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XVII Congresso<br />

<strong>Nazionale</strong><br />

Humus e teroir<br />

Danni da selvaggina<br />

Settembre - Ottobre 2010<br />

Anno LVII 5<br />

Rivista del <strong>Collegio</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />

e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati<br />

<strong>il</strong> perito<br />

agrario<br />

Produzioni in calo<br />

6° Censimento<br />

dell’Agricoltura<br />

Fiscalità rurale


2<br />

4<br />

6<br />

8<br />

14<br />

19<br />

20<br />

22<br />

Direttore responsab<strong>il</strong>e: Andrea Bottaro<br />

Direttore di redazione: Piero Pecciarini<br />

Hanno collaborato:<br />

Andrea Bottaro, Maurizio Arduin,<br />

Raffaello Biagiotti, Rosaria Bianco,<br />

Luciano Boanini, Mario Fregoni,<br />

Giuseppe Giordano, Piero Pecciarini,<br />

Gaia Pugliesi, Andrea Tad<strong>dei</strong><br />

Editrice: <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />

e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati<br />

Via Principe Amedeo 23 - 00185 Roma<br />

Tel. 06/4819801 - Fax. 06/4882150<br />

<strong>il</strong> perito agrario<br />

EDITORIALE<br />

Esclusiva delle competenze? … no grazie!<br />

di Andrea Bottaro<br />

CENSIMENTO ISTAT<br />

“Raccogliamo risposte, seminiamo futuro”<br />

POLITICHE AGRICOLE<br />

Produzione agricola in calo<br />

La crisi impone che siano adottate<br />

nuove strategie politiche<br />

di Piero Pecciarini<br />

ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />

L’Humus e <strong>il</strong> Teroir<br />

di Mario Fregoni<br />

CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />

Stime danni a varie colture<br />

prodotti da selvaggina<br />

di Raffaello Biagiotti<br />

RICERCA<br />

Calamità naturali: dal passato<br />

notizie preziose<br />

CONGRESSO<br />

REGOLAMENTO<br />

24<br />

26<br />

28<br />

30<br />

32<br />

36<br />

37<br />

40<br />

Direzione: Via Principe Amedeo, 23<br />

00185 Roma<br />

Tel. 06 48906713 - Fax 064882150<br />

e-ma<strong>il</strong>: info@peritiagrari.it<br />

Consiglio <strong>Nazionale</strong>:<br />

Andrea Bottaro (presidente)<br />

Paolo Vigato (vice presidente)<br />

Domenico Di Biase (segretario)<br />

Giuseppe Giordano (tesoriere)<br />

Lorenzo Benanti (consigliere)<br />

Paolo Bertazzo (consigliere)<br />

Mario Calcagn<strong>il</strong>e (consigliere)<br />

Sergio Lombardelli (consigliere)<br />

F<strong>il</strong>ippo Ninci (consigliere)<br />

Angelo Antonio Orsini (consigliere)<br />

Lorenzo Salvan (consigliere)<br />

sommario<br />

N° 5 Settembre-Ottobre 2010<br />

<br />

La cassazione insiste<br />

sulla ruralità legata al catasto<br />

di Luciano Boanini<br />

<br />

È ora di dire le cose come stanno<br />

di Andrea Tad<strong>dei</strong><br />

ISTRUZIONE<br />

Istruzione Tecnica Superiore<br />

di Giuseppe Giordano<br />

AZIENDA MULTIFUNZIONALE<br />

Fattoria didattica e Centro p<strong>il</strong>ota<br />

di Maurizio Arduin<br />

POLITICA AGRICOLA<br />

Riforma della PAC<br />

di Rosaria Bianco<br />

VITA DEI COLLEGI<br />

NEWS<br />

LEGISLAZIONE<br />

Periodico bimestrale in abbonamento<br />

Abbonamento annuo: € 5,00<br />

Una copia: € 2,00<br />

Progetto Grafico e Stampa: Grafica Ripoli<br />

Via Paterno, 17 - 00010 V<strong>il</strong>la Adriana (RM)<br />

Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />

n.69/86 del 14/02/1986<br />

Finito di stampare: Ottobre 2010<br />

Gli articoli esprimono soltanto <strong>il</strong> pensiero<br />

degli autori e non impegnano <strong>il</strong> CNPA né la<br />

redazione del periodico


2<br />

E<br />

D<br />

Esclusiva<br />

IT<br />

O RIALE<br />

Mi riferisco al comunicato che segue, relativo al 6° Censimento Generale<br />

dell’Agricoltura sul quale l’ISTAT ha fatto un grande battage pubblicitario<br />

affinché gli operatori coinvolti lo inquadrino nel giusto aspetto e prestino la massima<br />

attenzione al lavoro che esso comporta .<br />

Per <strong>il</strong> censimento è stata prevista ed attivata una macchina formidab<strong>il</strong>e che dal<br />

punto di vista professionale ha coinvolto un gran numero di tecnici messi in campo<br />

dalle Regioni le quali hanno individuato le figure atte allo svolgimento delle operazioni,<br />

ampliando al massimo la platea degli addetti o, come nel caso di alcune<br />

Regioni, avvalendosi esclusivamente <strong>dei</strong> loro dipendenti.<br />

Certo che queste Regioni, non chiedendo a priori esperienza certificata nel settore,<br />

hanno forse peccato di leggerezza, se non altro per la preparazione tecnica che<br />

dovranno fornire agli incaricati tramite successivi (costosi) momenti di formazione<br />

ma, avendone la facoltà, hanno applicato <strong>il</strong> principio della autosufficienza.<br />

Già da tempo avevo avuto segnalazione che gli agrotecnici stavano proponendosi,<br />

presso le Autorità, come l’unica categoria professionale competente alle prestazioni<br />

di r<strong>il</strong>evamento del censimento; voci del tutto vere in un crescendo culminato, poi,<br />

con ricorsi proposti da vari Collegi Provinciali degli Agrotecnici avanti ai TAR del<br />

Lazio, del Friuli Venezia Giulia e dell’Em<strong>il</strong>ia Romagna, con l’impugnazione in radice<br />

del Regolamento di cui al DPR 23 luglio 2010 n.154.<br />

Con l’impugnazione del DPR citato, gli Agrotecnici lamentano che esso:<br />

a) non prevede, all’articolo 24, l’esclusiva competenza professionale degli iscritti<br />

agli albi degli agrotecnici ad effettuare le r<strong>il</strong>evazioni del censimento ovvero, in subordine,<br />

non considera l’iscrizione a detto albo quale requisito preferenziale;<br />

b) dà uguale r<strong>il</strong>ievo, senza alcuna differenza, all’iscrizione ad albi professionali e<br />

al possesso di meri titoli di studio superiori, neppure attinenti alla materia agraria<br />

ovvero, addirittura, di scuola media inferiore.<br />

Strano che, oltre al Presidente della Repubblica, Ministeri ed ISTAT, sia stato citato,<br />

quale controinteressato, <strong>il</strong> solo CNPA e non già anche <strong>il</strong> CONAF; comunque, anche<br />

se le operazioni di r<strong>il</strong>evazione implicate comportano attività di r<strong>il</strong>evamento e di<br />

comp<strong>il</strong>azione che non involgono gli aspetti propri della professione, considerato<br />

che gli Organismi categoriali devono tutelare tutti gli sbocchi dell’attività professionale,<br />

<strong>il</strong> CNPA si è costituto in giudizio per contrastare le tesi degli Agrotecnici, sul<br />

piano strettamente giuridico, asserendo che:<br />

- in primo luogo, una riserva di attività professionale vera e propria non può ritenersi<br />

sussistere nel sistema italiano per le attività, previste dal Regolamento impugnato,<br />

che consistono in “r<strong>il</strong>evazione” di fatti e dati e “comp<strong>il</strong>azione” di questionari<br />

(artt. 4 e 5): si tratta, difatti, di operazioni semplici che non comportano la padronanza<br />

di cognizioni tecniche specifiche o la soluzione di problemi tali da richiedere<br />

la “speciale ab<strong>il</strong>itazione prevista dalla legge” (art. 2229 c.c. e 348 c.p.). D’altra parte,<br />

è indubbio che le operazioni in questione, se sono alla portata degli iscritti agli albi<br />

degli agrotecnici, sono anche alla portata degli iscritti agli albi <strong>dei</strong> periti agrari e<br />

<strong>dei</strong> dottori agronomi poiché costoro, grazie alle attribuzioni loro riconosciute dalla<br />

legge, sicuramente sono in grado di espletare le semplici mansioni (di r<strong>il</strong>evazioni di<br />

aziende agrarie e di annotazione, ecc...) non meno degli agrotecnici;<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

EDITORIALE<br />

delle competenze? … no grazie!


EDITORIALE<br />

- in secondo luogo, la riserva invocata dagli iscritti agli albi degli agrotecnici non<br />

può fondarsi sul mero fatto che <strong>il</strong> loro ordinamento prevede espressamente, come<br />

oggetto della professione, la “r<strong>il</strong>evazione <strong>dei</strong> dati statistici”. Si tratta di una specificazione<br />

di un’attività possib<strong>il</strong>e e consentita che non integra, tuttavia, una riserva<br />

esclusiva..<br />

Queste considerazioni comportano che <strong>il</strong> criterio di valutazione della spettanza delle<br />

attività tipiche del censimento deve essere quello “sostanziale” che afferisce, cioè,<br />

alla natura delle attività da compiersi e delle conoscenze che le stesse comportano.<br />

Basta prendere visione della norma per apprendere che le attività di censimento<br />

consistono nella “r<strong>il</strong>evazione delle aziende agricole e zootecniche” comportanti<br />

“indagini sulla struttura delle aziende ed indagine sui metodi di produzione agricola”...(art.4<br />

DPR 154/2010) e tutto ciò tramite la “raccolta di informazioni...mediante<br />

comp<strong>il</strong>azione di specifico questionario” (art.5).<br />

Se tali sono le attività professionali richieste dal censimento, per contenuti e modalità<br />

operative, abbiamo ritenuto con assoluta ragione che possano essere svolte dai<br />

<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> in quanto comportano le conoscenze proprie della professione, così<br />

come implicate nelle attività attribuite dall’art. 2 della L.434/68 e s.m.i., che coinvolgono<br />

l’azienda agraria in tutte le accezioni e componenti.<br />

Le operazioni di r<strong>il</strong>evamento del censimento, nella loro peculiarità di sola descrizione<br />

e di classificazione di alcuni <strong>dei</strong> fattori della produzione, sono di competenza del<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o, del Dottore Agronomo e dell’Agrotecnico, sicché non può essere<br />

nemmeno giustificata la richiesta di attribuire una valenza preferenziale a questo o<br />

a quell’albo.<br />

Ma è stata anche richiamata la circolare n.5508 del Direttore Centrale dell’ISTAT<br />

che, invocata dagli Agrotecnici come conferma dell’assunto dell’esclusiva/preferenza<br />

del titolo di agrotecnico, è stata sconfessata dallo stesso Presidente dell’ISTAT<br />

<strong>il</strong> quale, con nota del 23 settembre 2010, ha fornito le precisazioni in sintonia con<br />

quanto riportato nel DPR 154/2010 oggi in discussione presso i Tribunali Amministrativi<br />

su richiamati (ambedue le note sono riportate più avanti).<br />

I Consiglieri Nazionali e Provinciali e <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>, nominati nelle schiere <strong>dei</strong> tecnici<br />

addetti al censimento, hanno già ultimato i corsi di formazione organizzati a<br />

livello territoriale dagli enti preposti e sono partiti in questo bel lavoro che avrà <strong>il</strong><br />

compito di fornire alla Comunità Europea ed al Paese le indicazioni sullo status<br />

quo della nostra agricoltura e consentire le programmazioni tecnico- economiche<br />

per <strong>il</strong> futuro.<br />

Ritengo che le Professioni Tecniche previste all’art.24 – lettera b – del DPR 154/2010<br />

(tutte) forniranno <strong>il</strong> loro migliore contributo professionale al censimento, naturalmente<br />

se <strong>il</strong> TAR Lazio, che ha discusso <strong>il</strong> 13/10/2010 l’istanza cautelare provvisoria<br />

rigettandola ed <strong>il</strong> 27 ottobre 2010 riservandosi le decisione nel merito, non accoglierà<br />

le richieste degli Agrotecnici ricorrenti.<br />

Anche se possib<strong>il</strong>e qualsiasi risultato mi riesce diffic<strong>il</strong>e pensare che, stante la situazione<br />

tracciata con le ragioni addotte, si fermi una macchina già in moto che deve<br />

concludere la sua corsa entro <strong>il</strong> 31 gennaio 2011.<br />

di Andrea Bottaro<br />

E<br />

D<br />

IT<br />

O RIALE<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 3


4<br />

CENSIMENTO ISTAT<br />

<br />

<br />

<br />

Roma, 23 ottobre 2010 - E’ fissato al prossimo 24 ottobre <strong>il</strong> giorno di riferimento per <strong>il</strong> 6° Censimento Generale<br />

dell’Agricoltura, dal giorno successivo oltre 12m<strong>il</strong>a r<strong>il</strong>evatori scenderanno in campo per censire circa 2 m<strong>il</strong>ioni di<br />

aziende agricole su tutto <strong>il</strong> territorio nazionale. La fase di raccolta <strong>dei</strong> dati si concluderà <strong>il</strong> 31 gennaio 2011, i primi<br />

dati pprovvisori saranno disponib<strong>il</strong>i p entro ggiugno g dello stesso anno, mentre i risultati definitivi sono attesi pper<br />

la fine di apr<strong>il</strong>e 2012. È un’operazione di straordinaria importanza che viene realizzata ogni dieci anni dall’Istat,<br />

Istituto nazionale di statistica,<br />

per tracciare una fotografia del<br />

mondo agricolo italiano, indispensab<strong>il</strong>e<br />

per orientare le azioni<br />

di sv<strong>il</strong>uppo del settore. In questa<br />

edizione, la macchina censuaria<br />

si avvale della fondamentale collaborazione<br />

di Regioni e Province<br />

autonome. Diversi gli obiettivi<br />

che si propone di conseguire<br />

questa sesta tornata censuaria:<br />

innanzitutto fornire un quadro<br />

informativo statistico sulla struttura<br />

del sistema agricolo e zootecnico<br />

a livello nazionale, regionale<br />

e locale; in secondo luogo<br />

consentire l’aggiornamento del<br />

registro delle aziende agricole<br />

mediante l’integrazione di database<br />

di fonte amministrativa; in<br />

ultimo, assolvere agli obblighi di<br />

r<strong>il</strong>evazione stab<strong>il</strong>iti dai Regolamenti<br />

del Parlamento europeo<br />

e del Consiglio sulle statistiche<br />

agricole strutturali, sui metodi di<br />

produzione e sulle superfici viticole.<br />

“La missione dell’Istituto<br />

nazionale di statistica è quella di<br />

servire la collettività attraverso la<br />

produzione e la comunicazione<br />

di informazioni statistiche e ana-<br />

lisi di elevata qualità. - ha afferr mato Enrico Giovannini, Presidente<br />

dell’Istat - Realizzato sulla<br />

base di rigorosi principi eticoprofessionali<br />

e <strong>dei</strong> più avanzati<br />

standard scientifici, <strong>il</strong> Censimento<br />

si propone di sv<strong>il</strong>uppare un’ap-<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010


CENSIMENTO ISTAT<br />

profondita conoscenza della realtà agricola e ambientale, ai diversi livelli territoriali e di favorire i processi decisionali<br />

di tutti i soggetti coinvolti.” Il Censimento 2010 si contraddistingue per una forte attenzione all’innovazione,<br />

frutto anche di analisi delle più avanzate esperienze internazionali, allo scopo di limitare l’onere operativo sugli<br />

Enti locali e <strong>il</strong> carico per i soggetti chiamati a comp<strong>il</strong>are i questionari. “Nel corso del tempo i censimenti agricoli<br />

si sono via via adeguati per quanto riguarda tecniche, metodi e contenuti, alle inevitab<strong>il</strong>i trasformazioni del settore.<br />

- Ha spiegato Andrea Mancini, Responsab<strong>il</strong>e Centrale <strong>dei</strong> Censimenti dell’Istat - Numerose le novità del censimento<br />

2010 che si collocano in più fasi del processo di r<strong>il</strong>evazione censuaria, incidendo in modo significativo sulla<br />

fruib<strong>il</strong>ità, sulla sicurezza e sull’affidab<strong>il</strong>ità <strong>dei</strong> dati acquisiti.” Per la prima volta sono stati ut<strong>il</strong>izzati i dati amministrativi<br />

e statistici del Sistema Informativo Agricolo <strong>Nazionale</strong> e delle pubbliche amministrazioni per definire<br />

una lista precensuaria delle aziende agricole da r<strong>il</strong>evare, che sarà poi verificata sul territorio durante la r<strong>il</strong>evazione<br />

vera e propria. Questa novità metodologica consentirà, nei prossimi anni, di pervenire a un registro statistico<br />

delle aziende agricole, <strong>il</strong> quale fornirà informazioni aggiornate anno per anno, per poter effettuare le indagini<br />

campionarie di approfondimento nei periodi intercensuari. Un’altra innovazione introdotta riguarda la tecnica<br />

di d acquisizione <strong>dei</strong> dati: accanto<br />

alla tradizionale intervista al conduttore<br />

d dell’azienda agricola sarà<br />

possib<strong>il</strong>e p questa volta comp<strong>il</strong>are<br />

online o <strong>il</strong> questionario. L’ut<strong>il</strong>izzo<br />

del d web, oltre a rappresentare<br />

una u grande fac<strong>il</strong>itazione per gli<br />

agricoltori che hanno accesso<br />

alla rete, consentirà di ridurre<br />

i tempi necessari al r<strong>il</strong>ascio <strong>dei</strong><br />

risultati. r Diverse, infine, le informazioni<br />

m che saranno r<strong>il</strong>evate per<br />

la l prima volta e contribuiranno<br />

così c a rappresentare al meglio <strong>il</strong><br />

mondo m agricolo <strong>dei</strong> nostri giorni.<br />

Il I questionario includerà infatti<br />

domande d specifiche sull’impatto<br />

ambientale dell’attività agricola<br />

(consumo di acqua, cura del paesaggio<br />

s agricolo, smaltimento degli<br />

g effluenti zootecnici legato alla<br />

presenza p di animali, ecc.), sulla<br />

produzione p e l’ut<strong>il</strong>izzo di energie<br />

rinnovab<strong>il</strong>i, r sull’estensione delle<br />

coltivazioni c energetiche e perfino<br />

n sulla cittadinanza <strong>dei</strong> lavoratori<br />

t impegnati nell’agricoltura. Il<br />

censimento c<br />

dell’agricoltura italiana<br />

l viaggia in parallelo a quello<br />

l degli altri paesi europei, tutti<br />

chiamati c a trasmettere i dati definitivi<br />

n alla Commissione Europea<br />

in i vista della revisione della Politica<br />

t Agricola Comune (PAC) fissata<br />

s per <strong>il</strong> 2013. Questo consentirà<br />

t un confronto approfondito<br />

di d settore fra i Paesi dell’Unione<br />

europea. e<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 5


Gli addetti ai<br />

lavori del settore<br />

agricolo,<br />

a vari livelli, dai rappresentanti<br />

delle OrganizzazioniProfessionali<br />

Agricole a quelli<br />

del Mondo Scientifico<br />

manifestano viva preoccupazione<br />

avendo<br />

riscontrato che la produzione agricola<br />

è calata in Europa del 10% ed<br />

in Italia del 12,7%, e che la nostra<br />

agricoltura segna <strong>il</strong> passo sia nel<br />

confronto con i Paesi Europei che<br />

con quelli in via di sv<strong>il</strong>uppo.<br />

Temi quali competitività, distribuzione<br />

commercializzazione sono ricorrenti<br />

e si dibattono in convegni e<br />

sui giornali. Queste preoccupazioni<br />

promuovono l’esame <strong>dei</strong> problemi<br />

emergenti, e ricercano quali possano<br />

essere, oggi nei nuovi contesti, le<br />

soluzioni per dare un reddito dignitoso<br />

a chi opera in agricoltura fermandone<br />

la discesa, tenuto conto<br />

che questa nell’anno 2010 è stata in<br />

6<br />

POLITICHE AGRICOLE<br />

Produzione agricola in calo<br />

La crisi impone che siano adottate nuove strategie politiche<br />

di Piero Pecciarini<br />

Italia del 20,6 per cento<br />

per addetto.<br />

Strategie da adottare,<br />

iniziative da intraprendere,suggerimenti<br />

ed auspici si colgono<br />

in articoli, dibattiti,<br />

interviste che analizzano<br />

situazioni varie<br />

e complesse. C’è chi<br />

ravvisa che una delle ragioni che<br />

determinano <strong>il</strong> calo delle produzioni<br />

agricole sia da ricercarsi anche<br />

nella frammentazione del settore<br />

primario.<br />

Il Presidente della Confagricoltura<br />

Federico<br />

Vecchioni in una intervista<br />

a Pino Di Blasio,<br />

pubblicata su la pagina di<br />

Economia & Finanza del<br />

Il Resto del Carlino-La<br />

Nazione-Il Giorno del 1°<br />

Ottobre 2010 ha tra l’altro<br />

dichiarato “dobbiamo<br />

mettere in atto un colpo<br />

di reni in termini di scelte,<br />

di politiche comunitarie,<br />

nazionali, regionali.<br />

Partendo da un concetto<br />

nuovo: <strong>il</strong> comparto p ali-<br />

mentare italiano e la pro p -<br />

duzione agricola g devono<br />

essere trattati congiun g -<br />

tamente. Non ci possono<br />

essere più ministeri, o più<br />

assessorati che ragionano<br />

a compartimenti stagni e<br />

sprecano risorse, non ut<strong>il</strong>izzando<br />

o non attirando<br />

incentivi. Porta l’esempio<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

della pasta: fino alla farina è competenza<br />

del Ministero dell’Agricoltura,<br />

dalla farina in poi passa a quello<br />

dello Sv<strong>il</strong>uppo Economico fino ai<br />

controlli che spettano al Ministero<br />

della Salute”. Viene sottolineato<br />

quindi come la frammentazione è<br />

uno <strong>dei</strong> maggiori mali per l’agricoltura<br />

e quanto sia necessaria una<br />

azione per riformare l’assetto normativo<br />

del comparto che ha <strong>Leggi</strong><br />

vecchie di 50 anni non più consone<br />

ai tempi oramai cambiati.<br />

Viviamo l’epoca della globalizzazio-<br />

ne ove è necessaria l’integrazione<br />

delle reti di vendita, la distribuzione<br />

logistica, la esplorazione <strong>dei</strong> mercati<br />

per conoscerli e conquistarli con<br />

i prodotti italiani. Quindi Vecchioni<br />

sostiene che “Le politiche nazionali<br />

e regionali devono muoversi nella<br />

nuova ottica di produzione e vendita”.<br />

Una sollecitazione al mondo<br />

politico quindi che viene dal rappresentante<br />

della Confagricoltura<br />

affinché siano prese iniziative e stab<strong>il</strong>ite<br />

normative per fare riprendere<br />

<strong>il</strong> settore che ristagna.


