Dica dove prende i soldi! - Funize.com
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La Costituzione non prevede leggi personali. Anche per<br />
i vertici dello Stato. La Consulta esiste per questo<br />
Mar tedì 6 ottobre 2009 – Anno 1 – n° 12<br />
Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Roma<br />
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230<br />
lodi, prima o poi, vengono al pettine. Lui infatti<br />
è “allibito” per l’“enormità giuridica”. Anche<br />
perché stavolta deve sborsare lui: nemmeno un<br />
Previti o un Tarantini che paghi al posto suo.<br />
Trombettieri e house organ, da Libero al<br />
Giornale, delirano di “giustizia a orologeria”,<br />
senza peraltro precisare in quali giorni<br />
dell’anno i giudici possono permettersi di<br />
sentenziare senza arrecare troppo disturbo, ed<br />
eventualmente da che ora a che ora. Sono<br />
troppo impegnati a indagare sulle<br />
sardanapalesche fortune di Patrizia D’Addar io.<br />
Ecco, lei ha il <strong>dove</strong>re di rispondere. Mica è<br />
presidente del Consiglio.<br />
w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />
“Berlusconi è<br />
corresponsabile della<br />
vicenda corruttiva”.<br />
É scritto nella<br />
motivazione del giudice<br />
civile di Milano che ha<br />
condannato Fininvest a<br />
risarcire De Benedetti.<br />
Il ruolo del cavaliere nella<br />
<strong>com</strong>pravendita del verdetto che gli<br />
regalò la Mondadori. La Consulta<br />
decide se far saltare l’impunità del<br />
p re m i e r. Mascali e Travaglio pag. 3 e 4 z<br />
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00<br />
Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)<br />
Art. 1 <strong>com</strong>ma 1 Roma Aut. 114/2009<br />
IL CORRUTTORE CON LODO<br />
Ma lui resta premier e Previti avvocato<br />
I LODI AL PETTINE<br />
di Marco Travaglio<br />
<strong>dove</strong> <strong>prende</strong> i <strong>soldi</strong>!”, intimava<br />
l’altra sera il <strong>com</strong>missario capo<br />
Maurizio Belpietro a Patrizia<br />
“<strong>Dica</strong><br />
D’Addario, di professione escort. E’<br />
la stessa domanda che decine di magistrati (e<br />
perfino qualche giornalista, perlopiù straniero)<br />
tentano di porre a un signore che svolge mansioni<br />
lievemente più pubbliche di quelle della squillo<br />
di Palazzo Grazioli. Solo che lui, diversamente da<br />
lei, non risponde. In una memorabile vignetta di<br />
Altan, un tizio gli chiede perché non risponda alle<br />
dieci domande di Repubblica e lui sbotta: “Ma<br />
perché non posso, cazzo!”. Ecco, lui non può.<br />
Mai. Non può a proposito di minorenni e<br />
prostitute. Non può, a maggior ragione, sulla<br />
provenienza dei suoi capitali. Nessuno ha mai<br />
saputo chi si nascondesse dietro la sua prima<br />
società, Edilnord Sas, nata nel 1963 con due soci<br />
ac<strong>com</strong>andanti: il banchiere Carlo Rasini e il<br />
<strong>com</strong>mercialista svizzero Carlo Rezzonico (in<br />
rappresentanza della misteriosa finanziaria<br />
luganese Finanzierungesellshaft fur Residenzen<br />
Ag). Stessa scena nel ‘73, quando fondò la<br />
Italcantieri Srl grazie ad altre due misteriose<br />
fiduciarie ticinesi, la Cofigen e la Eti AG Holding.<br />
Nessuna risposta, motivi di privacy. I giudici di<br />
Palermo hanno accertato che, fra il 1975 e l’83,<br />
mentre venivano su la P2, Milano2, Canale5,<br />
Rete4 e Italia1, misteriosi benefattori gli<br />
versavano l’equivalente di 300 milioni di euro,<br />
parte in contanti, per ricapitalizzare la quarantina<br />
di finanziarie (Italiana1,2,3 ecc) che<br />
controllavano la Fininvest. Secondo un finanziare<br />
amico di Dell’Utri, Filippo Alberto Rapisarda, e<br />
alcuni mafiosi pentiti, quelli erano <strong>soldi</strong> investiti<br />
dal boss Stefano Bontate nei cantieri e nelle tv.<br />
“La Padania”, quando la Lega era una cosa seria,<br />
chiese lumi con dieci domande un tantino più<br />
suggestive di quelle di Repubblica: “Berlusconi<br />
rispondi: sei un mafioso?”, cose così.<br />
Poi Bossi tornò all’Ovile delle Libertà e<br />
dall’archivio online della Padania s<strong>com</strong>parvero<br />
intere prime pagine: quelle. Nel 2002 il<br />
Tribunale di Palermo che stava processando<br />
Dell’Utri per mafia andò in processione a<br />
Palazzo Chigi per interrogare Berlusconi e<br />
porgli la fatidica domanda: Cavaliere, chi le ha<br />
dato i <strong>soldi</strong>? Lui si avvalse della facoltà di non<br />
rispondere. “Perché non posso, cazzo!”.<br />
Intanto si scopriva che aveva pure accumulato<br />
1500 miliardi di lire di fondi neri su 64 società<br />
off-shore, ma lui mandò in prescrizione il reato<br />
con l’apposita riforma del falso in bilancio. Ora<br />
deve rispondere al Tribunale di Milano di aver<br />
intascato 170 milioni di dollari dalle casse delle<br />
sue società offshore, sottraendo al fisco<br />
almeno 130 miliardi di lire: anzi dovrebbe,<br />
perché è coperto dal lodo Al Nano. Almeno<br />
fino a oggi. Purtroppo il lodo non copre gli<br />
effetti civilistici della sentenza <strong>com</strong>prata per<br />
ribaltare l’altro lodo, il Mondadori, così il<br />
p ove r ’uomo dovrà restituire 750 milioni che si<br />
era messo in tasca inavvertitamente. Tutti i<br />
A L L’AT TA C C O x IL CORO DEGLI UOMINI DEL CAPO<br />
La destra perde la testa<br />
invoca la piazza e il golpe<br />
ng re c i a<br />
La vittoria dei<br />
socialisti<br />
di Papandreu<br />
Citati e Perrelli pag. 9z<br />
nmessina<br />
Il disastro<br />
e le promesse<br />
mancate Fierro a pag. 7z<br />
Da Capezzone<br />
a Cicchitto,<br />
passando per<br />
Gasparri. Quello che<br />
il Cav. non dice (E<br />
loro purtroppo sì)<br />
di Luca Telese<br />
Manca solo la parola<br />
“go l p e ”. Ma è <strong>com</strong>e<br />
se il premier e i suoi<br />
uomini ci girassero<br />
intor no pag. 5 z<br />
Cesare Previti<br />
e Silvio Berlusconi.<br />
In alto, Angelino<br />
A l fan o (FOTO ANSA)<br />
C AT T I V E R I E<br />
Berlusconi su Annozero:<br />
"È inaccettabile che la Rai<br />
inviti una prostituta".<br />
Martedì a Uno Mattina:<br />
"Presidente, questa è<br />
casa sua".<br />
( w w w. s p i n o z a . i t )<br />
Punta Corsara - Fondazione Campania dei Festival<br />
e minimum fax presentano<br />
TERRE IN DISORDINE<br />
RACCONTI E IMMAGINI DELLA CAMPANIA DI OGGI<br />
a cura di MAURIZIO BRAUCCI e STEFANO LAFFI<br />
la Feltrinelli • Libri e Musica<br />
Piazza dei Martiri, Napoli<br />
Oggi alle 18.00<br />
presentazione del volume<br />
y(7HC0D7*KSTKKQ( +;!=!z!"!.<br />
Udi Marco Lillo<br />
L’ORDINE<br />
NON RADIA<br />
CE SARE<br />
Avvocato Cesare Previti.<br />
Iscritto all’albo dal<br />
18 dicembre 1958,<br />
cassazionista dal 1973.<br />
Punto. Questo è tutto quello<br />
che troverete nell’albo<br />
dell’Ordine degli Avvocati<br />
sul conto del legale di Silvio<br />
Berlusconi. pag. 2 z<br />
Udi Bruno Tinti<br />
SCUDO<br />
UNA FIRMA<br />
PE SANTE<br />
Così il Presidente della<br />
Repubblica ha firmato.<br />
Adesso l’impunità per i<br />
criminali che fanno<br />
rientrare il loro bottino nel<br />
nostro Paese è legge dello<br />
Stato. A chi gli chiedeva di<br />
non firmare Napolitano ha risposto.<br />
pag. 18 z<br />
Udi Elisabetta Reguitti<br />
IL LAVORO<br />
C HE<br />
NON C’È PIÙ<br />
Alla fine quelli della Innse<br />
di Milano, forse, ci<br />
sono riusciti. La sottoscrizione<br />
dell’ultimo<br />
passaggio (dei tre previsti<br />
nell’accordo raggiunto ad<br />
agosto) sembra aver definitivamente<br />
scritto la parola<br />
“fi n e ” sulla storia della fabbrica<br />
pag. 8 z<br />
Udi Oliviero Beha<br />
OGNI<br />
MALED ETTA<br />
DOME NICA<br />
Verba volant. La notizia<br />
che un autentico signore<br />
del calcio <strong>com</strong>e il<br />
presidente del Napoli,<br />
Aurelio De Laurentiis, voglia<br />
cacciare il suo allenatore<br />
non è una notizia.<br />
pag. 15 z
Martedì 6 ottobre 2009 pagina 2<br />
La settimana che decide<br />
le sorti processuali<br />
di Berlusconi<br />
Parte oggi la settimana decisiva per il<br />
presidente del Consiglio, Silvio<br />
Berlusconi. Martedì 6 ottobre: la<br />
Consulta apre la discussione sul lodo Alfano, per<br />
giudicarne la costituzionalità che, se venisse bocciata,<br />
potrebbe portarlo -<strong>com</strong>e lui stesso ha dichiarato- a<br />
elezioni anticipate (oltre che ad essere processato).<br />
Mercoledì 7 ottobre: l’ingegner Carlo De Benedetti<br />
notificherà la sentenza che impone il risarcimento<br />
alla sua holding per un ammontare di 750 milioni di<br />
euro (relativa al lodo Mondadori) chiedendone<br />
l’esecutività (quindi i <strong>soldi</strong>). Nelle motivazioni si dice<br />
anche che Berlusconi è “corresponsabile della<br />
vicenda corruttiva”. Giovedì 8 ottobre: la<br />
trasmissione Annozero ospiterà Massimo<br />
Ciancimino, figlio di Vito, l’ex sindaco mafioso di<br />
l’accusa, l’avvo -<br />
cato Livia Rossi, il<br />
processo si è concluso<br />
con la sanzione<br />
più grave:<br />
la radiazione. La<br />
decisione risale<br />
al 27 maggio del<br />
2008 ma ovviamente<br />
è stata appellata<br />
davanti al<br />
Consiglio nazionale<br />
forense che<br />
da un anno e tre mesi sta studiando<br />
la causa. Il presidente<br />
del Consiglio nazionale, Guido<br />
Alpa, contattato ieri dal nostro<br />
giornale, non è riuscito a trovare<br />
il tempo per rispondere.<br />
In conclusione, sul fronte<br />
Imi-Sir, per ora, l’avvocato Previti<br />
è salvo. Non va meglio se si<br />
Palermo. Massimo, 5 anni per riciclaggio dei <strong>soldi</strong> del<br />
padre, ha rivelato nuovi retroscena delle stragi di<br />
mafia e che il boss Bernando Provenzano chiedeva<br />
nel 1994 a Berlusconi di mettere a disposizione di<br />
Cosa Nostra una delle sue reti televisive. Venerdì 9<br />
ottobre: presso la seconda corte d’appello a Milano,<br />
si riapre il processo a David Mills, condannato in<br />
primo grado per essere stato corrotto da Berlusconi.<br />
PREVITI È ANCORA AVVOCATO<br />
Condannato a sette anni e mezzo<br />
in due processi, non è stato radiato dall’o rd i n e<br />
di Marco Lillo<br />
Avvocato Cesare Previti.<br />
Iscritto all’albo dal 18 dicembre<br />
1958, cassazionista<br />
dal 1973. Punto. Questo<br />
è tutto quello che troverete<br />
sull’albo dell’Ordine degli Avvocati<br />
sul conto del legale di<br />
Silvio Berlusconi, condannato<br />
per ben due volte con sentenza<br />
definitiva per avere <strong>com</strong>prato i<br />
g iudici.<br />
I processi Imi-Sir e Lodo Mondadori<br />
che lo hanno visto protagonista<br />
hanno macchiato il<br />
suo casellario giudiziario ma<br />
non hanno lasciato traccia sulla<br />
fedina professionale del legale<br />
della Fininvest. Cesare Previti,<br />
nonostante sia stato condannato<br />
<strong>com</strong>plessivamente a<br />
sette anni e mezzo di galera<br />
con sentenza passata in giudicato,<br />
è ancora bellamente<br />
iscritto al suo Ordine <strong>com</strong>e se<br />
nulla fosse. A “Il Fatto Quotidiano”,<br />
che chiede lumi su<br />
questa situazione grottesca, sia<br />
il presidente dell’Ordine di Roma,<br />
Alessandro Cassiani, che<br />
quello nazionale, Guido Alpa,<br />
ieri non hanno trovato il tempo<br />
di rispondere. Un consigliere<br />
dell’Ordine di Roma che vuole<br />
restare anonimo, precisa: “Pre -<br />
viti è stato sospeso dalla professione<br />
per cinque anni ma non è<br />
stato ancora radiato e per questa<br />
ragione figura sull’albo ma<br />
non può mettere piede in Tribunale”.<br />
Non è così secondo<br />
l’avvocato di Previti, Alessandro<br />
Sammarco: “E’ vero che la<br />
sentenza di condanna prevedeva<br />
la sospensione dall’albo<br />
per 5 anni ma l’Ordine non ha<br />
mai notificato nulla al mio assistito,<br />
rendendo inefficace la<br />
sua sospensione dalla professione”.<br />
Cerchiamo di capire <strong>com</strong>e<br />
stanno le cose ripercorrendo<br />
la vicenda dall’inizio. La prima<br />
condanna penale definitiva,<br />
quella per la corruzione più<br />
grande della storia, per il processo<br />
Imi-Sir, nell’interesse del<br />
petroliere Nino Rovelli, è stata<br />
notificata all’Ordine degli Avvocati<br />
di Roma nel 2006. Accanto<br />
alla sanzione principale<br />
dei sei anni di galera (convertita<br />
in arresti domiciliari grazie<br />
a una legge ad hoc che impediva<br />
la carcerazione degli ultrasettantenni)<br />
era prevista anche<br />
la sospensione per cinque anni<br />
dalla professione. L’Ordine ha<br />
ritenuto di applicare la sanzione<br />
automaticamente, senza<br />
notificarla all’interessato. Così<br />
ora l’avvocato Sammarco può<br />
dire: “questa sospensione non<br />
mi risulta. Nessuno ha <strong>com</strong>unicato<br />
ufficialmente al mio assi-<br />
stito il provvedimento, che per<br />
me non esiste. Mi dicono che<br />
l’Ordine di Roma abbia deciso<br />
in tal senso ma un simile atto<br />
interno mi sembra un gran pasticcio<br />
e non ha alcuna validità”.<br />
Secondo Sammarco, “in<br />
teoria l’avvocato Previti potrebbe<br />
ancora esercitare la professione,<br />
anche se ovviamente<br />
non lo fa”. Una tesi rigettata dal<br />
Consiglio dell’ordine di Roma.<br />
Comunque sia, nel 2011 la sospensione<br />
finisce e anche per<br />
questo l’Ordine, a prescindere<br />
dalla sentenza penale, ha sottoposto<br />
Previti a un procedimento<br />
disciplinare autonomo. I<br />
tempi sono però biblici. Gli avvocati<br />
addetti a giudicare i loro<br />
colleghi hanno tante cose da<br />
fare e dedicano un’udienza a<br />
PREMIER IMPUNITO<br />
Ritenuto<br />
c o l p e vo l e<br />
per Imi-Sir<br />
e Mondadori<br />
settimana a questa in<strong>com</strong>benza.<br />
La difesa di Previti non si è certo<br />
fatta mancare nulla per rallentare<br />
i lavori e ha chiesto subito<br />
di ascoltare decine di testimoni.<br />
Dopo due anni di eccezioni<br />
e rinvii, grazie all’impe -<br />
gno del relatore che sosteneva<br />
MONDADORI A PIAZZA AFFARI<br />
IL CAIMANO SBANCA LA BORSA ANCHE QUANDO PERDE<br />
di Francesco Bonazzi<br />
M<br />
ai credere alle lacrime del Caimano,<br />
specie quando di mezzo ci sono<br />
i <strong>soldi</strong>. Nonostante le geremiadi<br />
del fine settimana, con Silvio Berlusconi<br />
abile a lamentarsi di quanto i<br />
magistrati milanesi rendano la vita difficile<br />
alle sue povere aziende, l’a l t ra<br />
Milano che emette sentenze a getto<br />
continuo, ovvero Piazza Affari, ha<br />
detto la sua con en<strong>com</strong>iabile nettezza:<br />
si brinda tutti, vincitori e vinti.<br />
Sabato, a borse chiuse, era andata in<br />
scena l’ultima puntata di quella saga<br />
giudiziaria che da 19 anni divide Berlusconi<br />
e Carlo De Benedetti, i due<br />
principali editori nostrani, avvelenando<br />
a dismisura l’intera vita pubblica<br />
italiana. Il Tribunale civile di Milano<br />
ha quantificato in 750 milioni il risarcimento<br />
che la Fininvest, holding<br />
che controlla Mondadori, Mediaset,<br />
Mediolanum e il Milan, dovrà versare<br />
alla Cir di Carlo De Benedetti per l’esi -<br />
to della guerra di Segratee. Uno scippo<br />
avvenuto nel 1991 grazie anche a<br />
una sentenza che si è poi scoperto esser<br />
passata di mano proprio <strong>com</strong>e un<br />
titolo azionario, ovvero a pagamento.<br />
Bene, se ieri Cir ha fatto registrare il<br />
maggior rialzo di tutta Piazza Affari,<br />
chiudendo a 1,56 euro con un balzo<br />
del 7,66% rispetto a venerdì, il terzo<br />
botto di giornata lo ha messo a segno<br />
proprio la Mondadori, cresciuta del<br />
3,39% e capace di far segnare addirittura<br />
la quotazione più alta degli ultimi<br />
12 mesi. Insomma, al di là degli allarmi<br />
sullo “tsunami di Borsa” lanciati<br />
oggi a nove colonne dal “Gior nale” di<br />
famiglia, quella di ieri sarà ricordata<br />
<strong>com</strong>e una giornata da incorniciare anche<br />
ad Arcore e dintorni. Dove si sono<br />
arricchiti perfino sul fronte Mediaset,<br />
il cui titolo ha chiuso in rialzo dello<br />
0,76%. Che cosa è successo esattamente<br />
per smentire qualunque timo-<br />
re dei trader sulla tenuta della galassia<br />
Berlusconi, tenuto conto che quei<br />
750 milioni corrispondono all’utile<br />
messo a segno da Mondadori negli ultimi<br />
tre anni?<br />
L<br />
a prima spiegazione che arriva dalle<br />
banche d’affari è che Fininvest<br />
avrà bisogno di munizioni per pagare<br />
i suoi conti con l’Ingegnere, e che<br />
queste non potranno che arrivare dai<br />
dividendi che “s a l go n o ” dalle controllate.<br />
Insomma, a meno che Berlusconi<br />
voglia dissanguare le sue due famiglie<br />
con un aumento di capitale<br />
che in questo momento sarebbe <strong>com</strong>plicato<br />
anche dalla separazione con<br />
Veronica, l’unico modo per rimpinguare<br />
le casse Fininvest sarebbe una<br />
politica di dividendi straordinariamente<br />
generosa in capo alle controllate,<br />
Mondadori in testa.<br />
Altra spiegazione che gira in Piazza<br />
Affari è quella che porta in Germania,<br />
SERVIZI SOCIALI<br />
dalle parti di Bertellsmann. Il colosso<br />
tedesco dell’editoria è da sempre interssato<br />
a una qualche partnership<br />
con Mondadori, ha già un buon accordo<br />
sui libri e non spaventa il premier<br />
sotto il profilo della fedeltà. Il dossier<br />
Bertellsmann-Fininvest è un vecchio<br />
pallino di parecchie banche d’affari e<br />
oggi potrebbe tornare d’attualità.<br />
Infine, sulla splendida giornata di<br />
Borsa della Mondadori giocano probabilmente<br />
le aspettative per un qualche<br />
intralcio all’esecutività della sentenza.<br />
Questo non solo per l’istanza<br />
di sospensione già preparata dall’av -<br />
vocato Romano Vaccarella (se però il<br />
titolo corre così in Borsa, è difficile<br />
che i giudici si <strong>com</strong>muovano), ma anche<br />
per il fatto che nella procedura di<br />
pagamento del risarcimento serve un<br />
passaggio presso l’Agenzia delle entrate<br />
di Milano, ovvero in zona governo.<br />
E anche da quelle parti, Berlusconi<br />
è ancora qualcuno.<br />
PRONTO, CESARE?<br />
m. l.<br />
Pronto, sono Previti, mi dica. L’avvocato di<br />
Berlusconi risponde a “Il Fatto Quotidiano” che<br />
aveva chiesto di lui alla sede centrale del Ceis in via<br />
Ambrosini a Roma. Negli uffici di questa Onlus<br />
l’avvocato si è impegnato a scontare la sua pena e,<br />
quasi <strong>com</strong>e se volesse dimostrare che lo sta facendo<br />
con serietà, parla senza problemi con i giornalisti al<br />
telefono. Anche se lo fa solo per dire: “Non parlo con<br />
i giornalisti”. Dal 2006, quando è stato condannato<br />
definitivamente per la corruzione giudiziaria del<br />
caso Imi-Sir, l’avvocato corruttore collabora con<br />
l’organizzazione di Don Mario Picchi. Dopo un breve<br />
periodo agli arresti domiciliari, il Tribunale ha<br />
convertito la sua pena nell’affidamento ai servizi<br />
sociali. Inizialmente era costretto a rientrare a casa<br />
entro una certa ora e non poteva abbandonare<br />
Roma. A dicembre la pena sarà scontata e le<br />
limitazioni peggiori sono state già eliminate. Previti<br />
è libero di circolare in tutto il territorio italiano. Ed è<br />
stato avvistato a settembre in barca all’Argentario.<br />
guarda agli effetti disciplinari<br />
della seconda condanna definitiva,<br />
quella per il caso Mondadori,<br />
passata in giudicato nel<br />
2007.<br />
Previti è stato ritenuto colpevole<br />
di avere <strong>com</strong>prato, nell’in -<br />
teresse del gruppo Fininvest, il<br />
magistrato Vittorio Metta che<br />
ha scritto la sentenza di appello<br />
sul lodo Mondadori. Quel<br />
provvedimento definito dal<br />
Tribunale civile di Milano<br />
“frutto della corruzione del<br />
giudice Metta”, ha consegnato<br />
nel 1991 il gruppo editoriale<br />
più importante d’Italia alla società<br />
di Silvio Berlusconi, dopo<br />
una prima decisione favorevole<br />
a Carlo De Benedetti. Anche<br />
in questo caso il procedimento<br />
disciplinare sembrava un rigore<br />
a porta vuota per i consiglieri<br />
dell’Ordine forense di Roma.<br />
Ma non è andata così: dopo una<br />
lunga istruttoria, solo pochi<br />
giorni fa, finalmente è stato<br />
aperto il procedimento disciplinare<br />
contro Previti e i suoi<br />
<strong>com</strong>plici. E, ovviamente, subito<br />
il sodale di Previti, Giovanni<br />
Acampora (anche lui condannato<br />
<strong>com</strong>e corruttore dei giudici<br />
nell’interesse della Fininvest)<br />
ha bloccato tutto con un<br />
ricor so.<br />
Anche Acampora è tuttora<br />
iscritto tranquillamente all’al -<br />
bo degli avvocati di Roma e<br />
non ha avuto conseguenze importanti,<br />
né sul piano personale<br />
né patrimoniale, per la corruzione<br />
che ha cambiato la storia<br />
dell’editoria italiana.<br />
La sentenza del caso Mondadori<br />
lo aveva condannato insieme<br />
al giudice Metta, e agli avvocati<br />
Pacifico, e Previti, a pagare le<br />
spese processuali. Solo Cesare<br />
Previti ha onorato la sua quota<br />
di debito. I suoi <strong>com</strong>plici sono<br />
risultati tutti nullatenenti e<br />
non hanno tirato fuori un euro<br />
.
pagina 3 Martedì 6 ottobre 2009<br />
Nel 1988 parte<br />
la vicenda legata<br />
al gruppo editoriale<br />
di Marco Travaglio<br />
Soltanto chi non ha mai letto<br />
le varie sentenze che,<br />
negli anni, hanno riguardato<br />
Silvio Berlusconi,<br />
può meravigliarsi se il 3 ottobre<br />
2009 il giudice civile del<br />
Tribunale di Milano, Raimondo<br />
Mesiano, ha scritto che di<br />
fatto l’Italia è governata da un<br />
delinquente. Tecnicamente da<br />
un corruttore di giudici: “corresponsabile<br />
della vicenda<br />
cor r uttiva”, cioè della sentenza<br />
<strong>com</strong>prata dai suoi avvocati<br />
con <strong>soldi</strong> suoi che nel 1991 gli<br />
regalò il primo gruppo editoriale<br />
del Paese, sottraendolo al<br />
legittimo proprietario, Carlo<br />
De Benedetti. Di qui la condanna<br />
in primo grado, per la holding<br />
di famiglia, a restituire il<br />
maltolto dopo vent’anni di<br />
possesso abusivo della Mondadori:<br />
750 milioni di euro di<br />
danni. Che poi il presidente<br />
del Consiglio sia pure un corruttore<br />
di testimoni, lo si può<br />
leggere nella sentenza di primo<br />
grado a carico di David Mills<br />
(ora pubblicata da Peter Gomez<br />
e Antonella Mascali ne “Il<br />
regalo di Berlusconi”, Chiarelettere):<br />
lì i giudici milanesi aggiungono<br />
che corruppe pure<br />
la Guardia di Finanza,ma si salvò<br />
in Cassazione per “insuf ficienza<br />
probatoria” propr io<br />
grazie alla falsa testimonianza<br />
prezzolata di Mills.<br />
Responsabile di corruzione<br />
“Silvio Berlusconi – ricorda il<br />
giudice Mesiano nelle 140 pagine<br />
di motivazione che il Fatto<br />
inizia oggi a pubblicare a<br />
pag. 10-11 - era all'epoca dei<br />
fatti di causa Presidente del<br />
Cda di Fininvest e tale rimase<br />
fino al 29.01.1994. Tanto premesso,<br />
è da affermare la sussistenza<br />
della responsabilità civile<br />
della società di capitali per<br />
il fatto anche penalmente illecito<br />
del legale rappresentante<br />
o dell'amministratore della<br />
stessa società, quando detto<br />
fatto è <strong>com</strong>piuto nel <strong>com</strong>pimento<br />
di una attività gestoria”.<br />
Ma non c’è solo la sua posizio-<br />
Silvio<br />
B e rlu s c o n i<br />
in una<br />
e l ab o ra z i o n e<br />
fotografica (<br />
Èil 1988: la famiglia Mondadori-Formenton<br />
s’impegna a vendere a De Benedetti il suo<br />
pacchetto azionario entro il 30 gennaio<br />
‘91. Nel 1989 ecco il voltafaccia dei Mondadori che si<br />
alleano con Berlusconi e gli consegnano il gruppo<br />
(Repubblica, Panorama, Espresso, Epoca, 15 giornali<br />
Finegil e libri). L’anno dopo la "guerra di Segrate" è<br />
risolta da un collegio di 3 arbitri: il lodo Mondadori dà<br />
ragione a De Benedetti, che torna al vertice del<br />
gruppo. Ma il patto Formenton-Berlusconi lo impugna<br />
davanti alla Corte d’appello di Roma. 1991: il giudice<br />
Metta annulla il lodo e riconsegna la Mondadori a<br />
Berlusconi. Molti giornalisti si ribellano. Andreotti,<br />
allarmato dallo strapotere di Craxi sull’editoria,<br />
impone la mediazione Ciarrapico: il Cavaliere<br />
restituisce all’Ingegnere parte del maltolto<br />
Come l’utilizzatore finale<br />
ha conquistato<br />
il gruppo Mondadori<br />
DAL GIUDICE METTA A MILLS:<br />
STRATEGIA DI UNA CORRUZIONE CONTINUA<br />
ne apicale nel gruppo Fininvest,<br />
a incastrarlo. Il giudice civile<br />
ricorda che nel 2001 la Corte<br />
d’appello di Milano, ribaltando<br />
la decisione del gip, rinviò a<br />
giudizio gli imputati del caso<br />
Mondadori, tranne uno: Silvio<br />
Berlusconi. Perché innocente?<br />
No, perché per lui il reato di<br />
corruzione giudiziaria fu derubricato<br />
per un vuoto legislativo<br />
in corruzione semplice, e<br />
così, grazie alla generosa concessione<br />
delle attenuanti generiche,<br />
il termine massimo di<br />
prescrizione scese da 15 a 7 anni<br />
e il reato di estinse appunto<br />
per il fattore-tempo. Anziché<br />
rinunciare alla prescrizione,“Berlusconi<br />
propose ricorso<br />
per Cassazione chiedendo il<br />
proscioglimento con formula<br />
piena di merito, ricorso che<br />
venne rigettato dalla Corte di<br />
Cassazione. Orbene nei confronti<br />
del Berlusconi è stata<br />
pronunciata sentenza irrevocabile,<br />
che ha dichiarato il reato<br />
estinto per prescrizione”. Il<br />
che non significa che il Cavaliere<br />
è innocente, anzi: “il giudice,<br />
una volta rilevata la sussistenza<br />
di una causa estintiva<br />
del reato, non può <strong>com</strong>piere<br />
alcun ulteriore accertamento<br />
probatorio sulla responsabilità<br />
dell'imputato, ma deve senza<br />
altro dichiarare la causa<br />
estintiva del reato, a meno che<br />
dagli atti già emerga la prova<br />
evidente che il fatto non sussiste<br />
o l'imputato non l'ha <strong>com</strong>messo,<br />
poiché in tal caso il giudice<br />
è tenuto a pronunciare il<br />
proscioglimento nel merito<br />
del prevenuto. Pertanto, se il<br />
Berlusconi non è stato prosciolto<br />
nel merito dalla Corte,<br />
è perché non vi era l'evidenza<br />
dell'innocenza dell’imputato”.<br />
Ha <strong>com</strong>messo il fatto<br />
Il fatto che gli abbiano concesso<br />
le attenuanti, che non spettano<br />
certo agli innocenti, parla<br />
da sé: “Trattasi di pronuncia<br />
che ovviamente preclude l’assoggettamento<br />
del Berlusconi<br />
medesimo a giudizio di responsabilità<br />
penale ed a sanzione<br />
penale per il fatto, per<br />
cui è causa, ma, trattandosi di<br />
sentenza non emessa a seguito<br />
di giudizio di merito, ma solo a<br />
seguito di applicazione di causa<br />
estintiva del reato, essa non<br />
preclude in alcun modo che,<br />
nella presente sede, venga ritenuto<br />
‘incidenter tantum’<br />
che il Berlusconi ha <strong>com</strong>messo<br />
il fatto de qua, ai<br />
soli fini civilistici e risarcitori,<br />
di cui qui si<br />
discute”. Insomma,<br />
per la giustizia<br />
civile Berlusconi<br />
è un corruttore e<br />
deve sborsare il<br />
r isarcimento.<br />
Come arriva a<br />
questa conclusione<br />
il giudice Mesiano?<br />
Ricorda<br />
che “i conti All<br />
Iberian e Ferrido<br />
erano accesi su<br />
banche svizzere e<br />
di cui era beneficiaria<br />
economica<br />
la Fininvest. Non è<br />
quindi assolutamente<br />
pensabile<br />
che un bonifico<br />
dell'importo di<br />
2.732.868 dollari<br />
PREMIER IMPUNITO<br />
TRE MILIARDI<br />
II 14 febbraio ’91, all’indomani della sentenza<br />
Metta, dalle casse della All Iberian<br />
parte un bonifico di 2.732.868 dollari (3 miliardi<br />
di lire) al conto Mercier di Previti. Da questo,<br />
il 26 febbraio, altro bonifico di 1,5 miliardi<br />
(metà provvista) al conto Careliza Trade di<br />
Acampora. Questi il 1° ottobre bonifica 425 milioni<br />
a Previti, che li dirotta in due tranche (11 e<br />
16 ottobre) sul conto Pavoncella di Pacifico. Il<br />
quale preleva 400 milioni in contanti il 15 e 17<br />
ottobre e li fa recapitare in Italia a Metta. Il<br />
giudice, nei mesi successivi, fa diverse spese,<br />
soprattutto in contanti di provenienza<br />
imprecisata (circa 400 milioni). Poi lascia<br />
la toga e diventa avvocato nello studio Previti.<br />
A proposito di quei 3 miliardi, Previti<br />
parla di “tranquillissime parcelle”, ma non<br />
riesce a documentare un solo incarico professionale<br />
in quel periodo.<br />
(circa 3 miliardi di lire) potesse<br />
essere deciso ed effettuato<br />
senza che il legale rappresentante,<br />
che era poi anche amministratore<br />
della Fininvest, lo sapesse<br />
e lo accettasse”. E proprio<br />
da quei conti svizzeri partì<br />
la mega-provvista della Fininvest<br />
a Previti che poi, con tortuose<br />
gimkane finanziarie, ne<br />
girò una parte agli altri avvocati<br />
giù giù fino al giudice Metta.<br />
Provvista targata Silvio<br />
“Abbiamo i seguenti fatti noti:<br />
la provenienza della somma di<br />
2.732.868 $ bonificati, in vista<br />
delle già dimostrate finalità<br />
corruttive, a Previti dai conti<br />
All Iberian e Ferrido accertatamene<br />
appartenenti a Fininvest<br />
e la posizione verticale di Silvio<br />
Berlusconi nella stessa Fininvest:<br />
da tali fatti noti è d'obbligo<br />
inferire l'affermazione<br />
del fatto ignoto, e cioè la consapevolezza<br />
e l'accettazione<br />
dell'inoltro a Previti della provvista<br />
corruttiva da parte di Silvio<br />
Berlusconi, e ciò sulla base<br />
di un criterio di ‘nor malità’: vale<br />
a dire rientra assolutamente<br />
di M . T.<br />
I passaggi di denaro<br />
tra Previti e Metta<br />
All’epoca<br />
era presidente<br />
del gruppo<br />
F i n i n ve s t<br />
nell'ordinario svolgersi degli<br />
accadimenti umani che un bonifico<br />
di quella entità poteva<br />
essere inoltrato solo sulla base<br />
della preventiva accettazione<br />
da parte di chi nella <strong>com</strong>pagine<br />
sociale, da cui proveniva la<br />
somma destinata alla condotta<br />
corruttiva, ricopriva una incontrastata<br />
posizione verticale”.<br />
Del resto, rammenta il giudice,<br />
“la prova per presunzioni<br />
nel processo civile ha la stessa<br />
dignità della prova diretta. Ciò<br />
è stato di recente ribadito dalle<br />
Sezioni Unite della Corte di<br />
Cassazione”. E dunque “s a re b -<br />
be assolutamente fuori dell'ordine<br />
naturale degli accadimenti<br />
umani che un bonifico di circa<br />
3 miliardi di lire sia disposto<br />
ed eseguito, per le dimostrate<br />
finalità corruttive, senza che il<br />
‘d o m i nu s ’ della società, dai cui<br />
conti il bonifico proviene, ne<br />
sia a conoscenza e lo accetti.<br />
Pertanto è da ritenere, ‘incidenter<br />
tantum’ ed ai soli fini civilistici<br />
del presente giudizio,<br />
che Silvio Berlusconi sia corresponsabile<br />
della vicenda corruttiva,<br />
per cui si procede,<br />
corresponsabilità che, <strong>com</strong>e<br />
logica conseguenza, <strong>com</strong>porta,<br />
per il principio della responsabilità<br />
civile delle società<br />
di capitali per il fatto illecito<br />
del loro legale rappresentante<br />
o amministratore <strong>com</strong>messo<br />
nell'attività gestoria, la responsabilità<br />
della stessa Fininve<br />
s t … Deve quindi essere, in<br />
primo luogo, affermata la responsabilità<br />
della società con-<br />
(Repubblica, Espresso, Finegil). 2001: la Corte<br />
d’appello di Milano, grazie anche alle rivelazioni della<br />
Ariosto, rinvia a giudizio Metta e gli avvocati Fininvest<br />
Previti, Pacifico e Acampora per corruzione<br />
giudiziaria. Berlusconi se la cava per prescrizione.<br />
2007: già sanzionati per la <strong>com</strong>pravendita della<br />
sentenza Imi-Sir, i 4 imputati sono condannati<br />
definitivamente anche per Mondadori<br />
venuta per la condotta posta in<br />
essere, nella sua già vista qualità,<br />
dall'On. Silvio Berlusconi”.<br />
E la Cir di De Benedetti<br />
de v’essere risarcita per “il danno<br />
subito da ‘perdita di chance’:<br />
vale a dire, posto che nessuno<br />
sa <strong>com</strong>e avrebbe deciso<br />
una Corte incorrotta, certamente<br />
è vero che la corruzione<br />
del giudice Metta privò la Cir<br />
della chance di ottenere da<br />
quella corte una decisione favore<br />
vole”.<br />
La sentenza dimenticata<br />
Chi si meraviglia, o addirittura<br />
si indigna, per le parole del giudice<br />
civile, non conosce quelle<br />
ben più pesanti usate da<br />
quelli penali, e in una sentenza<br />
ormai irrevocabile. Se il verdetto<br />
dell’altro giorno ha <strong>com</strong>e<br />
unica novità il mega-risarcimento<br />
(peraltro ampiamente<br />
prevedibile, viste le dimensioni<br />
e il valore del corpo del<br />
reato), quello della Corte d’appello<br />
di Milano nel 2006, poi<br />
confermato dalla Cassazione<br />
nel 2007, spiegava esplicitamente<br />
<strong>com</strong>e Silvio Berlusconi<br />
non solo sapesse, ma fosse il<br />
mandante, il finanziatore e<br />
l’utilizzatore finale della corruzione<br />
del giudice Vittorio Metta<br />
da parte dei tre avvocati Fininvest,<br />
Cesare Previti, Giovanni<br />
Acampora e Attilio Pacifico.<br />
Lì i giudici definiscono<br />
Berlusconi “privato corruttore<br />
” e aggiungono che “la retribuzione<br />
del giudice corrotto è<br />
fatta nell’interesse e su incarico<br />
del corruttore”: cioè del nostro<br />
premier. Che rimase impunito<br />
solo per il <strong>com</strong>binato<br />
disposto di tre fatti tecnici: corruzione<br />
semplice e non giudiziaria,<br />
attenuanti generiche e<br />
prescrizione. Quest’ultima fu<br />
negata ad avvocati corruttori e<br />
giudice corrotto per vari motivi:<br />
“l’enorme gravità del reato…<br />
e del danno arrecato non<br />
solo alla giustizia, ma all’i n t e ra<br />
<strong>com</strong>unità, minando i principi<br />
posti alla base della convivenza<br />
civile secondo i quali la giurisdizione<br />
è valore a presidio e<br />
a tutela di tutti i cittadini con<br />
conseguente ulteriore profilo<br />
di gravità per l’enorme nocumento<br />
cagionato alla controparte<br />
nella causa civile e per le<br />
ricadute nel sistema editoriale<br />
italiano, trattandosi di controversia<br />
(la cosiddetta guerra di<br />
Segrate) finalizzata al controllo<br />
dei mezzi di informazione;la<br />
spiccata intensità del dolo; i<br />
motivi a delinquere determinati<br />
solo dal fine di lucro e, più<br />
esattamente, dal fine di raggiungere<br />
una ricchezza mai ritenuta<br />
sufficiente; i <strong>com</strong>portamenti<br />
processuali tenuti (con<br />
continue e spudorate “menzogne”,<br />
ndr); il precedente penale<br />
specifico (Imi-Sir, ndr)”.<br />
Questo scrivevano, tre anni fa,<br />
i giudici penali d’appello. Questo<br />
confermava, due anni fa, la<br />
Cassazione condannando Previti,<br />
Pacifico e Acampora a 1<br />
anno e 6 mesi e Metta a 2 anni e<br />
8 mesi per corruzione giudiziaria<br />
“in continuazione” con le<br />
pene già subìte per la sentenza<br />
gemella di Imi-Sir, anch’essa<br />
<strong>com</strong>prata (Previti, Pacifico e<br />
Metta 6 anni, Acampora 3 anni<br />
e 8 mesi). Perché allora il risarcimento<br />
lo deve pagare Berlusconi?<br />
Perché la Cassazione già<br />
in sede penale l’ha ritenuto<br />
mandante di quella corruzione<br />
giudiziaria. E perché l’utilizzatore<br />
finale della Mondadori è<br />
lui, non certo il giudice o i suoi<br />
avvocati. I quali, fra l’altro, risultano<br />
pressochè nullatenenti.
