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Dizionario Filosofico Integrale - Eliohs

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21) Che questa bolla sia pubblicata e affissa alla porta della basilica del principe degli apostoli e a<br />

quella di San Giovanni in Laterano;<br />

22) Che tutti i patriarchi, primati, arcivescovi e vescovi, in virtù della santa obbedienza, diffondano<br />

solennemente questa bolla, almeno una volta all’anno.<br />

24) Egli dichiara che se qualcuno osa opporsi alla disposizione di tale bolla, deve sapere che<br />

incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente, e in quella dei beati apostoli san Pietro e san Paolo.<br />

Le altre bolle posteriori, dette pure In Coena Domini, non sono che integrative. Per esempio,<br />

l’articolo 21 di quella di Pio V, dell’anno 1567, aggiunge al paragrafo 3 di quella di cui abbiamo<br />

appena parlato che tutti i principi che introducono nei loro Stati nuove disposizioni, di qualunque<br />

natura esse siano, o che integrano quelle antiche, a meno che non abbiano ottenuto l’approvazione<br />

della santa sede, sono scomunicati ipso facto.<br />

La terza bolla In Coena Domini, del 1610, contiene trenta paragrafi, con quali Paolo V rinnova le<br />

disposizioni delle due precedenti.<br />

La quarta e ultima bolla In Coena Domini, che si trova nel Bollario, è datata 1 aprile 1627. Con essa<br />

Urbano VIII annuncia che, sull’esempio dei suoi predecessori, per conservare inviolabilmente<br />

l’unità della fede, la giustizia e l’ordine pubblico, egli si serve del gladio spirituale della disciplina<br />

ecclesiastica per scomunicare in quel giorno, anniversario della cena del Signore:<br />

1) Gli eretici;<br />

2) Coloro che fanno ricorso contro il papa nel prossimo concilio; e il resto come nelle prime tre.<br />

Si dice che quella che viene letta attualmente sia di una data più recente, e presenti alcune aggiunte.<br />

La Storia di Napoli di Giannone mostra quali disordini abbiano provocato in quel regno gli<br />

ecclesiastici e quali vessazioni essi abbiano esercitato su tutti i sudditi del re, fino a negar loro<br />

l’assoluzione e i sacramenti, nel tentativo di fare accettare questa bolla, che, alla fine, fu<br />

solennemente respinta, così come lo fu nella Lombardia austriaca, negli Stati dell’imperatriceregina,<br />

in quelli del duca di Parma, e in altri 38 .<br />

Nel 1580, il clero francese aveva approfittato del periodo di vacanza del parlamento di Parigi per far<br />

pubblicare la stessa bolla in Coena Domini. Ma il procuratore generale vi si oppose, e la camera<br />

delle vacazioni, presieduta dal celebre e sfortunato Brisson, emanò il 4 ottobre un editto che<br />

ingiungeva a tutti i governatori di informarsi su quali fossero gli arcivescovi, i vescovi o i gran<br />

vicari che avessero ricevuto questa bolla o una copia dal titolo Litterae processus, e chi fosse quello<br />

che gliela aveva spedita per renderla pubblica; di impedirne la diffusione, qualora questa non avesse<br />

ancora avuto luogo, di sequestrare tutti gli esemplari e di spedirli alla camera; e nel caso che essa<br />

fosse stata pubblicata, di deferire gli arcivescovi, i vescovi o i gran vicari davanti alla camera e<br />

rispondere alla requisitoria del procuratore generale; e, nel frattempo, di esonerarli dal loro potere<br />

temporale e di affidarlo nelle mani del re; di far divieto d’impedire l’esecuzione di tale editto, pena<br />

l’essere punito come nemico dello Stato e reo di lesa maestà; con l’ordine di dare alle stampe questo<br />

editto e di prestar fede alle copie verificate sull’originale da alcuni notai 39 .<br />

Il parlamento, con questo, non faceva altro che imitare timidamente l’esempio di Filippo il Bello.<br />

La bolla Ausculta, Fili, del 5 dicembre 1301, fu indirizzata a lui da Bonifacio VIII, che, dopo avere<br />

esortato il re ad ascoltarlo docilmente, gli diceva: «Dio ci ha posto sui re e i regni per sradicare,<br />

distruggere, perdere, dissipare, edificare e piantare in nome suo e con la sua dottrina. Non lasciatevi<br />

dunque convincere di non avere nessun superiore e di non essere subordinato al capo della gerarchia<br />

ecclesiastica. Chi pensa così è folle; e chi lo spalleggia ostinatamente è un infedele, isolato dal<br />

gregge del buon pastore». Quindi il papa entrava in tutti i particolari del governo della Francia, fino<br />

al punto da rimproverare al re di aver cambiato moneta.<br />

38 Papa Ganganelli, informato delle decisioni di tutti questi principi cattolici, e rendendosi conto che le popolazioni cui i<br />

suoi predecessori facevano cavare gli occhi cominciavano ad aprirne uno, non diffuse pubblicamente questa famosa<br />

bolla il giovedì dell’assoluzione del 1770. (Voltaire)<br />

39 Il rifiuto della bolla in Coena Domini divenne uno dei punti più importanti di quelle che vennero chiamate le libertà<br />

della Chiesa gallicana. (G.A.)<br />

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