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Dica dove prende i soldi! - Funize.com

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La Costituzione non prevede leggi personali. Anche per<br />

i vertici dello Stato. La Consulta esiste per questo<br />

Mar tedì 6 ottobre 2009 – Anno 1 – n° 12<br />

Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Roma<br />

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230<br />

lodi, prima o poi, vengono al pettine. Lui infatti<br />

è “allibito” per l’“enormità giuridica”. Anche<br />

perché stavolta deve sborsare lui: nemmeno un<br />

Previti o un Tarantini che paghi al posto suo.<br />

Trombettieri e house organ, da Libero al<br />

Giornale, delirano di “giustizia a orologeria”,<br />

senza peraltro precisare in quali giorni<br />

dell’anno i giudici possono permettersi di<br />

sentenziare senza arrecare troppo disturbo, ed<br />

eventualmente da che ora a che ora. Sono<br />

troppo impegnati a indagare sulle<br />

sardanapalesche fortune di Patrizia D’Addar io.<br />

Ecco, lei ha il <strong>dove</strong>re di rispondere. Mica è<br />

presidente del Consiglio.<br />

w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />

“Berlusconi è<br />

corresponsabile della<br />

vicenda corruttiva”.<br />

É scritto nella<br />

motivazione del giudice<br />

civile di Milano che ha<br />

condannato Fininvest a<br />

risarcire De Benedetti.<br />

Il ruolo del cavaliere nella<br />

<strong>com</strong>pravendita del verdetto che gli<br />

regalò la Mondadori. La Consulta<br />

decide se far saltare l’impunità del<br />

p re m i e r. Mascali e Travaglio pag. 3 e 4 z<br />

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00<br />

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)<br />

Art. 1 <strong>com</strong>ma 1 Roma Aut. 114/2009<br />

IL CORRUTTORE CON LODO<br />

Ma lui resta premier e Previti avvocato<br />

I LODI AL PETTINE<br />

di Marco Travaglio<br />

<strong>dove</strong> <strong>prende</strong> i <strong>soldi</strong>!”, intimava<br />

l’altra sera il <strong>com</strong>missario capo<br />

Maurizio Belpietro a Patrizia<br />

“<strong>Dica</strong><br />

D’Addario, di professione escort. E’<br />

la stessa domanda che decine di magistrati (e<br />

perfino qualche giornalista, perlopiù straniero)<br />

tentano di porre a un signore che svolge mansioni<br />

lievemente più pubbliche di quelle della squillo<br />

di Palazzo Grazioli. Solo che lui, diversamente da<br />

lei, non risponde. In una memorabile vignetta di<br />

Altan, un tizio gli chiede perché non risponda alle<br />

dieci domande di Repubblica e lui sbotta: “Ma<br />

perché non posso, cazzo!”. Ecco, lui non può.<br />

Mai. Non può a proposito di minorenni e<br />

prostitute. Non può, a maggior ragione, sulla<br />

provenienza dei suoi capitali. Nessuno ha mai<br />

saputo chi si nascondesse dietro la sua prima<br />

società, Edilnord Sas, nata nel 1963 con due soci<br />

ac<strong>com</strong>andanti: il banchiere Carlo Rasini e il<br />

<strong>com</strong>mercialista svizzero Carlo Rezzonico (in<br />

rappresentanza della misteriosa finanziaria<br />

luganese Finanzierungesellshaft fur Residenzen<br />

Ag). Stessa scena nel ‘73, quando fondò la<br />

Italcantieri Srl grazie ad altre due misteriose<br />

fiduciarie ticinesi, la Cofigen e la Eti AG Holding.<br />

Nessuna risposta, motivi di privacy. I giudici di<br />

Palermo hanno accertato che, fra il 1975 e l’83,<br />

mentre venivano su la P2, Milano2, Canale5,<br />

Rete4 e Italia1, misteriosi benefattori gli<br />

versavano l’equivalente di 300 milioni di euro,<br />

parte in contanti, per ricapitalizzare la quarantina<br />

di finanziarie (Italiana1,2,3 ecc) che<br />

controllavano la Fininvest. Secondo un finanziare<br />

amico di Dell’Utri, Filippo Alberto Rapisarda, e<br />

alcuni mafiosi pentiti, quelli erano <strong>soldi</strong> investiti<br />

dal boss Stefano Bontate nei cantieri e nelle tv.<br />

“La Padania”, quando la Lega era una cosa seria,<br />

chiese lumi con dieci domande un tantino più<br />

suggestive di quelle di Repubblica: “Berlusconi<br />

rispondi: sei un mafioso?”, cose così.<br />

Poi Bossi tornò all’Ovile delle Libertà e<br />

dall’archivio online della Padania s<strong>com</strong>parvero<br />

intere prime pagine: quelle. Nel 2002 il<br />

Tribunale di Palermo che stava processando<br />

Dell’Utri per mafia andò in processione a<br />

Palazzo Chigi per interrogare Berlusconi e<br />

porgli la fatidica domanda: Cavaliere, chi le ha<br />

dato i <strong>soldi</strong>? Lui si avvalse della facoltà di non<br />

rispondere. “Perché non posso, cazzo!”.<br />

Intanto si scopriva che aveva pure accumulato<br />

1500 miliardi di lire di fondi neri su 64 società<br />

off-shore, ma lui mandò in prescrizione il reato<br />

con l’apposita riforma del falso in bilancio. Ora<br />

deve rispondere al Tribunale di Milano di aver<br />

intascato 170 milioni di dollari dalle casse delle<br />

sue società offshore, sottraendo al fisco<br />

almeno 130 miliardi di lire: anzi dovrebbe,<br />

perché è coperto dal lodo Al Nano. Almeno<br />

fino a oggi. Purtroppo il lodo non copre gli<br />

effetti civilistici della sentenza <strong>com</strong>prata per<br />

ribaltare l’altro lodo, il Mondadori, così il<br />

p ove r ’uomo dovrà restituire 750 milioni che si<br />

era messo in tasca inavvertitamente. Tutti i<br />

A L L’AT TA C C O x IL CORO DEGLI UOMINI DEL CAPO<br />

La destra perde la testa<br />

invoca la piazza e il golpe<br />

ng re c i a<br />

La vittoria dei<br />

socialisti<br />

di Papandreu<br />

Citati e Perrelli pag. 9z<br />

nmessina<br />

Il disastro<br />

e le promesse<br />

mancate Fierro a pag. 7z<br />

Da Capezzone<br />

a Cicchitto,<br />

passando per<br />

Gasparri. Quello che<br />

il Cav. non dice (E<br />

loro purtroppo sì)<br />

di Luca Telese<br />

Manca solo la parola<br />

“go l p e ”. Ma è <strong>com</strong>e<br />

se il premier e i suoi<br />

uomini ci girassero<br />

intor no pag. 5 z<br />

Cesare Previti<br />

e Silvio Berlusconi.<br />

In alto, Angelino<br />

A l fan o (FOTO ANSA)<br />

C AT T I V E R I E<br />

Berlusconi su Annozero:<br />

"È inaccettabile che la Rai<br />

inviti una prostituta".<br />

Martedì a Uno Mattina:<br />

"Presidente, questa è<br />

casa sua".<br />

( w w w. s p i n o z a . i t )<br />

Punta Corsara - Fondazione Campania dei Festival<br />

e minimum fax presentano<br />

TERRE IN DISORDINE<br />

RACCONTI E IMMAGINI DELLA CAMPANIA DI OGGI<br />

a cura di MAURIZIO BRAUCCI e STEFANO LAFFI<br />

la Feltrinelli • Libri e Musica<br />

Piazza dei Martiri, Napoli<br />

Oggi alle 18.00<br />

presentazione del volume<br />

y(7HC0D7*KSTKKQ( +;!=!z!"!.<br />

Udi Marco Lillo<br />

L’ORDINE<br />

NON RADIA<br />

CE SARE<br />

Avvocato Cesare Previti.<br />

Iscritto all’albo dal<br />

18 dicembre 1958,<br />

cassazionista dal 1973.<br />

Punto. Questo è tutto quello<br />

che troverete nell’albo<br />

dell’Ordine degli Avvocati<br />

sul conto del legale di Silvio<br />

Berlusconi. pag. 2 z<br />

Udi Bruno Tinti<br />

SCUDO<br />

UNA FIRMA<br />

PE SANTE<br />

Così il Presidente della<br />

Repubblica ha firmato.<br />

Adesso l’impunità per i<br />

criminali che fanno<br />

rientrare il loro bottino nel<br />

nostro Paese è legge dello<br />

Stato. A chi gli chiedeva di<br />

non firmare Napolitano ha risposto.<br />

pag. 18 z<br />

Udi Elisabetta Reguitti<br />

IL LAVORO<br />

C HE<br />

NON C’È PIÙ<br />

Alla fine quelli della Innse<br />

di Milano, forse, ci<br />

sono riusciti. La sottoscrizione<br />

dell’ultimo<br />

passaggio (dei tre previsti<br />

nell’accordo raggiunto ad<br />

agosto) sembra aver definitivamente<br />

scritto la parola<br />

“fi n e ” sulla storia della fabbrica<br />

pag. 8 z<br />

Udi Oliviero Beha<br />

OGNI<br />

MALED ETTA<br />

DOME NICA<br />

Verba volant. La notizia<br />

che un autentico signore<br />

del calcio <strong>com</strong>e il<br />

presidente del Napoli,<br />

Aurelio De Laurentiis, voglia<br />

cacciare il suo allenatore<br />

non è una notizia.<br />

pag. 15 z


Martedì 6 ottobre 2009 pagina 2<br />

La settimana che decide<br />

le sorti processuali<br />

di Berlusconi<br />

Parte oggi la settimana decisiva per il<br />

presidente del Consiglio, Silvio<br />

Berlusconi. Martedì 6 ottobre: la<br />

Consulta apre la discussione sul lodo Alfano, per<br />

giudicarne la costituzionalità che, se venisse bocciata,<br />

potrebbe portarlo -<strong>com</strong>e lui stesso ha dichiarato- a<br />

elezioni anticipate (oltre che ad essere processato).<br />

Mercoledì 7 ottobre: l’ingegner Carlo De Benedetti<br />

notificherà la sentenza che impone il risarcimento<br />

alla sua holding per un ammontare di 750 milioni di<br />

euro (relativa al lodo Mondadori) chiedendone<br />

l’esecutività (quindi i <strong>soldi</strong>). Nelle motivazioni si dice<br />

anche che Berlusconi è “corresponsabile della<br />

vicenda corruttiva”. Giovedì 8 ottobre: la<br />

trasmissione Annozero ospiterà Massimo<br />

Ciancimino, figlio di Vito, l’ex sindaco mafioso di<br />

l’accusa, l’avvo -<br />

cato Livia Rossi, il<br />

processo si è concluso<br />

con la sanzione<br />

più grave:<br />

la radiazione. La<br />

decisione risale<br />

al 27 maggio del<br />

2008 ma ovviamente<br />

è stata appellata<br />

davanti al<br />

Consiglio nazionale<br />

forense che<br />

da un anno e tre mesi sta studiando<br />

la causa. Il presidente<br />

del Consiglio nazionale, Guido<br />

Alpa, contattato ieri dal nostro<br />

giornale, non è riuscito a trovare<br />

il tempo per rispondere.<br />

In conclusione, sul fronte<br />

Imi-Sir, per ora, l’avvocato Previti<br />

è salvo. Non va meglio se si<br />

Palermo. Massimo, 5 anni per riciclaggio dei <strong>soldi</strong> del<br />

padre, ha rivelato nuovi retroscena delle stragi di<br />

mafia e che il boss Bernando Provenzano chiedeva<br />

nel 1994 a Berlusconi di mettere a disposizione di<br />

Cosa Nostra una delle sue reti televisive. Venerdì 9<br />

ottobre: presso la seconda corte d’appello a Milano,<br />

si riapre il processo a David Mills, condannato in<br />

primo grado per essere stato corrotto da Berlusconi.<br />

PREVITI È ANCORA AVVOCATO<br />

Condannato a sette anni e mezzo<br />

in due processi, non è stato radiato dall’o rd i n e<br />

di Marco Lillo<br />

Avvocato Cesare Previti.<br />

Iscritto all’albo dal 18 dicembre<br />

1958, cassazionista<br />

dal 1973. Punto. Questo<br />

è tutto quello che troverete<br />

sull’albo dell’Ordine degli Avvocati<br />

sul conto del legale di<br />

Silvio Berlusconi, condannato<br />

per ben due volte con sentenza<br />

definitiva per avere <strong>com</strong>prato i<br />

g iudici.<br />

I processi Imi-Sir e Lodo Mondadori<br />

che lo hanno visto protagonista<br />

hanno macchiato il<br />

suo casellario giudiziario ma<br />

non hanno lasciato traccia sulla<br />

fedina professionale del legale<br />

della Fininvest. Cesare Previti,<br />

nonostante sia stato condannato<br />

<strong>com</strong>plessivamente a<br />

sette anni e mezzo di galera<br />

con sentenza passata in giudicato,<br />

è ancora bellamente<br />

iscritto al suo Ordine <strong>com</strong>e se<br />

nulla fosse. A “Il Fatto Quotidiano”,<br />

che chiede lumi su<br />

questa situazione grottesca, sia<br />

il presidente dell’Ordine di Roma,<br />

Alessandro Cassiani, che<br />

quello nazionale, Guido Alpa,<br />

ieri non hanno trovato il tempo<br />

di rispondere. Un consigliere<br />

dell’Ordine di Roma che vuole<br />

restare anonimo, precisa: “Pre -<br />

viti è stato sospeso dalla professione<br />

per cinque anni ma non è<br />

stato ancora radiato e per questa<br />

ragione figura sull’albo ma<br />

non può mettere piede in Tribunale”.<br />

Non è così secondo<br />

l’avvocato di Previti, Alessandro<br />

Sammarco: “E’ vero che la<br />

sentenza di condanna prevedeva<br />

la sospensione dall’albo<br />

per 5 anni ma l’Ordine non ha<br />

mai notificato nulla al mio assistito,<br />

rendendo inefficace la<br />

sua sospensione dalla professione”.<br />

Cerchiamo di capire <strong>com</strong>e<br />

stanno le cose ripercorrendo<br />

la vicenda dall’inizio. La prima<br />

condanna penale definitiva,<br />

quella per la corruzione più<br />

grande della storia, per il processo<br />

Imi-Sir, nell’interesse del<br />

petroliere Nino Rovelli, è stata<br />

notificata all’Ordine degli Avvocati<br />

di Roma nel 2006. Accanto<br />

alla sanzione principale<br />

dei sei anni di galera (convertita<br />

in arresti domiciliari grazie<br />

a una legge ad hoc che impediva<br />

la carcerazione degli ultrasettantenni)<br />

era prevista anche<br />

la sospensione per cinque anni<br />

dalla professione. L’Ordine ha<br />

ritenuto di applicare la sanzione<br />

automaticamente, senza<br />

notificarla all’interessato. Così<br />

ora l’avvocato Sammarco può<br />

dire: “questa sospensione non<br />

mi risulta. Nessuno ha <strong>com</strong>unicato<br />

ufficialmente al mio assi-<br />

stito il provvedimento, che per<br />

me non esiste. Mi dicono che<br />

l’Ordine di Roma abbia deciso<br />

in tal senso ma un simile atto<br />

interno mi sembra un gran pasticcio<br />

e non ha alcuna validità”.<br />

Secondo Sammarco, “in<br />

teoria l’avvocato Previti potrebbe<br />

ancora esercitare la professione,<br />

anche se ovviamente<br />

non lo fa”. Una tesi rigettata dal<br />

Consiglio dell’ordine di Roma.<br />

Comunque sia, nel 2011 la sospensione<br />

finisce e anche per<br />

questo l’Ordine, a prescindere<br />

dalla sentenza penale, ha sottoposto<br />

Previti a un procedimento<br />

disciplinare autonomo. I<br />

tempi sono però biblici. Gli avvocati<br />

addetti a giudicare i loro<br />

colleghi hanno tante cose da<br />

fare e dedicano un’udienza a<br />

PREMIER IMPUNITO<br />

Ritenuto<br />

c o l p e vo l e<br />

per Imi-Sir<br />

e Mondadori<br />

settimana a questa in<strong>com</strong>benza.<br />

La difesa di Previti non si è certo<br />

fatta mancare nulla per rallentare<br />

i lavori e ha chiesto subito<br />

di ascoltare decine di testimoni.<br />

Dopo due anni di eccezioni<br />

e rinvii, grazie all’impe -<br />

gno del relatore che sosteneva<br />

MONDADORI A PIAZZA AFFARI<br />

IL CAIMANO SBANCA LA BORSA ANCHE QUANDO PERDE<br />

di Francesco Bonazzi<br />

M<br />

ai credere alle lacrime del Caimano,<br />

specie quando di mezzo ci sono<br />

i <strong>soldi</strong>. Nonostante le geremiadi<br />

del fine settimana, con Silvio Berlusconi<br />

abile a lamentarsi di quanto i<br />

magistrati milanesi rendano la vita difficile<br />

alle sue povere aziende, l’a l t ra<br />

Milano che emette sentenze a getto<br />

continuo, ovvero Piazza Affari, ha<br />

detto la sua con en<strong>com</strong>iabile nettezza:<br />

si brinda tutti, vincitori e vinti.<br />

Sabato, a borse chiuse, era andata in<br />

scena l’ultima puntata di quella saga<br />

giudiziaria che da 19 anni divide Berlusconi<br />

e Carlo De Benedetti, i due<br />

principali editori nostrani, avvelenando<br />

a dismisura l’intera vita pubblica<br />

italiana. Il Tribunale civile di Milano<br />

ha quantificato in 750 milioni il risarcimento<br />

che la Fininvest, holding<br />

che controlla Mondadori, Mediaset,<br />

Mediolanum e il Milan, dovrà versare<br />

alla Cir di Carlo De Benedetti per l’esi -<br />

to della guerra di Segratee. Uno scippo<br />

avvenuto nel 1991 grazie anche a<br />

una sentenza che si è poi scoperto esser<br />

passata di mano proprio <strong>com</strong>e un<br />

titolo azionario, ovvero a pagamento.<br />

Bene, se ieri Cir ha fatto registrare il<br />

maggior rialzo di tutta Piazza Affari,<br />

chiudendo a 1,56 euro con un balzo<br />

del 7,66% rispetto a venerdì, il terzo<br />

botto di giornata lo ha messo a segno<br />

proprio la Mondadori, cresciuta del<br />

3,39% e capace di far segnare addirittura<br />

la quotazione più alta degli ultimi<br />

12 mesi. Insomma, al di là degli allarmi<br />

sullo “tsunami di Borsa” lanciati<br />

oggi a nove colonne dal “Gior nale” di<br />

famiglia, quella di ieri sarà ricordata<br />

<strong>com</strong>e una giornata da incorniciare anche<br />

ad Arcore e dintorni. Dove si sono<br />

arricchiti perfino sul fronte Mediaset,<br />

il cui titolo ha chiuso in rialzo dello<br />

0,76%. Che cosa è successo esattamente<br />

per smentire qualunque timo-<br />

re dei trader sulla tenuta della galassia<br />

Berlusconi, tenuto conto che quei<br />

750 milioni corrispondono all’utile<br />

messo a segno da Mondadori negli ultimi<br />

tre anni?<br />

L<br />

a prima spiegazione che arriva dalle<br />

banche d’affari è che Fininvest<br />

avrà bisogno di munizioni per pagare<br />

i suoi conti con l’Ingegnere, e che<br />

queste non potranno che arrivare dai<br />

dividendi che “s a l go n o ” dalle controllate.<br />

Insomma, a meno che Berlusconi<br />

voglia dissanguare le sue due famiglie<br />

con un aumento di capitale<br />

che in questo momento sarebbe <strong>com</strong>plicato<br />

anche dalla separazione con<br />

Veronica, l’unico modo per rimpinguare<br />

le casse Fininvest sarebbe una<br />

politica di dividendi straordinariamente<br />

generosa in capo alle controllate,<br />

Mondadori in testa.<br />

Altra spiegazione che gira in Piazza<br />

Affari è quella che porta in Germania,<br />

SERVIZI SOCIALI<br />

dalle parti di Bertellsmann. Il colosso<br />

tedesco dell’editoria è da sempre interssato<br />

a una qualche partnership<br />

con Mondadori, ha già un buon accordo<br />

sui libri e non spaventa il premier<br />

sotto il profilo della fedeltà. Il dossier<br />

Bertellsmann-Fininvest è un vecchio<br />

pallino di parecchie banche d’affari e<br />

oggi potrebbe tornare d’attualità.<br />

Infine, sulla splendida giornata di<br />

Borsa della Mondadori giocano probabilmente<br />

le aspettative per un qualche<br />

intralcio all’esecutività della sentenza.<br />

Questo non solo per l’istanza<br />

di sospensione già preparata dall’av -<br />

vocato Romano Vaccarella (se però il<br />

titolo corre così in Borsa, è difficile<br />

che i giudici si <strong>com</strong>muovano), ma anche<br />

per il fatto che nella procedura di<br />

pagamento del risarcimento serve un<br />

passaggio presso l’Agenzia delle entrate<br />

di Milano, ovvero in zona governo.<br />

E anche da quelle parti, Berlusconi<br />

è ancora qualcuno.<br />

PRONTO, CESARE?<br />

m. l.<br />

Pronto, sono Previti, mi dica. L’avvocato di<br />

Berlusconi risponde a “Il Fatto Quotidiano” che<br />

aveva chiesto di lui alla sede centrale del Ceis in via<br />

Ambrosini a Roma. Negli uffici di questa Onlus<br />

l’avvocato si è impegnato a scontare la sua pena e,<br />

quasi <strong>com</strong>e se volesse dimostrare che lo sta facendo<br />

con serietà, parla senza problemi con i giornalisti al<br />

telefono. Anche se lo fa solo per dire: “Non parlo con<br />

i giornalisti”. Dal 2006, quando è stato condannato<br />

definitivamente per la corruzione giudiziaria del<br />

caso Imi-Sir, l’avvocato corruttore collabora con<br />

l’organizzazione di Don Mario Picchi. Dopo un breve<br />

periodo agli arresti domiciliari, il Tribunale ha<br />

convertito la sua pena nell’affidamento ai servizi<br />

sociali. Inizialmente era costretto a rientrare a casa<br />

entro una certa ora e non poteva abbandonare<br />

Roma. A dicembre la pena sarà scontata e le<br />

limitazioni peggiori sono state già eliminate. Previti<br />

è libero di circolare in tutto il territorio italiano. Ed è<br />

stato avvistato a settembre in barca all’Argentario.<br />

guarda agli effetti disciplinari<br />

della seconda condanna definitiva,<br />

quella per il caso Mondadori,<br />

passata in giudicato nel<br />

2007.<br />

Previti è stato ritenuto colpevole<br />

di avere <strong>com</strong>prato, nell’in -<br />

teresse del gruppo Fininvest, il<br />

magistrato Vittorio Metta che<br />

ha scritto la sentenza di appello<br />

sul lodo Mondadori. Quel<br />

provvedimento definito dal<br />

Tribunale civile di Milano<br />

“frutto della corruzione del<br />

giudice Metta”, ha consegnato<br />

nel 1991 il gruppo editoriale<br />

più importante d’Italia alla società<br />

di Silvio Berlusconi, dopo<br />

una prima decisione favorevole<br />

a Carlo De Benedetti. Anche<br />

in questo caso il procedimento<br />

disciplinare sembrava un rigore<br />

a porta vuota per i consiglieri<br />

dell’Ordine forense di Roma.<br />

Ma non è andata così: dopo una<br />

lunga istruttoria, solo pochi<br />

giorni fa, finalmente è stato<br />

aperto il procedimento disciplinare<br />

contro Previti e i suoi<br />

<strong>com</strong>plici. E, ovviamente, subito<br />

il sodale di Previti, Giovanni<br />

Acampora (anche lui condannato<br />

<strong>com</strong>e corruttore dei giudici<br />

nell’interesse della Fininvest)<br />

ha bloccato tutto con un<br />

ricor so.<br />

Anche Acampora è tuttora<br />

iscritto tranquillamente all’al -<br />

bo degli avvocati di Roma e<br />

non ha avuto conseguenze importanti,<br />

né sul piano personale<br />

né patrimoniale, per la corruzione<br />

che ha cambiato la storia<br />

dell’editoria italiana.<br />

La sentenza del caso Mondadori<br />

lo aveva condannato insieme<br />

al giudice Metta, e agli avvocati<br />

Pacifico, e Previti, a pagare le<br />

spese processuali. Solo Cesare<br />

Previti ha onorato la sua quota<br />

di debito. I suoi <strong>com</strong>plici sono<br />

risultati tutti nullatenenti e<br />

non hanno tirato fuori un euro<br />

.


