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mag magazine Anno 5 N. 21 • giugno/luglio 2012<br />
reg. al Tribunale di Messina n° 8 del 12/6/08<br />
il magazine con stile<br />
pietro grasso<br />
l’antimafia dell’impegno<br />
un viaggio<br />
nelle Nazioni Unite<br />
roy paci<br />
tra musica e cucina<br />
<strong>col</strong> <strong>sole</strong><br />
<strong>negli</strong> <strong>occhi</strong>...<br />
anche l’inglese<br />
even english<br />
on english
magcom<br />
Etna<br />
r e s i d e n c e & r e s o r t<br />
il sogno esiste...<br />
the dream exists<br />
L’Etna Golf Residence&Resort è un complesso di<br />
ville in stile tradizionale, assolutamente unico<br />
nel suo genere, immerso tra vigneti e circondato<br />
da alberi di mandorlo e di limone, sul cui orizzonte<br />
si stagliano i lievi pendii dell’Etna.<br />
Essere proprietari di una villa nel nuovo Resort golfistico<br />
& Stabilimento termale consente di godere<br />
di vantaggi che includono non solo la possibilità<br />
di giocare a golf tutto l’anno, ma anche di avere a<br />
disposizione eccellenti strutture ricreative. Lo staff<br />
del resort diventa, a questo punto, il vostro staff.<br />
Set within vineyards, encompassed by groves<br />
of almond and lemon trees, the gentle slopes<br />
of Mount Etna etched on the horizon, Etna<br />
Golf Residence&Resort is a truly exceptional<br />
development of traditional style villas.<br />
As a resident within the grounds of the newly<br />
developed Etna Golf Resort and Spa, you are<br />
at an enormous advantage. For a start, you<br />
have access to year-round golf and all the<br />
other resort facilities resort’s staff become<br />
your staff.<br />
info<br />
Etna Golf Residence&Resort<br />
km. 200 S.S. 120 - Castiglione di Sicilia<br />
ph. 0942 986138<br />
Catania<br />
info@ilpicciologolf.com • www.ilpicciologolf.com
Etna<br />
r e s i d e n c e & r e s o r t
in english<br />
2<br />
giu 12<br />
l’editoriale<br />
di Gaspare Urso direttore@magmagazine.it<br />
L’incoerenza della legalità<br />
Lei oggi sta facendo una cosa complicata,<br />
sta difendendo il suo onore perdendolo.<br />
Non è più un uomo d’onore.<br />
Oggi, è solo un uomo.<br />
E questo è più difficile, mi creda<br />
(Giovanni Falcone a Buscetta)<br />
Poche ore dopo l’attentato che a Brindisi ha spezzato<br />
la vita di Melissa Bassi ho partecipato, nella<br />
mia città, a un presidio organizzato per dire no<br />
alla violenza. Mi sono subito detto che si trattava di<br />
una bella iniziativa, spontanea, pulita. Peccato che la<br />
tristezza mi ha avvolto subito, quando dopo appena<br />
15 minuti dal mio arrivo, hanno dovuto separare due<br />
persone che stavano per litigare mentre altri passavano<br />
il tempo a gridare l’uno contro l’altro per delle bandiere.<br />
Si parla così tanto, in questi giorni, a vent’anni dalle<br />
stragi che uccisero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,<br />
di legalità. Ma mi chiedo di quale legalità parliamo.<br />
Perché poi, senza andare troppo lontano, la cultura<br />
dell’illegalità la viviamo ogni singolo giorno, dovunque.<br />
Non è solo tra i clan della criminalità organizzata che<br />
bisogna cercare. E nemmeno esclusivamente in quella<br />
politica oggi così tanto sotto attacco (dimenticandosi,<br />
troppo spesso, che siamo noi a votare, a scrivere un<br />
nome o a mettere un segno su un simbolo). Perché<br />
poi non siamo in grado di rispettare nemmeno le più<br />
comuni regole del vivere civile. Perché poi, invece di<br />
vivere in silenzio lo sgomento per un crimine senza<br />
senso, preferiamo litigare per dei vessilli.<br />
The incoherence<br />
of lawfulness<br />
You are making a complicated thing today,<br />
defending your honor you are actually losing it.<br />
You are no longer a man of honor.<br />
Today, you’re just a man.<br />
And that’s harder, believe me.<br />
(Giovanni Falcone to Buscetta)<br />
A<br />
few hours after the assault that killed Melissa Bassi in Brindisi, I<br />
joined a demonstration against violence in my city. At first I told<br />
myself it was a beautiful, spontaneous and clean thing to do. But I<br />
immediately got sad when, 15 minutes after I got there, we had to separate<br />
two people fighting, while many others were yelling at each other for<br />
their different flags. Everybody’s talking about lawfulness these days, since<br />
it’s been exactly twenty years from the executions of Giovanni Falcone<br />
and Paolo Borsellino. But, I wonder what kind of lawfulness are we talking<br />
about. We live in illegality every single day, everywhere. It’s not something<br />
Perche poi, attacchiamo i politici ma subito dopo c’è<br />
chi affronta, come unico discorso, il “quanto guadagnerei<br />
se mi candidassi?”.<br />
Tra le pagine di questo numero di <strong>Mag</strong>, il procuratore<br />
nazionale antimafia, Piero Grasso, lancia un appello<br />
ai più giovani invocando una antimafia dell’impegno,<br />
della speranza. La speranza, non devo certo dirlo io,<br />
è quella che ci hanno dato Falcone e Borsellino, con<br />
la loro azione, con il loro impegno. Penso al giudice<br />
Borsellino che sapeva cosa lo aspettava, sapeva del<br />
tritolo arrivato a Palermo. Per lui. Lo sapeva.<br />
Ed è rimasto.<br />
Ma la speranza, troppo spesso, siamo noi a calpestarla,<br />
sotto passi fatti di incoerenza. E l’incoerenza<br />
è davvero pesante. La poca chiarezza, le zone grigie,<br />
sembrano sempre troppe.<br />
E allora c’è una sola speranza alla quale ci si può aggrappare.<br />
Ha il volto dei tanti ragazzi che hanno sfilato<br />
con le maglie che ritraevano Falcone e Borsellino,<br />
confidando che quei due visi li portino dentro e non<br />
su un pezzo di stoffa. Con coerenza e impegno per<br />
non farci calpestare più. Da nessuno. E da noi soprattutto.<br />
Gaspare Urso<br />
to look for only among criminal clans or exclusively in politicians everybody<br />
blames so easily (forgetting we are the ones who vote, write a name or<br />
mark a symbol). That’s because we’re not able to respect simple rules. We<br />
prefer fighting over a banner, instead of silently be shocked for this useless<br />
crime. That’s because we blame politicians but right after that everybody<br />
talks about “how much would I earn if I was a candidate?”<br />
In these <strong>Mag</strong>’s pages, procuratore nazionale antimafia (national anti-mafia<br />
attorney), Piero Grasso, shouts out to younger people, conceiving an antimafia<br />
movement based on hope and commitment. Hope is what Falcone<br />
and Borsellino gave us, with their actions, their commitment. I’m thinking<br />
of Borsellino knowing what would happen to him, knowing the tnt was<br />
arriving to Palermo. For him. He knew. And he stayed.<br />
But we do override hope with incoherence, which is really heavy. Not<br />
enough honesty, grey areas, always seem to many to overcome.<br />
So there’s only a hope to rely on. It’s in the faces of guys marching with<br />
Falcone and Borsellino on their t-shirts, trusting they keep those faces<br />
in their hearts and minds not only on their clothes. And they do it with<br />
coherence and commitment, so we don’t get overrode. By no one. Especially<br />
ourselves.
Nella magica atmosfera di Capo Peloro<br />
sorge un nuovo residence composto<br />
da eleganti e luminosi appartamenti<br />
bilocali, trilocali e superior dotati di ogni comfort.<br />
Immerso nel verde, dispone di piscina,<br />
ampi spazi attrezzati per il gioco e lo sport.<br />
Sito vicino a importanti strutture ospedaliere e universitarie<br />
è ideale come residenza fuori sede.<br />
Residence tuRisticO albeRghieRO<br />
Residence dei Margi, via Margi, 53 • vill. Torre Faro • 98164 Messina<br />
tel. 090 321307 • 366 3967693 • www.residencedeimargi.it
il magazine the magazine<br />
Associato<br />
all’Unione Stampa<br />
Periodica Italiana<br />
4<br />
giu 12<br />
mag&Tag<br />
<strong>Mag</strong>, il magazine con stile, adotta, per primo in Sicilia, la nuova tecnologia di accesso ai<br />
contenuti on-line da cellulare. Il Tag permette un accesso più veloce ai contenuti rispetto al<br />
codice Qr. Per installare il software, disponibile per tutti i dispositivi in commercio, basterà<br />
accedere, attraverso il browser del telefonino, al sito http://gettag.mobi e seguire le istruzioni. Il<br />
sistema identificherà automaticamente il sistema operativo e scaricherà l’applicazione sul vostro<br />
telefonino. Se il vostro telefonino non fosse presente nella lista, potrete scaricare la versione<br />
standard. Non vi resta che inquadrare i Tag per scoprire un <strong>Mag</strong>mondo.<br />
I costi di navigazione variano secondo il piano telefonico dati sottoscritto.<br />
direttore responsabile:<br />
Gaspare Urso<br />
Registrazione<br />
al Tribunale<br />
di Messina<br />
n° 8 del 12/6/08<br />
editore:<br />
<strong>Mag</strong>azine srl<br />
viale della Libertà, is. 481<br />
98121 Messina<br />
Anno 5 Numero 21<br />
giugno/luglio2012<br />
info@magmagazine.it<br />
magmagazine.it<br />
hanno scritto per <strong>Mag</strong>:<br />
Andaloro Maria<br />
Bisceglie Gilda<br />
Bordone Gaetano<br />
Calapai Gioacchino<br />
Calderone Alessio<br />
Cannizzo Viviana<br />
Caserta Manuela<br />
Castagna Maurizio<br />
Cavagnaro Giorgio<br />
Celona Chiara<br />
Ciavirella Cinzia<br />
Corbino Vincenzo<br />
Cortese Lara<br />
Ficco Cinzia<br />
Galdo Antonio<br />
Giannetto Vincenzo<br />
Giliberto Nino<br />
Guazzo Paola<br />
Scarica l’applicazione gratuita per il tuo telefono<br />
http://gettag.mobi<br />
Gueli Roberto<br />
Lamiani Francesco<br />
Lanzafame Fabrizio<br />
Leonardis Laura<br />
Linares Alessandra<br />
<strong>Mag</strong>audda Paola<br />
Mangano Girolamo<br />
Mazzeo Cecilia<br />
Menghi Davide<br />
Mercadante Patrizia<br />
Morato Eugenia<br />
Nuvoletti Giovanna<br />
Pira Francesco<br />
Pontorno Francesco<br />
Randazzo Giovanni<br />
Sanmartino Sofia<br />
Salemi Roselina<br />
Scibona Giovanna<br />
Triolo Antonio<br />
Turiaco Paolo<br />
Valeria Viganò<br />
Giusi Venuti<br />
Vita Cristian<br />
traduzioni:<br />
Martina Morabito<br />
progetto grafico<br />
e impaginazione:<br />
Francesca Fulci<br />
francesca.fulci@magmagazine.it<br />
Gianluca Scalone<br />
gianluca.scalone@magmagazine.it<br />
vignetta:<br />
Lorenzo Calza<br />
ringraziamenti:<br />
Archivio Thesauron<br />
Filippo La Mantia<br />
La Rivista Intelligente<br />
Cristina Fucile<br />
Sud Dimensione Servizi<br />
Ranieri Wanderlingh<br />
pubblicità e marketing:<br />
info@magmagazine.it<br />
tel. +39 090 344651<br />
fax +39 090 9431911<br />
mobile +39 347 6644507<br />
stampa:<br />
Officine Grafiche Riunite S.p.A<br />
Cosentino & Pezzino<br />
via Prospero Favier, 10 zona<br />
industriale Brancaccio<br />
90124 Palermo<br />
tel. 091 6213764/84<br />
info@officinegrafiche.it<br />
Mandato in stampa<br />
il 5 giugno 2012<br />
distribuzione gratuita
la vignetta<br />
a cura di Lorenzo Calza<br />
5<br />
giu12
index<br />
48<br />
on english<br />
Le pagine indicate con<br />
questo simbolo sono<br />
tradotte anche in inglese.<br />
Pages marked<br />
with this symbol are<br />
translated into English.<br />
6<br />
giu 12<br />
98<br />
2<br />
5<br />
14<br />
16<br />
20<br />
22<br />
24<br />
26<br />
28<br />
32<br />
34<br />
38<br />
EDITorIALE<br />
LA vIGNETTA<br />
IErI E oGGI<br />
Lo statuto<br />
il commissario dello stato<br />
PrIMo PIANo<br />
Erosione costiera,<br />
il nemico siamo noi<br />
L’Emilia romagna trema<br />
Brindisi, 19 maggio<br />
DAL MoNDo<br />
LA STorIA<br />
Un teatro trasformato<br />
in Moschea<br />
FoCUS<br />
Si vive una volta sola<br />
Pietro Grasso<br />
SoCIETà<br />
Con la carne non si scherza<br />
Fondi strutturali<br />
40<br />
42<br />
44<br />
48<br />
52<br />
56<br />
60<br />
64<br />
66<br />
68<br />
70<br />
74<br />
76<br />
80<br />
SoCIETà<br />
La famiglia da sostenere<br />
Il peri<strong>col</strong>o sexting<br />
Arrivano gli innovatori<br />
Ellerì<br />
MAGNIFICA SICILIA<br />
Una casa per Archimede<br />
La voce dei miti<br />
PArCHI E DINTorNI<br />
Un gioiello a Favignana<br />
AUToINTErvISTA<br />
Davide Enia<br />
FACCIA A FACCIA<br />
Primavera/Estate<br />
PErSoNAGGIo<br />
Bisogna educare all’as<strong>col</strong>to<br />
ArTE<br />
Giorgio De Chirico<br />
FoTo<br />
Un festival nel segno di Sellerio<br />
vIAGGI<br />
Con gli <strong>occhi</strong> si Shizuko<br />
Io C’Ero<br />
Come ti creo gli ambasciatori
84 60<br />
82<br />
84<br />
86<br />
88<br />
90<br />
92<br />
96<br />
98<br />
100<br />
102<br />
106<br />
28<br />
MAG GIovANI<br />
Il gioco della “manna”<br />
x-MAG<br />
L’idea vincente di D’Arrigo<br />
ECoNoMIA<br />
Le parole che non ti ho detto<br />
Keynes e l’enigma europeo<br />
NoN SPrECArE<br />
Un “caro” lampione<br />
BIoETICA<br />
Il sapere (sapore) del corpo<br />
e il suo valore d’uso<br />
SALUTE<br />
In forma con il cibo<br />
La radice del desiderio<br />
GUSTo<br />
L’oro bianco di Sicilia<br />
diventa “IGP”<br />
MoDA<br />
vucciria:<br />
uno sguardo oltre la moda<br />
MUSICA<br />
roy Paci:<br />
senza musica avrei fatto<br />
il contadino<br />
70<br />
86 70<br />
1 08<br />
1 10<br />
1 12<br />
11 4<br />
11 6<br />
11 8<br />
12 0<br />
12 5<br />
12 6<br />
38<br />
DISCHI<br />
La musica non è finita<br />
LIBrI<br />
CINEMA<br />
Diaz, un film da vedere<br />
SoCIAL&MEDIA<br />
Tourism Marketing<br />
HI-TECH<br />
Internet e i viaggi<br />
vS spending review<br />
SPorT<br />
L’olimpiade siciliana<br />
AUTo&MoTorI<br />
MAG PoINT<br />
MAG MAP<br />
114<br />
88<br />
56<br />
96<br />
7<br />
giu12
ox<br />
MESSINA<br />
tennis:<br />
Torneo<br />
della PIgna<br />
al Cir<strong>col</strong>o<br />
del Tennis e Vela<br />
Per il quarto anno consecutiivo<br />
si disputa a giugno a Messina<br />
il torneo della Pigna.<br />
Il Cir<strong>col</strong>o del Tennis e Vela ospiterà<br />
64 atleti che si affronteranno<br />
in un doppio giallo.<br />
L’evento è ancora più atteso<br />
in quanto, da questa edizione,<br />
coinciderà con il “Memorial<br />
Massimo Palano”.<br />
Un caro amico che proprio sui campi<br />
da tennis di Messina<br />
ha lasciato a tanti di noi<br />
un ricordo indelebile.<br />
8<br />
giu 12<br />
La virtù<br />
non sempre<br />
è gradevole<br />
(John Adams)<br />
Massimo Palano<br />
Un freno<br />
alla chirurgia estetica<br />
Alla fine di maggio è diventato legge il<br />
provvedimento che vieta l’uso di protesi<br />
mammarie per fini estetici alle minorenni.<br />
I chirurghi che non rispetteranno il divieto<br />
rischiano fino a 20 mila euro di multa e tre<br />
mesi di sospensione dall’attività. Il provvedimento<br />
era stato presentato dall’ex ministro<br />
della salute Ferruccio Fazio, fortemente voluto<br />
dall’allora sottosegretario alla Salute,<br />
Francesca Martini e aveva ricevuto il primo<br />
via libera alla Camera il 22 dicembre 2010.<br />
Alla fine del 2011, sulla scia dello scandalo<br />
delle protesi francesi difettose, il Senato<br />
aveva ripreso l’esame, approvando il testo<br />
con l’inasprimento delle pene.<br />
Adesso, la commissione Affari sociale della Camera<br />
ha dato il via libera, all’unanimità, al ddl<br />
che istituisce i registri regionali e nazionale delle<br />
protesi mammarie e che vieta gli interventi<br />
al seno a fini estetici sulle minorenni. Il ddl entrerà<br />
in vigore con la pubblicazione in Gazzetta<br />
Ufficiale.<br />
Spetterà al Ministero il compito di stilare una<br />
relazione annuale al Parlamento sui dati rac<strong>col</strong>ti<br />
dai registri, che dovranno contenere anche le<br />
indicazioni sui tipi di protesi e di riempimenti<br />
e sulla loro durata, con informazioni dettagliate<br />
circa il materiale di riempimento ed etichettatura<br />
del prodotto, gli effetti <strong>col</strong>laterali ad essi<br />
connessi e l’incidenza dei tumori mammari e<br />
delle malattie autoimmuni.<br />
Una stella<br />
in marcia<br />
Stella d’Italia è l’iniziativa lanciata<br />
dalla rivista culturale<br />
“Il primo amore”<br />
e dall’associazione<br />
“Tribù d’Italia” che attraversa<br />
la penisola per proporre<br />
un’Italia migliore.<br />
Si tratta di una marcia che parte<br />
da Messina, Venezia, genova,<br />
Santa Maria di leuca e roma,<br />
un percorso affrontato da uomini<br />
e donne di tutta la Penisola per<br />
ricucire l’Italia con i passi degli<br />
italiani. La prima carovana è<br />
partita l’11 maggio da Messina<br />
e le altre nei giorni successivi,<br />
la marcia è lunga 60 giorni e,<br />
durante il percorso, i singoli Comuni<br />
organizzano iniziative per<br />
far incontrare Stella d’Italia con<br />
il territorio, per far conoscere<br />
luoghi e bellezze non valorizzate<br />
e affrontare tematiche sociali.<br />
Il gran finale sarà a L’Aquila<br />
il 5 luglio, con una tre giorni<br />
che ha lo scopo di attirare<br />
l’attenzione su una città che<br />
continua a chiedere aiuto.<br />
Sarà un incontro internazionale<br />
a cui parteciperanno le tantissime<br />
associazioni abruzzesi che<br />
vogliono confrontarsi con altre<br />
realtà che hanno subito lo stesso<br />
tipo di calamità. Lo scopo è<br />
quello di cambiare il ruolo degli<br />
aquilani nella propria città, come<br />
loro stessi auspicano, da terremotati<br />
a “terremotanti”,<br />
propulsori di nuove idee<br />
per migliorare le loro condizioni.
foto di: Simone Allegra<br />
fashion bags<br />
www. clementinaplateroti.com • Punti vendita a Messina: Anna Dieli via Ni<strong>col</strong>a Fabrizi, 63/65 - Messina • Parisi accessori corso Umberto,144 - Taormina • Donnafugata Golf Resort c.da piombo - Ragusa
Andate fiduciosi<br />
nella direzione<br />
dei vostri sogni,<br />
vivete la vita<br />
che avete sempre<br />
immaginato<br />
(Henry David Thoreau)<br />
box<br />
10<br />
giu 12<br />
GINNASTICA,<br />
GLI “ITALIANI”<br />
A CATANIA<br />
Il 16 e il 17 giugno il PalaCatania<br />
ospiterà i Campionati Italiani<br />
assoluti di ginnastica artistica<br />
maschile, femminile e di trampolino<br />
elastico, disciplina che da quest’anno<br />
entra a far parte degli sport olimpici.<br />
Sfida, spetta<strong>col</strong>o ed emozioni in due<br />
giorni di intensa competizione per i<br />
migliori ginnasti italiani, che si contenderanno<br />
il titolo di campione italiano<br />
assoluto nella gara più importante<br />
prima delle olimpiadi di londra. Sarà<br />
presente anche rai Sport e MTV, che<br />
continuerà le riprese di “ginnaste –<br />
Vite parallele”, il docu-reality giunto<br />
alla seconda edizione che segue i<br />
ginnasti del centro tecnico federale<br />
di Milano durante i lunghi e faticosi<br />
allenamenti, le gare internazionali, le<br />
selezioni, la scuola e le amicizie.<br />
Su www.federginnastica.it i ginnasti<br />
qualificati, gli orari e i programmi delle<br />
gare. L’evento è organizzato dalla<br />
Polisportiva Trinacria di Spadafora.<br />
“Tutta <strong>col</strong>pa dell’amore”<br />
Artisti per la donazione<br />
degli organi<br />
“Tutta <strong>col</strong>pa dell’Amore” (Centosuoni/Emons)<br />
nato per iniziativa di Marinella e roberto Ferri ha lo<br />
scopo di diffondere, attraverso la musica, la cultura<br />
della donazione di organi in un momento assai<br />
drammatico per i trapianti: <strong>negli</strong> ultimi due anni infatti<br />
le donazioni hanno registrato un diffuso calo su scala<br />
nazionale con conseguenze facilmente immaginabili. Sensibilizzare<br />
la cittadinanza all’importanza della donazione<br />
degli organi come possibilità di salvare vite umane,<br />
quando purtroppo una vita se ne è andata. Infatti, ancora<br />
corrono dicerie infondate che gli organi possano<br />
venir prelevati a pazienti che ancora abbiamo qualche<br />
possibilità di riprendersi (notizia del tutto falsa), ma per<br />
questo motivo e per un, parzialmente comprensibile, timore<br />
atavico a parlare della morte, ancora oggi si incontra<br />
opposizione alla possibile donazione. Questo fa<br />
sì che <strong>negli</strong> ultimi anni in Italia le donazioni non siamo<br />
aumentate (anzi, lievemente diminuite) con conseguente<br />
impossibilità di salvare vite umane con trapianto di cuore<br />
o fegato o polmoni. La partecipazione a questo progetto<br />
è stata massiccia. Roberto Ferri, produttore del cd<br />
insieme alla moglie Marinella, ben conosce la realtà<br />
dei trapianti essendo lui stesso un trapiantato di fegato<br />
da tre anni. Alla luce di questa esperienza, sta dedicando<br />
la sua ritrovata vita di uomo e di artista alla sensibilizzazione<br />
delle problematiche connesse alla carenza di<br />
organi, prima tra tutte le lunghe liste di attesa. Problematiche<br />
che per certe patologie molto diffuse hanno il<br />
carattere dell’emergenza, come ad esempio nel campo<br />
delle malattie epatiche. Proprio in favore della ricerca<br />
rivolta allo studio ed alla cura delle malattie epatiche, i<br />
proventi della vendita del cd verranno devoluti a quegli<br />
organismi medico-scientifici specializzati in questo campo.<br />
In parti<strong>col</strong>are hanno dato il patrocinio alla iniziativa<br />
la FIRE -Fondazione Italiana per la ricerca in Epatologia;<br />
l’ANTF - Associazione Nazionale Trapiantati di Fegato “<br />
G.Gozzetti” onlus - Epac onlus.<br />
Speedflying<br />
da record<br />
Un team composto da due<br />
esperti di “Speedflying”<br />
(un nuovo sport ibrido<br />
che combina elementi<br />
di paracadutismo, parapendio<br />
e scii) e due guide alpine<br />
ha battuto un record tanto<br />
rischioso quanto spetta<strong>col</strong>are:<br />
scendere a tutta velocità,<br />
con gli scii e il parapendio, dalle<br />
pendici del vulcano attivo più<br />
alto d’Europa, l’Etna.<br />
Jody Barratin e Felice<br />
Boccanegra, insieme alle guide<br />
alpine Flavio Moroder e Bruno<br />
Malsiner hanno sfruttato una<br />
splendida giornata di calma<br />
per battere questo straordinario<br />
primato. I quattro sono saliti<br />
sulla cima del vulcano, a 3329<br />
metri sul livello del mare, e si<br />
sono lanciati, con gli scii ai piedi<br />
e il parapendio, giù dai fianchi<br />
ricoperti di neve dell’Etna,<br />
raggiungendo velocità superiori<br />
ai 100 km/h. Boccanegra si è<br />
anche esibito in un suggestivo<br />
volo a planare sul vulcano.<br />
Ma non riescono ad accontentarsi:<br />
la loro sfida è quella<br />
di scendere allo stesso modo<br />
da altre 150 cime montagnose<br />
del genere in tutto il mondo.
Non esiste<br />
modo migliore<br />
di gestire<br />
la propria vita<br />
se non toccare la<br />
vita di un altro,<br />
con amore<br />
e un sorriso<br />
(Og Mandino)<br />
box<br />
a lezIone<br />
di deMoCrazIa<br />
“Lezioni per la democrazia” è il<br />
volume edito da Marsilio che raccoglie<br />
le lezioni magistrali organizzate<br />
dall’Associazione Italiadecide, in<br />
<strong>col</strong>laborazione con anCI giovane,<br />
per incoraggiare i giovani a considerare<br />
la politica un servizio per i<br />
cittadini e non una pura dinamica<br />
di potere personale. Si tratta di due<br />
cicli di lezioni e confronti, a partire<br />
dal 2009, con i giovani amministratori<br />
a cui hanno partecipato esponenti<br />
del mondo delle istituzioni, della<br />
politica, dell’impresa e dell’università,<br />
che hanno trattato con loro temi<br />
e argomenti di carattere generale,<br />
fornendo spunti e indicazioni utili<br />
sia alla crescita del singolo che alla<br />
promozione di nuovi spazi partecipativi.<br />
Il volume riporta il fecondo<br />
confronto fra le generazioni che<br />
hanno affrontato in quelle occasioni<br />
temi fondamentali da cui dovrebbe<br />
muovere la politica contemporanea:<br />
la conoscenza del Paese, la comprensione<br />
delle ragioni dell’altro, il<br />
confronto tra le varie esperienze, lo<br />
sviluppo della democrazia deliberativa.<br />
la scelta di rianimare la<br />
politica ridandole dignità si traduce<br />
in comportamenti virtuosi e nella disponibilità<br />
ad agire in vista di un solo<br />
scopo: restituire al nostro Paese una<br />
reputazione offuscata.<br />
12<br />
giu 12<br />
Mario Incudine<br />
ITALIA TALìA<br />
In uscita il 12 giugno l’album di debutto su<br />
Emarcy dell’artista siciliano<br />
“Italia talìa” è l’album di debutto su Emarcy<br />
di Mario Incudine ed è caratterizzato da testi<br />
che alternano l’italiano al dialetto siciliano e<br />
la musica che fonde tratti folk, pop, latini in<br />
un mix esplosivo di grande efficacia. Incudine<br />
può essere considerato il “van de Sfroos”<br />
della Trinacria che somma la forza dei testi<br />
ad uno spessore musicale di altissimo livello.<br />
“Italia talìa” significa “Italia guarda”: come<br />
commenta lo scrittore e giornalista Carmelo<br />
Sardo all’interno del CD: “La voce ora dolce<br />
ora incisiva di Mario Incudine ti ricorda le<br />
tragedie e i soprusi che hanno fatto la storia<br />
di questo Paese che troppo spesso si è voltato<br />
dall’altra parte. Sembra a tratti un grido<br />
di denuncia e di rabbia sospinto dal tempo<br />
del tango…Nell’animo sensibile dei siciliani<br />
come Mario Incudine si agita una pressante<br />
voglia di riscatto. Ecco allora che ‘talia’ assume<br />
il valore metaforico di un invito ad aprire<br />
gli <strong>occhi</strong> non solo per guardare, ma per meravigliarsi,<br />
per stupirsi…Trionfano infine sentimenti<br />
nobili e puri, passioni forti e travolgenti,<br />
da vivere a <strong>occhi</strong> aperti. Perché come<br />
dice Mario Incudine ‘gli <strong>occhi</strong> non sono <strong>occhi</strong><br />
se non possono guardare’”.<br />
I testi di alcune canzoni sono stati scritti in <strong>col</strong>laborazione<br />
con Kaballà mentre “Lassa e Passa”<br />
vede la presenza di Nino Frassica sia come<br />
co-autore sia come interprete.<br />
universalmusic.it<br />
La Sicilia<br />
passa al digitale<br />
lo Switch-off della tv digitale terrestre<br />
in Sicilia è alle porte. Il passaggio<br />
definitivo alla nuova televisione<br />
inizierà infatti l’11 giugno.<br />
I 390 comuni siciliani con i suoi 5<br />
milioni di potenziali telespettatori<br />
assisteranno allo spegnimento dei<br />
vecchi canali analogici e alla seguente<br />
accensione di quelli vecchi e nuovi<br />
digitali, fino al termine dei lavori<br />
previsto per il 4 luglio.<br />
Il Ministero dello sviluppo economico<br />
(dipartimento comunicazioni), insieme<br />
alla Fondazione Ugo Bordoni ha<br />
redatto il calendario dello Switch-off<br />
della regione della Sicilia:<br />
· 11 e 12 giugno<br />
faranno lo switch-off le I<strong>sole</strong><br />
di Ustica, Pantelleria, linosa<br />
e lampedusa;<br />
· 15 giugno<br />
toccherà alla città di Messina<br />
e costa ionica della provincia,<br />
I<strong>sole</strong> eolie;<br />
· 19 giugno<br />
sarà la volta di Catania,<br />
Caltanissetta, enna, ragusa,<br />
Siracusa e parte delle province;<br />
· 20 giugno<br />
il passaggio coinvolgerà<br />
poi Capo Passero e parte<br />
delle province di ragusa e Siracusa;<br />
· 21 e 22 giugno<br />
lo switch-off sarà una realtà<br />
per agrigento e provincia,<br />
parte delle province<br />
di Caltanissetta e Palermo;<br />
· 2 luglio<br />
toccherà alla città di Trapani,<br />
I<strong>sole</strong> egadi e parte della provincia;<br />
· 3 luglio<br />
lo switch-off e i nuovi canali digitali<br />
copriranno parte tirrenica<br />
provincia di Messina;<br />
· 4 luglio<br />
terminerà il passaggio alla tv<br />
digitale Palermo e parte<br />
della provincia.<br />
Fonte:<br />
http://www.tvdigitaldivide.it
ieri e oggi<br />
di Maurizio Castagna<br />
Lo STATUTo<br />
Il commissario dello stato<br />
Le proposte<br />
di Massimo Costa<br />
in vista del tavolo tecnico<br />
Stato-regione<br />
In questo numero e in altri successivi ci<br />
occuperemo del tavolo tecnico Statoregione,<br />
richiesto dal governo dopo i fatti<br />
relativi al movimento dei “Forconi”, in Sicilia,<br />
parti<strong>col</strong>armente virulento.<br />
Fonso Genchi riporta le proposte e le<br />
conclusioni del massimo conoscitore dello<br />
Statuto Siciliano, Massimo Costa, docente<br />
di Economia ed esperto di rapporti giuridici<br />
Stato-regione.<br />
Non mi resta che lasciarvi al suo prologo, di<br />
Fonso dico, con una sintetica spiegazione, e<br />
alle norme elaborate dal professore Costa<br />
(uno dei pochissimi esperti che, nella penisola,<br />
offre gratuitamente e sempre la sua<br />
opera in favore di un destino migliore per la<br />
sua gente).<br />
❯ Fonso Genchi ❯ Massimo Costa<br />
14<br />
giu 12<br />
a SCUola<br />
di STaTUTo<br />
Lezione 3
❯ Manifestazioni<br />
“Il Governo Monti, dopo la protesta<br />
dei Forconi del gennaio 2012 e il successivo<br />
incontro con i rappresentanti<br />
istituzionali della regione Siciliana,<br />
ha deciso di aprire un tavolo tecnico<br />
Stato-regione. In vista dei lavori di tale<br />
tavolo, la regione Siciliana ha pensato<br />
di formare una specie di gruppo consultivo<br />
di supporto, presieduto dall’assessore<br />
Gaetano Armao.<br />
La finalità della formazione di questo<br />
gruppo è quella di individuare le linee<br />
di azione della regione.<br />
Uno degli argomenti principali riguarderà<br />
l’attuazione dello Statuto di autonomia<br />
della regione Siciliana. Uno dei<br />
componenti di questo gruppo consultivo<br />
è il docente universitario Massimo<br />
Costa. Il gruppo ha cominciato a riunirsi<br />
lo scorso 30 aprile e la Regione<br />
sembra intenzionata a concentrare le<br />
proprie richieste di attuazione solo su<br />
alcuni arti<strong>col</strong>i dello Statuto; in parti<strong>col</strong>are<br />
quelli di natura economica: il 36, il<br />
37 e il 38. Di diverso avviso è Costa<br />
che ha prodotto un documento mirato<br />
a un’attuazione integrale dello<br />
statuto di Autonomia (pubblichiamo a<br />
partire da questo numero le proposte<br />
avanzate nel documento).<br />
Decreto I<br />
(Commissario dello Stato):<br />
oggetto: Sospensione a tempo determinato<br />
delle funzioni del Commissario<br />
dello Stato sino a quando non saranno<br />
definite, per mezzo di apposita legge<br />
costituzionale, le modalità di contem-<br />
peramento del rispetto del dettato<br />
letterale dello Statuto in materia di<br />
Alta Corte con i rilievi mossi in materia<br />
dalla giurisprudenza costituzionale.<br />
Nelle more di tale definizione il Commissario<br />
dello Stato cessa dalle proprie<br />
funzioni e le modalità di controllo<br />
di costituzionalità delle leggi regionali<br />
siciliane operano secondo il diritto comune<br />
alle altre regioni.<br />
Commento: La norma, apparentemente<br />
non legata alla materia finanziaria,<br />
è invece co-essenziale alla stessa.<br />
La figura del Commissario, infatti,<br />
costituisce parti<strong>col</strong>are tutela dell’Autonomia<br />
speciale siciliana solo in presenza<br />
dell’Alta Corte, con le sue note<br />
forme paritetiche di composizione.<br />
In assenza di questo foro, il sindacato<br />
del Commissario si è tradotto<br />
praticamente in una speciale censura<br />
preventiva della legislazione siciliana,<br />
operata indirettamente dal Governo,<br />
che sostanzialmente pone la Sicilia al<br />
di sotto delle altre regioni per grado<br />
di autonomia.<br />
Non è necessario, in questa fase, che<br />
Stato e regione condividano le rispettive<br />
posizioni in materia di Alta Corte.<br />
Di fatto il decreto attuativo equivale<br />
ad una soppressione della figura del<br />
Commissario che pone la Sicilia sullo<br />
stesso piano delle altre regioni. Si ravvisa<br />
comunque l’opportunità di “congelare”<br />
e non di “abolire” la figura del<br />
Commissario per due ordini di motivi.<br />
In primo luogo perché, a statuto vigente,<br />
la sua figura è ancora prevista<br />
e quindi non sarebbe possibile eliminarla<br />
per mezzo di decreto attuativo<br />
che è fonte di diritto subordinata alle<br />
leggi costituzionali. In secondo luogo<br />
perché, rinunciando al Commissario, la<br />
Regione starebbe rinunciando definitivamente<br />
anche all’Alta Corte, il che,<br />
anche alla luce dell’esperienza storica,<br />
non appare opportuno.<br />
Del resto, con uno spirito di leale <strong>col</strong>laborazione<br />
tra Stato e regione, l’annosa<br />
questione potrebbe anche essere<br />
risolta. L’Alta Corte può avere una<br />
serie di competenze speciali (le tre ad<br />
essa attribuite dallo Statuto) che derogano<br />
a quella generale della Corte<br />
Costituzionale, senza che si creino<br />
“doppie competenze” o “sindacati generali<br />
di costituzionalità” da parte di<br />
questa su norme statali. I casi dubbi di<br />
competenza, al “confine” per così dire,<br />
potrebbero sempre essere sciolti dalla<br />
stessa Corte Costituzionale, per natura<br />
sovraordinata.<br />
Quanto all’unità di giurisprudenza<br />
costituzionale, peraltro non esplicitata<br />
nella Costituzione, essa potrebbe<br />
sostanzialmente essere garantita assicurando,<br />
per la parte statale di composizione<br />
della Corte siciliana, una<br />
coincidenza tra i membri della stessa<br />
ed alcuni membri della Corte Costituzionale.<br />
Ma di ciò, appunto, dovrebbe occuparsi<br />
una legge di rango costituzionale.<br />
Nelle more il decreto in parola evita<br />
umilianti negoziati ad ogni finanziaria<br />
e dà alla regione una reale libertà di<br />
manovra.<br />
15<br />
giu 12
16<br />
giu 12<br />
primo piano<br />
di Giovanni Randazzo<br />
Erosione costiera<br />
IL NEMICo<br />
SIAMo NoI<br />
ormai da decenni<br />
le amministrazione a diversi<br />
livelli e i tecnici di varia<br />
estrazione si confrontano<br />
alla ricerca di una soluzione<br />
ecocompatibile ed economicamente<br />
sostenibile che possa<br />
“arrestare” l’erosione costiera.<br />
Purtroppo, si tratta di un processo<br />
naturale che nel corso<br />
delle ere geologiche<br />
ha continuamente trasformato<br />
il profilo delle terre emerse.<br />
I cambiamenti climatici,<br />
nel corso degli ultimi 15.000 anni,<br />
hanno profondamente trasformato<br />
il panorama costiero,<br />
sommergendo ampi tratti<br />
di territorio fino ad allora scoperti<br />
ed abitati dai primi paleolitici<br />
oggi sono sott’acqua.
❯ ragusa<br />
donnalucata veduta aerea<br />
(FOTO Ing. Criscione)<br />
L’uomo ha probabilmente<br />
interagito sempre con<br />
l’erosione costiera nel<br />
corso di queste ultime<br />
migliaia d’anni, ma ha iniziato<br />
a percepirla come<br />
un rischio per la propria esistenza<br />
nel momento in cui il mare ha iniziato<br />
a danneggiare i manufatti che nel<br />
frattempo aveva costruito sempre<br />
più vicino al mare. Fino ai primi anni<br />
sessanta il problema era rimato comunque<br />
piuttosto confinato; le uniche<br />
città veramente marinare erano<br />
quelle storicamente portuali che si<br />
erano sviluppate intorno a strutture<br />
naturali: si pensi alla falce di Messina<br />
o alla Kalsa di Palermo o alle insenature<br />
chiuse e protette di Siracusa<br />
e Catania. Gli stessi borghi marinari<br />
erano pic<strong>col</strong>i agglomerati storici,<br />
perfettamente inseriti in sistemi costieri<br />
naturali, contornati da dune e<br />
da stagni retro dunari.<br />
Con gli effetti del boom economico<br />
degli anni sessanta, questi borghi marinari<br />
si espansero in modo spesso<br />
disordinato, <strong>col</strong>onizzando lo spazio<br />
terrestre fino a ridosso della spiaggia,<br />
con la successiva realizzazione di<br />
lungomare, pic<strong>col</strong>i moli e altre opere<br />
di urbanizzazione.<br />
Quindi la linea di riva da confine naturale<br />
tra regno marino e terrestre<br />
continuamente in evoluzione divenne<br />
uno spazio rigido in cui si concentravano<br />
interessi economici sempre<br />
crescenti.<br />
Soprattutto le coste basse e mobili,<br />
le spiagge, maggiormente appetibili<br />
dal punto di vista della fruizione iniziarono<br />
a “sparire”.<br />
Due le cause principali: da un lato la<br />
mancanza di sedimenti trasportati<br />
da parte dei fiumi che nel frattempo<br />
erano stati digati (tra la metà degli<br />
anni ’50 e nel corso degli anni ’60<br />
si costruirono in Sicilia circa trenta<br />
dighe), impedendo al materiale<br />
naturalmente eroso e trasportato<br />
di giungere al mare per alimentare<br />
le spiagge e dall’altro l’irrigidimento<br />
complessivo della fascia costiera a<br />
causa di strutture antropiche che impediscono<br />
alla spiaggia di dar luogo<br />
a quegli spostamenti stagionali e/o<br />
ciclici che le permettono di mantenersi<br />
in equilibrio.<br />
Nei primi anni ottanta i tentativi di<br />
protezione, furono esclusivamente<br />
volti alla difesa passiva, mediante<br />
scogliere di massi, naturali o artificiali,<br />
variamente orientati rispetto alla linea<br />
di riva.<br />
17<br />
giu 12
Queste talvolta riuscivano a proteggere<br />
le aree immediatamente retrostanti,<br />
ma spostavano i processi erosivi nelle<br />
zone limitrofe, innescando un processo<br />
di costruzione a catena che generalmente<br />
si arrestava per mancanza di<br />
fondi, esacerbando il problema in territori<br />
distanti da quelli dove il processo<br />
aveva avuto inizio.<br />
Con l’inizio del nuovo millennio, sotto<br />
la spinta importante dell’Unione Europea,<br />
si iniziò a ragionare in termini<br />
di rimozione delle cause o con difese<br />
maggiormente sostenibili dal punto di<br />
vista economico. Iniziarono così a vedersi<br />
i primi interventi di ripascimento<br />
18<br />
giu 12<br />
primo piano<br />
Erosione costiera<br />
❯ Trapani<br />
riserva dello zingaro<br />
❯ agrigento<br />
realmonte - Scala dei turchi<br />
artificiale che consistevano nel ricostruire<br />
le spiagge erose con sedimenti<br />
più o meno compatibili provenienti da<br />
aree di prestito diverse.<br />
Anche i rinascimenti, però, a distanza<br />
di circa dieci anni stanno mostrando<br />
il proprio limite. È infatti necessario<br />
definire con attenzione le aree di prestito:<br />
queste non possono essere individuate<br />
nelle cave esistenti che, oltre<br />
ad acuire un danno ambientale praticamente<br />
insanabile, forniscono materiale<br />
generalmente scadente. Non<br />
possono essere individuate tout court<br />
<strong>negli</strong> alvei fluviali, laddove il materiale<br />
appare intrappolato da briglie e dighe,<br />
❯ agrigento<br />
Cattolica eraclea<br />
❯ ragusa<br />
Santa Maria del Focallo - protezione privata<br />
ma ormai è parte integrante di un<br />
nuovo profilo idraulico la cui modifica,<br />
senza opportuni studi, potrebbe arrecare<br />
danni maggiori dei benefici attesi.<br />
E purtroppo non si può prendere in<br />
considerazione in modo strutturato la<br />
disponibilità di materiale proveniente<br />
dall’insabbiamento di porti, per i quali<br />
è necessaria una procedura burocratica<br />
per l’uso che spesso non consente<br />
la sincronizzazione con gli interventi di<br />
ripascimento. Inoltre bisogna considerare<br />
che gli interventi di ripascimento<br />
finora sono stati protetti da barriere<br />
generalmente sommerse che hanno<br />
costi di realizzazione enormi.