La Coldiretti al Forum di Cernobbio<br />

ha chiesto la difesa del Made in<br />

Italy dalle agromafie. Qualcuno ha<br />

r<strong>il</strong>evato che le frodi alimentari siano<br />

più gravi di quelle fiscali, segnalando<br />

che un terzo della produzione<br />

agroalimentare venduta in Italia ed<br />

esportata deriva da materie prime<br />

importate, trasformate e vendute<br />

con <strong>il</strong> marchio Made in Italy in virtù<br />

di una legislazione superata.<br />

Sulla stessa lunghezza d’onda si r<strong>il</strong>evano<br />

le considerazioni del Prof.<br />

Scaramuzzi, Presidente della Accademia<br />

<strong>dei</strong> Georgof<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> quale nella<br />

stessa succitata pagina di Economia<br />

& Finanza scrive riferendosi al divario<br />

fra i costi delle produzioni nazionali<br />

ed prezzi sul mercato globale:<br />

“Per comprendere meglio <strong>il</strong> problema,<br />

bisogna avere presente che<br />

nel rapporto diretto fra produttori<br />

agricoli e consumatori si sono interposte<br />

importanti e complesse f<strong>il</strong>iere<br />

alimentari, che oramai coinvolgono<br />

POLITICHE AGRICOLE<br />

una serie crescente di distinte<br />

ed autonome attività<br />

imprenditoriali (per<br />

la preparazione, trasformazione,<br />

distribuzione<br />

ecc.). La miriade di prodotti<br />

alimentari che viene<br />

oggi immessa sui mercati<br />

ottiene un notevole valore<br />

aggiunto complessivo,<br />

spesso con un forte divario<br />

fra i prezzi al consumo<br />

e quelli pagati per le materie<br />

prime agricole.”. Il<br />

Prof. Scaramuzzi continua<br />

r<strong>il</strong>evando che per gli agricoltori<br />

i costi continuano<br />

ad aumentare indipendentemente<br />

dai prezzi <strong>dei</strong><br />

loro prodotti. Dall’altra<br />

parte le industrie alimentari<br />

che non sono legate<br />

ne hanno obblighi nei<br />

confronti delle produzioni<br />

agricole nazionali sono<br />

libere di approvvigionarsi<br />

di materie prime sul<br />

mercato globale. Ecco<br />

come si determinano<br />

spesso l’esclusione <strong>dei</strong><br />

nostri agricoltori dalle<br />

f<strong>il</strong>iere alimentari ed i<br />

conseguenti squ<strong>il</strong>ibri<br />

che generano stati di<br />

crisi.<br />

Crisi non solo economica<br />

ma tutto <strong>il</strong> sistema<br />

è critico. Sorge<br />

quindi la necessità di<br />

ristab<strong>il</strong>ire equità nel<br />

settore ed uscire dalle<br />

crisi. Occorre ricercare<br />

nuovi modelli di<br />

sv<strong>il</strong>uppo sia sul prof<strong>il</strong>o<br />

economico che politico.<br />

Intervenire con<br />

azioni e normative<br />

adeguate per tutelare<br />

i redditi di tutti coloro<br />

che operano nella<br />

f<strong>il</strong>iera valorizzando<br />

equamente i prodotti primari. Dovrebbero<br />

delinearsi momenti di<br />

scelte strategiche, anche a livello<br />

comunitario. Non è un caso che <strong>il</strong><br />

Parlamento Europeo in seduta plenaria<br />

abbia approvata una relazione<br />

su “Entrate eque per gli Agricoltori”.<br />

Restando sul piano nazionale<br />

considerate le problematiche che si<br />

riscontrano nel comparto agricolo,<br />

l’interdipendenze, gli intrecci di<br />

competenze sul piano sia politicoeconomico<br />

e più strettamente mercant<strong>il</strong>e<br />

si debba davvero pensare che<br />

i tempi siano tali da dare ragione a<br />

chi auspica l’unificazione in un solo<br />

Ministero di Agricoltura ed Industria<br />

Alimentare. Ciò può ritenersi<br />

uno <strong>dei</strong> fattori da introdurre per<br />

uscire dai compartimenti stagni ed<br />

allargare e promuovere, sulla base<br />

di nuove discipline legislative azioni<br />

che cambino <strong>il</strong> sistema, rivitalizzino<br />

<strong>il</strong> settore agricolo riportandovi<br />

competitività e redditi adeguati agli<br />

impegni economici ed operativi.<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 7


di Mario Fregoni – Presidente onorario dell’OIV<br />

La viticoltura biodinamica<br />

ha una<br />

f<strong>il</strong>osofia complessa<br />

che coinvolge sia<br />

la pianta che <strong>il</strong> terreno.<br />

In questa relazione si<br />

prenderà in considerazione<br />

solo la fert<strong>il</strong>ità<br />

del suolo, obiettivo<br />

spesso trascurato dalle<br />

altre strategie di gestione<br />

del vigneto. La scelta<br />

deriva dalla sensib<strong>il</strong>ità della formazione<br />

agronomica universitaria dello<br />

scrivente, allievo di due grandi umisti<br />

(Professori Alfonso Draghetti e<br />

GianPietro Ballatore), che tuttavia<br />

si professa umo-mineralista.<br />

Le viticolture attuali<br />

La conduzione del vigneto è in maggioranza<br />

basata sull’uso <strong>dei</strong> prodotti<br />

antiparassitari, <strong>dei</strong> fert<strong>il</strong>izzanti,<br />

<strong>dei</strong> diserbanti, degli ormoni e così<br />

via. Un numero sempre maggiore<br />

di tecnici e di viticoltori si orienta<br />

alla riduzione ragionata <strong>dei</strong> mezzi<br />

chimici, ma con gestioni diversificate,<br />

come appare dalla (fig. 1), nella<br />

quale la “Viticoltura durab<strong>il</strong>e” o “sostenib<strong>il</strong>e”<br />

rappresenta l’obiettivo di<br />

alcune gestioni della viticoltura, che<br />

tendono a realizzare obiettivi economici<br />

e sociali, unitamente al rispetto<br />

dell’ambiente.<br />

Fra le viticolture durab<strong>il</strong>i o sostenib<strong>il</strong>i<br />

figurano l’”integrata”, che tende<br />

a integrare i mezzi chimici con quelli<br />

biologici, la “biologica” o “organi-<br />

*<br />

8<br />

ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />

<br />

ca”, che esclude l’impiego<br />

<strong>dei</strong> mezzi chimici<br />

di sintesi ma ammette<br />

l’uso di certi composti<br />

(es. rame, zolfo, ecc.)<br />

e soprattutto di quelli<br />

biologici (es. nella lotta<br />

antiparassitaria), la<br />

“biodinamica” che è<br />

ancora più restrittiva<br />

nell’uso <strong>dei</strong> mezzi chimici,<br />

fa leva sulle resistenze<br />

della pianta e cura maggiormente<br />

la fert<strong>il</strong>ità del suolo. Vi è chi<br />

considera la “biodinamica” una forma<br />

di viticoltura “biologica”, ma vi<br />

è anche chi non la considera affatto,<br />

per ragioni scientifiche.<br />

In realtà mancano alcune definizio-<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

ni e protocolli di produzione sia a<br />

livello viticolo e, soprattutto, a livello<br />

enologico, anche se alcuni Paesi<br />

extra-europei etichettano <strong>il</strong> vino con<br />

le diciture di integrata, biologica o<br />

biodinamica. Soprattutto i controlli<br />

non sono sempre sufficienti.<br />

Lo scopo della presente relazione<br />

è tuttavia limitato alla fert<strong>il</strong>ità del<br />

suolo, dato che in genere prevale<br />

l’attenzione sulla pianta (trattamenti<br />

antiparassitari) e si dimentica o si<br />

trascura la fert<strong>il</strong>ità del terreno.<br />

La fert<strong>il</strong>ità del suolo<br />

L’ecosistema o terroir viticolo è<br />

composto dal vitigno, dal clima, dal<br />

suolo e dalle tecniche viticole ed<br />

enologiche (fig. 2). Questi fattori interagiscono<br />

fra loro per fornire un<br />

Fig. 1 : Le gestioni alternative del vigneto<br />

Integrata<br />

Economico<br />

sociale<br />

Viticoltura<br />

Biologica<br />

(organica)<br />

Durab<strong>il</strong>e<br />

(sostenib<strong>il</strong>e)<br />

Ambientale<br />

* Relazione presentata al Convegno di Vitivinicoltura biodinamica di Cerreto Guidi <strong>il</strong> 12 giugno 2010.<br />

Biodinamica


vino più o meno originale o tipico.<br />

Il suolo e <strong>il</strong> sottosuolo rappresentano<br />

due p<strong>il</strong>astri fondamentali nella<br />

produzione <strong>dei</strong> vini di qualità e le<br />

loro caratteristiche chimiche e sensoriali<br />

dipendono dall’origine geologica,<br />

dall’interazione con la pianta e<br />

dalle cure al suolo dell’uomo.<br />

I vini eccelsi si ottengono nei terreni<br />

con strato attivo e sottosuolo porosi,<br />

con roccia madre penetrab<strong>il</strong>e dalle<br />

radici, che devono raggiungere la<br />

falda freatica profonda, per dare stab<strong>il</strong>ità<br />

alla nutrizione idrica alla vite,<br />

che costituisce un pre-requisito della<br />

qualità del vino. Non si ottengono<br />

grandi vini nei terreni superficiali,<br />

ma soprattutto in quelli compatti<br />

(fig. 3) che mantengono le radici in<br />

superficie per mancanza di ossigeno<br />

in profondità.<br />

I fenomeni della nutrizione minerale<br />

e idrica della vite sono <strong>il</strong>lustrati nella<br />

(fig. 4), nella quale appaiono importanti<br />

le attività della microflora e<br />

della microfauna nel primo orizzonte<br />

del suolo, l’assorbimento minerale<br />

nel secondo strato, l’alimentazione<br />

idrica nel terzo orizzonte e la<br />

trasformazione delle radici operate<br />

sulla roccia madre per originare l’arg<strong>il</strong>la<br />

nel quarto strato profondo.<br />

<br />

ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Di grande r<strong>il</strong>evanza agronomica è<br />

la struttura glomerulare del terreno<br />

che determina la stab<strong>il</strong>ità fisica ed<br />

evita la compattazione del suolo e<br />

pertanto favorisce tutti i fenomeni<br />

chimico-biologici che avvengono nel<br />

terreno. La struttura glomerulare è<br />

legata al complesso arg<strong>il</strong>lo-humico,<br />

ossia al prodotto derivante dall’unione<br />

di due colloidi elettronegativi<br />

(arg<strong>il</strong>la e humus) tramite <strong>il</strong> ponte di<br />

alcuni cationi positivi, in particolare<br />

del calcio, elemento portante nella<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

fert<strong>il</strong>ità del suolo.<br />

L’humus svolge un ruolo insostituib<strong>il</strong>e<br />

nell’assorbimento minerale delle<br />

radici, attraverso <strong>il</strong> mantenimento<br />

di un pH equ<strong>il</strong>ibrato, ossia verso la<br />

neutralità.<br />

I pH acidi favoriscono solo l’assorbimento<br />

<strong>dei</strong> microelementi, che possono<br />

provocare fitotossicità alle cellule<br />

<strong>dei</strong> peli radicali. Il calcio é indispensab<strong>il</strong>e<br />

per la stab<strong>il</strong>ità del pH..<br />

Un terreno “organico” impedisce<br />

che si degradi la struttura glomerulare<br />

e la compattazione e che <strong>il</strong> terreno<br />

diventi “minerale”, nel quale l’assorbimento<br />

degli elementi si riduce sino<br />

all’ister<strong>il</strong>imento biologico del suolo,<br />

accompagnato da decalcificazione<br />

progressiva.<br />

Sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o microbiologico vanno<br />

sottolineate con grande r<strong>il</strong>ievo le<br />

funzioni batteriche nel suolo, quali<br />

la produzione di antibiotici che ostacolano<br />

i funghi, di ormoni della crescita<br />

radicale, necessaria per l’assorbimento<br />

minerale e idrico, l’azione<br />

chelante verso <strong>il</strong> ferro, la solub<strong>il</strong>izzazione<br />

<strong>dei</strong> fosfati, e via dicendo.<br />

L’insieme della microflora e della<br />

microfauna del suolo e l’humus rappresenta<br />

alcune centinaia di tonnellate<br />

di sostanza organica, una vera<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 9


miniera di composti organici che<br />

non deve essere distrutta da interventi<br />

inquinanti.<br />

L’humus e la fert<strong>il</strong>ità del suolo<br />

Nessuna forma economica di viticoltura<br />

è possib<strong>il</strong>e nei terreni privi di<br />

humus. Si può coltivare la vite sulla<br />

sabbia o su materiali inerti, come in<br />

idroponica, ma questa coltura artificiale<br />

approda a vini senza qualità e<br />

originalità, oltre che costosi.<br />

L’humus è pertanto indispensab<strong>il</strong>e<br />

alla vita del terreno e alla fert<strong>il</strong>ità<br />

fisica, chimica e microbiologica del<br />

suolo.<br />

La fonte dell’humus è la sostanza<br />

organica, che viene trasformata in<br />

humus dai microrganismi del suolo<br />

(umificazione). La composizione<br />

dell’humus è complessa: comprende<br />

gli acidi imatomelanici (influiscono<br />

sulla struttura del suolo), gli acidi<br />

umici (che favoriscono l’assorbimento<br />

degli elementi minerali attraverso<br />

la chelazione, ossia formando umati<br />

(si afferma che gli acidi umici sono <strong>il</strong><br />

latte della terra), gli acidi fulvici (che<br />

solub<strong>il</strong>izzano i minerali rendendoli<br />

liberi), gli acidi organici, gli acidi<br />

fenolici, i polifenoli, le proteine, gli<br />

aminoacidi, i lipidi (composti che<br />

esercitano funzioni chelanti), nonché<br />

ormoni, vitamine, enzimi (ure-<br />

10<br />

ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />

Fig. 4 :<br />

e A<br />

oflora produce humus<br />

ofauna favorisce l ’aerazione<br />

La nutrizione della vite è completa<br />

quando avviene negli strati<br />

superficiali e nel sottosuolo; questo<br />

èpiù importante del primo strato<br />

del terreno.<br />

e B<br />

mento <strong>dei</strong> cationi dal complesso arg<strong>il</strong>lo-humico<br />

oflora libera gli anioni<br />

e C<br />

-Alimentazione idrica<br />

Orizzonte D<br />

-Roccia madre: le radici la trasformano in arg<strong>il</strong>la<br />

asi, <strong>dei</strong>drogenasi, fosfatasi, cellulasi,<br />

fenolossidasi, ecc.). Molti di questi<br />

composti sono alimenti della microflora<br />

e della microfauna.<br />

La sostanza organica necessaria si<br />

misura con la quantità di sostanza<br />

secca che i vegetali apportano, tenendo<br />

presente che ogni anno occorrono<br />

circa 35-70 q/ha di sostanza secca<br />

a ettaro, per produrre circa 5-20 q/ha<br />

di humus, che è la quantità che viene<br />

ossidata nel terreno vitato. Dette<br />

quantità di sostanza secca si possono<br />

riportare con i vegetali (v. tab. 1).<br />

Così i tralci possono restituire da 12<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

a 22 q/ha di sostanza secca, un sovescio<br />

anche 60 q/ha di sostanza secca,<br />

l’inerbimento molto meno (dipende<br />

dalle essenze); si rammenta che 100<br />

q/ha di letame restituiscono solo 18<br />

q/ha di sostanza secca e per di più<br />

producono un humus effimero ricco<br />

di azoto organico.<br />

Nei vigneti italiani spesso la sostanza<br />

organica è inferiore all’1%, specie<br />

nel sud, quando l’optimum dovrebbe<br />

essere circa <strong>il</strong> doppio. La sostanza<br />

organica può originare humus stab<strong>il</strong>e,<br />

cioè più duraturo e più resistente<br />

all’ossidazione, oppure humus lab<strong>il</strong>e,<br />

che si distrugge più rapidamente.<br />

Producono humus stab<strong>il</strong>e la paglia,<br />

i tralci, <strong>il</strong> legno in genere, perché<br />

ricchi di lignina, mentre producono<br />

humus lab<strong>il</strong>e, le vinacce, <strong>il</strong> letame, <strong>il</strong><br />

sovescio e l’inerbimento. Fra le piante<br />

erbacee le graminacee forniscono<br />

humus stab<strong>il</strong>e, le leguminose humus<br />

lab<strong>il</strong>e.<br />

Sostanza secca necessaria 35-70 q a<br />

ettaro/anno<br />

Humus ossidato 5-20 q/ha/anno<br />

(1-2% all’anno)<br />

La sostanza organica e l’azoto.<br />

La sostanza organica fornisce l’humus,<br />

ma questo origina azoto (tramite<br />

<strong>il</strong> processo di mineralizzazione


operata dai batteri), elemento di uso<br />

delicato nel vigneto, in quanto sia la<br />

carenza che l’eccesso possono essere<br />

nocivi per la qualità del vino. Torba,<br />

paglia e tralci contengono poco<br />

azoto, mentre, al contrario vinacce,<br />

sovescio, inerbimento e soprattutto<br />

letame, producono abbastanza o<br />

molto azoto.<br />

Ne consegue che nel vigneto occorrerebbe<br />

favorire l’apporto di materiali<br />

vegetali ricchi di cellulosa e<br />

lignina (questa è definita l’oro del<br />

suolo), quali ramaglie, tralci di vite,<br />

paglie (specie di riso) ricche di lignina,<br />

stocchi, graminacee, foglie, che<br />

ovviamente andrebbero compostati<br />

con l’impiego di integratori azotati<br />

e di colture batteriche (tra le quali<br />

quelle <strong>dei</strong> batteri lattici) e fungine<br />

cellulosolitiche. Sono miscele già<br />

sperimentate e in commercio.<br />

La viticoltura dovrebbe usare maggiormente<br />

la tecnica del compostaggio,<br />

tradizionale nella viticoltura<br />

biodinamica, favorendo <strong>il</strong> reimpiego<br />

di residui vegetali poveri di azoto.<br />

Nella viticoltura biodinamica si usa<br />

distribuire sospensioni di feci di vacca<br />

che hanno fermentato nei corni di<br />

vacca. In sostanza la pratica è come<br />

un’inseminazione batterica e fungina,<br />

ma ha bisogno di essere abbinata<br />

a sostanza organica che produca humus<br />

stab<strong>il</strong>e.<br />

Nella viticoltura biodinamica della<br />

Bourgogne si usano anche letami<br />

misti (vaccini, ovini, ecc.) di almeno<br />

sei mesi di maturazione, che vengono<br />

distribuiti in piccole dosi.<br />

Tab. 1 – Sostanza secca nei vegetali<br />

% SS<br />

Torba 90<br />

Paglia 85<br />

Tralci 50<br />

Vinacce 30<br />

Sovescio 25<br />

Letame 18<br />

ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />

<br />

<br />

Il letame e l’azoto<br />

Per un lungo periodo storico l’unico<br />

concime esistente era <strong>il</strong> letame,<br />

praticamente quasi scomparso attualmente,<br />

almeno nella classica definizione<br />

di “composto di feci solide<br />

e liquide degli animali, frammiste<br />

alla lettiera”; quest’ultima non è più<br />

in uso negli allevamenti moderni e<br />

pertanto rimangono solo le feci solide,<br />

dato che quelle liquide vanno<br />

perdute.<br />

I viticoltori, comunque, in passato<br />

hanno sempre avuto un rapporto di<br />

amore e odio nei confronti del letame,<br />

in quanto negli anni della letamazione<br />

del vigneto (circa 200-300<br />

q/ha/ogni tre anni) constatavano<br />

maggiori infezioni di peronospora<br />

e Botrytis, vigore elevato, lignificazione<br />

incompleta, instab<strong>il</strong>ità e scarsa<br />

conservab<strong>il</strong>ità del vino. Oggi ne conosciamo<br />

i motivi, in quanto <strong>il</strong> letame<br />

fornisce sostanzialmente solo<br />

azoto, poco fosforo e potassio,<br />

ma apporta i microelementi. Un<br />

esempio dell’effetto delle letamazioni<br />

è stato seguito dallo scrivente<br />

presso un viticoltore che ha<br />

sempre creduto nel letame, distribuendone<br />

300 q/ha/anno, per diversi<br />

anni. Viti vigorose, grappoli<br />

e acini grossi (con alterazione del<br />

rapporto fondamentale buccia/<br />

Fig. 5 :<br />

Struttura<br />

glomerulare<br />

Complesso<br />

arg<strong>il</strong>lo -humico<br />

Arg<strong>il</strong>la - Humus -<br />

Cationi +<br />

(Ca, Mg, ecc.)<br />

Per evitare la compattazione occorre mantenere la struttura glom erulare del suolo<br />

(evita l ’asfissia, fac<strong>il</strong>ita l ’aerazione, incrementa la capacit à idrica, riduce l ’erosione, …)<br />

polpa, per riduzione della buccia,<br />

contenente i composti nob<strong>il</strong>i della<br />

qualità, come aromi, antociani,<br />

tannini morbidi, enzimi, ecc. e infine<br />

mosti ricchi di aminoacidi ossia<br />

di azoto prontamente assim<strong>il</strong>ab<strong>il</strong>e<br />

(APA) (ut<strong>il</strong>izzato come alimento<br />

dai leviti), passato nell’arco di alcuni<br />

anni da circa 100 ppm a 300 ppm. Le<br />

fermentazioni sono risultate tumultuose,<br />

con forti e rapidi innalzamenti<br />

della temperatura, praticamente diffic<strong>il</strong>i<br />

da governare e con la formazione<br />

di composti solforati (tipo dimet<strong>il</strong>solfuro),<br />

che danno lievi odori di<br />

uova marce.<br />

Per la soluzione del problema non è<br />

stato ritenuto sufficiente interrompere<br />

le letamazioni, ma si è pensato<br />

di effettuare anche un inerbimento<br />

esigente in azoto e acqua, come la<br />

Festuca arundinacea e di intervenire<br />

per via fogliare per gli altri macro e<br />

microelementi. Con la concimazione<br />

fogliare nelle fasi fenologiche sensib<strong>il</strong>i<br />

o esigenti è possib<strong>il</strong>e risparmiare<br />

l’80% degli elementi (rispetto al<br />

terreno), aumentare le resistenze<br />

agli stress abiotici e biotici, migliorare<br />

anche la qualità (colore, aromi,<br />

ecc.). Sull’argomento APA si desidera<br />

richiamare l’attenzione anche<br />

sulle carenze di azoto prontamente<br />

assim<strong>il</strong>ab<strong>il</strong>e nei mosti, altrettanto<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 11


dannose, in quanto determinano <strong>il</strong><br />

blocco delle fermentazioni, per assenza<br />

di nutrimento <strong>dei</strong> lieviti.<br />

La carenza di APA è più pericolosa<br />

nei vini destinati alla spumantizzazione,<br />

che si effettua in due tempi ed<br />

è molto lunga, in quanto alla riduzione<br />

dell’attività <strong>dei</strong> lieviti si accompagna<br />

la diminuzione del matrimonio<br />

fra aminoacidi e gli altri composti<br />

del vino, che sta alla base del bouquet<br />

e della formazione di composti<br />

aromatici particolari, come i lattoni<br />

degli Champagne. Si afferma, infatti,<br />

che i grandi Champagne siano legati<br />

a livelli alti di APA, che tuttavia non<br />

12<br />

ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />

devono essere eccessivi. In particolare<br />

negli Champagne si riscontrano<br />

i seguenti aminoacidi: arginina,<br />

treonina, alanina, acido L-aspartico,<br />

acido L-glutammico, che si possono<br />

fornire anche per via fogliare.<br />

Pertanto l’uso del letame e degli altri<br />

composti organici va controllato<br />

con l’analisi <strong>dei</strong> mosti e <strong>dei</strong> vini e va<br />

orientato più all’uso <strong>dei</strong> residui ricchi<br />

di cellulosa, e soprattutto di lignina,<br />

ma poveri di azoto.<br />

L’humus e <strong>il</strong> terroir<br />

L’espressione del terroir si ritrova<br />

nel vino quando <strong>il</strong> terroir ha una vera<br />

“vocazione” alla qualità. Restando<br />

al solo terreno si può segnalare che<br />

le caratteristiche di vocazionalità<br />

dipendono dall’origine geologica e<br />

dalla complessità della composizione<br />

minerale che ne deriva. Vi sono –ad<br />

esempio- terreni più o meno ricchi<br />

di microelementi o di elementi traccia<br />

che determinano la personalità<br />

distinta del vino, attraverso la dotazione<br />

<strong>dei</strong> numerosi enzimi composti<br />

anche di microelementi e che sono<br />

alla a base della sintesi <strong>dei</strong> composti<br />

nob<strong>il</strong>i del vino, quali gli aromi. Tuttavia<br />

gli enzimi sono costituiti anche<br />

da molecole organiche (proteiche) e<br />

pertanto non vi può essere espressione<br />

di un terroir senza sostanza<br />

organica, ossia mineralizzato. Da qui<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

deve derivare <strong>il</strong> costante rifornimento<br />

di sostanza organica da tramutare<br />

in humus e <strong>il</strong> rispetto dell’architettura<br />

biologica del suolo, che conduce<br />

alle massime espressioni del terroir.<br />

Vi sono, infatti, vini di terroir e vini<br />

industriali, che spesso non hanno alcun<br />

rapporto con <strong>il</strong> terroir. Più precisamente:<br />

<strong>il</strong> vino di terroir deriva da<br />

uve di unità di terroir sim<strong>il</strong>i di uno<br />

spazio ristretto, <strong>il</strong> vino industriale ha<br />

origine da mescolanze di uve di terroir<br />

distanti e differenti, di uno stesso<br />

territorio geografico o di zone geografiche<br />

lontane. Il viticoltore che<br />

desidera ottenere vini di terroir deve<br />

osservare molte regole per produrre<br />

uva di qualità, ossia perfettamente<br />

matura e ricca di microcomposti<br />

che stanno alla base della qualità<br />

eccelsa. Nel vino esiste una macrostruttura<br />

(alcol, acidi, ecc.) e una<br />

microstruttura (aromi, enzimi,ecc.)<br />

ed è quest’ultima che rappresenta la<br />

personalità organolettica e sensoriale<br />

del vino. La composizione del vino<br />

è talmente complessa che è diffic<strong>il</strong>e<br />

stab<strong>il</strong>ire quali fattori del terroir sono<br />

correlati, ma è certo che la vita biologica<br />

del suolo e la composizione<br />

chimico-fisica del terreno sono fra le<br />

condizioni dispensab<strong>il</strong>i per al produzione<br />

di vini di terroir.<br />

Da qui gli interventi con micorrize,<br />

colture batteriche e fungine o con<br />

soluzioni provenienti dalle feci bovine<br />

adottate nella biodinamica.<br />

Il terroir non va distrutto con gli<br />

scassi, perché per ricrearlo occorrono<br />

circa 100 anni.<br />

Anche l’uso <strong>dei</strong> composti chimici<br />

(erbicidi e concimi) va attentamente<br />

valutato e ridotto allo stresso necessario,<br />

come insegna la viticoltura integrata<br />

sostenib<strong>il</strong>e. Oggi la concimazione<br />

al vigneto può essere ridotta<br />

al 120% delle dosi se distribuite per<br />

via fogliare e purché si mantenga la<br />

fert<strong>il</strong>ità organica e biologica, on la<br />

reintegrazione annuale delle perdite<br />

di humus.