pagina 3 Martedì 6 ottobre 2009<br />

Nel 1988 parte<br />

la vicenda legata<br />

al gruppo editoriale<br />

di Marco Travaglio<br />

Soltanto chi non ha mai letto<br />

le varie sentenze che,<br />

negli anni, hanno riguardato<br />

Silvio Berlusconi,<br />

può meravigliarsi se il 3 ottobre<br />

2009 il giudice civile del<br />

Tribunale di Milano, Raimondo<br />

Mesiano, ha scritto che di<br />

fatto l’Italia è governata da un<br />

delinquente. Tecnicamente da<br />

un corruttore di giudici: “corresponsabile<br />

della vicenda<br />

cor r uttiva”, cioè della sentenza<br />

<strong>com</strong>prata dai suoi avvocati<br />

con <strong>soldi</strong> suoi che nel 1991 gli<br />

regalò il primo gruppo editoriale<br />

del Paese, sottraendolo al<br />

legittimo proprietario, Carlo<br />

De Benedetti. Di qui la condanna<br />

in primo grado, per la holding<br />

di famiglia, a restituire il<br />

maltolto dopo vent’anni di<br />

possesso abusivo della Mondadori:<br />

750 milioni di euro di<br />

danni. Che poi il presidente<br />

del Consiglio sia pure un corruttore<br />

di testimoni, lo si può<br />

leggere nella sentenza di primo<br />

grado a carico di David Mills<br />

(ora pubblicata da Peter Gomez<br />

e Antonella Mascali ne “Il<br />

regalo di Berlusconi”, Chiarelettere):<br />

lì i giudici milanesi aggiungono<br />

che corruppe pure<br />

la Guardia di Finanza,ma si salvò<br />

in Cassazione per “insuf ficienza<br />

probatoria” propr io<br />

grazie alla falsa testimonianza<br />

prezzolata di Mills.<br />

Responsabile di corruzione<br />

“Silvio Berlusconi – ricorda il<br />

giudice Mesiano nelle 140 pagine<br />

di motivazione che il Fatto<br />

inizia oggi a pubblicare a<br />

pag. 10-11 - era all'epoca dei<br />

fatti di causa Presidente del<br />

Cda di Fininvest e tale rimase<br />

fino al 29.01.1994. Tanto premesso,<br />

è da affermare la sussistenza<br />

della responsabilità civile<br />

della società di capitali per<br />

il fatto anche penalmente illecito<br />

del legale rappresentante<br />

o dell'amministratore della<br />

stessa società, quando detto<br />

fatto è <strong>com</strong>piuto nel <strong>com</strong>pimento<br />

di una attività gestoria”.<br />

Ma non c’è solo la sua posizio-<br />

Silvio<br />

B e rlu s c o n i<br />

in una<br />

e l ab o ra z i o n e<br />

fotografica (<br />

Èil 1988: la famiglia Mondadori-Formenton<br />

s’impegna a vendere a De Benedetti il suo<br />

pacchetto azionario entro il 30 gennaio<br />

‘91. Nel 1989 ecco il voltafaccia dei Mondadori che si<br />

alleano con Berlusconi e gli consegnano il gruppo<br />

(Repubblica, Panorama, Espresso, Epoca, 15 giornali<br />

Finegil e libri). L’anno dopo la "guerra di Segrate" è<br />

risolta da un collegio di 3 arbitri: il lodo Mondadori dà<br />

ragione a De Benedetti, che torna al vertice del<br />

gruppo. Ma il patto Formenton-Berlusconi lo impugna<br />

davanti alla Corte d’appello di Roma. 1991: il giudice<br />

Metta annulla il lodo e riconsegna la Mondadori a<br />

Berlusconi. Molti giornalisti si ribellano. Andreotti,<br />

allarmato dallo strapotere di Craxi sull’editoria,<br />

impone la mediazione Ciarrapico: il Cavaliere<br />

restituisce all’Ingegnere parte del maltolto<br />

Come l’utilizzatore finale<br />

ha conquistato<br />

il gruppo Mondadori<br />

DAL GIUDICE METTA A MILLS:<br />

STRATEGIA DI UNA CORRUZIONE CONTINUA<br />

ne apicale nel gruppo Fininvest,<br />

a incastrarlo. Il giudice civile<br />

ricorda che nel 2001 la Corte<br />

d’appello di Milano, ribaltando<br />

la decisione del gip, rinviò a<br />

giudizio gli imputati del caso<br />

Mondadori, tranne uno: Silvio<br />

Berlusconi. Perché innocente?<br />

No, perché per lui il reato di<br />

corruzione giudiziaria fu derubricato<br />

per un vuoto legislativo<br />

in corruzione semplice, e<br />

così, grazie alla generosa concessione<br />

delle attenuanti generiche,<br />

il termine massimo di<br />

prescrizione scese da 15 a 7 anni<br />

e il reato di estinse appunto<br />

per il fattore-tempo. Anziché<br />

rinunciare alla prescrizione,“Berlusconi<br />

propose ricorso<br />

per Cassazione chiedendo il<br />

proscioglimento con formula<br />

piena di merito, ricorso che<br />

venne rigettato dalla Corte di<br />

Cassazione. Orbene nei confronti<br />

del Berlusconi è stata<br />

pronunciata sentenza irrevocabile,<br />

che ha dichiarato il reato<br />

estinto per prescrizione”. Il<br />

che non significa che il Cavaliere<br />

è innocente, anzi: “il giudice,<br />

una volta rilevata la sussistenza<br />

di una causa estintiva<br />

del reato, non può <strong>com</strong>piere<br />

alcun ulteriore accertamento<br />

probatorio sulla responsabilità<br />

dell'imputato, ma deve senza<br />

altro dichiarare la causa<br />

estintiva del reato, a meno che<br />

dagli atti già emerga la prova<br />

evidente che il fatto non sussiste<br />

o l'imputato non l'ha <strong>com</strong>messo,<br />

poiché in tal caso il giudice<br />

è tenuto a pronunciare il<br />

proscioglimento nel merito<br />

del prevenuto. Pertanto, se il<br />

Berlusconi non è stato prosciolto<br />

nel merito dalla Corte,<br />

è perché non vi era l'evidenza<br />

dell'innocenza dell’imputato”.<br />

Ha <strong>com</strong>messo il fatto<br />

Il fatto che gli abbiano concesso<br />

le attenuanti, che non spettano<br />

certo agli innocenti, parla<br />

da sé: “Trattasi di pronuncia<br />

che ovviamente preclude l’assoggettamento<br />

del Berlusconi<br />

medesimo a giudizio di responsabilità<br />

penale ed a sanzione<br />

penale per il fatto, per<br />

cui è causa, ma, trattandosi di<br />

sentenza non emessa a seguito<br />

di giudizio di merito, ma solo a<br />

seguito di applicazione di causa<br />

estintiva del reato, essa non<br />

preclude in alcun modo che,<br />

nella presente sede, venga ritenuto<br />

‘incidenter tantum’<br />

che il Berlusconi ha <strong>com</strong>messo<br />

il fatto de qua, ai<br />

soli fini civilistici e risarcitori,<br />

di cui qui si<br />

discute”. Insomma,<br />

per la giustizia<br />

civile Berlusconi<br />

è un corruttore e<br />

deve sborsare il<br />

r isarcimento.<br />

Come arriva a<br />

questa conclusione<br />

il giudice Mesiano?<br />

Ricorda<br />

che “i conti All<br />

Iberian e Ferrido<br />

erano accesi su<br />

banche svizzere e<br />

di cui era beneficiaria<br />

economica<br />

la Fininvest. Non è<br />

quindi assolutamente<br />

pensabile<br />

che un bonifico<br />

dell'importo di<br />

2.732.868 dollari<br />

PREMIER IMPUNITO<br />

TRE MILIARDI<br />

II 14 febbraio ’91, all’indomani della sentenza<br />

Metta, dalle casse della All Iberian<br />

parte un bonifico di 2.732.868 dollari (3 miliardi<br />

di lire) al conto Mercier di Previti. Da questo,<br />

il 26 febbraio, altro bonifico di 1,5 miliardi<br />

(metà provvista) al conto Careliza Trade di<br />

Acampora. Questi il 1° ottobre bonifica 425 milioni<br />

a Previti, che li dirotta in due tranche (11 e<br />

16 ottobre) sul conto Pavoncella di Pacifico. Il<br />

quale preleva 400 milioni in contanti il 15 e 17<br />

ottobre e li fa recapitare in Italia a Metta. Il<br />

giudice, nei mesi successivi, fa diverse spese,<br />

soprattutto in contanti di provenienza<br />

imprecisata (circa 400 milioni). Poi lascia<br />

la toga e diventa avvocato nello studio Previti.<br />

A proposito di quei 3 miliardi, Previti<br />

parla di “tranquillissime parcelle”, ma non<br />

riesce a documentare un solo incarico professionale<br />

in quel periodo.<br />

(circa 3 miliardi di lire) potesse<br />

essere deciso ed effettuato<br />

senza che il legale rappresentante,<br />

che era poi anche amministratore<br />

della Fininvest, lo sapesse<br />

e lo accettasse”. E proprio<br />

da quei conti svizzeri partì<br />

la mega-provvista della Fininvest<br />

a Previti che poi, con tortuose<br />

gimkane finanziarie, ne<br />

girò una parte agli altri avvocati<br />

giù giù fino al giudice Metta.<br />

Provvista targata Silvio<br />

“Abbiamo i seguenti fatti noti:<br />

la provenienza della somma di<br />

2.732.868 $ bonificati, in vista<br />

delle già dimostrate finalità<br />

corruttive, a Previti dai conti<br />

All Iberian e Ferrido accertatamene<br />

appartenenti a Fininvest<br />

e la posizione verticale di Silvio<br />

Berlusconi nella stessa Fininvest:<br />

da tali fatti noti è d'obbligo<br />

inferire l'affermazione<br />

del fatto ignoto, e cioè la consapevolezza<br />

e l'accettazione<br />

dell'inoltro a Previti della provvista<br />

corruttiva da parte di Silvio<br />

Berlusconi, e ciò sulla base<br />

di un criterio di ‘nor malità’: vale<br />

a dire rientra assolutamente<br />

di M . T.<br />

I passaggi di denaro<br />

tra Previti e Metta<br />

All’epoca<br />

era presidente<br />

del gruppo<br />

F i n i n ve s t<br />

nell'ordinario svolgersi degli<br />

accadimenti umani che un bonifico<br />

di quella entità poteva<br />

essere inoltrato solo sulla base<br />

della preventiva accettazione<br />

da parte di chi nella <strong>com</strong>pagine<br />

sociale, da cui proveniva la<br />

somma destinata alla condotta<br />

corruttiva, ricopriva una incontrastata<br />

posizione verticale”.<br />

Del resto, rammenta il giudice,<br />

“la prova per presunzioni<br />

nel processo civile ha la stessa<br />

dignità della prova diretta. Ciò<br />

è stato di recente ribadito dalle<br />

Sezioni Unite della Corte di<br />

Cassazione”. E dunque “s a re b -<br />

be assolutamente fuori dell'ordine<br />

naturale degli accadimenti<br />

umani che un bonifico di circa<br />

3 miliardi di lire sia disposto<br />

ed eseguito, per le dimostrate<br />

finalità corruttive, senza che il<br />

‘d o m i nu s ’ della società, dai cui<br />

conti il bonifico proviene, ne<br />

sia a conoscenza e lo accetti.<br />

Pertanto è da ritenere, ‘incidenter<br />

tantum’ ed ai soli fini civilistici<br />

del presente giudizio,<br />

che Silvio Berlusconi sia corresponsabile<br />

della vicenda corruttiva,<br />

per cui si procede,<br />

corresponsabilità che, <strong>com</strong>e<br />

logica conseguenza, <strong>com</strong>porta,<br />

per il principio della responsabilità<br />

civile delle società<br />

di capitali per il fatto illecito<br />

del loro legale rappresentante<br />

o amministratore <strong>com</strong>messo<br />

nell'attività gestoria, la responsabilità<br />

della stessa Fininve<br />

s t … Deve quindi essere, in<br />

primo luogo, affermata la responsabilità<br />

della società con-<br />

(Repubblica, Espresso, Finegil). 2001: la Corte<br />

d’appello di Milano, grazie anche alle rivelazioni della<br />

Ariosto, rinvia a giudizio Metta e gli avvocati Fininvest<br />

Previti, Pacifico e Acampora per corruzione<br />

giudiziaria. Berlusconi se la cava per prescrizione.<br />

2007: già sanzionati per la <strong>com</strong>pravendita della<br />

sentenza Imi-Sir, i 4 imputati sono condannati<br />

definitivamente anche per Mondadori<br />

venuta per la condotta posta in<br />

essere, nella sua già vista qualità,<br />

dall'On. Silvio Berlusconi”.<br />

E la Cir di De Benedetti<br />

de v’essere risarcita per “il danno<br />

subito da ‘perdita di chance’:<br />

vale a dire, posto che nessuno<br />

sa <strong>com</strong>e avrebbe deciso<br />

una Corte incorrotta, certamente<br />

è vero che la corruzione<br />

del giudice Metta privò la Cir<br />

della chance di ottenere da<br />

quella corte una decisione favore<br />

vole”.<br />

La sentenza dimenticata<br />

Chi si meraviglia, o addirittura<br />

si indigna, per le parole del giudice<br />

civile, non conosce quelle<br />

ben più pesanti usate da<br />

quelli penali, e in una sentenza<br />

ormai irrevocabile. Se il verdetto<br />

dell’altro giorno ha <strong>com</strong>e<br />

unica novità il mega-risarcimento<br />

(peraltro ampiamente<br />

prevedibile, viste le dimensioni<br />

e il valore del corpo del<br />

reato), quello della Corte d’appello<br />

di Milano nel 2006, poi<br />

confermato dalla Cassazione<br />

nel 2007, spiegava esplicitamente<br />

<strong>com</strong>e Silvio Berlusconi<br />

non solo sapesse, ma fosse il<br />

mandante, il finanziatore e<br />

l’utilizzatore finale della corruzione<br />

del giudice Vittorio Metta<br />

da parte dei tre avvocati Fininvest,<br />

Cesare Previti, Giovanni<br />

Acampora e Attilio Pacifico.<br />

Lì i giudici definiscono<br />

Berlusconi “privato corruttore<br />

” e aggiungono che “la retribuzione<br />

del giudice corrotto è<br />

fatta nell’interesse e su incarico<br />

del corruttore”: cioè del nostro<br />

premier. Che rimase impunito<br />

solo per il <strong>com</strong>binato<br />

disposto di tre fatti tecnici: corruzione<br />

semplice e non giudiziaria,<br />

attenuanti generiche e<br />

prescrizione. Quest’ultima fu<br />

negata ad avvocati corruttori e<br />

giudice corrotto per vari motivi:<br />

“l’enorme gravità del reato…<br />

e del danno arrecato non<br />

solo alla giustizia, ma all’i n t e ra<br />

<strong>com</strong>unità, minando i principi<br />

posti alla base della convivenza<br />

civile secondo i quali la giurisdizione<br />

è valore a presidio e<br />

a tutela di tutti i cittadini con<br />

conseguente ulteriore profilo<br />

di gravità per l’enorme nocumento<br />

cagionato alla controparte<br />

nella causa civile e per le<br />

ricadute nel sistema editoriale<br />

italiano, trattandosi di controversia<br />

(la cosiddetta guerra di<br />

Segrate) finalizzata al controllo<br />

dei mezzi di informazione;la<br />

spiccata intensità del dolo; i<br />

motivi a delinquere determinati<br />

solo dal fine di lucro e, più<br />

esattamente, dal fine di raggiungere<br />

una ricchezza mai ritenuta<br />

sufficiente; i <strong>com</strong>portamenti<br />

processuali tenuti (con<br />

continue e spudorate “menzogne”,<br />

ndr); il precedente penale<br />

specifico (Imi-Sir, ndr)”.<br />

Questo scrivevano, tre anni fa,<br />

i giudici penali d’appello. Questo<br />

confermava, due anni fa, la<br />

Cassazione condannando Previti,<br />

Pacifico e Acampora a 1<br />

anno e 6 mesi e Metta a 2 anni e<br />

8 mesi per corruzione giudiziaria<br />

“in continuazione” con le<br />

pene già subìte per la sentenza<br />

gemella di Imi-Sir, anch’essa<br />

<strong>com</strong>prata (Previti, Pacifico e<br />

Metta 6 anni, Acampora 3 anni<br />

e 8 mesi). Perché allora il risarcimento<br />

lo deve pagare Berlusconi?<br />

Perché la Cassazione già<br />

in sede penale l’ha ritenuto<br />

mandante di quella corruzione<br />

giudiziaria. E perché l’utilizzatore<br />

finale della Mondadori è<br />

lui, non certo il giudice o i suoi<br />

avvocati. I quali, fra l’altro, risultano<br />

pressochè nullatenenti.


pagina 4 Martedì 6 ottobre 2009<br />

Approvato in 25 giorni<br />

È il primo atto<br />

del governo Berlusconi<br />

Il lodo Alfano è stato approvato in tempi<br />

record dal Parlamento il 22 luglio del<br />

2008 ed è stato il primo atto del<br />

governo Berlusconi. Tra il disegno di legge<br />

approvato dal Consiglio dei Ministri e il voto<br />

definitivo del Senato sono passati appena 25<br />

giorni. Solo il rifinanziamento delle missioni<br />

militari all’estero, nel 2006, aveva fatto meglio:<br />

23 giorni. E’ passato al Senato con 171 sì, 128 no<br />

e 6 astenuti. A votare contro il Pd e Idv.<br />

E’ uno scudo processuale per il capo dello Stato,<br />

i presidenti delle Camere e il presidente del<br />

Consiglio. Non più per il presidente della<br />

Consulta, <strong>com</strong>e invece prevedeva il lodo<br />

Schifani. Il 23 luglio del 2008 il Presidente<br />

Napolitano ha promulgato la legge che “a un<br />

primo esame”, secondo il Quirinale, recepisce i<br />

rilievi della Corte che ha bocciato il lodo<br />

Schifani. Non è così per 100 costituzionalisti<br />

italiani, fra cui i presidenti emeriti della Consulta,<br />

Onida e Zagrebelski, che hanno definito<br />

incostituzionale il lodo Alfano, esattamente<br />

<strong>com</strong>e il lodo Schifani, per violazione dell’ar ticolo<br />

3 sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.<br />

LODO ALFANO, TOCCA A LORO<br />

Immunità per le quattro alte cariche dello Stato?<br />

La parola ai 15 membri della Corte Costituzionale<br />

di Antonella Mascali<br />

La vigilia dell'esame del<br />

Lodo Alfano per i giudici<br />

della Corte costituzionale<br />

è stata di isolamento.<br />

Adesso più che mai devono<br />

dimostrare di essere imparziali<br />

e al di sopra di ogni sospetto.<br />

Al telefono qualcuno di loro,<br />

interpellato per dei chiarimenti<br />

su <strong>com</strong>e si svolgeranno<br />

i lavori, riattacca il telefono<br />

dopo aver salutato educatamente.<br />

Il presidente Francesco<br />

Amirante, cosciente della<br />

spinosità della materia, vorrebbe<br />

una decisione in tempi<br />

brevi ma è improbabile che<br />

venga presa già oggi. Le indiscrezioni<br />

che circolano nelle<br />

ultime settimane sono sempre<br />

le stesse: una risicata maggioranza<br />

sarebbe per la bocciatura<br />

del Lodo Alfano, ma<br />

un paio di incerti potrebbero<br />

rovesciare le previsioni.<br />

MAFIA<br />

Piera, testimone<br />

abb an d o n at a<br />

Fr a n c e s c o<br />

Amirante<br />

Eletto giudice nel<br />

2001; Presidente<br />

dal 2009<br />

Nato a Napoli il<br />

16 aprile 1933,<br />

entra in magistratura nel 1958<br />

e lavora <strong>com</strong>e Pretore a Forlì,<br />

Vicenza e Lagonegro. È stato<br />

giudice presso la Sezione Fallimentare<br />

del Tribunale di Napoli<br />

e dal 1980 approda in<br />

Corte di Cassazione e diventa<br />

Presidente di sezione. Dal<br />

1987 <strong>com</strong>ponente fisso delle<br />

Sezioni unite della Suprema<br />

Cor te.<br />

Dopo lo scandalo della cena a<br />

casa del giudice Luigi Mazzella<br />

con Berlusconi, emette un<br />

<strong>com</strong>unicato: “La Corte Costituzionale<br />

nella sua collegialità<br />

Piera Aiello, cognata di Rita Atria (la testimone<br />

che si è suicidata dopo l’assas -<br />

sinio del magistrato Paolo Borsellino) si sente<br />

abbandonata "dagli uomini dello Stato, assenti<br />

o peggio indifferenti". Piera è diventata testimone<br />

di giustizia nel 1991. Dopo l’omicidio di<br />

suo marito, mafioso, andò da Borsellino e fece i<br />

nomi. “Quando era in vita Borsellino - racconta<br />

la Aiello - le difficoltà venivano sempre risolte.<br />

Ma dopo il suo omicidio si verificò una vicenda<br />

sconcertante: vennero a trovarmi due funzionari<br />

spiegandomi che, dopo la morte<br />

del giudice, molti collaboratori si erano tirati<br />

indietro. E aggiunsero: Tu cosa vuoi far<br />

e?” Oggi Piera ha deciso, dopo 18 anni, di<br />

tornare a Palermo per “ lottare, non per<br />

morir e”, e denucia che il servizio di protezione<br />

la considera "una ex testimone". Ora i<br />

rischi sono tutti suoi.<br />

deciderà, <strong>com</strong>e ha sempre fatto,<br />

in serenità e obiettività, le<br />

questioni sottoposte al suo<br />

esame”. E' stato il relatore del<br />

lodo Schifani bocciato dalla<br />

Consulta il 20 gennaio 2004.<br />

U go<br />

De Siervo<br />

Giudice dal 2002;<br />

Vice presidente dal<br />

2009.<br />

Nato a Savona il<br />

20 febbraio del<br />

1942, è professore ordinario<br />

di Diritto costituzionale. Eletto<br />

giudice dal Parlamento il<br />

24 aprile 2002 su indicazione<br />

del centro-sinistra.<br />

Pa o l o<br />

M a dd a l e n a<br />

Giudice dal 2002<br />

Nato a Napoli il<br />

27 marzo 1936,è<br />

stato Presidente<br />

di sezione della<br />

Corte dei conti<br />

Alfio<br />

F i n o c c h i a ro<br />

Giudice dal 2002<br />

Nato a Caserta il<br />

10 settembre<br />

1935, è stato presidente<br />

di sezione<br />

della Corte di Cassazione.<br />

Luigi<br />

M a z ze l l a<br />

Giudice dal 2005<br />

Eletto dal Parlamento<br />

il 15 giugno<br />

2005 su indicazione<br />

del centro-destra.<br />

Nato a Salerno il 26<br />

maggio 1932, è stato Avvocato<br />

Generale dello Stato. Nella<br />

sua casa romana nei pressi di<br />

via Cortina D'Ampezzo a maggio<br />

di quest'anno invita a cena<br />

Berlusconi, il ministro Alfano,<br />

il sottosegretario Letta e il<br />

presidente della <strong>com</strong>missione<br />

affari costituzionali del Senato,<br />

Vizzini.<br />

Dal 14 novembre 2002 al 2<br />

dicembre 2004 è stato Mini-<br />

IL GIORNO DELLA CONSULTA<br />

stro della funzione pubblica<br />

nel secondo governo Berlusconi.<br />

Ha ottenuto l'onorificenza<br />

di «Cavaliere di Gran<br />

Croce» al merito della Repubblica<br />

italiana dal Presidente<br />

Ciampi. E' Cavaliere dell'Ordine<br />

di Malta. Dal '92 è iscritto<br />

all'albo dei giornalisti pubblicisti<br />

dell'Ordine interregionale<br />

del Lazio e del Molise.<br />

Pa o l o<br />

G ro s s i<br />

Giudice dal 2009<br />

Nato a Firenze il<br />

29 gennaio 1933,<br />

è Professore ordinario<br />

di Storia<br />

del diritto italiano.<br />

Maria Rita<br />

Saulle<br />

Giudice dal 2005<br />

È stata nominata<br />

dal presidente<br />

della Repubblica<br />

il 4 novembre<br />

2005. Nata a Caserta il 3 dicembre<br />

1935, è professore ordinario<br />

di Diritto internazionale<br />

alla Facoltà di Scienze politiche<br />

dell’Università La Sapienza<br />

di Roma. Nel 1987 è<br />

stata vice presidente della<br />

Conferenza mondiale<br />

dell’Unesco su “Le donne,<br />

dall’istruzione al lavoro”. Nello<br />

stesso anno, <strong>com</strong>e delegata<br />

dell’Italia alle Nazioni Unite,<br />

ha proposto una convenzione<br />

mondiale sulle pari opportunità<br />

dei disabili.<br />

LA SEDUTA ODIERNA<br />

TEMPI INCERTI PER LA DECISIONE<br />

QUESTA MATTINA si riuniscono<br />

i 15 giudici della Corte Costituzionale<br />

, <strong>com</strong>e fanno periodicamente.<br />

Ma questa seduta non è<br />

<strong>com</strong>e le altre, anche se alcuni di<br />

loro ripetono che il “lodo Alfano”<br />

sarà affrontato in maniera squisitamente<br />

tecnica, <strong>com</strong>e per l'esame<br />

delle altre leggi. Nonostante<br />

la cena con il premier e il ministro<br />

della Giustizia, né il giudice<br />

Luigi Mazzella, padrone di casa,<br />

né il suo collega, Paolo Maria<br />

Napolitano, si asterranno su questa<br />

legge approvata per congelare<br />

i processi a carico di Berlusconi.<br />

L'udienza è pubblica e si<br />

apre con la relazione del giudice<br />

Franco Gallo. Poi parlano le parti<br />

in causa: gli avvocati di Silvio Ber-<br />

Angelino Alfano (FOTO ANSA)<br />

A l fo n s o<br />

Quaranta<br />

Giudice dal 2003<br />

Nato a Napoli il 2<br />

gennaio 1936, è<br />

stato Presidente<br />

di sezione del<br />

Consiglio di Stato.<br />

Nel 1981 fu capo di gabinetto<br />

del ministro Remo Gaspari<br />

Nel giugno scorso il figlio,<br />

Alessio Quaranta, è stato nominato<br />

direttore generale dell'Enac<br />

Fr a n c o<br />

Gallo<br />

Giudice dal 2004<br />

Nato a Roma il 23<br />

aprile 1937, professore<br />

ordinario<br />

di diritto tributario,<br />

è il relatore del lodo Alfano<br />

E' stato ministro delle finanze<br />

nel governo Ciampi.<br />

Gaetano<br />

S i l ve s t r i<br />

Giudice dal 2005<br />

Eletto dal Parlamento,<br />

su indicazione<br />

del centro-sinistra,<br />

il 22<br />

giugno 2005. Professore ordinario<br />

di diritto costituzionale,<br />

è nato a Patti, in provincia di<br />

Messina, il 7 giugno 1944.<br />

Sabino<br />

Cassese<br />

Giudice dal 2005<br />

Nominato dal<br />

Presidente della<br />

Repubblica il 4<br />

novembre 2005.<br />

Nato ad Atripalda , in provincia<br />

di Avellino, il 20 ottobre1935,<br />

è professore ordinario<br />

di diritto amministrativo<br />

Giuseppe<br />

Te s a u ro<br />

Giudice dal 2005<br />

Viene nominato<br />

dal Presidente<br />

della Repubblica<br />

il 4 novembre<br />

2005. Nato a Napoli il 15 no-<br />

lusconi, Niccolò Ghedini, Gaetano<br />

Pecorella e Piero Longo, il<br />

professore Alessandro Pace, avvocato<br />

della Procura di Milano, e<br />

l'avvocato dello Stato, Glauco<br />

Nori, che rappresenta la Presidenza<br />

del Consiglio. Alla fine degli<br />

interventi, i giudici si riuniscono<br />

in Camera di Consiglio. Dal<br />

punto di vista teorico, per evitare<br />

il toto sentenza, la Corte potrebbe<br />

emettere un <strong>com</strong>unicato a decisione<br />

presa e poi far conoscere<br />

le motivazioni nelle settimane<br />

successive. Il presidente Francesco<br />

Amirante, cosciente della spinosità<br />

della materia, vorrebbe<br />

una decisione in tempi brevi, ma<br />

è improbabile che venga presa<br />

già oggi. a.m.<br />

vembre 1942, è Professore ordinario<br />

di diritto internazionale,<br />

Paolo Maria<br />

N ap o l i t a n o<br />

Giudice dal 2006<br />

Eletto dal Parlamento,<br />

su indicazione<br />

del centro-destra,<br />

il 5 luglio<br />

2006. Nato a Roma il 3<br />

ottobre 1944, Consigliere di<br />

Stato, è stato membro del gabinetto<br />

del vice presidente<br />

del Consiglio Gianfranco Fini<br />

nel primo governo Berlusconi<br />

e l'ha seguito alla Farnesina<br />

quando l'ex leader di An è diventato<br />

ministro degli Esteri.<br />

Ha partecipato alla cena con<br />

Berlusconi a casa del collega<br />

Mazzella e ha respinto le critiche,<br />

attaccando: “C'è un<br />

tentativo per condizionare la<br />

Corte costituzionale nella sua<br />

futura attività, intimidendo alcuni<br />

dei suoi <strong>com</strong>ponenti”.<br />

Giuseppe<br />

Fr i go<br />

Giudice dal 2008<br />

Eletto dal Parlamento,<br />

su indicazione<br />

del centro-destra,<br />

il 21<br />

ottobre 2008. Nato a Brescia il<br />

30 marzo 1935, è avvocato<br />

penalista. Dal '98 al 2002 è<br />

stato presidente dell'Unione<br />

delle camere penali. E' uno<br />

dei padri della riforma del cosiddetto<br />

giusto processo.<br />

A l e s s a n d ro<br />

Criscuolo<br />

Giudice dal 2008<br />

Nato a Napoli il 15<br />

luglio 1937, è stato<br />

. Presidente di<br />

Sezione della suprema<br />

Corte. Presidente dell'associaizone<br />

nazionale magistrati<br />

dal 1985 al 1989 e <strong>com</strong>ponente<br />

de Csm dal 1990 al 1994. Nel<br />

2008, davanti al Csm, ha assunto<br />

la difesa dell'ex Pm di Catanzaro,<br />

Luigi De Magistris.


Martedì 6 ottobre 2009 pagina 5<br />

Dal predellino al lodo<br />

quel rapporto difficile<br />

tra Fini e il premier<br />

La relazione tra i due è così logora, che ieri<br />

“i berluscones” erano quasi stupiti per la<br />

dichiarazione con cui Gianfranco Fini<br />

(almeno in apparenza) correva in soccorso del<br />

presidente del Consiglio, tagliando le ali ad ogni<br />

ipotesi di governissimo: “"Nel nostro sistema - aveva<br />

detto il presidente della Camera - la maggioranza é<br />

quella che esce dalle urne. Non a caso gli elettori che<br />

hanno votato alle ultime Politiche hanno trovato sulla<br />

scheda il nome del candidato premier". Parole che<br />

sembrano una risposta alle ipotesi di governissimo<br />

ventilate da Rutelli e che dovrebbero rassicurare la<br />

maggioranza del Pdl. Invece, nell’entourage del<br />

Cavaliere, il sospetto correva sulle bocche: “Lo<br />

difende ora, che non può fare a meno, per tenersi le<br />

mani libere poi”. Sta di fatto che i rapporti tra Fini e<br />

IL CORO DEGLI UOMINI DEL CAPO:<br />

”DISEGNI EVERSIVI, E’ UN GOLPE!”<br />

Berlusconi: “Sentenza al di là del bene e del male”.<br />

Poi detta lo spartito ai suoi. Capezzone: “Si tenta di rovesciare il voto”.<br />

di Luca Telese<br />

Manca solo la parola “gol -<br />

pe”. Ma è <strong>com</strong>e se il presidente<br />

del Consiglio e i<br />

suoi uomini ci girassero<br />

intorno per tutto il giorno in un<br />

valzer di perifrasi, <strong>com</strong>e se l’or -<br />

chestra della maggioranza avesse<br />

davanti agli occhi uno spartito<br />

dominato da quella stessa<br />

nota. Il primo ad evocare lo<br />

spettro del golpe era stato due<br />

settimane fa Renato Brunetta.<br />

Poi è toccato a Vittorio Feltri. Ieri,<br />

a parlare di manovre “e vers<br />

i ve ” sono arrivati i capigruppo<br />

del Pdl e il portavoce del partito<br />

Daniele Capezzone. Anche Silvio<br />

Berlusconi ha implicitamente<br />

avvalorato la profezia<br />

del suo ministro con il <strong>com</strong>mento<br />

alla sentenza sul lodo<br />

Mondadori: “Sono letteralmente<br />

allibito: è una sentenza al di là<br />

del bene e del male, è certamente<br />

una enormità giuridica”.<br />

Gasparri & Cicchitto. Ecco<br />

perchè quello che il premier<br />

(per ora) non può dire, è affidato<br />

al controcanto del <strong>com</strong>unicato<br />

dei capigruppo del suo<br />

partito. Le parole utilizzate da<br />

Maurizio Gasparri e Fabrizio<br />

Cicchitto, ed i rispettivi vicepresidenti<br />

(Gaetano Quagliariello<br />

e Italo Bocchino) sono<br />

ponderate: “Gli attacchi che<br />

fuoriescano dai canoni dell'opposizione<br />

democratica, dura<br />

ma rispettosa delle istituzioni,<br />

ci portano ad assicurare che, in<br />

Parlamento così <strong>com</strong>e nel Paese,<br />

forti di un consenso chiaramente<br />

e piu' volte espresso dagli<br />

italiani, il centrodestra proseguira'<br />

nella politica del fare e<br />

del governare, che nessun dise-<br />

di Caterina Perniconi<br />

È<br />

gno eversivo potra' sconfiggere".<br />

E che dire di Daniele Capezzone?<br />

"<br />

“Torbide operazioni”. E' necessario<br />

- dice il portavoce - che<br />

gli italiani siano messi nella condizione<br />

di vigilare contro il tentativo,<br />

ora più che mai evidente,<br />

di rovesciare il responso delle<br />

urne attraverso torbide operazioni<br />

di salotto, di tribunale e<br />

di Palazzo". Il lessico da anni di<br />

piombo non è casuale: “rove -<br />

sciare la voontà popolare”, “di -<br />

segno eversivo”, “fuor iuscita<br />

dai canoni dell’opposizione dem<br />

o c ra t i c a ”. Gasparri, Cicchitto<br />

(e i loro vice) calcano la mano:"La<br />

tempistica e i contenuti<br />

di una sentenza che a 20 anni<br />

dai fatti arriva con sospetta puntualita'<br />

- prosegue la nota - rafforzano<br />

l'opinione di quanti,<br />

<strong>com</strong>e noi, pensano che vi sia<br />

chi sta tentando, con mezzi impropri,<br />

di contrastare la volontà<br />

democratica del popolo italiano".E<br />

ancora: “Si tenta, vanamente<br />

- dicono i capigruppo<br />

Pdl - di delegittimare l'azione<br />

del governo. Siamo certi che<br />

questo disegno non troverà<br />

spazio nelle istituzioni e, che<br />

ciascuno nella sua diversa responsabilità,<br />

agisca partendo<br />

dal presupposto del rispetto<br />

della legalità e della sovranità<br />

p o p o l a re " .<br />

La replica. Come in un gioco di<br />

specchi ai capogruppo del centrodestra<br />

rispondono i capogruppo<br />

del Pd, Anna Finocchiaro,<br />

Antonello Soro e i rispettivi<br />

vice: “In un ordinamento costituzionale<br />

<strong>com</strong>e quello del nostro<br />

Paese che prevede la separazione<br />

dei poteri e lo stato di<br />

diritto - spiegano i capigruppo<br />

Gasparri e Cicchitto:<br />

”Antidemocratici”.<br />

Di Pietro: “Criminali voi”<br />

del Pd - la nota congiunta dei capogruppo<br />

è gravissima nei suoi<br />

contenuti perché finge di non<br />

ricordare che la decisione del<br />

Tribunale di Milano è la naturale<br />

conseguenza, in sede civile,<br />

della condanna penale definitiva<br />

dell’onorevole Cesare Previti,<br />

ritenuto responsabile di aver<br />

corrotto un giudice con l’obiet -<br />

STORIE DI REGIME<br />

tivo di addomesticare il 'Lodo<br />

Mondador i’”.<br />

Ancora più dure le parole dei<br />

leader dell’Italia dei valori, che<br />

parte all’attacco lancia in resta<br />

con il suo leader. "E' documentalmente<br />

provato - dice Antonio<br />

Di Pietro - che il presidente del<br />

Consiglio e' un criminale che<br />

ha corrotto dei giudici per <strong>com</strong>-<br />

Pd, gli assenti si processano<br />

atteso per oggi il verdetto del “p ro c e s s o ”<br />

agli assenteisti del Partito Democratico.<br />

Con una singolare caratteristica: a giudicare saranno<br />

anche alcuni degli imputati. L’accusa è<br />

di aver fatto promuovere il decreto che contiene<br />

il cosiddetto scudo fiscale non partecipando<br />

alle votazioni in aula la scorsa settimana.<br />

Martedì, quando la Camera era chiamata ad<br />

esprimersi sulla pregiudiziale di costituzionalità,<br />

gli assenti del Pd erano 59, ma ne bastavano<br />

53 per far affossare il provvedimento. Venerdì,<br />

ancora 29 defaillance per il maggior partito<br />

dell’opposizione e la legge passa con soli<br />

20 voti di scarto. Nei giorni seguenti c’è stata<br />

una tempesta di giustificazioni a mezzo stampa,<br />

non tutte vere, <strong>com</strong>e ha scritto Il Fatto domenica,<br />

dimostrando che l’assenza di Giuseppe<br />

Fioroni non era dovuta alla malattia ma ad<br />

un convegno torinese. Appuntamento quindi<br />

alle 12.30 con il <strong>com</strong>itato direttivo, allargato ai<br />

capigruppo di <strong>com</strong>missione, per giudicare gli<br />

imputati. Ma sicuramente la condanna non sarà<br />

pesante, se si considera che una parte degli<br />

assenti fanno parte della giuria stessa. Infatti,<br />

dei 35 deputati chiamati ad emettere la sentenza,<br />

ben 8 non erano presenti in occasione<br />

della votazione di martedì. Nello specifico:<br />

Bruno Cesario, Cesare Damiano, Sandro Gozi,<br />

Michele Meta, Federica Mogherini, Barbara<br />

Pollastrini, Livia Turco e Guglielmo Vaccaro. È<br />

improbabile che i giudici-assenti decidano di<br />

autopunirsi, né che si aprano in quella sede<br />

discussioni congressuali o un processo al capogruppo<br />

Antonello Soro, che vede la sua poltrona<br />

già in bilico se le primarie <strong>dove</strong>ssero confermare<br />

la vittoria di Bersani.<br />

Allora contro chi si rivolgeranno le accuse stamattina?<br />

Di certo contro Antonio Gaglione, il<br />

meno presente in aula con una percentuale del<br />

9,35%, che però ieri ha lasciato il gruppo del<br />

Pd per passare al gruppo Misto. Dopo di lui, le<br />

presenze più basse sono quelle di Massimo<br />

D’Alema e Pierluigi Bersani, rispettivamente<br />

col 31,15 e con il 31,53% (entrambi assenti<br />

martedì). Seguono Gianni Vernetti con il<br />

32,14% (anche lui non c’era martedì), Lapo Pistelli<br />

col 35,23% (assente sia martedì che venerdì),<br />

Giuseppe Fioroni 33,08% (mancava sia<br />

martedì che venerdì), Dario Franceschini<br />

41,01% (assente martedì). Difficile pensare a<br />

un “processo vip”, che in questi giorni si sono<br />

giustificati con improrogabili impegni o con la<br />

scusa del “se eravamo in numero maggiore noi<br />

sarebbero stati di più anche loro”. Tesi smentita<br />

in più occasioni, <strong>com</strong>preso il famoso decreto<br />

salva Rete4 <strong>dove</strong> fu battuta una maggioranza<br />

con 51 assenti, o la manovra economica<br />

dello scorso anno.<br />

prare, attraverso una sentenza,<br />

un vantaggio ingiusto e ingiustificabile",<br />

Spiega il leader dell'Italia<br />

dei valori nel Transatlantico<br />

di Montecitorio: “Invece di<br />

pagare il fio delle sue malefatte<br />

Berluscoini la butta in politica,<br />

<strong>com</strong>e al solito, per schivare le<br />

responsabilità processuale.<br />

D'altronde - osserva - si e' messo<br />

per questo in politica". Di più:<br />

“"C'è un disegno eversivo che<br />

viene portato avanti da diversi<br />

anni e anche in questi giorni ed<br />

è portato avanti da un mandante:<br />

Silvio Berlusconi”.<br />

R ev i v a l . Insomma, il golpe, la<br />

parola-feticcio degli anni settanta<br />

torna a risuonare nei palazzi<br />

della politica. Non più per<br />

indicare i tentativi di putsch del<br />

principe Junio Valerio Borghese,<br />

del Mar di Carlo Fumagalli, o<br />

i piani di deportazione dei dirigenti<br />

di sinistra a Capo Marrargiu<br />

(ci sarebbe dovuto finire<br />

persino Alessandro Curzi). Lo<br />

spettro del golpe, questa volta<br />

torna evocato dai leader della<br />

maggioranza, e dagli uomini<br />

più vicini al premier. Torna <strong>com</strong>e<br />

deterrente, e <strong>com</strong>e strumento<br />

di battaglia politica. Ieri<br />

Unberto Bossi era il più sibillino:<br />

“Non so se andremo al voto,,<br />

non penso. In ogni caso noi<br />

siamo pronti”. Nella maggioranza,<br />

ieri, gli sforzi principali<br />

erano quelli per capire se ci siano<br />

o meno i numeri per un ipotetico<br />

“gover nissimo” sostenu -<br />

to da tutte le opposizioni e da<br />

una scheggia di An (avrebbe solo<br />

un voto di scarto al Senato).<br />

Non è un mistero che Berlusconi<br />

è tetnato dalle elezioni anticipate<br />

se la Consulta <strong>dove</strong>sse<br />

bocciare il Lodo.<br />

L’ESORCISTA<br />

RETROMARCIA DI ASSISI,<br />

LA PAROLA CHIAVE<br />

“N<br />

on tirateci per il saio da una parte<br />

e dall'altra. Noi francescani accogliamo<br />

tutti e la maggioranza viene alla ricerca della<br />

spiritualità. Altri però tentano di servirsi<br />

di Francesco e di noi frati per affermare determinate<br />

cose. Ma non permetteremo che si profitti<br />

del Santo. All'inizio gli ospiti prevalenti erano<br />

politici della sinistra. Questa semplice dichiarazione<br />

ha fatto parlare qualcuno di "frati <strong>com</strong>unisti".<br />

Ebbene, non è così.<br />

Lo stesso vale per la marcia della pace.<br />

”Era a senso unico. Ora la marcia ha un carattere<br />

diverso. Ci sarà un vescovo, ci sarà un messaggio<br />

del Papa".<br />

Così padre Giuseppe Piemontese, nuovo Custode del<br />

Sacro Convento di Assisi (Il Corriere della Sera, 2<br />

o t t o b re ) .<br />

La parola chiave, per interpretare il testo,<br />

è "maggioranza".<br />

Berlusconi sono <strong>com</strong>promessi (perlomeno) dal<br />

discorso del predellino, quando Fini <strong>com</strong>mentò algido:<br />

“Siamo alle <strong>com</strong>iche finali”. Le elezioni segnarono una<br />

tregua, il congresso del Pdl segnò una divisione<br />

abissale, seguito dallo strappo sul caso Englaro e da<br />

quello sulla cittadinanza. Come sono lontani i tempi<br />

(1993) dell’appello al voto di Berlusconi per Fini a<br />

Casalecchio del Reno. Ci eravamo tanto amati?<br />

IL FATTO POLITICO<br />

dc<br />

Il dibattito<br />

virtuale<br />

di Stefano Feltri<br />

A<br />

desso c’è anche una data:<br />

il 5 dicembre, quando il<br />

Popolo della libertà proverà<br />

a riempire la piazza per<br />

reagire al “go l p e ”, <strong>com</strong>e lo<br />

ha definito ieri il “Gior nale”.<br />

Resta solo da capire se si<br />

tratterà di un bagno di folla<br />

rigenerante o di una<br />

m a n i fe s t a z i o n e<br />

p re - e l e t t o ra l e .<br />

Si discute di elezioni<br />

anticipate, di giustizia ad<br />

orologeria (il risarcimento<br />

per la corruzione nella<br />

vicenda Mondadori), di<br />

governissimi e governi<br />

tecnici. Ma sono<br />

dichiarazioni senza<br />

impegno, un dibattito<br />

virtuale perché tutto<br />

dipende dalla decisione<br />

della Corte costituzionale<br />

sul lodo Alfano. E’<br />

impossibile prevedere cosa<br />

succederà se lo scudo<br />

salva-premier verrà<br />

bocciato e quali saranno le<br />

reazioni di Berlusconi. E se<br />

viene bocciato, tutto resta<br />

<strong>com</strong>’è o qualcuno vuole<br />

<strong>com</strong>unque le elezioni?<br />

L’<br />

Italia dei valori dice di<br />

essere contraria a ogni<br />

governo di larghe intese<br />

(che sembra piacere a<br />

Francesco Rutelli, del Pd),<br />

Pierluigi Bersani cerca di<br />

dribblare rimettendosi al<br />

capo dello Stato in caso di<br />

crisi, la Lega dice che è<br />

sempre pronta al voto. La<br />

reazione più sofisticata è<br />

quella di Gianfranco Fini che<br />

forse, alla prova dei fatti,<br />

preferisce rimandare ancora<br />

il confronto definitivo con la<br />

leadership di Berlusconi.<br />

Prima il ministro finiano<br />

Andrea Ronchi dice in<br />

un’intervista che “se cade<br />

Berlusconi non ci sono<br />

alternative, l’unica strada<br />

sono le urne”. Poi, da<br />

Napoli, Fini argomenta<br />

meglio: visto che di fatto<br />

non siamo più una<br />

Repubblica parlamentare<br />

tradizionale perché nella<br />

prassi ci sono elementi di<br />

presidenzialismo, è inutile<br />

pensare a governi diversi da<br />

quelli che escono dalle<br />

elezioni. Poi si augura che in<br />

questa legislatura si arrivi a<br />

un Senato delle regioni (o<br />

qualche sua variante). Parole<br />

che si possono interpretare<br />

<strong>com</strong>e un’implicita<br />

dichiarazione di fedeltà a<br />

Berlusconi (Fini vuole che la<br />

legislatura arrivi a<br />

conclusione naturale, visto<br />

che auspica riforme così<br />

<strong>com</strong>plesse) e un altro amo<br />

lanciato a Umberto Bossi,<br />

con cui in questi giorni si sta<br />

stabilendo un nuovo<br />

rappor to.<br />

L’<br />

unico davvero convinto<br />

di poter trarre vantaggi<br />

dalle elezioni anticipate,<br />

insomma, sembra il<br />

Cavaliere, che vuole<br />

affermare la supremazia<br />

della volontà popolare su<br />

quella dei giudici. Per il resto<br />

della maggioranza sarebbero<br />

soprattutto un rischio.


