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<strong>“I</strong> <strong>Lupi”</strong><br />
di<br />
<strong>Angelo</strong> <strong>Longoni</strong><br />
PERSONAGGI
GIOVANNI LUPI<br />
70 anni circa<br />
LUCA LUPI<br />
Figlio di Giovanni, 40 anni circa<br />
MAX LUPI<br />
Figlio di Giovanni, 40 anni circa<br />
FRANCESCO LUPI<br />
Figlio di Giovanni, 20 anni circa<br />
AMBIENTE<br />
Uno spazio che vive solo di oggetti e che può diventare qualsiasi luogo,<br />
principalmente la casa di campagna della famiglia Lupi.<br />
Un angolo composto da un divano, due poltrone, un mobile bar, un pianoforte.<br />
Altri elementi potranno essere aggiunti in alcune scene per indicare ambienti<br />
esterni.<br />
Un fondale di PVC servirà per proiezioni di immagini fisse o in movimento:<br />
fotografie, primi piani degli attori, film della loro infanzia, ambienti esterni,<br />
ricordi, suggestioni e personaggi esterni.<br />
Nota per il lettore<br />
Alcuni momenti della vicenda fanno parte dei ricordi e del passato dei<br />
protagonisti, queste parti di testo sono evidenziate graficamente in neretto<br />
per facilitare la lettura.
SCENA 1<br />
Luca in proscenio parla a un telefono cellulare.<br />
Durante tutta la scena alle sue spalle scorrono<br />
immagini e fotografie di bambini che<br />
giocano.<br />
Poi le fotografie di Luca e di sua moglie<br />
ripresi nella vita normale e al loro<br />
matrimonio.<br />
Immagini e fotografie di Luca con sua figlia,<br />
una bambina di circa nove anni.<br />
LUCA<br />
Guarda… ti dico da non crederci… è una tipa pazzesca… siamo entrati in<br />
questa specie di tempio tutto aperto… nel parco, sì. Le ho messo una mano nelle<br />
mutande, ma ho sentito il filo del tampax.<br />
Aveva le mestruazioni, cazzo… e io non avevo il preservativo. “Allora non si<br />
può scopare?” le ho detto…<br />
Lei s’è messa a ridere e m’ha baciato.<br />
Non voleva rinunciare, qualcosa voleva fare…<br />
Allora inizio a masturbarla e lei inizia a dare i numeri.<br />
Si alza il maglione, si alza il reggiseno e mi porta la testa alle tette… gliele tocco,<br />
le bacio, le lecco.<br />
Poi si slaccia la cintura dei jeans per farmi lavorare meglio con la mano.<br />
Intorno c’erano dei ragazzi che giocavano a pallone, mamme con le carrozzine,<br />
signori che passeggiavano.<br />
Lei se ne fregava, ce l’aveva tutta bagnata, malgrado il tampax.<br />
Mi slaccia i pantaloni, mi abbassa le mutande e me lo prende in mano.<br />
Poi come se non ci capisse più niente si siede su una lastra di marmo e inizia a<br />
succhiarmelo.<br />
I pantaloni si sono abbassati e sono rimasto con il culo nudo in mezzo al<br />
parco…<br />
La gente intorno niente… nemmeno se ne accorgeva…<br />
Io ci do dentro con la mano e lei viene subito.<br />
Mentre ha questo orgasmo fortissimo e me lo agguanta come se fosse il manico<br />
di una racchetta da tennis… un male…<br />
Andava veloce, velocissima…<br />
Le prendo la testa e le dico di guardare.<br />
“Guardalo.”<br />
E lei l’ha guardato…
Il primo schizzo le è finito sul mento, il resto sulla mano e poi sul marmo…<br />
insieme al mio sangue.<br />
M’ha consumato l’uccello.<br />
S’è messa a ridere, ha preso una salviettina profumata e me l’ha data per<br />
asciugarmi… s’è macchiata di rosso…<br />
Poi siamo tornati verso la macchina… stando un po’ distanti uno dall’altro…<br />
certo… perché lei aveva paura che qualcuno la vedesse… per via del marito… e<br />
io pure…<br />
C’era pieno di bambini che giocavano, dell’età di mia figlia… non ci ha visti<br />
nessuno. Poi lei m’ha fatto l’occhiolino e si è allontanata senza più voltarsi.<br />
Ride, ascolta le parole all’altro capo della comunicazione.<br />
LUCA<br />
Che fai? Ci vediamo ‘stasera? Sì, sono solo…<br />
No, non ho voglia di stare a casa… volevo uscire… ah, stai con tua moglie…<br />
bè… peccato, volevo farti vedere la BMW nuova… è<br />
bellissima… guarda… adesso sta a più di trenta metri… prendo il<br />
telecomando… aziono l’apertura… cazzo, le frecce lampeggiano e le<br />
porte si sbloccano… te lo dico sempre io… le auto tedesche sono<br />
perfette.<br />
La luce sfuma su Luca e va ad illuminare Max.
SCENA 2<br />
Max sta parlando ad una platea di studenti di veterinaria<br />
Sullo sfondo immagini sacre, un crocifisso,<br />
Abramo e Isacco di Caravaggio, immagini di<br />
una processione tutto alternato con immagini<br />
di animali che corrono, che cacciano e che si<br />
accoppiano.<br />
Una famiglia di scimpanzè. Una leonessa che<br />
azzanna una gazzella. Il parto di una mucca,<br />
il parto di una donna. Una macellazione. Una<br />
esecuzione capitale. Un incidente stradale, un<br />
funerale. Alcune immagini al microscopio di<br />
batteri e esseri unicellulari.<br />
MAX<br />
Tutti noi qui abbiamo deciso di fare i veterinari: io ci sono riuscito,<br />
molti di voi prenderanno la laurea, altri forse rinunceranno. Ma a<br />
me interessa sapere perché. Perché volete occuparvi degli animali?<br />
Breve pausa come se ascoltasse le risposte.<br />
MAX<br />
Certo… perché vi piacciono… perché li amate… perché fanno<br />
tenerezza… perché vi piace la natura, un lavoro all’aria aperta… e<br />
poi?<br />
Altra pausa.<br />
MAX<br />
Vi dirò perché io ho fatto questa scelta. Perché gli animali se ne<br />
fregano di Dio.<br />
C’è da imparare dagli animali.<br />
Non si domandano mai se Dio esiste. Se Lui esistesse, loro non<br />
sarebbero diversi da quello che sono. Non avrebbero comportamenti<br />
diversi da quelli che hanno.<br />
Pausa<br />
MAX<br />
Per quanti di voi è la stessa cosa? Se qualcuno vi dicesse: “Dio c’è!
Di sicuro. Avete un mese per prepararvi… poi arriva Dio, e se non<br />
vi trova pronti sono affari vostri…”. Bè sarebbe fantastico poter dire:<br />
“Sono pronto, può arrivare anche adesso. Per me non cambia niente,<br />
io sono così, la mia vita e la mia morale non cambiano se c’è Dio… e<br />
nemmeno se non c’è.”<br />
Max sorride alla sua platea. Pausa.<br />
MAX<br />
Per gli animali è così. Sono molto più fortunati di noi… non hanno<br />
coscienza di Dio, e non sanno che esiste la morte. Io invece ci penso.<br />
Voi no?<br />
Pausa.<br />
MAX<br />
Perfino gli animali superiori, quelli più evoluti…hanno una<br />
coscienza molto parziale della morte. Gli elefanti hanno il loro<br />
cimitero degli elefanti, dove vanno a nascondersi quando stanno per<br />
morire… ma questo basta per affermare che hanno coscienza della<br />
propria morte? O della morte dell’altro?<br />
Il babbuino femmina porta con sé il suo piccolo morto come se fosse<br />
vivo per settimane, fino a che si decompone.<br />
Alcuni babbuini maschi penetrano le femmine morte e fanno una<br />
guardia sessuale vicino ai loro corpi.<br />
Anche se sono imparentati con noi uomini non riconoscono la morte<br />
e trattano i loro compagni morti come se fossero passivi… ma vivi.<br />
L’uomo è l’unico animale che teme la morte, che tenta di sfuggirla,<br />
di allontanarla, di elaborarla mediante riti collettivi e di<br />
sopravvivere nella memoria di chi rimane.<br />
Ma per quanto tempo? Moriranno anche i figli, moriranno anche i<br />
nipoti… e poi non rimarrà più nessuno a ricordare. Chi di voi<br />
alimenta amorevolmente il ricordo del suo trisnonno?<br />
Sorride alla platea.<br />
MAX<br />
Ma attenzione… la morte non è una proprietà di ogni organismo.<br />
Negli organismi unicellulari la morte virtualmente non esiste.<br />
Riproducendosi per scissione si sdoppiano all’infinito. I batteri che<br />
si coltivano in laboratorio sono praticamente lo stesso unico batterio<br />
che vive dal paleozoico. Qualunque batterio ci sopravvivrà. Triste…<br />
eh? Chissà qual’è il dio dei batteri, sicuramente un dio potente e
magnanimo.<br />
Sorride recitando una pausa.<br />
MAX<br />
Un dio al quale non si può evitare di credere. I batteri devono essere<br />
molto religiosi, non credete? A noi invece… nessuno ci consolerà<br />
mai dal fatto di non essere nati batteri.<br />
La luce sfuma su Max e va ad illuminare Francesco e Giovanni.
SCENA 3<br />
Fotografie di famiglia, Francesco con il suo<br />
cane Dick, Francesco con suo padre,<br />
Francesco con i suoi, fratelli, Francesco con<br />
sua madre. Alcune foto della madre da<br />
giovane.<br />
Francesco è in proscenio, guarda verso il pubblico come se fosse a una finestra.<br />
Parla con una leggera balbuzie. Alle sue spalle, seduto su di una poltrona con lo<br />
schienale rivolto al pubblico, è seduto Giovanni, fuma un sigaro. Si vede solo il<br />
fumo alzarsi lento nell’aria e una mano che spunta per depositare la cenere. In<br />
scena c’è anche un vecchio pianoforte.<br />
FRANCESCO<br />
Come te l’ho suonata? Quasi come la mamma, eh? No… come lei no. Potrebbe<br />
essere meglio, però non era male.<br />
Francesco sorride. Poi si dirige a lato della scena e guarda in quinta come se<br />
stesse osservando fuori da una finestra.<br />
FRANCESCO<br />
Il tempo è bruttissimo… mi sa che tra un po’ nevica.<br />
Francesco sembra agitarsi, guarda fuori dalla finestra con grande agitazione.<br />
FRANCESCO<br />
E se nevica? Come fa Dick?<br />
Ho paura che non la trova la strada per tornare a casa … non ce la fa… non è<br />
abituato… con la neve non li sente più gli odori… tu cosa dici?<br />
Si sente un lontano abbaiare. Francesco vi presta attenzione.<br />
FRANCESCO<br />
No… questo non è lui… però… magari è insieme ad altri cani e sono gli altri che<br />
abbaiano… tu cosa dici?<br />
E’ colpa mia… gli lanciavo il boomerang e lui gli correva dietro.<br />
Il boomerang è tornato e lui no.<br />
Sono un cretino… sono un cretino-deficiente… come al solito… non dovevo<br />
lasciarlo libero.<br />
Dovevo tenerlo al guinzaglio come faccio sempre.
La medaglietta ce l'ha… solo che se lo trovano… io non lo so se ci chiamano…<br />
qui in campagna se ne fregano dei cani… è pieno di cani.<br />
Tu cosa dici? Se ne fregano? O ci chiamano? Dici che ci chiamano?<br />
Francesco si volta in direzione della poltrona.<br />
FRANCESCO<br />
Papà… se nevica come due anni fa… ti ricordi? Come due anni fa… mi arrivava<br />
qui…<br />
Francesco indica il ginocchio.<br />
FRANCESCO<br />
Papà cosa dici? Ce la fa Dick a tornare? Papà…<br />
Francesco si avvicina alla poltrona.<br />
FRANCESCO<br />
Papà…<br />
Francesco guarda oltre alla poltrona.<br />
FRANCESCO<br />
Papà dormi? Papà…<br />
Francesco sorride.<br />
FRANCESCO<br />
Ecco perché ti è piaciuta… la musica… eh? Papà… papà.<br />
Francesco guarda l’uomo sulla poltrona con più attenzione, capisce che c’è<br />
qualcosa che non va, scuote il padre il quale non da segni di vita.<br />
FRANCESCO<br />
Papà… svegliati… svegliati…<br />
Francesco cerca di sollevare il corpo del padre, i suoi movimenti sono convulsi,<br />
il corpo dell’uomo pesa troppo, Francesco ci riprova più volte ma non può fare<br />
altro che rendersi conto che il padre è morto.<br />
FRANCESCO<br />
Papà… papà
Francesco guarda il corpo del padre e inizia a piangere silenziosamente. Poi si<br />
dirige velocemente verso il telefono. Compone un numero.<br />
FRANCESCO<br />
Pronto… Luca… Luca… sono io…<br />
In un altro angolo della scena appare Luca illuminato in primo piano e con un<br />
telefono cellulare.<br />
LUCA<br />
Franceschino… come stai?<br />
FRANCESCO<br />
Devi… devi… venire subito… subito… papà… papà… siamo in campagna…<br />
LUCA<br />
Cos’è successo… stai calmo…<br />
FRANCESCO<br />
Subito… vieni subito… papà è morto… è morto.<br />
LUCA<br />
Ma cosa dici?<br />
FRANCESCO<br />
Subito… ho paura… ho paura… chiama anche Max… venite… subito… subito.<br />
LUCA<br />
Arrivo… Tu stai calmo però… arrivo.<br />
Francesco interrompe la comunicazione e la luce su di lui si spegne.<br />
Luca compone un numero e in un’altra zona della scena si illumina il viso di<br />
Max.<br />
LUCA<br />
Max… sono Luca… mi ha chiamato Francesco dalla campagna… è successo<br />
qualcosa a papà…<br />
MAX<br />
Cosa?