Ma soprattutto si è visto che le amministrazioni<br />
che a gran voce avevano<br />
richiesto interventi di difesa, ottenuti<br />
con fondi europei, statali o regionali,<br />
non sono mai stati in alcun modo capaci<br />
di mantenerli. Bisogna comprendere<br />
che l’unico sistema valido per la<br />
difesa dall’erosione è la gestione continua<br />
del litorale. La gestione può essere<br />
sostenuta con un rimodellamento<br />
del profilo di spiaggia da parte delle<br />
amministrazioni locali che potrebbero<br />
spostare con cifre limitate la sabbia<br />
dai punti in cui si accumula indesiderata<br />
a dove serve per il periodo<br />
❯ Messina<br />
Santalessio lungomare killer<br />
estivo, oppure si potrebbe ricorrere a<br />
ricariche programmate con cadenza<br />
pluriennale con materiale proveniente<br />
da cave sottomarine (in corrispondenza<br />
di quelle spiagge di 15.000 anni fa<br />
che oggi giacciono, identiche a quelle<br />
attuali, sotto circa 130 metri d’acqua)<br />
che sono le uniche a impatto limitato e<br />
a compatibilità altissima (in Sicilia esiste<br />
un grande deposito privato, ma la regione<br />
ha ancora in fase di gestazione<br />
un proprio piano di cave sottomarine:<br />
e questa discrasia comporta problemi<br />
burocratici). Tutti questi interventi di<br />
manutenzione devono essere però ac-<br />
IL NEMICo<br />
SIAMo NoI<br />
compagnati da un’adeguata politica di<br />
controllo del territorio volta ad impedire<br />
il proliferare di strutture costiere<br />
che minano la stabilità della spiaggia.<br />
Le amministrazioni locali devono sfruttate<br />
al massimo le potenzialità fornite<br />
dal Piano di Utilizzo del demanio marittimo,<br />
da cui possono scaturire linee di<br />
programmazione della gestione, monitoraggio<br />
del sistema fisico e reperimento<br />
dei fondi necessari per la tutela<br />
del litorale.<br />
L’uomo, in definitiva, da nemico del sistema<br />
costiero si deve trasformare in<br />
suo nume tutelare.<br />
19<br />
giu 12
20<br />
giu 12<br />
primo piano<br />
L’Emilia Romagna trema
Con la paura nel cuore...<br />
uno sciame sismico infinito<br />
“Ora prende il sopravvento una quiete che somiglia<br />
ad una attesa vigile, che fa finta di essere calma<br />
ma sorveglia e origlia scricchiolii, tintinnii,<br />
pic<strong>col</strong>i movimenti che sembra di cogliere<br />
con la coda dell’<strong>occhi</strong>o.<br />
Si guarda verso quello che ti sta di fianco,<br />
e non hai il coraggio di chiedere se l’ha sentita<br />
anche lui. Ti resta quello spaesamento, quella lieve<br />
vertigine che ti accompagna per un po’, di solito,<br />
alla discesa dalla barca. Alla radio Doris Day canta<br />
“Que serà, serà”, pensi a quando il nonno ti teneva<br />
sulle gin<strong>occhi</strong>a facendo cavalluccio e ti faceva cadere<br />
per finta; ecco, facciamo finta che sia ancora così,<br />
per finta. Per finta.”<br />
Maria angelica Correra<br />
21<br />
giu 12<br />
21<br />
apr 12
22<br />
giu 12<br />
primo piano<br />
Brindisi 19 maggio<br />
Melissa Bassi<br />
uccisa alle 7.45 dinanzi all’istituto Morvillo Falcone
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dal Mondo<br />
a cura della redazione magmagazine.it<br />
Un’ASTA<br />
reCord<br />
❯ 2 maggio<br />
Uno dei quadri<br />
più famosi del mondo,<br />
l’Urlo di Munch,<br />
secondo probabilmente solo<br />
alla Gioconda, raggiunge<br />
un record da capogiro.<br />
Una delle quattro versioni<br />
del dipinto è stata infatti<br />
venduta, il 2 maggio,<br />
in appena 12 minuti,<br />
a 120 milioni di dollari<br />
(91 milioni di euro).<br />
Mai nessuna opera d’arte<br />
è stata pagata tanto.<br />
Sotheby’s aveva previsto<br />
un prezzo finale di 80<br />
milioni di dollari. Una<br />
previsione sconfessata, in<br />
maniera netta, dalla realtà.<br />
La versione venduta all’asta<br />
era l’unica ancora in mano<br />
a un <strong>col</strong>lezionista privato.<br />
Il precedente record per<br />
l’asta di un’opera d’arte<br />
apparteneva a “Nudo, foglie<br />
verdi e busto” di Picasso,<br />
battuto da Christiès nel<br />
maggio 2010 per 106,5<br />
milioni di dollari.<br />
24<br />
giu 12<br />
Hollande<br />
è PreSIdenTe<br />
❯ 6 maggio<br />
François Hollande<br />
è il nuovo presidente<br />
della Francia. È durato<br />
un solo mandato<br />
il percorso di Ni<strong>col</strong>as<br />
Sarkozy alla guida<br />
del proprio paese.<br />
È stato lo stesso presidente<br />
uscente, pochi minuti<br />
dopo la chiusura dei seggi,<br />
a riconoscere la propria<br />
sconfitta complimentandosi<br />
con Hollande.<br />
Il nuovo presidente<br />
della Francia, esponente<br />
del Partito socialista<br />
e appoggiato anche<br />
dal Partito radicale di<br />
sinistra, dal Movimento<br />
repubblicano e cittadino<br />
e dal Movimento unitario<br />
progressista, già al primo<br />
turno aveva conquistato<br />
la maggioranza relativa dei<br />
voti con il 28,6 per cento<br />
mentre Sarkozy ne aveva<br />
ottenuto il 27 per cento<br />
delle preferenze.<br />
Per la prima volta<br />
nella storia uno sfidante,<br />
al primo turno, ha ottenuto<br />
più voti del presidente<br />
uscente. Nel secondo<br />
turno delle presidenziali,<br />
il 6 maggio, Hollande ha<br />
ottenuto oltre 18 milioni<br />
di voti con il 51,6 % contro<br />
i 16 milioni 860 mila e il<br />
48,4% di Sarkozy.<br />
ELEzIonI FLoP<br />
In greCIa<br />
❯ 6 maggio<br />
La Grecia martoriata dalla<br />
pesantissima crisi economica<br />
premia, alle elezioni del 6<br />
maggio, la sinistra radicale e<br />
l’estrema destra xenofoba<br />
e filo nazista. Vengono<br />
invece puniti in grandi<br />
partiti tradizionali, <strong>col</strong>pevoli<br />
di sostenere politiche di<br />
austerità per rimanere<br />
nell’Unione europea.<br />
Di fatto vincono gli antieuropei,<br />
soprattutto per<br />
quanto riguarda il risultato<br />
ottenuto dall’estrema destra,<br />
mentre la sinistra radicale<br />
è per la permanenza in<br />
Europa ma si oppone<br />
alle misure di austerità<br />
concordate con la comunità<br />
internazionale. Il risultato<br />
uscito dalle urne, però,<br />
non fa altro che aprire<br />
altri squarci perché in<br />
un parlamento troppo<br />
frammentato non si riesce<br />
a trovare alcun tipo di<br />
accordo per la formazione<br />
del governo.<br />
La soluzione sono nuove<br />
elezioni e un paese sempre<br />
più nel caos e a un passo<br />
dal default e dall’uscita<br />
dall’Europa.<br />
oBAMA APrE<br />
alle CoPPIe<br />
gay<br />
❯ 9 maggio<br />
“Le persone dello stesso<br />
sesso devono avere la<br />
possibilità di sposarsi”.<br />
Con queste parole, il 9<br />
maggio, il presidente degli<br />
Stati Uniti d’America,<br />
Barack obama, dichiara<br />
il suo sostegno al<br />
matrimonio omosessuale.<br />
obama è il primo<br />
presidente nella storia<br />
degli States ad assumere<br />
una posizione di questo<br />
tipo. “Nel corso degli<br />
anni ho potuto parlare<br />
e conoscere gente del<br />
mio staff con un partner<br />
dello stesso sesso, che<br />
ha cresciuto anche dei<br />
figli – ha detto Obama -.<br />
Quando penso ai nostri<br />
soldati, ai nostri aviatori, ai<br />
nostri marinai che hanno<br />
dovuto lottare tanto per<br />
i loro diritti, sì, a un certo<br />
punto ho capito che per<br />
me è importante andare<br />
avanti e dichiarare che le<br />
coppie dello stesso sesso<br />
hanno il diritto di sposarsi”.
elezIonI<br />
❯ 21 maggio<br />
Con i ballottaggi si chiude<br />
una tornata di elezioni<br />
amministrative che segna<br />
la crisi profonda della<br />
Lega nord e l’exploit del<br />
Movimento 5 stelle di<br />
Beppe Grillo. Male<br />
anche il Popolo della<br />
libertà che non convince<br />
completamente. Il dato più<br />
importante, però, è quello<br />
dell’astensionismo con solo<br />
il 51 per cento degli elettori<br />
che si è recato alle urne<br />
nel turno di ballottaggio.<br />
Il risultato a sensazione<br />
è quello del movimento<br />
di Grillo che conquista 4<br />
comuni, a cominciare da<br />
Parma. Un segno chiaro,<br />
probabilmente, della<br />
sfiducia verso i partiti<br />
tradizionali.<br />
A Palermo si impone<br />
Leoluca orlando con<br />
Italia dei valori mentre i<br />
veri sconfitti sono la Lega,<br />
che perde sette comuni<br />
su sette, travolta dallo<br />
scandalo dell’utilizzo dei<br />
fondi pubblici da parte del<br />
senatùr Umberto Bossi,<br />
e il Pdl.<br />
la STrage<br />
dI HUla<br />
❯ 25 maggio<br />
Novemila morti<br />
in un anno. È il triste<br />
bilancio delle rivolte contro<br />
la dittatura di Bashir<br />
al assad, in Siria.<br />
Il centro di documentazione<br />
delle violazioni ha tenuto<br />
il conto, quotidianamente,<br />
delle vittime, della<br />
sanguinosa repressione<br />
della ribellione.<br />
Una lunga lista<br />
che il 13 marzo fa registrare<br />
oltre 9 mila morti,<br />
tra i quali 524 minorenni<br />
e 288 donne. I numeri<br />
parlano anche di 7.205<br />
vittime civili e 1.799 militari,<br />
sia tra i disertori che tra i<br />
governativi.<br />
Anche in Siria, insomma,<br />
si scatena la “primavera<br />
araba” con i cittadini che<br />
chiedono al presidente<br />
Bashir Al Assad di approvare<br />
le riforme necessarie a dare<br />
un’impronta democratica<br />
allo Stato. Tutta la Siria<br />
è scossa dalla ribellione,<br />
che ha il suo centro<br />
nella città di Deraa,<br />
con le battaglie tra i soldati<br />
del governo e i dimostranti.<br />
Paolo gabriele in basso a sinistra insieme<br />
SCandalo<br />
In VaTICano<br />
❯ 27 maggio<br />
Il 27 maggio viene arrestato<br />
per furto di carte e<br />
documentazione papale<br />
il cameriere di Benedetto<br />
xvI, Paolo Gabriele.<br />
Sarebbe lui il “corvo” che<br />
ha trafugato documenti<br />
personali e riservati.<br />
Fra le numerose carte<br />
uscite in questi mesi dai<br />
sacri palazzi, molte non<br />
sembrano aver a che<br />
fare direttamente con<br />
l’appartamento del Papa:<br />
sono comunicazioni interne<br />
fra cardinali e alti funzionari.<br />
Questo elemento<br />
lascerebbe aperta la porta<br />
all’esistenza di più talpe.<br />
Nell’Annuario pontificio<br />
Paolo Gabriele figura con<br />
la qualifica di aiutante di<br />
camera del Pontefice, tra<br />
i familiari del Papa, ovvero<br />
nel ristretto gruppo<br />
di persone ammesse<br />
all’interno della cosiddetta<br />
famiglia pontificia. Gabriele<br />
è uno dei laici ammessi<br />
all’interno delle stanze<br />
degli appartamenti papali.<br />
La vicenda che ha scosso<br />
il vaticano si inserisce in<br />
una situazione di grande<br />
tensione che pochi giorni<br />
prima aveva portato al<br />
licenziamento di Gotti<br />
Tedeschi, la guida del “Ior”,<br />
la banca vaticana.<br />
al Papa<br />
CalCIo<br />
nel CaoS<br />
❯ 28 maggio<br />
Due nazionali, Domenico<br />
Criscito e Leonardo<br />
Bonucci, e l’allenatore<br />
della Juventus, Antonio<br />
Conte indagati e il capitano<br />
della Lazio, Stefano Mauri<br />
arrestato. Sembra non finire<br />
più lo scandalo scommesse<br />
che ormai da mesi tiene<br />
banco nel mondo del calcio<br />
italiano. A pochi giorni<br />
dall’inizio degli europei<br />
nel ritiro della nazionale<br />
irrompono la Procura di<br />
Cremona e le indagini su un<br />
ampio giro di scommesse.<br />
Nomi illustri e tante società<br />
coinvolte in un’inchiesta che<br />
si allarga a macchia d’olio.<br />
Complessivamente, all’alba del<br />
28 maggio, sono 19 gli arresti<br />
eseguiti. Nella rete delle forze<br />
dell’ordine finisce anche Omar<br />
Milanetto, ex del Genoa, in<br />
forza al Padova. L’accusa è di<br />
associazione per delinquere<br />
finalizzata alla frode sportiva<br />
per avere truccato diverse<br />
partite del campionato di serie<br />
A e di serie B.<br />
domenico Criscito<br />
leonardo Bonucci<br />
25<br />
giu 12<br />
antonio Conte
Un teatro<br />
trasformato<br />
in Moschea<br />
A luglio, in piazza Cutelli, aprirà il luogo di preghiera<br />
che sarà il più grande del Sud Italia<br />
26<br />
giu 12<br />
la storia<br />
di Francesco Pontorno<br />
La nuova Moschea di Catania dovrebbe<br />
essere pronta entro luglio.<br />
I fedeli musulmani troveranno<br />
il loro luogo di preghiera in<br />
piazza Cutelli, dove la comunità islamica<br />
della città, anche grazie al generoso contributo<br />
dei fedeli di tutto il mondo, ha<br />
acquistato e ristrutturato un vecchio teatro.<br />
Ma la vicenda delle moschee nella<br />
città alle pendici dell’Etna, non è certo<br />
cosa degli ultimi anni. Pensiamo prima<br />
di tutto alla storia della dominazione<br />
musulmana dell’Isola, di cui il racconto<br />
più bello si trova di certo nelle pagine<br />
del grande orientalista siciliano Michele<br />
Amari.<br />
oggi dell’eredità dei musulmani di Sicilia<br />
ritroviamo le tracce in ogni elemento<br />
della società isolana, dalla cucina alla lingua,<br />
dalla tradizione poetica alla toponomastica,<br />
fino alla forma del paesaggio<br />
agrario, che fu caratterizzato nel periodo<br />
arabo dall’importazione di nuove <strong>col</strong>ture,<br />
dalla realizzazione di innovativi sistemi<br />
irrigatori e dalla creazione di una fitta<br />
rete di pic<strong>col</strong>e strade, le “trazzere”. Ma<br />
il segno del magnifico passaggio dei musulmani<br />
in Sicilia, è soprattutto nel volto<br />
e nei gesti dei catanesi (e naturalmente<br />
di tutti i siciliani); è nel mercato cittadino<br />
più importante, la cosiddetta “Piscaria”,<br />
è nella presenza forte dei <strong>col</strong>ori e degli<br />
odori, è nella voce del commercio e<br />
nell’esuberanza dialettica. Insomma, proprio<br />
come dice uno degli Imam di Catania,<br />
Mufid Abu Touq, con alle spalle le<br />
palme di piazza Cutelli mosse dal vento.<br />
“Quando un musulmano arriva in Sicilia<br />
- dice - vi riconosce subito la terra dei<br />
padri”. Mufid è palestinese di nascita, ha<br />
fatto studi di farmacia (ma per necessità<br />
si è sempre occupato di commercio) e<br />
si è trasferito in Italia circa trent’anni fa,<br />
quand’era studente. Corre ancora dietro<br />
al permesso di soggiorno, pur avendo<br />
cinque figli e altrettanti nipoti italiani.<br />
Tuttavia, se si parla delle vicende recenti<br />
del culto islamico a Catania, c’è da ricordare<br />
senz’altro l’avvocato Michele Papa,<br />
un personaggio la cui vita ondeggiò tra<br />
il bizzarro e l’inquietante. L’avvocato<br />
Papa sembra fosse amico di Muammar<br />
Gheddafi e suo rappresentante in Sicilia<br />
(era solito ripetere in bel catanese: “Iu e<br />
Gheddafi semu comu i frati”), e fu socio,<br />
in nome dell’ex leader libico, del Centro<br />
studi Salvatore Scontrino di Trapani,<br />
famigerato luogo di raccordo di logge<br />
❯ La nuova moschea di Catania<br />
massoniche occulte e poteri deviati.<br />
Fu anche fondatore, fin dai primi anni<br />
Settanta, di ambigue associazioni arabosicule,<br />
utili al radicamento libico nell’Isola<br />
e in Italia, in chiave tutta antiamericana.<br />
Papa era un tipo all’avanguardia. Nel<br />
1980, prima che si pensasse alla moschea<br />
di roma e a quella di Milano, ideò<br />
e guidò l’edificazione di una moschea<br />
a Catania. Era l’inizio di quel decennio<br />
caldissimo in cui la Libia sarebbe stata<br />
aggiunta dagli Stati Uniti alla lista degli<br />
“stati canaglia”, bombardata e infine<br />
sottoposta a embargo. Il progetto della<br />
moschea di via Castromarino, in pieno<br />
centro storico, fu affidato a un architetto<br />
egiziano assai ligio ai dettami del<br />
Corano nel disegnare l’edificio, mentre<br />
il denaro per la costruzione proveniva<br />
direttamente dalle casse del governo di<br />
Tripoli. variamente frequentata dai fedeli,<br />
la moschea iniziò a essere disertata dalla<br />
fine degli anni Ottanta, pare a causa di<br />
problemi logistici e di gestione economica,<br />
ma probabilmente anche per il<br />
carattere difficile dell’avvocato che, per<br />
dirne una, aveva fatto apporre sul prospetto<br />
la scritta quantomeno arrogante<br />
“Michele Papa aedificavit”.
Un gesto che, contro ogni regola, dichiarava la proprietà<br />
della moschea, e che i fedeli non apprezzarono, a maggior<br />
ragione perché compiuto da un non musulmano qual era<br />
l’avvocato Papa. I musulmani catanesi si trovarono dunque<br />
senza un luogo in cui praticare la propria religione e per un<br />
anno pregarono in strada, in segno di protesta. In seguito, si<br />
trasferirono in due diverse sedi, in via Calì, nel quartiere della<br />
Civita, e in via Serravalle, nei pressi del porto. Uno scantinato<br />
e un garage nei quali si è pregato per vent’anni, in attesa della<br />
nuova Moschea che arriverà a luglio.<br />
oggi la moschea Papa è stata riconvertita in abitazione. vale<br />
bene una visita: il turista scorgerà in una via angusta e degradata,<br />
costretto tra case basse, un pic<strong>col</strong>o palazzotto rivestito<br />
di marmo, ornato di arabeschi e un tempo, si dice, anche<br />
del minareto e della mezzaluna (di cui però oggi non c’è più<br />
traccia). Sui fedeli e sulle moschee volute dai governi e dalle<br />
istituzioni, bisognerebbe aprire un discorso a parte, se è vero<br />
che anche a Palermo, nella moschea sunnita di emanazione<br />
tunisina, i fedeli, più che concentrati nella preghiera, pare si<br />
sentano spiati dal governo che ne ha finanziato la costruzione<br />
e che l’amministra attraverso placidi Imam. E sarebbe<br />
interessante capire cosa è cambiato dopo la cosiddetta “Primavera<br />
araba”, nel rapporto tra moschee ufficiali e fedeli<br />
che le frequentano con cautela.<br />
La nuova Moschea di Catania sarà la più grande<br />
del meridione d’Italia e, secondo l’imam<br />
Keith Abdelhafid (presidente anche delle comunità<br />
islamiche in Sicilia), fungerà da centro<br />
culturale per i diecimila musulmani presenti in<br />
città e in provincia e provenienti da Marocco,<br />
Senegal, Tunisia, Sri Lanka, Mauritius, Pakistan.<br />
Dunque, anche questa volta, anche nel 2012, ci si trova di<br />
fronte a quell’incrocio di civiltà che da millenni forgia il cosmopolitismo<br />
che ha fatto della Sicilia uno dei luoghi più<br />
affascinanti al mondo (altrimenti sarebbe solo un’isola come<br />
tante).<br />
Nei quattrocento metri quadrati della nuova Moschea di<br />
piazza Cutelli si troveranno quindi, oltre a una grande sala<br />
per la preghiera e a uno spazio per le abluzioni, una sala<br />
conferenze e delle aule in cui si terranno lezioni di arabo e<br />
italiano. Questo è un segno semplice e importante. Il segno<br />
della vitalità culturale e spirituale della comunità musulmana<br />
catanese, ma soprattutto della sua indipendenza dalle tensioni<br />
internazionali alimentate ai piani alti della geopolitica<br />
e della realpolitik, in cui ci si guarda bene dal considerare i<br />
tappeti di preghiera e i fatti dello spirito.<br />
27<br />
giu 12
in english<br />
“Si vive una<br />
28<br />
giu 12<br />
focus<br />
di Roselina Salemi<br />
“Si vive una<br />
❯ Maria Falcone<br />
❯ Francesca Barra e Maria Falcone<br />
Francesca Barra ripercorre la storia<br />
e le scelte di Giovanni Falcone<br />
attraverso le parole di Maria,<br />
sorella del giudice assassinato a Capaci<br />
D omandai<br />
più volte a mio fratello perché si fosse ficcato in quel lavoro<br />
così peri<strong>col</strong>oso. Un giorno, mentre stava andando al Tribunale, davanti al<br />
portone di casa mi feci coraggio e gli chiesi, tutto d’un fiato: “Ma perché<br />
vai da Chinnici”? ( il capo dell’ufficio istruzione di Palermo, assassinato il 29 luglio<br />
1983, ndr.) “Si vive una volta sola” mi rispose per giustificare il suo impegno. Però<br />
quella frase aveva anche un altro sapore: la si sarebbe potuta interpretare come<br />
“si muore una volta sola”.<br />
Maria Falcone parla così a Francesca Barra, in un lungo, a tratti commovente<br />
racconto che ripercorre la storia e le scelte del fratello sin da quando erano<br />
bambini, e rende le sue riflessioni della mafia e sulla reazione della società civile,<br />
drammaticamente attuali.“Giovanni Falcone, un eroe solo” (Rizzoli, pagg. 208, € 17,50)<br />
non è soltanto la celebrazione dell’unico italiano che ha ottenuto un monumento<br />
all’Accademia Fbi di Quantico, che ha sperimentato nuovi metodi di indagine<br />
contro le mafie e ne ha compreso il linguaggio e i codici segreti, aprendo una<br />
breccia nel muro del silenzio, ma è soprattutto il passaggio del testimone da una<br />
generazione all’altra, con le verità acquisite, i dubbi e i misteri ancora da risolvere.<br />
Perché intanto sono passati vent’anni e certi pezzi di passato rischiano di perdersi.<br />
Qualcuno saprebbe dire chi era Il Corvo a Palazzo di giustizia? Quali giudici<br />
facevano parte del pool? Chi erano gli amici e chi i nemici?<br />
You only<br />
live once<br />
Francesca Barra chronicles<br />
the story and the choices<br />
of Giovanni Falcone, judge killed<br />
in Capaci, through his sister<br />
Maria’s words<br />
Written by Roselina Salemi<br />
“I asked my brother more than once the reason he got himself<br />
that dangerous job. once, we were in front of my house and<br />
he was going to the court, I bravely asked him “Why are you<br />
going to meet Chinnici?”(the chief of the office of education in<br />
Palermo, killed in 1983, July 29th). He told me “You only live<br />
once” to justify his meeting. But that sentence had also a different<br />
flavor: you can translate ita s “You only die once”.<br />
Maria Falcone tells that to Francesca Barra, in a long moving<br />
interview about her brother’s story and choices since they<br />
were children, and makes her thoughts about mafia and society’s<br />
reactions painfully current. “Giovanni Falcone, un eroe<br />
solo” (rizzoli, pagg. 208, € 17,50) is not only a celebration of<br />
the only italian man who has his monument in Fbi Academy in<br />
Quantico, where new investigation’s method have been developped<br />
and the secret codes and languages of mafia have been<br />
learned,breaking the silence wall around it, but also the connection<br />
between two generations, among truth, doubts and
volta sola”<br />
volta sola”<br />
Francesca Barra, 34 anni, giornalista,<br />
conduttrice televisiva e radiofonica,<br />
autrice di saggi come “Il quarto<br />
comandamento”(rizzoli) e “Non è un<br />
paese per donne” (Mondadori), offre<br />
questo documento a chi vuol capire<br />
come si arriva a condannare a morte<br />
un giudice-simbolo, come si cerca di<br />
farlo dimenticare, ottenendo per fortuna<br />
l’effetto opposto. E quanto lavoro c’è dietro<br />
la costruzione dei dettagli, quell’insieme<br />
di parti<strong>col</strong>ari in cui tutti ci riconosciamo,<br />
che si chiama “memoria <strong>col</strong>lettiva”.<br />
A vent’anni dalla strage di<br />
Capaci, il 23 maggio 1992, che<br />
cosa è rimasto di Giovanni<br />
Falcone?<br />
Siamo “capaci” di sviluppare capacità<br />
critica e di giudizio. Di isolare meno e di<br />
partecipare di più. Abbiamo leggi e metodi<br />
che il giudice Falcone ha voluto. Abbiamo<br />
un modello di riferimento che ci dice cosa<br />
sia lo Stato a cui tendere e in cui credere.<br />
Come hai conosciuto Maria<br />
Falcone? Perché ha deciso<br />
misteries to be solved. That’s because twenty<br />
years are gone and some pieces of the past may<br />
get lost. Can someone tell who was the Corvo<br />
at Palazzo di Giustizia? Which judges were in the<br />
pool? Who was a friend, who was an enemy?<br />
Francesca Barra, 34 years old, journalist, tv and<br />
radio host, author of many essays, such as “Il<br />
quarto comandamento”(rizzoli) e “non è un<br />
paese per donne” (Mondadori), offers this story<br />
to anyone who wants to know how is it possible<br />
to kill a judge, to try to make people forget<br />
about him, obtaining, luckily, the opposite effect.<br />
And how much work lies behind the construction<br />
of the details, we all relate to, called “<strong>col</strong>lective<br />
memory”.<br />
Twenty years after Capaci’s massacre, May 23rd<br />
1992, what’s left of Giovanni Falcone?<br />
di ripercorrere la vita di suo<br />
fratello, anche <strong>negli</strong> aspetti<br />
privati e familiari (la separazione<br />
dalla moglie, l’incontro con<br />
Francesca Morvillo, il loro<br />
matrimonio) in questo libro?<br />
Conduco da due anni il programma<br />
“La bellezza contro le mafie” (Rai radio<br />
Uno). Ho raccontato storie di uomini,<br />
luoghi, famiglie. In questo momento di<br />
crisi e delusione ho ritenuto urgente<br />
riproporre, soprattutto alle generazioni<br />
che non hanno “vissuto” determinate<br />
stagioni politiche e sociali, la battaglia di<br />
Giovanni Falcone, ricordare che esistono<br />
uomini in grado di cambiare il mondo e<br />
che non sono poi così distanti da loro.<br />
Maria Falcone ha accettato subito, perché<br />
la sua missione è quella di rivolgersi<br />
ai giovani. Con la sua Fondazione,<br />
con “Le navi della legalità”, dimostra<br />
quotidianamente che la memoria<br />
sopravvive all’uomo, se l’uomo è grande,<br />
come è stato suo fratello. Mi ha aperto i<br />
suoi ricordi, la porta del suo dolore. Sono<br />
commossa e onorata di aver partecipato<br />
a questo progetto.<br />
We’re able to develop critical and judgement skills. To<br />
be less isolated and more partecipative. We got laws<br />
and rules judge Falconi wanted. We have a role model<br />
telling us what the State should be like and what to<br />
believe in.<br />
How did you meet Maria Falcone? Why did she decide<br />
to analyse her brother’s life, even in his private and familiar<br />
dimension (the divorce from his wife, how he met<br />
Francesca Morvillo, their wedding) in this book?<br />
I’ve been hosting for two years “La Bellezza contro le<br />
mafie” (Beauty against mafia) (a Rai Radio Uno show).<br />
I told stories about men, places, families. In this crisis’<br />
period I thought it was urgent to talk again about Giovanni<br />
Falcone’s war, especially to the generations which<br />
have not lived some social and political seasons, and to<br />
remember everybody there are men who are able to<br />
❯ Francesca Barra<br />
❯ Giovanni Falcone e Paolo Borsellino<br />
change the world and that they’re not far from us.<br />
Maria Falcone istantly accepted the offer, because<br />
her missioni is to talk to young people. With her<br />
Foundation,“Le navi della legalità”, (The ships of legality),<br />
shows everyday that memory lasts more than the<br />
man’s life if the man is great like her brother was. She<br />
let me in her memory, her pain’s door. I’m moved and<br />
honored of having been part of this project.<br />
How did you got interested in mafia and why?<br />
I’m a journalist and I tell our contry’s stories. Its problems<br />
and the beauty which resists to them. Mafia is<br />
our sickness, but people I show, young people who listen<br />
to me, they’re the beauty. I have to do this for them.<br />
We hear respect and sadness for Falcone in Leonardo<br />
Guarnotta’s intervention (former member of the pool,<br />
29<br />
giu 12
in english<br />
Come hai cominciato<br />
a interessarti di mafia,<br />
e perché?<br />
Sono una giornalista e racconto il<br />
nostro Paese. I problemi ma anche la<br />
bellezza che resiste ai problemi.<br />
La mafia è il nostro male, però la<br />
gente che mostro, i giovani che mi<br />
as<strong>col</strong>tano, sono la bellezza. Devo farlo<br />
per loro.<br />
Nell’intervento di Leonardo<br />
Guarnotta, ex del pool, oggi<br />
presidente del Tribunale<br />
di Palermo, nelle parole<br />
di Loris D’Ambrosio e del<br />
Procuratore della Repubblica<br />
di Caltanissetta Sergio Lari,<br />
che firma la postfazione,<br />
c’è stima e rimpianto per<br />
Falcone, e c’è una tristezza<br />
definita, come se la stagione<br />
della speranza, di quello che<br />
poteva essere un grande<br />
cambiamento, si fosse<br />
definitivamente conclusa.<br />
È così?<br />
Io ho letto amarezza nel ricordo,<br />
ma comunque speranza nel futuro.<br />
In maggio, a Palermo, i giovani<br />
applaudivano, gioivano, urlavano<br />
“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino<br />
siamo noi”. La rivoluzione è nelle loro<br />
mani.<br />
30<br />
giu 12<br />
focus<br />
now President of Palermo’s court), in Loris D’Ambrosio’s<br />
and Sergio Lari’s (Procuratore della Repubblica of Caltanissetta)<br />
words . They sound like time for hope and trust<br />
in a big change is over. Is it true?<br />
I read bitterness in the memories, but hope in the future.<br />
In May in Palermo, young people applauded, rejoiced<br />
and screamed “We all are Giovanni Falcone and Paolo<br />
Borsellino”. The revolution’s in their hands.<br />
Despite we discover new creepy details about the massacre<br />
and the deal between State and mafia everyday,<br />
it’s now obvious the investigation has been set to a<br />
wrong track: do you think we’ll ever know the truth?<br />
Someone already knows the truth. Unfortunately they<br />
don’t shout it out. They don’t show evidence. They don’t<br />
tell names.<br />
Mentre ogni giorno emergono<br />
scenari inquietanti sulla strage<br />
e sul patto Stato-mafia, è<br />
ormai evidente il depistaggio<br />
delle indagini: secondo te<br />
sapremo mai la verità?<br />
La verità si sa già. Purtroppo però, non la<br />
si urla. Non si mostrano le prove. Non si<br />
fanno pubblicamente nomi e cognomi.<br />
Che cosa ne pensi delle<br />
tante fiction sulla mafia<br />
dedicate a Riina, Borsellino,<br />
Buscetta: sono utili a far<br />
capire come stanno le cose o<br />
consolidano in qualche modo<br />
il mito dell’organizzazione<br />
indistruttibile?<br />
Beh, distinguerei le fiction su Borsellino<br />
e quelle sui mafiosi, ma direi che<br />
sono necessarie, perché la televisione<br />
arriva alla gente, sensibilizza, apre gli<br />
<strong>occhi</strong>. Basta saper narrare i fatti con<br />
onestà e senza fascinazione eccessiva.<br />
“Il Padrino” ha contribuito a rendere<br />
“magnetico” il mito del mafioso italiano<br />
in tutto il mondo, ma senza il film di<br />
Marco Tullio Giordana “ I Cento Passi”,<br />
forse Peppino Impastato, ucciso dalla<br />
mafia a Cinisi, avrebbe impiegato più<br />
tempo ad essere conosciuto da tutti,<br />
nonostante il lavoro della sua famiglia<br />
e della Fondazione siano stati sempre<br />
costanti e infaticabili. Anche ciò che<br />
What do you think of the many tv series about mafia,<br />
dedicated to Riina, Borsellino, Buscetta: do they let people<br />
understand how things really went or they somehow<br />
gloryify the myth of the indestructible organization?<br />
Well, I’d separate the series about Borsellino and those<br />
about men of mafia, but I’d say they’re necessary, because<br />
television really gets to people, sentitize its public.<br />
But series have to be purely and honestly told. “The<br />
Godfather” helped to bring charm to the iconic figure<br />
of the mafia italian man all over the world, but without<br />
Marco Tullio Giordana’s movie “I Cento Passi”, Peppino<br />
Impastato wouldn’t have been known by everybody, despite<br />
his family and the foundation’s work have been<br />
going on for years. Even what Roberto Saviano wrote in<br />
his “Gomorra” was already known but he still has the<br />
merit of having reached minds, souls, stomaches and<br />
hearts of italian people.<br />
“Si vive una volta sola”<br />
“Si vive una volta sola”<br />
racconta roberto Saviano nel suo<br />
“Gomorra” era piuttosto noto, ma gli<br />
si dovrà sempre riconoscere il merito<br />
di aver saputo <strong>col</strong>pire le coscienze e<br />
arrivare alla mente, allo stomaco e al<br />
cuore degli italiani.<br />
Allora, nel mood Saviano,<br />
fammi una lista delle cose<br />
a cui speri che il tuo libro<br />
serva...<br />
Coscienza<br />
Fede nello Stato<br />
Speranza<br />
verità<br />
Ma nella bellezza contro la mafia ci<br />
può stare anche l’immagine dell’uomo,<br />
dolce, privata. “Ho un bellissimo<br />
ricordo di mio fratello - scrive<br />
Maria Falcone - lo rivedo, come se<br />
fosse adesso, mentre lavora con un<br />
sottofondo musicale, preferiva Mozart<br />
o verdi. Ma non pensate che fosse un<br />
ragazzo antiquato e serioso: al tempo<br />
stesso amava la tecnologia moderna<br />
e aveva una passione per le papere.<br />
Sì, <strong>col</strong>lezionava papere. E le sapeva<br />
imitare benissimo. I miei figli ridevano<br />
a crepapelle quando ne faceva il<br />
verso. Aveva cominciato quando era<br />
pretore a Lentini, una volta che, dopo<br />
aver commesso un errore, disse:<br />
L’importante non è fare una papera, ma<br />
correggersi”.<br />
So, like Saviano, make a list of what you hope your book<br />
will be useful for?<br />
Coscience<br />
Faith in the State<br />
Hope<br />
Truth<br />
But in the beauty against the mafia we may also find<br />
the image of a man in his sweet and private dimension.<br />
“I have a beautiful memory of my brother- writes Maria<br />
Falcone – I can still see him working with music on, he<br />
loved Mozart and Verdi. But don’t think he was an oldfashioned,<br />
serious boy: he loved technology and at the<br />
same time he <strong>col</strong>lected ducks. Yes, he <strong>col</strong>lected ducks.<br />
And was able to do a pretty good impression of ducks,<br />
too. My sons used to laugh so much when he made that<br />
sound. He started when he was a Pretore in Lentini,<br />
when after making a mistake he said “Making a mistake*<br />
does not matter as rectifying it after”.<br />
*papera: the Italian word for duck, means mistake or mispronunciation, too.
