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NELLO SPECCHIO DEL PASSATO - biblioteca galilei trieste

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parola-chiave del lessico politico. Una nuova schiera di economisti ha<br />

iniziato a elaborare proposte politiche basate sull'idea del<br />

soddisfacimento dei bisogni reali. I fautori di questo nuovo ordine<br />

economico, eticamente fondato, vengono regolarmente attaccati dai<br />

tecnici dell'economia più ostinati, ma raramente sono criticati per i loro<br />

metodi di imputazione dei bisogni, o per il ricorso ai bisogni come<br />

criteri di misura della domanda potenziale. Sono di solito etichettati<br />

come socialisti, epiteto che designa chi traduce i bisogni imputati in<br />

precisi diritti coi quali misurare i doveri incombenti sugli altri.<br />

Ciò che è qui in questione non sono le modalità tecniche e<br />

matematiche con cui le varie scuole economiche hanno dato espressione<br />

a qualcosa che nel linguaggio corrente viene ora chiamato 'bisogno', ma<br />

l'uso di questo termine nel linguaggio ordinario. Non solo nei dibattiti,<br />

ma anche nella conversazione occasionale gli sconvenienti bisogni sono<br />

sempre più usati per definire le persone. E questo cominciò solo pochi<br />

anni fa: la data di nascita del 'sottosviluppato', il bisognoso per<br />

eccellenza, risale al 10 gennaio 1949, quando il presidente Truman gli<br />

conferì esistenza nel discorso con cui inaugurò il 'Programma dei<br />

quattro punti'. Altre analoghe definizioni in negativo sono scivolate nel<br />

linguaggio in modo ancor più surrettizio. L'analfabetismo, come<br />

sostantivo, appare per la prima volta nel 1892, sulla "Harvard<br />

Educational Review" di Boston. Da allora, le entità statistiche<br />

rappresentate da coloro che sfuggono alla diagnostica, ai trattamenti e<br />

alle assicurazioni hanno assunto la forma di soggetti i cui bisogni e<br />

rivendicazioni sono definibili professionalmente.<br />

Ricorrere ai bisogni per definire la condizione umana è ormai<br />

diventato un assioma: l'essere umano viene così percepito come animale<br />

bisognoso. Conseguenza ultima della metamorfosi delle culture in<br />

economie, dei beni in valori, è lo sradicamento del sé individuale.<br />

Sembra quindi naturale definire la persona a partire da deficienze<br />

astratte anziché per la peculiarità del contesto.<br />

Questa percezione dell'essere umano come soggetto bisognoso si<br />

pone in radicale rottura con ogni tradizione conosciuta. Lo stesso vale<br />

per la definizione corrente di 'eguaglianza', ricavata in base a questa<br />

'miserabile' ottica. Entro tale prospettiva il concetto di eguaglianza<br />

rimane ancorato alla certezza dell'identità dei bisogni di base della<br />

gente. Noi non siamo affatto eguali a causa dell'intrinseca dignità e

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