pagina 4 Martedì 6 ottobre 2009<br />
Approvato in 25 giorni<br />
È il primo atto<br />
del governo Berlusconi<br />
Il lodo Alfano è stato approvato in tempi<br />
record dal Parlamento il 22 luglio del<br />
2008 ed è stato il primo atto del<br />
governo Berlusconi. Tra il disegno di legge<br />
approvato dal Consiglio dei Ministri e il voto<br />
definitivo del Senato sono passati appena 25<br />
giorni. Solo il rifinanziamento delle missioni<br />
militari all’estero, nel 2006, aveva fatto meglio:<br />
23 giorni. E’ passato al Senato con 171 sì, 128 no<br />
e 6 astenuti. A votare contro il Pd e Idv.<br />
E’ uno scudo processuale per il capo dello Stato,<br />
i presidenti delle Camere e il presidente del<br />
Consiglio. Non più per il presidente della<br />
Consulta, <strong>com</strong>e invece prevedeva il lodo<br />
Schifani. Il 23 luglio del 2008 il Presidente<br />
Napolitano ha promulgato la legge che “a un<br />
primo esame”, secondo il Quirinale, recepisce i<br />
rilievi della Corte che ha bocciato il lodo<br />
Schifani. Non è così per 100 costituzionalisti<br />
italiani, fra cui i presidenti emeriti della Consulta,<br />
Onida e Zagrebelski, che hanno definito<br />
incostituzionale il lodo Alfano, esattamente<br />
<strong>com</strong>e il lodo Schifani, per violazione dell’ar ticolo<br />
3 sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.<br />
LODO ALFANO, TOCCA A LORO<br />
Immunità per le quattro alte cariche dello Stato?<br />
La parola ai 15 membri della Corte Costituzionale<br />
di Antonella Mascali<br />
La vigilia dell'esame del<br />
Lodo Alfano per i giudici<br />
della Corte costituzionale<br />
è stata di isolamento.<br />
Adesso più che mai devono<br />
dimostrare di essere imparziali<br />
e al di sopra di ogni sospetto.<br />
Al telefono qualcuno di loro,<br />
interpellato per dei chiarimenti<br />
su <strong>com</strong>e si svolgeranno<br />
i lavori, riattacca il telefono<br />
dopo aver salutato educatamente.<br />
Il presidente Francesco<br />
Amirante, cosciente della<br />
spinosità della materia, vorrebbe<br />
una decisione in tempi<br />
brevi ma è improbabile che<br />
venga presa già oggi. Le indiscrezioni<br />
che circolano nelle<br />
ultime settimane sono sempre<br />
le stesse: una risicata maggioranza<br />
sarebbe per la bocciatura<br />
del Lodo Alfano, ma<br />
un paio di incerti potrebbero<br />
rovesciare le previsioni.<br />
MAFIA<br />
Piera, testimone<br />
abb an d o n at a<br />
Fr a n c e s c o<br />
Amirante<br />
Eletto giudice nel<br />
2001; Presidente<br />
dal 2009<br />
Nato a Napoli il<br />
16 aprile 1933,<br />
entra in magistratura nel 1958<br />
e lavora <strong>com</strong>e Pretore a Forlì,<br />
Vicenza e Lagonegro. È stato<br />
giudice presso la Sezione Fallimentare<br />
del Tribunale di Napoli<br />
e dal 1980 approda in<br />
Corte di Cassazione e diventa<br />
Presidente di sezione. Dal<br />
1987 <strong>com</strong>ponente fisso delle<br />
Sezioni unite della Suprema<br />
Cor te.<br />
Dopo lo scandalo della cena a<br />
casa del giudice Luigi Mazzella<br />
con Berlusconi, emette un<br />
<strong>com</strong>unicato: “La Corte Costituzionale<br />
nella sua collegialità<br />
Piera Aiello, cognata di Rita Atria (la testimone<br />
che si è suicidata dopo l’assas -<br />
sinio del magistrato Paolo Borsellino) si sente<br />
abbandonata "dagli uomini dello Stato, assenti<br />
o peggio indifferenti". Piera è diventata testimone<br />
di giustizia nel 1991. Dopo l’omicidio di<br />
suo marito, mafioso, andò da Borsellino e fece i<br />
nomi. “Quando era in vita Borsellino - racconta<br />
la Aiello - le difficoltà venivano sempre risolte.<br />
Ma dopo il suo omicidio si verificò una vicenda<br />
sconcertante: vennero a trovarmi due funzionari<br />
spiegandomi che, dopo la morte<br />
del giudice, molti collaboratori si erano tirati<br />
indietro. E aggiunsero: Tu cosa vuoi far<br />
e?” Oggi Piera ha deciso, dopo 18 anni, di<br />
tornare a Palermo per “ lottare, non per<br />
morir e”, e denucia che il servizio di protezione<br />
la considera "una ex testimone". Ora i<br />
rischi sono tutti suoi.<br />
deciderà, <strong>com</strong>e ha sempre fatto,<br />
in serenità e obiettività, le<br />
questioni sottoposte al suo<br />
esame”. E' stato il relatore del<br />
lodo Schifani bocciato dalla<br />
Consulta il 20 gennaio 2004.<br />
U go<br />
De Siervo<br />
Giudice dal 2002;<br />
Vice presidente dal<br />
2009.<br />
Nato a Savona il<br />
20 febbraio del<br />
1942, è professore ordinario<br />
di Diritto costituzionale. Eletto<br />
giudice dal Parlamento il<br />
24 aprile 2002 su indicazione<br />
del centro-sinistra.<br />
Pa o l o<br />
M a dd a l e n a<br />
Giudice dal 2002<br />
Nato a Napoli il<br />
27 marzo 1936,è<br />
stato Presidente<br />
di sezione della<br />
Corte dei conti<br />
Alfio<br />
F i n o c c h i a ro<br />
Giudice dal 2002<br />
Nato a Caserta il<br />
10 settembre<br />
1935, è stato presidente<br />
di sezione<br />
della Corte di Cassazione.<br />
Luigi<br />
M a z ze l l a<br />
Giudice dal 2005<br />
Eletto dal Parlamento<br />
il 15 giugno<br />
2005 su indicazione<br />
del centro-destra.<br />
Nato a Salerno il 26<br />
maggio 1932, è stato Avvocato<br />
Generale dello Stato. Nella<br />
sua casa romana nei pressi di<br />
via Cortina D'Ampezzo a maggio<br />
di quest'anno invita a cena<br />
Berlusconi, il ministro Alfano,<br />
il sottosegretario Letta e il<br />
presidente della <strong>com</strong>missione<br />
affari costituzionali del Senato,<br />
Vizzini.<br />
Dal 14 novembre 2002 al 2<br />
dicembre 2004 è stato Mini-<br />
IL GIORNO DELLA CONSULTA<br />
stro della funzione pubblica<br />
nel secondo governo Berlusconi.<br />
Ha ottenuto l'onorificenza<br />
di «Cavaliere di Gran<br />
Croce» al merito della Repubblica<br />
italiana dal Presidente<br />
Ciampi. E' Cavaliere dell'Ordine<br />
di Malta. Dal '92 è iscritto<br />
all'albo dei giornalisti pubblicisti<br />
dell'Ordine interregionale<br />
del Lazio e del Molise.<br />
Pa o l o<br />
G ro s s i<br />
Giudice dal 2009<br />
Nato a Firenze il<br />
29 gennaio 1933,<br />
è Professore ordinario<br />
di Storia<br />
del diritto italiano.<br />
Maria Rita<br />
Saulle<br />
Giudice dal 2005<br />
È stata nominata<br />
dal presidente<br />
della Repubblica<br />
il 4 novembre<br />
2005. Nata a Caserta il 3 dicembre<br />
1935, è professore ordinario<br />
di Diritto internazionale<br />
alla Facoltà di Scienze politiche<br />
dell’Università La Sapienza<br />
di Roma. Nel 1987 è<br />
stata vice presidente della<br />
Conferenza mondiale<br />
dell’Unesco su “Le donne,<br />
dall’istruzione al lavoro”. Nello<br />
stesso anno, <strong>com</strong>e delegata<br />
dell’Italia alle Nazioni Unite,<br />
ha proposto una convenzione<br />
mondiale sulle pari opportunità<br />
dei disabili.<br />
LA SEDUTA ODIERNA<br />
TEMPI INCERTI PER LA DECISIONE<br />
QUESTA MATTINA si riuniscono<br />
i 15 giudici della Corte Costituzionale<br />
, <strong>com</strong>e fanno periodicamente.<br />
Ma questa seduta non è<br />
<strong>com</strong>e le altre, anche se alcuni di<br />
loro ripetono che il “lodo Alfano”<br />
sarà affrontato in maniera squisitamente<br />
tecnica, <strong>com</strong>e per l'esame<br />
delle altre leggi. Nonostante<br />
la cena con il premier e il ministro<br />
della Giustizia, né il giudice<br />
Luigi Mazzella, padrone di casa,<br />
né il suo collega, Paolo Maria<br />
Napolitano, si asterranno su questa<br />
legge approvata per congelare<br />
i processi a carico di Berlusconi.<br />
L'udienza è pubblica e si<br />
apre con la relazione del giudice<br />
Franco Gallo. Poi parlano le parti<br />
in causa: gli avvocati di Silvio Ber-<br />
Angelino Alfano (FOTO ANSA)<br />
A l fo n s o<br />
Quaranta<br />
Giudice dal 2003<br />
Nato a Napoli il 2<br />
gennaio 1936, è<br />
stato Presidente<br />
di sezione del<br />
Consiglio di Stato.<br />
Nel 1981 fu capo di gabinetto<br />
del ministro Remo Gaspari<br />
Nel giugno scorso il figlio,<br />
Alessio Quaranta, è stato nominato<br />
direttore generale dell'Enac<br />
Fr a n c o<br />
Gallo<br />
Giudice dal 2004<br />
Nato a Roma il 23<br />
aprile 1937, professore<br />
ordinario<br />
di diritto tributario,<br />
è il relatore del lodo Alfano<br />
E' stato ministro delle finanze<br />
nel governo Ciampi.<br />
Gaetano<br />
S i l ve s t r i<br />
Giudice dal 2005<br />
Eletto dal Parlamento,<br />
su indicazione<br />
del centro-sinistra,<br />
il 22<br />
giugno 2005. Professore ordinario<br />
di diritto costituzionale,<br />
è nato a Patti, in provincia di<br />
Messina, il 7 giugno 1944.<br />
Sabino<br />
Cassese<br />
Giudice dal 2005<br />
Nominato dal<br />
Presidente della<br />
Repubblica il 4<br />
novembre 2005.<br />
Nato ad Atripalda , in provincia<br />
di Avellino, il 20 ottobre1935,<br />
è professore ordinario<br />
di diritto amministrativo<br />
Giuseppe<br />
Te s a u ro<br />
Giudice dal 2005<br />
Viene nominato<br />
dal Presidente<br />
della Repubblica<br />
il 4 novembre<br />
2005. Nato a Napoli il 15 no-<br />
lusconi, Niccolò Ghedini, Gaetano<br />
Pecorella e Piero Longo, il<br />
professore Alessandro Pace, avvocato<br />
della Procura di Milano, e<br />
l'avvocato dello Stato, Glauco<br />
Nori, che rappresenta la Presidenza<br />
del Consiglio. Alla fine degli<br />
interventi, i giudici si riuniscono<br />
in Camera di Consiglio. Dal<br />
punto di vista teorico, per evitare<br />
il toto sentenza, la Corte potrebbe<br />
emettere un <strong>com</strong>unicato a decisione<br />
presa e poi far conoscere<br />
le motivazioni nelle settimane<br />
successive. Il presidente Francesco<br />
Amirante, cosciente della spinosità<br />
della materia, vorrebbe<br />
una decisione in tempi brevi, ma<br />
è improbabile che venga presa<br />
già oggi. a.m.<br />
vembre 1942, è Professore ordinario<br />
di diritto internazionale,<br />
Paolo Maria<br />
N ap o l i t a n o<br />
Giudice dal 2006<br />
Eletto dal Parlamento,<br />
su indicazione<br />
del centro-destra,<br />
il 5 luglio<br />
2006. Nato a Roma il 3<br />
ottobre 1944, Consigliere di<br />
Stato, è stato membro del gabinetto<br />
del vice presidente<br />
del Consiglio Gianfranco Fini<br />
nel primo governo Berlusconi<br />
e l'ha seguito alla Farnesina<br />
quando l'ex leader di An è diventato<br />
ministro degli Esteri.<br />
Ha partecipato alla cena con<br />
Berlusconi a casa del collega<br />
Mazzella e ha respinto le critiche,<br />
attaccando: “C'è un<br />
tentativo per condizionare la<br />
Corte costituzionale nella sua<br />
futura attività, intimidendo alcuni<br />
dei suoi <strong>com</strong>ponenti”.<br />
Giuseppe<br />
Fr i go<br />
Giudice dal 2008<br />
Eletto dal Parlamento,<br />
su indicazione<br />
del centro-destra,<br />
il 21<br />
ottobre 2008. Nato a Brescia il<br />
30 marzo 1935, è avvocato<br />
penalista. Dal '98 al 2002 è<br />
stato presidente dell'Unione<br />
delle camere penali. E' uno<br />
dei padri della riforma del cosiddetto<br />
giusto processo.<br />
A l e s s a n d ro<br />
Criscuolo<br />
Giudice dal 2008<br />
Nato a Napoli il 15<br />
luglio 1937, è stato<br />
. Presidente di<br />
Sezione della suprema<br />
Corte. Presidente dell'associaizone<br />
nazionale magistrati<br />
dal 1985 al 1989 e <strong>com</strong>ponente<br />
de Csm dal 1990 al 1994. Nel<br />
2008, davanti al Csm, ha assunto<br />
la difesa dell'ex Pm di Catanzaro,<br />
Luigi De Magistris.
Martedì 6 ottobre 2009 pagina 5<br />
Dal predellino al lodo<br />
quel rapporto difficile<br />
tra Fini e il premier<br />
La relazione tra i due è così logora, che ieri<br />
“i berluscones” erano quasi stupiti per la<br />
dichiarazione con cui Gianfranco Fini<br />
(almeno in apparenza) correva in soccorso del<br />
presidente del Consiglio, tagliando le ali ad ogni<br />
ipotesi di governissimo: “"Nel nostro sistema - aveva<br />
detto il presidente della Camera - la maggioranza é<br />
quella che esce dalle urne. Non a caso gli elettori che<br />
hanno votato alle ultime Politiche hanno trovato sulla<br />
scheda il nome del candidato premier". Parole che<br />
sembrano una risposta alle ipotesi di governissimo<br />
ventilate da Rutelli e che dovrebbero rassicurare la<br />
maggioranza del Pdl. Invece, nell’entourage del<br />
Cavaliere, il sospetto correva sulle bocche: “Lo<br />
difende ora, che non può fare a meno, per tenersi le<br />
mani libere poi”. Sta di fatto che i rapporti tra Fini e<br />
IL CORO DEGLI UOMINI DEL CAPO:<br />
”DISEGNI EVERSIVI, E’ UN GOLPE!”<br />
Berlusconi: “Sentenza al di là del bene e del male”.<br />
Poi detta lo spartito ai suoi. Capezzone: “Si tenta di rovesciare il voto”.<br />
di Luca Telese<br />
Manca solo la parola “gol -<br />
pe”. Ma è <strong>com</strong>e se il presidente<br />
del Consiglio e i<br />
suoi uomini ci girassero<br />
intorno per tutto il giorno in un<br />
valzer di perifrasi, <strong>com</strong>e se l’or -<br />
chestra della maggioranza avesse<br />
davanti agli occhi uno spartito<br />
dominato da quella stessa<br />
nota. Il primo ad evocare lo<br />
spettro del golpe era stato due<br />
settimane fa Renato Brunetta.<br />
Poi è toccato a Vittorio Feltri. Ieri,<br />
a parlare di manovre “e vers<br />
i ve ” sono arrivati i capigruppo<br />
del Pdl e il portavoce del partito<br />
Daniele Capezzone. Anche Silvio<br />
Berlusconi ha implicitamente<br />
avvalorato la profezia<br />
del suo ministro con il <strong>com</strong>mento<br />
alla sentenza sul lodo<br />
Mondadori: “Sono letteralmente<br />
allibito: è una sentenza al di là<br />
del bene e del male, è certamente<br />
una enormità giuridica”.<br />
Gasparri & Cicchitto. Ecco<br />
perchè quello che il premier<br />
(per ora) non può dire, è affidato<br />
al controcanto del <strong>com</strong>unicato<br />
dei capigruppo del suo<br />
partito. Le parole utilizzate da<br />
Maurizio Gasparri e Fabrizio<br />
Cicchitto, ed i rispettivi vicepresidenti<br />
(Gaetano Quagliariello<br />
e Italo Bocchino) sono<br />
ponderate: “Gli attacchi che<br />
fuoriescano dai canoni dell'opposizione<br />
democratica, dura<br />
ma rispettosa delle istituzioni,<br />
ci portano ad assicurare che, in<br />
Parlamento così <strong>com</strong>e nel Paese,<br />
forti di un consenso chiaramente<br />
e piu' volte espresso dagli<br />
italiani, il centrodestra proseguira'<br />
nella politica del fare e<br />
del governare, che nessun dise-<br />
di Caterina Perniconi<br />
È<br />
gno eversivo potra' sconfiggere".<br />
E che dire di Daniele Capezzone?<br />
"<br />
“Torbide operazioni”. E' necessario<br />
- dice il portavoce - che<br />
gli italiani siano messi nella condizione<br />
di vigilare contro il tentativo,<br />
ora più che mai evidente,<br />
di rovesciare il responso delle<br />
urne attraverso torbide operazioni<br />
di salotto, di tribunale e<br />
di Palazzo". Il lessico da anni di<br />
piombo non è casuale: “rove -<br />
sciare la voontà popolare”, “di -<br />
segno eversivo”, “fuor iuscita<br />
dai canoni dell’opposizione dem<br />
o c ra t i c a ”. Gasparri, Cicchitto<br />
(e i loro vice) calcano la mano:"La<br />
tempistica e i contenuti<br />
di una sentenza che a 20 anni<br />
dai fatti arriva con sospetta puntualita'<br />
- prosegue la nota - rafforzano<br />
l'opinione di quanti,<br />
<strong>com</strong>e noi, pensano che vi sia<br />
chi sta tentando, con mezzi impropri,<br />
di contrastare la volontà<br />
democratica del popolo italiano".E<br />
ancora: “Si tenta, vanamente<br />
- dicono i capigruppo<br />
Pdl - di delegittimare l'azione<br />
del governo. Siamo certi che<br />
questo disegno non troverà<br />
spazio nelle istituzioni e, che<br />
ciascuno nella sua diversa responsabilità,<br />
agisca partendo<br />
dal presupposto del rispetto<br />
della legalità e della sovranità<br />
p o p o l a re " .<br />
La replica. Come in un gioco di<br />
specchi ai capogruppo del centrodestra<br />
rispondono i capogruppo<br />
del Pd, Anna Finocchiaro,<br />
Antonello Soro e i rispettivi<br />
vice: “In un ordinamento costituzionale<br />
<strong>com</strong>e quello del nostro<br />
Paese che prevede la separazione<br />
dei poteri e lo stato di<br />
diritto - spiegano i capigruppo<br />
Gasparri e Cicchitto:<br />
”Antidemocratici”.<br />
Di Pietro: “Criminali voi”<br />
del Pd - la nota congiunta dei capogruppo<br />
è gravissima nei suoi<br />
contenuti perché finge di non<br />
ricordare che la decisione del<br />
Tribunale di Milano è la naturale<br />
conseguenza, in sede civile,<br />
della condanna penale definitiva<br />
dell’onorevole Cesare Previti,<br />
ritenuto responsabile di aver<br />
corrotto un giudice con l’obiet -<br />
STORIE DI REGIME<br />
tivo di addomesticare il 'Lodo<br />
Mondador i’”.<br />
Ancora più dure le parole dei<br />
leader dell’Italia dei valori, che<br />
parte all’attacco lancia in resta<br />
con il suo leader. "E' documentalmente<br />
provato - dice Antonio<br />
Di Pietro - che il presidente del<br />
Consiglio e' un criminale che<br />
ha corrotto dei giudici per <strong>com</strong>-<br />
Pd, gli assenti si processano<br />
atteso per oggi il verdetto del “p ro c e s s o ”<br />
agli assenteisti del Partito Democratico.<br />
Con una singolare caratteristica: a giudicare saranno<br />
anche alcuni degli imputati. L’accusa è<br />
di aver fatto promuovere il decreto che contiene<br />
il cosiddetto scudo fiscale non partecipando<br />
alle votazioni in aula la scorsa settimana.<br />
Martedì, quando la Camera era chiamata ad<br />
esprimersi sulla pregiudiziale di costituzionalità,<br />
gli assenti del Pd erano 59, ma ne bastavano<br />
53 per far affossare il provvedimento. Venerdì,<br />
ancora 29 defaillance per il maggior partito<br />
dell’opposizione e la legge passa con soli<br />
20 voti di scarto. Nei giorni seguenti c’è stata<br />
una tempesta di giustificazioni a mezzo stampa,<br />
non tutte vere, <strong>com</strong>e ha scritto Il Fatto domenica,<br />
dimostrando che l’assenza di Giuseppe<br />
Fioroni non era dovuta alla malattia ma ad<br />
un convegno torinese. Appuntamento quindi<br />
alle 12.30 con il <strong>com</strong>itato direttivo, allargato ai<br />
capigruppo di <strong>com</strong>missione, per giudicare gli<br />
imputati. Ma sicuramente la condanna non sarà<br />
pesante, se si considera che una parte degli<br />
assenti fanno parte della giuria stessa. Infatti,<br />
dei 35 deputati chiamati ad emettere la sentenza,<br />
ben 8 non erano presenti in occasione<br />
della votazione di martedì. Nello specifico:<br />
Bruno Cesario, Cesare Damiano, Sandro Gozi,<br />
Michele Meta, Federica Mogherini, Barbara<br />
Pollastrini, Livia Turco e Guglielmo Vaccaro. È<br />
improbabile che i giudici-assenti decidano di<br />
autopunirsi, né che si aprano in quella sede<br />
discussioni congressuali o un processo al capogruppo<br />
Antonello Soro, che vede la sua poltrona<br />
già in bilico se le primarie <strong>dove</strong>ssero confermare<br />
la vittoria di Bersani.<br />
Allora contro chi si rivolgeranno le accuse stamattina?<br />
Di certo contro Antonio Gaglione, il<br />
meno presente in aula con una percentuale del<br />
9,35%, che però ieri ha lasciato il gruppo del<br />
Pd per passare al gruppo Misto. Dopo di lui, le<br />
presenze più basse sono quelle di Massimo<br />
D’Alema e Pierluigi Bersani, rispettivamente<br />
col 31,15 e con il 31,53% (entrambi assenti<br />
martedì). Seguono Gianni Vernetti con il<br />
32,14% (anche lui non c’era martedì), Lapo Pistelli<br />
col 35,23% (assente sia martedì che venerdì),<br />
Giuseppe Fioroni 33,08% (mancava sia<br />
martedì che venerdì), Dario Franceschini<br />
41,01% (assente martedì). Difficile pensare a<br />
un “processo vip”, che in questi giorni si sono<br />
giustificati con improrogabili impegni o con la<br />
scusa del “se eravamo in numero maggiore noi<br />
sarebbero stati di più anche loro”. Tesi smentita<br />
in più occasioni, <strong>com</strong>preso il famoso decreto<br />
salva Rete4 <strong>dove</strong> fu battuta una maggioranza<br />
con 51 assenti, o la manovra economica<br />
dello scorso anno.<br />
prare, attraverso una sentenza,<br />
un vantaggio ingiusto e ingiustificabile",<br />
Spiega il leader dell'Italia<br />
dei valori nel Transatlantico<br />
di Montecitorio: “Invece di<br />
pagare il fio delle sue malefatte<br />
Berluscoini la butta in politica,<br />
<strong>com</strong>e al solito, per schivare le<br />
responsabilità processuale.<br />
D'altronde - osserva - si e' messo<br />
per questo in politica". Di più:<br />
“"C'è un disegno eversivo che<br />
viene portato avanti da diversi<br />
anni e anche in questi giorni ed<br />
è portato avanti da un mandante:<br />
Silvio Berlusconi”.<br />
R ev i v a l . Insomma, il golpe, la<br />
parola-feticcio degli anni settanta<br />
torna a risuonare nei palazzi<br />
della politica. Non più per<br />
indicare i tentativi di putsch del<br />
principe Junio Valerio Borghese,<br />
del Mar di Carlo Fumagalli, o<br />
i piani di deportazione dei dirigenti<br />
di sinistra a Capo Marrargiu<br />
(ci sarebbe dovuto finire<br />
persino Alessandro Curzi). Lo<br />
spettro del golpe, questa volta<br />
torna evocato dai leader della<br />
maggioranza, e dagli uomini<br />
più vicini al premier. Torna <strong>com</strong>e<br />
deterrente, e <strong>com</strong>e strumento<br />
di battaglia politica. Ieri<br />
Unberto Bossi era il più sibillino:<br />
“Non so se andremo al voto,,<br />
non penso. In ogni caso noi<br />
siamo pronti”. Nella maggioranza,<br />
ieri, gli sforzi principali<br />
erano quelli per capire se ci siano<br />
o meno i numeri per un ipotetico<br />
“gover nissimo” sostenu -<br />
to da tutte le opposizioni e da<br />
una scheggia di An (avrebbe solo<br />
un voto di scarto al Senato).<br />
Non è un mistero che Berlusconi<br />
è tetnato dalle elezioni anticipate<br />
se la Consulta <strong>dove</strong>sse<br />
bocciare il Lodo.<br />
L’ESORCISTA<br />
RETROMARCIA DI ASSISI,<br />
LA PAROLA CHIAVE<br />
“N<br />
on tirateci per il saio da una parte<br />
e dall'altra. Noi francescani accogliamo<br />
tutti e la maggioranza viene alla ricerca della<br />
spiritualità. Altri però tentano di servirsi<br />
di Francesco e di noi frati per affermare determinate<br />
cose. Ma non permetteremo che si profitti<br />
del Santo. All'inizio gli ospiti prevalenti erano<br />
politici della sinistra. Questa semplice dichiarazione<br />
ha fatto parlare qualcuno di "frati <strong>com</strong>unisti".<br />
Ebbene, non è così.<br />
Lo stesso vale per la marcia della pace.<br />
”Era a senso unico. Ora la marcia ha un carattere<br />
diverso. Ci sarà un vescovo, ci sarà un messaggio<br />
del Papa".<br />
Così padre Giuseppe Piemontese, nuovo Custode del<br />
Sacro Convento di Assisi (Il Corriere della Sera, 2<br />
o t t o b re ) .<br />
La parola chiave, per interpretare il testo,<br />
è "maggioranza".<br />
Berlusconi sono <strong>com</strong>promessi (perlomeno) dal<br />
discorso del predellino, quando Fini <strong>com</strong>mentò algido:<br />
“Siamo alle <strong>com</strong>iche finali”. Le elezioni segnarono una<br />
tregua, il congresso del Pdl segnò una divisione<br />
abissale, seguito dallo strappo sul caso Englaro e da<br />
quello sulla cittadinanza. Come sono lontani i tempi<br />
(1993) dell’appello al voto di Berlusconi per Fini a<br />
Casalecchio del Reno. Ci eravamo tanto amati?<br />
IL FATTO POLITICO<br />
dc<br />
Il dibattito<br />
virtuale<br />
di Stefano Feltri<br />
A<br />
desso c’è anche una data:<br />
il 5 dicembre, quando il<br />
Popolo della libertà proverà<br />
a riempire la piazza per<br />
reagire al “go l p e ”, <strong>com</strong>e lo<br />
ha definito ieri il “Gior nale”.<br />
Resta solo da capire se si<br />
tratterà di un bagno di folla<br />
rigenerante o di una<br />
m a n i fe s t a z i o n e<br />
p re - e l e t t o ra l e .<br />
Si discute di elezioni<br />
anticipate, di giustizia ad<br />
orologeria (il risarcimento<br />
per la corruzione nella<br />
vicenda Mondadori), di<br />
governissimi e governi<br />
tecnici. Ma sono<br />
dichiarazioni senza<br />
impegno, un dibattito<br />
virtuale perché tutto<br />
dipende dalla decisione<br />
della Corte costituzionale<br />
sul lodo Alfano. E’<br />
impossibile prevedere cosa<br />
succederà se lo scudo<br />
salva-premier verrà<br />
bocciato e quali saranno le<br />
reazioni di Berlusconi. E se<br />
viene bocciato, tutto resta<br />
<strong>com</strong>’è o qualcuno vuole<br />
<strong>com</strong>unque le elezioni?<br />
L’<br />
Italia dei valori dice di<br />
essere contraria a ogni<br />
governo di larghe intese<br />
(che sembra piacere a<br />
Francesco Rutelli, del Pd),<br />
Pierluigi Bersani cerca di<br />
dribblare rimettendosi al<br />
capo dello Stato in caso di<br />
crisi, la Lega dice che è<br />
sempre pronta al voto. La<br />
reazione più sofisticata è<br />
quella di Gianfranco Fini che<br />
forse, alla prova dei fatti,<br />
preferisce rimandare ancora<br />
il confronto definitivo con la<br />
leadership di Berlusconi.<br />
Prima il ministro finiano<br />
Andrea Ronchi dice in<br />
un’intervista che “se cade<br />
Berlusconi non ci sono<br />
alternative, l’unica strada<br />
sono le urne”. Poi, da<br />
Napoli, Fini argomenta<br />
meglio: visto che di fatto<br />
non siamo più una<br />
Repubblica parlamentare<br />
tradizionale perché nella<br />
prassi ci sono elementi di<br />
presidenzialismo, è inutile<br />
pensare a governi diversi da<br />
quelli che escono dalle<br />
elezioni. Poi si augura che in<br />
questa legislatura si arrivi a<br />
un Senato delle regioni (o<br />
qualche sua variante). Parole<br />
che si possono interpretare<br />
<strong>com</strong>e un’implicita<br />
dichiarazione di fedeltà a<br />
Berlusconi (Fini vuole che la<br />
legislatura arrivi a<br />
conclusione naturale, visto<br />
che auspica riforme così<br />
<strong>com</strong>plesse) e un altro amo<br />
lanciato a Umberto Bossi,<br />
con cui in questi giorni si sta<br />
stabilendo un nuovo<br />
rappor to.<br />
L’<br />
unico davvero convinto<br />
di poter trarre vantaggi<br />
dalle elezioni anticipate,<br />
insomma, sembra il<br />
Cavaliere, che vuole<br />
affermare la supremazia<br />
della volontà popolare su<br />
quella dei giudici. Per il resto<br />
della maggioranza sarebbero<br />
soprattutto un rischio.
