Leggi il pdf - Collegio Nazionale dei Periti Agrari » e dei Periti Agrari ...
Leggi il pdf - Collegio Nazionale dei Periti Agrari » e dei Periti Agrari ...
Leggi il pdf - Collegio Nazionale dei Periti Agrari » e dei Periti Agrari ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
XVII Congresso<br />
<strong>Nazionale</strong><br />
Humus e teroir<br />
Danni da selvaggina<br />
Settembre - Ottobre 2010<br />
Anno LVII 5<br />
Rivista del <strong>Collegio</strong><br />
<strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />
e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati<br />
<strong>il</strong> perito<br />
agrario<br />
Produzioni in calo<br />
6° Censimento<br />
dell’Agricoltura<br />
Fiscalità rurale
2<br />
4<br />
6<br />
8<br />
14<br />
19<br />
20<br />
22<br />
Direttore responsab<strong>il</strong>e: Andrea Bottaro<br />
Direttore di redazione: Piero Pecciarini<br />
Hanno collaborato:<br />
Andrea Bottaro, Maurizio Arduin,<br />
Raffaello Biagiotti, Rosaria Bianco,<br />
Luciano Boanini, Mario Fregoni,<br />
Giuseppe Giordano, Piero Pecciarini,<br />
Gaia Pugliesi, Andrea Tad<strong>dei</strong><br />
Editrice: <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />
e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati<br />
Via Principe Amedeo 23 - 00185 Roma<br />
Tel. 06/4819801 - Fax. 06/4882150<br />
<strong>il</strong> perito agrario<br />
EDITORIALE<br />
Esclusiva delle competenze? … no grazie!<br />
di Andrea Bottaro<br />
CENSIMENTO ISTAT<br />
“Raccogliamo risposte, seminiamo futuro”<br />
POLITICHE AGRICOLE<br />
Produzione agricola in calo<br />
La crisi impone che siano adottate<br />
nuove strategie politiche<br />
di Piero Pecciarini<br />
ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />
L’Humus e <strong>il</strong> Teroir<br />
di Mario Fregoni<br />
CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />
Stime danni a varie colture<br />
prodotti da selvaggina<br />
di Raffaello Biagiotti<br />
RICERCA<br />
Calamità naturali: dal passato<br />
notizie preziose<br />
CONGRESSO<br />
REGOLAMENTO<br />
24<br />
26<br />
28<br />
30<br />
32<br />
36<br />
37<br />
40<br />
Direzione: Via Principe Amedeo, 23<br />
00185 Roma<br />
Tel. 06 48906713 - Fax 064882150<br />
e-ma<strong>il</strong>: info@peritiagrari.it<br />
Consiglio <strong>Nazionale</strong>:<br />
Andrea Bottaro (presidente)<br />
Paolo Vigato (vice presidente)<br />
Domenico Di Biase (segretario)<br />
Giuseppe Giordano (tesoriere)<br />
Lorenzo Benanti (consigliere)<br />
Paolo Bertazzo (consigliere)<br />
Mario Calcagn<strong>il</strong>e (consigliere)<br />
Sergio Lombardelli (consigliere)<br />
F<strong>il</strong>ippo Ninci (consigliere)<br />
Angelo Antonio Orsini (consigliere)<br />
Lorenzo Salvan (consigliere)<br />
sommario<br />
N° 5 Settembre-Ottobre 2010<br />
<br />
La cassazione insiste<br />
sulla ruralità legata al catasto<br />
di Luciano Boanini<br />
<br />
È ora di dire le cose come stanno<br />
di Andrea Tad<strong>dei</strong><br />
ISTRUZIONE<br />
Istruzione Tecnica Superiore<br />
di Giuseppe Giordano<br />
AZIENDA MULTIFUNZIONALE<br />
Fattoria didattica e Centro p<strong>il</strong>ota<br />
di Maurizio Arduin<br />
POLITICA AGRICOLA<br />
Riforma della PAC<br />
di Rosaria Bianco<br />
VITA DEI COLLEGI<br />
NEWS<br />
LEGISLAZIONE<br />
Periodico bimestrale in abbonamento<br />
Abbonamento annuo: € 5,00<br />
Una copia: € 2,00<br />
Progetto Grafico e Stampa: Grafica Ripoli<br />
Via Paterno, 17 - 00010 V<strong>il</strong>la Adriana (RM)<br />
Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />
n.69/86 del 14/02/1986<br />
Finito di stampare: Ottobre 2010<br />
Gli articoli esprimono soltanto <strong>il</strong> pensiero<br />
degli autori e non impegnano <strong>il</strong> CNPA né la<br />
redazione del periodico
2<br />
E<br />
D<br />
Esclusiva<br />
IT<br />
O RIALE<br />
Mi riferisco al comunicato che segue, relativo al 6° Censimento Generale<br />
dell’Agricoltura sul quale l’ISTAT ha fatto un grande battage pubblicitario<br />
affinché gli operatori coinvolti lo inquadrino nel giusto aspetto e prestino la massima<br />
attenzione al lavoro che esso comporta .<br />
Per <strong>il</strong> censimento è stata prevista ed attivata una macchina formidab<strong>il</strong>e che dal<br />
punto di vista professionale ha coinvolto un gran numero di tecnici messi in campo<br />
dalle Regioni le quali hanno individuato le figure atte allo svolgimento delle operazioni,<br />
ampliando al massimo la platea degli addetti o, come nel caso di alcune<br />
Regioni, avvalendosi esclusivamente <strong>dei</strong> loro dipendenti.<br />
Certo che queste Regioni, non chiedendo a priori esperienza certificata nel settore,<br />
hanno forse peccato di leggerezza, se non altro per la preparazione tecnica che<br />
dovranno fornire agli incaricati tramite successivi (costosi) momenti di formazione<br />
ma, avendone la facoltà, hanno applicato <strong>il</strong> principio della autosufficienza.<br />
Già da tempo avevo avuto segnalazione che gli agrotecnici stavano proponendosi,<br />
presso le Autorità, come l’unica categoria professionale competente alle prestazioni<br />
di r<strong>il</strong>evamento del censimento; voci del tutto vere in un crescendo culminato, poi,<br />
con ricorsi proposti da vari Collegi Provinciali degli Agrotecnici avanti ai TAR del<br />
Lazio, del Friuli Venezia Giulia e dell’Em<strong>il</strong>ia Romagna, con l’impugnazione in radice<br />
del Regolamento di cui al DPR 23 luglio 2010 n.154.<br />
Con l’impugnazione del DPR citato, gli Agrotecnici lamentano che esso:<br />
a) non prevede, all’articolo 24, l’esclusiva competenza professionale degli iscritti<br />
agli albi degli agrotecnici ad effettuare le r<strong>il</strong>evazioni del censimento ovvero, in subordine,<br />
non considera l’iscrizione a detto albo quale requisito preferenziale;<br />
b) dà uguale r<strong>il</strong>ievo, senza alcuna differenza, all’iscrizione ad albi professionali e<br />
al possesso di meri titoli di studio superiori, neppure attinenti alla materia agraria<br />
ovvero, addirittura, di scuola media inferiore.<br />
Strano che, oltre al Presidente della Repubblica, Ministeri ed ISTAT, sia stato citato,<br />
quale controinteressato, <strong>il</strong> solo CNPA e non già anche <strong>il</strong> CONAF; comunque, anche<br />
se le operazioni di r<strong>il</strong>evazione implicate comportano attività di r<strong>il</strong>evamento e di<br />
comp<strong>il</strong>azione che non involgono gli aspetti propri della professione, considerato<br />
che gli Organismi categoriali devono tutelare tutti gli sbocchi dell’attività professionale,<br />
<strong>il</strong> CNPA si è costituto in giudizio per contrastare le tesi degli Agrotecnici, sul<br />
piano strettamente giuridico, asserendo che:<br />
- in primo luogo, una riserva di attività professionale vera e propria non può ritenersi<br />
sussistere nel sistema italiano per le attività, previste dal Regolamento impugnato,<br />
che consistono in “r<strong>il</strong>evazione” di fatti e dati e “comp<strong>il</strong>azione” di questionari<br />
(artt. 4 e 5): si tratta, difatti, di operazioni semplici che non comportano la padronanza<br />
di cognizioni tecniche specifiche o la soluzione di problemi tali da richiedere<br />
la “speciale ab<strong>il</strong>itazione prevista dalla legge” (art. 2229 c.c. e 348 c.p.). D’altra parte,<br />
è indubbio che le operazioni in questione, se sono alla portata degli iscritti agli albi<br />
degli agrotecnici, sono anche alla portata degli iscritti agli albi <strong>dei</strong> periti agrari e<br />
<strong>dei</strong> dottori agronomi poiché costoro, grazie alle attribuzioni loro riconosciute dalla<br />
legge, sicuramente sono in grado di espletare le semplici mansioni (di r<strong>il</strong>evazioni di<br />
aziende agrarie e di annotazione, ecc...) non meno degli agrotecnici;<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
EDITORIALE<br />
delle competenze? … no grazie!
EDITORIALE<br />
- in secondo luogo, la riserva invocata dagli iscritti agli albi degli agrotecnici non<br />
può fondarsi sul mero fatto che <strong>il</strong> loro ordinamento prevede espressamente, come<br />
oggetto della professione, la “r<strong>il</strong>evazione <strong>dei</strong> dati statistici”. Si tratta di una specificazione<br />
di un’attività possib<strong>il</strong>e e consentita che non integra, tuttavia, una riserva<br />
esclusiva..<br />
Queste considerazioni comportano che <strong>il</strong> criterio di valutazione della spettanza delle<br />
attività tipiche del censimento deve essere quello “sostanziale” che afferisce, cioè,<br />
alla natura delle attività da compiersi e delle conoscenze che le stesse comportano.<br />
Basta prendere visione della norma per apprendere che le attività di censimento<br />
consistono nella “r<strong>il</strong>evazione delle aziende agricole e zootecniche” comportanti<br />
“indagini sulla struttura delle aziende ed indagine sui metodi di produzione agricola”...(art.4<br />
DPR 154/2010) e tutto ciò tramite la “raccolta di informazioni...mediante<br />
comp<strong>il</strong>azione di specifico questionario” (art.5).<br />
Se tali sono le attività professionali richieste dal censimento, per contenuti e modalità<br />
operative, abbiamo ritenuto con assoluta ragione che possano essere svolte dai<br />
<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> in quanto comportano le conoscenze proprie della professione, così<br />
come implicate nelle attività attribuite dall’art. 2 della L.434/68 e s.m.i., che coinvolgono<br />
l’azienda agraria in tutte le accezioni e componenti.<br />
Le operazioni di r<strong>il</strong>evamento del censimento, nella loro peculiarità di sola descrizione<br />
e di classificazione di alcuni <strong>dei</strong> fattori della produzione, sono di competenza del<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o, del Dottore Agronomo e dell’Agrotecnico, sicché non può essere<br />
nemmeno giustificata la richiesta di attribuire una valenza preferenziale a questo o<br />
a quell’albo.<br />
Ma è stata anche richiamata la circolare n.5508 del Direttore Centrale dell’ISTAT<br />
che, invocata dagli Agrotecnici come conferma dell’assunto dell’esclusiva/preferenza<br />
del titolo di agrotecnico, è stata sconfessata dallo stesso Presidente dell’ISTAT<br />
<strong>il</strong> quale, con nota del 23 settembre 2010, ha fornito le precisazioni in sintonia con<br />
quanto riportato nel DPR 154/2010 oggi in discussione presso i Tribunali Amministrativi<br />
su richiamati (ambedue le note sono riportate più avanti).<br />
I Consiglieri Nazionali e Provinciali e <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>, nominati nelle schiere <strong>dei</strong> tecnici<br />
addetti al censimento, hanno già ultimato i corsi di formazione organizzati a<br />
livello territoriale dagli enti preposti e sono partiti in questo bel lavoro che avrà <strong>il</strong><br />
compito di fornire alla Comunità Europea ed al Paese le indicazioni sullo status<br />
quo della nostra agricoltura e consentire le programmazioni tecnico- economiche<br />
per <strong>il</strong> futuro.<br />
Ritengo che le Professioni Tecniche previste all’art.24 – lettera b – del DPR 154/2010<br />
(tutte) forniranno <strong>il</strong> loro migliore contributo professionale al censimento, naturalmente<br />
se <strong>il</strong> TAR Lazio, che ha discusso <strong>il</strong> 13/10/2010 l’istanza cautelare provvisoria<br />
rigettandola ed <strong>il</strong> 27 ottobre 2010 riservandosi le decisione nel merito, non accoglierà<br />
le richieste degli Agrotecnici ricorrenti.<br />
Anche se possib<strong>il</strong>e qualsiasi risultato mi riesce diffic<strong>il</strong>e pensare che, stante la situazione<br />
tracciata con le ragioni addotte, si fermi una macchina già in moto che deve<br />
concludere la sua corsa entro <strong>il</strong> 31 gennaio 2011.<br />
di Andrea Bottaro<br />
E<br />
D<br />
IT<br />
O RIALE<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 3
4<br />
CENSIMENTO ISTAT<br />
<br />
<br />
<br />
Roma, 23 ottobre 2010 - E’ fissato al prossimo 24 ottobre <strong>il</strong> giorno di riferimento per <strong>il</strong> 6° Censimento Generale<br />
dell’Agricoltura, dal giorno successivo oltre 12m<strong>il</strong>a r<strong>il</strong>evatori scenderanno in campo per censire circa 2 m<strong>il</strong>ioni di<br />
aziende agricole su tutto <strong>il</strong> territorio nazionale. La fase di raccolta <strong>dei</strong> dati si concluderà <strong>il</strong> 31 gennaio 2011, i primi<br />
dati pprovvisori saranno disponib<strong>il</strong>i p entro ggiugno g dello stesso anno, mentre i risultati definitivi sono attesi pper<br />
la fine di apr<strong>il</strong>e 2012. È un’operazione di straordinaria importanza che viene realizzata ogni dieci anni dall’Istat,<br />
Istituto nazionale di statistica,<br />
per tracciare una fotografia del<br />
mondo agricolo italiano, indispensab<strong>il</strong>e<br />
per orientare le azioni<br />
di sv<strong>il</strong>uppo del settore. In questa<br />
edizione, la macchina censuaria<br />
si avvale della fondamentale collaborazione<br />
di Regioni e Province<br />
autonome. Diversi gli obiettivi<br />
che si propone di conseguire<br />
questa sesta tornata censuaria:<br />
innanzitutto fornire un quadro<br />
informativo statistico sulla struttura<br />
del sistema agricolo e zootecnico<br />
a livello nazionale, regionale<br />
e locale; in secondo luogo<br />
consentire l’aggiornamento del<br />
registro delle aziende agricole<br />
mediante l’integrazione di database<br />
di fonte amministrativa; in<br />
ultimo, assolvere agli obblighi di<br />
r<strong>il</strong>evazione stab<strong>il</strong>iti dai Regolamenti<br />
del Parlamento europeo<br />
e del Consiglio sulle statistiche<br />
agricole strutturali, sui metodi di<br />
produzione e sulle superfici viticole.<br />
“La missione dell’Istituto<br />
nazionale di statistica è quella di<br />
servire la collettività attraverso la<br />
produzione e la comunicazione<br />
di informazioni statistiche e ana-<br />
lisi di elevata qualità. - ha afferr mato Enrico Giovannini, Presidente<br />
dell’Istat - Realizzato sulla<br />
base di rigorosi principi eticoprofessionali<br />
e <strong>dei</strong> più avanzati<br />
standard scientifici, <strong>il</strong> Censimento<br />
si propone di sv<strong>il</strong>uppare un’ap-<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010
CENSIMENTO ISTAT<br />
profondita conoscenza della realtà agricola e ambientale, ai diversi livelli territoriali e di favorire i processi decisionali<br />
di tutti i soggetti coinvolti.” Il Censimento 2010 si contraddistingue per una forte attenzione all’innovazione,<br />
frutto anche di analisi delle più avanzate esperienze internazionali, allo scopo di limitare l’onere operativo sugli<br />
Enti locali e <strong>il</strong> carico per i soggetti chiamati a comp<strong>il</strong>are i questionari. “Nel corso del tempo i censimenti agricoli<br />
si sono via via adeguati per quanto riguarda tecniche, metodi e contenuti, alle inevitab<strong>il</strong>i trasformazioni del settore.<br />
- Ha spiegato Andrea Mancini, Responsab<strong>il</strong>e Centrale <strong>dei</strong> Censimenti dell’Istat - Numerose le novità del censimento<br />
2010 che si collocano in più fasi del processo di r<strong>il</strong>evazione censuaria, incidendo in modo significativo sulla<br />
fruib<strong>il</strong>ità, sulla sicurezza e sull’affidab<strong>il</strong>ità <strong>dei</strong> dati acquisiti.” Per la prima volta sono stati ut<strong>il</strong>izzati i dati amministrativi<br />
e statistici del Sistema Informativo Agricolo <strong>Nazionale</strong> e delle pubbliche amministrazioni per definire<br />
una lista precensuaria delle aziende agricole da r<strong>il</strong>evare, che sarà poi verificata sul territorio durante la r<strong>il</strong>evazione<br />
vera e propria. Questa novità metodologica consentirà, nei prossimi anni, di pervenire a un registro statistico<br />
delle aziende agricole, <strong>il</strong> quale fornirà informazioni aggiornate anno per anno, per poter effettuare le indagini<br />
campionarie di approfondimento nei periodi intercensuari. Un’altra innovazione introdotta riguarda la tecnica<br />
di d acquisizione <strong>dei</strong> dati: accanto<br />
alla tradizionale intervista al conduttore<br />
d dell’azienda agricola sarà<br />
possib<strong>il</strong>e p questa volta comp<strong>il</strong>are<br />
online o <strong>il</strong> questionario. L’ut<strong>il</strong>izzo<br />
del d web, oltre a rappresentare<br />
una u grande fac<strong>il</strong>itazione per gli<br />
agricoltori che hanno accesso<br />
alla rete, consentirà di ridurre<br />
i tempi necessari al r<strong>il</strong>ascio <strong>dei</strong><br />
risultati. r Diverse, infine, le informazioni<br />
m che saranno r<strong>il</strong>evate per<br />
la l prima volta e contribuiranno<br />
così c a rappresentare al meglio <strong>il</strong><br />
mondo m agricolo <strong>dei</strong> nostri giorni.<br />
Il I questionario includerà infatti<br />
domande d specifiche sull’impatto<br />
ambientale dell’attività agricola<br />
(consumo di acqua, cura del paesaggio<br />
s agricolo, smaltimento degli<br />
g effluenti zootecnici legato alla<br />
presenza p di animali, ecc.), sulla<br />
produzione p e l’ut<strong>il</strong>izzo di energie<br />
rinnovab<strong>il</strong>i, r sull’estensione delle<br />
coltivazioni c energetiche e perfino<br />
n sulla cittadinanza <strong>dei</strong> lavoratori<br />
t impegnati nell’agricoltura. Il<br />
censimento c<br />
dell’agricoltura italiana<br />
l viaggia in parallelo a quello<br />
l degli altri paesi europei, tutti<br />
chiamati c a trasmettere i dati definitivi<br />
n alla Commissione Europea<br />
in i vista della revisione della Politica<br />
t Agricola Comune (PAC) fissata<br />
s per <strong>il</strong> 2013. Questo consentirà<br />
t un confronto approfondito<br />
di d settore fra i Paesi dell’Unione<br />
europea. e<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 5
Gli addetti ai<br />
lavori del settore<br />
agricolo,<br />
a vari livelli, dai rappresentanti<br />
delle OrganizzazioniProfessionali<br />
Agricole a quelli<br />
del Mondo Scientifico<br />
manifestano viva preoccupazione<br />
avendo<br />
riscontrato che la produzione agricola<br />
è calata in Europa del 10% ed<br />
in Italia del 12,7%, e che la nostra<br />
agricoltura segna <strong>il</strong> passo sia nel<br />
confronto con i Paesi Europei che<br />
con quelli in via di sv<strong>il</strong>uppo.<br />
Temi quali competitività, distribuzione<br />
commercializzazione sono ricorrenti<br />
e si dibattono in convegni e<br />
sui giornali. Queste preoccupazioni<br />
promuovono l’esame <strong>dei</strong> problemi<br />
emergenti, e ricercano quali possano<br />
essere, oggi nei nuovi contesti, le<br />
soluzioni per dare un reddito dignitoso<br />
a chi opera in agricoltura fermandone<br />
la discesa, tenuto conto<br />
che questa nell’anno 2010 è stata in<br />
6<br />
POLITICHE AGRICOLE<br />
Produzione agricola in calo<br />
La crisi impone che siano adottate nuove strategie politiche<br />
di Piero Pecciarini<br />
Italia del 20,6 per cento<br />
per addetto.<br />
Strategie da adottare,<br />
iniziative da intraprendere,suggerimenti<br />
ed auspici si colgono<br />
in articoli, dibattiti,<br />
interviste che analizzano<br />
situazioni varie<br />
e complesse. C’è chi<br />
ravvisa che una delle ragioni che<br />
determinano <strong>il</strong> calo delle produzioni<br />
agricole sia da ricercarsi anche<br />
nella frammentazione del settore<br />
primario.<br />
Il Presidente della Confagricoltura<br />
Federico<br />
Vecchioni in una intervista<br />
a Pino Di Blasio,<br />
pubblicata su la pagina di<br />
Economia & Finanza del<br />
Il Resto del Carlino-La<br />
Nazione-Il Giorno del 1°<br />
Ottobre 2010 ha tra l’altro<br />
dichiarato “dobbiamo<br />
mettere in atto un colpo<br />
di reni in termini di scelte,<br />
di politiche comunitarie,<br />
nazionali, regionali.<br />
Partendo da un concetto<br />
nuovo: <strong>il</strong> comparto p ali-<br />
mentare italiano e la pro p -<br />
duzione agricola g devono<br />
essere trattati congiun g -<br />
tamente. Non ci possono<br />
essere più ministeri, o più<br />
assessorati che ragionano<br />
a compartimenti stagni e<br />
sprecano risorse, non ut<strong>il</strong>izzando<br />
o non attirando<br />
incentivi. Porta l’esempio<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
della pasta: fino alla farina è competenza<br />
del Ministero dell’Agricoltura,<br />
dalla farina in poi passa a quello<br />
dello Sv<strong>il</strong>uppo Economico fino ai<br />
controlli che spettano al Ministero<br />
della Salute”. Viene sottolineato<br />
quindi come la frammentazione è<br />
uno <strong>dei</strong> maggiori mali per l’agricoltura<br />
e quanto sia necessaria una<br />
azione per riformare l’assetto normativo<br />
del comparto che ha <strong>Leggi</strong><br />
vecchie di 50 anni non più consone<br />
ai tempi oramai cambiati.<br />
Viviamo l’epoca della globalizzazio-<br />
ne ove è necessaria l’integrazione<br />
delle reti di vendita, la distribuzione<br />
logistica, la esplorazione <strong>dei</strong> mercati<br />
per conoscerli e conquistarli con<br />
i prodotti italiani. Quindi Vecchioni<br />
sostiene che “Le politiche nazionali<br />
e regionali devono muoversi nella<br />
nuova ottica di produzione e vendita”.<br />
Una sollecitazione al mondo<br />
politico quindi che viene dal rappresentante<br />
della Confagricoltura<br />
affinché siano prese iniziative e stab<strong>il</strong>ite<br />
normative per fare riprendere<br />
<strong>il</strong> settore che ristagna.
