ustione è - Massimo Franzin
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Università degli Studi di Padova<br />
Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />
Corso di Laurea in Infermieristiche<br />
Dott.ssa Corso Marilisa<br />
Corso di Infermieristica Clinica in Area Critica
Ustioni: definizione<br />
Il paziente ustionato <strong>è</strong> un soggetto che<br />
ha una distruzione della cute, variabile a<br />
seconda del grado di lesione<br />
La cute <strong>è</strong> coinvolta sia nella regolazione<br />
termica, sia nella regolazione dell’equilibrio<br />
idroeletrolitico, come nella difesa<br />
dell’organismo contro l’invasione batterica
Ustioni: definizione<br />
Definizione:<br />
L'<strong>ustione</strong> <strong>è</strong> una lesione dei tessuti causata da fonti<br />
di energia termica (ma sono da considerarsi anche<br />
sostanze chimiche, elettricità o radiazioni)<br />
La temperatura limite tollerata senza effetti<br />
ustionanti dalla superficie cutanea <strong>è</strong> al di sotto di<br />
45°(start point).<br />
La tolleranza termica fra la temperatura corporea e<br />
lo start point <strong>è</strong> solamente di 7°C.
Ustioni<br />
Per lo più in ambiente domestico,<br />
Occasionalmente sul lavoro, incidenti<br />
stradali, tentativi di suicidio<br />
Da contatto (>50°) o da passaggio di<br />
corrente elettrica
Ustioni<br />
La gravità delle lesioni da agenti termici<br />
Temperatura della fonte di calore<br />
Durata dell’esposizione<br />
Condizioni di umidità e vescolarizzazione di cute<br />
La gravità delle lesioni da agenti chimici<br />
Tipo e concentrazione della sostanza<br />
Durata del contratto<br />
La gravità delle lesioni da corrente elettrica<br />
Tipo, l’intensità e tensione, modalità del contatto,<br />
inpedenza cutanea, tragitto della scarica
Valutazione delle ustioni<br />
Profondità e percentuale
Valutazione delle ustioni<br />
Profondità e percentuale<br />
1°grado = eritema<br />
2°grado = flittene<br />
3°grado = escara<br />
http://www.vittimologia.it/rivista/articolo_cop<br />
ertino_2008-01.pdf<br />
www.burnsurgery.org
Valutazione delle ustioni<br />
Profondità e percentuale<br />
Molto importante anche fare attenzione ad<br />
ulteriori fattori, che rendono più grave la<br />
situazione e il paziente più instabile<br />
Edema polmonare<br />
Edema laringeo<br />
Ipossia<br />
Intossicazione da CO<br />
Shock
Valutazione delle ustioni<br />
Profondità e percentuale<br />
Estensione: regola del 9 Wallace<br />
Per i bambini, tabelle più complesse (minori per le gambe<br />
14+14% e 18% la testa<br />
La natura della gente eziologico (chimico, termico,<br />
elettrico, da radiazione)<br />
La profondità <strong>è</strong> l’estensione della superficie<br />
ustionata<br />
L’interessamento delle vie aeree<br />
L’inalazione di fumi o vapori, se esplosioni<br />
Se la va scolarizzazione degli arti <strong>è</strong> compromessa
Ustioni<br />
Trattamento preospedaliero<br />
Valutare lo scenario limite le assicuro la<br />
vittima: attenzione ad agenti elettrici e<br />
intossicazione da CO<br />
Raffreddare le zone ustionati e irrigandole<br />
con abbondante acqua o fisiologica freddo
Ustioni<br />
Soccorso avanzato<br />
Supporta le funzioni vitali, somministrazione<br />
di ossigeno e di eventuali intubazione<br />
tracheale di ventilazione meccanica:<br />
pressione positiva continua<br />
Controllo dell’ipovolemia (può essere difficile<br />
reperire un accesso venoso)
Ustioni<br />
Trattamento ospedaliero<br />
Controllo delle vie aeree<br />
EGA<br />
CVC e arteria (molte volte per misurare PA)<br />
Cateterismo per bilancio idrico, e valutazione<br />
elettroliti<br />
Attenzione agli occhi<br />
Trattamento antalgico<br />
