30.05.2013 Views

col sole negli occhi... - Mag Magazine

col sole negli occhi... - Mag Magazine

col sole negli occhi... - Mag Magazine

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

mag magazine Anno 5 N. 21 • giugno/luglio 2012<br />

reg. al Tribunale di Messina n° 8 del 12/6/08<br />

il magazine con stile<br />

pietro grasso<br />

l’antimafia dell’impegno<br />

un viaggio<br />

nelle Nazioni Unite<br />

roy paci<br />

tra musica e cucina<br />

<strong>col</strong> <strong>sole</strong><br />

<strong>negli</strong> <strong>occhi</strong>...<br />

anche l’inglese<br />

even english<br />

on english


magcom<br />

Etna<br />

r e s i d e n c e & r e s o r t<br />

il sogno esiste...<br />

the dream exists<br />

L’Etna Golf Residence&Resort è un complesso di<br />

ville in stile tradizionale, assolutamente unico<br />

nel suo genere, immerso tra vigneti e circondato<br />

da alberi di mandorlo e di limone, sul cui orizzonte<br />

si stagliano i lievi pendii dell’Etna.<br />

Essere proprietari di una villa nel nuovo Resort golfistico<br />

& Stabilimento termale consente di godere<br />

di vantaggi che includono non solo la possibilità<br />

di giocare a golf tutto l’anno, ma anche di avere a<br />

disposizione eccellenti strutture ricreative. Lo staff<br />

del resort diventa, a questo punto, il vostro staff.<br />

Set within vineyards, encompassed by groves<br />

of almond and lemon trees, the gentle slopes<br />

of Mount Etna etched on the horizon, Etna<br />

Golf Residence&Resort is a truly exceptional<br />

development of traditional style villas.<br />

As a resident within the grounds of the newly<br />

developed Etna Golf Resort and Spa, you are<br />

at an enormous advantage. For a start, you<br />

have access to year-round golf and all the<br />

other resort facilities resort’s staff become<br />

your staff.<br />

info<br />

Etna Golf Residence&Resort<br />

km. 200 S.S. 120 - Castiglione di Sicilia<br />

ph. 0942 986138<br />

Catania<br />

info@ilpicciologolf.com • www.ilpicciologolf.com


Etna<br />

r e s i d e n c e & r e s o r t


in english<br />

2<br />

giu 12<br />

l’editoriale<br />

di Gaspare Urso direttore@magmagazine.it<br />

L’incoerenza della legalità<br />

Lei oggi sta facendo una cosa complicata,<br />

sta difendendo il suo onore perdendolo.<br />

Non è più un uomo d’onore.<br />

Oggi, è solo un uomo.<br />

E questo è più difficile, mi creda<br />

(Giovanni Falcone a Buscetta)<br />

Poche ore dopo l’attentato che a Brindisi ha spezzato<br />

la vita di Melissa Bassi ho partecipato, nella<br />

mia città, a un presidio organizzato per dire no<br />

alla violenza. Mi sono subito detto che si trattava di<br />

una bella iniziativa, spontanea, pulita. Peccato che la<br />

tristezza mi ha avvolto subito, quando dopo appena<br />

15 minuti dal mio arrivo, hanno dovuto separare due<br />

persone che stavano per litigare mentre altri passavano<br />

il tempo a gridare l’uno contro l’altro per delle bandiere.<br />

Si parla così tanto, in questi giorni, a vent’anni dalle<br />

stragi che uccisero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,<br />

di legalità. Ma mi chiedo di quale legalità parliamo.<br />

Perché poi, senza andare troppo lontano, la cultura<br />

dell’illegalità la viviamo ogni singolo giorno, dovunque.<br />

Non è solo tra i clan della criminalità organizzata che<br />

bisogna cercare. E nemmeno esclusivamente in quella<br />

politica oggi così tanto sotto attacco (dimenticandosi,<br />

troppo spesso, che siamo noi a votare, a scrivere un<br />

nome o a mettere un segno su un simbolo). Perché<br />

poi non siamo in grado di rispettare nemmeno le più<br />

comuni regole del vivere civile. Perché poi, invece di<br />

vivere in silenzio lo sgomento per un crimine senza<br />

senso, preferiamo litigare per dei vessilli.<br />

The incoherence<br />

of lawfulness<br />

You are making a complicated thing today,<br />

defending your honor you are actually losing it.<br />

You are no longer a man of honor.<br />

Today, you’re just a man.<br />

And that’s harder, believe me.<br />

(Giovanni Falcone to Buscetta)<br />

A<br />

few hours after the assault that killed Melissa Bassi in Brindisi, I<br />

joined a demonstration against violence in my city. At first I told<br />

myself it was a beautiful, spontaneous and clean thing to do. But I<br />

immediately got sad when, 15 minutes after I got there, we had to separate<br />

two people fighting, while many others were yelling at each other for<br />

their different flags. Everybody’s talking about lawfulness these days, since<br />

it’s been exactly twenty years from the executions of Giovanni Falcone<br />

and Paolo Borsellino. But, I wonder what kind of lawfulness are we talking<br />

about. We live in illegality every single day, everywhere. It’s not something<br />

Perche poi, attacchiamo i politici ma subito dopo c’è<br />

chi affronta, come unico discorso, il “quanto guadagnerei<br />

se mi candidassi?”.<br />

Tra le pagine di questo numero di <strong>Mag</strong>, il procuratore<br />

nazionale antimafia, Piero Grasso, lancia un appello<br />

ai più giovani invocando una antimafia dell’impegno,<br />

della speranza. La speranza, non devo certo dirlo io,<br />

è quella che ci hanno dato Falcone e Borsellino, con<br />

la loro azione, con il loro impegno. Penso al giudice<br />

Borsellino che sapeva cosa lo aspettava, sapeva del<br />

tritolo arrivato a Palermo. Per lui. Lo sapeva.<br />

Ed è rimasto.<br />

Ma la speranza, troppo spesso, siamo noi a calpestarla,<br />

sotto passi fatti di incoerenza. E l’incoerenza<br />

è davvero pesante. La poca chiarezza, le zone grigie,<br />

sembrano sempre troppe.<br />

E allora c’è una sola speranza alla quale ci si può aggrappare.<br />

Ha il volto dei tanti ragazzi che hanno sfilato<br />

con le maglie che ritraevano Falcone e Borsellino,<br />

confidando che quei due visi li portino dentro e non<br />

su un pezzo di stoffa. Con coerenza e impegno per<br />

non farci calpestare più. Da nessuno. E da noi soprattutto.<br />

Gaspare Urso<br />

to look for only among criminal clans or exclusively in politicians everybody<br />

blames so easily (forgetting we are the ones who vote, write a name or<br />

mark a symbol). That’s because we’re not able to respect simple rules. We<br />

prefer fighting over a banner, instead of silently be shocked for this useless<br />

crime. That’s because we blame politicians but right after that everybody<br />

talks about “how much would I earn if I was a candidate?”<br />

In these <strong>Mag</strong>’s pages, procuratore nazionale antimafia (national anti-mafia<br />

attorney), Piero Grasso, shouts out to younger people, conceiving an antimafia<br />

movement based on hope and commitment. Hope is what Falcone<br />

and Borsellino gave us, with their actions, their commitment. I’m thinking<br />

of Borsellino knowing what would happen to him, knowing the tnt was<br />

arriving to Palermo. For him. He knew. And he stayed.<br />

But we do override hope with incoherence, which is really heavy. Not<br />

enough honesty, grey areas, always seem to many to overcome.<br />

So there’s only a hope to rely on. It’s in the faces of guys marching with<br />

Falcone and Borsellino on their t-shirts, trusting they keep those faces<br />

in their hearts and minds not only on their clothes. And they do it with<br />

coherence and commitment, so we don’t get overrode. By no one. Especially<br />

ourselves.


Nella magica atmosfera di Capo Peloro<br />

sorge un nuovo residence composto<br />

da eleganti e luminosi appartamenti<br />

bilocali, trilocali e superior dotati di ogni comfort.<br />

Immerso nel verde, dispone di piscina,<br />

ampi spazi attrezzati per il gioco e lo sport.<br />

Sito vicino a importanti strutture ospedaliere e universitarie<br />

è ideale come residenza fuori sede.<br />

Residence tuRisticO albeRghieRO<br />

Residence dei Margi, via Margi, 53 • vill. Torre Faro • 98164 Messina<br />

tel. 090 321307 • 366 3967693 • www.residencedeimargi.it


il magazine the magazine<br />

Associato<br />

all’Unione Stampa<br />

Periodica Italiana<br />

4<br />

giu 12<br />

mag&Tag<br />

<strong>Mag</strong>, il magazine con stile, adotta, per primo in Sicilia, la nuova tecnologia di accesso ai<br />

contenuti on-line da cellulare. Il Tag permette un accesso più veloce ai contenuti rispetto al<br />

codice Qr. Per installare il software, disponibile per tutti i dispositivi in commercio, basterà<br />

accedere, attraverso il browser del telefonino, al sito http://gettag.mobi e seguire le istruzioni. Il<br />

sistema identificherà automaticamente il sistema operativo e scaricherà l’applicazione sul vostro<br />

telefonino. Se il vostro telefonino non fosse presente nella lista, potrete scaricare la versione<br />

standard. Non vi resta che inquadrare i Tag per scoprire un <strong>Mag</strong>mondo.<br />

I costi di navigazione variano secondo il piano telefonico dati sottoscritto.<br />

direttore responsabile:<br />

Gaspare Urso<br />

Registrazione<br />

al Tribunale<br />

di Messina<br />

n° 8 del 12/6/08<br />

editore:<br />

<strong>Mag</strong>azine srl<br />

viale della Libertà, is. 481<br />

98121 Messina<br />

Anno 5 Numero 21<br />

giugno/luglio2012<br />

info@magmagazine.it<br />

magmagazine.it<br />

hanno scritto per <strong>Mag</strong>:<br />

Andaloro Maria<br />

Bisceglie Gilda<br />

Bordone Gaetano<br />

Calapai Gioacchino<br />

Calderone Alessio<br />

Cannizzo Viviana<br />

Caserta Manuela<br />

Castagna Maurizio<br />

Cavagnaro Giorgio<br />

Celona Chiara<br />

Ciavirella Cinzia<br />

Corbino Vincenzo<br />

Cortese Lara<br />

Ficco Cinzia<br />

Galdo Antonio<br />

Giannetto Vincenzo<br />

Giliberto Nino<br />

Guazzo Paola<br />

Scarica l’applicazione gratuita per il tuo telefono<br />

http://gettag.mobi<br />

Gueli Roberto<br />

Lamiani Francesco<br />

Lanzafame Fabrizio<br />

Leonardis Laura<br />

Linares Alessandra<br />

<strong>Mag</strong>audda Paola<br />

Mangano Girolamo<br />

Mazzeo Cecilia<br />

Menghi Davide<br />

Mercadante Patrizia<br />

Morato Eugenia<br />

Nuvoletti Giovanna<br />

Pira Francesco<br />

Pontorno Francesco<br />

Randazzo Giovanni<br />

Sanmartino Sofia<br />

Salemi Roselina<br />

Scibona Giovanna<br />

Triolo Antonio<br />

Turiaco Paolo<br />

Valeria Viganò<br />

Giusi Venuti<br />

Vita Cristian<br />

traduzioni:<br />

Martina Morabito<br />

progetto grafico<br />

e impaginazione:<br />

Francesca Fulci<br />

francesca.fulci@magmagazine.it<br />

Gianluca Scalone<br />

gianluca.scalone@magmagazine.it<br />

vignetta:<br />

Lorenzo Calza<br />

ringraziamenti:<br />

Archivio Thesauron<br />

Filippo La Mantia<br />

La Rivista Intelligente<br />

Cristina Fucile<br />

Sud Dimensione Servizi<br />

Ranieri Wanderlingh<br />

pubblicità e marketing:<br />

info@magmagazine.it<br />

tel. +39 090 344651<br />

fax +39 090 9431911<br />

mobile +39 347 6644507<br />

stampa:<br />

Officine Grafiche Riunite S.p.A<br />

Cosentino & Pezzino<br />

via Prospero Favier, 10 zona<br />

industriale Brancaccio<br />

90124 Palermo<br />

tel. 091 6213764/84<br />

info@officinegrafiche.it<br />

Mandato in stampa<br />

il 5 giugno 2012<br />

distribuzione gratuita


la vignetta<br />

a cura di Lorenzo Calza<br />

5<br />

giu12


index<br />

48<br />

on english<br />

Le pagine indicate con<br />

questo simbolo sono<br />

tradotte anche in inglese.<br />

Pages marked<br />

with this symbol are<br />

translated into English.<br />

6<br />

giu 12<br />

98<br />

2<br />

5<br />

14<br />

16<br />

20<br />

22<br />

24<br />

26<br />

28<br />

32<br />

34<br />

38<br />

EDITorIALE<br />

LA vIGNETTA<br />

IErI E oGGI<br />

Lo statuto<br />

il commissario dello stato<br />

PrIMo PIANo<br />

Erosione costiera,<br />

il nemico siamo noi<br />

L’Emilia romagna trema<br />

Brindisi, 19 maggio<br />

DAL MoNDo<br />

LA STorIA<br />

Un teatro trasformato<br />

in Moschea<br />

FoCUS<br />

Si vive una volta sola<br />

Pietro Grasso<br />

SoCIETà<br />

Con la carne non si scherza<br />

Fondi strutturali<br />

40<br />

42<br />

44<br />

48<br />

52<br />

56<br />

60<br />

64<br />

66<br />

68<br />

70<br />

74<br />

76<br />

80<br />

SoCIETà<br />

La famiglia da sostenere<br />

Il peri<strong>col</strong>o sexting<br />

Arrivano gli innovatori<br />

Ellerì<br />

MAGNIFICA SICILIA<br />

Una casa per Archimede<br />

La voce dei miti<br />

PArCHI E DINTorNI<br />

Un gioiello a Favignana<br />

AUToINTErvISTA<br />

Davide Enia<br />

FACCIA A FACCIA<br />

Primavera/Estate<br />

PErSoNAGGIo<br />

Bisogna educare all’as<strong>col</strong>to<br />

ArTE<br />

Giorgio De Chirico<br />

FoTo<br />

Un festival nel segno di Sellerio<br />

vIAGGI<br />

Con gli <strong>occhi</strong> si Shizuko<br />

Io C’Ero<br />

Come ti creo gli ambasciatori


84 60<br />

82<br />

84<br />

86<br />

88<br />

90<br />

92<br />

96<br />

98<br />

100<br />

102<br />

106<br />

28<br />

MAG GIovANI<br />

Il gioco della “manna”<br />

x-MAG<br />

L’idea vincente di D’Arrigo<br />

ECoNoMIA<br />

Le parole che non ti ho detto<br />

Keynes e l’enigma europeo<br />

NoN SPrECArE<br />

Un “caro” lampione<br />

BIoETICA<br />

Il sapere (sapore) del corpo<br />

e il suo valore d’uso<br />

SALUTE<br />

In forma con il cibo<br />

La radice del desiderio<br />

GUSTo<br />

L’oro bianco di Sicilia<br />

diventa “IGP”<br />

MoDA<br />

vucciria:<br />

uno sguardo oltre la moda<br />

MUSICA<br />

roy Paci:<br />

senza musica avrei fatto<br />

il contadino<br />

70<br />

86 70<br />

1 08<br />

1 10<br />

1 12<br />

11 4<br />

11 6<br />

11 8<br />

12 0<br />

12 5<br />

12 6<br />

38<br />

DISCHI<br />

La musica non è finita<br />

LIBrI<br />

CINEMA<br />

Diaz, un film da vedere<br />

SoCIAL&MEDIA<br />

Tourism Marketing<br />

HI-TECH<br />

Internet e i viaggi<br />

vS spending review<br />

SPorT<br />

L’olimpiade siciliana<br />

AUTo&MoTorI<br />

MAG PoINT<br />

MAG MAP<br />

114<br />

88<br />

56<br />

96<br />

7<br />

giu12


ox<br />

MESSINA<br />

tennis:<br />

Torneo<br />

della PIgna<br />

al Cir<strong>col</strong>o<br />

del Tennis e Vela<br />

Per il quarto anno consecutiivo<br />

si disputa a giugno a Messina<br />

il torneo della Pigna.<br />

Il Cir<strong>col</strong>o del Tennis e Vela ospiterà<br />

64 atleti che si affronteranno<br />

in un doppio giallo.<br />

L’evento è ancora più atteso<br />

in quanto, da questa edizione,<br />

coinciderà con il “Memorial<br />

Massimo Palano”.<br />

Un caro amico che proprio sui campi<br />

da tennis di Messina<br />

ha lasciato a tanti di noi<br />

un ricordo indelebile.<br />

8<br />

giu 12<br />

La virtù<br />

non sempre<br />

è gradevole<br />

(John Adams)<br />

Massimo Palano<br />

Un freno<br />

alla chirurgia estetica<br />

Alla fine di maggio è diventato legge il<br />

provvedimento che vieta l’uso di protesi<br />

mammarie per fini estetici alle minorenni.<br />

I chirurghi che non rispetteranno il divieto<br />

rischiano fino a 20 mila euro di multa e tre<br />

mesi di sospensione dall’attività. Il provvedimento<br />

era stato presentato dall’ex ministro<br />

della salute Ferruccio Fazio, fortemente voluto<br />

dall’allora sottosegretario alla Salute,<br />

Francesca Martini e aveva ricevuto il primo<br />

via libera alla Camera il 22 dicembre 2010.<br />

Alla fine del 2011, sulla scia dello scandalo<br />

delle protesi francesi difettose, il Senato<br />

aveva ripreso l’esame, approvando il testo<br />

con l’inasprimento delle pene.<br />

Adesso, la commissione Affari sociale della Camera<br />

ha dato il via libera, all’unanimità, al ddl<br />

che istituisce i registri regionali e nazionale delle<br />

protesi mammarie e che vieta gli interventi<br />

al seno a fini estetici sulle minorenni. Il ddl entrerà<br />

in vigore con la pubblicazione in Gazzetta<br />

Ufficiale.<br />

Spetterà al Ministero il compito di stilare una<br />

relazione annuale al Parlamento sui dati rac<strong>col</strong>ti<br />

dai registri, che dovranno contenere anche le<br />

indicazioni sui tipi di protesi e di riempimenti<br />

e sulla loro durata, con informazioni dettagliate<br />

circa il materiale di riempimento ed etichettatura<br />

del prodotto, gli effetti <strong>col</strong>laterali ad essi<br />

connessi e l’incidenza dei tumori mammari e<br />

delle malattie autoimmuni.<br />

Una stella<br />

in marcia<br />

Stella d’Italia è l’iniziativa lanciata<br />

dalla rivista culturale<br />

“Il primo amore”<br />

e dall’associazione<br />

“Tribù d’Italia” che attraversa<br />

la penisola per proporre<br />

un’Italia migliore.<br />

Si tratta di una marcia che parte<br />

da Messina, Venezia, genova,<br />

Santa Maria di leuca e roma,<br />

un percorso affrontato da uomini<br />

e donne di tutta la Penisola per<br />

ricucire l’Italia con i passi degli<br />

italiani. La prima carovana è<br />

partita l’11 maggio da Messina<br />

e le altre nei giorni successivi,<br />

la marcia è lunga 60 giorni e,<br />

durante il percorso, i singoli Comuni<br />

organizzano iniziative per<br />

far incontrare Stella d’Italia con<br />

il territorio, per far conoscere<br />

luoghi e bellezze non valorizzate<br />

e affrontare tematiche sociali.<br />

Il gran finale sarà a L’Aquila<br />

il 5 luglio, con una tre giorni<br />

che ha lo scopo di attirare<br />

l’attenzione su una città che<br />

continua a chiedere aiuto.<br />

Sarà un incontro internazionale<br />

a cui parteciperanno le tantissime<br />

associazioni abruzzesi che<br />

vogliono confrontarsi con altre<br />

realtà che hanno subito lo stesso<br />

tipo di calamità. Lo scopo è<br />

quello di cambiare il ruolo degli<br />

aquilani nella propria città, come<br />

loro stessi auspicano, da terremotati<br />

a “terremotanti”,<br />

propulsori di nuove idee<br />

per migliorare le loro condizioni.


foto di: Simone Allegra<br />

fashion bags<br />

www. clementinaplateroti.com • Punti vendita a Messina: Anna Dieli via Ni<strong>col</strong>a Fabrizi, 63/65 - Messina • Parisi accessori corso Umberto,144 - Taormina • Donnafugata Golf Resort c.da piombo - Ragusa


Andate fiduciosi<br />

nella direzione<br />

dei vostri sogni,<br />

vivete la vita<br />

che avete sempre<br />

immaginato<br />

(Henry David Thoreau)<br />

box<br />

10<br />

giu 12<br />

GINNASTICA,<br />

GLI “ITALIANI”<br />

A CATANIA<br />

Il 16 e il 17 giugno il PalaCatania<br />

ospiterà i Campionati Italiani<br />

assoluti di ginnastica artistica<br />

maschile, femminile e di trampolino<br />

elastico, disciplina che da quest’anno<br />

entra a far parte degli sport olimpici.<br />

Sfida, spetta<strong>col</strong>o ed emozioni in due<br />

giorni di intensa competizione per i<br />

migliori ginnasti italiani, che si contenderanno<br />

il titolo di campione italiano<br />

assoluto nella gara più importante<br />

prima delle olimpiadi di londra. Sarà<br />

presente anche rai Sport e MTV, che<br />

continuerà le riprese di “ginnaste –<br />

Vite parallele”, il docu-reality giunto<br />

alla seconda edizione che segue i<br />

ginnasti del centro tecnico federale<br />

di Milano durante i lunghi e faticosi<br />

allenamenti, le gare internazionali, le<br />

selezioni, la scuola e le amicizie.<br />

Su www.federginnastica.it i ginnasti<br />

qualificati, gli orari e i programmi delle<br />

gare. L’evento è organizzato dalla<br />

Polisportiva Trinacria di Spadafora.<br />

“Tutta <strong>col</strong>pa dell’amore”<br />

Artisti per la donazione<br />

degli organi<br />

“Tutta <strong>col</strong>pa dell’Amore” (Centosuoni/Emons)<br />

nato per iniziativa di Marinella e roberto Ferri ha lo<br />

scopo di diffondere, attraverso la musica, la cultura<br />

della donazione di organi in un momento assai<br />

drammatico per i trapianti: <strong>negli</strong> ultimi due anni infatti<br />

le donazioni hanno registrato un diffuso calo su scala<br />

nazionale con conseguenze facilmente immaginabili. Sensibilizzare<br />

la cittadinanza all’importanza della donazione<br />

degli organi come possibilità di salvare vite umane,<br />

quando purtroppo una vita se ne è andata. Infatti, ancora<br />

corrono dicerie infondate che gli organi possano<br />

venir prelevati a pazienti che ancora abbiamo qualche<br />

possibilità di riprendersi (notizia del tutto falsa), ma per<br />

questo motivo e per un, parzialmente comprensibile, timore<br />

atavico a parlare della morte, ancora oggi si incontra<br />

opposizione alla possibile donazione. Questo fa<br />

sì che <strong>negli</strong> ultimi anni in Italia le donazioni non siamo<br />

aumentate (anzi, lievemente diminuite) con conseguente<br />

impossibilità di salvare vite umane con trapianto di cuore<br />

o fegato o polmoni. La partecipazione a questo progetto<br />

è stata massiccia. Roberto Ferri, produttore del cd<br />

insieme alla moglie Marinella, ben conosce la realtà<br />

dei trapianti essendo lui stesso un trapiantato di fegato<br />

da tre anni. Alla luce di questa esperienza, sta dedicando<br />

la sua ritrovata vita di uomo e di artista alla sensibilizzazione<br />

delle problematiche connesse alla carenza di<br />

organi, prima tra tutte le lunghe liste di attesa. Problematiche<br />

che per certe patologie molto diffuse hanno il<br />

carattere dell’emergenza, come ad esempio nel campo<br />

delle malattie epatiche. Proprio in favore della ricerca<br />

rivolta allo studio ed alla cura delle malattie epatiche, i<br />

proventi della vendita del cd verranno devoluti a quegli<br />

organismi medico-scientifici specializzati in questo campo.<br />

In parti<strong>col</strong>are hanno dato il patrocinio alla iniziativa<br />

la FIRE -Fondazione Italiana per la ricerca in Epatologia;<br />

l’ANTF - Associazione Nazionale Trapiantati di Fegato “<br />

G.Gozzetti” onlus - Epac onlus.<br />

Speedflying<br />

da record<br />

Un team composto da due<br />

esperti di “Speedflying”<br />

(un nuovo sport ibrido<br />

che combina elementi<br />

di paracadutismo, parapendio<br />

e scii) e due guide alpine<br />

ha battuto un record tanto<br />

rischioso quanto spetta<strong>col</strong>are:<br />

scendere a tutta velocità,<br />

con gli scii e il parapendio, dalle<br />

pendici del vulcano attivo più<br />

alto d’Europa, l’Etna.<br />

Jody Barratin e Felice<br />

Boccanegra, insieme alle guide<br />

alpine Flavio Moroder e Bruno<br />

Malsiner hanno sfruttato una<br />

splendida giornata di calma<br />

per battere questo straordinario<br />

primato. I quattro sono saliti<br />

sulla cima del vulcano, a 3329<br />

metri sul livello del mare, e si<br />

sono lanciati, con gli scii ai piedi<br />

e il parapendio, giù dai fianchi<br />

ricoperti di neve dell’Etna,<br />

raggiungendo velocità superiori<br />

ai 100 km/h. Boccanegra si è<br />

anche esibito in un suggestivo<br />

volo a planare sul vulcano.<br />

Ma non riescono ad accontentarsi:<br />

la loro sfida è quella<br />

di scendere allo stesso modo<br />

da altre 150 cime montagnose<br />

del genere in tutto il mondo.


Non esiste<br />

modo migliore<br />

di gestire<br />

la propria vita<br />

se non toccare la<br />

vita di un altro,<br />

con amore<br />

e un sorriso<br />

(Og Mandino)<br />

box<br />

a lezIone<br />

di deMoCrazIa<br />

“Lezioni per la democrazia” è il<br />

volume edito da Marsilio che raccoglie<br />

le lezioni magistrali organizzate<br />

dall’Associazione Italiadecide, in<br />

<strong>col</strong>laborazione con anCI giovane,<br />

per incoraggiare i giovani a considerare<br />

la politica un servizio per i<br />

cittadini e non una pura dinamica<br />

di potere personale. Si tratta di due<br />

cicli di lezioni e confronti, a partire<br />

dal 2009, con i giovani amministratori<br />

a cui hanno partecipato esponenti<br />

del mondo delle istituzioni, della<br />

politica, dell’impresa e dell’università,<br />

che hanno trattato con loro temi<br />

e argomenti di carattere generale,<br />

fornendo spunti e indicazioni utili<br />

sia alla crescita del singolo che alla<br />

promozione di nuovi spazi partecipativi.<br />

Il volume riporta il fecondo<br />

confronto fra le generazioni che<br />

hanno affrontato in quelle occasioni<br />

temi fondamentali da cui dovrebbe<br />

muovere la politica contemporanea:<br />

la conoscenza del Paese, la comprensione<br />

delle ragioni dell’altro, il<br />

confronto tra le varie esperienze, lo<br />

sviluppo della democrazia deliberativa.<br />

la scelta di rianimare la<br />

politica ridandole dignità si traduce<br />

in comportamenti virtuosi e nella disponibilità<br />

ad agire in vista di un solo<br />

scopo: restituire al nostro Paese una<br />

reputazione offuscata.<br />

12<br />

giu 12<br />

Mario Incudine<br />

ITALIA TALìA<br />

In uscita il 12 giugno l’album di debutto su<br />

Emarcy dell’artista siciliano<br />

“Italia talìa” è l’album di debutto su Emarcy<br />

di Mario Incudine ed è caratterizzato da testi<br />

che alternano l’italiano al dialetto siciliano e<br />

la musica che fonde tratti folk, pop, latini in<br />

un mix esplosivo di grande efficacia. Incudine<br />

può essere considerato il “van de Sfroos”<br />

della Trinacria che somma la forza dei testi<br />

ad uno spessore musicale di altissimo livello.<br />

“Italia talìa” significa “Italia guarda”: come<br />

commenta lo scrittore e giornalista Carmelo<br />

Sardo all’interno del CD: “La voce ora dolce<br />

ora incisiva di Mario Incudine ti ricorda le<br />

tragedie e i soprusi che hanno fatto la storia<br />

di questo Paese che troppo spesso si è voltato<br />

dall’altra parte. Sembra a tratti un grido<br />

di denuncia e di rabbia sospinto dal tempo<br />

del tango…Nell’animo sensibile dei siciliani<br />

come Mario Incudine si agita una pressante<br />

voglia di riscatto. Ecco allora che ‘talia’ assume<br />

il valore metaforico di un invito ad aprire<br />

gli <strong>occhi</strong> non solo per guardare, ma per meravigliarsi,<br />

per stupirsi…Trionfano infine sentimenti<br />

nobili e puri, passioni forti e travolgenti,<br />

da vivere a <strong>occhi</strong> aperti. Perché come<br />

dice Mario Incudine ‘gli <strong>occhi</strong> non sono <strong>occhi</strong><br />

se non possono guardare’”.<br />

I testi di alcune canzoni sono stati scritti in <strong>col</strong>laborazione<br />

con Kaballà mentre “Lassa e Passa”<br />

vede la presenza di Nino Frassica sia come<br />

co-autore sia come interprete.<br />

universalmusic.it<br />

La Sicilia<br />

passa al digitale<br />

lo Switch-off della tv digitale terrestre<br />

in Sicilia è alle porte. Il passaggio<br />

definitivo alla nuova televisione<br />

inizierà infatti l’11 giugno.<br />

I 390 comuni siciliani con i suoi 5<br />

milioni di potenziali telespettatori<br />

assisteranno allo spegnimento dei<br />

vecchi canali analogici e alla seguente<br />

accensione di quelli vecchi e nuovi<br />

digitali, fino al termine dei lavori<br />

previsto per il 4 luglio.<br />

Il Ministero dello sviluppo economico<br />

(dipartimento comunicazioni), insieme<br />

alla Fondazione Ugo Bordoni ha<br />

redatto il calendario dello Switch-off<br />

della regione della Sicilia:<br />

· 11 e 12 giugno<br />

faranno lo switch-off le I<strong>sole</strong><br />

di Ustica, Pantelleria, linosa<br />

e lampedusa;<br />

· 15 giugno<br />

toccherà alla città di Messina<br />

e costa ionica della provincia,<br />

I<strong>sole</strong> eolie;<br />

· 19 giugno<br />

sarà la volta di Catania,<br />

Caltanissetta, enna, ragusa,<br />

Siracusa e parte delle province;<br />

· 20 giugno<br />

il passaggio coinvolgerà<br />

poi Capo Passero e parte<br />

delle province di ragusa e Siracusa;<br />

· 21 e 22 giugno<br />

lo switch-off sarà una realtà<br />

per agrigento e provincia,<br />

parte delle province<br />

di Caltanissetta e Palermo;<br />

· 2 luglio<br />

toccherà alla città di Trapani,<br />

I<strong>sole</strong> egadi e parte della provincia;<br />

· 3 luglio<br />

lo switch-off e i nuovi canali digitali<br />

copriranno parte tirrenica<br />

provincia di Messina;<br />

· 4 luglio<br />

terminerà il passaggio alla tv<br />

digitale Palermo e parte<br />

della provincia.<br />

Fonte:<br />

http://www.tvdigitaldivide.it


ieri e oggi<br />

di Maurizio Castagna<br />

Lo STATUTo<br />

Il commissario dello stato<br />

Le proposte<br />

di Massimo Costa<br />

in vista del tavolo tecnico<br />

Stato-regione<br />

In questo numero e in altri successivi ci<br />

occuperemo del tavolo tecnico Statoregione,<br />

richiesto dal governo dopo i fatti<br />

relativi al movimento dei “Forconi”, in Sicilia,<br />

parti<strong>col</strong>armente virulento.<br />

Fonso Genchi riporta le proposte e le<br />

conclusioni del massimo conoscitore dello<br />

Statuto Siciliano, Massimo Costa, docente<br />

di Economia ed esperto di rapporti giuridici<br />

Stato-regione.<br />

Non mi resta che lasciarvi al suo prologo, di<br />

Fonso dico, con una sintetica spiegazione, e<br />

alle norme elaborate dal professore Costa<br />

(uno dei pochissimi esperti che, nella penisola,<br />

offre gratuitamente e sempre la sua<br />

opera in favore di un destino migliore per la<br />

sua gente).<br />

❯ Fonso Genchi ❯ Massimo Costa<br />

14<br />

giu 12<br />

a SCUola<br />

di STaTUTo<br />

Lezione 3


❯ Manifestazioni<br />

“Il Governo Monti, dopo la protesta<br />

dei Forconi del gennaio 2012 e il successivo<br />

incontro con i rappresentanti<br />

istituzionali della regione Siciliana,<br />

ha deciso di aprire un tavolo tecnico<br />

Stato-regione. In vista dei lavori di tale<br />

tavolo, la regione Siciliana ha pensato<br />

di formare una specie di gruppo consultivo<br />

di supporto, presieduto dall’assessore<br />

Gaetano Armao.<br />

La finalità della formazione di questo<br />

gruppo è quella di individuare le linee<br />

di azione della regione.<br />

Uno degli argomenti principali riguarderà<br />

l’attuazione dello Statuto di autonomia<br />

della regione Siciliana. Uno dei<br />

componenti di questo gruppo consultivo<br />

è il docente universitario Massimo<br />

Costa. Il gruppo ha cominciato a riunirsi<br />

lo scorso 30 aprile e la Regione<br />

sembra intenzionata a concentrare le<br />

proprie richieste di attuazione solo su<br />

alcuni arti<strong>col</strong>i dello Statuto; in parti<strong>col</strong>are<br />

quelli di natura economica: il 36, il<br />

37 e il 38. Di diverso avviso è Costa<br />

che ha prodotto un documento mirato<br />

a un’attuazione integrale dello<br />

statuto di Autonomia (pubblichiamo a<br />

partire da questo numero le proposte<br />

avanzate nel documento).<br />

Decreto I<br />

(Commissario dello Stato):<br />

oggetto: Sospensione a tempo determinato<br />

delle funzioni del Commissario<br />

dello Stato sino a quando non saranno<br />

definite, per mezzo di apposita legge<br />

costituzionale, le modalità di contem-<br />

peramento del rispetto del dettato<br />

letterale dello Statuto in materia di<br />

Alta Corte con i rilievi mossi in materia<br />

dalla giurisprudenza costituzionale.<br />

Nelle more di tale definizione il Commissario<br />

dello Stato cessa dalle proprie<br />

funzioni e le modalità di controllo<br />

di costituzionalità delle leggi regionali<br />

siciliane operano secondo il diritto comune<br />

alle altre regioni.<br />

Commento: La norma, apparentemente<br />

non legata alla materia finanziaria,<br />

è invece co-essenziale alla stessa.<br />

La figura del Commissario, infatti,<br />

costituisce parti<strong>col</strong>are tutela dell’Autonomia<br />

speciale siciliana solo in presenza<br />

dell’Alta Corte, con le sue note<br />

forme paritetiche di composizione.<br />

In assenza di questo foro, il sindacato<br />

del Commissario si è tradotto<br />

praticamente in una speciale censura<br />

preventiva della legislazione siciliana,<br />

operata indirettamente dal Governo,<br />

che sostanzialmente pone la Sicilia al<br />

di sotto delle altre regioni per grado<br />

di autonomia.<br />

Non è necessario, in questa fase, che<br />

Stato e regione condividano le rispettive<br />

posizioni in materia di Alta Corte.<br />

Di fatto il decreto attuativo equivale<br />

ad una soppressione della figura del<br />

Commissario che pone la Sicilia sullo<br />

stesso piano delle altre regioni. Si ravvisa<br />

comunque l’opportunità di “congelare”<br />

e non di “abolire” la figura del<br />

Commissario per due ordini di motivi.<br />

In primo luogo perché, a statuto vigente,<br />

la sua figura è ancora prevista<br />

e quindi non sarebbe possibile eliminarla<br />

per mezzo di decreto attuativo<br />

che è fonte di diritto subordinata alle<br />

leggi costituzionali. In secondo luogo<br />

perché, rinunciando al Commissario, la<br />

Regione starebbe rinunciando definitivamente<br />

anche all’Alta Corte, il che,<br />

anche alla luce dell’esperienza storica,<br />

non appare opportuno.<br />

Del resto, con uno spirito di leale <strong>col</strong>laborazione<br />

tra Stato e regione, l’annosa<br />

questione potrebbe anche essere<br />

risolta. L’Alta Corte può avere una<br />

serie di competenze speciali (le tre ad<br />

essa attribuite dallo Statuto) che derogano<br />

a quella generale della Corte<br />

Costituzionale, senza che si creino<br />

“doppie competenze” o “sindacati generali<br />

di costituzionalità” da parte di<br />

questa su norme statali. I casi dubbi di<br />

competenza, al “confine” per così dire,<br />

potrebbero sempre essere sciolti dalla<br />

stessa Corte Costituzionale, per natura<br />

sovraordinata.<br />

Quanto all’unità di giurisprudenza<br />

costituzionale, peraltro non esplicitata<br />

nella Costituzione, essa potrebbe<br />

sostanzialmente essere garantita assicurando,<br />

per la parte statale di composizione<br />

della Corte siciliana, una<br />

coincidenza tra i membri della stessa<br />

ed alcuni membri della Corte Costituzionale.<br />

Ma di ciò, appunto, dovrebbe occuparsi<br />

una legge di rango costituzionale.<br />

Nelle more il decreto in parola evita<br />

umilianti negoziati ad ogni finanziaria<br />

e dà alla regione una reale libertà di<br />

manovra.<br />

15<br />

giu 12


16<br />

giu 12<br />

primo piano<br />

di Giovanni Randazzo<br />

Erosione costiera<br />

IL NEMICo<br />

SIAMo NoI<br />

ormai da decenni<br />

le amministrazione a diversi<br />

livelli e i tecnici di varia<br />

estrazione si confrontano<br />

alla ricerca di una soluzione<br />

ecocompatibile ed economicamente<br />

sostenibile che possa<br />

“arrestare” l’erosione costiera.<br />

Purtroppo, si tratta di un processo<br />

naturale che nel corso<br />

delle ere geologiche<br />

ha continuamente trasformato<br />

il profilo delle terre emerse.<br />

I cambiamenti climatici,<br />

nel corso degli ultimi 15.000 anni,<br />

hanno profondamente trasformato<br />

il panorama costiero,<br />

sommergendo ampi tratti<br />

di territorio fino ad allora scoperti<br />

ed abitati dai primi paleolitici<br />

oggi sono sott’acqua.


❯ ragusa<br />

donnalucata veduta aerea<br />

(FOTO Ing. Criscione)<br />

L’uomo ha probabilmente<br />

interagito sempre con<br />

l’erosione costiera nel<br />

corso di queste ultime<br />

migliaia d’anni, ma ha iniziato<br />

a percepirla come<br />

un rischio per la propria esistenza<br />

nel momento in cui il mare ha iniziato<br />

a danneggiare i manufatti che nel<br />

frattempo aveva costruito sempre<br />

più vicino al mare. Fino ai primi anni<br />

sessanta il problema era rimato comunque<br />

piuttosto confinato; le uniche<br />

città veramente marinare erano<br />

quelle storicamente portuali che si<br />

erano sviluppate intorno a strutture<br />

naturali: si pensi alla falce di Messina<br />

o alla Kalsa di Palermo o alle insenature<br />

chiuse e protette di Siracusa<br />

e Catania. Gli stessi borghi marinari<br />

erano pic<strong>col</strong>i agglomerati storici,<br />

perfettamente inseriti in sistemi costieri<br />

naturali, contornati da dune e<br />

da stagni retro dunari.<br />

Con gli effetti del boom economico<br />

degli anni sessanta, questi borghi marinari<br />

si espansero in modo spesso<br />

disordinato, <strong>col</strong>onizzando lo spazio<br />

terrestre fino a ridosso della spiaggia,<br />

con la successiva realizzazione di<br />

lungomare, pic<strong>col</strong>i moli e altre opere<br />

di urbanizzazione.<br />

Quindi la linea di riva da confine naturale<br />

tra regno marino e terrestre<br />

continuamente in evoluzione divenne<br />

uno spazio rigido in cui si concentravano<br />

interessi economici sempre<br />

crescenti.<br />

Soprattutto le coste basse e mobili,<br />

le spiagge, maggiormente appetibili<br />

dal punto di vista della fruizione iniziarono<br />

a “sparire”.<br />

Due le cause principali: da un lato la<br />

mancanza di sedimenti trasportati<br />

da parte dei fiumi che nel frattempo<br />

erano stati digati (tra la metà degli<br />

anni ’50 e nel corso degli anni ’60<br />

si costruirono in Sicilia circa trenta<br />

dighe), impedendo al materiale<br />

naturalmente eroso e trasportato<br />

di giungere al mare per alimentare<br />

le spiagge e dall’altro l’irrigidimento<br />

complessivo della fascia costiera a<br />

causa di strutture antropiche che impediscono<br />

alla spiaggia di dar luogo<br />

a quegli spostamenti stagionali e/o<br />

ciclici che le permettono di mantenersi<br />

in equilibrio.<br />

Nei primi anni ottanta i tentativi di<br />

protezione, furono esclusivamente<br />

volti alla difesa passiva, mediante<br />

scogliere di massi, naturali o artificiali,<br />

variamente orientati rispetto alla linea<br />

di riva.<br />

17<br />

giu 12


Queste talvolta riuscivano a proteggere<br />

le aree immediatamente retrostanti,<br />

ma spostavano i processi erosivi nelle<br />

zone limitrofe, innescando un processo<br />

di costruzione a catena che generalmente<br />

si arrestava per mancanza di<br />

fondi, esacerbando il problema in territori<br />

distanti da quelli dove il processo<br />

aveva avuto inizio.<br />

Con l’inizio del nuovo millennio, sotto<br />

la spinta importante dell’Unione Europea,<br />

si iniziò a ragionare in termini<br />

di rimozione delle cause o con difese<br />

maggiormente sostenibili dal punto di<br />

vista economico. Iniziarono così a vedersi<br />

i primi interventi di ripascimento<br />

18<br />

giu 12<br />

primo piano<br />

Erosione costiera<br />

❯ Trapani<br />

riserva dello zingaro<br />

❯ agrigento<br />

realmonte - Scala dei turchi<br />

artificiale che consistevano nel ricostruire<br />

le spiagge erose con sedimenti<br />

più o meno compatibili provenienti da<br />

aree di prestito diverse.<br />

Anche i rinascimenti, però, a distanza<br />

di circa dieci anni stanno mostrando<br />

il proprio limite. È infatti necessario<br />

definire con attenzione le aree di prestito:<br />

queste non possono essere individuate<br />

nelle cave esistenti che, oltre<br />

ad acuire un danno ambientale praticamente<br />

insanabile, forniscono materiale<br />

generalmente scadente. Non<br />

possono essere individuate tout court<br />

<strong>negli</strong> alvei fluviali, laddove il materiale<br />

appare intrappolato da briglie e dighe,<br />

❯ agrigento<br />

Cattolica eraclea<br />

❯ ragusa<br />

Santa Maria del Focallo - protezione privata<br />

ma ormai è parte integrante di un<br />

nuovo profilo idraulico la cui modifica,<br />

senza opportuni studi, potrebbe arrecare<br />

danni maggiori dei benefici attesi.<br />

E purtroppo non si può prendere in<br />

considerazione in modo strutturato la<br />

disponibilità di materiale proveniente<br />

dall’insabbiamento di porti, per i quali<br />

è necessaria una procedura burocratica<br />

per l’uso che spesso non consente<br />

la sincronizzazione con gli interventi di<br />

ripascimento. Inoltre bisogna considerare<br />

che gli interventi di ripascimento<br />

finora sono stati protetti da barriere<br />

generalmente sommerse che hanno<br />

costi di realizzazione enormi.