pagina 6 Martedì 6 ottobre 2009<br />
Il <strong>com</strong>izio in diretta<br />
al Tg1 e la Rai<br />
in subbuglio<br />
ad organizzare una grande manifestazione<br />
in difesa dei <strong>soldi</strong><br />
del Capo (ovvero Berlusconi<br />
Silvio, appena condannato a<br />
versare 750 milioni alla Cir di<br />
De Benedetti Carlo), i cittadini<br />
(alcuni) tentano di riappropriarsi<br />
dello Stato.<br />
Grillo insomma passa definitivamente<br />
dalla protesta alla proposta.<br />
Spiega <strong>com</strong>e i 122 punti<br />
del suo programma, che spazia<br />
dall’energia, all’economia, per<br />
arrivare all’educazione e all’in -<br />
formazione, non siano<br />
definitivi. Chiari-<br />
sce che, prima delle<br />
elezioni politiche e di<br />
quelle regionali, si deciderà<br />
tutti assieme.<br />
“Uno vale uno”, dice<br />
annunciando tessere<br />
gratuite per gli iscritti<br />
dotate di cip e di password<br />
grazie alle quali<br />
tutti i dibattiti e le votazioni<br />
sui contenuti<br />
potranno avvenire via<br />
inter net.<br />
“Se fossi stato Veltroni,<br />
io il movimento lo<br />
avrei abbracciato e invece<br />
ci hanno dato<br />
dell’anti-politica”, dice<br />
Grillo, forse senza<br />
Scontro aperto tra il direttore del<br />
Tg1, Augusto Minzolini e il<br />
Comitato di redazione. Sabato<br />
sera Minzolini è apparso in video durante il<br />
telegiornale delle 20 con un editoriale in cui<br />
criticava duramente la manifestazione per la<br />
libertà di stampa, definendola<br />
“i n c o m p re n s i b i l e ” e parlando di “re g i m e<br />
NASCE IL MOVIMENTO<br />
DI GRILLO: OBIETTIVO 4%<br />
Alla presentazione del programma<br />
in 122 punti anche Luigi De Magistris<br />
di Peter Gomez<br />
l’insegnamento<br />
dell’inglese obbligatorio<br />
fin dall’asilo. Ci so- C’è<br />
no le provincie e le prefetture<br />
che vanno da subito<br />
abolite. C’è la class action da introdurre<br />
<strong>com</strong>e negli Usa. E ci<br />
sono i posti in consiglio di amministrazione<br />
delle società<br />
quotate da riservare ai rappresentati<br />
dei piccoli azionisti. Poi,<br />
ecco le nuove norme sull’am -<br />
biente e i trasporti - modello<br />
Obama - e il <strong>dove</strong>re da parte del<br />
parlamento di dibattere e votare<br />
le leggi d’iniziativa popolare<br />
.<br />
È lungo, anzi lunghissimo, il<br />
programma del “Movimento a<br />
cinque stelle” di Beppe Grillo<br />
che dalle prossime settimane<br />
verrà discusso on line con gli<br />
iscritti. Tra le pareti rosse del<br />
Teatro Smeraldo di Milano, Grillo<br />
lo illustra davanti a più di<br />
2000 persone. Quasi tutti ragazzi<br />
tra i venti e 35 anni che<br />
hanno deciso di rinunciare a<br />
pomeriggio di sole per ragionare<br />
di politica. Sì, di politica. Perchè<br />
qui, mentre nel Pd si battaglia<br />
per la leadership a colpi di<br />
tessere false e nel Pdl si pensa<br />
DEFINIZIONI DI GARANZIA<br />
PAOLO L’IRRITUALE<br />
Il presidente 'di garanzia' della Rai Paolo<br />
Garimberti è uomo che soppesa ogni parola. Se, ad<br />
esempio, un passante gli chiede l'ora, Garimberti<br />
potrà rispondere: sono le 16 e 15. Purché non<br />
dimentichi di aggiungere: sempre che il mio orologio<br />
funzioni. Possiamo immaginare quindi con quale<br />
attenzione abbia dovuto affrontare il problema<br />
Minzolini. Cioè del direttore del Tg1 che usa il Tg1<br />
<strong>com</strong>e se fosse casa sua, o meglio palazzo Grazioli.<br />
Immaginiamo Garimberti che riflette e soppesa la<br />
definizione più opportuna. Una marachella? Una<br />
birichinata? Alla fine dopo aver consultato l'ufficio<br />
legale e l'accademia della Crusca il presidente di<br />
garanzia non senza sforzo, non senza sofferenza ha<br />
pronunciato la parola esatta: irrituale. Ed è svenuto.<br />
di Carlo Tecce<br />
S<br />
tanza numero 233. La porta del direttore è<br />
chiusa, presidiata da due segretarie vestite<br />
con gusto: una bionda, l’altra mora. Raffiche di<br />
profumo, calma apparente, Augusto Minzolini<br />
non c’è. I lunghi corridoi di Saxa Rubra sembrano<br />
disabitati, secondo piano della palazzina in<br />
fondo, la sala riunioni intitolata a Paolo Frajese è<br />
vuota: carte, brogliacci, nessun giornale. Sono le<br />
tre del pomeriggio, il primo telegiornale è andato:<br />
fango di Messina, servizio da Bruxelles sulle<br />
quote latte, il processo della Caffarella, l’o ro<br />
della pallavolo. Alle dieci in punto la scaletta era<br />
sulla scrivania del montaggio, firmata da Minzolini,<br />
controfirmata dal vice Gennaro Sangiuliano,<br />
che da giovane militava nella destra più estrema.<br />
La sentenza sul Lodo Mondadori è dimenticata,<br />
sabato sera è stata infilata in un “v i vo ” (inter vento<br />
del conduttore) di tre righe tre, all’occor renza<br />
sarà ripresa dal verso giusto: ancora la magistratura<br />
canaglia, ancora le toghe che distraggono il<br />
presidente del Consiglio. Alle quattro i capi sono<br />
pensare che non poteva essere<br />
altrimenti. Se raccogli milioni<br />
di firme per reintrodurre il voto<br />
di preferenza, per sbarrare le<br />
porte delle Camere ai pregiudicati<br />
e fissare per i parlamentari<br />
un tetto massimo di due legislature,<br />
è ovvio che ti chiamino<br />
qualunquista. Anche perché,<br />
<strong>com</strong>e ricorda il <strong>com</strong>ico dal palco,<br />
“Piero Fassino sta a Roma da<br />
25 anni e sua moglie da trenta”.<br />
Così gli unici apprezzamenti sono<br />
per “kr iptonite” Antonio Di<br />
Le liste in<br />
Piemonte ed<br />
Emilia, forse<br />
in Campania<br />
PERSONAGGI<br />
mediatico” esercitato da quei giornali che si<br />
considerano “depositari della verità”. La<br />
replica del Cdr, la rappresentanza sindacale<br />
del Tg1, è arrivata il giorno dopo. Alla fine<br />
dell’edizione delle 20 di domenica Tiziana<br />
Ferrario ha letto un <strong>com</strong>unicato in cui il<br />
Cdr <strong>prende</strong>va le distanze dal Minzolini: “Il<br />
direttore ha allineato il Tg1 contro la<br />
Pietro e per i due euro-parlamentari<br />
che i ragazzi del Movimento<br />
hanno contribuito a far<br />
eleggere: Sonia Alfano e Luigi<br />
De Magistris, seduti in prima fila.<br />
Per loro la folla riserva<br />
un’ovazione pari a quella che<br />
accoglie l’annuncio della presenza<br />
in sala di Adriano Celentano<br />
e Claudia Mori: due, dice<br />
Grillo, che hanno “anticipato<br />
molti dei nostri temi”.<br />
Poi si passa alla strategia politica:<br />
il Movimento a cinque stelle<br />
alle prossime amministrative si<br />
presenterà solo “in due regioni,<br />
forse tre”. Certe sono Piemonte<br />
ed Emilia Romagna, in bilico è<br />
la Campania. Alle politiche invece<br />
gli uomini e le donne di<br />
Grillo saranno in tutti i collegi.<br />
“Avremo liste fatte di gente di<br />
t re n t ’anni. Io ne ho ormai 62,<br />
non credo proprio che ci sarò”,<br />
dice il <strong>com</strong>ico <strong>com</strong>e per stoppare<br />
sul nascere la consueta accusa,<br />
mossa dai media e dai par-<br />
nocchia dei salatini nell’angolo del caffè, non ha<br />
fretta: “Quanto dura l’incontro delle quattro?<br />
Mah. Mezz’ora, non di più”. Il telegiornale di<br />
Minzolini è confezionato in scioltezza, massimo<br />
trenta minuti: in riunione non si discute, non c’è<br />
motivo, non si può contestare il direttore che,<br />
circondato dai suoi yes man, detta la scaletta senza<br />
interruzioni. “La lista della spesa”. I dissidenti<br />
sono emarginati, le notizie più ruvide sono trattate<br />
in due maniere: o vengono ignorate o sono<br />
affidate a mani sicure. Sabato in piazza del Popolo<br />
c’era Laura Chimenti (quota Pdl) dell’Eco -<br />
nomia, i colleghi degli Interni erano a riposo, altri<br />
erano con la gente a protestare. “Io ero con il<br />
mio striscione, ero lì anche contro Minzolini”, ci<br />
sussurra, con la paura di farsi ascoltare, un giornalista.<br />
“Altrimenti avrei davvero vergogna a definirmi<br />
un dipendente Rai. Nelle mazzette ci arriva<br />
persino l’Osservatore Romano, ma dobbiamo<br />
ribellarci per avere un giornale di sinistra. Tifiamo<br />
per il nostro sindacato”. I membri del Cdr<br />
non si arrendono, ma sanno che il direttore non<br />
perdona. Nella redazione cultura c’è una maglia<br />
nera sulla sedia: “Siamo tutti farabutti”. Non ci<br />
sarà una rivoluzione collettiva, c’è chi resiste e<br />
chi s’è arreso: “E chi senza motivo o per una promessa<br />
segue la linea di Minzolini”, ci spiega un<br />
Il Giornale<br />
titi tradizionali, di essere solo<br />
un leader populista. Un attore<br />
capace di smuovere i fan, ma<br />
non i militanti. Per questo il Movimento<br />
non vuol <strong>com</strong>mettere<br />
errori. La diffusione di internet,<br />
anche perché la banda larga<br />
non copre tutto il Paese, è ancora<br />
troppo bassa per pensare<br />
di condurre campagne elettorali<br />
esclusivamente in rete. Il<br />
modello svedese <strong>dove</strong>, <strong>com</strong>e<br />
spiega via Skipe, il suo leader,<br />
Rick Falkvige, il “partito dei pira<br />
t i ” è riuscito a portare due<br />
rappresentanti al parlamento<br />
europeo rinunciando totalmente<br />
alla propaganda tradizionale,<br />
non può essere riprodotto<br />
integralmente. Per questo alle<br />
imminenti regionali il Movimento<br />
volerà basso concentrando<br />
gli sforzi solo su quelle<br />
manifestazione del sindacato dei<br />
giornalisti”, diceva il <strong>com</strong>unicato letto da<br />
Tiziana Ferrario. Motivo per cui veniva<br />
chiesto “un incontro urgente” ai vertici<br />
della Rai. Immediata anche la controreplica<br />
del direttore che ha definito i suoi<br />
giornalisti “intolleranti” contro chi ha idee<br />
diverse .<br />
GATTI LEGHISTI: TRA<br />
LORO USANO IL DIALETTO<br />
I gatti sono leghisti. È questa la singolare scoperta del<br />
Giornale. Titola ieri il quotidiano di casa Berlusconi: “I<br />
gatti fanno i leghisti. Per parlare tra loro usano solo il<br />
dialetto”. Affermazione questa che crea un po’ di confusione.<br />
Perché poi, leggendo l’articolo, si scopre che si<br />
sta parlando di una scoperta scientifica di tutto rispetto.<br />
Paul Leyhausen, il maggiore esperto mondiale<br />
di gatti, afferma, infatti, che i felini possiedono due tipi<br />
di linguaggio: uno per i bisogni primari e uno per le<br />
confidenze. Si chiamerebbe “dialetto diadico” quello<br />
che i gatti usano tra di loro e non in presenza di terzi.<br />
Quel che è certo è che Bossi non miagola.<br />
Il Tg di Minzolini, <strong>dove</strong><br />
le notizie vanno in esilio<br />
convocati per l’edizione delle 20.<br />
Mezz’ora prima, solitario, ecco Augusto<br />
Minzolini: stringe poche mani, e<br />
corre via verso l’ufficio di Fabrizio Ferragni.<br />
L’altro vice Claudio Fico, pupillo di Clemente<br />
Mimum, intravede il direttore e raddrizza<br />
la schiena sulla poltrona di pelle: sfoglia i quotidiani<br />
sul tavolo, Il Giornale e L i b e ro , <strong>prende</strong> il telefono<br />
e non si stacca più. Sangiuliano istruisce la<br />
redattrice che dovrà confezionare un delicatissimo<br />
pezzo per la sera: “Mi rac<strong>com</strong>ando, leggi<br />
bene Il Tempo a pagina 6. Fai riferimento all’ar -<br />
ticolo, facciamo un ritorno di questo tipo”. Il<br />
quotidiano di piazza Colonna apre con una foto<br />
di un sorridente Minzolini. Titolo: “Vogliono essere<br />
liberi. Ma attaccano chi li critica. Sinistra<br />
all’assalto”. La manifestazione di sabato ha infiammato<br />
i giornalisti, la parte più autonoma e<br />
più lontana da Minzolini ha sollecitato un Comunicato<br />
del <strong>com</strong>itato di redazione: Alessandra<br />
Mambelli, Claudio Pistola e Alessandro Gaeta<br />
hanno lottato l’intera notte tra sabato e domenica<br />
per far leggere a Tiziana Ferrario quelle poche<br />
righe scritte con orgoglio: “Il Tg1 non è mai<br />
stato schierato”. Nicoletta Manzione è il nuovo<br />
volto del Tg1, il mezzobusto che con Minzolini<br />
sbuca di frequente nelle case degli italiani. Sgra-<br />
Il Direttore del Tg1, Augusto Minzolini (FOTO ANSA)<br />
aree <strong>dove</strong> è realistico pensare di<br />
poter arrivare al 4 per cento dei<br />
voti. Il 18 settembre il Pdl ha<br />
proposto che anche alle regionali<br />
si voti con questa soglia di<br />
sbarramento. È visto il silenzio<br />
del Pd è quasi scontato che si<br />
arrivi ad approvare la legge.<br />
La scelta fa tirare un sospiro di<br />
sollievo all’Italia dei Valori. Il rischio<br />
di non raggiungere il quorum<br />
in molte regioni a causa<br />
della presenza dei grillini, è<br />
scongiurato. E così, è probabile<br />
che nelle prossime settimane<br />
l’Idv offra la possibilità al Movimento<br />
di candidare <strong>com</strong>e indipendenti<br />
dei rappresentati nelle<br />
liste di Di Pietro. Non siamo<br />
ancora alla nascita di un terzo<br />
polo, diverso da destra e sinistra,<br />
ma a Milano, al teatro Smeraldo,<br />
qualcosa si muove.<br />
giornalista, vent’anni in Rai ma nessuna voglia di<br />
<strong>com</strong>parire. Minzolini può vantare una larga fiducia.<br />
I voti nel giorno dell’insediamento sono stati<br />
sor<strong>prende</strong>nti. Un inusuale plebiscito a Saxa Rubra:<br />
100 sì, 50 no, 12 astenuti. “L’area è bonificata.<br />
Chi professa imparzialità è in esilio”. Lettera<br />
22. Anche Luigi Monfredi ha rimosso la bandiera<br />
dei precari, ormai antichi furori di gioventù. Vi<br />
ricordate le genuflessioni a Silvio Berlusconi di<br />
Stefano Ziantoni a Unomattina: “Presidente, questa<br />
è casa sua”. Ziantoni si lamentava delle critiche<br />
del Cdr e in bacheca Monfredi e Stefano<br />
Campagna l’hanno incoraggiato: “Siamo solidali<br />
con te”. Campagna, Monfredi e il vice Sangiuliano<br />
e altri quindici giornalisti del Tg sono iscritti<br />
all’associazione di centrodestra Lettera 22, il<br />
controcanto ad Articolo 21 di Giuseppe Giulietti.<br />
Al <strong>com</strong>pleanno di Lettera 22, l’aprile scorso,<br />
c'erano Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri e<br />
Alessio Butti. Tutti Pdl.<br />
Torniamo a sabato. La Chimenti <strong>dove</strong>va smontare<br />
il corteo e Minzolini <strong>dove</strong>va annientarlo<br />
con l’editoriale. Per la seconda volta, dopo il no<br />
al gossip sugli scandali sessuali di Palazzo, il direttore<br />
ha chiamato una telecamera a sé. “Non<br />
abbiamo più dignità”. Sono le cinque, Minzolini<br />
ordina un caffè. Il Tg1 è pronto.
Martedì 6 ottobre 2009 pagina 7<br />
Marcegaglia: “ il ponte<br />
sullo Stretto si farà,<br />
ma non è prioritario”<br />
Il ponte sullo Stretto di Messina “non è la<br />
priorità. Bisogna fare opere infrastrutturali<br />
che servono veramente e mettere in<br />
sicurezza il territorio, perchè abbiamo continui casi<br />
ambientali problematici”. A dirlo, questa volta, non è<br />
il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano (che<br />
all’indomani della tragedia di Messina aveva espresso<br />
forti dubbi sull’utilità di opere ‘faraoniche’) ma il<br />
Messina<br />
uccisa dagli<br />
speculatori<br />
Quartieri costruiti a ridosso delle fiumare<br />
e un Piano regolatore che divora il territorio<br />
di Enrico Fierro<br />
Doveva diventare <strong>com</strong>e<br />
Barcellona. Bella, con il<br />
mare a vista, gli alberghi e<br />
i centri <strong>com</strong>merciali. Lo<br />
aveva promesso Silvio Berlusconi<br />
il 29 novembre di quattro anni<br />
fa. “Messina diventerà un'altra<br />
città”. E giù cifre: 800 milioni<br />
di euro per l'urbanistica, 1 milione<br />
per lo stadio. E anche un<br />
intervento per risollevare le sorti<br />
della squadra di calcio. “Do -<br />
mani chiamerò un certo signor<br />
Braida e gli dirò che il Milan ha il<br />
<strong>dove</strong>re di offrire rinforzi al Messina<br />
Calcio”. Non è andata così.<br />
Una parte della città è divorata<br />
dal fango, un'altra è a rischio<br />
continuo. Mentre sulle macerie<br />
di Giampilieri, Scaletta e degli<br />
altri borghi, devastati dall'alluvione,<br />
si <strong>com</strong>batte una guerra<br />
tra potenti del Pdl. Da una parte<br />
Stefania Prestigia<strong>com</strong>o, il mini-<br />
stro dell'Ambiente, dall'altra<br />
Giuseppe Buzzanca, il Sindaco.<br />
“Giampileri non era nelle zone a<br />
r ischio”, ribatte lei respingendo<br />
l'accusa di aver dirottato i fondi<br />
per la messa in sicurezza del territorio<br />
per il rifacimento di lungomari<br />
e per le isole Eolie. Il Sindaco:<br />
“non abbiamo mai ricevuto<br />
<strong>soldi</strong> dal ministero dell'Ambiente”.<br />
La realtà è drammaticamente<br />
più dura. L'intero territorio della<br />
città di Messina può finire sotto<br />
il fango. Perché interi quartieri<br />
di migliaia di metri cubi sono<br />
stati costruiti dentro o a ridosso<br />
delle fiumare. Case e scuole. La<br />
denuncia è del Wwf. “La procura<br />
di Messina - dice Anna Giordano<br />
- ha archiviato due delle<br />
quattro denunce su lottizzazioni<br />
pericolose e sui possibili disastri<br />
idrogeologici. Se la stessa<br />
pioggia fosse caduta in altre zone<br />
di Messina ci sarebbero stati<br />
molti più morti e non è detto<br />
che questo non succeda in futuro.<br />
Stanno costruendo una discarica<br />
a villaggio Pace sopra<br />
una fiumara. Un altro lotto di<br />
500 ville stava per essere approvato<br />
nel territorio di Faro superiore,<br />
<strong>dove</strong> non lo permettono<br />
nè le condizioni urbanistiche nè<br />
quelle idrogeologiche”. Cemento:<br />
“è questo l'unico motore<br />
economico della città”, denunciano<br />
gli ambientalisti.<br />
“Oro grigio”, lo chiamano invece<br />
i magistrati della procura di<br />
Messina Giuseppe Farinella e<br />
Angelo Cavallo, che hanno indagato<br />
sul giro di tangenti (1milione<br />
e 550mila euro) che sarebbero<br />
state pagate per la realizzazione<br />
del “Green Park”, un <strong>com</strong>plesso<br />
abitativo costruito a ridosso<br />
di una fiumara, il torrente<br />
Trapani. “In questi anni, il dibattito<br />
pubblico è ruotato attorno<br />
alla previsione di grandi opere e<br />
presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a<br />
margine dell’assemblea dell’associazione, a Pavia. La<br />
Marcegaglia ha però aggiunto che “il ponte ormai è<br />
un’opera cantierata, quindi andrà avanti”. Certo, a<br />
leggere i dati di “Ecosistema rischio” realizzato da<br />
Legambiente e dalla Protezione Civile, le priorità<br />
sono davvero altre, visto che il dissesto idrogeologico<br />
coinvolge oltre 5.500 <strong>com</strong>uni italiani, che<br />
Sopra, quel che resta di una casa a Giampilieri; sotto il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci (FOTO XXX)<br />
nuove espansioni<br />
edilizie”, denuncia<br />
Salvatore Granata,<br />
direttore di Legambiente<br />
Sicilia. Nel<br />
mirino la variante al<br />
Prg, giudicata sovradimensionatarispetto<br />
alle esigenze<br />
della città e alle previsioni<br />
di crescita. E<br />
poi c'è il Ponte. Che<br />
frane o non frane<br />
non si tocca. Negli<br />
studi preparatori c'è scritto che<br />
“le opere previste per gli interventi<br />
di mitigazione possono<br />
provocare fenomeni di instabilità”.<br />
“Questa affermazione –<br />
hanno replicato, facendo mettere<br />
a verbale le loro controdeduzioni,<br />
tutte le associazioni<br />
ambientaliste – di notevole gravità,<br />
in quanto prefigura uno<br />
stravolgimento fisico dei luoghi,<br />
non è ac<strong>com</strong>pagnata da una<br />
indicazione dei siti maggiormente<br />
a rischio”. Cosa manca<br />
negli studi preparatori per la<br />
Grande Opera? “Una caratterizzazione<br />
idrogeologica delle<br />
principali fiumare” e “una caratterizzazione<br />
delle aree sensibili<br />
a fenomeni di inondazioni e la<br />
loro mappatura”. Messina, la città<br />
destinata a diventare la Barcellona<br />
d'Italia, sepolta dal fango<br />
e mangiata dal cemento.<br />
Il sogno realizzato del Governatore:<br />
più cemento sulle coste sarde<br />
di Mauro Lissia<br />
M<br />
entre a Messina si contano i morti legati all’edi -<br />
lizia selvaggia e a Capoterra, vicino Cagliari, la<br />
magistratura indaga sull’alluvione del 22 ottobre<br />
2008 che ha cancellato cinque vite umane e centinaia<br />
di case (sorte lungo l’alveo di un fiume), la<br />
giunta di centrodestra che governa la Sardegna si<br />
prepara a demolire le norme del piano paesaggistico<br />
regionale che difendevano le coste dai progetti<br />
dei grandi costruttori, da Berlusconi a Ligresi.<br />
Con l’emendamento al Ddl sul rilancio dell’edili -<br />
zia, votato venerdì scorso dai soli consiglieri del<br />
Pdl, con il no degli alleati Sardisti e del centrosinistra,<br />
altri due milioni di metri cubi di cemento<br />
aggrediranno i litorali dell’isola senza più il vincolo<br />
dei trecento metri sulla<br />
fascia costiera. Nessuna<br />
distinzione tra hotel e<br />
immobili privati, ville o<br />
seconde case: tutti potranno<br />
mettere in moto<br />
le betoniere e realizzare<br />
una nuova cubatura fino<br />
al dieci per cento di<br />
quanto già esiste, senza<br />
badare al danno che sarà<br />
arrecato al paesaggio e<br />
alla distanza dal mare. I<br />
progetti verranno soltanto<br />
passati al vaglio di<br />
una <strong>com</strong>missione pubblica,<br />
chiamata a valutare<br />
genericamente la va-<br />
lidità dell’intervento. L’idea della Giunta capeggiata<br />
dal <strong>com</strong>mercialista Ugo Cappellacci è di ridare<br />
fiato alle imprese edili, che negli ultimi anni erano<br />
rimaste imprigionate tra i vincoli durissimi imposti<br />
dal governo regionale guidato da Renato Soru.<br />
Cappellacci l’aveva promesso in campagna elettorale,<br />
cavalcando il malcontento dei sindaci di<br />
area Pdl e dei potentati locali che vivono di mattoni.<br />
L’assessore regionale all’urbanistica Gabriele<br />
Asunis è stato chiaro: “niente a che vedere col piano<br />
casa. All’esame c’è solo un provvedimento che<br />
servirà a ridare impulso all’economia attraverso<br />
l’edilizia”. Come dire che forse il peggio deve ancora<br />
arrivare, malgrado neppure i più pessimisti<br />
avessero previsto un attacco così disinvolto alla<br />
fascia dei trecento metri, considerata intoccabile.<br />
Il governo sardo di centrodestra è partito invece<br />
proprio da quella, per poi annunciare un premio<br />
di cubatura riservato anche alle case di prima abitazione<br />
<strong>com</strong>prese nelle zone B e C, di <strong>com</strong>pletamento<br />
e di espansione edilizia: qui si potrà andare<br />
fino al trenta per cento in più e il regalo della Regione<br />
non escluderà stabilimenti e locali destinati<br />
ad attività produttive. Si parla apertamente di sopraelevare<br />
palazzi tirando su muri dalle terrazze,<br />
di chiudere i piani pilotis (quelli destinati alle automobili)<br />
e persino i seminterrati per ricavarne volumi<br />
abitabili.<br />
Domani pomeriggio alle 18, quando il consiglio<br />
regionale sarà chiamato a votare il Ddl nel suo<br />
<strong>com</strong>plesso, <strong>com</strong>preso l’emendamento che libera<br />
dal vincolo la fascia dei trecento metri, Legambiente,<br />
Wwf e Italia Nostra si riuniranno davanti al<br />
palazzo di via Roma per protestare: “è incredibile -<br />
L’ITALIA DEVASTATA<br />
Berlusconi, nel<br />
2005: “quest a<br />
città sarà <strong>com</strong>e<br />
B a rc e l l o n a ”<br />
hanno scritto in un <strong>com</strong>unicato i responsabili delle<br />
associazioni Vincenzo Tiana, Fanny Cao e Luca<br />
Pinna - La tragedia annunciata di Messina non sembra<br />
aver insegnato nulla a questa Giunta regionale.<br />
La cementificazione selvaggia che ha devastato il<br />
territorio sardo e i morti di Capoterra sono già stati<br />
dimenticati”.<br />
Stefano Deliperi del ‘Gruppo di Intervento giuridico’,<br />
un’associazione ecologista che opera su canali<br />
giudiziari, ce l’ha anche con una parte dei consiglieri<br />
del centrosinistra, che al momento di votare<br />
contro il cemento sono spariti dall’aula.<br />
“D ov ’erano gli assenti? - ha scritto Deliperi in una<br />
nota - e perché non hanno fatto il loro <strong>dove</strong>re di<br />
consiglieri regionali?”. Parole dure anche da Paolo<br />
Maninchedda del Psd’az, un partito che fa parte<br />
della maggioranza ma che non ha esitato a schierarsi<br />
contro il Ddl. La speranza di fermare questa<br />
nuova avanzata del cemento è legata a una recente<br />
sentenza del Consiglio di Stato, che ha bloccato<br />
definitivamente un progetto del costruttore Sergio<br />
Zuncheddu, editore dell’Unione Sarda e del Foglio,<br />
per la realizzazione di un villaggio turistico a<br />
Cala Giunco, vicino allo stagno dei fenicotteri rosa<br />
e sulla più bella spiaggia di Villasimius: i giudici<br />
amministrativi supremi hanno stabilito che l’esi -<br />
genza di tutelare il paesaggio prevale sugli interessi<br />
degli imprenditori e dell’industria turistica. Non<br />
solo: norme e provvedimenti che riguardano il<br />
paesaggio della Sardegna dovranno essere in linea<br />
con il Codice Urbani e con il Piano paesaggistico<br />
regionale che ne deriva. Come dire: adesso la Regione<br />
sarda ci prova, ma forse (con i ricorsi già<br />
all’orizzonte) l’ultima parola spetterà ai giudici.<br />
corrispondono al 70% dei centri italiani. Quelli ad<br />
alto rischio sarebbero oltre 1.200. Di questi, il 42%<br />
non svolge neppure attività di manutenzione<br />
ordinaria. E sono pochissimi gli enti locali che hanno<br />
dislocato le abitazioni più esposte al pericolo in luoghi<br />
sicuri. La percentuale più alta dei <strong>com</strong>uni virtuosi è in<br />
Valle d’Aosta (il 58%). Fanalino di coda la Sicilia, <strong>dove</strong><br />
ben il 92% delle amministrazioni non fa quasi nulla.<br />
N<br />
SCUOLE PERICOLOSE<br />
Crolla il soffitto<br />
studente in corsia<br />
C rolla<br />
il controsoffitto<br />
dell’Istituto<br />
alberghiero Rossini di<br />
Napoli e una studentessa<br />
finisce all’ospedale. Nulla<br />
di grave: guarirà in tre<br />
giorni. L'assessore<br />
regionale all’Istruzione,<br />
Corrado Gabriele, ha<br />
chiesto una verifica<br />
sull’immobile. Codacons<br />
chiede al Governo di non<br />
tagliare i fondi alle scuole.<br />
RIFIUTI A CROTONE<br />
Il Sindaco Vallone:<br />
“il Governo agisca”<br />
S ugli<br />
scarti tossici della<br />
Pertusola Sud, il<br />
Governo deve intervenire<br />
subito. Lo chiede il<br />
sindaco di Crotone,<br />
Peppino Vallone (Pd), che<br />
aggiunge: “se l’esecutivo<br />
non interverrà, lascerò la<br />
fascia”. Il primo cittadino<br />
reclama uno screening su<br />
tutti i cittadini, mentre il<br />
Pd della città chiede ai<br />
propri rappresentanti in<br />
Parlamento di portare alle<br />
Camere la questione,<br />
stimolando un intervento<br />
tempestivo.<br />
STUPRO ALLA C A F FA R E L L A<br />
Condannati i due<br />
imputati<br />
O ltean<br />
Gavrila e Ionut<br />
Alexandru sono stati<br />
ritenuti responsabili dello<br />
stupro di San Valentino<br />
nel parco della Caffarella,<br />
a Roma, nei confronti di<br />
un’adolescente. I due sono<br />
stati condannati con rito<br />
abbreviato a 11 anni e 4<br />
mesi e a 6 anni. A Gavrila,<br />
in realtà, sono state<br />
<strong>com</strong>minate due pene: 7<br />
anni e 4 mesi per la<br />
Caffarella e altri 4 anni<br />
per uno stupro avvenuto a<br />
luglio.<br />
IN C H I E S TA WHY NOT<br />
Parte l’udienza,<br />
assenti i politici<br />
È iniziata<br />
ieri a<br />
Catanzaro l’udienza<br />
preliminare nei confronti<br />
dei 98 indagati<br />
dell’inchiesta Why Not, su<br />
presunti illeciti nella<br />
gestione di fondi pubblici.<br />
Assenti i principali<br />
imputati politici. Tra<br />
questi il presidente della<br />
Regione Calabria, Loiero,<br />
il suo predecessore<br />
Chiaravalloti.<br />
Nell’inchiesta sono<br />
coinvolti anche<br />
imprenditori <strong>com</strong>e<br />
Antonio Saladino, ex<br />
presidente della<br />
Compagnia delle Opere<br />
calabr ese.