Profilassi antitetanica
Ustioni<br />
Trattamento ospedaliero<br />
Importante ricordare il riscaldamento dei<br />
liquidi prima dell’infusione<br />
Valutare elettroliti e albumina<br />
Prevenzione delle infezioni (antibiotico)<br />
Apporto nutrizionale (iper-nutrizione)<br />
Trattamento chirurgico<br />
Supporto psicologico e fisioterapico
Ustioni<br />
Trattamento ospedaliero<br />
Fattori di rischio per la sopravvivenza del paziente:<br />
Ustioni >40%<br />
Età> 60 anni<br />
Presenza di lesioni da inalazione<br />
Mortalità<br />
0,3% in assenza di fattori<br />
3% in presenza di 1<br />
33% in presenza di 2<br />
87% con 3
Ustioni<br />
Trattamento ospedaliero<br />
Le formule più frequentemente utilizzate per il reintegro di<br />
liquidi sono quella di Evans (anche Parkland)<br />
1°giorno=<br />
Ringer-lattato: 1ml/kg x % di superficie ustionata<br />
Ringer-lattato: 1ml/kg x % di superficie ustionata<br />
Plasma: 1ml/kg x % di superficie ustionata<br />
Destrosio al 5% 2000 ml/m2 di superficie corporea<br />
Anche se la superficie ustionata é maggiore del 50%,<br />
assumere 50% come parametro massimo<br />
2°giorno = 50% del fabbisogno del primo giorno<br />
3°giorno = 25ml+%di superficie ustionata] X [superficie<br />
corporea in m2 ] per ora) e la perdita di albumina dalle ferite
Shock elettrico<br />
Si ripartiscono in modo uguale tra infortuni<br />
domestici che sul lavoro<br />
Fattori determinanti<br />
Intensità dell’energia<br />
Resistenza passaggio della corrente<br />
Tipo di corrente (continua o alternata)<br />
Durata del contatto con la sorgente<br />
Percorso attraversato dalla corrente
Shock elettrico<br />
La corrente alternata molto più pericolosa della<br />
corrente continua a parità di tensione<br />
Non ci si riesce a staccare<br />
Miocardio in periodo vulnerabile<br />
Importante valutare la resistenza cutanea=<br />
presenza di umidità<br />
Passaggio mano-mano molto più pericoloso<br />
(FV)
Shock elettrico<br />
Ustioni d’arco elettrico a mano e volto<br />
Ustioni all’interno dell’organismo<br />
Stimolazione o inibizione dell’attività elettrica<br />
Stimolazione o inibizione dell’attività elettrica<br />
cellulare attraverso la gabbia toracica e<br />
l’encefalo
Shock elettrico<br />
soccorso di base<br />
Grosse difficoltà dovute alla posizione<br />
Essenziale l’interruzione del flusso di<br />
corrente in qualsiasi modo<br />
Rimuovere eventuali indumenti che bruciano<br />
Da segnalare che spasmi arteriosi e<br />
trombosi, possono rendere difficili il<br />
reperimento dei polsi periferici<br />
Ricordare comunque l’immobilizzazione della<br />
colonna
Shock elettrico<br />
soccorso avanzato<br />
La rianimazione deve essere aggressiva<br />
Importante il reperire un accesso venoso, per<br />
correggere rapidamente ipovolemia e<br />
preservare la funzione renale dalla<br />
rabdiomiolisi<br />
Aspettarsi complicanze quali: agitazione<br />
psicomotoria, convulsioni, lesioni craniche e<br />
midollari, toraciche o addominali da caduta
Shock elettrico<br />
folgorazione<br />
Il fulmine <strong>è</strong> la forma dell’intensità naturale più<br />
pericolosa: vittime alpinisti e lavoratori edili<br />
Depolarizza il miocardio= asistolia<br />
Arresto respiratorio da spasmo dei muscoli<br />
toracici e soppressione dei centri respiratori
Shock elettrico<br />
folgorazione<br />
Importantissimo TRIAGE INVERSO<br />
Massima priorità per i pazienti in arresto<br />
cardiaco o respiratorio<br />
La rianimazione dei folgorati può avere<br />
percentuali di successo molto più elevate<br />
rispetto a quello ottenute nelle vittime di<br />
arresto cardiorespiratorio da altra eziologia
Colpo di calore<br />
Gli effetti di un sovraccarico termico dell’organismo<br />
