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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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(a) Segue Nicolò depennato.<br />

537<br />

Francesco Sforza scrive al milite Stefano de Folpertis, vicario generale, che se non si è ancora<br />

portato dal Consiglio, si porti da lui. In caso contrario, dopo il Consiglio, vada da lui.<br />

(1453 novembre 19, “contra Urceas Novas”).<br />

Egregio militi et doctori domino Stefano de Folpertis, vicario generali nostro <strong>di</strong>lecto.<br />

Volemo che, recevuta questa, non essendo partito per andare dal nostro Consiglio,<br />

quale scriveti havere mandato per vuy, vegniati fin qui da nuy per alcune cose havemo<br />

conferire con vuy, perchè l’è pocha strata et ve expe<strong>di</strong>remo presto. Et se sareti partito,<br />

volemo andati presto et ve expe<strong>di</strong>ati con presteza de quello haveriti a fare con loro;<br />

possa subito, senza <strong>di</strong>mora nè contra<strong>di</strong>ctione alcuna, vegnati via da nuy perchè ve<br />

possiamo <strong>di</strong>re quello ve havemo a <strong>di</strong>re. Data ut supra.<br />

Marcus.<br />

Cichus.<br />

538<br />

Francesco Sforza fa sapere al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> che non gli pare più necessaria (come del<br />

resto gli ha già comunicato con due lettere) la spesa dei retrovar<strong>di</strong>.pagati dalle comunità.<br />

Quanto agli altri due, avuti a spese ducali, che ritengono sarebbe bene vendere salvandone,<br />

però, le armature, il duca non ha <strong>di</strong>fficoltà che facciano come credono, ma non ne spendano il<br />

ricavato senza sua licenza. Con le persone che vengano da Crema e da Bergamo per acquisto<br />

<strong>di</strong> vettovaglie si comportino con <strong>di</strong>screzione.<br />

Locumtenenti Laude.<br />

(1453 novembre 19, “contra Urceas Novas”.)<br />

Respondendo ale vostre littere circha’l facto delli retrovar<strong>di</strong> pagati per Ie comunitate, Ii<br />

quali non haviti anchora voluto fare licentiare per lo dubio a vuy posto per domino<br />

Morello, <strong>di</strong>cemo, como per altre due ve havemo scritto, che a nuy non pare più<br />

necessaria quella spexa e volemo la togliate via per alleviare el carico ali homini nostri.<br />

Ala parte del’altre duy pagati a nostre spexe, Ie quale <strong>di</strong>citi, segondo el consilio a vuy<br />

dato, seria meglio vendere e salvare Ie armature d'esse, <strong>di</strong>cemo che siamo contenti<br />

che faciati como meglio ve pare non lassando spendere li <strong>di</strong>nari che se ne cavarà<br />

senza nostra licentia. Ala parte delli homini e femine quali da Crema e Bergamo<br />

vengono Iì per necessità del vivere e cazati dala fame, <strong>di</strong>cemo che questo se vole<br />

intendere et regere con <strong>di</strong>scretione. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

539<br />

Si è scritto a Sagramoro Visconti,in risposta al fatto che quei <strong>di</strong> Urgnano, Calcinate e Brusaporto<br />

hanno ricusato <strong>di</strong> ricevere le genti d’armi, <strong>di</strong> riprovare d’entrarvi, avendo il duca “opportune”<br />

scritto a quegli uomini, che, a loro volta, manderanno due <strong>di</strong> ogni comunità dallo Sforza anche in<br />

merito ai cavalli e ai fanti presi..<br />

147v Die xxi novembris.<br />

(1453) novembre 21, (“contra Urceas Novas”).<br />

Scriptum fuit domino Segramoro Vicecomiti respondendo suis pro hominibus Urgnani,<br />

Cologni, Calcinate et Bruxaporchi in facto gentium, quas recusaverunt acceptare, quod<br />

de novo remittat in <strong>di</strong>ctis locis <strong>di</strong>ctas gentes, quia scribitur <strong>di</strong>ctis hominibus opportune,<br />

et ulterius et quod mittant duos ex hominibus <strong>di</strong>ctarum terrarum, pro qualibet terra <strong>di</strong>cta,<br />

ad dominium nostrum et etiam pro facto equorum illorum et pe<strong>di</strong>tum captivorum, et<br />

cetera. Item scriptum fuit hominibus Urgnani et Cologni mirative quia recusaverunt

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