ha suddiviso<br />

l’orchestra in 8 gruppi indipendenti; la registrazione dei<br />

suoni dell’orchestra è avvenuta con una quarantina di<br />

microfoni, trasformando i suoni dal vivo e<br />

sperimentando la commistione e il rapporto tra la<br />

musica modificata elettronicamente con quella prodotta<br />

dall’orchestra dal vivo. Il 24 settembre la Corte del<br />

Municipio di Lugano è stata teatro di Musica, luci e<br />

danza, progetto e musica di Francesco Hoch, riedizione<br />

della prima al Longlake Festival, con la nuova<br />

interpretazione di Stra… dire da parte del soprano<br />

Barbara Zanichelli, in omaggio a Stralugano 2011.<br />

In questi termini il compositore presenta il progetto:<br />

«Sette musicisti, cantanti e strumentisti, situati lungo i<br />

colonnati della corte del Municipio di Lugano, si<br />

salutano, si rispondono e dialogano tra di loro, con un<br />

caleidoscopio di musiche originali, cenni di luce,<br />

interventi di danza ed estratti musicali provenienti da<br />

brani che ho composto nel corso di diversi decenni».<br />

Ne sono stati interpreti Lara Bergliaffa, flauto; Vittorio<br />

Bongiorno, oboe; Denis Monighetti, violino; Piotr<br />

Nikiforoff, violino; Massimiliano Pascucci, tenore;<br />

Barbara Zanichelli, soprano; Luciano Zampar,<br />

percussione; con la partecipazione straordinaria del<br />

violinista di appena 6 anni Leon Nikiforoff e con le<br />

danzatrici Francesca Sproccati e Manuela Bernasconi.<br />

matura della vocazione dodecafonica. Il Konzertstück<br />

per violoncello è un brano solistico di ampio respiro, di<br />

grande impegno tecnico-strumentale e alto contenuto<br />

lirico ed espressivo. La partitura nasce come omaggio<br />

musicale per l’amico Paolo Franci, curatore insieme a<br />

Giorgio Lucini di un’antologia di scritti, immagini e<br />

frammenti musicali dello stesso Malipiero e di artisti a lui<br />

legati. Le Liederétudes si inseriscono infine nell’ultima<br />

stagione creativa, caratterizzata da una prorompente<br />

riscoperta della vocalità, promossa dall’incontro con<br />

Victoria Schneider che diverrà sua interprete d’elezione<br />

e seconda moglie. Di questi brani, di cui era nota finora<br />

la stesura per voce e pianoforte, tenuta a battesimo nel<br />

1991 da Victoria Schneider e dallo stesso Malipiero,<br />

viene ora proposta in prima esecuzione assoluta la<br />

versione per voce e undici strumenti che il compositore<br />

realizzò nel 1992/93. Il concerto è una produzione del<br />

Conservatorio “G. Verdi” di Milano in collaborazione con<br />

l’Associazione Milano Musica e le <strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong><br />