Ma soprattutto si è visto che le amministrazioni<br />

che a gran voce avevano<br />

richiesto interventi di difesa, ottenuti<br />

con fondi europei, statali o regionali,<br />

non sono mai stati in alcun modo capaci<br />

di mantenerli. Bisogna comprendere<br />

che l’unico sistema valido per la<br />

difesa dall’erosione è la gestione continua<br />

del litorale. La gestione può essere<br />

sostenuta con un rimodellamento<br />

del profilo di spiaggia da parte delle<br />

amministrazioni locali che potrebbero<br />

spostare con cifre limitate la sabbia<br />

dai punti in cui si accumula indesiderata<br />

a dove serve per il periodo<br />

❯ Messina<br />

Santalessio lungomare killer<br />

estivo, oppure si potrebbe ricorrere a<br />

ricariche programmate con cadenza<br />

pluriennale con materiale proveniente<br />

da cave sottomarine (in corrispondenza<br />

di quelle spiagge di 15.000 anni fa<br />

che oggi giacciono, identiche a quelle<br />

attuali, sotto circa 130 metri d’acqua)<br />

che sono le uniche a impatto limitato e<br />

a compatibilità altissima (in Sicilia esiste<br />

un grande deposito privato, ma la regione<br />

ha ancora in fase di gestazione<br />

un proprio piano di cave sottomarine:<br />

e questa discrasia comporta problemi<br />

burocratici). Tutti questi interventi di<br />

manutenzione devono essere però ac-<br />

IL NEMICo<br />

SIAMo NoI<br />

compagnati da un’adeguata politica di<br />

controllo del territorio volta ad impedire<br />

il proliferare di strutture costiere<br />

che minano la stabilità della spiaggia.<br />

Le amministrazioni locali devono sfruttate<br />

al massimo le potenzialità fornite<br />

dal Piano di Utilizzo del demanio marittimo,<br />

da cui possono scaturire linee di<br />

programmazione della gestione, monitoraggio<br />

del sistema fisico e reperimento<br />

dei fondi necessari per la tutela<br />

del litorale.<br />

L’uomo, in definitiva, da nemico del sistema<br />

costiero si deve trasformare in<br />

suo nume tutelare.<br />

19<br />

giu 12


20<br />

giu 12<br />

primo piano<br />

L’Emilia Romagna trema


Con la paura nel cuore...<br />

uno sciame sismico infinito<br />

“Ora prende il sopravvento una quiete che somiglia<br />

ad una attesa vigile, che fa finta di essere calma<br />

ma sorveglia e origlia scricchiolii, tintinnii,<br />

pic<strong>col</strong>i movimenti che sembra di cogliere<br />

con la coda dell’<strong>occhi</strong>o.<br />

Si guarda verso quello che ti sta di fianco,<br />

e non hai il coraggio di chiedere se l’ha sentita<br />

anche lui. Ti resta quello spaesamento, quella lieve<br />

vertigine che ti accompagna per un po’, di solito,<br />

alla discesa dalla barca. Alla radio Doris Day canta<br />

“Que serà, serà”, pensi a quando il nonno ti teneva<br />

sulle gin<strong>occhi</strong>a facendo cavalluccio e ti faceva cadere<br />

per finta; ecco, facciamo finta che sia ancora così,<br />

per finta. Per finta.”<br />

Maria angelica Correra<br />

21<br />

giu 12<br />

21<br />

apr 12


22<br />

giu 12<br />

primo piano<br />

Brindisi 19 maggio<br />

Melissa Bassi<br />

uccisa alle 7.45 dinanzi all’istituto Morvillo Falcone


IMES<br />

Industrie Metallurgiche e Siderurgiche<br />

Con noi la tua casa…<br />

è più sicura!<br />

Professionalità, quantità, qualità<br />

da noi, sono realmente “certificate”<br />

- Centro sagomatura e vendita di ferro tondo x c.a. -<br />

prodotto e certificato esclusivamente da primarie ferriere nazionali<br />

Legnami per carpenteria • Telai ed attrezzature per ponteggio • Reti Elettrosaldate • Travi in ferro<br />

• Tubolari e Profilati in acciaio nero zincato e inox • Isolanti termici e acustici • Impermeabilizzanti • Coperture<br />

• Malte Tecniche Intonaci • Tonachine premiscelate • Rivestimenti per facciate • Massetti pronti Sistema Cappotto<br />

Collanti • Cemento Laterizi e Porizzati • Macchine ed Attrezzature per l’edilizia<br />

Centro lavorazione e pressopiegatura lamiere • Taglio plasma e CNC<br />

Piastre di qualsiasi forma e spessore • Centinatura Profili e Tubi<br />

www.imes.me.it<br />

IMES • Via G. La Farina, n. 285 • 98124 Messina • tel. 090 2939904 • fax 090 6510139<br />

magcom


dal Mondo<br />

a cura della redazione magmagazine.it<br />

Un’ASTA<br />

reCord<br />

❯ 2 maggio<br />

Uno dei quadri<br />

più famosi del mondo,<br />

l’Urlo di Munch,<br />

secondo probabilmente solo<br />

alla Gioconda, raggiunge<br />

un record da capogiro.<br />

Una delle quattro versioni<br />

del dipinto è stata infatti<br />

venduta, il 2 maggio,<br />

in appena 12 minuti,<br />

a 120 milioni di dollari<br />

(91 milioni di euro).<br />

Mai nessuna opera d’arte<br />

è stata pagata tanto.<br />

Sotheby’s aveva previsto<br />

un prezzo finale di 80<br />

milioni di dollari. Una<br />

previsione sconfessata, in<br />

maniera netta, dalla realtà.<br />

La versione venduta all’asta<br />

era l’unica ancora in mano<br />

a un <strong>col</strong>lezionista privato.<br />

Il precedente record per<br />

l’asta di un’opera d’arte<br />

apparteneva a “Nudo, foglie<br />

verdi e busto” di Picasso,<br />

battuto da Christiès nel<br />

maggio 2010 per 106,5<br />

milioni di dollari.<br />

24<br />

giu 12<br />

Hollande<br />

è PreSIdenTe<br />

❯ 6 maggio<br />

François Hollande<br />

è il nuovo presidente<br />

della Francia. È durato<br />

un solo mandato<br />

il percorso di Ni<strong>col</strong>as<br />

Sarkozy alla guida<br />

del proprio paese.<br />

È stato lo stesso presidente<br />

uscente, pochi minuti<br />

dopo la chiusura dei seggi,<br />

a riconoscere la propria<br />

sconfitta complimentandosi<br />

con Hollande.<br />

Il nuovo presidente<br />

della Francia, esponente<br />

del Partito socialista<br />

e appoggiato anche<br />

dal Partito radicale di<br />

sinistra, dal Movimento<br />

repubblicano e cittadino<br />

e dal Movimento unitario<br />

progressista, già al primo<br />

turno aveva conquistato<br />

la maggioranza relativa dei<br />

voti con il 28,6 per cento<br />

mentre Sarkozy ne aveva<br />

ottenuto il 27 per cento<br />

delle preferenze.<br />

Per la prima volta<br />

nella storia uno sfidante,<br />

al primo turno, ha ottenuto<br />

più voti del presidente<br />

uscente. Nel secondo<br />

turno delle presidenziali,<br />

il 6 maggio, Hollande ha<br />

ottenuto oltre 18 milioni<br />

di voti con il 51,6 % contro<br />

i 16 milioni 860 mila e il<br />

48,4% di Sarkozy.<br />

ELEzIonI FLoP<br />

In greCIa<br />

❯ 6 maggio<br />

La Grecia martoriata dalla<br />

pesantissima crisi economica<br />

premia, alle elezioni del 6<br />

maggio, la sinistra radicale e<br />

l’estrema destra xenofoba<br />

e filo nazista. Vengono<br />

invece puniti in grandi<br />

partiti tradizionali, <strong>col</strong>pevoli<br />

di sostenere politiche di<br />

austerità per rimanere<br />

nell’Unione europea.<br />

Di fatto vincono gli antieuropei,<br />

soprattutto per<br />

quanto riguarda il risultato<br />

ottenuto dall’estrema destra,<br />

mentre la sinistra radicale<br />

è per la permanenza in<br />

Europa ma si oppone<br />

alle misure di austerità<br />

concordate con la comunità<br />

internazionale. Il risultato<br />

uscito dalle urne, però,<br />

non fa altro che aprire<br />

altri squarci perché in<br />

un parlamento troppo<br />

frammentato non si riesce<br />

a trovare alcun tipo di<br />

accordo per la formazione<br />

del governo.<br />

La soluzione sono nuove<br />

elezioni e un paese sempre<br />

più nel caos e a un passo<br />

dal default e dall’uscita<br />

dall’Europa.<br />

oBAMA APrE<br />

alle CoPPIe<br />

gay<br />

❯ 9 maggio<br />

“Le persone dello stesso<br />

sesso devono avere la<br />

possibilità di sposarsi”.<br />

Con queste parole, il 9<br />

maggio, il presidente degli<br />

Stati Uniti d’America,<br />

Barack obama, dichiara<br />

il suo sostegno al<br />

matrimonio omosessuale.<br />

obama è il primo<br />

presidente nella storia<br />

degli States ad assumere<br />

una posizione di questo<br />

tipo. “Nel corso degli<br />

anni ho potuto parlare<br />

e conoscere gente del<br />

mio staff con un partner<br />

dello stesso sesso, che<br />

ha cresciuto anche dei<br />

figli – ha detto Obama -.<br />

Quando penso ai nostri<br />

soldati, ai nostri aviatori, ai<br />

nostri marinai che hanno<br />

dovuto lottare tanto per<br />

i loro diritti, sì, a un certo<br />

punto ho capito che per<br />

me è importante andare<br />

avanti e dichiarare che le<br />

coppie dello stesso sesso<br />

hanno il diritto di sposarsi”.


elezIonI<br />

❯ 21 maggio<br />

Con i ballottaggi si chiude<br />

una tornata di elezioni<br />

amministrative che segna<br />

la crisi profonda della<br />

Lega nord e l’exploit del<br />

Movimento 5 stelle di<br />

Beppe Grillo. Male<br />

anche il Popolo della<br />

libertà che non convince<br />

completamente. Il dato più<br />

importante, però, è quello<br />

dell’astensionismo con solo<br />

il 51 per cento degli elettori<br />

che si è recato alle urne<br />

nel turno di ballottaggio.<br />

Il risultato a sensazione<br />

è quello del movimento<br />

di Grillo che conquista 4<br />

comuni, a cominciare da<br />

Parma. Un segno chiaro,<br />

probabilmente, della<br />

sfiducia verso i partiti<br />

tradizionali.<br />

A Palermo si impone<br />

Leoluca orlando con<br />

Italia dei valori mentre i<br />

veri sconfitti sono la Lega,<br />

che perde sette comuni<br />

su sette, travolta dallo<br />

scandalo dell’utilizzo dei<br />

fondi pubblici da parte del<br />

senatùr Umberto Bossi,<br />

e il Pdl.<br />

la STrage<br />

dI HUla<br />

❯ 25 maggio<br />

Novemila morti<br />

in un anno. È il triste<br />

bilancio delle rivolte contro<br />

la dittatura di Bashir<br />

al assad, in Siria.<br />

Il centro di documentazione<br />

delle violazioni ha tenuto<br />

il conto, quotidianamente,<br />

delle vittime, della<br />

sanguinosa repressione<br />

della ribellione.<br />

Una lunga lista<br />

che il 13 marzo fa registrare<br />

oltre 9 mila morti,<br />

tra i quali 524 minorenni<br />

e 288 donne. I numeri<br />

parlano anche di 7.205<br />

vittime civili e 1.799 militari,<br />

sia tra i disertori che tra i<br />

governativi.<br />

Anche in Siria, insomma,<br />

si scatena la “primavera<br />

araba” con i cittadini che<br />

chiedono al presidente<br />

Bashir Al Assad di approvare<br />

le riforme necessarie a dare<br />

un’impronta democratica<br />

allo Stato. Tutta la Siria<br />

è scossa dalla ribellione,<br />

che ha il suo centro<br />

nella città di Deraa,<br />

con le battaglie tra i soldati<br />

del governo e i dimostranti.<br />

Paolo gabriele in basso a sinistra insieme<br />

SCandalo<br />

In VaTICano<br />

❯ 27 maggio<br />

Il 27 maggio viene arrestato<br />

per furto di carte e<br />

documentazione papale<br />

il cameriere di Benedetto<br />

xvI, Paolo Gabriele.<br />

Sarebbe lui il “corvo” che<br />

ha trafugato documenti<br />

personali e riservati.<br />

Fra le numerose carte<br />

uscite in questi mesi dai<br />

sacri palazzi, molte non<br />

sembrano aver a che<br />

fare direttamente con<br />

l’appartamento del Papa:<br />

sono comunicazioni interne<br />

fra cardinali e alti funzionari.<br />

Questo elemento<br />

lascerebbe aperta la porta<br />

all’esistenza di più talpe.<br />

Nell’Annuario pontificio<br />

Paolo Gabriele figura con<br />

la qualifica di aiutante di<br />

camera del Pontefice, tra<br />

i familiari del Papa, ovvero<br />

nel ristretto gruppo<br />

di persone ammesse<br />

all’interno della cosiddetta<br />

famiglia pontificia. Gabriele<br />

è uno dei laici ammessi<br />

all’interno delle stanze<br />

degli appartamenti papali.<br />

La vicenda che ha scosso<br />

il vaticano si inserisce in<br />

una situazione di grande<br />

tensione che pochi giorni<br />

prima aveva portato al<br />

licenziamento di Gotti<br />

Tedeschi, la guida del “Ior”,<br />

la banca vaticana.<br />

al Papa<br />

CalCIo<br />

nel CaoS<br />

❯ 28 maggio<br />

Due nazionali, Domenico<br />

Criscito e Leonardo<br />

Bonucci, e l’allenatore<br />

della Juventus, Antonio<br />

Conte indagati e il capitano<br />

della Lazio, Stefano Mauri<br />

arrestato. Sembra non finire<br />

più lo scandalo scommesse<br />

che ormai da mesi tiene<br />

banco nel mondo del calcio<br />

italiano. A pochi giorni<br />

dall’inizio degli europei<br />

nel ritiro della nazionale<br />

irrompono la Procura di<br />

Cremona e le indagini su un<br />

ampio giro di scommesse.<br />

Nomi illustri e tante società<br />

coinvolte in un’inchiesta che<br />

si allarga a macchia d’olio.<br />

Complessivamente, all’alba del<br />

28 maggio, sono 19 gli arresti<br />

eseguiti. Nella rete delle forze<br />

dell’ordine finisce anche Omar<br />

Milanetto, ex del Genoa, in<br />

forza al Padova. L’accusa è di<br />

associazione per delinquere<br />

finalizzata alla frode sportiva<br />

per avere truccato diverse<br />

partite del campionato di serie<br />

A e di serie B.<br />

domenico Criscito<br />

leonardo Bonucci<br />

25<br />

giu 12<br />

antonio Conte


Un teatro<br />

trasformato<br />

in Moschea<br />

A luglio, in piazza Cutelli, aprirà il luogo di preghiera<br />

che sarà il più grande del Sud Italia<br />

26<br />

giu 12<br />

la storia<br />

di Francesco Pontorno<br />

La nuova Moschea di Catania dovrebbe<br />

essere pronta entro luglio.<br />

I fedeli musulmani troveranno<br />

il loro luogo di preghiera in<br />

piazza Cutelli, dove la comunità islamica<br />

della città, anche grazie al generoso contributo<br />

dei fedeli di tutto il mondo, ha<br />

acquistato e ristrutturato un vecchio teatro.<br />

Ma la vicenda delle moschee nella<br />

città alle pendici dell’Etna, non è certo<br />

cosa degli ultimi anni. Pensiamo prima<br />

di tutto alla storia della dominazione<br />

musulmana dell’Isola, di cui il racconto<br />

più bello si trova di certo nelle pagine<br />

del grande orientalista siciliano Michele<br />

Amari.<br />

oggi dell’eredità dei musulmani di Sicilia<br />

ritroviamo le tracce in ogni elemento<br />

della società isolana, dalla cucina alla lingua,<br />

dalla tradizione poetica alla toponomastica,<br />

fino alla forma del paesaggio<br />

agrario, che fu caratterizzato nel periodo<br />

arabo dall’importazione di nuove <strong>col</strong>ture,<br />

dalla realizzazione di innovativi sistemi<br />

irrigatori e dalla creazione di una fitta<br />

rete di pic<strong>col</strong>e strade, le “trazzere”. Ma<br />

il segno del magnifico passaggio dei musulmani<br />

in Sicilia, è soprattutto nel volto<br />

e nei gesti dei catanesi (e naturalmente<br />

di tutti i siciliani); è nel mercato cittadino<br />

più importante, la cosiddetta “Piscaria”,<br />

è nella presenza forte dei <strong>col</strong>ori e degli<br />

odori, è nella voce del commercio e<br />

nell’esuberanza dialettica. Insomma, proprio<br />

come dice uno degli Imam di Catania,<br />

Mufid Abu Touq, con alle spalle le<br />

palme di piazza Cutelli mosse dal vento.<br />

“Quando un musulmano arriva in Sicilia<br />

- dice - vi riconosce subito la terra dei<br />

padri”. Mufid è palestinese di nascita, ha<br />

fatto studi di farmacia (ma per necessità<br />

si è sempre occupato di commercio) e<br />

si è trasferito in Italia circa trent’anni fa,<br />

quand’era studente. Corre ancora dietro<br />

al permesso di soggiorno, pur avendo<br />

cinque figli e altrettanti nipoti italiani.<br />

Tuttavia, se si parla delle vicende recenti<br />

del culto islamico a Catania, c’è da ricordare<br />

senz’altro l’avvocato Michele Papa,<br />

un personaggio la cui vita ondeggiò tra<br />

il bizzarro e l’inquietante. L’avvocato<br />

Papa sembra fosse amico di Muammar<br />

Gheddafi e suo rappresentante in Sicilia<br />

(era solito ripetere in bel catanese: “Iu e<br />

Gheddafi semu comu i frati”), e fu socio,<br />

in nome dell’ex leader libico, del Centro<br />

studi Salvatore Scontrino di Trapani,<br />

famigerato luogo di raccordo di logge<br />

❯ La nuova moschea di Catania<br />

massoniche occulte e poteri deviati.<br />

Fu anche fondatore, fin dai primi anni<br />

Settanta, di ambigue associazioni arabosicule,<br />

utili al radicamento libico nell’Isola<br />

e in Italia, in chiave tutta antiamericana.<br />

Papa era un tipo all’avanguardia. Nel<br />

1980, prima che si pensasse alla moschea<br />

di roma e a quella di Milano, ideò<br />

e guidò l’edificazione di una moschea<br />

a Catania. Era l’inizio di quel decennio<br />

caldissimo in cui la Libia sarebbe stata<br />

aggiunta dagli Stati Uniti alla lista degli<br />

“stati canaglia”, bombardata e infine<br />

sottoposta a embargo. Il progetto della<br />

moschea di via Castromarino, in pieno<br />

centro storico, fu affidato a un architetto<br />

egiziano assai ligio ai dettami del<br />

Corano nel disegnare l’edificio, mentre<br />

il denaro per la costruzione proveniva<br />

direttamente dalle casse del governo di<br />

Tripoli. variamente frequentata dai fedeli,<br />

la moschea iniziò a essere disertata dalla<br />

fine degli anni Ottanta, pare a causa di<br />

problemi logistici e di gestione economica,<br />

ma probabilmente anche per il<br />

carattere difficile dell’avvocato che, per<br />

dirne una, aveva fatto apporre sul prospetto<br />

la scritta quantomeno arrogante<br />

“Michele Papa aedificavit”.


Un gesto che, contro ogni regola, dichiarava la proprietà<br />

della moschea, e che i fedeli non apprezzarono, a maggior<br />

ragione perché compiuto da un non musulmano qual era<br />

l’avvocato Papa. I musulmani catanesi si trovarono dunque<br />

senza un luogo in cui praticare la propria religione e per un<br />

anno pregarono in strada, in segno di protesta. In seguito, si<br />

trasferirono in due diverse sedi, in via Calì, nel quartiere della<br />

Civita, e in via Serravalle, nei pressi del porto. Uno scantinato<br />

e un garage nei quali si è pregato per vent’anni, in attesa della<br />

nuova Moschea che arriverà a luglio.<br />

oggi la moschea Papa è stata riconvertita in abitazione. vale<br />

bene una visita: il turista scorgerà in una via angusta e degradata,<br />

costretto tra case basse, un pic<strong>col</strong>o palazzotto rivestito<br />

di marmo, ornato di arabeschi e un tempo, si dice, anche<br />

del minareto e della mezzaluna (di cui però oggi non c’è più<br />

traccia). Sui fedeli e sulle moschee volute dai governi e dalle<br />

istituzioni, bisognerebbe aprire un discorso a parte, se è vero<br />

che anche a Palermo, nella moschea sunnita di emanazione<br />

tunisina, i fedeli, più che concentrati nella preghiera, pare si<br />

sentano spiati dal governo che ne ha finanziato la costruzione<br />

e che l’amministra attraverso placidi Imam. E sarebbe<br />

interessante capire cosa è cambiato dopo la cosiddetta “Primavera<br />

araba”, nel rapporto tra moschee ufficiali e fedeli<br />

che le frequentano con cautela.<br />

La nuova Moschea di Catania sarà la più grande<br />

del meridione d’Italia e, secondo l’imam<br />

Keith Abdelhafid (presidente anche delle comunità<br />

islamiche in Sicilia), fungerà da centro<br />

culturale per i diecimila musulmani presenti in<br />

città e in provincia e provenienti da Marocco,<br />

Senegal, Tunisia, Sri Lanka, Mauritius, Pakistan.<br />

Dunque, anche questa volta, anche nel 2012, ci si trova di<br />

fronte a quell’incrocio di civiltà che da millenni forgia il cosmopolitismo<br />

che ha fatto della Sicilia uno dei luoghi più<br />

affascinanti al mondo (altrimenti sarebbe solo un’isola come<br />

tante).<br />

Nei quattrocento metri quadrati della nuova Moschea di<br />

piazza Cutelli si troveranno quindi, oltre a una grande sala<br />

per la preghiera e a uno spazio per le abluzioni, una sala<br />

conferenze e delle aule in cui si terranno lezioni di arabo e<br />

italiano. Questo è un segno semplice e importante. Il segno<br />

della vitalità culturale e spirituale della comunità musulmana<br />

catanese, ma soprattutto della sua indipendenza dalle tensioni<br />

internazionali alimentate ai piani alti della geopolitica<br />

e della realpolitik, in cui ci si guarda bene dal considerare i<br />

tappeti di preghiera e i fatti dello spirito.<br />

27<br />

giu 12


in english<br />

“Si vive una<br />

28<br />

giu 12<br />

focus<br />

di Roselina Salemi<br />

“Si vive una<br />

❯ Maria Falcone<br />

❯ Francesca Barra e Maria Falcone<br />

Francesca Barra ripercorre la storia<br />

e le scelte di Giovanni Falcone<br />

attraverso le parole di Maria,<br />

sorella del giudice assassinato a Capaci<br />

D omandai<br />

più volte a mio fratello perché si fosse ficcato in quel lavoro<br />

così peri<strong>col</strong>oso. Un giorno, mentre stava andando al Tribunale, davanti al<br />

portone di casa mi feci coraggio e gli chiesi, tutto d’un fiato: “Ma perché<br />

vai da Chinnici”? ( il capo dell’ufficio istruzione di Palermo, assassinato il 29 luglio<br />

1983, ndr.) “Si vive una volta sola” mi rispose per giustificare il suo impegno. Però<br />

quella frase aveva anche un altro sapore: la si sarebbe potuta interpretare come<br />

“si muore una volta sola”.<br />

Maria Falcone parla così a Francesca Barra, in un lungo, a tratti commovente<br />

racconto che ripercorre la storia e le scelte del fratello sin da quando erano<br />

bambini, e rende le sue riflessioni della mafia e sulla reazione della società civile,<br />

drammaticamente attuali.“Giovanni Falcone, un eroe solo” (Rizzoli, pagg. 208, € 17,50)<br />

non è soltanto la celebrazione dell’unico italiano che ha ottenuto un monumento<br />

all’Accademia Fbi di Quantico, che ha sperimentato nuovi metodi di indagine<br />

contro le mafie e ne ha compreso il linguaggio e i codici segreti, aprendo una<br />

breccia nel muro del silenzio, ma è soprattutto il passaggio del testimone da una<br />

generazione all’altra, con le verità acquisite, i dubbi e i misteri ancora da risolvere.<br />

Perché intanto sono passati vent’anni e certi pezzi di passato rischiano di perdersi.<br />

Qualcuno saprebbe dire chi era Il Corvo a Palazzo di giustizia? Quali giudici<br />

facevano parte del pool? Chi erano gli amici e chi i nemici?<br />

You only<br />

live once<br />

Francesca Barra chronicles<br />

the story and the choices<br />

of Giovanni Falcone, judge killed<br />

in Capaci, through his sister<br />

Maria’s words<br />

Written by Roselina Salemi<br />

“I asked my brother more than once the reason he got himself<br />

that dangerous job. once, we were in front of my house and<br />

he was going to the court, I bravely asked him “Why are you<br />

going to meet Chinnici?”(the chief of the office of education in<br />

Palermo, killed in 1983, July 29th). He told me “You only live<br />

once” to justify his meeting. But that sentence had also a different<br />

flavor: you can translate ita s “You only die once”.<br />

Maria Falcone tells that to Francesca Barra, in a long moving<br />

interview about her brother’s story and choices since they<br />

were children, and makes her thoughts about mafia and society’s<br />

reactions painfully current. “Giovanni Falcone, un eroe<br />

solo” (rizzoli, pagg. 208, € 17,50) is not only a celebration of<br />

the only italian man who has his monument in Fbi Academy in<br />

Quantico, where new investigation’s method have been developped<br />

and the secret codes and languages of mafia have been<br />

learned,breaking the silence wall around it, but also the connection<br />

between two generations, among truth, doubts and


volta sola”<br />

volta sola”<br />

Francesca Barra, 34 anni, giornalista,<br />

conduttrice televisiva e radiofonica,<br />

autrice di saggi come “Il quarto<br />

comandamento”(rizzoli) e “Non è un<br />

paese per donne” (Mondadori), offre<br />

questo documento a chi vuol capire<br />

come si arriva a condannare a morte<br />

un giudice-simbolo, come si cerca di<br />

farlo dimenticare, ottenendo per fortuna<br />

l’effetto opposto. E quanto lavoro c’è dietro<br />

la costruzione dei dettagli, quell’insieme<br />

di parti<strong>col</strong>ari in cui tutti ci riconosciamo,<br />

che si chiama “memoria <strong>col</strong>lettiva”.<br />

A vent’anni dalla strage di<br />

Capaci, il 23 maggio 1992, che<br />

cosa è rimasto di Giovanni<br />

Falcone?<br />

Siamo “capaci” di sviluppare capacità<br />

critica e di giudizio. Di isolare meno e di<br />

partecipare di più. Abbiamo leggi e metodi<br />

che il giudice Falcone ha voluto. Abbiamo<br />

un modello di riferimento che ci dice cosa<br />

sia lo Stato a cui tendere e in cui credere.<br />

Come hai conosciuto Maria<br />

Falcone? Perché ha deciso<br />

misteries to be solved. That’s because twenty<br />

years are gone and some pieces of the past may<br />

get lost. Can someone tell who was the Corvo<br />

at Palazzo di Giustizia? Which judges were in the<br />

pool? Who was a friend, who was an enemy?<br />

Francesca Barra, 34 years old, journalist, tv and<br />

radio host, author of many essays, such as “Il<br />

quarto comandamento”(rizzoli) e “non è un<br />

paese per donne” (Mondadori), offers this story<br />

to anyone who wants to know how is it possible<br />

to kill a judge, to try to make people forget<br />

about him, obtaining, luckily, the opposite effect.<br />

And how much work lies behind the construction<br />

of the details, we all relate to, called “<strong>col</strong>lective<br />

memory”.<br />

Twenty years after Capaci’s massacre, May 23rd<br />

1992, what’s left of Giovanni Falcone?<br />

di ripercorrere la vita di suo<br />

fratello, anche <strong>negli</strong> aspetti<br />

privati e familiari (la separazione<br />

dalla moglie, l’incontro con<br />

Francesca Morvillo, il loro<br />

matrimonio) in questo libro?<br />

Conduco da due anni il programma<br />

“La bellezza contro le mafie” (Rai radio<br />

Uno). Ho raccontato storie di uomini,<br />

luoghi, famiglie. In questo momento di<br />

crisi e delusione ho ritenuto urgente<br />

riproporre, soprattutto alle generazioni<br />

che non hanno “vissuto” determinate<br />

stagioni politiche e sociali, la battaglia di<br />

Giovanni Falcone, ricordare che esistono<br />

uomini in grado di cambiare il mondo e<br />

che non sono poi così distanti da loro.<br />

Maria Falcone ha accettato subito, perché<br />

la sua missione è quella di rivolgersi<br />

ai giovani. Con la sua Fondazione,<br />

con “Le navi della legalità”, dimostra<br />

quotidianamente che la memoria<br />

sopravvive all’uomo, se l’uomo è grande,<br />

come è stato suo fratello. Mi ha aperto i<br />

suoi ricordi, la porta del suo dolore. Sono<br />

commossa e onorata di aver partecipato<br />

a questo progetto.<br />

We’re able to develop critical and judgement skills. To<br />

be less isolated and more partecipative. We got laws<br />

and rules judge Falconi wanted. We have a role model<br />

telling us what the State should be like and what to<br />

believe in.<br />

How did you meet Maria Falcone? Why did she decide<br />

to analyse her brother’s life, even in his private and familiar<br />

dimension (the divorce from his wife, how he met<br />

Francesca Morvillo, their wedding) in this book?<br />

I’ve been hosting for two years “La Bellezza contro le<br />

mafie” (Beauty against mafia) (a Rai Radio Uno show).<br />

I told stories about men, places, families. In this crisis’<br />

period I thought it was urgent to talk again about Giovanni<br />

Falcone’s war, especially to the generations which<br />

have not lived some social and political seasons, and to<br />

remember everybody there are men who are able to<br />

❯ Francesca Barra<br />

❯ Giovanni Falcone e Paolo Borsellino<br />

change the world and that they’re not far from us.<br />

Maria Falcone istantly accepted the offer, because<br />

her missioni is to talk to young people. With her<br />

Foundation,“Le navi della legalità”, (The ships of legality),<br />

shows everyday that memory lasts more than the<br />

man’s life if the man is great like her brother was. She<br />

let me in her memory, her pain’s door. I’m moved and<br />

honored of having been part of this project.<br />

How did you got interested in mafia and why?<br />

I’m a journalist and I tell our contry’s stories. Its problems<br />

and the beauty which resists to them. Mafia is<br />

our sickness, but people I show, young people who listen<br />

to me, they’re the beauty. I have to do this for them.<br />

We hear respect and sadness for Falcone in Leonardo<br />

Guarnotta’s intervention (former member of the pool,<br />

29<br />

giu 12


in english<br />

Come hai cominciato<br />

a interessarti di mafia,<br />

e perché?<br />

Sono una giornalista e racconto il<br />

nostro Paese. I problemi ma anche la<br />

bellezza che resiste ai problemi.<br />

La mafia è il nostro male, però la<br />

gente che mostro, i giovani che mi<br />

as<strong>col</strong>tano, sono la bellezza. Devo farlo<br />

per loro.<br />

Nell’intervento di Leonardo<br />

Guarnotta, ex del pool, oggi<br />

presidente del Tribunale<br />

di Palermo, nelle parole<br />

di Loris D’Ambrosio e del<br />

Procuratore della Repubblica<br />

di Caltanissetta Sergio Lari,<br />

che firma la postfazione,<br />

c’è stima e rimpianto per<br />

Falcone, e c’è una tristezza<br />

definita, come se la stagione<br />

della speranza, di quello che<br />

poteva essere un grande<br />

cambiamento, si fosse<br />

definitivamente conclusa.<br />

È così?<br />

Io ho letto amarezza nel ricordo,<br />

ma comunque speranza nel futuro.<br />

In maggio, a Palermo, i giovani<br />

applaudivano, gioivano, urlavano<br />

“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino<br />

siamo noi”. La rivoluzione è nelle loro<br />

mani.<br />

30<br />

giu 12<br />

focus<br />

now President of Palermo’s court), in Loris D’Ambrosio’s<br />

and Sergio Lari’s (Procuratore della Repubblica of Caltanissetta)<br />

words . They sound like time for hope and trust<br />

in a big change is over. Is it true?<br />

I read bitterness in the memories, but hope in the future.<br />

In May in Palermo, young people applauded, rejoiced<br />

and screamed “We all are Giovanni Falcone and Paolo<br />

Borsellino”. The revolution’s in their hands.<br />

Despite we discover new creepy details about the massacre<br />

and the deal between State and mafia everyday,<br />

it’s now obvious the investigation has been set to a<br />

wrong track: do you think we’ll ever know the truth?<br />

Someone already knows the truth. Unfortunately they<br />

don’t shout it out. They don’t show evidence. They don’t<br />

tell names.<br />

Mentre ogni giorno emergono<br />

scenari inquietanti sulla strage<br />

e sul patto Stato-mafia, è<br />

ormai evidente il depistaggio<br />

delle indagini: secondo te<br />

sapremo mai la verità?<br />

La verità si sa già. Purtroppo però, non la<br />

si urla. Non si mostrano le prove. Non si<br />

fanno pubblicamente nomi e cognomi.<br />

Che cosa ne pensi delle<br />

tante fiction sulla mafia<br />

dedicate a Riina, Borsellino,<br />

Buscetta: sono utili a far<br />

capire come stanno le cose o<br />

consolidano in qualche modo<br />

il mito dell’organizzazione<br />

indistruttibile?<br />

Beh, distinguerei le fiction su Borsellino<br />

e quelle sui mafiosi, ma direi che<br />

sono necessarie, perché la televisione<br />

arriva alla gente, sensibilizza, apre gli<br />

<strong>occhi</strong>. Basta saper narrare i fatti con<br />

onestà e senza fascinazione eccessiva.<br />

“Il Padrino” ha contribuito a rendere<br />

“magnetico” il mito del mafioso italiano<br />

in tutto il mondo, ma senza il film di<br />

Marco Tullio Giordana “ I Cento Passi”,<br />

forse Peppino Impastato, ucciso dalla<br />

mafia a Cinisi, avrebbe impiegato più<br />

tempo ad essere conosciuto da tutti,<br />

nonostante il lavoro della sua famiglia<br />

e della Fondazione siano stati sempre<br />

costanti e infaticabili. Anche ciò che<br />

What do you think of the many tv series about mafia,<br />

dedicated to Riina, Borsellino, Buscetta: do they let people<br />

understand how things really went or they somehow<br />

gloryify the myth of the indestructible organization?<br />

Well, I’d separate the series about Borsellino and those<br />

about men of mafia, but I’d say they’re necessary, because<br />

television really gets to people, sentitize its public.<br />

But series have to be purely and honestly told. “The<br />

Godfather” helped to bring charm to the iconic figure<br />

of the mafia italian man all over the world, but without<br />

Marco Tullio Giordana’s movie “I Cento Passi”, Peppino<br />

Impastato wouldn’t have been known by everybody, despite<br />

his family and the foundation’s work have been<br />

going on for years. Even what Roberto Saviano wrote in<br />

his “Gomorra” was already known but he still has the<br />

merit of having reached minds, souls, stomaches and<br />

hearts of italian people.<br />

“Si vive una volta sola”<br />

“Si vive una volta sola”<br />

racconta roberto Saviano nel suo<br />

“Gomorra” era piuttosto noto, ma gli<br />

si dovrà sempre riconoscere il merito<br />

di aver saputo <strong>col</strong>pire le coscienze e<br />

arrivare alla mente, allo stomaco e al<br />

cuore degli italiani.<br />

Allora, nel mood Saviano,<br />

fammi una lista delle cose<br />

a cui speri che il tuo libro<br />

serva...<br />

Coscienza<br />

Fede nello Stato<br />

Speranza<br />

verità<br />

Ma nella bellezza contro la mafia ci<br />

può stare anche l’immagine dell’uomo,<br />

dolce, privata. “Ho un bellissimo<br />

ricordo di mio fratello - scrive<br />

Maria Falcone - lo rivedo, come se<br />

fosse adesso, mentre lavora con un<br />

sottofondo musicale, preferiva Mozart<br />

o verdi. Ma non pensate che fosse un<br />

ragazzo antiquato e serioso: al tempo<br />

stesso amava la tecnologia moderna<br />

e aveva una passione per le papere.<br />

Sì, <strong>col</strong>lezionava papere. E le sapeva<br />

imitare benissimo. I miei figli ridevano<br />

a crepapelle quando ne faceva il<br />

verso. Aveva cominciato quando era<br />

pretore a Lentini, una volta che, dopo<br />

aver commesso un errore, disse:<br />

L’importante non è fare una papera, ma<br />

correggersi”.<br />

So, like Saviano, make a list of what you hope your book<br />

will be useful for?<br />

Coscience<br />

Faith in the State<br />

Hope<br />

Truth<br />

But in the beauty against the mafia we may also find<br />

the image of a man in his sweet and private dimension.<br />

“I have a beautiful memory of my brother- writes Maria<br />

Falcone – I can still see him working with music on, he<br />

loved Mozart and Verdi. But don’t think he was an oldfashioned,<br />

serious boy: he loved technology and at the<br />

same time he <strong>col</strong>lected ducks. Yes, he <strong>col</strong>lected ducks.<br />

And was able to do a pretty good impression of ducks,<br />

too. My sons used to laugh so much when he made that<br />

sound. He started when he was a Pretore in Lentini,<br />

when after making a mistake he said “Making a mistake*<br />

does not matter as rectifying it after”.<br />

*papera: the Italian word for duck, means mistake or mispronunciation, too.


Io credo nella legge come complesso<br />

di regole per governare il sistema,<br />

non sono sicuro però che mi possa<br />

garantire ciò per il quale<br />

non è stata creata, “giustizia”.<br />

Legalità<br />

a Messina<br />

(Tino Cundari)<br />

diritto<br />

è sforzo, fatica, voglia di sporcarsi<br />

le mani. non va insegnata ai bambini riempiendoli<br />

di belle parole o facendo loro imparare<br />

a memoria la costituzione. La legalità<br />

va appresa sul campo, attraverso l’esempio, la<br />

libertà<br />

solidarietà<br />

volontà<br />

pratica, l’esercizio della cittadinanza attiva, lo<br />

sforzo comune che “lega” scuola, istituzioni,<br />

famiglia, uniti dall’interesse di difendere i diritti<br />

e i beni comuni, continuamente minacciati<br />

dalla diffusione dell’illegalità.<br />

iL governo deL sistema economico va gestito neLL’interesse escLusivo deLLa coLLettività<br />

Plutarco (45-120 d.c.)<br />

diceva che ciò che appare prioritario è la formazione culturale e morale dell’uomo di stato,<br />

che deve essere politicamente esperto, tecnicamente preparato ad assolvere i propri compiti e soprattutto di altissima integrità.<br />

“Perché non è possibile che chi è ignorante insegni, che chi non è equilibrato possa dare equilibrio,<br />

né può governare chi non ha in sé governo”.<br />

Qualunque sia la carica che si ricopre, è necessario ripetere a se stessi:<br />

“Io comando, ma sono a mia volta comandato”. Inefficienze, distorsioni e devianze sono state create<br />

dalla mancanza di professionalità di buona parte dei delegati politici di turno.<br />

oggi<br />

La solidarietà è degenerata nell’assistenzialismo,<br />

la libertà nel libero arbitrio,<br />

la volontà nel clientelismo,<br />

il diritto nel favore.<br />

È il momento di ripristinare e diffondere questi valori, per permettere alla gente onesta di operare,<br />

mentre adesso è sbalordita, frastornata e cosciente che l’instabilità e l’incertezza<br />

non possono in alcun modo portare al risanamento.<br />

attiviamoci per riaccendere i toni della competizione, la vitalità delle differenze,<br />

la fiducia di <strong>col</strong>oro che ci hanno creduto e ci credono ancora.<br />

solo attraverso una scelta, la nostra anima moderata ma decisa, omogenea ma poliedrica, può trovare realizzazione


32<br />

giu 12<br />

focus<br />

di Vincenzo Giannetto<br />

foto Daiano Cristini<br />

PIETRo GRASSo<br />

Il procuratore nazionale antimafia avverte:<br />

il peri<strong>col</strong>o oggi sono<br />

le infiltrazioni criminali nelle attività pulite<br />

È<br />

andato a New York per<br />

parlare al dibattito organizzato<br />

dall’onu sulla criminalità<br />

transnazionale e ancora<br />

lo inseguivano gli strascichi delle<br />

polemiche nostrane. “Le chiedo scusa<br />

ma sono semplicemente nauseato”.<br />

Al telefono Pietro Grasso, il<br />

procuratore nazionale antimafia,<br />

è stanco delle interviste e dei<br />

loro effetti <strong>col</strong>laterali. Troppi nelle<br />

ultime settimane, dal “premio a<br />

Berlusconi” per i beni sequestrati ai<br />

mafiosi al botta e risposta con il pm<br />

Antonio Ingroia. Speculazioni di cui il<br />

procuratore avrebbe fatto volentieri<br />

a meno, non solo perché a maggio la<br />

memoria <strong>col</strong>lettiva dei siciliani porta<br />

ai ricordi di vent’anni fa. E per Grasso,<br />

che di Giovanni Falcone è stato amico<br />

e che ora è in prima linea nel ruolo<br />

operativo che proprio Falcone aveva<br />

voluto prima dell’inferno di Capaci,<br />

certe chiacchiere pic<strong>col</strong>e pic<strong>col</strong>e<br />

devono essere sembrate davvero<br />

inutili.<br />

È ritornato dal suo viaggio <strong>negli</strong> States<br />

nel giorno in cui Falcone avrebbe<br />

compiuto 73 anni.<br />

ventiquattro ore dopo è già Brindisi,<br />

il sangue degli studenti davanti alla<br />

scuola dedicata a Francesca Morvillo,<br />

un film che si riavvolge.<br />

“L’unica espressione fedele del<br />

mio pensiero è quella del libro<br />

che ho scritto io, il resto sono<br />

interpretazioni”, taglia corto Grasso.<br />

Già, perché in “Liberi tutti” (Sperling<br />

& Kupfer, 15 euro) c’è tutta la storia<br />

di Grasso. Che è anche quella della<br />

Sicilia che ha vissuto gli anni bui della<br />

guerra di mafia, l’orrore delle stragi e<br />

la speranza di battere un fenomeno<br />

umano che, proprio in quanto umano,<br />

ha avuto un inizio e avrà una fine.<br />

“La mafia è un fenomeno complesso<br />

perché è fatto non solo di criminalità<br />

ma è anche di fenomeno sociale,<br />

economico, finanziario - va ripetendo<br />

Grasso. Comprende non soltanto<br />

<strong>col</strong>oro che sono appartenenti<br />

espressamente attraverso un rito in<br />

genere di iniziazione all’organizzazione,<br />

in maniera organica e strutturata,<br />

ma fanno parte spesso della mafia<br />

persone esterne che aiutano<br />

la mafia e queste sono le più<br />

peri<strong>col</strong>ose perché fanno la forza<br />

dell’organizzazione, soprattutto<br />

nel mondo degli affari, nel mondo<br />

dell’economia. Hanno competenze<br />

che in genere i mafiosi non hanno”.<br />

Grasso parla di “commercialisti,


professionisti, imprenditori, politici.<br />

Tutta questa area che chiamiamo<br />

spesso area grigia, borghesia mafiosa,<br />

è quella che rende forte queste<br />

organizzazioni al giorno d’oggi,<br />

quando la violenza è sempre più<br />

cessata e invece si sono sempre più<br />

proiettate nel mondo degli affari<br />

e nelle realtà che danno maggiore<br />

redditività ed ecco, quindi, la<br />

migrazione dai territori del Sud verso<br />

il Centro, il Nord e verso l’Estero.<br />

Certamente nei momenti<br />

di crisi economica la mafia<br />

si infiltra soprattutto<br />

in quelle realtà economiche<br />

che hanno bisogno<br />

di denaro e la mafia<br />

ha denaro sporco<br />

a costo zero.<br />

Non è quello delle banche che ha<br />

un costo enorme e poi, fra l’altro, in<br />

un momento del genere le banche<br />

non hanno liquidità, non danno più<br />

soldi e quindi è più facile per le mafie<br />

inserirsi nei processi economici, nelle<br />

imprese, cercando magari inizialmente<br />

di sembrare delle persone che<br />

aiutano, ma poi piano piano ti<br />

strangolano e si<br />

impadroniscono delle imprese.<br />

Il peri<strong>col</strong>o oggi è la mafizzazione<br />

dell’attività pulita, dell’imprenditoria<br />

e delle aziende”.<br />

Il primo incarico alla Pretura di<br />

Barrafranca, dove l’acqua arrivava per<br />

poche ore una volta alla settimana,<br />

poi il ritorno nella sua città, a Palermo.<br />

Fino al maxi-processo a Cosa Nostra,<br />

vissuto da giudice a latere, alla notizia<br />

della cattura e all’incontro con<br />

Bernardo Provenzano: il punto di<br />

vista di Grasso è quello dello Stato.<br />

racconta da dentro i fatti che hanno<br />

segnato la lotta alla mafia, parla della<br />

Chiesa che ama, quella di don Pino<br />

Puglisi, di “Nonno Nino” Caponnetto,<br />

di Paolo Borsellino e delle sue<br />

“famose rubriche” scritte a mano<br />

coi nomi degli imputati e di centinaia<br />

di delitti. E, ancora, degli otto mesi<br />

passati ininterrottamente a scrivere le<br />

7 mila pagine della motivazione della<br />

sentenza con cui fu messo a segno il<br />

primo grande <strong>col</strong>po ai vertici mafiosi.<br />

Sfilano i nomi storici della mafia, da<br />

Michele Greco, il “papa”, a Pippo<br />

Calò, e quelli che hanno segnato le<br />

inchieste che da procuratore capo<br />

di Palermo, Grasso ha condotto.<br />

Si scopre, così, l’importanza delle<br />

rivelazioni di Antonino Giuffrè,<br />

capo-mandamento di Caccamo,<br />

la “Svizzera di Cosa Nostra”, per<br />

mettere le mani su “pizzini” e business<br />

dell’organizzazione. Perché “il mafioso<br />

dice: la torta è mia e le porzioni le<br />

faccio io”.<br />

Fra le 226 pagine di “Liberi tutti” c’è il<br />

racconto del progetto di assassinarlo<br />

con un attentato a Monreale, c’è<br />

la ricostruzione di quel cambio di<br />

volo che, solo per un caso, non lo<br />

fece rientrare a Palermo assieme a<br />

Falcone il 23 maggio del ‘92. C’è, poi,<br />

il richiamo forte perché la lotta alla<br />

mafia “dovrebbe essere posta tra le<br />

priorità nel programma di qualsiasi<br />

partito e di qualsiasi governo”.<br />

“Oggi vediamo infiltrazioni <strong>negli</strong><br />

appalti pubblici, gente che si approfitta<br />

dei finanziamenti pubblici e dei soldi<br />

pubblici - elenca Pietro Grasso -,<br />

estorsioni nelle ditte private, vediamo<br />

infiltrazioni nella sanità pubblica.<br />

vediamo tanto di quel malaffare<br />

che non sempre si può definire<br />

come mafia, però spesso la mafia è<br />

stata assunta come tipologia, come<br />

metodo per creare privilegi, per<br />

creare favori. Una sorta di club al<br />

quale appartengono solamente<br />

<strong>col</strong>oro che danno fedeltà,<br />

fiducia, affidabilità, omertà e<br />

garantiscono l’impunità di<br />

un sistema che va oltre la<br />

mafia in senso organico<br />

e tradizionale e che<br />

purtroppo, come diceva<br />

Sciascia addirittura nel ‘70,<br />

è come la linea della palma<br />

che, <strong>col</strong> cambiare del clima va<br />

sempre più risalendo la penisola<br />

e conquistando nuove latitudini”.<br />

Ai ragazzi delle scuole o davanti ad<br />

una platea di un convegno, il suo<br />

messaggio è chiaro. Lo ha scritto<br />

sulla quarta di copertina, su una foto<br />

che lo ritrae con sullo sfondo una<br />

gigantografia di Falcone:<br />

“Rappresento l’antimafia<br />

che agisce contri i crimini.<br />

L’antimafia della repressione,<br />

ma ho bisogno dell’antimafia<br />

della speranza, del consenso<br />

e dell’impegno di tutti voi”.<br />

Forse anche per questo, ma è<br />

un’interpretazione, certe polemiche<br />

dei giorni scorsi devono avergli fatto<br />

davvero male.<br />

❯ la nave della legalità<br />

33<br />

giu 12


34<br />

giu 12<br />

società<br />

di Sofia San Martino<br />

Con la carne<br />

NoN SI SCHERzA!<br />

A Messina è operativo il “CorFilCarni”:<br />

da 10 anni lavora per garantire<br />

sicurezza e qualità a tavola


Produzione e ricerca sono i motori che portano avanti<br />

la macchina del CoRFilCarni, la filiera siciliana che<br />

da oltre 10 anni lavora per costruire sistemi di qualità,<br />

tracciabilità e certificazione garantendo sicurezza e qualità,<br />

due prerogative indispensabili per realizzare un percorso<br />

trasparente che porta le carni dai campi alla nostra tavola.<br />

A Messina, alla fa<strong>col</strong>tà di Medicina veterinaria all’Annunziata, al<br />

quarto piano, dietro un’anonima porta rossa, si nascondono<br />

laboratori certificati all’avanguardia, professionisti in camice,<br />

macchinari tecnologicamente avanzati, provette e campioni,<br />

studenti e stagisti nell’ottica dell’inserimento professionale<br />

nel mondo del lavoro.<br />

Abbiamo incontrato Vincenzo Chiofalo, presidente<br />

CorFilCarni, che ci ha raccontato di questa realtà tutta<br />

siciliana.<br />

Perché nasce la filiera?<br />

Il CoRFilCarni, Consorzio di ricerca filiera carni, nasce il 14<br />

dicembre del 2001 per volontà della Regione siciliana con<br />

l’assessorato Agri<strong>col</strong>tura e Foreste, dell’università degli studi<br />

di Messina, della Provincia di Catania, di ragusa e di Messina e<br />

della società cooperativa agri<strong>col</strong>a San Giorgio di Gangi (Pa).<br />

Nasce sulla scia della “Mucca pazza”, ovvero della “BSE”,<br />

l’encefalopatia spongiforme bovina, che fece registrare nel<br />

2001 la sua prima vittima umana italiana proprio in Sicilia,<br />

una giovane della provincia di Agrigento.<br />

❯ Chiofalo<br />

Gli aspetti socio-economici<br />

L’allora assessore all’Agri<strong>col</strong>tura e Foreste, Giuseppe<br />

Castiglione, mi chiese cosa si potesse fare in Sicilia per<br />

contenere i danni di un’emergenza globale, ma anche per<br />

prevenire un così grave fenomeno e le sue conseguenze sulla<br />

salute degli animali e dell’uomo, sui consumi delle carni bovine<br />

e sul relativo mercato economico. Informare il consumatore,<br />

rendere trasparente la provenienza della carne che mangia e<br />

valorizzare i prodotti siciliani erano diventate priorità assolute.<br />

Nacque, così, un progetto di 5 anni, che ebbe poi diversi<br />

sviluppi. Non esisteva un consorzio per le carni siciliane ed<br />

era forte la necessità di rivolgere parti<strong>col</strong>are attenzione alla<br />

zootecnica da carne e alla sicurezza alimentare.<br />

Avevamo dalla nostra parte anche una legge regionale per<br />

la creazioni di consorzi di ricerca, e così sono nati laboratori<br />

e professionisti al servizio di un sistema di tracciabilità<br />

e rintracciabilità delle carni siciliane. Garantiamo al<br />

consumatore che la fettina di carne che ha nel piatto viene<br />

da un animale allevato in Sicilia, controlliamo cosa mangia,<br />

dove pas<strong>col</strong>a, dove viene macellato e in quale punto vendita<br />

può trovarlo, con l’etichettatura fa<strong>col</strong>tativa con informazioni<br />

relative alle analisi di laboratorio sulla qualità nutrizionale e<br />

commerciale e sulle caratteristiche igienico-sanitarie.<br />

Quali sono stati gli sviluppi del Consorzio?<br />

Dalle nuove esigenze del mercato è nato il Gruppo di<br />

controllo e certificazione (GCC), che si rivolge ai<br />

prodotti agroalimentari, con parti<strong>col</strong>are riferimento al<br />

settore zootecnico. Dal 2006 il “GCC” è iscritto nell’elenco<br />

degli organismi di controllo per le denominazioni di origine<br />

protette (DOP), le indicazioni geografiche protette (IGP)<br />

e le attestazioni di specificità (STG) e per l’etichettatura<br />

fa<strong>col</strong>tativa delle carni bovine. Siamo stati i primi a certificare<br />

le carni siciliane e il pistacchio di Bronte come prodotto<br />

DoP. Con il tempo, il sistema di comunicazione si è<br />

ulteriormente perfezionato, seguendo il ritmo dello sviluppo<br />

delle innovazioni tecnologiche.<br />

Ad esempio, siamo stati i primi in Sicilia a realizzare, nel 2008,<br />

le etichette con il codice Qr, l’ologramma attraverso il quale,<br />

con il supporto di uno SmartPhone, il consumatore può<br />

leggere tutte le informazioni riguardanti la filiera, i metodi<br />

di certificazione e controllo, le proprietà e le caratteristiche<br />

della carne che acquista.<br />

35<br />

giu 12


36<br />

giu 12<br />

società<br />

❯ Cinisara al pas<strong>col</strong>o ❯ Marca auri<strong>col</strong>are per dna<br />