pagina 8 Martedì 6 ottobre 2009<br />
Perché l’Italia<br />
potrebbe non<br />
agganciare la ripresa<br />
Il Fondo monetario, tra le grandi<br />
istituzioni internazionali, continua a<br />
essere quella più prudente<br />
sull’andamento della crisi. Nell’ultimo report<br />
periodico sullo stato della recessione, ha<br />
spiegato che ci sono Paesi impreparati a ripartire,<br />
anche quando la congiuntura italiana sarà più<br />
favorevole. “I problemi dell'Italia vanno ben oltre<br />
rebbero 6 mila i posti<br />
a rischio. Molti dei<br />
quali anche nel settore<br />
tessile: Mantova e<br />
Brescia, città nelle<br />
quali l’i n c re m e n t o<br />
<strong>com</strong>plessivo del ricorso<br />
alla cassa è stato<br />
rispettivamente di<br />
+711% e +724%. Spostandoci<br />
in Triveneto<br />
(<strong>dove</strong> ci sono 1500<br />
posti a rischio) le<br />
emergenze si evidenziano<br />
per lo più nei settori della chimica,<br />
degli occhiali e dei sanitari:<br />
Safilo 500 posti in bilico,<br />
Trichiana (Belluno) 250<br />
esuberi e la “c o n s o re l l a ” Ideal<br />
Standard di Brescia (azienda<br />
occupata da 130 operai che<br />
intendono impedire lo spegnimento<br />
del forno di cottura<br />
delle porcellane). Aggiungiamo<br />
poi il lanificio-cotonificio<br />
nazionale di Marzotto a Portogruaro<br />
(250 contratti di solidarietà<br />
da due anni). Scendendo<br />
verso l’ Emilia Romagna<br />
la crisi del metalmeccanico<br />
rappresenta una spada<br />
di Damocle sulla testa di ben<br />
questa recessione e dipendono dal basso<br />
potenziale di crescita dell'economia”, ha spiegato<br />
Ajai Chopra, vice direttore del dipartimento<br />
europeo del Fmi. Il problema è soprattutto la<br />
bassa produttività (a parità di tempo lavorato gli<br />
italiani producono meno beni e servizi di altri).<br />
Secondo il Fondo il Pil italiano si ridurrà del 5,1<br />
per cento nel 2009 prima di tornare a crescere<br />
IL LAVORO CHE NON C’E’ PIU’<br />
da Milano a Porto Torres<br />
Partendo dalle ore di cassa integrazione si<br />
<strong>com</strong>incia ad avere la mappa della crisi<br />
di Elisabetta Reguitti Milano<br />
Alla fine quelli della Innse<br />
di Milano, forse, ci sono<br />
riusciti. La sottoscrizione<br />
dell’ultimo passaggio<br />
(dei tre previsti nell’accordo<br />
raggiunto ad agosto)<br />
sembra aver definitivamente<br />
scritto la parola “fi n e ”, in senso<br />
positivo, sulla storia della<br />
fabbrica in via Rubattino destinata<br />
a chiudere i battenti.<br />
Un epilogo peggiore sembrava<br />
ormai scritto ma è rimesso<br />
in discussione grazie alla ferma<br />
volontà dei 49 operai. Nonostante<br />
le carte, più o meno<br />
ufficiali sottoscritte nella notte<br />
del 30 settembre in prefettura<br />
a Milano, questi lavoratori<br />
però non hanno ancora<br />
smantellato il presidio. Aspettano<br />
di ricevere tutte le lettere<br />
di assunzione. Il d-day dovrebbe<br />
essere il 12 ottobre.<br />
Fino ad allora rimarranno lì.<br />
La mappa. Ma per una Innse<br />
destinata alla riapertura quante<br />
altre aziende oggi rischiano<br />
di chiudere i battenti in questo<br />
autunno che da mesi è<br />
considerato a rischio disoccupazione?<br />
La mappa della crisi<br />
si sovrappone e quasi coincide<br />
con quella dell’industr ia<br />
italiana. Gli operai delle piccole<br />
e medie imprese stanno<br />
lottando per non perdere il<br />
lavoro. Si sta esaurendo il<br />
monte ore della cassa integrazione:<br />
nella sola Lombardia,<br />
per esempio secondo i dati<br />
forniti dalla Cgil regionale, il<br />
ricorso è aumentato del 465<br />
per cento rispetto allo scorso<br />
anno. Si tratta soprattutto di<br />
ricorso alla cassa integrazione<br />
“ordinar ia” (+ 825%) mentre<br />
la “straordinar ia” è cresciuta<br />
del 200 per cento. Il<br />
settore maggiormente colpito<br />
è quello industriale ma non<br />
se la passano certo meglio il<br />
<strong>com</strong>mercio (+425%), il legno(+800%)<br />
la meccanica (+<br />
951%), lavorazione dei metalli<br />
(+ 523%) e il <strong>com</strong>parto chimico<br />
(532%). Secondo molti<br />
economisti l’occupazione<br />
continuerà a scendere almeno<br />
fino a quando il Prodotto<br />
interno lordo non crescerà almeno<br />
di un punto percentuale<br />
all’anno, forse nel 2010.<br />
Non è certo incoraggiante <strong>dove</strong>r<br />
ricordare anche <strong>com</strong>e il<br />
reddito italiano nel 2009 sia<br />
rimasto ai livelli di 10 anni fa.<br />
Secondo una rielaborazione<br />
fornita dall’ultimo World Economic<br />
Outlook del Fondo<br />
monetario, infatti, il reddito<br />
pro capite nel 1999 era pari a<br />
28.691 euro mentre nel 2009<br />
era ancora quasi uguale,<br />
28.806 euro. Con un picco<br />
nel solo 2007 a 31.142 euro.<br />
Insomma, nonostante quello<br />
che dicono alcuni politici ci<br />
sono poche ragioni di cedere<br />
La vittoria<br />
operaia alla<br />
Innse resta<br />
un caso unico<br />
all’ottimismo.<br />
Le zone. Spulciando poi il<br />
rapporto Excelsior (Unioncamere<br />
– ministero del Lavoro)<br />
scopriamo <strong>com</strong>e, regione per<br />
regione, non ci sia <strong>com</strong>parto<br />
che non sia coinvolto da ridimensionamenti,<br />
tagli e<br />
chiusure. Nei giorni scorsi si<br />
è parlato soprattutto di Milano<br />
ma le zone di crisi della<br />
Lombardia sono anche, per<br />
esempio Dalmine (Bergamo),<br />
<strong>dove</strong> il gruppo Tenaris ha appena<br />
annunciato il taglio di<br />
717 posti di lavoro (oltre a un<br />
altro centinaio nel sito di Costa<br />
Volpino). Complessivamente<br />
a livello regionale sa-<br />
PIANO CASA<br />
“N<br />
Gli operai della Innse un mese dopo (FOTO DI EL I S A B E T TA REGUITTI)<br />
BASSOLINO E GLI SPECULATORI<br />
on vedo questo esercito di<br />
speculatori diretto verso<br />
Napoli est”. Parole di Antonio<br />
Bassolino durante il dibattito in aula<br />
sul “Piano Casa” nella versione della<br />
regione Campania. Il Governatore<br />
difende gli indirizzi del discusso disegno<br />
di legge, pur dicendosi favorevole a<br />
modifiche. “Se l’articolo 5 significa la<br />
dismissione di tutte le attività<br />
industriali per trasformarle in edilizia<br />
residenziale, sono io stesso a ritirarlo.<br />
Però ci sono zone <strong>com</strong>e quella di<br />
Napoli est <strong>dove</strong> c’è ben poco da<br />
salvaguardare e tanto degrado da<br />
RECESSIONE<br />
20 mila lavoratori. Nelle Marche<br />
l’aumento della cassa integrazione<br />
si aggira intorno al<br />
90 per cento. Sono quasi 2<br />
mila i posti a rischio nei settori<br />
gomma ed elettrodomestici<br />
e non stanno certo meglio<br />
gli occupati delle subforniture<br />
di abbigliamento e del<br />
calzaturiero di Fermo e dintorni:<br />
<strong>com</strong>plessivamente 140<br />
aziende che potrebbero non<br />
riaprire. Rimanendo in area<br />
tessile è impossibile non ricordare<br />
le profonde difficoltà<br />
in cui versano i piccoli imprenditori<br />
“contoterzisti” -<br />
che lavorano cioè per conto<br />
di terzi - toscani e in particolare<br />
di Prato. Simbolo tra tutti<br />
la Roccatura di Russotto. Da<br />
segnalare, sempre nelle Marche,<br />
la Manuli Rubber di<br />
Ascoli Piceno che ha annunciato<br />
la chiusura e messa in<br />
mobilità di 375 lavoratori. Nel<br />
Lazio le stime parlano di ben<br />
70 mila posti “va c i l l a n t i ” in<br />
particolare nell’indotto aeronautico.<br />
Ottomila in Puglia<br />
con il siderurgico di Taranto<br />
in stallo per la crisi dell’acciaio<br />
(6 mila e 500 in cassaintegrazione)<br />
e il distretto del<br />
salotto (1500 persone in Cig).<br />
In Campania si sale a 12 mila<br />
posti a rischio sparsi tra i settori<br />
del conciario, tessile,<br />
elettrodomestici, cantieri navali<br />
ma anche le aziende<br />
dell’indotto Fiat. Come Termini<br />
Imerese e Pomigliano<br />
d’Arco prime su tutte. A chiudere<br />
il nostro pesante giro<br />
d’Italia della disoccupazione<br />
ricordiamo il rischio licenziamento<br />
per quasi tre mila lavoratori<br />
in Sicilia (<strong>com</strong>parti<br />
dell’ elettronica ma anche<br />
della nautica) senza dimenticare<br />
la profonda crisi in cui<br />
versano pure i pescatori siciliani.<br />
Sono invece 10 mila i<br />
posti in bilico in Sardegna: 7<br />
mila nel solo Petrolchimico di<br />
Porto Torres.<br />
di Vincenzo Iurillo<br />
re c u p e ra re ”.<br />
Il testo uscito dalla <strong>com</strong>missione<br />
Urbanistica, sul quale c’è un accordo<br />
tra Pd e Pdl, prevede che i terreni su cui<br />
sorgono fabbriche chiuse possono<br />
essere riconvertite in abitazioni solo se<br />
l’attività produttiva è cessata da<br />
almeno un anno.<br />
Il partito di Sinistra e Libertà non<br />
ritiene questa soluzione sufficiente a<br />
scongiurare il rischio di una<br />
desertificazione industriale e ha<br />
depositato circa 1200 emendamenti.<br />
Domani il disegno di legge dovrebbe<br />
tornare in aula.<br />
di Bruno Veneziani *<br />
(+0,2) nel 2010. Il problema è che se in questi<br />
anni difficili chiudono troppe imprese, quando la<br />
domanda mondiale di consumi tornerà a<br />
crescere, il nostro sistema produttivo potrebbe<br />
aver perso troppi pezzi importanti per<br />
approfittarne. E quindi continuare con la crescita<br />
zero che già abbiamo sperimentato, con rare<br />
eccezioni, nell’ultimo decennio.<br />
Gino Giugni ha insegnato all’ Università di Bari per 15<br />
anni, durante i quali ha vissuto una delle più significative<br />
esperienze della sua vita di professore prestato<br />
alla politica. Quel periodo rappresenta al contempo<br />
l’anagrafe di un paese in trasformazione e una vicenda personale<br />
in cui vita istituzionale e politica, lavoro scientifico,<br />
magistero accademico-culturale sono destinati ad accelerare<br />
il cambiamento nella metodologia di ricerca e nelle relazioni<br />
industriali. Il quindicennio è stato il momento significativo<br />
della trasformazione del diritto del lavoro e dell’analisi<br />
dei rapporti sociali in un paese in cambiamento.<br />
Se Gino Giugni ha trovato terreno fertile per l’operazione di<br />
svecchiamento culturale all’interno dell’accademia, ancor<br />
più naturale è stato indirizzare il proprio impegno riformatore<br />
verso l’attività legislativa. L’idea maturata durante il soggiorno<br />
nella scuola di Wisconsin, negli Stati Uniti, era che la<br />
legge <strong>dove</strong>sse svolgere un ruolo di riequilibrio nei rapporti<br />
socialmente asimmetrici connaturati al contratto di lavoro<br />
tra imprenditori e lavoratori. L’occasione è propizia. Brodolini,<br />
divenuto ministro del lavoro nel 1968, nomina Giugni<br />
capo dell’ufficio legislativo del suo ministero e presidente<br />
di una <strong>com</strong>missione di esperti che dovrà redigere il<br />
progetto di riforma delle relazioni industriali, divenuto legge<br />
con il nome di Statuto dei lavoratori (legge 20 maggio<br />
1970, n.300).<br />
L<br />
a legge ha una forza d’urto impressionante nel tessuto<br />
sociale e nella cultura sindacale e industriale dell’epoca.<br />
Suscita reazioni violente, persino s<strong>com</strong>poste, negli ambienti<br />
imprenditoriali. Ma per l’opinione pubblica, meno condizionata<br />
da pregiudizi, finalmente la Costituzione italiana<br />
era entrata nelle fabbriche. Era vero, in quel testo erano contenute<br />
alcune idee-forza che nascevano dalla collaborazione<br />
degli esperti ma soprattutto dalla cultura genuinamente laburista<br />
di colui che guidava i lavori. Vi si proclamava il principio<br />
del rispetto della dignità e della libertà dell’uomo che<br />
lavora e se ne configurava la sua condizione di “cittadino”<br />
dell’impresa. La tutela contro le discriminazioni, la libertà di<br />
manifestare il proprio pensiero e le proprie opinioni, il diritto<br />
a non essere controllati da un ‘grande fratello’ occulto,<br />
il diritto di esprimere con pienezza la propria personalità<br />
sono le varianti individuali di diritti collettivi, <strong>com</strong>e la libertà<br />
ed attività sindacale, sino ad allora godibili solo all’ester no<br />
della cittadella dell’impresa. Invece lo Statuto li lascia penetrare<br />
nel perimetro aziendale ove si può esercitare il diritto<br />
di sciopero, riunire in assemblea, indire referendum,<br />
fare proselitismo. L’innovazione è forte e obbliga al cambiamento<br />
di rotta tutti i protagonisti, chiede al sindacato una<br />
cultura del conflitto ma anche del dialogo e della contrattazione,<br />
all’azienda una strategia diversa di gestione delle<br />
risorse umane, allo Stato di promuovere il dialogo sociale,<br />
più che lo scontro frontale, tra interessi contrapposti.<br />
Q<br />
ADDIO A GIUGNI<br />
con lui la Costituzione<br />
entrò nelle fabbriche<br />
ueste idee non hanno perso valore, costituiscono il DNA<br />
più originale della legge, ancora oggi, quando la crisi economica<br />
e finanziaria muta il panorama sociale, accentua la<br />
segmentazione del mercato del lavoro, accelera la crescita<br />
della disoccupazione e rende precari i rapporti di lavoro. La<br />
flessibilità è oggi ritenuta la panacea di tutti mali, ma costituisce<br />
anche il sintomo più evidente della differente qualità<br />
dell’occupazione sempre più precaria e sfuggente alle<br />
tutele. L’idea cui Giugni si è richiamato sempre è che vadano<br />
rafforzati i diritti di quanti lavorano a qualsiasi titolo, attraverso<br />
una piattaforma di diritti civili che la contrattazione<br />
collettiva da sola non può costruire. Ogni tentativo di riforma,<br />
oggi, non può non passare attraverso questa eredità<br />
p re z i o s a .<br />
*ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Bari
Martedì 6 ottobre 2009 pagina 9<br />
Solo quarantotto<br />
ore per formare<br />
l’esecutivo<br />
di Alessandro Oppes<br />
D<br />
Il leader del Pasok, Giorgio Papandreou si è<br />
recato ieri dal presidente della repubblica<br />
Karolos Papoulias per ricevere l'incarico di<br />
governo in seguito alla netta vittoria. La<br />
<strong>com</strong>posizione del nuovo governo dovrebbe esser<br />
nota oggi e domani i ministri potrebbero già giurare.<br />
La prossima settimana inizierà in Parlamento il<br />
dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del<br />
L’attesa è finita<br />
la mia Grecia<br />
ora risorgerà<br />
Il regista Theo Angelopoulos e la ricetta<br />
per far dimenticare “il peggior governo di sempre”<br />
di Stefano Citati<br />
Lacosa più importante è<br />
che questo governo sia<br />
stato battuto e che adesso<br />
non ci sia più.<br />
Risponde convinto nonostante<br />
la febbre Theo Angelopoulos<br />
Il regista della Grecia, ex<br />
direttore di giornali (di sinistra)<br />
e autore dei film che hanno<br />
raccontato il carattere, gli<br />
umori, i sogni e gli incubi di<br />
un popolo. Risponde con il<br />
francese imparato durante gli<br />
anni dello studio e dell'esilio<br />
ai tempi del regime dei colonnelli.<br />
Risponde soddisfatto<br />
dei risultati elettorali.<br />
Quale è la prima impressione?<br />
“Di soddisfazione. È una buona<br />
notizia la fine del peggior<br />
governo di cui io abbia memoria.<br />
Al di là degli scandali,<br />
della corruzione, è stato un<br />
governo incapace che ha costretto<br />
il paese a rifare tutto, a<br />
ri<strong>com</strong>inciare da capo”.<br />
Quale sono le priorità che<br />
ve d e ?<br />
“Economia, Educazione e Lavoro;<br />
rifondare le basi del sistema,<br />
per garantire anche in<br />
una situazione difficile <strong>com</strong>e<br />
quella attuale la possibilità di<br />
una ripresa, di più: di una rinascita”.<br />
E <strong>com</strong>e si deve muovere<br />
Papandreou per ottenere<br />
questo?<br />
“Prima di tutto gli ci vuole del<br />
tempo, e poi deve riuscire a<br />
stabilire un patto, un'alleanza<br />
anche con i partiti minori:<br />
con<br />
gli ecologisti e gli altri di sinistra.<br />
Deve farlo per potere<br />
avere più potere e possibilità<br />
d’imporre il cambiamento. E<br />
una coalizione ampia permetterebbe<br />
anche contributi,<br />
idee per la politica di rinnovamento,<br />
e all'orientamento<br />
dell’intero paese”.<br />
Crede che Papandreou sia<br />
in grado di gestire e dirigere<br />
un movimento simile?<br />
“Staremo a vedere; gli va dato<br />
il tempo e il modo: lo giudicheremo<br />
poi per quello che<br />
sarà stato in grado di fare. Spero<br />
che sia abbastanza ispirato<br />
da imprimere un cambiamento<br />
forte e netto”.<br />
Quale titolo le viene in<br />
mente per descrivere l'attuale<br />
situazione del suo<br />
paese?<br />
“L’attesa, un intero paese che<br />
attende, uno stallo che non<br />
può e non deve durare. La situazione<br />
è tremendamente<br />
critica, decisioni fondamentali<br />
vanno prese. Da parte nostra,<br />
dobbiamo riuscire ad<br />
Madr id<br />
icono che José Luís Rodríguez Zapatero abbia il sorriso<br />
perennemente stampato sul viso. Eppure al premier spagnolo<br />
dev’essere perlomeno sfuggita una smorfia di inquietudine<br />
al leggere i risultati dell’ultimo sondaggio pubblicato<br />
da El País: quasi tre quarti degli spagnoli hanno “poca” o “nessuna”<br />
fiducia nel capo del governo, oltre il 60% disapprova le<br />
sue misure per far fronte alla crisi, 4 cittadini su 5 pensano che<br />
il presidente “stia improvvisando”.<br />
È avviata verso il declino l’esperienza di governo socialista<br />
iniziata 5 anni fa? Non sono pochi a pensare che le cose potrebbero<br />
stare veramente così. E non è solo questione di sondaggi<br />
(il leader del Partito Popolare Mariano Rajoy, già vittorioso<br />
alle Europee di giugno, è dato ormai stabilmente in<br />
vantaggio di 4 o 5 punti sul Psoe di Zapatero). Le critiche<br />
piovono da vari fronti. È di pochi giorni fa la lugubre previsione<br />
del Fondo monetario internazionale, secondo cui la<br />
Spagna sarà l’ultimo tra i grandi paesi industrializzati a uscire<br />
dalla recessione, solo nel 2011: già l’anno prossimo si vedranno<br />
i primi segnali di ripresa in tutto il mondo, ma non a<br />
DAL MONDO<br />
nuovo premier. Papoulias ha ricevuto ieri anche il<br />
premier uscente Costas Karamanlis. Secondo i dati<br />
ufficiali non definitivi il Pasok ha ottenuto il 43,9% e<br />
160 deputati, contro il 33,4% e 91 seggi di Nuova<br />
Democrazia (Nd) di Karamanlis che ha annunciato<br />
anche le dimissioni dalla guida del partito.<br />
“Il trionfo elettorale del Pasok apre la strada al<br />
risanamento del paese”, titolava ieri il quotidiano<br />
avere la pazienza di attendere<br />
che le decisioni prese attecchiscano,<br />
che la ristrutturazione<br />
di cui tutta la Grecia ha<br />
bisogno si impianti e divenga<br />
cambiamento. Serve un governo<br />
che abbia il coraggio di<br />
mettere il dito sulle piaghe e<br />
farle guarire”.<br />
Lei è pronto a impegnarsi<br />
per favorire il cambiamento;<br />
mettere il peso della<br />
sua esperienza e influenza?<br />
“Non posso certo portare il<br />
Theo Angelopoulos, nato ad Atene 74 anni fa (FOTO ANSA)<br />
cambiamento da solo. Ci sono<br />
tanti che hanno più capacità<br />
e forza di me; ma se possibile,<br />
insieme ad altri, porterò<br />
il mio contributo e offrire<br />
idee, per far si che anche quella<br />
parte della società che si<br />
chiama cultura – il cinema per<br />
primo – possa fare la sua parte<br />
del cambiamento generale.<br />
Possiamo dare il buon esempio,<br />
favorire e rafforzare il<br />
movimento, trasmettendo<br />
convinzione e influenzando<br />
gli altri”.<br />
MADRID IN CRISI<br />
ZAPATERO E L’AUTUNNO DELLO SCONTENTO<br />
Obama dice no al Dalai Lama<br />
Prima del viaggio in Cina preferisce non incontrare il leader tibetano<br />
G<br />
li Stati Uniti hanno esercitato pressioni<br />
sui rappresentanti tibetani per ottenere<br />
il rinvio di un incontro tra il Dalai Lama e il<br />
presidente americano Barack Obama in modo<br />
dal celebrarlo dopo il vertice con il presidente<br />
cinese Hu Jintao che il leader della<br />
Casa Bianca ha in programma per il prossimo<br />
mese. A riferirne è stato ieri il Wa s h i n -<br />
gton Post, citando diplomatici, funzionari governativi<br />
e altre fonti. Per la prima volta dal<br />
1991, sottolinea il quotidiano, il leader spirituale<br />
tibetano visiterà Washington questa<br />
settimana senza incontrare il presidente.<br />
Dal 1991, il Dalai Lama è stato a Washington<br />
10 volte, e ogni volta si è recato in visita alla<br />
Casa Bianca. Per la prima volta nel 2007 il<br />
presidente in carica, George Bush, lo ha incontrato<br />
pubblicamente, nel corso di una<br />
cerimonia in cui ha insignito il leader spirituale<br />
tibetano del più alto riconoscimento<br />
conferito dal Congresso Usa la C o n g re s s i o n a l<br />
Gold Medal.<br />
La decisione di rinviare l'incontro sembra<br />
rientrare in una più ampia strategia per migliorare<br />
le relazioni con la Cina, strategia -<br />
secondo il quotidiano della capitale statunitense<br />
- che funzionari dell'amministrazione<br />
hanno definito di “rassicurazione strateg<br />
ica”. Un esempio sta nelle dichiarazioni rilasciate<br />
a febbraio dal neo segretario di Stato<br />
Hillary Clinton, secondo la quale la difesa<br />
dei diritti umani non può “interferire con la<br />
crisi economica globale, con la crisi derivante<br />
dai cambiamenti climatici, e la crisi in<br />
materia di sicurezza”, affermazioni molto<br />
apprezzate a Pechino.<br />
Madrid, che in questi giorni si lecca le ferite per la bruciante<br />
sconfitta subita nel voto del Comitato olimpico a Copenaghen<br />
sull’assegnazione delle Olimpiadi del 2016. Un’altra occasione<br />
mancata per dare un forte impulso alla crescita del<br />
paese. Per recuperare i livelli di ricchezza dello scorso anno,<br />
l’Fmi calcola che si dovrà aspettare un intero lustro: con 3<br />
anni di ritardo rispetto a Usa, Canada e Francia, due su Giappone<br />
e Regno Unito, ma alla pari con Italia e Germania.<br />
Mentre Zapatero fa mostra di tiepido ottimismo, gli ultimi dati<br />
sulla disoccupazione fanno rabbrividire: 80mila senza lavoro<br />
in più nel solo mese di settembre. In tutto sono già 3 milioni e<br />
700mila, oltre il 18% della popolazione attiva, il doppio rispetto<br />
alla media europea. Con la fine dell’estate, sono andati<br />
<strong>com</strong>pletamente in fumo gli sforzi <strong>com</strong>piuti dal governo con il<br />
lancio del “Plan E”, 8 miliardi di stanziamenti destinati ai <strong>com</strong>uni<br />
per realizzare opere pubbliche e dare impulso all’economia.<br />
E la presentazione del bilancio di previsione per il<br />
2010 non ha contribuito a rasserenare gli animi. Zapatero ha<br />
optato per uno strano “mix” che ha finito per lasciare insoddisfatti<br />
un po’ tutti: mentre si conferma, e anzi si incrementa<br />
leggermente, la copertura delle spese sociali, vengono<br />
ridotti del 4% gli investimenti pubblici e del 3 gli investimenti<br />
in ricerca e sviluppo, cioè proprio quel capitolo di spesa che<br />
il governo socialista aveva sempre considerato fondamentale<br />
per il rilancio della produzione e per allontanare l’economia<br />
spagnola dalla dipendenza dal settore immobiliare. Ma il tema<br />
più controverso è quello dell’introduzione di nuove tasse:<br />
aumento dell’Iva e delle imposte sui redditi da capitale. Secondo<br />
il governo sono misure che colpiscono i più ricchi,<br />
però la maggior parte delle forze politiche sono convinte che<br />
a farne le spese saranno le classi medie e basse.<br />
Abituato da sempre alle critiche distruttive del Partito popolare,<br />
Zapatero si trova ora a fare i conti con una nuova<br />
forma di opposizione: quella che viene dalla stampa di sinistra.<br />
Cominciò un mese fa El País, accusandolo di una gestione<br />
arrogante e personalistica del governo e del partito,<br />
con l’emarginazione di tutte le voci critiche. E ora gli volta le<br />
spalle anche Público, il giornale che negli ultimi anni gli era<br />
stato più vicino. “Un governo non così di sinistra”, lo rimproverava<br />
domenica il quotidiano, denunciando che negli<br />
ultimi mesi i socialisti hanno più volte votato insieme al Pp in<br />
Parlamento per respingere iniziative di legge sulla laicità e<br />
l’antimilitarismo e hanno inasprito le norme sull’i m m i gra -<br />
zione. Eppure il governo ha appena varato la riforma della<br />
legge sull’aborto, che ha riportato i vescovi sul piede di guerra,<br />
ed è riuscito, con le sue misure di protezione sociale, a<br />
evitare –nel pieno della più grave crisi economica degli ultimi<br />
ve n t ’anni – lo scontro con i sindacati.<br />
To Vima, di sinistra, il quale sottolinea <strong>com</strong>e ci siano<br />
“le condizioni per un'egemonia politica del Pasok e<br />
di Papandreou”; E l e f t e ro t i p a , titola “Trionfo di<br />
Papandreou e disfatta di Karamanlis”, “ND ha<br />
subito la sconfitta più pesante della sua storia”. Per<br />
il conservatore Kathimer ini “la grande vittoria del<br />
Pasok e personale di Papandreou significano un<br />
cambiamento nell'agenda politica del paese”.<br />
A dd i o<br />
ideologia,<br />
il socialismo<br />
ateniese dà<br />
il buon<br />
e sempio<br />
di Gianni Perrelli<br />
L<br />
a Grecia, sette giorni dopo<br />
il Portogallo, ferma<br />
l’agonia del socialismo europeo<br />
ridando fiato alle speranze<br />
di riscatto delle forze<br />
progressiste. Il netto successo<br />
del Pasok di George Papandreou,<br />
che ha conquistato<br />
la carica di primo ministro<br />
al terzo tentativo, è però<br />
molto più significativo di<br />
quello di Josè Socrates che a<br />
Lisbona nel precedente<br />
mandato aveva annacquato<br />
il riformismo ammiccando<br />
alle politiche neoliberiste. Il<br />
socialismo di Papandreou,<br />
almeno nelle premesse, si<br />
propone di essere fortemente<br />
innovativo, di abbandonare<br />
l’approccio ideologico<br />
del secolo scorso per mettersi<br />
pragmaticamente al<br />
servizio delle nuove esigenze<br />
del cittadino. Molto diverso<br />
da quelli del padre Andreas<br />
(fondatore del Pasok)<br />
e del nonno George (il grande<br />
vecchio della democrazia<br />
ellenica) che l’hanno preceduto<br />
<strong>com</strong>e premier.<br />
La sua originalità poggia sul<br />
cosmopolitismo che gli ha<br />
ampliato gli orizzonti, fornendogli<br />
gli strumenti per<br />
affrontare con una visione<br />
più larga i problemi della<br />
Grecia. Sociologo, 57 anni,<br />
nato a Saint Paul in Minnesota<br />
da madre americana, Papandreou<br />
ha studiato in Usa,<br />
Canada, Inghilterra e Svezia.<br />
Tre volte ministro (l’ultima<br />
degli Esteri) nei governi di sinistra<br />
a cavallo del nuovo secolo,<br />
è il presidente dell’In -<br />
ternazionale socialista. Una<br />
carica a cui non intende rinunciare<br />
neanche ora. Una<br />
torre di controllo di una dottrina<br />
che intende rilanciare<br />
in Europa proponendo nuovi<br />
modelli di sviluppo.<br />
La sua vittoria è stata certo<br />
agevolata dall’impopolar ità<br />
del governo Karamanlis; ma<br />
Papandreou negli ultimi mesi<br />
non s’è limitato a speculare<br />
sugli errori del rivale che<br />
l’aveva battuto due volte: ha<br />
prospettato soluzioni per<br />
ogni problema, disegnando<br />
uno schema di rinascita che<br />
ha finito per persuadere anche<br />
quella classe media che<br />
aveva sempre fiutato nel socialismo<br />
odore di bruciato.<br />
Per primo ha ri<strong>com</strong>pattato<br />
un partito dilaniato da faide;<br />
poi, dopo i moti di piazza<br />
giovanili contro l’uccisione<br />
d’un adolescente da parte<br />
della polizia, non cavalcò il<br />
furore giovanile (ma aumenterà<br />
i fondi per l’istr uzione<br />
dal 3 al 5% del Pil). Per battere<br />
la corruzione, metterà<br />
ogni atto ministeriale on line<br />
su internet. Per rilanciare<br />
l’economia svilupperà le<br />
energie alternative e una riforma<br />
del fisco, della sanità e<br />
della previdenza basata sui<br />
principi dell’equità sociale.