La Coldiretti al Forum di Cernobbio<br />
ha chiesto la difesa del Made in<br />
Italy dalle agromafie. Qualcuno ha<br />
r<strong>il</strong>evato che le frodi alimentari siano<br />
più gravi di quelle fiscali, segnalando<br />
che un terzo della produzione<br />
agroalimentare venduta in Italia ed<br />
esportata deriva da materie prime<br />
importate, trasformate e vendute<br />
con <strong>il</strong> marchio Made in Italy in virtù<br />
di una legislazione superata.<br />
Sulla stessa lunghezza d’onda si r<strong>il</strong>evano<br />
le considerazioni del Prof.<br />
Scaramuzzi, Presidente della Accademia<br />
<strong>dei</strong> Georgof<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> quale nella<br />
stessa succitata pagina di Economia<br />
& Finanza scrive riferendosi al divario<br />
fra i costi delle produzioni nazionali<br />
ed prezzi sul mercato globale:<br />
“Per comprendere meglio <strong>il</strong> problema,<br />
bisogna avere presente che<br />
nel rapporto diretto fra produttori<br />
agricoli e consumatori si sono interposte<br />
importanti e complesse f<strong>il</strong>iere<br />
alimentari, che oramai coinvolgono<br />
POLITICHE AGRICOLE<br />
una serie crescente di distinte<br />
ed autonome attività<br />
imprenditoriali (per<br />
la preparazione, trasformazione,<br />
distribuzione<br />
ecc.). La miriade di prodotti<br />
alimentari che viene<br />
oggi immessa sui mercati<br />
ottiene un notevole valore<br />
aggiunto complessivo,<br />
spesso con un forte divario<br />
fra i prezzi al consumo<br />
e quelli pagati per le materie<br />
prime agricole.”. Il<br />
Prof. Scaramuzzi continua<br />
r<strong>il</strong>evando che per gli agricoltori<br />
i costi continuano<br />
ad aumentare indipendentemente<br />
dai prezzi <strong>dei</strong><br />
loro prodotti. Dall’altra<br />
parte le industrie alimentari<br />
che non sono legate<br />
ne hanno obblighi nei<br />
confronti delle produzioni<br />
agricole nazionali sono<br />
libere di approvvigionarsi<br />
di materie prime sul<br />
mercato globale. Ecco<br />
come si determinano<br />
spesso l’esclusione <strong>dei</strong><br />
nostri agricoltori dalle<br />
f<strong>il</strong>iere alimentari ed i<br />
conseguenti squ<strong>il</strong>ibri<br />
che generano stati di<br />
crisi.<br />
Crisi non solo economica<br />
ma tutto <strong>il</strong> sistema<br />
è critico. Sorge<br />
quindi la necessità di<br />
ristab<strong>il</strong>ire equità nel<br />
settore ed uscire dalle<br />
crisi. Occorre ricercare<br />
nuovi modelli di<br />
sv<strong>il</strong>uppo sia sul prof<strong>il</strong>o<br />
economico che politico.<br />
Intervenire con<br />
azioni e normative<br />
adeguate per tutelare<br />
i redditi di tutti coloro<br />
che operano nella<br />
f<strong>il</strong>iera valorizzando<br />
equamente i prodotti primari. Dovrebbero<br />
delinearsi momenti di<br />
scelte strategiche, anche a livello<br />
comunitario. Non è un caso che <strong>il</strong><br />
Parlamento Europeo in seduta plenaria<br />
abbia approvata una relazione<br />
su “Entrate eque per gli Agricoltori”.<br />
Restando sul piano nazionale<br />
considerate le problematiche che si<br />
riscontrano nel comparto agricolo,<br />
l’interdipendenze, gli intrecci di<br />
competenze sul piano sia politicoeconomico<br />
e più strettamente mercant<strong>il</strong>e<br />
si debba davvero pensare che<br />
i tempi siano tali da dare ragione a<br />
chi auspica l’unificazione in un solo<br />
Ministero di Agricoltura ed Industria<br />
Alimentare. Ciò può ritenersi<br />
uno <strong>dei</strong> fattori da introdurre per<br />
uscire dai compartimenti stagni ed<br />
allargare e promuovere, sulla base<br />
di nuove discipline legislative azioni<br />
che cambino <strong>il</strong> sistema, rivitalizzino<br />
<strong>il</strong> settore agricolo riportandovi<br />
competitività e redditi adeguati agli<br />
impegni economici ed operativi.<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 7
di Mario Fregoni – Presidente onorario dell’OIV<br />
La viticoltura biodinamica<br />
ha una<br />
f<strong>il</strong>osofia complessa<br />
che coinvolge sia<br />
la pianta che <strong>il</strong> terreno.<br />
In questa relazione si<br />
prenderà in considerazione<br />
solo la fert<strong>il</strong>ità<br />
del suolo, obiettivo<br />
spesso trascurato dalle<br />
altre strategie di gestione<br />
del vigneto. La scelta<br />
deriva dalla sensib<strong>il</strong>ità della formazione<br />
agronomica universitaria dello<br />
scrivente, allievo di due grandi umisti<br />
(Professori Alfonso Draghetti e<br />
GianPietro Ballatore), che tuttavia<br />
si professa umo-mineralista.<br />
Le viticolture attuali<br />
La conduzione del vigneto è in maggioranza<br />
basata sull’uso <strong>dei</strong> prodotti<br />
antiparassitari, <strong>dei</strong> fert<strong>il</strong>izzanti,<br />
<strong>dei</strong> diserbanti, degli ormoni e così<br />
via. Un numero sempre maggiore<br />
di tecnici e di viticoltori si orienta<br />
alla riduzione ragionata <strong>dei</strong> mezzi<br />
chimici, ma con gestioni diversificate,<br />
come appare dalla (fig. 1), nella<br />
quale la “Viticoltura durab<strong>il</strong>e” o “sostenib<strong>il</strong>e”<br />
rappresenta l’obiettivo di<br />
alcune gestioni della viticoltura, che<br />
tendono a realizzare obiettivi economici<br />
e sociali, unitamente al rispetto<br />
dell’ambiente.<br />
Fra le viticolture durab<strong>il</strong>i o sostenib<strong>il</strong>i<br />
figurano l’”integrata”, che tende<br />
a integrare i mezzi chimici con quelli<br />
biologici, la “biologica” o “organi-<br />
*<br />
8<br />
ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />
<br />
ca”, che esclude l’impiego<br />
<strong>dei</strong> mezzi chimici<br />
di sintesi ma ammette<br />
l’uso di certi composti<br />
(es. rame, zolfo, ecc.)<br />
e soprattutto di quelli<br />
biologici (es. nella lotta<br />
antiparassitaria), la<br />
“biodinamica” che è<br />
ancora più restrittiva<br />
nell’uso <strong>dei</strong> mezzi chimici,<br />
fa leva sulle resistenze<br />
della pianta e cura maggiormente<br />
la fert<strong>il</strong>ità del suolo. Vi è chi<br />
considera la “biodinamica” una forma<br />
di viticoltura “biologica”, ma vi<br />
è anche chi non la considera affatto,<br />
per ragioni scientifiche.<br />
In realtà mancano alcune definizio-<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
ni e protocolli di produzione sia a<br />
livello viticolo e, soprattutto, a livello<br />
enologico, anche se alcuni Paesi<br />
extra-europei etichettano <strong>il</strong> vino con<br />
le diciture di integrata, biologica o<br />
biodinamica. Soprattutto i controlli<br />
non sono sempre sufficienti.<br />
Lo scopo della presente relazione<br />
è tuttavia limitato alla fert<strong>il</strong>ità del<br />
suolo, dato che in genere prevale<br />
l’attenzione sulla pianta (trattamenti<br />
antiparassitari) e si dimentica o si<br />
trascura la fert<strong>il</strong>ità del terreno.<br />
La fert<strong>il</strong>ità del suolo<br />
L’ecosistema o terroir viticolo è<br />
composto dal vitigno, dal clima, dal<br />
suolo e dalle tecniche viticole ed<br />
enologiche (fig. 2). Questi fattori interagiscono<br />
fra loro per fornire un<br />
Fig. 1 : Le gestioni alternative del vigneto<br />
Integrata<br />
Economico<br />
sociale<br />
Viticoltura<br />
Biologica<br />
(organica)<br />
Durab<strong>il</strong>e<br />
(sostenib<strong>il</strong>e)<br />
Ambientale<br />
* Relazione presentata al Convegno di Vitivinicoltura biodinamica di Cerreto Guidi <strong>il</strong> 12 giugno 2010.<br />
Biodinamica
vino più o meno originale o tipico.<br />
Il suolo e <strong>il</strong> sottosuolo rappresentano<br />
due p<strong>il</strong>astri fondamentali nella<br />
produzione <strong>dei</strong> vini di qualità e le<br />
loro caratteristiche chimiche e sensoriali<br />
dipendono dall’origine geologica,<br />
dall’interazione con la pianta e<br />
dalle cure al suolo dell’uomo.<br />
I vini eccelsi si ottengono nei terreni<br />
con strato attivo e sottosuolo porosi,<br />
con roccia madre penetrab<strong>il</strong>e dalle<br />
radici, che devono raggiungere la<br />
falda freatica profonda, per dare stab<strong>il</strong>ità<br />
alla nutrizione idrica alla vite,<br />
che costituisce un pre-requisito della<br />
qualità del vino. Non si ottengono<br />
grandi vini nei terreni superficiali,<br />
ma soprattutto in quelli compatti<br />
(fig. 3) che mantengono le radici in<br />
superficie per mancanza di ossigeno<br />
in profondità.<br />
I fenomeni della nutrizione minerale<br />
e idrica della vite sono <strong>il</strong>lustrati nella<br />
(fig. 4), nella quale appaiono importanti<br />
le attività della microflora e<br />
della microfauna nel primo orizzonte<br />
del suolo, l’assorbimento minerale<br />
nel secondo strato, l’alimentazione<br />
idrica nel terzo orizzonte e la<br />
trasformazione delle radici operate<br />
sulla roccia madre per originare l’arg<strong>il</strong>la<br />
nel quarto strato profondo.<br />
<br />
ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Di grande r<strong>il</strong>evanza agronomica è<br />
la struttura glomerulare del terreno<br />
che determina la stab<strong>il</strong>ità fisica ed<br />
evita la compattazione del suolo e<br />
pertanto favorisce tutti i fenomeni<br />
chimico-biologici che avvengono nel<br />
terreno. La struttura glomerulare è<br />
legata al complesso arg<strong>il</strong>lo-humico,<br />
ossia al prodotto derivante dall’unione<br />
di due colloidi elettronegativi<br />
(arg<strong>il</strong>la e humus) tramite <strong>il</strong> ponte di<br />
alcuni cationi positivi, in particolare<br />
del calcio, elemento portante nella<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
fert<strong>il</strong>ità del suolo.<br />
L’humus svolge un ruolo insostituib<strong>il</strong>e<br />
nell’assorbimento minerale delle<br />
radici, attraverso <strong>il</strong> mantenimento<br />
di un pH equ<strong>il</strong>ibrato, ossia verso la<br />
neutralità.<br />
I pH acidi favoriscono solo l’assorbimento<br />
<strong>dei</strong> microelementi, che possono<br />
provocare fitotossicità alle cellule<br />
<strong>dei</strong> peli radicali. Il calcio é indispensab<strong>il</strong>e<br />
per la stab<strong>il</strong>ità del pH..<br />
Un terreno “organico” impedisce<br />
che si degradi la struttura glomerulare<br />
e la compattazione e che <strong>il</strong> terreno<br />
diventi “minerale”, nel quale l’assorbimento<br />
degli elementi si riduce sino<br />
all’ister<strong>il</strong>imento biologico del suolo,<br />
accompagnato da decalcificazione<br />
progressiva.<br />
Sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o microbiologico vanno<br />
sottolineate con grande r<strong>il</strong>ievo le<br />
funzioni batteriche nel suolo, quali<br />
la produzione di antibiotici che ostacolano<br />
i funghi, di ormoni della crescita<br />
radicale, necessaria per l’assorbimento<br />
minerale e idrico, l’azione<br />
chelante verso <strong>il</strong> ferro, la solub<strong>il</strong>izzazione<br />
<strong>dei</strong> fosfati, e via dicendo.<br />
L’insieme della microflora e della<br />
microfauna del suolo e l’humus rappresenta<br />
alcune centinaia di tonnellate<br />
di sostanza organica, una vera<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 9
miniera di composti organici che<br />
non deve essere distrutta da interventi<br />
inquinanti.<br />
L’humus e la fert<strong>il</strong>ità del suolo<br />
Nessuna forma economica di viticoltura<br />
è possib<strong>il</strong>e nei terreni privi di<br />
humus. Si può coltivare la vite sulla<br />
sabbia o su materiali inerti, come in<br />
idroponica, ma questa coltura artificiale<br />
approda a vini senza qualità e<br />
originalità, oltre che costosi.<br />
L’humus è pertanto indispensab<strong>il</strong>e<br />
alla vita del terreno e alla fert<strong>il</strong>ità<br />
fisica, chimica e microbiologica del<br />
suolo.<br />
La fonte dell’humus è la sostanza<br />
organica, che viene trasformata in<br />
humus dai microrganismi del suolo<br />
(umificazione). La composizione<br />
dell’humus è complessa: comprende<br />
gli acidi imatomelanici (influiscono<br />
sulla struttura del suolo), gli acidi<br />
umici (che favoriscono l’assorbimento<br />
degli elementi minerali attraverso<br />
la chelazione, ossia formando umati<br />
(si afferma che gli acidi umici sono <strong>il</strong><br />
latte della terra), gli acidi fulvici (che<br />
solub<strong>il</strong>izzano i minerali rendendoli<br />
liberi), gli acidi organici, gli acidi<br />
fenolici, i polifenoli, le proteine, gli<br />
aminoacidi, i lipidi (composti che<br />
esercitano funzioni chelanti), nonché<br />
ormoni, vitamine, enzimi (ure-<br />
10<br />
ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />
Fig. 4 :<br />
e A<br />
oflora produce humus<br />
ofauna favorisce l ’aerazione<br />
La nutrizione della vite è completa<br />
quando avviene negli strati<br />
superficiali e nel sottosuolo; questo<br />
èpiù importante del primo strato<br />
del terreno.<br />
e B<br />
mento <strong>dei</strong> cationi dal complesso arg<strong>il</strong>lo-humico<br />
oflora libera gli anioni<br />
e C<br />
-Alimentazione idrica<br />
Orizzonte D<br />
-Roccia madre: le radici la trasformano in arg<strong>il</strong>la<br />
asi, <strong>dei</strong>drogenasi, fosfatasi, cellulasi,<br />
fenolossidasi, ecc.). Molti di questi<br />
composti sono alimenti della microflora<br />
e della microfauna.<br />
La sostanza organica necessaria si<br />
misura con la quantità di sostanza<br />
secca che i vegetali apportano, tenendo<br />
presente che ogni anno occorrono<br />
circa 35-70 q/ha di sostanza secca<br />
a ettaro, per produrre circa 5-20 q/ha<br />
di humus, che è la quantità che viene<br />
ossidata nel terreno vitato. Dette<br />
quantità di sostanza secca si possono<br />
riportare con i vegetali (v. tab. 1).<br />
Così i tralci possono restituire da 12<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
a 22 q/ha di sostanza secca, un sovescio<br />
anche 60 q/ha di sostanza secca,<br />
l’inerbimento molto meno (dipende<br />
dalle essenze); si rammenta che 100<br />
q/ha di letame restituiscono solo 18<br />
q/ha di sostanza secca e per di più<br />
producono un humus effimero ricco<br />
di azoto organico.<br />
Nei vigneti italiani spesso la sostanza<br />
organica è inferiore all’1%, specie<br />
nel sud, quando l’optimum dovrebbe<br />
essere circa <strong>il</strong> doppio. La sostanza<br />
organica può originare humus stab<strong>il</strong>e,<br />
cioè più duraturo e più resistente<br />
all’ossidazione, oppure humus lab<strong>il</strong>e,<br />
che si distrugge più rapidamente.<br />
Producono humus stab<strong>il</strong>e la paglia,<br />
i tralci, <strong>il</strong> legno in genere, perché<br />
ricchi di lignina, mentre producono<br />
humus lab<strong>il</strong>e, le vinacce, <strong>il</strong> letame, <strong>il</strong><br />
sovescio e l’inerbimento. Fra le piante<br />
erbacee le graminacee forniscono<br />
humus stab<strong>il</strong>e, le leguminose humus<br />
lab<strong>il</strong>e.<br />
Sostanza secca necessaria 35-70 q a<br />
ettaro/anno<br />
Humus ossidato 5-20 q/ha/anno<br />
(1-2% all’anno)<br />
La sostanza organica e l’azoto.<br />
La sostanza organica fornisce l’humus,<br />
ma questo origina azoto (tramite<br />
<strong>il</strong> processo di mineralizzazione
operata dai batteri), elemento di uso<br />
delicato nel vigneto, in quanto sia la<br />
carenza che l’eccesso possono essere<br />
nocivi per la qualità del vino. Torba,<br />
paglia e tralci contengono poco<br />
azoto, mentre, al contrario vinacce,<br />
sovescio, inerbimento e soprattutto<br />
letame, producono abbastanza o<br />
molto azoto.<br />
Ne consegue che nel vigneto occorrerebbe<br />
favorire l’apporto di materiali<br />
vegetali ricchi di cellulosa e<br />
lignina (questa è definita l’oro del<br />
suolo), quali ramaglie, tralci di vite,<br />
paglie (specie di riso) ricche di lignina,<br />
stocchi, graminacee, foglie, che<br />
ovviamente andrebbero compostati<br />
con l’impiego di integratori azotati<br />
e di colture batteriche (tra le quali<br />
quelle <strong>dei</strong> batteri lattici) e fungine<br />
cellulosolitiche. Sono miscele già<br />
sperimentate e in commercio.<br />
La viticoltura dovrebbe usare maggiormente<br />
la tecnica del compostaggio,<br />
tradizionale nella viticoltura<br />
biodinamica, favorendo <strong>il</strong> reimpiego<br />
di residui vegetali poveri di azoto.<br />
Nella viticoltura biodinamica si usa<br />
distribuire sospensioni di feci di vacca<br />
che hanno fermentato nei corni di<br />
vacca. In sostanza la pratica è come<br />
un’inseminazione batterica e fungina,<br />
ma ha bisogno di essere abbinata<br />
a sostanza organica che produca humus<br />
stab<strong>il</strong>e.<br />
Nella viticoltura biodinamica della<br />
Bourgogne si usano anche letami<br />
misti (vaccini, ovini, ecc.) di almeno<br />
sei mesi di maturazione, che vengono<br />
distribuiti in piccole dosi.<br />
Tab. 1 – Sostanza secca nei vegetali<br />
% SS<br />
Torba 90<br />
Paglia 85<br />
Tralci 50<br />
Vinacce 30<br />
Sovescio 25<br />
Letame 18<br />
ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />
<br />
<br />
Il letame e l’azoto<br />
Per un lungo periodo storico l’unico<br />
concime esistente era <strong>il</strong> letame,<br />
praticamente quasi scomparso attualmente,<br />
almeno nella classica definizione<br />
di “composto di feci solide<br />
e liquide degli animali, frammiste<br />
alla lettiera”; quest’ultima non è più<br />
in uso negli allevamenti moderni e<br />
pertanto rimangono solo le feci solide,<br />
dato che quelle liquide vanno<br />
perdute.<br />
I viticoltori, comunque, in passato<br />
hanno sempre avuto un rapporto di<br />
amore e odio nei confronti del letame,<br />
in quanto negli anni della letamazione<br />
del vigneto (circa 200-300<br />
q/ha/ogni tre anni) constatavano<br />
maggiori infezioni di peronospora<br />
e Botrytis, vigore elevato, lignificazione<br />
incompleta, instab<strong>il</strong>ità e scarsa<br />
conservab<strong>il</strong>ità del vino. Oggi ne conosciamo<br />
i motivi, in quanto <strong>il</strong> letame<br />
fornisce sostanzialmente solo<br />
azoto, poco fosforo e potassio,<br />
ma apporta i microelementi. Un<br />
esempio dell’effetto delle letamazioni<br />
è stato seguito dallo scrivente<br />
presso un viticoltore che ha<br />
sempre creduto nel letame, distribuendone<br />
300 q/ha/anno, per diversi<br />
anni. Viti vigorose, grappoli<br />
e acini grossi (con alterazione del<br />
rapporto fondamentale buccia/<br />
Fig. 5 :<br />
Struttura<br />
glomerulare<br />
Complesso<br />
arg<strong>il</strong>lo -humico<br />
Arg<strong>il</strong>la - Humus -<br />
Cationi +<br />
(Ca, Mg, ecc.)<br />
Per evitare la compattazione occorre mantenere la struttura glom erulare del suolo<br />
(evita l ’asfissia, fac<strong>il</strong>ita l ’aerazione, incrementa la capacit à idrica, riduce l ’erosione, …)<br />
polpa, per riduzione della buccia,<br />
contenente i composti nob<strong>il</strong>i della<br />
qualità, come aromi, antociani,<br />
tannini morbidi, enzimi, ecc. e infine<br />
mosti ricchi di aminoacidi ossia<br />
di azoto prontamente assim<strong>il</strong>ab<strong>il</strong>e<br />
(APA) (ut<strong>il</strong>izzato come alimento<br />
dai leviti), passato nell’arco di alcuni<br />
anni da circa 100 ppm a 300 ppm. Le<br />
fermentazioni sono risultate tumultuose,<br />
con forti e rapidi innalzamenti<br />
della temperatura, praticamente diffic<strong>il</strong>i<br />
da governare e con la formazione<br />
di composti solforati (tipo dimet<strong>il</strong>solfuro),<br />
che danno lievi odori di<br />
uova marce.<br />
Per la soluzione del problema non è<br />
stato ritenuto sufficiente interrompere<br />
le letamazioni, ma si è pensato<br />
di effettuare anche un inerbimento<br />
esigente in azoto e acqua, come la<br />
Festuca arundinacea e di intervenire<br />
per via fogliare per gli altri macro e<br />
microelementi. Con la concimazione<br />
fogliare nelle fasi fenologiche sensib<strong>il</strong>i<br />
o esigenti è possib<strong>il</strong>e risparmiare<br />
l’80% degli elementi (rispetto al<br />
terreno), aumentare le resistenze<br />
agli stress abiotici e biotici, migliorare<br />
anche la qualità (colore, aromi,<br />
ecc.). Sull’argomento APA si desidera<br />
richiamare l’attenzione anche<br />
sulle carenze di azoto prontamente<br />
assim<strong>il</strong>ab<strong>il</strong>e nei mosti, altrettanto<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 11
dannose, in quanto determinano <strong>il</strong><br />
blocco delle fermentazioni, per assenza<br />
di nutrimento <strong>dei</strong> lieviti.<br />
La carenza di APA è più pericolosa<br />
nei vini destinati alla spumantizzazione,<br />
che si effettua in due tempi ed<br />
è molto lunga, in quanto alla riduzione<br />
dell’attività <strong>dei</strong> lieviti si accompagna<br />
la diminuzione del matrimonio<br />
fra aminoacidi e gli altri composti<br />
del vino, che sta alla base del bouquet<br />
e della formazione di composti<br />
aromatici particolari, come i lattoni<br />
degli Champagne. Si afferma, infatti,<br />
che i grandi Champagne siano legati<br />
a livelli alti di APA, che tuttavia non<br />
12<br />
ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />
devono essere eccessivi. In particolare<br />
negli Champagne si riscontrano<br />
i seguenti aminoacidi: arginina,<br />
treonina, alanina, acido L-aspartico,<br />
acido L-glutammico, che si possono<br />
fornire anche per via fogliare.<br />
Pertanto l’uso del letame e degli altri<br />
composti organici va controllato<br />
con l’analisi <strong>dei</strong> mosti e <strong>dei</strong> vini e va<br />
orientato più all’uso <strong>dei</strong> residui ricchi<br />
di cellulosa, e soprattutto di lignina,<br />
ma poveri di azoto.<br />
L’humus e <strong>il</strong> terroir<br />
L’espressione del terroir si ritrova<br />
nel vino quando <strong>il</strong> terroir ha una vera<br />
“vocazione” alla qualità. Restando<br />
al solo terreno si può segnalare che<br />
le caratteristiche di vocazionalità<br />
dipendono dall’origine geologica e<br />
dalla complessità della composizione<br />
minerale che ne deriva. Vi sono –ad<br />
esempio- terreni più o meno ricchi<br />
di microelementi o di elementi traccia<br />
che determinano la personalità<br />
distinta del vino, attraverso la dotazione<br />
<strong>dei</strong> numerosi enzimi composti<br />
anche di microelementi e che sono<br />
alla a base della sintesi <strong>dei</strong> composti<br />
nob<strong>il</strong>i del vino, quali gli aromi. Tuttavia<br />
gli enzimi sono costituiti anche<br />
da molecole organiche (proteiche) e<br />
pertanto non vi può essere espressione<br />
di un terroir senza sostanza<br />
organica, ossia mineralizzato. Da qui<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
deve derivare <strong>il</strong> costante rifornimento<br />
di sostanza organica da tramutare<br />
in humus e <strong>il</strong> rispetto dell’architettura<br />
biologica del suolo, che conduce<br />
alle massime espressioni del terroir.<br />
Vi sono, infatti, vini di terroir e vini<br />
industriali, che spesso non hanno alcun<br />
rapporto con <strong>il</strong> terroir. Più precisamente:<br />
<strong>il</strong> vino di terroir deriva da<br />
uve di unità di terroir sim<strong>il</strong>i di uno<br />
spazio ristretto, <strong>il</strong> vino industriale ha<br />
origine da mescolanze di uve di terroir<br />
distanti e differenti, di uno stesso<br />
territorio geografico o di zone geografiche<br />
lontane. Il viticoltore che<br />
desidera ottenere vini di terroir deve<br />
osservare molte regole per produrre<br />
uva di qualità, ossia perfettamente<br />
matura e ricca di microcomposti<br />
che stanno alla base della qualità<br />
eccelsa. Nel vino esiste una macrostruttura<br />
(alcol, acidi, ecc.) e una<br />
microstruttura (aromi, enzimi,ecc.)<br />
ed è quest’ultima che rappresenta la<br />
personalità organolettica e sensoriale<br />
del vino. La composizione del vino<br />
è talmente complessa che è diffic<strong>il</strong>e<br />
stab<strong>il</strong>ire quali fattori del terroir sono<br />
correlati, ma è certo che la vita biologica<br />
del suolo e la composizione<br />
chimico-fisica del terreno sono fra le<br />
condizioni dispensab<strong>il</strong>i per al produzione<br />
di vini di terroir.<br />
Da qui gli interventi con micorrize,<br />
colture batteriche e fungine o con<br />
soluzioni provenienti dalle feci bovine<br />
adottate nella biodinamica.<br />
Il terroir non va distrutto con gli<br />
scassi, perché per ricrearlo occorrono<br />
circa 100 anni.<br />
Anche l’uso <strong>dei</strong> composti chimici<br />
(erbicidi e concimi) va attentamente<br />
valutato e ridotto allo stresso necessario,<br />
come insegna la viticoltura integrata<br />
sostenib<strong>il</strong>e. Oggi la concimazione<br />
al vigneto può essere ridotta<br />
al 120% delle dosi se distribuite per<br />
via fogliare e purché si mantenga la<br />
fert<strong>il</strong>ità organica e biologica, on la<br />
reintegrazione annuale delle perdite<br />
di humus.