pagina 6 Martedì 6 ottobre 2009<br />

Il <strong>com</strong>izio in diretta<br />

al Tg1 e la Rai<br />

in subbuglio<br />

ad organizzare una grande manifestazione<br />

in difesa dei <strong>soldi</strong><br />

del Capo (ovvero Berlusconi<br />

Silvio, appena condannato a<br />

versare 750 milioni alla Cir di<br />

De Benedetti Carlo), i cittadini<br />

(alcuni) tentano di riappropriarsi<br />

dello Stato.<br />

Grillo insomma passa definitivamente<br />

dalla protesta alla proposta.<br />

Spiega <strong>com</strong>e i 122 punti<br />

del suo programma, che spazia<br />

dall’energia, all’economia, per<br />

arrivare all’educazione e all’in -<br />

formazione, non siano<br />

definitivi. Chiari-<br />

sce che, prima delle<br />

elezioni politiche e di<br />

quelle regionali, si deciderà<br />

tutti assieme.<br />

“Uno vale uno”, dice<br />

annunciando tessere<br />

gratuite per gli iscritti<br />

dotate di cip e di password<br />

grazie alle quali<br />

tutti i dibattiti e le votazioni<br />

sui contenuti<br />

potranno avvenire via<br />

inter net.<br />

“Se fossi stato Veltroni,<br />

io il movimento lo<br />

avrei abbracciato e invece<br />

ci hanno dato<br />

dell’anti-politica”, dice<br />

Grillo, forse senza<br />

Scontro aperto tra il direttore del<br />

Tg1, Augusto Minzolini e il<br />

Comitato di redazione. Sabato<br />

sera Minzolini è apparso in video durante il<br />

telegiornale delle 20 con un editoriale in cui<br />

criticava duramente la manifestazione per la<br />

libertà di stampa, definendola<br />

“i n c o m p re n s i b i l e ” e parlando di “re g i m e<br />

NASCE IL MOVIMENTO<br />

DI GRILLO: OBIETTIVO 4%<br />

Alla presentazione del programma<br />

in 122 punti anche Luigi De Magistris<br />

di Peter Gomez<br />

l’insegnamento<br />

dell’inglese obbligatorio<br />

fin dall’asilo. Ci so- C’è<br />

no le provincie e le prefetture<br />

che vanno da subito<br />

abolite. C’è la class action da introdurre<br />

<strong>com</strong>e negli Usa. E ci<br />

sono i posti in consiglio di amministrazione<br />

delle società<br />

quotate da riservare ai rappresentati<br />

dei piccoli azionisti. Poi,<br />

ecco le nuove norme sull’am -<br />

biente e i trasporti - modello<br />

Obama - e il <strong>dove</strong>re da parte del<br />

parlamento di dibattere e votare<br />

le leggi d’iniziativa popolare<br />

.<br />

È lungo, anzi lunghissimo, il<br />

programma del “Movimento a<br />

cinque stelle” di Beppe Grillo<br />

che dalle prossime settimane<br />

verrà discusso on line con gli<br />

iscritti. Tra le pareti rosse del<br />

Teatro Smeraldo di Milano, Grillo<br />

lo illustra davanti a più di<br />

2000 persone. Quasi tutti ragazzi<br />

tra i venti e 35 anni che<br />

hanno deciso di rinunciare a<br />

pomeriggio di sole per ragionare<br />

di politica. Sì, di politica. Perchè<br />

qui, mentre nel Pd si battaglia<br />

per la leadership a colpi di<br />

tessere false e nel Pdl si pensa<br />

DEFINIZIONI DI GARANZIA<br />

PAOLO L’IRRITUALE<br />

Il presidente 'di garanzia' della Rai Paolo<br />

Garimberti è uomo che soppesa ogni parola. Se, ad<br />

esempio, un passante gli chiede l'ora, Garimberti<br />

potrà rispondere: sono le 16 e 15. Purché non<br />

dimentichi di aggiungere: sempre che il mio orologio<br />

funzioni. Possiamo immaginare quindi con quale<br />

attenzione abbia dovuto affrontare il problema<br />

Minzolini. Cioè del direttore del Tg1 che usa il Tg1<br />

<strong>com</strong>e se fosse casa sua, o meglio palazzo Grazioli.<br />

Immaginiamo Garimberti che riflette e soppesa la<br />

definizione più opportuna. Una marachella? Una<br />

birichinata? Alla fine dopo aver consultato l'ufficio<br />

legale e l'accademia della Crusca il presidente di<br />

garanzia non senza sforzo, non senza sofferenza ha<br />

pronunciato la parola esatta: irrituale. Ed è svenuto.<br />

di Carlo Tecce<br />

S<br />

tanza numero 233. La porta del direttore è<br />

chiusa, presidiata da due segretarie vestite<br />

con gusto: una bionda, l’altra mora. Raffiche di<br />

profumo, calma apparente, Augusto Minzolini<br />

non c’è. I lunghi corridoi di Saxa Rubra sembrano<br />

disabitati, secondo piano della palazzina in<br />

fondo, la sala riunioni intitolata a Paolo Frajese è<br />

vuota: carte, brogliacci, nessun giornale. Sono le<br />

tre del pomeriggio, il primo telegiornale è andato:<br />

fango di Messina, servizio da Bruxelles sulle<br />

quote latte, il processo della Caffarella, l’o ro<br />

della pallavolo. Alle dieci in punto la scaletta era<br />

sulla scrivania del montaggio, firmata da Minzolini,<br />

controfirmata dal vice Gennaro Sangiuliano,<br />

che da giovane militava nella destra più estrema.<br />

La sentenza sul Lodo Mondadori è dimenticata,<br />

sabato sera è stata infilata in un “v i vo ” (inter vento<br />

del conduttore) di tre righe tre, all’occor renza<br />

sarà ripresa dal verso giusto: ancora la magistratura<br />

canaglia, ancora le toghe che distraggono il<br />

presidente del Consiglio. Alle quattro i capi sono<br />

pensare che non poteva essere<br />

altrimenti. Se raccogli milioni<br />

di firme per reintrodurre il voto<br />

di preferenza, per sbarrare le<br />

porte delle Camere ai pregiudicati<br />

e fissare per i parlamentari<br />

un tetto massimo di due legislature,<br />

è ovvio che ti chiamino<br />

qualunquista. Anche perché,<br />

<strong>com</strong>e ricorda il <strong>com</strong>ico dal palco,<br />

“Piero Fassino sta a Roma da<br />

25 anni e sua moglie da trenta”.<br />

Così gli unici apprezzamenti sono<br />

per “kr iptonite” Antonio Di<br />

Le liste in<br />

Piemonte ed<br />

Emilia, forse<br />

in Campania<br />

PERSONAGGI<br />

mediatico” esercitato da quei giornali che si<br />

considerano “depositari della verità”. La<br />

replica del Cdr, la rappresentanza sindacale<br />

del Tg1, è arrivata il giorno dopo. Alla fine<br />

dell’edizione delle 20 di domenica Tiziana<br />

Ferrario ha letto un <strong>com</strong>unicato in cui il<br />

Cdr <strong>prende</strong>va le distanze dal Minzolini: “Il<br />

direttore ha allineato il Tg1 contro la<br />

Pietro e per i due euro-parlamentari<br />

che i ragazzi del Movimento<br />

hanno contribuito a far<br />

eleggere: Sonia Alfano e Luigi<br />

De Magistris, seduti in prima fila.<br />

Per loro la folla riserva<br />

un’ovazione pari a quella che<br />

accoglie l’annuncio della presenza<br />

in sala di Adriano Celentano<br />

e Claudia Mori: due, dice<br />

Grillo, che hanno “anticipato<br />

molti dei nostri temi”.<br />

Poi si passa alla strategia politica:<br />

il Movimento a cinque stelle<br />

alle prossime amministrative si<br />

presenterà solo “in due regioni,<br />

forse tre”. Certe sono Piemonte<br />

ed Emilia Romagna, in bilico è<br />

la Campania. Alle politiche invece<br />

gli uomini e le donne di<br />

Grillo saranno in tutti i collegi.<br />

“Avremo liste fatte di gente di<br />

t re n t ’anni. Io ne ho ormai 62,<br />

non credo proprio che ci sarò”,<br />

dice il <strong>com</strong>ico <strong>com</strong>e per stoppare<br />

sul nascere la consueta accusa,<br />

mossa dai media e dai par-<br />

nocchia dei salatini nell’angolo del caffè, non ha<br />

fretta: “Quanto dura l’incontro delle quattro?<br />

Mah. Mezz’ora, non di più”. Il telegiornale di<br />

Minzolini è confezionato in scioltezza, massimo<br />

trenta minuti: in riunione non si discute, non c’è<br />

motivo, non si può contestare il direttore che,<br />

circondato dai suoi yes man, detta la scaletta senza<br />

interruzioni. “La lista della spesa”. I dissidenti<br />

sono emarginati, le notizie più ruvide sono trattate<br />

in due maniere: o vengono ignorate o sono<br />

affidate a mani sicure. Sabato in piazza del Popolo<br />

c’era Laura Chimenti (quota Pdl) dell’Eco -<br />

nomia, i colleghi degli Interni erano a riposo, altri<br />

erano con la gente a protestare. “Io ero con il<br />

mio striscione, ero lì anche contro Minzolini”, ci<br />

sussurra, con la paura di farsi ascoltare, un giornalista.<br />

“Altrimenti avrei davvero vergogna a definirmi<br />

un dipendente Rai. Nelle mazzette ci arriva<br />

persino l’Osservatore Romano, ma dobbiamo<br />

ribellarci per avere un giornale di sinistra. Tifiamo<br />

per il nostro sindacato”. I membri del Cdr<br />

non si arrendono, ma sanno che il direttore non<br />

perdona. Nella redazione cultura c’è una maglia<br />

nera sulla sedia: “Siamo tutti farabutti”. Non ci<br />

sarà una rivoluzione collettiva, c’è chi resiste e<br />

chi s’è arreso: “E chi senza motivo o per una promessa<br />

segue la linea di Minzolini”, ci spiega un<br />

Il Giornale<br />

titi tradizionali, di essere solo<br />

un leader populista. Un attore<br />

capace di smuovere i fan, ma<br />

non i militanti. Per questo il Movimento<br />

non vuol <strong>com</strong>mettere<br />

errori. La diffusione di internet,<br />

anche perché la banda larga<br />

non copre tutto il Paese, è ancora<br />

troppo bassa per pensare<br />

di condurre campagne elettorali<br />

esclusivamente in rete. Il<br />

modello svedese <strong>dove</strong>, <strong>com</strong>e<br />

spiega via Skipe, il suo leader,<br />

Rick Falkvige, il “partito dei pira<br />

t i ” è riuscito a portare due<br />

rappresentanti al parlamento<br />

europeo rinunciando totalmente<br />

alla propaganda tradizionale,<br />

non può essere riprodotto<br />

integralmente. Per questo alle<br />

imminenti regionali il Movimento<br />

volerà basso concentrando<br />

gli sforzi solo su quelle<br />

manifestazione del sindacato dei<br />

giornalisti”, diceva il <strong>com</strong>unicato letto da<br />

Tiziana Ferrario. Motivo per cui veniva<br />

chiesto “un incontro urgente” ai vertici<br />

della Rai. Immediata anche la controreplica<br />

del direttore che ha definito i suoi<br />

giornalisti “intolleranti” contro chi ha idee<br />

diverse .<br />

GATTI LEGHISTI: TRA<br />

LORO USANO IL DIALETTO<br />

I gatti sono leghisti. È questa la singolare scoperta del<br />

Giornale. Titola ieri il quotidiano di casa Berlusconi: “I<br />

gatti fanno i leghisti. Per parlare tra loro usano solo il<br />

dialetto”. Affermazione questa che crea un po’ di confusione.<br />

Perché poi, leggendo l’articolo, si scopre che si<br />

sta parlando di una scoperta scientifica di tutto rispetto.<br />

Paul Leyhausen, il maggiore esperto mondiale<br />

di gatti, afferma, infatti, che i felini possiedono due tipi<br />

di linguaggio: uno per i bisogni primari e uno per le<br />

confidenze. Si chiamerebbe “dialetto diadico” quello<br />

che i gatti usano tra di loro e non in presenza di terzi.<br />

Quel che è certo è che Bossi non miagola.<br />

Il Tg di Minzolini, <strong>dove</strong><br />

le notizie vanno in esilio<br />

convocati per l’edizione delle 20.<br />

Mezz’ora prima, solitario, ecco Augusto<br />

Minzolini: stringe poche mani, e<br />

corre via verso l’ufficio di Fabrizio Ferragni.<br />

L’altro vice Claudio Fico, pupillo di Clemente<br />

Mimum, intravede il direttore e raddrizza<br />

la schiena sulla poltrona di pelle: sfoglia i quotidiani<br />

sul tavolo, Il Giornale e L i b e ro , <strong>prende</strong> il telefono<br />

e non si stacca più. Sangiuliano istruisce la<br />

redattrice che dovrà confezionare un delicatissimo<br />

pezzo per la sera: “Mi rac<strong>com</strong>ando, leggi<br />

bene Il Tempo a pagina 6. Fai riferimento all’ar -<br />

ticolo, facciamo un ritorno di questo tipo”. Il<br />

quotidiano di piazza Colonna apre con una foto<br />

di un sorridente Minzolini. Titolo: “Vogliono essere<br />

liberi. Ma attaccano chi li critica. Sinistra<br />

all’assalto”. La manifestazione di sabato ha infiammato<br />

i giornalisti, la parte più autonoma e<br />

più lontana da Minzolini ha sollecitato un Comunicato<br />

del <strong>com</strong>itato di redazione: Alessandra<br />

Mambelli, Claudio Pistola e Alessandro Gaeta<br />

hanno lottato l’intera notte tra sabato e domenica<br />

per far leggere a Tiziana Ferrario quelle poche<br />

righe scritte con orgoglio: “Il Tg1 non è mai<br />

stato schierato”. Nicoletta Manzione è il nuovo<br />

volto del Tg1, il mezzobusto che con Minzolini<br />

sbuca di frequente nelle case degli italiani. Sgra-<br />

Il Direttore del Tg1, Augusto Minzolini (FOTO ANSA)<br />

aree <strong>dove</strong> è realistico pensare di<br />

poter arrivare al 4 per cento dei<br />

voti. Il 18 settembre il Pdl ha<br />

proposto che anche alle regionali<br />

si voti con questa soglia di<br />

sbarramento. È visto il silenzio<br />

del Pd è quasi scontato che si<br />

arrivi ad approvare la legge.<br />

La scelta fa tirare un sospiro di<br />

sollievo all’Italia dei Valori. Il rischio<br />

di non raggiungere il quorum<br />

in molte regioni a causa<br />

della presenza dei grillini, è<br />

scongiurato. E così, è probabile<br />

che nelle prossime settimane<br />

l’Idv offra la possibilità al Movimento<br />

di candidare <strong>com</strong>e indipendenti<br />

dei rappresentati nelle<br />

liste di Di Pietro. Non siamo<br />

ancora alla nascita di un terzo<br />

polo, diverso da destra e sinistra,<br />

ma a Milano, al teatro Smeraldo,<br />

qualcosa si muove.<br />

giornalista, vent’anni in Rai ma nessuna voglia di<br />

<strong>com</strong>parire. Minzolini può vantare una larga fiducia.<br />

I voti nel giorno dell’insediamento sono stati<br />

sor<strong>prende</strong>nti. Un inusuale plebiscito a Saxa Rubra:<br />

100 sì, 50 no, 12 astenuti. “L’area è bonificata.<br />

Chi professa imparzialità è in esilio”. Lettera<br />

22. Anche Luigi Monfredi ha rimosso la bandiera<br />

dei precari, ormai antichi furori di gioventù. Vi<br />

ricordate le genuflessioni a Silvio Berlusconi di<br />

Stefano Ziantoni a Unomattina: “Presidente, questa<br />

è casa sua”. Ziantoni si lamentava delle critiche<br />

del Cdr e in bacheca Monfredi e Stefano<br />

Campagna l’hanno incoraggiato: “Siamo solidali<br />

con te”. Campagna, Monfredi e il vice Sangiuliano<br />

e altri quindici giornalisti del Tg sono iscritti<br />

all’associazione di centrodestra Lettera 22, il<br />

controcanto ad Articolo 21 di Giuseppe Giulietti.<br />

Al <strong>com</strong>pleanno di Lettera 22, l’aprile scorso,<br />

c'erano Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri e<br />

Alessio Butti. Tutti Pdl.<br />

Torniamo a sabato. La Chimenti <strong>dove</strong>va smontare<br />

il corteo e Minzolini <strong>dove</strong>va annientarlo<br />

con l’editoriale. Per la seconda volta, dopo il no<br />

al gossip sugli scandali sessuali di Palazzo, il direttore<br />

ha chiamato una telecamera a sé. “Non<br />

abbiamo più dignità”. Sono le cinque, Minzolini<br />

ordina un caffè. Il Tg1 è pronto.


Martedì 6 ottobre 2009 pagina 7<br />

Marcegaglia: “ il ponte<br />

sullo Stretto si farà,<br />

ma non è prioritario”<br />

Il ponte sullo Stretto di Messina “non è la<br />

priorità. Bisogna fare opere infrastrutturali<br />

che servono veramente e mettere in<br />

sicurezza il territorio, perchè abbiamo continui casi<br />

ambientali problematici”. A dirlo, questa volta, non è<br />

il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano (che<br />

all’indomani della tragedia di Messina aveva espresso<br />

forti dubbi sull’utilità di opere ‘faraoniche’) ma il<br />

Messina<br />

uccisa dagli<br />

speculatori<br />

Quartieri costruiti a ridosso delle fiumare<br />

e un Piano regolatore che divora il territorio<br />

di Enrico Fierro<br />

Doveva diventare <strong>com</strong>e<br />

Barcellona. Bella, con il<br />

mare a vista, gli alberghi e<br />

i centri <strong>com</strong>merciali. Lo<br />

aveva promesso Silvio Berlusconi<br />

il 29 novembre di quattro anni<br />

fa. “Messina diventerà un'altra<br />

città”. E giù cifre: 800 milioni<br />

di euro per l'urbanistica, 1 milione<br />

per lo stadio. E anche un<br />

intervento per risollevare le sorti<br />

della squadra di calcio. “Do -<br />

mani chiamerò un certo signor<br />

Braida e gli dirò che il Milan ha il<br />

<strong>dove</strong>re di offrire rinforzi al Messina<br />

Calcio”. Non è andata così.<br />

Una parte della città è divorata<br />

dal fango, un'altra è a rischio<br />

continuo. Mentre sulle macerie<br />

di Giampilieri, Scaletta e degli<br />

altri borghi, devastati dall'alluvione,<br />

si <strong>com</strong>batte una guerra<br />

tra potenti del Pdl. Da una parte<br />

Stefania Prestigia<strong>com</strong>o, il mini-<br />

stro dell'Ambiente, dall'altra<br />

Giuseppe Buzzanca, il Sindaco.<br />

“Giampileri non era nelle zone a<br />

r ischio”, ribatte lei respingendo<br />

l'accusa di aver dirottato i fondi<br />

per la messa in sicurezza del territorio<br />

per il rifacimento di lungomari<br />

e per le isole Eolie. Il Sindaco:<br />

“non abbiamo mai ricevuto<br />

<strong>soldi</strong> dal ministero dell'Ambiente”.<br />

La realtà è drammaticamente<br />

più dura. L'intero territorio della<br />

città di Messina può finire sotto<br />

il fango. Perché interi quartieri<br />

di migliaia di metri cubi sono<br />

stati costruiti dentro o a ridosso<br />

delle fiumare. Case e scuole. La<br />

denuncia è del Wwf. “La procura<br />

di Messina - dice Anna Giordano<br />

- ha archiviato due delle<br />

quattro denunce su lottizzazioni<br />

pericolose e sui possibili disastri<br />

idrogeologici. Se la stessa<br />

pioggia fosse caduta in altre zone<br />

di Messina ci sarebbero stati<br />

molti più morti e non è detto<br />

che questo non succeda in futuro.<br />

Stanno costruendo una discarica<br />

a villaggio Pace sopra<br />

una fiumara. Un altro lotto di<br />

500 ville stava per essere approvato<br />

nel territorio di Faro superiore,<br />

<strong>dove</strong> non lo permettono<br />

nè le condizioni urbanistiche nè<br />

quelle idrogeologiche”. Cemento:<br />

“è questo l'unico motore<br />

economico della città”, denunciano<br />

gli ambientalisti.<br />

“Oro grigio”, lo chiamano invece<br />

i magistrati della procura di<br />

Messina Giuseppe Farinella e<br />

Angelo Cavallo, che hanno indagato<br />

sul giro di tangenti (1milione<br />

e 550mila euro) che sarebbero<br />

state pagate per la realizzazione<br />

del “Green Park”, un <strong>com</strong>plesso<br />

abitativo costruito a ridosso<br />

di una fiumara, il torrente<br />

Trapani. “In questi anni, il dibattito<br />

pubblico è ruotato attorno<br />

alla previsione di grandi opere e<br />

presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a<br />

margine dell’assemblea dell’associazione, a Pavia. La<br />

Marcegaglia ha però aggiunto che “il ponte ormai è<br />

un’opera cantierata, quindi andrà avanti”. Certo, a<br />

leggere i dati di “Ecosistema rischio” realizzato da<br />

Legambiente e dalla Protezione Civile, le priorità<br />

sono davvero altre, visto che il dissesto idrogeologico<br />

coinvolge oltre 5.500 <strong>com</strong>uni italiani, che<br />

Sopra, quel che resta di una casa a Giampilieri; sotto il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci (FOTO XXX)<br />

nuove espansioni<br />

edilizie”, denuncia<br />

Salvatore Granata,<br />

direttore di Legambiente<br />

Sicilia. Nel<br />

mirino la variante al<br />

Prg, giudicata sovradimensionatarispetto<br />

alle esigenze<br />

della città e alle previsioni<br />

di crescita. E<br />

poi c'è il Ponte. Che<br />

frane o non frane<br />

non si tocca. Negli<br />

studi preparatori c'è scritto che<br />

“le opere previste per gli interventi<br />

di mitigazione possono<br />

provocare fenomeni di instabilità”.<br />

“Questa affermazione –<br />

hanno replicato, facendo mettere<br />

a verbale le loro controdeduzioni,<br />

tutte le associazioni<br />

ambientaliste – di notevole gravità,<br />

in quanto prefigura uno<br />

stravolgimento fisico dei luoghi,<br />

non è ac<strong>com</strong>pagnata da una<br />

indicazione dei siti maggiormente<br />

a rischio”. Cosa manca<br />

negli studi preparatori per la<br />

Grande Opera? “Una caratterizzazione<br />

idrogeologica delle<br />

principali fiumare” e “una caratterizzazione<br />

delle aree sensibili<br />

a fenomeni di inondazioni e la<br />

loro mappatura”. Messina, la città<br />

destinata a diventare la Barcellona<br />

d'Italia, sepolta dal fango<br />

e mangiata dal cemento.<br />

Il sogno realizzato del Governatore:<br />

più cemento sulle coste sarde<br />

di Mauro Lissia<br />

M<br />

entre a Messina si contano i morti legati all’edi -<br />

lizia selvaggia e a Capoterra, vicino Cagliari, la<br />

magistratura indaga sull’alluvione del 22 ottobre<br />

2008 che ha cancellato cinque vite umane e centinaia<br />

di case (sorte lungo l’alveo di un fiume), la<br />

giunta di centrodestra che governa la Sardegna si<br />

prepara a demolire le norme del piano paesaggistico<br />

regionale che difendevano le coste dai progetti<br />

dei grandi costruttori, da Berlusconi a Ligresi.<br />

Con l’emendamento al Ddl sul rilancio dell’edili -<br />

zia, votato venerdì scorso dai soli consiglieri del<br />

Pdl, con il no degli alleati Sardisti e del centrosinistra,<br />

altri due milioni di metri cubi di cemento<br />

aggrediranno i litorali dell’isola senza più il vincolo<br />

dei trecento metri sulla<br />

fascia costiera. Nessuna<br />

distinzione tra hotel e<br />

immobili privati, ville o<br />

seconde case: tutti potranno<br />

mettere in moto<br />

le betoniere e realizzare<br />

una nuova cubatura fino<br />

al dieci per cento di<br />

quanto già esiste, senza<br />

badare al danno che sarà<br />

arrecato al paesaggio e<br />

alla distanza dal mare. I<br />

progetti verranno soltanto<br />

passati al vaglio di<br />

una <strong>com</strong>missione pubblica,<br />

chiamata a valutare<br />

genericamente la va-<br />

lidità dell’intervento. L’idea della Giunta capeggiata<br />

dal <strong>com</strong>mercialista Ugo Cappellacci è di ridare<br />

fiato alle imprese edili, che negli ultimi anni erano<br />

rimaste imprigionate tra i vincoli durissimi imposti<br />

dal governo regionale guidato da Renato Soru.<br />

Cappellacci l’aveva promesso in campagna elettorale,<br />

cavalcando il malcontento dei sindaci di<br />

area Pdl e dei potentati locali che vivono di mattoni.<br />

L’assessore regionale all’urbanistica Gabriele<br />

Asunis è stato chiaro: “niente a che vedere col piano<br />

casa. All’esame c’è solo un provvedimento che<br />

servirà a ridare impulso all’economia attraverso<br />

l’edilizia”. Come dire che forse il peggio deve ancora<br />

arrivare, malgrado neppure i più pessimisti<br />

avessero previsto un attacco così disinvolto alla<br />

fascia dei trecento metri, considerata intoccabile.<br />

Il governo sardo di centrodestra è partito invece<br />

proprio da quella, per poi annunciare un premio<br />

di cubatura riservato anche alle case di prima abitazione<br />

<strong>com</strong>prese nelle zone B e C, di <strong>com</strong>pletamento<br />

e di espansione edilizia: qui si potrà andare<br />

fino al trenta per cento in più e il regalo della Regione<br />

non escluderà stabilimenti e locali destinati<br />

ad attività produttive. Si parla apertamente di sopraelevare<br />

palazzi tirando su muri dalle terrazze,<br />

di chiudere i piani pilotis (quelli destinati alle automobili)<br />

e persino i seminterrati per ricavarne volumi<br />

abitabili.<br />

Domani pomeriggio alle 18, quando il consiglio<br />

regionale sarà chiamato a votare il Ddl nel suo<br />

<strong>com</strong>plesso, <strong>com</strong>preso l’emendamento che libera<br />

dal vincolo la fascia dei trecento metri, Legambiente,<br />

Wwf e Italia Nostra si riuniranno davanti al<br />

palazzo di via Roma per protestare: “è incredibile -<br />

L’ITALIA DEVASTATA<br />

Berlusconi, nel<br />

2005: “quest a<br />

città sarà <strong>com</strong>e<br />

B a rc e l l o n a ”<br />

hanno scritto in un <strong>com</strong>unicato i responsabili delle<br />

associazioni Vincenzo Tiana, Fanny Cao e Luca<br />

Pinna - La tragedia annunciata di Messina non sembra<br />

aver insegnato nulla a questa Giunta regionale.<br />

La cementificazione selvaggia che ha devastato il<br />

territorio sardo e i morti di Capoterra sono già stati<br />

dimenticati”.<br />

Stefano Deliperi del ‘Gruppo di Intervento giuridico’,<br />

un’associazione ecologista che opera su canali<br />

giudiziari, ce l’ha anche con una parte dei consiglieri<br />

del centrosinistra, che al momento di votare<br />

contro il cemento sono spariti dall’aula.<br />

“D ov ’erano gli assenti? - ha scritto Deliperi in una<br />

nota - e perché non hanno fatto il loro <strong>dove</strong>re di<br />

consiglieri regionali?”. Parole dure anche da Paolo<br />

Maninchedda del Psd’az, un partito che fa parte<br />

della maggioranza ma che non ha esitato a schierarsi<br />

contro il Ddl. La speranza di fermare questa<br />

nuova avanzata del cemento è legata a una recente<br />

sentenza del Consiglio di Stato, che ha bloccato<br />

definitivamente un progetto del costruttore Sergio<br />

Zuncheddu, editore dell’Unione Sarda e del Foglio,<br />

per la realizzazione di un villaggio turistico a<br />

Cala Giunco, vicino allo stagno dei fenicotteri rosa<br />

e sulla più bella spiaggia di Villasimius: i giudici<br />

amministrativi supremi hanno stabilito che l’esi -<br />

genza di tutelare il paesaggio prevale sugli interessi<br />

degli imprenditori e dell’industria turistica. Non<br />

solo: norme e provvedimenti che riguardano il<br />

paesaggio della Sardegna dovranno essere in linea<br />

con il Codice Urbani e con il Piano paesaggistico<br />

regionale che ne deriva. Come dire: adesso la Regione<br />

sarda ci prova, ma forse (con i ricorsi già<br />

all’orizzonte) l’ultima parola spetterà ai giudici.<br />

corrispondono al 70% dei centri italiani. Quelli ad<br />

alto rischio sarebbero oltre 1.200. Di questi, il 42%<br />

non svolge neppure attività di manutenzione<br />

ordinaria. E sono pochissimi gli enti locali che hanno<br />

dislocato le abitazioni più esposte al pericolo in luoghi<br />

sicuri. La percentuale più alta dei <strong>com</strong>uni virtuosi è in<br />

Valle d’Aosta (il 58%). Fanalino di coda la Sicilia, <strong>dove</strong><br />

ben il 92% delle amministrazioni non fa quasi nulla.<br />

N<br />

SCUOLE PERICOLOSE<br />

Crolla il soffitto<br />

studente in corsia<br />

C rolla<br />

il controsoffitto<br />

dell’Istituto<br />

alberghiero Rossini di<br />

Napoli e una studentessa<br />

finisce all’ospedale. Nulla<br />

di grave: guarirà in tre<br />

giorni. L'assessore<br />

regionale all’Istruzione,<br />

Corrado Gabriele, ha<br />

chiesto una verifica<br />

sull’immobile. Codacons<br />

chiede al Governo di non<br />

tagliare i fondi alle scuole.<br />

RIFIUTI A CROTONE<br />

Il Sindaco Vallone:<br />

“il Governo agisca”<br />

S ugli<br />

scarti tossici della<br />

Pertusola Sud, il<br />

Governo deve intervenire<br />

subito. Lo chiede il<br />

sindaco di Crotone,<br />

Peppino Vallone (Pd), che<br />

aggiunge: “se l’esecutivo<br />

non interverrà, lascerò la<br />

fascia”. Il primo cittadino<br />

reclama uno screening su<br />

tutti i cittadini, mentre il<br />

Pd della città chiede ai<br />

propri rappresentanti in<br />

Parlamento di portare alle<br />

Camere la questione,<br />

stimolando un intervento<br />

tempestivo.<br />

STUPRO ALLA C A F FA R E L L A<br />

Condannati i due<br />

imputati<br />

O ltean<br />

Gavrila e Ionut<br />

Alexandru sono stati<br />

ritenuti responsabili dello<br />

stupro di San Valentino<br />

nel parco della Caffarella,<br />

a Roma, nei confronti di<br />

un’adolescente. I due sono<br />

stati condannati con rito<br />

abbreviato a 11 anni e 4<br />

mesi e a 6 anni. A Gavrila,<br />

in realtà, sono state<br />

<strong>com</strong>minate due pene: 7<br />

anni e 4 mesi per la<br />

Caffarella e altri 4 anni<br />

per uno stupro avvenuto a<br />

luglio.<br />

IN C H I E S TA WHY NOT<br />

Parte l’udienza,<br />

assenti i politici<br />

È iniziata<br />

ieri a<br />

Catanzaro l’udienza<br />

preliminare nei confronti<br />

dei 98 indagati<br />

dell’inchiesta Why Not, su<br />

presunti illeciti nella<br />

gestione di fondi pubblici.<br />

Assenti i principali<br />

imputati politici. Tra<br />

questi il presidente della<br />

Regione Calabria, Loiero,<br />

il suo predecessore<br />

Chiaravalloti.<br />

Nell’inchiesta sono<br />

coinvolti anche<br />

imprenditori <strong>com</strong>e<br />

Antonio Saladino, ex<br />

presidente della<br />

Compagnia delle Opere<br />

calabr ese.