Con la carne<br />

NoN SI SCHERzA!<br />

Anche il laboratorio di analisi del<br />

CoRFilCarni dal 2006 è certificato da<br />

Accredia, l’Ente Unico Nazionale<br />

di Accreditamento, che garantisce gli<br />

utenti attraverso verifiche tecniche<br />

periodiche sulla competenza<br />

e l’imparzialità dei laboratori<br />

nell’effettuazione delle prove<br />

accreditate. Inoltre, nel 2007 è nato il<br />

Consorzio Carni di Sicilia, dalla<br />

necessità di organizzare e rafforzare<br />

la filiera delle carni di provenienza<br />

siciliana, di migliorare l’efficienza del<br />

sistema zootecnico da carne, i sistemi<br />

di allevamento, la comunicazione<br />

verso i consumatori e gli operatori e<br />

la promozione del prodotto.<br />

Il Consorzio comprende circa 300<br />

operatori della filiera delle carni<br />

in tutta la regione, tra allevamenti<br />

e punti vendita, unica realtà tutta<br />

siciliana per la certificazione delle<br />

carni, riconosciuta dal ministero delle<br />

Politiche agri<strong>col</strong>e.<br />

Quali sono i progetti per il<br />

futuro?<br />

Innovazione e trasferimento<br />

tecnologico alla imprese. Siamo<br />

soci del distretto AgroBio e Pesca<br />

ecocompatibile, abbiamo presentato<br />

<strong>negli</strong> ultimi anni tanti progetti a fianco<br />

delle imprese. Stiamo lavorando<br />

sul risparmio dei costi di gestione<br />

alimentare delle aziende attraverso<br />

la standardizzazione di sottoprodotti<br />

agroalimentari, salvaguardando<br />

anche l’ambiente. Abbiamo in<br />

corso un progetto che prevede la<br />

standardizzazione dei sottoprodotti<br />

(pastazzo, sansa d’oliva, bucce di<br />

pomodoro e altri), quelli che vengono<br />

considerati scarti, per utilizzarli in<br />

campo animale.<br />

La crisi è di tutta la filiera, dunque<br />

occorre che anche noi che viviamo<br />

di ricerca applicata siamo capaci<br />

di utilizzare procedure innovative,<br />

come il risparmio energetico per<br />

l’essiccazione delle sanse. I nostri<br />

laboratori agiscono a supporto delle<br />

aziende per il controllo degli alimenti<br />

per gli animali e per l’assistenza nelle<br />

aziende per il miglioramento della<br />

qualità dei prodotti; questo, unito ai<br />

pochi fondi di ricerca, ci consente di<br />

andare avanti in un periodo non facile<br />

per tutti.<br />

Grazie ad un progetto presentato<br />

con il “Pon” (Programma operativo<br />

Nazionale), inoltre, ci stiamo dotando<br />

di tecnologie più avanzate, soprattutto<br />

in campo genomico. Le nostre analisi<br />

riguardano anche il controllo del DNA<br />

dell’animale, tramite applicazione di<br />

una marca auri<strong>col</strong>are, e puntiamo ad<br />

un perfezionamento di questa tecnica<br />

per la rintracciabilità delle carni.<br />

I nuovi strumenti di cui ci stiamo<br />

dotando, inoltre, saranno anche<br />

mobili, per seguire le necessità di<br />

oggi: ottimizzare i tempi, andare nelle


❯ Pas<strong>col</strong>o<br />

e Spectral Scanner<br />

aziende, dare risposte veloci, chiare e trasparenti, e quindi<br />

rafforzare il rapporto di fiducia e di garanzia qualitativa.<br />

L’università di Messina, oltre ad essere partner fondatore<br />

del CorFilCarni e ad ospitare i laboratori, contribuisce<br />

anche al sistema di formazione che il Consorzio porta<br />

avanti. Infatti, dai noi passano tantissimi giovani che si<br />

professionalizzano, fanno esperienza sul campo e poi<br />

trovano <strong>col</strong>locazione altrove. È un aspetto dolce-amaro<br />

di questo sistema: formiamo giovani professionisti, che<br />

vengono richiesti in altre strutture e in altri laboratori di<br />

ricerca.<br />

A proposito di formazione, parliamo della<br />

Fondazione Albatros, di cosa si tratta?<br />

La Fondazione ITS Albatros si deve all’intraprendenza<br />

dell’Istituto di istruzione superiore “Antonello”, di Messina<br />

che ha coinvolto la Provincia di Messina, l’università degli<br />

studi di Messina, l’ECAP”, la GTS Consulting srl, il Consorzio<br />

agroalimentare Sicilia Nebrodi, il panificio Cannata e<br />

NonsoloCibus. La Fondazione per l’agroalimentare, unica<br />

in Sicilia, si occupa della formazione tecnica superiore,<br />

attraverso un percorso di studi post-diploma. Puntiamo<br />

ad un’alta specializzazione tecnica con l’obiettivo di offrire<br />

ai giovani una crescita professionale e occupazionale,<br />

progettata con imprese, università, sistema s<strong>col</strong>astico e<br />

formativo. Il percorso di studi prevede attività di laboratorio<br />

e tirocini in azienda con professionisti che operano a fianco<br />

delle imprese. Questo tipo di formazione rappresenta<br />

per le aziende l’occasione di sviluppare la propria forza<br />

competitiva e di reperire figure professionali adeguate; per<br />

i giovani, l’opportunità di unire tecnologia, creatività, nuovi<br />

linguaggi della scienza, didattica di laboratorio, ma anche<br />

di passare a livelli successivi di formazione e di essere<br />

<strong>col</strong>locati nel mondo del lavoro.<br />

Il corso 2011/2013, già avviato, rilascerà un diploma con<br />

valore in Italia e in tutta Europa di “tecnico per il controllo,<br />

la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie,<br />

agro-alimentari ed agro-industriali”, inoltre è gratuito, in<br />

quanto finanziato dal ministero dell’Istruzione.<br />

È di questi giorni la costituzione di una rete tra le 7<br />

fondazioni per l’agroalimentare presenti in Italia per<br />

<strong>col</strong>laborare insieme alla formazione dei tecnici con il<br />

supporto dei ministeri dell’Istruzione, Università e ricerca<br />

e quello delle Politiche agri<strong>col</strong>e e alimentari. Abbiamo<br />

infatti firmato con entrambi i ministeri un proto<strong>col</strong>lo<br />

d’intesa che ho ritenuto fondamentale per le dinamiche di<br />

sviluppo in ambito lavorativo.<br />

37<br />

giu 12


società<br />

di Laura Leonardis<br />

FoNDI STRUTTURALI<br />

tra polemiche e opportunità<br />

Il caso della mancata programmazione<br />

e spesa dei fondi strutturali<br />

in Sicilia prosegue ormai tra polemiche<br />

ed inadempienze, tra verità e<br />

speculazioni politiche da parte di chi<br />

non perde occasione per evidenziare<br />

sulla rilevazione della passività o scivolone<br />

del partito opposto, la propria<br />

missionaria linea di azione.<br />

Litigi, accuse reciproche, attacchi e<br />

piani di difesa si susseguono sullo<br />

sfondo di una Sicilia, ferma, mentre<br />

tutta l’Europa e tutto l’intero mondo<br />

le ruotano attorno. Così mentre noi<br />

parliamo di “assistenza”, di “sociale”,<br />

di “terzo settore”, di “cooperative”, di<br />

38<br />

giu 12<br />

bisogni da assistere e contenere attraverso<br />

i metodi e gli strumenti della<br />

soddisfazione primaria del “cliente”,<br />

non parliamo di qualità dei servizi<br />

né di vicinanza al mondo sempre più<br />

ignorato e celato della centralità della<br />

persona.<br />

Parliamo di un sistema politico,<br />

economico e sociale sempre<br />

più ingessato nel quale è sempre<br />

più evidente la distanza tra<br />

il “pubblico “ e il “privato”,<br />

tanto da rendere invisibile quella buona<br />

parte di “privato” che <strong>negli</strong> anni, in<br />

silenzio, si è attrezzata e con sacrificio<br />

ha seguito le logiche di cambiamento e<br />

di innovazione del mercato del lavoro<br />

seguendo le sperimentazioni e le linee<br />

guida che l’Europa vei<strong>col</strong>ava. Così se<br />

l’amministrazione regionale non spende<br />

o non ha ancora speso gli ormai<br />

famosi fondi strutturali, molti degli enti<br />

presenti sul suo territorio hanno fatto<br />

dell’accesso ai fondi diretti europei<br />

un vero lavoro, supplendo spesso alle<br />

mancanze del sistema pubblico. Noi<br />

siamo abituati a guardare e a pensare<br />

i fondi europei come si guarda a un


conto in banca al quale si sta per accedere.<br />

Dovremmo invece imparare<br />

a guardare, ancor prima che al valore<br />

economico, alla logica, ai processi che<br />

intende mettere in moto e ai prodotti<br />

che intende realizzare. Si parla ormai<br />

ogni giorno di fondi strutturali ma si<br />

ignorano i reali bisogni dei Comuni,<br />

della società civile, di ogni singolo soggetto<br />

che vive e che spera in un futuro<br />

diverso.<br />

Il siciliano, sia nella sua terra<br />

che soprattutto fuori da essa<br />

è continuamente penalizzato.<br />

Non conosce e non<br />

padroneggia lingue straniere,<br />

non ha la possibilità<br />

di aprire la sua mente<br />

attraverso confronti<br />

interculturali, non affina<br />

il suo operato nei diversi<br />

settori perché conosce<br />

solo le regole e le pratiche<br />

territoriali ma sicuramente<br />

non ha mai avuto la possibilità<br />

di confrontarsi con altre<br />

regioni europee.<br />

Difficile credere che la nostra Regione<br />

non si accorga e non convogli in<br />

tal senso tutte le risorse umane e materiali<br />

a sua disposizione. Difficile credere<br />

che l’Europa, i suoi meccanismi<br />

e le sue dinamiche siano ancora per<br />

noi così lontane. Se così non fosse decideremmo<br />

di incentrare la programmazione<br />

della spesa dei fondi a nostra<br />

disposizione su buone pratiche,<br />

linee guida, studi e ricerche di settore<br />

che l’Europa, attraverso le miriadi di<br />

direttive e soprattutto i diversi ma<br />

puntuali programmi vei<strong>col</strong>a. Difficile<br />

credere e accettare che mentre tutte<br />

le regioni europee investono, soprattutto<br />

per incrementare il mercato del<br />

lavoro in mobilità, coesione sociale,<br />

cooperazione, tecnologia e innovazione,<br />

noi ancora no.<br />

Un esempio emblematico rappresenta<br />

a tal proposito la programma-<br />

zione e la pubblicazione dei bandi<br />

a valere del Programma operativo<br />

regionale Sicilia per il Fondo sociale<br />

europeo 2007 – 2013, diretto a sostenere<br />

il raggiungimento della piena<br />

occupazione. La regione ha lavorato,<br />

programmato e pubblicato bandi nel<br />

tentativo di rispondere alle emergenze<br />

del momento che sicuramente<br />

imponevano soluzioni immediate.<br />

Ma perché fermarsi lì, perché non<br />

si è anche pensato o non ci si è attrezzati<br />

per farlo, nel pieno rispetto<br />

dell’Autonomia siciliana e delle regole<br />

imposte dal fondo stesso, di incentrare<br />

la programmazione della spesa e<br />

la costruzione dei bandi specifici per<br />

tipologia di asse guardando anche<br />

a cosa suggeriva l’Europa in tal senso<br />

o quanto meno a quelle regioni<br />

italiane che meglio di noi ne avevano<br />

saputo interpretare ed adattare<br />

suggerimenti e direzioni. Ciò avrebbe<br />

consentito e consentirebbe di ripensare<br />

la Formazione, soprattutto quella<br />

professionale che più di ogni altro<br />

settore necessità di innovazione e di<br />

soluzioni. È infatti impensabile il dover<br />

continuare a parlare di formazione,<br />

apprendimento, ricerca attraverso<br />

logiche che non contemplano la molteplicità<br />

di prospettive offerte dalla<br />

cooperazione europea. Senza puntare<br />

a tutto questo non c’è sviluppo,<br />

non c’è innovazione e non c’è lavoro,<br />

ce lo insegnano ormai da anni le regioni<br />

europee. Spunti interessanti, ad<br />

esempio, avrebbero potuto essere<br />

tratti dagli attuali Programmi comunitari<br />

tematici, primo fra tutti, dal Programma<br />

d’azione nel campo dell’Apprendimento<br />

permanente. L’obiettivo<br />

generale del programma è “contribuire,<br />

attraverso l’apprendimento permanente,<br />

allo sviluppo dell’Unione<br />

Europea quale società avanzata basata<br />

sulla conoscenza, con uno sviluppo<br />

economico sostenibile, nuovi e migliori<br />

posti di lavoro e una maggiore<br />

coesione sociale. In parti<strong>col</strong>are esso<br />

mira a promuovere gli scambi, la cooperazione<br />

e la mobilità tra i sistemi di<br />

istruzione e formazione dell’Unione<br />

Europea in modo che essi diventino<br />

un punto di riferimento di qualità a<br />

livello mondiale. In parti<strong>col</strong>are si propone<br />

di promuovere, all’interno della<br />

Comunità, gli scambi, la cooperazione<br />

e la mobilità tra i sistemi d’istruzione<br />

e formazione in modo che essi diventino<br />

un punto di riferimento di qualità<br />

a livello mondiale. L’istruzione e la<br />

formazione svolgono un ruolo chiave<br />

per conseguire le priorità fissate nella<br />

strategia UE 2020 che, tra i suoi cinque<br />

obiettivi principali, mira a ridurre<br />

il tasso di abbandono s<strong>col</strong>astico sotto<br />

il 10% e a raggiungere almeno il 40%<br />

di persone tra 30 e 34 anni che hanno<br />

completato l’istruzione di terzo<br />

livello (o equivalente).<br />

occorrerebbero numerose pagine<br />

per illustrare i numerosi programmi,<br />

sottoprogrammi, azioni e obiettivi che<br />

vei<strong>col</strong>ano i fondi europei. La logica<br />

d’azione dovrebbe però poter essere<br />

la stessa per ciascun settore, ossia :<br />

- As<strong>col</strong>tare ogni fascia della società e<br />

individuarne i bisogni reali e le possibili<br />

proposte di soluzione, con la consapevolezza<br />

che i bisogni a cui guarda<br />

la politica non sono più gli stessi del<br />

passato;<br />

- reperire e studiare le buone pratiche<br />

e le innovazioni in ogni settore<br />

trasformandole in strategie di risoluzione<br />

delle esigenze del territorio,<br />

attraverso la costruzione di mirati e<br />

strategici Piani di sviluppo;<br />

- Fare rete e <strong>col</strong>legare la nostra regione<br />

e le nostre città, con il territorio<br />

e con il panorama europeo e internazionale;<br />

- Fare squadra al fine di rendere la<br />

nostra terra ciò che è destinata ad<br />

essere, una terra ricca in cui è bello<br />

vivere e restare. La nostra storia è e<br />

sarà per sempre fonte di ispirazione<br />

e ricchezza, ma è tempo di cambiamento.<br />

È tempo di innovare<br />

le logiche di azione,<br />

di integrare a Sicilia<br />

al panorama comunitario.<br />

39<br />

giu 12


40<br />

giu 12<br />

società<br />

di Paola <strong>Mag</strong>audda<br />

La FAMIGLIA<br />

da SoSTENERE<br />

Un convegno, organizzato<br />

dall’Unione giuristi cattolici italiani a Messina,<br />

ha messo a confronto studiosi ed esperti


L’Unione giuristi cattolici italiani,<br />

sede di Messina, presieduta da<br />

Paola <strong>Mag</strong>audda, in occasione<br />

dell’Anno Mondiale della Famiglia<br />

nonché “Anno Europeo per l’invecchiamento<br />

attivo e la solidarietà tra<br />

le generazioni”, ha voluto offrire<br />

un contributo di studi sull’evoluzione<br />

etica, giuridica ed economica futura<br />

dell’istituto in esame e sulla validità<br />

dello stesso testo legislativo, in vigore.<br />

Le possibilità di riforme ed interventi<br />

in materia di famiglia a livello<br />

nazionale e comunitario devono<br />

essere ben ponderate ed organiche,<br />

formulate con profonda conoscenza<br />

degli immediati e diretti riscontri<br />

sociali, economici e politici che, qualunque<br />

cambiamento in tale ambito<br />

comporta.<br />

L’iniziativa, in un momento parti<strong>col</strong>armente<br />

delicato della nostra società,<br />

ha considerato in modo approfondito<br />

la crisi economica che incide negativamente<br />

anche sul nucleo centrale della<br />

società, che è, e rimane, la famiglia.<br />

LA vALorIzzAzIoNE<br />

E L’AIUTo ALLA FAMIGLIA,<br />

LA LoTTA CoNTro<br />

LA DISoCCUPAzIoNE<br />

GIovANILE, LA LoTTA<br />

ALL’AUMENTo DEI PrEzzI<br />

DI BENI DI PrIMA NECESSITà,<br />

LA CoNSIDErAzIoNE<br />

DELL’AUMENTo DELL’ETà<br />

MEDIA, CoN vALorIzzAzIoNE<br />

DELL’ANzIANo, SoNo I TEMI<br />

CHE PrINCIPALMENTE<br />

SoNo STATI TrATTATI.<br />

Il convegno ha centrato l’obiettivo di<br />

mettere al centro di una possibile rinascita<br />

sociale, economica e culturale<br />

l’istituto famiglia. Sia monsignor renzo<br />

Bonetti, che ha trattato l’aspetto<br />

teologico dell’istituto, che il professore<br />

D’Agostino, per l’aspetto filosofico,<br />

ed il professore gotti Tedeschi, per<br />

l’aspetto economico, ci hanno confer-<br />

mato la necessità di blindare<br />

e tutelare i valori base<br />

della famiglia come tradizionalmente<br />

intesa. Così come l’indomani,<br />

dal punto di vista della Costituzione,<br />

il professore ruggeri ha voluto<br />

riprendere la necessità di considerare<br />

le fonti del Diritto nella loro giusta<br />

importanza, e quindi il valore<br />

della definizione costituzionale<br />

di famiglia, che non può essere<br />

modificata da legge ordinaria<br />

né dal giudice.<br />

Il professore giacobbe ha fatto<br />

un esame delle ultime sentenze<br />

della Cedu, della Corte<br />

Costituzionale e della Corte di<br />

Cassazione, mettendole a confronto,<br />

mentre il sociologo, professore Belardinelli,<br />

ha messo in evidenza i danni<br />

che la rottura del nucleo familiare<br />

genera nella società odierna.<br />

Si è analizzato inoltre l’aspetto<br />

del rapporto tra Banche e famiglie,<br />

nella considerazione della possibilità<br />

della rinascita di un rapporto fiduciario.<br />

Di ciò ha parlato il presidente<br />

della banca Antonello da Messina,<br />

professore de domenico. Sicuramente,<br />

in uno Stato che è e deve<br />

essere laico, la libera espressione del<br />

proprio stile di vita non può essere limitata<br />

da considerazioni religiose, ma<br />

anche se le convivenze, diverse dalla<br />

famiglia tradizionale, possono e devono<br />

essere oggetto di tutela legislativa<br />

per alcuni versi, non possono considerarsi<br />

“famiglia”, costituzionalmente<br />

intesa come “società naturale fondata<br />

sul matrimonio”.<br />

Le unioni di fatto, le unioni omosessuali,<br />

le adozioni dei single, le inseminazioni<br />

eterologhe, così come le<br />

norme relative alle cure dei malati<br />

terminali, alle cure dei soggetti disabili,<br />

che coinvolgono a loro volta famiglie,<br />

tutte le problematiche sociali e politiche<br />

che nascono in relazione ai rapporti<br />

personali, vanno valutate da un<br />

legislatore attento alle modifiche che<br />

leggi in materia possono e potranno<br />

provocare nelle future generazioni, a<br />

volte confuse sul senso della “vita”.<br />

41<br />

giu 12


42<br />

giu 12<br />

società<br />

di Francesco Pira<br />

IL PErICoLo SE xTING<br />

Un nuovo caso di un quattordicenne<br />

che ha pubblicato foto nude delle<br />

compagne minorenni sul Web<br />

A quattordici anni ha pubblicato foto hard delle compagne.<br />

La Polizia postale ha rimosso le pagine e acquisito i dati<br />

informatici per risalire all’autore. Lo ha scoperto e lo ha denunciato<br />

alla Procura dei minori. Ma non è un argomento<br />

che affascina i grandi media. Eppure non tanto tempo fa<br />

Telefono azzurro ed Eurispes avevano condotto una ricerca<br />

che di sicuro avrebbe dovuto preoccupare, non soltanto<br />

i genitori, ma anche tutte le istituzioni. “Tra i nuovi rischi di<br />

Internet e dell’uso dei cellulari c’è il sexting l’invio di immagini<br />

e video a sfondo sessuale ad amici, fidanzati, adulti, persone<br />

conosciute e no; il 6,7% dei giovani italiani ha inviato<br />

sms o video a sfondo sessuale <strong>col</strong> proprio cellulare, mentre<br />

il 10,2% ne ha ricevuto almeno uno”.<br />

L’indagine, realizzata nelle scuole italiane, ha coinvolto bambini e adolescenti<br />

dai 12 ai 18 anni. Ma dal 6 dicembre dell’anno scorso, quando i dati<br />

sono stati presentati alla stampa, non se parla. Se non per il nuovo caso di<br />

questo quattordicenne catanese, forse già archiviato nelle nostre memorie. Eppure<br />

poco più di un anno fa un altro caso in Friuli aveva fatto molto parlare del<br />

fenomeno. Perché a vendere il proprio corpo attraverso la rete era stata una<br />

ragazzina di quasi 13 anni per ricevere in cambio delle ricariche telefoniche. Ed<br />

anche in quel caso avevamo capito che non era un film o un racconto. Ma un<br />

fatto di cronaca, accaduto a Udine. Cosi come quello del fotografo in erba è<br />

un altro fatto di cronaca accaduto a Catania. Secondo quanto hanno accertato<br />

Eurispes e Telefono azzurro “l’esposizione alle immagini sessuali sembra essersi<br />

moltiplicata per i digitali nativi; su Internet e attraverso i cellulari con grande facilità<br />

si possono guardare, inviare e ricevere immagini a sfondo sessuale. Spesso<br />

i ragazzi ignorano i rischi legati alla visione, alla produzione e allo scambio di<br />

immagini sessuali, proprie o altrui. In alcuni casi l’invio e la pubblicazione on-line<br />

sono strumento per atti di bullismo, legati alla volontà di ferire il protagonista<br />

delle immagini stesse. In molti casi, inoltre, i ragazzi non sono consapevoli di<br />

scambiare materiale pedopornografico, aumentando così il rischio di entrare in<br />

contatto con soggetti malintenzionati”. Dalle ricerche che ho coordinato <strong>negli</strong><br />

ultimi anni emerge con grande chiarezza che l’età dell’uso da parte bambini e<br />

dei pre-adolescenti del telefonino si abbassa giorno dopo giorno.


❯ Mattina in Famiglia<br />

Francesco Pira<br />

e Marida Pijola<br />

Questo vuol dire che devono aumentare i<br />

controlli da parte dei genitori! Basta? Forse<br />

no. Perché alla ragazzina ingorda di ricariche<br />

basta andare a casa di un’amica o in un<br />

luogo pubblico per realizzare delle foto da<br />

rivendere poi a chi vuole comprare o ancor<br />

peggio far commercio di queste immagini.<br />

Così come il quattordicenne magari per<br />

gioco ha fotografato le compagne e poi ha<br />

pensato di renderle pubbliche. Che tristezza,<br />

che mancanza di rispetto verso se stessi.<br />

E non lo diciamo per falsi moralismi, ma perché<br />

apprendendo queste notizie pensiamo<br />

subito a cosa può provare un genitore nel<br />

sapere di situazioni del genere. Mi è capitato<br />

di intervenire in convegni come relatore con<br />

uomini della Polizia Postale che hanno puntualmente<br />

spiegato i rischi che si corrono a<br />

fare questo tipo di bravate. Mi è capitato di<br />

spiegare che una delle prime cose che dobbiamo<br />

usare, anche quando ci avvaliamo delle<br />

nuove tecnologie, è il buonsenso. oggi è<br />

impensabile privare qualunque bambino della<br />

possibilità di accedere alle nuove tecnologie.<br />

Tutti hanno un videogioco, un cellulare, un<br />

profilo su Facebook, il tutto magari autorizzato<br />

dai genitori, che non sempre hanno la<br />

possibilità o il tempo di vigilare. Ed ecco che<br />

accade il patatrac. Accadono fatti che vanno<br />

“oltre”. Si va oltre ogni immaginazione, oltre<br />

ogni possibile ipotesi, oltre anche la cronaca.<br />

Immagini scattate con l’incoscienza della<br />

❯ giuseppe Caravella<br />

giovane età e messe a disposizione di altri<br />

minorenni o di maniaci che hanno voglia di<br />

comprare quello che è vietato. Dentro di noi<br />

vince la rabbia per episodi che ci devono far<br />

riflettere. Che ci devono, giorno dopo giorno,<br />

responsabilizzare sempre di più e non gridare<br />

“al lupo” soltanto quando la cronaca ci restituisce<br />

un fatto così vergognoso e mortificante.<br />

Ed ecco allora che dopo questi fatti occorre<br />

lavorare, come in altri paesi d’Europa, per<br />

informare quanto più possibile i più pic<strong>col</strong>i e<br />

i loro genitori, che esistono questi mezzi e<br />

che possono essere usati senza un minimo di<br />

buonsenso. Non si può fermare il progresso,<br />

la ricerca, la crescita sociale. No, non è questo<br />

il tema. Dobbiamo invece renderci conto<br />

che esistono dei punti di non ritorno. E questi<br />

casi lo sono. Casi limite per riflettere su quello<br />

che stiamo facendo e su quali sono le nostre<br />

responsabilità. ognuno per la sua parte. Ad<br />

iniziare dai figli, per proseguire con i genitori e<br />

per continuare con i rappresentanti delle istituzioni<br />

e delle cosiddette agenzie formative e<br />

sociali. È ora di agire. Non più di lamentarsi o<br />

di allarmarsi. Quello lo abbiamo già fatto. Non<br />

aspettiamo nuovi casi. Proviamo a lanciare subito<br />

un progetto di formazione-informazione<br />

su questo tema.<br />

Una campagna nelle scuole,<br />

tra i genitori.<br />

È necessario. Indispensabile.<br />

43<br />

giu 12


società<br />

di Viviana Cannizzo<br />

Arrivano<br />

gli innovatori<br />

A Siracusa è nato “The Hub”,<br />

uno spazio per i lavoratori del futuro.<br />

Qui si <strong>col</strong>tivano impresa sociale<br />

e recupero dei materiali<br />

❯ I ragazzi del the hub<br />

e lo spazio esterno<br />

È<br />

atterrata una navicella spaziale nel cuore di ortigia?<br />

La domanda l’ha formulata una ragazza, entusiasta di scoprire una realtà che non credeva possibile<br />

nella sua città. Si chiama The Hub Siracusa ed è uno spazio per il coworking rivolto a<br />

<strong>col</strong>oro che noi riteniamo i lavoratori del futuro: gli innovatori sociali. La caratteristica che li accomuna è<br />

quella di avere a cuore il futuro del pianeta e le sfide che esso ci impone affinchè le scelte di oggi siano<br />

sostenibili per le generazioni future. Dentro un Hub ci troverete, dunque, ingegneri che si occupano di<br />

risparmio energetico, architetti e designer che studiano soluzioni per il recupero dei materiali, esperti<br />

di marketing e comunicazione per l’impresa sociale e le oNG, imprenditori nel settore dell’agri<strong>col</strong>tura<br />

bio o ancora sviluppatori di software per la didattica, promotori civici per la cittadinanza attiva<br />

e professioni che ancora forse non hanno nemmeno una categoria per essere definite. Un mondo<br />

di professionisti che operano nelle nuove economie, che rischiano con la partita iva o aprendo le temutissime<br />

srl, che hanno capito soprattutto l’importanza di una condizione imprescindibile per creare<br />

sviluppo: la sinergia.<br />

La domanda che ha dato inizio a questo progetto è stata:<br />

laddove non riescono consorzi, corporazioni o ordini<br />

professionali potrebbero invece riuscirci persone<br />

che non condividono le stesse competenze ma bensì si<br />

offrono come “compensatori di competenze” altrui per<br />

attivare <strong>col</strong>laborazioni innovative e produttive? Il primo<br />

spazio Hub nasce proprio così, da un gruppo di persone<br />

disoccupate, lasciate a spasso da quel sistema capitalistico<br />

a cui la maggioranza sociale tende affamata di risposte<br />

immediate.<br />

Presto è diventato un network internazionale con più<br />

di 30 sedi in tutto il mondo. Così è stato anche per la<br />

44<br />

giu 12<br />

nascita dello spazio Hub Siracusa, creato grazie al contributo<br />

di un finanziamento europeo per la cooperazione<br />

transfrontaliera sull’asse Italia-Malta. L’associazione The<br />

Hub Sicilia ha elaborato il progetto e lo ha proposto<br />

alla Fa<strong>col</strong>tà di Architettura di Siracusa per attivare un<br />

partenariato con il Comune che ha concesso gli spazi,<br />

la Confcooperative, l’istituto superiore Pirandello di<br />

Lampedusa e l’Università di Malta. Dal kick off iniziale del<br />

progetto ad oggi possiamo dire con orgoglio che è nata<br />

una community.<br />

Di qui fanno parte persone come Paolo Garelli, ambientalista<br />

convinto, ha brevettato Caretta Caretta, un


sistema per lo smaltimento dei rifiuti<br />

urbani nei centro storici affrontando<br />

una problematica di grande attualità,<br />

Alessia zabatino, laureanda in gestione<br />

di spazi culturali, fa la pendolare<br />

con entusiasmo tra venezia e Siracusa,<br />

partecipando attivamente a molte nostre<br />

iniziative, è appena entrata in un<br />

team progettuale incubato nel nostro<br />

Hub che sta elaborando un geo-social<br />

network per la fruizione dei beni culturali<br />

del territorio. Ni<strong>col</strong>a Montanaro,<br />

laureando in architettura, e Andrea<br />

Nero, vj esperto in mapping, stanno<br />

lavorando ad un modo innovativo per<br />

la visualizzazione di progetti di allestimento<br />

attraverso questa sofisticata<br />

info<br />

A<br />

Settembre lo spazio Hub<br />

sarà a pieno regime, pronto<br />

per offrire ai futuri membri i<br />

servizi che lo caratterizzeranno: una<br />

grande sala co-working (cuore dello<br />

spazio che si trova in un bellissimo<br />

edificio storico del XVIII sec) dotata<br />

di sostenibilissimi tavoli di cartone<br />

che daranno ospitalità a laptop e<br />

pc carichi di progetti. Una grande<br />

sala cucina dove si potrà preparare<br />

il proprio pranzo senza spostarsi<br />

dall’ufficio, se non farla diventare il<br />

proprio ufficio, utilizzandola per degustazioni<br />

e cene con prodotti bio<br />

o a km zero da promuovere.<br />

Un servizio hosting capace di supportare<br />

ogni membro per le sue<br />

esigenze professionali ed una piattaforma<br />

on line che mette in rete i<br />

membri di ogni Hub nel mondo per<br />

<strong>col</strong>laborare attivamente a progetti<br />

di innovazione sociale. Prossimi appuntamenti<br />

@ The Hub: 11 <strong>Mag</strong>gio<br />

presentazione del format Start Up<br />

Week-End, 26 <strong>Mag</strong>gio Incontri sulle<br />

rinnovabili, 16 Giugno Girl Geek<br />

Dinner. Visitate il nostro website<br />

per avere tutti gli updates: http://<br />

siracusa.the-hub.net<br />

Ma soprattutto venite a trovarci!<br />

tecnica di video-proiezioni. Loro sono<br />

solo alcune delle persone che si sono<br />

avvicinate, prima per curiosità, poi man<br />

mano sempre più consapevoli che una<br />

rete consente sempre di aprire un’opportunità,<br />

e così è stato. Lo spazio gradualmente<br />

si è riempito di idee sempre<br />

più concrete, un workshop per la cocreazione<br />

del nostro Hub ha dettato le<br />

linee guida per il suo design, poi siamo<br />

passati dal dire al fare con dei laboratori<br />

di co-progettazione pratica attraverso i<br />

quali sono stati realizzati i primi arredi<br />

solo ed esclusivamente con materiali di<br />

scarto. Abbiamo contattato le aziende<br />

del territorio, reperito gli scarti, attivato<br />

i gruppi di progettazione, scartavetrato,<br />

❯ Il cortile esterno<br />

dell’ex convento del ritiro<br />

tagliato, inchiodato e prodotto sedie da<br />

pallets, fioriere da bidoni.<br />

Le aziende sono curiose, chiedono di<br />

presentargli i prototipi degli oggetti<br />

creati palesando un concreto interesse<br />

a produrli, i partecipanti si scoprono<br />

tra loro, nascono <strong>col</strong>laborazioni professionali.<br />

Nel frattempo nasce un cluster<br />

Hub Italia, ci confrontiamo con i fondatori<br />

degli spazi di rovereto, Milano,<br />

roma, Trieste e Bari, si studia il modo<br />

di coinvolgere le imprese che orbitano<br />

nell’universo Hub su scala nazionale<br />

per <strong>col</strong>mare questo gap che ha bandito<br />

<strong>negli</strong> ultimi anni la parola futuro in Italia:<br />

non preoccupatevi, era soltanto sopita,<br />

i sogni non muoiono mai.<br />

45<br />

giu 12


48<br />

giu 12<br />

1<br />

ellerì<br />

La rivista<br />

nella rivista<br />

www.larivistaintelligente.it<br />

“Siamo ancora qui! Il sodalizio tra <strong>Mag</strong> ed Ellerì continua e si rafforza, grazie alla sintonia<br />

magica che si è creata tra le due testate e, soprattutto, grazie al gradimento che i<br />

lettori hanno manifestato subito. Grazie e buon divertimento!”<br />

Giovanna Nuvoletti<br />

Carlà a Sora Cesira<br />

di Paola Guazzo<br />

società<br />

Sora,<br />

ho visto il vostro video su di me. È un piacere ispirare talenti femminili. Molto divertenti in<br />

parti<strong>col</strong>are le strofe su di me modella pour la incontinence urineuse e anche la Sagre de la<br />

sausage alla quale io potrei aspirare da ex first lady. Un unico neo: si parla di me. Mi sento<br />

quindi costretta a una replica. Chi non si sente attratto dal Potere? voi no, Sora? Non vi piace<br />

mai nessuno, uomo o donna, che abbia questa irresistibile allure? Certo, io sono attratta dal<br />

potere, lo ammetto, ma quel che ho fatto nella mia vita l’ho fatto alla grande. I did it my way,<br />

scusate se è poco: da modella, a cantante, a first lady, sempre con un minimo margine di errore.<br />

Cappelli inclusi, il che non è da dilettanti. Inoltre, chi non si è mai innamorato di qualcuno<br />

che ha potere? voi no, Cesira? Certo, noi francesi l’amore lo amiamo di più. Siamo innamorati<br />

dell’amore. vi confesso che uno dei motivi per cui mi sono trasferita in Francia è stato quello<br />

che voi avevate Alberoni e loro roland Barthes. I Frammenti di un discorso amoroso sono il mio<br />

livre de chevet, e anche quello di Ni<strong>col</strong>as. Mi rendo conto che per chi ha letto solo Alberoni<br />

sia difficile concepire l’amour fou, ma così è stato, per mio marito e me.<br />

vedo inoltre che su facebook molte donne italiane, evidentemente poco occupate, si domandano<br />

cosa farò adesso. Perché non si domandano cosa faranno loro? Io sono sempre rinata<br />

come un’ Araba Fenice e parlo bene l’Inglese, quello vero, non l’Italenglish così simile ai testi<br />

delle vostre canzoni. Ho quindi la presunzione di avere un futuro anche dopo i quaranta e di<br />

non votarmi a una incontinence urineuse anticipata, cara Sora.<br />

Nel mondo libero non ci sono solo le amazzoni, le veline o le Anne Fin<strong>occhi</strong>aro, esistono<br />

anche quelle che voi chiamate “gatte morte”. Sono fiera di appartenere a questa categoria di<br />

donne dolci e arrendevoli al flusso dell’esistere, capaci di flettere sempre gli esiti del destino<br />

in proprio favore. Un’arte che meriterebbe più attenzione, se voi la smetteste di pensare in<br />

termini misogini. Voglio infine parlarvi della mia vita, che non è quello stereotipo di moglie di<br />

uomo potente che voi immaginate. vado a cena con Fred vargas, tradotta in tutto il mondo,<br />

per esempio, non con scrittori locali come Pennacchi o Nesi. A volte vedo anche Michela<br />

Marzano, che vive qui perché, come me, non vi sopporta più. Sapevatelo.<br />

voi, voi donne italiane, dove siete, chi siete? Avete fatto ferro e fuoco con “Se non ora quando”<br />

e avete dato un formidabile contributo per rovesciare il governo Berlusconi e non siete<br />

nemmeno state in grado di candidare una sindaca nei comuni capoluogo.<br />

Smettete di domandarvi quel che farò io, domandatevi invece quel che state facendo voi.<br />

Potrei anche decidere di tornare in Italia e di candidarmi premier, spinta da improvviso amore<br />

per una patria non più mia. In fondo avete votato per anni uno chansonnier molto meno<br />

bravo di me. Farei comunque meglio di voi, uomini e donne, non c’è partita, mi spiace.<br />

La vraie Femme Italienne, se ne esiste ancora una, c’est moi.<br />

Amorevolmente Vostra Carlà


2<br />

società<br />

Scusa se ti chiamo sindaco<br />

di Valeria Viganò<br />

Un programma coi fi<strong>occhi</strong> rosa. No, niente donne, non fraintendete. Quelle sono scomparse.<br />

Ma volete mettere un nome tragicamente altisonante che stravince con l’89%<br />

dei voti di tutte le generazioni che sognano l’amore in ogni declinazione e alla portata<br />

di chiunque? Per Federico Moccia, il miele del miele dei sentimenti, è stato un plebiscito.<br />

Questo è il vero senso della politica, riportare la cultura nelle amministrazioni,<br />

finalmente, mettere a capo di un comune un uomo di prestigio internazionale che ha<br />

venduto milioni di copie dei suoi libri, che ha ispirato film da record d’incassi. Un uomo<br />

che ha sempre preso sul serio la letteratura, dettato e interpretato le emozioni comuni<br />

e introdotto la meravigliosa moda dei lucchetti disseminati dovunque. Ma, mi chiedo<br />

incuriosita, cosa farà uno scrittore semplicemente romantico per un paesino sperduto<br />

vicino a Chieti? Rosello ha il sindaco fiorellino che si merita. Quindi già vedo viali e<br />

piazze cosparsi di fiori profumati che chiunque potrà raccogliere per donare all’innamorata,<br />

scuole rivestite di cuoricini adesivi, la consegna gratuita di lucchetti senza chiave<br />

da appendere l’uno all’altro dolcemente, fino a dare nuova vita a monumenti vetusti e<br />

antiquati. o abbellire costruzioni orrende. Sento già nell’aria , sparata da cannoncini stile<br />

fate l’amore non la guerra, un profumo che predispone al sorriso, pic<strong>col</strong>i chioschi dove<br />

recapitare letterine decorate con dentro tutti, ma proprio tutti, i problemi dell’amore<br />

perduto, ritrovato, incontrato e mai dimenticato. E chi se ne frega delle questioni meno<br />

importanti del lavoro, della precarietà, della povertà. Qui tutto diventa metafora dei<br />

sentimenti. Alla posta del cuore risponderà lui, lo scrittore, che tutto sa dei moti adolescenziali,<br />

del salto generazionale, dei tradimenti e delle riconciliazioni. rosello sarà<br />

un’oasi aromatizzata, dove l’ottimismo diventerà lo zucchero della vita e trionferà nonostante<br />

quelle noiose questioni quotidiane che rovinano l’esistenza. Basterà innamorarsi,<br />

perché per legge i cuori batteranno all’unisono e diranno le stesse parole, avranno gli<br />

stessi gesti e tutto ruoterà intorno alla ricerca dell’anima gemella. Un sogno? Macchè,<br />

l’Italia ha bisogno di favole. E sapete che vi dico, da scrittrice che non saprà mai raggiungere<br />

certe vette di comprensione del turbinio delle emozioni? Parto per rosello<br />

immediatamente e chiedo la cittadinanza. Un’occasione così non si può perdere.<br />

Le 10 frasi che dimostrano<br />

che sei innamorato<br />

di Davide Menghi<br />

1. Certo tesoro, hai ragione tu.<br />

2. Il calcio? ma non è quel minerale che…<br />

3. I miei amici? Quali amici?<br />

4. Non vedo l’ora di vedere quella mostra di bambole di pezza!<br />

5. Per me due docce al giorno sono quasi poco.<br />

6. Domenica all’Ikea? Adoro!<br />

7. Lo sai che tua madre è proprio simpatica?<br />

8. Lascia, il bagno lo pulisco io.<br />

9. No! Se non sei sicura di amarmi, non voglio farlo.<br />

10. Guida pure tu, così io mi godo il panorama.<br />

3<br />

49<br />

giu 12


50<br />

giu 12<br />

4<br />

ellerì<br />

Ammaliante Amelio<br />

di Giorgio Cavagnaro<br />

www.larivistaintelligente.it<br />

spetta<strong>col</strong>o<br />

4.752.836. Sono gli euro incassati da “The Avengers”, film d’azione americano su<br />

cui non intendo soffermarmi, nell’ultimo week end di aprile 2012 in Italia.<br />

Nello stesso fine settimana “Il primo uomo” di Gianni Amelio ha totalizzato un<br />

incasso di 132.408 euro.<br />

Ecco, il problema del momento culturale italiano è tutto in queste cifre.<br />

Il film di Amelio è bellissimo. Racconta, con immagini delicate e potenti, un libro<br />

postumo di Albert Camus ambientato nell’Algeria fine anni ‘50, appena prima della<br />

rivolta descritta in modo eccellente da Gillo Pontecorvo nel suo “La battaglia di<br />

Algeri”.<br />

È il viaggio nella memoria di un giornalista-scrittore francoalgerino di successo, nato<br />

e cresciuto in Africa ma di cultura e tratto francesi, tornato in quello che sente nel<br />

profondo come il suo paese, oscuramente attratto dai fantasmi, reali e perduti, delle<br />

sue radici. Jean Cornery, questo il nome del personaggio affidato all’ottimo Jacques<br />

Gamblin, sente il peri<strong>col</strong>o che incombe sulla sua terra, annunciato da episodi<br />

violenti e fermenti rivoluzionari incontenibili, e rivive la sua infanzia africana difficile<br />

e formativa con gli <strong>occhi</strong> di un morituro che vede scorrere il film della propria vita<br />

in prossimità del momento supremo.<br />

La storia si snoda attraverso i rapporti del pic<strong>col</strong>o protagonista con la dolcissima<br />

madre (l’intensa Maya Sansa), la dispotica nonna algerina e il maestro che gli infonderà<br />

il germe della cultura, consentendo al bambino Jean di diventare l’intellettuale<br />

illuminato che crede fermamente nella coesistenza di arabi ed europei e cerca di<br />

impedire il massacro, pur sapendo che esso sarà inevitabile.<br />

Gianni Amelio si dimostra ancora una volta maestro di cinema, i bambini diretti da<br />

lui sono uno spetta<strong>col</strong>o nello spetta<strong>col</strong>o e le immagini pigre e struggenti, illuminate<br />

dall’abbagliante <strong>sole</strong> africano, fanno rivivere un mondo perduto.<br />

Il coraggio di raccontare una storia così dimenticata e così terribilmente attuale<br />

non “paga”, in termini di profitto. Ma ci ricorda una cosa più importante, che il<br />

mercato sarà pure il totem invincibile del nostro tempo, ma non è tutto.


costume<br />

5<br />

Sign “o” The Mayas<br />

di M. Andaloro, G. Bisceglia, G. Cavagnaro, P. Guazzo, G. Nuvoletti<br />

Piove. È lunedì. Sono a Bologna. Il terremoto è passato da qui senza lasciare tracce, tranne<br />

che nella mia messimpiega, ma l’inquietudine impera nella mia anima. Scorgo all’improvviso una<br />

scarpa da donna rossa, di plastica, vicino al cassonetto omonimo. La fibbia brilla nella pioggia. E<br />

sento. Sento che questa scarpa rossa è un segno inequivocabile della profezia Maya. Ne scrivo<br />

emozionata su Facebook. Alcune amiche, troppo laiche per me, sostengono che sia la scarpa<br />

red del Profeta Red Ronnie. Io sono certa, invece, che il Segno sia ancora più forte. Il 20 maggio<br />

il Serpente Piumato Quetzalcoatl, detto anche Kukulkàn, bau, dovrebbe, secondo la profezia,<br />

rientrare nel templio, e l’epoca accelerare verso la Fine dei Tempi, fissata prima del santo Natale,<br />

cioè il 21 dicembre. Così parlò Red Ronnie, così la tv echeggiò nei nostri animi mistici. E noi<br />

fermamente credemmo. voglio prepararmi degnamente all’apparizione dei Maya, che forse sono<br />

anche imparentati con l’Ape Maya sulla quale ho fondato la mia giovinezza su Canale 5 e anche<br />

la mia maturità, ovviamente. Come resistere alla Fede Televisiva? Perinde ac cadaver io ho creduto,<br />

ho votato il Biscione, mi sono flagellata in nome del Dio-Silvio. E non mi pento. Poiché tutto<br />

questo mi ha meravigliosamente avvicinata al compiersi della Profezia della quale le canzoni per<br />

bambini di Cristina D’Avena furono solo l’umile nunzio. Sento che il serpe (il biscione?) mi sta<br />

parlando attraverso quella scarpa rossa, che è un mix fra The woman in red, un accessorio da<br />

drag king e il mago di oz.<br />

Improvvisamente il <strong>sole</strong>, un <strong>sole</strong> finalmente degno di un film di Cecil B. De Mille, squarcia il cielo<br />

e un’ape lambisce la fibbia della scarpa. Odo i millenni rombarmi nelle tempie, e l’ape ronzarmi<br />

nelle orecchie.<br />

Un lombrico appare nel prato del parco “Gino Cervi” (Peppone!) dall’altro lato della scarpa.<br />

Infine, da una finestra, le inequivocabili note di una vecchia hit di Prince.<br />

Sign “O” The MayaS.<br />

Mi <strong>col</strong>lego all’i-phone e vedo che un’amica di facebook ha spostato ancora oltre l’esegesi: The<br />

red Shoes è una canzone di Kate Bush. Come interpretare questi segni inequivocabili della presenza<br />

della Profezia? Biscione, aiutami! Io vagolo smarrita fra una scarpa rossa e un cassonetto,<br />

accanto al parco “Peppone”, ed invoco altri Segni.<br />

La parusia di Fernandel? L’arrivo della woman in red (ronnie)? la pic<strong>col</strong>a Dorothy? .<br />

