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Geriatria extraospedaliera - Associazione Geriatri Extraospedalieri

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Una “rara forma” di ischemia nel paziente anziano<br />

Fortunato F., Abitabile M., Russo S., Loff redo F., Rengo F. - Cattedra di <strong><strong>Geriatri</strong>a</strong>, Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

Negli anni ‘90 fu descritta, dai fratelli Brugada, una sindrome<br />

elettrocardiografi a caratterizzata da blocco di branca destra e St<br />

sopralivellato nelle precordiali destre da (V1 sino a V3). Alcuni<br />

di questi pazienti sviluppavano aritmie ventricolari talvolta letali. Il substrato<br />

aritmico era costituito da un difetto dei canali del sodio indotto<br />

da una mutazione del gene SCN5A. Riportiamo il caso clinico di una<br />

paziente di 75 anni giunta alla nostra osservazione per indagine coronarografi<br />

ca. Nei mesi precedenti inizio’ ad avvertire doloro toracico atipico,<br />

non irradiato; gli ECG eseguiti in alcuni P.S. non mostravano alterazio-<br />

I<br />

comunicati della Commissione Tecnico-scientifi ca dell’AIFA del 21 luglio<br />

2005 e del 28 dicembre 2006 hanno fornito indicazioni relative all’utilizzo<br />

dei farmaci antipsicotici nei pazienti aff etti da demenza. Inoltre,<br />

la G.U. del 13 marzo u.s. ha riportato modifi che sulla prescrivibilità di vari<br />

neurolettici, sia convenzionali che atipici ed in particolare, ha suggerito la<br />

necessità di tenere in considerazione la presenza di patologie cardiovascolari<br />

(pregresso IMA, aritmie, insuffi cienza cardiaca), l’intervallo ECGrafi co QTc,<br />

le alterazioni elettrolitiche come l’ipopotassiemia, la presenza di storia familiare<br />

di torsioni di punta e, last but not least le terapie farmacologiche associate<br />

e l’uso concomitante di farmaci in grado di allungare il QTc. Pertanto,<br />

dal momento che il paziente anziano demente presenta spesso pluripatologie<br />

ed è in politerapia, la somministrazione di farmaci antipsicotici in questa categoria<br />

di soggetti richiede un’attenta valutazione, caso per caso, ed un prudente<br />

monitoraggio del quadro clinico, da eff ettuarsi con cadenza bimestrale<br />

attraverso le schede ministeriali appositamente fornite. Abbiamo pertanto<br />

studiato retrospettivamente 187 pazienti dementi aff erenti al nostro centro<br />

UVA dall’1 gennaio al 31 agosto 2007; di essi abbiamo selezionato i pazienti<br />

trattati con antipsicotici, sia convenzionali che atipici. Il campione era costituito<br />

da 66 pazienti (35.2%), 21 uomini (31.8%) e 45 donne (68.2%), età<br />

media 79.3 ± 9.2 anni (range 59-96 anni). 39 pazienti (59.1%) erano aff etti<br />

da demenza degenerativa, 8 da demenza vascolare (12.1%), 19 (28.8%) da<br />

demenza di tipo misto. Un ECG per valutare il QTc (valori normali di QT<br />

0.30-0.40s) è stato eff ettuato al baseline, a 4 e ad 8 mesi; il QTc è stato calcolato<br />

con la formula di Bazett. Analogamente, un controllo degli elettroliti<br />

plasmatici è stato eff ettuato all’inizio del trattamento, a 4 e ad 8 mesi. I<br />

disturbi psichici e comportamentali presenti in questi pazienti erano delirio<br />

(31%), agitazione psico-motoria (96.2%), allucinazioni (21.8%), insonnia<br />

(37.5%); deliri assieme ad agitazione psico-motoria sono stati riscontrati<br />

nel 28.1% dei casi, un’associazione tra agitazione ed insonnia è stata trovata<br />

nel 34.3% dei casi, mentre l’associazione tra delirio, agitazione ed insonnia<br />

nel 6.2% dei casi. Un trattamento con anticolinesterasici era eff ettuato dal<br />

57.5% dei pazienti. 10 pazienti (15.1%) praticavano quetiapina (25-100<br />

mg/die, dosaggio medio 65.6 ± 32.5 mg), 15 pazienti (22.7%) olanzapina<br />

(5-10 mg/die, dosaggio medio 6.5 ± 2.4 mg), 13 pazienti (19.6%) risperidone<br />

(0.75-2 mg/die, dosaggio medio 1.17 ± 0.5 mg), 21 pazienti (31.8%) promazina<br />