L’Unione Europa ha pubblicato una<br />

direttiva che prevede la certificazione<br />

da parte di esperti per l’acquisto<br />

e l’uso <strong>dei</strong> fitofarmaci, allo scopo<br />

di tutelare l’ambiente e ola salute<br />

umana.<br />

Nell’ambiente è incluso <strong>il</strong> rispetto<br />

del suolo viticolo che non deve essere<br />

distrutto o menomato dagli inquinanti<br />

superficiali e profondi (e<br />

delle falde). La Bourgogne ha iniziato<br />

a classificare i terroir nel 600<br />

d.C. con i Benedettini e i Cistercensi<br />

e attualmente rappresenta l’esempio<br />

più completo di gerarchia <strong>dei</strong><br />

terroir. L’espressione del terroir nel<br />

vino si ottiene rispettando <strong>il</strong> solo e la<br />

vigna con interventi minimi e mirati<br />

di prodotti chimici, ciò che continua<br />

anche in cantina, con una tecnologia<br />

tradizionale.<br />

Conclusioni<br />

La viticoltura sta diventando sempre<br />

più responsab<strong>il</strong>e nei confronti<br />

dell’ambiente e si interroga maggiormente<br />

sull’uso corretto del suolo, al<br />

fine di lasciare ai posteri quanto abbiamo<br />

ereditato dai nostri avi.<br />

La conservazione della fert<strong>il</strong>ità del<br />

terreno è uno degli scopi essenziali<br />

dell’’attività del viticoltore attento<br />

ai valori sociali e ambientali e di<br />

conseguenza la preservazione di un<br />

tasso adeguato di sostanza organica<br />

e di humus durevole o stab<strong>il</strong>e fa<br />

parte degli obiettivi della viticoltura<br />

durevole o sostenib<strong>il</strong>e. Un terreno<br />

fert<strong>il</strong>e sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o strutturale, chimico<br />

e biologico rafforza le difese<br />

ATLANTE NUTRIZIONALE DELLA VITE<br />

endogene della vite, con la sintesi di<br />

molecole di resistenza, quali <strong>il</strong> resveratrolo,<br />

i tannini, la quercetina, ecc.;<br />

ciò consente di ridurre gli interventi<br />

antiparassitari associando composti<br />

alternativi stimolanti di dette molecole<br />

(es. fosfito di potassio, acidi umici,<br />

aminoacidi) ai normali antipero-<br />

nosporici. Queste strategie sono già<br />

di possib<strong>il</strong>e attuazione nella viticoltura<br />

integrata, ma potrebbero presto<br />

rientrare anche in quella biologica e<br />

biodinamica.<br />

Fra le strategie più sensib<strong>il</strong>i della viticoltura<br />

durevole o sostenib<strong>il</strong>e vanno,<br />

infatti, annoverate la viticoltura<br />

biologica e soprattutto la viticoltura<br />

biodinamica, che adotta interventi<br />

accurati per <strong>il</strong> suolo ai fini del mantenimento<br />

della fert<strong>il</strong>ità biologica,<br />

spesso assenti nelle altre forme di<br />

viticoltura. Le tecniche della viticoltura<br />

biodinamica si possono anche<br />

discutere alla luce delle conoscenze<br />

scientifiche, ma non bisogna dimenticare<br />

che queste non hanno ancora<br />

spiegato tutto nella biologia e di<br />

riflesso nella viticoltura biologica o<br />

biodinamica.<br />

Considerando che si possono introdurre<br />

molte molecole organiche<br />

nella nutrizione (aminoacidi, acidi<br />

umici, ecc.) e nella difesa della vite<br />

(tannini, colture batteriche, colture<br />

fungine e così via), anche al fine di<br />

aumentare le resistenze endogene,<br />

tenendo conto che le teorie di Steiner<br />

risalgono al 1924, che le conoscenze<br />

scientifiche attuali sono molto<br />

progredite e che l’innovazione è<br />

in continua evoluzione; constatato<br />

che <strong>il</strong> convegno di Cerreto Guidi è<br />

impostato su “paradigmi scientifici<br />

a confronto per una vitivinicoltura<br />

biodinamica moderna”; osservato<br />

che la biodinamica è invece molto<br />

biostatica e dipendente culturalmente<br />

da altri Paesi (Germania, Francia,<br />

Australia, ecc.), si propone di redigere<br />

una pubblicazione con i fondamenti<br />

per una “viticoltura biodinamica<br />

italiana”, che tenga conto della<br />

f<strong>il</strong>osofia originaria, di tipo organico,<br />

ma anche delle conoscenze scientifiche<br />

moderne sulla fisiologia della<br />

nutrizione e sulle resistenze indotte<br />

avverso gli stress biotici e abiotici.<br />

E’ un compito che richiede <strong>il</strong> dialogo<br />

scientifico fra viticoltori e ricercatori<br />

di estrazione pluridisciplinare.<br />

Bibliografia<br />

g<br />

Bourghigon C. et L. 2008. Le sol, la terre et les champs. Sang de la terre. Paris<br />

Fortin J.A., Plenchette C., Piche’ Y. Les mycorhizes, la nouvelle révolution verte. Edition Multimonde<br />

Fregoni M. 1970. La concimazione della vite. Saturnia, Trento<br />

Fregoni M. 1980. Nutrizione e fert<strong>il</strong>izzazione <strong>dei</strong> vigneti. Edagricole, Bologna<br />

Fregoni M.. 2005. Viticoltura di qualità. Tecniche Nuove, M<strong>il</strong>ano<br />

Fregoni M. 2009. Atlante nutrizionale della vite. Tecniche Nuove, M<strong>il</strong>ano<br />

Giovannetti G., Iacono F. 2008. Per una viticoltura simbiotica. Il Consumo, 2-3<br />

Joly N. 2003. Le vin du ciel à la terre. La viticulture en biodynamie. Sang de la terre. Paris.<br />

Mazz<strong>il</strong>li R. Viticoltura sostenib<strong>il</strong>e. Stazione Sperimentale per la viticoltura sostenib<strong>il</strong>e. Gaiole in Chianti, Firenze.<br />

Vigne Et Vin 2003. Viticulture biologique. Bordeaux<br />

Wittkoski F. 2009. Integrated production. OIV. Paris<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 13


di Raffaello Biagiotti<br />

Capitolo(01)<br />

“Premessa”<br />

01.1- La materia legata al nostro<br />

problema è l’Estimo, cioè la scienza<br />

che studia e insegna i metodi o i criteri<br />

di valutazione <strong>dei</strong> beni in generale o<br />

<strong>dei</strong> fenomeni a loro attinenti in particolare,<br />

i quali possono essere positivi<br />

o negativi; a noi interessano i secondi,<br />

quindi i danni che un bene riceve nella<br />

sua integrità o produttività.<br />

Volendo f<strong>il</strong>osofare, un bene è ciò che,<br />

materiale o immateriale, ha la facoltà<br />

di soddisfare un bisogno umano,<br />

dunque è un desiderio spasmodico<br />

che stimola <strong>il</strong> nostro cervello nel desiderare<br />

e possedere un qualcosa, conosciuto,<br />

ad esempio si fuma perché<br />

esiste <strong>il</strong> tabacco, si sente <strong>il</strong> bisogno di<br />

mangiare una bistecca, perché si conosce<br />

la carne bovina, in particolare<br />

come “ la Chianina” e la tipologia o<br />

tecnica di cottura.<br />

Il perito deve avere delle conoscenze<br />

approfondite del bene oggetto di<br />

stima, del fenomeno dannoso e del<br />

metodo da adottare, per pervenire<br />

al valore economico più vicino alla<br />

realtà, nella consapevolezza comunque<br />

di non pervenire alla verità assoluta,<br />

quindi attenzione alla propria<br />

um<strong>il</strong>tà!!!!.<br />

Infatti nelle stime esiste una alea<br />

soggettiva, dovuta proprio alla non<br />

perfezione dell’uomo, tuttavia ciò è<br />

previsto e pertanto tollerab<strong>il</strong>e, mentre<br />

non è tollerab<strong>il</strong>e l’errore macroscopico<br />

o peggio la consapevolezza del<br />

dolo “Corruzione”!!!.<br />

Il perito deve essere imparziale, quando<br />

opera per Enti Pubblici, Tribunali<br />

14<br />

CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />

Stime danni a varie colture<br />

prodotti da selvaggina<br />

o come unico estimatore, mentre deve<br />

curare gli interessi del proprio cliente,<br />

se perito di parte, ma sempre con professionalità<br />

e deontologia idonea alla<br />

dimostrazione delle proprie capacità<br />

peritali nel servizio prestato, richiesto<br />

ed accettato.<br />

Ritengo che <strong>il</strong> perito quindi debba<br />

avere esatta cognizione della stima da<br />

concludere, qualora questo non sia a<br />

Lui possib<strong>il</strong>e chiedere l’intervento di<br />

un collega più specializzato o rinunciare<br />

all’incarico.<br />

01.2- Conoscenza della coltura<br />

esaminata, nelle sue caratteristiche<br />

fenologiche o ciclo vegetativo, della<br />

morfologia della pianta e di tutte le<br />

sue componenti, aeree e radicali, sia<br />

se la cultivar è annuale, poli-annuale,<br />

erbacea o arborea ( da frutto o da<br />

legna).<br />

Capitolo (02)<br />

“Criteri o metodi di stima”<br />

02.01- L’estimo ci fornisce diversi<br />

metodi o criteri di stima, ma quello<br />

da noi preso in considerazione è detto<br />

in contraddittorio, ,<br />

cioè per p constata-<br />

zione dell’evento,<br />

, analisi per p la<br />

quantificazione<br />

q<br />

del danno.<br />

02.02- La stima<br />

in contraddittorio<br />

è effettuata<br />

sul sito del danno,<br />

alla presenza<br />

del danneggiato,<br />

<strong>il</strong> quale in precedenza<br />

ha richiesto<br />

<strong>il</strong> risarcimento e<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

ipotizzato un quantum di danno e gli<br />

animali che lo hanno provocato.<br />

Innanzi tutto l’estimatore deve sapere<br />

ed essere convinto che in quel<br />

momento è un ospite e quindi non<br />

sentirsi al di sopra degli altri o peggio<br />

ancora, mettersi in cattedra di fronte<br />

al danneggiato, <strong>il</strong> quale purtroppo è<br />

già prevenuto nei confronti del perito,<br />

perché si vede detratto dal suo reddito<br />

un quantum del tutto imprevedib<strong>il</strong>e,<br />

per una sopravvenienza passiva e<br />

quindi non prevista; per cui l’atteggiamento<br />

deve risultare disteso, amichevole,<br />

consapevole e convincente.<br />

Il contraddittorio si basa sul risultato<br />

delle analisi di stima del Perito,<br />

che diffic<strong>il</strong>mente corrispondono con<br />

<strong>il</strong> quantum richiesto o desiderato dal<br />

danneggiato, anzi spesso si differenziano<br />

in modo evidente, poiché talvolta<br />

qualcuno tenta di fare <strong>il</strong> troppo furbo.<br />

L’estimatore deve mostrare la sua<br />

ab<strong>il</strong>ità, non tanto di mediatore, quanto<br />

di professionista, quindi spiegare<br />

in modo soddisfacente e con frasario


appropriato, al danneggiato, <strong>il</strong> criterio<br />

di stima che si intende adottare, l’analisi<br />

da eseguire, la quantità calcolata<br />

come produzione normale e <strong>il</strong> mancato<br />

prodotto, quindi la P.L.V.; non<br />

conseguib<strong>il</strong>e sempre come prodotto e<br />

non come valore in denari, perché nel<br />

caso specifico i prezzi unitari sono dati<br />

da Camera di Commercio, Provincia e<br />

Associazioni Agricole di categoria riuniti<br />

in commissione unica.<br />

Il perito deve accertarsi che i luoghi,<br />

e nello specifico la coltivazione, siano<br />

quelli sui quali è stato richiesto <strong>il</strong><br />

danno; che <strong>il</strong> prodotto o <strong>il</strong> bene sia<br />

condotto come suol dirsi da buon padre<br />

di famiglia, e non solo per dimostrare<br />

la coltura e recepire i contributi<br />

CEE.<br />

Il danneggiato è agricoltore, quindi<br />

conosce molto bene i suoi prodotti, le<br />

produzioni ottenib<strong>il</strong>i, i danni ricevuti<br />

dalle sue piante, come tale si rende<br />

conto delle capacità peritali dell’estimatore<br />

presente; e se questo è convincente<br />

si perverrà ad una conclusione<br />

bonaria, in tal caso i verbali vengono<br />

controfirmati ed una copia deve essere<br />

consegnata al danneggiato, una<br />

all’ente liquidatore ed una rimanere<br />

al perito; ma se questo non avviene<br />

e quindi <strong>il</strong> richiedente non firma l’accordo<br />

per accettazione del danno, <strong>il</strong><br />

perito entro 24 ore deve spedire una<br />

copia del verbale al danneggiato.<br />

Il verbale deve contenere i seguenti<br />

CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />

dati: quelli personali riguardanti <strong>il</strong><br />

danneggiato o della sua azienda, luogo<br />

del danno, <strong>il</strong> tipo di danno, la selvaggina<br />

che lo ha provocato, la quantità di<br />

danno calcolata dal perito, la data del<br />

sopralluogo; la comunicazione deve<br />

avvenire per raccomandata postale,<br />

<strong>il</strong> danneggiato avrà la possib<strong>il</strong>ità di<br />

ricorrere ad un arbitrato o al giudice<br />

del tribunale di competenza, (quello<br />

della circoscrizione giurisdizionale<br />

del sito danneggiato), se <strong>il</strong> ricorso non<br />

avviene nei termini di legge, la stima<br />

valida è quella descritta nel verbale e<br />

come tale liquidata.<br />

02.03- L’analisi dell’evento deve essere<br />

effettuata in modo soddisfacente,<br />

percorrendo la zona denunciata e colpita<br />

dal danno, con la constatazione<br />

della parte della pianta danneggiata e<br />

messa in proporzione con quella non<br />

danneggiata, (talvolta non si tratta di<br />

proporzione matematica).<br />

L’estimatore in questo momento riceve<br />

una serie di stimoli o sensazioni<br />

che riguardano: la veridicità della<br />

richiesta di danno, la sintomatologia<br />

<strong>dei</strong> danni, la selvaggina che li ha prodotti,<br />

la tipologia del danno provocato,<br />

e sinteticamente una quantificazione<br />

soggettiva, detta di impatto<br />

e dettata dall’esperienza; che terrà<br />

segreta, fino alla verifica dell’analisi,<br />

perchè talvolta si può cadere in errore<br />

e questo sarebbe catastrofico, per<br />

<strong>il</strong> risultato finale, sia che la stima sia<br />

alta sia se bassa rispetto all’aspettative<br />

del danneggiato; evitando cioè di<br />

dare adito a questo ultimo di valutare<br />

negativamente la professionalità del<br />

perito, in tal senso non si perverrebbe<br />

certamente all’accordo desiderato da<br />

entrambe le parti, quella del danneggiato<br />

e dello estimatore.<br />

02.04- L’analisi del danno, dipende<br />

da che tipo di coltura abbiamo da estimare<br />

e in quale momento del suo ciclo<br />

vegetativo o momento fenologico<br />

si trova la pianta al momento dell’attacco<br />

della selvaggina.<br />

Esempio: p danno a Mays y alla semina, ,<br />

provocato p da cinghiali. g<br />

In questo caso <strong>il</strong> perito determinerà la<br />

parte del campo dove i semi sono stati<br />

asportati, quantificando la superficie,<br />

e se questa supera <strong>il</strong> 65/70% della coltivazione,<br />

dovrà riconoscere un danno<br />

pari alla risemina dell’intero appezzamento,<br />

quindi verificherà la superficie<br />

denunciata o denunciab<strong>il</strong>e (PAC) o<br />

quella catastale, decurtandola delle<br />

eventuali tare (fossette. strade private<br />

ecc. ); invece, se l’asportazione riguarda<br />

una piccola superficie, magari<br />

a margine dell’appezzamento e tutto<br />

concentrato come zona, <strong>il</strong> danno sarà<br />

quantificato nel mancato prodotto,<br />

rapportando la produttività della coltura<br />

con la superficie danneggiata.<br />

A questo punto ci sono diverse possib<strong>il</strong>ità<br />

di calcolo:<br />

a)- La tradizione e <strong>il</strong> regolamento caccia<br />

(ed in certi casi anche <strong>il</strong> C.C.)<br />

specificano che le produzioni base<br />

devono essere quelle medie della<br />

zona e di tempo decennale, meglio<br />

se codificate da enti (Province,<br />

Regioni, I.s.m.e.a., ecc.).<br />

b)- Il calcolo della produttività della<br />

coltivazione presa in esame.<br />

Lo scrivente ritiene che <strong>il</strong> secondo<br />

caso sia quello più idoneo e meglio<br />

rapportab<strong>il</strong>e alla stima in contraddittorio,<br />

l’agricoltore, essendo<br />

imprenditore, può dimostrare la<br />

sua professionalità, in positivo o<br />

in negativo, diversa dai suoi colle-<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 15


ghi, quindi anche la tipologia della<br />

conduzione, la buona professionalità<br />

dell’agricoltore in questione,<br />

sono elementi determinanti nella<br />

maggiore o minore produzione;<br />

poi per certe colture, esempio la<br />

vite, la produttività dell’uva è molto<br />

importante ed è regolata da disciplinari<br />

(D.o.c., D.o.c.g.); per cui<br />

se <strong>il</strong> perito trova una produzione<br />

superiore a quella consentita deve<br />

r<strong>il</strong>evarlo e non pagare <strong>il</strong> danno,<br />

qualora questo rientri nella maggiore<br />

quantità produttiva (ciò lo si<br />

evince dal sesto di impianto, tipo<br />

di potature, quantità di grappoli<br />

per pianta, tipologia del clone, varietà<br />

ed altro che <strong>il</strong> perito per sua<br />

conoscenza ed esperienza, ricava<br />

dalla visione <strong>dei</strong> luoghi).<br />

Capitolo (03)-<br />

“Constatazione del danno”<br />

03.01- La r<strong>il</strong>evazione del danno è<br />

dato dall’analisi <strong>dei</strong> luoghi e degli<br />

eventi che lo hanno provocato:<br />

a)- Tipo di coltura, annuale (graminacee,<br />

foraggere, ortive ecc.), poliannuale<br />

(foraggere, pascoli polifiti,<br />

prati monofiti, arboree da fruttaolivo,<br />

frutti di vario genere o da<br />

legno-boschi misti o alto fusto).<br />

b)- Momento del ciclo di vegetazione<br />

della cultivar, alla semina, durante<br />

<strong>il</strong> ciclo o alla raccolta.<br />

c)- Parte della pianta che ha ricevuto<br />

l’evento dannoso (frutto, fusto,<br />

rami, ecc.).<br />

d)- Determinazione del soggetto o <strong>dei</strong><br />

soggetti che hanno provocato <strong>il</strong><br />

danno, cioè la selvaggina, oppure<br />

eventi climatologici come grandi-<br />

16<br />

CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />

ne, gelo o vento; se esistono danni<br />

di questo tipo, devono essere<br />

evidenziati e calcolati in modo da<br />

detrarli dalla produttività media<br />

della coltura in esame e per questa<br />

annata agraria, in questo caso<br />

<strong>il</strong> perito deve constatare anche<br />

se l’agricoltore ha eseguito opere<br />

atte ad arginare o mitigare <strong>il</strong> danno<br />

climatologico (somministrazione<br />

straordinaria di antiparassitari,<br />

concimazioni, impianti anti ed altro)<br />

nel futuro produttivo della<br />

pianta, sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o sia quantigati ma uniti in tre o quattro parti, le<br />

tativo sia qualitativo.<br />

nutrie sim<strong>il</strong>i a quelle dell’ istrice, ma<br />

Capitolo (04)-<br />

più affinate e scure, staccate in due o<br />

“Tipo di selvaggina che ha prodotto tre parti allungate; ecc. ecc., parti p di<br />

<strong>il</strong> danno”<br />

corpo p , in genere peluria, tipica del ca-<br />

04.01- Questa analisi è più diffic<strong>il</strong>e, priolo e del daino, setole del cinghiale,<br />

perché l’estimatore deve conoscere aculei dell’istrice, o palchi di ricam-<br />

approfonditamente l’etologia degli bio, come nel caso <strong>dei</strong> cervidi, da non<br />

animali, vale a dire <strong>il</strong> loro comporta- confonderli con le corna.<br />

mento istintivo, le abitudini giornalie- Home Range: g alcune specie di anire<br />

o stagionali in rapporto con <strong>il</strong> loro mali, difendono <strong>il</strong> proprio territorio<br />

habitat, le loro specifiche e partico- sia per l’alimentazione quanto per la<br />

lari situazioni naturali fisiologiche e loro libertà di spazio soggettiva e di<br />

fisiche.<br />

gruppo, in questo caso si notano nelle<br />

04.02- Comportamento particolare piante strofinature <strong>dei</strong> palchi o delle<br />

sulla tipologia del danno (strappo, ta- corna, i primi sono cervidi (Capriolo,<br />

glio, masticazione ecc.).<br />

Daino ecc.) i secondi bovinidi (Muflo-<br />

04.03- Tipologia cognitiva di elene); in certi periodi inoltre, dalle loro<br />

menti specifici del soggetto.<br />

ghiandole, emanano <strong>dei</strong> profumi che<br />

Ogni animale lascia sul terreno, me- attirano <strong>il</strong> sesso contrario e respinglio<br />

se umido, i propri segni di pregono lo stesso sesso, definib<strong>il</strong>e come<br />

senza come le orme , cioè con i propri spazio amoroso.<br />

piedi lasciano delle impronte parti- Bocconi: <strong>il</strong> cinghiale spesso non incolari,<br />

ungulati, palmipedi, numero goia tutto quello che mastica, ma in<br />

delle dita, ecc. più o meno evidenti particolar modo nell’avena, nei grani,<br />

a seconda del peso dell’animale, del negli orzi, nello spelta e farro, si nutre<br />

sesso (Cinghiale), della natura del del lattice provocato dalla masticazio-<br />

terreno ecc. Le fatte f e, gli escrementi ne <strong>dei</strong> bocconi e poi rigetta i ricavati<br />

che ogni animale produce e lascia a delle pannocchie o spighe masticate,<br />

terra: cinghiale a pacchetto, la lepre in particolar modo nel periodo pre-<br />

a sfera irregolare di colore verdastro, maturazione <strong>dei</strong> semi, detta fase lat-<br />

più grosse le femmine e più modeste tea, sempre più gradita dagli animali.<br />

i maschi, <strong>il</strong> capriolo a piccoli confetti Rumature: tipiche del Cinghiale e<br />

distaccati ma in gruppo di colore nero dell’Istrice, i quali vanno alla ricerca<br />

molto arrotondati, piccoli confetti, di radici o bulbi di cipollino selvati-<br />

i daini sim<strong>il</strong>i a quelli di capriolo, ma co, ma anche di tuberi, si distinguono<br />

più irregolari e di dimensioni legger- le une dalle altre perché <strong>il</strong> cinghiale<br />

mente maggiori, l’istrice, corpi allun- grufola in avanti mentre l’istrice raspa<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010


all’indietro. I danni maggiori provocati<br />

da questa attività di rumatura sono<br />

in particolar modo ; nei prati, prati pascoli,<br />

orti, sia ad uso industriale estensivo<br />

che fam<strong>il</strong>iare, in particolar modo<br />

alle colture di patate e zafferano.<br />

Occorre non farsi convincere che alcune<br />

prevenzioni siano attive, come per<br />

esempio mangiatoie nei boschi per<br />

i cinghiali, questi, come tutti gli animali,<br />

pred<strong>il</strong>igono determinati cibi, in<br />

questo caso <strong>il</strong> mays al momento della<br />

maturazione lattea attira gli animali<br />

che lasciano <strong>il</strong> mangime somministrato<br />

nel bosco, anche se si tratta di chicchi<br />

secchi dello stesso mays, residui o<br />

sfridi di dolci, scarti di sementi ecc.<br />

04.04- Gli animali in genere strappano<br />

<strong>il</strong> prodotto per alimentarsi, <strong>il</strong> cinghiale,<br />

l’istrice, nel grappolo d’uva, altri<br />

rodono, (la nutria, <strong>il</strong> capriolo, <strong>il</strong> daino<br />