dipendono dal rapporto tra calore e d’umidità, oltre<br />
che dalla temperatura ambiente<br />
Fattori predisponenti<br />
Età<br />
Obesità<br />
Etilismo cronico<br />
Debilitazione<br />
Assunzione di farmaci o sostanze (antistaminici,<br />
anticolinergici, psicoattivi, alcool e cocaina)
Due tipi:<br />
Colpo di calore<br />
Colpo di calore classico: sovraccarico termico<br />
con temperatura >35°e umidità >80%, tipico<br />
di anziani e bambini<br />
Colpo di calore d’esercizio: intenso sforzo<br />
muscolare, noto anche come ipertermia<br />
maligna da esercizio
Colpo di calore<br />
Intossicazione da calore se sono ostacolati i<br />
meccanismi di dispersione termica<br />
(sudorazione)<br />
Attenzione all’instaurarsi di shock ipovolemico<br />
per riduzione delle resistenze vascolari<br />
periferiche e furto della circolazione<br />
splancnica<br />
Quadro di rabdiomiolisi (simile ad ipertermia<br />
maligna intraoperatoria)
Colpo di calore<br />
Sintomi prodromici: crampi muscolari ed<br />
alterazioni del comportamento<br />
Segni neurologici<br />
Segni cardiovascolari<br />
Segni cutanei<br />
Ipertermia con temperatura centrale > 40°<br />
Associati a: nausea, vomito e diarrea, ittero,<br />
insufficienza renale
Colpo di calore<br />
trattamento<br />
Oltre ai trattamenti di emergenza, denudare il<br />
paziente e avvolgerlo in un lenzuolo<br />
mantenuto umido: utilizzo di acqua tiepida<br />
Si compaiono brividi (producono calore)<br />
rallentare il raffreddamento<br />
Da considerare anche lavaggio gastrico con<br />
liquidi ghiacciati, dialisi peritoneale,<br />
esposizione a correnti d’aria<br />
Farmaci quali paracetamolo e clorpromazina
Colpo di calore<br />
Dantrolene unico farmaco con efficacia nota<br />
per l’ipertermia maligna<br />
Indici prognostici sfavorevoli<br />
Coma con creazione di decerebrazione<br />
Temperatura centrale > 42 °C<br />
Shock con anuria persistente oltre 4 h<br />
Comparsa precoce di CID<br />
Comparsa tardiva di ittero
Colpo di calore<br />
Le sequele sono soprattutto di tipo neurologico<br />
(deficit intellettivo, disturbi motori, sindrome<br />
cerebellare) correlate soprattutto con una<br />
durata prolungata dell’ipertermia<br />
Mortalità tra il 30 il 50% dei casi: dipende dalla<br />
precocità del trattamento
Ipotermia accidentale<br />
temperatura < 34°<br />
Nei traumatizzati rappresenta i 12% delle<br />
vittime di un trauma grave e i 40% di coloro<br />
che subiscono interventi maggiori<br />
Normali meccanismi di difesa dal freddo<br />
Vasocostrizione<br />
Brivido<br />
Categorie a rischio: anziani, intossicati da<br />
alcol, droghe, farmaci sedativi, stati di coma
Ipotermia accidentale<br />
temperatura < 34°<br />
Fattori che contribuiscono a causare e<br />
aggravare l’ipotermia<br />
Severità del trauma<br />
Immobilità<br />
Vento freddo<br />
Contatto con superfici fredde<br />
Infusione di liquidi non riscaldati (1 l<br />
diminuisce la temperatura di 0,5 °C)
Sintomi:<br />
Ipotermia accidentale<br />
temperatura < 34°<br />
Letargia, movimenti ritardati<br />
Confusione mentale, irritabilità<br />
Allucinazioni<br />
Rallentamento o arresto del respiro<br />
Bradicardia, proporzionale all’ipotermia (che<br />
permette di preservare il cervello da danni) e<br />
all’ipovolemia
Ipotermia accidentale<br />
temperatura < 34°<br />
Classificazione:<br />
Lieve (36-34°C) confusione mentale, vaso<br />
costrizione periferica, brivido e aumento della<br />
diuresi<br />
Moderata (34-30°C) diminuzione dello stato di<br />
vigilanza, della ventilazione, aumento del tono<br />
muscolare, tendenza a midriasi, bradicardiaca<br />
Severa (< 30 °C) coma, apnea, flaccidità muscolare<br />
e tendenza alla fibrillazione ventricolare spontanea<br />
