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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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<strong>16</strong>35<br />

Francesco Sforza informa Giovanni Stefano da Casate che quelli <strong>di</strong> Can<strong>di</strong>a si sono lamentati<br />

con lui per aver tolto loro bestie e biade per la vertenza che hanno con quelli <strong>di</strong> Cozzo per il<br />

pagamento delle tasse dei cavalli per certo territorio che i Can<strong>di</strong>esi tengono sulla giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

Cozzo, ma che essi fecero togliere da tempo dall’estimo <strong>di</strong> Cozzo e congiunsero a quello <strong>di</strong><br />

Can<strong>di</strong>a. Vuole che Giovanni Stefano convochi le parti e, accertato che le cose stanno così,<br />

amministri giustizia in modo che nessuna parte sopporti il carico dell’altra.<br />

436r Domino Iohanni Stefano de Casate.<br />

(1454 giugno 28, Milano).<br />

Sonno venuti qua da nuy l’homini del loco de Can<strong>di</strong>a, quali se gravano della novitate gli<br />

havete facta in fargli togliere le bestie et biave loro per la <strong>di</strong>fferentia vertisse fra loro.et<br />

quelli del loco de Cozo del pagamento delle taxe <strong>di</strong> cavalli per certo territorio tengono<br />

essi da Can<strong>di</strong>a suso la giuris<strong>di</strong>zione de Cotio, <strong>di</strong>cendo essi da Can<strong>di</strong>a che già bon<br />

pezo, como <strong>di</strong>cono, ve monstraranno fecero cavare del’extimo de Cotio et giungere nel<br />

extimo loro quello territorio de Cotio, quale tengono essi da Can<strong>di</strong>a. Pertanto, parendo<br />

a nuy sia debito et conveniente, como anche é la voluntà vostra, che l'uno non paghi<br />

per l’altro, ve commettemo et volemo che, vocatis vocan<strong>di</strong>s, debiate intendere <strong>di</strong>ligenter<br />

che sia facto, et con ogne solertia possibile acioché né l’uno né l’altro se trovi in spese.<br />

Et trovando che quelli da Cotio siano defalcati nel’extimo loro, et quelli da Can<strong>di</strong>a siano<br />

giuncti nel’extimo suo per quello territorio tengono essi de Can<strong>di</strong>a, fati subito levare li<br />

boni et cose tolte ad quelli de Can<strong>di</strong>a, stringendo essi de Cotio al pagamento, como sia<br />

ragionevole, essendo vero ministrare rasone ale parte per modo l’uno non porti il carico<br />

del’altro; et che de questo non n’habiamo più querella perché seria molestissimo.<br />

Me<strong>di</strong>olani, ut supra.<br />

Zanetus.<br />

Cichus.<br />

<strong>16</strong>36<br />

Francesco Sforza comanda ad Antonio degli Eustaci, capitano della flotta sforzesca e a Gracino<br />

da Pescarolo <strong>di</strong> fare, entro quattro o sei giorni, un ponte <strong>di</strong> barche sul Po verso Valenza.<br />

1454 giugno 29, Milano.<br />

Domini Antonio Eustachio, capitaneo general navigii et Gracino de Piscarolo.<br />

Perché inten<strong>di</strong>mo far fare un ponto <strong>di</strong> navi sul fiume del Po verso Valenza, volimo che<br />

subito debbiati cercare tante navi ch’el faciano che sia apparechiate infra el termine de<br />

quatro, over sey (a) zorni al più tardo, avisandone del’or<strong>di</strong>ne havereti posto a ciò. Data<br />

Me<strong>di</strong>olani, xxviiii iunii 1454.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue dì depennato.<br />

<strong>16</strong>37<br />

Francesco Sforza scrive a Pietro e fratelli de Bagarotis e a Pietro de Vianino che, per l’affezione<br />

che gli portava Bartolomeo Ciresola, si era già curato <strong>di</strong> maritare la vedova e la figlia, soprattutto<br />

per beneficare le donne che, senza l’aiuto degli uomini, potrebbero subire maltrattamenti. Per<br />

questo motivo fece venire lui, Pietro, e gli espose i suoi desideri. Se ne stette poi in silenzio,<br />

supponendo che Pietro cercasse <strong>di</strong> provvedervi. Gli replica ora <strong>di</strong> avvicinare dette donne e <strong>di</strong><br />

indurle a maritarsi con quelli che lui gli propose, cioé, i figli del signore <strong>di</strong> Parma : sono gente<br />

perbene e assicuri le donne che gra<strong>di</strong>rebbe assai che consentissero.<br />

1454 giugno 29, Milano.<br />

436v Petrus et fratribus de Bagarotis et Petro de Vianino.<br />

Per la fede et amore che ne portava la bona anima de Bartolomeo Cirexola se<br />

recordassemo, altra volta, de volere prendere cura de maritare quella che fo soa

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