<strong>Zerboni</strong>. L’esecuzione, concertata da Davide Pandini,<br />

è affidata agli studenti delle classi di canto, strumento,<br />

musica da camera, direzione d’orchestra e del<br />

laboratorio di musica contemporanea del Conservatorio<br />

di Milano coordinato da Mauro Bonifacio: Iacopo<br />

Petrosino, pianoforte; Lorenzo Derinni, violino; Issei<br />

Watanabe, violoncello; Stefano Fiacco, pianoforte; Ljuba<br />

Bergamelli, soprano; Luca Colardo, violoncello; Sohee<br />

Bae, soprano; Giorgio Consolati, flauto; Elisabetta Ruffo,<br />

oboe; Daniela Fiorentino, clarinetto e clarinetto basso;<br />

Gordon Fantini, fagotto; Stefano Bertoni, corno; Gabriele<br />

Lattuada, percussioni; Cesare Zanfini, violino; Lorenzo<br />

Boninsegna, viola; Stefano Morelli, contrabbasso.<br />

Le musiche di Hoch comprendevano una novità per<br />

sette strumenti ed estratti da Es ist Zeit per flauto,<br />

Elemento per oboe, Miniature per violino, Per... dire per<br />

tenore, Spremute di senso per recitante e percussione,<br />

Kultur, Modestia e Stra… dire per soprano. Un’ulteriore<br />

prima è in cartellone il 17 novembre al Grand Théâtre<br />

di Ginevra per l’International Music Competition - Canto<br />

2011: I tre tiranni per voce e pianoforte, su testo di<br />

Francesco Hoch tratto da Leonardo da Vinci e Sigmund<br />

Freud, in tre versioni (per soprano/tenore;<br />

mezzosoprano/contralto; baritono/basso), pezzo<br />

d’obbligo composto su commissione del concorso,<br />

riservato ai dodici cantanti semi-finalisti della<br />

competizione, la cui giuria è presieduta da Teresa<br />

Berganza. Accompagneranno al pianoforte Todd<br />

Camburn, François Killian e Reginald Le Reun. Così<br />

l’Autore descrive il nuovo pezzo: «Esso si suddivide in<br />

due parti, come il testo, scelto e combinato dall’Autore,<br />

suggerisce. In forma di poesia e in modo conciso, viene<br />

collegata una lapidaria e tipica affermazione scritta da<br />

Leonardo da Vinci concernente la possibilità di vivere<br />

una vita sicura che, di conseguenza, positivamente si<br />

allunga, con le riflessioni sperimentate da Sigmund<br />

Freud circa le grandi difficoltà e le continue lotte che l’Io<br />

deve sostenere con le pulsioni dell’Es, le censure del<br />

Super-Io e le minacce della realtà esterna, per<br />

affrontare la vita quotidiana stessa». Di Francesco<br />

Hoch è possibile ascoltare il 6 novembre all’Auditorium<br />

San Salvatore di Rodengo Saiano (Brescia), per<br />

l’Associazione “Centro Musicale Mauro e Claudio<br />

Terroni”, L’isola dell’amore per tre voci recitanti e<br />

orchestra a plettro su testo di Gabriele Alberto Quadri;<br />

e il 30 novembre, alla Cité Bleue di Ginevra, Poema<br />

orchestrale per ensemble di sei percussionisti,<br />

nell’interpretazione di Studenti della Haute École de<br />

Musique de Genève.<br />

Milano Musica dedica al<br />

compositore un concerto ritratto<br />

impreziosito da alcune prime<br />

Niccolò Castiglioni<br />

Tropi per complesso da camera<br />

è in programma il 21 <strong>ottobre</strong><br />

alla Villa Elisabeth di Berlino.<br />

L’Ensemble United Berlin sarà<br />

diretto da Andrea Pestalozza.<br />

Sperimentazione elettronica, una<br />

festa con luci e danze, e il pezzo<br />

d’obbligo di un concorso<br />

Franco Donatoni<br />

Pagina da camera in prima<br />

assoluta, Etwas quasi ruhiger un im intermezzo Ausdruck è in<br />

cartellone il 3 <strong>ottobre</strong><br />

all’Auditorium Paganini di<br />

