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Registro missive n. 16 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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necessità Ioro, havemo concesse <strong>di</strong>cte lettere; e perchè voi <strong>di</strong>cete et alligate che Ii<br />

vostri hanno facto el dovere et più ve havemo scripto per triplicate Iittere che<br />

mandasseno qua uno delli vostri con le scripture e ragione et informatione delle <strong>di</strong>cte<br />

tasse aciò che, intese Ie rasone, se gli metese fine e cesseno la gravetione alli vostri<br />

homini e l’homini d’arme sapesseno se debbeno havere o non; ma non havendo vuy<br />

may mandato alcuno, sono corse <strong>di</strong>cte lettere. E pertanto ve repplicamo che hozi may<br />

vogliati mandare per mettere uno fino a questo.<br />

In questa hora havemo inteso che le vostre gente sono armate a Cremona; del che<br />

restamo molto contenti et gli man<strong>di</strong>amo ad allogiare a Seniga per guar<strong>di</strong>a de quella<br />

nostra terra. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

156<br />

Francesco Sforza scrive al fratello Corrado circa l’intenzione dei nemici <strong>di</strong> fare un ponte in<br />

mezzo a Casteione e <strong>di</strong> “andare a campo a Cerreto”, cose <strong>di</strong> cui può essere del tutto informato<br />

dal luogotenente ducale. Presti, perciò, ogni aiuto che Gaspare da Suessa gli richiederà per la<br />

sicurezza <strong>di</strong> quella fortezza.<br />

42r Magnifico Conrado, fratri nostro.<br />

1453 agosto 27, “apud Gaydum”.<br />

Havendo nuy chiara informatione che l’inimici haveano facto pensiero de butare uno<br />

ponte sopra Adda per mezo Casteione et anche che fra loro inimici se rasona de<br />

andare a campo a Cerreto, havemo scripto al nostro locotenente lì quanto potray<br />

intendere et farte monstrare da luy. Sichè per questa non te replicamo altro se non che,<br />

bisognando a Gasparro da Suessa succorso de gente, manda lì qualchi deli tuoi homini<br />

d’arme con li loro coraze, sacomani a pede et anche deli homini dela terra, fidati et<br />

sufficienti, ita che quella forteza remanga secura. Data apud Gaydum, <strong>di</strong>e xxvii augusti<br />

1453.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

157<br />

Francesco Sforza ha scritto al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> circa il ponte “versus Castrorum”, così come<br />

si è fatto con Giovanni Caymo ed egualmente con Morello da Parma con la seguente aggiunta:<br />

siccome corre voce fra i nemici della volontà <strong>di</strong> mettere campo a Cerreto, lui, duca, ha scritto a<br />

Gaspare da Sessa <strong>di</strong> richiedere uomini locali e forestieri, purchè fidati, così come ha or<strong>di</strong>nato a<br />

suo fratello Corrado <strong>di</strong> inviare uomini d’arme con corazze. Vuole che Morello risponda alle<br />

richieste <strong>di</strong> Gaspare, provveda che non gli manchino vettovaglie e gli man<strong>di</strong> un maestro con<br />

circa 50 gavette per aggiustare delle balestre guaste. Gli impone <strong>di</strong> arrestare qualsiasi soldato<br />

che lasci il campo senza bollettino.<br />

Egualmente con duplice lettera si è scritto a Gaspare de Suessa:<br />

Dato che dai nemici si continua a parlare del campo a Cerreto, gli comanda, se già non lo<br />

avesse fatto, <strong>di</strong> guastare quel ponte in modo che si formi un palude che inibisca la sistemazione<br />

<strong>di</strong> un campo. Se sa <strong>di</strong> nemici in moto, man<strong>di</strong> per aiuti a Lo<strong>di</strong>, sia da Corrado, suo fratello, che<br />

dal luogotnente che gli manderanno un maestro per aggiustare le balestre, oltre a gente locale<br />

e forestiera. Se si imbatte in soldati che hanno lasciato il campo senza bollettino, li imprigioni.<br />

1453 agosto 27, “apud Gaydum”.<br />

Nota quod <strong>di</strong>e xx sexta per duplicatas litteras scriptum fuit<br />

locumtenenti et referendario Laude circa factum pontis versus Castrorum in ea forma<br />

qua scriptum fuit Iohanni Caymo;<br />

et similiter domino Morello de Parma cum hac ad<strong>di</strong>tione videlicet:<br />

ulterius perché pur ancora se raxona fra loro inimici de andare ad campo ad Cerreto,<br />

havimo scripto ad Gasparro da Sessa che atten<strong>di</strong> ad bona guar<strong>di</strong>a, et sentendo luy<br />

altro, ch’el man<strong>di</strong> lì per qualche homini, cossì terrei como forestari, sichè, mandateli a<br />

rechiedere, prove<strong>di</strong>tili et mandatili gente fidata, <strong>di</strong>cendo anchora ad Corrado, nostro

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