Babel 008 - Parliamo di Videogiochi
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004<br />
Invece <strong>di</strong> andare da Intimissimi<br />
il nerd me<strong>di</strong>o ripiega su<br />
thinkgeek.com per la fornitura<br />
<strong>di</strong> lingerie. Notare l’efficienza<br />
con cui cicli e mal <strong>di</strong> testa possono<br />
essere gestiti in remoto<br />
senza necessità <strong>di</strong> status report<br />
I<br />
Tommaso De Benetti<br />
Uno che i VG preferisce <strong>di</strong>scuterli<br />
DAL VANGELO SECONDO TOMMASO<br />
politici italiani non sono ‘<strong>di</strong>versamente<br />
onesti’, sono<br />
ladri. I ‘collaboratori scola-<br />
stici’ sono bidelli. Gli ‘operatori<br />
ecologici’ sono spazzini. Allo<br />
stesso modo, noi non siamo ‘appassionati<br />
<strong>di</strong> videogiochi’. Siamo<br />
nerd. Facciamocene una ragione.<br />
Uno a cui piacciono solo i<br />
videogiochi non saprebbe che<br />
farsene del Lancer versione 1:1<br />
in ven<strong>di</strong>ta con Gears of War 2.<br />
Della statua del Big Daddy. Di<br />
quella <strong>di</strong> Altaïr. Di 13.000 punti<br />
nella Gamertag. Dell’artbook <strong>di</strong><br />
Crisis Core in allegato al gioco<br />
solo presso i migliori riven<strong>di</strong>tori<br />
online. Del link ‘Stats for nerds’<br />
in Google Chrome. Noi siamo<br />
nerd, nel bene e nel male.<br />
Siamo quelli - gli unici - che capiscono<br />
le battute <strong>di</strong> Pure Pwnage<br />
o del Corso per<br />
Videogiocatori Professionisti. Se<br />
proviamo a spiegarle a una persona<br />
esterna all’ambiente dopo<br />
due minuti dobbiamo gettare la<br />
spugna. Non solo non ci riusciamo,<br />
ma, temendo le reazioni,<br />
nemmeno lo vogliamo<br />
fare per davvero. Ci stagliamo<br />
solitari persino quando si tratta<br />
<strong>di</strong> farsi due risate.<br />
Wikipe<strong>di</strong>a - e chi meglio <strong>di</strong><br />
lei - ci definisce così: “Nerd è un<br />
termine con connotazione negativa<br />
o stereotipata che si riferisce<br />
ad una persona che<br />
persegue con passione attività<br />
intellettuali, conoscenze esoteriche,<br />
o altri interessi oscuri piuttosto<br />
che farsi coinvolgere in<br />
attività più sociali o mainstream.<br />
Di conseguenza, il nerd<br />
è spesso escluso da qualsiasi<br />
tipo <strong>di</strong> attività fisica e considerato<br />
un solitario dai suoi cono-<br />
Tommaso De Benetti è stato membro<br />
fondatore e colonna portante <strong>di</strong> Ring, la<br />
rivista più amata dai videogiocatori<br />
meno rincoglioniti. Qualche tempo fa,<br />
esasperato dall’ignavia invincibile degli<br />
ormai depressi ringhici, ha lanciato da<br />
solo il progetto RingCast (reperibile su<br />
iTunes), primo podcast italiano a tema<br />
Siamo nerd nell’Uncanny Valley<br />
scenti, oppure tenderà ad associarsi<br />
a persone che con<strong>di</strong>vidono<br />
le sue passioni”.<br />
C’è del marcio in questa definizione,<br />
ma non tanto come<br />
vogliamo far credere. Nell’Anno<br />
del Signore 2<strong>008</strong> siamo ancora<br />
intrappolati in una sorta <strong>di</strong> Uncanny<br />
Valley ner<strong>di</strong>ca per nostra<br />
stessa scelta. Troppo ossessivi<br />
per essere socialmente appetibili,<br />
troppo poco autorevoli per<br />
essere rispettati alla stregua <strong>di</strong><br />
Steven Levy, quello dell’Etica<br />