Parma per il Festival Traiettorie,<br />

nell’interpretazione<br />

dell’Ensemble Prometeo diretto<br />

da Marco Angius.<br />

13


Alla Biennale di Venezia e<br />

in Inghilterra due ritratti<br />

su diverse interiorità<br />

Carlos Roqué Alsina<br />

Il Festival internazionale<br />

Les Nuits Pianistiques di<br />

Aix-en-Provence proporrà il 2<br />

dicembre un omaggio a Carlos<br />

Roqué Alsina, in occasione del<br />

suo 70° anniversario:<br />

l’Orchestre Lyrique de Région<br />

Avignon - Provence diretta da<br />

Yeruham Scharovsky eseguirà<br />

Suite indirecte per orchestra e<br />

Fantaisie per clarinetto e<br />

orchestra, solista Dominique<br />

Vidal. Lo stesso Festival<br />

ospiterà il 17 dicembre un<br />

recital di Carlos Roqué Alsina,<br />

dove il compositore interpreterà<br />

alcune sue composizioni<br />

pianistiche accanto a pagine di<br />

Scarlatti, Bach/Busoni, Chopin<br />

e Debussy.<br />

Novità incentrata sulla<br />

spazializzazione del<br />

suono al Festival Play It!<br />

Rivede la luce un repertorio<br />

composto per gli intrattenimenti del<br />

governatore francese di Genova<br />

14<br />

Eric Maestri<br />

Voci di dentro<br />

Ritratto vivente per violino e elettronica è stato<br />

proposto in prima esecuzione italiana dalla violinista<br />

Georgia Privitera e dall’Autore all’elettronica<br />

alla Biennale Musica di Venezia, 55°<br />

Festival Internazionale di Musica<br />

Contemporanea, nel concerto tenutosi il 30<br />

settembre nella Sala Concerti di Palazzo<br />

Pisani del Conservatorio Benedetto<br />

Marcello. Così Eric Maestri ci introduce a<br />

questo lavoro, nato sotto l’egida dell’Ircam:<br />

«Questo brano nasce da un malinteso.<br />

Quello che si è venuto a creare, e che<br />

spesso succede, nel passaggio all’atto<br />

pratico. L’idea di base era di lavorare tra il suono<br />

strumentale e il suono elettronico, caratterizzando<br />

entrambi nella differenza tra acustico e elettronico.<br />

I suoni sono quasi tutti suoni sintetici, generati in<br />

Max/MSP. Il suono del violino doveva essere leggero e<br />

trasparente, in certe parti al limite del rumore del vento.<br />

Il risultato del lavoro invece è piuttosto diverso.<br />

L’elettronica si carica del timbro ambientale, il violino<br />

invece è duro e asciutto. Tra l’idea iniziale e il risultato<br />

finale c’è stato il passaggio della relazione con<br />

l’interprete, che poco a poco ho conosciuto,<br />

rendendomi conto che il suono che avevo previsto non<br />

gli si addiceva e che mandarlo in scena con una certa<br />

partitura sarebbe stato contraddittorio. Così ho scoperto<br />

che ogni interprete ha il suo suono, che ha i suoi tic<br />

Christian Cassinelli<br />

L’io e il mare<br />

D<br />

ialogo dipinto per quindici archi è la novità di<br />

Christian Cassinelli in cartellone il 7 <strong>ottobre</strong> al Teatro<br />

Verdi di Firenze nel contesto del Festival Play It!,<br />

nell’interpretazione dell’Orchestra della Toscana diretta<br />

da Tonino Battista. In questi termini l’Autore descrive la<br />

composizione: «Il titolo descrive l’immagine di un Io<br />

solitario che, trovandosi in mezzo al suo peregrinare<br />

dinanzi al mare, gli si rivolge interrogandolo. Il mare<br />

risponde, dando inizio a un dialogo, il cui contenuto<br />

tuttavia è ignoto all’Autore; forse egli ha visto lo strano<br />

incontro in un dipinto. Il silenzio di quell’immagine trova<br />

