La Musica popolare in Sicilia oggi
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una volta centralità al sacro. Accanto a questi, ma con spiccate funzioni ritmiche rispetto<br />
alla scansione lavorativa, i richiami di <strong>in</strong>citamento agli animali (cfr. Uccello 1964; Sarica-<br />
Fugazzotto 1994; Bonanz<strong>in</strong>ga 1995a e b).<br />
2.a 2.a Le Le "Razzioni "Razzioni di di lu lu mètiri"<br />
mètiri"<br />
Il rituale del "r<strong>in</strong>graziamento", o delle 'razzioni di lu metiri (orazioni della mietitura), è un<br />
procedimento complesso. Ricordo <strong>in</strong>nanzitutto che i mietitori erano organizzati <strong>in</strong> "opre" o<br />
"squadre" formate perloppiù da sette uom<strong>in</strong>i, uno dei quali aveva il compito di<br />
caposquadra.<br />
Quest’ultimo, chiamato anche cugghituri<br />
(raccoglitore) o liaturi (legatore), dirigeva<br />
il lavoro dei mietitori e, a seconda della<br />
disposizione del terreno da mietere, li<br />
<strong>in</strong>vitava a procedere verso destra (spada) o<br />
verso s<strong>in</strong>istra (brocca o biccheri o<br />
burcheri). Si disponeva dietro alla squadra<br />
dei mietitori e raccoglieva i fasci di grano.<br />
A lui spettava il compito di rivolgersi al<br />
massàru , il padrone della masseria,<br />
perchè distribuisse il v<strong>in</strong>o o i pasti durante<br />
la giornata. Era <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la persona che<br />
San San Basilio, Basilio, fraz. fraz. di di Galati Galati Mamert<strong>in</strong>o, Mamert<strong>in</strong>o, Mamert<strong>in</strong>o, 199 1993 199<br />
<strong>in</strong>vitava i mietitori a r<strong>in</strong>graziari u Signuri<br />
(Foto di G. Fiorent<strong>in</strong>o)<br />
e a cantare il Salve Reg<strong>in</strong>a.<br />
Il r<strong>in</strong>graziamento si eseguiva dopo la breve pausa per il secondo pasto della matt<strong>in</strong>ata,<br />
<strong>in</strong>torno alle ore 9,30, e aveva una durata di almeno venti, trenta m<strong>in</strong>uti -- la durata poteva<br />
variare a seconda del numero dei componenti la "squadra" di mietitori e anche della voglia<br />
dei lavoratori o della lunghezza delle diverse razzioni (orazioni).<br />
L '<strong>in</strong>tero rituale è sc<strong>in</strong>dibile <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que sezioni, sempre presenti, ma variabili nella durata da<br />
una esecuzione all'altra [1].<br />
<strong>La</strong> prima di queste sezioni è l'<strong>in</strong>vito del caposquadra a pregare: Annamu, picciotti, iazzamu<br />
la menti a Diu, ogn'ura ogni mumentu! (Andiamo, ragazzi, rivolgiamo la mente a Dio, ogni<br />
ora e ogni momento!). Seguono le orazioni del raccoglitore -- <strong>in</strong> genere un <strong>in</strong>vito a ricordare<br />
i propri morti o a recitare preghiere <strong>in</strong> onore dei santi o della Madonna -- che conclude<br />
solitamente passando la parola ai mietitori e <strong>in</strong>dicando il lato della fila da cui com<strong>in</strong>ciare:<br />
Attacca, spada! <strong>La</strong> terza sezione, quella forse più <strong>in</strong>teressante dal punto di vista etnoantropologico,<br />
è quella delle orazioni dei mietitori. Com<strong>in</strong>ciando dalla persona <strong>in</strong>dicata dal<br />
raccoglitore, capu di spata o capu di biccheri, i mietitori si susseguono uno dopo l'altro nelle<br />
recitazioni (Cumpagnu ti mannu lu Signuri - B<strong>in</strong>v<strong>in</strong>utu a quannu veni! - Compagno, ti<br />
mando il Signore - Sia benvenuto quando viene!) percorrendo vocalmente la fila per tre<br />
volte, da destra a s<strong>in</strong>istra, da s<strong>in</strong>istra a destra e da destra ancora a s<strong>in</strong>istra o viceversa. Questa<br />
parte si conclude ripassando la parola al raccoglitore per la preghiera f<strong>in</strong>ale, <strong>in</strong> genere un