pagina 10<br />
LODO MONDADORI:<br />
PERCHÈ BERLUSCONI<br />
TRIBUNALE DI MILANO<br />
M O T I VA Z I O N I<br />
P ubblichiamo<br />
da oggi ampi stralci<br />
della sentenza del Tribunale civile di<br />
Milano, che ha condannato il gruppo<br />
Berlusconi a rifondere 750 milioni di<br />
euro alla Cir di Carlo De Benedetti,<br />
assistito dall’avvocato Elisabetta Rubini,<br />
per la vicenda Mondadori. Dopo avere<br />
riepilogato la “guerra di Segrate”, fra il<br />
1988 e il 1991, e le varie tappe dei<br />
processi per corruzione giudiziaria a<br />
carico dei protagonisti, il giudice<br />
monocratico Raimondo Mesiano illustra<br />
dapprima i motivi della sua decisione,<br />
poi quelli della “ingiustizia” della<br />
sentenza n. 25911991 della Corte di<br />
Appello di Roma, scritta dal giudice<br />
Vittorio Metta, che ribaltò il Lodo<br />
Mondadori consegnando la casa editrice<br />
a Berlusconi. Poi passa a esaminare le<br />
prove a carico di Berlusconi, Previti,<br />
Metta & C. Come vedremo domani.<br />
Qui in basso Carlo de Benedetti,<br />
Marina Berlusconi e Fedele<br />
Confalonieri. In alto a destra,<br />
Giuseppe Ciarrapico e Silvio<br />
Berlusconi. In basso a destra,<br />
gli avvocati Alfredo Quattrocchi,<br />
Giuliano Pisapia e Giorgio Perrone<br />
durante la lettura della sentenza per<br />
il caso Lodo Mondadori (ANSA)<br />
x LA SENTENZA x<br />
DEVE PAGARE<br />
50 - La vicenda corruttiva Lodo<br />
Mondadori- anomalie della<br />
sentenza n. 259/1991 della Corte<br />
di Appello di Roma. Designazione<br />
di Metta quale consigliere relatore<br />
della causa<br />
Aparere di questo Tribunale, un primo<br />
elemento indiziario, che - considerato<br />
insieme agli altri, di cui poi si dirà - denota<br />
la anomalia del procedimento civile,<br />
di cui si discute, presso la Corte di Appello di<br />
Roma, è rappresentato dalla assegnazione della<br />
causa al consigliere Metta (…). Il Presidente Arnaldo<br />
Valente ha fatto presente che, in ordine alla assegnazione<br />
della causa Lodo Mondadori al Metta,<br />
nessuna esigenza particolare si era verificata, che<br />
giustificasse la deroga al criterio dell'automaticità:<br />
"... La nomina di Metta è dovuta in principale luogo,<br />
in via principale, a questa automatica corrispondenza<br />
tra i fascicoli e il nome, l'elenco in cui<br />
seguiva, in cui si trovava il Consigliere Metta in parallelo<br />
con i fascicoli che io andavo ad assegnare.<br />
Aggiungo e preciso che nei confronti del Consigliere<br />
Metta non c'era nessuna di quelle controindicazioni<br />
di cui le ho parlato" e più avanti: “Ripeto<br />
che per il Consigliere Metta non c'era nessuna di<br />
queste controindicazioni. Il Consigliere Metta<br />
aveva un numero di processi molto inferiore a<br />
quello degli altri, aveva un carico di lavoro pari ad<br />
un quarto, ad un quinto degli altri, faceva due<br />
udienze al mese, di cui una la presiedeva, solamente<br />
due udienze, mentre gli altri facevano 5, 5, 6<br />
udienze...". Tuttavia ritiene questo Tribunale che<br />
anche con queste precisazioni, la designazione<br />
del Metta <strong>com</strong>e consigliere istruttore, relatore ed<br />
estensore della causa Lodo Mondadori, resta inspiegabile<br />
proprio alla stregua dei criteri tabellari,<br />
del tutto congrui ed equilibrati, che si sono riportati.<br />
Il Metta infatti, negli anni 1990 - 91: - era stato<br />
designato per la contemporanea trattazione della<br />
difficilissima e pesantissima causa IMI-SIR; - era titolare<br />
anche della gravosissima causa relativa all'impugnazione<br />
del lodo arbitrale Comune di Fiuggi-Terme<br />
di Fiuggi; - era anche molto gravato dal-<br />
l'incarico di segretario della Presidenza della Corte,<br />
che gli portava via moltissimo tempo; - era titolare<br />
anche di alcuni altri delicatissimi procedimenti,<br />
quali la causa relativa al fallimento personale<br />
dei Caltagirone ed una molto pesante causa,<br />
non meglio identificata, ma di cui ha parlato il Presidente<br />
Valente nella precitata deposizione, causa<br />
relativa all'azione di danno proposta per decine di<br />
miliardi da alcuni risparmiatori - investitori contro<br />
una banca; - era costantemente in ritardo nel deposito<br />
delle sentenze rimesse in decisione, nonostante<br />
- <strong>com</strong>e risulta dalla deposizione Valente -<br />
fosse titolare di un ruolo molto ridotto di cause.<br />
Deve a questo proposito essere menzionato che<br />
tutte le circostanze sopra indicate sono state<br />
espressamente confermate dallo stesso imputato<br />
Metta nel corso dell'esame incrociato da lui reso<br />
durante il dibattimento di appello (…). Inoltre il<br />
Dott. Valente ha fatto presente (…): "Ricordo di un<br />
altro processo, importantissimo, avente ad oggetto<br />
il risarcimento dei danni ... altrochè .... ma per<br />
decine di miliardi. Riguardava un'azione di risarcimento<br />
del danno contro un istituto bancario che<br />
era incorso in negligenza nell'acquistare pacchetti<br />
azionari, i quali avevano avuto delle curve di improvviso<br />
abbassamento nello spazio di 24 ore.<br />
Questa causa, se non ricordo male, fu assegnata al<br />
Consigliere Metta". Peraltro lo stesso Metta, nel<br />
corso del suo predetto esame, ha egli stesso giudicato<br />
le cause IMI-SIR e Lodo Mondadori <strong>com</strong>e<br />
cause di "straordinaria difficoltà" ed ha ammesso<br />
di avere avuto, in quegli anni, molti ritardi nel deposito<br />
delle sentenze. Ha confermato, inoltre, di<br />
essere stato all'epoca assegnatario della causa relativa<br />
al fallimento personale dei Caltagirone. Per<br />
la verità, la circostanza dei frequenti ritardi del<br />
Metta nel deposito delle<br />
sentenze è conferma-<br />
ta dalla certificazione<br />
della Corte di Appello<br />
di Roma - Sezione Prima<br />
Civile, dalla quale si<br />
evince che il Metta: -<br />
nell'anno 1990 depositò<br />
in minute n. 54 sentenze,<br />
delle quali 8 depositate<br />
nei 30 giorni<br />
dall'udienza di discussione,<br />
n. 46 nei 60 giorni<br />
e n. 1 (l'Imi-Sir) nei 90 giorni; - nell'anno 1991<br />
depositò n. 64 sentenze, delle quali n. 15 depositate<br />
nei 30 giorni dalla udienza di discussione, n.<br />
48 nei 60 giorni e n. 1 nei 120 giorni. In merito<br />
deve essere menzionato che anche il Cons. Paolini,<br />
terzo membro del Collegio che decise la causa<br />
Lodo Mondadori insieme al Valente ed al Metta, ha<br />
confermato la circostanza che il Metta era costantemente<br />
in ritardo nel deposito delle sentenze. Il<br />
teste Paolini Giovanni ha infatti dichiarato al dibattimento<br />
penale (…): "Mi risulta che Vittorio era abbastanza<br />
in ritardo perché tra l'altro, dirigendo la<br />
segreteria della Presidenza, aveva anche molto da<br />
fare, insomma, e quindi era in ritardo. Beh, sì me lo<br />
diceva anche Vittorio che non faceva a tempo a<br />
sbrigare il lavoro" . Deve essere in proposito ricordato<br />
che all'epoca era ancora in vigore l'art. 120<br />
disp. att. Cpc, successivamente abrogato, il quale<br />
disponeva: " Le sentenze debbono essere depositate,<br />
a norma dell'art. 133 del codice, non oltre il<br />
trentesimo giorno da quello della discussione della<br />
causa". Naturalmente, è da osservare che non<br />
desta particolare allarme un ritardo, <strong>com</strong>e quello<br />
evidenziato dalla predetta certificazione nei confronti<br />
del Metta, ma di certo esso è, nella specie, un<br />
elemento che ancora di più, insieme agli altri sopra<br />
indicati, fa ritenere oscuri i criteri, sulla base<br />
dei quali la causa Lodo Mondadori fu assegnata ad<br />
un giudice talmente oberato di lavoro. Insomma,<br />
dall'elenco delle cause più gravose, di cui sopra, e<br />
Il giudice Mesiano<br />
ha condannato<br />
la Fininvest<br />
a rifondere<br />
750 milioni<br />
alla Cir<br />
di De Benedetti<br />
dal contemporaneo impegno della Segreteria della<br />
Corte, si ricava il convincimento di una fortissima<br />
concentrazione di cause e di potere nella persona<br />
del consigliere Metta, ciò che destò le critiche,<br />
all'epoca dei fatti di causa, anche della sezione<br />
romana di Magistratura Democratica (…). Pertanto<br />
alla stregua delle predette circostanze e dei<br />
predetti argomenti, è d'obbligo concludere per<br />
una non razionalità ed una non congruità dei criteri<br />
che stettero alla base dell'assegnazione al giudice<br />
Metta della causa Lodo Mondadori, ciò che<br />
costituisce una prima anomalia del procedimento<br />
in questione.<br />
51 - Tempi di stesura e<br />
dattiloscrittura della sentenza<br />
DALLA COPIA della sentenza n.<br />
259/1991della Corte di Appello di Roma si evince<br />
che la stessa fu decisa nella camera di consiglio<br />
del 14.01.1991 e fu depositata il successivo<br />
24.01.1991. Il Tribunale Penale di Milano ironizza<br />
scrivendo: "Certo è che Metta smentirà la sua<br />
‘fa m a ’ di ritardatario proprio con riferimento alla<br />
sentenza che qui ci occupa: camera di consiglio il<br />
14.01.1991, pubblicazione il 24 dello stesso mese".<br />
Tolto il giorno 14, impegnato nella decisione<br />
collegiale, ed il 24 (giorno della pubblicazione da<br />
parte del cancelliere Treglia) residuano nove<br />
giorni <strong>com</strong>presa la domenica (20 Gennaio). Per<br />
la verità, alla stregua dell'estratto del registro brogliaccio<br />
delle sentenze prodotto dall'attrice (la<br />
Cir, ndr), risulterebbe provato che la minuta della<br />
sentenza fu depositata dal giudice estensore il<br />
15.01.1991, e cioè giusto il giorno dopo la deci-<br />
“L’anomalia del procedimento civile<br />
(...) è rappresentata dalla<br />
assegnazione della causa<br />
al consigliere Metta”<br />
sione della sentenza in camera di consiglio. Il tema<br />
della rappresentatività certificativa del predetto<br />
registro brogliaccio è stato molto dibattuto<br />
nel giudizio penale, anche alla stregua della confusa<br />
e contraddittoria testimonianza del teste<br />
cancelliere Dott. Vincenzo Treglia, esaminato all'udienza<br />
dibattimentale dell'08.03.2002 e la difesa<br />
Fininvest ha proposto in relazione a detto registro<br />
brogliaccio querela di falso, la quale non è<br />
stata ammessa da questo Ufficio sul rilievo che<br />
detto registro brogliaccio non appariva e non appare<br />
indispensabile ai fini del decidere. Comunque<br />
le date della decisione in camera di consiglio<br />
e del deposito della sentenza non sono contestate<br />
dalle parti. In effetti nove giorni (<strong>com</strong>presa la<br />
domenica) per redigere una sentenza definita dal<br />
Metta "di straordinaria difficoltà", per dattiloscriverla,<br />
correggerla, farla leggere al Presidente del<br />
Collegio e per depositarla e farla pubblicare sono<br />
all'evidenza troppo pochi in relazione alla lunghezza<br />
della sentenza stessa (167 pagine dattiloscritte<br />
con 25 righe per ciascuna pagina) ed alla<br />
eccezionale difficoltà delle problematiche in diritto<br />
affrontate nel provvedimento. In merito alla<br />
deliberazione e redazione della sentenza vi sono<br />
alcun punti fermi: - che il Metta si presentò alla<br />
camera di consiglio senza alcuna relazione, bozza<br />
o appunti scritti (…); - che Metta scriveva esclusivamente<br />
a mano (…). Orbene è lo stesso Metta<br />
che (…) chiarisce alcune circostanze relative alla
“Ritiene questo Tribunale che (...)<br />
la sentenza Lodo Mondadori non fu<br />
battuta a macchina presso la<br />
Presidenza della Corte”<br />
battitura a macchina della sentenza, che sarebbe<br />
avvenuta, sotto la sua personale supervisione,<br />
presso la Presidenza della Corte di Appello, di cui<br />
egli era magistrato segretario, da parte della dattilografa<br />
Signora Gabriella Bruni (altre incaricate<br />
della copiature "riservate" erano le Signore Vattolo<br />
e Cherubini, sempre addette alla Presidenza):<br />
ciò per due ragioni. Anzitutto per motivi di<br />
riservatezza - essendo la predetta persona di assoluta<br />
fiducia e discrezione... ; e poi per ragioni di<br />
speditezza, essendosi la predetta dattilografa dedicata<br />
esclusivamente al detto in<strong>com</strong>bente. Alla<br />
stessa il Metta avrebbe consegnato parte del manoscritto<br />
mano a mano che procedeva nella stesura<br />
di esso ed avrebbe l'imputato supervisionato<br />
la dattilo scrittura da parte della Signora Gabriella<br />
Bruni medesima. Senonché la signora Bruni, la<br />
quale si sarebbe dedicata al predetto in<strong>com</strong>bente<br />
per diversi giorni in via esclusiva, sentita a sommarie<br />
informazioni da parte del Procuratore della<br />
Repubblica di Milano in data 26.10.1998 (…) dichiarava<br />
di non ricordare assolutamente di avere<br />
battuto a macchina per il consigliere Metta la sentenza<br />
Lodo Mondadori (…). Il Tribunale Penale<br />
ha condotto inoltre sul punto un'amplissima<br />
istruttoria dibattimentale sentendo <strong>com</strong>e testi le<br />
altre colleghe della Bruni addette in allora alla Presidenza<br />
della Corte: Agnese Cherubini, Natalina<br />
Vattolo, Irene Servadei, Anna Maria Pippoletti,<br />
Emma Greco (…). Ritiene questo Tribunale che<br />
sia rimasto provato in termini di totale e tranquillizzante<br />
certezza che la sentenza Lodo Mondadori<br />
non fu battuta a macchina presso la Presidenza<br />
della Corte, e ciò, in primo luogo, perché non è<br />
pensabile che una sentenza di tale lunghezza possa<br />
essere stata dattiloscritta in così pochi giorni<br />
senza un impegno assorbente da parte di anche<br />
più di una dattilografa ed, in secondo luogo, perché<br />
non è pensabile che di sei dattilografe (di cui<br />
la maggior parte a tempo perso) presenti allora<br />
presso la Presidenza, nessuna ricordi di avere preso<br />
parte alla dattilo scrittura della stessa sentenza.<br />
E ciò a tacere della circostanza delle differenze fra<br />
le dichiarazioni dell'imputato nella predetta denuncia<br />
querela, che furono allo stesso contestate<br />
nel dibattimento di appello da parte del Presidente<br />
del Collegio, e le dichiarazioni rese innanzi alla<br />
Corte di Appello Penale di Milano. Infatti nelle<br />
prime aveva parlato della Signora Bruni <strong>com</strong>e<br />
unica dattilografa, che - per i motivi già visti di<br />
riservatezza e speditezza - aveva battuto la sentenza,<br />
mentre nelle seconde aveva fatto presente<br />
che la battitura avrebbe potuto essere stata eseguita<br />
da più di una delle impiegate della Presidenza<br />
della Corte con buona pace delle esigenze di<br />
riservatezza. E giustamente il Tribunale penale afferma<br />
conclusivamente sul punto: "E se la sentenza<br />
non è stata dattiloscritta in sede ‘istituzionale’<br />
ma da un ‘terzo estraneo’, è ben possibile che l'esito<br />
della causa fosse circolato prima della sua ufficializzazione".<br />
Conclusioni su cui questo Uffi-<br />
cio non può che consentire.<br />
52 - Le “anticipazioni”<br />
della sentenza della Corte<br />
d'Appello di Roma<br />
NEL CORSO del dibattimento di primo grado<br />
innanzi al Tribunale di Milano, veniva escusso <strong>com</strong>e<br />
teste l'avv. Vittorio Ripa di Meana, legale della<br />
CIR, lo stesso che ebbe a chiedere al Presidente<br />
della Corte di Appello di Roma, Dott. Carlo Sammarco,<br />
che la causa di impugnazione del Lodo<br />
Mondadori venisse sollecitamente decisa. Ha affermato<br />
il teste che, poco prima del Natale 1990,<br />
ebbe occasione di recarsi per vari motivi e <strong>com</strong>e<br />
faceva spesso, alla Consob, ove incontrò anche il<br />
Presidente, Dott. Bruno Pazzi, a lui legato da rapporti<br />
di amicizia e di stima. Tra le varie cose, il discorso<br />
cadde anche sulla vicenda Mondadori, che<br />
d'altronde, era seguita da vicino dal citato organo<br />
di controllo, anche perché coinvolgeva diverse<br />
società quotate di interesse nazionale: la AMEF, la<br />
Mondadori, la CIR, il gruppo Repubblica - L'Espresso.<br />
Così testualmente descrive Ripa di Meana<br />
il colloquio avuto con Pazzi: "Comunque, voglio<br />
dire, la Consob monitorava anche questa situazione,<br />
era interessata a quello che era l'esito<br />
della sentenza, perché appunto coinvolgeva so-<br />
cietà sulle quali essa Consob, aveva la vigilanza intanto,<br />
in quanto <strong>com</strong>e società quotate in Borsa. Si<br />
venne a parlare di questa vicenda ed io dissi al Presidente<br />
della Consob che aspettavamo una sentenza<br />
in tempi rapidi. E lui mi rispose, con mio<br />
grande stupore, che la sentenza era già stata diciamo<br />
decisa, e che quindi ci era sfavorevole.<br />
Espressi molto stupore, sia per la notizia sia per il<br />
fatto che lui me la desse. E lui disse che <strong>com</strong>unque<br />
queste erano le notizie che aveva e che quindi noi<br />
avevamo un'unica strada, di fronte a questa situazione<br />
sfavorevole che sarebbe venuta a seguito<br />
della sentenza della Corte d'Appello, mi disse che<br />
l'unica soluzione sensata, per noi, per il gruppo<br />
CIR, ma anche a suo parere per la controparte, era<br />
di trovare un accordo sulla spartizione del gruppo<br />
editoriale. Facendo presente, volendo fare presente<br />
che nel frattempo il Gruppo Espresso - Repubblica<br />
era stato assorbito dalla Mondadori e<br />
che quindi nella Mondadori c'era non solo l'attività<br />
tipica e antica della Mondadori, ma che anche<br />
c'era l'intera proprietà dell'Espresso, della Repubblica,<br />
dei giornali locali del gruppo Espresso - Repubblica.<br />
Questo fu quello che mi disse il dottor<br />
Bruno Pazzi". Questo colloquio sarebbe avvenuto,<br />
a detta di Ripa di Meana, prima del Natale del<br />
1990 e dunque nell'intervallo di tempo che intercorre<br />
tra il 5 dicembre di quell'anno (data in cui si<br />
tenne l'udienza di spedizione a sentenza della causa<br />
Lodo Mondadori ) ed il 14 Gennaio del 1991,<br />
data della camera di consiglio, e il suo contenuto<br />
venne da lui sicuramente <strong>com</strong>unicato a De Benedetti.<br />
Va subito detto che Pazzi (…) ha negato decisamente<br />
la circostanza: "Prendo atto delle dichiarazioni<br />
rese dall'avvocato Ripa di Meana,<br />
escludo di avere riferito a quest'ultimo la confidenza<br />
che mi si attribuisce. Non è vero che dissi<br />
all'avvocato Ripa di Meana che l'esito del ricorso<br />
Martedì 6 ottobre 2009<br />
sarebbe stato sfavorevole all'Ing. De Benedetti.<br />
Non so per quale motivo Ripa di Meana riferisce<br />
cose inesatte. lo non seguivo le vicende del lodo<br />
Mondadori, non ero interessato alla questione e<br />
ricordo anche vagamente <strong>com</strong>e andò a finire la<br />
controversia giudiziaria". In sede di confronto le<br />
posizioni non sono mutate (…). E' quindi consequenziale<br />
che le due confliggenti dichiarazioni<br />
debbano essere in questa sede valutate quanto alla<br />
loro credibilità. A questo proposito, va prima di<br />
tutto considerato il carattere del tutto lineare delle<br />
dichiarazioni dell' Avv. Ripa di Meana, nonché la<br />
reiterazione di esse sia in sede di indagini preliminari<br />
sia in sede di dibattimento penale senza<br />
che il teste vi abbia apportato modifiche. Deve essere<br />
invece rilevato che il teste Pazzi, che non è<br />
stato sentito al dibattimento penale perché in cattive<br />
condizioni di salute e in considerazione anche<br />
della sua tarda età, ha negato troppo, per allontanare<br />
ogni possibile sospetto da sé. E cioè ha<br />
negato, da un lato, che la conversazione col Ripa<br />
di Meana avesse avuto minimamente ad oggetto la<br />
vicenda giudiziaria, di cui qui ci si occupa, dall'altro<br />
lato che egli si sia interessato alla vicenda del<br />
lodo Mondadori, di cui ricordava a malapena l'esito.<br />
Orbene, su questi ultimi due punti le dichiarazioni<br />
del Pazzi non sono credibili. Ed infatti la<br />
vicenda della "guerra di Segrate" era allora al centro<br />
dell'attenzione dei media, così <strong>com</strong>e era anche<br />
oggetto di interesse da parte della politica. E<br />
bisogna inoltre considerare anche la circostanza<br />
che il Pazzi era all'epoca Presidente della Consob,<br />
e cioè dell'organo istituzionalmente deputato al<br />
controllo sulla borsa e sulle società quotate in borsa,<br />
quali erano le società già indicate, e che quindi<br />
il Pazzi stesso non aveva potuto non interessarsi al<br />
destino del più grande gruppo editoriale italiano<br />
dell'epoca, la cui vicenda lo riguardava quanto<br />
meno da un punto di vista istituzionale (…) Ma vi<br />
è un ulteriore elemento di conforto alle dichiarazioni<br />
del Ripa di Meana: e cioè che le sue dichiarazioni<br />
sono riscontrate da quelle dei testi Dott.r<br />
Corrado Passera (direttore generale della Mondadori<br />
dal giugno 1990 all'aprile 1991, ndr) e Dott.<br />
Emilio Fossati (membro del Cda Mondadori, su indicazione<br />
di De Benedetti, dal maggio 1986 al gennaio<br />
1990, ndr), anche essi testi indifferenti (…).<br />
Entrambi hanno confermato il racconto di Ripa di<br />
Meana riferendo l'accaduto a prima della camera<br />
di consiglio del 14 Gennaio 1991 (…). Abbiamo<br />
pertanto due testi, entrambi di area CIR al momento<br />
dei fatti, ma che successivamente proseguirono<br />
la loro carriera in altri gruppi imprenditoriali<br />
(e che quindi sono considerarsi ambedue<br />
terzi al momento della loro deposizione dibattimentale<br />
) che, in maniera sostanzialmente conforme,<br />
hanno riscontrato le dichiarazioni del Ripa<br />
di Meana, confermando di avere saputo, nei giorni<br />
antecedenti la camera di consiglio del<br />
14.01.1991 che il Pazzi aveva fatto al Ripa di Meana<br />
la confidenza già riferita. Conclusivamente, reputa<br />
questo Ufficio che, per tutte le considerazioni<br />
esposte in precedenza, le dichiarazioni dell'avv.<br />
Vittorio Ripa di Meana vanno ritenute veritiere e<br />
che il Pazzi abbia invece negato il vero. Ciò posto,<br />
appare evidente che, se <strong>com</strong>e il teste Paolini Giovanni<br />
ha riferito al dibattimento in primo grado, il<br />
Collegio <strong>com</strong>posto da Valente, Metta ed lui stesso<br />
non fece pre-camere di consiglio per decidere la<br />
causa Lodo Mondadori, che fu quindi decisa nella<br />
sua interezza nella camera di consiglio del<br />
14.01.1991, l'unico membro del collegio che poteva<br />
esternare o confidare qualche anticipazione<br />
sulla decisione, di cui trattasi, per avere cognizione<br />
della causa già prima della camera di consiglio<br />
non poteva essere che il Metta che aveva già quantomeno<br />
in parte - studiato gli atti del procedimento.<br />
Pertanto la circostanza dell'anticipazione della<br />
decisione deve essere da questo Tribunale considerata<br />
<strong>com</strong>e una ulteriore anomalia dell'iter decisionale<br />
della causa medesima.<br />
53 - Esistenza di copie diverse<br />
dall'originale della sentenza<br />
della Corte di Appello di Roma<br />
(…) IL METTA ha dichiarato: "Al termine (della<br />
dattiloscrittura e collazione della sentenza) fu<br />
stampato un solo esemplare e, dopo l'esame da<br />
parte del Presidente del Collegio e le correzioni,<br />
fu formato l'originale che, dopo le firme, fu immediatamente<br />
pubblicato a cura del cancelliere<br />
della sezione". Orbene il Tribunale Penale di Milano<br />
ha, con motivazione estremamente dettagliata<br />
e puntuale, dimostrato che, contrariamente<br />
a quanto affermato dal Metta, della sentenza n.<br />
259 11991 della Corte di Appello di Roma esistevano<br />
più di una copia riportanti alcune differenze<br />
fra loro. (…) Anche sotto il suddetto profilo, sono<br />
dunque le dichiarazioni del Metta da disattendere<br />
.
