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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Et rescriveraene dela receptione dela presente.<br />

In simili forma scriptum fuit comunitatibus Machasturne Ripalte, comissario et potestati<br />

Cassani.<br />

Zaninus.<br />

Cichus.<br />

542<br />

Fraancesco Sforza or<strong>di</strong>na al podestà <strong>di</strong> Treviglio <strong>di</strong> catturare Francino, famiglio del suo uomo<br />

d’arme Giacomo da Treviglio e <strong>di</strong> non rilasciarlo fino a quando non restituirà tutto quello che gli<br />

ha portato via fuggendo da lui.<br />

Potestati Trivilii, nostro <strong>di</strong>lecto.<br />

(1453 novembre 21, “contra Urceas Novas”).<br />

Vene lì Iacomo da Trivigli, nostro homo d’arme, presente exhibitore, per casone <strong>di</strong> uno<br />

suo famiglio giamato Francino de quella nostra terra, quale ali dì passati s’è fugito da<br />

luy et portogli via la robba sua, como dal <strong>di</strong>cto Iacomo intenderay. Pertanto volemo<br />

debbe fare destenire <strong>di</strong>cto Francino havuta questa, non lassandolo fino non habia<br />

restituito e satisfacto la robba soa al <strong>di</strong>cto Iacobo; et provede sia subito spazato, che<br />

possa retornare subito in campo. Data ut supra.<br />

Zanetus.<br />

Cichus.<br />

543<br />

Francesco Sforza ripropone al luogotenente, al podestà e ai presidenti agli affari <strong>di</strong> Piacenza <strong>di</strong><br />

inserire nella quaterna degli addetti all’ufficio degli alloggiamenti dei cavalli Stefano Credazio,<br />

purchè sia ritenuto “apto a quella cosa”<br />

(1453 novembre 21, “contra Urceas Novas”).<br />

148v Locumtenenti, potestati ac deputatis presidentibus negotiis civitatis nostre<br />

Placentie.<br />

Intendemo nuy che per quella comunitate nostra de Placentia fi facta una electione de<br />

quatro homini ad providere a quelle cose che occorrerano per lo facto delli lozamenti<br />

delli cavalli. Siamo mosti recordarve Stefano Cradatio, cita<strong>di</strong>no de quella nostra cità,<br />

per la qualcosa ve confortiamo lo vogliate acceptare nel numero delli <strong>di</strong>cti quatro,<br />

parendo a vuy che sia homo apto a quella cosa. Data ut supra.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.<br />

544<br />

Francesco Sforza comanda al suo cancelliere Teseo da Spoleto <strong>di</strong> non molestare, per dare<br />

nelle loro case alloggio ai Francesi, le mogli <strong>di</strong> Niccolò da Tolentino e <strong>di</strong> Giapino, suoi uomini<br />

d’arme che sono in campo.<br />

Teseo de Spoleto, canzellero nostro.<br />

(1453 novembre 21, “contra Urceas Novas”).<br />

A nuy non pare ragionevele nè honesto che, stando qui in campo, Nicolò da Tollentino<br />

et Giapino, nostri homini d’arme, li siano molestati le case dove stano le sue moliere in<br />

quella nostra cita. Sichè non le usare molestare, perchè quando non fossero logiate ce<br />

bisognaria alozarle, e bene se potrano logiare le gente Franzose altrove. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.

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