LUCA<br />
Non so… io parto adesso… è meglio se vieni subito anche tu.<br />
MAX<br />
Arrivo. Ci vediamo là.<br />
BUIO
SCENA 4<br />
Al centro della scena c’è il cadavere di Giovanni. Di fianco a lui Francesco è<br />
sconvolto, tremante.<br />
Sullo sfondo le immagini di una donna che<br />
suona il pianoforte, si sente la music ache<br />
proviene da quell piano.<br />
FRANCESCO<br />
Tu lo sai papà… lo sai… io non ho mai fatto male a nessuno… mai…<br />
Da piccolo… io… non ho mai strappato le ali alle mosche.<br />
Non ho mai legato barattoli alla coda dei gatti.<br />
Non ho mai imprigionato i grilli nei tappi di sughero.<br />
Non ho mai picchiato nessuno.<br />
Non ho mai detto bugie.<br />
Francesco si guarda attorno come se vedesse qualcosa che lo terrorizza.<br />
FRANCESCO<br />
Andate via… non vi voglio vedere… andate via… perché siete tornati? Io… io<br />
non ho fatto niente… niente… Il mio cane… dov’è il mio cane… Dick… Dick…<br />
Anche lui è un cane buono… non ha mai fatto niente di male… se non mi<br />
obbediva… era colpa mia. Solo le persone forti si sanno far obbedire dai cani.<br />
Vero papà? Dick a te obbediva.<br />
(rivolgendosi a presenze inesistenti) Via… via! Andate via…Dick… Dick…<br />
Che cosa devo fare? Papà cosa devo fare? Io non ho mai fatto male a nessuno…<br />
tutti dovrebbero volere il mio bene. Io sono solo stupido… lo sai… sono<br />
stupido, non cattivo… Papà, ti ricordi quando ero piccolo?<br />
Smontavo tutto quello che mi capitava in mano… volevo capire come erano<br />
fatte le cose, ma non l’ho mai capito… sono uno stupido… uno stupido che si fa<br />
male in continuazione… mi faccio male… ma agli altri mai… mai… vero papà?<br />
Io faccio male solo a me. Mi rompo un dito per essere sicuro di avere tutta la<br />
mano.<br />
BUIO
SCENA 5<br />
Max e Luca sono seduti, ai lati opposti della scena, ognuno in uno scheletro di<br />
automobile, stanno guidando.<br />
Immagini di una strada ripresa dal<br />
parabrezza di un’auto in movimento. Le<br />
immagini sono velocizzate al fine di dare una<br />
sensazione di vertigine.<br />
Alle loro spalle si muove Giovanni, o meglio il ricordo che entrambe hanno<br />
del padre. L’uomo parla e si muove in modo disordinato come se costituisse il<br />
flusso di pensieri incrociati dei due figli. Giovanni inizia a parlare<br />
rivolgendosi prima a uno e poi all’altro.<br />
GIOVANNI (a entrambi come se si rivolgesse a loro bambini)<br />
Il cavallo del bambino va pianino va pianino<br />
Il cavallo del vecchietto va zoppetto va zoppetto<br />
Il cavallo del gradasso va di passo va di passo<br />
Il cavallo del giovanotto va di trotto va di trotto<br />
Max e Luca sorridono mentre ricordano il padre.<br />
GIOVANNI (diventando serio)<br />
Voi non lo sapete cosa vuol dire stare vicino alla mamma… ma non da figli…<br />
da uomo. Da uomo è diverso…<br />
La sua bellezza… la bellezza di tutto quello che la riguarda. La paura di<br />
perderla… di non meritarla. La gelosia… di tutto… una malattia continua…<br />
anche la sua età, la mia età… quando l’ho sposata era così giovane, così<br />
bella… e voleva me, proprio me… e mi domandavo sempre perché… e anche<br />
adesso… perché proprio me che potrei essere suo padre? Io… la amo da<br />
pazzi…<br />
GIOVANNI (a Max improvvisamente arrabbiato)<br />
Tu non devi permetterti di rispondere male né a me, né soprattutto alla<br />
mamma…Rispetto! Capito? Stai zitto! Zitto!<br />
GIOVANNI (a Luca)<br />
Anche tu! Vai in camera tua, via! Zitti… zitti!
Giovanni cambia atteggiamento, si fa preoccupato.<br />
GIOVANNI (a Luca)<br />
Luca... corri... corri Francesco è caduto si è fatto male... corri...<br />
GIOVANNI (a Max)<br />
Max! Chiama la mamma... dille che porto Francesco all’ospedale... non<br />
preoccuparla però... non è niente... dille che non è niente...<br />
GIOVANNI<br />
Questo bambino... continua a farsi male... io non ho mai visto nessuno farsi<br />
male in continuazione così... Che cos’ha il nostro bambino? Perchè si strappa i<br />
capelli? Perchè si taglia? Perchè cade sempre? Perché non riesce a parlare? No,<br />
no… mio figlio non è malato… non ha niente… niente!<br />
GIOVANNI (a entrambi)<br />
Fate giocare un po’ anche Francesco... state un po’ con lui... lo so che è piccolo,<br />
che ha dieci anni meno di voi... ma è vostro fratello... se per una volta non<br />
uscite con i vostri amici non succede niente...<br />
In moto? Avete portato Francesco in moto? Siete due cretini, due imbecilli...<br />
non dovete farlo... non l’avete ancora capito che non potete fare queste cose<br />
con lui?<br />
Francesco amore… ti sei fatto male ancora? Non è niente… non è niente…<br />
adesso passa… passa… nella piazza c’è una pecora pazza che fa bè… bè…<br />
bè…<br />
GIOVANNI (a Luca)<br />
Non venire a raccontare a me ‘ste stronzate… a diciassette anni uno non<br />
capisce niente di politica… a diciassette anni uno può pensare a una cosa<br />
sola… alle ragazze… e basta… io ti dico solo che se torni a casa con un occhio<br />
nero io ti faccio nero anche l’altro… è chiaro? E’ chiaro?<br />
GIOVANNI (a Max)<br />
Quante sono le cose che non mi dite? Eh? Quante sono le cose che un padre<br />
non saprà mai? Mi credete un cretino? Pensi che non lo sappia cosa fa tuo<br />
fratello? E tu perché lo copri? Perché? Perché sei sempre così freddo…<br />
gelido… non parli mai con me… perché?<br />
GIOVANNI (a Max)<br />
Io non capisco… non capisco… potresti stare con me… come tuo fratello<br />
Luca… lavorare con noi, avresti uno studio avviato… un’attività sicura…<br />
anche lui adesso ha smesso di avere certe idee… l’ha capita: bisogna inserirsi.<br />
Se tu proprio non vuoi fare il dentista… comincia a laurearti in medicina poi
col tempo deciderai… ma dopo… con calma. Mi volti le spalle così? Per fare<br />
cosa poi? Eh? Preferisci gli animali ai cristiani? Perché? Me lo vuoi dire? E poi<br />
da solo dove vuoi andare? Io non ti do una lira… ricordati… non ti do una<br />
lira…<br />
GIOVANNI (a Luca)<br />
Ti sei accorto che la mamma è sempre più magra? E’ pallida, di notte non<br />
dorme… fa fatica a respirare… non suona nemmeno più… le ho detto di<br />
andare dal dottore ma non mi ascolta… diglielo anche tu…<br />
GIOVANNI (a Max)<br />
Hanno detto tutti che non si può operare… si può provare solo con la<br />
radioterapia… forse con la chemio… ma la situazione è grave… come faccio<br />
io? Come faccio senza di lei? Io senza di lei… sono finito… finito…<br />
GIOVANNI<br />
Ve lo ricordate cosa vi cantava la mamma per farvi addormentare?<br />
I sogni son desideri di felicità<br />
Se sogni non hai pensieri<br />
li esprimi con semplicità<br />
se sogni vedrai che un giorno<br />
la sorte ti arriderà<br />
Tu sogna e spera veramente<br />
dimentica il presente<br />
e il sogno realtà diverrà<br />
La voce di Giovanni sfuma.<br />
BUIO
SCENA 6<br />
I tre fratelli sono insieme. Francesco è seduto sullo sgabello del pianoforte, Max<br />
e Luca su due poltrone.<br />
FRANCESCO<br />
Cosa gli stanno facendo?<br />
LUCA<br />
Niente, niente.<br />
Restano qualche istante in silenzio.<br />
FRANCESCO<br />
Cosa gli stanno facendo?<br />
LUCA<br />
Niente Francesco, niente…<br />
FRANCESCO<br />
Cosa gli stanno facendo?<br />
Alle loro spalle immagini strette di un corpo<br />
che viene vestito. Dettagli di una mano che<br />
rade il viso immobile di Giovanni. Un<br />
sacchetto di plastica nel quale cadono garze e<br />
cotone sporchi. Scvarpe chee vengono infilate<br />
ai piedi<br />
MAX<br />
Lo stanno vestendo… stai tranquillo.<br />
FRANCESCO<br />
Perché non l’avete vestito voi?<br />
Luca e Max si guardano senza rispondere.<br />
FRANCESCO<br />
Potevamo vestirlo insieme. Noi siamo i figli.
MAX<br />
Questi signori che sono venuti lo fanno sempre… è il loro lavoro… sono abituati<br />
a farlo… sanno farlo bene.<br />
FRANCESCO<br />
Perchè? Noi non sappiamo farlo? Non sappiamo vestire papà?<br />
LUCA<br />
No Francesco… no.<br />
FRANCESCO<br />
Ma cosa dici?<br />
MAX<br />
Siamo arrivati che eri distrutto… piangevi, tremavi… perché adesso vorresti<br />
fare una cosa simile?<br />
Francesco resta qualche istante in silenzio.<br />
FRANCESCO<br />
Perché è solo…<br />
Max e Luca si guardano, poi Max si alza e si avvicina a Francesco, gli mette una<br />
mano sulla spalla.<br />
MAX<br />
Vedi Francesco, quei signori non lo conoscono papà... non soffrono... capisci? Se<br />
lo facessimo noi staremmo malissimo. E poi noi non lo sappiamo fare quello che<br />
fanno loro… non così bene.<br />
FRANCESCO<br />
Perché? Cosa gli stanno facendo?<br />
LUCA<br />
Basta Francesco… adesso basta! Noi non vogliamo andare a vestire papà e non<br />
vogliamo che lo faccia tu… adesso smettila.<br />
Francesco rimane colpito dalla fermezza del fratello.<br />
FRANCESCO<br />
Non lo vestono soltanto, vero?<br />
I due fratelli si guardano e non rispondono.
FRANCESCO<br />
Cosa gli fanno?<br />
Gli altri due mostrano segni di imbarazzo.<br />
FRANCESCO<br />
(alterato) Voglio saperlo.<br />
MAX<br />
Fanno quello che si deve fare alle persone che muoiono.<br />
FRANCESCO<br />
Cosa?<br />
MAX<br />
Non lo so…<br />
FRANCESCO<br />
Sì che lo sai!<br />
Pausa<br />
FRANCESCO<br />
Dimmelo.<br />
Luca si rivolge a Francesco alzando la voce.<br />
LUCA<br />
No, non te lo dice… non lo sa… e nemmeno io.<br />
Ancora qualche istante di silenzio.<br />
FRANCESCO<br />
Cosa gli fanno?<br />
LUCA<br />
Basta!<br />
FRANCESCO<br />
Cosa gli fanno? Cosa gli fanno? Cosa gli fanno?<br />
Luca si alza e inizia a fumare una sigaretta. Francesco si alza e si dirige verso un
lato della scena.<br />
FRANCESCO<br />
Voglio vedere cosa gli fanno...<br />
Max e Luca si precipitano addosso a Francesco per fermarlo, lo immobilizzano.<br />
FRANCESCO<br />
Lasciatami... lasciatemi...<br />
Scoppia a piangere.<br />
LUCA<br />
Franceschino ti prego... stai calmo... ti prego...<br />
Francesco abbraccia Max e piange. Max cerca di consolarlo, gli accarezza i<br />
capelli.<br />
MAX<br />
Dài, coraggio... tra poco hanno finito.<br />
I due fratelli aspettano che Francesco si calmi e smetta di piangere. Finalmente il<br />
ragazzo si placa, poi li guarda serio.<br />
FRANCESCO<br />
Cosa gli fanno?<br />
Max e Luca allargano le braccia sconsolati.<br />
FRANCESCO<br />
Se voi mi dite cosa gli fanno io sto calmo… ma se non me lo dite non ci riesco.<br />
Max e Luca si guardano interrogandosi con lo sguardo. Poi è Max che prende il<br />
coraggio di parlare.<br />
MAX<br />
Lo lavano.<br />
FRANCESCO<br />
Lo lavano? Ma si è fatto la doccia ‘sta mattina.<br />
Max e Luca si guardano ancora sconsolati.
MAX<br />
Le persone, quando muoiono... può succedere che si sporchino...<br />
Francesco guarda il fratello con aria interrogativa.<br />
MAX<br />
(con difficoltà) Il corpo... insomma i muscoli non trattengono più...<br />
Max guarda Luca come per chiedergli aiuto.<br />
MAX<br />
No?<br />
LUCA<br />
Sì, Francesco... può capitare...<br />
FRANCESCO<br />
(a Max) Come quando è morto Poldo? Quando gli hai fatto l’iniezione?<br />
MAX<br />
Sì... come quando è morto Poldo...<br />
FRANCESCO<br />
Ha perso la pipì e la cacca... anche papà? Come Poldo?<br />
Max annuisce. Francesco si chiude in un intenso silenzio, va a sedersi sullo<br />
sgabello del pianoforte. I tre fratelli restano in silenzio. Poi Francesco inizia a<br />
suonare per alcuni brevi secondi quindi si interrompe e si rivolge ancora ai<br />
fratelli.<br />
FRANCESCO<br />
E’ successo anche alla mamma?<br />
MAX<br />
La mamma è morta in ospedale...<br />
FRANCESCO<br />
E allora?<br />
LUCA<br />
Non lo sappiamo se è successo anche alla mamma... hanno fatto tutto quelli<br />
dell’ospedale... è successo tanti anni fa, non ce lo ricordiamo. Adesso basta però.
