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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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siamo informati che li ban<strong>di</strong>ti per lo <strong>di</strong>cto tractato havevano qualche cosa et che ne ha<br />

strazato in qua et chi in là, volimo che ve inzignati sapere como è stata tractata la<br />

Camera nostra circha ciò, e qual descriptione è facta, e de tuto darietene aviso. Data ut<br />

supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

54<br />

Francesco Sforza prende atto dell’andata <strong>di</strong> Gentile della Molara a Castelnuovo Tortonese con il<br />

cancelliere del duca <strong>di</strong> Modena e dell’incontro ivi avuto con il luogotenente e gli uomini del<br />

posto. Gli fa presente che come i locali vogliono essere risarciti dei danni subiti dai soldati del<br />

Colleoni, altrettanto vale l’opposto, perchè lo Sforza intende che i suoi uomini “non siano da<br />

mancho et pegio tractati che li <strong>di</strong>cti uomini <strong>di</strong> Castelnovo”.<br />

Lo informa <strong>di</strong> aver scritto ad Orfeo <strong>di</strong> portarsi dal conte Pietro Torelli per domandargli i 2000 e<br />

più ducati dovuti e, avutili, saranno destinati al Colleoni.<br />

Gentili dela Molara<br />

(1453 agosto 10, “in castris apud Gaydum”).<br />

A questi <strong>di</strong> passati recevessemo la toa lettera de <strong>di</strong> cinque presente per la quale<br />

restiamo a compimento advisati dela andata toa a Castelnovo del Tertonese et de<br />

quanto hay facto con lo cancellero del’illustre ducha et con il locotenente et homini<br />

d'essa terra; al che respondendo, <strong>di</strong>cemo ne piace quanto hai facto et te ne<br />

comen<strong>di</strong>amo; bene te recor<strong>di</strong>amo et volemo che, così como li <strong>di</strong>cti homini voleno, che<br />

gli siano satisfacti li damni facti a loro per li soldati del magnifico Bartholomeo Coleone,<br />

che tu fazi con effecto che anchora ali <strong>di</strong>cti soldati siano integramente satisfacti tuti li<br />

damni quali loro habiano recevuti per casone deli <strong>di</strong>cti homini, como è iusto et<br />

raxoneveole et debito, perchè nostra intentione è che li nostri non siano da mancho et<br />

pegio tractati che li <strong>di</strong>cti homini de Castelnovo; et così intendemo de quelli altri homini<br />

17v nostri del paese, quali intendemo hanno recevuto molti damni per casone d’essi<br />

homini de Castelnovo.<br />

Ala parte delli ducati doa millia del conte Petro Torello, nuy havemo scripto ad Orfeo<br />

che lo debia andare ad trovare et domandargli li <strong>di</strong>cti ducati doa millia e più. Et<br />

possendogli (a) havere gli havemo scripto che siamo contenti siano dati al magnifico<br />

Bartholomeo: prende atto del che, ne porrai avvisare la sua magnificentia. Data ut<br />

supra<br />

Leonardus.<br />

Iohannes.<br />

(a) et possendogli ripeuto.<br />

55<br />

Francesco Sforza fa sapere al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> che un suo uomo d’arme, Ruggero de<br />

Diano, s’era preso per famiglio tal Martino, nipote del Manza, cui aveva imprestato quattro ducati<br />

e fattogli un paio <strong>di</strong> calze; detto Martino ora è passato dai nemici e ha lasciato la moglie a Lo<strong>di</strong>.<br />

Il duca vuole che il luogotenente costringa la moglie a risarcire Ruggero<br />

con la roba <strong>di</strong> detto Martino.<br />

Locutenenti Laude.<br />

1453 agosto 11, (“in castris apud Gaydum”).<br />

Rugero de Diano, nostro homo d’arme, ne <strong>di</strong>ce che, havendo luy al’uscire in campo<br />

tolto uno famiglio de quella cità, nominato Martino, nipote del Manza, per mano de<br />

Bartholomeo da Muzano, al quale haviva imprestati ducati 4 et factogli uno paro de<br />

calce: al presente s’è fugito da luy et andato dal canto de inimici, il quale ha mogliere in<br />

quella nostra cità. Pertanto volemo che, havuta questa, debiate provedere astringendo<br />

la mogliere, o facendo dare dela robba del <strong>di</strong>cto Martino al <strong>di</strong>cto Rogero o ad qualunche<br />

suo messo presente exhibitori, tanto che esso Rogero sia satisfacto, così destructo il<br />

<strong>di</strong>cto Martino, siando venuto lì; et provedeti ch’el presente famiglio d’esso Rogcero sia<br />

spazato subito, remossa ogni casone. Data ut supra, <strong>di</strong>e xi augusti 1453.

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