pagina 8 Martedì 6 ottobre 2009<br />

Perché l’Italia<br />

potrebbe non<br />

agganciare la ripresa<br />

Il Fondo monetario, tra le grandi<br />

istituzioni internazionali, continua a<br />

essere quella più prudente<br />

sull’andamento della crisi. Nell’ultimo report<br />

periodico sullo stato della recessione, ha<br />

spiegato che ci sono Paesi impreparati a ripartire,<br />

anche quando la congiuntura italiana sarà più<br />

favorevole. “I problemi dell'Italia vanno ben oltre<br />

rebbero 6 mila i posti<br />

a rischio. Molti dei<br />

quali anche nel settore<br />

tessile: Mantova e<br />

Brescia, città nelle<br />

quali l’i n c re m e n t o<br />

<strong>com</strong>plessivo del ricorso<br />

alla cassa è stato<br />

rispettivamente di<br />

+711% e +724%. Spostandoci<br />

in Triveneto<br />

(<strong>dove</strong> ci sono 1500<br />

posti a rischio) le<br />

emergenze si evidenziano<br />

per lo più nei settori della chimica,<br />

degli occhiali e dei sanitari:<br />

Safilo 500 posti in bilico,<br />

Trichiana (Belluno) 250<br />

esuberi e la “c o n s o re l l a ” Ideal<br />

Standard di Brescia (azienda<br />

occupata da 130 operai che<br />

intendono impedire lo spegnimento<br />

del forno di cottura<br />

delle porcellane). Aggiungiamo<br />

poi il lanificio-cotonificio<br />

nazionale di Marzotto a Portogruaro<br />

(250 contratti di solidarietà<br />

da due anni). Scendendo<br />

verso l’ Emilia Romagna<br />

la crisi del metalmeccanico<br />

rappresenta una spada<br />

di Damocle sulla testa di ben<br />

questa recessione e dipendono dal basso<br />

potenziale di crescita dell'economia”, ha spiegato<br />

Ajai Chopra, vice direttore del dipartimento<br />

europeo del Fmi. Il problema è soprattutto la<br />

bassa produttività (a parità di tempo lavorato gli<br />

italiani producono meno beni e servizi di altri).<br />

Secondo il Fondo il Pil italiano si ridurrà del 5,1<br />

per cento nel 2009 prima di tornare a crescere<br />

IL LAVORO CHE NON C’E’ PIU’<br />

da Milano a Porto Torres<br />

Partendo dalle ore di cassa integrazione si<br />

<strong>com</strong>incia ad avere la mappa della crisi<br />

di Elisabetta Reguitti Milano<br />

Alla fine quelli della Innse<br />

di Milano, forse, ci sono<br />

riusciti. La sottoscrizione<br />

dell’ultimo passaggio<br />

(dei tre previsti nell’accordo<br />

raggiunto ad agosto)<br />

sembra aver definitivamente<br />

scritto la parola “fi n e ”, in senso<br />

positivo, sulla storia della<br />

fabbrica in via Rubattino destinata<br />

a chiudere i battenti.<br />

Un epilogo peggiore sembrava<br />

ormai scritto ma è rimesso<br />

in discussione grazie alla ferma<br />

volontà dei 49 operai. Nonostante<br />

le carte, più o meno<br />

ufficiali sottoscritte nella notte<br />

del 30 settembre in prefettura<br />

a Milano, questi lavoratori<br />

però non hanno ancora<br />

smantellato il presidio. Aspettano<br />

di ricevere tutte le lettere<br />

di assunzione. Il d-day dovrebbe<br />

essere il 12 ottobre.<br />

Fino ad allora rimarranno lì.<br />

La mappa. Ma per una Innse<br />

destinata alla riapertura quante<br />

altre aziende oggi rischiano<br />

di chiudere i battenti in questo<br />

autunno che da mesi è<br />

considerato a rischio disoccupazione?<br />

La mappa della crisi<br />

si sovrappone e quasi coincide<br />

con quella dell’industr ia<br />

italiana. Gli operai delle piccole<br />

e medie imprese stanno<br />

lottando per non perdere il<br />

lavoro. Si sta esaurendo il<br />

monte ore della cassa integrazione:<br />

nella sola Lombardia,<br />

per esempio secondo i dati<br />

forniti dalla Cgil regionale, il<br />

ricorso è aumentato del 465<br />

per cento rispetto allo scorso<br />

anno. Si tratta soprattutto di<br />

ricorso alla cassa integrazione<br />

“ordinar ia” (+ 825%) mentre<br />

la “straordinar ia” è cresciuta<br />

del 200 per cento. Il<br />

settore maggiormente colpito<br />

è quello industriale ma non<br />

se la passano certo meglio il<br />

<strong>com</strong>mercio (+425%), il legno(+800%)<br />

la meccanica (+<br />

951%), lavorazione dei metalli<br />

(+ 523%) e il <strong>com</strong>parto chimico<br />

(532%). Secondo molti<br />

economisti l’occupazione<br />

continuerà a scendere almeno<br />

fino a quando il Prodotto<br />

interno lordo non crescerà almeno<br />

di un punto percentuale<br />

all’anno, forse nel 2010.<br />

Non è certo incoraggiante <strong>dove</strong>r<br />

ricordare anche <strong>com</strong>e il<br />

reddito italiano nel 2009 sia<br />

rimasto ai livelli di 10 anni fa.<br />

Secondo una rielaborazione<br />

fornita dall’ultimo World Economic<br />

Outlook del Fondo<br />

monetario, infatti, il reddito<br />

pro capite nel 1999 era pari a<br />

28.691 euro mentre nel 2009<br />

era ancora quasi uguale,<br />

28.806 euro. Con un picco<br />

nel solo 2007 a 31.142 euro.<br />

Insomma, nonostante quello<br />

che dicono alcuni politici ci<br />

sono poche ragioni di cedere<br />

La vittoria<br />

operaia alla<br />

Innse resta<br />

un caso unico<br />

all’ottimismo.<br />

Le zone. Spulciando poi il<br />

rapporto Excelsior (Unioncamere<br />

– ministero del Lavoro)<br />

scopriamo <strong>com</strong>e, regione per<br />

regione, non ci sia <strong>com</strong>parto<br />

che non sia coinvolto da ridimensionamenti,<br />

tagli e<br />

chiusure. Nei giorni scorsi si<br />

è parlato soprattutto di Milano<br />

ma le zone di crisi della<br />

Lombardia sono anche, per<br />

esempio Dalmine (Bergamo),<br />

<strong>dove</strong> il gruppo Tenaris ha appena<br />

annunciato il taglio di<br />

717 posti di lavoro (oltre a un<br />

altro centinaio nel sito di Costa<br />

Volpino). Complessivamente<br />

a livello regionale sa-<br />

PIANO CASA<br />

“N<br />

Gli operai della Innse un mese dopo (FOTO DI EL I S A B E T TA REGUITTI)<br />

BASSOLINO E GLI SPECULATORI<br />

on vedo questo esercito di<br />

speculatori diretto verso<br />

Napoli est”. Parole di Antonio<br />

Bassolino durante il dibattito in aula<br />

sul “Piano Casa” nella versione della<br />

regione Campania. Il Governatore<br />

difende gli indirizzi del discusso disegno<br />

di legge, pur dicendosi favorevole a<br />

modifiche. “Se l’articolo 5 significa la<br />

dismissione di tutte le attività<br />

industriali per trasformarle in edilizia<br />

residenziale, sono io stesso a ritirarlo.<br />

Però ci sono zone <strong>com</strong>e quella di<br />

Napoli est <strong>dove</strong> c’è ben poco da<br />

salvaguardare e tanto degrado da<br />

RECESSIONE<br />

20 mila lavoratori. Nelle Marche<br />

l’aumento della cassa integrazione<br />

si aggira intorno al<br />

90 per cento. Sono quasi 2<br />

mila i posti a rischio nei settori<br />

gomma ed elettrodomestici<br />

e non stanno certo meglio<br />

gli occupati delle subforniture<br />

di abbigliamento e del<br />

calzaturiero di Fermo e dintorni:<br />

<strong>com</strong>plessivamente 140<br />

aziende che potrebbero non<br />

riaprire. Rimanendo in area<br />

tessile è impossibile non ricordare<br />

le profonde difficoltà<br />

in cui versano i piccoli imprenditori<br />

“contoterzisti” -<br />

che lavorano cioè per conto<br />

di terzi - toscani e in particolare<br />

di Prato. Simbolo tra tutti<br />

la Roccatura di Russotto. Da<br />

segnalare, sempre nelle Marche,<br />

la Manuli Rubber di<br />

Ascoli Piceno che ha annunciato<br />

la chiusura e messa in<br />

mobilità di 375 lavoratori. Nel<br />

Lazio le stime parlano di ben<br />

70 mila posti “va c i l l a n t i ” in<br />

particolare nell’indotto aeronautico.<br />

Ottomila in Puglia<br />

con il siderurgico di Taranto<br />

in stallo per la crisi dell’acciaio<br />

(6 mila e 500 in cassaintegrazione)<br />

e il distretto del<br />

salotto (1500 persone in Cig).<br />

In Campania si sale a 12 mila<br />

posti a rischio sparsi tra i settori<br />

del conciario, tessile,<br />

elettrodomestici, cantieri navali<br />

ma anche le aziende<br />

dell’indotto Fiat. Come Termini<br />

Imerese e Pomigliano<br />

d’Arco prime su tutte. A chiudere<br />

il nostro pesante giro<br />

d’Italia della disoccupazione<br />

ricordiamo il rischio licenziamento<br />

per quasi tre mila lavoratori<br />

in Sicilia (<strong>com</strong>parti<br />

dell’ elettronica ma anche<br />

della nautica) senza dimenticare<br />

la profonda crisi in cui<br />

versano pure i pescatori siciliani.<br />

Sono invece 10 mila i<br />

posti in bilico in Sardegna: 7<br />

mila nel solo Petrolchimico di<br />

Porto Torres.<br />

di Vincenzo Iurillo<br />

re c u p e ra re ”.<br />

Il testo uscito dalla <strong>com</strong>missione<br />

Urbanistica, sul quale c’è un accordo<br />

tra Pd e Pdl, prevede che i terreni su cui<br />

sorgono fabbriche chiuse possono<br />

essere riconvertite in abitazioni solo se<br />

l’attività produttiva è cessata da<br />

almeno un anno.<br />

Il partito di Sinistra e Libertà non<br />

ritiene questa soluzione sufficiente a<br />

scongiurare il rischio di una<br />

desertificazione industriale e ha<br />

depositato circa 1200 emendamenti.<br />

Domani il disegno di legge dovrebbe<br />

tornare in aula.<br />

di Bruno Veneziani *<br />

(+0,2) nel 2010. Il problema è che se in questi<br />

anni difficili chiudono troppe imprese, quando la<br />

domanda mondiale di consumi tornerà a<br />

crescere, il nostro sistema produttivo potrebbe<br />

aver perso troppi pezzi importanti per<br />

approfittarne. E quindi continuare con la crescita<br />

zero che già abbiamo sperimentato, con rare<br />

eccezioni, nell’ultimo decennio.<br />

Gino Giugni ha insegnato all’ Università di Bari per 15<br />

anni, durante i quali ha vissuto una delle più significative<br />

esperienze della sua vita di professore prestato<br />

alla politica. Quel periodo rappresenta al contempo<br />

l’anagrafe di un paese in trasformazione e una vicenda personale<br />

in cui vita istituzionale e politica, lavoro scientifico,<br />

magistero accademico-culturale sono destinati ad accelerare<br />

il cambiamento nella metodologia di ricerca e nelle relazioni<br />

industriali. Il quindicennio è stato il momento significativo<br />

della trasformazione del diritto del lavoro e dell’analisi<br />

dei rapporti sociali in un paese in cambiamento.<br />

Se Gino Giugni ha trovato terreno fertile per l’operazione di<br />

svecchiamento culturale all’interno dell’accademia, ancor<br />

più naturale è stato indirizzare il proprio impegno riformatore<br />

verso l’attività legislativa. L’idea maturata durante il soggiorno<br />

nella scuola di Wisconsin, negli Stati Uniti, era che la<br />

legge <strong>dove</strong>sse svolgere un ruolo di riequilibrio nei rapporti<br />

socialmente asimmetrici connaturati al contratto di lavoro<br />

tra imprenditori e lavoratori. L’occasione è propizia. Brodolini,<br />

divenuto ministro del lavoro nel 1968, nomina Giugni<br />

capo dell’ufficio legislativo del suo ministero e presidente<br />

di una <strong>com</strong>missione di esperti che dovrà redigere il<br />

progetto di riforma delle relazioni industriali, divenuto legge<br />

con il nome di Statuto dei lavoratori (legge 20 maggio<br />

1970, n.300).<br />

L<br />

a legge ha una forza d’urto impressionante nel tessuto<br />

sociale e nella cultura sindacale e industriale dell’epoca.<br />

Suscita reazioni violente, persino s<strong>com</strong>poste, negli ambienti<br />

imprenditoriali. Ma per l’opinione pubblica, meno condizionata<br />

da pregiudizi, finalmente la Costituzione italiana<br />

era entrata nelle fabbriche. Era vero, in quel testo erano contenute<br />

alcune idee-forza che nascevano dalla collaborazione<br />

degli esperti ma soprattutto dalla cultura genuinamente laburista<br />

di colui che guidava i lavori. Vi si proclamava il principio<br />

del rispetto della dignità e della libertà dell’uomo che<br />

lavora e se ne configurava la sua condizione di “cittadino”<br />

dell’impresa. La tutela contro le discriminazioni, la libertà di<br />

manifestare il proprio pensiero e le proprie opinioni, il diritto<br />

a non essere controllati da un ‘grande fratello’ occulto,<br />

il diritto di esprimere con pienezza la propria personalità<br />

sono le varianti individuali di diritti collettivi, <strong>com</strong>e la libertà<br />

ed attività sindacale, sino ad allora godibili solo all’ester no<br />

della cittadella dell’impresa. Invece lo Statuto li lascia penetrare<br />

nel perimetro aziendale ove si può esercitare il diritto<br />

di sciopero, riunire in assemblea, indire referendum,<br />

fare proselitismo. L’innovazione è forte e obbliga al cambiamento<br />

di rotta tutti i protagonisti, chiede al sindacato una<br />

cultura del conflitto ma anche del dialogo e della contrattazione,<br />

all’azienda una strategia diversa di gestione delle<br />

risorse umane, allo Stato di promuovere il dialogo sociale,<br />

più che lo scontro frontale, tra interessi contrapposti.<br />

Q<br />

ADDIO A GIUGNI<br />

con lui la Costituzione<br />

entrò nelle fabbriche<br />

ueste idee non hanno perso valore, costituiscono il DNA<br />

più originale della legge, ancora oggi, quando la crisi economica<br />

e finanziaria muta il panorama sociale, accentua la<br />

segmentazione del mercato del lavoro, accelera la crescita<br />

della disoccupazione e rende precari i rapporti di lavoro. La<br />

flessibilità è oggi ritenuta la panacea di tutti mali, ma costituisce<br />

anche il sintomo più evidente della differente qualità<br />

dell’occupazione sempre più precaria e sfuggente alle<br />

tutele. L’idea cui Giugni si è richiamato sempre è che vadano<br />

rafforzati i diritti di quanti lavorano a qualsiasi titolo, attraverso<br />

una piattaforma di diritti civili che la contrattazione<br />

collettiva da sola non può costruire. Ogni tentativo di riforma,<br />

oggi, non può non passare attraverso questa eredità<br />

p re z i o s a .<br />

*ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Bari


Martedì 6 ottobre 2009 pagina 9<br />

Solo quarantotto<br />

ore per formare<br />

l’esecutivo<br />

di Alessandro Oppes<br />

D<br />

Il leader del Pasok, Giorgio Papandreou si è<br />

recato ieri dal presidente della repubblica<br />

Karolos Papoulias per ricevere l'incarico di<br />

governo in seguito alla netta vittoria. La<br />

<strong>com</strong>posizione del nuovo governo dovrebbe esser<br />

nota oggi e domani i ministri potrebbero già giurare.<br />

La prossima settimana inizierà in Parlamento il<br />

dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del<br />

L’attesa è finita<br />

la mia Grecia<br />

ora risorgerà<br />

Il regista Theo Angelopoulos e la ricetta<br />

per far dimenticare “il peggior governo di sempre”<br />

di Stefano Citati<br />

Lacosa più importante è<br />

che questo governo sia<br />

stato battuto e che adesso<br />

non ci sia più.<br />

Risponde convinto nonostante<br />

la febbre Theo Angelopoulos<br />

Il regista della Grecia, ex<br />

direttore di giornali (di sinistra)<br />

e autore dei film che hanno<br />

raccontato il carattere, gli<br />

umori, i sogni e gli incubi di<br />

un popolo. Risponde con il<br />

francese imparato durante gli<br />

anni dello studio e dell'esilio<br />

ai tempi del regime dei colonnelli.<br />

Risponde soddisfatto<br />

dei risultati elettorali.<br />

Quale è la prima impressione?<br />

“Di soddisfazione. È una buona<br />

notizia la fine del peggior<br />

governo di cui io abbia memoria.<br />

Al di là degli scandali,<br />

della corruzione, è stato un<br />

governo incapace che ha costretto<br />

il paese a rifare tutto, a<br />

ri<strong>com</strong>inciare da capo”.<br />

Quale sono le priorità che<br />

ve d e ?<br />

“Economia, Educazione e Lavoro;<br />

rifondare le basi del sistema,<br />

per garantire anche in<br />

una situazione difficile <strong>com</strong>e<br />

quella attuale la possibilità di<br />

una ripresa, di più: di una rinascita”.<br />

E <strong>com</strong>e si deve muovere<br />

Papandreou per ottenere<br />

questo?<br />

“Prima di tutto gli ci vuole del<br />

tempo, e poi deve riuscire a<br />

stabilire un patto, un'alleanza<br />

anche con i partiti minori:<br />

con<br />

gli ecologisti e gli altri di sinistra.<br />

Deve farlo per potere<br />

avere più potere e possibilità<br />

d’imporre il cambiamento. E<br />

una coalizione ampia permetterebbe<br />

anche contributi,<br />

idee per la politica di rinnovamento,<br />

e all'orientamento<br />

dell’intero paese”.<br />

Crede che Papandreou sia<br />

in grado di gestire e dirigere<br />

un movimento simile?<br />

“Staremo a vedere; gli va dato<br />

il tempo e il modo: lo giudicheremo<br />

poi per quello che<br />

sarà stato in grado di fare. Spero<br />

che sia abbastanza ispirato<br />

da imprimere un cambiamento<br />

forte e netto”.<br />

Quale titolo le viene in<br />

mente per descrivere l'attuale<br />

situazione del suo<br />

paese?<br />

“L’attesa, un intero paese che<br />

attende, uno stallo che non<br />

può e non deve durare. La situazione<br />

è tremendamente<br />

critica, decisioni fondamentali<br />

vanno prese. Da parte nostra,<br />

dobbiamo riuscire ad<br />

Madr id<br />

icono che José Luís Rodríguez Zapatero abbia il sorriso<br />

perennemente stampato sul viso. Eppure al premier spagnolo<br />

dev’essere perlomeno sfuggita una smorfia di inquietudine<br />

al leggere i risultati dell’ultimo sondaggio pubblicato<br />

da El País: quasi tre quarti degli spagnoli hanno “poca” o “nessuna”<br />

fiducia nel capo del governo, oltre il 60% disapprova le<br />

sue misure per far fronte alla crisi, 4 cittadini su 5 pensano che<br />

il presidente “stia improvvisando”.<br />

È avviata verso il declino l’esperienza di governo socialista<br />

iniziata 5 anni fa? Non sono pochi a pensare che le cose potrebbero<br />

stare veramente così. E non è solo questione di sondaggi<br />

(il leader del Partito Popolare Mariano Rajoy, già vittorioso<br />

alle Europee di giugno, è dato ormai stabilmente in<br />

vantaggio di 4 o 5 punti sul Psoe di Zapatero). Le critiche<br />

piovono da vari fronti. È di pochi giorni fa la lugubre previsione<br />

del Fondo monetario internazionale, secondo cui la<br />

Spagna sarà l’ultimo tra i grandi paesi industrializzati a uscire<br />

dalla recessione, solo nel 2011: già l’anno prossimo si vedranno<br />

i primi segnali di ripresa in tutto il mondo, ma non a<br />

DAL MONDO<br />

nuovo premier. Papoulias ha ricevuto ieri anche il<br />

premier uscente Costas Karamanlis. Secondo i dati<br />

ufficiali non definitivi il Pasok ha ottenuto il 43,9% e<br />

160 deputati, contro il 33,4% e 91 seggi di Nuova<br />

Democrazia (Nd) di Karamanlis che ha annunciato<br />

anche le dimissioni dalla guida del partito.<br />

“Il trionfo elettorale del Pasok apre la strada al<br />

risanamento del paese”, titolava ieri il quotidiano<br />

avere la pazienza di attendere<br />

che le decisioni prese attecchiscano,<br />

che la ristrutturazione<br />

di cui tutta la Grecia ha<br />

bisogno si impianti e divenga<br />

cambiamento. Serve un governo<br />

che abbia il coraggio di<br />

mettere il dito sulle piaghe e<br />

farle guarire”.<br />

Lei è pronto a impegnarsi<br />

per favorire il cambiamento;<br />

mettere il peso della<br />

sua esperienza e influenza?<br />

“Non posso certo portare il<br />

Theo Angelopoulos, nato ad Atene 74 anni fa (FOTO ANSA)<br />

cambiamento da solo. Ci sono<br />

tanti che hanno più capacità<br />

e forza di me; ma se possibile,<br />

insieme ad altri, porterò<br />

il mio contributo e offrire<br />

idee, per far si che anche quella<br />

parte della società che si<br />

chiama cultura – il cinema per<br />

primo – possa fare la sua parte<br />

del cambiamento generale.<br />

Possiamo dare il buon esempio,<br />

favorire e rafforzare il<br />

movimento, trasmettendo<br />

convinzione e influenzando<br />

gli altri”.<br />

MADRID IN CRISI<br />

ZAPATERO E L’AUTUNNO DELLO SCONTENTO<br />

Obama dice no al Dalai Lama<br />

Prima del viaggio in Cina preferisce non incontrare il leader tibetano<br />

G<br />

li Stati Uniti hanno esercitato pressioni<br />

sui rappresentanti tibetani per ottenere<br />

il rinvio di un incontro tra il Dalai Lama e il<br />

presidente americano Barack Obama in modo<br />

dal celebrarlo dopo il vertice con il presidente<br />

cinese Hu Jintao che il leader della<br />

Casa Bianca ha in programma per il prossimo<br />

mese. A riferirne è stato ieri il Wa s h i n -<br />

gton Post, citando diplomatici, funzionari governativi<br />

e altre fonti. Per la prima volta dal<br />

1991, sottolinea il quotidiano, il leader spirituale<br />

tibetano visiterà Washington questa<br />

settimana senza incontrare il presidente.<br />

Dal 1991, il Dalai Lama è stato a Washington<br />

10 volte, e ogni volta si è recato in visita alla<br />

Casa Bianca. Per la prima volta nel 2007 il<br />

presidente in carica, George Bush, lo ha incontrato<br />

pubblicamente, nel corso di una<br />

cerimonia in cui ha insignito il leader spirituale<br />

tibetano del più alto riconoscimento<br />

conferito dal Congresso Usa la C o n g re s s i o n a l<br />

Gold Medal.<br />

La decisione di rinviare l'incontro sembra<br />

rientrare in una più ampia strategia per migliorare<br />

le relazioni con la Cina, strategia -<br />

secondo il quotidiano della capitale statunitense<br />

- che funzionari dell'amministrazione<br />

hanno definito di “rassicurazione strateg<br />

ica”. Un esempio sta nelle dichiarazioni rilasciate<br />

a febbraio dal neo segretario di Stato<br />

Hillary Clinton, secondo la quale la difesa<br />

dei diritti umani non può “interferire con la<br />

crisi economica globale, con la crisi derivante<br />

dai cambiamenti climatici, e la crisi in<br />

materia di sicurezza”, affermazioni molto<br />

apprezzate a Pechino.<br />

Madrid, che in questi giorni si lecca le ferite per la bruciante<br />

sconfitta subita nel voto del Comitato olimpico a Copenaghen<br />

sull’assegnazione delle Olimpiadi del 2016. Un’altra occasione<br />

mancata per dare un forte impulso alla crescita del<br />

paese. Per recuperare i livelli di ricchezza dello scorso anno,<br />

l’Fmi calcola che si dovrà aspettare un intero lustro: con 3<br />

anni di ritardo rispetto a Usa, Canada e Francia, due su Giappone<br />

e Regno Unito, ma alla pari con Italia e Germania.<br />

Mentre Zapatero fa mostra di tiepido ottimismo, gli ultimi dati<br />

sulla disoccupazione fanno rabbrividire: 80mila senza lavoro<br />

in più nel solo mese di settembre. In tutto sono già 3 milioni e<br />

700mila, oltre il 18% della popolazione attiva, il doppio rispetto<br />

alla media europea. Con la fine dell’estate, sono andati<br />

<strong>com</strong>pletamente in fumo gli sforzi <strong>com</strong>piuti dal governo con il<br />

lancio del “Plan E”, 8 miliardi di stanziamenti destinati ai <strong>com</strong>uni<br />

per realizzare opere pubbliche e dare impulso all’economia.<br />

E la presentazione del bilancio di previsione per il<br />

2010 non ha contribuito a rasserenare gli animi. Zapatero ha<br />

optato per uno strano “mix” che ha finito per lasciare insoddisfatti<br />

un po’ tutti: mentre si conferma, e anzi si incrementa<br />

leggermente, la copertura delle spese sociali, vengono<br />

ridotti del 4% gli investimenti pubblici e del 3 gli investimenti<br />

in ricerca e sviluppo, cioè proprio quel capitolo di spesa che<br />

il governo socialista aveva sempre considerato fondamentale<br />

per il rilancio della produzione e per allontanare l’economia<br />

spagnola dalla dipendenza dal settore immobiliare. Ma il tema<br />

più controverso è quello dell’introduzione di nuove tasse:<br />

aumento dell’Iva e delle imposte sui redditi da capitale. Secondo<br />

il governo sono misure che colpiscono i più ricchi,<br />

però la maggior parte delle forze politiche sono convinte che<br />

a farne le spese saranno le classi medie e basse.<br />

Abituato da sempre alle critiche distruttive del Partito popolare,<br />

Zapatero si trova ora a fare i conti con una nuova<br />

forma di opposizione: quella che viene dalla stampa di sinistra.<br />

Cominciò un mese fa El País, accusandolo di una gestione<br />

arrogante e personalistica del governo e del partito,<br />

con l’emarginazione di tutte le voci critiche. E ora gli volta le<br />

spalle anche Público, il giornale che negli ultimi anni gli era<br />

stato più vicino. “Un governo non così di sinistra”, lo rimproverava<br />

domenica il quotidiano, denunciando che negli<br />

ultimi mesi i socialisti hanno più volte votato insieme al Pp in<br />

Parlamento per respingere iniziative di legge sulla laicità e<br />

l’antimilitarismo e hanno inasprito le norme sull’i m m i gra -<br />

zione. Eppure il governo ha appena varato la riforma della<br />

legge sull’aborto, che ha riportato i vescovi sul piede di guerra,<br />

ed è riuscito, con le sue misure di protezione sociale, a<br />

evitare –nel pieno della più grave crisi economica degli ultimi<br />

ve n t ’anni – lo scontro con i sindacati.<br />

To Vima, di sinistra, il quale sottolinea <strong>com</strong>e ci siano<br />

“le condizioni per un'egemonia politica del Pasok e<br />

di Papandreou”; E l e f t e ro t i p a , titola “Trionfo di<br />

Papandreou e disfatta di Karamanlis”, “ND ha<br />

subito la sconfitta più pesante della sua storia”. Per<br />

il conservatore Kathimer ini “la grande vittoria del<br />

Pasok e personale di Papandreou significano un<br />

cambiamento nell'agenda politica del paese”.<br />

A dd i o<br />

ideologia,<br />

il socialismo<br />

ateniese dà<br />

il buon<br />

e sempio<br />

di Gianni Perrelli<br />

L<br />

a Grecia, sette giorni dopo<br />

il Portogallo, ferma<br />

l’agonia del socialismo europeo<br />

ridando fiato alle speranze<br />

di riscatto delle forze<br />

progressiste. Il netto successo<br />

del Pasok di George Papandreou,<br />

che ha conquistato<br />

la carica di primo ministro<br />

al terzo tentativo, è però<br />

molto più significativo di<br />

quello di Josè Socrates che a<br />

Lisbona nel precedente<br />

mandato aveva annacquato<br />

il riformismo ammiccando<br />

alle politiche neoliberiste. Il<br />

socialismo di Papandreou,<br />

almeno nelle premesse, si<br />

propone di essere fortemente<br />

innovativo, di abbandonare<br />

l’approccio ideologico<br />

del secolo scorso per mettersi<br />

pragmaticamente al<br />

servizio delle nuove esigenze<br />

del cittadino. Molto diverso<br />

da quelli del padre Andreas<br />

(fondatore del Pasok)<br />

e del nonno George (il grande<br />

vecchio della democrazia<br />

ellenica) che l’hanno preceduto<br />

<strong>com</strong>e premier.<br />

La sua originalità poggia sul<br />

cosmopolitismo che gli ha<br />

ampliato gli orizzonti, fornendogli<br />

gli strumenti per<br />

affrontare con una visione<br />

più larga i problemi della<br />

Grecia. Sociologo, 57 anni,<br />

nato a Saint Paul in Minnesota<br />

da madre americana, Papandreou<br />

ha studiato in Usa,<br />

Canada, Inghilterra e Svezia.<br />

Tre volte ministro (l’ultima<br />

degli Esteri) nei governi di sinistra<br />

a cavallo del nuovo secolo,<br />

è il presidente dell’In -<br />

ternazionale socialista. Una<br />

carica a cui non intende rinunciare<br />

neanche ora. Una<br />

torre di controllo di una dottrina<br />

che intende rilanciare<br />

in Europa proponendo nuovi<br />

modelli di sviluppo.<br />

La sua vittoria è stata certo<br />

agevolata dall’impopolar ità<br />

del governo Karamanlis; ma<br />

Papandreou negli ultimi mesi<br />

non s’è limitato a speculare<br />

sugli errori del rivale che<br />

l’aveva battuto due volte: ha<br />

prospettato soluzioni per<br />

ogni problema, disegnando<br />

uno schema di rinascita che<br />

ha finito per persuadere anche<br />

quella classe media che<br />

aveva sempre fiutato nel socialismo<br />

odore di bruciato.<br />

Per primo ha ri<strong>com</strong>pattato<br />

un partito dilaniato da faide;<br />

poi, dopo i moti di piazza<br />

giovanili contro l’uccisione<br />

d’un adolescente da parte<br />

della polizia, non cavalcò il<br />

furore giovanile (ma aumenterà<br />

i fondi per l’istr uzione<br />

dal 3 al 5% del Pil). Per battere<br />

la corruzione, metterà<br />

ogni atto ministeriale on line<br />

su internet. Per rilanciare<br />

l’economia svilupperà le<br />

energie alternative e una riforma<br />

del fisco, della sanità e<br />

della previdenza basata sui<br />

principi dell’equità sociale.