Io credo nella legge come complesso<br />
di regole per governare il sistema,<br />
non sono sicuro però che mi possa<br />
garantire ciò per il quale<br />
non è stata creata, “giustizia”.<br />
Legalità<br />
a Messina<br />
(Tino Cundari)<br />
diritto<br />
è sforzo, fatica, voglia di sporcarsi<br />
le mani. non va insegnata ai bambini riempiendoli<br />
di belle parole o facendo loro imparare<br />
a memoria la costituzione. La legalità<br />
va appresa sul campo, attraverso l’esempio, la<br />
libertà<br />
solidarietà<br />
volontà<br />
pratica, l’esercizio della cittadinanza attiva, lo<br />
sforzo comune che “lega” scuola, istituzioni,<br />
famiglia, uniti dall’interesse di difendere i diritti<br />
e i beni comuni, continuamente minacciati<br />
dalla diffusione dell’illegalità.<br />
iL governo deL sistema economico va gestito neLL’interesse escLusivo deLLa coLLettività<br />
Plutarco (45-120 d.c.)<br />
diceva che ciò che appare prioritario è la formazione culturale e morale dell’uomo di stato,<br />
che deve essere politicamente esperto, tecnicamente preparato ad assolvere i propri compiti e soprattutto di altissima integrità.<br />
“Perché non è possibile che chi è ignorante insegni, che chi non è equilibrato possa dare equilibrio,<br />
né può governare chi non ha in sé governo”.<br />
Qualunque sia la carica che si ricopre, è necessario ripetere a se stessi:<br />
“Io comando, ma sono a mia volta comandato”. Inefficienze, distorsioni e devianze sono state create<br />
dalla mancanza di professionalità di buona parte dei delegati politici di turno.<br />
oggi<br />
La solidarietà è degenerata nell’assistenzialismo,<br />
la libertà nel libero arbitrio,<br />
la volontà nel clientelismo,<br />
il diritto nel favore.<br />
È il momento di ripristinare e diffondere questi valori, per permettere alla gente onesta di operare,<br />
mentre adesso è sbalordita, frastornata e cosciente che l’instabilità e l’incertezza<br />
non possono in alcun modo portare al risanamento.<br />
attiviamoci per riaccendere i toni della competizione, la vitalità delle differenze,<br />
la fiducia di <strong>col</strong>oro che ci hanno creduto e ci credono ancora.<br />
solo attraverso una scelta, la nostra anima moderata ma decisa, omogenea ma poliedrica, può trovare realizzazione
32<br />
giu 12<br />
focus<br />
di Vincenzo Giannetto<br />
foto Daiano Cristini<br />
PIETRo GRASSo<br />
Il procuratore nazionale antimafia avverte:<br />
il peri<strong>col</strong>o oggi sono<br />
le infiltrazioni criminali nelle attività pulite<br />
È<br />
andato a New York per<br />
parlare al dibattito organizzato<br />
dall’onu sulla criminalità<br />
transnazionale e ancora<br />
lo inseguivano gli strascichi delle<br />
polemiche nostrane. “Le chiedo scusa<br />
ma sono semplicemente nauseato”.<br />
Al telefono Pietro Grasso, il<br />
procuratore nazionale antimafia,<br />
è stanco delle interviste e dei<br />
loro effetti <strong>col</strong>laterali. Troppi nelle<br />
ultime settimane, dal “premio a<br />
Berlusconi” per i beni sequestrati ai<br />
mafiosi al botta e risposta con il pm<br />
Antonio Ingroia. Speculazioni di cui il<br />
procuratore avrebbe fatto volentieri<br />
a meno, non solo perché a maggio la<br />
memoria <strong>col</strong>lettiva dei siciliani porta<br />
ai ricordi di vent’anni fa. E per Grasso,<br />
che di Giovanni Falcone è stato amico<br />
e che ora è in prima linea nel ruolo<br />
operativo che proprio Falcone aveva<br />
voluto prima dell’inferno di Capaci,<br />
certe chiacchiere pic<strong>col</strong>e pic<strong>col</strong>e<br />
devono essere sembrate davvero<br />
inutili.<br />
È ritornato dal suo viaggio <strong>negli</strong> States<br />
nel giorno in cui Falcone avrebbe<br />
compiuto 73 anni.<br />
ventiquattro ore dopo è già Brindisi,<br />
il sangue degli studenti davanti alla<br />
scuola dedicata a Francesca Morvillo,<br />
un film che si riavvolge.<br />
“L’unica espressione fedele del<br />
mio pensiero è quella del libro<br />
che ho scritto io, il resto sono<br />
interpretazioni”, taglia corto Grasso.<br />
Già, perché in “Liberi tutti” (Sperling<br />
& Kupfer, 15 euro) c’è tutta la storia<br />
di Grasso. Che è anche quella della<br />
Sicilia che ha vissuto gli anni bui della<br />
guerra di mafia, l’orrore delle stragi e<br />
la speranza di battere un fenomeno<br />
umano che, proprio in quanto umano,<br />
ha avuto un inizio e avrà una fine.<br />
“La mafia è un fenomeno complesso<br />
perché è fatto non solo di criminalità<br />
ma è anche di fenomeno sociale,<br />
economico, finanziario - va ripetendo<br />
Grasso. Comprende non soltanto<br />
<strong>col</strong>oro che sono appartenenti<br />
espressamente attraverso un rito in<br />
genere di iniziazione all’organizzazione,<br />
in maniera organica e strutturata,<br />
ma fanno parte spesso della mafia<br />
persone esterne che aiutano<br />
la mafia e queste sono le più<br />
peri<strong>col</strong>ose perché fanno la forza<br />
dell’organizzazione, soprattutto<br />
nel mondo degli affari, nel mondo<br />
dell’economia. Hanno competenze<br />
che in genere i mafiosi non hanno”.<br />
Grasso parla di “commercialisti,
professionisti, imprenditori, politici.<br />
Tutta questa area che chiamiamo<br />
spesso area grigia, borghesia mafiosa,<br />
è quella che rende forte queste<br />
organizzazioni al giorno d’oggi,<br />
quando la violenza è sempre più<br />
cessata e invece si sono sempre più<br />
proiettate nel mondo degli affari<br />
e nelle realtà che danno maggiore<br />
redditività ed ecco, quindi, la<br />
migrazione dai territori del Sud verso<br />
il Centro, il Nord e verso l’Estero.<br />
Certamente nei momenti<br />
di crisi economica la mafia<br />
si infiltra soprattutto<br />
in quelle realtà economiche<br />
che hanno bisogno<br />
di denaro e la mafia<br />
ha denaro sporco<br />
a costo zero.<br />
Non è quello delle banche che ha<br />
un costo enorme e poi, fra l’altro, in<br />
un momento del genere le banche<br />
non hanno liquidità, non danno più<br />
soldi e quindi è più facile per le mafie<br />
inserirsi nei processi economici, nelle<br />
imprese, cercando magari inizialmente<br />
di sembrare delle persone che<br />
aiutano, ma poi piano piano ti<br />
strangolano e si<br />
impadroniscono delle imprese.<br />
Il peri<strong>col</strong>o oggi è la mafizzazione<br />
dell’attività pulita, dell’imprenditoria<br />
e delle aziende”.<br />
Il primo incarico alla Pretura di<br />
Barrafranca, dove l’acqua arrivava per<br />
poche ore una volta alla settimana,<br />
poi il ritorno nella sua città, a Palermo.<br />
Fino al maxi-processo a Cosa Nostra,<br />
vissuto da giudice a latere, alla notizia<br />
della cattura e all’incontro con<br />
Bernardo Provenzano: il punto di<br />
vista di Grasso è quello dello Stato.<br />
racconta da dentro i fatti che hanno<br />
segnato la lotta alla mafia, parla della<br />
Chiesa che ama, quella di don Pino<br />
Puglisi, di “Nonno Nino” Caponnetto,<br />
di Paolo Borsellino e delle sue<br />
“famose rubriche” scritte a mano<br />
coi nomi degli imputati e di centinaia<br />
di delitti. E, ancora, degli otto mesi<br />
passati ininterrottamente a scrivere le<br />
7 mila pagine della motivazione della<br />
sentenza con cui fu messo a segno il<br />
primo grande <strong>col</strong>po ai vertici mafiosi.<br />
Sfilano i nomi storici della mafia, da<br />
Michele Greco, il “papa”, a Pippo<br />
Calò, e quelli che hanno segnato le<br />
inchieste che da procuratore capo<br />
di Palermo, Grasso ha condotto.<br />
Si scopre, così, l’importanza delle<br />
rivelazioni di Antonino Giuffrè,<br />
capo-mandamento di Caccamo,<br />
la “Svizzera di Cosa Nostra”, per<br />
mettere le mani su “pizzini” e business<br />
dell’organizzazione. Perché “il mafioso<br />
dice: la torta è mia e le porzioni le<br />
faccio io”.<br />
Fra le 226 pagine di “Liberi tutti” c’è il<br />
racconto del progetto di assassinarlo<br />
con un attentato a Monreale, c’è<br />
la ricostruzione di quel cambio di<br />
volo che, solo per un caso, non lo<br />
fece rientrare a Palermo assieme a<br />
Falcone il 23 maggio del ‘92. C’è, poi,<br />
il richiamo forte perché la lotta alla<br />
mafia “dovrebbe essere posta tra le<br />
priorità nel programma di qualsiasi<br />
partito e di qualsiasi governo”.<br />
“Oggi vediamo infiltrazioni <strong>negli</strong><br />
appalti pubblici, gente che si approfitta<br />
dei finanziamenti pubblici e dei soldi<br />
pubblici - elenca Pietro Grasso -,<br />
estorsioni nelle ditte private, vediamo<br />
infiltrazioni nella sanità pubblica.<br />
vediamo tanto di quel malaffare<br />
che non sempre si può definire<br />
come mafia, però spesso la mafia è<br />
stata assunta come tipologia, come<br />
metodo per creare privilegi, per<br />
creare favori. Una sorta di club al<br />
quale appartengono solamente<br />
<strong>col</strong>oro che danno fedeltà,<br />
fiducia, affidabilità, omertà e<br />
garantiscono l’impunità di<br />
un sistema che va oltre la<br />
mafia in senso organico<br />
e tradizionale e che<br />
purtroppo, come diceva<br />
Sciascia addirittura nel ‘70,<br />
è come la linea della palma<br />
che, <strong>col</strong> cambiare del clima va<br />
sempre più risalendo la penisola<br />
e conquistando nuove latitudini”.<br />
Ai ragazzi delle scuole o davanti ad<br />
una platea di un convegno, il suo<br />
messaggio è chiaro. Lo ha scritto<br />
sulla quarta di copertina, su una foto<br />
che lo ritrae con sullo sfondo una<br />
gigantografia di Falcone:<br />
“Rappresento l’antimafia<br />
che agisce contri i crimini.<br />
L’antimafia della repressione,<br />
ma ho bisogno dell’antimafia<br />
della speranza, del consenso<br />
e dell’impegno di tutti voi”.<br />
Forse anche per questo, ma è<br />
un’interpretazione, certe polemiche<br />
dei giorni scorsi devono avergli fatto<br />
davvero male.<br />
❯ la nave della legalità<br />
33<br />
giu 12
34<br />
giu 12<br />
società<br />
di Sofia San Martino<br />
Con la carne<br />
NoN SI SCHERzA!<br />
A Messina è operativo il “CorFilCarni”:<br />
da 10 anni lavora per garantire<br />
sicurezza e qualità a tavola
Produzione e ricerca sono i motori che portano avanti<br />
la macchina del CoRFilCarni, la filiera siciliana che<br />
da oltre 10 anni lavora per costruire sistemi di qualità,<br />
tracciabilità e certificazione garantendo sicurezza e qualità,<br />
due prerogative indispensabili per realizzare un percorso<br />
trasparente che porta le carni dai campi alla nostra tavola.<br />
A Messina, alla fa<strong>col</strong>tà di Medicina veterinaria all’Annunziata, al<br />
quarto piano, dietro un’anonima porta rossa, si nascondono<br />
laboratori certificati all’avanguardia, professionisti in camice,<br />
macchinari tecnologicamente avanzati, provette e campioni,<br />
studenti e stagisti nell’ottica dell’inserimento professionale<br />
nel mondo del lavoro.<br />
Abbiamo incontrato Vincenzo Chiofalo, presidente<br />
CorFilCarni, che ci ha raccontato di questa realtà tutta<br />
siciliana.<br />
Perché nasce la filiera?<br />
Il CoRFilCarni, Consorzio di ricerca filiera carni, nasce il 14<br />
dicembre del 2001 per volontà della Regione siciliana con<br />
l’assessorato Agri<strong>col</strong>tura e Foreste, dell’università degli studi<br />
di Messina, della Provincia di Catania, di ragusa e di Messina e<br />
della società cooperativa agri<strong>col</strong>a San Giorgio di Gangi (Pa).<br />
Nasce sulla scia della “Mucca pazza”, ovvero della “BSE”,<br />
l’encefalopatia spongiforme bovina, che fece registrare nel<br />
2001 la sua prima vittima umana italiana proprio in Sicilia,<br />
una giovane della provincia di Agrigento.<br />
❯ Chiofalo<br />
Gli aspetti socio-economici<br />
L’allora assessore all’Agri<strong>col</strong>tura e Foreste, Giuseppe<br />
Castiglione, mi chiese cosa si potesse fare in Sicilia per<br />
contenere i danni di un’emergenza globale, ma anche per<br />
prevenire un così grave fenomeno e le sue conseguenze sulla<br />
salute degli animali e dell’uomo, sui consumi delle carni bovine<br />
e sul relativo mercato economico. Informare il consumatore,<br />
rendere trasparente la provenienza della carne che mangia e<br />
valorizzare i prodotti siciliani erano diventate priorità assolute.<br />
Nacque, così, un progetto di 5 anni, che ebbe poi diversi<br />
sviluppi. Non esisteva un consorzio per le carni siciliane ed<br />
era forte la necessità di rivolgere parti<strong>col</strong>are attenzione alla<br />
zootecnica da carne e alla sicurezza alimentare.<br />
Avevamo dalla nostra parte anche una legge regionale per<br />
la creazioni di consorzi di ricerca, e così sono nati laboratori<br />
e professionisti al servizio di un sistema di tracciabilità<br />
e rintracciabilità delle carni siciliane. Garantiamo al<br />
consumatore che la fettina di carne che ha nel piatto viene<br />
da un animale allevato in Sicilia, controlliamo cosa mangia,<br />
dove pas<strong>col</strong>a, dove viene macellato e in quale punto vendita<br />
può trovarlo, con l’etichettatura fa<strong>col</strong>tativa con informazioni<br />
relative alle analisi di laboratorio sulla qualità nutrizionale e<br />
commerciale e sulle caratteristiche igienico-sanitarie.<br />
Quali sono stati gli sviluppi del Consorzio?<br />
Dalle nuove esigenze del mercato è nato il Gruppo di<br />
controllo e certificazione (GCC), che si rivolge ai<br />
prodotti agroalimentari, con parti<strong>col</strong>are riferimento al<br />
settore zootecnico. Dal 2006 il “GCC” è iscritto nell’elenco<br />
degli organismi di controllo per le denominazioni di origine<br />
protette (DOP), le indicazioni geografiche protette (IGP)<br />
e le attestazioni di specificità (STG) e per l’etichettatura<br />
fa<strong>col</strong>tativa delle carni bovine. Siamo stati i primi a certificare<br />
le carni siciliane e il pistacchio di Bronte come prodotto<br />
DoP. Con il tempo, il sistema di comunicazione si è<br />
ulteriormente perfezionato, seguendo il ritmo dello sviluppo<br />
delle innovazioni tecnologiche.<br />
Ad esempio, siamo stati i primi in Sicilia a realizzare, nel 2008,<br />
le etichette con il codice Qr, l’ologramma attraverso il quale,<br />
con il supporto di uno SmartPhone, il consumatore può<br />
leggere tutte le informazioni riguardanti la filiera, i metodi<br />
di certificazione e controllo, le proprietà e le caratteristiche<br />
della carne che acquista.<br />
35<br />
giu 12
36<br />
giu 12<br />
società<br />
❯ Cinisara al pas<strong>col</strong>o ❯ Marca auri<strong>col</strong>are per dna<br />
Con la carne<br />
NoN SI SCHERzA!<br />
Anche il laboratorio di analisi del<br />
CoRFilCarni dal 2006 è certificato da<br />
Accredia, l’Ente Unico Nazionale<br />
di Accreditamento, che garantisce gli<br />
utenti attraverso verifiche tecniche<br />
periodiche sulla competenza<br />
e l’imparzialità dei laboratori<br />
nell’effettuazione delle prove<br />
accreditate. Inoltre, nel 2007 è nato il<br />
Consorzio Carni di Sicilia, dalla<br />
necessità di organizzare e rafforzare<br />
la filiera delle carni di provenienza<br />
siciliana, di migliorare l’efficienza del<br />
sistema zootecnico da carne, i sistemi<br />
di allevamento, la comunicazione<br />
verso i consumatori e gli operatori e<br />
la promozione del prodotto.<br />
Il Consorzio comprende circa 300<br />
operatori della filiera delle carni<br />
in tutta la regione, tra allevamenti<br />
e punti vendita, unica realtà tutta<br />
siciliana per la certificazione delle<br />
carni, riconosciuta dal ministero delle<br />
Politiche agri<strong>col</strong>e.<br />
Quali sono i progetti per il<br />
futuro?<br />
Innovazione e trasferimento<br />
tecnologico alla imprese. Siamo<br />
soci del distretto AgroBio e Pesca<br />
ecocompatibile, abbiamo presentato<br />
<strong>negli</strong> ultimi anni tanti progetti a fianco<br />
delle imprese. Stiamo lavorando<br />
sul risparmio dei costi di gestione<br />
alimentare delle aziende attraverso<br />
la standardizzazione di sottoprodotti<br />
agroalimentari, salvaguardando<br />
anche l’ambiente. Abbiamo in<br />
corso un progetto che prevede la<br />
standardizzazione dei sottoprodotti<br />
(pastazzo, sansa d’oliva, bucce di<br />
pomodoro e altri), quelli che vengono<br />
considerati scarti, per utilizzarli in<br />
campo animale.<br />
La crisi è di tutta la filiera, dunque<br />
occorre che anche noi che viviamo<br />
di ricerca applicata siamo capaci<br />
di utilizzare procedure innovative,<br />
come il risparmio energetico per<br />
l’essiccazione delle sanse. I nostri<br />
laboratori agiscono a supporto delle<br />
aziende per il controllo degli alimenti<br />
per gli animali e per l’assistenza nelle<br />
aziende per il miglioramento della<br />
qualità dei prodotti; questo, unito ai<br />
pochi fondi di ricerca, ci consente di<br />
andare avanti in un periodo non facile<br />
per tutti.<br />
Grazie ad un progetto presentato<br />
con il “Pon” (Programma operativo<br />
Nazionale), inoltre, ci stiamo dotando<br />
di tecnologie più avanzate, soprattutto<br />
in campo genomico. Le nostre analisi<br />
riguardano anche il controllo del DNA<br />
dell’animale, tramite applicazione di<br />
una marca auri<strong>col</strong>are, e puntiamo ad<br />
un perfezionamento di questa tecnica<br />
per la rintracciabilità delle carni.<br />
I nuovi strumenti di cui ci stiamo<br />
dotando, inoltre, saranno anche<br />
mobili, per seguire le necessità di<br />
oggi: ottimizzare i tempi, andare nelle
❯ Pas<strong>col</strong>o<br />
e Spectral Scanner<br />
aziende, dare risposte veloci, chiare e trasparenti, e quindi<br />
rafforzare il rapporto di fiducia e di garanzia qualitativa.<br />
L’università di Messina, oltre ad essere partner fondatore<br />
del CorFilCarni e ad ospitare i laboratori, contribuisce<br />
anche al sistema di formazione che il Consorzio porta<br />
avanti. Infatti, dai noi passano tantissimi giovani che si<br />
professionalizzano, fanno esperienza sul campo e poi<br />
trovano <strong>col</strong>locazione altrove. È un aspetto dolce-amaro<br />
di questo sistema: formiamo giovani professionisti, che<br />
vengono richiesti in altre strutture e in altri laboratori di<br />
ricerca.<br />
A proposito di formazione, parliamo della<br />
Fondazione Albatros, di cosa si tratta?<br />
La Fondazione ITS Albatros si deve all’intraprendenza<br />
dell’Istituto di istruzione superiore “Antonello”, di Messina<br />
che ha coinvolto la Provincia di Messina, l’università degli<br />
studi di Messina, l’ECAP”, la GTS Consulting srl, il Consorzio<br />
agroalimentare Sicilia Nebrodi, il panificio Cannata e<br />
NonsoloCibus. La Fondazione per l’agroalimentare, unica<br />
in Sicilia, si occupa della formazione tecnica superiore,<br />
attraverso un percorso di studi post-diploma. Puntiamo<br />
ad un’alta specializzazione tecnica con l’obiettivo di offrire<br />
ai giovani una crescita professionale e occupazionale,<br />
progettata con imprese, università, sistema s<strong>col</strong>astico e<br />
formativo. Il percorso di studi prevede attività di laboratorio<br />
e tirocini in azienda con professionisti che operano a fianco<br />
delle imprese. Questo tipo di formazione rappresenta<br />
per le aziende l’occasione di sviluppare la propria forza<br />
competitiva e di reperire figure professionali adeguate; per<br />
i giovani, l’opportunità di unire tecnologia, creatività, nuovi<br />
linguaggi della scienza, didattica di laboratorio, ma anche<br />
di passare a livelli successivi di formazione e di essere<br />
<strong>col</strong>locati nel mondo del lavoro.<br />
Il corso 2011/2013, già avviato, rilascerà un diploma con<br />
valore in Italia e in tutta Europa di “tecnico per il controllo,<br />
la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie,<br />
agro-alimentari ed agro-industriali”, inoltre è gratuito, in<br />
quanto finanziato dal ministero dell’Istruzione.<br />
È di questi giorni la costituzione di una rete tra le 7<br />
fondazioni per l’agroalimentare presenti in Italia per<br />
<strong>col</strong>laborare insieme alla formazione dei tecnici con il<br />
supporto dei ministeri dell’Istruzione, Università e ricerca<br />
e quello delle Politiche agri<strong>col</strong>e e alimentari. Abbiamo<br />
infatti firmato con entrambi i ministeri un proto<strong>col</strong>lo<br />
d’intesa che ho ritenuto fondamentale per le dinamiche di<br />
sviluppo in ambito lavorativo.<br />
37<br />
giu 12
società<br />
di Laura Leonardis<br />
FoNDI STRUTTURALI<br />
tra polemiche e opportunità<br />
Il caso della mancata programmazione<br />
e spesa dei fondi strutturali<br />
in Sicilia prosegue ormai tra polemiche<br />
ed inadempienze, tra verità e<br />
speculazioni politiche da parte di chi<br />
non perde occasione per evidenziare<br />
sulla rilevazione della passività o scivolone<br />
del partito opposto, la propria<br />
missionaria linea di azione.<br />
Litigi, accuse reciproche, attacchi e<br />
piani di difesa si susseguono sullo<br />
sfondo di una Sicilia, ferma, mentre<br />
tutta l’Europa e tutto l’intero mondo<br />
le ruotano attorno. Così mentre noi<br />
parliamo di “assistenza”, di “sociale”,<br />
di “terzo settore”, di “cooperative”, di<br />
38<br />
giu 12<br />
bisogni da assistere e contenere attraverso<br />
i metodi e gli strumenti della<br />
soddisfazione primaria del “cliente”,<br />
non parliamo di qualità dei servizi<br />
né di vicinanza al mondo sempre più<br />
ignorato e celato della centralità della<br />
persona.<br />
Parliamo di un sistema politico,<br />
economico e sociale sempre<br />
più ingessato nel quale è sempre<br />
più evidente la distanza tra<br />
il “pubblico “ e il “privato”,<br />
tanto da rendere invisibile quella buona<br />
parte di “privato” che <strong>negli</strong> anni, in<br />
silenzio, si è attrezzata e con sacrificio<br />
ha seguito le logiche di cambiamento e<br />
di innovazione del mercato del lavoro<br />
seguendo le sperimentazioni e le linee<br />
guida che l’Europa vei<strong>col</strong>ava. Così se<br />
l’amministrazione regionale non spende<br />
o non ha ancora speso gli ormai<br />
famosi fondi strutturali, molti degli enti<br />
presenti sul suo territorio hanno fatto<br />
dell’accesso ai fondi diretti europei<br />
un vero lavoro, supplendo spesso alle<br />
mancanze del sistema pubblico. Noi<br />
siamo abituati a guardare e a pensare<br />
i fondi europei come si guarda a un
conto in banca al quale si sta per accedere.<br />
Dovremmo invece imparare<br />
a guardare, ancor prima che al valore<br />
economico, alla logica, ai processi che<br />
intende mettere in moto e ai prodotti<br />
che intende realizzare. Si parla ormai<br />
ogni giorno di fondi strutturali ma si<br />
ignorano i reali bisogni dei Comuni,<br />
della società civile, di ogni singolo soggetto<br />
che vive e che spera in un futuro<br />
diverso.<br />
Il siciliano, sia nella sua terra<br />
che soprattutto fuori da essa<br />
è continuamente penalizzato.<br />
Non conosce e non<br />
padroneggia lingue straniere,<br />
non ha la possibilità<br />
di aprire la sua mente<br />
attraverso confronti<br />
interculturali, non affina<br />
il suo operato nei diversi<br />
settori perché conosce<br />
solo le regole e le pratiche<br />
territoriali ma sicuramente<br />
non ha mai avuto la possibilità<br />
di confrontarsi con altre<br />
regioni europee.<br />
Difficile credere che la nostra Regione<br />
non si accorga e non convogli in<br />
tal senso tutte le risorse umane e materiali<br />
a sua disposizione. Difficile credere<br />
che l’Europa, i suoi meccanismi<br />
e le sue dinamiche siano ancora per<br />
noi così lontane. Se così non fosse decideremmo<br />
di incentrare la programmazione<br />
della spesa dei fondi a nostra<br />
disposizione su buone pratiche,<br />
linee guida, studi e ricerche di settore<br />
che l’Europa, attraverso le miriadi di<br />
direttive e soprattutto i diversi ma<br />
puntuali programmi vei<strong>col</strong>a. Difficile<br />
credere e accettare che mentre tutte<br />
le regioni europee investono, soprattutto<br />
per incrementare il mercato del<br />
lavoro in mobilità, coesione sociale,<br />
cooperazione, tecnologia e innovazione,<br />
noi ancora no.<br />
Un esempio emblematico rappresenta<br />
a tal proposito la programma-<br />
zione e la pubblicazione dei bandi<br />
a valere del Programma operativo<br />
regionale Sicilia per il Fondo sociale<br />
europeo 2007 – 2013, diretto a sostenere<br />
il raggiungimento della piena<br />
occupazione. La regione ha lavorato,<br />
programmato e pubblicato bandi nel<br />
tentativo di rispondere alle emergenze<br />
del momento che sicuramente<br />
imponevano soluzioni immediate.<br />
Ma perché fermarsi lì, perché non<br />
si è anche pensato o non ci si è attrezzati<br />
per farlo, nel pieno rispetto<br />
dell’Autonomia siciliana e delle regole<br />
imposte dal fondo stesso, di incentrare<br />
la programmazione della spesa e<br />
la costruzione dei bandi specifici per<br />
tipologia di asse guardando anche<br />
a cosa suggeriva l’Europa in tal senso<br />
o quanto meno a quelle regioni<br />
italiane che meglio di noi ne avevano<br />
saputo interpretare ed adattare<br />
suggerimenti e direzioni. Ciò avrebbe<br />
consentito e consentirebbe di ripensare<br />
la Formazione, soprattutto quella<br />
professionale che più di ogni altro<br />
settore necessità di innovazione e di<br />
soluzioni. È infatti impensabile il dover<br />
continuare a parlare di formazione,<br />
apprendimento, ricerca attraverso<br />
logiche che non contemplano la molteplicità<br />
di prospettive offerte dalla<br />
cooperazione europea. Senza puntare<br />
a tutto questo non c’è sviluppo,<br />
non c’è innovazione e non c’è lavoro,<br />
ce lo insegnano ormai da anni le regioni<br />
europee. Spunti interessanti, ad<br />
esempio, avrebbero potuto essere<br />
tratti dagli attuali Programmi comunitari<br />
tematici, primo fra tutti, dal Programma<br />
d’azione nel campo dell’Apprendimento<br />
permanente. L’obiettivo<br />
generale del programma è “contribuire,<br />
attraverso l’apprendimento permanente,<br />
allo sviluppo dell’Unione<br />
Europea quale società avanzata basata<br />
sulla conoscenza, con uno sviluppo<br />
economico sostenibile, nuovi e migliori<br />
posti di lavoro e una maggiore<br />
coesione sociale. In parti<strong>col</strong>are esso<br />
mira a promuovere gli scambi, la cooperazione<br />
e la mobilità tra i sistemi di<br />
istruzione e formazione dell’Unione<br />
Europea in modo che essi diventino<br />
un punto di riferimento di qualità a<br />
livello mondiale. In parti<strong>col</strong>are si propone<br />
di promuovere, all’interno della<br />
Comunità, gli scambi, la cooperazione<br />
e la mobilità tra i sistemi d’istruzione<br />
e formazione in modo che essi diventino<br />
un punto di riferimento di qualità<br />
a livello mondiale. L’istruzione e la<br />
formazione svolgono un ruolo chiave<br />
per conseguire le priorità fissate nella<br />
strategia UE 2020 che, tra i suoi cinque<br />
obiettivi principali, mira a ridurre<br />
il tasso di abbandono s<strong>col</strong>astico sotto<br />
il 10% e a raggiungere almeno il 40%<br />
di persone tra 30 e 34 anni che hanno<br />
completato l’istruzione di terzo<br />
livello (o equivalente).<br />
occorrerebbero numerose pagine<br />
per illustrare i numerosi programmi,<br />
sottoprogrammi, azioni e obiettivi che<br />
vei<strong>col</strong>ano i fondi europei. La logica<br />
d’azione dovrebbe però poter essere<br />
la stessa per ciascun settore, ossia :<br />
- As<strong>col</strong>tare ogni fascia della società e<br />
individuarne i bisogni reali e le possibili<br />
proposte di soluzione, con la consapevolezza<br />
che i bisogni a cui guarda<br />
la politica non sono più gli stessi del<br />
passato;<br />
- reperire e studiare le buone pratiche<br />
e le innovazioni in ogni settore<br />
trasformandole in strategie di risoluzione<br />
delle esigenze del territorio,<br />
attraverso la costruzione di mirati e<br />
strategici Piani di sviluppo;<br />
- Fare rete e <strong>col</strong>legare la nostra regione<br />
e le nostre città, con il territorio<br />
e con il panorama europeo e internazionale;<br />
- Fare squadra al fine di rendere la<br />
nostra terra ciò che è destinata ad<br />
essere, una terra ricca in cui è bello<br />
vivere e restare. La nostra storia è e<br />
sarà per sempre fonte di ispirazione<br />
e ricchezza, ma è tempo di cambiamento.<br />
È tempo di innovare<br />
le logiche di azione,<br />
di integrare a Sicilia<br />
al panorama comunitario.<br />
39<br />
giu 12
40<br />
giu 12<br />
società<br />
di Paola <strong>Mag</strong>audda<br />
La FAMIGLIA<br />
da SoSTENERE<br />
Un convegno, organizzato<br />
dall’Unione giuristi cattolici italiani a Messina,<br />
ha messo a confronto studiosi ed esperti
L’Unione giuristi cattolici italiani,<br />
sede di Messina, presieduta da<br />
Paola <strong>Mag</strong>audda, in occasione<br />
dell’Anno Mondiale della Famiglia<br />
nonché “Anno Europeo per l’invecchiamento<br />
attivo e la solidarietà tra<br />
le generazioni”, ha voluto offrire<br />
un contributo di studi sull’evoluzione<br />
etica, giuridica ed economica futura<br />
dell’istituto in esame e sulla validità<br />
dello stesso testo legislativo, in vigore.<br />
Le possibilità di riforme ed interventi<br />
in materia di famiglia a livello<br />
nazionale e comunitario devono<br />
essere ben ponderate ed organiche,<br />
formulate con profonda conoscenza<br />
degli immediati e diretti riscontri<br />
sociali, economici e politici che, qualunque<br />
cambiamento in tale ambito<br />
comporta.<br />
L’iniziativa, in un momento parti<strong>col</strong>armente<br />
delicato della nostra società,<br />
ha considerato in modo approfondito<br />
la crisi economica che incide negativamente<br />
anche sul nucleo centrale della<br />
società, che è, e rimane, la famiglia.<br />
LA vALorIzzAzIoNE<br />
E L’AIUTo ALLA FAMIGLIA,<br />
LA LoTTA CoNTro<br />
LA DISoCCUPAzIoNE<br />
GIovANILE, LA LoTTA<br />
ALL’AUMENTo DEI PrEzzI<br />
DI BENI DI PrIMA NECESSITà,<br />
LA CoNSIDErAzIoNE<br />
DELL’AUMENTo DELL’ETà<br />
MEDIA, CoN vALorIzzAzIoNE<br />
DELL’ANzIANo, SoNo I TEMI<br />
CHE PrINCIPALMENTE<br />
SoNo STATI TrATTATI.<br />
Il convegno ha centrato l’obiettivo di<br />
mettere al centro di una possibile rinascita<br />
sociale, economica e culturale<br />
l’istituto famiglia. Sia monsignor renzo<br />
Bonetti, che ha trattato l’aspetto<br />
teologico dell’istituto, che il professore<br />
D’Agostino, per l’aspetto filosofico,<br />
ed il professore gotti Tedeschi, per<br />
l’aspetto economico, ci hanno confer-<br />
mato la necessità di blindare<br />
e tutelare i valori base<br />
della famiglia come tradizionalmente<br />
intesa. Così come l’indomani,<br />
dal punto di vista della Costituzione,<br />
il professore ruggeri ha voluto<br />
riprendere la necessità di considerare<br />
le fonti del Diritto nella loro giusta<br />
importanza, e quindi il valore<br />
della definizione costituzionale<br />
di famiglia, che non può essere<br />
modificata da legge ordinaria<br />
né dal giudice.<br />
Il professore giacobbe ha fatto<br />
un esame delle ultime sentenze<br />
della Cedu, della Corte<br />
Costituzionale e della Corte di<br />
Cassazione, mettendole a confronto,<br />
mentre il sociologo, professore Belardinelli,<br />
ha messo in evidenza i danni<br />
che la rottura del nucleo familiare<br />
genera nella società odierna.<br />
Si è analizzato inoltre l’aspetto<br />
del rapporto tra Banche e famiglie,<br />
nella considerazione della possibilità<br />
della rinascita di un rapporto fiduciario.<br />
Di ciò ha parlato il presidente<br />
della banca Antonello da Messina,<br />
professore de domenico. Sicuramente,<br />
in uno Stato che è e deve<br />
essere laico, la libera espressione del<br />
proprio stile di vita non può essere limitata<br />
da considerazioni religiose, ma<br />
anche se le convivenze, diverse dalla<br />
famiglia tradizionale, possono e devono<br />
essere oggetto di tutela legislativa<br />
per alcuni versi, non possono considerarsi<br />
“famiglia”, costituzionalmente<br />
intesa come “società naturale fondata<br />
sul matrimonio”.<br />
Le unioni di fatto, le unioni omosessuali,<br />
le adozioni dei single, le inseminazioni<br />
eterologhe, così come le<br />
norme relative alle cure dei malati<br />
terminali, alle cure dei soggetti disabili,<br />
che coinvolgono a loro volta famiglie,<br />
tutte le problematiche sociali e politiche<br />
che nascono in relazione ai rapporti<br />
personali, vanno valutate da un<br />
legislatore attento alle modifiche che<br />
leggi in materia possono e potranno<br />
provocare nelle future generazioni, a<br />
volte confuse sul senso della “vita”.<br />
41<br />
giu 12
42<br />
giu 12<br />
società<br />
di Francesco Pira<br />
IL PErICoLo SE xTING<br />
Un nuovo caso di un quattordicenne<br />
che ha pubblicato foto nude delle<br />
compagne minorenni sul Web<br />
A quattordici anni ha pubblicato foto hard delle compagne.<br />
La Polizia postale ha rimosso le pagine e acquisito i dati<br />
informatici per risalire all’autore. Lo ha scoperto e lo ha denunciato<br />
alla Procura dei minori. Ma non è un argomento<br />
che affascina i grandi media. Eppure non tanto tempo fa<br />
Telefono azzurro ed Eurispes avevano condotto una ricerca<br />
che di sicuro avrebbe dovuto preoccupare, non soltanto<br />
i genitori, ma anche tutte le istituzioni. “Tra i nuovi rischi di<br />
Internet e dell’uso dei cellulari c’è il sexting l’invio di immagini<br />
e video a sfondo sessuale ad amici, fidanzati, adulti, persone<br />
conosciute e no; il 6,7% dei giovani italiani ha inviato<br />
sms o video a sfondo sessuale <strong>col</strong> proprio cellulare, mentre<br />
il 10,2% ne ha ricevuto almeno uno”.<br />
L’indagine, realizzata nelle scuole italiane, ha coinvolto bambini e adolescenti<br />
dai 12 ai 18 anni. Ma dal 6 dicembre dell’anno scorso, quando i dati<br />
sono stati presentati alla stampa, non se parla. Se non per il nuovo caso di<br />
questo quattordicenne catanese, forse già archiviato nelle nostre memorie. Eppure<br />
poco più di un anno fa un altro caso in Friuli aveva fatto molto parlare del<br />
fenomeno. Perché a vendere il proprio corpo attraverso la rete era stata una<br />
ragazzina di quasi 13 anni per ricevere in cambio delle ricariche telefoniche. Ed<br />
anche in quel caso avevamo capito che non era un film o un racconto. Ma un<br />
fatto di cronaca, accaduto a Udine. Cosi come quello del fotografo in erba è<br />
un altro fatto di cronaca accaduto a Catania. Secondo quanto hanno accertato<br />
Eurispes e Telefono azzurro “l’esposizione alle immagini sessuali sembra essersi<br />
moltiplicata per i digitali nativi; su Internet e attraverso i cellulari con grande facilità<br />
si possono guardare, inviare e ricevere immagini a sfondo sessuale. Spesso<br />
i ragazzi ignorano i rischi legati alla visione, alla produzione e allo scambio di<br />
immagini sessuali, proprie o altrui. In alcuni casi l’invio e la pubblicazione on-line<br />
sono strumento per atti di bullismo, legati alla volontà di ferire il protagonista<br />
delle immagini stesse. In molti casi, inoltre, i ragazzi non sono consapevoli di<br />
scambiare materiale pedopornografico, aumentando così il rischio di entrare in<br />
contatto con soggetti malintenzionati”. Dalle ricerche che ho coordinato <strong>negli</strong><br />
ultimi anni emerge con grande chiarezza che l’età dell’uso da parte bambini e<br />
dei pre-adolescenti del telefonino si abbassa giorno dopo giorno.
❯ Mattina in Famiglia<br />
Francesco Pira<br />
e Marida Pijola<br />
Questo vuol dire che devono aumentare i<br />
controlli da parte dei genitori! Basta? Forse<br />
no. Perché alla ragazzina ingorda di ricariche<br />
basta andare a casa di un’amica o in un<br />
luogo pubblico per realizzare delle foto da<br />
rivendere poi a chi vuole comprare o ancor<br />
peggio far commercio di queste immagini.<br />
Così come il quattordicenne magari per<br />
gioco ha fotografato le compagne e poi ha<br />
pensato di renderle pubbliche. Che tristezza,<br />
che mancanza di rispetto verso se stessi.<br />
E non lo diciamo per falsi moralismi, ma perché<br />
apprendendo queste notizie pensiamo<br />
subito a cosa può provare un genitore nel<br />
sapere di situazioni del genere. Mi è capitato<br />
di intervenire in convegni come relatore con<br />
uomini della Polizia Postale che hanno puntualmente<br />
spiegato i rischi che si corrono a<br />
fare questo tipo di bravate. Mi è capitato di<br />
spiegare che una delle prime cose che dobbiamo<br />
usare, anche quando ci avvaliamo delle<br />
nuove tecnologie, è il buonsenso. oggi è<br />
impensabile privare qualunque bambino della<br />
possibilità di accedere alle nuove tecnologie.<br />
Tutti hanno un videogioco, un cellulare, un<br />
profilo su Facebook, il tutto magari autorizzato<br />
dai genitori, che non sempre hanno la<br />
possibilità o il tempo di vigilare. Ed ecco che<br />
accade il patatrac. Accadono fatti che vanno<br />
“oltre”. Si va oltre ogni immaginazione, oltre<br />
ogni possibile ipotesi, oltre anche la cronaca.<br />
Immagini scattate con l’incoscienza della<br />
❯ giuseppe Caravella<br />
giovane età e messe a disposizione di altri<br />
minorenni o di maniaci che hanno voglia di<br />
comprare quello che è vietato. Dentro di noi<br />
vince la rabbia per episodi che ci devono far<br />
riflettere. Che ci devono, giorno dopo giorno,<br />
responsabilizzare sempre di più e non gridare<br />
“al lupo” soltanto quando la cronaca ci restituisce<br />
un fatto così vergognoso e mortificante.<br />
Ed ecco allora che dopo questi fatti occorre<br />
lavorare, come in altri paesi d’Europa, per<br />
informare quanto più possibile i più pic<strong>col</strong>i e<br />
i loro genitori, che esistono questi mezzi e<br />
che possono essere usati senza un minimo di<br />
buonsenso. Non si può fermare il progresso,<br />
la ricerca, la crescita sociale. No, non è questo<br />
il tema. Dobbiamo invece renderci conto<br />
che esistono dei punti di non ritorno. E questi<br />
casi lo sono. Casi limite per riflettere su quello<br />
che stiamo facendo e su quali sono le nostre<br />
responsabilità. ognuno per la sua parte. Ad<br />
iniziare dai figli, per proseguire con i genitori e<br />
per continuare con i rappresentanti delle istituzioni<br />
e delle cosiddette agenzie formative e<br />
sociali. È ora di agire. Non più di lamentarsi o<br />
di allarmarsi. Quello lo abbiamo già fatto. Non<br />
aspettiamo nuovi casi. Proviamo a lanciare subito<br />
un progetto di formazione-informazione<br />
su questo tema.<br />
Una campagna nelle scuole,<br />
tra i genitori.<br />
È necessario. Indispensabile.<br />
43<br />
giu 12
società<br />
di Viviana Cannizzo<br />
Arrivano<br />
gli innovatori<br />
A Siracusa è nato “The Hub”,<br />
uno spazio per i lavoratori del futuro.<br />
Qui si <strong>col</strong>tivano impresa sociale<br />
e recupero dei materiali<br />
❯ I ragazzi del the hub<br />
e lo spazio esterno<br />
È<br />
atterrata una navicella spaziale nel cuore di ortigia?<br />
La domanda l’ha formulata una ragazza, entusiasta di scoprire una realtà che non credeva possibile<br />
nella sua città. Si chiama The Hub Siracusa ed è uno spazio per il coworking rivolto a<br />
<strong>col</strong>oro che noi riteniamo i lavoratori del futuro: gli innovatori sociali. La caratteristica che li accomuna è<br />
quella di avere a cuore il futuro del pianeta e le sfide che esso ci impone affinchè le scelte di oggi siano<br />
sostenibili per le generazioni future. Dentro un Hub ci troverete, dunque, ingegneri che si occupano di<br />
risparmio energetico, architetti e designer che studiano soluzioni per il recupero dei materiali, esperti<br />
di marketing e comunicazione per l’impresa sociale e le oNG, imprenditori nel settore dell’agri<strong>col</strong>tura<br />
bio o ancora sviluppatori di software per la didattica, promotori civici per la cittadinanza attiva<br />
e professioni che ancora forse non hanno nemmeno una categoria per essere definite. Un mondo<br />
di professionisti che operano nelle nuove economie, che rischiano con la partita iva o aprendo le temutissime<br />
srl, che hanno capito soprattutto l’importanza di una condizione imprescindibile per creare<br />
sviluppo: la sinergia.<br />
La domanda che ha dato inizio a questo progetto è stata:<br />
laddove non riescono consorzi, corporazioni o ordini<br />
professionali potrebbero invece riuscirci persone<br />
che non condividono le stesse competenze ma bensì si<br />
offrono come “compensatori di competenze” altrui per<br />
attivare <strong>col</strong>laborazioni innovative e produttive? Il primo<br />
spazio Hub nasce proprio così, da un gruppo di persone<br />
disoccupate, lasciate a spasso da quel sistema capitalistico<br />
a cui la maggioranza sociale tende affamata di risposte<br />
immediate.<br />
Presto è diventato un network internazionale con più<br />
di 30 sedi in tutto il mondo. Così è stato anche per la<br />
44<br />
giu 12<br />
nascita dello spazio Hub Siracusa, creato grazie al contributo<br />
di un finanziamento europeo per la cooperazione<br />
transfrontaliera sull’asse Italia-Malta. L’associazione The<br />
Hub Sicilia ha elaborato il progetto e lo ha proposto<br />
alla Fa<strong>col</strong>tà di Architettura di Siracusa per attivare un<br />
partenariato con il Comune che ha concesso gli spazi,<br />
la Confcooperative, l’istituto superiore Pirandello di<br />
Lampedusa e l’Università di Malta. Dal kick off iniziale del<br />
progetto ad oggi possiamo dire con orgoglio che è nata<br />
una community.<br />
Di qui fanno parte persone come Paolo Garelli, ambientalista<br />
convinto, ha brevettato Caretta Caretta, un
sistema per lo smaltimento dei rifiuti<br />
urbani nei centro storici affrontando<br />
una problematica di grande attualità,<br />
Alessia zabatino, laureanda in gestione<br />
di spazi culturali, fa la pendolare<br />
con entusiasmo tra venezia e Siracusa,<br />
partecipando attivamente a molte nostre<br />
iniziative, è appena entrata in un<br />
team progettuale incubato nel nostro<br />
Hub che sta elaborando un geo-social<br />
network per la fruizione dei beni culturali<br />
del territorio. Ni<strong>col</strong>a Montanaro,<br />
laureando in architettura, e Andrea<br />
Nero, vj esperto in mapping, stanno<br />
lavorando ad un modo innovativo per<br />
la visualizzazione di progetti di allestimento<br />
attraverso questa sofisticata<br />
info<br />
A<br />
Settembre lo spazio Hub<br />
sarà a pieno regime, pronto<br />
per offrire ai futuri membri i<br />
servizi che lo caratterizzeranno: una<br />
grande sala co-working (cuore dello<br />
spazio che si trova in un bellissimo<br />
edificio storico del XVIII sec) dotata<br />
di sostenibilissimi tavoli di cartone<br />
che daranno ospitalità a laptop e<br />
pc carichi di progetti. Una grande<br />
sala cucina dove si potrà preparare<br />
il proprio pranzo senza spostarsi<br />
dall’ufficio, se non farla diventare il<br />
proprio ufficio, utilizzandola per degustazioni<br />
e cene con prodotti bio<br />
o a km zero da promuovere.<br />
Un servizio hosting capace di supportare<br />
ogni membro per le sue<br />
esigenze professionali ed una piattaforma<br />
on line che mette in rete i<br />
membri di ogni Hub nel mondo per<br />
<strong>col</strong>laborare attivamente a progetti<br />
di innovazione sociale. Prossimi appuntamenti<br />
@ The Hub: 11 <strong>Mag</strong>gio<br />
presentazione del format Start Up<br />
Week-End, 26 <strong>Mag</strong>gio Incontri sulle<br />
rinnovabili, 16 Giugno Girl Geek<br />
Dinner. Visitate il nostro website<br />
per avere tutti gli updates: http://<br />
siracusa.the-hub.net<br />
Ma soprattutto venite a trovarci!<br />
tecnica di video-proiezioni. Loro sono<br />
solo alcune delle persone che si sono<br />
avvicinate, prima per curiosità, poi man<br />
mano sempre più consapevoli che una<br />
rete consente sempre di aprire un’opportunità,<br />
e così è stato. Lo spazio gradualmente<br />
si è riempito di idee sempre<br />
più concrete, un workshop per la cocreazione<br />
del nostro Hub ha dettato le<br />
linee guida per il suo design, poi siamo<br />
passati dal dire al fare con dei laboratori<br />
di co-progettazione pratica attraverso i<br />
quali sono stati realizzati i primi arredi<br />
solo ed esclusivamente con materiali di<br />
scarto. Abbiamo contattato le aziende<br />
del territorio, reperito gli scarti, attivato<br />
i gruppi di progettazione, scartavetrato,<br />
❯ Il cortile esterno<br />
dell’ex convento del ritiro<br />
tagliato, inchiodato e prodotto sedie da<br />
pallets, fioriere da bidoni.<br />
Le aziende sono curiose, chiedono di<br />
presentargli i prototipi degli oggetti<br />
creati palesando un concreto interesse<br />
a produrli, i partecipanti si scoprono<br />
tra loro, nascono <strong>col</strong>laborazioni professionali.<br />
Nel frattempo nasce un cluster<br />
Hub Italia, ci confrontiamo con i fondatori<br />
degli spazi di rovereto, Milano,<br />
roma, Trieste e Bari, si studia il modo<br />
di coinvolgere le imprese che orbitano<br />
nell’universo Hub su scala nazionale<br />
per <strong>col</strong>mare questo gap che ha bandito<br />
<strong>negli</strong> ultimi anni la parola futuro in Italia:<br />
non preoccupatevi, era soltanto sopita,<br />
i sogni non muoiono mai.<br />
45<br />
giu 12
48<br />
giu 12<br />
1<br />
ellerì<br />
La rivista<br />
nella rivista<br />
www.larivistaintelligente.it<br />
“Siamo ancora qui! Il sodalizio tra <strong>Mag</strong> ed Ellerì continua e si rafforza, grazie alla sintonia<br />
magica che si è creata tra le due testate e, soprattutto, grazie al gradimento che i<br />
lettori hanno manifestato subito. Grazie e buon divertimento!”<br />
Giovanna Nuvoletti<br />
Carlà a Sora Cesira<br />
di Paola Guazzo<br />
società<br />
Sora,<br />
ho visto il vostro video su di me. È un piacere ispirare talenti femminili. Molto divertenti in<br />
parti<strong>col</strong>are le strofe su di me modella pour la incontinence urineuse e anche la Sagre de la<br />
sausage alla quale io potrei aspirare da ex first lady. Un unico neo: si parla di me. Mi sento<br />
quindi costretta a una replica. Chi non si sente attratto dal Potere? voi no, Sora? Non vi piace<br />
mai nessuno, uomo o donna, che abbia questa irresistibile allure? Certo, io sono attratta dal<br />
potere, lo ammetto, ma quel che ho fatto nella mia vita l’ho fatto alla grande. I did it my way,<br />
scusate se è poco: da modella, a cantante, a first lady, sempre con un minimo margine di errore.<br />
Cappelli inclusi, il che non è da dilettanti. Inoltre, chi non si è mai innamorato di qualcuno<br />
che ha potere? voi no, Cesira? Certo, noi francesi l’amore lo amiamo di più. Siamo innamorati<br />
dell’amore. vi confesso che uno dei motivi per cui mi sono trasferita in Francia è stato quello<br />
che voi avevate Alberoni e loro roland Barthes. I Frammenti di un discorso amoroso sono il mio<br />
livre de chevet, e anche quello di Ni<strong>col</strong>as. Mi rendo conto che per chi ha letto solo Alberoni<br />
sia difficile concepire l’amour fou, ma così è stato, per mio marito e me.<br />
vedo inoltre che su facebook molte donne italiane, evidentemente poco occupate, si domandano<br />
cosa farò adesso. Perché non si domandano cosa faranno loro? Io sono sempre rinata<br />
come un’ Araba Fenice e parlo bene l’Inglese, quello vero, non l’Italenglish così simile ai testi<br />
delle vostre canzoni. Ho quindi la presunzione di avere un futuro anche dopo i quaranta e di<br />
non votarmi a una incontinence urineuse anticipata, cara Sora.<br />
Nel mondo libero non ci sono solo le amazzoni, le veline o le Anne Fin<strong>occhi</strong>aro, esistono<br />
anche quelle che voi chiamate “gatte morte”. Sono fiera di appartenere a questa categoria di<br />
donne dolci e arrendevoli al flusso dell’esistere, capaci di flettere sempre gli esiti del destino<br />
in proprio favore. Un’arte che meriterebbe più attenzione, se voi la smetteste di pensare in<br />
termini misogini. Voglio infine parlarvi della mia vita, che non è quello stereotipo di moglie di<br />
uomo potente che voi immaginate. vado a cena con Fred vargas, tradotta in tutto il mondo,<br />
per esempio, non con scrittori locali come Pennacchi o Nesi. A volte vedo anche Michela<br />
Marzano, che vive qui perché, come me, non vi sopporta più. Sapevatelo.<br />
voi, voi donne italiane, dove siete, chi siete? Avete fatto ferro e fuoco con “Se non ora quando”<br />
e avete dato un formidabile contributo per rovesciare il governo Berlusconi e non siete<br />
nemmeno state in grado di candidare una sindaca nei comuni capoluogo.<br />
Smettete di domandarvi quel che farò io, domandatevi invece quel che state facendo voi.<br />
Potrei anche decidere di tornare in Italia e di candidarmi premier, spinta da improvviso amore<br />
per una patria non più mia. In fondo avete votato per anni uno chansonnier molto meno<br />
bravo di me. Farei comunque meglio di voi, uomini e donne, non c’è partita, mi spiace.<br />
La vraie Femme Italienne, se ne esiste ancora una, c’est moi.<br />
Amorevolmente Vostra Carlà
2<br />
società<br />
Scusa se ti chiamo sindaco<br />
di Valeria Viganò<br />
Un programma coi fi<strong>occhi</strong> rosa. No, niente donne, non fraintendete. Quelle sono scomparse.<br />
Ma volete mettere un nome tragicamente altisonante che stravince con l’89%<br />
dei voti di tutte le generazioni che sognano l’amore in ogni declinazione e alla portata<br />
di chiunque? Per Federico Moccia, il miele del miele dei sentimenti, è stato un plebiscito.<br />
Questo è il vero senso della politica, riportare la cultura nelle amministrazioni,<br />
finalmente, mettere a capo di un comune un uomo di prestigio internazionale che ha<br />
venduto milioni di copie dei suoi libri, che ha ispirato film da record d’incassi. Un uomo<br />
che ha sempre preso sul serio la letteratura, dettato e interpretato le emozioni comuni<br />
e introdotto la meravigliosa moda dei lucchetti disseminati dovunque. Ma, mi chiedo<br />
incuriosita, cosa farà uno scrittore semplicemente romantico per un paesino sperduto<br />
vicino a Chieti? Rosello ha il sindaco fiorellino che si merita. Quindi già vedo viali e<br />
piazze cosparsi di fiori profumati che chiunque potrà raccogliere per donare all’innamorata,<br />
scuole rivestite di cuoricini adesivi, la consegna gratuita di lucchetti senza chiave<br />
da appendere l’uno all’altro dolcemente, fino a dare nuova vita a monumenti vetusti e<br />
antiquati. o abbellire costruzioni orrende. Sento già nell’aria , sparata da cannoncini stile<br />
fate l’amore non la guerra, un profumo che predispone al sorriso, pic<strong>col</strong>i chioschi dove<br />
recapitare letterine decorate con dentro tutti, ma proprio tutti, i problemi dell’amore<br />
perduto, ritrovato, incontrato e mai dimenticato. E chi se ne frega delle questioni meno<br />
importanti del lavoro, della precarietà, della povertà. Qui tutto diventa metafora dei<br />
sentimenti. Alla posta del cuore risponderà lui, lo scrittore, che tutto sa dei moti adolescenziali,<br />
del salto generazionale, dei tradimenti e delle riconciliazioni. rosello sarà<br />
un’oasi aromatizzata, dove l’ottimismo diventerà lo zucchero della vita e trionferà nonostante<br />
quelle noiose questioni quotidiane che rovinano l’esistenza. Basterà innamorarsi,<br />
perché per legge i cuori batteranno all’unisono e diranno le stesse parole, avranno gli<br />
stessi gesti e tutto ruoterà intorno alla ricerca dell’anima gemella. Un sogno? Macchè,<br />
l’Italia ha bisogno di favole. E sapete che vi dico, da scrittrice che non saprà mai raggiungere<br />
certe vette di comprensione del turbinio delle emozioni? Parto per rosello<br />
immediatamente e chiedo la cittadinanza. Un’occasione così non si può perdere.<br />
Le 10 frasi che dimostrano<br />
che sei innamorato<br />
di Davide Menghi<br />
1. Certo tesoro, hai ragione tu.<br />
2. Il calcio? ma non è quel minerale che…<br />
3. I miei amici? Quali amici?<br />
4. Non vedo l’ora di vedere quella mostra di bambole di pezza!<br />
5. Per me due docce al giorno sono quasi poco.<br />
6. Domenica all’Ikea? Adoro!<br />
7. Lo sai che tua madre è proprio simpatica?<br />
8. Lascia, il bagno lo pulisco io.<br />
9. No! Se non sei sicura di amarmi, non voglio farlo.<br />
10. Guida pure tu, così io mi godo il panorama.<br />
3<br />
49<br />
giu 12
50<br />
giu 12<br />
4<br />
ellerì<br />
Ammaliante Amelio<br />
di Giorgio Cavagnaro<br />
www.larivistaintelligente.it<br />
spetta<strong>col</strong>o<br />
4.752.836. Sono gli euro incassati da “The Avengers”, film d’azione americano su<br />
cui non intendo soffermarmi, nell’ultimo week end di aprile 2012 in Italia.<br />
Nello stesso fine settimana “Il primo uomo” di Gianni Amelio ha totalizzato un<br />
incasso di 132.408 euro.<br />
Ecco, il problema del momento culturale italiano è tutto in queste cifre.<br />
Il film di Amelio è bellissimo. Racconta, con immagini delicate e potenti, un libro<br />
postumo di Albert Camus ambientato nell’Algeria fine anni ‘50, appena prima della<br />
rivolta descritta in modo eccellente da Gillo Pontecorvo nel suo “La battaglia di<br />
Algeri”.<br />
È il viaggio nella memoria di un giornalista-scrittore francoalgerino di successo, nato<br />
e cresciuto in Africa ma di cultura e tratto francesi, tornato in quello che sente nel<br />
profondo come il suo paese, oscuramente attratto dai fantasmi, reali e perduti, delle<br />
sue radici. Jean Cornery, questo il nome del personaggio affidato all’ottimo Jacques<br />
Gamblin, sente il peri<strong>col</strong>o che incombe sulla sua terra, annunciato da episodi<br />
violenti e fermenti rivoluzionari incontenibili, e rivive la sua infanzia africana difficile<br />
e formativa con gli <strong>occhi</strong> di un morituro che vede scorrere il film della propria vita<br />
in prossimità del momento supremo.<br />
La storia si snoda attraverso i rapporti del pic<strong>col</strong>o protagonista con la dolcissima<br />
madre (l’intensa Maya Sansa), la dispotica nonna algerina e il maestro che gli infonderà<br />
il germe della cultura, consentendo al bambino Jean di diventare l’intellettuale<br />
illuminato che crede fermamente nella coesistenza di arabi ed europei e cerca di<br />
impedire il massacro, pur sapendo che esso sarà inevitabile.<br />
Gianni Amelio si dimostra ancora una volta maestro di cinema, i bambini diretti da<br />
lui sono uno spetta<strong>col</strong>o nello spetta<strong>col</strong>o e le immagini pigre e struggenti, illuminate<br />
dall’abbagliante <strong>sole</strong> africano, fanno rivivere un mondo perduto.<br />
Il coraggio di raccontare una storia così dimenticata e così terribilmente attuale<br />
non “paga”, in termini di profitto. Ma ci ricorda una cosa più importante, che il<br />
mercato sarà pure il totem invincibile del nostro tempo, ma non è tutto.
