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Geriatria extraospedaliera - Associazione Geriatri Extraospedalieri

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IV CONGRESSO AGE<br />

Le ulcere da decubito, limiti e possibilità<br />

della gestione domicilare<br />

Ludovico Coppola, Agostino Pastore<br />

Almeno il 50% dei pazienti con ulcere da pressione è rappresentato da ultrasettantenni<br />

e diversi studi stimano intorno all’8% l’incidenza delle ulcere da pressione<br />

nei soggetti allettati per almeno 3 settimane. Il rischio di morte per i pazienti geriatrici<br />

in nursing home è accresciuto di 4 volte in presenza di ulcere da pressione.<br />

Ulcere da decubito, quindi, problema importante per i geriatri o, meglio, per chi si<br />

occupa degli anziani, oltre che ovviamente per gli anziani innanzitutto.<br />

Benché non siano ancora disponibili dati di ricerca suffi cienti per distinguere tra<br />

una diretta responsabilità dell’aging cutaneo e quella dei meccanismi neurologici<br />

centrali, si ritiene che l’invecchiamento cutaneo intrinseco si accompagni ad una<br />

ridotta percezione della sensibilità tattile superfi ciale e vibratoria e ciò, ove confermato,<br />

addebita all’invecchiamento cutaneo forse l’unica sua vera responsabilità<br />

nella riduzione di meccanismi fi siologici di prevenzione delle ulcere da prolungata<br />

pressione: la ridotta capacità di automatico e frequente cambio di posizione come<br />

risposta rifl essa all’ischemia indotta dalla pressione nell’area di appoggio.<br />

L’assottigliamento della cute, lo spianamento della giunzione dermo-epidermica,<br />

l’elastosi attinica sono infatti nulla senza la prolungata pressione.<br />

Va appena qui ricordato che dei quattro fattori implicati nella patogenesi della<br />

lesione cutanea, la pressione, le forze di trazione, la frizione superfi ciale e l’umidità,<br />

è infatti la pressione il fattore fondamentale nella patogenesi delle lesioni da decubito,<br />

lesioni che gli Anglosassoni chiamano senza esitazioni “pressure ulcers”.<br />

Non a caso esse si determinano generalmente negli anziani ipomobili o immobili<br />

a carico dei tessuti molli che coprono le sporgenze ossee (sacro, ischio, grande<br />

trocantere, calcagni, malleoli esterni) che, secondo le varie posizioni tenute dal<br />

soggetto, rappresentano i punti “privilegiati” di appoggio e quindi di scarico della<br />

forza di gravità dell’intero corpo.<br />

Per entrare nel nostro tema, anche nel contesto dell’assistenza a domicilio,<br />

gli interventi fondamentali devono essere orientati a combattere i principali<br />

fattori responsabili dell’insorgenza e della progressione delle ulcere: pressione e<br />

immobilità.<br />

Quali, allora, senza ricoverare l’anziano (sia per impossibilità che per eventuale<br />

rifi uto) le possibilità di prevenire o trattare lesioni da decubito? Quali i limiti?<br />

Uno strumento tipico della cartella clinica geriatrica (o ancora da inserire in essa?)<br />

è la tabellina, a tutti nota, che consente di valutare l’indice di Exton-Smith. come<br />

indicatore del rischio di decubiti (Tab.1).<br />

Questo, che insieme ad altri strumenti di valutazione di molto facile impiego (Braden,<br />

Norton plus), costituisce un mezzo di sicura utilità, può e deve essere utilizzato<br />

nella prevenzione delle ulcere da decubito negli anziani, anche a domicilio.<br />

Il problema è che per interventi di prevenzione così semplici ed effi caci ci sarebbe<br />

la necessità, in un certo senso elementare ma onestamente non si sa quanto realizzabile,<br />

di rimotivare il medico, tutti i medici che assistono persone presso il loro<br />

domicilio (si dice medico di base?) alla professione medica; a non considerare<br />

piccoli concreti interventi di prevenzione e/o terapeutici come tabù specialistici,<br />

mansioni intangibili di altre fi gure professionali.<br />

Vi è tutta una letteratura internazionale sui possibili vantaggi dell’utilizzo di particolari<br />

materassi e comunque di particolari superfi ci di appoggio per la prevenzione<br />

delle ulcere da decubito (Sim Cair, single layer o double layer air-cell, etc.). L’impegno<br />

della ricerca in tale campo è importante ed è legittimo attendersi risultati utili<br />

per l’assistenza dell’anziano a rischio di decubiti in qualsiasi ambiente.<br />

Al momento però sono da tenere forse in evidenza i risultati ottenibili nella prevenzione<br />

delle lesioni da decubito mediante programmi di formazione e promozione<br />

del personale sanitario impegnato nell’assistenza dei soggetti anziani.<br />

Una domanda o proposta: non sarebbe una possibilità della “gestione domiciliare”<br />

