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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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459<br />

Francesco Sforza avverte il luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> che non occorre più dar noie ai Lo<strong>di</strong>giani per la<br />

guar<strong>di</strong>a dell’Adda. Faccia, invece, ben vigilare la città, il ponte e il revellino.<br />

Locumtenenti Laude.<br />

(1453 novembre 7, “apud Rovatum”).<br />

Perché per Dio gratia le cose nostre sonno reducte in modo che non bisogna più<br />

dubitare che l’inimici passano Adda, volemo et comettiamo che non debiati lassare sia<br />

data molestia né impazo alcuno alli homini nostri de Lodesana, tanto del vescovato de<br />

Sopra quanto de quello de Sotto, per la guar<strong>di</strong>a del fiume (a) de Adda, ma lassarli stare<br />

ad fare li facti loro ad casa sua; et questo non manchi per cosa alcuna. Fareti pur fare<br />

bona guar<strong>di</strong>a de dì et de nocte ad quella nostra citade, ponte et revellino, aciò non<br />

possiati essere inganato. Data ut supra.<br />

Zaninus.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue et cetera depennato.<br />

460<br />

Francesco Sforza esprime ad Antonio de Minutis, Regolatore dei Maestri delle entrate, e a<br />

Raffaele Pugnello il suo stupore per aver inteso da alcuni uomini <strong>di</strong> Pavia, anche a nome <strong>di</strong> altri,<br />

che essi si procurano il frumento in malo modo. Li sollecita a comportarsi <strong>di</strong>versamente,<br />

cercando <strong>di</strong> avere, “sub nomine de pagamento, quella quantità che vorano dare volentere”.<br />

Procurino <strong>di</strong> acquistarne a sufficienza e presto per sopperire ai bisogni ducali.<br />

Furono scritte lettere credenziali al familiare ducale Torniello <strong>di</strong> Firenze per Antonio Sicco,<br />

commissario <strong>di</strong> Geradadda; ufficiale, comune e uomini <strong>di</strong> Rivalta;<br />

ufficiale, comune e uomini <strong>di</strong> Treviglio.<br />

(1453 novembre 7, “apud Rovatum”).<br />

Ser Antonio de Minutis, regulatori intratarum nostrarum, et Rafaeli Pugnello, familiari<br />

nostro.<br />

Sonno stati a nuy alcuni homini de Pavia a suo nome et, como <strong>di</strong>cono, a nome etiam<strong>di</strong>o<br />

de alcuni altri pover’homini, quali <strong>di</strong>cono et se gravano che per l’havere el forme(n)to da<br />

loro gli haviti usati aspreze assay et fatoli mettere in pregione; la qual cosa ne pare<br />

<strong>di</strong>fficile a credere, perché non serria segundo la comissione nostra, né serria da fare<br />

per cosa del mondo, perché, volendolo nuy pagare, spen<strong>di</strong>ressemo el nostro <strong>di</strong>naro e,<br />

se faressemo, ultra ciò l’homini inimici. E pertanto a nuy pare e volemo che gli debiati<br />

revocare ogni novitate che gli fosse facta e con bono modo e dolce parole vedete et<br />

circate de cavare da loro, sub nomine de pagamento, quella quantità che vorano dare<br />

voluntere et de bona voglia, senza extorsione alcuna; 130v et quando la comunità<br />

venesse a volerne fare donatione d’alcuna quantità, la potite acceptare, facendola<br />

quella con ben piacere. Postea per supplire ali nostri bisogni, compratine da chi ne ha<br />

et che ce lo volia dare in ven<strong>di</strong>ta; et demum fate quello haveti a fare presto e senza<br />

extorsione, como havemo <strong>di</strong>cto, avisandove che havemo facto confortare questi che<br />

retornano indreto a fare de bona voglia quello ponno fare et ad confortare l’altri ad<br />

subvenire in questi nostri bisogni; et così ancora voy bellamente gli confortariti a farlo.<br />

Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

Die suprascripto.<br />

Facte fuerunt littere credentiales in personam Tornielli de Florentia, familliaris nostri<br />

infrascriptis, videlicet:<br />

Antonio Sicho, comissario nostro Glareabdue,

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