L’Unione Europa ha pubblicato una<br />
direttiva che prevede la certificazione<br />
da parte di esperti per l’acquisto<br />
e l’uso <strong>dei</strong> fitofarmaci, allo scopo<br />
di tutelare l’ambiente e ola salute<br />
umana.<br />
Nell’ambiente è incluso <strong>il</strong> rispetto<br />
del suolo viticolo che non deve essere<br />
distrutto o menomato dagli inquinanti<br />
superficiali e profondi (e<br />
delle falde). La Bourgogne ha iniziato<br />
a classificare i terroir nel 600<br />
d.C. con i Benedettini e i Cistercensi<br />
e attualmente rappresenta l’esempio<br />
più completo di gerarchia <strong>dei</strong><br />
terroir. L’espressione del terroir nel<br />
vino si ottiene rispettando <strong>il</strong> solo e la<br />
vigna con interventi minimi e mirati<br />
di prodotti chimici, ciò che continua<br />
anche in cantina, con una tecnologia<br />
tradizionale.<br />
Conclusioni<br />
La viticoltura sta diventando sempre<br />
più responsab<strong>il</strong>e nei confronti<br />
dell’ambiente e si interroga maggiormente<br />
sull’uso corretto del suolo, al<br />
fine di lasciare ai posteri quanto abbiamo<br />
ereditato dai nostri avi.<br />
La conservazione della fert<strong>il</strong>ità del<br />
terreno è uno degli scopi essenziali<br />
dell’’attività del viticoltore attento<br />
ai valori sociali e ambientali e di<br />
conseguenza la preservazione di un<br />
tasso adeguato di sostanza organica<br />
e di humus durevole o stab<strong>il</strong>e fa<br />
parte degli obiettivi della viticoltura<br />
durevole o sostenib<strong>il</strong>e. Un terreno<br />
fert<strong>il</strong>e sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o strutturale, chimico<br />
e biologico rafforza le difese<br />
ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />
endogene della vite, con la sintesi di<br />
molecole di resistenza, quali <strong>il</strong> resveratrolo,<br />
i tannini, la quercetina, ecc.;<br />
ciò consente di ridurre gli interventi<br />
antiparassitari associando composti<br />
alternativi stimolanti di dette molecole<br />
(es. fosfito di potassio, acidi umici,<br />
aminoacidi) ai normali antipero-<br />
nosporici. Queste strategie sono già<br />
di possib<strong>il</strong>e attuazione nella viticoltura<br />
integrata, ma potrebbero presto<br />
rientrare anche in quella biologica e<br />
biodinamica.<br />
Fra le strategie più sensib<strong>il</strong>i della viticoltura<br />
durevole o sostenib<strong>il</strong>e vanno,<br />
infatti, annoverate la viticoltura<br />
biologica e soprattutto la viticoltura<br />
biodinamica, che adotta interventi<br />
accurati per <strong>il</strong> suolo ai fini del mantenimento<br />
della fert<strong>il</strong>ità biologica,<br />
spesso assenti nelle altre forme di<br />
viticoltura. Le tecniche della viticoltura<br />
biodinamica si possono anche<br />
discutere alla luce delle conoscenze<br />
scientifiche, ma non bisogna dimenticare<br />
che queste non hanno ancora<br />
spiegato tutto nella biologia e di<br />
riflesso nella viticoltura biologica o<br />
biodinamica.<br />
Considerando che si possono introdurre<br />
molte molecole organiche<br />
nella nutrizione (aminoacidi, acidi<br />
umici, ecc.) e nella difesa della vite<br />
(tannini, colture batteriche, colture<br />
fungine e così via), anche al fine di<br />
aumentare le resistenze endogene,<br />
tenendo conto che le teorie di Steiner<br />
risalgono al 1924, che le conoscenze<br />
scientifiche attuali sono molto<br />
progredite e che l’innovazione è<br />
in continua evoluzione; constatato<br />
che <strong>il</strong> convegno di Cerreto Guidi è<br />
impostato su “paradigmi scientifici<br />
a confronto per una vitivinicoltura<br />
biodinamica moderna”; osservato<br />
che la biodinamica è invece molto<br />
biostatica e dipendente culturalmente<br />
da altri Paesi (Germania, Francia,<br />
Australia, ecc.), si propone di redigere<br />
una pubblicazione con i fondamenti<br />
per una “viticoltura biodinamica<br />
italiana”, che tenga conto della<br />
f<strong>il</strong>osofia originaria, di tipo organico,<br />
ma anche delle conoscenze scientifiche<br />
moderne sulla fisiologia della<br />
nutrizione e sulle resistenze indotte<br />
avverso gli stress biotici e abiotici.<br />
E’ un compito che richiede <strong>il</strong> dialogo<br />
scientifico fra viticoltori e ricercatori<br />
di estrazione pluridisciplinare.<br />
Bibliografia<br />
g<br />
Bourghigon C. et L. 2008. Le sol, la terre et les champs. Sang de la terre. Paris<br />
Fortin J.A., Plenchette C., Piche’ Y. Les mycorhizes, la nouvelle révolution verte. Edition Multimonde<br />
Fregoni M. 1970. La concimazione della vite. Saturnia, Trento<br />
Fregoni M. 1980. Nutrizione e fert<strong>il</strong>izzazione <strong>dei</strong> vigneti. Edagricole, Bologna<br />
Fregoni M.. 2005. Viticoltura di qualità. Tecniche Nuove, M<strong>il</strong>ano<br />
Fregoni M. 2009. Atlante nutrizionale della vite. Tecniche Nuove, M<strong>il</strong>ano<br />
Giovannetti G., Iacono F. 2008. Per una viticoltura simbiotica. Il Consumo, 2-3<br />
Joly N. 2003. Le vin du ciel à la terre. La viticulture en biodynamie. Sang de la terre. Paris.<br />
Mazz<strong>il</strong>li R. Viticoltura sostenib<strong>il</strong>e. Stazione Sperimentale per la viticoltura sostenib<strong>il</strong>e. Gaiole in Chianti, Firenze.<br />
Vigne Et Vin 2003. Viticulture biologique. Bordeaux<br />
Wittkoski F. 2009. Integrated production. OIV. Paris<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 13
di Raffaello Biagiotti<br />
Capitolo(01)<br />
“Premessa”<br />
01.1- La materia legata al nostro<br />
problema è l’Estimo, cioè la scienza<br />
che studia e insegna i metodi o i criteri<br />
di valutazione <strong>dei</strong> beni in generale o<br />
<strong>dei</strong> fenomeni a loro attinenti in particolare,<br />
i quali possono essere positivi<br />
o negativi; a noi interessano i secondi,<br />
quindi i danni che un bene riceve nella<br />
sua integrità o produttività.<br />
Volendo f<strong>il</strong>osofare, un bene è ciò che,<br />
materiale o immateriale, ha la facoltà<br />
di soddisfare un bisogno umano,<br />
dunque è un desiderio spasmodico<br />
che stimola <strong>il</strong> nostro cervello nel desiderare<br />
e possedere un qualcosa, conosciuto,<br />
ad esempio si fuma perché<br />
esiste <strong>il</strong> tabacco, si sente <strong>il</strong> bisogno di<br />
mangiare una bistecca, perché si conosce<br />
la carne bovina, in particolare<br />
come “ la Chianina” e la tipologia o<br />
tecnica di cottura.<br />
Il perito deve avere delle conoscenze<br />
approfondite del bene oggetto di<br />
stima, del fenomeno dannoso e del<br />
metodo da adottare, per pervenire<br />
al valore economico più vicino alla<br />
realtà, nella consapevolezza comunque<br />
di non pervenire alla verità assoluta,<br />
quindi attenzione alla propria<br />
um<strong>il</strong>tà!!!!.<br />
Infatti nelle stime esiste una alea<br />
soggettiva, dovuta proprio alla non<br />
perfezione dell’uomo, tuttavia ciò è<br />
previsto e pertanto tollerab<strong>il</strong>e, mentre<br />
non è tollerab<strong>il</strong>e l’errore macroscopico<br />
o peggio la consapevolezza del<br />
dolo “Corruzione”!!!.<br />
Il perito deve essere imparziale, quando<br />
opera per Enti Pubblici, Tribunali<br />
14<br />
CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />
Stime danni a varie colture<br />
prodotti da selvaggina<br />
o come unico estimatore, mentre deve<br />
curare gli interessi del proprio cliente,<br />
se perito di parte, ma sempre con professionalità<br />
e deontologia idonea alla<br />
dimostrazione delle proprie capacità<br />
peritali nel servizio prestato, richiesto<br />
ed accettato.<br />
Ritengo che <strong>il</strong> perito quindi debba<br />
avere esatta cognizione della stima da<br />
concludere, qualora questo non sia a<br />
Lui possib<strong>il</strong>e chiedere l’intervento di<br />
un collega più specializzato o rinunciare<br />
all’incarico.<br />
01.2- Conoscenza della coltura<br />
esaminata, nelle sue caratteristiche<br />
fenologiche o ciclo vegetativo, della<br />
morfologia della pianta e di tutte le<br />
sue componenti, aeree e radicali, sia<br />
se la cultivar è annuale, poli-annuale,<br />
erbacea o arborea ( da frutto o da<br />
legna).<br />
Capitolo (02)<br />
“Criteri o metodi di stima”<br />
02.01- L’estimo ci fornisce diversi<br />
metodi o criteri di stima, ma quello<br />
da noi preso in considerazione è detto<br />
in contraddittorio, ,<br />
cioè per p constata-<br />
zione dell’evento,<br />
, analisi per p la<br />
quantificazione<br />
q<br />
del danno.<br />
02.02- La stima<br />
in contraddittorio<br />
è effettuata<br />
sul sito del danno,<br />
alla presenza<br />
del danneggiato,<br />
<strong>il</strong> quale in precedenza<br />
ha richiesto<br />
<strong>il</strong> risarcimento e<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
ipotizzato un quantum di danno e gli<br />
animali che lo hanno provocato.<br />
Innanzi tutto l’estimatore deve sapere<br />
ed essere convinto che in quel<br />
momento è un ospite e quindi non<br />
sentirsi al di sopra degli altri o peggio<br />
ancora, mettersi in cattedra di fronte<br />
al danneggiato, <strong>il</strong> quale purtroppo è<br />
già prevenuto nei confronti del perito,<br />
perché si vede detratto dal suo reddito<br />
un quantum del tutto imprevedib<strong>il</strong>e,<br />
per una sopravvenienza passiva e<br />
quindi non prevista; per cui l’atteggiamento<br />
deve risultare disteso, amichevole,<br />
consapevole e convincente.<br />
Il contraddittorio si basa sul risultato<br />
delle analisi di stima del Perito,<br />
che diffic<strong>il</strong>mente corrispondono con<br />
<strong>il</strong> quantum richiesto o desiderato dal<br />
danneggiato, anzi spesso si differenziano<br />
in modo evidente, poiché talvolta<br />
qualcuno tenta di fare <strong>il</strong> troppo furbo.<br />
L’estimatore deve mostrare la sua<br />
ab<strong>il</strong>ità, non tanto di mediatore, quanto<br />
di professionista, quindi spiegare<br />
in modo soddisfacente e con frasario
appropriato, al danneggiato, <strong>il</strong> criterio<br />
di stima che si intende adottare, l’analisi<br />
da eseguire, la quantità calcolata<br />
come produzione normale e <strong>il</strong> mancato<br />
prodotto, quindi la P.L.V.; non<br />
conseguib<strong>il</strong>e sempre come prodotto e<br />
non come valore in denari, perché nel<br />
caso specifico i prezzi unitari sono dati<br />
da Camera di Commercio, Provincia e<br />
Associazioni Agricole di categoria riuniti<br />
in commissione unica.<br />
Il perito deve accertarsi che i luoghi,<br />
e nello specifico la coltivazione, siano<br />
quelli sui quali è stato richiesto <strong>il</strong><br />
danno; che <strong>il</strong> prodotto o <strong>il</strong> bene sia<br />
condotto come suol dirsi da buon padre<br />
di famiglia, e non solo per dimostrare<br />
la coltura e recepire i contributi<br />
CEE.<br />
Il danneggiato è agricoltore, quindi<br />
conosce molto bene i suoi prodotti, le<br />
produzioni ottenib<strong>il</strong>i, i danni ricevuti<br />
dalle sue piante, come tale si rende<br />
conto delle capacità peritali dell’estimatore<br />
presente; e se questo è convincente<br />
si perverrà ad una conclusione<br />
bonaria, in tal caso i verbali vengono<br />
controfirmati ed una copia deve essere<br />
consegnata al danneggiato, una<br />
all’ente liquidatore ed una rimanere<br />
al perito; ma se questo non avviene<br />
e quindi <strong>il</strong> richiedente non firma l’accordo<br />
per accettazione del danno, <strong>il</strong><br />
perito entro 24 ore deve spedire una<br />
copia del verbale al danneggiato.<br />
Il verbale deve contenere i seguenti<br />
CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />
dati: quelli personali riguardanti <strong>il</strong><br />
danneggiato o della sua azienda, luogo<br />
del danno, <strong>il</strong> tipo di danno, la selvaggina<br />
che lo ha provocato, la quantità di<br />
danno calcolata dal perito, la data del<br />
sopralluogo; la comunicazione deve<br />
avvenire per raccomandata postale,<br />
<strong>il</strong> danneggiato avrà la possib<strong>il</strong>ità di<br />
ricorrere ad un arbitrato o al giudice<br />
del tribunale di competenza, (quello<br />
della circoscrizione giurisdizionale<br />
del sito danneggiato), se <strong>il</strong> ricorso non<br />
avviene nei termini di legge, la stima<br />
valida è quella descritta nel verbale e<br />
come tale liquidata.<br />
02.03- L’analisi dell’evento deve essere<br />
effettuata in modo soddisfacente,<br />
percorrendo la zona denunciata e colpita<br />
dal danno, con la constatazione<br />
della parte della pianta danneggiata e<br />
messa in proporzione con quella non<br />
danneggiata, (talvolta non si tratta di<br />
proporzione matematica).<br />
L’estimatore in questo momento riceve<br />
una serie di stimoli o sensazioni<br />
che riguardano: la veridicità della<br />
richiesta di danno, la sintomatologia<br />
<strong>dei</strong> danni, la selvaggina che li ha prodotti,<br />
la tipologia del danno provocato,<br />
e sinteticamente una quantificazione<br />
soggettiva, detta di impatto<br />
e dettata dall’esperienza; che terrà<br />
segreta, fino alla verifica dell’analisi,<br />
perchè talvolta si può cadere in errore<br />
e questo sarebbe catastrofico, per<br />
<strong>il</strong> risultato finale, sia che la stima sia<br />
alta sia se bassa rispetto all’aspettative<br />
del danneggiato; evitando cioè di<br />
dare adito a questo ultimo di valutare<br />
negativamente la professionalità del<br />
perito, in tal senso non si perverrebbe<br />
certamente all’accordo desiderato da<br />
entrambe le parti, quella del danneggiato<br />
e dello estimatore.<br />
02.04- L’analisi del danno, dipende<br />
da che tipo di coltura abbiamo da estimare<br />
e in quale momento del suo ciclo<br />
vegetativo o momento fenologico<br />
si trova la pianta al momento dell’attacco<br />
della selvaggina.<br />
Esempio: p danno a Mays y alla semina, ,<br />
provocato p da cinghiali. g<br />
In questo caso <strong>il</strong> perito determinerà la<br />
parte del campo dove i semi sono stati<br />
asportati, quantificando la superficie,<br />
e se questa supera <strong>il</strong> 65/70% della coltivazione,<br />
dovrà riconoscere un danno<br />
pari alla risemina dell’intero appezzamento,<br />
quindi verificherà la superficie<br />
denunciata o denunciab<strong>il</strong>e (PAC) o<br />
quella catastale, decurtandola delle<br />
eventuali tare (fossette. strade private<br />
ecc. ); invece, se l’asportazione riguarda<br />
una piccola superficie, magari<br />
a margine dell’appezzamento e tutto<br />
concentrato come zona, <strong>il</strong> danno sarà<br />
quantificato nel mancato prodotto,<br />
rapportando la produttività della coltura<br />
con la superficie danneggiata.<br />
A questo punto ci sono diverse possib<strong>il</strong>ità<br />
di calcolo:<br />
a)- La tradizione e <strong>il</strong> regolamento caccia<br />
(ed in certi casi anche <strong>il</strong> C.C.)<br />
specificano che le produzioni base<br />
devono essere quelle medie della<br />
zona e di tempo decennale, meglio<br />
se codificate da enti (Province,<br />
Regioni, I.s.m.e.a., ecc.).<br />
b)- Il calcolo della produttività della<br />
coltivazione presa in esame.<br />
Lo scrivente ritiene che <strong>il</strong> secondo<br />
caso sia quello più idoneo e meglio<br />
rapportab<strong>il</strong>e alla stima in contraddittorio,<br />
l’agricoltore, essendo<br />
imprenditore, può dimostrare la<br />
sua professionalità, in positivo o<br />
in negativo, diversa dai suoi colle-<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 15
ghi, quindi anche la tipologia della<br />
conduzione, la buona professionalità<br />
dell’agricoltore in questione,<br />
sono elementi determinanti nella<br />
maggiore o minore produzione;<br />
poi per certe colture, esempio la<br />
vite, la produttività dell’uva è molto<br />
importante ed è regolata da disciplinari<br />
(D.o.c., D.o.c.g.); per cui<br />
se <strong>il</strong> perito trova una produzione<br />
superiore a quella consentita deve<br />
r<strong>il</strong>evarlo e non pagare <strong>il</strong> danno,<br />
qualora questo rientri nella maggiore<br />
quantità produttiva (ciò lo si<br />
evince dal sesto di impianto, tipo<br />
di potature, quantità di grappoli<br />
per pianta, tipologia del clone, varietà<br />
ed altro che <strong>il</strong> perito per sua<br />
conoscenza ed esperienza, ricava<br />
dalla visione <strong>dei</strong> luoghi).<br />
Capitolo (03)-<br />
“Constatazione del danno”<br />
03.01- La r<strong>il</strong>evazione del danno è<br />
dato dall’analisi <strong>dei</strong> luoghi e degli<br />
eventi che lo hanno provocato:<br />
a)- Tipo di coltura, annuale (graminacee,<br />
foraggere, ortive ecc.), poliannuale<br />
(foraggere, pascoli polifiti,<br />
prati monofiti, arboree da fruttaolivo,<br />
frutti di vario genere o da<br />
legno-boschi misti o alto fusto).<br />
b)- Momento del ciclo di vegetazione<br />
della cultivar, alla semina, durante<br />
<strong>il</strong> ciclo o alla raccolta.<br />
c)- Parte della pianta che ha ricevuto<br />
l’evento dannoso (frutto, fusto,<br />
rami, ecc.).<br />
d)- Determinazione del soggetto o <strong>dei</strong><br />
soggetti che hanno provocato <strong>il</strong><br />
danno, cioè la selvaggina, oppure<br />
eventi climatologici come grandi-<br />
16<br />
CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />
ne, gelo o vento; se esistono danni<br />
di questo tipo, devono essere<br />
evidenziati e calcolati in modo da<br />
detrarli dalla produttività media<br />
della coltura in esame e per questa<br />
annata agraria, in questo caso<br />
<strong>il</strong> perito deve constatare anche<br />
se l’agricoltore ha eseguito opere<br />
atte ad arginare o mitigare <strong>il</strong> danno<br />
climatologico (somministrazione<br />
straordinaria di antiparassitari,<br />
concimazioni, impianti anti ed altro)<br />
nel futuro produttivo della<br />
pianta, sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o sia quantigati ma uniti in tre o quattro parti, le<br />
tativo sia qualitativo.<br />
nutrie sim<strong>il</strong>i a quelle dell’ istrice, ma<br />
Capitolo (04)-<br />
più affinate e scure, staccate in due o<br />
“Tipo di selvaggina che ha prodotto tre parti allungate; ecc. ecc., parti p di<br />
<strong>il</strong> danno”<br />
corpo p , in genere peluria, tipica del ca-<br />
04.01- Questa analisi è più diffic<strong>il</strong>e, priolo e del daino, setole del cinghiale,<br />
perché l’estimatore deve conoscere aculei dell’istrice, o palchi di ricam-<br />
approfonditamente l’etologia degli bio, come nel caso <strong>dei</strong> cervidi, da non<br />
animali, vale a dire <strong>il</strong> loro comporta- confonderli con le corna.<br />
mento istintivo, le abitudini giornalie- Home Range: g alcune specie di anire<br />
o stagionali in rapporto con <strong>il</strong> loro mali, difendono <strong>il</strong> proprio territorio<br />
habitat, le loro specifiche e partico- sia per l’alimentazione quanto per la<br />
lari situazioni naturali fisiologiche e loro libertà di spazio soggettiva e di<br />
fisiche.<br />
gruppo, in questo caso si notano nelle<br />
04.02- Comportamento particolare piante strofinature <strong>dei</strong> palchi o delle<br />
sulla tipologia del danno (strappo, ta- corna, i primi sono cervidi (Capriolo,<br />
glio, masticazione ecc.).<br />
Daino ecc.) i secondi bovinidi (Muflo-<br />
04.03- Tipologia cognitiva di elene); in certi periodi inoltre, dalle loro<br />
menti specifici del soggetto.<br />
ghiandole, emanano <strong>dei</strong> profumi che<br />
Ogni animale lascia sul terreno, me- attirano <strong>il</strong> sesso contrario e respinglio<br />
se umido, i propri segni di pregono lo stesso sesso, definib<strong>il</strong>e come<br />
senza come le orme , cioè con i propri spazio amoroso.<br />
piedi lasciano delle impronte parti- Bocconi: <strong>il</strong> cinghiale spesso non incolari,<br />
ungulati, palmipedi, numero goia tutto quello che mastica, ma in<br />
delle dita, ecc. più o meno evidenti particolar modo nell’avena, nei grani,<br />
a seconda del peso dell’animale, del negli orzi, nello spelta e farro, si nutre<br />
sesso (Cinghiale), della natura del del lattice provocato dalla masticazio-<br />
terreno ecc. Le fatte f e, gli escrementi ne <strong>dei</strong> bocconi e poi rigetta i ricavati<br />
che ogni animale produce e lascia a delle pannocchie o spighe masticate,<br />
terra: cinghiale a pacchetto, la lepre in particolar modo nel periodo pre-<br />
a sfera irregolare di colore verdastro, maturazione <strong>dei</strong> semi, detta fase lat-<br />
più grosse le femmine e più modeste tea, sempre più gradita dagli animali.<br />
i maschi, <strong>il</strong> capriolo a piccoli confetti Rumature: tipiche del Cinghiale e<br />
distaccati ma in gruppo di colore nero dell’Istrice, i quali vanno alla ricerca<br />
molto arrotondati, piccoli confetti, di radici o bulbi di cipollino selvati-<br />
i daini sim<strong>il</strong>i a quelli di capriolo, ma co, ma anche di tuberi, si distinguono<br />
più irregolari e di dimensioni legger- le une dalle altre perché <strong>il</strong> cinghiale<br />
mente maggiori, l’istrice, corpi allun- grufola in avanti mentre l’istrice raspa<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010
all’indietro. I danni maggiori provocati<br />
da questa attività di rumatura sono<br />
in particolar modo ; nei prati, prati pascoli,<br />
orti, sia ad uso industriale estensivo<br />
che fam<strong>il</strong>iare, in particolar modo<br />
alle colture di patate e zafferano.<br />
Occorre non farsi convincere che alcune<br />
prevenzioni siano attive, come per<br />
esempio mangiatoie nei boschi per<br />
i cinghiali, questi, come tutti gli animali,<br />
pred<strong>il</strong>igono determinati cibi, in<br />
questo caso <strong>il</strong> mays al momento della<br />
maturazione lattea attira gli animali<br />
che lasciano <strong>il</strong> mangime somministrato<br />
nel bosco, anche se si tratta di chicchi<br />
secchi dello stesso mays, residui o<br />
sfridi di dolci, scarti di sementi ecc.<br />
04.04- Gli animali in genere strappano<br />
<strong>il</strong> prodotto per alimentarsi, <strong>il</strong> cinghiale,<br />
l’istrice, nel grappolo d’uva, altri<br />
rodono, (la nutria, <strong>il</strong> capriolo, <strong>il</strong> daino<br />
ecc.), altri tagliano come la lepre nelle<br />
barbatelle delle viti appena messe<br />
a dimora nel primo ricaccio, sim<strong>il</strong>e ad<br />
una sforbiciata obliqua. Anche in relazione<br />