pagina 12 Martedì 6 ottobre 2009<br />
Come spiegare<br />
FAC E B O O K<br />
a Kissinger<br />
Nel suo nuovo libro Joshua Cooper Ramo sostiene<br />
che abbiamo bisogno di una rivoluzione del pensiero<br />
di Stefano Feltri<br />
«J<br />
oshua, secondo te<br />
dovrei aprirmi una<br />
pagina su Facebook?»,<br />
a 86 anni Henry<br />
Kissinger cerca ancora di<br />
mantenersi aggiornato, perché<br />
è uomo troppo intelligente<br />
per pensare di potersi permettere<br />
di vivere solo di rendita.<br />
Anche il suo status di<br />
americano più influente del<br />
mondo in questioni di politica<br />
internazionale non è a rischio.<br />
Heinz Alfred Henry Kissinger,<br />
Il segretario di Stato di Richard<br />
Nixon che chiuse la<br />
guerra del Vietnam (e contribuì<br />
al colpo di Stato contro<br />
Salvador Allende in Cile),<br />
quando ha qualche dubbio generazionale<br />
alza il telefono e<br />
chiama Joshua Cooper Ramo,<br />
managing director della Kissinger<br />
Associates, la società di<br />
consulenza del grande vecchio<br />
della diplomazia. “Una<br />
volta mi ha chiamato per chiedermi<br />
“Ma che coza diafolo è<br />
Tvitter?”, Ramo imita il famoso<br />
accento tedesco che, nonostante<br />
una vita passata in America,<br />
Kissinger ostenta ancora<br />
<strong>com</strong>e un vezzo. Ramo ha 45<br />
anni, ha studiato fisica ed economia,<br />
si è appassionato di<br />
politica internazionale e ha<br />
<strong>com</strong>inciato a lavorare per il<br />
settimanale “Ti m e ”, occupandosi<br />
all’inizio di necrologi,<br />
Il modello<br />
organizzati vo<br />
di successo<br />
oggi è quello di<br />
Hezbollah<br />
“perché i morti non protestano”<br />
e diventando poi il capo<br />
della redazione esteri. Poco<br />
dopo i trent’anni ha deciso<br />
che “limitarmi a osservare<br />
quello che succedeva non mi<br />
bastava più, quando ti trovi in<br />
posti <strong>com</strong>e il Sudan e capisci<br />
che le persone con cui parli<br />
sono spacciate, ti viene voglia<br />
di fare qualcosa, oltre che scrivere<br />
un articolo”. Si <strong>prende</strong><br />
un anno sabbatico, <strong>com</strong>e si<br />
può fare nei grandi giornali<br />
americani. Va in Sud Africa a<br />
lavorare in un ospedale <strong>dove</strong><br />
curano i malati di Aids, poi si<br />
trasferisce a Pechino, per stare<br />
al centro del cambiamento.<br />
Passa un periodo in una banca<br />
d’affari, studia il mandarino<br />
(“ci vogliono almeno due anni<br />
e mezzo”) e inizia a lavorare<br />
per la Kissinger Associates. E’<br />
la società di consulenza strategica<br />
che Kissinger ha costruito<br />
quando è uscito dalla<br />
politica - “per mantenere la<br />
sua rete di relazioni” - e che<br />
assiste le imprese (a pagamento)<br />
e i governi (gratis). A Pechino<br />
Ramo spiega alle aziende<br />
straniere <strong>com</strong>e fare affari in<br />
un Paese in cui “non esiste lo<br />
stato di diritto, tutto all’inizio<br />
è illegale e quello che conta è<br />
capire le dinamiche della politica,<br />
sapersi muove in un<br />
contesto in cui non esiste la<br />
possibilità di persuadere la<br />
controparte ma solo di manipolarla”.<br />
P<br />
artecipare alla trasformazione<br />
di un<br />
Paese formalmente<br />
<strong>com</strong>unista nella seconda<br />
(per ora) potenza<br />
capitalista del<br />
mondo ha aiutato Ramo<br />
a capire che le categorie<br />
di pensiero<br />
del suo maestro Kissinger,<br />
forse - e con<br />
molto rispetto - andavano<br />
aggiornate.<br />
Ha scritto un libro<br />
L’AUTORE DE “IL SECOLO IMPREVEDIBILE”<br />
ECONOMISTA E PILOTA ACROBATICO<br />
A 45<br />
anni è il più giovane direttore<br />
della Kissinger Associates nella<br />
storia della società di consulenza<br />
strategica di Henry Kissinger. L’inizio<br />
della carriera di Joshua Cooper Ramo è<br />
stato nel giornalismo, ha lavorato al<br />
settimanale americano “Time” di cui è<br />
diventato il più giovane capo della<br />
redazione esteri e <strong>dove</strong> scrive tuttora,<br />
<strong>com</strong>e collaboratore.<br />
Oggi vive tra Pechino e New York, gira il<br />
mondo per lavoro - ma anche per<br />
piacere, portandosi dietro la sua moto -<br />
e prima di diventare uno dei più influenti<br />
saggisti di politica internazionale della<br />
Il libro di Ramo e Hassan Nasrallah,<br />
il capo di Hezbollah (FOTO ANSA)<br />
che esce ora in edizione italiana<br />
per Eliot, “Il secolo imprevedibile<br />
(320 pagine,<br />
18,50 euro) che è dedicato “ai<br />
miei mentori”, perché “l’ho<br />
scritto per spiegare a Henry<br />
che il suo mondo non esiste<br />
più”. Un saggio che sta diventando<br />
un testo di studio obbligatorio<br />
nelle accademie <strong>dove</strong><br />
si addestrano i futuri vertici<br />
dell’esercito americano e dei<br />
servizi segreti, ma anche business<br />
school. Perché racconta<br />
una visione del mondo, un<br />
modo di pensare globale, che<br />
è lontanissima da quella che<br />
nella vulgata è diventata la<br />
Realpolitik di Kissinger, ispirata<br />
alle fredde strategie teutoniche<br />
di Otto von Bismarck <strong>dove</strong><br />
ad ogni azione corrisponde<br />
una reazione uguale e contrar<br />
ia.<br />
Lo spunto principale, per la<br />
verità, gli è venuto dal dibattito<br />
aperto dal saggio di Thomas<br />
Friedman “Il mondo è<br />
piatto”, qualche anno fa. Un<br />
libro a tesi - la globalizzazione<br />
è inarrestabile ma buona - che<br />
ha suscitato entusiasmi e contestazioni,<br />
dimostrando il bisogno<br />
diffuso di cercare idee<br />
di sintesi per pensare il ven-<br />
sua generazione ha scritto “No visible<br />
h o r i zo n ”, in cui racconta le sue<br />
avventure di pilota acrobatico. Ha<br />
studiato fisica ed economia,<br />
specializzandosi in quest’ultima, prima<br />
all’università di Chicago poi alla New<br />
York University. Prima di lasciare il<br />
giornalismo si <strong>prende</strong> un anno sabbatico<br />
e lavora in Sud Africa, per assitere<br />
malati di Aids. Decide di trasferirsi a<br />
Pechino, <strong>dove</strong> studia mandarino. Viene<br />
assunto dalla Kissinger Associates per la<br />
quale si occupa di fare consulenza<br />
politico-strategica per le imprese che<br />
vogliono investire in Cina.<br />
tunensimosecolo. “Molte<br />
idee di successo<br />
che<br />
hanno dominato<br />
il dibattito<br />
negli ultimi<br />
quindici anni sono troppo<br />
semplicistiche, dalla fine della<br />
Storia di Francis Fukuyama al<br />
soft power di Joseph Nye”, dice<br />
Ramo.<br />
R<br />
IL COLLOQUIO<br />
iassumere il libro non è facile,<br />
perché con uno stile<br />
tipicamente americano è costruito<br />
concatenando una serie<br />
di storie di successo. Ma si<br />
può partire dall’epigrafe di<br />
John Maynard Keynes: “Pe r -<br />
donate la mia foga, che ha ragione<br />
profonde nella speranza<br />
per il futuro. Questo è un<br />
argomento fondamentale per<br />
me. Io so, almeno in parte, cosa<br />
voglio. So anche, e molto<br />
chiaramente, cosa temo”. A<br />
Ramo si perdona la foga, anche<br />
perché è chiaro cosa teme:<br />
“Sono sicuro che adesso,<br />
nella grande crisi, stanno per<br />
arrivare i mercanti di paura.<br />
Basta vedere le classifiche dei<br />
libri più venduti in america,<br />
tutti saggisti ultraconservatori<br />
che mettono in guardia dai<br />
pericoli della modernità; ogni<br />
volta che parlo da un’emittente<br />
conservatrice le vendite del<br />
mio libro si impennano, anche<br />
se io non la penso affatto<br />
<strong>com</strong>e loro”. Per evitare che i<br />
I<br />
Joshua Cooper Ramo e Henry Kissinger visti da Manolo Fucecchi<br />
“mercanti di paura” sfr uttino<br />
questo momento - <strong>com</strong>e hanno<br />
fatto dopo l’undici settembre<br />
- è necessaria “una rivoluzione<br />
del pensiero”. L’idea di<br />
fondo di Ramo è che il ventunesimo<br />
secolo richieda di<br />
“<strong>com</strong>inciare a pensare in modo<br />
non lineare” o i risultati saranno<br />
disastrosi. Quando<br />
George Bush decise di invadere<br />
l’Iraq ragionò in modo lineare.<br />
Si abbatte il dittatore,<br />
quindi gli americani guadagnano<br />
consenso sufficiente<br />
per installare un regime amico<br />
che inevitabilmente renderà<br />
più stabile la regione. Si è<br />
visto <strong>com</strong>e è andata. Altro<br />
esempio di ragionamento lineare<br />
che oggi non funziona<br />
più: se uno Stato vuole essere<br />
più sicuro, deve investire in<br />
spesa militare. Poi succede<br />
che si trova coinvolto in un<br />
conflitto con un avversario<br />
piccolo e sfuggente, tipo i<br />
vietcong o i talebani, e il risultato<br />
- ricorda Ramo non è incoraggiante:<br />
21 a 1 per i piccoli<br />
contro i grandi negli ultimi<br />
duecento anni. Quindi bisogna<br />
cambiare approccio e<br />
perseguire quella che Ramo<br />
definisce la “sicurezza profonda”.<br />
Per chi pensa la politica internazionale<br />
in modo classico, tipo<br />
Kissinger, la sicurezza si<br />
costruisce cementando alleanze,<br />
indebolendo gli avversari,<br />
conquistando posizioni<br />
egemoniche. Ma ora non basta<br />
più. Nel ventunensimo secolo<br />
perseguire la “s i c u re z z a<br />
p ro fo n d a ” non significa alzare<br />
mura più alte dietro cui nascondersi<br />
o costruire cannoni<br />
più potenti: “Il nuovo approccio<br />
che serve in un nuovo contesto<br />
accetta la crescente<br />
<strong>com</strong>plessità e l’incessante novità<br />
<strong>com</strong>e dati di fatto”.<br />
I<br />
l modello (organizzativo)<br />
da imitare - nella strategia<br />
<strong>com</strong>e nella finanza - è quello<br />
di Hezbollah, il gruppo politico<br />
e terrorista libanese che i<br />
generali israeliani provano da<br />
anni a distruggere. “Conosco i<br />
leader di Hezbollah da quindici<br />
anni, da quando facevo il<br />
corrisponendente di ‘Ti m e ’.<br />
Li ho visti cambiare, evolversi,<br />
capire Internet e il ruolo dei<br />
media molto meglio e molto<br />
prima dei loro avversari, sfruttare<br />
le sconfitte per capire <strong>dove</strong><br />
avevano sbagliato e correggere<br />
le proprie debolezze”. Il<br />
concetto chiave per ottenere<br />
la sicurezza profonda, sia per<br />
un’azienda che non vuole perdere<br />
la leadership di un settore<br />
che per uno Stato che vuole<br />
tutelare la propria esistenza,<br />
secondo Ramo è “la resilienza”,<br />
un termine preso in prestito<br />
dalla fisica che indica la<br />
proprietà che hanno i metalli<br />
di deformarsi senza rompersi.<br />
E in questo Hezbollah è maestra<br />
e i servizi segreti di Israele<br />
ne sono consapevoli: i terroristi<br />
che non vengono distrutti<br />
si evolvono, <strong>com</strong>e i virus<br />
dell’influenza che cambiano<br />
più rapidamente dei vaccini.<br />
La strada per il successo, dice<br />
l’autore, “non è evitare i problemi,<br />
ma sottoporre il sistema<br />
a periodiche piccole crisi<br />
per evitare che ne arrivi una<br />
grande che lo distrugge”. Chi<br />
non è capace di cambiare,<br />
muore. La crisi finanziaria lo<br />
dimostra: “Il sistema finanziario<br />
continua a diventare sempre<br />
più efficiente e sempre<br />
più <strong>com</strong>plesso. E questo è un<br />
bene, perché noi beneficiamo<br />
delle sue evoluzioni. Ma<br />
ormai le variabili sono così<br />
tante che è impossibile tenerle<br />
sotto controllo, quindi<br />
l’unico modo per evitare il<br />
peggio è fargli sviluppare al<br />
suo interno gli anticorpi di cui<br />
ha bisogno lasciando che si<br />
confronti con le difficoltà”.<br />
Un approccio opposto a quello<br />
di Alan Greenspan, l’ex presidente<br />
della Federal Reserve<br />
americana, che per vent’anni<br />
ha sostenuto Wall Street ogni<br />
volta che dava segni di incertezza,<br />
invece di lasciare che il<br />
sistema correggesse da solo i<br />
suoi eccessi. La correzione è<br />
quindi arrivata in un colpo solo,<br />
molto più traumatico, con<br />
la crisi attuale. E ne stiamo ancora<br />
scontando i costi.<br />
Bretton Woods a Istanbul<br />
I Paesi emergenti voglino contare anche nella Banca Mondiale<br />
n questi giorni - a Istanbul - è in corso un<br />
vertice tra le istituzioni internazionali che<br />
si occupano di sviluppo. Dopo mesi di G20 e<br />
G8 circola ormai un giustificato scetticismo<br />
sull’utilità di questi summit. In Turchia, però,<br />
sta succedendo qualcosa.<br />
I Paesi in via di sviluppo hanno ribadito la<br />
loro esigenza di contare di più nel Fondo<br />
monetario internazionale la cui <strong>com</strong>posizione<br />
riflette ancora gli equilibri del dopoguerra.<br />
Richiesta accolta: lo ha confermato<br />
anche l’ultimo G20. Nelle ultime ore, però,<br />
si sta discutendo molto anche del destino<br />
della Banca mondiale. L’agenzia speciale<br />
delle Nazioni unite che dovrebbe servire a<br />
dare prestiti nei Paesi meno sviluppati è da<br />
anni al centro di un dibattito: bisogna chiuderla<br />
o solo trasformarla? I prestiti, infatti,<br />
non vengono quasi mai restituiti e hanno risultati<br />
non sempre all’altezza delle aspettative.<br />
Una delle ipotesi era di trasformare la<br />
banca in un normale ente benefico che elargisce<br />
donazioni.<br />
La novità di Istanbul è che la Banca mondiale<br />
si è impegnata a spendere tutti i 100 miliardi<br />
che ha in dotazione per finanziamenti. E serviranno,<br />
se sono giuste le sue stime: 90 milioni<br />
di nuovi poveri entro la fine del 2010. I<br />
ministri di Russia, India, Indonesia e Brasile<br />
sono intervenuti a Istanbul per dire che la<br />
credibilità della banca dipende dalla sua capacità<br />
di dare ai Paesi membri uno spazio<br />
proporzionale al loro rilievo economico. Visto<br />
che a Pittsburgh si è deciso di sostituire il<br />
G8 con il G20, riconoscendo che gli equilibri<br />
di potere sono cambiati, anche la Banca<br />
mondiale dovrà riflettere questa presa di coscienza.<br />
I Paesi che in teoria <strong>dove</strong>vano essere<br />
i beneficiari degli aiuti allo sviluppo,<br />
ora vogliono gestirli direttamente. Come nel<br />
caso della Wto, l’Organizzazione mondiale<br />
del <strong>com</strong>mercio che conduce i negoziati sulla<br />
riduzione delle tariffe, i Paesi del G8 non<br />
hanno più il potere contrattuale sufficiente<br />
per agire da soli. E, forse, l’architettura finanziaria<br />
decisa a Bretton Woods nel 1944<br />
(quando vennero create la Banca mondiale<br />
e il Fmi) sta davvero iniziando a cambiare.
pagina 13 Martedì 6 ottobre 2009<br />
N<br />
NOBEL MEDICINA<br />
Longevità,<br />
premiate 2 donne<br />
P er<br />
la prima volta<br />
nella storia dei<br />
Nobel per la scienza, il<br />
premio è stato<br />
assegnato a due donne:<br />
Elizabeth H. Blackburn<br />
e Carol W. Greider<br />
(insieme a Jack<br />
Szostak) che nel 1985,<br />
con la scoperta dei<br />
telomeri, hanno<br />
rivelato i meccanismi<br />
dell’invecchiamento<br />
cellular e.<br />
FRANCIA<br />
La gaffe<br />
del capoTele<strong>com</strong><br />
È stato<br />
pubblicato<br />
online in Francia<br />
un video (del 20<br />
gennaio) nel quale<br />
Didier Lombard (nella<br />
foto) presidente di<br />
France Tele<strong>com</strong>,<br />
società <strong>dove</strong> in un anno<br />
e mezzo si sono<br />
suicidati 24 dipendenti,<br />
si rivolge ai lavoratori<br />
con toni brutali per<br />
convincerli ad<br />
"adattarsi alla realtà di<br />
oggi". Settimane fa<br />
Lombard aveva parlato,<br />
per poi scusarsi, di<br />
“moda dei suicidi”.<br />
ISRAELE<br />
G li<br />
O rg i a<br />
all’ospizio<br />
ospiti di una casa<br />
di riposo di Tel<br />
Aviv hanno organizzato<br />
un festino, sfociato in<br />
un’orgia. Lo riferisce il<br />
quotidiano Israel<br />
ha-Yom secondo cui<br />
alcuni dei protagonisti<br />
hanno superato i 90<br />
anni. Lo staff della casa<br />
di riposo, accortosi del<br />
fatto, ha preferito non<br />
intervenire e l’evento<br />
non è stato interrotto,<br />
ma i partecipanti sono<br />
stati poi diffidati dal<br />
ripetere tali<br />
<strong>com</strong>portamenti.<br />
SVIZZERA<br />
700 vip firmano<br />
per Polanski<br />
P enelope<br />
Cruz è<br />
l'ultimo nome<br />
eccellente ad aver<br />
firmato la petizione<br />
con cui 700 celebrità<br />
chiedono il rilascio di<br />
Roman Polanski, il<br />
regista arrestato a<br />
Zurigo per aver<br />
stuprato una 13enne 31<br />
anni fa.<br />
NASCITE<br />
I primi “nipotini”<br />
de Il Fatto<br />
S abato<br />
scorso, a<br />
Roma, sono nati i<br />
primi tre “nipotini” de<br />
Il Fatto: sono Pietro<br />
Carlo, Elena e Gaia, figli<br />
del nostro collega<br />
Stefano Citati. A lui e<br />
alla moglie Stefania i<br />
migliori auguri dalla<br />
redazione, e un grande<br />
in bocca al lupo.<br />
La denuncia<br />
TRA IRAN E IRAQ<br />
IL MISTERO<br />
DEGLI OPPOSITORI<br />
T<br />
imori per la sorte di 36 mujaeddin<br />
del popolo - gli oppostori<br />
del regime iraniano -<br />
arrestati dalle forze di sicurezza<br />
irachene nel corso di un<br />
blitz al campo Ashraf questa<br />
estate. Migliaia di profughi<br />
che abitano nell'enclave in<br />
territorio iracheno sono in<br />
sciopero della fame da oltre<br />
un mese per chiedere la liberazione<br />
dei loro <strong>com</strong>pagni. "Il<br />
governo di Baghdad ha deciso<br />
di trasferire i detenuti in un<br />
posto sconosciuto", hanno<br />
raccontato fonti dell’opposizione.<br />
La paura maggiore è<br />
che vengano trasferiti in Iran,<br />
il cui governo sta facendo<br />
pressioni sulle autorità irachene<br />
affinché chiudano il<br />
campo in cui vivono 3.400<br />
profughi. "Una parte del campo<br />
è stata occupata dalle forze<br />
irachene e alle ong viene impedito<br />
l'ingresso", hanno<br />
spiegato le fonti.<br />
FATTO O STRAFATTO di Wanda Marra UNA PESC ROSA A BRUXELLES<br />
Quote pesca per l’Europa. Dopo anni<br />
di monopolio maschile per la carica<br />
dell’Alto rappresentante della politica<br />
estera e di sicurezza della Ue, potrebbe esserci<br />
una Madame Pesc al posto di un Mister<br />
Pesc. Il sì irlandese al trattato di Lisbona<br />
ha riaperto i giochi sulle cariche europee<br />
e le donne si mobilitano. Perché, <strong>com</strong>e<br />
afferma Margot Wallstrom, promotrice<br />
di un appello firmato da <strong>com</strong>missarie e<br />
parlamentari europee di diverso orientamento,<br />
“è una vergogna”che “non ci siano<br />
donne candidate per il presidente stabile<br />
della Ue”. Essendo quasi certa la nomina<br />
di Tony Blair alla presidenza stabile, allora,<br />
la lobby rosa punta alla quota pesca. In lizza<br />
ci sarebbero la ministra degli Esteri austriaca<br />
Ursula Plassnik, l’ex presidente irlandese<br />
Mary Robinson, il ministro degli<br />
Esteri greco uscente Dora Bakoyannis e<br />
l’ex <strong>com</strong>missaria Ue al Lavoro, la greca<br />
Anna Diamantopoulou. Per l’Italia, l’unica<br />
candidata possibile sembrerebbe essere<br />
l’ex Commissario Emma Bonino.
pagina 14 Martedì 6 ottobre 2009<br />
FESTIVAL DI ROMA<br />
La rivoluzione<br />
(immobile)<br />
di Alemanno<br />
di Federico Pontiggia<br />
S<br />
ono sempre riuscito a tenere<br />
lontano la politica dal mio lavoro<br />
e ho chiesto a questa<br />
che non pesasse su di me.<br />
Forse adesso avete capito<br />
che io non obbedisco a nessuno".<br />
Così il neopresidente<br />
Gian Luigi Rondi mandò in<br />
archivio, l’anno scorso, la<br />
terza edizione del Festival Internazionale<br />
del Film di Roma.<br />
In pectore per volontà di<br />
Gianni Alemanno, dopo la dipartita<br />
di Veltroni, il decano<br />
dei critici nostrani decise innanzitutto<br />
di cambiare nome:<br />
basta Festa, meglio un innocuo,<br />
generico festival. Anche<br />
perché, diciamolo, la Festa<br />
chi l’aveva vista? Pochi,<br />
ovvero numerosi addetti ai<br />
lavori e sparuti romani. O forse<br />
no? Nel lontano 2006,<br />
chiudendo la prima edizione,<br />
Veltroni gongolava: “R o-<br />
SECONDOTEMPO<br />
S P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE<br />
Verde celluloide<br />
ma ha vissuto la Festa con orgoglio.<br />
Bisogna avere coraggio,<br />
una città colta è una città<br />
in cui si vive meglio, ed è più<br />
ricca. Non bisogna avere<br />
paura del cinema, non è un<br />
animale in via di estinzione, e<br />
questa Festa lo ha dimostrato”.<br />
Sullo stesso ramo dondolava<br />
e gongolava Goffredo Bettini,<br />
allora senatore Ds e presidente<br />
della manifestazione:<br />
FOCUS S U L L’AMBIENTE<br />
Le iniziative - Domani alle 11.30, presso la residenza<br />
dell'ambasciatore britannico a Roma, Edward Chaplin,<br />
saranno presentate le iniziative di ambasciata<br />
britannica, British Council, Fao, Fondazione<br />
Sigma-Tau, Greenpeace, Legambiente e Wwf, in<br />
collaborazione con il Festival internazionale del Film<br />
di Roma, che dedica il Focus di quest'anno all'ambiente<br />
e al contributo che il cinema e le arti possono dare alla<br />
sfida globale contro i cambiamenti climatici.<br />
in & out<br />
Bersani<br />
Il nuovo<br />
“Manifesto<br />
a b u s i vo ”<br />
primo<br />
su I Tunes<br />
“Siamo molto soddisfatti perché<br />
abbiamo raggiunto gli<br />
obiettivi: grande partecipazione<br />
del pubblico, buon<br />
mix tra cinema popolare e<br />
d’autore, ricchezza alla città<br />
e impiego a tante persone”.<br />
A piegare quel ramo d’a l l o ro ,<br />
ci pensò un regista di sinistra,<br />
Ettore Scola, coordinatore<br />
della giuria popolare: “Il<br />
romano viene qui perché si<br />
sente a casa sua. Anzi, la gente<br />
neanche viene, perché i<br />
film se li sente suoi. Quindi le<br />
sale a volte restano vuote, sia<br />
detto senza ironia”.<br />
Richiamato all’ordine da Bettini,<br />
Scola non fece l’italiano,<br />
e nemmeno il presidente (di<br />
giuria, o del Consiglio, fate<br />
vobis), ovvero non smentì e<br />
non rettificò: “Prima ho detto<br />
che le sale erano vuote,<br />
non vorrei creare equivoci.<br />
Ho una certa età, posso avere<br />
anche delle allucinazioni, ma<br />
vi assicuro che le sedie vuote<br />
le ho viste”.<br />
La seconda edizione di sedie<br />
vuote ne contò pure di più,<br />
ma poco importa: Veltroni<br />
“l a s c i ava ” ad Alemanno, la<br />
Festa sarebbe divenuta Festival,<br />
e le Veltroniadi “s g u a rd i<br />
dentro il Raccordo”.<br />
Basta star-vehicle stelle &<br />
strisce, basta panem et circenses,<br />
basta, insomma, Hollywood:<br />
ar idatece il cinema<br />
italiano e, possibilmente, i<br />
romani, intesi <strong>com</strong>e pubblico<br />
pagante. Bene, non è andata<br />
proprio così. La volontà<br />
iconoclasta di Alemanno si è<br />
infranta su qualcosa di più<br />
granitico: il consenso.<br />
Qualcuno – il Pdl ha qualche<br />
affinità col cinema, da Medusa<br />
in giù – gli ha messo la mano<br />
sulla spalla e, <strong>com</strong>e si fa<br />
con i bambini, gli ha fatto capire<br />
l’importanza mediatica<br />
dell’ex vetrina Veltroni.<br />
Aperti gli occhi a Gianni, gli<br />
Garko<br />
Campione di<br />
share, dopo<br />
il ruolo di<br />
mafioso sarà<br />
un fascista<br />
Ve n t u r a<br />
“Io le<br />
mutande in<br />
t ra s m i s s i o n e<br />
le indosso<br />
s e m p re ”<br />
ha anche letto l’u p gra d e<br />
2009 del Gattopardo: “Se vogliamo<br />
che non tutto rimanga<br />
<strong>com</strong>e è, bisogna che non<br />
tutto cambi!". Fatto sta che la<br />
direttrice di P re m i e re (sezione<br />
principe della Festa) e direttrice<br />
di Ciak (Mondadori)<br />
Piera Detassis è divenuta direttora<br />
tout court, i due direttori<br />
del Concorso sono<br />
stati defenestrati - Giorgio<br />
Gosetti è ritornato alle Giornate<br />
degli Autori veneziane,<br />
Teresa Cavina a casa (Biarritz)<br />
– l’Extra-ordinario Mario<br />
Sesti confermato, Alice nella<br />
città, la sezione vietata ai<br />
maggiorenni, inglobata, il<br />
S<br />
Adriano<br />
Doppietta in<br />
dodici minuti<br />
nel classico<br />
c o n t ro<br />
il Fluminense<br />
Il red carpet del Festival e a destra<br />
il presidente della manifestazione,<br />
lo storico critico de “Il Tempo”,<br />
Gian Luigi Rondi ( FOTO ANSA)<br />
mercato affidato al presidente<br />
di Cinecittà Luce Roberto<br />
Cicutto, che dice di volersene<br />
andare.<br />
E che di destra non è, tutt’a ltro.<br />
Sorretto dunque il carrozzone<br />
con puntelli sinistrorsi,<br />
si possono aprire le<br />
finestre al nuovo vento culturale<br />
che soffia da destra: un<br />
esempio, oggi Gian Luigi<br />
Rondi aprirà le porte dell’Au -<br />
ditorium alla ministra della<br />
Gioventù Giorgia Meloni,<br />
che intratterrà gli astanti sul<br />
progetto dedicato ai giovani<br />
professionisti di cinema e il<br />
premio speciale “La Meglio<br />
G i ove n t ú ”.<br />
Progetto, in realtà, molto collaterale,<br />
perché viceversa la<br />
quarta edizione della Festa,<br />
pardon Festival (15-23 ottobre),<br />
punta sugli ultra 60enni,<br />
pur arzilli che siano: Meryl<br />
Streep premiata alla carriera;<br />
Stefania Sandrelli e il<br />
suo esordio in regia, Helen<br />
Mirren; Margareth Von Trotta;<br />
Richard Gere; Martin<br />
Scorsese e Anthony Hopkins<br />
diretto da James Ivory.<br />
Ah, c’è posto anche per 19<br />
titoli italiani, tra cui il film<br />
spot su Roma diretto da Zeffirelli,<br />
ispirato alla Tosca e interpretato<br />
da Bocelli e Bellucci.<br />
Ebbene sì, Alemanno<br />
ha capito: è qui la festa.<br />
LIBRI Il caffè<br />
al cianuro di Sindona<br />
tamattina, alla Sala Stampa Estera, in via dell’Umiltà<br />
83/C a Roma, Giovanni Maria Flick e Marcelle Padovani<br />
incontrano gli ex magistrati Gianni Simoni e Giuliano Turone,<br />
autori de Il caffè di Sindona (Garzanti editore, tre edizioni<br />
in un mese). «Ristabilire la verità dei fatti è un debito<br />
che sentiamo nei confronti della memoria di Ambrosoli”,<br />
spiegano gli autori. “Inoltre ci sembra che in questo paese,<br />
<strong>dove</strong> troppi misteri rimangono ancora avvolti nella<br />
nebbia più fitta, possa essere utile un contributo che getta<br />
uno spiraglio di luce su circostanze che misteriose non<br />
sono più, ma sulle quali permangono disinformazione e<br />
preg iudizio”. Il libro ripercorre uno dei più inquietanti<br />
misteri d’Italia, quello della morte di Michele Sindona nel<br />
marzo del 1986. Conosciamo la causa del decesso: un caffè<br />
al cianuro bevuto nella sua cella nel carcere di Voghera.<br />
Ma chi mise il veleno nella tazzina? E perché? Finanziere<br />
potentissimo, Sindona intratteneva rapporti con importanti<br />
uomini politici al di qua e al di là dell’oceano: nel<br />
1973 Andreotti lo definì «salvatore della lira» e nel 1974<br />
l’ambasciatore usa in Italia lo premiò <strong>com</strong>e «Uomo dell’an -<br />
no»; era uno degli uomini di fiducia del Vaticano, e in particolare<br />
dello Ior diretto da Paul Marcinkus, ma aveva anche<br />
legami con la mafia. Iscritto alla P2 di Licio Gelli, fu lui<br />
a introdurre Roberto Calvi negli ambienti di quella loggia<br />
segreta, oltre che in quelli vaticani e in quelli mafiosi: i due<br />
banchieri erano infatti legati da un intrico di affari avventurosi<br />
che avrebbero portato entrambi alla rovina.