Cos’altro ancora serbate per noi, o Dei?<br />

L’eclisse anulare di <strong>sole</strong> sul Giappone c’è appena stata.<br />

Sul grande raccordo, calma piatta.<br />

E il Biscione rispose: apocalypse sübit.<br />

Stavo per svenire di fronte all’Eterno ritorno del fantasma di Segrate. ripresi l’I-phone e vidi che<br />

avevo una nuova mail nella posta:<br />

Cara Ellerina,<br />

ho ricevuto una mail da Maya, mi ha chiesto se posso farle da ufficio stampa e tranquillizzare tutti. Mi<br />

informa che la solita stampa miope e strabica che fa l’<strong>occhi</strong>olino al di la del Tevere ha travisato le sue<br />

volontà. Lei manda la sua benedizione, a dicembre tutti desnudi, liberi e felici, ed è questo che i parrini<br />

e parvenue intendono per fine del mondo. La fine del loro mondo. Stai a vedere che finisce davvero<br />

l’era b’ak’tun...<br />

Ps: la scarpa è di Maya.<br />

Immagina<br />

La Redazione Intelligente<br />

Spazi scanditi in ordine.<br />

Natura che avanza intelligente.<br />

Solo il soffio del vento porterà caos..<br />

(Sabrina Suadoni)<br />

51<br />

giu 12


in english<br />

magnifica Sicilia<br />

di Gaetano Bordone fonte immagini:<br />

ARCHIVIO THESAURON<br />

UNA CASA PEr<br />

ARCHIMEDE<br />

A Siracusa è stato aperto<br />

da qualche mese il museo<br />

dedicato al grande inventore<br />

I<br />

visitatori più attenti che si sono recati al museo di Dresda in Germania nel corso<br />

dell’ultimo anno, tra le mille meraviglie esposte, hanno potuto osservare un rarissimo<br />

fenomeno di trasformazione relativo ad uno straordinario ritratto di Domenico<br />

Fetti. Il dipinto raffigura un anziano Archimede circondato da strumenti scientifici, tra<br />

mappamondi, uno specchio, una clessidra, squadre e compassi. La sua vigorosa figura<br />

è assorta e concentrata su astruse geometrie leggibili su un foglio, ignaro del vicino<br />

<strong>col</strong>tello romano che avrebbe chiuso la sua vita. Pur non essendo visibile la bocca, parzialmente<br />

nascosta dalla mano e dalla ispida barba, secondo i canoni dello scienziato<br />

trasandato e intento unicamente alla comprensione di astratte formule, i visitatori<br />

hanno notato una lieve attenuazione delle rughe, invero copiose, un quasi impercettibile<br />

rilassamento della postura, protesa sul tavolo di lavoro, una blanda trasfigurazione<br />

dell’incarnato del viso, vivificato da un pallido rossore assente in origine dal serioso<br />

pennello di Fetti. Beh, Archimede non è Dorian Gray, e un quadro posto all’interno di<br />

una severa galleria museale non può fare di più per indicare il sommovimento interno<br />

e la commozione a seguito della notizia, misteriosamente giuntagli dopo 22 se<strong>col</strong>i<br />

di mancanze di attenzioni, di carenze di riconoscimenti, di cancellazioni di giornate<br />

archimedee, e di altri simili malfunzionamenti della ragione della gente e della nostra<br />

ineffabile e distratta classe politica, amministrativa e dirigenziale, la notizia - dicevo -<br />

della improvvisa apertura della sua casa nella sua Siracusa.<br />

A house for<br />

Archimede<br />

a museum dedicated<br />

to the great inventor<br />

was recently opened<br />

in Siracusa.<br />

Written by Gaetano Bordone<br />

52<br />

giu 12<br />

During last year the smartest visitors of Dresden’s Museums<br />

(in Germany) may have noticed , among its<br />

wonders, a very rare transformation’s phenomenon , concerning<br />

an extraordinary portrait by Domenico Fetti.<br />

The painting represents an elder Archimede, surrounded by<br />

scientific tools, globes, a mirror, a clepsydra, set squares and<br />

a caliper. His powerful figure is concentrated on complicated<br />

geometries, drawn on a piece of paper, and unaware<br />

of the near roman knife about to end his life.<br />

Even if we can’t see his mouth, partially covered by his<br />

hand and beard, according to the stereotype of the frumpy<br />

scientist who spends all his time thinking about abstract<br />

formulas and their solutions, the visitors perceived a slight<br />

attenuation of his many wrinkles and an almost invisible<br />

relaxation of his posture. Also, his face looks healthier, with<br />

a pale blush not coming from Fetti’s brushes.<br />

Well, Archimede’s not Dorian Gray and a painting, hung<br />

on a wall in a gallery, can’t do anything more to show his<br />

❯ Domenico-Fetti - Archimedes 1620


appreciation after learning about the opening of his house in Siracusa,<br />

especially after 22 centuries of carelessness, perpetrated by people and<br />

a absent politicians.<br />

According to history, when Cicerone wanted to find his grave, to honour<br />

an old enemy’s genius, he had troubles finding it and then probably<br />

recognized it, among underwoods, thanks to the figure carved into the<br />

globe in the cylinder, amazingly discovered to be a simple and wonderful<br />

epitaph.<br />

The devastating power of the roman knife and its metaphorical meaning<br />

of destruction actually lasted more than two millenniums, ready<br />

to hit, hide and baffle every single cultural event concerning Archimede.<br />

It also tried to stop this project, closing the doors of the first location<br />

chosen, in Piazza Duomo, but luckily it lowered its guard for a little and<br />

the promoters succedeed.<br />

Some beautiful minds, brave and patient managed to add to the the<br />

Stomachion a new figure , not created by the inventor.<br />

The word Stomachion comes from the greek stomachos (rash), and<br />

refers to the stomach ache toy, known as “Archimede’s box”; we lear-<br />

❯ Arkimedeion: Quadratura del cerchio (spiegazione dell’exhibit)<br />

❯ Cortile dell’Arkimedeion<br />

❯ ioioioio<br />

53<br />

giu 12


in english<br />

54<br />

giu 12<br />

magnifica Sicilia<br />

Anche il grande Cicerone, ci racconta<br />

la storia, volendo rendere omaggio<br />

al genio di un antico nemico, ebbe<br />

diffi<strong>col</strong>tà a trovare la sua tomba, riconosciuta,<br />

forse, tra rovi e sterpaglie,<br />

dalla figura incisa nella roccia della<br />

sfera nel cilindro, mirabile scoperta<br />

ed epitaffio semplice e stupendo.<br />

La forza devastante del <strong>col</strong>tello romano,<br />

e della significativa metafora<br />

distruttiva e cancellatrice contenuta<br />

nell’immagine, si è protratta per oltre<br />

due millenni pronta a <strong>col</strong>pire, a<br />

nascondere ancora, ritardando e cancellando<br />

sempre programmi ed iniziative<br />

e, dopo tanto tempo, pur avendo<br />

pervicacemente tentato di bloccare<br />

anche questa iniziativa, chiudendo le<br />

porte della prima sede designata in<br />

piazza Duomo, ha finalmente mostrato<br />

un pic<strong>col</strong>o segno di ruggine,<br />

di cui hanno saputo approfittare gli<br />

organizzatori. Alcune menti illuminate,<br />

sorrette da sprezzo delle diffi-<br />

ned about it through the funny descriptions<br />

by latin authors; it’s a square, divided into<br />

fourteen geometrical figures with three, four<br />

or five sides.<br />

The different pieces can be assembled in<br />

many ways, according to the player’s creativity<br />

and ability. But neither Archimede could have<br />

imagined that 22 centuries after his invention,<br />

the combined pieces would have origined the<br />

real 3d structure of a museum dedicated to<br />

him.<br />

Obviously there’s no sign of the roman knife<br />

and its curse on cultural or entrepreneurial<br />

initiatives in in the museum, located in Piazza<br />

Archimede, in Siracusa. The visitors, right bacj<br />

from Dresden’s can happily enjoy the exhibition<br />

and the ancient mechanical and new<br />

<strong>col</strong>tà e sovrumane doti di pazienza,<br />

sono finalmente riusciti a comporre<br />

una figura nuova dello Stomachion,<br />

una figura non prevista dallo stesso<br />

inventore. Stomachion è un termine<br />

derivato dal greco stomachos (irritazione),<br />

per indicare il gioco del mal<br />

di stomaco, giunto fino a noi, con il<br />

nome di “scatola di Archimede” attraverso<br />

le divertenti descrizioni di<br />

alcuni autori latini; si tratta di un quadrato<br />

diviso in quattordici forme geometriche<br />

a tre, quattro e cinque lati<br />

rettilinei. Le diverse tessere possono<br />

essere variamente raggruppate per<br />

rappresentare una grandissima quantità<br />

di immagini che mutano secondo<br />

l’estro e l’abilità del giocatore. Ma neanche<br />

il genio di Archimede sarebbe<br />

riuscito a immaginare che, dopo 22<br />

se<strong>col</strong>i, la composizione delle tessere<br />

avrebbe assunto la forma reale, tangibile<br />

e tridimensionale di un museo<br />

a lui dedicato.<br />

❯ Palazzo Pupillo, sede dell’Arkimedeion<br />

technological attractions, made to explain<br />

simply and rationally matematical and geometrical<br />

processes to adults and especially to<br />

kids, children of the digital era. They have the<br />

chance, following laser rays to understand the<br />

basics of modern technology.<br />

The exhibition follows the geometry’s and mathematic’s<br />

evolution in a modern and funny<br />

way, with technologic tools and Archimede’s<br />

theories. It also shows again the Temple of<br />

Science, revealing some of its foundations.<br />

Counting grains of sand we’d need to fill the<br />

universe, researching the relations between<br />

curve and plain surfaces, studying sun ray’s<br />

concentration, that maybe helped burning<br />

roman ships from Siracusa: these are experiments<br />

each of us can do, following simple<br />

UNA CASA PEr<br />

ARCHIMEDE<br />

Nel museo, in piazza Archimede, ovviamente<br />

non vi è alcuna traccia del<br />

<strong>col</strong>tello romano e della sua maledizione,<br />

pronta a <strong>col</strong>pire qualsiasi iniziativa<br />

culturale o imprenditoriale a Siracusa,<br />

e il visitatore, reduce da Dresda, può<br />

ammirare felice l’esposizione del genio,<br />

accompagnato dalle installazioni<br />

meccaniche coniugate alla tecnologia<br />

più avanzata, capaci di spiegare, in<br />

modo semplice e razionale, agli adulti<br />

e soprattutto ai ragazzi figli dell’era<br />

digitale, guidati anche da raggi laser,<br />

processi di indagine matematica e<br />

geometrica che costituiscono i fondamenti<br />

della nostra attuale scienza e<br />

tecnologia. Il percorso espositivo, pur<br />

privo delle grandi macchine meccaniche<br />

ideate da Archimede, ripercorre<br />

in forma divertente e moderna,<br />

con strumenti che sarebbero arrivati<br />

dopo più di due millenni sfruttando<br />

anche principi da lui enunciati, le rigorose<br />

indagini geometriche e matematiche,<br />

e ripropone il tempio della<br />

scienza e ne svela alcuni dei mattoni<br />

fondamentali.<br />

La conta dei granelli di sabbia che<br />

possono riempire l’universo, l’indagine<br />

sui rapporti tra superfici curve<br />

e piane, lo studio sulla concentrazione<br />

dei raggi, che permise, forse, di<br />

bruciare le navi romane dai bastioni<br />

dell’antica Siracusa, sono esperimenti<br />

scientifici che ciascuno di noi può<br />

fare, guidato con semplici istruzioni<br />

instructions by modern machines and multilanguages<br />

panels explaining the inventors’<br />

thoughts, beyond his time’s limits.<br />

During the visit the scientific results almost<br />

seem granted, the conics are no longer monsters<br />

but curves to the students’ eyes, the laws<br />

of geometry and optics become something<br />

the visitors can touch and try, with <strong>col</strong>ored<br />

rays that help demonstrating their simplicity,<br />

sometimes hard to see and accept, hidden by<br />

shadows men use to cover the knowledge of<br />

their inside and outside world.<br />

The imperceptible smile of satisfaction, caused<br />

by the opening of his house, still stays on Archimede’s<br />

face and together with the wrinkles<br />

on his forehead must be an advice and tuition:<br />

the inauguration of his house shows that even


da macchine moderne, e direi avveniristiche,<br />

da pannelli esplicativi plurilingue,<br />

in modo da ripercorrere il<br />

pensiero dello Scienziato ed il superamento,<br />

attraverso percorsi logici e<br />

intuitivi, delle conoscenze del tempo.<br />

Durante la visita il risultato scientifico<br />

sembra quasi banale, le coniche<br />

assumono le sembianze di curve,<br />

smettendo i panni dei mostri mitologici<br />

che avevano rivestito per molti<br />

studenti alle prese con i principi della<br />

geometria, le leggi dell’ottica e della<br />

geometria, evidenziate con immediato<br />

maneggio da parte del visitatore e<br />

sapiente visualizzazione di raggi <strong>col</strong>orati,<br />

mostrano la loro estrema semplicità,<br />

a volte così difficile da vedere<br />

ed accettare, nascosta da falsi riflessi<br />

e da sfilacciate ombre con cui gli uomini<br />

amano ammantare la comprensione<br />

del loro mondo, interiore ed<br />

esteriore. L’impercettibile sorriso di<br />

soddisfazione, a seguito dell’apertura<br />

❯ Arkimedeion: exhibit “Il tempio”, che<br />

rappresenta il rapporto fra le scoperte<br />

di archiemde e la scienza attuale<br />

in Siracusa, where the carelessness and failed<br />

initiatives reign, something can be achieved.<br />

The Stomachion can include another figure<br />

and if a miracle has been witnessed, others<br />

are waiting to be done, to have the chance<br />

to offer projects to the city. The metaphor of<br />

the knife, about to be used to cut and destroy<br />

the events shows us the importance of Archimede’s<br />

lesson: inventions, projects, innovative<br />

ideas and their realization must be protected<br />

from the dust, which may cover and hide<br />

them, until they’re forgiven and ignored, like<br />

the dust on mosaics and capitals, grown on<br />

people’s sloth but nonetheless dangerous as a<br />

blade Let’s keep our museum, protect it and<br />

show we deserve this kind of projects, praised<br />

and appreciated all over the world.<br />

Arkimedeion: supporto informatico<br />

dell’exhibit “Sezioni coniche”<br />

(l’intersezione di un piano con un cono<br />

genera diverse curve e figure)<br />

della sua casa, aleggia oggi sul volto di<br />

Archimede e, insieme alle rughe della<br />

sua fronte, deve costituire un insegnamento<br />

ed un monito.<br />

L’insegnamento è molto semplice:<br />

l’apertura del museo dimostra che<br />

anche a Siracusa, patria dell’indolenza<br />

e capitale del blocco delle iniziative,<br />

un programma può essere portato<br />

a compimento, lo Stomachion può<br />

essere composto in un’altra figura, e,<br />

se un mira<strong>col</strong>o è stato compiuto, altri<br />

sono in attesa di attori principali che<br />

possano superare i figuranti dell’attesa<br />

e del rinvio e proporre sul palcoscenico<br />

della città agili e oneste figure<br />

progettuali e conseguenti chiare realizzazioni<br />

imprenditoriali e culturali,<br />

con rispetto di ambiente e tradizione<br />

intellettuale. La metafora del <strong>col</strong>tello<br />

pronto a tagliare e ridurre le iniziative<br />

ci spiega la necessità del monito: le<br />

opere di ingegno, i progetti, le idee<br />

innovative e le loro realizzazioni debbono<br />

essere protette dalla polvere<br />

che copre e nasconde, fino a far<br />

dimenticare e chiudere, la polvere<br />

sparsa su mosaici e capitelli, cresciuta<br />

sull’ignavia di molti, capace però di<br />

affilare il <strong>col</strong>tello. Teniamoci il nostro<br />

museo, proteggiamolo, mostriamoci<br />

degni di questa iniziativa, lodata ed<br />

apprezzata in tutto il mondo.<br />

❯ Arkimedeion: rappresentazione<br />

di archimede con spirale e pi greco.<br />

Sullo sfondo la catapulta.<br />

INFo<br />

oRARI E VISITE<br />

Aperto tutti i giorni<br />

dalle 9:30 alle 19:30<br />

(la biglietteria chiude alle 19:00)<br />

Open daily 9:30-19:30<br />

(the ticket office closes at 19:00)<br />

TARIFFE BIGLIETTI<br />

Intero (Adult single) 6,00 €<br />

ridotto ragazzi dai 6 ai 14<br />

anni (Child 6-14) 4,00 €<br />

ridotto per famiglie maggiori<br />

di 4 componenti<br />

ridotto per gruppi superiori<br />

ai 10 componenti<br />

VISITE GUIDATE<br />

Si ricorda al gentile pubblico che,<br />

per evidenti necessità organizzative,<br />

è necessaria la prenotazione per<br />

effettuare le visite guidate.<br />

Gruppi superiori alle 20 unità<br />

(20+ group) € 6,00 per persona<br />

guida inclusa<br />

Gruppi da 1 a 19 persone<br />

€ 4,00 per persona<br />

(+ costo guida € 45,00)<br />

ORARI - OPENING TIMES<br />

Open daily 9:30-19:30<br />

(the ticket office closes at 19:00)<br />

TICKET PRICES<br />

Intero (Adult single) 6,00 €<br />

Family ticket (4+ visitors) 4,00 €<br />

Groups(10+ visitors) 4,00 €<br />

Informations<br />

& reservations<br />

ph. 0931 61121<br />

or mail:<br />

arkimedeion@agorasophia.it<br />

55<br />

giu 12


in english<br />

56<br />

giu 12<br />

magnifica Sicilia<br />

di Cinzia Ciavirella<br />

<strong>Mag</strong> prosegue in questo numero il suo percorso all’interno del “REI”,<br />

il Registro delle Eredità Immateriali. Questa volta parleremo<br />

di Maria Costa la poetessa dello Stretto.<br />

LA voCE<br />

dei MITI<br />

Maria Costa è la poetessa popolare<br />

di Case Basse di Paradiso<br />

e ha regalato al mondo “le sue figlie”<br />

È<br />

la poetessa dello Stretto, la donna che dà voce ai miti, alle leggende e ai venti<br />

racchiusi tra Scilla e Cariddi.<br />

Maria Costa, classe 1926, è la poetessa popolare di Case Basse di Paradiso,<br />

quell’autrice che dal mare, dal cielo e dalla natura attinge la sua linfa artistica da<br />

sempre, per scrivere intense rime in verna<strong>col</strong>o.<br />

A lei hanno dedicato migliaia di interviste, tante di tesi di laurea e, recentemente, la<br />

regione Sicilia le ha riservato un posto nel Rei, il Registro delle eredità immateriali istituito<br />

nel 2005, alla voce Tesori umani viventi, in quanto detentrice di parti<strong>col</strong>ari conoscenze<br />

e abilità tutte da preservare. Maria Costa ha conseguito solo la licenza elementare,<br />

ma scrive versi in un siciliano sapiente, <strong>col</strong>to, stra<strong>col</strong>mo di contenuti che attingono<br />

alla storia antica dell’isola e a personaggi d’altri tempi come ruggero d’Altavilla e don<br />

Giovanni d’Austria. Dunque, un genio, un fenomeno tutto da studiare, come fanno, da<br />

anni, l’università di Palermo, Messina, Udine, Catania e Siena.<br />

In this issue, <strong>Mag</strong> carries<br />

on its journey inside the “REI”,<br />

the Register for Immaterial<br />

Heritage. This time we will talk<br />

about Maria Costa,<br />

the poet from the Stretto<br />

voICES<br />

from MYTHS<br />

Maria Costa is people’s<br />

poet from Case Basse<br />

in Paradiso and she<br />

gave her “daughters”<br />

to the world<br />

by Cinzia Ciavirella<br />

She’s the poet from the<br />

Stretto, the woman who<br />

gives voices to myths, legends<br />

and winds locked between<br />

Scilla and Cariddi.<br />

Maria Costa, class 1926, is<br />

people’s poet from Case<br />

Basse in Paradiso, an author<br />

who takes her art from<br />

the sea, the sky and the<br />

whole nature and express<br />

it in vernacular and intense<br />

rhymes.<br />

People dedicated her<br />

thousands of interviews, thesis<br />

and recently, regione Sicilia<br />

reserved a place for her in<br />

Rei, the Register of Immaterial<br />

Heritages, created in 2005, in<br />

Living Human Tresor’s chapter,<br />

as the owner of many<br />

particular knowledges and<br />

abilities, to be preserved.<br />

Maria Costa quit education<br />

after Primary School but<br />

writes her verses in a<br />

educated dialect, filled with<br />

elements from Sicily’s ancient<br />

history and ancient characters<br />

like ruggero d’Altavilla and<br />

don Giovanni d’Austria. She<br />

is a genius, a phenomenon<br />

Universities of Palermo,<br />

Messina, Udine, Catania and<br />

Siena have been studying for<br />

years.


Dialettu e Puisia<br />

Pu dialettu chi sta murennu<br />

mi cianci ‘u cori<br />

eppuru fu ‘a ricchizza<br />

di nostri ntinati,<br />

‘nvinnati ssittati a bracera<br />

ni cuntaunu da fest’ i Santa<br />

Rusalia n ‘Palemmu<br />

di San’Aghita<br />

chi ci tagghiaru i minni<br />

di vavareddi i Santa Lucia,<br />

di San Placido<br />

che ci scipparu a lingua<br />

cu tutti i radicali<br />

da matri ‘a Littra<br />

e ‘u bastimmentu carricu<br />

i frummentu.<br />

Quantu cosi mi nzignaru,<br />

quantu razioni, nuveni,<br />

nta Pasca e nta Natali.<br />

Parraru di lavaturi i lana,<br />

di salini,<br />

du ranu, da Vinnigna,<br />

d’alivi, di gelsumini<br />

di nuciddi i Raccuia.<br />

Di omini chi carini ncurvati,<br />

du piscispadu,<br />

ssicutatu menzu ô Strittu<br />

du luntrittu a voti sputtunatu,<br />

du fetu nputrinutu du tunnu,<br />

attirritu ntonturutu<br />

e pi ogni cosa<br />

c’era ‘na cantilena,<br />

chidda era minera<br />

di nsignamenti, di tradizioni<br />

di galantuomini travagghiati<br />

du zappuni e du rimu.<br />

E dopu na Santa iunnata<br />

aviunu ‘a fozza mi aprimu<br />

a casciafotti da midudda<br />

e nisciuuna domanti,<br />

trisori, marenghi<br />

e spanniunu<br />

‘u campiunario<br />

cu gabbu e rispettu<br />

ma chiddu<br />

chi spicchiava sempri<br />

era un sulu brillanti:<br />

u’ dialettu!<br />

57<br />

giu 12


in english<br />

She learned stories people have been telling<br />

for centuries from her father, Placido, a boat’s<br />

captain who used to tell her and her seven<br />

siblings, all around a fire, about the wonders<br />

from the cities he had been to during his trip in<br />

the Mediterranean Sea he was just back from.<br />

He also told them about tragedies happened on<br />

board, like the time soldier Giovanni Celsa from<br />

San Pier Niceto died as they were arriving to<br />

the red Sea and he had the unpleasant task to<br />

load his dead body and drop it into the water.<br />

Maria Costa has a beautiful face, marked by the<br />

85 springs she lived right in front of her Stretto,<br />

contemplating and breathing that crystal water,<br />

which has been inspiring her thousands of<br />

poems, since she was only 6 years old.<br />

She dedicated her first rhymes to nature, animals<br />

and wild grass she used to find in the sand. She<br />

58<br />

giu 12<br />

magnifica Sicilia<br />

Maria Costa<br />

La sua vasta cultura popolare Maria la deve<br />

al padre Placido, un capitano marittimo, che<br />

di ritorno dai suoi viaggi nel Mediterraneo,<br />

raccontava a lei e ai sette fratelli, radunati<br />

attorno ad un braciere, le meraviglie delle<br />

città in cui era stato, ma anche le disgrazie<br />

avvenute a bordo. Come quella volta che<br />

arrivati nel Mar rosso morì a bordo il<br />

militare Giovanni Celsa di San Pier Niceto<br />

e al padre di Maria toccò l’ingrato compito<br />

di zavorrare il povero ragazzo e gettarlo<br />

in mare.<br />

Maria Costa ha un bel viso segnato dalle<br />

sue 85 primavere, trascorse sempre in riva<br />

allo Stretto, ad ammirare e respirare quel<br />

mare cristallino che le ha ispirato migliaia<br />

di poesie, fin da quando aveva sei anni. I<br />

primi versi li ha dedicati alla natura, agli<br />

animali e alle erbe selvatiche che trovava<br />

sulla spiaggia. Le ha scritte in onore della<br />

cicuta, dell’erba cipollina, della tartaruga,<br />

delle rane e delle ortiche ombrellifere che<br />

tutti disprezzavano.<br />

Tutte le poesie, le filastrocche, i racconti<br />

e le cantilene scritte in tanti decenni<br />

Maria suole chiamarle “le sue figlie”. Ma<br />

se le si chiede quante siano, davvero non<br />

saprebbe contarle, sa solo che da anni<br />

scrive puntualmente ogni sera anche le<br />

quartine dedicate ad ogni giorno dell’anno,<br />

un esercizio di devozione alla poesia con<br />

cui, prima di andare a letto, inventa una<br />

poesia di quattro righe per chiudere la<br />

giornata.<br />

wrote them to honour cowbane, chive, turtles,<br />

and nettles nobody used to like.<br />

Maria calls every poem, jingle, novel and chants<br />

she ever wrote “her daughter”. But if you ask<br />

her to count them, she wouldn’t be able to do<br />

that. She only knows she’s been writing every<br />

night for years before going bed, something she<br />

invents to adorn the Poetry and end her day.<br />

You’ve been living in Case Basse<br />

since you were born, how do you feel<br />

about the sea?<br />

The Stretto is my life. Civilization comes from<br />

the sea, it always talks to me, sometimes it’s<br />

confused and angry, other times it’s calm like a<br />

water mirror, a blackboard to write on. I can’t live<br />

without it, I never left and I always heard about.<br />

Lei vive da sempre al rione Case<br />

Basse, che rapporto ha con il<br />

mare?<br />

Lo Stretto è la mia vita. Dal mare viene la<br />

civiltà, il mare mi parla da sempre, a volte<br />

arrovellato e adirato, altre volte calmo<br />

come uno specchio d’acqua, una lavagna<br />

su cui scrivere.<br />

Non potrei vivere senza questo mare,<br />

da cui non mi sono mai allontanata e di<br />

cui ho sempre sentito parlare. ricordo<br />

che mio nonno Angelo a volte trovava il<br />

corallo nero nello Stretto e lo portava alla<br />

chiesa della Madonna della Catena, oggi<br />

purtroppo sostituita dall’ufficio postale.<br />

Come trova l’ispirazione per le<br />

sue poesie e i racconti?<br />

Mi capita all’aria aperta, soprattutto alla<br />

vista del mare.<br />

ogni mattina, da sempre, faccio una<br />

passeggiata sulla spiaggia e mi trovo di<br />

fronte a questo teatro naturale, celestiale,<br />

uno spetta<strong>col</strong>o meraviglioso, certo più<br />

divino che umano.<br />

È come se il <strong>sole</strong>, con quel rosso purpureo,<br />

mi parlasse e mi dicesse “o Maria, vedi,<br />

esco anche per te oggi”.<br />

È lo stesso luogo in cui veniva a meditare<br />

Giovanni Pas<strong>col</strong>i nei suoi anni a Messina,<br />

il luogo in cui Giacomo Boner scrisse il<br />

racconto “I corallini”.<br />

I remember my grandfather Angelo, he used to<br />

find black coral in the Stretto and bring it to<br />

Madonna della Catena’s church, unfortunately<br />

turned into a postal office.<br />

How do you find inspiration for your<br />

poems and novels?<br />

It happens when I’m outside, especially where<br />

I can see the sea. Every morning I walk on the<br />

beach and find myself in front of this kind of<br />

natural, celestial theatre, a wonderful show,<br />

coming from God more than human race. It’s<br />

like the red sun talks to me and tells me “Maria,<br />

see, today I’m coming out for you too”. It’s the<br />

same place Pas<strong>col</strong>i came to meditate while<br />

he lived in Messina, the place Boner wrote his<br />

novel “I corallini” in.


How many poetry’s digests did you<br />

publish?<br />

They’re so many, starting from Farfalle serali (1978),<br />

Mosaico (1980), A prova i l’ou” (1989), Scinnenti e<br />

Muntanti, Cavaddu i coppi (1993) ventu Cavaleri, Mare<br />

e Maretta and, soon, Pungitopo is gonna pubblish two<br />

novels and a poem in a sicilian poets’ digest.<br />

What’s dialect for you?<br />

It’s the lymph of my creations, source of my writing.<br />

The dialect always made me keep my roots alive and<br />

transfer them to other people.<br />

What do you think about Messina,<br />

nowadays?<br />

LA voCE<br />

dei MITI<br />

Quante rac<strong>col</strong>te di poesie ha<br />

pubblicato?<br />

Sono tante, a cominciare da Farfalle serali<br />

(1978), Mosaico (1980), A prova i l’ou”<br />

(1989), Scinnenti e Muntanti, Cavaddu i<br />

coppi (1993) ventu Cavaleri, Mare e Maretta<br />

e, prossimamente, la Pungitopo pubblicherà<br />

due racconti e una poesia, in una rac<strong>col</strong>ta<br />

dedicata a vari autori siciliani.<br />

Cos’è il dialetto per lei?<br />

È la mia linfa creatrice, fonte della mia<br />

scrittura. Il dialetto mi ha sempre consentito<br />

di tenere vive le mie radici e di continuare<br />

a trasmetterle.<br />

Come vede oggi la sua città?<br />

Ahimè, Messina la vedo un po’ alla deriva.<br />

Speriamo che il timoniere raddrizzi il timone<br />

e lo porti sempre a Nord. Mi piacerebbe<br />

che tutti ci rimboccassimo le maniche, e tutti<br />

insieme remassimo <strong>col</strong> comandante nella<br />

stessa direzione. oh che vittoria sarebbe!<br />

Lei ha scritto una poesia dal titolo<br />

“U sfrattu”.<br />

Sì, è dedicata al mare e ai suoi abitanti e alla<br />

rovina che ne deriverebbe dalla costruzione<br />

del Ponte sullo Stretto, che ucciderebbe<br />

tutti i nostri miti.<br />

Unfortunately Messina’s adrift, in my opinion. I hope the<br />

cox rectifies the timon and leads us back to North. I<br />

wish we could all together roll our sleeves and pull in<br />

captain’s direction. It would be such a victory!<br />

You also wrote a poem titled “U sfrattu”.<br />

Yes, it’s dedicated to the sea and its inhabitants and how<br />

building the bridge would ruini it all and killed all our<br />

myths.<br />

Are you a member of the commision for<br />

the preservation of the sea burg?<br />

of course, I always was. The commission was born in<br />

1980, poi then in 2006 was created the association<br />

Antico Borgo Marinaro Case Basse Paradiso, whose<br />

members are from the burg but also from all over the<br />

town, interested in the preservation of this piece of<br />

E, a proposito di Case Basse,<br />

esiste un comitato per la difesa<br />

del borgo marinaro. Lei ne fa<br />

parte?<br />

Certo, da sempre. Il Comitato è nato nel<br />

1980, poi nel 2006 è nata l’associazione<br />

Antico Borgo Marinaro Case Basse Paradiso, di<br />

cui fanno parte non solo gli abitanti del rione,<br />

ma anche molti cittadini di altri quartieri,<br />

anch’essi interessati alla salvaguardia di<br />

questo pezzo di memoria, in una città che<br />

è “figghia sputtunata, picchi i tresori di ‘na<br />

vota, si manciau a mareggiata”.<br />

Molte delle sue poesie sono<br />

dedicate ai venti?<br />

Conosco i venti grazie a mio padre, che mi<br />

ha insegnato a riconoscerli anche al loro<br />

primo manifestarsi. Camminano in coppia,<br />

Ponente e Libeccio, Greco e Levante,<br />

Tramontana e Maestro. Tutti quelli che<br />

provengono da nord sono anche detti<br />

“venti gentili”, Zefiro, Favonio, Aquilone,<br />

Ponentino, Sizza e Tramontana. Ma ci sono<br />

anche i maltempi, come quelli in piena<br />

estate. Quando si formano due nubi, una da<br />

Tropea, l’altra da Laureana di Borrello, due<br />

grosse nuvole che sembrano appiccicarsi<br />

come due donnette da vi<strong>col</strong>o, allora è<br />

certo che arriverà un temporale seppur<br />

breve, che lascia subito dopo spazio al <strong>sole</strong><br />

cocente. Un tempo si diceva infatti “buriana<br />

e trupiana, figghi ‘i buttana”.<br />

memory in Messina,“figghia sputtunata, picchi i tresori<br />

di ‘na vota, si manciau a mareggiata”.<br />

Are many of your poems dedicated to the<br />

winds?<br />

I learned about the winds from my father, who taught<br />

me to recognize them from the very beginning. They<br />

walk in couples, Ponente and Libeccio, Greco and<br />

Levante, Tramontana and Maestro. The ones coming<br />

from North are called “kind winds”, Zefiro, Favonio,<br />

Aquilone, Ponentino, Sizza and Tramontana. But there<br />

are also stormy winds, durinf summer.When two very<br />

big clouds, one from Tropea and the other one from<br />

Laureana di Borrello ,<strong>col</strong>lide, like two women would<br />

in a little street, then we know a storm is near.But the<br />

storm it’s gonna end soon enough to let a warm sun<br />

burst in. People used to say “buriana e trupiana, figghi<br />

‘i buttana”.<br />

59<br />

giu 12


in english<br />

parchi e dintorni<br />

di Alessandra Linares Fonte foto:<br />

Archivio Soprintendenza per i Beni Culturali<br />

ed Ambientali di Trapani<br />

Un gioiello<br />

a Favignana<br />

A jewel<br />

in Favignana<br />

Former Florio factory is<br />

now a model of industrial<br />

archeology and an info<br />

point about the sea.<br />

by Alessandra Linares<br />

60<br />

giu 12<br />

L’ex stabilimento Florio<br />

è oggi un modello di archeologia<br />

industriale e un centro<br />

di informazione sul mare<br />

Dove un tempo ribollivano i calderoni di tonno e riecheggiavano<br />

le voci dei tonnaroti in arrivo dopo le mattanze, immagini, suoni,<br />

filmati ed innovative installazioni multimediali riproducono<br />

l’epopea di un passato glorioso. A Favignana, nell’arcipelago delle Egadi<br />

che fronteggia Trapani, il mare ha il suo museo tra le vecchie, grandi<br />

mura di tufo dell’ex stabilimento Florio. Trentadue mila chilometri quadrati<br />

di corti attorno alle quali si distribuiscono gli spazi della tonnara di<br />

una volta, uffici, magazzini, falegnameria, officine, spogliatoio, trizzana e<br />

malfaraggio per il ricovero delle barche, e poi ancora la lunga fila di forni<br />

per la cottura del tonno.<br />

Where once were big pots of boiling<br />

tuna fish and fishermen’s voices<br />

coming back from mattanza, now<br />

pictures, sounds, videos and innovative multimedia<br />

installations reproduce a glorious<br />

past. In Favignana, Archipelago of Egadi, right<br />

in front of Trapani, the sea has its museum inside<br />

the old, big walls made of tophus of the<br />

former Florio factory.<br />

Thirtytwothousand square feets of the former<br />

tonnara and its offices, storages, carpentries<br />

and garages, dressing rooms, trizzana and<br />

malfaraggio for the boats to be repaired and<br />

ovens for the tuna fish to be cooked. They<br />

are taller than everything else, with their tall<br />

chimneys making everyone imagine men and<br />

women’s lives, struggling with the sea. The renovation<br />

started in 2003, costing more than<br />

14 millions euros, and gave back to Sicily one<br />

of the biggest tonnara of the Mediterranean<br />

Sea. The former Florio factory has become<br />

a jewel of industrial archeology and an info<br />

point about sea and its most titled inhabitant:<br />

tuna fish.


Svettanti su tutto, tre alte ciminiere che anche da lontano lasciano immaginare storie di uomini<br />

e donne alle prese con le fatiche del mare. Da quando un restauro, iniziato nel 2003 e costato<br />

oltre 14 milioni di euro, ha restituito alla Sicilia una delle più grandi tonnare del Mediterraneo, l’ex<br />

stabilimento Florio è diventato un vero gioiello di archeologia industriale ed un centro di informazione<br />

sul mare e sul suo abitante più nobile: il tonno. Questo maestoso complesso, con la sua architettura dai<br />

grandi archi e gli altissimi soffitti, ricorda da vicino la mole delle cattedrali anche nel senso di religiosità<br />

diffusa che ispirano i luoghi e gli strumenti di un lavoro che ha rappresentato lo sviluppo dell’isola di<br />

Favignana. È in questo luogo che, dalla seconda metà dell’ottocento, venivano custodite le attrezzature,<br />

le ancore e le barche della mattanza di una delle più fiorenti industrie di lavorazione conserviera lungo<br />

tutto il perimetro della Sicilia. Ma la storia della tonnara si intreccia profondamente anche con quella<br />

della famiglia Florio, che ha dato il nome allo stabilimento, e con quella degli isolani che vi trovarono la<br />

possibilità del riscatto sociale dalla povertà e un’importante, forse l’unica, fonte di sussistenza economica.<br />

Avventurarsi nel florido passato della tonnara, oggi, è un viaggio che riserva tante sorprese, a cominciare<br />

dalle innumerevoli valenze del tonno: dall’alimentazione e dall’equilibrio della catena alimentare marina,<br />

al suo posto nell’immaginario di molteplici culture rivierasche del pianeta.<br />

This majestic complex, with its great arches and<br />

tall ceilings, may look like a cathedral. The places<br />

and fishing tools which represent the growth of<br />

the island inspire a religious respect. Since the second<br />

half of ‘800 the instruments, armatures and boats used<br />

for mattanza have been kept here, in one of the richest<br />

canner factories in sicilian shore. But tonnara’s history<br />

is deeply connected to Florio family’s history, whose<br />

name was given to the place, and to people from the<br />

island’s one, since they found there a chance to overcome<br />

poverty and live of their work.<br />

Discovering the tonnara’s past today means finding<br />

out many surprises, such as the uncountable uses of<br />

tuna fish, from alimentation and food chain to its role<br />

in many different cultures all over the planet.<br />

61<br />

giu 12


in english<br />

62<br />

giu 12<br />

parchi e dintorni<br />

Dopo l’inaugurazione nel 2009, le porte dello stabilimento sono aperte ai visitatori con<br />

percorsi guidati tra i reperti archeologici rinvenuti nelle i<strong>sole</strong> Egadi, come le anfore, i ceppi<br />

di ancore greco-romane e puniche in piombo e un rostro bronzeo di epoca romana, una<br />

pic<strong>col</strong>a sezione dedicata ai Florio, due installazioni multimediali olografiche di grande effetto dove<br />

prende vita la camera della morte e dove sono rac<strong>col</strong>te le testimonianze delle persone che hanno<br />

lavorato nella tonnara. Ci sono anche una saletta per la proiezione di filmati storici, una serie di pannelli<br />

didattici sulla pesca e la lavorazione del tonno e grafici che illustrano i momenti e le attività più significative<br />

della vita dello stabilimento, oltre ad una “stanza dell’olio” in cui sono esposte le lattine dove<br />

veniva inscatolato il tonno. Tutto questo fa sì che l’ex stabilimento Florio sia molto più di un museo di se<br />

stesso. Questo luogo straordinario, oltre a riprodurre la cultura di un tempo, ne inventa una nuova sulla<br />

base del connubio tra Mediterraneo, mare e società moderna. E, oltre alle visite guidate, dal martedì alla<br />

domenica dalle 10,30 alle 11,15, per chi vuole immergersi nel cuore delle Egadi, ci sono appuntamenti<br />

come il Festival della fisica quantistica, in cui i fisici incontrano il pubblico, e bandi di concorso per progetti<br />

come quello dell’”orto dei Florio”, con l’ordine nazionale degli agronomi, in scadenza il 15 giugno.<br />

after the opening in 2009, the doors of the factory have been opened to<br />

visitors for guided tours among archeological finds, discovered in the Archipelago,<br />

like amphoras, anchors from Greek, roman and Punic ages, a<br />

bronze roman rostrum, a little space dedicated to Florio family, two multimedia<br />

great holographic installations, reproducing chamber of the death and tonnara’s<br />

workers’ stories . There’s also a small room for old videos, didactic panels about<br />

fishing and preparating tuna fish and graphics about the main activities of the<br />

factory. There’s an “oil room”, where the ancient cans are exposed. All those thing<br />

make the former Florio factory very similar to a museum. This extraordinary<br />

place shows ancient culture and at the same time invents a new culture, based on<br />

the union between Mediterranean, sea and modern society. In addition to guided<br />

tours, from Tuesday to Sunday, 10:30 – 11:15, people can taste the heart of the<br />

Egadi Islands with events like the Quantum Physics Festival, where the audience<br />

can meet brilliant physicians, and contests for projects like the “Florio’s garden”’s<br />

one,edited by the national agronomists’ order deadline: Juny 15th.


DAvIDE<br />

ENIA<br />

Cosa mi piace, oltre l’enogastronomia e tutto<br />

ciò che riguarda la mia fidanzata (soprattutto<br />

quando questi aspetti coincidono)?<br />

Le città che affrontano il tempo.<br />

Cioè?<br />

Mi affascinano quelle città che si confrontano<br />

con la complessità del presente, senza temere<br />

di risolvere il conflitto in atti concreti, trasformando<br />

dunque il proprio tessuto connettivo,<br />

senza paura.<br />

la città come tensione in avanti, quindi?<br />

Una città che incarni “un progetto di città”, in<br />

cui si respira una spinta alimentata però dalla<br />

profonda conoscenza di ciò che fu il passato.<br />

Un città che progetta fiori perché ben conosce<br />

posizione e dimensione delle proprie<br />

radici.<br />

esistono tali città in Italia?<br />

La domanda da porre sarebbe se esistono tali<br />

amministrazioni in Italia.<br />

e la risposta?<br />

Ancora no. Non si riesce a superare la logica<br />

del museo. Ciò non significa che bisogna<br />

costruire a oltranza, anzi: è dal recupero di<br />

ciò che già esiste e giace abbandonato che<br />

dovrebbe transitare il segno tangibile capace<br />

di legare assieme in un unico afflato tutto<br />

il tessuto urbano. Coordinare così centro e<br />

periferia, rendendo ogni parte della città una<br />

frazione necessaria al tutto.<br />

Non quindi espandere, ma migliorare la sinapsi<br />

entro i limiti già esistenti. In più, servirebbe una<br />

progressiva presa di coscienza del luogo abitato,<br />

per dare agli abitanti di una città una forte<br />

identità capace di strutturare un profondo e<br />

benedetto senso d’appartenenza.<br />

Tipo?<br />

Tipo che se tu butti la carta a terra nella mia<br />

64<br />

giu 12<br />

autointervista<br />

città, io e tutti gli altri abitanti ti corchiamo a<br />

boffe finché non ripulisci.<br />

non mi pare di esagerare?<br />

No, affatto.<br />

e il turismo?<br />

Lo straniero è sacro, il suo sguardo su ciò che<br />

abitiamo arricchisce proprio la nostra percezione<br />

dell’abitato. E chi passa da queste parti,<br />

dalle parti dell’Italia, dico, non può non notare<br />

- con rarissime eccezioni - quanta sporcizia,<br />

incuria, decadenza ci sia nelle nostre città, abitate<br />

da abitanti che ignorano la bellezza che li<br />

circonda.<br />

Ma sto davvero dicendo che le nostre città<br />

sono come - scusa la durezza dell’esempio -<br />

“perle ai porci”?<br />

Sì.<br />

Vorrei fare il sindaco?<br />

Giammai.<br />

Ma, nello sciagurato caso io un giorno diventassi<br />

sindaco, cosa mi augurerei per me<br />

durante il mio mandato?<br />

L’impopolarità più assoluta e diffusa, sentimento<br />

parente non della pietà bensì della stizza.<br />

Segno che sarei stato capace di procedere<br />

diritto per la strada di un progetto che vedrebbe<br />

la città, e non i parassiti, come Bene<br />

Comune da privilegiare, tutelare, costruire.<br />

Ridando finalmente dignità al valore vivente<br />

del verbo “abitare”.<br />

Il mio slogan da sindaco quale sarebbe?<br />

Mangiare meno ma mangiare meglio.<br />

e così, siamo tornati al cibo da cui siamo<br />

partiti<br />

Sì. Mando quindi un bacio alla mia fidanzata<br />

così, fatto il cerchio, possiamo anche chiudere.<br />

BIO<br />

Davide Enia nasce a Palermo<br />

il 2 aprile 1974. Nel 2002<br />

scrive, dirige e interpreta Italia-<br />

Brasile 3 a 2, pièce teatrale sulla<br />

partita del 1982. Vince nel 2003<br />

il Premio Tondelli al Premio<br />

riccione per il Teatro <strong>col</strong> testo<br />

teatrale Scanna, storia di una<br />

famiglia chiusa in un rifugio<br />

durante una guerra. A fine anno<br />

vince il Premio Ubuspeciale.<br />

Nel 2004 scrive, dirige e<br />

interpreta maggio ‘43, testo sui<br />

bombardamenti di Palermo e<br />

sulla guerra vista con gli <strong>occhi</strong><br />

di un dodicenne. Alla Biennale<br />

di venezia debutta con la<br />

regia di Scanna. Collabora con<br />

la trasmissione<br />

televisiva report. Nel<br />

dicembre del 2005 esordisce<br />

in radio su Radio2 con Rembò,<br />

un’inchiesta su calcio, cucina e<br />

sentimento. Vince nel 2006 il<br />

Premio vittorio Mezzogiorno<br />

e il Premio Gassman come<br />

miglior talento emergente.<br />

Nell’aprile 2007 va in onda su<br />

Radio 2 il suo nuovo programma<br />

radiofonico, Diciassette Anni,<br />

Una sentimentale biografia<br />

metropolitana. Nel 2008 fonda<br />

con Fabio rizzo l’etichetta<br />

discografica 800A Records. Vince<br />

nel 2009 con Il cuoco il Premio<br />

Speciale della Giuria al Premio<br />

riccione e viene insignito del<br />

premio Scenari Pagani. Nel 2010<br />

scrive il racconto Mio padre<br />

non ha mai avuto un cane, che<br />

parla di padri duri come la<br />

roccia, ragazze dalle dita di<br />

giglio e bombe che ammazzano<br />

magistrati. Nel 2012 pubblica il<br />

suo primo romanzo, Così in terra.<br />

L’opera racconta la storia della<br />

famiglia di Davidù dagli anni<br />

quaranta agli anni novanta. A<br />

segnare questo arco temporale<br />

sono le bombe che cadono<br />

sulla città di Palermo: quelle<br />

della seconda guerra mondiale<br />

e quelle della mafia che uccide<br />

i magistrati. Davidù vuole fare<br />

il pugile come suo padre,<br />

il Paladino, che non ha mai<br />

conosciuto, perché è morto<br />

prima che lui nascesse. Scritto<br />

in un impasto di siciliano e<br />

italiano, Così in terra è costituito<br />

soprattutto di dialoghi, di<br />

un intreccio di voci.


66<br />

giu 12<br />

faccia a faccia<br />

di Cecilia Mazzeo<br />

Primavera / Estate<br />

Madama Primavera si presenta al caffè della Speranza<br />

con un abito di seta rosa cipria.<br />

L’orlo le sfiora le caviglie sottili e bianchissime.<br />

In mezzo ai capelli dorati spuntano boccioli di fiori: camelie,<br />

ranun<strong>col</strong>i, margherite, violette.<br />

A cingerle i fianchi una cintura di edera e gelsomino.<br />

Si muove cauta, elegante, quasi in punta di piedi scivola sul mondo<br />

Ordina una tisana di tiglio e aspetta.<br />

Madama Estate arriva in ritardo e lascia una scia dolciastra di cocco, salsedine e melone.<br />

Ha un vestito di tulle trasparente, così corto da non potersi muovere. Arancione e rosso, i suoi<br />

<strong>col</strong>ori. La pelle solcata dal troppo <strong>sole</strong>.<br />

Ordina una birra ghiacciata.<br />

• E: Perché mi hai chiamata? Non ho tempo da<br />

perdere. Devo allestire la mia stagione. Ho donne<br />

da spogliare, mode da dettare, vacanze da<br />

pianificare, frutti maturi da raccogliere, grano da<br />

mietere, spiagge da pulire, barche da lucidare, uomini<br />

da intrattenere.<br />

• P: È per <strong>col</strong>pa delle donne come te se il mondo<br />

sta andando a rotoli. Ne sei consapevole, vero? È<br />

questo che vuoi?<br />

• E: Senti, se mi hai chiamato per farmi la paternale…alzo<br />

i tacchi e me ne vado.<br />

• P: Il tuo problema, mia bella, è che sei come<br />

un’adolescente che si rifiuta di crescere. Tu vuoi<br />

tutto. Sei capricciosa, egocentrica e un po’ troppo<br />

libertina per i miei gusti. E poi a furia di allargarti<br />

mi stai facendo sparire. Mi rubi giorni, ore. Sei<br />

Le due si guardano con aria di sfida.<br />

insopportabile. Dov’è la democrazia?<br />

• E: Ma tesoro, quanto sei patetica! Lo sai che<br />

non esistono più le mezze stagioni, così come le<br />

mezze donne. E abbassati un po’ quella s<strong>col</strong>latura<br />

che sembri Santa Maria Goretti, anzi peggio, mi<br />

sembri una caramella uscita da Alice nel paese<br />

delle meraviglie. Io sono al passo coi tempi…<br />

come ruby rubacuori, sei tu che sei antica e noiosa,<br />

ferma alla Casa nella prateria! E poi fammi<br />

il favore: la democrazia non esiste da un pezzo.<br />

È una farsa, capisci? Hanno preso la dittatura, le<br />

hanno fatto trucco e parrucco, l’hanno conciata<br />

per le feste e ci hanno venduto una finta democrazia.<br />

Ci manipolano come vogliono, spacciano<br />

finzioni. Io, semplicemente, mi adatto per non<br />

soccombere.