alla loro mole o agli specifici<br />
comportamenti si può determinare<br />
l’animale che ha provocato <strong>il</strong> danno, a<br />
seconda dell’altezza; nel mays, la nutria<br />
stacca <strong>il</strong> fusto a 20/25 cm. da terra<br />
e sempre lungo <strong>il</strong> margine del campo,<br />
nella parte più vicina alle tane, mentre<br />
l’istrice stacca a 30/40 cm. nel mezzo<br />
del campo perché meno pauroso delle<br />
nutrie. I fagiani, asportano i semi delle<br />
graminacee od altre specie, durante<br />
CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />
le semine, partendo dall’esterno verso<br />
l’interno del campo, poiché sono<br />
sospettosi e quindi più vicini al riparo;<br />
i colombi o piccioni, arrivando in<br />
volo da alto, partono dal centro verso<br />
l’esterno, perché in gruppo si sentono<br />
più protetti. I cinghiali avvertono<br />
<strong>il</strong> seme per istinto o fiuto e prendono<br />
la riga di semina, meglio nei giorni di<br />
germinazione (3-8 gg. dalla semina),<br />
quindi si riconoscono proprio delle<br />
righe di leggero assolcamento.<br />
04.05- Gli animali che strappano, in<br />
genere sono quelli che effettuano <strong>il</strong><br />
danno maggiore rispetto all’asportato,<br />
vedi <strong>il</strong> grappolo d’uva attaccato da<br />
cinghiali o istrici, che tra l’altro, non<br />
andrebbe raccolto anche se danneggiato<br />
in parte, perché l’insalivazione<br />
degli animali porta enzimi dannosi<br />
per la vinificazione delle uve.<br />
Capitolo (05)-<br />
“ Calcolo del danno complessivo”<br />
05.01- Come abbiamo riportato sopra,<br />
i danni possono essere causati in<br />
periodi diversi del<br />
ciclo di vegetazione<br />
delle colture, cioè<br />
alle semine, durante<br />
<strong>il</strong> loro sv<strong>il</strong>uppo,<br />
oppure al raccolto.<br />
a)- Alla semina:<br />
possono essere<br />
asportati i semi<br />
e quindi si possono<br />
verificare<br />
due tipi di danno. Se l’asportazione<br />
è maggiore al 65/70% del seminato,<br />
occorre risarcire <strong>il</strong> danno con<br />
una risemina, cioè <strong>il</strong> costo della<br />
frangiatura, del seme, dell’operazione<br />
di semina; se invece <strong>il</strong> danno<br />
è omogeneo, completo, ma solo in<br />
piccola parte dell’appezzamento,<br />
si può liquidare <strong>il</strong> mancato raccolto.<br />
In genere in questa fase, cioè<br />
alla semina, si effettua un sopraluogo<br />
preventivo di danno, calcolando<br />
una percentuale di prodotto<br />
mancante, che poi verrà sommato<br />
ad eventuali danni successivi, richiesti<br />
per la stessa coltura, fino al<br />
raccolto.<br />
b)- Danno durante <strong>il</strong> ciclo di vegeta g -<br />
zione, z , questo danno può verificar-<br />
si alle graminacee a causa <strong>dei</strong> cinghiali,<br />
istrici, nutrie; alle viti, nel<br />
ricaccio primaver<strong>il</strong>e con attacco da<br />
cervidi, in particolar modo caprioli,<br />
che da pochi anni pred<strong>il</strong>igono<br />
tale alimentazione. Nelle giovani<br />
tagliate <strong>dei</strong> boschi, (nei primi tre<br />
anni a primavera), si hanno danni<br />
consistenti, per la brucatura <strong>dei</strong><br />
cervidi, in particolar modo caprioli,<br />
perché si nutrono delle giovani<br />
cacciate e pred<strong>il</strong>igono sopratutto<br />
quelle di cima, cioè quella gemma<br />
che dovrebbe portare in crescita la<br />
pianta, per cui si blocca l’alzata e<br />
quindi la vitalità dell’essenza.<br />
Dal cespuglio, in genere emerge<br />
<strong>il</strong> pollone più vigoroso, <strong>il</strong> quale<br />
produrrà la nuova pianta che nel<br />
ventennio dovrebbe pervenire<br />
alla sua maturazione o taglio di<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 17
accolta. Con questa tipologia di<br />
danno, che tra l’altro si ripete per<br />
due tre anni, <strong>il</strong> cespuglio rimane<br />
ananizzato, improduttivo, con<br />
danno pluriennale notevole, tanto<br />
che in questo caso <strong>il</strong> danno deve<br />
essere effettuato con <strong>il</strong> calcolo<br />
all’attualità del valore finale del<br />
bosco danneggiato.<br />
c)- Alla raccolta, alle graminacee<br />
(Grano, Avena, Mays ecc. ), devesi<br />
calcolare la superficie danneggiata<br />
non raccoglib<strong>il</strong>e e moltiplicarla<br />
per la produzione media valutata<br />
ad ettaro, i cinghiali e gli istrici,<br />
tendono a portare a terra le piante<br />
e quindi a masticare le spighe,<br />
arruffano a cerchio ed è proprio<br />
in queste zone che si notano più<br />
fac<strong>il</strong>mente, fatte, bocconi, setole,<br />
o aculei, mentre invece le nutrie<br />
rodono <strong>il</strong> culmo delle piante e tirano<br />
a terra le spighe (mays, altri<br />
cereali).<br />
I cinghiali, gli istrici, la volpe, ed i cervidi<br />
attaccano i grappoli di uva matura,<br />
più quella rossa che bianca: i primi<br />
due strappano, gli altri pelano i grappoli<br />
producendo meno danno.<br />
Sulla vite talvolta si notano <strong>dei</strong> danni<br />
alle piante, (VITI), magari vecchie e<br />
portate più alte di cm. 60/70, come di<br />
regola, allora gli animali si alzano fino<br />
a raggiungere i grappoli, stroncando<br />
spesso <strong>il</strong> tronco della vite, così che <strong>il</strong><br />
danno è complesso (ripristino della<br />
pianta, con messa a dimora di barba-<br />
18<br />
CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />
tella, mancato prodotto di tre anni), in<br />
tale danno si può notare che <strong>il</strong> fusto è<br />
cosparso di fango, perché <strong>il</strong> cinghiale<br />
ha <strong>il</strong> bisogno o desiderio di arrotolarsi<br />
nel terreno umido, meglio in pozzanghere.<br />
Per quanto riguarda <strong>il</strong> danno<br />
da Lepre alle giovani barbatelle, due<br />
sono i modi per liquidare <strong>il</strong> danno:<br />
1)° -Viene risarcito <strong>il</strong> valore della barbatella<br />
e la sua messa a dimora.<br />
2)° -Si calcola <strong>il</strong> mancato raccolto per<br />
una annata, sempre se la barbatella<br />
alla primavera successiva ricaccia<br />
e non è di nuovo danneggiata.<br />
Nel caso degli olivi i danni possono<br />
essere di due tipi:<br />
1)° -Alle giovani piante messe a dimora;<br />
per brucatura della fronda<br />
e strofinatura <strong>dei</strong> palchi nel fusto.<br />
La pianta non cresce ed al limite<br />
muore per la rottura <strong>dei</strong> vasi librosi<br />
che portano la linfa dalle radici<br />
alla parte aerea, <strong>il</strong> danno deve<br />
essere calcolato nella rimessa a<br />
dimora della pianta, <strong>il</strong> valore della<br />
stessa e un anno di produzione<br />
olive.<br />
2)° -Agli olivi in piena produzione e<br />
brucatura primaver<strong>il</strong>e della fronda<br />
da capriolo o daino, devesi calcolare<br />
<strong>il</strong> mancato raccolto, analizzando<br />
i rami penduli di due anni,<br />
brucati e messi in comparazione<br />
con i rimanenti si perviene così<br />
alla percentuale di danno in q.li di<br />
olive. Se la brucatura è effettuata<br />
da capriolo, avverrà fin ad un’al-<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
tezza da terra di cm. 80/90; mentre<br />
se è provocata da daino, la brucatura<br />
può arrivare fino ad un’altezza<br />
di cm. 120/130. Un danno molto<br />
grave e consueto è quello provo-<br />
cato da STORNI, , i quali attaccano<br />
<strong>il</strong> grappolo d’uva meglio <strong>il</strong> rosso<br />
che <strong>il</strong> bianco, le olive in maturazione,<br />
la frutta, i fichi, i c<strong>il</strong>iegi,le<br />
ortive pomodoro ed altro; <strong>il</strong> danno<br />
talvolta è totale, perché sono<br />
gruppi consistenti addirittura<br />
in migliaia di capi e si cibano o<br />
asportando chicchi d’uva, olive e<br />
c<strong>il</strong>iegie, una con <strong>il</strong> becco e una con<br />
l’artiglio, se poi disturbati lasciano<br />
cadere queste due ultime, pertanto<br />
è fac<strong>il</strong>e individuare <strong>il</strong> fenomeno,<br />
trovando a terra <strong>il</strong> caduto,<br />
ma attenzione a non confondere<br />
i chicchi o le drupe a terra, perché<br />
potrebbero essere state danneggiate<br />
da grandine, tuttavia <strong>il</strong> fenomeno<br />
è evidente, le olive o altro<br />
cadute a terra da storni riportano<br />
tre fori corrispondenti alle unghie<br />
mentre quelle da grandine sono<br />
sfrangiate e quelle dovute alla<br />
mosca olearia si presentano con<br />
un solo foro, magari proveniente<br />
dal nocciolo. Il tecnico deve essere<br />
sempre fornito di un coltello<br />
di campagna per più motivi, in<br />
particolare ma uno ed essenziale,<br />
è proprio quello di spaccare le<br />
drupe a terra e verificare chi ha<br />
provocato <strong>il</strong> danno; mentre i fichi,<br />
i pomodori, vengono attaccati con<br />
asportazione di parte della polpa<br />
e <strong>dei</strong> semi <strong>dei</strong> frutti. In questi casi<br />
la stima è effettuata comparando<br />
con proporzionalità, la quantità di<br />
frutta asportata o rovinata quindi<br />
non commerciab<strong>il</strong>e e quella rimasta<br />
integra.<br />
I temi analizzati sono molti ed in<br />
modo sintetico, ma se qualcuno è<br />
interessato all’approfondimento di<br />
alcuni, lo scrivente è a completa disposizione,<br />
naturalmente sempre secondo<br />
le proprie conoscenze.
RICERCA<br />
Calamità naturali: dal passato notizie preziose<br />
Già in epoche remote, <strong>il</strong> Meridione scosso da eventi geologici<br />
Storia, Archeologia, Geologia e Teler<strong>il</strong>evamento in sinergia per nuovi studi integrati<br />
A Policoro (Mt) <strong>il</strong><br />
6/7 ottobre 2010 si<br />
è tenuta la Conferenza<br />
<strong>Nazionale</strong><br />
“Testo, Contesto<br />
ed Evento”, organizzata dall’ISPRA<br />
(Istituto Superiore per la Protezione e<br />
la Ricerca Ambientale), in collaborazione<br />
con l’INGV (Istituto <strong>Nazionale</strong><br />
di Geofisica e Vulcanologia), l’ASI<br />
(Agenzia Spaziale Italiana), <strong>il</strong> CNR<br />
(Consiglio <strong>Nazionale</strong> delle Ricerche)<br />
ed alcune Soprintendenze Archeologiche<br />
ed Università.<br />
Particolare attenzione è stata data al<br />
Meridione d’Italia, ai fenomeni calamitosi<br />
che lo hanno interessato in<br />
epoche remote ed alla pericolosità del<br />
loro possib<strong>il</strong>e ripetersi.<br />
“Puglia, Calabria e Sic<strong>il</strong>ia sono le<br />
Regioni del Sud potenzialmente più<br />
esposte al rischio di maremoti”, ha<br />
spiegato, nel corso del suo intervento,<br />
Giuseppe Mastronuzzi, docente<br />
di Geografia fisica e Geomorfologia<br />
presso l’Università degli Studi di Bari.<br />
“Il Gargano ed <strong>il</strong> Salento devono<br />
questa suscettib<strong>il</strong>ità alla vicinanza con<br />
Cefalonia e Corfù, mentre la Calabria<br />
meridionale tirrenica soprattutto alla<br />
presenza di vicini apparati vulcanici e<br />
di faglie attive verso Malta. Tuttavia<br />
manca, quasi sempre del tutto, l’informazione<br />
ai cittadini circa la presenza<br />
di tali pericolosità e l’individuazione<br />
di fenomeni di preavviso”.<br />
“La taratura di nuove metodologie,<br />
da adottarsi congiuntamente da parte<br />
della Comunità scientifica, è divenuta<br />
questione strategica per poter<br />
ben leggere ed interpretare le modificazioni<br />
geoambientali intervenute<br />
negli ultimi tre m<strong>il</strong>lenni sul territorio<br />
italiano”, ha affermato Mario Aversa,<br />
geografo dell’ISPRA. “La presenza di<br />
una dinamica geostrutturale articolata<br />
ed attiva e la concomitante presenza<br />
di miti e leggende in aree geografiche<br />
particolarmente delicate, come ad<br />
esempio quelle sismiche o vulcaniche,<br />
rappresenta un settore di indagine<br />
purtroppo ancora tutto da sv<strong>il</strong>uppare<br />
<strong>il</strong> quale delinea scenari di diffusa ed<br />
elevata pericolosità nazionale come<br />
nel bacino del Mar Ionio. Esplorare<br />
<strong>il</strong> territorio con queste nuove chiavi<br />
significa poter prevenire, conoscendo<br />
tempi di ritorno di eventi a forte<br />
impatto.”<br />
Un’Italia tutta da scoprire, quindi,<br />
partendo dalla sua storia, anche naturale.<br />
Un esempio è stato fornito, nel<br />
corso del suo intervento, da Cosimo<br />
Pignatelli, assegnista di ricerca presso<br />
<strong>il</strong> Dipartimento di Geologia e Geofisica<br />
dell’Università degli Studi di Bari:<br />
“Gli Annali Civ<strong>il</strong>i del Regno delle<br />
Due Sic<strong>il</strong>ie raccontano della caduta di<br />
una meteora di colore igneo nel Golfo<br />
di Taranto, a cui seguì un violento<br />
terremoto e, probab<strong>il</strong>mente, uno tsunami.<br />
Si tratterebbe della descrizione<br />
<strong>dei</strong> momenti che seguirono al sisma<br />
avvenuto la notte tra <strong>il</strong> 24 e <strong>il</strong> 25 apr<strong>il</strong>e<br />
1836 a Rossano Calabro (CS)”.<br />
Un contributo significativo per chiarire<br />
<strong>il</strong> complesso puzzle di fenomeni<br />
naturali fortemente impattanti viene<br />
fornito anche dalle più sofisticate<br />
tecnologie satellitari. L’attuale cooperazione<br />
internazionale impegnata<br />
nell’Osservazione della Terra, per<br />
poter soddisfare le crescenti esigenze<br />
della protezione civ<strong>il</strong>e nella gestione<br />
sia <strong>dei</strong> rischi naturali ed indotti<br />
dall’uomo sia delle risorse ambientali<br />
e della sicurezza, richiede, infatti, informazioni<br />
aggiornate e disponib<strong>il</strong>i<br />
tempestivamente. Presso <strong>il</strong> Centro di<br />
Geodesia Spaziale dell’ASI, situato<br />
a Matera, professionisti altamente<br />
specializzati ut<strong>il</strong>izzano questo tipo di<br />
tecnologie. L’Italia è in grado oggi di<br />
fornire una risposta efficace a tutte<br />
queste necessità con <strong>il</strong> programma<br />
COSMO-SkyMed, i cui “occhi” hanno<br />
scandagliato l’area più colpita dal<br />
terremoto di Haiti (gennaio 2010),<br />
fornendo materiali ut<strong>il</strong>i alla valutazione<br />
<strong>dei</strong> danni e delle deformazioni<br />
nel terreno.<br />
In definitiva ancora incompleto <strong>il</strong><br />
patrimonio di informazioni circa gli<br />
eventi naturali calamitosi avvenuti in<br />
epoche remote. Senza risposta, pertanto,<br />
le numerose domande di storici,<br />
geologi ed archeologi circa eruzioni<br />
vulcaniche, terremoti, collassi gravitativi<br />
e maremoti la cui memoria si è<br />
persa col trascorrere <strong>dei</strong> m<strong>il</strong>lenni.<br />
Un aiuto alla ricostruzione di quanto<br />
accaduto nel nostro Paese ci giunge<br />
dalle leggende, dai prodigi, dai racconti<br />
antichi, presenti come patrimonio<br />
demo-etno-antropologico nazionale<br />
ma, spesso, oscuri e diffic<strong>il</strong>mente<br />
interpretab<strong>il</strong>i. Una nuova metodologia<br />
interdisciplinare, battezzata “Geomitologia”,<br />
permette oggi di reinterpretare<br />
questi preziosi contributi<br />
e di riscrivere alcune pagine di storia<br />
naturale. Fine ultimo, una conoscenza<br />
ancora più ampia, ut<strong>il</strong>e a prevenire<br />
episodi che, è noto, si ripropongono<br />
ciclicamente.<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 19
CONGRESSO<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010
CONGRESSO<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010
REGOLAMENTO<br />
XVII Congresso <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati<br />
Regolamento<br />
ART. 1<br />
Il Congresso<br />
È indetto <strong>il</strong> XVII Congresso <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e<br />
<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati e si svolge sotto gli auspici del<br />
Consiglio <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />
Laureati.<br />
L’organizzazione del Congresso è affidata alla Commissione<br />
Organizzativa, costituita nell’ambito del CNPA.<br />
Il Congresso si svolge a Marsala (TP) – Complesso Monumentale<br />
San Pietro - nei giorni 27 e 28 apr<strong>il</strong>e 2011.<br />
Il Congresso ha come tema:<br />
La globalizzazione <strong>dei</strong> mercati 10 anni dopo: <strong>il</strong> contributo<br />
<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />
Le finalità del Congresso sono lo studio <strong>dei</strong> futuri scenari<br />
della professione di Perito <strong>Agrari</strong>o, la trattazione di argomenti<br />
di interesse professionale e la definizione delle linee<br />
che <strong>il</strong> C.N.P.A. dovrà seguire nella sua azione futura.<br />
I lavori congressuali, attraverso la discussione delle tematiche<br />
presentate nel documento proposto dal Comitato<br />
Scientifico, mirano a definire gli indirizzi da proporre alla<br />
Categoria ed alla società.<br />
ART. 2<br />
Lavori congressuali<br />
Il Congresso è presieduto dal Presidente del CNPA o da un<br />
componente dell’Ufficio di Presidenza.<br />
I lavori congressuali si articolano nelle seguenti fasi:<br />
A. presentazione ufficiale del tema congressuale;<br />
B. relazioni ufficiali;<br />
C. presentazione di eventuali contributi allegati, provenienti<br />
dai Collegi Provinciali, dai Coordinamenti e dai<br />
partecipanti ;<br />
D. discussione finalizzata alla verifica e alla convergenza<br />
sulle tematiche;<br />
E. eventuale votazione di ordini del giorno e mozioni.<br />
Ai fini della richiesta di intervento sulle tematiche del Congresso,<br />
i delegati devono entro <strong>il</strong> giorno 6 apr<strong>il</strong>e 2011, per<br />
iscritto, presentare richiesta corredata dal testo, almeno sintetico,<br />
del contenuto dell’ intervento, tenendo in considerazione<br />
che le memorie o relazioni scritte non potranno superare<br />
le due cartelle datt<strong>il</strong>oscritte, dovranno essere fornite su<br />
supporto magnetico.<br />
Compete al Comitato di Presidenza ogni decisione in meri-<br />
22<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
to alla organizzazione e svolgimento del dibattito.<br />
I lavori si svolgono secondo <strong>il</strong> calendario allegato al presente<br />
regolamento, salvo le variazioni che potranno essere<br />
decise dal Comitato di Presidenza.<br />
ART. 3<br />
Partecipazione ai lavori congressuali<br />
Al Congresso partecipano di diritto:<br />
a) le rappresentanze <strong>dei</strong> Collegi Provinciali <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong><br />
<strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati per mezzo <strong>dei</strong> propri<br />
delegati secondo quanto specificato dal successivo art.4;<br />
b) i componenti del Consiglio <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e<br />
<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati, della Consulta e della Fondazione<br />
<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>;<br />
c) i relatori, le autorità, i rappresentanti degli enti e delle<br />
associazioni che siano stati invitati;<br />
Al Congresso possono altresì partecipare in qualità di<br />
osservatori:<br />
d) i <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> ed <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati iscritti negli Albi<br />
professionali, i tirocinanti e gli studenti degli Istituti Tecnici<br />
<strong>Agrari</strong>;<br />
e) i fam<strong>il</strong>iari <strong>dei</strong> partecipanti in qualità di<br />
Accompagnatori.<br />
Gli osservatori sono ammessi, in mancanza di prenotazione,<br />
solo fino alla disponib<strong>il</strong>ità di capienza della sala.<br />
ART. 4<br />
Delegati<br />
Al Congresso i Collegi provinciali <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong><br />
<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati sono rappresentati dai Presidenti o<br />
dai delegati nominati secondo le decisioni autonomamente<br />
prese in merito.<br />
ART. 5<br />
Articolazione <strong>dei</strong> lavori documenti congressuali<br />
I lavori del Congresso avranno luogo nelle giornate del 27 e<br />
28 apr<strong>il</strong>e 2011, durante le quali i relatori ufficiali <strong>il</strong>lustreranno<br />
i temi generali.<br />
Durante i lavori saranno ammessi interventi <strong>dei</strong> Congressisti<br />
e richieste di chiarimenti sugli argomenti trattati.<br />
Le memorie o relazioni scritte, non relative agli interventi<br />
ma da inserire negli atti del Congresso, non potranno superare<br />
le 10 cartelle datt<strong>il</strong>oscritte ciascuna di 30 righe per 60<br />
battute.<br />
Le relazioni pervenute in tempo ut<strong>il</strong>e saranno consegnate ai
delegati ed agli osservatori del Congresso all’atto della loro<br />
registrazione.<br />
Le mozioni dovranno essere, per quanto possib<strong>il</strong>e, sintetiche<br />
e comunque pertinenti ai concetti informativi del tema del<br />
Congresso.<br />
Alla discussione <strong>dei</strong> temi delle mozioni possono partecipare<br />
i membri <strong>dei</strong> Consigli <strong>dei</strong> Collegi provinciali.<br />
Tali documenti, per essere accettati ed eventualmente messi<br />
a votazione, debbono essere proposti al Comitato Scientifico<br />
datt<strong>il</strong>oscritti e controfirmati in originale da almeno <strong>il</strong><br />
10% <strong>dei</strong> Collegi provinciali.<br />
Le mozioni, per essere accettate e poste in votazione, dovranno<br />
essere presentate all’apposita commissione preposta<br />
al loro esame entro le ore 19.00 del giorno 27 apr<strong>il</strong>e 2011;<br />
le mozioni presentate oltre l’orario sopra definito saranno<br />
respinte dall’apposita commissione.<br />
Il giudizio sulla proponib<strong>il</strong>ità di ogni mozione spetta insindacab<strong>il</strong>mente<br />
al Comitato Scientifico.<br />
Le mozioni accettate dal suddetto Comitato Scientifico saranno<br />
poste in votazione dall’Ufficio di Presidenza.<br />
Su ciascun documento prima della votazione saranno ammessi<br />
interventi a favore e contrari.<br />
ART. 6<br />
Votazioni<br />
Il diritto di voto spetta soltanto ai delegati presenti al momento<br />
delle votazioni <strong>dei</strong> singoli documenti; essi hanno diritto<br />
ciascuno ad un voto.<br />
L’eventuale voto sui documenti verrà adottato a maggioranza<br />
degli aventi diritto al voto.<br />
Nel caso in cui i voti espressi, favorevoli o contrari, non superino<br />
la metà <strong>dei</strong> voti esprimib<strong>il</strong>i dai partecipanti all’Assemblea,<br />
<strong>il</strong> Comitato di Presidenza dichiara <strong>il</strong> mancato esito<br />
della votazione.<br />
La votazione avverrà in maniera palese.<br />
