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esponenti dell’allora sinistra Ds, a molti cristiani di sinistra,<br />
dai massimi responsab<strong>il</strong>i sindacali ad alcuni dei leader<br />
più significativi del movimento, fino a singoli, prestigiosi<br />
intellettuali e personalità. Tutti, senza eccezione, si<br />
dichiararono lì d’accordo con l’impianto di quella relazione<br />
e (soprattutto) con quella proposta unitaria di programma,<br />
tutti parteciparono poi alla «Camera di consultazione<br />
<strong>della</strong> sinistra» che ne derivò. Avvicinandosi le<br />
elezioni del 2006 quel processo, invece di accelerare, fu<br />
interrotto, anzi affossato; e bisogna riconoscere che Rifondazione<br />
fu <strong>il</strong> primo partito che si sf<strong>il</strong>ò da quel processo,<br />
in verità senza addurre nessun’altra motivazione che<br />
non fosse quella malintesa e miope politica di grande<br />
potenza di cui parlavo poc’anzi, insomma la motivazione<br />
che suonava così: «Sono <strong>il</strong> partito (relativamente) più<br />
grosso e visib<strong>il</strong>e, presentandomi in solitudine potrò<br />
avere un po’ più di seggi e di potere». Lo stesso ragionamento,<br />
ammesso che si tratti di un ragionamento, ha<br />
portato Rifondazione a negare la possib<strong>il</strong>ità di sperimentare<br />
una lista unitaria e dal basso nelle successive elezioni<br />
per <strong>il</strong> Comune di Roma. Aggiungo, perché la cosa non<br />
è forse priva di significato, che quando la situazione politica<br />
(e anzitutto <strong>il</strong> processo di fondazione del Partito<br />
democratico) ha costretto tutti a riaprire quel discorso<br />
così insipientemente affossato, a nessuno è venuto in<br />
mente di fare una telefonata (come dire? per buona<br />
educazione) ai compagni che avevano promosso quell’esperienza<br />
del Convegno del 2005.<br />
Il riferimento a quel progetto (che, ripeto, era anche un<br />
programma politico largamente condiviso da tutti) mi risparmia<br />
comunque di rifare qui l’elenco di elementi di<br />
OPINIONI A CONFRONTO<br />
programma <strong>della</strong> sinistra alternativa al capitalismo che è<br />
ben presente nella mente di tutti noi, un elenco che<br />
parte dalla pace e dunque dal rifiuto di finanziare le<br />
guerre imperialiste o di parteciparvi, che fa cardine sulle<br />
politiche per <strong>il</strong> lavoro, per <strong>il</strong> risarcimento sociale dei lavoratori<br />
e dei pensionati, contro <strong>il</strong> precariato, per la difesa<br />
e <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ancio del welfare, <strong>della</strong> scuola pubblica, <strong>della</strong> ricerca<br />
e dell’Università, dei diritti di cittadinanza (a cominciare<br />
da quelli dei lavoratori e delle lavoratrici<br />
migranti); è un programma che trova <strong>il</strong> suo fondamento<br />
e <strong>il</strong> suo coronamento nella Costituzione repubblicana e<br />
antifascista. Mi sia consentita a questo proposito una<br />
sola sottolineatura del nostro possib<strong>il</strong>e programma: la<br />
lotta per la democrazia e la partecipazione, contro <strong>il</strong> presidenzialismo,<br />
<strong>il</strong> plebiscitarismo populistico, <strong>il</strong> sistema<br />
elettorale maggioritario e, insomma, contro l’americanizzazione<br />
<strong>della</strong> politica; è questo un tema da sempre presentissimo<br />
ai nostri avversari (che sono, da sempre, nemici<br />
<strong>della</strong> Costituzione antifascista), dalle leggi truffa al<br />
«Piano di rinascita democratica» di Licio Gelli, da Berlusconi<br />
alla bicamerale dalemiana fino a Mariotto Segni e<br />
ai poteri forti che lo sostengono, ed è un tema che oggi<br />
appare centrale nel programma veltroniano, ma è anche<br />
un tema su cui <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio <strong>della</strong> sinistra di classe e di alternativa<br />
è a dir poco assordante. Ed è un s<strong>il</strong>enzio, a me<br />
sembra, che deve preoccuparci tutti, e parecchio.<br />
Comunque, se volessi fare un riassunto e contrario dei<br />
tratti di quel programma unitario e possib<strong>il</strong>e <strong>della</strong> sinistra,<br />
mi basterebbe oggi ricordare, punto per punto, ciò<br />
che siamo stati costretti a ingoiare in questo anno e<br />
mezzo di governo del centro-sinistra: dalla nuova base<br />
Usa di Vicenza al rifinanziamento <strong>della</strong> guerra, dal<br />
nuovo invio in guerra di soldati italiani alla finanziaria<br />
«lacrime e sangue» (per <strong>il</strong> lavoratori, beninteso), dall’attacco<br />
alle pensioni fino alla conferma <strong>della</strong> legge 30 e al<br />
pacchetto welfare, dal r<strong>il</strong>ancio delle «grandi opere» devastanti<br />
l’ambiente fino all’affossamento, per ossequio al<br />
Vaticano, dei pur minimalissimi Dico ecc.; non scorderei<br />
le piccole ma importantissime provocazioni, veri e propri<br />
sputi in faccia alla classe operaia e alla sinistra, come<br />
l’intenzionale um<strong>il</strong>iazione <strong>della</strong> Cg<strong>il</strong> da parte di Prodi e<br />
Padoa Schioppa, la detassazione degli straordinari (cioè <strong>il</strong><br />
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