costume<br />
5<br />
Sign “o” The Mayas<br />
di M. Andaloro, G. Bisceglia, G. Cavagnaro, P. Guazzo, G. Nuvoletti<br />
Piove. È lunedì. Sono a Bologna. Il terremoto è passato da qui senza lasciare tracce, tranne<br />
che nella mia messimpiega, ma l’inquietudine impera nella mia anima. Scorgo all’improvviso una<br />
scarpa da donna rossa, di plastica, vicino al cassonetto omonimo. La fibbia brilla nella pioggia. E<br />
sento. Sento che questa scarpa rossa è un segno inequivocabile della profezia Maya. Ne scrivo<br />
emozionata su Facebook. Alcune amiche, troppo laiche per me, sostengono che sia la scarpa<br />
red del Profeta Red Ronnie. Io sono certa, invece, che il Segno sia ancora più forte. Il 20 maggio<br />
il Serpente Piumato Quetzalcoatl, detto anche Kukulkàn, bau, dovrebbe, secondo la profezia,<br />
rientrare nel templio, e l’epoca accelerare verso la Fine dei Tempi, fissata prima del santo Natale,<br />
cioè il 21 dicembre. Così parlò Red Ronnie, così la tv echeggiò nei nostri animi mistici. E noi<br />
fermamente credemmo. voglio prepararmi degnamente all’apparizione dei Maya, che forse sono<br />
anche imparentati con l’Ape Maya sulla quale ho fondato la mia giovinezza su Canale 5 e anche<br />
la mia maturità, ovviamente. Come resistere alla Fede Televisiva? Perinde ac cadaver io ho creduto,<br />
ho votato il Biscione, mi sono flagellata in nome del Dio-Silvio. E non mi pento. Poiché tutto<br />
questo mi ha meravigliosamente avvicinata al compiersi della Profezia della quale le canzoni per<br />
bambini di Cristina D’Avena furono solo l’umile nunzio. Sento che il serpe (il biscione?) mi sta<br />
parlando attraverso quella scarpa rossa, che è un mix fra The woman in red, un accessorio da<br />
drag king e il mago di oz.<br />
Improvvisamente il <strong>sole</strong>, un <strong>sole</strong> finalmente degno di un film di Cecil B. De Mille, squarcia il cielo<br />
e un’ape lambisce la fibbia della scarpa. Odo i millenni rombarmi nelle tempie, e l’ape ronzarmi<br />
nelle orecchie.<br />
Un lombrico appare nel prato del parco “Gino Cervi” (Peppone!) dall’altro lato della scarpa.<br />
Infine, da una finestra, le inequivocabili note di una vecchia hit di Prince.<br />
Sign “O” The MayaS.<br />
Mi <strong>col</strong>lego all’i-phone e vedo che un’amica di facebook ha spostato ancora oltre l’esegesi: The<br />
red Shoes è una canzone di Kate Bush. Come interpretare questi segni inequivocabili della presenza<br />
della Profezia? Biscione, aiutami! Io vagolo smarrita fra una scarpa rossa e un cassonetto,<br />
accanto al parco “Peppone”, ed invoco altri Segni.<br />
La parusia di Fernandel? L’arrivo della woman in red (ronnie)? la pic<strong>col</strong>a Dorothy? .<br />
Cos’altro ancora serbate per noi, o Dei?<br />
L’eclisse anulare di <strong>sole</strong> sul Giappone c’è appena stata.<br />
Sul grande raccordo, calma piatta.<br />
E il Biscione rispose: apocalypse sübit.<br />
Stavo per svenire di fronte all’Eterno ritorno del fantasma di Segrate. ripresi l’I-phone e vidi che<br />
avevo una nuova mail nella posta:<br />
Cara Ellerina,<br />
ho ricevuto una mail da Maya, mi ha chiesto se posso farle da ufficio stampa e tranquillizzare tutti. Mi<br />
informa che la solita stampa miope e strabica che fa l’<strong>occhi</strong>olino al di la del Tevere ha travisato le sue<br />
volontà. Lei manda la sua benedizione, a dicembre tutti desnudi, liberi e felici, ed è questo che i parrini<br />
e parvenue intendono per fine del mondo. La fine del loro mondo. Stai a vedere che finisce davvero<br />
l’era b’ak’tun...<br />
Ps: la scarpa è di Maya.<br />
Immagina<br />
La Redazione Intelligente<br />
Spazi scanditi in ordine.<br />
Natura che avanza intelligente.<br />
Solo il soffio del vento porterà caos..<br />
(Sabrina Suadoni)<br />
51<br />
giu 12
in english<br />
magnifica Sicilia<br />
di Gaetano Bordone fonte immagini:<br />
ARCHIVIO THESAURON<br />
UNA CASA PEr<br />
ARCHIMEDE<br />
A Siracusa è stato aperto<br />
da qualche mese il museo<br />
dedicato al grande inventore<br />
I<br />
visitatori più attenti che si sono recati al museo di Dresda in Germania nel corso<br />
dell’ultimo anno, tra le mille meraviglie esposte, hanno potuto osservare un rarissimo<br />
fenomeno di trasformazione relativo ad uno straordinario ritratto di Domenico<br />
Fetti. Il dipinto raffigura un anziano Archimede circondato da strumenti scientifici, tra<br />
mappamondi, uno specchio, una clessidra, squadre e compassi. La sua vigorosa figura<br />
è assorta e concentrata su astruse geometrie leggibili su un foglio, ignaro del vicino<br />
<strong>col</strong>tello romano che avrebbe chiuso la sua vita. Pur non essendo visibile la bocca, parzialmente<br />
nascosta dalla mano e dalla ispida barba, secondo i canoni dello scienziato<br />
trasandato e intento unicamente alla comprensione di astratte formule, i visitatori<br />
hanno notato una lieve attenuazione delle rughe, invero copiose, un quasi impercettibile<br />
rilassamento della postura, protesa sul tavolo di lavoro, una blanda trasfigurazione<br />
dell’incarnato del viso, vivificato da un pallido rossore assente in origine dal serioso<br />
pennello di Fetti. Beh, Archimede non è Dorian Gray, e un quadro posto all’interno di<br />
una severa galleria museale non può fare di più per indicare il sommovimento interno<br />
e la commozione a seguito della notizia, misteriosamente giuntagli dopo 22 se<strong>col</strong>i<br />
di mancanze di attenzioni, di carenze di riconoscimenti, di cancellazioni di giornate<br />
archimedee, e di altri simili malfunzionamenti della ragione della gente e della nostra<br />
ineffabile e distratta classe politica, amministrativa e dirigenziale, la notizia - dicevo -<br />
della improvvisa apertura della sua casa nella sua Siracusa.<br />
A house for<br />
Archimede<br />
a museum dedicated<br />
to the great inventor<br />
was recently opened<br />
in Siracusa.<br />
Written by Gaetano Bordone<br />
52<br />
giu 12<br />
During last year the smartest visitors of Dresden’s Museums<br />
(in Germany) may have noticed , among its<br />
wonders, a very rare transformation’s phenomenon , concerning<br />
an extraordinary portrait by Domenico Fetti.<br />
The painting represents an elder Archimede, surrounded by<br />
scientific tools, globes, a mirror, a clepsydra, set squares and<br />
a caliper. His powerful figure is concentrated on complicated<br />
geometries, drawn on a piece of paper, and unaware<br />
of the near roman knife about to end his life.<br />
Even if we can’t see his mouth, partially covered by his<br />
hand and beard, according to the stereotype of the frumpy<br />
scientist who spends all his time thinking about abstract<br />
formulas and their solutions, the visitors perceived a slight<br />
attenuation of his many wrinkles and an almost invisible<br />
relaxation of his posture. Also, his face looks healthier, with<br />
a pale blush not coming from Fetti’s brushes.<br />
Well, Archimede’s not Dorian Gray and a painting, hung<br />
on a wall in a gallery, can’t do anything more to show his<br />
❯ Domenico-Fetti - Archimedes 1620
appreciation after learning about the opening of his house in Siracusa,<br />
especially after 22 centuries of carelessness, perpetrated by people and<br />
a absent politicians.<br />
According to history, when Cicerone wanted to find his grave, to honour<br />
an old enemy’s genius, he had troubles finding it and then probably<br />
recognized it, among underwoods, thanks to the figure carved into the<br />
globe in the cylinder, amazingly discovered to be a simple and wonderful<br />
epitaph.<br />
The devastating power of the roman knife and its metaphorical meaning<br />
of destruction actually lasted more than two millenniums, ready<br />
to hit, hide and baffle every single cultural event concerning Archimede.<br />
It also tried to stop this project, closing the doors of the first location<br />
chosen, in Piazza Duomo, but luckily it lowered its guard for a little and<br />
the promoters succedeed.<br />
Some beautiful minds, brave and patient managed to add to the the<br />
Stomachion a new figure , not created by the inventor.<br />
The word Stomachion comes from the greek stomachos (rash), and<br />
refers to the stomach ache toy, known as “Archimede’s box”; we lear-<br />
❯ Arkimedeion: Quadratura del cerchio (spiegazione dell’exhibit)<br />
❯ Cortile dell’Arkimedeion<br />
❯ ioioioio<br />
53<br />
giu 12
in english<br />
54<br />
giu 12<br />
magnifica Sicilia<br />
Anche il grande Cicerone, ci racconta<br />
la storia, volendo rendere omaggio<br />
al genio di un antico nemico, ebbe<br />
diffi<strong>col</strong>tà a trovare la sua tomba, riconosciuta,<br />
forse, tra rovi e sterpaglie,<br />
dalla figura incisa nella roccia della<br />
sfera nel cilindro, mirabile scoperta<br />
ed epitaffio semplice e stupendo.<br />
La forza devastante del <strong>col</strong>tello romano,<br />
e della significativa metafora<br />
distruttiva e cancellatrice contenuta<br />
nell’immagine, si è protratta per oltre<br />
due millenni pronta a <strong>col</strong>pire, a<br />
nascondere ancora, ritardando e cancellando<br />
sempre programmi ed iniziative<br />
e, dopo tanto tempo, pur avendo<br />
pervicacemente tentato di bloccare<br />
anche questa iniziativa, chiudendo le<br />
porte della prima sede designata in<br />
piazza Duomo, ha finalmente mostrato<br />
un pic<strong>col</strong>o segno di ruggine,<br />
di cui hanno saputo approfittare gli<br />
organizzatori. Alcune menti illuminate,<br />
sorrette da sprezzo delle diffi-<br />
ned about it through the funny descriptions<br />
by latin authors; it’s a square, divided into<br />
fourteen geometrical figures with three, four<br />
or five sides.<br />
The different pieces can be assembled in<br />
many ways, according to the player’s creativity<br />
and ability. But neither Archimede could have<br />
imagined that 22 centuries after his invention,<br />
the combined pieces would have origined the<br />
real 3d structure of a museum dedicated to<br />
him.<br />
Obviously there’s no sign of the roman knife<br />
and its curse on cultural or entrepreneurial<br />
initiatives in in the museum, located in Piazza<br />
Archimede, in Siracusa. The visitors, right bacj<br />
from Dresden’s can happily enjoy the exhibition<br />
and the ancient mechanical and new<br />
<strong>col</strong>tà e sovrumane doti di pazienza,<br />
sono finalmente riusciti a comporre<br />
una figura nuova dello Stomachion,<br />
una figura non prevista dallo stesso<br />
inventore. Stomachion è un termine<br />
derivato dal greco stomachos (irritazione),<br />
per indicare il gioco del mal<br />
di stomaco, giunto fino a noi, con il<br />
nome di “scatola di Archimede” attraverso<br />
le divertenti descrizioni di<br />
alcuni autori latini; si tratta di un quadrato<br />
diviso in quattordici forme geometriche<br />
a tre, quattro e cinque lati<br />
rettilinei. Le diverse tessere possono<br />
essere variamente raggruppate per<br />
rappresentare una grandissima quantità<br />
di immagini che mutano secondo<br />
l’estro e l’abilità del giocatore. Ma neanche<br />
il genio di Archimede sarebbe<br />
riuscito a immaginare che, dopo 22<br />
se<strong>col</strong>i, la composizione delle tessere<br />
avrebbe assunto la forma reale, tangibile<br />
e tridimensionale di un museo<br />
a lui dedicato.<br />
❯ Palazzo Pupillo, sede dell’Arkimedeion<br />
technological attractions, made to explain<br />
simply and rationally matematical and geometrical<br />
processes to adults and especially to<br />
kids, children of the digital era. They have the<br />
chance, following laser rays to understand the<br />
basics of modern technology.<br />
The exhibition follows the geometry’s and mathematic’s<br />
evolution in a modern and funny<br />
way, with technologic tools and Archimede’s<br />
theories. It also shows again the Temple of<br />
Science, revealing some of its foundations.<br />
Counting grains of sand we’d need to fill the<br />
universe, researching the relations between<br />
curve and plain surfaces, studying sun ray’s<br />
concentration, that maybe helped burning<br />
roman ships from Siracusa: these are experiments<br />
each of us can do, following simple<br />
UNA CASA PEr<br />
ARCHIMEDE<br />
Nel museo, in piazza Archimede, ovviamente<br />
non vi è alcuna traccia del<br />
<strong>col</strong>tello romano e della sua maledizione,<br />
pronta a <strong>col</strong>pire qualsiasi iniziativa<br />
culturale o imprenditoriale a Siracusa,<br />
e il visitatore, reduce da Dresda, può<br />
ammirare felice l’esposizione del genio,<br />
accompagnato dalle installazioni<br />
meccaniche coniugate alla tecnologia<br />
più avanzata, capaci di spiegare, in<br />
modo semplice e razionale, agli adulti<br />
e soprattutto ai ragazzi figli dell’era<br />
digitale, guidati anche da raggi laser,<br />
processi di indagine matematica e<br />
geometrica che costituiscono i fondamenti<br />
della nostra attuale scienza e<br />
tecnologia. Il percorso espositivo, pur<br />
privo delle grandi macchine meccaniche<br />
ideate da Archimede, ripercorre<br />
in forma divertente e moderna,<br />
con strumenti che sarebbero arrivati<br />
dopo più di due millenni sfruttando<br />
anche principi da lui enunciati, le rigorose<br />
indagini geometriche e matematiche,<br />
e ripropone il tempio della<br />
scienza e ne svela alcuni dei mattoni<br />
fondamentali.<br />
La conta dei granelli di sabbia che<br />
possono riempire l’universo, l’indagine<br />
sui rapporti tra superfici curve<br />
e piane, lo studio sulla concentrazione<br />
dei raggi, che permise, forse, di<br />
bruciare le navi romane dai bastioni<br />
dell’antica Siracusa, sono esperimenti<br />
scientifici che ciascuno di noi può<br />
fare, guidato con semplici istruzioni<br />
instructions by modern machines and multilanguages<br />
panels explaining the inventors’<br />
thoughts, beyond his time’s limits.<br />
During the visit the scientific results almost<br />
seem granted, the conics are no longer monsters<br />
but curves to the students’ eyes, the laws<br />
of geometry and optics become something<br />
the visitors can touch and try, with <strong>col</strong>ored<br />
rays that help demonstrating their simplicity,<br />
sometimes hard to see and accept, hidden by<br />
shadows men use to cover the knowledge of<br />
their inside and outside world.<br />
The imperceptible smile of satisfaction, caused<br />
by the opening of his house, still stays on Archimede’s<br />
face and together with the wrinkles<br />
on his forehead must be an advice and tuition:<br />
the inauguration of his house shows that even
da macchine moderne, e direi avveniristiche,<br />
da pannelli esplicativi plurilingue,<br />
in modo da ripercorrere il<br />
pensiero dello Scienziato ed il superamento,<br />
attraverso percorsi logici e<br />
intuitivi, delle conoscenze del tempo.<br />
Durante la visita il risultato scientifico<br />
sembra quasi banale, le coniche<br />
assumono le sembianze di curve,<br />
smettendo i panni dei mostri mitologici<br />
che avevano rivestito per molti<br />
studenti alle prese con i principi della<br />
geometria, le leggi dell’ottica e della<br />
geometria, evidenziate con immediato<br />
maneggio da parte del visitatore e<br />
sapiente visualizzazione di raggi <strong>col</strong>orati,<br />
mostrano la loro estrema semplicità,<br />
a volte così difficile da vedere<br />
ed accettare, nascosta da falsi riflessi<br />
e da sfilacciate ombre con cui gli uomini<br />
amano ammantare la comprensione<br />
del loro mondo, interiore ed<br />
esteriore. L’impercettibile sorriso di<br />
soddisfazione, a seguito dell’apertura<br />
❯ Arkimedeion: exhibit “Il tempio”, che<br />
rappresenta il rapporto fra le scoperte<br />
di archiemde e la scienza attuale<br />
in Siracusa, where the carelessness and failed<br />
initiatives reign, something can be achieved.<br />
The Stomachion can include another figure<br />
and if a miracle has been witnessed, others<br />
are waiting to be done, to have the chance<br />
to offer projects to the city. The metaphor of<br />
the knife, about to be used to cut and destroy<br />
the events shows us the importance of Archimede’s<br />
lesson: inventions, projects, innovative<br />
ideas and their realization must be protected<br />
from the dust, which may cover and hide<br />
them, until they’re forgiven and ignored, like<br />
the dust on mosaics and capitals, grown on<br />
people’s sloth but nonetheless dangerous as a<br />
blade Let’s keep our museum, protect it and<br />
show we deserve this kind of projects, praised<br />
and appreciated all over the world.<br />
Arkimedeion: supporto informatico<br />
dell’exhibit “Sezioni coniche”<br />
(l’intersezione di un piano con un cono<br />
genera diverse curve e figure)<br />
della sua casa, aleggia oggi sul volto di<br />
Archimede e, insieme alle rughe della<br />
sua fronte, deve costituire un insegnamento<br />
ed un monito.<br />
L’insegnamento è molto semplice:<br />
l’apertura del museo dimostra che<br />
anche a Siracusa, patria dell’indolenza<br />
e capitale del blocco delle iniziative,<br />
un programma può essere portato<br />
a compimento, lo Stomachion può<br />
essere composto in un’altra figura, e,<br />
se un mira<strong>col</strong>o è stato compiuto, altri<br />
sono in attesa di attori principali che<br />
possano superare i figuranti dell’attesa<br />
e del rinvio e proporre sul palcoscenico<br />
della città agili e oneste figure<br />
progettuali e conseguenti chiare realizzazioni<br />
imprenditoriali e culturali,<br />
con rispetto di ambiente e tradizione<br />
intellettuale. La metafora del <strong>col</strong>tello<br />
pronto a tagliare e ridurre le iniziative<br />
ci spiega la necessità del monito: le<br />
opere di ingegno, i progetti, le idee<br />
innovative e le loro realizzazioni debbono<br />
essere protette dalla polvere<br />
che copre e nasconde, fino a far<br />
dimenticare e chiudere, la polvere<br />
sparsa su mosaici e capitelli, cresciuta<br />
sull’ignavia di molti, capace però di<br />
affilare il <strong>col</strong>tello. Teniamoci il nostro<br />
museo, proteggiamolo, mostriamoci<br />
degni di questa iniziativa, lodata ed<br />
apprezzata in tutto il mondo.<br />
❯ Arkimedeion: rappresentazione<br />
di archimede con spirale e pi greco.<br />
Sullo sfondo la catapulta.<br />
INFo<br />
oRARI E VISITE<br />
Aperto tutti i giorni<br />
dalle 9:30 alle 19:30<br />
(la biglietteria chiude alle 19:00)<br />
Open daily 9:30-19:30<br />
(the ticket office closes at 19:00)<br />
TARIFFE BIGLIETTI<br />
Intero (Adult single) 6,00 €<br />
ridotto ragazzi dai 6 ai 14<br />
anni (Child 6-14) 4,00 €<br />
ridotto per famiglie maggiori<br />
di 4 componenti<br />
ridotto per gruppi superiori<br />
ai 10 componenti<br />
VISITE GUIDATE<br />
Si ricorda al gentile pubblico che,<br />
per evidenti necessità organizzative,<br />
è necessaria la prenotazione per<br />
effettuare le visite guidate.<br />
Gruppi superiori alle 20 unità<br />
(20+ group) € 6,00 per persona<br />
guida inclusa<br />
Gruppi da 1 a 19 persone<br />
€ 4,00 per persona<br />
(+ costo guida € 45,00)<br />
ORARI - OPENING TIMES<br />
Open daily 9:30-19:30<br />
(the ticket office closes at 19:00)<br />
TICKET PRICES<br />
Intero (Adult single) 6,00 €<br />
Family ticket (4+ visitors) 4,00 €<br />
Groups(10+ visitors) 4,00 €<br />
Informations<br />
& reservations<br />
ph. 0931 61121<br />
or mail:<br />
arkimedeion@agorasophia.it<br />
55<br />
giu 12
in english<br />
56<br />
giu 12<br />
magnifica Sicilia<br />
di Cinzia Ciavirella<br />
<strong>Mag</strong> prosegue in questo numero il suo percorso all’interno del “REI”,<br />
il Registro delle Eredità Immateriali. Questa volta parleremo<br />
di Maria Costa la poetessa dello Stretto.<br />
LA voCE<br />
dei MITI<br />
Maria Costa è la poetessa popolare<br />
di Case Basse di Paradiso<br />
e ha regalato al mondo “le sue figlie”<br />
È<br />
la poetessa dello Stretto, la donna che dà voce ai miti, alle leggende e ai venti<br />
racchiusi tra Scilla e Cariddi.<br />
Maria Costa, classe 1926, è la poetessa popolare di Case Basse di Paradiso,<br />
quell’autrice che dal mare, dal cielo e dalla natura attinge la sua linfa artistica da<br />
sempre, per scrivere intense rime in verna<strong>col</strong>o.<br />
A lei hanno dedicato migliaia di interviste, tante di tesi di laurea e, recentemente, la<br />
regione Sicilia le ha riservato un posto nel Rei, il Registro delle eredità immateriali istituito<br />
nel 2005, alla voce Tesori umani viventi, in quanto detentrice di parti<strong>col</strong>ari conoscenze<br />
e abilità tutte da preservare. Maria Costa ha conseguito solo la licenza elementare,<br />
ma scrive versi in un siciliano sapiente, <strong>col</strong>to, stra<strong>col</strong>mo di contenuti che attingono<br />
alla storia antica dell’isola e a personaggi d’altri tempi come ruggero d’Altavilla e don<br />
Giovanni d’Austria. Dunque, un genio, un fenomeno tutto da studiare, come fanno, da<br />
anni, l’università di Palermo, Messina, Udine, Catania e Siena.<br />
In this issue, <strong>Mag</strong> carries<br />
on its journey inside the “REI”,<br />
the Register for Immaterial<br />
Heritage. This time we will talk<br />
about Maria Costa,<br />
the poet from the Stretto<br />
voICES<br />
from MYTHS<br />
Maria Costa is people’s<br />
poet from Case Basse<br />
in Paradiso and she<br />
gave her “daughters”<br />
to the world<br />
by Cinzia Ciavirella<br />
She’s the poet from the<br />
Stretto, the woman who<br />
gives voices to myths, legends<br />
and winds locked between<br />
Scilla and Cariddi.<br />
Maria Costa, class 1926, is<br />
people’s poet from Case<br />
Basse in Paradiso, an author<br />
who takes her art from<br />
the sea, the sky and the<br />
whole nature and express<br />
it in vernacular and intense<br />
rhymes.<br />
People dedicated her<br />
thousands of interviews, thesis<br />
and recently, regione Sicilia<br />
reserved a place for her in<br />
Rei, the Register of Immaterial<br />
Heritages, created in 2005, in<br />
Living Human Tresor’s chapter,<br />
as the owner of many<br />
particular knowledges and<br />
abilities, to be preserved.<br />
Maria Costa quit education<br />
after Primary School but<br />
writes her verses in a<br />
educated dialect, filled with<br />
elements from Sicily’s ancient<br />
history and ancient characters<br />
like ruggero d’Altavilla and<br />
don Giovanni d’Austria. She<br />
is a genius, a phenomenon<br />
Universities of Palermo,<br />
Messina, Udine, Catania and<br />
Siena have been studying for<br />
years.
Dialettu e Puisia<br />
Pu dialettu chi sta murennu<br />
mi cianci ‘u cori<br />
eppuru fu ‘a ricchizza<br />
di nostri ntinati,<br />
‘nvinnati ssittati a bracera<br />
ni cuntaunu da fest’ i Santa<br />
Rusalia n ‘Palemmu<br />
di San’Aghita<br />
chi ci tagghiaru i minni<br />
di vavareddi i Santa Lucia,<br />
di San Placido<br />
che ci scipparu a lingua<br />
cu tutti i radicali<br />
da matri ‘a Littra<br />
e ‘u bastimmentu carricu<br />
i frummentu.<br />
Quantu cosi mi nzignaru,<br />
quantu razioni, nuveni,<br />
nta Pasca e nta Natali.<br />
Parraru di lavaturi i lana,<br />
di salini,<br />
du ranu, da Vinnigna,<br />
d’alivi, di gelsumini<br />
di nuciddi i Raccuia.<br />
Di omini chi carini ncurvati,<br />
du piscispadu,<br />
ssicutatu menzu ô Strittu<br />
du luntrittu a voti sputtunatu,<br />
du fetu nputrinutu du tunnu,<br />
attirritu ntonturutu<br />
e pi ogni cosa<br />
c’era ‘na cantilena,<br />
chidda era minera<br />
di nsignamenti, di tradizioni<br />
di galantuomini travagghiati<br />
du zappuni e du rimu.<br />
E dopu na Santa iunnata<br />
aviunu ‘a fozza mi aprimu<br />
a casciafotti da midudda<br />
e nisciuuna domanti,<br />
trisori, marenghi<br />
e spanniunu<br />
‘u campiunario<br />
cu gabbu e rispettu<br />
ma chiddu<br />
chi spicchiava sempri<br />
era un sulu brillanti:<br />
u’ dialettu!<br />
57<br />
giu 12
in english<br />
She learned stories people have been telling<br />
for centuries from her father, Placido, a boat’s<br />
captain who used to tell her and her seven<br />
siblings, all around a fire, about the wonders<br />
from the cities he had been to during his trip in<br />
the Mediterranean Sea he was just back from.<br />
He also told them about tragedies happened on<br />
board, like the time soldier Giovanni Celsa from<br />
San Pier Niceto died as they were arriving to<br />
the red Sea and he had the unpleasant task to<br />
load his dead body and drop it into the water.<br />
Maria Costa has a beautiful face, marked by the<br />
85 springs she lived right in front of her Stretto,<br />
contemplating and breathing that crystal water,<br />
which has been inspiring her thousands of<br />
poems, since she was only 6 years old.<br />
She dedicated her first rhymes to nature, animals<br />
and wild grass she used to find in the sand. She<br />
58<br />
giu 12<br />
magnifica Sicilia<br />
Maria Costa<br />
La sua vasta cultura popolare Maria la deve<br />
al padre Placido, un capitano marittimo, che<br />
di ritorno dai suoi viaggi nel Mediterraneo,<br />
raccontava a lei e ai sette fratelli, radunati<br />
attorno ad un braciere, le meraviglie delle<br />
città in cui era stato, ma anche le disgrazie<br />
avvenute a bordo. Come quella volta che<br />
arrivati nel Mar rosso morì a bordo il<br />
militare Giovanni Celsa di San Pier Niceto<br />
e al padre di Maria toccò l’ingrato compito<br />
di zavorrare il povero ragazzo e gettarlo<br />
in mare.<br />
Maria Costa ha un bel viso segnato dalle<br />
sue 85 primavere, trascorse sempre in riva<br />
allo Stretto, ad ammirare e respirare quel<br />
mare cristallino che le ha ispirato migliaia<br />
di poesie, fin da quando aveva sei anni. I<br />
primi versi li ha dedicati alla natura, agli<br />
animali e alle erbe selvatiche che trovava<br />
sulla spiaggia. Le ha scritte in onore della<br />
cicuta, dell’erba cipollina, della tartaruga,<br />
delle rane e delle ortiche ombrellifere che<br />
tutti disprezzavano.<br />
Tutte le poesie, le filastrocche, i racconti<br />
e le cantilene scritte in tanti decenni<br />
Maria suole chiamarle “le sue figlie”. Ma<br />
se le si chiede quante siano, davvero non<br />
saprebbe contarle, sa solo che da anni<br />
scrive puntualmente ogni sera anche le<br />
quartine dedicate ad ogni giorno dell’anno,<br />
un esercizio di devozione alla poesia con<br />
cui, prima di andare a letto, inventa una<br />
poesia di quattro righe per chiudere la<br />
giornata.<br />
wrote them to honour cowbane, chive, turtles,<br />
and nettles nobody used to like.<br />
Maria calls every poem, jingle, novel and chants<br />
she ever wrote “her daughter”. But if you ask<br />
her to count them, she wouldn’t be able to do<br />
that. She only knows she’s been writing every<br />
night for years before going bed, something she<br />
invents to adorn the Poetry and end her day.<br />
You’ve been living in Case Basse<br />
since you were born, how do you feel<br />
about the sea?<br />
The Stretto is my life. Civilization comes from<br />
the sea, it always talks to me, sometimes it’s<br />
confused and angry, other times it’s calm like a<br />
water mirror, a blackboard to write on. I can’t live<br />
without it, I never left and I always heard about.<br />
Lei vive da sempre al rione Case<br />
Basse, che rapporto ha con il<br />
mare?<br />
Lo Stretto è la mia vita. Dal mare viene la<br />
civiltà, il mare mi parla da sempre, a volte<br />
arrovellato e adirato, altre volte calmo<br />
come uno specchio d’acqua, una lavagna<br />
su cui scrivere.<br />
Non potrei vivere senza questo mare,<br />
da cui non mi sono mai allontanata e di<br />
cui ho sempre sentito parlare. ricordo<br />
che mio nonno Angelo a volte trovava il<br />
corallo nero nello Stretto e lo portava alla<br />
chiesa della Madonna della Catena, oggi<br />
purtroppo sostituita dall’ufficio postale.<br />
Come trova l’ispirazione per le<br />
sue poesie e i racconti?<br />
Mi capita all’aria aperta, soprattutto alla<br />
vista del mare.<br />
ogni mattina, da sempre, faccio una<br />
passeggiata sulla spiaggia e mi trovo di<br />
fronte a questo teatro naturale, celestiale,<br />
uno spetta<strong>col</strong>o meraviglioso, certo più<br />
divino che umano.<br />
È come se il <strong>sole</strong>, con quel rosso purpureo,<br />
mi parlasse e mi dicesse “o Maria, vedi,<br />
esco anche per te oggi”.<br />
È lo stesso luogo in cui veniva a meditare<br />
Giovanni Pas<strong>col</strong>i nei suoi anni a Messina,<br />
il luogo in cui Giacomo Boner scrisse il<br />
racconto “I corallini”.<br />
I remember my grandfather Angelo, he used to<br />
find black coral in the Stretto and bring it to<br />
Madonna della Catena’s church, unfortunately<br />
turned into a postal office.<br />
How do you find inspiration for your<br />
poems and novels?<br />
It happens when I’m outside, especially where<br />
I can see the sea. Every morning I walk on the<br />
beach and find myself in front of this kind of<br />
natural, celestial theatre, a wonderful show,<br />
coming from God more than human race. It’s<br />
like the red sun talks to me and tells me “Maria,<br />
see, today I’m coming out for you too”. It’s the<br />
same place Pas<strong>col</strong>i came to meditate while<br />
he lived in Messina, the place Boner wrote his<br />
novel “I corallini” in.
How many poetry’s digests did you<br />
publish?<br />
They’re so many, starting from Farfalle serali (1978),<br />
Mosaico (1980), A prova i l’ou” (1989), Scinnenti e<br />
Muntanti, Cavaddu i coppi (1993) ventu Cavaleri, Mare<br />
e Maretta and, soon, Pungitopo is gonna pubblish two<br />
novels and a poem in a sicilian poets’ digest.<br />
What’s dialect for you?<br />
It’s the lymph of my creations, source of my writing.<br />
The dialect always made me keep my roots alive and<br />
transfer them to other people.<br />
What do you think about Messina,<br />
nowadays?<br />
LA voCE<br />
dei MITI<br />
Quante rac<strong>col</strong>te di poesie ha<br />
pubblicato?<br />
Sono tante, a cominciare da Farfalle serali<br />
(1978), Mosaico (1980), A prova i l’ou”<br />
(1989), Scinnenti e Muntanti, Cavaddu i<br />
coppi (1993) ventu Cavaleri, Mare e Maretta<br />
e, prossimamente, la Pungitopo pubblicherà<br />
due racconti e una poesia, in una rac<strong>col</strong>ta<br />
dedicata a vari autori siciliani.<br />
Cos’è il dialetto per lei?<br />
È la mia linfa creatrice, fonte della mia<br />
scrittura. Il dialetto mi ha sempre consentito<br />
di tenere vive le mie radici e di continuare<br />
a trasmetterle.<br />
Come vede oggi la sua città?<br />
Ahimè, Messina la vedo un po’ alla deriva.<br />
Speriamo che il timoniere raddrizzi il timone<br />
e lo porti sempre a Nord. Mi piacerebbe<br />
che tutti ci rimboccassimo le maniche, e tutti<br />
insieme remassimo <strong>col</strong> comandante nella<br />
stessa direzione. oh che vittoria sarebbe!<br />
Lei ha scritto una poesia dal titolo<br />
“U sfrattu”.<br />
Sì, è dedicata al mare e ai suoi abitanti e alla<br />
rovina che ne deriverebbe dalla costruzione<br />
del Ponte sullo Stretto, che ucciderebbe<br />
tutti i nostri miti.<br />
Unfortunately Messina’s adrift, in my opinion. I hope the<br />
cox rectifies the timon and leads us back to North. I<br />
wish we could all together roll our sleeves and pull in<br />
captain’s direction. It would be such a victory!<br />
You also wrote a poem titled “U sfrattu”.<br />
Yes, it’s dedicated to the sea and its inhabitants and how<br />
building the bridge would ruini it all and killed all our<br />
myths.<br />
Are you a member of the commision for<br />
the preservation of the sea burg?<br />
of course, I always was. The commission was born in<br />
1980, poi then in 2006 was created the association<br />
Antico Borgo Marinaro Case Basse Paradiso, whose<br />
members are from the burg but also from all over the<br />
town, interested in the preservation of this piece of<br />
E, a proposito di Case Basse,<br />
esiste un comitato per la difesa<br />
del borgo marinaro. Lei ne fa<br />
parte?<br />
Certo, da sempre. Il Comitato è nato nel<br />
1980, poi nel 2006 è nata l’associazione<br />
Antico Borgo Marinaro Case Basse Paradiso, di<br />
cui fanno parte non solo gli abitanti del rione,<br />
ma anche molti cittadini di altri quartieri,<br />
anch’essi interessati alla salvaguardia di<br />
questo pezzo di memoria, in una città che<br />
è “figghia sputtunata, picchi i tresori di ‘na<br />
vota, si manciau a mareggiata”.<br />
Molte delle sue poesie sono<br />
dedicate ai venti?<br />
Conosco i venti grazie a mio padre, che mi<br />
ha insegnato a riconoscerli anche al loro<br />
primo manifestarsi. Camminano in coppia,<br />
Ponente e Libeccio, Greco e Levante,<br />
Tramontana e Maestro. Tutti quelli che<br />
provengono da nord sono anche detti<br />
“venti gentili”, Zefiro, Favonio, Aquilone,<br />
Ponentino, Sizza e Tramontana. Ma ci sono<br />
anche i maltempi, come quelli in piena<br />
estate. Quando si formano due nubi, una da<br />
Tropea, l’altra da Laureana di Borrello, due<br />
grosse nuvole che sembrano appiccicarsi<br />
come due donnette da vi<strong>col</strong>o, allora è<br />
certo che arriverà un temporale seppur<br />
breve, che lascia subito dopo spazio al <strong>sole</strong><br />
cocente. Un tempo si diceva infatti “buriana<br />
e trupiana, figghi ‘i buttana”.<br />
memory in Messina,“figghia sputtunata, picchi i tresori<br />
di ‘na vota, si manciau a mareggiata”.<br />
Are many of your poems dedicated to the<br />
winds?<br />
I learned about the winds from my father, who taught<br />
me to recognize them from the very beginning. They<br />
walk in couples, Ponente and Libeccio, Greco and<br />
Levante, Tramontana and Maestro. The ones coming<br />
from North are called “kind winds”, Zefiro, Favonio,<br />
Aquilone, Ponentino, Sizza and Tramontana. But there<br />
are also stormy winds, durinf summer.When two very<br />
big clouds, one from Tropea and the other one from<br />
Laureana di Borrello ,<strong>col</strong>lide, like two women would<br />
in a little street, then we know a storm is near.But the<br />
storm it’s gonna end soon enough to let a warm sun<br />
burst in. People used to say “buriana e trupiana, figghi<br />
‘i buttana”.<br />
59<br />
giu 12
in english<br />
parchi e dintorni<br />
di Alessandra Linares Fonte foto:<br />
Archivio Soprintendenza per i Beni Culturali<br />
ed Ambientali di Trapani<br />
Un gioiello<br />
a Favignana<br />
A jewel<br />
in Favignana<br />
Former Florio factory is<br />
now a model of industrial<br />
archeology and an info<br />
point about the sea.<br />
by Alessandra Linares<br />
60<br />
giu 12<br />
L’ex stabilimento Florio<br />
è oggi un modello di archeologia<br />
industriale e un centro<br />
di informazione sul mare<br />
Dove un tempo ribollivano i calderoni di tonno e riecheggiavano<br />
le voci dei tonnaroti in arrivo dopo le mattanze, immagini, suoni,<br />
filmati ed innovative installazioni multimediali riproducono<br />
l’epopea di un passato glorioso. A Favignana, nell’arcipelago delle Egadi<br />
che fronteggia Trapani, il mare ha il suo museo tra le vecchie, grandi<br />
mura di tufo dell’ex stabilimento Florio. Trentadue mila chilometri quadrati<br />
di corti attorno alle quali si distribuiscono gli spazi della tonnara di<br />
una volta, uffici, magazzini, falegnameria, officine, spogliatoio, trizzana e<br />
malfaraggio per il ricovero delle barche, e poi ancora la lunga fila di forni<br />
per la cottura del tonno.<br />
Where once were big pots of boiling<br />
tuna fish and fishermen’s voices<br />
coming back from mattanza, now<br />
pictures, sounds, videos and innovative multimedia<br />
installations reproduce a glorious<br />
past. In Favignana, Archipelago of Egadi, right<br />
in front of Trapani, the sea has its museum inside<br />
the old, big walls made of tophus of the<br />
former Florio factory.<br />
Thirtytwothousand square feets of the former<br />
tonnara and its offices, storages, carpentries<br />
and garages, dressing rooms, trizzana and<br />
malfaraggio for the boats to be repaired and<br />
ovens for the tuna fish to be cooked. They<br />
are taller than everything else, with their tall<br />
chimneys making everyone imagine men and<br />
women’s lives, struggling with the sea. The renovation<br />
started in 2003, costing more than<br />
14 millions euros, and gave back to Sicily one<br />
of the biggest tonnara of the Mediterranean<br />
Sea. The former Florio factory has become<br />
a jewel of industrial archeology and an info<br />
point about sea and its most titled inhabitant:<br />
tuna fish.
Svettanti su tutto, tre alte ciminiere che anche da lontano lasciano immaginare storie di uomini<br />
e donne alle prese con le fatiche del mare. Da quando un restauro, iniziato nel 2003 e costato<br />
oltre 14 milioni di euro, ha restituito alla Sicilia una delle più grandi tonnare del Mediterraneo, l’ex<br />
stabilimento Florio è diventato un vero gioiello di archeologia industriale ed un centro di informazione<br />
sul mare e sul suo abitante più nobile: il tonno. Questo maestoso complesso, con la sua architettura dai<br />
grandi archi e gli altissimi soffitti, ricorda da vicino la mole delle cattedrali anche nel senso di religiosità<br />
diffusa che ispirano i luoghi e gli strumenti di un lavoro che ha rappresentato lo sviluppo dell’isola di<br />
Favignana. È in questo luogo che, dalla seconda metà dell’ottocento, venivano custodite le attrezzature,<br />
le ancore e le barche della mattanza di una delle più fiorenti industrie di lavorazione conserviera lungo<br />
tutto il perimetro della Sicilia. Ma la storia della tonnara si intreccia profondamente anche con quella<br />
della famiglia Florio, che ha dato il nome allo stabilimento, e con quella degli isolani che vi trovarono la<br />
possibilità del riscatto sociale dalla povertà e un’importante, forse l’unica, fonte di sussistenza economica.<br />
Avventurarsi nel florido passato della tonnara, oggi, è un viaggio che riserva tante sorprese, a cominciare<br />
dalle innumerevoli valenze del tonno: dall’alimentazione e dall’equilibrio della catena alimentare marina,<br />
al suo posto nell’immaginario di molteplici culture rivierasche del pianeta.<br />
This majestic complex, with its great arches and<br />
tall ceilings, may look like a cathedral. The places<br />
and fishing tools which represent the growth of<br />
the island inspire a religious respect. Since the second<br />
half of ‘800 the instruments, armatures and boats used<br />
for mattanza have been kept here, in one of the richest<br />
canner factories in sicilian shore. But tonnara’s history<br />
is deeply connected to Florio family’s history, whose<br />
name was given to the place, and to people from the<br />
island’s one, since they found there a chance to overcome<br />
poverty and live of their work.<br />
Discovering the tonnara’s past today means finding<br />
out many surprises, such as the uncountable uses of<br />
tuna fish, from alimentation and food chain to its role<br />
in many different cultures all over the planet.<br />
61<br />
giu 12
in english<br />
62<br />
giu 12<br />
parchi e dintorni<br />
Dopo l’inaugurazione nel 2009, le porte dello stabilimento sono aperte ai visitatori con<br />
percorsi guidati tra i reperti archeologici rinvenuti nelle i<strong>sole</strong> Egadi, come le anfore, i ceppi<br />
di ancore greco-romane e puniche in piombo e un rostro bronzeo di epoca romana, una<br />
pic<strong>col</strong>a sezione dedicata ai Florio, due installazioni multimediali olografiche di grande effetto dove<br />
prende vita la camera della morte e dove sono rac<strong>col</strong>te le testimonianze delle persone che hanno<br />
lavorato nella tonnara. Ci sono anche una saletta per la proiezione di filmati storici, una serie di pannelli<br />
didattici sulla pesca e la lavorazione del tonno e grafici che illustrano i momenti e le attività più significative<br />
della vita dello stabilimento, oltre ad una “stanza dell’olio” in cui sono esposte le lattine dove<br />
veniva inscatolato il tonno. Tutto questo fa sì che l’ex stabilimento Florio sia molto più di un museo di se<br />
stesso. Questo luogo straordinario, oltre a riprodurre la cultura di un tempo, ne inventa una nuova sulla<br />
base del connubio tra Mediterraneo, mare e società moderna. E, oltre alle visite guidate, dal martedì alla<br />
domenica dalle 10,30 alle 11,15, per chi vuole immergersi nel cuore delle Egadi, ci sono appuntamenti<br />
come il Festival della fisica quantistica, in cui i fisici incontrano il pubblico, e bandi di concorso per progetti<br />
come quello dell’”orto dei Florio”, con l’ordine nazionale degli agronomi, in scadenza il 15 giugno.<br />
after the opening in 2009, the doors of the factory have been opened to<br />
visitors for guided tours among archeological finds, discovered in the Archipelago,<br />
like amphoras, anchors from Greek, roman and Punic ages, a<br />
bronze roman rostrum, a little space dedicated to Florio family, two multimedia<br />
great holographic installations, reproducing chamber of the death and tonnara’s<br />
workers’ stories . There’s also a small room for old videos, didactic panels about<br />
fishing and preparating tuna fish and graphics about the main activities of the<br />
factory. There’s an “oil room”, where the ancient cans are exposed. All those thing<br />
make the former Florio factory very similar to a museum. This extraordinary<br />
place shows ancient culture and at the same time invents a new culture, based on<br />
the union between Mediterranean, sea and modern society. In addition to guided<br />
tours, from Tuesday to Sunday, 10:30 – 11:15, people can taste the heart of the<br />
Egadi Islands with events like the Quantum Physics Festival, where the audience<br />
can meet brilliant physicians, and contests for projects like the “Florio’s garden”’s<br />
one,edited by the national agronomists’ order deadline: Juny 15th.
DAvIDE<br />
ENIA<br />
Cosa mi piace, oltre l’enogastronomia e tutto<br />
ciò che riguarda la mia fidanzata (soprattutto<br />
quando questi aspetti coincidono)?<br />
Le città che affrontano il tempo.<br />
Cioè?<br />
Mi affascinano quelle città che si confrontano<br />
con la complessità del presente, senza temere<br />
di risolvere il conflitto in atti concreti, trasformando<br />
dunque il proprio tessuto connettivo,<br />
senza paura.<br />
la città come tensione in avanti, quindi?<br />
Una città che incarni “un progetto di città”, in<br />
cui si respira una spinta alimentata però dalla<br />
profonda conoscenza di ciò che fu il passato.<br />
Un città che progetta fiori perché ben conosce<br />
posizione e dimensione delle proprie<br />
radici.<br />
esistono tali città in Italia?<br />
La domanda da porre sarebbe se esistono tali<br />
amministrazioni in Italia.<br />
e la risposta?<br />
Ancora no. Non si riesce a superare la logica<br />
del museo. Ciò non significa che bisogna<br />
costruire a oltranza, anzi: è dal recupero di<br />
ciò che già esiste e giace abbandonato che<br />
dovrebbe transitare il segno tangibile capace<br />
di legare assieme in un unico afflato tutto<br />
il tessuto urbano. Coordinare così centro e<br />
periferia, rendendo ogni parte della città una<br />
frazione necessaria al tutto.<br />
Non quindi espandere, ma migliorare la sinapsi<br />
entro i limiti già esistenti. In più, servirebbe una<br />
progressiva presa di coscienza del luogo abitato,<br />
per dare agli abitanti di una città una forte<br />
identità capace di strutturare un profondo e<br />
benedetto senso d’appartenenza.<br />
Tipo?<br />
Tipo che se tu butti la carta a terra nella mia<br />
64<br />
giu 12<br />
autointervista<br />
città, io e tutti gli altri abitanti ti corchiamo a<br />
boffe finché non ripulisci.<br />
non mi pare di esagerare?<br />
No, affatto.<br />
e il turismo?<br />
Lo straniero è sacro, il suo sguardo su ciò che<br />
abitiamo arricchisce proprio la nostra percezione<br />
dell’abitato. E chi passa da queste parti,<br />
dalle parti dell’Italia, dico, non può non notare<br />
- con rarissime eccezioni - quanta sporcizia,<br />
incuria, decadenza ci sia nelle nostre città, abitate<br />
da abitanti che ignorano la bellezza che li<br />
circonda.<br />
Ma sto davvero dicendo che le nostre città<br />
sono come - scusa la durezza dell’esempio -<br />
“perle ai porci”?<br />
Sì.<br />
Vorrei fare il sindaco?<br />
Giammai.<br />
Ma, nello sciagurato caso io un giorno diventassi<br />
sindaco, cosa mi augurerei per me<br />
durante il mio mandato?<br />
L’impopolarità più assoluta e diffusa, sentimento<br />
parente non della pietà bensì della stizza.<br />
Segno che sarei stato capace di procedere<br />
diritto per la strada di un progetto che vedrebbe<br />
la città, e non i parassiti, come Bene<br />
Comune da privilegiare, tutelare, costruire.<br />
Ridando finalmente dignità al valore vivente<br />
del verbo “abitare”.<br />
Il mio slogan da sindaco quale sarebbe?<br />
Mangiare meno ma mangiare meglio.<br />
e così, siamo tornati al cibo da cui siamo<br />
partiti<br />
Sì. Mando quindi un bacio alla mia fidanzata<br />
così, fatto il cerchio, possiamo anche chiudere.<br />
BIO<br />
Davide Enia nasce a Palermo<br />
il 2 aprile 1974. Nel 2002<br />
scrive, dirige e interpreta Italia-<br />
Brasile 3 a 2, pièce teatrale sulla<br />
partita del 1982. Vince nel 2003<br />
il Premio Tondelli al Premio<br />
riccione per il Teatro <strong>col</strong> testo<br />
teatrale Scanna, storia di una<br />
famiglia chiusa in un rifugio<br />
durante una guerra. A fine anno<br />
vince il Premio Ubuspeciale.<br />
Nel 2004 scrive, dirige e<br />
interpreta maggio ‘43, testo sui<br />
bombardamenti di Palermo e<br />
sulla guerra vista con gli <strong>occhi</strong><br />
di un dodicenne. Alla Biennale<br />
di venezia debutta con la<br />
regia di Scanna. Collabora con<br />
la trasmissione<br />
televisiva report. Nel<br />
dicembre del 2005 esordisce<br />
in radio su Radio2 con Rembò,<br />
un’inchiesta su calcio, cucina e<br />
sentimento. Vince nel 2006 il<br />
Premio vittorio Mezzogiorno<br />
e il Premio Gassman come<br />
miglior talento emergente.<br />
Nell’aprile 2007 va in onda su<br />
Radio 2 il suo nuovo programma<br />
radiofonico, Diciassette Anni,<br />
Una sentimentale biografia<br />
metropolitana. Nel 2008 fonda<br />
con Fabio rizzo l’etichetta<br />
discografica 800A Records. Vince<br />
nel 2009 con Il cuoco il Premio<br />
Speciale della Giuria al Premio<br />
riccione e viene insignito del<br />
premio Scenari Pagani. Nel 2010<br />
scrive il racconto Mio padre<br />
non ha mai avuto un cane, che<br />
parla di padri duri come la<br />
roccia, ragazze dalle dita di<br />
giglio e bombe che ammazzano<br />
magistrati. Nel 2012 pubblica il<br />
suo primo romanzo, Così in terra.<br />
L’opera racconta la storia della<br />
famiglia di Davidù dagli anni<br />
quaranta agli anni novanta. A<br />
segnare questo arco temporale<br />
sono le bombe che cadono<br />
sulla città di Palermo: quelle<br />
della seconda guerra mondiale<br />
e quelle della mafia che uccide<br />
i magistrati. Davidù vuole fare<br />
il pugile come suo padre,<br />
il Paladino, che non ha mai<br />
conosciuto, perché è morto<br />
prima che lui nascesse. Scritto<br />
in un impasto di siciliano e<br />
italiano, Così in terra è costituito<br />
soprattutto di dialoghi, di<br />
un intreccio di voci.