ecc.), altri tagliano come la lepre nelle<br />

barbatelle delle viti appena messe<br />

a dimora nel primo ricaccio, sim<strong>il</strong>e ad<br />

una sforbiciata obliqua. Anche in relazione<br />

alla loro mole o agli specifici<br />

comportamenti si può determinare<br />

l’animale che ha provocato <strong>il</strong> danno, a<br />

seconda dell’altezza; nel mays, la nutria<br />

stacca <strong>il</strong> fusto a 20/25 cm. da terra<br />

e sempre lungo <strong>il</strong> margine del campo,<br />

nella parte più vicina alle tane, mentre<br />

l’istrice stacca a 30/40 cm. nel mezzo<br />

del campo perché meno pauroso delle<br />

nutrie. I fagiani, asportano i semi delle<br />

graminacee od altre specie, durante<br />

CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />

le semine, partendo dall’esterno verso<br />

l’interno del campo, poiché sono<br />

sospettosi e quindi più vicini al riparo;<br />

i colombi o piccioni, arrivando in<br />

volo da alto, partono dal centro verso<br />

l’esterno, perché in gruppo si sentono<br />

più protetti. I cinghiali avvertono<br />

<strong>il</strong> seme per istinto o fiuto e prendono<br />

la riga di semina, meglio nei giorni di<br />

germinazione (3-8 gg. dalla semina),<br />

quindi si riconoscono proprio delle<br />

righe di leggero assolcamento.<br />

04.05- Gli animali che strappano, in<br />

genere sono quelli che effettuano <strong>il</strong><br />

danno maggiore rispetto all’asportato,<br />

vedi <strong>il</strong> grappolo d’uva attaccato da<br />

cinghiali o istrici, che tra l’altro, non<br />

andrebbe raccolto anche se danneggiato<br />

in parte, perché l’insalivazione<br />

degli animali porta enzimi dannosi<br />

per la vinificazione delle uve.<br />

Capitolo (05)-<br />

“ Calcolo del danno complessivo”<br />

05.01- Come abbiamo riportato sopra,<br />

i danni possono essere causati in<br />

periodi diversi del<br />

ciclo di vegetazione<br />

delle colture, cioè<br />

alle semine, durante<br />

<strong>il</strong> loro sv<strong>il</strong>uppo,<br />

oppure al raccolto.<br />

a)- Alla semina:<br />

possono essere<br />

asportati i semi<br />

e quindi si possono<br />

verificare<br />

due tipi di danno. Se l’asportazione<br />

è maggiore al 65/70% del seminato,<br />

occorre risarcire <strong>il</strong> danno con<br />

una risemina, cioè <strong>il</strong> costo della<br />

frangiatura, del seme, dell’operazione<br />

di semina; se invece <strong>il</strong> danno<br />

è omogeneo, completo, ma solo in<br />

piccola parte dell’appezzamento,<br />

si può liquidare <strong>il</strong> mancato raccolto.<br />

In genere in questa fase, cioè<br />

alla semina, si effettua un sopraluogo<br />

preventivo di danno, calcolando<br />

una percentuale di prodotto<br />

mancante, che poi verrà sommato<br />

ad eventuali danni successivi, richiesti<br />

per la stessa coltura, fino al<br />

raccolto.<br />

b)- Danno durante <strong>il</strong> ciclo di vegeta g -<br />

zione, z , questo danno può verificar-<br />

si alle graminacee a causa <strong>dei</strong> cinghiali,<br />

istrici, nutrie; alle viti, nel<br />

ricaccio primaver<strong>il</strong>e con attacco da<br />

cervidi, in particolar modo caprioli,<br />

che da pochi anni pred<strong>il</strong>igono<br />

tale alimentazione. Nelle giovani<br />

tagliate <strong>dei</strong> boschi, (nei primi tre<br />

anni a primavera), si hanno danni<br />

consistenti, per la brucatura <strong>dei</strong><br />

cervidi, in particolar modo caprioli,<br />

perché si nutrono delle giovani<br />

cacciate e pred<strong>il</strong>igono sopratutto<br />

quelle di cima, cioè quella gemma<br />

che dovrebbe portare in crescita la<br />

pianta, per cui si blocca l’alzata e<br />

quindi la vitalità dell’essenza.<br />

Dal cespuglio, in genere emerge<br />

<strong>il</strong> pollone più vigoroso, <strong>il</strong> quale<br />

produrrà la nuova pianta che nel<br />

ventennio dovrebbe pervenire<br />

alla sua maturazione o taglio di<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 17


accolta. Con questa tipologia di<br />

danno, che tra l’altro si ripete per<br />

due tre anni, <strong>il</strong> cespuglio rimane<br />

ananizzato, improduttivo, con<br />

danno pluriennale notevole, tanto<br />

che in questo caso <strong>il</strong> danno deve<br />

essere effettuato con <strong>il</strong> calcolo<br />

all’attualità del valore finale del<br />

bosco danneggiato.<br />

c)- Alla raccolta, alle graminacee<br />

(Grano, Avena, Mays ecc. ), devesi<br />

calcolare la superficie danneggiata<br />

non raccoglib<strong>il</strong>e e moltiplicarla<br />

per la produzione media valutata<br />

ad ettaro, i cinghiali e gli istrici,<br />

tendono a portare a terra le piante<br />

e quindi a masticare le spighe,<br />

arruffano a cerchio ed è proprio<br />

in queste zone che si notano più<br />

fac<strong>il</strong>mente, fatte, bocconi, setole,<br />

o aculei, mentre invece le nutrie<br />

rodono <strong>il</strong> culmo delle piante e tirano<br />

a terra le spighe (mays, altri<br />

cereali).<br />

I cinghiali, gli istrici, la volpe, ed i cervidi<br />

attaccano i grappoli di uva matura,<br />

più quella rossa che bianca: i primi<br />

due strappano, gli altri pelano i grappoli<br />

producendo meno danno.<br />

Sulla vite talvolta si notano <strong>dei</strong> danni<br />

alle piante, (VITI), magari vecchie e<br />

portate più alte di cm. 60/70, come di<br />

regola, allora gli animali si alzano fino<br />

a raggiungere i grappoli, stroncando<br />

spesso <strong>il</strong> tronco della vite, così che <strong>il</strong><br />

danno è complesso (ripristino della<br />

pianta, con messa a dimora di barba-<br />

18<br />

CONTRIBUTO PROFESSIONALE<br />

tella, mancato prodotto di tre anni), in<br />

tale danno si può notare che <strong>il</strong> fusto è<br />

cosparso di fango, perché <strong>il</strong> cinghiale<br />

ha <strong>il</strong> bisogno o desiderio di arrotolarsi<br />

nel terreno umido, meglio in pozzanghere.<br />

Per quanto riguarda <strong>il</strong> danno<br />

da Lepre alle giovani barbatelle, due<br />

sono i modi per liquidare <strong>il</strong> danno:<br />

1)° -Viene risarcito <strong>il</strong> valore della barbatella<br />

e la sua messa a dimora.<br />

2)° -Si calcola <strong>il</strong> mancato raccolto per<br />

una annata, sempre se la barbatella<br />

alla primavera successiva ricaccia<br />

e non è di nuovo danneggiata.<br />

Nel caso degli olivi i danni possono<br />

essere di due tipi:<br />

1)° -Alle giovani piante messe a dimora;<br />

per brucatura della fronda<br />

e strofinatura <strong>dei</strong> palchi nel fusto.<br />

La pianta non cresce ed al limite<br />

muore per la rottura <strong>dei</strong> vasi librosi<br />

che portano la linfa dalle radici<br />

alla parte aerea, <strong>il</strong> danno deve<br />

essere calcolato nella rimessa a<br />

dimora della pianta, <strong>il</strong> valore della<br />

stessa e un anno di produzione<br />

olive.<br />

2)° -Agli olivi in piena produzione e<br />

brucatura primaver<strong>il</strong>e della fronda<br />

da capriolo o daino, devesi calcolare<br />

<strong>il</strong> mancato raccolto, analizzando<br />

i rami penduli di due anni,<br />

brucati e messi in comparazione<br />

con i rimanenti si perviene così<br />

alla percentuale di danno in q.li di<br />

olive. Se la brucatura è effettuata<br />

da capriolo, avverrà fin ad un’al-<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

tezza da terra di cm. 80/90; mentre<br />

se è provocata da daino, la brucatura<br />

può arrivare fino ad un’altezza<br />

di cm. 120/130. Un danno molto<br />

grave e consueto è quello provo-<br />

cato da STORNI, , i quali attaccano<br />

<strong>il</strong> grappolo d’uva meglio <strong>il</strong> rosso<br />

che <strong>il</strong> bianco, le olive in maturazione,<br />

la frutta, i fichi, i c<strong>il</strong>iegi,le<br />

ortive pomodoro ed altro; <strong>il</strong> danno<br />

talvolta è totale, perché sono<br />

gruppi consistenti addirittura<br />

in migliaia di capi e si cibano o<br />

asportando chicchi d’uva, olive e<br />

c<strong>il</strong>iegie, una con <strong>il</strong> becco e una con<br />

l’artiglio, se poi disturbati lasciano<br />

cadere queste due ultime, pertanto<br />

è fac<strong>il</strong>e individuare <strong>il</strong> fenomeno,<br />

trovando a terra <strong>il</strong> caduto,<br />

ma attenzione a non confondere<br />

i chicchi o le drupe a terra, perché<br />

potrebbero essere state danneggiate<br />

da grandine, tuttavia <strong>il</strong> fenomeno<br />

è evidente, le olive o altro<br />

cadute a terra da storni riportano<br />

tre fori corrispondenti alle unghie<br />

mentre quelle da grandine sono<br />

sfrangiate e quelle dovute alla<br />

mosca olearia si presentano con<br />

un solo foro, magari proveniente<br />

dal nocciolo. Il tecnico deve essere<br />

sempre fornito di un coltello<br />

di campagna per più motivi, in<br />

particolare ma uno ed essenziale,<br />

è proprio quello di spaccare le<br />

drupe a terra e verificare chi ha<br />

provocato <strong>il</strong> danno; mentre i fichi,<br />

i pomodori, vengono attaccati con<br />

asportazione di parte della polpa<br />

e <strong>dei</strong> semi <strong>dei</strong> frutti. In questi casi<br />

la stima è effettuata comparando<br />

con proporzionalità, la quantità di<br />

frutta asportata o rovinata quindi<br />

non commerciab<strong>il</strong>e e quella rimasta<br />

integra.<br />

I temi analizzati sono molti ed in<br />

modo sintetico, ma se qualcuno è<br />

interessato all’approfondimento di<br />

alcuni, lo scrivente è a completa disposizione,<br />

naturalmente sempre secondo<br />

le proprie conoscenze.


RICERCA<br />

Calamità naturali: dal passato notizie preziose<br />

Già in epoche remote, <strong>il</strong> Meridione scosso da eventi geologici<br />

Storia, Archeologia, Geologia e Teler<strong>il</strong>evamento in sinergia per nuovi studi integrati<br />

A Policoro (Mt) <strong>il</strong><br />

6/7 ottobre 2010 si<br />

è tenuta la Conferenza<br />

<strong>Nazionale</strong><br />

“Testo, Contesto<br />

ed Evento”, organizzata dall’ISPRA<br />

(Istituto Superiore per la Protezione e<br />

la Ricerca Ambientale), in collaborazione<br />

con l’INGV (Istituto <strong>Nazionale</strong><br />

di Geofisica e Vulcanologia), l’ASI<br />

(Agenzia Spaziale Italiana), <strong>il</strong> CNR<br />

(Consiglio <strong>Nazionale</strong> delle Ricerche)<br />

ed alcune Soprintendenze Archeologiche<br />

ed Università.<br />

Particolare attenzione è stata data al<br />

Meridione d’Italia, ai fenomeni calamitosi<br />

che lo hanno interessato in<br />

epoche remote ed alla pericolosità del<br />

loro possib<strong>il</strong>e ripetersi.<br />

“Puglia, Calabria e Sic<strong>il</strong>ia sono le<br />

Regioni del Sud potenzialmente più<br />

esposte al rischio di maremoti”, ha<br />

spiegato, nel corso del suo intervento,<br />

Giuseppe Mastronuzzi, docente<br />

di Geografia fisica e Geomorfologia<br />

presso l’Università degli Studi di Bari.<br />

“Il Gargano ed <strong>il</strong> Salento devono<br />

questa suscettib<strong>il</strong>ità alla vicinanza con<br />

Cefalonia e Corfù, mentre la Calabria<br />

meridionale tirrenica soprattutto alla<br />

presenza di vicini apparati vulcanici e<br />

di faglie attive verso Malta. Tuttavia<br />

manca, quasi sempre del tutto, l’informazione<br />

ai cittadini circa la presenza<br />

di tali pericolosità e l’individuazione<br />

di fenomeni di preavviso”.<br />

“La taratura di nuove metodologie,<br />

da adottarsi congiuntamente da parte<br />

della Comunità scientifica, è divenuta<br />

questione strategica per poter<br />

ben leggere ed interpretare le modificazioni<br />

geoambientali intervenute<br />

negli ultimi tre m<strong>il</strong>lenni sul territorio<br />

italiano”, ha affermato Mario Aversa,<br />

geografo dell’ISPRA. “La presenza di<br />

una dinamica geostrutturale articolata<br />

ed attiva e la concomitante presenza<br />

di miti e leggende in aree geografiche<br />

particolarmente delicate, come ad<br />

esempio quelle sismiche o vulcaniche,<br />

rappresenta un settore di indagine<br />

purtroppo ancora tutto da sv<strong>il</strong>uppare<br />

<strong>il</strong> quale delinea scenari di diffusa ed<br />

elevata pericolosità nazionale come<br />

nel bacino del Mar Ionio. Esplorare<br />

<strong>il</strong> territorio con queste nuove chiavi<br />

significa poter prevenire, conoscendo<br />

tempi di ritorno di eventi a forte<br />

impatto.”<br />

Un’Italia tutta da scoprire, quindi,<br />

partendo dalla sua storia, anche naturale.<br />

Un esempio è stato fornito, nel<br />

corso del suo intervento, da Cosimo<br />

Pignatelli, assegnista di ricerca presso<br />

<strong>il</strong> Dipartimento di Geologia e Geofisica<br />

dell’Università degli Studi di Bari:<br />

“Gli Annali Civ<strong>il</strong>i del Regno delle<br />

Due Sic<strong>il</strong>ie raccontano della caduta di<br />

una meteora di colore igneo nel Golfo<br />

di Taranto, a cui seguì un violento<br />

terremoto e, probab<strong>il</strong>mente, uno tsunami.<br />

Si tratterebbe della descrizione<br />

<strong>dei</strong> momenti che seguirono al sisma<br />

avvenuto la notte tra <strong>il</strong> 24 e <strong>il</strong> 25 apr<strong>il</strong>e<br />

1836 a Rossano Calabro (CS)”.<br />

Un contributo significativo per chiarire<br />

<strong>il</strong> complesso puzzle di fenomeni<br />

naturali fortemente impattanti viene<br />

fornito anche dalle più sofisticate<br />

tecnologie satellitari. L’attuale cooperazione<br />

internazionale impegnata<br />

nell’Osservazione della Terra, per<br />

poter soddisfare le crescenti esigenze<br />

della protezione civ<strong>il</strong>e nella gestione<br />

sia <strong>dei</strong> rischi naturali ed indotti<br />

dall’uomo sia delle risorse ambientali<br />

e della sicurezza, richiede, infatti, informazioni<br />

aggiornate e disponib<strong>il</strong>i<br />

tempestivamente. Presso <strong>il</strong> Centro di<br />

Geodesia Spaziale dell’ASI, situato<br />

a Matera, professionisti altamente<br />

specializzati ut<strong>il</strong>izzano questo tipo di<br />

tecnologie. L’Italia è in grado oggi di<br />

fornire una risposta efficace a tutte<br />

queste necessità con <strong>il</strong> programma<br />

COSMO-SkyMed, i cui “occhi” hanno<br />

scandagliato l’area più colpita dal<br />

terremoto di Haiti (gennaio 2010),<br />

fornendo materiali ut<strong>il</strong>i alla valutazione<br />

<strong>dei</strong> danni e delle deformazioni<br />

nel terreno.<br />

In definitiva ancora incompleto <strong>il</strong><br />

patrimonio di informazioni circa gli<br />

eventi naturali calamitosi avvenuti in<br />

epoche remote. Senza risposta, pertanto,<br />

le numerose domande di storici,<br />

geologi ed archeologi circa eruzioni<br />

vulcaniche, terremoti, collassi gravitativi<br />

e maremoti la cui memoria si è<br />

persa col trascorrere <strong>dei</strong> m<strong>il</strong>lenni.<br />

Un aiuto alla ricostruzione di quanto<br />

accaduto nel nostro Paese ci giunge<br />

dalle leggende, dai prodigi, dai racconti<br />

antichi, presenti come patrimonio<br />

demo-etno-antropologico nazionale<br />

ma, spesso, oscuri e diffic<strong>il</strong>mente<br />

interpretab<strong>il</strong>i. Una nuova metodologia<br />

interdisciplinare, battezzata “Geomitologia”,<br />

permette oggi di reinterpretare<br />

questi preziosi contributi<br />

e di riscrivere alcune pagine di storia<br />

naturale. Fine ultimo, una conoscenza<br />

ancora più ampia, ut<strong>il</strong>e a prevenire<br />

episodi che, è noto, si ripropongono<br />

ciclicamente.<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 19


CONGRESSO<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010


CONGRESSO<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010


REGOLAMENTO<br />

XVII Congresso <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati<br />

Regolamento<br />

ART. 1<br />

Il Congresso<br />

È indetto <strong>il</strong> XVII Congresso <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e<br />

<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati e si svolge sotto gli auspici del<br />

Consiglio <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />

Laureati.<br />

L’organizzazione del Congresso è affidata alla Commissione<br />

Organizzativa, costituita nell’ambito del CNPA.<br />

Il Congresso si svolge a Marsala (TP) – Complesso Monumentale<br />

San Pietro - nei giorni 27 e 28 apr<strong>il</strong>e 2011.<br />

Il Congresso ha come tema:<br />

La globalizzazione <strong>dei</strong> mercati 10 anni dopo: <strong>il</strong> contributo<br />

<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />

Le finalità del Congresso sono lo studio <strong>dei</strong> futuri scenari<br />

della professione di Perito <strong>Agrari</strong>o, la trattazione di argomenti<br />

di interesse professionale e la definizione delle linee<br />

che <strong>il</strong> C.N.P.A. dovrà seguire nella sua azione futura.<br />

I lavori congressuali, attraverso la discussione delle tematiche<br />

presentate nel documento proposto dal Comitato<br />

Scientifico, mirano a definire gli indirizzi da proporre alla<br />

Categoria ed alla società.<br />

ART. 2<br />

Lavori congressuali<br />

Il Congresso è presieduto dal Presidente del CNPA o da un<br />

componente dell’Ufficio di Presidenza.<br />

I lavori congressuali si articolano nelle seguenti fasi:<br />

A. presentazione ufficiale del tema congressuale;<br />

B. relazioni ufficiali;<br />

C. presentazione di eventuali contributi allegati, provenienti<br />

dai Collegi Provinciali, dai Coordinamenti e dai<br />

partecipanti ;<br />

D. discussione finalizzata alla verifica e alla convergenza<br />

sulle tematiche;<br />

E. eventuale votazione di ordini del giorno e mozioni.<br />

Ai fini della richiesta di intervento sulle tematiche del Congresso,<br />

i delegati devono entro <strong>il</strong> giorno 6 apr<strong>il</strong>e 2011, per<br />

iscritto, presentare richiesta corredata dal testo, almeno sintetico,<br />

del contenuto dell’ intervento, tenendo in considerazione<br />

che le memorie o relazioni scritte non potranno superare<br />

le due cartelle datt<strong>il</strong>oscritte, dovranno essere fornite su<br />

supporto magnetico.<br />

Compete al Comitato di Presidenza ogni decisione in meri-<br />

22<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

to alla organizzazione e svolgimento del dibattito.<br />

I lavori si svolgono secondo <strong>il</strong> calendario allegato al presente<br />

regolamento, salvo le variazioni che potranno essere<br />

decise dal Comitato di Presidenza.<br />

ART. 3<br />

Partecipazione ai lavori congressuali<br />

Al Congresso partecipano di diritto:<br />

a) le rappresentanze <strong>dei</strong> Collegi Provinciali <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong><br />

<strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati per mezzo <strong>dei</strong> propri<br />

delegati secondo quanto specificato dal successivo art.4;<br />

b) i componenti del Consiglio <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e<br />

<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati, della Consulta e della Fondazione<br />

<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>;<br />

c) i relatori, le autorità, i rappresentanti degli enti e delle<br />

associazioni che siano stati invitati;<br />

Al Congresso possono altresì partecipare in qualità di<br />

osservatori:<br />

d) i <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> ed <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati iscritti negli Albi<br />

professionali, i tirocinanti e gli studenti degli Istituti Tecnici<br />

<strong>Agrari</strong>;<br />

e) i fam<strong>il</strong>iari <strong>dei</strong> partecipanti in qualità di<br />

Accompagnatori.<br />

Gli osservatori sono ammessi, in mancanza di prenotazione,<br />

solo fino alla disponib<strong>il</strong>ità di capienza della sala.<br />

ART. 4<br />

Delegati<br />

Al Congresso i Collegi provinciali <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong><br />

<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati sono rappresentati dai Presidenti o<br />

dai delegati nominati secondo le decisioni autonomamente<br />

prese in merito.<br />

ART. 5<br />

Articolazione <strong>dei</strong> lavori documenti congressuali<br />

I lavori del Congresso avranno luogo nelle giornate del 27 e<br />

28 apr<strong>il</strong>e 2011, durante le quali i relatori ufficiali <strong>il</strong>lustreranno<br />

i temi generali.<br />

Durante i lavori saranno ammessi interventi <strong>dei</strong> Congressisti<br />

e richieste di chiarimenti sugli argomenti trattati.<br />

Le memorie o relazioni scritte, non relative agli interventi<br />

ma da inserire negli atti del Congresso, non potranno superare<br />

le 10 cartelle datt<strong>il</strong>oscritte ciascuna di 30 righe per 60<br />

battute.<br />

Le relazioni pervenute in tempo ut<strong>il</strong>e saranno consegnate ai


delegati ed agli osservatori del Congresso all’atto della loro<br />

registrazione.<br />

Le mozioni dovranno essere, per quanto possib<strong>il</strong>e, sintetiche<br />

e comunque pertinenti ai concetti informativi del tema del<br />

Congresso.<br />

Alla discussione <strong>dei</strong> temi delle mozioni possono partecipare<br />

i membri <strong>dei</strong> Consigli <strong>dei</strong> Collegi provinciali.<br />

Tali documenti, per essere accettati ed eventualmente messi<br />

a votazione, debbono essere proposti al Comitato Scientifico<br />

datt<strong>il</strong>oscritti e controfirmati in originale da almeno <strong>il</strong><br />

10% <strong>dei</strong> Collegi provinciali.<br />

Le mozioni, per essere accettate e poste in votazione, dovranno<br />

essere presentate all’apposita commissione preposta<br />

al loro esame entro le ore 19.00 del giorno 27 apr<strong>il</strong>e 2011;<br />

le mozioni presentate oltre l’orario sopra definito saranno<br />

respinte dall’apposita commissione.<br />

Il giudizio sulla proponib<strong>il</strong>ità di ogni mozione spetta insindacab<strong>il</strong>mente<br />

al Comitato Scientifico.<br />

Le mozioni accettate dal suddetto Comitato Scientifico saranno<br />

poste in votazione dall’Ufficio di Presidenza.<br />

Su ciascun documento prima della votazione saranno ammessi<br />

interventi a favore e contrari.<br />

ART. 6<br />

Votazioni<br />

Il diritto di voto spetta soltanto ai delegati presenti al momento<br />

delle votazioni <strong>dei</strong> singoli documenti; essi hanno diritto<br />

ciascuno ad un voto.<br />

L’eventuale voto sui documenti verrà adottato a maggioranza<br />

degli aventi diritto al voto.<br />

Nel caso in cui i voti espressi, favorevoli o contrari, non superino<br />

la metà <strong>dei</strong> voti esprimib<strong>il</strong>i dai partecipanti all’Assemblea,<br />

<strong>il</strong> Comitato di Presidenza dichiara <strong>il</strong> mancato esito<br />

della votazione.<br />

La votazione avverrà in maniera palese.<br />

ART. 7<br />

Comitato di presidenza con funzioni di garanzia<br />

Il Comitato di Presidenza, che svolge anche la funzione di<br />

Comitato di garanzia, ha la direzione delle discussioni congressuali<br />

con facoltà insindacab<strong>il</strong>e di fissare i tempi e le modalità<br />

degli interventi, nel rispetto del quadro generale <strong>dei</strong><br />

tempi di svolgimento <strong>dei</strong> lavori congressuali, così come in<br />

programma, nonché la direzione e la responsab<strong>il</strong>ità delle<br />

eventuali operazioni di voto.<br />

Il Comitato di Presidenza riceve i documenti finali elaborati<br />

dal Comitato Scientifico Organizzativo, ne verifica l’ammissib<strong>il</strong>ità,<br />

e decide l’ordine di discussione e/o votazione del<br />

Congresso.<br />

Il Comitato di Presidenza è così composto:<br />

- <strong>il</strong> Presidente del CNPA, con ruolo di presidente;<br />

REGOLAMENTO<br />

- <strong>il</strong> Vice presidente , Il segretario, <strong>il</strong> tesoriere del CNPA e<br />

