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Corriere Medico - Dat, nessun vincolo per i medici - AAROI

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12/03/11 Rassegna di settore<br />

RASSEGNA STAMPA<br />

12/03/11<br />

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12/03/11 Rassegna di settore<br />

<strong>Corriere</strong> Veneto<br />

Morta dopo l'intervento, l'accusa chiede 15 mesi <strong>per</strong> due <strong>medici</strong><br />

Una lunga requisitoria, <strong>per</strong> ricostruire i passaggi dell'intera vicenda e poi chiedere la condanna degli imputati.<br />

Sei mesi con la condizionale <strong>per</strong> l'allora specializzando anestesista Giampiero Gallo, e nove mesi (sempre<br />

pena sospesa) <strong>per</strong> il cardiologo Giulio Rizzoli, imputati di concorso in omicidio colposo <strong>per</strong> la morte di<br />

Tatiana Vitacchio Abrahamsohn, spirata a 71 anni il 30 luglio 2008 nel reparto di Terapia Intensiva<br />

dell'ospedale di Padova <strong>per</strong> una intempestiva estubazione e la successiva reintubazione con<br />

posizionamento del tubo in esofago» , scrive il pubblico ministero. Ieri in aula è stata la volta dell'accusa,<br />

sostenuta dal pm Roberto D'Angelo, che di fronte al giudice Claudio Marassi ha chiesto la condanna dei due<br />

camici bianchi. Secondo il magistrato, se è vero che la paziente si poteva estubare non si erano considerati<br />

in maniera piena i rischi legati alla manovra, soprattutto in presenza di un edema interno che avrebbe reso<br />

difficoltosa un'eventuale reintubazione. Qui, sostiene il pubblico ministero, sta l'errore dei due: nel non aver<br />

preso in considerazione i rischi a cui si andava incontro con una manovra del genere. «Così come sì è<br />

dimostrata errata -ha detto in aula D'Angelo -la scelta terapeutica di intervento successiva all'estubazione.<br />

Bastava lasciare la mascherina dell'ossigeno e invece si è optato <strong>per</strong> un massaggio cardiaco e una nuova<br />

intubazione. Ma piuttosto che riposizionare il tubo in trachea, lo si è infilato nell'esofago. A quel punto si<br />

sarebbe resa necessaria -ha continuato la pubblica accusa -una cricotiroidotomia che, ha sostenuto il <strong>per</strong>ito,<br />

si pratica in meno di quaranta secondi» . La cricotiroidotomia è una pratica medica meno diffusa e più<br />

d'emergenza della tracheotomia, e che consiste nel bucare con un'incisione verticale, lo spazio<br />

immediatamente sotto il pomo d'Adamo e quello al di sopra della cartilagine cricoidea, <strong>per</strong> aprire una via<br />

respiratoria. La parola poi è passata alla difesa di Giulio Rizzoli, affidata alla penalista Anna Desiderio, che<br />

ha sostenuto come non si potesse vedere l'edema, posizionato all'interno, e come sia stato fatto tutto <strong>per</strong><br />

salvare la paziente. Prossimo appuntamento in aula tra dieci giorni, il 22 marzo, quando parlerà l'avvocato<br />

Lorenzo Locatelli, difensore di Gallo. Poi la Camera di Consiglio e con ogni probabilità la sentenza. Nicola<br />

Munaro<br />

Il Tempo<br />

Un'altra donna accusa l'uomo di abusi sessuali in ospedale sotto anestesia<br />

VITERBO - Sembra aggravarsi la posizione di Giovanni Piergentili, il capo sala degli ambulatori all'Andosilla,<br />

arrestato l'8 marzo scorso con l'accusa di aver abusato di una paziente sotto anestesia. Una presunta<br />

seconda vittima si è recata in Questura <strong>per</strong> sporgere denuncia contro l'infermiere. Dal racconto della donna<br />

la violenza sarebbe avvenuta con le identiche modalità della prima. Era ricoverata nel day hospital dove era<br />

stata sottoposta ad un'endoscopia ed era in attesa di smaltire l'anestetico che le era stato somministrato.<br />

Mentre era sola, sarebbe entrato Piergentili e avrebbe abusato di lei. Diversamente dalla donna di 38 anni<br />

non avrebbe avuto il coraggio di denunciare immediatamente il fatto alle forze dell'ordine anche se ne<br />

avrebbe parlato con un medico, il quale avrebbe bollato il fatto come una fantasia dovute all'effetto dei<br />

sedativi. L'arresto del caposala e l'appello lanciato dal capo della Squadra Mobile di Viterbo, Fabio<br />