66<br />
giu 12<br />
faccia a faccia<br />
di Cecilia Mazzeo<br />
Primavera / Estate<br />
Madama Primavera si presenta al caffè della Speranza<br />
con un abito di seta rosa cipria.<br />
L’orlo le sfiora le caviglie sottili e bianchissime.<br />
In mezzo ai capelli dorati spuntano boccioli di fiori: camelie,<br />
ranun<strong>col</strong>i, margherite, violette.<br />
A cingerle i fianchi una cintura di edera e gelsomino.<br />
Si muove cauta, elegante, quasi in punta di piedi scivola sul mondo<br />
Ordina una tisana di tiglio e aspetta.<br />
Madama Estate arriva in ritardo e lascia una scia dolciastra di cocco, salsedine e melone.<br />
Ha un vestito di tulle trasparente, così corto da non potersi muovere. Arancione e rosso, i suoi<br />
<strong>col</strong>ori. La pelle solcata dal troppo <strong>sole</strong>.<br />
Ordina una birra ghiacciata.<br />
• E: Perché mi hai chiamata? Non ho tempo da<br />
perdere. Devo allestire la mia stagione. Ho donne<br />
da spogliare, mode da dettare, vacanze da<br />
pianificare, frutti maturi da raccogliere, grano da<br />
mietere, spiagge da pulire, barche da lucidare, uomini<br />
da intrattenere.<br />
• P: È per <strong>col</strong>pa delle donne come te se il mondo<br />
sta andando a rotoli. Ne sei consapevole, vero? È<br />
questo che vuoi?<br />
• E: Senti, se mi hai chiamato per farmi la paternale…alzo<br />
i tacchi e me ne vado.<br />
• P: Il tuo problema, mia bella, è che sei come<br />
un’adolescente che si rifiuta di crescere. Tu vuoi<br />
tutto. Sei capricciosa, egocentrica e un po’ troppo<br />
libertina per i miei gusti. E poi a furia di allargarti<br />
mi stai facendo sparire. Mi rubi giorni, ore. Sei<br />
Le due si guardano con aria di sfida.<br />
insopportabile. Dov’è la democrazia?<br />
• E: Ma tesoro, quanto sei patetica! Lo sai che<br />
non esistono più le mezze stagioni, così come le<br />
mezze donne. E abbassati un po’ quella s<strong>col</strong>latura<br />
che sembri Santa Maria Goretti, anzi peggio, mi<br />
sembri una caramella uscita da Alice nel paese<br />
delle meraviglie. Io sono al passo coi tempi…<br />
come ruby rubacuori, sei tu che sei antica e noiosa,<br />
ferma alla Casa nella prateria! E poi fammi<br />
il favore: la democrazia non esiste da un pezzo.<br />
È una farsa, capisci? Hanno preso la dittatura, le<br />
hanno fatto trucco e parrucco, l’hanno conciata<br />
per le feste e ci hanno venduto una finta democrazia.<br />
Ci manipolano come vogliono, spacciano<br />
finzioni. Io, semplicemente, mi adatto per non<br />
soccombere.
• P: Tu preferisci adattarti invece che<br />
combattere? Ti adegui al sistema e ne<br />
diventi complice? Ma come ti hanno<br />
ridotta? Cosa ti hanno dato e detto per<br />
convincerti? Una volta eravamo amiche,<br />
ricordi? Ci passavamo il testimone in<br />
pace e allegria. Tu eri calda, ma quel caldo<br />
bello e secco con cieli cristallini. Tutto<br />
funzionava. ora invece…ora sei scesa<br />
a compromessi e hai portato umidità,<br />
temperature assassine, desertificazioni<br />
e alluvioni. Hai portato l’umore sporco<br />
dei bassifondi, degli istinti illeciti. Perché<br />
amica mia? Perché?<br />
• E: Perché ho un figlio da mantenere:<br />
Autunno. Perché mio padre mi violentava<br />
e mi picchiava di neve e di ghiaccio:<br />
Inverno. Perché per una volta voglio una<br />
vita facile. voglio tutto quello che voglio.<br />
• P: Così rovini la bellezza della tua anima.<br />
Torna in te, te ne prego.<br />
• E: Ciò che è rovinato non torna più. La<br />
mia bellezza è rovinata da sempre. Dal<br />
disamore. Disamore ho ricevuto e disamore<br />
spargo.<br />
• P: No, no, no…per carità, non è così<br />
amica mia! La legge del Taglione: <strong>occhi</strong>o<br />
per <strong>occhi</strong>o, dente per dente è una fasulla<br />
sete di giustizia, ma non porta da<br />
nessuna parte. Infliggere dolore, vendicarsi…non<br />
porta mai da nessuna parte.<br />
È un’illusione. ricordi com’erano felici<br />
le famiglie in tua compagnia una volta?<br />
Potevano godersi mare e montagna,<br />
potevano ripagarsi con la spensieratezza<br />
mesi di duro lavoro. oggi, invece,<br />
lavorano tutto l’anno e di grazia se<br />
riescono a pagare le bollette e a fare<br />
la spesa. Continuando di questo passo<br />
sarai circondata solo da uomini di potere.<br />
Nessun bambino felice correrà più<br />
a piedi scalzi sulla tua sabbia o sui tuoi<br />
prati. Sarai sempre più sola e più marcia.<br />
La gente passerà le estati in città a boccheggiare,<br />
oppure chiusi in casa davanti<br />
a un climatizzatore o coi piedi a mollo<br />
nelle fontane e nei fiumi inquinati. Vuoi<br />
questo?<br />
• E: Cioè tu, proprio tu che porti pollini e<br />
allergie, asma e raffreddori da fieno…mi fai<br />
la predica? Pensa ai casini che combini. Una<br />
volta non c’erano tutti gli allergici di oggi.<br />
Quali intrugli hai combinato? Confessa!<br />
• P: Nessun intruglio, credimi. Non sono<br />
come te. È che, a furia di togliermi spazio,<br />
sono semplicemente più concentrata.<br />
Tu e l’inverno vi divertite alle mie<br />
spalle. Una partita di ping pong infinita e<br />
io in mezzo, in attesa di una tregua. Non<br />
ci siamo così, ogni cosa ha il suo tempo.<br />
• E: Allora spiegami, cosa vorresti? Devo<br />
entrare in un confessionale e fare penitenza?<br />
Devo allungare l’orlo delle gonne?<br />
Devo? Cosa devo? Secondo me hai<br />
solo voglia di far polemica perché sei<br />
passata di moda, perché sei insulsa, senza<br />
carattere, non sei né carne né pesce.<br />
• P: Sei sicura? Io sono la PrIMA-vErA.<br />
Non ho maschere, non inganno. Porto<br />
il progetto del seme. Ardo e splendo.<br />
Sono ventre di vita. Da me tutto ha<br />
inizio e di me bisogna aver cura se si<br />
vuole raccogliere frutti.<br />
• E: Quanti giri di parole! Cosa diamine<br />
vuoi? E dillo…una volta per tutte.<br />
• P: voglio che ciascuno compia il pro-<br />
getto per cui è stato creato. Se ognuno<br />
facesse il proprio dovere in stretta<br />
connessione con l’universo, con amore<br />
e rispetto, senza finzioni e maschere ingannevoli,<br />
senza dietrologie e ostilità…<br />
sai che bel mondo sarebbe? vorrei il<br />
mondo del baratto in cui ciascuno dona<br />
il proprio talento, il proprio tempo, la<br />
propria attenzione: se io ti do due ceste<br />
di papaveri, qualche seme di gira<strong>sole</strong>,<br />
una manciata di gemme e una matassa<br />
di fili d’erba nuova…tu cosa mi dai?<br />
• E: Mi gira la testa. Comincia a far trop-<br />
po caldo anche per me. Sarà la birra, ne<br />
ho bevuta troppa come al solito. Aspetta,<br />
ora svengo. oddio, aiutami. Tienimi<br />
su. Senti mi aiuti a raccogliere le ciliegie,<br />
le pesche, le albicocche prima che marciscano?<br />
Mi gira tutto. oddio.<br />
Madama primavera si toglie una<br />
camelia bianca dai capelli e la porge<br />
alla sua dirimpettaia spettinata e<br />
rubizza. La prende a braccetto, la<br />
sostiene, le fa cenno di seguirla.<br />
• P: Allora hai capito?<br />
• E: Cosa?<br />
Che ho esagerato con la birra?<br />
67<br />
giu 12
68<br />
giu 12<br />
personaggio<br />
di Manuela Caserta www.paolobuonvino.com<br />
PAoLo BUonVIno<br />
è uno dei compositori<br />
italiani più ricercati:<br />
“Battiato mi ha aperto<br />
un mondo”<br />
Segretamente ogni cantante ha una canzone d’autore<br />
che avrebbe voluto scrivere lui, tu quale <strong>col</strong>onna<br />
sonora cult avresti voluto scrivere?<br />
In realtà non c’è un film che avrei voluto scrivere e<br />
che non ho scritto io, molti film sono belli così come sono<br />
fatti. Diciamo che io mi diverto quando lo faccio e spero<br />
sempre che la musica che sto scrivendo in quel momento<br />
sia la migliore possibile.<br />
All’inizio della tua carriera quali sono stati i maestri a cui<br />
ti sei ispirato?<br />
Una cosa che ti posso dire, io non pensavo di fare musica<br />
per film, non ero un cinefilo nato, io insegnavo privatamente<br />
e facevo musica per un mio <strong>col</strong>lega universitario che<br />
aveva una compagnia teatrale. In realtà ebbi la fortuna di<br />
conoscere Franco Battiato, che mi aprì una serie di mondi.<br />
“Bisogna educare<br />
all’aSColTo”<br />
Ci sono film che si ricordano principalmente per la loro <strong>col</strong>onna sonora,<br />
chi non ricorda ad esempio “Il buono, il brutto e il cattivo”, di Sergio<br />
Leone, o quella del mitico “Rocky II” con Silvester Stallone, “Momenti di<br />
gloria” di Hugh Hudson, oppure ancora, uno su tutti: “Lezioni di piano”<br />
di Jane Campion. Colonne sonore da brividi, frame indimenticabili<br />
scanditi da poche note e memorabili come brillanti sceneggiature.<br />
Paolo Buonvino, musicista e autore, è uno dei compositori italiani più<br />
ricercati. Collaboratore di alcuni fra i maggiori cantautori italiani come<br />
Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Jovanotti e Franco Battiato, inizia la<br />
sua carriera di compositore di musiche da film nel lontano 1997 con<br />
la “Piovra 8”. Poi arriveranno le <strong>col</strong>laborazioni con i film di Gabriele<br />
Muccino, con “Romanzo Criminale” di Michele Placido, le pelli<strong>col</strong>e di<br />
roberto Faenza, Paolo virzì e tanti altri. Quando arrivo nel suo studio<br />
di registrazione nel cuore di Colle oppio a roma, lo trovo ancora<br />
indaffarato a scrivere, mi chiede la cortesia di attendere sul divano zitta<br />
e muta prima che si dimentichi quella breve partitura che stava per<br />
trascrivere. Io attendo in religioso silenzio e rubo il piacere di as<strong>col</strong>tare<br />
un inedito pezzo d’autore prima di tutti gli altri, as<strong>col</strong>to e osservo: lui e il<br />
suo mondo fatto di campionatori, pc, tastiere, una chitarra elettrica e una<br />
bici dietro l’angolo, e sulla lavagnetta degli appunti scorgo il nome di Jova.<br />
All’inizio se c’è stato un riferimento non è stato di carattere<br />
filmico, ma fare appunto l’assistente di Battiato per me fu<br />
come affacciarsi in un mondo molto variegato e musicalmente<br />
ricco.<br />
Franco Battiato oltre a scrivere canzoni, scrive opere e ha<br />
un interesse musicale che spazia dall’orchestra alla musica<br />
elettronica fino alla musica rock. Quindi lì ebbi l’opportunità<br />
di avere dei riferimenti molto importanti.<br />
Come pensi che sia cambiato il tuo mondo professionale<br />
con riferimento al mercato e in parti<strong>col</strong>are alla produzione<br />
quasi “bulimica” di oggi?<br />
Collaboro con alcune atenei universitari e con delle università<br />
stiamo affrontando uno studio sull’overdose da musica,<br />
overdose intesa in senso lato come eccesso di suoni as<strong>col</strong>tati,<br />
non della produzione.
foto tratte dal Concerto<br />
all’Auditorium di roma<br />
e con Jiovanotti a Taormina<br />
Credo che noi abbiamo bisogno di<br />
alternanza, se ci pensi as<strong>col</strong>tiamo<br />
suoni ovunque, in ogni momento,<br />
credo che anche nell’ambito<br />
dell’as<strong>col</strong>to della musica che è una sublimazione<br />
del suono, ci sia bisogno di una<br />
variazione. Quindi anche l’alternanza con il<br />
silenzio è fondamentale secondo me.<br />
Come distingue la buona musica da quella<br />
cattiva?<br />
Secondo me ci sarebbe bisogno di un’educazione<br />
al suono come di una educazione<br />
al gusto. Una educazione al suono, anche<br />
per chi non conosce la grammatica della<br />
musica, può venire da un’educazione<br />
all’as<strong>col</strong>to. Che poi non significa non essere<br />
liberi di as<strong>col</strong>tare quello che ci pare. Ma è<br />
utile per capire quando un brano è ispirato<br />
veramente e quando non lo è.<br />
Quando scrivi una <strong>col</strong>onna sonora come<br />
trovi la giusta concentrazione?<br />
In mille modi non c’è un modo soltanto,<br />
certe volte è il film a ispirarti, altre volte anche<br />
solo un suono. E qualche volta cominci<br />
prima che il film sia girato.<br />
Con quale regista ti piacerebbe lavorare?<br />
Più che con un regista, in verità mi piacerebbe<br />
fare un film come “La sottile linea rossa”<br />
di Terrence Malick. Per quel genere di storia,<br />
in cui si sviscera un’introspezione di un<br />
certo tipo. Dopodiché fare un lavoro come<br />
il mio è sempre interessante, perché ogni<br />
volta che lavori con un regista devi cercare<br />
di incontrare il suo gusto adattando il tuo<br />
personale sentire al suo. Il che ti obbliga a<br />
percorrere strade ogni volta diverse, che se<br />
facessi musica tout court slegata dall’immagine<br />
non succederebbe. Ad esempio, io non<br />
avrei mai pensato di scrivere un tango se<br />
non avessi <strong>col</strong>laborato con Muccino nel suo<br />
film. Ecco fatto.<br />
Cosa consiglieresti a un giovane che vuole<br />
fare musica e che ha l’aspirazione di diventare<br />
un compositore?<br />
Intanto studiare. Anche qui c’è una misura.<br />
Io nello specifico ho fatto studi di pianoforte<br />
e ho studiato all’università disciplina della<br />
musica, ma non ho studiato composizione.<br />
Mi sono dovuto inventare dei metodi e dei<br />
cliché compositivi, naturalmente non li ho<br />
studiati come compositore, ma li ho studiati<br />
in forme diverse. Quindi penso che una<br />
disciplina dello studio ci voglia, ma questa<br />
disciplina deve aprire il tuo istinto non deve<br />
chiuderlo.<br />
Quale musica ti ha accompagnato nella<br />
tua adolescenza?<br />
I Beatles, ma insieme ai miei amici studiavamo<br />
as<strong>col</strong>tando i Dire Straits.<br />
Il modello Sanremo condiziona gli autori<br />
che vi partecipano?<br />
Io credo che un musicista a prescindere da<br />
questi festival, debba sempre cercare di dare<br />
quello che ha veramente. Nel momento in<br />
cui dà ciò che ha, veramente c’è una possibilità<br />
che gli altri lo apprezzino.<br />
Paesi come la Francia dove alle emittenti<br />
nazionali radiofoniche si impone di trasmettere<br />
almeno il 40% di musica nazionale,<br />
sono un modello da seguire?<br />
Secondo me si potrebbe difendere in qualche<br />
modo la produzione nazionale. In America<br />
ad esempio, c’è una regolamentazione<br />
che limita le registrazioni all’estero. Io non<br />
sono d’accordo con i divieti, ma penso che<br />
se ci fosse un incentivo dello Stato italiano<br />
a utilizzare preferibilmente le nostre risorse<br />
in questo settore non sarebbe male. Abbiamo<br />
una buona tradizione di orchestrali che<br />
dovrebbero essere valorizzati molto di più.<br />
69<br />
giu 12
in english<br />
Produzione e organizzazione<br />
della mostra:<br />
Anonima Talenti Srl<br />
Per informazioni:<br />
Assessorato Istruzione e Cultura<br />
Servizio attività espositive: tel. 0165.274401<br />
E-mail: u-mostre@regione.vda.it<br />
Centro Saint-Bénin - Via Festaz, 27:<br />
tel.0165.272687<br />
Internet: www.regione.vda.it<br />
GIorGIo<br />
DE CHIrICo<br />
Un labirinto di capolavori<br />
Un’occasione unica per ammirare i capolavori di Giorgo De Chirico.<br />
Resterà aperta fino al 30 settembre, al Centro Saint Bènin di Aosta<br />
la mostra “Il labirinto dei sogni e delle idee”. L’esposizione, curata da<br />
Luigi Cavallo e Franco Calarota, è promossa dal’assessorato all’Istruzione e<br />
alla Cultura della regione autonoma valle d’Aosta.<br />
L’esposizione, attraverso le diverse fasi stilistiche del grande artista, “racconta”<br />
il percorso all’insegna della metafisica tra recupero della tradizione<br />
classica, invenzione di nuovi temi e tecniche e riavvicinamento alla realtà. “È<br />
il pittore più nuovo del vecchio mondo – ha spiegato Luigi Cavallo -. Gettare<br />
uno sguardo sulla sua opera significa ripercorrere le avventure creative<br />
del ventesimo se<strong>col</strong>o, fondamenta e confronti per il nostro tempo”.<br />
70<br />
giu 12<br />
arte<br />
a cura della redazione<br />
AoSTA<br />
Centro Saint Bènin<br />
29 aprile/<br />
30 settembre 2012<br />
GIorGIo DE CHIrICo<br />
A labyrinth among<br />
masterpieces<br />
The exhibit about<br />
Giorgio De Chirico<br />
will be in Aosta<br />
until September 30th<br />
A unique chance to admire Giorgio De Chirico’s<br />
masterpieces. “Il labirinto dei sogni e delle idee” (The<br />
labyrinth of dreams and ideas) is going to be in<br />
Centro Saint Bènin, Aosta, until September 30th. The<br />
expo, curated by Luigi Cavallo and Franco Calarota, is<br />
promoted by Assessorato all’Istruzione e alla Cultura of<br />
Regione autonoma Valle d’Aosta.<br />
The exhibit, through the different phases and styles<br />
of the great artist, tells his metaphysical journey<br />
among classic tradition, new element’s and techniques’<br />
inventions and an approachment to reality. “He’s the<br />
newest painter from the old world – explains Luigi<br />
Cavallo. Taking a glance into his work means watching<br />
the whole 21st century’s creative adventures,<br />
modernity stands upon and relates to”.<br />
In <strong>col</strong>laborazione con:<br />
Studio ESSECI,<br />
Sergio Campagnolo – Padova<br />
tel. 049.663499<br />
gestione1@studioesseci.net<br />
www.studioesseci.net
❯ Due maschere (1926)<br />
71<br />
giu 12
in english<br />
72<br />
giu 12<br />
arte<br />
GIorGIo<br />
DE CHIrICo<br />
Un labirinto di capolavori<br />
❯ ettore e andromaca,<br />
olio su tela, cm. 18 x 25<br />
(1975)<br />
Info&timetable<br />
24 APrILE/30 SETTEMBrE 2012<br />
Biglietti: 5 euro intero,<br />
3,50 euro ridotto,<br />
riduzione 50% soci TCI,<br />
gratuito per i minori<br />
di 18 anni e per<br />
i maggiori di 65.<br />
orari: orario: tutti i giorni<br />
9.30 - 12.30 / 14.30- 18.30<br />
Tickets: 5 full price ticket,<br />
3,50 reduced price ticket,<br />
50% reduction for TCI<br />
members, free entry<br />
for people under 18 and<br />
over 65 years old.<br />
open: everyday 9.30 - 12.30 /<br />
14.30 - 18.30<br />
Internet: www.regione.vda.it<br />
❯ Cavalli in riva al mare,<br />
olio su tela, cm. 50 x 40,<br />
(1962-63)<br />
❯ Autoritratto (2005)<br />
«Il Centro Saint-Bénin di Aosta<br />
– ha dichiarato l’assessore<br />
Laurent Viérin – rinnova<br />
l’appuntamento con l’arte<br />
moderna e contemporanea<br />
con questa iniziativa culturale<br />
di rilievo, che rappresenta<br />
un tassello importante nella<br />
programmazione regionale,<br />
inserendosi in un’offerta coordinata<br />
e integrata volta alla<br />
promozione e valorizzazione<br />
della cultura in tutti i suoi<br />
aspetti. Giorgio de Chirico<br />
ha, infatti, dimostrato quanto<br />
la libertà sia un motore indispensabile<br />
nella ricerca artistica,<br />
che gli ha permesso di<br />
portare la pittura all’attenzione<br />
della storia, affermandone<br />
l’importanza e il ruolo in ambito<br />
internazionale”.<br />
«Centro Saint-Bénin in Aosta – told<br />
assessore Laurent Viérin – hosts<br />
once again a great modern and<br />
contemporary art’s initiative,<br />
related to the whole region’s<br />
program, based on promotion<br />
and appreciation of every kind<br />
of culture and creative work.<br />
Giorgio de Chirico showed us<br />
how freedom is necessary to art’s<br />
research, which lead him to bring<br />
painting to the top of international<br />
art and its history.”.
“Giorgio de Chirico. Il labirinto<br />
di sogni e di idee”<br />
consentirà a tutti i visitatori<br />
di poter ammirare 40 dipinti<br />
a olio, 10 tempere e disegni,<br />
15 grafiche, anche <strong>col</strong>orate<br />
a mano dall’autore. Si tratta<br />
di un’importante selezione<br />
di opere raramente esposte<br />
e provenienti da prestigiose<br />
<strong>col</strong>lezioni private italiane, da<br />
rac<strong>col</strong>te pubbliche, dal “Mart”<br />
di rovereto e dal museo<br />
Casa rodolfo Siviero. Tutte<br />
opere che eccezionalmente,<br />
e per quest’occasione, hanno<br />
abbandonato la loro originaria<br />
<strong>col</strong>locazione per essere<br />
“offerta” al grande pubblico.<br />
❯ I gladiatori<br />
olio su tela (1928)<br />
“Giorgio de Chirico. Il labirinto<br />
di sogni e di idee” will give the<br />
audience the chance to admire 40<br />
oil paintings, 10 temperas paintings<br />
and drawings, 15 graphic pieces,<br />
hand-<strong>col</strong>ored by the author<br />
himself. This great selection of<br />
rarely exposed art works comes<br />
from italian prestigious private<br />
<strong>col</strong>lections, public <strong>col</strong>lections,<br />
rovereto’s “Mart” and “Casa<br />
rodolfo Siviero”’s museum. All<br />
of them left exceptionally their<br />
ubications to be “offered” to more<br />
visitors.<br />
❯ Giorgio De Chirico<br />
diana cacciatrice, olio su tela,<br />
cm. 50 x 40 (1955)<br />
❯ Bagnanti sulla spiaggia<br />
Gadgets, Regali aziendali,<br />
Bomboniere, Ristorazione<br />
Originale<br />
con stile<br />
made in Sicily<br />
Creazioni in porcellana<br />
via G. Borelli, 10 Messina<br />
Tel. 090 710898<br />
mobile: 347 0091544<br />
www.iconaporcellane.it<br />
F. Fulci
74<br />
giu 12<br />
foto<br />
a cura della redazione<br />
Un omaggio alla fotografia in Sicilia con artisti<br />
quali Shobha Battaglia, Giuseppe Leone e Mimì<br />
Mollica. Partirà il 29 giugno e si concluderà il<br />
primo luglio, la prima edizione del “ragusa foto<br />
festival”. La rassegna sarà dedicata a Enzo Sellerio, fotografo<br />
ed editore, e vedrà artisti di fama internazionale esporre i<br />
propri scatti e confrontarsi sulla fotografia. In “campo” al<br />
foto festival ci saranno personaggi come Shobha Battaglia,<br />
Tano D’Amico, Giovanni Chiaramonte, Fausto Giaccone,<br />
Mimì Mollica, Gianni Cipriano, Alfredo D’Amato, Giuseppe<br />
Leone. A ideare la manifestazione, realizzata dall’associazione<br />
“Antiruggine”, è stata Stefania Paxhia.<br />
La direzione artistica è stata invece affidata a Maurizio<br />
Garofalo. Le mostre saranno ospitate a palazzo zacco, in<br />
via San vito, a palazzo Garofalo in corso Italia, a palazzo<br />
Cosentini in via Capitano B<strong>occhi</strong>eri, nella chiesa di San<br />
ph. giuseppe leone<br />
Un festival nel segno<br />
di SELLErIo<br />
A ragUSa UN oMAGGIo ALLA FoToGrAFIA IN SICILIA, oSPITATo<br />
IN “PErLE” DELL’UNESCo, CoN ArTISTI DI FAMA INTErNAzIoNALE<br />
vincenzo Ferreri, in via dei Normanni, alla sala Falcone<br />
Borsellino di piaza Pola e all’ex convento di Santa Teresa<br />
in via Orfanotrofio. Tutti luoghi considerati patrimonio<br />
mondiale dell’Unesco.<br />
Il festival, oltre a mettere a confronto le carriere e le ricerche<br />
di grandi artisti ma anche delle speranze della fotografia<br />
siciliana e non solo, darà a tutti gli appassionati la possibilità<br />
di dialogare e dibattere con autori, critici e photo editor<br />
in una serie di manifestazioni gratuite. A disposizione dei<br />
partecipanti ci saranno figure come Emilio D’Itri, direttore<br />
Officine fotografiche di Roma e del Festival “Fotoleggendo”<br />
di roma, Mario Dondero, fotografo, Tiziana Faraoni, photo<br />
editor (l’Espresso), roberto Mutti, docente e critico della<br />
fotografia (La Repubblica), Maurizio Garofalo, Art director<br />
e photo editor, Umberto Agnello, fotografo. Le esposizioni<br />
saranno aperte al pubblico per tutto il mese di luglio.
ph. Shobha<br />
ph. Alfredo d’Amato<br />
ph. gianni Cipriano<br />
ph. Mimì Mollica<br />
Per ulteriori informazioni:<br />
www.ragusafotofestival.com<br />
indirizzo email info@ragusafotofestival.it<br />
contatto telefonico cell. 320 2176543<br />
75<br />
giu 12
in english<br />
viaggi<br />
di Girolamo Mangano<br />
Con gli <strong>occhi</strong><br />
di SHIzUko<br />
Questa è la storia di una donna giapponese<br />
che conduce i connazionali alla scoperta<br />
delle bellezze della Sicilia<br />
In una terrazza sulla <strong>col</strong>lina di Letojanni, a tre spanne<br />
a sud di Taormina, c’è una scheggia di Giappone incastrata<br />
in uno degli angoli più belli di Sicilia. C’è una<br />
gentile donna giapponese; bruna manco a dirlo, alta, con le<br />
sue abitudini, le sua lingua, la sua televisione, i suoi gadget<br />
elettronici, le sue gattine, Titti e Quick. Shizuko è il suo<br />
nome, la stessa donna giapponese che in una fetta di cuore<br />
è certamente siciliana. Ed è qui in Sicilia, a Letojanni, che<br />
il destino e la vita di tutti i giorni hanno scritto e stanno<br />
scrivendo una gentile storia d’amore. Tra un taorminese<br />
purosangue, Cesare, e una donna dell’altro mondo. E, di<br />
mezzo, i sette mari. Partendo dall’Isola Bella di fronte a<br />
Taormina, per finire ai mari giapponesi dall’altra parte del<br />
globo. L’altro lato della storia - più cronaca che romanzo -<br />
With Shizuko’s eyes<br />
The story of a Japanese woman who leads her<br />
fellow countrymen to discover Sicily’s wonders.<br />
By Girolamo Mangano<br />
On a balcony on a hill in Letojanni, near Taormina,<br />
there’s a fragment of Japan, embedded in one of the<br />
most amazing corners in Sicily. There’s a kind Japanese<br />
woman, black hair, obviously, tall, with her habits, her<br />
language, her television, her electronic gadgets, her cats,<br />
named Titti and Quick. Shizuko is her name, the Japanese<br />
woman who definetely has a sicilian slice in her<br />
heart. And here in Letojanni, Sicily, is where fate and<br />
everyday life wrote and are still writing a kind love story.<br />
Between a born and raised in Taormina guy and a woman<br />
from another world. And in between are the seven<br />
76<br />
giu 12<br />
seas. Moving from Isola Bella, in front of Taormina to<br />
the Japanese seas on the other side of the world. The<br />
other side of the story- which is more a report than a<br />
novel- is about a woman who decided to be herself, with<br />
her tradition, but to make them join a very different<br />
land, warm and filled with human relationships. Let’s<br />
get to know her.<br />
Shizuko Hara is the woman from our story. She was<br />
born in Tokyo, in the city, in 1962. And now, after eleven<br />
years of life, journeys, studies and meetings and hotels,<br />
seas, markets, roads, she found her place to be near<br />
Etna and she knows well Sicily, its history and its people.<br />
Almost every week, whatever the weather’s like, in<br />
summer or winter, she joins the japanese people who<br />
land on this side of the Stretto. She leads and teaches<br />
them- among seas, greek ruins and the big volcano-<br />
about reality, food, habits, vices and virtues and qualities<br />
of sicilian people. And keeping picturing and presenting<br />
she ended up making Sicily hers. Her journey to Italy<br />
è quella di una donna che ha deciso di rimanere se stessa,<br />
con le sue tradizioni, ma di farle convivere con una terra<br />
così diversa, pittoresca, calda, sapida di rapporti umani. Conosciamola.<br />
È Shizuko Hara la donna della nostra storia.<br />
È nata a Tokyo, proprio a Tokyo, nel 1962. E oggi - dopo<br />
undici anni di vita e viaggi e studi e incontri e hotels, mari,<br />
mercati, strade - ha trovato il suo posto sul mare a lato<br />
dell’Etna, ed é una grande conoscitrice della Sicilia, della<br />
sua storia e della sua gente.<br />
ogni settimana, quasi - con ogni tempo possiamo dire -<br />
estate e inverno, accompagna i giapponesi che si avventurano<br />
al di qua dello Stretto. Li guida, li istruisce - tra mari e<br />
rovine greche e il grande vulcano - su realtà, cibi, abitudini,<br />
vizi, virtù e qualità dei siciliani.<br />
and Sicily started many years ago in Tokyo, in the office<br />
of Banca Commerciale Italia where she used to work.<br />
“My boss- she says ironic and moved-was the one who<br />
told me I was already italian, somehow. And that was<br />
because I used to move my hands while talking, helping<br />
my words, like you do.”. After that job came the travels.<br />
It was the turning point for Shizuko. Travelling becomes<br />
her everyday life, she becomes a travel courier for “Nippon<br />
Travel Agency”. Groups of Japanese people, curious,<br />
smiling with a camera built in their fingers to guide and<br />
teach in Palermo, Etna, Selinunte, Noto, Mozia, cathedrals<br />
and markets.And restaurants. “But they’re not only<br />
tourists: they’re business men, some of them sell food – i<br />
even met vendors of dry tomatoes”. Japanese people<br />
love Sicilian cooking- beside opera and Italian fashion<br />
firmas. “Above all, they prefer two things in Trinacria’s<br />
menu: spaghetti and sea-urchins on a side. Mixing both<br />
is better: spaghetti with sea-urchins.” says Shizuko with<br />
a blink of an eye. Japanese people are curious with food
E<br />
a forza di illustrare e presentare, ha finito per introiettarla,<br />
questa Sicilia - per farla diventare sua. È a<br />
Tokyo - nell’ufficio della Banca Commerciale Italia,<br />
dove lavorava tanti anni fa - che si iniziò il suo viaggio verso<br />
l’Italia e la Sicilia.<br />
“Fu il direttore della filiale - dice ironica e commossa - a<br />
spiegarmi che in un certo senso ero già un poco italiana.<br />
E ciò perché parlando mi aiutavo con le mani, gesti<strong>col</strong>avo,<br />
un po’ come fate voi. Accompagnavo le parole con i gesti”.<br />
Dopo la banca, vennero i viaggi. Per Shizuko, svolta nella<br />
vita. Il viaggio diventa la filigrana dei suoi giorni, diventando<br />
accompagnatrice turistica della “Nippon Travel Agency”.<br />
Gruppi di giapponesi curiosi, sorridenti, con il clic fotografico<br />
incorporato, da guidare e istruire tra Palermo, Etna,<br />
Selinunte, Noto, Mozia, Cattedrali e mercati. E ristoranti.<br />
“Ma non sono solo turisti i viaggiatori dal Sol Levante:<br />
sono commercianti, mercanti di cibi - ho anche conosciuto<br />
mercanti di pomodori secchi”. Già, la cucina: i giapponesi<br />
adorano - con l’opera e le firme della moda italiane - anche<br />
la cucina siciliana: “In cima a tutto, due preferenze dal<br />
menù della Trinacria: spaghetti da una parte e ricci dall’altra.<br />
Meglio i due sommati: spaghetti ai ricci”, dice ammiccando<br />
Shizuko. I giapponesi a tavola sono curiosi di tutto,<br />
ma la via maestra è quella del mare, del pesce - meglio se<br />
crudo”. E qui la Sicilia va alla grande, visto che per il Sol<br />
Levante - si sa - tonni e spada del Mediterraneo costituiscono<br />
la prima scelta mondiale (con i relativi problemi di<br />
pesche eccessive e abusive, ma non è qui il caso di approfondire).<br />
Il giapponese ama il vino e non ha preferenze se<br />
esso sia un bianco secco o un Nero d’Avola. I giapponesi<br />
sono curiosi, e non solo davanti alla Cattedrale di Palermo.<br />
Sono avidi di dettagli, as<strong>col</strong>tano con attenzione Shizuko<br />
che racconta loro come si svolge la vita di questi singolari<br />
amabili e pittoreschi isolani, dei loro cibi, dei loro rapporti,<br />
dei loro gesti.<br />
E loro così appartatati, as<strong>col</strong>tano il racconto, la cronaca<br />
but above all they love fish, better if raw.” And Sicily’s<br />
brilliant with that, since East choses Mediterranean<br />
tuna fishes and swordfishes more than anything else (it<br />
causes many issues about illegal fishing, but that’s not<br />
what we’re talking about). A Japanese guy loves wine<br />
whether it’s white, red or Nero d’Avola. Japanese people<br />
are curious, and not only in front of Palermo’s Cathedral.<br />
They’re hungry for details, they listen closely to Shizuko,<br />
telling them about everyday life of people in the island<br />
and their food, relationships and gestures.<br />
And they listen to her stories, sicilian reports read by<br />
Shizuko. She explains: “the approach of sicilian people,<br />
concerns food very often, it’s one of the treasures of<br />
the island. Then the speech goes where it has to go. But<br />
often, all those words in the bar, at the market, from a<br />
balcony to the next start from there, the dishes and the<br />
recipes: what you ate, who ate with you, where. In Tokyo,<br />
the first verbal contact with somebody is the weather.<br />
People are shy, talking about the weather means respec-<br />
ting the other person before getting to the real topic. In<br />
Osaka, for example, the talk starts with the money: how<br />
much does it cost? How much did that one cost?”<br />
But let’s talk about this, why did Shizuko choose to stay<br />
here? It’s the air in Sicily, what was determinant in our<br />
curious and receptive Japanese tourist’s travel courier’s<br />
choice. The woman, who founded her life on a bet on<br />
love, founds our air pure, perfumed and natural. And<br />
she also stayed for work and for the memory of love.<br />
Cesare’s love is entire and intact- says Shizuko – like<br />
the air and the sky on this island. “ Over all, besides the<br />
problems of Sicily, besides “sicilianity”, that sometimes<br />
becomes an issue, i breathe an air and an atmosphere<br />
which make me feel free and still like I belong to this<br />
place and this community. Even if the pain remains in<br />
Sicily. Here we can still live like human beings, thanks<br />
to people and nature. I see it in a positive way, despite<br />
many things do stress me: every country has them. In<br />
Taormina everybody knows me. In Japan it’s different,<br />
siciliana letta da Shizuko. Spiega: “l’approccio dei siciliani,<br />
al primo contatto, riguarda spesso il cibo, uno dei tesori,<br />
dei patrimoni. Poi il discorso va dove deve andare. Ma<br />
spesso tutte quelle parole al bar, al mercato, da un balcone<br />
all’altro partono da lì, i piatti, le delizie della tavola: che hai<br />
mangiato, con chi, dove. A Tokyo, il primo contatto verbale,<br />
le prime parole di ogni incontro riguardano il meteo, il<br />
tempo che fa. È gente riservata, parlare del tempo è un<br />
po’ rispettare l’altro, per arrivare poi al vero argomento. A<br />
osaka, ad esempio, il discorso vira subito sui soldi: quanto<br />
costa questo, quanto costava quell’altro?”<br />
Ma veniamo ai perché di Shizuko, perché ha voluto rimanere<br />
quaggiù? È l’aria, l’aria di Sicilia, determinante nella<br />
scelta di vita della nostra accompagnatrice di curiosi e<br />
bendisposti turisti giapponesi. La donna, che ha fondato la<br />
sua vita su una scommessa d’amore, trova l’aria di Sicilia<br />
pura, profumata e naturale. E poi è rimasta per il lavoro e<br />
per la memoria dell’amore. E quello di Cesare è intatto,<br />
integro - dice Shizuko - come è intatta l’aria, il cielo di<br />
questa isola. “Al di là di tutto, oltre i problemi di questa<br />
Sicilia, oltre la “sicilianità” che a volte costituisce un problema,<br />
respiro un’aria, un’atmosfera che mi fa sentire insieme<br />
libera e facente parte di un luogo, di una comunità. Anche<br />
in presenza delle spine di Sicilia - che rimangono. Qui possiamo<br />
vivere ancora umanamente, grazie all’ambiente e<br />
anche alla gente. Lo vedo molto positivo, il quadro, anche<br />
se tanti aspetti mi stressano: ogni Paese ne ha. A Taormina<br />
tutti mi conoscono. In Giappone è diverso, oggi. Tanti si<br />
sentono molto soli. Qui non ti fanno mai sentire sola, non<br />
vogliono lasciarti solo, e anche gli italiani in generale. A<br />
volte desidero stare appartata a dire il vero, qualche volta<br />
possono stancarti”.<br />
Shizuko a volte ha bisogno nella sua casa, sulla terrazza. Siciliana<br />
la casa, le gatte - Titti marroncina e Quick bianca e<br />
grigia - e siciliana anche la migliore amica, Ivana, moglie del<br />
fratello di latte di Cesare. E poi tanti conoscenti.<br />
nowadays. Many people feel alone. Here you can never<br />
feel alone, they would never let you feel alone, Italian<br />
people don’t. Sometimes I want to stay on my own, sometimes<br />
it makes you feel tired”. Shizuko sometimes<br />
needs her home, on the balcony. The house is sicilian,<br />
the cats – the brown one, Titti and the white and grey<br />
Quick are sicilian- and also her best friend Ivana, Cesare’s<br />
brother’s wife. And many acquaintances. But sometimes<br />
loneliness is a friend, mate of meditation and<br />
serenity. Maybe she’s closer to her Cesare and the love<br />
at first sight that changed her life and her Japan, near<br />
and so far. The country she never forgot or neglect. A<br />
country that changes but with traditions and very strong<br />
rules. A country between Buddhism and Shintoism, West<br />
for some passions, like opera music, Ferrari and Italian<br />
signed foulards and its past.<br />
Shizuko complains about Sicily the most the permanent<br />
tentation of rescheduling. The attempt to delay. That habit<br />
is the main reason of anger for her.<br />
77<br />
giu 12
in english<br />
Ma la solitudine a volte è amica, compagna di<br />
meditazione, di serenità. Forse così è più vicina<br />
al suo Cesare e a quel <strong>col</strong>po di fulmine che le<br />
cambiò la vita, e al suo Giappone, vicino e lontano. Paese<br />
natale che non ha dimenticato, né trascurato. Un Paese<br />
che cambia anche lui, ma con tradizioni, e anche regole<br />
forti, fortissime. Un Paese tra Buddismo e Scintoismo,<br />
tra occidente per certe passioni come la musica classica<br />
occidentale, le Ferrari e foulard con firma italiana e il proprio<br />
passato. Shizuko lamenta della Sicilia, soprattutto, la<br />
perenne tentazione del rinvio. Il tentativo di dilazionare.<br />
Tale indolente abitudine è per lei la madre di tante furie.<br />
Un problema che si concentra sugli artigiani: “Se e quando<br />
ho bisogno dell’elettricista, del muratore, dell’idraulico,<br />
ho diffi<strong>col</strong>tà. Quello diventa un momento dolente della<br />
vita. Perché? Alzo il telefono, chiamo l’idraulico, la risposta<br />
è sempre unica, senza eccezioni: ‘ora vedremo, richiamo<br />
io la prossima settimana’. Quella telefonata non arriverà,<br />
non arriverà mai, o quasi. Sarò io che dovrò telefonare per<br />
chiamare l’affannato artigiano e richiedere un appuntamento.<br />
E mi dirà ancora che verrà in una imprecisata mattinata,<br />
nel pomeriggio, nei prossimi giorni. Mentre ciascuno<br />
di noi ha i suoi impegni; io sono una donna che lavora, con<br />
mille cose da fare. Devo sapere come e quando. Ecco la<br />
sicilianità che non mi va”. Più italiana o più giapponese? Shizuko<br />
risponde con calma brillante: “cambio anche io, sai?<br />
Dopo Cesare cucinavo più italiano, cucinavo come lui mi<br />
insegnò. Poi venne mia mamma qui, recentemente. Si fermò<br />
un po’. Allora ho imparato ad adattare i cibi del nostro<br />
A<br />
problem, concerning artisans especially : “Whenever I<br />
need an electrician, a builder, a plumber, I have troubles.<br />
That becomes an hard time of my life. Why?<br />
I call the plumber and I always get the same answer ‘ We’ll see.<br />
I’ll call you next week.That phone call is never gonna arrive.<br />
I will have to call the tired craftsman and ask for an appointment.<br />
And he’s still gonna tell me he’s gonna come one morning,<br />
probably. Everyone has things to do, I am a worker, and<br />
got lots to do. I need to know how and when it’s gonna happen.<br />
That’s the sicilianity I can’t stand.”. More Italian or Japanese?<br />
Shizuko quietly answers: “I change too, you know? After Cesare<br />
I used to cook more Italian style, like he taught me to. Then my<br />
mother came here and stayed for a while. So I learned how to<br />
mix Japanese and sicilian food. They’re good: I find everything in<br />
a nice oriental shop in Catania, with many biological products.<br />
I didn’t mind the idea of letting my mom stay for a while, but<br />
it’s not possible.<br />
For the food, the loneliness she would be forced to when I have<br />
to work. And healthiness: it’s not easy to go to the doctor, being<br />
78<br />
giu 12<br />
viaggi<br />
oriente a quelli siciliani. vengono bene: trovo tutto in un<br />
bel negozio con cose orientali a Catania, con tanti cibi bio.<br />
Non mi dispiaceva l’idea di far rimanere qui la mamma,<br />
ma è impossibile. Per il cibo, per la solitudine a cui sarebbe<br />
costretta quando io manco per lavoro. E poi la salute: è un<br />
problema andar dal medico e non poter spiegare il proprio<br />
malanno”.<br />
Una guida turistica tutta parti<strong>col</strong>are, singolare, appassionata<br />
della Terra: “Amo mostrare più la gente, le sue abitudini,<br />
la terra con i suoi frutti, più che i classici monumenti - dice<br />
Shizuko - desidero introdurre i giapponesi in una atmosfera:<br />
parlo delle abitudini, dei modi che vi ho detto poco<br />
fa. E la musica: in viaggio faccio as<strong>col</strong>tare spesso la <strong>col</strong>onna<br />
sonora di “Nuovo Cinema Paradiso”. E amo sentire tutta<br />
la forza della natura, l’Etna e i suoi crateri, ci fanno sentire<br />
quanto siamo pic<strong>col</strong>ini”. Shizuko ritorna al lavoro con il<br />
suo laptop. Prepara escursioni. “Devi essere sempre aggiornato<br />
se vuoi lavorare con i giapponesi”, dice, di fronte<br />
al mare. È così, guardando il blu, che si sente ancora vicina<br />
al suo Cesare. Che avrebbe voluto essere sepolto in mare.<br />
E Shizuko aspetta il giorno in cui la legge lo permetterà.<br />
Intanto è pronta per il prossimo giro. Con la musica di un<br />
film che ha commosso mezzo mondo. Anche una giapponesina<br />
incavolata con gli elettricisti siciliani.<br />
unable to explain the symptoms”. A unique tour courier, passionate<br />
for Earth: “ I love showing more people, its habits, the earth<br />
and its fruits than the ancient monuments- says Shizuko – I<br />
want to show Japanese people an ambient: I talk about habits,<br />
like I told you before.<br />
And about music: during the trips I often make people listen to<br />
“Nuovo Cinema Paradiso”’s soundtrack. And I love to feel the<br />
strength of nature, Etna and its craters make us realize how<br />
little we are.”. Shizuko comes back to work with her laptop. She<br />
plans trips “You have to be constantly updated if you wanna<br />
work with Japanese people” says, in front of the sea.<br />
Looking at the sea, that’s how she feels still close to her Cesare.<br />
She would have bury him in the sea. Shizuko waits for the day<br />
law will allow that.<br />
In the meanwhile she’s ride for her next tour. With music from<br />
a movie that moved men and women all over the world. Even a<br />
Japanese girl who gets mad with Sicilian electricians.<br />
Indirizzo web della accompagnatrice turistica<br />
Shizuko Hara giapponese:<br />
http://www.shizukohara.com<br />
e-mail: info@shizukohara.com<br />
Contact Shizuko Hara:<br />
http://www.shizukohara.com<br />
e-mail: info@shizukohara.com
80<br />
giu 12<br />
io c’ero<br />
di Roberto Gueli e Francesco Lamiani<br />
foto di Salvo Militello<br />
Come ti creo<br />
gli AMBASCIAToRI<br />
L’ASSoCIAzIoNE DIPLoMATICI PorTA oGNI ANNo<br />
MIGLIAIA DI rAGAzzI NELLA SEDE DELLE NAzIoNI UNITE<br />
Questa è una storia siculo-americana.<br />
Una storia vera che annulla il paradigma<br />
tutto cinematografico dei film sulla mafia<br />
o delle storie di emigrazione di fine<br />
ottocento. Questa è la storia<br />
di un gruppo di ragazzi che nel 1998,<br />
in un albergo di New York, capirono<br />
che si poteva cambiare il mondo<br />
È<br />
l’avventura di “Diplomatici”, un’associazione che<br />
ogni anno insegna a più di mille studenti a diventare<br />
ambasciatori e lo fa nella culla della diplomazia<br />
mondiale: il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite.<br />
Dal 1999 “Diplomatici” partecipa alle simulazioni di processi<br />
diplomatici che si svolgono all’onu rivolte ai ragazzi delle<br />
scuole superiori e agli universitari. All’inizio erano solo<br />
quaranta studenti siciliani che sognavano l’America. Poi sono<br />
arrivati i premi e i riconoscimenti e, per alcuni di loro, anche<br />
un posto di lavoro vero e proprio come diplomatico.<br />
“Tutto è cominciato per caso – ricorda Claudio Corbino,<br />
presidente e anima di “Diplomatici” - un nostro amico, in<br />
vacanza <strong>negli</strong> Stati Uniti, notò nell’albero dove alloggiava<br />
centinaia di ragazzi...e ragazze.