3 componenti designati <strong>il</strong> giorno 26 apr<strong>il</strong>e 2011 dai delegati<br />

<strong>dei</strong> Collegi Provinciali in rappresentanza delle aree<br />

geografiche Nord, Centro, Sud;<br />

- <strong>il</strong> Segretario del CNPA è <strong>il</strong> segretario del Comitato di<br />

Presidenza;<br />

<strong>il</strong> Comitato di Presidenza svolgerà le seguenti funzioni;<br />

- verifica delegati presenti;<br />

- esame <strong>dei</strong> testi delle mozioni per controllarne la corretta<br />

stesura e presentazione, in conformità alle norme<br />

del regolamento, verificarne la stretta aderenza al tema<br />

congressuale, giudicarne la accettab<strong>il</strong>ità e proponib<strong>il</strong>ità<br />

al Congresso, accorpare eventuali testi identici o sim<strong>il</strong>i e<br />

respingere le mozioni giudicate non rispondenti a dette<br />

norme;<br />

- esercitare i poteri stab<strong>il</strong>iti dal presente regolamento.<br />

Le decisioni del Comitato di Presidenza, assunte a maggioranza<br />

<strong>dei</strong> suoi componenti, sono insindacab<strong>il</strong>i e<br />

inappellab<strong>il</strong>i.<br />

ART. 8<br />

Comitato scientifico organizzativo<br />

Cura la predisposizione <strong>dei</strong> documenti congressuali e l’organizzazione<br />

congressuale.<br />

Ai fini della rispondenza alla tematica del Congresso, è compito<br />

del Comitato tendere alla unificazione <strong>dei</strong> documenti<br />

presentati.<br />

Il Comitato, costituito dal Presidente e da 3 Consiglieri Nazionali,<br />

assume l’incarico di gestione della segreteria del<br />

Congresso. Il Segretario del CNPA svolge le funzioni di Segretario<br />

del Comitato.<br />

Compito della Segreteria è quello di predisporre e curare<br />

l’attuazione del piano logistico-finanziario <strong>dei</strong> lavori congressuali<br />

e di predisporre <strong>il</strong> calendario del loro svolgimento.<br />

Le decisioni del Comitato Scientifico Organizzativo sono<br />

assunte a maggioranza <strong>dei</strong> suoi componenti.<br />

ART. 9<br />

Atti del congresso<br />

Gli eventuali atti del Congresso saranno inviati ai<br />

partecipanti.<br />

ART. 10<br />

Norme organizzative<br />

Le norme organizzative sono emanate dal <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong><br />

<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati.<br />

ART. 11<br />

Comitato d’onore<br />

I nominativi <strong>dei</strong> componenti di detto comitato verranno designati<br />

dal C.N.P.A..<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 23


di Luciano Boanini<br />

Per noi diviene<br />

sempre più diffic<strong>il</strong>e<br />

<strong>il</strong> lavoro di<br />

sostenere la ruralità <strong>dei</strong><br />

fabbricati. Negli incontri<br />

che si sono susseguiti<br />

con l’Agenzia del<br />

territorio sia a livello<br />

centrale che periferico<br />

anche con le Categorie<br />

a noi vicine <strong>dei</strong> Geometri e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong><br />

Industriali, i funzionari dell’Agenzia<br />

ci hanno fatto delle aperture e in<br />

molti casi siamo riusciti ad arrivare<br />

a capo delle questioni sollevate. Ma<br />

sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o della difesa tributaria<br />

del contribuente di fronte alle continue<br />

ed insistenti richieste <strong>dei</strong> Comuni<br />

in materia di ICI invece siamo<br />

da capo. Nei giorni scorsi sono state<br />

depositate una lunga serie di sentenze<br />

“fotocopie” nelle quali le sezioni<br />

tributarie della Corte di Cassazione<br />

ritengono che la ruralità <strong>dei</strong> fabbricati<br />

ai fini dell’applicazione dell’Ici<br />

sia applicab<strong>il</strong>e solo per i fabbricati<br />

censiti in categoria “D/10” per i non<br />

abitativi strumentali e nella categoria<br />

“A/6” per i fabbricati rurali abitativi<br />

e che i requisiti dell’articolo 9 del<br />

Dl 557/1993 siano applicab<strong>il</strong>i solo<br />

per le unità non censite. Cito solo le<br />

sentenze n. 7102/2010 - 8845/2010 -<br />

11790/2101 - 12175/2010 - 12176/2010<br />

- 12177/2010 - 12178/2010 -<br />

12182/2010 -12565/2010 - 13563/2010<br />

- 13568/2010. La Corte di Cassazione<br />

a sezioni unite in tema di ruralità di<br />

un fabbricato ricordo che ha sancito<br />

che “la classificazione catastale” è<br />

“elemento determinante per esclu-<br />

24<br />

FISCALITÀ RURALE<br />

La cassazione insiste<br />

<br />

dere o affermare l’assoggettab<strong>il</strong>ità<br />

ad ICI di<br />

un fabbricato”. Pertanto<br />

per assurdo solo per<br />

i fabbricati ancora non<br />

censiti può ritenersi legittima<br />

l’applicazione<br />

<strong>dei</strong> criteri di ruralità<br />

più volte richiamati<br />

dell’art.9 su citato e<br />

che di fronte all’accampionamento<br />

ad esempio del fabbricato nella categoria<br />

catastale “A/2” dovevasi ricorrere<br />

instaurando un contenzioso.<br />

L’Agenzia del Territorio, direzione<br />

centrale catasto a cartografia, di<br />

fronte all’affermazione del suddetto<br />

principio che ovviamente avrebbe<br />

stravolto tutta la logica di accampionamento<br />

catastale <strong>dei</strong> fabbricati che<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

non tiene conto della posizione urbanistica<br />

(rurale, urbano, ecc. ecc.) degli<br />

stessi con una propria nota Prot.<br />

n. 10933 del 26.02.2010 ripercorre<br />

tutte le complesse norme del nostro<br />

ordinamento ed afferma alcuni<br />

principi normativi di orientamento<br />

della giurisdizione. Dopo tale nota si<br />

pensava che i giudici della suprema<br />

Corte a sezioni unite rivedessero la<br />

loro posizione. Invece nulla è stato<br />

aggiunto se non le sentenze sopra citate<br />

nella quali le varie sezioni della<br />

Corte di Cassazione si uniformano<br />

alla Sentenza delle sezioni unite.<br />

A questo punto urge un intervento<br />

legislativo per colmare alcune<br />

lacune:<br />

la prima lacuna che è stata già<br />

segnalata nel corso degli anni da


parte <strong>dei</strong> Collegi e degli Ordini<br />

Professionali è legata al fatto che<br />

l’attuale sistema catastale sia per i<br />

terreni che per i fabbricati non è<br />

legato alla configurazione urbanistica<br />

del territorio. Infatti, nei terreni:<br />

se una determinata particella<br />

del catasto terreni è agricola o<br />

meno se è edificab<strong>il</strong>e o meno se fa<br />

parte di un centro abitato o meno<br />

non è r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>e dal nostro catasto.<br />

Per i fabbricati soprattutto abitativi<br />

non è dichiarato lo status di<br />

fabbricato rurale o meno ecc. ecc.<br />

la seconda lacuna è sulle catego-<br />

rie catastali. Mancano adeguate<br />

categorie ed alcune sebbene presenti<br />

non vengono, di fatto, applicate.<br />

Pensate ad esempio nel<br />

comune di Monteroni d’Arbia<br />

(Siena) l’Agenzia del Territorio<br />

non ha inserito la categoria “A/9”<br />

sebbene esistano <strong>dei</strong> castelli e non<br />

pensa di mettere a posto tale situazione<br />

ma si limita a dire ai tecnici<br />

la categoria non c’è non possa<br />

certo crearla per Voi. Per non parlare<br />

della categoria A/6 oggi viene<br />

raramente riconosciuta in quanto<br />

oggi è fatto obbligo per i fabbricati<br />

abitativi di alcuni standard non<br />

<br />

FISCALITÀ RURALE<br />

previsti nella originaria categoria.<br />

Nella nota si dice espressamente<br />

che non si può ut<strong>il</strong>izzare la categoria<br />

A/6 “perché desueta per le<br />

primitive dotazioni impiantistiche<br />

e finiture”.<br />

la terza lacuna è nei D/10 : i fab-<br />

bricati non abitativi strumentali<br />

se <strong>il</strong> concetto della ruralità deve<br />

essere applicato solo per <strong>il</strong> sud-<br />

detto serve che effettivamente<br />

l’Agenzia non crei difficoltà al<br />

loro accampionamento e non<br />

tenga delle posizioni rigide sui<br />

fabbricati che possono avere una<br />

duplice attitudine.<br />

Di contro se non si vuole stravolgere<br />

<strong>il</strong> sistema catastale forse basta dirlo<br />

in modo univoco: <strong>il</strong> sistema catastale<br />

non ha alcuna r<strong>il</strong>evanza sulla rurale<br />

e attribuire ad esempio ai Comuni<br />

o alle Provincie l’obbligo di censire<br />

tutti i fabbricati rurali con oggettivi<br />

criteri. Ribadisco con criteri oggettivi:<br />

sono rurali tutti i fabbricati ad<br />

uso agricolo condotti sia con titolo<br />

di proprietà o affitto (purché regolarmente<br />

registrato) da titolari di<br />

partita iva con attività agricola (cod.<br />

Atecofin da n… al n. ). Oppure sono<br />

rurali tutti i fabbricati condotti sia<br />

con titolo di proprietà o affitto (purché<br />

regolarmente registrato) da soggetti<br />

che esercitano l’attività agricola<br />

di cui all’art.2135 c.c. e producano<br />

al Comune <strong>il</strong> certificato di iscrizione<br />

al Registro delle Imprese (CCIAA).<br />

Solo così una volta per tutte potremmo<br />

scrivere la parola fine sulla<br />

questione.<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 25


di Andrea Tad<strong>dei</strong><br />

Basta con commistioni<br />

fra <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e Agrotecnici,<br />

necessita riportare<br />

chiarezza e dire chi<br />

siamo.<br />

Nel luglio scorso mi sono<br />

sentito in dovere, quale<br />

componente del nostro<br />

Comitato Amministratore<br />

in ENPAIA, di scrivere la lettera<br />

al Direttore dell’Agrotecnico ed al<br />

Presidente del <strong>Collegio</strong> di riferimento<br />

Orlandi; l’unico fine della missiva<br />

era quello di chiedere la chiusura di<br />

una interminab<strong>il</strong>e serie di commenti<br />

e valutazioni verso la nostra Categoria,<br />

a mio pensare impropri, avanzati<br />

dall’Agrotecnico Oggi.<br />

Da tempo ormai mi pongo un interrogativo<br />

al quale non so’ bene dare<br />

risposta.<br />

Nella mia lettera al direttore della rivista,<br />

preliminarmente, ho chiarito la<br />

mia qualifica di Perito <strong>Agrari</strong>o della<br />

26<br />

IO LA PENSO COSÌ<br />

<br />

Toscana eletto nella<br />

primavera scorsa nel<br />

Comitato Amministratore<br />

<strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />

in ENPAIA su candidatura<br />

nata all’interno<br />

del Coordinamento <strong>dei</strong><br />

Collegi della Toscana di<br />

cui da anni <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong><br />

di Pistoia ne è componente.<br />

Con educazione ho ringraziato per<br />

essere destinatario, anche se non abbonato<br />

o postulante, della ricezione<br />

mens<strong>il</strong>e della rivista “L’Agrotecnico<br />

Oggi” ma, dopo i dovuti ringraziamenti,<br />

ho voluto anche esprimere le<br />

mie perplessità verso un rovescio della<br />

medaglia per me incomprensib<strong>il</strong>e e<br />

che si sostanzia nell’insoluto dubbio<br />

sul perché una rivista – tecnica - rivolta<br />

a professionisti, critica e valuta<br />

spesso in maniera impropria non potendo<br />

conoscere direttamente i fatti,<br />

su un’altra Categoria che poco ha a<br />

che fare con gli Agrotecnici,<br />

non fosse altro per <strong>il</strong><br />

tipo di formazione.<br />

Per capire meglio le motivazioni<br />

che mi hanno<br />

spinto a scrivere porto di<br />

seguito solo alcuni esempi<br />

sugli articoli che, inopinatamente,<br />

ci hanno<br />

coinvolto.<br />

Nel settembre 2009<br />

nell’articolo “Gli Agrotecnici<br />

vanno al voto” per circa<br />

metà del pezzo si parla<br />

in realtà <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />

con tanto di “finale ad ef-<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

fetto” - La nuova “alleanza del nord”,<br />

che sembra così essersi formata è<br />

pronta a dire la sua nella gestione della<br />

previdenza, in attesa delle elezioni<br />

per <strong>il</strong> rinnovo del <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong>,<br />

nelle quali certo questo risultato getta<br />

una pesante ipoteca.-<br />

Nel marzo 2010, si definisce “concorr rente” la “categoria <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>”.<br />

Trovando singolare questa paventata<br />

“concorrenzialità” che non ha comprovanti<br />

storiche ho chiesto <strong>il</strong> perché<br />

dell’assunto.<br />

Ma si che nel territorio nessuna concorrenza<br />

c’è tra le due Categorie? Ed<br />

allora perché esasperare in toni?<br />

L’attenzione verso la nostra cassa di<br />

previdenza prosegue e nel maggio<br />

2010 in un articolo dal titolo “Così i<br />

<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>”, si apprezza e r<strong>il</strong>eva la<br />

sempre meno disponib<strong>il</strong>ità <strong>dei</strong> (<strong>Periti</strong><br />

<strong>Agrari</strong> eletti nelle aree del centro e<br />

del sud) ad essere”etero diretti” nelle<br />

scelte fra le quali <strong>il</strong> COGEPAPI.<br />

Il massimo viene raggiunto nel giugno<br />

2010 in un “pezzo” dal titolo, che<br />

peraltro ritengo al quanto improprio<br />

“Rivendicazione di indipendenza”,<br />

in un corsivo fra parentesi si parla di<br />

scontro fra <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong><br />

<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e Cassa di Previdenza.<br />

Ma di che scontro si parla? E’ in<br />

grado, mi chiedo, chi scrive di sostenere<br />

documentalmente o con fatti<br />

ciò che viene pubblicato? Quando<br />

mai si è attivato questo scontro tanto<br />

pubblicizzato.<br />

Mi sono chiesto, ed ho domandato<br />

al Direttore de l’AgrotecnicoOggi,<br />

<strong>il</strong> perché di tanto interesse verso la


mia Categoria, verso <strong>il</strong> mio Comitato<br />

amministratore in ENPAIA e quindi<br />

verso di me?<br />

Ma, soprattutto ho chiesto grazie a<br />

quale capacità divinatoria <strong>il</strong> giornalista<br />

riesce a scrivere o ipotizzare cosa<br />

io penso, penserò, farò?<br />

Personalmente non ho mai volto <strong>il</strong><br />

pensiero ad altre Categorie od alle<br />

loro casse di previdenza e mi è diffic<strong>il</strong>e<br />

capire sul perché di tanto interesse<br />

limitandomi a corretti rapporti interprofessionali,<br />

perché di professioni<br />

diverse si parla, rendiamocene conto.<br />

Ho invitato a “rimettere <strong>il</strong> treno sui<br />

giusti binari”, ognuno sui suoi, che di<br />

vagoni ben stivati di norme in continua<br />

evoluzione e crisi di mercato ce<br />

ne sono a sufficienza<br />

per tutti, naturalmente<br />

diffidando da pubblicare<br />

miei pensieri non<br />

apertamente dichiarati<br />

o manifestati.<br />

Mi è stato replicato<br />

dandomi dell’ignorante<br />

nell’uso della sintassi<br />

(forse vero) e nei concetti<br />

che sono andati<br />

contro <strong>il</strong> buon senso – e<br />

questo non è vero – anzi<br />

io sono nel certo.<br />

E questo transeat, quello però che più<br />

mi ha stupito è <strong>il</strong> fatto che <strong>il</strong> Direttore<br />

di quella rivista mi ha accusato di<br />

non essere a conoscenza del “fatto,<br />

r<strong>il</strong>evantissimo, che oppone i due Organi<br />

(CNPA/Cassa) : “Il <strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong><br />

<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> vuole infatti fondere la<br />

Categoria che rappresenta con quelle<br />

<strong>dei</strong> Geometri e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> industriali<br />

e fondere anche le relative Casse di<br />

Previdenza”.<br />

Ora, premettendo che questo non<br />

risponde al vero in quanto la maggioranza<br />

del Comitato Gestore mai<br />

si è espresso di principio contrario<br />

a Co.Ge.Pa.Pi. ed alla unione con le<br />

altre Categorie, fatto che non coinvolgerebbe<br />

la fusione obbligatoria<br />

delle casse di previdenza, continuo<br />

IO LA PENSO COSÌ<br />

a chiedermi, oltre alla informazione<br />

di cronaca, cosa possa o debba interessare<br />

ciò agli Agrotecnici ed al loro<br />

giornale .......oppure, c’è da chiedersi<br />

quale altro interesse che “ci sfugge”<br />

ci possa essere oppure se la rivista<br />

l’AgrotecnicoOggi non sia strumento<br />

divulgativo e di informazione usato<br />

non solo dagli Agrotecnici .<br />

Non vi sono ad oggi in atto contrapposizioni<br />

belliche fra Cassa e CNPA.<br />

Così come l’incarico dato da parte<br />

del nostro Comitato Amministratore<br />

al Prof. Pandolfo, noto previdenzialista,<br />

affinché approfondisca l’aspetto<br />

di fattività legale di un eventuale<br />

percorso di Collegamento fra le<br />

Casse Previdenza, non deve essere<br />

visto come ostacolo al Co.Ge.Pa.Pi.<br />

ma come punto di partenza per chiarire<br />

tecnicamente se si possa pensare<br />

anche alla unione tra le Cassa di<br />

Previdenza.<br />

Molti, ignorando la situazione, non<br />

sanno che Co.Ge.Pa.Pi. non coinvolge<br />

le casse di previdenza che, però,<br />

se vorranno in piena autonomia, potranno<br />

decidere se unirsi o no.<br />

Ed è questa l’attenzione che, come<br />

rappresentante di molti colleghi in<br />

seno alla cassa, presto alle cose di<br />

casa <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong>.<br />

Al sig. Direttore dell’ Agrotecnico-<br />

Oggi quindi non posso che rispondere<br />

che io sono “vig<strong>il</strong>e”, non pensi a<br />

me, pensi ad altro...<br />

Chi invece dice diversamente tenta<br />

di proporre alternative non veritiere<br />

alla realtà che ci vede impegnati a<br />

studiare la situazione e non comparse<br />

in una questione di grande attualità<br />

per la Categoria.<br />

Il Direttore Bertazzoni termina poi <strong>il</strong><br />

suo articolo interpretando “dall’esterno”<br />

a suo piacimento anche <strong>il</strong> Convegno<br />

di Verona del maggio scorso<br />

andando a collegare l’assenza del<br />

Consiglio <strong>Nazionale</strong> con una posizione<br />

“conflittuale” con i componenti<br />

del Comitato Amministratore sul<br />

CoGePaPi.<br />

Qui si è parlato sì anche dell’ipotesi<br />

fusione Collegi e Collegamento<br />

fra Casse o altro, ma non certo in<br />

toni conflittuali. Da quell’incontro<br />

purtroppo, già che se<br />

vuole parlare, avrei<br />

auspicato un maggiore<br />

interesse da parte della<br />

base. Ho visto infatti<br />

presenziare una cinquantina<br />

di colleghi a<br />

fronte di svariate centinaia<br />

di iscritti alla Cassa<br />

e rappresentanze di<br />

poche unità di Collegi<br />

Provinciali. Se qualcosa<br />

si vuole andare proprio<br />

a cercare da ciò è<br />

magari una non grande comunicab<strong>il</strong>ità,<br />

nient’altro senza andare quindi a<br />

disturbare “fantasmi” di mal rapporto<br />

e conflitti inesistenti !<br />

Basta con <strong>il</strong>lazioni, presunzioni, deduzioni,<br />

ipotesi ..... parliamo di fatti<br />

e verità e, soprattutto, che ognuno<br />

guardi a casa propria .....<br />

Concludo con una domanda: ma a<br />

quanti di Noi <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> interessa o<br />

potrebbe interessare di eventuali divergenze<br />

in casa degli Agrotecnici o<br />

problematiche circoscritte al loro <strong>Collegio</strong><br />

o alla loro Cassa Previdenza?<br />

Rispondo per me stesso: assolutamente<br />

niente se non che li vedo sempre<br />

più spingersi verso competenze già<br />

nostre e guardano in continuazione<br />

in casa nostra dai vetri delle finestre.<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 27


di Giuseppe Giordano<br />

Il giorno 29 Settembre<br />

si è tenuto a<br />

Roma presso l’Istituto<br />

Tecnico Industriale<br />

“Gal<strong>il</strong>eo Gal<strong>il</strong>ei” <strong>il</strong> seminario<br />

di studio su “Il<br />

ruolo e gli ordinamenti<br />

degli Istituti Tecnici Superiori”.<br />

Un momento<br />

organizzato dall’Istituto<br />

di Istruzione Superiore “Quintino<br />

Sella” di Biella con la collaborazione<br />

del Gal<strong>il</strong>ei che ha ospitato l’evento.<br />

Una riunione di alta valenza tecnica<br />

organizzata con l’obiettivo di presentare<br />

l’ipotesi di impianto degli<br />

ordinamenti didattici ai fini della<br />

predisposizione del regolamento da<br />

emanare ai sensi dell’art. 4, comma<br />

III, del d.P.C.M. 25 Gennaio 2008.<br />

Un momento di raccoglimento all’interno<br />

del quale si sono confrontati<br />

diversi addetti ai lavori che hanno<br />

preso spunto per riflettere sugli ITS<br />

dall’esperienza del Programma “Industria<br />

2015”, finalizzato alla promozione<br />

dell’innovazione<br />

industriale.<br />

Erano presenti Giuseppe<br />

Tripoli, Capo del dipartimento<br />

per l’impresa e l’internazionalizzazione<br />

del<br />

Ministero dello Sv<strong>il</strong>uppo<br />

Economico, Maria Grazia<br />

Nardiello, Direttore Generale<br />

per l’istruzione e la formazione<br />

tecnica superiore<br />

e per i rapporti con i sistemi<br />

formativi delle Regioni,<br />

Vincenzo Zedda, responsab<strong>il</strong>e<br />

politiche industriali<br />

28<br />

ISTRUZIONE<br />

Istruzione Tecnica Superiore<br />

per l’impresa ex I.P.I.<br />

del Ministero dello Sv<strong>il</strong>uppo<br />

Economico, Michele<br />

Pellerey, esperto,<br />

Giovanni Biondi, Capo<br />

del Dipartimento per<br />

la programmazione e<br />

la gestione delle risorse<br />

umane finanziarie e<br />

strumentali – MIUR,<br />

Alessandro Schiesaro, Coordinatore<br />

della segreteria tecnica per le politiche<br />

della ricerca – MIUR.<br />

A partecipare e offrire i loro interventi<br />

e contributi c’erano anche soci<br />

fondatori degli Istituti Tecnici Superiori<br />

previsti dai piani territoriali delle<br />

Regioni, rappresentanti delle parti<br />

sociali, delle Regioni e degli Enti<br />

Locali, degli istituti di ricerca e <strong>dei</strong><br />

ministeri interessati e molti Dirigenti<br />

Scolastici. Naturalmente non potevano<br />

mancare Bottaro, Savoldi e Jogna,<br />

Presidenti <strong>dei</strong> Collegi Nazionali delle<br />

professioni tecniche.<br />

A coordinare i lavori Michele Dau<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

