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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Respondendo ad una vostra de dì 29 del passato, et primo, ala parte delli inimici che<br />

siano retornati indreto così vituperosamente, <strong>di</strong>cemo che ne piace et non <strong>di</strong>cemo altro<br />

sopra ciò. Ala parte che ne pare de fare circa quelli sonno stati (a) casone de fare<br />

venire l’inimici in quelle parte, et cetera, <strong>di</strong>cemo che vuy che seti in suso il facto faciati<br />

quello ve pare meglio; et non <strong>di</strong>cemo sopra ciò altro se non che ne refferemo ad quello<br />

che per doe altre 188r nostre ve havemo scripto. Ben <strong>di</strong>cemo che non ne pare ben<br />

facto che quelle nostre gente sonno dellà mettano ad saccomano quello paese, como<br />

intendemo; però provedetigli como ve pare per conservare li nostri sub<strong>di</strong>ti et boni amici.<br />

Ala parte che ve pare de lassare Colella da Napoli ala impresa de Bre, <strong>di</strong>cemo che,<br />

essendo le cose dellà reducte alli termini che scriveti et possendose havere fra cinque<br />

o sei dì, como credemo de si, siamo contenti li <strong>di</strong>cati et or<strong>di</strong>nati per nostra parte che<br />

attenda et vada ala <strong>di</strong>cta imprexa, et che se sforzi quanto più presto gli serà possibile<br />

de redure quella rocha ala nostra obe<strong>di</strong>entia; et che sopratuto faza presto. Ala parte<br />

che scriveti del facto de domino Thiberto, <strong>di</strong>cemo che nuy gli l’habiamo scripto ch’el<br />

debia venire da nuy con li suoi al’impresa de Asola; et così lo aspectiamo. Ad Piero<br />

Iohane da Camerino scrivemo per l'aligata che ritorni ali suoi allogiamenti, la quale<br />

vogliate mandare per proprio messo. Ala parte de quelli della Valle de Gan<strong>di</strong>no <strong>di</strong>cemo<br />

che havemo inteso quello che ne scriveti; et fino qui non è venuto qui da nuy. Ala parte<br />

de quello comissario, seu offitiale, Foransito da Pergamo, che haveti posto in la Valle<br />

de Sancto Martino, <strong>di</strong>cemo che questo non pò havere loco perchè lo patre de Hectore,<br />

al quale havemo promesso <strong>di</strong>cto offitio, ha già havuto la nostra lettera del <strong>di</strong>cto offitio et<br />

è partito per venire al <strong>di</strong>cto offitio; che se pure nuy havessemo havuto lo adviso inanze<br />

havesse havuta lettera, per compiacerve l'haveressemo facto voluntera et<br />

haveressemo facto restare contento il pre<strong>di</strong>cto; ma con nostro honore non lo<br />

poressemo fare, neanche ne pare de farlo per niente. Data ut supra.<br />

Zaninus.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue ad depennato.<br />

709<br />

Francesco Sforza scrive al Colleoni che, se non fosse arrivato ad alcuna conclusione circa la<br />

liberazione degli uomini <strong>di</strong> San Martino, sospenda il tutto, nonostante le insistenti richieste<br />

(l’ultima fatta con Antonello da Scaliono) e sebbene lo stesso duca gli avesse, su richiesta <strong>di</strong><br />

detto Antonello, mandato da Piacenza Gentile dalla Molara perchè sistemasse ogni cosa. Se il<br />

Colleoni avesse comandato la liberazione degli uomini, il duca vuole che or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> “mandare<br />

dreto ad inhibire, con qualche honesta rasone,” che essi siano liberati.<br />

188v Magnifico Bartholomeo Coleono.<br />

(1454 gennaio 2, “apud Marchariam”).<br />

El signore marchexe da Monferrato ne ha più volte facto fare instantia che vogliamo<br />

fare relaxare quelli homini da Borgo San Martino, et pur novamente ha mandato da nuy<br />

Antonello da Scaliono per solicitare la liberatione pre<strong>di</strong>cta. Et nuy perfin da Piasenza ve<br />

scrissemo et, anche per la instantia del <strong>di</strong>cto Antonello, mandassemo da vuy Gentile<br />

dala Molara perchè acconciasse ciò che bisognava per la liberatione delli <strong>di</strong>cti homini.<br />

Como havereti inteso horamo per certi respecti, quali ve veneno per la mente, per<br />

questa nostra ve <strong>di</strong>cemo che, se non haveti facta la conclusione sopra la relaxatione<br />

pre<strong>di</strong>cta, debiati sospendere et non la faceti per niente. Tamen dareti qualche piacevole<br />

parole, <strong>di</strong>fferendo la cosa finchè nuy ve scriveremo altro sopra ciò; et se per caso<br />

havesti facta la <strong>di</strong>cta conclusione et havesti or<strong>di</strong>nato cbe fosseno lassati <strong>di</strong>cti homini, et<br />

da vuy già fosse partito <strong>di</strong>cto Antonello, <strong>di</strong>cemo che subito vogliati mandare dreto ad<br />

inhibire, con qualche honesta casone, che essi homini non siano relaxati; imo restino<br />

ancora finchè nuy ve scriveremo altro sopra ciò. Data ut supra.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.

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