Si trattava di Nmun, la simulazione di processi<br />
diplomatici organizzata da Un Fundation, si informò<br />
come fare a partecipare e l’anno dopo l’università<br />
di Catania fu il primo ateneo italiano a prendere<br />
parte all’evento. Eravamo in 40, oggi portiamo a New York<br />
migliaia di persone. Esperienza di livello se consideriamo<br />
lo spessore dei ragazzi ed il grado di preparazione dei<br />
docenti”.<br />
In questi 12 anni l’avventura, infatti, si è trasformata in un<br />
progetto che ha valicato le Alpi e che ha come cuore<br />
pulsante proprio la Sicilia. “Abbiamo aperto sedi in tutta<br />
l’Italia e abbiamo contatti in vari Paesi d’Europa e del resto<br />
del mondo – spiega Corbino – ciò che ci ha permesso di<br />
affermarci è il metodo di preparazione alle simulazioni di<br />
processi diplomatici”.<br />
Prima della settimana da delegati all’onu i ragazzi delle scuole<br />
e gli universitari si sottopongono ad un training intensissimo<br />
che li catapulta direttamente nel mondo delle relazioni<br />
diplomatiche: si parla solo in inglese, vengono approfondite<br />
le dinamiche dei Paesi che si vanno a rappresentare, si<br />
studiano i metodi di relazione che si tengono durante le<br />
vere sessioni.<br />
In questi anni “Diplomatici” ha formato migliaia di studenti,<br />
così nel 2012 è stato deciso di compiere il passo avanti:<br />
Change The World. “È la prima simulazione organizzata da<br />
un ente non americano, la prima a non essere direttamente<br />
<strong>col</strong>legata alle Nazioni Unite, la prima quindi che arriva da<br />
quanti hanno vissuto l’esperienza Diplomatici”, dice ancora<br />
Claudio Corbino.<br />
Lo scorso aprile a New York, al Palazzo di vetro, c’erano<br />
oltre mille studenti provenienti da Europa (Italia, Spagna,<br />
regno Unito, Svizzera, Francia, Germania, Ungheria, Polonia,<br />
Slovenia, Austria, Albania, russia), America (Usa, Brasile,<br />
Messico, Argentina), Asia (Pakistan, India, Cina) e Africa<br />
(Nigeria, Kenya, Ghana, Etiopia, Algeria) tutti a ‘giocare’<br />
con i destini del mondo. “La differenza fra Change the<br />
World e altre simulazioni – aggiunge Corbino - è proprio la<br />
partecipazione interiore che ciascun delegato può fornire<br />
alla squadra-nazione che rappresentata e quindi, nel grande<br />
gioco della diplomazia che si svolge alle Nazioni Unite,<br />
trasferire questa sua intenzione al resto del mondo”.<br />
Se le simulazioni tradizionali offrono una valida ma rigida<br />
applicazione di ciò che realmente accade all’onu, Change<br />
the World va oltre, a metà fra buoni propositi e desiderata,<br />
offre la visione di ciò che potrebbe essere il nostro pianeta,<br />
quindi la nostra società globale mediante gli attori di domani:<br />
i ragazzi.<br />
Intanto si scaldano i motori per l’edizione 2013.<br />
“Diplomatici” è già in azione e sono in cantiere le aperture<br />
di altre sedi in varie città d’Italia ed Europa: Londra, Berlino,<br />
Firenze, Torino. Tutto si basa sull’idea che i ragazzi possano<br />
proseguire la propria esperienza in associazione attraverso<br />
il coinvolgimento diretto nello sviluppo. Il percorso<br />
diventa cosi lavorativo e i ragazzi, adesso, ci credono.<br />
Il Change the World 2013 si svolgerà a New York dal 17 al<br />
25 marzo prossimi, ma sarà caratterizzato da un’importante<br />
novità: tutti i partecipanti, italiani e stranieri, si ritroveranno<br />
due giorni prima a roma dove, presso la Fao, daranno inizio<br />
all’attività di simulazione oNU che si concluderà appunto<br />
nella Grande Mela. Le iscrizioni al progetto si apriranno<br />
da settembre, sul sito diplomatici.it e si chiuderanno il 30<br />
novembre.<br />
Sono previsti oltre 1500 partecipanti provenienti da tutte<br />
le parti del mondo: ragazzi che credono davvero di potere<br />
cambiare le cose. E, forse, questa convinzione rappresenta<br />
davvero l’inizio del cambiamento.<br />
81<br />
giu 12
82<br />
giu 12<br />
giovani<br />
di Cinzia Ficco www.tipitosti.com<br />
Il gIoCo<br />
della “manna”<br />
Beppe Cassataro ha rac<strong>col</strong>to i segreti del nonno<br />
e ora guida un’impresa che esporta in tutto il mondo<br />
La manna per i siciliani non scende dal cielo.<br />
Da qualche anno sta arrivando dal lavoro<br />
faticoso di Giuseppe, detto Beppe,<br />
Cassataro che, del frutto del frassino,<br />
segue la rac<strong>col</strong>ta, la trasformazione e persino<br />
la distribuzione. Lo fa con i genitori e i due<br />
fratelli, da quando, qualche anno fa,<br />
dopo la laurea in Economia e Commercio<br />
a Palermo e una specializzazione triennale<br />
a Parma in Sviluppo locale,<br />
ha deciso di darsi all’agri<strong>col</strong>tura.<br />
Nato a Cefalù, ventotto anni fa, Beppe ha sempre amato<br />
la vita in campagna. “Tutto è nato per gioco. Comunque,<br />
l’amore – spiega – me l’ha trasmesso mio nonno Antonio, a<br />
cui, sei anni fa, chiesi di svelarmi i segreti della rac<strong>col</strong>ta della<br />
manna. Avevo capito che il mercato di questo frutto, di cui,<br />
secondo la Torah, si cibò il popolo d’Israele, camminando<br />
per 40 anni nel deserto dopo l’uscita e la liberazione dalla<br />
schiavitù in Egitto, ha enormi potenzialità. In pratica, nel<br />
mondo non abbiamo concorrenti, perché la manna nasce<br />
solo qui tra Castelbuono e Pollina, in provincia di Palermo.<br />
Merito di un clima parti<strong>col</strong>are: un caldo secco, associato ad<br />
un venticello, che rinfresca le nostre estati e alleggerisce la<br />
fatica nei campi, Sì, perché è proprio nel periodo tra luglio e<br />
settembre che raccogliamo la manna, sotto un <strong>sole</strong> cocente<br />
e ad una temperatura che sfiora i 38 – 40 gradi”.
Per questo dice che il lavoro è stressante?<br />
“Certo – replica il giovane – e qui siamo solo noi cinque a<br />
farlo. Per giunta la rac<strong>col</strong>ta è una fase piuttosto delicata”.<br />
Ma chi sono i clienti?<br />
“Prima – fa sapere Beppe – c’erano le industrie farmaceutiche,<br />
che hanno cominciato a ridurre le loro richieste, da quando<br />
hanno scoperto che la mannite si può produrre anche in<br />
modo sintetico. Quaranta anni fa, quando c’erano solo<br />
loro a richiederla, operavano 1600 produttori. Ora siamo<br />
in 20 e i clienti, per fortuna in aumento, sono soprattutto i<br />
privati che, rifiutando la medicina tradizionale, preferiscono<br />
curarsi con la manna. Questa, infatti, ha tante proprietà.<br />
Prima fra tutte quella di regolarizzare l’intestino. E’ un ottimo<br />
digestivo, un lassativo, che non crea assuefazione e non ha<br />
controindicazioni, a differenza di altri prodotti. La manna, poi,<br />
è consigliata ai diabetici, perché non altera il livello glicemico<br />
del sangue. Ed è anche utile a levigare la pelle, ridurre le rughe.<br />
Un buon rinfrescante. Quindi della manna si può fare un uso<br />
terapeutico, ma anche cosmetico e si sta sperimentando<br />
da qualche anno l’ impiego nell’industria dolciaria. ottimi<br />
sono i mannetti, panettoni alla manna e le torte a base di<br />
cioc<strong>col</strong>ata e manna, o i liquori alla manna”. oggi i Cassataro,<br />
che vendono il prodotto puro, ma anche quello lavorato,<br />
esportano in Germania, Francia. Però, sognano di sbarcare<br />
<strong>negli</strong> Stati Uniti.<br />
Ma quanto ha investito?<br />
“Guardi – risponde – per il momento non molto. L’azienda è<br />
familiare e una mano ce la dà l’università di Parma. oggi i nostri<br />
prodotti vengono fatti anche da laboratori in Emilia romagna.<br />
Ma da qui ad un anno puntiamo a realizzare un laboratorio<br />
a Pollina per produrre e trasformare direttamente in Sicilia.<br />
La ricchezza rimarrebbe nella nostra regione. Abbiamo<br />
presentato un progetto per accedere a finanziamenti<br />
europei. Questo ci consentirà di soddisfare la domanda<br />
sempre più crescente di prodotto naturale. Se oggi produco<br />
200 chilogrammi di cannolo (prodotto naturale), il progetto<br />
finanziato ci consentirebbe di soddisfare una richiesta che<br />
viaggia sui 600 chilogrammi. E, di conseguenza, anche di creare<br />
occupazione. Quest’anno assumeremo quattro, forse cinque,<br />
unità. E ne cercheremo altre. vorrei trasformare il sogno della<br />
mia famiglia in un progetto di sviluppo locale. In cambio agli<br />
assunti offro la possibilità di diventare imprenditori di un<br />
mercato in continua crescita.<br />
La concorrenza non mi spaventa. Meglio essere tanti, quando<br />
la domanda aumenta di continuo.<br />
Certo, questa è un’attività che richiede pazienza e, a volte<br />
stanca. Io, per esempio, che lavoro per dieci ore ogni giorno in<br />
primavera e in estate, anche perché gestisco la trasformazione,<br />
il confezionamento e la vendita, mi stanco e mi stresso molto<br />
durante la rac<strong>col</strong>ta. In quella fase basta una pioggerellina o un<br />
po’ di nebbia per rischiare di perdere tutto. Si tratta di un<br />
mestiere che richiede una fase lunga di apprendimento.<br />
E’ importante imparare a capire quando la pianta è matura.<br />
Bisogna entrare in simbiosi e comprendere, per esempio, che<br />
il frutto va staccato solo quando le foglie non sono troppo<br />
verdi, ma un po’ flosce. A quel punto serve aspettare che la<br />
linfa, fuoriuscita dopo le incisioni della pianta, si attorcigli a fili<br />
di nylon, tanto simili a stalattiti. Il lavoro, assicuro, è stressante,<br />
ma riserva anche momenti quasi magici”.<br />
Quanto si sente tosto?<br />
“Beh – sorride – per affrontare queste sfide e in un territorio<br />
come questo, devi esserlo e tanto. Anche se l’ho detto molte<br />
volte. Ho avuto un grande aiuto dall’attuale amministrazione<br />
comunale. Il sindaco, <strong>Mag</strong>da Culotta, 25 anni, organizzando<br />
il Festival Sette soli, Sette lune, oltre a continui gemellaggi,<br />
ha permesso che il mio prodotto fosse conosciuto nel<br />
Mediterraneo. La manna ora è molto richiesta in Spagna e<br />
Portogallo. Insomma, è tosta pure lei, che non si stanca di<br />
fare marketing territoriale. Tanti tipi tosti faranno crescere la<br />
nostra terra. Ne sono sicuro”.<br />
SICILIA E PASSIoNI CoN TorregroSSa<br />
giuseppina Torregrossa è nata a Palermo, si è laureata in<br />
Medicina a roma e si è specializzata in gine<strong>col</strong>ogia e ostetricia,<br />
ha conseguito un dottorato in perinatologia e lavora<br />
a roma. Ha ricoperto diverse cariche in associazioni come<br />
l’Alts (Associazione per la lotta ai tumori al seno), l’AIDM<br />
(Associazione italiana donne medico), la commissione<br />
nazionale per le pari opportunità, e ha <strong>col</strong>laborato con<br />
quotidiani e riviste con arti<strong>col</strong>i di divulgazione scientifica.<br />
Ma ha scritto anche storie di vita vissuta. Ha raggiunto il successo con<br />
il romanzo “Il conto delle minne” e il suo ultimo lavoro è “Panza e<br />
prisenza”, incentrato sulle passioni femminili, il sesso<br />
e la cucina, tra indagini e seduzione. “Manna e miele,<br />
ferro e fuoco” del 2011, racconta la storia di Romilda<br />
Gelardi, una bambina speciale, capace di stabilire un<br />
dialogo istintivo con cose e persone. Tanto che suo<br />
padre Alfonso si rende conto che, di tutti i figli, solo<br />
romilda ha le capacità per ereditare i segreti del suo<br />
mestiere. Alfonso è un mannaluoro: uno dei pochissimi<br />
depositari dell’arte di estrarre dai frassini la manna,<br />
sostanza dalle mira<strong>col</strong>ose virtù nutritive e curative. romilda cresce<br />
così tra gli insegnamenti della madre e quelli del padre. Ma è destinata<br />
a incontrare presto la violenza del ferro e la prepotenza del fuoco: don<br />
Francesco, barone di ventimiglia, la chiede in sposa ancora bambina.<br />
Seguirlo significherà lasciare il bosco, conoscere le durezze di una vita,<br />
più agiata ma priva di autenticità, in cui anche l’esperienza della maternità<br />
può finire per espropriare una donna di se stessa. Giuseppina Torregrossa<br />
racconta una Sicilia nobile feroce, terra di pazzi e sognatori,<br />
ma anche di una donna alla ricerca della propria libertà.<br />
83<br />
giu 12
x-mag<br />
a cura della redazione<br />
L’idea vincente<br />
di D’Arrigo<br />
Messinese di nascita<br />
e Milanese d’adozione,<br />
è l’uomo che ha creduto<br />
in California Bakery<br />
> Fabio D’Arrigo e Caroline Denti<br />
84<br />
giu 12<br />
Siciliano di nascita e milanese d’adozione,<br />
Marco D’Arrigo è l’uomo che ha creduto<br />
nel progetto di sviluppo di California<br />
Bakery, la prima caffetteria American style di<br />
Milano, che ha fatto conoscere alla città i piatti<br />
dolci e salati della tradizione Americana.<br />
“Ho voluto scommettere su California Bakery –<br />
racconta D’Arrigo - perché il mio intuito mi diceva<br />
che sarebbe stata un’idea vincente. In azienda mi<br />
sentivo in gabbia e allora come adesso mi piace<br />
sfidarmi facendo cose che nessuno farebbe mai,<br />
come lasciare un posto fisso in una multinazionale<br />
per lanciare un’idea nuova”. Marco D’Arrigo<br />
rispecchia alla perfezione l’idea di un uomo<br />
dinamico, consapevole delle proprie possibilità e<br />
disposto a rischiare. Dopo una laurea in Economia<br />
e Commercio ottenuta alla prestigiosa Luiss di<br />
Roma con 110 e lode, approda a New York per<br />
uno stage in Benetton nell’area marketing e poi a<br />
Bruxelles in Comunità Europea.
MILANo<br />
lo Store di Piazza Sant’Eustorgio<br />
> MILANo<br />
in ordine dall’alto<br />
lo store Premuda,<br />
lo store di via Larga<br />
e quello<br />
di Corso di Porta Vittoria<br />
disposto su due livelli<br />
Negli anni successivi gira il mondo, frequenta il master di<br />
Fininvest in “Comunicazione & Marketing” a Milano, per<br />
poi ricoprire incarichi sempre più importanti nel marketing<br />
di numerose aziende tra cui Saatchi & Saatchi, Telecom,<br />
Playtex, Johnson & Johnson e Danone. Nonostante ciò,<br />
sente la mancanza di qualcosa di fondamentale. Sente di<br />
non poter esprimere a sufficienza la sua creatività, di non<br />
poter seguire il sogno di costruire qualcosa che appartiene<br />
solo a lui.<br />
La svolta arriva nel 1994. Durante una riunione di lavoro,<br />
la sua attenzione si posa su un muffin acquistato nella<br />
pasticceria americana sotto l’ufficio. Da qui l’illuminazione:<br />
Carol Concina la proprietaria del primo California Bakery<br />
di Milano, un pic<strong>col</strong>o negozietto in corso Concordia, gli<br />
ha appena confessato il desiderio di tornare <strong>negli</strong> States.<br />
Marco D’Arrigo decide quindi di rilevare il locale. Investe<br />
tutti i suoi risparmi, ben 25 milioni delle vecchie lire e vende<br />
la sua macchina per comprarsi un furgoncino utile per le<br />
consegne. L’inizio è durissimo: quel mondo artigianale, fatto<br />
di esperienza, pic<strong>col</strong>e alchimie e tanta manualità, è del tutto<br />
nuovo per lui.<br />
Grazie però all’aiuto dell’ex proprietaria, rimasta in negozio<br />
per i primi tempi, riesce ad apprendere in fretta ricette<br />
e metodi di lavorazione. Mette, letteralmente, le “mani in<br />
pasta” per conoscere ogni aspetto e segreto del mestiere,<br />
convinto che quello sia l’unico modo per trasmettere<br />
il senso e il cuore del progetto. Per Marco D’Arrigo<br />
cominciano così ad arrivare le prime soddisfazioni: i clienti<br />
crescono ogni giorno di più e la stampa italiana comincia a<br />
parlare di queste pic<strong>col</strong>e pasticcerie sparse per Milano, “dal<br />
sapore e dal look country americano” che offrono prodotti<br />
genuini d’ottima qualità. L’incontro di Marco D’Arrigo con<br />
Caroline Denti, partner nella vita e <strong>negli</strong> affari, segna un altro<br />
passaggio decisivo nella sua storia e in quella della sua attività.<br />
Caroline, infatti, aggiunge una novità fondamentale in quello<br />
che diverrà il mood di California Bakery <strong>negli</strong> anni successivi.<br />
Non solo “pic<strong>col</strong>issime pasticcerie”, ma soprattutto luoghi<br />
nei quali trascorrere del tempo, in un’atmosfera calda e<br />
casalinga, gustando ottimi cibi salati e deliziosi dolci e con la<br />
possibilità di partecipare a numerose attività come i corsi di<br />
cucina, il Pic nic Brunch sul prato davanti allo store di Piazza<br />
Sant’Eustorgio, le serate di musica live gratis, con gruppi<br />
sempre diversi nello store di via Larga. Per il futuro Marco<br />
D’Arrigo ha ancora in serbo molti progetti importanti.<br />
Sono in apertura due nuove location a Milano, mentre<br />
dallo scorso maggio è stato inaugurato The Bagel Factory:<br />
si tratta del nuovo format del Gruppo California Bakery,<br />
dedicato alla produzione di bagel, le classiche ciambelline<br />
newyorkesi, che con il primo store di Piazza xxIv <strong>Mag</strong>gio<br />
a Milano è stato subito un grande successo. Non solo è<br />
l’unico locale in città in cui gustare questa specialità liscia o<br />
farcita a piacere con i migliori ingredienti freschi, ma è anche<br />
la prima “bagel factory” a vista. I bagel vengono preparati,<br />
con tanto di rollatura a mano, davanti agli <strong>occhi</strong> dei clienti<br />
nel laboratorio che si trova alle spalle dell’area di vendita.<br />
Dolci e salati, possono essere gustati in store o da asporto,<br />
nella versione classica con cream cheese, con il salmone,<br />
le verdure…in un ambiente in stile urbano Americano. Da<br />
due settimane è stato aperto un secondo The Bagel<br />
Factory in Corso di Porta vittoria 46, su due livelli, che<br />
è già diventato un punto di riferimento nel panorama<br />
cittadino del fuori casa.<br />
85<br />
giu 12
le parole<br />
che non ti ho detto…<br />
86<br />
giu 12<br />
economia<br />
di Nino Giliberto<br />
Fin dagli albori della storia, l’uomo ha sempre manifestato<br />
come esigenza naturale, oltre alla sete di conoscenza, la voglia<br />
di comunicare per condividere idee ed esperienze. Per<br />
se<strong>col</strong>i infatti si è ribellato contro “il potere” per ottenere il riconoscimento<br />
giusnaturalistico del diritto d’espressione, inteso come libertà<br />
individuale e <strong>col</strong>lettiva di trasmettere il pensiero e mettere in<br />
comune le conoscenze. Appare strano perciò notare, che nel tempo<br />
della nostra “evoluta” democrazia, il mercato consideri questo<br />
esercizio della libertà umana più un peso, che un valore aggiunto.<br />
Si è da poco concluso il Salone internazionale del libro di Torino, in<br />
cui tutti gli operatori dell’editoria si sono dati appuntamento, non<br />
solo per proporre le novità dei prossimi mesi, ma soprattutto per<br />
aprire un tavolo comune sui pessimi dati relativi alle vendite del<br />
2011 e gli ancor più deludenti risultati del primo trimestre 2012.<br />
Nei primi tre mesi dell’anno in corso, infatti, le vendite sono crollate<br />
di quasi il 12% con una calo di 2,5 milioni di copie rispetto al già<br />
non esaltante 2011. Certo, in questa analisi non vengono prese<br />
in considerazione le stime relative alla lettura digitale (in lieve, ma<br />
costante crescita), però l’impressione generale è che l’economia<br />
del libro stia vivendo una fase di crisi profonda. È evidente che,<br />
mancando i soldi nelle tasche di tante famiglie, l’acquisto di un libro<br />
non rientri tra i punti da smarcare su una già ridotta lista mensile<br />
della spesa, ma il rischio che si corre è che la nostra società faccia<br />
cento passi indietro e, nel tentativo di sopravvivere alla crisi, perda<br />
di vista l’essenziale, ciò che rende l’uomo tale. Ma la causa è davvero<br />
solo un problema di liquidità? A onor del vero, le vendite delle<br />
librerie risentono anche delle uscite editoriali non proprio esaltanti<br />
di questo ultimo periodo, da attribuire forse ad una crisi di idee.<br />
Colpisce invece in positivo il risultato in controtendenza dei libri<br />
per ragazzi: l’editoria per fanciulli e adolescenti conta volumi di vendita<br />
che non risentono affatto della contrazione del mercato e l’offerta<br />
complessiva presenta un bilanciamento adeguato tra testi di<br />
qualità e uscite meramente commerciali. La situazione non cambia<br />
molto per la carta stampata in quanto i grandi quotidiani riescono<br />
a mantenere alto il numero delle copie distribuite, grazie anche<br />
agli abbonamenti (spesso gratuiti) destinati a scuole ed enti, ma<br />
sul fronte del conto economico perdono progressivamente quote<br />
pubblicitarie a vantaggio dei media più gettonati, tra cui la Tv. Già, la<br />
televisione… La Rai, storica azienda di Stato, è stata sorpassata nella<br />
rac<strong>col</strong>ta pubblicitaria (e quindi nei ricavi) dalle reti satellitari, mentre<br />
il suo diretto concorrente privato ha avuto un calo degli as<strong>col</strong>ti in<br />
seguito alla scelta aziendale di dirottare parte dell’offerta sul digitale<br />
terreste. L’esperimento di Telecom con LA7,applaudito giustamente<br />
da molti, non ha prodotto risultati migliori: è recente la notizia di<br />
una perdita nel 2011 di circa 80 milioni di euro con conseguente<br />
vendita a breve dell’emittente televisiva che ha rappresentato, <strong>negli</strong><br />
ultimi due anni, l’unica boccata d’aria fresca nel panorama della<br />
televisione generalista. Non vive tempi migliori neppure l’industria<br />
cinematografica, schiacciata da budget ridotti e stereotipi ormai superati.<br />
Insomma, tra i “vecchi” mezzi di comunicazione, l’unica che<br />
sembra stia attraversando una nuova primavera è la radio: le emittenti<br />
locali e nazionali aumentano gli as<strong>col</strong>ti e c’è anche un ritorno<br />
della rac<strong>col</strong>ta pubblicitaria. Tutto questo indica che l’interesse sociale<br />
ed economico si sta spostando verso forme di comunicazione<br />
ed espressione “non invasive”, facilmente fruibili e veloci. Il prezioso<br />
tempo libero è stato inoltre catturato dai nuovi social, che proiettano<br />
la libera espressione del pensiero verso l’universo dell’autoreferenzialità,<br />
per cui un utilizzo eccessivo del mezzo crea il rischio<br />
sociale di formare una comunità in cui ognuno è l’addetto stampa<br />
di se stesso. Certo, la possibilità di condividere contenuti propri con<br />
il resto del mondo deve essere anche analizzata positivamente, per<br />
le opportunità e le interazioni che riesce a creare. Nessuno, inoltre,<br />
può negare la dirompenza con cui ad esempio Facebook è entrato<br />
nella vita di molti di noi e adesso anche nel salotto buono della<br />
finanza mondiale. La quotazione presso la Borsa americana è segno<br />
evidente che un mezzo così potente è in grado di muovere idee,<br />
ma anche di indirizzare usi, costumi e soprattutto consumi. Il rischio<br />
economico è che i condizionamenti e la possibilità di rivolgersi con<br />
messaggi pubblicitari a clientela target si trasformi nel boomerang<br />
che ha spazzato via molte aziende della cosiddetta new economy:<br />
i più ricorderanno il boom di alcune società italiane schizzate ai<br />
vertici della borsa (nonostante una capitalizzazione esigua per gli<br />
investimenti necessari), e sospinte da un mercato che credette<br />
subito alle potenzialità della rete; quello stesso vento che prima<br />
aveva soffiato forte, a distanza di anni si placò creando parecchie<br />
vittime e lasciando sopravvivere solo le poche attività che avevano<br />
alle spalle un progetto serio. Forse la vera rivoluzione dovrebbe<br />
metterla in campo tutto il mondo dell’editoria, tracciando nuove<br />
traiettorie possibili per la comunicazione, restituendo smalto all’uso<br />
della parola e dei linguaggi espressivi e superando il preoccupante<br />
limite della banalità con un’analisi attenta dei contenuti da vei<strong>col</strong>are.<br />
Si scoprirebbe allora che, oltre i luoghi comuni, oltre le regole già<br />
fissate, c’è la complessità del mondo che aspetta ancora di essere<br />
esplorata e raccontata.
88<br />
giu 12<br />
economia<br />
di Fabrizio Lanzafame<br />
KEYnES<br />
E L’ENIGMA<br />
EUroPEo<br />
Per uscire<br />
dal momento<br />
di crisi<br />
è necessario<br />
approdare<br />
a un’unione<br />
di stati,<br />
di popoli,<br />
di culture<br />
“Nel lungo periodo siamo tutti morti”.<br />
Questa frase dal forte impatto emotivo è<br />
una citazione di uno dei più importanti economisti<br />
di sempre, John Maynard Keynes.<br />
Perché parlare di Keynes in un periodo in<br />
cui i problemi economici da affrontare sono<br />
molto stringenti e le dissertazioni sui grandi<br />
economisti del passato possono apparire<br />
stucchevoli e fini a se stesse? A ben vedere<br />
Keynes è molto più d’attualità di quanto, in<br />
un primo momento, saremmo indotti a credere.Tornando<br />
alla citazione chiediamoci<br />
cosa volesse intendere l’autore con questa<br />
frase: la mia interpretazione è che se le nostre<br />
scelte sono eccessivamente indirizzate<br />
in un’ottica prospettica rischiamo di non<br />
affrontare coerentemente le problematiche<br />
correnti e di non intervenire in modo<br />
adeguato. Cosa induce Keynes ad affermare<br />
ciò è presto detto. La dottrina neo-classica,<br />
predominante ai suoi tempi, asserisce che<br />
se viene garantito il corretto funzionamento<br />
del mercato si perviene automaticamente<br />
a condizioni di equilibrio di piena occupazione,<br />
senza interventi correttivi esterni.<br />
Ciò significa che se ci trovassimo in un<br />
momento di forte disoccupazione, come<br />
quello attuale, il mercato stesso, attraverso<br />
aggiustamenti autoindotti, si riporterebbe<br />
a livello di equilibrio ottimale, senza intromissioni<br />
statali. Keynes invece afferma che il<br />
laissez-faire, il lasciar-fare di matrice liberista,<br />
non funziona necessariamente bene; può<br />
infatti generare disoccupazione di massa e<br />
rimanere in tale situazione indefinitamente<br />
o per periodi molto lunghi. rinunciare ad<br />
intervenire è del tutto insensato; senza politiche<br />
fiscali e monetarie espansive poste<br />
in essere dagli stati centrali nemmeno nel<br />
lungo periodo si potrebbe tornare in una<br />
situazione di equilibrio.<br />
Da ciò possiamo comprendere la ricetta<br />
keynesiana per affrontare la grande depressione<br />
degli anni ‘30: politiche economiche<br />
espansive, ovvero slacciare i cordoni della<br />
borsa statale. Nonostante le evidenti differenze<br />
con la nostra realtà possiamo ancora<br />
attingere all’insegnamento keynesiano per<br />
trarre le linee guida di un corretto approccio<br />
all’attuale crisi della domanda aggregata<br />
europea?
Applicando la chiave di lettura dell’autore<br />
possiamo cogliere abbastanza agevolmente<br />
l’evidente incoerenza delle politiche<br />
fiscali repressive poste in essere sia<br />
dall’Italia che da altre nazioni europee<br />
per far fronte alla fase ciclica negativa. É<br />
pienamente condivisibile l’idea del nostro<br />
governo di dover del tutto riconsiderare<br />
gli interventi macroeconomici dello Stato<br />
che, se usati solo per perseguire interessi<br />
parti<strong>col</strong>ari, generano aumenti del debito<br />
pubblico incontrollati e insostenibili. Al<br />
tempo stesso una politica fiscale restrittiva<br />
non può far altro che alimentare la situazione<br />
di crisi da cui si vuole uscire.<br />
keynes, come abbiamo detto, immaginava che in questi casi lo<br />
Stato dovesse condurre politiche monetarie e fiscali espansive,<br />
seppur avvertendo delle possibili conseguenze negative<br />
che l’aumento della spesa pubblica, specie di quella corrente,<br />
avrebbe potuto produrre.<br />
L’Italia in questo momento si trova senza frecce nel suo arco: non può agire sul<br />
versante monetario, essendo vin<strong>col</strong>ata alla moneta unica, e non può nemmeno<br />
porre in essere aumenti della spesa pubblica per ridare<br />
un minimo di slancio all’asfittico mercato interno. Come<br />
uscire da questa situazione invischiante? Ampliando<br />
l’orizzonte di riferimento.<br />
L’ottica d’applicazione della soluzione keynesiana attualmente<br />
non è più quella nazionale bensì quella continentale.<br />
Persino l’Europa, considerata nella sua interezza,<br />
non potrebbe far fronte alla speculazione mondiale, a<br />
maggior ragione le sue singole componenti non possono<br />
tirarsi fuori autonomamente da una simile depressione<br />
dei mercati.<br />
Stiamo osservando come affrontare le problematiche<br />
economiche dalla prospettiva delle singole nazioni porta<br />
i governi ad attuare soluzioni non efficaci e soprattutto<br />
di breve respiro.<br />
Dobbiamo riconsiderare le basi fondanti degli accordi europei ed avere il coraggio<br />
di abbandonare del tutto, almeno dal punto di vista delle politiche economiche,<br />
la sovranità nazionale in favore di quella continentale. Facciamo un<br />
passo ulteriore e trasformiamo un’unione monetaria in un’unione di stati, di<br />
popoli, di culture.<br />
I nostri padri, con una lungimiranza a noi del tutto sconosciuta, avevano tracciato<br />
la rotta della reale unificazione europea. Gli egoismi e le paure che stiamo<br />
vivendo ci hanno resi miopi di fronte a tale disegno; adesso non resta<br />
che scrollarci di dosso le incertezze residue e cavalcare il sogno di un’Europa<br />
Unita.<br />
89<br />
giu 12
non sprecare<br />
di Antonio Galdo<br />
www.nonsprecare.it<br />
90<br />
giu 12<br />
Un “CARo”<br />
laMPIone<br />
In Italia si spende ogni anno<br />
un miliardo di euro<br />
per l’illuminazione pubblica.<br />
Il doppio di quanto pagano in germania<br />
I<br />
lampioni nelle strade e nelle piazze scandiscono alcuni suoni della nostra vita<br />
metropolitana, ci danno sicurezza più che luce, compagnia più che arredo urbano.<br />
Però siamo stati capaci di trasformarli in pic<strong>col</strong>i monumenti, messi in fila<br />
indiana uno dietro l’altro, del nostro spreco quotidiano, pubblico e privato. In<br />
Italia l’illuminazione pubblica costa circa 1 miliardo di euro l’anno, 18,7 euro a cittadino:<br />
il doppio del conto pagato dai cittadini tedeschi. Il consumo medio pro-capite<br />
per le luci delle città in Europa è pari a 51 chilowattora, ma in Germania scende a<br />
quota 42 e in Italia schizza a 102 chilowattora, il doppio. Mentre comuni e pubbliche<br />
amministrazioni locali annunciano piani di risparmio per l’efficienza energetica, e in<br />
qualche raro caso (grazie a un bravo sindaco) dalle parole si passa ai fatti, nel complesso<br />
siamo in un Paese con il record europeo di sprechi per l’illuminazione pubblica.<br />
Lo potete verificare tutti i giorni: mettete piede in una scuola, in una struttura<br />
sanitaria, in un ufficio pubblico, e scoprite che le luci girano a pieno regime giorno e<br />
notte, senza interruzione. Gli impianti sono vecchi, ob<strong>sole</strong>ti ed energivori: altro che<br />
efficienza energetica.
Eppure con piani mirati e votati all’idea di “Non sprecare” energia elettrica pagata dalla mano<br />
pubblica, che tra l’altro genera inquinamento, si potrebbe migliorare l’estetica delle città, ridurre i<br />
costi delle bollette, tagliare il superfluo, fare nuovi investimenti e attivare nuovi consumi. Crescita<br />
economica, insomma. Tra le novità urbanistiche che Londra farà vedere al mondo in occasione<br />
delle Olimpiadi 2012 ci sono proprio i lampioni, sui quali l’amministrazione della capitale inglese ha varato<br />
un piano antispreco e di importante modernizzazione dell’arredo urbano. A Londra sono già stati sostituiti<br />
2000 punti- luce pubblici ed entro il 2020 il risparmio complessivo sarà pari a quasi 9 milioni di sterline,<br />
soldi che potranno essere investiti in altri servizi a favore dei cittadini. Il lampione in strada, come l’elettrodomestico<br />
a buona efficienza energetica in casa, è un simbolo delle potenzialità del “Non sprecare” e<br />
della lunga catena di opportunità che si aprono attraverso questo cambio di paradigma. I nuovi impianti di<br />
illuminazione pubblica, infatti, che si stanno moltiplicando in America, in Giappone e perfino in Cina, prevedono<br />
non solo efficienza energetica, ma anche design di alta qualità, e tecnologie sempre più sofisticate<br />
dietro le quali c’è lo sviluppo della ricerca. Per esempio, ci sono lampioni che riducono l’intensità della luce,<br />
e dunque il consumo di energia, in base al numero di persone e di vei<strong>col</strong>i che passano. Conclusione: nuove<br />
luci in città, per non sprecare. E per fare crescita economica sana e sostenibile.<br />
91<br />
giu 12
ioetica<br />
di Giusi Venuti<br />
Il Sapere (sapore) del corpo<br />
e il suo valore d’uso<br />
Ci sono diversi modi per narrare la storia di un incontro<br />
e di un evento importante per la città. Si<br />
può scegliere il tono sensazionalistico per dirne<br />
l’eccezionalità, quello cronachistico per mantenere<br />
quella compostezza dello stile che ne restituisce la serietà<br />
scientifica o si può anche tacere con l’idea che, in fondo,<br />
non c’è nulla di sorprendente nel trovare l’aula magna<br />
del rettorato dell’università di Messina gremita da trecento<br />
studenti convocati per confrontarsi su temi di bioetica con<br />
l’artista Alessandro Bergonzoni, con Luisella Battaglia (filosofa)<br />
e Vezio Ruggieri (fisiopsi<strong>col</strong>ogo clinico). Nessuno di<br />
questi toni mi si addice. Scrivo questo arti<strong>col</strong>o all’indomani<br />
della strage di Brindisi, del terremoto che ha sconvolto<br />
l’Emilia, dell’ennesima notizia di cronaca di genitori che ammazzano<br />
i figli e si suicidano per depressioni legate anche a<br />
diffi<strong>col</strong>tà economiche, all’indomani delle celebrazioni com-<br />
92<br />
giu 12<br />
“Io sono ignorante, ma ho letto qualche libro. Tu non ci<br />
crederai, ma tutto quello che c’è a questo mondo serve<br />
a qualcosa. Ecco, prendi quel sasso li, per esempio.<br />
Quale?<br />
Questo... Uno qualunque... Be’, anche questo serve a<br />
qualcosa: anche questo sassetto.<br />
E a cosa serve?<br />
Serve ... Ma che ne so io? Se lo sapessi, sai chi sarei?<br />
Chi?<br />
Il Padreterno, che sa tutto: quando nasci, quando muori.<br />
E chi può saperlo? No, non so a cosa serve questo<br />
sasso io, ma a qualcosa deve servire. Perché se questo<br />
è inutile, allora è inutile tutto: anche le stelle. E anche<br />
tu, anche tu servi a qualcosa …”<br />
Il matto e gelsomina<br />
(dal film La strada di Federico Fellini)<br />
memorative per i giudici Falcone e Borsellino. La gioia e la<br />
soddisfazione per un evento bello che ha toccato la nostra<br />
città ha già ceduto il passo alla tristezza e alla rabbia. Ho<br />
sempre più l’impressione che la cultura <strong>col</strong>lutoria, (fai due<br />
sciacqui per rinfrescare la coscienza e poi sputi) di cui ci ha<br />
parlato Bergonzoni con quella profonda leggerezza che lo<br />
contraddistingue, sia quella che più ci appartiene anche se<br />
siamo ormai molto abili nel mascherarla travestendola con<br />
slogan presi a prestito da gente che ha perso la propria vita<br />
pur di dare peso e corpo alle proprie idee. Mi riferisco, in<br />
parti<strong>col</strong>are, alla frase del giudice Caponnetto che in questi<br />
giorni a migliaia condividiamo su Facebook: “la mafia teme<br />
più la scuola che la giustizia”. Il significato è lampante, ma<br />
la domanda è: quanto siamo convinti che sia necessario investire<br />
sulla cultura per spezzare la diabolica cir<strong>col</strong>arità tra<br />
ignoranza e mafia?