Francesco lentamente si volta verso il pianoforte e inizia a suonare poche note,<br />
molto distanziate fra loro.<br />
MAX<br />
Il prete? Gli hai telefonato?<br />
LUCA<br />
Sì, è tutto a posto... domani mattina lo portiamo in città... e nel pomeriggio c’è il<br />
funerale...<br />
MAX<br />
Non era meglio farlo oggi? Il trasferimento?<br />
LUCA<br />
Questi delle pompe funebri hanno I furgoni impegnati...<br />
Max annuisce.<br />
MAX<br />
Bisognerà avvisare un po’ di gente...<br />
LUCA<br />
Ho già detto alla nostra segretaria di fare un po’ di telefonate... avvisava gli<br />
amici... i colleghi di papà...<br />
MAX<br />
Hai avvisato a casa?<br />
LUCA<br />
Sì...<br />
MAX<br />
La bambina la fai venire al funerale?<br />
LUCA<br />
No... preferisco di no.<br />
MAX<br />
E tua moglie?<br />
MAX<br />
Farà quello che vuole… non m’interessa.
Restano un attimo in silenzio. Luca cambia argomento.<br />
LUCA<br />
Bisognerà organizzarci per la notte... mettere delle lenzuola nei letti.<br />
MAX<br />
Mmm...<br />
LUCA<br />
Tanto... chi ci riesce a dormire...<br />
MAX<br />
Però Francesco deve dormire...<br />
LUCA<br />
Sì... lui sì... se no domani non ce la fa... chissà che giornata...<br />
I due restano in silenzio mentre Francesco in modo quasi automatico suona<br />
qualche nota.<br />
LUCA<br />
Anche il medico ha detto che non ha sofferto...<br />
MAX<br />
Mmm...<br />
LUCA<br />
L’hai guardato?<br />
Max annuisce.<br />
LUCA<br />
Come ti sembrava?<br />
MAX<br />
Luca... faccio il veterinario... non li vedo i morti...<br />
Luca resta in silenzio. Max lo guarda.<br />
MAX<br />
Comunque mi sembrava tranquillo... come se non se l’aspettasse...
LUCA<br />
Sì... anche a me. Te la ricordi la mamma? Lei era diversa... non era più lei… era...<br />
Max risponde sbrigativamente come se volesse allontanare da sé un ricordo<br />
doloroso.<br />
MAX<br />
Sì… sì…<br />
LUCA<br />
Lei sapeva... sapeva tutto... ma lui no. E’ la morte che voleva.<br />
Improvvisamente Francesco fa cadere la copertura del pianoforte che nel<br />
silenzio fa molto rumore. I due fratelli si voltano di scatto verso di lui<br />
spaventati. Lui li guarda immobile.<br />
BUIO
SCENA 7<br />
La bara di Giovanni è al centro della scena. Francesco si avvicina e inizia a<br />
parlare al padre.<br />
FRANCESCO<br />
Papà… sei sicuro che sei morto? Non è uno scherzo? Eh? Stavi così bene.<br />
Alle spalle di Francesco appare Giovanni, il ricordo di Giovanni vivo nella<br />
mente di Francesco.<br />
Francesco parla sempre al padre nella bara mentre Giovanni si muove attorno<br />
a lui.<br />
GIOVANNI<br />
(rabbioso) Ostia... ostia...<br />
FRANCESCO<br />
No papà non bestemmiare… no…<br />
GIOVANNI<br />
(rabbioso) Ostia... ostia non è una bestemmia.<br />
FRANCESCO<br />
Ho rubato le ostie. Io e i miei amici dell’oratorio... stiamo facendo le prove per<br />
la prima comunione, rubiamo un sacchetto di ostie al prete e scappiamo... ce<br />
le mangiamo tutte tutte. Buone... dolci… tipo torrone.<br />
Sacrilegio.<br />
Abbiamo fatto merenda col corpo di Cristo.<br />
Abbiamo giocato a pallone con le ostie nella pancia… che non si poteva<br />
perché il corpo di Cristo, subito dopo averlo mangiato, deve stare calmo se no<br />
è sacrilegio.<br />
Sacrilegio… peccato…<br />
GIOVANNI<br />
Ma quale sacrilegio… non crederai davvero a ‘ste cose…<br />
FRANCESCO<br />
Ostia… è una cosa da mangiare, ostia… è il corpo di Cristo, Ostia è una città,<br />
ostia è una bestemmia.
GIOVANNI<br />
Ostia!<br />
FRANCECO<br />
Ostia è una bestemmia che dicevi con un tuo amico. Dicevi ostia,<br />
GIOVANNI (pronunciando a denti stretti in modo incomprensibile)<br />
… cane … porco.<br />
FRANCECO<br />
…che erano peggio... ma a me è entrata in testa ostia, non sò perché. Non<br />
volevo ripeterlo ma lo ripetevo… Ostia, ostia, ostia... Quando bestemmiavi<br />
avevo paura… perché voleva dire che eri arrabbiato. Avevo paura perché la<br />
mamma si dispiaceva e la nonna piangeva e ti malediva.<br />
GIOVANNI<br />
(ridendo) Ma dài smettetela… mica penso proprio a Dio quando lo dico... lo<br />
dico così... non ci penso... mi scappa… mi arrabbio e lo dico...<br />
FRANCESCO<br />
La nonna diceva: “…se bestemmi Dio si offende e ti punisce.“ La mamma<br />
invece diceva che se bestemmiavi voleva dire che Dio ti aveva già punito.<br />
GIOVANNI<br />
Ma non è vero... a Dio non interessa quello che dico io... comunque vi<br />
prometto che non lo dico più... va bene? Non lo dico più… ostia!<br />
FRANCESCO<br />
Non lo so perché ma quella parola mi entrava in testa come un martello. Non<br />
volevo e invece la ripetevo come te. Ti pestavi un dito… ostia. Ti cadeva un<br />
bicchiere… ostia…<br />
GIOVANNI<br />
Ostia non è una bestemmia...<br />
FRANCESCO<br />
La nonna dice di sì… dice che se bestemmi Dio si arrabbia... e si vendica.<br />
Arrabbiati con me Dio… arrabbiati con me e lascia stare il mio papà.<br />
Papà non bestemmiare che se no Dio si vendica. La nonna sa tutto di Dio...<br />
guardala, sta in un angolo, a insultarti.
GIOVANNI<br />
Tua nonna non sa un’ostia. Tua nonna porta male... è solo superstiziosa... è<br />
convinta che Dio prima o poi mi colpirà... ha solo paura che sbagli mira e<br />
prenda lei al posto mio.<br />
Giovanni ride.<br />
FRANCESCO<br />
Ostia… ostia… ostia… continuo a ripetere anche se non voglio.<br />
La maestra Vitali... quella di seconda elementare... è molto religiosa... prega<br />
sempre San Francesco, lo ama tanto San Francesco. “Bambini, San Francesco<br />
quando aveva cattivi pensieri si frustava, si buttava nudo nei rovi di spine<br />
fino a quando il cattivo pensiero se ne andava.”<br />
GIOVANNI<br />
Ostia… ostia… ostia.<br />
FRANCESCO<br />
Ostia… ostia… “Dovete fare anche voi come Francesco. Punitevi per i cattivi<br />
pensieri. Vedrete che non verranno più.”<br />
Ostia… ostia… ostia. San Francesco nudo nei rovi.<br />
GIOVANNI<br />
Ostia… ostia…<br />
FRANCESCO<br />
Non devo più pensare alle tue bestemmie papà... mi devo punire per non<br />
pensarci… come San Francesco... devo farmi male.<br />
Ostia… ostia… ostia.<br />
San Francesco nudo nei rovi. Ma in città non ci sono i rovi. Allora mi strappo i<br />
capelli. Ostia… ostia… via un ciuffo, ostia… ostia… via una ciocca.<br />
Alla sera a letto tutte le preghiere in ordine… come m’ha insegnato la nonna,<br />
guai a sbagliare… il Padre nostro è il più importante… poi l’Ave Maria… oh<br />
Gesù d’amore acceso… angelo di Dio… l’eterno riposo. Tutti in fila così…<br />
senza sbagliare. Se sbaglio non vale. Padre nostro che sei nei cieli… ostia…<br />
ostia… ostia… via i capelli.<br />
Oh Gesù d’amore acceso, non t’avessi mai offeso… ostia… ostia… ostia.<br />
GIOVANNI<br />
Francesco. Hai un buco in testa. Ma cosa ti sei fatto?<br />
FRANCESCO<br />
Sai papà… San Francesco… la maestra… i rovi di spine…
GIOVANNI<br />
La tua maestra è una stronza… domani ci parlo io con quell’idiota… ostia!<br />
FRANCESCO<br />
Ci hai parlato… e lei ha smesso di dire cosa faceva San Francesco. Bravo<br />
papà… bravo. Però adesso non dirlo più ostia… non dirlo più… se no io ci<br />
penso ancora… e ci pensa anche Dio e quando muori non ti porta con lui. Non<br />
ti porta con lui…<br />
BUIO
SCENA 8<br />
Luca e Max sono seduti uno su un divano e uno su una poltrona, si sono messi<br />
comodi. Stanno bevendo qualcosa di forte e fumano. Luca beve molto di più di<br />
Max.<br />
LUCA<br />
Davvero succede anche a te?<br />
MAX<br />
Sì uguale…<br />
LUCA<br />
Ma ti capita spesso?<br />
MAX<br />
Ormai sempre.<br />
Immagini di film in Super8 e fotografie di<br />
Max e Luca da ragazzi. Li si vedono in moto,<br />
in compagnia di alcune ragazze e con gli<br />
amici.<br />
LUCA<br />
A me è iniziato da quando è nata la bambina…prima delle sei mi sveglio e resto<br />
lì nel letto… e il cervello va…<br />
MAX<br />
Anch’io… stessa cosa… Mi vengono in mente cose del passato… cose<br />
dimenticate.<br />
LUCA<br />
Cazzo è così… proprio così. Riesco a ricordare anche fatti che mi sono successi<br />
da ragazzo o da bambino… persone che ho conosciuto. E le donne?<br />
MAX<br />
Mmm…<br />
LUCA<br />
Mi ricordo di certe donne che… avevo dimenticato completamente… mi<br />
vengono in mente particolari, parole, pezzi di dialogo… storie bellissime…
Pausa, beve.<br />
LUCA<br />
Certe volte mi diventa duro… lì nel dormiveglia…<br />
MAX<br />
(ridendo) L’abbiamo sempre avuto duro al mattino.<br />
LUCA<br />
Sì ma prima era l’età… adesso mi diventa duro se penso. Succede anche a te?<br />
Max sorride in segno di assenso.<br />
LUCA<br />
E cosa te l’ha fatto diventare duro ultimamente?<br />
Si versano ancora da bere. Max riflette.<br />
MAX<br />
(sorride) Il carnevale di… mmm… una ventina di anni fa… più o meno…<br />
Luca guarda Max senza riuscire a ricordare.<br />
MAX<br />
Ero andato a una festa nel locale di Lucio… una festa in maschera… e chi ho<br />
trovato?<br />
LUCA<br />
Chi hai trovato?<br />
MAX<br />
Dài… non ti ricordi?<br />
LUCA<br />
No…<br />
MAX<br />
Ma come no…<br />
LUCA<br />
Non me lo ricordo… è venuto duro a te… mica a me…
MAX<br />
La gattina.<br />
LUCA<br />
Oddio… la gattina no! La gattina. Quanto ti ho odiato per quella storia…<br />
MAX<br />
Era una meraviglia… uno splendore… aveva un corpetto elastico nero, dei<br />
fuseau neri, delle scarpe col tacco nero… si era dipinta la punta del naso di<br />
nero… e intorno al naso dei baffetti sottili… poi aveva un cerchietto nero per i<br />
capelli con due orecchie da gatto… e un pon pon sul culo… ballava davanti a<br />
me e io ero estasiato… me ne stavo lì… fermo immobile nella bolgia… a<br />
guardarla.<br />
LUCA<br />
La gattina… era bella… devo ammetterlo.<br />
MAX<br />
A un certo punto è venuta da me, e mi ha chiesto come mi chiamavo. Insomma<br />
ci siamo presentati…<br />
LUCA<br />
E come si chiamava?<br />
MAX<br />
Mmm. Non mi ricordo… L’ho invitata a casa… e lei…ha detto subito di sì.<br />
LUCA<br />
Che begli anni… eh?<br />
MAX<br />
Mamma e papà erano qui in campagna con Francesco… Sull’ascensore le ho<br />
abbassato il corpetto nero e lei s’è lasciata guardare… le ho guardato le tette per<br />
un’eternità…<br />
LUCA<br />
Ma se stavamo al quarto piano…<br />
MAX<br />
Al quarto piano eravamo già arrivati… ma non mi andava di uscire<br />
dall’ascensore… volevo fotografarla quell’immagine… quel sorriso… quella<br />
pelle così bianca…
LUCA<br />
Sì, insomma hai fotografato tutto tranne il nome.<br />
MAX<br />
Abbiamo scopato tutta notte… poi ci siamo visti altre due volte… e poi è<br />
successa quella sera… la sera delle pizze… con la sua amica… ti ricordi?<br />
LUCA<br />
Me lo ricordo bene purtroppo. Ti rendi conto? Quando si dice culo?<br />
MAX<br />
Coraggio… non culo… coraggio. Oggi non ce l’avrei più…<br />
LUCA<br />
Anche l’amica non era male… non come la gattina… però bella… bionda…<br />
alta… e io coglione che mi sono pure offerto di andare a comprare le pizze… sei<br />
stato una vera merda… mi hai mandato a prendere le pizze con la gattina…<br />
MAX<br />
No, era lei che voleva venire con te…<br />
LUCA<br />
Quella voleva solo andare a comprare le sigarette… è diverso…<br />
MAX<br />
Bé, comunque è stata una sua idea, potevi provarci.<br />
LUCA<br />
Io puntavo alla bionda… la gattina era venuta per te… con me voleva solo<br />
comprare le sigarette… e basta. Invece l’amica era venuta per me…<br />
MAX<br />
Sì, su specifica richiesta… proprio commissionata.<br />
LUCA<br />
Doveva darla a me. E poi scusa, come hai fatto? Solo il tempo di comprare le<br />
pizze…<br />
MAX<br />
E le sigarette… non dimenticare le sigarette. Siete stati fuori un bel po’…<br />
pensavo che fosse scattata una scintilla… Comunque non ho preso io<br />
l’iniziativa… è stata lei… la bionda…
LUCA<br />
Si vede che la gattina ti aveva fatto una buona pubblicità.<br />
MAX<br />
Mi sono detto: avranno voluto fare uno scambio di fratelli…<br />
LUCA<br />
Uno scambio di fratelli un bel cazzo… io a prendere le pizze e le sigarette con la<br />
gattina e tu… a darci dentro pure con l’amica…<br />
MAX<br />
Che però… una volta mangiate le pizze s’è fatta accompagnare a casa da te… e<br />
lì ho pensato: adesso scatta lo scambio.<br />
LUCA<br />
E invece s’è fatta portare a casa e basta… e tu hai continuato la serata con la<br />
gattina… te ne sei scopate due. E il bello è che tra noi due oggi quello con<br />
problemi alla prostata sono io…<br />
I due ridono e bevono. Poi come se ritornassero con la mente al presente<br />
ritornano seri e restano per qualche istante in silenzio.<br />
LUCA<br />
Ma secondo te al mattino perché ci svegliamo così presto?<br />
MAX<br />
Forse arrivati a una certa età non è più così piacevole dormire… forse è più<br />
piacevole ricordare…<br />
LUCA<br />
Sai quella stronzata che tutti dicono… che prima di morire rivedi tutta la tua<br />
vita? Come in un film ma velocissimo… hai presente no? Non ci ho mai<br />
creduto… cioè… non credo che vada così… secondo me dev’essere una cosa più<br />
lenta… più tranquilla. Tipo che i ricordi li devi cercare con la memoria… ci<br />
vuole tempo per ricordare tutta la vita… e da una certa età in poi inizi a farlo.<br />
Prima di morire ti devi ricordare tutto… tutto quello che hai vissuto.<br />
MAX<br />
Anche le stronzate? Tipo la gattina e la sua amica?