il senso nella direzione del flusso sonoro che taglia la<br />

larghezza e la profondità del palcoscenico. A tale<br />

proposito, la particolare disposizione degli strumentisti –<br />

seduti a occupare l’area di un triangolo, con il vertice<br />

acuto (il contrabbasso) rivolto verso il fondo del palco e<br />

seguito dalle altre file di strumenti – rappresenta il<br />

Nicolò Paganini<br />

Il ballo del generale<br />

N<br />

on cessa di destare interesse la produzione del<br />

virtuoso genovese. Di Paganini le <strong>ESZ</strong> pubblicano ora i<br />

Divertimenti carnevaleschi per due violini e basso M.S.<br />

4, nell’edizione critica a cura di Italo Vescovo e Flavio<br />

Menardi Noguera, che negli ultimi anni hanno già dato<br />

alla luce, sempre per le <strong>ESZ</strong>, i paganiniani Tre duetti<br />

concertanti per violino e fagotto, Tre duetti concertanti<br />

per violino e violoncello, Tre ritornelli per due violini e<br />

basso, e Sei cantabili e Valtz per violino e chitarra.<br />

Preceduta da un’introduzione storica, dallo studio delle<br />

fonti e degli autoimprestiti tra composizioni paganiniane,<br />

la partitura riproduce le parti manoscritte non autografe<br />

conservate alla Biblioteca del Conservatorio di Musica<br />

“N. Paganini” di Genova, unico testimone del lavoro.<br />

La composizione, che fa riferimento esplicito a danze<br />

popolari secondo una consuetudine consolidata, risale<br />

alla prima fase dell’attività di un Paganini ventenne,<br />

nervosi esattamente come un compositore. Che ha un<br />

suo gusto e anche una speciale sensazione del tempo<br />

e del movimento. Quello che era cominciato<br />

come una Natura vivente, titolo originale, è<br />

diventato un Ritratto vivente dell’interprete.<br />

Per me è stato un esercizio di ritratto in musica<br />

e quindi anche l’inizio di un work in progress<br />

sulla relazione tra il suono e il suo contenuto<br />

psicologico. L’elettronica è a se stante, uno<br />

strumento in quanto tale, ciò che mette in<br />

vibrazione gli altoparlanti o, in modo specifico,<br />

che determina una sorgente sonora. Lo spazio<br />

della musica è integralmente frontale, in modo<br />

da fondere il piano sonoro tra l’acustico e l’elettronico».<br />

Il 28 <strong>ottobre</strong> sarà il Cerenem New Music Series<br />

di Huddersfield, West Yorkshire, a offrire,<br />

nell’interpretazione di Lore Lixenberg, una seconda<br />

novità: Ritratto voce per mezzosoprano. Si chiede<br />

l’Autore: «Come ritrarre la voce? In questo brano cerco<br />

di dare una luce personale alla voce. Il testo, da<br />

Spinoza, è il punto di partenza per la divisione e la<br />

definizione dei valori, delle note e delle pause. Il testo e<br />

la particolare emissione della voce vorrebbero indicare<br />

una possibilità della musica di mostrarsi e di indicare<br />

qualcosa di se stessa. Un ritmo cullante accompagna la<br />

declamazione del testo in un piccolo tentativo di<br />

costruzione della forma dall’interno».<br />

fondamento per l’intera architettura del pezzo. Sul piano<br />

formale il lavoro si articola in due sezioni, la prima delle<br />

quali si caratterizza per l’individuazione – sempre in<br />

funzione della diffusione del suono – di sottogruppi<br />

strumentali all’interno dell’insieme orchestrale; in<br />

particolar modo due quartetti ai lati e un gruppo di<br />

cinque violini al centro. In questa prima parte il<br />

movimento sonoro avviene soprattutto lungo il fronte del<br />