• P: Tu preferisci adattarti invece che<br />

combattere? Ti adegui al sistema e ne<br />

diventi complice? Ma come ti hanno<br />

ridotta? Cosa ti hanno dato e detto per<br />

convincerti? Una volta eravamo amiche,<br />

ricordi? Ci passavamo il testimone in<br />

pace e allegria. Tu eri calda, ma quel caldo<br />

bello e secco con cieli cristallini. Tutto<br />

funzionava. ora invece…ora sei scesa<br />

a compromessi e hai portato umidità,<br />

temperature assassine, desertificazioni<br />

e alluvioni. Hai portato l’umore sporco<br />

dei bassifondi, degli istinti illeciti. Perché<br />

amica mia? Perché?<br />

• E: Perché ho un figlio da mantenere:<br />

Autunno. Perché mio padre mi violentava<br />

e mi picchiava di neve e di ghiaccio:<br />

Inverno. Perché per una volta voglio una<br />

vita facile. voglio tutto quello che voglio.<br />

• P: Così rovini la bellezza della tua anima.<br />

Torna in te, te ne prego.<br />

• E: Ciò che è rovinato non torna più. La<br />

mia bellezza è rovinata da sempre. Dal<br />

disamore. Disamore ho ricevuto e disamore<br />

spargo.<br />

• P: No, no, no…per carità, non è così<br />

amica mia! La legge del Taglione: <strong>occhi</strong>o<br />

per <strong>occhi</strong>o, dente per dente è una fasulla<br />

sete di giustizia, ma non porta da<br />

nessuna parte. Infliggere dolore, vendicarsi…non<br />

porta mai da nessuna parte.<br />

È un’illusione. ricordi com’erano felici<br />

le famiglie in tua compagnia una volta?<br />

Potevano godersi mare e montagna,<br />

potevano ripagarsi con la spensieratezza<br />

mesi di duro lavoro. oggi, invece,<br />

lavorano tutto l’anno e di grazia se<br />

riescono a pagare le bollette e a fare<br />

la spesa. Continuando di questo passo<br />

sarai circondata solo da uomini di potere.<br />

Nessun bambino felice correrà più<br />

a piedi scalzi sulla tua sabbia o sui tuoi<br />

prati. Sarai sempre più sola e più marcia.<br />

La gente passerà le estati in città a boccheggiare,<br />

oppure chiusi in casa davanti<br />

a un climatizzatore o coi piedi a mollo<br />

nelle fontane e nei fiumi inquinati. Vuoi<br />

questo?<br />

• E: Cioè tu, proprio tu che porti pollini e<br />

allergie, asma e raffreddori da fieno…mi fai<br />

la predica? Pensa ai casini che combini. Una<br />

volta non c’erano tutti gli allergici di oggi.<br />

Quali intrugli hai combinato? Confessa!<br />

• P: Nessun intruglio, credimi. Non sono<br />

come te. È che, a furia di togliermi spazio,<br />

sono semplicemente più concentrata.<br />

Tu e l’inverno vi divertite alle mie<br />

spalle. Una partita di ping pong infinita e<br />

io in mezzo, in attesa di una tregua. Non<br />

ci siamo così, ogni cosa ha il suo tempo.<br />

• E: Allora spiegami, cosa vorresti? Devo<br />

entrare in un confessionale e fare penitenza?<br />

Devo allungare l’orlo delle gonne?<br />

Devo? Cosa devo? Secondo me hai<br />

solo voglia di far polemica perché sei<br />

passata di moda, perché sei insulsa, senza<br />

carattere, non sei né carne né pesce.<br />

• P: Sei sicura? Io sono la PrIMA-vErA.<br />

Non ho maschere, non inganno. Porto<br />

il progetto del seme. Ardo e splendo.<br />

Sono ventre di vita. Da me tutto ha<br />

inizio e di me bisogna aver cura se si<br />

vuole raccogliere frutti.<br />

• E: Quanti giri di parole! Cosa diamine<br />

vuoi? E dillo…una volta per tutte.<br />

• P: voglio che ciascuno compia il pro-<br />

getto per cui è stato creato. Se ognuno<br />

facesse il proprio dovere in stretta<br />

connessione con l’universo, con amore<br />

e rispetto, senza finzioni e maschere ingannevoli,<br />

senza dietrologie e ostilità…<br />

sai che bel mondo sarebbe? vorrei il<br />

mondo del baratto in cui ciascuno dona<br />

il proprio talento, il proprio tempo, la<br />

propria attenzione: se io ti do due ceste<br />

di papaveri, qualche seme di gira<strong>sole</strong>,<br />

una manciata di gemme e una matassa<br />

di fili d’erba nuova…tu cosa mi dai?<br />

• E: Mi gira la testa. Comincia a far trop-<br />

po caldo anche per me. Sarà la birra, ne<br />

ho bevuta troppa come al solito. Aspetta,<br />

ora svengo. oddio, aiutami. Tienimi<br />

su. Senti mi aiuti a raccogliere le ciliegie,<br />

le pesche, le albicocche prima che marciscano?<br />

Mi gira tutto. oddio.<br />

Madama primavera si toglie una<br />

camelia bianca dai capelli e la porge<br />

alla sua dirimpettaia spettinata e<br />

rubizza. La prende a braccetto, la<br />

sostiene, le fa cenno di seguirla.<br />

• P: Allora hai capito?<br />

• E: Cosa?<br />

Che ho esagerato con la birra?<br />

67<br />

giu 12


68<br />

giu 12<br />

personaggio<br />

di Manuela Caserta www.paolobuonvino.com<br />

PAoLo BUonVIno<br />

è uno dei compositori<br />

italiani più ricercati:<br />

“Battiato mi ha aperto<br />

un mondo”<br />

Segretamente ogni cantante ha una canzone d’autore<br />

che avrebbe voluto scrivere lui, tu quale <strong>col</strong>onna<br />

sonora cult avresti voluto scrivere?<br />

In realtà non c’è un film che avrei voluto scrivere e<br />

che non ho scritto io, molti film sono belli così come sono<br />

fatti. Diciamo che io mi diverto quando lo faccio e spero<br />

sempre che la musica che sto scrivendo in quel momento<br />

sia la migliore possibile.<br />

All’inizio della tua carriera quali sono stati i maestri a cui<br />

ti sei ispirato?<br />

Una cosa che ti posso dire, io non pensavo di fare musica<br />

per film, non ero un cinefilo nato, io insegnavo privatamente<br />

e facevo musica per un mio <strong>col</strong>lega universitario che<br />

aveva una compagnia teatrale. In realtà ebbi la fortuna di<br />

conoscere Franco Battiato, che mi aprì una serie di mondi.<br />

“Bisogna educare<br />

all’aSColTo”<br />

Ci sono film che si ricordano principalmente per la loro <strong>col</strong>onna sonora,<br />

chi non ricorda ad esempio “Il buono, il brutto e il cattivo”, di Sergio<br />

Leone, o quella del mitico “Rocky II” con Silvester Stallone, “Momenti di<br />

gloria” di Hugh Hudson, oppure ancora, uno su tutti: “Lezioni di piano”<br />

di Jane Campion. Colonne sonore da brividi, frame indimenticabili<br />

scanditi da poche note e memorabili come brillanti sceneggiature.<br />

Paolo Buonvino, musicista e autore, è uno dei compositori italiani più<br />

ricercati. Collaboratore di alcuni fra i maggiori cantautori italiani come<br />

Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Jovanotti e Franco Battiato, inizia la<br />

sua carriera di compositore di musiche da film nel lontano 1997 con<br />

la “Piovra 8”. Poi arriveranno le <strong>col</strong>laborazioni con i film di Gabriele<br />

Muccino, con “Romanzo Criminale” di Michele Placido, le pelli<strong>col</strong>e di<br />

roberto Faenza, Paolo virzì e tanti altri. Quando arrivo nel suo studio<br />

di registrazione nel cuore di Colle oppio a roma, lo trovo ancora<br />

indaffarato a scrivere, mi chiede la cortesia di attendere sul divano zitta<br />

e muta prima che si dimentichi quella breve partitura che stava per<br />

trascrivere. Io attendo in religioso silenzio e rubo il piacere di as<strong>col</strong>tare<br />

un inedito pezzo d’autore prima di tutti gli altri, as<strong>col</strong>to e osservo: lui e il<br />

suo mondo fatto di campionatori, pc, tastiere, una chitarra elettrica e una<br />

bici dietro l’angolo, e sulla lavagnetta degli appunti scorgo il nome di Jova.<br />

All’inizio se c’è stato un riferimento non è stato di carattere<br />

filmico, ma fare appunto l’assistente di Battiato per me fu<br />

come affacciarsi in un mondo molto variegato e musicalmente<br />

ricco.<br />

Franco Battiato oltre a scrivere canzoni, scrive opere e ha<br />

un interesse musicale che spazia dall’orchestra alla musica<br />

elettronica fino alla musica rock. Quindi lì ebbi l’opportunità<br />

di avere dei riferimenti molto importanti.<br />

Come pensi che sia cambiato il tuo mondo professionale<br />

con riferimento al mercato e in parti<strong>col</strong>are alla produzione<br />

quasi “bulimica” di oggi?<br />

Collaboro con alcune atenei universitari e con delle università<br />

stiamo affrontando uno studio sull’overdose da musica,<br />

overdose intesa in senso lato come eccesso di suoni as<strong>col</strong>tati,<br />

non della produzione.


foto tratte dal Concerto<br />

all’Auditorium di roma<br />

e con Jiovanotti a Taormina<br />

Credo che noi abbiamo bisogno di<br />

alternanza, se ci pensi as<strong>col</strong>tiamo<br />

suoni ovunque, in ogni momento,<br />

credo che anche nell’ambito<br />

dell’as<strong>col</strong>to della musica che è una sublimazione<br />

del suono, ci sia bisogno di una<br />

variazione. Quindi anche l’alternanza con il<br />

silenzio è fondamentale secondo me.<br />

Come distingue la buona musica da quella<br />

cattiva?<br />

Secondo me ci sarebbe bisogno di un’educazione<br />

al suono come di una educazione<br />

al gusto. Una educazione al suono, anche<br />

per chi non conosce la grammatica della<br />

musica, può venire da un’educazione<br />

all’as<strong>col</strong>to. Che poi non significa non essere<br />

liberi di as<strong>col</strong>tare quello che ci pare. Ma è<br />

utile per capire quando un brano è ispirato<br />

veramente e quando non lo è.<br />

Quando scrivi una <strong>col</strong>onna sonora come<br />

trovi la giusta concentrazione?<br />

In mille modi non c’è un modo soltanto,<br />

certe volte è il film a ispirarti, altre volte anche<br />

solo un suono. E qualche volta cominci<br />

prima che il film sia girato.<br />

Con quale regista ti piacerebbe lavorare?<br />

Più che con un regista, in verità mi piacerebbe<br />

fare un film come “La sottile linea rossa”<br />

di Terrence Malick. Per quel genere di storia,<br />

in cui si sviscera un’introspezione di un<br />

certo tipo. Dopodiché fare un lavoro come<br />

il mio è sempre interessante, perché ogni<br />

volta che lavori con un regista devi cercare<br />

di incontrare il suo gusto adattando il tuo<br />

personale sentire al suo. Il che ti obbliga a<br />

percorrere strade ogni volta diverse, che se<br />

facessi musica tout court slegata dall’immagine<br />

non succederebbe. Ad esempio, io non<br />

avrei mai pensato di scrivere un tango se<br />

non avessi <strong>col</strong>laborato con Muccino nel suo<br />

film. Ecco fatto.<br />

Cosa consiglieresti a un giovane che vuole<br />

fare musica e che ha l’aspirazione di diventare<br />

un compositore?<br />

Intanto studiare. Anche qui c’è una misura.<br />

Io nello specifico ho fatto studi di pianoforte<br />

e ho studiato all’università disciplina della<br />

musica, ma non ho studiato composizione.<br />

Mi sono dovuto inventare dei metodi e dei<br />

cliché compositivi, naturalmente non li ho<br />

studiati come compositore, ma li ho studiati<br />

in forme diverse. Quindi penso che una<br />

disciplina dello studio ci voglia, ma questa<br />

disciplina deve aprire il tuo istinto non deve<br />

chiuderlo.<br />

Quale musica ti ha accompagnato nella<br />

tua adolescenza?<br />

I Beatles, ma insieme ai miei amici studiavamo<br />

as<strong>col</strong>tando i Dire Straits.<br />

Il modello Sanremo condiziona gli autori<br />

che vi partecipano?<br />

Io credo che un musicista a prescindere da<br />

questi festival, debba sempre cercare di dare<br />

quello che ha veramente. Nel momento in<br />

cui dà ciò che ha, veramente c’è una possibilità<br />

che gli altri lo apprezzino.<br />

Paesi come la Francia dove alle emittenti<br />

nazionali radiofoniche si impone di trasmettere<br />

almeno il 40% di musica nazionale,<br />

sono un modello da seguire?<br />

Secondo me si potrebbe difendere in qualche<br />

modo la produzione nazionale. In America<br />

ad esempio, c’è una regolamentazione<br />

che limita le registrazioni all’estero. Io non<br />

sono d’accordo con i divieti, ma penso che<br />

se ci fosse un incentivo dello Stato italiano<br />

a utilizzare preferibilmente le nostre risorse<br />

in questo settore non sarebbe male. Abbiamo<br />

una buona tradizione di orchestrali che<br />

dovrebbero essere valorizzati molto di più.<br />

69<br />

giu 12


in english<br />

Produzione e organizzazione<br />

della mostra:<br />

Anonima Talenti Srl<br />

Per informazioni:<br />

Assessorato Istruzione e Cultura<br />

Servizio attività espositive: tel. 0165.274401<br />

E-mail: u-mostre@regione.vda.it<br />

Centro Saint-Bénin - Via Festaz, 27:<br />

tel.0165.272687<br />

Internet: www.regione.vda.it<br />

GIorGIo<br />

DE CHIrICo<br />

Un labirinto di capolavori<br />

Un’occasione unica per ammirare i capolavori di Giorgo De Chirico.<br />

Resterà aperta fino al 30 settembre, al Centro Saint Bènin di Aosta<br />

la mostra “Il labirinto dei sogni e delle idee”. L’esposizione, curata da<br />

Luigi Cavallo e Franco Calarota, è promossa dal’assessorato all’Istruzione e<br />

alla Cultura della regione autonoma valle d’Aosta.<br />

L’esposizione, attraverso le diverse fasi stilistiche del grande artista, “racconta”<br />

il percorso all’insegna della metafisica tra recupero della tradizione<br />

classica, invenzione di nuovi temi e tecniche e riavvicinamento alla realtà. “È<br />

il pittore più nuovo del vecchio mondo – ha spiegato Luigi Cavallo -. Gettare<br />

uno sguardo sulla sua opera significa ripercorrere le avventure creative<br />

del ventesimo se<strong>col</strong>o, fondamenta e confronti per il nostro tempo”.<br />

70<br />

giu 12<br />

arte<br />

a cura della redazione<br />

AoSTA<br />

Centro Saint Bènin<br />

29 aprile/<br />

30 settembre 2012<br />

GIorGIo DE CHIrICo<br />

A labyrinth among<br />

masterpieces<br />

The exhibit about<br />

Giorgio De Chirico<br />

will be in Aosta<br />

until September 30th<br />

A unique chance to admire Giorgio De Chirico’s<br />

masterpieces. “Il labirinto dei sogni e delle idee” (The<br />

labyrinth of dreams and ideas) is going to be in<br />

Centro Saint Bènin, Aosta, until September 30th. The<br />

expo, curated by Luigi Cavallo and Franco Calarota, is<br />

promoted by Assessorato all’Istruzione e alla Cultura of<br />

Regione autonoma Valle d’Aosta.<br />

The exhibit, through the different phases and styles<br />

of the great artist, tells his metaphysical journey<br />

among classic tradition, new element’s and techniques’<br />

inventions and an approachment to reality. “He’s the<br />

newest painter from the old world – explains Luigi<br />

Cavallo. Taking a glance into his work means watching<br />

the whole 21st century’s creative adventures,<br />

modernity stands upon and relates to”.<br />

In <strong>col</strong>laborazione con:<br />

Studio ESSECI,<br />

Sergio Campagnolo – Padova<br />

tel. 049.663499<br />

gestione1@studioesseci.net<br />

www.studioesseci.net


❯ Due maschere (1926)<br />

71<br />

giu 12


in english<br />

72<br />

giu 12<br />

arte<br />

GIorGIo<br />

DE CHIrICo<br />

Un labirinto di capolavori<br />

❯ ettore e andromaca,<br />

olio su tela, cm. 18 x 25<br />

(1975)<br />

Info&timetable<br />

24 APrILE/30 SETTEMBrE 2012<br />

Biglietti: 5 euro intero,<br />

3,50 euro ridotto,<br />

riduzione 50% soci TCI,<br />

gratuito per i minori<br />

di 18 anni e per<br />

i maggiori di 65.<br />

orari: orario: tutti i giorni<br />

9.30 - 12.30 / 14.30- 18.30<br />

Tickets: 5 full price ticket,<br />

3,50 reduced price ticket,<br />

50% reduction for TCI<br />

members, free entry<br />

for people under 18 and<br />

over 65 years old.<br />

open: everyday 9.30 - 12.30 /<br />

14.30 - 18.30<br />

Internet: www.regione.vda.it<br />

❯ Cavalli in riva al mare,<br />

olio su tela, cm. 50 x 40,<br />

(1962-63)<br />

❯ Autoritratto (2005)<br />

«Il Centro Saint-Bénin di Aosta<br />

– ha dichiarato l’assessore<br />

Laurent Viérin – rinnova<br />

l’appuntamento con l’arte<br />

moderna e contemporanea<br />

con questa iniziativa culturale<br />

di rilievo, che rappresenta<br />

un tassello importante nella<br />

programmazione regionale,<br />

inserendosi in un’offerta coordinata<br />

e integrata volta alla<br />

promozione e valorizzazione<br />

della cultura in tutti i suoi<br />

aspetti. Giorgio de Chirico<br />

ha, infatti, dimostrato quanto<br />

la libertà sia un motore indispensabile<br />

nella ricerca artistica,<br />

che gli ha permesso di<br />

portare la pittura all’attenzione<br />

della storia, affermandone<br />

l’importanza e il ruolo in ambito<br />

internazionale”.<br />

«Centro Saint-Bénin in Aosta – told<br />

assessore Laurent Viérin – hosts<br />

once again a great modern and<br />

contemporary art’s initiative,<br />

related to the whole region’s<br />

program, based on promotion<br />

and appreciation of every kind<br />

of culture and creative work.<br />

Giorgio de Chirico showed us<br />

how freedom is necessary to art’s<br />

research, which lead him to bring<br />

painting to the top of international<br />

art and its history.”.


“Giorgio de Chirico. Il labirinto<br />

di sogni e di idee”<br />

consentirà a tutti i visitatori<br />

di poter ammirare 40 dipinti<br />

a olio, 10 tempere e disegni,<br />

15 grafiche, anche <strong>col</strong>orate<br />

a mano dall’autore. Si tratta<br />

di un’importante selezione<br />

di opere raramente esposte<br />

e provenienti da prestigiose<br />

<strong>col</strong>lezioni private italiane, da<br />

rac<strong>col</strong>te pubbliche, dal “Mart”<br />

di rovereto e dal museo<br />

Casa rodolfo Siviero. Tutte<br />

opere che eccezionalmente,<br />

e per quest’occasione, hanno<br />

abbandonato la loro originaria<br />

<strong>col</strong>locazione per essere<br />

“offerta” al grande pubblico.<br />

❯ I gladiatori<br />

olio su tela (1928)<br />

“Giorgio de Chirico. Il labirinto<br />

di sogni e di idee” will give the<br />

audience the chance to admire 40<br />

oil paintings, 10 temperas paintings<br />

and drawings, 15 graphic pieces,<br />

hand-<strong>col</strong>ored by the author<br />

himself. This great selection of<br />

rarely exposed art works comes<br />

from italian prestigious private<br />

<strong>col</strong>lections, public <strong>col</strong>lections,<br />

rovereto’s “Mart” and “Casa<br />

rodolfo Siviero”’s museum. All<br />

of them left exceptionally their<br />

ubications to be “offered” to more<br />

visitors.<br />

❯ Giorgio De Chirico<br />

diana cacciatrice, olio su tela,<br />

cm. 50 x 40 (1955)<br />

❯ Bagnanti sulla spiaggia<br />

Gadgets, Regali aziendali,<br />

Bomboniere, Ristorazione<br />

Originale<br />

con stile<br />

made in Sicily<br />

Creazioni in porcellana<br />

via G. Borelli, 10 Messina<br />

Tel. 090 710898<br />

mobile: 347 0091544<br />

www.iconaporcellane.it<br />

F. Fulci


74<br />

giu 12<br />

foto<br />

a cura della redazione<br />

Un omaggio alla fotografia in Sicilia con artisti<br />

quali Shobha Battaglia, Giuseppe Leone e Mimì<br />

Mollica. Partirà il 29 giugno e si concluderà il<br />

primo luglio, la prima edizione del “ragusa foto<br />

festival”. La rassegna sarà dedicata a Enzo Sellerio, fotografo<br />

ed editore, e vedrà artisti di fama internazionale esporre i<br />

propri scatti e confrontarsi sulla fotografia. In “campo” al<br />

foto festival ci saranno personaggi come Shobha Battaglia,<br />

Tano D’Amico, Giovanni Chiaramonte, Fausto Giaccone,<br />

Mimì Mollica, Gianni Cipriano, Alfredo D’Amato, Giuseppe<br />

Leone. A ideare la manifestazione, realizzata dall’associazione<br />

“Antiruggine”, è stata Stefania Paxhia.<br />

La direzione artistica è stata invece affidata a Maurizio<br />

Garofalo. Le mostre saranno ospitate a palazzo zacco, in<br />

via San vito, a palazzo Garofalo in corso Italia, a palazzo<br />

Cosentini in via Capitano B<strong>occhi</strong>eri, nella chiesa di San<br />

ph. giuseppe leone<br />

Un festival nel segno<br />

di SELLErIo<br />

A ragUSa UN oMAGGIo ALLA FoToGrAFIA IN SICILIA, oSPITATo<br />

IN “PErLE” DELL’UNESCo, CoN ArTISTI DI FAMA INTErNAzIoNALE<br />

vincenzo Ferreri, in via dei Normanni, alla sala Falcone<br />

Borsellino di piaza Pola e all’ex convento di Santa Teresa<br />

in via Orfanotrofio. Tutti luoghi considerati patrimonio<br />

mondiale dell’Unesco.<br />

Il festival, oltre a mettere a confronto le carriere e le ricerche<br />

di grandi artisti ma anche delle speranze della fotografia<br />

siciliana e non solo, darà a tutti gli appassionati la possibilità<br />

di dialogare e dibattere con autori, critici e photo editor<br />

in una serie di manifestazioni gratuite. A disposizione dei<br />

partecipanti ci saranno figure come Emilio D’Itri, direttore<br />

Officine fotografiche di Roma e del Festival “Fotoleggendo”<br />

di roma, Mario Dondero, fotografo, Tiziana Faraoni, photo<br />

editor (l’Espresso), roberto Mutti, docente e critico della<br />

fotografia (La Repubblica), Maurizio Garofalo, Art director<br />

e photo editor, Umberto Agnello, fotografo. Le esposizioni<br />

saranno aperte al pubblico per tutto il mese di luglio.


ph. Shobha<br />

ph. Alfredo d’Amato<br />

ph. gianni Cipriano<br />

ph. Mimì Mollica<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

www.ragusafotofestival.com<br />

indirizzo email info@ragusafotofestival.it<br />

contatto telefonico cell. 320 2176543<br />

75<br />

giu 12


in english<br />

viaggi<br />

di Girolamo Mangano<br />

Con gli <strong>occhi</strong><br />

di SHIzUko<br />

Questa è la storia di una donna giapponese<br />

che conduce i connazionali alla scoperta<br />

delle bellezze della Sicilia<br />

In una terrazza sulla <strong>col</strong>lina di Letojanni, a tre spanne<br />

a sud di Taormina, c’è una scheggia di Giappone incastrata<br />

in uno degli angoli più belli di Sicilia. C’è una<br />

gentile donna giapponese; bruna manco a dirlo, alta, con le<br />

sue abitudini, le sua lingua, la sua televisione, i suoi gadget<br />

elettronici, le sue gattine, Titti e Quick. Shizuko è il suo<br />

nome, la stessa donna giapponese che in una fetta di cuore<br />

è certamente siciliana. Ed è qui in Sicilia, a Letojanni, che<br />

il destino e la vita di tutti i giorni hanno scritto e stanno<br />

scrivendo una gentile storia d’amore. Tra un taorminese<br />

purosangue, Cesare, e una donna dell’altro mondo. E, di<br />

mezzo, i sette mari. Partendo dall’Isola Bella di fronte a<br />

Taormina, per finire ai mari giapponesi dall’altra parte del<br />

globo. L’altro lato della storia - più cronaca che romanzo -<br />

With Shizuko’s eyes<br />

The story of a Japanese woman who leads her<br />

fellow countrymen to discover Sicily’s wonders.<br />

By Girolamo Mangano<br />

On a balcony on a hill in Letojanni, near Taormina,<br />

there’s a fragment of Japan, embedded in one of the<br />

most amazing corners in Sicily. There’s a kind Japanese<br />

woman, black hair, obviously, tall, with her habits, her<br />

language, her television, her electronic gadgets, her cats,<br />

named Titti and Quick. Shizuko is her name, the Japanese<br />

woman who definetely has a sicilian slice in her<br />

heart. And here in Letojanni, Sicily, is where fate and<br />

everyday life wrote and are still writing a kind love story.<br />

Between a born and raised in Taormina guy and a woman<br />

from another world. And in between are the seven<br />

76<br />

giu 12<br />

seas. Moving from Isola Bella, in front of Taormina to<br />

the Japanese seas on the other side of the world. The<br />

other side of the story- which is more a report than a<br />

novel- is about a woman who decided to be herself, with<br />

her tradition, but to make them join a very different<br />

land, warm and filled with human relationships. Let’s<br />

get to know her.<br />

Shizuko Hara is the woman from our story. She was<br />

born in Tokyo, in the city, in 1962. And now, after eleven<br />

years of life, journeys, studies and meetings and hotels,<br />

seas, markets, roads, she found her place to be near<br />

Etna and she knows well Sicily, its history and its people.<br />

Almost every week, whatever the weather’s like, in<br />

summer or winter, she joins the japanese people who<br />

land on this side of the Stretto. She leads and teaches<br />

them- among seas, greek ruins and the big volcano-<br />

about reality, food, habits, vices and virtues and qualities<br />

of sicilian people. And keeping picturing and presenting<br />

she ended up making Sicily hers. Her journey to Italy<br />

è quella di una donna che ha deciso di rimanere se stessa,<br />

con le sue tradizioni, ma di farle convivere con una terra<br />

così diversa, pittoresca, calda, sapida di rapporti umani. Conosciamola.<br />

È Shizuko Hara la donna della nostra storia.<br />

È nata a Tokyo, proprio a Tokyo, nel 1962. E oggi - dopo<br />

undici anni di vita e viaggi e studi e incontri e hotels, mari,<br />

mercati, strade - ha trovato il suo posto sul mare a lato<br />

dell’Etna, ed é una grande conoscitrice della Sicilia, della<br />

sua storia e della sua gente.<br />

ogni settimana, quasi - con ogni tempo possiamo dire -<br />

estate e inverno, accompagna i giapponesi che si avventurano<br />

al di qua dello Stretto. Li guida, li istruisce - tra mari e<br />

rovine greche e il grande vulcano - su realtà, cibi, abitudini,<br />

vizi, virtù e qualità dei siciliani.<br />

and Sicily started many years ago in Tokyo, in the office<br />

of Banca Commerciale Italia where she used to work.<br />

“My boss- she says ironic and moved-was the one who<br />

told me I was already italian, somehow. And that was<br />

because I used to move my hands while talking, helping<br />

my words, like you do.”. After that job came the travels.<br />

It was the turning point for Shizuko. Travelling becomes<br />

her everyday life, she becomes a travel courier for “Nippon<br />

Travel Agency”. Groups of Japanese people, curious,<br />

smiling with a camera built in their fingers to guide and<br />

teach in Palermo, Etna, Selinunte, Noto, Mozia, cathedrals<br />

and markets.And restaurants. “But they’re not only<br />

tourists: they’re business men, some of them sell food – i<br />

even met vendors of dry tomatoes”. Japanese people<br />

love Sicilian cooking- beside opera and Italian fashion<br />

firmas. “Above all, they prefer two things in Trinacria’s<br />

menu: spaghetti and sea-urchins on a side. Mixing both<br />

is better: spaghetti with sea-urchins.” says Shizuko with<br />

a blink of an eye. Japanese people are curious with food


E<br />

a forza di illustrare e presentare, ha finito per introiettarla,<br />

questa Sicilia - per farla diventare sua. È a<br />

Tokyo - nell’ufficio della Banca Commerciale Italia,<br />

dove lavorava tanti anni fa - che si iniziò il suo viaggio verso<br />

l’Italia e la Sicilia.<br />

“Fu il direttore della filiale - dice ironica e commossa - a<br />

spiegarmi che in un certo senso ero già un poco italiana.<br />

E ciò perché parlando mi aiutavo con le mani, gesti<strong>col</strong>avo,<br />

un po’ come fate voi. Accompagnavo le parole con i gesti”.<br />

Dopo la banca, vennero i viaggi. Per Shizuko, svolta nella<br />

vita. Il viaggio diventa la filigrana dei suoi giorni, diventando<br />

accompagnatrice turistica della “Nippon Travel Agency”.<br />

Gruppi di giapponesi curiosi, sorridenti, con il clic fotografico<br />

incorporato, da guidare e istruire tra Palermo, Etna,<br />

Selinunte, Noto, Mozia, Cattedrali e mercati. E ristoranti.<br />

“Ma non sono solo turisti i viaggiatori dal Sol Levante:<br />

sono commercianti, mercanti di cibi - ho anche conosciuto<br />

mercanti di pomodori secchi”. Già, la cucina: i giapponesi<br />

adorano - con l’opera e le firme della moda italiane - anche<br />

la cucina siciliana: “In cima a tutto, due preferenze dal<br />

menù della Trinacria: spaghetti da una parte e ricci dall’altra.<br />

Meglio i due sommati: spaghetti ai ricci”, dice ammiccando<br />

Shizuko. I giapponesi a tavola sono curiosi di tutto,<br />

ma la via maestra è quella del mare, del pesce - meglio se<br />

crudo”. E qui la Sicilia va alla grande, visto che per il Sol<br />

Levante - si sa - tonni e spada del Mediterraneo costituiscono<br />

la prima scelta mondiale (con i relativi problemi di<br />

pesche eccessive e abusive, ma non è qui il caso di approfondire).<br />

Il giapponese ama il vino e non ha preferenze se<br />

esso sia un bianco secco o un Nero d’Avola. I giapponesi<br />

sono curiosi, e non solo davanti alla Cattedrale di Palermo.<br />

Sono avidi di dettagli, as<strong>col</strong>tano con attenzione Shizuko<br />

che racconta loro come si svolge la vita di questi singolari<br />

amabili e pittoreschi isolani, dei loro cibi, dei loro rapporti,<br />

dei loro gesti.<br />

E loro così appartatati, as<strong>col</strong>tano il racconto, la cronaca<br />

but above all they love fish, better if raw.” And Sicily’s<br />

brilliant with that, since East choses Mediterranean<br />

tuna fishes and swordfishes more than anything else (it<br />

causes many issues about illegal fishing, but that’s not<br />

what we’re talking about). A Japanese guy loves wine<br />

whether it’s white, red or Nero d’Avola. Japanese people<br />

are curious, and not only in front of Palermo’s Cathedral.<br />

They’re hungry for details, they listen closely to Shizuko,<br />

telling them about everyday life of people in the island<br />

and their food, relationships and gestures.<br />

And they listen to her stories, sicilian reports read by<br />

Shizuko. She explains: “the approach of sicilian people,<br />

concerns food very often, it’s one of the treasures of<br />

the island. Then the speech goes where it has to go. But<br />

often, all those words in the bar, at the market, from a<br />

balcony to the next start from there, the dishes and the<br />

recipes: what you ate, who ate with you, where. In Tokyo,<br />

the first verbal contact with somebody is the weather.<br />

People are shy, talking about the weather means respec-<br />

ting the other person before getting to the real topic. In<br />

Osaka, for example, the talk starts with the money: how<br />

much does it cost? How much did that one cost?”<br />

But let’s talk about this, why did Shizuko choose to stay<br />

here? It’s the air in Sicily, what was determinant in our<br />

curious and receptive Japanese tourist’s travel courier’s<br />

choice. The woman, who founded her life on a bet on<br />

love, founds our air pure, perfumed and natural. And<br />

she also stayed for work and for the memory of love.<br />

Cesare’s love is entire and intact- says Shizuko – like<br />

the air and the sky on this island. “ Over all, besides the<br />

problems of Sicily, besides “sicilianity”, that sometimes<br />

becomes an issue, i breathe an air and an atmosphere<br />

which make me feel free and still like I belong to this<br />

place and this community. Even if the pain remains in<br />

Sicily. Here we can still live like human beings, thanks<br />

to people and nature. I see it in a positive way, despite<br />

many things do stress me: every country has them. In<br />

Taormina everybody knows me. In Japan it’s different,<br />

siciliana letta da Shizuko. Spiega: “l’approccio dei siciliani,<br />

al primo contatto, riguarda spesso il cibo, uno dei tesori,<br />

dei patrimoni. Poi il discorso va dove deve andare. Ma<br />

spesso tutte quelle parole al bar, al mercato, da un balcone<br />

all’altro partono da lì, i piatti, le delizie della tavola: che hai<br />

mangiato, con chi, dove. A Tokyo, il primo contatto verbale,<br />

le prime parole di ogni incontro riguardano il meteo, il<br />

tempo che fa. È gente riservata, parlare del tempo è un<br />

po’ rispettare l’altro, per arrivare poi al vero argomento. A<br />

osaka, ad esempio, il discorso vira subito sui soldi: quanto<br />

costa questo, quanto costava quell’altro?”<br />

Ma veniamo ai perché di Shizuko, perché ha voluto rimanere<br />

quaggiù? È l’aria, l’aria di Sicilia, determinante nella<br />

scelta di vita della nostra accompagnatrice di curiosi e<br />

bendisposti turisti giapponesi. La donna, che ha fondato la<br />

sua vita su una scommessa d’amore, trova l’aria di Sicilia<br />

pura, profumata e naturale. E poi è rimasta per il lavoro e<br />

per la memoria dell’amore. E quello di Cesare è intatto,<br />

integro - dice Shizuko - come è intatta l’aria, il cielo di<br />

questa isola. “Al di là di tutto, oltre i problemi di questa<br />

Sicilia, oltre la “sicilianità” che a volte costituisce un problema,<br />

respiro un’aria, un’atmosfera che mi fa sentire insieme<br />

libera e facente parte di un luogo, di una comunità. Anche<br />

in presenza delle spine di Sicilia - che rimangono. Qui possiamo<br />

vivere ancora umanamente, grazie all’ambiente e<br />

anche alla gente. Lo vedo molto positivo, il quadro, anche<br />

se tanti aspetti mi stressano: ogni Paese ne ha. A Taormina<br />

tutti mi conoscono. In Giappone è diverso, oggi. Tanti si<br />

sentono molto soli. Qui non ti fanno mai sentire sola, non<br />

vogliono lasciarti solo, e anche gli italiani in generale. A<br />

volte desidero stare appartata a dire il vero, qualche volta<br />

possono stancarti”.<br />

Shizuko a volte ha bisogno nella sua casa, sulla terrazza. Siciliana<br />

la casa, le gatte - Titti marroncina e Quick bianca e<br />

grigia - e siciliana anche la migliore amica, Ivana, moglie del<br />

fratello di latte di Cesare. E poi tanti conoscenti.<br />

nowadays. Many people feel alone. Here you can never<br />

feel alone, they would never let you feel alone, Italian<br />

people don’t. Sometimes I want to stay on my own, sometimes<br />

it makes you feel tired”. Shizuko sometimes<br />

needs her home, on the balcony. The house is sicilian,<br />

the cats – the brown one, Titti and the white and grey<br />

Quick are sicilian- and also her best friend Ivana, Cesare’s<br />

brother’s wife. And many acquaintances. But sometimes<br />

loneliness is a friend, mate of meditation and<br />

serenity. Maybe she’s closer to her Cesare and the love<br />

at first sight that changed her life and her Japan, near<br />

and so far. The country she never forgot or neglect. A<br />

country that changes but with traditions and very strong<br />

rules. A country between Buddhism and Shintoism, West<br />

for some passions, like opera music, Ferrari and Italian<br />

signed foulards and its past.<br />

Shizuko complains about Sicily the most the permanent<br />

tentation of rescheduling. The attempt to delay. That habit<br />

is the main reason of anger for her.<br />

77<br />

giu 12


in english<br />

Ma la solitudine a volte è amica, compagna di<br />

meditazione, di serenità. Forse così è più vicina<br />

al suo Cesare e a quel <strong>col</strong>po di fulmine che le<br />

cambiò la vita, e al suo Giappone, vicino e lontano. Paese<br />

natale che non ha dimenticato, né trascurato. Un Paese<br />

che cambia anche lui, ma con tradizioni, e anche regole<br />

forti, fortissime. Un Paese tra Buddismo e Scintoismo,<br />

tra occidente per certe passioni come la musica classica<br />

occidentale, le Ferrari e foulard con firma italiana e il proprio<br />

passato. Shizuko lamenta della Sicilia, soprattutto, la<br />

perenne tentazione del rinvio. Il tentativo di dilazionare.<br />

Tale indolente abitudine è per lei la madre di tante furie.<br />

Un problema che si concentra sugli artigiani: “Se e quando<br />

ho bisogno dell’elettricista, del muratore, dell’idraulico,<br />

ho diffi<strong>col</strong>tà. Quello diventa un momento dolente della<br />

vita. Perché? Alzo il telefono, chiamo l’idraulico, la risposta<br />

è sempre unica, senza eccezioni: ‘ora vedremo, richiamo<br />

io la prossima settimana’. Quella telefonata non arriverà,<br />

non arriverà mai, o quasi. Sarò io che dovrò telefonare per<br />

chiamare l’affannato artigiano e richiedere un appuntamento.<br />

E mi dirà ancora che verrà in una imprecisata mattinata,<br />

nel pomeriggio, nei prossimi giorni. Mentre ciascuno<br />

di noi ha i suoi impegni; io sono una donna che lavora, con<br />

mille cose da fare. Devo sapere come e quando. Ecco la<br />

sicilianità che non mi va”. Più italiana o più giapponese? Shizuko<br />

risponde con calma brillante: “cambio anche io, sai?<br />

Dopo Cesare cucinavo più italiano, cucinavo come lui mi<br />

insegnò. Poi venne mia mamma qui, recentemente. Si fermò<br />

un po’. Allora ho imparato ad adattare i cibi del nostro<br />

A<br />

problem, concerning artisans especially : “Whenever I<br />

need an electrician, a builder, a plumber, I have troubles.<br />

That becomes an hard time of my life. Why?<br />

I call the plumber and I always get the same answer ‘ We’ll see.<br />

I’ll call you next week.That phone call is never gonna arrive.<br />

I will have to call the tired craftsman and ask for an appointment.<br />

And he’s still gonna tell me he’s gonna come one morning,<br />

probably. Everyone has things to do, I am a worker, and<br />

got lots to do. I need to know how and when it’s gonna happen.<br />

That’s the sicilianity I can’t stand.”. More Italian or Japanese?<br />

Shizuko quietly answers: “I change too, you know? After Cesare<br />

I used to cook more Italian style, like he taught me to. Then my<br />

mother came here and stayed for a while. So I learned how to<br />

mix Japanese and sicilian food. They’re good: I find everything in<br />

a nice oriental shop in Catania, with many biological products.<br />

I didn’t mind the idea of letting my mom stay for a while, but<br />

it’s not possible.<br />

For the food, the loneliness she would be forced to when I have<br />

to work. And healthiness: it’s not easy to go to the doctor, being<br />

78<br />

giu 12<br />

viaggi<br />

oriente a quelli siciliani. vengono bene: trovo tutto in un<br />

bel negozio con cose orientali a Catania, con tanti cibi bio.<br />

Non mi dispiaceva l’idea di far rimanere qui la mamma,<br />

ma è impossibile. Per il cibo, per la solitudine a cui sarebbe<br />

costretta quando io manco per lavoro. E poi la salute: è un<br />

problema andar dal medico e non poter spiegare il proprio<br />

malanno”.<br />

Una guida turistica tutta parti<strong>col</strong>are, singolare, appassionata<br />

della Terra: “Amo mostrare più la gente, le sue abitudini,<br />

la terra con i suoi frutti, più che i classici monumenti - dice<br />

Shizuko - desidero introdurre i giapponesi in una atmosfera:<br />

parlo delle abitudini, dei modi che vi ho detto poco<br />

fa. E la musica: in viaggio faccio as<strong>col</strong>tare spesso la <strong>col</strong>onna<br />

sonora di “Nuovo Cinema Paradiso”. E amo sentire tutta<br />

la forza della natura, l’Etna e i suoi crateri, ci fanno sentire<br />

quanto siamo pic<strong>col</strong>ini”. Shizuko ritorna al lavoro con il<br />

suo laptop. Prepara escursioni. “Devi essere sempre aggiornato<br />

se vuoi lavorare con i giapponesi”, dice, di fronte<br />

al mare. È così, guardando il blu, che si sente ancora vicina<br />

al suo Cesare. Che avrebbe voluto essere sepolto in mare.<br />

E Shizuko aspetta il giorno in cui la legge lo permetterà.<br />

Intanto è pronta per il prossimo giro. Con la musica di un<br />

film che ha commosso mezzo mondo. Anche una giapponesina<br />

incavolata con gli elettricisti siciliani.<br />

unable to explain the symptoms”. A unique tour courier, passionate<br />

for Earth: “ I love showing more people, its habits, the earth<br />

and its fruits than the ancient monuments- says Shizuko – I<br />

want to show Japanese people an ambient: I talk about habits,<br />

like I told you before.<br />

And about music: during the trips I often make people listen to<br />

“Nuovo Cinema Paradiso”’s soundtrack. And I love to feel the<br />

strength of nature, Etna and its craters make us realize how<br />

little we are.”. Shizuko comes back to work with her laptop. She<br />

plans trips “You have to be constantly updated if you wanna<br />

work with Japanese people” says, in front of the sea.<br />

Looking at the sea, that’s how she feels still close to her Cesare.<br />

She would have bury him in the sea. Shizuko waits for the day<br />

law will allow that.<br />

In the meanwhile she’s ride for her next tour. With music from<br />

a movie that moved men and women all over the world. Even a<br />

Japanese girl who gets mad with Sicilian electricians.<br />

Indirizzo web della accompagnatrice turistica<br />

Shizuko Hara giapponese:<br />

http://www.shizukohara.com<br />

e-mail: info@shizukohara.com<br />

Contact Shizuko Hara:<br />

http://www.shizukohara.com<br />

e-mail: info@shizukohara.com


80<br />

giu 12<br />

io c’ero<br />

di Roberto Gueli e Francesco Lamiani<br />

foto di Salvo Militello<br />

Come ti creo<br />

gli AMBASCIAToRI<br />

L’ASSoCIAzIoNE DIPLoMATICI PorTA oGNI ANNo<br />

MIGLIAIA DI rAGAzzI NELLA SEDE DELLE NAzIoNI UNITE<br />

Questa è una storia siculo-americana.<br />

Una storia vera che annulla il paradigma<br />

tutto cinematografico dei film sulla mafia<br />

o delle storie di emigrazione di fine<br />

ottocento. Questa è la storia<br />

di un gruppo di ragazzi che nel 1998,<br />

in un albergo di New York, capirono<br />

che si poteva cambiare il mondo<br />

È<br />

l’avventura di “Diplomatici”, un’associazione che<br />

ogni anno insegna a più di mille studenti a diventare<br />

ambasciatori e lo fa nella culla della diplomazia<br />

mondiale: il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite.<br />

Dal 1999 “Diplomatici” partecipa alle simulazioni di processi<br />

diplomatici che si svolgono all’onu rivolte ai ragazzi delle<br />

scuole superiori e agli universitari. All’inizio erano solo<br />

quaranta studenti siciliani che sognavano l’America. Poi sono<br />

arrivati i premi e i riconoscimenti e, per alcuni di loro, anche<br />

un posto di lavoro vero e proprio come diplomatico.<br />

“Tutto è cominciato per caso – ricorda Claudio Corbino,<br />

presidente e anima di “Diplomatici” - un nostro amico, in<br />

vacanza <strong>negli</strong> Stati Uniti, notò nell’albero dove alloggiava<br />

centinaia di ragazzi...e ragazze.