ART. 7<br />
Comitato di presidenza con funzioni di garanzia<br />
Il Comitato di Presidenza, che svolge anche la funzione di<br />
Comitato di garanzia, ha la direzione delle discussioni congressuali<br />
con facoltà insindacab<strong>il</strong>e di fissare i tempi e le modalità<br />
degli interventi, nel rispetto del quadro generale <strong>dei</strong><br />
tempi di svolgimento <strong>dei</strong> lavori congressuali, così come in<br />
programma, nonché la direzione e la responsab<strong>il</strong>ità delle<br />
eventuali operazioni di voto.<br />
Il Comitato di Presidenza riceve i documenti finali elaborati<br />
dal Comitato Scientifico Organizzativo, ne verifica l’ammissib<strong>il</strong>ità,<br />
e decide l’ordine di discussione e/o votazione del<br />
Congresso.<br />
Il Comitato di Presidenza è così composto:<br />
- <strong>il</strong> Presidente del CNPA, con ruolo di presidente;<br />
REGOLAMENTO<br />
- <strong>il</strong> Vice presidente , Il segretario, <strong>il</strong> tesoriere del CNPA e<br />
3 componenti designati <strong>il</strong> giorno 26 apr<strong>il</strong>e 2011 dai delegati<br />
<strong>dei</strong> Collegi Provinciali in rappresentanza delle aree<br />
geografiche Nord, Centro, Sud;<br />
- <strong>il</strong> Segretario del CNPA è <strong>il</strong> segretario del Comitato di<br />
Presidenza;<br />
<strong>il</strong> Comitato di Presidenza svolgerà le seguenti funzioni;<br />
- verifica delegati presenti;<br />
- esame <strong>dei</strong> testi delle mozioni per controllarne la corretta<br />
stesura e presentazione, in conformità alle norme<br />
del regolamento, verificarne la stretta aderenza al tema<br />
congressuale, giudicarne la accettab<strong>il</strong>ità e proponib<strong>il</strong>ità<br />
al Congresso, accorpare eventuali testi identici o sim<strong>il</strong>i e<br />
respingere le mozioni giudicate non rispondenti a dette<br />
norme;<br />
- esercitare i poteri stab<strong>il</strong>iti dal presente regolamento.<br />
Le decisioni del Comitato di Presidenza, assunte a maggioranza<br />
<strong>dei</strong> suoi componenti, sono insindacab<strong>il</strong>i e<br />
inappellab<strong>il</strong>i.<br />
ART. 8<br />
Comitato scientifico organizzativo<br />
Cura la predisposizione <strong>dei</strong> documenti congressuali e l’organizzazione<br />
congressuale.<br />
Ai fini della rispondenza alla tematica del Congresso, è compito<br />
del Comitato tendere alla unificazione <strong>dei</strong> documenti<br />
presentati.<br />
Il Comitato, costituito dal Presidente e da 3 Consiglieri Nazionali,<br />
assume l’incarico di gestione della segreteria del<br />
Congresso. Il Segretario del CNPA svolge le funzioni di Segretario<br />
del Comitato.<br />
Compito della Segreteria è quello di predisporre e curare<br />
l’attuazione del piano logistico-finanziario <strong>dei</strong> lavori congressuali<br />
e di predisporre <strong>il</strong> calendario del loro svolgimento.<br />
Le decisioni del Comitato Scientifico Organizzativo sono<br />
assunte a maggioranza <strong>dei</strong> suoi componenti.<br />
ART. 9<br />
Atti del congresso<br />
Gli eventuali atti del Congresso saranno inviati ai<br />
partecipanti.<br />
ART. 10<br />
Norme organizzative<br />
Le norme organizzative sono emanate dal <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong><br />
<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati.<br />
ART. 11<br />
Comitato d’onore<br />
I nominativi <strong>dei</strong> componenti di detto comitato verranno designati<br />
dal C.N.P.A..<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 23
di Luciano Boanini<br />
Per noi diviene<br />
sempre più diffic<strong>il</strong>e<br />
<strong>il</strong> lavoro di<br />
sostenere la ruralità <strong>dei</strong><br />
fabbricati. Negli incontri<br />
che si sono susseguiti<br />
con l’Agenzia del<br />
territorio sia a livello<br />
centrale che periferico<br />
anche con le Categorie<br />
a noi vicine <strong>dei</strong> Geometri e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong><br />
Industriali, i funzionari dell’Agenzia<br />
ci hanno fatto delle aperture e in<br />
molti casi siamo riusciti ad arrivare<br />
a capo delle questioni sollevate. Ma<br />
sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o della difesa tributaria<br />
del contribuente di fronte alle continue<br />
ed insistenti richieste <strong>dei</strong> Comuni<br />
in materia di ICI invece siamo<br />
da capo. Nei giorni scorsi sono state<br />
depositate una lunga serie di sentenze<br />
“fotocopie” nelle quali le sezioni<br />
tributarie della Corte di Cassazione<br />
ritengono che la ruralità <strong>dei</strong> fabbricati<br />
ai fini dell’applicazione dell’Ici<br />
sia applicab<strong>il</strong>e solo per i fabbricati<br />
censiti in categoria “D/10” per i non<br />
abitativi strumentali e nella categoria<br />
“A/6” per i fabbricati rurali abitativi<br />
e che i requisiti dell’articolo 9 del<br />
Dl 557/1993 siano applicab<strong>il</strong>i solo<br />
per le unità non censite. Cito solo le<br />
sentenze n. 7102/2010 - 8845/2010 -<br />
11790/2101 - 12175/2010 - 12176/2010<br />
- 12177/2010 - 12178/2010 -<br />
12182/2010 -12565/2010 - 13563/2010<br />
- 13568/2010. La Corte di Cassazione<br />
a sezioni unite in tema di ruralità di<br />
un fabbricato ricordo che ha sancito<br />
che “la classificazione catastale” è<br />
“elemento determinante per esclu-<br />
24<br />
FISCALITÀ RURALE<br />
La cassazione insiste<br />
<br />
dere o affermare l’assoggettab<strong>il</strong>ità<br />
ad ICI di<br />
un fabbricato”. Pertanto<br />
per assurdo solo per<br />
i fabbricati ancora non<br />
censiti può ritenersi legittima<br />
l’applicazione<br />
<strong>dei</strong> criteri di ruralità<br />
più volte richiamati<br />
dell’art.9 su citato e<br />
che di fronte all’accampionamento<br />
ad esempio del fabbricato nella categoria<br />
catastale “A/2” dovevasi ricorrere<br />
instaurando un contenzioso.<br />
L’Agenzia del Territorio, direzione<br />
centrale catasto a cartografia, di<br />
fronte all’affermazione del suddetto<br />
principio che ovviamente avrebbe<br />
stravolto tutta la logica di accampionamento<br />
catastale <strong>dei</strong> fabbricati che<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
non tiene conto della posizione urbanistica<br />
(rurale, urbano, ecc. ecc.) degli<br />
stessi con una propria nota Prot.<br />
n. 10933 del 26.02.2010 ripercorre<br />
tutte le complesse norme del nostro<br />
ordinamento ed afferma alcuni<br />
principi normativi di orientamento<br />
della giurisdizione. Dopo tale nota si<br />
pensava che i giudici della suprema<br />
Corte a sezioni unite rivedessero la<br />
loro posizione. Invece nulla è stato<br />
aggiunto se non le sentenze sopra citate<br />
nella quali le varie sezioni della<br />
Corte di Cassazione si uniformano<br />
alla Sentenza delle sezioni unite.<br />
A questo punto urge un intervento<br />
legislativo per colmare alcune<br />
lacune:<br />
la prima lacuna che è stata già<br />
segnalata nel corso degli anni da
parte <strong>dei</strong> Collegi e degli Ordini<br />
Professionali è legata al fatto che<br />
l’attuale sistema catastale sia per i<br />
terreni che per i fabbricati non è<br />
legato alla configurazione urbanistica<br />
del territorio. Infatti, nei terreni:<br />
se una determinata particella<br />
del catasto terreni è agricola o<br />
meno se è edificab<strong>il</strong>e o meno se fa<br />
parte di un centro abitato o meno<br />
non è r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>e dal nostro catasto.<br />
Per i fabbricati soprattutto abitativi<br />
non è dichiarato lo status di<br />
fabbricato rurale o meno ecc. ecc.<br />
la seconda lacuna è sulle catego-<br />
rie catastali. Mancano adeguate<br />
categorie ed alcune sebbene presenti<br />
non vengono, di fatto, applicate.<br />
Pensate ad esempio nel<br />
comune di Monteroni d’Arbia<br />
(Siena) l’Agenzia del Territorio<br />
non ha inserito la categoria “A/9”<br />
sebbene esistano <strong>dei</strong> castelli e non<br />
pensa di mettere a posto tale situazione<br />
ma si limita a dire ai tecnici<br />
la categoria non c’è non possa<br />
certo crearla per Voi. Per non parlare<br />
della categoria A/6 oggi viene<br />
raramente riconosciuta in quanto<br />
oggi è fatto obbligo per i fabbricati<br />
abitativi di alcuni standard non<br />
<br />
FISCALITÀ RURALE<br />
previsti nella originaria categoria.<br />
Nella nota si dice espressamente<br />
che non si può ut<strong>il</strong>izzare la categoria<br />
A/6 “perché desueta per le<br />
primitive dotazioni impiantistiche<br />
e finiture”.<br />
la terza lacuna è nei D/10 : i fab-<br />
bricati non abitativi strumentali<br />
se <strong>il</strong> concetto della ruralità deve<br />
essere applicato solo per <strong>il</strong> sud-<br />
detto serve che effettivamente<br />
l’Agenzia non crei difficoltà al<br />
loro accampionamento e non<br />
tenga delle posizioni rigide sui<br />
fabbricati che possono avere una<br />
duplice attitudine.<br />
Di contro se non si vuole stravolgere<br />
<strong>il</strong> sistema catastale forse basta dirlo<br />
in modo univoco: <strong>il</strong> sistema catastale<br />
non ha alcuna r<strong>il</strong>evanza sulla rurale<br />
e attribuire ad esempio ai Comuni<br />
o alle Provincie l’obbligo di censire<br />
tutti i fabbricati rurali con oggettivi<br />
criteri. Ribadisco con criteri oggettivi:<br />
sono rurali tutti i fabbricati ad<br />
uso agricolo condotti sia con titolo<br />
di proprietà o affitto (purché regolarmente<br />
registrato) da titolari di<br />
partita iva con attività agricola (cod.<br />
Atecofin da n… al n. ). Oppure sono<br />
rurali tutti i fabbricati condotti sia<br />
con titolo di proprietà o affitto (purché<br />
regolarmente registrato) da soggetti<br />
che esercitano l’attività agricola<br />
di cui all’art.2135 c.c. e producano<br />
al Comune <strong>il</strong> certificato di iscrizione<br />
al Registro delle Imprese (CCIAA).<br />
Solo così una volta per tutte potremmo<br />
scrivere la parola fine sulla<br />
questione.<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 25
di Andrea Tad<strong>dei</strong><br />
Basta con commistioni<br />
fra <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e Agrotecnici,<br />
necessita riportare<br />
chiarezza e dire chi<br />
siamo.<br />
Nel luglio scorso mi sono<br />
sentito in dovere, quale<br />
componente del nostro<br />
Comitato Amministratore<br />
in ENPAIA, di scrivere la lettera<br />
al Direttore dell’Agrotecnico ed al<br />
Presidente del <strong>Collegio</strong> di riferimento<br />
Orlandi; l’unico fine della missiva<br />
era quello di chiedere la chiusura di<br />
una interminab<strong>il</strong>e serie di commenti<br />
e valutazioni verso la nostra Categoria,<br />
a mio pensare impropri, avanzati<br />
dall’Agrotecnico Oggi.<br />
Da tempo ormai mi pongo un interrogativo<br />
al quale non so’ bene dare<br />
risposta.<br />
Nella mia lettera al direttore della rivista,<br />
preliminarmente, ho chiarito la<br />
mia qualifica di Perito <strong>Agrari</strong>o della<br />
26<br />
IO LA PENSO COSÌ<br />
<br />
Toscana eletto nella<br />
primavera scorsa nel<br />
Comitato Amministratore<br />
<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />
in ENPAIA su candidatura<br />
nata all’interno<br />
del Coordinamento <strong>dei</strong><br />
Collegi della Toscana di<br />
cui da anni <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong><br />
di Pistoia ne è componente.<br />
Con educazione ho ringraziato per<br />
essere destinatario, anche se non abbonato<br />
o postulante, della ricezione<br />
mens<strong>il</strong>e della rivista “L’Agrotecnico<br />
Oggi” ma, dopo i dovuti ringraziamenti,<br />
ho voluto anche esprimere le<br />
mie perplessità verso un rovescio della<br />
medaglia per me incomprensib<strong>il</strong>e e<br />
che si sostanzia nell’insoluto dubbio<br />
sul perché una rivista – tecnica - rivolta<br />
a professionisti, critica e valuta<br />
spesso in maniera impropria non potendo<br />
conoscere direttamente i fatti,<br />
su un’altra Categoria che poco ha a<br />
che fare con gli Agrotecnici,<br />
non fosse altro per <strong>il</strong><br />
tipo di formazione.<br />
Per capire meglio le motivazioni<br />
che mi hanno<br />
spinto a scrivere porto di<br />
seguito solo alcuni esempi<br />
sugli articoli che, inopinatamente,<br />
ci hanno<br />
coinvolto.<br />
Nel settembre 2009<br />
nell’articolo “Gli Agrotecnici<br />
vanno al voto” per circa<br />
metà del pezzo si parla<br />
in realtà <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />
con tanto di “finale ad ef-<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
fetto” - La nuova “alleanza del nord”,<br />
che sembra così essersi formata è<br />
pronta a dire la sua nella gestione della<br />
previdenza, in attesa delle elezioni<br />
per <strong>il</strong> rinnovo del <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong>,<br />
nelle quali certo questo risultato getta<br />
una pesante ipoteca.-<br />
Nel marzo 2010, si definisce “concorr rente” la “categoria <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>”.<br />
Trovando singolare questa paventata<br />
“concorrenzialità” che non ha comprovanti<br />
storiche ho chiesto <strong>il</strong> perché<br />
dell’assunto.<br />
Ma si che nel territorio nessuna concorrenza<br />
c’è tra le due Categorie? Ed<br />
allora perché esasperare in toni?<br />
L’attenzione verso la nostra cassa di<br />
previdenza prosegue e nel maggio<br />
2010 in un articolo dal titolo “Così i<br />
<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>”, si apprezza e r<strong>il</strong>eva la<br />
sempre meno disponib<strong>il</strong>ità <strong>dei</strong> (<strong>Periti</strong><br />
<strong>Agrari</strong> eletti nelle aree del centro e<br />
del sud) ad essere”etero diretti” nelle<br />
scelte fra le quali <strong>il</strong> COGEPAPI.<br />
Il massimo viene raggiunto nel giugno<br />
2010 in un “pezzo” dal titolo, che<br />
peraltro ritengo al quanto improprio<br />
“Rivendicazione di indipendenza”,<br />
in un corsivo fra parentesi si parla di<br />
scontro fra <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong><br />
<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e Cassa di Previdenza.<br />
Ma di che scontro si parla? E’ in<br />
grado, mi chiedo, chi scrive di sostenere<br />
documentalmente o con fatti<br />
ciò che viene pubblicato? Quando<br />
mai si è attivato questo scontro tanto<br />
pubblicizzato.<br />
Mi sono chiesto, ed ho domandato<br />
al Direttore de l’AgrotecnicoOggi,<br />
<strong>il</strong> perché di tanto interesse verso la
mia Categoria, verso <strong>il</strong> mio Comitato<br />
amministratore in ENPAIA e quindi<br />
verso di me?<br />
Ma, soprattutto ho chiesto grazie a<br />
quale capacità divinatoria <strong>il</strong> giornalista<br />
riesce a scrivere o ipotizzare cosa<br />
io penso, penserò, farò?<br />
Personalmente non ho mai volto <strong>il</strong><br />
pensiero ad altre Categorie od alle<br />
loro casse di previdenza e mi è diffic<strong>il</strong>e<br />
capire sul perché di tanto interesse<br />
limitandomi a corretti rapporti interprofessionali,<br />
perché di professioni<br />
diverse si parla, rendiamocene conto.<br />
Ho invitato a “rimettere <strong>il</strong> treno sui<br />
giusti binari”, ognuno sui suoi, che di<br />
vagoni ben stivati di norme in continua<br />
evoluzione e crisi di mercato ce<br />
ne sono a sufficienza<br />
per tutti, naturalmente<br />
diffidando da pubblicare<br />
miei pensieri non<br />
apertamente dichiarati<br />
o manifestati.<br />
Mi è stato replicato<br />
dandomi dell’ignorante<br />
nell’uso della sintassi<br />
(forse vero) e nei concetti<br />
che sono andati<br />
contro <strong>il</strong> buon senso – e<br />
questo non è vero – anzi<br />
io sono nel certo.<br />
E questo transeat, quello però che più<br />
mi ha stupito è <strong>il</strong> fatto che <strong>il</strong> Direttore<br />
di quella rivista mi ha accusato di<br />
non essere a conoscenza del “fatto,<br />
r<strong>il</strong>evantissimo, che oppone i due Organi<br />
(CNPA/Cassa) : “Il <strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong><br />
<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> vuole infatti fondere la<br />
Categoria che rappresenta con quelle<br />
<strong>dei</strong> Geometri e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> industriali<br />
e fondere anche le relative Casse di<br />
Previdenza”.<br />
Ora, premettendo che questo non<br />
risponde al vero in quanto la maggioranza<br />
del Comitato Gestore mai<br />
si è espresso di principio contrario<br />
a Co.Ge.Pa.Pi. ed alla unione con le<br />
altre Categorie, fatto che non coinvolgerebbe<br />
la fusione obbligatoria<br />
delle casse di previdenza, continuo<br />
IO LA PENSO COSÌ<br />
a chiedermi, oltre alla informazione<br />
di cronaca, cosa possa o debba interessare<br />
ciò agli Agrotecnici ed al loro<br />
giornale .......oppure, c’è da chiedersi<br />
quale altro interesse che “ci sfugge”<br />
ci possa essere oppure se la rivista<br />
l’AgrotecnicoOggi non sia strumento<br />
divulgativo e di informazione usato<br />
non solo dagli Agrotecnici .<br />
Non vi sono ad oggi in atto contrapposizioni<br />
belliche fra Cassa e CNPA.<br />
Così come l’incarico dato da parte<br />
del nostro Comitato Amministratore<br />
al Prof. Pandolfo, noto previdenzialista,<br />
affinché approfondisca l’aspetto<br />
di fattività legale di un eventuale<br />
percorso di Collegamento fra le<br />
Casse Previdenza, non deve essere<br />
visto come ostacolo al Co.Ge.Pa.Pi.<br />
ma come punto di partenza per chiarire<br />
tecnicamente se si possa pensare<br />
anche alla unione tra le Cassa di<br />
Previdenza.<br />
Molti, ignorando la situazione, non<br />
sanno che Co.Ge.Pa.Pi. non coinvolge<br />
le casse di previdenza che, però,<br />
se vorranno in piena autonomia, potranno<br />
decidere se unirsi o no.<br />
Ed è questa l’attenzione che, come<br />
rappresentante di molti colleghi in<br />
seno alla cassa, presto alle cose di<br />
casa <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>.<br />
Al sig. Direttore dell’ Agrotecnico-<br />
Oggi quindi non posso che rispondere<br />
che io sono “vig<strong>il</strong>e”, non pensi a<br />
me, pensi ad altro...<br />
Chi invece dice diversamente tenta<br />
di proporre alternative non veritiere<br />
alla realtà che ci vede impegnati a<br />
studiare la situazione e non comparse<br />
in una questione di grande attualità<br />
per la Categoria.<br />
Il Direttore Bertazzoni termina poi <strong>il</strong><br />
suo articolo interpretando “dall’esterno”<br />
a suo piacimento anche <strong>il</strong> Convegno<br />
di Verona del maggio scorso<br />
andando a collegare l’assenza del<br />
Consiglio <strong>Nazionale</strong> con una posizione<br />
“conflittuale” con i componenti<br />
del Comitato Amministratore sul<br />
CoGePaPi.<br />
Qui si è parlato sì anche dell’ipotesi<br />
fusione Collegi e Collegamento<br />
fra Casse o altro, ma non certo in<br />
toni conflittuali. Da quell’incontro<br />
purtroppo, già che se<br />
vuole parlare, avrei<br />
auspicato un maggiore<br />
interesse da parte della<br />
base. Ho visto infatti<br />
presenziare una cinquantina<br />
di colleghi a<br />
fronte di svariate centinaia<br />
di iscritti alla Cassa<br />
e rappresentanze di<br />
poche unità di Collegi<br />
Provinciali. Se qualcosa<br />
si vuole andare proprio<br />
a cercare da ciò è<br />
magari una non grande comunicab<strong>il</strong>ità,<br />
nient’altro senza andare quindi a<br />
disturbare “fantasmi” di mal rapporto<br />
e conflitti inesistenti !<br />
Basta con <strong>il</strong>lazioni, presunzioni, deduzioni,<br />
ipotesi ..... parliamo di fatti<br />
e verità e, soprattutto, che ognuno<br />
guardi a casa propria .....<br />
Concludo con una domanda: ma a<br />
quanti di Noi <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> interessa o<br />
potrebbe interessare di eventuali divergenze<br />
in casa degli Agrotecnici o<br />
problematiche circoscritte al loro <strong>Collegio</strong><br />
o alla loro Cassa Previdenza?<br />
Rispondo per me stesso: assolutamente<br />
niente se non che li vedo sempre<br />
più spingersi verso competenze già<br />
nostre e guardano in continuazione<br />
in casa nostra dai vetri delle finestre.<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 27
di Giuseppe Giordano<br />
Il giorno 29 Settembre<br />
si è tenuto a<br />
Roma presso l’Istituto<br />
Tecnico Industriale<br />
“Gal<strong>il</strong>eo Gal<strong>il</strong>ei” <strong>il</strong> seminario<br />
di studio su “Il<br />
ruolo e gli ordinamenti<br />
degli Istituti Tecnici Superiori”.<br />
Un momento<br />
organizzato dall’Istituto<br />
di Istruzione Superiore “Quintino<br />
Sella” di Biella con la collaborazione<br />
del Gal<strong>il</strong>ei che ha ospitato l’evento.<br />
Una riunione di alta valenza tecnica<br />
organizzata con l’obiettivo di presentare<br />
l’ipotesi di impianto degli<br />
ordinamenti didattici ai fini della<br />
predisposizione del regolamento da<br />
emanare ai sensi dell’art. 4, comma<br />
III, del d.P.C.M. 25 Gennaio 2008.<br />
Un momento di raccoglimento all’interno<br />
del quale si sono confrontati<br />
diversi addetti ai lavori che hanno<br />
preso spunto per riflettere sugli ITS<br />
dall’esperienza del Programma “Industria<br />
2015”, finalizzato alla promozione<br />
dell’innovazione<br />
industriale.<br />
Erano presenti Giuseppe<br />
Tripoli, Capo del dipartimento<br />
per l’impresa e l’internazionalizzazione<br />
del<br />
Ministero dello Sv<strong>il</strong>uppo<br />
Economico, Maria Grazia<br />
Nardiello, Direttore Generale<br />
per l’istruzione e la formazione<br />
tecnica superiore<br />
e per i rapporti con i sistemi<br />
formativi delle Regioni,<br />
Vincenzo Zedda, responsab<strong>il</strong>e<br />
politiche industriali<br />
28<br />
ISTRUZIONE<br />
Istruzione Tecnica Superiore<br />
per l’impresa ex I.P.I.<br />
del Ministero dello Sv<strong>il</strong>uppo<br />
Economico, Michele<br />
Pellerey, esperto,<br />
Giovanni Biondi, Capo<br />
del Dipartimento per<br />
la programmazione e<br />
la gestione delle risorse<br />
umane finanziarie e<br />
strumentali – MIUR,<br />
Alessandro Schiesaro, Coordinatore<br />
della segreteria tecnica per le politiche<br />
della ricerca – MIUR.<br />
A partecipare e offrire i loro interventi<br />
e contributi c’erano anche soci<br />
fondatori degli Istituti Tecnici Superiori<br />
previsti dai piani territoriali delle<br />
Regioni, rappresentanti delle parti<br />
sociali, delle Regioni e degli Enti<br />