Vice Segretario Generale CNEL.<br />

La mattinata è iniziata con l’analisi<br />

da parte della Dr.ssa Maria Grazia<br />

Nardiello degli ITS (Istituti Tecnici<br />

Superiori) intesi come “scuole speciali<br />

di tecnologia”, nati dall’esigenza<br />

di formare tecnici superiori per l’efficienza<br />

energetica, la mob<strong>il</strong>ità sostenib<strong>il</strong>e,<br />

le nuove tecnologie della vita<br />

e per <strong>il</strong> Made in Italy, per le tecnologie<br />

innovative per i beni e le attività<br />

culturali e le tecnologie dell’informazione<br />

e della comunicazione.<br />

Un brevissimo salto indietro, gli ITS<br />

sono stati introdotti nell’ordinamento<br />

nazionale dal decreto del Presidente<br />

del Consiglio <strong>dei</strong> Ministri <strong>il</strong> 25<br />

Gennaio 2008 (di seguito denominato<br />

dPCM) in attuazione della Legge<br />

Finanziaria 2007.<br />

Ma adesso entriamo nel vivo degli<br />

Istituti Tecnici Superiori, partendo<br />

da quello che prevede lo standard<br />

organizzativo in base al quale gli ITS<br />

sono fondazioni di partecipazione<br />

con personalità giuridica nazionale e<br />

possono essere costituiti<br />

solo se previsti dai piani<br />

territoriali delle Regioni.<br />

I percorsi degli ITS hanno<br />

le caratteristiche organizzative<br />

previste all’art. 4<br />

del dPCM (come tirocini<br />

obbligatori, se necessari<br />

anche all’estero, per almeno<br />

<strong>il</strong> 30% del monte orario<br />

complessivo, un 50%<br />

<strong>dei</strong> docenti provenienti<br />

dal mondo del lavoro con<br />

esperienza specifica di almeno<br />

5 anni, una struttu-


a modulare e molto altro ancora).<br />

Una domanda ora sorge subito spontanea…Come<br />

si accede ai percorsi<br />

degli ITS? Per accedervi è necessario<br />

essere in possesso di diploma di<br />

istruzione secondaria superiore.<br />

In relazione a ciascuna figura ITS,<br />

con <strong>il</strong> decreto di cui all’art. 4, comma<br />

3 del dPCM, sarà stab<strong>il</strong>ita la specifica<br />

correlazione con <strong>il</strong> tipo di diploma<br />

posseduto.<br />

Gli obiettivi degli ITS sono sicuramente<br />

diversi ed operano sulla<br />

base <strong>dei</strong> piani triennali, negli ambiti<br />

e secondo le priorità indicati dalla<br />

programmazione regionale, in primis<br />

tendono ad ASSICURARE con<br />

continuità l’offerta di tecnici superiori<br />

a livello post-secondario in relazione<br />

a figure che rispondano alla<br />

domanda proveniente dal mondo del<br />

lavoro pubblico e privato in relazione<br />

alle aree strategiche per lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

economico del Paese, SOSTEN-<br />

GONO l’integrazione tra istruzione/<br />

formazione/lavoro e le misure per<br />

l’innovazione e <strong>il</strong> trasferimento tecnologico<br />

alle piccole e medie imprese,<br />

DIFFONDONO cultura tecnica e<br />

scientifica, PROMUOVONO l’orientamento<br />

<strong>dei</strong> giovani e delle loro famiglie<br />

verso le professioni tecniche<br />

e infine STABILISCONO organici<br />

rapporti con i fondi interprofessionali<br />

per la formazione continua <strong>dei</strong><br />

lavoratori nel rispetto delle competenze<br />

delle parti sociali in materia.<br />

Ovviamente per fare bene tutto que-<br />

ISTRUZIONE<br />

sto sarà necessario formare<br />

delle task force di docenti<br />

ed esperti in grado di orientare<br />

gli studenti alle professioni<br />

tecniche e preparare<br />

allo stesso tempo gli studenti<br />

agli ITS realizzando<br />

anche una partecipazione<br />

effettiva e forte sia istituzionale<br />

che sociale.<br />

Lo standard previsto <strong>dei</strong><br />

percorsi ITS di media è<br />

della durata di 4 semestri<br />

(1800/2000 ore), possono durare sei<br />

semestri solo nell’ambito di specifiche<br />

convenzioni con le Università.<br />

Il titolo finale previsto da questo<br />

exursus è un diploma di tecnico superiore<br />

con l’indicazione dell’area<br />

tecnologica, della figura nazionale di<br />

riferimento (V livello EQF per i percorsi<br />

di quattro semestri).<br />

Il diploma sarà r<strong>il</strong>asciato sulla base<br />

del modello nazionale (da definire<br />

con <strong>il</strong> regolamento di cui all’art. 4,<br />

comma 3, del dPCM), previa verifica<br />

finale delle competenze acquisite<br />

dagli studenti che hanno frequentato<br />

i percorsi degli I.T.S. per almeno<br />

l’80% della loro durata complessiva.<br />

La verifica sarà effettuata da commissioni<br />

costituite dagli istituti tecnici<br />

o professionali enti di riferimento<br />

degli istituti tecnici superiori.<br />

Importante è stab<strong>il</strong>ire che i diplomi<br />

di tecnico superiore costituiscono<br />

titolo per l’accesso ai pubblici concorsi,<br />

mentre ai fini del<br />

riconoscimento <strong>dei</strong> crediti<br />

acquisiti in esito ai percorsi<br />

ITS, per l’accesso alle<br />

Professioni di Agrotecnico,<br />

Geometra, Perito <strong>Agrari</strong>o<br />

e Perito Industriale, si fa<br />

riferimento a quanto previsto<br />

dal DPR. n. 328/2000,<br />

art. 55, comma 3.<br />

Il disegno di legge in materia<br />

di riorganizzazione<br />

delle università, approvato<br />

dal Senato <strong>il</strong> 29 Luglio<br />

2010 e attualmente all’esame della<br />

Camera, contiene apposite disposizioni<br />

riguardanti la possib<strong>il</strong>ità di<br />

costituire “federazioni” tra gli ITS e<br />

le università e <strong>il</strong> riconoscimento <strong>dei</strong><br />

crediti acquisiti dagli studenti a conclusione<br />

<strong>dei</strong> percorsi realizzati dagli<br />

ITS nell’ambito <strong>dei</strong> progetti attuati<br />

con l’università. Questi accordi rappresenteranno<br />

uno strumento essenziale<br />

per realizzare percorsi integrati<br />

che andrebbero collegati, sin dal momento<br />

della loro progettazione, con<br />

le lauree di primo livello.<br />

L’innovazione sicuramente risiede<br />

nel fatto che i percorsi ITS devono<br />

formare tecnici superiori con una visione<br />

di sistema del contesto tecnico<br />

e tecnologico in cui operano, in grado<br />

di offrire un contributo innovativo<br />

per valorizzare le vocazioni del territorio<br />

e competere in differenti contesti<br />

internazionali anche nell’ambito<br />

<strong>dei</strong> processi lavorativi delocalizzati.<br />

L’elenco delle aree tecnologiche di<br />

riferimento degli ITS è aggiornato<br />

ogni triennio per effetto dell’eventuale<br />

introduzione di nuove aree<br />

tecnologiche e/o dell’aggiornamento<br />

e modifica delle aree esistenti, in applicazione<br />

dell’articolo 46 della Legge<br />

23 Luglio 2009, n. 99 (disposizioni<br />

per lo sv<strong>il</strong>uppo e l’internazionalizzazione<br />

delle imprese).<br />

Un breve riassunto di quella che è<br />

stata una giornata intensa e ricca di<br />

approfondimenti.<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 29


di Maurizio Arduin<br />

La fattoria didattica<br />

è un’azienda<br />

agricola che ottiene<br />

un reddito dagli<br />

ospiti che la visitano.<br />

Gli ospiti sono divisi in<br />

due categorie principali:<br />

alunni e studenti accompagnati<br />

dai propri<br />

maestri e professori oppure<br />

bambini accompagnati dai loro<br />

genitori, famiglie, tecnici, ecc.<br />

La visita può essere giornaliera (anche<br />

alcune ore) oppure prolungarsi<br />

per un periodo di soggiorno più o<br />

meno breve.<br />

Scopo della fattoria didattica, o del<br />

centro p<strong>il</strong>ota, è quello di far conoscere<br />

uno o più aspetti specifici della<br />

attività aziendale, dell’ambiente rurale<br />

e naturalistico del territorio che<br />

circonda l’azienda.<br />

Il Centro p<strong>il</strong>ota è invece un’azienda<br />

agricola con le stesse finalità ma<br />

30<br />

AZIENDA MULTIFUNZIONALE<br />

Fattoria didattica e Centro p<strong>il</strong>ota<br />

dove le attività aziendali<br />

non solo sono legate<br />

alla tradizione ma<br />

sono anche un momento<br />

di approfondimento<br />

a livello regionale o<br />

nazionale.<br />

Per trasferire queste<br />

conoscenze l’azienda<br />

deve attivare <strong>dei</strong> percorsi<br />

didattici specifici che possono<br />

essere così sintetizzati:<br />

- visitare coltivazioni, allevamenti<br />

e attrezzature dell’azienda;<br />

- consentire di assistere allo svolgersi<br />

concreto di attività agricole<br />

e artigianali;<br />

- visitare luoghi di interesse naturalistico<br />

per l’osservazione florofaunistica<br />

e geologica;<br />

- fornendo spiegazioni tramite<br />

personale adeguatamente preparato:<br />

giornate a tema;<br />

- distribuendo documentazione<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

che prepari, accompagni e integri<br />

la visita alla fattoria didattica.<br />

Il percorso didattico può comprendere<br />

anche diversi <strong>dei</strong> modelli sopra<br />

indicati.<br />

Nelle Fattorie Didattiche si impara<br />

in maniera viva e attiva; si tratta<br />

di aule all’aperto dove i ragazzi<br />

imparano a conoscere la vita degli<br />

animali e l’origine <strong>dei</strong> prodotti che<br />

consumano.<br />

La fattoria didattica è l’occasione<br />

di poter osservare direttamente la<br />

provenienza del cibo. I fagiolini non<br />

nascono dentro un barattolo, come<br />

spesso pensano i bambini delle grandi<br />

città. E <strong>il</strong> vino non si forma dentro<br />

una bottiglia, ma ha origine da grappoli<br />

d’uva che sono appesi ai tralci di<br />

una vigna.<br />

Attraverso l’educazione in fattoria<br />

didattica si promuove, con azioni<br />

concrete, l’apprendimento e la comprensione<br />

<strong>dei</strong> fenomeni naturali e<br />

<strong>dei</strong> cicli biologici, la riscoperta della<br />

cultura contadina, che da sempre<br />

è stata legata all’alternanza delle<br />

stagioni e allo scorrere del tempo<br />

biologico.<br />

Sono tante le possib<strong>il</strong>ità di imparare<br />

nelle scuole di ecologia all’aperto.<br />

Quanto entusiasmo manifestano i<br />

bambini alla vista di un qualsiasi animale<br />

da cort<strong>il</strong>e, come oche, anatre,<br />

conigli. O quando vedono vacche,<br />

cavalli, pecore, asini liberi o in stalla.<br />

Pensate all’esperienza di raccogliere<br />

le uova nel pollaio, oppure lavorarne<br />

<strong>il</strong> latte per produrre formaggio, burro<br />

o ricotta.<br />

Ogni prodotto diventa un labora-


torio e quindi uno strumento educativo<br />

che apre la mente a piccoli<br />

universi, così vicini ma quasi sempre<br />

inesplorati: <strong>il</strong> grano nasce dal seme;<br />

dalla pianta si ottiene <strong>il</strong> chicco e dai<br />

chicchi la farina; dalla farina <strong>il</strong> pane.<br />

La fattoria didattica è l’ambiente<br />

ideale per far conoscere gli animali<br />

selvatici e <strong>il</strong> modo di proteggerli. Ciò<br />

che determina la presenza degli animali<br />

selvatici (come cince, rondini,<br />

rapaci notturni, ricci, pipistrelli, anfibi<br />

ed insetti ‘ut<strong>il</strong>i’) all’interno di un<br />

territorio naturale o urbanizzato che<br />

sia, è la disponib<strong>il</strong>ità alimentare. Poi<br />

è indispensab<strong>il</strong>e un luogo dove possono<br />

rifugiarsi, riposare e riprodursi.<br />

Pertanto dare da mangiare agli animali<br />

o costruire nidi e tane artificiali,<br />

permette di poterli osservare da vicino,<br />

aiutarli a superare l’inverno ed<br />

incrementare la presenza di animali<br />

amici ut<strong>il</strong>i nella lotta biologica.<br />

L’organizzazione della propria<br />

azienda come fattoria didattica offre<br />

infatti a chi la gestisce interessanti<br />

opportunità:<br />

- promuove l’azienda e i suoi prodotti<br />

contribuendo allo sv<strong>il</strong>uppo<br />

della vendita diretta e della ristorazione<br />

agrituristica;<br />

- costituisce una significativa fonte<br />

di reddito, anche perché le visite<br />

si svolgono prevalentemente in<br />

periodi di bassa stagione e comunque<br />

durante la settimana,<br />

poco interferendo anche con<br />

AZIENDA MULTIFUNZIONALE<br />

l’eventuale organizzazione di altre<br />

attività agrituristiche;<br />

- stimola la creazione, nell’azienda<br />

agricola, di nuove professionalità,<br />

consentendo di valorizzare<br />

eventuali attitudini culturali e<br />

pedagogiche presenti nel gruppo<br />

di conduzione dell’azienda (famiglia,<br />

cooperativa, ecc.).<br />

Attività con le scolaresche<br />

Per i ragazzi è importantissimo<br />

fare esperienze pratiche e non solo<br />

teoriche.<br />

E’ per questo che tante scuole escono<br />

dalle aule e fanno esperienze<br />

concrete, all’aperto, a contatto con<br />

gli ambienti naturali, con gli animali,<br />

con gli alberi, respirando a pieni polmoni.<br />

Le fattorie didattiche portano<br />

le scuole all’aperto: un luogo ideale<br />

per offrire veri e propri itinerari<br />

di educazione ambientale nei quali<br />

scoprire <strong>il</strong> mondo che ci circonda attraverso<br />

l’uso di tutti i sensi.<br />

Fare scuola all’aperto ha un profondo<br />

significato educativo: significa<br />

ritrovare i collegamenti, ricostruire<br />

<strong>il</strong> legame col mondo naturale, col<br />

mondo agricolo, organizzato sul fare<br />

e sull’uso intelligente delle mani.<br />

Attività con le famiglie<br />

Con le scolaresche l’attività didattica<br />

è concentrata solo in pochi mesi<br />

dell’anno e l’impegno, durante le visite,<br />

è notevole.<br />

Una fattoria didattica può essere<br />

pensata anche per le famiglie che<br />

hanno a loro disposizione solo 2 o<br />

3 ore per passare qualche momento<br />

con i figli a contatto con la natura e<br />

le tradizioni. In questo caso la fattoria<br />

didattica deve essere “progettata”<br />

consentendo una visita senza la<br />

presenza dell’agricoltore lasciando<br />

le informazioni a pannelli <strong>il</strong>lustrativi<br />

e alla sensib<strong>il</strong>ità <strong>dei</strong> genitori.<br />

Questo tipo di fattorie didattiche lavorano<br />

tutte le settimane dell’anno<br />

e permettono di seguire le stagioni<br />

con i loro mutamenti e con le loro<br />

bellezze.<br />

Una fattoria didattica “progettata”<br />

per le famiglie favorisce anche una<br />

notevole valorizzazione delle produzioni<br />

aziendali, e di quelle delle<br />

aziende limitrofe, che possono essere<br />

offerte ai visitatori.<br />

Pianificazione dell’attività didattica<br />

l’organizzazione <strong>dei</strong> percorsi formativi<br />

e la caratterizzazione della fattoria<br />

didattica non deve essere al caso<br />

e tanto meno all’improvvisazione. È<br />

necessario. Innanzitutto, individuare<br />

l’obiettivo economico dell’azienda<br />

agricola e su questo costruire la<br />

fattoria didattica. Se dagli educatori<br />

la fattoria didattica è vista come<br />

momento di crescita e contatto con<br />

le realtà da parte dell’imprenditore<br />

agricolo la fattoria didattica è un’opportunità<br />

di reddito da non sottovalutare<br />

e da non banalizzare.<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 31


di Rosaria Bianco<br />

voluto<br />

mettere<br />

“Abbiamo<br />

insieme, per<br />

la prima volta in Italia, <strong>il</strong><br />

Sistema Paese per portare<br />

all’interno della PAC<br />

le istanze dell’agricoltura<br />

nazionale. Siamo particolarmente<br />

soddisfatti per<br />

essere riusciti a farlo qui<br />

a Bari nell’ambito della<br />

Fiera del Levante. Sono rammaricato,<br />

però, per l’assenza oggi del Ministro<br />

Galan, ad un confronto atteso da tutto<br />

<strong>il</strong> mondo agricolo e strategico per<br />

<strong>il</strong> futuro ruolo dell’Agricoltura italiana”.<br />

Così <strong>il</strong> Coordinatore nazionale<br />

della Commissione Politiche Agricole<br />

Dario Stefàno ha aperto i lavori<br />

della prima conferenza nazionale di<br />

ascolto sulla riforma della Politica<br />

agricola comunitaria, a cui<br />

hanno partecipato <strong>il</strong> Presidente<br />

della Commissione Agricoltura<br />

del Parlamento Europeo Paolo<br />

De Castro, <strong>il</strong> sottosegretario<br />

alle Politiche Agricole Antonio<br />

Buonfiglio e i rappresentanti<br />

nazionali di tutte le Organizzazioni<br />

di Categoria.<br />

Dalla Puglia, dunque, partono<br />

le prime proposte in vista della<br />

riforma della Pac: “Come Sistema<br />

delle Regioni – ha continuato<br />

Stefàno – oggi vogliamo<br />

ascoltare la voce <strong>dei</strong> protagonisti,<br />

compresi quella delle Associazioni<br />

di Categoria, in prima<br />

linea nell’affrontare le problematiche<br />

del mondo agricolo”.<br />

Un mondo agricolo che pre-<br />

32<br />

POLITICA AGRICOLA<br />

Riforma della PAC<br />

senta caratteristiche ed<br />

aspettative diverse ma<br />

l’obiettivo, rimarcato<br />

oggi da tutti, è quello di<br />

giungere ad un “Pacchetto”<br />

unitario di proposte<br />

per l’Italia per giungere<br />

ad una nuova PAC più<br />

rispondente alle nuove<br />

esigenze dell’agricoltura<br />

e meno burocratica, per<br />

evitare di caricare di ulteriori oneri<br />

le imprese italiane.<br />

“Tra le priorità – ha sottolineato Stefàno<br />

– certamente quella legata ad un<br />

maggiore impegno dell’UE nell’efficientare<br />

la rete <strong>dei</strong> controlli sull’intero<br />

territorio comunitario, per evitare<br />

<strong>il</strong>leciti nell’introduzione di prodotti<br />

da Paesi Terzi non conformi alle nor-<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

me, che i nostri produttori sono tenuti<br />

ad osservare, in termini di standard<br />

di qualità e sicurezza alimentare.<br />

Le Organizzazioni Professionali<br />

hanno tutte evidenziato la preoccupazione<br />

per l’eventuale ridimensionamento<br />

del budget assegnato<br />

all’agricoltura nel b<strong>il</strong>ancio comunitario<br />

e per la ridistribuzione della relativa<br />

quota anche tra le nuove Nazioni<br />

di recente ingresso nell’UE. Sui<br />

princìpi che regolano <strong>il</strong> sistema degli<br />

incentivi si sono espresse per una<br />

sostanziale modifica che rimuova gli<br />

squ<strong>il</strong>ibri territoriali che, in passato<br />

e ancor oggi, penalizzano le produzioni<br />

mediterranee rispetto a quelle<br />

continentali. E’ stata anche auspicata<br />

l’introduzione di meccanismi ed elementi<br />

per <strong>il</strong> corretto funzionamento


del mercato e per rendere più stab<strong>il</strong>e<br />

l’andamento <strong>dei</strong> prezzi.<br />

Il sottosegretario Buonfiglio, nel<br />

rimarcare l’ut<strong>il</strong>ità di questa prima<br />

occasione di confronto, ha precisato<br />

che “L’Italia, storicamente, non ha<br />

avuto, finora, una vera e propria Politica<br />

Agricola <strong>Nazionale</strong>. Se non si è<br />

ancora avviato un tavolo sulla PAC<br />

non è solo responsab<strong>il</strong>ità del Governo.<br />

Le cause vanno ricercate anche in<br />

una azione frammentaria del Parlamento<br />

e delle Organizzazioni<br />

Professionali. C’è tuttavia da<br />

registrare un cambiamento<br />

di “clima” rispetto al 2005<br />

quando vi erano le pressioni<br />

delle grandi lobbie. Oggi c’è<br />

un clima culturale più positivo.<br />

Certamente le risorse non<br />

potranno essere ritoccate in<br />

basso. Non possiamo perdere<br />

questa occasione per destinare<br />

finalmente le risorse agli<br />

agricoltori, a coloro cioè che<br />

lavorano la terra”.<br />

“L’attuale momento – ha detto<br />

<strong>il</strong> presidente De Castro nel<br />

suo intervento conclusivo – è<br />

molto delicato, in gioco ci sono<br />

risorse importanti che ci devono<br />

vedere protagonisti a tutti<br />

i livelli. Il sistema istituzionale<br />

POLITICA AGRICOLA<br />

italiano deve assolutamente lavorare<br />

in sintonia per non perdere una fondamentale<br />

occasione strategica per<br />

dare risposte a grandi problematiche,<br />

come la sicurezza alimentare, l’inquinamento,<br />

l’approvvigionamento<br />

dell’acqua”.<br />

“La Pac – ha specificato De Castro –<br />

ridistribuirà le risorse secondo nuovi<br />

criteri con effetti enormi sui territori.<br />

Non ci sarà più alcun riferimento ai<br />

“premi” storici, ma verranno intro-<br />

dotti criteri nuovi di trasparenza, di<br />

equità, di giustizia che terranno conto<br />

della qualità delle colture e del<br />

lavoro”.<br />

“Siamo tutti impegnati – ha concluso<br />

De Castro – nel riportare al centro<br />

della riforma <strong>il</strong> tema del reddito<br />

degli agricoltori, che soffrono più di<br />

altri gli effetti di un mercato ancora<br />

senza regole. Per questo abbiamo bisogno<br />

di un protagonismo nuovo del<br />

Sistema Italia”.<br />

OGM<br />

I Presidenti delle Regioni hanno fatto propria la posizione degli Assessori all’Agricoltura in merito alle colture<br />

transgeniche. Lo rende noto l’Assessore della Regione Puglia Dario Stefàno che, quale coordinatore della Commissione<br />

Politiche agricole, ha relazionato oggi a Roma nella Conferenza <strong>dei</strong> Presidenti, sull’ordine del giorno approvato<br />

all’unanimità <strong>il</strong> 30 settembre scorso. Ordine del giorno che, commenta Stefàno, “consegna al governo una<br />

posizione solida delle Regioni in tema di OGM”.<br />

L’ordine del giorno chiede al Ministro Galan di vietare la coltivazione del Mais MON 810 e della patata Amflora,<br />

di procedere cioè con l’esercizio della clausola di salvaguardia ai sensi dell’articolo 23 della direttiva 2001/18/CE<br />

del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 marzo 2001, sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi<br />

geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CE del Consiglio, così come recepita dall’articolo 25 del<br />

decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224.<br />

“La posizione attuale delle Regioni – aggiunge Stefàno – a cui la Costituzione riconosce la competenza assoluta su<br />

questo tema, è di ferma contrarietà rispetto alla autorizzazione della coltivazione degli organismi geneticamente<br />

modificati sul territorio nazionale, ed impegnano <strong>il</strong> Ministro Galan a rappresentare tale posizione, anche in occasione<br />

delle riunioni in sede comunitaria.<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 33