LUCA<br />
E chi l’ha detto che sono stronzate?<br />
MAX<br />
Già… chi l’ha detto?<br />
LUCA<br />
Eravamo giovani… ed era bellissimo…<br />
MAX<br />
Mmm.<br />
LUCA<br />
Ed è bellissimo anche oggi… ricordarlo. Secondo me è per questo che non<br />
dormiamo più al mattino…<br />
MAX<br />
Dici che abbiamo già iniziato? Voglio dire… a rivedere tutta la vita? Stai<br />
dicendo che abbiamo iniziato a crepare?<br />
LUCA<br />
Mah?<br />
Improvvisamente si sente Francesco urlare.<br />
FRANCESCO<br />
Dick… Dick…<br />
LUCA<br />
S’è svegliato…<br />
FRANCESCO<br />
Dick… Dick…<br />
Luca e Max si alzano e si dirigono in direzione della voce.<br />
MAX<br />
Francesco…<br />
Francesco entra in scena, indossa solo le mutande e una maglia di cotone.<br />
FRANCESCO<br />
Alla porta… alla porta… Ma non avete sentito?
Max e Luca non capiscono.<br />
FRANCESCO<br />
E’ tornato…<br />
Francesco esce nuovamente di scena.<br />
FRANCESCO<br />
Dick…<br />
Luca e Max sono entrambi spiazzati, restano a guardare quello che fa il fratello<br />
minore.<br />
MAX<br />
Ma è uscito…<br />
FRANCESCO f.s.<br />
Dick… Dick…<br />
MAX<br />
Francesco… torna dentro…<br />
La voce di Francesco è sempre più lontana.<br />
FRANCESCO f.s.<br />
Dick… Dick…<br />
LUCA<br />
Andiamo a riprenderlo.<br />
I due fratelli escono di scena.<br />
BUIO
SCENA 9<br />
Max e Luca sono illuminati in proscenio urlano verso il pubblico.<br />
MAX<br />
Francesco! Francesco!<br />
LUCA<br />
Francesco dove sei? Francesco! Fa un freddo pazzesco… è pure uscito in<br />
mutande, gli viene un accidente.<br />
MAX<br />
Credevo che non le facesse più queste cose.<br />
LUCA<br />
Francesco!<br />
Improvvisamente viene illuminato anche Giovanni che è su tutte le furie. Tra<br />
il padre e i due figli si materializza una scena che riguarda il passato.<br />
GIOVANNI<br />
Dov’è andato? Eh? Ve lo siete persi ancora?<br />
MAX<br />
Non lo so… non era con me…<br />
LUCA<br />
Io non l’ho visto… papà… mica posso stargli dietro tutto il giorno.<br />
GIOVANNI<br />
Sei un cretino… siete due cretini… non l’avete ancora capito com’è? Non lo<br />
sapete? Siete due idioti menefreghesti… è vostro fratello, ostia!<br />
LUCA<br />
La mia bicicletta… non c’è più… l’avevo appoggiata qui… l’ha presa lui…<br />
GIOVANNI<br />
Ecco… ecco… adesso quello s’ammazza… lo sai che la devi chiudere con la<br />
catena… lo sai o no?<br />
LUCA<br />
Sì… ma… l’avevo appoggiata qui cinque minuti…
GIOVANNI<br />
Dobbiamo trovarlo… andate… andate a cercarlo…<br />
MAX<br />
Francesco! Francesco!<br />
LUCA<br />
Francesco! Francesco!<br />
Le luci su Luca e Max si spengono resta illuminato solo Giovanni che parla<br />
verso il proscenio come se stesse parlando alla moglie.<br />
GIOVANNI<br />
Amore mio… non piangere… stai calma… vedrai che adesso lo troviamo…<br />
non può essere andato lontano. Abbiamo due figli deficienti… loro sì…<br />
loro sì che sono due imbecilli… Stai calma… amore… adesso torna… vedrai<br />
che non gli succederà niente… però tu stai calma…<br />
La luce su Giovanni si spegne e si riaccendono quelle che illuminano Luca e<br />
Max. La scena torna a riguardare il presente.<br />
LUCA<br />
Non ci posso credere… papà non me l’aveva detto che faceva ancora ‘ste cose…<br />
che era ancora in queste condizioni…<br />
MAX<br />
Forse con lui non le faceva più… Francesco!<br />
LUCA<br />
Francesco… Francesco… ma dove cazzo è andato?<br />
Scende la neve.<br />
MAX<br />
Io non lo vedo. Ma sta nevicando?<br />
Luca alza la testa verso l’alto.<br />
LUCA<br />
Si, nevica… porca puttana… non me n’ero accorto.
MAX<br />
Dobbiamo trovarlo in fretta. Francesco! Francesco!<br />
Le luci illuminano Giovanni, ritorna a materializzarsi una scena del passato.<br />
GIOVANNI<br />
Non l’avete ancora trovato?<br />
LUCA<br />
No… papà non c’è…<br />
GIOVANNI<br />
L’ho detto che siete due deficienti… sulla strada… siete andati sulla strada?<br />
MAX<br />
Sì… siamo arrivati fino in paese… non c’è.<br />
GIOVANNI<br />
Avete chiesto a qualcuno?<br />
MAX<br />
Sì, ma non l’hanno visto…<br />
GIOVANNI<br />
Dovete trovarlo… la mamma è preoccupatissima… cosa fate lì fermi? Andate<br />
a cercarlo.<br />
LUCA<br />
Ma dove?<br />
GIOVANNI<br />
Nel bosco… o giù al mulino.<br />
LUCA<br />
Ma è lontano… abbiamo la partita di pallone… facciamo tardi…<br />
GIOVANNI<br />
Non me ne frega niente… Andateci subito… ostia! Veloci…<br />
La luce su Giovanni si spegne e la scena torna a riguardare il<br />
presente.
MAX<br />
Che facciamo? Bosco o mulino?<br />
LUCA<br />
Proviamo al mulino?<br />
MAX<br />
Proviamo.<br />
BUIO
SCENA 10<br />
Francesco è seduto a terra, rannicchiato con le ginocchia al petto, sta tremando<br />
dal freddo.<br />
FRANCESCO<br />
Mamma dove sei? Tu sei l’unica che mi hai insegnato a non spaventarmi… mi<br />
dicevi di abituarmi… di non farci caso…<br />
Erano andati via… ma adesso sono tornati… sono verdi, blu e amaranto… sono<br />
grassi e bassi… stanno fermi e mi guardano…<br />
Io non ho paura di loro… ho paura di me.<br />
Io lo so che non esistono… che sono solo fantasia…<br />
“Un bambino vede tutto quello che vuole… può inventarsi storie, amici<br />
immaginari, compagnie strane… è un bambino… va tutto bene… anzi… la<br />
fantasia è la cosa più bella che ha un bambino. Poi si cresce… e le fantasie<br />
finiscono.”<br />
A me no, mamma. A me non sono finite.<br />
E ai grandi non piacciono gli altri grandi che fanno cose da bambini… dicono<br />
che sono stupidi o matti. Io lo so che le cose che vedo non esistono.<br />
Sono cose di un bambino che non hanno voluto andare via quando il bambino è<br />
cresciuto.<br />
Mi devo concentrare… devo descriverteli come facevamo sempre… te li<br />
descrivevo e tu ridevi così mi facevi passare la paura… Adesso sono quelli<br />
verdi… sono come dei vecchietti… ma piccoli… e sorridono… stanno molto<br />
meglio di me… loro non hanno freddo…<br />
<strong>“I</strong> tuoi mostrini… i tuoi vecchietti… verdi e blu… sono tuoi, solo tuoi.<br />
E’ inutile che lo dici agli altri, tanto loro non li possono vedere e si preoccupano<br />
per niente.” E io zitto, zitto con tutti… tranne con te.<br />
Tenevamo il conto dei punti… quelli verdi valevano un punto e quelli blu due<br />
punti… quelli amaranto, che sono i più difficili da vedere, valevano quattro<br />
punti.<br />
Francesco viene interrotto dalle voci fuori scena di Luca e Max.<br />
MAX<br />
Francesco!<br />
LUCA<br />
Francesco! Francesco! Sei qui? Rispondi!
Francesco resta immobile e sussurra solo con un filo di voce.<br />
FRANCESCO<br />
Sì… sono qui… sono qui…<br />
BUIO
SCENA 11<br />
Francesco è sdraiato sul divano, dorme sotto un paio di coperte. Max e Luca<br />
sono con lui, visibilmente stanchi. Luca si versa da bere è visibilmente nervoso.<br />
LUCA<br />
Speriamo che non si prenda una polmonite.<br />
Max si avvicina a Francesco e gli tocca la fronte.<br />
MAX<br />
E’ caldo… forse ha la febbre.<br />
LUCA<br />
Che cazzo possiamo fare di più? L’aspirina l’ha presa… ha bevuto la camomilla<br />
calda… gli ho dato venti gocce di valium…<br />
MAX<br />
Lasciamolo dormire.<br />
LUCA<br />
Ci voleva pure la neve porca puttana… ci saranno già dieci centimetri per terra.<br />
MAX<br />
Perché non ti prendi anche tu qualche goccia di vallium e vai a letto?<br />
Luca fa segno di no con il capo, beve in un sorso il contenuto del bicchiere.<br />
MAX<br />
A che ora vengono domani mattina quelli delle pompe funebri?<br />
LUCA<br />
Alle dieci… dieci e mezza…<br />
MAX<br />
Mmm…<br />
Tra i due scende un silenzio che dura qualche secondo.<br />
MAX<br />
Senti… ti sei fatto dire quanto costa? Voglio dire… il trasporto… il funerale…
LUCA<br />
No… non l’ho chiesto… non ci ho pensato… poi mi faranno il conto…<br />
MAX<br />
E’ che in questo periodo sono un po’ tirato con i soldi…<br />
LUCA<br />
Non ti preoccupare…<br />
MAX<br />
Ma poi te li do… si tratta solo di anticiparli…<br />
LUCA<br />
Non c’è problema…<br />
Altro silenzio.<br />
LUCA<br />
Ah… scusa, mi sono dimendicato di dirti una cosa… ho chiesto a quelli<br />
dell’agenzia che volevo una tomba nuova… per tutti mamma e papà… così<br />
stanno insieme… pensano a tutto loro…<br />
MAX<br />
Quindi tirano su la mamma e la mettono con papà?<br />
LUCA<br />
Sì… sei d’accordo, no?<br />
MAX<br />
Certo.<br />
Breve silenzio.<br />
LUCA<br />
Non ti preoccupare per i soldi, pago io.<br />
MAX<br />
No scusa… tu paghi la tua parte e io la mia…<br />
LUCA<br />
Va bene…
Luca sorride.<br />
LUCA<br />
Visto che ci tieni…<br />
Max sembra irritato.<br />
MAX<br />
“Visto che ci tieni…”?<br />
LUCA<br />
Sì… per me puoi anche non darmeli… non me ne frega niente.<br />
Max abbassa lo sguardo<br />
MAX<br />
Lo so, per te i soldi non sono mai un problema.<br />
LUCA<br />
No, non lo sono…<br />
Max si rivolge a Luca con sarcasmo.<br />
MAX<br />
Beato te.<br />
Anche Luca si sta irritando.<br />
LUCA<br />
Non me ne frega un cazzo dei soldi. Possibile che devo sempre fare attenzione a<br />
come parlo con te?<br />
MAX<br />
Attenzione? Non mi sembra.<br />
LUCA<br />
Hai rotto i coglioni… è dai tempi dell’università… sono passati vent’anni, non te<br />
ne sei accorto? E poi non t’è andata così male…<br />
MAX<br />
Quanti anni ci hai messo tu a finire l’università? E quanti ce ne ho messi io?<br />
LUCA
Oh cazzo… ancora? Ci hai messo più tempo di me… hai faticato più di me… ti<br />
sei fatto il culo il triplo di me… ma poi hai fatto quello che volevi… perché devi<br />
scassare il cazzo anche in una situazione del genere?<br />
MAX<br />
E quanto c’è voluto a me per ingranare col lavoro senza le spinte di nessuno?<br />
LUCA<br />
Io farei volentieri a cambio con te, sai? Con il tuo modo di vivere. Non vedi<br />
come sono adesso? Guardami… sono ricco e insoddisfatto… esattamente il<br />
contrario di te. Io ho fatto quello che volevano gli altri… sempre… a partire da<br />
papà. E’ solo per questo che ho i soldi.<br />
A te cosa manca? La macchina? La bella casa? La barca? Guardami… io ho tutte<br />
queste cose… eppure ti sembro felice? Un bel cazzo! In barca ci vengo solo con<br />
te, visto che mia moglie la odia la barca… ce l’hai anche tu la barca, la mia… è<br />
come se fosse tua. La bella casa? Mi rompo i coglioni a stare in casa, sto male in<br />
casa... Cosa vuoi da me, eh? Me lo dici?<br />
MAX<br />
Non voglio niente da te… non ho mai voluto niente da nessuno.<br />
LUCA<br />
Sì sottolinealo… per qualcuno che non l’avesse ancora capito. E’ colpa mia se tu<br />
e papà litigavate? E’ colpa mia se io ho deciso di continuare il suo lavoro e tu<br />
no? Io ho fatto delle scelte… quasi tutte sbagliate… ma vengo a rompere i<br />
coglioni a te? No. Te li ho mai rotti? No.<br />
Vuoi menarmela ancora perché io mentre facevo l’università andavo a sciare in<br />
Svizzera, o alla scuola di vela e tu no? Perchè ho trovato tutto pronto e la strada<br />
avviata dal paparino e tu no? Anche tu eri suo figlio, potevi farlo anche tu il<br />
dentista.<br />
Luca è visibilmente nervoso e beve ancora.<br />
MAX<br />
Vedo che t’incazzi ancora quando ti si ricorda che hai avuto una vita facile.<br />
LUCA<br />
Sei il solito stronzo.<br />
MAX<br />
E perché sono stronzo? Perché tu hai rinunciato a tutto quello che volevi per far<br />
contento papà e io no? O perché ogni tanto ti ricordo quanto sei cambiato?<br />
Come ci diceva sempre papà? “Si nasce incendiari e si muore pompieri”. Se non
sbaglio, a te non piaceva essere pompiere. A te piaceva farli scoppiare gli<br />
