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confermare e sostenere il mondo dei numeri (se il numero dei portatori di<br />
tale malattia genetica è tale percentuale perché aumentarla?, se le grandezze<br />
economiche attuali sono queste perché modificarle?), numeri che si<br />
manifestano come le uniche certezze, o più propriamente, le uniche grandezze<br />
oggettive, soprattutto se si tratta dei numeri digitali delle valute. Se<br />
due bugie normalmente fanno una verità, due verità manifeste e perfettamente<br />
reciproche (il mondo numerico come orizzonte e come ipotesi)<br />
non possono che fare una verità al quadrato (così ragiona la l’<strong>in</strong>telligenza<br />
numerica), di cui non resta peraltro che constatare l’<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca natura<br />
metafisica (verità 2 = verità metafisica); metafisica, che pur nata <strong>in</strong> lontani<br />
lidi pre-numerici, fa comunque brodo anche nel mondo digitale, anzi con<br />
la scienza numerica dimostra di trovarsi bene, così che con grande gusto<br />
camm<strong>in</strong>ano dandosi il braccio, e confermandosi a vicenda: verità statistica,<br />
bref, verità universale. Se non fosse per G<strong>in</strong>i e per il suo coefficiente,<br />
maledetti, nel mondo f<strong>in</strong>almente avremmo tutti un pollo a testa.<br />
Statistiche # 2_l’orchidea del fioraio<br />
Se non fosse per G<strong>in</strong>i e il suo <strong>in</strong>dice di concentrazione, quel coefficiente<br />
che serve a <strong>in</strong>dicare il grado di redistribuzione della ricchezza, la storia<br />
degli esseri umani, e forse anche dei polli, ebbra di statistica, soprattutto<br />
di quella media statistica che impone il mondo numerico globale, sarebbe<br />
diversa: qu<strong>in</strong>di addio alla bella favola del pollo a testa. Ma per fortuna nel<br />
mondo attuale, tra i fumi che avvolgono le varie accezioni e i vari usi di<br />
statistica (per non dire di matematica), non è quella di G<strong>in</strong>i a prevalere,<br />
quella che per forza di cose misura i polli reali, quelli che beccano i chicchi<br />
di granturco, o che crescono <strong>in</strong> batterie, come le pentole. A v<strong>in</strong>cere,<br />
<strong>in</strong>vece, almeno così sembra, è la statistica metafisica del numero <strong>in</strong> sé, o<br />
se si vuole, del noumero, la statistica come fondamento ontologico di ogni<br />
sapere e verità, come dottr<strong>in</strong>a universale delle decisioni o delle previsioni,<br />
quella che ridà fondamento alla conoscenza umana assegnando al numero<br />
come grandezza le qualità oggettive della sostanza, trasformando prima<br />
qualsiasi attività umana <strong>in</strong> <strong>in</strong>formazione, e poi qualsiasi <strong>in</strong>formazione<br />
<strong>in</strong> codice <strong>in</strong>formatico, <strong>in</strong> bruto numero, 01 01 01 01. Se un tempo la matematica<br />
era scienza estratta e derivata dal mondo, adesso la matematica<br />
del noumero al mondo (<strong>in</strong>torno e dentro noi) vuole dare e dà forma. È questa<br />
la statistica amica della metafisica, la cosiddetta metafistica, la nostra<br />
ideologia imperante, quell’ideologia del dato che guida l’economia, quella<br />
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