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NELLO SPECCHIO DEL PASSATO - biblioteca galilei trieste

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preesistente chiesa dedicata a san Gorgonio. Durante il nono secolo il<br />

monastero aveva conosciuto una scandalosa decadenza. Tre generazioni<br />

dopo, nel decimo secolo, esso divenne il centro della riforma monastica<br />

germanica, parallela alla riforma dell'abbazia cistercense di Cluny. Nel<br />

giro di due generazioni centosessanta abbazie figlie, fondate (o<br />

partorite) da quella di Gorze, sorsero su tutto il territorio germanico del<br />

Sacro Romano Impero. Gorze stessa era situata in prossimità del<br />

confine fra il vernacolo romanzo e quello francone; e i monaci<br />

dell'abbazia volevano frenare l'avanzare dell'influenza della concorrente<br />

abbazia di Cluny. Essi si servirono del linguaggio come arma in questa<br />

battaglia politica.<br />

I monaci di Gorze si gettarono nella politica linguistica associando<br />

al termine 'lingua' un curioso epiteto, 'madre', la cui carica ideologica a<br />

quei tempi è per noi, ancora una volta, difficile da immaginare. La<br />

maternità simbolica della Chiesa e quella universale della Vergine erano<br />

idee centrali nell'esperienza della vita personale e della realtà cosmica, e<br />

avevano un'intensità che possiamo intuire soltanto leggendo la poesia<br />

dell'epoca o contemplando i capolavori scultorei dell'arte romanica.<br />

Coniando il termine 'madre lingua', i monaci di Gorze elevarono il<br />

vernacolo "duits", che si tramandava secondo modalità orali, al livello<br />

di una cosa da aver cara, onorare, difendere da ogni contaminazione,<br />

trattare sotto ogni aspetto come si tratta una madre. Il linguaggio venne<br />

consacrato da questa associazione con la maternità e, nello stesso<br />

tempo, la maternità finì per essere alienata, trasformandosi in un<br />

principio sul quale il clero maschile poteva affermare il suo potere. La<br />

'madre' veniva ora onorata e gestita, amata e strumentalizzata, protetta<br />

nella sua purezza e trasformata in arma, difesa da ogni contaminazione e<br />

usata come scudo.<br />

La professione pastorale, che oggi concepiamo come una<br />

professione assistenziale, aveva fatto un passo importante verso la<br />

gestione di funzioni materne.<br />

Dal francone dell'undicesimo secolo il termine fu tradotto in tardo<br />

latino come "lingua materna"; e in questa forma si diffuse attraverso<br />

tutta l'Europa, per essere poi riscoperto e ritradotto nei vari volgari<br />

all'inizio del quindicesimo secolo. Il concetto di 'lingua madre', di un<br />

colloquiale sovraregionale con un alto valore emozionale e un ampio<br />

uditorio, creò una situazione che richiedeva l'invenzione dei caratteri

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