palco. Affinché tale movimento sia percepito in modo<br />

discreto, le figure musicali utilizzate sono ridotte a puri<br />

inviluppi (attacco e decadimento del suono) di durata<br />

variabile. Nella seconda sezione il flusso sonoro<br />

percorre nelle due direzioni la profondità del<br />

palcoscenico, creando un effetto di risacca simile a un<br />

respiro. Un violino emerge dal mare orchestrale, dando<br />

letteralmente il La al dialogo».<br />

all’epoca in cui il virtuoso frequentava la dimora del<br />

Generale Millot, governatore francese di Genova, e<br />

«componeva talvolta per le sue società tutta la musica di<br />

una serata, vale a dire contradanze, intermezzi, ecc.»,<br />

una produzione andata in gran parte perduta. Millot<br />

(«Milhaud», nel manoscritto dei Divertimenti, che a lui<br />

sono dedicati) fu in carica dal 1803 al 1805, ed è dunque<br />

altamente probabile che la composizione risalga al 1804,<br />

anno delle Sei Nuovissime Alessandrine M.S. 131<br />

composte per il palazzo storico del Festone dai<br />

Giustiniani. La raccolta, costituita da una ventina di<br />

danze diverse (un Minuetto, una Scozzese, due<br />

Perigordini, quattro Valtzer e sei Contraddanze inglesi)<br />

dall’organico analogo a quello dei Tre ritornelli, assolve<br />

perfettamente alla sua funzione d’intrattenimento, con<br />

grazia e fascino melodico.<br />

P


ime esecuzioni as<br />

Prime Prime esecuzioni assolute<br />

assolute<br />

OTTOBRE<br />

Vittorio Montalti<br />

L’ISOLA DI PATMOS<br />

per suoni elettronici<br />

Milano, Auditorium San Fedele, 1 <strong>ottobre</strong><br />

Daniele Amidani, realizzazione informatica<br />

della partitura<br />

Lorenzo Pagliei<br />

MACCHINE SELVAGGE<br />

per organo<br />

Strasbourg, Festival Musica, Église du Temple<br />

Neuf, 1 <strong>ottobre</strong><br />

Francesco Filidei, organo<br />

Malika Kishino<br />

ICHIMAI-KISHOHMON (for the 800 th<br />

memorial year of Hônen-shônin)<br />

per coro misto, voci di monaci buddisti, shô,<br />

hichiriki, koto, percussioni e trio d’archi<br />

Kyoto, Concert Hall, 4 <strong>ottobre</strong><br />

Monks of Zenrinji-Temple<br />

Shohko Ohtani, koto a 20 corde<br />

Junko Tanaka, shô<br />

Tohru Yamamoto, hichiriki<br />

Keyaki Satoh, percussioni<br />

Reina Yamana, violino<br />

Naoka Tokizawa, viola<br />

Yoriko Miyake, violoncello<br />

dir.: Toshiko Kikuchi<br />

Malika Kishino<br />

PRAYER / INORI (after March 11 th , 2011)<br />

per coro misto a cappella<br />

su testo di Rabindranath Tagore<br />

(Commissione Tokyo Philharmonic Chorus)<br />

Tokyo, Bunka Kaikan, 5 <strong>ottobre</strong><br />

Tokyo Philharmonic Chorus<br />

dir.: Matsubara Chiaki<br />

Stefano Gervasoni<br />

DUE POESIE FRANCESI DI LUCA<br />

per voce femminile e ensemble<br />

su poesie di Ghérasim Luca<br />

Strasbourg, Festival Musica, Salle de la Bourse,<br />

6 <strong>ottobre</strong><br />

Françoise Kubler, soprano<br />

Accroche Note<br />

Giorgio Colombo Taccani<br />

L'ÀGNILI<br />

per voce e pianoforte<br />

su due poesie in sardo di Pompeo Calvia<br />

Hong Kong, Academy for Performing Arts<br />

(HKAPA), Recital Hall, 6 <strong>ottobre</strong><br />

Duo Alterno:<br />

Tiziana Scandaletti, soprano<br />

Riccardo Piacentini, pianoforte<br />

Ivan Fedele<br />

L’ORIZZONTE DI ELETTRA<br />

Versione per violino elettrico a 5 corde,<br />

orchestra da camera e live electronics<br />

Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi, 6 <strong>ottobre</strong><br />

