Breve e Sintetico Glossario Musicale
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Intavolatura<br />
Intensità<br />
Interferenza<br />
Intervallo<br />
Jam session<br />
K<br />
Legato<br />
Libro corale<br />
Lidia, scala<br />
Metodo di notazione musicale, ampiamente adottato a partire dal 1500, in cui la durata e l'altezza delle note<br />
vengono rappresentate con un codice di numeri, lettere e segni particolari. Questi segni vengono distribuiti su una<br />
rappresentazione grafica schematica della tastiera dello strumento, e quindi l'intavolatura è caratteristica di ogni<br />
singolo strumento (contrariamente alla notazione astratta di uso comune). Oggi viene adottata per indicare al<br />
chitarrista di musica leggera la corretta posizione delle dita nei vari accordi. Nei fiati è usata nelle tabelle<br />
sinottiche delle posizioni e talvolta insieme al rigo musicale per ricordare o suggerire determinate combinazioni di<br />
tasti e fori.<br />
Dimensione del suono attinente alla forza con il quale esso è percepito. In musica viene segnalato attraverso i<br />
simboli di dinamica. L'unità di misura in fisica è il decibel.<br />
Fenomeno di sovrapposizione di due suoni. L'I., in musica, è responsabile delle sensazioni di consonanza e<br />
dissonanza.<br />
L'intervallo, in musica, è la distanza fra due suoni. Si dice di due note suonate contemporaneamente (intervallo<br />
armonico) o in successione (intervallo melodico). // Intervallo.<br />
Si dice di evento musicale in cui i musicisti non sono parte di una formazione precostituita, ma formata<br />
estemporaneamente. Normalmente la jam session è basata sull'improvvisazione: i musicisti suonano senza aver<br />
provato assieme in precedenza i brani che stanno eseguendo; è frequente nel jazz e nel blues.<br />
Prefisso utilizzato per indicare brani di Wolfgang Amadeus Mozart catalogati secondo il Catalogo Köchel<br />
Modo di suonare le note unite l'una all'altra.<br />
Pagina musicale per voci, nella quale queste siano scritte separatamente e sistemate su due facciate in modo da<br />
essere lette a libro aperto. A volte alcune parti vocali sono stampate in modo da essere lette dagli esecutori posti di<br />
lato o anche rovesciate, per chi è posto di fronte a chi legge il libro.<br />
La scala lidia dovrebbe essere più propriamente chiamata modo lidio, in quanto non può essere avulsa dal contesto delle<br />
sette scale modali. Secondo l'accezione odierna, che si distingue nettamente dal concetto dell'antica musica greca - che dava<br />
lo stesso nome di "lidia" ad una scala discendente ben diversamente costruita - la scala lidia in questione è il modo che<br />
inizia dal IV grado di una comune scala maggiore. Ad esempio, prendendo come riferimento la scala di Do maggiore (do re<br />
mi fa sol la si do), la scala lidia sarà costruita sul IV grado della scala in questione, si chiamerà perciò "fa lidio", e sarà<br />
dunque composta dalle note: fa sol la si do re mi fa. Analogamente, per esempio, la scala di re lidio si ottiene utilizzando le<br />
stesse note della scala di La maggiore (di cui il re è IV grado); dunque si ha che la scala di re lidio è così composta: re mi<br />
fa# sol# la si do# re. Quando una composizione è basata sulla scala lidia, pertanto ha un carattere modale, è necessario che<br />
nella melodia sia particolarmente evidenziato il IV grado alzato, che si distingue a livello di sonorità dal quarto grado della<br />
scala maggiore. Ad esempio, componendo in do lidio (do re mi fa# sol la si do) si metterà in evidenza la quarta lidia , nel<br />
caso specifico il fa#, che contraddistinge questo modo dalla comune scala di do maggiore (nella quale il fa è naturale e non<br />
diesis). Anche nell'armonia di una musica in modo lidio si darà la precedenza agli accordi che contengono la nota modale<br />
caratteristica - nell'esempio precedente il fa#; così in do lidio saranno più utilizzati gli accordi di do maggiore (in qualità di<br />
accordo tonale), di re maggiore, di fa# diminuito e di si minore (in quanto tutti e tre contengono il fa#). Il modo lidio è il