incendi… in tutti i sensi. Combinavi i casini e poi te li facevi risolvere da papà e<br />
dai suoi amici… quelli con le conoscenze… quelli che tu odiavi.<br />
LUCA<br />
Dacci un taglio.<br />
MAX<br />
Ti ricordi quando andavi in quel posto vicino alla stazione a lavorare gratis? Eri<br />
l’orgoglio della mamma… andavi a curare i denti ai barboni… ai poveri… agli<br />
immigrati… com’era felice, te la ricordi? Il suo bambino… così generoso… così<br />
altruista e sensibile… devo dire che anch’io ti ammiravo molto… tutti ti<br />
ammiravano. Ci vai ancora?<br />
Luca non risponde.<br />
MAX<br />
Non ci vai più?<br />
Luca non risponde.<br />
MAX<br />
No, eh? Bè, certo, eri giovane… e da giovani tutti hanno grandi idee, poi si<br />
cresce… Mmm… “si nasce incendiari e si muore pompieri”. Però mi sa che<br />
nemmeno papà aveva ragione… in realtà si diventa tutti uguali… né incendiari,<br />
né pompieri…<br />
I due restano a guardarsi in silenzio.<br />
BUIO
SCENA 12<br />
Luca ha un bicchiere e una bottiglia di whisky in mano, si avvicina alla bara<br />
nella quale c’è suo padre, beve. Luca guarda all’interno della bara. Allunga una<br />
mano come per accarezzare il corpo del padre.<br />
LUCA<br />
Io speravo un giorno di dirti delle cose, ma poi, lo sai, io rimando… dicevo<br />
sempre “lo farò”… “lo farò”… “c’è tempo”… e adesso non lo posso fare più…<br />
E’ da quando è morta la mamma che non ti parlo di cose importanti…<br />
Io, io… tutto quello che ho fatto nella vita… l’ho fatto perché me lo dicevi tu…<br />
ho smesso di essere quello che ero per te… e tu lo sapevi, lo sapevi che stavo<br />
sbagliando tutto… ho sbagliato tutto.<br />
Alle sue spalle una luce fa apparire Giovanni come una proiezione<br />
della memoria di Luca.<br />
GIOVANNI<br />
Non c’ era niente, per cui valesse la pena rischiare, niente.<br />
Tutta la tua passione, la tua gioventù, la tua ribellione… tutto<br />
inutile… ridicolo… stupido. Ancora di più sapendo le cose di oggi.<br />
LUCA<br />
Ti sbagli papà. Per me era importante. Era la mia strada… le mie<br />
scelte… dovevo farle…<br />
GIOVANNI<br />
Per chi? Per chi le hai fatte quelle tue piccole guerre? Che fine avete<br />
fatto tu e i tuoi amici? A cosa sono serviti quei piccoli morti inutili,<br />
quei figli sottratti ai genitori… quei sessi sottratti all’amore, quelle<br />
bocche sottratte ai sorrisi, tutta quell’ingenuità che aveva bisogno di<br />
tempo per diventare giudizio.<br />
Le botte, il sangue sull’asfalto, le urla, e correre correre, correre fino<br />
a scuola, sederti nel tuo banco da adolescente per seguire la lezione.<br />
E la paura, dover andare a pisciare ogni dieci minuti, e guardare in<br />
strada per vedere se arriva qualcuno che t’ha visto, e fare il compito<br />
in classe che qualcuno ti passa perché non hai nemmeno la forza di<br />
tenere in mano la penna.<br />
Il compito in classe… solo la parola fa sentire bambini… il compito
in classe non ha niente a che fare con il sangue sull’asfalto al<br />
mattino presto, non ha niente a che fare e non ce l’avrà mai.<br />
LUCA<br />
Io ci credevo… io volevo essere diverso da te.<br />
Giovanni alza la voce come se iniziasse una litigata. Mentre lui<br />
parla Luca si versa da bere e beve.<br />
GIOVANNI<br />
Sognatori del cazzo… ecco cosa siete stati… buoni solo a scaldare i<br />
banchi di scuola e ad aspettare un futuro che invece, lo vedi, è<br />
diverso… il futuro è sempre diverso da quello che si sogna. Lo sai<br />
qual è il tuo futuro? Una vita a guardare nella bocca della gente.<br />
LUCA<br />
No! No! Io non volevo.<br />
GIOVANNI<br />
Una vita a curare piorree e ascessi, a mettere ponti e apparecchi, a<br />
respirare aliti puzzolenti… a devitalizzare nervi… a devitalizzare i<br />
sogni, ad anestetizzare tutte le tue ribellioni…<br />
LUCA<br />
In cambio di cosa? Eh? Di cosa?<br />
GIOVANNI<br />
Soldi… ti fanno schifo? Non mi sembra… da quando hai cominciato<br />
ad averli ti sono sempre piaciuti.<br />
Come si cambia, eh? Si nasce incendiari e si muore pompieri…<br />
LUCA<br />
Smettila! La odio questa frase. Tu dovevi lasciami fare, io non<br />
volevo scegliere quello che sceglievi tu. Lo dovevo fare… dovevo<br />
andare fino in fondo… dovevi lasciarmi libero.<br />
GIOVANNI
Libero? Libero di farti togliere da guai dal paparino? La vostra<br />
libertà, le vostre rivoluzioni sono finite davanti a una televisione,<br />
stanchi e assonnati… senza più nemmeno la voglia di farsi una<br />
scopata… senza nemmeno più la voglia di farsi diventare il cazzo<br />
duro.<br />
Un futuro di cazzi mosci, rivoluzionari impotenti, tranquilli,<br />
pasciuti, ricchi quarantenni, padri e madri, coi figli belli, coi figli<br />
affanculo dove cazzo vogliono, al mare, in settimana bianca, dove<br />
vogliono basta che non rompano i coglioni.<br />
LUCA<br />
Smettila… io non sono così.<br />
GIOVANNI<br />
Moderato… eccola la parola che ti faceva tanta paura… che ti faceva<br />
schifo, moderato… non te la si poteva dire… non la volevi<br />
nemmeno sentire, non immaginavi di diventarlo, anche tu, come<br />
me… Un dentista moderato, sei un dentista moderato.<br />
LUCA<br />
E’ colpa tua! Io non volevo.<br />
GIOVANNI<br />
Chi l’avrebbe detto, eh? Proprio tu, diventare come me…<br />
Dove sono tutti i nemici adesso? Dove sono finiti? Chi ti è rimasto<br />
da odiare adesso? Sei tu il nemico, sei come me… hai visto? Te lo<br />
dicevo.<br />
Era facile quando il tuo nemico era un altro adolescente con il suo<br />
compito in classe. Adesso nessuno ha più paura del dentista.<br />
Ecco… trovato il problema vero… nessuno ha più paura del<br />
dentista.<br />
Il dentista, è perfetto ormai, anestetizza tutto, anche la vita…<br />
Tu sei un dentista che non fa paura, che ha lasciato tutto sul banco<br />
di scuola.<br />
Giovanni scompare.
Luca rimane a piangere sulla bara del padre. Alle spalle di Luca si avvicina Max<br />
che resta per alcuni istanti a guardare il fratello piangere.<br />
Luca poi si accorge della presenza del fratello, si volta e quasi istantaneamente,<br />
come se si vergognasse, interrompe il proprio pianto. Max si avvicina a Luca e<br />
lo abbraccia Luca inizia a parlare con un tono che tradisce un po’ di<br />
commozione nascosta da un sorriso sforzato.<br />
LUCA<br />
Più divento vecchio e più mi vergogno di piangere, sai?<br />
Max non risponde ma è evidente che comprende l’imbarazzo del fratello.<br />
LUCA<br />
Eppure è una cosa straordinaria piangere. Quando piango poi mi sento così<br />
stanco, ma così stanco che mi addormento senza sentire più dolore.<br />
Luca ride. Poi indica il bicchiere e la bottiglia.<br />
LUCA<br />
L’unica cosa che mi fa lo stesso effetto è bere. Da quanto tempo non piangi tu?<br />
MAX<br />
Da quando è morta la mamma.<br />
LUCA<br />
Non hai più pianto in tutti questi anni? Mai?<br />
MAX<br />
No, nemmeno adesso… vedi? Se piangessi almeno mi sentirei più…<br />
Max si ferma non riesce a parlare.<br />
LUCA<br />
Ci pensi ancora?<br />
Max annuisce con il capo.<br />
MAX<br />
Sempre. Quello che succede, non succede mai veramente se gli altri non ti<br />
credono o se fanno finta di niente.<br />
LUCA<br />
Io non ho mai fatto finta di niente… mai.
Max annuisce, poi si avvicina al fratello, gli mette una mano sulla spalla<br />
affettuosamente.<br />
BUIO
SCENA 13<br />
Francesco è ancora sdraiato sul divano sotto le coperte, dorme. Max è seduto<br />
sulla poltrona mentre Luca parla ad un telefono cellulare in modo concitato.<br />
LUCA<br />
Ma si rende conto di quello che dice? Voi non potete mollarci qui così.<br />
Ma non è nemmeno colpa nostra se ci sono quaranta centimetri di neve. E’ una<br />
questione di rispetto… qui c’è un morto… abbiamo il funerale oggi pomeriggio.<br />
Ma che ne so? Mettete le catene… prendete una jeep… un fuoristrada… lo pago<br />
io.<br />
Max scuote debolmente il capo. Francesco si sveglia lentamente.<br />
LUCA<br />
Senta, è da quando sono ragazzino che vengo qui… vuole che non conosca la<br />
strada? Dall’autostrada al paese ormai saranno passati gli spazzaneve. Il<br />
problema è solo dal paese a qui… lo so che è tutta sterrata e in pendenza… no,<br />
la mia macchina non ce la fa, non ho le catene… ci ho già provato… è bloccata<br />
dalla neve… no quella di mio fratello lo escludo.<br />
Francesco si mette a sedere sul divano e guarda i due fratelli.<br />
LUCA<br />
Aspettare cosa? Il tempo fa cagare… può anche riprendere a nevicare… mica<br />
possiamo stare qui ad aspettare il sole… qui c’è un morto da seppellire, non so<br />
se l’avete capito?I problemi si superano… ve l’ho già detto… se c’è da pagare<br />
pago…<br />
Francesco si alza e va in quinta come se guardasse fuori dalla finestra.<br />
LUCA<br />
Va bene… va bene… intanto mi dica almeno cosa dobbiamo fare… dico per mio<br />
papà. Lasciare la finestra aperta? Bè fin lì ci arrivavo anch’io. Va bene… va<br />
bene… mi faccia sapere.<br />
Luca interrompe la comunicazione.<br />
MAX<br />
(a Luca) Niente da fare?<br />
LUCA
‘Sti stronzi…<br />
FRANCESCO<br />
Avete visto?<br />
MAX<br />
Dobbiamo avvisare il prete.<br />
FRANCESCO<br />
E’ nevicato tantissimo.<br />
LUCA<br />
Lo chiamo io… dobbiamo rimandare il funerale. Ti rendi conto? Tutta la gente<br />
che è stata avvisata… bisogna richiamarli tutti e dirgli di non venire.<br />
MAX<br />
Tu chiama la vostra segretaria… io chiamo il prete.<br />
Anche Max prende un cellulare dalla tasca dei pantaloni, si avvicina a Luca per<br />
farsi dare il numero di telefono.<br />
FRANCESCO<br />
Alla mamma piaceva la neve…<br />
LUCA<br />
(al telefono) Lisa… sono io… siamo bloccati per la neve… non si fa più il<br />
funerale… deve richiamare tutti… aveva fatto una lista? La prenda.<br />
MAX<br />
(al telefono) Sì, buon giorno… chiamo per il funerale di oggi pomeriggio…<br />
Lupi… sì, Giovanni Lupi… esatto… sì, aspetto.<br />
FRANCESCO<br />
Lo slittino della mamma… chissà se c’è ancora in cantina… quello che le ha<br />
regalato papà…<br />
LUCA<br />
(al telefono) Quanti? Trenta? Sì, tutti… per forza. Non lo so quando… non lo<br />
so… lei dica che li richiamiamo…<br />
MAX<br />
(al telefono) Giovanni Lupi, sì... Purtroppo per un inconveniente non è possibile
trasportare la salma… si tratta di spostarlo a un altro giorno… non so ancora<br />
quando.<br />
FRANCESCO<br />
Si faceva tutta la strada dal paese a qui con lo slittino…<br />
LUCA<br />
(al telefono) Mi annulli tutti gli appuntamenti… non lo so faccia lei… ci<br />
sentiamo.<br />
Luca interrompe la comunicazione.<br />
MAX<br />
(al telefono) Appena sappiamo qualcosa la richiamo… o io o mio fratello.<br />
Anche Max interrompe. I due fratelli guardano Francesco.<br />
MAX<br />
Come stai?<br />
Francesco non risponde. Max si avvicina a Francesco e gli mette una mano sulla<br />
fronte.<br />
MAX<br />
Sei caldo.<br />
Luca prende un termometro e lo porge a Francesco che continua a guardare<br />
fuori restando fermo. Luca infila il termometro sotto l’ascella di Francesco.<br />
Luca e Max si guardano interrogandosi con gli sguardi.<br />
FRANCESCO<br />
Dal paese a qui è tutta discesa… mi metteva seduto davanti e lei dietro. Non ci<br />
fermavamo mai… andavamo veloci… e lei rideva… rideva… poi mi faceva la<br />
cioccolata e la bevevo e lei suonava il piano.<br />
LUCA<br />
Franceschino… perché non ti siedi?<br />
Luca accompagna Francesco fino al divano e lo fa sedere, gli sfila il termometro<br />
e legge la temperatura.<br />
LUCA<br />
Trentanove.
