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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Siamo avisati che li prove<strong>di</strong>tori de Venetia sonno in Monferrato hanno facto fare una<br />

botta nova per farse mettere dentro et condurse a Venetia per Po. Pertanto vogliati<br />

or<strong>di</strong>nare et far commandare a tuti li lochi che ve parerano bisognare per modo che <strong>di</strong>cta<br />

botta non possa passare che la non sia presa. Data apud Adellum, <strong>di</strong>e xxvi octobris<br />

1453.<br />

Marcus.<br />

Cichus.<br />

400<br />

Francesco Sforza risponde a donna Luchina dal Verme <strong>di</strong> aver deciso che suo fratello<br />

Alessandro si porti da lui , e non nel Parmense, con le sue genti, sicuro che sistemando le cose<br />

sul fronte sforzesco, tutto andrà per il meglio anche sul suo. Tutto ciò vale anche in merito a<br />

quanto lei accenna per la restituzione <strong>di</strong> Poviglio al conte Pietro.<br />

Magnifice domine Luchine de Verme.<br />

1453 ottobre 27, “apud Adellum”.<br />

Havemo recevuto le vostre lettere per le quale ne rechiedeti vogliamo essere contenti<br />

de mandare le vostre gente, quale sonno de qua con nuy, in Parmesana con Alexandro<br />

nostro fratello, così per nostro como etiam<strong>di</strong>o per vostro bene; et etiam se vogliamo<br />

dela restitutione <strong>di</strong> Puvilio al conte Petro, accadendo alcuno acor<strong>di</strong>o, pace; unde<br />

respondendo <strong>di</strong>cemo che 115r che per tuti li boni respecti havemo deliberato ch’el <strong>di</strong>cto<br />

Alexandro venga qua da nuy con tute le gente, sichè per questo non accade mandarle<br />

li vostri, ma doveti credere et essere certa che, conzando le cose de qua se vengono a<br />

conzare quelle dellà, e conzandose, como siamo certi, stati de bona voglia che non<br />

mancho haveremo cura del facto vostro che del nostro proprio. El simile <strong>di</strong>cemo<br />

quando accadesse acor<strong>di</strong>o. Data apud Adellum, <strong>di</strong>e xxvii octobris 1453.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

401<br />

Francesco Sforza scrive al conestabile Gaspare da Suessa che ha saputo dal commissario<br />

ducale <strong>di</strong> Novara, Giorgio del Mayno, che il commissario <strong>di</strong> Vercelli intende fare rappresaglie<br />

contro i Novaresi per i prigionieri, altre volte, fatti da Gaspare, che ora, accordatosi con il<br />

commissario ducale, manderà a Vercelli a chiarire ogni cosa .<br />

Gasparri de Suessa, conestabili.<br />

(1453 ottobre 27, “apud Adellum”).<br />

Siamo advisati da domino Zorzo del Mayno, nostro commissario in Novara, como lo<br />

commissario de Vercelli delibera fare represaglia contra li (a) Novaresi per cagione de<br />

quelli dellà, quali foreno facti presoni per ti altre volte. Pertanto, per evitare ogni<br />

inconveniente, quale poria nascere per questa cagione, ne pare necessario, così te<br />

<strong>di</strong>cemo che havuta questa, tu man<strong>di</strong> ad Vercelli, intendendote col <strong>di</strong>cto nostro<br />

commissario et chiarissi questo facto per modo il <strong>di</strong>cto commissario per questo non<br />

habia ad fare represaglia alcuna, advisandone per toa lettera como gli haveray<br />

mandato et de quello sequirà. Data ut supra.<br />

Zanetus.<br />

Cichus.<br />

(a) li in interlinea.<br />

402<br />

Francesco Sforza comanda al familiare ducale Fiorentino da Firenza <strong>di</strong> pagare le 80 lire che<br />

ancora deve a Castello da Busnate per la calcina fornitagli per la costruzione della rocchetta.<br />

Florentino de Florentia, familiari nostro.<br />

(1453 ottobre 27, “apud Adellum”).

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