(28 °C) e poi all’asistolia (21 °C)
Ipotermia accidentale<br />
trattamento preospedaliero<br />
Impedire un’ulteriore perdita di calore,<br />
rimuovere eventuali abiti bagnati, isolare il<br />
paziente con coperte termiche,<br />
somministrare liquidi ev caldi<br />
Algoritmo articoli allegati
Ipotermia accidentale<br />
trattamento ospedaliero<br />
Meglio termometri con sonda timpanica, o<br />
esofagea o rettale (temperatura interna)<br />
Infondere liquidi a 42 °C (2-3 L)<br />
Umidificazione e riscaldamento dell’ossigeno<br />
Eventuale dialisi peritoneale o circolazione<br />
extracorporea con by-pass cardiopolmonare
Annegamento<br />
Argomento molto complesso: non differenza tra<br />
acqua dolce e acqua salata, se non nel<br />
meccanismo di soffocamento<br />
Incapacità di mantenere il capo fuori dall’acqua<br />
Incapacità di reagire allo stimolo derivante dal<br />
contatto dell’acqua con le vie aeree superiori<br />
L’esaurimento delle forze<br />
Sincope<br />
Durante nuoto in apnea<br />
Incidenti durante l’immersione subacquea e traumi
Annegamento<br />
La fase iniziale dell’annegamento inizia quando una<br />
persona lotta per mantenersi a galla<br />
Quando il pz. inizia ad affondare inizia ad inghiottire<br />
ed inalare acqua<br />
Quando l’ H 2O attraversa l’epiglottide genera uno<br />
spasmo riflesso della laringe, questo laringospasmo<br />
occlude le vie aeree, e permette che solo una<br />
piccola parte di H 2O entri nelle vie aeree inf. e<br />
conseguentemente nei polmoni<br />
La perdita di coscienza del soggetto si verifica in<br />
seguito ad ipossia
Annegamento<br />
Il 10 % circa delle persone annegate<br />
muoiono per asfissia<br />
Negli altri casi la vittima compie gli ultimi atti<br />
respiratori ed inalala H2O all’interno dei<br />
polmoni mentre il laringospasmo diminuisce<br />
contemporaneamente alla perdita di<br />
coscienza<br />
L’annegamento può avvenire o in H 2O dolce<br />
o in H 2O salata:
Annegamento<br />
Nel pz annegato in H2O dolce, l’ H2O inalata<br />
neutralizza la sostanza surfattante presente a livello<br />
degli alveoli polmonari producendo un collasso<br />
degli alveoli stessi, rendendo quindi impossibile lo<br />
scambio d’aria. Successivamente insorge la<br />
fibrillazione ventricolare o qualche altra forma di<br />
aritmia cardiaca letale<br />
Nel pz annegato in H 2O salata, l’ H 2O presente<br />
all’interno del polmone provoca una diffusone di<br />
liquidi nell’alveolo, causando edema polmonare<br />
massivo, con lo spostamento di liquidi all’interno dei<br />
polmoni <strong>è</strong> possibile che il volume ematico si riduca.<br />
La morte del pz <strong>è</strong> dovuta ad ipossia conseguente<br />
all’edema polmonare
Annegamento: effettuare sempre il<br />
soccorso in sicurezza<br />
Come prima cosa se il pz <strong>è</strong> cosciente, se vicino al<br />
bordo, potete porgli un oggetto su cui aggrapparsi<br />
per poi trascinarlo a riva assicurandovi di non<br />
cadere in H H2O 2O<br />
Se la persona <strong>è</strong> cosciente e troppo lontana per<br />
raggiungerla gettare vicino a lei qualsiasi cosa che<br />
possa galleggiare e dove si possa aggrappare, e<br />
poi se si ha a disposizione una corda cercare di<br />
trainarlo a riva<br />
Se il pz <strong>è</strong> molto lontano potete raggiungerlo con<br />
una barca se a disposizione
Annegamento<br />
ENTRARE IN ACQUA QUANDO TUTTI I<br />
TENTATIVI PRECEDENTI NON SONO<br />
ANDATI A BUON FINE!!, PER ENTRARE IN<br />
H H2O O E TENTARE DI SALVARE UN PZ CHE<br />
STA ANNEGANDO DOVETE ESSERE<br />
NUOTATORI ESPERTI E AVER SEGUITO<br />
UN CORSO ADEGUATO. MOLTE VOLTE I<br />
SOCCORRITORI ANCHE SE ESPERTI<br />
POSSONO DIVENTARE PURE LORO<br />
STESSI DELLE VITTIME!!