pagina 10<br />

LODO MONDADORI:<br />

PERCHÈ BERLUSCONI<br />

TRIBUNALE DI MILANO<br />

M O T I VA Z I O N I<br />

P ubblichiamo<br />

da oggi ampi stralci<br />

della sentenza del Tribunale civile di<br />

Milano, che ha condannato il gruppo<br />

Berlusconi a rifondere 750 milioni di<br />

euro alla Cir di Carlo De Benedetti,<br />

assistito dall’avvocato Elisabetta Rubini,<br />

per la vicenda Mondadori. Dopo avere<br />

riepilogato la “guerra di Segrate”, fra il<br />

1988 e il 1991, e le varie tappe dei<br />

processi per corruzione giudiziaria a<br />

carico dei protagonisti, il giudice<br />

monocratico Raimondo Mesiano illustra<br />

dapprima i motivi della sua decisione,<br />

poi quelli della “ingiustizia” della<br />

sentenza n. 25911991 della Corte di<br />

Appello di Roma, scritta dal giudice<br />

Vittorio Metta, che ribaltò il Lodo<br />

Mondadori consegnando la casa editrice<br />

a Berlusconi. Poi passa a esaminare le<br />

prove a carico di Berlusconi, Previti,<br />

Metta & C. Come vedremo domani.<br />

Qui in basso Carlo de Benedetti,<br />

Marina Berlusconi e Fedele<br />

Confalonieri. In alto a destra,<br />

Giuseppe Ciarrapico e Silvio<br />

Berlusconi. In basso a destra,<br />

gli avvocati Alfredo Quattrocchi,<br />

Giuliano Pisapia e Giorgio Perrone<br />

durante la lettura della sentenza per<br />

il caso Lodo Mondadori (ANSA)<br />

x LA SENTENZA x<br />

DEVE PAGARE<br />

50 - La vicenda corruttiva Lodo<br />

Mondadori- anomalie della<br />

sentenza n. 259/1991 della Corte<br />

di Appello di Roma. Designazione<br />

di Metta quale consigliere relatore<br />

della causa<br />

Aparere di questo Tribunale, un primo<br />

elemento indiziario, che - considerato<br />

insieme agli altri, di cui poi si dirà - denota<br />

la anomalia del procedimento civile,<br />

di cui si discute, presso la Corte di Appello di<br />

Roma, è rappresentato dalla assegnazione della<br />

causa al consigliere Metta (…). Il Presidente Arnaldo<br />

Valente ha fatto presente che, in ordine alla assegnazione<br />

della causa Lodo Mondadori al Metta,<br />

nessuna esigenza particolare si era verificata, che<br />

giustificasse la deroga al criterio dell'automaticità:<br />

"... La nomina di Metta è dovuta in principale luogo,<br />

in via principale, a questa automatica corrispondenza<br />

tra i fascicoli e il nome, l'elenco in cui<br />

seguiva, in cui si trovava il Consigliere Metta in parallelo<br />

con i fascicoli che io andavo ad assegnare.<br />

Aggiungo e preciso che nei confronti del Consigliere<br />

Metta non c'era nessuna di quelle controindicazioni<br />

di cui le ho parlato" e più avanti: “Ripeto<br />

che per il Consigliere Metta non c'era nessuna di<br />

queste controindicazioni. Il Consigliere Metta<br />

aveva un numero di processi molto inferiore a<br />

quello degli altri, aveva un carico di lavoro pari ad<br />

un quarto, ad un quinto degli altri, faceva due<br />

udienze al mese, di cui una la presiedeva, solamente<br />

due udienze, mentre gli altri facevano 5, 5, 6<br />

udienze...". Tuttavia ritiene questo Tribunale che<br />

anche con queste precisazioni, la designazione<br />

del Metta <strong>com</strong>e consigliere istruttore, relatore ed<br />

estensore della causa Lodo Mondadori, resta inspiegabile<br />

proprio alla stregua dei criteri tabellari,<br />

del tutto congrui ed equilibrati, che si sono riportati.<br />

Il Metta infatti, negli anni 1990 - 91: - era stato<br />

designato per la contemporanea trattazione della<br />

difficilissima e pesantissima causa IMI-SIR; - era titolare<br />

anche della gravosissima causa relativa all'impugnazione<br />

del lodo arbitrale Comune di Fiuggi-Terme<br />

di Fiuggi; - era anche molto gravato dal-<br />

l'incarico di segretario della Presidenza della Corte,<br />

che gli portava via moltissimo tempo; - era titolare<br />

anche di alcuni altri delicatissimi procedimenti,<br />

quali la causa relativa al fallimento personale<br />

dei Caltagirone ed una molto pesante causa,<br />

non meglio identificata, ma di cui ha parlato il Presidente<br />

Valente nella precitata deposizione, causa<br />

relativa all'azione di danno proposta per decine di<br />

miliardi da alcuni risparmiatori - investitori contro<br />

una banca; - era costantemente in ritardo nel deposito<br />

delle sentenze rimesse in decisione, nonostante<br />

- <strong>com</strong>e risulta dalla deposizione Valente -<br />

fosse titolare di un ruolo molto ridotto di cause.<br />

Deve a questo proposito essere menzionato che<br />

tutte le circostanze sopra indicate sono state<br />

espressamente confermate dallo stesso imputato<br />

Metta nel corso dell'esame incrociato da lui reso<br />

durante il dibattimento di appello (…). Inoltre il<br />

Dott. Valente ha fatto presente (…): "Ricordo di un<br />

altro processo, importantissimo, avente ad oggetto<br />

il risarcimento dei danni ... altrochè .... ma per<br />

decine di miliardi. Riguardava un'azione di risarcimento<br />

del danno contro un istituto bancario che<br />

era incorso in negligenza nell'acquistare pacchetti<br />

azionari, i quali avevano avuto delle curve di improvviso<br />

abbassamento nello spazio di 24 ore.<br />

Questa causa, se non ricordo male, fu assegnata al<br />

Consigliere Metta". Peraltro lo stesso Metta, nel<br />

corso del suo predetto esame, ha egli stesso giudicato<br />

le cause IMI-SIR e Lodo Mondadori <strong>com</strong>e<br />

cause di "straordinaria difficoltà" ed ha ammesso<br />

di avere avuto, in quegli anni, molti ritardi nel deposito<br />

delle sentenze. Ha confermato, inoltre, di<br />

essere stato all'epoca assegnatario della causa relativa<br />

al fallimento personale dei Caltagirone. Per<br />

la verità, la circostanza dei frequenti ritardi del<br />

Metta nel deposito delle<br />

sentenze è conferma-<br />

ta dalla certificazione<br />

della Corte di Appello<br />

di Roma - Sezione Prima<br />

Civile, dalla quale si<br />

evince che il Metta: -<br />

nell'anno 1990 depositò<br />

in minute n. 54 sentenze,<br />

delle quali 8 depositate<br />

nei 30 giorni<br />

dall'udienza di discussione,<br />

n. 46 nei 60 giorni<br />

e n. 1 (l'Imi-Sir) nei 90 giorni; - nell'anno 1991<br />

depositò n. 64 sentenze, delle quali n. 15 depositate<br />

nei 30 giorni dalla udienza di discussione, n.<br />

48 nei 60 giorni e n. 1 nei 120 giorni. In merito<br />

deve essere menzionato che anche il Cons. Paolini,<br />

terzo membro del Collegio che decise la causa<br />

Lodo Mondadori insieme al Valente ed al Metta, ha<br />

confermato la circostanza che il Metta era costantemente<br />

in ritardo nel deposito delle sentenze. Il<br />

teste Paolini Giovanni ha infatti dichiarato al dibattimento<br />

penale (…): "Mi risulta che Vittorio era abbastanza<br />

in ritardo perché tra l'altro, dirigendo la<br />

segreteria della Presidenza, aveva anche molto da<br />

fare, insomma, e quindi era in ritardo. Beh, sì me lo<br />

diceva anche Vittorio che non faceva a tempo a<br />

sbrigare il lavoro" . Deve essere in proposito ricordato<br />

che all'epoca era ancora in vigore l'art. 120<br />

disp. att. Cpc, successivamente abrogato, il quale<br />

disponeva: " Le sentenze debbono essere depositate,<br />

a norma dell'art. 133 del codice, non oltre il<br />

trentesimo giorno da quello della discussione della<br />

causa". Naturalmente, è da osservare che non<br />

desta particolare allarme un ritardo, <strong>com</strong>e quello<br />

evidenziato dalla predetta certificazione nei confronti<br />

del Metta, ma di certo esso è, nella specie, un<br />

elemento che ancora di più, insieme agli altri sopra<br />

indicati, fa ritenere oscuri i criteri, sulla base<br />

dei quali la causa Lodo Mondadori fu assegnata ad<br />

un giudice talmente oberato di lavoro. Insomma,<br />

dall'elenco delle cause più gravose, di cui sopra, e<br />

Il giudice Mesiano<br />

ha condannato<br />

la Fininvest<br />

a rifondere<br />

750 milioni<br />

alla Cir<br />

di De Benedetti<br />

dal contemporaneo impegno della Segreteria della<br />

Corte, si ricava il convincimento di una fortissima<br />

concentrazione di cause e di potere nella persona<br />

del consigliere Metta, ciò che destò le critiche,<br />

all'epoca dei fatti di causa, anche della sezione<br />

romana di Magistratura Democratica (…). Pertanto<br />

alla stregua delle predette circostanze e dei<br />

predetti argomenti, è d'obbligo concludere per<br />

una non razionalità ed una non congruità dei criteri<br />

che stettero alla base dell'assegnazione al giudice<br />

Metta della causa Lodo Mondadori, ciò che<br />

costituisce una prima anomalia del procedimento<br />

in questione.<br />

51 - Tempi di stesura e<br />

dattiloscrittura della sentenza<br />

DALLA COPIA della sentenza n.<br />

259/1991della Corte di Appello di Roma si evince<br />

che la stessa fu decisa nella camera di consiglio<br />

del 14.01.1991 e fu depositata il successivo<br />

24.01.1991. Il Tribunale Penale di Milano ironizza<br />

scrivendo: "Certo è che Metta smentirà la sua<br />

‘fa m a ’ di ritardatario proprio con riferimento alla<br />

sentenza che qui ci occupa: camera di consiglio il<br />

14.01.1991, pubblicazione il 24 dello stesso mese".<br />

Tolto il giorno 14, impegnato nella decisione<br />

collegiale, ed il 24 (giorno della pubblicazione da<br />

parte del cancelliere Treglia) residuano nove<br />

giorni <strong>com</strong>presa la domenica (20 Gennaio). Per<br />

la verità, alla stregua dell'estratto del registro brogliaccio<br />

delle sentenze prodotto dall'attrice (la<br />

Cir, ndr), risulterebbe provato che la minuta della<br />

sentenza fu depositata dal giudice estensore il<br />

15.01.1991, e cioè giusto il giorno dopo la deci-<br />

“L’anomalia del procedimento civile<br />

(...) è rappresentata dalla<br />

assegnazione della causa<br />

al consigliere Metta”<br />

sione della sentenza in camera di consiglio. Il tema<br />

della rappresentatività certificativa del predetto<br />

registro brogliaccio è stato molto dibattuto<br />

nel giudizio penale, anche alla stregua della confusa<br />

e contraddittoria testimonianza del teste<br />

cancelliere Dott. Vincenzo Treglia, esaminato all'udienza<br />

dibattimentale dell'08.03.2002 e la difesa<br />

Fininvest ha proposto in relazione a detto registro<br />

brogliaccio querela di falso, la quale non è<br />

stata ammessa da questo Ufficio sul rilievo che<br />

detto registro brogliaccio non appariva e non appare<br />

indispensabile ai fini del decidere. Comunque<br />

le date della decisione in camera di consiglio<br />

e del deposito della sentenza non sono contestate<br />

dalle parti. In effetti nove giorni (<strong>com</strong>presa la<br />

domenica) per redigere una sentenza definita dal<br />

Metta "di straordinaria difficoltà", per dattiloscriverla,<br />

correggerla, farla leggere al Presidente del<br />

Collegio e per depositarla e farla pubblicare sono<br />

all'evidenza troppo pochi in relazione alla lunghezza<br />

della sentenza stessa (167 pagine dattiloscritte<br />

con 25 righe per ciascuna pagina) ed alla<br />

eccezionale difficoltà delle problematiche in diritto<br />

affrontate nel provvedimento. In merito alla<br />

deliberazione e redazione della sentenza vi sono<br />

alcun punti fermi: - che il Metta si presentò alla<br />

camera di consiglio senza alcuna relazione, bozza<br />

o appunti scritti (…); - che Metta scriveva esclusivamente<br />

a mano (…). Orbene è lo stesso Metta<br />

che (…) chiarisce alcune circostanze relative alla


“Ritiene questo Tribunale che (...)<br />

la sentenza Lodo Mondadori non fu<br />

battuta a macchina presso la<br />

Presidenza della Corte”<br />

battitura a macchina della sentenza, che sarebbe<br />

avvenuta, sotto la sua personale supervisione,<br />

presso la Presidenza della Corte di Appello, di cui<br />

egli era magistrato segretario, da parte della dattilografa<br />

Signora Gabriella Bruni (altre incaricate<br />

della copiature "riservate" erano le Signore Vattolo<br />

e Cherubini, sempre addette alla Presidenza):<br />

ciò per due ragioni. Anzitutto per motivi di<br />

riservatezza - essendo la predetta persona di assoluta<br />

fiducia e discrezione... ; e poi per ragioni di<br />

speditezza, essendosi la predetta dattilografa dedicata<br />

esclusivamente al detto in<strong>com</strong>bente. Alla<br />

stessa il Metta avrebbe consegnato parte del manoscritto<br />

mano a mano che procedeva nella stesura<br />

di esso ed avrebbe l'imputato supervisionato<br />

la dattilo scrittura da parte della Signora Gabriella<br />

Bruni medesima. Senonché la signora Bruni, la<br />

quale si sarebbe dedicata al predetto in<strong>com</strong>bente<br />

per diversi giorni in via esclusiva, sentita a sommarie<br />

informazioni da parte del Procuratore della<br />

Repubblica di Milano in data 26.10.1998 (…) dichiarava<br />

di non ricordare assolutamente di avere<br />

battuto a macchina per il consigliere Metta la sentenza<br />

Lodo Mondadori (…). Il Tribunale Penale<br />

ha condotto inoltre sul punto un'amplissima<br />

istruttoria dibattimentale sentendo <strong>com</strong>e testi le<br />

altre colleghe della Bruni addette in allora alla Presidenza<br />

della Corte: Agnese Cherubini, Natalina<br />

Vattolo, Irene Servadei, Anna Maria Pippoletti,<br />

Emma Greco (…). Ritiene questo Tribunale che<br />

sia rimasto provato in termini di totale e tranquillizzante<br />

certezza che la sentenza Lodo Mondadori<br />

non fu battuta a macchina presso la Presidenza<br />

della Corte, e ciò, in primo luogo, perché non è<br />

pensabile che una sentenza di tale lunghezza possa<br />

essere stata dattiloscritta in così pochi giorni<br />

senza un impegno assorbente da parte di anche<br />

più di una dattilografa ed, in secondo luogo, perché<br />

non è pensabile che di sei dattilografe (di cui<br />

la maggior parte a tempo perso) presenti allora<br />

presso la Presidenza, nessuna ricordi di avere preso<br />

parte alla dattilo scrittura della stessa sentenza.<br />

E ciò a tacere della circostanza delle differenze fra<br />

le dichiarazioni dell'imputato nella predetta denuncia<br />

querela, che furono allo stesso contestate<br />

nel dibattimento di appello da parte del Presidente<br />

del Collegio, e le dichiarazioni rese innanzi alla<br />

Corte di Appello Penale di Milano. Infatti nelle<br />

prime aveva parlato della Signora Bruni <strong>com</strong>e<br />

unica dattilografa, che - per i motivi già visti di<br />

riservatezza e speditezza - aveva battuto la sentenza,<br />

mentre nelle seconde aveva fatto presente<br />

che la battitura avrebbe potuto essere stata eseguita<br />

da più di una delle impiegate della Presidenza<br />

della Corte con buona pace delle esigenze di<br />

riservatezza. E giustamente il Tribunale penale afferma<br />

conclusivamente sul punto: "E se la sentenza<br />

non è stata dattiloscritta in sede ‘istituzionale’<br />

ma da un ‘terzo estraneo’, è ben possibile che l'esito<br />

della causa fosse circolato prima della sua ufficializzazione".<br />

Conclusioni su cui questo Uffi-<br />

cio non può che consentire.<br />

52 - Le “anticipazioni”<br />

della sentenza della Corte<br />

d'Appello di Roma<br />

NEL CORSO del dibattimento di primo grado<br />

innanzi al Tribunale di Milano, veniva escusso <strong>com</strong>e<br />

teste l'avv. Vittorio Ripa di Meana, legale della<br />

CIR, lo stesso che ebbe a chiedere al Presidente<br />

della Corte di Appello di Roma, Dott. Carlo Sammarco,<br />

che la causa di impugnazione del Lodo<br />

Mondadori venisse sollecitamente decisa. Ha affermato<br />

il teste che, poco prima del Natale 1990,<br />

ebbe occasione di recarsi per vari motivi e <strong>com</strong>e<br />

faceva spesso, alla Consob, ove incontrò anche il<br />

Presidente, Dott. Bruno Pazzi, a lui legato da rapporti<br />

di amicizia e di stima. Tra le varie cose, il discorso<br />

cadde anche sulla vicenda Mondadori, che<br />

d'altronde, era seguita da vicino dal citato organo<br />

di controllo, anche perché coinvolgeva diverse<br />

società quotate di interesse nazionale: la AMEF, la<br />

Mondadori, la CIR, il gruppo Repubblica - L'Espresso.<br />

Così testualmente descrive Ripa di Meana<br />

il colloquio avuto con Pazzi: "Comunque, voglio<br />

dire, la Consob monitorava anche questa situazione,<br />

era interessata a quello che era l'esito<br />

della sentenza, perché appunto coinvolgeva so-<br />

cietà sulle quali essa Consob, aveva la vigilanza intanto,<br />

in quanto <strong>com</strong>e società quotate in Borsa. Si<br />

venne a parlare di questa vicenda ed io dissi al Presidente<br />

della Consob che aspettavamo una sentenza<br />

in tempi rapidi. E lui mi rispose, con mio<br />

grande stupore, che la sentenza era già stata diciamo<br />

decisa, e che quindi ci era sfavorevole.<br />

Espressi molto stupore, sia per la notizia sia per il<br />

fatto che lui me la desse. E lui disse che <strong>com</strong>unque<br />

queste erano le notizie che aveva e che quindi noi<br />

avevamo un'unica strada, di fronte a questa situazione<br />

sfavorevole che sarebbe venuta a seguito<br />

della sentenza della Corte d'Appello, mi disse che<br />

l'unica soluzione sensata, per noi, per il gruppo<br />

CIR, ma anche a suo parere per la controparte, era<br />

di trovare un accordo sulla spartizione del gruppo<br />

editoriale. Facendo presente, volendo fare presente<br />

che nel frattempo il Gruppo Espresso - Repubblica<br />

era stato assorbito dalla Mondadori e<br />

che quindi nella Mondadori c'era non solo l'attività<br />

tipica e antica della Mondadori, ma che anche<br />

c'era l'intera proprietà dell'Espresso, della Repubblica,<br />

dei giornali locali del gruppo Espresso - Repubblica.<br />

Questo fu quello che mi disse il dottor<br />

Bruno Pazzi". Questo colloquio sarebbe avvenuto,<br />

a detta di Ripa di Meana, prima del Natale del<br />

1990 e dunque nell'intervallo di tempo che intercorre<br />

tra il 5 dicembre di quell'anno (data in cui si<br />

tenne l'udienza di spedizione a sentenza della causa<br />

Lodo Mondadori ) ed il 14 Gennaio del 1991,<br />

data della camera di consiglio, e il suo contenuto<br />

venne da lui sicuramente <strong>com</strong>unicato a De Benedetti.<br />

Va subito detto che Pazzi (…) ha negato decisamente<br />

la circostanza: "Prendo atto delle dichiarazioni<br />

rese dall'avvocato Ripa di Meana,<br />

escludo di avere riferito a quest'ultimo la confidenza<br />

che mi si attribuisce. Non è vero che dissi<br />

all'avvocato Ripa di Meana che l'esito del ricorso<br />

Martedì 6 ottobre 2009<br />

sarebbe stato sfavorevole all'Ing. De Benedetti.<br />

Non so per quale motivo Ripa di Meana riferisce<br />

cose inesatte. lo non seguivo le vicende del lodo<br />

Mondadori, non ero interessato alla questione e<br />

ricordo anche vagamente <strong>com</strong>e andò a finire la<br />

controversia giudiziaria". In sede di confronto le<br />

posizioni non sono mutate (…). E' quindi consequenziale<br />

che le due confliggenti dichiarazioni<br />

debbano essere in questa sede valutate quanto alla<br />

loro credibilità. A questo proposito, va prima di<br />

tutto considerato il carattere del tutto lineare delle<br />

dichiarazioni dell' Avv. Ripa di Meana, nonché la<br />

reiterazione di esse sia in sede di indagini preliminari<br />

sia in sede di dibattimento penale senza<br />

che il teste vi abbia apportato modifiche. Deve essere<br />

invece rilevato che il teste Pazzi, che non è<br />

stato sentito al dibattimento penale perché in cattive<br />

condizioni di salute e in considerazione anche<br />

della sua tarda età, ha negato troppo, per allontanare<br />

ogni possibile sospetto da sé. E cioè ha<br />

negato, da un lato, che la conversazione col Ripa<br />

di Meana avesse avuto minimamente ad oggetto la<br />

vicenda giudiziaria, di cui qui ci si occupa, dall'altro<br />

lato che egli si sia interessato alla vicenda del<br />

lodo Mondadori, di cui ricordava a malapena l'esito.<br />

Orbene, su questi ultimi due punti le dichiarazioni<br />

del Pazzi non sono credibili. Ed infatti la<br />

vicenda della "guerra di Segrate" era allora al centro<br />

dell'attenzione dei media, così <strong>com</strong>e era anche<br />

oggetto di interesse da parte della politica. E<br />

bisogna inoltre considerare anche la circostanza<br />

che il Pazzi era all'epoca Presidente della Consob,<br />

e cioè dell'organo istituzionalmente deputato al<br />

controllo sulla borsa e sulle società quotate in borsa,<br />

quali erano le società già indicate, e che quindi<br />

il Pazzi stesso non aveva potuto non interessarsi al<br />

destino del più grande gruppo editoriale italiano<br />

dell'epoca, la cui vicenda lo riguardava quanto<br />

meno da un punto di vista istituzionale (…) Ma vi<br />

è un ulteriore elemento di conforto alle dichiarazioni<br />

del Ripa di Meana: e cioè che le sue dichiarazioni<br />

sono riscontrate da quelle dei testi Dott.r<br />

Corrado Passera (direttore generale della Mondadori<br />

dal giugno 1990 all'aprile 1991, ndr) e Dott.<br />

Emilio Fossati (membro del Cda Mondadori, su indicazione<br />

di De Benedetti, dal maggio 1986 al gennaio<br />

1990, ndr), anche essi testi indifferenti (…).<br />

Entrambi hanno confermato il racconto di Ripa di<br />

Meana riferendo l'accaduto a prima della camera<br />

di consiglio del 14 Gennaio 1991 (…). Abbiamo<br />

pertanto due testi, entrambi di area CIR al momento<br />

dei fatti, ma che successivamente proseguirono<br />

la loro carriera in altri gruppi imprenditoriali<br />

(e che quindi sono considerarsi ambedue<br />

terzi al momento della loro deposizione dibattimentale<br />

) che, in maniera sostanzialmente conforme,<br />

hanno riscontrato le dichiarazioni del Ripa<br />

di Meana, confermando di avere saputo, nei giorni<br />

antecedenti la camera di consiglio del<br />

14.01.1991 che il Pazzi aveva fatto al Ripa di Meana<br />

la confidenza già riferita. Conclusivamente, reputa<br />

questo Ufficio che, per tutte le considerazioni<br />

esposte in precedenza, le dichiarazioni dell'avv.<br />

Vittorio Ripa di Meana vanno ritenute veritiere e<br />

che il Pazzi abbia invece negato il vero. Ciò posto,<br />

appare evidente che, se <strong>com</strong>e il teste Paolini Giovanni<br />

ha riferito al dibattimento in primo grado, il<br />

Collegio <strong>com</strong>posto da Valente, Metta ed lui stesso<br />

non fece pre-camere di consiglio per decidere la<br />

causa Lodo Mondadori, che fu quindi decisa nella<br />

sua interezza nella camera di consiglio del<br />

14.01.1991, l'unico membro del collegio che poteva<br />

esternare o confidare qualche anticipazione<br />

sulla decisione, di cui trattasi, per avere cognizione<br />

della causa già prima della camera di consiglio<br />

non poteva essere che il Metta che aveva già quantomeno<br />

in parte - studiato gli atti del procedimento.<br />

Pertanto la circostanza dell'anticipazione della<br />

decisione deve essere da questo Tribunale considerata<br />

<strong>com</strong>e una ulteriore anomalia dell'iter decisionale<br />

della causa medesima.<br />

53 - Esistenza di copie diverse<br />

dall'originale della sentenza<br />

della Corte di Appello di Roma<br />

(…) IL METTA ha dichiarato: "Al termine (della<br />

dattiloscrittura e collazione della sentenza) fu<br />

stampato un solo esemplare e, dopo l'esame da<br />

parte del Presidente del Collegio e le correzioni,<br />

fu formato l'originale che, dopo le firme, fu immediatamente<br />

pubblicato a cura del cancelliere<br />

della sezione". Orbene il Tribunale Penale di Milano<br />

ha, con motivazione estremamente dettagliata<br />

e puntuale, dimostrato che, contrariamente<br />

a quanto affermato dal Metta, della sentenza n.<br />

259 11991 della Corte di Appello di Roma esistevano<br />

più di una copia riportanti alcune differenze<br />

fra loro. (…) Anche sotto il suddetto profilo, sono<br />

dunque le dichiarazioni del Metta da disattendere<br />

.