Martedì 6 ottobre 2009 pagina 15<br />
CA LCIO /DIZIONARIO PER L’US O<br />
OGNI MALEDETTA<br />
DOMENICA<br />
L’eleganza di De Laurentiis,<br />
il mancato silenzio e i <strong>soldi</strong> di Moratti<br />
di Oliviero Beha<br />
Verba volant. La notizia<br />
che un autentico signore<br />
del calcio <strong>com</strong>e il presidente<br />
del Napoli, Aurelio<br />
De Laurentiis, voglia cacciare<br />
il suo allenatore non è una notizia.<br />
L'esimio Aurelio, che<br />
tampina Lotito nella facondia e<br />
nella retorica riuscendo <strong>com</strong>movente<br />
nelle interviste, aveva<br />
già <strong>com</strong>inciato a cacciare<br />
Donadoni a rate. La differenza<br />
con un Cellino, neppure lui accademico<br />
della Crusca ma almeno<br />
dotato di annosa esperienza<br />
nel settore, è che l'anno<br />
scorso in Sardegna Allegri potè<br />
rimettersi in sesto dopo le<br />
prime cinque sconfitte consecutive,<br />
facendo poi un gran<br />
campionato. Con Donadoni,<br />
<strong>com</strong>unque ex CT della Nazionale,<br />
c'è stata mancanza di<br />
<strong>com</strong>prendonio, di rispetto, di<br />
intelligenza (con l'amico, o<br />
meglio col dipendente). Roberto<br />
Donadoni ha <strong>com</strong>pletato<br />
l'opera facendosi trattare da<br />
nemico e non mostrando né in<br />
estate né poi quel minimo di<br />
autonomia e di orgoglio per dire<br />
dei no. Lo so, è difficile dire<br />
dei no. Ma, parola di Osvaldo<br />
Paz in un memorabile discorso<br />
a Stoccolma per il Nobel ricevuto,<br />
si cresce quasi solo quando<br />
impari a dire no.<br />
La sensibilità sotto i tacchetti.<br />
Ennesima dimostrazione<br />
di grande sentore pubblico,<br />
di idem sentire bossiano con la<br />
popolazione colpita dalla tragedia<br />
franosa di Messina, da<br />
parte dei vertici del calcio. Siamo<br />
al dolore regionale. Lutto e<br />
silenzio solo da parte di Catania<br />
e Palermo, autorizzato dalla<br />
Federcalcio che ha inventato<br />
il federalismo penitenziale,<br />
silenzio rispettoso solo a Bergamo<br />
da parte di Atalanta e Milan<br />
per un equivoco: Ma sì, l'arbitro<br />
Rocchi aveva capito male...Silenzio<br />
sulla solidarietà alle<br />
vittime ma non per lutto<br />
bensì per vergogna da parte<br />
della Lega Calcio. Difetto di<br />
coordinamento secondo Abete.<br />
Difetto e basta, direi io, il<br />
Te l ev i s i o n e<br />
M<br />
coordinamento non c'entra.<br />
Libero arbitrio. L'arbitro<br />
Rocchi, caduto nell'equivoco<br />
e quindi sensibile involontariamente,<br />
ha arbitrato benchè<br />
ci sia una richiesta di pena di<br />
un anno e quattro mesi nei<br />
suoi confronti dai PM del processo<br />
a Calciopoli per frode<br />
sportiva, a Napoli. Che sia innocente<br />
o no, lo vedremo. Intanto<br />
sono colpevoli coloro<br />
che lo fanno arbitrare, impedendo<br />
di farlo a Paparesta, archiviato<br />
e/o assolto su tutti i<br />
fronti, sportivo e ordinario,<br />
benché per l'opinione pubblica<br />
sia ancora quello chiuso da<br />
Moggi nello spogliatoio.<br />
Papi, sempre Papi, fortissimamente<br />
Papi. Di Papi non<br />
ci libereremo tanto facilmente.<br />
Non parlo della D'Addario<br />
né di alcun' altra escort, e francamente<br />
sono un ammiratore<br />
di Berlusconi, del suo attivismo<br />
tra Eros e Thanatos, dell'aiuto<br />
che gli dà il simpatico<br />
Minzolini non aiutato né dal latino<br />
(omen nomen) né dall'onomatopeia<br />
(minzolare ricorda<br />
un verbo cinofilo). No, il<br />
mio Papi è Stefano Papi, guardalinee<br />
e <strong>com</strong>mercialista, che<br />
in Via Alcide Gasperi 41 a Prato<br />
è titolare di un avviato studio,<br />
di cui sono clienti il designatore<br />
arbitrale Collina (580 mila<br />
euro l'anno per designare, più<br />
i gettoni per le missioni) e altri<br />
17 arbitri più o meno importanti,<br />
più una caterva di arbi-<br />
FAMIGLIE ALLARGATE<br />
Nonno Libero fa penitenza<br />
C<br />
COSTANZO, ULTIMI SHOW<br />
aurizio Costanzo torna su Canale5 per l'ultima edizione<br />
del suo show di seconda serata, prima dell'annunciato<br />
approdo in Rai. L'ultima serie (ma sarà<br />
vero?) del Costanzo Show andrà in onda dall'11 ottobre,<br />
due volte a settimana, la domenica e il mercoledì.<br />
La prima puntata dell'edizione d'addio sarà registrata<br />
domani alle 15.30 al Teatro Parioli di Roma e<br />
sarà incentrata, con un utilizzo mirato anche di immagini<br />
d'archivio dello storico talk-show, sul ricordo di<br />
Mike Bongiorno e sulla lotta alla mafia. Ospiti sul palco<br />
del Parioli: il Procuratore Nazionale Antimafia, Piero<br />
Grasso, il giornalista Gaetano Savatteri, l'autore e conduttore<br />
televisivo Enrico Vaime e Alfonso Signorini.<br />
Quest'ultimo è indicato, nelle indiscrezioni delle ultime<br />
settimane, <strong>com</strong>e il possibile successore di Costanzo<br />
con un talk nella seconda serata di Canale 5.<br />
trucci e guardalineucci nelle<br />
serie inferiori e più l'ex designatore<br />
Bergamo: quello di<br />
Calciopoli, domanderete?.<br />
Quello. Ma anche Collina è<br />
dentro alle intercettazioni dell'addetto<br />
agli assistenti arbitrali<br />
Meani, un ristoratore di Lodi<br />
a contratto per il Milan di Galliani<br />
e dell'altro Papi, e niente<br />
fa pensare di fronte alla caterva<br />
di errori arbitrali degli anni<br />
post-calciopoli e di questo inizio<br />
campionato che sia cambiato<br />
l'andazzo definito moggesco.<br />
Ora, se continuano i delitti<br />
quando l'autore condan-<br />
ome potremmo dire: revisionismi? Pentimenti postumi?<br />
Lino Banfi, nonno Libero ma non troppo, si<br />
scaglia contro la famiglia allargata. Mentre in tv interpreta<br />
l’amorevole patriarca dell’allargatissima famiglia<br />
dei Martini (protagonisti con grande successo della serie<br />
Un medico in famiglia che domenica su Raiuno ha<br />
superato il 32%), in “abiti civili” dice addirittura che la<br />
famiglia allargata nuoce gravemente. «Il Papa ha ragione:<br />
le famiglie allargate rovinano la vita di molti bambini»,<br />
spiega su Tv Sorrisi e Canzoni in edicola oggi l’a t t o re<br />
pugliese. I Martini, prosegue Banfi nell'intervista non<br />
sono proprio una bella famiglia,<br />
anzi è una famiglia<br />
di casinisti. Sgretolata. Sul<br />
nonno per esempio sono<br />
cadute troppe responsa-<br />
bilità, con un padre assente<br />
per dieci anni... “Io sono<br />
per la famiglia unica.<br />
Non a caso sono sposato<br />
da 47 anni e mezzo. E visto<br />
che quando io e mia moglie<br />
ci sposammo il nostro<br />
matrimonio non ebbe il<br />
corredo di fiori e strascichi<br />
bianchi che ogni donna<br />
sogna, per festeggiare<br />
le nozze d'oro vorremmo<br />
recuperare. Faccio un appello<br />
al Papa: vorrei che<br />
celebrasse personalmente<br />
la messa delle mie nozze<br />
d'oro”.<br />
SECONDO TEMPO<br />
Donadoni lascia lo stadio Olimpico, sopra il fiorentino Montolivo (FOTO (ANSA))<br />
nato per essi è in galera, delle<br />
due l'una: o era/è innocente,<br />
oppure almeno non era il solo,<br />
e anzi funge da capro espiatorio,<br />
da alibi per tutti. Dicono:<br />
ma oggi gli arbitri sbagliano in<br />
buona fede. E chi lo può sostenere<br />
con cognizione di causa?<br />
Non certo gli stessi di Calciopoli<br />
e di ora che tengono le briglie<br />
di una carrozza sempre<br />
più sgangherata. Quindi mi<br />
spiace ma non ci credo, anzi temo<br />
che non sia stata fatta alcuna<br />
pulizia.<br />
Scienza, tecnica, investimenti.<br />
In testa è l'Inter, che<br />
costa una fortuna, che ha Moratti/Saras<br />
alla guida, che ha<br />
Mourinho genio della <strong>com</strong>unicazione<br />
in panchina con una<br />
lingua lunghissima e forse neppur<br />
biforcuta, che ha mostrato<br />
tutta alla fine di Inter-Udinese<br />
vinta in extremis. Ma scusate,<br />
se la differenza tra queste due<br />
squadre è minima, davvero vale<br />
la pena dei <strong>soldi</strong> di Moratti/Saras,<br />
di Mourinho strapagato<br />
mentre viene pagato anche<br />
Mancini, di Milito ed Eto'o do-<br />
E ve n t i<br />
“TWILIGHT” 2:<br />
CODE E MALORI<br />
L<br />
'anteprima dello sbarco<br />
internazionale dei<br />
vampiri romantici del secondo<br />
capitolo della saga<br />
di “Tw i l i g h t ” è <strong>com</strong>inciata<br />
dal festival del fantastico<br />
di Sitges, in Spagna,<br />
con un 'assaggiò di 7<br />
minuti, ed ha immediatamente<br />
preso il carattere<br />
dell'evento di massa<br />
per la generazione delle<br />
teen agers. Code chilometriche,<br />
qualche svenimento<br />
sotto il sole ancora<br />
estivo, spintoni, accenni<br />
di rissa, un'eccitazione<br />
insolita anche per<br />
una manifestazione più<br />
che collaudata (Sitges ce-<br />
po Ibra mentre l'Udinese sforna<br />
quasi solo Di Natale, un<br />
buon calcio, un tecnico capace,<br />
un presidente che fa <strong>soldi</strong><br />
col calcio sia pure assai discutibilmente<br />
con la pesca a sciabbica<br />
dei calciatori adolescenti<br />
in giro per il mondo, con il rischio<br />
o la certezza di farne tre<br />
campioni e tremila sbandati ?<br />
Fiorentina e Lazio. S t ra n o<br />
destino tra queste due: Gilardino<br />
segna e il pallone viene<br />
dato fuori dall'arbitro. Naturalmente<br />
in buona fede. Nel 2005<br />
a Roma Zauri salva clamorosamente<br />
di mano un gol fatto<br />
sempre della Fiorentina, e Rosetti<br />
fa finta di nulla. Lui e il<br />
guardalinee. Penserete: succede,<br />
l'arbitro, l'assistente, il giocatore<br />
ecc. può sbagliare.<br />
L'importante è che non sbagli<br />
apposta che lo faccia in buona<br />
fede. Appunto. Leggi sopra.<br />
Ma nel caso di quel Lazio-Fiorentina<br />
finito nel tritacarne<br />
dello scandalo anche per le telefonate<br />
di Bergamo e Carraro<br />
sulla Lazio (Lotito è ben protetto,<br />
quasi meglio del sindaco<br />
Renzi con cui ha avuto a che<br />
dire negli strascichi tra tifosi,<br />
ieri l'altro...), c'è il dubbio fortissimo<br />
su quella buona fede. E<br />
invece oggi, ma con la M, cioè<br />
Moggi, in condizioni di non<br />
nuocere, sembra che siano tutti<br />
angioletti, da Abete a scalare.<br />
E' davvero così? E perché ci dovrei<br />
credere? Davvero il calcio<br />
è una fede e non una mostruosa<br />
macchina per far denaro?<br />
Olimpiadi, che passione.<br />
Non posso non chiudere con<br />
le candidature in pectore di<br />
Roma e Venezia per i Giochi<br />
2020 che possono tornare in<br />
Europa, dopo il Brasile. Tornerò<br />
sull'argomento, ma intanto<br />
mi chiedo: perché non a Napoli<br />
profittando che oggi sembra<br />
pulita, magari affidando a<br />
Giampi Tarantini la protezione<br />
sportiva della città? E ancora:<br />
citano i Mondiali di nuoto <strong>com</strong>e<br />
un grande successo. Ma<br />
per chi? Per i privati che si sono<br />
sbafati gli impianti sotto costo<br />
mentre le tre piscine pubbliche<br />
sono ovviamente ancora<br />
chiuse?<br />
lebra i suoi rituali da ben<br />
42 anni). Il secondo capitolo<br />
della saga di Bella<br />
ed Edward, i giovani innamorati<br />
belli e dannati<br />
usciti dalla penna di Stephanie<br />
Meyer e portati<br />
sullo schermo da Chris<br />
Weitz, uscirà nelle sale<br />
italiane il 20 di novembre<br />
ma il Festival di una<br />
parziale, anteprima con<br />
immagini il 22 ottobre alla<br />
presenza dello stesso<br />
Bower incontrato a Sitges,<br />
della sceneggiatrice<br />
Melissa Ronsenberg di<br />
altri due attori, Charlie<br />
Bewley e Cameron Bright.<br />
Fr osinone<br />
d’Olanda:<br />
Con 4<br />
p u n t e,<br />
Mor ier o<br />
domina la B<br />
Disse basta a Napoli, a 33<br />
anni, spogliandosi delle<br />
mostrine da imperatore di<br />
provincia, per tornare ad<br />
essere uno dei tanti poveri<br />
cristi fuori dal cerchio. La fisionomia<br />
era quella. Capelli<br />
leonini e profilo ribelle,<br />
predicare vano da autodidatta<br />
e follie notturne, sonno<br />
arretrato e rischio. Una<br />
domenica in paradiso, l’altra<br />
in esilio. Capitava così<br />
con Francesc hiello. In campo,<br />
Checco Moriero lavorava<br />
sull’intuizione. Era un riflesso<br />
animalesco, un istinto<br />
di base. Piacergli o disgustarlo,<br />
questione di luna.<br />
Sapeva in anticipo se fidarsi<br />
e sul prato, <strong>com</strong>e agire. Dove<br />
lanciarsi negli spazi incustoditi,<br />
insistendo<br />
sull’azzardo <strong>com</strong>e marchio<br />
di fabbrica di un’intera esistenza.<br />
Il Salento, gli orecchini,<br />
la scuola di vita da allievo<br />
prediletto dell’ar rochito<br />
<strong>com</strong>mendator Franco<br />
Jurlano. Ora che il passato<br />
sembra un souvenir da<br />
osservare distrattamente e<br />
la polvere, una patina da<br />
soffiare senza l’ombra di un<br />
rimpianto, Moriero può<br />
guardarsi indietro e scoprire<br />
che nessuna lacrima è andata<br />
sprecata. La primavera<br />
dell’irregolare fiorisce con<br />
un primato inatteso, conquistato<br />
in serie B, nel basso<br />
Lazio, con il Frosinone,<br />
guardando dall’alto il Torino.<br />
Gli attaccanti, con Moriero,<br />
spesso diventano<br />
quattro. Un modulo che è<br />
già utopia. Ci hanno provato<br />
in pochi. Glerean, Ventura,<br />
il Ferguson più eretico e<br />
Spalletti, che in estate eveva<br />
riflettuto sul tema prima<br />
di recedere in fretta.<br />
Tre anni fa, quando lo zio di<br />
Cyrille Domoraud, ex <strong>com</strong>pagno<br />
dell’epoca dorata<br />
dell’Inter, lo cercò per affidargli<br />
in coabitazione con<br />
Totò Nobile, la panchina<br />
della più importante squadra<br />
ivoriana, L’Africa Sports<br />
di Abidjan, fu la guardia<br />
di finanza a interrompere il<br />
volo. Una vecchia storia di<br />
macchine prese a basso costo<br />
in Belgio e Olanda e poi<br />
rivendute a prezzo maggiorato,<br />
l’arresto, la partenza<br />
procrastinata e più tardi,<br />
chiarita la propria posizione,<br />
l’esordio. Poi la rottura,<br />
l’esilio a Lanciano, l’eccellente<br />
esperienza di Crotone<br />
e oggi, la Ciociaria. Calcio<br />
aggressivo, per ovviare<br />
con il ritmo alla mancanza<br />
di talento. “Nessuno insegna<br />
più l’uno contro uno”,<br />
sosteneva Checco. “Ho<br />
sempre cercato di essere<br />
me stesso. Dribblavo, cercavo<br />
il colpo difficile ad<br />
ogni costo. Ascoltavo i consigli<br />
di tutti ma quando iniziava<br />
la partita, davo retta<br />
soltanto al mio cervello”.<br />
Deve aver suggerito il segreto<br />
anche ai suoi. Che vestono<br />
color pulcino ma<br />
quando sovrappongono,<br />
paiono l’Olanda di Rensenbrink<br />
e Cruyff. Arancione<br />
sul grigio di un torneo dimenticato,<br />
pittate di coraggio<br />
sui pronostici già scritti.<br />
Continuando, qualcuno<br />
si convincerà che Chinaglia<br />
avrebbe potuto giocare<br />
anche a Frosinone. (M.P.)
pagina 16 Martedì 6 ottobre 2009<br />
TELE+ COMANDO<br />
SECONDO TEMPO<br />
TG PAPI<br />
Le notizie<br />
arrivano a rate<br />
di Paolo Ojetti<br />
T g1<br />
Abbiamo salutato <strong>com</strong>e una benefica e<br />
inaspettata novità la dichiarazione di guerra<br />
dei colleghi del Tg1 alla direzione Minzolini.<br />
Non per fatto personale, per carità, ma per il<br />
ruolo dichiarato dallo stesso Minzolini di difensore<br />
di una singolare libertà di stampa al<br />
servizio esclusivo di Berlusconi: una mortificazione<br />
per quei giornalisti che ancora credono<br />
al valore di una professione già tanto, troppo<br />
avvilita.<br />
Peccato però che, nel Tg1 di ieri mattina, di tutto<br />
questo sulfureo pronunciamento libertario<br />
non vi fosse più traccia. Sfuggenti riferimenti<br />
anche sulla Corte Costituzionale, che sta per<br />
sentenziare sul lodo Alfano. Eppure, da questo<br />
dipende il futuro: se Berlusconi non è più impunito,<br />
viste le pendenze giudiziarie a suo carico,<br />
o si dimette o chiama in soccorso i carabinieri.<br />
Nemmeno un sospiro sui fischi e gli insulti<br />
tributati alle autorità in visita alle zone disastrate<br />
di Messina. In <strong>com</strong>penso, è andato in<br />
onda un marchettone? quasi <strong>com</strong>ico: lo stato<br />
maggiore del Pdl, guidato dall’esperto meridionalista<br />
Gasparri, che si agitava per rilanciare il<br />
Sud.<br />
T g2<br />
In un conciso servizio<br />
di Fabrizio Frullani in tre<br />
punti, si ap<strong>prende</strong> quanto<br />
segue: Berlusconi respinge<br />
la sentenza del tribunale civile<br />
di Milano; Berlusconi<br />
ha deciso che resterà a Palazzo<br />
Chigi per 5 anni, qualunque<br />
cosa accada; Berlusconi<br />
non si opporrà alla<br />
marcia oceanica su Roma<br />
che gli esponenti del Pdl<br />
stanno organizzando. Traduzione: Berlusconi<br />
non vuole tirare fuori una lira e mobiliterà i suoi<br />
200 avvocati ventiquattro ore su ventiquattro;<br />
Berlusconi è <strong>com</strong>e un pugile dopo il k.o. tecnico<br />
ma non si dimetterà mai, lo dovranno portare<br />
via di peso; Berlusconi vuole scatenare la<br />
piazza per dimostrare che il 101 per cento degli<br />
italiani è pronto a difenderlo sulle barricate. Siamo<br />
all’eversione governativa, ma al Tg2, per<br />
ora, la faccenda non fa impressione.<br />
T g3<br />
Ma per sapere <strong>com</strong>e mai Berlusconi deve<br />
restituire a Carlo De Benedetti 750 milioni di<br />
euro bisogna aspettare il Tg3. Qui, viene ricostruita<br />
l’intera storia: fondi neri in Svizzera per<br />
corrompere i magistrati, tanti fondi che Berlusconi<br />
non poteva ignorare; un giudice, Metta,<br />
corrotto, e una sentenza pilotata e <strong>com</strong>prata<br />
per regalare a Berlusconi la più grande casa editrice<br />
italiana, la Mondadori. E, subito dopo, il<br />
Tg3 ricorda che oggi il Lodo Alfano, che protegge<br />
Berlusconi <strong>com</strong>e un sarcofago inespugnabile,<br />
potrebbe sparire, riportando il ?premier<br />
a livello dei <strong>com</strong>uni mortali. Pierluca Terzulli<br />
avverte: Berlusconi vuol ricorrere alla<br />
piazza. La giustizia sbeffeggiata e sostituita dai<br />
sanculotti di destra.<br />
di Fulvio Abbate<br />
T<br />
utte le volte che, armato<br />
di possente buona volontà,<br />
provo a guardare i <strong>com</strong>ici<br />
che vanno forte di questi<br />
tempi, anche i migliori pezzi<br />
dell’argenteria Auditel, un<br />
minuto dopo, d’istinto, non<br />
posso fare a meno di sbottare<br />
in un assai regressivo<br />
“ridatemi Giorgio Bracardi!”<br />
Esatto: il pazzo, l’ossesso,<br />
l’ingestibile, il fascista! In fatto<br />
di vistose assenze e ignobili<br />
censure, giustamente<br />
anche il gagliardo nostalgico<br />
delle maniere forti, del manganello<br />
e della stessa mazza<br />
chiodata avrebbe molto da<br />
ridire circa la televisione degli<br />
ultimi lustri, nel senso<br />
che, pensando proprio ai<br />
grandi intrattenitori irregolari,<br />
non c’è da arrabbiarsi<br />
soltanto per la vergognosa<br />
cancellazione ad opera di<br />
Berlusconi dello spartachista<br />
Daniele Luttazzi. Non<br />
meno grave, inaccettabile riteniamo,<br />
infatti, la sparizione<br />
prolungata dai teleschermi<br />
(Rai e Mediaset) dell’A ttila<br />
della <strong>com</strong>icità, il già citato<br />
Giorgio Bracardi, genio<br />
assoluto, dinamo, spinterogeno<br />
che mette in moto la<br />
scintilla del riso demolitore<br />
al limite del sabba infernale.<br />
Fulgido condottiero eque-<br />
IL PEGGIO DELLA DIRETTA<br />
“Ar idatece”<br />
B r a c a rd i<br />
stre incontenibile della radiofonica<br />
“Alto gradimento”<br />
- “Pa t ro cl o o o o o ! ”, Scarpantibus,<br />
Max Vinella, il funzionario<br />
Rai Dottor Marsala, fra<br />
gli assi del suo inarrivabile<br />
repertorio - in seguito pervicace<br />
capestatore di scarpe<br />
d’ospiti in studio (a martellate)<br />
nel cottage anni Ottanta<br />
di “Quelli della notte” s o tto<br />
le mentite spoglie di Ivan<br />
Svetlanov Balalaikov, nipote<br />
di Stalin. Il messaggio è semplice:<br />
rivogliamo il suo<br />
estro, il suo “nonsense” d e lla<br />
misura, il suo meraviglioso<br />
modo di cianciare la scaletta<br />
degli autori. Come opportunamente<br />
proclama un<br />
gruppo di pressione presente<br />
su Facebook, Giorgio Bracardi<br />
andrebbe infatti considerato<br />
e acclamato <strong>com</strong>e<br />
“l’Antonin Artaud italiano”,<br />
ovvero il teorico del teatro<br />
della crudeltà.Se abbiamo<br />
accennato al <strong>dove</strong>roso disappunto,<br />
anche in ambito<br />
neofascista, per la contingentazione<br />
dei tempi e delle<br />
intelligenze <strong>com</strong>iche lo si<br />
deve proprio al non meno<br />
eponimo personaggio bracardiano<br />
che da svariati decenni<br />
risulta assente alle<br />
Il <strong>com</strong>ico di “Alto gradimento”<br />
e caratterista di tanti film italiani<br />
anni ‘70: Giorgio Bracardi<br />
bandiere dei palinsesti, cioè<br />
il gerarca Catenacci, perfetto<br />
esegeta inarrestabile delle<br />
titaniche imprese mussoliniane,<br />
caricatura in camicia<br />
nera fra valle innevate e<br />
Agro redento. Senza nulla togliere<br />
alle migliori pagine,<br />
che so?, di “Zelig” o di “C olorado<br />
café”, al talento e ai<br />
tempi perfetti di un Maurizio<br />
Battista o alle parodie di<br />
un Checco Zalone che sotterra<br />
ora Jovanotti ora Vasco,<br />
il pensiero della capacità<br />
sinfonica dell’immenso<br />
Bracardi porta a pensare che<br />
si sia ormai giunti a un tipo<br />
di prestazione <strong>com</strong>ica solida<br />
<strong>com</strong>e un popcorn, poca cosa,<br />
roba inconsistente, dopo<br />
lo splendore della pernacchia<br />
molta miseria garbata,<br />
areosol. Senza voler qui aprire<br />
un dibattito sulla singolare<br />
presenza del Gabibbo a<br />
piazza del Popolo, e dunque<br />
sulla pretesa di Antonio Ricci<br />
d’essere ritenuto parte<br />
della quadreria della sinistra,<br />
avanziamo <strong>com</strong>unque il<br />
dubbio che tormentoni <strong>com</strong>e<br />
“Chettefrega? Chettefrega?”<br />
oppure “In galera! In gal<br />
e ra ! ” potrebbero oggi supplire<br />
perfino a una mancanza<br />
di opposizione decorosa<br />
in Parlamento e forse addirittura<br />
nel Paese.<br />
w w w. t e l e d u r r u t i . i t
Martedì 6 ottobre 2009 pagina 17<br />
MONDO WEB<br />
di Federico Mello<br />
Un banner sul sito<br />
del Tg1,<br />
un frame del video<br />
di Messina,<br />
il logo di Virus,<br />
Creep/Sono uno scemo<br />
è È ONLINE VIRUS<br />
IL PORTALE DI SATIRA DE L’UNITÀ<br />
“Preferirei di no”. Così ci risponde Francesca<br />
Fornario, curatrice del nuovo portale di satira<br />
de L’Unità, quando le chiediamo se Virus<br />
arriverà anche sulla carta. “Online - ci dice -<br />
avremo molte più possibilità: pubblicheremo<br />
video, audio, documenti<br />
interattivi”. Partendo da<br />
questa idea è nato Virus,<br />
battezzato ieri su virus.unita.it<br />
e che già strappa risate ad ogni<br />
pixel. Si può già vedere un<br />
Ratzinger al pianoforte che<br />
suona Ymca, tantissime strisce<br />
(anche Staino darà il suo<br />
contributo), dei particolari<br />
profili Facebook e, in arrivo,<br />
un’esclusiva intervista -<br />
satirica- a Noemi Letizia. La<br />
banda di Virus è <strong>com</strong>posta<br />
dagli autori di Emme<br />
corroborati da una<br />
nutrita pattuglia della<br />
fondazione Daje guidata<br />
da Diego “Z o ro ” Bianchi<br />
e Antonio Sofi.<br />
è CONTESTAZIONI A<br />
MESSINA<br />
“IN ONDA” SOLO SU YOUTUBE<br />
Rabbia. Tanta rabbia tracima in rete<br />
da un video su YouTube che<br />
documenta le proteste di domenica<br />
davanti alla Prefettura di Messina.<br />
Prima le grida contro “la sfilata” di<br />
ministri e Berlusconi. Poi i cori: “assassini”; “ve r go g n a ”;<br />
“arrivate solo adesso che ci sono i morti”. E anche “quanta<br />
costa questa trasferta?” all'arrivo dell'ennesima auto blu.<br />
C'è spazio anche per un conciliabolo con un giornalista del<br />
Tg2. Il giornalista è pronto a fare una diretta dalla piazza e i<br />
cittadini sono pronti ad urlare anche in Tv la loro<br />
indignazione: “voi riportate a Roma quello che diciamo qua<br />
nel territorio” dicono al cameraman e all'inviato. Ma per il<br />
Tg2 la piazza è troppo calda: la diretta alla fine si fa<br />
dall'interno della prefettura. Il video è sull'account<br />
youtube.<strong>com</strong>/user/ClasseOperaia3. “La Tv di regime - il<br />
<strong>com</strong>mento che ac<strong>com</strong>pagna il video - ha mostrato un<br />
Berlusconi caritatevole fra gli alluvionati che non erano<br />
nelle condizioni di reagire allennesima passerella<br />
propagandistica, ma nessuno ha mandato in onda il popolo<br />
incazzato”.<br />
SECONDO TEMPO<br />
Tg1 e tg2: online<br />
la rabbia<br />
dei cittadini<br />
è DAGLI AL TG1<br />
I “FA N ” SCATENATI SULLA PAGINA FACEBOOK<br />
Forse al Tg1 speravano nel confronto con gli<br />
spettatori quando hanno aperto la loro pagina<br />
è BLOG AWARDS: I VINCITORI<br />
Facebook. Ma da un po’ di tempo a questa parte la ANTEFATTO.IT BLOG RIVELAZIONE<br />
pagina è diventata un tazebao per tutti coloro che Sabato alla Blogfest di Riva del Garda<br />
non sopportano la Minzo-informazione. Fino a<br />
si sono svolte le premiazioni del<br />
qualche giorno fa il giochino dei “fan” era di suggerire Macchianera Award, premio ai<br />
alcune notizie al Tg (“dottor Minzolini forse le è<br />
migliori blog votati online dai lettori.<br />
sfuggito che...” e vai con esport, Giampi, ecc. ).<br />
Si laurea miglior blog del 2009<br />
Adesso si trovano solo e soltanto critiche. A mo’ di Spinoza.it che non è, <strong>com</strong>e scritto in<br />
esempio riportiamo alcuni <strong>com</strong>menti (quelli<br />
rete , un sito “dedicato agli aforismi<br />
pubblicabili) all'edizione delle 13 e 30 di ieri.<br />
del filosofo olandese del ‘600” ma<br />
"Chiamare il Tg1 telegiornale è offensivo nei<br />
una <strong>com</strong>munity di utenti che<br />
confronti dei veri telegiornali che le notizie le danno"; sfornano a piè sospinto battute al<br />
"Minzoilini alla direzione del Grande Fratello, anzi furmicotone (spesso ospiti anche<br />
no... a La Talpa ... basta che lasci il giornalismo !!!"; della “c a t t i ve r i a ” del Fatto<br />
"Minzolini, vai a casa, stai rovinando il tg della gente Quotidiano in prima pagina). Un<br />
<strong>com</strong>une"; "Non una parola sul vostro direttore<br />
premio anche per Antefatto.it che si<br />
servo"; "Tg1... l'informazione a 90 gradi!!", "Che<br />
consacra Blog Rivelazione 2009.<br />
schifo il TG1 e anche oggi se ne è avuta la conferma"; Blogger dell’anno è Paul The Wine<br />
"Minzolini non sai neanche servire il padrone con Guy (paulthewineguy.<strong>com</strong>), secondo<br />
discrezione, senza che tutti se ne accorgano"; "Sono Beppe Grillo già miglior blog nel<br />
vicino al Cde del Tg1,per la difficoltà di lavoro dovuta 2008. MIglior blog giornalistico è<br />
al direttore odierno".<br />
Piovono Rane, del giornalista de<br />
L’Espresso Alessandro Gilioli<br />
(secondo classificato Antefatto.it);<br />
miglior blog di opinione Voglio Scendere firmato<br />
da Corrias-Gomez-Travaglio. Miglior blog<br />
televisivo, tvblog.it; miglior blog “food & wine”<br />
untoccodizenzero.it; miglior blog erotico<br />
Pensieri Senza Mutandine, all’indirizzo<br />
sophieboop.woordpress.<strong>com</strong>. L’Orso Ciccione è<br />
il miglior disegnatore online, e Voglia di Terra il<br />
migliore foto-blog.<br />
è CHIUSA LA PAGINA DEL “CINEGRO”<br />
DOPO LA SEGNALAZIONE DEL FATTO<br />
Ne avevamo parlato la scorsa settimana: su<br />
Facebook 400 persone seguivano un barbone di<br />
Prato, pubblicando foto, video, informazioni sul suo<br />
conto, il tutto condito da pesanti insulti. Dopo la<br />
segnalazione su questa pagina che dava conto delle<br />
proteste (capitanata da San Precario)<br />
sul social network la pagina è stata<br />
chiusa dallo stesso amministratore:<br />
“Chiudo il gruppo - ha scritto - anche<br />
se il suo intento originale era<br />
prettamente goliardico ”. In molto<br />
epiteti , però, di goliardico non c’era<br />
proprio niente.<br />
D AG O S P I A<br />
I MILIONI DI DE BENEDETTI (E QUELLI DI BERLUSCONI)<br />
1) Bechis ha portato sfiga al Cav: sabato mattina su<br />
Libero un suo pezzo era titolato "De Benedetti ha 52<br />
milioni di guai col fisco". Sabato sera il Berlusca ne aveva<br />
750 milioni di guai....<br />
2) Sabato alle 16 Franco Frattini, reduce da un incontro<br />
con il nuovo presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi,<br />
entrava nella sala Freccia Alata dell'aeroporto di Torino<br />
in attesa del volo Air One per Roma (su cui salirà in<br />
seguito <strong>com</strong>e normale passeggero, facendo la fila al<br />
check-in e facendosi trasportare nel bus pressato<br />
insieme agli altri passeggeri). Nella saletta<br />
vuota, a parte i quattro uomini di scorta, il<br />
nostro si ac<strong>com</strong>odava di fronte al<br />
maxischermo tv. Ma accortosi che non c'era<br />
il tele<strong>com</strong>ando e RaiNews24 trasmetteva in<br />
diretta tutti i <strong>com</strong>izi della manifestazione di<br />
Roma contro Papi Silvio, preferiva lasciar<br />
perdere la tv e passare l'ora di attesa<br />
leggendo e rileggendo gli stessi giornali...<br />
3) Mentre Luigi De Magistris ha inviato al<br />
Csm le sue dimissioni dalla magistratura, annunciate<br />
durante la campagna elettorale in caso di elezioni, alla<br />
Rai non risultano mai arrivate quelle di David Sassoli,<br />
che aveva più volte fatto la promessa di lasciare il<br />
servizio pubblico in caso di<br />
elezione a Strasburgo. Sarà<br />
il solito disguido postale?<br />
è ”AD OGNI COSTO”<br />
NON CONVINCE “CREEP ” DI VASCO<br />
Il mitico Vasco ne ha sbagliata una? In<br />
rete sembra non convincere Ad ogni<br />
costo la cover di Creep dei<br />
Radiohead realizzata dal Blasco. Sul<br />
YouTube i voti languono, anche se il<br />
vidoe è stato visto quasi 200.000<br />
volte in due settimane. Molte critiche<br />
si concentrano sulla traduzione<br />
“libera” del brano. Ora, <strong>com</strong>e scrive<br />
il blog inkiostro.splinder.<strong>com</strong> “a fare<br />
giustizia arriva Sono uno scemo, la<br />
fedele traduzione dell'originale<br />
firmata e cantata da Mimmo Fish”.<br />
Sul blog si trova il video del brano,<br />
surreale e divertente.<br />
F E E D AC K $<br />
è A N T E FAT T O<br />
Commenti al post:<br />
Arrabbiati e sorridenti<br />
Consoliamoci pure con la<br />
riuscita manifestazione....ma<br />
quando più del 70% degli<br />
italiani "ap<strong>prende</strong>" le notizie<br />
dalla televisione, mah!?e poi<br />
pensate che minzolin sia uno<br />
sprovveduto? a suo modo<br />
anche lui dà una picconata alla<br />
rai: a chi altri i picconi (ce ne<br />
sono a iosa)?<br />
(Rober to)<br />
Ringrazio quei pochi<br />
giornalisti (Gomez, Ferrarella<br />
sul Corriere) che raccontano<br />
questa triste vicenda. Per il<br />
resto siamo ridotti così male<br />
che il Pdl difende con le<br />
sciabole sguainate il<br />
portafoglio del Papi. Con<br />
buona pace della legalità e del<br />
rispetto dei diritti degli<br />
azionisti che qualche direttore<br />
di Giornale aveva tirato fuori<br />
per speculare sulle ipotesi d<br />
reato di casa Agnelli. Qui il<br />
reato è conclamato, infatti la<br />
difesa pubblica si basa sulla<br />
strategia da "piagnina", da<br />
<strong>com</strong>plotto universale. Per<br />
fortuna c'è ancora qualcuno<br />
che giudica i fatti, e dopo (ma<br />
molto dopo) il colore politico<br />
robedapazzi.ilcannocchiale .it<br />
(Albesta)<br />
è TWITTER<br />
@antefatto #ilfatto<br />
@antefatto:<br />
h t t p : / / s k y w a l ke r b o h . b l o g s p o. . .<br />
il mio blog, che si ispira a voi e<br />
alla Costituzione - Più siamo,<br />
più reagiamo.<br />
( S k y w a l ke r b o h )<br />
@antefatto: Il Fatto, l'unico<br />
giornale che si legge dall'inizio<br />
alla fine e poi si conserva a<br />
futura memoria<br />
(Ilgiramondo)<br />
@antefatto ma lasciamo stare<br />
il presidente: concentriamoci<br />
sempre più sul PD che deve<br />
s<strong>com</strong>prarire per lasciare<br />
posto al nuovo!<br />
( re n b e l l )<br />
@antefatto Ma con tanti con<br />
cui <strong>prende</strong>rsela Napolitano<br />
che è in prima linea potevate<br />
risparmiarlo<br />
(stacollanana)<br />
@antefatto quand'è che sarà<br />
disponibile anche nelle città<br />
più piccole?<br />
(viscido)<br />
@antefatto Morassut:"ci sono<br />
troppi parlamentari", andare a<br />
casa lui, intanto?<br />
D'alema:"Non mi avevano<br />
spiegato che era importante",<br />
EH?!?!<br />
(Nanoalto)<br />
@antefatto minzolini fa quello<br />
che il suo contratto col nano<br />
prevede. E lo fa pure bene.<br />
Sembra la pravda degli anni 80.<br />
(Eu_Rope)<br />
@antefatto lo scudo servirà a<br />
fare rientrare i capitali non<br />
solo dall' estero ma anche dai<br />
