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La somministrazione di Lactobacillus paracasei subsp paracasei ...

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PREMESSE<br />

Formazione della flora batterica intestinale<br />

<strong>La</strong> colonizzazione dell’intestino, in principio sterile, avviene imme<strong>di</strong>atamente dopo la nascita e<br />

<strong>di</strong>pende dai microrganismi che derivano dall’intestino della madre, dai microrganismi vaginali e<br />

cutanei in associazione con alcune specie ambientali. E’ un processo complesso e multifattoriale<br />

che si basa sulle interazioni tra l’ambiente, la <strong>di</strong>eta, fattori associati ai batteri ed all’ospite.<br />

L’intestino <strong>di</strong> un neonato non è un ambiente anaerobio (assolutamente privo <strong>di</strong> ossigeno) e <strong>di</strong><br />

conseguenza la quota <strong>di</strong> batteri aerobi è superiore rispetto al resto della vita. I batteri aerobi<br />

rappresentano una parte della normale flora batterica intestinale ma possono essere causa <strong>di</strong><br />

infezioni se traslocano in altre parti dell’organismo. <strong>La</strong> colonizzazione dell’intestino nelle prime<br />

settimane <strong>di</strong> vita è dominata da batteri aerobi e da batteri anaerobi facoltativi. Nel momento in cui<br />

l’ossigeno viene consumato, possono stabilirsi i batteri anaerobi. Molti batteri anaerobi sono<br />

innocui e lottano per lo spazio ed i nutrienti contenendo il numero dei batteri aerobi ed anaerobi<br />

facoltativi. Escherichia coli (E. coli) si ritrova tipicamente nelle feci ed è uno dei più frequenti<br />

batteri anaerobi facoltativi presenti nell’intestino. Decenni fa, si riteneva che i batteri intestinali,<br />

ossia E. coli, e gli enterococchi fossero i colonizzatori iniziali dell’intestino, seguiti dai batteri<br />

anaerobi ossia i bifidobatteri, i Bacteroides e gli streptococchi (1). Dati recenti forniti da uno stu<strong>di</strong>o<br />

prospettivo multicentrico europeo su una coorte <strong>di</strong> neonati, lo stu<strong>di</strong>o AllergyFlora, hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato che tra i batteri anaerobi facoltativi, gli stafilococchi coagulasi-negativi sono i primi<br />

colonizzatori, seguiti dagli enterococchi. E. coli ed altri batteri intestinali, tra<strong>di</strong>zionalmente<br />

considerati colonizzatori precoci, compaiono tar<strong>di</strong>vamente, e la maggior parte dei neonati vengono<br />

colonizzati da E. coli non prima dei 6 mesi <strong>di</strong> vita. Infatti, lo Staphylococcus aureus (S. aureus) è<br />

spesso <strong>di</strong> più frequente riscontro nei campioni fecali rispetto a E. coli durante i primi 2 mesi <strong>di</strong> vita.<br />

Tra i batteri anaerobi, i bifidobatteri compaiono prima, seguiti dai clostri<strong>di</strong> e dai Bacteroides.<br />

Questo in<strong>di</strong>ca che la colonizzazione da parte dei batteri fecali tipici, ossia E. coli, avviene<br />

lentamente nelle società sviluppate, suggerendo una <strong>di</strong>ffusione molto limitata dei batteri. In loro<br />

assenza, i batteri che colonizzano la cute come gli stafilococchi e altri batteri che normalmente non<br />

risultano essere dominanti nella flora batterica intestinale <strong>di</strong>ventano i primi colonizzatori, in<strong>di</strong>cando<br />

una minor competizione da parte degli altri batteri intestinali (2, 3).<br />

Effetti dei fattori esogeni<br />

I fattori esogeni, ossia i fattori ambientali, le misure igieniche, il parto prematuro, il tipo <strong>di</strong> parto, le<br />

terapie antibiotiche somministrate alla madre prima del parto o al neonato e la <strong>di</strong>eta, modulano le<br />

<strong>di</strong>namiche e l’esito della colonizzazione (4). Nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo, la colonizzazione<br />

intestinale avviene precocemente e la flora batterica intestinale comprende un’ampia variabilità <strong>di</strong><br />

batteri con un più rapido ricambio dei ceppi batterici rispetto a quello che avviene nelle aree<br />

industrializzate (5). <strong>La</strong> colonizzazione ad opera <strong>di</strong> E. coli, bifidobatteri e Bacteroides avviene<br />

tar<strong>di</strong>vamente nei bambini nati da parto cesareo, con un incremento della colonizzazione da parte dei<br />

clostri<strong>di</strong>, della Klebsiella e dei batteri intestinali <strong>di</strong>versi da E. coli (2, 6). <strong>La</strong> <strong>somministrazione</strong> <strong>di</strong><br />

antibiotici alla madre in corso <strong>di</strong> gravidanza o al neonato nei primi 6 mesi <strong>di</strong> vita è legata ad un<br />

ridotto rapporto dei batteri obbligati anaerobi rispetto ai batteri facoltativi (2).<br />

Gli effetti della <strong>di</strong>eta sulla composizione della flora batterica intestinale iniziale sono stati stu<strong>di</strong>ati in<br />

maniera approfon<strong>di</strong>ta. Sebbene non sia stato chiaramente <strong>di</strong>mostrato, si pensa che i neonati allattati<br />

al seno abbiano una flora batterica dominata da bifidobatteri, la cui composizione <strong>di</strong>fferisce poco da<br />

quella dei neonati svezzati con il latte in polvere (1, 4, 7). I bifidobatteri sono considerati salutari e<br />

possono inibire la crescita <strong>di</strong> batteri patogeni in vitro (8). Il latte materno ha uno scarso potere<br />

tampone rispetto al latte in polvere, è ricco <strong>di</strong> oligosaccari<strong>di</strong> e può favorire la crescita dei<br />

bifidobatteri (9). E’ stato suggerito che il latte materno possa anche fornire bifidobatteri e<br />

lattobacilli (10, 11). I neonati svezzati con il latte in polvere sembrano sviluppare una flora batterica<br />

intestinale più complessa, sebbene questo <strong>di</strong>penda dalla composizione del latte in polvere. Nei<br />

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