pagina 12 Martedì 6 ottobre 2009<br />

Come spiegare<br />

FAC E B O O K<br />

a Kissinger<br />

Nel suo nuovo libro Joshua Cooper Ramo sostiene<br />

che abbiamo bisogno di una rivoluzione del pensiero<br />

di Stefano Feltri<br />

«J<br />

oshua, secondo te<br />

dovrei aprirmi una<br />

pagina su Facebook?»,<br />

a 86 anni Henry<br />

Kissinger cerca ancora di<br />

mantenersi aggiornato, perché<br />

è uomo troppo intelligente<br />

per pensare di potersi permettere<br />

di vivere solo di rendita.<br />

Anche il suo status di<br />

americano più influente del<br />

mondo in questioni di politica<br />

internazionale non è a rischio.<br />

Heinz Alfred Henry Kissinger,<br />

Il segretario di Stato di Richard<br />

Nixon che chiuse la<br />

guerra del Vietnam (e contribuì<br />

al colpo di Stato contro<br />

Salvador Allende in Cile),<br />

quando ha qualche dubbio generazionale<br />

alza il telefono e<br />

chiama Joshua Cooper Ramo,<br />

managing director della Kissinger<br />

Associates, la società di<br />

consulenza del grande vecchio<br />

della diplomazia. “Una<br />

volta mi ha chiamato per chiedermi<br />

“Ma che coza diafolo è<br />

Tvitter?”, Ramo imita il famoso<br />

accento tedesco che, nonostante<br />

una vita passata in America,<br />

Kissinger ostenta ancora<br />

<strong>com</strong>e un vezzo. Ramo ha 45<br />

anni, ha studiato fisica ed economia,<br />

si è appassionato di<br />

politica internazionale e ha<br />

<strong>com</strong>inciato a lavorare per il<br />

settimanale “Ti m e ”, occupandosi<br />

all’inizio di necrologi,<br />

Il modello<br />

organizzati vo<br />

di successo<br />

oggi è quello di<br />

Hezbollah<br />

“perché i morti non protestano”<br />

e diventando poi il capo<br />

della redazione esteri. Poco<br />

dopo i trent’anni ha deciso<br />

che “limitarmi a osservare<br />

quello che succedeva non mi<br />

bastava più, quando ti trovi in<br />

posti <strong>com</strong>e il Sudan e capisci<br />

che le persone con cui parli<br />

sono spacciate, ti viene voglia<br />

di fare qualcosa, oltre che scrivere<br />

un articolo”. Si <strong>prende</strong><br />

un anno sabbatico, <strong>com</strong>e si<br />

può fare nei grandi giornali<br />

americani. Va in Sud Africa a<br />

lavorare in un ospedale <strong>dove</strong><br />

curano i malati di Aids, poi si<br />

trasferisce a Pechino, per stare<br />

al centro del cambiamento.<br />

Passa un periodo in una banca<br />

d’affari, studia il mandarino<br />

(“ci vogliono almeno due anni<br />

e mezzo”) e inizia a lavorare<br />

per la Kissinger Associates. E’<br />

la società di consulenza strategica<br />

che Kissinger ha costruito<br />

quando è uscito dalla<br />

politica - “per mantenere la<br />

sua rete di relazioni” - e che<br />

assiste le imprese (a pagamento)<br />

e i governi (gratis). A Pechino<br />

Ramo spiega alle aziende<br />

straniere <strong>com</strong>e fare affari in<br />

un Paese in cui “non esiste lo<br />

stato di diritto, tutto all’inizio<br />

è illegale e quello che conta è<br />

capire le dinamiche della politica,<br />

sapersi muove in un<br />

contesto in cui non esiste la<br />

possibilità di persuadere la<br />

controparte ma solo di manipolarla”.<br />

P<br />

artecipare alla trasformazione<br />

di un<br />

Paese formalmente<br />

<strong>com</strong>unista nella seconda<br />

(per ora) potenza<br />

capitalista del<br />

mondo ha aiutato Ramo<br />

a capire che le categorie<br />

di pensiero<br />

del suo maestro Kissinger,<br />

forse - e con<br />

molto rispetto - andavano<br />

aggiornate.<br />

Ha scritto un libro<br />

L’AUTORE DE “IL SECOLO IMPREVEDIBILE”<br />

ECONOMISTA E PILOTA ACROBATICO<br />

A 45<br />

anni è il più giovane direttore<br />

della Kissinger Associates nella<br />

storia della società di consulenza<br />

strategica di Henry Kissinger. L’inizio<br />

della carriera di Joshua Cooper Ramo è<br />

stato nel giornalismo, ha lavorato al<br />

settimanale americano “Time” di cui è<br />

diventato il più giovane capo della<br />

redazione esteri e <strong>dove</strong> scrive tuttora,<br />

<strong>com</strong>e collaboratore.<br />

Oggi vive tra Pechino e New York, gira il<br />

mondo per lavoro - ma anche per<br />

piacere, portandosi dietro la sua moto -<br />

e prima di diventare uno dei più influenti<br />

saggisti di politica internazionale della<br />

Il libro di Ramo e Hassan Nasrallah,<br />

il capo di Hezbollah (FOTO ANSA)<br />

che esce ora in edizione italiana<br />

per Eliot, “Il secolo imprevedibile<br />

(320 pagine,<br />

18,50 euro) che è dedicato “ai<br />

miei mentori”, perché “l’ho<br />

scritto per spiegare a Henry<br />

che il suo mondo non esiste<br />

più”. Un saggio che sta diventando<br />

un testo di studio obbligatorio<br />

nelle accademie <strong>dove</strong><br />

si addestrano i futuri vertici<br />

dell’esercito americano e dei<br />

servizi segreti, ma anche business<br />

school. Perché racconta<br />

una visione del mondo, un<br />

modo di pensare globale, che<br />

è lontanissima da quella che<br />

nella vulgata è diventata la<br />

Realpolitik di Kissinger, ispirata<br />

alle fredde strategie teutoniche<br />

di Otto von Bismarck <strong>dove</strong><br />

ad ogni azione corrisponde<br />

una reazione uguale e contrar<br />

ia.<br />

Lo spunto principale, per la<br />

verità, gli è venuto dal dibattito<br />

aperto dal saggio di Thomas<br />

Friedman “Il mondo è<br />

piatto”, qualche anno fa. Un<br />

libro a tesi - la globalizzazione<br />

è inarrestabile ma buona - che<br />

ha suscitato entusiasmi e contestazioni,<br />

dimostrando il bisogno<br />

diffuso di cercare idee<br />

di sintesi per pensare il ven-<br />

sua generazione ha scritto “No visible<br />

h o r i zo n ”, in cui racconta le sue<br />

avventure di pilota acrobatico. Ha<br />

studiato fisica ed economia,<br />

specializzandosi in quest’ultima, prima<br />

all’università di Chicago poi alla New<br />

York University. Prima di lasciare il<br />

giornalismo si <strong>prende</strong> un anno sabbatico<br />

e lavora in Sud Africa, per assitere<br />

malati di Aids. Decide di trasferirsi a<br />

Pechino, <strong>dove</strong> studia mandarino. Viene<br />

assunto dalla Kissinger Associates per la<br />

quale si occupa di fare consulenza<br />

politico-strategica per le imprese che<br />

vogliono investire in Cina.<br />

tunensimosecolo. “Molte<br />

idee di successo<br />

che<br />

hanno dominato<br />

il dibattito<br />

negli ultimi<br />

quindici anni sono troppo<br />

semplicistiche, dalla fine della<br />

Storia di Francis Fukuyama al<br />

soft power di Joseph Nye”, dice<br />

Ramo.<br />

R<br />

IL COLLOQUIO<br />

iassumere il libro non è facile,<br />

perché con uno stile<br />

tipicamente americano è costruito<br />

concatenando una serie<br />

di storie di successo. Ma si<br />

può partire dall’epigrafe di<br />

John Maynard Keynes: “Pe r -<br />

donate la mia foga, che ha ragione<br />

profonde nella speranza<br />

per il futuro. Questo è un<br />

argomento fondamentale per<br />

me. Io so, almeno in parte, cosa<br />

voglio. So anche, e molto<br />

chiaramente, cosa temo”. A<br />

Ramo si perdona la foga, anche<br />

perché è chiaro cosa teme:<br />

“Sono sicuro che adesso,<br />

nella grande crisi, stanno per<br />

arrivare i mercanti di paura.<br />

Basta vedere le classifiche dei<br />

libri più venduti in america,<br />

tutti saggisti ultraconservatori<br />

che mettono in guardia dai<br />

pericoli della modernità; ogni<br />

volta che parlo da un’emittente<br />

conservatrice le vendite del<br />

mio libro si impennano, anche<br />

se io non la penso affatto<br />

<strong>com</strong>e loro”. Per evitare che i<br />

I<br />

Joshua Cooper Ramo e Henry Kissinger visti da Manolo Fucecchi<br />

“mercanti di paura” sfr uttino<br />

questo momento - <strong>com</strong>e hanno<br />

fatto dopo l’undici settembre<br />

- è necessaria “una rivoluzione<br />

del pensiero”. L’idea di<br />

fondo di Ramo è che il ventunesimo<br />

secolo richieda di<br />

“<strong>com</strong>inciare a pensare in modo<br />

non lineare” o i risultati saranno<br />

disastrosi. Quando<br />

George Bush decise di invadere<br />

l’Iraq ragionò in modo lineare.<br />

Si abbatte il dittatore,<br />

quindi gli americani guadagnano<br />

consenso sufficiente<br />

per installare un regime amico<br />

che inevitabilmente renderà<br />

più stabile la regione. Si è<br />

visto <strong>com</strong>e è andata. Altro<br />

esempio di ragionamento lineare<br />

che oggi non funziona<br />

più: se uno Stato vuole essere<br />

più sicuro, deve investire in<br />

spesa militare. Poi succede<br />

che si trova coinvolto in un<br />

conflitto con un avversario<br />

piccolo e sfuggente, tipo i<br />

vietcong o i talebani, e il risultato<br />

- ricorda Ramo non è incoraggiante:<br />

21 a 1 per i piccoli<br />

contro i grandi negli ultimi<br />

duecento anni. Quindi bisogna<br />

cambiare approccio e<br />

perseguire quella che Ramo<br />

definisce la “sicurezza profonda”.<br />

Per chi pensa la politica internazionale<br />

in modo classico, tipo<br />

Kissinger, la sicurezza si<br />

costruisce cementando alleanze,<br />

indebolendo gli avversari,<br />

conquistando posizioni<br />

egemoniche. Ma ora non basta<br />

più. Nel ventunensimo secolo<br />

perseguire la “s i c u re z z a<br />

p ro fo n d a ” non significa alzare<br />

mura più alte dietro cui nascondersi<br />

o costruire cannoni<br />

più potenti: “Il nuovo approccio<br />

che serve in un nuovo contesto<br />

accetta la crescente<br />

<strong>com</strong>plessità e l’incessante novità<br />

<strong>com</strong>e dati di fatto”.<br />

I<br />

l modello (organizzativo)<br />

da imitare - nella strategia<br />

<strong>com</strong>e nella finanza - è quello<br />

di Hezbollah, il gruppo politico<br />

e terrorista libanese che i<br />

generali israeliani provano da<br />

anni a distruggere. “Conosco i<br />

leader di Hezbollah da quindici<br />

anni, da quando facevo il<br />

corrisponendente di ‘Ti m e ’.<br />

Li ho visti cambiare, evolversi,<br />

capire Internet e il ruolo dei<br />

media molto meglio e molto<br />

prima dei loro avversari, sfruttare<br />

le sconfitte per capire <strong>dove</strong><br />

avevano sbagliato e correggere<br />

le proprie debolezze”. Il<br />

concetto chiave per ottenere<br />

la sicurezza profonda, sia per<br />

un’azienda che non vuole perdere<br />

la leadership di un settore<br />

che per uno Stato che vuole<br />

tutelare la propria esistenza,<br />

secondo Ramo è “la resilienza”,<br />

un termine preso in prestito<br />

dalla fisica che indica la<br />

proprietà che hanno i metalli<br />

di deformarsi senza rompersi.<br />

E in questo Hezbollah è maestra<br />

e i servizi segreti di Israele<br />

ne sono consapevoli: i terroristi<br />

che non vengono distrutti<br />

si evolvono, <strong>com</strong>e i virus<br />

dell’influenza che cambiano<br />

più rapidamente dei vaccini.<br />

La strada per il successo, dice<br />

l’autore, “non è evitare i problemi,<br />

ma sottoporre il sistema<br />

a periodiche piccole crisi<br />

per evitare che ne arrivi una<br />

grande che lo distrugge”. Chi<br />

non è capace di cambiare,<br />

muore. La crisi finanziaria lo<br />

dimostra: “Il sistema finanziario<br />

continua a diventare sempre<br />

più efficiente e sempre<br />

più <strong>com</strong>plesso. E questo è un<br />

bene, perché noi beneficiamo<br />

delle sue evoluzioni. Ma<br />

ormai le variabili sono così<br />

tante che è impossibile tenerle<br />

sotto controllo, quindi<br />

l’unico modo per evitare il<br />

peggio è fargli sviluppare al<br />

suo interno gli anticorpi di cui<br />

ha bisogno lasciando che si<br />

confronti con le difficoltà”.<br />

Un approccio opposto a quello<br />

di Alan Greenspan, l’ex presidente<br />

della Federal Reserve<br />

americana, che per vent’anni<br />

ha sostenuto Wall Street ogni<br />

volta che dava segni di incertezza,<br />

invece di lasciare che il<br />

sistema correggesse da solo i<br />

suoi eccessi. La correzione è<br />

quindi arrivata in un colpo solo,<br />

molto più traumatico, con<br />

la crisi attuale. E ne stiamo ancora<br />

scontando i costi.<br />

Bretton Woods a Istanbul<br />

I Paesi emergenti voglino contare anche nella Banca Mondiale<br />

n questi giorni - a Istanbul - è in corso un<br />

vertice tra le istituzioni internazionali che<br />

si occupano di sviluppo. Dopo mesi di G20 e<br />

G8 circola ormai un giustificato scetticismo<br />

sull’utilità di questi summit. In Turchia, però,<br />

sta succedendo qualcosa.<br />

I Paesi in via di sviluppo hanno ribadito la<br />

loro esigenza di contare di più nel Fondo<br />

monetario internazionale la cui <strong>com</strong>posizione<br />

riflette ancora gli equilibri del dopoguerra.<br />

Richiesta accolta: lo ha confermato<br />

anche l’ultimo G20. Nelle ultime ore, però,<br />

si sta discutendo molto anche del destino<br />

della Banca mondiale. L’agenzia speciale<br />

delle Nazioni unite che dovrebbe servire a<br />

dare prestiti nei Paesi meno sviluppati è da<br />

anni al centro di un dibattito: bisogna chiuderla<br />

o solo trasformarla? I prestiti, infatti,<br />

non vengono quasi mai restituiti e hanno risultati<br />

non sempre all’altezza delle aspettative.<br />

Una delle ipotesi era di trasformare la<br />

banca in un normale ente benefico che elargisce<br />

donazioni.<br />

La novità di Istanbul è che la Banca mondiale<br />

si è impegnata a spendere tutti i 100 miliardi<br />

che ha in dotazione per finanziamenti. E serviranno,<br />

se sono giuste le sue stime: 90 milioni<br />

di nuovi poveri entro la fine del 2010. I<br />

ministri di Russia, India, Indonesia e Brasile<br />

sono intervenuti a Istanbul per dire che la<br />

credibilità della banca dipende dalla sua capacità<br />

di dare ai Paesi membri uno spazio<br />

proporzionale al loro rilievo economico. Visto<br />

che a Pittsburgh si è deciso di sostituire il<br />

G8 con il G20, riconoscendo che gli equilibri<br />

di potere sono cambiati, anche la Banca<br />

mondiale dovrà riflettere questa presa di coscienza.<br />

I Paesi che in teoria <strong>dove</strong>vano essere<br />

i beneficiari degli aiuti allo sviluppo,<br />

ora vogliono gestirli direttamente. Come nel<br />

caso della Wto, l’Organizzazione mondiale<br />

del <strong>com</strong>mercio che conduce i negoziati sulla<br />

riduzione delle tariffe, i Paesi del G8 non<br />

hanno più il potere contrattuale sufficiente<br />

per agire da soli. E, forse, l’architettura finanziaria<br />

decisa a Bretton Woods nel 1944<br />

(quando vennero create la Banca mondiale<br />

e il Fmi) sta davvero iniziando a cambiare.


pagina 13 Martedì 6 ottobre 2009<br />

N<br />

NOBEL MEDICINA<br />

Longevità,<br />

premiate 2 donne<br />

P er<br />

la prima volta<br />

nella storia dei<br />

Nobel per la scienza, il<br />

premio è stato<br />

assegnato a due donne:<br />

Elizabeth H. Blackburn<br />

e Carol W. Greider<br />

(insieme a Jack<br />

Szostak) che nel 1985,<br />

con la scoperta dei<br />

telomeri, hanno<br />

rivelato i meccanismi<br />

dell’invecchiamento<br />

cellular e.<br />

FRANCIA<br />

La gaffe<br />

del capoTele<strong>com</strong><br />

È stato<br />

pubblicato<br />

online in Francia<br />

un video (del 20<br />

gennaio) nel quale<br />

Didier Lombard (nella<br />

foto) presidente di<br />

France Tele<strong>com</strong>,<br />

società <strong>dove</strong> in un anno<br />

e mezzo si sono<br />

suicidati 24 dipendenti,<br />

si rivolge ai lavoratori<br />

con toni brutali per<br />

convincerli ad<br />

"adattarsi alla realtà di<br />

oggi". Settimane fa<br />

Lombard aveva parlato,<br />

per poi scusarsi, di<br />

“moda dei suicidi”.<br />

ISRAELE<br />

G li<br />

O rg i a<br />

all’ospizio<br />

ospiti di una casa<br />

di riposo di Tel<br />

Aviv hanno organizzato<br />

un festino, sfociato in<br />

un’orgia. Lo riferisce il<br />

quotidiano Israel<br />

ha-Yom secondo cui<br />

alcuni dei protagonisti<br />

hanno superato i 90<br />

anni. Lo staff della casa<br />

di riposo, accortosi del<br />

fatto, ha preferito non<br />

intervenire e l’evento<br />

non è stato interrotto,<br />

ma i partecipanti sono<br />

stati poi diffidati dal<br />

ripetere tali<br />

<strong>com</strong>portamenti.<br />

SVIZZERA<br />

700 vip firmano<br />

per Polanski<br />

P enelope<br />

Cruz è<br />

l'ultimo nome<br />

eccellente ad aver<br />

firmato la petizione<br />

con cui 700 celebrità<br />

chiedono il rilascio di<br />

Roman Polanski, il<br />

regista arrestato a<br />

Zurigo per aver<br />

stuprato una 13enne 31<br />

anni fa.<br />

NASCITE<br />

I primi “nipotini”<br />

de Il Fatto<br />

S abato<br />

scorso, a<br />

Roma, sono nati i<br />

primi tre “nipotini” de<br />

Il Fatto: sono Pietro<br />

Carlo, Elena e Gaia, figli<br />

del nostro collega<br />

Stefano Citati. A lui e<br />

alla moglie Stefania i<br />

migliori auguri dalla<br />

redazione, e un grande<br />

in bocca al lupo.<br />

La denuncia<br />

TRA IRAN E IRAQ<br />

IL MISTERO<br />

DEGLI OPPOSITORI<br />

T<br />

imori per la sorte di 36 mujaeddin<br />

del popolo - gli oppostori<br />

del regime iraniano -<br />

arrestati dalle forze di sicurezza<br />

irachene nel corso di un<br />

blitz al campo Ashraf questa<br />

estate. Migliaia di profughi<br />

che abitano nell'enclave in<br />

territorio iracheno sono in<br />

sciopero della fame da oltre<br />

un mese per chiedere la liberazione<br />

dei loro <strong>com</strong>pagni. "Il<br />

governo di Baghdad ha deciso<br />

di trasferire i detenuti in un<br />

posto sconosciuto", hanno<br />

raccontato fonti dell’opposizione.<br />

La paura maggiore è<br />

che vengano trasferiti in Iran,<br />

il cui governo sta facendo<br />

pressioni sulle autorità irachene<br />

affinché chiudano il<br />

campo in cui vivono 3.400<br />

profughi. "Una parte del campo<br />

è stata occupata dalle forze<br />

irachene e alle ong viene impedito<br />

l'ingresso", hanno<br />

spiegato le fonti.<br />

FATTO O STRAFATTO di Wanda Marra UNA PESC ROSA A BRUXELLES<br />

Quote pesca per l’Europa. Dopo anni<br />

di monopolio maschile per la carica<br />

dell’Alto rappresentante della politica<br />

estera e di sicurezza della Ue, potrebbe esserci<br />

una Madame Pesc al posto di un Mister<br />

Pesc. Il sì irlandese al trattato di Lisbona<br />

ha riaperto i giochi sulle cariche europee<br />

e le donne si mobilitano. Perché, <strong>com</strong>e<br />

afferma Margot Wallstrom, promotrice<br />

di un appello firmato da <strong>com</strong>missarie e<br />

parlamentari europee di diverso orientamento,<br />

“è una vergogna”che “non ci siano<br />

donne candidate per il presidente stabile<br />

della Ue”. Essendo quasi certa la nomina<br />

di Tony Blair alla presidenza stabile, allora,<br />

la lobby rosa punta alla quota pesca. In lizza<br />

ci sarebbero la ministra degli Esteri austriaca<br />

Ursula Plassnik, l’ex presidente irlandese<br />

Mary Robinson, il ministro degli<br />

Esteri greco uscente Dora Bakoyannis e<br />

l’ex <strong>com</strong>missaria Ue al Lavoro, la greca<br />

Anna Diamantopoulou. Per l’Italia, l’unica<br />

candidata possibile sembrerebbe essere<br />

l’ex Commissario Emma Bonino.


pagina 14 Martedì 6 ottobre 2009<br />

FESTIVAL DI ROMA<br />

La rivoluzione<br />

(immobile)<br />

di Alemanno<br />

di Federico Pontiggia<br />

S<br />

ono sempre riuscito a tenere<br />

lontano la politica dal mio lavoro<br />

e ho chiesto a questa<br />

che non pesasse su di me.<br />

Forse adesso avete capito<br />

che io non obbedisco a nessuno".<br />

Così il neopresidente<br />

Gian Luigi Rondi mandò in<br />

archivio, l’anno scorso, la<br />

terza edizione del Festival Internazionale<br />

del Film di Roma.<br />

In pectore per volontà di<br />

Gianni Alemanno, dopo la dipartita<br />

di Veltroni, il decano<br />

dei critici nostrani decise innanzitutto<br />

di cambiare nome:<br />

basta Festa, meglio un innocuo,<br />

generico festival. Anche<br />

perché, diciamolo, la Festa<br />

chi l’aveva vista? Pochi,<br />

ovvero numerosi addetti ai<br />

lavori e sparuti romani. O forse<br />

no? Nel lontano 2006,<br />

chiudendo la prima edizione,<br />

Veltroni gongolava: “R o-<br />

SECONDOTEMPO<br />

S P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE<br />

Verde celluloide<br />

ma ha vissuto la Festa con orgoglio.<br />

Bisogna avere coraggio,<br />

una città colta è una città<br />

in cui si vive meglio, ed è più<br />

ricca. Non bisogna avere<br />

paura del cinema, non è un<br />

animale in via di estinzione, e<br />

questa Festa lo ha dimostrato”.<br />

Sullo stesso ramo dondolava<br />

e gongolava Goffredo Bettini,<br />

allora senatore Ds e presidente<br />

della manifestazione:<br />

FOCUS S U L L’AMBIENTE<br />

Le iniziative - Domani alle 11.30, presso la residenza<br />

dell'ambasciatore britannico a Roma, Edward Chaplin,<br />

saranno presentate le iniziative di ambasciata<br />

britannica, British Council, Fao, Fondazione<br />

Sigma-Tau, Greenpeace, Legambiente e Wwf, in<br />

collaborazione con il Festival internazionale del Film<br />

di Roma, che dedica il Focus di quest'anno all'ambiente<br />

e al contributo che il cinema e le arti possono dare alla<br />

sfida globale contro i cambiamenti climatici.<br />

in & out<br />

Bersani<br />

Il nuovo<br />

“Manifesto<br />

a b u s i vo ”<br />

primo<br />

su I Tunes<br />

“Siamo molto soddisfatti perché<br />

abbiamo raggiunto gli<br />

obiettivi: grande partecipazione<br />

del pubblico, buon<br />

mix tra cinema popolare e<br />

d’autore, ricchezza alla città<br />

e impiego a tante persone”.<br />

A piegare quel ramo d’a l l o ro ,<br />

ci pensò un regista di sinistra,<br />

Ettore Scola, coordinatore<br />

della giuria popolare: “Il<br />

romano viene qui perché si<br />

sente a casa sua. Anzi, la gente<br />

neanche viene, perché i<br />

film se li sente suoi. Quindi le<br />

sale a volte restano vuote, sia<br />

detto senza ironia”.<br />

Richiamato all’ordine da Bettini,<br />

Scola non fece l’italiano,<br />

e nemmeno il presidente (di<br />

giuria, o del Consiglio, fate<br />

vobis), ovvero non smentì e<br />

non rettificò: “Prima ho detto<br />

che le sale erano vuote,<br />

non vorrei creare equivoci.<br />

Ho una certa età, posso avere<br />

anche delle allucinazioni, ma<br />

vi assicuro che le sedie vuote<br />

le ho viste”.<br />

La seconda edizione di sedie<br />

vuote ne contò pure di più,<br />

ma poco importa: Veltroni<br />

“l a s c i ava ” ad Alemanno, la<br />

Festa sarebbe divenuta Festival,<br />

e le Veltroniadi “s g u a rd i<br />

dentro il Raccordo”.<br />

Basta star-vehicle stelle &<br />

strisce, basta panem et circenses,<br />

basta, insomma, Hollywood:<br />

ar idatece il cinema<br />

italiano e, possibilmente, i<br />

romani, intesi <strong>com</strong>e pubblico<br />

pagante. Bene, non è andata<br />

proprio così. La volontà<br />

iconoclasta di Alemanno si è<br />

infranta su qualcosa di più<br />

granitico: il consenso.<br />

Qualcuno – il Pdl ha qualche<br />

affinità col cinema, da Medusa<br />

in giù – gli ha messo la mano<br />

sulla spalla e, <strong>com</strong>e si fa<br />

con i bambini, gli ha fatto capire<br />

l’importanza mediatica<br />

dell’ex vetrina Veltroni.<br />

Aperti gli occhi a Gianni, gli<br />

Garko<br />

Campione di<br />

share, dopo<br />

il ruolo di<br />

mafioso sarà<br />

un fascista<br />

Ve n t u r a<br />

“Io le<br />

mutande in<br />

t ra s m i s s i o n e<br />

le indosso<br />

s e m p re ”<br />

ha anche letto l’u p gra d e<br />

2009 del Gattopardo: “Se vogliamo<br />

che non tutto rimanga<br />

<strong>com</strong>e è, bisogna che non<br />

tutto cambi!". Fatto sta che la<br />

direttrice di P re m i e re (sezione<br />

principe della Festa) e direttrice<br />

di Ciak (Mondadori)<br />

Piera Detassis è divenuta direttora<br />

tout court, i due direttori<br />

del Concorso sono<br />

stati defenestrati - Giorgio<br />

Gosetti è ritornato alle Giornate<br />

degli Autori veneziane,<br />

Teresa Cavina a casa (Biarritz)<br />

– l’Extra-ordinario Mario<br />

Sesti confermato, Alice nella<br />

città, la sezione vietata ai<br />

maggiorenni, inglobata, il<br />

S<br />

Adriano<br />

Doppietta in<br />

dodici minuti<br />

nel classico<br />

c o n t ro<br />

il Fluminense<br />

Il red carpet del Festival e a destra<br />

il presidente della manifestazione,<br />

lo storico critico de “Il Tempo”,<br />

Gian Luigi Rondi ( FOTO ANSA)<br />

mercato affidato al presidente<br />

di Cinecittà Luce Roberto<br />

Cicutto, che dice di volersene<br />

andare.<br />

E che di destra non è, tutt’a ltro.<br />

Sorretto dunque il carrozzone<br />

con puntelli sinistrorsi,<br />

si possono aprire le<br />

finestre al nuovo vento culturale<br />

che soffia da destra: un<br />

esempio, oggi Gian Luigi<br />

Rondi aprirà le porte dell’Au -<br />

ditorium alla ministra della<br />

Gioventù Giorgia Meloni,<br />

che intratterrà gli astanti sul<br />

progetto dedicato ai giovani<br />

professionisti di cinema e il<br />

premio speciale “La Meglio<br />

G i ove n t ú ”.<br />

Progetto, in realtà, molto collaterale,<br />

perché viceversa la<br />

quarta edizione della Festa,<br />

pardon Festival (15-23 ottobre),<br />

punta sugli ultra 60enni,<br />

pur arzilli che siano: Meryl<br />

Streep premiata alla carriera;<br />

Stefania Sandrelli e il<br />

suo esordio in regia, Helen<br />

Mirren; Margareth Von Trotta;<br />

Richard Gere; Martin<br />

Scorsese e Anthony Hopkins<br />

diretto da James Ivory.<br />

Ah, c’è posto anche per 19<br />

titoli italiani, tra cui il film<br />

spot su Roma diretto da Zeffirelli,<br />

ispirato alla Tosca e interpretato<br />

da Bocelli e Bellucci.<br />

Ebbene sì, Alemanno<br />

ha capito: è qui la festa.<br />

LIBRI Il caffè<br />

al cianuro di Sindona<br />

tamattina, alla Sala Stampa Estera, in via dell’Umiltà<br />

83/C a Roma, Giovanni Maria Flick e Marcelle Padovani<br />

incontrano gli ex magistrati Gianni Simoni e Giuliano Turone,<br />

autori de Il caffè di Sindona (Garzanti editore, tre edizioni<br />

in un mese). «Ristabilire la verità dei fatti è un debito<br />

che sentiamo nei confronti della memoria di Ambrosoli”,<br />

spiegano gli autori. “Inoltre ci sembra che in questo paese,<br />

<strong>dove</strong> troppi misteri rimangono ancora avvolti nella<br />

nebbia più fitta, possa essere utile un contributo che getta<br />

uno spiraglio di luce su circostanze che misteriose non<br />

sono più, ma sulle quali permangono disinformazione e<br />

preg iudizio”. Il libro ripercorre uno dei più inquietanti<br />

misteri d’Italia, quello della morte di Michele Sindona nel<br />

marzo del 1986. Conosciamo la causa del decesso: un caffè<br />

al cianuro bevuto nella sua cella nel carcere di Voghera.<br />

Ma chi mise il veleno nella tazzina? E perché? Finanziere<br />

potentissimo, Sindona intratteneva rapporti con importanti<br />

uomini politici al di qua e al di là dell’oceano: nel<br />

1973 Andreotti lo definì «salvatore della lira» e nel 1974<br />

l’ambasciatore usa in Italia lo premiò <strong>com</strong>e «Uomo dell’an -<br />

no»; era uno degli uomini di fiducia del Vaticano, e in particolare<br />

dello Ior diretto da Paul Marcinkus, ma aveva anche<br />

legami con la mafia. Iscritto alla P2 di Licio Gelli, fu lui<br />

a introdurre Roberto Calvi negli ambienti di quella loggia<br />

segreta, oltre che in quelli vaticani e in quelli mafiosi: i due<br />

banchieri erano infatti legati da un intrico di affari avventurosi<br />

che avrebbero portato entrambi alla rovina.


Martedì 6 ottobre 2009 pagina 15<br />

CA LCIO /DIZIONARIO PER L’US O<br />

OGNI MALEDETTA<br />

DOMENICA<br />

L’eleganza di De Laurentiis,<br />

il mancato silenzio e i <strong>soldi</strong> di Moratti<br />

di Oliviero Beha<br />

Verba volant. La notizia<br />

che un autentico signore<br />

del calcio <strong>com</strong>e il presidente<br />

del Napoli, Aurelio<br />

De Laurentiis, voglia cacciare<br />

il suo allenatore non è una notizia.<br />

L'esimio Aurelio, che<br />

tampina Lotito nella facondia e<br />

nella retorica riuscendo <strong>com</strong>movente<br />

nelle interviste, aveva<br />

già <strong>com</strong>inciato a cacciare<br />

Donadoni a rate. La differenza<br />

con un Cellino, neppure lui accademico<br />

della Crusca ma almeno<br />

dotato di annosa esperienza<br />

nel settore, è che l'anno<br />

scorso in Sardegna Allegri potè<br />

rimettersi in sesto dopo le<br />

prime cinque sconfitte consecutive,<br />

facendo poi un gran<br />

campionato. Con Donadoni,<br />

<strong>com</strong>unque ex CT della Nazionale,<br />

c'è stata mancanza di<br />

<strong>com</strong>prendonio, di rispetto, di<br />

intelligenza (con l'amico, o<br />

meglio col dipendente). Roberto<br />

Donadoni ha <strong>com</strong>pletato<br />

l'opera facendosi trattare da<br />

nemico e non mostrando né in<br />

estate né poi quel minimo di<br />

autonomia e di orgoglio per dire<br />

dei no. Lo so, è difficile dire<br />

dei no. Ma, parola di Osvaldo<br />

Paz in un memorabile discorso<br />

a Stoccolma per il Nobel ricevuto,<br />

si cresce quasi solo quando<br />

impari a dire no.<br />

La sensibilità sotto i tacchetti.<br />

Ennesima dimostrazione<br />

di grande sentore pubblico,<br />

di idem sentire bossiano con la<br />

popolazione colpita dalla tragedia<br />

franosa di Messina, da<br />

parte dei vertici del calcio. Siamo<br />

al dolore regionale. Lutto e<br />

silenzio solo da parte di Catania<br />

e Palermo, autorizzato dalla<br />

Federcalcio che ha inventato<br />

il federalismo penitenziale,<br />

silenzio rispettoso solo a Bergamo<br />

da parte di Atalanta e Milan<br />

per un equivoco: Ma sì, l'arbitro<br />

Rocchi aveva capito male...Silenzio<br />

sulla solidarietà alle<br />

vittime ma non per lutto<br />

bensì per vergogna da parte<br />

della Lega Calcio. Difetto di<br />

coordinamento secondo Abete.<br />

Difetto e basta, direi io, il<br />

Te l ev i s i o n e<br />

M<br />

coordinamento non c'entra.<br />

Libero arbitrio. L'arbitro<br />

Rocchi, caduto nell'equivoco<br />

e quindi sensibile involontariamente,<br />

ha arbitrato benchè<br />

ci sia una richiesta di pena di<br />

un anno e quattro mesi nei<br />

suoi confronti dai PM del processo<br />

a Calciopoli per frode<br />

sportiva, a Napoli. Che sia innocente<br />

o no, lo vedremo. Intanto<br />

sono colpevoli coloro<br />

che lo fanno arbitrare, impedendo<br />

di farlo a Paparesta, archiviato<br />

e/o assolto su tutti i<br />

fronti, sportivo e ordinario,<br />

benché per l'opinione pubblica<br />

sia ancora quello chiuso da<br />

Moggi nello spogliatoio.<br />

Papi, sempre Papi, fortissimamente<br />

Papi. Di Papi non<br />

ci libereremo tanto facilmente.<br />

Non parlo della D'Addario<br />

né di alcun' altra escort, e francamente<br />

sono un ammiratore<br />

di Berlusconi, del suo attivismo<br />

tra Eros e Thanatos, dell'aiuto<br />

che gli dà il simpatico<br />

Minzolini non aiutato né dal latino<br />

(omen nomen) né dall'onomatopeia<br />

(minzolare ricorda<br />

un verbo cinofilo). No, il<br />

mio Papi è Stefano Papi, guardalinee<br />

e <strong>com</strong>mercialista, che<br />

in Via Alcide Gasperi 41 a Prato<br />

è titolare di un avviato studio,<br />

di cui sono clienti il designatore<br />

arbitrale Collina (580 mila<br />

euro l'anno per designare, più<br />

i gettoni per le missioni) e altri<br />

17 arbitri più o meno importanti,<br />

più una caterva di arbi-<br />

FAMIGLIE ALLARGATE<br />

Nonno Libero fa penitenza<br />

C<br />

COSTANZO, ULTIMI SHOW<br />

aurizio Costanzo torna su Canale5 per l'ultima edizione<br />

del suo show di seconda serata, prima dell'annunciato<br />

approdo in Rai. L'ultima serie (ma sarà<br />

vero?) del Costanzo Show andrà in onda dall'11 ottobre,<br />

due volte a settimana, la domenica e il mercoledì.<br />

La prima puntata dell'edizione d'addio sarà registrata<br />

domani alle 15.30 al Teatro Parioli di Roma e<br />

sarà incentrata, con un utilizzo mirato anche di immagini<br />

d'archivio dello storico talk-show, sul ricordo di<br />

Mike Bongiorno e sulla lotta alla mafia. Ospiti sul palco<br />

del Parioli: il Procuratore Nazionale Antimafia, Piero<br />

Grasso, il giornalista Gaetano Savatteri, l'autore e conduttore<br />

televisivo Enrico Vaime e Alfonso Signorini.<br />

Quest'ultimo è indicato, nelle indiscrezioni delle ultime<br />

settimane, <strong>com</strong>e il possibile successore di Costanzo<br />

con un talk nella seconda serata di Canale 5.<br />

trucci e guardalineucci nelle<br />

serie inferiori e più l'ex designatore<br />

Bergamo: quello di<br />

Calciopoli, domanderete?.<br />

Quello. Ma anche Collina è<br />

dentro alle intercettazioni dell'addetto<br />

agli assistenti arbitrali<br />

Meani, un ristoratore di Lodi<br />

a contratto per il Milan di Galliani<br />

e dell'altro Papi, e niente<br />

fa pensare di fronte alla caterva<br />

di errori arbitrali degli anni<br />

post-calciopoli e di questo inizio<br />

campionato che sia cambiato<br />

l'andazzo definito moggesco.<br />

Ora, se continuano i delitti<br />

quando l'autore condan-<br />

ome potremmo dire: revisionismi? Pentimenti postumi?<br />

Lino Banfi, nonno Libero ma non troppo, si<br />

scaglia contro la famiglia allargata. Mentre in tv interpreta<br />

l’amorevole patriarca dell’allargatissima famiglia<br />

dei Martini (protagonisti con grande successo della serie<br />

Un medico in famiglia che domenica su Raiuno ha<br />

superato il 32%), in “abiti civili” dice addirittura che la<br />

famiglia allargata nuoce gravemente. «Il Papa ha ragione:<br />

le famiglie allargate rovinano la vita di molti bambini»,<br />

spiega su Tv Sorrisi e Canzoni in edicola oggi l’a t t o re<br />

pugliese. I Martini, prosegue Banfi nell'intervista non<br />

sono proprio una bella famiglia,<br />

anzi è una famiglia<br />

di casinisti. Sgretolata. Sul<br />

nonno per esempio sono<br />

cadute troppe responsa-<br />

bilità, con un padre assente<br />

per dieci anni... “Io sono<br />

per la famiglia unica.<br />

Non a caso sono sposato<br />

da 47 anni e mezzo. E visto<br />

che quando io e mia moglie<br />

ci sposammo il nostro<br />

matrimonio non ebbe il<br />

corredo di fiori e strascichi<br />

bianchi che ogni donna<br />

sogna, per festeggiare<br />

le nozze d'oro vorremmo<br />

recuperare. Faccio un appello<br />

al Papa: vorrei che<br />

celebrasse personalmente<br />

la messa delle mie nozze<br />

d'oro”.<br />

SECONDO TEMPO<br />

Donadoni lascia lo stadio Olimpico, sopra il fiorentino Montolivo (FOTO (ANSA))<br />