Luca e Max si guardano preoccupati.<br />
LUCA<br />
Dobbiamo chiamare un medico.<br />
MAX<br />
Luca… tu sei un medico.<br />
LUCA<br />
Mmm… è vero. Vado a vedere che medicine ci sono in casa.<br />
Luca esce di scena. Max e Francesco restano soli.<br />
MAX<br />
Hai freddo?<br />
Francesco non risponde alla domanda cambia argomento.<br />
FRANCESCO<br />
Te lo ricordi il gioco che facevamo? Quello di guardare una cosa e vederne<br />
un’altra?<br />
Max sorride.<br />
FRANCESCO<br />
La tela sulle ante dell’armadio della nonna… c’erano disegnati degli alberi ma<br />
se la fissavo per un po’ gli alberi mi sembravano la faccia di una strega… lo<br />
sapevo che erano alberi… eppure io ci vedevo la strega. E i vestiti buttati sulla<br />
sedia? Ti ricordi? Il papero malefico… che mi guardava. Non dormivo dalla<br />
paura…<br />
Max ride e accarezza i capelli del fratello.<br />
FRANCESCO<br />
Mi succede ancora sai? Vedo cose che non ci sono… e non vedo quelle che ci<br />
sono. Però… papà un po’ mi aiutava a farmi vedere le cose giuste… La mamma<br />
invece diceva che non c’erano cose giuste o sbagliate… che tutti i bambini<br />
guardano una nuvola e dentro ci vedono una casa, un fiore, una faccia…<br />
MAX<br />
Aveva ragione la mamma.
FRANCESCO<br />
I bambini, Max… io non sono più un bambino. Non voglio più essere un<br />
bambino. E’ che io non so più se quello che vedo c’è o non c’è. E nemmeno le<br />
cose vecchie… non so più se ci sono state davvero o se me le sono inventate.<br />
MAX<br />
Quali cose?<br />
Francesco non risponde, resta in silenzio come se avesse paura di parlare.<br />
MAX<br />
Quali?<br />
FRANCESCO<br />
Me lo diceva papà… me lo diceva lui quali erano le cose che mi dovevo<br />
ricordare.<br />
MAX<br />
Te lo diceva lui?<br />
Francesco annuisce, Max resta in silenzio come se le parole del fratello lo<br />
avessero involontariamente ferito.<br />
FRANCESCO<br />
Adesso come farò? Dove andrò?<br />
MAX<br />
Ci sono io… e c’è anche Luca… mica ti lasciamo solo, sai?<br />
FRANCESCO<br />
Papà diceva che voi avete tante cose, gli impegni, il lavoro…<br />
MAX<br />
Lascia stare quello che diceva papà… ne diceva tante di cose sbagliate su di<br />
noi… adesso però non stare così che prendi freddo.<br />
Max accompagna Francesco fino al divano e lo fa sdraiare.<br />
MAX<br />
Devi restare coperto, se no la febbre si alza ancora.<br />
Lo copre, gli tocca la fronte per sentire se scotta. Poi gli accarezza i capelli.
La luce illumina Giovanni, in una situazione del passato, si rivolge<br />
a Max.<br />
GIOVANNI<br />
Vedi? Io lo so come sei… Si può sempre contare su di te nei<br />
momenti peggiori… quando succedono i guai, le disgrazie… ma<br />
nella normalità? E' nella normalità che tu scompari, nella vita di<br />
tutti i giorni.<br />
Anche con la mamma, ti ho visto affettuoso con lei solo quando si è<br />
ammalata… sei quello che ha fatto più notti, che si è sacrificato di<br />
più, che le è sempre stato vicino. Ma prima, niente.<br />
MAX<br />
Non è vero.<br />
GIOVANNI<br />
Se tu almeno me lo potessi spiegare… invece no, tu non parli, non<br />
dici niente.<br />
MAX<br />
Non ho niente da dire.<br />
GIOVANNI<br />
Lo vedi? E’ da quando eri bambino che dici questa frase: “Non ho<br />
niente da dire”.<br />
MAX<br />
Io ti ascolto parlare… non basta? Non ci posso fare niente se non ho<br />
sempre qualcosa da risponderti.<br />
GIOVANNI<br />
Ma non ti rendi conto del gelo con cui mi tratti? Mi escludi da tutto.<br />
Non so nemmeno se hai una donna, se ti vuoi fare una famiglia…<br />
mi sembra che mi eviti. E anche il tuo lavoro l’hai scelto perché<br />
preferisci stare con gli animali piuttosto che con le persone.
Max sorride, quasi lusingato.<br />
GIOVANNI<br />
Il tuo distacco, la tua freddezza… non riesco più a sopportarli… Io<br />
non so chi sei.<br />
MAX<br />
Sì che lo sai, papà… lo sai benissimo.<br />
Max inizia a parlare al padre.<br />
MAX<br />
Ti ricordi che da bambino mi piaceva il fuoco? E anche l’acqua.<br />
Mi piaceva creare piccoli incendi… allagamenti. Erano tutti<br />
preoccupati in ogni casa dove andavo.<br />
Il bel bambino dalla curiosità intelligente era un piromane e un<br />
allagatore.<br />
“Si nasce incendiari e si muore pompieri…” Chissà perché questa<br />
frase la dicevi sempre a Luca, e mai a me… ero io l’incendiario…<br />
mica lui.<br />
E quella volta che mi avevate lasciato in casa da solo… quando ho<br />
buttato mezza bottiglia di alcol giù per il cunicolo della spazzatura.<br />
Poi ho dato fuoco a un batuffolo di cotone e l’ho fatto cadere.<br />
E il fumo è risalito ed è entrato nelle case di tutti.<br />
Tutto il palazzo era pieno di fumo e di puzza.<br />
La gente urlava e versava bottiglie d’acqua nel cunicolo della<br />
spazzatura… hanno telefonato ai pompieri.<br />
E io ero solo in casa e avevo paura che mi linciassero e che mi<br />
impiccassero come avevo visto fare in un film western ad uno che<br />
aveva incendiato una stalla di cavalli.<br />
“M’impiccheranno. Verranno e mi impiccheranno.”<br />
E voi non tornavate.<br />
Qualcuno ha suonato alla porta di casa e io mi sono nascosto nello<br />
sgabuzzino al buio, attento a non far rumore.<br />
“Signor Lupi c’è il fuoco nella spazzatura… butti giù acqua.”<br />
E io zitto nello sgabuzzino.<br />
Quando siete tornati avete visto i pompieri, sei salito in casa e non
mi hai nemmeno chiesto se ero stato io. Hai iniziato a menarmi.<br />
GIOVANNI<br />
Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Eh? Tu sei un pazzo… un<br />
criminale…<br />
MAX<br />
Mi hai menato forte… ma almeno mi hai salvato dall’impiccagione.<br />
“Non lo faccio più… non lo faccio più.”<br />
GIOVANNI<br />
Non è vero… l’hai già fatto… hai incendiato il tappeto del bagno…<br />
hai allagato la cucina… hai aperto la lavatrice… hai fatto il fuoco nel<br />
garage, perché? Perché?<br />
MAX<br />
Perché? Non lo sapevo il perché… non l’ho mai saputo… Dovevi<br />
dirmelo tu.<br />
“Si nasce incendiari e si muore pompieri.” Forse era così… forse ero<br />
nato incendiario…<br />
Ma sapevo che era sbagliato, e così ho deciso che da grande avrei<br />
fatto il pompiere.<br />
Ma poi da grande non l’ho fatto il pompiere papà… ho fatto di<br />
più… molto di più.<br />
Io adesso sono uno che i fuochi li spegne tutti… tutti, anche i miei.<br />
BUIO
SCENA 14<br />
Luca è seduto su una poltrona, in scena entra Max. Francesco è sul divano sotto<br />
alcune coperte.<br />
LUCA<br />
Sei andato a vedere papà?<br />
MAX<br />
Sì.<br />
LUCA<br />
Com’è?<br />
MAX<br />
Uguale.<br />
LUCA<br />
Hai lasciato la finestra aperta?<br />
MAX<br />
Sì. Francesco?<br />
LUCA<br />
Ho trovato un antibiotico… gliel’ho dato e gli ho detto di stare a coperto.<br />
Silenzio.<br />
LUCA<br />
Ma se provassimo ad andare in paese a piedi? L’abbiamo fatto milioni di volte…<br />
anche con la neve. Da lì poi non ci sono problemi… saranno passati gli<br />
spazzaneve… possiamo andarcene a casa…<br />
MAX<br />
E papà? Lo lasciamo qui da solo?<br />
Luca resta in silenzio, non sa cosa rispondere.<br />
MAX<br />
Vai tu…<br />
LUCA
Come “vai tu”?<br />
MAX<br />
Se vai magari riesci a risolvere la situazione… trovi un mezzo per venire qui a<br />
prenderci e a portare via papà.<br />
Luca riflette qualche istante.<br />
LUCA<br />
E se non trovo nessuno?<br />
MAX<br />
Se non trovi nessuno te ne vai a casa col treno.<br />
Luca resta in silenzio riflette.<br />
LUCA<br />
E tu rimani qui da solo con Francesco?<br />
MAX<br />
Non ti preoccupare…<br />
LUCA<br />
No, no… Non mi va di mollarti qui. Preferisco stare con te. E poi che ci vado a<br />
fare a casa? Continuerei a pensare a te qui da solo… e poi sto troppo di merda<br />
per rimanere con mia moglie… m’angoscerei ancora di più.<br />
Max sorride.<br />
MAX<br />
Cosa pensi di fare con lei?<br />
LUCA<br />
Ah… non lo so proprio…<br />
MAX<br />
E lei che dice?<br />
LUCA<br />
Lei? Niente… non ci diciamo più niente… facciamo finta che sia tutto normale<br />
davanti alla bambina… e davanti a papà quando capitava di vederci.
MAX<br />
E quell’altro? Ce l’ha ancora?<br />
LUCA<br />
Forse… ma non glielo chiedo nemmeno… se ce l’ha buon per lei… magari riesce<br />
a sentirsi ancora un po’ viva… almeno quando vede lui.<br />
MAX<br />
E tu? Riesci ancora a sentirti vivo?<br />
Luca sorride.<br />
LUCA<br />
Sono talmente abituato che ci sia qualcuno a decidere tutto per me che ormai<br />
non lo so più. Prima papà, poi mia moglie… adesso perfino mia figlia, che ha<br />
nove anni, senza nemmeno saperlo, decide per la mia vita molto più di me.<br />
Io non decido nemmeno cosa devo fare durante le vacanze, nel tempo libero,<br />
alla sera, cosa devo vedere alla televisione, che musica devo sentire. Sono<br />
circondato.<br />
Non so più che cazzo fare, so solo scappare… scappo, scappo ma mi avvicino<br />
sempre più al mio inseguitore… che sono sempre io.<br />
Ogni tanto cerco qualche donna nuova che m’interessi un po’, ma… niente… mi<br />
cascano sempre i coglioni. Del resto mi piacciono solo le donne stupide. Più<br />
sono idiote e più mi vanno bene. Basta che abbiano un reggicalze, un profumo<br />
arrapante… che siano disposte a farmi un pompino mentre guido… e che non<br />
s’incazzino quando non ho voglia di vederle.<br />
Max sorride.<br />
LUCA<br />
Non ho grandi pretese, no? Voglio solo che nessuno pretenda niente da me.<br />
MAX<br />
Una volta non eri così.<br />
LUCA<br />
Una volta. Adesso invece m’accontento. Dev’essere colpa di papà sai? Lui ha<br />
sempre avuto una scarsa considerazione di me... io un’alta considerazione di<br />
lui... per somma algebrica più-meno, meno-più... il risultato é che io ho una<br />
scarsa considerazione di me… quindi m’accontento.