Francesco D’Orazio, violino elettrico<br />

Orchestra della Toscana<br />

dir.: Marco Angius<br />

Federico Gardella<br />

KYKLOS<br />

per orchestra<br />

Firenze, Festival Play It!, Teatro Verdi,<br />

8 <strong>ottobre</strong><br />

Orchestra della Toscana<br />

dir.: Tito Ceccherini<br />

Malika Kishino<br />

MONOCHROMER GARTEN II<br />

per clarinetto basso, saxofono baritono<br />

e trombone<br />

(Commissione Westdeutscher Rundfunk)<br />

Köln, Ensemble Europa, Westdeutscher<br />

Rundfunk, Funkhaus Wallrafplatz, 9 <strong>ottobre</strong><br />

Parkhaus Trio:<br />

Ernesto Molinari, clarinetto basso<br />

Markus Weiss, saxofono baritono<br />

Uwe Dierksen, trombone<br />

Lorenzo Pagliei<br />

SAISIR<br />

per violoncello e live electronics<br />

Enghien-les-Bains, Centre des Arts, 13 <strong>ottobre</strong><br />

Séverine Ballon, violoncello<br />

Lorenzo Pagliei, live electronics<br />

Valerio Sannicandro<br />

TROIS SÛTRAS<br />

Quarta scena da “Hagakure”<br />

per flauto basso, clarinetto basso<br />

e live electronics<br />

(Commissione Ex Novo Musica/SaMPL)<br />

Venezia, Ex Novo Musica, Conservatorio<br />

“B. Marcello”, 17 <strong>ottobre</strong><br />

Daniele Ruggieri, flauto basso<br />

Davide Teodoro, clarinetto basso<br />

Amalia de Götzen, live electronics<br />

Alvise Vidolin, regia sonora<br />

Maurilio Cacciatore<br />

CONCERTO PER TASTIERA MIDI,<br />

ENSEMBLE E LIVE ELECTRONICS<br />

Paris, Centre Pompidou, Grand Salle,<br />

20 <strong>ottobre</strong><br />

Hidéki Nagano, clavier Midi<br />

Ensemble Intercontemporain<br />

dir.: Alejo Pérez<br />

Maurilio Cacciatore/Ircam, live electronics<br />

Pasquale Corrado<br />

OMBRA DI MACRAMÉ<br />

per sei strumenti<br />

Roma, Auditorium Parco della Musica, Teatro<br />

Studio, 20 <strong>ottobre</strong><br />

Ensemble Algoritmo<br />

dir.: Marco Angius<br />

Maurizio Ferrari<br />

TRIO<br />

per violino, clarinetto e pianoforte<br />

Milano, Associazione Amici di Musica/Realtà,<br />

Palazzina Liberty, 20 <strong>ottobre</strong><br />

Yoko Marimyo, violino<br />

Maura Gandolfo, clarinetto<br />

Francesco Bergamasco, pianoforte<br />

Stefano Gervasoni<br />

SE TACCIO, IL DUOL S’AVANZA<br />

Madrigali per violino e dodici voci soliste<br />

su testi di Torquato Tasso<br />

(Commissione di Milano Musica e KlangForum<br />

Heidelberg)<br />

Milano, 20° Festival di Milano Musica, Teatro<br />

Elfo Puccini, 24 <strong>ottobre</strong><br />

Lina Uinskyte, violino<br />

Schola Heidelberg<br />

dir.: Walter Nußbaum<br />

Alessandro Solbiati<br />

SUITE DA LE “RÉVEIL DE MON ÂME”<br />

Due movimenti e un Intermezzo per dodici<br />

voci soliste su versi di Charles Baudelaire<br />

Milano, 20° Festival di Milano Musica, Teatro<br />

Elfo Puccini, 24 <strong>ottobre</strong><br />

Schola Heidelberg<br />

dir.: Walter Nußbaum<br />

Riccardo Malipiero<br />

14 VARIAZIONI DI UN TEMA MUSICALE<br />

per pianoforte<br />

Milano, 20° Festival di Milano Musica,<br />

Conservatorio “G. Verdi”, Sala Puccini,<br />

25 <strong>ottobre</strong><br />

Iacopo Petrosino, pianoforte<br />

Riccardo Malipiero<br />

LIEDERÉTUDES<br />

Versione per soprano e undici strumenti<br />

Milano, 20° Festival di Milano Musica,<br />

Conservatorio “G. Verdi”, Sala Puccini,<br />

25 <strong>ottobre</strong><br />

Sohee Bae, soprano<br />

Ensemble del Laboratorio di Musica<br />

Contemporanea del Conservatorio “G. Verdi”<br />