nato per essi è in galera, delle<br />

due l'una: o era/è innocente,<br />

oppure almeno non era il solo,<br />

e anzi funge da capro espiatorio,<br />

da alibi per tutti. Dicono:<br />

ma oggi gli arbitri sbagliano in<br />

buona fede. E chi lo può sostenere<br />

con cognizione di causa?<br />

Non certo gli stessi di Calciopoli<br />

e di ora che tengono le briglie<br />

di una carrozza sempre<br />

più sgangherata. Quindi mi<br />

spiace ma non ci credo, anzi temo<br />

che non sia stata fatta alcuna<br />

pulizia.<br />

Scienza, tecnica, investimenti.<br />

In testa è l'Inter, che<br />

costa una fortuna, che ha Moratti/Saras<br />

alla guida, che ha<br />

Mourinho genio della <strong>com</strong>unicazione<br />

in panchina con una<br />

lingua lunghissima e forse neppur<br />

biforcuta, che ha mostrato<br />

tutta alla fine di Inter-Udinese<br />

vinta in extremis. Ma scusate,<br />

se la differenza tra queste due<br />

squadre è minima, davvero vale<br />

la pena dei <strong>soldi</strong> di Moratti/Saras,<br />

di Mourinho strapagato<br />

mentre viene pagato anche<br />

Mancini, di Milito ed Eto'o do-<br />

E ve n t i<br />

“TWILIGHT” 2:<br />

CODE E MALORI<br />

L<br />

'anteprima dello sbarco<br />

internazionale dei<br />

vampiri romantici del secondo<br />

capitolo della saga<br />

di “Tw i l i g h t ” è <strong>com</strong>inciata<br />

dal festival del fantastico<br />

di Sitges, in Spagna,<br />

con un 'assaggiò di 7<br />

minuti, ed ha immediatamente<br />

preso il carattere<br />

dell'evento di massa<br />

per la generazione delle<br />

teen agers. Code chilometriche,<br />

qualche svenimento<br />

sotto il sole ancora<br />

estivo, spintoni, accenni<br />

di rissa, un'eccitazione<br />

insolita anche per<br />

una manifestazione più<br />

che collaudata (Sitges ce-<br />

po Ibra mentre l'Udinese sforna<br />

quasi solo Di Natale, un<br />

buon calcio, un tecnico capace,<br />

un presidente che fa <strong>soldi</strong><br />

col calcio sia pure assai discutibilmente<br />

con la pesca a sciabbica<br />

dei calciatori adolescenti<br />

in giro per il mondo, con il rischio<br />

o la certezza di farne tre<br />

campioni e tremila sbandati ?<br />

Fiorentina e Lazio. S t ra n o<br />

destino tra queste due: Gilardino<br />

segna e il pallone viene<br />

dato fuori dall'arbitro. Naturalmente<br />

in buona fede. Nel 2005<br />

a Roma Zauri salva clamorosamente<br />

di mano un gol fatto<br />

sempre della Fiorentina, e Rosetti<br />

fa finta di nulla. Lui e il<br />

guardalinee. Penserete: succede,<br />

l'arbitro, l'assistente, il giocatore<br />

ecc. può sbagliare.<br />

L'importante è che non sbagli<br />

apposta che lo faccia in buona<br />

fede. Appunto. Leggi sopra.<br />

Ma nel caso di quel Lazio-Fiorentina<br />

finito nel tritacarne<br />

dello scandalo anche per le telefonate<br />

di Bergamo e Carraro<br />

sulla Lazio (Lotito è ben protetto,<br />

quasi meglio del sindaco<br />

Renzi con cui ha avuto a che<br />

dire negli strascichi tra tifosi,<br />

ieri l'altro...), c'è il dubbio fortissimo<br />

su quella buona fede. E<br />

invece oggi, ma con la M, cioè<br />

Moggi, in condizioni di non<br />

nuocere, sembra che siano tutti<br />

angioletti, da Abete a scalare.<br />

E' davvero così? E perché ci dovrei<br />

credere? Davvero il calcio<br />

è una fede e non una mostruosa<br />

macchina per far denaro?<br />

Olimpiadi, che passione.<br />

Non posso non chiudere con<br />

le candidature in pectore di<br />

Roma e Venezia per i Giochi<br />

2020 che possono tornare in<br />

Europa, dopo il Brasile. Tornerò<br />

sull'argomento, ma intanto<br />

mi chiedo: perché non a Napoli<br />

profittando che oggi sembra<br />

pulita, magari affidando a<br />

Giampi Tarantini la protezione<br />

sportiva della città? E ancora:<br />

citano i Mondiali di nuoto <strong>com</strong>e<br />

un grande successo. Ma<br />

per chi? Per i privati che si sono<br />

sbafati gli impianti sotto costo<br />

mentre le tre piscine pubbliche<br />

sono ovviamente ancora<br />

chiuse?<br />

lebra i suoi rituali da ben<br />

42 anni). Il secondo capitolo<br />

della saga di Bella<br />

ed Edward, i giovani innamorati<br />

belli e dannati<br />

usciti dalla penna di Stephanie<br />

Meyer e portati<br />

sullo schermo da Chris<br />

Weitz, uscirà nelle sale<br />

italiane il 20 di novembre<br />

ma il Festival di una<br />

parziale, anteprima con<br />

immagini il 22 ottobre alla<br />

presenza dello stesso<br />

Bower incontrato a Sitges,<br />

della sceneggiatrice<br />

Melissa Ronsenberg di<br />

altri due attori, Charlie<br />

Bewley e Cameron Bright.<br />

Fr osinone<br />

d’Olanda:<br />

Con 4<br />

p u n t e,<br />

Mor ier o<br />

domina la B<br />

Disse basta a Napoli, a 33<br />

anni, spogliandosi delle<br />

mostrine da imperatore di<br />

provincia, per tornare ad<br />

essere uno dei tanti poveri<br />

cristi fuori dal cerchio. La fisionomia<br />

era quella. Capelli<br />

leonini e profilo ribelle,<br />

predicare vano da autodidatta<br />

e follie notturne, sonno<br />

arretrato e rischio. Una<br />

domenica in paradiso, l’altra<br />

in esilio. Capitava così<br />

con Francesc hiello. In campo,<br />

Checco Moriero lavorava<br />

sull’intuizione. Era un riflesso<br />

animalesco, un istinto<br />

di base. Piacergli o disgustarlo,<br />

questione di luna.<br />

Sapeva in anticipo se fidarsi<br />

e sul prato, <strong>com</strong>e agire. Dove<br />

lanciarsi negli spazi incustoditi,<br />

insistendo<br />

sull’azzardo <strong>com</strong>e marchio<br />

di fabbrica di un’intera esistenza.<br />

Il Salento, gli orecchini,<br />

la scuola di vita da allievo<br />

prediletto dell’ar rochito<br />

<strong>com</strong>mendator Franco<br />

Jurlano. Ora che il passato<br />

sembra un souvenir da<br />

osservare distrattamente e<br />

la polvere, una patina da<br />

soffiare senza l’ombra di un<br />

rimpianto, Moriero può<br />

guardarsi indietro e scoprire<br />

che nessuna lacrima è andata<br />

sprecata. La primavera<br />

dell’irregolare fiorisce con<br />

un primato inatteso, conquistato<br />

in serie B, nel basso<br />

Lazio, con il Frosinone,<br />

guardando dall’alto il Torino.<br />

Gli attaccanti, con Moriero,<br />

spesso diventano<br />

quattro. Un modulo che è<br />

già utopia. Ci hanno provato<br />

in pochi. Glerean, Ventura,<br />

il Ferguson più eretico e<br />

Spalletti, che in estate eveva<br />

riflettuto sul tema prima<br />

di recedere in fretta.<br />

Tre anni fa, quando lo zio di<br />

Cyrille Domoraud, ex <strong>com</strong>pagno<br />

dell’epoca dorata<br />

dell’Inter, lo cercò per affidargli<br />

in coabitazione con<br />

Totò Nobile, la panchina<br />

della più importante squadra<br />

ivoriana, L’Africa Sports<br />

di Abidjan, fu la guardia<br />

di finanza a interrompere il<br />

volo. Una vecchia storia di<br />

macchine prese a basso costo<br />

in Belgio e Olanda e poi<br />

rivendute a prezzo maggiorato,<br />

l’arresto, la partenza<br />

procrastinata e più tardi,<br />

chiarita la propria posizione,<br />

l’esordio. Poi la rottura,<br />

l’esilio a Lanciano, l’eccellente<br />

esperienza di Crotone<br />

e oggi, la Ciociaria. Calcio<br />

aggressivo, per ovviare<br />

con il ritmo alla mancanza<br />

di talento. “Nessuno insegna<br />

più l’uno contro uno”,<br />

sosteneva Checco. “Ho<br />

sempre cercato di essere<br />

me stesso. Dribblavo, cercavo<br />

il colpo difficile ad<br />

ogni costo. Ascoltavo i consigli<br />

di tutti ma quando iniziava<br />

la partita, davo retta<br />

soltanto al mio cervello”.<br />

Deve aver suggerito il segreto<br />

anche ai suoi. Che vestono<br />

color pulcino ma<br />

quando sovrappongono,<br />

paiono l’Olanda di Rensenbrink<br />

e Cruyff. Arancione<br />

sul grigio di un torneo dimenticato,<br />

pittate di coraggio<br />

sui pronostici già scritti.<br />

Continuando, qualcuno<br />

si convincerà che Chinaglia<br />

avrebbe potuto giocare<br />

anche a Frosinone. (M.P.)


pagina 16 Martedì 6 ottobre 2009<br />

TELE+ COMANDO<br />

SECONDO TEMPO<br />

TG PAPI<br />

Le notizie<br />

arrivano a rate<br />

di Paolo Ojetti<br />

T g1<br />

Abbiamo salutato <strong>com</strong>e una benefica e<br />

inaspettata novità la dichiarazione di guerra<br />

dei colleghi del Tg1 alla direzione Minzolini.<br />

Non per fatto personale, per carità, ma per il<br />

ruolo dichiarato dallo stesso Minzolini di difensore<br />

di una singolare libertà di stampa al<br />

servizio esclusivo di Berlusconi: una mortificazione<br />

per quei giornalisti che ancora credono<br />

al valore di una professione già tanto, troppo<br />

avvilita.<br />

Peccato però che, nel Tg1 di ieri mattina, di tutto<br />

questo sulfureo pronunciamento libertario<br />

non vi fosse più traccia. Sfuggenti riferimenti<br />

anche sulla Corte Costituzionale, che sta per<br />

sentenziare sul lodo Alfano. Eppure, da questo<br />

dipende il futuro: se Berlusconi non è più impunito,<br />

viste le pendenze giudiziarie a suo carico,<br />

o si dimette o chiama in soccorso i carabinieri.<br />

Nemmeno un sospiro sui fischi e gli insulti<br />

tributati alle autorità in visita alle zone disastrate<br />

di Messina. In <strong>com</strong>penso, è andato in<br />

onda un marchettone? quasi <strong>com</strong>ico: lo stato<br />

maggiore del Pdl, guidato dall’esperto meridionalista<br />

Gasparri, che si agitava per rilanciare il<br />

Sud.<br />

T g2<br />

In un conciso servizio<br />

di Fabrizio Frullani in tre<br />

punti, si ap<strong>prende</strong> quanto<br />

segue: Berlusconi respinge<br />

la sentenza del tribunale civile<br />

di Milano; Berlusconi<br />

ha deciso che resterà a Palazzo<br />

Chigi per 5 anni, qualunque<br />

cosa accada; Berlusconi<br />

non si opporrà alla<br />

marcia oceanica su Roma<br />

che gli esponenti del Pdl<br />

stanno organizzando. Traduzione: Berlusconi<br />

non vuole tirare fuori una lira e mobiliterà i suoi<br />

200 avvocati ventiquattro ore su ventiquattro;<br />

Berlusconi è <strong>com</strong>e un pugile dopo il k.o. tecnico<br />

ma non si dimetterà mai, lo dovranno portare<br />

via di peso; Berlusconi vuole scatenare la<br />

piazza per dimostrare che il 101 per cento degli<br />

italiani è pronto a difenderlo sulle barricate. Siamo<br />

all’eversione governativa, ma al Tg2, per<br />

ora, la faccenda non fa impressione.<br />

T g3<br />

Ma per sapere <strong>com</strong>e mai Berlusconi deve<br />

restituire a Carlo De Benedetti 750 milioni di<br />

euro bisogna aspettare il Tg3. Qui, viene ricostruita<br />

l’intera storia: fondi neri in Svizzera per<br />

corrompere i magistrati, tanti fondi che Berlusconi<br />

non poteva ignorare; un giudice, Metta,<br />

corrotto, e una sentenza pilotata e <strong>com</strong>prata<br />

per regalare a Berlusconi la più grande casa editrice<br />

italiana, la Mondadori. E, subito dopo, il<br />

Tg3 ricorda che oggi il Lodo Alfano, che protegge<br />

Berlusconi <strong>com</strong>e un sarcofago inespugnabile,<br />

potrebbe sparire, riportando il ?premier<br />

a livello dei <strong>com</strong>uni mortali. Pierluca Terzulli<br />

avverte: Berlusconi vuol ricorrere alla<br />

piazza. La giustizia sbeffeggiata e sostituita dai<br />

sanculotti di destra.<br />

di Fulvio Abbate<br />

T<br />

utte le volte che, armato<br />

di possente buona volontà,<br />

provo a guardare i <strong>com</strong>ici<br />

che vanno forte di questi<br />

tempi, anche i migliori pezzi<br />

dell’argenteria Auditel, un<br />

minuto dopo, d’istinto, non<br />

posso fare a meno di sbottare<br />

in un assai regressivo<br />

“ridatemi Giorgio Bracardi!”<br />

Esatto: il pazzo, l’ossesso,<br />

l’ingestibile, il fascista! In fatto<br />

di vistose assenze e ignobili<br />

censure, giustamente<br />

anche il gagliardo nostalgico<br />

delle maniere forti, del manganello<br />

e della stessa mazza<br />

chiodata avrebbe molto da<br />

ridire circa la televisione degli<br />

ultimi lustri, nel senso<br />

che, pensando proprio ai<br />

grandi intrattenitori irregolari,<br />

non c’è da arrabbiarsi<br />

soltanto per la vergognosa<br />

cancellazione ad opera di<br />

Berlusconi dello spartachista<br />

Daniele Luttazzi. Non<br />

meno grave, inaccettabile riteniamo,<br />

infatti, la sparizione<br />

prolungata dai teleschermi<br />

(Rai e Mediaset) dell’A ttila<br />

della <strong>com</strong>icità, il già citato<br />

Giorgio Bracardi, genio<br />

assoluto, dinamo, spinterogeno<br />

che mette in moto la<br />

scintilla del riso demolitore<br />

al limite del sabba infernale.<br />

Fulgido condottiero eque-<br />

IL PEGGIO DELLA DIRETTA<br />

“Ar idatece”<br />

B r a c a rd i<br />

stre incontenibile della radiofonica<br />

“Alto gradimento”<br />

- “Pa t ro cl o o o o o ! ”, Scarpantibus,<br />

Max Vinella, il funzionario<br />

Rai Dottor Marsala, fra<br />

gli assi del suo inarrivabile<br />

repertorio - in seguito pervicace<br />

capestatore di scarpe<br />

d’ospiti in studio (a martellate)<br />

nel cottage anni Ottanta<br />

di “Quelli della notte” s o tto<br />

le mentite spoglie di Ivan<br />

Svetlanov Balalaikov, nipote<br />

di Stalin. Il messaggio è semplice:<br />

rivogliamo il suo<br />

estro, il suo “nonsense” d e lla<br />

misura, il suo meraviglioso<br />

modo di cianciare la scaletta<br />

degli autori. Come opportunamente<br />

proclama un<br />

gruppo di pressione presente<br />

su Facebook, Giorgio Bracardi<br />

andrebbe infatti considerato<br />

e acclamato <strong>com</strong>e<br />

“l’Antonin Artaud italiano”,<br />

ovvero il teorico del teatro<br />

della crudeltà.Se abbiamo<br />

accennato al <strong>dove</strong>roso disappunto,<br />

anche in ambito<br />

neofascista, per la contingentazione<br />

dei tempi e delle<br />

intelligenze <strong>com</strong>iche lo si<br />

deve proprio al non meno<br />

eponimo personaggio bracardiano<br />

che da svariati decenni<br />

risulta assente alle<br />

Il <strong>com</strong>ico di “Alto gradimento”<br />

e caratterista di tanti film italiani<br />

anni ‘70: Giorgio Bracardi<br />

bandiere dei palinsesti, cioè<br />

il gerarca Catenacci, perfetto<br />

esegeta inarrestabile delle<br />

titaniche imprese mussoliniane,<br />

caricatura in camicia<br />

nera fra valle innevate e<br />

Agro redento. Senza nulla togliere<br />

alle migliori pagine,<br />

che so?, di “Zelig” o di “C olorado<br />

café”, al talento e ai<br />

tempi perfetti di un Maurizio<br />

Battista o alle parodie di<br />

un Checco Zalone che sotterra<br />

ora Jovanotti ora Vasco,<br />

il pensiero della capacità<br />

sinfonica dell’immenso<br />

Bracardi porta a pensare che<br />

si sia ormai giunti a un tipo<br />

di prestazione <strong>com</strong>ica solida<br />

<strong>com</strong>e un popcorn, poca cosa,<br />

roba inconsistente, dopo<br />

lo splendore della pernacchia<br />

molta miseria garbata,<br />

areosol. Senza voler qui aprire<br />

un dibattito sulla singolare<br />

presenza del Gabibbo a<br />

piazza del Popolo, e dunque<br />

sulla pretesa di Antonio Ricci<br />

d’essere ritenuto parte<br />

della quadreria della sinistra,<br />

avanziamo <strong>com</strong>unque il<br />

dubbio che tormentoni <strong>com</strong>e<br />

“Chettefrega? Chettefrega?”<br />

oppure “In galera! In gal<br />

e ra ! ” potrebbero oggi supplire<br />

perfino a una mancanza<br />

di opposizione decorosa<br />

in Parlamento e forse addirittura<br />

nel Paese.<br />

w w w. t e l e d u r r u t i . i t


Martedì 6 ottobre 2009 pagina 17<br />

MONDO WEB<br />

di Federico Mello<br />

Un banner sul sito<br />

del Tg1,<br />

un frame del video<br />

di Messina,<br />

il logo di Virus,<br />

Creep/Sono uno scemo<br />

è È ONLINE VIRUS<br />

IL PORTALE DI SATIRA DE L’UNITÀ<br />

“Preferirei di no”. Così ci risponde Francesca<br />

Fornario, curatrice del nuovo portale di satira<br />

de L’Unità, quando le chiediamo se Virus<br />

arriverà anche sulla carta. “Online - ci dice -<br />

avremo molte più possibilità: pubblicheremo<br />

video, audio, documenti<br />

interattivi”. Partendo da<br />

questa idea è nato Virus,<br />

battezzato ieri su virus.unita.it<br />

e che già strappa risate ad ogni<br />

pixel. Si può già vedere un<br />

Ratzinger al pianoforte che<br />

suona Ymca, tantissime strisce<br />

(anche Staino darà il suo<br />

contributo), dei particolari<br />

profili Facebook e, in arrivo,<br />

un’esclusiva intervista -<br />

satirica- a Noemi Letizia. La<br />

banda di Virus è <strong>com</strong>posta<br />

dagli autori di Emme<br />

corroborati da una<br />

nutrita pattuglia della<br />

fondazione Daje guidata<br />

da Diego “Z o ro ” Bianchi<br />

e Antonio Sofi.<br />

è CONTESTAZIONI A<br />

MESSINA<br />

“IN ONDA” SOLO SU YOUTUBE<br />

Rabbia. Tanta rabbia tracima in rete<br />

da un video su YouTube che<br />

documenta le proteste di domenica<br />

davanti alla Prefettura di Messina.<br />

Prima le grida contro “la sfilata” di<br />

ministri e Berlusconi. Poi i cori: “assassini”; “ve r go g n a ”;<br />

“arrivate solo adesso che ci sono i morti”. E anche “quanta<br />

costa questa trasferta?” all'arrivo dell'ennesima auto blu.<br />

C'è spazio anche per un conciliabolo con un giornalista del<br />

Tg2. Il giornalista è pronto a fare una diretta dalla piazza e i<br />

cittadini sono pronti ad urlare anche in Tv la loro<br />

indignazione: “voi riportate a Roma quello che diciamo qua<br />

nel territorio” dicono al cameraman e all'inviato. Ma per il<br />

Tg2 la piazza è troppo calda: la diretta alla fine si fa<br />

dall'interno della prefettura. Il video è sull'account<br />

youtube.<strong>com</strong>/user/ClasseOperaia3. “La Tv di regime - il<br />

<strong>com</strong>mento che ac<strong>com</strong>pagna il video - ha mostrato un<br />

Berlusconi caritatevole fra gli alluvionati che non erano<br />

nelle condizioni di reagire allennesima passerella<br />

propagandistica, ma nessuno ha mandato in onda il popolo<br />

incazzato”.<br />

SECONDO TEMPO<br />

Tg1 e tg2: online<br />

la rabbia<br />

dei cittadini<br />

è DAGLI AL TG1<br />

I “FA N ” SCATENATI SULLA PAGINA FACEBOOK<br />

Forse al Tg1 speravano nel confronto con gli<br />

spettatori quando hanno aperto la loro pagina<br />

è BLOG AWARDS: I VINCITORI<br />

Facebook. Ma da un po’ di tempo a questa parte la ANTEFATTO.IT BLOG RIVELAZIONE<br />

pagina è diventata un tazebao per tutti coloro che Sabato alla Blogfest di Riva del Garda<br />

non sopportano la Minzo-informazione. Fino a<br />

si sono svolte le premiazioni del<br />

qualche giorno fa il giochino dei “fan” era di suggerire Macchianera Award, premio ai<br />

alcune notizie al Tg (“dottor Minzolini forse le è<br />

migliori blog votati online dai lettori.<br />

sfuggito che...” e vai con esport, Giampi, ecc. ).<br />

Si laurea miglior blog del 2009<br />

Adesso si trovano solo e soltanto critiche. A mo’ di Spinoza.it che non è, <strong>com</strong>e scritto in<br />

esempio riportiamo alcuni <strong>com</strong>menti (quelli<br />

rete , un sito “dedicato agli aforismi<br />

pubblicabili) all'edizione delle 13 e 30 di ieri.<br />

del filosofo olandese del ‘600” ma<br />

"Chiamare il Tg1 telegiornale è offensivo nei<br />

una <strong>com</strong>munity di utenti che<br />

confronti dei veri telegiornali che le notizie le danno"; sfornano a piè sospinto battute al<br />

"Minzoilini alla direzione del Grande Fratello, anzi furmicotone (spesso ospiti anche<br />

no... a La Talpa ... basta che lasci il giornalismo !!!"; della “c a t t i ve r i a ” del Fatto<br />

"Minzolini, vai a casa, stai rovinando il tg della gente Quotidiano in prima pagina). Un<br />

<strong>com</strong>une"; "Non una parola sul vostro direttore<br />

premio anche per Antefatto.it che si<br />

servo"; "Tg1... l'informazione a 90 gradi!!", "Che<br />

consacra Blog Rivelazione 2009.<br />

schifo il TG1 e anche oggi se ne è avuta la conferma"; Blogger dell’anno è Paul The Wine<br />

"Minzolini non sai neanche servire il padrone con Guy (paulthewineguy.<strong>com</strong>), secondo<br />

discrezione, senza che tutti se ne accorgano"; "Sono Beppe Grillo già miglior blog nel<br />

vicino al Cde del Tg1,per la difficoltà di lavoro dovuta 2008. MIglior blog giornalistico è<br />