Locali, degli istituti di ricerca e <strong>dei</strong><br />
ministeri interessati e molti Dirigenti<br />
Scolastici. Naturalmente non potevano<br />
mancare Bottaro, Savoldi e Jogna,<br />
Presidenti <strong>dei</strong> Collegi Nazionali delle<br />
professioni tecniche.<br />
A coordinare i lavori Michele Dau<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
Vice Segretario Generale CNEL.<br />
La mattinata è iniziata con l’analisi<br />
da parte della Dr.ssa Maria Grazia<br />
Nardiello degli ITS (Istituti Tecnici<br />
Superiori) intesi come “scuole speciali<br />
di tecnologia”, nati dall’esigenza<br />
di formare tecnici superiori per l’efficienza<br />
energetica, la mob<strong>il</strong>ità sostenib<strong>il</strong>e,<br />
le nuove tecnologie della vita<br />
e per <strong>il</strong> Made in Italy, per le tecnologie<br />
innovative per i beni e le attività<br />
culturali e le tecnologie dell’informazione<br />
e della comunicazione.<br />
Un brevissimo salto indietro, gli ITS<br />
sono stati introdotti nell’ordinamento<br />
nazionale dal decreto del Presidente<br />
del Consiglio <strong>dei</strong> Ministri <strong>il</strong> 25<br />
Gennaio 2008 (di seguito denominato<br />
dPCM) in attuazione della Legge<br />
Finanziaria 2007.<br />
Ma adesso entriamo nel vivo degli<br />
Istituti Tecnici Superiori, partendo<br />
da quello che prevede lo standard<br />
organizzativo in base al quale gli ITS<br />
sono fondazioni di partecipazione<br />
con personalità giuridica nazionale e<br />
possono essere costituiti<br />
solo se previsti dai piani<br />
territoriali delle Regioni.<br />
I percorsi degli ITS hanno<br />
le caratteristiche organizzative<br />
previste all’art. 4<br />
del dPCM (come tirocini<br />
obbligatori, se necessari<br />
anche all’estero, per almeno<br />
<strong>il</strong> 30% del monte orario<br />
complessivo, un 50%<br />
<strong>dei</strong> docenti provenienti<br />
dal mondo del lavoro con<br />
esperienza specifica di almeno<br />
5 anni, una struttu-
a modulare e molto altro ancora).<br />
Una domanda ora sorge subito spontanea…Come<br />
si accede ai percorsi<br />
degli ITS? Per accedervi è necessario<br />
essere in possesso di diploma di<br />
istruzione secondaria superiore.<br />
In relazione a ciascuna figura ITS,<br />
con <strong>il</strong> decreto di cui all’art. 4, comma<br />
3 del dPCM, sarà stab<strong>il</strong>ita la specifica<br />
correlazione con <strong>il</strong> tipo di diploma<br />
posseduto.<br />
Gli obiettivi degli ITS sono sicuramente<br />
diversi ed operano sulla<br />
base <strong>dei</strong> piani triennali, negli ambiti<br />
e secondo le priorità indicati dalla<br />
programmazione regionale, in primis<br />
tendono ad ASSICURARE con<br />
continuità l’offerta di tecnici superiori<br />
a livello post-secondario in relazione<br />
a figure che rispondano alla<br />
domanda proveniente dal mondo del<br />
lavoro pubblico e privato in relazione<br />
alle aree strategiche per lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
economico del Paese, SOSTEN-<br />
GONO l’integrazione tra istruzione/<br />
formazione/lavoro e le misure per<br />
l’innovazione e <strong>il</strong> trasferimento tecnologico<br />
alle piccole e medie imprese,<br />
DIFFONDONO cultura tecnica e<br />
scientifica, PROMUOVONO l’orientamento<br />
<strong>dei</strong> giovani e delle loro famiglie<br />
verso le professioni tecniche<br />
e infine STABILISCONO organici<br />
rapporti con i fondi interprofessionali<br />
per la formazione continua <strong>dei</strong><br />
lavoratori nel rispetto delle competenze<br />
delle parti sociali in materia.<br />
Ovviamente per fare bene tutto que-<br />
ISTRUZIONE<br />
sto sarà necessario formare<br />
delle task force di docenti<br />
ed esperti in grado di orientare<br />
gli studenti alle professioni<br />
tecniche e preparare<br />
allo stesso tempo gli studenti<br />
agli ITS realizzando<br />
anche una partecipazione<br />
effettiva e forte sia istituzionale<br />
che sociale.<br />
Lo standard previsto <strong>dei</strong><br />
percorsi ITS di media è<br />
della durata di 4 semestri<br />
(1800/2000 ore), possono durare sei<br />
semestri solo nell’ambito di specifiche<br />
convenzioni con le Università.<br />
Il titolo finale previsto da questo<br />
exursus è un diploma di tecnico superiore<br />
con l’indicazione dell’area<br />
tecnologica, della figura nazionale di<br />
riferimento (V livello EQF per i percorsi<br />
di quattro semestri).<br />
Il diploma sarà r<strong>il</strong>asciato sulla base<br />
del modello nazionale (da definire<br />
con <strong>il</strong> regolamento di cui all’art. 4,<br />
comma 3, del dPCM), previa verifica<br />
finale delle competenze acquisite<br />
dagli studenti che hanno frequentato<br />
i percorsi degli I.T.S. per almeno<br />
l’80% della loro durata complessiva.<br />
La verifica sarà effettuata da commissioni<br />
costituite dagli istituti tecnici<br />
o professionali enti di riferimento<br />
degli istituti tecnici superiori.<br />
Importante è stab<strong>il</strong>ire che i diplomi<br />
di tecnico superiore costituiscono<br />
titolo per l’accesso ai pubblici concorsi,<br />
mentre ai fini del<br />
riconoscimento <strong>dei</strong> crediti<br />
acquisiti in esito ai percorsi<br />
ITS, per l’accesso alle<br />
Professioni di Agrotecnico,<br />
Geometra, Perito <strong>Agrari</strong>o<br />
e Perito Industriale, si fa<br />
riferimento a quanto previsto<br />
dal DPR. n. 328/2000,<br />
art. 55, comma 3.<br />
Il disegno di legge in materia<br />
di riorganizzazione<br />
delle università, approvato<br />
dal Senato <strong>il</strong> 29 Luglio<br />
2010 e attualmente all’esame della<br />
Camera, contiene apposite disposizioni<br />
riguardanti la possib<strong>il</strong>ità di<br />
costituire “federazioni” tra gli ITS e<br />
le università e <strong>il</strong> riconoscimento <strong>dei</strong><br />
crediti acquisiti dagli studenti a conclusione<br />
<strong>dei</strong> percorsi realizzati dagli<br />
ITS nell’ambito <strong>dei</strong> progetti attuati<br />
con l’università. Questi accordi rappresenteranno<br />
uno strumento essenziale<br />
per realizzare percorsi integrati<br />
che andrebbero collegati, sin dal momento<br />
della loro progettazione, con<br />
le lauree di primo livello.<br />
L’innovazione sicuramente risiede<br />
nel fatto che i percorsi ITS devono<br />
formare tecnici superiori con una visione<br />
di sistema del contesto tecnico<br />
e tecnologico in cui operano, in grado<br />
di offrire un contributo innovativo<br />
per valorizzare le vocazioni del territorio<br />
e competere in differenti contesti<br />
internazionali anche nell’ambito<br />
<strong>dei</strong> processi lavorativi delocalizzati.<br />
L’elenco delle aree tecnologiche di<br />
riferimento degli ITS è aggiornato<br />
ogni triennio per effetto dell’eventuale<br />
introduzione di nuove aree<br />
tecnologiche e/o dell’aggiornamento<br />
e modifica delle aree esistenti, in applicazione<br />
dell’articolo 46 della Legge<br />
23 Luglio 2009, n. 99 (disposizioni<br />
per lo sv<strong>il</strong>uppo e l’internazionalizzazione<br />
delle imprese).<br />
Un breve riassunto di quella che è<br />
stata una giornata intensa e ricca di<br />
approfondimenti.<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 29
di Maurizio Arduin<br />
La fattoria didattica<br />
è un’azienda<br />
agricola che ottiene<br />
un reddito dagli<br />
ospiti che la visitano.<br />
Gli ospiti sono divisi in<br />
due categorie principali:<br />
alunni e studenti accompagnati<br />
dai propri<br />
maestri e professori oppure<br />
bambini accompagnati dai loro<br />
genitori, famiglie, tecnici, ecc.<br />
La visita può essere giornaliera (anche<br />
alcune ore) oppure prolungarsi<br />
per un periodo di soggiorno più o<br />
meno breve.<br />
Scopo della fattoria didattica, o del<br />
centro p<strong>il</strong>ota, è quello di far conoscere<br />
uno o più aspetti specifici della<br />
attività aziendale, dell’ambiente rurale<br />
e naturalistico del territorio che<br />
circonda l’azienda.<br />
Il Centro p<strong>il</strong>ota è invece un’azienda<br />
agricola con le stesse finalità ma<br />
30<br />
AZIENDA MULTIFUNZIONALE<br />
Fattoria didattica e Centro p<strong>il</strong>ota<br />
dove le attività aziendali<br />
non solo sono legate<br />
alla tradizione ma<br />
sono anche un momento<br />
di approfondimento<br />
a livello regionale o<br />
nazionale.<br />
Per trasferire queste<br />
conoscenze l’azienda<br />
deve attivare <strong>dei</strong> percorsi<br />
didattici specifici che possono<br />
essere così sintetizzati:<br />
- visitare coltivazioni, allevamenti<br />
e attrezzature dell’azienda;<br />
- consentire di assistere allo svolgersi<br />
concreto di attività agricole<br />
e artigianali;<br />
- visitare luoghi di interesse naturalistico<br />
per l’osservazione florofaunistica<br />
e geologica;<br />
- fornendo spiegazioni tramite<br />
personale adeguatamente preparato:<br />
giornate a tema;<br />
- distribuendo documentazione<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
che prepari, accompagni e integri<br />
la visita alla fattoria didattica.<br />
Il percorso didattico può comprendere<br />
anche diversi <strong>dei</strong> modelli sopra<br />
indicati.<br />
Nelle Fattorie Didattiche si impara<br />
in maniera viva e attiva; si tratta<br />
di aule all’aperto dove i ragazzi<br />
imparano a conoscere la vita degli<br />
animali e l’origine <strong>dei</strong> prodotti che<br />
consumano.<br />
La fattoria didattica è l’occasione<br />
di poter osservare direttamente la<br />
provenienza del cibo. I fagiolini non<br />
nascono dentro un barattolo, come<br />
spesso pensano i bambini delle grandi<br />
città. E <strong>il</strong> vino non si forma dentro<br />
una bottiglia, ma ha origine da grappoli<br />
d’uva che sono appesi ai tralci di<br />
una vigna.<br />
Attraverso l’educazione in fattoria<br />
didattica si promuove, con azioni<br />
concrete, l’apprendimento e la comprensione<br />
<strong>dei</strong> fenomeni naturali e<br />
<strong>dei</strong> cicli biologici, la riscoperta della<br />
cultura contadina, che da sempre<br />
è stata legata all’alternanza delle<br />
stagioni e allo scorrere del tempo<br />
biologico.<br />
Sono tante le possib<strong>il</strong>ità di imparare<br />
nelle scuole di ecologia all’aperto.<br />
Quanto entusiasmo manifestano i<br />
bambini alla vista di un qualsiasi animale<br />
da cort<strong>il</strong>e, come oche, anatre,<br />
conigli. O quando vedono vacche,<br />
cavalli, pecore, asini liberi o in stalla.<br />
Pensate all’esperienza di raccogliere<br />
le uova nel pollaio, oppure lavorarne<br />
<strong>il</strong> latte per produrre formaggio, burro<br />
o ricotta.<br />
Ogni prodotto diventa un labora-
torio e quindi uno strumento educativo<br />
che apre la mente a piccoli<br />
universi, così vicini ma quasi sempre<br />
inesplorati: <strong>il</strong> grano nasce dal seme;<br />
dalla pianta si ottiene <strong>il</strong> chicco e dai<br />
chicchi la farina; dalla farina <strong>il</strong> pane.<br />
La fattoria didattica è l’ambiente<br />
ideale per far conoscere gli animali<br />
selvatici e <strong>il</strong> modo di proteggerli. Ciò<br />
che determina la presenza degli animali<br />
selvatici (come cince, rondini,<br />
rapaci notturni, ricci, pipistrelli, anfibi<br />
ed insetti ‘ut<strong>il</strong>i’) all’interno di un<br />
territorio naturale o urbanizzato che<br />
sia, è la disponib<strong>il</strong>ità alimentare. Poi<br />
è indispensab<strong>il</strong>e un luogo dove possono<br />
rifugiarsi, riposare e riprodursi.<br />
Pertanto dare da mangiare agli animali<br />
o costruire nidi e tane artificiali,<br />
permette di poterli osservare da vicino,<br />
aiutarli a superare l’inverno ed<br />
incrementare la presenza di animali<br />
amici ut<strong>il</strong>i nella lotta biologica.<br />
L’organizzazione della propria<br />
azienda come fattoria didattica offre<br />
infatti a chi la gestisce interessanti<br />
opportunità:<br />
- promuove l’azienda e i suoi prodotti<br />
contribuendo allo sv<strong>il</strong>uppo<br />
della vendita diretta e della ristorazione<br />
agrituristica;<br />
- costituisce una significativa fonte<br />
di reddito, anche perché le visite<br />
si svolgono prevalentemente in<br />
periodi di bassa stagione e comunque<br />
durante la settimana,<br />
poco interferendo anche con<br />
AZIENDA MULTIFUNZIONALE<br />
l’eventuale organizzazione di altre<br />
attività agrituristiche;<br />
- stimola la creazione, nell’azienda<br />
agricola, di nuove professionalità,<br />
consentendo di valorizzare<br />
eventuali attitudini culturali e<br />
pedagogiche presenti nel gruppo<br />
di conduzione dell’azienda (famiglia,<br />
cooperativa, ecc.).<br />
Attività con le scolaresche<br />
Per i ragazzi è importantissimo<br />
fare esperienze pratiche e non solo<br />
teoriche.<br />
E’ per questo che tante scuole escono<br />
dalle aule e fanno esperienze<br />
concrete, all’aperto, a contatto con<br />
gli ambienti naturali, con gli animali,<br />
con gli alberi, respirando a pieni polmoni.<br />
Le fattorie didattiche portano<br />
le scuole all’aperto: un luogo ideale<br />
per offrire veri e propri itinerari<br />
di educazione ambientale nei quali<br />
scoprire <strong>il</strong> mondo che ci circonda attraverso<br />
l’uso di tutti i sensi.<br />
Fare scuola all’aperto ha un profondo<br />
significato educativo: significa<br />
ritrovare i collegamenti, ricostruire<br />
<strong>il</strong> legame col mondo naturale, col<br />
mondo agricolo, organizzato sul fare<br />
e sull’uso intelligente delle mani.<br />
Attività con le famiglie<br />
Con le scolaresche l’attività didattica<br />
è concentrata solo in pochi mesi<br />
dell’anno e l’impegno, durante le visite,<br />
è notevole.<br />
Una fattoria didattica può essere<br />
pensata anche per le famiglie che<br />
hanno a loro disposizione solo 2 o<br />
3 ore per passare qualche momento<br />
con i figli a contatto con la natura e<br />
le tradizioni. In questo caso la fattoria<br />
didattica deve essere “progettata”<br />
consentendo una visita senza la<br />
presenza dell’agricoltore lasciando<br />
le informazioni a pannelli <strong>il</strong>lustrativi<br />
e alla sensib<strong>il</strong>ità <strong>dei</strong> genitori.<br />
Questo tipo di fattorie didattiche lavorano<br />
tutte le settimane dell’anno<br />
e permettono di seguire le stagioni<br />
con i loro mutamenti e con le loro<br />
bellezze.<br />
Una fattoria didattica “progettata”<br />
per le famiglie favorisce anche una<br />
notevole valorizzazione delle produzioni<br />
aziendali, e di quelle delle<br />
aziende limitrofe, che possono essere<br />
offerte ai visitatori.<br />
Pianificazione dell’attività didattica<br />
l’organizzazione <strong>dei</strong> percorsi formativi<br />
e la caratterizzazione della fattoria<br />
didattica non deve essere al caso<br />
e tanto meno all’improvvisazione. È<br />
necessario. Innanzitutto, individuare<br />
l’obiettivo economico dell’azienda<br />
agricola e su questo costruire la<br />
fattoria didattica. Se dagli educatori<br />
la fattoria didattica è vista come<br />
momento di crescita e contatto con<br />
le realtà da parte dell’imprenditore<br />
agricolo la fattoria didattica è un’opportunità<br />
di reddito da non sottovalutare<br />
e da non banalizzare.<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 31
di Rosaria Bianco<br />
voluto<br />
mettere<br />
“Abbiamo<br />
insieme, per<br />
la prima volta in Italia, <strong>il</strong><br />
Sistema Paese per portare<br />
all’interno della PAC<br />
le istanze dell’agricoltura<br />
nazionale. Siamo particolarmente<br />
soddisfatti per<br />
essere riusciti a farlo qui<br />
a Bari nell’ambito della<br />
Fiera del Levante. Sono rammaricato,<br />
però, per l’assenza oggi del Ministro<br />
Galan, ad un confronto atteso da tutto<br />
<strong>il</strong> mondo agricolo e strategico per<br />
<strong>il</strong> futuro ruolo dell’Agricoltura italiana”.<br />
Così <strong>il</strong> Coordinatore nazionale<br />
della Commissione Politiche Agricole<br />
Dario Stefàno ha aperto i lavori<br />
della prima conferenza nazionale di<br />
ascolto sulla riforma della Politica<br />
agricola comunitaria, a cui<br />
hanno partecipato <strong>il</strong> Presidente<br />
della Commissione Agricoltura<br />
del Parlamento Europeo Paolo<br />
De Castro, <strong>il</strong> sottosegretario<br />
alle Politiche Agricole Antonio<br />
Buonfiglio e i rappresentanti<br />
nazionali di tutte le Organizzazioni<br />
di Categoria.<br />
Dalla Puglia, dunque, partono<br />
le prime proposte in vista della<br />
riforma della Pac: “Come Sistema<br />
delle Regioni – ha continuato<br />
Stefàno – oggi vogliamo<br />
ascoltare la voce <strong>dei</strong> protagonisti,<br />
compresi quella delle Associazioni<br />
di Categoria, in prima<br />
linea nell’affrontare le problematiche<br />
del mondo agricolo”.<br />
Un mondo agricolo che pre-<br />
32<br />
POLITICA AGRICOLA<br />
Riforma della PAC<br />
senta caratteristiche ed<br />
aspettative diverse ma<br />
l’obiettivo, rimarcato<br />
oggi da tutti, è quello di<br />
giungere ad un “Pacchetto”<br />
unitario di proposte<br />
per l’Italia per giungere<br />
ad una nuova PAC più<br />
rispondente alle nuove<br />
esigenze dell’agricoltura<br />
e meno burocratica, per<br />
evitare di caricare di ulteriori oneri<br />
le imprese italiane.<br />
“Tra le priorità – ha sottolineato Stefàno<br />
– certamente quella legata ad un<br />
maggiore impegno dell’UE nell’efficientare<br />
la rete <strong>dei</strong> controlli sull’intero<br />
territorio comunitario, per evitare<br />
<strong>il</strong>leciti nell’introduzione di prodotti<br />
da Paesi Terzi non conformi alle nor-<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
me, che i nostri produttori sono tenuti<br />
ad osservare, in termini di standard<br />
di qualità e sicurezza alimentare.<br />
Le Organizzazioni Professionali<br />
hanno tutte evidenziato la preoccupazione<br />
per l’eventuale ridimensionamento<br />
del budget assegnato<br />
all’agricoltura nel b<strong>il</strong>ancio comunitario<br />
e per la ridistribuzione della relativa<br />
quota anche tra le nuove Nazioni<br />
di recente ingresso nell’UE. Sui<br />
princìpi che regolano <strong>il</strong> sistema degli<br />
incentivi si sono espresse per una<br />
sostanziale modifica che rimuova gli<br />
squ<strong>il</strong>ibri territoriali che, in passato<br />
e ancor oggi, penalizzano le produzioni<br />
mediterranee rispetto a quelle<br />
continentali. E’ stata anche auspicata<br />
l’introduzione di meccanismi ed elementi<br />
per <strong>il</strong> corretto funzionamento
del mercato e per rendere più stab<strong>il</strong>e<br />
l’andamento <strong>dei</strong> prezzi.<br />
Il sottosegretario Buonfiglio, nel<br />
rimarcare l’ut<strong>il</strong>ità di questa prima<br />
occasione di confronto, ha precisato<br />
che “L’Italia, storicamente, non ha<br />
avuto, finora, una vera e propria Politica<br />
Agricola <strong>Nazionale</strong>. Se non si è<br />
ancora avviato un tavolo sulla PAC<br />
non è solo responsab<strong>il</strong>ità del Governo.<br />
Le cause vanno ricercate anche in<br />
una azione frammentaria del Parlamento<br />
e delle Organizzazioni<br />
Professionali. C’è tuttavia da<br />
registrare un cambiamento<br />
di “clima” rispetto al 2005<br />
quando vi erano le pressioni<br />
delle grandi lobbie. Oggi c’è<br />
un clima culturale più positivo.<br />
Certamente le risorse non<br />
potranno essere ritoccate in<br />
basso. Non possiamo perdere<br />
questa occasione per destinare<br />
finalmente le risorse agli<br />
agricoltori, a coloro cioè che<br />
lavorano la terra”.<br />
“L’attuale momento – ha detto<br />
<strong>il</strong> presidente De Castro nel<br />
suo intervento conclusivo – è<br />
molto delicato, in gioco ci sono<br />
risorse importanti che ci devono<br />
vedere protagonisti a tutti<br />
i livelli. Il sistema istituzionale<br />
POLITICA AGRICOLA<br />
italiano deve assolutamente lavorare<br />
in sintonia per non perdere una fondamentale<br />
occasione strategica per<br />
dare risposte a grandi problematiche,<br />
come la sicurezza alimentare, l’inquinamento,<br />
l’approvvigionamento<br />
dell’acqua”.<br />
“La Pac – ha specificato De Castro –<br />
ridistribuirà le risorse secondo nuovi<br />
criteri con effetti enormi sui territori.<br />
Non ci sarà più alcun riferimento ai<br />
“premi” storici, ma verranno intro-<br />
dotti criteri nuovi di trasparenza, di<br />
equità, di giustizia che terranno conto<br />
della qualità delle colture e del<br />
lavoro”.<br />
“Siamo tutti impegnati – ha concluso<br />
De Castro – nel riportare al centro<br />
della riforma <strong>il</strong> tema del reddito<br />
degli agricoltori, che soffrono più di<br />
altri gli effetti di un mercato ancora<br />
senza regole. Per questo abbiamo bisogno<br />
di un protagonismo nuovo del<br />
Sistema Italia”.<br />
OGM<br />
I Presidenti delle Regioni hanno fatto propria la posizione degli Assessori all’Agricoltura in merito alle colture<br />
transgeniche. Lo rende noto l’Assessore della Regione Puglia Dario Stefàno che, quale coordinatore della Commissione<br />
Politiche agricole, ha relazionato oggi a Roma nella Conferenza <strong>dei</strong> Presidenti, sull’ordine del giorno approvato<br />
all’unanimità <strong>il</strong> 30 settembre scorso. Ordine del giorno che, commenta Stefàno, “consegna al governo una<br />
posizione solida delle Regioni in tema di OGM”.<br />
L’ordine del giorno chiede al Ministro Galan di vietare la coltivazione del Mais MON 810 e della patata Amflora,<br />
di procedere cioè con l’esercizio della clausola di salvaguardia ai sensi dell’articolo 23 della direttiva 2001/18/CE<br />
del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 marzo 2001, sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi<br />
geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CE del Consiglio, così come recepita dall’articolo 25 del<br />
decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224.<br />
“La posizione attuale delle Regioni – aggiunge Stefàno – a cui la Costituzione riconosce la competenza assoluta su<br />
questo tema, è di ferma contrarietà rispetto alla autorizzazione della coltivazione degli organismi geneticamente<br />
modificati sul territorio nazionale, ed impegnano <strong>il</strong> Ministro Galan a rappresentare tale posizione, anche in occasione<br />
delle riunioni in sede comunitaria.<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 33
34<br />
TRASPARENZA ALIMENTARE<br />