di Milano<br />

dir.: Davide Pandini<br />

Alessandro Solbiati<br />

“Hallo!” - Primo movimento da:<br />

CRESCENDO<br />

Otto brevi brani in forma di studio<br />

per orchestra da camera<br />

Milano, Teatro Dal Verme, 30 <strong>ottobre</strong><br />

Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali<br />

dir.: Daniele Parziani<br />

NOVEMBRE<br />

Giorgio Gaslini<br />

PIANO SONATA DÉCOLLAGE N. 3<br />

per pianoforte<br />

Treviso, L’Arsenale 2011, Foyer del Teatro<br />

Comunale, 6 novembre<br />

Alfonso Alberti, pianoforte<br />

Luis de Pablo<br />

LARGO<br />

“en torno a una antigua canción popular”<br />

per orchestra<br />

(Commissione Philharmonisches Orchester des<br />

Staatstheaters Cottbus)<br />

Cottbus, Staatstheater, 11 novembre<br />

Philharmonisches Orchester Cottbus<br />

dir.: Evan Christ


Ivan Fedele<br />

SUITE FRANCESE V<br />

per arpa<br />

Paris, Concours Lily Laskine, 16-23 novembre<br />

Pezzo d’obbligo del Concorso<br />

Francesco Hoch<br />

I TRE TIRANNI<br />

per voce e pianoforte<br />

Testo di Francesco Hoch tratto da Leonardo<br />

da Vinci e Sigmund Freud<br />

Genève, Grand Théâtre, 17 novembre<br />

Pezzo d’obbligo per il Concours de Genève,<br />

International Music Competition - Canto 2011<br />

Matteo Franceschini<br />

L’ALTER EGO<br />

per violino e pianoforte<br />

L’Aquila, Società Aquilana die Concerti<br />

“B. Barattelli”, 17 novembre<br />

Francesco D’Orazio, violino<br />

Giampaolo Nuti, pianoforte<br />

Luis de Pablo<br />

NÚMEROS<br />

Sei pezzi per ottetto<br />

(Commissione Ex Novo Musica con il sostegno<br />

della Fundación BBVA)<br />

Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee del<br />

Gran Teatro La Fenice, 17 novembre<br />

Ex Novo Ensemble<br />

Federico Gardella<br />

KRAUS-MIKRO-LIEDER<br />

per voce femminile e ensemble<br />

Bergamo, Bergamo Musica Festival, Teatro<br />

Sociale, 26 novembre<br />

Ljuba Bergamelli, soprano<br />

Texture Ensemble<br />

dir.: Pierre Hoppé<br />

Vittorio Montalti<br />

FAREWELL<br />

per voce femminile e ensemble<br />

Bergamo, Bergamo Musica Festival, Teatro<br />

Sociale, 26 novembre<br />

Ljuba Bergamelli, soprano<br />

Texture Ensemble<br />

dir.: Pierre Hoppé<br />

Pasquale Corrado<br />

LAMER<br />

per soprano e percussioni<br />

Bergamo, Bergamo Musica Festival, Teatro<br />

Sociale, 26 novembre<br />

Ljuba Bergamelli, soprano<br />

Jacopo Costa, percussioni<br />

Luca Antignani<br />

BLUMINE<br />

per voce femminile e ensemble<br />

Bergamo, Bergamo Musica Festival, Teatro<br />

Sociale, 26 novembre<br />

Ljuba Bergamelli, soprano<br />

Texture Ensemble<br />

dir.: Pierre Hoppé<br />

Luigi Manfrin<br />

DISAPPEARING... IN THE BLACK OF<br />

FULLNESS<br />

per suoni di sintesi<br />

Mestre (Venezia), Centro Candiani, Autunno<br />

Musicale Agimus, 26 novembre<br />

Luigi Manfrin, regia del suono<br />

Eric Maestri<br />

RITRATTO VOCE<br />

per mezzosoprano<br />

Huddersfield, Cerenem New Music Series,<br />

28 novembre<br />

Lore Lixenberg, soprano<br />

Nicola Sani<br />

NOVITÀ<br />

per ensemble<br />

Firenze, Contempoartefestival, Galleria degli<br />

Uffizi, Biblioteca Magliabechiana, 28 novembre<br />

Contempoartensemble<br />

dir.: Mauro Ceccanti<br />

Andrea Mannucci<br />

VOLO PER ALTRI CIELI È LA MIA VITA<br />

per voce e pianoforte<br />

su poesie di Carlo Michelstaedter<br />

