FITOFAGI DEL FAGIOLO - Regione Campania
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I <strong>FITOFAGI</strong> <strong>DEL</strong> <strong>FAGIOLO</strong> IN CAMPANIA E BASILICATA<br />
a<br />
b<br />
c<br />
Apici addominali dei maschi (a sinistra)<br />
e delle femmine (a destra) di M. melolontha (a),<br />
M. pectoralis (b), M. hippocastani (c)<br />
toralis Megerle, distinguibili tra di esse solo<br />
per piccole differenze morfologiche, tra le<br />
quali, la forma dello scalpello. Variamente<br />
diffuse sul territorio nazionale, le prime due<br />
specie sopra citate sono più comuni al Nord e<br />
al Centro, mentre la terza è più abbondante<br />
nelle regioni centro-meridionali ed assente nel<br />
Settentrione.<br />
Dotate di ampia polifagia, le melolonte<br />
possono costituire un pericolo anche per il fagiolo<br />
e per altre ortive, ma i danni sono di solito<br />
circoscritti alle zone dove, per particolari<br />
condizioni pedoclimatiche e di vegetazione, i<br />
loro attacchi sono più frequenti. Le tre Melolontha<br />
hanno biologia molto simile. Gli adulti<br />
entrano in attività ad aprile-maggio e dopo gli<br />
accoppiamenti depongono alcune decine di<br />
uova (bianche, sferiche, di ca 1,5 mm di diametro)<br />
nel terreno, a circa un palmo di profondità.<br />
Le larve, radicicole, impiegano tre<br />
anni per raggiungere la maturità: durante lo<br />
42<br />
sviluppo esse si infossano nel suolo o risalgono<br />
verso la superficie a seguito degli abbassamenti<br />
e rialzi delle temperature stagionali.<br />
L’impupamento ha luogo in una cella terrosa<br />
al termine del terzo anno, cella nella quale<br />
l’adulto neoformato sverna. Sia le larve, di<br />
abitudini rizofaghe, che gli adulti, fillofagi,<br />
possono produrre danni nelle annate loro propizie,<br />
ma la lotta, quando necessaria, va condotta<br />
solo contro gli stadi larvali.<br />
Di aspetto e abitudini molto simili alle melolonte<br />
sono, come detto sopra, le Anoxia.<br />
Queste possono essere distinte a vista dai veri<br />
maggiolini per il pronoto nettamente allungato<br />
e ristretto in avanti, per lo scutello ricoperto<br />
di densa villosità e per la costante<br />
assenza in ambedue i sessi dello scalpello addominale;<br />
il carattere distintivo fondamentale<br />
è comunque dato dal ventaglio antennale formato<br />
da 5 articoli nei maschi e 4 nelle femmine.<br />
Le larve differiscono da quelle di<br />
melolonta per la mancanza della doppia serie<br />
di spinette sull’ultimo segmento addominale.<br />
Le specie più diffuse in Italia sono villosa (Fabricius),<br />
scutellaris Mulsant e matutinalis Castelnau,<br />
quest’ultima più comune nel<br />
Meridione. I loro danni, del tutto simili a<br />
quelli dei maggiolini, si fanno notare soprattutto<br />
nelle coltivazioni con suolo ricco di sostanza<br />
organica e ben inerbito.<br />
Elateridi<br />
Gli Elateridi sono coleotteri dal corpo assai<br />
snello e piuttosto depresso, caratterizzato<br />
dagli angoli posteriori del pronoto acuti e prominenti<br />
all’indietro. Sono ben noti agli agricoltori<br />
per la capacità degli adulti di poter<br />
saltare quando capovolti (salto dovuto ad un<br />
istantaneo scatto del pronoto rispetto al resto<br />
del corpo). Le larve, note come “ferretti”,<br />
sono facilmente riconoscibili per il corpo cilindrico<br />
e coriaceo di color nocciola-arancio.<br />
Gran parte delle specie hanno abitudini predatrici<br />
o saprofaghe, ma non mancano forme<br />
fitofaghe delle quali, alcune, assumono importanza<br />
agraria spesso notevole.