Annegamento:<br />
manovre rianimatorie in acqua<br />
Le compressioni toraciche sono efficaci soltanto<br />
quando il pz. <strong>è</strong> fuori dall’H 2O<br />
Le ventilazioni possono essere iniziate quando il<br />
pz. <strong>è</strong> ancora in H H2O, 2O, e in posizione semi supina,<br />
andranno continuate fino a quando il pz viene<br />
immobilizzato ed estratto dall’ H 2O<br />
Quando il pz. <strong>è</strong> fuori dall’ H 2O, si possono iniziare le<br />
normali manovre di rianimazione<br />
Ricordate che i pz con principio di annegamento in<br />
H 2O fredda sono stati rianimati anche dopo 30 min<br />
dall’interruzine della respirazione senza riportare<br />
danni a livello cerebrale
Annegamento:<br />
possibili lesioni della colonna<br />
Molte volte gli incidenti che accadono in H 2O sono<br />
associati a possibili traumi della colonna vertebrele<br />
Se si trova un pz. incosciente in H2O, si deve partire<br />
dal presupposto che il pz. abbia lesioni al collo ed<br />
alla colonna vertebrale<br />
Un soggetto in arresto cardiocircolatorio richiede una<br />
rianimazione precoce prima di essere immobilizzato<br />
Non aggravate mai la situazione in cui si trova il pz.<br />
Se siete nuotatori esperti assicurate il pz ad una<br />
tavola spinale prima di portarlo a riva
Annegamento: incidenti subacquei<br />
Raramente si verificano in pz esperti di immersioni<br />
Possono comprendere tutti i tipi di lesioni corporee e<br />
comportare il rischio di annegamento<br />
In molti casi l’incidente viene causato da problemi di<br />
natura medica<br />
Questo tipo di incidenti possono provocare<br />
principalmente:<br />
Embolia gassosa<br />
Malattia da decompressione (malattia dei cassoni)
Annegamento: embolia gassosa<br />
Causata dal gas che fuoriesce da una lesione<br />
polmonare ed entra nel circolo ematico<br />
Si verifica nei sommozzatori che tentano di<br />
trattenere il fiato sott’acqua, o nel tentativo di<br />
conservare l’aria durante l’immersione, per<br />
inesperienza oppure per una situazione d’urgenza<br />
Un pz con embolia gassosa presenta segni e<br />
sintomi che richiamano un accidente<br />
cerebrovascolare come:<br />
Visione confusa, dolori toracici, intorpedimento alle<br />
estremità, debolezza generalizzata, convulsioni, sangue<br />
schiumoso dalla bocca, passaggio rapido allo stato di<br />
incoscienza, rumori toracici che indicano la presenza di<br />
aria nella cavità toracica, Arr. respiratorio, Arr. cardiaco
Annegamento:<br />
malattia da decompressione<br />
Viene riscontrata generalmente quando un<br />
sommozzatore risale troppo velocemente da<br />
un’immersione profonda e prolungata.<br />
Risalendo velocemente l’azoto rimane intrappolato<br />
Risalendo velocemente l’azoto rimane intrappolato<br />
all’interno dei tessuti e penetra a livello del circolo<br />
ematico<br />
L’insorgenza di questa malattia avviene tra 1 e 48<br />
ore dopo essere risaliti dall’immersione, per il 90%<br />
dei casi si verifica dopo 3 ore dall’immersione<br />
Il rischio di questa malattia aumenta<br />
considerevolmente se i sommozzatori viaggiano in<br />
aereo entro le 12 ore successive all’immersione
Annegamento:<br />
Per identificare precocemente questa malattia <strong>è</strong><br />
necessario raccogliere più informazioni possibili dal<br />
pz. e dalle persone immerse con lui<br />
Manifestazione della malattia dei cassoni:<br />
Cambiamenti della personalità, dolori profondi ai muscoli e<br />
Cambiamenti della personalità, dolori profondi ai muscoli e<br />
alle articolazioni, spossatezza, insensibilità o paralisi,<br />
dispnea, tosse dolori toracici, difficoltà respiratorie, collasso<br />
con conseguente perdita di coscienza, eruzioni cutanee.<br />
Un pz con questi problemi va ospedalizzato<br />
velocemente in una struttura con camera iperbarica, si<br />
deve somm.re O2 ad alte concentrazioni e trasportarlo<br />
in posiz. sul laterale sx, con il capo in basso e tutto il<br />
corpo inclinato di circa 15 gradi
http://www.guideline.gov/browse/guideline_in<br />
dex.aspx