34<br />

TRASPARENZA ALIMENTARE<br />

Dal Salone del Gusto un monito ad UE ed aziende<br />

<br />

di Rosaria Bianco<br />

Un Presidio in Europa contro le agropiraterie:<br />

parte dal Salone del Gusto<br />

di Torino la richiesta all’Ue, per arginare<br />

un fenomeno che danneggia<br />

<strong>il</strong> Made in Italy agroalimentare e le<br />

aziende che hanno sposato la f<strong>il</strong>osofia<br />

della qualità. A lanciarla, <strong>il</strong> coordinatore<br />

degli Assessori all’Agricoltura<br />

d’Italia, assessore della Regione Puglia<br />

Dario Stefàno, relatore all’incontro<br />

odierno organizzato da Slow Food<br />

e Ismea, in cui sono stati presentati i<br />

risultati dell’ indagine condotta dall’<br />

Istituto di Servizi per <strong>il</strong> Mercato<br />

Agricolo Alimentare “Produzione<br />

Dop e Igp: consumi,<br />

fatturato, export e mercati”.<br />

L’Italia guida la classifica europea<br />

per numero di marchi<br />

certificati: con ben 213, su un<br />

totale di 938, distanzia Francia<br />

(176) e Spagna (140) con<br />

un tasso di crescita doppio<br />

rispetto al dato medio europeo.<br />

Un fenomeno, quello<br />

delle Dop e delle Igp italiane,<br />

in forte espansione numerica,<br />

confermata anche dall’ultima<br />

indagine strutturale dell’Istat:<br />

82.120 operatori<br />

tra produttori e trasformatori,<br />

138.900<br />

ettari ut<strong>il</strong>izzati e<br />

47.300 allevamenti.<br />

Cifre, e questo è <strong>il</strong><br />

dato su cui riflettere,<br />

che non si traducono<br />

però in un<br />

altrettanto importante<br />

incremento<br />

di fatturato, se non<br />

i pochi casi. Oltre<br />

l’80 per cento del giro d’affari rimane,<br />

infatti, concentrato su una decina<br />

di grandi marchi, mentre la gran parte<br />

delle produzioni sv<strong>il</strong>uppano fatturati<br />

molto limitati, spesso solo a livello<br />

locale.<br />

Così come, mentre cresce <strong>il</strong> numero<br />

<strong>dei</strong> prodotti insigniti dal marchio,<br />

diminuisce <strong>il</strong> volume <strong>dei</strong> prodotti<br />

certificati. L’unico balzo in avanti<br />

è registrato dall’olio d’oliva con un<br />

più 21,7%. Sul fronte della domanda<br />

interna, <strong>il</strong> trend <strong>dei</strong> consumi italiani<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

continua ad evidenziare qualche difficoltà<br />

per Dop e Igp, <strong>il</strong> cui ruolo sugli<br />

acquisti domestici diminuisce, così<br />

come continua a mutare la struttura<br />

delle vendite al dettaglio: scendono<br />

supermercati e dettaglio tradizionale,<br />

ma crescono ipermercati(+11%) e soprattutto<br />

discount (+18%).<br />

L’unico dato positivo giunge dall’estero:<br />

le vendite oltrefrontiera hanno<br />

sfiorato nel 2009 <strong>il</strong> valore di 1,3 m<strong>il</strong>iardi<br />

di euro, mettendo a segno un +<br />

15%. A crescere di più i formaggi Dop<br />

(+11,5%), i prodotti a base di carne (+<br />

21,6), l’ortofrutta (+ 18,3%) e soprattutto<br />

l’olio d’oliva con +96,1% (soprattutto<br />

verso i Paesi extra-UE).<br />

Pochi marchi, concentrano oltre <strong>il</strong><br />

90% dell’export, come Grana Padano,<br />

Parmigiano Reggiano, Prosciutto<br />

di Parma o le Mele dell’Alto Adige:<br />

“bandiere nazionali in tutto <strong>il</strong> mondo<br />

– ha sottolineato Stefàno - perché<br />

ormai brand riconoscib<strong>il</strong>i, al di là del<br />

marchio certificato, che nasce per<br />

tutelare le produzioni dalle imitazioni,<br />

ma non come strumento<br />

di promozione come spesso,<br />

purtroppo, è ancora interpretato<br />

dai produttori”. La proliferazione<br />

<strong>dei</strong> marchi, dunque,<br />

non è un fatto di per sè positivo,<br />

anzi a volte crea confusione<br />

nei consumatori. La<br />

ricetta, dunque, sembra essere<br />

quella di razionalizzare: meno<br />

marchi e maggiore aggregazione<br />

tra i produttori (non a<br />

caso la classifica delle vendite<br />

è guidata esclusivamente dai<br />

Consorzi).<br />

In tal senso, <strong>il</strong> coordinatore


Stefàno non ha dubbi: “nella nuova<br />

PAC chiederemo un maggiore ruolo<br />

per le Organizzazione <strong>dei</strong> Produttori,<br />

perché l’obiettivo è quello di aiutare<br />

le piccole aziende impegnate nel<br />

percorso della qualità e della tradizione<br />

a stare insieme e condividere<br />

strategie di marketing internazionali.<br />

Perché, davanti al Titano del mercato<br />

globale, <strong>il</strong> piccolo produttore da solo<br />

non ce la può fare”.<br />

“Così come non ce la può fare – continua<br />

Stefàno - ogni singolo Stato<br />

membro, e ancor meno le Regioni, a<br />

combattere la battaglia altrettanto<br />

titanica contro le agro-piraterie, vera<br />

spina nel fianco delle nostre aziende.<br />

L’Ue deve rendere la maglia <strong>dei</strong> controlli<br />

omogenea e prevedere meccanismi<br />

che impediscano l’ingresso da Paesi<br />

terzi di prodotti che non rispettano<br />

gli stessi standard di qualità e sicurezza<br />

alimentare. Per questo occorre un<br />

Presidio UE ad hoc”.<br />

“Quella della razionalizzazione <strong>dei</strong><br />

marchi però– conclude Stefàno – è<br />

una battaglia anche territoriale. Alle<br />

imprese pugliesi chiedo di non rimanere<br />

da soli, i prodotti di punta del<br />

Made in Italy parlano chiaro: uniti e<br />

con oculate strategie di marketing internazionale<br />

si può vincere la sfida del<br />

mercato globale e superare con successo<br />

l’attuale crisi”.<br />

TRASPARENZA ALIMENTARE<br />

L’AGRIGELATO : DALLA STALLA AL CONO<br />

L’agrigelato dalla stalla al cono è<br />

una realtà ormai consolidata ed è<br />

stato presente per tutta la durata del<br />

Salone del Gusto di Torino organizzato<br />

dal Slow Food.<br />

E’ un prodotto esclusivo ottenuto<br />

dal latte di alta qualità munto nella<br />

cascina San Pé di Poirino (Torino),<br />

finalista del concorso Oscar green,<br />

che lo arricchisce ut<strong>il</strong>izzando i migliori<br />

ingredienti, ovviamente naturali<br />

e gran parte della produzione<br />

del proprio frutteto.<br />

L’agrigelato è una delle tante esperienze<br />

della produzione Made in Italy<br />

a ch<strong>il</strong>ometri zero che, secondo uno<br />

studio della Coldiretti, ha sv<strong>il</strong>uppato<br />

in Italia un fatturato di 3 m<strong>il</strong>iardi<br />

di euro all’anno tra pizzerie, osterie,<br />

ristoranti, mense, vinerie, botteghe,<br />

pescherie che offrono solo prodotti<br />

locali. Si tratta di un fenomeno in<br />

controtendenza rispetto alla crisi generale<br />

che coinvolge 63m<strong>il</strong>a cantine,<br />

malghe, frantoi e imprese agricole<br />

attraverso spacci aziendali, chioschi,<br />

bancarelle, sagre e oltre 600 mercati<br />

degli agricoltori di Campagna Amica.<br />

Sempre secondo l’indagine Coldiretti-Swg<br />

una maggioranza assoluta del<br />

53 per cento degli italiani preferisce<br />

acquistare prodotti alimentari locali<br />

e artigianali che battono nettamente<br />

le grandi marche, le quali si fermano<br />

al 10 per cento.<br />

La vittoria del prodotto legato al<br />

territorio è sancita dal fatto che oltre<br />

due terzi degli italiani (68 per cento)<br />

si sentirebbero più garantiti da un<br />

marchio degli agricoltori italiani rispetto<br />

al marchio industriale (11 per<br />

cento) e a quello della distribuzione<br />

commerciale (10 per cento).<br />

Si tratta di una opinione confermata<br />

dal fatto che nel 2010 si è registrato<br />

un vero boom degli acquisti diretti<br />

dai produttori dove compra regolarmente<br />

<strong>il</strong> 17 per cento degli italiani<br />

con un aumento record del 55 per<br />

cento.<br />

Favorire la presenza di prodotti locali<br />

nei punti vendita è anche l’obiettivo<br />

del progetto per una F<strong>il</strong>iera agricola<br />

tutta italiana della Coldiretti per arrivare<br />

ad offrire prodotti alimentari<br />

al cento per cento italiani firmati dagli<br />

agricoltori e al giusto prezzo tramite<br />

la più estesa rete commerciale<br />

nazionale che coinvolge i mercati di<br />

campagna amica, i punti di vendita<br />

delle cooperative, i consorzi agrari,<br />

agriturismi e aziende agricole, ma<br />

coinvolgerà anche la rete della ristorazione<br />

a ch<strong>il</strong>ometri zero e la distribuzione<br />

che intenderà partecipare.<br />

Fonte: Coldiretti<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 35


36<br />

<strong>Collegio</strong> di<br />

Savona<br />

A seguito delle elezioni avvenute nel<br />

giorno 15 Settembre 2010 <strong>il</strong> nuovo Consiglio<br />

del <strong>Collegio</strong> risulta così composto:<br />

Consiglio del <strong>Collegio</strong><br />

Presidente Antonio Michelucci<br />

VicePresidente Mauro Oliva<br />

Segretario Antonio Talarico<br />

Tesoriere Daniele Caparvi<br />

Consigliere Francesco Rapa<br />

<strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong> Revisori <strong>dei</strong> Conti<br />

Presidente Augusto Torelli<br />

Membro Eff. Domenico Dellavalle<br />

Membro Eff. Angelo Pareto<br />

Membro Supp. Sergio Lanteri<br />

Al via <strong>il</strong> Corso di Idoneità Fisiologica<br />

all’Assaggio dell’Olio<br />

d’Oliva di primo livello per<br />

assaggiatori di olio di oliva, <strong>il</strong> corso<br />

che si terrà presso la sede del <strong>Collegio</strong><br />

Provinciale <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>Periti</strong><br />

<strong>Agrari</strong> Laureati della provincia di Caserta<br />

sita in piazza Roma n. 79, inizierà<br />

martedì 19 Ottobre alle ore 15.00. Il<br />

corso è organizzato dalla Associazione<br />

Produttori Olivicoli Irpini con sede<br />

in Avellino in collaborazione con <strong>il</strong><br />

<strong>Collegio</strong> Provinciale <strong>dei</strong> periti <strong>Agrari</strong> e<br />

<strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati della Provincia<br />

di Caserta. Il corso, condotto da Capi<br />

Panel e da docenti altamente qualificati,<br />

avrà la durata<br />

di 36 ore<br />

distribuite in<br />

sei giornate,<br />

suddivise in<br />

lezioni teoriche,<br />

pratiche<br />

e prove selettive<br />

per la valutazione<br />

<strong>dei</strong><br />

partecipanti.<br />

VITA DEI COLLEGI<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

<strong>Collegio</strong> di<br />

Rovigo<br />

A seguito delle elezioni avvenute nel<br />

giorno 19 Ottobre 2010 <strong>il</strong> nuovo Consiglio<br />

del <strong>Collegio</strong> risulta così composto:<br />

Consiglio del <strong>Collegio</strong><br />

Presidente Gianfranco Rezzadore<br />

VicePresidente Mauro Brasolin<br />

Segretario Gianfranco Baretta<br />

Tesoriere Davide Previato<br />

Consigliere Davide Avanzi<br />

Consigliere Vincenzo Guerzoni<br />

Consigliere Sante Toso<br />

<strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong> Revisori <strong>dei</strong> Conti<br />

Presidente Emanuela Finotello<br />

Membro Eff. Claudio Bellan<br />

Membro Eff. Bernardo Bombonato<br />

Membro Supp. Romano Rampazzo<br />

Al termine verrà r<strong>il</strong>asciato regolare attestato<br />

di esperto assaggiatore di olio<br />

di oliva che consentirà di partecipare<br />

al corso di secondo livello. L’obiettivo<br />

è quello della formazione, selezione e<br />

qualificazione di assaggiatori di olio di<br />

oliva al fine di costituire un comitato<br />

professionale per l’assaggio, per la valutazione<br />

e la classificazione degli oli<br />

d’oliva, secondo le normative nazionali<br />

vigenti (D.M. 30 Luglio 2003, Circolare<br />

Mi.P.A. n. 5 del 18.6.1999; Reg. CE<br />

640/2008). Inoltre <strong>il</strong> corso intende approfondire<br />

la conoscenza del sistema<br />

percettivo in modo da formare figure<br />

professionali in grado di valorizzare e<br />

pubblicizzare gli aspetti organolettici<br />

dell’olio prodotto nell’area individuata<br />

dal disciplinare di produzione elaborato<br />

dal comitato promotore dell’olio<br />

di oliva extravergine Terre Del Matese.<br />

Grazie alla fattiva collaborazione del<br />

<strong>Collegio</strong> Provinciale <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong><br />

e <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> Laureati della Provincia<br />

di Caserta è stato possib<strong>il</strong>e organizzare<br />

<strong>il</strong> corso al quale parteciperanno<br />

professionisti e operatori del settore<br />

<strong>Collegio</strong> di<br />

Benevento<br />

A seguito delle elezioni avvenute nel<br />

giorno 11 Settembre 2010 <strong>il</strong> nuovo Consiglio<br />

del <strong>Collegio</strong> risulta così composto:<br />

Consiglio del <strong>Collegio</strong><br />

Presidente Cristiano Fontanarosa<br />

VicePresidente Pellegrino Marchese<br />

Segretario Domenico Calvanese<br />

Tesoriere Luigi Del Ciampo<br />

Consigliere Maria Rosaria Pecoraro<br />

<strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong> Revisori <strong>dei</strong> Conti<br />

Presidente Rosario Biondi<br />

Membro Eff. Nicola Tucci<br />

Membro Eff. Angelo De Conno<br />

Membro Supp. Claudio Palladino<br />

che tratteranno argomenti su :<br />

ni<br />

di oliva ;<br />

miche,<br />

della difesa della pianta e<br />

delle varietà sulle caratteristiche<br />

qualitative dell’olio d’oliva;<br />

<br />

controllo di processo;<br />

ne<br />

della qualità;<br />

<br />

dell’olio di oliva;<br />

scrizione<br />

delle caratteristiche positive<br />

e negative degli oli vergini;<br />

Responsab<strong>il</strong>e del Corso è la Dott.ssa<br />

Maria Luisa Ambrosino, Capo Panel<br />

presso CCIAA di Napoli.


AGENZIA AG A<br />

DEL TERRITORIO<br />

A) Provvedimento del Direttore<br />

dell’Agenzia g del Territorio 16<br />

settembre 2010, Disciplina delle<br />

modalità di consultazione telematica<br />

delle planimetrie catastali<br />

da parte <strong>dei</strong> soggetti ab<strong>il</strong>itati alla<br />

presentazione telematica degli<br />

atti di aggiornamento catastale.<br />

NEWS<br />

ESAMI E DI ABILITAZIONE<br />

ALL’ESERCIZIO A<br />

DELLA PRO-<br />

FESSIONE F<br />

– SESSIONE UNICA<br />

2010 2 –: sono concluse le video-lezioni,<br />

organizzate dalla Fondazione <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> A in collaborazione con <strong>il</strong> CNPA<br />

e tenute a favore <strong>dei</strong> tirocinanti e di tutti i <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> <strong>il</strong> :<br />

- 23 settembre u.s. – dal Per.Agr. Roberto Pierini - “Il catasto” –<br />

- 28 settembre u.s. – dal Per. Agr. Giovanbattista Vitali –<br />

“Valutazione ambientale e paesaggistica” –<br />

- 29 settembre u.s. – dal Per. Agr. Massimo<br />

m Moncelli – “Tecniche estimative”-<br />

- 30 settembre u.s. – dal Per. Agr. Mario<br />

Calcagn<strong>il</strong>e C “ Le perizie grandine” –<br />

che c hanno visto un minimo di 66 accessi<br />

per p 2081 minuti di collegamento ad un<br />

massimo di 94 accessi per 4276 minuti mi di collegamento e dunque con una<br />

media di 76 partecipanti per 3206 minuti di trasmissione.<br />

Ai partecipanti è stata data la possib<strong>il</strong>ità di scaricare dal sito le video lezioni<br />

dai link :<br />

LEZIONE 1<br />

http://95.110.226.220/public/tutti/videopresentazioni/Fondazione_<strong>Periti</strong>_<strong>Agrari</strong>_1.exe<br />

LEZIONE 2<br />

http://95.110.226.220/public/tutti/videopresentazioni/Fondazione_<strong>Periti</strong>_<strong>Agrari</strong>_2.exe<br />

LEZIONE 3<br />

http://95.110.226.220/public/tutti/videopresentazioni/Fondazione_<strong>Periti</strong>_<strong>Agrari</strong>_3.exe<br />

LEZIONE 4<br />

http://95.110.226.220/public/tutti/videopresentazioni/Fondazione_<strong>Periti</strong>_<strong>Agrari</strong>_4.exe<br />

Dando anche seguito alle nostre<br />

molteplici istanze di innovazione<br />

ed ampliamento della piattaforma<br />

Sister (Sister 2), l’Agenzia del<br />

Territorio sta completando l’attivazione<br />

delle procedure per la<br />

consultazione via telematica delle<br />

planimetrie <strong>dei</strong> fabbricati urbani,<br />

da agosto in fase sperimentale anche<br />

con <strong>il</strong> concorso del CNPA (rif.<br />

ns rivista n. 4/2010).<br />

B) PREGEO - Monografie g Punti<br />

Fiduciali - Si evidenzia che all’interno<br />

della nuova piattaforma Sister<br />

2, anche in questo caso a seguito<br />

delle segnalazioni riportate<br />

al tavolo tecnico presso l’Agenzia<br />

del Territorio dal CNPA, è ora<br />

possib<strong>il</strong>e, dal sottomenù Pregeo,<br />

effettuare direttamente l’invio<br />

telematico delle monografie <strong>dei</strong><br />

Punti Fiduciali per la successiva<br />

validazione da parte <strong>dei</strong> tecnici<br />

dell’Ufficio provinciale del<br />

Catasto.<br />

C) PREGEO 10 - Nuova release<br />

- In autunno verrà r<strong>il</strong>asciata una<br />

nuova versione del programma,<br />

ora in fase di pre-valutazione,<br />

che raccoglie molte delle problematiche<br />

evidenziate dai professionisti,<br />

in certi casi veri e propri<br />

errori della procedura software,<br />

ed inserisce alcune migliorate<br />

funzionalità: nuovi controlli sulle<br />

superfici reali e sulle poligonali;<br />

collegamento alle monografie via<br />

web; migliore gestione estratti di<br />

mappa; migliore gestione tipologie<br />

ed aumento numero particelle<br />

trattab<strong>il</strong>i; migliorate funzionalità<br />

grafiche; ecc.<br />

D) Pubblicazione dell’elenco <strong>dei</strong><br />

comuni nei qquali è stata accerta-<br />

ta la ppresenza<br />

di fabbricati non<br />

dichiarati in Catasto, , G.U. del 29<br />

settembre 2010 - L’Agenzia del<br />

Territorio prosegue con le operazioni<br />

di cui al Decreto legge n.<br />

262 del 3 ottobre 2006 - comma<br />

36 art. 2 - convertito con modificazioni<br />

dalla legge 24 novembre<br />

2006, n. 286, come sostituito dal<br />

comma 339 dell’articolo 1 della<br />

legge del 27 dicembre 2006, n. 296<br />

(legge finanziaria 2007) e seguenti,<br />

fino al recente D.L. 31/05/2010<br />

n. 78; documentazione, elenchi e<br />

consultazione su www.agenziaterritorio.it.<br />

Come in questi anni<br />

sempre evidenziato, unitamente<br />

alle indicazioni sulla problematica<br />

inerente i fabbricati che abbiano<br />

perso i requisiti di ruralità e sulle<br />

importanti attività di surroga,<br />

che l’Agenzia del Territorio promuoverà<br />

ulteriormente nel 2011,<br />

si rende quindi importante riportare<br />

l’attenzione della Categoria<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 37


sui vari aspetti di r<strong>il</strong>evanza negli<br />

ambiti dell’attività professionale.<br />

Il CNPA sta inoltre attivamente<br />

promuovendo assieme alle altre<br />

cinque categorie tecniche interessate,<br />

l’istituzione di apposita convenzione<br />

di supporto alle eventuali<br />

necessità dell’Agenzia del<br />

Territorio.<br />

POSTA ELET- T<br />

Nel campi italiani si<br />

sono ridotti dell’8 per<br />

cento i principi attivi<br />

distribuiti nei fitofarmaci<br />

per proteggere<br />

le piante dalla malattie<br />

mentre contestualmente<br />

è aumentato del 66 per cento l’impiego di<br />

quelli biologici. E’ quanto emerge da una analisi della<br />

Coldiretti sulla base di dati Istat relativi al<br />

2009 che registrano una diminuzione <strong>dei</strong><br />

principi attivi distribuiti nelle campagne<br />

da 80,7 m<strong>il</strong>a tonnellate del 2008 a 74,2<br />

m<strong>il</strong>a del 2009. Una situazione che ha contribuito<br />

alla conquista da parte dell’Italia<br />

di valori da primato europeo per l’assenza<br />

di residui chimici nei prodotti in ven-<br />

38<br />

NEWS<br />

ribadiscono le istruzioni , di seguito<br />

riportate, per richiedere le credenziali<br />

d’accesso alla casella PEC.<br />

Qualora qualcuno non avesse ancora<br />

ricevuto l’invito all’attivazione<br />

della casella PEC da parte di VISU-<br />

RA S.p.a., ciò potrebbe essere causato<br />

da un problema tecnico ovvero<br />

TRONICA<br />

CERTIFICATA:<br />

A seguito del recente<br />

incontro di<br />

fine luglio svoltosi<br />

a Roma tra <strong>il</strong> <strong>Collegio</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> ed<br />

i responsab<strong>il</strong>i <strong>dei</strong><br />

Collegi Provinciali<br />

nonostante si siano<br />

fornite le indicazioni i i ut<strong>il</strong>i t<strong>il</strong>i alla ll al l mancato t aggiornamento i t d<strong>dei</strong> i ddati ti<br />

divulgazione della convenzione in di recapito. In tal caso (e dunque<br />

atto tra <strong>il</strong> CNPA e VISURA S.p.a. solo per coloro che non abbiano<br />

per la fornitura delle caselle PEC a ricevuto alcuna comunicazione da<br />

tutti gli iscritti, pervengono ancora VISURA S.p.a.) gli iscritti possono<br />

molte richieste – individuali – per inviare una ma<strong>il</strong> a “pasquale.vani@<br />

la attivazione delle stesse per cui si visura.it” indicando nel campo og-<br />

SALUTE: COLDIRETTI, NEI CAMPI<br />

- 8 % FITOFARMACI, + 66% PER BIOLOGICI<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

getto: “richiesta attivazione PEC –<br />

<strong>Collegio</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> e <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong><br />

<strong>Agrari</strong> Laureati di ……………”<br />

e specificando, nel testo della ma<strong>il</strong>, i<br />

propri dati anagrafici (NOME, CO-<br />

GNOME, CODICE FISCALE e<br />

NUMERO DI ISCRIZIONE) e un<br />

recapito telefonico.<br />

Considerato C<br />

che<br />

VISURA V S.p.a.<br />

innvierà<br />

le credenziali<br />

z d’accesso<br />

alla a PEC diret-<br />

taamente<br />

tramite<br />

ma<strong>il</strong>, m è obbligato-<br />

riio<br />

indicare almeno<br />

n un indirizzo<br />

ma<strong>il</strong> m “ordinario”<br />

sul<br />

quale ricevere<br />

taali<br />

credenziali.<br />

Al fine fi di razionalizzare i l<br />

<strong>il</strong> sistema<br />

ed adempiere alle incombenze i<br />

Colleghi che non intendessero usufruire<br />

della convenzione CNPA/VI-<br />

SURA S.p.a. dovranno comunicare<br />

comunque un indirizzo PEC entro e<br />

non oltre <strong>il</strong> 20/12/2010.<br />

dita come conferma<br />

l’ultimo rapporto<br />

ufficiale annuale del<br />

Ministero della Salute<br />

sul “Controllo<br />

ufficiale <strong>dei</strong> residui di<br />

prodotti fitosanitari<br />

negli alimenti di origine vegetale” secondo <strong>il</strong> quale - riferisce<br />

la Coldiretti - non è stato trovato alcun campione<br />

irregolare nel vino e nell’olio in vendita<br />

e solo una percentuale minima dello<br />

0,8 per cento nei cereali. La situazione –<br />

conclude la Coldiretti - è particolarmente<br />

confortante anche per la frutta e verdura<br />

con appena lo 0,8 per cento <strong>dei</strong> campioni<br />

trovati irregolari rispetto alla media del<br />

3,5 per cento a livello europeo.