Si trattava di Nmun, la simulazione di processi<br />

diplomatici organizzata da Un Fundation, si informò<br />

come fare a partecipare e l’anno dopo l’università<br />

di Catania fu il primo ateneo italiano a prendere<br />

parte all’evento. Eravamo in 40, oggi portiamo a New York<br />

migliaia di persone. Esperienza di livello se consideriamo<br />

lo spessore dei ragazzi ed il grado di preparazione dei<br />

docenti”.<br />

In questi 12 anni l’avventura, infatti, si è trasformata in un<br />

progetto che ha valicato le Alpi e che ha come cuore<br />

pulsante proprio la Sicilia. “Abbiamo aperto sedi in tutta<br />

l’Italia e abbiamo contatti in vari Paesi d’Europa e del resto<br />

del mondo – spiega Corbino – ciò che ci ha permesso di<br />

affermarci è il metodo di preparazione alle simulazioni di<br />

processi diplomatici”.<br />

Prima della settimana da delegati all’onu i ragazzi delle scuole<br />

e gli universitari si sottopongono ad un training intensissimo<br />

che li catapulta direttamente nel mondo delle relazioni<br />

diplomatiche: si parla solo in inglese, vengono approfondite<br />

le dinamiche dei Paesi che si vanno a rappresentare, si<br />

studiano i metodi di relazione che si tengono durante le<br />

vere sessioni.<br />

In questi anni “Diplomatici” ha formato migliaia di studenti,<br />

così nel 2012 è stato deciso di compiere il passo avanti:<br />

Change The World. “È la prima simulazione organizzata da<br />

un ente non americano, la prima a non essere direttamente<br />

<strong>col</strong>legata alle Nazioni Unite, la prima quindi che arriva da<br />

quanti hanno vissuto l’esperienza Diplomatici”, dice ancora<br />

Claudio Corbino.<br />

Lo scorso aprile a New York, al Palazzo di vetro, c’erano<br />

oltre mille studenti provenienti da Europa (Italia, Spagna,<br />

regno Unito, Svizzera, Francia, Germania, Ungheria, Polonia,<br />

Slovenia, Austria, Albania, russia), America (Usa, Brasile,<br />

Messico, Argentina), Asia (Pakistan, India, Cina) e Africa<br />

(Nigeria, Kenya, Ghana, Etiopia, Algeria) tutti a ‘giocare’<br />

con i destini del mondo. “La differenza fra Change the<br />

World e altre simulazioni – aggiunge Corbino - è proprio la<br />

partecipazione interiore che ciascun delegato può fornire<br />

alla squadra-nazione che rappresentata e quindi, nel grande<br />

gioco della diplomazia che si svolge alle Nazioni Unite,<br />

trasferire questa sua intenzione al resto del mondo”.<br />

Se le simulazioni tradizionali offrono una valida ma rigida<br />

applicazione di ciò che realmente accade all’onu, Change<br />

the World va oltre, a metà fra buoni propositi e desiderata,<br />

offre la visione di ciò che potrebbe essere il nostro pianeta,<br />

quindi la nostra società globale mediante gli attori di domani:<br />

i ragazzi.<br />

Intanto si scaldano i motori per l’edizione 2013.<br />

“Diplomatici” è già in azione e sono in cantiere le aperture<br />

di altre sedi in varie città d’Italia ed Europa: Londra, Berlino,<br />

Firenze, Torino. Tutto si basa sull’idea che i ragazzi possano<br />

proseguire la propria esperienza in associazione attraverso<br />

il coinvolgimento diretto nello sviluppo. Il percorso<br />

diventa cosi lavorativo e i ragazzi, adesso, ci credono.<br />

Il Change the World 2013 si svolgerà a New York dal 17 al<br />

25 marzo prossimi, ma sarà caratterizzato da un’importante<br />

novità: tutti i partecipanti, italiani e stranieri, si ritroveranno<br />

due giorni prima a roma dove, presso la Fao, daranno inizio<br />

all’attività di simulazione oNU che si concluderà appunto<br />

nella Grande Mela. Le iscrizioni al progetto si apriranno<br />

da settembre, sul sito diplomatici.it e si chiuderanno il 30<br />

novembre.<br />

Sono previsti oltre 1500 partecipanti provenienti da tutte<br />

le parti del mondo: ragazzi che credono davvero di potere<br />

cambiare le cose. E, forse, questa convinzione rappresenta<br />

davvero l’inizio del cambiamento.<br />

81<br />

giu 12


82<br />

giu 12<br />

giovani<br />

di Cinzia Ficco www.tipitosti.com<br />

Il gIoCo<br />

della “manna”<br />

Beppe Cassataro ha rac<strong>col</strong>to i segreti del nonno<br />

e ora guida un’impresa che esporta in tutto il mondo<br />

La manna per i siciliani non scende dal cielo.<br />

Da qualche anno sta arrivando dal lavoro<br />

faticoso di Giuseppe, detto Beppe,<br />

Cassataro che, del frutto del frassino,<br />

segue la rac<strong>col</strong>ta, la trasformazione e persino<br />

la distribuzione. Lo fa con i genitori e i due<br />

fratelli, da quando, qualche anno fa,<br />

dopo la laurea in Economia e Commercio<br />

a Palermo e una specializzazione triennale<br />

a Parma in Sviluppo locale,<br />

ha deciso di darsi all’agri<strong>col</strong>tura.<br />

Nato a Cefalù, ventotto anni fa, Beppe ha sempre amato<br />

la vita in campagna. “Tutto è nato per gioco. Comunque,<br />

l’amore – spiega – me l’ha trasmesso mio nonno Antonio, a<br />

cui, sei anni fa, chiesi di svelarmi i segreti della rac<strong>col</strong>ta della<br />

manna. Avevo capito che il mercato di questo frutto, di cui,<br />

secondo la Torah, si cibò il popolo d’Israele, camminando<br />

per 40 anni nel deserto dopo l’uscita e la liberazione dalla<br />

schiavitù in Egitto, ha enormi potenzialità. In pratica, nel<br />

mondo non abbiamo concorrenti, perché la manna nasce<br />

solo qui tra Castelbuono e Pollina, in provincia di Palermo.<br />

Merito di un clima parti<strong>col</strong>are: un caldo secco, associato ad<br />

un venticello, che rinfresca le nostre estati e alleggerisce la<br />

fatica nei campi, Sì, perché è proprio nel periodo tra luglio e<br />

settembre che raccogliamo la manna, sotto un <strong>sole</strong> cocente<br />

e ad una temperatura che sfiora i 38 – 40 gradi”.


Per questo dice che il lavoro è stressante?<br />

“Certo – replica il giovane – e qui siamo solo noi cinque a<br />

farlo. Per giunta la rac<strong>col</strong>ta è una fase piuttosto delicata”.<br />

Ma chi sono i clienti?<br />

“Prima – fa sapere Beppe – c’erano le industrie farmaceutiche,<br />

che hanno cominciato a ridurre le loro richieste, da quando<br />

hanno scoperto che la mannite si può produrre anche in<br />

modo sintetico. Quaranta anni fa, quando c’erano solo<br />

loro a richiederla, operavano 1600 produttori. Ora siamo<br />

in 20 e i clienti, per fortuna in aumento, sono soprattutto i<br />

privati che, rifiutando la medicina tradizionale, preferiscono<br />

curarsi con la manna. Questa, infatti, ha tante proprietà.<br />

Prima fra tutte quella di regolarizzare l’intestino. E’ un ottimo<br />

digestivo, un lassativo, che non crea assuefazione e non ha<br />

controindicazioni, a differenza di altri prodotti. La manna, poi,<br />

è consigliata ai diabetici, perché non altera il livello glicemico<br />

del sangue. Ed è anche utile a levigare la pelle, ridurre le rughe.<br />

Un buon rinfrescante. Quindi della manna si può fare un uso<br />

terapeutico, ma anche cosmetico e si sta sperimentando<br />

da qualche anno l’ impiego nell’industria dolciaria. ottimi<br />

sono i mannetti, panettoni alla manna e le torte a base di<br />

cioc<strong>col</strong>ata e manna, o i liquori alla manna”. oggi i Cassataro,<br />

che vendono il prodotto puro, ma anche quello lavorato,<br />

esportano in Germania, Francia. Però, sognano di sbarcare<br />

<strong>negli</strong> Stati Uniti.<br />

Ma quanto ha investito?<br />

“Guardi – risponde – per il momento non molto. L’azienda è<br />

familiare e una mano ce la dà l’università di Parma. oggi i nostri<br />

prodotti vengono fatti anche da laboratori in Emilia romagna.<br />

Ma da qui ad un anno puntiamo a realizzare un laboratorio<br />

a Pollina per produrre e trasformare direttamente in Sicilia.<br />

La ricchezza rimarrebbe nella nostra regione. Abbiamo<br />

presentato un progetto per accedere a finanziamenti<br />

europei. Questo ci consentirà di soddisfare la domanda<br />

sempre più crescente di prodotto naturale. Se oggi produco<br />

200 chilogrammi di cannolo (prodotto naturale), il progetto<br />

finanziato ci consentirebbe di soddisfare una richiesta che<br />

viaggia sui 600 chilogrammi. E, di conseguenza, anche di creare<br />

occupazione. Quest’anno assumeremo quattro, forse cinque,<br />

unità. E ne cercheremo altre. vorrei trasformare il sogno della<br />

mia famiglia in un progetto di sviluppo locale. In cambio agli<br />

assunti offro la possibilità di diventare imprenditori di un<br />

mercato in continua crescita.<br />

La concorrenza non mi spaventa. Meglio essere tanti, quando<br />

la domanda aumenta di continuo.<br />

Certo, questa è un’attività che richiede pazienza e, a volte<br />

stanca. Io, per esempio, che lavoro per dieci ore ogni giorno in<br />

primavera e in estate, anche perché gestisco la trasformazione,<br />

il confezionamento e la vendita, mi stanco e mi stresso molto<br />

durante la rac<strong>col</strong>ta. In quella fase basta una pioggerellina o un<br />

po’ di nebbia per rischiare di perdere tutto. Si tratta di un<br />

mestiere che richiede una fase lunga di apprendimento.<br />

E’ importante imparare a capire quando la pianta è matura.<br />

Bisogna entrare in simbiosi e comprendere, per esempio, che<br />

il frutto va staccato solo quando le foglie non sono troppo<br />

verdi, ma un po’ flosce. A quel punto serve aspettare che la<br />

linfa, fuoriuscita dopo le incisioni della pianta, si attorcigli a fili<br />

di nylon, tanto simili a stalattiti. Il lavoro, assicuro, è stressante,<br />

ma riserva anche momenti quasi magici”.<br />

Quanto si sente tosto?<br />

“Beh – sorride – per affrontare queste sfide e in un territorio<br />

come questo, devi esserlo e tanto. Anche se l’ho detto molte<br />

volte. Ho avuto un grande aiuto dall’attuale amministrazione<br />

comunale. Il sindaco, <strong>Mag</strong>da Culotta, 25 anni, organizzando<br />

il Festival Sette soli, Sette lune, oltre a continui gemellaggi,<br />

ha permesso che il mio prodotto fosse conosciuto nel<br />

Mediterraneo. La manna ora è molto richiesta in Spagna e<br />

Portogallo. Insomma, è tosta pure lei, che non si stanca di<br />

fare marketing territoriale. Tanti tipi tosti faranno crescere la<br />

nostra terra. Ne sono sicuro”.<br />

SICILIA E PASSIoNI CoN TorregroSSa<br />

giuseppina Torregrossa è nata a Palermo, si è laureata in<br />

Medicina a roma e si è specializzata in gine<strong>col</strong>ogia e ostetricia,<br />

ha conseguito un dottorato in perinatologia e lavora<br />

a roma. Ha ricoperto diverse cariche in associazioni come<br />

l’Alts (Associazione per la lotta ai tumori al seno), l’AIDM<br />

(Associazione italiana donne medico), la commissione<br />

nazionale per le pari opportunità, e ha <strong>col</strong>laborato con<br />

quotidiani e riviste con arti<strong>col</strong>i di divulgazione scientifica.<br />

Ma ha scritto anche storie di vita vissuta. Ha raggiunto il successo con<br />

il romanzo “Il conto delle minne” e il suo ultimo lavoro è “Panza e<br />

prisenza”, incentrato sulle passioni femminili, il sesso<br />

e la cucina, tra indagini e seduzione. “Manna e miele,<br />

ferro e fuoco” del 2011, racconta la storia di Romilda<br />

Gelardi, una bambina speciale, capace di stabilire un<br />

dialogo istintivo con cose e persone. Tanto che suo<br />

padre Alfonso si rende conto che, di tutti i figli, solo<br />

romilda ha le capacità per ereditare i segreti del suo<br />

mestiere. Alfonso è un mannaluoro: uno dei pochissimi<br />

depositari dell’arte di estrarre dai frassini la manna,<br />

sostanza dalle mira<strong>col</strong>ose virtù nutritive e curative. romilda cresce<br />

così tra gli insegnamenti della madre e quelli del padre. Ma è destinata<br />

a incontrare presto la violenza del ferro e la prepotenza del fuoco: don<br />

Francesco, barone di ventimiglia, la chiede in sposa ancora bambina.<br />

Seguirlo significherà lasciare il bosco, conoscere le durezze di una vita,<br />

più agiata ma priva di autenticità, in cui anche l’esperienza della maternità<br />

può finire per espropriare una donna di se stessa. Giuseppina Torregrossa<br />

racconta una Sicilia nobile feroce, terra di pazzi e sognatori,<br />

ma anche di una donna alla ricerca della propria libertà.<br />

83<br />

giu 12


x-mag<br />

a cura della redazione<br />

L’idea vincente<br />

di D’Arrigo<br />

Messinese di nascita<br />

e Milanese d’adozione,<br />

è l’uomo che ha creduto<br />

in California Bakery<br />

> Fabio D’Arrigo e Caroline Denti<br />

84<br />

giu 12<br />

Siciliano di nascita e milanese d’adozione,<br />

Marco D’Arrigo è l’uomo che ha creduto<br />

nel progetto di sviluppo di California<br />

Bakery, la prima caffetteria American style di<br />

Milano, che ha fatto conoscere alla città i piatti<br />

dolci e salati della tradizione Americana.<br />

“Ho voluto scommettere su California Bakery –<br />

racconta D’Arrigo - perché il mio intuito mi diceva<br />

che sarebbe stata un’idea vincente. In azienda mi<br />

sentivo in gabbia e allora come adesso mi piace<br />

sfidarmi facendo cose che nessuno farebbe mai,<br />

come lasciare un posto fisso in una multinazionale<br />

per lanciare un’idea nuova”. Marco D’Arrigo<br />

rispecchia alla perfezione l’idea di un uomo<br />

dinamico, consapevole delle proprie possibilità e<br />

disposto a rischiare. Dopo una laurea in Economia<br />

e Commercio ottenuta alla prestigiosa Luiss di<br />

Roma con 110 e lode, approda a New York per<br />

uno stage in Benetton nell’area marketing e poi a<br />

Bruxelles in Comunità Europea.


MILANo<br />

lo Store di Piazza Sant’Eustorgio<br />

> MILANo<br />

in ordine dall’alto<br />

lo store Premuda,<br />

lo store di via Larga<br />

e quello<br />

di Corso di Porta Vittoria<br />

disposto su due livelli<br />

Negli anni successivi gira il mondo, frequenta il master di<br />

Fininvest in “Comunicazione & Marketing” a Milano, per<br />

poi ricoprire incarichi sempre più importanti nel marketing<br />

di numerose aziende tra cui Saatchi & Saatchi, Telecom,<br />

Playtex, Johnson & Johnson e Danone. Nonostante ciò,<br />

sente la mancanza di qualcosa di fondamentale. Sente di<br />

non poter esprimere a sufficienza la sua creatività, di non<br />

poter seguire il sogno di costruire qualcosa che appartiene<br />

solo a lui.<br />

La svolta arriva nel 1994. Durante una riunione di lavoro,<br />

la sua attenzione si posa su un muffin acquistato nella<br />

pasticceria americana sotto l’ufficio. Da qui l’illuminazione:<br />

Carol Concina la proprietaria del primo California Bakery<br />

di Milano, un pic<strong>col</strong>o negozietto in corso Concordia, gli<br />

ha appena confessato il desiderio di tornare <strong>negli</strong> States.<br />

Marco D’Arrigo decide quindi di rilevare il locale. Investe<br />

tutti i suoi risparmi, ben 25 milioni delle vecchie lire e vende<br />

la sua macchina per comprarsi un furgoncino utile per le<br />

consegne. L’inizio è durissimo: quel mondo artigianale, fatto<br />

di esperienza, pic<strong>col</strong>e alchimie e tanta manualità, è del tutto<br />

nuovo per lui.<br />

Grazie però all’aiuto dell’ex proprietaria, rimasta in negozio<br />

per i primi tempi, riesce ad apprendere in fretta ricette<br />

e metodi di lavorazione. Mette, letteralmente, le “mani in<br />

pasta” per conoscere ogni aspetto e segreto del mestiere,<br />

convinto che quello sia l’unico modo per trasmettere<br />

il senso e il cuore del progetto. Per Marco D’Arrigo<br />

cominciano così ad arrivare le prime soddisfazioni: i clienti<br />

crescono ogni giorno di più e la stampa italiana comincia a<br />

parlare di queste pic<strong>col</strong>e pasticcerie sparse per Milano, “dal<br />

sapore e dal look country americano” che offrono prodotti<br />

genuini d’ottima qualità. L’incontro di Marco D’Arrigo con<br />

Caroline Denti, partner nella vita e <strong>negli</strong> affari, segna un altro<br />

passaggio decisivo nella sua storia e in quella della sua attività.<br />

Caroline, infatti, aggiunge una novità fondamentale in quello<br />

che diverrà il mood di California Bakery <strong>negli</strong> anni successivi.<br />

Non solo “pic<strong>col</strong>issime pasticcerie”, ma soprattutto luoghi<br />

nei quali trascorrere del tempo, in un’atmosfera calda e<br />

casalinga, gustando ottimi cibi salati e deliziosi dolci e con la<br />

possibilità di partecipare a numerose attività come i corsi di<br />

cucina, il Pic nic Brunch sul prato davanti allo store di Piazza<br />

Sant’Eustorgio, le serate di musica live gratis, con gruppi<br />

sempre diversi nello store di via Larga. Per il futuro Marco<br />

D’Arrigo ha ancora in serbo molti progetti importanti.<br />

Sono in apertura due nuove location a Milano, mentre<br />

dallo scorso maggio è stato inaugurato The Bagel Factory:<br />

si tratta del nuovo format del Gruppo California Bakery,<br />

dedicato alla produzione di bagel, le classiche ciambelline<br />

newyorkesi, che con il primo store di Piazza xxIv <strong>Mag</strong>gio<br />

a Milano è stato subito un grande successo. Non solo è<br />

l’unico locale in città in cui gustare questa specialità liscia o<br />

farcita a piacere con i migliori ingredienti freschi, ma è anche<br />

la prima “bagel factory” a vista. I bagel vengono preparati,<br />

con tanto di rollatura a mano, davanti agli <strong>occhi</strong> dei clienti<br />

nel laboratorio che si trova alle spalle dell’area di vendita.<br />

Dolci e salati, possono essere gustati in store o da asporto,<br />

nella versione classica con cream cheese, con il salmone,<br />

le verdure…in un ambiente in stile urbano Americano. Da<br />

due settimane è stato aperto un secondo The Bagel<br />

Factory in Corso di Porta vittoria 46, su due livelli, che<br />

è già diventato un punto di riferimento nel panorama<br />

cittadino del fuori casa.<br />

85<br />

giu 12


le parole<br />

che non ti ho detto…<br />

86<br />

giu 12<br />

economia<br />

di Nino Giliberto<br />

Fin dagli albori della storia, l’uomo ha sempre manifestato<br />

come esigenza naturale, oltre alla sete di conoscenza, la voglia<br />

di comunicare per condividere idee ed esperienze. Per<br />

se<strong>col</strong>i infatti si è ribellato contro “il potere” per ottenere il riconoscimento<br />

giusnaturalistico del diritto d’espressione, inteso come libertà<br />

individuale e <strong>col</strong>lettiva di trasmettere il pensiero e mettere in<br />

comune le conoscenze. Appare strano perciò notare, che nel tempo<br />

della nostra “evoluta” democrazia, il mercato consideri questo<br />

esercizio della libertà umana più un peso, che un valore aggiunto.<br />

Si è da poco concluso il Salone internazionale del libro di Torino, in<br />

cui tutti gli operatori dell’editoria si sono dati appuntamento, non<br />

solo per proporre le novità dei prossimi mesi, ma soprattutto per<br />

aprire un tavolo comune sui pessimi dati relativi alle vendite del<br />

2011 e gli ancor più deludenti risultati del primo trimestre 2012.<br />

Nei primi tre mesi dell’anno in corso, infatti, le vendite sono crollate<br />

di quasi il 12% con una calo di 2,5 milioni di copie rispetto al già<br />

non esaltante 2011. Certo, in questa analisi non vengono prese<br />

in considerazione le stime relative alla lettura digitale (in lieve, ma<br />

costante crescita), però l’impressione generale è che l’economia<br />

del libro stia vivendo una fase di crisi profonda. È evidente che,<br />

mancando i soldi nelle tasche di tante famiglie, l’acquisto di un libro<br />

non rientri tra i punti da smarcare su una già ridotta lista mensile<br />

della spesa, ma il rischio che si corre è che la nostra società faccia<br />

cento passi indietro e, nel tentativo di sopravvivere alla crisi, perda<br />

di vista l’essenziale, ciò che rende l’uomo tale. Ma la causa è davvero<br />

solo un problema di liquidità? A onor del vero, le vendite delle<br />

librerie risentono anche delle uscite editoriali non proprio esaltanti<br />

di questo ultimo periodo, da attribuire forse ad una crisi di idee.<br />

Colpisce invece in positivo il risultato in controtendenza dei libri<br />

per ragazzi: l’editoria per fanciulli e adolescenti conta volumi di vendita<br />

che non risentono affatto della contrazione del mercato e l’offerta<br />

complessiva presenta un bilanciamento adeguato tra testi di<br />

qualità e uscite meramente commerciali. La situazione non cambia<br />

molto per la carta stampata in quanto i grandi quotidiani riescono<br />

a mantenere alto il numero delle copie distribuite, grazie anche<br />

agli abbonamenti (spesso gratuiti) destinati a scuole ed enti, ma<br />

sul fronte del conto economico perdono progressivamente quote<br />

pubblicitarie a vantaggio dei media più gettonati, tra cui la Tv. Già, la<br />

televisione… La Rai, storica azienda di Stato, è stata sorpassata nella<br />

rac<strong>col</strong>ta pubblicitaria (e quindi nei ricavi) dalle reti satellitari, mentre<br />

il suo diretto concorrente privato ha avuto un calo degli as<strong>col</strong>ti in<br />

seguito alla scelta aziendale di dirottare parte dell’offerta sul digitale<br />

terreste. L’esperimento di Telecom con LA7,applaudito giustamente<br />

da molti, non ha prodotto risultati migliori: è recente la notizia di<br />

una perdita nel 2011 di circa 80 milioni di euro con conseguente<br />

vendita a breve dell’emittente televisiva che ha rappresentato, <strong>negli</strong><br />

ultimi due anni, l’unica boccata d’aria fresca nel panorama della<br />

televisione generalista. Non vive tempi migliori neppure l’industria<br />

cinematografica, schiacciata da budget ridotti e stereotipi ormai superati.<br />

Insomma, tra i “vecchi” mezzi di comunicazione, l’unica che<br />

sembra stia attraversando una nuova primavera è la radio: le emittenti<br />

locali e nazionali aumentano gli as<strong>col</strong>ti e c’è anche un ritorno<br />

della rac<strong>col</strong>ta pubblicitaria. Tutto questo indica che l’interesse sociale<br />

ed economico si sta spostando verso forme di comunicazione<br />

ed espressione “non invasive”, facilmente fruibili e veloci. Il prezioso<br />

tempo libero è stato inoltre catturato dai nuovi social, che proiettano<br />

la libera espressione del pensiero verso l’universo dell’autoreferenzialità,<br />

per cui un utilizzo eccessivo del mezzo crea il rischio<br />

sociale di formare una comunità in cui ognuno è l’addetto stampa<br />

di se stesso. Certo, la possibilità di condividere contenuti propri con<br />

il resto del mondo deve essere anche analizzata positivamente, per<br />

le opportunità e le interazioni che riesce a creare. Nessuno, inoltre,<br />

può negare la dirompenza con cui ad esempio Facebook è entrato<br />

nella vita di molti di noi e adesso anche nel salotto buono della<br />

finanza mondiale. La quotazione presso la Borsa americana è segno<br />

evidente che un mezzo così potente è in grado di muovere idee,<br />

ma anche di indirizzare usi, costumi e soprattutto consumi. Il rischio<br />

economico è che i condizionamenti e la possibilità di rivolgersi con<br />

messaggi pubblicitari a clientela target si trasformi nel boomerang<br />

che ha spazzato via molte aziende della cosiddetta new economy:<br />

i più ricorderanno il boom di alcune società italiane schizzate ai<br />

vertici della borsa (nonostante una capitalizzazione esigua per gli<br />

investimenti necessari), e sospinte da un mercato che credette<br />

subito alle potenzialità della rete; quello stesso vento che prima<br />

aveva soffiato forte, a distanza di anni si placò creando parecchie<br />

vittime e lasciando sopravvivere solo le poche attività che avevano<br />

alle spalle un progetto serio. Forse la vera rivoluzione dovrebbe<br />

metterla in campo tutto il mondo dell’editoria, tracciando nuove<br />

traiettorie possibili per la comunicazione, restituendo smalto all’uso<br />

della parola e dei linguaggi espressivi e superando il preoccupante<br />

limite della banalità con un’analisi attenta dei contenuti da vei<strong>col</strong>are.<br />

Si scoprirebbe allora che, oltre i luoghi comuni, oltre le regole già<br />

fissate, c’è la complessità del mondo che aspetta ancora di essere<br />

esplorata e raccontata.


88<br />

giu 12<br />

economia<br />

di Fabrizio Lanzafame<br />

KEYnES<br />

E L’ENIGMA<br />

EUroPEo<br />

Per uscire<br />

dal momento<br />

di crisi<br />

è necessario<br />

approdare<br />

a un’unione<br />

di stati,<br />

di popoli,<br />

di culture<br />

“Nel lungo periodo siamo tutti morti”.<br />

Questa frase dal forte impatto emotivo è<br />

una citazione di uno dei più importanti economisti<br />

di sempre, John Maynard Keynes.<br />

Perché parlare di Keynes in un periodo in<br />

cui i problemi economici da affrontare sono<br />

molto stringenti e le dissertazioni sui grandi<br />

economisti del passato possono apparire<br />

stucchevoli e fini a se stesse? A ben vedere<br />

Keynes è molto più d’attualità di quanto, in<br />

un primo momento, saremmo indotti a credere.Tornando<br />

alla citazione chiediamoci<br />

cosa volesse intendere l’autore con questa<br />

frase: la mia interpretazione è che se le nostre<br />

scelte sono eccessivamente indirizzate<br />

in un’ottica prospettica rischiamo di non<br />

affrontare coerentemente le problematiche<br />

correnti e di non intervenire in modo<br />

adeguato. Cosa induce Keynes ad affermare<br />

ciò è presto detto. La dottrina neo-classica,<br />

predominante ai suoi tempi, asserisce che<br />

se viene garantito il corretto funzionamento<br />

del mercato si perviene automaticamente<br />

a condizioni di equilibrio di piena occupazione,<br />

senza interventi correttivi esterni.<br />

Ciò significa che se ci trovassimo in un<br />

momento di forte disoccupazione, come<br />

quello attuale, il mercato stesso, attraverso<br />

aggiustamenti autoindotti, si riporterebbe<br />

a livello di equilibrio ottimale, senza intromissioni<br />

statali. Keynes invece afferma che il<br />

laissez-faire, il lasciar-fare di matrice liberista,<br />

non funziona necessariamente bene; può<br />

infatti generare disoccupazione di massa e<br />

rimanere in tale situazione indefinitamente<br />

o per periodi molto lunghi. rinunciare ad<br />

intervenire è del tutto insensato; senza politiche<br />

fiscali e monetarie espansive poste<br />

in essere dagli stati centrali nemmeno nel<br />

lungo periodo si potrebbe tornare in una<br />

situazione di equilibrio.<br />

Da ciò possiamo comprendere la ricetta<br />

keynesiana per affrontare la grande depressione<br />

degli anni ‘30: politiche economiche<br />

espansive, ovvero slacciare i cordoni della<br />

borsa statale. Nonostante le evidenti differenze<br />

con la nostra realtà possiamo ancora<br />

attingere all’insegnamento keynesiano per<br />

trarre le linee guida di un corretto approccio<br />

all’attuale crisi della domanda aggregata<br />

europea?


Applicando la chiave di lettura dell’autore<br />

possiamo cogliere abbastanza agevolmente<br />

l’evidente incoerenza delle politiche<br />

fiscali repressive poste in essere sia<br />

dall’Italia che da altre nazioni europee<br />

per far fronte alla fase ciclica negativa. É<br />

pienamente condivisibile l’idea del nostro<br />

governo di dover del tutto riconsiderare<br />

gli interventi macroeconomici dello Stato<br />

che, se usati solo per perseguire interessi<br />

parti<strong>col</strong>ari, generano aumenti del debito<br />

pubblico incontrollati e insostenibili. Al<br />

tempo stesso una politica fiscale restrittiva<br />

non può far altro che alimentare la situazione<br />

di crisi da cui si vuole uscire.<br />

keynes, come abbiamo detto, immaginava che in questi casi lo<br />

Stato dovesse condurre politiche monetarie e fiscali espansive,<br />

seppur avvertendo delle possibili conseguenze negative<br />

che l’aumento della spesa pubblica, specie di quella corrente,<br />

avrebbe potuto produrre.<br />

L’Italia in questo momento si trova senza frecce nel suo arco: non può agire sul<br />

versante monetario, essendo vin<strong>col</strong>ata alla moneta unica, e non può nemmeno<br />

porre in essere aumenti della spesa pubblica per ridare<br />

un minimo di slancio all’asfittico mercato interno. Come<br />

uscire da questa situazione invischiante? Ampliando<br />

l’orizzonte di riferimento.<br />

L’ottica d’applicazione della soluzione keynesiana attualmente<br />

non è più quella nazionale bensì quella continentale.<br />

Persino l’Europa, considerata nella sua interezza,<br />

non potrebbe far fronte alla speculazione mondiale, a<br />

maggior ragione le sue singole componenti non possono<br />

tirarsi fuori autonomamente da una simile depressione<br />

dei mercati.<br />

Stiamo osservando come affrontare le problematiche<br />

economiche dalla prospettiva delle singole nazioni porta<br />

i governi ad attuare soluzioni non efficaci e soprattutto<br />

di breve respiro.<br />

Dobbiamo riconsiderare le basi fondanti degli accordi europei ed avere il coraggio<br />

di abbandonare del tutto, almeno dal punto di vista delle politiche economiche,<br />

la sovranità nazionale in favore di quella continentale. Facciamo un<br />

passo ulteriore e trasformiamo un’unione monetaria in un’unione di stati, di<br />

popoli, di culture.<br />

I nostri padri, con una lungimiranza a noi del tutto sconosciuta, avevano tracciato<br />

la rotta della reale unificazione europea. Gli egoismi e le paure che stiamo<br />

vivendo ci hanno resi miopi di fronte a tale disegno; adesso non resta<br />

che scrollarci di dosso le incertezze residue e cavalcare il sogno di un’Europa<br />

Unita.<br />

89<br />

giu 12


non sprecare<br />

di Antonio Galdo<br />

www.nonsprecare.it<br />

90<br />

giu 12<br />

Un “CARo”<br />

laMPIone<br />

In Italia si spende ogni anno<br />

un miliardo di euro<br />

per l’illuminazione pubblica.<br />

Il doppio di quanto pagano in germania<br />

I<br />

lampioni nelle strade e nelle piazze scandiscono alcuni suoni della nostra vita<br />

metropolitana, ci danno sicurezza più che luce, compagnia più che arredo urbano.<br />

Però siamo stati capaci di trasformarli in pic<strong>col</strong>i monumenti, messi in fila<br />

indiana uno dietro l’altro, del nostro spreco quotidiano, pubblico e privato. In<br />

Italia l’illuminazione pubblica costa circa 1 miliardo di euro l’anno, 18,7 euro a cittadino:<br />

il doppio del conto pagato dai cittadini tedeschi. Il consumo medio pro-capite<br />

per le luci delle città in Europa è pari a 51 chilowattora, ma in Germania scende a<br />

quota 42 e in Italia schizza a 102 chilowattora, il doppio. Mentre comuni e pubbliche<br />

amministrazioni locali annunciano piani di risparmio per l’efficienza energetica, e in<br />

qualche raro caso (grazie a un bravo sindaco) dalle parole si passa ai fatti, nel complesso<br />

siamo in un Paese con il record europeo di sprechi per l’illuminazione pubblica.<br />

Lo potete verificare tutti i giorni: mettete piede in una scuola, in una struttura<br />

sanitaria, in un ufficio pubblico, e scoprite che le luci girano a pieno regime giorno e<br />

notte, senza interruzione. Gli impianti sono vecchi, ob<strong>sole</strong>ti ed energivori: altro che<br />

efficienza energetica.


Eppure con piani mirati e votati all’idea di “Non sprecare” energia elettrica pagata dalla mano<br />

pubblica, che tra l’altro genera inquinamento, si potrebbe migliorare l’estetica delle città, ridurre i<br />

costi delle bollette, tagliare il superfluo, fare nuovi investimenti e attivare nuovi consumi. Crescita<br />

economica, insomma. Tra le novità urbanistiche che Londra farà vedere al mondo in occasione<br />

delle Olimpiadi 2012 ci sono proprio i lampioni, sui quali l’amministrazione della capitale inglese ha varato<br />

un piano antispreco e di importante modernizzazione dell’arredo urbano. A Londra sono già stati sostituiti<br />

2000 punti- luce pubblici ed entro il 2020 il risparmio complessivo sarà pari a quasi 9 milioni di sterline,<br />

soldi che potranno essere investiti in altri servizi a favore dei cittadini. Il lampione in strada, come l’elettrodomestico<br />

a buona efficienza energetica in casa, è un simbolo delle potenzialità del “Non sprecare” e<br />

della lunga catena di opportunità che si aprono attraverso questo cambio di paradigma. I nuovi impianti di<br />

illuminazione pubblica, infatti, che si stanno moltiplicando in America, in Giappone e perfino in Cina, prevedono<br />

non solo efficienza energetica, ma anche design di alta qualità, e tecnologie sempre più sofisticate<br />

dietro le quali c’è lo sviluppo della ricerca. Per esempio, ci sono lampioni che riducono l’intensità della luce,<br />

e dunque il consumo di energia, in base al numero di persone e di vei<strong>col</strong>i che passano. Conclusione: nuove<br />

luci in città, per non sprecare. E per fare crescita economica sana e sostenibile.<br />

91<br />

giu 12


ioetica<br />

di Giusi Venuti<br />

Il Sapere (sapore) del corpo<br />

e il suo valore d’uso<br />

Ci sono diversi modi per narrare la storia di un incontro<br />

e di un evento importante per la città. Si<br />

può scegliere il tono sensazionalistico per dirne<br />

l’eccezionalità, quello cronachistico per mantenere<br />

quella compostezza dello stile che ne restituisce la serietà<br />

scientifica o si può anche tacere con l’idea che, in fondo,<br />

non c’è nulla di sorprendente nel trovare l’aula magna<br />

del rettorato dell’università di Messina gremita da trecento<br />

studenti convocati per confrontarsi su temi di bioetica con<br />

l’artista Alessandro Bergonzoni, con Luisella Battaglia (filosofa)<br />

e Vezio Ruggieri (fisiopsi<strong>col</strong>ogo clinico). Nessuno di<br />

questi toni mi si addice. Scrivo questo arti<strong>col</strong>o all’indomani<br />

della strage di Brindisi, del terremoto che ha sconvolto<br />

l’Emilia, dell’ennesima notizia di cronaca di genitori che ammazzano<br />

i figli e si suicidano per depressioni legate anche a<br />

diffi<strong>col</strong>tà economiche, all’indomani delle celebrazioni com-<br />

92<br />

giu 12<br />

“Io sono ignorante, ma ho letto qualche libro. Tu non ci<br />

crederai, ma tutto quello che c’è a questo mondo serve<br />

a qualcosa. Ecco, prendi quel sasso li, per esempio.<br />

Quale?<br />

Questo... Uno qualunque... Be’, anche questo serve a<br />

qualcosa: anche questo sassetto.<br />

E a cosa serve?<br />

Serve ... Ma che ne so io? Se lo sapessi, sai chi sarei?<br />

Chi?<br />

Il Padreterno, che sa tutto: quando nasci, quando muori.<br />

E chi può saperlo? No, non so a cosa serve questo<br />

sasso io, ma a qualcosa deve servire. Perché se questo<br />

è inutile, allora è inutile tutto: anche le stelle. E anche<br />

tu, anche tu servi a qualcosa …”<br />

Il matto e gelsomina<br />

(dal film La strada di Federico Fellini)<br />

memorative per i giudici Falcone e Borsellino. La gioia e la<br />

soddisfazione per un evento bello che ha toccato la nostra<br />

città ha già ceduto il passo alla tristezza e alla rabbia. Ho<br />

sempre più l’impressione che la cultura <strong>col</strong>lutoria, (fai due<br />

sciacqui per rinfrescare la coscienza e poi sputi) di cui ci ha<br />

parlato Bergonzoni con quella profonda leggerezza che lo<br />

contraddistingue, sia quella che più ci appartiene anche se<br />

siamo ormai molto abili nel mascherarla travestendola con<br />

slogan presi a prestito da gente che ha perso la propria vita<br />

pur di dare peso e corpo alle proprie idee. Mi riferisco, in<br />

parti<strong>col</strong>are, alla frase del giudice Caponnetto che in questi<br />

giorni a migliaia condividiamo su Facebook: “la mafia teme<br />

più la scuola che la giustizia”. Il significato è lampante, ma<br />

la domanda è: quanto siamo convinti che sia necessario investire<br />

sulla cultura per spezzare la diabolica cir<strong>col</strong>arità tra<br />

ignoranza e mafia?


la risposta è altrettanto chiara: poco o niente.<br />

Finché si tratta di finanziare un evento in<br />

grado di attirare un po’ di gente (tanto al<br />

kilo) allora va bene, qualcosa si può fare, ma<br />

se si chiede di inserire quell’evento in una rassegna<br />

culturale che si dispieghi nel tempo, che ha dei contenuti,<br />

una logica di sviluppo, una coerenza interna,<br />

che può creare un nuovo bacino di interesse allora<br />

no, non ne vale la pena perché “con la cultura non si<br />

mangia”. Questo il tono di ciò che mi è stato detto<br />

dopo i complimenti per il più che riuscito convegno.<br />

È stato un successo! Però ora basta! Stai calma e torna<br />

all’ordinario di ciò che ti compete. E cosa ce ne<br />

facciamo di ciò che è successo? Lo sputiamo perché<br />

non ci serve più, perché era solo una dimostrazione<br />

di ciò che possiamo fare?<br />

Se è così io dico che non ci sto, non è questo il motivo<br />

per cui ho messo in piedi il progetto Cogitazioni<br />

(vd. <strong>Mag</strong> n. 20 Aprile 2012) e l’ho presentato all’interno<br />

del convegno di Bioetica “Il sapere del corpo”.<br />

Non è per dimostrare che posso, ma che voglio impegnarmi<br />

ed occuparmi di ciò che mi compete per<br />

formazione e lo voglio non solo a titolo personale<br />

e di ordinaria ricerca accademica ma anche sociale<br />

e di extra-ordinaria valenza politica (non per una geniale<br />

originalità, ma per quel sovrappiù di chi sceglie<br />

di dedicarsi a…).<br />

Se non fosse stato così non avrei scelto un luogo<br />

pubblico come l’università, ma l’avrei fatto in confessione<br />

o al telefono con un amico. Non è per tornare<br />

a stare calma dopo aver mosso le acque, ma<br />

per provare a stare <strong>col</strong>ma di idee e di progetti e,<br />

soprattutto, per vedere se e quanto questi progetti<br />

possano entrare nelle pieghe della storia vissuta da<br />

ciascuno di noi.<br />

Ne va di me, degli studiosi e degli artisti che mi<br />

sostengono, ne va di chi si sta affidando ad un progetto<br />

di ricerca incerto nell’esito ma denso nei contenuti<br />

(mi riferisco, in parti<strong>col</strong>are, agli specializzandi<br />

in on<strong>col</strong>ogia della Fa<strong>col</strong>tà di Medicina e Chirurgia<br />

del Policlinico Universitario di Messina), ne va di<br />

ciò per cui lavoro e in vista di cui continuo a formarmi:<br />

esercitare la professione accademica. Non<br />

ci si pensa quasi più, ma per far questo non basta<br />

sapere, bisogna essere, provando a portarsi all’altezza<br />

delle cose che si dicono, a maggior ragione<br />

quando queste cose hanno a che vedere, come nel<br />

mio caso, con la filosofia morale. Forse conviene<br />

allora ricordare, con il filosofo Derrida, ciò che significa<br />

professare e quale posta in gioco si nasconda<br />

in tale questione per quel che riguarda il lavoro, il<br />

mestiere (professorale o meno), per l’università, la<br />

scuola e la cultura in generale. Professare (dal latino<br />

profiteor) significa dichiarare apertamente, dichiarare<br />

pubblicamente. La dichiarazione di chi professa<br />

è in qualche modo una dichiarazione performativa.<br />

Essa impegna attraverso un atto di fede giurata, un<br />

giuramento, una testimonianza, una manifestazione,<br />

un’attestazione o una promessa. È appunto, nel<br />

senso forte della parola, un impegno. Professare, significa<br />

dare un pegno impegnando così la propria<br />

responsabilità. “Fare professione di”, significa dichiarare<br />

francamente quel che si è, quel che si crede,<br />

quel che si vuol essere, chiedendo all’altro (in questo<br />

caso le numerose persone che ho contattato<br />

direttamente e a cui ho presentato il progetto, tra<br />

cui molti studenti) di credere a questa dichiarazione<br />

sulla parola. Insisto su questo valore performativo<br />

della dichiarazione che professa promettendo perché,<br />

se ci pensiamo bene, è simile a quella che fa<br />

l’attore nel momento in cui entra in scena: dichiara<br />

di essere otello senza dirlo ma agendo, pensando<br />

e muovendosi come se lo fosse, ed io, spettatore, gli<br />

credo non solo o non tanto perché è tecnicamente<br />

bravo, ma perché è. La sua presenza scenica è tale<br />

che cattura la mia attenzione ed io non mi chiedo<br />

più chi sia realmente l’attore che interpreta otello,<br />

non mi interessa, anzi se lo vedo, se ne riconosco<br />

gestualità e tratti quotidiani, la magia del come se<br />

svanisce, la verità della finzione si frantuma e la noia<br />

e la tristezza cominciano a farla da padroni. È questo<br />

il motivo per cui ho scelto il teatro per ridare<br />

peso e corpo alle parole dell’etica.<br />

Non è più tempo per fossilizzarsi su dogmatiche<br />

posizioni legate alla logica binaria: bene/male; giusto/ingiusto;<br />

sacro/profano. Le parole restano parole<br />

vane se perdono l’aderenza alla realtà, se non<br />

passano attraverso la fatica e il sudore del corpo<br />

che apprende solo dopo lunghi e, apparentemente,<br />

insensati esercizi. Imparare a pensare alla complessità<br />

del tempo che viviamo - se non è uno slogan<br />

dal sapore intellettualistico - significa disporsi ad un<br />

senso della cultura che non è potere, ma servizio e<br />

che implica scelte ragionate e ragionevoli legate al<br />

valore d’uso (perché ho studiato filosofia? Come<br />

posso farla cir<strong>col</strong>are fuori dall’Accademia al di là<br />

delle tappe prestabilite?), significa, ancora, pensare<br />

all’etica non come una “dottrina”, ma come una “disposizione<br />

abituale ad agire in una certa maniera” e<br />

per far questo non basta un giorno, un investimento,<br />

uno slancio, una scommessa.<br />

È un’impresa lunga, un’arte sapiente, che implica una<br />

metamorfosi culturale in virtù della quale la smettiamo<br />

di piangere sul latte versato e ci decidiamo tutti,<br />

a vario titolo, a cambiare le mucche impegnandoci,<br />

pure, a tenere pulita la stalla.<br />

93<br />

giu 12


magcom<br />

Oftal Service<br />

è una struttura<br />

privata, unica<br />

sul territorio<br />

messinese,<br />

specializzata<br />

nella chirurgia<br />

Femtolaser<br />

e laser<br />

ad eccimeri<br />

Oftal Service s.r.l.<br />

CenTro di laser-miCroChirurgia oCulare,<br />

ambulaTorio di ipovisione, diagnosTiCa,<br />

riabiliTazione visiva<br />

Perché affidarsi a questo<br />

tipo di chirurgia?<br />

Con la nuova e avveniristica tecnica<br />

“i-lasik”, in assenza di dolore e con<br />

una riabilitazione visiva immediata,<br />

è possibile correggere la miopia,<br />

l’ipermetropia, l’astigmatismo e la<br />

presbiopia. È l’unica tecnica laser<br />

autorizzata <strong>negli</strong> Stati Uniti dalla<br />

NASA per la correzione dei difetti<br />

visivi <strong>negli</strong> astronauti. Si tratta di una<br />

tecnologia presto implementabile<br />

per l’intervento di cataratta, che<br />

consente interventi sicuri, indolori<br />

e con estrema precisione nella<br />

correzione refrattiva.<br />

Inoltre, è l’unica struttura ad<br />

usufruire del nuovo laser s.l.T.<br />

(Laser Trabeculoplastica Selettiva)<br />

per il trattamento non-chirurgico del<br />

glaucoma, che consente di evitare,<br />

in molti casi, interventi chirurgici<br />

molto invasivi.<br />

Come è strutturato<br />

il centro?<br />

Il centro si trova a Villafranca<br />

Tirrena, a poche centinaia di metri<br />

dalla ss 113, con ampio parcheggio<br />

nelle vicinanze. Siamo stati molto<br />

scrupolosi nella suddivisione<br />

degli spazi e nel superamento<br />

delle barriere architettoniche,<br />

per privilegiare la sicurezza del<br />

paziente e per assicurargli la<br />

migliore assistenza in un ambiente<br />

accogliente e confortevole, con<br />

la possibilità di elaborare un<br />

percorso diagnostico-terapeutico<br />

personalizzato, per rispondere ad<br />

ogni esigenza. Dalla sala d’attesa,<br />

il paziente è accompagnato nell’area<br />

del gruppo operatorio attraverso<br />

un accesso con filtro sterile, adibito<br />

alla Chirurgia Refrattiva e\o alla<br />

Chirurgia Oftalmica, caratterizzato<br />

da distinte zone per la preparazione<br />

del paziente nel pre-operatorio,<br />

da un ambiente per la gestione<br />

del post-operatorio e da una zona<br />

di sterilizzazione.<br />

La funzionalità della sala operatoria<br />

è gestita da un impianto di<br />

climatizzazione e areazione<br />

che garantisce un microclima<br />

sterile, a temperatura e umidità<br />

costanti, condizioni indispensabili<br />

per il perfetto funzionamento<br />

delle sofisticate e precisissime<br />

tecnologie. Il funzionamento delle<br />

apparecchiature è assicurato, in<br />

emergenza, da gruppi di continuità,<br />

dalla sufficiente durata, tale da<br />

consentire la conclusione in tutta<br />

sicurezza di qualsiasi procedura<br />

laser-chirurgica.<br />

Ambulatorio Laser-Chirurgico Oftal Service s.r.l.: via Roma, 59 - 61 - 65 - 67 • Villafranca Tirrena (Me)


Oftal Service si occupa<br />

solo di chirurgia?<br />

No, certamente. Un nuovo approccio<br />

viene applicato alla prevenzione,<br />

alla diagnosi e alla cura delle<br />

varie patologie oculari, sfruttando<br />

l’opportunità dei recentissimi Test<br />

Genetici Maculari, nonché alla<br />

tecnologia elettrofisiologica (PERG)<br />

che sfrutta moderni software<br />

per la prevedibilità di insorgenza<br />

precoce del glaucoma in soggetti<br />

sani. Inoltre, il centro si qualifica<br />

professionalmente nella clinica,<br />

nella diagnosi e nella riabilitazione<br />

dell’Ipovisione;<br />

il tutto supportato dall’utilizzo di<br />

mezzi diagnostici, terapeutici,<br />

microchirurgici e riabilitativi<br />

tecnologicamente all’avanguardia,<br />

perfettamente integrati in un<br />

percorso professionale e di elevata<br />

specializzazione del personale<br />

Oftal Service eroga prestazioni sanitarie<br />

in regime privato, con fondi assicurativi<br />

e con accesso al microcredito pre-autorizzato,<br />

valutando, caso per caso modalità<br />

i pagamento personalizzate.<br />

medico, ortottico, infermieristico<br />

e di segreteria. Per tale motivo<br />

la struttura è realizzata secondo i<br />

più avanzati standard architettonici,<br />

seguendo le moderne normative<br />

previste dalla legge, in possesso<br />

delle autorizzazioni sanitarie<br />

previste, utilizzando sofisticate<br />

tecnologie all’avanguardia per<br />

microchirurgia e procedure laser,<br />

che assicurano al paziente<br />

una personalizzazione del proprio<br />

trattamento, anche per casi estremi,<br />

non trattabili con i proto<strong>col</strong>li<br />

standard.<br />

Il paziente può essere<br />

anche indirizzato nella zona<br />

diagnostica, dove si trovano<br />

sofisticate strumentazioni, quali:<br />

microperimetria, elettrofisiologia<br />

(Pev, Erg, Eog), OCT (Tomografia<br />

Ottica a luce Coerente),<br />

perimetria computerizzata,<br />

pachimetria e topografia corneali.<br />

Chi può usufruire<br />

di Oftal Service?<br />

Il centro è aperto a tutti<br />

i professionisti specializzati<br />

in oftalmologia, con accertata<br />

esperienza curriculare e<br />

professionale nei vari campi<br />

diagnostico-terapeuticochirurgico,<br />

che sono in grado<br />

di usufruire delle nostre<br />

tecnologie, per offrire<br />

e garantire ai propri pazienti,<br />

ormai sempre più esigenti<br />

ed informati, il meglio che la<br />

tecnologia offre, grazie a contratti<br />

di “utilities” previsti ed elaborati<br />

da esperti consulenti legali, che<br />

consentono al professionista<br />

di lavorare in condizioni di<br />

massima sicurezza e tranquillità.<br />

Tel. 090 3379388 - www.oftalservice.com - e-mail: oftal.service@gmail.com


96<br />

giu 12<br />

salute<br />

di Alessio Calderone*<br />

IN forma<br />

CoN IL CIBo<br />

Per affrontare i mesi caldi<br />

bisogna puntare su nespole,<br />

melone e pesche. E i pasti<br />

non devono essere abbondanti<br />

Il connubio tra alimentazione e una leggera attività<br />

fisica è sicuramente la chiave per affrontare la stagione<br />

estiva al meglio. Facili e pratici consigli nutrizionali<br />

possono dare una mano per andare incontro ai mesi<br />

caldi. Cominciamo dalla frutta, tantissime varietà, tantissimi<br />

<strong>col</strong>ori, ricca di vitamine e sali minerali. L’uva, ad esempio,<br />

grazie alla presenza del trans-resveratrolo, un antiossidante<br />

naturale, aiuta mentre si prende il <strong>sole</strong> a prevenire l’invecchiamento<br />

della pelle esposta ai raggi solari.<br />

L’uva contiene, insieme alle prugne, dei pigmenti, gli antociani<br />

(flavonoidi) che svolgono un’azione benefica sul trofismo<br />

dei capillari delle gambe. Le nespole, il melone, e le pesche<br />

contengono beta-carotene, una provitamina che nel nostro<br />

speciale NUTRIZIONE<br />

*Specialista in Scienza<br />

dell’Alimentazione<br />

organismo si trasforma in retinolo (vitamina A), fondamentale<br />

sia per l’azione antiossidante sia per la salute dei nostri<br />

<strong>occhi</strong>. Il beta-carotene stimola la produzione di melatonina,<br />

dando alla pelle esposta al <strong>sole</strong> quel <strong>col</strong>ore ambrato<br />

e un’abbronzatura più uniforme e duratura. Un ortaggio<br />

come il pomodoro è ricco di licopene, un antiossidante<br />

naturale, ottimo come “scavenger” nel prevenire i danni da<br />

radicali liberi. Il suo consumo quotidiano riduce il rischio<br />

di tumore alla prostata. I pasti in estate non devono essere<br />

troppo abbondanti e devono essere distribuiti nell’arco<br />

dell’intera giornata, almeno cinque, senza mai saltare la<br />

prima <strong>col</strong>azione che deve apportare circa il 25-30% delle<br />

calorie totali giornaliere.


