NELLO SPECCHIO DEL PASSATO - biblioteca galilei trieste
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il giogo o il timone posto sull'asse di un'imbarcazione. Non possono<br />
essere migliorate in maniera sostanziale, ma possono venire usate in<br />
modi inattesi. Questo è ciò che è accaduto alle lettere dell'alfabeto<br />
quando sono diventate il materiale che costituisce il testo visibile. Da<br />
quando si è distaccato dalla pagina, il testo è rimasto una metafora<br />
potente. E, proprio come le lettere dell'alfabeto sono il materiale con cui<br />
allora era stata costruita la nuova entità testo, così oggi il testo è il<br />
materiale con cui viene costruito un insieme di concetti completamente<br />
nuovi.<br />
Nell'ambito della fisica Max Planck ha riesumato la metafora del<br />
mondo come libro e dello scienziato come 'lettore' del libro della natura.<br />
Ha paragonato il fisico a un archeologo che cerca di interpretare le<br />
tracce lasciate da una cultura del tutto aliena, che non aveva l'intenzione<br />
di rivelare n‚ di nascondere qualcosa al lettore. E il primo a servirsi<br />
della scrittura non più come metafora, ma come analogia esplicativa, è<br />
stato un altro fisico, l'ebreo emigrato Erwin Schr”dinger. A Dublino, nel<br />
1943, Schr”dinger suggerì che il materiale genetico si potesse<br />
considerare alla stregua di un testo stabile, i cui mutamenti occasionali<br />
potevano essere interpretati come varianti.<br />
Da fisico, nel formulare questo modello biologico Schr”dinger<br />
aveva completamente scavalcato i confini del suo campo. Ma solo pochi<br />
mesi dopo il biologo Avery dimostrò per la prima volta che i genomi<br />
possono essere 'inseriti' nei batteri, quasi come le glosse si inseriscono<br />
nel testo di un manoscritto. Ogni individuo al momento della<br />
fecondazione poteva ora essere visualizzato come un testo originale.<br />
L'idea di Schr”dinger ha influito sul concetto di testo almeno tanto<br />
profondamente quanto la rivoluzione delle tecniche di copiatura attorno<br />
al 1200. Essa introduce una concezione nuova, quella di una sequenza<br />
di 'lettere' che esercita un potere senza provenire da, o rivolgersi a, una<br />
mente. A partire da Schr”dinger, il 'testo' diviene un programma, privo<br />
di senso e di significato, che determina l'organizzazione di un processo.<br />
Il primo a capire le straordinarie implicazioni semantiche di questa<br />
ridefinizione del testo come sequenza di comandi priva di autore e non<br />
destinata a ricevere un significato dalla lettura è stato Erwin Chargaff.<br />
Celebrando il centenario della prima separazione chimica degli 'acidi<br />
nucleici' (ottenuto da Miescher nel 1869), Chargaff ha raccontato che,<br />
leggendo Schr”dinger alla luce degli esperimenti di Avery, egli vide di