materassi italiani degli evasori.<br />
fuck<br />
(AlexPasini)<br />
è FA C E B O O K<br />
L’Antefatto su Facebook<br />
A proposito di scudo fiscale<br />
qualcuno crede che sarà<br />
possibile veder pubblicati i<br />
nominativi di quegli italiani<br />
che, grazie allo scudo fiscale,<br />
riporteranno i <strong>soldi</strong> in italia e<br />
soprattutto quanto ? É una<br />
legittima curiosita'<br />
considerando che dei quattro<br />
o cinque che si sono fatti<br />
'beccare' prima conosciamo<br />
quasi tutto
pagina 18 Martedì 6 ottobre 2009<br />
PIAZZA GRANDE<br />
SCUDO FISCALE, FIRMA PESANTE<br />
di Bruni Tinti<br />
Così il Presidente della Repubblica<br />
ha firmato. Adesso<br />
l’impunità per i criminali<br />
che fanno rientrare il<br />
loro bottino nel nostro Paese è<br />
legge dello Stato. A chi gli chiedeva<br />
di non firmare Napolitano<br />
ha risposto “Ma <strong>dove</strong> sono i profili<br />
di incostituzionalità? E poi è<br />
inutile, che io non firmi non significa<br />
niente, me la rimandano<br />
dopo 15 giorni e debbo firmare<br />
per forza”.<br />
Né la decisione né la motivazione<br />
sono condivisibili. L’art. 74<br />
della Costituzione dice: “il Presidente<br />
della Repubblica, prima<br />
di promulgare la legge, può con<br />
messaggio motivato alle Camere<br />
chiedere una nuova deliberazione;<br />
se le Camere la approvano<br />
nuovamente, questa deve essere<br />
promulgata”. La Costituzione<br />
non dice però che il rinvio<br />
alle Camere può avvenire<br />
solo per ragioni di manifesta incostituzionalità;<br />
si limita a prevedere<br />
che il Presidente può<br />
non firmare una legge. Molti costituzionalisti<br />
ne hanno dedotto<br />
che il Presidente della Repubblica<br />
può sempre rifiutarsi di firmarla.<br />
Nel caso di manifesta incostituzionalità,<br />
il rinvio alle Camere<br />
è un suo preciso <strong>dove</strong>re;<br />
Seneca diceva:<br />
“Ogni concessione<br />
al male è una<br />
<strong>com</strong>plicità nel<br />
male”. Arriva un<br />
momento, per<br />
tutti, in cui questo<br />
insegnamento<br />
b i s og n a<br />
r i c o rd a r s e l o<br />
ma, in tutti gli altri casi in cui la<br />
legge gli sembri ingiusta, il Presidente<br />
della Repubblica ha <strong>com</strong>unque<br />
una responsabilità di<br />
intervento che gli deriva dall’es -<br />
sere l’interprete degli interessi<br />
superiori della Nazione, di ciò<br />
che vi è di permanente, di superiore,<br />
di indiscusso, di <strong>com</strong>une<br />
a tutti nella vita nazionale.<br />
Per questo, quando egli parla, lo<br />
fa in nome del Paese. E le sue<br />
parole hanno un peso terribile:<br />
<strong>com</strong>e ha detto uno dei padri della<br />
Repubblica, Umberto Terracini,<br />
“una parola del Presidente<br />
pesa sulla bilancia più di mille<br />
parole di ognuno di noi”. Allora<br />
Napolitano ha avuto torto quando<br />
ha detto che era inutile non<br />
firmare una legge che la maggioranza<br />
avrebbe approvato <strong>com</strong>unque.<br />
Anche perché si ha<br />
sempre torto quando si rinuncia<br />
a battersi. E poi non sarebbe<br />
stata solo una bella battaglia.<br />
Avrebbe potuto essere una battaglia<br />
vinta.<br />
I<br />
l nuovo scudo fiscale prevede<br />
sostanzialmente due cose:<br />
chi fa rientrare i capitali non<br />
può essere punito per frode fiscale<br />
e falso in bilancio; e le banche<br />
che provvedono alle operazioni<br />
di rientro non devono effettuare<br />
le segnalazioni per le<br />
operazioni sospette previste<br />
dalla normativa antiriciclaggio<br />
che le obbliga a segnalare all’Uf -<br />
ficio italiano cambi i casi in cui<br />
sia probabile che il danaro sia<br />
provento di reato. Così l’Uic<br />
non informerà il Nucleo speciale<br />
di polizia valutaria della Guardia<br />
di Finanza che non svolgerà<br />
le indagini del caso e non le trasmetterà<br />
alla Procura della Repubblica<br />
per il relativo procedimento<br />
penale. Il problema è<br />
che i <strong>soldi</strong> non si distinguono<br />
tra loro: 1.000.0000 di euro proveniente<br />
da una frode fiscale<br />
non ha una targhetta che lo distingua<br />
da un’analoga somma<br />
proveniente da un sequestro di<br />
persona. Sicché, quali siano i<br />
reati che hanno prodotto il bottino<br />
che rientrerà con lo scudo<br />
fiscale non lo può sapere nessuno.<br />
Con la legge firmata dal Presidente<br />
della Repubblica potrà<br />
dunque entrare in Italia senza rischi<br />
penali non solo il provento<br />
di frode fiscale e falso in bilancio;<br />
ma anche il bottino di traffico<br />
di droga, di armi, di donne,<br />
di minori, di immigrati, di sequestri<br />
di persona, di corruzioni,<br />
insomma di tutto i reati che<br />
producono denaro, i cui autori<br />
dovrebbero essere perseguiti e<br />
sanzionati con anni e anni di galera.<br />
Si chiama obbligatorietà<br />
dell’azione penale.<br />
A<br />
llora la domanda è: se la frode<br />
fiscale e il falso in bilancio<br />
sono già “amnistiati” (non è<br />
proprio così ma gli effetti quelli<br />
sono), a che serve prevedere<br />
che le banche non effettuino le<br />
segnalazioni delle operazioni<br />
sospette? Anche se le effettuassero,<br />
e se l’Uic prima e il Nucleo<br />
di Polizia Valutaria dopo scoprissero<br />
frodi fiscali e falsi in bilancio,<br />
la conclusione sarebbe<br />
obbligata: non <strong>dove</strong>rsi procedere<br />
per essere i reati non punibili.<br />
Dunque perché una norma <strong>com</strong>e<br />
questa? Ma è ovvio: in questo<br />
modo si assicura l’impunità<br />
a tutti gli altri delinquenti che si<br />
gioveranno dello scudo fiscale.<br />
I sequestratori di persona, i trafficanti<br />
di vario genere che porteranno<br />
in Italia i loro <strong>soldi</strong>, non<br />
potendo contare su un’esplici -<br />
ta previsione di non punibilità<br />
(la legge la prevede solo per la<br />
frode fiscale e il falso in bilancio)<br />
conseguiranno lo stesso effetto<br />
perché non saranno <strong>com</strong>unque<br />
possibili indagini su di<br />
loro. Insomma, è evidente che<br />
una legge che avesse detto “tut -<br />
ti i reati da cui derivano le somme<br />
che sono rientrate in Italia<br />
con lo scudo fiscale non sono<br />
punibili” sarebbe stata difficile<br />
da far approvare anche per una<br />
maggioranza che ha principi<br />
etici ispirati ai Fratelli della Costa.<br />
Da qui il trucco: non dico<br />
che questi reati non saranno puniti;<br />
però faccio in modo che<br />
non possano essere scoperti.<br />
Ecco, avrebbe dovuto chiedersi<br />
il Presidente della Repubblica,<br />
ma questo non è in contrasto<br />
con l’art. 112 della Costituzione,<br />
<strong>dove</strong> si dice che l’azione penale<br />
è obbligato-<br />
ria? Ma quale obbligatorietà<br />
può esserci<br />
se le leggi della<br />
Repubblica tutelano<br />
in via preventiva<br />
i delinquenti,<br />
permettendo loro<br />
di nascondere le<br />
prove delle malefa<br />
t t e ?<br />
E poi, avrebbe dovuto<br />
chiedersi il<br />
Presidente della<br />
Repubblica, che ne<br />
è del famoso principio<br />
di ragionevolezza<br />
che significa,<br />
sostanzialmente,<br />
bilanciamento degli<br />
interessi costi-<br />
SECONDO TEMPO<br />
tuzionalmente garantiti? Che<br />
c’è, sull’altro piatto della bilancia,<br />
che pesi più dell’art. 112<br />
della Costituzione? E anche più<br />
dell’art. 53, “tutti sono tenuti a<br />
concorrere alle spese pubbliche<br />
in ragione della loro capacità<br />
contributiva.”?<br />
E infine, avrebbe dovuto dubitare<br />
il Presidente della Repubblica,<br />
è conforme ai principi<br />
fondamentali di uno Stato democratico,<br />
farsi riciclatore del<br />
bottino dei più gravi reati perseguiti<br />
dalla <strong>com</strong>unità internazionale,<br />
in violazione dell’ar t.<br />
10 della Costituzione, “L'ordi -<br />
namento giuridico italiano si<br />
conforma alle norme del diritto<br />
internazionale generalmente ric<br />
o n o s c i u t e .”?<br />
Allora non sarebbe stato meglio,<br />
invece che giustificarsi dicendo<br />
“sarebbe stato inutile<br />
non firmare tanto dopo 15 giorni<br />
…”, inviare un messaggio alle<br />
Camere spiegando il rinvio della<br />
legge con la violazione di<br />
principi costituzionali?<br />
Seneca diceva “Ogni concessione<br />
al male è una <strong>com</strong>plicità nel<br />
male”. Era un maestro molto severo<br />
e naturalmente molto s<strong>com</strong>odo.<br />
Ma arriva un momento,<br />
per tutti, in cui questo insegnamento<br />
bisogna ricordarselo.<br />
l<br />
LA STECCA di I N D RO<br />
Distribuiamo a ogni<br />
utente, insieme alla<br />
ricevuta del canone di<br />
abbonamento, una<br />
scheda con questa<br />
domanda: “Siete<br />
soddisfatti del modo in cui<br />
i telegiornali Rai<br />
assolvono il loro servizio<br />
d’infor mazione?<br />
Rispondete con un sì o<br />
con un no”. Se i sì<br />
superano i no, il vertice<br />
viene confermato per un<br />
altro anno. Altrimenti<br />
viene sostituito. Non dico<br />
che questo sistema<br />
guarirebbe l’infor mazione<br />
televisiva da tutti i suoi<br />
vizi, ma la costringerebbe<br />
a renderli meno indecenti<br />
e insolenti. E<br />
coinvolgerebbe nella<br />
responsabilità della sua<br />
soluzione tutti gli utenti,<br />
che non avrebbero<br />
più il diritto di<br />
sentir sene<br />
oltraggiati.<br />
(La Voce, 9 luglio<br />
1994)<br />
noi e loro É di Maurizio Chierici<br />
La P2 che va in tv<br />
P2? Un dentifricio. P2? Una pistola. Risposte all’univer sità<br />
<strong>dove</strong> i ragazzi arrivano senza averne mai sentito parlare.<br />
Ma appena una tesi lo obbliga a cercare, Gianluca Grassi di<br />
Reggio Emilia si avvilisce: “Quando ho scoperto cos’era la<br />
P2, chi erano i protagonisti e cosa sono diventati è finita la<br />
mia giovinezza ed é <strong>com</strong>incia una <strong>com</strong>plicata maturità”.<br />
Daniele Trolio diventa dottore a Macerata ricostruendo gli<br />
anni del “Corriere della Sera” colonizzato da imprenditori,<br />
generali e giornalisti che il venerabile Gelli aveva passato a<br />
fil di spada: “Approfondire le storie nascoste è stata<br />
un’esperienza totale. Ho deciso di appartenere a quel ramo<br />
della società che crede nella democrazia, nell’uguaglianza,<br />
nel rispetto. Senza aver ascoltato i testimoni e frugato negli<br />
archivi non sarei diventato la persona che sono oggi”.<br />
Cresciuti nella plastica tv, i nuovi elettori ignorano su quale<br />
base morale è costruito il governo magari votato. Cancellare<br />
la memoria è il lungo impegno che rafforza la crescita del<br />
consenso berlusconiano. Perché i licei lasciano perdere:<br />
thrilling melmoso, c’è sempre un piduista nelle poltrone del<br />
potere. Mai un’inchiesta a puntate o un film alla Oliver<br />
Stone o un giorno della memoria <strong>com</strong>e per le foibe di Tito e<br />
Mussolini mentre nella foiba P2 annega la democrazia. Non<br />
importa se la P2 ha cambiato nome. I protagonisti sono<br />
quasi arrivati <strong>dove</strong> il Piano rinascita di Licio Gelli aveva<br />
previsto: controllo politico della magistratura, dei giornali e<br />
delle tv, sindacati da dividere, coprifuoco morale con leggi<br />
che aiutano evasori e capitali in fuga. Giornali e tv la<br />
ricordano con parole ermetiche, se la ricordano. E la storia<br />
negata della consorteria che ha costruito l’Italia duemila<br />
imbroglia le scelte e confonde i pensieri. Il risveglio susciterà<br />
tragedie personali. E’ successo in Cile appena i ragazzi<br />
hanno scoperto chi era Pinochet. Come nella dittatura<br />
cilena, l’arrampicata P2 elimina e schiaccia chi non porta il<br />
grembiule della sua massoneria.<br />
La notte blu di Carlo Lucarelli (Rai3) ha spiegato tante<br />
cose a chi non sapeva. P2 non confusa nelle urla dei<br />
dibattiti e nelle alzate di spalle di Cicchitto e Berlusconi:<br />
“vecchie bugie, noi non c’entriamo”. Innocenti per gli<br />
attentati alla stazione di Bologna, treni sull’Appennino,<br />
delitti Pecorelli, Calvi, eccetera, ma la <strong>com</strong>pagnia era quella<br />
e non l’hanno mollata ma ri<strong>com</strong>posta chissà con<br />
quale nome. Lucarelli ha messo in scena la storia<br />
della P2 con la tranquillità pedagogica di chi vuole<br />
informare e non provocare. L’esperienza del<br />
giallista ha ordinato la cronaca in un racconto<br />
lineare senza colpi di scena. Grande storia che non<br />
può esaurirsi in una serata Tv: è l’invito agli<br />
insegnanti di rivederla nelle aule per aiutare i<br />
ragazzi a capire. Tenendo conto di ciò che il<br />
distacco di Lucarelli non è riuscito a dire, devo<br />
aggiungere che Berlusconi finge di ridere sulla P2,<br />
ma nei primi giorni delle rivelazioni ha distribuito<br />
querele ed è sempre stato condannato: tribunali di<br />
Venezia, Roma, Milano. L’escort che i suoi<br />
obbedienti massacrano su ordinazione, in fondo é<br />
solo il diversivo che aiuta a nascondere le trame<br />
dei cappucci sempre più neri.<br />
m c h i e r c i 2 @ l i b e ro . i t<br />
LODO, PERICOLI NASCOSTI<br />
di Mario Càristo (*)<br />
R i nv i a re<br />
il processo significa<br />
conser vare<br />
all'imputato<br />
un potere<br />
dal quale, sulla base<br />
dell'esperienza<br />
concreta, potrebbe<br />
<strong>prende</strong>re origine<br />
una catena<br />
di gravi abusi<br />
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (FOTO EMBLEMA)<br />
Domani la Corte Costituzionale<br />
dirà se è legittima la legge Alfano<br />
che rinvia i processi penali nei<br />
quali, occasionalmente, è ora<br />
imputato il detentore di una delle alte<br />
cariche in essa indicate. Due tesi si<br />
contrappongono. Quella dell'Avvocatura<br />
dello Stato, secondo la quale il rinvio<br />
sarebbe giustificato dall'interesse<br />
pubblico preminente a non disturbare<br />
l'esercizio delle alte funzioni istituzionali<br />
conferite all'imputato. Quella dei<br />
difensori dell'imputato, secondo cui la<br />
gravosità delle funzioni<br />
istituzionali di<br />
alto livello rendereb-<br />
be difficile all'imputato<br />
il pieno esercizio<br />
del diritto di difesa.<br />
N<br />
essuno ha pensato<br />
che esiste un altro<br />
interesse, anch'<br />
esso pubblico, e secondo<br />
vasta opinione<br />
anche preminente,<br />
e cioè l'interesse<br />
della collettività a sapere<br />
rapidamente, in<br />
esito al processo penale,<br />
se l'imputato è<br />
degno di esercitare le<br />
alte funzioni di cui è<br />
investito. La tesi del-<br />
l'Avvocatura è molto debole. Bisogna<br />
premettere che la Corte Costituzionale<br />
ha dichiarato illegittime due disposizioni<br />
in materia di rimessione dei<br />
processi e di ricusazione del giudice<br />
(sentenze 353/1996 e 10/1997) osservando,<br />
sulla base di una ipotizzabilità<br />
teorica e, insieme, di una diffusa esperienza<br />
concreta, che esse potevano essere<br />
sfruttate dai difensori per abusare<br />
del processo mediante strategie ritardatrici<br />
miranti a far maturare la prescrizione<br />
del reato. Ora, l'esperienza<br />
di questi ultimi anni ha reso evidente<br />
che il medesimo abuso con il medesimo<br />
obiettivo è stato posto in essere<br />
da una delle alte cariche indicate nella<br />
legge Alfano adducendo impegni istituzionali<br />
e ignorando quella “leale colla<br />
borazione” fra i poteri dello Stato,<br />
che la Corte Costituzionale ha indicato<br />
<strong>com</strong>e galateo di correttezza che dovrebbe<br />
indurre l'imputato con funzioni<br />
istituzionali di alto livello a conciliare<br />
queste con l'esigenza che il processo<br />
penale si svolga in tempi ragionevoli<br />
per sottrarsi alla patologia<br />
estintiva della prescrizione.<br />
Ma vi sono stati abusi molto più gravi.<br />
L'imputato, avvalendosi del potere di<br />
fatto esercitato su una straripante maggioranza<br />
parlamentare devota e servizievole,<br />
ha ottenuto da questa leggi mirate<br />
a sottrarre lui e altri al processo<br />
penale, cioè leggi corrispondenti alla<br />
fattispecie del favoreggiamento perso-<br />
nale (art.378 codice penale), e quindi<br />
leggi oggettivamente criminali, fino al<br />
punto da modificare una norma di diritto<br />
penale sostanziale per renderla<br />
inapplicabile a lui (falso in bilancio).<br />
Sono rilievi non riferibili esclusivamente<br />
alla persona attualmente imputata.<br />
Anche in futuro potrebbe esservi<br />
una diversa grande maggioranza parlamentare<br />
disposta a salvare un' alta carica<br />
mediante leggi ad personam.<br />
R<br />
inviare il processo significa quindi<br />
conservare all'imputato un potere<br />
dal quale, sulla base dell'esperienza<br />
concreta, potrebbe <strong>prende</strong>re origine<br />
una catena di gravi abusi. Tutto ciò basta<br />
per fare ritenere illegittima la legge<br />
Alfano. Alla tesi dei difensori, secondo<br />
cui far proseguire il processo renderebbe<br />
difficile l'esercizio del diritto di<br />
difesa, si può rispondere richiamandosi<br />
a una consuetudine diffusa in tutti gli<br />
Stati di diritto, vale a dire in tutti i Paesi<br />
con elevata civiltà giuridica: la consuetudine<br />
delle dimissioni, con le quali la<br />
difesa è facilitata e il prestigio della funzione<br />
di alto livello è preservato.<br />
E' una consuetudine necessaria, ineludibile,<br />
che costituisce esplicazione<br />
concreta di quello che esattamente<br />
cento anni fa Santi Romano definì<br />
"principio di correttezza costituzionale"<br />
.<br />
(*) Procuratore Generale Onorario presso<br />
Corte Suprema di Cassazione
Martedì 6 ottobre 2009 pagina 19<br />
MAIL B OX<br />
Vergogna Minzolini<br />
per il Tg spazzatura<br />
E’ agghiacciante constatare che il<br />
primo telegiornale del servizio<br />
pubblico, il Tg1, si è ridotto a una<br />
pagliacciata. Grazie al <strong>com</strong>itato<br />
di redazione per aver alzato la testa,<br />
ridicolizzando quell’imbarazzante<br />
direttore che si ritrovano.<br />
Rai a rotoli, opposizione a<br />
rotoli, Italia a rotoli.<br />
Matteo<br />
Tre domande<br />
a Berlusconi su Messina<br />
Inutile dirvi che ho tutti i numeri<br />
del Fatto usciti in edicola, e che<br />
non mi sono abbonato solo perchè<br />
mi sposto (in Italia) per lavoro<br />
quasi tutti i giorni.<br />
Voglio dire solo questo:<br />
riguardo al disastro di Messina,<br />
sia il presidente Silvio Berlusconi<br />
che i suoi dicono che "era un fatto<br />
annunciato".<br />
Tre domande:<br />
1) Perchè non è stato fatto niente<br />
se si sapeva che poteva succ<br />
e d e re ?<br />
2) Perchè s'invoca la costruzione<br />
del ponte sullo Stretto, che non<br />
ser virebbe?<br />
3) Perchè tutti quei <strong>soldi</strong> a Catania<br />
per risanare il bilancio del<br />
<strong>com</strong>une (solo perchè c'è Scapagnini<br />
che è il<br />
medico di Berlusconi)?<br />
Ad majora.<br />
Alvaro Cardarelli<br />
Il premier, Michelle<br />
e le gaffe insopportabili<br />
Il presidente del Consiglio Silvio<br />
Berlusconi ce la sta mettendo<br />
davvero tutta per rovinare <strong>com</strong>pletamente<br />
i rapporti tra Italia e<br />
America. Dopo il "bacio mancato"<br />
di Michelle Obama, di ritorno<br />
in Italia, Berlusconi (in occasione<br />
della festa del Pdl) di fronte<br />
ad una platea osannante, se ne è<br />
uscito con una delle sue solite e<br />
bieche battute: “vi devo portare<br />
tanti saluti da un signore abbronzato<br />
che si chiama Barack Obama.<br />
In spiaggia ci vanno in due ,<br />
perché è anche abbronzata la<br />
moglie Michelle !”.<br />
Ecco le reazioni dei giornali stranieri:<br />
Timesonline- La maggior parte<br />
dei leader mondiali cercano di<br />
evitare gaffes a ripetizione. Berlusconi<br />
no.<br />
LeMonde.fr- Berlusconi evoca<br />
ancora "l'abbronzatura" del presidente<br />
degli Stati Uniti, Obama,<br />
e di sua moglie Michelle.<br />
The Washington Post- Il presidente<br />
Silvio Berlusconi continua<br />
a parlare dell’abbronzatura di<br />
Obama, e questa volta ha fatto<br />
una battuta salace anche sul colore<br />
della pelle di Michelle Obama.<br />
Non so voi, ma io sono stanco di<br />
queste figuracce. Berlusconi è<br />
un uomo volgare.<br />
V i n c e n zo<br />
Pd, Poco Democratici:<br />
arriva il partito dei polli<br />
Non solo i P(oco) D(emocratici)<br />
dirigenti dell'unico partito che è<br />
stato votato da noi, se non per<br />
governare almeno per fare opposizione,<br />
emulano sempre più<br />
"i polli di Renzo" perchè non trovano<br />
di meglio che beccarsi fra di<br />
loro, ma desertano pure il Parlamento<br />
e permettono ad una<br />
legge scandalo di essere approvata<br />
per pochissimi voti.<br />
Mi sai dare, per favore, almeno<br />
IL FATTO QUOTIDIANO<br />
via Orazio n. 10 - 00193 Roma<br />
l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />
La vignetta<br />
una ragione per la quale sarebbe<br />
opportuno votarli alle prossime<br />
elezioni?<br />
Un abbraccio,<br />
Sergio Negri<br />
Se tutti gli insulti<br />
vanno alla D’Addario<br />
Ho visto la puntata di Annozero<br />
tanto discussa per la presenza<br />
della D'Addario. Mi intristisce<br />
vedere che dopo le battaglie (e<br />
vittorie) del femminismo in questo<br />
Paese, le fondamenta stesse<br />
dell'Italia maschilista di un tempo<br />
non sono state scalfite, sono<br />
ancora lì, intatte. In trasmissione<br />
hanno ripetuto fino allo sfinimento<br />
che la D'Addario è una<br />
escort e abbiamo visto Belpietro<br />
e il vicedirettore del Giornale, e<br />
addirittura una giovane del Pdl,<br />
insultarla e screditarla. L’idea di<br />
fondo è: la prostituta va emarginata,<br />
ripudiata, mentre i "padri di<br />
famiglia" che la pagano e la sfruttano<br />
sono tutti implicitamente<br />
giustificati. In questo caso il pappone<br />
(Tarantini) è stato accusato<br />
di tante brutte cose, tranne<br />
che di sfruttare delle donne per<br />
avere potere e <strong>soldi</strong>, e quello che<br />
è stato sottilmente definito<br />
l'"utilizzatore finale", emerge <strong>com</strong>e<br />
una vittima innocente. Con<br />
questo non voglio giustificare le<br />
donne che usano il proprio corpo<br />
per fare carriera o guadagnare<br />
(per altro di certo in Italia oggi<br />
non c'è bisogno di fare la escort<br />
per ricadere in questa categoria,<br />
<strong>com</strong>e diceva giustamente la<br />
D'Addario), c'è però una differenza<br />
sostanziale, che in buona<br />
fede non è possibile non vedere,<br />
tra la donna che si vende per disperazione,<br />
o per <strong>soldi</strong>, o per<br />
ambizione, e il potente che sfrutta<br />
la sua posizione privilegiata<br />
per instaurare il sistema: favori e<br />
<strong>soldi</strong> in cambio di sesso. Quando<br />
L’abb o n at o<br />
del giorno<br />
MASSIMILIANO RUSSO<br />
Buon <strong>com</strong>pleanno a<br />
Massimiliano! Il festeggiato<br />
si è presentato ieri mattina<br />
nella redazione del Fatto<br />
con una scatola di cioccolatini<br />
(divorati in un<br />
lampo) per ringraziarci del<br />
giornale. E’ stato quindi<br />
votato all’uninanimità<br />
“abbonato del giorno”.<br />
Massimiliano lavora a Roma<br />
in una portineria, e ha<br />
montato sul muro<br />
d’ingresso una teca <strong>dove</strong><br />
“ogni<br />
mattina<br />
metto<br />
una<br />
copia<br />
del<br />
Fatto”.<br />
Raccontati<br />
e manda una foto a:<br />
a bb o n a t o d e l g i o r n o @<br />
i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />
quest'uomo è un politico, e si<br />
mette nella posizione di essere<br />
ricattabile il suo <strong>dove</strong>re è fare un<br />
passo indietro e dimettersi. In<br />
ogni caso in Italia tutto torna: <strong>com</strong>e<br />
ci dicono il ministro Carfagna<br />
e il suo staff, le donne di strada<br />
vanno multate o arrestate, gli<br />
uomini che le sfruttano e le pagano<br />
no. Così la D'Addario non<br />
ha, o non ha più, una reputazione,<br />
e può essere pubblicamente<br />
massacrata dallo stesso manipolo<br />
di uomini che giustificano poi<br />
Berlusconi, della cui reputazione<br />
IL FATTO di ieri 6 Ottobre 1967<br />
San Francisco, una giornata tiepida d’autunno. Nel<br />
quartiere di Haight-Ashbury, cuore della controcultura<br />
underground, i ragazzi del ’65, i Flowers Children , danno il<br />
via al Death of Hippie, morte e funerale degli yippies,<br />
performance provocatoria d’addio al movimento,con tanto<br />
di annunci mortuari agli angoli delle strade, grande bara<br />
scoperta con manichino agghindato, poster e foto dei figli<br />
della hippie revolution. “Questo mondo non ci piace. Siamo<br />
nati per cambiarlo e il consumismo ha scoperto che anche<br />
la nostra voglia di cambiamento può diventare merce. Per<br />
questo il movimento è morto e oggi lo ac<strong>com</strong>pagniamo nel<br />
suo ultimo viaggio.” Contro lo sfruttamento <strong>com</strong>merciale<br />
della propria immagine, una tribù in lutto guidata dai<br />
Diggers, celebra le proprie esequie simboliche. Ultimo atto<br />
della Psychedelic generation, nata sull’onda del Peace &<br />
Love, della ribellione a ritmo di acid-rock, della grande<br />
utopia giocata sul filo del trip lisergico collettivo. Finita la<br />
stagione d’oro della Summer Love, dei riti sperimentali di<br />
massa,dell’euforia naif per la “c onosc enza<br />
trasc endentale”,l’epoca del “flower power”, sacrificata al<br />
business, chiuderà la sua stagione in quel 6 ottobre ’6 7.<br />
Giovanna Gabrielli<br />
SECONDO TEMPO<br />
7<br />
Furio Colombo<br />
Gentile Colombo,<br />
mi sono rivolto ai ministri,<br />
alla presidenza della Repubblica, al<br />
mio <strong>com</strong>une di residenza e a tutti i<br />
tipi di istituzioni. Ho perso la<br />
speranza. Nessuno si è degnato di<br />
aiutarmi nè di rispondermi, pur<br />
avendo io spiegato in quale<br />
situazione mi trovo: ho 59 anni,<br />
quindi nessun datore di lavoro mi<br />
assume più, perchè cercano i<br />
giovani. Al contempo, non ho<br />
ancora i requisiti per poter<br />
accedere alla pensione - i 33 anni di<br />
contributi versati- nè ho alcun<br />
ammortizzatore sociale. Che<br />
schifo di paese è ormai questo,<br />
<strong>dove</strong> contano solo le bugie e le<br />
false promesse ? Sono un uomo<br />
sulla soglia di mettere fine a questo<br />
tormento. Parlano addirittura di<br />
allungare l’età pensionabile, per<br />
quale motivo, per allungare la<br />
sofferenza di una famiglia? Ho due<br />
bambini di 9 e 8 anni e tante volte<br />
mi vergogno a dire loro sempre e<br />
solo “no”. Tutto questo uccide<br />
lentamente, non è vero quello che<br />
dice il caro ministro Tremonti che<br />
“tutti saranno protetti”. E’ una<br />
bugia spudorata, non si può tradire<br />
così le persone che chiedono<br />
soltanto di poter lavorare, di avere<br />
una vita dignitosa, di non vivere nel<br />
terrore di un nuovo giorno senza<br />
cibo e senza casa. Pago 500 euro<br />
d’affitto e fino ad oggi sono riuscito<br />
a far fronte a questa spesa grazie al<br />
buon cuore di mia madre, che ha<br />
non ci si preoccupa affatto.<br />
Camilla Maiani<br />
Caro Pd, ai miei tempi<br />
si votava anche in stampelle<br />
Sono un iscritto al Pd, ex<br />
Pci-Pds-Ds. Considero le assenze<br />
dei nostri parlamentari alle<br />
votazioni sullo scudo fiscale gravissime,<br />
non ci sono scuse che<br />
tengano. Ai miei tempi ci si andava<br />
anche con le stampelle, a<br />
votare. Oggi ho partecipato alla<br />
manifestazione in pizza del Popolo,<br />
perchè sentivo il <strong>dove</strong>re di<br />
far sentire la mia protesta. Ricordo<br />
quando i padroni, durante gli<br />
scioperi, schedavano e punivano<br />
chi partecipava alle rivendicazioni.<br />
Noi usavamo lo sciopero non<br />
<strong>com</strong>e un’arma di ricatto, ma <strong>com</strong>e<br />
giusta rivendicazione, regolamentando<br />
anche le forme di<br />
lotta. Desidero proporre al Pd<br />
non ammonizioni ai parlamentari<br />
assenti, ma di pubblicare alle<br />
prossime elezioni la lista di chi<br />
era assente, con nomi e cognomi.<br />
Roberto Ghisotti<br />
Diritto di Replica<br />
Mi chiamo Lavatore<br />
sono un professionista<br />
Al titolo “Mi chiamo Lavatore,<br />
risolvo problemi” bene si appaia<br />
“Mi chiamo Tecce, invento articoli”.<br />
Grave per un giornalista de<br />
“Il Fatto”, manipolare fatti, riportando<br />
una conversazione informale<br />
attribuendomi contenuti<br />
falsi ed espressioni in ‘burinese’<br />
che non mi appartengono.<br />
Scrive Tecce che avrei detto fra<br />
tante altre stupidaggini. “Alle<br />
cinque ero in macchina. Stanno<br />
scassando la strada…Ho il testimone.<br />
Chieda al mio autista”.<br />
Non ho l’autista e non ho usato il<br />
termine ‘s c a s s a re ’ r i fe re n d o m i<br />
ai lavori stradali in corso sulla<br />
A DOMANDA RISPONDO<br />
QUANTI SONO IN ITALIA<br />
I DISPERATI SENZA NOME<br />
84 anni. Se qualche politico decede<br />
di preoccuparsi dei veri problemi<br />
della gente e di togliersi la coda di<br />
paglia mi può chiamare, per<br />
sentire <strong>com</strong>e sto e <strong>com</strong>e stiamo in<br />
tanti. Ci sarò. Grazie,<br />
Franco Conte<br />
IL CASO di Franco Conte è<br />
esemplare in un paese in cui si immagina<br />
che tutte le vicende, tutti i destini siano<br />
“d e n t ro ” il dibattito politico. Questo è un<br />
documento. E’ la voce di un cittadino che è<br />
“fuor i” della nostra politica, <strong>com</strong>presa<br />
l’avventura “buona” di chi intende stare<br />
dalla parte del lavoro. I passaggi, <strong>com</strong>e in<br />
un mortale gioco alla sopravvivenza sono:<br />
perdita del lavoro, niente pensione<br />
(mancano due anni), niente<br />
ammortizzatori (mancano decreti), niente<br />
aiuti per figli e famiglia (basta ripetere la<br />
parola “fa m i g l i a ” per sentire la falsità di<br />
molta politica), il silenzio dei ministri, che<br />
non rispondono o non hanno niente da dire.<br />
Un tratto tipico della “cattiva politica”, ma<br />
non solo. E’ la caduta in uno spazio vuoto,<br />
senza appigli, senza risorse, senza alcun<br />
rifugio, neppure la casa che costa troppo.<br />
La terribile domanda è: Quanti sono i<br />
Franco Conte in Italia? E quanto si<br />
aspetterà a battersi per la loro salvezza?<br />
Possiamo chiedere una risposta sia a<br />
Gugliemo Epifani sia a Renata Polverini<br />
(visto che Bonanni e Angeletti hanno altro<br />
da fare con Brunetta)?<br />
Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano<br />
00193 Roma, via Orazio n. 10<br />
l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t<br />
Nomentana. Così <strong>com</strong>e non ho<br />
detto magnà, ahò, ner trafico,<br />
nun me ricordo, nun <strong>prende</strong>va er<br />
cellulare, ecc. Sono laureato a<br />
pieni voti in Lettere, svolgo docenza<br />
universitaria, all’eta di 23<br />
anni sono stato assunto per concorso<br />
alla Rai, <strong>dove</strong> ho maturato<br />
un’esperienza diversificata nella<br />
produzione, organizzazione, gestione<br />
risorse umane, pianificazione<br />
economica e mezzi, fino a<br />
meritare la vicedirezione di Rai<br />
Due. E’ vero che risolvo problemi<br />
ma non quelli di Tecce - forse<br />
un giovane precario - che per<br />
farsi pubblicare un articolo ha bisogno<br />
di inventare un personaggio<br />
‘t ro g l o d i t a ’ che non esiste. E<br />
meglio cambiare mestiere se per<br />
scrivere si arriva a svendere se<br />
stessi tradendo la professione<br />
giornalistica.<br />
dott. Massimo Lavatore<br />
Ho scritto solo quello che ho<br />
sentito, difatti il dott. Lavatore<br />
non smentisce nulla.<br />
Carlo Tecce<br />
Il copyright<br />
dell’Adnkronos<br />
Nell’articolo pubblicato domenica<br />
4 ottobre, dal titolo “Caccia<br />
all’oro dei Taliban”, a firma di<br />
Craig Whitlock, il copyright<br />
<strong>com</strong>pleto è Washington Post/<br />
distribuzione Adnkronos.<br />
A d n k ro n o s<br />
Errori di battitura<br />
e precisazioni<br />
Per uno spiacevole errore di battitura,<br />
nell’articolo pubblicato<br />
domenica 5 ottobre dal titolo<br />
“La fine del parlamento” a firma<br />
di Furio Colombo, appare questa<br />
frase: “Infatti mai nessuno si è<br />
allontanato dal partito di Berlusconi<br />
tranne la mafia e Guzzanti”.<br />
In realtà si tratta di La Malfa (e<br />
non la mafia).<br />
Per un altro errore di battitura,<br />
la rubrica quotidiana “Il fatto di<br />
ieri”, a cura di Giovanna Gabrielli,<br />
sabato 4 ottobre portava la firma<br />
“Giovanni Gabrielli”. Ce ne<br />
scusiamo con l’autrice .<br />
Direttore responsabile<br />
Antonio Padellaro<br />
Caporedattore Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez<br />
Progetto grafico Paolo Residori<br />
Redazione<br />
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