Hacker. In definitiva, delle<br />
quasi-persone.<br />
O forse no. Chi <strong>di</strong> voi segue<br />
il podcast RingCast, sa che è<br />
partita da poco una nuova rubrica,<br />
chiamata - dopo svariati<br />
nomi provvisori uno peggio<br />
dell’altro - Nerd Co-op. Ora, il<br />
nome della rubrica è stato imposto<br />
dal sottoscritto per dare<br />
un’idea chiara e precisa del suo<br />
contenuto: un numero imprecisato<br />
<strong>di</strong> nerd <strong>di</strong>scute in multiplayer<br />
<strong>di</strong> videogiochi. Mission<br />
accomplished. Eppure è successo<br />
che un ascoltatore, la cui<br />
opinione mi interessa particolarmente,<br />
mi ha bacchettato per<br />
l’uso improprio della parola<br />
‘nerd’, considerata - a ragione? -<br />
svilente per l’intera categoria.<br />
Cito testualmente: “Definirsi<br />
nerd la vedo sempre un po’ triste<br />
come cosa, e mi spiace che<br />
<strong>di</strong>ate per scontato che vi possano<br />
seguire solo ed esclusivamente<br />
altri cosiddetti nerd [...]<br />
è autoghettizzante”.<br />
Il punto è questo: definirsi<br />
‘nerd’ è autoghettizzante? Se sì,<br />
perché? Perché l’abbiamo deciso<br />
noi. Siamo noi a caricare il termine<br />
con valenza negativa.<br />
videolu<strong>di</strong>co, a cui comunque la vecchia<br />
guar<strong>di</strong>a partecipa a corrente alternata.<br />
Gatsu, secondo il nick con cui è solito<br />
firmarsi su Internet, attualmente vive e<br />
tromba ad Helsinki, tra frotte <strong>di</strong> bionde<br />
ninfomani e sferzate <strong>di</strong> gelo più o meno<br />
devastanti.<br />
Siamo noi che spesso siamo<br />
realmente sociopatici. Che abbiamo<br />
paura delle nostre passioni.<br />
Che siamo dei ciccioni.<br />
Che non spieghiamo le battute<br />
<strong>di</strong> Pure Pwnage a chi ce lo<br />
chiede. Che se non collezioniamo<br />
tutti gli achievements <strong>di</strong><br />
un gioco veniamo considerati<br />
n00b. Che nascon<strong>di</strong>amo i numeri<br />
<strong>di</strong> EDGE quando - e se -<br />
una ragazza ci viene a trovare.<br />
Che le donne le preferiamo virtuali<br />
e con il tasto Pausa. Che<br />
tutto sommato il Wii ci sta sul<br />
cazzo, ma neanche tanto, perché<br />
se ci gioca la nonna stai a<br />
vedere che anche quella che ci<br />
piace magari si appassiona.<br />
Siamo quelli che riescono a<br />
<strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> cose tipo “il collo <strong>di</strong><br />
Ryu in Street Fighter IV”. Abbiamo<br />
seconde copie incellophanate<br />
dei nostri giochi preferiti.<br />
Conosciamo acronimi tipo HUD<br />
e parole come ‘<strong>di</strong>splacement<br />
mapping’. E ammettiamolo, se<br />
le periferiche fossero sex toys,<br />
le nostre case sarebbero capitali<br />
del porno.<br />
Non ho paura né vergogna a<br />
definirmi nerd: è parte <strong>di</strong> quello<br />
che sono e lo accetto. C’è gente<br />
messa peggio, ma io posso vantare<br />
nella collezione robaccia<br />
tipo Unlimited Saga solo perché<br />
“la scatola era bella”. Ren<strong>di</strong>amoci<br />
conto, “la scatola era<br />
bella”. Ripetetelo ad alta voce e<br />
chiedetevi se non suona completamente,<br />
profondamente<br />
nerd.<br />
Rilassatevi. Chiudete gli<br />
occhi. Aprite il chackra del cuore<br />
e abbracciate la verità. Non potete<br />
sfuggire da voi stessi. Ma<br />
vendervi meglio, quello sì.