al direttore odierno".<br />

Piovono Rane, del giornalista de<br />

L’Espresso Alessandro Gilioli<br />

(secondo classificato Antefatto.it);<br />

miglior blog di opinione Voglio Scendere firmato<br />

da Corrias-Gomez-Travaglio. Miglior blog<br />

televisivo, tvblog.it; miglior blog “food & wine”<br />

untoccodizenzero.it; miglior blog erotico<br />

Pensieri Senza Mutandine, all’indirizzo<br />

sophieboop.woordpress.<strong>com</strong>. L’Orso Ciccione è<br />

il miglior disegnatore online, e Voglia di Terra il<br />

migliore foto-blog.<br />

è CHIUSA LA PAGINA DEL “CINEGRO”<br />

DOPO LA SEGNALAZIONE DEL FATTO<br />

Ne avevamo parlato la scorsa settimana: su<br />

Facebook 400 persone seguivano un barbone di<br />

Prato, pubblicando foto, video, informazioni sul suo<br />

conto, il tutto condito da pesanti insulti. Dopo la<br />

segnalazione su questa pagina che dava conto delle<br />

proteste (capitanata da San Precario)<br />

sul social network la pagina è stata<br />

chiusa dallo stesso amministratore:<br />

“Chiudo il gruppo - ha scritto - anche<br />

se il suo intento originale era<br />

prettamente goliardico ”. In molto<br />

epiteti , però, di goliardico non c’era<br />

proprio niente.<br />

D AG O S P I A<br />

I MILIONI DI DE BENEDETTI (E QUELLI DI BERLUSCONI)<br />

1) Bechis ha portato sfiga al Cav: sabato mattina su<br />

Libero un suo pezzo era titolato "De Benedetti ha 52<br />

milioni di guai col fisco". Sabato sera il Berlusca ne aveva<br />

750 milioni di guai....<br />

2) Sabato alle 16 Franco Frattini, reduce da un incontro<br />

con il nuovo presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi,<br />

entrava nella sala Freccia Alata dell'aeroporto di Torino<br />

in attesa del volo Air One per Roma (su cui salirà in<br />

seguito <strong>com</strong>e normale passeggero, facendo la fila al<br />

check-in e facendosi trasportare nel bus pressato<br />

insieme agli altri passeggeri). Nella saletta<br />

vuota, a parte i quattro uomini di scorta, il<br />

nostro si ac<strong>com</strong>odava di fronte al<br />

maxischermo tv. Ma accortosi che non c'era<br />

il tele<strong>com</strong>ando e RaiNews24 trasmetteva in<br />

diretta tutti i <strong>com</strong>izi della manifestazione di<br />

Roma contro Papi Silvio, preferiva lasciar<br />

perdere la tv e passare l'ora di attesa<br />

leggendo e rileggendo gli stessi giornali...<br />

3) Mentre Luigi De Magistris ha inviato al<br />

Csm le sue dimissioni dalla magistratura, annunciate<br />

durante la campagna elettorale in caso di elezioni, alla<br />

Rai non risultano mai arrivate quelle di David Sassoli,<br />

che aveva più volte fatto la promessa di lasciare il<br />

servizio pubblico in caso di<br />

elezione a Strasburgo. Sarà<br />

il solito disguido postale?<br />

è ”AD OGNI COSTO”<br />

NON CONVINCE “CREEP ” DI VASCO<br />

Il mitico Vasco ne ha sbagliata una? In<br />

rete sembra non convincere Ad ogni<br />

costo la cover di Creep dei<br />

Radiohead realizzata dal Blasco. Sul<br />

YouTube i voti languono, anche se il<br />

vidoe è stato visto quasi 200.000<br />

volte in due settimane. Molte critiche<br />

si concentrano sulla traduzione<br />

“libera” del brano. Ora, <strong>com</strong>e scrive<br />

il blog inkiostro.splinder.<strong>com</strong> “a fare<br />

giustizia arriva Sono uno scemo, la<br />

fedele traduzione dell'originale<br />

firmata e cantata da Mimmo Fish”.<br />

Sul blog si trova il video del brano,<br />

surreale e divertente.<br />

F E E D AC K $<br />

è A N T E FAT T O<br />

Commenti al post:<br />

Arrabbiati e sorridenti<br />

Consoliamoci pure con la<br />

riuscita manifestazione....ma<br />

quando più del 70% degli<br />

italiani "ap<strong>prende</strong>" le notizie<br />

dalla televisione, mah!?e poi<br />

pensate che minzolin sia uno<br />

sprovveduto? a suo modo<br />

anche lui dà una picconata alla<br />

rai: a chi altri i picconi (ce ne<br />

sono a iosa)?<br />

(Rober to)<br />

Ringrazio quei pochi<br />

giornalisti (Gomez, Ferrarella<br />

sul Corriere) che raccontano<br />

questa triste vicenda. Per il<br />

resto siamo ridotti così male<br />

che il Pdl difende con le<br />

sciabole sguainate il<br />

portafoglio del Papi. Con<br />

buona pace della legalità e del<br />

rispetto dei diritti degli<br />

azionisti che qualche direttore<br />

di Giornale aveva tirato fuori<br />

per speculare sulle ipotesi d<br />

reato di casa Agnelli. Qui il<br />

reato è conclamato, infatti la<br />

difesa pubblica si basa sulla<br />

strategia da "piagnina", da<br />

<strong>com</strong>plotto universale. Per<br />

fortuna c'è ancora qualcuno<br />

che giudica i fatti, e dopo (ma<br />

molto dopo) il colore politico<br />

robedapazzi.ilcannocchiale .it<br />

(Albesta)<br />

è TWITTER<br />

@antefatto #ilfatto<br />

@antefatto:<br />

h t t p : / / s k y w a l ke r b o h . b l o g s p o. . .<br />

il mio blog, che si ispira a voi e<br />

alla Costituzione - Più siamo,<br />

più reagiamo.<br />

( S k y w a l ke r b o h )<br />

@antefatto: Il Fatto, l'unico<br />

giornale che si legge dall'inizio<br />

alla fine e poi si conserva a<br />

futura memoria<br />

(Ilgiramondo)<br />

@antefatto ma lasciamo stare<br />

il presidente: concentriamoci<br />

sempre più sul PD che deve<br />

s<strong>com</strong>prarire per lasciare<br />

posto al nuovo!<br />

( re n b e l l )<br />

@antefatto Ma con tanti con<br />

cui <strong>prende</strong>rsela Napolitano<br />

che è in prima linea potevate<br />

risparmiarlo<br />

(stacollanana)<br />

@antefatto quand'è che sarà<br />

disponibile anche nelle città<br />

più piccole?<br />

(viscido)<br />

@antefatto Morassut:"ci sono<br />

troppi parlamentari", andare a<br />

casa lui, intanto?<br />

D'alema:"Non mi avevano<br />

spiegato che era importante",<br />

EH?!?!<br />

(Nanoalto)<br />

@antefatto minzolini fa quello<br />

che il suo contratto col nano<br />

prevede. E lo fa pure bene.<br />

Sembra la pravda degli anni 80.<br />

(Eu_Rope)<br />

@antefatto lo scudo servirà a<br />

fare rientrare i capitali non<br />

solo dall' estero ma anche dai<br />

materassi italiani degli evasori.<br />

fuck<br />

(AlexPasini)<br />

è FA C E B O O K<br />

L’Antefatto su Facebook<br />

A proposito di scudo fiscale<br />

qualcuno crede che sarà<br />

possibile veder pubblicati i<br />

nominativi di quegli italiani<br />

che, grazie allo scudo fiscale,<br />

riporteranno i <strong>soldi</strong> in italia e<br />

soprattutto quanto ? É una<br />

legittima curiosita'<br />

considerando che dei quattro<br />

o cinque che si sono fatti<br />

'beccare' prima conosciamo<br />

quasi tutto


pagina 18 Martedì 6 ottobre 2009<br />

PIAZZA GRANDE<br />

SCUDO FISCALE, FIRMA PESANTE<br />

di Bruni Tinti<br />

Così il Presidente della Repubblica<br />

ha firmato. Adesso<br />

l’impunità per i criminali<br />

che fanno rientrare il<br />

loro bottino nel nostro Paese è<br />

legge dello Stato. A chi gli chiedeva<br />

di non firmare Napolitano<br />

ha risposto “Ma <strong>dove</strong> sono i profili<br />

di incostituzionalità? E poi è<br />

inutile, che io non firmi non significa<br />

niente, me la rimandano<br />

dopo 15 giorni e debbo firmare<br />

per forza”.<br />

Né la decisione né la motivazione<br />

sono condivisibili. L’art. 74<br />

della Costituzione dice: “il Presidente<br />

della Repubblica, prima<br />

di promulgare la legge, può con<br />

messaggio motivato alle Camere<br />

chiedere una nuova deliberazione;<br />

se le Camere la approvano<br />

nuovamente, questa deve essere<br />

promulgata”. La Costituzione<br />

non dice però che il rinvio<br />

alle Camere può avvenire<br />

solo per ragioni di manifesta incostituzionalità;<br />

si limita a prevedere<br />

che il Presidente può<br />

non firmare una legge. Molti costituzionalisti<br />

ne hanno dedotto<br />

che il Presidente della Repubblica<br />

può sempre rifiutarsi di firmarla.<br />

Nel caso di manifesta incostituzionalità,<br />

il rinvio alle Camere<br />

è un suo preciso <strong>dove</strong>re;<br />

Seneca diceva:<br />

“Ogni concessione<br />

al male è una<br />

<strong>com</strong>plicità nel<br />

male”. Arriva un<br />

momento, per<br />

tutti, in cui questo<br />

insegnamento<br />

b i s og n a<br />

r i c o rd a r s e l o<br />

ma, in tutti gli altri casi in cui la<br />

legge gli sembri ingiusta, il Presidente<br />

della Repubblica ha <strong>com</strong>unque<br />

una responsabilità di<br />

intervento che gli deriva dall’es -<br />

sere l’interprete degli interessi<br />

superiori della Nazione, di ciò<br />

che vi è di permanente, di superiore,<br />

di indiscusso, di <strong>com</strong>une<br />

a tutti nella vita nazionale.<br />

Per questo, quando egli parla, lo<br />

fa in nome del Paese. E le sue<br />

parole hanno un peso terribile:<br />

<strong>com</strong>e ha detto uno dei padri della<br />

Repubblica, Umberto Terracini,<br />

“una parola del Presidente<br />

pesa sulla bilancia più di mille<br />

parole di ognuno di noi”. Allora<br />

Napolitano ha avuto torto quando<br />

ha detto che era inutile non<br />

firmare una legge che la maggioranza<br />

avrebbe approvato <strong>com</strong>unque.<br />

Anche perché si ha<br />

sempre torto quando si rinuncia<br />

a battersi. E poi non sarebbe<br />

stata solo una bella battaglia.<br />

Avrebbe potuto essere una battaglia<br />

vinta.<br />

I<br />

l nuovo scudo fiscale prevede<br />

sostanzialmente due cose:<br />

chi fa rientrare i capitali non<br />

può essere punito per frode fiscale<br />

e falso in bilancio; e le banche<br />

che provvedono alle operazioni<br />

di rientro non devono effettuare<br />

le segnalazioni per le<br />

operazioni sospette previste<br />

dalla normativa antiriciclaggio<br />

che le obbliga a segnalare all’Uf -<br />

ficio italiano cambi i casi in cui<br />

sia probabile che il danaro sia<br />

provento di reato. Così l’Uic<br />

non informerà il Nucleo speciale<br />

di polizia valutaria della Guardia<br />

di Finanza che non svolgerà<br />

le indagini del caso e non le trasmetterà<br />

alla Procura della Repubblica<br />

per il relativo procedimento<br />

penale. Il problema è<br />

che i <strong>soldi</strong> non si distinguono<br />

tra loro: 1.000.0000 di euro proveniente<br />

da una frode fiscale<br />

non ha una targhetta che lo distingua<br />

da un’analoga somma<br />

proveniente da un sequestro di<br />

persona. Sicché, quali siano i<br />

reati che hanno prodotto il bottino<br />

che rientrerà con lo scudo<br />

fiscale non lo può sapere nessuno.<br />

Con la legge firmata dal Presidente<br />

della Repubblica potrà<br />

dunque entrare in Italia senza rischi<br />

penali non solo il provento<br />

di frode fiscale e falso in bilancio;<br />

ma anche il bottino di traffico<br />

di droga, di armi, di donne,<br />

di minori, di immigrati, di sequestri<br />

di persona, di corruzioni,<br />

insomma di tutto i reati che<br />

producono denaro, i cui autori<br />

dovrebbero essere perseguiti e<br />

sanzionati con anni e anni di galera.<br />

Si chiama obbligatorietà<br />

dell’azione penale.<br />

A<br />

llora la domanda è: se la frode<br />

fiscale e il falso in bilancio<br />

sono già “amnistiati” (non è<br />

proprio così ma gli effetti quelli<br />

sono), a che serve prevedere<br />

che le banche non effettuino le<br />

segnalazioni delle operazioni<br />

sospette? Anche se le effettuassero,<br />

e se l’Uic prima e il Nucleo<br />

di Polizia Valutaria dopo scoprissero<br />

frodi fiscali e falsi in bilancio,<br />

la conclusione sarebbe<br />

obbligata: non <strong>dove</strong>rsi procedere<br />

per essere i reati non punibili.<br />

Dunque perché una norma <strong>com</strong>e<br />

questa? Ma è ovvio: in questo<br />

modo si assicura l’impunità<br />

a tutti gli altri delinquenti che si<br />

gioveranno dello scudo fiscale.<br />

I sequestratori di persona, i trafficanti<br />

di vario genere che porteranno<br />

in Italia i loro <strong>soldi</strong>, non<br />

potendo contare su un’esplici -<br />

ta previsione di non punibilità<br />

(la legge la prevede solo per la<br />

frode fiscale e il falso in bilancio)<br />

conseguiranno lo stesso effetto<br />

perché non saranno <strong>com</strong>unque<br />

possibili indagini su di<br />

loro. Insomma, è evidente che<br />

una legge che avesse detto “tut -<br />

ti i reati da cui derivano le somme<br />

che sono rientrate in Italia<br />

con lo scudo fiscale non sono<br />

punibili” sarebbe stata difficile<br />

da far approvare anche per una<br />

maggioranza che ha principi<br />

etici ispirati ai Fratelli della Costa.<br />

Da qui il trucco: non dico<br />

che questi reati non saranno puniti;<br />

però faccio in modo che<br />

non possano essere scoperti.<br />

Ecco, avrebbe dovuto chiedersi<br />

il Presidente della Repubblica,<br />

ma questo non è in contrasto<br />

con l’art. 112 della Costituzione,<br />

<strong>dove</strong> si dice che l’azione penale<br />

è obbligato-<br />

ria? Ma quale obbligatorietà<br />

può esserci<br />

se le leggi della<br />

Repubblica tutelano<br />

in via preventiva<br />

i delinquenti,<br />

permettendo loro<br />

di nascondere le<br />

prove delle malefa<br />

t t e ?<br />

E poi, avrebbe dovuto<br />

chiedersi il<br />

Presidente della<br />

Repubblica, che ne<br />

è del famoso principio<br />

di ragionevolezza<br />

che significa,<br />

sostanzialmente,<br />

bilanciamento degli<br />

interessi costi-<br />

SECONDO TEMPO<br />

tuzionalmente garantiti? Che<br />

c’è, sull’altro piatto della bilancia,<br />

che pesi più dell’art. 112<br />

della Costituzione? E anche più<br />

dell’art. 53, “tutti sono tenuti a<br />

concorrere alle spese pubbliche<br />

in ragione della loro capacità<br />

contributiva.”?<br />

E infine, avrebbe dovuto dubitare<br />

il Presidente della Repubblica,<br />

è conforme ai principi<br />

fondamentali di uno Stato democratico,<br />

farsi riciclatore del<br />

bottino dei più gravi reati perseguiti<br />

dalla <strong>com</strong>unità internazionale,<br />

in violazione dell’ar t.<br />

10 della Costituzione, “L'ordi -<br />

namento giuridico italiano si<br />

conforma alle norme del diritto<br />

internazionale generalmente ric<br />

o n o s c i u t e .”?<br />

Allora non sarebbe stato meglio,<br />

invece che giustificarsi dicendo<br />

“sarebbe stato inutile<br />

non firmare tanto dopo 15 giorni<br />

…”, inviare un messaggio alle<br />

Camere spiegando il rinvio della<br />

legge con la violazione di<br />

principi costituzionali?<br />

Seneca diceva “Ogni concessione<br />

al male è una <strong>com</strong>plicità nel<br />

male”. Era un maestro molto severo<br />

e naturalmente molto s<strong>com</strong>odo.<br />

Ma arriva un momento,<br />

per tutti, in cui questo insegnamento<br />

bisogna ricordarselo.<br />

l<br />

LA STECCA di I N D RO<br />

Distribuiamo a ogni<br />

utente, insieme alla<br />

ricevuta del canone di<br />

abbonamento, una<br />

scheda con questa<br />

domanda: “Siete<br />

soddisfatti del modo in cui<br />

i telegiornali Rai<br />

assolvono il loro servizio<br />

d’infor mazione?<br />

Rispondete con un sì o<br />

con un no”. Se i sì<br />

superano i no, il vertice<br />

viene confermato per un<br />

altro anno. Altrimenti<br />

viene sostituito. Non dico<br />

che questo sistema<br />

guarirebbe l’infor mazione<br />

televisiva da tutti i suoi<br />

vizi, ma la costringerebbe<br />

a renderli meno indecenti<br />

e insolenti. E<br />

coinvolgerebbe nella<br />

responsabilità della sua<br />

soluzione tutti gli utenti,<br />

che non avrebbero<br />

più il diritto di<br />

sentir sene<br />

oltraggiati.<br />

(La Voce, 9 luglio<br />

1994)<br />

noi e loro É di Maurizio Chierici<br />

La P2 che va in tv<br />

P2? Un dentifricio. P2? Una pistola. Risposte all’univer sità<br />

<strong>dove</strong> i ragazzi arrivano senza averne mai sentito parlare.<br />

Ma appena una tesi lo obbliga a cercare, Gianluca Grassi di<br />

Reggio Emilia si avvilisce: “Quando ho scoperto cos’era la<br />

P2, chi erano i protagonisti e cosa sono diventati è finita la<br />

mia giovinezza ed é <strong>com</strong>incia una <strong>com</strong>plicata maturità”.<br />

Daniele Trolio diventa dottore a Macerata ricostruendo gli<br />

anni del “Corriere della Sera” colonizzato da imprenditori,<br />

generali e giornalisti che il venerabile Gelli aveva passato a<br />

fil di spada: “Approfondire le storie nascoste è stata<br />

un’esperienza totale. Ho deciso di appartenere a quel ramo<br />

della società che crede nella democrazia, nell’uguaglianza,<br />

nel rispetto. Senza aver ascoltato i testimoni e frugato negli<br />

archivi non sarei diventato la persona che sono oggi”.<br />

Cresciuti nella plastica tv, i nuovi elettori ignorano su quale<br />

base morale è costruito il governo magari votato. Cancellare<br />

la memoria è il lungo impegno che rafforza la crescita del<br />

consenso berlusconiano. Perché i licei lasciano perdere:<br />

thrilling melmoso, c’è sempre un piduista nelle poltrone del<br />

potere. Mai un’inchiesta a puntate o un film alla Oliver<br />

Stone o un giorno della memoria <strong>com</strong>e per le foibe di Tito e<br />

Mussolini mentre nella foiba P2 annega la democrazia. Non<br />

importa se la P2 ha cambiato nome. I protagonisti sono<br />

quasi arrivati <strong>dove</strong> il Piano rinascita di Licio Gelli aveva<br />

previsto: controllo politico della magistratura, dei giornali e<br />

delle tv, sindacati da dividere, coprifuoco morale con leggi<br />

che aiutano evasori e capitali in fuga. Giornali e tv la<br />

ricordano con parole ermetiche, se la ricordano. E la storia<br />

negata della consorteria che ha costruito l’Italia duemila<br />

imbroglia le scelte e confonde i pensieri. Il risveglio susciterà<br />

tragedie personali. E’ successo in Cile appena i ragazzi<br />

hanno scoperto chi era Pinochet. Come nella dittatura<br />

cilena, l’arrampicata P2 elimina e schiaccia chi non porta il<br />

grembiule della sua massoneria.<br />

La notte blu di Carlo Lucarelli (Rai3) ha spiegato tante<br />

cose a chi non sapeva. P2 non confusa nelle urla dei<br />

dibattiti e nelle alzate di spalle di Cicchitto e Berlusconi:<br />

“vecchie bugie, noi non c’entriamo”. Innocenti per gli<br />

attentati alla stazione di Bologna, treni sull’Appennino,<br />

delitti Pecorelli, Calvi, eccetera, ma la <strong>com</strong>pagnia era quella<br />

e non l’hanno mollata ma ri<strong>com</strong>posta chissà con<br />

quale nome. Lucarelli ha messo in scena la storia<br />

della P2 con la tranquillità pedagogica di chi vuole<br />

informare e non provocare. L’esperienza del<br />

giallista ha ordinato la cronaca in un racconto<br />

lineare senza colpi di scena. Grande storia che non<br />

può esaurirsi in una serata Tv: è l’invito agli<br />

insegnanti di rivederla nelle aule per aiutare i<br />

ragazzi a capire. Tenendo conto di ciò che il<br />

distacco di Lucarelli non è riuscito a dire, devo<br />

aggiungere che Berlusconi finge di ridere sulla P2,<br />

ma nei primi giorni delle rivelazioni ha distribuito<br />

querele ed è sempre stato condannato: tribunali di<br />

Venezia, Roma, Milano. L’escort che i suoi<br />

obbedienti massacrano su ordinazione, in fondo é<br />

solo il diversivo che aiuta a nascondere le trame<br />

dei cappucci sempre più neri.<br />

m c h i e r c i 2 @ l i b e ro . i t<br />

LODO, PERICOLI NASCOSTI<br />

di Mario Càristo (*)<br />

R i nv i a re<br />

il processo significa<br />

conser vare<br />

all'imputato<br />

un potere<br />

dal quale, sulla base<br />

dell'esperienza<br />

concreta, potrebbe<br />

<strong>prende</strong>re origine<br />

una catena<br />

di gravi abusi<br />

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (FOTO EMBLEMA)<br />

Domani la Corte Costituzionale<br />

dirà se è legittima la legge Alfano<br />

che rinvia i processi penali nei<br />

quali, occasionalmente, è ora<br />

imputato il detentore di una delle alte<br />

cariche in essa indicate. Due tesi si<br />

contrappongono. Quella dell'Avvocatura<br />

dello Stato, secondo la quale il rinvio<br />

sarebbe giustificato dall'interesse<br />

pubblico preminente a non disturbare<br />

l'esercizio delle alte funzioni istituzionali<br />

conferite all'imputato. Quella dei<br />

difensori dell'imputato, secondo cui la<br />

gravosità delle funzioni<br />

istituzionali di<br />

alto livello rendereb-<br />

be difficile all'imputato<br />

il pieno esercizio<br />

del diritto di difesa.<br />

N<br />

essuno ha pensato<br />

che esiste un altro<br />

interesse, anch'<br />

esso pubblico, e secondo<br />

vasta opinione<br />

anche preminente,<br />

e cioè l'interesse<br />

della collettività a sapere<br />

rapidamente, in<br />

esito al processo penale,<br />

se l'imputato è<br />

degno di esercitare le<br />

alte funzioni di cui è<br />

investito. La tesi del-<br />

l'Avvocatura è molto debole. Bisogna<br />

premettere che la Corte Costituzionale<br />

ha dichiarato illegittime due disposizioni<br />

in materia di rimessione dei<br />

processi e di ricusazione del giudice<br />

(sentenze 353/1996 e 10/1997) osservando,<br />

sulla base di una ipotizzabilità<br />

teorica e, insieme, di una diffusa esperienza<br />

concreta, che esse potevano essere<br />

sfruttate dai difensori per abusare<br />

del processo mediante strategie ritardatrici<br />

miranti a far maturare la prescrizione<br />

del reato. Ora, l'esperienza<br />

di questi ultimi anni ha reso evidente<br />

che il medesimo abuso con il medesimo<br />

obiettivo è stato posto in essere<br />

da una delle alte cariche indicate nella<br />

legge Alfano adducendo impegni istituzionali<br />

e ignorando quella “leale colla<br />

borazione” fra i poteri dello Stato,<br />

che la Corte Costituzionale ha indicato<br />

<strong>com</strong>e galateo di correttezza che dovrebbe<br />

indurre l'imputato con funzioni<br />

istituzionali di alto livello a conciliare<br />

queste con l'esigenza che il processo<br />

penale si svolga in tempi ragionevoli<br />

per sottrarsi alla patologia<br />

estintiva della prescrizione.<br />

Ma vi sono stati abusi molto più gravi.<br />

L'imputato, avvalendosi del potere di<br />

fatto esercitato su una straripante maggioranza<br />

parlamentare devota e servizievole,<br />

ha ottenuto da questa leggi mirate<br />

a sottrarre lui e altri al processo<br />

penale, cioè leggi corrispondenti alla<br />

fattispecie del favoreggiamento perso-<br />

nale (art.378 codice penale), e quindi<br />

leggi oggettivamente criminali, fino al<br />

punto da modificare una norma di diritto<br />

penale sostanziale per renderla<br />

inapplicabile a lui (falso in bilancio).<br />

Sono rilievi non riferibili esclusivamente<br />

alla persona attualmente imputata.<br />

Anche in futuro potrebbe esservi<br />

una diversa grande maggioranza parlamentare<br />

disposta a salvare un' alta carica<br />

mediante leggi ad personam.<br />

R<br />

inviare il processo significa quindi<br />

conservare all'imputato un potere<br />

dal quale, sulla base dell'esperienza<br />

concreta, potrebbe <strong>prende</strong>re origine<br />

una catena di gravi abusi. Tutto ciò basta<br />

per fare ritenere illegittima la legge<br />

Alfano. Alla tesi dei difensori, secondo<br />

cui far proseguire il processo renderebbe<br />

difficile l'esercizio del diritto di<br />

difesa, si può rispondere richiamandosi<br />

a una consuetudine diffusa in tutti gli<br />

Stati di diritto, vale a dire in tutti i Paesi<br />

con elevata civiltà giuridica: la consuetudine<br />

delle dimissioni, con le quali la<br />

difesa è facilitata e il prestigio della funzione<br />

di alto livello è preservato.<br />

E' una consuetudine necessaria, ineludibile,<br />

che costituisce esplicazione<br />

concreta di quello che esattamente<br />

cento anni fa Santi Romano definì<br />

"principio di correttezza costituzionale"<br />

.<br />

(*) Procuratore Generale Onorario presso<br />

Corte Suprema di Cassazione


Martedì 6 ottobre 2009 pagina 19<br />

MAIL B OX<br />

Vergogna Minzolini<br />

per il Tg spazzatura<br />

E’ agghiacciante constatare che il<br />

primo telegiornale del servizio<br />

pubblico, il Tg1, si è ridotto a una<br />

pagliacciata. Grazie al <strong>com</strong>itato<br />

di redazione per aver alzato la testa,<br />

ridicolizzando quell’imbarazzante<br />

direttore che si ritrovano.<br />

Rai a rotoli, opposizione a<br />

rotoli, Italia a rotoli.<br />

Matteo<br />

Tre domande<br />

a Berlusconi su Messina<br />

Inutile dirvi che ho tutti i numeri<br />

del Fatto usciti in edicola, e che<br />

non mi sono abbonato solo perchè<br />

mi sposto (in Italia) per lavoro<br />

quasi tutti i giorni.<br />

Voglio dire solo questo:<br />

riguardo al disastro di Messina,<br />

sia il presidente Silvio Berlusconi<br />

che i suoi dicono che "era un fatto<br />

annunciato".<br />

Tre domande:<br />

1) Perchè non è stato fatto niente<br />

se si sapeva che poteva succ<br />

e d e re ?<br />

2) Perchè s'invoca la costruzione<br />

del ponte sullo Stretto, che non<br />

ser virebbe?<br />

3) Perchè tutti quei <strong>soldi</strong> a Catania<br />

per risanare il bilancio del<br />

<strong>com</strong>une (solo perchè c'è Scapagnini<br />

che è il<br />

medico di Berlusconi)?<br />

Ad majora.<br />

Alvaro Cardarelli<br />

Il premier, Michelle<br />

e le gaffe insopportabili<br />

Il presidente del Consiglio Silvio<br />

Berlusconi ce la sta mettendo<br />

davvero tutta per rovinare <strong>com</strong>pletamente<br />

i rapporti tra Italia e<br />

America. Dopo il "bacio mancato"<br />

di Michelle Obama, di ritorno<br />

in Italia, Berlusconi (in occasione<br />

della festa del Pdl) di fronte<br />

ad una platea osannante, se ne è<br />

uscito con una delle sue solite e<br />

bieche battute: “vi devo portare<br />

tanti saluti da un signore abbronzato<br />

che si chiama Barack Obama.<br />

In spiaggia ci vanno in due ,<br />

perché è anche abbronzata la<br />

moglie Michelle !”.<br />

Ecco le reazioni dei giornali stranieri:<br />

Timesonline- La maggior parte<br />

dei leader mondiali cercano di<br />

evitare gaffes a ripetizione. Berlusconi<br />

no.<br />

LeMonde.fr- Berlusconi evoca<br />

ancora "l'abbronzatura" del presidente<br />

degli Stati Uniti, Obama,<br />

e di sua moglie Michelle.<br />

The Washington Post- Il presidente<br />

Silvio Berlusconi continua<br />

a parlare dell’abbronzatura di<br />

Obama, e questa volta ha fatto<br />

una battuta salace anche sul colore<br />

della pelle di Michelle Obama.<br />

Non so voi, ma io sono stanco di<br />

queste figuracce. Berlusconi è<br />

un uomo volgare.<br />

V i n c e n zo<br />

Pd, Poco Democratici:<br />

arriva il partito dei polli<br />

Non solo i P(oco) D(emocratici)<br />

dirigenti dell'unico partito che è<br />

stato votato da noi, se non per<br />

governare almeno per fare opposizione,<br />

emulano sempre più<br />

"i polli di Renzo" perchè non trovano<br />

di meglio che beccarsi fra di<br />

loro, ma desertano pure il Parlamento<br />

e permettono ad una<br />

legge scandalo di essere approvata<br />

per pochissimi voti.<br />

Mi sai dare, per favore, almeno<br />

IL FATTO QUOTIDIANO<br />

via Orazio n. 10 - 00193 Roma<br />

l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />

La vignetta<br />

una ragione per la quale sarebbe<br />

opportuno votarli alle prossime<br />

elezioni?<br />

Un abbraccio,<br />

Sergio Negri<br />

Se tutti gli insulti<br />

vanno alla D’Addario<br />

Ho visto la puntata di Annozero<br />

tanto discussa per la presenza<br />

della D'Addario. Mi intristisce<br />

vedere che dopo le battaglie (e<br />

vittorie) del femminismo in questo<br />

Paese, le fondamenta stesse<br />

dell'Italia maschilista di un tempo<br />

non sono state scalfite, sono<br />

ancora lì, intatte. In trasmissione<br />

hanno ripetuto fino allo sfinimento<br />

che la D'Addario è una<br />

escort e abbiamo visto Belpietro<br />

e il vicedirettore del Giornale, e<br />

addirittura una giovane del Pdl,<br />

insultarla e screditarla. L’idea di<br />

fondo è: la prostituta va emarginata,<br />

ripudiata, mentre i "padri di<br />

famiglia" che la pagano e la sfruttano<br />

sono tutti implicitamente<br />

giustificati. In questo caso il pappone<br />

(Tarantini) è stato accusato<br />

di tante brutte cose, tranne<br />

che di sfruttare delle donne per<br />

avere potere e <strong>soldi</strong>, e quello che<br />

è stato sottilmente definito<br />

l'"utilizzatore finale", emerge <strong>com</strong>e<br />

una vittima innocente. Con<br />

questo non voglio giustificare le<br />

donne che usano il proprio corpo<br />

per fare carriera o guadagnare<br />

(per altro di certo in Italia oggi<br />

non c'è bisogno di fare la escort<br />

per ricadere in questa categoria,<br />

<strong>com</strong>e diceva giustamente la<br />

D'Addario), c'è però una differenza<br />

sostanziale, che in buona<br />

fede non è possibile non vedere,<br />

tra la donna che si vende per disperazione,<br />

o per <strong>soldi</strong>, o per<br />

ambizione, e il potente che sfrutta<br />

la sua posizione privilegiata<br />

per instaurare il sistema: favori e<br />

<strong>soldi</strong> in cambio di sesso. Quando<br />

L’abb o n at o<br />

del giorno<br />

MASSIMILIANO RUSSO<br />

Buon <strong>com</strong>pleanno a<br />

Massimiliano! Il festeggiato<br />

si è presentato ieri mattina<br />

nella redazione del Fatto<br />

con una scatola di cioccolatini<br />

(divorati in un<br />

lampo) per ringraziarci del<br />

giornale. E’ stato quindi<br />

votato all’uninanimità<br />

“abbonato del giorno”.<br />

Massimiliano lavora a Roma<br />

in una portineria, e ha<br />

montato sul muro<br />

d’ingresso una teca <strong>dove</strong><br />

“ogni<br />

mattina<br />

metto<br />

una<br />

copia<br />

del<br />

Fatto”.<br />

Raccontati<br />

e manda una foto a:<br />

a bb o n a t o d e l g i o r n o @<br />

i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />

quest'uomo è un politico, e si<br />

mette nella posizione di essere<br />

ricattabile il suo <strong>dove</strong>re è fare un<br />

passo indietro e dimettersi. In<br />

ogni caso in Italia tutto torna: <strong>com</strong>e<br />

ci dicono il ministro Carfagna<br />

e il suo staff, le donne di strada<br />

vanno multate o arrestate, gli<br />

uomini che le sfruttano e le pagano<br />

no. Così la D'Addario non<br />

ha, o non ha più, una reputazione,<br />

e può essere pubblicamente<br />

massacrata dallo stesso manipolo<br />

di uomini che giustificano poi<br />

Berlusconi, della cui reputazione<br />

IL FATTO di ieri 6 Ottobre 1967<br />

San Francisco, una giornata tiepida d’autunno. Nel<br />

quartiere di Haight-Ashbury, cuore della controcultura<br />

underground, i ragazzi del ’65, i Flowers Children , danno il<br />

via al Death of Hippie, morte e funerale degli yippies,<br />

performance provocatoria d’addio al movimento,con tanto<br />

di annunci mortuari agli angoli delle strade, grande bara<br />

scoperta con manichino agghindato, poster e foto dei figli<br />

della hippie revolution. “Questo mondo non ci piace. Siamo<br />

nati per cambiarlo e il consumismo ha scoperto che anche<br />

la nostra voglia di cambiamento può diventare merce. Per<br />

questo il movimento è morto e oggi lo ac<strong>com</strong>pagniamo nel<br />

suo ultimo viaggio.” Contro lo sfruttamento <strong>com</strong>merciale<br />

della propria immagine, una tribù in lutto guidata dai<br />

Diggers, celebra le proprie esequie simboliche. Ultimo atto<br />

della Psychedelic generation, nata sull’onda del Peace &<br />

Love, della ribellione a ritmo di acid-rock, della grande<br />

utopia giocata sul filo del trip lisergico collettivo. Finita la<br />

stagione d’oro della Summer Love, dei riti sperimentali di<br />

massa,dell’euforia naif per la “c onosc enza<br />

trasc endentale”,l’epoca del “flower power”, sacrificata al<br />

business, chiuderà la sua stagione in quel 6 ottobre ’6 7.<br />

Giovanna Gabrielli<br />

SECONDO TEMPO<br />

7<br />

Furio Colombo<br />

Gentile Colombo,<br />

mi sono rivolto ai ministri,<br />

alla presidenza della Repubblica, al<br />

mio <strong>com</strong>une di residenza e a tutti i<br />

tipi di istituzioni. Ho perso la<br />

speranza. Nessuno si è degnato di<br />

aiutarmi nè di rispondermi, pur<br />

avendo io spiegato in quale<br />

situazione mi trovo: ho 59 anni,<br />

quindi nessun datore di lavoro mi<br />

assume più, perchè cercano i<br />

giovani. Al contempo, non ho<br />

ancora i requisiti per poter<br />

accedere alla pensione - i 33 anni di<br />

contributi versati- nè ho alcun<br />

ammortizzatore sociale. Che<br />

schifo di paese è ormai questo,<br />

<strong>dove</strong> contano solo le bugie e le<br />

false promesse ? Sono un uomo<br />

sulla soglia di mettere fine a questo<br />

tormento. Parlano addirittura di<br />

allungare l’età pensionabile, per<br />

quale motivo, per allungare la<br />

sofferenza di una famiglia? Ho due<br />

bambini di 9 e 8 anni e tante volte<br />

mi vergogno a dire loro sempre e<br />

solo “no”. Tutto questo uccide<br />

lentamente, non è vero quello che<br />

dice il caro ministro Tremonti che<br />

“tutti saranno protetti”. E’ una<br />

bugia spudorata, non si può tradire<br />

così le persone che chiedono<br />

soltanto di poter lavorare, di avere<br />

una vita dignitosa, di non vivere nel<br />

terrore di un nuovo giorno senza<br />

cibo e senza casa. Pago 500 euro<br />

d’affitto e fino ad oggi sono riuscito<br />

a far fronte a questa spesa grazie al<br />

buon cuore di mia madre, che ha<br />

non ci si preoccupa affatto.<br />

Camilla Maiani<br />

Caro Pd, ai miei tempi<br />

si votava anche in stampelle<br />

Sono un iscritto al Pd, ex<br />

Pci-Pds-Ds. Considero le assenze<br />

dei nostri parlamentari alle<br />

votazioni sullo scudo fiscale gravissime,<br />

non ci sono scuse che<br />

tengano. Ai miei tempi ci si andava<br />

anche con le stampelle, a<br />

votare. Oggi ho partecipato alla<br />

manifestazione in pizza del Popolo,<br />

perchè sentivo il <strong>dove</strong>re di<br />

far sentire la mia protesta. Ricordo<br />

quando i padroni, durante gli<br />

scioperi, schedavano e punivano<br />

chi partecipava alle rivendicazioni.<br />

Noi usavamo lo sciopero non<br />

<strong>com</strong>e un’arma di ricatto, ma <strong>com</strong>e<br />

giusta rivendicazione, regolamentando<br />

anche le forme di<br />

lotta. Desidero proporre al Pd<br />

non ammonizioni ai parlamentari<br />

assenti, ma di pubblicare alle<br />

prossime elezioni la lista di chi<br />

era assente, con nomi e cognomi.<br />

Roberto Ghisotti<br />

Diritto di Replica<br />

Mi chiamo Lavatore<br />

sono un professionista<br />

Al titolo “Mi chiamo Lavatore,<br />

risolvo problemi” bene si appaia<br />

“Mi chiamo Tecce, invento articoli”.<br />

Grave per un giornalista de<br />

“Il Fatto”, manipolare fatti, riportando<br />

una conversazione informale<br />

attribuendomi contenuti<br />

falsi ed espressioni in ‘burinese’<br />

che non mi appartengono.<br />

Scrive Tecce che avrei detto fra<br />

tante altre stupidaggini. “Alle<br />

cinque ero in macchina. Stanno<br />

scassando la strada…Ho il testimone.<br />

Chieda al mio autista”.<br />

Non ho l’autista e non ho usato il<br />

termine ‘s c a s s a re ’ r i fe re n d o m i<br />

ai lavori stradali in corso sulla<br />

A DOMANDA RISPONDO<br />

QUANTI SONO IN ITALIA<br />

I DISPERATI SENZA NOME<br />

84 anni. Se qualche politico decede<br />

di preoccuparsi dei veri problemi<br />

della gente e di togliersi la coda di<br />

paglia mi può chiamare, per<br />

sentire <strong>com</strong>e sto e <strong>com</strong>e stiamo in<br />

tanti. Ci sarò. Grazie,<br />

Franco Conte<br />

IL CASO di Franco Conte è<br />

esemplare in un paese in cui si immagina<br />

che tutte le vicende, tutti i destini siano<br />

“d e n t ro ” il dibattito politico. Questo è un<br />

documento. E’ la voce di un cittadino che è<br />

“fuor i” della nostra politica, <strong>com</strong>presa<br />

l’avventura “buona” di chi intende stare<br />

dalla parte del lavoro. I passaggi, <strong>com</strong>e in<br />

un mortale gioco alla sopravvivenza sono:<br />

perdita del lavoro, niente pensione<br />

(mancano due anni), niente<br />

ammortizzatori (mancano decreti), niente<br />

aiuti per figli e famiglia (basta ripetere la<br />

parola “fa m i g l i a ” per sentire la falsità di<br />

molta politica), il silenzio dei ministri, che<br />

non rispondono o non hanno niente da dire.<br />

Un tratto tipico della “cattiva politica”, ma<br />

non solo. E’ la caduta in uno spazio vuoto,<br />

senza appigli, senza risorse, senza alcun<br />

rifugio, neppure la casa che costa troppo.<br />

La terribile domanda è: Quanti sono i<br />

Franco Conte in Italia? E quanto si<br />

aspetterà a battersi per la loro salvezza?<br />

Possiamo chiedere una risposta sia a<br />

Gugliemo Epifani sia a Renata Polverini<br />

(visto che Bonanni e Angeletti hanno altro<br />

da fare con Brunetta)?<br />

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano<br />

00193 Roma, via Orazio n. 10<br />

l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />

Nomentana. Così <strong>com</strong>e non ho<br />

detto magnà, ahò, ner trafico,<br />

nun me ricordo, nun <strong>prende</strong>va er<br />

cellulare, ecc. Sono laureato a<br />

pieni voti in Lettere, svolgo docenza<br />

universitaria, all’eta di 23<br />

anni sono stato assunto per concorso<br />

alla Rai, <strong>dove</strong> ho maturato<br />

un’esperienza diversificata nella<br />

produzione, organizzazione, gestione<br />

risorse umane, pianificazione<br />

economica e mezzi, fino a<br />

meritare la vicedirezione di Rai<br />

Due. E’ vero che risolvo problemi<br />

ma non quelli di Tecce - forse<br />

un giovane precario - che per<br />

farsi pubblicare un articolo ha bisogno<br />

di inventare un personaggio<br />

‘t ro g l o d i t a ’ che non esiste. E<br />

meglio cambiare mestiere se per<br />

scrivere si arriva a svendere se<br />

stessi tradendo la professione<br />

giornalistica.<br />

dott. Massimo Lavatore<br />

Ho scritto solo quello che ho<br />

sentito, difatti il dott. Lavatore<br />

non smentisce nulla.<br />

Carlo Tecce<br />

Il copyright<br />

dell’Adnkronos<br />

Nell’articolo pubblicato domenica<br />

4 ottobre, dal titolo “Caccia<br />

all’oro dei Taliban”, a firma di<br />

Craig Whitlock, il copyright<br />

<strong>com</strong>pleto è Washington Post/<br />

distribuzione Adnkronos.<br />

A d n k ro n o s<br />

Errori di battitura<br />

e precisazioni<br />

Per uno spiacevole errore di battitura,<br />

nell’articolo pubblicato<br />

domenica 5 ottobre dal titolo<br />

“La fine del parlamento” a firma<br />

di Furio Colombo, appare questa<br />

frase: “Infatti mai nessuno si è<br />

allontanato dal partito di Berlusconi<br />

tranne la mafia e Guzzanti”.<br />

In realtà si tratta di La Malfa (e<br />

non la mafia).<br />

Per un altro errore di battitura,<br />

la rubrica quotidiana “Il fatto di<br />

ieri”, a cura di Giovanna Gabrielli,<br />

sabato 4 ottobre portava la firma<br />

“Giovanni Gabrielli”. Ce ne<br />

scusiamo con l’autrice .<br />

Direttore responsabile<br />

Antonio Padellaro<br />

Caporedattore Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez<br />

Progetto grafico Paolo Residori<br />

Redazione<br />

00193 Roma , Via Orazio n°10<br />

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sito: www.ilfattoquotidiano.it<br />

Editoriale il Fatto S.p.A.<br />

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Presidente e Amministratore delegato<br />

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Resp.le del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Antonio Padellaro<br />

Chiusura in redazione ore 20.00<br />

Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599


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