Verona, Sala dei Concerti del Circolo Ufficiali,<br />

30 novembre<br />

Accademia di Alta Formazione Musicale di<br />

Verona<br />

DICEMBRE<br />

Nicola Sani<br />

SEASCAPE II<br />

per ensemble e supporto digitale<br />

Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala<br />

Santa Cecilia, 7 dicembre<br />

Ensemble Modern, Francoforte<br />

dir.: Frank Ollu<br />

Vittorio Montalti<br />

PRAYER<br />

per flauto e violino<br />

Milano, Chiesa di San Fedele, 10 dicembre<br />

Annamaria Morini, flauto<br />

Enzo Porta, violino<br />

Ivan Vandor<br />

OTTO BREVI PEZZI<br />

per violoncello e pianoforte<br />

(Commissione Ex Novo Musica)<br />

Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee del<br />

Gran Teatro La Fenice, 11 dicembre<br />

Carlo Teodoro, violoncello<br />

Aldo Orvieto, pianoforte<br />

Alessandro Solbiati<br />

“Fête II” - Secondo movimento da:<br />

CRESCENDO<br />

Otto brevi brani in forma di studio<br />

per orchestra da camera<br />

Milano, Teatro Dal Verme, 11 dicembre<br />

Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali<br />

dir.: Daniele Parziani<br />

Nicola Sani<br />

LIED - YOU HAVE BEEN LIED 2<br />

per ensemble, live electronics, supporto<br />

digitale e video<br />

Moscow, P.I. Tchaikovsky Conservatory,<br />

Rakhmaninov Hall, 11 dicembre<br />

Ensemble Alter Ego<br />

Ivan Fedele<br />

DEYSTVIYA<br />

per bayan e quartetto d’archi<br />

Moscow, P.I. Tchaikovsky Conservatory,<br />

Rakhmaninov Hall, 14 dicembre<br />

Studio for New Music Ensemble<br />

Malika Kishino<br />

MONOCHROMER GARTEN<br />

per accordéon e violoncello<br />

Berlin, BKA Theater, 20 dicembre<br />

Christin Paté, accordéon<br />

Valérie Dulac, violoncello<br />

Michela dall’Ongaro<br />

ATTIMO<br />

per coro femminile e orchestra<br />

su una poesia di Wislawa Szymborska<br />

(Commissione Teatro Lirico di Cagliari)<br />

Cagliari, Teatro Lirico di Cagliari, 22 dicembre<br />

Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari<br />

dir.: Giacomo Sagripanti<br />

GENNAIO<br />

Luigi Manfrin<br />

OVERFLOWING CRYSTALS II<br />

per cimbalom e trombone<br />

Berlin, Unerhörte Musik, BKA Theater,<br />

17 gennaio<br />

Eniko Ginzery, cimbalom<br />

Andras Fejer, trombone<br />

Maurilio Cacciatore<br />

QUARTO ANFIBIO<br />

per flauto solo<br />

Vienna, Alte Schmiede Kunstverein, 20 gennaio<br />

Matteo Cesari, flauto<br />

Giorgio Colombo Taccani<br />

AL TERZO FOCO<br />

per recitante, due voci femminili,<br />

oboe, fagotto e pianoforte<br />

su testo di Pier Luigi Berdondini<br />

Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche,<br />

gennaio [data da definire]<br />

Pier Luigi Berdondini, recitante<br />

Akiko Kozato, voce<br />

Simona Barbieri Mckenzie, voce<br />

Trio InUno:<br />

Francesco Lovecchio, oboe<br />

Paolo Rossetti, fagotto<br />

Martina Drudi, pianoforte<br />

<strong>ESZ</strong><br />

Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente<br />

aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet:<br />

news EDIZIONI SUVINI ZERBONI<br />

www.esz.it<br />

Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: suvini.zerboni@sugarmusic.com - www.esz.it<br />

Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta<br />

Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb<br />

Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991<br />

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