SoNo CoNSIGLIATI<br />

DUE SPUNTINI,<br />

UNo A METà MATTINATA<br />

E L’ALTro NEL PoMErIGGIo,<br />

PoSSIBILMENTE A BASE<br />

DI FrUTTA FrESCA<br />

Meglio optare a pranzo per pasti poco impegnativi quali: bresaola con ru<strong>col</strong>a<br />

e grana o insalate di riso o roast-beef con insalata mista e limone. Per cena<br />

sono consigliate alimenti quali: verdure alla griglia o pesce cotto al forno con<br />

pomodoro o mozzarella e fette di pomodoro. È importante sostituire la<br />

carne rossa con quella bianca, più facilmente digeribile, e con quantità di <strong>col</strong>esterolo più<br />

contenute.<br />

Da non dimenticare l’insalata, che con il suo contenuto di acqua e sali minerali garantisce<br />

soprattutto in estate un apporto adeguato di liquidi, mantenendo la normale idratazione e<br />

compensando così le perdite dovute alla ipersudorazione.<br />

L’apporto idrico è uno dei principali problemi estivi, soprattutto in categorie parti<strong>col</strong>ari<br />

quali gli anziani, i bambini e le donne in gravidanza.La quantità di acqua da bere nelle categorie<br />

sopra citate non deve mai scendere al di sotto di 1,5 litri al giorno. I liquidi vanno<br />

assunti con regolarità durante tutto l’arco della giornata, bevendo a pic<strong>col</strong>i sorsi, acqua non<br />

troppo fredda, meglio se di poco inferiore alla temperatura dell’ambiente. Non si dimentichi,<br />

inoltre, di condire le nostre pietanze con olio extravergine di oliva, meglio se a crudo,<br />

che, grazie alla presenza di tocoferolo (vitamina E) e ai composti fenolici (tirosolo e idrossitirosolo)<br />

è utilissimo nel prevenire malattie quali l’aterosclerosi.<br />

I composti fenolici dell’olio agiscono diminuendo la concentrazione ematica di Ldl (<strong>col</strong>esterolo<br />

cattivo, che si deposita sulle pareti delle arterie) e incrementando l’Hdl (<strong>col</strong>esterolo buono,<br />

che fa da “spazzino” all’interno delle nostre arterie). Insieme ad un corretto regime alimentare<br />

è opportuno abbinare uno stile di vita non sedentario. Un modo opportuno potrebbe essere<br />

quello di camminare almeno mezz’ora al giorno, fare le scale di casa anziché prendere l’ascensore,<br />

posteggiare la macchina un po’ più lontano dal luogo dove si deve andare e fare due passi a piedi.<br />

Queste sono abitudini che dovrebbero essere mantenute per tutto l’anno, costituendo un “sano”<br />

stile di vita da seguire indifferentemente per tutte le stagioni.


Le disfunzioni sessuali sono una condizione comune<br />

<strong>negli</strong> anziani e sono molto più frequenti<br />

di quanto si possa immaginare. Ne soffre circa<br />

il 40-45% delle donne anziane e il 20-30% degli<br />

uomini adulti. Influenzano negativamente l’umore, il senso<br />

di benessere fisico e la qualità delle relazioni interpersonali.<br />

Per la maggior parte dei casi sono <strong>col</strong>legate, in entrambi i<br />

sessi, alla mancanza di desiderio sessuale e <strong>negli</strong> uomini alla<br />

disfunzione erettile. Quest’ultima è stata definita come “la<br />

persistente incapacità di ottenere o mantenere una sufficiente<br />

rigidità del pene, per consentire una prestazione sessuale”.<br />

In realtà, essa si manifesta con un grado di severità<br />

variabile. La prevalenza di disfunzione erettile varia da una<br />

percentuale del 2% in uomini di età inferiore ai 40 anni a<br />

quella dell’86% <strong>negli</strong> uomini sopra gli 80 anni. Oltre agli anziani,<br />

in misura maggiore, corre il rischio di accusare questi<br />

disturbi chi soffre di malattie cardiovas<strong>col</strong>ari, diabete e/o<br />

depressione. Paradossalmente, la maggior parte degli uomini<br />

con disfunzione erettile non chiede aiuto per ricevere<br />

un trattamento. Ciò accade certamente a causa della natu-<br />

98<br />

giu 12<br />

salute<br />

di Gioacchino Calapai<br />

Responsabile “Ambulatorio di Medicina Naturale”<br />

Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico<br />

“G. Martino” - Messina<br />

La radice<br />

del desiderio<br />

LA MaCa È UN orTAGGIo CoLTIvATo NELLE ANDE<br />

CENTrALI PErUvIANE: FAvorISCE LA FErTILITà<br />

ra complessa della sessualità, dei pregiudizi, delle restrizioni<br />

culturali e anche per la mancata accettazione della disfunzione<br />

erettile come una normale conseguenza dell’invecchiamento.<br />

La disponibilità, a partire dalla fine degli anni ‘90,<br />

della somministrazione per via orale del sildenafil (farmaco<br />

meglio conosciuto come Viagra), al posto delle fastidiose<br />

iniezioni locali di prostaglandine o di yohimbina utilizzate<br />

in precedenza, ha incrementato il numero degli uomini che<br />

affrontano questo problema. Nonostante ciò, si stima che<br />

solo il 10% dei pazienti affetti da disfunzione erettile consulta<br />

un medico per questo disturbo. Questo dato induce<br />

a pensare che le vendite di sildenafil o di altri farmaci con<br />

azione simile, quali il vardenafil e il tadalafil, siano in parte<br />

dovute ad un uso da parte di uomini che potrebbero anche<br />

farne a meno. Ad ogni modo, il successo dei farmaci per la<br />

disfunzione erettile ha indotto i ricercatori ad un febbrile<br />

perseguimento di altri agenti che possano produrre gli stessi<br />

effetti. Questa ricerca non si limita al campo strettamente<br />

farma<strong>col</strong>ogico, ma si rivolge anche alla sfera delle medicine<br />

popolari.


È<br />

facile immaginare come da lungo tempo anche<br />

le sostanze naturali e, in parti<strong>col</strong>are, le erbe medicinali<br />

siano state utilizzate, nelle varie culture<br />

popolari, per affrontare il problema della disfunzione<br />

erettile. Tra le diverse piante usate sulla base della<br />

tradizione popolare, oggi mi voglio soffermare su una pianta<br />

che si chiama Lepidium meyenii, più nota con il nome<br />

Maca. La Maca è un ortaggio che appartiene alla famiglia<br />

delle brassicaceae, <strong>col</strong>tivato nelle Ande centrali peruviane. È<br />

una pianta che ha in alcune regioni una grande importanza<br />

anche dal punto di vista alimentare. Cresce in un habitat caratterizzato<br />

da freddo intenso e allo stesso tempo esposto<br />

alla luce del <strong>sole</strong> e ai venti più forti, dove è impossibile per<br />

l’uomo trovare altre piante come fonte di sostentamento.<br />

Maca<br />

La radice di Maca, ricca di aminoacidi,<br />

iodio, ferro e magnesio, è commestibile.<br />

È utilizzata da se<strong>col</strong>i nella regione Andina<br />

sia come afrodisiaco che per favorire la<br />

fertilità,. La prima descrizione della radice<br />

si deve a Cieza De Leon, una sorta di<br />

cronista delle conquiste spagnole in Sud<br />

America, che nel 1553 ne aveva notato<br />

il consumo tra i nativi. Un se<strong>col</strong>o più<br />

tardi, nel 1653, fu il sacerdote Bernabe<br />

Cobo a chiamarla con il nome Maca e a<br />

descriverne l’uso per favorire la fertilità. Più<br />

tardi, nel xvIII se<strong>col</strong>o, il botanico Hipolito<br />

ruiz riporta che la radice di Maca ha<br />

anche azione afrodisiaca.<br />

L’uso popolare, così come viene riportato nella<br />

tradizione peruviana, prevede che prima di essere<br />

consumata (a dosi di circa 20 grammi al giorno) la<br />

radice sia essiccata, successivamente sottoposta<br />

ad ebollizione e trasformata in succo. Il processo di ebollizione<br />

è una tappa importante poiché sembra che aumenti<br />

la formazione di sostanze (metaboliti) attive.<br />

La ricerca scientifica si è occupata di chiarire quali siano<br />

i reali effetti della radice di Maca. Per quanto riguarda le<br />

disfunzioni sessuali, le attuali conclusioni sono che la radice<br />

di Maca non ha effetto sulla disfunzione erettile, ma può<br />

aumentare il desiderio sessuale.<br />

riguardo alla fertilità, invece, studi sperimentali dimostrerebbero<br />

che il consumo di Maca è associato all’aumento<br />

della conta degli spermatozoi.<br />

La radice di Maca è solo la prima tra le piante per le disfunzioni<br />

sessuali di cui ci siamo occupati. Nei prossimi appuntamenti<br />

esploreremo altre culture ed altri modi per affrontarle,<br />

naturalmente.<br />

99<br />

giu 12


in english<br />

gusto<br />

di Giovanna Scibona<br />

L’oro bianco<br />

di SICILIA<br />

diventa<br />

“IGP”<br />

Prestigioso riconoscimento<br />

per il sale marino di Trapani.<br />

Staiti: “Il compimento<br />

di una lunga marcia”<br />

Sicilian white<br />

gold becomes<br />

“PGI”<br />

Trapani’s sea salt gets this<br />

prestigious award. Staiti “The<br />

accomplishment of a long march”.<br />

by Giovanna Scibona<br />

100<br />

giu 12<br />

L’oro bianco di Sicilia diventa “Igp”.<br />

Grazie al parere positivo da parte del Gruppo tecnico<br />

di valutazione del ministero delle Politiche agri<strong>col</strong>e e<br />

forestali, il sale della fascia costiera che unisce Trapani e Marsala,<br />

attraverso il territorio di Paceco - oro bianco fin dall’epoca<br />

dell’espansione fenicia nel Mediterraneo e che fino alla fine<br />

degli anni ‘50 diede un’enorme contributo all’economia di questi<br />

territori - oggi si fregia del riconoscimento dell’Indicazione<br />

Geografica Protetta (Igp), tutela per il consumatore e riconoscimento<br />

di esclusività ambientale di questa fetta di Sicilia.<br />

Antonio D’Alì Staiti, presidente della Sosalt, - maggiore produttore<br />

di Sale Marino, che da sempre ha sposato e sostenuto il<br />

progetto del Consorzio per la valorizzazione del Sale marino<br />

di Trapani, parla del “compimento di una lunga marcia che il<br />

consorzio ha percorso con tenacia, certi della bontà del prodotto<br />

che esce dalle saline di Trapani, Paceco e Marsala, che<br />

rappresentano uno dei simboli della Sicilia e che, da oggi, vengono<br />

consacrate anche come custodi di una delle eccellenze<br />

agroalimentari del territorio”.<br />

Sicilian white gold becomes “PGI”.<br />

Thanks to Gruppo tecnico di valutazione of Ministero<br />

delle Politiche Agri<strong>col</strong>e e Forestali’s positive<br />

judgement, sea salt from the shore connecting Trapani<br />

to Marsala, through Paceco’s area – known<br />

as white gold ever since Phoenicians’ expansion<br />

in the Mediterranean Sea. It gave an enormous<br />

contribution to these areas’ economy until the late<br />

‘50s. Today it just obtained this precious label,<br />

“Protected Geographical Indication”, which means<br />

safety for the customers and exclusive production<br />

for this zone.<br />

Antonio D’Alì Staiti, Sosalt’s president, - largest sea<br />

salt’s producer, always a promoter of the project<br />

of a Cartel for Trapani’s sea salt’s appreciation -<br />

defines it the “accomplishment of a long march<br />

the cartel has walked with tenacity, certain of<br />

the product’s value. Its sources, Trapani, Paceco<br />

and Marsala’s salinas represent some of Sicily’s<br />

symbols, and from now on the keepers of one of<br />

the agri-foodstuff’s excellences of the island.”<br />

The disciplinare di produzione was presented<br />

almost an year ago to Trapani’s Camera di commercio<br />

by the Cartel itself, which regroups all Trapani’s<br />

salinas’ operators. Nowadays the use of Pgi<br />

mark is limited to national territory, but it’s gonna<br />

be international after EU’s approval, bringing<br />

advantages to both producers and customers.<br />

Trapani’s Camera di Commercio evaluates, verifies,<br />

certifies and protects this sea salt.<br />

The Pgi mark has already been given in Sicily to<br />

Pantelleria’s capers and “Valli Trapani dop” olive<br />

oil.


Il disciplinare di produzione era stato presentato quasi<br />

un anno fa alla Camera di commercio di Trapani dallo<br />

stesso consorzio, che raggruppa gli operatori di tutte<br />

le saline trapanesi. In realtà al momento l’utilizzazione<br />

del relativo marchio Igp è valida solo sul territorio nazionale.<br />

Solo il passaggio della sua documentazione alla Comunità<br />

europea consentirà, dopo il definitivo via libera, la<br />

pubblicazione sulla gazzetta europea e, di conseguenza,<br />

l’estensione dell’utilizzo del marchio Igp anche all’estero<br />

con i relativi vantaggi per produttori e consumatori.<br />

Alla Camera di commercio di Trapani va il ruolo di ente valutatore,<br />

così da verificare, certificare e proteggere l’origine<br />

geografica protetta di questo sale marino, riconoscimento<br />

che in Sicilia si aggiunge ai capperi di Pantelleria Igp e<br />

all’olio extravergine di oliva “valli Trapani dop”, già precedentemente<br />

certificati come prodotti di origine controllata.<br />

È auspicabile che questo prestigioso riconoscimento, che<br />

premia le tradizioni di questo territorio, come anche una<br />

buona parte dell’economia trapanese, possa avere risvolti<br />

positivi sia nel mercato rivolto al pic<strong>col</strong>o consumatore, che<br />

sui grandi mercati in ambito sia nazionale che comunitario,<br />

in cui la tracciabilità di un ingrediente è sempre più considerata<br />

il suo più importante valore aggiunto.<br />

We hope this precious accomplishment, which awards this area’s traditions,<br />

will help enrich Trapani’s economy in small local market and national and<br />

international ones, since an ingredient’s traceability is recognized as one of its<br />

greatest values.<br />

gusto<br />

a cura della redazione<br />

Filippo<br />

La Mantia<br />

Proseguiamo il nostro viaggio nelle ricette<br />

del celebre chef Filippo La Mantia. Dopo<br />

l’antipasto, è la volta di un primo piatto.<br />

Let’s go on with our journey through famous chef Filippo<br />

La Mantia’s recipes. After the appetizer, it’s time for a<br />

first course.<br />

Ditalini con zucca gialla, zucchine,<br />

fin<strong>occhi</strong>etto e menta<br />

Ditalini with pumpkin, courgettes, fennel and meant<br />

Ingredienti (per quattro persone):<br />

Ingredients for 4 people:<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

200 g di ditalini<br />

•<br />

400 g di zucca gialla<br />

200 g di caciocavallo ragusano<br />

•<br />

•<br />

•<br />

50 g di pinoli<br />

50 g di capperi sotto sale<br />

Succo di 1 arancia<br />

•<br />

•<br />

•<br />

•<br />

6 pomodori secchi<br />

3 zucchine<br />

•<br />

•<br />

•<br />

1 patata<br />

Un mazzetto di basilico<br />

Un mazzetto di menta<br />

•<br />

•<br />

•<br />

Un mazzetto di fin<strong>occhi</strong>etto selvatico<br />

100 g mollica tostata<br />

Olio extravergine di oliva<br />

200 g of ditalini pasta<br />

400 g of pumpkin<br />

200 g of caciocavallo ragusano<br />

50 g of pinoles<br />

50 g of salted capers<br />

Juice of 1 orange<br />

6 dry tomatoes<br />

3 courgettes<br />

1 potato<br />

A small bundle of basil<br />

A small bundle of meant<br />

A small bundle of wild fennel<br />

100 g of toasted crumb<br />

Olive oil<br />

Lavate e tagliate a tocchetti la polpa della zucca gialla, le zucchine<br />

e la patata, privata della buccia. Sminuzzate i pomodorini secchi.<br />

Trasferite tutti gli ingredienti in una pentola e aggiungete il succo<br />

di arancia, le foglie lavate di basilico, fin<strong>occhi</strong>etto e menta e i<br />

capperi dissalati. versate anche un dito di acqua e fate cuocere a<br />

fuoco medio finché la patata non sarà stracotta, in modo da formare<br />

un brodo denso che andrà a legare tutti gli ingredienti. Nel<br />

frattempo lessate la pasta in abbondante acqua bollente salata e<br />

s<strong>col</strong>atela molto al dente. versatela nella pentola con condimento<br />

e continuate la cottura a fuoco basso per altri 3 minuti, aggiungendo<br />

un cucchiaio di olio e un po’ di caciocavallo grattugiato.<br />

Quando tutti gli ingredienti si saranno ben amalgamati, servite la<br />

pasta cospargendola con il rimanente caciocavallo ragusano grattugiato,<br />

i pinoli tostati, qualche foglia di menta e il fin<strong>occhi</strong>etto.<br />

Wash and cut in pieces the pulp from the pumpkin, the courgettes and the<br />

potato, without its peel. Smince the dry tomato. Transfer all the ingredients in<br />

a pan and add orange juice, the basil, fennel, meant and capers without salt.<br />

Pour some water and cook till the potato gets very soft and a concentrated<br />

bouillon connects every ingredient. In the meanwhile cook pasta in a lot of<br />

salty water and drain it while it’s still a little raw. Make it softly cook for three<br />

minutes in the pan with the sauce, while you add a spoon of oil and the<br />

grated cheese. When everything will be well mixed, serve the pasta, covered<br />

with cheese, toasted pinoles, meant and fennel.<br />

101<br />

giu 12


102<br />

giu 12<br />

moda<br />

di Chiara Celona foto di riccardo lupo<br />

In questa storia dovrete imparare a guardare oltre. oltre<br />

l’evento, che non è una semplice sfilata di moda. Oltre<br />

il luogo, che è la vucciria, nella sua vera e profonda<br />

essenza. Siamo nel cuore di Palermo, la Palermo che<br />

torna ad essere dei palermitani quando i turisti hanno terminato<br />

di scattare le loro foto, quando scende la sera e i<br />

giovani si ritrovano insieme. Si ritrovano anche alla vucciria,<br />

ma non tutti. Si dice che, dopo una certa ora, non sia “una<br />

bella zona”. Immaginate allora di prendere 10 giovani stilisti,<br />

armati di creatività e di materiali di riciclo, 40 ragazzi che<br />

si improvvisino modelli per una sera, una squadra di parrucchieri<br />

muniti di estro e passione, un gruppo di giovani<br />

desiderosi di creare qualcosa di bello per Palermo. Adesso<br />

immaginate di portare tutto ciò proprio lì, alla vucciria.<br />

Questo è, in sintesi, quello che hanno deciso di fare Skip La<br />

Comune, parrucchiere palermitano, e un nutrito gruppo di<br />

<strong>col</strong>laboratori, tutti volontari, tutti ripagati solo dal piacere di<br />

stare insieme e di realizzare un evento per la propria città.<br />

Questa è l’essenza di “SMODA 2012”.<br />

«L’idea di una sfilata che utilizzi materiali di riciclo e che<br />

sia fatta interamente da ragazzi palermitani, mi è venuta<br />

sei anni fa, insieme ad un gruppo di amici», racconta Skip.<br />

«Abbiamo provato a realizzare dei vestiti utilizzando ferro<br />

o vecchi copertoni, una moda povera insomma, la bellezza<br />

creata con i materiali che si hanno a disposizione, “la moda<br />

del Sud”, come mi piace chiamarla. Così è nato l’evento<br />

“Antimoda”, che originariamente si teneva nel mio salone.<br />

Quest’anno abbiamo pensato a un concetto diverso e<br />

soprattutto ci siamo aperti alla città, scegliendo proprio la<br />

vucciria».


«Ci è stato offerto di fare la sfilata alla Vucciria – ci conferma<br />

Marta Sacco, che cura l’organizzazione generale di<br />

SMODA – anche per portare un evento culturale in una<br />

zona dove ce n’è grande carenza. vogliamo mostrare un’alternativa,<br />

un modo per sfruttare il posto in maniera diversa<br />

e riqualificarlo.<br />

La vucciria è una zona bellissima e speriamo che questo<br />

evento possa rappresentare uno stimolo a visitarla, anche<br />

per quelle persone che in genere la evitano, soprattutto la<br />

sera». «Grazie a questo evento – continua Skip – si è creato<br />

anche un rapporto diretto con i ragazzi della vucciria:<br />

hanno capito che siamo lì a fare qualcosa per loro e quindi<br />

hanno un atteggiamento di assoluta <strong>col</strong>laborazione».<br />

Dietro SMoDA c’è, in realtà, un impegno che dura da<br />

tempo, come ci racconta Antonio valguarnera, presidente<br />

VUCCIrIa:<br />

UNo SGUArDo<br />

oLTrE LA MoDA<br />

“SMoDA” è la sfilata fatta interamente<br />

da ragazzi palermitani con materiali di riciclo<br />

22 giugno 2012 - ore 21:00<br />

Piazza Garraffello - vucciria, Palermo<br />

dell’associazione Punta Comune e produttore dell’evento:<br />

«L’Associazione Punta Comune, insieme a Skip La Comune,<br />

è riuscita in questi anni nell’intento di promuovere l’arte<br />

in tutte le sue sfaccettature e SMoDA è per noi anche<br />

questo: un modo di promuovere nuovi talenti, gente che ha<br />

voglia di esprimere, in questo caso attraverso gli abiti, delle<br />

idee, dei concetti che vadano anche oltre la moda. In questo<br />

senso la “s” di SMoDA sta sia per street-moda, che per<br />

indicare un elemento che stravolge i canoni tradizionali».<br />

SMODA 2012 sarà quindi la passerella per 10 stilisti, selezionati<br />

da Francesca Catania fra 25 partecipanti al bando.<br />

La selezione è partita dal web: «Abbiamo creato un gruppo<br />

su Facebook e, in una settimana, abbiamo registrato più di<br />

500 adesioni», sottolinea Antonio.<br />

103<br />

giu 12


104<br />

giu 12<br />

moda<br />

Agli stilisti sono state date delle linee guida per la realizzazione<br />

degli abiti, come ci spiega Marta: «Abbiamo<br />

deciso di prevedere 4 macro-temi per la<br />

sfilata: Cyborg, Medioevo, Forme geometiche e S-moda,<br />

quest’ultimo inteso come pura libertà di esprimere la propria<br />

arte. La migliore creazione sarà scelta da una giuria,<br />

composta da personaggi palermitani, da un giornalista e da<br />

un parrucchiere, e riceverà il premio di 500 euro». Il premio<br />

costituisce un incentivo per gli stilisti, ma in generale tutto<br />

l’evento – come ci tengono a precisare gli organizzatori –<br />

non ha nessuno scopo di lucro. Skip ha coinvolto deejay,<br />

veejay, altri parrucchieri palermitani, truccatori, <strong>col</strong>laboratori<br />

del suo salone, amici: «È un evento fatto interamente da<br />

ragazzi palermitani – ci dice – da gente che si è messa in<br />

gioco gratuitamente». La moda di questi ragazzi, la Smoda,<br />

VUCCIrIa:<br />

UNo SGUArDo<br />

oLTrE LA MoDA<br />

sta principalmente nei significati che ogni stilista è libero<br />

di esprimere attraverso gli abiti, attraverso delle creazioni<br />

uniche che si fanno vei<strong>col</strong>o per messaggi sociali. «SMoDA<br />

è certamente anticonformismo – conclude Skip – è uno<br />

spazio libero per dire quello che vuoi. Da noi non ci sono<br />

modelle smunte, da noi sfilano ragazze di ogni peso, per<br />

far passare un messaggio contro l’anoressia; a Smoda si sfila<br />

contro l’omologazione e lo spreco, contro la “moda” di<br />

pagare a prezzi esorbitanti due pezzi di stoffa cuciti insieme,<br />

uguali a tutti gli altri». Il giorno dopo la sfilata, Palermo<br />

ospiterà anche il Gay Pride e Skip assicura che a SMoDA<br />

non mancheranno i riferimenti e i messaggi in favore di una<br />

società più libera e aperta. Se quindi volete assistere ad un<br />

evento di certo fuori dagli schemi, prendete nota delle coordinate<br />

di SMoDA e lasciate a casa i luoghi comuni.


Gli stilisti selezionati per<br />

SMoDA 2012<br />

Vincenzo Billeci (Pa)<br />

Viviana Romanotto (Pa)<br />

Martina Baldo (Pa)<br />

Margherita Chiaramonte (Pa)<br />

Ginevra Crescimanno (Pa)<br />

Debora Viglia (Pa)<br />

Cristina Guarnuto (Pa)<br />

Eleonora Menga (Mola di Bari)<br />

Tamuna kiria (Pa)<br />

Valentina Randisi (Pa)<br />

105<br />

giu 12


musica<br />

di Antonio Triolo<br />

Come un giorno mi disse<br />

un carissimo amico musicista<br />

“Con roy Paci vinci sempre!! “<br />

A<br />

testimonianza del fatto che mister roy<br />

“vulcano” Paci è una vera forza della natura.<br />

Chi non lo conosce? Non ha mai fischiettato<br />

un motivetto di un suo pezzo, o visto un suo concerto<br />

o sentito una sua canzone alla radio? Impegnato e<br />

presente in molteplici progetti musicali, sociali, benefici,<br />

cinematografici, e teatrali, trombettista, compositore,<br />

scrittore e arrangiatore, roy Paci fa suo il concetto<br />

di eclettismo al 100%. Si stima che abbia preso parte<br />

a più di 400 progetti discografici, la lista delle sue<br />

<strong>col</strong>laborazioni è infinita (da Manu Chao a Trilok Gurtu<br />

e Tony Levin, passando per Mike Patton e vinicio<br />

Capossela), impegnato socialmente in moltissimi<br />

progetti (Bonarma Day, prima edizione servita alla<br />

rac<strong>col</strong>ta di fondi per gli alluvionati del Messinese,<br />

progetto rezophonic, con Mario riso e moltissimi<br />

musicisti, finalizzato alla realizzazione di pozzi d’acqua<br />

in Africa, e ancora con Amnesty International contro<br />

la violenza sulle donne, con Emergency per i bambini,<br />

e con AMrEF ancora per portare acqua in Africa),<br />

la sua carriera di musicista accarezza ogni latitudine,<br />

dall’Africa al sud America, e cercare di incasellare o<br />

etichettare la sua musica è impresa quanto mai vana.<br />

106<br />

giu 12<br />

RoY PACI: Senza musica?<br />

Avrei fatto il contadino<br />

Cominciamo dall’inizio, come è arrivato roy Paci alla musica?<br />

Mio padre faceva il muratore, mia madre è una casalinga, ma<br />

accomunati da questa grande passione, in casa si respirava<br />

musica. ricordo il mio primo maestro di musica, che abitava<br />

a pochi metri dalla nostra casa, era il maestro della banda<br />

del paese, ma anche un bravissimo pianista, e cosi cominciai<br />

a prendere lezioni di pianoforte, avevo 4 anni. Purtroppo<br />

dopo 5 anni il mio maestro smise di insegnare, si ammalò e<br />

divenne cieco per il diabete.<br />

Quando hai scoperto che il tuo strumento era la tromba?<br />

La cosa pazzesca è stata che dopo un anno di confusione<br />

generale, mio padre, molto dispiaciuto dall’accaduto, mi<br />

chiese se volevo ancora continuare a fare musica. Immagina<br />

che avevo sempre 10 anni, un bambino pic<strong>col</strong>o con un potere<br />

decisionale molto relativo, ancora affranto dal punto di<br />

vista umano dall’esperienza del mio maestro, una persona, ti<br />

ripeto, a cui ero legatissimo. Io comunque dissi di si, e a quel<br />

punto mio padre mi portò con lui in banda. A quei tempi<br />

mio padre suonava ed era anche presidente della banda di<br />

Augusta, io provai una serie di strumenti, fino a quando non<br />

imbracciai la tromba e, come amo descriverlo nelle occasioni<br />

in cui me lo si chiede, ho avuto la stessa sensazione<br />

di John Belushi nei Blues Brothers quando entra in chiesa:<br />

ho visto la luce! In appena due mesi ho iniziato a suonare la<br />

tromba, sono stato velocissimo, sono stato da subito legatissimo<br />

allo strumento, a 12 anni ero in banda e a detta di tutti<br />

suonavo già molto bene.


La banda è una cosa che ti sta tanto a cuore?<br />

Molto, tanto che dopo molti anni a girovagare in lungo e in<br />

largo, mi sono ritrovato di nuovo a dare la giusta ricompensa<br />

a quello che era il progetto della banda del paese.<br />

Tra l’altro quello della banda è un patrimonio nostro<br />

È un patrimonio nostro molto importante, anche se purtroppo<br />

le bande vivono un uno stato molto precario dal<br />

punto di vista degli aiuti, da parte delle istituzioni, quando<br />

invece sono una parte del nostro tessuto culturale che dovrebbe<br />

essere sempre viva.<br />

Ma se roy Paci non fosse diventato un musicista?<br />

Sarei diventato un contadino e poi probabilmente sarei entrato<br />

nel settore della gastronomia.<br />

dimmi del tuo rapporto con il cibo, ovvero musica e cibo.<br />

Beh, so cucinare molto bene, ma sono soprattutto un ottimo<br />

gourmet, visto che sono una persona molto curiosa,<br />

cosi come lo sono con la musica. ricordo che già da pic<strong>col</strong>ino<br />

andavo apposta a sentire la radio a casa delle mia nonna<br />

e da lì potevo as<strong>col</strong>tare tutta la musica che veniva trasmessa<br />

nel bacino del Mediterraneo, dalla Grecia, dall’Egitto. Adesso<br />

la mia voglia di ricerca l’ho trasferita in quello che inizialmente<br />

era solo un hobby e che adesso è diventato una<br />

grande passione, la gastronomia, e dopo anni di sperimentazioni<br />

sono riuscito a legarla alla musica, e nello specifico a<br />

praticare una vera e propria scienza che si chiama gastrofonia,<br />

una scienza che studia gli orizzonti sonori del cibo.<br />

Tu sei sempre stato una persona molto impegnata socialmente.<br />

Con il mio mestiere diventa una cosa automatica. Io vivo attraverso<br />

le emozioni degli altri, vivendo quello che succede<br />

in giro, mi sembrerebbe cosi assurdo, fare il musicista, fare<br />

quello che faccio s<strong>col</strong>legato dalla realtà. Per me è una missione<br />

a tutti gli effetti, i miei testi, le cose che scrivo, anche<br />

il suono stesso, è frutto del nutrimento di tutto ciò che mi<br />

circonda, di tutto quello che succede in tempo reale durante<br />

il mio percorso, durante la mia vita, quindi alla fine il mio<br />

impegno è naturale.<br />

Parliamo di questo tour estivo insieme ai tuoi Aretuska,<br />

sarete in giro per l’Europa, presenti ai più grandi festival,<br />

come il Sziget Fest di Budapest che vanta più di un milione<br />

di presenze, sul world stage per la terza volta, quest’anno<br />

insieme a Emir Kusturica e la sua no Smoking orchestra,<br />

Sergent Garcia, Goran Brecovic, e molti altri, di festival in<br />

festival fino ad arrivare in sud America…<br />

Si, saremo di nuovo in giro in Europa, allo Sziget insieme a<br />

moltissimi altri artisti, in effetti stiamo già programmando<br />

per settembre il tour sudamericano, perché dovremmo andare<br />

in venezuela per una serie di concerti e iniziative molto<br />

forti mirate alla difesa del territorio e contro le speculazioni<br />

da parte delle aziende petrolifere, e da li cercheremo di<br />

pianificare finalmente una serie di richieste singole, che non<br />

siamo mai riusciti a confermare, come in Messico e altri paesi<br />

vicini.<br />

riguardo a prossimi progetti discografici, c’è qualcosa in<br />

cantiere?<br />

Per il disco se ne parlerà il prossimo inverno, attualmente<br />

abbiamo molti progetti discografici interessanti che stiamo<br />

seguendo, con Etnagigante, la nostra etichetta che ormai da<br />

17 anni lavora alla ricerca di nuova interessanti produzioni,<br />

ultimamente abbiamo prodotto due dischi di due progetti<br />

completamente diversi l’uno dall’altro, a riprova del fatto<br />

che la cosa che mi fa davvero battere il cuore è la musica<br />

bella.<br />

Tu hai sempre avuto un’attenzione parti<strong>col</strong>are per i gruppi<br />

emergenti, che cercano di darsi da fare cercando di creare<br />

nuovi stimoli sonori. So che uno dei progetti a cui tieni<br />

molto sono i Syd (See you dowtown) del nostro John<br />

lui, caratterizzati da un sound molto internazionale, cantato<br />

in inglese, un progetto molto interessante…<br />

Si, con i Syd abbiamo già fatto una data zero, riscuotendo<br />

davvero un enorme entusiasmo da parte del pubblico. Piacciono<br />

davvero a tanta gente, tra i prossimi progetti in uscita,<br />

comunque, a breve anche un disco di Grazia Negro, che<br />

sarà una rac<strong>col</strong>ta di tanti bellissimi pezzi scritti in questi anni.<br />

Prima di salutarti e ringraziarti per la tua disponibilità, la<br />

domanda free che io tengo sempre come dulcis in fundo,<br />

e cioè un tuo sfogo, una tua denuncia, qualcosa che vuoi<br />

menzionare , qualcosa che hai a cuore da dire…<br />

La cosa che vorrei davvero dire è che probabilmente dovremmo<br />

fare meno affidamento sulle istituzioni. Il siciliano,<br />

se vuole veramente salvarsi, dovrebbe fare questo e fare più<br />

“catena” tra i singoli, secondo me è l’unica soluzione. Cosi<br />

facendo, la politica dovrà necessariamente interessarsi di<br />

un fenomeno che nasce proprio dal basso. Molte volte mi<br />

è capitato di aderire ad iniziative anche totalmente gratuite<br />

per sottolineare determinate situazioni sociali. Cose come<br />

queste più si ripetono, più aumenta la consapevolezza della<br />

gente.<br />

Un augurio ai Siciliani<br />

Io mi auguro che la Sicilia si svegli. Mi auguro che i Siciliani<br />

si sveglino da questo torpore, e soprattutto diano parola ai<br />

ragazzi e alle ragazze, che sono <strong>col</strong>oro i quali hanno assorbito<br />

la differenza sostanziale, viaggiando e confrontandosi<br />

con altre realtà estere, tra questo posto e i posti in cui<br />

sono stati. Dare parola ai giovani che sanno perfettamente<br />

cosa funziona e cosa non funziona, fare tornare in Sicilia i<br />

tanti giovani intelligenti, che sono partiti, che sanno fare, che<br />

sanno parlare, ma per farli tornare è necessario che abbiano,<br />

come si suol dire, il terreno spianato. Solo cosi la Sicilia<br />

potrebbe risollevarsi.<br />

“L’intervista integrale realizzata da Antonio Triolo è pubblicata sul nostro sito: www.magmagazine.it<br />

107<br />

giu 12


108<br />

giu 12<br />

dischi<br />

di Paolo Turiaco<br />

Ho rivisto Salvo Pinzone con immenso piacere dopo un lungo<br />

black out e il ricordo è subito andato ai giorni in cui ci scambiavamo<br />

tanta musica in long plain e cassette.<br />

Dove sei finito?<br />

Il sogno era andare a Londra, ci sono stato più volte senza<br />

mai rimanerci, roma in alternativa era la città più comoda e<br />

meglio <strong>col</strong>legata con città vive musicalmente come Firenze e<br />

Bologna.<br />

Sbaglio o il tuo hobby di gioventù adesso è il<br />

tuo vero lavoro?<br />

Più che lavoro la considero una passione forte che si è trasformata<br />

in una attitudine, anche giornalistica, prima su “Ciao<br />

2001” e poi su “Blow-up”. È stato questo istinto emotivo che<br />

mi ha portato a far nascere una mia etichetta discografica che<br />

si chiama “Disasters by Choice” che ha sede a roma.<br />

Come giudichi l’attuale scena musicale?<br />

In questo periodo di scene ce ne sono tantissime...pic<strong>col</strong>e e<br />

frammentate, molto interessanti e di breve durata. A parte<br />

alcuni casi isolati, sono ancora le giovani Labels a vivacizzare<br />

l’interesse della scena indipendente. In questo periodo ad<br />

esempio, è obbligatorio puntare le orecchie su Not Not Fun<br />

> Salvo Pinzone nel suo studio<br />

La musica non è finita<br />

Incontrarsi dopo tanto tempo e gustare un buon caffè… chiacchierare di musica<br />

e di tutto quello che si nasconde dietro: cos’altro si potrebbe chiedere di meglio?<br />

o la Blackest Ever Black; richiede una parti<strong>col</strong>are attenzione<br />

anche quello che accade in oriente e in special modo in Cina.<br />

Là un mio amico musicista mi ha introdotto nel vastissimo e<br />

interessante mondo musicale cinese.<br />

Ho avuto modo di incontrare l’artista zhai ruixin in arte<br />

ME:Mo, del quale curerò la produzione. Con immenso piacere<br />

sono riuscito ad organizzare una Disasters by Choice<br />

Night a Pechino e di apprezzare l’infinita alternanza di generi<br />

musicali, dall’elettronica al pop rock fino alla musica tradizionale<br />

mongola, il tutto espresso con estrema originalità.<br />

Il digitale porterà nuova linfa o segnerà la morte<br />

dell’industria discografica?<br />

Il digitale per me si rispecchia nella velocità dei nostri tempi e<br />

ci permette di fruire della musica in qualsiasi posto con poca<br />

fatica e una qualità eccellente.<br />

Diversamente amo l’analogico perché mi dà il tempo di gustare<br />

quello che sto as<strong>col</strong>tando. Probabilmente torneremo<br />

indietro e ricominceremo a stampare le nuove uscite di Disasters<br />

By Choice solo su vinile bianco. In questi giorni ho,<br />

infatti, deciso di bloccare la produzione di CD e incominciare<br />

proprio con la stampa di un dieci pollici di un gruppo italofrancese<br />

chiamato Hiss.<br />

La mia conversazione con Salvo è andata avanti con la consumazione di un altro paio di caffè...La mia riflessione, alla fine è<br />

stata: bene ritorneremo a scambiarci i dischi e le cassette esattamente come quaranta anni fa…che meraviglia! Sintonizzatevi<br />

quindi su umori suoni e passioni della e come sempre… buon as<strong>col</strong>to.


mag<br />

109<br />

ooooooiiiiiii<br />

di<br />

Via Maddalena, 38/D (angolo Via G. Bruno) Messina - Tel. 090 2932170


Libri<br />

di Lara Cortese<br />

RECENSIONI<br />

Giugno / Luglio<br />

La luce sugli oceani<br />

autore: M.L. Stedman • editore: Garzanti • € 17,60<br />

“<br />

Il giorno del mira<strong>col</strong>o, Isabel era ingin<strong>occhi</strong>ata al limitare<br />

della scogliera”, sopraffatta dalla tristezza e dalla delusione,<br />

non si sarebbe mai aspettata che il mare potesse offrirle<br />

il dono più grande. Isabel, la moglie del guardiano del<br />

faro di un isola sperduta, non riesce ad avere figli. L’ultimo<br />

nato morto era stato appena sepolto. Così, l’arrivo di quella<br />

barca e il vagito di una bambina la riportano in vita, il mare<br />

le ha restituito ciò che aveva appena perduto. La decisione<br />

arriva per lei immediata e, vincendo le resistenze del marito,<br />

quella bambina sarà la loro figlia, Luce. Nessuno dovrà<br />

Sara Rattaro<br />

Un uso qualunque di te<br />

autore: Sara rattaro • editore: Giunti • € 12,00<br />

La prima impressione che si ricava, condizionata anche<br />

dalla copertina, è che si tratta del solito banale libro<br />

che fa leva sui buoni e cattivi sentimenti. Basta leggere qualche<br />

pagina in più per rendersi conto che è tutt’altro, perché<br />

in <strong>sole</strong> duecento pagine la rattaro racconta una storia dura,<br />

poetica e ricca di emozioni. Il romanzo, scritto sottoforma<br />

di diario, parla di viola, una donna che in principio il lettore<br />

impara a disprezzare per poi mutare radicalmente parere<br />

nelle ultime struggenti pagine. viola è una donna, una<br />

moglie ed una madre assolutamente imperfetta, ha sempre<br />

condotto una vita dissoluta, mentendo e tradendo il marito<br />

110<br />

giu 12<br />

M.L.Stedman<br />

mai saperlo. Ma oltre il mare c’è una donna<br />

che soffre e spera ancora che il mare<br />

le riporti sua figlia. Una storia d’amore e<br />

di dolore, l’amore di due donne per la stessa figlia. Il senso<br />

di <strong>col</strong>pa viene annullato dall’egoismo. Colpevoli e innocenti,<br />

verità e <strong>col</strong>pa sono posti sullo stesso piano. La domanda<br />

che ci si pone (cosa è giusto e cosa non lo è?) non potrà<br />

avere una risposta adeguata. Commovente, avvincente, ma<br />

soprattutto coinvolgente.<br />

che la adora (“ogni giorno che il cielo ha<br />

mandato in terra ho avuto una sola convinzione,<br />

che Carlo mi amasse più della<br />

sua vita”). E proprio quando riceve la telefonata che la informa<br />

che sua figlia è in ospedale in fin di vita, lei si trova<br />

dove non dovrebbe stare, nel letto di un altro uomo. Inizia<br />

una sorta di percorso a ritroso, ripercorre tutta la sua vita<br />

per riscoprirsi madre, donna completa e piena d’amore.<br />

Ben scritto, fluido e veloce da leggere. Ognuno di noi ha<br />

una chance per cambiare e non sempre ciò che appare è<br />

tale.


Margaret Doody<br />

Aristotele e i veleni di Atene<br />

autore: Margaret Doody • editore: Sellerio • € 15,00<br />

Uno degli ultimi gialli pubblicati in Italia della serie Aristotele<br />

detective. È molto riduttivo definire solo gialli<br />

i romanzi della Doody, perché, oltre a raccontare storie di<br />

delitti, l’autrice canadese ci fornisce uno spaccato di vita<br />

quotidiana dell’antica Grecia, diverte ed insegna allo stesso<br />

tempo. Le storie che scrive sono caratterizzate dalla presenza<br />

del grande filosofo macedone Aristotele che, affiancato<br />

dal giovane Stefanos, cittadino ateniese e voce narrante,<br />

tenta di risolvere i misteriosi omicidi che funestano<br />

la vita della polis e lo fa utilizzando la logica e la retorica.<br />

La storia si svolge nel Iv se<strong>col</strong>o a.C. ed inizia con la morte<br />

per avvelenamento da cicuta di un fa<strong>col</strong>toso uomo d’affari<br />

il cui corpo viene trovato in un bordello. Ma i veri veleni<br />

David Safier<br />

La mia famiglia e altri orrori<br />

autore: David Safier • editore: Sperling&Kupfer • € 18,90<br />

Dopo l’orribile karma della formica, Safier ritorna a deliziarci<br />

con un libro che può essere considerato un<br />

po’ fantasy, un po’ horror, ma sicuramente tragicomico. Una<br />

storia surreale che verte sul tema della felicità, l’affaccendarsi<br />

alla ricerca della stessa fa perdere il senso della vita,<br />

solo sperimentando il peggio ci si accorge che la vera felicità<br />

è sempre stata a portata di mano e intorno a noi.<br />

Protagonista assoluta una famiglia normale che vive crisi<br />

adolescenziali e genitoriali, una famiglia stressata e infelice.<br />

Classifica dei libri da non leggere… secondo il Daily Telegraph<br />

1. James Joyce, Ulisse<br />

2. georges orwell, 1984<br />

3. Jane austen, Orgoglio e pregiudizio<br />

4. Jane austen, Emma<br />

5. d. H. lawrence, L’amante di Lady Chatterley<br />

6. Geoffrey Chaucer, I racconti di Canterbury<br />

7. Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby<br />

8. Francis Scott Fitzgerald, Tenera è la notte<br />

9. Victor Hugo, I miserabili<br />

10. Margaret Mitchell, Via <strong>col</strong> vento<br />

11. gabriel garcía Márquez, Cent’anni di solitudine<br />

12. albert Camus, Lo straniero<br />

13. Voltaire, Candido<br />

14. Franz Kafka, Le metamorfosi<br />

RECENSIONI<br />

sono quelli simbolici che infestano la città,<br />

dicerie, cospirazioni, invidie e finti paladini<br />

della giustizia e della moralità. Leggendo<br />

queste pagine non solo si riesce a respirare il mito e il fascino<br />

dell’antico, ma ci si rende conto che non è cambiato<br />

molto nell’indole degli esseri umani; il processo ateniese ha<br />

le caratteristiche mediatiche dei giorni nostri. Una buona<br />

dose di suspence e il finale a sorpresa ci ricorda che oltre<br />

a vivere e imparare usi e costumi antichi, oltre a sentirci<br />

pic<strong>col</strong>i di fronte alla grandezza di quegli uomini, stiamo cercando<br />

di risolvere un mistero. È assolutamente consigliabile<br />

agli appassionati del genere iniziare a leggere le prime opere<br />

della Doody.<br />

Tutti insieme vestiti in maschera da mostri<br />

si recano alla presentazione di un<br />

libro, peccato che la festa non fosse in<br />

maschera, fuggono, e si imbattono in una strega che li trasforma<br />

nei mostri che rappresentano. Da questo momento<br />

inizia un’avventura a tratti esilaranti e godibilissima. Leggero,<br />

veloce, una favola adatta anche agli adulti. Affronta temi attuali<br />

con ironia e fantasia.<br />

15. J. W. Goethe, I dolori del giovane Werther<br />

16. Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, Le<br />

relazioni peri<strong>col</strong>ose<br />

17. lev Tolstoj, Guerra e pace<br />

18. Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo<br />

19. Paulo Coelho, L’alchimista<br />

20. Stieg larsson, La ragazza che giocava con il fuoco<br />

21. elizabeth gilbert, Mangia prega ama<br />

22. Philip roth, Lamento di Portnoy<br />

23. Hunter S. Thompson, Paura e disgusto a Las Vegas<br />

24. Julian Fellowes, Snob<br />

25. Stephen Hawking, Dal Big Bang ai buchi neri.<br />

Breve storia del tempo<br />

111<br />

giu 12


cinema<br />

di Giorgio Cavagnaro<br />

Un FILM DA VEDErE<br />

112<br />

giu 12<br />

Una pelli<strong>col</strong>a<br />

dall’alto valore civile<br />

che ripercorre<br />

quanto accadde<br />

nel luglio del 2001<br />

durante il G8<br />

di Genova<br />

Mi piacerebbe iniziare questo arti<strong>col</strong>o con la formula<br />

di routine “I fatti sono noti”. Ma se da un<br />

lato ciò risponde a realtà, nel senso che molto è<br />

stato detto e scritto sugli avvenimenti accaduti a<br />

Genova a margine del summit internazionale G8, pochi hanno<br />

avuto la reale percezione della gravità di quanto accadde nella<br />

notte tra il 21 e il 22 luglio nella scuola Armando Diaz. La frase<br />

sotto il titolo del film riporta un commento di Amnesty International<br />

che recita testualmente: «La più grave sospensione dei<br />

diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda<br />

Guerra Mondiale». Una frase bruciante, che appare in tutta la<br />

sua drammatica realtà con lo scorrere delle immagini di questo<br />

bellissimo film, fortemente voluto dal miglior produttore indipendente<br />

italiano, Domenico Procacci, e che il regista Daniele<br />

vicari ha girato con passione e notevole spiegamento di mezzi.<br />

Solo la ricostruzione delle strade di una Genova martoriata da<br />

tre giorni di ordinaria follia, realizzata a Bucarest per motivi di<br />

budget, ha richiesto il lavoro di un mese e mezzo di artigiani<br />

specializzati e nelle scene di massa della manifestazione sono<br />

stati impiegati 10.000 comparse e 120 attori. Diciamo subito<br />

che al termine dell’anteprima stampa, dunque alla presenza di<br />

un pubblico di addetti ai lavori, poco incline alle emozioni, parecchi<br />

giornalisti sono rimasti per alcuni interminabili secondi<br />

seduti al loro posto, per riprendersi da ciò che avevano appena<br />

finito di vedere. Attenzione, non parliamo di immagini splatter,<br />

create per compiacere gli appassionati del genere horror o per<br />

<strong>col</strong>pire a tradimento lo spettatore medio.