la risposta è altrettanto chiara: poco o niente.<br />
Finché si tratta di finanziare un evento in<br />
grado di attirare un po’ di gente (tanto al<br />
kilo) allora va bene, qualcosa si può fare, ma<br />
se si chiede di inserire quell’evento in una rassegna<br />
culturale che si dispieghi nel tempo, che ha dei contenuti,<br />
una logica di sviluppo, una coerenza interna,<br />
che può creare un nuovo bacino di interesse allora<br />
no, non ne vale la pena perché “con la cultura non si<br />
mangia”. Questo il tono di ciò che mi è stato detto<br />
dopo i complimenti per il più che riuscito convegno.<br />
È stato un successo! Però ora basta! Stai calma e torna<br />
all’ordinario di ciò che ti compete. E cosa ce ne<br />
facciamo di ciò che è successo? Lo sputiamo perché<br />
non ci serve più, perché era solo una dimostrazione<br />
di ciò che possiamo fare?<br />
Se è così io dico che non ci sto, non è questo il motivo<br />
per cui ho messo in piedi il progetto Cogitazioni<br />
(vd. <strong>Mag</strong> n. 20 Aprile 2012) e l’ho presentato all’interno<br />
del convegno di Bioetica “Il sapere del corpo”.<br />
Non è per dimostrare che posso, ma che voglio impegnarmi<br />
ed occuparmi di ciò che mi compete per<br />
formazione e lo voglio non solo a titolo personale<br />
e di ordinaria ricerca accademica ma anche sociale<br />
e di extra-ordinaria valenza politica (non per una geniale<br />
originalità, ma per quel sovrappiù di chi sceglie<br />
di dedicarsi a…).<br />
Se non fosse stato così non avrei scelto un luogo<br />
pubblico come l’università, ma l’avrei fatto in confessione<br />
o al telefono con un amico. Non è per tornare<br />
a stare calma dopo aver mosso le acque, ma<br />
per provare a stare <strong>col</strong>ma di idee e di progetti e,<br />
soprattutto, per vedere se e quanto questi progetti<br />
possano entrare nelle pieghe della storia vissuta da<br />
ciascuno di noi.<br />
Ne va di me, degli studiosi e degli artisti che mi<br />
sostengono, ne va di chi si sta affidando ad un progetto<br />
di ricerca incerto nell’esito ma denso nei contenuti<br />
(mi riferisco, in parti<strong>col</strong>are, agli specializzandi<br />
in on<strong>col</strong>ogia della Fa<strong>col</strong>tà di Medicina e Chirurgia<br />
del Policlinico Universitario di Messina), ne va di<br />
ciò per cui lavoro e in vista di cui continuo a formarmi:<br />
esercitare la professione accademica. Non<br />
ci si pensa quasi più, ma per far questo non basta<br />
sapere, bisogna essere, provando a portarsi all’altezza<br />
delle cose che si dicono, a maggior ragione<br />
quando queste cose hanno a che vedere, come nel<br />
mio caso, con la filosofia morale. Forse conviene<br />
allora ricordare, con il filosofo Derrida, ciò che significa<br />
professare e quale posta in gioco si nasconda<br />
in tale questione per quel che riguarda il lavoro, il<br />
mestiere (professorale o meno), per l’università, la<br />
scuola e la cultura in generale. Professare (dal latino<br />
profiteor) significa dichiarare apertamente, dichiarare<br />
pubblicamente. La dichiarazione di chi professa<br />
è in qualche modo una dichiarazione performativa.<br />
Essa impegna attraverso un atto di fede giurata, un<br />
giuramento, una testimonianza, una manifestazione,<br />
un’attestazione o una promessa. È appunto, nel<br />
senso forte della parola, un impegno. Professare, significa<br />
dare un pegno impegnando così la propria<br />
responsabilità. “Fare professione di”, significa dichiarare<br />
francamente quel che si è, quel che si crede,<br />
quel che si vuol essere, chiedendo all’altro (in questo<br />
caso le numerose persone che ho contattato<br />
direttamente e a cui ho presentato il progetto, tra<br />
cui molti studenti) di credere a questa dichiarazione<br />
sulla parola. Insisto su questo valore performativo<br />
della dichiarazione che professa promettendo perché,<br />
se ci pensiamo bene, è simile a quella che fa<br />
l’attore nel momento in cui entra in scena: dichiara<br />
di essere otello senza dirlo ma agendo, pensando<br />
e muovendosi come se lo fosse, ed io, spettatore, gli<br />
credo non solo o non tanto perché è tecnicamente<br />
bravo, ma perché è. La sua presenza scenica è tale<br />
che cattura la mia attenzione ed io non mi chiedo<br />
più chi sia realmente l’attore che interpreta otello,<br />
non mi interessa, anzi se lo vedo, se ne riconosco<br />
gestualità e tratti quotidiani, la magia del come se<br />
svanisce, la verità della finzione si frantuma e la noia<br />
e la tristezza cominciano a farla da padroni. È questo<br />
il motivo per cui ho scelto il teatro per ridare<br />
peso e corpo alle parole dell’etica.<br />
Non è più tempo per fossilizzarsi su dogmatiche<br />
posizioni legate alla logica binaria: bene/male; giusto/ingiusto;<br />
sacro/profano. Le parole restano parole<br />
vane se perdono l’aderenza alla realtà, se non<br />
passano attraverso la fatica e il sudore del corpo<br />
che apprende solo dopo lunghi e, apparentemente,<br />
insensati esercizi. Imparare a pensare alla complessità<br />
del tempo che viviamo - se non è uno slogan<br />
dal sapore intellettualistico - significa disporsi ad un<br />
senso della cultura che non è potere, ma servizio e<br />
che implica scelte ragionate e ragionevoli legate al<br />
valore d’uso (perché ho studiato filosofia? Come<br />
posso farla cir<strong>col</strong>are fuori dall’Accademia al di là<br />
delle tappe prestabilite?), significa, ancora, pensare<br />
all’etica non come una “dottrina”, ma come una “disposizione<br />
abituale ad agire in una certa maniera” e<br />
per far questo non basta un giorno, un investimento,<br />
uno slancio, una scommessa.<br />
È un’impresa lunga, un’arte sapiente, che implica una<br />
metamorfosi culturale in virtù della quale la smettiamo<br />
di piangere sul latte versato e ci decidiamo tutti,<br />
a vario titolo, a cambiare le mucche impegnandoci,<br />
pure, a tenere pulita la stalla.<br />
93<br />
giu 12
magcom<br />
Oftal Service<br />
è una struttura<br />
privata, unica<br />
sul territorio<br />
messinese,<br />
specializzata<br />
nella chirurgia<br />
Femtolaser<br />
e laser<br />
ad eccimeri<br />
Oftal Service s.r.l.<br />
CenTro di laser-miCroChirurgia oCulare,<br />
ambulaTorio di ipovisione, diagnosTiCa,<br />
riabiliTazione visiva<br />
Perché affidarsi a questo<br />
tipo di chirurgia?<br />
Con la nuova e avveniristica tecnica<br />
“i-lasik”, in assenza di dolore e con<br />
una riabilitazione visiva immediata,<br />
è possibile correggere la miopia,<br />
l’ipermetropia, l’astigmatismo e la<br />
presbiopia. È l’unica tecnica laser<br />
autorizzata <strong>negli</strong> Stati Uniti dalla<br />
NASA per la correzione dei difetti<br />
visivi <strong>negli</strong> astronauti. Si tratta di una<br />
tecnologia presto implementabile<br />
per l’intervento di cataratta, che<br />
consente interventi sicuri, indolori<br />
e con estrema precisione nella<br />
correzione refrattiva.<br />
Inoltre, è l’unica struttura ad<br />
usufruire del nuovo laser s.l.T.<br />
(Laser Trabeculoplastica Selettiva)<br />
per il trattamento non-chirurgico del<br />
glaucoma, che consente di evitare,<br />
in molti casi, interventi chirurgici<br />
molto invasivi.<br />
Come è strutturato<br />
il centro?<br />
Il centro si trova a Villafranca<br />
Tirrena, a poche centinaia di metri<br />
dalla ss 113, con ampio parcheggio<br />
nelle vicinanze. Siamo stati molto<br />
scrupolosi nella suddivisione<br />
degli spazi e nel superamento<br />
delle barriere architettoniche,<br />
per privilegiare la sicurezza del<br />
paziente e per assicurargli la<br />
migliore assistenza in un ambiente<br />
accogliente e confortevole, con<br />
la possibilità di elaborare un<br />
percorso diagnostico-terapeutico<br />
personalizzato, per rispondere ad<br />
ogni esigenza. Dalla sala d’attesa,<br />
il paziente è accompagnato nell’area<br />
del gruppo operatorio attraverso<br />
un accesso con filtro sterile, adibito<br />
alla Chirurgia Refrattiva e\o alla<br />
Chirurgia Oftalmica, caratterizzato<br />
da distinte zone per la preparazione<br />
del paziente nel pre-operatorio,<br />
da un ambiente per la gestione<br />
del post-operatorio e da una zona<br />
di sterilizzazione.<br />
La funzionalità della sala operatoria<br />
è gestita da un impianto di<br />
climatizzazione e areazione<br />
che garantisce un microclima<br />
sterile, a temperatura e umidità<br />
costanti, condizioni indispensabili<br />
per il perfetto funzionamento<br />
delle sofisticate e precisissime<br />
tecnologie. Il funzionamento delle<br />
apparecchiature è assicurato, in<br />
emergenza, da gruppi di continuità,<br />
dalla sufficiente durata, tale da<br />
consentire la conclusione in tutta<br />
sicurezza di qualsiasi procedura<br />
laser-chirurgica.<br />
Ambulatorio Laser-Chirurgico Oftal Service s.r.l.: via Roma, 59 - 61 - 65 - 67 • Villafranca Tirrena (Me)
Oftal Service si occupa<br />
solo di chirurgia?<br />
No, certamente. Un nuovo approccio<br />
viene applicato alla prevenzione,<br />
alla diagnosi e alla cura delle<br />
varie patologie oculari, sfruttando<br />
l’opportunità dei recentissimi Test<br />
Genetici Maculari, nonché alla<br />
tecnologia elettrofisiologica (PERG)<br />
che sfrutta moderni software<br />
per la prevedibilità di insorgenza<br />
precoce del glaucoma in soggetti<br />
sani. Inoltre, il centro si qualifica<br />
professionalmente nella clinica,<br />
nella diagnosi e nella riabilitazione<br />
dell’Ipovisione;<br />
il tutto supportato dall’utilizzo di<br />
mezzi diagnostici, terapeutici,<br />
microchirurgici e riabilitativi<br />
tecnologicamente all’avanguardia,<br />
perfettamente integrati in un<br />
percorso professionale e di elevata<br />
specializzazione del personale<br />
Oftal Service eroga prestazioni sanitarie<br />
in regime privato, con fondi assicurativi<br />
e con accesso al microcredito pre-autorizzato,<br />
valutando, caso per caso modalità<br />
i pagamento personalizzate.<br />
medico, ortottico, infermieristico<br />
e di segreteria. Per tale motivo<br />
la struttura è realizzata secondo i<br />
più avanzati standard architettonici,<br />
seguendo le moderne normative<br />
previste dalla legge, in possesso<br />
delle autorizzazioni sanitarie<br />
previste, utilizzando sofisticate<br />
tecnologie all’avanguardia per<br />
microchirurgia e procedure laser,<br />
che assicurano al paziente<br />
una personalizzazione del proprio<br />
trattamento, anche per casi estremi,<br />
non trattabili con i proto<strong>col</strong>li<br />
standard.<br />
Il paziente può essere<br />
anche indirizzato nella zona<br />
diagnostica, dove si trovano<br />
sofisticate strumentazioni, quali:<br />
microperimetria, elettrofisiologia<br />
(Pev, Erg, Eog), OCT (Tomografia<br />
Ottica a luce Coerente),<br />
perimetria computerizzata,<br />
pachimetria e topografia corneali.<br />
Chi può usufruire<br />
di Oftal Service?<br />
Il centro è aperto a tutti<br />
i professionisti specializzati<br />
in oftalmologia, con accertata<br />
esperienza curriculare e<br />
professionale nei vari campi<br />
diagnostico-terapeuticochirurgico,<br />
che sono in grado<br />
di usufruire delle nostre<br />
tecnologie, per offrire<br />
e garantire ai propri pazienti,<br />
ormai sempre più esigenti<br />
ed informati, il meglio che la<br />
tecnologia offre, grazie a contratti<br />
di “utilities” previsti ed elaborati<br />
da esperti consulenti legali, che<br />
consentono al professionista<br />
di lavorare in condizioni di<br />
massima sicurezza e tranquillità.<br />
Tel. 090 3379388 - www.oftalservice.com - e-mail: oftal.service@gmail.com
96<br />
giu 12<br />
salute<br />
di Alessio Calderone*<br />
IN forma<br />
CoN IL CIBo<br />
Per affrontare i mesi caldi<br />
bisogna puntare su nespole,<br />
melone e pesche. E i pasti<br />
non devono essere abbondanti<br />
Il connubio tra alimentazione e una leggera attività<br />
fisica è sicuramente la chiave per affrontare la stagione<br />
estiva al meglio. Facili e pratici consigli nutrizionali<br />
possono dare una mano per andare incontro ai mesi<br />
caldi. Cominciamo dalla frutta, tantissime varietà, tantissimi<br />
<strong>col</strong>ori, ricca di vitamine e sali minerali. L’uva, ad esempio,<br />
grazie alla presenza del trans-resveratrolo, un antiossidante<br />
naturale, aiuta mentre si prende il <strong>sole</strong> a prevenire l’invecchiamento<br />
della pelle esposta ai raggi solari.<br />
L’uva contiene, insieme alle prugne, dei pigmenti, gli antociani<br />
(flavonoidi) che svolgono un’azione benefica sul trofismo<br />
dei capillari delle gambe. Le nespole, il melone, e le pesche<br />
contengono beta-carotene, una provitamina che nel nostro<br />
speciale NUTRIZIONE<br />
*Specialista in Scienza<br />
dell’Alimentazione<br />
organismo si trasforma in retinolo (vitamina A), fondamentale<br />
sia per l’azione antiossidante sia per la salute dei nostri<br />
<strong>occhi</strong>. Il beta-carotene stimola la produzione di melatonina,<br />
dando alla pelle esposta al <strong>sole</strong> quel <strong>col</strong>ore ambrato<br />
e un’abbronzatura più uniforme e duratura. Un ortaggio<br />
come il pomodoro è ricco di licopene, un antiossidante<br />
naturale, ottimo come “scavenger” nel prevenire i danni da<br />
radicali liberi. Il suo consumo quotidiano riduce il rischio<br />
di tumore alla prostata. I pasti in estate non devono essere<br />
troppo abbondanti e devono essere distribuiti nell’arco<br />
dell’intera giornata, almeno cinque, senza mai saltare la<br />
prima <strong>col</strong>azione che deve apportare circa il 25-30% delle<br />
calorie totali giornaliere.
SoNo CoNSIGLIATI<br />
DUE SPUNTINI,<br />
UNo A METà MATTINATA<br />
E L’ALTro NEL PoMErIGGIo,<br />
PoSSIBILMENTE A BASE<br />
DI FrUTTA FrESCA<br />
Meglio optare a pranzo per pasti poco impegnativi quali: bresaola con ru<strong>col</strong>a<br />
e grana o insalate di riso o roast-beef con insalata mista e limone. Per cena<br />
sono consigliate alimenti quali: verdure alla griglia o pesce cotto al forno con<br />
pomodoro o mozzarella e fette di pomodoro. È importante sostituire la<br />
carne rossa con quella bianca, più facilmente digeribile, e con quantità di <strong>col</strong>esterolo più<br />
contenute.<br />
Da non dimenticare l’insalata, che con il suo contenuto di acqua e sali minerali garantisce<br />
soprattutto in estate un apporto adeguato di liquidi, mantenendo la normale idratazione e<br />
compensando così le perdite dovute alla ipersudorazione.<br />
L’apporto idrico è uno dei principali problemi estivi, soprattutto in categorie parti<strong>col</strong>ari<br />
quali gli anziani, i bambini e le donne in gravidanza.La quantità di acqua da bere nelle categorie<br />
sopra citate non deve mai scendere al di sotto di 1,5 litri al giorno. I liquidi vanno<br />
assunti con regolarità durante tutto l’arco della giornata, bevendo a pic<strong>col</strong>i sorsi, acqua non<br />
troppo fredda, meglio se di poco inferiore alla temperatura dell’ambiente. Non si dimentichi,<br />
inoltre, di condire le nostre pietanze con olio extravergine di oliva, meglio se a crudo,<br />
che, grazie alla presenza di tocoferolo (vitamina E) e ai composti fenolici (tirosolo e idrossitirosolo)<br />
è utilissimo nel prevenire malattie quali l’aterosclerosi.<br />
I composti fenolici dell’olio agiscono diminuendo la concentrazione ematica di Ldl (<strong>col</strong>esterolo<br />
cattivo, che si deposita sulle pareti delle arterie) e incrementando l’Hdl (<strong>col</strong>esterolo buono,<br />
che fa da “spazzino” all’interno delle nostre arterie). Insieme ad un corretto regime alimentare<br />
è opportuno abbinare uno stile di vita non sedentario. Un modo opportuno potrebbe essere<br />
quello di camminare almeno mezz’ora al giorno, fare le scale di casa anziché prendere l’ascensore,<br />
posteggiare la macchina un po’ più lontano dal luogo dove si deve andare e fare due passi a piedi.<br />
Queste sono abitudini che dovrebbero essere mantenute per tutto l’anno, costituendo un “sano”<br />
stile di vita da seguire indifferentemente per tutte le stagioni.
Le disfunzioni sessuali sono una condizione comune<br />
<strong>negli</strong> anziani e sono molto più frequenti<br />
di quanto si possa immaginare. Ne soffre circa<br />
il 40-45% delle donne anziane e il 20-30% degli<br />
uomini adulti. Influenzano negativamente l’umore, il senso<br />
di benessere fisico e la qualità delle relazioni interpersonali.<br />
Per la maggior parte dei casi sono <strong>col</strong>legate, in entrambi i<br />
sessi, alla mancanza di desiderio sessuale e <strong>negli</strong> uomini alla<br />
disfunzione erettile. Quest’ultima è stata definita come “la<br />
persistente incapacità di ottenere o mantenere una sufficiente<br />
rigidità del pene, per consentire una prestazione sessuale”.<br />
In realtà, essa si manifesta con un grado di severità<br />
variabile. La prevalenza di disfunzione erettile varia da una<br />
percentuale del 2% in uomini di età inferiore ai 40 anni a<br />
quella dell’86% <strong>negli</strong> uomini sopra gli 80 anni. Oltre agli anziani,<br />
in misura maggiore, corre il rischio di accusare questi<br />
disturbi chi soffre di malattie cardiovas<strong>col</strong>ari, diabete e/o<br />
depressione. Paradossalmente, la maggior parte degli uomini<br />
con disfunzione erettile non chiede aiuto per ricevere<br />
un trattamento. Ciò accade certamente a causa della natu-<br />
98<br />
giu 12<br />
salute<br />
di Gioacchino Calapai<br />
Responsabile “Ambulatorio di Medicina Naturale”<br />
Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico<br />
“G. Martino” - Messina<br />
La radice<br />
del desiderio<br />
LA MaCa È UN orTAGGIo CoLTIvATo NELLE ANDE<br />
CENTrALI PErUvIANE: FAvorISCE LA FErTILITà<br />
ra complessa della sessualità, dei pregiudizi, delle restrizioni<br />
culturali e anche per la mancata accettazione della disfunzione<br />
erettile come una normale conseguenza dell’invecchiamento.<br />
La disponibilità, a partire dalla fine degli anni ‘90,<br />
della somministrazione per via orale del sildenafil (farmaco<br />
meglio conosciuto come Viagra), al posto delle fastidiose<br />
iniezioni locali di prostaglandine o di yohimbina utilizzate<br />
in precedenza, ha incrementato il numero degli uomini che<br />
affrontano questo problema. Nonostante ciò, si stima che<br />
solo il 10% dei pazienti affetti da disfunzione erettile consulta<br />
un medico per questo disturbo. Questo dato induce<br />
a pensare che le vendite di sildenafil o di altri farmaci con<br />
azione simile, quali il vardenafil e il tadalafil, siano in parte<br />
dovute ad un uso da parte di uomini che potrebbero anche<br />
farne a meno. Ad ogni modo, il successo dei farmaci per la<br />
disfunzione erettile ha indotto i ricercatori ad un febbrile<br />
perseguimento di altri agenti che possano produrre gli stessi<br />
effetti. Questa ricerca non si limita al campo strettamente<br />
farma<strong>col</strong>ogico, ma si rivolge anche alla sfera delle medicine<br />
popolari.
È<br />
facile immaginare come da lungo tempo anche<br />
le sostanze naturali e, in parti<strong>col</strong>are, le erbe medicinali<br />
siano state utilizzate, nelle varie culture<br />
popolari, per affrontare il problema della disfunzione<br />
erettile. Tra le diverse piante usate sulla base della<br />
tradizione popolare, oggi mi voglio soffermare su una pianta<br />
che si chiama Lepidium meyenii, più nota con il nome<br />
Maca. La Maca è un ortaggio che appartiene alla famiglia<br />
delle brassicaceae, <strong>col</strong>tivato nelle Ande centrali peruviane. È<br />
una pianta che ha in alcune regioni una grande importanza<br />
anche dal punto di vista alimentare. Cresce in un habitat caratterizzato<br />
da freddo intenso e allo stesso tempo esposto<br />
alla luce del <strong>sole</strong> e ai venti più forti, dove è impossibile per<br />
l’uomo trovare altre piante come fonte di sostentamento.<br />
Maca<br />
La radice di Maca, ricca di aminoacidi,<br />
iodio, ferro e magnesio, è commestibile.<br />
È utilizzata da se<strong>col</strong>i nella regione Andina<br />
sia come afrodisiaco che per favorire la<br />
fertilità,. La prima descrizione della radice<br />
si deve a Cieza De Leon, una sorta di<br />
cronista delle conquiste spagnole in Sud<br />
America, che nel 1553 ne aveva notato<br />
il consumo tra i nativi. Un se<strong>col</strong>o più<br />
tardi, nel 1653, fu il sacerdote Bernabe<br />
Cobo a chiamarla con il nome Maca e a<br />
descriverne l’uso per favorire la fertilità. Più<br />
tardi, nel xvIII se<strong>col</strong>o, il botanico Hipolito<br />
ruiz riporta che la radice di Maca ha<br />
anche azione afrodisiaca.<br />
L’uso popolare, così come viene riportato nella<br />
tradizione peruviana, prevede che prima di essere<br />
consumata (a dosi di circa 20 grammi al giorno) la<br />
radice sia essiccata, successivamente sottoposta<br />
ad ebollizione e trasformata in succo. Il processo di ebollizione<br />
è una tappa importante poiché sembra che aumenti<br />
la formazione di sostanze (metaboliti) attive.<br />
La ricerca scientifica si è occupata di chiarire quali siano<br />
i reali effetti della radice di Maca. Per quanto riguarda le<br />
disfunzioni sessuali, le attuali conclusioni sono che la radice<br />
di Maca non ha effetto sulla disfunzione erettile, ma può<br />
aumentare il desiderio sessuale.<br />
riguardo alla fertilità, invece, studi sperimentali dimostrerebbero<br />
che il consumo di Maca è associato all’aumento<br />
della conta degli spermatozoi.<br />
La radice di Maca è solo la prima tra le piante per le disfunzioni<br />
sessuali di cui ci siamo occupati. Nei prossimi appuntamenti<br />
esploreremo altre culture ed altri modi per affrontarle,<br />
naturalmente.<br />
99<br />
giu 12
in english<br />
gusto<br />
di Giovanna Scibona<br />
L’oro bianco<br />
di SICILIA<br />
diventa<br />
“IGP”<br />
Prestigioso riconoscimento<br />
per il sale marino di Trapani.<br />
Staiti: “Il compimento<br />
di una lunga marcia”<br />
Sicilian white<br />
gold becomes<br />
“PGI”<br />
Trapani’s sea salt gets this<br />
prestigious award. Staiti “The<br />
accomplishment of a long march”.<br />
by Giovanna Scibona<br />
100<br />
giu 12<br />
L’oro bianco di Sicilia diventa “Igp”.<br />
Grazie al parere positivo da parte del Gruppo tecnico<br />
di valutazione del ministero delle Politiche agri<strong>col</strong>e e<br />
forestali, il sale della fascia costiera che unisce Trapani e Marsala,<br />
attraverso il territorio di Paceco - oro bianco fin dall’epoca<br />
dell’espansione fenicia nel Mediterraneo e che fino alla fine<br />
degli anni ‘50 diede un’enorme contributo all’economia di questi<br />
territori - oggi si fregia del riconoscimento dell’Indicazione<br />
Geografica Protetta (Igp), tutela per il consumatore e riconoscimento<br />
di esclusività ambientale di questa fetta di Sicilia.<br />
Antonio D’Alì Staiti, presidente della Sosalt, - maggiore produttore<br />
di Sale Marino, che da sempre ha sposato e sostenuto il<br />
progetto del Consorzio per la valorizzazione del Sale marino<br />
di Trapani, parla del “compimento di una lunga marcia che il<br />
consorzio ha percorso con tenacia, certi della bontà del prodotto<br />
che esce dalle saline di Trapani, Paceco e Marsala, che<br />
rappresentano uno dei simboli della Sicilia e che, da oggi, vengono<br />
consacrate anche come custodi di una delle eccellenze<br />
agroalimentari del territorio”.<br />
Sicilian white gold becomes “PGI”.<br />
Thanks to Gruppo tecnico di valutazione of Ministero<br />
delle Politiche Agri<strong>col</strong>e e Forestali’s positive<br />
judgement, sea salt from the shore connecting Trapani<br />
to Marsala, through Paceco’s area – known<br />
as white gold ever since Phoenicians’ expansion<br />
in the Mediterranean Sea. It gave an enormous<br />
contribution to these areas’ economy until the late<br />
‘50s. Today it just obtained this precious label,<br />
“Protected Geographical Indication”, which means<br />
safety for the customers and exclusive production<br />
for this zone.<br />
Antonio D’Alì Staiti, Sosalt’s president, - largest sea<br />
salt’s producer, always a promoter of the project<br />
of a Cartel for Trapani’s sea salt’s appreciation -<br />
defines it the “accomplishment of a long march<br />
the cartel has walked with tenacity, certain of<br />
the product’s value. Its sources, Trapani, Paceco<br />
and Marsala’s salinas represent some of Sicily’s<br />
symbols, and from now on the keepers of one of<br />
the agri-foodstuff’s excellences of the island.”<br />
The disciplinare di produzione was presented<br />
almost an year ago to Trapani’s Camera di commercio<br />
by the Cartel itself, which regroups all Trapani’s<br />
salinas’ operators. Nowadays the use of Pgi<br />
mark is limited to national territory, but it’s gonna<br />
be international after EU’s approval, bringing<br />
advantages to both producers and customers.<br />
Trapani’s Camera di Commercio evaluates, verifies,<br />
certifies and protects this sea salt.<br />
The Pgi mark has already been given in Sicily to<br />
Pantelleria’s capers and “Valli Trapani dop” olive<br />
oil.
Il disciplinare di produzione era stato presentato quasi<br />
un anno fa alla Camera di commercio di Trapani dallo<br />
stesso consorzio, che raggruppa gli operatori di tutte<br />
le saline trapanesi. In realtà al momento l’utilizzazione<br />
del relativo marchio Igp è valida solo sul territorio nazionale.<br />
Solo il passaggio della sua documentazione alla Comunità<br />
europea consentirà, dopo il definitivo via libera, la<br />
pubblicazione sulla gazzetta europea e, di conseguenza,<br />
l’estensione dell’utilizzo del marchio Igp anche all’estero<br />
con i relativi vantaggi per produttori e consumatori.<br />
Alla Camera di commercio di Trapani va il ruolo di ente valutatore,<br />
così da verificare, certificare e proteggere l’origine<br />
geografica protetta di questo sale marino, riconoscimento<br />
che in Sicilia si aggiunge ai capperi di Pantelleria Igp e<br />
all’olio extravergine di oliva “valli Trapani dop”, già precedentemente<br />
certificati come prodotti di origine controllata.<br />
È auspicabile che questo prestigioso riconoscimento, che<br />
premia le tradizioni di questo territorio, come anche una<br />
buona parte dell’economia trapanese, possa avere risvolti<br />
positivi sia nel mercato rivolto al pic<strong>col</strong>o consumatore, che<br />
sui grandi mercati in ambito sia nazionale che comunitario,<br />
in cui la tracciabilità di un ingrediente è sempre più considerata<br />
il suo più importante valore aggiunto.<br />
We hope this precious accomplishment, which awards this area’s traditions,<br />
will help enrich Trapani’s economy in small local market and national and<br />
international ones, since an ingredient’s traceability is recognized as one of its<br />
greatest values.<br />
gusto<br />
a cura della redazione<br />
Filippo<br />
La Mantia<br />
Proseguiamo il nostro viaggio nelle ricette<br />
del celebre chef Filippo La Mantia. Dopo<br />
l’antipasto, è la volta di un primo piatto.<br />
Let’s go on with our journey through famous chef Filippo<br />
La Mantia’s recipes. After the appetizer, it’s time for a<br />
first course.<br />
Ditalini con zucca gialla, zucchine,<br />
fin<strong>occhi</strong>etto e menta<br />
Ditalini with pumpkin, courgettes, fennel and meant<br />
Ingredienti (per quattro persone):<br />
Ingredients for 4 people:<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
200 g di ditalini<br />
•<br />
400 g di zucca gialla<br />
200 g di caciocavallo ragusano<br />
•<br />
•<br />
•<br />
50 g di pinoli<br />
50 g di capperi sotto sale<br />
Succo di 1 arancia<br />
•<br />
•<br />
•<br />
•<br />
6 pomodori secchi<br />
3 zucchine<br />
•<br />
•<br />
•<br />
1 patata<br />
Un mazzetto di basilico<br />
Un mazzetto di menta<br />
•<br />
•<br />
•<br />
Un mazzetto di fin<strong>occhi</strong>etto selvatico<br />
100 g mollica tostata<br />
Olio extravergine di oliva<br />
200 g of ditalini pasta<br />
400 g of pumpkin<br />
200 g of caciocavallo ragusano<br />
50 g of pinoles<br />
50 g of salted capers<br />
Juice of 1 orange<br />
6 dry tomatoes<br />
3 courgettes<br />
1 potato<br />
A small bundle of basil<br />
A small bundle of meant<br />
A small bundle of wild fennel<br />
100 g of toasted crumb<br />
Olive oil<br />
Lavate e tagliate a tocchetti la polpa della zucca gialla, le zucchine<br />
e la patata, privata della buccia. Sminuzzate i pomodorini secchi.<br />
Trasferite tutti gli ingredienti in una pentola e aggiungete il succo<br />
di arancia, le foglie lavate di basilico, fin<strong>occhi</strong>etto e menta e i<br />
capperi dissalati. versate anche un dito di acqua e fate cuocere a<br />
fuoco medio finché la patata non sarà stracotta, in modo da formare<br />
un brodo denso che andrà a legare tutti gli ingredienti. Nel<br />
frattempo lessate la pasta in abbondante acqua bollente salata e<br />
s<strong>col</strong>atela molto al dente. versatela nella pentola con condimento<br />
e continuate la cottura a fuoco basso per altri 3 minuti, aggiungendo<br />
un cucchiaio di olio e un po’ di caciocavallo grattugiato.<br />
Quando tutti gli ingredienti si saranno ben amalgamati, servite la<br />
pasta cospargendola con il rimanente caciocavallo ragusano grattugiato,<br />
i pinoli tostati, qualche foglia di menta e il fin<strong>occhi</strong>etto.<br />
Wash and cut in pieces the pulp from the pumpkin, the courgettes and the<br />
potato, without its peel. Smince the dry tomato. Transfer all the ingredients in<br />
a pan and add orange juice, the basil, fennel, meant and capers without salt.<br />
Pour some water and cook till the potato gets very soft and a concentrated<br />
bouillon connects every ingredient. In the meanwhile cook pasta in a lot of<br />
salty water and drain it while it’s still a little raw. Make it softly cook for three<br />
minutes in the pan with the sauce, while you add a spoon of oil and the<br />
grated cheese. When everything will be well mixed, serve the pasta, covered<br />
with cheese, toasted pinoles, meant and fennel.<br />
101<br />
giu 12
102<br />
giu 12<br />
moda<br />
di Chiara Celona foto di riccardo lupo<br />
In questa storia dovrete imparare a guardare oltre. oltre<br />
l’evento, che non è una semplice sfilata di moda. Oltre<br />
il luogo, che è la vucciria, nella sua vera e profonda<br />
essenza. Siamo nel cuore di Palermo, la Palermo che<br />
torna ad essere dei palermitani quando i turisti hanno terminato<br />
di scattare le loro foto, quando scende la sera e i<br />
giovani si ritrovano insieme. Si ritrovano anche alla vucciria,<br />
ma non tutti. Si dice che, dopo una certa ora, non sia “una<br />
bella zona”. Immaginate allora di prendere 10 giovani stilisti,<br />
armati di creatività e di materiali di riciclo, 40 ragazzi che<br />
si improvvisino modelli per una sera, una squadra di parrucchieri<br />
muniti di estro e passione, un gruppo di giovani<br />
desiderosi di creare qualcosa di bello per Palermo. Adesso<br />
immaginate di portare tutto ciò proprio lì, alla vucciria.<br />
Questo è, in sintesi, quello che hanno deciso di fare Skip La<br />
Comune, parrucchiere palermitano, e un nutrito gruppo di<br />
<strong>col</strong>laboratori, tutti volontari, tutti ripagati solo dal piacere di<br />
stare insieme e di realizzare un evento per la propria città.<br />
Questa è l’essenza di “SMODA 2012”.<br />
«L’idea di una sfilata che utilizzi materiali di riciclo e che<br />
sia fatta interamente da ragazzi palermitani, mi è venuta<br />
sei anni fa, insieme ad un gruppo di amici», racconta Skip.<br />
«Abbiamo provato a realizzare dei vestiti utilizzando ferro<br />
o vecchi copertoni, una moda povera insomma, la bellezza<br />
creata con i materiali che si hanno a disposizione, “la moda<br />
del Sud”, come mi piace chiamarla. Così è nato l’evento<br />
“Antimoda”, che originariamente si teneva nel mio salone.<br />
Quest’anno abbiamo pensato a un concetto diverso e<br />
soprattutto ci siamo aperti alla città, scegliendo proprio la<br />
vucciria».
«Ci è stato offerto di fare la sfilata alla Vucciria – ci conferma<br />
Marta Sacco, che cura l’organizzazione generale di<br />
SMODA – anche per portare un evento culturale in una<br />
zona dove ce n’è grande carenza. vogliamo mostrare un’alternativa,<br />
un modo per sfruttare il posto in maniera diversa<br />
e riqualificarlo.<br />
La vucciria è una zona bellissima e speriamo che questo<br />
evento possa rappresentare uno stimolo a visitarla, anche<br />
per quelle persone che in genere la evitano, soprattutto la<br />
sera». «Grazie a questo evento – continua Skip – si è creato<br />
anche un rapporto diretto con i ragazzi della vucciria:<br />
hanno capito che siamo lì a fare qualcosa per loro e quindi<br />
hanno un atteggiamento di assoluta <strong>col</strong>laborazione».<br />
Dietro SMoDA c’è, in realtà, un impegno che dura da<br />
tempo, come ci racconta Antonio valguarnera, presidente<br />
VUCCIrIa:<br />
UNo SGUArDo<br />
oLTrE LA MoDA<br />
“SMoDA” è la sfilata fatta interamente<br />
da ragazzi palermitani con materiali di riciclo<br />
22 giugno 2012 - ore 21:00<br />
Piazza Garraffello - vucciria, Palermo<br />
dell’associazione Punta Comune e produttore dell’evento:<br />
«L’Associazione Punta Comune, insieme a Skip La Comune,<br />
è riuscita in questi anni nell’intento di promuovere l’arte<br />
in tutte le sue sfaccettature e SMoDA è per noi anche<br />
questo: un modo di promuovere nuovi talenti, gente che ha<br />
voglia di esprimere, in questo caso attraverso gli abiti, delle<br />
idee, dei concetti che vadano anche oltre la moda. In questo<br />
senso la “s” di SMoDA sta sia per street-moda, che per<br />
indicare un elemento che stravolge i canoni tradizionali».<br />
SMODA 2012 sarà quindi la passerella per 10 stilisti, selezionati<br />
da Francesca Catania fra 25 partecipanti al bando.<br />
La selezione è partita dal web: «Abbiamo creato un gruppo<br />
su Facebook e, in una settimana, abbiamo registrato più di<br />
500 adesioni», sottolinea Antonio.<br />
103<br />
giu 12
104<br />
giu 12<br />
moda<br />
Agli stilisti sono state date delle linee guida per la realizzazione<br />
degli abiti, come ci spiega Marta: «Abbiamo<br />
deciso di prevedere 4 macro-temi per la<br />
sfilata: Cyborg, Medioevo, Forme geometiche e S-moda,<br />
quest’ultimo inteso come pura libertà di esprimere la propria<br />
arte. La migliore creazione sarà scelta da una giuria,<br />
composta da personaggi palermitani, da un giornalista e da<br />
un parrucchiere, e riceverà il premio di 500 euro». Il premio<br />
costituisce un incentivo per gli stilisti, ma in generale tutto<br />
l’evento – come ci tengono a precisare gli organizzatori –<br />
non ha nessuno scopo di lucro. Skip ha coinvolto deejay,<br />
veejay, altri parrucchieri palermitani, truccatori, <strong>col</strong>laboratori<br />
del suo salone, amici: «È un evento fatto interamente da<br />
ragazzi palermitani – ci dice – da gente che si è messa in<br />
gioco gratuitamente». La moda di questi ragazzi, la Smoda,<br />
VUCCIrIa:<br />
UNo SGUArDo<br />
oLTrE LA MoDA<br />
sta principalmente nei significati che ogni stilista è libero<br />
di esprimere attraverso gli abiti, attraverso delle creazioni<br />
uniche che si fanno vei<strong>col</strong>o per messaggi sociali. «SMoDA<br />
è certamente anticonformismo – conclude Skip – è uno<br />
spazio libero per dire quello che vuoi. Da noi non ci sono<br />
modelle smunte, da noi sfilano ragazze di ogni peso, per<br />
far passare un messaggio contro l’anoressia; a Smoda si sfila<br />
contro l’omologazione e lo spreco, contro la “moda” di<br />
pagare a prezzi esorbitanti due pezzi di stoffa cuciti insieme,<br />
uguali a tutti gli altri». Il giorno dopo la sfilata, Palermo<br />
ospiterà anche il Gay Pride e Skip assicura che a SMoDA<br />
non mancheranno i riferimenti e i messaggi in favore di una<br />
società più libera e aperta. Se quindi volete assistere ad un<br />
evento di certo fuori dagli schemi, prendete nota delle coordinate<br />
di SMoDA e lasciate a casa i luoghi comuni.
Gli stilisti selezionati per<br />
SMoDA 2012<br />
Vincenzo Billeci (Pa)<br />
Viviana Romanotto (Pa)<br />
Martina Baldo (Pa)<br />
Margherita Chiaramonte (Pa)<br />
Ginevra Crescimanno (Pa)<br />
Debora Viglia (Pa)<br />
Cristina Guarnuto (Pa)<br />
Eleonora Menga (Mola di Bari)<br />
Tamuna kiria (Pa)<br />
Valentina Randisi (Pa)<br />
105<br />
giu 12
musica<br />
di Antonio Triolo<br />
Come un giorno mi disse<br />
un carissimo amico musicista<br />
“Con roy Paci vinci sempre!! “<br />
A<br />
testimonianza del fatto che mister roy<br />
“vulcano” Paci è una vera forza della natura.<br />
Chi non lo conosce? Non ha mai fischiettato<br />
un motivetto di un suo pezzo, o visto un suo concerto<br />
o sentito una sua canzone alla radio? Impegnato e<br />
presente in molteplici progetti musicali, sociali, benefici,<br />
cinematografici, e teatrali, trombettista, compositore,<br />
scrittore e arrangiatore, roy Paci fa suo il concetto<br />
di eclettismo al 100%. Si stima che abbia preso parte<br />
a più di 400 progetti discografici, la lista delle sue<br />
<strong>col</strong>laborazioni è infinita (da Manu Chao a Trilok Gurtu<br />
e Tony Levin, passando per Mike Patton e vinicio<br />
Capossela), impegnato socialmente in moltissimi<br />
progetti (Bonarma Day, prima edizione servita alla<br />
rac<strong>col</strong>ta di fondi per gli alluvionati del Messinese,<br />
progetto rezophonic, con Mario riso e moltissimi<br />
musicisti, finalizzato alla realizzazione di pozzi d’acqua<br />
in Africa, e ancora con Amnesty International contro<br />
la violenza sulle donne, con Emergency per i bambini,<br />
e con AMrEF ancora per portare acqua in Africa),<br />
la sua carriera di musicista accarezza ogni latitudine,<br />
dall’Africa al sud America, e cercare di incasellare o<br />
etichettare la sua musica è impresa quanto mai vana.<br />
106<br />
giu 12<br />
RoY PACI: Senza musica?<br />
Avrei fatto il contadino<br />
Cominciamo dall’inizio, come è arrivato roy Paci alla musica?<br />
Mio padre faceva il muratore, mia madre è una casalinga, ma<br />
accomunati da questa grande passione, in casa si respirava<br />
musica. ricordo il mio primo maestro di musica, che abitava<br />
a pochi metri dalla nostra casa, era il maestro della banda<br />
del paese, ma anche un bravissimo pianista, e cosi cominciai<br />
a prendere lezioni di pianoforte, avevo 4 anni. Purtroppo<br />
dopo 5 anni il mio maestro smise di insegnare, si ammalò e<br />
divenne cieco per il diabete.<br />
Quando hai scoperto che il tuo strumento era la tromba?<br />
La cosa pazzesca è stata che dopo un anno di confusione<br />
generale, mio padre, molto dispiaciuto dall’accaduto, mi<br />
chiese se volevo ancora continuare a fare musica. Immagina<br />
che avevo sempre 10 anni, un bambino pic<strong>col</strong>o con un potere<br />
decisionale molto relativo, ancora affranto dal punto di<br />
vista umano dall’esperienza del mio maestro, una persona, ti<br />
ripeto, a cui ero legatissimo. Io comunque dissi di si, e a quel<br />
punto mio padre mi portò con lui in banda. A quei tempi<br />
mio padre suonava ed era anche presidente della banda di<br />
Augusta, io provai una serie di strumenti, fino a quando non<br />
imbracciai la tromba e, come amo descriverlo nelle occasioni<br />
in cui me lo si chiede, ho avuto la stessa sensazione<br />
di John Belushi nei Blues Brothers quando entra in chiesa:<br />
ho visto la luce! In appena due mesi ho iniziato a suonare la<br />
tromba, sono stato velocissimo, sono stato da subito legatissimo<br />
allo strumento, a 12 anni ero in banda e a detta di tutti<br />
suonavo già molto bene.
La banda è una cosa che ti sta tanto a cuore?<br />
Molto, tanto che dopo molti anni a girovagare in lungo e in<br />
largo, mi sono ritrovato di nuovo a dare la giusta ricompensa<br />
a quello che era il progetto della banda del paese.<br />
Tra l’altro quello della banda è un patrimonio nostro<br />
È un patrimonio nostro molto importante, anche se purtroppo<br />
le bande vivono un uno stato molto precario dal<br />
punto di vista degli aiuti, da parte delle istituzioni, quando<br />
invece sono una parte del nostro tessuto culturale che dovrebbe<br />
essere sempre viva.<br />
Ma se roy Paci non fosse diventato un musicista?<br />
Sarei diventato un contadino e poi probabilmente sarei entrato<br />
nel settore della gastronomia.<br />
dimmi del tuo rapporto con il cibo, ovvero musica e cibo.<br />
Beh, so cucinare molto bene, ma sono soprattutto un ottimo<br />
gourmet, visto che sono una persona molto curiosa,<br />
cosi come lo sono con la musica. ricordo che già da pic<strong>col</strong>ino<br />
andavo apposta a sentire la radio a casa delle mia nonna<br />
e da lì potevo as<strong>col</strong>tare tutta la musica che veniva trasmessa<br />
nel bacino del Mediterraneo, dalla Grecia, dall’Egitto. Adesso<br />
la mia voglia di ricerca l’ho trasferita in quello che inizialmente<br />
era solo un hobby e che adesso è diventato una<br />
grande passione, la gastronomia, e dopo anni di sperimentazioni<br />
sono riuscito a legarla alla musica, e nello specifico a<br />
praticare una vera e propria scienza che si chiama gastrofonia,<br />
una scienza che studia gli orizzonti sonori del cibo.<br />
Tu sei sempre stato una persona molto impegnata socialmente.<br />
Con il mio mestiere diventa una cosa automatica. Io vivo attraverso<br />
le emozioni degli altri, vivendo quello che succede<br />
in giro, mi sembrerebbe cosi assurdo, fare il musicista, fare<br />
quello che faccio s<strong>col</strong>legato dalla realtà. Per me è una missione<br />
a tutti gli effetti, i miei testi, le cose che scrivo, anche<br />
il suono stesso, è frutto del nutrimento di tutto ciò che mi<br />
circonda, di tutto quello che succede in tempo reale durante<br />
il mio percorso, durante la mia vita, quindi alla fine il mio<br />
impegno è naturale.<br />
Parliamo di questo tour estivo insieme ai tuoi Aretuska,<br />
sarete in giro per l’Europa, presenti ai più grandi festival,<br />
come il Sziget Fest di Budapest che vanta più di un milione<br />
di presenze, sul world stage per la terza volta, quest’anno<br />
insieme a Emir Kusturica e la sua no Smoking orchestra,<br />
Sergent Garcia, Goran Brecovic, e molti altri, di festival in<br />
festival fino ad arrivare in sud America…<br />
Si, saremo di nuovo in giro in Europa, allo Sziget insieme a<br />
moltissimi altri artisti, in effetti stiamo già programmando<br />
per settembre il tour sudamericano, perché dovremmo andare<br />
in venezuela per una serie di concerti e iniziative molto<br />
forti mirate alla difesa del territorio e contro le speculazioni<br />
da parte delle aziende petrolifere, e da li cercheremo di<br />
pianificare finalmente una serie di richieste singole, che non<br />
siamo mai riusciti a confermare, come in Messico e altri paesi<br />
vicini.<br />
riguardo a prossimi progetti discografici, c’è qualcosa in<br />
cantiere?<br />
Per il disco se ne parlerà il prossimo inverno, attualmente<br />
abbiamo molti progetti discografici interessanti che stiamo<br />
seguendo, con Etnagigante, la nostra etichetta che ormai da<br />
17 anni lavora alla ricerca di nuova interessanti produzioni,<br />
ultimamente abbiamo prodotto due dischi di due progetti<br />
completamente diversi l’uno dall’altro, a riprova del fatto<br />
che la cosa che mi fa davvero battere il cuore è la musica<br />
bella.<br />
Tu hai sempre avuto un’attenzione parti<strong>col</strong>are per i gruppi<br />
emergenti, che cercano di darsi da fare cercando di creare<br />
nuovi stimoli sonori. So che uno dei progetti a cui tieni<br />
molto sono i Syd (See you dowtown) del nostro John<br />
lui, caratterizzati da un sound molto internazionale, cantato<br />
in inglese, un progetto molto interessante…<br />
Si, con i Syd abbiamo già fatto una data zero, riscuotendo<br />
davvero un enorme entusiasmo da parte del pubblico. Piacciono<br />
davvero a tanta gente, tra i prossimi progetti in uscita,<br />
comunque, a breve anche un disco di Grazia Negro, che<br />
sarà una rac<strong>col</strong>ta di tanti bellissimi pezzi scritti in questi anni.<br />
Prima di salutarti e ringraziarti per la tua disponibilità, la<br />
domanda free che io tengo sempre come dulcis in fundo,<br />
e cioè un tuo sfogo, una tua denuncia, qualcosa che vuoi<br />
menzionare , qualcosa che hai a cuore da dire…<br />
La cosa che vorrei davvero dire è che probabilmente dovremmo<br />
fare meno affidamento sulle istituzioni. Il siciliano,<br />
se vuole veramente salvarsi, dovrebbe fare questo e fare più<br />
“catena” tra i singoli, secondo me è l’unica soluzione. Cosi<br />
facendo, la politica dovrà necessariamente interessarsi di<br />
un fenomeno che nasce proprio dal basso. Molte volte mi<br />
è capitato di aderire ad iniziative anche totalmente gratuite<br />
per sottolineare determinate situazioni sociali. Cose come<br />
queste più si ripetono, più aumenta la consapevolezza della<br />
gente.<br />
Un augurio ai Siciliani<br />
Io mi auguro che la Sicilia si svegli. Mi auguro che i Siciliani<br />
si sveglino da questo torpore, e soprattutto diano parola ai<br />
ragazzi e alle ragazze, che sono <strong>col</strong>oro i quali hanno assorbito<br />
la differenza sostanziale, viaggiando e confrontandosi<br />
con altre realtà estere, tra questo posto e i posti in cui<br />
sono stati. Dare parola ai giovani che sanno perfettamente<br />
cosa funziona e cosa non funziona, fare tornare in Sicilia i<br />
tanti giovani intelligenti, che sono partiti, che sanno fare, che<br />
sanno parlare, ma per farli tornare è necessario che abbiano,<br />
come si suol dire, il terreno spianato. Solo cosi la Sicilia<br />
potrebbe risollevarsi.<br />
“L’intervista integrale realizzata da Antonio Triolo è pubblicata sul nostro sito: www.magmagazine.it<br />
107<br />
giu 12
108<br />
giu 12<br />
dischi<br />
di Paolo Turiaco<br />
Ho rivisto Salvo Pinzone con immenso piacere dopo un lungo<br />
black out e il ricordo è subito andato ai giorni in cui ci scambiavamo<br />
tanta musica in long plain e cassette.<br />
Dove sei finito?<br />
Il sogno era andare a Londra, ci sono stato più volte senza<br />
mai rimanerci, roma in alternativa era la città più comoda e<br />
meglio <strong>col</strong>legata con città vive musicalmente come Firenze e<br />
Bologna.<br />
Sbaglio o il tuo hobby di gioventù adesso è il<br />
tuo vero lavoro?<br />
Più che lavoro la considero una passione forte che si è trasformata<br />
in una attitudine, anche giornalistica, prima su “Ciao<br />
2001” e poi su “Blow-up”. È stato questo istinto emotivo che<br />
mi ha portato a far nascere una mia etichetta discografica che<br />
si chiama “Disasters by Choice” che ha sede a roma.<br />
Come giudichi l’attuale scena musicale?<br />
In questo periodo di scene ce ne sono tantissime...pic<strong>col</strong>e e<br />
frammentate, molto interessanti e di breve durata. A parte<br />
alcuni casi isolati, sono ancora le giovani Labels a vivacizzare<br />
l’interesse della scena indipendente. In questo periodo ad<br />
esempio, è obbligatorio puntare le orecchie su Not Not Fun<br />
> Salvo Pinzone nel suo studio<br />
La musica non è finita<br />
Incontrarsi dopo tanto tempo e gustare un buon caffè… chiacchierare di musica<br />
e di tutto quello che si nasconde dietro: cos’altro si potrebbe chiedere di meglio?<br />
o la Blackest Ever Black; richiede una parti<strong>col</strong>are attenzione<br />
anche quello che accade in oriente e in special modo in Cina.<br />
Là un mio amico musicista mi ha introdotto nel vastissimo e<br />
interessante mondo musicale cinese.<br />
Ho avuto modo di incontrare l’artista zhai ruixin in arte<br />
ME:Mo, del quale curerò la produzione. Con immenso piacere<br />
sono riuscito ad organizzare una Disasters by Choice<br />
Night a Pechino e di apprezzare l’infinita alternanza di generi<br />
musicali, dall’elettronica al pop rock fino alla musica tradizionale<br />
mongola, il tutto espresso con estrema originalità.<br />
Il digitale porterà nuova linfa o segnerà la morte<br />
dell’industria discografica?<br />
Il digitale per me si rispecchia nella velocità dei nostri tempi e<br />
ci permette di fruire della musica in qualsiasi posto con poca<br />
fatica e una qualità eccellente.<br />
Diversamente amo l’analogico perché mi dà il tempo di gustare<br />
quello che sto as<strong>col</strong>tando. Probabilmente torneremo<br />
indietro e ricominceremo a stampare le nuove uscite di Disasters<br />
By Choice solo su vinile bianco. In questi giorni ho,<br />
infatti, deciso di bloccare la produzione di CD e incominciare<br />
proprio con la stampa di un dieci pollici di un gruppo italofrancese<br />
chiamato Hiss.<br />
La mia conversazione con Salvo è andata avanti con la consumazione di un altro paio di caffè...La mia riflessione, alla fine è<br />
stata: bene ritorneremo a scambiarci i dischi e le cassette esattamente come quaranta anni fa…che meraviglia! Sintonizzatevi<br />
quindi su umori suoni e passioni della e come sempre… buon as<strong>col</strong>to.
mag<br />
109<br />
ooooooiiiiiii<br />
di<br />
Via Maddalena, 38/D (angolo Via G. Bruno) Messina - Tel. 090 2932170
Libri<br />
di Lara Cortese<br />
RECENSIONI<br />
Giugno / Luglio<br />
La luce sugli oceani<br />
autore: M.L. Stedman • editore: Garzanti • € 17,60<br />
“<br />
Il giorno del mira<strong>col</strong>o, Isabel era ingin<strong>occhi</strong>ata al limitare<br />
della scogliera”, sopraffatta dalla tristezza e dalla delusione,<br />
non si sarebbe mai aspettata che il mare potesse offrirle<br />
il dono più grande. Isabel, la moglie del guardiano del<br />
faro di un isola sperduta, non riesce ad avere figli. L’ultimo<br />
nato morto era stato appena sepolto. Così, l’arrivo di quella<br />
barca e il vagito di una bambina la riportano in vita, il mare<br />
le ha restituito ciò che aveva appena perduto. La decisione<br />
arriva per lei immediata e, vincendo le resistenze del marito,<br />
quella bambina sarà la loro figlia, Luce. Nessuno dovrà<br />
Sara Rattaro<br />
Un uso qualunque di te<br />
autore: Sara rattaro • editore: Giunti • € 12,00<br />
La prima impressione che si ricava, condizionata anche<br />
dalla copertina, è che si tratta del solito banale libro<br />
che fa leva sui buoni e cattivi sentimenti. Basta leggere qualche<br />
pagina in più per rendersi conto che è tutt’altro, perché<br />
in <strong>sole</strong> duecento pagine la rattaro racconta una storia dura,<br />
poetica e ricca di emozioni. Il romanzo, scritto sottoforma<br />
di diario, parla di viola, una donna che in principio il lettore<br />
impara a disprezzare per poi mutare radicalmente parere<br />
nelle ultime struggenti pagine. viola è una donna, una<br />
moglie ed una madre assolutamente imperfetta, ha sempre<br />
condotto una vita dissoluta, mentendo e tradendo il marito<br />
110<br />
giu 12<br />
M.L.Stedman<br />
mai saperlo. Ma oltre il mare c’è una donna<br />
che soffre e spera ancora che il mare<br />
le riporti sua figlia. Una storia d’amore e<br />
di dolore, l’amore di due donne per la stessa figlia. Il senso<br />
di <strong>col</strong>pa viene annullato dall’egoismo. Colpevoli e innocenti,<br />
verità e <strong>col</strong>pa sono posti sullo stesso piano. La domanda<br />
che ci si pone (cosa è giusto e cosa non lo è?) non potrà<br />
avere una risposta adeguata. Commovente, avvincente, ma<br />
soprattutto coinvolgente.<br />
che la adora (“ogni giorno che il cielo ha<br />
mandato in terra ho avuto una sola convinzione,<br />
che Carlo mi amasse più della<br />
sua vita”). E proprio quando riceve la telefonata che la informa<br />
che sua figlia è in ospedale in fin di vita, lei si trova<br />
dove non dovrebbe stare, nel letto di un altro uomo. Inizia<br />
una sorta di percorso a ritroso, ripercorre tutta la sua vita<br />
per riscoprirsi madre, donna completa e piena d’amore.<br />
Ben scritto, fluido e veloce da leggere. Ognuno di noi ha<br />
una chance per cambiare e non sempre ciò che appare è<br />
tale.