Zampaglione, alle eventuali altre vittime di abusi a uscire allo sco<strong>per</strong>to e presentare denuncia, hanno spinto<br />

la donna a presentare un esposto. Nel frattempo, ieri mattina, Piergentili, 57enne, sposato con due figli, è<br />

stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia davanti al gip Salvatore Fanti. «Ha negato ogni accusa come<br />

era ovvio che facesse <strong>per</strong>ché non ha commesso nulla», afferma l'avvocato Roberto Zannotti, suo legale di<br />

fiducia, in merito all'interrogatorio avvenuto in carcere. Il legale non ha avanzato richiesta di scarcerazione al<br />

gip, ma la sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari. Il gip Salvatore Fanti si è<br />

riservato in merito e si pronuncerà nei prossimi giorni. Piergentili, è stato arrestato la mattina dell'8 marzo<br />

intorno le cinque di mattina dagli agenti della squadra mobile di Viterbo, coordinati dal Fabio Zampaglione,<br />

dopo un mese di attività investigativa a seguito della denuncia di una donna di 38 anni, che ricoverata presso<br />

l'ospedale di Civita Castellana <strong>per</strong> sottoporsi a un esame endoscopico risvegliandosi dall'anestesia si<br />

sarebbe ritrovata in compagnia dell'infermiere che avrebbe compiuto atti sessuali su di lei, approfittando del<br />

suo stato di incoscienza.<br />

La Provincia di Como<br />

Gli ricostruiscono metà lingua. Un intervento all'avanguardia<br />

CANTU' Un intervento innovativo e all'avanguardia <strong>per</strong> il Comasco, che ha visto ricostruire metà lingua a un<br />

paziente o<strong>per</strong>ato <strong>per</strong> una grave forma tumorale. Con il risultato che questo ha potuto in breve tempo<br />

riprendere a parlare, deglutire e ha avuto la possibilità di sottoporsi a ulteriori terapie. Intervento che è stato<br />

eseguito nelle scorse settimane all'ospedale Sant'Antonio Abate, anche se ne viene data notizia ora, e che<br />

ha visto impegnata <strong>per</strong> oltre nove ore un'équipe chirurgica multidisciplinare composta da sanitari del presidio<br />

canturino e del Sant'Anna di Como. L'o<strong>per</strong>azione, di particolare complessità, tecnicamente si definisce<br />

«emipelviglossectomia con svuotamento latero-cervicale e ricostruzione con lembo cinesi» ed è stata<br />

effettuata su un paziente di 64 anni affetto da grave tumore maligno che interessava la lingua e il pavimento<br />

della bocca.<br />

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12/03/11 Rassegna di settore<br />

Una patologia piuttosto rara, ma che negli ultimi anni ha visto crescere la propria incidenza specialmente tra<br />

fumatori e bevitori. Dopo un accurato studio preliminare il malato è stato sottoposto da Antonio Gregorio,<br />

primario di Laringoiatria del Sant'Antonio, all'intervento chirurgico, che, <strong>per</strong> avere ragione del tumore, ha<br />

richiesto l'asportazione di metà della lingua, del pavimento della bocca e dei linfonodi del collo.<br />

Contemporaneamente Tommaso Guzzetti, chirurgo plastico del Sant'Anna ed es<strong>per</strong>to in microchirurgia<br />

ricostruttiva, dopo aver allestito un lembo micro vascolarizzato prelevato dal braccio del paziente, ha<br />

proceduto a ricostruire la metà della lingua mancante. Una tecnica alla quale si fa sempre più ricorso in<br />

questi ultimi anni, a seguito di estese demolizioni <strong>per</strong> patologie neoplastiche, e che è stata utilizzata in<br />

questa occasione <strong>per</strong> la prima volta all'interno della struttura.<br />

«L'importanza di questo intervento - commenta Antonio Gregorio - non è solo negli ottimi risultati ottenuti <strong>per</strong><br />

il paziente, che continua a migliorare in fase di rieducazione. E' soprattutto nel clima di collaborazione<br />

aziendale che si è creato, e che ha <strong>per</strong>messo, in un ospedale che non ha la risonanza di grandi strutture, di<br />

raggiungere un obiettivo notevole grazie alla coo<strong>per</strong>azione tra professionalità, la capacità organizzativa e la<br />

disponibilità di tutti». Ovvero specialisti chirurghi, anestesisti e infermieri del Sant'Anna e del Sant'Antonio<br />

Abate. Questa tecnica, rispetto a quelle chirurgiche tradizionali, <strong>per</strong>mette al paziente una ripresa funzionale<br />

migliore e più rapida, tanto che il decorso post-o<strong>per</strong>atorio è stato buono e dopo 15 giorni questo è stato in<br />

grado di respirare e parlare <strong>per</strong> vie naturali, mentre oggi continua, ambulatorialmente, la riabilitazione della<br />

deglutizione. Al di là della straordinarietà di questo caso specifico, già da anni il reparto canturino di<br />

Laringoiatria ha avviato con buoni risultati un <strong>per</strong>corso di chirurgia ricostruttiva soprattutto in merito alla<br />

laringe che, anche nel caso di asportazione della stessa e di entrambe le corde vocali, <strong>per</strong>mette che sia<br />

mantenuta la funzione della voce, della respirazione e della deglutizione. Seconda volta, nel giro di poche<br />

settimane, che il presidio di via Domea coglie un risultato di cui rallegrarsi: recentemente è stato infatti<br />

effettuato il primo prelievo di cornee.<br />

Silvia Cattaneo<br />

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