Dal Salone del Gusto un monito ad UE ed aziende<br />
<br />
di Rosaria Bianco<br />
Un Presidio in Europa contro le agropiraterie:<br />
parte dal Salone del Gusto<br />
di Torino la richiesta all’Ue, per arginare<br />
un fenomeno che danneggia<br />
<strong>il</strong> Made in Italy agroalimentare e le<br />
aziende che hanno sposato la f<strong>il</strong>osofia<br />
della qualità. A lanciarla, <strong>il</strong> coordinatore<br />
degli Assessori all’Agricoltura<br />
d’Italia, assessore della Regione Puglia<br />
Dario Stefàno, relatore all’incontro<br />
odierno organizzato da Slow Food<br />
e Ismea, in cui sono stati presentati i<br />
risultati dell’ indagine condotta dall’<br />
Istituto di Servizi per <strong>il</strong> Mercato<br />
Agricolo Alimentare “Produzione<br />
Dop e Igp: consumi,<br />
fatturato, export e mercati”.<br />
L’Italia guida la classifica europea<br />
per numero di marchi<br />
certificati: con ben 213, su un<br />
totale di 938, distanzia Francia<br />
(176) e Spagna (140) con<br />
un tasso di crescita doppio<br />
rispetto al dato medio europeo.<br />
Un fenomeno, quello<br />
delle Dop e delle Igp italiane,<br />
in forte espansione numerica,<br />
confermata anche dall’ultima<br />
indagine strutturale dell’Istat:<br />
82.120 operatori<br />
tra produttori e trasformatori,<br />
138.900<br />
ettari ut<strong>il</strong>izzati e<br />
47.300 allevamenti.<br />
Cifre, e questo è <strong>il</strong><br />
dato su cui riflettere,<br />
che non si traducono<br />
però in un<br />
altrettanto importante<br />
incremento<br />
di fatturato, se non<br />
i pochi casi. Oltre<br />
l’80 per cento del giro d’affari rimane,<br />
infatti, concentrato su una decina<br />
di grandi marchi, mentre la gran parte<br />
delle produzioni sv<strong>il</strong>uppano fatturati<br />
molto limitati, spesso solo a livello<br />
locale.<br />
Così come, mentre cresce <strong>il</strong> numero<br />
<strong>dei</strong> prodotti insigniti dal marchio,<br />
diminuisce <strong>il</strong> volume <strong>dei</strong> prodotti<br />
certificati. L’unico balzo in avanti<br />
è registrato dall’olio d’oliva con un<br />
più 21,7%. Sul fronte della domanda<br />
interna, <strong>il</strong> trend <strong>dei</strong> consumi italiani<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
continua ad evidenziare qualche difficoltà<br />
per Dop e Igp, <strong>il</strong> cui ruolo sugli<br />
acquisti domestici diminuisce, così<br />
come continua a mutare la struttura<br />
delle vendite al dettaglio: scendono<br />
supermercati e dettaglio tradizionale,<br />
ma crescono ipermercati(+11%) e soprattutto<br />
discount (+18%).<br />
L’unico dato positivo giunge dall’estero:<br />
le vendite oltrefrontiera hanno<br />
sfiorato nel 2009 <strong>il</strong> valore di 1,3 m<strong>il</strong>iardi<br />
di euro, mettendo a segno un +<br />
15%. A crescere di più i formaggi Dop<br />
(+11,5%), i prodotti a base di carne (+<br />
21,6), l’ortofrutta (+ 18,3%) e soprattutto<br />
l’olio d’oliva con +96,1% (soprattutto<br />
verso i Paesi extra-UE).<br />
Pochi marchi, concentrano oltre <strong>il</strong><br />
90% dell’export, come Grana Padano,<br />
Parmigiano Reggiano, Prosciutto<br />
di Parma o le Mele dell’Alto Adige:<br />
“bandiere nazionali in tutto <strong>il</strong> mondo<br />
– ha sottolineato Stefàno - perché<br />
ormai brand riconoscib<strong>il</strong>i, al di là del<br />
marchio certificato, che nasce per<br />
tutelare le produzioni dalle imitazioni,<br />
ma non come strumento<br />
di promozione come spesso,<br />
purtroppo, è ancora interpretato<br />
dai produttori”. La proliferazione<br />
<strong>dei</strong> marchi, dunque,<br />
non è un fatto di per sè positivo,<br />
anzi a volte crea confusione<br />
nei consumatori. La<br />
ricetta, dunque, sembra essere<br />
quella di razionalizzare: meno<br />
marchi e maggiore aggregazione<br />
tra i produttori (non a<br />
caso la classifica delle vendite<br />
è guidata esclusivamente dai<br />
Consorzi).<br />
In tal senso, <strong>il</strong> coordinatore
Stefàno non ha dubbi: “nella nuova<br />
PAC chiederemo un maggiore ruolo<br />
per le Organizzazione <strong>dei</strong> Produttori,<br />
perché l’obiettivo è quello di aiutare<br />
le piccole aziende impegnate nel<br />
percorso della qualità e della tradizione<br />
a stare insieme e condividere<br />
strategie di marketing internazionali.<br />
Perché, davanti al Titano del mercato<br />
globale, <strong>il</strong> piccolo produttore da solo<br />
non ce la può fare”.<br />
“Così come non ce la può fare – continua<br />
Stefàno - ogni singolo Stato<br />
membro, e ancor meno le Regioni, a<br />
combattere la battaglia altrettanto<br />
titanica contro le agro-piraterie, vera<br />
spina nel fianco delle nostre aziende.<br />
L’Ue deve rendere la maglia <strong>dei</strong> controlli<br />
omogenea e prevedere meccanismi<br />
che impediscano l’ingresso da Paesi<br />
terzi di prodotti che non rispettano<br />
gli stessi standard di qualità e sicurezza<br />
alimentare. Per questo occorre un<br />
Presidio UE ad hoc”.<br />
“Quella della razionalizzazione <strong>dei</strong><br />
marchi però– conclude Stefàno – è<br />
una battaglia anche territoriale. Alle<br />
imprese pugliesi chiedo di non rimanere<br />
da soli, i prodotti di punta del<br />
Made in Italy parlano chiaro: uniti e<br />
con oculate strategie di marketing internazionale<br />
si può vincere la sfida del<br />
mercato globale e superare con successo<br />
l’attuale crisi”.<br />
TRASPARENZA ALIMENTARE<br />
L’AGRIGELATO : DALLA STALLA AL CONO<br />
L’agrigelato dalla stalla al cono è<br />
una realtà ormai consolidata ed è<br />
stato presente per tutta la durata del<br />
Salone del Gusto di Torino organizzato<br />
dal Slow Food.<br />
E’ un prodotto esclusivo ottenuto<br />
dal latte di alta qualità munto nella<br />
cascina San Pé di Poirino (Torino),<br />
finalista del concorso Oscar green,<br />
che lo arricchisce ut<strong>il</strong>izzando i migliori<br />
ingredienti, ovviamente naturali<br />
e gran parte della produzione<br />
del proprio frutteto.<br />
L’agrigelato è una delle tante esperienze<br />
della produzione Made in Italy<br />
a ch<strong>il</strong>ometri zero che, secondo uno<br />
studio della Coldiretti, ha sv<strong>il</strong>uppato<br />
in Italia un fatturato di 3 m<strong>il</strong>iardi<br />
di euro all’anno tra pizzerie, osterie,<br />
ristoranti, mense, vinerie, botteghe,<br />
pescherie che offrono solo prodotti<br />
locali. Si tratta di un fenomeno in<br />
controtendenza rispetto alla crisi generale<br />
che coinvolge 63m<strong>il</strong>a cantine,<br />
malghe, frantoi e imprese agricole<br />
attraverso spacci aziendali, chioschi,<br />
bancarelle, sagre e oltre 600 mercati<br />
degli agricoltori di Campagna Amica.<br />
Sempre secondo l’indagine Coldiretti-Swg<br />
una maggioranza assoluta del<br />
53 per cento degli italiani preferisce<br />
acquistare prodotti alimentari locali<br />
e artigianali che battono nettamente<br />
le grandi marche, le quali si fermano<br />
al 10 per cento.<br />
La vittoria del prodotto legato al<br />
territorio è sancita dal fatto che oltre<br />
due terzi degli italiani (68 per cento)<br />
si sentirebbero più garantiti da un<br />
marchio degli agricoltori italiani rispetto<br />
al marchio industriale (11 per<br />
cento) e a quello della distribuzione<br />
commerciale (10 per cento).<br />
Si tratta di una opinione confermata<br />
dal fatto che nel 2010 si è registrato<br />
un vero boom degli acquisti diretti<br />
dai produttori dove compra regolarmente<br />
<strong>il</strong> 17 per cento degli italiani<br />
con un aumento record del 55 per<br />
cento.<br />
Favorire la presenza di prodotti locali<br />
nei punti vendita è anche l’obiettivo<br />
del progetto per una F<strong>il</strong>iera agricola<br />
tutta italiana della Coldiretti per arrivare<br />
ad offrire prodotti alimentari<br />
al cento per cento italiani firmati dagli<br />
agricoltori e al giusto prezzo tramite<br />
la più estesa rete commerciale<br />
nazionale che coinvolge i mercati di<br />
campagna amica, i punti di vendita<br />
delle cooperative, i consorzi agrari,<br />
agriturismi e aziende agricole, ma<br />
coinvolgerà anche la rete della ristorazione<br />
a ch<strong>il</strong>ometri zero e la distribuzione<br />
che intenderà partecipare.<br />
Fonte: Coldiretti<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 35
36<br />
<strong>Collegio</strong> di<br />
Savona<br />
A seguito delle elezioni avvenute nel<br />
giorno 15 Settembre 2010 <strong>il</strong> nuovo Consiglio<br />
del <strong>Collegio</strong> risulta così composto:<br />
Consiglio del <strong>Collegio</strong><br />
Presidente Antonio Michelucci<br />
VicePresidente Mauro Oliva<br />
Segretario Antonio Talarico<br />
Tesoriere Daniele Caparvi<br />
Consigliere Francesco Rapa<br />
<strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong> Revisori <strong>dei</strong> Conti<br />
Presidente Augusto Torelli<br />
Membro Eff. Domenico Dellavalle<br />
Membro Eff. Angelo Pareto<br />
Membro Supp. Sergio Lanteri<br />
Al via <strong>il</strong> Corso di Idoneità Fisiologica<br />
all’Assaggio dell’Olio<br />
d’Oliva di primo livello per<br />
assaggiatori di olio di oliva, <strong>il</strong> corso<br />
che si terrà presso la sede del <strong>Collegio</strong><br />
Provinciale <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>Periti</strong><br />
<strong>Agrari</strong> Laureati della provincia di Caserta<br />
sita in piazza Roma n. 79, inizierà<br />
martedì 19 Ottobre alle ore 15.00. Il<br />
corso è organizzato dalla Associazione<br />
Produttori Olivicoli Irpini con sede<br />
in Avellino in collaborazione con <strong>il</strong><br />
<strong>Collegio</strong> Provinciale <strong>dei</strong> periti <strong>Agrari</strong> e<br />
<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati della Provincia<br />
di Caserta. Il corso, condotto da Capi<br />
Panel e da docenti altamente qualificati,<br />
avrà la durata<br />
di 36 ore<br />
distribuite in<br />
sei giornate,<br />
suddivise in<br />
lezioni teoriche,<br />
pratiche<br />
e prove selettive<br />
per la valutazione<br />
<strong>dei</strong><br />
partecipanti.<br />
VITA DEI COLLEGI<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
<strong>Collegio</strong> di<br />
Rovigo<br />
A seguito delle elezioni avvenute nel<br />
giorno 19 Ottobre 2010 <strong>il</strong> nuovo Consiglio<br />
del <strong>Collegio</strong> risulta così composto:<br />
Consiglio del <strong>Collegio</strong><br />
Presidente Gianfranco Rezzadore<br />
VicePresidente Mauro Brasolin<br />
Segretario Gianfranco Baretta<br />
Tesoriere Davide Previato<br />
Consigliere Davide Avanzi<br />
Consigliere Vincenzo Guerzoni<br />
Consigliere Sante Toso<br />
<strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong> Revisori <strong>dei</strong> Conti<br />
Presidente Emanuela Finotello<br />
Membro Eff. Claudio Bellan<br />
Membro Eff. Bernardo Bombonato<br />
Membro Supp. Romano Rampazzo<br />
Al termine verrà r<strong>il</strong>asciato regolare attestato<br />
di esperto assaggiatore di olio<br />
di oliva che consentirà di partecipare<br />
al corso di secondo livello. L’obiettivo<br />
è quello della formazione, selezione e<br />
qualificazione di assaggiatori di olio di<br />
oliva al fine di costituire un comitato<br />
professionale per l’assaggio, per la valutazione<br />
e la classificazione degli oli<br />
d’oliva, secondo le normative nazionali<br />
vigenti (D.M. 30 Luglio 2003, Circolare<br />
Mi.P.A. n. 5 del 18.6.1999; Reg. CE<br />
640/2008). Inoltre <strong>il</strong> corso intende approfondire<br />
la conoscenza del sistema<br />
percettivo in modo da formare figure<br />
professionali in grado di valorizzare e<br />
pubblicizzare gli aspetti organolettici<br />
dell’olio prodotto nell’area individuata<br />
dal disciplinare di produzione elaborato<br />
dal comitato promotore dell’olio<br />
di oliva extravergine Terre Del Matese.<br />
Grazie alla fattiva collaborazione del<br />
<strong>Collegio</strong> Provinciale <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />
e <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati della Provincia<br />
di Caserta è stato possib<strong>il</strong>e organizzare<br />
<strong>il</strong> corso al quale parteciperanno<br />
professionisti e operatori del settore<br />
<strong>Collegio</strong> di<br />
Benevento<br />
A seguito delle elezioni avvenute nel<br />
giorno 11 Settembre 2010 <strong>il</strong> nuovo Consiglio<br />
del <strong>Collegio</strong> risulta così composto:<br />
Consiglio del <strong>Collegio</strong><br />
Presidente Cristiano Fontanarosa<br />
VicePresidente Pellegrino Marchese<br />
Segretario Domenico Calvanese<br />
Tesoriere Luigi Del Ciampo<br />
Consigliere Maria Rosaria Pecoraro<br />
<strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong> Revisori <strong>dei</strong> Conti<br />
Presidente Rosario Biondi<br />
Membro Eff. Nicola Tucci<br />
Membro Eff. Angelo De Conno<br />
Membro Supp. Claudio Palladino<br />
che tratteranno argomenti su :<br />
ni<br />
di oliva ;<br />
miche,<br />
della difesa della pianta e<br />
delle varietà sulle caratteristiche<br />
qualitative dell’olio d’oliva;<br />
<br />
controllo di processo;<br />
ne<br />
della qualità;<br />
<br />
dell’olio di oliva;<br />
scrizione<br />
delle caratteristiche positive<br />
e negative degli oli vergini;<br />
Responsab<strong>il</strong>e del Corso è la Dott.ssa<br />
Maria Luisa Ambrosino, Capo Panel<br />
presso CCIAA di Napoli.
AGENZIA AG A<br />
DEL TERRITORIO<br />
A) Provvedimento del Direttore<br />
dell’Agenzia g del Territorio 16<br />
settembre 2010, Disciplina delle<br />
modalità di consultazione telematica<br />
delle planimetrie catastali<br />
da parte <strong>dei</strong> soggetti ab<strong>il</strong>itati alla<br />
presentazione telematica degli<br />
atti di aggiornamento catastale.<br />
NEWS<br />
ESAMI E DI ABILITAZIONE<br />
ALL’ESERCIZIO A<br />
DELLA PRO-<br />
FESSIONE F<br />
– SESSIONE UNICA<br />
2010 2 –: sono concluse le video-lezioni,<br />
organizzate dalla Fondazione <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> A in collaborazione con <strong>il</strong> CNPA<br />
e tenute a favore <strong>dei</strong> tirocinanti e di tutti i <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> <strong>il</strong> :<br />
- 23 settembre u.s. – dal Per.Agr. Roberto Pierini - “Il catasto” –<br />
- 28 settembre u.s. – dal Per. Agr. Giovanbattista Vitali –<br />
“Valutazione ambientale e paesaggistica” –<br />
- 29 settembre u.s. – dal Per. Agr. Massimo<br />
m Moncelli – “Tecniche estimative”-<br />
- 30 settembre u.s. – dal Per. Agr. Mario<br />
Calcagn<strong>il</strong>e C “ Le perizie grandine” –<br />
che c hanno visto un minimo di 66 accessi<br />
per p 2081 minuti di collegamento ad un<br />
massimo di 94 accessi per 4276 minuti mi di collegamento e dunque con una<br />
media di 76 partecipanti per 3206 minuti di trasmissione.<br />
Ai partecipanti è stata data la possib<strong>il</strong>ità di scaricare dal sito le video lezioni<br />
dai link :<br />
LEZIONE 1<br />
http://95.110.226.220/public/tutti/videopresentazioni/Fondazione_<strong>Periti</strong>_<strong>Agrari</strong>_1.exe<br />
LEZIONE 2<br />
http://95.110.226.220/public/tutti/videopresentazioni/Fondazione_<strong>Periti</strong>_<strong>Agrari</strong>_2.exe<br />
LEZIONE 3<br />
http://95.110.226.220/public/tutti/videopresentazioni/Fondazione_<strong>Periti</strong>_<strong>Agrari</strong>_3.exe<br />
LEZIONE 4<br />
http://95.110.226.220/public/tutti/videopresentazioni/Fondazione_<strong>Periti</strong>_<strong>Agrari</strong>_4.exe<br />
Dando anche seguito alle nostre<br />
molteplici istanze di innovazione<br />
ed ampliamento della piattaforma<br />
Sister (Sister 2), l’Agenzia del<br />
Territorio sta completando l’attivazione<br />
delle procedure per la<br />
consultazione via telematica delle<br />
planimetrie <strong>dei</strong> fabbricati urbani,<br />
da agosto in fase sperimentale anche<br />
con <strong>il</strong> concorso del CNPA (rif.<br />
ns rivista n. 4/2010).<br />
B) PREGEO - Monografie g Punti<br />
Fiduciali - Si evidenzia che all’interno<br />
della nuova piattaforma Sister<br />
2, anche in questo caso a seguito<br />
delle segnalazioni riportate<br />
al tavolo tecnico presso l’Agenzia<br />
del Territorio dal CNPA, è ora<br />
possib<strong>il</strong>e, dal sottomenù Pregeo,<br />
effettuare direttamente l’invio<br />
telematico delle monografie <strong>dei</strong><br />
Punti Fiduciali per la successiva<br />
validazione da parte <strong>dei</strong> tecnici<br />
dell’Ufficio provinciale del<br />
Catasto.<br />
C) PREGEO 10 - Nuova release<br />
- In autunno verrà r<strong>il</strong>asciata una<br />
nuova versione del programma,<br />
ora in fase di pre-valutazione,<br />
che raccoglie molte delle problematiche<br />
evidenziate dai professionisti,<br />
in certi casi veri e propri<br />
errori della procedura software,<br />
ed inserisce alcune migliorate<br />
funzionalità: nuovi controlli sulle<br />
superfici reali e sulle poligonali;<br />
collegamento alle monografie via<br />
web; migliore gestione estratti di<br />
mappa; migliore gestione tipologie<br />
ed aumento numero particelle<br />
trattab<strong>il</strong>i; migliorate funzionalità<br />
grafiche; ecc.<br />
D) Pubblicazione dell’elenco <strong>dei</strong><br />
comuni nei qquali è stata accerta-<br />
ta la ppresenza<br />
di fabbricati non<br />
dichiarati in Catasto, , G.U. del 29<br />
settembre 2010 - L’Agenzia del<br />
Territorio prosegue con le operazioni<br />
di cui al Decreto legge n.<br />
262 del 3 ottobre 2006 - comma<br />
36 art. 2 - convertito con modificazioni<br />
dalla legge 24 novembre<br />
2006, n. 286, come sostituito dal<br />
comma 339 dell’articolo 1 della<br />
legge del 27 dicembre 2006, n. 296<br />
(legge finanziaria 2007) e seguenti,<br />
fino al recente D.L. 31/05/2010<br />
n. 78; documentazione, elenchi e<br />
consultazione su www.agenziaterritorio.it.<br />
Come in questi anni<br />
sempre evidenziato, unitamente<br />
alle indicazioni sulla problematica<br />
inerente i fabbricati che abbiano<br />
perso i requisiti di ruralità e sulle<br />
importanti attività di surroga,<br />
che l’Agenzia del Territorio promuoverà<br />
ulteriormente nel 2011,<br />
si rende quindi importante riportare<br />
l’attenzione della Categoria<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 37
sui vari aspetti di r<strong>il</strong>evanza negli<br />
ambiti dell’attività professionale.<br />
Il CNPA sta inoltre attivamente<br />
promuovendo assieme alle altre<br />
cinque categorie tecniche interessate,<br />
l’istituzione di apposita convenzione<br />
di supporto alle eventuali<br />
necessità dell’Agenzia del<br />
Territorio.<br />
POSTA ELET- T<br />
Nel campi italiani si<br />
sono ridotti dell’8 per<br />
cento i principi attivi<br />
distribuiti nei fitofarmaci<br />
per proteggere<br />
le piante dalla malattie<br />
mentre contestualmente<br />
è aumentato del 66 per cento l’impiego di<br />
quelli biologici. E’ quanto emerge da una analisi della<br />
Coldiretti sulla base di dati Istat relativi al<br />
2009 che registrano una diminuzione <strong>dei</strong><br />
principi attivi distribuiti nelle campagne<br />
da 80,7 m<strong>il</strong>a tonnellate del 2008 a 74,2<br />
m<strong>il</strong>a del 2009. Una situazione che ha contribuito<br />
alla conquista da parte dell’Italia<br />
di valori da primato europeo per l’assenza<br />
di residui chimici nei prodotti in ven-<br />
38<br />
NEWS<br />
ribadiscono le istruzioni , di seguito<br />
riportate, per richiedere le credenziali<br />
d’accesso alla casella PEC.<br />
Qualora qualcuno non avesse ancora<br />
ricevuto l’invito all’attivazione<br />
della casella PEC da parte di VISU-<br />
RA S.p.a., ciò potrebbe essere causato<br />
da un problema tecnico ovvero<br />
TRONICA<br />
CERTIFICATA:<br />
A seguito del recente<br />
incontro di<br />
fine luglio svoltosi<br />
a Roma tra <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong><br />
<strong>Nazionale</strong> ed<br />
i responsab<strong>il</strong>i <strong>dei</strong><br />
Collegi Provinciali<br />
nonostante si siano<br />
fornite le indicazioni i i ut<strong>il</strong>i t<strong>il</strong>i alla ll al l mancato t aggiornamento i t d<strong>dei</strong> i ddati ti<br />
divulgazione della convenzione in di recapito. In tal caso (e dunque<br />
atto tra <strong>il</strong> CNPA e VISURA S.p.a. solo per coloro che non abbiano<br />
per la fornitura delle caselle PEC a ricevuto alcuna comunicazione da<br />
tutti gli iscritti, pervengono ancora VISURA S.p.a.) gli iscritti possono<br />
molte richieste – individuali – per inviare una ma<strong>il</strong> a “pasquale.vani@<br />
la attivazione delle stesse per cui si visura.it” indicando nel campo og-<br />
SALUTE: COLDIRETTI, NEI CAMPI<br />
- 8 % FITOFARMACI, + 66% PER BIOLOGICI<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
getto: “richiesta attivazione PEC –<br />
<strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong><br />
<strong>Agrari</strong> Laureati di ……………”<br />
e specificando, nel testo della ma<strong>il</strong>, i<br />
propri dati anagrafici (NOME, CO-<br />
GNOME, CODICE FISCALE e<br />
NUMERO DI ISCRIZIONE) e un<br />
recapito telefonico.<br />
Considerato C<br />
che<br />
VISURA V S.p.a.<br />
innvierà<br />
le credenziali<br />
z d’accesso<br />
alla a PEC diret-<br />
taamente<br />
tramite<br />
ma<strong>il</strong>, m è obbligato-<br />
riio<br />
indicare almeno<br />
n un indirizzo<br />
ma<strong>il</strong> m “ordinario”<br />
sul<br />
quale ricevere<br />
taali<br />
credenziali.<br />
Al fine fi di razionalizzare i l<br />
<strong>il</strong> sistema<br />
ed adempiere alle incombenze i<br />
Colleghi che non intendessero usufruire<br />
della convenzione CNPA/VI-<br />
SURA S.p.a. dovranno comunicare<br />
comunque un indirizzo PEC entro e<br />
non oltre <strong>il</strong> 20/12/2010.<br />
dita come conferma<br />
l’ultimo rapporto<br />
ufficiale annuale del<br />
Ministero della Salute<br />
sul “Controllo<br />
ufficiale <strong>dei</strong> residui di<br />
prodotti fitosanitari<br />
negli alimenti di origine vegetale” secondo <strong>il</strong> quale - riferisce<br />
la Coldiretti - non è stato trovato alcun campione<br />
irregolare nel vino e nell’olio in vendita<br />
e solo una percentuale minima dello<br />
0,8 per cento nei cereali. La situazione –<br />
conclude la Coldiretti - è particolarmente<br />
confortante anche per la frutta e verdura<br />
con appena lo 0,8 per cento <strong>dei</strong> campioni<br />
trovati irregolari rispetto alla media del<br />
3,5 per cento a livello europeo.
