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sionismo di sinistra ha sempre avuto rapporti problematici con l’estrema<br />

sinistra dell’epoca, specialmente dopo la conferenza dei Tre continenti<br />

a Cuba: Castro infatti aveva invitato tutti i movimenti della sinistra<br />

nel mondo tranne la sinistra sionista; gli ebrei dei diversi gruppi<br />

di sinistra ci sono rimasti molto male. Penso però che mio padre e mia<br />

madre abbiano abbandonato l’Uruguay più per ragioni personali.<br />

Erano giovani, non trovavano il posto molto stimolante, cercavano<br />

qualcosa di diverso...<br />

E come mai hanno deciso per Israele?<br />

Qui siamo davvero in piena mitologia familiare. Raccontano che al<br />

momento di scegliere volevano un paese nuovo ma che avesse una storia<br />

classica, anche per i loro studi (mia madre aveva nel frattempo deciso di<br />

dedicarsi all’archeologia). È interessante il loro rapporto, uno costruiva,<br />

l’altra cercava le rovine... Sarà per questo che poi hanno divorziato.<br />

Avevano preso in considerazione tre possibilità. Una era l’Algeria, che<br />

aveva appena conquistato l’indipendenza ed era quindi un paese nuovo<br />

ma con un passato classico; un’altra era Cuba, la grande speranza della<br />

gioventù in America Latina, dove però mancava la storia classica. La<br />

terza era Israele, quella che hanno preferito. Sono arrivati nel 1963, io<br />

sono nato un anno dopo. All’inizio abitavamo nel nord del paese, mio<br />

padre continuava i suoi studi di architetto, mia madre lavorava come<br />

guida turistica per il ministero degli Affari esteri, la punta della propaganda.<br />

Poi ci siamo trasferiti a Gerusalemme, era il 1968 o il 1969... Mio<br />

padre è entrato alla Scuola di belle arti dove insegnava architettura, mia<br />

madre venne ammessa all’università, alla Facoltà di archeologia. Ecco,<br />

questo è un po’ il quadro familiare nel quale sono cresciuto. I miei nonni<br />

materni ci hanno raggiunto qualche tempo dopo, quelli paterni sono<br />

rimasti in Uruguay e sono morti lì.<br />

Per la mia formazione è importante che i miei genitori siano sionisti<br />

di sinistra. È un concetto sempre un po’ complicato da spiegare, è come<br />

dire un quadrato tondo, è una contraddizione in termini. Erano molto<br />

distanti dal nazionalismo israeliano, basti pensare che hanno preso la<br />

nazionalità israeliana solo vent’anni dopo il loro arrivo in Israele. Avevano<br />

la carta d’identità, perché in Israele si può avere uno statuto di residente<br />

permanente e di cittadino straniero. Loro hanno detto: “Be’, la<br />

cittadinanza non è mica un paio di calzini che si prende così...”. Per anni<br />

sono rimasti stranieri anche sul piano culturale. La loro, insieme a<br />

quella americana, era l’immigrazione privilegiata. I sudamericani erano<br />

avvolti in una specie di aura romantica, non c’era alcuna ostilità nei loro<br />

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