Luca sorride. Anche Max ride, poi Luca si fa serio.<br />
LUCA<br />
Non gli siamo mai piaciuti molto, eh?<br />
MAX<br />
Chi lo sa?<br />
LUCA<br />
Non è che non ci volesse bene… solo che non eravamo come lui… e questo gli<br />
stava sui coglioni da morire. E con te era peggio, non te ne perdonava una…<br />
s’incazzava come una bestia… perché tu eri più libero di me… e gli era più<br />
difficile fregarti con i sensi di colpa.<br />
Restano in silenzio.<br />
LUCA<br />
Io ho fatto di tutto per compiacerlo: ho fatto un lavoro che non m’interessava,<br />
sono andato in studio con lui, mi sono sposato, ho fatto una famiglia… m’avesse<br />
detto una volta bravo… ti stimo… vaffanculo… niente. Alla fine parlava sempre<br />
e solo di te… male naturalmente.<br />
Max sorride.<br />
LUCA<br />
Sempre a dire che eri freddo, gelido… che non volevi bene a nessuno… che non<br />
lo ascoltavi…<br />
MAX<br />
E invece l’ho ascoltato…<br />
Luca si fa serio, guarda il fratello come se tra di loro ci fosse qualcosa di cui non<br />
riescono e non possono parlare.<br />
LUCA<br />
Sì… l’hai ascoltato.<br />
Improvvisamente Francesco si alza dal divano e inizia a parlare in modo<br />
concitato sotto l’effetto della febbre.<br />
FRANCESCO<br />
Dobbiamo andare a cercare Dick… dobbiamo andare…
Luca si avvicina a Francesco e delicatamente lo costringe a sdraiarsi.<br />
LUCA<br />
Adesso non puoi… hai la febbre…<br />
FRANCESCO<br />
Non lo posso lasciare solo…<br />
LUCA<br />
Stai tranquillo… Dick torna da solo… vedrai che torna.<br />
Francesco sembra calmarsi resta qualche istante in silenzio. Luca guarda Max.<br />
LUCA<br />
Che facciamo?<br />
Improvvisamente la luce illumina Giovanni che, in modo alterato<br />
parla con i figli. Si tratta di una proiezione del passato.<br />
GIOVANNI<br />
Voi non dovete fare niente per Francesco… voi siete solo capaci di<br />
mettergli strane idee in testa… di confonderlo. Le cose le abbiamo<br />
sempre decise io e la mamma finchè c’era.<br />
MAX<br />
La mamma ha sempre cercato di farlo ragionare con la sua testa…<br />
non l’ha mai trattato come un handicappato.<br />
GIOVANNI<br />
Io l’ho sempre coperto di attenzioni, d’amore.<br />
MAX<br />
Sì, è vero… l’hai talmente coperto da imprigionarlo… come hai<br />
sempre fatto con tutti.<br />
GIOVANNI<br />
Ma cosa ne sai tu? Non ti sei mai occupato di Francesco… non ti sei<br />
mai occupato di questa famiglia…
MAX<br />
Non mi sono mai occupato di questa famiglia? Sei proprio sicuro?<br />
GIOVANNI<br />
Non mi va di parlare con te adesso…<br />
MAX<br />
Adesso no… certo… non vuoi parlare, non vuoi vedere, non vuoi<br />
sapere…<br />
GIOVANNI<br />
Di cosa parli? Io non so niente.<br />
MAX<br />
Sì che sai, sai tutto.<br />
Max indica il fratello.<br />
MAX<br />
E sa tutto anche Luca.<br />
LUCA<br />
Lascia stare.<br />
Max continua a rivolgersi al padre.<br />
MAX<br />
E’ più facile adesso fare finta di non sapere niente. Ti sei scaricato di<br />
tutto ormai. Ma per me non è così. Ci pensi ogni tanto a me? A<br />
come mi sento io?<br />
GIOVANNI<br />
Io non so di cosa parli. Ma comunque se tu hai fatto qualcosa l’hai<br />
fatto di testa tua… io non ti ho mai chiesto niente.<br />
La luce che illumina Giovanni si spegne. La scena ritorna al
presente.<br />
LUCA<br />
Allora? Che facciamo? La febbre è salita.<br />
MAX<br />
Bisogna portarlo via di qua…<br />
FRANCESCO<br />
No… non voglio andare via.<br />
Luca e Max non prestano attenzione alle parole di Francesco.<br />
LUCA<br />
Io vado in paese a piedi. Lì qualcuno avrà delle catene… le monto sulla mia<br />
macchina e proviamo a vedere se ce la facciamo.<br />
FRANCESCO<br />
Io devo aspettare Dick…<br />
LUCA<br />
Che dici? Vado?<br />
MAX<br />
Va bene… proviamo. Vai.<br />
Luca si infila il cappotto ed esce.<br />
BUIO
SCENA 15<br />
Francesco è sdraiato sul divano, sta male. Max gli accarezza i capelli.<br />
MAX<br />
Hai freddo?<br />
Francesco annuisce.<br />
MAX<br />
E’ la febbre.<br />
FRANCESCO<br />
La testa…<br />
MAX<br />
Ti fa male?<br />
FRANCESCO<br />
Tanto…<br />
MAX<br />
Vado a prendere qualcosa per fartelo passare e una pezza bagnata, torno subito.<br />
Max esce di scena. Francesco si muove sotto la coperta, si lamenta.<br />
In scena entra Giovanni che si avvicina a Francesco e si china su di<br />
lui accarezzandogli la testa. Quello che sta accadendo tra di loro<br />
avviene nel passato e nella mente di Francesco.<br />
GIOVANNI<br />
Non ti devi preoccupare di niente… anche se la mamma non c’è più<br />
lei ci guarda sempre e non ci lascia soli mai nemmeno un minuto.<br />
Francesco si mette a sedere sul divano.<br />
FRANCESCO<br />
E guarda anche Max e Luca?<br />
GIOVANNI
Sì, certo…<br />
FRANCESCO<br />
Anche se sei arrabbiato con loro?<br />
GIOVANNI<br />
Ma io non sono arrabbiato…<br />
FRANCESCO<br />
Ti ho sentito… litigavate e parlavate di me.<br />
Giovanni è visibilmente imbarazzato.<br />
FRANCESCO<br />
E’ vero che sono un handicappato?<br />
GIOVANNI<br />
Ma cosa dici?<br />
FRANCESCO<br />
Max dice va che tu mi tratti come un handicappato… sono così?<br />
GIOVANNI<br />
No, no che non lo sei… non l’ho mai usata questa parola e non la<br />
devi usare nemmeno tu.<br />
FRANCESCO<br />
Però sono diverso dagli altri…<br />
GIOVANNI<br />
Tu non sei diverso… tu sei meglio… tu sei… sei… ti ricordi come<br />
diceva la mamma? Tutti i bambini hanno una grande fantasia ma tu<br />
ce l’hai più grande di tutti gli altri .<br />
FRANCESCO<br />
Io non lo so se è giusto avere una fantasia grande… forse quando è<br />
troppo grande è sbagliato.
GIOVANNI<br />
Non ci sono cose giuste o sbagliate…<br />
FRANCESCO<br />
Questo lo diceva la mamma… tu invece dici sempre che quello che<br />
fa Max è sbagliato.<br />
GIOVANNI<br />
No… non è vero… ma tu non ci pensare… certe cose non le sai, e<br />
non le devi nemmeno sapere …<br />
FRANCESCO<br />
Che cosa non devo sapere? Quello che ha fatto Max?<br />
Giovanni non risponde. Francesco si alza e si mette a sedere.<br />
FRANCESCO<br />
Cos’ha fatto Max?<br />
GIOVANNI<br />
Niente.<br />
FRANCESCO<br />
Cosa ha fatto Max?<br />
GIOVANNI<br />
Francesco…<br />
FRANCESCO<br />
Voglio saperlo. Cosa ha fatto Max?<br />
GIOVANNI<br />
Non lo so… non lo so! Smettila!<br />
FRANCESCO<br />
Allora lo chiedo a lui.
GIOVANNI<br />
No Francesco, non c’è niente da sapere… lui non ha fatto niente,<br />
nessuno ha fatto niente.<br />
FRANCESCO<br />
Tu non gli vuoi bene… non gli vuoi bene… e se tu non gli vuoi<br />
bene allora vuol dire che lui ha fatto qualcosa di male…<br />
GIOVANNI<br />
Io voglio bene a tutti e tre. A tutti e tre.<br />
FRANCESCO<br />
No, la mamma… la mamma voleva bene a tutti e tre… tu vuoi bene<br />
solo a me… solo a me perché sono handicappato.<br />
Giovanni esce di scena e Francesco ricade sul divano lamentandosi.<br />
Max rientra in scena con una pezza bagnata e un bicchiere d’acqua. Si avvicina a<br />
Francesco.<br />
MAX<br />
Stai calmo… calmo.<br />
Max mette la pezza bagnata sulla fronte del fratello, poi gli regge la testa per<br />
farlo bere.<br />
MAX<br />
Bevi, devi bere…<br />
Francesco beve.<br />
FRANCESCO<br />
Tu volevi bene a papà?<br />
MAX<br />
Sì, gli volevo molto bene.
FRANCESCO<br />
E lui? Lui ti voleva bene?<br />
Max ha un’esitazione.<br />
MAX<br />
Sì… mi voleva bene anche se non andavamo sempre d’accordo… papà ha<br />
voluto bene a tutti…<br />
FRANCESCO<br />
E’ una bugia.<br />
MAX<br />
No… non lo è.<br />
FRANCESCO<br />
Io lo so… l’ho sempre saputo che è successo qualcosa fra di voi… lui non me<br />
l’ha mai voluto dire…<br />
MAX<br />
Devi stare calmo adesso… devi riposare.<br />
Max sistema la coperta attorno a Francesco.<br />
MAX<br />
Cerca di dormire… dormi.<br />
Max resta qualche istante a tranquillizzare Francesco che lentamente abbandona<br />
le tensioni. Anche Max cerca di rilassarsi, si appoggia al divano e guarda<br />
davanti a sé, chiude gli occhi.<br />
In quel momento entrano in scena Giovanni e Luca, e ricreano un<br />
un episodio che riguarda il passato.<br />
LUCA<br />
Papà… non si può più lasciare sola la mamma. Dobbiamo<br />
organizzarci, fare dei turni… si strappa sempre la mascherina, non<br />
capisco perchè, ma non la sopporta.<br />
Giovanni è disperato.
GIOVANNI<br />
Ha le gambe sempre più gonfie il liquido le trasuda dalla pelle… ha<br />
il lenzuolo sempre bagnato… non riesco più a guardargliele… aveva<br />
delle gambe bellissime… non è giusto, non è giusto, io non posso<br />
vederla soffrire così… che senso ha averla qui in questo stato…<br />
continuare fingere e dirle bugie? Lei mi guarda e mi sorride… ma<br />
non lo so se mi crede ancora.<br />
LUCA<br />
Papà, io te lo devo dire… il medico mi ha chiesto se vogliamo<br />
portarla a casa.<br />
GIOVANNI<br />
No… se la portiamo a casa capisce che non c’è più niente da fare.<br />
LUCA<br />
Papà…<br />
GIOVANNI<br />
Se sta in ospedale almeno continua a pensare che si sta facendo<br />
ancora qualcosa.<br />
LUCA<br />
Papà, lei lo sa.<br />
GIOVANNI<br />
No… non se ne parla!<br />
LUCA<br />
Lei vorrebbe morire a casa… lo sai.<br />
GIOVANNI<br />
No, no… se sta qui le danno la morfina… la tengono addormentata.<br />
E poi c’è il catetere… l’ossigeno… le flebo…<br />
LUCA
Papà… sono tutte cose che sappiamo fare anche noi…<br />
GIOVANNI<br />
No, io non le so fare… non a mia moglie. Non insistere… la mamma<br />
resta in ospedale… non voglio che se ne accorga… non voglio. Non<br />
saprei come dirglielo<br />
Max si alza dal divano e si rivolge a Giovanni.<br />
MAX<br />
Hai paura papà?<br />
GIOVANNI<br />
Cosa?<br />
MAX<br />
Hai paura di lei, vero? Hai paura di parlarle e di dover ammettere<br />
che sta morendo. Lo sapete tutti e due… ma fate finta tutti e due che<br />
non sia così. Lei per proteggere te… ma tu? Tu perché? Sei stato<br />
così bravo ad affrontare la sua malattia… pensi di non farcela ad<br />
affrontare la sua morte?<br />
Giovanni diventa visibilmente nervoso.<br />
MAX<br />
Lei vorrebbe parlare con te senza fingere… s’aspetta che ve lo<br />
diciate…<br />
GIOVANNI<br />
Che ne sai?<br />
MAX<br />
Ma non lo vedi che è lei che fa forza a te?<br />
Max guarda Luca.<br />
MAX
(a Luca) Sbaglio?<br />
Luca abbassa lo sguardo e annuisce, è evidente che è d’accordo con<br />
Max.<br />
MAX<br />
Papà non c’è niente di male… solo che non puoi illuderti che creda<br />
ancora che la stiamo curando…<br />
GIOVANNI<br />
Io non voglio che sappia…<br />
LUCA<br />
Lo sa…<br />
MAX<br />
Tu credi di proteggere lei ma invece proteggi solo te stesso.<br />
GIOVANNI<br />
Ma cosa vuoi da me? Cosa vuoi?<br />
MAX<br />
Io so cosa vuoi tu. Tu vorresti che s’addormentasse senza accorgersi<br />
di niente, e anche tu vorresti non accorgerti di niente… anzi vorresti<br />
non esserci nemmeno quando succede. Non vuoi vederla morire.<br />
GIOVANNI<br />
Sì, è così… e non credi che sia normale? Perché quando mi parli<br />
sembra sempre un’accusa?<br />
MAX<br />
Ti sbagli… voglio solo dimostrarti che ti ho capito.<br />
GIOVANNI<br />
Io non ce la faccio a dirle la verità… riesco solo a dirle di non<br />
perdere le speranze… di credere ancora che ce la può fare.
MAX<br />
Ma lei non ha più tempo papà. Lei vuole parlarti. Forse vuole dirti<br />
qualcosa di importante ma continua a non farlo perchè ha paura di<br />
farti stare male.<br />
LUCA<br />
Tu non sai nemmeno cosa le fanno… quando entra un infermiere tu<br />
esci… non hai voluto starle vicino quando le hanno messo la sonda<br />
per alimentarla, non sei rimasto quando le hanno fatto l’aspirazione<br />
tracheale… perché scappi?<br />
GIOVANNI<br />
Basta … basta! Cosa volete capire voi? Non doveva succedere a lei,<br />
lei è ancora giovane… io… doveva succedere a me… sarebbe stato<br />
più giusto… io non posso vederla morire soffrendo così…<br />
MAX<br />
Papà cosa vuoi veramente?<br />
GIOVANNI<br />
Vorrei che non soffrisse più. Ci sarebbe il dolore di averla persa ma<br />
non questo strazio continuo.<br />
Luca e Max si guardano sconsolati.<br />
MAX<br />
Va bene, papà, va bene.<br />
Max resta a riflettere qualche istante.<br />
MAX<br />
Se per voi fa lo stesso vado io dalla mamma adesso… voi riposatevi.<br />
Poi mi date il cambio più tardi.<br />
LUCA<br />
Portati Francesco.