(10-90 mg/die, dosaggio medio 41.6 ± 22.9 mg), 3 pazienti (4.5%)<br />

aloperidolo (0.5-2 mg, dosaggio medio 1.17 ± 0.7 mg), 2 pazienti (3.3%)<br />

clozapina (25-50 mg, dosaggio medio 37.5 ± 17.6 mg), 2 pazienti (3.3%)<br />

COMUNICAZIONI<br />

ni degni di nota. Solo in una occasione si evidenzio’ un sovralivellamento<br />

St da V1 a V2 con successiva spontanea normalizzazione. Per tale motivo<br />

fu consigliato esame coronarografi co. Tuttavia una successiva ed attenta<br />

lettura elettrocardiografi a consentiva di porre diagnosi di sindrome di<br />

Brugada. La peculiarità del caso consiste sia nella intermittenza del quadro<br />

elettrocardiografi co (alcuni casi peraltro già descritti in letteratura)<br />

che puo’ condurre ad errata diagnosi di ischemia laddove non si tenga<br />

presente detta sindrome, sia nella età (geriatrica) di presentazione del<br />

quadro clinico.<br />

Il trattamento con antipsicotici nel paziente anziano<br />

con demenza: esperienza di un centro UVA<br />

P. Gareri 1,2 , R. Lacava 1 , D.S. Costantino 1 , G. De Sarro 2 - 1 U.O. Tutela Salute Anziani, Centro UVA, ASP Catanzaro; 2 Cattedra di Farmacologia,<br />

Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi “Magna Graecia” - Catanzaro<br />

zuclopentixolo (6-10 mg, dosaggio medio 8 ± 2.8 mg). Dei pazienti trattati<br />

con aloperidolo, 2 hanno sospeso il trattamento per eff etti extrapiramidali;<br />

2 pazienti hanno sospeso il trattamento con promazina per mancanza di<br />

eff etti e hanno iniziato un trattamento rispettivamente con risperidone ed<br />

olanzapina. Entrambi i pazienti trattati con zuclopentixolo hanno sospeso<br />

il trattamento per la comparsa di eff etti extrapiramidali ed hanno iniziato<br />

rispettivamente quetiapina ed olanzapina. Un paziente trattato con risperidone<br />

ha interrotto il trattamento per comparsa di allungamento del QTc.<br />

Per 3 pazienti trattati con quetiapina e 2 pazienti trattati con olanzapina<br />

è stato possibile dimezzare il dosaggio per una riduzione della frequenza e<br />

della severità dei sintomi comportamentali in 3 mesi. In 2 pazienti trattati<br />

con risperidone il trattamento è stato sospeso nel giro di 6 mesi per regressione<br />

delle turbe comportamentali. Negli 8 mesi di osservazione non sono<br />

stati registrati eventi cardio-cerebrovascolari. I valori medi del QTc sono stati<br />

0.36 ± 0.02s. Solo in 5 pazienti si è dovuti intervenire con supplementazioni<br />

potassiche, peraltro per valori medi ai limiti inferiori (3.3 mEq/L). Generalmente<br />

gli antipsicotici atipici off rono la possibilità di un adeguato controllo<br />

dei BPSD in corso di demenza e presentano un migliore profi lo nell’ambito<br />

degli eff etti collaterali in genere. E’ importante studiare le possibili interferenze<br />

con farmaci potenzialmente in grado di allungare il QTc, per es. gli<br />

antiaritmici amiodarone, sotalolo, chinidina, gli antibiotici macrolidi come<br />

eritromicina, claritromicina, gli antistaminici terfenadina, astemizolo, gli antidepressivi<br />

triciclici, etc. L’aloperidolo presenta un rischio correlato al suo<br />

uso ripetuto, piuttosto che a quello in acuto, sia con la somministrazione ev<br />

che con quella orale; la sua capacità di allungare il QTc è legata al blocco dei<br />

canali al K+ responsabili della corrente ripolarizzante IKR (inward rectifi er)<br />

del potenziale d’azione cardiaco. La tossicità cardiovascolare degli atipici è in<br />

genere inferiore a quella dei convenzionali, come già dimostrato in un nostro<br />

precedente lavoro e questo è assai rilevante nel paziente anziano, soprattutto<br />

se pluripatologico. Alla luce pertanto di questa nostra breve osservazione di<br />

8 mesi su un campione limitato di pazienti e sulla scorta dei dati della letteratura<br />

e delle raccomandazioni AIFA, ci sembra opportuno rimarcare alcuni<br />

punti: a) iniziare il trattamento a bassi dosaggi ed aumentarlo gradualmente,<br />

valutando caso per caso; b) ridurre i possibili eff etti collaterali frazionando le<br />

dosi; c) verifi care l’effi cacia del trattamento e la sua tollerabilità ogni 60 gg.,<br />

in casi particolari (per es. paziente polipatologico ed in politerapia) anche<br />

ogni 30 gg.; d) modifi care il trattamento nel caso in cui non vi sia una riduzione<br />

della frequenza e/o della severità dei sintomi target.<br />

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