un coinvolgimento di tutti gli interessati a qualsiasi titolo nel problema (soggetti<br />

anziani e loro familiari, e poi badanti, infermieri e medici) (medici di base no?<br />

perché??). Non sarebbe facile e grandemente utile insegnare anche a tutti gli studenti<br />

delle nostre facoltà di Medicina e Chirurgia che imparare a prevenire, diagnosticare<br />

e trattare anche alcuni tipici e non trascendentali problemi di salute del<br />

vecchio e del grande vecchio (incontinenza urinaria, lesioni da decubito, disturbi<br />

del sonno, malnutrizione e disidratazione, ecc.) appartiene certamente al Medico?<br />

e non è assolutamente competenza esclusiva dello specialista geriatra?<br />

La gran parte dei pazienti che ciascun medico incontrerà lungo il suo cammino<br />

professionale sarà sicuramente costituita da anziani e non è in alcun modo legittimo<br />

disinteressarsene.<br />

I geriatri considerano, sicuramente a ragione, le ulcere da pressione come una<br />

componente tipica della sindrome da immobilizzazione, sindrome prodotta dal<br />

concorso di fattori biologici, fattori patologici e fattori ambientali articolati, inca-<br />

32<br />

tenati in una sorta di circolo vizioso (Fig.1) nel quale gli eff etti somatici e neuropsichici<br />

dell’immobilizzazione (per qualsiasi causa determinata) consolidano ed<br />

incrementano l’immobilizzazione stessa.<br />

Una buona prevenzione delle lesioni da decubito deve ovviamente tener presente<br />

il possibile concorso di questo gruppo di fattori. A domicilio, così come in ogni<br />

altro setting assistenziale, tali fattori richiedono un’attenzione intelligente e interventi<br />

correttivi che, in un tessuto socio-familiare e assistenziale opportunamente<br />

sensibilizzato, possono talvolta essere attuabili anche meglio che in strutture rigidamente<br />

organizzate.<br />

Ove impossibile quindi l’ospedalizzazione, ogni ragionevole intervento deve essere<br />

ovviamente eff ettuato anche a domicilio.<br />

Il trattamento a domicilio delle persone anziane con lesioni da decubito già instaurate<br />

e progredite oltre il II-III stadio è gravato da numerose limitazioni.<br />

Non vi è una sostanziale letteratura scientifi ca specifi ca su tale tema.<br />

L’elenco dei problemi che segue vuole costituire solamente l’indice per una discussione<br />

il più possibile ampia i cui tempi sono più che maturi e che dovrebbe<br />

svolgersi non solo in questa sede congressuale ma anche negli ambiti decisionali<br />

dai quali la spesa pubblica viene canalizzata.<br />

Un primo elenco potrebbe essere questo:<br />

• Burocrazia (procedure “multitappe” per attivare interventi sanitari o<br />

parasanitari a domicilio)<br />

• Obiettiva diffi coltà di mantenere condizioni di asepsi, diffi coltà di realizzare<br />

procedure di piccola chirurgia in ambiente domiciliare<br />

• Diffi coltà di eff ettuare controlli laboratoristici ripetuti (esami ematochimici,<br />

esami colturali, ecc)<br />

• Tempistica e diffi coltà di approvvigionamento di farmaci, supporti dietetici,<br />

presidi sanitari (lettini anti-decubito, materiali di medicazione).<br />

In un domani “radioso” (che vediamo però non vicino) è a domicilio che la prevenzione<br />

delle lesioni da decubito ha la sua sede naturale; è a domicilio che la cura<br />

delle lesioni da decubito dovrebbe trovare la sua realizzazione, sicuramente più<br />

effi cace e meno costosa di quanto oggi non sia, a patto che il problema esca dagli<br />

schematismi della ultraspecializzazione e diventi compito “normale” dei medici,<br />

del Medico restituito a se stesso.<br />

Tab.1: strumento per la valutazione del rischio di decubiti (indice di Exton-Smith)<br />

Stato fi sico Stato mentale Deambulazione Motilità Incontinenza<br />

1. pessimo 1. stuporoso 1. allettato 1. immobilità 1. doppia<br />

2. scadente 2. confuso 2. in carrozzina 2.molto limitata 2. abituale<br />

3. discreto 3. apatico 3. con aiuto<br />

3.leggermente<br />

3. occasionale<br />

limitata<br />

4. buono 4. lucido 4. normale 4. normale 4. assente<br />

Per somma dei valori ottenuti inferiore a 15 punti, facile comparsa di una lesione<br />

da compressione.<br />

Punteggio pari a 12 o più basso, rischio estremo<br />

Fig.1 – sindrome da immobilizzazione: circolo vizioso iatrogenico (da Ludovico Coppola,<br />

1973)

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