NEWS<br />
Novembre gustoso sotto i colli di Brisighella<br />
La cittadina di Brisighella, splendido<br />
borgo medioevale sulle colline delle<br />
Terre di Faenza in provincia di Ravenna,<br />
si trova nel cuore della verde<br />
SAGRA S DELLA PERA VOL-<br />
PINA P E DEL FORMAGGIO<br />
STAGIONATO<br />
S<br />
È un originale mercato <strong>dei</strong> frutti<br />
autunnali a e <strong>dei</strong> prodotti tipici della<br />
collina, c dove la regina ed <strong>il</strong> re della<br />
giornata g saranno la pera volpina ed<br />
<strong>il</strong> l formaggio “stagionato”.<br />
Le L pere volpine, piccole, tonde e<br />
dure d erano un prodotto tipico del-<br />
la<br />
valle del Lamone. La sagra ha<br />
contribuito c nel corso degli anni alla<br />
riscoperta r delle proprietà di questo<br />
s frutto dimenticato, offrendo la<br />
possib<strong>il</strong>ità p di riassaporarlo. Le pere<br />
volpine v vengono consumate bollite,<br />
te cotte in acqua o vino, vino oppure al for forno. Ottimo è l’abbinamento con <strong>il</strong><br />
formaggio stagionato di Brisighella, un pecorino che viene invecchiato in<br />
grotte di gesso con procedimento di antica tradizione locale.<br />
SAGRA S DELL’ULIVO E<br />
DELL’OLIO D<br />
(51^ edizione)<br />
La L coltivazione dell’Ulivo, in terra<br />
brisighellese, b<br />
risale a tempi antichissimi:<br />
s già in epoca romana l’ulivo e i<br />
suoi s prodotti erano conosciuti e apprezzati.<br />
p Nell’ultima domenica del<br />
mese m di novembre si celebra <strong>il</strong> preziosissimo<br />
z olio extra vergine “Brisighello”<br />
g DOP, al quale è stato assegnato<br />
g l’ambito riconoscimento della<br />
Denominazione D<br />
di Origine Protetta<br />
nel n 1996. Al suo fianco anche la se-<br />
lezione varietale “Nob<strong>il</strong> Drupa”, Drupa” <strong>il</strong> “B “Brisighella” DOP, <strong>il</strong> tipico “Pieve di<br />
Tho”. Durante la festa l’olio può essere degustato e acquistato allo stand<br />
allestito dalla Coop. Agricola Brisighellese. A completare l’evento anche<br />
un mercato <strong>dei</strong> prodotti tipici locali. (www.terredifaenza.it)<br />
vallata del Lamone e del Parco Regionale<br />
della Vena <strong>dei</strong> Gessi Romagnola<br />
ed è “dominata” da 3 colli di<br />
gesso. Su ognuno di essi si trovano:<br />
l’imponente Rocca Veneziana, la<br />
Torre dell’Orologio e <strong>il</strong> Santuario<br />
della Madonna del Monticino. Ma<br />
Brisighella non è nota solo per le sue<br />
bellezze architettoniche e naturali.<br />
È conosciuta e apprezzata da tutti i<br />
buongustai d’Italia per le prelibatezze<br />
gastronomiche che la caratterizzano.<br />
Ad alcune di esse sono dedicati<br />
eventi ad hoc che compongono una<br />
rassegna dal titolo “4 sagre x 3 colli”:<br />
SAGRA DEL TARTUFO<br />
Il tartufo è uno <strong>dei</strong> prodotti più<br />
ricercati della collina faentina. I<br />
tartufai della zona sono ab<strong>il</strong>i nel<br />
ricercare questo prezioso prodotto<br />
del sottosuolo. Durante la<br />
sagra sono in vendita i caratteristici<br />
tuberi nella varietà del bianco<br />
autunnale e del tartufo nero.<br />
Nei ristoranti locali si potranno<br />
poi assaggiare ricette raffinate a<br />
base di questo prodotto.<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 39
Acque<br />
Scarico di Reflui Oleari non trattati<br />
- Cass. Sez. III Pen. 15 Giugno 2010,<br />
N. 22758<br />
Ambiente<br />
Norme della Regione Friuli-Venezia<br />
Giulia -Tutela delle Acque dall’inquinamento<br />
- Autorizzazione degli scarichi<br />
in pubblica fognatura - Soggetto<br />
competente alla valutazione delle<br />
domande ed al r<strong>il</strong>ascio dell’autorizzazione,<br />
individuato in un soggetto<br />
privato quale <strong>il</strong> gestore del servizio<br />
idrico integrato - Previsione che <strong>il</strong><br />
r<strong>il</strong>ascio medesimo sia incondizionato<br />
ed automatico - contrasto con le<br />
norme statali di riferimento che ab<strong>il</strong>itano<br />
la provincia ovvero l’autorità<br />
d’ambito o comunque un soggetto<br />
pubblico e che impongono valutazioni<br />
concrete di carattere tecnico-ambientale<br />
- Lamentato snaturamento<br />
della funzione pubblica e dell’atto<br />
autorizzativo - Corte Costituzionale<br />
1° Luglio 2010, N. 234<br />
Norme della Regione Friuli-Venezia<br />
Giulia -tutela delle acque dall’inquinamento<br />
- Scarichi conferiti ad un<br />
depuratore - intestazione dell’autorizzazione<br />
al solo gestore dell’impianto<br />
di depurazione - Contrasto<br />
con le norme statali di riferimento<br />
che consentono allo stab<strong>il</strong>imento che<br />
conferisce lo scarico ad un depuratore<br />
di essere esonerato dalla necessità<br />
di munirsi dell’autorizzazione solo a<br />
condizione che le acque reflue vengano<br />
convogliate al terzo soggetto,<br />
titolare dello scarico finale, «Tramite<br />
Condotta<strong>»</strong> - Lamentato abbassamento<br />
del livello di tutela ambientale garantito<br />
in maniera uniforme su tutto<br />
<strong>il</strong> territorio nazionale dalla normativa<br />
dello Stato - Corte Costituzionale<br />
1° Luglio 2010, N. 234<br />
Aria - Emissioni da biogas proveniente<br />
da discarica - Cass. Sez. III Pen. 9<br />
Giugno 2010, N. 22012<br />
Allevamento suino - Reflui da allevamento<br />
- T.A.R. Umbria, Sez. I 1°<br />
Giugno 2010, N. 356<br />
40<br />
LEGISLAZIONE<br />
Ambiente - Inquinamento - Tutela<br />
della salute - T.A.R. Campania - Napoli,<br />
Sez. V 26 Maggio 2010, N. 9181<br />
Permesso di costruire - in zona<br />
agricola (e2) - impianto industriale<br />
diretto alla produzione ed alla<br />
commercializzazione di olii vegetali<br />
e nocciolino di sansa - <strong>il</strong>legittimità -<br />
ragioni - governance del territorio -<br />
tutela dell’ambiente - informazione<br />
ambientale. Cons. Stato, Sez. IV 16<br />
Febbraio 2010, N. 888<br />
Ricorso giurisdizionale - impianto<br />
di rigassificazione «offshore<strong>»</strong> - localizzazione<br />
- impugnativa degli atti -<br />
legittimazione attiva <strong>dei</strong> cittadini residenti<br />
in un comune limitrofo - non<br />
sussiste - ragioni. Cons. Stato, Sez. VI<br />
1° Febbraio 2010, N. 413<br />
Impianto Eolico - Autorizzazione<br />
- Conclusione del procedimento -<br />
termine di 180 giorni dall’istanza di<br />
parte - osservanza da parte della regione<br />
- necessità - termine superiore<br />
previsto da norme regionali per connesso<br />
procedimento via - ininfluenza.<br />
T.A.R. Puglia - Lecce, Sez. I 17 Dicembre<br />
2009, N. 3173<br />
Via - procedura - termini - carattere<br />
sollecitatorio - interesse del proponente.<br />
T.A.R. Em<strong>il</strong>ia-Romagna - Bologna,<br />
Sez. I 6 Ottobre 2009, N. 1755.<br />
Via - procedimento - regione Em<strong>il</strong>ia-<br />
Romagna - autorizzazioni e atti di<br />
assenso in materia ambientale e paesaggistica<br />
- concentrazione nel procedimento<br />
via - Art. 6, Legge Regionale<br />
N. 21/2004. T.A.R. Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />
- Bologna, Sez. I 6 Ottobre 2009, N.<br />
1755, Con Nota di A.R. STOLFI<br />
Via - Conferenza di servizi - partecipazione<br />
- art. 14, legge n. 241/1990<br />
- definizione di «comuni interessati<strong>»</strong><br />
ex legge Regionale Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />
N. 9/99. T.A.R. Em<strong>il</strong>ia-Romagna -<br />
Bologna, Sez. I 6 Ottobre 2009, N.<br />
1755.<br />
Animali<br />
Abbattimento maiali domestici inselvatichiti<br />
- T.A.R. Sic<strong>il</strong>ia – Palermo,<br />
Sez. I 18 Maggio 2010, N. 6896<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />
Bellezze Naturali<br />
Vincolo paesaggistico - autorizzazione<br />
unica precedente - Tutela dell’affidamento<br />
- Cons. Stato, Sez. Vi 17<br />
Giugno 2010, N. 3851<br />
Contratti <strong>Agrari</strong><br />
Affitto - Allevamento - Contratto<br />
di Affitto di Azienda - Responsab<strong>il</strong>ità<br />
Del Proprietario Ex Art. 192,<br />
D.Lgs. 3 Apr<strong>il</strong>e 2006 N. 152 E S.M.I.<br />
- T.A.R. Umbria, Sez. I 1° Giugno<br />
2010, N. 349<br />
Sentenza irrevocab<strong>il</strong>e di condanna<br />
per reato paesaggistico - ordine di rimessione<br />
in pristino - accertamento<br />
di compatib<strong>il</strong>ità paesaggistica - incidenza<br />
di quest’ultimo sull’ordine di<br />
rimessione - condizioni. Cass. Sez. III<br />
Pen. 16 Marzo 2010, N. 10396 (M)<br />
Bellezze Paesaggistiche - nulla-osta<br />
paesaggistico - annullamento ministeriale<br />
- valutazione di merito -<br />
esclusione - carenza motivazionale o<br />
istruttoria - sindacab<strong>il</strong>ità. Cons. Stato,<br />
Sez. VI 14 Ottobre 2009, N. 6294<br />
(M)<br />
Regione Sardegna - bellezze paesaggistiche<br />
- piano paesaggistico - lottizzazione<br />
- misure di salvaguardia<br />
- adozione - legittimità. Cons. Stato,<br />
Sez. VI 10 Settembre 2009, N. 5459<br />
(M)<br />
Regione Sardegna - bellezze paesaggistiche<br />
- costruzioni ed<strong>il</strong>izie - autorizzazione<br />
paesaggistica - deroga alle<br />
misure di salvaguardia - presupposti<br />
concorrenti di realizzazione reticolo<br />
stradale e mutamento irreversib<strong>il</strong>e<br />
<strong>dei</strong> luoghi al 10 agosto 2004 - necessità<br />
- mancanza - diniego dell’autorizzazione<br />
- legittimità. Cons. Stato, Sez.<br />
VI 10 Settembre 2009, N. 5459 (M)<br />
Regione Sardegna - bellezze paesaggistiche<br />
- piano paesaggistico - lottizzazione<br />
- volumetria assentib<strong>il</strong>e<br />
in zone turistiche - l.r. 25 novembre<br />
2004, n. 8 - dimezzamento anche per<br />
lottizzazioni in corso - contrasto con<br />
artt. 3, 9, 41, 42, 97 e 118 cost. - manifesta<br />
infondatezza. Cons. Stato, Sez.<br />
VI 10 Settembre 2009, N. 5459 (M)
. Agrigento<br />
Via Alcide De Gasperi 127/D<br />
92019 Sciacca (AG) - Tel. 0925/905090<br />
Pres. Domenico Terlizzese<br />
. Alessandria<br />
Via Marengo 27<br />
. Ancona<br />
. Ascoli<br />
15121 Alessandria (AL) - Tel. 0131/52793<br />
Pres. Massim<strong>il</strong>iano Ricci<br />
Via del Consorzio 21<br />
60015 Falconara Mar.ma (AN) - Tel.<br />
071/9188973<br />
Pres. Carlo Zoppi<br />
Piceno<br />
Via delle Zeppelle 192<br />
63100 Ascoli Piceno (AP) - Tel. 0736/41829<br />
Pres. Pietro Ciabattoni . L’Aqu<strong>il</strong>a<br />
Via Colle Pretara 68<br />
67100 L’Aqu<strong>il</strong>a (AQ) - Tel. 0862/317931<br />
Pres. Elli Ciampa . Arezzo<br />
Piazza Guido Monaco 5<br />
52100 Arezzo (AR) - Tel. 0575/21307<br />
Pres. Giuliano Giuliarini . Asti<br />
Via Carducci 50/A<br />
14100 Asti (AT) - Tel.0141/353857<br />
Pres. Angelo Dezzani<br />
. Avellino<br />
. Bari<br />
Via L. Iannacchini 38<br />
83100 Avellino (AV) - Tel. 0825/26377<br />
Pres. Celestino Nardone<br />
. Bergamo<br />
Via Zelasco 1<br />
Via Annibale Di Francia 13<br />
70125 Bari (BA) - Tel. 080/5428141<br />
Pres. Antonio Memeo<br />
. Belluno<br />
24122 Bergamo (BG) - tel. 035/238727<br />
Pres. Francesco Possenti<br />
Viale Fantuzzi 17 c/o Coldiretti<br />
32100 Belluno (BI) - Tel. 0437/949640<br />
Pres. Manlio Nicola . Benevento<br />
Viale Melluso 80<br />
82100 Benevento (BN) - tel. 0824/317017<br />
Pres. Cristiano Fontanarosa<br />
. Bologna<br />
. Brindisi<br />
Viale F<strong>il</strong>opanti 4/c<br />
40126 Bologna (BO) - Tel. 051/252978<br />
Pres. Luca Natalini<br />
Via N. Sansone 16 - C.P. 321<br />
72017 Ostuni (BR) - Tel. 0831/305566<br />
Pres. Rocco Cucci . Brescia<br />
Via Marsala 17<br />
25100 Brescia (BS) - Tel. 030/296424<br />
Pres. Sergio Caprioli<br />
.Bolzano<br />
Via Del Monte 18<br />
39040 Ora (BZ) - Tel. 0471/811260<br />
Pres. Christian Vorhauser<br />
. Cagliari<br />
Via Mestre 8<br />
. Caltanissetta<br />
09124 Cagliari (CA) - Tel. 070/300304<br />
Pres. Marco Fanunza<br />
Via Monsignor Guttadauria 2 - C.P. 25<br />
93100 Caltanissetta (CL) - Tel. 0934/585810<br />
Pres. Michele Riggi . Campobasso<br />
Via D’amato 15<br />
86100 Campobasso (CB) - Tel. 0874/66248<br />
Pres. Giacomo Picone<br />
. Caserta<br />
. Catania<br />
Piazza Roma 79<br />
81016 Piedim. Matese (CE)<br />
Tel. 0823/913594<br />
Pres. Domenico Di Baia<br />
Via Grotte Bianche 150<br />
95129 Catania (CT) - Tel. 095/436393<br />
Pres. Francesco Intrisano<br />
. Catanzaro<br />
Via Italo Paparazzo 5/A<br />
88100 Catanzaro (CZ) - Tel. 0961/754488<br />
Pres. Domenico Russo<br />
. Chieti<br />
. Como<br />
Via Colle Comune 1 - c/o ITAS<br />
6620 Scerni (CH) - Tel. 0873/914513<br />
Pres. Nicola D’Ortona<br />
. Cosenza<br />
Via E. Capizzano 56<br />
Piazzale Carmelata 9<br />
22100 Como (CO) - Tel. 031/526019<br />
Pres. Salvatore Raso<br />
87100 Cosenza (CS) - Tel. 0984/392175<br />
Pres. Rocco Carricato . Cremona<br />
Via Palestro 66<br />
26100 Cremona (CR) - Tel. 0372/535411<br />
Pres. Amedeo Ardigò . Cuneo<br />
Via Alfieri 10<br />
. Enna<br />
12038 Savigliano (CN) - Tel. 0172/713087<br />
Pres. Giuseppe Serra<br />
Corso Umberto 109<br />
94019 Leonforte (EN) - Tel. 0935/956078<br />
Pres. Francesco Ferragosto . Ferrara<br />
Via Conca 85<br />
44123 Ferrara (FE) - Tel. 0532/204637<br />
Pres. M<strong>il</strong>va Sacchetti . Firenze<br />
Via Bezzecca 2<br />
50122 Firenze (FI) - Tel. 055/2340202<br />
Pres. Edoardo Boscherini . Foggia<br />
Via Piave 41<br />
71100 Foggia (FG) - tel. 0881/723401<br />
Pres. Antonio Dell’ Aqu<strong>il</strong>a . Forlì / Cesena<br />
Corso Repubblica 93<br />
47100 Forlì-Cesena (FC) - Tel. 0543/33137<br />
Pres. Gianluca Bagnara<br />
. Frosinone<br />
Via S. Nicola 1<br />
. Grosseto<br />
. Imperia<br />
03041 Alvito (FR) - tel. 0776/344231<br />
Pres. Domenico Cistrone<br />
Via Aurelia Nord 8<br />
58100 Grosseto (GR) - Tel. 0564/23107<br />
Pres. Giuseppina Pino<br />
Corso Garibaldi 13<br />
18100 Imperia (IM) - Tel. 0183/651525<br />
Pres. Elio Diversi . Latina<br />
Via M. Sic<strong>il</strong>iano<br />
04010 Borgo Piave (LT) - Tel. 0773/416017<br />
Pres. Maria Grazia Passarelli<br />
. Lecce<br />
Via Capitano Ritucci 41<br />
73100 Lecce (LE) - Tel. 0832/346996<br />
Pres. Massimo De Nitto . Livorno<br />
Via Mogadiscio 20/B<br />
57012 Castiglioncello (LI) - Tel. 0586/752403<br />
Pres. Paolo Giomi . Lucca<br />
Viale A. Diaz 28<br />
. Macerata<br />
. Mantova<br />
55100 Lucca (LU) - Tel. 0583/957027<br />
Pres. Stefano Belgrano<br />
C. Da Lornano 7/A<br />
62100 Macerata (MC) - Tel. 0733/235335<br />
Pres. Gianni Calamante<br />
Viale Risorgimento 27/B<br />
46100 Mantova (MN) - Tel. 0376/329701<br />
Pres. Isaia Rossi . Massa<br />
Via Fermi 19<br />
54100 Massa (MS) - Tel. 0585/45848<br />
Pres. Mirella Tongiani<br />
. Matera<br />
Piazza Matteotti 7<br />
75100 Matera (MT) - Tel. 0835/334901<br />
Pres. Emanuele Genchi<br />
. Messina<br />
Via Romagnosi 7<br />
98100 Messina (ME) - Tel. 0941/785382<br />
Pres. Salvatore Tripoli<br />
INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI<br />
. M<strong>il</strong>ano<br />
. Modena<br />
Via Ripamonti 35<br />
20122 M<strong>il</strong>ano (MI) - Tel. 02/58305333<br />
Pres. Alessandro Gnocchi<br />
. Napoli<br />
Via Argine 1085<br />
Via Elia Rainusso 144 - 4° piano<br />
41124 Modena (MO) - Tel. 059/828846<br />
Pres. Claudio Losi<br />
. Novara<br />
80147 Napoli (NA) - Tel.081/5770190<br />
Pres. Biagio Scognamiglio<br />
Corso Risorgimento 405<br />
28070 Novara Vignale - (NO) Tel.0321/56178<br />
Pres. Fabrizio Gaboardi . Nuoro<br />
Via Lamarmora 2<br />
08100 Nuoro (NU) - Tel. 0784/232547<br />
Pres. Peppino Piquereddu . Padova<br />
Via Tito Livio 5<br />
. Palermo<br />
35123 Padova (PD) - Tel.049/661808<br />
Pres. Mariano Schiavon<br />
Via Pindemonte 17<br />
90014 Casteldaccia (PA) - Tel. 091/942562<br />
Pres. Bartolomeo Amato . Parma<br />
Via Ponchiello 2<br />
43011 Busseto (PR) - Tel. 0524/97012<br />
Pres. Giorgio Faroldi<br />
. Pavia<br />
. Piacenza<br />
. Perugia<br />
. Pesaro<br />
Piazza S. Bovo 37<br />
27058 Voghera (PV) - tel. 0383/369776<br />
Pres. Gloria Gariboldi<br />
Via San Giovanni 20<br />
29100 Piacenza (PC) - Tel. 0523/338910<br />
Pres. Sergio Lombardelli<br />
Borgo XX Giugno 74<br />
06121 Perugia (PG) - Tel. 075/35675<br />
Pres. Massimo Moncelli<br />
. Pescara<br />
Via del Circuito 71<br />
Via Domenico Mazza 9<br />
61100 Pesaro (PS) - Tel. 0721/30154<br />
Pres. Stefano Bartolucci<br />
65134 Pescara (PE) - Tel. 085/294117<br />
Pres. Pasqualino Lupone . Pisa<br />
Via De Chirico 11<br />
. Pistoia<br />
. Potenza<br />
56037 Peccioli (PI) - Tel. 0564/411877<br />
Pres. Giulia Parri<br />
Via Fiorentina 21 - C.P. 73<br />
51017 Pescia (PT) - Tel. 0572/478321<br />
Pres. Leonardo Guido<br />
Via Cardinale De Luca 56<br />
85024 Lavello (PZ) - Tel. 0972/81389<br />
Pres. Mauro Finiguerra . Ragusa<br />
Via Archimede 183<br />
97100 Ragusa (RG) - Tel. 0932/624649<br />
Pres. Corrado Balloni<br />
. Ravenna<br />
. Reggio<br />
Via Dante 1<br />
. Reggio<br />
. Rieti<br />
Via Antica Zecca 6<br />
48100 Ravenna (RA) - Tel. 0544/38086<br />
Pres. Alessandro Genovesi<br />
Calabria<br />
89015 Palmi (RC) - Tel. 0966/23552<br />
Pres. Beniamino Denisi<br />
Em<strong>il</strong>ia<br />
Via Martiri di Cervarolo74/10<br />
42122 Reggio Em<strong>il</strong>ia (RE) - Tel. 0522/554231<br />
Pres. Corrado Fantuzzi<br />
Viale Em<strong>il</strong>io Maraini 85<br />
02100 Rieti (RI) - Tel. 0746/203083<br />
Pres. Angelo Caffarelli<br />
. Rimini<br />
Via Secchiano 1<br />
47900 Rimini (RN) - Tel. 0541/775357<br />
Pres. Pier Leonardo Zangheri . Roma<br />
Via Cerveteri 18 int. 6<br />
00183 Roma (RM) - Tel. 06/70454739<br />
Pres. Leonardo Perronace . Rovigo<br />
Via S<strong>il</strong>vestri 41<br />
45100 Rovigo (RO) - Tel. 0425/699154<br />
Pres. Gianfranco Rezzadore . Salerno<br />
Via Luigi Guercio 197<br />
84134 Salerno (SA) - Tel. 089/251488<br />
Pres. Antonio Landi . Sassari<br />
Via Mazzini 6<br />
07100 Sassari (SS) - Tel. 079/236750<br />
Pres. Giannetto Arru Bartoli<br />
. Savona<br />
. Siena<br />
. Siracusa<br />
Via Gin Noberasco 14<br />
17031 Savona Albenga (SV)<br />
Tel. 0182/540940<br />
Pres. Antonio Michelucci<br />
Strada Massetana Romana 54<br />
53100 Siena (SI) - Tel. 0577/271834<br />
Pres. Raffaello Biagiotti<br />
Vicolo a Viale Tica 19<br />
96100 Siracusa (SR) - Tel. 0931/441037<br />
Pres. Francesco Altamore . Sondrio<br />
Via A. Moro 26/A<br />
23100 Sondrio (SO) - Tel. 0342/511229<br />
Pres. Rosario Alessi<br />
. Taranto<br />
. Teramo<br />
Via C. Battisti 5<br />
Via Pisanelli 44 - C.P. 185<br />
74100 Taranto (TA) - Tel. 099/4527447<br />
Pres. Pasquale Mariano Carmignano<br />
. Torino<br />
64100 Teramo (TE) - Tel. 0861/282124<br />
Pres. Giovanni De Luca<br />
. Trapani<br />
Via Vaccari 16<br />
Via Massena 13 bis<br />
10137 Torino (TO) - Tel. 011/547505<br />
Pres. Roberto Frova<br />
. Trento<br />
91025 Marsala (TP) - Tel. 0923/713008<br />
Pres. Giovanni Giacalone<br />
Via Giusti 40 c/o Impresa Verde T.A.A. S.r.l.<br />
38100 Trento (TN) - Tel. 0461/915575<br />
Pres. Guido Sicher . Treviso<br />
Via Veneto 40<br />
31015 Conegliano (TV) - Tel. 0438/410302<br />
Pres. Gino Dall’Armellina<br />
. Udine<br />
. Venezia<br />
. Vercelli<br />
Via Corte Savorgnan 6<br />
33100 udine (UD) - Tel. 0432/512527<br />
Pres. Enore Venir<br />
Via Miranese 426<br />
30174 Venezia (VE)<br />
Tel. 041/923429 - Fax. 041/5150200<br />
Pres. Nicola Gastaldi Cibola<br />
Piazza della Vittoria 3 - c/o ITAS<br />
13100 Vercelli (VC) - Tel. 0161/217310<br />
Pres. Stefano Bondesan . Verona<br />
Via Berni 9<br />
37122 Verona (VR) - Tel. 045/590559<br />
Pres. Elia Sandrini . Vicenza<br />
Contrà S. Marco 9<br />
36100 Vicenza (VI) - Tel. 0444/547443<br />
Pres. S<strong>il</strong>vano Faltracco . Viterbo<br />
Via Paradiso 3<br />
01100 Viterbo (VT) - Tel. 0761/226934<br />
Pres. Mario Morano<br />
Consiglio <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> - Via Principe Amedeo, 23 - 00185 Roma - Tel. 06/4819801 Fax. 06/4882150 e-ma<strong>il</strong>: info@peritiagrari.it
CCIAA<br />
CATASTO E CONSERVATORIA ONLINE<br />
PRA<br />
CATASTO IN DIFFERITA<br />
Con noi<br />
puoi lavorare<br />
ovunque.<br />
FIRMA DIGITALE<br />
POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA<br />
GRATUITA PER TUTTI GLI ISCRITTI<br />
Richied<strong>il</strong>a collegandoti al link http://pec.visura.it/peritiagrari<br />
Scopri tutta la gamma <strong>dei</strong> servizi e prodotti Visura.<br />
Visura è la principale società di visure telematiche specializzata nell’offerta di servizi<br />
via web. Molti <strong>dei</strong> servizi sono basati sull’accesso online alle principali banche dati<br />
della PA che Visura mette a disposizione in tempo reale, con un’iscrizione gratuita dal<br />
sito http://peritiagrari.visura.it, con un’unica modalità di accesso, con un comodo<br />
conto ricaricab<strong>il</strong>e a scalare e a condizioni economiche vantaggiose.<br />
Per maggiori informazioni è a vostra disposizione <strong>il</strong> nostro Customer Care dal lunedì<br />
al venerdì dalle 9.00 alle 20.00 e <strong>il</strong> sabato dalle 8.00 alle 14.00 al numero 06 6841781.