Rivista n 1- 2010.bisAqxd - Dott. Vito CM Milisenna
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Il diritto alla riservatezza è<br />
protetto da norma costituzionale che<br />
lo dovrebbe riparare, tranne i casi<br />
esplicitamente previsti dalla legge<br />
ordinaria, dalle quotidiane invasioni<br />
barbariche (che i nuovi strumenti tecnologici<br />
avanzati consentono) di<br />
orecchi e occhi indiscreti che infestano<br />
il nostro pianeta.<br />
Tali invadenze, spesso devastanti,<br />
che portano in piazza la nostra<br />
immagine nuda e indifesa, quasi sempre<br />
trovano la loro ratio in un decreto<br />
autorizzativo generato dalla ricerca<br />
di elementi che provino un’ipotesi di<br />
reato.<br />
E fin qui la società civile ben<br />
può tollerare il sacrificio di un fondamentale<br />
diritto per difenderne un<br />
altro, anch’esso fondamentale, di<br />
tutela della collettività.<br />
Ma il problema è il “quasi”. E<br />
su questo piano, infatti, assistiamo<br />
qualche volta ad un vero e proprio<br />
28<br />
INVADENZA<br />
AD ALTO COSTO<br />
sbilanciamento che sacrifica più del<br />
necessario sull’altare dei sacrosanti<br />
diritti il nostro intimo.<br />
Ci si scopre nudi due volte: la<br />
prima volta di fronte a pochi intimi, il<br />
di Giuseppe Dacquì<br />
“Sono affidati a me la vita, l’onore, la libertà, gli averi di gente innumerevole che m’assedia<br />
dalla mattina alla sera per avere la mia opera, il mio consiglio, la mia assistenza;<br />
d’altri doveri altissimi sono gravato, pubblici e privati: ho moglie e figli, che spesso<br />
non sanno essere come dovrebbero, e che perciò hanno bisogno d’esser tenuti a freno<br />
di continuo dalla mia autorità severa, dall’esempio costante della mia obbedienza<br />
inflessibile e inappuntabile a tutti i miei obblighi, uno piú serio dell’altro, di marito, di<br />
padre, di cittadino, di professore di diritto, d’avvocato. Guai, dunque, se il mio segreto<br />
si scoprisse!”<br />
Sono le riflessioni di un Avvocato di successo e richiestissimo che in crisi d’identità si<br />
riconosce come “altro da sé”. Ha timore che se il suo “segreto” venisse scoperto<br />
potrebbe essere trascinato in un ospizio di matti.<br />
Dovevo essere sicuro (e la<br />
sicurezza mi parve di poterla<br />
avere solamente con lei) che<br />
questo mio atto non fosse scoperto.<br />
Giacché, se scoperto, il<br />
danno che ne verrebbe, e non<br />
soltanto a me, sarebbe incalcolabile.<br />
Sarei un uomo finito.<br />
Forse m’acchiapperebbero,<br />
mi legherebbero e mi trascinerebbero,<br />
atterriti, in un ospizio<br />
di matti.<br />
(da Novelle per un anno – La<br />
carriola – di Luigi<br />
Pirandello)<br />
poliziotto che ascolta, il P.M., il<br />
Giudice, gli Avvocati; una seconda<br />
volta di fronte al mondo quando i<br />
salotti televisivi (oltre la carta stampata),<br />
utilizzando addirittura bravi<br />
attori, fanno conoscere al vicino di<br />
casa, al parente, all’amico, al frequentatore<br />
di bar, i vizi segreti, le<br />
manie, le paranoie, le debolezze.<br />
L’uomo pubblico che godeva<br />
fino a quel momento di una certa<br />
stima ed autorevolezza viene sputtanato<br />
da fatti e circostanze privati che<br />
nulla hanno a che fare con l’ipotesi<br />
delittuosa. E ciò senza che abbia inteso<br />
in alcun modo partecipare al<br />
Grande Fratello o all’Isola dei<br />
Famosi.<br />
Ma la questione è anche<br />
un’altra. Tutto questo gossip quanto<br />
ci costa?<br />
Prego, tapparsi gli orecchi!..<br />
milioni di euro!