NEWS<br />

Novembre gustoso sotto i colli di Brisighella<br />

La cittadina di Brisighella, splendido<br />

borgo medioevale sulle colline delle<br />

Terre di Faenza in provincia di Ravenna,<br />

si trova nel cuore della verde<br />

SAGRA S DELLA PERA VOL-<br />

PINA P E DEL FORMAGGIO<br />

STAGIONATO<br />

S<br />

È un originale mercato <strong>dei</strong> frutti<br />

autunnali a e <strong>dei</strong> prodotti tipici della<br />

collina, c dove la regina ed <strong>il</strong> re della<br />

giornata g saranno la pera volpina ed<br />

<strong>il</strong> l formaggio “stagionato”.<br />

Le L pere volpine, piccole, tonde e<br />

dure d erano un prodotto tipico del-<br />

la<br />

valle del Lamone. La sagra ha<br />

contribuito c nel corso degli anni alla<br />

riscoperta r delle proprietà di questo<br />

s frutto dimenticato, offrendo la<br />

possib<strong>il</strong>ità p di riassaporarlo. Le pere<br />

volpine v vengono consumate bollite,<br />

te cotte in acqua o vino, vino oppure al for forno. Ottimo è l’abbinamento con <strong>il</strong><br />

formaggio stagionato di Brisighella, un pecorino che viene invecchiato in<br />

grotte di gesso con procedimento di antica tradizione locale.<br />

SAGRA S DELL’ULIVO E<br />

DELL’OLIO D<br />

(51^ edizione)<br />

La L coltivazione dell’Ulivo, in terra<br />

brisighellese, b<br />

risale a tempi antichissimi:<br />

s già in epoca romana l’ulivo e i<br />

suoi s prodotti erano conosciuti e apprezzati.<br />

p Nell’ultima domenica del<br />

mese m di novembre si celebra <strong>il</strong> preziosissimo<br />

z olio extra vergine “Brisighello”<br />

g DOP, al quale è stato assegnato<br />

g l’ambito riconoscimento della<br />

Denominazione D<br />

di Origine Protetta<br />

nel n 1996. Al suo fianco anche la se-<br />

lezione varietale “Nob<strong>il</strong> Drupa”, Drupa” <strong>il</strong> “B “Brisighella” DOP, <strong>il</strong> tipico “Pieve di<br />

Tho”. Durante la festa l’olio può essere degustato e acquistato allo stand<br />

allestito dalla Coop. Agricola Brisighellese. A completare l’evento anche<br />

un mercato <strong>dei</strong> prodotti tipici locali. (www.terredifaenza.it)<br />

vallata del Lamone e del Parco Regionale<br />

della Vena <strong>dei</strong> Gessi Romagnola<br />

ed è “dominata” da 3 colli di<br />

gesso. Su ognuno di essi si trovano:<br />

l’imponente Rocca Veneziana, la<br />

Torre dell’Orologio e <strong>il</strong> Santuario<br />

della Madonna del Monticino. Ma<br />

Brisighella non è nota solo per le sue<br />

bellezze architettoniche e naturali.<br />

È conosciuta e apprezzata da tutti i<br />

buongustai d’Italia per le prelibatezze<br />

gastronomiche che la caratterizzano.<br />

Ad alcune di esse sono dedicati<br />

eventi ad hoc che compongono una<br />

rassegna dal titolo “4 sagre x 3 colli”:<br />

SAGRA DEL TARTUFO<br />

Il tartufo è uno <strong>dei</strong> prodotti più<br />

ricercati della collina faentina. I<br />

tartufai della zona sono ab<strong>il</strong>i nel<br />

ricercare questo prezioso prodotto<br />

del sottosuolo. Durante la<br />

sagra sono in vendita i caratteristici<br />

tuberi nella varietà del bianco<br />

autunnale e del tartufo nero.<br />

Nei ristoranti locali si potranno<br />

poi assaggiare ricette raffinate a<br />

base di questo prodotto.<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010 39


Acque<br />

Scarico di Reflui Oleari non trattati<br />

- Cass. Sez. III Pen. 15 Giugno 2010,<br />

N. 22758<br />

Ambiente<br />

Norme della Regione Friuli-Venezia<br />

Giulia -Tutela delle Acque dall’inquinamento<br />

- Autorizzazione degli scarichi<br />

in pubblica fognatura - Soggetto<br />

competente alla valutazione delle<br />

domande ed al r<strong>il</strong>ascio dell’autorizzazione,<br />

individuato in un soggetto<br />

privato quale <strong>il</strong> gestore del servizio<br />

idrico integrato - Previsione che <strong>il</strong><br />

r<strong>il</strong>ascio medesimo sia incondizionato<br />

ed automatico - contrasto con le<br />

norme statali di riferimento che ab<strong>il</strong>itano<br />

la provincia ovvero l’autorità<br />

d’ambito o comunque un soggetto<br />

pubblico e che impongono valutazioni<br />

concrete di carattere tecnico-ambientale<br />

- Lamentato snaturamento<br />

della funzione pubblica e dell’atto<br />

autorizzativo - Corte Costituzionale<br />

1° Luglio 2010, N. 234<br />

Norme della Regione Friuli-Venezia<br />

Giulia -tutela delle acque dall’inquinamento<br />

- Scarichi conferiti ad un<br />

depuratore - intestazione dell’autorizzazione<br />

al solo gestore dell’impianto<br />

di depurazione - Contrasto<br />

con le norme statali di riferimento<br />

che consentono allo stab<strong>il</strong>imento che<br />

conferisce lo scarico ad un depuratore<br />

di essere esonerato dalla necessità<br />

di munirsi dell’autorizzazione solo a<br />

condizione che le acque reflue vengano<br />

convogliate al terzo soggetto,<br />

titolare dello scarico finale, «Tramite<br />

Condotta<strong>»</strong> - Lamentato abbassamento<br />

del livello di tutela ambientale garantito<br />

in maniera uniforme su tutto<br />

<strong>il</strong> territorio nazionale dalla normativa<br />

dello Stato - Corte Costituzionale<br />

1° Luglio 2010, N. 234<br />

Aria - Emissioni da biogas proveniente<br />

da discarica - Cass. Sez. III Pen. 9<br />

Giugno 2010, N. 22012<br />

Allevamento suino - Reflui da allevamento<br />

- T.A.R. Umbria, Sez. I 1°<br />

Giugno 2010, N. 356<br />

40<br />

LEGISLAZIONE<br />

Ambiente - Inquinamento - Tutela<br />

della salute - T.A.R. Campania - Napoli,<br />

Sez. V 26 Maggio 2010, N. 9181<br />

Permesso di costruire - in zona<br />

agricola (e2) - impianto industriale<br />

diretto alla produzione ed alla<br />

commercializzazione di olii vegetali<br />

e nocciolino di sansa - <strong>il</strong>legittimità -<br />

ragioni - governance del territorio -<br />

tutela dell’ambiente - informazione<br />

ambientale. Cons. Stato, Sez. IV 16<br />

Febbraio 2010, N. 888<br />

Ricorso giurisdizionale - impianto<br />

di rigassificazione «offshore<strong>»</strong> - localizzazione<br />

- impugnativa degli atti -<br />

legittimazione attiva <strong>dei</strong> cittadini residenti<br />

in un comune limitrofo - non<br />

sussiste - ragioni. Cons. Stato, Sez. VI<br />

1° Febbraio 2010, N. 413<br />

Impianto Eolico - Autorizzazione<br />

- Conclusione del procedimento -<br />

termine di 180 giorni dall’istanza di<br />

parte - osservanza da parte della regione<br />

- necessità - termine superiore<br />

previsto da norme regionali per connesso<br />

procedimento via - ininfluenza.<br />

T.A.R. Puglia - Lecce, Sez. I 17 Dicembre<br />

2009, N. 3173<br />

Via - procedura - termini - carattere<br />

sollecitatorio - interesse del proponente.<br />

T.A.R. Em<strong>il</strong>ia-Romagna - Bologna,<br />

Sez. I 6 Ottobre 2009, N. 1755.<br />

Via - procedimento - regione Em<strong>il</strong>ia-<br />

Romagna - autorizzazioni e atti di<br />

assenso in materia ambientale e paesaggistica<br />

- concentrazione nel procedimento<br />

via - Art. 6, Legge Regionale<br />

N. 21/2004. T.A.R. Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

- Bologna, Sez. I 6 Ottobre 2009, N.<br />

1755, Con Nota di A.R. STOLFI<br />

Via - Conferenza di servizi - partecipazione<br />

- art. 14, legge n. 241/1990<br />

- definizione di «comuni interessati<strong>»</strong><br />

ex legge Regionale Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

N. 9/99. T.A.R. Em<strong>il</strong>ia-Romagna -<br />

Bologna, Sez. I 6 Ottobre 2009, N.<br />

1755.<br />

Animali<br />

Abbattimento maiali domestici inselvatichiti<br />

- T.A.R. Sic<strong>il</strong>ia – Palermo,<br />

Sez. I 18 Maggio 2010, N. 6896<br />

Perito <strong>Agrari</strong>o 5/2010<br />

Bellezze Naturali<br />

Vincolo paesaggistico - autorizzazione<br />

unica precedente - Tutela dell’affidamento<br />

- Cons. Stato, Sez. Vi 17<br />

Giugno 2010, N. 3851<br />

Contratti <strong>Agrari</strong><br />

Affitto - Allevamento - Contratto<br />

di Affitto di Azienda - Responsab<strong>il</strong>ità<br />

Del Proprietario Ex Art. 192,<br />

D.Lgs. 3 Apr<strong>il</strong>e 2006 N. 152 E S.M.I.<br />

- T.A.R. Umbria, Sez. I 1° Giugno<br />

2010, N. 349<br />

Sentenza irrevocab<strong>il</strong>e di condanna<br />

per reato paesaggistico - ordine di rimessione<br />

in pristino - accertamento<br />

di compatib<strong>il</strong>ità paesaggistica - incidenza<br />

di quest’ultimo sull’ordine di<br />

rimessione - condizioni. Cass. Sez. III<br />

Pen. 16 Marzo 2010, N. 10396 (M)<br />

Bellezze Paesaggistiche - nulla-osta<br />

paesaggistico - annullamento ministeriale<br />

- valutazione di merito -<br />

esclusione - carenza motivazionale o<br />

istruttoria - sindacab<strong>il</strong>ità. Cons. Stato,<br />

Sez. VI 14 Ottobre 2009, N. 6294<br />

(M)<br />

Regione Sardegna - bellezze paesaggistiche<br />

- piano paesaggistico - lottizzazione<br />

- misure di salvaguardia<br />

- adozione - legittimità. Cons. Stato,<br />

Sez. VI 10 Settembre 2009, N. 5459<br />

(M)<br />

Regione Sardegna - bellezze paesaggistiche<br />

- costruzioni ed<strong>il</strong>izie - autorizzazione<br />

paesaggistica - deroga alle<br />

misure di salvaguardia - presupposti<br />

concorrenti di realizzazione reticolo<br />

stradale e mutamento irreversib<strong>il</strong>e<br />

<strong>dei</strong> luoghi al 10 agosto 2004 - necessità<br />

- mancanza - diniego dell’autorizzazione<br />

- legittimità. Cons. Stato, Sez.<br />

VI 10 Settembre 2009, N. 5459 (M)<br />

Regione Sardegna - bellezze paesaggistiche<br />

- piano paesaggistico - lottizzazione<br />

- volumetria assentib<strong>il</strong>e<br />

in zone turistiche - l.r. 25 novembre<br />

2004, n. 8 - dimezzamento anche per<br />

lottizzazioni in corso - contrasto con<br />

artt. 3, 9, 41, 42, 97 e 118 cost. - manifesta<br />

infondatezza. Cons. Stato, Sez.<br />

VI 10 Settembre 2009, N. 5459 (M)


. Agrigento<br />

Via Alcide De Gasperi 127/D<br />

92019 Sciacca (AG) - Tel. 0925/905090<br />

Pres. Domenico Terlizzese<br />

. Alessandria<br />

Via Marengo 27<br />

. Ancona<br />

. Ascoli<br />

15121 Alessandria (AL) - Tel. 0131/52793<br />

Pres. Massim<strong>il</strong>iano Ricci<br />

Via del Consorzio 21<br />

60015 Falconara Mar.ma (AN) - Tel.<br />

071/9188973<br />

Pres. Carlo Zoppi<br />

Piceno<br />

Via delle Zeppelle 192<br />

63100 Ascoli Piceno (AP) - Tel. 0736/41829<br />

Pres. Pietro Ciabattoni . L’Aqu<strong>il</strong>a<br />

Via Colle Pretara 68<br />

67100 L’Aqu<strong>il</strong>a (AQ) - Tel. 0862/317931<br />

Pres. Elli Ciampa . Arezzo<br />

Piazza Guido Monaco 5<br />

52100 Arezzo (AR) - Tel. 0575/21307<br />

Pres. Giuliano Giuliarini . Asti<br />

Via Carducci 50/A<br />

14100 Asti (AT) - Tel.0141/353857<br />

Pres. Angelo Dezzani<br />

. Avellino<br />

. Bari<br />

Via L. Iannacchini 38<br />

83100 Avellino (AV) - Tel. 0825/26377<br />

Pres. Celestino Nardone<br />

. Bergamo<br />

Via Zelasco 1<br />

Via Annibale Di Francia 13<br />

70125 Bari (BA) - Tel. 080/5428141<br />

Pres. Antonio Memeo<br />

. Belluno<br />

24122 Bergamo (BG) - tel. 035/238727<br />

Pres. Francesco Possenti<br />

Viale Fantuzzi 17 c/o Coldiretti<br />

32100 Belluno (BI) - Tel. 0437/949640<br />

Pres. Manlio Nicola . Benevento<br />

Viale Melluso 80<br />

82100 Benevento (BN) - tel. 0824/317017<br />

Pres. Cristiano Fontanarosa<br />

. Bologna<br />

. Brindisi<br />

Viale F<strong>il</strong>opanti 4/c<br />

40126 Bologna (BO) - Tel. 051/252978<br />

Pres. Luca Natalini<br />

Via N. Sansone 16 - C.P. 321<br />

72017 Ostuni (BR) - Tel. 0831/305566<br />

Pres. Rocco Cucci . Brescia<br />

Via Marsala 17<br />

25100 Brescia (BS) - Tel. 030/296424<br />

Pres. Sergio Caprioli<br />

.Bolzano<br />

Via Del Monte 18<br />

39040 Ora (BZ) - Tel. 0471/811260<br />

Pres. Christian Vorhauser<br />

. Cagliari<br />

Via Mestre 8<br />

. Caltanissetta<br />

09124 Cagliari (CA) - Tel. 070/300304<br />

Pres. Marco Fanunza<br />

Via Monsignor Guttadauria 2 - C.P. 25<br />

93100 Caltanissetta (CL) - Tel. 0934/585810<br />

Pres. Michele Riggi . Campobasso<br />

Via D’amato 15<br />

86100 Campobasso (CB) - Tel. 0874/66248<br />

Pres. Giacomo Picone<br />

. Caserta<br />

. Catania<br />

Piazza Roma 79<br />

81016 Piedim. Matese (CE)<br />

Tel. 0823/913594<br />

Pres. Domenico Di Baia<br />

Via Grotte Bianche 150<br />

95129 Catania (CT) - Tel. 095/436393<br />

Pres. Francesco Intrisano<br />

. Catanzaro<br />

Via Italo Paparazzo 5/A<br />

88100 Catanzaro (CZ) - Tel. 0961/754488<br />

Pres. Domenico Russo<br />

. Chieti<br />

. Como<br />

Via Colle Comune 1 - c/o ITAS<br />

6620 Scerni (CH) - Tel. 0873/914513<br />

Pres. Nicola D’Ortona<br />

. Cosenza<br />

Via E. Capizzano 56<br />

Piazzale Carmelata 9<br />

22100 Como (CO) - Tel. 031/526019<br />

Pres. Salvatore Raso<br />

87100 Cosenza (CS) - Tel. 0984/392175<br />

Pres. Rocco Carricato . Cremona<br />

Via Palestro 66<br />

26100 Cremona (CR) - Tel. 0372/535411<br />

Pres. Amedeo Ardigò . Cuneo<br />

Via Alfieri 10<br />

. Enna<br />

12038 Savigliano (CN) - Tel. 0172/713087<br />

Pres. Giuseppe Serra<br />

Corso Umberto 109<br />

94019 Leonforte (EN) - Tel. 0935/956078<br />

Pres. Francesco Ferragosto . Ferrara<br />

Via Conca 85<br />

44123 Ferrara (FE) - Tel. 0532/204637<br />

Pres. M<strong>il</strong>va Sacchetti . Firenze<br />

Via Bezzecca 2<br />

50122 Firenze (FI) - Tel. 055/2340202<br />

Pres. Edoardo Boscherini . Foggia<br />

Via Piave 41<br />

71100 Foggia (FG) - tel. 0881/723401<br />

Pres. Antonio Dell’ Aqu<strong>il</strong>a . Forlì / Cesena<br />

Corso Repubblica 93<br />

47100 Forlì-Cesena (FC) - Tel. 0543/33137<br />

Pres. Gianluca Bagnara<br />

. Frosinone<br />

Via S. Nicola 1<br />

. Grosseto<br />

. Imperia<br />

03041 Alvito (FR) - tel. 0776/344231<br />

Pres. Domenico Cistrone<br />

Via Aurelia Nord 8<br />

58100 Grosseto (GR) - Tel. 0564/23107<br />

Pres. Giuseppina Pino<br />

Corso Garibaldi 13<br />

18100 Imperia (IM) - Tel. 0183/651525<br />

Pres. Elio Diversi . Latina<br />

Via M. Sic<strong>il</strong>iano<br />

04010 Borgo Piave (LT) - Tel. 0773/416017<br />

Pres. Maria Grazia Passarelli<br />

. Lecce<br />

Via Capitano Ritucci 41<br />

73100 Lecce (LE) - Tel. 0832/346996<br />

Pres. Massimo De Nitto . Livorno<br />

Via Mogadiscio 20/B<br />

57012 Castiglioncello (LI) - Tel. 0586/752403<br />

Pres. Paolo Giomi . Lucca<br />

Viale A. Diaz 28<br />

. Macerata<br />

. Mantova<br />

55100 Lucca (LU) - Tel. 0583/957027<br />

Pres. Stefano Belgrano<br />

C. Da Lornano 7/A<br />

62100 Macerata (MC) - Tel. 0733/235335<br />

Pres. Gianni Calamante<br />

Viale Risorgimento 27/B<br />

46100 Mantova (MN) - Tel. 0376/329701<br />

Pres. Isaia Rossi . Massa<br />

Via Fermi 19<br />

54100 Massa (MS) - Tel. 0585/45848<br />

Pres. Mirella Tongiani<br />

. Matera<br />

Piazza Matteotti 7<br />

75100 Matera (MT) - Tel. 0835/334901<br />

Pres. Emanuele Genchi<br />

. Messina<br />

Via Romagnosi 7<br />

98100 Messina (ME) - Tel. 0941/785382<br />

Pres. Salvatore Tripoli<br />

INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI<br />

. M<strong>il</strong>ano<br />

. Modena<br />

Via Ripamonti 35<br />

20122 M<strong>il</strong>ano (MI) - Tel. 02/58305333<br />

Pres. Alessandro Gnocchi<br />

. Napoli<br />

Via Argine 1085<br />

Via Elia Rainusso 144 - 4° piano<br />

41124 Modena (MO) - Tel. 059/828846<br />

Pres. Claudio Losi<br />

. Novara<br />

80147 Napoli (NA) - Tel.081/5770190<br />

Pres. Biagio Scognamiglio<br />

Corso Risorgimento 405<br />

28070 Novara Vignale - (NO) Tel.0321/56178<br />

Pres. Fabrizio Gaboardi . Nuoro<br />

Via Lamarmora 2<br />

08100 Nuoro (NU) - Tel. 0784/232547<br />

Pres. Peppino Piquereddu . Padova<br />

Via Tito Livio 5<br />

. Palermo<br />

35123 Padova (PD) - Tel.049/661808<br />

Pres. Mariano Schiavon<br />

Via Pindemonte 17<br />

90014 Casteldaccia (PA) - Tel. 091/942562<br />

Pres. Bartolomeo Amato . Parma<br />

Via Ponchiello 2<br />

43011 Busseto (PR) - Tel. 0524/97012<br />

Pres. Giorgio Faroldi<br />

. Pavia<br />

. Piacenza<br />

. Perugia<br />

. Pesaro<br />

Piazza S. Bovo 37<br />

27058 Voghera (PV) - tel. 0383/369776<br />

Pres. Gloria Gariboldi<br />

Via San Giovanni 20<br />

29100 Piacenza (PC) - Tel. 0523/338910<br />

Pres. Sergio Lombardelli<br />

Borgo XX Giugno 74<br />

06121 Perugia (PG) - Tel. 075/35675<br />

Pres. Massimo Moncelli<br />

. Pescara<br />

Via del Circuito 71<br />

Via Domenico Mazza 9<br />

61100 Pesaro (PS) - Tel. 0721/30154<br />

Pres. Stefano Bartolucci<br />

65134 Pescara (PE) - Tel. 085/294117<br />

Pres. Pasqualino Lupone . Pisa<br />

Via De Chirico 11<br />

. Pistoia<br />

. Potenza<br />

56037 Peccioli (PI) - Tel. 0564/411877<br />

Pres. Giulia Parri<br />

Via Fiorentina 21 - C.P. 73<br />

51017 Pescia (PT) - Tel. 0572/478321<br />

Pres. Leonardo Guido<br />

Via Cardinale De Luca 56<br />

85024 Lavello (PZ) - Tel. 0972/81389<br />

Pres. Mauro Finiguerra . Ragusa<br />

Via Archimede 183<br />

97100 Ragusa (RG) - Tel. 0932/624649<br />

Pres. Corrado Balloni<br />

. Ravenna<br />

. Reggio<br />

Via Dante 1<br />

. Reggio<br />

. Rieti<br />

Via Antica Zecca 6<br />

48100 Ravenna (RA) - Tel. 0544/38086<br />

Pres. Alessandro Genovesi<br />

Calabria<br />

89015 Palmi (RC) - Tel. 0966/23552<br />

Pres. Beniamino Denisi<br />

Em<strong>il</strong>ia<br />

Via Martiri di Cervarolo74/10<br />

42122 Reggio Em<strong>il</strong>ia (RE) - Tel. 0522/554231<br />

Pres. Corrado Fantuzzi<br />

Viale Em<strong>il</strong>io Maraini 85<br />

02100 Rieti (RI) - Tel. 0746/203083<br />

Pres. Angelo Caffarelli<br />

. Rimini<br />

Via Secchiano 1<br />

47900 Rimini (RN) - Tel. 0541/775357<br />

Pres. Pier Leonardo Zangheri . Roma<br />

Via Cerveteri 18 int. 6<br />

00183 Roma (RM) - Tel. 06/70454739<br />

Pres. Leonardo Perronace . Rovigo<br />

Via S<strong>il</strong>vestri 41<br />

45100 Rovigo (RO) - Tel. 0425/699154<br />

Pres. Gianfranco Rezzadore . Salerno<br />

Via Luigi Guercio 197<br />

84134 Salerno (SA) - Tel. 089/251488<br />

Pres. Antonio Landi . Sassari<br />

Via Mazzini 6<br />

07100 Sassari (SS) - Tel. 079/236750<br />

Pres. Giannetto Arru Bartoli<br />

. Savona<br />

. Siena<br />

. Siracusa<br />

Via Gin Noberasco 14<br />

17031 Savona Albenga (SV)<br />

Tel. 0182/540940<br />

Pres. Antonio Michelucci<br />

Strada Massetana Romana 54<br />

53100 Siena (SI) - Tel. 0577/271834<br />

Pres. Raffaello Biagiotti<br />

Vicolo a Viale Tica 19<br />

96100 Siracusa (SR) - Tel. 0931/441037<br />

Pres. Francesco Altamore . Sondrio<br />

Via A. Moro 26/A<br />

23100 Sondrio (SO) - Tel. 0342/511229<br />

Pres. Rosario Alessi<br />

. Taranto<br />

. Teramo<br />

Via C. Battisti 5<br />

Via Pisanelli 44 - C.P. 185<br />

74100 Taranto (TA) - Tel. 099/4527447<br />

Pres. Pasquale Mariano Carmignano<br />

. Torino<br />

64100 Teramo (TE) - Tel. 0861/282124<br />

Pres. Giovanni De Luca<br />

. Trapani<br />

Via Vaccari 16<br />

Via Massena 13 bis<br />

10137 Torino (TO) - Tel. 011/547505<br />

Pres. Roberto Frova<br />

. Trento<br />

91025 Marsala (TP) - Tel. 0923/713008<br />

Pres. Giovanni Giacalone<br />

Via Giusti 40 c/o Impresa Verde T.A.A. S.r.l.<br />

38100 Trento (TN) - Tel. 0461/915575<br />

Pres. Guido Sicher . Treviso<br />

Via Veneto 40<br />

31015 Conegliano (TV) - Tel. 0438/410302<br />

Pres. Gino Dall’Armellina<br />

. Udine<br />

. Venezia<br />

. Vercelli<br />

Via Corte Savorgnan 6<br />

33100 udine (UD) - Tel. 0432/512527<br />

Pres. Enore Venir<br />

Via Miranese 426<br />

30174 Venezia (VE)<br />

Tel. 041/923429 - Fax. 041/5150200<br />

Pres. Nicola Gastaldi Cibola<br />

Piazza della Vittoria 3 - c/o ITAS<br />

13100 Vercelli (VC) - Tel. 0161/217310<br />

Pres. Stefano Bondesan . Verona<br />

Via Berni 9<br />

37122 Verona (VR) - Tel. 045/590559<br />

Pres. Elia Sandrini . Vicenza<br />

Contrà S. Marco 9<br />

36100 Vicenza (VI) - Tel. 0444/547443<br />

Pres. S<strong>il</strong>vano Faltracco . Viterbo<br />

Via Paradiso 3<br />

01100 Viterbo (VT) - Tel. 0761/226934<br />

Pres. Mario Morano<br />

Consiglio <strong>Nazionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Periti</strong> <strong>Agrari</strong> - Via Principe Amedeo, 23 - 00185 Roma - Tel. 06/4819801 Fax. 06/4882150 e-ma<strong>il</strong>: info@peritiagrari.it


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