Margaret Doody<br />
Aristotele e i veleni di Atene<br />
autore: Margaret Doody • editore: Sellerio • € 15,00<br />
Uno degli ultimi gialli pubblicati in Italia della serie Aristotele<br />
detective. È molto riduttivo definire solo gialli<br />
i romanzi della Doody, perché, oltre a raccontare storie di<br />
delitti, l’autrice canadese ci fornisce uno spaccato di vita<br />
quotidiana dell’antica Grecia, diverte ed insegna allo stesso<br />
tempo. Le storie che scrive sono caratterizzate dalla presenza<br />
del grande filosofo macedone Aristotele che, affiancato<br />
dal giovane Stefanos, cittadino ateniese e voce narrante,<br />
tenta di risolvere i misteriosi omicidi che funestano<br />
la vita della polis e lo fa utilizzando la logica e la retorica.<br />
La storia si svolge nel Iv se<strong>col</strong>o a.C. ed inizia con la morte<br />
per avvelenamento da cicuta di un fa<strong>col</strong>toso uomo d’affari<br />
il cui corpo viene trovato in un bordello. Ma i veri veleni<br />
David Safier<br />
La mia famiglia e altri orrori<br />
autore: David Safier • editore: Sperling&Kupfer • € 18,90<br />
Dopo l’orribile karma della formica, Safier ritorna a deliziarci<br />
con un libro che può essere considerato un<br />
po’ fantasy, un po’ horror, ma sicuramente tragicomico. Una<br />
storia surreale che verte sul tema della felicità, l’affaccendarsi<br />
alla ricerca della stessa fa perdere il senso della vita,<br />
solo sperimentando il peggio ci si accorge che la vera felicità<br />
è sempre stata a portata di mano e intorno a noi.<br />
Protagonista assoluta una famiglia normale che vive crisi<br />
adolescenziali e genitoriali, una famiglia stressata e infelice.<br />
Classifica dei libri da non leggere… secondo il Daily Telegraph<br />
1. James Joyce, Ulisse<br />
2. georges orwell, 1984<br />
3. Jane austen, Orgoglio e pregiudizio<br />
4. Jane austen, Emma<br />
5. d. H. lawrence, L’amante di Lady Chatterley<br />
6. Geoffrey Chaucer, I racconti di Canterbury<br />
7. Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby<br />
8. Francis Scott Fitzgerald, Tenera è la notte<br />
9. Victor Hugo, I miserabili<br />
10. Margaret Mitchell, Via <strong>col</strong> vento<br />
11. gabriel garcía Márquez, Cent’anni di solitudine<br />
12. albert Camus, Lo straniero<br />
13. Voltaire, Candido<br />
14. Franz Kafka, Le metamorfosi<br />
RECENSIONI<br />
sono quelli simbolici che infestano la città,<br />
dicerie, cospirazioni, invidie e finti paladini<br />
della giustizia e della moralità. Leggendo<br />
queste pagine non solo si riesce a respirare il mito e il fascino<br />
dell’antico, ma ci si rende conto che non è cambiato<br />
molto nell’indole degli esseri umani; il processo ateniese ha<br />
le caratteristiche mediatiche dei giorni nostri. Una buona<br />
dose di suspence e il finale a sorpresa ci ricorda che oltre<br />
a vivere e imparare usi e costumi antichi, oltre a sentirci<br />
pic<strong>col</strong>i di fronte alla grandezza di quegli uomini, stiamo cercando<br />
di risolvere un mistero. È assolutamente consigliabile<br />
agli appassionati del genere iniziare a leggere le prime opere<br />
della Doody.<br />
Tutti insieme vestiti in maschera da mostri<br />
si recano alla presentazione di un<br />
libro, peccato che la festa non fosse in<br />
maschera, fuggono, e si imbattono in una strega che li trasforma<br />
nei mostri che rappresentano. Da questo momento<br />
inizia un’avventura a tratti esilaranti e godibilissima. Leggero,<br />
veloce, una favola adatta anche agli adulti. Affronta temi attuali<br />
con ironia e fantasia.<br />
15. J. W. Goethe, I dolori del giovane Werther<br />
16. Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, Le<br />
relazioni peri<strong>col</strong>ose<br />
17. lev Tolstoj, Guerra e pace<br />
18. Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo<br />
19. Paulo Coelho, L’alchimista<br />
20. Stieg larsson, La ragazza che giocava con il fuoco<br />
21. elizabeth gilbert, Mangia prega ama<br />
22. Philip roth, Lamento di Portnoy<br />
23. Hunter S. Thompson, Paura e disgusto a Las Vegas<br />
24. Julian Fellowes, Snob<br />
25. Stephen Hawking, Dal Big Bang ai buchi neri.<br />
Breve storia del tempo<br />
111<br />
giu 12
cinema<br />
di Giorgio Cavagnaro<br />
Un FILM DA VEDErE<br />
112<br />
giu 12<br />
Una pelli<strong>col</strong>a<br />
dall’alto valore civile<br />
che ripercorre<br />
quanto accadde<br />
nel luglio del 2001<br />
durante il G8<br />
di Genova<br />
Mi piacerebbe iniziare questo arti<strong>col</strong>o con la formula<br />
di routine “I fatti sono noti”. Ma se da un<br />
lato ciò risponde a realtà, nel senso che molto è<br />
stato detto e scritto sugli avvenimenti accaduti a<br />
Genova a margine del summit internazionale G8, pochi hanno<br />
avuto la reale percezione della gravità di quanto accadde nella<br />
notte tra il 21 e il 22 luglio nella scuola Armando Diaz. La frase<br />
sotto il titolo del film riporta un commento di Amnesty International<br />
che recita testualmente: «La più grave sospensione dei<br />
diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda<br />
Guerra Mondiale». Una frase bruciante, che appare in tutta la<br />
sua drammatica realtà con lo scorrere delle immagini di questo<br />
bellissimo film, fortemente voluto dal miglior produttore indipendente<br />
italiano, Domenico Procacci, e che il regista Daniele<br />
vicari ha girato con passione e notevole spiegamento di mezzi.<br />
Solo la ricostruzione delle strade di una Genova martoriata da<br />
tre giorni di ordinaria follia, realizzata a Bucarest per motivi di<br />
budget, ha richiesto il lavoro di un mese e mezzo di artigiani<br />
specializzati e nelle scene di massa della manifestazione sono<br />
stati impiegati 10.000 comparse e 120 attori. Diciamo subito<br />
che al termine dell’anteprima stampa, dunque alla presenza di<br />
un pubblico di addetti ai lavori, poco incline alle emozioni, parecchi<br />
giornalisti sono rimasti per alcuni interminabili secondi<br />
seduti al loro posto, per riprendersi da ciò che avevano appena<br />
finito di vedere. Attenzione, non parliamo di immagini splatter,<br />
create per compiacere gli appassionati del genere horror o per<br />
<strong>col</strong>pire a tradimento lo spettatore medio.
La violenza che esplode<br />
davanti ai nostri <strong>occhi</strong><br />
dal momento dell’irruzione<br />
della polizia, alla<br />
ricerca di fantomatici “Black Bloc”<br />
nella scuola Diaz, dove si erano<br />
rifugiate alcune centinaia di manifestanti<br />
di provenienza eterogenea<br />
per passare la notte susseguente<br />
alla terribile giornata segnata dalla<br />
morte del giovane Carlo Giuliani,<br />
è quanto di più bestiale ed atroce<br />
il cinema italiano abbia raccontato <strong>negli</strong> ultimi decenni. Ci<br />
sono stati processi molto discussi, a seguito degli avvenimenti<br />
descritti nel film. Produttore e regista hanno dichiarato<br />
di aver tenuto conto in modo preciso di quanto emerso<br />
nel corso delle relative indagini, e di aver deciso la realizzazione<br />
del film dopo le assoluzioni dei vertici della polizia di<br />
Stato indicati come responsabili dei fatti, ad eccezione del<br />
capo del vII Nucleo reparto mobile di roma, interpretato<br />
da Claudio Santamaria, che decide, inorridito da quanto si<br />
stava verificando, di interrompere<br />
la mattanza. Questo poliziotto, unico<br />
fra tutti, userà il termine “macelleria<br />
messicana” riferendosi ai fatti<br />
della Diaz e ai successivi disumani<br />
interrogatori svoltisi alla caserma<br />
Bolzaneto e subirà, a differenza<br />
degli altri, pesanti conseguenze per<br />
la sua carriera.<br />
Al film, che annovera tra gli interpreti<br />
il sempre efficace Elio Germano<br />
nella parte di un giornalista<br />
coinvolto e malmenato, il già citato Santamaria, renato<br />
Scarpa, Paolo Calabresi, Mattia Sbragia e una intensa e sofferente<br />
Jennifer Ulrich, torturata a Bolzaneto in sequenze<br />
raccapriccianti, è stato mosso il rilievo, in parte giustificato,<br />
di non andare a fondo sulle responsabilità dei registi occulti<br />
del massacro, sempre più difficili e sfuggenti da mettere a<br />
fuoco e inchiodare. resta però l’alto valore civile della pelli<strong>col</strong>a<br />
come documento implacabile di una pagina di storia di<br />
cui, come italiani, dobbiamo tutti vergognarci.<br />
113<br />
giu 12
social & media<br />
di Eugenia Morato<br />
SoCIAL MEDIA<br />
ToURISM MARkETING<br />
Ecco come funziona il turismo ai tempi dei social network<br />
L’estate è ormai alle porte e gli <strong>occhi</strong> di tutti sono<br />
puntati su uno dei più importanti comparti in Italia:<br />
il turismo. Nel 2011 l‘impatto economico generato<br />
dal settore turistico è stato di 51,4 miliardi di euro, pari al<br />
3,1 del prodotto interno lordo. Tuttavia, a causa della crisi<br />
mondiale, le stime parlano di numeri leggermente al ribasso<br />
per il 2012. Ma vediamo come il web e i social media possono<br />
aiutare il comparto “viaggi e turismo” e come gli strumenti<br />
2.0 possono essere utili per promuovere una struttura<br />
ricettiva o un parti<strong>col</strong>are territorio. Stiamo parlando di<br />
quello che viene definito Social Media Tourism Marketing.<br />
È scontato dire che tutto ha inizio da un buon sito. Non<br />
deve trattarsi di una semplice vetrina, ma deve spingere le<br />
persone a interagire: chiedendo informazioni, un preventivo<br />
oppure condividendo quel sito sui social network.<br />
Ma avere un buon sito, con contenuti chiari e navigabili anche<br />
da mobile, non basta. Bisogna generare traffico. Il sito<br />
deve diventare una sorta di hub, attorno al quale sviluppare<br />
un ecosistema social. Nella creazione di un piano strategico<br />
114<br />
giu 12<br />
integrato di social media marketing turistico, non si può<br />
non cominciare da Facebook. Con le sue fan page, infatti,<br />
permette di creare dei veri mini siti al suo interno. La parola<br />
d’ordine è engagement, ovvero coinvolgere gli utenti e<br />
riuscire a scatenare una risposta positiva da parte loro (un<br />
like, uno share o, meglio ancora, un soggiorno nella nostra<br />
struttura). Il modo migliore per ottenere tutto ciò è pubblicare<br />
contenuti rilevanti e d’impatto immediato ed emotivo,<br />
come foto e video. Non può, poi, mancare Twitter, sempre<br />
più utilizzato dal mondo del business come customer care.<br />
Ma oltre alla gestione più snella e veloce delle richieste dei<br />
clienti, si tratta di uno strumento sempre più prezioso per<br />
trovare nuovi potenziali clienti (soprattutto considerando<br />
quanto non sia sempre così facile incrementare i fan della<br />
propria brand page su Facebook). Ad esempio, con la funzione<br />
Advanced Search (https://twitter.com/search-advanced)<br />
è possibile scoprire utenti che parlano di un certo specifico<br />
territorio e che possono essere interessati all’offerta turistica<br />
della nostra città.
C’è, poi, YouTube - la terza piattaforma dopo Facebook<br />
e Google - con i suoi 490 milioni di utenti<br />
unici mensili, dove possiamo pubblicare video di<br />
eventi turistici del territorio. Siamo nell’era della content<br />
curation, dove la “curatela” di ciò che pubblichiamo sul<br />
web diventa strategica per poter emergere nell’infinità<br />
di contenuti che vengono pubblicati ogni giorno su internet.<br />
Per questo è importante non essere autoreferenziali.<br />
non avrebbe molto senso pubblicare immagini e video<br />
solo della nostra struttura, perché<br />
i turisti vengono a visitare un luogo,<br />
non la camera di un albergo.<br />
Ed è quel luogo che vogliono cominciare<br />
a sognare da casa, prima<br />
ancora di aver cominciato il loro<br />
viaggio. In un piano di social media<br />
tourism non possono, poi, mancare<br />
Pinterest e Instagram, i canali<br />
social più famosi per la condivisione<br />
di immagini. Su Pinterest, ad<br />
esempio, dietro al pin di una foto<br />
di un tramonto mozzafiato del<br />
nostro territorio, può esserci il<br />
link che rimanda al sito web della nostra struttura. È vero,<br />
Pinterest è usato molto soprattutto per condividere contenuti<br />
in inglese, ma il lato positivo è che sarà più facile<br />
trovare nuovi clienti. dulcis in fundo, google. non posso-<br />
no, infatti, mancare google Plus e google Places. è vero<br />
che G+ ha ancora un indice molto basso d’interazione ed<br />
engagement, ma pubblicare contenuti in questo canale è<br />
strategico in ottica SEo, poiché permette ai nostri link di<br />
essere trovati più facilmente nel web. discorso simile può<br />
essere fatto per Places. le mappe, infatti, hanno assunto<br />
un peso sempre rilevante tra i risultati di ricerca, comparendo<br />
addirittura prima rispetto ai risultati organici. I dati<br />
confermano, infatti, che il traffico referral da Places può<br />
davvero incrementare fino al 40%<br />
il numero di visitatori a un sito. In<br />
questo modo si può dar vita a un<br />
piano di social tourism marketing<br />
integrato, dove ogni canale social<br />
utilizzato assolve a uno specifico<br />
ruolo e l’insieme degli strumenti<br />
messi in azione genera un valore<br />
maggiore della loro semplice<br />
somma. ormai i social network<br />
sono diventati uno strumento<br />
fondamentale per il segmento turistico<br />
e il Social Media Tourism<br />
Marketing deve essere visto come<br />
un prezioso alleato per questo comparto. Un modo di<br />
vedere nuove opportunità e occasioni di crescita per tutto<br />
il settore turistico, una delle più importanti industrie<br />
in Italia.<br />
115<br />
giu 12
hi-tech<br />
di Cristian Vita<br />
Internet e i viaggi<br />
vs spending review<br />
In periodi come questo, una vacanza è ovviamente<br />
considerata spesa “superflua”, Internet però mette a<br />
disposizione alcune risorse utili per risparmiare, se proprio<br />
non si riesce a fare a meno di un bel viaggio. Lo scambio<br />
di case http://www.homeexchange.com e il cosiddetto<br />
“couchsurfing” (saltare da un divano all’altro) http://www.<br />
couchsurfing.org sono diventate ormai due pratiche molto<br />
diffuse tra turisti che trascorrono le vacanze in case altrui,<br />
conoscendo così tante nuove persone in tutto il mondo<br />
e avendo la possibilità di visitare, a costi ridottissimi, ogni<br />
angolo del pianeta. La rete attraverso opportune ricerche<br />
offre occasioni molto interessanti, tra queste una che ci<br />
sembra degna di nota è l’opportunità “Free nights for eco<br />
volunteers” offerta da una catena alberghiera denominata<br />
Six Senses, che offre un numero di notti gratuite nei suoi<br />
116<br />
giu 12<br />
Il periodo che stiamo attraversando non è sicuramente<br />
dei più economicamente esaltanti. Mentre il nostro governo<br />
nazionale avvia ogni azione volta alla contrazione della spesa<br />
pubblica, la famigerata spending review, anche singoli e famiglia<br />
hanno dovuto, loro malgrado, contrarre le spese, cominciando<br />
da ciò che riteniamo superfluo<br />
prestigiosi resort siti alle Maldive e in Thailandia, il tutto in<br />
cambio di aiuto nell’ambito dei programmi locali denominati<br />
Slowlife (Sustainable-Local-organic-Wholesome Learning-Inspiring-Fun-Experiences).<br />
I programmi prevedono<br />
un pic<strong>col</strong>o aiuto alle popolazioni locali o al territorio ove<br />
è ubicato il resort, sono previsti servizi di conservazione<br />
della barriera corallina, rac<strong>col</strong>ta di pic<strong>col</strong>i rifiuti dalla barriera,<br />
lezioni di nuoto o immersione oppure un supporto alle<br />
famiglie e popolazioni locali nell’insegnamento e nel trasferimento<br />
di conoscenze sul trattamento dei rifiuti. Un’opportunità<br />
veramente interessante che offre, in cambio di<br />
qualche ora di impegno al giorno, periodi di permanenza<br />
gratuita in fantastiche località. L’adesione al programma<br />
permetterà, dunque, di allungare il periodo di vacanza e di<br />
conoscere meglio magnifiche località.<br />
<strong>Mag</strong>giori informazioni potranno essere trovate al link: http://goo.gl/oi2fg
118<br />
giu 12<br />
sport<br />
di Vincenzo Corbino<br />
L’olimpiade “siciliana”<br />
IL 25 LUGLIO, A LONDRA PARTONO I GIOCHI OLIMPICI.<br />
IN GArA CI SArANNo ANCHE DIECI ATLETI ISoLANI<br />
Una pattuglia di dieci atleti per i Giochi olimpici di<br />
Londra in programma dal 25 luglio al 12 agosto.<br />
La Sicilia darà il suo contributo in quasi tutte le<br />
specialità Individuali, dall’atletica al nuoto, dal ciclismo alla<br />
scherma, dalla pallanuoto alla vela, dal tennistavolo alla ginnastica.<br />
Tutta l’isola sarà a tifare per la maratoneta palermitana<br />
anna Incerti, classe 1980, porta<strong>col</strong>ori delle “Fiamme Azzurre”,<br />
che punta a centrare una medaglia nella gara più<br />
estenuante e complessa degli interi giochi. Per la Incerti, che<br />
è allenata da Tommaso Ticali, c’è da migliorare il quattordicesimo<br />
posto ottenuto alle Olimpiadi di Pechino nel 2008.<br />
Il suo palmares fa registrare anche un terzo posto a Barcellona<br />
nell’edizione 2010 dei Campionati Europei, un nono<br />
posto nella rassegna continentale di Goteborg nel 2006 e<br />
un diciassettesimo posto ai Campionati Mondiali del 2007<br />
disputati ad osaka, in Giappone.<br />
Una promessa della vela che arriva a Londra da Erice è<br />
laura linares. Atleta classe 1990, la sua prima società è<br />
stata la società “Canottieri Marsala”, ha ottenuto la qualificazione<br />
ai Giochi il 10 dicembre del 2011, per la categoria<br />
“windurfer rs”.<br />
Linares che è tesserata per la Marina militare ed è allenata<br />
da Paolo Ghione, vanta un curriculum già importante: seconda<br />
a Sopot nel 2010 agli Europei in Coppa del Mondo<br />
dell’anno precedente, ha anche un ottavo posto agli Europei<br />
del 2011, svolti a Bulas e un nono ai Mondiali di Perth<br />
dello stesso anno.<br />
Da Catania fresco del titolo mondiale vinto nella sua città<br />
c’è poi Paolo Pizzo, campione di scherma, nella specialità<br />
della spada. Pizzo, nato nel 1983, è tesserato per l’Aeronautica.<br />
Nel suo palmares brilla il titolo mondiale conquistato<br />
a Catania nel 2011 ed il primo posto in Coppa del Mondo<br />
nel 2010. Completano il quadro poi il decimo posto ottenuto<br />
a Lipsia agli Europei, il ventesimo con cui ha chiuso i<br />
Mondiali del 2010.
Nella stessa specialità, ma al femminile c’è<br />
un’altra catanese che ha staccato il pass per<br />
le olimpiadi londinesi. È rossella Fiamingo,<br />
classe 1991, che combatte nella spada. Il suo<br />
palmares vede un’ottava piazza agli Europei<br />
di Sheffield del 2011 ed il ventitreesimo posto ai Mondiali<br />
disputati lo scorso anno nella sua Catania.<br />
Uno dei protagonisti più attesi alla rassegna dei cinque cerchi<br />
olimpici è sicuramente il ciclista messinese Vincenzo<br />
nibali. Classe 1984, la sua specialità è la strada individuale<br />
in linea. Tesserato per la “Liquigas”, vuole migliorare il quindicesimo<br />
posto nella prova a cronometro alle olimpiadi di<br />
Pechino di quattro anni fa. Tra i risultati di prestigio si registrano<br />
la vittoria della “Vuelta”, il Giro di Spagna del 2010,<br />
e i due terzi posti con cui ha chiuso le due ultime edizioni<br />
del Giro d’Italia.<br />
Per il nuoto ci sarà un catanese che <strong>negli</strong> ultimi anni centellinando<br />
fatica e tanti sforzi in piscina ha ottenuto quello che<br />
sembrava essere un sogno. È gianluca <strong>Mag</strong>lia, classe 1988<br />
porta<strong>col</strong>ori delle Fiamme Gialle ed ex atleta della Blu Team.<br />
La sua specialità saranno i 4x200 stile libero. Il suo palmares<br />
evidenzia due sesti posti ai Mondiali di Roma del 2009 sui<br />
4x200 misti, e agli Europei di Budapest del 2010, dove nello<br />
stesso anno chiuse quinto nella staffetta 4x200 stile libero.<br />
Ai Mondiali di Shanghai del 2011 ha centrato l’ottava piazza<br />
sulla stessa staffetta.<br />
Sarà al fianco di uno dei pezzi importanti della nazionale<br />
di nuoto, luca Marin. originario di vittoria dove è nato nel<br />
1986, l’appuntamento delle olimpiadi di Londra rappresenta<br />
forse l’ultima grande occasione per cercare di cogliere<br />
una medaglia nella sua gara i 400 misti, che lo hanno visto<br />
campione europeo giovanile nel 2001 e vincere il titolo<br />
europeo in vasca corta agli Europei del 2006. Vanta anche<br />
un secondo posto sulla stessa gara agli Europei del 2004<br />
ed ai Mondiali del 2006 in vasca corta. Alle Olimpiadi l’ex<br />
allievo della “Terranova” di vittoria ha <strong>col</strong>lezionato un quinto<br />
posto a Pechino nel 2008 ed un decimo alla sua prima<br />
apparizione ai Giochi di Atene del 2004. Ci sarà anche un<br />
pezzo di Siracusa rappresentata in vasca a Londra. Con Valentino<br />
gallo, mancino, perno inamovibile del “Settebello”<br />
di pallanuoto allenato dall’altro siracusano Sandro Campagna.<br />
Per Gallo, ex atleta dell’ortigia, che compirà ventisette<br />
anni proprio una settimana prima, il 17 luglio, di partire per<br />
le sue seconde olimpiadi, l’obiettivo è vincere quell’oro che<br />
manca all’Italia dalla storica finale di Barcellona ’92 contro<br />
la Spagna di Manuel Estiarte. “Abbiamo tutto per fare bene<br />
– ha detto Gallo – siamo detentori del titolo mondiale conquistato<br />
lo scorso anno e ci attenderanno tutti al varco,<br />
specie la Serbia, l’Ungheria, la Croazia, gli Stati Uniti e la<br />
russia che sono i nostri avversari più temibili.Noi non siamo<br />
ancora sazi, vogliamo entrare nella storia, ma per farlo<br />
dovremo avere la stessa forza mentale e la cattiveria agonistica<br />
dimostrata lo scorso luglio a Shanghai”. Per Gallo<br />
il palmares dice che oltre al titolo mondiale dello scorso<br />
anno a Shanghai, c’è anche il secondo posto agli Europei di<br />
Zagabria del 2010.<br />
Sarà in panchina per tentare di scrivere una pagina memorabile<br />
nella storia della pallanuoto l’altro siracusano, Sandro<br />
Campagna: vincere da tecnico l’oro olimpico a vent’anni<br />
di distanza dopo averlo conquistato da giocatore. Bandiera<br />
dell’ortigia di romolo Parodi, e protagonista poi con<br />
la roma, Campagna che era tra i protagonisti in acqua<br />
dell’oro di Barcellona. “Non sarà un’impresa semplice – ha<br />
commentato Campagna – ci stiamo preparando con grande<br />
oculatezza e senza lasciare nulla al caso per questo che<br />
è l’appuntamento più importante per uno sportivo. vogliamo<br />
confermarci tra le squadre più importanti al mondo,<br />
ma sappiamo che saremo la formazione da battere perché<br />
siamo reduci dalla conquista del Mondiale.<br />
Dovremo essere abili a non farci sopraffare dalla pressione<br />
che inevitabilmente ci sarà e dimostrare tutto il nostro valore<br />
e che la nostra pallanuoto è tra le migliori del mondo”.<br />
Nella ginnastica, a difendere i <strong>col</strong>ori azzurri ci sarà una catanese,<br />
Carlotta Ferlito, classe 1995, tesserata con la “Gal<br />
Lissone”.<br />
La sua specialità è la ginnastica artistica. Il suo palmares<br />
vede un secondo posto agli Europei di Berlino del 2011.<br />
Per seguire il programma completo<br />
delle Olimpiadi 2012<br />
http://www.londra2012.coni.it/<br />
119<br />
giu 12
120<br />
giu 12<br />
auto&motori<br />
di Patrizia Mercadante<br />
Giovane, versatile<br />
e supercompatta,<br />
Mii è la nuova citycar<br />
firmata Seat che debutta<br />
in questi giorni<br />
nel mercato italiano.<br />
È<br />
una piacevole combinazione di design, compattezza,<br />
funzionalità e fruibilità dello spazio e possiede un<br />
ottimo rapporto qualità prezzo (9.300 euro chiavi<br />
in mano). La Mii offre un innovativo propulsore tre<br />
cilindri benzina 1.0 con due varianti di potenza, 60 e 75<br />
CV, che assicurano prestazioni notevoli non solo nel traffico<br />
cittadino: con una velocità massima di 160 e 171 km/h<br />
rispettivamente, e consumi che si attestano a soli 4,5 e 4,7<br />
l/100 km, infatti la supercompatta spagnola è ideale anche<br />
per un uso extraurbano.<br />
Questo nuovo modello sarà disponibile in due versioni: la<br />
Reference, per i clienti che fanno una scelta razionale, e<br />
la versione Style, più completa. Quest’ultima potrà essere<br />
ulteriormente personalizzata grazie ai pacchetti Chic e<br />
Sport. L’equipaggiamento di serie di Mii offre, per la versione<br />
reference, gli airbag frontali e laterali testa-torace<br />
per conducente e passeggero, la disattivazione dell’airbag<br />
frontale passeggero, l’ESC e l’Hill Hold Control per l’assistenza<br />
alla partenza in salita e il servosterzo, oltre alla radio<br />
CD-MP3 con AUx-In e due altoparlanti. La Style include<br />
ulteriori equipaggiamenti di serie fra i quali 4 altoparlanti<br />
Mii, supercompatta<br />
e massima funzionalità<br />
aggiuntivi, i cerchi in acciaio “NoA”, il climatizzatore semiautomatico,<br />
la chiusura centralizzata con telecomando e gli<br />
alzacristalli elettrici. Sono disponibili su richiesta innovativi<br />
dispositivi tecnologici che accrescono sia la sicurezza,<br />
sia l’efficienza nella Mii: il City Safety Assist per la frenata di<br />
emergenza, dispositivo rilevatore di osta<strong>col</strong>i posto nella<br />
parte superiore del parabrezza che in città può contribuire<br />
a evitare una <strong>col</strong>lisione o, quanto meno, a ridurne la gravità,<br />
e il Seat Portable System, sistema integrato con l’elettronica<br />
della vettura che funge sia da computer di bordo che da<br />
navigatore e Bluetooth.<br />
Il pacchetto Chic offre i cerchi in lega 14” SILvA, il volante<br />
e la leva del cambio rivestiti in pelle, i sedili posteriori ribaltabili<br />
separatamente, la regolazione in altezza del sedile<br />
passeggero, gli specchietti regolabili elettricamente e riscaldabili.<br />
Il pacchetto Sport, diversamente, include nell’offerta<br />
i cerchi in lega 15” ANIA, il volante e la leva del cambio<br />
rivestiti in pelle, i vetri posteriori oscurati, i sedili posteriori<br />
ribaltabili separatamente, la regolazione in altezza del sedile<br />
passeggero, gli specchietti regolabili elettricamente e<br />
riscaldabili e le sospensioni sportive. Entrambi i pacchetti<br />
includono l’easy entry per la versione 3 porte.
Via Nazionale, 330 - Rometta Marea (ME)<br />
Tel.: 090/9961480 - Fax: 090/9961480
È importante<br />
aggiungere<br />
più vita agli anni,<br />
non più anni alla vita<br />
(Mons. Mariano <strong>Mag</strong>rassi)<br />
box<br />
SUL CAMPANILE<br />
PEr ProTESTA<br />
Gli ex dipendenti della Servirail<br />
dal 31 maggio sono sul campanile<br />
del duomo di Messina in segno<br />
di protesta. Si tratta della società<br />
che si occupava dei servizi cuccette<br />
nei treni a lunga percorrenza,<br />
che lo scorso dicembre<br />
ha licenziato 80 dipendenti<br />
per la decisione di Trenitalia di<br />
abolire i treni a lunga percorrenza<br />
tra Messina e il nord Italia.<br />
dopo numerose manifestazioni,<br />
l’occupazione dei binari e della<br />
stazione di Messina, circa venti<br />
dei dipendenti licenziati hanno<br />
deciso di salire sul campanile del<br />
duomo della città per chiedere<br />
risposte concrete sul loro futuro<br />
occupazionale. Sono padri di<br />
famiglia, mariti, uomini che chiedono<br />
di lavorare per tornare ad<br />
una vita sicura e dignitosa. Hanno<br />
scelto di fare lo sciopero della<br />
fame e di rimanere lì finché non<br />
verrà trovata una soluzione dalle<br />
istituzioni competenti e dalle<br />
122<br />
giu 12<br />
La sfida<br />
del Cubo di Coppo<br />
abilità ed attenzione<br />
anche in questo numero vi proponiamo una nuova<br />
divertente sfida. Il cubo di Coppo è un’alternativa<br />
del Sudoku inventata da Eugenio Coppo con<br />
delle regole abbastanza semplici.<br />
REGoLE DEL CUBo DI CoPPo<br />
A B C D<br />
LA LEGALITà<br />
CoNvIENE!<br />
“la legalità conviene: il piacere della<br />
legalità. giustizia, cittadinanza e tutela<br />
dei diritti”, questo il tema per l’anno<br />
2012 della terza edizione del Premio<br />
Letterario Nazionale organizzato<br />
dalle acli regionale Toscana con la <strong>col</strong>laborazione<br />
delle acli nazionale e con il<br />
Patrocinio del Segretariato Sociale della<br />
rai e dell’Associazione Libera. Con il<br />
saggio inedito intitolato “legalità e Pubblica<br />
amministrazione: più trasparenza<br />
grazie alle nuove tecnologie”,<br />
Francesco Pira è stato uno dei vincitori.<br />
Sociologo e giornalista, docente<br />
di comunicazione e relazioni pubbliche<br />
presso l’Università degli Studi di Udine<br />
e presso l’Università di Messina, Pira<br />
ha ritirato il riconoscimento sabato<br />
26 maggio alla Stazione leopolda di<br />
Firenze, nell’ambito della manifestazione<br />
“Terra Futura”.<br />
“Non posso che ringraziare tutti i promotori<br />
del Premio Letterario per questo<br />
riconoscimento su un tema a me molto<br />
caro. E poi ritirarlo in una città dove ho<br />
vissuto e lavorato per tanti anni come<br />
Firenze, capoluogo di una regione che<br />
fa della solidarietà e della cultura della<br />
legalità due punti fermi è una soddisfazione<br />
doppia. Dedico questo premio a tutte<br />
le persone che si sono battute o si battono<br />
per consolidare la cultura della legalità”.<br />
ogni schema va risolto nel rispetto delle seguenti regole:<br />
Fig. A In ciascuna delle tre facce visibili del cubo, di<br />
aziende coinvolte.<br />
dimensioni 6x6, devono essere presenti tutti i numeri da 1 a<br />
12 ripetuti esattamente tre volte.<br />
Fig. B In ciascuna delle diciotto file del cubo, formate<br />
dall’allineamento di dodici caselle (in orizzontale o in<br />
verticale), devono essere presenti tutti i numeri da 1 a 12<br />
ripetuti una sola volta.<br />
IN CArCErE<br />
SI rICICLA<br />
Fig. C In ciascuna delle sei zone da 6x2 caselle (sia<br />
orizzontali che verticali) individuabili in ciascuna faccia del<br />
cubo, devono essere presenti tutti i numeri da 1 a 12, ripetuti<br />
una sola volta.<br />
Fig. D nell’insieme delle tre facce del cubo ad angolo<br />
centrale di dimensione 2x2x2 devono essere presenti tutti i<br />
numeri da 1 a 12 ripetuti una sola volta; in tutte le altre facce<br />
visibili dei cubi di dimensione 2x2x2 devono essere presenti<br />
solo alcuni numeri da 1 a 12 ripetuti una sola volta.<br />
La soluzione a pag. 124<br />
Il Consorzio nazionale acciaio<br />
ha siglato una convenzione<br />
con la cooperativa sociale rebibbia<br />
ricicla. Un impianto di selezione<br />
all’interno del carcere di rebibbia<br />
darà lavoro a 11 detenuti coordinati<br />
da un tecnico esterno. Si occuperanno<br />
di separare a mano i contenitori<br />
di acciaio, alluminio e plastica,<br />
selezionandoli dalla rac<strong>col</strong>ta intercomunale<br />
della provincia di roma.<br />
In seguito, l’acciaio verrà pressato e<br />
inviato ad un’acciaieria per la fusione.
Il nostro obIettIvo:<br />
farvi sentire meglio!<br />
Per questo ci mettiamo<br />
anche la faccia!<br />
I nostri apparecchi acustici<br />
sono assicurati contro<br />
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non sprecate tempo,<br />
perchè è ciò<br />
di cui sono fatte<br />
tutte le nostre vite<br />
(Benjamin Franklin)<br />
box<br />
124<br />
giu 12<br />
Donne<br />
e scienza<br />
Il Premio “Per le donne<br />
e la scienza”, promosso da L’oreal<br />
e Unesco è giunto alla sua decima<br />
edizione ed è dedicato alle giovani<br />
ricercatrici, contro la fuga<br />
di cervelli e per dare visibilità<br />
a chi ha talento.<br />
Si tratta di un’iniziativa nazionale<br />
e mondiale che nasce per dare<br />
visibilità a chi ha talento<br />
e per offrire un’opportunità a chi,<br />
ogni giorno, dedica tutto il suo<br />
tempo alla ricerca. Questa è la<br />
molla che spinge le 50 vincitrici<br />
finora premiate con una borsa<br />
di studio del valore di 15 mila<br />
euro ciascuna e per le migliaia di<br />
candidate che inseguono<br />
il proprio sogno.<br />
“Il mondo ha bisogno della<br />
scienza…e la scienza ha bisogno<br />
delle donne”, questa<br />
è la convinzione che ha avvicinato<br />
L’oreal e UnESCo nel 1998,<br />
anno in cui hanno unito le loro<br />
forze per promuovere<br />
le donne nella ricerca scientifica,<br />
creando la partnership<br />
For Women in Science.<br />
Il paradiso dei calzini<br />
Terminerà il 24 giugno l’iniziativa “Bimbi in teatro”<br />
organizzata dall’associazione “Il paradiso<br />
dei calzini”, in <strong>col</strong>laborazione con l’associazione<br />
culturale “Il castello di Sancio Panza”, che ha visto<br />
la messa in scena di tre spetta<strong>col</strong>i teatrali per<br />
bambini, il 22 aprile, il 20 maggio e l’ultimo, appunto,<br />
il 24 giugno.<br />
A Messina, nella sede dell’Istituto Marino di Mortelle,<br />
Il paradiso dei calzini si è presentato come il<br />
primo spazio ludico basato prevalentemente sul<br />
baratto di beni materiali, ma soprattutto immateriali.<br />
L’area comunale è stata messa a disposizione<br />
di bambini e genitori, creando un sistema<br />
di gestione alternativa, a cui partecipano gli stessi<br />
fruitori e con cui si reagisce alle ristrettezze economiche.<br />
Calzini <strong>col</strong>orati appesi a un filo come<br />
decorazione e tanta animazione per grandi e piccini<br />
tra scenette teatrali, giochi di società e pic<strong>col</strong>e<br />
tende da campeggio. Si tratta di una struttura<br />
che accoglie qualunque proposta per l’educazione<br />
dei pic<strong>col</strong>i con risorse essenziali e il talento<br />
di tutti: si realizzano laboratori di teatro, musica,<br />
gio<strong>col</strong>eria, giardinaggio, lingue straniere, yoga, creta,<br />
riciclo, pittura. La presidente dell’associazione<br />
è parigina, Sophy vrignaud a completare il coordinamento<br />
ci sono Monia Alfieri, Eleonora Bovo<br />
e Alessandra Di Pietro. ognuna di loro, con la<br />
propria preparazione, arricchisce l’intrattenimento<br />
(formazione dei bimbi dai 2 ai 10 anni ed i relativi<br />
familiari di ogni età, tutti i pomeriggi tranne<br />
sabato e domenica).<br />
Per info: ilparadisodeicalzini@yahoo.it<br />
SolUzIone del CUBo di CoPPo<br />
C’è gloria<br />
per Mosaicoon<br />
È Siciliana la Start up<br />
del 2012.<br />
Mosaicoon si aggiudica<br />
il Premio nazionale<br />
per l’Innovazione, organizzato<br />
dall’Associazione PnICube,<br />
che ha come obiettivo quello di dare<br />
visibilità alle imprese che nei primi<br />
anni di vita hanno raggiunto i migliori<br />
risultati economici e qualitativi.<br />
Le dieci aziende finaliste avevano in<br />
comune il fatto di essere nate dopo<br />
il 2008 da un incubatore universitario<br />
o uno spin off, come vengono<br />
chiamate oggi le tante realtà in<br />
cui si cerca di concretizzare una<br />
stessa parola magica: innovazione.<br />
Quest’anno PnICube ha portato<br />
tutti in Sardegna, presso l’Università<br />
di Sassari, ma le start up provenivano<br />
da tutta Italia: tre da Torino<br />
(Acusidea, Idemworks, EPoS), una da<br />
Udine (IFace), una da Bari (Biofordrug),<br />
una da Bologna (Spreaker),<br />
una da Sassari (Prossimalsola), una<br />
da Trento (Coldpharma), una dalla<br />
Toscana (liquidweb) e una da Palermo,<br />
la vincitrice Mosaicoon.<br />
Il fondatore, Ugo Parodi giusino, ha<br />
messo su un team specializzato nella<br />
produzione e nella distribuzione<br />
di campagne virali online.<br />
Tra i fiori all’<strong>occhi</strong>ello della start up<br />
ci sono due piattaforme tecnologiche<br />
(Plavid e Tracking) e campagne<br />
video di successo come quella di<br />
SoS Emergency e della povera<br />
Matilda che lotta contro<br />
una aspirapolvere mobile.<br />
la giuria ha deciso di assegnare<br />
il primo premio a Mosaicoon<br />
per l’intraprendenza del progetto,<br />
i risultati economici, l’impatto<br />
sull’occupazione e l’ambizione<br />
dimostrata nell’internazionalizzazione<br />
della società.
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L’elenco degli aderenti verrà pubblicato<br />
su ogni numero con nome ed indirizzo<br />
dell’attività che <strong>col</strong>laborerà all’iniziativa.<br />
Ad ogni <strong>Mag</strong> Point saranno fornite n. 70 copie<br />
per ogni pubblicazione bimestrale più un<br />
elegante espositore firmato <strong>Mag</strong> in omaggio.<br />
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Dati MAGpoint<br />
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Cognome Nome _______________________________________________<br />
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Indirizzo ______________________________________________________<br />
P.IvA / codice fiscale _____________________________________________<br />
CAP ______________ Città ____________________________ Prov. _____<br />
Tel. __________________________ E-Mail ___________________________<br />
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e le modalità utili all’espletamento del servizio.<br />
info mag point<br />
x info@magmagazine.it<br />
tel. 347 6644507<br />
125<br />
giu 12
giugno / luglio 2012<br />
map<br />
gIUgno / lUglIo 2012<br />
126<br />
giu 12<br />
gli eventi ed i luoghi del presente elenco potrebbero essere suscettibili di variazione.<br />
DATA / LUoGo / CITTà EvENTo<br />
dal 10 maggio al 08 luglio<br />
• Segesta - Trapani<br />
Jiménez deredia (Il Mito Contemporaneo)<br />
dal 10 maggio al 08 luglio<br />
• Taormina (Me)<br />
giò Pomodoro (Il Mito Contemporaneo)<br />
dal 11 maggio al 08 luglio<br />
• Teatro Politeama - Palermo gian Marco Montesano (Il Mito Contemporaneo)<br />
dal 1 giugno al 08 luglio<br />
• Chiesa di Santa Caterina - Lipari (Me) Pino Pinelli (Il Mito Contemporaneo)<br />
11 maggio/30 giugno<br />
• Teatro greco - Siracusa<br />
rappresentazioni classiche<br />
5/17 giugno<br />
• Palasport - Acireale<br />
Saltimbanco Cirque du <strong>sole</strong>il<br />
6/10 giugno<br />
• Teatro vittorio Emanuele - Messina Salvatore giuliano Musical<br />
9 giugno h. 21:00<br />
• Centro multiculturale officina - Messina Sud Sound System<br />
16 giugno h. 21:00<br />
• Giardino Corallo - Messina<br />
Studio 3 Capitolo II tour 2012<br />
21 giugno h. 21:00<br />
• ortigia (Sr)<br />
Festa della musica<br />
30 giugno h. 21:30<br />
• villa Bellini - Catania<br />
J - Ax<br />
30 gGiugno h. 20:30<br />
• Teatro Antico Taormina - (Me)<br />
nastri D’argento<br />
23/29 luglio h. 20:30<br />
• Marzamemi - (Sr)<br />
Festival Int. del Cinema di frontiera<br />
2 giugno / 7 luglio<br />
• Castello di Lombardia - Enna<br />
Mostra - Cruciale<br />
mostre eventi
RAPANI<br />
PALERMO<br />
AGRIGENTO<br />
CALTANISSETTA<br />
ENNA<br />
RAGUSA<br />
RAGUSA<br />
TAORMINA<br />
CATANIA<br />
SIRACUSA<br />
DATA / LUoGo / CITTà EvENTo<br />
13 luglio h. 21:45<br />
• Teatro antico Taormina - (Me)<br />
Sting<br />
8 e 10 luglio h. 21:30<br />
MESSINA<br />
• Teatro antico Taormina - (Me) Norma<br />
Bellini festival 2012<br />
18 luglio h. 21:30<br />
• Anfiteatro - Tre Mestieri Etneo - (Ct) Stanley Clarke-Stewart Copeland quintet<br />
21 luglio h. 21:00<br />
• Velodromo<br />
Paolo Borsellino - Palermo laura Pausini<br />
22 luglio h. 21:30<br />
• Anfiteatro tre mestieri etneo - (Ct) omer avital Quintet - dario deidda - Marco Panascia<br />
23 luglio h. 21:30<br />
• Anfiteatro tre mestieri etneo - (Ct) : J. Patitucci con C. Potter e a. Cruz - Pippo Matino Quartet<br />
24 luglio h. 21:35<br />
• Anfiteatro tre mestieri etneo - (Ct) Eddie Gomez Quartet - Victor Bailey V Funk Quintet<br />
25 luglio h. 21:45<br />
• Teatro antico Taormina - (Me)<br />
Ben Harper<br />
25 luglio h. 21:30<br />
• velodromo Paolo Borsellino - Palermo Tiziano Ferro<br />
28 luglio h. 21:30<br />
• Stadio vincenzo Presti - Gela<br />
Tiziano Ferro<br />
29 luglio h. 21:30<br />
• Teatro Antico Taormina (Me)<br />
Valentina lisitsa<br />
127<br />
giu 12<br />
eventi
128<br />
giu 12<br />
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e 40,00<br />
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is. 481, n. 41<br />
98121 Messina<br />
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