La violenza che esplode<br />

davanti ai nostri <strong>occhi</strong><br />

dal momento dell’irruzione<br />

della polizia, alla<br />

ricerca di fantomatici “Black Bloc”<br />

nella scuola Diaz, dove si erano<br />

rifugiate alcune centinaia di manifestanti<br />

di provenienza eterogenea<br />

per passare la notte susseguente<br />

alla terribile giornata segnata dalla<br />

morte del giovane Carlo Giuliani,<br />

è quanto di più bestiale ed atroce<br />

il cinema italiano abbia raccontato <strong>negli</strong> ultimi decenni. Ci<br />

sono stati processi molto discussi, a seguito degli avvenimenti<br />

descritti nel film. Produttore e regista hanno dichiarato<br />

di aver tenuto conto in modo preciso di quanto emerso<br />

nel corso delle relative indagini, e di aver deciso la realizzazione<br />

del film dopo le assoluzioni dei vertici della polizia di<br />

Stato indicati come responsabili dei fatti, ad eccezione del<br />

capo del vII Nucleo reparto mobile di roma, interpretato<br />

da Claudio Santamaria, che decide, inorridito da quanto si<br />

stava verificando, di interrompere<br />

la mattanza. Questo poliziotto, unico<br />

fra tutti, userà il termine “macelleria<br />

messicana” riferendosi ai fatti<br />

della Diaz e ai successivi disumani<br />

interrogatori svoltisi alla caserma<br />

Bolzaneto e subirà, a differenza<br />

degli altri, pesanti conseguenze per<br />

la sua carriera.<br />

Al film, che annovera tra gli interpreti<br />

il sempre efficace Elio Germano<br />

nella parte di un giornalista<br />

coinvolto e malmenato, il già citato Santamaria, renato<br />

Scarpa, Paolo Calabresi, Mattia Sbragia e una intensa e sofferente<br />

Jennifer Ulrich, torturata a Bolzaneto in sequenze<br />

raccapriccianti, è stato mosso il rilievo, in parte giustificato,<br />

di non andare a fondo sulle responsabilità dei registi occulti<br />

del massacro, sempre più difficili e sfuggenti da mettere a<br />

fuoco e inchiodare. resta però l’alto valore civile della pelli<strong>col</strong>a<br />

come documento implacabile di una pagina di storia di<br />

cui, come italiani, dobbiamo tutti vergognarci.<br />

113<br />

giu 12


social & media<br />

di Eugenia Morato<br />

SoCIAL MEDIA<br />

ToURISM MARkETING<br />

Ecco come funziona il turismo ai tempi dei social network<br />

L’estate è ormai alle porte e gli <strong>occhi</strong> di tutti sono<br />

puntati su uno dei più importanti comparti in Italia:<br />

il turismo. Nel 2011 l‘impatto economico generato<br />

dal settore turistico è stato di 51,4 miliardi di euro, pari al<br />

3,1 del prodotto interno lordo. Tuttavia, a causa della crisi<br />

mondiale, le stime parlano di numeri leggermente al ribasso<br />

per il 2012. Ma vediamo come il web e i social media possono<br />

aiutare il comparto “viaggi e turismo” e come gli strumenti<br />

2.0 possono essere utili per promuovere una struttura<br />

ricettiva o un parti<strong>col</strong>are territorio. Stiamo parlando di<br />

quello che viene definito Social Media Tourism Marketing.<br />

È scontato dire che tutto ha inizio da un buon sito. Non<br />

deve trattarsi di una semplice vetrina, ma deve spingere le<br />

persone a interagire: chiedendo informazioni, un preventivo<br />

oppure condividendo quel sito sui social network.<br />

Ma avere un buon sito, con contenuti chiari e navigabili anche<br />

da mobile, non basta. Bisogna generare traffico. Il sito<br />

deve diventare una sorta di hub, attorno al quale sviluppare<br />

un ecosistema social. Nella creazione di un piano strategico<br />

114<br />

giu 12<br />

integrato di social media marketing turistico, non si può<br />

non cominciare da Facebook. Con le sue fan page, infatti,<br />

permette di creare dei veri mini siti al suo interno. La parola<br />

d’ordine è engagement, ovvero coinvolgere gli utenti e<br />

riuscire a scatenare una risposta positiva da parte loro (un<br />

like, uno share o, meglio ancora, un soggiorno nella nostra<br />

struttura). Il modo migliore per ottenere tutto ciò è pubblicare<br />

contenuti rilevanti e d’impatto immediato ed emotivo,<br />

come foto e video. Non può, poi, mancare Twitter, sempre<br />

più utilizzato dal mondo del business come customer care.<br />

Ma oltre alla gestione più snella e veloce delle richieste dei<br />

clienti, si tratta di uno strumento sempre più prezioso per<br />

trovare nuovi potenziali clienti (soprattutto considerando<br />

quanto non sia sempre così facile incrementare i fan della<br />

propria brand page su Facebook). Ad esempio, con la funzione<br />

Advanced Search (https://twitter.com/search-advanced)<br />

è possibile scoprire utenti che parlano di un certo specifico<br />

territorio e che possono essere interessati all’offerta turistica<br />

della nostra città.


C’è, poi, YouTube - la terza piattaforma dopo Facebook<br />

e Google - con i suoi 490 milioni di utenti<br />

unici mensili, dove possiamo pubblicare video di<br />

eventi turistici del territorio. Siamo nell’era della content<br />

curation, dove la “curatela” di ciò che pubblichiamo sul<br />

web diventa strategica per poter emergere nell’infinità<br />

di contenuti che vengono pubblicati ogni giorno su internet.<br />

Per questo è importante non essere autoreferenziali.<br />

non avrebbe molto senso pubblicare immagini e video<br />

solo della nostra struttura, perché<br />

i turisti vengono a visitare un luogo,<br />

non la camera di un albergo.<br />

Ed è quel luogo che vogliono cominciare<br />

a sognare da casa, prima<br />

ancora di aver cominciato il loro<br />

viaggio. In un piano di social media<br />

tourism non possono, poi, mancare<br />

Pinterest e Instagram, i canali<br />

social più famosi per la condivisione<br />

di immagini. Su Pinterest, ad<br />

esempio, dietro al pin di una foto<br />

di un tramonto mozzafiato del<br />

nostro territorio, può esserci il<br />

link che rimanda al sito web della nostra struttura. È vero,<br />

Pinterest è usato molto soprattutto per condividere contenuti<br />

in inglese, ma il lato positivo è che sarà più facile<br />

trovare nuovi clienti. dulcis in fundo, google. non posso-<br />

no, infatti, mancare google Plus e google Places. è vero<br />

che G+ ha ancora un indice molto basso d’interazione ed<br />

engagement, ma pubblicare contenuti in questo canale è<br />

strategico in ottica SEo, poiché permette ai nostri link di<br />

essere trovati più facilmente nel web. discorso simile può<br />

essere fatto per Places. le mappe, infatti, hanno assunto<br />

un peso sempre rilevante tra i risultati di ricerca, comparendo<br />

addirittura prima rispetto ai risultati organici. I dati<br />

confermano, infatti, che il traffico referral da Places può<br />

davvero incrementare fino al 40%<br />

il numero di visitatori a un sito. In<br />

questo modo si può dar vita a un<br />

piano di social tourism marketing<br />

integrato, dove ogni canale social<br />

utilizzato assolve a uno specifico<br />

ruolo e l’insieme degli strumenti<br />

messi in azione genera un valore<br />

maggiore della loro semplice<br />

somma. ormai i social network<br />

sono diventati uno strumento<br />

fondamentale per il segmento turistico<br />

e il Social Media Tourism<br />

Marketing deve essere visto come<br />

un prezioso alleato per questo comparto. Un modo di<br />

vedere nuove opportunità e occasioni di crescita per tutto<br />

il settore turistico, una delle più importanti industrie<br />

in Italia.<br />

115<br />

giu 12


hi-tech<br />

di Cristian Vita<br />

Internet e i viaggi<br />

vs spending review<br />

In periodi come questo, una vacanza è ovviamente<br />

considerata spesa “superflua”, Internet però mette a<br />

disposizione alcune risorse utili per risparmiare, se proprio<br />

non si riesce a fare a meno di un bel viaggio. Lo scambio<br />

di case http://www.homeexchange.com e il cosiddetto<br />

“couchsurfing” (saltare da un divano all’altro) http://www.<br />

couchsurfing.org sono diventate ormai due pratiche molto<br />

diffuse tra turisti che trascorrono le vacanze in case altrui,<br />

conoscendo così tante nuove persone in tutto il mondo<br />

e avendo la possibilità di visitare, a costi ridottissimi, ogni<br />

angolo del pianeta. La rete attraverso opportune ricerche<br />

offre occasioni molto interessanti, tra queste una che ci<br />

sembra degna di nota è l’opportunità “Free nights for eco<br />

volunteers” offerta da una catena alberghiera denominata<br />

Six Senses, che offre un numero di notti gratuite nei suoi<br />

116<br />

giu 12<br />

Il periodo che stiamo attraversando non è sicuramente<br />

dei più economicamente esaltanti. Mentre il nostro governo<br />

nazionale avvia ogni azione volta alla contrazione della spesa<br />

pubblica, la famigerata spending review, anche singoli e famiglia<br />

hanno dovuto, loro malgrado, contrarre le spese, cominciando<br />

da ciò che riteniamo superfluo<br />

prestigiosi resort siti alle Maldive e in Thailandia, il tutto in<br />

cambio di aiuto nell’ambito dei programmi locali denominati<br />

Slowlife (Sustainable-Local-organic-Wholesome Learning-Inspiring-Fun-Experiences).<br />

I programmi prevedono<br />

un pic<strong>col</strong>o aiuto alle popolazioni locali o al territorio ove<br />

è ubicato il resort, sono previsti servizi di conservazione<br />

della barriera corallina, rac<strong>col</strong>ta di pic<strong>col</strong>i rifiuti dalla barriera,<br />

lezioni di nuoto o immersione oppure un supporto alle<br />

famiglie e popolazioni locali nell’insegnamento e nel trasferimento<br />

di conoscenze sul trattamento dei rifiuti. Un’opportunità<br />

veramente interessante che offre, in cambio di<br />

qualche ora di impegno al giorno, periodi di permanenza<br />

gratuita in fantastiche località. L’adesione al programma<br />

permetterà, dunque, di allungare il periodo di vacanza e di<br />

conoscere meglio magnifiche località.<br />

<strong>Mag</strong>giori informazioni potranno essere trovate al link: http://goo.gl/oi2fg


118<br />

giu 12<br />

sport<br />

di Vincenzo Corbino<br />

L’olimpiade “siciliana”<br />

IL 25 LUGLIO, A LONDRA PARTONO I GIOCHI OLIMPICI.<br />

IN GArA CI SArANNo ANCHE DIECI ATLETI ISoLANI<br />

Una pattuglia di dieci atleti per i Giochi olimpici di<br />

Londra in programma dal 25 luglio al 12 agosto.<br />

La Sicilia darà il suo contributo in quasi tutte le<br />

specialità Individuali, dall’atletica al nuoto, dal ciclismo alla<br />

scherma, dalla pallanuoto alla vela, dal tennistavolo alla ginnastica.<br />

Tutta l’isola sarà a tifare per la maratoneta palermitana<br />

anna Incerti, classe 1980, porta<strong>col</strong>ori delle “Fiamme Azzurre”,<br />

che punta a centrare una medaglia nella gara più<br />

estenuante e complessa degli interi giochi. Per la Incerti, che<br />

è allenata da Tommaso Ticali, c’è da migliorare il quattordicesimo<br />

posto ottenuto alle Olimpiadi di Pechino nel 2008.<br />

Il suo palmares fa registrare anche un terzo posto a Barcellona<br />

nell’edizione 2010 dei Campionati Europei, un nono<br />

posto nella rassegna continentale di Goteborg nel 2006 e<br />

un diciassettesimo posto ai Campionati Mondiali del 2007<br />

disputati ad osaka, in Giappone.<br />

Una promessa della vela che arriva a Londra da Erice è<br />

laura linares. Atleta classe 1990, la sua prima società è<br />

stata la società “Canottieri Marsala”, ha ottenuto la qualificazione<br />

ai Giochi il 10 dicembre del 2011, per la categoria<br />

“windurfer rs”.<br />

Linares che è tesserata per la Marina militare ed è allenata<br />

da Paolo Ghione, vanta un curriculum già importante: seconda<br />

a Sopot nel 2010 agli Europei in Coppa del Mondo<br />

dell’anno precedente, ha anche un ottavo posto agli Europei<br />

del 2011, svolti a Bulas e un nono ai Mondiali di Perth<br />

dello stesso anno.<br />

Da Catania fresco del titolo mondiale vinto nella sua città<br />

c’è poi Paolo Pizzo, campione di scherma, nella specialità<br />

della spada. Pizzo, nato nel 1983, è tesserato per l’Aeronautica.<br />

Nel suo palmares brilla il titolo mondiale conquistato<br />

a Catania nel 2011 ed il primo posto in Coppa del Mondo<br />

nel 2010. Completano il quadro poi il decimo posto ottenuto<br />

a Lipsia agli Europei, il ventesimo con cui ha chiuso i<br />

Mondiali del 2010.


Nella stessa specialità, ma al femminile c’è<br />

un’altra catanese che ha staccato il pass per<br />

le olimpiadi londinesi. È rossella Fiamingo,<br />

classe 1991, che combatte nella spada. Il suo<br />

palmares vede un’ottava piazza agli Europei<br />

di Sheffield del 2011 ed il ventitreesimo posto ai Mondiali<br />

disputati lo scorso anno nella sua Catania.<br />

Uno dei protagonisti più attesi alla rassegna dei cinque cerchi<br />

olimpici è sicuramente il ciclista messinese Vincenzo<br />

nibali. Classe 1984, la sua specialità è la strada individuale<br />

in linea. Tesserato per la “Liquigas”, vuole migliorare il quindicesimo<br />

posto nella prova a cronometro alle olimpiadi di<br />

Pechino di quattro anni fa. Tra i risultati di prestigio si registrano<br />

la vittoria della “Vuelta”, il Giro di Spagna del 2010,<br />

e i due terzi posti con cui ha chiuso le due ultime edizioni<br />

del Giro d’Italia.<br />

Per il nuoto ci sarà un catanese che <strong>negli</strong> ultimi anni centellinando<br />

fatica e tanti sforzi in piscina ha ottenuto quello che<br />

sembrava essere un sogno. È gianluca <strong>Mag</strong>lia, classe 1988<br />

porta<strong>col</strong>ori delle Fiamme Gialle ed ex atleta della Blu Team.<br />

La sua specialità saranno i 4x200 stile libero. Il suo palmares<br />

evidenzia due sesti posti ai Mondiali di Roma del 2009 sui<br />

4x200 misti, e agli Europei di Budapest del 2010, dove nello<br />

stesso anno chiuse quinto nella staffetta 4x200 stile libero.<br />

Ai Mondiali di Shanghai del 2011 ha centrato l’ottava piazza<br />

sulla stessa staffetta.<br />

Sarà al fianco di uno dei pezzi importanti della nazionale<br />

di nuoto, luca Marin. originario di vittoria dove è nato nel<br />

1986, l’appuntamento delle olimpiadi di Londra rappresenta<br />

forse l’ultima grande occasione per cercare di cogliere<br />

una medaglia nella sua gara i 400 misti, che lo hanno visto<br />

campione europeo giovanile nel 2001 e vincere il titolo<br />

europeo in vasca corta agli Europei del 2006. Vanta anche<br />

un secondo posto sulla stessa gara agli Europei del 2004<br />

ed ai Mondiali del 2006 in vasca corta. Alle Olimpiadi l’ex<br />

allievo della “Terranova” di vittoria ha <strong>col</strong>lezionato un quinto<br />

posto a Pechino nel 2008 ed un decimo alla sua prima<br />

apparizione ai Giochi di Atene del 2004. Ci sarà anche un<br />

pezzo di Siracusa rappresentata in vasca a Londra. Con Valentino<br />

gallo, mancino, perno inamovibile del “Settebello”<br />

di pallanuoto allenato dall’altro siracusano Sandro Campagna.<br />

Per Gallo, ex atleta dell’ortigia, che compirà ventisette<br />

anni proprio una settimana prima, il 17 luglio, di partire per<br />

le sue seconde olimpiadi, l’obiettivo è vincere quell’oro che<br />

manca all’Italia dalla storica finale di Barcellona ’92 contro<br />

la Spagna di Manuel Estiarte. “Abbiamo tutto per fare bene<br />

– ha detto Gallo – siamo detentori del titolo mondiale conquistato<br />

lo scorso anno e ci attenderanno tutti al varco,<br />

specie la Serbia, l’Ungheria, la Croazia, gli Stati Uniti e la<br />

russia che sono i nostri avversari più temibili.Noi non siamo<br />

ancora sazi, vogliamo entrare nella storia, ma per farlo<br />

dovremo avere la stessa forza mentale e la cattiveria agonistica<br />

dimostrata lo scorso luglio a Shanghai”. Per Gallo<br />

il palmares dice che oltre al titolo mondiale dello scorso<br />

anno a Shanghai, c’è anche il secondo posto agli Europei di<br />

Zagabria del 2010.<br />

Sarà in panchina per tentare di scrivere una pagina memorabile<br />

nella storia della pallanuoto l’altro siracusano, Sandro<br />

Campagna: vincere da tecnico l’oro olimpico a vent’anni<br />

di distanza dopo averlo conquistato da giocatore. Bandiera<br />

dell’ortigia di romolo Parodi, e protagonista poi con<br />

la roma, Campagna che era tra i protagonisti in acqua<br />

dell’oro di Barcellona. “Non sarà un’impresa semplice – ha<br />

commentato Campagna – ci stiamo preparando con grande<br />

oculatezza e senza lasciare nulla al caso per questo che<br />

è l’appuntamento più importante per uno sportivo. vogliamo<br />

confermarci tra le squadre più importanti al mondo,<br />

ma sappiamo che saremo la formazione da battere perché<br />

siamo reduci dalla conquista del Mondiale.<br />

Dovremo essere abili a non farci sopraffare dalla pressione<br />

che inevitabilmente ci sarà e dimostrare tutto il nostro valore<br />

e che la nostra pallanuoto è tra le migliori del mondo”.<br />

Nella ginnastica, a difendere i <strong>col</strong>ori azzurri ci sarà una catanese,<br />

Carlotta Ferlito, classe 1995, tesserata con la “Gal<br />

Lissone”.<br />

La sua specialità è la ginnastica artistica. Il suo palmares<br />

vede un secondo posto agli Europei di Berlino del 2011.<br />

Per seguire il programma completo<br />

delle Olimpiadi 2012<br />

http://www.londra2012.coni.it/<br />

119<br />

giu 12


120<br />

giu 12<br />

auto&motori<br />

di Patrizia Mercadante<br />

Giovane, versatile<br />

e supercompatta,<br />

Mii è la nuova citycar<br />

firmata Seat che debutta<br />

in questi giorni<br />

nel mercato italiano.<br />

È<br />

una piacevole combinazione di design, compattezza,<br />

funzionalità e fruibilità dello spazio e possiede un<br />

ottimo rapporto qualità prezzo (9.300 euro chiavi<br />

in mano). La Mii offre un innovativo propulsore tre<br />

cilindri benzina 1.0 con due varianti di potenza, 60 e 75<br />

CV, che assicurano prestazioni notevoli non solo nel traffico<br />

cittadino: con una velocità massima di 160 e 171 km/h<br />

rispettivamente, e consumi che si attestano a soli 4,5 e 4,7<br />

l/100 km, infatti la supercompatta spagnola è ideale anche<br />

per un uso extraurbano.<br />

Questo nuovo modello sarà disponibile in due versioni: la<br />

Reference, per i clienti che fanno una scelta razionale, e<br />

la versione Style, più completa. Quest’ultima potrà essere<br />

ulteriormente personalizzata grazie ai pacchetti Chic e<br />

Sport. L’equipaggiamento di serie di Mii offre, per la versione<br />

reference, gli airbag frontali e laterali testa-torace<br />

per conducente e passeggero, la disattivazione dell’airbag<br />

frontale passeggero, l’ESC e l’Hill Hold Control per l’assistenza<br />

alla partenza in salita e il servosterzo, oltre alla radio<br />

CD-MP3 con AUx-In e due altoparlanti. La Style include<br />

ulteriori equipaggiamenti di serie fra i quali 4 altoparlanti<br />

Mii, supercompatta<br />

e massima funzionalità<br />

aggiuntivi, i cerchi in acciaio “NoA”, il climatizzatore semiautomatico,<br />

la chiusura centralizzata con telecomando e gli<br />

alzacristalli elettrici. Sono disponibili su richiesta innovativi<br />

dispositivi tecnologici che accrescono sia la sicurezza,<br />

sia l’efficienza nella Mii: il City Safety Assist per la frenata di<br />

emergenza, dispositivo rilevatore di osta<strong>col</strong>i posto nella<br />

parte superiore del parabrezza che in città può contribuire<br />

a evitare una <strong>col</strong>lisione o, quanto meno, a ridurne la gravità,<br />

e il Seat Portable System, sistema integrato con l’elettronica<br />

della vettura che funge sia da computer di bordo che da<br />

navigatore e Bluetooth.<br />

Il pacchetto Chic offre i cerchi in lega 14” SILvA, il volante<br />

e la leva del cambio rivestiti in pelle, i sedili posteriori ribaltabili<br />

separatamente, la regolazione in altezza del sedile<br />

passeggero, gli specchietti regolabili elettricamente e riscaldabili.<br />

Il pacchetto Sport, diversamente, include nell’offerta<br />

i cerchi in lega 15” ANIA, il volante e la leva del cambio<br />

rivestiti in pelle, i vetri posteriori oscurati, i sedili posteriori<br />

ribaltabili separatamente, la regolazione in altezza del sedile<br />

passeggero, gli specchietti regolabili elettricamente e<br />

riscaldabili e le sospensioni sportive. Entrambi i pacchetti<br />

includono l’easy entry per la versione 3 porte.


Via Nazionale, 330 - Rometta Marea (ME)<br />

Tel.: 090/9961480 - Fax: 090/9961480


È importante<br />

aggiungere<br />

più vita agli anni,<br />

non più anni alla vita<br />

(Mons. Mariano <strong>Mag</strong>rassi)<br />

box<br />

SUL CAMPANILE<br />

PEr ProTESTA<br />

Gli ex dipendenti della Servirail<br />

dal 31 maggio sono sul campanile<br />

del duomo di Messina in segno<br />

di protesta. Si tratta della società<br />

che si occupava dei servizi cuccette<br />

nei treni a lunga percorrenza,<br />

che lo scorso dicembre<br />

ha licenziato 80 dipendenti<br />

per la decisione di Trenitalia di<br />

abolire i treni a lunga percorrenza<br />

tra Messina e il nord Italia.<br />

dopo numerose manifestazioni,<br />

l’occupazione dei binari e della<br />

stazione di Messina, circa venti<br />

dei dipendenti licenziati hanno<br />

deciso di salire sul campanile del<br />

duomo della città per chiedere<br />

risposte concrete sul loro futuro<br />

occupazionale. Sono padri di<br />

famiglia, mariti, uomini che chiedono<br />

di lavorare per tornare ad<br />

una vita sicura e dignitosa. Hanno<br />

scelto di fare lo sciopero della<br />

fame e di rimanere lì finché non<br />

verrà trovata una soluzione dalle<br />

istituzioni competenti e dalle<br />

122<br />

giu 12<br />

La sfida<br />

del Cubo di Coppo<br />

abilità ed attenzione<br />

anche in questo numero vi proponiamo una nuova<br />

divertente sfida. Il cubo di Coppo è un’alternativa<br />

del Sudoku inventata da Eugenio Coppo con<br />

delle regole abbastanza semplici.<br />

REGoLE DEL CUBo DI CoPPo<br />

A B C D<br />

LA LEGALITà<br />

CoNvIENE!<br />

“la legalità conviene: il piacere della<br />

legalità. giustizia, cittadinanza e tutela<br />

dei diritti”, questo il tema per l’anno<br />

2012 della terza edizione del Premio<br />

Letterario Nazionale organizzato<br />

dalle acli regionale Toscana con la <strong>col</strong>laborazione<br />

delle acli nazionale e con il<br />

Patrocinio del Segretariato Sociale della<br />

rai e dell’Associazione Libera. Con il<br />

saggio inedito intitolato “legalità e Pubblica<br />

amministrazione: più trasparenza<br />

grazie alle nuove tecnologie”,<br />

Francesco Pira è stato uno dei vincitori.<br />

Sociologo e giornalista, docente<br />

di comunicazione e relazioni pubbliche<br />

presso l’Università degli Studi di Udine<br />

e presso l’Università di Messina, Pira<br />

ha ritirato il riconoscimento sabato<br />

26 maggio alla Stazione leopolda di<br />

Firenze, nell’ambito della manifestazione<br />

“Terra Futura”.<br />

“Non posso che ringraziare tutti i promotori<br />

del Premio Letterario per questo<br />

riconoscimento su un tema a me molto<br />

caro. E poi ritirarlo in una città dove ho<br />

vissuto e lavorato per tanti anni come<br />

Firenze, capoluogo di una regione che<br />

fa della solidarietà e della cultura della<br />

legalità due punti fermi è una soddisfazione<br />

doppia. Dedico questo premio a tutte<br />

le persone che si sono battute o si battono<br />

per consolidare la cultura della legalità”.<br />

ogni schema va risolto nel rispetto delle seguenti regole:<br />

Fig. A In ciascuna delle tre facce visibili del cubo, di<br />

aziende coinvolte.<br />

dimensioni 6x6, devono essere presenti tutti i numeri da 1 a<br />

12 ripetuti esattamente tre volte.<br />

Fig. B In ciascuna delle diciotto file del cubo, formate<br />

dall’allineamento di dodici caselle (in orizzontale o in<br />

verticale), devono essere presenti tutti i numeri da 1 a 12<br />

ripetuti una sola volta.<br />

IN CArCErE<br />

SI rICICLA<br />

Fig. C In ciascuna delle sei zone da 6x2 caselle (sia<br />

orizzontali che verticali) individuabili in ciascuna faccia del<br />

cubo, devono essere presenti tutti i numeri da 1 a 12, ripetuti<br />

una sola volta.<br />

Fig. D nell’insieme delle tre facce del cubo ad angolo<br />

centrale di dimensione 2x2x2 devono essere presenti tutti i<br />

numeri da 1 a 12 ripetuti una sola volta; in tutte le altre facce<br />

visibili dei cubi di dimensione 2x2x2 devono essere presenti<br />

solo alcuni numeri da 1 a 12 ripetuti una sola volta.<br />

La soluzione a pag. 124<br />

Il Consorzio nazionale acciaio<br />

ha siglato una convenzione<br />

con la cooperativa sociale rebibbia<br />

ricicla. Un impianto di selezione<br />

all’interno del carcere di rebibbia<br />

darà lavoro a 11 detenuti coordinati<br />

da un tecnico esterno. Si occuperanno<br />

di separare a mano i contenitori<br />

di acciaio, alluminio e plastica,<br />

selezionandoli dalla rac<strong>col</strong>ta intercomunale<br />

della provincia di roma.<br />

In seguito, l’acciaio verrà pressato e<br />

inviato ad un’acciaieria per la fusione.


Il nostro obIettIvo:<br />

farvi sentire meglio!<br />

Per questo ci mettiamo<br />

anche la faccia!<br />

I nostri apparecchi acustici<br />

sono assicurati contro<br />

furTo<br />

smarrImenTo<br />

danneggIamenTo<br />

accredITaTo asp e InaIl<br />

audiofon<br />

Dott. Davide Gentile<br />

apparecchI acusTIcI<br />

Via G. Garibaldi, 262 isol. 479 - MESSINA - Tel. 090 44826<br />

www.audiofon.it - info@audiofon.it<br />

magcom


Se amate la vita<br />

non sprecate tempo,<br />

perchè è ciò<br />

di cui sono fatte<br />

tutte le nostre vite<br />

(Benjamin Franklin)<br />

box<br />

124<br />

giu 12<br />

Donne<br />

e scienza<br />

Il Premio “Per le donne<br />

e la scienza”, promosso da L’oreal<br />

e Unesco è giunto alla sua decima<br />

edizione ed è dedicato alle giovani<br />

ricercatrici, contro la fuga<br />

di cervelli e per dare visibilità<br />

a chi ha talento.<br />

Si tratta di un’iniziativa nazionale<br />

e mondiale che nasce per dare<br />

visibilità a chi ha talento<br />

e per offrire un’opportunità a chi,<br />

ogni giorno, dedica tutto il suo<br />

tempo alla ricerca. Questa è la<br />

molla che spinge le 50 vincitrici<br />

finora premiate con una borsa<br />

di studio del valore di 15 mila<br />

euro ciascuna e per le migliaia di<br />

candidate che inseguono<br />

il proprio sogno.<br />

“Il mondo ha bisogno della<br />

scienza…e la scienza ha bisogno<br />

delle donne”, questa<br />

è la convinzione che ha avvicinato<br />

L’oreal e UnESCo nel 1998,<br />

anno in cui hanno unito le loro<br />

forze per promuovere<br />

le donne nella ricerca scientifica,<br />

creando la partnership<br />

For Women in Science.<br />

Il paradiso dei calzini<br />

Terminerà il 24 giugno l’iniziativa “Bimbi in teatro”<br />

organizzata dall’associazione “Il paradiso<br />

dei calzini”, in <strong>col</strong>laborazione con l’associazione<br />

culturale “Il castello di Sancio Panza”, che ha visto<br />

la messa in scena di tre spetta<strong>col</strong>i teatrali per<br />

bambini, il 22 aprile, il 20 maggio e l’ultimo, appunto,<br />

il 24 giugno.<br />

A Messina, nella sede dell’Istituto Marino di Mortelle,<br />

Il paradiso dei calzini si è presentato come il<br />

primo spazio ludico basato prevalentemente sul<br />

baratto di beni materiali, ma soprattutto immateriali.<br />

L’area comunale è stata messa a disposizione<br />

di bambini e genitori, creando un sistema<br />

di gestione alternativa, a cui partecipano gli stessi<br />

fruitori e con cui si reagisce alle ristrettezze economiche.<br />

Calzini <strong>col</strong>orati appesi a un filo come<br />

decorazione e tanta animazione per grandi e piccini<br />

tra scenette teatrali, giochi di società e pic<strong>col</strong>e<br />

tende da campeggio. Si tratta di una struttura<br />

che accoglie qualunque proposta per l’educazione<br />

dei pic<strong>col</strong>i con risorse essenziali e il talento<br />

di tutti: si realizzano laboratori di teatro, musica,<br />

gio<strong>col</strong>eria, giardinaggio, lingue straniere, yoga, creta,<br />

riciclo, pittura. La presidente dell’associazione<br />

è parigina, Sophy vrignaud a completare il coordinamento<br />

ci sono Monia Alfieri, Eleonora Bovo<br />

e Alessandra Di Pietro. ognuna di loro, con la<br />

propria preparazione, arricchisce l’intrattenimento<br />

(formazione dei bimbi dai 2 ai 10 anni ed i relativi<br />

familiari di ogni età, tutti i pomeriggi tranne<br />

sabato e domenica).<br />

Per info: ilparadisodeicalzini@yahoo.it<br />

SolUzIone del CUBo di CoPPo<br />

C’è gloria<br />

per Mosaicoon<br />

È Siciliana la Start up<br />

del 2012.<br />

Mosaicoon si aggiudica<br />

il Premio nazionale<br />

per l’Innovazione, organizzato<br />

dall’Associazione PnICube,<br />

che ha come obiettivo quello di dare<br />

visibilità alle imprese che nei primi<br />

anni di vita hanno raggiunto i migliori<br />

risultati economici e qualitativi.<br />

Le dieci aziende finaliste avevano in<br />

comune il fatto di essere nate dopo<br />

il 2008 da un incubatore universitario<br />

o uno spin off, come vengono<br />

chiamate oggi le tante realtà in<br />

cui si cerca di concretizzare una<br />

stessa parola magica: innovazione.<br />

Quest’anno PnICube ha portato<br />

tutti in Sardegna, presso l’Università<br />

di Sassari, ma le start up provenivano<br />

da tutta Italia: tre da Torino<br />

(Acusidea, Idemworks, EPoS), una da<br />

Udine (IFace), una da Bari (Biofordrug),<br />

una da Bologna (Spreaker),<br />

una da Sassari (Prossimalsola), una<br />

da Trento (Coldpharma), una dalla<br />

Toscana (liquidweb) e una da Palermo,<br />

la vincitrice Mosaicoon.<br />

Il fondatore, Ugo Parodi giusino, ha<br />

messo su un team specializzato nella<br />

produzione e nella distribuzione<br />

di campagne virali online.<br />

Tra i fiori all’<strong>occhi</strong>ello della start up<br />

ci sono due piattaforme tecnologiche<br />

(Plavid e Tracking) e campagne<br />

video di successo come quella di<br />

SoS Emergency e della povera<br />

Matilda che lotta contro<br />

una aspirapolvere mobile.<br />

la giuria ha deciso di assegnare<br />

il primo premio a Mosaicoon<br />

per l’intraprendenza del progetto,<br />

i risultati economici, l’impatto<br />

sull’occupazione e l’ambizione<br />

dimostrata nell’internazionalizzazione<br />

della società.


WHErE To FIND IT<br />

<strong>Mag</strong> si può trovare oltre che nei <strong>Mag</strong>Point elencati, anche presso<br />

tutti i nostri inserzionisti e nelle principali attività commerciali<br />

fino ad esaurimento dei quantitativi standard (hotel, ristoranti,<br />

winebar, cir<strong>col</strong>i Tennis, Bridge, Nautici, centri estetici, palestre, studi<br />

medici, sale d’attesa, studi professionali selezionati...).<br />

MESSINA<br />

ALIoTTA GIoIELLI<br />

Corso Garibaldi, 11<br />

(Me)<br />

ATHENA GALLERY<br />

viale S. Martino, 6<br />

Messina<br />

AUDIoFoN<br />

Via Garibaldi, 262 is. 479<br />

(Me)<br />

www.audiofon.it<br />

ACCABBANNA<br />

via Lungomare<br />

S. Alessio Siculo (Me)<br />

BARBISIo<br />

via Maddalena, 38/D - (Me)<br />

CENTRo DoNNA<br />

Via Ghibellina, 2 (Me)<br />

DESIo<br />

via dei Monti Serro<br />

villafranca T. (Me)<br />

EGoITà di Giancarlo<br />

viale della Libertà,<br />

is. 481 n. 33 (Me)<br />

rAGUSA<br />

CICARA<br />

CAFFETTERIA<br />

via resistenza Partigiana, 1^<br />

traversa N. 2 - Modica (Rg)<br />

(Salvo Migliore 339.3620646)<br />

point<br />

EoLIAN MILAzzo<br />

HoTEL<br />

Salita dei Cappuccini, 21-23<br />

Milazzo (Me)<br />

EUREkA<br />

via T. Cannizzaro<br />

ang. v. Ghibellina,<br />

via Cesare Battisti<br />

(fronte Tribunale)<br />

(Me)<br />

FIUMARA VITToRIA<br />

Bar Pasticceria<br />

via Nazionale<br />

rometta Marea (Me)<br />

FRANCo DE GAETANo<br />

HAIR DESIGNER<br />

Viale Boccetta, 50 (Me)<br />

Francodegaetano.com<br />

HoTEL MESSENIoN<br />

via Faranda, 7 (Me)<br />

Tel. 090 712674<br />

www.hotelmession.it<br />

JANNELLo<br />

Piazza Cairoli, 19/20 (Me)<br />

www.jannello.com<br />

SIrACUSA<br />

A’BIDDIkkIA<br />

via della Maestranza 14/16 (Sr)<br />

oTTICA<br />

DEL CENTRo<br />

via Archia 16 (Sr)<br />

HMoRA<br />

via tisia 27 (Sr)<br />

Presso i <strong>Mag</strong>point, sarà possibile trovare<br />

e ritirare le copie graTUITe di <strong>Mag</strong>.<br />

L’elenco degli aderenti verrà pubblicato<br />

su ogni numero con nome ed indirizzo<br />

dell’attività che <strong>col</strong>laborerà all’iniziativa.<br />

Ad ogni <strong>Mag</strong> Point saranno fornite n. 70 copie<br />

per ogni pubblicazione bimestrale più un<br />

elegante espositore firmato <strong>Mag</strong> in omaggio.<br />

In addition to the <strong>Mag</strong>points listed below, <strong>Mag</strong> is also<br />

available at all our advertisers and main commercial activities<br />

(hotels, restaurants, wine bars, tennis and bridge clubs, gyms,<br />

consulting rooms, waiting rooms, professional offices…), while<br />

standard stocks last.<br />

ICoNA<br />

Via G. Borelli, 10 (Me)<br />

www.iconaporcellane.it<br />

LA MoTTA<br />

GIoIELLERIA<br />

viale San Martino, 188<br />

(Me)<br />

L’ANCoRA DAL 1968<br />

viale della Libertà, 34<br />

(Me)<br />

LoCANDA<br />

DEL BAGATTo<br />

via Massimiliano regis, 7<br />

Milazzo (Me)<br />

www.locandadelbagatto.com<br />

LoREDANA FUCILE<br />

ARREDAMENTI<br />

via Garibaldi, 71 (Me)<br />

LIBRERIA<br />

MoNDADoRI<br />

via Garibaldi, 56<br />

Messina<br />

MARINA DEL NETTUNo<br />

viale della Libertà (Me)<br />

ENNA<br />

WELCoME DESk<br />

MASSERIA BANNATA<br />

E B&B<br />

CASA DEL PoETA<br />

Via Roma, 405 (En)<br />

Tel. 0935 503730<br />

Mob. 328 6572731<br />

oFTAL SERVICE<br />

via roma, 59/67<br />

villafranca T. (Me)<br />

oTTICA GIANNETTo<br />

Corso Cavour, 20 (Me)<br />

www.giannettogroup.com<br />

PARNASSo<br />

via Croce rossa, is. xII (Me)<br />

PIzzERIA<br />

AL 17 PIzzA CLUB<br />

via Cavalieri della Stella, 17<br />

(Me)<br />

PLIÈ<br />

via Placida, 16 (Me)<br />

PRESTITEMPo<br />

Corso Garibaldi, 91 (Me)<br />

P.zza Caracciolo<br />

Capo d’orlano (Me)<br />

PUBBLISUD<br />

via Granatari, 6<br />

Merì (Me)<br />

pubblisud.it<br />

RoMA<br />

oTTICA oTToBELLI<br />

Via Appia Nuova, N.20<br />

roma<br />

Tel. 06 70494913<br />

ottobelliroma@ottobelli.it<br />

RIo CAFÈ<br />

via Garibaldi, 349 - 351 (Me)<br />

Tel. 090 5726849<br />

SANSoNE ARTE<br />

Via Ni<strong>col</strong>a Fabrizi, 105 (Me)<br />

Tel. 090 6406183<br />

ToRNERA<br />

via E.L. Pellegrino, 43/45 (Me)<br />

Tel. 090 713622<br />

www.tornerapelletterie.it<br />

PALERMo<br />

SkIP LA CoMUNE<br />

via sampolo 135 (Pa)<br />

RAo<br />

FARMACEUTICI<br />

Viale del Fante, n.70/C<br />

(accanto Teatro di Verdura)<br />

Via Salerno, n.1<br />

ParTInICo (Pa)<br />

MILANo<br />

CALIFoRNIA BAkERY<br />

P.zza S. Eustorgio,<br />

viale Premuda,<br />

via Larga,<br />

Corso di Porta vittoria<br />

diventa anche tu protagonista di <strong>Mag</strong>! Sottoscrivi il tuo <strong>Mag</strong> Point<br />

COSTO PER L’ADESIONE:<br />

€ 180,00 (esclusa iva) per un numero<br />

€ 450,00 (esclusa iva) per tre numeri<br />

€ 800,00 (esclusa iva) per sei numeri<br />

Dati MAGpoint<br />

point<br />

Cognome Nome _______________________________________________<br />

ragione sociale _________________________________________________<br />

Indirizzo ______________________________________________________<br />

P.IvA / codice fiscale _____________________________________________<br />

CAP ______________ Città ____________________________ Prov. _____<br />

Tel. __________________________ E-Mail ___________________________<br />

Compilando il presente modulo autorizzo la magazine srl al trattamento dei dati per le finalità<br />

e le modalità utili all’espletamento del servizio.<br />

info mag point<br />

x info@magmagazine.it<br />

tel. 347 6644507<br />

125<br />

giu 12


giugno / luglio 2012<br />

map<br />

gIUgno / lUglIo 2012<br />

126<br />

giu 12<br />

gli eventi ed i luoghi del presente elenco potrebbero essere suscettibili di variazione.<br />

DATA / LUoGo / CITTà EvENTo<br />

dal 10 maggio al 08 luglio<br />

• Segesta - Trapani<br />

Jiménez deredia (Il Mito Contemporaneo)<br />

dal 10 maggio al 08 luglio<br />

• Taormina (Me)<br />

giò Pomodoro (Il Mito Contemporaneo)<br />

dal 11 maggio al 08 luglio<br />

• Teatro Politeama - Palermo gian Marco Montesano (Il Mito Contemporaneo)<br />

dal 1 giugno al 08 luglio<br />

• Chiesa di Santa Caterina - Lipari (Me) Pino Pinelli (Il Mito Contemporaneo)<br />

11 maggio/30 giugno<br />

• Teatro greco - Siracusa<br />

rappresentazioni classiche<br />

5/17 giugno<br />

• Palasport - Acireale<br />

Saltimbanco Cirque du <strong>sole</strong>il<br />

6/10 giugno<br />

• Teatro vittorio Emanuele - Messina Salvatore giuliano Musical<br />

9 giugno h. 21:00<br />

• Centro multiculturale officina - Messina Sud Sound System<br />

16 giugno h. 21:00<br />

• Giardino Corallo - Messina<br />

Studio 3 Capitolo II tour 2012<br />

21 giugno h. 21:00<br />

• ortigia (Sr)<br />

Festa della musica<br />

30 giugno h. 21:30<br />

• villa Bellini - Catania<br />

J - Ax<br />

30 gGiugno h. 20:30<br />

• Teatro Antico Taormina - (Me)<br />

nastri D’argento<br />

23/29 luglio h. 20:30<br />

• Marzamemi - (Sr)<br />

Festival Int. del Cinema di frontiera<br />

2 giugno / 7 luglio<br />

• Castello di Lombardia - Enna<br />

Mostra - Cruciale<br />

mostre eventi


RAPANI<br />

PALERMO<br />

AGRIGENTO<br />

CALTANISSETTA<br />

ENNA<br />

RAGUSA<br />

RAGUSA<br />

TAORMINA<br />

CATANIA<br />

SIRACUSA<br />

DATA / LUoGo / CITTà EvENTo<br />

13 luglio h. 21:45<br />

• Teatro antico Taormina - (Me)<br />

Sting<br />

8 e 10 luglio h. 21:30<br />

MESSINA<br />

• Teatro antico Taormina - (Me) Norma<br />

Bellini festival 2012<br />

18 luglio h. 21:30<br />

• Anfiteatro - Tre Mestieri Etneo - (Ct) Stanley Clarke-Stewart Copeland quintet<br />

21 luglio h. 21:00<br />

• Velodromo<br />

Paolo Borsellino - Palermo laura Pausini<br />

22 luglio h. 21:30<br />

• Anfiteatro tre mestieri etneo - (Ct) omer avital Quintet - dario deidda - Marco Panascia<br />

23 luglio h. 21:30<br />

• Anfiteatro tre mestieri etneo - (Ct) : J. Patitucci con C. Potter e a. Cruz - Pippo Matino Quartet<br />

24 luglio h. 21:35<br />

• Anfiteatro tre mestieri etneo - (Ct) Eddie Gomez Quartet - Victor Bailey V Funk Quintet<br />

25 luglio h. 21:45<br />

• Teatro antico Taormina - (Me)<br />

Ben Harper<br />

25 luglio h. 21:30<br />

• velodromo Paolo Borsellino - Palermo Tiziano Ferro<br />

28 luglio h. 21:30<br />

• Stadio vincenzo Presti - Gela<br />

Tiziano Ferro<br />

29 luglio h. 21:30<br />

• Teatro Antico Taormina (Me)<br />

Valentina lisitsa<br />

127<br />

giu 12<br />

eventi


128<br />

giu 12<br />

modulo di abbonamento<br />

subscriptions<br />

Abbonamento annuale<br />

e 40,00<br />

PER POSTA<br />

Compila in stampatello<br />

il presente ordine, allega fotocopia<br />

bollettino e spedisci a:<br />

MAGazine srl<br />

viale della libertà,<br />

is. 481, n. 41<br />

98121 Messina<br />

PER POSTA ELETTRONICA<br />

info@magmagazine.it<br />

o connettiti al sito<br />

magmagazine.it<br />

Consenso al trattamento dei dati:<br />

compilando e inoltrando<br />

il presente modulo autorizzo<br />

la magazine srl al trattamento dei dati<br />

per le finalità e le modalità utili<br />

all’espletamento del servizio<br />

di abbonamento richiesto.<br />

Si desidero abbonarmi a <strong>Mag</strong>, magazine bimestrale<br />

I MIeI daTI<br />

Cognome..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................<br />

Nome ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................<br />

ragione Sociale .........................................................................................................................................................................P.I. e C.F. ..............................................................................................................................................................................................<br />

Indirizzo ..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................<br />

Cap ............................................................................................................Comune .....................................................................................................................................................................................Provincia ....................................................................................<br />

Tel/Cell..................................................................................................................................................................................E-mail .............................................................................................................................................................................................................................................<br />

Firma ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................<br />

Si desidero regalare l’abbonamento a <strong>Mag</strong>, magazine bimestrale<br />

DATI DELLA PErSonA A CUI rEGALo L’ABBonAMEnTo<br />

Cognome..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................<br />

Nome ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................<br />

Indirizzo ..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................<br />

Cap ............................................................................................................Comune .....................................................................................................................................................................................Provincia ....................................................................................<br />

Tel/Cell................................................................................................................................................................................E-mail................................................................................................................................................................................................................................................<br />

ModalITà dI PagaMenTo<br />

q versamento sul c/c postale n. 94470135 intestato a MAGAzINE srl (allegare fotocopia)<br />

q carta di credito - Tipo .................................................................................................................................. ...................................................................................................................................................<br />

N. carta ................................................................................................................................... Scadenza (mese/anno) ...............................................................................................................<br />

Intestatario della carta ................................................................................................................ Firma ............................................................................................................................................<br />

ad ognuno<br />

il suo <strong>Mag</strong>!


Lounge bar<br />

open 19.30<br />

Messina - tel. 347 2890478<br />

magcom

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!