MAX<br />
Francesco? Perché?<br />
LUCA<br />
Lei mi ha chiesto di vederlo…<br />
MAX<br />
Non è meglio se viene con te stasera?<br />
LUCA<br />
No, stasera io arrivo direttamente dallo studio non ce la faccio a<br />
passarlo a prendere.<br />
Max sembra contrariato ma annuisce.<br />
MAX<br />
Va bene....<br />
BUIO
SCENA 16<br />
Max e Francesco sono in proscenio, uno di fianco all’altro, rivolti al<br />
pubblico. Max ha un cuscino in mano, lo tiene delicatamente come<br />
se avesse paura di stropicciarlo. Tutta la scena riguarda il passato.<br />
FRANCESCO<br />
Guarda Max… fa fatica a respirare… anche con la mascherina<br />
dell’ossigeno… fa come i pesci fuori dall’acqua.<br />
MAX<br />
Francesco, vai a prendere una bottiglia d’acqua… e prenditi anche<br />
un panino che non hai mangiato niente… vai, sto io con la mamma.<br />
Francesco si allontana e va a sedersi al pianoforte, inizia a suonare<br />
alcune note distanziate tra loro. Quello che dice Max avviene nel<br />
passato e nella sua mente, le sue parole diventano quelle del<br />
ricordo e quelle di sua madre.<br />
MAX<br />
Fai fatica a respirare,mamma? Va un po’ meglio? Sì?<br />
Il tuo ottimismo è incrollabile… anche adesso… dici che in noi c’è<br />
qualcosa di più grande di noi e che quella non può morire.<br />
Max ricordati non ci sono cose giuste o sbagliate. C’è solo il<br />
bisogno…<br />
Tu lo sai quello di cui ho bisogno, quello che voglio… e sai anche<br />
che è quello che vuole papà… sono stanca… stanca e lui non ce la<br />
fa più a vedermi così. Aiutaci, aiuta sia me che lui…<br />
Io lo so che devo solo aspettare… ma perché? Perché aspettare?<br />
Tutto questo dolore è inutile.<br />
Facciamolo subito… facciamolo insieme. Tu sei l’unico che può. E’<br />
insopportabile questa attesa.<br />
Voglio solo morire. Non ho niente in sospeso… con nessuno di<br />
voi… vi ho amato tanto e vi amo tanto… ma è finita.<br />
L’unica libertà cho ho ancora sta nell’accettarlo.<br />
Non sono più io… lo vedi. L’unica parte di me che è ancora vera è<br />
quella che desidera morire. Ho paura di morire ma al punto in cui
sono ho più paura di vivere. Sai, credo che sia più facile di quanto<br />
si immagini… forse c’è qualcosa dentro di me che lo sa cosa succede<br />
dopo.<br />
Spero che l’amore sia più forte della morte. Spero che sia facile…<br />
che sia solo nascere in un altro posto.<br />
Mamma… perché io?<br />
Perché tu sei forte… tu sei il più forte. Anche papà lo vuole, ma lui<br />
non lo può fare, lui non ha il coraggio. E nemmeno Luca. Ti prego,<br />
fallo tu. Fallo per noi.<br />
No mamma, no.<br />
Per favore.<br />
Mamma io non sono il più forte.<br />
Per favore.<br />
Max annuisce delicatamente.<br />
MAX<br />
Allora le ho tolto l’ossigeno, ho aperto al massimo il flusso della<br />
flebo della morfina. Lei ha iniziato a respirare più lentamente, poi<br />
ha smesso di respirare per un minuto, ha respirato ancora poi si è<br />
fermata… poi ha ripreso.<br />
Ha fatto ancora come i pesci, come un pesce che sta all’aria aperta.<br />
Avrei voluto rimetterla nell’acqua, farla respirare, ma non l’ho fatto.<br />
L’ho aiutata.<br />
Max appoggia il cuscino davanti a sé come se stesse soffocando la<br />
madre.<br />
MAX<br />
Ecco lo faccio mamma, lo faccio… come vuoi… come volete voi… lo<br />
faccio… lo faccio.<br />
BUIO
SCENA 17<br />
La luce illumina Francesco in una situazione del passato. Il ragazzo<br />
irrompe in scena correndo e si rivolge a Giovanni e a Luca che sono<br />
seduti sulle poltrone.<br />
FRANCESCO<br />
Luca… papà! La mamma… la mamma è morta…<br />
Luca e Giovanni si alzano in piedi di scatto.<br />
GIOVANNI<br />
Ma non è possibile… cosa dici?<br />
FRANCESCO<br />
Ero lì con Max… lei faceva fatica a respirare… faceva come i pesci<br />
fuori dall’acqua… poi lui m’ha detto vai a prendere una bottiglia<br />
d’acqua… e prenditi anche un panino che non hai mangiato<br />
niente… io non lo sapevo… se lo sapevo non andavo a mangiare…<br />
non li lasciavo soli… lui è rimasto solo e lei è morta…<br />
In quel momento entra anche Max si ferma lontano dagli altri che lo<br />
guardano mentre Francesco continua a parlare.<br />
FRANCESCO<br />
Sono un cretino… come al solito… faccio sempre la cosa sbagliata…<br />
la mamma è morta e io mangiavo un panino. Scusami Max…<br />
scusami… io non avevo nemmeno fame… scusami Max… ti ho<br />
lasciato solo… scusami.<br />
Francesco si dirige verso Max che lo abbraccia. Luca e Giovanni<br />
restano immobili a guardare Max che sostiene i loro sguardi.<br />
GIOVANNI<br />
I medici avevano detto che non era imminente…<br />
LUCA
Papà…<br />
GIOVANNI<br />
Avevano detto che… avevano detto che era questione di una<br />
settimana… dieci giorni… ma perché oggi… perché?<br />
Francesco continua a piangere silenziosamente abbracciato a Max.<br />
Luca si avvicina ai fratelli e accarezza Francesco.<br />
MAX<br />
Non era quello che volevi? Volevi che smettesse di soffrire… non<br />
volevi vederla morire. E’ andato tutto come speravi.<br />
GIOVANNI<br />
Come speravo? Quello che speravo io… non era questo…<br />
Francesco si stacca da Max e si lascia abbracciare da Luca.<br />
GIOVANNI<br />
Io adesso non sono più io… non sono più un uomo, nemmeno un<br />
padre… senza di lei non so più niente…<br />
MAX<br />
Vuoi vederla?<br />
GIOVANNI<br />
Non lo so…<br />
MAX<br />
E’ all’obitorio dell’ospedale. Possiamo portarla a casa se vuoi.<br />
GIOVANNI<br />
Non lo so…<br />
MAX<br />
Oppure può rimanere lì…
GIOVANNI<br />
Ha sofferto?<br />
MAX<br />
Aveva la morfina…<br />
GIOVANNI<br />
Ha sofferto?<br />
MAX<br />
No…<br />
GIOVANNI<br />
Sei stato bravo…<br />
MAX<br />
Cosa?<br />
GIOVANNI<br />
Sei stato bravo… Eri la persona più giusta per starle vicino… se<br />
avesse potuto scegliere avrebbe scelto te. Tu sei il più forte. Io non<br />
avevo il coraggio…e nemmeno Luca.<br />
MAX<br />
Il coraggio di cosa?<br />
GIOVANNI<br />
Il coraggio che hai tu…<br />
Il discorso tre i due viene interrotto da Luca.<br />
LUCA<br />
Papà… io voglio andare dalla mamma… vieni con me.<br />
Giovanni annuisce debolmente con il capo.
GIOVANNI<br />
Sì… sì… ci vengo… andiamo.<br />
Giovanni e Luca escono di scena.<br />
BUIO
SCENA 18<br />
Francesco è sdraiato sul divano ancora avvolto nella coperta. Di fianco a lui c’è<br />
Max seduto e con gli occhi chiusi. Fuori scena proviene la voce di Luca che urla.<br />
LUCA (f.s.)<br />
Max… Max…<br />
Max si muove lentamente, apre gli occhi. Si sente anche il rumore di un motore.<br />
LUCA (f.s.)<br />
Max! Max! Francesco!<br />
Anche Francesco apre gli occhi. Max si alza dal divano, in scena entra Luca.<br />
LUCA<br />
Max, ho trovato il mezzo… un fuoristrada. Ce ne possiamo andare. Stanno<br />
venendo a prenderci… possiamo portare via anche papà. Col fuoristrada<br />
arriviamo fino in paese, poi lì c’è il furgone delle pompe funebri che ci aspetta.<br />
Dobbiamo prepararci, si va via.<br />
Max sorride al fratello.<br />
MAX<br />
Lo sapevo… sei l’uomo dalle mille risorse…<br />
LUCA<br />
Non ti dico quanto mi è costato altrimenti inizi a rompere i coglioni che vuoi<br />
pagare tu.<br />
Max e Luca si scambiano un altro sorriso. Francesco si alza dal divano e si<br />
avvicina ai due.<br />
FRANCESCO<br />
Io non posso venire… non possiamo andare via… io devo aspettare Dick… se<br />
torna e non ci trova… io non posso lasciarlo qui… è fuori, in mezzo alla neve.<br />
LUCA<br />
Francesco, cerca di ragionare… dobbiamo andare via, dobbiamo fare il<br />
funerale a papà… vedrai che qualcuno lo trova Dick e poi appena si scioglie la<br />
neve veniamo qui e chiediamo in giro… qui nella zona ci conoscono tutti, se un<br />
contadino lo trova lo tiene.
FRANCESCO<br />
No… no. Qui se ne fregano del mio cane.<br />
LUCA<br />
Hai la febbre, devi tornare a casa.<br />
FRANCESCO<br />
No… no.<br />
LUCA<br />
Sono giù che ci aspettano. Dobbiamo caricare la bara di papà e andarcene.<br />
FRANCESCO<br />
Andate voi.<br />
LUCA<br />
Francesco, non farmi incazzare! Mi sono fatto tre chilometri nella neve… adesso<br />
tu ti vesti e ce ne andiamo, chiaro?<br />
FRANCESCO<br />
No! No!<br />
Max interviene fra i due cercando di mantenere la calma.<br />
MAX<br />
Ascolta Francesco… facciamo così. Adesso noi mettiamo tutte le ciotole di Dick<br />
vicino alla porta sotto il portico, così se lui torna trova da mangiare, gli lasciamo<br />
anche l’acqua e una coperta così può farsi la cuccia. Andiamo in città, facciamo il<br />
funerale a papà tu cerchi di stare meglio, poi torniamo qui perché dobbiamo<br />
riprendere anche le macchine.<br />
Io sono convinto che Dick torna.<br />
Se lo troviamo qui lo portiamo a casa, se non lo troviamo lo andiamo a cercare<br />
da tutti i contadini qui intorno.<br />
FRANCESCO<br />
Ma lui non ce la fa, da solo non ce la fa… due giorni da solo qui… non ce la fa…<br />
si spaventa… il freddo, il buio…<br />
MAX<br />
Sai… Dick non ha paura come noi… gli animali non hanno paura del buio, non<br />
come noi… loro non hanno tutte le paure che abbiamo noi. Per loro il buio è<br />
normale… dormono… e anche la fame, il freddo… sanno resistere, sono molto
più coraggiosi e forti di noi.<br />
FRANCESCO<br />
Sei sicuro?<br />
MAX<br />
Certo. Io li conosco gli animali, no? E’ il mio lavoro. Se lui arriva e trova da<br />
mangiare non si muove… resta qui… e aspetta.<br />
FRANCESCO<br />
Ma due giorni sono tanti.<br />
MAX<br />
Per noi, ma per lui no… lui non lo sa se sono tanti o pochi… lui non sa<br />
nemmeno cos’è il tempo… fidati… Dick non si spaventa… sono sicuro che<br />
quando torniamo lo troviamo qui che ci aspetta.<br />
Francesco abbassa il viso, riflette, poi guarda Luca, guarda ancora Max.<br />
FRANCESCO<br />
Va bene… andiamo<br />
Max sorride abbraccia il fratello.<br />
MAX<br />
Vai, raccogli tutte le tue cose. Ce la fai?<br />
Francesco annuisce ed esce di scena.<br />
LUCA<br />
Anche tu sei l’uomo dalle mille risorse…<br />
Max annuisce con un sorriso triste.<br />
LUCA<br />
Andiamo. Dobbiamo chiudere la casa.<br />
BUIO
SCENA 19<br />
Francesco in proscenio illuminato come se fosse in primo piano.<br />
FRANCESCO<br />
Ci ho pensato bene… Secondo me Dio ha sbagliato tutto…<br />
Io avrei fatto tutto al contrario… le cose dovrebbero andare così… allora: ci si<br />
trova tutti al cimitero: i parenti, gli amici… Ci si mette attorno alla tomba di uno,<br />
e sulla tomba c’è il nome, il cognome e la data… e non ci si sbaglia.<br />
I parenti stanno lì e aspettano, poi dei signori che controllano l’ora tolgono la<br />
pietra e tirano su la bara, poi la mettono sul carro funebre e tutti quanti dietro<br />
alla bara si fa il funerale fino in chiesa.<br />
In chiesa c’è la messa, poi si porta la bara a casa, i parenti si mettono a pregare<br />
attorno alla bara, ma non tristi, contenti.<br />
Poi si apre la bara e si mette il morto sul letto… e il morto comincia a respirare…<br />
perché il morto non è morto… è nato.<br />
Capito? Si parte dalla fine…<br />
Poi, il morto inizia ad alzarsi, migliora fino a che guarisce.<br />
Uno può nascere vecchio o più giovane, dipende da quanto deve vivere.<br />
Insomma la persona che è nata inizia a stare sempre meglio e ringiovanisce…<br />
Diventa sempre più giovane. Vive tutta la sua vita al contrario.<br />
Diventa un signore, poi un giovanotto, poi un ragazzo, poi un bambino e finisce<br />
la vita divertendosi.<br />
E soprattutto invece di imparare le cose, le disimpara, le dimentica… così perde<br />
adagio adagio coscienza fino a che diventa un neonato. Allora lo portano in<br />
ospedale con la sua mamma, aspettano qualche ora e poi lo infilano nella pancia<br />
della mamma. Così la mamma ha la pancia grossa, poi la pancia adagio adagio<br />
si sgonfia, in nove mesi, e dentro c’è solo un girino piccolo piccolo che poi<br />
scompare… allora è morto… cioè non morto… torna a essere quello si è di solito<br />
prima di nascere. Cosa si è prima di nascere ?<br />
Sarebbe molto meglio così. Sì, molto molto meglio, uno prima soffre ma poi va a<br />
stare sempre meglio e quando muore diventa una cosa della sua mamma, una<br />
particella della sua mamma e del suo papà… è meno triste… è tutto molto meno<br />
triste. E’ una bella idea per lui… per Dio… no?<br />
BUIO<br />
F I N E